Desparecida

di Meramadia94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La scomparsa ***
Capitolo 2: *** Indagini ***
Capitolo 3: *** Ricerche ***
Capitolo 4: *** Una nuova pista ***
Capitolo 5: *** Una pista ***
Capitolo 6: *** Il ritrovamento di Abby ***
Capitolo 7: *** Una tragica scoperta ***
Capitolo 8: *** Un terribile tradimento ***
Capitolo 9: *** Il ritrovamento ***
Capitolo 10: *** Salvataggio ***
Capitolo 11: *** Una piccola guerriera ***
Capitolo 12: *** Momenti terribili ***
Capitolo 13: *** Verso la normalità ***
Capitolo 14: *** Un'atroce possibilità ***
Capitolo 15: *** L'ultimo tassello ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** La scomparsa ***





Era da poco passata l'ora di pranzo quando una ragazza di appena sedici anni saliva le scale del tribunale di NewYork.
Christina Barba. Per gli amici Chris.
La figlia del vice procuratore Barba. L'unico affetto che gli era rimasto da quando l'amore della sua vita, Mirasol Rojas, era mancata in seguito ad una crudele malattia che l'aveva uccisa in meno di un mese. 
Christina aveva gli occhi color cioccolato al latte di sua madre... i suoi capelli castani che portava solitamente in una coda di cavallo o in uno chignon... la sua carnagione olivastra, le labbra sottili... 
 Di lui aveva preso la forza di volontà, la voglia di combattere per i suoi obiettivi.... ed un paio di bellissimi occhi verdi come scheggie di giada. 
Mentre entrava nel tribunale mise l'auricolare e fece partire la sua canzone preferita '' Everybody'' dei Baker Street Boys. E come ogni volta che ascoltava  quella canzone e si trovava in un luogo pubblico o che comunque era ad alto rischio di frequentazione umana doveva cercare di non mettersi a '' ballare''.... o meglio, a non somigliare ad una gallina zoppa. 
Quando aprì la porta dell'ufficio di suo padre c'era solo la sua segretaria.
- Hola Carmen.- sorrise Christina. 
La giovane donna nel riconoscere la voce allegra ed il viso sorridente della ragazza posò le pratiche sulla scrivania dell'avvocato Barba per andare a salutarla. 
- Señorita Christina, che piacere vederla...- fece la mulatta abbracciandola sorridente. 
- Ancora? Preferisco essere chiamata Chris.- sorrise la ragazza. 
- Lo so, scusami... ma sono troppo abituata a dare del lei a tuo padre.- fece Carmen.
La ragazzina si guardò attorno alla ricerca del genitore. 
- A proposito dov'è?- 
- Sezione 33, alla contestazione delle accuse per un processo.... ma puoi aspettarlo qui, di sicuro sarà felice di vederti.- fece Carmen.
- E' sempre pieno di lavoro,eh?- fece Christina. 
Non ricordava più quando era stato che lei e suo padre avevano fatto qualcosa assieme o almeno una sera in cui potevano sedersi tranquillamente a chicchierare di come era andata la giornata o per vedere un film assieme . 
Purtroppo era sempre più difficile trovare del tempo da passare insieme e allo stesso tempo conciliare i vari impegni di lavoro e scuola. 
Suo padre  aveva cominciato a seguire i casi dell'Unità Vittime Speciali per conto della procura e  dire che il carico di lavoro si era triplicato era un eufemismo. Lei invece stava ancora cercando di ambientarsi nella nuova scuola.
Suo padre aveva ricevuto un'offerta di lavoro molto conveniente a Manatthan e si era trasferito lì da Brooklyn da circa un paio d'anni. Lei però non lo aveva seguito subito. 
Non voleva rischiare di passare settimane che avrebbe potuto utilizzare per farsi nuovi amici e procedere spedita verso la borsa di studio per la Hudson a rimettersi in pari con il programma di un anno scolastico ormai prossimo alla chiusura natalizia. Così aveva chiesto ed ottenuto di rimanere lì, almeno fino alla fine della scuola.
Chiunque si sarebbe rifiutato di lasciare da sola una ragazzina di appena quindici anni, ma l'avvocato Barba poteva contare su due cose: la prima, era che la figlia nonostante la giovane età era una ragazza tranquilla e responsabile che spesso faceva venire il dubbio che nemmeno sapesse che esistessero i colpi di testa.
Secondo, malgrado si scontrasse sovente con l'avvocato Calhoun nelle aule di tribunale, la reputava una persona degna di fiducia e di saldi principi, a cui poteva affidare tranquillamente la figlia e che per parecchio tempo aveva fatto da '' tramite''. 
Poi quando finalmente la scuola era finita aveva raggiunto il padre a Manatthan e si era iscritta nella nuova scuola. 
Al momento però non aveva legato in particolar modo con nessuno. Era in buoni rapporti con tutti e tutti erano molto gentili con lei, ma ancora non si era instaurato quel rapporto di stima e fiducia reciproca tale da poter confidare loro la sua gioia più grande e il più profondo dei suoi dolori... tranne forse, per una persona. 
Abigail Smith. Diciassette anni appena compiuti, capelli rossi lunghi e ricci, occhi azzurri, pelle quasi diafana...con un caratterino tutto pepe e un livello di strafottenza che superava quello dell'umano medio, ma che allo stesso tempo era anche gentile e sensibile.
- Ma non sarà mai troppo occupato per te, ricordatelo sempre.- fece Carmen - Vado a prenderti un caffè mentre lo aspetti.-
Nello stesso momento in cui Carmen era uscita, l'avvocato Barba era entrato nel suo ufficio.
- Ehy.... mi querida.- fece l'avvocato Barba abbracciando la figlia - come mai qui?- 
- Sono passata solo per darti qualche informazione.... intanto volevo dirti che il compito di diritto è andato benissimo...-
Barba sorrise.
Degna figlia di suo padre.
-.... e che stasera c'è la festa della scuola, te lo ricordi?- 
Barba si diede uno schiaffo in faccia. No, che non se lo ricordava... anzi, era talmente sicuro di non avere altri impegni, cose o persone di cui occuparsi che aveva fissato di restare in ufficio a mettere a posto e riesaminare le carte di un processo per un caso di stupro la cui udienza preliminare era fissata l'indomani mattina alle nove.
- Onestamente? Me n'ero quasi dimenticato.- 
- Lo immaginavo.- sorrise Christina. 
- Ok, facciamo così... chiamami appena vuoi tornare a casa, cercherò di organizzarmi.-
- Papà, stai tranquillo.- fece Cris - Abby mi ha detto che posso dormire da lei e domattina andiamo direttamente a scuola, così puoi occuparti di quello che devi senza preoccuparti di venirmi a prendere in fretta e furia.- 
- Mi sembra una buona soluzione...- fece Barba prendendo la carta di credito - per il vestito di cui avevamo parlato.... il codice del PIN te lo ricordi, vero?- 
Cris sorrise birichinamente - Certo. Ti svuoto il conto e scappo in Europa.-
- AH.AH.AH.- fece Barba.
In quel momento vennero raggiunti dal tenente Benson e dal detective Carisi.
- Bel lavoro avvocato.- fece Carisi - per un attimo ho temuto che il giudice accogliesse la richiesta della cauzione.- 
- Nessun giudice rischierebbe di rimettere in libertà un pedofilo, a meno che non voglia fare la stessa fine che i genitori di Springwood hanno fatto fare a Freddy Krueger assieme a lui...- nel vedere le facce incuriosite dei due poliziotti  verso la figlia si affrettò a presentarla - oh, questa è mia figlia,Christina. 
Carinho, questi sono il tenente Benson e il detective Carisi.-
La ragazza tese una mano verso di loro con un sorriso - Piacere.-
- Tuo padre dove ti teneva nascosta?- fece Sonny stringendole amichevolmente la mano.
- In un posto per non far parlare i curiosi.- fece Barba guardandolo quasi male. 
Chris sorrise - Non ci fare caso. E' l'età che avanza impietosa....- fece per cercare di trattenere una risata. 
- Occhio a come parli, carinho.- fece Barba scompigliandole i capelli. 
La ragazza si allontanò salutando con la mano. 
- Hasta  mañana , papà.- fece Christina.
Il procuratore sorrise.
'' Sempre più simile a sua madre.''
...
...
...
- Non ci avevi detto che avevi una figlia...- fece Olivia mentre compilava dei rapporti per il Quartier Generale ripensando alla scena di poco fa. 
Barba sorrise. 
- Quando mi sono trasferito da Brooklyn a Manatthan l'anno scolastico era appena cominciato.- fece Barba sorseggiando una tazza di caffè - Lei non voleva lasciare i suoi amici o essere '' quella nuova'', o almeno non ad anno scolastico già in corso, così mi ha supplicato di lasciarla lì, almeno fino alla fine dell'anno scolastico...- 
- E hai lasciato una quindicenne da sola?- fece Olivia.
- Fossi matto.- fece Barba - Ho chiesto a Rita di restare a Brooklyn finchè non fosse finita la scuola, per assicurarsi che stesse bene, per tenermi informato sui colloqui con i professori...- 
- E se per caso c'era qualche ragazzo che le girava troppo intorno.- sorrise Olivia.
- Diablo, sì.- rise di rimando - Poi mi ha raggiunto... non è stato facile per lei adattarsi a Manatthan.- 
- Posso immaginarlo... insomma... professori nuovi, scuola nuova, amici nuovi...- 
- Non ha molti amici.- fece Barba - è qui da poco... l'unica con cui pare essere più in confidenza è una compagna di classe...- una certa Abigail Smith. A quanto ne sapeva era una ragazza che quello che voleva se lo prendeva. Quando si metteva in testa di raggiungere un determinato obiettivo, sia a scuola che nello sport, non c'era niente che potesse mettersi tra lei e quell'obiettivo.
Cosa che aveva in comune con Christina. Forse è per quel motivo che si erano subito trovate, come due metà della stessa mela. Barba non conosceva ancora bene quella ragazza o i suoi genitori... però si era promesso di essere un genitore, un padre migliore di quanto lo fosse stato il suo, evitando di mettere sul banco degli imputati ogni singola persona, uomo o donna che fosse, passarla al setaccio e selezionare i suoi amici... e poi non poteva pretendere che riuscisse ad ambientarsi a Manatthan a suon di '' Prima dovrei conoscere bene i genitori''.
- Ma mi fido di lei.- fece Barba - Sua madre...- nel dir così sollevò la tazza verso l'alto quasi a volerle rendere omaggio - è mancata per un linfoma quando era molto piccola, e da allora siamo stati l'uno il centro dell'altra. 
Io mi fido di lei e lei si fida di me. E finora non me ne sono mai pentito.- 
- E nemmeno lei. Fidati. Basta guardarla negli occhi...- fece Olivia. Gli stessi occhi verdi di Rafaèl, chiari, limpidi e sinceri che si erano illuminati quando aveva incrociato lo sguardo del padre. Aveva riconosciuto in quello sguardo l'ammirazione di una figlia devota e che impazziva per il suo papà.
Una sensazione per la quale lei avrebbe dato qualunque cosa... avere un padre da ammirare, da prendere ad esempio, di cui vantarsi con le amichette a scuola, al quale sorridere euforica quando andava a prenderla a scuola o che si prendeva una pausa dal lavoro solo per stare con lei... ma suo padre era l'uomo che aveva violentato sua madre. E difficilmente avrebbe potuto  provare stima, ammirazione o affetto per un uomo simile. 
No. Era proprio impossibile. 
...
...
...
- Io me ne vado.- fece Abigail con espressione scocciata sulla faccia. La festa era iniziata da meno di due ore e la ragazza aveva declinato, non molto educatamente, tutti gli inviti a prendere da bere o per ballare da parte dei ragazzi presenti alla festa. Aveva passato tutto il tempo seduta ad un tavolo, a guardare meditabonda e spazientita il tè al limone che stava sorseggiando ed il piattino con i salatini. 
Christina chiese - Come te ne vai?- 
- Ne ho abbastanza di stare qui.- fece Abby -sono qui da due ore, penso di aver fatto il mio dovere.
E poi... ho un invito ad una festa molto più divertente questa sera...- poi le si illuminarono gli occhi - anzi... perchè non vieni con me?- 
- Beh... non so che dire...- fece Cris - insomma,non conosco nessuno, non mi hanno invitata non credo che la mia presenza sia...-
- Dai rilassati.- fece Abby - sai alle feste quanta gente si imbuca? Il padrone di casa conosce al massimo un decimo delle persone che ci sono e non batte ciglio.- sorrise la bionda. Nel dir così guardò il cellulare - il mio chauffeur arriva tra cinque minuti. Che ne dici?-
Christina ci pensò su. L'idea di andare ad una festa che non sapeva nemmeno dove si tenesse, senza conoscere nessuno e probabilmente dove ( per quanto ne sapeva) potevano scorrere fiumi di alcool e droga la entusiasmava quasi quanto un nuotatore costretto a tuffarsi contro la sua volonta in una piscina piena d'acqua che veniva direttamente dall'Antartide. Aveva sentito lo stomaco contorcersi nello stesso momento in cui l'amica le aveva rivolto quell'invito, quasi temesse che dietro a quell'invito si nascondesse una trappola mortale... suo padre le raccontava spesso di come i reati sessuali spesso fossero la conclusione tragica di quella che pareva una tranquilla serata tra amici o un appuntamento galante.
Mandò giù un sorso del suo tè per scacciare via quel pensiero. Sì, c'erano un sacco di cose brutte in quel mondo e con il lavoro di suo padre nessuno lo sapeva meglio di lei.... aveva passato la vita tra le aule di tribunale. Quando era piccola suo padre la portava sempre con lui... non era ancora nella posizione per poter pagare una baby sitter, sua nonna tornava a casa solo per dormire in quanto lavorava dodici ore al giorno per mandare avanti una scuola privata, suo nonno era morto e la sua bisnonna... era una donna  dinamica ed indipendente           ma che già quando era piccola accusava diversi acciacchi e non poteva prendersi cura di una bambina, così spesso la portava con sè. Anzi, poteva dire che era letteralmente cresciuta nelle aule di tribunale e aveva visto molti delinquenti, rei dei reati più orribili ed immorali finire nell'unico posto in cui meritavano, altri invece la facevano franca... ed era incredibile come questi delinquenti sembrassero le persone più gentili e buone del mondo e che spesso le persone buone e gentili fossero proprio quelle che rispondevano allo stereotipo del tipo poco raccomandabile...sapeva riconoscere i pericoli quando li vedeva ma sapeva anche che vivere nella perenne paura che da un momento all'altro potesse capitarle qualcosa di brutto non era vivere.
Annuì ancora prima di rendersene conto.
- Ottimo.- sorrise Abby scrivendo un messaggio per poi guardar male l'amica mentre prendeva il suo cellulare - che fai?- 
- Avverto mio padre.- ma appena ebbe finito di dire quella frase, l'amica le fece mettere giù il telefono. 
- Sai cosa? Adesso ti insegno a fare l'adolescente ribelle.- fece con un sorriso - certe volte non è necessario che i genitori sappiano proprio tutto...- nel dir così le fece segno di seguirla fuori dal locale.
Da quella sera, la loro vita sarebbe cambiata per sempre.

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Capitolo 2
*** Indagini ***


Barba, nel frattempo, non era al corrente che la sera prima la figlia ( per la prima e forse unica volta nella sua vita) aveva lasciato la festa a scuola per andare ad un'altra festa senza avvertirlo o chiedergli il permesso prima di andare, e come niente fosse era andato in tribunale. 
Chris non lo aveva ancora chiamato, ma non ci aveva fatto caso più di quel tanto... sì, la pressava perchè lo chiamasse specie quando passava ore fuori casa o era in giro... ma quel giorno pensò che concederle uno strappo alla regola. Probabilmente lei e la sua amica erano tornate a casa tardi, e nella fretta di prepararsi e andare a scuola, telefonargli era l'ultima delle sue preoccupazioni. 
Forte di questa convinzione era andato al lavoro. 
Vi era la contestazione delle accuse di un caso di violenza sessuale.
La vittima si era rivolta all'Unità Vittime Speciali quasi una settimana prima, il giorno dopo lo stupro, dichiarando che aveva acconsentito a fare sesso con il suo fidanzato... ma solo DOPO che questi l'aveva picchiata e minacciato di strangolarla quando aveva cercato di sottrarsi alle sue attenzioni.
Il referto medico ed il kit stupro attestavano la veridicità di quanto aveva detto, ed in corso d'indagine avevano appurato che l'imputato, Andrew Kallagher abusava sia fisicamente che verbalmente della sua fidanzata, anche in pubblico. 
- Caso numero 9581.- fece l'addetto del tribunale - Lo stato contro Andrew Kallagher. Un caso d'imputazione per stupro.- 
- Come si dichiara l'imputato?- chiese il giudice Barth. 
- Non colpevole, Vostro Onore.- fece l'avvocato Buchanan - E chiediamo il proscioglimento in quanto il fatto non sussiste.- 
- Le ho chiesto '' Ti va bene, vero?'', e lei ha detto '' Certo che si''.- fece l'imputato - Non l'ho stuprata, era consenziente.-
- Vostro Onore, secondo la legge...- fece Barba - Lo stupro ha luogo quando un individuo, sia esso di sesso maschile o femminile, usa la forza, atti di prevaricazione o minacce al fine di ottenere un rapporto sessuale.
E questo, è esattamente ciò che il signor Andrew Kallagher ha commesso nei confronti della sua fidanzata.- 
L'avvocato Buchanan lo contraddì - Vostro Onore, lo stupro si verifica quando la vittima dice No. Ma la signorina Shirley Davidson non ha detto di no al rapporto. Questo caso non sussiste.- 
- Avvocato Barba?- fece il giudice Barth. 
- Vostro Onore. 
Lo scorso venerdì sera, durante quella che sembrava a tutti gli effetti una serata romantica tra innamorati, l'imputato ha fatto palesemente capire alla vittima la sua intenzione di fare sesso con lei. E lei gli dice che quella sera non ne ha voglia perchè vuole solo rilassarsi con lui davanti alla tv. 
Ed è a quel punto che l'imputato la prende a schiaffi e le mette le mani alla gola...- nel dir così si avvicinò per consegnare al giudice il referto del pronto soccorso - ed è allora, solo allora, che la vittima si dichiara disposta a fare tutto quello che vuole in cambio della sua vita.-
- Come può dimostrare che il sesso è stato ottenuto tramite coercizione e che i segni sul collo della vittima in realtà non siano dovuti al fatto che la vittima ami praticare il bondage?- 
L'avvocato Barba prese una pila di fogli da una cartellina di colore verde fosforescente - Naturalmente. Le prove che vorrei addurre sono le testimonianze di amici e familiari, sia della vittima che dell'imputato, i quali affermano che Kallagher ha più volte preso a schiaffi ed umiliato verbalmente la sua fidanzata in pubblico. Trovo molto difficile credere che un uomo simile, nel privato sia un uomo attento ai bisogni e ai desideri di una donna.- 
- Vostro Onore, quello che l'avvocato Barba ritiene di sapere non può essere considerato una prova.- 
- Ok, adesso basta.- fece il giudice - Avvocati, avvicinatevi.- 
I due obbedirono. 
- Vostro Onore- fece l'avvocato Buchanan - per la legge lo stupro è quando due persone hanno un rapporto intimo e una delle due non è d'accordo. Tutto quello che c'è dopo il No, chiaro ed inequivocabile è stupro. La presunta vittima ha dato il suo consenso.- 
- Si, dopo essere stata minacciata di morte.- fece Barba - e comunque, dato che la ama così tanto come dice, avrebbe dovuto capire solo guardandola che ciò che le stava facendo la metteva a disagio. Quel Si, non ha alcun valore.- 
- Ok, risparmiatevelo per il processo.- fecei il giudice - è mia opinione che il signor Kallagher abbia il diritto di essere difeso...- 
Buchanan stava già gongolando.
- Ma ritengo anche che la signorina Davidson abbia il diritto di tornare a casa senza il terrore che il fidanzato torni a cercarla... e sappiamo bene che a volte le ordinanze restrittive non servono a granchè... pertanto rigetto la richiesta di cauzione della difesa e dispongo la carcerazione fino al processo.- 
Barba sorrise. 
Un punto per loro.
...
...
...
- Che succede quindi?- chiese la vittima, una ragazza di circa vent'anni dai capelli biondi tagliati corti e dagli occhi azzurri all'avvocato Barba e al detective Carisi.
- Che il suo fidanzato rimarrà in cella fino a quando non verrà fissata la data del processo.- fece il detective Carisi - E se la giuria riesce a vederlo per il mostro che è, con tutta probabilità lei non lo rivedrà mai più.- 
E avrebbe potuto ricominciare da capo, buttarsi tutto alle spalle.... non sarebbe stata una cosa da fare dall'oggi al domani, la guarigione sarebbe stata lunga, spesso avrebbe pensato di non farcela... ma alla fine sarebbe riuscita a superare quel tragico evento e avrebbe potuto ricominciare a vedere la luce che l'aspettava in quella vita.
La ragazza emise un sospiro che sapeva sia di sollievo che di rimorso - Io lo amavo... lo amavo veramente... mi dicevo di aver pazienza, che sì, aveva un brutto carattere ma che in fondo era una brava persona.... forse se gli avessi detto subito di sì...- 
- No, questo non lo pensi.- fece Barba - lei aveva il diritto di dire di no se non le andava e senza dover dare troppe spiegazioni. Lui aveva il dovere di rispettare quel no. E' lui in torto, non lei. Ed è questo che proveremo.-
La ragazza sorrise sollevata e grata.
- Fino alla data del processo si rilassi,cerchi di fare le cose che faceva prima... si dia un po' di tempo.- fece Sonny - la convocheremo per la deposizione.- 
...
...
...
- Certo che lei a volte è incredibile.- fece Sonny uscendo dal tribunale con Barba per dirigersi alla fermata del taxi. 
- Che era uno stupro lo avrebbe capito anche un ceco. Anche se Buchanan vuole proporre un accordo per molestie sessuali di terzo grado.- fece l'avvocato. 
Sonny ribadì - No... non mi riferivo a quello.  Non si offenda... ma lei certe volte terrorizza persino quelli che collaborano con lei.- 
- Questa per me non è un'offesa. E' un complimento.- sorrise Barba. 
- Ok, come vuole...- sorrise il poliziotto - Però... quando c'è di mezzo una ragazza in difficoltà sembra un'altra persona.-
- Mi riesce semplice.- fece Barba - Si, sono disposto a mettere sotto interrogatorio chiunque pur di vincere un processo... ed il perchè è semplice.
Penso a mia figlia. Se dovessi scoprire che qualcuno le ha messo le mani addosso, che le ha fatto del male o che l'ha costretta a fare qualcosa che non voleva... non troverei pace finchè non avrò la certezza che quel desgraciado uscirà dal carcere solo con i piedi avanti.- 
Sonny sorrise. 
Aveva conosciuto la figlia dell'avvocato Barba solo il giorno prima, e il massimo che era riuscito a dirle era stato un saluto, ma aveva già capito che era una ragazza incredibilmente fortunata. E non per il fatto che vivesse a Park Avenue o per i vantaggi che le portava essere la figlia di un procuratore. 
Per il fatto di essere la figlia di Barba. 
A volte aveva un brutto carattere, e ciò era innegabile, ma era anche un uomo di saldi principi morali, che si batteva fino allo stremo delle forze per difendere ciò in cui credeva e che non si arrendeva nemmeno quando tutto intorno a lui gridava '' Non colpevole in avvicinamento''... e che a volte era disposto a rischiare grosso per aiutare un imputato quando saltava fuori che gli assassini erano migliori delle vittime.
Un brav'uomo e un grand'uomo allo stesso tempo. Lui avrebbe dato qualunque cosa perchè suo padre somigliasse a Barba, almeno un po'. Era stato un buon genitore, non poteva dire che lo avesse punito troppo ne troppo eccessivamente e nemmeno che gli avesse fatto mancare qualcosa... ma era talmente preso dai problemi delle figlie che quadi non si accorgeva che anche lui aveva bisogno dell'attenzione di suo padre. 
Ricordava ancora quando il bullo della scuola,Bobby Bianchi lo aveva afferrato alle spalle e lo aveva sbattuto con tanta forza contro il vetro di una finestra tanto da riempirgli la faccia di tagli... di quel momento ricordava il dolore, la paura, la rabbia, la vergogna... e Bobby che lo afferrava per la collottola dicendo '' Non dirlo a nessuno o questo è niente in confronto a quello che ti farò''. 
A casa raccontò che un pony express lo aveva quasi travolto e di essere caduto sul marciapiede. Ma se suo padre invece di dirgli '' cerca di stare più attento d'ora in poi'' lo avesse confinato in quella stanza fino a quando non si decideva ad ammettere quello che gli era successo... e lui lo avrebbe fatto. Avrebbe trovato il coraggio di ammettere tutto, se suo padre si fosse accorto di quanto quell'indifferenza e quell'orgoglio di avere un figlio perfettamente in grado di occuparsi di sè stesso lo facesse star male.
- Oh-oh, questo non va per niente bene...- fece Barba guardando il cellulare.
- Problemi?- fece Sonny.
- Credo che mia figlia si sia ricordata di avere sedici anni e che l'adolescenza include la fase di ribellione....- fece Barba - Ti raggiungo in centrale.- 
- Ok.- fece Sonny fermando un taxi.
....
....
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- La cosa più difficile è stata non ridere.- fece Sonny mentre esponeva ad Olivia e al resto della squadra come si era svolta l'udienza mescolando il caffè - Buchanan si è sgonfiato come un pallone da calcio...- 
I presenti risero.
- Succede quando hai l'abitudine di difendere solo la feccia con gambe e braccia.- fece Amanda - per il resto com'è andata?-
- Copione già visto.- fece Sonny - Invocheranno la consensualità e diranno che lei voleva essere sottomessa.-
- Certo. Come no.- fece Olivia - E magari gli ha pure chiesto di chiamarla sciocca ed inutile davanti ad amici e parenti, anche quando aveva bisogno del suo sostegno.- 
- Ci sarà da combattere un po', ma ho visto Barba abbastanza convinto...- fece Sonny. In quel momento le porte dell'ascensore si aprirono e videro proprio il Pubblico Ministero dirigersi verso l'ufficio di Olivia a passo svelto. 
- A me pare che abbia un diavolo per capello...- fece Fin.
L'avvocato spalancò la porta.
- Che succede?- fece Olivia. 
- Christina.- fece Barba - ieri mi ha detto che dopo la festa sarebbe andata a dormire da un'amica... stamattina mi ha avvertito la scuola, dicono che risulta assente. Ho provato a chiamarla ed il cellulare è staccato.- 
- Magari ha fatto le ore piccole e non ha sentito la sveglia.- fece Fin.
-Sì, ci ho pensato... allora ho chiamato i genitori della sua amica... e loro hanno detto che la figlia li ha chiamati ieri sera per dire che avrebbero dormito da me...- 
- E non sono nemmeno lì?- fece Amanda. 
Barba fece cenno di no con il capo. 
- No. Inizio a preoccuparmi... non è mai successo prima...- 
- Che raccontasse bugie su dove andava e con chi era o che passasse la notte fuori casa?- fece Olivia.
- E' sempre stata sincera con me.- fece Barba - non mi ha mai dato motivo di dubitare di quello che mi dice...- 
- Va bene, ho capito.-fece Olivia - diramiamo subito un bollettino di ricerca e rintracceremo il GPS del suo cellulare...- 
- Ha la mia carta di credito.- fece Barba.
- Farò mettere sotto controllo anche quella... quando l'hai sentita l'ultima volta?- chiese Olivia. 
- Ieri, in tribunale. Era passata a salutarmi e ricordarmi che c'era la festa a scuola...- fece Barba - mi ha detto che si fermava a dormire da Abby... ha fatto una battuta sul svuotarmi la carta e scappare in Europa, ma...- 
- Ok, va bene...- fece Olivia - Fin, manda una foto delle ragazze a tutte le stazioni ferroviarie, degli autobus, areoporti e a tutti gli ospedali della zona.- 
- Agli ordini.- fece Fin. 
- Rollins, Carisi, andate a parlare con i genitori di Abby, cercate di scoprire se sanno qualcosa... visto che sono sparite tutte e due non è così stupido pensare che adesso siano insieme.- 
I due obbedirono subito. 
...
...
...
I genitori di Abigail Smith avevano un albergo a tre stelle a Soho. 
Quando la madre di Abby, una donna sui quaranta, sul metro e settantacinque, capelli rossi tagliati corti e gli occhi grigi vide arrivare la polizia subito temette il peggio. E vide le sue peggiori paure avverarsi quando Carisi e Rollins le riferirono che l'avvocato Barba e la scuola non avevano notizie della figlia.
Il padre invece la prese meglio. 
- Signor Smith, con il dovuto rispetto...- fece Sonny vedendo la scarsa preoccupazione del signor Smith riguardo il fatto che nessuno avesse più visto o sentito sua figlia da quasi dodici ore - lei non mi sembra particolarmente preoccupato.- 
- Lei ha figli detective?- fece l'uomo. 
- No.- fece Sonny. 
- Ecco, quando ne avrà, preghi Dio di non darle figlie femmine.- fece l'uomo - quando sono piccole sono tutte '' Papà ti voglio tanto bene''. Appena raggiungono un' età a cifra doppia le uniche volte in cui le parlano sono per dire '' Stai zitto, non capisci niente'' e '' Ho bisogno di soldi''.- 
- Si spieghi meglio, per favore.- fece Amanda. 
- Certo.
Una settimana fa ha compiuto diciassette anni, e mi ha chiesto 5000 dollari per una plastica al seno. Io le ho detto che quelle non erano cose adatte alla sua età, così lei se n'è andata sbattendo la porta, urlandomi dietro che non capivo niente e che i soldi li avrebbe trovati da sola.-  fece il signor Smith.
- Quindi secondo lei.... la sua sparizione è solo una messa in scena per spillarle dei soldi?- fece Sonny - e secondo lei cosa c'entra Christina?- 
- Una tattica per rendere la recita più convincente.- fece il signor Smith - dica all'avvocato Barba di non preoccuparsi. Si staranno nascondendo da un paio di amiche, vedrà che tra un paio di giorni torneranno con la coda tra le gambe.- 
- Jonathan!- fece la moglie esasperata, asciugandosi gli occhi con un fazzolettino - Questo non possiamo saperlo...- 
- No, ma so che quando torna, la rimetto in riga io.- fece il signor Smith - Le darò una lezione che non si dimenticherà per un pezzo.- e nel dir così lasciò la stanza.
La madre di Abby sospirò.
- Scusatelo... non... non ha mai avuto una figlia adolescente, finora...- 
Amanda le andò vicino per cercare di confortarla - Non si preoccupi.... signora, però dobbiamo chiederglielo. E' possibile che sua figlia sia scappata di casa? Qualcosa può averla resa infelice?- 
- Nel senso di qualcosa di più di un capriccio negato.... sa, con gli adolescenti le cose sono un po' complicate.- fece Sonny - Di solito scappano di casa per seguire un amico... o perchè in casa si è creata una situazione che non riescono più a gestire.- 
La donna annuì - Sì... lei ha ragione. Mio marito tiene molto ad Abby... il problema è che si dimentica di dirglielo e di dimostrarglielo. Anzi, molto spesso la sgrida, per cose di scarsissima importanza, la critica, non la appoggia e non le da mai soddisfazione....- 
- Quindi, tecnicamente, potrebbe essersi allontanata volontariamente con l'intenzione di non tornare...- fece Amanda - e non c'entra niente la discussione avuta con il padre.- 
Ma ancora non si spiegava l'assenza di Christina. 
...
...
...
- I genitori di Abby l'hanno presa diversamente...- fece Olivia dopo essere stata informata da Carisi e Rollins  - Il padre è convinto che si tratti di un trucco per spillargli dei soldi, ma la madre è convinta che sia successo qualcosa di brutto.- 
 E non la biasimo.- aggiunse C'erano cose che solo una madre poteva capire e sentire... quella donna, proprio come lei, aveva portato in grembo la figlia per nove mesi. Era con lei quando era nata, aveva sentito tutti i battiti del suo cuore e ogni suo movimento mentre scalciava nel pancione... nessuno meglio di una madre poteva dire di percepire ogni singolo dolore, così come ogni gioia che la sua creatura provava, anche se erano lontane.
Sì, lei non aveva portato Noah dentro di se per mesi... non lo aveva partorito... ma lo sentiva come se fosse suo.
- Comunque, sulla base di quello che abbiamo adesso, si direbbe un allontanamento volontario.- aggiunse il tenente. 
- E Chris cosa c'entra?- fece Barba giocherellando nervosamente con una matita e tendendo sotto controllo il telefono allo stesso tempo. 
- A questo punto.... Rafaèl, devo chiedertelo... avete avuto qualche problema di recente? Non so... un litigio, una scaramuccia, delle incompresioni....- 
Barba dissenì su tutta la linea.
- No, no e no. Te l'ho detto... abbiamo sempre avuto un  ottimo rapporto.-
Sì, forse si erano allontanati un po' nell'ultimo periodo... lui con il suo lavoro, lei che stava scoprendo poco a poco cosa avrebbe voluto dalla sua vita e i problemi e le gioie tipiche di quell'età... si magari non le dedicava più tutto il tempo che le dedicava quando aveva bisogno di cure e attenzioni costanti... ma era ancora la sua bambina. Il tesoro del suo papà... l'unica cosa che gli rimaneva dell'amore della sua vita.
La donna che gli aveva fatto battere il cuore fin dalla prima volta che l'aveva incontrata ad Harvard. Lui studiava legge, lei lettaratura inglese. Si erano innamorati, fidanzati e sposati. Quando nacque la loro bambina pensavano di non poter essere più felici... e già pensavano alle gioie che avrebbero avuto nel crescere la loro creatura, alle soddisfazioni della loro vecchiaia... e magari regalarle un fratellino o una sorellina... ma di rado la vita andava come uno la desiderava.
Sua moglie era mancata quando la loro bambina aveva appena un anno, malgrado fosse ancora molto giovane, per colpa di un linfoma fulminante che l'aveva uccisa in pochissimo tempo... non era riuscito a fare niente. 
Per chi lo conosceva poteva sembrare impossibile, ma ai tempi della morte della moglie, Rafaèl Barba aveva trascorso il periodo più nero della sua vita... come svuotato, senza energie, senza voglia di lottare... si svegliava la mattina e l'unica cosa che voleva era attaccarsi ad una bottiglia fino a svenire... e l'avrebbe fatto. Si sarebbe lasciato andare volentieri se non ci fosse stata la sua bambina a ricordargli che non aveva ancora finito su quella terra.
Christina era diventata il centro del suo mondo. Non era stato facile costruirsi la sua carriera e fare il padre allo stesso tempo, e non era certo di essere sempre riuscito a fare bene entrambe le cose... ma era oroglioso del risultato.
- Beh... magari non è scappata.- fece Olivia - insomma... sappiamo che la sua amica aveva problemi con il padre e che avrebbe voluto andarsene, giusto? Supponiamo che abbia detto ai genitori che veniva a dormire da te per non insospettirli sul fatto che non sarebbe tornata, che volesse approfittare della festa per scappare.
Christina non poteva non saperlo.- 
- Pensi che in questo momento siano insieme e che Chris stia cercando di convincerla ad andare a casa?- 
Olivia annuì stringendogli la mano. 
- Vedrai che tra poco chiama e ci spiega tutto.... stai tranquillo.- 
In quel momentò, Carisi entrò nell'ufficio dell'avvocato con un paio di fogli.
- Avvocato, ci siamo.- fece il poliziotto - Hanno rintracciato la sua carta di credito. E' stata usata meno di mezz'ora fa in un bar a Chelsea.-
...
...
...
- No. Qui non le ho viste.- fece il barista dopo aver guardato le foto di Christina ed Abigail. 
- Ne è sicuro?- fece Amanda.
- Sicuro. Questo è un bar per morti di fame.- fece l'uomo continuando ad asciugare i bicchieri - due così non passano inosservate.- 
- Una delle due è la figlia di un vice procuratore.- fece Carisi - e sappiamo due cose per certo.- 
- Quale? Che è l'angioletto del suo papà e che non fa certe cose?- ridacchiò il barista. 
Sonny gli lanciò un'occhiataccia - No, che al momento della scomparsa aveva la carta di credito del padre e che la suddetta carta è stata usata in questo locale nemmeno un'ora fa.-
Il barista smise di lavorare, con un'espressione turbata in volto. 
- Ascolta, non sei nei guai, ok?- fece Amanda - vogliamo solo sapere se quando le hai servite hai sentito di cosa parlavano...- 
- Mi dovete credere.- fece il barista con tono più remissivo -Quelle due qui non le ho viste. Però... se parliamo di nemmeno un'ora fa, una cosa strana è successa.- 
- Si spieghi meglio.- fece Sonny. 
- Dony. E' un senzatetto che circola da queste parti ogni tanto per rimediare qualcosa da mangiare, di solito gli do quello che avanza a fine giornata.... però oggi è venuto e ha ordinato un caffèlatte e due brioches... ha pagato con una carta di credito.- 
- Non gli ha chiesto dove l'ha presa?- fece Amanda. 
- Senta... d'accordo, è un senzatetto, vive di carità e di gesti di qualche tizio che pensa di mettersi la coscenza a posto con cinque dollari, ma non sarebbe capace di rubare o di aggredire qualcuno.- 
- Gli ha chiesto da dove arrivava quella carta di credito si o no?- fece Sonny. 
- Si. E lui mi ha detto che stava cercando nella spazzatura qualcosa da rivendere o da scambiare con del cibo... e ha trovato una carta di credito.-
I due poliziotti si guardarono preoccupati.
Quella storia diventava sempre meno promettente mano a mano che passava il tempo.
 

