Proposta indecente di una nobile misteriosa

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pugno di ferro ***
Capitolo 2: *** Una notte lunga ***
Capitolo 3: *** Contro ogni volere ***
Capitolo 4: *** Cambiamenti irreversibili ***
Capitolo 5: *** Forzare l'amore è sempre sbagliato ***



Capitolo 1
*** Pugno di ferro ***


I saloni e gli ingressi del castello di Egeskov erano immensi quanto arredati in maniera alquanto lussuosa.
Fujiko Mine, la proprietaria del castello, non riusciva a capire il vero significato della vita.
I suoi genitori avevano combattuto fino alla loro morte per non far mancare niente alla propria figlia e cercando di insegnargli un educazione e un rispetto che gli sarebbe servito durante la sua vita.
Ma la ragazza era stata sempre distratta dal fatto che era la futura padrona del castello e che non aveva rispetto per la servitù o per la gente inferiore a lei.
Molte malelingue del castello parlavano di una ragazza frivola che non si meritava niente.
Ma tutte queste cose passarono inosservate nei pensieri e nei modi di fare di chi gli stava intorno, e Fujiko continuava a vivere la sua vita come se nulla fosse.
Una sera come tanti, la giovane erede di Egeskov organizzò feste e banchetti invitando tutte le più alte cariche del Regno per mostrargli come si viveva bene nel suo bel castello fiabesco.
< La ragazza non capisce che tutto questo lusso è stato speso dai suoi genitori > fece un giovane nobile mentre si muoveva nei saloni principali in compagnia di sua moglie < La giovane Fujiko non spenderebbe mai nella ristrutturazione del luogo. Nemmeno se fosse la persona più ricca del mondo. >
< Lei non sa che vuol dire soffrire la fame. Ed è per questo che non si troverà bene nella sua vita. >
< Ma noi non siamo le persone adatte per spiegarglielo… Tra poco la giovane donna compierà ventitré anni e non ha ancora ricevuto una proposta da un giovane marito che può continuare la loro dinastia. >
< Questo castello è destinato a grandi disgrazie. Te lo dico io. >
< Questo castello sarà splendido e lussuoso com’è sempre stato. >
La voce di Fujiko Mine fu talmente dirompente da risuonare in tutta la sala.
< Fujiko! Non vi avevamo sentito. >
< Io invece ho sentito abbastanza le vostre infamie. Come vi permettete nel venire a casa mia e dire certe cose? >
< Facevamo per parlare di un argomento che ci preme molto. >
< Insultandomi? Siete voi che non avete nessun rispetto nei miei confronti. >
< Fujiko, non la prendete male. Se abbiamo detto questo era solo perché vogliamo vedervi sotto un altro aspetto. >
< Io sono così, Duca Zenigata. Se non le piace il mio modo di vivere, vi pregherei di andarvene immediatamente insieme alla vostra signora. >
< Fujiko, vi prego… >
< Volete che faccia chiamare le mie guardie? Non ci metterò molto. Vi state cacciando in un mare di guai. >
Senza sapere che cosa rispondere, alla fine il Duca Zenigata se ne andò con la coda tra le gambe come un volgare ladro e malfattore.
“Nessuno mi può dire come comportarmi in questa vita. È inaudito.”
Mentre Fujiko si muoveva nei saloni del suo castello con la rabbia che gli ribolliva nelle vene, la sua guardia del corpo Goemon Ishikawa gli domandò se era tutto apposto.
< Mi sono fatta prendere in giro da un vecchiaccio senza cervello che ha osato insultarmi in casa mia mentre era in compagnia di sua moglie… Ancora non riesco a capire come si siano permessi. >
< Mia signora, vorrei farvi scoprire che cosa realmente succede nella vostra casa, ma sarebbe troppo doloroso per chiunque. >
< Che intendi dire? >
< I duchi Zenigata non sono gli unici che gli prendono in giro e vi infamano dietro le spalle. Dobbiamo anche considerare la vostra servitù. >
< Che cosa? Dopo tutto quello che io faccio per loro si permettono di mancarmi di rospetto? >
< Purtroppo sì. >
< Da quanto tempo sapevi questa cosa, Goemon? >
< Da poco, mia signora. Dovevo trovare il momento adatto per confessarvi il tutto. >
< Goemon, spero che anche tu non mi faccia la guerra, altrimenti sai dove ti rispedisco. >
< No, mia Signora. Ho giurato di esservi federe fino alla morte e un abile samurai come me mantiene sempre le promesse. >
< Adesso basta! La serata è cominciata male e non ho più voglia di ascoltare i problemi che albergano intorno a me. >
< Vi capisco mia Signora, ma bisogna eliminare il problema della servitù prima che sia troppo tardi. >
< Anche se loro sono un numero abbastanza maggiore rispetto a me e alle persone di cui io mi possa fidare, loro non hanno nessun mezzo per ribellarsi. >
< Ne siete davvero sicura? >
< Goemon, parla chiaro: che cosa stanno complottando nei miei confronti? >
< Ho sentito dire che vogliono insorgere contro di voi tutti assieme. Si stanno preparando da molto tempo, mia Signora. >
< E tu me lo dici solo adesso?! >
< Ve l’ho detto: l’ho scoperto da poco. >
< Non ci si può fidare nemmeno di te! Sei inutile come tutti gli altri! >
< Vi chiedo umilmente scusa… >
< Le scuse non servono in questo frangente. Caccia via tutta la servitù di questo castello. Preferisco rimanere sola con te ad abitare in questo maledetto castello. >
< Decisione saggia, mia Signora. Farò subito come mi avete ordinato. >
< E di anche a tutti gli invitati che la serata si conclude qui. >
< Ma mia Signora, ormai sono giunti tutti al castello. Io… >
< Inventagli una scusa plausibile, dannazione! Digli che non mi sento molto bene o sciocchezze del genere. Mi hai capito? >
< Va bene. Farò subito tutto quello che mi avete ordinato. >
< Ben detto. Hai mezz’ora di tempo. Ti aspetto nella mia camera per sapere come si comporteranno la servitù. Se ci dovesse essere qualche problema, non esitare ad usare le guardie reali. >
< Non ce ne sarà bisogno visto la mia abilità nella spada. Se stanotte qualcuno non vorrà darmi ascolto, ci saranno molte teste mozzate. >
< D’accordo, ma vedi di non imbrattarmi troppo il castello di sangue. Ci tengo molto a questo posto. >
< Non vi preoccupate, Mia Signora. Starò molto attento > disse infine la guardia del corpo di Fujiko mentre si destreggiava negli immensi corridoi del castello.
“Da stasera ci sarà una nuova Fujiko Mine: più cattiva e più coraggiosa e in grado di prendere decisioni con il pugno di ferro.”
Ma da quella notte la giovane donna non poteva immaginare che la sua vita sarebbe cambiata per sempre per colpa di una ladro intrufolatosi grazie al coinvolgimento della servitù.

