By chance di cabin13 (/viewuser.php?uid=919960)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di bei musetti e favori (non) chiesti ***
Capitolo 2: *** Gare di ballo molto poco punk ***
Capitolo 3: *** Pessime scommesse, ottimi amici ***
Capitolo 4: *** Un bacio al sapore di tequila ***
Capitolo 5: *** Di foto e rivelazioni sorprendenti ***
Capitolo 6: *** Incontri troppo ravvicinati e sorrisi ebeti ***
Capitolo 7: *** Influenza e aiuti inaspettati ***
Capitolo 1 *** Di bei musetti e favori (non) chiesti ***
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.
Per la challenge "Slot machine" di Juriaka
sul forum di EFP.
Scegli
un fandom e scrivi una lista di dieci personaggi casuali numerandoli da
uno a dieci; la lista servirà da base per utilizzare i
prompt con cui scrivere le storie.
La mia lista:
1- Izuku Midoriya
2- Ochaco Uraraka
3- Katsuki Bakugou
4- Denki Kaminari
5- Kyoka Jirou
6- Momo Yaoyorozu
7- Eijirou Kirishima
8- Shouto Todoroki
9- Mina Ashido
10- Tsuyu Asui
.
.
Di
bei musetti e favori (non) chiesti
[Prompt #1: 4 trova
un cane/gatto abandonato, ma non può tenerlo e lo lascia
davanti casa di 2 o 6]
Kaminari
Denki non ce l’aveva fatta a resistere.
Le
sue pupille dorate si erano incrociate con gli occhioni
nocciola della bestiola e poi, bam!,
era rimasto fregato. Sotto un gelido acquazzone, in uno scalcinato
vicolo di
quart’ordine, il ragazzo aveva rinunciato alla copertura del
suo ombrello per raccogliere
tra le braccia quella palla di pelo scura e infreddolita.
Il
problema, a cui lì per lì non aveva pensato, era
che il
regolamento della U.A. non permetteva di tenere in dormitorio animali
domestici
– certo, il coniglietto di Koda e Bakugou erano
un’eccezione, ma l’unica volta
che l’aveva fatto notare gli era quasi esplosa la faccia
– e lui non aveva idea
su dove portare il suo nuovo amico. Aizawa, dopo averlo fulminato sul
cancello
d’ingresso della scuola, era stato così magnanimo
da concedergli tre giorni di
tempo per trovare una casa al cane; del resto, dietro quegli abiti
trasandati e
quelle occhiate taglienti, il professore nascondeva un buon cuore.
Scartando
a priori i suoi genitori perché erano sempre fuori
casa, Koda che aveva già fin troppi animali, Katsuki,
Fumikage e Minoru perché
non si sarebbe fidato nemmeno sotto tortura e altri compagni che non
gli
sembravano adatti, all’eroe elettrico non restavano molte
alternative. Argh. Forse qualcuna
delle ragazze…
…
Momo! Come mai non gli era venuto in mente prima?
La
vice capoclasse era la candidata perfetta, gentile e
responsabile, oltre che abbastanza benestante da permettersi di
accudirlo senza
troppe preoccupazioni. E
se non proprio
lei, una schiera di maggiordomi e assistenti.
Peccato
che i tre giorni fossero quasi scaduti, e Denki non
avesse né tempo né idea di come riuscire a
convincerla: non poteva mica
lasciarle la bestiola in uno scatolone con un biglietto davanti casa.
Oppure
sì?
---
Momo
non aveva avuto cuore di dire di no a quegli occhioni
languidi e a quel musetto simpatico, meno di un minuto e Sparky
l’aveva già
conquistata; a ben pensarci non sarebbe servito nemmeno buttare
giù due righe
sconclusionate su un biglietto stropicciato.
Il
giorno successivo, a scuola, Creati gli aveva
cortesemente chiesto di avvertirla in anticipo se intendeva regalarle
altri
animali, al che Mineta aveva preso a frignare credendo che tra loro ci
fosse
chissà cosa. Dovette sopportare i piagnistei del
più basso per tutto il giorno,
ma pensando a Sparky che
correva in un
giardino largo quanto un campo da calcio si disse che ne era valsa la
pena.
.
.
Hola gente
Spero che questa
flash possa risultare in qualche modo divertente, ho cercato di evitare
il più possibile di cadere nel banale (anche se credo
proprio di non esserci riuscita...) Il titolo non è molto
originale e non mi convince più di tanto, as usua -
perché allora mi ostino a dare i titoli alle mie storie non
lo so nemmeno io...
Sparky è
il che Denki ha dato al cane, mi sa che è un po' scontato ma
vabbé.
Ringrazio chi
recensirà e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
Adios
|
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Capitolo 2 *** Gare di ballo molto poco punk ***
.
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Per
la challenge "Slot machine" di Juriaka sul forum di EFP.
Scegli
un fandom e scrivi una lista di dieci personaggi casuali numerandoli da
uno a dieci; la lista servirà da base per utilizzare i
prompt con cui scrivere le storie.
La mia lista:
1- Izuku Midoriya
2- Ochaco Uraraka
3- Katsuki Bakugou
4- Denki Kaminari
5- Kyoka Jirou
6- Momo Yaoyorozu
7- Eijirou Kirishima
8- Shouto Todoroki
9- Mina Ashido
10- Tsuyu Asui
.
.
Gare
di ballo molto poco punk
[Prompt
#2: 10 (Tsuyu) adora il latino-americano, ma necessita di
un partner così inganna 4 o 5 (Kyoka) trascinandolo
in una gara di ballo]
Ochaco
quella sera aveva un appuntamento con Deku e Mina
sarebbe stata impegnata tutta la settimana assieme a Kaminari per delle
classi
di recupero a cui dovevano obbligatoriamente essere presenti, visti i
loro
pessimi risultati in materia di studio.
Con
la sua migliore amica e la miglior ballerina della
classe fuori gioco, Tsuyu era davvero in difficoltà. A chi
altro poteva
chiedere di venire con lei ad una gara di ballo latino americano? E
poi,
soprattutto, poteva sperare che questa fantomatica persona mantenesse
il
segreto e non andasse a spifferare ai quattro venti che la placida e
schietta
ragazza rana avesse un’incontenibile passione per la danza
d’oltre oceano?
Trovare
un candidato ideale era stato molto complesso, anche
era stato piuttosto semplice escludere già in partenza
Mineta.
Tra
le sue amiche, non era sicura che Momo sapesse come
ballare latino e Hagakure era troppo chiacchierona, rischiava di
lasciarsi
sfuggire la notizia per sbaglio in seguito nonostante avesse giurato di
non
farne parola.
Kyoka
invece aveva il ritmo nel sangue, suonava musica da
chissà quanti anni e copriva diversi generi. Però
il problema più grande
sarebbe stato convincerla a superare la sua gigantesca timidezza per
muovere
passi di danza in un colorato abito coperto di paillettes; sarebbe
servito del
tempo che ad Asui mancava.
Quello
che aveva messo in atto era stato poco eroico, ma
senza dubbio efficace.