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Capitolo 3
*** Ricerche ***


La faccenda aveva preso una piega spiacevole.
Anzi, melodrammatica.
E dirlo a Barba fu straziante.
- Per me non è stata una fuga volontaria.- fece Sonny - anche ammettendo che siano andate via di loro volontà, quanto lontano pensate che possano essere senza soldi?
Ho parlato con la madre di Abby, dice che in camera della figlia c'è tutto. Vestiti, passaporto, carta d'identità e una scatola di latta dove mette i soldi che le danno i clienti dell'albergo dei genitori come mancia quando serve ai tavoli.- 
- TI ha detto quanto c'era più o meno?- chiese Olivia. 
- Quasi mille dollari. Le mance di un'intera stagione. Qualunque posto in cui avesse deciso di andare, implicava di tornare a casa, almeno per prendere il passaporto e qualche soldo.- 
- Si, in effetti ci sono parecchie incongruenze.- fece Olivia.
- Le è successo qualcosa.... lo sapevo.- fece Barba sfregandosi nervosamente le mani - lo sapevo che non poteva essere uno stupido scherzo... Oh Cristo...- fece l'avvocato versandosi una tazza di caffè. 
- Possiamo rintracciare i telefoni di Abby e Chris?- fece Olivia.
Amanda fece cenno di no con il capo - L'ultima volta che hanno agganciato una cella telefonica erano le undici e mezza di ieri notte. Poi la batteria è andata.... però potrebbero averli staccati per non farsi  trovare.- 
- Ascolta, ti dico una cosa degli adolescenti.- fece Fin - Possono fare mille atti di ribellione, minacciare di scappare di casa il doppio delle volte e provarci un paio... ma ti assicuro che senza cellulare non resisterebbero più a lungo di dieci minuti.- 
- Che quello di Abby sia staccato lo capisco, ma non capisco cosa c'entri Christina.- fece Amanda.
Barba non parlava. Si era versato una tazza di caffè, usava il bastoncino per mescolare la bevanda, ma non pareva intenzionato a berla.
Tutto quello che riusciva a pensare era sua figlia. Ce la vedeva la sua bambina a cercare di convincere Abby a non fare sciocchezze, a tornare a casa, che non esisteva un problema senza una soluzione adeguata... quello che non vedeva normale era che dopo quasi sedici ore non si era ancora messa in contatto con lui.
E non poteva fare a meno di pensare al peggio. 
-Scusate.... ho bisogno di un po' d'aria...- fece posando il caffè.
- Ti faccio accompagnare a casa...?- propose Benson. 
L'avvocato fece cenno di no con il capo mentre s'infilava di corsa in un ascensore.
...
...
...
- Tenente, e se fosse una vendetta?- fece Sonny  quando fu sicuro che il diretto interessato non potesse sentire- Insomma... quando c'è da sparare, Barba è sempre in prima linea, e ha fatto incazzare un bel po' di persone...- 
- Si, ci ho pensato anch'io...- fece Olivia. Ma preferiva non dirlo a Barba, almeno non per il momento. Per lui sarebbe stato un trauma, un dolore ed un senso di colpa troppo grande scoprire o tenere anche solo i considerazione l'ipotesi che sua figlia si trovasse in pericolo per colpa di quel lavoro che amava così tanto - ma non saprei da dove partire per cercare....- 
- Ragazzi, non facciamici prendere da allarmismi inutili... è da Abby che è partito tutto. Dieci a uno che qualunque cosa sia successa, è stata lei a coinvolgere Christina.- fece Fin - ammettiamo per un attimo che si sia trattato di un sequestro per colpire Barba... se li tenevano d'occhio, avevano mille occasioni per portarla via. Ha passato quasi un anno a Brooklyn  tutta sola e non le è mai successo niente.- 
- Forse a scuola sanno qualcosa.- fece Carisi - che ne dite di andare a parlare con qualcuno lì?- 
...
...
...
- E' incredibile quel che mi state dicendo...- fece il preside, un uomo basso, sui sessant'anni, tarchiato e ben vestito, una volta che i detective Rollins e Tutuola gli ebbero spiegato ogni cosa- Christina è sempre stata una persona dal comportamento irreprensibile ed una studentessa seria e responsabile. Lo stesso di Abby... sì, aveva un caratteraccio a volte, questo si, ma nessuno dei suoi insegnati ha mai ritenuto necessario mandarla da me.- 
Per il momento non  stava dicendo loro  niente di nuovo.
- Riteniamo che Abigail stesse progettando di andarsene a causa del pessimo rapporto con il padre... cosa può dirci a riguardo?- fece Fin.
- Molto poco temo...- fece il preside Dunn- sa, io non sto molto a contatto con i ragazzi quindi non saprei dirle... ma posso far venire qui la loro professoressa coordinatrice, la signorina Armon.-
I due annuirono. 
Qualunque studente di quella scuola teneva in alta considerazione quell'insegnate: malgrado tutti la chiamassero signorina, la Armon aveva quarantasette anni, era sposata e aveva due figli rispettivamente di dodici ed undici anni, ma aveva conservato un carattere fresco, allegro ed incredibilmente dolce che la faceva amare da tutti i suoi studenti, oltre al fatto di essere sempre pronta a perdere delle ore di lezione per permettere ai ragazzi di parlare dei loro problemi e di quello che volevano fare dopo la scuola.
Inoltre, era sempre molto attenta a notare il benchè minimo cambiamento nei propri alunni, quindi se Abby aveva confidato a qualcuno il suo desiderio di andarsene ... era la persona giusta.
La donna arrivò poco dopo: non era molto alta, il viso era pulito dal trucco, i capelli color cioccolata ( tintura per capelli, senza dubbio) le arrivavano sino alle spalle, vestita con un tailleur viola, scarpe e calze coordinati con il vestito.
Rivolse un largo sorriso ai presenti, appena entrò, mettendo così in risalto i denti leggermente sporgenti.
-Preside, mi ha fatto chiamare?
L'interpellato annuì-Signorina Armon, le presento i detective Rollins e Tutuola, Unità Vittime Speciali.-
La donna impallidì - Oddio... non ditemi che una delle nostre studentesse....?- 
Amanda fece cenno di no. 
- No... noi siamo qui per due studentesse: Abigail Smith e Christina Barba.- fece la bionda. 
- Durante la festa di ieri sera sono sparite.- aggiunse Fin.
- Oh cielo...- fece la docente - sì, in effetti stamattina erano assenti... ma in fondo ieri sera c'era la festa, quindi non ci siamo meravigliati più di tanto...- 
- Abbiamo motivo di credere che Abby volesse andare via da qui, ma ha lasciato a casa sia le mance messe da parte con il lavoro in albergo che tutti i suoi averi...- fece Amanda - lei cosa sa a riguardo?- 
La donna rispose - Abigail è sempre stata un tipo irrequieto. E' una di quelle ragazze che sprizzano energia, e per lei non è mai stato facile vivere assieme ad un padre così severo... ma con l'adolescenza si complica tutto. 
Nell'ultimo periodo era insofferente, ce l'aveva con il mondo, spesso aveva attacchi di rabbia improvvisi...- 
- Ha mai aggredito qualcuno?- fece Fin.
- No. Aggrediva solo a parole. Non c'è voluto molto per capire che stava sfogando su altri la rabbia, l'insofferenza e la disperazione con cui doveva convivere.- fece la professoressa - una volta mi ha detto che suo padre non la considerava e che era certa di suscitargli disgusto.- 
- E lei non ha mai pensato di convocare i genitori per approfondire il problema?- fece Amanda. 
- Avrei voluto. Ma Abby mi aveva detto quelle cose in confidenza, pregandomi di non dirlo ai suoi.- fece la Armon - ho cercato di farle capire che si stava sbagliando, che le persone che odiano il mondo in realtà odiano sè stesse... e di non fare qualcosa di cui si sarebbe pentita... credevo di essere riuscita a convincerla.- 
- E Christina?- fece Fin. 
- E' una ragazza tranquilla...- fece la professoressa - Sì, insomma... volta più, volta meno, durante un dibattito  o durante delle discussioni che riguardano la classe interviene spesso... sembra taciturna e tranquilla da fuori, ma se le da un incentivo diventa un leone.- 
'' Degna figlia di suo padre''- pensarono i due.
- Non oso pensare a come staranno i genitori...- fece la professoressa - spero almeno che dopo questo... il padre di Abby capisca quanto sua figlia abbia bisogno di lui.- 
...
...
Il prossimo passo dell'indagine era perquisire la stanza delle due desparecidas, alla ricerca di indizi, risposte o di qualunque cosa potesse giustificare l'allontanamento. 
Mentre Carisi e altri due agenti perquisivano la camera della figlia, Barba se ne stava sul divano fissando un bicchiere di whisky.
Olivia si sedette vicino a lui, per confortarlo. Fino al giorno prima non immaginava nemmeno lontanamente che il suo amico procuratore, che era diventato quasi come un fratello per lei, avesse una figlia... di conseguenza non avrebbe mai potuto immaginare che un giorno, proprio lui, avrebbe dovuto vivere l'incubo peggiore di ogni genitore... non sapere dove fosse il figlio, se stava bene... nessun genitore avrebbe dovuto vivere un simile incubo. 
- Vedrai che la troveremo.- fece Olivia.
Barba annuì.
- Non ci volevo credere.- fece Barba - di solito i ragazzi scappano di casa perchè hanno problemi con i genitori, e io mi dicevo nunca me pasarà, perchè con mia figlia ci stavo quasi tutto il giorno, tra noi c'è sempre stato dialogo... non ho mai pensato che un giorno potesse capitare una cosa del genere...- 
- Nessuno pensa che possa capitare una cosa simile... non è colpa tua.-
- Sì, invece. Perchè quando sua madre è morta, le avevo promesso che non avrei permesso che le capitasse qualcosa di brutto...- fece Barba - e ho fallito. Miseramente.- 
- Rafaèl...- fece Olivia - tua figlia inizia ad essere adulta, e tu non puoi sorvegliarla 24 ore su 24.
E tutto quello che è successo, non è dipeso da te, nè da lei. Probabilmente Abby stava per fare una sciocchezza e Chris si è ritrovata in mezzo prima ancora che riuscisse a rendersene conto.- 
- E forse io l'ho persa ancora prima di rendermene conto.... ci sono andato vicino una volta...- se lo ricordava ancora. Era Natale... mancavano tre giorni alla vigilia e Chris aveva solo sei anni... erano al centro commerciale per comprare gli ultimi regali. Si era distratto per dare un'occhiata a delle sciarpe... quando si era voltato, Chris non c'era già più. Era andato nel panico e aveva passato quasi un'ora con gli addetti alla sicurezza a cercarla... poi l'aveva trovata addormentata in un camerino di prova. E in quel momento aveva ripreso a respirare, mano a mano che il film dell'orrore che aveva visto nella sua testa iniziava a scemare. 
Stavolta invece non si era accorto in tempo che qualcosa non andava... e forse avrebbe pagato a caro prezzo quella dedizione al lavoro che lo aveva spinto a trascurare la figlia... forse era cambiata, forse quello che aveva non le bastava o voleva qualcosa di diverso e lui non se n'era accorto...
- Tenente.- fece Carisi facendo capolino in soggiorno con un quadernetto.
L'avvocato e la poliziotta alzarono lo sguardo.
- Era in una scatola in fondo all'armadio.- fece Sonny. 
- Chris  tiene un diario?- chiese Olivia. 
- No...  una volta mi ha detto che se oggi vuoi sapere cosa combina un adolescente devi controllare i profili social...-
- Sì però...- fece Sonny - a volte ci sono cose che non puoi tenere dentro, ma che non vuoi che gli altri sappiano e si ricorre a metodi più... rudimentali.- 
- Posso...posso vederlo...?- fece Barba indicando il diario. 
Sonny si guardò intorno come in cerca di aiuto.
- Ascolti, forse è meglio che non...- 
- E' mia figlia. Se qui dentro c'è il motivo per cui è sparita o anche l'indizio più vago.... lo devo sapere.- 
Carisi glielo porse a malincuore.
E poco dopo l'avvocato sbiancò.
Erano frasi pieni di rabbia, quasi di odio allo stato puro, che parlavano di quanto la vita che faceva le stava stretta, di quanto la soffocasse anche solo l'idea di avere un padre come lui, del desiderio di andarsene e di non vederlo mai più...
All'inizio avrebbe voluto urlare.... poi però gli apparve una frase riguardo al riferimento di un litigio avvenuto durante una gita.... che però lui non ricordava minimamente di aver fatto.
Istintivamente confrontò la scrittura del diario con un appunto sul calendario.
Le due scritture non coincidevano. 
- Questo diario non è di Christina.- fece Barba facendo cenno ad Olivia e a Carisi di guardare l'appunto sul calendario - questo lo ha scritto lei.
Ma questo diario non è suo.- 
- E quindi non può che essere di Abby.- fece Sonny - e il perchè sia qui me lo immagino. Le madri con la scusa di mettere in ordine le camere dei figli ne approfittano per curiosare e cercare quello che vorrebbero tenere per sè.... si fidi.-
Anche lui a volte aveva delle cose che non voleva che sua madre scoprisse, e così i suoi amici. Una volta un amico gli chiese di custodire per lui alcune pasticche perchè non voleva rischiare che i suoi le trovassero... si rifiutò tassativamente. Per quanto fosse legato ai suoi amici era dell'idea che nessuno valesse così tanto da farsi incriminare per qualcosa che non aveva fatto.
Quindi non c'erano dubbi: Abby non voleva che i genitori scoprissero quel diario e lo aveva affidato a Christina, contando che lo avrebbe custodito per lei.
...
...
...
L'unico lato positivo di quella storia era che dopo molti anni, era riuscito a rivedere uno dei suoi amici più cari.
Alejandro Alex Muñoz, candidato alla carica di sindaco di New York, aveva saputo tramite le emittenti televisive della scomparsa di due ragazze e che era stato creato un numero verde da contattare in caso qualcuno le avesse viste o sentite o se avesse avuto informazioni utili alle indagini.
Si conoscevano fin da quando erano bambini, ma non erano rimasti molto in contatto in quegli anni. 
Ma in quel momento sentiva il bisogno di rivedere la persona che fin da quando aveva iniziato a parlare, aveva ammirato di più al mondo e che considerava quasi come un fratello maggiore.
Alex lo accolse con un abbraccio fraterno e una tazza di caffè.
- Quando ho letto quelle frasi....- fece Barba - mi sono chiesto dove diavolo avessi sbagliato. Che cosa le avessi fatto mancare...- ma la verità era che non gli importava... voleva solo che tornasse a casa. Per chiederle perdono e prometterle di essere migliore, di dargli un'altra possibilità... avrebbero anche potuto trovare una partira di droga pronta per essere venduta o che aveva messo su un bling ring, lui l'avrebbe perdonata e avrebbero ricominciato da capo.
Alex gli versò un whisky per cercare di calmarlo - No hiciste nada de malo, Rafaèl. Insomma guardati... sei riuscito a costruirti una splendida carriera, nessuno ti ha mai regalato niente e hai cresciuto una figlia da solo.... a proposito... è da un sacco di tempo che non la vedo... com'è?-
Barba prese una foto dal portafoglio e gliela mostò. Raffigurava lui e la figlia mentre erano sul suo yatch.
Alex sbiancò quasi nel vederla - Oh Madre de Dios.... è... è diventata bellissima.... ha il tuo stesso sguardo da '' Adesso ti faccio vedere io'', quando il professore di lettere ti voleva rimandare a settembre.- 
Barba sorrise pensando per un attimo ai tempi lontani della loro adolescenza. Los Tres Mosqueteros de Jerome Avenue. Lui, Alejandro e Eddie. Erano inseparabili da piccoli. E avevano continuato a condividere gioie e dolori fino alla maturità. Poi lui aveva vinto una borsa di studio per Harvard... e aveva colto al volo l'occasione, anche perchè voleva allontanarsi il prima possibile da suo padre. Alex ed Eddie invece erano rimasti, a cercare di tirare avanti come potevano.  Per questo, quando aveva scoperto che la sua ragazza di allora lo aveva tradito proprio con l'ormai certo prossimo sindaco di New York non si era arrabbiato. Anzi, pensava che fosse solo quanto gli veniva chiesto di pagare per il successo avuto. Con il tempo aveva iniziato a pensare che quel '' tradimento'' fosse un segno del destino. Se quel tradimento non ci fosse stato, probabilmente non avrebbe mai conosciuto Mirasol, non avrebbero avuto Christina... il ragionamento gli tornava allora.
Ma non pensava di aver peccato così tanto nei confronti dei suoi amici da meritare di perdere anche sua figlia. 
- Ma il carattere è lo stesso di sua madre.
Sai... non passa un giorno senza che io desideri che sia ancora viva... e in cui penso che se ci fosse stata lei, forse Chris sarebbe stata più felice.- 
- Ma di che parli?- fece Alex.
- Che continuo a chiedermi il perchè sia andata chissà dove senza avvisarmi. Eppure si è sempre confidata con me.- fece Rafaèl - forse ho fatto qualcosa di sbagliato, non sono riuscito a costruirle attorno un clima sereno....
Forse aveva ragione mio padre a dire che un pessimo figlio non può diventare un buon padre.-
- Ma tu ti fidi davvero dell'opinione di uno che criticava tutto e tutti e che come hobby aveva quello di mettere le mani addosso a moglie e figlio?
Sicuramente è successo qualcosa ma non per colpa tua. Vedrai che appena la troveranno si chiarirà tutto...- in quel momento il cellulare del procuratore squillò.
- Olivia?- fece Barba pregando con tutto il cuore che ci fosse una buona notizia - come? Sisisi.... certo. Arrivo subito.- 
Alex chiese titubante - Novità...?-
- Per ora no...- fece Barba recuperando il giaccone - ma pare che i genitori di Abby siano in centrale e se li trattengono ancora si ammazzano a vicenda.... devo andare.-
- Certo.... avvertimi se ci sono novità o se posso fare qualcosa.- fece Alex.
- Sicuro, grazie... salutami Yelina e le ragazze.- fece Barba uscendo dall'ufficio dell'amico.

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Capitolo 4
*** Una nuova pista ***


Barba arrivò all''Unità Vittime Speciali come se il diavolo lo stesse inseguendo. Sperava con tutto il cuore che gli dicessero che sapevano dov'era Christina o per lo meno che avevano un'idea di dove concentrare le ricerche.
Alla centrale lo accolse Carisi.
- Che succede? Ti prego dimmi che ci sono delle novità.- fece Barba.
- No,questo non glielo posso dire...- fece Sonny - ma abbiamo dovuto mostrare il diario anche ai genitori di Abby e non hanno dubbi a riguardo... è la calligrafia della loro figlia.-
- Immagino che saranno sconvolti.- fece Barba.
- Beh... non è proprio la parola che userei....- fece Carisi aprendo la porta della sala colloqui dove vi erano i signori Smith che litigavano ferocemente tra loro mentre Amanda e Fin cercavano di calmarli e dividerli
- E' COLPA TUA!!!- urlava la signora Smith - SE LE SUCCEDE QUALCOSA LA COLPA E' SOLO TUA! NON L'HAI MAI TRATTATA BENE, MAI UNA PAROLA CARINA, E' COLPA TUA SE E' SCAPPATA DI CASA!!!-
- Stavo solo cercando di darle un paio di regole.- fece il signor Smith - tu le lasci fare tutto quello che le passa per la testa!!!- 
- Certo. Per te quello che conta è che la colpa sia sempre di qualcuno, tranne che tua!- urlava la donna. 
- Ehy.- fece Barba entrando nella stanza - state calmi. Tutti e due.- 
- Lei non si metta in mezzo!- urlò il signor Smith putandogli contro il dito. 
Barba lo guardò con lo stesso sguardo che riservava ai criminali in tribunale quando ormai era certo di averli in pugno - Sono il vice procuratore Rafaèl Barba. E la ragazza che è scomparsa insieme ad Abby, è mia figlia.
Quindi se mi consente... questi SONO affari miei.- fece il cubano con il tono di chi non ammetteva repliche.
Solo allora i coniugi Smith si calmarono. Tuttavia Olivia stabilì che i due avrebbero dovuto essere interrogati separatamente per impedire che l'uno criticasse ciò che l'altra aveva da dire. 
...
...
...
- Signora, lo so che questo è un momento terribile per lei...- fece Olivia - Io, la detective Rollins e il sergente Tutuola abbiamo figli... possiamo immaginare come vi sentite.-
Ma soprattutto poteva capire come si sentiva in quel momento Barba. Non l'aveva mai visto in quello stato... ma d'altronde era comprensibile. Essere lontani dai figli e non sapere dove andarli a cercare era paragonabile all'essere immersi in una vasca piena di acqua gelata da cui sembrava impossibile uscire... era come essere trafitti da diecimila proiettili tutti nello stesso momento e non si riusciva a pensare a niente se non al momento in cui sarebbe finita quell'agonia.
- Ma ora dobbiamo cercare di recuperare la lucidità.- fece Olivia offrendole un bicchier d'acqua. 
La signora Smith lo mandò giù a piccoli sorsi. 
- E' anche colpa mia se se n'è andata di casa...- fece la signora Smith - Lei non ha idea di quante volte sia venuta da me a dirmi che gli atteggiamenti del padre la ferivano profondamente... di come la facesse sentire mediocre... che qualunque cosa facesse per fare colpo su di lui, non funzionava... e io tutto quello che ho fatto è stato dirle di non curarsi di lui, che aveva un caratteraccio ma che le voleva bene... come si fa dico io a voler bene ad una persona, amarla e nello stesso tempo farla a pezzettini?- 
- A volte è molto difficile dimostrare i propri sentimenti... soprattutto alle persone che si amano.- fece Olivia.
- Un giorno, mentre mi chiedeva di aiutarla, ho pure avuto il coraggio di dirle che sarebbe stata felice nel vederci separati...- pianse la signora Smith prendendo un fazzoletto - Non riuscirò mai a perdonarmi.- 
- Adesso si calmi...- fece Olivia - Dagli elementi che abbiamo a nostra disposizione, è ragionevole supporre che sua figlia si sia allontanata di proposito e che quindi non corra un pericolo immediato.- 
- Ma ha lasciato a casa sia tutti i soldi di cui disponeva che il passaporto...- fece la signora - sono ore che nessuno l'ha vista ne sentita... me lo sento, c'è qualcosa che non va.-
- Signora, cerchi di riflettere.- fece il tenente Benson - c'è qualcuno da cui sua figlia potrebbe nascondersi, anche solo temporeanamente...- 
- L'unica persona che mi viene in mente è Christina....- fece la signora - ma è scomparsa anche lei...-
- L'avvocato Barba si è trasferito a Manatthan da poco.- fece Olivia - E immagino che prima di conoscere Christina, avrà avuto anche altre amiche, con cui magari è rimasta in contatto. 
Ha qualche nome?-
La signora prese un foglio di carta e una penna e scrisse due nomi. Esme Collins e Charlene Patton. 
- Erano le migliori amiche di Abby, sono praticamente cresciute insieme... poi un anno fa hanno smesso di parlarsi, pare per un ragazzo...-
Olivia sbuffò.
Due ragazze che avevano rotto con una delle due ragazze scomparse non era propriamente la regina di tutte le piste... ma al momento era tutto quello che avevano. 
...
...
...
Amanda e Carisi si erano diretti all'appartamento in cui viveva Charlene Patton. Una ragazzina con i capelli ricci, biondo scuro, con gli occhi azzurri, di media statura e con un piercing al naso in abiti casual.
- Non ho ne capito cosa volete da me.- fece Charlene sedendosi sul suo letto.
Sonny rispose - Vogliamo solo sapere quando è stata l'ultima volta che hai parlato con Abigail Smith.- 
- Un anno fa. Quando mi ha dato della lurida troia.- fece Charlene facendo una bolla con la gomma da masticare che aveva in bocca per poi farla scoppiare. 
- E ieri sera?- fece Amanda - alla festa, avete parlato, vi siete salutate...-
La ragazza fece cenno di no con la testa.
- E con Christina Barba?- fece Sonny - Con lei in che rapporto sei?- 
Charlene ridacchiò sarcasticamente - Figuriamoci. Io con quella non ci parlo.- 
- Perchè?- fece Sonny. 
- Beh guardate dove vivo io e poi guardare lei....- fece Charlene - Io vivo in una topaia, lei in un attico, magari circondata da gente pronta ad accorrere come agita il mignolino, a Park Avenue, con il paparino che magari le molla cento dollari al giorno. Io e quella non abbiamo proprio nulla di cui parlare.-
- Ti sbagli, io non credo proprio che Christina si comporti così.- fece Amanda. Certo, lei non aveva mai incontrato la figlia dell'avvocato più temuto di tutte le corti di giustizia, anzi non aveva nemmeno idea che avesse avuto una relazione con una donna, figurarsi se immaginava una paternità... ma da come l'avevano descritta Olivia e Sonny non sembrava affatto una di quelle ragazzine dei quartieri alti, viziate, sempre a sfoggiare la loro condizione sociale mettendo a disagio e in imbarazzo gli altri per il puro gusto di farlo.
E conoscendo Barba e il suo carattere, trovava molto difficile credere che desse cento dollari al giorno alla figlia per le '' piccole spese''.
Non la conosceva, forse la stava idealizzando troppo, ma aveva la sensazione che fosse una persona molto corretta e gentile.
- Accidenti che bella...- fece Sonny prendendo in mano la borsa di Charlene che giaceva ai piedi del letto - credo di averne regalata una uguale a mia sorella per il compleanno.- 
Charlene se la riprese, commentando acidamente - Non credo proprio.- 
- Come mai?- chiese Amanda.
- Non si offenda, ma questa è autentica... e lei come minimo gliene ha rifilata una contraffatta spacciandogliela per vera.- fece la ragazza come se fosse la cosa più naturale del mondo. 
- Sì, lo confesso... ma non ho gliene ho mai fatto segreto.- fece Sonny - e a questo punto, la domanda che mi sorge è: tua madre lavora come cameriera in un ristorante cinese, tuo padre è un operatore ecologico... e gli articoli firmati costano un occhio della testa. Tu come fai a permetterti una cosa del genere, essendo disoccupata ed essendo figlia di due che guadagnano il salario di un impiegato statale?- 
La ragazza s'irrigidì, ma non lo diede a vedere - Ho risparmiato un po' sulle mie paghette. Ma scusate, a voi che ve ne importa di come spendo i miei soldi?- 
- Infatti non ci importa di come spendi dei soldi tuoi...- fece Amanda - quello che ci importa è capire da dove arrivano.-
- Ve l'ho detto.- fece Charlene - Mi ero impuntata su una borsa, i miei non potevano comprarmela, e ho chiesto al negoziante di tenermela da parte fino a quando non avessi risparmiato abbastanza per comprarmela da sola... insomma, non è mica un reato.- 
I due detective si guardarono.
Potevano solo sperare che Fin avesse avuto più fortuna di loro.
...
...
...
- Nemmeno Esme Collins sa qualcosa...- fece Fin - Dice che lei, Charlene e Abby erano grandi amiche, ma che poi hanno '' divorziato'' pare per colpa  di una diatriba amorosa.... ad Abby piaceva un ragazzo, Charlene lo sapeva ma questo non gli ha impedito di.... essere molto gentile con lui, per dirla con classe.- 
- Ed Esme che c'entra?- fece Olivia.
- Si è schierata con Charlene. Da allora Abby non ha più parlato con loro.- fece Sonny - almeno questa è la versione ufficiale.- 
- A cui non c'è motivo di non credere.- fece Amanda - La causa principale della rottura di amicizie vecchie come il mondo spesso riguardandono tradimenti e delusioni d'amore.- 
- Quindi non abbiamo ancora idea di dove siano finite quelle due benedette ragazze...- fece Barba passandosi le mani sulla faccia.
Iniziava ad odiarla quella situazione. 
Non sopportava stare tutte quelle ore senza avere notizie di sua figlia. Quando era piccola l'aveva persa di vista per un'ora e già gli sembrava di uscire di testa... non la vedeva da quasi un giorno e stava facendo l'impossibile per non avere una crisi isterica. Fuori tutti lo vedevano calmo, compito, con quell'aplomb che riusciva a mantenere persino quando realizzava che aver seguito un caso particolare era un suicidio professionale e sociale, che forse non avrebbe più potuto lavorare come avvocato...
Ma dentro stava urlando a più non posso.
La rivoleva indietro.
- Ti faccio accompagnare a casa.- fece Olivia posizionandosi dietro l'avvocato per massaggiargli le spalle, anche solo per alleviargli la tensione. 
Le bastò sfiorarle per accorgersi che erano più annodate di un nodo scorsoio.
- No, preferisco restare qui... almeno tengo la testa occupata con qualcosa.- 
- Dammi retta.- fece Olivia - Vai a casa, bevi qualcosa, ti fai una doccia, dormi un po'.... e poi torni qui. 
Se ci sono novità ti faccio sapere, promesso.- 
- No, non posso...- fece Barba - Chris ha bisogno di me...- 
- Sì. Ma la aiuterai poco se crolli.- fece Amanda.
Carisi guadagnò la porta - Le do un passaggio a casa.- 
....
....
....
- Ti... ti posso offrire qualcosa?- fece Barba entrando in casa e dirigendosi all'armadietto degli alcolici. Ora più che mai sentiva di aver bisogno di un drink. 
Forse perchè sperava che Chris apparisse dal nulla e gli rubasse il bicchiere di mano con un sorriso da birbante,dicendogli ''No deberías beber antes de la cena, papá''.
  Lo stesso sorriso birichino  che aveva sua madre quando era sul punto di dare gli esami di abilitazione. In quel periodo passava tutto il tempo a disposizione per studiare, per memorizzare sentenze, regole, cavilli, e gli bastava separarsi per un attimo dal libro per auto convincersi di non sapere niente... e lei per fargli un '' dispetto rivelatore'' gli aveva nascosto i libri.
Ricordava di essersi arrabbiato cominciando con il dirle '' Come faccio a ricordarmi...'' e senza nemmeno rendersene conto aveva recitato a memoria il contenuto di quattro libri davanti alla sua dolce metà, che sorrideva divertita.
Chris aveva ereditato quello strano modo della madre di prendersi cura di lui... fargli apparentemente un dispetto ma volto a fargli del bene.
- No grazie.- fece Sonny - Le preparo qualcosa da mangiare? Me la cavo con i fornelli.- 
- No grazie...- fece Barba adagiandosi scompostamente sulla poltrona con un bicchiere di Whisky.
- Forse... le farebbe bene parlarne.- fece Sonny.
- Non credo che servirebbe. I dettagli di questa vicenda li conosci quanto me...- tranne per un dettaglio. Il suo dolore e la sua preoccupazione di padre. Non c'era niente da  dire, Sonny Carisi era la persona più empatica e capace di entrare in sintonia con le persone che conosceva e raramente aveva incontrato un poliziotto che era perfettamente in grado di trasformarsi in un avvocato quando la situazione lo richiedeva... ma nessuno, per quanto umanamente dotato, poteva sapere come ci si sentiva nel non sapere dove si trovava un figlio se non ne aveva a sua volta.
Gli era grato per l'interessamento, sapeva che stava cercando di aiutarlo, ma la verità era che al momento, era l'ultima persona che poteva capire come si sentiva.
- Lo so... ma sfogarsi le farebbe bene.- fece Sonny.
- Quello che mi farebbe bene in questo momento è avere anche un vago indizio, una traccia, o anche solo un'idea di quello che è successo a Christina.- fece Barba riempendo nuovamente il bicchiere.
Sonny si guardò attorno, come per cercare aiuto o il coraggio di aprire bocca.
Un'idea ce l'aveva, a dire il vero... ma era tutt'altro che rassicurare e non aveva idea di come l'avrebbe presa Barba.
- Senta io...- fece Sonny prendendo coraggio - Io una mezza ipotesi me la sarei fatta... non ho prove, però...- 
- Però niente.- fece Barba - Spara.-
- Ok.- fece Sonny - Partiamo dal presupposto che sappiamo per certo, ovvero che Abby era stufa della scarsa considerazione che suo padre le mostrava e che aveva in progetto di andarsene... però per andar via, vivere da soli, e lontano da casa servono soldi. E mille dollari  anche se a una ragazzina sembrano tanti...- 
- Le basterebbero a malapena per mangiare, per poco tempo e finirebbero prima che abbia il tempo di rendersene conto.- fece Barba.
- E a casa di una delle sue ex amiche ho notato una borsa di Gucci. Una di quelle vere, non una contraffazione che si trova ai mercatini dell'usato.- fece Sonny - e se tiene conto che la sua famiglia non naviga esattamente nell'oro...- 
- Ti viene da chiederti come abbia fatto a procurarsela...- fece Barba - Magari è un regalo di un'amica molto generosa oppure ha detto che era autentica solo per darsi un tono... sai come sono i ragazzi.-
Sonny dissentì.
- Aveva la doppia cucitura.- fece Sonny - Era vera.-
Barba lo guardò con gli occhi di fuori, come per chiedergli come diavolo facesse a conoscere la differenza. 
- Stavo con una commessa che lavorava in un negozio di borse, mi ci sono fatto una cultura.-
- Scusa. Vai avanti.- fece Barba.
- Ok... quello che voglio dire...- fece Sonny - è che a me, la storiella che ha rifilato a me e alla Rollins sul fatto che ha risparmiato per comprare quella borsa, non convince.- 
- Credo di capire...- fece Barba alzandosi iniziando a camminare a vuoto in salotto - pensi che per procurarsi i soldi Charlene abbia iniziato a lavorare come escort?- 
- Per quello che ne sappiamo anche Esme e Abby.- fece Sonny - voglio dire...Abby sognava di andarsene e quello è il metodo più rapido per fare soldi.-
Barba annuì.
Gli doleva ammetterlo ma quella tesi, anche se si basava su una borsa per la quale potevano esserci mille spiegazioni, era terribilmente realistica.
Ormai era uno schema diffuso, quello delle ragazzine fashion victim che venivano convinte dall'ambiente che frequentavano che senza il telefono all'ultima moda e i vestiti firmati erano pochissime le persone disposte ad essere loro amiche in modo disinteressato. Prima si procuravano i soldi con lo spaccio, vendendo vestiti e altri oggetti di valore, altre rubavano in casa e rivendevano la refurtiva... ma erano pur sempre spiccioli se paragonati ai soldi che si facevano vendendo il loro corpo.
D'altro canto, la vulnerabilità era tipica di quell'età... e il mondo era pieno di quella gente disposta ad approfittarsene pur di soddisfare i loro bisogni malati. 
- Ok, ma questa spiegazione può andar bene per Abby.- fece Barba - Chris non è così. Con quel mondo lei non c'entra proprio niente.- 
- Infatti.- fece Sonny - però se un mio amico praticamente confessasse davanti a me che sta entrando in un brutto giro, io farei di tutto per fermarlo, anche a costo di spaccargli la faccia con un pugno.-
Barba sorrise  tiratamente. 
Ce la vedeva in effetti. Chris che scopriva che la sua migliore amica era entrata in un giro di prostituzione per il desiderio di allonantarsi dal padre, e  che dopo aver superato il primo attimo di paura e sconcerto, iniziava ad usare tutte le armi e le argomentazioni in suo possesso per convincerla a tornare indietro da una strada che l'avrebbe segnata per tutta la vita, immaginava la lite... ma il pezzo del puzzle che gli mancava era il perchè Chris fosse scomparsa dalla circolazione.
O meglio, ce l'aveva... ma si rifiutava di tenerlo in considerazione.
- E' una ragazza in gamba...- fece Barba - magari Abby si è spaventata dall'idea che potesse raccontare tutto e le ha preso il cellulare per impedire di chiamare... o forse è rimasta bloccata da qualche parte.... in ogni caso dobbiamo trovarla.-
- Domani potremmo parlare di nuovo con quelle due.- fece Sonny.
- E con quale motivazione?- fece Barba - di sicuro, se hanno avviato loro Abby alla prostituzione, saranno nel panico all'idea che possiamo scoprirlo e saranno già andate a fare la parte delle amiche affrante dal dolore e mangiate vive dal rimorso... 
Abbastanza da convincere i genitori a non dare il consenso alla polizia di parlare con voi.- 
Sonny sorrise sbarazzino.
- Sì, ma se la mia teoria è giusta....- fece Sonny con la faccia di chi aveva appena avuto un'idea geniale - se non erro a New York l'età del consenso è diciassette anni, loro ne hanno sedici...
Se sono andate a letto con uomini più vecchi, è stupro, e questo fa di loro delle vittime speciali.- 
Barba fece per ribattere, ma non trovò una sola argomentazione valida per smontargli il ragionamento.
- Tu potresti farlo davvero l'avvocato, sai?- fece Barba.
Sonny sorrise compiaciuto di sè stesso.
Almeno era riuscito a farlo sorridere e zittirlo nello stesso momento.

