Sonic X: Gate of Your Dreams Director's Cut

di Justice Gundam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un mondo sconosciuto ***
Capitolo 2: *** Sogni premonitori ***
Capitolo 3: *** Twin Seeds ***
Capitolo 4: *** Strani presagi ***
Capitolo 5: *** Scontro a Nightopia ***
Capitolo 6: *** Il giorno della gita ***
Capitolo 7: *** Sogni che diventano incubi ***



Capitolo 1
*** Un mondo sconosciuto ***


SONIC X: GATE OF YOUR DREAMS - Director's Cut

Una fanfiction crossover (Sonic X / NiGHTS Into Dreams) scritta da: Justice Gundam

 

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Bentornati! Scommetto che non vi aspettavate di rivedere una mia fanfiction nella sezione Sonic. Ma a quanto pare, la mia passione per questi giochi e per il mondo creato da Yuji Naka e dal Sonic Team si è fatta risentire, complici anche le novità che sono uscite in questi ultimi tempi.

No, non sto parlando del film... (brivido)... anche se devo ammettere che Jim Carrey ci sta tutto nei panni del buon vecchio Dr. Eggman.

Così, ho rispolverato una mia vecchia idea di fanfiction... e ho deciso di dargli qualche rimodernata, e proporla di nuovo al pubblico di EFP. Magari questa volta riuscirò anche a proseguirla e scrivere qualche altra storia, in concomitanza con Digimon, Pathfinder e Pokemon...

Ma per adesso, ecco di nuovo a voi il primo capitolo della mia fanfiction di Sonic X!

Sonic e tutti i marchi adesso correlati sono di proprietà della SEGA e di Yuji Naka, mentre l'anime 'Sonic X' e tutti i personaggi originali introdotti sono di proprietà della TMS Entertainment e di Hajime Kamegaki. Questa fanfiction non è stata scritta a scopo di lucro, e l'autore non guadagna nulla dalla sua pubblicazione su EFP.

Detto questo, a voi la storia!

 

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Prologo – Un mondo sconosciuto

Noi esseri umani siamo, per nostra natura, animali curiosi e desiderosi di conoscenza. Fin dall’alba della sua esistenza sulla Terra, l’uomo si è sempre posto la domanda del come e del perché delle cose, e ha sempre cercato di dare una risposta a questa domanda. Nel corso dei secoli, grazie a questo susseguirsi di interrogazioni, ricerche e scoperte, l’umanità è stata in grado di progredire, sollevandosi gradatamente dallo stadio ferino, fino al livello in cui ci troviamo adesso.

Né ci accontentiamo di ciò che siamo: infatti, nuove scoperte portano ad ulteriori domande, ad ulteriori ricerche e, sperabilmente, ad ulteriore progresso. Ora che l’umanità è, a tutti gli effetti, la razza dominante sulla Terra, abbiamo volto la nostra attenzione anche al di fuori di essa, ponendoci una fatidica domanda: siamo soli nell’Universo?

La risposta che in molti si danno, pur non supportati da alcuna prova scientifica, è NO. Impensabile, dicono in molti, che di tutti i luoghi che esistono nel cosmo, soltanto la nostra Terra abbia dato origine alla vita intelligente. Ma c’è chi si spinge ancora oltre, ipotizzando una teoria che molti fanno fatica a trovare credibile: le realtà parallele.

Secondo questa teoria, la nostra Terra, il mondo che tutti noi conosciamo, non sarebbe che una goccia in un mare di infinite possibilità. Non solo esisterebbero altri pianeti nell’Universo capaci di dare origine alla vita e, perché no, anche a creature senzienti e pensanti come noi umani… ma esisterebbero addirittura altri Universi, ciascuno con le proprie dinamiche, le proprie leggi… e i propri abitanti. Universi che disterebbero un passo dal nostro, ma l’ingresso ai quali ci sarebbe interdetto da non meglio identificate ‘barriere dimensionali’, invalicabili con i mezzi che abbiamo ora.

Eppure, uno di questi mondi paralleli lo visitiamo ogni giorno… o meglio, ogni notte. E senza neanche usare mezzi fantascientifici o strane magie. Semplicemente, dormendo.

Pare infatti che, quando una persona dorme, la sua mente si scinda dal corpo e, tramite vie sconosciute anche ai più eruditi, entri in una dimensione parallela che potremmo chiamare ‘Dimensione della Notte’. Lì, si trova un mondo meraviglioso e incontaminato, creato dai ricordi e dalle speranze di ogni essere pensante… e anche da quelli di alcuni animali più evoluti, come mammiferi o uccelli. Questo splendido mondo è il luogo in cui si svolgono tutti i sogni di tutti gli esseri viventi: in qualunque parte del creato essi si trovino, ogni volta che dormono si ritrovano lì, anche se non sempre – anzi, quasi mai – i ricordi della loro esperienza sono nitidi e precisi. Si tratta di un mondo di grandi distese verdi, giardini fioriti, lussureggianti foreste, montagne innevate… luoghi idilliaci e tranquilli, popolati da bizzarre ma amichevoli creature… luoghi dove tutto è possibile, e dove ognuno può passare momenti di pace e felicità. Questo, è il mondo dei sogni.

Ma, come si suol dire, ogni medaglia ha il suo rovescio.

Nella Dimensione della Notte si trova infatti anche un altro mondo, creato da tutte le paure e le insicurezze che piagano ogni forma di vita. Questo mondo è la manifestazione fisica della paura stessa, la negazione di tutto ciò che il mondo dei sogni rappresenta: il mondo degli incubi. Gli sfortunati sognatori che finiscono lì vengono aggrediti da strane, inquietanti e mostruose creature, si ritrovano in situazioni disorientanti e spaventose, e sperimentano un terrore capace di lasciarli annichiliti e congelati. Questo è un luogo di caos, follia e orrore. Alcune delle creature più infami e malvagie mai esistite chiamano ‘casa’ questo orribile posto, bramose di mettere le mani anche sulle altre dimensioni esistenti, ma perennemente costretti a rimanere confinati nel loro orrido reame. Tra queste, purtroppo, qualcuna ricerca incessantemente il modo di uscire dal suo isolamento ed entrare nella nostra realtà. E, tra tutte queste, una spicca per potenza, ambizione e crudeltà... una creatura che incarna il principio stesso su cui si fonda il mondo degli incubi!

Già due volte questo potentissimo essere aveva cercato di fare breccia tra le barriere che separano le varie dimensioni e scatenare il caos in mondi più strutturati. Ma entrambe le volte aveva fallito, respinto da qualcosa che egli stesso non avrebbe mai potuto prevedere, e dalla stessa forza che, secondo i suoi piani, gli avrebbe permesso di diventare il signore di ogni realtà…

MA QUESTA VOLTA… QUESTA VOLTA ANDRA’ DIVERSAMENTE…

L’entità strinse i suoi numerosi occhi, fissando la sterminata distesa di luce violacea che si estendeva attorno a lui. Un cielo oscuro e appesantito da nubi di strani colori sovrastava il paesaggio innaturale, attraversato da lampi di luce oscura e inquietanti ombre senza forma. Attorno, sembrava non esserci che il nulla, fin dove l’occhio umano poteva vedere e per chilometri e chilometri oltre. Di tanto in tanto, senza un motivo apparente, uno squarcio si apriva nella volta celeste, mostrando per qualche istante, in confuso, ciò che stava accadendo da altre parti… nel mondo dei sogni… sulla Terra… su altri pianeti… sembrava quasi che tutte quelle immagini volessero prendersi gioco di lui, tormentandolo con visioni di ciò che sarebbe già dovuto essere suo di diritto… tutta quella luce… quella gioia… quei colori… dovevano sparire, tutti quanti!

E SAREBBERO GIA’ SPARITI DUE ANNI FA, SE QUEI MALEDETTI MOCCIOSI E QUEL TRADITORE NON MI AVESSERO OSTACOLATO… DUE ANNI FA…  rifletté l’entità, mentre furiose scariche di energia bluastra percorrevano il suo corpo smisurato.  MA NON IMPORTA… HANNO SOLTANTO RITARDATO IL MOMENTO DEL MIO TRIONFO FINALE… PRESTO, I SEMI CHE DUE ANNI FA SONO STATI GETTATI DARANNO I LORO FRUTTI… E ALLORA LA TERRA DOVRA’ INCHINARSI DINNANZI ALLA MIA SUPERIORITA’…

Il mostro emise un suono incomprensibile che poteva assomigliare ad un comando, e subito, con un assordante rombo di tuono, delle colonne di luce violacea, disposte in modo da formare una circonferenza, scaturirono dall’inquietante non-suolo sotto i suoi piedi, innalzandosi verso quella perversa parodia di un cielo, squarciando le nubi che lo ricoprivano, e proseguendo la loro corsa verso l’infinito, per poi iniziare a muoversi lentamente in circolo, sotto gli occhi della potente entità. Delle immagini confuse iniziarono ad apparire all’interno del cerchio… inizialmente cupe e sfocate, ma sempre più nitide col passare dei secondi…

Una città… quella che sembrava essere una classica metropoli statunitense, con tanto di strade principali trafficate, grattacieli, folla per le strade… e una elegante torre che svettava su tutte le altre costruzioni: una torre alta almeno settanta piani, strutturata come il famoso Empire State Building di New York e composta da blocchi che si restringevano sempre di più man mano che ci si avvicinava alla cima. L’entità grugnì per la rabbia.

ERA DA QUI… CHE SAREBBE DOVUTO INIZIARE TUTTO…

La visione della città iniziò gradatamente a sfumare e poi svanì, per fare posto ad un’altra immagine: le sterminate distese verdi del mondo dei sogni, popolate da piccoli folletti alati che sembravano intenti a divertirsi il più possibile… folletti vestiti di azzurro, con due piccole ali da insetto sulla schiena, scarpette bianche, una buffa testa allungata, orecchie a punta e un cerchio dorato simile ad un’aureola attorno alla fronte. Sullo sfondo, si stagliavano grandi montagne innevate che conferivano un senso di maestà al paesaggio, e strani mulini a vento edificati su isole di roccia sospese in aria. Un panorama di pace e felicità che dava il voltastomaco a quell’essere diabolico.

MA FINIRA’ PRESTO… OH, SE FINIRA’!       

Anche quell’immagine perse di nitidezza, scomparendo lentamente dalla vista del demone. La successiva immagine era più piccola, ma era anche quella che meglio di qualunque altra attirava l’interesse della creatura malefica: una luminosa sfera di luce rossa, all’interno della quale una strana forma dello stesso colore, ma più intenso, simile ad una stella, pareva ardere di energia, cambiando forma ad ogni istante e proiettando raggi scarlatti in ogni direzione. L’entità si concesse una breve risata, squadrando la sfera di luce rossa con bramosia, come se fosse stata la cosa più preziosa del creato.

HUHUHUHUU… MOLTO PRESTO… NESSUNO SARA’ PIU’ IN GRADO DI FERMARMI… NE’ QUEL TRADITORE… NE’ QUEGLI INSULSI RAGAZZINI… LA MIA VENDETTA… COMINCERA’ DA LORO!

All’interno del circolo di colonne di luce, una strana ed inquietante forma ovale cominciò ad apparire attorno alla sfera rossa. Ben presto, la forma si rivelò essere un gigantesco occhio inespressivo, del quale la sfera di luce formava la pupilla. Era uno spettacolo davvero spiazzante, vedere qualcosa di così vitale e pieno di energia rinchiuso in qualcosa di così freddo e squallido.

Poi, accadde qualcosa di ancora più strano e agghiacciante: cinque enormi dita grigie che sembravano fatte di roccia si chiusero a pugno attorno all’occhio incandescente, come se esso si fosse trovato sul palmo di una enorme mano. E in effetti era proprio così: quando l’immagine si schiarì del tutto, fu possibile vedere che le suddette dita appartenevano proprio ad una mano gigantesca che fluttuava nel vuoto, non attaccata a nessun corpo, e ricoperta della stessa pelle grigiastra e pietrosa delle dita. Come se la sfera di luce avesse cercato disperatamente di liberarsi, dei deboli raggi scarlatti continuarono per un attimo a filtrare attraverso le dita della spaventosa mano, ma la loro resistenza cessò presto. La luce era stata completamente assorbita.

L’ultima, inquietante visione, svanì gradualmente come le altre, e le colonne di luce viola che la circondavano cominciarono a smorzare la loro luminosità, diminuendo di spessore fino a spegnersi del tutto, lasciando soltanto qualche sparuta scintilla purpurea dietro di sé. Dietro la visiera dell’elaborato elmetto che proteggeva la sua testa, il demone si concesse un sogghigno malefico. Presto, il momento che aspettava da ere sarebbe venuto…

NESSUNO POTRA’ FERMARMI… NESSUNO!

Per miglia e miglia, nella desolata e tempestosa terra dell’incubo, si sentì l’eco della sua terribile risata…

 

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CONTINUA…

 

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Capitolo 2
*** Sogni premonitori ***


Sonic X: Gate of your Dreams Director’s Cut

Una fanfiction crossover (Sonic X / NiGHTS into Dreams) scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 2- Sogni premonitori

 

Anche di notte, la città di Station Square, una grande e popolosa metropoli, era attiva e vitale. Le strade erano trafficate come al solito, e illuminate dalle mille luci delle insegne, dei lampioni, e di quant’altro. Gente che andava avanti con la propria vita, come ogni giorno.

In piedi sul tetto della villa appartenente alla famiglia Thorndyke, qualcuno stava guardando il paesaggio della città trafficata, con aria leggermente malinconica. Sonic, il porcospino blu che era arrivato sulla Terra diverso tempo prima a causa di un incidente con il Chaos Control, non poteva fare a meno di ammirare come tutti stessero cercando di superare i difficili momenti che la città… anzi, la Terra intera… aveva vissuto di recente, con i danni provocati dall’ira di Perfect Chaos e la terribile colonia spaziale ARK, che aveva minacciato di distruggere il mondo. 

Sonic sospirò tristemente ripensando agli eventi di una settimana prima: il suo arcinemico, il Dr. Ivo “Eggman” Robotnik, aveva scoperto l’esistenza di una stazione orbitante chiamata ARK, creazione di suo nonno Gerald e sede della potentissima arma conosciuta come Eclypse Cannon, che il malefico scienziato sperava di usare per costringere la Terra a sottomettersi a lui. Inoltre, all’interno dell'isola-penintenziario di Prison Island, Eggman aveva trovato un misterioso porcospino nero: Shadow, la cosiddetta 'creatura perfetta', e l'unico a conoscenza dei segreti di ARK, era stato risvegliato da Eggman dal suo stato di animazione sospesa, e convinto in seguito a lavorare per lui: a causa del suo 'imitatore' nero, Sonic si era improvvisamente ritrovato nei guai con le autorità, e costretto ad una fuga rocambolesca. La caotica situazione era culminata nel rapimento di Chris da parte di Shadow, e in un disperato attacco alla colonia ARK nel tentativo di fermare lo Eclypse Cannon. Era stato allora che il vero, agghiacciante scopo della stazione spaziale, e dell'esistenza di Shadow, si era rivelato.

La colonia ARK non era altro che lo strumento dell'atroce vendetta del professor Gerald Robotnik, il nonno di Eggman, sull'umanità intera. Cinquant'anni prima, un raid condotto dall'esercito regolare sulla colonia dove lo scienziato stava conducendo le sue ricerche era risultato nella morte accidentale di Maria, la nipote dell'anziano Gerald e la cugina di Eggman. Il governo aveva cercato di insabbiare l'incidente (e solo ora, grazie al coraggio di Sonic e dei suoi amici, la verità era venuta a galla e le mele marce consegnate alla giustizia...), ma il professor Gerald, reso folle dal dolore per la perdita della nipote, aveva giurato a sè stesso di punire l'umanità per la sua ingratitudine... distruggendola completamente! Shadow era stato quindi programmato per portare tutti e sette gli Smeraldi del Caos, le sette potentissime gemme che permettevano di manipolare il potere stesso del caos, alla colonia, dando così il via alla sua discesa verso la Terra. L'impatto sarebbe stato tale che ogni forma di vita sul pianeta sarebbe stata distrutta nel giro di poche ore.

Sfruttando a suo favore la sete di potere di Eggman, Shadow era riuscito nella sua missione, e il conto alla rovescia che avrebbe sancito la fine del mondo era iniziato. Ma Sonic si era rifiutato di arrendersi: lui e i suoi amici si erano fatti strada fino al cuore della colonia, dove li attendeva l'ultima delle creazioni di Gerald, un potentissimo drago cibernetico di nome BioLizard. Il combattimento fu terribile, ma ad aiutarli intervenne inaspettatamente Shadow stesso, convinto dal piccolo Chris che l'umanità meritasse un'altra possibilità. Poi, proprio quando sembrava tutto finito, BioLizard si era fuso con la colonia, spingendola lui stesso verso la Terra! Sfruttando i poteri degli Smeraldi del Caos, Sonic e Shadow erano riusciti ad affrontare l'orribile creatura e ad ucciderla, riportando la colonia nella giusta orbita ed evitando il disastro. Sfortunatamente, questa vittoria era costata la vita di Shadow: esaurite tutte le sue forze nell'esecuzione del Chaos Control, il porcospino nero era precipitato verso l'atmosfera, mormorando un ultimo addio a Maria prima di scomparire per sempre.

Ormai era passata una settimana dalla fine di quell'incubo, e la vita stava tornando normale per tutti. Ma ognuno degli amici di Sonic, nel proprio cuore, avrebbe sempre serbato il ricordo del nobile sacrificio di Shadow. Ora, la vita doveva andare avanti per tutti loro. Passeggiando serenamente lungo il bordo del tetto di casa Thorndyke, il porcospino blu sorrise leggermente pensando a cosa avrebbero fatto i suoi amici il giorno successivo: Chris sarebbe andato a scuola, come il suo solito, Tails avrebbe lavorato al Tornado X, Amy sarebbe stata impegnata a trovare un modo per conquistare il cuore del suo eroe blu, la piccola Cream avrebbe dato una mano alla governante Ella con le faccende domestiche... piccole cose di ogni giorno, che i recenti tempi difficili avevano però reso preziose.

Sonic sghignazzò leggermente pensando a Knuckles e a Rouge... chissà cosa stavano facendo quei due in quel momento! Sicuramente, Knuckles si stava dedicando nuovamente al suo compito di guardiano degli Smeraldi del Caos e Rouge... beh, chi è che poteva dire con sicurezza cosa avrebbe fatto l'esuberante ladra-acrobata? Certo, adesso lavorava come agente del governo... ma era una che sapeva giocare le sue carte e portare avanti i suoi obiettivi personali, tipo impadronirsi degli Smeraldi del Caos, con grande astuzia e pazienza.      

Sospirando, Sonic rivolse lo sguardo al cielo notturno. Persino la Luna non era più la stessa, dopo che Eggman aveva provato lo Eclypse Cannon su di essa, distruggendone una metà... e non c'erano tutte le stelle che era abituato a vedere su Mobius, il suo pianeta natale... ma il porcospino blu fu sicuro di averne vista una brillare più di tutte. Con un sorriso, Sonic mormorò un saluto ad un amico tardivamente trovato.

"Shadow, amico mio... questa è la vita che tu ci hai ridato, e mi dispiace che tu non possa essere con noi a goderla. Spero che ora tu sia felice, accanto alla tua amica Maria. Grazie di tutto, Shadow!"

 

**********

 

In una camera da letto della lussuosa villa di proprietà della famiglia Thorndyke, qualcun altro stava facendo i conti con i propri sogni. Il piccolo Christopher Thorndyke, Chris per gli amici, il ragazzino dodicenne che aveva ospitato Sonic fin dal suo arrivo sulla Terra, stava apparentemente dormendo un sonno tranquillo, avvolto nelle coperte del suo letto. Il suo respiro era lento e ritmato, e la sua testa dagli scompigliati capelli castano chiaro era appoggiata su un morbido cuscino. Tuttavia, mentre il suo corpo era lì, la sua mente stava vagando ad un numero inimmaginabile di miglia di distanza, in un luogo che nessun essere umano aveva mai visto prima se non nei suoi sogni... 

"Ma... dove mi trovo? Che posto è questo?"

Chris non riusciva a spiegarsi come avesse fatto a finire nel luogo dove si trovava in quel momento: era in piedi in mezzo ad una sterminata pianura coperta di verde e di fiori colorati e alberi che sembravano crescere a vista d'occhio. Un tiepido vento primaverile soffiava sul paesaggio, portando tutti i profumi della campagna alle narici di Chris, e all'orizzonte si vedevano alte montagne dalle rocce aguzze come coltelli, le cui vette erano imbiancate dalla neve. Ma la cosa più strana erano le isole galleggianti che punteggiavano il terso cielo azzurro, sulle quali qualcuno aveva, chissà in che modo, costruito dei mulini a vento. Era un paesaggio stupendo, e la sensazione di vita e di colore che pervadeva l'atmosfera non faceva che renderlo ancora più bello.

Stupito, Chris mosse qualche passo in avanti, divorando con gli occhi la spettacolare vallata primaverile. Fu allora che si accorse di non essere vestito del suo pigiama azzurro come si era aspettato, ma di avere addosso i suoi vestiti di tutti i giorni: la sua maglietta rossa bianca, i suoi jeans, le sue scarpe... Strano. Quand'è che si era cambiato? Cosa stava succedendo in quello strano posto? Chris, con tutta la buona volontà, non riusciva a ricordare come c'era arrivato.

"Benvenuto, piccolo Chris. Vedo che questo mondo è di tuo gradimento."

Una voce calma e gentile, proveniente dai cieli sopra di lui, fece improvvisamente sobbalzare il ragazzino. Alzando lo sguardo, Chris vide qualcuno fluttuare in aria e scendere lentamente verso di lui. Era una creatura dall'aspetto bizzarro... anche per i parametri di giudizio di Chris, che pure era abituato a vedere porcospini blu e rosa, volpi a due code con il pallino della meccanica, e robot di ogni genere e dimensione. Alta un pò più di lui, la creatura aveva un aspetto umanoide, e indossava un vestito intero abbastanza simile a quello di un clown, colorato di viola sull'addome, le gambe e le punte dei piedi, di rosso fucsia, contornato da una striscia gialla, sulle caviglie, e di bianco sul resto del corpo e sulle braccia. Aveva una gemma rossa di forma romboidale incastonata nel petto, i cui lati erano decorati da dei motivetti rosso fucsia e gialli, e le maniche del vestito terminavano in un grecale giallo e violetto. Il collo era nascosto da una sorta di collare, anch'esso di colore viola, ma era la testa della creatura la caratteristica più peculiare: i suoi grandi occhi erano azzurri e limpidi come il cielo nel quale si librava, e indossava un copricapo viola a due punte, che salivano per un breve tratto e poi scendevano giù dietro la creatura, arrivando quasi alle sue spalle.

Con un sorriso benevolo, il misterioso essere scese fino al livello dello sbalordito Chris, che continuava a guardarlo meravigliato.

"C... Ciao! Io... m-mi chiamo Chris... Christopher Thorndyke… P-piacere di conoscerti... Chi... chi sei tu?" mormorò il ragazzino, inchinandosi timidamente. La creatura non sembrò curarsi del saluto e della domanda, e tese una mano verso Chris, appoggiandogli le punte dell'indice e del medio sulla fronte. Chris sbattè gli occhi, chiedendosi cosa stesse facendo il misterioso folletto, che continuava a sorridere.

"Chi sono io?" rispose la strana creatura con la sua voce melodiosa. "E' quello che devi decidere tu... uno spirito... un ricordo... un eco di un tempo passato... io sono tutto questo e niente di tutto questo allo stesso tempo..."

Chris sgranò ulteriormente gli occhi, confuso. Cosa voleva dire quella strana creatura? Prima che potesse nuovamente aprire bocca, il ragazzino sentì uno strano calore pervadere il suo corpo, e una sfera di luce innaturale, eppure in qualche modo rassicurante, materializzarsi sul suo petto, per poi scindersi in altre tre sfere colorate, ognuna di esse grande come il suo pugno chiuso: una bianca, una gialla, e infine una verde. Sotto i suoi occhi stupiti, le tre sfere cominciarono ad orbitare attorno al suo corpo, irradiando i loro colori sgargianti tutt'attorno.

La misteriosa creatura guardò il ragazzino e le cinque sfere di luce con aria soddisfatta, prima di staccare la mano dalla fronte di Chris e cominciare a librarsi di nuovo in aria. "Ah... proprio come immaginavo... la tua Ideya ha assunto tre colori... niente male davvero... sono rare le persone che le hanno tutte e cinque, ma questo non fa certo di te una persona immeritevole."

Ormai, Chris stava rinunciando a capirci qualcosa. Che razza di parole stava usando quello strano folletto? Ideya? I cinque colori? Che volevano dire? Mille domande si erano improvvisamente affollate nella mente del ragazzino... e nessuna aveva ricevuto risposta. Provò a fare una domanda, ma scoprì di non sapere neanche che COSA avrebbe fatto meglio a chiedere... era una situazione che lo aveva lasciato completamente spiazzato. Esterrefatto, Chris non riuscì neanche a spiccicare parola quando la creatura si innalzò ulteriormente in aria e iniziò ad allontanarsi in volo.

"Per ora ti devo lasciare, piccolo Chris..." disse il folletto. "Il tuo sogno non durerà ancora a lungo... ma ti posso dire che ci rivedremo ancora! Sii saldo, e non perdere mai quelle buone qualità che ho visto in te!"

Un sogno! Ma certo, che altra spiegazione poteva esserci? Lui stava sognando, e tutto questo era frutto della sua fantasia! Chris ridacchiò nervosamente, passandosi una mano dietro la nuca e pensando a quanto fervida sapesse essere la sua immaginazione, mentre la creatura misteriosa spiccava il volo e cominciava ad allontanarsi con una velocità che non sarebbe sfigurata in confronto a quella del suo amico Sonic... il folletto stava volando con eleganza e sicurezza, tracciando in aria delle ampie parabole ed esibendosi in spericolate acrobazie che il ragazzino trovava terribilmente affascinanti, per quanto un pò spaventose. Non poteva negare che anche lui, a volte, aveva sognato di poter volare e fare gli stessi numeri...

"Aspetta!" esclamò Chris, alzando una mano verso il folletto volante. "Ti prego, aspetta un momento! Non mi hai neanche detto il tuo nome!"

La strana creatura vestita da pagliaccio si fermò a mezz'aria, con l'aria di chi si è appena reso conto di aver tralasciato qualcosa di importante. Rapidamente come era venuto e se ne era andato, ritornò a razzo davanti a Chris, lasciandolo ancora una volta stupefatto con la sua agilità, e si mise a sua volta una mano dietro la nuca con fare apologetico.

"Il nome... Ah, già, che sbadato! Mi dimentico sempre di questi strani concetti in voga tra voi abitanti della Terra! Ha, ha, ha, ha, haaa!" rispose il folletto, ridendo allegramente. Chris, trovando buffa la situazione, non potè fare a meno di mettersi una mano davanti alla bocca e ridacchiare a sua volta.

Smettendo bruscamente di ridere, ma mantenendo il suo sorriso caldo e confortante, la buffa creatura fece un elegante inchino, piegandosi quasi ad angolo retto. "Beh, non posso dire di avere un nome vero e proprio... ma sei vuoi chiamarmi, chiamami Nights! Piacere di averti incontrato, piccolo Chris... e arrivederci!"

Detto ciò, la strana creatura di nome Nights si alzò di quota e volò via, lo sguardo affascinato di Chris ancora fisso su di lui, e scomparve rapidamente nel cielo limpido con un'altra serie di vertiginose acrobazie. Prima che Chris avesse il tempo di fare qualsiasi cosa, il paesaggio attorno a lui perse consistenza, e un'abbagliante luce bianca inghiottì ogni cosa...

"Huh? Ma... cosa..."

Chris si svegliò di soprassalto, spalancando gli occhi per la sorpresa. Per un breve attimo, alla sua vista non si presentò altro che nero, con qualche guizzo di colori cupi che ondeggiavano nel vuoto mentre i suoi occhi si riabituavano alla visibilità normale. Poi, alla flebile luce delle stelle, Chris distinse gli spigoli del suo comodino, le coperte del suo letto, il suo pigiama azzurro... tutto ciò che era abituato a vedere nella sua camera. Rendersi conto di non essersi mai mosso di lì gli fece tirare un involontario sospiro di sollievo. Certo, non poteva dire di essere spaventato, però quanto aveva appena visto e sentito lo aveva confuso non poco. Scosse la testa, ridacchiando tra sè, e si appoggiò di nuovo al cuscino.

"Che sogno assurdo..." 

 

 **********

 

 A giudicare dalla mattinata, quella giornata non si preannunciava molto diversa dalle altre: dopo aver fatto colazione e aver sbrigato tutte le faccende necessarie, Chris aveva preso la sua cartella e si era avviato alla fermata dello scuolabus che lo avrebbe portato alla Station Square Middle School, la scuola che lui frequentava. Il maggiordomo Tanaka si era offerto di accompagnarlo usando la macchina di famiglia, ma Chris aveva gentilente declinato, non volendo apparire come un privilegiato agli occhi dei suoi compagni. Non aveva parlato a nessuno del sogno che aveva fatto quella notte, ma Sonic si era reso conto che il suo amico umano sembrava un pò distratto. Aveva parlato meno del solito, e di tanto in tanto assumeva un'aria pensosa. Comunque, il velocissimo porcospino blu aveva pensato che la cosa fosse da attribuire ai ricordi della grande battaglia contro Eggman conclusasi una settimana prima, e decise di non darci troppo peso... e soprattutto di non parlarne troppo, per non riportare alla mente tristi ricordi. Si limitò a parlargli di sfuggita mentre il ragazzino usciva di casa.

"Hey, Chris... c'è qualcosa che ti turba?" aveva chiesto Sonic, prima che il suo amico umano aprisse la porta di casa. Un pò sorpreso dalla domanda, Chris si volse verso il porcospino azzurro con un'espressione leggermente allarmata.

"Ehm... no, Sonic... perchè, ti sembra così?" rispose, con tutta calma. Sonic alzò le spalle. "Niente... è che stamattina mi sei sembrato un pò... come dire, svagato. Se c'è qualche problema, sai che puoi parlarne a me o ai miei amici."

Chris sorrise confortato. "Ti ringrazio, Sonic, ma non c'è niente che non va. Ho solo fatto un sogno un pò strano stanotte... ma ti racconterò più tardi, ora devo proprio andare, sennò perdo lo scuolabus. Ci vediamo oggi pomeriggio!"

"Okay! Buona giornata, Chris!" salutò Sonic, alzando una mano e agitandola. Chris ricambiò il saluto, prima di oltrepassare la soglia e dirigersi verso i cancelli di casa Thorndyke, attraversando il giardino, sotto gli occhi dei suoi amici.

"Il signorino Chris..." commentò Tanaka, guardando con soddisfazione il ragazzino che raggiungeva la fermata e faceva cenno ad uno scuolabus di fermarsi. "...è davvero un ragazzino in gamba. Sono convinto che, qualunque problema possa avere, saprà come risolverlo."

"Già, hai ragione..." rispose Sonic. "Spero solo che non dimentichi che quando vuole una mano, noi siamo qui per lui!"

Ella, la governante grassoccia e dalla pelle scura, annuì in accordo con il riccio azzurro, guardando Chris che saliva sullo scuolabus e scompariva dietro le porte scorrevoli. Rimasero tutti a guardare il mezzo che si allontanava, diretto verso il centro di Station Square, prima che Ella parlasse di nuovo.

"Bene! Oggi mi sento proprio in vena di cucinare qualche squisitezza!" esordì l'allegra governante, sfregandosi le mani e andando a prendere un grembiule. "Allora, c'è qualcuno che se la sente di darmi una mano?"

"Io, signora Ella!" esclamò Cream, la dolce e formale coniglietta che ormai da un pò si era unita al team di Sonic. Cheese, il piccolo Chao che la accompagnava si fece avanti a sua volta, alzando le zampette in aria e cinguettando allegramente. "Chao! Chao!"

"Disturbo se mi unisco anch'io?" Sorprendentemente, si fece avanti Amy, la porcospina rosa follemente innamorata di Sonic. "Anche a me piacerebbe imparare qualche segreto della tua cucina, Ella!"

La governante rise bonariamente, immaginando già il motivo che avrebbe potuto spingere Amy a voler imparare a cucinare...  E questa impressione fu confermata, un secondo dopo, da Sonic che alzava leggermente gli occhi al cielo! Tails, il volpino a due code con il pallino della tecnologia, si mise una mano davanti alla bocca, soffocando una risatina.

"Molto bene, ragazze! Allora, al lavoro!" esclamò Ella, tirandosi su le maniche e alzando un pugno in aria come un generale che guida le truppe! Cream e Amy risposero alzando un braccio a loro volta e seguendo la governante in cucina. Sonic, Tails e Tanaka le stavano guardando, divertiti dalla loro comica messinscena.

"Mettono sempre molto entusiasmo, in tutto ciò che fanno..." commentò il maggiordomo, aggiustandosi gli occhiali.

Sonic ridacchiò, passandosi una mano dietro la nuca. "Già... spero solo che Amy non abbia voglia di fare qualche strano esperimento in cucina... Hey, Tails, a proposito, quali sono i tuoi programmi per la giornata?"

La volpe a due code indicò con un cenno della testa l'hangar nel quale si trovava il Tornado X, l'aereo trasformabile da lui creato. "Beh, oggi avrò un pò da fare in officina... il signor Chuck mi ha chiesto se potevo fare dei controlli su dei contatti elettronici con lui, stamattina...". Chuck Thorndyke era il nonno di Chris, un allegro signore sulla sessantina, esperto di meccanica e inventore a tempo perso. Aveva fornito degli aiuti fondamentali per realizzare vari miglioramenti del Tornado X, e Tails lo considerava un pò un maestro.