La
violetta non aveva sospettato di nulla quando Tsuyu le
aveva proposto di accompagnarla in un nuovo caffè dove
sarebbe stato presente a
suonare anche un gruppo punk rock, spiegandole che era curiosa di
conoscere
questo tipo di musica e confidava nell’esperienza
dell’amica. Quest’ultima
aveva accettato quasi subito. Non appena aveva intuito di essere stata
fregata,
per fortuna di Tsuyu, era troppo tardi perché potesse fare
marcia indietro.
Varcata
la soglia del locare, Jirou era rimasta molto
colpita dalla quantità di gente presente e dal grosso spazio
al centro della
struttura, qualcosa di simile ad una pista. La verdina però
era stata
previdente: l’aveva già messa al corrente di
questo, usando come scusa il fatto
che ad esibirsi non ci fosse solo la band punk ma anche altri gruppi di
generi
differenti.
C’era
ancora un po’ di tempo prima dell’esibizione,
così la
ragazza rana andò ad iscrivere entrambe –
spingendo l’eroina della musica ad
occupare finché lei “andava a prendere da
bere” – e poi recuperò dal magazzino
gli abiti di scena che un giovane dello staff le aveva tenuto da parte
su sua
richiesta.
Kyoka
si impuntò a non voler indossare quel vestito tutto
luccicante
e minacciò di volerla piantare in asso, furiosa come non
mai: era stata
ingannata da una sua amica, a lei il latino americano non piaceva per
niente ed
era decisamente troppo timida per esibirsi di fronte a così
tante persone.
–
Inoltre, cara Tsuyu, – aveva aggiunto con occhi di brace
–
io non ho idea di quali siano i passi per questa benedetta gara!!
Ma
l’altra non si era fatta cogliere impreparata,
mostrandole all’istante la semplice coreografia che aveva
ideato; la corvina
avrebbe potuto impararla benissimo nel giro di un’ora se si
mettevano subito
all’opera. Tuttavia era arrabbiata, e non poco.
–
Senti, se volevi che qualcuno ballasse con te, perché non
me l’hai chiesto normalmente?
–
Tu avresti risposto subito di sì? –
replicò con
tranquillità la verde. – E poi, cra,
non
è una cosa che amo far sapere in giro. Mi vergognavo a
chiedertelo a scuola o
per messaggio, con il rischio che magari qualcuno mi
scoprisse…
Qualcosa
nell’espressione di Jirou sembrò mutare a quelle
parole: l’amica, come lei, aveva una passione che non
rientrava nell’ambito
dell’eroismo ed era molto timida al riguardo. Le parve di
rivedere se stessa
durante il festival culturale del primo anno, quando quel genio di
Denki aveva
sbandierato ai quattro venti il suo interesse per la musica e lei aveva
desiderato di sprofondare per l’imbarazzo.
Tsuyu
era nella stessa situazione, più o meno – per sua
fortuna
in giro non c’erano futuri fidanzati biondi e idioti che
chiacchieravano troppo.
La
violetta sospirò. – E va bene, ti darò
una mano;
insegnami quei passi e fammi vedere come mettere quel coso, spero solo
di non
sembrarci un fagotto coi lustrini. Ma la prossima volta che in
città fanno davvero un
concerto punk, sai già a chi
chiederò.
.
.
Hola gente
Il finale di questa
seconda shot è stato un po' problematico, più che
altro perché fino all'ultimo non sapevo nemmeno io se far
accettare Kyoka o meno, poi nelle ultimissime righe ho pensato "naah,
sarebbe troppo da stronzi se non la facessi accettare..."
Spero vivamente che
Tsuyu non sia troppo OOC, ho cercato di fare del mio meglio ma boh,
lascio a voi il giudizio finale
Chi ha colto la
(palese) reference ai DekuRaka e quella (forse palese, forse no) ai
KamiJirou eh? eh? eh? No, okkei, non faccio ridere, ma è che
non ho saputo resistere ed è stato più forte di
me, ho dovuto inserirli...
Ringrazio chi
recensirà e anche chi leggerà e basta. Oh, e
ovviamente Juriaka per aver creato la
challenge e per aver recensito il primo capitolo!
Alla prossima gente
Adios
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Capitolo 3 *** Pessime scommesse, ottimi amici ***
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Per
la challenge "Slot machine" di Juriaka sul forum di EFP.
Scegli
un fandom e scrivi una lista di dieci personaggi casuali numerandoli da
uno a dieci; la lista servirà da base per utilizzare i
prompt con cui scrivere le storie.
La mia lista:
1- Izuku Midoriya
2- Ochaco Uraraka
3- Katsuki Bakugou
4- Denki Kaminari
5- Kyoka Jirou
6- Momo Yaoyorozu
7- Eijirou Kirishima
8- Shouto Todoroki
9- Mina Ashido
10- Tsuyu Asui
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Pessime
scommesse, ottimi amici
[Prompt #3: 7
(Kirishima) perde una scommessa, deve invitare per finta un personaggio
a vostra scelta ad un appuntamento. Imprevisto!Bonus:
quella persona finirà per piacergli sul serio]
Avrebbe
dovuto intuirlo, che i manga nascosti nella scatola
sotto il letto di Aoyama fossero fumetti Hentai, ci sarebbe dovuto
arrivare sul
serio. Invece no, quella sua zucca dura si era convinta che il biondo
fosse un
tipo troppo puro ed innocente per quelle scene così volgari.
Denki e Hanta
erano di un’altra opinione e, chiacchiera dopo chiacchiera, i
tre avevano
finito per scommetterci sopra.
Come
ci erano arrivati a parlare dei giornaletti di Aoyama? Eijirou
si ricordava che l’argomento iniziale erano le loro compagne
di classe, poi con
una serie di associazioni di idee deliranti erano finiti a toccare il
tema “Yuuga”.
Lo
studente con il quirk di indurimento aveva perso di
brutto la sfida, perciò gli era toccato sottostare alla
regola stabilita dai
suoi amici: chi aveva torto avrebbe dovuto invitare fuori un delle
ragazze –
escluse Uraraka e Hagakure, non ci teneva a morire giovane, ucciso da
una coda
o da un calcio superforte. E avrebbe fatto meglio ad evitare anche
Jirou,
perché per quanto Kaminari si ostinasse a non ammetterlo,
era palese che l’interesse
di entrambi fosse reciproco.
L’unica
con cui non avrebbe rischiato di morire per il
troppo imbarazzo era Mina, dato che avevano alle spalle qualche anno di
conoscenza reciproca ed erano nello stesso gruppo di amici.
Perciò
eccolo lì, seduto sui gradini d’ingresso del
dormitorio ad aspettare che la rosa lo raggiungesse. Si stava
tormentando le
mani dal nervoso; lui non ci era mai uscito con una ragazza, ma non era
certo
un appuntamento romantico, quello. Quindi perché era
così agitato?
Non
ebbe il tempo di trovare una risposta, perché la porta
si spalancò all’improvviso e un’allegra
voce squillante lo fece sobbalzare. –
Ah, Kirishima sei già qui! Scusami, adesso andiamo?
Il
rosso annuì con fin troppa enfasi, mentre le guance
assumevano lo stesso colore dei suoi capelli. Non poté non
notare come la
compagna fosse più carina del solito, con quel vestito a
fiori arcobaleno, gli
anfibi scuri, la borsa a tracolla e il giubbetto di jeans tra le mani.
