Fiducia e altre emozioni umane

di Iuccy_97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fiducia - Leia ***
Capitolo 2: *** Amicizia - Finn ***
Capitolo 3: *** Lealtà - BB-8 ***
Capitolo 4: *** Ansia - Wexley ***
Capitolo 5: *** Nostalgia - Chewebacca ***
Capitolo 6: *** Passione - Jessika ***
Capitolo 7: *** Orgoglio - Rose ***
Capitolo 8: *** Innamoramento - Poe ***
Capitolo 9: *** Senso di colpa - Connix ***
Capitolo 10: *** Delusione - RD-D2 ***



Capitolo 1
*** Fiducia - Leia ***


In piedi, accanto alla rampa del Falcon, Rey si rese improvvisamente conto di quanto fosse stata sola tutta la sua vita su Jakku. Aveva imparato a sopravvivere, certo, ad essere indipendente, a parlare molte lingue. Ma, per quante parole sapesse, ad alcune non sapeva davvero attribuire un significato. Conosceva la parola bosco, ma era dovuta arrivare su Takodana per comprenderla davvero. Allo stesso modo, sapeva cosa fosse la fiducia, ma solo in quel momento riuscì a sperimentarla davvero.
Leia le stava davanti, sorridente, appoggiata a quel bastone che la faceva sembrare così vecchia e insieme così autorevole. Leia si fidava di lei, come nessuno aveva mai fatto prima. Le stava dando una missione: se fosse riuscita a convincere dei pianeti ad unirsi alla loro causa, la resistenza si sarebbe rafforzata. Era un compito importante e Leia lo affidava proprio a lei, perché sapeva di potersi fidare.
Su Jakku probabilmente la fiducia non esisteva. Tutti i mercanti di rottami vivevano da soli: non c'era una comunità, nessuno era interessato a rapporti più stretti di quelli commerciali o di schiavitù. Aveva imparato a non fare mai credito a nessuno, nulla le sarebbe ritornato.
Ma ora Leia la stupiva: stava scommettendo tutto su una ragazza che aveva conosciuto solo poche settimane prima. Senza alcuna garanzia del suo ritorno. Senza la certezza del successo della missione.
Rey alzò gli occhi per studiare il Millennium Falcon. Stimò che, con la valuta del momento, se ne avesse venduto i pezzi avrebbe ricavato abbastanza da avere cibo per tutti gli anni a venire. Forse, se fosse riuscita a venderlo intero, si sarebbe potuta permettere anche una dignitosa abitazione. Ecco, quelli erano i pensieri della ragazzina di Jakku. Ma ora c'era qualcosa di più in gioco: la fiducia.
-Torniamo presto.- disse, sorridendo.
Chewbecca emise un verso di saluto.
-Buon viaggio. E che la forza sia con voi.- li benedisse Leia, per poi fare qualche passo indietro per allontanarsi dal motore in accensione.
Rey corse alla postazione di guida e preparò la nave al salto nell'iperspazio, mentre il peloso copilota completava le operazioni di decollo.
Quando attorno a loro videro solamente il tempo e lo spazio piegarsi per il viaggio a velocità luce, la ragazza si abbandonò contro lo schienale del seggiolino e chiuse gli occhi.
Aveva ancora così tanto da imparare. A partire dalla piacevole sensazione che ancora le occupava la pancia.
 
 
 
 
Angolo autrice (più lungo del capitolo):
Ciao a tutti! Eccomi tornata su questo fandom che tanto mi spaventa!
Se siete nuovi alle mie fic, ecco una cosa che dovrete imparare se continuerete a leggere: io SOVRANALIZZO e ESASPERO OGNI BUCO DELLA TRAMA fino all'inverosimile. Non pubblico molte fic, grazie al cielo, e forse non riuscirei a scrivere al passo con cui mi immagino ciò che succede. Quindi, ecco a voi come ho analizzato ogni angolo della psiche di Rey.
Partendo dal fatto che non sono una psicologa, e non l'ho mai studiata, quindi sentitevi liberi di contraddirmi o puntualizzare, non vedo l'ora! Le mie competenze si basano su un corso di sociologia all'università e un po' di didattica e pedagogia che ho affrontato in qualche lezione di preparazione per diventare educatrice, ma sono un'accanita ricercatrice e per questa fic mi sono studiata un po' di cose. Se volete, questa parte di divagazione saltatela e andate direttamente al prossimo paragrafo.
INIZIO DEL DELIRIO DELLA DIVAGAZIONE
Allora, secondo la psicologia moderna, l'uomo nasce con otto emozioni primarie, che tutti i bambini, di ogni cultura e in qualunque contesto sociale, provano e riconoscono. Queste sono: rabbia, paura, tristezza, gioia, sorpresa, disprezzo, disgusto e accettazione. Tutte le altre, e di conseguenza le varie sfumature di sentimento, si sviluppano durante la crescita e dipendono dalla famiglia e dall'ambiente circostante. Dato che Rey cresce praticamente sola, il pensiero che regge questa raccolta è: ora che è nella resistenza, è in grado di relazionarsi con gli altri? L'isolamento avrà interferito con la sua intelligenza emotiva, cioè la sua capacità di gestire e comprendere le emozioni sue e degli altri? Molte emozioni crescono infatti per imitazione dei genitori (pensate al/alla fidanzatino/a dell'asilo, una semplice copia dell'amore genitoriale dopo aver superato il complesso di Edipo) o per immersione nella società (come il senso di colpa o l'amore per la patria). Rey non ha avuto nessuna di queste: né delle figure genitoriali presenti, né una comunità da cui prendere il senso etico.
Esempio numero uno. Se osserviamo le sue reazioni per quanto riguarda i genitori, sono a mio avviso molto immature: mi sembra infatti che non accetti che i suoi fossero semplici mercante di rottami, ma ha una visione ancora infantile di loro. Si presenta a Luke come "Rey dal nulla", ma questa descrizione non può calzare per i suoi. C'è quindi una mancanza nell'accettare la verità dei fatti, per quanto la situazione da orfana o similtale possa essere difficile da gestire.
Secondo esempio. La nostra giovane Jedi non prova una grande varietà di emozioni durante i film: ci sono scatti di rabbia, forti tristezze e momenti di gioia, certo, ma dove sono le emozioni complesse? Perché non è delusa dal comportamento di Kylo dopo la morte di Snoke? Perché non prova un senso di abbandono dopo la morte di Han e il primo rifiuto di Luke? Boh.
FINE DEL DELIRIO
 