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Capitolo 2
*** Una notte lunga ***


“Essere risa dietro alle mie spalle. È davvero insopportabile.”
I pensieri di Fujiko furono tutti per quella chiacchierata avuto con il suo Fedele Goemon.
“Se anche quel samurai da strapazzo penserà anche solo una volta di tradirmi, non la passerà liscia. Ucciderei chiunque si frapponga tra me e il mio volere.”
< Perchè essere così dura con voi stessa? > gli domandò il suo samurai irrompendo nella stanza.
< Non si usa più bussare? >
< L’ho fatto, mia Signora. Ma eravate talmente inebriata nei vostri pensieri che non mi avete sentito minimamente. >
< Allora? Hai già fatto? >
< Certo. C’è voluto ben poco grazie all’aiuto delle sue guardie personali… Adesso siamo rimasti in pochi in questo castello. >
Affacciandosi alla finestra, Fujiko vide proprio tutta la sua servitù venire cacciata malamente dal castello.
< Le guardie li stanno minacciando come volevate proprio voi. >
< Ottimo lavoro… Loro non hanno fatto niente per difendersi? >
< Perchè? Dovevano provare a farlo? Sapete come sono le vostre guardie, vero? >
< Indifferenti e assolutamente devote al loro padrone. >
< Esatto. Meglio di un cane da guardia. >
< Sarebbe una bella idea farli tutti fuori, sai Goemon? Ho paura che possano ribellarsi improvvisamente senza che riusciamo a fermarli. >
< Non potranno mai ribellarsi, mia Signora. Ormai gli abbiamo sottratto tutto. Non hanno né, cibo, né acqua, né possano permettersi delle armi visto che se ne sono andati senza un soldo. E nessun nobile di questo Regno e nei paesi circostanti proverà ad assumerli. La situazione è completamente sotto controllo. >
< Bravissimo, Goemon. Hai agito nel mio bene e in tempi molto veloci. >
< Non per altro sono il Vostro Fedele consigliere, mia Signora. >
< Sì, ma attento a darti delle arie: dopo questo fatto non riesco a fidarmi più di nessuno. >
< Fate bene, mia Signora. Se volete essere forte e indipendente, dovete andare Avanti per la vostra strada. >
< Adesso che cosa potrò mai fare senza una servitù? >
< Ne troveremo degli altri alquanto efficienti come questi, state tranquilla. Abbiamo solo bisogno di un po’ di tempo. >
< Tempo che non posso impiegare ulteriormente, Goemon. I miei nemici sono molto affiatati e se faccio un passo falso non faranno altro che sotterrarmi. Lo sai, vero? >
< La cosa che vi servirebbe in questo momento è un marito che vi possa dare un erede, mia Signora. >
< E me lo procuri tu? Nessun nobile ha il coraggio di maritarsi con me. Hanno troppa paura. >
< In effetti siete peggio di Attila > scherzo il samurai.
< Come hai detto, scusa? >
< Niente d’importante, mia Signora… Vedendo l’ora e la note avanzare, vi suggerisco di andare a dormire e non pensare più a niente. >
< Tu la fai facile. Ho un mucchio di pensieri nelle mia testa. Non so se riuscirò a dormire. >
< Non siete minimamente stanca? >
< Dovrei essere stanca dopo non aver fatto niente in tutto il giorno? Quei traditori dei miei servì hanno organizzato questa festa che non si è nemmeno consumata… Adesso dovrò risolvere il problema di ripulire tutto. >
< Possono farlo benissimo anche le vostre guardie, mia Signora. >
< Bravo, Goemon. Hai perfettamente ragione. >
< Magari domattina, va bene? Alcuni stanno facendo la ronda nel castello, ma altri si sono già coricati a letto. >
< Mi domando perchè anche loro sono così stanchi dopo non aver fatto niente. >
< Mia Signora, in verità loro non rimangono mai con le mani in mano… Molte volte aiutavano la servitù nelle stalle o in altri posti del castello in cui li potevano competere. >
< Avrei volute vedere, sai? >
< Vedrete che domain si metteranno subito all’opera… Adesso, se non ho altro da fare, anch’io mi ritirerei nella mia stanza. >
< Vai pure. Non ho più bisogno di te. >
< Buonanotte, Mia Signora. Fate sogni d’oro. >
< Voglio proprio vedere come. >
 
