La promessa

di BeautyLovegood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della missione ***
Capitolo 2: *** Oscar Wilde ***
Capitolo 3: *** Freddie Mercury ***
Capitolo 4: *** Ritorno a casa ***



Capitolo 1
*** L'inizio della missione ***


Aziraphale salutò Crowley e Magic e uscì di casa stringendo la sua valigia. Avrebbe potuto schioccare le dita e ritrovarsi all’aeroporto in un battibaleno, ma essendo in orario, preferì prendere la metropolitana come le persone normali. Il massimo del miracolo che compì fu trovare un posto dove sedersi in modo da risparmiarsi l’imbarazzo di stare in piedi e attaccato a tanti estranei puzzolenti e maleducati. Avrebbe voluto leggere L’arte di ascoltare i battiti del cuore fino alla fine del viaggio, ma Crowley continuava a mandargli messaggi sdolcinati.

 

Mi manchi già, angelo! Ti amo

Mi mancano i tuoi ricciolini! Ti amo

Non darò da mangiare a Magic finché non tornerai…

 

Aziraphale rispose a tutti i messaggi.

 

Anche tu e Magic mi mancate già. <3

E a me mancano i tuoi occhi serpentini. :-*

Non lo faresti mai, ami troppo Magic per lasciarla morire di fame.

 

Arrivato all’aeroporto, Aziraphale prese l’aereo per Parigi e passò tutto il viaggio a leggere il libro di Jan-Philipp Sendker, grato per la regola di mettere i cellulari in modalità aereo quando si viaggia in mezzo alle nuvole. Ogni tanto alzava lo sguardo dal libro per osservare il panorama dal finestrino. Pur sapendo che il Paradiso si trovava più in alto, Aziraphale aveva sempre il timore di vedere qualche suo ex-collega, ma grazie al suo amico Adam, era finalmente libero di guardare le nuvole in pace.

Arrivato nella capitale francese, il biondo angelo scelse come prima tappa una pasticceria per potersi godere una calda e golosa crêpe, era da un bel pezzo che non ne mangiava una. Successivamente, telefonò a Crowley.

- Angelo mio!- esclamò la voce del demone, come se non sentisse suo marito da ventiquattr’ore.

- Ciao, caro! Sono arrivato a destinazione da un po’. Il tempo è fantastico.

- Angelo, dimmi dove sei, ti prego!

- No, tesoro, non posso. Te l’ho detto, è una missione personale e i luoghi in cui vado devono rimanere un segreto, almeno per il momento.

Aziraphale sentì un forte sbuffo da parte del demone.

- Che cosa stai facendo?

- Se proprio vuoi saperlo, Magic ed io abbiamo appena finito di fare shopping da Harrods e stiamo facendo merenda con un bel gelato. Non sai che cosa ti perdi!- lo stuzzicò Crowley, ma l’angelo non lo invidiava per niente. Il gelato non poteva competere con una vera crêpe francese.

- Posso parlare con nostra figlia, per favore?- gli chiese facendo finta di non aver sentito le sue prese in giro.

- Pronto?- chiese la voce allegra di Magic.

- Ciao, principessina mia! Ti stai divertendo con Papà Crowley?

- Sì, molto, ma è una lagna sentirlo piagnucolare quando pensa a te!

Aziraphale riuscì a sentire Crowley sibilare, come se stesse facendo la linguaccia a Magic, ma lei rideva divertita.

- Mi fa piacere sentire che state bene senza di me. Cercherò di tornare a casa prima che uno di voi la bruci. Ora devo andare. Vi amo.

- Anche noi ti amiamo, papà Azi. Buona fortuna con la tua missione!

- Vedi di tornare e basta, angelo!

E Crowley chiuse la comunicazione. Aziraphale sospirò, contento di aver sentito le due creature più importanti della sua vita e si diresse ad un bed & breakfast dove alloggiava ogni volta che passava il tempo da solo nella capitale francese, soprattutto prima di iniziare la sua storia d’amore con Crowley (da escludere ovviamente il periodo della Rivoluzione!). Si fece una doccia calda, si mise un completo bianco elegante, un nuovo papillon color crema e una giacca beige pesante ed uscì dalla stanza, nonostante fosse scesa la sera. Arrivato al cancello del cimitero di Père-Lachaise, lo aprì con uno schiocco ed entrò come se volesse fare una passeggiata in un innocuo giardino. Camminò lentamente, godendosi la vista di ogni lapide. Aveva conosciuto buona parte delle persone celebri sepolte in quel luogo, ma solo con una di esse aveva stretto un vero e proprio rapporto d’amicizia, che era stato anche qualcosa di più forte per un certo periodo.

- Eccovi qua. È passato tanto tempo dall’ultima volta in cui ci siamo visti.- disse rivolto ad una gigantesca tomba con tante impronte di baci intorno alle lettere che formavano un nome molto noto.

- Mi dispiace disturbarvi, ma… ho bisogno di parlare da solo con te… Oscar.- disse agitando delicatamente una mano verso il nome.