Per
tutto il tragitto dalla scuola al centro gli fu molto
difficile comportarsi in maniera naturale. L’intera
situazione aveva un che di
molto strano, seppur in senso positivo. Doveva continuare a ripetersi
che il
loro era un semplice incontro tra amici; dopotutto lo stava facendo
principalmente perché aveva perso la scommessa… O
no?
Il
suo piano iniziale era quello di rivelare a fine giornata
che l’appuntamento non era nulla di speciale, dopotutto era
stato costretto da
quelle due teste bacate che erano i suoi amici ad invitare fuori la
ragazza. Non
voleva che Mina si facesse idee strane e poi ci restasse male, ecco. Si
convinse
che il suo nervosismo era dovuto a questa ragione.
Il
programma della loro uscita non era nulla di speciale, le
solite attività che i normali sedicenni potevano compiere:
pranzare in un
locale carino ed economico, guardare un film al cinema o spassarsela in
sala
giochi, anche se per prima cosa si concedettero una passeggiata nel
centro, perché
era sempre affascinante vedere come i negozi moderni e più
famosi coesistessero
in armonia con le botteghe tipiche, nella stessa strada.
Camminando
fianco a fianco, le mani dei due ragazzi si
sfiorarono per caso più di una volta e Kirishima si
ritrovò ad arrossire,
mentre sentiva il cuore aumentare il battito forte come un tamburo. Dal
troppo
imbarazzo, si sforzò di concentrare l’attenzione
sulle vetrine piuttosto che l’amica
e per questo non si accorse della reazione di Mina.
Eppure,
per tutte le ore successive, Red Riot non ebbe occhi
che per lei: gli sembrò di conoscere davvero Ashido per la
prima volta in vita
sua, studiava il suo modo di fare entusiasta e naturale allo stesso
tempo, il
suo atteggiamento così allegro e pieno di
vitalità e si rese conto che a starle
così vicino gran parte del suo nervoso era soppiantato dal
divertimento. Nemmeno
con Sero e Kaminari uscire era stato così bello che con lei.
Il
bowling a fine pomeriggio fu il colpo finale. Entrambi non
giocavano da chissà quanto tempo, perciò
dovettero imparare di nuovo insieme e
poco ci mancò che Eijirou andasse in autocombustione; la
ragazza era riuscita a
ricordarsi il movimento per lanciare e gli stava correggendo la postura
con
tocchi delicati ed eleganti.
Sulla
via del ritorno, le meningi del povero rosso
lavorarono all’impazzata per elaborare un nuovo discorso,
molto diverso dall’originale
con cui si era preparato quella mattina. Forse suonava molto idiota, ma
lui con
la ragazza ci voleva uscire ancora, solo loro due; non era sicuro al
cento per
cento di cosa provasse davvero, ma stare con lei gli piaceva sul serio.
Prima di
varcare il cancello della U.A. Eijirou condusse la compagna verso una
panchina
poco distante.
–
Ecco, Mina, volevo dirti una cosa… –
esordì quando si
furono seduti. – Come dire… Riguardo
l’uscita di oggi… Sero, Kaminari ed io…
–
…avete fatto una scommessa, guarda che lo so! –
c’era una
nota amara nella risata della rosa, pareva un poco forzata.
–
Sì, abbiamo scommesso… – Kirishima
iniziò, dispiaciuto, ma
poi colse il reale senso di quelle parole e si voltò di
scatto a fissare la
compagna, incredulo. – Aspetta, lo sai?! Sai della nostra
scommessa su Aoyama?
–
Non tutti i dettagli, ma che c’era in ballo qualcosa lo
sapevo. Non siete esattamente molto silenziosi quando discutete, voi
tre. Fareste
degna concorrenza a Bakugou.
Il
possessore del quirk di indurimento fissava l’amica con
tanto d’occhi. Mina ridacchiò alla sua reazione e
fece per alzarsi, ma questo
servì a risvegliare il ragazzo, il quale le chiese di
aspettare ancora un secondo.
–
Non ho finito, non era… non era quello il punto centrale
del discorso. – ammise ad occhi bassi, e stavolta fu il turno
di Ashido di
rimanere stupita. – Quello che voglio dire è che
oggi mi sono divertito molto
con te. E… e se anche tu vuoi, possiamo uscire insieme altre
volte. Non so
dirti con sicurezza cosa provo, ma so per certo che sono stato molto
bene con
te e quindi, boh, se ti va ancora…
Red
Riot lasciò cadere la frase, incerto sul come andare
avanti. Aveva paura di non essersi spiegato bene, o magari al contrario
era
stato troppo ripetitivo e aveva mancato l’argomento
fondamentale. Temeva come l’avrebbe
presa la ragazza, era così teso che non si rese conto del
bacio sulla guancia
fino a quando Mina non si staccò.
–
Certo che mi piacerebbe uscire ancora solo io e te. Non sei
stato l’unico ad aver trascorso una giornata davvero bella.
– Dal tono si
capiva che Ashido stava sorridendo.
Insieme
si alzarono dalla panchina e si incamminarono fianco
a fianco verso il dormitorio, fantasticando su quello che avrebbero
potuto fare
nell’uscita successiva.
.
.
Hola gente
Scrivere questo
capitolo è stato un po' un parto, perché se come
lettrice non sono una grande fan delle storie in cui si narra il
primissimo appuntamento di una coppia, come scrittrice lo sono ancora
meno: è difficile trovare qualcosa di originale, e a
spiegare le dinamiche dei sentimenti di entrambe le parti ho sempre
paura di cadere nel ripetitivo e/o banale.
L'idea (molto
folle) dei fumetti Hentai sotto il letto di Aoyama non so come mi sia
venuta, non chiedetemelo e soprattutto non chiedetemi perché
proprio Aoyama. Non lo so nemmeno io.
Il titolo è dato a casaccio, perché non avevo
altre idee, anche se non c'entra proprio molto con il resto della
storia, ma dettagli.
Ringrazio
Juriaka per la challenge e per
aver recensito il secondo capitolo, e ringrazio chi
recensirà e anche chi leggerà e basta.
Alla prossima gente
Adios
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Capitolo 4 *** Un bacio al sapore di tequila ***
Per la challenge "Slot machine" di Juriaka sul forum di EFP
Scegli un fandom e scrivi una lista di dieci personaggi casuali numerandoli da uno a dieci; la lista servirà da base per utilizzare i prompt con cui scrivere le storie.
La mia lista: 1- Izuku Midoriya 2- Ochaco Uraraka 3- Katsuki Bakugou 4- Denki Kaminari 5- Kyoka Jirou 6- Momo Yaoyorozu 7- Eijirou Kirishima 8- Shouto Todoroki 9- Mina Ashido 10- Tsuyu Asui
Un bacio al sapore di tequila
[Prompt #4: Obbligo o verità? È il compleanno di 5 (Jirou), sono tutti ubriachi e qualcuno propone questo gioco]
Kyoka non ricordava quando la situazione aveva preso a degenerare; era difficile ricostruire il corso degli eventi quando l'alcol aveva avuto la meglio. Denki e Mina le avevano fatto bere un bicchiere di troppo – o forse molti di più, perché al banco c'erano Sero e Deku e un'occasione come quella di vedere il timido ragazzo lentigginoso in versione più spigliata chissà quando sarebbe mai ricapitata.