 
Una volta messasi sotto le coperte fredde del castello, Fujiko prese un libro dalla sua libreria personale per cercare di ingannare il tempo e addormentarsi.
“Anche il mio libro preferito mi sta annoiando. Che cosa posso fare per prendere sonno? Non ho voglia di gironzolare in questo castello come se fossi un fantasma.”
Completamente annoiata, alla fine Fujiko dovette ricredersi e iniziare a fare una bella camminata cercando di prendere sonno.
“Il castello così vuoto fa venire la pelle d’oca. Sembra un luogo spettrale.”
Nel mentre la giovane Fujiko stava passeggiando nei lunghi corridoi illuminati solo dall’accensione di una candela, un rumore di passi che si stava avvicinando a lei la mise in allarme.
“Chi potrebbe mai avanzare verso di me?”
Per niente intimorita, Fujiko rimase immobile attendendo.
“Ma qui non c’è nessuno” Pensò mentre stava avanzando piano piano “Mi sarò sicuramente confuse.”
Ma una volta che la giovane donna si allontanò per svoltare e ritornare verso la sua camera, la trovò stranamente socchiusa.
“Ma io ero estremamente certa di avere chiusa la porta.”
Con il cuore che gli batteva a mille, la giovane donna entrò nella stanza guardandosi intorno.
Per paura di venire scoperta, spense la candela e avanzò nel buio.
Stando attenta a dove metteva I piedi, alla fine la giovane nobile colpì involontariamente una figura un po’ più alta di lei riuscendo a metterla al tappeto.
Cercando di mantenere il sangue freddo, subito dopo Fujiko ebbe la prontezza di accendere la sua candela che aveva subito prima spenta e quello che vide dinanzi a lei la lasciò di sasso.
Un volgare ladro era entrato nel suo castello senza degnarsi di nascondere il suo volto.
< Voi chi siete? > domandò la donna con tono tremante.
< Un Vostro umile visitatore > fece l’uomo con tono cordiale < Mi dispiace di avervi spaventata, ma pensavo che voi non foste nella vostra stanza e quindi ho approfittato. >
< Siete un volgare ladro, non è vero? >
< Volgare è dire troppo… Il mio nome è Lupin. >
< Che strano nome… >
< Perchè? Che cosa c’è di strano? >
< Voi non siete francese. >
< No. Infatti sono giapponese anche se i miei genitori erano originari della Francia. >
< Pensa un po’. Non l’avrei mai detto. >
Vedendo con quale sguardo sensuale ed enigmatico Lupin stava fissando Fujiko, la giovane nobile non rimase minimamente immobile e senza parole.
< Ditemi Lupin, che cosa vi spinge a rubare? >
< Sinceramente non lo so. Non me lo sono mai chiesto > replicò l’uomo senza evitare di ridere.
< Che cosa trova di bello nel farlo? Lo sa che è un reato. >
< Diciamo che è il lavoro che so fare meglio… E poi non sono solo. >
< Ah davvero? Chi è il tuo fortunato collega? >
< Non è un lui, ma una lei. >
< Davvero molto interessante. >
Mentre Lupin non smetteva di guardarla negli occhi, Fujiko si avvicinò a lui scoprendo le sue parti intime.
Ma prima che si potesse mettere definitivamente nuda, una giovane ragazza della stessa età di Fujiko irruppe nella stanza della donna.
< Lupin! Che cosa stai facendo?! >
< Rebecca! Ti avevo detto di aspettarmi fuori. >
< Adesso ho capito perché. Volevi spassartela con questa donna, vero? >
< Certo che no. Che cosa ti viene in mente? >
< Pensi davvero che io sia una stupida?! Allora vuol dire che non mi conosci abbastanza. >
< Lupin, voi conoscete questa ragazza? >
< Sì, è la mia fidanzata nonché “collega” di lavoro: vi presento Rebecca Rossellini. >
< Siete davvero molto fortunata ad avere un ladro come gentiluomo, milady. >
< Come osate rivolgermi la parola? Anche se siete la padrona di questo castello, non avete nessun diritto di fregarmi il fidanzato. >
< Ma io non volevo fare niente di tutto ciò. >
< Come? Mi prendete forse in giro? Non vi conviene. Sono armata fino ai denti. >
< Siete voi che non vi conviene provare a farmi del male. La mia guardia del corpo piomberebbe qui nella mia stanza in un istante. >
< Vorrei proprio vedere… >
< Davvero? Vedrete che poi cambierete idea. >
Sentendo una specie di puntura dietro la sua schiena scoperta, Rebecca si girò di colpo fissando Goemon con sguardo sconcertato. >
< Avete visto? Meglio non scherzare con me > ribatté Fujiko con tono malefico.
< Non mi fate paura. >
< Mia Signora, questi due vi stanno recando disturbo? >
< Assolutamente no. Però mi sto divertendo in loro presenza… >
< Che cosa devo fare? >
< Rimani a proteggermi in ogni evenienza. >
< Bene. Adesso che ci siamo tutti, meglio se noi togliamo il disturbo. Ciao ciao. >
Ma prima che Lupin potesse lasciare la stanza di Fujiko in compagnia della sua fidanzata Rebecca, un gruppo delle guardie del castello si frappose tra lui e l’uscita.
< Ve ne andate così di fretta? la notte è ancora molto lunga… >
< Abbiamo molto da fare e non possiamo trattenerci > replicò Lupin smorzando un sorriso.
< Lupin, adesso che vi ho incontrato non ho nessuna intenzione di lasciarvi andare. >
< Ci credo! Vuole spassartela con te! >replicò adirata Rebecca.
< Rebecca tesoro, non ti devi preoccupare. Anche se la qui presente Fujiko è molto bella, non potrei mai tradirti. >
< Cosaaa?! Quindi la trovi più bella di me?! >
< Non ho detto questo! Non mi fraintendere. >
< Invece lo intendevi eccome. Non mentirmi, Lupin. Non è il momento. >
< Davvero un quadretto molto toccante > fece Fujiko con tono serio < Siete davvero una bella coppia. Ma lo sarete anche dopo questa notte? >
< Perché? Avete intenzione di rinchiuderci in due celle separate? >
< Molto peggio, cari miei… >
< Mia Signora, non credo che sia una buona idea > s’intromise Goemon.
< Goemon, quando vorrò sapere il tuo parere, non esiterò a chiederlo. Adesso però devi chiudere il becco. >
< Ma lui non è un nobile. >
< E con ciò? Sarà molto divertente la proposta che ho in serbo per loro. >
< Di quale proposta state parlando? > domandò Lupin curioso.
< Aprite bene le orecchie perché sto per cambiarvi la vita a tutti e due. Per sempre. >