- Aziraphale… è bello rivederti!

















































Che ne dite? Come avrete forse capito, tra Crowley e Aziraphale, quello che mi piace di più è il rosso demone, ma l'angelo mi fa comunque tanta tenerezza e merita un bel po' di spazio da parte mia! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Oscar Wilde ***


Aziraphale ebbe un tuffo al cuore. Non era sicuro di poterlo fare. Ringraziò mentalmente Dio e si girò per guardare il suo defunto amico, tornato temporaneamente nel mondo dei vivi. Era felice, commosso e sorpreso dei suoi stessi poteri. Non aveva mai fatto resuscitare un umano, ma riusciva a sentire che il tempo a disposizione era breve. Per essere morto da centotrentacinque anni, aveva un bell’aspetto. Gabriele gli aveva insegnato che tutti sono belli in Paradiso, come tutti sono brutti all’Inferno. Be’, ad eccezione di Crowley, ma era un pensiero che Aziraphale si era sempre tenuto per sé.

- Oscar! Mi sei mancato tanto!- disse l’angelo abbracciando il suo amico.

- Non ho mai dimenticato questi bei ricciolini, sono corti proprio come l’ultima volta in cui li ho visti.- commentò Oscar passando una mano tra i capelli di Aziraphale in modo un po’ ambiguo.

- Ti ringrazio, ma ora sono sposato.- disse lui mostrando la sua fede nuziale, facendo sussultare Oscar dalla sorpresa.

- Ti sei sposato con una donna nonostante ti piacciano gli uomini come ho fatto io? Non ti ho insegnato niente, Aziraphale!

- No, no, non ho sposato una donna…

Aziraphale tirò fuori dalla tasca della giacca il suo cellulare – che cos’è questo strano aggeggio?, si chiese Oscar confuso – e mostrò una foto di Crowley sorridente al suo amico.

- Lui è Anthony J. Crowley… mio marito.

- Crowley? Crowley non è quello strano ma pur sempre affascinante uomo con i capelli rossi che ci aveva disturbati una sera mentre bevevamo insieme a Robbie?

Nel lontano 800, quando Aziraphale aveva finalmente trovato il coraggio di intrattenere una conversazione con Oscar, si trovavano in un pub elegante e mentre bevevano e parlavano della letteratura e della filosofia, l’angelo non poté fare a meno di notare il suo (all’epoca) amico in nero seduto poco lontano da loro che li fissava dietro i suoi occhiali scuri e con le labbra strette. Aziraphale si era sforzato di ignorarlo, ma le cose erano peggiorate quando il demone si era avvicinato e aveva iniziato a sedurre Oscar per far ingelosire l’angelo. Solitamente, Oscar era lusingato di ricevere particolari attenzioni dai gentiluomini affascinanti, ma riusciva a percepire il disagio di Aziraphale, così mandò via Crowley, il quale non rivolse la parola all’angelo per un bel po’ di tempo.

- Sì… c’è una cosa che non sai di lui… è un demone, perciò è immortale come me.

- Lui, un demone? A ripensarci… la cosa non mi sorprende. I suoi capelli rossi, i suoi occhiali strani e il suo viso sottile…- disse Oscar con voce nostalgica che suscitò un po’ la gelosia di Aziraphale.

- Ma dimmi, Aziraphale, come avete fatto a sposarvi? Non mi avevi detto che era una persona pericolosa che ti dava spesso fastidio? Siete stati arrestati durante o dopo la cerimonia?

Aziraphale sorrise e diede un’affettuosa pacca sulla spalla al suo amico.

- Adesso ti racconto tutto, ma intanto facciamo una passeggiata.- disse sorridente e lo prese sottobraccio.

Gli raccontò di tutte le volte che aveva incontrato Crowley dopo quella famosa sera, soprattutto della notte in cui si era innamorato di lui dopo che lo aveva salvato dai nazisti insieme ai suoi libri.

- Quella fu la prima delle notti più belle della mia vita. Non ho mai dimenticato il battito accelerato del mio cuore, quando Crowley aveva strappato la borsa con i libri dalla mano del cadavere di quel nazista per darla a me. Un miracolino demoniaco, come disse lui.

- Wow, Aziraphale… mi stai rendendo invidioso… e anche geloso.- disse Oscar un po’ malinconico. Aziraphale continuò il suo racconto, nominò persino Agnes Nutter, e quando arrivò alla fine dell’Apocalisse e allo scambio dei corpi, Oscar si fermò di scatto e fissò il suo amico.

- Vi siete… scambiati i corpi? Non so se sono più stupito o… confuso.

La risposta di Oscar fece ridere l’angelo.

- Se pensi che sia stata una versione alternativa del sesso, ti sbagli. Il massimo dell’intimità è stata una stretta di mano sia prima che dopo lo scambio. Era l’unico modo per salvarci a vicenda dopo l’ultima profezia di Agnes Nutter che avevo trovato.- puntualizzò il biondo.

- E subito dopo vi siete sposati?

Ormai Oscar sembrava un giornalista affamato di scoop.

- Aspetta, non hai sentito la parte migliore.

- C’è una parte migliore del matrimonio tra due maschi? Per di più un angelo e un demone?

Aziraphale cominciò a sentirsi in colpa per il suo amico. Troppe emozioni in così poco tempo.