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Capitolo 5
*** Una pista ***


Quella notte Olivia non era riuscita a chiudere occhio. I suoi pensieri erano tutti concentrati sull'amico procuratore, che con tutta probabilità quella notte non aveva domito nemmeno cinque minuti, turbato come non mai al pensiero di non sapere dove la figlia avrebbe passato la notte, sobbalzando ad ogni rumore nella speranza che fosse la porta di casa che si apriva e di vedere la figlia  tornare a casa.
La sua notte l'aveva passata abbracciata suo figlio, tenendolo stretto a sè, quasi avesse paura che qualcosa o qualcuno arrivasse a portarglielo via.
Da quando era entrata all'Unità Vittime speciali, aveva perso il conto dei genitori a cui aveva detto di mantenere la calma in casi del genere, ma la verità era che cercare di mantenere la calma mentre tuo figlio era chissà dove, forse in pericolo, era come saltare in un ghiacciaio e credere di non morire assiderato. 
L'ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere in ufficio era il vice capo Wiliam Dodds.
- Capo.- fece Olivia-  che sorpresa... posso fare qualcosa per lei?- 
L'interpellato le mostrò la copia del giornale di quella mattina, che recava la foto di Abigail e Christina sopra la scritta '' MISSING''.
- Lo devo venire a sapere dai giornali che la figlia di un procuratore con cui lavoriamo è scomparsa?- 
- Capo, con tutto il rispetto, il mio lavoro è catturare gli stupratori, gli assassini e riportare a casa le persone scomparse.- fece Olivia poco propensa a sentire ramanzine riguardanti il politicamente corretto -  E al momento ci sono due famiglie che non hanno idea di cosa sia capitato alle figlie. Mi scusi, quindi, se non ho pensato che fosse carino avvertirla.-
Dodds alzò le mani in segno di resa - Ok, come non detto... mi scusi. E' che... non oso nemmeno immaginare come debba essere veder sparire un figlio.- e dire che ci era passato con suo figlio Mike. Era l'ultimo giorno che passava all'Unità Vittime Speciali prima di passare all'Anti-Terrorismo quando era rimasto ferito in un conflitto a fuoco mentre cercava di sedare una lite domestica.... le sue condizioni erano pressocchè disperate e lui stava già temendo di vedere il figlio maggiore andarsene prima di lui... ma Mike era un combattente ed era uscito vincente anche da quella prova.
- Non lo dica a me...- fece Olivia.
- Come stanno andando le indagini?- fece Dodds.
- Per ora non abbiamo piste. Tutto quello che sappiamo è che Abigail aveva dei problemi con il padre, che stava cercando di andarsene e che nell'ultimo periodo era insofferente.- fece Olivia.
- E Christina?- 
- Su di lei non abbiamo niente. Barba dice che tra loro due non ci sono mai stati problemi, che hanno sempre avuto un ottimo rapporto, ed io gli credo.- fece Olivia - e non solo perchè gli voglio bene... basta guardare il suo operato.-
Dodds annuì. In effetti era molto difficile pensare un uomo integro come il vice procuratore Barba, che si batteva quotidianamente per far trionfare la giustizia e che in alcune occasioni aveva addirittura rischiato il posto di lavoro per aiutare un imputato che a ben vedere aveva agito per rabbia e disperazione, fosse una persona completamente diversa tra le mura domestiche.
In quel momento, a passo svelto, entrò il detective Carisi.
- Tenente... oh, buongiorno capo.- 
- Buongiorno a lei.- fece Dodds - Mike mi ha detto di salutarla.- 
- Che gentile.... gli dica che ricambio.- 
Olivia chiese subito - Come sta Barba?- 
- Lo può immaginare.- fece Sonny - però forse abbiamo avuto un'idea su cosa potrebbe essere successo... premetto che è un ipotesi, e anche piuttosto azzardata, ma secondo me funziona.- 
- Stupiscimi.- fece Olivia.
Sonny sorrise, e poi raccontò ad Olivia e al vice capo Dodds di aver visto, a casa di una delle amiche meno abbienti di Abby una borsa del valore di circa milleottocento dollari, un articolo decisamente fuori luogo per una sedicenne disoccupata e con una situazione economica non esattamente idilliaca. E che una sedicenne, per avere così tanti soldi da spendere, poteva percorrere solo due strade: lo spaccio o la vendita del suo corpo.
- Ed io propendo per la seconda, in fin dei conti non è la prima volta che succede. E poi parliamo di una bella ragazza.- 
- In effetti è una teoria molto realistica.- fece Dodds - E se le cose stanno così, è meglio se le fermiamo. Si comincia per gioco, ma una compagna di classe di Mike, all'epoca, è finita male, non ho potuto farci niente purtroppo.-
Olivia annuì.
- Le convoco immediatamente. Vediamo di chiarire questa situazione.- 
...
...
...
- Non capisco.- fece Charlene molto nervosa e ansiosa di andarsene - Volete farmi il terzo grado perchè ho una borsa di Gucci?-
- Dove l'hai presa?- fece Olivia.
- E' il regalo di un'amica.- fece Charlene prontamente.
- Dev'essere un'amica molto ricca....- fece il capo Dodds - Questa borsa vale uno stipendio intero.- 
- Potere dirmi che volete da mia figlia? Guardate che è una brava ragazza.- fece la madre di Charlene - si è guadagnata una borsa di studio per quella scuola prestigiosa, ha la media dell'ottimo...-
- Signora, noi abbiamo il timore che sua figlia, per farsi accettare dai coetanei, sia finita in un brutto giro.-
La signora guardò la figlia con gli occhi che sembravano due uova sode - Hai iniziato a drogarti?- 
- No!- fece Charlene - certo che no! Vogliono incastrarmi, io non ho fatto niente di male.- 
- Pensavamo a qualcosa di peggio.- fece Olivia - Tu sai perchè Abby è sparita, vero?- 
Charlene non rispose.
...
...
...
Intanto, Sonny e Amanda stavano interrogando Esme, l'amica di Abby e Charlene. Esme aveva la carnagiole olivastra, lunghi capelli neri e gli occhi verdi che erano sfigurati dalla paura, dal terrore e dal disagio.
- Perchè sono qui, non capisco...- fece Esme bevendo un sorso d'acqua per tranquillizzarsi.
- Esme.- fece Amanda - Sappiamo cosa stai facendo.- 
- Non so di che parlate...-
- E' per i tuoi genitori che lo stai facendo, vero?- fece Sonny con tono comprensivo, quasi paterno.
Esme si zittì. 
- Ho controllato la situazione economica dei tuoi genitori.... tuo padre è un alcolista disoccupato, tua madre pulisce gli uffici di giorno, fa la cameriera di sera e da sola non ce la fa. Ci ha detto che da un po' di tempo hai iniziato a dare lezioni private agli studenti, ma che vuoi tenere la cosa segreta perchè alcuni di loro sono imbarazzati a dire che hanno bisogno di aiuto....-  fece Sonny. 
- Ascolta, lo so che ti sembra una cosa nobile, venderti per aiutare la tua famiglia... ma non lo è.- fece Amanda, pur capendo perfettamente i sentimenti di Esme. In fin dei conti, lei aveva fatto la stessa, molto tempo prima, per risparmiare il carcere a Kim, pagando il prezzo più alto: un trauma che non l'avrebbe abbandonata per tutta la vita, di cui avrebbe portato i segni per tutta la vita e un' etichetta che diceva '' Ragazza facile che andrebbe a letto con chiunque pur di guadagnarci qualcosa'' - Devi smettere. Ora che sei ancora in tempo.- 
Esme sorrise sacastica - Certo. E chi pagherà l'affitto e le altre spese? Voi?-
- No, ma possiamo comunque aiutarvi. A cominciare da te.... dacci i nomi dei tuoi '' clienti'' abituali e li arrestiamo per stupro.- fece Amanda.
- Ero consenziente.- fece Esme - Loro si prendono quello che vogliono ed io porto a casa quel tanto che basta per continuare a vivere.-
- Non ha la minima importanza.- fece Sonny - Tu sei un'adolescente, e questi signori sono coetanei di tuo padre. E' comunque stupro.-
Esme si mise a piangere, e si calmò solamente quando Sonny le offrì dei fazzoletti ed una tazza di tè. 
- Ti va di dirci come è cominciato?- fece Amanda.
Esme sisoffiò il naso, insipirò e cominciò a raccontare - Mio padre aveva appena perso il lavoro. All'inizio era ottimista, pensava di poterne trovare presto un altro... ma più il tempo passava, più la frustrazione aumentava e ha cominciato a bere.
Ho venduto qualche vestito, le cose di valore, ho persino rinunciato ai soldi che stavo mettendo da parte per il college, ma non bastava mai.... così alla fine....-
- Hai optato per la prostituzione.- fece Sonny con tono addolorato ma privo di ogni voglia di giudicare. 
Esme annuì - All'inizio non avevo capito che era quello... Charlene mi aveva detto che aveva trovato un lavoro incredibile, con il quale presto sarebbe riuscita a farsi accettare da tutti e ad entrare nel gruppo degli studenti popolari... all'inizio l'idea mi faceva vomitare ma poi mi sono detta....Non è la fine del mondo, magari ti piace.-
I due poliziotti ascoltavano in religioso silenzio, chiedendosi in che razza di mondo erano finiti, che razza di mondo Dio avesse creato se per ottenere giustizia si era costretti a violare la legge e dove i figli erano costretti a vendersi per aiutare i genitori quando loro stessi avevano ancora bisogno di aiuto. 
- Poi, circa un anno fa, Abby ci ha confessato tra le lacrime che era certa che suo padre la detestasse, che la considerava poco, e le uniche volte in cui le rivolgeva la parola era per criticarla e che avrebbe voluto andarsene.- fece Esme. 
- E le avete detto di questo ''lavoro''.- fece Amanda.
- Charlene è stata molto vaga quando ne abbiamo parlato, ma io le ho detto fin da subito cosa voleva dire.... Abby non ha battuto ciglio. Ha detto che pur di non stare più male per colpa di suo padre si sarebbe scopata persino il demonio.-
- Esme, devo chiedertelo...- fece Amanda - la storia che Abby era innamorata di un ragazzo, che Charlene glielo aveva rubato e tu hai dato ragione a Charlene....- 
- Era una balla.- fece Esme - Era un modo per proteggerci a vicenda, in modo che se una veniva scoperta, le altre non sarebbero mai state collegate.... e abbiamo fatto credere a tutti che non ci parlassimo.-
- Avete parlato con Abby prima che sparisse?- fece Sonny - magari tramite chat.-
Esme annuì. 
- Il giorno della festa, prima dell'inizio delle lezioni.- fece Esme - Ha detto che quella sera si sarebbe incontrata con un cliente importante, per l'ultima volta, e poi se ne sarebbe andata...-
Sonny e Amanda si guardarono.
Tutto faceva presupporre che si trattasse veramente di un allontanamento volontario. E combaciava tutto. Abby poteva tranquillamente lasciare a casa sia i risparmi che aveva messo da parte aiutando i genitori con la gestione dell'albergo, visto che per un anno aveva '' lavorato come prostiuta'', il fatto che avesse gettato il cellulare sembrava rafforzare quell'idea...
- Non ho idea del perchè Chris sia andata con lei.- fece Esme.
...
...
...
Poco dopo,durante la '' sfilata'' dei clienti abituali di Abby, Esme e Charlene, prontamente arrestati e chiusi in cella di sicurezza per aver avuto rapporti con delle minorenni,  tre diverse famiglie reagirono in modo diverso alla notizia che le figlie avevano iniziato ad andare a letto con uomini più vecchi e ricchi, per soldi. 
I genitori di Charlene, realizzato che la figlia si vergognava di loro al punto di decidere di prostiuirsi solo per potersi togliere da sola capricci e sfizi la sgridarono aspramente, arrivando persino a prenderla a ceffoni davanti a tutti, urlandole '' ALMENO SIAMO GENTE ONESTA!!!''- mentre la ragazzina fissava i membri della squadra  con rabbia con uno sguardo che diceva -'' Non potevate proprio stare zitti, vero?''
La madre di Esme invece pianse tutte le sue lacrime abbracciando la figlia, implorando e supplicando il perdono, per non essere riuscita a proteggerla e tenerla al sicuro e di averle dato un carico troppo grande da sostenere per i suoi sedici anni, quando le aveva detto che in quella situazione lei avrebbe dovuto essere il suo conforto e il suo sostegno.
Il padre di Abby invece... nessuno sapeva come aveva reagito. Non si era arrabbiato, o non aveva dato segno, non aveva urlato, non aveva cercato di negarlo... si era semplicemente seduto sul divanetto della sala colloqui con la testa nascosta nelle mani.
- Secondo voi come sta?- chiese il comandante Dodds.
- Starà recriminando e pensando a tutte le volte che ha trattato la figlia come una pezza.- fece Fin - Personalmente, sarò anche cinico, ma per me gli sta solo bene.- 
- Non sei troppo duro con lui?- fece Amanda.
- Se mi dice che a volte l'ha punita severamente perchè se lo meritava, allora cercherei di convincerlo che non è colpa sua se Abby si è comportata così.- fece Fin - ma se come dice la signora Smith, l'ha bistrattata anche quando non c'è n'era bisogno e l'ha umiliata anche quando cercava di comportarsi come una brava figlia, allora non può biasimare che sè stesso per quello che è accaduto.-
- La verità è che è sempre difficile fare i genitori...- fece Olivia domandandosi se sarebbe riuscita ad essere la stessa madre che era stata finora quando Noah sarebbe diventato un adolescente.
Se sarebbe riuscita ad essere severa, ad esercitare il pugno di ferro, ma senza perdere di vista l'obiettivo di far  capire a Noah che malgrado i litigi, le punizioni e i contrasti che avrebbero potuto avere, indipendentemente da quanto sarebbe stato grande lo sbaglio, lei avrebbe continuato ad amarlo incondizionatamente. 
Senza dire una parola, Barba entrò in sala colloqui e chiuse la porta dietro di sè.
- Mi sa che adesso Barba lo fa a pezzi.- fece Sonny. 
...
...
...
Mai ipotesi avrebbe potuto essere più sbagliata.
Barba si avvicinò con cautela all'uomo con cui da un paio di giorni condivideva lo stesso peso insopportabile, quello di non avere idea di dove si trovasse l'angolo più prezioso del suo cuore ne sapeva cosa gli fosse capitato. Non se la sentiva di dargli la colpa, di dirgli che se avesse agito diversamente con Abigail, se l'avesse educata meglio tutto quel dolore e quel calvario era facilmente evitabile... la consapevolezza che la figlia pur di scappare da lui era arrivata a prostituirsi era già una punizione sufficente. 
- Come si sente?- fece Barba.
- Credo che possa immaginarlo...- fece il signor Smith con gli occhi rossi di pianto - la mia bambina pur di scappare da me, è entrata in un giro di prostituzione...e io ancora non riesco a credere che sia vero...-
Barba gli versò una tazza di caffè e gliela offrì.
- Senta, io non voglio giudicarla...- fece Barba - però mi dica una cosa... perchè, nonostante i tentativi di Abby di dimostrarle qualcosa, lei non gliene fa passare una giusta?- 
Il signor Smith sorseggiò il caffè e rispose - Mi deve credere. Io sono orgoglioso di mia figlia.... è una brava studentessa, mi aiuta con l'albergo... se la tratto così è solo per farle capire che la vita è dura, perchè voglio che abbia un futuro migliore di quello di farsi insultare da clienti troppo lagnosi e servire ai tavoli per tutta la vita.- 
- Su questo mi trova d'accordo, ma ci sono modi e modi per fortificare una persona.- fece Barba, pur rendendosi conto di essere l'ultima persona del mondo a poter dire una cosa del genere. In fin dei conti, suo padre, da che lo conosceva non gli aveva mai rivolto una parola gentile, un complimento, una gratificazione... solo schiaffi, botte, calci, pugni a ripetizione. Così tanti che nelle rare occasioni in cui gli urlava addosso senza picchiarlo si preoccupava.
Quella era il modo del suo vecchio per '' fortificarlo''. Infatti, quando aveva ottenuto la borsa di studio per Harvard ed aveva iniziato a farsi conoscere nell'ambiente degli avvocati, invece di chiedergli scusa per il modo in cui l'aveva trattato, per le botte, e l'averlo anche chiuso fuori di casa al freddo per aver osato reagire a quelle angherie, gli aveva detto che tutto quello che aveva avuto, tutti gli obiettivi raggiunti e ciò che aveva conquistato lo doveva a lui e che il minimo che poteva fare per ringraziarlo era ospitarlo a casa sua, visto che dopo la separazione dalla moglie era senza un posto dove andare e in cassa integrazione. 
Lì non ci vide davvero più e gli disse chiaro e tondo che aveva una moglie e un figlio in arrivo di cui occuparsi e di non volere che quel bambino crescesse nella stessa casa di un uomo violento e alcolizzato.
''Un mal hijo nunca será un buen padre'', erano state le ultime parole che gli aveva sentito dire. 
Se aveva ragione il suo vecchio non lo sapeva, ma una cosa sì : aveva fatto del suo meglio con Christina. A volte sì, avevano litigato, per delle sciocchezze, ma non le aveva mai proibito niente. 
'' Tutto quello che ti chiedo è di darmi la prova che posso fidarmi di te''- non le aveva mai negato di prendersi una pausa dalla scuola, di tornare più tardi la sera, o anche di farsi un bicchierino con gli amici. A patto che glielo dicesse di persona.
Ed era oroglioso del risultato ottenuto, del legame di stima e fiducia reciproca che c'era tra loro.
- Lo so...- fece il signor Smith - e Dio solo sa quanto sono pentito di quello che le ho fatto passare... ma se ne avessi un'altra occasione... -
- L'avrà.- fece Barba mettendogli una mano sulla spalla - quando Abby tornerà a casa, le chieda scusa con tutto il cuore, le spieghi le sue motivazioni e le stia vicino.-
- E se non dovesse accettare le mie scuse?- fece Smith.
- Lei provi a dirle che anche i padri possono sbagliare.-
...
...
...
- Sei stato bravo con il signor Smith.- fece Olivia porgendo all'amico una tazza di caffè.
Barba sorrise tiratamente - Recriminare o litigare su quello che non si è fatto e che si poteva fare in questi casi è inutile, no?- 
Olivia annuì.
- Tu come stai?- 
- Come se dovessi avere una crisi isterica da un momento all'altro...- fece Barba massaggiandosi le tempie. Non sapeva davvero come faceva a non aver ancora avuto una crisi di nervi. E le ultime informazioni ricevute riguardo un giro di prostituzione minorile non erano confortanti.
Quando era sparita senza dirgli niente, senza avvisarlo, si era fatto mille domande su dove avesse sbagliato, cosa non aveva fatto, cosa le aveva fatto mancare.... poi era arrivata quella pista, quasi campata per aria, e aveva pregato in tutte le lingue che conosceva che non fosse la verità, che ci fosse un'altra spiegazione, ma allo stesso tempo sperava che fosse quella che presto gli avrebbe restituito la sua bambina.
Non sapeva cosa sperare.
Sapeva cosa voleva però. Rivoleva Christina a casa.
- Non so cosa pensare, non so cosa sperare, non so cosa mi devo aspettare...- fece Barba sul punto di scoppiare.
Olivia gli strinse la mano per cercare di calmarlo. 
- Rafaèl, te lo giuro. Dovessi smuovere tutta la costa occidentale, io te la riporto.-
Barba sorrise tiratamente.

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Capitolo 6
*** Il ritrovamento di Abby ***