Tra l'altro chi l'avrebbe mai detto che Midoriya era così bravo a preparare dei cocktail? Era stata una rivelazione per tutti, soprattutto per Bakugou: il biondo c'era rimasto malissimo, la sequela di sfottò che gli era morta in gola non appena aveva bevuto un sorso.
E poi a Mina era venuta in mente la stramba idea di mettersi tutti in cerchio a giocare, nonostante avessero passato l'età delle medie da un pezzo.
– Ma... ma è il compleanno di Kyoka, non dovrebbe dedi- dechi- desci- scegliere lei? – aveva farfugliato Momo in un vano tentativo di protesta. Era parecchio alticcia, quella ragazza l'alcol non lo reggeva per niente.
Subito una quindicina di teste si erano voltate nella direzione della festeggiata, alcune che la osservavano speranzose e altre che con lo sguardo la supplicavano di rifiutare. Peccato solo che Jirou avesse troppo alcol in corpo per poter pensare lucidamente, indi per cui si era stretta nelle spalle e in un mugugno aveva stabilito che le era indifferente. In breve, l'ex classe A si era riunita sul tappeto nel salotto dell'appartamento che dividevano lei, Momo e Mina per... obbligo o verità.
– Sul serio, Occhi da Procione, obbligo o verità? – aveva sbraitato Katsuki mentre sorseggiava un bicchiere di birra. – Ma che cazzo siamo, dei mocciosi?
– Non rompere, Bakugou! – era arrivata la risposta da Pinky, seduta tra le gambe di Red Riot. – E non osare filartela!
L'eroe esplosivo contorse il viso in uno dei suoi tipici cipigli corrucciati, ma non fece niente per andarsene dalla festa.
– Aw, che carino che sei a rimanere per Jirou, Kacchan! – lo sfotté Kaminari al suo fianco.
– Tappatevi quelle fogne che sono le vostre bocche e iniziamo, stronzi!
– Uuh, allora parti tu... – ci si mise anche Uraraka a pungolarlo. – Obbligo o verità?
– Hah, obbligo!
Mina gattonò fino a dove si trovava l'altra per confrontarsi con lei, Tsuyu e Izuku – che era talmente ubriaco da non accorgersi nemmeno che stava tenendo un braccio intorno alle spalle della castana come se niente fosse. Proprio quando il resto degli amici si stava stufando di vederli confabulare, Uraraka si decise a parlare.
– Visto che sarebbe il compleanno di Kyoka, che ne dici di regalarle un bel bacio?
La corvina dovette battere le palpebre un po' di volte... che cosa diavolo avevano appena detto? In quel momento non facevano un neurone in quattro.
– Chi cazzo è Kyoka?
– Ma sei stupido o cosa? – sparò Earphone Jack senza riflettere, noncurante di eventuali scatti d'ira o esplosioni.
– Ah, ma è Orecchie Strane? Perché non l'avete specificato subito! – il ragazzo sembrò ignorare il suo commento. Solo dopo qualche istante si rese conto di quanto potesse sembrare ambigua la frase.
Le orecchie si tinsero di una vivida sfumatura rosa e le pupille cremisi si dilatarono di poco, ma ormai il danno era fatto e gli altri ne approfittarono per cogliere al volo l'occasione di prenderlo in giro ancora di più.
– Uuh, allora perché non la baci subito? – lo pungolò Mina, noncurante dell'occhiataccia da parte dell'eroina del suono.
– Ma col cazzo, scordatevelo! Siete dei guardoni di merda!
– Eddai, Bakugou! – insistette Kirishima. Poi il suo tono cambiò a rispecchiare il sorrisetto furbo che gli incurvava le labbra: – O forse hai paura?
– Fottiti. Lo sai che io non temo un cazzo.
Kyoka assisteva al tutto con la bocca semichiusa per la sorpresa; era incapace di proferire anche solo una minima parola. Non riusciva a capacitarsi di quello che stava avvenendo, e il troppo alcol in circolo non aiutava a mantenere la concentrazione. Certo, però, non le dispiaceva di dover baciare Katsuki.
Forse era la suggestione dei drink che si era scolata, ma i suoi occhi violacei sembravano indugiare un po' troppo sui lineamenti del ragazzo, sulle sue ciocche biondo cenere tutte spettinate ma dall'aria così soffice, sui suoi muscoli dalle lunghe sessioni di allenamento... Earphone Jack avvertì un vivido calore diffondersi sulle gote già arrossate, e pregò in silenzio che nessuno lo notasse; non aveva per niente voglia di sentire i commenti maliziosi dei compagni di classe.
– Ohi, Orecchie Strane, vuoi che ci baciamo o no? – la riportò alla realtà un commento brusco-
Senza che se ne fosse accorta, Bakugou le si era avvicinato un po' troppo e adesso se ne stava con il viso a una quindicina di centimetri dal suo. Le pupille cremisi erano fisse su di lei, in attesa di una sua risposta o anche solo di un minimo cenno.
Il respiro le si bloccò in gola e dovette attingere a tutto il suo – poco – autocontrollo rimanente per non saltare via per la sorpresa. Non le serviva un super udito per ascoltare il proprio battito cardiaco incalzante e furioso; le facoltà razionali stavano andando a farsi benedire e per questo Jirou riuscì solo ad annuire piano.
Sì. Voleva baciare Bakugou Katsuki. Eccome se lo voleva.
Forse se lo stava sognando, ma alla sua risposta poté giurare di aver intravisto le labbra del ragazzo inarcarsi in un sorrisetto compiaciuto e decisamente troppo adorabile-
Ecco, era persa per il possessore del quirk esplosivo.
La scena si svolse al rallentatore, come in uno di quei film romantici di serie B. Kyoka non sentì più nemmeno i cicalecci e i risolini divertiti e increduli degli amici intorno a lei, tutto sparì nel nulla non appena la bocca di Katsuki arrivò a un millimetro dalla propria, il suo fiato caldo che le solleticava le guance. Decise di chiudere gli occhi e abbandonarsi al momento, sempre più vicina a Katsuki, sempre più vicina-
Kyoka non sapeva cosa aspettarsi dal contatto, ma fu comunque spiazzante. Assaggiò il sapore della tequila che era rimasta sulle labbra del ragazzo, mentre una potente scarica le percorreva la spina dorsale, si diramava in tutti gli angoli più reconditi del corpo e la rendeva sensibile al minimo tocco, il cuore sembrava compiere una capriola nel petto e il cervello era sul punto di liquefarsi.
Non avevano nemmeno usato la lingua, era un semplice bacio a stampo, eppure era come se avesse sfiorato le stelle con un dito. Katsuki aveva indugiato sulle sue labbra più del dovuto – meraviglioso alcol che aveva dato alla testa anche a lui! – e una parte di lei aveva sperato che potessero approfondire la cosa. E quando si separarono, intuì dal luccichio negli occhi del biondo che anche lui doveva aver pensato lo stesso.
Poco male, i drink stavano ancora circolando e il gioco era appena che iniziato.
