Parlami di noi

di Khorins
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una situazione inopportuna ***
Capitolo 2: *** Ottima presentazione ***
Capitolo 3: *** Il lavoro di gruppo Pt. 1 ***



Capitolo 1
*** Una situazione inopportuna ***


Perchè sentiamo il bisogno di innamorarci? E quando ciò accade, perchè ci abbandona la nostra razionalità? Possiamo scegliere di chi innamorarci? Possiamo forse, calmare il battito del cuore, o evitare di star bene? L'amore procura incertezze, dubbi, gelosia. L'amore è fonte di guerra, di atti irragionevoli. L'amore è gravoso, ma è l'unica cosa che può abbattere ciò che lui stesso ha creato. Affonda le incertezze, i dubbi e la gelosia, trasformandoli in speranze. Risolve le guerre tramite la pace e aggrada le menti confuse. Ne abbiamo interamente bisogno, e di esso ci nutriamo"
Quel giorno Francesco si era svegliato con meno voglia del giorno prima ed il tempo non collaborava certo per migliorare il suo umore. Le nuvole coloravano il cielo di un grigio intenso e la pioggia sembrava essere più pesante ogni minuto che passava; ed erano solo le sette della mattina. Dopo essersi alzato dal letto comicniò la solita routine mattutina; utilizzo del bagno, vestirsi e scendere al piano di sotto per mangiare qualche biscotto prima di camminare verso la scuola: ogni giorno era sempre lo stesso. Quando sedette in cucina guardò verso la scrivania da lavoro del padre, il Maresciallo Sala e contò nella mente quanto tempo sarebbe passato prima che il padre gli facesse la solita domanda. Neanche quella mattina passò poi molto tempo:
-"Oggi ti senti pronto per cambiare atteggiamento?" - Suonò quasi meccanicamente il padre mentre sfogliava alcuni documenti. Francesco non rispose direttamente ma si limitò a produrre un suono di rassegnazione con la bocca allorchè il Maresciallo rimarcò:
"Andrai a scuola e tornerai passivamente così come fai ogni giorno? Poi ti chiuderai in camera tua e non uscirai finchè tua madre non ti chiamerà per la cena? E domani replicherai la stessa identica situazione?"
Non lo disse alzando la voce, al contrario lo fece quasi con calma, come se fosse abituato ad avere quella conversazione. Francesco rispose senza neanche girarsi per guardarlo:
"Si vedrà. Io vado adesso" Si alzò dalla sedia, prese in mano i due biscotti rimanenti e uscì dalla porta con lo zaino in spalle. Quando richiuse la porta dietro di sè, la signora Sala infuriò contro il marito:
"Perchè lo torturi così?"
"Quel ragazzo è disturbato e non conduce una vita normale. Lo vedi mai con degli amici, una ragazza? Non ha neanche un passatempo e spreca i suoi giorni" La Signora ribattè:
"A scuola non ha problemi con nessuna materia, non combina guai e noi non possiamo sapere quali siano i suoi desideri. Ha bisogno di tempo e tu glielo devi concedere"
"Se quel ragazzo non si dà una svegliata prenderò dei provvedimenti" - Francesco aveva già fatto molta strada e prestò arrivò a scuola fermandosi in cortile, aveva già visto molti dei suoi compagni di classe ma non li raggiunse. Si sedette su una panchina e cominciò a guardare senza un preciso motivo il suo cellulare, stancandosi tanto velocemente quanto ci aveva messo per uscirlo dalla tasca. Si accorse che gli si stavano avvicinando due dei suoi compagni di classe, i due rappresentanti, Giulia e Matteo. Probabilmente gli avrebbero comunicato qualche novità. Fu Giulia a parlare:
"Ciao! Abbiamo fatto delle fotocopie dell'autorizzazione per il teatro. Devi farla compilare da un genitore oggi stesso. Ci hanno detto che dobbiamo riconsegnarla entro domani. Ovviamente si era sbagliata la segreteria e quindi siamo in ritardo. Non dimenticarla, perfavore! Ci vediamo in classe."
Francesco aveva avuto solamente il tempo di dire grazie che Giulia e Marco avevano già girato i tacchi per tornare da tutti gli altri ragazzi. Non passò molto tempo seduto perchè la campanella suonò e tutti, chi più chi meno, si affrettarono ad entrare. Erano passate solo due settimane dall'inizio della scuola e le lezioni stavano comicniando ad essere già molto ritmate e incessanti poichè quello sarebbe stato l'anno della maturità e pertanto si aveva molta fretta di finire l'intero programma. Le prime due ore di italiano passarono molto velocemente grazie alla lettura con spiegazione di alcuni brani in prosa ma la vera sorpresa venne alla terza ora, quando varcò la soglia della porta un profilo che i ragazzi non avevano mai visto prima. Al posto dell'anziana insegnante di storia ora vedevano sfilare davanti ai loro occhi un volto nuovo e molto giovanile. Sembrava poco più grande degli stessi alunni. La maggior parte delle ragazze guardò con meraviglia quell'individuo nuovo e anche la parte restante fu comunque compiaciuta, tutti si erano accorti della sua presenza, tutti tranne Francesco che rimase costantemente con lo sguardo perso nel vuoto rivolto alla finestra. Il professore venne avanti e con un una coe limpida e squillante parlò:
"Buongiorno a tutti ragazzi! So che vi aspettavate di vedere la professoressa Morelli ma vi informo che la docente ha preso un lungo periodo di malattia. Purtroppo sta affrontando un momento, dal punto di vista salutare, infelice. Io sono qui per sostituirla finchè non si rimetterà in salute"
I ragazzi cominciarono a bisbigliare tra di loro, chi commentava la situazione della Morelli e chi squadrava il nuovo professore che continuò a parlare:
"Mi presento subito, io mi chiamo Andrea Guerra. Traquilli potete fare qualsiasi commento vi susciti il mio cognome!" Si fermò e tutti sorrisero, poi continuò: "Ora che sapete chi sono io, passiamo a vedere chi siete voi. Cercherò di memorizzare tutti i nomi al più presto possibile!" - Si sedette in maneira molto giovanile sulla cattedra e cominciò a leggere ad uno ad uno i nomi sul registro:
"Accorsi?"
"Presente"
"Bianchi?"
"Presente"
"Ducato?
"Presente"
Conitnuò così per un pò finchè chiamò:
"Sala?" Nessuna risposta:
"E' presente Francesco Sala?" Francesco stava ancora osservando il cielo nebbioso fuori dalla classe e non si era accorto minimamente del nuovo insegnate davanti a lui. Fu Giulia che, richiamandolo, lo riportò alla realtà. Dopo un veloce segnale con gli occhi, si voltò e vide questo nuovo personaggio al quale chiese con la più totale 'ingenuità genuina':
"Mi scusi, chi è lei?"
Scatenando così il riso soffuso di tutti i suoi compagni.

