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di Alessialuna25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Lavorare nei campi era dura e i fratelli Bradley e Austin Jones lo sapevano molto bene. Ogni giorno la sveglia per Bradley suonava alle quattro e mezza, come quella mattina. Si rigirò dall’altra parte del letto, coprendosi la testa con il cuscino per non udire il fastidioso bip bip della sveglia ma il tentativo fallì. Si alzò scostando le coperte di mezzo e rivelando i suoi addominali scolpiti, frutto del suo lavoro ma anche della sua passione per la boxe. Si lavò sotto il getto bollente della doccia malridotta del suo bagno, qualche piastrella era caduta ma a lui non importava , tanto non l’avrebbe mostrato a nessuno. Si asciugò in fretta mentre si guardava allo specchio, pettinò i suoi capelli biondi, lunghi fino alle spalle, creando già le sue tipiche ondine di un biondo ancora più tendente al castano chiaro. Si vestì con i pochi stracci che aveva lasciato abbandonati sulla sedia la sera prima , una maglia a maniche corte di un blu sbiadito, dei jeans strappati poiché consumati e delle scarpe sporche di fango e letame. Inorridì all’acre odore delle scarpe ma poco gli importava. Scese giù in cucina ma ancora era buia, suo fratello Austin era ancora a poltrire sotto le coperte … Sogghignò, aveva in mente come farlo scattare in piedi. Riempì un secchio, che aveva sotto al lavello, di acqua gelida e salì trepidamente le scale con esso tra le mani. Aprì lentamente la porta, senza far rumore e nel buio della stanza di Austin non vide una palla da basket lasciata lì, in disordine come ogni cosa nella camera. Quasi cadde ma riuscì per fortuna a tenere l’equilibrio e a spargere poco acqua, destinata al fratello, sul pavimento. Bradley con gesto istintivo lanciò l’acqua sul viso dell’ignaro Austin che dormiva beatamente e profondamente. << Ma che cazzo?!>> urlò il giovane Austin. Erano praticamente identici, occhi azzurri come il cielo e i capelli castano chiaro, solo che Austin li aveva molto più corti ed era molto più giovane di cinque anni ma le persone comunque li confondevano come gemelli. << Buongiorno anche a te fratellino. La sveglia per caso non ha suonato?>> << Mmmmm, no deve essersi rotta.>> << Sì, sì le solite scuse. Ti do cinque minuti per scendere di sotto in cucina, poi i nostri animali hanno bisogno di una bella pulita.>> Bradley lasciò suo fratello, ancora gocciolante e si diresse in cucina per preparare una sostanziosa colazione visto la dura giornata che si prospettava davanti a loro. Cucinò delle uova strapazzate, unite con del bacon croccante e del pane tostato con sopra un velo di marmellata di ciliegie. << Che buon profumino! >> esclamò Austin correndo verso il suo posto ma Bradley riuscì a dargli uno scappellotto sulla nuca, nonostante tutto. << Sì modestamente sono un bravo cuoco ma non pensare che poi lavi anche i piatti. Lo farai tu.>> Austin sbuffò ma iniziò a mangiare il cibo nel piatto e così fece anche Bradley. Erano moltissimi anni che conducevano questa vita, dopo la morte del loro padre, avvenuta dieci anni prima e l’abbandono di quella donna che si dovrebbe considerare la loro madre, ormai vent’anni prima. Erano solo dei bambini, Austin aveva cinque anni e a malapena sapeva esprimersi adeguatamente ma con la buona volontà il loro padre era riuscito ad educarli ed ora erano diventati due uomini con dei valori. Purtroppo però il loro adorato papà veni’ a mancare, colto all’improvviso infarto, lasciandoli soli con una fattoria da mandare avanti. Il volto di Bradley si incupì e masticò molto più del dovuto il pane, mentre suo fratello si mise a sciacquare le stoviglie usate. << Ora vado fuori.