Ok, questa mia serie vuole andare a scavare in quelle che sono i primi, goffi tentativi di Rey di provare queste nuove, complesse, emozioni. Da qui è stato il lento declino verso l'analisi di tutti gli altri personaggi, ma non temete, ho cercato di controllarmi. Abbinerò ogni membro della resistenza ad un emozione/sentimento particolare, in base anche al proprio passato e al messaggio che può passare alla nostra giovane Rey.
Leia è la fiducia. Perché ne ripone un sacco in tutti. Riesce a sentire chiunque accolto e parte del gruppo, affidando ad ognuno il ruolo che meglio potrebbe rivestire all'interno della ribellione. Ma penso che questo sia abbastanza chiaro. 
Rey valuta quanto possa costare il Falcon non perché è crudele, ma perché è ormai parte di sè. Ha fatto quello per almeno vent'anni della sua vita, non può semplcemente cancellare il suo passato. Sa che è sbagliato (perché un minimo di etica ce l'ha), ma il suo istinto la porta a farci un pensierino. Come ne "Il risveglio della forza", in cui per un breve attimo valuta la possibilità di vendere BB-8.

L'ordine dei capitoli è assolutamente casuale e l'ambientazione è un tempo indefinito. Dato che il capitolo IX è posto un anno dopo Crait, immagino però che Rey abbia avuto tutto il tempo di conoscere quella decina di persone che sono la resistenza, lo squadrone nero e che si siano mossi per trovare nuovi uomini e pianeti a sostegno della loro causa. Spero che tutto ciò non entri in conflitto con "L'ascesa degli Skywalker".
Grazie per essere arrivati fino a qui.
Saluti!!:)

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Capitolo 2
*** Amicizia - Finn ***


In una delle pause tra l'addestramento e la manodopera sul Falcon, Rey avrebbe solo voluto andare a riposarsi. Solo un attimo.
La meditazione l'aveva sfinita quella mattina, l'incontro tra i comandanti era durato un'eternità e il pranzo era stato frettoloso e, come al solito, immerso nel baccano.
Ora, tutto ciò che voleva era staccare il cervello e un po' di pace.
Si diresse verso gli alloggi della base, desiderando di coricarsi sul letto e godersi il silenzio.
-Ehi, Rey!-
Si voltò, vedendo Finn che le correva incontro.
-Ciao.-
-Ciao. Hai da fare?-
La ragazza sorrise. Il sonno poteva aspettare.
-No, sono in pausa. Hai bisogno di qualcosa?-
Lui spostò il peso da una gamba all'altra per un po' di volte.
-È che sono stato così concentrato sulla salute di Rose che praticamente non ti ho più vista. Mi dispiace, e vorrei che passassimo un po' di tempo insieme, se ti va. Devi ancora raccontarmi di Luke Skywalker e del tuo addestramento.-
-E tu di come siete arrivati sulla nave di Snoke.-
-Non ci crederai mai.-
Si avviarono verso l'esterno della base. Era un pianeta secco, con colline di terra dura su cui crescevano macchie di cespugli. Si sedettero su un piccolo terrapieno che nascondeva le trincee, coccolati dal tiepido sole pomeridiano.
Risero e parlarono. Finn fece le imitazioni dei personaggi che aveva incontrato nel casinò di Canto Bight e descrisse con emozione la loro fuga dalla sicurezza. Rey svelò sulle sue insicurezze riguardo la Forza e i Jedi. Si confidarono e scherzarono su ciò che era loro capitato.
Le ore volarono in un lampo.
-Oh, ma è tardissimo!- esclamò ad un certo punto Finn -Devo dare il cambio per il controllo degli scanner!-
-E io dovrei aiutare Chewie col Falcon. Ma come fai a sapere che ora è?-
Il ragazzo si alzò in piedi e le sorrise.
-Dalla posizione delle stelle. È tutto addestramento militare.-
Dato che lei lo guardava ammirata, scoppiò a ridere, tendendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
-Ci sono ancora molte cose che non sai di me, amica mia.-
Entrando nell'hangar, Rey rifletté sulle ultime parole dette da Finn, il suo primo vero amico. Sorrise e tornò al lavoro, leggera e riposata come un'ora di sonno non l'avrebbe mai resa.
 