L'idea  di creare un numero verde da contattare in caso qualcuno avesse avuto informazioni sulla scomparsa delle due ragazze si rivelò vincente. Poco dopo l'arresto degli abituè del mini-giro di prostituzione delle ragazze della Fairfield, arrivò la telefonata di un barista di Chelsea che dichiarò di aver visto Chris ed Abby intorno alle undici e trenta la notte della scomparsa.
Amanda e Sonny si precipitarono subito al locale in questione, il PlayHouse, che si trovava nella strada a fianco del bar in cui la mattina dopo la scomparsa era stata usata la carta di credito dell'avvocato Barba.
La prima cosa che Carisi fece nel locale fu mostrare nuovamente le foto al barista, per fugare ogni ragionevole dubbio.
- Sì, non ho dubbi.- fece il barista, un ragazzo sui trent'anni, alto, slanciato, occhi neri e capelli marroni e corti - Sono loro.-
- Complimenti per la memoria...- fece Sonny - Insomma, penso che in questo locale vengano ogni sera molte persone, molte ragazze...-
- Quella sera era un po' particolare.- fece il barista - Era la serata del VodkaMojito Night.-
- Vodka e Mojito?- fece Amanda strabuzzando gli occhi. 
- E' una combinazione che mi ha dato una mia amica che ha vissuto per un po' in Inghilterra, e che ci creda o no, funziona a meraviglia.- fece il barista con una punta di orgoglio nella voce - E nelle serate in cui lo servo, esauriamo sempre le scorte.- 
- Ok, torniamo alle ragazze.- fece Sonny - Ci serve sapere a che ora sono arrivate, cos'hanno fatto mentre erano qui, se sono andate via con qualcuno, se qualcuno dei clienti le ha importurnate...- 
Il barista alzò le mani come per dire -'' Si, ma rilassati''.
- Allora... sono arrivate intorno alle undici e trenta, e la rossa ha ordinato due shots.- fece il barista - La sua amica ha preso due shots dal banco del rinfresco e la sua amica ha  detto'' Se mio padre mi scoprisse sarei morta'', e lei ha risposto '' Te lo puoi permettere qualche piccolo scandalo nella tua vita''.
Hanno bevuto uno shot, solo uno, e poi si sono messe a ballare. 
Mezz'ora più tardi la bruna si è avvicinata al bancone e mi ha chiesto un bicchiere d'acqua.-
- In che condizioni era?- 
- Come se si fosse bevuta un intero negozio di liquori a stomaco vuoto.- fece il barista- sembrava ubriaca fradicia.- 
- Non è che hai messo troppo alcool nel drink e non lo ha retto....?- fece Amanda.
- Ci ho pensato, in effetti.... le ho dato l'acqua e la sua amica l'ha raggiunta e ha detto che l'avrebbe portata fuori a prendere un po' d'aria... non le ho più notate, ho pensato che avessero chiamato un taxi o i genitori per farsi venire a prendere.-
- Che ore erano?- fece Carisi.
- Mezzanotte meno venti.- fece il barista - ieri era giorno di chiusura, e ne ho approfittato per starmene a casa a dormire, e stamattina ho saputo della scomparsa....ho quasi avuto un mezzo infarto.-
Sonny e Amanda si guardarono. Sembrava sincero. 
- Possiamo avere una copia dei filmati?- fece Amanda.
- Ve li prendo.- 
..
..
..
I filmati confermarono la versione del barista. L' arrivo delle ragazze era avvenuto intorno alle 23,30 della notte della scomparsa ed erano andate via a mezzanotte. 
Nel video si vedevano Abby e Chris. Avevano bevuto un drink e poi si erano messe a ballare, per circa mezz'ora. Una mezz'ora durante la quale nessuno si era avvinicinato a loro, e non avevano bevuto altro.
 Poi Chris si era diretta verso il bancone, barcollando, e reggendosi in piedi a stento. Era quasi caduta, e sarebbe finita a  terra se non si fosse appoggiata al bancone. 
Il barman le aveva versato un bicchiere d'acqua, e anche lì non risultava le avesse versato qualcosa nell'acqua, e poi Abby l'aveva portata fuori.
Da lì in poi le loro tracce si perdevano. Barba non faceva altro che mandare il filmato avanti e indietro, riguardandolo all'infinito. Sembrava di guardare una di quelle persone che riguardavano Titanic per l'ennesima volta e che per l'ennesima volta speravano che la nave non colpisse l'iceberg. 
- Guardare quel filmato all'infinito, non servirà a cambiare il finale.- fece Olivia. 
Barba rispose, senza togliere gli occhi dallo schermo del tablet che riproduceva il video - Non sto guardando il filmato.... guardo mia figlia.- 
Da quando era iniziata quella storia, pensava che non ci fosse niente di peggio per un genitore che non sapere dove fosse il proprio figlio, non avere la minima idea di cosa gli fosse accaduto... invece qualcosa di peggio c'era.
Era vederlo soffrire, stare male, essere in difficoltà e non poter fare niente per aiutarlo.
Alzò lo sguardo con gli occhi lucidi. 
Olivia gli fu subito vicino.
- Ho paura Olivia.- fece Barba - e non immagini quanta....- 
- Sì invece.... ho un figlio anch'io, ricordi...?- fece la poliziotta cercando di calmarlo come poteva.
- Lei aveva bisogno di me.- fece Barba - Non lo so, forse non ha retto bene l'alcool, o forse qualcuno è riuscito a drogarla e non se n'è accorta, io non me ne sono accorto, e a quest'ora è chissà dove, terrorizzata e spaventata... sono passati due giorni, starà pensando che mi sono dimenticato di lei.- 
- No, questo non lo devi nemmeno pensare.- fece Olivia - Ascolta, niente di quello che è successo è colpa tua. Non potevi sapere quello che sarebbe successo, appena te ne sei accorto hai iniziato subito a cercarla...- 
- Sì. Dodici ore dopo che era sparita.- fece Barba - E in quelle dodici ore può essere successo di tutto.-
Tutto quello che riusciva a pensare in quel momento era che quella sera, come ogni settimana, avevano una prenotazione in un ristorante spagnolo per degustare la vera paella di Valencia. Si era attaccato a quel pensiero, a quell'appuntamento fisso, quasi sperasse che la figlia si sarebbe presentata a quell'appuntamento, ovunque fosse in quel momento.... quel pensiero era l'unico modo che aveva trovato per non impazzire.
- Le avevo promesso che non le sarebbe mai accaduto niente... che non avrei permesso a nessuno di farle del male...- 
- E' quello che vorrebbe ogni genitore del mondo. Proteggere il proprio figlio da tutto... persino dal rischio di prendere un raffreddore.... ma la verità è che per quanto possiamo sforzarci, i nostri figli avranno sempre i loro guai.-
- La verità è che non ci sono riuscito.- fece Barba - Quando Marisol è morta... io ero distrutto. La mattina mi svegliavo, e la prima cosa che pensavo era '' Ci sarà una bottiglia in casa?''... mi stavo già lasciando andare... e l'avrei fatto, se non fosse stato per quella creaturina che con i suoi pianti richiamava la mia attenzione.- 
Ancora non gli pareva vero che fosse accaduto. Era come rivivere la morte di Marisol. La sensazione era quella di scendere le scale, e all'ultimo scalino vi era un immenso salto nel vuoto. E lui quella sensazione la conosceva bene... si era resa reale nel momento in cui aveva dovuto lanciare la prima manciata di terra sulla bara in cui era chiuso l'amore della sua vita. Fino ad allora si era illuso come di vivere in un brutto incubo da cui aspettava di svegliarsi da un momento all'altro. 
- Tu hai saputo tirarti su, nel momento peggiore della tua vita, Rafaèl.- fece Olivia - e hai cresciuto da solo una figlia... sei riuscito a farle da madre e da padre allo stesso tempo. Non tutti ci riescono.- 
- Non l'ho protetta.- fece Barba - Quando... quando ho cominciato a fare il procuratore, mia madre lavorava tutto il giorno, tornava a casa solo per cambiarsi e dormire, non mi fidavo a lasciarla con una baby sitter... ha passato metà della sua infanzia con me, nei tribunali. E ne ha viste di cotte e di crude... io le avevo promesso che non avrei mai permesso a uno di quei ''signori'' di farle del male... Dios mio, chissà che starà pensando di me...- 
- Te lo dico io cosa sta pensando Christina.- fece Olivia - che suo padre non ha chiuso occhio e che sta lavorando come un matto per scoprire cosa le sia capitato e per riportarla a casa.- 
In quel momento, nell'ufficio del tenente Benson fece irruzione la madre del vice procuratore, palesemente sconvolta.
- Mamma....- fece Rafaèl alzandosi di scatto per poi rifugiarsi in un abbraccio materno. 
- Ma insomma...- fece la donna sforzandosi di sembrare arrabbiata ma senza troppo successo - devo venirlo a sapere da un notiziario, al ritorno da un convegno, che mia nipote è scomparsa?-
- Lo so, scusami... non ho avuto la testa di chiamarti....- 
- Sono stati due giorni molto lunghi.- fece Olivia.
- Avete scoperto qualcosa?- chiese Lucia Barba.
Con grande fatica, Olivia le raccontò che Chris e la sua amica Abby erano state coinvolte, senza che la prima potesse rendersene conto, in un giro di prostituzione minorile. 
- Assurdo.- fece Lucia - Mia nipote non farebbe mai una cosa simile...- 
- Non l'ha fatta infatti.- fece Barba - Abby, la sua amica, aveva problemi con i genitori. Il padre le vuole bene, ma purtroppo non è capace di dimostrarglielo, ed Abby ha iniziato a desiderare di andarsene da qui per non doverlo più sopportare...e Chris c'è finita in mezzo.- 
- Oh madre de Dios...- fece la donna passandosi una mano sulla faccia - Mi pobre sobrinita...-
In quel momento, Carisi entrò nell'ufficio di Olivia, e sembrava molto agitato. 
- Avvocato, forse ci siamo.- fece Sonny - Abbiamo ricevuto una segnalazione.... un tipo che stava andando nella sua casa negli Hamptons, lungo il tragitto dice di aver visto qualcosa dietro il guardrail.- 
- Qualcosa del tipo...?- fece Barba pregando in tutte le lingue che conosceva che non fosse il cadavere di una delle due ragazze. 
- La silouhette di una persona a terra. Una donna, molto giovane...- fece Carisi - hanno già chiamato l'elisoccorso e l'hanno portata al Bellevue.... era quasi sul confine.- 
- Oh signore...- fece Barba prendendo il cappotto per dirigersi in ospedale. 
'' Fa che sia lei, ti prego...'' 
...
...
...
Purtroppo le speranze dell'avvocato erano destinate ad essere deluse. La ragazza ritrovata, provata dagli stenti e piena di escoriazioni, era Abby.
In ospedale erano già presenti i genitori, angosciati ma sollevati che quei due giorni di paura fossero finalmente finiti. 
La squadra degli addetti stava perlustrando l'area attorno alla qualche era stata ritrovata Abby, ma di Christina non vi era nessuna traccia. 
- E' disidratata, e ha vistose escoriazioni sulle gambe e sotto la pianta dei piedi. Ha anche un gonfiore sulla guancia provocato da un taglio epidermico.- fece il medico.
- Uno schiaffo, in poche parole.- fece Olivia.
Il medico annuì.
- Tenente.- fece il padre della ragazza livido di rabbia - Deve trovare il figlio di puttana che si è permesso di mettere le mani addosso alla mia bambina!- 
- Certo.- fece Olivia - ma per farlo dovremmo parlare con vostra figlia, preferibilmente da soli, per sapere cosa è successo.- 
I genitori annuirono.
...
...
...
Liv entrò con Rafaèl nella camera della ragazza, che giaceva sul letto, pallida, smunta, disidratata e ferita. Aveva una flebo attaccata al braccio e sembrava esausta.
- Tesoro so che sei stanca e che hai paura...- fece Liv - Ma dovresti cercare di dirmi cosa è successo quella notte.- 
- Lui è.....?- 
- Sono il padre di Christina.- fece Barba. La ragazza  distolse lo sguardo, temendo la reazione dell'uomo - Ok, ascolta... io non sono qui per giudicarti. Pure io ho avuto un padre da cui avrei voluto fuggire un giorno sì e l'altro pure, e posso capire... e so anche che quando manca la comunicazione e l'affetto in famiglia, è normale andare a cercarlo altrove. E' così che gli imbroglioni e gli sfruttatori trovano qualcuno di cui approfittare.- 
- L'avvocato Barba non è in collera con te. E fidati, non lo sono nemmeno i tuoi genitori.... anzi tuo padre è davvero pentito.- fece Olivia.
- Davvero?- fece Abby incredula. 
- Sì.- fece Liv - Ascolta Abby. Tutto questo non è colpa tua. Ti sei trovata in difficoltà, e qualcuno ne ha approfittato. E fidati saranno loro a finire nei guai, non tu.- 
- Tutto quello che vogliamo da te... è sapere cosa è successo quella notte.- fece Barba - Tu e Chris eravate al Playhouse. Poi Chris non si è sentita bene e siete uscite. Da lì in poi che è successo?- 
Abby iniziò a raccontare. 
- Avevo un appuntamento con un cliente nella sua casa degli Hamptons. Dovevo farmi trovare al PlayHouse in attesa che venisse a prendermi. Non potevo andar via senza che Chris si facesse qualche domanda così l'ho portata con me. Contavo di dirle che sarei andata in una discoteca qua vicino...- 
- Sapendo che lei non ama le discoteche e che quindi si sarebbe equipaggiata per tornare a casa.- fece Barba. 
Abby annuì. 
- Ha bevuto un paio di shots... ma non li ha retti e dopo un po' ha iniziato a dire che non si sentiva bene, e che voleva tornare subito a casa... poi è arrivata la macchina.- 
- Sei in grado di descriverla?- 
- Un SUV nero con i finestrini oscurati.- 
- Numero di targa?- 
- Non ci ho fatto caso... era troppo buio. Mi spiace.- 
Barba si sforzò di sorridere - Ok... va bene. Lo troveremo comunque.- 
- Poi che è successo?- 
- Ho detto all'autista che Chris doveva essere riaccompagnata a casa.- fece Abby - e all'inizio ha detto di sì... poi però ha preso l'autostrada, e ha iniziato a dire che avrebbero pagato di più per un'altra ragazza... quando ho saputo che avrei dovuto fare sesso con più uomini e che Chris rischiava... ho avuto paura...- 
Liv guardò preoccupata il suo amico. Dirigrignava i denti, stringeva i pugni, sembrava che volesse squartare qualcuno personalmente ed un pezzo alla volta.
- Ho iniziato a gridare, chiamare aiuto, ma non c'era verso...- fece Aby con gli occhi lucidi - Ad un certo punto ho aperto la portiera della macchina e sono saltata fuori... lui mi ha inseguita... è sceso dall'auto e mi ha picchiata.... poi mi sono svegliata qui.... oddio, Chris è...- 
- Non lo sappiamo. Ma la troveremo.- fece Liv uscendo dalla stanza assieme a Barba che sembrava furente di rabbiosa impotenza.
- Se solo qualcuno si è azzardato a...- fece Barba - Non perdere tempo a cercare prove, indizi o argomentazioni per il tribunale. Gli spacco la faccia io stesso.- 
- Rafaèl, calma.- fece Olivia - Ho messo Carisi e Rollins nell'area delle ricerche, se siamo fortunati l'autista ha mollato Chris da qualche parte e a quella villa non c'è mai arrivata...- 
- Quindi... credi che sia ancora viva?- fece Barba con gli occhi che brillavano di desiderio di voler credere. 
- Quel bastardo ha mollato Abby perchè credeva di averla ammazzata, e tua figlia era K.O per colpa di due shottini, è impensabile che abbia ucciso Chris per un omicidio che non aveva visto.- fece Olivia - lei è viva. E la troveremo, dovessimo ispezionare tutte le auto del paese.- 

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Capitolo 7
*** Una tragica scoperta ***


Una volta rientrati in centrale, l'intera squadra si mise a lavorare di buona lena per rintracciare l'auto che quella notte aveva caricato Abby e Chris per condurle verso una villa in cui pareva essersi consumato un festino hard.
Cosa non facile con i pochi elementi che avevano in possesso.
- Per ora nessuna notizia per l'auto che le ha caricate...- fece Amanda sedendosi di fronte a Carisi con due bricchi di caffè, mentre l'italo-americano lavorava al pc - Tu invece?- 
- Sto facendo una ricerca sulle case negli Hamptons. Barba non può chiedere mandati per tutte le ville degli Hamptons. Pure se uno di loro avesse organizzato un festino con droga e minorenni dubito che verrebbe a dirlo a noi.- 
- Quindi?- 
- Se c'è una cosa che ho imparato con questo lavoro è che quando fai qualcosa di poco pulito, i panni sporchi non li nascondi in casa tua, perchè la polizia guarda lì prima che in qualunque altro posto.- fece Sonny - Ora. Quasi tutti i padroni delle case hanno degli alibi, e stando ai vicini la notte in cui è sparita Chris non hanno notato niente di insolito.... ma ho trovato una villa che è orientata più verso l'oceano che verso il centro.- 
- A chi appartiene?- 
- A nessuno.- fece Sonny - pare che l'agenzia immobiliare non sia riuscita a piazzarla, però è capitato che spesso qualche miliardario chiedesse di usarla per qualche festa perchè si era incapricciato di volere la festa di matrimonio, di laurea dei figli o altre occasioni simili sulla spiaggia.- 
Amanda osservò la foto e la descrizione della casa in questione - Spaziosa, sul mare, isolata... il posto perfetto per un festino a base di droga e minorenni.- 
- Dobbiamo dirlo a Barba.- 
...
...
...
- Ma ne siete sicuri?- fece Barba con gli occhi lucidi, speranzoso. 
- E' solo un'ipotesi, ma... è credibile.- fece Sonny - Non è questo il periodo in cui i miliardari vanno negli Hamptons, e comunque non ci andrebbero in piena settimana lavorativa... e negli Hamptons il passatempo preferito della gente è spettegolare sugli eccessi dei benestanti.- 
- Ha senso.- fece Olivia - Ho chiesto alla polizia degli Hamptons di chiedere alla gente del posto che abita in prossimità di una villa se sapevano qualcosa di una festa, la notte della scomparsa. Nessuno ha sentito niente.- 
- La villa su cui punto io però è costruita quasi sulla spiaggia, non verso il centro.- fece Sonny - quindi, anche se qualcuno ci fosse andato, avesse organizzato un festino hard e vi fossero stati problemi di qualunque tipo nessuno avrebbe saputo niente.- 
- Ma qualcuno deve pur aver versato un assegno, dei contanti per pagare.- fece Amanda - La villa è in affitto.- 
- Non ci troveremo nessun nome e nessun pagamento se era un abusivo.- fece Olivia - però possiamo tentare... puoi procurarci un mandato per i conti dell'agenzia e per perquisire la villa?- 
- Non farmi domande stupide.- fece Barba recuperando il cappotto, dirigendosi in tribunale. A costo di impegnarsi con favori di cui avrebbe potuto pentirsi in un futuro molto prossimo avrebbe trovato il modo di perquisire quella casa palmo a palmo. Non gli importava nulla di quello che avrebbero detto di lui. Che aveva chiesto dei favori per un motivo personale, che il suo comportamento era stato inadeguato per il ruolo che ricopriva. La verità era che non gliene importava niente. Di cosa avrebbe dovuto vergognarsi poi? Di aver fatto il suo dovere di padre? Di aver anteposto il bene di sua figlia, l'unica persona verso la quale aveva davvero dei doveri, alla sua carriera? Amava il suo lavoro, e la sensazione che provava quando riusciva a mettere uno scarto dell'umanità dietro le sbarre per un periodo di tempo a tripla cifra, ma Christina gli premeva di più. 
Era l'unica cosa che gli rimaneva dell'unica donna che aveva amato veramente, l'unica ragione che l'aveva fatto andare avanti dopo averla perduta e non avrebbe sopportato l'idea di perdere anche lei, con la consapevolezza di non aver fatto tutto quello che poteva fare per riportarla a casa.
...
...
...
L'Unità Speciale fu molto sorpresa di trovare Barba davanti alla villa quando arrivarono. 
- Come ha fatto ad arrivare prima?- fece Sonny. 
- Ho i miei metodi.- fece Barba - e ti basti sapere questo.- Poco dopo, la villa era piena di agenti che perquisivano ogni centimetro della casa e la squadra cinofila stava battendo palmo a palmo il giardino all'inglese. 
Barba si aggirava per la casa come un'anima in pena, guardandosi attorno, alla ricerca di un indizio o di qualunque altra cosa che potesse ricordargli sua figlia. Da una parte sperava che in quella casa non ci fosse mai arrivata, perchè sapeva come sarebbe finita... ok Abby era fuori gioco, almeno secondo colui che le aveva praticamente rapite, ma poteva anche aver tranquillamente ripreso la strada portando Chris al posto suo... si allentò la cravatta, sentendo che gli mancava l'aria a quel pensiero. 
- Rafaèl... tutto bene?- fece Liv.
Barba annuì - Sì... almeno credo.- 
Liv lo guardò impensierita. L'amico avvocato aveva gli occhi stanchi, ma allo stesso tempo quasi iniettati di sangue, e iniziava ad avere la barba incolta. Non era abituata a vederlo così trasandato... ma prima di allora non sapeva che il suo migliore amico, quello che sentiva quasi come un fratello, sarebbe stato vittima del peggior incubo di un genitore.
- Una volta mi hai detto di avere una casa qui... perchè non vai a riposarti lì per un po'? Ti chiamo subito se ci sono novità.- 
- Riposerò meglio quando sarò certo che mia figlia sta bene.- 
- Ma non le sarai di alcun aiuto se svieni.- fece Olivia - dammi retta.- 
- Tu che faresti se al posto di Chris ci fosse Noah?- 
A quel punto Olivia dovette arrendersi.
L'aveva colpita nel suo punto più vulnerabile.
- Touchè.- fece Liv. 
Sonny si avvicinò con aria preoccupata.
- Trovato qualcosa?- fece Olivia.
- Avvocato... se non sbaglio il giorno in cui è scomparsa Christina le aveva dato la carta di credito perchè comprasse un vestito per la festa della scuola.- fece Sonny. 
- Sì, me lo aveva fatto vedere su un giornale, era un prezzo ragionevole, le ho detto di sì...- 
- Quindi me lo sa descrivere questo vestito?- fece Sonny sperando di sbagliarsi.
- Era un vestito blu elettrico a maniche lunghe, non ricordo molti dettagli...- e qui gli si accese un campanello d'allarme - no.- 
Sonny abbassò lo sguardo, mostrandogli il vestito in questione dentro una busta per le prove. 
- Era nel cestino della spazzatura in un bagno. Ce l'hanno tutte le camere. E c'erano anche delle ballerine nere con il fiocchetto.- 
E la tragedia iniziò ad assumere toni melodrammatici.
...
...
...
La stanza in cui erano stati ritrovati i vestiti e le scarpe di Christina venne sigillata e sottoposta a tutte le analisi possibili ed immaginabili da parte della scientifica. Sul copriletto della camera da letto incriminata vi erano delle macchie, inequivocabili. 
Il letto era stato smontato e mandato al laboratorio per tutte le analisi del caso, ma sapevano tutti che era solo una verifica di conferma. Il copriletto macchiato e i vestiti nella spazzatura offrivano uno scenario tanto orribile quanto inequivocabile. 
- Rafaèl.... non abbiamo ancora le prove.- fece Olivia cercando di confortare l'amico - ci possono essere mille spiegazioni...-
- Ah si?- fece Barba - Dimmene una.- 
- La villa non appartiene a nessuno e viene data spesso in affitto, magari uno dei vecchi affittuari ha portato lì una prostituta o un'amante, si sono divertiti...- 
- Liv, por favor.- fece Barba - questa è una panzana che raccontano gli avvocati della difesa... come ci sarebbero arrivati i vestiti di Chris in quella stanza?- fece l'avvocato con gli occhi lucidi - cosa è successo lo sai meglio di me... Abby è fuggita, l'autista non voleva guai e ha portato Chris al suo posto... qualcuno l'ha stuprata, e poi.... oh Dios Mio.- 
- No, questo non devi neanche pensarlo, capito?- fece Liv andandogli vicino - Chris non è morta. E per quello che ne sappiamo potrebbe anche essere che sia riuscita a fuggire prima del tempo...- 
- E tu pensi davvero che l'abbiano lasciata in vita?- fece Barba - anche se fosse riuscita ad andarsene prima che... nessuno le avrebbe mai permesso di lasciare quella casa sapendo che poteva dirlo a qualcuno...-
- Magari allora l'hanno rinchiusa.- fece Liv - o forse si sta nascondendo da qualche parte, per paura.- 
- Abbiamo controllato tutte le stanze di quella garçonnière, incluse quelle chiuse a chiave, a quest'ora l'avremmo trovata... ho persino controllato la nostra casa negli Hamptons, chiamato tutti quelli che conosco...- fece Barba con gli occhi lucidi. 
Liv gli andò vicino per dargli un abbraccio, lasciando che l'amico si sfogasse tirando le veneziane, in modo che nessuno potesse vedere che il procuratore più temuto dei tribunali era sparito, per lasciare il posto ad un padre sconvolto ed affranto per quello che sembrava essere a tutti gli effetti l'omicidio con stupro di sua figlia.
Nemmeno lei voleva crederci, ma gli indizi da loro raccolti in quella casa lasciavano spazio a poche speranze di ritrovare Christina ancora viva. Non lo aveva ancora detto a Barba, ma aveva incaricato Carisi e Rollins di coordinarsi con la polizia degli Hamptos per il dragaggio, anche se dubitava che avrebbero recuperato il corpo della povera Chris dopo due giorni... però aveva detto loro di fare un'altra cosa.
...
...
...
- Come sarebbe a dire che non può darci quest'informazione?- fece Amanda rivolgendosi al responsabile dell'agenzia immobiliare, un uomo sui quarant'anni, basso, tarchiato, capelli grigi ed occhiali piccoli e tondi - Gli Hamtons fanno parte della contea di New York, ergo questo mandato è valido.- 
- Si, ma vede uno dei motivi per cui ques'agenzia è la migliore del circondario è la capacità di dare al cliente esattamente ciò per cui ha pagato.- fece l'uomo - non siamo di quelli che promettono una casa popolare e poi rifila una topaia, se i clienti mi chiedono riservatezza, io gliela do per contratto.- 
- Forse non ha capito cosa le stiamo dicendo...- fece Sonny - Nella villa che voi avete affittato non più tardi di tre giorni fa, è stato commesso uno stupro e forse un omicidio.-
'' Dio ti prego, fa che non sia così''
- Qualunque vincolo di riservatezza, accordo per la privacy, decade nel momento in cui viene commesso un crimine.- fece Sonny - ed è esattamente quello di cui stiamo parlando.- 
- Le posso assicurare, che i nostri clienti non farebbero mai una cosa del genere.- fece l'uomo.
- Ooh, e sentiamo come mai ne è tanto sicuro?- fece Amanda - perchè le pagano milioni anche per solo una serata? Magari con qualche mancia molto sostanziosa.-
- Detective non le permetto.- fece il proprietario dell'agenzia, per niente contento della piega che aveva preso quella conversazione - abbiamo sempre avuto una clientela rispettabile, da sempre e da anni.-
- Beh, c'è sempre una prima volta per tutto.- fece Amanda.
- Mi stia bene a sentire.- fece Sonny con il tono di chi non era disposto a sentire repliche, se o ma - Ci dica chi ha pagato per quella sera e una pianta della casa. Oppure la arresto.- 
- Per cosa?!?- fece l'uomo visibilemente spaventato. 
- Beh, tanto per cominciare di intralcio alla giustizia.- fece Sonny - Poi ci possiamo mettere concorso in stupro, favoreggiamento in omicidio, ah, e dovremo anche chiamare l'FBI perchè la complicità in istigazione alla prostituzione è un reato federale. Che dice, avrà dei clienti ricchi e raccomandabili dopo questa pubblicità?- 
A quel punto, il titolare dell'agenzia cedette. 
Dal registro risultò che il pagamento era stato fatto online e che il cliente che si firmava con il nickname di '' Cavaliere Bianco'' aveva versato senza nessun accordo, di sua spontanea volontà, una caparra di 300.000 dollari, ma il pagamento era stato effettuato da un indirizzo IP ormai disabilitato e ciò rendeva impossibile risalire a chi aveva pagato, dato che l'alba della mattina dopo la scomparsa, prima che qualcuno potesse accorgersi che qualcosa non andava, aveva versato un milione di dollari. 
- Trovare chi ha messo in piedi questo inferno sarà impossibile.- fece Amanda. 
- Già...- fece Sonny - a questo punto l'unica possibilità è controllare tutte le ditte di car sharing. Dubito che chiunque sia stato lì ci sia andato con la sua auto. Al momento... è tutto quello che abbiamo.- 
- A proposito, perchè hai voluto pure la pianta della villa?- chiede Amanda. 
- Perchè spero in tutti i modi possibili ed immaginabili che ci sia qualcosa che riveli un passaggio nascosto, una stanza segreta o talmente in disuso che se ne è persa memoria in cui potrebbe essere stata rinchiusa o da cui è riuscita a scappare...-
- Carisi.- fece Amanda - Una delle cose che apprezzo di te è l'entusiamo e l'incapacità di mollare, ma per favore siamo razionali.
Passaggi segreti e stanze nascoste? Parliamo di una villa costruita in epoca moderna, non di un antico castello medievale... è un'idea folle.- 
- Anche l'idea di dover portare i fiori sulla tomba di tuo figlio lo è, se è per questo.- fece Sonny - lo so, è un'idea folle, ma finchè ci sarà anche un minimo bagliore di speranza sul ritrovarla viva non possiamo arrenderci.- 
- Per ora cerchiamo di capire a quale agenzia era intestato il SUV. Torniamo da Abby, magari ricorda un particolare di quella macchina.- fece Amanda.
Carisi annuì. 

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Capitolo 8
*** Un terribile tradimento ***