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Capitolo 3
*** Contro ogni volere ***


Lupin e Rebecca si fissavano a vicenda con sguardo sconcertato.
< Cos’è che voi due desiderate di più al mondo a parte la vostra felicità? >
< Non abbiamo bisogno di nulla > rispose Rebecca adirata.
< Davvero? Perché penso che non sia così? >
< Abbiamo bisogno del denaro > rispose invece Lupin < E’ solo per colpa di quello se abbiamo deciso di iniziare a rubare. >
< Immaginavo… Giovane ladro gentiluomo, che ne direste di trascorrere una notte con me con il compito di mettermi incinta? >
< Che cosa? >
< Sono disposta a darvi una fortuna. 10 milioni di corone danesi potrebbero andare bene? >
< Spero che voi mia cara signora stiate scherzando. Non darò mai il mio Lupin in pasto ad una vipera come voi. >
< Come avete osato mancargli di rispetto così?! > tuonò Goemon.
< Goemon, stai tranquillo. È tutto apposto. >
< Ma Signora… >
< Avete tempo fino a domani per pensarci. Io non voglio mettervi troppa fretta. >
< Rifiutiamo categoricamente! > gridò ancora Rebecca < E Lupin sarà d’accordo con me. Non è vero, tesoro? >
Ma il ladro non disse nulla, fissando lo sguardo dritto verso l’abito costoso che Fujiko aveva indosso.
< Ci rivediamo domani mattina se per voi va bene’, d’accordo? Intanto questa notte ci dormire su. >
< Ma Lupin! >
< Andiamocene via, Rebecca. Si è fatto molto tardi. >
< Vi aspetto domani mattina nel salone principale alle otto in punto. Vi prego di non ritardare. >
< Noi ladri non ritardiamo mai > rispose Lupin con tono pacato prima di uscire dalla camera della giovane donna.
 
 
Anche se Goemon era un semplice servo di Fujiko, la proposta che la giovane donna aveva fatto ad un sempliciotto di ladro l’aveva spiazzato completamente.
“Non posso permettere che ciò avvenga. I suoi genitori si rivolterebbero nella tomba.”
< Goemon, a cosa stai pensando? > gli domandò la giovane donna.
< A niente. Stavo guardando i due ladri uscire dal castello. >
< E con ciò? Non hai di meglio da fare? >
< Mia Signora, devo assolutamente parlarle… >
< So cosa vuoi dirmi ma sai benissimo come sono fatta… Quando mi metto in testa una cosa, è difficile farmi cambiare idea. >
< Se certe cose ve le dico, è solo per il vostro bene. >
< Goemon, devo pensare al futuro della mia famiglia e ho un assoluto bisogno di un erede. >
< Avete un sacco di spasimanti che vi circolano attorno. Perché proprio quel ladro? >
< Perché è un ottimo partito per me. >
< Smettete di mentire a voi stessa. >
< Adesso basta, Goemon. Stai davvero esagerando. >
< Io non tollero vedere buttata la vostra vita in questa maniera. Non dopo tutto quello che ho fatto per voi e per la vostra famiglia. >
< Adesso sono io che comando qui! O accetti le mie condizioni, o puoi andartene come il resto della servitù. A te la scelta. >
< Pensate davvero di liquidarmi così? >
< Tutti sono utili e nessuno è indispensabile. Non scordarlo. >
< Meglio che vi lasci da sola. Altrimenti la nostra discussione potrebbe peggiorare > rispose Goemon distogliendo lo sguardo dalla donna.
< Anche se te ne vai, il problema non scompare. >
< Lo so bene… Ma adesso si è fatto molto tardi e voi dovete riposare. >
< Goemon, non così in fretta… Che cosa pensate adesso di me? Che sono una ragazza frivola che pensa solo a divertirsi per uno stupido capriccio? >
Ma il giovane samurai non rispose, mordendosi il labbro.
< Attendo una tua risposta, Goemon. Non farmelo ripetere una seconda volta. >
< Sinceramente non so cosa pensare, mia Signora. >
< Non mentirmi! Non puoi nascondermi i tuoi pensieri! >
< Mia Signora, vi prego… Voi state meglio con un duca o un nobile che vi meriti. E non quel ladro da strapazzo… E se vi facesse del male? Come potrei proteggervi se io non sarò lì con voi? Sarebbe una cosa imperdonabile per me. >
< Lupin non mi farebbe mai del male. Ne sono certa. >
< Staremo a vedere. Buonanotte mia Signora > disse infine Goemon uscendo definitivamente dalla sua stanza.
 