Hola gente
Non mi sono dimenticata di questa raccolta, anche se sto aggiornando a distanza di più di anno. Vorrei essere capace di scrivere le storie di questo tipo, dove sono tutti sbronzi e succedono delle cose assurde solo per gioco ma purtroppo me la cavo meglio con l'angst (forse)
Sì, c'è una specie di hint - se così possiamo definirlo - alla BakuJirou, perché sono una coppia crack che non diventerà mai canon ma sono comunque assolutamente adorabili e ho finito per farli rientrare tra le mie coppie preferite
Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
Adios |
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Capitolo 5 *** Di foto e rivelazioni sorprendenti ***
Per la challenge "Slot machine" di Juriaka sul forum di EFP
Scegli un fandom e scrivi una lista di dieci personaggi casuali numerandoli da uno a dieci; la lista servirà da base per utilizzare i prompt con cui scrivere le storie.
La mia lista: 1- Izuku Midoriya 2- Ochaco Uraraka 3- Katsuki Bakugou 4- Denki Kaminari 5- Kyoka Jirou 6- Momo Yaoyorozu 7- Eijirou Kirishima 8- Shouto Todoroki 9- Mina Ashido 10- Tsuyu Asui
Di foto e rivelazioni sorprendenti
[Prompt #5: 3 (Bakugou) scopre che 8 (Todoroki) o 9 ha un suo ritratto nel comodino]
Katsuki voleva solamente tornarsene a casa propria, levarsi gli abiti lerci, farsi una sacrosanta doccia, buttarsi sul materasso a peso morto e dormire fino alla prossima era geologica. Invece no, perché a quanto pareva l’universo sembrava aver preso la sua esistenza parecchio sul personale e si divertiva in tutti i modi a rovinargli i piani.
Tra tutte le persone con cui poteva finire appaiato per quella missione ricognitiva, gli era dovuto capitare proprio Mezzo e Mezzo. Nemmeno Deku, con cui forse – e sottolineiamo forse – avrebbe potuto scambiare due frasi senza finire per urlargli addosso, o Capelli di Merda che l’avrebbe stordito a suon di chiacchiere inutili. Diamine, gli sarebbe andato bene anche il Parafulmine pur di non doversi sorbire Todoroki.
E come se non bastasse, eccolo lì a trascinarsi con passo pesante dietro il Bastardo a Metà in direzione del suo appartamento. Perché il trasporto pubblico notturno doveva scegliere proprio quel giorno per indire uno sciopero generale, quando a mezzanotte inoltrata lui si trovava dal lato opposto della città e la mattina seguente lo aspettava la sveglia a neanche le sei.
Todoroki lo aveva invitato – in realtà a essere sinceri non aveva manco chiesto – a stare da lui e Bakugou aveva acconsentito, troppo stanco anche solo per mugugnare una flebile protesta.
Da che arrivarono sul pianerottolo di fronte alla porta d’ingresso poi ci vollero meno di cinque minuti perché Katsuki si fiondasse nella doccia che il figlio di Endeavor gli aveva appena indicato. Non gli importava che non avesse neanche un indumento di ricambio pulito e per questo avrebbe dovuto farseli prestare dal ragazzo che detestava, voleva solo sciacquarsi di dosso stanchezza e fatica.
Si aspettava che Todoroki gli passasse gli abiti nuovi quando avesse sentito che la sua doccia era terminata, o che glieli facesse trovare accanto alla porta del bagno; invece non c’era un bel niente. Quell'idiota si era perso a trafficare con chissà che cosa in camera e Katsuki non aveva molta voglia di aspettare a vuoto.
Perciò, ancora tutto gocciolante, si era stretto nell’accappatoio che gli era stato prestato e a grandi passi si era diretto nella camera da letto del Bastardo a Metà. Solo per trovarsi faccia a faccia con l’obbrobrio più inaspettato e grottesco che una mente distorta e instabile si sia mai potuta immaginare.
Una foto di se stesso. Con Deku e Mezzo e Mezzo. Proprio sul comodino di quest’ultimo.
– Ma che...? Ma che è?? – strepitò, incapace di proferire altro, con magari più senso logico. – Che cazzo è?
Shouto si voltò al rallentatore, lasciando perdere i vestiti che stava provando a riporre piegati in un cassetto, e seguì con aria imperturbabile la direzione indicata dal dito di Katsuki. I suoi occhi bicolori non tradirono alcuna emozione quando rispose con nonchalance: – È una foto.
Bakugou dovette ficcare i palmi nelle tasche dell’accappatoio per reprimere la tentazione di farli esplodere in faccia all’altro. – Lo vedo... – cominciò in un ringhio. – Lo vedo anch’io che è una foto.
Todoroki inclinò la testa come per dire “e allora di che ti lamenti?” Poteva essere anche un grande stratega sul campo di battaglia, ma quando si trattava di relazioni ed empatia umana era ancora un completo imbecille.
La gola di Katsuki vibrò. – Voglio sapere che cazzo ci fa una foto mia sul tuo merda di comodino. – scandì.
Il figlio di Endeavor non fece una piega. – Siamo io, te e Midoria; era durante l’addio al celibato di Kirishima. – spiegò, nemmeno stesse raccontando un banale aneddoto che tutti dovrebbero conoscere.
In effetti a una seconda occhiata si poteva notare l’abbigliamento elegante – disordinato e arruffato perché quella sera avevano bevuto tutto e di più e avevano preso a fare gli idioti, ma pur sempre elegante – dei tre ragazzi. Katsuki aveva annodata in fronte una cravatta che non era la sua e stava ridendo come un beota rivolto alla fotocamera.
Il biondo si prese il ponte del naso tra pollice e indice. – Okay... E perché quella foto è proprio sul tuo comodino? – riformulò la domanda, sperando che quello finalmente comprendesse il senso.
Todoroki fece le spallucce. – Perché in quella festa hai ammesso che io e Midoriya siamo tuoi amici e la cosa mi ha fatto piacere, tutto qui. Quindi la tengo come ricordo.
Tutto si aspettava, Bakugou, tranne una risposta del genere. Spalancò gli occhi e boccheggiò un paio di volte, incapace di formulare una replica sensata. D'altronde, che cosa si poteva dire dopo una frase come quella?
Perciò l’eroe esplosivo decise di non proferire parola. Incurante di essere ancora con addosso null’altro che l’accappatoio, se ne uscì a grandi passi dalla stanza di Shouto e, giusto per darsi qualcosa da fare, prese il primo asciugamano che trovò tornando in bagno e frizionò con energia le ciocche bionde ancora umide. Quando pochi minuti più tardi l'altro gli portò i vestiti puliti, non menzionarono l’accaduto – Katsuki si limitò ad afferrare gli abiti, fulminarlo con lo sguardo e sibilare un “grazie” che nemmeno l’udito di Jirou avrebbe potuto captare.
Ma non poteva negare a se stesso che non fosse rimasto colpito e che, forse – ma proprio forse, come evento più raro di un allineamento astrale –, poteva evitare di abbaiare rabbioso quando qualcuno gli chiedeva se lui e Mezzo e Mezzo erano amici.