Subito dopo il loro ritorno dagli Hamptons, Amanda e Carisi si diressero a Soho, all'hotel dei genitori di Abby.
La ragazza, dopo essere stata dimessa dall'ospedale, era rimasta sommersa dalle cure e dalle dimostrazioni d'affetto di tutti coloro che erano presenti nella struttura, dai genitori al più umile dei lavapiatti.
In particolar modo dal padre, che seguendo il consiglio dell'avvocato Barba aveva deciso di dedicare meno tempo agli affari, all'albergo per dimostrare alla figlia quanto le volesse veramente bene e per chiederle perdono di essere stato così sciocco da pensare che le umiliazioni fossero un valido metodo educativo e del dar per scontato che la figlia sapesse che nonostante tutto la amava profondamente.
Quando la ragazza, quasi sepolta sotto le coperte, nella sua camera da letto li vide arrivare chiese con voce titubante - Avete... avete trovato Chris...?-
Amanda fece di no con il capo. 
- No Abby...- fece la poliziotta - purtroppo no. E abbiamo il sospetto che Christina sia stata stuprata alla festa.- 
Abby sbiancò, mentre il padre le stringeva la mano. 
- Oh mio Dio...- fece l'uomo pallido come un cadavere, pensando a cosa stava per subire la sua creatura. 
- Abby.- fece Carisi - ti eri cacciata in un inferno. Tu nei sei uscita, ma Chris ha bisogno di aiuto per tornare a casa. Perciò, se sai qualcosa, se ti ricordi anche solo un dettaglio della macchina che vi ha caricate o qualcuno che doveva esserci a quella festa... devi dircelo.- 
- Ve l'ho detto, non mi ricordo altro...- fece Abby - Tutto quello che ricordo è che era un SUV nero con i vetrini oscurati.- 
- E non ti ricordi qualche dettaglio che possa ricondurci alla compagnia che l'ha messa a disposizione?- fece Amanda.
Abby fece cenno di no con il capo.
- No. Era buio, non ci ho fatto caso, e non avevo preso in considerazione che qualcuno avrebbe cercato di ammazzarmi.- fece Abby. 
Il padre di Abby si alzò. 
- Per favore, andatevene adesso. Per favore.- fece l'uomo implorandoli con lo sguardo. 
A quel punto i due decisero di andarsene.
...
...
...
Sonny non tornò alla centrale con Amanda. Una volta usciti dall'albergo, il detective italo-americano ricevette una telefonata da parte di una persona che sosteneva di avere delle informazioni di rilievo sulla sparizione di Christina Barba e gli aveva chiesto di raggiungerlo immediatamente al Lulu's Cafè, ad Astoria.
Quell'uomo era Eddie Garcia. Il terzo amico d'infanzia di Alex Munoz e Rafaèl.
- Grazie per aver accettato di incontrarmi.- fece Eddie.
- Di niente.- fece Carisi sistemando il cappotto sulla sedia, per poi prendere posto - ma può dirmi chi è, e perchè dobbiamo incontrarci come due cospiratori?-
- E' una faccenda un po' delicata... io mi chiamo Eddie Garcia... e sono un amico di vecchia data di Rafaèl.- 
- Ah si, mi pare che abbia parlato di lei un paio di volte... se non erro lei, l'avvocato e il futuro sindaco eravate inseparabili da bambini...- fece Sonny mentre la cameriera portava loro il caffè che avevano ordinato -grazie.- 
- Sì esatto... poi ci siamo persi di vista.- fece Eddie - Lavoravo come secondino a Rikers, ma purtroppo ho perso il lavoro perchè dovevano assumere il figlio di un pezzo grosso, e ho un una ex moglie che mi perseguita per gli alimenti. Alex è venuto in mio aiuto.- 
- In che modo, se non sono indiscreto?- 
- Lavoro per lui come autista personale... soprattutto quando non vuol far sapere alla moglie o all'agenzia a cui si rivolge di solito dove va.- 
Sonny lo guardò stranito.
- Un'amante?- 
- Sì, all'inizio l'ho pensato anch'io.- fece Eddie - Io sono cattolico. Quindi...- 
- La capisco. Sono cattolico anch'io.- fece Sonny - e sono cresciuto in un ambiente in cui tradire il proprio coniuge, sia esso marito o moglie, è equiparabile all'omicidio.- 
Eddie annuì, vedendo che si intendevano.
- Sua moglie Yelina è una nostra vecchia amica. Ed è anche... l'ex fidanzata di Rafaèl.- 
- Come....?- fece Sonny incredulo. Quell'uomo in quei giorni gli stava facendo una sorpresa dietro l'altra. Prima saltava fuori che era sposato e rimasto vedovo, poi padre di un'adolescente e adesso saltava fuori un amore di gioventù. Iniziò a pensare che forse i pazzi che andavano in giro con i cartelli ad urlare '' La fine è vicina'', non erano poi così pazzi.
- Sì. Alex ha sposato la ragazza di Rafaèl.- fece Eddie.
- Ma immagino che tu non mi abbia chiesto di venire qui per raccontarmi la versione di Beautiful della vostra infanzia.- fece Sonny strappandogli un sorriso. 
- No infatti.- fece Eddie - Ascolta, io sono molto grato ad Alex per avermi dato questo lavoro e per quello che ha promesso di trovarmi una volta sindaco... ma io non potevo permettermi la scuola, e se non era per Rafaèl che mi ha insegnato prima a leggere e scrivere e poi mi ha aiutato con la scuola serale, sarei rimasto un analfabeta. - 
- Eddie. Vieni al punto.- 
- Ok. La sera in cui è scomparsa la figlia di Rafaèl... alla villa c'ero anch'io.- fece Eddie - lavoravo come autista... e l'ho vista.-
Sonny si guardò attorno, per essere sicuro che nessuno stesse ascoltando. Malgrado si sforzasse di essere normale, in quel momento sembrava davvero un cospiratore. 
- Voglio i dettagli.-
Eddie mandò giù un sorso di caffè prima di iniziare con quello che era il racconto di una notte di terrore.
...
...
...
Carisi tornò da quell'incontro pallido come un cadavere e allo stesso tempo pieno di voglia di colpire qualcuno. Ringraziò il cielo che Barba non fosse presente in quel momento. Quello che era emerso dalla conversazione con Eddie Garcia non era qualcosa che un essere umano riusciva ad accettare. Il fatto che succedesse sempre più di frequente non significava certo che fosse giusto o normale. Non era normale che fosse normale. Davvero non sapeva come e dove avrebbe trovato il coraggio di dirlo a Barba. 
Intanto dovette trovare il coraggio per dirlo al resto della squadra e a Dodds.
- Fatemi capire.- fece Dodds - New York vanta una popolazione di circa otto milioni e mezzo di abitanti... e voi mi venite a dire che tra tutta questa gente, il principale sospettato per lo stupro e forse l'omicidio della figlia di un procuratore è proprio il candidato alle elezioni per la poltrona da sindaco, Alex Muñoz?-
- In una parola, si.- fece Olivia - Capo, ormai lo dovrebbe sapere. Qui all'Unità Speciale non facciamo la selezione tra le vittime, e non possiamo scegliere i colpevoli.- 
- Lo so, ma parliamo di un uomo amato e ben voluto da tutta la città. Organizza campeggi per bambini disabili, punti di consulto per disoccupati, finanzia le università della terza età... accusarlo di capi d'accusa così gravi non è una cosa da fare a cuor leggero.- fece Dodds - piuttosto, siete sicuri che questo tizio... Eddie Garcia sia affidabile?- 
- Io penso di sì.- fece Carisi - Ho richiesto un accertamento patrimoniale. Eddie Garcia economicamente parlando è a pezzi. Solo lavori saltuari, ma non bastano a coprire le spese che deve sostenere per il divorzio... però ci sono dei versamenti molto corposi in contanti, e in quei giorni lavorava per Muñoz.-
- Perchè dovrebbe mordere o tradire la mano che lo nutre, se non ci fosse un motivo più che valido?- fece Amanda. 
-  Magari il suo vecchio amico d'infanzia gli ha detto che non poteva più aiutarlo, o gli ha dato meno di quanto pattuito e vuole vendicarsi...- fece Dodds - o sperava di far leva su Barba usando la figlia per spillargli dei soldi.- 
- No, io non credo che sia per quello.- fece Sonny - e poi perchè, se fosse così, dirlo a me invece che al diretto interessato?
Voi non l'avete guardato in faccia... Eddie era molto turbato.-
- Lo capisco...- fece Liv. Barba gli aveva parlato, molto tempo prima, dei suoi amici d'infanzia e di come si erano separati. Dei tre, solo Rafaèl aveva ottenuto una borsa di studio per Harvard, mentre Eddie aveva dovuto ripiegare sulla scuola serale, ed Alex era andato alla Fordham e del lavoro che aveva fatto nel quartiere. A poco a poco si erano persi di vista e si erano visti sempre di meno, specie dopo che tutti e tre avevano formato una loro famiglia. 
Gli aveva anche raccontato di come Alex si fosse preoccupato di aiutare economicamente Eddie, il quale però era sempre stato troppo orgoglioso per accettare in prestito o in regalo del denaro da parte di un amico, preferendo lavorare per Alex ed essere consapevole di essersi guadagnato i soldi. 
Rafaèl invece aveva spesso impiegato il tempo che non usava per farsi in quattro e guadagnarsi la borsa di studio per Harvard, per aiutare Eddie ad uscire dall'ignoranza a cui il Bronx destinava almeno la metà dei suoi abitanti. 
Eddie doveva qualcosa ad entrambi. Alex lo stava aiutando in un momento di grande difficoltà, ma Rafaèl gli aveva concesso un'opportunità. E dovendo scegliere, aveva preferito aiutare Barba. 
- Ok, ripartiamo dal principio.- fece Liv - Cosa ti ha detto esattamente?-
- Che il signor Uomo del Popolo lo ha assunto come autista per portarlo ad una festa negli Hamptons.- fece Sonny - E' rimasto fuori per tutto il tempo, e secondo lui tra la mezzanotte e l'una della notte della scomparsa, ha visto Christina uscire dalla villa, in stato alterato.- 
- Nel senso che era fatta, ubriaca...?- fece Liv. Per lo meno adesso sapevano che l'ultima volta che era stata vista da qualcuno era ancora viva.
- Non lo sa, ma di certo era spaventata...- fece Sonny - Eddie ha detto di essersi avvicinato a lei per assicurarsi che stesse bene e che Chris si è messa ad urlare che voleva tornare subito a casa, e che non sapeva dove fosse la sua borsa e il suo cellulare.- 
- E lui che ha fatto?- fece Fin. 
- Le ha detto che l'avrebbe accompagnata fino a Manatthan.- fece Sonny - sulle prime Chris non ne voleva sapere, ma l'alternativa era farsi tutta la strada a piedi... e ha detto che per tutto il viaggio non ha fatto che piangere, tremava come una foglia e stava raggomitolata su sè stessa.- fece Sonny.
E a quel punto non ci furono più dubbi su cosa  fosse successo in quella casa, e cosa la ragazzina avesse dovuto subire.
Il classico comportamento di chi aveva appena subito uno stupro, o comunque attenzioni poco gradite. 
Liv sospirò. Aveva sperato fino all'ultimo di poter dire a Barba che per lo sperma nella camera in cui era stata presumibilmente rinchiusa la figlia c'era un'altra spiegazioni lontana anni luce da quella che la palese e tragica verità.
Purtroppo, in quel lavoro, erano poche le volte in cui era possibile equivocare. 
- Ok, poi che è successo?- fece Fin. 
- Ha detto che Alex Muñoz lo ha cercato sul cellulare per chiedergli dov'era e per farsi venire a prendere, e Chris ha iniziato a gridare e sbraitare... e poi è scesa dalla macchina.- fece Sonny. 
- E la domanda che sorge spontanea è...- fece Fin - perchè se ha riconosciuto in quella ragazza la figlia di uno dei suoi amici d'infanzia, ha aspettato quasi tre giorni prima di chiamare la polizia?- 
- Avrà avuto un conflitto interiore.- fece Amanda - Non dimentichiamo che Muñoz lo aiuta economicamente, si sarà sentito in colpa verso di lui, e avrà avuto paura per la sua situazione... deve mantenere un ex moglie, è nel mezzo di una battaglia legale per l'affidamento del figlio, deve occuparsi della madre disabile, più le sue spese... i soldi non crescono mica sugli alberi.- 
- E potrebbe anche non averla riconosciuta subito.- fece Sonny - Vi ricordate il vestito che abbiamo trovato in quella stanza?- 
- Si.- fece Amanda - la scientifica lo ha esaminato. Nessuna traccia di fluidi organici, ma nel cartellino con le istruzioni di lavaggio c'erano impigliati dei capelli, e corrispondono al materiale organico prelevato dalla spazzola di Chris.- 
- Bene, Eddie ha detto che la ragazza che ha soccorso e che poi è scappata indossava un tubino nero in pad dan con le scarpe ed era truccata molto pesantemente.- fece Sonny.
E a quel punto la dinamica era chiara. Pensando di aver ucciso Abigail, l'autista aveva proseguito verso la '' villa degli orrori'' dove aveva provato a far passare Chris per la ragazza che avrebbe dovuto incontrarsi con il facoltoso cliente e le aveva cambiato i vestiti e il trucco per non far capire che si trattava di un'altra ragazza, e l'aveva messa in una stanza, mentre era ancora sotto l'effetto dell'alcool.
Chris doveva essersi ripresa mentre qualcuno, probabilmente il candidato Muñoz, abusava di lei, era corsa fuori ed Eddie l'aveva soccorsa... e per ultimo, temendo che Garcia la stesse riportando dall'uomo che l'aveva appena stuprata era scappata via. 
A quel punto avevano una notizia buona e due cattive.
La prima era che Chris era riuscita ad andarsene da quella casa con le sue gambe. 
Le brutte erano che che la ragazza quasi certamente era stata stuprata e che con tutta probabilità l'aggressore era niente di meno che un amico d'infanzia del padre, e dunque da una persona che a tutti gli effetti Chris poteva considerare come uno zio. 
- Freniamo un attimo.- fece Dodds - Ok, sappiamo che sia Muñoz che Chris erano insieme a quella festa, ma questo non dimostra che lui l'abbia stuprata.- 
- E perchè avrebbe dato di matto solo a sentire che l'uomo che l'aveva soccorsa aveva a che fare con lui?- fece Sonny - No, si fidi, Muñoz le ha fatto qualcosa di terribile.- 
- E come pensate di dimostrarlo?- fece Dodds.
- C'è lo sperma sul letto della stanza.- fece Fin. 
- Ma non abbiamo niente con cui compararlo e non credo che se Muñoz c'entra qualcosa con questo schifo si sottoporrà al prelievo.- fece Amanda. 
- Forse non è necessario che collabori.- fece Sonny - è una carica pubblica, giusto? Quindi ha depositato le impronte digitali appena ha avuto una carica, e le impronte digitali sono composte da grasso e sudore, non dovrebbe essere difficile ricavare il DNA.- 
I suoi colleghi lo sguardarono sbigottiti.
- Che c'è?- fece Sonny. 
Fin bisbigliò ad Olivia -'' Ehy, ma questo da dove è uscito?''
Olivia, per la prima volta dopo giorni sorrise divertita. Ma quell'attimo di divertimento era destinato a durare poco. Avrebbe dovuto informare Rafaèl che il suo amico fraterno era coinvolto nello stupro della figlia. 
Non sapeva come e dove avrebbe trovato il coraggio.
...
...
...
Pensare a come trovare il coraggio di parlare con Barba a riguardo era stata una tortura... ma passare ai fatti fu straziante. 
Barba crollò sulla sedia, mentre Olivia gli versò un bicchiere di whisky per fargli riprendere un po' di colore.
- Carmen, chiama un'ambulanza...- fece Olivia dandogli dei colpetti sul viso. 
La segretaria dell'avvocato si attivò immediatamente, salvo fermarsi quando sentì la voce del suo capo dire - Carmen lascia stare... sto bene...- 
- Sicuro? Sembri un lenzuolo...- fece Olivia.
Barba non rispose e mandò giù il bicchiere tutto d'un fiato. 
- Io non ci credo... non riesco a crederci... è stato il suo padrino di battesimo.- fece Barba - e Alex lo conosco da una vita, così come conosco Eddie... ha a cuore la gente, è diventato capo comunità, ha potenziato la rete di sicurezza per ragazzi che hanno una famiglia disastrata, creato posti di lavoro per i disoccupati, ha fatto un gran lavoro per questa città, lo conosco bene, non farebbe mai del male a nessuno.- 
- Pensavi di conoscerlo anche quando si è portato a letto la tua ragazza.- fece Liv - Rafaèl. Alex non è più la persona che conoscevi.-
- C'è.... c'è una possibilità che fosse presente ma che non sia lui quello che le ha fatto del male?- fece Barba speranzoso.
Liv dissentì. 
- Abbiamo confrontato il DNA dello sperma sul letto della camera incriminata con quello estrapolato dalle impronte digitali che ha depositato quando ha avuto il suo primo incarico.- fece Olivia porgendogli un foglio con il logo del dipartimento di Medicina Legale di New York - e questo è il referto.- 
Barba lo prese ed una volta letto sgranò gli occhi.
Una corrispondenza perfetta.
Alex Muñoz, il suo migliore amico da quando aveva imparato a parlare, la persona che aveva ammirato di più e che considerva come e più di un fratello, aveva violentato sua figlia. Magari mentre era ancora svenuta ed incapace di difendersi... e davanti agli occhi gli apparve un'immagine  terribile.
Quella della sua creatura che aggrappandosi disperatamente ad un barlume di lucidità cercava di spostare un uomo di trent'anni più grande di lei... forse lo aveva addirittura riconosciuto in quello che le comprava i dolcetti e le caramelle quando era piccola, e lo aveva supplicato di lasciarla stare, magari aveva provato a chiamarlo con la voce rotta per dire '' Papà, ti prego, vienimi a prendere!!!'' ma non c'era riuscita... e lo sconcerto e l'incredulità si trasformarono presto in una collera tanto silenziosa quanto devastante. 
Si alzò di scatto e recuperò la giacca.
- Dove vai?- 
- A fare due chiacchiere con il futuro sindaco. Tu tieniti pronta ad arrestarlo.- 
...
...
...
Barba si presentò a casa di Alexe Yelina all'ora di cena, e la padrona di casa lo invitò a trattenersi con loro per poter parlare con calma, cercando di costruirgli attorno un clima sereno e di calore, cercando di aiutarlo a sostenere il peso di quello che stava succedendo. Barba era concentrato. Doveva solo essere pronto a colpire.
- Beatriz e Angela?- fece Barba vedendo che le figlie di Yelina ed Alex non erano nei paraggi.
- Beatriz è al Logan Hotel per un seminario della Colombia.- fece Alex - Angela invece è andata a cena e al cinema con alcune amiche.- 
- Lo so che pare incredibile, lasciarle uscire, dopo quello che è successo con Chris...- fece Yelina offrendo da bere al loro vecchio amico ed ospite - ma non possiamo vivere nel terrore.- 
- A proposito di Christina...- fece Alex - ci sono novità?- 
- Dillo tu a me.- fece Barba guardandolo nello stesso modo in cui guardava un delinquente il aula. 
Alexsi raggelò subito. 
Yelina invece non pareva capire cosa stesse succedendo tra il marito ed il suo amore di gioventù. 
- Co...come prego...?- fece Alex cercando di salvarsi in calcio d'angolo.
- Non fingere di non capire. Lo dovresti sapere che con me la sceneggiata del finto tonto o di quello che cade dal pero non funziona.- fece Barba - ma come hai potuto guardarmi in faccia ed offrirmi il tuo supporto, sapendo quello che avevi fatto?- 
- Alex, ma di che sta parlando?- fece Yelina sempre più confusa. 
Alex tentò di giustificarsi, ma Barba fu più veloce e le mostrò il referto del DNA che provavano la presenza di Alex alla villa in cui Chris era stata vista per l'ultima volta in quella maledetta notte - Di questo.- disse lapidario mettendolo sulla tavola.
Appena la poverina ebbe letto il contenuto di quel foglio quasi sentì di svenire. 
- Oh Madre de Diòs....- 
- La notte in cui è sparita mia figlia...- fece Barba rivolto a quello che ormai considerava un bersaglio da abbattere - Tu eri lì. Chris era incoscente, perchè non reggeva l'alcool... e qualcuno l'ha stuprata.- 
- Alejandro...- fece Yelina guardandolo con lo sguardo di una moglie che voleva disperatamente credere all'innocenza del marito nonostante avesse appena sbattuto la testa contro la palese e contraria verità - ti prego dimmi che non è vero...- per poi rivolgersi a Barba - deve esserci un errore... Alex era ad una festa con alcuni imprenditori...- 
- Oh sono certo che fosse ad una festa con gente importante... solo che ha omesso di dirti che era un festino a luci rosse.- fece Barba.
Alex cercò di difendersi - Ascolta... io... io non sapevo che fosse tua figlia...- 
A quel punto Barba perse le staffe e sbattè un pugno sul tavolo  facendo cadere i bicchieri, la bottiglia di Dom Perignon e la saliera, al punto che persino Alex ne ebbe paura.
- La mia o quella di un altro non ha importanza.- fece Barba stringendo i pugni così forte da sentire le unghie conficcarsi nel palmo delle mani - Tu... hai avuto rapporti con una ragazzina che ha meno di diciotto anni, incapace di intendere e volere. Per la legge è stupro di primo grado, con tanto di aggravanti.- 
Il suono del campanello distrasse i presenti per un attimo. 
- Ho detto alla polizia che non ami gli scandali e che non ti sottrarrai all'arresto.- fece Barba - non deludermi. Almeno stavolta.- 
Poco dopo Olivia ammanettò il padrone di casa, mentre la moglie era crollata sul pavimento, sconvolta ed in lacrime mentre il vice procuratore fissava l'ex amico con odio e disprezzo, pensando a quanto fosse stato idiota nel giustificare, perdonare ed idolatrare un uomo che malgrado avesse tutto quello che si poteva desiderare... amore, rispetto, famiglia, avesse deciso di buttare tutto via in quel modo, stuprando una bambina innocente.
Non avrebbe più commesso l'errore di farsi incantare da Alex Muñoz .

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Capitolo 9
*** Il ritrovamento ***


Poco più tardi, Alex Muñoz venne condotto in stato di arresto all'Unità Speciale. La voce che il candidato sindaco che le persone meno considerate e meno abbienti della city aspettavano da tutta la vita, era solo l'ennesimo politico corrotto e coinvolto in uno scandalo di droga e festini con minorenni, aveva rapidamente fatto il giro dell'unità.
Nessuno lo acclamava, nessuno applaudiva, nessuno sorrideva. Per il politico cubano non vi erano che occhiate di mero disprezzo. 
Sua moglie Yelina lo aveva preso a schiaffi e pugni davanti a tutti urlando -Cómo puedes hacer esto, tenemos dos hijas casi de la misma edad que esa chica!- tanto che un agente dovette trattenerla, per poi scoppiare di nuovo in lacrime. 
Quando fu portato in sala interrogatori, Barba rimase dall'altra parte del vetro e fissava l'ex amico con gli stessi occhi con cui avrebbe fissato un attaccapanni. 
Alex se ne stava seduto, nascondendo il viso tra le mani, ma non provava la minima pena per lui. Solo rabbia e disgusto. 
Non riusciva ancora a capacitarsi che il suo amico più caro, la persona che aveva ammirato di più da quando aveva avviato il processo di socializzazione secondaria, la persona da cui si era sempre rifugiato ogni qualvolta che suo padre aveva sfogato su di lui il suo senso di inferiorità, spesso sbattendolo fuori casa di notte, anche in Dicembre inoltrato fosse solo uno dei tanti individui etichettati come merce avariata che sbatteva in galera e che come vittima avesse scelto proprio la sua Chris.
- Maldito sea, maldito sea ...- borbottava stringendo i pugni per poi diregersi verso la porta. Olivia lo bloccò. 
- Dove pensi di andare?- 
- A fargli sputare la verità.- fece Barba.
- Scordatelo. Non sei lucido, e in questo stato potresti anche...-
- Non ho intenzione di fare sciocchezze. Per ora.- forse lo avrebbe massacrato, ma DOPO avergli fatto dire cosa ne aveva fatto della sua bambina. 
- Non posso lasciartelo fare.- fece Liv - Lascia che ne occupino Rollins e Carisi.- 
Barba lo guardò con rabbiosa impotenza prima di arrendersi.
- Ok.- ma se i due detective non fossero riusciti a cavare un ragno dal buco, sarebbe entrato lui stesso in quella stanza e gli avrebbe fatto sputare la verità assieme al sangue e tutti i denti.
...
...
...
- Dov'è Rafaèl?- fece Alex appena i due detective entrarono - devo parlargli... devo chiedergli scusa.- 
- Lei ha già fatto abbastanza, mi pare.- fece Amanda trattenendo a stento il desiderio di azzannarlo alla gola. E dallo sguardo di Carisi, poteva vedere che anche il collega stava per cedere a quel desiderio. 
- E poi che pretende?- fece Sonny - ha violentato sua figlia, pensa che sia una cosa che potete risolvere davanti ad una birra?-
- Giuro che non le avrei mai fatto del male!- fece Alex - Insomma... Chris per me è come una nipote.- 
Sonny lo infilzò con lo sguardo - Sa, io ho due nipoti. Una all'ultimo anno di liceo, l'altra ha due anni. E se per caso un giorno mi sfiorasse anche solo il pensiero di fare a loro quello che lei ha fatto a Chris, mi sparerei in bocca.- fece il detective italo-americano guardando Muñoz con odio e disprezzo. Quell'uomo aveva distrutto in un colpo solo tutte le persone che gli volevano bene: sua moglie, le sue figlie, Barba e Christina. E per che cosa poi? Per togliersi uno sfizio. 
- Scommetto che lei nemmeno questo, avrebbe il coraggio di fare.- fece Amanda lapidaria - Dov'è Chris?-
- Non lo so. Giuro che non lo so.- fece Alex piagnucolando. 
- Sì, ne inventi un'altra.- fece Sonny sarcastico - Forse lei non ha capito, ma si trova in una gran brutta situazione. Abuso sessuale, induzione alla prostituzione... come minimo sono dai trent'anni all'ergastolo.- 
- Ergastolo sicuro, se ha pure il sangue di Christina sulle mani.- 
- No, io non c'entro.- fece Alex - Ok. Mi piacciono le ragazze più giovani. Lo ammetto. Ma non avevo idea che qualcuno in quella casa avesse portato una minorenne.... andiamo...- qui si rivolse a Sonny - lei quando rimorchia chiede la carta d'identità?- 
- No, ma se la ragazza in questione fosse svenuta, ubriaca o incapace di dare un consenso esplicito, io mi fermerei.- fece Sonny - lei non ha nessuna scusante. La galera non gliela leva nessuno, ma le offro la possibilità di salvarsi l'anima per quanto possibile. Ci dica tutto quello che sa di questa storia.-
Alex mandò giù un sorso d'acqua. 
- Avevo ricevuto un invito per la festa da parte del responsabile di una  società edilizia. Voleva la mia raccomandazione per un grosso appalto. Sapeva del mio vizio, non so come, ma lo sapeva. E per agevolare il mio benestare, ha organizzato un festino a luci rosse.... era una festa strana, per partecipare bisognava indossare una maschera... lo so, avrei dovuto dirgli che non c'era bisogno, che gli avrei dato tutto quello che voleva a patto che tenesse per sè quello che aveva scoperto...- 
- Ma non l'ha fatto.- fece Amanda. 
- Non ho resisito. Mi dispiace.- prima che i due potessero dirgli quanto poco poteva importar loro di come si sentiva lui e del suo pseudo-dispiacere. L'unica cosa che interessava loro era sapere di Christina e dove fosse per andarla a prendere e darle le cure di cui aveva bisogno.
- Ad una certa, l'organizzatore mi ha detto che in una stanza c'era una sorpresa che avrei apprezzato.- fece Alex - e ci sono andato. C'era una ragazza sul letto... vestita e truccata come una escort...- 
- E lei ci si è buttato addosso.- fece Sonny - Su una ragazzina svenuta, incapace di intendere e volere.- 
- Pensavo che stesse fingendo di essere svenuta.- fece Alex - voi più di chiunque altro dovreste sapere... le squillo d'alto bordo ne fanno di cotte e di crude... fingono di essere delle scolarette, di essere reticenti... ho pensato che facesse parte del gioco.- 
- E quando  Chris le ha detto di no, magari dopo averla riconosciuta, mentre la supplicava di lasciarla stare? Era ancora confuso, pensava ancora di avere a che fare con una squillo?- fece Sonny stringendo forte i pugni per non picchiarlo selvaggiamente. E dire che ne avrebbe avuta una gran voglia... ma doveva trattenersi, o si sarebbero giocati il caso. L'avvocato di quel pervertito sarebbe riuscito a convincere chiunque che la confessione era estorta se avessero visto segni di percosse.
- Pensavo che stesse recitando.- fece Alex - che fosse una di quelle fissate con le fantasie di stupro e roba simile... non potevo sapere che fosse minorenne, che fosse sedata e... oddio, parliamo della figlia di uno che per me è l'equivalente di un fratello.- 
Barba fece irruzione nella sala interrogatori, portandosi proprio di fianco all'ex amico. Fissandolo con odio silenzioso. 
- Rafaèl...- fece Alex alzandosi, con voce implorante - ti giuro, non sapevo che fosse tua figlia e che fosse ubriaca...- 
- Taglia corto. Non mi incanti.- fece Barba - I tuoi discorsi da campagna elettorale con il cuore in mano, risparmiateli per quelli che ancora ti credono. Devi dirmi dov'è mia figlia.
Dov'è Chris?!?- concluse Barba alzando la voce, tanto che sia Alex che i due detective per un attimo pensarono che avrebbe messo le mani al collo dell'ex amico.
- Non lo so! Ti giuro che non lo so!- fece Alex - Dopo che... si è ribellata, mi ha dato una ginocchiata sui gioielli di famiglia ed è corsa via. L'ho cercata nel salone in cui si teneva la festa, non c'era, ho chiamato Eddie per farmi portare a casa... non sapevo che fosse tua figlia finchè non mi hai mostrato la sua foto.- 
...
...
...
- Patetico.- fece Dodds osservando l'interrogatorio - Lei è stata rapita, sedata, vestita come una escort e stuprata, ma la vittima è lui.-
- E il bello è che potrebbe pure cavarsela con questa storia.- fece Oolivia, guadagnandosi un'occhiata scioccata da Dodds - Lo so, è brutto da dire, ma non c'è un solo modo per dimostrare che  non sia andata come dice lui.- 
- Già me li immagino i giornali, prima lo assaliranno, poi tutti i suoi sostenitori chiederanno il perdono e l'assoluzione in virtù dei suoi meriti in società.- fece Fin - e intanto Christina verrà fatta passare per una ragazzina annoiata in cerca di emozioni forti.- 
- Qualche segno di lei?- fece Dodds.
- Non ancora. L'amica dice di non ricordare altro, che era buio, e non aveva idea di quello che le sarebbe successo.- fece Olivia - Stiamo organizzando dei posti di blocco nella  zona in cui Eddie dice di aver lasciato Chris. Magari Chris ha fermato una macchina per farsi portare a casa, e ha fatto l'ennesimo incontro sbagliato della serata.-
- Povera ragazzina...- fece Dodds. Non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse assurda quella situazione. Per i suoi figli si era sempre ritenuto un buon padre. A volte severo, forse troppo pedante in certe situazioni, ma giusto e non aveva mai fatto dubitare i suoi figli del fatto che li amasse profondamente. E stupidamente si era illuso che essendo un poliziotto, avrebbe potuto vegliare sui suoi figli meglio di qualunque altro genitore. Che istruirli sui pericoli del mondo e con regole e disciplina non sarebbe mai potuto succedere nulla di brutto. E si era sbagliato clamorosamente. Matthew entrava ed usciva dalle comunità di recupero con la stessa frequenza con cui lui si cambiava le camice, e Mike aveva rischiato di morire ammazzato in un caso di violenza domestica. 
Stesso discorso valeva per Christina Barba. Aveva passato la sua infanzia in una corte di giustizia, tra l'ufficio del padre e l'aula del tribunale, e aveva visto passarle davanti il peggio che quel mondo aveva, eppure questo non l'aveva salvata dal diventare lei stessa una vittima. 
La verità era che nessun genitore, indipendentemente dal tipo di lavoro che svolgeva, poteva assicurare al figlio che non gli sarebbe mai accaduto niente. Le cose atroci accadevano, e chiunque nel corso della vita doveva farci i conti. 
- Quindi...- i tre poliziotti si voltarono, per trovarsi davanti Yelina con il viso affogato dalle lacrime - è vero? Alex ha stuprato Christina....?- chiese sperando con tutto il cuore che le dicessero che era stato solo un quid pro quo e che stavano già risolvendo.
Fu Liv a prendere la parola. 
- Signora Muñoz...- fece il tenente - forse è meglio se ne parliamo davanti ad una tazza di caffè.- e nel dir così condusse la donna nella Break Room.
Poco dopo, davanti a due tazze di caffèlatte con quattro tazzine di espresso, Liv diede l'amara conferma alla donna. 
- Senza Chris sono solo ipotesi...- fece Olivia - Ma suo marito ha ammesso di aver avuto un rapporto con lei e che Chris non era consenziente... anche se dice che non aveva realizzato la situazione...- 
- Oh madre de Dios... es una pesadilla...- fece la donna passandosi una mano sulla faccia - Come è potuto succedere? Alex mi ama... le nostre figlie significano tutto per lui... io non posso credere che... le nostre figlie hanno quattordici e diciotto anni. Io non posso credere che abbia abusato di una ragazzina che poteva essere figlia sua.... della sua figlioccia...-
- Purtroppo non ci sono dubbi. Abbiamo il DNA ed un'ammissione da parte di suo marito.- fece Liv - abbiamo prove sufficienti per l'arresto.- 
- Che gli succederà?- 
- Dipende da lui. Se ammette la sua colpa e patteggia può sperare in una pena più mite.- dal canto suo sperava che si dichiarasse innocente e che si prendesse il massimo per la pena o che trovasse un giudice abbastanza severo da dargli una pena con un numero a tripla cifra.
- Io non ci credo... è un incubo.- fece Yelina - Rafaèl... come sta?- 
- E' furioso.- fece Olivia - Ha scoperto con uno dei suoi migliori amici non solo è coinvolto nella scomparsa della figlia, ma che l'ha anche stuprata.- 
- Non so nemmeno cosa dirgli... Dio mio...- 
Liv non riuscì a trattenersi - E' vero che stavate insieme?- 
Yelina si sforzò di sorridere e disse - Sì. Siamo cresciuti tutti e quattro assieme... ci siamo messi insieme quando è cominciato il liceo. Pensavamo che sarebbe durata per tutta la vita... come chiunque, a quindici anni... -
- Perchè hai rotto con lui?- fece Olivia che non se ne capacitava. 
- Rafaèl aveva problemi con suo padre. Era un violento, un alcolizzato che incolpava la moglie e il figlio della sua vita fallita... lo picchiava spesso. Tipo valvola di sfogo...- ricordava bene quando veniva a scuola con un occhio pesto, a volte un livido, segni di schiaffi, una volta quel bastardo gli aveva rotto un polso - E quando ha vinto la borsa di studio per Harvard ha colto l'occasione al volo perchè voleva andarsene il prima e il più lontano possibile da lui.-
'' E come biasimarlo''- pensò Olivia domandandosi se non fosse possibile resuscitare temporeanamente Barba Sr per ammazzarlo di botte. 
- Quando è partito, mi sono sentita sola. Ed Alex mi è stato vicino... è stato poco dopo che ho capito di essermene innamorata.- fece Yelina - Tremavo all'idea di come avrebbe reagito Rafaèl... pensavo avrebbe fatto una scenata ad entrambi...- 
- Invece non ha battuto ciglio.- fece Olivia. E non perchè non tenesse a lei. Sicuramente ne era stato innamorato, e come qualunque adolescente pensava che fosse la storia della vita, ma poi aveva capito che quello non era amore, ma una semplice infatuazione tra ragazzi, e forse aveva già incontrato la mamma di Christina. 
Ed in fondo, molto in fondo, Barba riteneva che perdere il suo primo amore per mano della persona che ammirava e stimava di più fosse solo il giusto prezzo da pagare per aver colto l'occasione di uscire dal Bronx, mentre Alex ed Eddie avevano dovuto continuare a vivere lì e fare i conti con la dura realtà ogni giorno. 
Non aveva recriminato, non si era arrabbiato, ed aveva continuato a stimare e a voler bene come ad un fratello all'uomo che lo aveva tradito... e lui per ringraziamento gli aveva sfregiato la figlia a vita.
...
...
...
- Niente da fare.- fece Carisi una volta che l'ex candidato alla poltrona di sindaco esercitò il suo diritto ad una consulenza legale - non parla. Continua a dire che non sa dove si trovi Christina.- 
- E voi gli credete?- fece Barba - è un bugiardo. Ha persino finto di volerci aiutare a trovare Abby e Christina, quando invece sapeva benissimo cosa era successo.- 
- Ha ammesso di averla stuprata, dopo essere stato messo alle strette.- fece Amanda - A questo punto perchè non ammettere anche dove l'ha nascosta?- 
-  Perchè è esattamente come qualunque altro stupratore che abbiamo arrestato.- fece Barba -non  nega quello che non può negare e non ammette quello  che non può ammettere.- 
- Oppure dice la verità.- fece Sonny - Eddie ha detto di averla caricata in macchina e che Chris è voluta scendere appena ha sentito che il suo soccoritore conosceva Muñoz. 
Sappiamo che Muñoz ha chiamato Eddie, il quale non era reperibile perchè viaggiava verso Manatthan con Chris.... per ammazzare una persona bisogna sapere dove si trova, e stando a quello che ha detto il signor Garcia, Muñoz non sapeva che era con Chris.-
- In poche parole...- fece Liv cercando di consolare Barba - ci sono ampie possibilità che Chris sia ancora viva. Messa male forse, ma viva.-  
- Sempre che non l'abbia caricata un altro pervertito.- fece Fin, beccandosi un'occhiataccia dal resto dei presenti - scusate.-
...
...
...
Poco meno di dure ore dopo, l'Unità Vittime Speciali e l'unità di supporto si trovavano nel punto in cui Eddie aveva dichiarato di aver fatto scendere Christina. C'era un'ampia zona verde e non era così stupido supporre che la ragazza avesse cercato rifugio da qualche parte lì. 
- Ok signori.- fece Olivia - per quelli che si sono appena svegliati, Christina Barba, sedici anni, è scomparsa da tre giorni. L'ultimo avvistamento sicuro è questo tratto di strada. Abbiamo messo sotto controllo tutti gli autovelox nell'orario che ci ha indicato il testimone, fino alla notifica della scomparsa, e nessuno sembra averla presa in auto. La spiegazione più logica a questo punto è che si sia rifugiata nella boscaglia.- 
- A tutti voi verrà distribuito un kit per il pronto intervento.- fece Fin - Acqua, viveri, garze e disinfettante. Il primo che la trova deve mettersi subito in contatto con le altre squadre e fare richiesta di assistenza medica.- 
- La priorità è trovare la ragazza e riportarla a casa. Entro la giornata.- fece Amanda - Non conosciamo le sue condizioni, ma di una cosa siamo sicuri. Sono tre giorni che è sparita, e non ha ne cibo ne acqua.- 
Dopo aver ricevuto le informazioni, gli addetti e i detective Rollins, Carisi e il sergente Tutuola si separarono per setacciare la zona palmo a palmo. Olivia avrebbe coordinato le ricerche dal campo base che era stato allestito. 
- Per favore, fammi andare a cercarla.- fece Barba. 
- Rafaèl, sai meglio di me che non posso coinvolgere un civile in un operazione di polizia.- 
- Io non sono un civile.- fece Barba - Sono un padre a cui hanno rapito la figlia. Ero presente quando è nata, e le ho giurato che avrei smosso cielo e terra se avesse avuto bisogno di aiuto. Stai certa che non me ne starò tranquillo ad aspettare in ufficio o a casa una qualunque notizia...- fece Barba incamminandosi verso la zona che stavano battendo. 
- Rafaèl, non sei attrezzato per...- tentò Olivia. Troppo tardi. L'avvocato era già sparito. 
...
...
...
Barba camminava a passo spedito per la zona verde, aguzzando vista ed orecchie, alla ricerca di una qualunque traccia che potesse condurlo da sua figlia. Era talmente concentrato a guardarsi attorno che non notò un sasso ben nascosto nel terreno e che lo fece inciampare.
- Avvocato.- fece la voce di Carisi. Il detective italo-americano lo aiutò subito ad alzarsi - sta bene?- 
- Tutto a posto, tutto a posto...- fece Barba ripulendosi alla meglio - trovato niente?- 
- Forse.- fece Sonny - La villa. Non ha stanze o passaggi segreti... però ho scoperto che in questa zona c'è una piccola depandance. Forse Chris ha trovato rifugio lì dopo essere scappata.- 
- Portamici.- fece Barba. 
- Secondo la piantina che ci hanno spedito basta andare diritto per questo sentiero.- fece Sonny senza smettere di camminare. Sebbene fosse più allenato di Barba a camminare velocemente, grazie agli inseguimenti che era solito fare spesso facendo lo zig zag tra i passanti a New York, l'avvocato andava più veloce di lui nonostante portasse i mocassini. 
Poco dopo arrivarono nei pressi di una piccola struttura che a Sonny ricordò istintivamente il bar-ristorante che spuntava all'improvviso nella pineta della spiaggia in cui era solito trascorrere le vacanze da ragazzino, sulle coste dell'Italia, e che da bambino aveva ribatezzato '' La casetta di Biancaneve''.
Con la differenza che la depandance aveva anche una piscina, piena di foglie di ninfea e dall'acqua sporca, il tutto circondato da un muro di cinta che però era troppo basso. Scavalcarlo era un gioco da ragazzi anche per un vecchio con l'atrite. 
Inoltre il cancelletto era semiaperto. 
- Chiamo la scientifica.- fece Sonny mentre Barba si avviava verso il vialetto d'entrata. 
Si bloccò immediatamente.
Aveva avuto la sensazione di sentire un lamento, un singhiozzo soffocato ed un respiro affannato tutto nello stesso momento. 
- Hai sentito anche tu...?- fece Barba.
Non si aspettava che il poliziotto confermasse. Era stata solo una sensazione ed era stato un lamento così flebile che si meravigliava lui stesso di averlo sentito. 
- No... cosa avrei dovuto sentire?- fece Sonny.
Barba gli fece segno di tacere.
Lo aveva sentito di nuovo. 
- Christina...- borbottò Barba allontanandosi - Chris? Chris? Riesci a sentirmi?- 
Si bloccò appena in tempo per non finire dentro un pozzo interrato. 
- SVELTO, E' QUI!!!!- urlò Barba - CHRISTINA! CHRISTINA!- fece mandando il suo aplomb a farsi benedire.
Era lei. 
C'era una figura rannicchiata su sè stessa, in posizione fetale e malgrado il buio riuciva a vedere che era piena di tagli e lividi. 
Carisi accorse immediatamente, per poi comunicare la loro posizione all'unità di emergenza e al resto dei colleghi. 
- Chris.... mi carinho.... fece Barba con gli occhi lucidi senza staccare gli occhi dalla figlia.
L'aveva ritrovata. Ed era viva. 
- Papà....- fece la ragazza quasi in un sussurro. 