 
 
 
Angolo autrice:
Ciao a tutti! Secondo episodio, Finn! Non voglio trasformare questa raccolta in una sdolcinata serie di one-shot sdolcinate o offendere alcuna ship. Quindi, ecco il mio punto di vista. Shippo Damerey, ma questa cosa verrà solo leggermente accennata in un altro capitolo. Per quanto riguarda Finn e Rey, non riesco a vederli come coppia, ma non metto in dubbio la loro amicizia. Quindi sorbitevi questa one-shot e ammettete per un attimo solo che siano solo amici.
Penso che l'amicizia sia un elemento davvero nuovo per Rey, ancora di più della fiducia. E penso che di tempo per coltivarla dopo Crait ce ne sia.
Spero vi sia piaciuto.
Saluti!!:)

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Capitolo 3
*** Lealtà - BB-8 ***


Dal motore del Falcon su cui stava lavorando, Rey sentiva il continuo e pressante cinguettio di BB-8 provenire dall'altra parte dell'hangar. Le risposte di Poe non si capivano, dato che era chiuso all'interno di un ala Y, ma la ragazza poteva intuire il senso della conversazione dai frammenti che le arrivavano.
Il piccolo droide era preoccupato che il padrone potesse farsi male con un qualche attrezzo che stava usando e lo richiamava perché facesse attenzione, se proprio non poteva smettere di fare quel lavoro.
Rey sorrise e ripensò ai primi giorni che aveva passato con quella irriverente palla bianca e arancione. Aveva elogiato Poe in ogni modo, descrivendolo come eroico e insistendo di tornare al più presto da lui. Ora, alla base, lo seguiva in ogni suo spostamento, passandogli oggetti e facendo piccoli compiti che miglioravano la sua giornata.
-Stai calmo, amico. Vedi? Sono ancora vivo.-
La voce di Poe si udì chiaramente, come il commento sarcastico del droide che arrivò in risposta.
La ragazza sentì dei passi avvicinarsi e Chewbecca le apparì accanto.
-Ho quasi finito.- disse, tornando a concentrarsi sul lavoro.
Il verso dell'ewok la lasciò perplessa. Quel lavoro lo faceva sempre lui, dato che ad Han non piaceva.
-Oh, vuoi continuare tu?- chiese, tirandosi indietro.
Chewie annuì e Rey si spostò di qualche passo.
Forse, ora che Han non era più con loro, aveva bisogno di qualcosa verso cui mostrare dedizione.
 




Angolo autrice:
Ho avuto un attimo di dubbio perché non sapevo se dedicare questo capitolo a Chewie o a BB-8. Ma il wokie mi servirà ancora meglio per un'altra emozione e penso che BB-8 sia un esempio migliore. Un po' perché, come un cagnolino, il nostro droide giura lealtà al suo padrone e ai suoi amici, mettendo in secondo piano tutto il resto.
Anche Chewie è leale, ovviamente voleva bene ad Han e sente la sua mancanza, ma l'ho sempre visto un po' come un secondo in comando, una spalla che ha semplicemente accettato di non essere adatto a comandare. Ma tra i due il rapporto mi sembra molto più tra pari.
Grazie per aver letto! Un bacione.
Saluti!!:)

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Capitolo 4
*** Ansia - Wexley ***


In ogni sera trascorsa insieme a Poe e al resto della resistenza, sotto il cielo che al tramonto assumeva uno strano colore giallognolo, Rey scopriva nuove cose su quelli che la circondavano.
Tra queste, che il divertimento principale dei piloti era scommettere su piccole cose, come chi avesse finito per primo il bicchiere o chi smetteva gli abiti civili e indossava la tuta nel minor tempo possibile. Potevano vincere piccoli oggetti, una bottiglia di birra di bassa qualità o costringere il perdente a fare qualcosa di imbarazzante o divertente.
Una sera le raccontarono che il loro gioco preferito era, sui pianeti più ricchi di acqua, mettere la testa in un fiume o in un canale e vedere chi resisteva di più. Questa prova assumeva un valore ancora più alto se il clima era freddo e l'acqua, di conseguenza, quasi ghiacciata.
Scoprì che i piloti non scommettevano mai però su come sarebbe andata la guerra o su chi avrebbe distrutto più caccia TIE nella battaglia successiva.
Lo notò usa sera in cui era seduta accanto a Snap, che stava cercando disperatamente qualcosa in cui sfidare la moglie per costringerla a cantare di fronte a tutti.
Sapeva che era un ottimo tiratore, lo aveva visto in azione e Poe aveva confermato.
-Perché non vi sfidate a chi colpisce più torrette del Primo Ordine?- gli suggerì, alludendo alla missione che avrebbero svolto entro tre giorni.
Lui si immobilizzò e lentamente si voltò verso di lei.
-No, non si può.- le disse semplicemente.
-Perché no? Vinceresti di sicuro. Sono curiosa di sentire come canta Karé a questo punto.-
-No, non si può e basta.- sbottò lui.
Rey rimase stupita dall'improvviso impeto e indietreggiò leggermente col busto.
Lui se ne accorse e abbassò lo sguardo.
-Scusa, non volevo sembrare duro.- mormorò poi.
-È che non lo facciamo mai. Di scommettere sul volo o sulla guerra. Se scommetti sei sicuro di vincere. Ma qui...nulla è sicuro. Forse tra una settimana, o domani addirittura non ci sarò più. È troppo drammatico per pensarci.-
La ragazza annuì, senza però osare proferire parola.
-Noi piloti non scommettiamo e non promettiamo nulla sulla guerra. Capito? Non potevi saperlo, ma ecco un suggerimento per il tuo futuro. Non chiedere mai a nessuno dei presenti di giurarti di tornare da una battaglia e non sfidarlo a fare qualcosa di avventato. Il suo orgoglio potrebbe portarlo a fare del male a sé o alla squadra.-
Rey annuì.
-Ho capito. Scusami.-
Snap le sorrise amaramente.
-Non preoccuparti. Hai tutto il tempo per ambientarti in questo mondo, ragazzina. E non prestare troppo ascolto ad un vecchio e lamentoso pilota. È la vecchiaia che mi fa stare così in ansia. Ho visto troppe cose per far finta che ogni missione vada a buon fine.-




