LA MEZZAVAMPIRA

di Simus
(/viewuser.php?uid=130016)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** COMPLEANNO ***
Capitolo 2: *** SORPRESA ***
Capitolo 3: *** NUOVO ARRIVATO ***
Capitolo 4: *** ALLENAMENTI ***
Capitolo 5: *** PUNTO FELICE ***
Capitolo 6: *** NUOVO POTERE ***
Capitolo 7: *** A CARTE SCOPERTE ***
Capitolo 8: *** PRESENTAZIONI ***
Capitolo 9: *** GELOSIA ***
Capitolo 10: *** APPUNTAMENTO ***
Capitolo 11: *** MAL D' AMORE ***



Capitolo 1
*** COMPLEANNO ***


Un timido raggio di sole aveva raggiunto il mio viso, mi rigirai nel letto, non avevo proprio voglia di svegliarmi... Poi accadde tutto troppo in fretta, un folletto dai capelli neri e di nome Alice mi era piombata addosso.
- Buon compleanno nipotina! - squillò il folletto esuberante
- Ehm grazie zia...- mugugnai con voce impastata e mi coprii il viso con il cuscino.
- Sveglia pigrona, ho un regalo che quando lo scarterai ti farà impazzire-trillò nuovamente, a quel punto cedetti e mi alzai con estrema lentezza guardando la mia dolce zietta con fare sospetto...
I suoi regali erano sempre bellissimi e costosissimi ed inevitabilmente si notavano al punto da creare un po' di invidie tra le mie amiche e ciò mi dispiaceva, odiavo ostentare o esibire lo status della mia famiglia.
- Nessie, questa volta non dovrai temere - suonò la melodiosa voce del mio bellissimo papà, mi fissava dalla soglia della mia cameretta con un sorriso sghembo e l'aria di chi la sa lunga...
-... appunto non devi preoccuparti principessa- aggiunse colmando la distanza e abbracciandomi con estrema dolcezza
- Auguri piccina mia- sospirò infine, lasciandomi in balia della vampira più bella e dolce del mondo, mia madre Bella.
- Oh tesoro, mi sembrano passati 7 giorni dalla tua nascita e non 7 anni, sei così... Cresciuta- disse mia madre stritolandomi tra le sue forti braccia e affondando il mio viso nei suo lunghi capelli castani.
- Tesoro, ora preparati che ti aspetta una bella colazione- trillò zia Alice che trotterellò entusiasta fuori dalla mia camera e dalla nostra casetta nel bosco. A quel punto mi feci una bella doccia e mi preparai per affrontare il mio compleanno e la verifica di matematica, feci il tutto a velocità da vampiro, o meglio mezzo vampiro e guardai il risultato allo specchio. Ormai ero una ragazza di diciassette anni dall’ aspetto ma anche nella mente, il mio sviluppo era completo e si sarebbe arrestato in quell’ anno, ero alta, con le forme nei punti giusti che tendevo un po' a nascondere e un viso dai tratti vampireschi di mio padre ma gli occhioni color cioccolato da cerbiatta che aveva Bella da umana. Non potevo di certo lamentarmi, sapevo di avere dalla mia un pull genetico niente male ma non mi piaceva ostentare la mia bellezza, anzi più mi confondevo tra i ragazzi della mia età e meglio mi sentivo. Così nella mia tuta grigia e sneakers mi piombai di corsa verso casa dei nonni con al seguito mia madre e mio padre, il quale seppur fosse il vampiro più veloce era comunque alle mie spalle. Sentii ridacchiare e poi percepii uno spostamento d aria alla mia destra, mi aveva superata...
- Papi, sei arrivato primo solo perché te l ho concesso - gli dissi mentalmente e lui baciandomi la fronte sospirò - Non credo proprio signorina- a quel punto mia madre mi afferrò alle spalle e facendo un finto broncio disse - Piantatela voi due di escludermi dalle conversazioni mentali- a quel punto il suo Edward le regalò un sorriso sghembo, uno di quelli irresistibili in segno di scuse, poi presero a baciarsi come due adolescenti.
- Nipote, occhio che i tuoi per il compleanno ti regalo un fratellino - ghignò zio Emmet apparso alla porta e sollevandomi da terra per baciarmi come quando ero piccolina. A quel punto l odore della torta di mele che arrivava dalla cucina fu più forte del richiamo di una sirena per un pirata, fui dentro nell'immensa cucina moderna dove nonna Esme mi accolse con un dolcissimo sorriso insieme al mio fantastico nonno Carlisle intonando "Tanti auguri a te, tanti auguri alla nostra Nessie, tanti auguri a te!" emozionata mi fiondai tra le braccia dei miei nonni. Ad un tratto una Dea bionda apparve dal retro della cucina con un pacchetto in mano e un sorriso abbagliante, zia Rose era raggiante, avrebbe fatto l impossibile per rendermi felice, come del resto tutta la mia famiglia. Mi porse il pacchetto dalle rifiniture e dalla carta elegante, tutti intorno mi fissavano incuriositi, scartai velocemente il tutto e....
- Non posso crederci! Oh mamma ma sono... - mi bloccai, puntai lo sguardo sull’ ambra fusa di mio padre che scoppiò a ridere.
- Si principessina, ho ceduto... Purché tu vada piano... - sorrise Edward. Corsi in giardino e la vidi, rossa fiammante, la mia nuova moto, zio Jasper era li di fianco alla mia bimba e a ... JACOB. Il sorriso jacobiano del mio miglior amico mi riscaldava, come il sole rovente in estate all’ ora di punta, mi guardava ciondolando, ero certa che anche lui non vedesse l ora di farci un giro sulla mia bella moto, dopotutto quella passione me l aveva trasmessa lui.
- Ness, che ne pensi? Volendo posso scortati fino a scuola su questo gioiellino- propose infatti lui, a quel punto non ero più nella pelle, con un segno di assenso mi fiondai dentro casa afferrando un pezzo di torta e lo zaino e prima che i miei potessero obiettare ero già salita in sella e ascoltavo la musica di quel motore...
- Renesme, fai attenzione e rispetta i limiti di velocità- comandò mio padre - Jacob te l affido- aggiunse mia madre con apprensione
- Non preoccupatevi - li assicurò jack con fermezza salendo in sella dietro di me, era così caldo e avvolgente quel lupacchiotto che quasi sembrava di stare in macchina al calduccio e non in moto.
Con Jacob avevo un rapporto bellissimo, ogni mattina prima di andare a lavorare in officina veniva a prendermi e mi accompagnava a scuola e all’ uscita veniva a riprendermi, mi faceva compagnia mentre studiavo e poi finiti i doveri ci vedevamo con il resto degli amici, Leah, Seth, Embry, Jared, insomma eravamo un bel gruppo o meglio branco.
Mentre pensavo a ciò sfrecciavo verso scuola con Jacob dietro, sembrava entusiasta quasi quanto me, arrivati al parcheggio smontammo dalla sella.
- Magnifica, non c'è che dire, la bionda ci capisce di motori-
- Beh mai quanto te Jake, comunque devo ammettere che è una bella bimba- dissi ammirandola
- Senti Ness, oggi ho un programma diverso dal solito, non potrò esserci all’ uscita però verrò a prenderti alle 20.00 a casa- mi disse con voce roca, accompagnando alle parole una carezza, calda, dolce e piena di... Qualcosa, forse affetto.
Senti un lo stomaco fare una capriola, era un po' di giorni che ogni volta che Jake mi sfiorava mi agitavo, entravo in tensione, mi sentivo così strana e stupida
- Certo nessun problema, allora a dopo Jake- balbettai provando a celare queste strane sensazioni.
A quel punto ci salutammo e lo visi allontanarsi con le mani in tasca, era così alto e bello che tutte nella mia scuola mi invidiavano, in particolare Elen, la mia più cara amica.
-Auguri tesoruccio- squillò Elen piombandomi addosso con i suoi capelli biondi e ricci - senti se questa favolosa moto te l' ha regalata la tua famiglia sappi che voglio essere adottata dai Cullen e compreso nel pacchetto voglio quel gran figo super sexy del tuo amico - ammiccò lei con i suoi occhioni azzurri
- Ma piantala Elen, poi mi imbarazzi se parli così di Jake- ammisi avvampando e abbassando lo sguardo
- Io mi chiedo perché ancora non te lo sei baciato o portato a let... -
- ELEN! - urlai quasi ormai completamente viola in faccia - ma si può sapere che ti è preso stamattina?!? Hai gli ormoni su di giri per caso? - la rimproverai quasi ridendo, celando l’ imbarazzo scaturito da quella conversazione.
- Ness, è strano che non girino a te vicino a lui, dimmi, in moto era stretto a te? - insisté lei con malizia
- È inevitabile Elen, ma adesso finiscila... - ed a stroncare il discorso fu la benedetta campanella che annunciava l’ inizio delle lezioni.
Durante tutta l’ ora di letteratura inglese non potei non pensare alle sensazioni e all’ imbarazzo che mi procuravano ormai da tempo le conversazioni di quel tipo su Jack. Era bello, anzi bellissimo su questo Elen aveva ragione, inoltre la sua voce roca e il suo sorriso mi procuravano non pochi problemi ultimamente, proprio qualche notte prima mi ero infatti sognata di baciarlo, fortunatamente dentro casa mamma teneva lo scudo attivato e papà non sapeva nulla di questi miei pensieri e sogni che ormai stavano diventando difficili da gestire. In più il cambio di programma e l’ uscita che si prospettava mi suscitava una strana ansia...
- Signorina Cullen, si concentri sul compito invece di ammirare il panorama - esclamò ad un tratto il prof. Baicom di matematica, facendo sghignazzare parecchi compagni di classe, Elen inclusa.
- Certo Professore, mi scusi - mi affrettai a dire concentrandomi sullo studio di funzione.
Uscita da scuola mi diressi al parcheggio quasi correndo, in modo da evitare Elen e i suoi discorsi imbarazzanti. Mi fiondai sulla sella della moto e mi diressi a casa. Non riuscivo a smettere di pensare alla carezza di Jacob, al solo pensiero sentivo la guancia bruciare, ma che diavolo mi stava succedendo? Era tutto così strano, vedevo e percepivo Jacob in modo diverso negli ultimi tempi, con quei pensieri arrivai a casa e protetta dallo scudo di Bella mi potei rilassare. Mia madre voleva regalarmi la privacy di cui ogni adolescente sente il bisogno, e di ciò ne ero veramente grata, anche se qualcosa papà lo aveva comunque intuito. Trovai mio padre intento a suonare il piano, così mi affrettai a lanciare lo zaino in cameretta e a sedermi al suo fianco, era fantastico condividere le sue stesse passioni, eravamo così simili da far paura diceva sempre mia madre.
- Papà, senti questa sera esco con Jake, non mi ha detto dove andremo o cosa faremo, però mi passa a prendere alle 20.00- dissi tutto di un fiato, sperando che non cogliesse l ansia per quel incontro.
- lo so tesoro, Jake mi ha già informato, perciò non preoccuparti, piuttosto cosa ti preoccupa? - chiese con delicatezza
- Credo di non essere tanto propensa per le sorprese o roba varia- risposi alzando le spalle e celando i miei veri pensieri.
Eppure non ero certa di aver convinto mio padre al 100%, lui mi leggeva il cuore ancor prima che la mente.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** SORPRESA ***


Ore 19.00, io e l armadio, l armadio e me, non sapevo cosa mettermi e fin qui nulla di strano, ma una parte di me non voleva solo essere presentabile come in una comune uscita tra amici, voleva essere seducente, sexy oltre che bella... Alla fine optai per un vestito nero in cashmere e dei stivali alti fino a metà coscia, legai i lunghi capelli in uno chignon e mi truccai leggermente, eyeliner nero e un rossetto nude, mi guardai allo specchio e fui soddisfatta del risultato.
 