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Capitolo 10
*** Salvataggio ***


Erano già passate tre ore da quando avevano trovato Chris, ed ormai si era fatta sera.
- Tesoro?- fece Barba quando la squadra operativa fu sul posto. Avevano organizzato sia l'ambulanza che il servizio civile - tesoro, stai tranquilla. Siamo venuti a prenderti.- si allontanò vedendo arrivare Liv.
La poliziotta lo abbracciò immediatamente. 
- E' viva Olivia....- fece Barba - Madre de Diòs... per tutti questi giorni è stata in un pozzo interrato... c'era... c'era dell'acqua sul fondo...-
Olivia sorrise, mentre due lacrime di gioia le solcavano il viso - Hai visto? Lei è tua figlia... non ho mai avuto dubbi in merito...-
Pochi minuti dopo, si avvicinò il responsabile dell'operazione di soccorso. 
- Avvocato Barba.- fece l'uomo - le assicuro che faremo di tutto per tirare fuori di lì sua figlia.- 
- Non mi interessano le vostre rassicurazioni.- fece Barba - voglio solo sapere come procederete e quanto ci vorrà.- 
Il responsabile fece per lamentarsi del tono poco educato dal pubblico ministero, ma si trattenne, pensando a quando dovesse essere stato difficile vivere per quasi quattro giorni senza avere la minima idea del quando e se avrebbe potuto riabbracciare sua figlia e risponse con tono calmo e pacato - Abbiamo appena finito di montare l'apparecchiatura. Adesso si tratta solo di calarsi nel pozzo ed una volta recuperata la ragazza, tireremo su sia lei che il volontario...-
- Ci vado io.- fece Barba togliendosi la giacca. 
Il capo della protezione civile cercò di dissuaderlo - Avvocato, non possiamo permetterglielo. Abbiamo già chiamato il reparto speciale, deve avere solo un po' di pazienza...-
- L'ho avuta.- fece Barba guardandolo male - per quasi quattro giorni. Ed anche lei. Mi dia un'imbracatura e mi dica quello che devo fare, poi me la sbrigo da solo.-
- Per favore.- fece l'uomo cercando aiuto da Olivia - Mi dia retta. Non posso coinvolgere un civile in un'operazione di recupero.- 
- Me la vedo io con i suoi capi, non si preoccupi.- fece Barba.
L'uomo si mise le mani nei capelli - Per favore cerchi di essere ragionevole...- 
A quel punto il vice procuratore non ci vide più - Ragionevole? In quel buco c'è mia figlia, che aspetta da giorni che qualcuno si ricordi di lei, magari con qualche costola rotta e lei mi viene a dire di essere paziente e ragionevole?
Chiariamo le cose. Io da mia figlia ci vado, con o senza il suo  permesso.-
Il responsabile fissò il tenente Benson come per dire -'' Per favore, ci parli lei'', ma lo sguardo della poliziotta era inquivocabile. Non esisteva una sola argomentazione con cui sarebbe riuscito a farlo desistere.
Nessuno meglio di lei poteva capirlo. Se al posto di Chris ci fosse stato Noah, si sarebbe tuffata lei stessa in quel pozzo per tirarlo fuori, anche senza imbracatura.
A quel punto il responsabile, preso per sfinimento, cedette e fece all'avvocato segno di seguirlo, per poi aiutarlo a mettersi l'imbracatura.
- Allora.- fece il responsabile - Lo spazio è largo, ma non così tanto per risalire aiutandosi con braccia e gambe, ed è molto buio, quindi faccia dei repiri corti e brevi, se non vuole rischiare un attacco di panico.- 
- Ok.- fece Barba.
- Possiamo vederla sul monitor. Quindi non ci sarà un secondo in cui non sarà solo. Se le sembra di non farcela lo dica e la tireremo subito su.- 
- Senza mia figlia da lì non esco.- fece Barba - Estoy listo.- 
Il responsabile guardò Olivia e lei annuì, come per dire di non perdere altro tempo. A quel punto Barba iniziò ad andare giù nel pozzo. Avevano buttato un bastoncino luminoso per poter vedere meglio la situazione dal monitor e sincerarsi delle condizioni della ragazza in tempo reale, per questo riusciva a vederla bene. E lo spettacolo era raccapricciante: aveva le gambe livide e sporche di sangue, piena di tagli, una ferita sulla tempia e le nocche sbucciate. Non era certo di quanto fosse sul fondo di quel pozzo, ma di una cosa era sicuro. Chris aveva cercato di uscire con le sue forze, ma non erano state sufficenti. 
Quasi quattro giorni durante i quali era stata al buio, pensando '' Qui è dove morirò'', e durante i quali la speranza aveva ceduto più volte il posto alla disperazione. 
- Tesoro, è quasi tutto finito...- fece Barba.
'' Avvocato mi sente?''- fece il responsabile.
- Si. Calate, ci sono quasi.- 
'' Ascolti, non possiamo farla scendere di più...''- fece il responsabile -'' L'unica è che riesca a prendere Chris da lì.''
- Va bene...- fece Barba allungando il braccio verso la figlia - Querida. Querida, ascoltami... devi fare un piccolo sforzo... lo so che sei molto stanca, ma ti giuro che è l'ultimo... allunga il braccio verso di me... puoi farlo?- 
- Mmmmmm....- mugolò leggermente la ragazza. Dopo qualche secondo alzò lentamente il braccio verso l'alto. Barba l'afferrò prontamento. 
- Ce l'ho fatta, l'ho presa!- fece l'avvocato attirando a sè la figlia - Ok tesoro... ti ricordi quando eri piccola, e ti aggrappavi forte a me, quando ti insegnavo a nuotare... tieniti forte...- 
Chris annuì debolmente con la testa, e Barba fece un cenno con la mano  per riavvolgere la carrucola per farsi tirare su. 
Amanda, Fin, Olivia e Sonny avevano trattenuto il fiato per tutto il tempo. Nessuno di loro aveva avuto il coraggio di dire una parola all'altro, e si erano avvicinati con cautela all'ingresso del pozzo. 
- Ok avvocato...- fece il responsabile - ora la tiriamo fuori...- 
Le ultime parole famose. Il cavo della carrucola iniziò a cedere poco per volta, fino a cedere del tutto. Sarebbero caduti entrambi nel pozzo, se non fosse stato per la prontezza di riflessi del detective Carisi che afferrò prontamente la mano del procuratore. 
- L'ho presa avvocato, l'ho presa.- fece Sonny aumentando la stretta intorno al polso dell'avvocato. 
- Non pensate a me, aiutate lei!- urlò Barba. Sentiva che malgrado la buona volontà la presa di Carisi intorno alla sua mano si stava allentando. Percepiva la sua stanchezza, la fatica che stava facendo a trattenerlo dal cadere in quel buco nero. L'unica cosa che poteva spostare l'ago della bilancia, era che usasse l'altro braccio per tirarsi su da solo... era uno sforzo minimo, niente che non potesse fare... ma non ci pensava nemmeno. Non finchè Chris era aggrappata a lui. Non l'aveva aiutata quando il suo ex amico d'infanzia aveva abusato di lei, non era intervenuto per portarla via da quell'inferno, non l'aveva trattenuta sfidando la legge della gravità quando era caduta in quel buco nero, non l'avrebbe abbandonata di nuovo. Preferiva cadere e trasformarsi in una purea di carne ed ossa piuttosto. 
Olivia si mise in ginocchio vicino al pozzo, mentre Amanda aiutava Carisi come poteva. 
- Non aver paura... ti tiro su io...- fece il tenente prendendo la ragazzina da sotto le braccia, iniziando a tirare con delicatezza - tranquilla piccola, è tutto finito adesso...- pochi secondi dopo la ragazzina era sdraiata sull'erba. 
Solo allora Barba tese l'altra mano ad Amanda, e i due poliziotti riuscirono a tirarlo fuori. 
Il responsabile dell'operazione gli fu subito intorno con un bicchiere d'acqua - Tutto bene...?-
- Sì.... ahora sì.- fece Barba allontanandosi per avvicinarsi alla figlia ,mentre veniva caricata sulla barella dai paramedici. 
- Chris... tesoro....- fece l'avvocato con gli occhi lucidi - è tutto finito... adesso ti portiamo in ospedale, e andrà tutto bene.- fece salendo sull'ambulanza - sei stata bravissima... bravissima tesoro mio...-  fece stringendole la mano minacciando di stritolargliela, come se avesse paura che qualcuno potesse di nuovo portargliela via.
...
...
...
In ospedale, Christina venne affidata immediatamente alle cure di medici ed infermieri. Barba, a malincuore, dovette aspettare fuori. Era in sala d'attesa quando vide arrivare sia sua madre che l'avvocato Calhoun. 
- Mamma.- fece Barba alzandosi in piedi per poi abbracciarla - è viva... l'abbiamo trovata viva...- 
Lucia sospirò di sollievo - Oddio, grazie al cielo....adesso come sta?- 
- E' svenuta in ambulanza.- fece Barba - I medici hanno detto che ha diverse ferite, per lo più superficiali, ma è fortemente disidratata... ma secondo i medici starà bene.- 
Le due donne sospirarono di sollievo. 
- E' vero quel che ho sentito?- fece Lucia che ancora non riusciva a credere che il migliore amico del figlio, quello che veniva a mangiare da loro, da  miglior candidato alla poltrona di sindaco per quella città fosse diventato uno dei tanti politici corrotti e coinvolti in scandali sessuali nonchè stupratore della sua unica nipote. 
Adesso si sentiva tremendamente in colpa. Quando Rafaèl era ragazzo, gli ripeteva in continuazione di non perdere mai, per nessun motivo, ne l'amicizia ne i contatti con Alex perchè era destinato a diventare una persona importante. Non aveva mai fatto grosse puntate sul figlio. Pensava che sarebbe diventato qualcosa di più di uno spacciatore o di un delinquente, non aveva dubbi che sarebbe diventato un uomo di successo... ma non abbastanza ambizioso da poter essere ritenuto un futuro sindaco, senatore o presidente. Non perchè non lo ritenesse capace o abile. La politica era un mondo in cui più volte i grandi ideali dovevano essere sacrificati ed era necessario scendere a compromessi. E Rafaèl non era fatto per quel mondo. 
Pensava che Alex sarebbe stato abbastanza forte da cambiare il mondo senza perdere sè stesso. Invece aveva sbagliato. Clamorosamente. 
Barba annuì - Sì...  Alex dice che la credeva una escort, che fingesse di essere svenuta e reticente...  è riuscita a scappare, ma era già troppo tardi.- 
- Oddio...- fece Lucia - La mia povera sobrinita...- 
- Com'è finita in quel pozzo?- chiese Rita. 
- Eddie l'ha caricata in macchina per riportarla a Manatthan, ma durante il tragitto si è fatto sfuggire che conosceva Alex, lei ha avuto paura ed è scappata...probabilmente ci è caduta mentre cercava aiuto.- fece Barba. 
In quel momento uscì il medico.
- Dottore, mi dica...- fece Barba.
- Sua figlia sta bene.- fece il medico - con il volo che ha fatto è un miracolo che avesse solo un ginocchio e una spalla lussati ed escoriazioni varie. Le abbiamo dato della soluzione salina contro la disidratazione.-
- Ha... subito violenza...?- fece Barba aggrappandosi ad una speranza sottile con un filo di ragnatela che almeno quello le fosse stato risparmiato. 
- Graffi nell' interno della coscia sinistra, lacerazioni multiple, trauma  vaginale, lacerazione dell'imene,  ematoma diffuso nell'interno coscia destra... ci sono tracce di fluidi organici, abbiamo spedito il kit stupro al laboratorio.- 
Barba sospirò - Posso... posso vederla...?- 
- Certo.- fece il medico. 
Quando il medico si fu allontanato, Lucia Barba abbracciò il figlio - Vado a casa a prendere un cambio per entrambi e ti preparo qualcosa da mangiare... hai l'aria sciupata.- 
- Grazie.- fece ricambiando l'abbraccio affondando il viso nel petto materno. 
Anche Rita lo abbracciò. 
- Come stai?- fece Rita guardando preoccupata l'ex collega, attuale rivale e a seconda dei casi alleato. 
- Come sto... spera di non capirlo mai.- fece Barba avviandosi verso la stanza della figlia.
- Posso... posso fare qualcosa per te?- fece l'avvocato - Non so, posso portarti un caffè, qualcos'altro...- 
Barba ci pensò su.
C'era una cosa di cui doveva essere sicuro, ma non voleva allontanarsi dalla figlia, specie per guardare in faccia una persona che non meritava nemmeno uno dei suoi pensieri e che avrebbe cercato di giustificarsi con scuse patetiche. 
- Vorrei che tu andassi in tribunale e mi tenessi aggiornato sull'udienza di Alex Muñoz.- fece Barba.
Rita annuì.
- Tu pensa a Chris. Appena so qualcosa di concreto ti faccio sapere.- fece Rita allontanandosi. 
Barba entrò nella stanza della figlia. Chris era addormentata nel letto, con una flebo nell'incavo del braccio destro ed il manicotto della pressione che le circondava l'altro, con la fronte madida di sudore, piena di cerotti e garze. 
Ancora non riusciva a credere che la sua bambina fosse di nuovo accanto a lui. Viva. Per tutti quei giorni non era riuscito a chiudere gli occhi, nemmeno per riposare le palpebre, senza che gli apparisse l'immagine della sua creatura, piena di sangue e che lo supplicava di andarla a prendere, e vi erano stati momenti in cui la fede ceca era stata sul punto di cedere il posto alla disperazione e ad un'angoscia nera.
- Mi dispiace tesoro...- fece Barba carezzandogli la testa, come faceva quando era piccola per farla riaddormentare dopo un incubo - ma ne usciremo insieme. Te lo prometo.- fece baciandole la testa. 
Si addormentò dopo poco, continuando a stringerle la mano.


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Capitolo 11
*** Una piccola guerriera ***


La mattina dopo, Olivia andò in ospedale per parlare con Chris e nel corridoio incontrò la madre di Barba, che fu piacevolemente sopresa di vederla.
- A proposito, la ringrazio per la corona di fiori che ha spedito al funerale di mia madre.- fece Lucia - E' stato davvero un pensiero molto dolce da parte sua.- 
- Si figuri.- fece Olivia - Io non conoscevo la signora, ma ci tenevo a farvi sentire la mia vicinanza.-
Lucia sorrise - La ringrazio... soprattutto per quello che ha fatto per mio figlio e mia nipote.-
Olivia sorrise come per dire '' Dovere'' per poi chiedere - A proposito, come stanno?- 
Lucia rispose - Rafaèl non l'ha lasciata nemmeno per un attimo. Ho dovuto faticare per convincerlo ad andare a prendersi almeno un caffè...Chris sta bene. Ha dormito tranquillamente per tutta la notte. Le è salita la febbre, ma il medico dice che con una cura a base di antibiotici starà di nuovo bene. La tengono qui qualche giorno per evitare complicazioni.- 
- Vedrà che è solo una precauzione.- fece Olivia - Chris è risucita a sopravvivere per quattro giorni sul fondo di un pozzo. Non c'è niente che non riesca ad affrontare.- 
- Lo so.- fece Lucia Barba - Chris è una guerriera. Lo è da ancor prima di venire al mondo.- 
- In che senso, scusi?- 
- Rafaèl non glielo ha detto?- 
- Che avrebbe dovuto dirmi, scusi?-
Lucia iniziò a raccontare - Quando mia nuora rimase incinta, fu un momento felice per tutti. Rafaèl era entusiasta. Il lavoro da avvocato iniziava già a funzionare molto bene, era sposato con la donna che amava e presto sarebbe diventato padre... poi al sesto mese sono cominciate le minacce d'aborto.- 
Olivia sgranò gli occhi, ma rimase in religioso silenzio.
- Mirasol si è sentita male... un attimo dopo il water era pieno di sangue, era terrorizzata di aver avuto un aborto spontaneo. In ospedale dissero che il bambino era ancora vivo, ma che se non fosse rimasta a letto per il resto della gestazione...- sorrise pensando a quei giorni. Erano giorni terribili, pieni di paura, di ansia e di incertezza, ma aveva potuto vedere quanto grande fosse l'amore che univa suo figlio a sua moglie e a quella creatura che ancora non era venuta alla luce. Per quei mesi aveva chiesto un congedo per prendersi cura di lei, e passava tutto il suo tempo in ospedale. La imboccava, la aiutava a bere, e la aiutava a farsi la doccia. Il cuore le aveva sorriso. Era sempre stata convinta di non essere stata una buona madre, di non essere riuscita ad educarlo al meglio. Il suo defunto marito non aveva fatto altro che ripeterglielo che a furia di difendere e giustificare il loro figlio, si sarebbe trovato sempre male nella vita e nessuno lo avrebbe mai rispettato, che era una buona a nulla come madre e per molto tempo ci aveva creduto... non era vero. Aveva cresciuto un uomo che sapeva cosa voleva dire prendersi cura di una famiglia.
- Quando Chris è nata...- fece Lucia - Era poco più di uno scricciolo. I dottori dissero che aveva risentito anche lei della gravidanza difficoltosa. La misero nell'incubatrice, ma dissero a Rafaèl e Mirasol di non affezionarsi troppo a quella bambina.- 
-  Come la presero?- fece Olivia pur immaginandosi la risposta. Nel momento in cui aveva stretto Noah tra le braccia, per la prima volta, aveva capito che il suo destino sarebbe stato quello di proteggerlo e di vegliare su di lui. Aveva accettato un anno di affidamento in prova... e dopo la prima volta che quel piccino era stato ricoverato per problemi respiratori aveva già capito che non avrebbe mai potuto vivere senza di lui. Tutto per averlo tenuto in braccio una sola volta.
- Mirasol... era talmente stremata che per tre giorni non ha dato segno di volersi svegliare. E Rafaèl ha passato tutto il tempo vicino alla figlia, nell'incubatrice, e non si è mosso finchè non ha avuto la certezza che avrebbe potuto portarle a casa tutte e due.
Chris è nata combattente. Come suo padre.- 
- E' proprio per questo che in questi giorni ho sempre avuto la convinzione che avremmo trovato Chris in vita.- prima lo pensava e basta. Ora ne era certa - e sopravviverà anche al recupero.-
- Lei crede?- 
- Non si preoccupi.- fece Olivia - Christina è la figlia di un nostro caro amico, e questo la rende una di famiglia... le staremo vicino passo dopo passo.- 
E il primo passo era il più difficile.
Ammettere con sè stessi e gli altri della violazione subita e raccontarla, rivivendola di nuovo. 
...
...
...
Christina aprì gli occhi. E come Barba aveva promesso, la prima cosa che vide accanto a lei fu suo padre. Ciondolava sulla sedia, come se fosse sulla strada per addormentarsi, quando sgranò gli occhi dalla sorpresa. 
- Chris... tesoro...- fece Barba alzandosi di scatto per stringerla. 
- Papà...- fece Chris con un filo di voce, provando a tirarsi su. Il padre la obbligò a stendersi di nuovo. 
- No sta giù...- fece Barba - Hai fatto un volo di quattro metri, hanno dovuto ricollocarti l'anca e l'omero, ma devi stare ferma e tranquilla.- 
- Che è successo... dove... dov'è Abby?- fece Chris guardandosi attorno come i barbagianni per guardare ciò che li circondava. 
Barba cercò di calmarla come poteva - Tranquilla piccola. E' tutto sotto controllo. Abby è a casa sua, sta bene. E' tutto finito adesso. Sei al sicuro.- 
Chris annuì abbassando lo sguardo. E lì Barba capì. Chris ricordava tutto di quella notte da incubo. Ma non voleva parlarne. O per lo meno non con lui. Forse perchè temeva che non le avrebbe creduto se avesse accusato Alex di averla violentata.
Fece per dirle di confidarsi e di non preoccuparsi, che sapeva già tutto, che Alex aveva già ammesso tutto, e che gli aveva già detto quanto lo odiava per quello che le  aveva fatto, ma non fece in tempo.
Sua madre e Olivia entrarono in quel momento. 
- Nonna...- sorrise Chris. 
- Chris...el amor de la abuela...- fece la donna abbracciandola - che paura abbiamo avuto... sei salva grazie a Dio, salva...- 
- Chris?- fece Olivia - Sono il tenente Olivia Benson. Ti ricordi, ci siamo conosciute in tribunale qualche giorno fa.- La ragazzina annuì - So che sei molto stanca e che probabilmente vorresti solo dimenticare tutto, ma... devo farti qualche domanda.- 
Chris distolse lo sguardo - Mi spiace, non mi ricordo niente. Davvero.- 
- Tesoro, ascolta...- fece Barba - Lo so cosa stai facendo, ma non devi. Non serve che tu protegga Alex, ha già ammesso tutto. E gli ho già detto quanto mi faccia ribrezzo. Non difenderlo. Non se lo merita.- 
- Davvero...?- fece Chris.
- Contro di lui abbiamo prove schiaccianti, e ha ammesso di aver avuto rapporti con te, mentre non eri in grado di acconsentire.- fece Olivia - Ci basta la tua versione, ed è un uomo finito. Non ti farà più del male.- 
Chris guardò il padre e la nonna, ed entrambi annuirono. In quel momento si convinse.
- Io ed Abby eravamo alla festa a scuola.- fece Chris - Abby dopo due ore ha detto che si era rotta di stare lì e che aveva ricevuto un invito per una festa più divertente, e mi ha chiesto se volevo aggregarmi...papà scusa se non ti ho avvertito...- 
- Non importa. Davvero.- fece l'avvocato.
- La festa era al Playhouse a Chelsea?- chiese Liv. 
- Sì. Lì ho bevuto un drink. All'inizio stavo bene... poi è arrivata la botta. Ho chiesto al barista dell'acqua.. poi Abby mi ha portato fuori dicendo che saremmo tornate a Soho...- fece Chris abbassando lo sguardo. 
- Forse è il caso se ci fermiamo qui.- fece Barba vedendo che la figlia stava per scoppiare in lacrime. La figlia lo guardava, supplicandolo con lo sguardo che diceva '' Ti prego, non farmelo dire''.
- Lo vorrei davvero.- fece Olivia - Ma di certe cose è meglio parlare il prima possibile. Lo sai anche tu.
Chris, ascolta, lo so che ti sto chiedendo tanto, ma ti prometto che dopo starai molto meglio... ti chiedo solo un piccolo sforzo.- 
Chris ingoiò le lacrime e si fece coraggio - Non ricordo molto da allora. Tutto quello che so è che mi sono svegliata perchè le sue mani erano dappertutto. L'ho graffiato e gli e saltata la mascherina... era zio Alex. Gli ho detto di smettere, di fermarsi, che non era giusto... ma non l'ha fatto... ha detto che sarebbe stato al gioco... io continuavo a dirgli di fermarsi ma non mi ha dato retta... ho provato a spostarlo...- 
Barba distolse lo sguardo per non far vedere alla figlia gli occhi che bruciavano di rabbia e di odio. La rabbia per non essere intervenuto in tempo e l'odio per quello che un tempo considerava il fratello maggiore che non aveva mai voluto. Ma allo stesso tempo odiava anche sè stesso per non aver capito in tempo che Alex non era più la persona che aveva conosciuto, anzi peggio, che non lo era mai stata. 
La madre gli mise una mano sulla spalla per confortarlo malgrado lei stessa stesse morendo dalla voglia di picchiare quel bastardo fino a fargli sputare l'anima. 
- Quando finalmente è finita gli ho dato una ginocchiata e sono scappata.... oddio, c'è un dettaglio, ma non riesco a ricordare...- 
- Tranquilla.- fece Olivia - ci torneremo più tardi.- 
- Sono uscita dalla casa... non riuscivo a capire dov'ero e mi sono accorta di non avere più la borsa. Ho pensato di averla lasciata dentro, ma avevo troppa paura per tornare...- 
- E poi hai incontrato Eddie Garcia.- fece Olivia.
Chris annuì - Era gentile. Mi ha offerto un passaggio fino in città... durante la strada lo chiamato zio Alex, e io ho avuto paura che fose una trappola, e sono scappata via...- 
- E correndo al buio sei caduta in quel pozzo.- fece Olivia.
Chris dissentì.
- No. Ho visto quella struttura e mi sono nascosta... non lo so quanto tempo ci sono stata... ho passato il tempo a piangere e a dormire per cercare di non pensarci... sono uscita parecchio tempo dopo... non so come ho fatto a non vedere quel buco... ma ci sono caduta dentro. Ho gridato per farmi aiutare ma...- e lì non ce la fece più e scoppiò in lacrime, tra le braccia di suo padre, che per la prima volta in vita sua non sapeva cosa dire per calmare quella creaturina tremante tra le sue braccia. 
Perchè in una simile circostanza c'erano solo frasi preconfenzionate, molto molto offensive.
...
...
...
- Come sta?- fece Olivia. 
- L'infermiera le ha dato un sedativo.- fece Barba - Dorme tranquillamente. Appena dicono che sta meglio e che possono fare dei controlli a distanza me la porto a casa.-
- Chiamerò la scuola e dirò al vice preside di sostituirmi per un po'.- fece Lucia - mi occuperò io di lei.- 
Barba dissentì - No. Credo che per un po' la cosa migliore sia portarla via da New York, da tutto quello che potrebbe ricordarle Alex e questa brutta storia.- pensava allo chalet sulle Alpi, dove erano soliti passare le vacanze di Natale. Un posto che sembrava non appartenere a quel mondo e che era l'ideale per confortare un cuore in tumulto - ho accumulato un po' di ferie non godute. Appena esce la porto via.- 
- Si, è una buona idea.- fece Lucia - un po' d'aria buona farà bene a tutti e due.- 
Barba guardò l'orologio e poi il telefono. Rita non si era più fatta sentire. 
Ripensandoci però era un bene.
Voleva esserci quando il giudice gli avrebbe dato trent'anni.
...
...
...
Sulle scale del tribunale incontrò Carisi.
- Avvocato.- fece il poliziotto fermandosi - Chris... come sta?- 
Barba sospirò - Dopo tutte le volte che ho sentito raccontare la stessa storia, con location diverse e personaggi diversi e quello che ha ammesso Alex, pensavo di essere pronto. E' stato lacerante. Chris è sconvolta.- 
- Lo credo bene... scemo io a chiederlo...- fece Sonny. 
- No, ti ringrazio per l'interessamento. Almeno so che il tuo è sincero.- fece pensando a quel giorno che si era recato da Alex per avere il conforto di un amico, come faceva sempre quando erano ragazzi e suo padre lo riempiva di botte solo per sentirsi forte. Ed Alex sapendo benissimo cosa aveva fatto ad una bambina a cui aveva fatto da padrino di battesimo gli aveva offerto la sua spalla su cui piangere e si era persino offerto di dargli il suo aiuto, aveva fatto lo gnorri per tutto il tempo... era solo l'ennesimo tradimento che non sarebbe riuscito a perdonargli. 
- Contavo di passare in ospedale. Mia madre le ha preparato un dolce.- fece Sonny - se posso fare qualcosa per aiutarla, me lo dica.- 
- In effetti qualcosa che potresti fare per me ci sarebbe...- fece Barba -Carisi, adoro questo lavoro, tu non sai quanto. Ma la cosa più importante della mia vita sarà sempre mia figlia. Adesso è di lei che devo occuparmi.- 
- Certo che lo so, e la capisco.- 
- New York non è il posto migliore per lei in questo momento.- fece Barba - Ho qualche settimana di ferie non godute in arretrato. Vorrei dedicarle a lei, interamente. E avrò bisogno di una persona fidata che si occupi dei miei casi e del mio ufficio. Vorrei che fossi tu.- 
Carisi sgranò gli occhi. Non immaginava che Barba lo stimasse fino al punto di mettergli in mano il suo ufficio - Beh... non che la cosa mi secchi... ma perchè io, c'è anche Carmen e ci sono un sacco di tirocinanti che...- 
- Sì, ma loro non sanno come lavoro e non conoscono i miei metodi. Tu sì.- fece Barba - e anche perchè lì dentro, sei l'unico di cui mi fido davvero.- 
Sonny sorrise - Parta tranquillo e si occupi di Christina. Qui ci pensiamo noi.- 
- Solo una cosa...-
- Dica.-
- Hai visto il mio ufficio si?- fece Barba - se quando torno trovo un post it in un posto diverso da quello in cui l'ho lasciato... io ti rincorro con una mannaia.-
Sonny rise - Avvocato, se la prenda una vacanza, che le fa solo bene.- 
...
...
- Caso 39581, il popolo contro Alex, un capo d'imputazione per stupro, uno per sequestro di minore e uno per induzione alla prostituzione.- fece l'addetto del tribunale. 
- Come si dichiara?- 
Incredibilmente da quanto Barba si aspettava, il suo ex amico fece - Non colpevole vostro onore.- 
- Il mio cliente ammette di aver avuto una debolezza e di aver pagato spesso delle donne per fare sesso con lui.- fece l'avvocato - ma parliamo di donne adulte e consenzienti. Quello che è successo con Christina Barba è stato un tragico equivoco.- 
- Equivoco?- fece il PM incaricato del caso - è così che chiama lo stupro di una sedicenne ubriaca e che aveva esplicitamente detto di no e che ha opposto resistenza?-
- Il mio cliente è tremendamente dispiaciuto per quello che ha fatto.- fece l'avvocato - ma vi invito a tenere conto del contesto. Era un festino a luci rosse a cui erano presenti hostess maggiorenni e consenzienti, e molte delle quali erano state assunte per l'esaudimento di '' richieste speciali''. Il mio cliente non poteva sapere che la ragazza era stata portata lì contro la sua volontà e che non fosse consenziente, e nemmeno che il suo '' no'' fosse un no sincero. E' chi l'ha portata lì e vestita come una escort che dovreste perseguire, non il mio cliente.- 
- Oh quindi il suo cliente è una vittima delle circostanze?- fece il PM sarcastico.
L'avvocato confermò - Certo. E' stato tratto in inganno. Non poteva sapere.- 
- Certo lo racconti alla vittima e alla sua famiglia.- 
- Vostro Onore, è palese cosa sta succedendo.- fece l'avvocato - Il mio cliente è a tanto così dall'essere eletto nuovo sindaco di questa città e ha l'appoggio delle minoranze, e sicuramente questa cosa ha preoccupato molti suoi avversari. Sono stati loro a tendergli una trappola.-
Barba non riusciva a credere alle proprie orecchie. Prima aveva pianto lacrime di vitello borbottando delle scuse e ora la buttava sul complotto politico. Non poteva credere che stesse accadendo davvero. 
'' Ma cosa sei diventato....?''- pensò. 
- Vostro onore.- fece Sonny - anche se per una remota ipotesi, la storia del complotto politico fosse vera, non cambia le carte in tavola. Alex Muñoz ha avuto rapporti non consensuali con una ragazzina di sedici anni. E nei processi si processano i fatti, non le intenzioni.- 
- Detective, la invito a calmarsi.- fece il giudice - Purtroppo il contesto della presunta violenza solleva più di un ragionevole dubbio sul fatto che l'imputato fosse consapevole  o meno di star commettendo un reato contro la persona. Dispongo una cauzione di un milione di dollari in attesa del processo.
E aggiungo inoltre che venga emessa un'ordinanza restrittiva nei suoi confronti. Non potrà avvicinarsi alla vittima, alla sua casa e alle sue figlie. La avverto. Al primo sgarro, finisce di attendere il processo in prigione.
Il prossimo caso.- 
Barba non ebbe la forza di dire niente. E dire che avrebbe voluto massacrare di botte quell'animale per quello che aveva fatto. 
Gli aveva mentito di nuovo.
Diceva di essere dispiaciuto per Chris, di quello che le aveva fatto, che non era mai stata sua intenzione... poi aveva deciso di dichiararsi innocente e vittima sacrificale della New York Bene.
E se avesse vinto non solo la figlia non avrebbe ottenuto giustizia, ma avrebbe anche dato il permesso ad ogni stupratore di violentare una donna ben vestita e ben truccata e di cavarsela se si fosse detto convinto che era una squillo d'alto bordo. 
Forse aveva sbagliato ad andare all'udienza.
Sarebbe dovuto rimanere con Chris. Era lei che meritava il suo tempo.