Angolo autrice
Ciao a tutti! Nuovo capitolo, nuova corsa! Wexley è un personaggio troppo bellino, leggendo i fumetti mi sono innamorata della sua tenerezza e della sua umanità. Essere umani comprende però avere paura di perdere ciò che ti è caro. Anakin è l'esempio più lampante del fandom: amare così tanto lo ha portato alla paura di perdere Padmè, tanto da trascinarlo al lato oscuro.
Wexley ama sua moglie e i suoi compagni e vive il suo ruolo di secondo in comando dello Squadrone Nero con responsabilità. Ma per quanto gli piaccia fare il burlone, è riservato e spaventato da quello che sta succedendo. L'ansia del futuro è ciò che porta a Rey. Non è una cosa positiva, ma è un'emozione. Insegna a stare sempre in guardia e a non fidarsi, perché là fuori il mondo è brutto.
Grazie per essere arrivati fino a qui!
Saluti!!:)

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Capitolo 5
*** Nostalgia - Chewebacca ***


Dalla cabina di pilotaggio del Falcon, capitava a Rey di intravedere piccoli pianeti marroni e, ogni volta, per un breve istante, credeva che fossero Jakku. Si raddrizzava sulla poltroncina, strizzava gli occhi e si sporgeva in avanti, come se avesse potuto vedere l'AT-AT che le aveva fatto da casa, l'avamposto di Niima o un incrociatore colpito e abbandonato nel deserto.
Le prime volte Chewie non aveva detto nulla. Poi, durante un tranquillo viaggio di ritorno dall'arruolamento di nuove forze ribelli, le aveva chiesto se desiderasse tornare a casa.
-No! No, solo… pensavo fosse Jakku. Ma è una stupidaggine, non può essere, siamo addirittura in un altro sistema…-
Il wokie emise un verso.
-Certo che un po' mi manca. Non ho nulla lì, ma l'ho comunque considerata casa per tutta la mia vita.-
Lui la tranquillizzò. Nemmeno lui aveva più una casa. I viaggi con Han lo avevano abituato a non fermarsi mai a lungo nello stesso posto. Per quello non era quasi più tornato su Kashyyyk.
-Hai qualcuno là?- gli chiese timidamente la ragazza.
Chewbacca le raccontò della moglie e del figlio, della prigionia, della schiavitù e della guerra dei cloni. Per quanto considerasse il Falcon come la sua casa, quel posto per cui aveva duramente combattuto aveva ancora un posto speciale nel suo cuore.
Poi, tra i versi in shyriiwook, la ragazza riconobbe una parola, che avrebbe tradotto con nostalgia.
-Hai ragione Chewie. Anche io ho nostalgia di casa.-
Guardò ancora fuori dal vetro della cabina, il piccolo pianeta era ormai lontano. Ma Rey non poté fare a meno di pensare che, anche se non sarebbe mai tornata su Jakku e alla sua vita di miseria e solitudine, forse là c'era ancora una bambolina di stracci ad aspettarla.
 
 
 
 
Angolo autrice
Buongiorno carissimi. Spero che stiate bene e che, al contrario mio, usiate queste fredde giornate invernali per godervi una piacevole cioccolata calda davanti ad un libro.
Se siete arrivati fino a qua, spero usiate queste fredde giornate invernali per godervi una piacevole cioccolata calda davanti ad EFP leggendo una gradevole short.
Chewie è la nostalgia. Perché immagino che i viaggi con Han lo abbiano un po’ staccato dal patriottismo con cui ha lottato nelle guerre dei cloni, ma ehi, ha comunque una famiglia e un popolo che lo attende su Kashyyyk. Sono cose che non si possono annullare. Mi chiedo in realtà come faccia a convivere con questa lontananza dai cari, ma immagino che sulla vita si un Wokie, una ventina di anni sia come pochi giorni umani, quindi ignorerò questo punto.
Immagino che Rey abbia una vaga idea della geografia della galassia, anche se non può averla studiata. Nell’episodio VII, quando Finn cerca di convincere BB-8 a portarli nella base della resistenza, Rey dimostra di conoscere il sistema di Ileenium. Immagino che questa sua conoscenza sia simile a quella che Anakin ha nell’episodio I, quando parla delle lune di Iego. Non ci è mai stato, ma stare a contatto con viaggiatori e mercanti e ascoltare le loro storie gli ha permesso di crearsi una mappa mentale che dovrà, prima o poi, scontrarsi con la realtà.
Rey ha quindi consapevolezza di dove si trova, ma ovviamente quello che si aspetta è diverso da ciò che vede. E ogni pianeta marrone o sabbioso, potrebbe essere Jakku. Jakku è per lei il metro di paragone di tutti i pianeti, non può evitare di pensarlo o di riferirsi a lui.
Non credo che voglia tornare alla sua vecchia vita, per quanto forse più semplice e con una routine che, per quanto odiosa, è probabilmente meglio che essere incastrati in una guerra e rischiare la vita ogni secondo, senza sapere cosa succederà il giorno dopo. Penso però che la malinconia si faccia sentire e che lei consideri sempre Jakku come la custodia della sua infanzia.
Spero che vi sia piaciuto. Un bacione e un ringraziamento per aver letto.
Saluti!!:)

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Capitolo 6
*** Passione - Jessika ***