"D'accordo, gente..." rispose Sonic, incamminandosi a sua volta lungo il sentiero che portava al cancello. "Allora, io andrò a vedere in giro cosa c'è di nuovo. E poi, stamattina ho una gara con Sam Speed... l'altro giorno mi ha sfidato dicendo che non sarei mai riuscito a superare il suo 'bolide' ora che ci ha apportato delle modifiche... Mah, ho i miei dubbi!"

Tails rise leggermente. Sam 'Speed' Thorndyke, lo zio di Chris, era il leader di uno squadrone d'elite di mantenimento dell'ordine, e si vantava spesso delle prestazioni della sua ipertecnologica macchina di ultima generazione. Ora, sembrava che il suo scopo fosse battere in velocità Sonic e dimostrare la sua superiorità...

"Va bene, signorino Sonic. Si ricordi che la cena è alle sette." rispose Tanaka con il suo solito tono formale. Sonic rispose facendo il segno dell'ok, poi prese velocità e infilò il cancello sollevando una nuvoletta di polvere dietro di sè. In breve tempo, stava già correndo come un missile verso Station Square, pronto a cercare nuove avventure...

Certo nessuno di loro immaginava che grande avventura li aspettava di lì a poco... un'avventura direttamente collegata ai sogni di Chris!

 

**********

 

"Hey, Chris, appena in tempo!" esclamò uno dei compagni di classe di Chris, un vivace ragazzino di colore di nome Danny, non appena Chris ebbe frettolosamente varcato la soglia della sua aula. Stavano per scoccare le otto e mezza, che avrebbero significato l'inizio delle lezioni, e Chris era riuscito ad arrivare a scuola appena in tempo. Dopo aver raggiunto il suo banco, salutando i suoi amici mentre si avvicinava, ed essersi tolto la cartella dalle spalle, il ragazzino si sedette al suo posto, tirando un profondo sospiro di sollievo.

"Phew... scusate per il ritardo, ragazzi... oggi lo scuolabus ha trovato un pò di traffico..." mormorò, riprendendo fiato per parlare. "Ho fatto una corsa per arrivare in tempo... Allora, ragazzi, come va stamattina?"

"A meraviglia, Chris!" rispose il terzo membro del gruppo di amici di Chris, una ragazzina dagli scompigliati capelli rossi e dal viso spruzzato di lentiggini, di nome Francine. "Ho sentito dire che per la fine della prossima settimana è stata organizzata una gita, anche se non sappiamo dove..."

Chris sorrise, entusiasta della notizia che aveva appena ricevuto. "Davvero? Una gita? Sarebbe stupendo, è da parecchio tempo che non ne facevamo, con la scuola..."

"E' vero..." proseguì l'ultimo membro del gruppetto di Chris: si trattava di Helen, una graziosa ragazzina dai lunghi capelli biondi, costretta su una sedia a rotelle da una paralisi agli arti inferiori, ma nonostante ciò sempre allegra e ottimista. Dopo aver dato un paio di spinte alla sua carrozzella per raggiungere i suoi compagni, Helen continuò a parlare. "Sono molto curiosa di sapere dove ci porteranno... se ci porteranno da qualche parte. Ho sempre amato vedere nuovi posti."

"Ancora non so per certo se sia così..." rispose Francine, passandosi un indice tra il naso e il labbro superiore. "Ma vi confesso che anche a me piacerebbe molto... spero che non fossero soltanto voci!"

Lo squillo della campanella, che avvertiva dell'inizio delle lezioni, riscosse i quattro amici dalla loro discussione.

"Beh, dovremo aspettare l'intervallo per riprendere la discussione..." sospirò Danny, ritornando al suo banco. "Per ora, abbiamo le nostre quotidiane lezioni... Buon lavoro, ragazzi, e a dopo!"

"A dopo, Danny!" risposero in coro Chris e le due bambine, mentre anche gli altri studenti riprendevano posizione nei loro banchi. Anche Francine ed Helen, dopo aver salutato Chris, ritornarono ai loro posti, appena in tempo prima che la porta dell'aula si spalancasse per far entrare il loro professore.

"Buongiorno, ragazzi!" esordì con tono cordiale il professor Stewart, un uomo sulla trentina d'anni, piuttosto alto, con corti capelli biondi, piccoli occhiali da vista, e un'espressione sveglia ma benevola che gli rischiarava il viso. Gli alunni ricambiarono il saluto con un cenno collettivo della testa, e un coro di "Buongiorno" che strapparono un sorriso al gioviale insegnante. Era bello, dopo i catastrofici eventi degli ultimi tempi, ritornare alla vita normale e riprendere a fare le cose di tutti i giorni. Il professor Stewart, infatti, come agente governativo inviato per tenere d'occhio Sonic e Chris dal giorno dell'arrivo sulla Terra del riccio blu, aveva partecipato attivamente alle investigazioni compiute in occasione dell'incidente di Shadow, e aveva messo in pericolo la propria vita per scoprire la verità su quanto era accaduto tanto tempo prima. Ora, era semplicemente contento di poter riprendere il suo lavoro di copertura... e dal momento che Sonic era stato riconosciuto come un eroe nazionale, probabilmente non avrebbe più dovuto abbandonarlo, emergenze inaspettate permettendo...

 

"Allora, ragazzi..." iniziò a parlare Stewart, appoggiando sulla cattedra i libri e il registro. "Prima di iniziare la lezione, ho il piacere di comunicarvi che per la fine della prossima settimana è prevista una gita di classe. Sarete contenti, immagino!"

Il coro di grida festanti che si levò dagli alunni fu la risposta che il giovane insegnante si aspettava di sentire. Molti dei ragazzi alzarono le braccia stringendo i pugni, entusiasti della notizia.

"Hey, Francine! Davvero efficiente come servizio informazioni!" esclamò entusiasta Chris, guardando la sua amica che alzava un pollice e gli strizzava l'occhio.

"Mi scusi, professor Stewart... esattamente, dove si svolgerà questa gita?" chiese un altro ragazzino della calsse, alzando una mano per farsi notare fra il trambusto generale.

Il professore si schiarì la gola. "Beh, ho sentito dire che la destinazione sarà una città di nome Twin Seeds, a circa un centinaio di chilometri da qui... pare che la torre, edificata più di un secolo fa, sia un'attrazione molto interessante... il programma prevede di andarla a visitare."

"Professore..." chiese Chris alzando la mano a sua volta. "Crede che ci sarebbero problemi se portassi qualcuno con me in questa gita?"

Il giovane professore rise tra sè, capendo a cosa si riferiva il ragazzino. "Vuoi dire... Sonic e i suoi amici? Non credo ci saranno problemi! Anzi, immagino che saranno felici di vedere un posto nuovo!"

"Grazie, signor Stewart!" rispose Chris, con un largo sorriso sulle labbra. Il professore pescò alcuni fogli dal suo registro e passò di banco in banco a distribuirli. "Ecco, questi sono i permessi da far firmare alle vostre famiglie. Mi raccomando, non dimenticate di riportarli, se volete partecipare!"

"Ci conti, professore!" esclamò Danny, sventolando con orgoglio il permesso che gli era stato appena consegnato. "Non mi lascerei sfuggire questa gita per niente al mondo!"

 

**********

 

I ragazzi non potevano certo sospettare che appena fuori dalla finestra della scuola, qualcosa di sinistro stesse assistendo con occhi spalancati e orecchie attente a tutta la scena. La creatura, al sicuro sopra il ramo di un grosso albero, sogghignò con aria soddisfatta, non mancando di notare come tutte le persone che passeggiavano per la strada tirassero avanti senza neanche guardarlo. Del resto, anche se si fossero voltate verso di lui, non avrebbero visto nulla...

"Heh... Non riescono a vedere noi creature della Dimensione della Notte quando ci manifestiamo nel Mondo Reale! Quanto sono miopi questi esseri umani, non si rendono conto delle cose che gli stanno ad un palmo dal naso! Beh, non importa... il piano sta procedendo come da programma, e ben presto entrambi i mondi diventeranno una cosa sola! E allora questi sciocchi umani vedranno chi è che comanda!"

 

La creatura invisibile fece una breve, stridula risatina, consapevole di non poter essere neanche sentita, e fluttuò in aria, librandosi agilmente sopra i rami su cui si era posata. Un sorriso maligno quasi gli tagliava il volto in due, e i palmi delle sue mani guantate si sfregavano l'uno sull'altro, anticipando la vittoria che riteneva ormai certa.

"Fra poco... fra molto poco... la vendetta del mio signore sarà completa! Hihihihiiii!"

 

 

CONTINUA...

 

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Capitolo 3
*** Twin Seeds ***


Sonic X: Gate of your Dreams

Una fanfiction di Sonic X scritta da: Justice Gundam

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Capitolo 3 - Twin Seeds

Mentre a Station Square la vita proseguiva con i suoi ritmi quasi frenetici, da un'altra parte, a diverse decine di chilometri di distanza, un'altra città stava riprendendo la sua corsa...

Era metà pomeriggio, circa le quattro, e la città di Twin Seeds, una grande città che rivaleggiava per dimensioni e popolazione con Station Square, si stava preparando ad un evento molto importante: la celebrazione dell'anniversario della sua fondazione, avvenuta più di cento anni prima in circostanze che, anche per gli abitanti, permanevano misteriose. Numerose bancarelle e stand di vario tipo erano in allestimento ai bordi delle strade, e le strade normalmente trafficate erano decorate da fantasiosi festoni di vari colori, organizzati in modo da trasmettere il meglio possibile l'atmosfera di gioia e celebrazione. Certo, non sarebbe stata una cosa grandiosa come la celebrazione del centenario, avvenuta due anni prima, ma si trattava comunque di una festa che tutti gli abitanti di Twin Seeds attendevano con ansia. Anche se le attività cittadine proseguivano normalmente, si riusciva comunque a percepire l'eccitazione della maggior parte di loro.

Mentre tutt'attorno fervevano i preparativi per la festa, in un piccolo campo da basket in centro città due piccole 'squadre' di tre ragazzi ciascuna si stavano sfidando all'ultimo canestro, e una piccola folla di tifosi si era riunita ai bordi della struttura per assistere alla loro competizione. I giovani di Twin Seeds conoscevano bene quel gruppetto di ragazzi, e sapevano che non era la prima partita che si giocava tra loro, nè sarebbe stata l'ultima... anzi, quel piccolo campo da pallacanestro era diventato praticamente il luogo fisso di un appuntamento mensile con lo sport, sia pure a livello dilettantistico! Le squadre, capitanate rispettivamente dal sedicenne Elliot Edwards, astro nascente della pallacanestro, e da Roger Dwayne, il suo amico e rivale considerato a sua volta una promessa dello sport, erano in quel momento impegnate in un frenetico su e giù per il campo, con la palla che volava tra le loro mani e il pubblico che non cessava di lanciare urla di incoraggiamento ai suoi beniamini.

Finalmente, un abile lancio da parte di un membro della squadra di Roger, contraddistinta dalle magliette rosse in contrapposizione a quelle blu della squadra di Elliot, fece finire la palla nel canestro, assicurando altri due punti e bloccando il punteggio in una perfetta condizione di parità. Gli spettatori esultarono, mentre l'autore della rimonta tornava dai suoi compagni di squadra e scambiava dei cinque con loro.

"Sei stato grande, amico! Ottimo lavoro!" esclamò il capitano della squadra, Roger Dwayne, un ragazzo sui sedici anni, alto e dal fisico asciutto con i capelli biondo un pò lunghi e il ciuffo ribelle, che indossava una maglietta rosso-arancione con sopra disegnato un orso stilizzato, pantaloncini corti di colore più scuro e scarpe da ginnastica bianche. Diede una stretta di mano al suo compagno, poi si rivolse al capitano della squadra avversaria con un sogghigno di amichevole superiorità. "E allora, Elliot? Che te ne pare della nostra rimonta? Ora siamo perfettamente alla pari... e abbiamo tutto il tempo di segnare ancora!"

"Aspetta a cantare vittoria, Roger! La partita non è ancora finita!" ribattè amichevolmente il capitano della squadra avversaria, il ragazzo di nome Elliot: era un sedicenne atletico, dai corti capelli blu elettrico pettinati in un piccolo ciuffo, che anzichè ridiscendere sulla fronte si sollevava verso l'alto per un breve tratto, e aveva grandi occhi azzurri pieni di decisione e coraggio. Indossava dei vestiti che sembravano, per così dire, 'uguali e contrari' rispetto a quelli del capitano della squadra avversaria: una leggera maglietta blu a maniche corte, con una libellula disegnata sul davanti, pantaloni corti un pò abbondanti e scarpe da ginnastica blu, con un orologio dalla cinghia azzurra legato attorno al polso destro, e il suo viso, come quello di tutti gli altri ragazzi, era bagnato di sudore per l'intensità della partita, anche se la fatica non sembrava aver in alcun modo smorzato la sua combattività. Dopo aver ripreso fiato e sver ricevuto da Roger il pallone, Elliot palleggiò un paio di volte e lo lanciò ai suoi due compagni di squadra: due ragazzi, uno con i capelli castani e uno di colore, vestiti in maniera molto simile a lui. Il ragazzo di colore, che si trovava più indietro, lo afferrò al volo.

"Okay, ragazzi, questi sono gli ultimi secondi di gioco..." spiegò il ragazzo dai capelli blu. "Sapete cosa dobbiamo fare, no?"

Il ragazzo castano gli fece il segno dell'okay. "Certamente, Elliot! Conta pure su di noi!"

Sull'altro lato del campo di gioco, Roger e i suoi compagni di squadra si erano disposti attorno all'area di tiro, cercando di formare un muro difensivo. Non sapevano di cosa stessero parlando i loro avversari, ma sicuramente si trattava di qualche strategia con la quale speravano di ritornare in vantaggio... e se avessero segnato, non ci sarebbe stato abbastanza tempo per rimontare. "Ragazzi, state molto attenti!" si raccomandò il biondo. "Non fateli avvicinare all'area di tiro, e cercate di sottrargli la palla e segnare voi! In bocca al lupo, e fate del vostro meglio!"

"Ricevuto!" replicarono in coro gli altri due giocatori.

L'arbitro, un ragazzo della stessa età di Elliot e Roger, diede una rapida occhiata all'orologio, poi si mise in bocca il fischietto e diede l'ultimo segnale di inizio gioco! Immediatamente, il ragazzo di colore della squadra di Elliot scagliò la palla verso il suo compagno castano, mentre Elliot cercò subito di portarsi a lato dell'area di tiro con uno scatto felino, ma si trovò subito davanti Roger, che si spostò da una parte e dall'altra in modo da ostacolargli il passaggio. I due capitani si scrutarono come a volersi sfidare ad un duello western, e iniziarono una sorta di frenetica danza sul centrocampo, nel tentativo uno di scartare e l'altro di impedire il passaggio. Nel frattempo, il ragazzo castano corse rapidamente verso l'area avversaria, palleggiando furiosamente con la mano destra mentre il suo compagno avanzava sull'ala opposta, e i due compagni di Roger si lanciavano verso di loro. Il ragazzo castano si trovò subito di fronte uno di loro, che cercò con tutte le sue forze di sottrargli la palla, e gettò dei rapidi sguardi attorno a sè per vedere come se la stavano cavando i suoi compagni: Elliot era ancora alle prese con Roger, ma l'altro membro della squadra era riuscito a schivare il terzo, e continuava la sua corsa verso l'area di tiro. Era il momento ideale per passargli la palla!

"Joseph! E' tua!" esclamò, e riuscì a cogliere di sorpresa il suo avversario passandosi la palla dietro la schiena e facendola volare verso il ragazzo di colore, che riuscì ad afferrarla al volo... ma solo per ritrovarsi di fronte lo stesso giocatore che era riuscito a schivare un attimo prima. Con le mani alzate sopra la testa, quest'ultimo cercava di precludergli non solo il passaggio, ma anche la vista del canestro, e Joseph si rese conto che, se avesse cercato di tirare, sarebbe stato intercettato. Il suo compagno castano si trovava ora marcato strettamente, ed Elliot era ancora alle prese con Roger...

No, un momento! Proprio mentre quel pensiero attraversava la mente di Joseph, il giovane atleta dai capelli blu riuscì ad eseguire un abile finta, muovendo un passo alla propria destra per poi gettarsi rapidamente nella direzione opposta. Roger si spostò per ostacolarlo, ma il cambio improvviso di direzione lo colse del tutto impreparato, e non potè fare altro che guardare sbalordito il suo amico-rivale che gli passava agilmente a lato e, completamente smarcato, correva verso l'area di tiro... Joseph non si fece scappare l'occasione e con un abile gioco di mani, passò la palla ad Elliot, che la afferrò al volo, si fermò pochi centimetri fuori dall'area e, prima che Roger e i suoi compagni potessero ostacolarlo, prese accuratamente la mira e lanciò! La palla descrisse un'elegante parabola e con precisione quasi chirurgica andò a colpire il quadrato sotto il quale era fissato il canestro... prima di finire dentro sotto gli occhi ammirati di spettatori e giocatori, proprio un attimo prima che l'arbitro desse il fischio finale!

"EVVAI! Tre punti!" esclamò Elliot facendo un salto di gioia e sollevando un pugno in aria, mentre il pubblico esplodeva in applausi e ovazioni, e i suoi due compagni correvano verso di lui per festeggiare la vittoria. Giunti da lui, si scambiarono dei cinque prima di rivolgersi alla squadra di Roger per fare loro le congratulazioni.

"Partita finita!" dichiarò l'arbitro, alzandosi dalla sua posizione con le braccia incrociate. "Il punteggio finale è: Dragonflies 81, Bears 78. La vittoria va ai Dragonflies! Congratulazioni!". Un altro fragoroso applauso accolse la dichiarazione dell'arbitro, assieme a qualche fischio da parte dei tifosi più rumorosi.

"Hey, Elliot! Bella partita!" esclamò Roger, andando a stringere la mano al suo amico e rivale. "Questa volta ce le avete suonate per bene! Vedo che vi siete allentati dall'ultima volta che ci siamo sfidati!"

"Grazie, Roger... ma anche tu e i tuoi ragazzi siete stati in gamba!" rispose il ragazzo dai capelli blu, accettando le congratulazioni del biondo, mentre la piccola folla di spettatori si disperdeva lentamente, continuando a gettare qualche sguardo al campo da basket. In breve tempo, mentre i giocatori erano ancora impegnati a scambiarsi le congratulazioni, quasi tutti gli spettatori se ne erano andati, ma alcuni erano rimasti per congratularsi personalmente con Elliot, Roger e i rispettivi compagni di squadra... e tra questi pochi, i ragazzi videro, solo in quel momento, una loro vecchia conoscenza, che li guardava con aria entusiasta e un grande sorriso sulle labbra, continuando ad applaudire lentamente: una bella ragazzina, più o meno dell'età di Elliot, con i capelli rosso-arancioni legati in una folta coda dietro la nuca e grandi occhi arancioni, che indossava una maglietta arancione a maniche corte, corti jeans rossi e scarpe arancioni con la suola un pò alta. Dava l'impressione di una tipetta acqua e sapone, e chi la conosceva diceva che era una ragazza con dei grandi sogni e una grande passione per il canto e la musica, dall'animo dolce e sensibile anche se a volte un pò goffa... e le persone che la conoscevano non erano poche, dal momento che quella ragazza, a partire dal centenario di Twin Seeds due anni prima, era un pò una celebrità locale... Claris Sinclair, all'epoca tredicenne, aveva reso un autentico successo il concerto di celebrazione di quell'evento, grazie ad una canzone da lei scritta!

E tuttavia, non era soltanto quello il motivo per cui sia lei che Elliot avrebbero ricordato per sempre quel giorno...

"Hey, guardate un pò chi c'è!" esclamò Joseph, il ragazzo di colore della squadra di Elliot, facendo un occhiolino di intesa all'amico dai capelli blu. "Qualcuno che al nostro Elliot fa molto piacere vedere, mi sembra di aver capito!" Queste parole furono accolte dagli sghignazzi degli altri quattro giocatori, e da una gomitata amichevole da parte di Elliot all'indirizzo dell'autore della battuta.

"Ehilà, Claris!" la salutò Elliot con entusiasmo, alzando una mano. "Allora, ti è piaciuta la partita?"

La risposta di Claris fu un pollice in alto, in segno di okay, poi si chinò verso una borsetta di plastica bianca che aveva appoggiato per terra, a metà tra i propri piedi e la ringhiera di delimitazione del campo. "Avete giocato magnificamente, come sempre! A proposito, visto che sarete accaldati dopo tutto quel moto, ho pensato che vi avrebbe fatto piacere bere un pò di acqua fresca..." Con queste parole, la ragazza dai capelli arancioni tirò fuori alcune bottigliette da mezzo litro di acqua minerale e le distribuì ai membri delle due squadre, che le accettarono con gratitudine.

Elliot, ultimo a ricevere la bottiglia da Claris, svitò rapidamente il tappo e prese una bella sorsata di fresco liquido trasparente, lasciandosene colare un pò anche sul viso bagnato di sudore e traendone un pò di sollievo, mentre la ragazza si portava una mano davanti alla bocca e soffocava una risata divertita. "Ufff... avevi ragione tu, Claris, una bella sorsata d'acqua è quello che ci vuole dopo una partita come questa!" esclamò la giovane promessa del basket, e prese un profondo respiro dopo la grande quantità d'acqua che aveva tracannato. "Allora, Claris, che ci fai di bello da queste parti? Pensavo che oggi tu avessi le prove di canto..."

La ragazza diede una rapida occhiata ad un orologio che teneva legato attorno al polso. "Beh, sì, ma sono tra mezz'ora... ho tutto il tempo di andare là con calma! In realtà, non stavo facendo molto da queste parti... passavo così, per caso, e ho visto che al campetto si stava facendo una partita... e così, per curiosità, mi sono fermata a vedere! Niente di più!" rispose, con una punta di imbarazzo nella voce. "Ho pensato che forse poteva essere una sfida tra te e la squadra di Roger... e a quanto pare avevo ragione!"

"Capisco..." rispose Elliot, rivolgendo lo sguardo verso il campo di gioco, dove i suoi amici si erano seduti per terra a bere le loro bottiglie d'acqua. Per chissà quale motivo, anche il ragazzo con i capelli blu si sentiva un pò imbarazzato in quel momento, e ringraziò di essere ancora accaldato in modo che non si vedesse quel pò di colore rosso che era apparso sulle sue guance. Chissà perchè, si stava chiedendo, da qualche mese a quella parte si sentiva un pò scombussolato quando si trovava con la sua amica... nei quasi due anni in cui si erano conosciuti, non ricordava di essersi mai sentito così in sua presenza. Elliot e Claris, fino a poco tempo prima, sembravano quasi un'affiatata coppia di fratelli, che riusciva a parlare senza problemi di ogni argomento e a trovarsi bene in compagnia l'uno dell'altro. Non che le cose fossero cambiate, tra loro, ma in quegli ultimi mesi Elliot aveva come l'impressione che si stesse aggiungendo qualcosa d'altro al loro rapporto... se solo avesse capito cosa voleva dire quell'accelerazione del battito del suo cuore, e quella difficoltà nel trovare le parole che di tanto in tanto lo prendeva...

"Allora... avete intenzione di riportare in scena il tuo pezzo forte, quello di due anni fa, per l'anniversario?" chiese improvvisamente Elliot, cercando di spostare l'argomento di discussione su qualcosa che lo imbarazzasse di meno.

La ragazzina dai capelli arancioni si voltò verso di lui, senza riuscire a nascondere un pò di goffaggine. "Ehm... vuoi dire 'Dreams Dreams'? Beh, sì, pensavo di rimettere in scena quello, però... quest'anno... ecco, come posso dire... ho pensato di introdurre una variante, per così dire..." gli rispose. Il suo amico si accorse subito dell'esitazione con cui aveva pronunciato l'ultima parte della frase, e capì subito che si trattava di qualcosa che la rendeva un pò nervosa.

"Davvero? Una variante?" chiese il ragazzo dai capelli blu, incuriosito. "E... di cosa si tratterebbe, se posso chiederti?"

Claris prese un pò fiato, sentendo una strana vampata di calore salirle alle guance. Chissà come l'avrebbe preso, il favore che stava per chiedergli...

"Ecco..." iniziò Claris, dopo aver preso un pò di coraggio. "Volevo chiederti... tu come te la cavi, a cantare?"

La domanda fece quasi cascare a terra Elliot, che perse l'equilibrio e si afferrò rapidamente alla ringhiera del campo da basket per evitarsi di piantare la faccia per terra. Cosa significava quella domanda di Claris? Per lui, il significato era fin troppo chiaro... Da parte sua, la ragazzina alzò gli occhi al cielo e si diede della stupida per aver fatto una domanda così a bruciapelo.

"Ugh... come... come me la cavo a... cantare?" chiese Elliot, rialzandosi con un'espressione decisamente sbalordita sul volto e un grosso gocciolone di sudore sulla nuca. "C-Claris... tu... tu mi stai... chiedendo di salire sul palco... e cantare 'Dreams Dreams' con te?"

"Era... era soltanto un'idea, così, giusto per offrire al pubblico qualcosa di diverso..." si giustificò imbarazzata Claris. "Se... se non te la senti, io non te ne faccio mica una colpa, anzi... mi dispiace di averti avvertito così, quando ormai manca così poco alle celebrazioni!"

Ripresosi dallo shock iniziale per quella proposta inaspettata, Elliot si schiarì la gola e diede la sua risposta. "Beh... tu non hai niente di cui scusarti, Claris, e penso invece che tu abbia avuto una bella idea... ti dirò, io non sono un granchè a cantare... però... sì, confesso che non mi dispiacerebbe cantare con te. Se solo mi potessi passare il testo della canzone, che così la provo un pò... va bene, Claris, la tua idea è approvata!" replicò. Nel momento in cui completò la sua risposta, sentì a sua volta un lieve calore salirgli al volto...

Gli occhi di Claris si allargarono, brillanti di entusiasmo, e un sorriso smagliante illuminò il suo grazioso visetto. "Davvero, Elliot? Va... va bene, allora, ti farò avere il testo di 'Dreams Dreams' per e-mail! Ma non ti preoccupare, ci sarà soltanto una parte che dovrai cantare tu da solo! Per il ritornello, ho pensato che potremmo fare un duetto!"

"Per me non ci sono problemi... se magari ci potessimo incontrare in questi giorni, per fare delle prove, mi sentirei anche più sicuro!" concluse Elliot, per poi farsi venire in mente anche un altro particolare. "A proposito, Claris, per quanto riguarda gli organizzatori dello spettacolo... Gli hai già parlato di questa tua idea?"

La ragazzina annuì. "Sì, e mi hanno già dato l'okay. Hanno detto anche loro che potrebbe essere un'idea originale..." Interrompendosi per un istante, Claris diede un'occhiata al suo orologio, poi alzò lo sguardo verso il suo amico. "Ora, però, devo proprio andare, sennò arriverò in ritardo alle mie prove. Allora, stasera ti manderò una mail con il testo di 'Dreams Dreams' e proporrò una data per incontrarci e fare le prove!"

"Va bene, Claris! Ci vediamo!" rispose il ragazzo, restando ad osservare l'amica che scavalcava nuovamente la recinzione e si allontanava di corsa, agitando una mano verso di lui per salutarlo. Elliot restituì il saluto e la accompagnò con lo sguardo finchè la ragazza non fu più visibile, poi sospirò e si stiracchiò, rivolgendo lo sguardo alla spettacolare torre che dominava Twin Seeds...

"Incredibile che tutto sia cominciato da lì..." mormorò Elliot, staccandosi dalla ringhiera e tornando dai suoi amici che lo chiamavano. "Due anni fa, dalla Twin Seeds Tower..."

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Qualche ora dopo...

Di notte, la citta' di Twin Seeds non sembrava molto diversa da una qualsiasi altra grande citta' americana, illuminata com'era da tutte quelle luci al neon e da quelle dei lampioni. Il traffico, che era stato intenso per quanto scorrevole per gran parte della giornata, era diminuito un po', anche se non di molto, e la notte era riempita dai frenetici rumori di una citta' nel pieno delle sue funzionalita', ben esprimendo la frenesia dell'umanita' che ci viveva. Del resto, l'anniversario della fondazione era prossimo, e tutti coloro che organizzavano l'evento festivo cercavano di terminare i lavori il prima possibile...

Nel suggestivo panorama cittadino, la grande torre dalla guglia dorata che dominava la citta' appariva quasi come una maestosa, colossale statua che sorvegliava benevolmente gli abitanti, e per molti cittadini di Twin Seeds quella vista ormai solita era qualcosa di rassicurante, quasi come quella della propria casa o della propria famiglia.

Ma in quel momento, sulla cima dorata della Twin Seeds Tower, si trovava qualcosa che non avrebbe certo suscitato sentimenti cosi' positivi... qualcosa di oscuro e potente, che osservava il viavai della grande citta' con l'espressione di un lupo che guarda sdegnosamente le pecore mentre decide quale sara' quella che soddisfera' il suo appetito.

La creatura, che fluttuava magicamente nell'aria a pochi centimetri dalla cima della torre, strinse i suoi gelidi occhi e permise ad un sorrisetto arrogante di formarsi sul suo viso, sicura della protezione che le offrivano le tenebre della notte e la sua natura di creatura della Dimensione della Notte...

"Heh. Esseri umani... guardateli, come si affrettano come formiche operaie per le loro sciocchezze. Che razza stupida e incapace... persi nella loro frenesia, non si rendono conto di quello che hanno, e inseguono quello che non hanno, senza conoscere quello che sta ad un palmo dal loro naso. E pensare che quel traditore si e' schierato dalla loro parte. Che disgusto..." sibilo', la voce simile al sibilo del vento in una fredda alba d'inverno. Era una voce da brivido, piena di malizia e veleno, e appartenente ad un essere il cui aspetto avrebbe intimorito allo stesso modo anche il cuore del piu' coraggioso...

Ad una prima occhiata distratta, l'essere misterioso avrebbe potuto sembrare simpatico, e quasi buffo, con quel suo cappello a doppia punta, le braccia e le gambe piuttosto lunghe ed esili, e quel corpo agile e slanciato, che dava un'impressione di velocita' e prontezza, ed esprimeva forza e grazia allo stesso tempo... si', in effetti, la creatura assomigliava in maniera impressionante a Nights, lo strano folletto che proprio la notte prima era apparso nel sogno di Chris, a chilometri di distanza da li'...

Ma una volta superata la prima occhiata, neanche l'osservatore piu' distratto avrebbe potuto confondere l'essere sulla torre per la sua enigmatica controparte: laddove Nights sembrava infatti privilegiare il bianco, il viola e altri colori vivaci in misura piu' contenuta, i colori prevalenti del folletto (o forse era meglio dire 'demone'?) sulla torre erano il nero e il rosso, che si intersecavano tra loro formando degli inquietanti motivi di sangue e tenebre sul suo costume. Il suo cappello a due punte era decorato con strisce rosse e nere che lo percorrevano in tutta la sua lunghezza, e il suo volto innaturalmente pallido era dominato da un paio di grandi occhi delle iridi quasi bianche, ciascuno dei quali attraversato verticalmente da un segno nero che ricordava una cicatrice, e da un freddo sorriso di soddisfazione. Il colletto era viola, un viola molto piu' scuro rispetto a quello del suo vestito intero, che era talmente pallido da sembrare quasi bianco, tranne che per delle fasce rosse bordate di nero attorno alle spalle, che davano l'impressione che la creatura indossasse una giacca sopra il costume, e per tre rombi disegnati sul torace, uno blu, uno viola e uno rosso dall'alto verso il basso, distesi orizzontalmente. Gli avambracci erano protetti da dei manicotti neri sui quali era disegnato un cerchio diviso in quattro quarti uguali, due rossi e due viola, e le mani affusolate sembravano piuttosto dei lunghi, minacciosi artigli bianchi. Per finire, la creatura indossava un paio di stivali a righe rosse e nere come il suo strano cappello. Sembrava fluttuare a mezz'aria con la stessa naturalezza con cui un uomo cammina, e si stava godendo il panorama della citta' illuminata dalla sua posizione di vantaggio.

"Se solo queste sciocche creature, prese dalla loro quotidianita', si fermassero per un istante e si rendessero conto di quanto e' vasto l'universo che le circonda, non credo sarebbero cosi' spensierate..." sibilo' il misterioso essere, continuando a far spaziare il suo sguardo da un lato all'altro di Twin Seeds...

"Oh, oooh... ma che bel discorsone! Ci sentiamo dei filosofi, stasera, eh?"

Queste parole, pronunciate con divertito sarcasmo dalla voce di una giovane donna, distrassero la misteriosa creatura dalle sue riflessioni ad alta voce, ed essa si volto' lentamente nella direzione da cui essa proveniva. Per quanto la sua espressione rimanesse stoica e imperturbabile, la creatura stava mascherando abilmente la sua sorpresa. Non si aspettava certo che qualcuno degli abitanti di quel misero pianeta fosse in grado di vederlo... dopotutto, le creature della Dimensione della Notte erano invisibili agli esseri umani svegli. E poi, come poteva esserci un umano in cima a quella torre?