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Capitolo 12
*** Momenti terribili ***


- Rafaèl.- fece Olivia versandogli da bere. Subito dopo l'udienza, si era diretto a casa di Olivia per raccontarle cosa era successo. Era l'unica persona con cui era abbastanza in confidenza e che potesse capire il suo dolore di padre. Sua madre era in ospedale con Chris. L'aveva chiamato per sapere com'era andata, e lui era stato molto vago. Non aveva ancora trovato il coraggio di dirle la verità. 
- Hai fatto quello che potevi.- 
- Dici? Non ho impedito al mio migliore amico di stuprare mia figlia.- fece Barba - e adesso non riesco nemmeno a garantirle che avrà giustizia.-
- Cerca di calmarti, ok?- fece Olivia - dimmi esattamente cosa ha detto il suo avvocato.- 
- Che Alex era convinto che fosse una escort maggiorenne e consenziente, che non poteva immaginare quanti anni avesse, e che il vero colpevole è chi l'ha rapita e vestita da prostituta.- 
- E per quanto mi secchi ammetterlo, da una parte ha ragione.- fece Olivia versandosi del vino - Alex non aveva il diritto di fare quello che ha fatto, ma è anche vero che se l'autista non avesse aggredito Abby e non avesse deciso di usare Chris come rimpiazzo, tutto questo non sarebbe mai accaduto.- 
Lo stavano ancora cercando.
Purtroppo Abby non ricordava niente della macchina che era passata a prenderla al PlayHouse se non che era nera e di grossa cilindrata, mentre Chris quando vi era salita era già fuori di sè per colpa dell'alcool quindi dubitava che ricordasse qualcosa della macchina o di chi c'era alla guida. Aveva detto che c'era un dettaglio di quella serata che però non riusciva a ricordare. Non avevano insistito sull'argomento, per darle tempo e modo di metabolizzare ciò che le era accaduto e che ormai fosse al sicuro. 
 - Poi che ha detto?- 
- Che è troppo strano che il candidato sindaco che i quartieri meno abbienti di New York e il '' popolo'' aspettava da anni sia stato coinvolto in uno scandalo simile.- fece Barba.
- Non ci credo. Ha invocato la teoria del complotto?- fece Olivia.
- Sì. E molti suoi sostenitori se la sono pure bevuta.- non sapeva infatti come aveva fatto a non strangolare il reverendo Curtis Scott. Lo aveva bloccato all'uscita dell'udienza per dirgli: '' Avvocato, vorrei che lei sapesse che sono affranto per quello che è successo a sua figlia, ma la prego di riflettere e di indagare a fondo su questa questione. Muñoz è una vittima delle circostanze tanto quanto lei''. 
Non poteva credere che quella discussione avesse avuto luogo. 
- Come fanno a difenderlo e a credere a quei discorsi da campagna elettorale?- fece Barba - Chris ha pianto, ha gridato e lo ha supplicato di lasciarla andare, e lui non si è fermato. Questi sono i fatti.- 
- Calmati.- fece Olivia - Vedrai che al processo salterà fuori la verità.- 
- E' proprio questo che mi preoccupa.- fece Barba - le ho promesso che quel bastardo l'avrebbe pagata cara, e adesso che le dovrei dire? '' Carinho, il tuo stupratore è un personaggio che sta molto simpatico ai lavoratori e probabilmente la farà franca se si dirà convinto che tu avessi diciotto anni, lo so che ti avevo promesso che sarebbe stato punito, ma così va il mondo''?
O che dovrà ripetere davanti a dodici sconosciuti e uno stuolo di osservatori della difesa quello che le ha fatto e di essere pronta ad essere chiamata bugiarda da uno che forse non ha mai visto?- 
- Ascolta, lo so che ora ti sembra impossibile...- fece Olivia - ma tu e Chris, insieme, riuscirete ad uscire da questo incubo.- 
- L'unico modo che conosco è vedere quel verme in prigione per il resto della sua vita.- fece Barba recuperando la giacca - Ho deciso di partire per un po'. Chris non può stare qui in attesa del processo, e non voglio che il lavoro mi porti via del tempo che posso dedicare a lei.-
Olivia sorrise - Rafaèl?-
- Sì?- 
- Sei un buon padre.- 
Barba sospirò - Un padre che non è nemmeno riuscito a salvare sua figlia.- 
...
...
...
- Lo sai tesoro?- fece Lucia Barba sistemando meglio i vasi di fiori e i cesti di pronta guarigione con i palloncini '' GET WELL SOON'' che le avevano spedito i compagni di classe, i professori e il preside. Nel pomeriggio era passata a trovarla Abby. Le due ragazze si erano abbracciate, per poi scoppiare entrambe in un mare di lacrime. La rossa aveva implorato il perdono dell'amica per averla trascinata nei suoi guai, seppur senza volerlo... ma Chris non era adirata con l'amica. Era troppo stanca e debole per avercela con chiunque.
- Il dottore ha dato a papà due buone notizie.
La prima è che non ti rimarrà nemmeno un segno.
E che tra qualche giorno puoi tornare a casa.- 
- Invece vorrei restare qui.- fece Chris - chiusa qua dentro.- 
Lucia si sedette vicino alla nipote per cercare di confortarla come poteva. 
- Tesoro, non ti dirò che so e che capisco come ti senti...- fece la donna carezzandole i capelli disdratati - ma non ti fa bene questo isolamento.- da quando si era sparsa la notizia del ritrovamento e del ricovero, erano venuti compagni di scuola e professori non solo di Manatthan ma anche di Brooklyn, colleghi ed amici di Lucia, altre persone che l'avevano vista crescere... Chris però non aveva voluto vedere o parlare con nessuno di loro dicendo che era molto stanca. Il che era vero, anche se non le sarebbe dispiaciuto passare del tempo anche con i suoi amici, ma non ci riusciva. Ogni minuto che passava da sveglia, indipendentemente da chi fosse con lei nella stanza o da cosa le stesse dicendo, non riusciva a cancellare dalla mente l'orrore che aveva appena vissuto. Non riusciva a cancellare dalla mente l'uomo che per anni aveva chiamato '' zio'' sopra di lei, quelle mani sul suo seno e le sue gambe, l'alito pesante sul collo mentre ansimava come un maiale, e la sua voce che rispondeva alle sue suppliche di smetterla dicendo che se voleva giocare a fare la verginella difficile allora l'avrebbe fatta contenta, per poi dirle appena finito di fare il suo comodo '' La migliore scopata della mia vita'', ed ogni volta non faceva che domandarsi perchè le avesse fatto una cosa simile. 
- Non ce la faccio nonna.- fece Chris - Ho ancora davanti agli occhi quell'immagine... non va via...- 
- Presto andrà via.- fece Lucia - Ci vorrà del tempo, e dovremo lavorarci su, ma presto riuscirai a riprenderti la tua vita. Io, tuo padre, non ci sarà un solo passo di questo recupero che farai da sola.- 
Chris si sforzò di sorridere.
- Ti spiace lasciarmi sola? Sono molto stanca, vorrei dormire.- fece Chris.
- Certo piccola.- fece la donna - Vado a comprare qualcosa  da mangiare. Se hai bisogno basta che tu prema il pulsante.- 
Chris annuì prima di chiudere gli occhi ed accoccolarsi.
...
...
...
- Scusi.- fece Alex Muñoz, camuffato in modo tale che nessuno potesse riconoscerlo con il pacchetto di una pasticceria sotto braccio, all'infermiera di turno alla reception - La stanza di Christina Barba, per favore.- 
- Lei è?- fece la donna. 
- Suo zio.- 
La donna controllò prima di dire - Stanza 310.- 
- Grazie.- fece Alex incamminandosi verso la stanza della ragazza. Quando arrivò, Chris era pacificamente addormentata, raggomitolata su un fianco e il braccio a cui era attaccata la flebo era fuori dal letto. Poggiò la scatola sul comodino ed iniziò ad accarezzarle la guancia.
- Disculpame, Carinho...- mormorò. 
In quel momento Chris spalancò gli occhi che per il terrore divennero vitrei.
L'uomo che l'aveva stuprata era nella sua stanza d'ospedale. 
- Che diablo ci fai qui....?- fece la ragazzina con il cuore che le scoppiava per la paura - PAPA'!!! NONNA!!!- urlò.
Alex, in preda al panico le tappò la bocca, sbattendola sul letto. 
- Ascolta, ti devo parlare....-
...
...
...
Proprio in quel momento, al Mercy General Hospital, entrava Barba il quale incontrò il detective Carisi con un fagotto in mano. 
- Che ti sei portato dietro?- 
- Gliel'ho detto.- fece Sonny - Mia madre ha preparato un dolce a Chris. Spero che le piaccia la crostata di mirtilli.- 
Barba sorrise - Che pensiero gentile. Ringrazia tua madre da parte mia.- 
- Può dirglielo lei stesso.- fece Sonny - Vorrebbe invitarvi entrambi a cena una di queste sere.- 
- Davvero?- fece Barba sorpreso. 
Sonny annuì - Può stare tranquillo. Mi assicurerò personalmente che le mie sorelle si contengano e se mio padre prova a dire qualcosa lo appendo al muro con le mie mani.-
- Penso che Chris ne sarebbe molto felice.- fece Barba - Ha bisogno di un po' di tranquillità dopo tutto quello che è successo... il tempo di organizzare la partenza, e se per tua madre va bene verremo la sera prima.- 
- Certo.- fece Sonny. 
- A proposito... volevo ringraziarti per il tuo contributo.- fece Barba - se non fosse stato per la tua testardaggine e la tua mania per i dettagli, forse non l'avremmo mai trovata.- 
- Ma si figuri.- fece Sonny - Ho fatto solo il mio dovere. Sono solo contento che sia finita bene.-
- Finirà ancora meglio quando il cattivo verrà condannato e messo in prigione.- fece Barba - I giurati adorano le tesi complottistiche, ho il terrore che se la bevano.- 
- Ma i giurati non sono stupidi.- fece Sonny. O almeno lo sperava. -  Chris è sotto l'età del consenso ed era incapace di intendere e volere quando un uomo adulto ha avuto rapporti con lei. Non si possono mica processare le intenzioni.-
Barba fece per dire qualcosa ma si fermò.
Aveva sentito qualcosa che somigliava al pianto venire proprio dalla stanza di sua figlia. Accellerò il passo, seguito dal poliziotto, pensando però che non doveva e poteva essere nulla di grave, forse Chris stava sfogando il suo dolore oppure aveva avuto un incubo...
Quando spalancò la porta si sentì gelare il sangue nelle vene, e Carisi lasciò cadere quello che aveva in mano.
Alex teneva bloccata Chris sul letto che tentava di opporsi come poteva, senza riuscire a smettere di piangere. Con un braccio cercava di tenerlo lontano, con l'altro cercava di arrivare al pulsante per richiedere aiuto.
Continuava ad agitarsi, ed Alex la prendeva a schiaffi.
E a quel punto Barba non ci vide più. Si avventò su Alex come una furia, e lo attaccò al muro, sbattendocelo contro più volte.
- COSA DIAVOLO LE VOLEVI FARE???? CHI TI HA DATO IL PERMESSO DI VENIRE QUI???-
- Chris...- fece Sonny avvicinandosi alla ragazzina che tremava come una foglia - Come va, tutto bene, non sei ferita vero...?- la ragazza fece per aprire bocca ma riuscì solo a boccheggiare come un pesce rosso. 
- TI HO FATTO UNA DOMANDA!!! RISPONDI E PER UNA VOLTA NELLA VITA Dì LA VERITA'!!!-
- Niente, ti giuro non volevo farle del male...Io ero solo venuto per chiederle perdono...- fece Alex indicando la scatola della pasticceria. Dentro c'erano i biscotti a forma di animaletti che era solito comprarle quando era bambina. La guardò con gli occhi pieni di lacrime - Chris... ti prego dimmi... mi vuoi ancora bene? Mi vuoi ancora un po' di bene....?- chiese speranzoso.
Chris rispose con rabbia e gli occhi che le bruciavano per le lacrime - Io ti volevo bene!!! Io mi fidavo di te, e ti ho chiesto di smettere e tu ti ricordi cosa mi hai detto? Che se ci tenevo tanto a fare la difficile saresti stato al gioco!!!- 
- Io ti ammazzo...- fece Barba - Io stavolta ti ammazzo davvero...- 
Sonny dovette intervenire per toglierglielo dalle mani. Intanto, la confusione aveva attirato qualche infermiera, un paio di pazienti e gli addetti alla sicurezza. Fu a questi ultimi che il detective italo-americano affidò il cubano, chiedendo loro di trattenerlo per un po', finchè non fosse passato a prenderlo per portarlo in centrale. 
Barba cercò di seguirlo, e Sonny gli si parò davanti per bloccarlo. 
- Per favore, lasciami da solo per cinque minuti con quel figlio di puttana. Solo cinque minuti.- 
- Avvocato, non è in sè, per l'amor di Dio, non faccia qualcosa di cui potrebbe pentirsi presto...- 
- Lasciami. Solo cinque minuti con quel bastardo, voglio che sappia come ci si sente nelle mani di qualcuno che non ha pietà...- 
SCIAFF!!!
L'avvocato guardò il poliziotto di sottecchi, mentre si massaggiava con una mano la guacia offesa.
Sonny lo guardava con aria di rimprovero. 
- E dopo?- fece Sonny - Lo sa quanto le costerebbero quei cinque minuti? Un'intera carriera e la libertà.- 
- Credi forse che me ne importi qualcosa?- fece Barba - credici o meno, non ho paura per me.- 
- Lo so. E se ora lo massacra di botte forse si sentirà meglio per un giorno, forse due, o magari per una settimana, ma poi verrà chiamato a rispondere delle sue azioni... non potrà stare vicino a Christina se gli avvocati di quel figlio di puttana sporgono denuncia, e sua figlia oltre a dover convivere con il ricordo di quello che le è stato fatto, dovrà fare i conti con il senso di colpa di averle distrutto la vita.
Non la costringa ad affrontare anche questo. Ha già sofferto abbastanza.- 
A quel punto Barba si calmò. 
- Che cosa devo fare...?- 
- Le stia vicino. A quel bastardo ci pensiamo noi.- fece Sonny per poi allontanarsi. Barba rientrò nella camera della figlia.
Chris continuava a piangere, abbracciata al cuscino.
Le si avvicinò con cautela, temendo che iniziasse a strillare anche contro di lui, che gli rinfacciasse di non averla protetta nemmeno stavolta o che semplicemente, come molte vittime di abusi, avesse paura di qualunque persona appartenente alla categoria del proprio stupratore.
Christina invece tese le braccia verso di lui e lui la strinse forte tra le sue braccia - Carinho.... stai tranquilla... è tutto a posto... papà è qui con te.- 
Christina singhiozzò prima di dire - Voglio tornare a casa.-
- Certo. Appena i medici dicono che puoi uscire...- 
- No, subito. Per favore.- fece Chris con gli occhi spauriti e la voce supplichevole. Era terrorizzata. E suo padre non poteva certo biasimarla. Una volta fuori da quel pozzo e l'averle assicurato che sapevano tutto quello che le era capitano pensava che finalmente avrebbe potuto godersi un po' di meritata pace e invece appena si ritrovava da sola in ospedale, nel posto in cui era entrata per uscire con le sue gambe e in cui non avrebbe dovuto succederle altro, l'uomo che l'aveva violentata veniva a farle visita per traumatizzarla ancora.
- D'accordo...- fece Barba carezzandole la testa - mi faccio preparare i documenti per l'assunzione di responsabilità e poi andiamo via. Nel frattempo cerca di riposare.- 
Chris annuì, ma non lasciò il braccio del padre, ancora troppo spaventata per lasciarlo andare. Barba decise così di rimanere con lei almeno fino a quando non si fosse addormentata e la accompagnò tra le braccia di Morfeo cantandole '' Hallelujha''.

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Capitolo 13
*** Verso la normalità ***


- E quindi...- fece Olivia mettendo al corrente William Dodds delle ultime novità - Con la testimonianza di Christina pensiamo di essere molto vicini alla risoluzione del caso.- 
Dodds sorrise.
- Lei come sta a proposito?- 
- Come una qualunque vittima di stupro.- fece Olivia - è completamente traumatizzata. Dovrà affrontare un lungo percorso di guarigione... ma è una ragazza forte. Con il giusto supporto ce la farà.- 
Olivia però non riusciva a togliersi dalla testa la figlia del suo migliore amico, colui che sentiva quasi come un fratello, raggomitolata e in preda alla disperazione in quel letto d'ospedale mentre raccontava loro  di quello che aveva dovuto subire. 
I sedici anni erano l'età più bella della vita. L'età del primo ballo studentesco, dei sogni, a volte dei complessi e dei primi scontri con il mondo, ma era anche il momento in cui si smetteva di essere bambini e si assaporavano poco a poco tutte le gioie della vita.
E per molte ragazze era anche l'età del primo amore e della prima volta.
Sicuramente Chris, anche se probabilmente non ne parlava con le amiche o con suo padre, ogni tanto si era ritrovata a fantasticare su come sarebbe stata la sua prima volta con un ragazzo che le avrebbe fatto battere il cuore. Forse aveva sognato una bella camera da letto con della musica soffusa, o forse pensava di lasciarsi andare al momento quando sarebbe arrivato e che tutto le sarebbe venuto naturale... ma di certo non se l'era immaginata così. Nessuna ragazza avrebbe voluto avere la sua prima esperienza sessuale in una stanza buia, incapace di fare qualunque cosa e meno che mai di essere costretta a vivere un'esperienza per certi versi magica ed irripetibile con un uomo dell'età del padre mentre lo supplicava di lasciarla andare.
- E Barba invece?- fece Dodds, anche se come padre poteva immaginarlo. 
- E' molto scosso. In meno di una settimana ha dovuto far fronte alla scomparsa, la possibilità che la figlia fosse stata uccisa e al suo stupro, e per ultimo ha dovuto confrontarsi con il fatto che a violentarla sia stato un suo amico d'infanzia. Non bene.- 
- Ma come si fa dico io?- fece Dodds - Capisco che ad una certa età possano anche piacerti le donne un po' più giovani, ma come fai a buttarti su una bambina che potrebbe essere tua figlia?-
- Muñoz dice che l'ultima volta che ha visto Chris era alla sua festa degli otto anni, e che così truccata e vestita gli è stato impossibile riconoscerla.- 
- Ma per favore.- fece Dodds - anch'io non ho visto per anni le figlie di alcuni colleghi e le compagne di classe dei miei figli, ma non mi ci sono mai buttato addosso nelle occasioni in cui le ho riviste.- 
- Alex Muñoz è uno stupratore. E come tutti gli stupratori sta solo cercando di addossare la colpa delle sue azioni su altri e di arrampicarsi sugli specchi pur di non ammettere la sua colpa.- fece Olivia.
In quel momento, vide uscire dall'ascensore il detective Carisi assieme ad Alejandro Muñoz. E il suo detective non aveva l'aria di essere troppo contento.
...
...
...
- Sonny...- fece Amanda andandogli incontro assieme a Fin, seguiti a ruota da Olivia e Dodds - che succede?- 
- Che il qui presente ex futuro sindaco di New York ha seri problemi a capire il significato della parola '' no'' e dell'espressione '' ordinanza restrittiva''.- fece Sonny. 
- Non mi dire...- fece Fin. 
Sonny annuì. 
- E' andato in ospedale e ha aggredito Christina.- 
- Non l'ho aggredita.- fece Alex - Sono andato a trovarla per scusarmi, e appena mi ha visto ha smattato di brutto.- 
- E tu per calmarla hai pensato di bloccarla sul letto e di prenderla a ceffoni.- fece Sonny - e comunque non potevi andare lì.- 
- In cella di sicurezza.- fece Olivia - Io avverto il giudice e il suo avvocato che ha violato l'ordinanza restrittiva.- 
...
...
...
Il giudice sospirò - Avvocato. Il suo cliente è di nuovo qui, dopo nemmeno 24 ore, per rispondere delle accuse di aggressione, oltraggio alla corte e tentata subordinazione di testimone. Anche questo fa parte del complotto politico?- 
- Il mio cliente è terribilmente dispiaciuto per quello che è successo in ospedale.- fece l'avvocato - ma si è trattato di un errore in buona fede.- 
- Quindi, lo stupro ai danni di una minorenne era un malinteso, la violazione di un'ordinanza del giudice un errore in buona fede...- fece il PM - c'è qualcosa di cui il suo cliente è consapevole e responsabile?- 
- Avvocato.- lo richiamò all'ordine il giudice. 
- So che quello che ha fatto il mio cliente è sbagliato, ma le assicuro che la sua intenzione non era aggredire o traumatizzare ulteriormente la ragazza, meno che mai convincerla a ritrattare... voleva solo scusarsi.- 
A quel punto Sonny si alzò in piedi - Vostro Onore, quando sono arrivato l'imputato era sopra di lei e la stava schiaffeggiando per costringerla al silenzio. Non so quale sia il concetto dell'imputato di chiedere scusa ma di certo non è il concetto comune.- 
- Detective. E' già la seconda volta che la riprendo.- fece il giudice - Alla terza, sarò costretto a multarla per oltraggio alla corte. Si contenga quindi.- 
Sonny si scusò e si rimise a sedere.
Il PM riprese - Vostro Onore, l'imputato si è presentato dalla sua vittima il giorno stesso in cui gli era stato imposto di non vederla e di non contattarla in alcun modo. A livello legale non importa il perchè fosse lì, quello che importa alla legge è che ha deliberatamente ignorato un ordine del tribunale. 
Dobbiamo lanciare un messaggio chiaro che faccia sentire le vittime al sicuro e che faccia capire che nessuno è al di sopra della legge.- 
- Concordo pienamente con lei.- fece il giudice - Alejandro Muñoz. La libertà su cauzione era un privilegio che si è auto-revocato nel momento in cui ha avvicinato la sua vittima. La mando a Rikers in attesa del processo.- 
I poliziotti dell'Unità Speciale sospirarono di sollievo. La prima bella notizia di quella brutta storia. Christina avrebbe potuto ricominciare a vivere e a riprendere la vita di tutti i giorni senza doversi preoccupare di rivedere il suo stupratore ad aspettarla a scuola o sul pianerottolo di casa. E soprattutto non avrebbero dovuto preoccuparsi dell'eventualità di dover mettere le manette ad uno dei loro.
Da quanto aveva detto Carisi, Barba era stato sul punto di massacrarlo di botte. Non che qualcuno di loro non capisse e condividesse quel desiderio verso di lui o non avrebbe desiderato altrettanto nel trovarsi di fronte lo stupratore dei loro figli, ma cedere a quell'impulso avrebbe permesso alla difesa di insinuare che ogni ammissione era stata  estorta con metodi poco ortodossi. 
E non ci sarebbe stato il processo.
Non un solo pezzo di quel bastardo si sarebbe salvato.
...
...
...
Il tempo di firmare i moduli di assunzione di responsabilità e di chiamare un Uber e Chris si trasferì da una stanza del Mercy Hospital alla sua casa a Park Avenue, al 655 di Park Ave. Ed appena arrivati in casa, Barba le ordinò perentorio di fare quello che meglio preferiva mentre preparava la paella di pesce per darle il bentornato a casa. E così fece.
Si infilò subito nella vasca da bagno, godendosi l'acqua calda, restando a mollo fino a quando il padre non le aveva detto che tra due minuti avrebbe servito in tavola.
Uscì dalla vasca, si asciugò e mise il primo pigiama pulito che trovò. Una maglia beige con dei cuoricini grigi e dei pantaloni a righe grige e beige orizzontali per poi sedersi a tavola. 
Per quasi mezz'ora nessuno dei due disse niente.
Nessuno dei due sapeva cosa dire. O se aveva qualcosa da dire, temeva che fosse inopportuno e fuori luogo.
Fu Barba a rompere il ghiaccio.
- Ha chiamato Olivia.- fece Barba prendendendo una dose dalla sua porzione di paella - Alex è stato mandato a Rikers.- 
Chris annuì meditabonda rigirando il cucchiaio nel suo piatto che per ora non aveva ancora toccato.
- Che c'è?- fece Barba - Non sei contenta?- 
- Lo so che è stupido... ma ho paura che possa farmi ancora male.- fece Christina sorseggiando il suo succo di mirtillo. 
Barba le prese la mano - E' tutto a posto. Quell'uomo non ti toccherà mai più.  Te lo prometto. Il brutto è passato. Ora dobbiamo solo trovare il modo di andare avanti.- 
- Come?- 
- Che ne dici di fare un viaggio?- fece suo padre - Andiamo via da qui, almeno per un po'.-
- E il tuo lavoro?- fece Chris.
- Non sono l'unico procuratore di New York, e il Palazzo di Giustizia non crollerà se mi prendo tre settimane per andare a sciare con mia figlia.- fece Barba - possiamo andare allo Chalet in Svizzera. Ti ricordi di quando eri piccola e facevamo i pupazzi di neve?- 
Chris rise leggermente - Sì, a uno avevamo messo la tua cravatta e abbiamo spaventato i bambini.- e qui si bloccò - la cravatta...- 
- Que pasà?- fece Barba.
- Il dettaglio che non riuscivo a ricordare...- fece Chris - Sì, ora mi ricordo, quando sono uscita dalla stanza mi sono scontrata con un tizio.-
- Sapresti descriverlo?- 
Chris dissentì.
- No, aveva una maschera da pavone, non potevo vederlo in faccia...- fece Chris - però ho visto i suoi occhi. Neri, piccoli e cattivi. Mi ha afferrata per il collo e mi ha sbattuto contro la parete...e poi ha detto che se pensavo di fare la furba sarei stata io a dover pagare lui... l'ho graffiato e a quel punto mi ha lasciata andare.- 
- Ti ricordi se aveva un accento particolare?- fece Barba. 
- A sentirlo sembrava uno nato e cresciuto a New York... però mi ricordo di avergli visto addosso una spilla da cravatta con il simbolo dell'Omega.-
- Bene. Ottimo.- fece Barba - Questo ci sarà molto utile. Lo riferirò io stesso al tenente Benson domattina. Adesso però mangia.- 
Chris annuì - Ok, procuratore.- per poi iniziare a mangiare la paella che il genitore aveva preparato con ritrovato appetito
...
...
...
- E' tutto?- fece Olivia. Barba l'aveva chiamata la mattina seguente, chiedendole di passare al suo appartamento dicendo che Christina aveva ricordato un dettaglio importante della notte in cui era scomparsa.
Il tenente si era recato all'appartamento poco prima di pranzo per prendere la deposizione della ragazza.
Chris annuì.
- Sì. Dietro di lui ho avuto l'impressione che ci fosse un drappo rosso in movimento... ma forse era solo una tenda o il vestito di un'altra donna...-
- Va bene Chris.- fece Olivia - Non ti preoccupare. Ci hai fornito tutti i dettagli possibili e molto chiari. Adesso tu pensa solo a ristabilirti e a rilassarti. Al resto ci pensiamo noi.- 
Chris annuì prima di guardare l'orologio per poi rivolgersi al padre - Papà, adesso devo andare.- vedendo che il genitore si stava già allarmando si affrettò a spiegare - La nonna vuole portarmi a fare shopping per la Svizzera e a pranzo fuori.-
- D'accordo....mi raccomando tienimi informato.- 
- Papà rilassati.- fece Chris recuperando la borsa e la giacca - non lasceremo lo stato, promesso.- fece prima di uscire di casa. 
Olivia sorrise.
- Mi sembra che stia reagendo bene.- fece Olivia - Come è andata la prima notte a casa?-
Barba sospirò. 
- Credo che tra tutti e due avremo dormito si e no due ore.- fece Barba - Ogni volta che si addormentava, iniziava ad urlare ' Fermo, zio ti prego no'...  ho provato a calmarla e mi ha supplicato di non farle del male.- e questa era stata la cosa più dolorosa. Vedere l'espressione di puro terrore della sua bambina mentre lo supplicava di non farle del male.
Olivia cercò di confortarlo - Non stava parlando con te, e lo sai benissimo. Tua figlia è ancora sotto shock, è appena tornata a casa dopo l'esperienza più traumatica della sua vita, ci vorrà del tempo, ma vedrai che presto se lo lascerà alle spalle.- nel dir così mise un bigliettino sul tavolino da caffè.
Il biglietto da visita del suo terapeuta.
- Vuoi che porti Chris da uno strizzacervelli?- fece Barba.
- Lo so cosa pensi di psichiatri e terapeuti, che dovrebbero tenersi lontani dai tribunali almeno un kilometro e che la psichiatria è la rovina della legge...- fece Olivia - Ma il dottor Lindstrom è un ottimo psicologo e una bravissima persona. Mi ha aiutata con William Lewis, mio padre... e secondo me può aiutare anche Christina.-
- Non se lei non vuole andarci.- fece Barba - Dopo tutto quello che ha passato, dirle '' Hai bisogno di aiuto'' e menzionarle uno psicologo, potrebbe solo peggiorare la situazione.
Ed anche se minorenne e con la potestà genitoriale io non ho il potere legale di farle fare una terapia se non la ritiene necessaria.- 
- No certo... ma è lo stesso discorso del kit stupro.- fece Olivia - magari sulle prime non vuoi sporgere denuncia, ma intanto ti sottoponi alle analisi in modo da procedere nel caso cambiassi idea. Aspetta che si sia calmata un po', e con grande calma le suggerisci un supporto. Un passo alla volta.-
Barba annuì.
Ci avrebbe pensato. Al loro ritorno dalla Svizzera però.
Avevano entrambi bisogno di un po' di riposo, prima di pensare ancora ad Alex e qualunque cosa lo collegasse a loro. 