>> disse poi Austin prendendo gli stivali accanto alla porta. << Ti raggiungo.>> Quando uscì fuori era ancora buio e abbastanza freddo rispetto il periodo, ciò nonostante il raccolto sembrava buono. Gli appezzamenti della segale cominciavano a spuntare e anche le altre colture sembravano pronte ad una buona maturazione. << Dunque Austin, le vacche vanno nutrite e pulite dal letame. Io intanto ti do una mano poi devo sistemare i campi.>> Insieme aprirono il pesante portone della stalla e gli animali li “salutarono” con un sonoro muuuu. Uno prese forcone e cariola mentre l’altro iniziò a distribuire cibo e acqua agli animali. Bradley ogni tanto si fermava a salutare qualche mucca, dandogli un’affettuosa pacca sul muso. Suo padre gli aveva insegnato tutti i segreti del mestiere ed a essere riconoscente verso gli animali e verso la natura che quotidianamente gli dava da vivere. << Ehi Austin, ho finito. Vado nei campi.>> << D’accordo , tra poco pure io. Almeno qui.>> disse il giovane appoggiandosi al forcone. Bradley uscì fuori dalla stalla mentre pian piano cominciava a nascere l’alba, prese i rami della potatura degli alberi da frutta, fatta il giorno prima e con un fiammifero preso dalla tasca dei jeans vi appiccò fuoco. In pochi secondi i rami vennero avvolti da lingue di fuoco, rossi e arancioni, mentre Bradley controllava da vicino il piccolo falò, si abbassò sulle ginocchia pensieroso. Poco dopo Austin si avvicinò al fratello e si mise nelle medesima posizione. << Una monetina per indovinare i tuoi pensieri, fratellone.>> << Allora solo una Austin. Pensavo ai prodotti da vendere al mercato domani, alle bollette da pagare e alla vendita di latte per il signor Thompson, più tardi verso le sette.>> << Beh forse è più di una monetina ma non ti preoccupare. Ho raccolto una dozzina di uova e poi altro lavoro ci aspetta tra poco quindi rilassati un po’. E poi con la vendita di latte il signor Thompson ci paga bene…>> << Se lo dici tu!>> Austin gli rivolse un’ occhiolino d’incoraggiamento mentre se ne andò verso la fattoria lasciando il fratello maggiore a custudire il fuoco mentre il riflesso delle fiamme gli scuriva lo sguardo.

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


La sveglia suonò alle sette precise per Bryana. Si rigirò dall’altra parte per dare il buongiorno al suo fidanzato Ryan ma non era più nel letto con lei. Probabilmente era già sceso in cucina a fare colazione, conoscendolo aveva già tra le mani un bicchiere di cognac. Diceva che lo faceva rinvigorire e tutte le volte che lo diceva, Bryana alzava le spalle e se ne andava in un’altra stanza. Ryan era un uomo d’affari, lo capiva ma certi suoi comportamenti proprio non li comprendeva. Era un uomo freddo nei sentimenti, poche volte dimostrava il suo amore per lei ma a Bryana stava bene così. Lei non era una tipa da principe azzurro, non pensava al matrimonio, le era sufficiente una convivenza e così l’aveva ottenuta un anno fa. Era felice così ma non fino in fondo era comunque, convivenza o meno, una vita monotona! Ryan dedicava anima e corpo al lavoro e Bryana voleva fargli una sorpresa. Magari un viaggetto in qualche landa desolata non avrebbe fatto male a nessuno dei due. Pensò ancora due o tre minuti stesa sul letto, avvolte