POV JACOB
 
Avevo preparato una festicciola a sorpresa per Nessie a casa di Seth e Leah, non facevo che ritagliare addobbi di ogni sorta da una settimana, volevo rendere felice la persona più importante della mia vita, la quale senza saperlo mi aveva riaperto le porte della felicità, da quando c'era lei sapevo quale fosse la ragione per cui valeva la pena svegliarsi ogni mattina e lavorare sodo, non le avrei mai fatto mancare nulla, lei non era solo il mio imprinting, lei era la mia dolce Nessie. Ogni anno passato al suo fianco era stato bellissimo, ero stato un fratello, un compagno di giochi, un maestro, un amico, tutto ciò di cui lei avesse bisogno, eppure, negli ultimi tempi era cambiata, parlava meno e si perdeva nel suo mondo incantato. Non era più la piccola Nessie, era una ragazza matura ormai e non potevo negare quanto il suo aspetto fosse sempre più quello di una donna. La mia donna. Ma questo lei non poteva saperlo, con Bella e Edward scegliemmo di non rivelarle del mio imprinting perché non avrei mai voluto  condizionarla, lei doveva scegliermi senza sentirsi in dovere. Con questi pensieri mi recai alla casetta nel bosco e bussai.
Mi aprì Bella, mi fece accomodare in salotto e sollecitò Nessie nella preparazione. Ad un tratto si aprì la porta della cameretta ed apparve, era la creatura più bella che avessi mai visto, i suo occhioni color cioccolato, la bocca carnosa, che si increspava in un sorriso sghembo che avrebbe mandato al paradiso qualsiasi essere vivente e poi il vestito nero aderente metteva in risalto le sue forme, in quel momento fui contento dell'assenza di Edward, mi frullarono per la testa pensieri poco casti, il colpo di grazia furono gli stivali che come un guanto risalivano le sue lunghe gambe affusolate, spingendo lo sguardo fino a metà coscia. Quella mezza vampira mi voleva morto, e ci sarebbe anche riuscita se non fosse stato per Bella che mi lanciò un'occhiata molto loquace.
- Allora, dove mi porti Jake? - sorrise la mia visione
- Mi spiace ma dovrai attendere ancora un po'- dissi con aria compiaciuta
-Jake per mezzanotte cercate di rincasare- si raccomandò Bella salutandoci.
Salimmo in macchina e sfrecciai verso la location, durante in tragitto vidi Nessie tesa, quasi in imbarazzo, così cercai di rompere il silenzio...
- Ness, oggi come è andata a scuola?- provai, ma la vidi irrigidirsi ancora di più...
- Le solite cose, nessuna novità, eccetto... - esitò un breve momento
- Elen che non si sopporta più - sputò fuori, quasi con stizza
- Ah si, cosa ti fa tanto innervosire? - indagai
- Atteggiamenti, spudorati atteggiamenti fuori luogo... - disse arrossendo
- C' entra per caso un ragazzo, Ness? - provai a chiedere tentando di mascherare la paura di quella risposta e ancor prima di sentirmelo dire lo capii, percepii il battito del suo cuore accelerare... Mi sentii morire
- Più o meno, ma non è quello il punto, mi da fastidio il suo essere esplicita, comunque credo di aver capito dove siamo diretti... - tergiversò abilmente, eppure sentii montare un nervoso dentro di me, strinsi forte il volte e cercai di mostrarmi sereno nonostante tutto.
- Beh Ness, non ti si può proprio nascondere nulla! Siamo praticamente arrivati! - esclamai cercando di mostrami divertito. Scendemmo dalla macchina e ci dirigemmo verso casa di Leah e Seth.
 
POV NESSIE
 
La porta si spalancò ancora prima di bussare ed apparve Seth su di giri e dietro a lui tutti i ragazzi del branco. Mi soffocarono di abbracci e auguri, la casa era addobbata con palloncini di ogni sorta e grandezza, l'immenso tavolo di legno in salone era ricco di piatti tipici della tradizione Queilute e l'atmosfera era magica.
- Renesme, ti sei proprio fatta una donna! - esclamò una voce melodiosa, mi voltai e vidi Rachel, era molto simile a Jacob e vicino a Paul era radiosa... Eh benedetto imprinting... Quasi li invidiavo...
- Rachel sei splendida! Dove sono i bimbi? - chiesi curiosa cercando quelle pesti con lo sguardo
- Uscita libera questa sera, ce li tiene Bill - rise lei seguita da Paul
Fu allora che me ne accorsi, Jacob si era volatilizzato, dove era finito?
Non feci in tempo a cercarlo che fui praticamente rapita da Quil, Embry e Jared che iniziarono a prendermi in giro come loro solito, fortunatamente dalla mia avevo Leah, l’ unica donna che potesse gestire quei licantropi eterni adolescenti. Passò quasi un'ora ma di Jacob neanche l ombra, mi diedi un tempo limite prima di mettermi alla ricerca.
Ad un tratto si spensero le luci e partì la consueta canzone, dalla porta d'ingresso apparve Jake con un' enorme torta di cioccolato e il suo sorriso splendente come il sole di mezzogiorno. Non appena me la porse davanti vidi meglio la forma della mia torta... Era un lupo di cioccolata!
-Esprimi un desiderio piccolina- mi sussurrò Jake all'orecchio con voce calda, chiusi gli occhi e soffiai.
- Non più tanto piccola ora... - risposi guardandolo nei profondi occhi neri, dopotutto il desiderio che avevo espresso era proprio lì davanti ai miei occhi. Percepii delle risatine provenire da Quil ed Embry, ma non ne capii bene il motivo.
La festa terminò poco prima della mezzanotte, Rachel e Paul erano quelli più tristi, gli sarebbero toccati due pestiferi lupacchiotti da mettere a letto. Ringraziai Leah e Seth per l' ospitalità e tutti gli altri per esserci stati. Con Jake ci dirigemmo verso la macchina, quando proposi
- Prima di riaccompagnarmi a casa, ti va una passeggiata in spiaggia? - chiesi afferrandolo per l'avambraccio, lui si voltò e vidi una espressione tra il sorpreso e il felice
- Andiamo, ma cerchiamo di non tardare, altrimenti Bella mi trasforma in un peluche- rise Jacob, così dicendo mi prese per mano, riprovai la sensazione di quella mattina, una scossa, un fremito, energia pura! La sua mano così grande e calda in cui la mia si perdeva e s'intrecciava, era tutto così.... Perfetto! Notai che mi guardava di sottecchi, come se stesse cercando di capire cosa pensassi
-Jack, volevo ringraziarti, è stata una bellissima festa e debbo dire che te la giochi con zia Alice per l'organizzazione - dissi sorridente, mascherando l'imbarazzo
- Non esageriamo, comunque sono contento di aver fatto colpo- disse rivolgendomi uno sguardo d'intesa, quasi... Malizioso?!? Oddio, la situazione mi stava sfuggendo di mano, adesso mi sembravo Elen, la confusione ad un tratto si dipanò e capii, ero attratta da Jacob, e non come un'amica, mi piaceva e tanto! Lo guardai, forse per la prima volta realmente... I suoi occhi erano magnetici, i tratti del viso dolci ma al tempo stesso marcati, le labbra carnose, forse morbide, forse calde come lui... Forse...
Mi ero fermata e stavo praticamente fissando Jacob da diversi minuti, avevo perso la cognizione del tempo, lui aveva l'espressione confusa, forse poteva aver capito o forse no... Avvampai come le fiamme che avevo dentro ogni volta che mi sfiorava, mi voltai di scatto, dovevo trovare un modo per rompere quella situazione...
Mi tolsi a velocità di vampiro gli stivali e mi fiondai, con tanto di vestito, in mare... Almeno avrei placato i miei bollenti spiriti...
Jacob passò letteralmente dal confuso allo sconcertato e mi urlò da riva, come un padre con la figlia pestifera
- Renesme! Ma ti sei impazzita?-
A quel punto mi immersi in acqua, sempre il solito apprensivo, ero un'illusa a pensare che potesse esserci qualcosa tra noi, lui mi vedeva sempre come la bambina da proteggere....
Quando riemersi lo vidi buttarsi in acqua, si era tolto la maglietta, era statuario, il simbolo della virilità, bello e... Arrabbiato. Con due bracciate mi raggiunse.
- Ness, ultimamente sei proprio strana, ma vuoi spiegarmi perché ti sei tuffata in acqua? Cosa racconterò ai tuoi del fatto che torni completamente bagnata in pieno inverno?!?!?! - era talmente nervoso che per un attimo temetti che si trasformasse
- Sono una mezza vampira ricordi? Non posso ammalarmi- lo rassicurai
- e poi sentivo caldo, è rilassante il bagno di mezzanotte, non fare il vecchiaccio e goditelo- continuai sorridendo
- Bene ora sono pure vecchiaccio- sbuffò mettendo un finto broncio e con la velocità degna di un licantropo mi iniziò a schizzare...
- Jake basta, non respiro... - dissi sputando acqua ovunque e ridendo al tempo stesso
- Ma come, non eri la mazza vampira invincibile?!? - rispose canzonandomi
Voleva la guerra? Bene, mi immersi e con velocità vampiresca sbucai alle sue spalle e gli saltai addosso, forse ci misi troppa forza o forse lui non se l'aspettava, finimmo in acqua uno sopra l'altro. Il mio vestito ormai ridotto a brandelli copriva il minimo indispensabile e le nostre superfici corporee erano a contatto, un contatto caldo e vibrante. Il mio viso era a pochi centimetri dal suo, sarebbe bastato così poco per colmare quella distanza, fu in quell'istante che Jacob con delicatezza scivolò via dalla mia presa e schiarendosi la voce disse
- Ness è passata la mezzanotte, dobbiamo rientrare -
Mi sentii pervasa da un imbarazzo, era come se avesse messo una distanza, un confine... Possibile che avesse compreso il mio desiderio e mi avesse in tal modo delicatamente rifiutato?
- Oh... Ehm certo andiamo - balbettai completamente frastornata.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** NUOVO ARRIVATO ***


POV JACOB
 
C'era mancato veramente poco, stavo letteralmente perdendo il controllo, tutta bagnata e seminuda mi mandava in manicomio, mi ci vollero dei minuti per smettere di immaginare un proseguo più passionale... Eppure lei mi appariva turbata... Forse aveva intuito il mio desiderio e si era irrigidita, ciononostante ci dirigemmo verso la mia macchina completamente fradici.
Aprii il portabagagli e presi qualche asciugamano, lo porsi a Nessie e ci si avvolse completamente... Sembrava un pulcino bagnato, sorrisi con tenerezza.
- Ti faccio ridere Jake? - mi chiese Ness con un finto broncio
- Solo un pochino, sei così... Tenera! - le dissi guardandola con dolcezza, eppure qualcosa la infastidì, tanto da sbuffare.
- Ho detto qualcosa di sbagliato? - indagai mettendo in moto l'auto, lei si allacciò la cintura e mi guardò con stizza
- Devi smetterla di trattarmi come una bambina da preservare Jacob, io sono una ragazza matura, voglio essere trattata e considerata come tale! - esclamò inchiodandomi con lo sguardo. Quanto avrei voluto dirle che non aspettavo altro che trattarla da donna, la mia donna, ma non potevo e non volevo, lei doveva vivere la sua età senza pressioni, volevo essere una sua scelta e non un'imposizione, volevo che lei crescesse con i suoi tempi, io l'avrei aspettata per l'eternità.
- Come preferisce signorina Cullen, a tal proposito ho qualcosa da darle, e non è certo roba per bimbette... - afferrai il piccolo pacchetto che avevo lasciato sul sedile posteriore e glielo porsi. Mi lanciò uno sguardo incuriosito e poi scartò il pacchetto con foga, quando aprì il pacchetto sussultò, il broncio sparì e un magnifico sorriso spalancò le porte del paradiso.
- Jacob, ma sono I biglietti per quel concerto di musica classica che si terrà a Seattle il prossimo mese! Come sei riuscito ad averli? Sul sito erano esauriti! - disse con voce emozionata, sapevo che le sarebbe piaciuto e ancor prima che si spargesse la voce di questo evento avevo acquistato i biglietti in prevendita.
- Ognuno ha i suoi segreti, non puoi pretendere che sveli i miei super poteri - risi
- È il regalo più bello tra quelli ricevuti, senza alcun dubbio - annunciò certa
- Non credo Ness, la moto era insuperabile - ammisi un po' contrito per non essere ancora in grado di farla sentire una principessa, fu in quel momento che porse delicatamente una sua mano sulla mia guancia e mi mostrò con il suo potere quello che aveva provato, rimasi felice di appurare quanto le fosse piaciuto quel regalo, al punto da mettere in secondo piano la moto fiammante. La riaccompagnai alla casetta nel bosco, le luci erano prevedibilmente accese, dopotutto i vampiri non devono dormire... Nessie ancora avvolta nell'asciugamano ed entusiasta mi ringraziò della festa e con un abbraccio si congedò, attesi in macchina finché non la vidi scomparire al sicuro dietro la porta di casa. Rimisi in moto e mi diressi a casa, Nessie era davvero crescita e non ero l unico ad essermene reso conto, era sbocciata nella primavera eterna, perfetta e dolcissima... Ripensai al discorso su Elen che mi aveva fatto poco prima e al misterioso ragazzo che evidentemente la turbava... E se fosse innamorata? Se un qualche ragazzo avesse rapito il suo cuore? Sarei stato per la seconda volta la non scelta, il reietto degli amanti, e questa volta sapevo di non poter sopravvivere ad una tale realtà.
 
