L'Isola Felice

di Alessandra1965
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una porta chiusa ***
Capitolo 2: *** Lieto fine ***



Capitolo 1
*** Una porta chiusa ***


Nella vita di ciascuno di noi esistono momenti, quando una porta sbattuta all'improvviso e senza alcun motivo visibile, di colpo si apre; quando uno spioncino chiuso un attimo prima, viene di nuovo riaperto; quando un "no" diventa un "forse".
Momenti in cui il mondo intorno a noi cambia e noi stessi ci riempiamo di speranza come di nuova linfa vitale.
Una voce ci dice che non tutto è perduto.
Allora con le gambe che tremano e gli occhi colmi di lacrime(di gratitudine?!) passiamo nella stanza vicina, dove ci pregano di aspettare un poco prima di spingerci nel burrone.
Questo mi è accaduto.
Lui mi disse che doveva riordinare la sua vita, io muta in silenzio rimanevo ad aspettare.
La mia mano stringeva le sue dita quasi convulsamente, mentre finivamo il nostro aperitivo seduti al tavolo del nostro solito bar.
Di tanto in tanto Giovanni mi lanciava un occhiata.
Nella penombra del bar il suo viso mi pareva estraneo, stanco, turbato; erano scomparsi quei duri contorni dagli zigomi e dal mento che io tanto amavo. Negli occhi c'era inquietudine, la bocca era semiaperta.
"E' bellissimo" pensavo, mentre sentivo che le lacrime stavano per sgorgarmi dagli occhi e non avevo abbastanza voce per dirgli "ti amo amore mio".
Lui mi posò un braccio intorno alle spalle, io rimasi immobile contro il suo petto: quel petto largo e tranquillo in cui batteva quel cuore che io ascoltavo quando facevamo l'amore.
Mi strinsi più forte a lui. "Ti amo" riuscii a dirgli e mi venne voglia di urlare per la disperazione che sentivo dentro di me.
Lui mi mise due tazzine vuote davanti al viso. I "lacrimatoi" diceva quando vedeva che i miei occhi si riempivano di lacrime.
Gli presi la mano e la baciai.
Ancora un'ora per stare insieme. Un'ora soltanto.
Volevamo dirci tante cose, tanti discorsi erano rimasti in sospeso: su noi due, il suo lavoro, i suoi problemi, la casa, il futuro.
Era come se noi due non avessimo cominciato nulla, che non avessimo un passato e del futuro non avesse senso parlare.
Fantasmi davanti a noi, fantasmi alle spalle e tutto intorno a noi un'illusione.
L'unica cosa certa, la forza dentro di me, la forza di volere Giovanni con tutta me stessa, di non lasciarlo andare.
Adesso lui è qui con me. Adesso noi due siamo insieme e tra un'ora?
Tu non sarai qui con me. Tu sarai solo, io sarò sola, non ci sarà più niente tranne il tuo pensare a me e il mio pensare a te.
Continuavo a tenere la sua mano.
Prima di incontrare Giovanni guardavo questa città con distacco, con freddezza: "quanti momenti, quante rotonde, quanti giardini oppure quanti canali e negozi".
Ma ora guardavo la gente attraverso i vetri del "nostro" bare pensavo: quanta sofferenza qui...la stessa che provavo io.
Tutto sembrava diverso oggi, ero in uno stato di ansia che non avevo mai provato.
Mi guardò negli occhi e mi chiese sorridendo: che pensi?
Non riuscivo a credere che proprio lui che fino a pochi giorni fa mi ripeteva "ti amo" "ti penso" ora mi chiedesse di avere pazienza, che doveva riordinare i suoi pensieri, la sua vita e magari.......ricominciare tutto........
Le mie mani si aggrappano l'una all'altra. Mi strinse forte a sè. Non parlammo più.

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Capitolo 2
*** Lieto fine ***


Siamo usciti dal bar. Prendiamo le nostre auto. Apro il finestrino, rumore di vento tra i miei capelli, alla radio una canzone di Cocciante "quando finisce un amore" e penso: "no il mio amore non finisce, non può finire, non deve finire così". Un dolore al cuore, le lacrime mi sgorgano dagli occhi ma le trattengo. Resto immobile e penso a tutto quello che lui mi ha detto, ai nostri recenti trascorsi, all'amore che lui mi ha sempre dimostrato. Ora non riesco più a trattenere le lacrime mentre mi chiedo: "perchè"? Nella scena della nostra vita qualcosa è cambiato improvvisamente, manca qualcosa. Ora lo spioncino si richiuderà, la porta sbatterà schiacciando il mio cuore, la mia anima e la mia vita riprenderanno il loro corso. Fin da giovane ho sempre pensato che ognuno di noi ha la propria Isola Felice, in cui è totale padrone di sè stesso. C'è una vita visibile a tutti e ce n'è un'altra che appartiene solo a noi, di cui nessuno sa nulla. Questo non vuol dire che una sia morale e l'altra immorale. Semplicemente, l'uomo a volte, vive nella libertà e nel mistero, da solo o in compagnia di qualcuno, anche se solo per un ora al giorno, o una volta alla settimana o un solo giorno al mese: vive questa sua vita segreta ed è sereno. Questo tempo può aggiungere qualcosa alla sua vita visibile; ognuno di noi è alla ricerca costante di qualcosa che può essere felicità, necessità, serenità. Queste possono diventare indispensabili per la nostra sopravvivenza. Se una persona viene privata di questo, scoprirà che non si è mai incontrata con sè stessa. Se penso che ci sono uomini che stanno soli unicamente nella stanza da bagno provo malinconia. Nell'Isola Felice, dove l'uomo vive nella libertà e nel mistero, possono accadere tante cose: si possono incontrare altre persone, può accadere qualcosa che cambierà per sempre la nostra vita. qualcosa che ci porterà o alla salvezza o alla rovina. Il mio incontro con Giovanni era avvenuto proprio in questa Isola Felice. Così improvvisamente ma non casualmente, perchè niente avviene per caso. Poi è successo che la seconda vita ha preso il sopravvento sulla prima e l'aveva messa in ombra. Io e Giovanni, da subito, eravamo in quella fase dell'amore in cui non si riesce a pensare a nient'altro. Segreto assoluto e libertà assoluta erano diventati il nostro motto. Ora la mia Isola Felice era minacciata. Minacciata dai pensieri "tristi" e dalla inquietudine mentale di Giovanni. "Mi ama ancora"? Mi chiedevo. Cercavo che questo pensiero non distruggesse le basi della mia vita, ma dentro di me, nella mia seconda vita. Le ore di ansia, di disperazione, di speranza, restavano i miei segreti. Ero diventata ormai l'unica padrona della mia Isola Felice. Ho trascorso il tempo dormendo e mangiando poco..... senza di lui niente aveva più senso per me. Le sue telefonate, i suoi incontri erano ormai diventati rari, brevi, asettiti, impersonali. Lui mi mancava. Ma il mio amore, nonostante tutto, non smetteva di esistere ed il mio cuore non cessava di battere forte per lui. Una sera, al solito bar, ci siamo visti: in modo del tutto naturale incontrai i suoi occhi. Lui senza staccare da me lo sguardo, cominciò ad alzarsi dalla sedia lentamente e venne verso di me. Capii in quel momento che lui era riuscito a dominarsi ed il suo viso esprimeva ciò che lui voleva, il suo bel viso era tornato sereno come pochi giorni prima: mi parve che intorno a me fosse sceso il silenzio all'improvviso. Dopo qualche attimo Giovanni mi prese il viso tra le mani:"Amore, mi sembrava un'eternità....solo ora ho capito quanto ti amo...."

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