 
Il sole brillava alto nel cielo.
Ma quella giornata non sarebbe stata splendida per una delle due donne.
Chi avrebbe sofferto la decisione di Lupin.
< Non pensavo che ritornare qui mi avrebbe fatto battere il cuore > fece Rebecca < Mi sta crescendo dentro il nervosismo. >
< Ti capisco. È la stessa cosa che sta succedendo a me. >
< Lupin, che cos’hai deciso? >
< Sinceramente ancora niente. >
< Ma come? Non abbiamo molto tempo. >
< Non mettermi fretta. a tempo debito tutti saprete la verità. >
< Allora vuol dire che hai già deciso. >
< Non del tutto… >
Nel mentre Lupin e Rebecca stavano discutendo tra di loro, Goemon gli andò incontro interrompendoli sul più bello.
< Avrei creduto di non rivedervi, sapete? Ma è proprio vero che il richiamo dei soldi colpisce tutti. >
< Se sono qui non è per i soldi, ma per la promessa fatta alla vostra Signora. >
< Certo, come no. Credi davvero che io ci creda? Non sono così stupido. >
< Non mi interessa quello che pensi di me. L’unica cosa che voglio è vedere la tua Signora. >
< Allora venite. Vi sta aspettando. >
Una volta raggiunta la sala principale del castello, Lupin e Rebecca videro Fujiko intenta a fare colazione.
< Scusate. Purtroppo mi sono svegliata un po’ tardi. >
< Nessun problema. Possiamo ripassare dopo, se volete. >
< Oh, no. Ho finito. Goemon, porta via questa roba. >
< Come, mia Signora? >
< Hai capito bene. Non abbiamo servitù. Quindi tocca a te fare questi lavori. >
< Ma io… >
< Vuoi che lo faccia io? Vorrei ricordarti che sono ancora la padrona di questo castello. >
Per paura di contraddirla, alla fine Goemon ubbidì alla sua richiesta.
< Aspetta fuori, va bene? Io e Lupin dobbiamo parlare in privato. >
< Che cosa? non ci pensare nemmeno > protestò Rebecca < Anch’io voglio sapere che cosa ha deciso il mio Lupin. >
< Come osi darmi del tu? lo sai chi sono io?! >
< Una che vuole fregarmi il fidanzato. >
< E con ciò? Lupin è abbastanza grande da prendere una simile decisione. >
< In mia presenza, però. >
< Rebecca, ti prego. Ascolta la richiesta della signora del castello e non peggiorare una situazione già compromessa. >
< Ma Lupin, tutto questo è colpa sua. E tu che gli dai corda. >
< Rebecca, aspetta fuori. >
Vedendo che non c’era nessun modo di farsi difendere dal suo Lupin, alla fine Rebecca uscì dal salone con gli occhi lucidi dalla rabbia insieme a Goemon che stava portando via la colazione.
“Spero che tu possa perdonarmi, Rebecca. Lo faccio per noi due.”
< Finalmente se ne sono andati > fece Fujiko tirando un sospiro di sollievo < Non li sopportavo più. >
Ma Lupin non diede peso alle parole della donna, concentrandosi solo sulla sua richiesta.
< Allora Lupin, avete preso la decisione tanto agognata? >
< Assolutamente. >
< E quindi? Accettate o no la mia proposta? >
Fissandola dritta negli occhi alla fine Lupin si avvicinò a lei con il cuore che gli batteva.
< Accetto la vostra proposta. >

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Capitolo 4
*** Cambiamenti irreversibili ***


Fujiko non riusciva ancora a credere a come il ladro gentiluomo avesse risposto.
< Davvero? O vi state prendendo gioco di me? >
< Non credo che sia il momento adatto per prendersi gioco di una persona. Accetto di venire a letto con voi per darvi un erede in cambio della cifra astronomica che mi avete offerto. >
La giovane donna rimase alquanto esterrefatta nel sentire una simile risposta.
< Va bene. Sono molto contenta della risposta > fece Fujiko smorzando un sorriso.
< Adesso però devono saperlo anche la mia fidanzata e il vostro fedele samurai. >
< Lo immaginano già, non preoccuparti. Però prima di consumare vorrei farti vedere tutto il castello della mia famiglia. Mi piacerebbe conoscervi meglio. >
< Come volete voi, mia Signora. >
Per niente preoccupato per le sorti future, Lupin uscì dalla stanza della giovane donna a braccetto come se fosse una coppia modello da seguire.
Appena fuori dalla stanza, Rebecca stava ancora continuando a piangere in solitudine pensando a tutti i bei momenti avuti con Lupin.
< Rebecca, mi dispiace vederti così… >
< Non è vero. Tu stai mentendo! >
La giovane ex fidanzata di Lupin non riusciva a credere che l’uomo si fosse abbassato così tanto nell’accettare una somma di denaro in cambio di un amore che in verità non era profondo.
< Mia Signora, che cosa possiamo fare per Rebecca? >
< Può rimanere in questo castello tutto il tempo che vuole. In modo che voi non vi incontriate mai. >
< No! Non rimarrò in questo posto un minuto di più! Lupin, ti pentirai di una simile scelta. >
Mentre stava correndo per i corridoi del castello, la giovane donna incorse in Goemon che stava passando lì dinanzi.
< State piangendo per un traditore? Non si merita la vostra clemenza? >
< Voi cosa ne volete sapere?! Io quell’uomo l’amavo. >
< Ed io amavo il rispetto di Fujiko Mine. Ma dopo quest’ultimo capriccio, ho deciso di assecondare i suoi ordini futuri. >
< Sei il consigliere più fidato della signora. Non puoi ribellarti. >
< E chi l’ha detto? La sua furia non mi fa paura. >
< Basta parlare. Meglio uscire da qui. >
Una volta fuori dal castello in compagnia di Goemon, Rebecca aveva assoluto bisogno di un po’ di conforto dopo aver ricevuto la più grande delusione d’amore della sua vita.
< Non posso lasciare questo castello senza il permesso della Signora. Non me lo perdonerebbe mai. >
< Ma voi avete paura di lei? >
< In un certo senso m’incute un po’ di timore… Ma se poi ci penso su, capisco che è solo una ragazzina viziata che pensa solo a sé stessa. >
< Ho sentito dire che ha un sacco di nemici, vero? >
< Nemici facente parte della servitù. Ed è per questo che siamo rimasti solo io e lei. >
< Dovreste andarvene anche voi, sapete? >
< Io… non lo so… >
< A meno che non proviate un po’ d’affetto per quella donna… >
In quel momento Goemon non sapeva che cosa rispondere.
In soli pochi minuti, Rebecca aveva capito i reali sentimenti del giovane samurai.
Ma l’uomo non voleva farsi scoprire proprio adesso.
< Adesso voi che cosa farete? >
< Non lo so… Non ho ancora deciso del mio futuro. Forse tornerò in Italia… Non voglio più sapere nulla di Lupin. >
< Secondo me state decidendo troppo in fretta… >
< Voi non potete capire come io stia soffrendo. >
Pensando di peggiorare ulteriormente la situazione, Goemon decise di tacere alcuni minuti.
< Fa’ molto freddo qui fuori. Sarebbe meglio cercare un riparo. >
Ma nel mentre Rebecca stava soffrendo come non mai, vide nelle vicinanze aggirarsi Fujiko in compagnia di Lupin.
< Non guardateli, Rebecca. Altrimenti la vostra sofferenza non avrà fine. >
< Non so cosa fare… >
Vedendolo in compagnia con l’ormai ex fidanzata di Lupin, Fujiko squadrò malamente Goemon.
< Che cosa stai facendo in sua compagnia? >
< Mia Signora, sto cercando di consolarla. >
< Non è un tuo diritto. Cacciala via immediatamente da l mio castello. >
< Ma non ha un posto dove andare. >
< Non è un mio problema. >
< Come potete essere così rabbiosa e crudele contro tutti? Non avete un po’ di pietà con chi state facendo soffrire? >
< Io guardo solo me stessa. Non ho tempo di pensare ai problemi altrui. >
< Dovreste farlo, sapete? >
< Non dirmi cosa devo o non devo fare! O la cacci immediatamente dal mio castello, o lo farò personalmente. >
< Non ce ne sarà bisogno… Sarò io che me ne andrò con lei. >
< Come scusa? >
< Non mi rivedrete mai più. Ecco che cosa succederà. >
< Goemon, non farmi arrabbiare… >
< Finché non avrete rispetto per le persone che vi stanno intorno, io non potrò mai servirvi. Ecco che cosa ho deciso. >
< Stai sbagliando tutto! Presto te ne pentirai. >
< Credo che sarà impossibile. >
Mentre Fujiko stava gridando e imprecando contro il suo samurai, quest’ultimo uscì dal retro dell’edificio cercando di riscaldare l’animo e il cuore di una Rebecca alquanto infreddolita.
< Mia Signora, lasciate stare. Se hanno deciso di andarsene, noi non possiamo fermarli. >
< Hanno deciso di andare contro di me. Ma presto se ne pentiranno… >
< Non perdiamo tempo rendendogli la vita impossibile. Dobbiamo pensare a noi. >
< Lupin, voi non mi conoscete abbastanza… Chi mi manca di rispetto e si rifiuta di ubbidire ai miei ordini non può rimanere impunito. >
Lupin non sapeva come destabilizzare la rabbia della giovane donna, decidendo di rimanere in silenzio e contemplare le bellezza dei giardini e del castello.
< Adesso vediamo di pensare solo a noi, d’accordo? >
< Quei maledetti… Sarebbe meglio rientrare subito. Sta cominciando a piovere e io ho freddo. >
< D’accordo. >
 