Mentre aiutava a caricare le munizioni sul Falcon per un volo di ricognizione, Rey meditò sul da farsi. Voleva passare a salutare Rose, che si stava lentamente riprendendo dalla battaglia di Crait, ma il tempo stringeva e tutti erano praticamente pronti per partire.
Esitò, con una cassa in mano, e si fermò nel mezzo di uno dei corridoi.
Jessika le passò accanto, decisa come sempre, dandole un leggero colpetto sulla spalla.
-Se è ad un uomo che stai pensando, vai a salutarlo.- le disse, dirigendosi verso l'hangar.
La jedi si riscosse e riprese a camminare, cercando di giustificarsi.
-No, non stavo pensando a nessuno in particolare. Solo… non so se abbiamo abbastanza tempo per salutare Rose. Staremo via qualche giorno, volevo salutarla, se è sveglia.-
La pilota si fermò accanto alla rampa del Falcon e si sistemò le armi alla cintura. Senza guardarla, sospirò.
-Se c'è una cosa che ho imparato in tutti questi anni è: non avere rimpianti. Vuoi salutarla? Vai, corri. Anche pochi minuti è meglio di niente. Ami qualcuno? Bacialo. Chissà quando lo rivedrai.-
Rey posò a terra la cassa e la guardò turbata.
-Non è molto… incoraggiante.- mormorò.
Jessika alzò lo sguardo e le appoggiò una mano sul braccio.
-Senti, lo so che è triste. Ma questa è la nostra vita e devi accettare che alcune cose non durano per sempre. Anzi, a volte durano troppo poco. Quindi goditele finché puoi e accontentati di ciò che hai. Fai fino in fondo ciò che desideri, anche se potrebbe essere sbagliato.-
-Qualunque cosa?-
La pilota si sentì intenerita e sospirò nuovamente.
-Rey… non è strano che tra commilitoni, anche se non si è sposati o innamorati, beh…-
Esitò. La jedi doveva essere abbastanza grande da conoscere l'argomento, eppure aveva degli occhi così innocenti che non voleva turbarla in qualche modo.
-Succede che… hai capito, no?-
La ragazza annuì, anche se non sapeva cosa centrasse tutto ciò con Rose nell'ala medica.
-Ecco, a volte capita. Perché pensi che potresti non rientrare da una missione o che potrebbe essere l'ultima volta che ti capita nella tua vita. Non dico che tu debba fare qualcosa del genere, ma in questo ambiente è, come dire, giustificato.-
La jedi osservò la pilota che mostrava, forse per la prima volta, delle emozioni. Gli occhi erano lucidi e il labbro inferiore torto in una strana piega.
-Sto cercando di dirti che viviamo nella paura. E l'unico modo per sopravvivere è ignorarla. Fare finta che non ci sia nulla al di fuori da ciò che ci fa stare bene. Se qualcosa di dà piacere, falla ora, piccola Jedi. Con tutto l'entusiasmo e la passione che puoi. Perché dopo… nessuno sa cosa c'è dopo.-

 

 

 

Angolo autrice
Ciao a tutti! Oggi ho un attimo di pausa dalla mia vita e ne approfitto per aggiornare. L'episodio IX è uscito, ma continuerò tranquillamente per la mia strada, non penso che queste fic possano entrare in contrasto con il canone. Per precisare, ricordo che sono tutte ambientate nell'anno tra episodio VIII e IX.
Jessika mi è sempre sembrata quella un po' più peperina dello Squadrone Nero. Ho la netta impressione che sia lesbica, ma è comunque una donna forte, in grado di compiere delle scelte e dei sacrifici. Sa cosa vuole, sa quali sono i suoi obbiettivi e non lascia che la paura prenda il sopravvento. Vive la sua vita giorno per giorno, con una buona dose di cinismo che non stona nell'ambito militare. Per questo mi è sembrata la persona migliore per buttare lì il tema della sessualità. Chiunque altro sarebbe stato in imbarazzo. Leia forse ne avrebbe discusso in modo oggettivo, ma non avrebbe tirato fuori il discorso dal nulla. Jessika invece dice quello che pensa, senza filtri e infischiandosene allegramente di come gli altri possano reagire.
Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, grazie per aver letto. Un abbraccio!
Saluti!!:)

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Capitolo 7
*** Orgoglio - Rose ***


Stringere amicizia con Rose non fu facile. Per quanto dolce e divertente, entrambe le ragazze erano consapevoli di avere più successo con la meccanica che con le relazioni umane.
Un pomeriggio però, tra un balbettio e l'altro, la tecnica si era aperta e aveva raccontato alla jedi come si era unita alla resistenza.
-Avevamo perso tutto a casa nostra. Genitori, amici, tutto.- stava dicendo, camminando lungo il corridoio degli alloggi della base.
-Quindi abbiamo deciso di rimanere con Leia. Mia sorella è entrata nello squadrone cobalto, io invece… beh, aggiustavo porte.-
-Dov'è adesso tua sorella?- chiese Rey, pentendosene immediatamente.
Ci fu un momento di silenzio.
-È morta. Durante i bombardamenti per l'evacuazione.-
La jedi si sentì travolta dal senso di disagio.
-Oh, mi spiace. Non volevo…-
-No, stai tranquilla. Non potevi saperlo. Ormai l'ho accettato. Ho imparato che fa parte della vita e voglio ricordare tutte le cose belle di lei, senza le lacrime.-
-Doveva essere molto coraggiosa.-
-Oh, lo era. Era un'ottima tiratrice, ma sognava di viaggiare per lo spazio. Quando eravamo piccole, a volte ci sedevamo sul suo letto e immaginavamo quali meraviglie avremmo visto quando saremmo state abbastanza grandi da andarcene da Hays. Lei mi faceva dimenticare gli orrori della schiavitù e mi ricordava do avere speranza. Non potevo chiedere una sorella migliore, Rey. E non scambierei nulla, nulla nell'universo, per i momenti che ho passato con lei.-
Rey continuava a camminarle a fianco silenziosamente.
-Se mai avrò dei figli, lei sarà l'eroina delle storie che racconterò loro. Voglio che siano orgogliosi di lei quanto lo sono io, che sappiano che, se la galassia è ancora in piedi, è anche merito suo.-
 