POV NESSIE
 
Rientrai a casa con aria sorniona e gocciolante, mio padre mi guardò sospetto insieme a mia madre
- Perché sei zuppa? - chiese sbigottita Bella
- Ci devi raccontare qualcosa? - rincarò la dose mio padre, che fortunatamente sotto lo scudo protettivo di mamma non poteva cercare le sue risposte nella mia mente, al momento non proprio sotto controllo...
- Che festa in spiaggia è senza il bagno di mezzanotte?!? - esclamai sorridente, cercando di mostrare un'ovvietà a loro non così ovvia probabilmente...
- Ness, fammi il favore di evitare bagni notturni, sei pur sempre per metà umana e ci tengo alla tua incolumità, non è estate e preferisco vederti tornare nelle stesse condizioni in cui sei uscita- sentenziò mio padre con fermezza passandosi una mano nei suoi boccoli perfetti e lanciando un'occhiata d'intesa con mia madre... La quale aveva appena...eh No!
-Eh si cara mia... La privacy va guadagnata... - puntualizzò mio padre fissandomi con i suoi occhioni dorati
Sbuffando e recitando la Divina Commedia mi diressi in camera per farmi una doccia...
- Ness, ripassa biologia che domani ti interrogherà il prof. - mi rivelò mio padre, probabilmente era un suggerimento di zia Alice....
 
                                                                                                      ***
 
Di corsa e senza Jacob, ecco come stavo andando a scuola, probabilmente mio padre aveva setacciato i miei sogni, ad un certo punto ricordavo di essere crollata sulle cellule procariote e Jake aveva invaso la mia mente...
Il tutto non era sfuggito ad Edward che non appena arrivato Jacob lo aveva praticamente requisito, ricordando quanto io fossi solo per metà vampira e che i bagni in pieno inverno erano sconsigliati vivamente...
Ad ogni modo sequestrata la moto e il mio Jake non mi erano che rimaste le gambe per raggiungere la mia scuola.
Arrivai in orario ma attesi il suono della campanella prima di entrare, così da evitare Elen e con lei i suoi discorsi imbarazzanti, entrai in classe e sobbalzai vedendo un ragazzo in piedi vicino alla professore Colin di biologia, era nuovo, e stava per essere presentato
- Signorina Cullen, vuole subito farci fare brutta impressione con il nuovo studente?! La campanella è suonata ben 5 minuti fa, si sieda in fretta - mi riprese il prof. Colin con evidente disappunto, ormai rossa dall'imbarazzo mi sedei in disparte
- Come vi stavo dicendo il vostro nuovo compagno, Cristian Brown, viene da Londra, mi aspetto che siate cortesi ed educati... Ma forse da voi pretendo troppo... - sbuffò sul finale il prof. Colin. Il nuovo studente era di una bellezza disarmante, occhi celesti come il cielo, brillavano come due acque marine, i capelli dorati scompigliati incorniciavano un viso da angelo, la sua carnagione era chiara, diafana, il suo look era casual ma ricercato al tempo stesso, una camicia bianca risaltava il suo fisico scultoreo e slanciato, ed i pantaloni color cammello aderenti evidenziavano le sue gambe tornite e muscolose... Una Dio nordico, ecco cosa sembrava!
-Brown, si accomodi vicino la nostra ritardataria- lo liquidò infine il professore
Con passo sinuoso e disinvolto si sedette al mio fianco, a quel punto lo notai, era come me!
Il battito del cuore accelerato, la sua fragranza vampiresca mista ad un odore umano e dal sorriso che mi rivolse vidi i perfetti canini... Si era come me, forse meno impacciato e decisamente più figo ma era un mezzo vampiro.
- Piacere- disse con voce melodiosa rendendomi una mano - Piacere, sono Renesme, chiamami pure Nessie- dissi cortese ma al tempo stessa guardinga, gli strinsi la mano, della mia stessa temperatura e poi mi fiondai sul libro di biologia...
Probabilmente anche lui si era reso conto di quanto fossimo così simili perché sentivo i suoi occhi addosso, ma feci finta di nulla.
- Signorina Cullen, conosce la regola, perciò venga alla lavagna - annunciò il prof.  Infatti chiunque facesse ritardo veniva interrogato, ma questo già lo sapevo... Un lampo attraversò la mia mente da mezza vampira, forse zia Alice sapeva dell'arrivo del mezzo vampiro!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** ALLENAMENTI ***


La mia interrogazione di biologia dall'esito eccellente, come al solito del resto, aveva occupato tutta l'ora, per la gioia dei miei compagni, appena suonò la campanella schizzarono tutti fuori per recarsi a ginnastica. Uscita anche io mi diressi allo spogliatoio femminile, ripensando al mezzo vampiro, fu allora che mi imbattei in un Elen fuori di sé.
- Ness, come è da vicino? Cosa ti ha detto?? - farfugliò con tono stridulo
- Di chi stai parlando Elen? - chiesi confusa
- Oh cielo Nessie, tu dormi da piedi, Cristian ovviamente! - esclamò esaltata
- ah il mezz... Cioè il ragazzo nuovo? - mi corressi subito
- Nessie, tu devi presentarmi, al ballo di fine anno voglio andarci con lui, ad ogni costo! - disse Elen con estrema convinzione
- io non lo conosco Eli, gli ho solo stretto la mano... Nulla più... - provai a dire, poi una risatina soffocata, inudibile per qualsiasi essere umano, catturò la mia attenzione....
Dopo pochi secondi percepii una presenza alle mie spalle, così mi girai e mi ritrovai il bel mezzo vampiro faccia a faccia.
- Scusami Nessie, mi chiedevo dove fosse la palestra, essendo il primo giorno sono ancora un po' confuso... - disse il bel londinese, con un accento da vero English man.
- In fondo a destra Cristian, sono certa che non ti sbaglierai, segui gli odori... - gli chiarii mostrandomi sicura e facendogli capire di aver ben chiara la sua vera natura.
- Ma certo miss, grazie - intese lui, congedandosi con un mezzo inchino...
- Ness! Sempre la solita, non mi hai presentato! Ci hai messo gli occhi sopra anche tu per caso? - interruppe con voce acuta Elen i miei pensieri
- No Eli, tutto tuo- la rassicurai alzano gli occhi al cielo.
La ore scolastiche volarono velocemente e non potei fare a meno di notare gli sguardi che mi lanciava il nuovo arrivato... Cosa voleva da me? Era un puro caso che uno come me fosse lì a Forks nella mia scuola?
All'uscita, come previsto del resto, Jacob non c'era, mio padre doveva averlo tenuto occupato con qualche scenata delle sue, e poi sinceramente cosa avevo fatto di così grave? Un bagno di mezzanotte?
Con questi pensieri mi avviai verso casa, ad un certo punto sentii un colpo di clacson, mi girai e da una non poco sobria, Porche nera opaca emerse Cristian, raggiante e con un sorrisetto compiaciuto.
- Miss, ha bisogno di un passaggio? - domandò cortesemente
- Ti ringrazio Cristian ma preferisco farmi una passeggiata - risposi guardinga
- Come preferisce Miss, non insisto, a domani Renesme - mi salutò cordialmente e spinse sull'acceleratore, guardai la macchina scomparire e poi mi fiondai nel bosco, a quel punto sfrecciai verso casa, probabilmente più veloce della Porche.
Arrivata nel piazzale di fronte la bella e grande casa Cullen trovai il branco al completo, Jacob, Seth, Leah, Sam e tutti gli altri, la cosa si stava facendo strana, in più mio nonno e mio padre erano già tornati dall'ospedale e stavano parlando con Jacob e Sam.
- Ciao famiglia, ciao ragazzi! - mi fecero un breve cenno, mio padre mugugnò un - Nonna ti ha preparato la merenda, ti aspetta in cucina-
Jacob fece un breve cenno con il capo, erano tesi, tutti, la situazione dipendeva forse dall'arrivo del mezzo vampiro? Stavano parlando di ronde e turni di guardia, ma per cosa?
In cucina trovai mamma e nonna, diedi un bacio ad entrambe e mi concentrai sulla torta di mele...
- Gli zii dove sono? - chiesi mentre mi dirigevo sul divano
- A caccia tesoro - disse premurosa nonna Esme
- Mmm, okay, facciamo che adesso mi spiegate bene cosa sta succedendo perché questa giornata sta veramente diventando sempre più bizzarra... Prima il mezzo vampiro, ora il branco al completo che discute con papà e nonno dei turni di ronda, gli zii a caccia come per prepararsi ad una battaglia... - dissi tutto di un fiato
- Nessie, tua zia ha avuto una visione, ha visto l'arrivo di un mezzo vampiro con la sua famiglia... - iniziò a spiegare Bella
- Mamma ma Cristian non mi sembra un pericolo - la interruppi io
- Lo sappiamo Nessie, lui cerca protezione, il problema sono i Volturi- disse con preoccupazione
Fu in quel momento che entrarono Carlisle, Edward e Jacob, il resto del branco era sparito nel bosco, probabilmente erano iniziate le ronde...
- Renesme, non devi preoccuparti, non permetterò che ti accada nulla - mi rassicurò mio padre con fermezza, eppure qualcosa in quella questione non mi tornava...
- Perché Cristian e la sua famiglia cercano protezione qui? Non gli conveniva scappare? - chiesi
- Tesoro, pensano che stando vicino all'unico clan di vampiri che sono in grado di affrontarli possano essere protetti... -
- Ma ci sarà una battaglia? - indagai
- No, al momento non hanno preso alcuna decisione, Aro sa come eludere le visioni di Alice - spiegò mio nonno
- Cosa vogliono dalla famiglia di Cristian? - chiesi
Fu allora che vidi i miei genitori irrigidirsi ed anche Jacob, il quale era  silenzioso e teso.
- Vogliono lui, perché è come me, vero? - non c'era necessità di ricevere una risposta, era ovvio, come d'altronde era ovvio che potessero volere anche me...
- Non lo permetteremo mai Nessie! - disse mio padre in sibilio, a denti stretti e stringendo i pugni
- Ad ogni modo Nessie, in questo periodo è strettamente necessario che tu sia protetta h 24- disse dolcemente Carlisle.
- Voglio raddoppiare gli allenamenti papà -
- Non sarà necessario, ci siamo noi a proteggerti - dichiarò Jacob rompendo il silenzio
- No Jake, voglio contare anche sulle mie capacità, sono stanca di essere l'anello debole, il cucciolo da difendere, io voglio partecipare attivamente! - urlai quasi
Mia madre mi cinse una spalla, sapevo quanto lei mi capisse, quanto lei stessa si era trovata in quella posizione da umana
- Tesoro, ti allenerò io - mi sorrise lei
- Bella, non sembra necessario mettere a rischi l'incolumità di Ness... - tentò imperterrito Jake
- Jacob, mia figlia ha diritto di conoscere le modalità di difesa e attacco, ciò non significa che la farò combattere qualora ci fosse bisogno. - lo interruppe Bella
- Bene, allora quando si comincia? - chiesi ormai convinta
- Appena tornano gli zii tesoro- mi rassicurò mia madre
Jake e mio padre sbuffarono quasi in simultanea, ma se ne fecero presto una ragione.
 