Quando si volto', vide la risposta alle sue domande: una femmina di pipistrello dalle fattezze umanoidi, alta poco piu' di un metro, dalla corta pelliccetta bianca, orecchie triangolari e con addosso dei vestiti piuttosto rivelanti (una tuta intera nera e attillata, un pettorale rosa a forma di cuore, stivaletti bianchi con dei cuori rosa sulle punte, e guanti bianchi) stava elegantemente planando verso la cima della torre, con estrema grazia e agilita', e i suoi occhi verdi come smeraldi erano fissi su di lui e lo osservavano incuriositi. A sua volta, l'essere della Dimensione della Notte ricambiava freddamente lo sguardo della nuova arrivata, che atterro' senza un suono sulla guglia, ripiego' dietro la schiena le sue piccole ali nere, e dopo essersi spolverata gli abiti con una certa vanita', gli si paro' davanti. Camminava sulla ripida superficie della guglia con naturalezza, e la misteriosa creatura della notte capi' subito che non si trattava di una qualsiasi...

"Ti sei accorta della mia presenza, a quanto vedo..." inizio' il folletto oscuro. "Posso sapere come hai fatto?"

"Oooh, per favore..." gli rispose Rouge (perche' di altri non si trattava), alzando le spalle e inarcando le sue labbra tinte con il rossetto in un lieve sorriso. "Eri la' in bella posa che davi sfoggio del tuo talento di poeta, e io avrei dovuto essere proprio stupida per non accorgermi di te!"

L'essere misterioso strinse gli occhi, senza per altro cambiare di una virgola la sua espressione. "Ma guarda... e cosi' sei riuscita a vedermi e a sentirmi, eh? Non devi essere una creatura di questo mondo..." puntualizzo', senza riuscire ad impressionare la giovane ladra-acrobata.

"Ah, davvero?" gli chiese, senza abbandonare quel tono canzonatorio. "E che cosa te lo farebbe pensare, grande genio? Forse il fatto che ho un aspetto leggermente diverso?"

"No, semplicemente il fatto che tu sia riuscita a vedermi." ribatte' il folletto, anche lui imperturbabile. "Nessuna creatura nativa di questo mondo e' in grado di farlo, quindi sono giunto ad una semplice conclusione logica."

"Heh. Buono a sapersi." concluse Rouge. "Ma ora, prima che io tolga il disturbo, desidererei che tu rispondessi a qualche domandina... e se le risposte saranno giuste, ti lascero' andare senza problemi. Per esempio... hmm..." fece finta di mettersi a pensare intensamente, ma era chiaro che stava soltanto tenendo lo strano folletto sulle spine. "Ah, ecco! Per esempio, tu chi o che cosa sei, e da dove sei saltato fuori? Non credo di aver mai visto una creatura come te in giro da queste parti."

Ancora una volta, Rouge non vide alcun cambio di espressione nel viso del suo interlocutore. "Se proprio lo vuoi sapere, il mio nome e' Reala. Per quanto riguarda il luogo da cui provengo... hehehehee... ti posso soltanto dire che e' un posto in cui sei indubbiamente gia' stata!" le rispose, mantenendosi volutamente sul vago. "E, prima che tu mi chieda il motivo per cui sono qui... diciamo che sono un semplice turista di passaggio!"

Questa risposta fece sorridere Rouge ancora piu' di quanto non stesse gia' facendo. "Un turista di passaggio? Certo, e io sono Giovanna d'Arco! Mi dispiace, ma e' passato il tempo in cui credevo alle fiabe, per cui ora scendi un po' piu' nei particolari, o saro' costretta a ricorrere a dei mezzi piu' spiacevoli."

Questa volta, la creatura di nome Reala non ebbe mezzi termini: getto' indietro la testa e rise, minimizzando la non troppo implicita minaccia della ragazza-pipistrello. "Hehehehee... Haaaahahahaha! Ma senti un po', tu vorresti farmi paura? Ad una creatura come me? Beh, mi dispiace deluderti, mocciosa, ma la paura per me e' qualcosa di molto piu' familiare di quanto tu creda... e' praticamente la mia carne e il mio sangue!"

"Senti, amico, le frasi ad effetto lasciano il tempo che trovano..." lo apostrofò Rouge, sempre con quel suo tono di velata presa in giro. Ma, ascoltando con un minimo di attenzione, sarebbe stato possibile sentire l'acciaio dietro la seta. "E cosa tu, una creatura che fino ad adesso non sapevo neanche esistesse, stia facendo qui, è una cosa che tenderebbe a riguardarmi come agente del governo. Se stesse a me, ti lascerei andare senza tante complicazioni, ma vedi, avrei un lavoro da fare, quindi, se non ti va di parlare... temo che dovrò costringerti io."

"Davvero? Hai un lavoro da fare?" chiese retoricamente Reala, muovendo le mani affusolate. Era chiaro che, qualunque cosa Rouge potesse dirgli, non sarebbe riuscita ad impressionarlo più di tanto... "Che peccato, ma vedi, anch'io ho delle cosette da fare, e non posso stare qui a perdere tempo con una come te. Quello che dovevo fare qui l'ho fatto, quindi adesso tolgo il disturbo e ti dico... che spero per te di non rivederci mai più! Hehehehee..." Con queste parole, il folletto oscuro iniziò a librarsi in aria, sollevandosi dalla guglia e volando verso il cielo notturno senza aspettare risposta...

Rouge cominciava a perdere la pazienza, e decise di passare dalle parole ai fatti. "Hey, sottospecie di pagliaccio! Guarda che la mia non era una richiesta!" esclamò, aprendo di nuovo le sue piccole ali membranose e prendendo il volo, nel tentativo di seguire Reala. La creatura della Dimensione della Notte sogghignò, divertita dal tentativo della ragazza-pipistrello, e interruppe il suo volo, restando fermo in sospensione ad attendere un attacco che non tardò ad arrivare! Decisa a fermare Reala, Rouge eseguì una spettacolare virata e si lanciò su di lui con i piedi in avanti, girando su sè stessa come una trivella. Si sentì un suono di risucchio allorchè Rouge, trasformata in una sorta di tornado vivente, si fiondava in picchiata contro Reala...

Ma, proprio quando sembrava che il colpo di Rouge fosse destinato ad andare a segno, Reala sogghignò, un glaciale sorriso pieno di malizia, e una luce crudele brillò nei suoi terribili occhi. Il demone alzò entrambe le braccia davanti a sè e creò un invisibile scudo di energia sul quale le gambe di Rouge andarono a sbattere. La ladra di gioielli si fermò a mezz'aria, stringendo i denti per il disappunto, ma proseguì il suo attacco e premette con tutte le sue forze contro lo scudo di Reala nel tentativo di infrangerlo, mentre scintille e lampi di energia scaturivano dal punto dell'impatto. Rouge riuscì in parte nel suo intento, e il sogghigno sul funereo volto del folletto sbiadì leggermente quando si vide costretto ad indietreggiare... Reala doveva ammetterlo, non credeva che quell'abitante del Mondo Reale potesse avere una simile forza... ma non si lasciò stupire più di tanto e, con un grugnito di derisione, riversò ancora più potenza nella sua barriera. Questa volta, Rouge venne investita da una forza simile ad un violento colpo di vento, che spezzò il suo contatto con lo scudo energetico di Reala e la scagliò in aria come una foglia morta! Con un breve urlo di disappunto, Rouge iniziò a sbattere le ali per opporsi alla forza del colpo, e riuscì a rimettersi in piedi a mezz'aria, ma quell'attacco l'aveva lasciata disorientata, e fu costretta ad atterrare rapidamente sulla superficie della guglia. Ci riuscì con notevole facilità, nonostante l'attacco subito, e si piegò su un ginocchio per riprendere stabilità, alzando nel contempo lo sguardo verso il suo avversario. I suoi occhi smeraldini sembravano ardere di rabbia per l'umiliazione subita, soprattutto vedendo l'espressione canzonatoria di Reala che la osservava spocchioso dalla sua posizione di vantaggio.

"Devo riconoscerlo, il tuo attacco non era niente male..." commentò la creatura misteriosa, il palmo di una mano ancora puntato verso Rouge nel caso la giovane agente avesse voluto tentare qualcos'altro. "Se non fossi riuscito ad alzare uno scudo in tempo, non credo che ne sarei uscito illeso... e non sono molti quelli capaci di sferrarmi un attacco! I miei complimenti!"

"Se hai finito di congratularti..." esclamò Rouge, rialzandosi e rimettendosi in guardia. "perchè non torniamo al discorso al discorso che abbiamo interrotto e la smettiamo di prenderci in giro?" Nonostante la rabbia, Rouge manteneva un invidiabile controllo di sè, ma allo stesso tempo si rendeva conto che non aveva a che fare con un avversario qualsiasi... quello strano tipo era davvero molto forte se riusciva a bloccare uno dei suoi attacchi migliori con tale facilità...

Per tutta risposta, Reala si innalzò un altro pò, e una strana polverina scintillante iniziò a volteggiare attorno al suo agile corpo, che perse lentamente definizione e iniziò a sparire gradualmente. "Tanto spiacente, ragazzina, ma come ho detto ho già perso abbastanza tempo da queste parti! E' ora che io me ne vada! Oh, ma non ti preoccupare, perchè mi rivedrai presto... molto prima di quanto tu desidereresti mai! Heheheheheheee..."

Rouge non potè fare altro che osservare impotente il suo spocchioso avversario che svaniva davanti ai suoi occhi, accompagnato unicamente da uno strano tintinnare di campanelli, e dal suono inquietante della sua sommessa risata. In breve tempo, Reala era sparito, tornato da dove era venuto, e nel luogo in cui lui si trovava rimase ad aleggiare per qualche istante soltanto una fine polverina scintillante che si disperse al vento, confondendosi in un attimo con le stelle e le luci al neon di Twin Seeds.

La giovane ladra di gioielli rimase ferma al suo posto, e osservò sospettosa le minuscole stelline luccicanti che segnarono per qualche istante il punto in cui Reala era svanito. Quello strano individuo non la convinceva, ed era più che sicura che stesse complottando qualcosa di pericoloso... sfortunatamente, però, Rouge non aveva la più pallida idea di cosa potesse essere, nè sapeva cosa collegava quello strano essere a Twin Seeds e alla sua torre... nè se era lui la mente del complotto, o se lavorasse per qualcuno di più altolocato. L'unica cosa che poteva dire, a giudicare da come era andato quel primo incontro, era che con quel Reala c'era poco da scherzare. Forse sarebbe riuscito a dare del filo da torcere anche a Sonic. In ogni caso, Rouge non era tipa da restarsene con le mani in mano, e poi sembrava esserci di mezzo un'avventura interessante... un lieve sorriso si formò sulle labbra della femmina di pipistrello, sostituendo la smorfia di disappunto di un attimo prima.

"Forse è meglio che ne parli a Topaz, domani mattina..." disse tra sè, ripensando alla sua amica umana che, come lei, lavorava per l'intelligence governativa. "Mi viene da pensare che quel Reala sia in qualche modo collegato a questa città, e sarà il caso che la squadra svolga qualche ricerca in proposito... Sì, credo proprio di avere qualcosa di molto interessante per le mani..."

Con queste parole, Rouge spiegò nuovamente le ali e riprese il volo, planando nella notte con il silenzio di una sfuggente ombra...

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Il luogo in cui Reala riapparve non era esattamente quello che qualcuno avrebbe definito un bel posto: si trattava di una sorta di immenso antro sotterraneo, il cui pavimento era composto da nuvole nere, violacee e verdi scure che proiettavano strane, inquietanti ombre multicolori sul paesaggio circostante. Nonostante ciò, l'oscurità era tale da impedire di vedere le pareti della grotta, e fin dove l'occhio poteva vedere il cielo era tutto nero, intervallato qua e là soltanto da qualche lampo di energia rossa. Reala, dopo aver finito di rimaterializzarsi, sogghignò di nuovo e prese un bel respiro, poi iniziò a muovere qualche passo in avanti, verso le tenebre senza fine che coprivano la sua visuale.

"Hihihihihiii... ma guardate, è tornato Reala!" sghignazzò una vocina acuta e fastidiosa proveniente da lato. Quando Reala si voltò in quella direzione, il suo sguardo incontrò quello di una stranissima creatura che era emersa dall'oscurità come per magia: si trattava di una specie di folletto, un pò meno alto di Reala stesso, che sembrava consistere di niente più che un paio di stivaletti rossi, guanti bianchi, due grandi occhi azzurrini che scintillavano maliziosi, una bocca perennemente contorta in un ghigno sardonico, e un cappello a due punte simile a quello del suo interlocutore, ma di colore rosso con una riga bianca a metà, e con le punte piegate verso avanti e arrotolate su sè stesse a mò di corna. Tutto lì. La strana creatura, buffa e inquietante al tempo stesso, sembrava non avere corpo, o se ce l'aveva era invisibile: l'unico altro dettaglio che consentiva di individuare la sua posizione era un mantello giallo scuro con il bordo frastagliato e alcune decorazioni rosse di forma romboidale in prossimità degli orli, che si sollevava leggermente come sospinto da un vento invisibile. Questo insolito essere stava avanzando verso Reala con dei grandi, lenti balzi che ricordavano molto l'andatura di un astronauta sulla luna, senza smettere un istante di emettere quella sua penetrante risatina che dava l'impressione di un ago che entrava nel cervello.

Quando fu sicuro di aver attirato l'attenzione della controparte di Nights, il folletto semi-invisibile proseguì con la sua frase. "Allora, com'è andata la gita nel Mondo Reale? Trovato qualcosa di interessante? Gli esseri umani sospettano qualcosa del nostro piano?" chiese, anche se non pareva troppo interessato alla risposta del suo collega. Come se si aspettasse già la risposta...

"E' la stessa domanda che volevo farti io, Jackle..." rispose Reala con tutta calma. "Tu... sei andato a Station Square a sincerarti che il nostro piano stia proseguendo come deve, no? E' da quella città che, in tempi recenti, è provenuta una grande quantità di energia onirica, soprattutto dai sogni dei bambini..."

La strana creatura di nome Jackle sfregò tra loro le sue mani senza corpo, come se stesse pregustando qualcosa di interessante. "Hihihihihiiii! Sì, ho fatto una visitina a quella ridicola città, e ti posso dire che il piano sta proseguendo a meraviglia! Come il nostro signore aveva predetto, è bastato manipolare sottilmente i sogni di un pò di adulti, e il risultato è stato al di là di ogni nostra più rosea previsione! Un'intera scolaresca di mocciosi visiterà Twin Seeds proprio in occasione dell'anniversario! Ovviamente, visiteranno anche la nostra beneamata torre, e sarà lì che noi daremo loro un caldo, piacevole benvenuto nel nostro nuovo mondo! Hihihihihiiiii!"

"Quello di mandare qualche Nightmaren di basso livello a prendere il controllo di un pò di abitanti di Station Square è stata un'idea vincente, miao!" si aggiunse alla conversazione un'altra voce, questa volta nasale e penetrante. Se un gatto gigantesco avesse potuto parlare, la sua voce non sarebbe stata molto dissimile...

"E quaaaando la settimana prooooossima quei mocciooooosi arriveranno a Twiiiin Seeeeeds, senza sospettare nuuuullaaaa... noooooi saremo lìiiiii ad approoooofittarne!" fu la volta di una sgradevole, stridente voce femminile che, mentre parlava, cantava in maniera stonata. Entrambe queste voci appartenevano a due grosse figure seminascoste dalle tenebre, una delle quali (quella che aveva parlato per ultima) era quasi sferica, con corte braccia ai lati del corpo e delle orecchie da coniglio sopra la testa. L'altra creatura aveva invece fattezze feline, ma era più grande di un elefante, e due corte ali triangolari fuoriuscivano dalle sue scapole...

In pieno accordo con quello che avevano detto i suoi 'colleghi', Reala rivolse loro uno dei suoi freddi sorrisi maliziosi. "In effetti, questa strategia sta funzionando meglio di quanto avessi osato sperare io stesso... tramite i nostri Nightmaren, che si sono abilmente infiltrati nel subconscio di alcuni degli adulti di Station Square, siamo riusciti a prendere il controllo di alcuni insegnanti... e a suggerire loro di organizzare una gita scolastica alla Twin Seeds Tower, il nostro ricettacolo di potere! I sogni dei bambini di Station Square, con tutte le crisi che ci sono state ultimamente nella loro città, sono particolarmente vividi e carichi di immaginazione, angoscia, speranza e paura... proprio ciò che servirà a noi e al nostro signore per estendere il nostro dominio sul Mondo Reale!" esclamò soddisfatto, guadagnandosi qualche risatina compiaciuta da parte dei suoi tre compagni e di altre due figure, ancora più grandi delle due che avevano parlato prima...

"AAAAAH... FINALMENTE SEI TORNATO, REALA!"

Il momento di celebrazione venne interrotto quando una voce tonante, che pareva venisse da tutte le direzioni nello stesso momento, riecheggiò nell'oscurità senza fine che impregnava quello strano ed inquietante mondo, e molte delle creature lì riunite si zittirono all'istante e scattarono sull'attenti come soldati. Anche Jackle smise la sua incessante risata stridula e assunse un'aria più posata, rilassando le mani guantate lungo quelli che avrebbero dovuto essere i suoi fianchi (ma, essendo il suo corpo quasi del tutto invisibile, era difficile dirlo...). Solo Reala non sembrò spaventato, e dopo essersi schiarito la gola con un secco colpo di tosse, si voltò lentamente e alzò lo sguardo, incrociando quello di un gigantesco occhio scarlatto dalla pupilla ellittica, del diametro di almeno sei metri, che si era improvvisamente aperto, ostile e minaccioso, nel cielo nero, e osservava quello che accadeva sotto di lui dalla sua posizione di vantaggio, rabbia e desiderio di conquista chiaramente leggibili in quell'iride iniettata di sangue. Sotto quello sguardo che dardeggiava implacabile, qualunque essere umano sarebbe rimasto annichilito dal terrore, ma Reala restava calmo e tranquillo, e lo sosteneva senza problemi, anche se questo non sminuiva il chiaro rispetto che provava per la misteriosa entità.

Lentamente, con compostezza, Reala si mise su un ginocchio e si inchinò. "Wizeman, mio grande signore... sì, sono di ritorno dalla perlustrazione nel Mondo Reale, e sono qui per farle rapporto." esordì.

L'occhio gigantesco si strinse visibilmente. "MOLTO BENE. ALLORA, QUAL'E' LA SITUAZIONE?"

"Tutto come da programma, mio signore..." rispose il folletto oscuro. "I Nightmaren che abbiamo mandato a manipolare gli adulti di Station Square hanno svolto il loro lavoro, e anche gli abitanti di Twin Seeds... compresi quei due infernali sognatori che ci hanno ostacolato la volta scorsa... non sospettano nulla di quanto sta per accadere. Tuttavia, vorrei comunicarle un imprevisto che mi è capitato appena pochi minuti fa. Nulla di grave o di preoccupante, ma si tratta comunque di un imprevisto che non va ignorato."

"SI', PIU' CHE RAGIONEVOLE..." rispose la possente voce senza corpo. "AI FINI DELLA REALIZZAZIONE DEL NOSTRO PIANO, E' INDISPENSABILE NON TRASCURARE ALCUN DETTAGLIO. DUNQUE DI', REALA, DI COSA SI TRATTA?"

"Mio signore, ho scoperto che, per quanto la cosa possa sembrare incredibile, sulla Terra vivono alcune creature, di provenienza indubbiamente aliena, che sono in grado di vedere noi esseri della Dimensione della Notte..." spiegò Reala. "Mentre stavo facendo la mia perlustrazione su Twin Seeds, e mi apprestavo a ritornare, sono stato individuato da un essere di origine e specie sconosciuta, che ha cercato di scoprire chi ero e da dove venivo. Tra l'altro, non ho motivo di ritenere che non ci siano altre creature come quella."

Questa rivelazione di Reala colse di sorpresa tutti gli altri esseri che si trovavano con lui, e anche in quell'enorme occhio sanguigno senza corpo brillo' per un istante una luce di sbalordimento. "COSA? VUOI FORSE DIRE CHE SULLA TERRA ESISTONO CREATURE IN GRADO DI VEDERCI? QUESTO NON L'AVEVO PREVISTO, E POTREBBE ESSERE PERICOLOSO PER I NOSTRI PIANI... REALA, QUESTA CREATURA DI CUI TU STAI PARLANDO... RITIENI CHE SAPPIA QUALCOSA DI NOI?"

"Questo mi sentirei di escluderlo, supremo Wizeman..." rispose Reala. "Quando l'ho lasciata, di me sapeva soltanto il nome, e non ho rivelato nulla ne' di lei ne' tantomeno dei miei compagni. Comunque, devo ammettere che era una combattente capace. Prima che io me ne andassi, lei mi ha attaccato per cercare di trattenermi nel Mondo Reale, e sono stato costretto ad usare una consistente porzione della mia forza totale per respingerla. Se esistono altre creature come lei sulla Terra, potrebbero essere altrettanto forti, o anche di piu'."

Reala fu sicuro di aver percepito qualche lieve movimento dell'occhio gigantesco. "SI', CAPISCO..." tuono' la voce dell'entita' di nome Wizeman. "QUINDI, SONO ANCORA TUTTI ALL'OSCURO DELL'ESISTENZA DI NIGHTOPIA E NIGHTMARE... CIO' NONOSTANTE, LE NOTIZIE CHE MI HAI DATO SONO UN BUON MOTIVO PER STARE IN GUARDIA. NON DIMENTICATE CHE NON SIAMO ANCORA RIUSCITI A TROVARE QUEL TRADITORE, E CHE PER QUANTO NE SAPPIAMO, POTREBBE ESSERE AL CORRENTE ANCHE LUI DELL'ESISTENZA DI QUESTE CREATURE. IL MIO SOSPETTO E' CHE POSSA ALLEARSI CON LORO PER GETTARE SCOMPIGLIO NEI MIEI PIANI."

"Era quello che volevo suggerire io, supremo Wizeman!" esclamo' Jackle con la sua voce da topo. "Da quando ha intralciato i nostri piani due anni fa, non abbiamo avuto piu' notizie di quel rinnegato di Nights! Sono sicuro che per tutto questo tempo si e' mosso dietro le quinte per metterci i bastoni tra le ruote come fa sempre!"

Indignato dal fatto che il suo collega si fosse permesso di parlare senza l'esplicito permesso di Wizeman, soltanto per mettersi un pò in mostra con lui, Reala gli rivolse uno sguardo assassino. "Taci, Jackle! Parla quando sei interpellato!" lo sgrido' severamente, e il folletto invisibile, un po' spaventato dall'imperiosita' dell'ordine si zitti' immediatamente. Reala non era il secondo in comando del supremo Wizeman per niente, e sia lui che gli altri mostri lo sapevano bene...

Tornando a parlare con il suo padrone, Reala si inchinò di nuovo e portò a termine il suo discorso. "Supremo Wizeman, le posso assicurare che moltiplicheremo i nostri sforzi per trovare Nights, e impedire che entri in contatto con i due sognatori o con le creature di cui le ho parlato... questa volta, non permetteremo a nulla e a nessuno di impedire la venuta del regno di Nightmare!"

La pupilla dell'occhio di Wizeman si contrasse, poi si dilato' di nuovo. "MOLTO BENE. CONTO SULLA TUA EFFICIENZA, REALA, E SO CHE FARAI UN BUON LAVORO COME SEMPRE. A TUTTI GLI ALTRI NIGHTMAREN, ORDINO DI APPOGGIARE REALA AL MEGLIO DELLE LORO POSSIBILITA', E DI NON TRALASCIARE ALCUNO SFORZO. SIAMO ARRIVATI TROPPO LONTANO PER PERMETTERCI DI FALLIRE ORA, MI SONO SPIEGATO?" tuonò la sua voce senza corpo, col tono di chi non ammetteva errori... un tono capace di terrorizzare anche le creature del Mondo degli Incubi!

Immediatamente, le altre cinque creature si inchinarono all'unisono (o comunque, abbassarono la testa in segno di sottomissione), e risposero senza un briciolo di esitazione, sapendo quanto poco paziente il loro signore e padrone fosse nei confronti di chi non gli dava il rispetto che pretendeva. "Può contare su tutti noi, sommo Wizeman! Questa volta, il suo grande progetto riuscirà, e per il misero pianeta Terra comincerà l'era degli Incubi!" esclamò la voce di una delle entità oscurate, quella simile ad un miagolio amplificato.

Questa risposta parve soddisfare Wizeman, il cui occhio sanguigno iniziò a chiudersi lentamente. "MOLTO BENE, MIEI NIGHTMAREN... APPROFITTATE DI QUESTI GIORNI PER DEFINIRE GLI ULTIMI DETTAGLI DEL NOSTRO PIANO... E QUANDO VERRA' IL MOMENTO, E I MOCCIOSI DI STATION SQUARE VISITERANNO LA TWIN SEEDS TOWER... ASSICURATEVI DI RIUSCIRE AD IMBRIGLIARE LA LORO ENERGIA! PER ADESSO, SIETE CONGEDATI. VEDETE DI TENERVI PRONTI PER IL NOSTRO GRANDE TRIONFO!"

A quelle parole, il gigantesco occhio finì di chiudersi, poi scomparve dalla volta celeste ingombra di tenebre, lasciando le sei creature sole in mezzo alla desolazione e all'oscurità. Ciascuna di esse, una volta che fu sicura di non essere più sorvegliata, tirò un sospiro di sollievo e si rilassò, tranne Reala che manteneva la sua compostezza mentre si rialzava dall'inchino. Per qualche secondo, il folletto oscuro rimase in piedi davanti agli sguardi interrogativi dei suoi colleghi, e le sue mani affusolate si strinsero a pugno con evidente voluttà... come se la creatura degli incubi stesse pregustando un momento che aveva atteso da un'eternità!

E, in effetti, le cose stavano proprio così...

"Vedrà che non la deluderemo, sommo Wizeman..." riflettè Reala ad alta voce. "E poi, anch'io non vedo l'ora di poter regolare i conti con quello sporco traditore di Nights, e con quei due ragazzini che ci hanno ostacolato due anni fa... questa volta, non potranno fare nulla! Saranno costretti a guardare impotenti mentre conquistiamo il loro mondo!"

Poi, voltandosi verso i suoi colleghi Nightmaren, il folletto oscuro diede gli ultimi ordini. "Allora, avete capito? Assicuratevi che ogni parte del piano sia al suo posto, e preparatevi ad accogliere Nights e i due sognatori come meritano quando si presenteranno... e, se li conosco bene come credo, non tarderanno tanto ad arrivare! Eseguite subito!"

Annuendo, le cinque mostruose creature scivolarono nuovamente nell'oscurità, accompagnate dalle penetranti risate di Jackle e della figura sferica dalla voce di soprano, e scomparirono nel nulla senza lasciare traccia di sè. Soddisfatto, Reala si concesse uno dei suoi gelidi sorrisi prima di spiccare il volo a sua volta, la sua mente impegnata a fantasticare l'ascesa al potere del suo signore da secoli bramata...

"Questa volta... Nights, Elliot, Claris... voi cadrete per mano mia..." sibilò crudelmente, gli artigli della mano destra contratti in un gesto di perfidia. "Ho atteso a lungo il momento della mia rivincita... e la avrò, a qualsiasi costo!"

Poi, accompagnato da un sibilo di vento e da una pioggerella della sua polvere scintillante, che aumentava il suo aspetto pericolosamente attraente, Reala si dissolse nell'aria, diretto chissà dove per eseguire l'oscuro volere del suo signore...

 

oooooooooo

CONTINUA...

 

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Capitolo 4
*** Strani presagi ***


Sonic X: Gate of Your Dreams
Una fanfiction crossover (Sonic X / NiGHTS Into Dreams) scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 04 - Strani presagi

 

Roccia. Un'immensa distesa di roccia e terra arida, intervallata qua e là solo da alcuni arbusti, e da cumuli di erbacce rinsecchite che rotolavano qua e là spinti dal vento, l'unica cosa ad offrire un pò di sollievo in quel clima soffocante.

Così poteva essere descritta la secca prateria della regione circostante Station Square. Un'ampio ed impressionante, quanto suggestivo, panorama quasi desertico, tipico degli ampi spazi del Nord America, che si estendeva fin dove lo sguardo di un uomo poteva vedere e per chilometri oltre. Tuttavia, per quanto vuoto il panorama potesse sembrare, era proprio in questi ampi spiazzi che si trovavano importanti laboratori, centri di ricerca, e sedi di altri importanti organi del governo... che in quei tempi, dopo l'arrivo di Sonic sulla Terra, erano stati particolarmente indaffarati. Tra questi, si trovava una grande pista di automobilismo utilizzata dal 'Team Speed', la squadra speciale di mantenimento dell'ordine guidata dal famoso Sam Thorndyke, come percorso di prova per le loro nuove vetture... o, per usare la definizione coniata dal capogruppo stesso, i loro nuovi gioiellini!

E quel giorno, diversi tecnici erano presenti ai margini della pista, affiancati da complessi macchinari per la misura della velocità, dell'accelerazione e di altri importanti parametri di valutazione. Era il momento di collaudare un nuovo motore, le cui prestazioni sarebbero state, a detta del team di sviluppo, molto superiori a quelle dei modelli impiegati fino a quel momento.

Ovviamente, nulla di tutto questo importava particolarmente a Sonic... per lui, quel collaudo - e, per conseguenza quasi immediata, la sfida che Sam gli aveva lanciato - era semplicemente una scusa per dare nuovamente mostra della sua velocità al leader del Team Speed! In quel momento, i due bolidi erano impegnati in un acceso testa a testa su un tratto di rettilineo, che stavano percorrendo a delle velocità finora mai raggiunte su quella pista di prova. Dense nubi di polvere sollevata dall'asfalto incandescente si levavano ai fianchi dei due corridori, che continuavano a tentare di superarsi erodendo al rivale centimetro su centimetro...

Sonic guardò al proprio fianco e incrociò lo sguardo di Sam, che aveva staccato per una frazione di secondo gli occhi dal cruscotto della macchina, un dinamico bolide giallo e rosso che sembrava quasi avvolto dalle fiamme. Un gesto di silenziosa sfida e al tempo stesso di intesa... uno sguardo che sembrava affermare la decisione di ognuno di loro di dare del proprio meglio, senza lasciare all'altro vita facile!

"Heh. Devo ammetterlo, Sam, questo tuo nuovo motore mi sta costringendo ad impegnarmi!" disse tra sè il porcospino blu, dal cui punto di vista il paesaggio circostante si era ridotto ad indistinti lampi multicolore. "Siamo vicini alla linea del traguardo, e ancora non sono riuscito a staccarti... beh, credo che sia venuto il momento di fare sul serio!"

Quasi in risposta, anche il leader del Team Speed fece un sorrisetto, mentre riportava la sua attenzione sulla strada e sul cruscotto che ormai segnava una velocità ben superiore ai trecento chilometri orari. "Ti ho stupito, Sonic? E non hai ancora visto tutto quello di cui il mio nuovo motore è capace! Aspetta che ti mostri la sua tenuta di strada anche alle massime velocità! Bene, adesso è il momento di superarti... e di reclamare il titolo di più veloce di Station Square!"

Come se avessero risposto ad uno stesso ordine, i due contendenti eseguirono un'improvvisa accelerazione e scattarono verso l'ultima curva prima dell'arrivo, talmente veloci da essere quasi impossibili da seguire ad occhio nudo! Tutto ciò che i tecnici al lato della pista videro furono due scie, una rossa e gialla e una blu, che sfrecciarono rumorosamente accanto a loro, eseguirono una svolta perfetta... e si fiondarono verso il traguardo! Ma, ancora una volta, fu Sonic che, con un'improvvisa esplosione di potenza, sorpassò il rivale e arrivò per primo, alzando entrambe le braccia in aria e facendo il segno di vittoria con le dita!

"Sì! E ancora una volta, il più veloce sono io!" esclamò il porcospino blu mentre decelerava. Pochi metri dietro di lui, anche la macchina di Sam iniziò a rallentare con un rombo cupo, quasi delusa dal fatto di essersi lasciata sfuggire la vittoria a così poco dal traguardo... Dopo qualche secondo, entrambi si fermarono, accolti dagli applausi dei tecnici che avevano concluso le misurazioni.

La cabina della velocissima macchina di Sam, ora parcheggiata al lato della pista, si aprì con un leggero sibilo, e il suo conducente, vestito della tuta da gara in dotazione ai membri del Team Speed, ne scese giù sgranchendosi le gambe. Pur essendo un pò deluso per la sconfitta, la sua espressione non era nè arrabbiata nè abbattuta, e si avvicinò a Sonic per fargli le congratulazioni.

"Beh, Sonic, tanto di cappello... mi hai battuto di nuovo!" commentò, mentre lui e il porcospino blu si scambiavano una stretta di mano. "Cavolo, e pensare che questa volta ero convinto di vincere io, con tutte le migliorie che abbiamo fatto al motore..."

Sonic strizzò un occhio con aria sbarazzina. "Hehehee... Comunque mi hai dato del filo da torcere, Sam! La tua macchina è davvero migliorata molto dall'ultima volta, e per un attimo ho davvero pensato che avresti vinto tu! Dovrò allenarmi di più in questo giorni, se vorrò vincere la prossima sfida!" rispose.

"Eh, ma per quello ci vorrà un pò di tempo..." rispose Sam. "Avremmo bisogno di diverse settimane per modificare ancora la nostra vettura, quindi... per un pò, immagino che ti sarò costretto a lasciarti in pace!" Rise tra sè della battuta, poi, ricordandosi del motivo per cui quella gara era stata fatta, si rivolse ad alcuni dei tecnici a bordo pista, che avevano appena finito di stampare i risultati delle loro osservazioni. "Allora, ragazzi, com'è andato il test?"