 
 
 
Angolo autrice
Buonasera! Sessione esami finita, ed eccomi qui a importunarvi deliziarvi con un nuovo capitoletto. Molto breve, un po’ perché il personaggio di Rose non mi ha mai trasmesso granché, un po’ perché purtroppo Paige è morta prima di permetterci di assistere a una relazione tra le sorelle. Il tema della memoria dei propri cari e degli eroi è molto spinto nell’ultima trilogia e mi dispiace che un potenziale arco narrativo sia stato interrotto. Data l’attenzione che si dava al medaglione di Rose nell’episodio VIII, pensavo ci fosse qualcosa di più sotto e che la sorellona tornasse in qualche modo a far parlare di sé.
Per tornare al tema, non penso che Rey abbia granché di cui essere orgogliosa se guarda dietro di sé. Soprattutto se si parla di una persona. Il legame tra fratelli è qualcosa che è impossibile da spiegare, Rey non può in nessun modo immedesimarsi questa volta. Resterà a guardare, incuriosita, questa strana reazione da parte dell’amica, senza però afferrare fino in fondo la portata dell’argomento e il corredo di lutto, dolore e nostalgia che si porta dietro.
Grazie a chi continua a seguire la storia! Un bacione!
Saluti!!:)
 

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Capitolo 8
*** Innamoramento - Poe ***


Poe sapeva, glielo aveva detto Finn, delle insicurezze di Rey su come comportarsi in mezzo alla gente. Per questo gli era molto riconoscente, per la pazienza con cui gli spiegava le dinamiche tra i vari membri della resistenza e il tatto con cui li presentava agli altri, perché avessero nuovi amici.
Poe era stata la chiave che aveva permesso a Rey e Finn di entrare nella resistenza, non solo come eroi, ma anche come compagni.
Così, quando i piloti si radunavano alla sera attorno ad un tavolo, con quel poco di alcol che avevano a disposizione per il razionamento e tante storie da raccontare, erano sempre caldamente accolti nel cerchio di sedie improvvisate, uno a destra e uno a sinistra del comandante.
-Quello è Nien.- sussurrava, facendo un cenno -Di estrema fiducia, andate da lui se volete farvi due risate o avete bisogno di un consiglio. È una delle persone più di cuore che io conosca.-
Grazie a quelle sere, Rey aveva imparato le relazioni tra i superstiti della resistenza e come funzionava la vita nella base. Aveva scoperto che quando Karé e Wexley volevano un po' di intimità tiravano sempre in ballo la storia di dover controllare i trasmettitori di emergenza delle rispettive uniformi. Che il nome del capitano era Temmin, nonostante tutti lo chiamassero col cognome o Snap. Che Suralinda, forse per il metabolismo della sua specie, reggeva quantità spropositate di alcol ed era sempre lei a riaccompagnare nei letti i commilitoni.
Una sera, mentre Jessika e Chewbecca erano impegnati a dimostrare quale dei due fosse più esperto di motori a propulsione, Rey si voltò verso il comandante.
Poe sorrideva osservando divertito la scena, stringendo tra le mani un bicchiere di birra Forvish.
-Grazie mille.- gli disse piano il Jedi, facendolo voltare.
-Per cosa?- le chiese lui, confuso.
-Per averci presentato a loro. Non ho mai avuto nessuno su Jakku… sento che questa è ciò che più si avvicina a ciò che immagino come una famiglia.-
Poe si sistemò sulla cassa su cui era seduto, chinando in avanti la schiena.
-Non sono stato io. Ce l'avreste fatta anche da soli, vi ho solo dato una spintarella.-
La ragazza sentì un moto di riconoscenza e ammirazione per quell'uomo che, oltre ad essere il grande eroe della resistenza, si stava anche mostrando come qualcuno affidabile e premuroso e scosse la testa lentamente.
Sul viso illuminato dalla pallida luce delle torce, le rughe di stanchezza e preoccupazione erano distese e la mascella si contraeva ritmicamente, come se volesse dire qualcosa.
-Sto dicendo sul serio. Grazie a te sto imparando tante cose. E non mi riferisco solo a come smontare un'iperguida o dove trovare il miglior Tarsh Maxer della galassia. Sai che io non sono molto brava con le relazioni, il che spiega perché la prima persona di cui mi sia fidata in tanti anni è BB-8, che è in realtà un droide, ma questa…-
-Calma, calma.- la interruppe lui, ridacchiando -Ho capito cosa vuoi dire.-
Le appoggiò una mano sul ginocchio e la guardò negli occhi.
-Sono felice di poterti aiutare. Non farti spaventare da qualunque cosa ti confonda o che non conosci. Sono qui per darti una mano.-
Si fissarono in silenzio, finché lui non ritirò la mano di scatto e tornò a guardare il bicchiere con cui giocherellava.
Rey si morse il labbro e si fece coraggio.
-Allora, Poe… che cos'è questo tuo sguardo?-
Lui non si mosse, ma ancora una volta la sua mascella si irrigidì.
Il resto dei piloti scoppiò a ridere per qualcosa che era stato detto, ma i due li ignorarono.
-Rey.- sospirò l'uomo dopo qualche secondo -Ci sono alcune cose che sono molto difficili da spiegare. Mi spiace rimangiarmi la parola, ma non sono la persona giusta in questo caso. Spero che tu lo capirai da sola. Va bene?-
La ragazza lo scrutò. La sua faccia era arrossata e gli occhi colmi di tenerezza.
-Va bene, ho capito. Grazie comunque.- gli disse, con un timido sorriso sul volto.
-Adesso scusami, ma devo proprio andare.- mormorò il pilota, alzandosi e allontanandosi dal cerchio.
Rey si trovò quindi a fissare Finn, che le fece un cenno per chiederle perché se ne fosse andato.
Lei non rispose, cercando di analizzare la sensazione che sentiva nello stomaco, quella che già anni prima aveva imparato a chiamare tristezza.