Hola gente
Sono mancata per mesi su questo fandom (e da ancora più tempo su questa raccolta) ma finalmente sono riuscita a concludere qualcosa che non mi fa completamente schifo - anche se come sempre il finale è migliorabile e forse qui ho un po' forzato la personalità di Bakugou in versione adulta...
Il titolo non mi convince - per non dire che mi fa proprio... ecco, avete capito - ma un'opzione migliore non sono riuscita a trovarla, voglia di uscire di testa per il titolo non ne ho, quindi mi faccio andare bene questa e tant'è
Non ho altro da aggiungere, meglio fermare qui i miei deliri... Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
Adios
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Capitolo 6 *** Incontri troppo ravvicinati e sorrisi ebeti ***
Per la challenge "Slot machine" di Juriaka sul forum di EFP
Scegli un fandom e scrivi una lista di dieci personaggi casuali numerandoli da uno a dieci; la lista servirà da base per utilizzare i prompt con cui scrivere le storie.
La mia lista: 1- Izuku Midoriya 2- Ochaco Uraraka 3- Katsuki Bakugou 4- Denki Kaminari 5- Kyoka Jirou 6- Momo Yaoyorozu 7- Eijirou Kirishima 8- Shouto Todoroki 9- Mina Ashido 10- Tsuyu Asui
Incontri troppo ravvicinati e sorrisi ebeti
[Prompt #6: Si parte! 1 (Deku) vince un viaggio per la Florida, può portare una persona a sua scelta. Houston, abbiamo un problema!Bonus: "che diavolo ci fa un coccodrillo di tre metri dentro la cucina?"]
Izuku stava sorridendo con aria inebetita. Ironia della sorte, era stata la sua reazione anche quando tutto quel casino era appena cominciato e lui era ancora un povero, inconsapevole studente vincitore dello scambio.
Aveva inviato la sua candidatura sull'onda dell'entusiasmo generale che aveva avviluppato l'intera classe A -insomma, uno scambio con una scuola della Florida nei lontani Stati Uniti d'America non era mica roba da tutti i giorni- ma col tempo aveva finito per dimenticarsene. La selezione richiedeva mesi di valutazione, e in quel lasso di tempo gli aspiranti eroi non erano certo esentati da test, verifiche ed esercitazioni. Perciò Izuku era tornato quasi subito con i piedi per terra.
E si era messo a sorridere come un beota quando Nezu l'aveva convocato nel suo ufficio e gli aveva comunicato di essere uno dei due studenti vincitori dello scambio oltreoceano. Si era poi perso in altre infinite spiegazioni e raccomandazioni, ma le orecchie del ragazzo avevano smesso di ascoltare dopo le prime tre parole.
Sarebbe andato in America. Per minimo tre mesi.
Era così su di giri che, prima di schizzare fuori dalla presidenza con l'energia a mille, non aveva nemmeno domandato al topolino chi fosse l'altro studente che sarebbe partito con lui. Così gli era quasi preso un infarto quando Uraraka si era congratulata con lui e, tutta entusiasta, poco ci mancava che lo abbracciasse. Le orecchie gli erano andate a fuoco e doveva avere le guance dello stesso colore dei capelli di Kirishima.
Di nuovo aveva sorriso come un cretino quando, mesi più tardi sul volo di partenza, Uraraka si era appisolata e nel sonno gli aveva poggiato il capo contro la spalla.
E adesso stava sorridendo ancora – solo che la situazione era del tutto diversa.
– Deeekuuu!! – il grido terrorizzato di Ochaco poteva perforare la barriera del suono. Come i timpani non gli si fossero ancora disintegrati nemmeno il ragazzo ne era sicuro, ma al momento aveva faccende più urgenti del miracolo delle sue orecchie.
Due faccende molto più urgenti. E anche molto più grosse, verdi, piene di scaglie e corti denti aguzzi.
I professori del liceo ospitante li avevano avvertiti di questa peculiarità tipica del Sud, ma mai nella sua vita Izuku si sarebbe aspettato di trovarsi per davvero faccia a faccia con due giganteschi coccodrilli di palude che gli stavano occupando la cucina di casa.
La scuola aveva offerto loro un'abitazione tipica della zona – a loro detta, per farli immergere meglio nell'esperienza americana – e avevano assicurato che non sarebbero stati esposti ad alcun rischio che non fosse un'esercitazione o un combattimento previsto dal programma scolastico. Izuku e Ochaco si erano adattati in fretta al nuovo stile di vita e alla convivenza, e anche quella placida domenica pomeriggio nella loro sistemazione; lui in giardino e lei in salotto.
Poi era arrivato il primo strillo terrorizzato di Uravity. Il ragazzo con le lentiggini era corso dentro e da lì il sorriso ebete aveva preso a incurvargli le labbra.
La castana se ne stava appollaiata sopra al frigorifero, che doveva aver raggiunto grazie al suo quirk, e in teoria sembrava fuori portata dei giganteschi rettili. Izuku non sapeva se i coccodrilli si potevano alzare sulle zampette posteriori e appoggiarsi sulle superfici verticali per raggiungere le prede e nemmeno ci teneva a scoprirlo.
– Tu... stai bene, vero? Non ti hanno ferita?
Ochaco scosse la testa, il caschetto arruffato che ondeggiava a ogni movimento. Teneva le ginocchia abbracciate il più stretto possibile contro il petto, per allontanare i piedi dal bordo del frigo.
– Okay... – Izuku sapeva di aver ancora quell'espressione idiota stampata in viso ma era come congelato. –Io li attiro fuori così puoi scendere e poi tu li tocchi entrambi attivando il tuo quirk, sì?
Era il primo piano che era riuscito a formulare nel giro di due secondi, ma Ochaco gli rispose comunque con un altro cenno di assenso e gli occhi brillanti di determinazione. Erano pur sempre studenti della U.A. contro dei normalissimi animali, dannazione!
Deku urlò a pieni polmoni e batté la mano contro la superficie più vicina per spostare su di sé l'attenzione dei coccodrilli; dovette andare avanti così per un paio di minuti, prima che quelli si decidessero a considerarlo un bersaglio interessante e si muovessero lentamente per andare verso di lui. Si girarono nello spazio limitato della cucina con un gran fracasso di mobili danneggiati e arredi che cadevano, e il ragazzo attivò il Full Cowl, in attesa di essere raggiunto. Avrebbe schivato i rettili all’ultimo secondo.
Il primo animale accelerò l’andatura quando tra esso e il giovane non restavano che pochi passi, Izuku spiccò un balzo e atterrò un paio di metri più indietro, verso il piccolo soggiorno, appena fuori dal raggio d’azione degli alligatori. Con la coda dell’occhio captò il movimento di Ochaco che scendeva dal frigo e fu sollevato che al momento la prima parte del piano avesse funzionato. Evitò un altro attacco e poi un secondo, avvicinandosi sempre più all’uscita, ma lo spazio di manovra cominciava a essere un po’ poco.
– Uraraka-san... – chiamò, un po’ incerto.