"A meraviglia, Thorndyke!" gli rispose uno degli operatori, mentre leggeva i risultati su un foglio. "Le prestazioni del nuovo motore modificato sono state superiori alle aspettative! Non soltanto in termini di velocità, ma anche di accelerazione e tenuta di strada! Non soltanto, ma anche i consumi si sono dimostrati più contenuti di quanto osassimo sperare... abbiamo davvero creato un motore portentoso, a quanto sembra!"

"Già... peccato non abbastanza portentoso da battere Sonic..." mormorò tra sè il giovane pilota. "Okay, ragazzi, tra un attimo vengo anch'io a visionare i risultati. Allora, Sonic... per questa volta, riconosco che sei ancora tu il più veloce! Ma ricordati che non ho rinunciato... e che la prossima volta sarò io a tagliare il traguardo per primo!"

Sonic sghignazzò con aria convinta. "Hehehee... questo è tutto da vedere, caro il mio Sam Speed! La prossima volta avrò anch'io i miei bravi assi nella manica da sfoderare!" rispose. "Comunque, per oggi mi sono divertito, è stata una bella gara! Ci si vede, gente, alla prossima!". Con queste parole, Sonic rivolse un segno di vittoria ai tecnici del Team Speed e a quello che era stato il suo avversario nella gara, e si diresse verso l'uscita del percorso di prova, seguito dai saluti del personale.

Poi, una volta uscito, Sonic ricominciò a correre, come se la gara di poco prima non fosse stata altro che un piccolo esercizio di riscaldamento, e infilò ad alta velocità la rovente strada asfaltata che attraversava la prateria, scomparendo in un lampo di luce blu dagli occhi dei presenti! Sentì di nuovo l'inebriante sensazione del vento che gli fischiava attorno mentre correva, e vide i contorni del paesaggio attorno a lui farsi sempre più indistinti man mano che la sua velocità aumentava... ah, che cosa avrebbe fatto senza il brivido di correre sempre più? Quella sì che era vita! Sempre in movimento... sempre nel bel mezzo dell'azione... mai un momento di noia, perchè non ce n'era il tempo... quella indescrivibile e bellissima sensazione di libertà... di vita! Assieme ai suoi amici, questa era la cosa più preziosa per lui, e la cosa che non avrebbe scambiato con niente al mondo... Finchè Sonic the Hedgehog avesse avuto un luogo libero dove scatenare la sua incontenibile voglia di correre, non ci sarebbe stato porcospino più felice di lui!

Appena un minuto dopo, il riccio era già quasi arrivato alla periferia di Station Square, ancora fresco come una rosa. La città, con i suoi grattacieli e le sue mille attività, occupava buona parte del suo orizzonte, e dietro di lui si estendeva la prateria da cui stava uscendo in quel momento. Sonic rallentò appena un pò, quel tanto che bastava a permettergli di osservare il paesaggio, e voltò la testa alla propria sinistra, puntando lo sguardo verso un elemento del paesaggio che fino a diersi giorni prima non c'era, e che sarebbe parso davvero fuori posto in quel contesto... un'isola che galleggiava a diversi metri dal terreno, dominata da una grande montagna frastagliata e ricoperta da lussureggianti foreste. Un sorrisetto si dipinse sulle sue labbra mentre ripensava a quell'amico-rivale che, lui ne era sicuro, si trovava ancora lì, a fare la guardia al suo prezioso Master Emerald...

"Heh. Quel testone di Knuckles... ma perchè non si prende una vacanza una volta tanto, mi chiedo io..." si disse tra sè, continuando ad osservare Angel Island che si librava nel cielo...

 

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In cima alla grande collina che dominava l'isola galleggiante di Angel Island sorgeva, maestoso e incrollabile, un grande tempio in stile azteco, ultimo ricordo di un'antica razza di echidna che aveva plasmato la storia del pianeta Mobius - il pianeta natale di Sonic e dei suoi compagni. Un grande tempio che custodiva al suo interno il più incredibile tesoro di quella gloriosa popolazione... il Master Emerald, il più grande e potente degli Smeraldi del Caos, leggendarie gemme dotate di misteriosi poteri che, a seconda dei casi, avevano minacciato l'umanità di distruzione o l'avevano salvata più di una volta, in tempi recenti. Ora, con le minacce di Chaos e di BioLizard finalmente terminate, la pace era tornata anche sull'isola fluttuante, e gli Smeraldi erano di nuovo al loro posto... il che significava che anche il loro legittimo guardiano era tornato al suo posto, per svolgere la missione che gli era stata affidata fin da prima che fosse nato...

L'echidna Knuckles, ultimo rappresentante dell'antica razza creatrice degli Smeraldi, era in piedi vicino alla grande scalinata sopra la quale il Master Emerald, una colossale gemma di colore verde intenso, giaceva su un'ampio altare di marmo bianco, circondato da quattro grandi colonne... come ogni giorno, ligio al suo dovere, era lì per svolgere il suo compito, impedire a chiunque di avvicinarsi alla gemma più potente che l'universo avesse mai visto. I suoi occhi neri gettavano sguardi tutt'attorno, alla ricerca di potenziali minacce, mentre il vento soffiava nei suoi lunghi aculei rossi. Anche soltanto guardandolo distrattamente, si poteva capire che era completamente concentrato sulla sua missione di guardiano... e come dargli torto? Le recenti crisi, che avevano quasi messo in ginocchio il pianeta, lo avevano reso ancora più guardingo di quanto non fosse normalmente...

Certo, doveva ammettere Knuckles, ora che BioLizard era stato distrutto, e il Dr. Eggman non dava più notizie di sè - cosa che poteva voler dire che stava tramando qualcosa, ma che per il momento dava a tutti il tempo di tirare un pò il fiato... - la situazione pareva molto più calma. Niente più robot ad attaccarlo, niente più pazzoidi in cerca di potere o di vendetta... e niente più ragazze-pipistrello di sua conoscenza a cercare di rubare le preziose gemme, concluse con un breve sogghigno che per un attimo spezzò la sua espressione seria ed imperturbabile. Ora il suo compito come guardiano era diventato decisamente tranquillo... quasi noioso, dopo tutto quello che aveva passato. L'echidna, in quelle situazioni, non poteva fare a meno di sentire uno strano formicolio in fondo al suo petto... quanto tempo passava, di solito, tra le varie occasioni in cui era costretto ad abbandonare il suo posto di guardiano? Sicuramente molto... abbastanza da far girare la testa ad una persona normale, ora che Knuckles ci pensava. Quanti avrebbero avuto la forza d'animo e la volontà di restare là, su un'isola sperduta nel cielo, per mesi... anni... per fare la guardia all'ultimo reperto di una razza estinta? Ma era un compito che non poteva essere affidato a nessun altro che a lui, Knuckles... un compito della massima importanza, per fare sì che nessun megalomane assetato di potere cercasse di impadronirsi del puro, inadulterato potere del caos... un potere abbastanza grande da modificare completamente la geografia di un pianeta... piegare lo spazio e il tempo... provocare catastrofi di dimensioni inimmaginabili!

Quello che era successo di recente era già una prova più che sufficiente della pericolosità di questo potere, e non era il caso di darne altre. Per questo Knuckles doveva proseguire con il suo compito con ancora maggiore dedizione... e poi, perchè quello era il suo destino, che a lui piacesse o no la sua vita era vincolata a quella di Angel Island e del Master Emerald... una consapevolezza che a volte faceva male, era vero... ma il suo senso del dovere era sempre stato più forte di ogni impulso di ribellione...

Un momento!

Knuckles spalancò improvvisamente gli occhi, con aria sorpresa. Cos'era quella strana sensazione che aveva provato? Come mai, all'improvviso... quel sentore come di una scarica elettrica nei meandri della sua mente? Come avesse voluto avvertirlo di un pericolo... ma, guardandosi attorno, Knuckles si accorse che non c'era nulla! Rapidamente, l'echidna rosso alzò lo sguardo verso il cielo, ben sapendo che i pericoli potevano venire da lì... e anzi, di solito venivano proprio da lì... ma ancora una volta, ad accogliere il suo sguardo non fu altro che l'immensità dell'azzurro, intervallata soltanto da nubi bianche che si spostavano lentamente. No, non c'era assolutamente nulla... nulla che minacciasse di avventarsi sulla gigantesca e preziosa gemma... ma allora cosa...

Knuckles si voltò di scatto, di nuovo verso il Master Emerald che ormai costituiva la vista a lui più familiare... e, con sua grande sorpresa, lo vide emettere una lieve luminescenza del colore dell'acqua marina, a malapena visibile contro i raggi di sole che inondavano l'altare nel quale era incastonato! Il guardiano corrugò la fronte con preoccupazione e cominciò a salire lentamente le scale che portavano alla grande gemma. Una volta superato l'ultimo gradino, rimase lì in piedi per qualche istante, guardando lo strano fenomeno per cercare di capire di cosa si trattasse... e si avvicinò al Master Emerald, appoggiando una mano guantata e armata di spuntoni su una delle facce lucenti...

L'echidna si concentrò al massimo, escludendo temporaneamente il mondo esterno per entrare in comunicazione con gli spiriti contenuti nel Master Emerald. Una tenue luce verde occupò la sua visuale, intervallata qua e là solo da alcuni scintillii argentati, e una strana ma confortevole sensazione di calore avvolse il suo corpo, che per qualche secondo venne circondato da un'aura luminosa dello stesso colore del grande smeraldo. Alle orecchie di Knuckles giunsero delle voci lontane, inclusa una voce femminile che l'echidna riconobbe quasi subito come quella di Tikal, la ragazza-echidna dagli aculei arancioni che gli era apparsa in diverse visioni diverso tempo prima, quando Chaos stava per risvegliarsi. Knuckles si rilassò, facendosi prendere per un istante da un vago sentimento di rimpianto per il suo popolo perduto... poi, però, drizzò di nuovo le orecchie. Di qualunque cosa gli volevano parlare gli spiriti del Master Emerald, era sicuramente molto importante, e non poteva permettersi di distrarsi...

Le parole gli arrivarono, almeno inizialmente, come un confuso mormorio, nel quale Knuckles non riusciva a distinguere alcuna parola... poi però, lentamente ma progressivamente, cominciò a sentire più chiaro... sempre più chiaro... e a sentire l'avvertimento che gli spiriti gli stavano dando... per diversi istanti, l'echidna rimase fermo al suo posto, i suoi sensi soprannaturali tesi al massimo in modo da non perdersi neanche una parola...

L'ultima cosa che sentì, prima che il contatto si interrompesse, fu un ultimo, sibillino avvertimento da parte di Tikal...

"Non da questo mondo... nè da fuori..." riuscì a dire la dolce voce della vestale, prima che Knuckles si risvegliasse con uno scatto quasi impaurito. La luce smeraldina che avvolgeva il suo corpo e i suoi sensi fisici scomparve di colpo, lasciando l'echidna rosso in piedi vicino all'altare del Master Emerald. Il mondo esterno riprese forma attorno a lui, e Knuckles riuscì di nuovo a sentire il vento soffiare sulla sua pelle, e i raggi del sole sul suo corpo. Scosso per un istante dall'improvvisa interruzione del contatto psichico, sbattè gli occhi mentre riprendeva lucidità... poi, scosse la testa e sospirò, ripetendosi mentalmente le parole che aveva sentito.

"Ugh... 'Qualcosa sta arrivando, qualcosa di molto pericoloso'... accidenti, c'era proprio bisogno di una nuova minaccia in arrivo proprio adesso..." ringhiò. "E il peggio è... che nemmeno il Master Emerald riesce a dirmi un granchè a riguardo... Proprio non capisco cosa voleva dire... 'non viene da questo mondo, nè da fuori di esso...'. E... e allora da dove?"

Già, da dove... Sapeva troppo poco di questa nuova minaccia per poterci fare qualcosa, al momento... ma si impose di stare all'erta. Fino a quel momento, le predizioni del Master Emerald non avevano mai sbagliato... e non c'era motivo di ritenere che questo fosse il caso...

 

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La sera cominciava a scendere sulla metropoli di Station Square, tingendone i grattacieli con la sua tenue luce aranciata... e, dopo un pomeriggio passato a seguire le ultime lezioni e a fare i compiti assieme al suo terzetto di amici, Chris era sceso alla fermata dell'autobus vicino a casa sua e, dopo aver salutato l'autista e quei pochi suoi compagni rimasti a bordo, si incamminò verso i cancelli della villa, lo zaino ben sistemato sulle spalle. Era stata una bella giornata, tutto sommato... non solo aveva passato un buon pomeriggio con i suoi amichetti, anche se era per svolgere il loro lavoro scolastico, ma era anche venuto a sapere che la sua classe avrebbe fatto una gita! Una cosa che ormai non accadeva più da molto tempo, alla sua scuola! Mentre si avvicinava all'ingresso di casa, tirando fuori dalla tasca un telecomando e azionandolo per far aprire i cancelli automatici, Chris non resistette alla tentazione di sfilarsi dallo zaino il foglio con la dichiarazione di permesso. Con entusiasmo trattenuto, lesse quanto era scritto e sorrise, poi varcò l'ingresso e venne accolto immediatamente da Tails, Amy, Cream, Cheese e da nonno Chuck, che in quel momento si trovavano nel garage-hangar. Il volpino e l'anziano inventore interruppero i lavori che stavano facendo sul Tornado X, il super-tecnologico aeroplano di Tails, e andarono a passo spedito verso il ragazzino per salutarlo.

"Hey, guardate! Chris è tornato, e mi sembra molto contento!" notò Cream, prima di dirigersi verso il suo amico umano assieme ai suoi amici.

"Ehilà, Chris!" lo salutò Chuck, mentre il raggiante Chris lo abbracciava affettuosamente. "Ti vedo molto entusiasta oggi, nipotino mio! Cos'è, ci sono state delle belle novità oggi a scuola?". Dopo questa domanda, Chuck ricambiò l'abbraccio del nipote, che sollevò la testa e annuì, per poi mostrargli il foglio che gli avevano dato a scuola.

"Sì, nonno! Guarda qui!" rispose Chris con entusiasmo. "La scuola ha organizzato una gita scolastica per la settimana prossima! Andremo a visitare una città abbastanza lontana da qui, che però dicono sia molto bella, che proprio in quei giorni festeggerà l'anniversario della fondazione! Si chiama Twin Seeds!"

"Una gita scolastica? Ma è una notizia grandiosa!" rispose Chuck mentre riceveva il foglio del permesso dalla mano tesa del nipotino e iniziava a leggerlo. Amy, Cream e Tails si alzarono sulle punte dei piedi per leggere a loro volta, mentre il piccolo Cheese svolazzò attorno a Chuck e diede un'occhiata al foglio.

"La città di Twin Seeds? Non ne ho mai sentito parlare..." commentò Amy, dopo aver dato una scorsa all'avviso.

Cream storse il nasino. "Nemmeno io... signor Chuck, lei per caso sa qualcosa di più di questa città?" chiese, con il suo usuale tono educato.

L'anziano inventore staccò gli occhi dal foglietto per rispondere alla domanda. "Sì, ragazzi, ho sentito dire qualcosa, un pò di tempo fa... non è una città grande ed indaffarata come Station Square, ma fa la sua figura, e dicono che sia un bel posto in cui vivere. E' stata fondata ancora nel secolo scorso, e anzi, se non ricordo male, dovrebbe aver festeggiato il suo centenario due anni fa. E' stato un evento di cui si è parlato molto."

Chris annuì. "Hmm... sì, mi ricordo, anche se un pò vagamente. Hanno fatto una celebrazione in gran stile, con carri, musica... e tutto il resto!"

"Però, interessante..." commentò Tails. "E per l'anniversario, faranno un'altra festa di questo tipo?"

"Sì, grosso modo... in scala ridotta rispetto a due anni fa, ma comunque sarà bello assisterci, no?" rispose Chris. "Tra l'altro, abbiamo sentito dire che la sera del secondo giorno delle celebrazioni, ci sarà un piccolo concerto all'aria aperta, dove si esibirà una sorta di celebrità locale, adesso non so i dettagli... comunque, nonno, che ne dici? Posso andare, vero?"

"Naturalmente!" rispose Chuck, implicando che la risposta fosse ovvia. "Ho la sensazione che tu e i tuoi amichetti avrete di che divertirvi!"

La piccola Cream alzò lo sguardo speranzosa. "E... possiamo venire anche noi? Mi piacerebbe tanto tanto vedere una nuova città... anche a te, Cheese, non è vero?" chiese.

"Chao! Chao!" le rispose la buffa creaturina azzurra.

Chris strizzò un occhio. "E qui arrivano le notizie migliori, ragazzi! Ho chiesto al professor Stuart se potevate venire anche voi e Sonic... e lui mi ha detto di sì! Non è fantastico?"

La notizia fece saltare di gioia i simpatici animaletti: Cream e Cheese si abbracciarono ballando dalla gioia, Tails alzò il braccio in aria ed esultò, mentre Amy strinse i pugni davanti a sè ed arrossì, già immaginandosi un romantico appuntamento con Sonic sotto un cielo stellato e le mille luci della città...

"Yuhuuu! Evviva, Cheese! Andiamo a Twin Seeds!" esclamò Cream, al settimo cielo.

Chris ridacchiò delle scenette di festeggiamento... poi fece una domanda, riportando l'attenzione di tutti al presente. "Hmm... e a proposito di Sonic, nessuno di voi sa dove sia? Non è ancora tornato?" chiese, guardandosi attorno per vedere se per caso il suo amico blu non stesse arrivando proprio in quel momento.

"No, sinceramente... è da stamattina che non lo vediamo!" rispose Tails, storcendo leggermente il naso. "So che aveva una corsa con lo zio Sam, proprio stamattina... ma poi è rimasto fuori, e probabilmente è andato a correre da qualche parte... comunque, spero che ritorni presto, è già tardino..."

La risposta non stupì Chris. Dopo tanti mesi in cui lui e Sonic erano stati amici, ormai il ragazzino sapeva quanto Sonic tenesse alla sua libertà, e alla gioia di correre per gli spazi più aperti e sconfinati...

"Capisco..." commentò. "Vabbè, in fondo lui è fatto così, fa le cose un pò a modo suo..."

Un lieve rombo, che arrivò improvvisamente dalla lontananza e crebbe rapidamente di intensità, raggiunse le sue orecchie e quelle dei presenti, facendoli voltare verso i cancelli ancora semiaperti del giardino. Non ci voleva molto a capire di chi si trattasse... come se parlare di lui lo avesse in qualche modo evocato, Sonic stava facendo 'ritorno alla base', lasciandosi dietro l'ormai classico polverone che si sollevava ogni volta che lui sfrecciava alla velocità del suono... Quando il rombo dei suoi rapidi passi cominciava a farsi sempre più forte, il porcospino blu frenò sollevando un suono acuto e stridente, simile a quello dei pneumatici sull'asfalto... e infine, una volta rallentato fino a raggiungere la giusta velocità, balzò agilmente sopra il cancello e atterrò con eleganza dall'altra parte, mettendosi su un ginocchio come un supereroe per fare un pò di scena ed attutire l'atterraggio.

"Ehilà, Sonic! Stavamo giusto pensando a te!" esclamò Tails, vedendo il suo amico che si rialzava e si scrollava gli aculei con fare vanitoso mentre rivolgeva un segno di vittoria ai suoi amici...

Poi, tutte le sue arie vennero rovinate da Amy che, come era suo solito, raggiunse di corsa il suo eroe e gli saltò al collo abbracciandolo stretto!

"SONIC! Bentornato! Cominciavamo a pensare che non saresti arrivato per cena!" esclamò la simpatica riccia rosa, mentre il porcospino blu cercava di mantenere l'equilibrio. "Allora, com'è andata? Hai vinto la gara, vero?"

"Ugh... A-Amy... apprezzo molto l'entusiasmo... ma così mi stritoli!" esclamò Sonic, mezzo soffocato dall'abbraccio della sua fan numero uno! Quando Amy mollò la presa, scusandosi per l'eccessivo impeto che ci aveva messo, Sonic recuperò la sua classica aria da dritto e fece il segno dell'okay. "Ebbene sì, ho vinto io, come al solito... però Sam è venuto preparato, devo ammetterlo! La sua nuova macchina mi ha costretto a fare sul serio..." Poi, Sonic si incamminò verso gli altri suoi amici, e li salutò alzando una mano. "Ehilà, ragazzi! Eccomi di ritorno! Allora, com'è stata la giornata?"

"Ho delle grandi notizie, Sonic!" rispose Chris. "Per la prossima settimana, la scuola ha in programma una gita di due-tre giorni ad una città di nome Twin Seeds, che si trova a qualche decina di chilometri da Station Square... e se vuoi venire anche tu, il professor Stuart ha detto che sei il benvenuto! Allora, che ne dici?"

Il porcospino blu sbattè gli occhi, un pò sorpreso dalla notizia. "Una... gita in un'altra città, hai detto? Hmmm... l'hanno data con scarso anticipo, la notizia! Comunque... beh, perchè no? In fondo, si tratta pur sempre di un posto nuovo da vedere... okay, ragazzi, contate pure su di me!"

"Grandioso! Allora, la prossima settimana andiamo tutti a Twin Seeds!" esclamò Tails, alzando un pugno in aria. "Chissà quante cose interessanti ci saranno da vedere..."

Amy assunse un'aria trasognata. "E magari ci sarà anche qualche posticino romantico in cui appartarci noi due, eh, Sonic?" disse, avvicinandosi all'imbarazzato porcospino blu con dei cuoricini rosa che le svolazzavano attorno. Sonic alzò gli occhi al cielo, chiedendosi come mai non si era aspettato una reazione simile da parte della sua aspirante fidanzata...

Tails, Chuck e Chris risero tra sè della scenetta tra i due 'piccioncini'... prima che l'anziano inventore si schiarisse la gola. "Ehm... comunque, se volete qualcosa di interessante da vedere, so che lì a Twin Seeds c'è un edificio che vale la pena di visitare... la Twin Seeds Tower, conosciuto per la forma particolare della sua cupola superiore. Dicono che quella torre sia stata il primo nucleo attorno al quale si è poi formata l'intera città. Adesso non ricordo i particolari, ma... si dice che attorno a quella zona si sono verificati strani fenomeni, proprio prima della fondazione, e in occasione del centenario... ovviamente, è una specie di leggenda metropolitana a cui non è il caso di dare troppo peso!"

"Strani fenomeni, eh?" ripetè Sonic. "E non hanno investigato, quelli del governo? Quando sono arrivato io sulla Terra, sembravano tutti pronti ad accogliermi..."

Chuck ci pensò un pò su... "Beh, in effetti qualche indagine è stata svolta... i notiziari avevano dato qualche notizia, anche se frammentaria... ma non è mai stato trovato nulla, e a distanza di due anni dall'ultima volta, non si è più verificato nulla di sospetto... quindi, immagino che le autorità abbiano deciso di lasciar cadere il tutto. Ad ogni modo, non è mai stata data conferma di alcun evento particolare, perciò..."

"E' una storia molto interessante, signor Chuck..." commentò la piccola Cream, che ancora più dei suoi compagni sembrava interessata a quello che il signor Thorndyke stava dicendo. "Non vedo l'ora di andarla a vedere, questa torre..."

"Hehehee... già, ti capisco... ma adesso, credo che sia ora di rientrare! Oggi abbiamo lavorato un bel pò, tra modifiche e tutto il resto..." rispose Chuck, facendo cenno al nipote e ai simpatici animaletti di seguirlo in casa. "Su, Chris... metti giù la cartella e prepariamoci per la cena! Oggi Ella, Amy e Cream si sono date parecchio da fare in cucina... quindi credo ci aspetti qualcosa di delizioso!"

Un collettivo cenno di assenso rispose al signor Thorndyke, e il gruppetto di amici iniziò lentamente a dirigersi verso l'ingresso della grande villa, con Sonic e Chris una volta tanto in coda. Fu proprio in quel momento che, mentre il ragazzino osservava il suo amico blu incamminarsi dietro al nonno e agli altri, gli venne in mente di fargli una domanda... una domanda che gli era ronzata in testa fin da quella mattina, e che per qualche motivo non voleva lasciarlo in pace...

"Scusa, Sonic..." iniziò Chris, attirando l'attenzione del riccio blu. "Non vorrei essere troppo curioso, ma... c'era una cosa che volevo chiederti..."

"Prego, Chris... chiedimi pure quello che vuoi!" rispose Sonic, chiedendosi dove volesse andare a parare il suo amico umano.

Chris annuì, e fece un breve sorriso. "Grazie... ehm, niente... volevo solo sapere se di recente... nell'ultima settimana, tanto per dire... avevi fatto qualche sogno strano... che ti ha fatto porre delle domande... non... non ti è mai successo? Oddio, mi rendo conto che è una domanda un pò strana, ma..."

Sonic corrugò leggermente la fronte. Sì, in effetti Chris non aveva torto... era una domanda alquanto inusuale da parte sua. E, riflettè Sonic, non era propriamente il tipo di domanda che si faceva per pura e semplice curiosità...

"Beh... no, nessun sogno particolare!" replicò, un pò spaesato. "Come mai me lo chiedi? Stai ancora pensando a quel sogno di cui mi hai parlato stamattina, vero?"

Chris storse un pò il naso. Doveva immaginarlo, che Sonic avrebbe capito l'antifona... e la sua mente tornò allo strano sogno che aveva fatto quella notte, e alla creatura simile ad un folletto, Nights, che gli aveva rivolto quelle parole sibilline... e aveva fatto una raccomandazione a Chris prima di dire il suo nome e volarsene via... chissà perchè quel sogno era sembrato così realistico al piccolo erede dei Thorndyke, e perchè continuava a tornargli in mente... come se si trattasse di una cosa molto importante...

Dopo aver riflettuto per qualche istante, Chris sospirò e rivolse un sorriso a Sonic. "Beh, sì, in effetti stavo pensando proprio a quello che ho fatto di recente... era un sogno davvero strano, ma alla fine... beh, era solo un sogno, no? Nulla di cui preoccuparsi! Anzi, scusa se ti ho fatto questa domanda... obiettivamente, era un pò stupida..."

"Va bene, se lo dici tu..." rispose Sonic con un'alzata di spalle. "Ora forza, torniamo a casa!"

 

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Nello stesso momento, in un luogo infinitamente vicino e al tempo stesso lontano dalla Terra...

Il luogo chiamato Spring Valley era considerato un paradiso persino rispetto ai parametri di Nightopia, il favoloso Mondo dei Sogni che esisteva in parallelo con la Terra: pianure verdi che non finivano mai, disseminate di fiori dagli infiniti colori... ruscelli mormoranti che si destreggiavano tra le rocce, puri come cristallo liquido... montagne innevate che si levavano verso un cielo azzurrissimo, le cui cime si perdevano tra le nuvole... strane isole di terra fluttuanti nell'aria, su alcune delle quali erano stati costruiti dei suggestivi mulini a vento... un vento fresco di primavera, che spargeva per ogni dove bellissimi petali multicolori... e tutt'attorno, le buffe creature del Mondo dei Sogni che passavano il loro tempo cantando e giocando assieme senza il minimo pensiero, scivolando sopra gli arcobaleni e lasciandosi dietro una pioggia di polvere scintillante. I colori vivaci che riempivano l'atmosfera, le espressioni di allegria, le dolci melodie che trasmettevano un senso di pace incredibile... tutto pareva coordinato e organizzato in modo da rendere il luogo il più idilliaco possibile!

In mezzo a tutti questi spettacoli, la vista di una strana creatura simile ad un folletto, vestita di una tuta intera dai colori vivaci e di un cappello viola a due punte, che planava con grazia tra le nuvole non stupiva nessuno degli abitanti del Mondo dei Sogni. Ordinaria amministrazione, per loro... ma per Nights, quello non era esattamente un momento di rilassatezza. Per quanto trovasse sempre meraviglioso sentire il vento che gli sibilava attorno... guardare il paesaggio dall'alto, ammirandone tutte le meraviglie... in quel momento aveva una missione da compiere, e non poteva permettersi di sprecare altro tempo. Se quanto aveva percepito era vero, lo spaventoso reame di Nightmare stava per fare la sua mossa...

Lo spirito dei sogni guardò con i suoi grandi occhi azzurri una meravigliosa cascata che si gettava da un picco innevato, e si incantò per un istante a guardare le luci iridate che gli spruzzi intessevano a mezz'aria. Era più di un secolo che assisteva a spettacoli simili, e ancora non si era abituato del tutto alla loro meraviglia...

"Certo, non c'è davvero paragone con il luogo in cui vivevo prima... e ancora mi chiedo come mai gli altri si ostinino a voler vivere là..." disse tra sè, eseguendo poi una spettacolare virata, seguita da un avvitamento e una cabrata. "Però adesso... il dovere mi chiama, con mio rammarico! Devo trovare Elliot e Claris... mettermi in contatto con loro e avvertirli di quanto sta accadendo. Accidenti, e io che speravo di non dover coinvolgere anche loro in questa storia. Beh, a questo punto, è inevitabile, avrò bisogno anche del loro aiuto per rimettere a posto le cose..."

Mentre Nights seguiva il filo dei suoi pensieri... improvvisamente, senza che nulla facesse presagire che ciò sarebbe accaduto, il vento fresco che spirava attorno a lui cessò di colpo, e i petali colorati che stava portando con sè fluttuarono verso terra senza più forza. Sotto i suoi occhi stupiti, le pale dei mulini a vento galleggianti girarono sempre più lentamente... e infine si fermarono, mentre le voci degli abitanti di Nightopia si zittirono, facendo luogo ad un cupo, innaturale silenzio che male si addiceva a quel posto paradisiaco. Persino il cielo sembrò scurirsi, e i piccoli corsi d'acqua rallentarono il loro corso, come se la natura stessa avesse paura di qualcosa di indefinito e terribile che stava per accadere...

A Nights non poteva certo sfuggire un simile cambiamento di atmosfera, e l'espressione spensierata sul suo volto cambiò all'istante in una smorfia di disappunto. Quella sensazione sgradevole... quell'improvvisa oppressione che percepiva, aleggiante su quella pianura fino ad un attimo prima così spensierata... era qualcosa che lui conosceva bene, e per quale provava la stessa repulsione che un fumatore pentito potrebbe avere per una sigaretta accesa vicino a lui. Sapeva che una cosa del genere, prima o poi, poteva accadere... ma non immaginava che l'avrebbero intercettato così presto...

Improvvisamente, qualcosa si diresse a tutta velocità verso di lui! Con la coda dell'occhio, Nights riuscì a vedere un lampo di luce viola provenire da sopra e dietro di lui... e soltanto i suoi riflessi, rapidi al punto da sembrare inumani, lo salvarono quando una sfera energetica nera, dai minacciosi riflessi viola, volò verso di lui! Con un rapido scarto a mezz'aria, Nights evitò il colpo, che proseguì la sua corsa ed esplose, in un lampo di tenebre, contro la fiancata di un'isola galleggiante a diverse centinaia di metri di distanza... poi, si alzò di quota e si voltò con allarme verso il punto da dove l'attacco era venuto...

Ad accoglierlo, con suo estremo disappunto, ci pensò una figura incredibilmente simile a lui, e allo stesso tempo completamente diversa. Una figura che Nights sperava di rivedere il più tardi possibile... un folletto vestito come lui, ma i cui abiti sfoggiavano dei colori tetri, un mosaico stupendo e terrificante di nero e rosso... e quegli occhi gelidi come il ghiaccio, che mostravano tutta la malizia che bruciava nel suo cuore...

"Reala..." sibilò Nights.

Il folletto oscuro, la mano ancora estesa verso di lui nella posa in cui aveva scagliato l'attacco di poco prima, gli rispose con un sorriso che non aveva nulla di amichevole.

"Era da un pò che non ci si vedeva, Nights... sporco traditore!"

 

CONTINUA...

 

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Capitolo 5
*** Scontro a Nightopia ***


SONIC X: GATE OF YOUR DREAMS - DIRECTOR'S CUT

Una fanfiction crossover (Sonic X / Nights Into Dreams) scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 5 - Scontro a Nightopia

 

"Era da un pò che non ci si vedeva, Nights... sporco traditore!" sibilò Reala, fissando la sua controparte con un sogghigno di disprezzo, che esprimeva tutto il livore che provava nei suoi confronti. Lentamente, il folletto oscuro si sollevò in aria, portandosi ad un'altitudine più elevata di quella di Nights giusto per fargli capire che ormai ce l'aveva in pugno. Da parte sua, Nights si mise in guardia e si preparò ad accogliere Reala quando quest'ultimo avesse attaccato...

Ma l'attacco tardò a venire, e Reala rimase semplicemente fermo in aria con quegli occhi diabolici fissi in quelli limpidi e cristallini di Nights. Sembrava che la creatura degli incubi stesse cercando di intimorire il rivale, di gustarsi la sua paura il più a lungo possibile prima di distruggerlo.

"Lo sai bene che non puoi farmi paura, Reala..." rispose Nights, capendo quali erano le intenzioni del suo avversario. "Io sono un Nightmaren di primo livello come te, e come tale non sono in grado di provare sensazioni di paura."

Senza perdere il suo sogghigno, Reala alzò le spalle. "Davvero? Heh, allora chiedo scusa per il mio piccolo errore di valutazione... sai, ho ipotizzato che accompagnarti agli esseri umani ti avesse in qualche modo rammollito! Del resto, da quando hai deciso di schierarti contro di noi, più di un secolo fa, non ti consideriamo più un Nightmaren degno di questo nome!" rispose, con un tono falsamente dispiaciuto che ritornò molto presto ad essere intriso di veleno. Finalmente, decidendo di rompere gli indugi, Reala alzò la guardia a sua volta e iniziò ad avvicinarsi, lento e minaccioso, a Nights, flettendo le sue lunghe dita artigliate. "Ad ogni modo, questo non ha più importanza, visto che adesso ti impedirò una volta per tutte di interferire con il progetto del grande Wizeman! Questa volta, non riuscirai a contattare quei due ragazzini che ti hanno aiutato l'ultima volta!"