 

 

Angolo autrice
Buongiorno a tutti! Spero che vi stiate godendo questi giorni di vacanza forzata e che possiate trascorrerli leggendo e facendo ciò che amate.
Detto questo, il capitolo. Lo ammetto, sono una Damerey. Me li vedo bene insieme, hanno detto le paroline magiche dell’amore (“Lo so”) e quel mezzo litigio che si fanno all’inizio del nono episodio è un sacco tensione sessuale belligerante. Li adoro! Ma, al di là delle mie idee e ship, la storia.
L’innamoramento è probabilmente il più difficile da spiegare, soprattutto se si è interessati in prima persona. Insomma, se Poe avesse raccontato cosa provava si sarebbe messo in una posizione imbarazzante.
Capitolo un po’ più lunghino, ma mi piaceva spiegare come Poe sia stato il tramite per l’amicizia tra Rey e Finn e il resto della resistenza. Lui è molto amichevole e ho la sensazione che conosca tutti. Insomma, la persona ideale per trascinare i due nella vita sociale della base, tenendo conto che la resistenza può avere dei pregiudizi su di loro, Finn in particolare, essendo uno stormtrooper.
Spero che vi sia piaciuto, un bacione ai miei recensori e chi segue/preferisce la mia storia!
Saluti!!:)

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Capitolo 9
*** Senso di colpa - Connix ***


Nel centro di comando, l'aria era rilassata. Gli scanner erano vuoti e ogni tipo di pericolo sembrava lontano. Rey era appoggiata ad una parete e ascoltava Connix che, pigramente, le spiegava come utilizzare i sistemi di sicurezza.
-Ecco, qui dovrebbe apparire il segnale, quando succede qualcosa o qualcuno si avvicina. Ma adesso è tutto tranquillo, fatti trovare qui quando tornano i caccia dalla ricognizione. Appariranno sullo schermo e capirai di cosa sto parlando.-
La biondina ruotò sulla sedia per voltarsi verso l'altra.
-Mi spiace, ma per ora non c'è nulla da fare.- disse, alzando le mani.
-Come va qui?-
La voce di Leia rimbombò nella stanza, mentre la donna entrava, maestosa come sempre.
Connix sbiancò e tornò a fissare gli scanner, digitando freneticamente sulla tastiera per avviare un nuovo controllo di sicurezza.
-Tutto a posto principessa.- rispose un uomo dall'altro lato della stanza.
-Perfetto.- disse la donna, avviandosi verso le due ragazze.
-Allora Rey, come stai?- le chiese, appoggiandole una mano sulla spalla.
-Bene. Continuo a meditare come mi ha insegnato Luke. E ho quasi finito di leggere i libri sacri, anche se mi confondono molto.-
Leia sorrise.
-Non preoccuparti. Piano piano imparerai tutto ciò che devi sapere.-
La ragazza sorrise e guardò il generale allontanarsi.
A quel punto Connix rilassò le spalle, tenute dritte e rigide fino a quel momento.
-Tutto bene?- chiese Rey, preoccupata.
-Sì, tutto a posto. È che sono molto agitata in presenza di Leia. Insomma, l'abbiamo tradita dopo D'Qar. Temo che non si fidi più di me.
La Jedi prese una sedia e le si accomodò accanto. Le avevano raccontato della piccola rivolta che era avvenuta durante il suo viaggio, ma non era qualcosa di cui parlavano volentieri.
-Non preoccuparti… non è arrabbiata con voi, penso che capisca quello che è successo. Eravate spaventati e senza una guida. Avete fatto ciò che vi sembrava giusto.-
-Non ci siamo fidati di chi aveva messo al comando. Abbiamo ignorato ordini diretti, ammutinato e destituito i nostri capi. Il primo ordine ci avrebbe già uccisi tutti per una cosa del genere.-
-Questo non è il Primo Ordine.-
-Ma siamo comunque un esercito. E come facciamo ad andare avanti se non possiamo fidarci gli uni degli altri?-
Connix si mise a giocherellare nervosamente con uno dei cavi dello scanner, poi riprese.
-Per un istante ci siamo sentiti grandi, in grado di fare tutto, solo perché non c'era Leia. Ma così facendo l'abbiamo tradita. E mi sento come se non potessi più farmi perdonare.-
-Non credo, Connix... Leia è buona, ha capito cosa stavate tentando di fare.-
-Certo. Ma questo non mi toglie completamente il senso di colpa che sento nello stomaco.-
Rey fece una piccola smorfia e le passò una mano sulla spalla per confortarla.
-Se questo può aiutarti... Io mi fido di te. E che tu ti senta in colpa significa che davvero tieni a tutto questo. A Leia e a chiunque in questa resistenza.-
Connix rispose con un sorriso asimmetrico.
-Grazie Rey.-
 
 
 