 
Rimasti solo loro due in un immenso castello, fu Lupin ad aiutare la giovane donna a cambiarsi d’abito e a riscaldarsi.
< Grazie mille. Siete davvero gentile > rispose Fujiko smorzando un sorriso.
< Sono contento di farvi felice. >
Le parole di Lupin furono così sincere che Fujiko quasi ci credette.
Ma la giovane donna sapeva bene che il ladro gentiluomo era ancora innamorato di Rebecca.
< Non vi manca minimamente la vostra Rebecca? >
< Ormai non è più mia. >
< E comunque non potete averla dimenticata. >
< Infatti non la dimenticherò mai… Con tutto il rispetto che posso avere per voi, s’intende. >
< Sono davvero contenta di avervi incontrato, sapete? Non si trovano in giro uomini come voi. >
< Su questo vi devo dare ragione > rispose Lupin smorzando un sorriso.
< Rimanere in vostra compagnia non può che farmi bene. Sono sincera. >
< Lo so… >
Alzandosi in piedi solo con una camicia da notte trasparente, Fujiko si adagiò sulle gambe di Lupin iniziandolo a massaggiare sul collo.
< Che cosa state facendo? >
< Non riuscite a capirlo? La vostra vicinanza si sta rivelando fondamentale. >
< Vi sto forse facendo eccitare? >
< L’avete già fatto dal primo momento che ci siamo incontrati. >
Non riuscendo a stargli alla larga, alla fine Lupin accettò le avances di Fujiko e assaporando tutti i suoi tocchi.
< Andiamo a letto. Lì sarà molto più comodo. >
< Non voglio muovermi da questa stanza calda. A costo di fare l’amore con voi sul pavimento. >
< Ma così rischierete di prendere freddo. >
< Sarete voi che mi riscalderete, no? >
Rimasto immobilizzato dai suoi tocchi, alla fine Lupin fu spogliato proprio da Fujiko mentre la giovane donna stava diventando incontenibile.
< Questo è solo l’inizio, Lupin. Voglio una notte indimenticabile con voi. >
< E l’avrete, mia Signora. Io non sono nessuno per fermarvi. >
< Ottima decisione > disse Fujiko prima di immergersi nel corpo di Lupin e dare sfogo a tutta la sua energia.