L'eroina della gravità apparve nel suo campo visivo, tendendo una mano verso le code dei bestioni che non si curavano di lei. Izuku si rilassò un pochino quando udì il familiare suono del quirk Zero Gravity che veniva attivato una volta, e l’adrenalina defluì ancora di più dal suo corpo non appena anche il secondo alligatore prese a galleggiare a mezz’aria. Si rese conto troppo tardi di non avere a portata di mano una corda o simile per fermare le fauci dei rettili – non potevano certo afferrarli per la coda e trascinarli fuori rischiando che quelli, in qualche maniera, si girassero e azzannassero loro le mani – così si accontentò dell’oggetto più vicino a sé. Era una sedia di legno del tavolo da pranzo, ma l’avrebbe fatta funzionare comunque.
Girando l’arredo in modo da avere lo schienale a sfiorargli il petto e le gambe di questo sollevate davanti a sé, sospinse piano uno dei due animali. Quello reagì provando ad azzannare il legno e Izuku ritirò l’oggetto appena in tempo. Ci avrebbe impiegato troppo tempo a sospingerli via uno alla volta, Uraraka non poteva tenere attivato il suo potere così a lungo.
– Ce la fai a mantenere lo Zero Gravity e nel frattempo spingere uno dei due? – le domandò.
Quella annuì con un luccichio determinato negli occhi, e così, insieme, i due aspiranti eroi trascorsero i diciassette minuti successivi a sospingere pian piano i due alligatori lontano da dove avrebbero potuto far male a qualcuno.
Giunsero fino al limitare di una zona paludosa, dove il terreno fangoso e molle rendeva difficile rimanere saldi sulle proprie gambe. Nessuno dei due voleva avventurarsi oltre, tra le felci e le fitte mangrovie, perciò Deku prese anche la sedia che reggeva Ochaco e le espose la sua nuova idea. Attivò di nuovo il Full Cowl imbracciando i due arredi come meglio poteva, spiccò un saltò e mirò al corpo degli animali. Li colpì con gli schienali più forte che poteva, sperando di non far loro troppo male, e le due sagome schizzarono via come fulmini.
– Adesso, falli cadere! – urlò il ragazzo, mentre la spinta del salto lo abbandonava e cominciava a precipitare verso il terreno.
Uraraka congiunse le mani e la gravità tornò ad avere effetto sui due rettili, che sparirono alla vista tra le fronde della palude.
Izuku si preparò ad attutire l'atterraggio, ma una pacca sulla schiena - che di sicuro avrebbe lasciato lo stampo rosso delle cinque dita - lo colse di sorpresa e lo bloccò col naso a circa trenta centimetri dal terreno.
– Figurati... – esalò la castana, che a quelle parole era diventata rossa come un peperone. – Rilascio!
Izuku grugnì lo stesso quando atterrò di peso tra le zolle fangose, un po' per il tonfo e un po' per il fastidio di ritrovarsi improvvisamente coperto di pantano dalla testa ai piedi. L'amica lo aiutò a rialzarsi e scoppiò a ridere quando si accorse di com’era ridotto, con grosse macchie marroni e verdi che gli inzaccheravano i vestiti e la pelle. Midoriya divenne di colpo consapevole della vicinanza fisica con Uraraka, del fatto che i morbidi polpastrelli di lei erano ancora posati sul suo braccio nudo perché quel pomeriggio aveva scelto di mettersi le maniche corte...
Il ragazzo sapeva che doveva filare dritto in doccia nel minor tempo possibile e magari si sarebbe dovuto incamminare verso casa, ma era lì, e lì rimase fermo impalato, con minimo dieci sfumature diverse di rosso dal collo alle orecchie, a sorridere di nuovo con aria ebete.
Hola gente
Questa storia è stata molto divertente da scrivere, mi spiace per Deku ma mi sono divertita a immaginarlo - e scriverlo - con un sorriso da ebete stampato in faccia nei momenti meno opportuni, tipo nell'ufficio del preside o davanti a due alligatori di tre metri (sorry, Izuku, te se vole bene)
Non c'è moltro altro da dire: la conclusione come al solito fa pena, ma non sapevo bene come chiudere il tutto, perché non volevo allungare troppo il brodo, e così ho optato per questa... cosa... che boh, prova un po' a riprendere l'inizio ma non so quanto ci riesca effettivamente...
Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
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Capitolo 7 *** Influenza e aiuti inaspettati ***
Per la challenge "Slot machine" di Juriaka sul forum di EFP
Scegli un fandom e scrivi una lista di dieci personaggi casuali numerandoli da uno a dieci; la lista servirà da base per utilizzare i prompt con cui scrivere le storie.
La mia lista: 1- Izuku Midoriya 2- Ochaco Uraraka 3- Katsuki Bakugou 4- Denki Kaminari 5- Kyoka Jirou 6- Momo Yaoyorozu 7- Eijirou Kirishima 8- Shouto Todoroki 9- Mina Ashido 10- Tsuyu Asui
Influenza e aiuti inaspettati
[Prompt #7: 2 (Uraraka) ha la febbre, un personaggio a vostra scelta (Bakugou) si prenderà cura di lui. Genere!Bonus: fluff]
Il naso di Ochaco aveva decisamente visto giorni migliori. Era una settimana che il raffreddore non gli dava pace, sempre gocciolante e rosso per l’infiammazione data dallo sfregamento dei fazzoletti. La ragazza aveva perso il conto di quanti pacchetti avesse già fatto fuori; ormai nello zaino aveva più confezioni che libri di scuola.
Era una vera tortura anche durante le lezioni pratiche al pomeriggio: il naso gocciolante era un fastidio – oltre che uno schifo da vedere – ma le servivano le mani libere per combattere e intervenire con rapidità. Inoltre, non aveva tasche sul costume dove poter tenere un pacchetto all’occorrenza.
Poi quella sera era arrivato il colpo di grazia. I muscoli non avevano più forza, le articolazioni le dolevano a ogni minimo movimento ed era scossa da violenti brividi nonostante il piumino e i tre strati di vestiti che erano il suo pigiama. Non le era servito provarsi la temperatura per capire che avesse la febbre; dalla gola le era sfuggito un lamento, esasperata per quello che avrebbe comportato restare a letto con l’influenza durante dei giorni scolastici. E ovviamente il suono le aveva raschiato la gola come se si trattasse di una pietra ed era uscito in un rantolo roco. Fantastico, pure il mal di gola aveva. Adesso aveva il pacchetto completo.
Ancora più infastidita, Ochaco si costrinse a uscire dal caldo bozzolo di coperte che era il suo letto. Poco le importava che fossero quasi le quattro e mezza del mattino, la castana si diresse in cucina, intenzionata a prepararsi un latte caldo con miele per almeno attenuare il dolore che aveva alla trachea. Il giramento di testa l’aveva quasi fatta ruzzolare in corridoio e poi sulle scale, ma alla fine riuscì a raggiungere la sua meta.
Giusto per bloccarsi sulla soglia quando si accorse che c’era già un’altra persona intenta a trafficare al banco.
Sapeva che Bakugou fosse un tipo mattiniero, ma non si sarebbe mai aspettata che persino le quattro e mezza rientrassero nel suo concetto di mattina. Fuori faceva un freddo cane ed era buio pesto; che diamine sperava di fare in piedi a quell’ora?
Ochaco fece per girare i tacchi e andarsene, non volendo che qualcun altro potesse vederla ridotta in quella situazione, ma a quanto pare calcolò male i movimenti perché il pavimento di legno le scricchiolò sinistro sotto i piedi. E ovviamente questo attirò l’attenzione di Katsuki.