- Ormai il matrimonio tra omosessuali è approvato in quasi tutto il Mondo, Oscar, te lo posso assicurare, ma il punto è che prima di sposarci…

Si guardò intorno e avvicinò le labbra all’orecchio di Oscar per sussurrargli la parte più bella del suo racconto.

- … ho compiuto il miracolo di una famiglia tutta nostra.

Tirò di nuovo il cellulare fuori dalla tasca della sua giacca e mostrò le sue foto preferite di Magic a Oscar, la prima (fatta pochi minuti dopo la sua apparizione per avere una prova di quello che era successo), il suo primo sorriso, i suoi primi passi da sola, il suo primo Natale, il suo primo giorno di scuola, la sua prima crêpe, il suo primo compleanno adolescenziale. Ce n’erano anche molte di lui, Crowley e Magic abbracciati e accoccolati che guardavano sorridenti verso l’obiettivo.

- Lei è nostra figlia… si chiama Magic. Adesso ha quindici anni ed è bellissima, intelligente, simpatica, dolce e tosta. Adora persino molti dei tuoi lavori! Non so neanche io come sia apparsa, ma è successo e d’allora, Crowley ed io siamo più felici e innamorati che mai.- disse Aziraphale con orgoglio. Oscar si commosse e lasciò scorrere le lacrime sul suo volto.

- Aziraphale… una parte di me… una grande parte di me… t’invidia. Tutto quello che hai fatto dopo che ho lasciato questo Mondo è… è…

Aziraphale rimise in tasca il cellulare e abbracciò Oscar, che singhiozzò sulla sua spalla.

- Oscar… ti giuro che se fosse stato per me… ti avrei risparmiato tutte le ingiustizie che ti sono capitate quando eri vivo. Ti avrei anche aiutato a capire chi meritava il tuo cuore.

Oscar tirò su col naso e si staccò dall’angelo.

- Buffo che abbia dovuto aspettare la morte per capire molte cose… della vita. Ma anche se t’invidio, amico mio… sono felice per te. Dico davvero.

Aziraphale sorrise, prese Oscar per le mani e lo guardò negli occhi.

- Ti ricordi che cosa mi avevi detto sul tuo letto di morte?

- Sì… promettimi che non permetterai a nessuno di decidere chi e come devi amare. Cerca il tuo amore e tientelo stretto, con i suoi pregi e i suoi difetti. Buona fortuna. Ricordo anche che tu mi dissi: te lo prometto, Oscar, fosse l’ultima cosa che faccio.

Anche Aziraphale versò lacrime commosse per l’ammirevole memoria del suo amico e idolo.

- Sono venuto fin qui proprio per dirti che… nonostante il mio orgoglio, la mia testardaggine e la mia paura… sono riuscito a mantenere la promessa.

Oscar accarezzò la guancia del suo amico e gliela baciò pure.

- Sono così fiero di te. Quel Crowley è fortunato ad avere un marito coraggioso e un po’… bastardo come te. E non ho alcun dubbio che tu sia un meraviglioso padre con la tua Magic.

- Grazie, Oscar.- disse Aziraphale sorridente, poi notò con un po’ di tristezza che le mani di Oscar stavano diventando trasparenti.

- Ti accompagno a casa. Be’, per modo di dire.

E tornarono al cimitero, spendendo la loro ultima chiacchierata riguardo l’arrivo di Oscar in un luogo simile al Paradiso e all’Inferno contemporaneamente dopo la sua morte. D’allora, non aveva smesso di vagare da solo in tanti luoghi diversi, incontrando anche numerosi colleghi, fino al giorno in cui era morto anche il suo caro amico Robert Ross, che non aveva smesso di amarlo.

- Credo che sia molto preoccupato per me. Da quando ci siamo ritrovati, non ci separiamo più. La sua compagnia era una delle cose più preziose che avevo in vita e sono felice di averla riavuta nella morte.

Aziraphale sorrise soddisfatto, soprattutto perché Oscar non aveva nominato Alfred Douglas neanche una volta. Era proprio vero, la morte fa capire molte cose della vita. E lui che era un angelo che era stato accidentalmente discorporato, ne sapeva qualcosa.

Arrivati alla tomba coperta di baci, l’angelo e l’artista si abbracciarono forte.

- Ti ringrazio per questa notte, Aziraphale. Non la dimenticherò mai. E francamente, me la sono goduta meglio di quell’unica notte insieme in mezzo ai miei fogli.

Aziraphale arrossì un po’ imbarazzato, ma sorrise comunque.

- È stato bellissimo rivederti, amico mio. Saluta Robert da parte mia e… continuate entrambi a riposare in pace, ve lo meritate.

- E tu continua a vivere appieno con tuo marito e tua figlia.

- Questa è una promessa che ho già iniziato a mantenere quindici anni fa e so per certo che non smetterò mai di farlo.

Detto questo, Aziraphale posò una mano sulla guancia di Oscar e lo guardò sparire lentamente, fino a quando si ritrovò di nuovo da solo in mezzo al cimitero. Il suo cellulare squillò.

- Pronto?