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Capitolo 5
*** Forzare l'amore è sempre sbagliato ***


Lupin non riusciva a staccarsi dal corpo di quella giovane donna.
Si sentiva come ossessionato e ammaliato da lei.
Non gli era mai accaduto una cosa simile prima d’ora nella sua vita e assaporarla in quel momento che per lui era tanto speciale significava molto.
Tutto era successo in due soli giorni e mentre i due amanti erano completamente rinchiusi nella stanza della donna in un castello talmente bello quanto oscurato, Lupin stava dimenticando piano piano la sua amata Rebecca.
Con lei il suo modo di vivere era cambiato anche se non aveva mai smesso di fare il ladro.
Rubare è una cosa che lo aveva sempre affascinato e sapere che la sua voglia di rubare l’aveva fatto finire in un vortice di erotismo, non ne sarebbe uscito fuori molto facilmente.
< Continuami a spingere. Ho bisogno di sentirti dentro di me. >
La giovane donna non aveva mai goduto così tanto prima d’ora.
Se prima pensava che la sua era solo una scommessa, quella vicinanza che aveva Lupin verso di lei solo per i soldi gli faceva annebbiare la mente.
“Perché si sta impegnando così tanto? Gli piace davvero?”
< Fujiko, io sono quasi al culmine. >
< Allora vieni dentro di me. Non aspetto altro. >
Mentre il giovane ladro stava esplodendo dentro il corpo della ragazza, alla fine cadde a terra stramazzato sul suo bel corpo liscio e le sue tette scoperte.
< Lupin… non avrei mai creduto che questo momento con te potesse trasformarsi in indimenticabile. >
< Già. Nemmeno io. >
Mentre erano tutti e due accaldati, fu Lupin ad alzarsi dal pavimento freddo e umido e a rivestirsi immediatamente.
< Hai bisogno di qualcosa? >
< Sì. Vado un attimo in bagno. >
< Sai dove trovarlo? >
< Ieri notte ho visto dove sta > rispose il ladro con sguardo provocatorio.
< Hai controllato bene il mio castello… >
< Altrimenti che razza di ladro sarei, scusa? >
< Ahahah ma adesso non lo farai mai più. Andate pure in bagno e al vostro ritorn0o ci sarà una bella sorpresa confortante per voi. >
Immaginando cosa potesse essere, alla fine Lupin non ci pensò più di tanto.
Mentre si stava ripulendo, non poteva non pensare a Rebecca e a quanto stava soffredo.
“Spero che abbia trovato un riparo insieme a quel samurai. Non potrei mai perdonarmi se dovesse succedergli qualcosa di male.”
In quel momento Lupin non avrebbe voluto ritornare da quella donna assetata di sangue e di sesso, rimanendo a contemplare i suoi pensieri in completa solitudine.
“Devo andare. Non posso farla attendere per molto.”
Sentendo un gran freddo invadergli il corpo, Lupin non ci fece molto caso e tornò nel salone grande del castello.
La padrona di casa aveva indosso un vestito di pizzo bianco che risaltava il suo bel corpo snello mentre si stava riscaldando dianzi ad un bel fuoco caldo.
< L’avete acceso voi? >
< Sì. Fortuna che mio padre me l’abbia insegnato ancora quando ero molto piccola altrimenti ci saremmo dovuti riscaldare con gli abbracci. Cosa che non mi dispiaceva affatto, però… >
< Siete una donna dalle mille sorprese. >
< Vi ringrazio, Lupin. È bello sentirvelo dire. >
Rimanendo alcuni secondi a contemplare quel fuoco e quel calore che li stava ristabilendo, alla fine Fujiko consegnò una valigia piena di soldi a Lupin.
< Ecco. Questo è per voi. >
< Ma come? Non sapete ancora se siete rimasta incinta oppure no. >
< Non m’interessa. Ho passato una bella serata con voi e sono estremamente felice. Prendete questo denaro. Ve lo siete meritato. >
In quel momento Lupin non sapeva cosa fare.
Andarsene con il malloppo e lasciarla completamente da sola oppure rimanere accanto a lei anche per il resto di tutta la sua vita.
< Che cosa succederà secondo voi se io prendessi tutti questi soldi? >
< Farete una bella vita come la mia. Con la differenza che voi sarete più felice di me, Lupin. >
< E questo che cosa ve lo fa pensare? >
< In questo regno c’è molta gente che desidererebbe farmi fuori per come mi sono comportata con loro dopo la morte dei miei genitori… Li farei felici, sapete? Ma in questo momento non è la cosa che mi preoccupa molto. La cosa che mi dispiace e che mi intristirebbe è rimanere da sola. >
< Lo immaginavo. La solitudine è una brutta bestia per tutti. >
< Ma in fondo me lo sono meritato, no? Ho cacciato via i miei servitori per paura di subire un attentato da parte loro e non ho voluto ascoltare il mio fedele consigliere solo perché pensava che voi foste un volgare ladro… E quando voi ve ne andrete davvero, io rimarrò tutta sola in questo castello dimenticato da Dio a crogiolarmi nella mia più grande disperazione. >
< E se io non volessi mai più andarmene? >
< Che cosa? >
Nel sentire quella richiesta, Fujiko spalancò gli occhi alquanto sorpresa.
< Avete capito bene… Adesso che Rebecca se né andata chissà dove, non ho nessun’altro tipo di impegni e posso rimanere qui con voi per tutto il tempo che voglio o che vorrete voi. >
< Lupin, se fosse per me voi rimarreste per sempre in questo castello… Ma c’è un grande segreto che oscura la mia vita già maledetta. >
< Di quale segreto state parlando? >
Ma Fujiko non riusciva a trovare le parole giuste da dire al suo fedele ladro nonché amante.
< Sono solo una sciocca. Come ho potuto pensare che il nostro momento d’amore potesse far passare tutti i miei problemi? È impossibile. >
< Perché adesso dite questo? Che cosa vi affligge? >
< Io veramente… >
Ma prima che Fujiko potesse confessare il suo segreto, Goemon irruppe nel castello con le guardie reali che non lo perdevano di vista.