dalle coperte mentre il suo desiderio stava prendendo forma un po’ alla volta. Dunque si alzò dal letto e andò subito in cucina, dove Ryan si trovava con il consueto goccetto di cognac in una mano e il telefono nell’altra. L’uomo si girò di scatto osservandola e Bryana sostenne il suo sguardo. Com’era sexy con il suo completo d’ufficio, i capelli scuri gettati all’indietro con un velo di gel e gli occhi azzurri come il mare. Era un uomo molto espressivo, faceva sempre trasparire le sue emozioni, era come un libro aperto. Insomma Bryana sapeva la difficoltà nel convincerlo perciò si grattò la testa nervosa. << Pensavo …>> << Cara, non ora scusami. Sto ricevendo un sacco di e-mail a cui non posso proprio dedicarmi un minuto di distrazione. Sai quell’ affare ha fatto il botto.>> << Ehm sono molto felice però poi quando hai finito vorrei fare un’ affare con te. >> << Ok, dammi solo cinque minuti. >> l’uomo abbozzò un debole sorriso. Intanto che aspettava, Bryana si preparò la colazione, un bicchiere di succo d’arancia e una fetta di pane tostato con del burro d’arachidi. Non le piaceva fare una colazione sostanziosa poiché il suo stomaco non tollerava tutto quel cibo di prima mattina. Non sapeva davvero come certe persone potessero ingurgitare tutto quel cibo e poi avere ancora fame. Per fortuna anche Ryan era un uomo attento alla sua linea e a ciò che metteva sotto i denti, nonostante si dedicasse un po’ alla palestra, una volta a settimana, non aveva un filo di pancia ma nemmeno degli addominali da scultura greca. A lei facevano ribrezzo gli uomini con il fisico scolpito. << Eccomi Bryana, tutto per te.>> disse Ryan riponendo il telefono sul tavolo. << Sai a cosa pensavo prima appena sveglia? Io e te in pausa dal lavoro in un luogo sperduto. Non so, per esempio una fattoria , dove rilassarsi, stare al contatto con la natura, mangiare sano. Questa monotonia ci distrugge …>> << Oh dai Bryana, sai che non posso. Ora c’è in ballo questo affare, molti soldi possono entrare nella compagnia se tutto va bene. So che sono il capo ma non posso mollare proprio ora.>> << Lo so, lo so Ryan . Capisco quanto ci tieni e anch’io però pensavo che fosse anche ora di staccare la spina. Insomma dai pensaci, da quando non ci concediamo del tempo insieme?>> << Credo un anno e mezzo fa, quando siamo stati dalla mia famiglia.>> disse Ryan con un’alzata di spalle. << Esatto, un sacco di tempo. >> disse Bryana mentre puliva le stoviglie usate, compreso il bicchiere da liquore. << Ma…>> << No niente ma, ti prego fallo per me, per noi.>> << D’accordo dalla settimana prossima possiamo pensarci.>> sorrise Ryan. << Oh meraviglioso. Penserò a tutto io. Grazie Ryan.>> Bryana si avvicinò al suo uomo, seduto ancora sulla sedia, lo strinse forte a sé e poi lo baciò sulle labbra. Era un casto bacio di riconoscenza, le loro labbra si toccarono dolcemente, ormai le conosceva come le sue tasche, mille volte le aveva baciate, così lisce da sembrare di velluto. Rimase a baciarlo ancora un po’, sentendo nel suo sapore il cognac di prima, avvicinò la mano nella capigliatura, toccandola dolcemente finchè Ryan non pose fine all’effusione con una sonora pacca sul sedere di Bryana. << Allora ci vediamo stasera …>> disse Ryan strizzandole l’occhiolino mentre prendeva la sua ventiquattro ore e uscendo di casa. Bryana restò li in cucina, con ancora addosso la sua mise da notte mentre si mordeva il labbro inferiore. Ancora una settimana e avrebbero pensato solo a sé stessi.