- Angelo, ti ricordi come funziona un cellulare, vero?

- Certo, caro!

- E allora usalo, per l’amor di chiunque tu voglia! Non sopporto di stare troppe ore senza sentire la tua voce!

La furia un po’ infantile di Crowley fece sorridere l’angelo.

- Infatti, stavo proprio per chiamarti. Devi imparare ad essere paziente, amore, te l’ho detto un milione di volte!- disse mentre tornava al bed & breakfast.

- Lo sai bene che, in quanto demone, la parola Paziente non esiste nel mio vocabolario! Che cosa stai facendo adesso?

- Crowley, seriamente, smettila di preoccuparti per me, non ce n’è bisogno.

- Col cavolo che smetto di preoccuparmi per te! Lo faccio da quando ti conosco, è come l’ossigeno per gli umani!

Aziraphale sentì dentro il cellulare una porta che sbatteva.

- Papà Cro, lascia in pace Papà Azi e mettiti a dormire, per favore!

- Oh, scusa, tesoro! Non volevo svegliarti!

Crowley mise il vivavoce e Aziraphale poté salutare anche Magic.

- Papà Azi, ti giuro che se non torni a casa, potrei non rispondere più delle mie azioni contro Papà Cro!

Aziraphale rise ma si ricompose subito.

- Non esagerare, tesoro! Lo sai che Papà Cro è un po’ melodrammatico, ma gli passerà!

- Illusi, tutti e due!

- Buonanotte, amori miei! Vi amo!

- Anche noi ti amiamo!- dissero Magic e Crowley in coro e Aziraphale chiuse la comunicazione, poi si sistemò sul letto della sua camera e tirò fuori il suo libro, che finì di leggere alle prime luci dell’alba.

- Prossima tappa…

 

 

 

 































Dopo Oscar Wilde, Aziraphale andrà a trovare un'altra persona speciale a cui aveva fatto più o meno la stessa promessa... chi sarà mai, secondo voi? Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Freddie Mercury ***


 

Aziraphale era in giro per il Mondo da più di tre settimane senza un apparente motivo. Dovunque si fermava, mangiava un boccone, beveva una tazza di tè e poi ricominciava a camminare. Telefonava ogni mattina a Crowley per augurargli buona giornata e per salutare Magic prima che andasse a scuola e ogni sera per augurare ad entrambi la buonanotte, anche se il demone non riusciva a fare a meno di mandargli audiomessaggi a volte smielati e a volte furiosi.

- Sono proprio fortunato.- pensò a voce alta l’angelo dopo aver ascoltato Crowley cantare Love of my life con fin troppa passione mentre si trovava a Monaco.

- Puoi dirlo forte, tesoro!- disse una voce alle spalle di Aziraphale, che si girò e urlò dalla sorpresa.

- Angelo?! Che cosa è successo?!

- Niente, amore! Niente! Ho solo messo un piede in una buca, ma sto bene! Ora devo andare, ti richiamo più tardi! Ti amo!

Aziraphale chiuse la comunicazione e mise il cellulare in tasca, rivolgendo un grande sorriso al suo amico.

- Ciao, Freddie! Finalmente ti ho trovato! Non sai quanto sia stato faticoso!

L’indimenticabile rockstar abbracciò l’angelo.

- Anche se ho lasciato troppo presto questo Mondo, mio caro, sono pur sempre una rockstar. Fa parte del mio lavoro non farsi trovare facilmente.

Aziraphale si staccò per dare un’attenta occhiata a Freddie. A differenza della prima volta che lo aveva visto dopo che aveva raggiunto il Paradiso, non aveva più i segni dell’AIDS che lo aveva strappato dalla Terra all’età di quarantacinque anni. Si era quasi messo a ridere quando Freddie si era rifiutato di indossare una candida veste bianca per tenersi i suoi pantaloni e la sua maglietta senza maniche bianchi, gli stessi che aveva indossato al concerto del Live Aid nel 1985.

Una regina indossa solo i suoi abiti migliori, aveva dichiarato con orgoglio e Aziraphale aveva pensato a Crowley, immaginandolo deluso di non aver potuto accogliere il suo idolo musicale nell’Inferno.

- Ti trovo bene, Azi! Se ti sei messo a cercarmi, vuol dire che hai mantenuto la promessa che ci eravamo fatti tanto tempo.- esclamò la “regina” prendendo Aziraphale sottobraccio per passeggiare insieme a lui.

- Come dimenticarla? Ci penso ogni giorno grazie a mio marito che mi fa sentire le tue canzoni in continuazione!

- Tuo marito?! Ti sei… sposato?!- chiese Freddie scioccato e con una mano sulla bocca. Aziraphale sorrise e mostrò anche a lui la sua fede nuziale.

- Non ci crederai, Freddie, ma il Mondo ha iniziato da un po’ di tempo ad aprire gli occhi e ora quasi tutti sono liberi di sposarsi con chi vogliono.

- Quasi tutti?- chiese Freddie mentre sfiorava l’anello di Aziraphale.

- Sì, purtroppo alcune coppie sono costrette a lasciare la propria patria per andare a sposarsi in un luogo libero e sicuro. Compresa la Russia.- spiegò l’angelo con un po’ di malinconia.