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Capitolo 14
*** Un'atroce possibilità ***


-Quindi.- fece Fin una volta che Liv fu tornata alla base - Dobbiamo cercare il responsabile di un'impresa edile con una spilla da cravatta con il simbolo dell'Omega.- 
Olivia annuì.
- Christina ha detto che dopo essersi liberata di Alex è scappata verso il salone della festa e lì un uomo con la maschera da pavone l'ha minacciata di ritorsioni se avesse creato problemi.- fece Olivia - Data la minaccia io tendo a credere che l'organizzatore della festa sia lui.- 
- E questo spiega il DNA trovato sotto le unghie di Chris.- fece Amanda leggendo il rapporto del laboratorio - Il laboratorio ha trovato tre diversi set. Quello di Alex Muñoz, quello di un uomo non identificato e quello di Chris.- e per il suo non avevano bisogno di chiederle spiegazioni. Forse non sapevano il momento preciso, ma la cosa certa era che dopo lo stupro si era afferrata la faccia fino a conficcarsi le unghie nella pelle per la disperazione. Forse mentre era nel pozzo ed aveva iniziato a perdere la speranza - ancora niente per il tossicologico.- 
- Che vi aspettate?- fece Sonny - tra lo stupro e il ritrovamento sono passati quattro giorni. Se qualcuno l'avesse drogata a sua insaputa ormai il suo metabolismo ha fatto il suo lavoro.- 
- Sì, è improbabile che trovino qualcosa...- fece Olivia - ma dobbiamo esaminare ogni elemento di prova con cura per essere certi che non ci sia sfuggito niente.- 
...
...
...
Dalle loro indagini saltò fuori che la spilla da cravatta con il smbolo dell'Omega proveniva da un'oroficeria in cui si realizzavano gioielli ed accessori su ordinazione e che la spilla in questione era stata fatta solo per otto persone.
Otto persone che il giorno dopo erano in centrale per essere riconosciuti dall'unica persona che era stata aggredita da uno di loro.
- Non so se ci riesco...- fece Chris - ve l'ho detto, era mascherato, ho visto solo gli occhi, ed è impossibile riconoscere un volto con un solo dettaglio...- 
- Però lo hai sentito parlare.- fece Olivia.
- Tesoro, adesso faranno dire ai sospettati la frase che ti ha detto quell'uomo.- fece Barba - tu puoi vedere e sentire loro, ma loro non possono vedere te. Non corri alcun pericolo.- 
Chris annuì e chiuse gli occhi. 
'' Se mi crei problemi sarai tu a dovermi pagare''
'' Se mi crei problemi sarai tu a dovermi pagare''
'' Se mi crei problemi sarai tu a dovermi pagare'' 
Al quarto che ripeteva quella maledetta frase, Chris ebbe un flash. Si rivide in quella casa mentre correva verso l'ingresso. C'era un uomo vestito in abito elegante e con una maschera da pavone. Lo aveva avvicinato dicendo '' La prego mi aiuti, mi hanno stuprata!''- e lui l'aveva afferrata per il collo, spinta alla parete e aveva sentito quel disgustoso odore di vodka e quella voce minacciare ripercussioni se avesse fatto qualcosa di sbagliato. 
- E' il numero quattro.- fece Chris iniziando ad agitarsi senza aprire gli occhi.
- Sei sicura?- fece Olivia. Osservò la foto di Micheal Smith, il sospettato indicato da Christina. Il proprietario di una grossa impresa edile e che era in corsa per vincere un appalto molto importante. E che aveva gli occhi piccoli e neri. E questo Christina non poteva saperlo, visto che per tutto il confronto aveva tenuto gli occhi chiusi. 
Liv diede ad Amanda e Sonny il segno di arrestare il loro uomo e di sottoporlo ad un interrogatorio serrato.
...
...
...
- Concorso in stupro ed istigazione alla prostituzione?- fece il signor Smith sgranando gli occhi - scherzate vero?- 
Sonny lo guardò male - Vede qualcuno ridere?- 
- Sentite, è vero.- fece l'uomo - La festa l'ho organizzata io, per ottenere un favore dal candidato Muñoz, ma con hostess maggiorenni e cosenzienti. Ho tutti i contratti di lavoro che lo provano.- 
- Ma non poteva essere sicuro che sarebbe bastato provare che il futuro sindaco andava a prostitute.- fece Amanda - con il video di Muñoz che faceva sesso con una minorenne invece lo avrebbe tenuto in pugno per tutta la durata del mandato.- 
- Era un evento di pubbliche relazioni per l'azienda.- 
- Beh, una delle '' partecipanti'', anzi due non si sono divertite molto.- fece Sonny mettendo davanti le foto di Abby e Chris - La prima quando ha provato a ribellarsi è stata quasi ammazzata. La seconda è stata stuprata. E non solo era sotto l'età del consenso ma era anche svenuta, forse drogata.- 
- Non ne so niente.- fece Smith. 
- Ah davvero?- fece Sonny - Sa io cosa penso? Che lei abbia offerto una sostanziosa somma di denaro ad Abby perchè andasse a letto con Muñoz in modo da poterlo ricattare come voleva per i prossimi anni, solo che Abby alla festa non c'è arrivata, e hanno usato Chris come rimpiazzo.- 
- Io non potevo saperlo però.- fece Smith - anche se fosse andata così io non potevo sapere che in quella casa ci fosse una minorenne strafatta.- 
- Però sapeva che c'era una minorenne che stava per fare sesso con uno o più uomini per soldi.- fece Amanda trattenendo a stento l'impulso di picchiarlo - Sotto suo suggerimento. Questa è corruzione di minorenne e istigazione alla prostituzione.- 
- Non avete modo di provarlo però.- 
Sonny sorrise - Possiamo invece. Il suo assistente ha ammesso di aver creato per lei, da un internet cafè un falso account con cui chattava con Abby ed è lo stesso account che lei ha usato per affittare la villa in cui si è svolta la festa. E con questo proviamo la corruzione di minorenne e istigazione alla prostituzione.- 
Il signor Smith iniziò a sentirsi male per davvero. 
- E. Sotto le unghie di Chris oltre a quello di Muñoz c'era anche il DNA di un secondo uomo... e Christina dice che mentre stava uscendo lei l'ha afferrata per il collo e l'ha minacciata molto esplicitamente se avesse creato problemi.- fece Amanda tirando fuori un bastoncino di cotone e una provetta - Ci serve un campione del suo DNA.- 
- Le do un consiglio da amico.- fece Sonny - collabori. In prigione ci finirà, ma se collabora forse uscirà prima dei settant'anni.-
Smith aprì la bocca. Ormai non aveva scelta.
- Grazie.- fece Amanda alzandosi per portare il tutto al laboratorio. 
Smith trattenne Sonny per qualche altro secondo. 
- Aspetti. Voglio fare un accordo.- 
- Mi spiace amico, gli accordi si fanno con chi vuole farsi meno anni di galera a patto che offra qualcosa di sostanzioso, cosa che lei non mi pare in grado di offrire.- 
- No?- fece Smith - e se le dicessi che una delle vostre dolci ed indifese vittime non è poi così angelica come vorrebbe farvi credere?-
Sonny si accigliò - Sarebbe a dire?- 
- Nel senso che per quello che vale, io non sapevo che la ragazza con cui ho preso accordi fosse ancora minorenne.- fece Smith - Sapevo che al senatore Muñoz piacevano le ragazze giovani... e pensavo che avrebbe gradito di più se fosse stata alla sua prima esperienza.-
Sonny lo guardò malissimo - Gli ha....regalato una vergine?- fece il poliziotto con una nota di disgusto nella voce - come se fosse una maglia o un abbonamento allo stadio?- 
Smith annuì. 
- La ragazza con cui ho parlato mi ha assicurato di essere pura come un giglio.- fece Smith - Non sono un santo, lo ammetto, ma non sapevo che fosse minorenne...- 
Sonny però non ascoltava più niente. 
Uscì dalla stanza rimuginando su quello che aveva detto Smith. Barba stava ringranziando Olivia e il resto della squadra per quello che avevano fatto per lui e Christina. Non sapeva cosa dire o cosa fare. E soprattutto non sapeva se credere o meno a quello che Micheal Smith aveva detto. La versione ufficiale di quel caso era che Abby si era ribellata, l'autista aveva reagito male temendo problemi, e aveva portato Chris al posto suo pensando che per quella gente un pezzo valesse l'altro e per non far capire l'inghippo avesse provveduto a truccarla e vestirla da prostituta.
Abby aveva detto loro di essersi ribellata all'ultimo secondo perchè era terrorizzata all'idea di concedersi a più uomini nella stessa sera e all'idea di aver trascinato un'amica in una brutta situazione... a loro.
Smith invece gli aveva detto che era maggiorenne e che era vergine, quando invece dalle sue amiche Esme e Charlene sapevano che la sera della scomparsa non era la prima volta che si prostituiva.
Forse sbagliava a credere alle parole di Smith. In fondo era già condannato. Aveva ammesso di essere colpevole di istigazione alla prostituzione, un reato federale per cui si sarebbe fatto diversi anni di prigione, e sperava di salvarsi in extremis buttando la croce sulla vittima, come aveva visto e sentito fare un milione di volte. Però sapeva anche che prima che scoppiasse quell'inferno, i rapporti tra Abigail e suo padre non erano nemmeno lontanamente paragonabili a quello di Barba con sua figlia e dal diario di Abby risultava che la rossa era dell'idea di aver sopportato anche troppe angherie e che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di andarsene. 
Ed il sospetto che avesse davvero fatto quello che pensava gli stava facendo rivoltare lo stomaco. 
'' Calmo... analizza con calma la situazione'' - pensò prendendo il cellulare - Dottoressa Warner? Salve, sono il detective Carisi... mi ascolti, dovrebbe riesaminare alcuni elementi di prova per il caso della figlia di Barba... no, non i suoi elementi di prova, ma quelli della sua amica. Ho bisogno di sapere se c'è un ragionevole dubbio nel pensare che la sua amica fosse o meno a quella festa.-
...
...
...
Alle undici di quella stessa sera Barba era in camera della figlia, accoccolato con lei sul letto. Chris si era addormentata mentre guardavano '' Thirteen Days'' sul pc della ragazzina. Appena fu certo che si fosse addormentata prese il dispositivo, lo spense, e rimboccò con cura le coperte alla figlia. Poi prese una sedia e si mise a guardarla mentre dormiva. 
I primi tempi dopo la morte di Marisol non erano stati difficili solo per lui. Chris, come tutti i bambini in età prescolare che subivano un lutto, non capiva bene cosa succedeva, era spesso confusa e spesso aveva delle crisi di sonnambulismo, e così per assicurarsi che stesse bene, la notte si piazzava in camera della figlia per vegliare su di lei ed assicurarsi, in caso di episodi di sonnambulismo che non si ferisse in maniera seria. E da almeno due notti vegliava su di lei, per essere pronto ad intervenire in caso di necessità. Non sapeva però se lo faceva più per lei o per sè stesso.Tutto quello che sapeva era che gli era sembrato di impazzire quando aveva scoperto che la sua bambina non era dove aveva detto di essere e non rispondeva al cellulare. Mano a mano che passavano i giorni si era quasi convinto che si fosse ricongiunta con sua madre prima del tempo. Quando l'aveva vista in quel pozzo, ferita, provata ma viva aveva sentito la mano di Dio. Come per dire '' Tua figlia è ancora viva, non l'hai protetta prima, puoi farlo adesso. Non sciupare quest'opportunità''.
Anche quando ormai stava per arrendersi all'ipotesi che fosse morta, non aveva smesso di cercarla. Scoprire cosa le era successo e consegnare alla giustizia chi l'aveva portata via da lui era diventata la sua ossessione.
Non avrebbe perdonato Alex. Ne lui ne tutti gli altri che si erano resi complici consapevoli o meno di quell'abominio.
- Risolveremo tutto tesoro mio.- fece Barba carezzandole i capelli - Non importa quanto tempo ci vorrà.- 
In quel momento suonò il telefono.
Andò in salotto per rispondere, ed accostò la porta per non svegliare Christina.
- Pronto?- 
'' Buonasera avvocato...''- fece la voce di Carisi -'' Scusi l'orario, sono qui fuori'' 
Barba si ritrovò a sorridere - Carisi... ti apro subito, così ci beviamo qualcosa insieme.- fece Barba aprendo il portone con il suo citofono per poi preparare due bicchieri e una bottiglia di Whisky.
Dopo pochi secondi, il poliziotto era nel suo appartamento.
- Il Whisky ti piace vero?- fece Barba.
Sonny annuì.
- Come mai qui a quest'ora?- fece Barba.
- C'era una cosa di cui volevo parlare con lei.- fece Sonny sedendosi e guardandosi intorno cercando Christina con lo sguardo - Chris come sta...?- 
- Dopo il confronto siamo andati a cena fuori e abbiamo visto un film insieme... o almeno ci abbiamo provato, si è addormentata a metà film... è ancora un po' scossa.- 
- Uhm.- fece Sonny - e quello che ho scoperto non l'aiuterà.- 
Barba si bloccò proprio mentre versava da bere all'ospite - Dimmi che l'avvocato di quel bastardo non ha inventato storie per farlo rilasciare su cauzione.
- No, tranquillo. - fece Sonny - però... il signor Smith ha detto qualcosa su Abby.- 
- E cosa?- 
- Lei e Christina, come si sono conosciute?- 
Barba trovò strana quella domanda ma rispose comunque - Avevo appena iscritto Chris nel liceo che frequenta anche Abby... mia madre aveva proposto di farla studiare nella sua scuola, ma Chris ha insistito per la scuola pubblica e non voleva avere problemi di socializzazione per essere la nipote della preside... 
Dovevano fare un lavoro in coppia, Chris non conosceva nessuno, Abby era scompagnata, e da lì è nata una bella amicizia.-
- Lei la conosceva invece?- 
- Beh, ho controllato le sue pagine social per assicurarmi che non ci fossero armi o droga... per il resto lo sai, mi sono rimesso alla facoltà di giudizio di mia figlia... ma perchè ti interessa tanto?-
Sonny sospirò - Avvocato, io temo che Abby sia qualcosa di più di una ragazzina che è finita in un brutto giro per un rapporto conflittuale con il padre.-
Barba lo guardò senza capire - Non capisco...-
Sonny sospirò - Il signor Smith ha detto che in effetti voleva una ragazza particolare per il senatore... e con particolare intendo dire ancora vergine. Se inizialmente il piano di Abby era andare lì, fare sesso con un cliente e prendersi i suoi soldi, perchè proprio lei? Da quello che ci hanno detto le sue amiche Abby era sessualmente attiva già da un po'.- 
- E tu ti fidi della parola di uno che ormai ha il nodo scorsoio alla gola e per salvarsi direbbe qualunque cosa?- fece Barba che non ci voleva credere.
- No, però credo alla Warner e alle sue competenze professionali.- fece Sonny - Le ho chiesto di ri-esaminare gli elementi di prova, per scrupolo. Ha analizzato il vestito che Abby avrebbe dovuto indossare alla festa a cui a sentir lei non è mai arrivata... dice di aver trovato dei capelli rossi incastrati nell'etichetta e che c'è uno strappo piuttosto vistoso sulla schiena.- 
- E allora?- 
- Parliamo di un capo d'alta moda. Va messo e tolto con molta cura o si romperebbe.- fece Sonny - e secondo lei può essere in quello stato solo perchè Abby se lo è tolto in fretta e furia.-
- Ma non puoi provare che lo indossasse a quella festa.- fece Barba - il vestito era in una borsa da biancheria del suo albergo, magari progettava di indossarlo ma non c'è riuscita.- 
- E non si sarebbe accorta di uno strappo così vistoso?- fece Sonny - sono cresciuto con quattro donne e le assicuro che una cosa l'ho imparata. Nessuna donna metterebbe lo stesso vestito per due volte di fila ad una festa con le stesse persone e nessuna donna rischierebbe di uscire di casa con un abito rotto o malmesso.- 
Barba fece per ribattere, ma più il suo ( anche se non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto le peggiori torture) pupillo parlava più il quadro si faceva chiaro.
- Ossignore...- fece Barba che non voleva crederci.
Aveva messo sua figlia nelle mani di uno dei suoi aguzzini e con un bel sorriso per giunta.

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Capitolo 15
*** L'ultimo tassello ***


La mattina seguente, Carisi mise a parte il resto della squadra di quello che aveva scoperto. 
- Un abito strappato?- fece Dodds - è su questo che basa un'accusa per traffico sessuale?- 
- Lo so, è un po' tirata per i capelli...- fece Sonny mostrando le foto del vestito in questione. Un abito rosso, lungo, con uno spacco molto dirompente, morbido ed avvolgente che metteva in risalto le forme della persona che lo indossava - ma secondo la Warner è un capo d'alta moda, quando lo metti devi stare attenta e devi stare più attenta quando te lo togli o rischi di rovinarlo.- 
- Ma non c'è la prova però che a romperlo sia stata Abby... magari quando l'autista l'ha atterrata le ha fatto violenza, e lei non se lo ricorda e il vestito si è rotto allora.- 
Olivia fece cenno di no. 
- Ho il rapporto del pronto soccorso.- fece il tenente - Avevo chiesto esplicitamente del kit stupro, ed è negativo. 
Abigail risulta essere sessualmente attiva, ma non ci sono tracce di violenza carnale o di rapporti recenti.-
- Ed io aggiungo...- fece Barba - che se fosse andata così, non c'era bisogno di farle a pezzi il vestito per violentarla. Quello spacco è piuttosto vistoso. Bastava sollevarle la gonna.- 
- E poi scusate, dov'è la logica?- fece Fin - Abby si veste da escort in macchina, le cose si mettono male, l'autista l'aggredisce e la violenta, quasi la uccide e poi la riveste come quando è uscita per andare alla festa a scuola?- 
- Quindi pensate davvero che una ragazzina di diciassette anni abbia venduto una compagna di classe per un festino privato?- fece Dodds. Anche se ad onor del vero non se ne sarebbe stupito più di tanto. La cronaca era piena di storie di adolescenti che facevano sfociare i malintesi, le incomprensioni di quell'età e piccole scaramucce in veri e propri delitti.
- Dico solo che mi pare molto strano che Abby si sia proferita per questo '' lavoro'', quando Smith cercava una vergine.- fece Sonny - e se è vero che quando Abigail vuole qualcosa da sempre il massimo per averla, e quello che voleva era allontanarsi  dal padre... so che è brutto dirlo, ma secondo me le possibilità che abbia venduto Chris sono alte.- 
- E come lo proviamo?- fece Fin - Non c'è modo di provare che non sia andata come dice Abigail.- e non potevano certo presentare un'accusa al procuratore basandosi sulle parole di uno che aveva praticamente ammesso i reati di istigazione alla prostituzione e concorso in stupro e che pur di non morire in carcere avrebbe detto qualunque cosa.
La voce della Warner risolse il problema. 
- Forse posso aiutarvi io.- fece Melinda - E' arrivato il tossicologico di Christina. Nel suo sangue erano presenti piccole dosi di Ketamina.- 
- Se non sbaglio è un anestetico per cavalli.- fece Barba.
- Si, infatti.- fece Melinda - e viene usata anche in psichiatria per i pazienti affetti da disturbi dell'umore, bipolarismo, depressione, dipendenza e stress post traumatico. Viene dato anche ai feriti in Vietnam, perchè è dieci volte più potente della morfina.- 
- Quindi Chris non era ubriaca, ma qualcuno l'ha narcotizzata.- fece Sonny. E quel qualcuno non poteva che essere Abigail. Dubitava fortemente che a drogarle il drink fosse stato il barista, e per quel poco che la conosceva non ce la vedeva, la figlia del suo mentore ad accettare da bere da uno sconosciuto. 
E non era difficile immaginare come. 
Nei filmati non avevano notato niente che facesse pensare a qualcuno che metteva qualcosa nel bicchiere, e fino a quel momento ritenevano che entrambe le ragazze fossero vittime della stessa persona, ma che era stata Abby a prendere i drink per poi offrirne uno a  Chris lo avevano visto. 
- Con il caos in quel locale era difficile notare una ragazza che droga un bicchiere.- fece Amanda - E' Abigail la cattiva della storia. Ci ha manipolati fin dal primo momento.- 
- Credo che tu abbia ragione.- fece Melinda - Ovviamente dovrei fare esami più approfonditi, ma dal rapporto del pronto soccorso direi che i segni e le percosse che aveva al momento del ritrovamento sono auto-inflitti.-
- Ma la disidratazione?- fece Dodds - quella era vera.- 
-  Non è la prima volta che un carnefice arriva al punto di mettere in pericolo la sua vita pur di rendere credibile la propria versione.- fece Fin - Qualche anno fa, molto prima che arrivassero Nick, Amanda e Carisi, indagavamo su un caso di stupro con rapimento. L'appartamento della vittima era sottosopra, il fidanzato è andato nel panico. L'abbiamo trovata nell'Est River. Quando è stata in grado di parlare ed è saltata fuori la prima incongruenza ha ammesso di fare uso di droghe, che il caos dell'appartamento l'ha causato lei alla ricerca di una dose, e che ha continuato la finta del rapimento per non far sapere la verità al fidanzato.-
- Andiamo capo.- fece Sonny - ci sono casi di adolescenti, grandi amiche che non esitano a tendersi agguati l'una con l'altra e ad uccidersi a vicenda, perchè una diciassettenne dovrebbe essere impossibilitata a mettere su un giro di prostituzione minorile?- 
Dodds ci pensò un attimo prima di dire - Arrestatela.- 
Dell'arresto vennero incaricati Sonny ed Amanda. Barba sospirò.
- Ehy...- fece Liv - tutto bene?- 
Barba dissentì con il capo. No che non andava bene. In quella maledetta storia non c'era niente  che andasse bene. Non solo sua figlia era stata stuprata da quello che considerava un fratello, ma il terribile crimine di cui era stata vittima era stato ad opera di una persona di cui Christina riteneva di potersi fidare. 
La prima vera amica che credeva di aver avuto l'aveva venduta al suo aguzzino. 
- No...- fece Barba con gli occhi lucidi - Dovrò dire a Christina che la sua migliore amica l'ha venduta. Nessuno può stare bene dopo questo.- 
Purtroppo non aveva altra scelta se non dirle TUTTA la verità. Chris per lui era speciale, il centro del suo mondo, ma per il resto del mondo in cui vivevano, lei non era diversa da una qualunque altra vittima, e come  tutte le altre vittime aveva il diritto di sapere chi, come e perchè le era accaduto quello che le era accaduto. Faceva parte del processo di guarigione. E purtroppo spesso la cura era più dolorosa della ferita stessa. 
Prese il cellulare e la chiamò - Carinho? Ti sto venendo a prendere. E' successa una cosa. Ed è giusto che tu la sappia.- 
...
...
...
Il padre di Abigail non prese bene l'arresto della figlia. 
- Dopo tutto quello che mia figlia ha dovuto subire, ora le date anche la colpa  dell'accaduto?!?!?- gridò l'uomo fuori di sè, per poi guardare supplichevole l'avvocato Barba - Senta, sono affranto per quello che è successo a sua figlia, ma anche la mia Abby non si da pace. E' divorata dal senso di colpa, e la notte quasi non riesce a dormire... si sveglia in balia degli incubi ogni notte, pregando di non essere uccisa.-
- L'unico motivo per cui sua figlia è così angosciata...- fece Olivia - è il terrore di essere scoperta.- 
- Ci sono le prove che sua figlia non solo ha mentito alla polizia su cosa è accaduto ma che ha organizzato tutto.- fece Barba mostrando le foto del vestito strappato.
- Un abito rotto?- fece l'uomo che non sapeva se mettersi a ridere o piangere - è su questo che basate un accusa?- 
...
...
...
- Ve l'ho detto.- fece Abby cercando di salvare la faccia, certa che non ci fossero delle vere prove contro di lei - Appena ho capito che io e Chris eravamo in pericolo mi sono buttata giù dalla macchina, quello mi ha inseguita e quasi ammazzata.- 
- Quindi tu confermi che a quella festa, in quella villa, tu non ci sei mai arrivata.- fece Sonny. Abby annuì - Ciò è molto strano. Perchè Christina dice di averti vista conversare con un tizio con una maschera da falco.- 
Abby sgranò gli occhi per l'incredulità - ERA COMPLETAMENTE STRAFATTA, NON POTETE CREDERLE!!!-
I due detective si guardarono fingendosi sbalorditi. 
- Sì, hai ragione... Chris era fatta. Qualcuno le ha versato della ketamina nel bicchiere al PlayHouse...- fece Amanda giocando un po' con lei al gatto con il topo.
- Ma la domanda è...- fece Sonny - tu come potevi saperlo?- 
Abby si raggelò.
Senza rendersene conto si era tradita da sola.
- Chris ha bevuto un solo drink. Che le hai portato tu.- fece Sonny - ergo, solo tu o il barista potevate metterle la droga nel bicchiere.- e il barista poteva essere escluso a priori. Una volta avuto l'esame tossicologico, si erano precipitati immediatamente al locale a Chelsea, informando il barista che avevano ritrovato ambedue le ragazze, vive, ma che una delle due era stata drogata e violentata, e che basandosi sul racconto della ragazza sopravvissuta l'unico posto in cui poteva aver assunto la droga era proprio quel locale. L'uomo aveva gettato le mani avanti, promettendo e giurando di non saperne niente, ma allo stesso tempo si dichiarò disposto a permettere di far perquisire il locale, senza nemmeno voler vedere un mandato. 
- E dai video in nostro possesso non risulta che lui l'abbia drogata.- fece Amanda - rimani solo tu. Ammettilo. La droga nel bicchiere gliel'hai messa tu.-
- E'... è assurdo... perchè mai avrei dovuto fare una cosa simile alla mia migliore amica...?- fece Abby cercando di salvarsi come poteva.
- Perchè Micheal Smith ti ha offerto un sacco di soldi per intrattenere il candidato  Muñoz.- fece Sonny - solo che la richiesta era una ragazza vergine. E tu non potevi certo soddisfarlo.- 
- Così hai attirato Chris con una scusa in un locale in cui servivano alcolici ai minori, le hai drogato il drink e quando ha iniziato a fare effetto l'hai caricata in macchina.- fece Amanda - poi l'hai vestita e truccata in modo che sembrasse una escort.- 
- No, non è andata così!- urlò Abby.
- Abigail, basta.- fece Sonny - è finita. Abbiamo l'estratto conto della tua carta di credito, sai, quella di cui hai dimenticato di parlare ai tuoi e le coordinate del tuo conto bancario segreto.. quasi 3000 dollari per l'abito rosso che indossavi alla festa e un tubino nero.-
A quel punto Abby si arrese. 
- Ok. Mi avete scoperta.- fece Abby - Cos'è, volete un premio?-
- No, ci basta sapere perchè diavolo hai fatto una cosa così atroce.- fece Amanda afferrando i bordi del tavolo - Hai venduto una tua amica per soldi.- 
- No, l'ho fatto per istinto di auto-conservazione.- fece Abby risentita - Voi non avete idea di cosa si provi a vivere con mio padre. Non avete idea di come ci si senta ad avere un padre che non ti considera se non per darti ordini come se fossi l'ultima sguattera dell'albergo e per dire che non fai niente di buono, anche se ti ammazzi di ansia per essere come avrebbe voluto lui. Non avete idea di cosa voglia dire chiedere aiuto a tua madre per sopportare questo dolore e sentirsi dire '' Non ho voglia di ascoltare le tue lagne'' e sentirsi accusare di voler distruggere la famiglia.
Se fossi rimasta ad ascoltare un altro giorno, sarei morta.- 
- Quindi... tuo padre e tua madre hanno ferito i tuoi sentimenti e tu per ripicca hai venduto la  tua migliore amica ad uno stupratore?- fece Amanda che non voleva crederci. Anche lei da adolescente ce l'aveva con il mondo, ed in particolare con la sua famiglia non esattamente perfetta, ed anche lei avrebbe venduto la propria anima al Diavolo se questi le avesse garantito un futuro ( se non proprio felice) normale e lontano almeno quindicimila km da sua sorella e i mille casini che era capace di combinare e ai quali lei doveva mettere le toppe... ma avrebbe venduto la SUA anima. Non avrebbe mai sacrificato un'amica o messo a repentaglio la serenità ed integrità fisica o morale di un'altra persona per ottenere qualcosa. 
- Nessuno di noi due pensa che tu fossi in una bella situazione.- fece Sonny - Sai, io ti capisco. Ho due sorelle grandi e una più piccola, e tra tutte e tre non so se sono più i giorni trascorsi dall'anno zero ad oggi o i casini che hanno combinato... 
Facevo l'impossibile per essere quello normale di casa e mio padre si accorgeva a stento che esistevo. Io ne facevo una giusta, loro combinavano un guaio a cui porre rimedio. Anch'io ero arrabbiato e frustrato, però non ho mai venduto un amico o qualcuno a cui tenevo molto per andare via prima.- fece il poliziotto - dì la verità. Anche se Christina pensava di essere una tua amica, tu in realtà non la potevi vedere. Tu avevi un diavolo per capello ogni giorno per colpa di tuo padre, lei invece era sempre allegra e sorridente quando si parlava di genitori, nonostante non sia nemmeno riuscita a conoscere la madre.-
- E' per questo che hai fatto buon viso a cattivo gioco?- fece Amanda - volevi vendicarti di lei?- 
Abby esplose - Sì. Ok? E' vero. Non la sopportavo. Lei e quel suo esibire suo padre, a dire di quanto erano uniti e salamecchi vari. Non era giusto, che lei fosse il gioiellino di suo padre e dovesse solo respirare, mentre io per avere uno stralcio di considerazione dovevo fare da serva.- 
- Così l'ha drogata, rapita e fatta stuprare.- fece Amanda guardandola con rabbia. 
Da lì era facile intuire cosa fosse successo. Non sapevano ancora bene cosa si sarebbe inventata con Chris se la ragazza non si fosse svegliata e non fosse fuggita, ma sapevano cosa era successo in quel frangente. 
Terrorizzata dall'idea che Chris fosse  tornata a Manatthan per dire tutto a suo padre  aveva deciso di fingersi una vittima, facendo leva sul fatto che Chris non l'aveva vista, si era fatta riaccompagnare indietro per poi dire all'autista che dal punto in cui l'avrebbe lasciata avrebbe contattato un amico per farsi venire a recuperare. Lì si era picchiata da sola e poi aveva vagato intorno, senza mangiare ne bere, per farsi ritrovare ferita e disidratata dai soccorritori. 
Ed il bello era... che c'era quasi riuscita a farli tutti fessi.
...
...
...
- Vi prego, spegnete.- fece Christina sull'orlo di una crisi di nervi. Alla fine suo padre era riuscito a dirle anche l'ultimo pezzo di quella terribile verità, e come si aspettava l'avvocato Barba, la figlia sulle prime aveva cercato di negare, di dire che sicuramente c'era un malinteso... ed aveva dovuto ammettere, per la prima ed unica volta nella vita, che suo padre non aveva tutti i torti.
'' E' meglio abituarsi prima al dolore che alle bugie''- era solito dirgli spesso e volentieri il suo vecchio quando non era troppo ubriaco o troppo stanco per picchiare lui e sua madre. E su quello aveva ragione.
C'era un unico modo per convincere Christina di quello che Abby le aveva fatto. Fare in modo che ascoltasse Abby mentre parlava dei suoi reali sentimenti.
E a poco a poco, la verità era diventata chiara e limpida. 
- HO DETTO SPEGNETE!!!- fece Chris con gli occhi lucidi.
Olivia spense l'interfono. 
- Chris... tesoro... - fece Barba - Lo so che è difficile da accettare... se ci fosse stata UNA possibilità su un miliardo di poterti evitare anche questo, l'avrei fatto... ma tu dovevi sapere.- 
Chris non diede segno di averlo ascoltato. Scattò come un pupazzo a molla dentro la sala interrogatori. Aveva il viso colorito e gli occhi iniettati di sangue nonostante fossero pieni di lacrime e come una furia corse a prendere a pugni Abby. 
- TI ODIO!!! COME HAI POTUTO FARMI QUESTO?!?!? ERI MIA AMICA, TI VOLEVO BENE, E TU HAI SPINTO UN UOMO A STUPRARMI, COME HAI POTUTO FARMI QUESTO, COME?!?!?- urlava e nel frattempo la prendeva a ceffoni così forti da tagliarle un labbro. All'inizio sia il padre che i poliziotti presenti ritennero opportuno lasciarla sfogare come meglio credeva, ma quando la ragazza aveva afferrato per il colletto della camicetta l'ex amica per sbatterla contro il muro, Sonny ed Amanda intervennero per dividerle. 
Sonny tratteneva Chris che fissa con uno sguardo infuocato una sconvolta Abigail che cercava di dire qualcosa, forse una scusa, ma che davanti ad un impeto simile non era riusciva a fare nulla se non boccheggiare come un pesce rosso.
- MI FAI SCHIFO!!! TUO PADRE HA FATTO BENE A TRATTARTI COME UNA PEZZA, VORREI CHE TI AVESSE FATTO DI PEGGIO, ANZI VORREI CHE TU SCHIATTASSI!!!- a quel punto Sonny la portò fuori per riconsegnarla al padre, che sembrava sconvolto nel vederla così. 
- Tesoro...- fece cercando di abbracciarla.
Chris si scostò e corse fuori. 
- Querida, ascolta...- fece Barba correndole dietro quasi. 
- NO!- fece Chris con il volto annegato di lacrime - IO NON STO BENE!!! OK, LO VOLEVI SENTIRE, IO NON STO BENE, E NON LO SARO' MAI PIU'!!! QUESTA E' L'ULTIMA VOLTA CHE MI FIDO DI QUALCUNO, L'ULTIMA!!!- fece per poi crollare tra le braccia del padre in un pianto liberatorio. Le sue urla disperate, piene di rabbia, delusione, paura ed odio riecheggiarono tra le pareti del sedicesimo. 
Dopo aver chiuso Abby in una cella ( e non dopo essersi presa in faccia uno sputo da parte del padre, carico di disprezzo) Liv, Amanda, Fin, Carisi e persino il vice capo Dodds si guardarono.
E furono tutti concordi.
Quel caso e quelle urla li avrebbero perseguitati per moltissimo tempo.

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Capitolo 16
*** Epilogo ***


                                            EPILOGO


Dagli eventi di quella lunga, e per certi versi interminabile settimana, passò circa un mese.
Un mese in cui la squadra dell'Unità Speciale aveva fatto quadrato attorno a Rafaèl Barba e sua figlia Christina per aiutare entrambi a superare il terribile trauma che entrambi avevano vissuto a loro modo.
Entrambi avevano dovuto scoprire il tradimento da parte di una persona che reputavano una persona sincera e degna di fiducia e che li aveva usati. 
Rafaèl aveva dovuto dire addio al suo amico Alejandro, scoprendo con dolore che non era solo uno dei responsabili della scomparsa di Christina, ma che era anche l'artefice dello stupro subito dalla ragazza.
Christina invece aveva scoperto che la sua prima amica, la prima persona a cui aveva regalato una fiducia incondizionata l'aveva drogata, rapita e venduta ad un cinquantenne solo per potersene andare prima dalla casa paterna. 
Per molti giorni era rimasta in silezio, confinata in camera sua, rifiutando ogni premura e strillando come un aquila persino quando il padre cercava di abbracciarla. La prima settimana, per un attimo, temette di doverla far ricoverare. Non mangiava, non dormiva, non leggeva, passava tutto il giorno in camera sua a fissare un punto sul muro e a pensare a tutto quello che aveva vissuto in quei quattro giorni d'inferno. 
Quando le aveva detto di fare le valige, in quanto sarebbero partiti per la Svizzera, si era messa a strillare che non poteva costringerla a fare qualcosa che non voleva. Da lì, a poco a poco la situazione si era stabilizzata. 
Era tornata a scuola, dove fu accolta con calore da insegnanti e compagni di classe, ma nessuno insistette per sapere come stava o per sapere i dettagli di quello che le era capitato. 
Cosa di cui fu loro molto grata. Non le andava di dare spiegazioni, di dire la verita ne di mentire. Voleva solo essere lasciata in pace. 
Poi finalmente, quando le cose sembrarono andar meglio...
- Allora.- fece Barba dando una cartellina a Carisi - ti ho messo in evidenza i casi più importanti, e ti ho lasciato i nominativi di un paio di colleghi che possono aiutarti con le pratiche. Non dovresti riscontrare grandi difficoltà, ma...- 
- Avvocato stia tranquillo.- fece Sonny - si goda la neve, si rilassi, e lasci fare a me.- 
- Lo so.- fece Barba - so che posso fidarmi. Tu almeno non mi hai mai tradito.- 
- Chris come sta?- 
- Apparentemente meglio.- fece Barba - spero che due settimane lontano da qui possano aiutarla a dimenticare.-
- Anche lei.- fece Sonny - mi creda, se avessi potuto scegliere...- 
- Non dirlo nemmeno.- fece Barba - Siamo avvocati e poliziotti, non scrittori. Non possiamo decidere come va a finire.
Solo adattarci ed andare avanti.- 
Poco dopo, anche Christina raggiunse il padre in centrale. Non voleva andarsene da New York senza salutare tutte le persone che l'avevano aiutata e soccorsa in quella brutta avventura per essere accolta proprio come una di famiglia.
- Ho iniziato a vedere la terapeuta che mi ha consigliato.- fece ad Olivia - Mi sta già aiutando moltissimo. Mi ha consigliato di focalizzare le mie energie su qualcosa che mi piaccia e che possa essere utile agli altri... è di questo che volevo parlarvi.- fece la ragazza per poi guardare il padre come per avere la sua approvazione.
Barba sorrise come per dirle '' Sono con te, fino alla fine''.
- Vorrei aprire un centro di ascolto, per aiutare le ragazze che come me sono state vittime di violenza, a scuola.- 
- Mi pare una splendida idea.- fece Amanda. 
- Chiedi pure a noi, per qualunque cosa ti serva.- fece Sonny.
- Grazie.- fece Chris - Non solo per questo... ma per tutto quello che avete fatto. Non sarei mai riuscita a tirarmene fuori, se non ci fosse stati voi.-
A turno la abbracciarono, e poco dopo, padre e figlia salirono nell'uber che li avrebbe condotti in aereoporto, sotto lo sguardo benevolo dei loro amici.

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