Nights prese quota a sua volta, e rivolse a Reala un sorrisetto canzonatorio che avrebbe ricordato molto quelli di Sonic. "Io non sarei così sicuro di vincere se fossi in te, Reala... ti ricordo che due anni fa, quando il tuo capo ha tentato per la seconda volta di impadronirsi del mondo reale, ti ho sconfitto. O hai la memoria corta?" lo prese in giro.

Gli occhi del folletto oscuro si ridussero a due fessure che brillavano di fredda rabbia, e il sogghigno stampato sul suo volto sbiadì leggermente. "Hmph... vorresti ancora tirare fuori quella storia? Mi sa tanto che sei tu, mio caro, ad avere la memoria corta! In quell'occasione mi hai battuto soltanto perchè avevi quello stupido ragazzino umano a darti man forte! La prima volta che ci siamo affrontati non avevi nessun umano su cui contare, e infatti ho vinto io!"

"Una vittoria e una sconfitta per entrambi... e poi, anche tu la seconda volta avevi un umano dalla tua, un umano che hai costretto con l'inganno a collaborare, se non ricordo male!" concluse Nights. "Credo che sia d'obbligo uno spareggio, tu che ne dici?"

Reala ghignò nuovamente. "Per una volta... siamo perfettamente d'accordo! Fatti sotto, traditore!"

I due Nightmaren si scagliarono quasi contemporaneamente l'uno contro l'altro, come due aerei da guerra, e iniziarono a scontrarsi furiosamente, avvicinandosi per scambiarsi delle rapide scariche di colpi che risuonavano tutt'attorno come grandinate, poi allontanandosi e descrivendo delle spettacolari acrobazie nel cielo oscurato, che si lasciavano dietro una breve scia di stelline luccicanti. Per diversi secondi, questa sequela mozzafiato di attacchi mordi e fuggi proseguì, come se le due creature dei sogni stessero cercando di prendere le misure dell'avversario.. poi, dopo essersi messo a distanza di sicurezza, Reala prese la mira e creò un'altra sfera di energia oscura nella sua mano, e la scagliò contro il rivale, che riuscì ad evitarla per un pelo e ne sentì il calore sulla parte destra del corpo prima che questa si andasse a schiantare contro il fianco di uno dei mulini sospesi in aria! La zona colpita esplose fragorosamente, scagliando mattoni e materiali di costruzione per ogni dove e lasciando uno squarcio nella fiancata ma Nights non si fece impressionare e ritornò alla carica a testa bassa! Questa volta, mentre si dirigeva verso Reala, iniziò a girare su sè stesso a mò di trivella, e cercò di olpire la sua controparte mentre questa non era in guardia. La sua velocità era tale che sembrava ormai sicuro che l'attacco sarebbe andato a segno...

Ma improvvisamente, i contorni di Reala sbiadirono, e il folletto oscuro scomparve dalla sua posizione in un etereo vortice di scintille argentate. Il colpo di Nights infranse la nube di polvere luccicante e la disperse, ma subito dopo il Nightmaren rinnegato si fermò, rendendosi conto di aver mancato il bersaglio, e iniziò a guardarsi attorno alla ricerca del suo avversario.

"Dove sei, Reala? Fatti vedere!" esclamò... prima di essere colpito alla schiena da qualcosa di grande e leggero che non gli fece male, ma riuscì comunque a fargli espellere l'aria dai polmoni. Un istante dopo, Nights si ritrovò bloccato per i polsi e le caviglie a quella che sembrava essere una carta di gioco gigante, che lo sollevò in aria mentre cercava in qualche modo di liberarsi! "Argh! Ma cosa... che significa questo?"

"Hihihihihihiiiii! Sei un povero stupido, Nights! Davvero credevi che Reala ti avrebbe affrontato da solo?" gli giunse alle orecchie una risatina demente e una fin troppo nota vocetta stridula, appartenente a quello strano essere, composto soltanto da viso sghignazzante, cappello a due punte, mani guantate, scarpe troppo lunghe e mantello dai bordi frastagliati, che gli era apparso improvvisamente davanti, quasi comparendo dal nulla...

"Jackle..." lo riconobbe immediatamente Nights. "Dovevo aspettarmelo, il gioco leale non è mai stata la specialità di Reala..."

In quel momento, anche Reala ricomparve al fianco di Jackle nello stesso vortice splendente nel quale era scomparso un attimo prima, e accolse l'accusa di Nights con una secca risata. "Hehehee... io non sono uno che bada tanto alla forma, questo dovresti saperlo... l'unica cosa che mi interessa è eseguire il compito che il supremo Wizeman mi ha affidato! E il risultato è che anche questa volta ti ho battuto." commentò, mentre Jackle, al suo fianco, continuava a sghignazzare e teneva una carta da gioco in equilibrio sulla punta di un indice.

Ma la reazione di Nights sorprese entrambi i servitori di Wizeman: anzichè sembrare abbattuto o infuriato, il folletto sfoderò uno dei suoi sorrisetti da monello. "Hmph! Davvero credi di avermi battuto così, Reala? Mi dispiace, ma evidentemente non mi conosci bene come credi!" disse con tono leggermente spocchioso... e prima che i due Nightmaren avessero il tempo di chiedersi cosa avesse in mente, Nights iniziò a volteggiare su sè stesso, come aveva fatto prima, facendo roteare anche la gigantesca carta a cui era stato inchiodato... e i legacci di luce magica che lo tenevano fermo in balia dei suoi avversari si smorzarono, e poi si dissolsero definitivamente! Nights schizzò in aria e si librò in volo sopra i suoi sbalorditi avversari, mentre la carta da gioco creata da Jackle si dissolveva in una pioggia di finissima polvere violetta che si disperse nell'aria pochi istanti dopo.

"COSA?" strillò Jackle, incredulo. "Sei riuscito a liberarti dalla mia carta? Come accidenti hai fatto?"

Nights abbassò lo sguardo e rivolse ai suoi due avversari lo stesso sorrisetto di prima, continuando al tempo stesso a tracciare un cerchio nell'aria. Una scia di luce dorata segnava la traiettoria del folletto, e ormai aveva quasi formato una circonferenza attorno a Jackle e a Reala. "Hehehee... come ho detto, un pò di trucchetti li ho imparati, dall'ultima volta che ci siamo affrontati... ed ora, spero che a voi due piacciano le giostre, perchè state per fare un giretto che non dimenticherete tanto facilmente!"

"Ah, davvero?" ringhiò Reala, scagliandosi contro il suo rivale nel tentativo di fermarlo prima che completasse il cerchio. "Non se avrò qualcosa da dire a riguardo!"

"Mi dispiace per te, Reala, ma è troppo tardi!" esclamò Nights, l'espressione del suo viso ora divenuta terribilmente seria mentre completava il cerchio attorno agli scagnozzi di Wizeman. "Salutami tanto gli altri tuoi compari!"

In quell'istante, il folletto benefico completò la sua evoluzione, e scattò verso l'alto non appena il cerchio di luce dorata si chiuse. Immediatamente dopo, una scarica di luminosa energia che risplendeva di vivaci tinte di rosso, viola, verde e giallo, tutti febbrilmente mescolati assieme in un caleidoscopio quasi allucinante, scaturì dal cerchio che Nights aveva tracciato con il suo volo e scese turbinando verso il pavimento, proprio quando Reala era ormai a pochi metri dal suo bersaglio! Sia lui che Jackle non riuscirono a spostarsi in tempo per evitare di essere travolti dal turbine di luce fatata, che li afferrò con una potenza di risucchio incredibile, e li sballottò come nella centrifuga di una lavatrice... per poi scagliarli via come proiettili e dissolversi rapidamente come era venuta, lasciandosi dietro soltanto una scia di polvere multicolore che scomparve nel nulla dopo aver danzato per qualche istante a mezz'aria! I due Nightmaren, con un urlo simultaneo di rabbia e dolore, percorsero diversi metri prima che lo sballottamento che avevano subito permettesse loro di reagire... e Reala, con un secco movimento del braccio, arrestò la sua corsa a pochi metri da una parete di roccia, mentre Jackle volteggiò su sè stesso e, con uno svolazzo del suo strano mantello, scomparve dal luogo in cui si trovava e riapparve al fianco del suo 'collega'. I due Nightmaren, ripresisi quasi subito dal colpo subito, ripresero il volo ed attaccarono di nuovo Nights, che scese giù in picchiata pronto ad accoglierli...

Improvvisamente, Jackle tirò indietro una delle sue mani guantate... e tra le sue dita apparvero delle carte da gioco taglienti come rasoi, che il folletto dal corpo semi-invisibile scagliò contro il suo avversario con un secco gesto! Per fortuna, Nights si rese conto in tempo dell'attacco ed eseguì una spettacolare virata, che gli permise di sfuggire alle terribili lame... ma che al tempo stesso gli fece abbassare la guardia per una frazione di secondo che Reala fu fin troppo pronto a sfruttare! Il folletto oscuro aumentò repentinamente la propria velocità ed eseguì lo stesso attacco che Nights aveva cercato di usare su di lui poco prima, girando su sè stesso come una trivella e gettandosi sul suo rivale a testa bassa! Sfortunatamente, Nights non fu altrettanto rapido di riflessi, e il colpo di Reala lo raggiunse in pieno al torace! Il Nightmaren rinnegato emise un breve verso di dolore e barcollò all'indietro stordito, cercando di pensare ad un’altra strategia…

In realtà, doveva ammetterlo, non c’era molto da fare. In uno scontro alla pari, Nights era sicuro di poter tenere testa a Reala, ma tra lui e Jackle, le possibilità di vincere si erano ridotte ad un lumicino. E potevano esserci anche gli altri servitori di Wizeman in giro. Detto questo, Nights era consapevole che non doveva necessariamente vincere…

“E va bene… vediamo un po’ come ve la cavate! Ho un nuovo trucchetto da mostrarvi!” proclamò Nights, riprendendo il suo sorrisetto arguto mentre riprendeva a fluttuare davanti ai due servitori di Wizeman. Jackle sghignazzò e creò altre carte da gioco tra le mani, mentre Reala ghignava e si preparava a rispondere al nuovo attacco.

All’improvviso, Nights schizzò verso l’alto eseguendo un avvitamento su sé stesso, e Jackle reagì con prontezza, scagliando le sue carte da gioco una dopo l’altra e facendole crescere fino a dimensioni umane. Le carte schizzarono verso Nights, tracciando in aria delle scie multicolori e seguendo delle traiettorie contorte ed ubriacanti, ma il Nightmaren rinnegato eseguì una serie di slalom e riuscì a schivarle tutte… poi, cambiò improvvisamente direzione e si lanciò contro Jackle, che venne colto di sorpresa e non riuscì ad evitarlo! Il ghigno del folletto invisibile si fece amaro, e Jackle si preparò a respingere l’avversario, ma quest’ultimo fece ancora una volta qualcosa di inaspettato, e scivolò sotto Jackle, afferrandogli il mantello!

Ah! Che… che fai, rinnegato? Lasciami il mantello e… WOAAAAAAAH!” esclamò Jackle, un attimo prima che Nights tirasse verso di sé e gli strappasse il mantello di dosso! Il folletto semi-invisibile fece un volo e restò stordito per qualche istante, mentre Nights eseguiva una giravolta e scagliava il mantello contro Reala, che se lo ritrovò sulla testa un istante dopo! Con un’esclamazione soffocata di sorpresa, Reala cercò di togliersi di dosso quell’impiccio, ma non poteva vedere nulla, e questo diede a Nights il tempo che gli serviva per dileguarsi.

“Hey, Reala! Quando torni dal ‘sommo’ Wizeman…” esclamò Nights, mettendo un po’ di enfasi sarcastica sulla penultima parola. “…digli che la mia risposta resta sempre quella! Un universo fatto ad immagine di Wizeman mi sempre un po’ troppo monotono e noioso! E le cose noiose non sono nel mio stile!”

Aaaaargh! Come ti permetti, razza di… Accidenti a questo stupido mantello!” strepitò Reala, finalmente riuscendo a togliersi quell’ingombrante panno di dosso. Lo scagliò rabbiosamente contro Jackle, che lo prese al volo e se lo rimise con un sospiro… ma per allora, Nights era già riuscito a tagliare la corda, lasciandosi dietro i due Nightmaren suoi ex-complici sbalorditi ed irritati. “Tsk… ci è scappato di nuovo, quel dannato! Dobbiamo fare tutto il possibile per rintracciarlo! Finchè è qui in giro, potrà ostacolare i piani del sommo Wizeman, e questa volta non possiamo permetterci errori!

Non ci sfuggirà, Reala, questo è certo.” Commentò Jackle con un sospiro mentre si rimetteva a posto il mantello. “I nuovi Nightmaren che si sono uniti al nostro esercito sono avversari con cui lui non ha nessuna familiarità… anche se non siamo riusciti a prenderlo, ci penseranno loro a riportarlo all’ovile!

Reala alzò gli occhi e incrociò le braccia sul petto. “Comunque sia, non voglio lasciare nulla al caso.” Affermò. “L’ultima volta, abbiamo perso proprio perché non avevamo calcolato quei due marmocchi, ma questa volta non possiamo commettere errori! Comunque, per adesso torniamo dal sommo Wizeman e facciamo rapporto. Poi daremo a Nights una caccia spietata, e lo trascineremo di nuovo dal nostro signore!

Reala e Jackle si allontanarono nel cielo, scomparendo in un vortice nero che si era aperto nel cielo ad un loro semplice comando mentale... e un istante dopo, i due Nightmaren avevano riportato il loro compagno voltagabbana nel terribile mondo da cui erano venuti...

 

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Mentre questi eventi si verificavano nel mondo dei sogni... in quello reale, un familiare aereo futuristico si stava avvicinando all'ormai celeberrima isola fluttuante dove l'echidna Knuckles continuava indefesso il suo compito di guardiano degli Smeraldi del Caos e del Master Emerald, nel bello e nel cativo tempo. Un familiare velivolo che ricordava parecchio un X-Wing della saga di Star Wars, e nella cui cabina di pilotaggio il geniale volpino Miles Prower - Tails per gli amici - guardava in basso alla ricerca di un punto sicuro in cui atterrare. Cosa più facile a dirsi che a farsi, considerata la grande estensione di foreste pluviali e altri ostacoli naturali che costellavano l'inusuale isola...

"Accidenti, non ricordavo che fosse tanto difficile trovare un punto in cui far atterrare il Tornado X..." commentò Tails, alternando la sua attenzione tra la terraferma e il cruscotto dei comandi. "Sarà una mia impressione, ma non ricordavo che ci fosse così poco spazio per atterrare..."

Sonic, seduto comodamente su un sedile posteriore con le gambe accavallate e le mani incrociate dietro la nuca - hey, solo perchè sei il porcospino più veloce dell'universo, non significa che tu non possa prendertela comoda! - si permise un piccolo sghignazzo divertito. "Heheheee... dai la colpa alla scarsa manutenzione, Tails! Il nostro amico Knuckles sarà anche il top quando si tratta di fare la guardia a qualche pezzo di cristallo colorato, ma come giardiniere è proprio negato!"

Il volpino a due code ridacchiò tra sè della battuta del suo migliore amico. Il primo incontro tra Sonic e Knuckles non era andato molto bene, considerando che il Dr. Eggman aveva fatto credere al non troppo acuto echidna che Sonic stava cercando di rubare gli Smeraldi del Caos... e anche se erano diventati amici, c'era sempre un pò di rivalità tra i due. O, per meglio dire, Sonic si divertiva a far perdere la pazienza al malcapitato guardiano degli Smeraldi, che a sua volta lo accusava di non prendere mai le cose abbastanza sul serio...

Chris, seduto a fianco del suo eroe, stava a sua volta scrutando il terreno in cerca di un punto dove il velivolo di Tails avrebbe potuto atterrare... senza eccessivo successo. "Certo che più osservo le cose che vengono dal vostro mondo, più resto stupito..." commentò entusiasta. "Non solo un'isola galleggiante, ma un'isola con una foresta tropicale, laghi e montagne! Una cosa del genere pensavo di vederla soltanto nei miei sogni..."

"Heheheee... e invece..." rispose Sonic, facendo il suo usuale gesto di passarsi un indice sotto il naso prima di rivolgere la sua attenzione ad una costruzione, simile ad una ziggurat, che svettava tra le cime degli alberi dalle foglie smeraldine... e davanti alla quale c'era uno spazio aperto più che sufficiente a consentire all'aereo futuristico di atterrare! "Hey, Tails, perchè non proviamo ad atterrare direttamente lì? Facciamo una sorpresina al nostro amico..."

"Più che altro, temo che Knuckles si arrabbierà di brutto se atterriamo davanti al tempio del Master Emerald così, senza preavviso..." lo avvertì Tails, con espressione a metà tra il preoccupato e il rassegnato. "Tuttavia... beh, visto che non riesco proprio a tovare dove atterrare... okay, che i passeggeri si reggano forte! Sarà una discesa un pò turbolenta!"

"Esattamente come piace a me, no?" commentò Sonic, pregustando il brivido di sentire l'aereo abbassarsi di colpo e planare verso il terreno. Il meno spericolato Chris fece una faccetta nervosa e si afferrò ai braccioli del suo sedile, controllando due o tre volte di aver allacciato bene la cintura di sicurezza...

E nello stesso momento, l'echidna rosso che stava di guardia al Master Emerald e agli Smeraldi del Caos alzò lo sguardo, con aria non troppo impressionata, al Tornado X, che aveva già visto arrivare da un pezzo. "Heh... chissà perchè mi aspettavo una visita di questo tipo. Che cosa abbiano poi da propormi, non ne ho idea, comunque..." commentò, cercando di mantenere un tono neutrale, ma non riuscendo comunque a nascondere un sorrisetto. Con tutta calma, Knuckles si mise a braccia conserte vicino alla scalinata che dava accesso al santuario del Master Emerald, e seguì con lo sguardo il Tornado X mentre eseguiva una serie di manovre aeree, rallentava... e finalmente, dopo essersi fermato in sospensione, atterrava di fronte al tempio, sollevando una tempesta di vento e polvere che costrinse il guardiano a coprirsi gli occhi con un braccio. I rumori del motore si smorzarono rapidamente, e il Tornado X spense i suoi reattori e si quietò, lasciando uscire Tails, Sonic e Chris dalla cabina di pilotaggio.

Con un agile balzo, il porcospino blu atterrò sull'erba verde a pochi passi dalla scalinata d'ingresso, e salutò il suo amico-rivale con un gesto della mano. "Ehilà, Knuckles! Allora, come va la vita? Immagino che sia molto divertente starsene qui a fare la guardia! Non ti prendi mai una pausa caffè?"

Knuckles alzò gli occhi al cielo, mentre anche Tails e Chris smontavano dal velivolo. "Tsk... vedo che come sempre, la voglia di scherzare non ti manca! Sigh... forza, venite! Se vi siete presi la briga di venire fin qui per parlarmi, significa che è qualcosa di molto importante..."

"Grazie, Knuckles..." ringraziò Chris, e ad un cenno dell'echidna rosso, lui e i suoi due amici iniziarono a salire i gradini che portavano alla zona principale del santuario. Il guardiano del Master Emerald era sempre stato piuttosto paranoico quando c'era di mezzo il suo dovere, e il fatto che permettesse a qualche estraneo di avvicinarsi, anche parlando con questo tono un pò brusco, era un rimarchevole segno di fiducia nei loro confronti.

Knuckles aspettò che fossero saliti tutti prima di proseguire il discorso. "E va bene, Sonic... vediamo di evitare i giri di parole. Qual è il problema, questa volta?" chiese, riprendendo il suo tono un pò scostante che riuscì soltanto a far ridacchiare il porcospino blu. Knuckles non era bravo a far finta che non gliene importasse nulla...

"Siamo sempre un pò nervosetti, eh?" chiese retoricamente il riccio più veloce dell'universo. "In realtà, non c'è proprio nessun problema, questa volta... Ma credo che Chris ti potrà spiegare meglio!"

Knuckles aggrottò leggermente le sopracciglia. Se non erano venuti per discutere di un problema, allora per quale motivo...?

Il ragazzino dai capelli scompigliati si schiarì la gola. "Beh... vedi, Knuckles, la verità è che siamo venuti qui per invitarti ad un'uscita che la mia scuola ha organizzato per la prossima settimana!" spiegò, facendo sì che il cipiglio falsamente minaccioso dell'echidna guardiano si sciogliesse in un'espressione confusa. "Sai, il professor Stewart mi ha dato il permesso di invitare anche voi, e non mi sembrava giusto escluderti dalla lista! Ovviamente, sempre che tu voglia venire... posso capire che tu debba..."

"Una domanda, Chris." lo interruppe Knuckles, sentendo già dove sarebbe andata a parare la conversazione. "Come si chiama... il luogo che andrete a visitare?"

Chris sbattè gli occhi, chiedendosi come mai Knuckles fosse così interessato asapere dove sarebbe andata la sua scolaresca. "Ehm... una città chiamata Twin Seeds, ma... come mai questa domanda?" chiese. Anche Sonic e Tails rimasero per un attimo sorpresi dalla reazione del loro amico. Erano convinti che Knuckles non sarebbe stato interessato, e in effetti erano venuti a chiedergli se voleva partecipare più perchè lo ritenevano giusto nei confronti di Knuckles, che non perchè fossero davvero convinti che avrebbe accettato...

L'echidna rosso alzò le spalle. "Semplice curiosità da parte mia." rispose, senza dare l'impressione di essere troppo entusiasta. "Comunque... per questa volta, credo che verrò anch'io. Di solito, resterei qui a fare la guardia al Master Emerald, ma ora che Eggman e i suoi scagnozzi non si fanno più sentire da un pezzo, credo che la situazione sia un pò più tranquilla. Quindi... immagino di poter lasciare la mia postazione per un pò."

Nonostante fosse contento che Knuckles avesse accettato la proposta, Chris continuò ad essere poco convinto. Neanche lui si era aspettato che il guardiano, così serio e ligio al suo dovere al punto da sembrare, a volte, eccessivamente rigido, accettasse così la loro offerta... "Ehm... va bene, Knuckles, se lo dici tu... siamo contenti che tu venga! E' solo che... ecco, non ci aspettavamo che avresti detto di sì sena farti pregare almeno per qualche minuto..."

"Non è che per caso c'è qualcosa dietro?" chiese Sonic, tenendo le braccia conserte davanti a sè, e guardando Knuckles come per dirgli che non poteva sperare di nascondere qualcosa a lui. "Lasciarti dietro i tuoi smeraldi per andare ad una gita scolastica non è da te, se permetti..."

L'echidna alzò gli occhi al cielo e scosse la testa. Proprio non si poteva sperare di nascondere qualcosa al porcospino blu? In ogni caso, non era sua intenzione tenere nascosto quello che aveva saputo dalla visione di poco tempo prima, quindi si schiarì la gola, e cominciò a spiegare.

"Hmph... Immagino che mi conosciate troppo bene per farvi bastare una scusa così, vero?" chiese retoricamente. "Beh, non mi aspettavo che vi accontentaste di questa risposta... perciò, vi spiego come stanno le cose. In effetti, quest'uscita, e il mio compito di proteggere il Master Emerald e gli Smeraldi del Caos sono abbastanza strettamente collegate."

Tails inclinò la testa da un lato, e una delle sue due code si trasformò comicamente in un punto di domanda. "Collegate? In che senso, scusa?"

"Appena ieri, ho ricevuto un messaggio dagli antenati i cui spiriti ancora dimorano in questo luogo..." spiegò Knuckles, riportando alla mente di Sonic l'immagine di Tikal, la vestale dell'antico popolo di echidna che aveva creato gli Smeraldi del Caos. "Sembra che una nuova minaccia stia per emergere... una minaccia ben più pericolosa di quanto Eggman avrebbe mai potuto essere... e che sicuramente sarà interessata al possesso del Master Emerald e degli altri Smeraldi, non appena si sarà manifestata nel nostro mondo..."

Sonic, nonostante l'avvertimento di Knuckles, non sembrò eccessivamente preoccupato. "Hehehee... una minaccia peggiore del buon vecchio Testa d'Uovo, dici? Beh, non è che ci voglia molto, in realtà... quindi, se lo scopo era quello di impressionarmi, credo che tu abbia appena fallito miseramente!" ironizzò, guadagnandosi un grugnito derisorio da parte di Knuckles. In effetti, non si poteva dire che di recente Eggman si fosse rivelato il pianificatore efficace che probabilmente credeva di essere... già due volte, con Perfect Chaos e con lo Eclipse Cannon, i suoi piani erano sfuggiti al suo controllo... "Ma torniamo al discorso di prima... Okay, c'è qualche altro pazzo mitomane che vuole gli Smeraldi del Caos, nulla di nuovo sotto il sole... e quindi, cosa c'entra la città di Twin Seeds in tutto questo?"

"Il semplice fatto che gli antichi mi hano parlato, anche se di sfuggita, di questa città... mi hanno detto che è da lì che partirà questo nuovo pericolo, ma non ho idea di come o quando..." rispose Knuckles seccamente. "In ogni caso, so per certo che questo nuovo nemico colpirà lì, e questa gita che state facendo sarà una buona scusa per cominciare ad investigare."

Sonic alzò le spalle. "E va bene, come desideri..." commentò, per poi riprendere il solito tono canzonatorio con cui era solito rivolgersi al suo più serio amico. "Però, nel caso volessi ammettere che stai uscendo dal tuo guscio di asociale, non hai che da farmi un cenno!" aggiunse, tirando una gomitata giocosa all'echidna rosso, che grugnì un pò per l'imbarazzo e un pò per l'irritazione.

"Ma finiscila, buffone..." brontolò non troppo convinto.

E mentre Sonic continuava a punzecchiare il suo amico-rivale, Chris prese un respiro profondo e si scostò una ciocca di capelli castani chiari dalla fronte, volgendo il capo verso il sole ora pallido che cominciava a scendere all'orizzonte. Chissà perchè, quello che l'echidna guardiano aveva detto gli aveva ricordato ancora una volta quello strano, vivido sogno di qualche notte fa... ma alla fine, l'erede della famiglia Thorndyke decise che si trattava soltanto della sua immaginazione. Certo, dopo aver visto con i propri occhi un mostro di pura energia caotica che faceva a pezzi Station Square, un cannone laser che aveva spazzato via una metà della luna, e un gigantesco drago cibernetico il cui unico scopo era la distruzione dell'umanità, quel sogno non pareva così inverosimile, però...

"Che strano..." mormorò tra sè, abbozzando un sorriso divertito. "E sì che non ho mai creduto nei sogni premonitori... eppure, quello strano essere di nome Nights, non riesco proprio a togliermelo dalla testa..."

"Tutto okay, Chris?" chiese Tails, alzando la testa verso il suo amico umano, che nonostante gli appena dodici anni di età lo sovrastava parecchio in altezza. "C'è... qualcosa che ti turba, in quello che ha detto Knuckles?"

Un pò stupito, il ragazzino si voltò di nuovo verso la volpe a due code, e agitò la mano davanti a sè come per dire che non c'era bisogno di preoccuparsi. "Oh... ehm... niente, niente, Tails! Era soltanto... sì, ecco... che mi è venuto da pensare, speriamo che non accada nulla di strano, questa volta. E' un pò che i disastri, qua attorno, si susseguono..." Si incupì verso la fine, ricordando il sacrificio di Shadow per salvare la Terra, e tutti le prove che i suoi amici avevano sostenuto per contrastare i piani di vendetta del professor Gerald Robotnik...

Il volpino sorrise, anche se condivideva l'aria malinconica del suo piccolo amico. "Sì, ti capisco, Chris... spero anch'io che non ci saranno problemi. Accidenti, dopo aver salvato il mondo due volte di fila, vorrei sperare che ci sia concesso un pò di riposo..."

 

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Un telefono che squillava proprio quando il turno stava per finire non era esattamente la cosa che l'agente Topaz, del distretto di polizia di Station Square, moriva dalla voglia di sentire, soprattutto quando la giornata era stata così lunga e stressante. Le crisi provocate da Perfect Chaos e dalla stazione spaziale ARK si erano lasciate dietro un bel pò di danni e confusione... e, sfortunatamente, anche qualche vittima... e come di solito accade in questi casi, una volta superata la crisi tocca alle forze dell'ordine cercare di gestire i problemi successivi e aiutare la gente a ritrovare una parvenza di normalità. Il che significava, per un bel pò di tempo, turni più lunghi, levatacce, e tutto questo genere di inconvenienti!

La poliziotta dai corti capelli beige sospirò rassegnata mentre allungava la mano verso il telefono, sperando in cuor suo che si trattasse di qualcosa di davvero importante. Di bella presenza, Topaz era una giovane donna che si stava avvicinando alla trentina d'anni, e che nonostante la giovane età aveva già una notevole esperienza sul campo. Tra le altre cose, aveva partecipato ad un importante raid sull'isola dove il Dr. Eggman aveva stabilito la sua base operativa (completa di robot da combattimento, con tanto di copia spudorata di Mazinger Z!), ed era stato anche grazie al suo aiuto se il perfido scienziato era stato costretto ad una poco onorevole ritirata. Conosceva già abbastanza bene i membri del Sonic Team, in particolare una certa ladra di gioielli, e aveva il massimo rispetto per loro, anche se storceva non poco il naso di fronte alle ladresche imprese di Rouge...

E proprio la voce della femmina di pipistrello giunse al suo orecchio non appena Topaz sollevò il ricevitore.

"Pronto, qui dipartimento di polizia di Station Square." disse, mantenendo un tono professionale nonostante la stanchezza che iniziava a farsi sentire. "Possiamo esserle utili?"

"Hello, Topaz!" esclamò giovialmente la giovane ladra dall'altro capo del telefono. "Sempre al lavoro, eh? Come vanno le cose, dalle tue parti? Non si muore di noia?"

Topaz corrugò la fronte appena un pò, riconoscendo quel tono da flirt. "Ah... sei tu, Rouge! Tipico tuo saltartene fuori così all'improvviso, mentre tutti qui sono indaffarati! Ma dov'eri finita?"

"Hehee... non è mica colpa mia se ci sono così tanta cose da vedere qua attorno! Una ragazza deve anche soddisfare la sua curiosità!" replicò Rouge con un'alzata di spalle. "Ma, parlando di cose più serie..."

Questa volta, fu Topaz a non farsi scappare l'occasione di una battuta sarcastica. "Oh, wow... la famosa ladra di gioielli Rouge the Bat è capace di fare un discorso serio? Peccato non avere qui il mio taccuino, altrimenti mi sarei fatta un'annotazione! Hehehee..." rispose, permettendosi un'innocente risata.

Rouge si guardò le unghie di una mano. "Ha, ha. Molto spiritosa, Topaz... comunque, seriamente, ho visto delle cose un pò strane, di recente, e vorrei vederci chiaro... Non sai, per caso, di una città di nome Twin Seeds? Sai, una città un pò come Station Square, un pò più piccola, con una famosa torre..."

L'agente delle forze dell'ordine riprese il suo tono professionale. Quando Rouge parlava di qualcosa di strano, voleva dire che c'era da preoccuparsi... e dato che il paese si era a malapena ripreso dal periodo di disordini appena concluso, non era il caso di sottovalutare l'allarme. "Cose strane, hai detto, Rouge? La città di... Twin Seeds?" chiese retoricamente. Quando percepì il tono affermativo della ragazza-pipistrello, Topaz digitò un paio di frasi sulla tastiera del suo terminale e fece una ricerca in rete. "Questo nome non mi giunge nuovo. Non mi sembra che sia una città coinvolta in problemi di cronaca, o che altro, però... ah, ecco! Ci siamo! Twin Seeds, la maggiore cittadina della contea qui vicino. Numero di abitanti... densità di popolazione... no, questo non credo interessi a Rouge... vediamo un pò sugli avvenimenti recenti... ah, ecco qui! Hmm... senti, senti... Rouge, credo che troverai tutto questo molto interessante! In effetti, ci sono degli elementi poco chiari, riguardo questa città. Tutti collegati ad eventi che si sarebbero verificati due anni fa, in onore del centenario della sua fondazione."

"Hm. Una città relativamente giovane." rispose Rouge. "Cosa sarebbe successo?"

Topaz alzò le spalle. "Non è ben chiaro... ma pare che la notte prima del giorno dei festeggiamenti, si siano verificate scosse telluriche brevi ma intense, che hanno provocato nella popolazione una notevole paura. La zona in cui Twin Seeds si trova non è sismica, quindi il fenomeno è parso subito molto strano, ma i rilevamenti fatti in seguito non hanno rilevato nessuna anomalia nei movimenti delle faglie. Inoltre, pare che quella stessa notte, il cielo sopra la città abbia assunto colori strani, mai visti prima. Come se si trattasse di un'aurora boreale, ma più colorata... o almeno, questi sono i racconti che si sono sentiti... ma tutte le testimonianze raccolte erano vaghe e confuse, quindi alla fine non se ne è fatto niente. Si è anche cercato di tenere d'occhio la città per controllare il verificarsi di altri eventi di quel genere, ma non ci sono state ripetizioni... e alla fine, il caso è stato archiviato come... bah... allucinazione di massa!". Pronunciò l'ultima parola con un certo disdegno, mostrando quanto poco credesse a quella scusa.