- Vediamo se indovino chi è il fortunato: il mio caro amico e fan Anthony J. Crowley?

Aziraphale non riusciva ad esprimersi a parole dall’emozione e così annuì sorridente.

- Angioletto bello! Lo sapevo che non eri un santo! Non per vantarmi, ma praticamente è merito mio se adesso state insieme e pure legalmente! Non ho mai dimenticato la mia chiacchierata con Crowley di tanto tempo fa…

Tra il 1974 e 1975, i Queen stavano lavorando all’incisione del loro più grande lavoro, A Night at the Opera, e Crowley aveva partecipato come assistente personale di Freddie, aiutandolo a trovare l’ispirazione giusta per le canzoni quando credeva di averla persa e quando gli aveva fatto sentire per la prima volta Love of my life, il rosso demone aveva versato lacrime commosse, diventate poi tristi al pensiero di Aziraphale che lo aveva rimproverato per essere uno che andava troppo veloce per lui. Quando Freddie si era accorto dello stato d’animo del suo misterioso amico, aveva staccato le mani dai tasti del pianoforte per consolarlo, lo aveva ascoltato e grazie a lui aveva concluso la canzone.

- Il mio regalo a Mary Austin e al tuo…- aveva detto Freddie.

- Aziraphale…- aveva risposto Crowley con il viso completamente bagnato. Era anche quasi sul punto di baciare il suo idolo, ma si era reso conto in tempo che era una cosa che non voleva fare veramente.

- Mi dispiace un po’ di non aver potuto trovare Crowley quando sono arrivato in Paradiso, ma grazie all’impianto stereo della sua Bentley, è come se quel gioiellino di macchina fosse casa mia!- disse Freddie ad Aziraphale allegro come un bambino.

- Non ti posso dare torto. A volte lo dice anche Magic.

- Magic? E chi è Magic? Ti stai forse riferendo a certe cose che tu e Crowley fate dentro la Bentley?- chiese la rockstar con un po’ timore, ma Aziraphale rise e gli mostrò una foto sul suo cellulare di lui e Crowley nel giorno del loro matrimonio con Magic in braccio al demone e stretta a tutti e due.

- Magic è nostra figlia. L’ho fatta apparire nella nostra vita in modo inaspettato persino per me. È stato come… un tipo di magia diverso dal solito. È stata un’idea di Crowley chiamarla Magic, una delle migliori che gli siano mai venute. Adesso la nostra principessina è una teenager, è un po’ scatenata, ma è anche una brava persona e Crowley ed io siamo molto orgogliosi di lei.

Freddie si portò una mano sul cuore.

- Aziraphale… sono orgoglioso di voi. Ed è un grande onore per me aver ispirato il nome di vostra figlia. Ti confesso che quando tu ed io ci siamo parlati in Paradiso poco tempo dopo il mio arrivo e mi avevi detto che c’era un certo Crowley che stava molto male per la mia dipartita, il mio primo pensiero era stato “Crowley merita di meglio”! Insomma, eri come un bravo cagnolino che pendeva dalle labbra del proprio padrone, ovvero quell’antipatico di Gabriele! Per non parlare del tuo look, troppo antiquato! Oh, solo adesso noto che lo è ancora…

Aziraphale avrebbe voluto protestare, ma non voleva rovinare il temporaneo ritorno di Freddie sulla Terra e rimase in silenzio, nella speranza di un Ma.

- Ma mentre mi parlavi di Crowley, avevo sentito un certo je ne sais quoi che mi aveva fatto pensare ad un futuro tra di voi. È per questo motivo che ti avevo detto: Quando tu e Crowley sarete veramente felici…

- Vieni a cercarmi… ti troverò io.- concluse Aziraphale.

- Io pensavo soltanto ad una semplice convivenza, ma da quello che mi hai mostrato, avete avuto la possibilità di fare di più: insomma, vi siete sposati e siete persino diventati padri!- disse Freddie stringendo Aziraphale per le guance e lo baciò sulla fronte.

- Ma perché mi sei apparso proprio qua a Monaco?- chiese l’angelo dopo aver proposto a Freddie di sedersi su una panchina in un piccolo parco.

- Perché è qui che ho inciso i miei due album da solista e… ho iniziato a stare seriamente male… e mi sono anche reso conto che ciò che mi rendeva felice… non si trovava qui con me. Non sto dando la colpa a Monaco, ma a me stesso per quello che è capitato, ma a volte stare lontani da ciò che si ama ci permette di capire il suo vero valore nella nostra vita e dobbiamo tenercelo stretto finché ne abbiamo la possibilità ed è quello che ho fatto io. Anche se una forza oscura voleva a tutti i costi strapparmi via da questo pianeta senza darmi la possibilità di invecchiare come una persona normale, ho sfruttato ogni singolo giorno della mia vita che potevo ancora vivere facendo la cosa che amavo di più fare al Mondo, creare canzoni indimenticabili, e insieme alla famiglia che non comprendeva soltanto i miei genitori e la mia sorellina Kashmira, ma anche Jim, Miami, Mary, Brian, Roger e John. Sto continuamente vicino a loro, soprattutto a John… ogni volta che lo guardo mentre pensa a me, vorrei poterlo abbracciare e sussurrargli qualcosa di incoraggiante nell’orecchio… ma non ci riesco mai.