                                                                            ***
 
Qualche ora più tardi...
- Piegati di più sulle ginocchia tesoro, evita sempre uno scontro frontale, devi colpire ma sempre evitando il faccia a faccia, soprattutto se il tuo avversario è più forte fisicamente - mi spiegò pazientemente mia madre per la milionesima volta, purtroppo non ero ancora in grado di dissimulare un attacco, ero diretta e prevedibile, fin troppo...
- Bella, tu le piroetti vicino senza farla sentire mai in pericolo, non funziona così... - intervenne zio Jasper - dovrebbe allenarsi con qualcuno di più estraneo, noi siamo troppo protettivi con lei, deve sporcarsi le mani - aggiunse pensieroso, probabilmente alla ricerca di un possibile avversario
- Potrei provarci io - si propose Seth di ritorno dalla ronda
- Non se parla! - ringhiò Jacob con il tono da alfa.
- Oh andiamo Jake, così non mi sblocco ed io voglio essere in grado di difendermi - lo implorai facendogli gli occhioni, lo sentii sbuffare
- Va bene, Seth vacci piano o ti stacco la testa, intesi? - ruggì il mio bel lupo
Seth fece un cenno d'intesa e mia madre si fece da parte, i Cullen erano tutti lì in giardino, Jacob lanciava occhiate eloquenti a Seth, probabilmente maledicendolo per quella idea e zio Emmet sembrava stesse al cinema, gli mancavano giusto le pop corn...
Papà mi osservò e alzò gli occhi al cielo, in fondo sapeva che era utile allenarsi.
- Molto in fondo Nessie- disse a denti stretti.
Seth con un balzo si trasformò e iniziò ad avanzare, dovevo dimostrare che non ero una bambina e sapevo cavarmela, mi concentrai, attesi l'attacco, rimanendo immobile. Seth si scagliò in avanti, prevedibile, rimasi immobile fino ad un secondo prima dell'impatto, a quel punto scivolai a destra e mi accovacciai, pronta al balzo, Seth capì le mie intenzioni ma fu Troppo tardi, ero già sulla sua pelliccia grigia. Sentii un applauso, mi voltai ed... Errore, Seth approfittò della mia distrazione e ribaltò la situazione, mi fu sopra e con una zampa mi premette sul terreno. Sentii Jacob ringhiare e Seth mi liberò immediatamente.
- Regola numero uno Nessie, mai distrarsi! - ridacchio zio Emment
Sempre il solito burlone, mi rialzai con dignità e mi diressi dentro casa
- Per oggi può bastare, vado a lavarmi che mi aspettano una ventina di pagine di letteratura inglese da studiare - sentenziai.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** PUNTO FELICE ***


Nei giorni seguenti la mia famiglia e il branco mi gravitavano intorno, sapevo di essere controllata a vista e l'unico posto dove trovavo un po' di privacy era a scuola. Paradossale, ma era così, certo c'era Elen che non mi dava pace per via di Cristian ma tutto sommato era meglio lì che chiusa in casa. Il mezzo vampiro mi lanciava occhiate, forse attendeva il momento opportuno, probabilmente l'assenza di Elen, ma in fondo era meglio così...
All'uscita c'era Jacob, mi era venuto a prendere con la macchina e con un sorriso super sexy, insieme alla maglietta aderente e al giubbetto in pelle. Gli corsi letteralmente incontro
- Felice di vedermi o di aver terminato le lezioni? - ridacchio spalancando le braccia e avvolgendomi nel posto più sicuro e caldo del mondo
- Per aver concluso le lezioni ovviamente! - scherzai facendo una smorfia
- Mmm...potrei crederci - disse fingendosi offeso
- Senti Jake, ho voglia di mare, ti va di andare a La Push? - proposi
- Ogni suo desiderio è un ordine - rispose divertito aprendomi la portiera della macchina. Jacob non appena varcava i confini di La Push si distendeva, quel luogo era casa, era il suo punto felice e lo si percepiva benissimo. Appena arrivammo andammo a trovare Bill, Rachel e Paul gli avevano affidato i nipotini, ciononostante ci strinse in un forte abbraccio
- Nessie, sei sempre più bella e grande, sei una donna ormai - mi disse sorridendo
- Bill sei l'unico che sembra essersene accorto, Jacob e miei mi trattano come una bambina indifesa - sospirai
- Vedi cara, siamo noi stessi i fautori e gli artefici dei cambiamenti, alle volte basta una fiammella per far divampare l'incendio... - mi disse saggiamente strizzandomi l'occhiolino, aveva ragione, dovevo innescare la fiammella...
Jacob, uscito dalla sua camera ci raggiunse, aveva sentito e avvisato i miei della nostra visita a Bill.
- Nessie ci sono stati dei movimenti intorno la casa, Emmet e Jasper hanno percepito un vampiro... - spiegò brevemente
- Vicino la casa nel bosco? - chiesi preoccupata
- Si, stanno cercando tracce insieme al branco, riteniamo più sicuro per te se rimani qui a dormire - fece un breve cenno al padre che con il capo diede il suo consenso
- Ma non ho le mie cose Jake, inoltre ci sono già i bambini e non vorrei disturbare - dissi guardando le due pesti arruffarsi davanti alla TV
- Nessie, ti prego di rimanere, dormirai in camera di Jacob e non devi preoccuparti di nulla - disse prontamente e con autorità Bill, a quel punto sorrisi e rimasi in quella deliziosa casetta.
La camera di Jack era essenziale ma calda e accogliente, proprio come lui, mi misi a fare i compiti sulla sua scrivania mentre lui guardava fuori dalla finestra pensieroso...
- Jack, c'è qualcosa che non va? - domandai poggiando la penna sul quaderno e concentrandomi su di lui.
Jacob si voltò, I suoi occhioni neri incrociarono i miei, era così perfetto, così...
- Va tutto bene, non permetterò che ti accada nulla, promesso! - esclamò convinto interrompendo i miei pensieri.
- C'è una cosa che voglio dirti e voglio che tu sia il primo a saperlo... - qualcosa di quelle parole fece irrigidire Jake
- Ho capito cosa voglio fare dopo il diploma- conclusi, notando la fronte di Jacob distendersi
- lasciami indovinare... Medicina? - ridacchio lui pensando che volessi seguire le orme di mio padre e di mio nonno
- No, sei parecchio fuori strada, ho deciso di studiare ingegneria - dissi tutta soddisfatta
- Ah si? Beh non male... Anche se sarai circondata da ragazzi impazienti di fare la tua conoscenza... - disse in una smorfia.
- Geloso grande capo? - chiesi provocatoria e mi sporsi verso di lui, si immobilizzò completamente, cosa gli era preso?
- Vado a vedere se serve una mano a Bill per preparare la cena - disse abbozzando un sorriso e si dileguò dalla stanza, mi aveva forse rifiutato nuovamente? Come la sera del mio compleanno? Decisi di riconcentrarmi sui miei compiti.
- Nessie è pronta la cena... - mi informo Jacob affacciandosi alla cameretta con addosso un grembiule rosso, per un attimo me lo immaginai solo con quello indosso e avvampai completamente.
La cena preparata da Bill e Jacob era eccezionale, sapeva cucinare benissimo ogni tipo di carne, per sdebitarmi mi offrii per risistemare la cucina, Bill andò a mettere a letto i bambini e Jacob chiamò mio padre per sapere degli sviluppi.
A velocità vampiresca feci brillare la cucina in pochissimi minuti e mi sedetti di fianco a Jake sul divano.
- Novità? - indagai
- Al momento no, la scia dell'estraneo sembra interrompersi nel nulla - mi riferì Jacob, evidentemente in pensiero.
- Jack non è che avresti una maglietta da prestarmi come pigiama? -
- quante ne vuoi, ma ti avviso, non sono alla moda come quelle di Alice- ridacchio lui
Salimmo nuovamente in camera sua e mi porse diverse magliette, ne presi una nera semplice che odorava di lui, feci per togliermi i jeans quando Jake sobbalzò
- Ness! Ma che fai? - sembrava imbarazzato
- Mi pare ovvio, mi metto il pigiama o meglio la maglietta - risposi puntando lo sguardo su di lui, il quale ormai rosso peperone aggiunse
- Non sei più una bambina Ness, preferirei che mi avvisassi prima di spogliarti - uscendo velocemente dalla sua camera.
Finalmente lo aveva ammesso, allora non mi vedeva tanto più come la piccola Nessie, compiaciuta e soddisfatta mi infilai la maglietta, mi arrivava a metà coscia e guardandomi alla specchio mi vidi abbastanza sexy, raccolsi i capelli in una coda e mi affacciai sul pianerottolo. Jacob si era messo sul divano
- Jack, io vado a dormire, buona notte - lo informai dal ciglio delle scale, lui si girò e mi guardò come speravo da tempo mi guardasse, con gli occhi accarezzò le mie gambe scoperte, per poi risalire ai miei occhi e ragalandomi un sorriso caldo, forse non gli ero così indifferente....
- Notte Ness, io dormo qui sul divano - proclamò e la barriera ricadde tra di noi...
Così mi congedai e mi infilai da sola nel suo letto, di certo prendere sonno dopo quello sguardo fu difficile, cosa stava succedendo tra di noi? La verità era che io mi lo volevo come il mio uomo e non come amico, avrei voluto gridargli quanto mi piacesse e quanto lo desideravo, ma come avrebbe reagito? Eppure un amico non ti guarda come se volesse strapparti i vestiti di dosso... disse una vocina speranzosa nella mia testa; con quei pensieri presi sonno, ma fu un sonno molto agitato, stavo nella foresta, qualcuno mi inseguiva, qualcuno che voleva uccidermi...
Mi sollevai di botto dal letto tutta sudata, vidi nel buio Jacob sulla soglia della porta
- Ness, va tutto bene? - chiese preoccupato
- Era solo un sogno - dissi per rincuorare più me che lui
-Hai urlato... Così sono salito a vedere, se hai bisogno di qualcosa chiamami- stava per tornare in salone
- Ho bisogno di te... - mi uscì in un sospiro, come se stessi rivelando un segreto, come se in quelle parole ci fosse condensato tutto quello che provavo... Lo vidi voltarsi, aveva un accenno di sorriso e con dolcezza si avvicinò, solo allora notai che portava una maglietta e dei boxer neri, sembrava un modello di intimo.
Si sedette sul bordo del mio letto e con voce roca e profonda mi disse
- Sono qui e ci sarò per sempre -
Mi divincolai dalle lenzuola, e mi protesi verso di lui, lo abbracciai, lui era il mio tutto, fu in quel momento che smisi di pensare...
Gli misi una mano sulla guancia bollente e delicatamente la feci scivolare fin dietro la nuca, percepii i muscoli di Jacob vibrare, come a volersi protendere verso di me ma al tempo stesso qualcosa li frenava, eppure ormai io ero senza freni.
 