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Capitolo 2
*** Ottima presentazione ***


L'intera classe lo stava ancora fissando e a Francesco parve di essere sotto i riflettori per la prima volta. Era una sensazione strana che sembrò quasi infinita. Gli occhi di tutti puntavano verso la sua persona e, probabilmente, avrebbe dovuto dire qualcosa anche se la paura di cominciare una conversazione lo bloccò. Così continuò a guardare il nuovo professore sperando che fosse lui a dire qualcosa che non risultasse imbarazzante.
L'unica che aveva smesso di guardare nella sua direzione era Giulia che, in maniera più o meno evidente, stava analizzando il giovane insegnante. Guardandosi velocemente intorno, Francesco notò la faccia contrariata di Matteo; i due erano compagni fin dalle elementari ma non avevano mai neanche provato ad avere un rapporto di amicizia e parlavano a malapena e solo se strettamente necessario.
All'improvviso il silenzio venne spezzato dal professore Guerra che, con tono sicuro disse:
-"Tu devi essere Francesco Sala quindi. Forse non mi hai sentito prima ma ho detto che sono qui in veste di sostituto."
Sembrò che avesse finito di parlare ma poi riprese:
-"Hai dormito male stanotte? Oppure hai qualche calo di attenzione?
Tutti quanti furono sbalorditi da quelle domande. Alcuni risero in sottofondo ma la maggior parte restò in silenzio non immaginando che un così giovane insegnante potesse fare una sorta di battuta così irritante il suo primo giorno a scuola. Era stato il tono che aveva sorpreso tutti più della stessa battuta.
Francesco lo guardò irritato ma non si scompose. Sarebbe stato difficile suscitare in lui un senso di azione diretta. Così rispose con calma:
-"No"
Ricevette subito una contro-risposta:
-"A quale delle due domande?"
-"Entrambe"
Il professore poggiò il registro sulla cattedra e si sedette comodamente su di essa:
-"Sei in grado di formulare una risposta con più di due parole? - Si rivolse poi all'intera classe - "Ragazzi oggi faremo un pò di conversazione per cercare di conoscerci meglio."
Sembrò non voler attendere la risposta di Francesco e infatti cominciò a parlare di tutt'altro con ognuno dei suoi compagni e in classe tornò immediatamente il solito frastuono di tante voci che dialogano freneticamente. Il professore Guerra non gli aveva fatto una buona prima impressione ma era l'unico che sembrava lontano; tutti gli altri, come sempre, si trovavano in ottima sintonia.
Francesco tirò fuori una penna blu dal suo astuccio e con lentezza e calma cominciò a scrivere qualche parola sul suo quaderno completamente senza intenzione di unirsi ai discorsi di classe. Poteva sembrare irrispettoso ma prima d'ora nessun professore si era mai preoccupato di richiamarlo dal momento che i suoi voti erano ottimi in tutte le materie.
La sua tranquillità non era durata per così poi tanto tempo. Il professore Guerra lo aveva nuovamente interpellato:
-"Scrivi qualcosa di interessante? Magari nello scritto sei più espressivo"
Franceso rispose più velocemente questa volta:
"E' personale"
Il professore rise:
-"Siamo a quota due parole! Facciamo progressi. Magari entro fine giornata mi canterai una canzone