Aziraphale riuscì a vedere una lacrima uscire dall’occhio sinistro di Freddie e gliela asciugò con una leggera carezza.

- Ora che sono qui con te, Aziraphale, mi rende ancora triste pensare al tempo che ho, almeno in parte, sprecato, ma ne sono anche orgoglioso perché mi ha fatto capire che se non avessi sfruttato il tempo rimastomi a disposizione fino alla fine, sarei morto dimenticato da tutti, non come rockstar ma come persona e sarebbe stato un pessimo modo di andarsene per sempre. Per questo, quando mi sono reso conto del forte sentimento che ti legava a Crowley, ti avevo incoraggiato a non fartelo scappare. Insomma, tu sei un angelo, hai la fortuna di essere immortale, ma che razza di vita eterna sarebbe senza qualcuno da amare? Non mi sto autocitando, sono serio, e non sto neanche parlando del tipico amore da angelo che ama tutti come fa Dio! Se sei rimasto a vivere sulla Terra, anche se non lo sei pienamente, fai comunque parte del genere umano! E vale anche per Crowley!

Aziraphale sorrise e strinse le mani del suo amico.

- Hai ragione, Freddie. Tutte le volte che sono stato lontano da Crowley per molto tempo, avevo paura di non rivederlo mai più, ma mi dicevo sempre che era la cosa giusta da fare perché un angelo e un demone non possono legare in alcun modo. Non sai quante notti ho passato a fissare il vuoto pensando a lui e a quello che avevo perso. Dopo la mancata Apocalisse, ho finalmente capito che Crowley ricambiava i miei sentimenti e non c’era più alcuna ragione per stare lontano da lui e ora… non potrei essere più felice.

Freddie canticchiò le parole principali di A kind a magic per stuzzicare il suo amico, che arrossì divertito.

- Così mi fai sentire ancora di più la nostalgia di casa, Freddie!

- E allora torna da tuo marito e tua figlia, testolina bionda! Apri le tue ali e vola da loro!- disse Freddie alzandosi dalla panchina e spalancando le braccia per simulare delle ali.

- Preferisco prendere l’aereo, è più sicuro.

- Come preferisci, basta che torni da Crowley e Magic! Baciali da parte mia! Ti ringrazio per essere venuto a cercarmi!

Freddie si abbassò e baciò Aziraphale sulla guancia.

- E tu per avermi trovato. Una promessa è una promessa.

Freddie gli fece l’occhiolino e camminò verso un sentiero che soltanto lui poteva vedere, mentre Aziraphale lo osservava raggiungere il cielo camminando su una scala invisibile. Poco prima di sparire, Freddie si voltò a guardare un’ultima volta il biondo angelo. Allungò il braccio sinistro con il pugno chiuso e liberò un lungo e potente Eeeeeo!

- Eeeeo…- mormorò Aziraphale commosso quando non vide più la “regina”. Si asciugò gli occhi con il dorso della mano e si alzò dalla panchina. Era ora di tornare a casa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo, ce l'ho messa tutta per non mancare di rispetto alla buona memoria di Freddie. Per alcune cose, mi sono ispirata a quello che viene mostrato nel film Bohemian Rhapsody. Dedicato soprattutto ad EcateC! Il prossimo capitolo sarà un po' piccolo, ma anche romanticissimo!

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Capitolo 4
*** Ritorno a casa ***


Aziraphale tornò a Londra tre giorni dopo il suo incontro con Freddie Mercury. Voleva a tutti i costi portare dei regali a Crowley e Magic. Alla fine, si era fermato a Firenze per prendere una bottiglia di Sassicaia e anche a Barcellona per prendere una paella pan. Quando rientrò in casa, cercò di non fare rumore per fare una sorpresa a suo marito e sua figlia, ma li trovò sul divano con la televisione accesa sul film horror Saw. Sul tavolino c’era una scatola della pizza vuota, un bicchiere di vino rosso e uno di Coca-Cola vuoti. Magic dormiva sulle gambe di Crowley con la testa posata su un cuscino, mentre lui guardava il film con aria annoiata. Aziraphale schioccò le dita per spegnere il televisore. In questo modo, il demone poté vedere il riflesso di suo marito sulle schermo spento.

- Angelo. Sei tornato.- disse a voce bassa. Aziraphale si sedette vicino a lui e lo baciò con tenerezza. Quanto gli erano mancate quelle calde e sensuali labbra.

- Mi siete mancati tanto.- disse dopo aver baciato anche la fronte di Magic. Crowley la prese in braccio come una principessa, la portò in camera sua e la posò nel letto.

- Anche tu ci sei mancato. Ma non dovevi tornare alla fine del mese?- chiese dopo aver rimboccato le coperte a Magic ed essere uscito dalla stanza con Aziraphale.

- La mia missione è finita prima del previsto. Adesso ti racconto.

Crowley gli impedì di parlare spingendolo verso il muro per baciarlo.