"Sì, immagino... allucinazione di massa, eh? Come no, e Babbo Natale cavalca nel cielo su una slitta trainata da renne!" mormorò Rouge, in perfetto accordo con la sua amica umana. "Comunque, quello che mi racconti è molto interessante... Quindi, si sono già verificati eventi difficilmente spiegabili, lì attorno..."

"Già... e giusto per darti maggiori dettagli, pare che la zona più colpita sia stata proprio la famosa Twin Seeds Tower... che, guarda caso, non ha subito il minimo danno dal terremoto! Non è strano, tutto questo?" proseguì la giovane agente.

L'aggettivo che Topaz aveva usato, 'strano', trovò Rouge perfettamente d'accordo. Di solito, sono proprio gli edifici più alti a risentire di più degli spostamenti tellurici... "Molto strano, in effetti. Dietro a tutto questo c'è qualcosa di poco chiaro, e ho tutta l'intenzione di scoprire cosa. Sai, Topaz, l'altra notte ho visto uno strano essere che svolazzava allegramente nei pressi della torre di Twin Seeds, e sono pronta a scommettere tutti i gioielli di questo mondo che lui e i suoi amichetti c'entrano qualcosa con quanto mi hai detto." replicò la ladra-acrobata.

"Hai detto... uno strano essere?" chiese Topaz, improvvisamente ancora più interessata alla vicenda. "Rouge, per caso aveva un cappello a due punte, ed era vestito quasi del tutto di viola? Una testimonianza molto confusa ha affermato, a suo tempo, di aver intravisto per un istante, sulla cima della Twin Seeds Tower, una creatura che corrisponde a questa descrizione, la notte dopo il festeggiamento del centenario... ma non è stata reputata attendibile. Ora però che me lo dici tu..."

Rouge ci pensò un pò su. "Beh, il cappello a due punte ce l'aveva, ma per quanto riguarda il colore... no, quello che ho visto io sembrava una specie di fan del gotico vestito male!" rispose. "Era anche parecchio forte... ho cercato di bloccarlo, ma mi ha evitato senza problemi... e a quanto sembra, io sono l'unica di sua conoscenza che riesca a vederlo tra gli abitanti della Terra. Tutto questo è DAVVERO molto strano, no?"

Topaz strinse un pò i denti. Un altro nemico misterioso, del quale non si sapeva nulla... proprio quello che voleva in quella situazione! "Se... se quello che mi stai raccontando è vero, allora potremmo di nuovo essere in pericolo, tutti quanti. Stai attenta a come ti muovi, Rouge, non sappiamo con cosa abbiamo a che fare... non esitare a chiedere aiuto, se vedi che la situazione è al di sopra delle tue possibilità!" si raccomandò.

Rouge si permise una breve, sommessa risatina. "Hehehee... ma cosa devo sentire? L'agente Topaz, la poliziotta tutta d'un pezzo, si preoccupa per la mia sicurezza? Andiamo, Topaz, lo sai bene che io, modestia a parte, sono la migliore professionista nel mio campo che si possa trovare! Vedrai, me la caverò..."

Un'espressione poco convinta attraversò il volto di Topaz. "Nel tuo campo, Rouge? Intendi dire nell'infiltrarti di soppiatto e rubare qualche gioiello? Bah, lasciamo perdere..." rispose. "Comunque, cerca di non farti prendere. Non credo che qui, al dipartimento, potremo mandarti dei rinforzi, nel caso le cose vadano male..."

"In ogni caso, non ce ne sarà bisogno..." concluse Rouge. "Okay, Topaz, grazie delle informazioni... e ci vediamo quando avrò risolto il caso! Bye bye!"

Si sentì il suono della cornetta che veniva riagganciata dalla parte di Rouge, senza neanche dare il tempo a Topaz di fare qualche ultima raccomandazione, e la poliziotta strinse un occhio, non troppo convinta. Quello che la ragazza-pipistrello le aveva detto era preoccupante, e il tono non esattamente preoccupato con cui Rouge stava trattando la cosa, la convinceva ancora meno...

"Accidenti a quella Rouge... fa sempre di testa sua!" borbottò Topaz. "Sigh... speriamo solo che non le venga qualche idea balzana..."

 

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Dopo aver riagganciato, Rouge uscì dalla cabina telefonica nella quale si trovava e spiegò nuovamente le sue piccole ali membranose, che le davano un'aria da perfetta dark lady. Il suo sguardo interessato cadde di nuovo sulla Twin Seeds Tower, e rimase ancora un pò ad osservarne la guglia, ripensando all'incontro-scontro con Reala della notte prima. Quanto aveva scoperto era molto interessante... tutto faceva credere che l'incidente del centenario fosse in effetti collegato a quello strano essere che era apparso nel cielo e l'aveva messa così in difficoltà!

"Ho come l'impressione che mi attenda un'avventura interessante..." riflettè ad alta voce. "Non si ha proprio il tempo di annoiarsi, da queste parti..."

 

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CONTINUA...

 

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Capitolo 6
*** Il giorno della gita ***


Sonic X: Gate of Your Dreams Director's Cut

Una fanficton crossover (Sonic X / NiGHTS Into Dreams) scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 6 - Il giorno della gita

"Eccola, finalmente! Siamo arrivati a Twin Seeds!" esclamò Helen, guardando fuori dalla finestra dello scuolabus, e indicando la curiosa costruzione che svettava sugli edifici della città. Immediatamente, un piccolo stuolo di scolaretti si riunì attorno alla biondina, e tutti puntarono lo sguardo verso il più alto dei palazzi della città, quello sormontato da una guglia di forma inconfondibile, un'alta e snella piramide che sembrava toccare le nuvole.

"Quella è la famosa Twin Seeds Tower!" esclamò Chris non appena riconobbe l'edificio che aveva visto più volte alla televisione o nei giornali. "E' vero che dicono che quella strana piramide abbia più di cento anni, professor Stewart?"

L'insegnante che accompagnava la classe si aggiustò gli occhiali e fece segno affermativo con la testa. "Si può dire così, tecnicamente. In realtà, quella guglia è abbastanza recente, ma la sua forma era stata realizzata molto tempo prima. Vi ricordate, vero, che due anni fa è stato celebrato il centenario della fondazione di Twin Seeds?" rispose.

"Sì, è stato quando hanno fatto quella grande festa..." rispose Danny. "L'ho vista in televisione, è durata tre giorni!"

"Sì, sto parlando proprio di quella." affermò Stewart. "Beh, in effetti è stato esattamente 102 anni fa che la città di Twin Seeds è stata fondata. Si dice che un giorno, un umile fabbro che viveva in questa zona, preso da un'incredibile ispirazione e foga creativa, abbia iniziato a lavorare alla forgia per creare un'immagine che aveva visto nei suoi sogni. Un'alta guglia luccicante, uguale a quella che vedete in cima alla Twin Seeds Tower."

"Forte!" rispose Francine. "Certo che quel fabbro doveva essere un visionario!"

"Ma la storia non è finita qui." continuò Stewart. Chris e i suoi amici avevano la netta impressione che gli piacesse molto raccontare questi aneddoti. "Si dice che la notte in cui il fabbro ebbe terminato il suo lavoro, due strane luci rosse abbiano attraversato il cielo, e si siano schiantate in un luogo molto vicino alla sua casa, per poi inabissarsi nel terreno... come due semi gemelli. Da qui, il fabbro ebbe l'idea di chiamare il suo villaggio, Twin Seeds. E nel corso di un secolo, questa città è cresciuta e si è espansa, fino a diventare... beh, quello che vedete in questo momento!"

"E così, andremo a visitare la Twin Seeds Tower?" chiese Chris, sentendosi stranamente entusiasta di quella gita. All'inizio, non era stato troppo convinto, complice anche lo strano sogno che aveva fatto  - e ancora era convinto che quel sogno fosse una sorta di premonizione - ma adesso che era lì con i suoi compagni di scuola e con il suo insegnante, cominciava a sentirsi più tranquillo.

"Sì, è sicuramente la cosa più importante da vedere, da queste parti." rispose Stewart. "A proposito... Sonic e i suoi compagni, dove sono in questo momento?"

Chris ridacchiò e indicò con lo sguardo il fianco sinistro dello scuolabus... e proprio in quel momento, un ben conosciuto porcospino blu si affiancò al veicolo, talmente veloce che si riusciva a vedere soltanto una scia blu cobalto con uno sguardo acuto e un sorriso sicuro. Poi, il ragazzino indicò verso l'alto, oltre il soffitto del pullman, verso un ormai familiare aeroplano pilotato da un certo volpino a due code...

"Non vi preoccupate, professore. Hanno i loro modi di seguirci." commentò, e la classe fece una risata mentre Sonic si voltava verso di loro e salutava con un cordiale gesto della mano, senza rallentare nemmeno un po'...

 

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Finalmente, circa un'ora dopo, lo scuolabus si era fermato all'albergo in cui i ragazzi avrebbero passato la notte, e il Tornado X era atterrato senza particolari problemi sul tetto dell'edificio, permettendo così a Tails, Knuckles, Amy, Cream e Cheese di scendere giù e sgranchirsi un po'.

"Aaaah, finalmente! Cominciavo a sentirmi un po' stretta..." affermò la graziosa riccia rosa. Si sgranchì le spalle e controllò che il suo vestito fosse a posto, e che il suo immancabile martello fosse ben assicurato sulla sua schiena. "E così questa è Twin Seeds... davvero una bella città!"

"Stai già pensando di cercare di portare Sonic a fare un giro romantico?" chiese Knuckles con un sorriso sarcastico. "Buona fortuna...secondo me, quello se l'è già squagliata a fare una corsa per la strada principale."

"Ooooh, e non fare sempre il guastafeste, Knuckles!" lo rimbeccò Amy. Cercò di dargli un colpetto con il suo martello di gomma, ma l'echidna rosso, con un gesto annoiato della mano, fermò il colpo. "Vedrai che Sonic sarà qui tra poco! E sono sicura che verrà a prendermi, e assieme faremo un bel giretto in questa città da sogno!"

Il tono di Amy cambiò di nuovo, e delle comiche scintille rosa cominciarono a brillare tutt'attorno a lei... e nessuno dei presenti osò contraddirla. Quando la graziosa riccia rosa cominciava a fantaticare, non gradiva per niente essere riportata alla realtà.

"Ehm... mettendo da parte quello che pensa la signorina Amy..." affermò timidamente Cream, avvicinandosi a Knuckles assieme al suo inseparabile Cheese. "Signor Knuckles, pensa che potremo andare a fare una passeggiata per Twin Seeds, intanto che Chris e i suoi amici fanno la loro gita?"

"Immagino che non ci sarà problema. Magari dare un'occhiata in giro potrà essere utile più avanti." rispose l'echidna rosso, il cui senso del dovere non gli permetteva di mettere da parte per lungo tempo la missione che si erano dati. "Comunque, la cosa più importante è quella guglia che abbiamo visto."

"Già, è lì che si sono concentrati i fenomeni misteriosi di cui abbiamo sentito parlare." rispose Amy, riportata alla realtà. "Chissà cosa troveremo da quelle parti..."

"Ehilà, ragazzi! Non male il comitato di benvenuto!" si intromise la voce squillante e vivace di Sonic. Il velocissimo porcospino blu era arrivato in quel momento sul tetto dell'edificio, e si era appoggiato con la schiena ad una fiancata del Tornado X, facendo un segno di vittoria con la mano destra. "Se volete la mia, troveremo di che divertirci da quelle parti!"

"Awwww! Sonic, non pensi che ci potremmo andare noi due da soli? Sarebbe un posto perfetto, per una passeggiatina romantica, non trovi?" chiese Amy con un sorriso radioso. La riccia rosa si piazzò in un lampo al fianco del suo eroe, e si avvinghiò come l'edera sul suo braccio sinistro, e Sonic non potè fare altro che rivolgerle uno sguardo stupito, e sbattere gli occhi un paio di volte per lo stupore.

"Ah... ehm... grazie, Amy, penso che... avremo tutto il tempo dopo, di fare queste considerazioni!" Sonic cercò gentilmente di liberare il braccio dalla presa di Amy, cosa più facile a dirsi che a farsi - quando Amy decideva di attaccarsi a lui, sapeva essere più tenace dei robot del Dr. Eggman! Per fortuna, la ragazza mollò la presa quel tanto che bastava a Sonic per liberarsi senza strattonare, e il riccio blu la ringraziò con un cenno appena visibile della testa. "Ad ogni modo, adesso Chris e i ragazzi si stanno sistemando nelle loro stanze. Immagino che ci metteranno un po', e nel frattempo, se volete, possiamo andare a fare una visitina a Twin Seeds per conto nostro!"

"Era quello che aveva proposto Knuckles, in effetti." rispose Tails, muovendo lentamente le sue due code. "E devo confessare che anch'io sono curioso di vedere com'è questo posto."

Sonic si sfregò con un indice sotto il naso. "Bene. Allora, diciamo a Chris e agli altri dove andiamo, e poi si parte!" affermò, contento di non dover stare fermo a lungo. "Vediamo un po' cosa c'è di interessante in giro..."

 

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Christopher e Danny entrarono nella loro camera d'albergo, portando con sè le loro valigie e osservando con ammirazione l'arredamento. Non era certo una stanza molto decorata, ma era comoda e funzionale, con due letti singoli separati, una televisione a schermo piatto posta là dove la si poteva vedere meglio, e una grande finestra che dava su un impressionante scorcio di Twin Seeds, e in particolare della sua celeberrima torre.

"Wow, credo proprio che ci sia capitata la stanza migliore!" esclamò Danny. Senza attendere oltre, il ragazzino di colore entrò per primo, raggiunse il letto che aveva designato come suo, e ci buttò sopra lo zaino, poi appoggiò lì accanto la sua valigia e si sgranchì le spalle. "Mitico! Questo posto è davvero fantastico, Chris! Stavolta i prof hanno davvero indovinato la gita!"

Chris ridacchiò nervosamente, ben consapevole che molto probabilmente ci fosse qualcosa di grosso in preparazione... ma quello non era nè il tempo, nè il luogo di parlare di certe cose. Oa che il mondo era riuscito ad evitare non una, ma addirittura due catastrofi, non era il caso di parlare di certe cose, almeno finchè non fosse stato necessario. "Beh, bisogna dire che è un bel posto, questo sì... spero che anche le ragazze si trovino bene. E Sonic e gli altri, dove saranno finiti?"

La risposta a questa domanda arrivò immediatamente, allorchè il porcospino blu apparve sulla soglia della camera dei due ragazzi, sorridente e pimpante come al suo solito. "Ehilà, ragazzi! Bella stanzina, Chris!" esordì, invitandosi in camera senza tanti giri di parole mentre i suoi compagni arrivavano poco dopo. "Si vede anche la Twin Seeds Tower da qui! Che te ne pare? Credo che avremo da divertirci!"

"Ah... ciao, Sonic! Io e Danny ci siamo appena sistemati, e... adesso ci riposiamo un po'!" rispose Chris, per poi salutare uno per uno il resto degli amici di Sonic. "Beh... e voi che cosa fate, ragazzi? Volete... non so... restare un po' qui a riposarvi anche voi?" Tra sè, pensava che fosse una domanda un po' sciocca, visto che Sonic odiava stare fermo,  ma... segretamente, sperava che il riccio blu si fermasse un po' con lui.

"Grazie, Chris, ma... beh, mi conosci, non sono uno che si stanca facilmente." rispose Sonic, e fece un occhiolino al suo amico umano. "Piuttosto, io e i ragazzi avremmo voglia di dare un'occhiata in giro, qui a Twin Seeds. Giusto per muoverci un po' e ambientarci, sai com'è."

"D'accordo." rispose Chris. Si aspettava quella risposta, quindi non ne rimase esattamente deluso, ma anche così gli dispiacque un po' non poter passare più tempo con il suo migliore amico. Doveva ammetterlo, a volte aveva davvero paura di restare solo se Sonic e i suoi compagni se ne fossero andati...

No, in effetti... doveva essere obiettivo. Sonic, Tails, Knuckles e tutti gli altri... erano lì soltanto di passaggio. Una volta che avessero trovato il modo di tornare sul loro mondo... si sarebbero salutati, molto probabilmente per sempre... e allora, cosa avrebbe potuto fare? Il pensiero riempiva di sconforto il ragazzino, l'idea che un giorno o l'altro, Sonic e i suoi compagni non sarebbero più stati lì a rendere speciale ogni giornata... e avrebbe ripreso a sentirsi solo...

...un momento. Chris si fermò a pensare, rendendosi improvvisamente conto di qualcosa che fino a quel momento gli era sfuggito... perchè si sentiva solo, poi? Ora che ci pensava, gli sembrava così strano. Non era certo che i suoi compagni di classe lo mettessero in disparte. Passava un bel po' di tempo con Danny, Francine ed Helen... certo, c'era il fatto che i suoi genitori non erano spesso a casa, ma... c'erano comunque suo nonno, Ella, Tanaka... quindi da cosa gli derivava questa sensazione di solitudine? Per qualche motivo, in quel momento si sentì terribilmente egoista...

"Pronto? Terra a Chris? Mi senti?"

Il ragazzino fece un salto quando vide Sonic che gli agitava una mano davanti alla faccia, per risvegliarlo dalla trance in cui era caduto. Chris fece un passo indietro e si sfregò la nuca con una mano, cercando di nascondere l'imbarazzo. "Aaah, scusa, Sonic, mi sono messo a pensare... e non mi sono più accorto di nulla." affermò. "Ecco... va bene, Sonic, hai ragione. Vai pure a dare un'occhiata in giro... io, Danny e le ragazze ci ritroviamo tra poco e vediamo cosa possiamo fare nel nostro primo giorno a Twin Seeds!" Chris riuscì a fare un sorriso sincero verso la fine del discorso, in qualche modo sollevato. Adesso non era il momento di pensare a certe cose, ma si impose di ripensarci più tardi e cercare di capire quale fosse il suo problema...

"Okay, ragazzi! Ci si vede più tardi, allora!" rispose Sonic, e fece il segno dell'okay a Chris e Danny. Il resto del gruppo di Sonic salutò i ragazzi, con Amy e Cream che agitavano educatamente le mani, Tails che faceva un cenno di intesa, e Knuckles che diceva di sì con la testa. "Se veniamo a sapere qualcosa di interessante, ve lo facciamo sapere al volo!"

"Okay, Sonic... okay, ragazzi, divertitevi!" rispose Danny. Chris salutò con la mano, e il porcospino blu fece un segno dell'okay prima che lui e i suoi amici si dirigessero verso le strade di Twin Seeds...

 

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Nel frattempo, in un piccolo campo sportivo tra il centro e la periferia di Twin Seeds...

Un pallone da calcio descrisse un'ampia traiettoria in aria, volando sopra il campo per un paio di secondi prima di atterrare con un fruscio nella rete... e il ragazzino che aveva appena scagliato quel tiro impressionante esultò per la gioia e alzò un pugno in aria. "Yahooo! Gol! Che gol incredibile! Un altro punto per il giovane William Taylor, promessa del pallone!" esclamò entusiasta. Un gruppo di ragazzini della sua età - non più di dodici anni - applaudì brevemente, e alcuni di loro si congratularono con lui per la sua abilità.

"Bel tiro, Will!" esclamò un ragazzino della stessa età, mentre William andava a raccogliere il pallone. William era un ragazzo abbastanza alto e ben piantato per la sua età, con i capelli biondi scuri tagliati corti e un paio di vivaci occhi azzurri, con addosso una maglietta da calcio rossa a maniche corte, sopra la quale portava un gilet verde e giallo. Portava anche un paio di pantaloncini corti ed ampi che permettessero la massima libertà  di movimento, e un paio di scarpe da ginnastica già un po' usurate - in pratica, dava l'impressione di non dare tanto peso a cosa si metteva addosso, purchè fosse possibile muoversi bene, correre e sporcarsi senza troppe remore. "Ma adesso facciamo qualche altro tiro, okay? Lascia un po' di divertimento anche a noi!"

"Va bene, va bene!" rispose allegramente William, mentre faceva per recuperare il pallone. Stava per chinarsi e raccoglierlo, quando sentì improvvisamente una strana sensazione di smarrimento, ed ebbe la sensazione che la vista gli si stesse annebbiando per un secondo. Il ragazzino si alzò di colpo, e si sfregò gli occhi, pensando che si trattasse di un colpo di sole... e quando li riaprì, vide che qualcuno aveva già raccolto il pallone e glielo stava porgendo con un sorriso gentile.

"Papà?" esclamò Will, sorpreso e al tempo stesso felice. Sbattè gli occhi per essere sicuro di non avere le allucinazioni... suo padre era spesso via per lavoro, e spesso aveva desiderato poter giocare un po’ a calcio con lui, ma le occasioni erano rare. Forse quella era solo un’allucinazione… suo papà era via per lavoro anche quel giorno, non era possibile che fosse lì in quel momento…

E invece no, il signor Taylor era proprio lì, e teneva in mano il pallone sorridendo con gioia a suo figlio. Per quanto la parte razionale di William gli gridasse che non era possibile, che era una specie di illusione, o forse un sogno ad occhi aperti… in quel momento, il giovanissimo calciatore non aveva nessuna voglia di ascoltare la cosiddetta “ragione”.

“Papà! Papà, sei tu!” esclamò William, ormai completamente dimentico di tutto quello che gli stava attorno. Se avesse prestato un po’ più di attenzione, forse si sarebbe accorto che il paesaggio attorno a lui sembrava essere scomparso, sostituito da un’immensa distesa di erba verde, una pianura infinita e quasi inquietante nella sua grandezza – solo terra, erba e cielo aperto. Completamente preso dalla gioia, Will corse verso suo padre per abbracciarlo…

Ma il suo entusiasmo si smorzò di colpo quando si rese conto che stava accadendo qualcosa di veramente strano – per quanto lui corresse, il terreno sembrava muoversi nella direzione contraria come un immenso nastro trasportatore, allontanando sempre più Will da suo padre a prescindere da quanto lui corresse! E cosa ancora più strana, il papà di Will sembrava non essersi accorto di niente, e continuava a reggere il pallone e a sorridere…

“Papà?” esclamò il ragazzino biondo, e cercò di accelerare il passo per raggiungere il genitore… ma per quanto corresse, il terreno scivolava nella direzione opposta sempre più rapidamente, e Will non riusciva in alcun modo a tenere il passo! Era una sensazione irreale ed assurda…

Ma il peggio doveva ancora venire. Improvvisamente, il cielo che fino a pochi istanti prima era stato calmo e limpido cominciò a scurire, e nel giro di pochi secondi, venne coperto da una strana, terrificante coltre di nubi dai colori innaturali – un misto di blu scuro, viola e grigio piombo che turbinavano tutti assieme, in modo da formare un vortice allucinante! L’erba sotto i piedi di Will avvizzì, e assunse un cupo colore grigio cenere, e dietro suo padre si aprì una sorta di vortice nero che assomigliava in maniera terrificante ad un’immensa bocca spalancata che si apprestava a divorare ogni cosa…

Will si fermò agghiacciato, gli occhi fissi sulla figura indifferente di suo padre, che non si era ancora reso conto del pericolo… e il terreno smise di scivolargli sotto i piedi, lasciandolo nella stessa posizione in cui era partito. E il buco nero dietro suo padre si allargava sempre più, immergendo il paesaggio in una gelida coltre di oscurità. Tutto questo non poteva essere vero! Era soltanto uno scherzo… un’allucinazione… eppure era tutto così reale…

Un gigantesco occhio luccicante di rabbia e crudeltà si aprì lentamente nella tempesta, e fissò Will per diversi secondi, dandogli la terrificante impressione che stessero guardando direttamente nella sua anima. Chiunque fosse la creatura che lo stava osservando, stava guardando dentro di lui, nel più profondo del suo animo! Sembrava vedere tutto di lui, mettere a nudo le sue debolezze, le sue mancanze e soprattutto le sue paure…

“Will! WILL!”

Improvvisamente, l’occhio senza corpo si chiuse e scomparve di colpo, come se non fosse mai esistito. Davanti agli occhi di Will, la coltre di nubi minacciose si dissolse, e l’erba tornò del suo naturale colore verde vivace. Anche l’immagine di suo padre sbiadì e poi scomparve del tutto, e Will si rese conto che fino a quel momento aveva osservato uno spiazzo vuoto…

“Che… che cosa? Ma… ma cos’era quella… quella cosa?” si chiese Will, e sbattè gli occhi incredulo. Per un attimo, un sfera di luce rossa scintillò a pochi centimetri dal suo viso, ma il giovane calciatore si convinse che si trattava di un’altra assurda visione, forse creata dal suo desiderio di rivedere suo padre…

“Will, che sta succedendo? Ti senti bene?” chiese uno dei suoi compagni di squadra, tenendo William per una spalla e scuotendolo leggermente nel tentativo di farlo tornare alla realtà. Finalmente, William si riscosse dall’allucinazione in cui era rimasto intrappolato, e si voltò per vedere i suoi compagni di squadra che lo guardavano con comprensibile preoccupazione. Chissà cosa aveva fatto, in quei brevi momenti in cui non era in sé…

“Will? Will, che succede? Lì non c’è il tuo papà… non avevi detto che era via per lavoro?” chiese uno dei suoi amici. Il giovanissimo calciatore tirò un breve respiro per cercare di rimettersi dallo shock di quel sogno assurdo. Ma era davvero un sogno? Sembrava tutto così vero… se non fosse per il fatto che adesso si trovava lì, sul campo d’allenamento, e non c’era nessuna traccia degli inquietanti eventi che aveva visto, né tantomeno di suo padre…

“Ah… che… che diamine…” mormorò Will, e si passò la mano sulla faccia come se se la stesse lavando. No, decisamente non c’era più traccia di quello che aveva visto. Era stato un sogno ad occhi aperti, o magari una sorta di allucinazione? Se non altro, adesso sapeva che non c’era nessun pericolo…

“Sì… sì, ragazzi, sto bene!” rispose prontamente, e rivolse ai suoi compagni un sorriso un po’ forzato per convincerli che andava tutto bene. “E’ solo che per un attimo… non so per quale motivo, mi è sembrato di vedere mio papà… e mi sono imbambolato. Vi chiedo scusa…”

“Non ti preoccupare, Will, sono cose che capitano…” rispose un altro ragazzo, mentre William andava a prendere il pallone – che era rimasto lì a terra tutto il tempo, Will avrebbe scoperto in seguito – e palleggiava sulle ginocchia, in modo da farsi tornare l’estro della partita. Convinto ormai che quello che aveva visto prima non fosse altro che frutto della sua fervida immaginazione (in effetti, anche sua mamma diceva spesso che Will volava un po’ troppo con la fantasia in certi momenti), William si stiracchiò, prese la palla tra le mani e si apprestò a tirare uno spettacolare assist ai suoi compagni.

“Okay, gente, vediamo che capita anche che vi colgo di sorpresa! Parate un po’ questo!” esclamò William. Con un colpo da maestro, mandò la palla in aria, a descrivere una traiettoria arcuata, poi corse verso i suoi compagni di squadra mentre questi si contendevano il pallone. “Forza, ragazzi, vediamo chi riesce a tenerselo, il pallone!”

“Non credere che ti lasceremo vincere così, eh?” rispose con tono di sfida uno dei compagni di Will, che si mise subito a correre dietro alla palla… mentre il biondino si fermava per un attimo a controllare che fosse tutto a posto. In effetti, tutto dava l’impressione che quello che William aveva visto non fosse altro che una strana, inquietante e terribilmente realistica allucinazione.

William stava per tornare ai suoi allenamenti e gettarsi alle spalle quella scena, quando si accorse, con la coda dell’occhio, di un brevissimo lampo di luce viola, e una figura diafana e umanoide che svolazzava appena dentro il suo campo visivo. Allarmato, Will si voltò in quella direzione…

…ma qualsiasi cosa fosse, era già scomparsa nel nulla.

 

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In un’altra parte di Twin Seeds, un altro gruppetto di amiche – in questo caso, tre bambine tra le quali spiccava una graziosa biondina dagli occhi azzurri quasi completamente concentrata sul suo gelato. Mentre chiacchierava con le sue compagne, una bambina mora e una rossa di capelli, sembrava guardare da un’altra parte, come distratta da qualche altro pensiero.

“Allora, Helen, il tuo saggio è proprio il giorno dell’anniversario, vero?” chiese la rossa, facendo sobbalzare la bambina bionda. "Sicura che puoi restare qui con noi, e non devi invece fare pratica con la tua mamma?"

Helen restò per un attimo interdetta, ripensando a quello che era successo soltanto mezz'ora prima. In effetti, stava facendo pratica con sua mamma, una violinista di una certa fama dalla quale tutti dicevano che Helen aveva ereditato buona parte del talento; ma ad un certo punto, il cellulare di Helen aveva iniziato a suonare, e la piccola violinista si era scusata ad era partita a razzo alla ricerca delle sue amiche. Adesso che era lì, però, doveva ammettere che un po' le dispiaceva... dopotutto, sua mamma ci teneva tanto a quel saggio, tanto più che era il giorno dell'anniversario di Twin Seeds...

"Beh... immagino che potrò fare pratica più tardi." rispose infine Helen con un po' di esitazione, usando la mano libera per rimettersi distrattamente a posto il vestito. La bambina bionda indossava una camicetta bianca a fronzoli con sopra un grazioso vestito rosa, e i suoi calzoncini neri lunghi fin sotto il ginocchio erano accompagnati da una gonna blu, e da un paio di scarpette nere con la suola bianca e i lacci rosa. I suoi capelli biondi erano legati in una corta coda di cavallo dietro la nuca, ma il suo aspetto restava femminile ed aggraziato.

"Beh... che posso dire, ti auguriamo tutte e due buona fortuna!" affermò la bambina mora dopo aver preso un'altra leccata dal suo gelato. "Dopotutto, sono sicura che per come suoni tu il violino, lascerai tutti a bocca aperta!"

"Grazie..." rispose Helen, facendo un gesto con la mano per schermirsi. Distrattamente, la bambina bionda si avvicinò alla vetrina di un negozio. Per puro caso, si trattava di un negozio di strumenti musicali, tra i quali c'erano anche alcuni violini, e la vista riportò il pensiero di Helen agli esercizi che aveva lasciato a metà. Restò ferma davanti alla vetrina, a guardare con malinconia gli strumenti e il suo stesso riflesso... ed ebbe l'impressione che la sua figura si stesse rapidamente trasformando sotto i suoi occhi, assumendo delle sembianze che comunque le erano familiari...

Ma certo! Non poteva essere altrimenti! Helen fece un passo indietro per la sorpresa quando ebbe l'impressione di vedere il viso di sua madre che la guardava dall'altro lato della vetrina, fissandola con un'espressione di disapprovazione...

E non era la sola... Helen provava l'inquietante sensazione che anche gli strumenti musicali in esposizione, soprattutto i violini, stessero partecipando alla silenziosa sgridata che l'immagine di sua madre le stava rivolgendo dalla vetrina... era un'impressione del tutto irrazionale, questo era vero... erano soltanto degli oggetti inanimati che non potevano muoversi, figurarsi poi rivolgersi a lei... eppure, qualche parte della sua mente le dava questa assurda impressione, e non riusciva a staccare gli occhi dalla vetrina. Le sue mani strinsero convulsamente il gelato mezzo mangiato che aveva con sè, quasi stritolando il cono.

"Helen? Helen, tutto a posto?" la voce delle sue amiche riuscì a riportare Helen alla realtà, e sotto i suoi occhi, l'immagine di sua madre che lei vedeva nella vetrina si trasformò nuovamente nel suo riflesso, e gli strumenti musicali cessarono di sembrarle vivi. Helen si sfregò gli occhi con la mano libera, rimproverandosi di avere una fantasia così fervida che le faceva vedere cose impossibili...

"Sì... sì, ragazze, tutto a posto, è che per un attimo..." Helen si voltò verso le sue compagne, e ancora una volta, restò ammutolita per un attimo quando una trasformazione assurda ebbe luogo davanti ai suoi occhi: i volti delle sue amiche erano diventati orribili e quasi demoniaci, con la pelle grigia come il piombo e gli occhi rossi che ardevano come due tizzoni ardenti!

"Helen?" disse una delle due, stupita dalla reazione della biondina... e alle orecchie di Helen, le loro voci suonavano cavernose ed orrendamente distorte! "Helen, che ti succede? Sei diventata pallida tutta d'un colpo!"

"R-ragazze... v-voi... non... non..." balbettò Helen, troppo spaventata e sconvolta per fare un discorso ragionato. "Non avvicinatevi... io non... non volevo... Io... volevo solo passare un po' di tempo con voi, non credevo che mia mamma se la sarebbe presa tanto..."

Improvvisamente, con la stessa scioccante rapidità con cui era iniziata, quella macabra visione ebbe termine, e i volti familiari delle sue compagne si sostituirono a quelli dei mostri. In preda ad un misto di stupore e terrore, Helen incespicò  e finì per sedersi per terra, lo sguardo fisso verso le sue compagne che la osservavano con comprensibile apprensione. Il gelato le scivolò di mano e finì per spiaccicarsi sul marciapiede, ma la bambina aveva ben altro a cui pensare in quel momento.

"Helen, ma che ti prende?" chiese la rossa, avvicinandosi per vedere se stesse davvero bene. "Va... va tutto bene, noi non ti abbiamo detto niente e non ti giudichiamo. Volevamo soltanto... darti un consiglio, tutto qui!"