POV JACOB
 
Ness aveva bisogno di me, a quel punto mi sedetti sul bordo del letto vicino a lei, aveva una strana luce negli occhi, la vidi divincolarsi dalle lenzuola e si protese verso di me, il mio angelo personale, la mia dea, le lunghe gambe affusolate si posarono sulle mie e mi strinse in un abbraccio dolce, eppure percepii che non era il solito abbraccio, di quelli che mi dava da bambina, era pieno di desiderio. Qualcosa nel mio basso ventre mandava chiari segnali... Dovevo Svincolarmi prima di perdere il controllo, ma lei mi stregò, posò delicatamente una mano sulla mia guancia e molto lentamente la fece scivolare sulla mia nuca, fu allora che smisi di ragionare e la sovrastai facendola sdraiare sul letto, era mia e voleva esserlo...
Con la mano dietro la nuca mi strattonò e portò il suo viso a pochi centimetri dal mio, fu allora che colmai le distanze e posai le mie labbra sulle sue, iniziò una danza paradisiaca... Le sue labbra si dischiusero nelle mie, intrecciò le gambe sul mio bacino, e preso dalla foga iniziai a premere sempre di più sulle sue labbra morbide, la sua lingua giocava con la mia, la sentii gemere, spostai le mie labbra sul suo collo e iniziai ad assaporare la sua pelle, lei strinse ancora di più le gambe sul mio bacino e... Mi strappò la maglietta, con la velocità di una pantera capovolse i ruoli e passò sopra di me, i suoi capelli ricadevano sul mio petto e la sua lingua iniziò a disegnare cerchi immaginari sul mio torace, sul mio addome e fu in quel momento che iniziò a togliere via anche i box...
- Nessie... - mugugnai in uno stato di eccitazione che sfiorava l'estasi
- Vuoi che smetta? - mi sussurrò all’ orecchio baciandomelo e assaporandolo con la lingua
- Se ci tieni alla mia vita... Si, anche se non mi dispiacerebbe morire così - risi
- Qualcuno li sotto la pensa diversamente JJ... - mi sussurrò la mia dea con malizia
- Renesme, così non mi aiuti molto, sappi che tuo padre mi staccherà la testa -
- Ops, il lupacchiotto alfa ha paura? - rise lei di gusto
- Cosa ne hai fatto tu della pudica e timida mezzavampira? -
- Forse non c'è più da un pezzo Jake e tu ci hai messo un po' prima di capirlo - disse la mia visione scivolando al mio fianco e poggiandosi sul gomito.
Sudata, mezza nuda e con uno sguardo malizioso... Voleva mandarmi al manicomio e ci stava riuscendo
- Nessie lo avevo notato, dalla sera del tuo compleanno, ma volevo che ne fossi certa... Ci sono cose di cui dobbiamo parlare e...- mi interruppe ponendo il suo indice affusolato sulle mie labbra, si rannicchio sul mio petto e mi disse - Mai più senza di te, rimani con me Jack- sembrava quasi una supplica
- Renesme io non ti lascerò mai, sappilo - suonava come una promessa e la strinsi forte a me.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** NUOVO POTERE ***


POV NESSIE
 
Un profumo di cioccolata invase la mia testa, aprii lentamente gli occhi e vidi un vassoio con un biglietto, cercai di scacciare il senso di torpore stiracchiandomi per bene. Poi allungati il braccio e afferrai il biglietto
" Sono andato a fare il turno di ronda, Rachel ti aspetta giù per accompagnarti a scuola... Mi troverai all'uscita... Tuo per sempre JJ."
Sbuffai, lo avrei voluto lì vicino, soprattutto dopo quella notte in cui ogni barriera era caduta... Arrossì ripensando a quanto ero stata disinibita e determinata... Però era stata la notte più bella della mia vita, lui mi voleva e non si era tirato indietro, forse non c era l imprinting ma di certo qualcosa provava per me.
Immersa nella mia bolla sorseggiai la miglior cioccolata calda del mondo, quella preparata dal mio Jacob. Fu allora che bussarono alla porta
- Nessie, sei sveglia? - chiese Rachel
- Si Rachel entra pure - risposi ancora mezza assorta nel mio mondo incantato.
La porta si aprì delicatamente ed entrò Rachel, mi aspettai che venisse verso di me, ma rimase interdetta nella stanza, poi andò verso la porta del bagno annesso alla camera e bussò
- Nessie sei lì? - chiese
Per un attimo pensai che si stesse beffando di me, tipico scherzo alla Jacob Black, però forse non si era accorta che stavo ancora nel letto così parlai
- Ehi Rachel sono qui - dissi ridendo e sventolando una mano.
- Qui dove Nessie? - chiese con tono ansioso guardando nella mia direzione ma senza vedermi
- Dai Rachel, sono davanti a te, non fare gli scherzi alla Jacob Black! - esclamai soffocando una risata
- Nessie! Non ti vedo! - urlò quasi Rachel, a quel punto entrò in camera Bill
- Dove è Nessie?- chiese a Rachel
- Bill sono qui! - a questo punto mi ero alzata e posizionata davanti a loro, a circa 2 metri, eppure i loro occhi guardavano oltre....
- Nessie non ti vediamo - disse con voce preoccupata Rachel
Spostai la sedia per sedermi, improvvisamente il panico si stava impossessando di me, entrambi s'irrigidirono a tale movimento, sgranando gli occhi come se avessero visto un fantasma... O meglio per loro lo ero perché non mi vedevano... Presi lo specchietto che tenevo sempre in borsa e lo aprii, tirai un urlo, non mi vedevo, ero INVISIBILE!
Bill e Rachel capirono che qualcosa di sovrannaturale era successo e con un cenno di intesa si avvicinarono alla sedia dove era seduta...
- Renesme, stai tranquilla, adesso chiamiamo i tuoi e risolviamo il... Il problema - disse Bill guardandomi senza vedermi
- E se rimanessi invisibile per sempre? - solo allora mi accorsi che stavo singhiozzando
- Risolveremo tutto Nessie- cercò di tranquillizzarmi Rachel
Presi il telefono dalla borsa, sotto gli occhi ancora esterrefatti di Bill e Rachel, e chiamai mio padre
- Nessie che succede? - rispose al primo squillo Edward con la voce preoccupata
- Pa.. Pà - singhiozzai - io non riesco più a vedermi... - prosegui
- Intendi dire che non riesci più a vedere... - cercò di capire lui
- No papà, sono invisibile e...nessuno mi vede! - urlai disperata
- Arrivo Ness- e così dicendo chiuse la chiamata. Nel frattempo Rachel aveva chiamato Paul dicendogli di trasformarsi e avvisare Jack.
Nel frattempo seppur invisibile decisi di rendermi presentabile e vestirmi, non volevo farmi trovare da tutti in maglietta e mezza nuda qualora fossi tornata visibile...
Poco dopo si sentì suonare alla porta, Rachel corse ad aprire e apparvero mia madre, mio padre e nonno Carlisle alla porta, erano evidentemente preoccupati, Bill li fece accomodare in salone e mi chiamò credendo che fossi ancora in camera di Jacob
- Sono qui, davanti a voi - dissi triste
- Oh tesoro, non preoccuparti, risolveremo tutto - disse mia madre
- Ascoltami Renesme, dammi la mano e fammi vedere bene il momento in cui avete scoperto di questa situazione- disse mio nonno pacato e apparentemente tranquillo
Gli misi una mano sul freddo e perfetto viso e gli mostrai tutto, conseguentemente anche mio padre vide tutto...
- Carlisle, potrebbe dipendere da una distorsione del campo elettromagnetico, la luce in fondo sono onde elettromagnetiche... - riflettè mio padre
- Lo potrebbe alterare con una sorta di scudo, come il mio del resto... - ipotizzò Bella
- Si lo credo anche io- disse Carlisle - perciò Nessi devi sono trovare il modo di abbassare lo scudo - suggerì mio nonno
- Devi rilassarti tesoro, immaginalo come un elastico, lo puoi estendere ma anche ritirare nella tua mente, riesci a visualizzarlo? - cercò di aiutarmi mia madre
Fu allora che Jacob entrò a petto nudo e con i soli short dentro casa tutto trafelato e con un' espressione di terrore in volto, era preoccupato e agitato. Si guardò intorno confuso, mio padre gli indicò la zona dove all'incirca fossi, così si avvicinò con passo felpato e mi cercava con lo sguardo, ma neanche lui mi vedeva...
Scoppiai in lacrime, singhiozzai così forte da non riuscire neanche a respirare...
- Nessie, ti prego non fare così, è straziante - disse dolcemente Jacob, rilevando meglio la mia posizione dai singhiozzi e mi abbraccio, posai la testa sul suo caldo petto e...
- Nessie! - esclamò lui sorridente
- Jacob! - esclamarono i presenti attoniti
Era entrato nella mia bolla di invisibilità, mi asciugò con il pollice i lacrimoni e sorridente mi strinse ancora più forte. Mi vedeva, ma nessun altro vedeva noi... A quel punto tra le sue braccia mi rilassai e mi senti protetta...
-ehm ehm - si schiarì la voce mio padre... Eravamo tornati visibili, ci distanziammo un po' e scoppiammo a ridere.
Mio nonno era entusiasta, andò subito a fare una chiamata alla nonna e agli altri per tranquillizzarla, mia madre sorrideva compiaciuta, in fondo era una rivisitazione del suo scudo, così come potevo ribaltare il potere di mio padre. Quest ultimo stava passando in rassegna i pensieri di JACOB e probabilmente non gli erano tanto piaciuti...
- Jacob, possiamo parlare un secondo? - e così dicendo fece un cenno a mia madre...
Tutti e tre uscirono dalla casa, rimanemmo solo io, Bill e Rachel, I quali erano molto sollevati dall' avermi rivisto apparire, potei vedere finalmente Bill tirare un sospiro di sollievo. A quel punto presi il mio zaino, dopotutto riuscivo ancora ad entrare in terza ora... Fuori trovai solo mio nonno
- Ness, non vedono l'ora di vederti a casa... - poi vide il mio zaino e aggiunse - tesoro non credo sia saggio esporsi, almeno finché non saprai controllare il tuo nuovo potere- effettivamente l' ultima cosa che volevo era sparire davanti agli occhi dei miei amici....
 
***
Avevo passato la giornata a spiegare e mostrare quello che fosse successo quella mattina, ad un certo punto crollai stanca sul divano di casa Cullen. Sentii zia Rose coprirmi con un plaid era sempre super apprensiva con me, sentii rientrare mio padre con Jacob e Bella, erano spariti da quella mattina ma ero così assonnata che le palpebre erano troppo pesanti da sollevare.
-Ho mostrato a Jacob la scia, sembrava puntare verso la costa, ma sparisce improvvisamente, neanche lui percepisce altro. - spiegò mio padre a Zio Jasper, il quale buttò giù diverse teorie, ma da tutte escludeva i Volturi perché quella fragranza era del tutto nuova. Poi sprofondai nel mondo dei sogni.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** A CARTE SCOPERTE ***