< Mia Signora! >
< Goemon, che cosa diavolo ci fai nel mio castello? >
< Mia Signora, dobbiamo sbatterlo fuori? >
< Certo che sì. Non è più il benvenuto ad Egeskov. >
< Vi prego, siate clemente con una povera donna che sta morendo perché non è abituata a questo freddo… >
< Di quale donna state parlando, Goemon? >
< Della tua ormai vecchi fiamma Rebecca. Sta per andare in ipotermia se non la porto in un luogo caldo. >
Sentendo quelle fredde parole, Lupin andò contro il volere della padrona del castello e ordinò a Gomeon e alle guardie di far passare la sua amata in quella stanza per riscaldarsi.
< Adagiatela su questo tappeto. >
Vedendo in quale stato la povera donna si stava riversando, Lupin ebbe un colpo alcuore.
< Preparategli una bevanda calda. Deve essere riscaldata all’istante. >
< Noi non lavoriamo in cucina > fece una delle guardie.
< Ci penso io a lei > replicò invece Goemon prima di sparire improvvisamente.
< Mia Signora, che cosa dobbiamo fare? >
Rimanendo in silenzio per alcuni secondi, alla fine la giovane donna obiettò per far rimanere la giovane ragazza.
< Andatevene pure. Non c’è più bisogno di voi qui. >
< Come volete voi, mia Signora. >
Nel vedere come Lupin stava cercando di curare la sua Rebecca e come stava soffrendo, Fujiko aveva pensato che lei e Lupin non erano fatti per stare assieme.
“Lei ama ancora quella donna. Una notte d’amore non può cancellare il suo passato. Anche se stava facendo di tutto per farlo…”
< Eccomi di ritorno > fece Goemon con una brodaglia calda < Questa la ristabilirà in poco tempo. >
< Vi ringrazio. >
Mentre Rebecca la bevette tutta d’un fiato, Goemon non smise di guardare la sua Signora.
< E’ maleducazione fissarmi > fece Fujiko con tono dirompente < Non te l’hanno mai insegnato, Goemon? >
< Scusate, mia Signora. È solo che sono molto felice di rivedervi. >
< Lo stesso vale per me. >
< Davvero? >
< Certo. Non dico parole solo per dare aria alla mia bocca. >
< Mia Signora, sono onorato… >
< Hai fatto bene a ribellarti a me poco prima. Avevo assolutamente bisogno che qualcuno mi potesse tenere testa. E tu sei stato il primo. >
< Signora, non volevo arrivare a tanto… >
< Non ti preoccupare. Tu non hai nessuna colpa. >
Mentre Lupin stava vedendo quella scena toccante e veritiera, non poteva credere che la giovane padrona del castello era cambiata in così poco tempo.
< Mi perdoni per tutti i torti subiti? >
< Certo che sì, mia Signora. Voi non avete bisogno di nessun perdono da parte mia… Non l’avete ancora detto a Lupin? >
< Non ne ho avuto l’occasione… >
< Di cosa state parlando? >
< E’ il segreto che volevo rivelarvi prima e che attanaglia il mio corpo, Lupin: io non posso avere figli. >
La rivelazione di Fujiko colpì il giovane ladro come un fulmine a ciel sereno.
< Non è possibile… Voi mi volevate offrire quell’immensa cifra di denaro ben sapendo che non sareste mai rimasta incinta? >
< Inizialmente ho pensato che fosse impossibile non rimanere incinta. Volevo credere che nel mio futuro avrei avuto un bambino tutto mio, ma poi mi sono detta che vivrò gli anni che mi restano cercando di essere felice con me stessa e una persona migliore con le persone che se lo meritano. >
< Mia Signora, mi dispiace davvero tanto… >
< Purtroppo questo è un segno del destino che nessuno potrà mai cambiare. >
Mentre Fujiko si stava crogiolando nella tristezza, Rebecca finalmente riaprì gli occhi.
< Rebecca! Ti sei svegliata! >
Vedendo dinanzi a lui un Lupin fiero e bello come non mai, Rebecca non poté fare altro che saltargli addosso malgrado le poche energie che aveva in corpo.
< Lupin, sei stato tu a salvarmi? >
< In verità è stato Goemon > gli confesso il ladro < Ma sono molto felice di rivederti. >
< La stessa cosa vale per me, Lupin. >
Mentre Rebecca non ne voleva sapere di staccarsi da Lupin, il giovane ladro gentiluomo gli confessò quello che aveva fatto e gli chiese immediatamente scusa.
< Lupin, anche se non siamo legati come una volta, non posso essere arrabbiata con te… So che l’hai fatto per il nostro futuro pensando a me e di questo ti ringrazio… >
< Rebecca, voglio che tu capisca che io ti amo più di prima e la tua lontananza mi è servita a molto. Da questo momento non voglio separarmi mai più da te. >
< E la signora di questo castello? Che cosa ne sarà di lei? >
< Non posso far altro che benedire la vostra riappacificazione con una nuova proposta che vi soddisferà molto: potete rimanere in questo castello per tutto il tempon che vorrete, aiutandomi a guidare un Regno che senza il vostro aiuto andrebbe in rovina. >
< Mia Signora, io e Rebecca che cosa mai potremmo fare? >
< Lupin, sapete quanto odio la solitudine… Con voi accanto mi sentirei una persona migliore. >
< La nostra signora ha ragione, Lupin. >
Vedendo con quale sguardo sincero lo stava fissando, alla fine Lupin accettò di buon grado la richiesta di Fujiko anche con la complicità di Rebecca.
< Rebecca, abbiamo cominciato con il piede sbagliato > fece Fujiko avvicinandosi alla giovane donna < Ma spero che in un futuro molto vicino voi possiate perdonarmi. >
< L’ho già fatto > fece Rebecca piombando addosso a Fujiko < Ricominciamo da capo. Come due alleate e due amiche. >
< Sono molto contenta di sentirvelo dire > replicò Fujiko ricevendo un amore incondizionato da Goemon, Lupin e dalla sua ritrovata fidanzata come non gli era mai accaduto prima nella sua vita dopo la morte dei suoi genitori

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