"S-scusate... scusatemi, ragazze, ma... adesso mi sento... come se avessi fatto qualcosa di davvero terribile ad abbandonare la mia pratica... non... non voglio offendervi, non è colpa vostra, ma..."

La morettina si inginocchiò accanto ad Helen, e le mise una mano sulla schiena per dirle che non c'era bisogno di spaventarsi e che andava tutto bene. "Helen! Va... va tutto bene, okay? Prendi un bel respiro... ecco, così!" disse, e finalmente Helen riuscì a calmarsi e a prendere fiato. "Ascolta, Helen, se ti senti in colpa per aver saltato gli esercizi di oggi, guarda che per noi non è un problema aspettare fino a quando non hai fatto il saggio. Noi... continuiamo per conto nostro, e magari dopo ci sentiamo al cellulare, okay?"

Helen si passò una mano sulla fronte, trovandola leggermente sudata per la tensione, e dopo aver di nuovo preso fiato per un paio di volte, si calmò e riuscì a rialzarsi sulle gambe tremanti. Lei stessa non era sicura di poter dire perchè si fosse spaventata così tanto... è solo che quelle visioni, e le sensazioni di minaccia che le accompagnavano sembravano così realistiche...

"S-scusatemi, ragazze..." ansimò infine. "Mia mamma ci tiene molto, e... anche a me piace da matti suonare il violino. Oggi... ho voluto saltare un paio d'ore di pratica per stare un po' con voi, ma... devo ammettere che non mi sento tranquilla. Mi sembra di aver fatto una cosa molto brutta..."

"Beh... diciamo che non è proprio una cosa così imperdonabile, ma... se comunque senti che avresti dovuto restare a fare pratica, e ne sei davvero convinta, possiamo rimandare ad un altro giorno la passeggiata. Che ne dite?" chiese infine la rossa, e si rivolse ad Helen e alla ragazza dai capelli mori come per chiedere consiglio. Finalmente, dopo un pizzico di esitazione e dopo essersi calmata del tutto, Helen disse di sì con la testa e si rialzò, spazzandosi la gonna con le mani.

"Sì... io... preferirei tornare a fare pratica,.. così sono più sicura che il saggio andrà bene..." affermò infine. "Ragazze... ci vediamo presto, okay? Magari... vi mando un messaggio sui cellulari, okay?"

Entrambe le sue amiche fecero un sorriso, per nulla disturbate dalla risposta della piccola violinista... e si scambiarono dei cenni di intesa e dei saluti prima che Helen si dirigesse verso casa...

 

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"Hmm... devo ammettere che Twin Seeds non è esattamente quello che mi aspettavo." affermò Sonic, dopo aver fatto una brusca frenata e aver sollevato una piccola nube di polvere. Il porcospino blu, non appena ne aveva avuto la possibilità, si era scatenato e aveva dato sfogo alla sua velocità, sfrecciando per le strade della nuova città come un bolide blu. Ma l'entusiasmo di vedere un posto nuovo non era durato molto. A parte la grande torre con la sua guglia dall'aspetto insolito, davanti alla quale si trovava in quel momento, Twin Seeds era davvero molto simile a Station Square, e anzi, per certi versi era anche meno moderna. Da un lato, Sonic immaginava che ci fosse da aspettarselo, da una città fondata poco più di un secolo prima, ma dall'altro, sperava di vedere qualcosa di più interessante.

"La torre è spettacolare, ma a parte quella, cosa c'è di interessante da queste parti?" si chiese Sonic, passeggiando un po' nervosamente in un piccolo spiazzo davanti alla Twin Seeds Tower. Il suo sguardo si spostò nuovamente verso l'alta guglia della torre, e nello stesso momento, un rumore simile a quello delle pale di un elicottero lo avvertì che il suo migliore amico si stava avvicinando...

"Come sempre devi farti pregare per aspettare qualcuno, vero, Sonic?" chiese retoricamente Tails, senza sembrare per nulla arrabbiato. Il volpino a due code stava atterrando, avendo seguito Sonic in volo usando le sue code per volare come se fosse stato un elicottero in miniatura. Quella che sembrava un po' più seccata era Amy, che stava svolazzando assieme a Tails tenendogli i polsi.

"E' vero! Non è per niente carino lasciarsi dietro una signorina, Sonic!" protestò la graziosa riccia rosa. Tails scese a terra e mollò la presa su Amy quando entrambi erano ad appena mezzo metro dakl suolo, ed Amy atterrò agilmente sull'asfalto. Dietro di loro, stava arrivando qualcun altro - la piccola Cream, che stava anche lei volando in maniera davvero improbabile, muovendo le sue lunghe orecchie come fossero un paio d'ali!

"Per favore, Amy, non te la prendere tanto." disse la coniglietta, atterrando un po' goffamente accanto a Tails. Si mise a posto il vestito, e sorrise con fare accomodante, le sue maniere sempre impeccabili. "Tra l'altro, è stato interessante fare un giro panoramico dall'alto di questa città. Anche se non è molto diversa da Station Square, ho trovato il panorama molto suggestivo."

"Sì, beh, devo ammettere che non è male come posto." rispose Knuckles, arrivato in quel momento. L'echidna rosso non dava l'impressione di aver prestato molta attenzione alla città, in ogni caso, e sembrava piuttosto concentrato sulla guglia della Twin Seeds Tower, esattamente come Sonic. "E così... questo è il posto dove si sono verificati quegli strani fenomeni due anni fa, vero? In effetti... ho come la sensazione di percepire una strana energia... non saprei descriverla meglio, sinceramente."

"Heh... ti piace usare questi termini dall'aria misteriosa, vero?" Sonic prese in giro amichevolmente il guardiano degli Smeraldi, che grugnì e alzò gli occhi al cielo in un gesto di falsa esasperazione. "Però è vero, anche a me viene questa strana impressione. Come se questo posto ci guardasse in qualche modo. Non so spiegarmi meglio..."

Amy deglutì inquieta. "Ne... ne sei sicuro, Sonic? Da come ne parli, sembra qualcosa di molto inquietante..."

"Nulla che non potremo affrontare, Amy, stai tranquilla!" rispose il porcospino blu, senza mostrare il minimo cenno di paura. "Anche se dovesse davvero saltare fuori qualcosa da chissà dove, ci penserò io a mostrargli la porta d'uscita!"

"Ci... ci sembra molto sicuro di sè, signor Sonic." rispose la piccola Cream, tenendo Cheese sulla spalla. Il minuscolo Chao azzurro guardò a sua volta verso la cima della torre, e anche lui ebbe l'impressione che ci fosse qualcosa che li guardava dalla sommità della guglia.

"Beh, spero che non si metta a sottovalutare questa minaccia... se davvero c'è una minaccia." rispose Knuckles, le braccia conserte sul petto e gli occhi che fissavano intenti la guglia. Sembrava quasi che l'echidna rosso si aspettasse che da un momento all'altro sarebbe saltato fuori qualcosa, e sarebbe piombato loro addosso... e in effetti, qualcosa apparve all'improvviso! O forse era meglio dire che era talmente furtivo e silenzioso, che anche con i loro sensi acuti, gli animaletti parlanti non si accorsero di questo qualcosa se non quando decise di mostrarsi.

"Helloooo! Ma chi si vede! Il mondo è davvero piccolo, eh?" la voce calda e quasi seducente di Rouge colse tutti di sorpresa, anche se Sonic fu abile a dare a vedere il contrario. Quando il porcospino blu si voltò... ecco che davanti a loro, a pochi metri di distanza, la graziosa ladra di gioielli stava atterrando spiegando elegantemente le ali e facendo un cenno amichevole con una mano. "Ero qui da queste parti, e ho visto che vi siete dati appuntamento qui, perciò ho pensato di unirmi alla festa!"

"Ehilà, Rouge!" rispose Sonic, sorridendo come niente fosse. "Sei sempre in gran forma, vedo!"

Knuckles sembrò decisamente meno entusiasta di vedere la ragazza-pipistrello. "Ugh... dovevo aspettarmelo. Che cosa stai architettando qui, ladruncola?" chiese accigliato.

"Anch'io sono molto contenta di rivederti, ragazzone." rispose Rouge senza fare una piega. "Comunque, per risppondere alla tua domanda... beh, se vi siete fatti un giro fin qui, immagino che possiate già farvene un'idea. Questo posto non è esattamente solo un'attrazione per turisti, non vi pare?"

"Sonic e Knuckles hanno detto che c'è qualcosa di strano, in questa torre..." rispose Tails. "E anch'io ho come l'impressione che ci sia un'atmosfera un po' particolare, da queste parti."

Rouge disse di sì con la testa, e l'arguto volpino a due code ebbe l'impressione che la ragazza-pipistrello si fosse fatta un po' più seria. Il che, dal punto di vista di Tails, voleva dire che c'era qualcosa di davvero pericoloso da quelle parti. Non era mai un buon segno quando Rouge abbandonava quel suo atteggiamento spavaldo e quasi seducente...

"Sì, mi state dicendo cose che so già, ragazzi. E vi consiglierei di starci attenti. Qualche giorno fa, io mi trovavo da queste parti..." cominciò a spiegare Rouge, e si affrettò a spiegare che non stava facendo niente di sospetto. "E prima che a qualcuno di voi vengano dei sospetti, no, non stavo pensando di fare qualche furto di gioielli. Una ragazza può anche avere voglia di darsi semplicemente un'occhiata attorno, non credete?"

"Io non ho detto niente." rispose Knuckles con un'alzata di spalla. Aveva notato che Rouge gli aveva rivolto un'occhiata significativa...

La ladra-acrobata si guardò le unghie di una mano. "Comunque, come stavo dicendo, mi trovavo qui in giro per motivi miei peersonali, quando ecco che all'improvviso mi trovo questo strano essere vestito da pagliaccio, con questo strano cappello a due punte, che se ne sta lì ad ammirare il panorama, con tutta l'aria di uno che si sta preparando a fare qualcosa di losco."

"Dici davvero, Rouge? Quindi... è vero che da queste parti sono successi degli eventi molto strani!" rispose Amy. "E... e chi era quello strano tipo? Che cosa stava facendo qui?"

"Si stava mettendo in bella posa, e stava dicendo delle cose che avevano poco senso... ma che almeno suonavano bene." rispose Rouge. "Insomma, io sono andata da lui, gli ho chiesto cosa stesse facendo qui, e chi lo avesse mandato, e lui... beh, diciamo che non ha collaborato."

"Accidenti, signorina Rouge... sembra che questo individuo, chiunque egli fosse, sia formidabile..." rispose Cream. Knuckles corrugò la fronte, senza mai perdere la sua espressione seria e concentrata. Non poteva dire di fidarsi al cento per cento di Rouge, ma qquesto era un argomento sul quale era sicuro che lei non avrebbe potuto ingannare.

"Abbastanza..." rispose Rouge con espressione vagamente infastidita. "Ci siamo battuti, e lui è riuscito a tenermi testa, ma non sono riuscita a farmi un'idea di quanto fosse forte in realtà, perchè se n'è andato troppo in fretta. Comunque, non è uno con cui scherzare, ve lo dico subito."

Sonic disse di sì con la testa, sfregandosi distrattamente il mento e battendo lievemente un piede per terra. In effetti, da come lo descriveva Rouge, non doveva essere un individuo da prendere alla leggera, e il porcospino blu aveva l'impressione che lo avrebbero incontrato di nuovo molto presto...

Comunque, non ebbe il tempo di pensarci a lungo, perchè Cream lanciò un allarme di punto in bianco, sgranando gli occhi e indicando un punto in alto sul fianco della Twin Seeds Tower! "Ah! E... e quello... signori, sapete dirmi che cos'è? Mi... mi sembra una specie di pagliaccio che fluttua in aria!"

"Cosa?" esclamò Tails con evidente allarme... e ai suoi occhi, si presentò qualcosa del tutto inaspettato! Una strana creatura umanoide che fluttuava senza peso a diversi metri da terra, apparsa come dal nulla accanto alle mura della Twin Seeds Tower! Anche Sonic, abituato a vedere cose strabilianti, restò per qualche istante ammutolito nel vedere la strana creatura, corrispondente in maniera inquietante alla descrizione che Rouge aveva fatto, che sfrecciava in aria con la stessa grazia ed agilità di un colibrì, malgrado le dimensioni. Era vestito di una sgragiante tuta multicolore con una sorta di gemma rossa sul torace, e indossava uno strano cappello viola che si biforcava a poca distanza dal capo, in modo da dare l'impressione di un paio di corna ricurve. L'espressione sul suo volto era allegra e spensierata, rafforzata anche dai suoi ampi occhi azzurri, e dal sorriso che si vedeva sul suo volto anche da quella distanza.

"Ah! E... e quello da dove viene!" esclamò Amy.

"Che cosa è venuto a fare, quel buffone volante?" ringhiò insospettito Knuckles. Quasi inconsciamente, l'echidna rosso si mise in guardia, pronto a combattere se quello strano folletto avesse voluto attaccarli. Rouge storse il naaso e si mise in posizione a sua volta, ma si rese quasi subito conto che c'era qualcosa di diverso in quella creatura. Certo, la forma era molto simile a quella di Reala, e anche il modo di vestire, ma le somiglianze finivano lì. Tutto ciò che nel precedente avversario di Rouge era stato cupo e tenebroso, in questo nuovo arrivato esprimeva energia, luce e gentilezza, e persino il suo modo di volare, almeno stando a quanto le era stato dato di vedere, era in qualche modo meno brusco. Pareva che la strana creatura volesse mantenere a loro agio i suoi interlocutori quanto più possibile.

"Hmm... vedo che qui c'è qualcuno che non ho proprio visto, l'altra volta." esordì Nights, per poi fluttuare verso il gruppetto di abitanti di Mobius e presentarsi. "E non sembrate nemmeno esseri umani. Piacere di conoscervi, signori, il mio nome è Nights."

Sonic fece un sorriso gioviale, come se pensasse di non avere nulla da temere da quello strano essere. "Nights, eh? Non male, come nome... bel completino, tra l'altro!" commentò.

Amy sgranò gli occhi per la sorpresa. "S-Sonic... sei sicuro di poterti rivolgere a quel tipo con tanta cordialità?" chiese, stringendo nervosamente il suo immancabile martello con una mano guantata.

Il porcospino blu si voltò verso la sua autoproclamata fidanzata e strizzò un occhio. "Tranquilla, Amy, se fosse davvero qualcuno di cui dovremmo diffidare, non credo si sarebbe mostrato così alla leggera, non pensate?" chiese retoricamente. Accanto a lui, lo strano folletto di nome Nights chiuse gli occhi e rivolse al gruppo di Sonic un'espressione gioiosa e saccente al tempo stesso. "Ovviamente, questo non vuol dire che non possiamo fargli qualche domanda, giusto?"

"Hmph... immagino che tu abbia ragione." rispose Knuckles con un po' di riluttanza, e gettò uno sguardo severo a Nights mentre si avvicinava. "Credo che questo signorino abbia un po' di domande a cui rispondere... non credi anche tu, ladruncola?"

Rouge storse il naso nel sentirsi chiamare così, ma ignorò la provocazione di Knuckles, e si avvicinò a sua volta a Nights, agitando appena un po' le ali in modo da fare un po' più di effetto. "Sì, era quello che avevo in mente di fare." rispose con espressione sospettosa. "Okay, signor pagliaccio volante, credo che sia il caso di chiarire un po' di cose. L'altro giorno... o forse farei meglio a dire notte... mi è capitato per le mani un tizio molto simile a te, ma vestito anche peggio, che stava ammirando il panorama e stava dicendo un bel po' di cose che suonavano profonde e filosofiche, ma che alla fine erano tutte baggianate. Ne sai qualcosa? Ho un conto in sospeso con quel tuo... amichetto."

"Amichetto? Non è proprio così... ma lasciamo perdere." rispose Nights, il cui sorriso si fece ironico mentre alzava gli occhi al cielo. "Il suo nome è Reala, ed è il primo tra i servitori di Wizeman il Malvagio, il signore degli incubi. Una volta ero anch'io al suo servizio... poi, diciamo che ho aperto gli occhi, e ho deciso che non mi andava più di combattere per i cattivi."

"Giusto, giusto, non è poi quella gran bella cosa che dicono, vero?" rispose Sonic, per nulla indignato o sorpreso da quello che aveva sentito. "E... fammi indovinare. Questo Wizeman vuole entrare nel mondo reale per conquistarlo, vero? Più o meno, queste cose vanno tutte così..."

"Esatto! Vedo che ci intendiamo al volo, eh?" rispose tranquillamente Nights. Sonic fece un sorriso arguto e alzò il palmo della mano... e subito dopo, Nights gli diede un cinque in segno di intesa!

"Quei due si intendono in maniera incredibile... sono così simili che mi fanno quasi paura!" affermò Tails con un grosso gocciolone di sudore che gli scendeva dalla testa. Cheese emise un paio dei suoi versi acuti e cinguettanti per dire che era d'accordo con il volpino a due code.

"Beh... sentiamo quello che ha da dire il signor Nights." disse Cream. "Ho l'impressione che sarà molto importante."

Il folletto fluttuante prese fiato e si librò in aria di qualche centimetro, forse per fare più scena, o forse per dare un po' più di enfasi alle sue parole. "Wizeman è il signore degli incubi, come ho già detto. E da tempo immemore cerca di mettere le mani sul mondo dei sogni e sul mondo reale, per trasformare l'intero universo in un incubo in cui lui regnerà supremo." spiegò. "Ma Wizeman non è in grado di lasciare il suo mondo da solo, e anche i suoi scagnozzi, i Nightmaren, non possono esistere nel mondo reale per troppo tempo. L'unica possibilità che Wizeman ha di soddisfare le proprie ambizioni è di aprire un varco dimensionale e fare in modo che il mondo dei sogni e quello reale diventino una cosa sola. Ha già provato due volte in passato - una volta, è stato circa centodue anni fa, e in quel caso... beh, non faccio per vantarmi, ma è stato grazie al sottoscritto che il suo piano è fallito."

"Beh, se non altro, adesso possiamo stare tranquilli che sei dalla nostra parte!" affermò con sollievo Tails. "E la seconda volta?"

"E' successo esattamente due anni fa, in concomitanza con il centenario di questa città." rispose Nights, e per un attimo chiuse gli occhi, perdendosi nei ricordi di quella che era stata la sua più grande avventura. Provò un senso di nostalgia inusuale per una creatura del mondo dei sogni... chissà come stavano Elliot e Claris, e se erano sulla buona strada per realizzare i loro sogni?

"E' stato in quell'occasione che ho chiesto aiuto a due ragazzi di questa città, Elliot Edwards e Claris Sinclair... i due sognatori di cui Wiizeman aveva bisogno per aprire il varco tra i due mondi. O meglio, aveva bisogno della loro Ideya, l'energia sprigionata da tutti coloro che entrano nel mondo dei sogni." spiegò Nights, e si affrettò ad aggiungere delle spiegazioni ogni volta che gli sembrava che i suoi ascoltatori fossero perplessi.

"Centodue anni fa, e poi due anni fa... esattamente un secolo di scarto." notò Tails, la cui mente analitica aveva rapidamente notato questo particolare. "Quindi questo vuol dire che l'apertura di questo varco dimensionale può essere tentata soltanto una volta ogni secolo, giusto?"

"Ma se è così, allora perchè questo Wizeman si fa vivo di nuovo adesso? Sono passati soltanto due anni dall'ultima volta che ha provato, quindi... in teoria non potrebbe farlo." notò Knuckles.

"Immagino che questo significhi che ha trovato un modo per... diciamo così... barare e tentare di nuovo senza dover aspettare, vero?" fu la logica conclusione di Rouge, che non potè non provare un certo orgoglio quando il folletto fluttuante le confermò che in effetti era così.

"Ma... non so come abbia fatto. Quello che so per certo è che ha qualche trucco che gli consentirà di riunire le due dimensioni, e che farà la sua mossa molto presto." affermò. "E visto che io sono una possibile minaccia al suo piano, ha mandato Reala e Jackle, due dei suoi scagnozzi più potenti, a darmi la caccia. Per fortuna sono riuscito a sfuggirgli, ma ho l'impressione che non si arrenderanno tanto facilmente."

"E visto che sei una creatura del mondo dei sogni, non puoi esistere a lungo qui nella realtà, dico bene?" chiese Sonic. "E cosa hai intenzione di fare?"

Nights non diede l'impressione di essere troppo preoccupato. "Oh, non sono sopravvissuto per tutto questo tempo ai trucchetti di Wizeman e dei suoi scagnozzi soltanto con la fortuna! Ho un bel po' di assi nella manica! Comunque, quello che vi chiedo di fare in questo momento è dire ai vostri amici umani... in particolare al vostro amico Christopher... che loro saranno la chiave per permettere a Wizeman di raggiungere il nostro mondo, e che solo con il loro aiuto riusciremo a fermare le sue ambizioni. Purtroppo non posso rimanere molto a lungo, ma... spero di esservi stato d'aiuto." affermò. "Ora... vi devo salutare. Mi raccomando, cercate di esserci durante la visita alla Twin Seeds Tower. E' questo posto la chiave di tutto."

"Ricevuto! Non ti preoccupare, saremo pronti!" rispose Sonic facendo il segno dell'okay a Nights. "Mi raccomando, tu cerca di restare intero... e non farti prendere da Wizeman! Quando arriverà il momento... gli daremo noi una lezione che non si aspetta!"

"Certo che sei ottimista, Sonic... da come ne parla Nights, questo Wizeman è un avversario formidabile!" commentò Tails con un pizzico di nervosismo. "Come fai a dire che saremo in grado di sconfiggerlo?"

Sonic si passò un indice sotto il naso, sorridendo astutamente. "Oh, tranquillo, amico mio! Sono sicuro che abbiamo affrontato di peggio! Non potrà essere peggio di Perfect Chaos o BioLizard, in fondo!" affermò... e il resto dekl gruppo non potè che dargli ragione, anche se con un pizzico di riluttanza. Certe volte, Knuckles desiderava davvero che Sonic prendesse un po' più sul serio certi problemi... ma del resto, se erano riusciti ad arrivare fin lì malgrado i modi di fare di quello sciocco, non c'era motivo di credere che non sarebbe andata così anche in seguito.

Nights disse di sì con la testa, contento di poter contare su alleati così in gamba. "Perfetto. Io cercherò di scoprire qualcosa di più su cosa vuole fare Wizeman." affermò. "Se riuscissi a scoprire come farà a forzare la connessione tra i due mondi, allora avremo migliori possibilità di fermarlo."

"E noi saremo pronti in ogni caso!" rispose Sonic. "Ci si vede, Nights! E spero che avremo il tempo di chiacchierare di più! Alla prossima!"

"Grazie di tutto, signor Nights. Mi raccomando, abbia cura di sè." rispose Cream con un elegante inchino, e anche il resto del gruppo salutò Nights un attimo prima che quest'ultimo svanisse nell'etere, di ritorno nel misterioso mondo onirico dal quale proveniva...

 

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CONTINUA...                               

 

 

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Capitolo 7
*** Sogni che diventano incubi ***


Sonic X: Gate of Your Dreams Director's Cut

Una fanficton crossover (Sonic X / NiGHTS Into Dreams) scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 7 - Sogni che diventano incubi

 

"E così, quando ho colto l'occasione giusta, sono scattato... e ho segnato un bel canestro! Tre punti secchi!" 

"Hehehee.. niente male, Danny! Ma sono convinta che avrei saputo farlo anch'io! La loro difesa era completamente sguarnita!"

"E' stata davvero una bella partita, Danny! Sono rimasta senza parole, lo ammetto!" esclamò la bionda Helen. 

Per quella sera, dopo la cena al ristorante dell'albergo, Chris e il suo gruppetto di amici si erano riuniti nella camera che il ragazzino condivideva con Danny. Con loro, in quel momento, c'erano la rossa Francine... e ovviamente Helen, e tutti loro davano l'impressione di stare godendsi quella serata come poche altre in vita loro. Tra l'eccitazione di essere in gita, la novità di questa esperienza, e il fatto di avere tutta una serata a loro disposizione, potevano tutti dire di stare vivendo un momento indimenticabile.

"Non sapevo che ti piacesse la pallacanestro, Helen..." commentò Danny, sinceramente sorpreso da quell'affermazione della biondina. Del resto, pensò tra sè, forse avrebbe dovuto aspettarselo. C'erano diverse cose di Helen che non si aspettava... 

Helen sorrise radiosa e si spostò leggermente sulla sua sedia a rotelle, quasi volesse imitare un giocatore di pallacanestro che corre sul campo. "Sì, lo so, non sono molte le ragazze a cui piace... ma io l'ho sempre trovato eccitante!" rispose allegramente. "Voi dite che ci sarà la possibilità di vedere qualche partita, durante la festa dell'anniversario?"

"Beh... durante il centenario c'è stata un'importante partita tra le squadre delle scuole più importanti di Twin Seeds!" rispose Chris, contento di riuscire a ricordare quel particolare. Aveva dieci anni allora, e ricordava di aver visto i festeggiamenti per il centenario di Twin Seeds in televisione... e tra questi, c'era stata una partita di pallacanestro particolarmente eccitante e combattuta, vinta all'ultimo momento dalla squadra che era stata data per sfavorita. "Diamoci un'occhiata attorno, durante la festa! Chissà che non vediamo qualcosa di interessante!"

"Fantastico! Sono sicura che ci divertiremo!" esclamò entusiasta Francine. Poi, riportandosi alla realtà e ricordandosi che avevano pur sempre un orario entro il quale avrebbero dovuto rientrare in stanza, decise che era il momento di fermarsi lì, per quella sera. "Oh, cavolo... però guardate un po' che ore sono! E' meglio che io ed Helen torniamo in camera. Non vorrei che il prof ci beccasse fuori dalle nostre stanze proprio mentre scatta il coprifuoco..."

"Capisco... peccato, è stata davvero una bella serata." commentò Chris. Lui stesso era sorpreso da quanto si fosse goduto quei momenti assieme a Danny, Francine ed Helen... aveva passato così tanto tempo e così tanti momenti incredibili con Sonic e la sua banda, che aveva praticamente dimenticato come ci si sentiva in mezzo ai suoi compagni. Una parte di lui era contenta... mentre l'altra era preoccupata. Aveva una vaga paura che questo avrebbe voluto dire... che lui e Sonic si sarebbero allontanati. Perchè doveva essere così, poi? Era sicuro che l'amicizia tra lui e Sonic fosse salda, e qualcosa di unico e speciale... era convinto che non si sarebbe mai sentito a suo agio come quando era con quell'intraprendente riccio blu che una notte, soltanto qualche mese fa, era piombato di colpo nella piscina di casa sua.

Già... un riccio blu proveniente da un altro mondo, dove lui e i suoi compagni combattevano contro le ambizioni del perfido Dr. Eggman... 

E cosa sarebbe successo quando Sonic, Tails, Knuckles e tutti gli altri fossero dovuti tornare a casa? Perchè non era una questione di se, era una questione di quando... Era una cosa a cui Christopher non aveva pensato, o forse non aveva voluto pensare, ma la realtà era che presto o tardi sarebbe arrivato il momento. E allora cosa avrebbe fatto, e come si sarebbe sentito?

"Chris? Tutto okay, amico?" chiese Danny, agitando una mano davanti al viso del suo amico come se volesse svegliarlo da un torpore. Chris sbattè gli occhi e si concentrò immediatamente sul gruppo dei suoi amici, vedendo di nuovo Francine ed Helen vicino alla porta d'uscita, con la rossa che  spingeva la carrozzella della sua amica. "Le ragazze stanno per tornare in camera, quindi.. ho pensato che ti avrebbe fatto piacere salutarle."

"Giusto, scusate..." rispose Chris con un sorriso imbarazzato. "Ehm... allora, ragazze, ci vediamo domani? Il professor Stewart ci aveva detto di trovarci tutti nella hall dopo colazione... alle nove, giusto?"

"Tranquillo, Chris, ce lo ricordiamo! Non mancheremo!" rispose la biondina. Fece un occhiolino e un cenno di saluto, prima che lei e Francine uscissero dalla stanza di Chris e Danny, e tornassero verso la loro... e il ragazzo castano sospirò e si voltò verso Danny. 

"Beh... credo che sia meglio se ci prepariamo ad andare a letto anche noi. Domani ci aspetta una giornata piuttosto impegnativa." rispose il ragazzino di colore. "A proposito, Chris... Sonic e gli altri non si sono più fatti vedere, o sì?"

"Ecco... in realtà ho visto Sonic un po' prima di cena. Mi ha detto che lui e il resto del gruppo andavano a fare un giro per conto loro a Twin Seeds." rispose Chris. "Mi chiedo cosa volessero andare a vedere, in realtà... temo che abbiano paura che stia per accadere qualcos'altro di terribile."

Danny diede una pacchetta amichevole sulla spalla del suo amico, allo scopo di non farlo disperdere in pensieri deprimenti. "Lo so, ci sono stati dei grossi problemi ultimamente, tra quello che è successo con Chaos a Station Square, e con la stazione ARK... ma adesso è tutto passato, vero?" chiese. Chris ebbe l'impressione che Danny volesse rassicurare sè stesso quanto lui, e decise che era meglio cercare di essere ottimisti, o almeno di sembrarlo.

"Sì, è vero... la Terra ha rischiato grosso per ben due volte di fila, e adesso... non ci sarà una terza volta!" rispose con un sorriso che cercava di essere più confortante possibile. 

Tra sè, tuttavia, sperava che Sonic e i suoi compagni si stessero davvero preoccupando per niente. Anche se il ricordo di quella strana creatura, Nights, e del sogno in cui aveva parlato con lui non gli permettevano di essere troppo ottimista...

    

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Sonic eseguì una spettacolare frenata, puntando i talloni a terra e strisciando rumorosamente in una traiettoria curvata che sollevò una piccola nube di polvere. Con fare vanitoso, il porcospino blu si tolse la polvere di dosso e si strofinò un indice sotto il naso, rivolgendosi poi ai suoi amici che arrivavano dietro di lui. "Visto? Che ve ne pare, ragazzi? Ancora una volta sono io il primo! Devi farne ancora di corse, mio caro Knuckles, se vorrai mettermi in difficoltà nella corsa!" commentò, rivolto allo scorbutico echidna rosso che stava arrivando con il fiato corto.

"Uff... uff... già, facile dirlo, per te!" brontolò mentre si metteva a posto le spine. "Nessuno di noi è veloce come te! Sono sicuro che se io sfidassi te ad una caccia al tesoro, vincerei senza problemi!"

"Heheheee... tutte scuse per non tentare, vecchio mio! Se tu ti allenassi a correre ogni giorno come faccio io... credo che riusciresti a darmi un po' di filo da torcere. Soltanto un po', si intende!" scherzò Sonic con una strizzata d'occhio. Sentì un sospiro vagamente esasperato provenire da sopra di lui, e vide Tails che si calava lentamente a terra, usando le sue due code come il rotore di un elicottero. 

"Eddai, Sonic, non prendere in giro Knuckles! Anche se ammetto che qualche volta potrebbe essere un po' più amichevole!" scherzò il volpino a due code. Rouge atterrò poco più in là con un elegante movimento delle ali, che poi ripiegò sulla schiena... e per ultime, ecco arrivare Amy Rose e Cream, che sapendo di non poter competere in velocità con Sonic, si erano prese il loro tempo. "Allora, credo che con questo dovremmo essere a posto. Abbiamo visto che per ora in città non ci sono intrusi."

"Secondo me è meglio stare attenti, in ogni caso..." azzardò la graziosa coniglietta. "Il signor Nights ci ha pur detto che questo signor Wizeman è molto pericoloso e infido... non sappiamo come farà per raggiungere il nostro mondo."

Cheese, il suo inseparabile Chao, emise un paio di cinguettii, in accordo con la sua amica. "Chao! Chao!"

Ovviaente, ci voleva ben altro per far preoccupare Sonic. "Sì, lo sappiamo tutti. Non ti preoccupare, Cream, saremo pronti per tutto ciò che quel furfante ci manderà contro!" rispose con sicurezza. "Tranquilli, ragazzi, se siamo riusciti a sistemare il buon vecchio Eggman, questo Signore degli Incubi non potrà essere tanto peggio, vero?"

"Sono convinta che se dovesse arrivare fin qui, Sonic lo rispedirà da dove è venuto!" affermò Amy con orgoglio, il suo fidato martello appoggiato su una spalla. Per quanto Sonic non facesse mistero di quanto fosse fiero delle sue abilità, a volte trovava un po' imbarazzante l'adulazione della graziosa porcospina rosa. 

Knuckles alzò gli occhi al cielo. "Vorrei che a volte prendeste le cose un po' più sul serio, ragazzi... ma lasciamo perdere. Per adesso, credo che sia meglio prendersi un po' di riposo. Giusto nel caso quel Wizeman dovesse mettere in moto il suo piano domani..." affermò.

Questa volta, neanche Sonic ebbe nulla da dire in proposito. "Sì, è vero... su questo siamo perfettamente d'accordo." rispose tranquillo ma convinto il velocissimo porcospino blu. “Ma non vi preoccupate. Abbiamo visto di peggio che qualche megalomane che crede di poter venire qui dalla dimensione dei sogni per conquistare il mondo, giusto? Okay... vado a vedere se Chris è già nel mondo dei sogni! Ci si vede domattina, ragazzi!”

“A domani, Sonic...” rispose Tails, ancora non troppo convinto, mentre il suo migliore amico schizzava via a razzo. 

“Credo che gli servirà più tardi questo entusiasmo. Quel Reala che ho incontrato era uno scagnozzo di Wizeman, e se lui è un'indicazione precisa... allora non sarà un'impresa facile dare loro una lezione.” rispose Rouge.