Sentivo una voce, ma non volevo ascoltarla, mi voltai repentinamente sull’altro fianco, fu allora che sentii un getto di acqua fredda in piena faccia. Spalancai gli occhi e mi tirai su con un’espressione tra lo sbigottito e lo sconvolto. Mia madre, con ancora una pentola in mano mi fissava divertita e con un ghigno che la diceva lunga. -No dico, sei pazza? Mi hai bagnata tutta! – protestai -Tu non davi cenni di svegliarti e io non ho avuto scelta, ora signorinella alzati che ti porto a scuola, che per inciso inizia tra 15 minuti! – disse sbrigativamente quella tremenda ma bellissima vampira di mia madre. Il guaio lo aveva combinato, perché il tempo di asciugare i capelli non lo avevo e dopo aver azzannato una brioche montai nella volvo grigia che mi aspettava nel vialetto della casina nel bosco. Mia madre durante il tragitto verso scuola mi spiegò che Jake e papà erano impegnati con i turni di guardia e che la situazione del vampiro nomade stava diventando sempre più complessa da gestire, arrivare al parcheggio mi diede un bacio sulla fronte e con rapidità tolse l’asciugamano dai miei capelli ancora molto umidi e ispidi. Presi coraggio e scesi dalla macchina, corsi all’entrata e fui dentro l’edificio in meno di un secondo, speravo di non incontrare nessuno in quelle condizioni pietose, capelli bagnati e tutone grigio topo con delle snakers rosse, non era proprio il mio abbigliamento migliore. Velocemente entrai nell’aula di storia e mi sedetti all’ultimo banco, qualcuno mi fissò con aria un po’ sconcertata e per fortuna Elen non seguiva storia, tirai un sospiro di sollievo, ma cantai vittoria troppo in fretta… -Ciao Nessie, posso sedermi vicino a te?- esordì Cristian, ovviamente dal look impeccabile, camicia bianca e jeans, con i capelli perfettamente pettinati all’indietro e fissati con gel, insomma sembrava uscito da quelle riviste di moda e mi lanciò un sorriso che non ammetteva risposte negative alla sua domanda. –Ma certo Cris, figurati- dissi abbozzando un sorriso. Non è che mi stesse particolarmente simpatico, però del resto lui si impegnava per essere gentile con me e in più volevo capire cosa volesse lui e la sua famiglia, qualcosa in quella faccenda non mi tornava. L’ora di storia passò in fretta, così veloce che neanche prestai attenzione alla rivoluzione francese e le conseguenze che essa comportò, Cris d’altronde sembrava seriamente preso e lo vidi appuntarsi qualche frase della professoressa sulle dispense. Appena suonò la campanella feci per alzarmi, ma con un tocco leggero e quasi impercettibile Cristian mi sfiorò il braccio, richiamando la mia attenzione, così lentamente mi voltai verso di lui e lo fissai negli occhi azzurri, -Forse è solo una mia impressione, però mi sembra di vedere un atteggiamento ostile nei miei confronti…- disse con voce bassa, quasi un sibilo e togliendo la maschera da sbruffone che aveva solitamente. Riflettei un attimo e dopo un sospiro decisi di mettere le carte in tavola –Senti Cris io non ho alcun atteggiamento ostile, sto solo cercando di capire chi sei e cosa vuoi da me o dalla mia famiglia, stanno succedendo cose strane da quando siete qui e sinceramente vorrei capire quanto sei coinvolto- dissi inchiodandolo con lo sguardo, lo vidi in imbarazzo, forse non si aspettava tanta schiettezza, ma volevo andare a fondo alla cosa –Credo che tu ti riferisca alla mia natura di mezzo vampiro, sappi solo che non voglio farti del male, né a te e né tantomeno alla tua famiglia, il mio essere non costituisce necessariamente una condizione di maligno o infernale, sono una persona prima di essere un mezzo vampiro, ma se devo essere discriminato in questo modo proprio da te forse mi sbagliavo, è meglio non essere amici- chiuse scattando in piedi velocissimo e lasciandomi sbigottita per qualche minuto. Durante le restanti lezioni non lo vidi e mi senti profondamente in colpa, forse ero stata un po’ scortese e ripensandoci bene lo avevo accusato tra le righe di fatti che potevano essere accaduti a prescindere da lui o dalla sua famiglia, insomma la solita idiota! Dovevo trovare un modo per recuperare e spiegarmi, perciò aspettai con ansia la pausa pranzo, lo intravidi in tavolo vicino l’uscita sul giardino, stava solo e guardava dalla vetrata il parcheggio.
Stavo per avvicinarmi quando fui presa alle spalle da Elen, aveva la capacità di piombare nelle situazioni meno opportune, forse era un superpotere… -Ness, ma che fine hai fatto ieri? Sei rimasta nelle braccia di quel fusto di Jacob per tutto il giorno?- trillò saltellando come una trottola curiosa che voleva entrare nei dettagli –Ehm no Elen, non mi sentivo molto bene- dissi abbozzando un sorriso di circostanza e cercando di tagliare corto, nel mentre vidi Cris drizzare la schiena, qualcosa mi diceva che stava ascoltando la mia conversazione, così colsi la palla al balzo –Elen, scusa ma devo andare a scusarmi con un amico, possiamo parlare più tardi?-  e senza attendere una risposta mi svincolai e mi diressi verso Cristian, il quale, a riprova del fatto che avesse ascoltato, si alzò rapido e in un attimo fu fuori in giardino, prevedibile. Uscii anche io, dovevo assolutamente parlarci, ma appena fui fuori era sparito, mezzo vampiro impunito, così mi fermai, chiusi gli occhi e attivai i miei sensi da vampira, si era diretto nella foresta intorno alla scuola, mi girai assicurandomi che nessuno mi stesse guardando e scattai seguendo la scia, adoravo quel senso di libertà incondizionata che mi dava la corsa, ma tornai a concentrarmi sulla scia di Cristian, fu allora che accadde tutto molto in fretta. Un grosso lupo nero lo aveva buttato a terra e ringhiava con forza sul vampiro biondo che provava a divincolarsi, non c’era tempo di parlare o Sam gli avrebbe staccato la testa, percepivo in lontananza altri lupi arrivare, probabilmente in contatto con Sam erano stati avvisati del vampiro. Così intervenni, balzai veloce e scaraventai il lupo nero qualche metro più in là, Cristian mi guardò sorpreso e al tempo stesso confuso, Sam d’istinto mi diede una zampata su un fianco, fece maluccio, era uno dei lupi più grossi e non gli mancava di certo la forza, finita sull’albero vicino, Sam si rese conto di chi fossi e si fermò, mi venne in soccorso e con il muso mi aiutò a rimettermi in piedi, a quel punto erano sopraggiunti anche Quil ed Embry sotto forma di lupi, Cristian si rialzò e coprì le distanze che ci separavano. Ripreso fiato ma ancora indolenzita, probabilmente mi ero rotta una costola, mi affrettai a chiarire –Sam, lui è mio amico, è un mezzovapiro proprio come me, non è un pericolo- chiarii con la voce spezzata dalle forti fitte al costato, ricaddi seduta e mi circondai con le braccia il costato. Arrivò anche Seth ma in forma umana, probabilmente per dialogare con me –Ness, che diavolo sta succedendo abbiamo intercettato una scia, credevamo fosse la stessa che abbiamo percepito vicino la casa nel bosco…- fu in quel momento che Cris mi prese in braccio e con dolcezza mi sussurrò all’orecchio –Scusami Ness è colpa mia- vidi gli occhioni azzurri guardarmi seriamente dispiaciuti, poi aggiunse rivolto al branco – Scusatemi, effettivamente la scia è la stessa, l’altro giorno mi ero avvicinato alla casa di Nessie per parlarle, ma non avendola trovata sono andato via- ammise dispiaciuto. Fu in quel momento che apparve il mio sole, un po’ nervoso ma comunque bellissimo, con i soli pantaloncini e tutto il petto nudo, probabilmente stava in ronda anche lui, vidi la sua espressione quando si rese conto che Cristian mi teneva in braccio. Appena incrociò i miei occhi gli lanciai un sorriso e lo vidi stemperare un po’ di rabbia, ma non tutta – Ora puoi lasciare Nessie a me, hai già fatto abbastanza – sputò tra i denti e con i muscoli tremati, vidi che stringeva i pugni, probabilmente stava più arrabbiato del previsto. Cristian mi guardò, con una mano mi spostò un capello che mi era finito davanti al viso, provai uno strano imbarazzo, complice il fatto che Jake in tutto ciò stava lì davanti, poi sussurrò – Ness, perdonami sono stato uno stupido, non dovevi scusarti di nulla, nel pomeriggio vengo a trovarti e ci penso io a dire ai prof della tua uscita anticipata- gli sorrisi e feci un cenno con la testa, poi sentii le calde braccia del mio lupo avvolgermi completamente e posai la testa sul suo petto chiudendo gli occhi.
 
Jack sfrecciava nella foresta, veloce e tremante, probabilmente oltre ad essere arrabbiato era anche in ansia per me, così mi limitai a stare in silenzio. A metà tragitto tra casa Cullen e la foresta ci vennero in contro mio padre e nonno Carlisle, le linee dei loro volti perfetti erano irrigidite dalla preoccupazione. – Jacob portala a casa Cullen con Carlisle, io vado ad avvisare Bella che era andata a caccia con Esme, e tu signorina sei stata a dir poco irresponsabile! Ma ne parleremo più tardi…- così dicendo sfrecciò verso nord. Appena giungemmo a casa Cullen Jacob seguì Carlisle nel suo studio e mi adagiò con delicatezza sul lettino – Carlisle, cosa posso fare? – chiese con una certa ansia nella voce, - Al momento nulla Jacob- disse mio nonno alzandomi la maglia – purtroppo Nessie è come te, nel momento che si rompe un osso il suo corpo ha una rapida guarigione, ma se la frattura è scomposta devo …- fu interrotto da Jacob che furente esclamò – No! Starà malissimo, io lo so, è ciò che ho vissuto quando salvai Leah dall’esercito di neonati!- mio nonno gli mise una mano sulla spalla muscolosa – Non c’è alternativa Jacob – in quel momento capii, nonno avrebbe dovuto romper nuovamente le costole rotte e riposizionarle nel modo corretto, deglutii, probabilmente lo feci in tono rumoroso perché si voltarono entrambi e mi guardarono, mio nonno era dispiaciuto, invece Jake aveva lo sguardo arrabbiato – Sei felice ora? Dovresti pensare prima di agire! – mi urlò Jacob – Avrei dovuto lasciar morire il mio amico? – replicai provando a tirarmi su, ma mio nonno mi bloccò – Amico? Ho visto come ti guardava! – e con uno scatto uscì fuori dalla porta furente. Bene ora avevo raggiunto l’apice, scoppiai in lacrime e lo studio iniziò ad essere riempito da vampiri che volevano coccolarmi in ogni modo, zia Rose mi iniziò ad accarezzare la testa e zia Alice cercava di calmarmi, non appena arrivò zio Jasper riuscii a smettere di piangere e tornai ad essere lucida – Scusate, mi dispiace – mormorai, - Non devi scusarti tesoro, sei stata coraggiosa e hai salvato un amico, però adesso devi permettere a Carlisle di intervenire, okay amore?- intervenne mia madre seguita da Edward, vedendoli lì mi senti protetta, al sicuro, anche se mancava …- Sta qui fuori Ness, è dovuto uscire per non trasformarsi in casa, sta ascoltando tutto e non è arrabbiato con te- intervenne mio padre – Sull’ultima parte non ti credo tanto, ma sono pronta, papà puoi restare dentro ?- lui sorrisi e mi fece un cenno di assenso con il capo. Nonno fece uscire tutti dallo studio, tutti tranne mio padre, dopotutto anche lui era un medico ora, sentivo ancora il flusso di calma che emanava Jasper per farmi stare tranquilla e percepivo l’ansia di mia madre e di tutta la mia famiglia che era riunita in salone. Mio nonno mi cinse il costato e con un movimento rapido mi ri-ruppe le costole, sentii delle fitte e un dolore atroce, ebbi l’impulso di urlare ma emisi un gemito per non allarmare tutti coloro che erano in ascolto, sentii delle fitte, tante fitte, ma strinsi i denti, mio padre mi teneva ferma e mi asciugava il sudore che colava dalla mia fronte a fiotti. Mio nonno fece delle manovre, ci impiegò dei minuti e terminate mi disse di stare immobile, lo sentivo ovattato, come se mi stesse parlando da lontano, ma accennai un segno d’intesa con il capo. Mi somministrò della morfina e poi caddi in un sonno profondo.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** PRESENTAZIONI ***