 
Angolo autrice
Buonasera! Mentre sullo sfondo sento una impressionante partita di Champions senza pubblico (si sentono i calciatori parlare tra loro!), faccio un po' di aggiornamenti sul mio account. Sfrutto questo piccolo angolo autrice per aggiornarvi: ho aperto una pagina Instagram e una Facebook del mio account con cui mi piacerebbe condividere ispirazioni, teorie e idee. Se vi fa piacere, venite a cercarmi e, vi prego!, scrivetemi! Mi fa sempre piacere scambiare due parole sui fandom.
https://www.facebook.com/iuccy.efp.9
https://www.instagram.com/iuccy_97/?r=nametag
Vi do una piccola anteprima sulla mia intenzione di aprire un blog: quando scrivo faccio un sacco di ricerche e mi sono accorta che non esiste un sito italiano specializzato in aiuto agli scrittori. Non sono una specialista, ma mi sarebbe piaciuto condividere quelli che sono anni di accumulo di appunti, che altrimenti resterebbero solo a prendere polvere. Ma vi aggiornerò più avanti.
 
Capitolo cortissimo ma, di nuovo, a Connix non è concesso molto tempo sullo schermo. Ma immagino l'imbarazzo che la plancia può aver provato una volta scoperto il vero piano di Holdo. Il senso di colpa è una sensazione di tipo sociale, dovuta non tanto a ciò che si prova, ma a ciò che ci si immagina la gente attorno stia provando. Insomma, veramente complessa. Rey dovrà impegnarsi parecchio questa volta.
Spero vi sia piaciuto. Un grande ringraziamento a chi segue questa storia e a che recensisce. Vi voglio bene, rallegrate le mie giornate.
Alla prossima.
Saluti!!:)

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Capitolo 10
*** Delusione - RD-D2 ***


Rey entrò nel magazzino con passo felpato, strizzando gli occhi per abituarli alla scarsa quantità di luce.
-R2? Sei qui?-
Nella sua testa si chiese perché fosse così importante in quel momento sostituire un fusibile all'interno del droide quando c'era così tanto a cui pensare. Un qualunque meccanico poteva farlo. Rose sarebbe stata entusiasta di mettere le mani su quel pezzo di anticaglia.
Due segnali acustici le fecero localizzare l'astrodroide alla sua sinistra.
A tentoni, Rey cercò il pannello di comando e accese la lampada appesa al soffitto. Quando tutto fu un po' più chiaro, entrò nella stanza.
-Eccoti. Leia mi ha mandato a darti una controllata. Sembra che tu abbia qualche circuito fuori uso, eh?-
L'altro le si avvicinò, segnalando che anche lui si era accorto di un malfunzionamento.
La ragazza gli si inginocchiò accanto e aprì lo sportellino anteriore.
Mentre controllava che tutti i connettori fossero al loro posto, R2 riprese a cinguettare, dicendo che i malfunzionamenti erano iniziati su Crait.
-Come mai? Sei stato colpito o ammaccato?-
Il droide negò.
Rey prese fiato per formulare un'altra domanda, ma l'altro non le lasciò spazio.
Spiegò che i suoi sistemi erano andati in tilt quando la telecamera aveva visto Luke, ma il sensore di prossimità faceva i capricci. Sembrava che il padrone apparisse e comparisse e tutto ciò aveva confuso i sistemi, che lo interpretavano a tratti come un ologramma e a tratti come una persona reale. Ma, data la qualità dell'immagine, non poteva essere un ologramma, non con l'attuale livello della tecnologia.
Rey rimase in silenzio tutto il tempo dello sproloquio e solo alla fine sollevò lentamente lo sguardo.
-R2...- mormorò -Quello non era veramente Luke. Era... una proiezione nella Forza. Per questo i tuoi sistemi non l'hanno riconosciuto. Non hai nessun problema di tipo tecnico.-
Solo dopo una lunga pausa il droide riprese a comunicare.
Luke non era tornato veramente?
La ragazza scosse la testa.
A quel punto R2 fece una piccola retromarcia, chiuse lo sportello e schizzò via, fuori dalla porta ancora socchiusa.
-Ehi, aspetta!- esclamò la Jedi, alzandosi in piedi e cercando di fermarlo.
Ma quando uscì nel corridoio, del vecchio droide bianco e blu non c'era più traccia.
 
 
 
 
Angolo autrice
Ciao a tutti. Come state passando la quarantena? Con l’invito a rispettare il vostro SENSO CIVICO e stare a casa, spero che voi e i vostri cari stiate bene, e che possiate trovare un po’ di svago tra EFP, libri e serie TV.
R2! Il nostro caro astrodroide che ci ha accompagnato per più di quarant’anni di narrazione. Mi piange il cuore se penso che non sia stato accanto né a Luke né ad Anakin, nell’ultima parte della loro vita. Entrambi lo hanno abbandonato ed è sempre Leia a prendersene cura. R2 è la delusione, la mancanza di affetto da parte dei padroni, nonostante anni e anni di fedele servizio.
L’universo di star wars passa da due estremi: o l’indifferenza o l’amore assoluto verso i droidi. A C3-PO o a R2 non arriva nessun riconoscimento per essere sempre lì a risolvere la situazione, l’attenzione del pubblico è concentrata sugli umani. Viceversa, BB-8 e L3-37 vengono quasi umanizzati, resi compagni di vita indispensabili per i loro compagni.
Non so per quanto ancora proseguirò con questa serie. I protagonisti principali della resistenza sono stati toccati, ma se avete delle preferenze, qualcuno di cui vorreste leggere, segnalatelo nelle recensioni o scrivetemi in privato.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Un grande abbraccio (virtuale!) a tutti.
Saluti!!:)

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