- Scusa, angelo, lo so che mi avevi promesso di raccontarmi tutto della tua missione, ma sono in astinenza di noi due da troppi giorni e ho un gran bisogno di recuperare. Domani penderò dalle tue labbra, te lo prometto, ma adesso voglio solo godermele fino in fondo.- disse mentre spogliava suo marito. Lui schioccò le dita, sicuro di aver fatto apparire dei tappi nelle orecchie di Magic per non farle sentire i loro gemiti e le loro urla di passione.

- Va bene, amore. Anche io ho bisogno di recuperare il nostro tempo.

Solitamente era Crowley a trascinare Aziraphale in camera da letto e a chiudere la porta a chiave, ma per la prima volta, fu l’angelo a prendere le redini della situazione e dopo aver praticamente sbarrato la porta, schioccò le dita e Crowley si ritrovò completamente nudo.

- Uuh… questo non è il mio timido angelo che arrossisce quando gli sfilo i boxer. Hai forse mangiato troppo zucchero?- chiese lui sfiorandogli il profilo con l’indice.

- Veramente, ora che mi ci fai pensare, ho saltato la cena. Ho più fame di te che di cibo in questo momento…

- Uno a zero per me, il delizioso demone piccante!

 

*

 

Quando Crowley aprì gli occhi, quasi si spaventò per il casino che lui e Aziraphale avevano combinato. Il letto era completamente distrutto e c’erano piume nere e bianche dappertutto. Crowley sputò una piuma bianca che si era posata tra le sue labbra e svegliò Aziraphale, stretto a lui, facendogli una pernacchia sul collo. L’angelo si svegliò di colpo.

- Buongiorno, tornado celestiale!- disse Crowley e lo strinse a sé per ricoprirgli la guancia di baci. Era troppo felice di riaverlo tutto per sé.

- Buongiorno a te! Mi fai il solletico, caro!- disse cercando di liberarsi dalla sua presa, ma anche lui era troppo felice di essere tornato da suo marito. Si decisero a staccarsi quando sentirono bussare.

- Papà? Sei sveglio?

- Ehm… sì, tesoro! Sono sveglissimo!- esclamò Crowley coprendo la bocca di Aziraphale con la mano.

- Vuoi del caffè?

- Sì, grazie! E vorrei anche del tè, per favore!- disse facendo l’occhiolino a suo marito.

- Vuoi sia caffè che il tè?- chiese Magic confusa.

- Esattamente! Non sai che sete che ho oggi!

- Va bene! Ti aspetto in cucina!

Crowley tolse la mano dalla bocca di Aziraphale e schioccò le dita per far tornare la camera in ordine e pulita.

- Non ti ho detto che vi ho portato dei regali.- disse Aziraphale mentre si rimetteva i boxer e indossava la sua vestaglia beige preferita. Anche Crowley si rimise i suoi boxer e si coprì con la sua vestaglia nera, un po’ più corta rispetto a quella del marito.

- Mmm… quanto mi è mancato questo profumo.- disse Aziraphale entrando in cucina con Crowley mano nella mano. Magic, che stava bollendo l’acqua per il tè, si girò con un sorriso.

- Papà Azi! Sei tornato!- esclamò felice e corse ad abbracciare il suo papà angelo.

- Ehi, ci sono anche io! Fatemi un po’ di spazio!- protestò Crowley e Aziraphale e Magic si staccarono a metà per farlo entrare nel loro abbraccio.

- Quanto mi siete mancati, miei adorati gelosoni!- disse Aziraphale con la voce soffocata dall’abbraccio.

- Sei tornato giusto in tempo, Papà Azi! Papà Cro ed io stavamo per finire i biscotti alle noci che ho fatto due giorni fa.- disse Magic dopo essersi staccata per mostrare all’angelo un piatto azzurro con sopra otto biscotti alle noci fatti in casa. Erano a forma di angelo.

- Sono squisiti, angelo, te lo posso assicurare.- disse Crowley prendendo un biscotto per metterlo in bocca a suo marito. Lui ne addentò un pezzo e lo masticò lentamente.

- Mmm, hai ragione. Stai diventando sempre più brava, tesoro.

I tre Crowley-Fell fecero serenamente colazione e Magic parlò per tutto il tempo della scuola e di tutte le attività che aveva fatto insieme a Crowley. Aziraphale per poco si soffocò con il tè quando Magic parlò del bungee jumping praticato sul Victoria Falls Bridge e colpì Crowley dietro la nuca.

- Ahio, angelo!- protestò lui sconvolto dal gesto.

- Hai fatto fare a nostra figlia bungee jumping?!

- Rilassati, non vedi che è ancora viva? Non si è fatta neanche un graffietto e nessuno dei due ha schioccato le dita o battuto le mani, tranne per spostarci dall’Inghilterra all’Africa e ritornare a casa!- disse sulla difensiva e Magic mostrò a suo padre le foto di lei e Crowley che sorridono attaccati ad una corda rossa e sospesi nel vuoto.

- Questo non c’entra, Crowley, non dovevi portare nostra figlia a fare un’esperienza estrema! Ha solo quindici anni!