Knuckles, tuttavia, non era ancora del tutto sicuro delle intenzioni della ragazza-pipistrello. “Va bene, sappiamo già quello che faremo, tutti quanti... tranne te.” affermò. “Quali sono le tue intenzioni, in tutto questo? Spero per te che non vorrai approfittare della confusione per fare qualcosa di losco...”

“Knuckles!” lo rimbeccò Amy.

Rouge sembrava divertita piuttosto che offesa dall'insinuazione del fin troppo diretto echidna rosso. “Chissà... ammetto che l'idea sarebbe anche divertente... D'altro canto, non mi dispiacerebbe incontrare di nuovo quel pagliaccio gotico e fargli capire con chi ha a che fare. Decisioni, decisioni...” rispose. Dal tono della sua voce, Knuckkles e gli altri riuscivano a comprendere che in realtà Rouge aveva già deciso cosa fare, e si divertiva a tenerli sulle spine...  

"Ugh... come al solito, con Rouge non si sa mai cosa aspettarsi." commentò Amy.

 

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Sonic appoggiò l'orecchio alla porta della stanza di Christopher e Danny. Come immaginava, quei due non erano ancora addormentati. Del resto, c'era da aspettarselo da due ragazzi di 11-12 anni che avevano la possibilità di godersela un po'. Meglio, così avrebbe avuto la possibilità di augurare loro la buona notte come si doveva.

Dopo che ebbe bussato alla porta, attese giusto un paio di secondi prima che Chris venisse ad aprirgli, e fece un gesto di saluto con una mano. "Ehilà, Chris! Eccoci di ritorno, ci siamo fatti un bel giretto per Twin Seeds!" esclamò. "Tutto bene, qui da te?"

"Ah! Ciao, Sonic! Sì, entra pure... Helen e Francine sono tornate nella loro stanza, ma adesso abbiamo ancora un po' si tempo..." rispose il ragazzino, contento di poter passare un po' più di tempo con il suo migliore amico. "Allora... ehm... come ti è sembrata Twin Seeds? A noi è piaciuta, ma... insomma, l'abbiamo vista solo di sfuggita."

"Ciao, Sonic!" lo salutò Danny. Il porcospino blu ricambiò il saluto e si mise comodo su un sofà.

"Aaaah, certo che qui si sta una meraviglia!" esclamò Sonic. "Non saranno comode come le poltrone della casa di Chris, ma non importa, mi posso adattare!" 

"Certo che hai una definizione tutta tua di adattarti, Sonic..." rispose Chris con una risata imbarazzata e un grosso gocciolone di sudore dietro la nuca! 

"Per rispondere alla tua domanda, è una città graziosa! Se l'avessi saputo prima, mi sarei fatto qualche corsetta fin qui!" commentò il porcospino blu. "Siamo andati a dare un'occhiatina alle strade principali, e mi sembra che stiano facendo davvero le cose in grande per questo anniversario! Ci sarà da divertirsi, ragazzi!"

"Se lo dici tu, Sonic..." rispose Chris, sperando che non accadesse niente di brutto il giorno dopo.

Sonic non era tipo che riusciva a restare fermo a lungo... e infatti, con uno scatto fulmineo, si alzò dal divano e si mise a posto di aculei. "Bene... abbiamo ancora un po' di tempo prima di andare a nanna! Che ne dite se ci raccontiamo un po' di storie?" propose. "E' una tradizione, quando si va in gita scolatica, lo sapete?"

"Ah! Raccontare storie..." rispose Danny colto di sorpresa. Si riscosse quasi subito, e si schiarì la voce. "Beh... se è per questo, sarò lieto! Allora, sedetevi qui, che cominciamo!"

Quella notte, Chris lo aveva già capito, non si sarebbe dormito granchè...

 

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Ma alla fine, nonostante tutto, anche Sonic, Chris e Danny dovettero arrendersi al sonno. I due bambini si erano infilati nei loro letti, e adesso dormivano della grossa, mentre Sonic si era "adattato" - sì, aveva di nuovo utilizzato questo termine - a dormire sul divano, avvolto in una coperta giusto per non sentire freddo.  

Una grande città come Twin Seeds non era mai del tutto addormentata. Le luci al neon, le insegne, i fari delle macchine... c'era sempre una certa frenesia di fondo. Ma la maggior parte degli abitanti, in quel momento, era addormentata già da un po'... e la notte era il momento dei sogni. Innumerevoli persone stavano inconsciamente facendo il loro viaggio soprannaturale verso quel mondo parallelo... e questo era il momento che qualcuno attendeva, per portare a termine la fase successiva del suo piano... 

Nessuno in quel momento avrebbe potuto vedere quello che stava per accadere. Tutto ciò che qualche spettatore avrebbe potuto vedere sarebbe stato qualche scintillio in aria... e dopo quello, una strana coltre, quasi impercettibile, di foschia argentata e dei giochi di luce iridati... Pochi istanti dopo, delle bizzarre e colorate creature apparvero dal nulla con un sibilo innaturale - grandi api variopinte, pecore dorate dall'espressione melensa, gusci di lumaca bianchi e rossi con due chele da granchio che fuoriuscivano da essi... queste e altre creature ancora più bizzarre stavano uscendo da quello strano "buco" nel mezzo del nulla, disperdendosi come tanti folletti sopra i cieli di Twin Seeds. I Nightmaren di Wizeman stavano già prendendo posizione. I preparativi per l'attacco al mondo della veglia erano stati ultimati, e ora l'attacco era in pieno svolgimento, senza che nessuno se ne rendesse veramente conto...

Nessun essere umano, per la precisione.

"Oh oooh, ma guarda che carini. Non so che tipo sia questo Wizeman, ma ha dei buoni gusti in fatto di scagnozzi." commentò Rouge. La ladra-acrobata era in piedi sul tetto di un grattacielo, vestita di una tuta nera completa in perfetto stile ninja, lasciando intravedere soltanto i suoi astuti occhi verdi, e stava osservando con attenzione l'invasione che stava iniziando. Lo spettacolo era unico nel suo genere, a modo suo... ma era il momento di darsi da fare, e fermare questo disastro, prima che fosse troppo tardi. "Bene... mi spiace di dovervi dare un benvenuto un po'... brusco, per così dire. Ma non vi posso certo permettere di fare quello che volete voi, piccolini."

Con un battito d'ali, Rouge prese il volo e si lanciò all'assalto contro le strane creature, prendendo di mira il gruppo più vicino. I piccoli Nightmaren non si erano aspettati che qualcuno fosse già lì per opporre resistenza, e vennero colti di sorpresa quando la ragazza-pipistrello si scagliò verso di loro girando sè stessa come una trivella, i piedi in avanti per sferrare un colpo micidiale! Due dei mostriciattoli simili ad api emisero un ronzio di sorpresa prima di essere scaraventati via dal colpo di Rouge, che poi svolazzò di lato per scansare un attacco da parte di una strana creatura simile ad un gigantesco cavalluccio marino verde che volava con le sue pinne. Due dei mostriciattoli simili a pecore rivolsero a lei la loro attenzione, e altre creature stavano cominciando a radunarsi attorno a lei.

"E con questo, direi che ho la vostra attenzione. Vediamo se mi prendete." li sfidò Rouge. Il cavalluccio marino verde puntò la sua bocca ad imbuto verso di lei e scagliò una sfera luminosa che risplendeva di vari colori... e quale sarebbe stato il suo effetto, Rouge non aveva voglia di scoprirlo sulla sua pelle. Con un colpo d'ali, si sollevò di quota e lasciò che il proiettile luminoso le passasse sotto, mancandola di alcuni metri. Immediatamente, alcuni dei mostriciattoli simili a pecore si gettarono verso di lei, ma Rouge si difese rapidamente - estese una gamba in fuori e fece una spettacolare piroetta, come una ballerina! Un calcio rotante travolse i mostriciattoli e li fece sparpagliare qua e là, e mentre questi cercavano di ripartire alla carica, Rouge eseguì una cabrata e si allontanò rapidamente dai misteriosi invasori. "Tsk tsk tsk... ne dovete fare ancora di strada, prima di prendere la regina dei ladri!"

Con espressone sicura di sè, la ragazza-pipistrello scansò una serie di colpi che i piccoli Nightmaren indirizzavano verso di lei, e metteva fuori combattimento le creaturine più vicine con i suoi poderosi calci. Un altro di quegli strani cavallucci marini verdi soffiò una nube di polverina luccicante contro di lei... ma Rouge, senza scomporsi, agitò le sue ali e creò una folata di vento che soffiò la polvere nuovamente in faccia al mittente. Mentre il Nightmaren si allontanava tossendo e starnutendo, Rouge si alzò ancora di quota...

E all'improvviso, la sua espressione sicura scomparve. Con suo enorme disappunto, Rouge vide che quello non era l'unico punto dal quale i Nightmaren stavano uscendo. Altri di quegli assurdi buchi invisibili si erano aperti in altri punti, a centinaia di metri sopra Twin Seeds... e la torre che dominava la città era avvolta da una strana ed innaturale luminescenza verde smeraldo, che proiettava una luce innaturale tutt'attorno! Un istante dopo, la luce si intensificò di colpo e illuminò quasi a giorno lo skyline di Twin Seeds... e Rouge sentì uno strano e fastidioso formicolio percorrerla dalla testa ai piedi. La ragazza-pipistrello strinse i denti e fu costretta a scendere sul tetto di un palazzo vicino. Sentiva che le ali si facevano pesanti, e che non riusciva a mantenere l'assetto di volo...

"Ugh... cavolo, questa non me l'aspettavo..." mormorò Rouge. I suoi stivaletti toccarono con uno schiocco il cemento della terrazza più vicina, e Rouge cercò di raggiungere il centro dello spiazzo... ma le ginocchia le cedettero di colpo, e la costrinsero a mettere le mani a terra per evitare di farsi male cadendo! "Ah! Ma che... ugh... che significa? Una ladra abile come me... che perde l'equilibrio... come una... marmocchia... ma cos'è questo, mi viene da... yaaaawn... addormen... tarmi..."

La voce di Rouge si fece più flebile tutt'a un tratto, e la vista le si annebbiò. La ladra-acrobata sentì il proprio corpo diventare più leggero, e non in un modo che a let faceva piacere. Era una sensazione di sonno innaturale, che la prendeva e la costringeva a stendersi a terra in preda ad un torpore oppressivo. Per quanto Rouge lottasse per restare sveglia - ed era pur dotata di una enorme forza di volontà - sentiva che la sua coscienza veniva meno...

"Era... un trucchetto... di quel Wizeman?" mormorò. Ormai le sue mani avevano perso la presa sul terreno, e i suoi sensi erano così annebbiati che a malapena si accorgevano della torma di mostriciattoli che stavano ormai invadendo i cieli di Twin Seeds... "Accidenti... ragazzi... state attenti... questi... non..."

Il sonno la colse prima che potesse finire la frase...

 

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Elliot mormorò qualcosa nel sonno e mosse involontariamente un braccio davanti al viso. Il ragazzo dai capelli blu era immerso nel sonno, anche lui avvinghiato negli effetti dell'incantesimo di Wizeman...

Nel suo sogno, era tornato a due anni prima. A quando lui e i suoi compagni si stavano allenando per la loro importante partita contro la squadra dei loro rivali. I tre amici si stavano passando abilmente la palla, ed Elliot aveva segnato una schiacciata... 

...ma subito dopo, ecco apparire la squadra di Roger.

Esattamente come era successo tempo prima, Roger era riuscito a sottrarre la palla ad Elliot, e aveva segnato a sua volta uno slam dunk che aveva lasciato senza fiato la squadra avversaria.

All'interno del sogno, Elliot era riuscito a rendersi conto di quello che stava accadendo. Quello era lo stesso sogno che aveva fatto due anni prima, quando aveva incontrato Nights... come avrebbe potuto dimenticarsene? Era stata la più grande avventura della sua vita...

E ora, sapendo di che razza di sogno si trattasse, sapeva anche cosa fare, o almeno sapeva come sarebbe andato. Adesso Roger gli avrebbe riso in faccia e gli avrebbe lanciato contro il pallone...

...

...ma non accadde niente del genere. Invece, il ragazzo biondo restò fermo al suo posto, come se non gli importasse nulla di aver umiliato Elliot al suo stesso gioco. Teneva lo sguardo basso, come se fosse stato depresso... e il pallone rotolò silenziosamente accanto a lui.

Elliot cercò di parlare, per chiedere cosa stesse accadendo... ma per qualche strano motivo, dalla bocca non gli uscì alcun suono...

Improvvisamente, Elliot sentì il terreno muoversi sotto i suoi piedi, come se stesse verificandosi un terremoto in miniatura... e ancora, nè Roger, nè i ragazzi delle due squadre si muovevano, come se fossero stati automi! Elliot capiva sempre più chiaramente che c'era qualcosa che non andava, anche se non era ben sicuro di cosa fosse.

Il pallone da basket abbandonato cominciò a crescere di colpo. All'inizio in maniera quasi impercettibile... ma poi, si espanse di colpo e raggiunse rapidamente le dimensioni di una macchina! Come se fosse dotato di volontà propria, cominciò a rotolare da solo... e il terreno, incapace di reggere al suo peso, si fessurò e si infranse con uno scricchiolio inquietante!

"Ah! Ma... ma che sta succedendo? Questo... questo è un sogno, vero? Allora perchè diamine non mi sto svegliando?" esclamò Elliot. Finalmente la voce gli era tornata... ma considerando tutto quello che gli stava accadendo attorno, non era certo questo a migliorare la situazione! Il cielo si era tinto di nero di colpo, come se una enorme macchia di inchiostro si fosse rapidamente espansa su tutta la volta celeste... e i suoi compagni e la squadra di Roger si trasformarono di colpo! I loro corpi sbiadirono, e al loro posto apparvero delle ombre dall'aspetto malefico e feroce, figure vagamente umanoidi fatte di oscurità che in qualche modo manteneva uno stato semi-solido e una forma appena definita! Dalle loro schiene emergevano due ampie ali da pipistrello, gli occhi erano rossi e fiammeggianti, e le loro bocche armate di denti affilati come rasoi tagliavano quasi a metà le loro teste. Una risata sardonica riecheggiò attorno ad Elliot mentre quest'ultimo riusciva finalmente a muoversi e a correre via, inseguito dal suo stesso pallone!

"Ora mi sveglio... ora mi sveglio, ora mi sveglio..." continuò a ripetere il ragazzino. Ma per quato cercasse di convincersene, l'incubo non terminava, e il pallone continuava ad inseguirlo, diventando sempre più grande, sempre più grande...

Elliot emise un grugnito di dolore quando, nella sua corsa, andò a sbattere contro un muro che fino ad un attimo prima non c'era, e finì seduto per terra, dove cercò nuovamente di rialzarsi per sfuggire alla palla da basket gigantesca che ormai copriva quasi del tutto il suo campo visivo. E quando la vista gli tornò del tutto... si accorse con suo grande sgomento che non aveva urtato contro un muro. Quella che gli era apparsa davanti era una mano gigantesca ricoperta da spessa pelle grigia simile a roccia, le dita grandi come tubature... e, particolare orribile, un gigantesco occhio privo di espressione, verde e lucente, che si apriva nel palmo e fissava il ragazzo!

Elliot si senti raggelare, ma non per quello che aveva visto. No, di per sè era inquietante, ma non abbastanza da lasciarlo così interdetto. Quello che veramente lo spaventava era il fatto che sapeva benissimo cosa volesse dire quella mano, ed era qualcosa che aveva sperato di non vedere mai più in vita sua!

"Che cosa? Questa mano... sei tu, Wizeman?" esclamò il ragazzo. Immediatamente, cinque sfere luminose grandi come palloni da calcio uscirono una dopo l'altra dal corpo di Elliot e cominciarono a ruotare attorno a lui come tanti pianeti in minatura attorno ad una stella. Una bianca, una verde, una gialla, una blu... e infine una rossa, che scintillava più delle altre. "Che... che significa? Ero convinto che ormai avessi rinunciato! Non ti avevamo dato una bella lezione, due anni fa?"

"DUE ANNI FA.. QUANDO SIETE STATI AIUTATI DA QUEL TRADITORE, NIGHTS, INTENDI DIRE?" rispose beffarda una voce tonante che eliminò del tutto qualunque dubbio potesse essere rimasto nella mente del ragazzo. Una risata simile ad una raffica di tuoni seguì la domanda retorica, ed Elliot si rese conto che il paesaggio in cui si trovava fino a un istante prima era scomparso, assieme al pallone gigantesco che minacciava di trasformarlo in una piadina. Ora, tutto attorno a lui era ancora più irreale - un vuoto senza fine in cui fluttuavano strani colori blu, viola, grigi... un caleidoscopio vertiginoso di luci, ombre e altre tinte innaturali che faceva bruciare gli occhi al ragazzo. 

"MA ORA LA SITUAZIONE E' DIVERSA, RAGAZZO. QUESTA VOLTA NIGHTS NON TI POTRA' AIUTARE." tuonò Wizeman. La mano di roccia si strinse attorno a lui, ed Elliot riuscì a malapena a trattenere un'esclamazione di angoscia. Se Wizeman avesse voluto, la sua mano lo avrebbe stritolato in un istante... e se fosse morto in quel "sogno", aveva il sentore che sarebbe equivalso a morire per davvero.

"L'ENERGIA DEI SOGNI CHE STO PER OTTENERE E' QUALCOSA CHE NON HO MAI VISTO PRIMA IN TUTTA LA STORIA DI QUESTO PIANETA!" esclamò il Signore degli Incubi. "UNA PERFETTA MESCOLANZA DI PAURA E SPERANZA, ENTRAMBE PORTATE ALLA LORO ESASPERAZIONE PER GLI EVENTI CHE SI SONO VERIFICATI DI RECENTE!"

"C-cosa?" esclamò il ragazzo dai capelli blu. Adesso sì che capiva a cosa si riferisse Wizeman, e gli apparve tutto molto più chiaro... "Stai dicendo che... si tratta dei sentimenti di paura e di speranza che si sono verificati... per la storia di Station Square e di quella stazione spaziale che stava per cadere sulla Terra?"

Wizeman sghignazzò compiaciuto. "PER ESSERE UNA CREATURA INFERIORE, ALMENO HAI UN CERVELLO CHE FUNZIONA." affermò. "ESATTO! QUESTA MESCOLANZA DI EMOZIONI E' ESATTAMENTE QUELLO CHE CERCO! E DA PARTE DI MENTI GIOVANI ED IMPRESSIONABILI COME QUEI BAMBINI... QUELLI CHE PIU' DA VICINO HANNO ASSISTITO A QUESTI EVENTI, E CHE PROPRIO ADESSO STANNO ANCORA CERCANDO DI ABITUARSI AD UNA VITA NORMALE!" 

"Hai... hai intenzione di impadronirti delle loro Ideya per aprire di nuovo un varco verso la Terra, vero?" Elliot si dimenò leggermente nella mano del Signore degli Incubi ancora invisibile... e davanti ai suoi occhi, apparve una tenue immagine di una testa enorme, coronata da un elmo decorato da degli spuntoni ramificati... un'immagine che Elliot aveva fissa in mente già da due anni prima.

"E TU E LA TUA AMICHETTA... NON SARETE LI' AD IMPEDIRMELO, QUESTA VOLTA!" fu la risposta che fece gelare adElliot il sangue nelle vene. Un'altra mano grigia e pietrosa apparve, stringendo una ragazza dai capelli fucsia sciolti e lunghi fino alle spalle, che cercava disperatamente di liberarsi, le cinque sfere colorate delle Ideya che fluttuavano attorno a lei...

"Claris!" Elliot chiamò la sua amica, che si voltò repentinamente verso di lui.

"E-Elliot!" esclamò con il fiato corto. "Mi... mi dispiace.. non... non so come sia accaduto... mi ha preso... e adesso..."

"Claris! A-almeno stai bene..." rispose il ragazzo. Le mani fluttuanti di Wizeman si mossero, portando i ragazzi davanti al palmo di un'altra mano aperta, il cui occhio li stava guardando quasi con bramosia.              

"MA CHE TENERA RIUNIONE. PECCATO CHE A ME NON PIACCIANO QUESTE STORIELLE ROMANTICHE." tuonò il demone. "VOI SIETE QUEI MOCCIOSI CHE HANNO OSTACOLATO I MIEI PIANI DUE ANNI FA. SE NON FOSSE STATO PER VOI E PER I VOSTRI RIDICOLI SOGNI, IL VOSTRO MONDO SAREBBE GIA' NELLE MIE MANI. QUESTA VOLTA, FARO' IN MODO CHE NON POSSIATE METTERMI I BASTONI TRA LE RUOTE."

Si sentirono una serie di risatine acute... e accanto al volto senza corpo di Wizeman apparvero altre creature, un gruppo di strani mostri che sembravano davvero usciti da qualche incubo! Alcuni di loro, Elliot e Claris li riconobbero subito: erano i Nightmaren che avevano spalleggiato Wizeman nel suo primo tentativo di impadronirsi del mondo della veglia! Il gigantesco dragone Gillwing, la donna cannone Puffy, il mostro acquatico Gulpo, il feroce felino Klawz, e il demenziale folletto Jackle! Mancava solo Reala, l'inquietante "gemello malvagio" di Nights...

Ma non erano i soli. C'erano degli altri Nightmaren, certamente altre creature che il Signore degli Incubi aveva creato in quei due anni! 

Una sorta di pallone colorato, con due braccia tentacolari e la testa di un clown mostruoso, che indossava un cappello da giullare...

Un camaleonte con addosso uno smoking dai colori assurdi, una tuba da mago altrettanto variegata, e delle enormi carte da gioco che fluttuavano attorno a lui...

Una strana creatura composta da tre sfere metalliche tenute assieme da delle catene chiodate, ognuna delle quali aveva una testa da dobermann con dei collari ricoperti di spuntoni...

Un gigantesco piranha che indossava un elmetto da gladiatore, corte vibrisse da pesce gatto e le pinne ricoperte di orribili punte...

Una sorta di strega dalla pelle verde vestita di stracci grigi, con grandi occhi gialli dalle pupille ovali, e la coda di un gatto nero...

Un ragno gigante dal volto femminile, vestita alla maniera delle nobildonne Vittoriane, con quattro occhi languidi ed otto zampe segmentate...

"HOHOHOHOHOOOOOO! Ma guarda, ma guarda... chi si rivede! Mi sembra un'eternità da quando li abbiamo visti per l'UUUUUUUUULTIMA voltaaaaaaa!" Una voce femminile trionfante esclamò con una risata acuta. Più che parlare, sembrava cantare in uno strano falsetto... e non c'era modo di confondersi, in effetti: a parlare era stata Puffy, una Nightmaren simile ad un incrocio tra un pallone e una donna obesa vestita da pagliaccio, con un paio di lunghe orecchie da coniglio, che rimbalzava qua e là in maniera allo stesso tempo goffa ed inquietante. Le sue labbra rosse e gigantesche erano sollevate in un sorriso sardonico mentre guardava beffarda verso Elliot, il ragazzo che si era legato a Nights, e per colpa del quale lei era stata battuta due anni prima...

Jackle, il folletto semi-invisibile, rise di nuovo e fece volteggiare una carta da gioco gigantesca sulla punta di un indice guantato. "Hihihihiiiii! Sì, davvero una bella sorpresa! Sono sicuro che ci divertiremo, tutti quanti!" sghignazzò. "Soprattutto voi, miei cari ragazzi! Non mi sono dimenticato di come voi e Nights mi avete umiliato e avete impolverato il mio bel mantello!" 

"Certo che questo tizio è fissato con il mantello..." commentò sarcastico Elliot.

"Un giorno mi dovrai dire cosa hai combinato... mi sa che se l'è proprio legata al dito!" fu il commento di Claris. La piccola cantante deglutì nervosamente quando Jackle fluttuò accanto a lei e le mise un dito sul mento, costringendola a guardare il ghigno sardonico che attraversava il suo volto... "Ehm... s-salve... è... passato un po' di tempo, eh? Cosa... dicono le carte?"

"Che abbiamo in mano tutti gli assi, bambina!" ridacchiò Jackle. "Dobbiamo presentarvi tutti gli aggregati alla nostra allegra compagnia... ma avremo tutto il tempo dopo, per fare le dovute presentazioni! Per adesso... perchè non ci godiamo lo spettacolo? La Dimensione degli Incubi sarà presto molto affollata, ma credo che vedere come accadrà sarà ancora più divertente!"

"Perchè non date un'occhiata a quello che sta succedendo alla vostra bella città?" chiese il camaleonte. La sua lunga lingua vischiosa guizò fuori dalla bocca, e il lucertolone lanciò una carta da gioco che volò attraverso quel paesaggio innaturale. In una maniera che sfidava ogni legge della logica e della fisica, la carta aprì un lungo taglio nello sfondo, che si allargò di colpo per far vedere un'immagine di Twin Seeds che veniva aggredita da uno sciame apparentemente illimitato di creature dei sogni! 

Elliot e Claris restarono impietriti a guardare, intrappolati nelle enormi mani di Wizeman. Il Signore degli Incubi rise con cupa soddisfazione, mentre i due sognatori prescelti non potevano fare altro che guardare in preda all'orrore la loro città che veniva presa d'assalto dalle orde del regno degli incubi... e molto presto, la dimensione dei sogni sarebbe stata inghiottita dal caos!

 

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"Hmm... che diamine sta succedendo?" si chiede Sonic. Il porcospino blu si era svegliato di colpo, disturbato da una strana sensazione che gli penetrava nel cervello e che lui stesso non avrebbe saputo definire. Non aveva mai percepito nulla di simile, prima di allora, e non sapeva cosa potesse essere... neanche quelle volte che si era trasformato in Super Sonic aveva avuto questo strano sentore. "Stavo giusto sognando di aver appena battuto il mio record di velocità nella corsa nell'anello a 360 gradi... chi è che viene a disturbare proprio adesso?"

"Sonic!" la voce del suo migliore amico Tails lo chiamò, e il volpino a due code, accompagnato come da programma da Knuckles, Amy e Cream, apparve dall'altra parte del corridoio dove si trovava. In tutto questo, sembrava che nemmeno uno dei piccoli ospiti dell'hotel si fosse svegliato - meglio così, pensò tra sè il riccio blu, se avessero potuto risolvere questo problema senza che Chris e gli altri se ne accorgessero, sarebbe stato meglio e avrebbero evitato di spaventare qualcuno.

Tuttavia, dando un'occhiata fuori da una finestra vicina, anche il sempre ottimista Sonic non era sicuro che tutto si sarebbe risolto così facilmente...

"Ehilà, Tails. Ragazzi. Giusto in tempo. Avete visto anche voi quello che sta succedendo, vero?" rispose Sonic. Con un gesto del braccio, spostò una tenda in modo che fosse chiaro a cosa si stesse riferendo... e in quell'attimo, agli occhi di tutti apparvero orde di strani Nightmaren che stavano calando sulla città come tanti demonietti infuriati! Creature dalle forme e dai colori più strani che sembravano uscite dalla fantasia di qualche visionario pazzo, strane figure, esseri che sembravano dei puzzle di tante altre creature, oppure gli scarabocchi di un bambino che in qualche modo si erano animati.

Centinaia, migliaia di quelle strane creature scendevano minacciose su Twin Seeds... e dalla loro posizione, Sonic e i suoi compagni non potevano fare altro che stare a guardare. Almeno per il momento...

"Beh... certo che ce ne sono un bel po'!" commentò nervosamente Tails.

"Sono... sono tantissimi! Non riusciremo mai a fermarli tutti!" esclamò la piccola Cream.

Ma anche davanti ad una minaccia come quella, Sonic non era tipo da esitare. Il porcospino blu si sgranchì le mani e fece cenno ai suoi compagni di seguirlo. "Tranquilla, Cream... abbiamo già fermato un bel po' di disastri prima di questo. Tutto sta nel trovare il modo di fermare anche questo! Tails, credo che ci servirà il Tornado X! Dobbiamo trovare da dove arrivano tutte queste bestioline... e rimandarle al mittente! Diciamo al sommo Wizeman che il suo regalo non è gradito!"

"Avevo giusto bisogno di sgranchirmi un po' le mani!" affermò Knuckles con una smorfia di sicurezza. Amy stava già preparando il suo inseparabile martellone, e Cheese prese fiato per cercare di calmarsi.

Tails sembrò pensare su per un attimo alla richiesta di Sonic, poi disse di sì con la testa. "Va bene... non so esattamente cosa potremo fare, ma almeno il Tornado X ci permetterà di arginare l'avanzata di queste strane cose! Presto, seguitemi!" affermò il volpino a due code. Immediatamente, il gruppetto di animali umanoidi si precipitò fuori dall'albergo, per trovarsi di fronte allo spettacolo della Twin Seeds Tower, visibile in lontananza, che emanava una strana luce verdina...

Sulle prime, Sonic e i suoi compagni non sentirono nulla di strano. Poi, accadde qualcosa che nessuno si era aspettato. Sonic si sentì improvvisamente rallentare - e per un velocista come lui, era una sensazione molto irritante. La vista cominciò ad annebbiarsi, prima in maniera impercettibile, poi di colpo fu come se gli fosse scesa la nebbia sugli occhi. La testa si fece pesante, e il porcospino blu cominciò a barcollare, fino a ritrovarsi a doversi reggere con una mano ad un muretto vicino!

"Ugh... ma che mi succede? Mi sembra di dovermi addormentare... Yaaaaaawn!" mormorò, terminando la frase con un rumoroso sbadiglio. Lentamente, si voltò indietro per vedere come stessero i suoi compagni... e con suo grande allarme, vide che Tails e le ragazze erano distesi a terra, e stavano già dormendo come ghiri! Knuckles era ancora in piedi, ma era chiaro che lo sarebbe stato ancora per poco... l'echidna rosso si stava tenendo la testa tra le mani, e barcollava come se fosse stato ubriaco. "Knuckles... che sta... succe... dendo... le ragazze..."

"Non... non lo so... ugh... devo... resistere... non posso addormentarmi... come un... pivello..." mormorò. Il guardiano degli Smeraldi del Caos sbadigliò nuovamente, e questa volta, le gambe non lo ressero, e cadde in ginocchio, usando i pugni per cercare di sorreggersi. Ma non c'era nulla da fare. Quel desiderio di addormentarsi stava pervadendo ogni meandro della mente dell'echidna, che cercò faticosamente di trascinarsi con le mani. Anche Sonic non potè fare altro che cessare ogni resistenza, e accasciarsi sul freddo marciapiede, sotto un lampione appena fuori dall'albergo. 

"Ugh... questo è... un... trucco di... Wizeman?" mormorò Sonic, un attimo prima che le forze gli mancassero del tutto. L'eroico porcospino blu chiuse gli occhi e piombò nel sonno come Amy, Cream e Tails prima di lui. Knuckles era ancora sveglio, ma soltanto per poco... strinse i denti, in un ultimo tentativo di opporre resistenza a quell'assurdo sortilegio, poi i suoi muscoli si rilassarono completamente, e Knuckles scivolò a sua volta nelle braccia di Morfeo... o in questo caso, nelle mani avide del Signore degli Incubi, che non attendeva altro per portare a termine il suo ambizioso piano.

Ormai, tutta Twin Seeds era sotto il controllo di Wizeman. Tutti i suoi abitanti, tutti i visitatori, erano caduti in un profondo sonno... da dove il crudele tiranno avrebbe facilmente potuto trascinarli tutti nella sua dimensione, compresi i bambini di Station Square!

 

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Christopher Thorndyke non era molto sicuro di cosa fosse successo. Le ultime cose che ricordava, quella sera, era che aveva passato un po' di tempo a giocare con Sonic e Danny prima che venisse il momento di andare a letto. E adesso... questo doveva essere un sogno, giusto? Si trovava in un posto davvero strano... sembrava una sorta di bizzarro incrocio tra un immenso giardino e una villetta che si affacciava su una spiaggia immensa, con un mare di un colore blu talmente intenso da non sembrare possibile. Le collinette tutt'attorno erano coperte di fiori di colori vivaci, e il ragazzino aveva l'impressione di vedere qualcosa in lontananza, che giaceva sui prati verdi tra le mura di marmo della villetta - un orologio gigantesco, i cui numeri erano fatti di fiori, e le cui enormi lancette segnavano in quel momento l'una di notte. Una grande piscina svettava nel giardino, vicino all'edificio principale, e l'intero complesso dava l'impressione di essere davvero ben tenuto... anche se non c'era nessuno in vista e non sembrava abitato da nessuno! 

Invece che uccelli, in aria volava uno stormo di strani pesci dai colori sgargianti... e qua e là, in maniera apparentemente casuale, il luogo era ulteriormente decorato da numerose fontane e giochi d'acqua che creavano degli spettacolari arcobaleni a mezz'aria.

No, non c'era dubbio, questo posto non poteva essere che un sogno. Un sogno che Chris trovava davvero piacevole... se non fosse stato per uno strano particolare...

Cos'era quella strana macchia viola nel cielo che si stava ampliando sempre di più?

 

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CONTINUA...

 

Note dell'autore: Nulla da dire, a questo punto. Finalmente l'azione comincia ad entrare nel vivo... e ci sarà molto da fare sia per Sonic che per i suoi amici! Ognuno avrà il suo ruolo da ricoprire, quindi state tranquilli, e pensate che ci sarà da divertirsi!

Vi faccio anch'io tutte le raccomandazioni del caso. Restate a casa, fate del vostro meglio per non ammalarvi, e speriamo che l'Italia e il mndo si tolgano da questa situazione difficile al più presto!

Ci si vede! :)                                

 

 

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