Sete, sentivo il bisogno di soddisfare una voglia irrefrenabile di sangue, era come avere una lama incandescente infilata nella gola, aprii gli occhi di botto, era notte, di quale giorno non ne avevo idea ma era notte, ero distesa sul letto dello studio di mio nonno, avevo una flebo nel braccio, la tolsi e non feci in tempo ad alzarmi che al mio fianco vidi Edward e Bella, sorrisero e mi abbracciarono con delicatezza. –Che giorno è ? – farfugliai massaggiandomi la gola, la sete stava diventando insostenibile – Ness, sono passati 3 giorni dall’incidente, la morfina deve aver scatenato un po’ la tua sete- spiegò mio padre – Possiamo andare a caccia?- chiesi alzandomi – Se ti senti in forze ci andiamo subito tesoro- sorrise mia madre – Bene, allora credo che non si possa aspettare neanche un po’ …- rise Edward – Però ti aggrapperai a me Ness, come facevi da piccola- aggiunse serio, sbuffai – Per una volta puoi seguire quello che ti dico? – disse fissandomi con gli occhi color ambra – Va bene, però caccio da me, i denti credo di saperli ancora affondare- ribattei determinata. Scendendo le scale lo vidi, Jacob era sdraiato sul divano e dormiva con un angioletto, sembrava stanchissimo – Lo è in effetti, è stato qui a tenerti la mano per tre giorni senza mai riposare, è crollato due ore fa – sussurrò mio padre per non svegliarlo. Un’altra fitta attraversò la mia gola – Beh sbrighiamoci o berrò anche il suo di sangue – dissi ridacchiando, felice di aver saputo che non mi aveva lasciato un attimo. La caccia duro poco, tempo di riacquisire un po’ di forze e di placare la mia sete che al ritorno sfrecciavo nel bosco velocissima, vidi i miei sorridere tranquilli al mio fianco, non appena tornammo a casa Cullen andai in salone da Jacob, dormiva ancora beatamente e mezzo nudo come al solito, sentii mio padre schiarirsi la voce, in effetti i miei pensieri si erano fatti un po’ a luci rosse. Da dietro la scala arrivò nonna Esme, mi disse che aveva preparato il letto nella camera che era stata di mio padre e di andare a riposare, la abbracciai forte e andai a dormire nel lettone morbido.
La mattina seguente balzai dal letto e mi andai a fare la doccia, erano circa le 10.00 del mattino, mi lavai i capelli e prontamente zia Alice entrò con il cambio, mi aveva comprato un paio di cosette, almeno così diceva lei, dallo sportivo all’elegante, optai prontamente per una pantacollant nera con delle righe bianche ai lati e una maglietta bianca a maniche lunghe in cotone con uno scollo a V alquanto provocante, finii di spazzolarmi i capelli, lunghi e lisci e mi infilai il cappellino con visiera coordinato ai pantaloni. Mi guardai allo specchio e ne fui soddisfatta –Sei bellissima anche in tuta Nessie, però avrei preferito il mini dress con le paillettes- bofonchiò Alice e così dicendo uscì dalla camera. Era tremenda, ma come poteva pretendere che indossassi un vestito di paillettes in pieno giorno? Sorridente scesi al piano di sotto, feci piano nel caso Jacob stesse ancora riposando, ma non lo trovai, al suo posto c’era zio Emmet, il quale dopo un sorrisetto disse -Nipotina il lupo sta fuori a parlare con il branco, però occhio che se ti vede così gli prende un colpo.- alzaii gli occhi al cielo, era sempre il solito, e comunque l’idea era quella ammisi con me stessa. Uscii dalla casa e lo vidi, era di spalle al margine della foresta, aveva una maglietta bianca e stava parlando con Seth e Embry. Seth gli fece un cenno e lui si voltò, era perfetto, aveva uno sguardo penetrante e un sorriso talmente abbagliante che sentii le farfalle e le campane insieme, ero rimasta immobile, tipo in trans, fu allora che vidi lo sguardo di Jacob perdersi, era confuso – Nessie????- urlò, vidi Seth e Embry cercarmi con lo sguardo, eppure ero rimasta ferma, nello stesso punto, probabilmente era successo di nuovo… ero invisibile, a quel punto ne approfittai e silenziosamente mi avvicinai a Jacob, lo abbracciai e fu dentro la mia bolla.
-Ehi, eccoti, siamo invisibili? – chiese sussurandomi all’orecchio – Si JJ – gli soffiai sul collo – E tuo padre può ascoltare i pensieri?- indagò sorridente – Mmm non credo, però possono sentire ciò che dici JJ- dissi, non proprio certa – Beh la mia idea non è quella di parlare …- e così dicendo mi sollevò il viso con le mani grandi e iniziò a baciarmi con tanto desiderio che quasi mi cedettero le gambe, muoveva le sue labbra carnose sulle mie e giocava con la mia lingua, infilai una mano sotto la sua maglietta e iniziai a percorrere la sua schiena, lo sentii vibrare, di tutta risposta lo sentii stringere la presa sul mio fianco e con la mano iniziò a percorrere le curve del mio corpo. Era una danza di passione, istinto, sentivo che non sarei riuscita a fermarmi … -Ehm ehm, ragazzi… siete tornati visibili… - ci interruppe un Embry a due metri di distanza e un po’ imbarazzato e divertito. Ci separammo con difficoltà, entrambi avevamo il fiato corto e il cuore che batteva così forte che sembrava uscire dal petto. Seth si avvicinò con il mio cappellino in mano, era caduto in quel tornado di passione, imbarazzata lo afferrai e ringraziai, Jacob scoppiò a ridere e intrecciò le sue braccia alla mia vita, prendendomi da dietro, rimasi avvolta tra i suoi muscoli, finché non vidi comparire dal balcone di casa Cullen mio padre che avvisò – Jacob, abbiamo un accordo- fu allora che Jake si scostò dolcemente da me, lo guardai interdetta – Dopo ti spiego Ness – mi spiegò Jacob. Parlammo con Seth ed Embry fino ad ora di pranzo, poi rimanemmo finalmente soli – Ti va di andare a mangiarci qualcosa insieme ?- propose con un sorriso Jacobiano, uno di quelli intensi -Solo se andiamo con la mia bimba- ribattei decisa, non dovetti perdere molto tempo a convincerlo, anche lui non vedeva l’ora di farci un giro. In sella alla mia moto nuova fiammante e abbracciata a Jacob era il massimo, tutto ciò che desideravo; in poco fummo a Port Angels, andammo a mangiarci un po’di patatine fritte e panini strabordanti di salsa barbecue in un fast food vicino al porto, decisi di ottenere un po’ di risposte – Jake, che intendeva mio padre prima?- chiesi a brucia pelo, lui ingoiò un grosso boccone di panino e chiarì – Beh, l’altro giorno aveva capito che tra di noi fosse capitato qualcosa, così mi ha fatto un discorsetto circa le distanze da mantenere in sua presenza e circa l’importanza di certi valori ma non c’era bisogno…- puntualizzò accarezzandomi con la mano calda la guancia – Beh ovviamente Jake non c’è bisogno che ti ricordi quanto io sia grande abbastanza da decidere se andare o meno oltre il bacio – chiarii decisa, ci mancava solo l’intromissione del mio padre vampiro centenario con le sue idee circa l’arrivare illibati al matrimonio… - Ness, a dire il vero io la penso come lui, intendo rispettarti e non vorrei tradire la fiducia di chi mi ha regalato la cosa più importante e bella della mia vita – continuò con dolcezza fissandomi con i suoi occhioni neri. – Forse non mi desideri abbastanza, o forse perché non sono il tuo imprinting!- esclamai con stizza.
POV Jacob
 
Ed ora? Cosa dovevo dirle? L'imprinting era un legame che andava oltre, era lei che mi teneva attaccato al pianeta e non la forza di gravità, ma come potevo imporle il peso di questa magia? Come potevo essere così egoista da farla sentire costretta in quella relazione? Volevo precluderle una scelta? Sapevo che sarebbe arrivato quel momento e sapevo che i suoi genitori non mi avevano posto alcun veto a riguardo, era una mia scelta dirglielo. La osservai negli occhi, i suoi bellissimi occhi cioccolato e posai il panino, volevo tranquillizzarla e dirle che anche per me limitarmi ad un bacio era uno sforzo immane, lei era perfetta e non solo fisicamente ma in tutto, era intelligente, coraggiosa, altruista e tremendamente sexy, forse non se ne rendeva neanche conto ma diamine se era sexy.... Dagli occhi passai alla maglia che indossava, esaltava il suo seno perfetto e la vita minuta poi scesi con lo sguardo alle gambe, muscolose e snelle al tempo stesso... - Senti Ness la questione è che io ti desidero, parecchio, sarei un folle a non pensarlo o desiderarlo, ma voglio essere sicuro di avere davanti una ragazza che sa ciò che vuole e non è trasportata solo dall'istinto, ogni cosa ha il suo tempo, un tempo non necessariamente prestabilito o comandato... Voglio che tu sia sicura, voglio che tu sia convinta e voglio che tu dia a quel momento il giusto valore, perché fare l'amore è molto di più che unire due corpi è un'unione di anime... - spiegai cercando di non ferirla     - Jake questo discorso alla Edward Cullen potevi risparmiartelo, pensi che io non dia il giusto valore ad un rapporto? C'è qualcosa che ti fa dubitare di me? - chiese con nervosismo, avrei voluto spiegarle che essere il secondo stavolta non mi sarebbe bastato, l’eterna non scelta, ma questa volta non era solo una cotta o un amore adolescenziale, era molto di più, Renesme rappresentava l’Amore, la Vita, la ragione di ogni singolo mio respiro, eppure lei non lo sapeva, forse perché in fondo per una volta volevo essere scelto io, volevo essere l’unico e ricambiato e non per magia ma per amore. La guardai per un tempo lungo, mi fidavo di lei e sapevo quanto fosse legata a me ma cosa provava realmente? – Ness, io non dubito di te, voglio solo ricordarti che spesso pensiamo di volere tanto qualcosa ma poi una volta ottenuta non era come ci aspettavamo, magari tu vuoi altro o un altro al tuo fianco, io sono solo un ragazzo che …- farfugliai cercando di spiegarmi al meglio, ma lei mi interruppe – Ascoltami Jacob Black, io non so bene a cosa tu ti riferisca, ma se è per Cris, non c’è niente tra di noi, io l’ho salvato perché è mio amico e non credo…-
-Cosa c’entra ora il biondino? Vai per associazione di idee Ness? Quindi forse non è solo tanto un amico visto come lo guardavi! – sbottai, iniziando a tremare così violentemente che dovetti alzarmi e andare verso il porto, probabilmente Renesme non si aspettava questa reazione e rimase a fissarmi per qualche secondo, poi mi raggiunse e mi si parò davanti afferrandomi per le braccia, la sua presa era forte ma non sarebbe riuscita a bloccarmi se avessi voluto svincolarmi, cosa mi stava succedendo? Ero geloso di lei? Si, follemente, e l’immagine di lei in braccio al biondino mi mandava il sangue al cervello, lui un perfetto damerino biondo, l’Edward Cullen dei poveri, ma questa volta non avrebbe vinto lui…
- Jacob, per favore, calmati, non ho associato Cristian al tuo discorso, volevo solo chiarire la cosa, non ne abbiamo più parlato ed io non sapevo come comportarmi, se fare finta di niente o darti una spiegazione, ho scelto la seconda perché se ancora non ti è entrato in quella testa da lupo io ti ritengo il mio ragazzo…- disse con tutta la sua dolcezza e con un viso da angelo, era la mia benedizione e al tempo stesso la mia condanna. Io per lei sarei stato tutto ciò di cui aveva bisogno, un amico,un fratello, un amante, qualunque cosa, sospirai, avevo smesso di tremare – Nessie se questo è ciò che desideri allora puoi considerarmi tale – mi liberò dalla presa per abbracciarmi. Fu in quel preciso momento che squillo il mio cellulare, mi sciolsi dall’abbraccio e risposi velocemente, era Seth.
- Jake, abbiamo un problema, mia cugina Lily si è trasformata –
- Seth trasformati anche tu e tranquillizzala, arrivo subito! –
Attaccai il telefono, non riuscivo mai a passare un pomeriggio con la mia Nessie in santa pace, sbuffai. – Jacob non preoccuparti, c’è bisogno di te, se vuoi posso accompagnarti con la moto- propose Ness – Non penso sia una buona idea, un giovane licantropo è pericoloso per una mezza vampira- dissi avvicinando il mio viso al suo, la baciai dolcemente sul nasino e corsi via, in quanto alfa dovevo adempiere ai miei doveri, uno strappo e fui a quattro zampe, già lontano dalla mia Renesme.
 