(Mi scuso per questo capitolo così breve ma ho potuto dedicarci davvero troppo poco tempo, i prossimi saranno decisamente più lunghi in modo che la trama possa dispiegarsi in maniera più fluida)

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Capitolo 3
*** Il lavoro di gruppo Pt. 1 ***


Dopo quel breve scambio di battute i due non avevano più avuto un confronto diretto e la lezione stava concludendosi in completa armonia se solo il professore Guerra, al termine di essa, non avesse assegnato loro un saggio di gruppo da sviluppare.
Francesco aveva sempre evitato di svolgere lavori scolastici in gruppo perchè questo avrebbe significato adattarsi alle esigenze di tutti e produrre qualcosa che ognuno avrebbe dovuto approvare. Le sue abitudini erano le stesse da anni e di certo il nuovo insegnante non gli stava suscitando nessuna simpatia dal momento che in una sola ora stava già scuotendo il suo animo.
Il professore aveva organizzato tre gruppi da quattro ed uno da tre, in quest'ultimo aveva inserito Francesco, Giulia e Matteo.  Aveva infine esordito così:
-"Ascoltate ragazzi, ho letto un pò di fascicoli sul programma che avete affrontato lo scorso anno e mi serve un bel saggio su quel che avete fatto per poter andare avanti. Sappiate che la Storia è un  unico filo senza interruzioni dunque è indispensabile che abbiate bene chiari nella vostra mente almeno i punti più importanti del XIX secolo. Ogni gruppo esporrà alla classe il  proprio lavoro tra una settimana, al massimo. Quindi lavorate  e il gruppo migliore partirà con un punto di vantaggio quando in futuro cominceremo le interrogazioni."
Subito dopo suonò la campanella per la fine dell'ora e, dopo aver preso la propria cartella, il Professore Guerra salutò tutti quanti ed uscì dall'aula. Subito il resto della classe cominciò rumorosamente a dialogare ed a spostarsi da un luogo all'altro della stanza. Francesco impiegò qualche minuto per pensare a cosa fare e alla fine si scomodò e andò incontro al professore per chiedergli poter svolgere il compito singolarmente.
Alcuni si accorsero che Francesco si era alzato e che si stava dirigendo verso la porta ma nessuno gli disse niente. Una volta fuori il professore era ancora in corridoio; si era fermato a dialogare con un collega.
Aspettò qualche secondo fuori dal corridoio con le mani in mano; interrompere una conversazione non era di certo una sua prerogativa. L'intero gesto di uscire dall'aula per seguire un professore non era un'azione abituale.
Il professore Parini, l'interlocutore, si accorse di Francesco, che era qualche metro più indietro, e fece segno di avvicinarsi. Poi salutò il collega e lasciò i due parlare.
Una volta ritrovatisi faccia a faccia, il ragazzo domandò:
-"Professore, posso farlo da solo il compito?"
-"E' un lavoro di gruppo, lo scopo è integrare le conoscenze di più individui in un solo testo"
Francesco stava per annuire e tornare in classe deluso ma prima che potesse farlo il professore Guerra gli domandò ancora:
-"Perchè vuoi farlo da solo?"
La risposta fu facile:
-"Mi trovo meglio così"
"Sai, Francesco, nessuno si trova bene da solo, non veramente. Non conosco nessuno di voi ancora ma tu sei venuto da me, nel mio primo giorno di insegnamento, per dirmi in poche parole che non vuoi fare gruppo. Non posso accogliere la tua richiesta."
Francesco sentiva il dovere di rispondere, ed era una sensazione quasi nuova e sconosciuta:
-"Lei non mi conosce ora e non mi conoscerà neanche durante l'anno. Io rendo meglio quando sono da solo e sono venuto qua per dirglielo chiaramente"
Il professor Guerra sorrise in modo buffo ed esclamo:
-"Di questo passo verrai veramente a cantarmi una canzone a fine giornata" - fece per voltarsi, ma prima di andar via disse - "Mi hai fatto una richiesta e ti ho detto di no. Mi aspetto lo stesso un buon lavoro di gruppo. Ci vediamo presto"
Tornato in classe si sedette nuovamente nel suo posto, senza far nessun rumore particolare. Poco tempo dopo fu Giulia ad avvicinarsi di nuovo a lui e gli mise sul banco un foglio con qualche scarabocchio e dei segni tracciati a matita. Gli disse:
-"Ho preparato questo schema per il nostro saggio. Credo che potremmo seguire queste linee guida per sviuppare un lavoro di successo. Ne ho parlato prima con Matteo siamo d'accordo di cominciare subito così possiamo finire quanto prima. Cosa ne pensi? "
Giulia era sempre stata una ragazza molto energica e brillante e, soprattutto, l'unica che veniva a chiedere sempre il parere di Francesco prima di qualsiasi cosa che riguardasse la classe. Era per questo che aveva sempre votato per lei durante le elezioni per il rappresentante di classe. Giulia era il suo esatto opposto.
Fu per questo che Francesco si convinse nello stesso momento a collaborare con loro:
-"Vabene"

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