- Appunto: quindici anni, non mesi!- protestò Magic offesa e si alzò per uscire dalla cucina, ma Aziraphale schioccò le dita per sbarrare la porta e si alzò dal tavolo.

- Tu non vai da nessuna parte, signorina! E sei in punizione anche tu, Crowley!

- Cosa?!- esclamarono in coro Crowley e Magic.

- Esatto! Non vi lascerò più da soli! Tu, Magic, ti sei giocata i regali di Natale e del compleanno per almeno due anni! E tu, Crowley, dormirai sul divano per un bel po’ di tempo!- esclamò furioso Aziraphale.

- Perché dovrei dormire io sul divano se vivo in questa casa da più tempo di te? E poi tu dormi meno di me, perciò casomai dovresti andare tu a stare sul divano di notte!- protestò Crowley puntando un dito contro suo marito.

- Adesso siamo sposati, perciò le regole in questa casa le faccio anche io e tu dormirai sul divano!- ribatté Aziraphale sempre più furioso.

Magic era sul punto di mettersi a piangere, ma batté le mani per bloccare e zittire i suoi padri.

- Adesso prendiamo un bel respiro e affrontiamo la cosa con calma.

Batté di nuovo le mani per sbloccarli.

- Ti ho detto tante volte che non voglio che ci blocchi, Magic!- protestò di nuovo Aziraphale.

- Scusa, Papà Azi, ma a mali estremi, estremi rimedi! Allora, ammetto che Papà Cro ed io ci siamo lasciati un po’ trasportare durante la tua assenza, ma non pensare che lo abbiamo fatto perché ti consideriamo noioso.

- Giusto un pochino.- mormorò Crowley a denti stretti e Magic gli lanciò un’occhiataccia.

- Crowley, lasciaci soli per qualche minuto, per favore.- disse Aziraphale schioccando le dita per aprire la porta della cucina.

- Sono salvo dalla punizione?

- Ne riparliamo dopo.

Crowley uscì dalla cucina, diretto alla stanza delle piante.

- Magic… il motivo principale per cui sono arrabbiato è perché stai sfruttando male il dono che ti ha fatto Dio.

- Non è vero, papà, ho fatto l’esatto contrario. Scommetto che te la sei presa perché hai paura del bungee jumping, una cosa che sicuramente non hai mai fatto.

- Me la sono presa perché sono un padre, fa parte del mio ruolo preoccuparmi per mia figlia, soprattutto perché sei minorenne. Almeno uno dei tuoi due padri deve farlo!

Magic sospirò e si rimise al suo posto.

- Mi dispiace di averti fatto arrabbiare, papà, ma per favore, punisci solo me, Papà Cro non lo merita. Ho dovuto sopportare i suoi piagnistei da “il-mio-angelo-è-lontano”, non riuscirei a sopportare anche quelli da “il-mio-angelo-ce-l’ha-con-me”.- disse mimando le virgolette e Aziraphale tirò un sospiro di sollievo.

- Hai ragione, tesoro. Ora vado a parlare con Papà Cro. E tu sei in punizione per tre settimane: se ti sento battere le mani, aggiungerò una settimana.- disse serenamente come se stesse facendo una normale conversazione. Magic non protestò e iniziò a sparecchiare la tavola come un essere umano.

Aziraphale raggiunse Crowley nella stanza delle piante. Stava litigando con Cleopatra.

- Da quando dai nomi alle piante?- chiese Aziraphale incrociando le braccia.

- È stata un’idea di nostra figlia. La trovo stupida, ma la rispetto!- rispose il demone frustrato.

- Ho messo in punizione Magic per tre settimane.- dichiarò l’angelo.

- Che cosa vuoi che ti dica? Mi vengono in mente solo due opzioni: Ottimo lavoro e Sei un noioso rompipalle!

Aziraphale afferrò Crowley per la spalla sinistra per costringerlo a girarsi verso di lui e lo afferrò per il mento con il pollice e l’indice.

- Ora possiamo parlare della tua punizione, mio caro…- disse fissandolo negli occhi.

- Che cosa hai intenzione di farmi, angelo? Mi chiuderai in una stanza piena di enormi vasi pieni di acqua santa? Sarei proprio curioso di vedere se avrai il coraggio di farlo.- disse Crowley con un tono di sfida.

- Sei il solito esagerato! Riceverai la tua punizione per tre settimane di fila anche tu… ogni notte!

Il sibilo di Crowley era diviso tra l’eccitato e lo spaventato. Aziraphale non si sentiva più come uno che era appena tornato da un lungo viaggio, ma non aveva dimenticato le promesse fatte ad Oscar e Freddie. Dopotutto, l’amore non è bello se non è litigarello, perciò l’angelo si sentiva in pace con se stesso nonostante fosse ancora un po’ arrabbiato con gli amori della sua vita. Al momento giusto, avrebbe dato ad entrambi i suoi regali.


















































Ho cambiato idea all'ultimo momento, ma spero di non avervi deluse. Per il momento, non mi vengono in mente altre storie legate a Magic, ma sicuramente torneranno, conosco la mia fantasia! Alla prossima storia!

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