– Uh? Faccia Tonda? – mormorò con un tono di voce così basso e inusuale per lui da lasciarla un attimo spiazzata. – Che cazzo ci fai qui?
Uraraka abbozzò un cenno di saluto e si diresse verso l’armadietto sopra il lavello in cui erano tenute le tazze. – Non riuscivo a dormire...
Forse la voce le uscì più nasale di quanto avesse sperato, ma cercò di far fina di niente mentre si allungava per raggiungere le mensole. Gli occhi cremisi del ragazzo la studiavano poco convinti, la castana si sentiva addosso il suo sguardo bruciante.
– Sei uno straccio, Faccia Tonda.
Delicato come sempre. Forse era per colpa dell’influenza che la faceva delirare, ma voleva tanto mandare a quel paese per quel commento cattivo e senza senso. Le parole però le morirono in gola non appena si trovò faccia a faccia con l’espressione assurda del ragazzo – poteva essere... preoccupazione?
Sgranò gli occhi quando Bakugou prese il vasetto di miele dallo scaffale che lei non riusciva a raggiungere e lo posò con poca grazia sul bancone. – Sbrigati a prepararti qualsiasi cosa tu voglia farti.
Uraraka pigolò un “grazie” sorpreso, prima di recuperare anche un pentolino, il latte dal frigo e mettere il tutto a scaldare sul fuoco. Rimase sulle sue mentre aspettava che il liquido si scaldasse, troppo intontita per poter intavolare una conversazione decente – sebbene fosse Katsuki il soggetto in questione – e palesare quanto fosse sottotono per via dell’influenza. Travasò il latte caldo in una tazza, vi aggiunse un cucchiaino di miele e mescolò, prima di godersi la sensazione del contenitore bollente tra le mani congelate.
Si accorse di aver avuto un brivido solo quando udì la propria voce emettere un gemito per il freddo. Bakugou la guardò malissimo e sparì in soggiorno; Uraraka pensò che l’avesse piantata in asso perché voleva evitare i germi e fece per tornarsene in camera propria. Ma si bloccò quando una mano le strappò la tazza dalla presa e una coperta di pile le finì in testa, bloccandole il campo visivo.
– Mettiti questa, prima di iniziare a tremare come una pazza e spandere tutto. – mugugnò la voce bassa di Katsuki.
Ochaco avrebbe voluto rispondergli a tono, però in effetti non aveva tutti i torti: iniziava già a sentire la sensazione di gelo che si faceva più forte sul suo corpo bollente. Si avvolse la coperta intorno alle spalle, poi tese la mano per farsi passare di nuovo il latte caldo.
Ma il biondo non glielo restituì. – Se possibile, hai un aspetto ancora peggio di prima...
– Se mi ridai la tazza magari me ne torno in camera a dormire. – brontolò. – Così magari questa febbre ha più possibilità di passarmi, no?
Bakugou schioccò la lingua. – Ti ribalteresti a metà delle scale.
– ...eh? – Ochaco si dimenticò di ogni protesta e insulto.
Che diamine voleva dire che Katsuki Bakugou – lo stesso a cui non fregava niente del resto del mondo, a meno che non si trattasse di diventare il miglior eroe al mondo, gonfiare di botte i villain o sorpassare in abilità Deku – si stesse preoccupando per lei e addirittura volesse scortarla fino alla sua stanza? Aveva davvero sentito bene o la febbre la stava già facendo delirare?
– Dai, Faccia Tonda, non abbiamo tutto il giorno! Prima vai a dormire, meglio è.
E poi l’aveva afferrata per il braccio, con una presa inaspettatamente gentile e poco brusca, e l’aveva guidata verso la scalinata che portava ai piani superiori. In effetti il suo aiuto si rivelò utile, perché davvero Ochaco rischiò di inciampare nei gradini più di una volta: la febbre le annebbiava i sensi e il mal di testa cominciava a farsi via via più martellante. Quando giunse di fronte alla porta della sua camera, era come se un’intera orchestra di tamburi le avesse occupato la mente.
Fece per aprire la porta della stanza, ma non si staccò dal braccio con cui Katsuki la sorreggeva. Non riusciva a lasciarlo andare, era più forte di lei.
– Aiutami... entrare... – le uscì prima che potesse davvero accorgersene. Non aveva nemmeno messo in piedi una frase sensata, ormai anche solo pronunciare qualche parola le causava forti fitte alla testa; sperò che il ragazzo avesse capito il suo mormorio.
Per fortuna si rivelò essere così, perché Bakugou spalancò la porta con un movimento deciso e la portò, tra un mugugno indignato e l’altro, verso il letto. Ochaco nemmeno si rese conto di quando la sollevò e la mise tra le coperte alla bell’e meglio, ma si accorse soltanto che lei non gli aveva ancora lasciato andare il braccio. E non era intenzionata a farlo.
Quando fece per uscire e tornare al suo allenamento mattutino, Katsuki fu strattonato indietro da qualcosa che lo tratteneva per la manica. Reprimendo qualche imprecazione stizzita si voltò, notando la mano di Uraraka fermamente ancorata al suo braccio.
– Vie-vieni – biascicò quella con voce quasi inudibile. Gli occhi castani febbricitanti lo osservavano, forse senza vederlo davvero, da sotto le palpebre semichiuse. – Freddo...
Katsuki si ritrovò inspiegabilmente ad arrossire fino alla punta delle orecchie, imbarazzato da quella richiesta ma riluttante ad ammetterlo persino a se stesso. Ochaco stava delirando in preda alla febbre, si disse, non era del tutto lucida. Però non riusciva a rifiutare. Più osservava quegli occhi e più la sua forza di volontà vacillava.
Scostò le coperte e si coricò di fianco alla ragazza, trattenendo il fiato quando si ritrovò il viso di lei ad appena un centimetro dal proprio. Uraraka sembrò non farci caso, perché con naturalezza passò un braccio intorno al busto di Katsuki e accoccolò il capo contro il suo petto. Il biondo all’iniziò si irrigidì, colto alla sprovvista.
Ma ben presto il tepore sotto le coperte, il respiro regolare di Ochaco accanto a lui e la stanchezza – perché erano pur sempre le quattro del mattino – ebbero la meglio. Katsuki si accomodò meglio, passò una mano sul lato di Ochaco e, tuffando inconsciamente il naso tra le ciocche castane di lei, scivolò pian piano in un sonno profondo.
Hola gente
Rieccomi con un capitolo per questa challenge! Mi sono divertita molto a scrivere di Katsuki che si prende cura (in qualche maniera tutta sua) a una delirante Ochaco con la febbre...
C'è un accenno alla coppia Kacchako; io mi sono immaginata che a Bakugou cominciasse a piacere Uraraka, ma i suoi sentimenti sono ancora parecchio confusi: non riesce a resistere quando lei gli chiede di stare ad abbracciarla nel letto, è stupito dalla propria reazione ma non riesce ancora a dare un nome al tutto
Spero di non aver reso Bakugou OOC, non scrivo su di lui da un po' perciò spero di non essere troppo arrugginita
Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta
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