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


Un’ altra giornata era iniziata per Bradley, ancora più frenetica delle altre. Sempre, per lui, la sveglia suonava prestissimo ma questa volta doveva darsi una mossa ancora più del solito. Per fortuna suo fratello si era svegliato presto così non doveva ricorrere a metodi drastici come il giorno prima. Stamattina si erano dati il cambio, Austin aveva preparato la colazione mentre Bradley dato una sciacquata ai piatti utilizzati poi subito dopo erano corsi fuori per preparare la merce e lo stand per il mercato cittadino. Caricata l’ultima asse sul pick-up, Bradley si asciugò con la mano un rivolo di sudore sulla fronte mentre Austin caricò l’ultima cassa, sbuffando dalla fatica. Avevano due dozzine di uova , patate, mele, ciliegie, arance, carote, finocchi, cavolfiori, zucchine, pomodori e infine un contenitore con un litro di latte, l’altro l’avevano venduto ieri e avevano guadagnato la loro giornata. <> Austin gli diede subito ascolto e Bradley si mise al posto guida del pick-up malandato che non appena messo in moto sputò fuori dal tubo di scarico una densa nuvola di fumo nero. Austin accese la radio che a intermittenza gracchiava qualche melodia rock e gli diede un pugno ben assestato per farla funzionare. Bradley lo guardò di sottecchi e il fratello face spallucce. << Che c’è?! Amo questa canzone…>> disse Austin per poi intonare in modo stonato Highway to Hell degli Ac/Dc mentre fuori dal finestrino scorrevano vastità di ettari di campi e il sole stava cominciando a sorgere. << Perché non è così che si aggiustano le cose. Più tardi ci darò un’occhiata, ok ?>> disse Bradley abbassando di alcune tacche il volume della radio. << Okay ma non abbassare proprio ora…>> ribadì il giovane girando la manopola dall’altro verso. Bradley gliela diede per vinta, tanto a breve sarebbero arrivati, le prime case della piccola Sunnyville si incominciarono ad intravedere all’orizzonte. Pigiò l’acceleratore guadagnando un minutino in più per sistemare la bancarella con tranquillità. Parcheggiò il pick- up nella stradina principale, dove si svolgeva il mercato settimanale, ancora semivuota. Bradley iniziò a scaricare alcune assi appoggiandole in diagonale, su un lato del pick-up in modo che le merci, una volta posizionate fossero ben visibili alla clientela. Intanto che Austin le sistemava con cura nella bancarella, Bradley scriveva i prezzi su una lavagnetta con un gessetto bianco. Ad alcune cose applicava sconti e le metteva in prima fila, come ad esempio le patate che erano in abbondanza e in buono stato. Erano circa le sette del mattino, tutte le bancarelle erano al loro posto, alcune erano di vestiti o stoffe, una con bellissimi fiori colorati e altre di cibo fatto in casa. Solo la loro vendeva frutta e verdura, nessun cliente se ne andava con l’insoddisfazione negli occhi e senza lasciare loro una piccola mancia. Tuttavia non bastava molto a coprire le spese della fattoria. << Oh guarda, c’è Penny!>> disse Austin indicando una giovane biondina della sua età che faceva compere. << Uhhh, Austin ha una cotta per la giovane Penny, Austin ha una cotta per la giovane Penny…>> lo canzonò il fratello imitando la voce di un bambino. << Ma che ne sai tu?>> replicò Austin per poi sparire in mezzo alla folla, staccando un fiore dalla bancarella affianco per fare breccia nel cuore della ragazza. Bradley scrollò la testa e davanti a lui si materializzò la signora Brown, un’allegra vecchietta dalla veneranda età, con i capelli bianchi come la neve e la pelle piuttosto raggrinzita. Portava un buffo vestito a pois rosa nonostante la brezza di quella mattina, degli occhiali con lenti scure e un cappellino intonato con il vestito. << Ah la gioventù, anche il mio povero defunto marito mi conquistò così … a proposito giovane, alla tua età tuo padre era già sposato e tu sei ancora qui senza una bellissima donna al tuo fianco…>> << Non credo di voler una donna al mio fianco ora, insomma sto così bene solo.>> << Nah, tutte cavolate ragazzo. Se ti guardassi intorno noteresti gli sguardi che le ragazze ti riservano. Pure io ci proverei con te se non fossi così vecchia e flaccida.>> << Ma no signora Brown è ancora elegante e soprattutto vitale.>> dichiarò l’uomo un po’ imbarazzato, non sapendo cosa dire ad una donna anziana. << Oh grazie tesoro. Mi servono cinque o sei uova, una decina di patate e un’altra decina di mele.>> << Ai suoi ordini signora.>> Bradley preparò tutto ciò che chiese la signora e a fine mattinata le vendite erano state più che buone. Dopo aver recuperato Austin, smontarono tutta la bancarella e tornarono a casa. Suo fratello minore, durante il viaggio di ritorno aveva un ghigno diabolico, tipico di chi ha combinato qualcosa. “Chissà che ha combinato quel furfante.” Pensò suo fratello maggiore.

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