POV Nessie
Appena Jacob andò via mi diressi alla moto, era sempre straziante lasciarlo andare, mi mancava già, ma sapevo quanto il suo ruolo nel branco fosse fondamentale e quanto i suoi compagni contassero su di lui. Salii in sella e misi in moto, finalmente sulle due ruote, finalmente io e lei, assaporai ogni curva, ogni melodia del motore, aderiva perfettamente alla strada, era una magia cavalcare quella moto. Arrivata davanti casa Cullen vidi nonno Carlisle e mio padre parlare con Cristian e con due vampiri che dovevano essere i suoi genitori, il padre era biondo, portava i capelli raccolti in un codino e indossava un lungo cappotto nero, elegante e molto londinese, la madre era una vampira esile, ricordava zia Alice, tranne per i capelli lunghi e castano chiaro. Si voltarono al mio arrivo e vedendo il loro occhi color miele capii che erano come noi, vampiri civilizzati. Smontai dalla moto e mi tolsi il casco, vidi Cristian rivolgermi un sorriso ampio, forse il vedermi sopravvissuta al suo salvataggio lo faceva sentire meno in colpa. Mi avvicinai al gruppo di vampiri e abbozzando un sorriso salutai gli ospiti, la madre di Cristian con un’eleganza regale e una dolcezza infinita nello sguardo mi chiese – Devi essere Renesme, giusto cara? –
-Si signora- risposi subito
- Io sono Emma la mamma di Cristian, allora devo ringraziarti infinitamente, hai salvato mio figlio senza pensarci due volte, sei una ragazza molto coraggiosa- dicendo così guardò anche mio padre e mio nonno, i quali sotto sotto dovevano essere orgogliosi di me, Edward mi lanciò una strana occhiata e un sorriso sghembo, uno di quelli che avevano fatto perdere la testa a mia madre.
- Siamo molto lieti di fare la vostra conoscenza, e ci farebbe piacere approfondire, volete accomodarvi dentro?- li invitò Carlisle con i suoi modi da impeccabile padrone di casa. La piccola famiglia di vampiri si accomodò all’interno, dove vi trovarono mia madre e nonna Esme, pronte a fare gli onori di casa Cullen. Giurai per un attimo di vedere mio padre alzare gli occhi al cielo e soffocare una risatina. Le presentazioni furono veloci e mi colpirono in particolare Cris e il padre, il quale si inchinò e baciò la mano di mia madre e di mia nonna
 – Sono onorato di fare la vostra conoscenza, sono Enrico, il padre di Cristian – aggiunse con una voce vellutata e regale, vidi mia madre sorpresa e mia nonna compiaciuta, probabilmente aveva fatto colpo sulle donne Cullen, vidi lo sguardo di mio padre saettare su di me e fulminarmi, “papi tranquillo, ti rimango sempre io” pensai abbozzando un sorrisetto, alzò gli occhi al cielo di tutta risposta, “Comunque non preoccuparti, sembra antico e poi tu sei più tenebroso” continuai con la schermaglia mentale, sorrise.
-Siamo qui non solo per ringraziare Renesme – continuò Enrico – ma anche per spiegarmi il nostro trasferimento a Forks, vedete noi abbiamo sempre vissuto a Londra, in pianta stabile, proprio come voi, essendo civilizzati e non bevitori di sangue umano non costituiva un problema, io lavoravo nella politica e 20 anni fa ho conosciuto mia moglie Emma, all’epoca era umana – nel parlare di lei le rivolse uno sguardo pieno di sentimento, doveva essere pieno di ricordi – ci innamorammo, un amore tra un vampiro che non aveva mai accettato la sua natura e lei, la donna più affascinante che avessi conosciuto- vidi mia madre rivolgere uno sguardo di intesa a mio padre – e pochi anni dopo il nostro matrimonio nacque lui, Cristian, Emma rischiò la vita per darlo alla luce e io dovetti mantenere un autocontrollo infinito per aiutarla e poi la trasformai – la loro storia era molto simile a quella di mia madre e mio padre, io e Cristian condividevamo la stessa storia. – Tenemmo Cristian a lungo nascosto, avevamo paura che qualcuno lo scambiasse per un bambino immortale, fino a qualche mese fa tutto stava procedendo con la medesima routine ma poi accadde qualcosa di strano, una sera mentre tornavo dal lavoro, fui seguito da un vampiro incappucciato, di grossa stazza, così mi fermai e lui si avvicinò a me, era uno della Guardia, un italiano – sentii un brivido percorrermi la schiena e vidi gli sguardi di Carlisle e Edward, stavano parlando mentalmente – mi fermai e mi disse che ero convocato alla presenza di Aro, Caius e Marcus, insieme a mio figlio Cristian, mi lasciò una lettera d’invito e si dileguò. – così dicendo porse a mio nonno la lettera che tirò fuori dal cappotto.
Carissimo amico Enrico,
sono venuto a conoscenza del tuo incredibile figlio e vorrei parlarci,
i miei più sentiti e cordiali saluti a te, Emma e Cristian
Aro
-Fu allora che contattai qualche vecchia conoscenza per comprendere il messaggio, e incorsi in alcuni nomadi che mi dissero di stare attento, poiché sette anni fa si verificò un’analoga situazione in cui per poco non si venne ad uno scontro diretto, e lì venni a conoscenza di voi.- terminò la spiegazione il vampiro londinese. Fummo per parecchio in silenzio ognuno assorto nei propri pensieri, osservai Cristian, era vicino alla madre e sul viso un velo di tristezza, compresi il suo timore, molto simile a quello che provai io sette anni prima, scossi la testa come a scacciare il brutto ricordo, in quel momento desiderai fortemente la presenza di Jacob. Dopotutto fin da piccola il grosso lupo rossiccio mi aveva protetto e fatta sentire al sicuro insieme alla mia famiglia, ma Cristian aveva solo la madre e il padre, doveva sentirsi solo e vulnerabile. Mio nonno ruppe il silenzio e ragionò ad alta voce – Per quando è previsto tale incontro con i Volturi? Perché immagino che il mancato appuntamento non venga visto da Aro come un segno di lealtà, in passato vinse la diplomazia ma ora credo non basti e se Cristian è in pericolo lo è anche Renesme-
- L’incontro sarebbe il prossimo mese, ma visti i precedenti ho ritenuto opportuno informarvi ed eventualmente prendere una decisione con voi, alcuni dei miei informatori mi hanno detto che … - guardò nella mia direzione, come per saggiare una mia eventuale reazione – hanno intenzione di fare degli esperimenti su questa nuova specie di mezzi vampiri- mi sentii il sangue gelare, incrociai lo sguardo angosciato di Cris e capii, eravamo sulla stessa barca, compagni di disavventure. Fu allora che scesero dalle scale Alice e Jasper, sentii un’ondata di tranquillità pervadermi, probabilmente avevano ascoltato il discorso dal piano di sopra e non erano scesi per agitare i presenti, dopotutto eravamo una famiglia numerosa di vampiri con poteri particolari… Si presentarono e con disinvoltura Alice prese parola, incurante del fatto che i presenti potessero non comprenderla fino in fondo – Solo dopo il mancato incontro con Aro potrò vedere la sua decisione, ma dobbiamo essere preparati, lui sa come eludermi per guadagnare tempo – squillò.
- Sentiremo il branco e il clan di Denali eventualmente, per il momento cerchiamo di tenere gli occhi aperti, potrebbero mandare delle guardie, soprattutto se sospettano la coalizione tra voi e noi- dichiarò Jasper, già con la mente a pianificare un controllo esteso su tutto il territorio intorno a Forks. La madre di Cristian esitò poi si decise ad intervenire – Noi non vogliamo mettere a rischio la vostra famiglia, siamo solo preoccupati per il futuro di Cristian e anche di Renesme, speriamo che la nostra decisione di unirci a voi non abbia compromesso la vostra posizione e sicurezza – vidi mia madre avvicinarsi alla vampira minuta, le prese le mani con estrema lentezza e le carezzò la spalla, si riconosceva molto in quella donna forse più di quanto potessi immaginare, avevano condiviso una storia simile e riconosceva la richiesta di aiuto e protezione di una madre per il proprio figlio. – Emma, l’incolumità dei ragazzi è anche la nostra priorità, ne vale della nostra libertà, non mi pare giusto rendere conto a qualcuno della loro nascita, non fu un crimine e non occorre dire che sono migliori di noi- mio padre le si avvicinò, era assorto in qualche teoria, ma appoggiava le parole di Bella. Quella famigliola era piccola ma unita, erano delle brave persone e sapevo che la mia famiglia li avrebbe protetti, soprattutto perché ero legata a doppio filo allo stesso destino di Cristian.
La famigliola londinese si congedò, eccetto Cristian che mi disse di volermi parlare, così ci andammo a fare due passi nella foresta intorno casa Cullen. Percepii un velo di imbarazzo, ma cercai di non farci caso – Ness, grazie per l’altro giorno, per colpa mia ti sei ferita ed è imperdonabile, mi dispiace molto, volevo assicurarmi che stessi meglio e … - si bloccò di colpo, mi fermai anche io e lo osservai, si passò una mano tra i capelli biondi e luminosi, mi lanciò uno sguardo indecifrabile da sotto le lunghe ciglia nere, era combattuto - …spero di non aver compresso la nostra amicizia con il comportamento che ho avuto con te l’altro girono – disse tutto di un fiato, risi. Forse ai suoi occhi sembravo pazza ma non mi riuscii a trattenere, mi guardò perplesso, poi come se fosse la cosa più naturale del mondo mi avvicinai a lui e lo abbracciai, a quel punto rise anche lui, sentii il suo profumo invadermi l’olfatto, era delicato e fresco ma al tempo stesso avvolgente, mi piaceva. Quando ci separammo fu lui a rompere il ghiaccio – A quanto pare mi hai perdonato, sono felice Ness, davvero tanto- .

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** GELOSIA ***


POV JACOB
Correvo veloce nella foresta, l’aria fresca sul muso era inebriante, come sempre del resto, in poco tempo mi ritrovai nella radura a pochi chilometri da La Push, Jacob non riesce a calmarsi mi comunicò Seth mentalmente, mi avvicinai ai due grossi lupi, uno di questi più piccolo e con il pelo marrone scuro, aveva lo sguardo perso e spaventato, mi avvicinai e lo fissai intensamente Lily sono Jacob, va tutto bene non temere, ora mettiti sotto l’ombra del grosso albero dietro di te e concentrati sul respiro. Eseguì le mie direttive, si accucciò sotto la grande ombra e iniziò a respirare via via più regolarmente, nel frattempo sopraggiunse Leah in forma umana con dei vestiti in mano, in pochi minuti Lily tornò al suo aspetto umano e Leah la aiutò a rivestirsi. La ragazza abbracciò forte la cugina, aveva 16 anni e ancora tanto da imparare, i suoi lunghi capelli neri incorniciavano un viso a cuore delicato e con le gote rosse rigato da lacrime, era visivamente spaventata, ritrasformatomi in forma umana le iniziai spiegare la nostra natura, i segreti da custodire e il nostro compito fondamentale, sulle prime sembrava persa ma una volta recuperata la lucidità iniziò a sommergere me e i cugini di domande. Per darle il benvenuto nel branco e presentarle tutti i membri chiamai immediatamente Sam per programmare una riunione del consiglio per quella stessa sera. Tornai a casa e avvisai mio padre dell’accaduto, come capo degli anziani avrebbe dovuto presenziare alla riunione ed essere aggiornato su tutti gli svolgimenti, questa nuova trasformazione lo aveva allertato e non poco, più il numero dei lupi cresceva e più il rischio era dietro l’angolo. La riunione fu programmata alle 21.00 a casa di Sam ed Emily, non appena arrivammo vidi Quil ed Embry spintonarsi fuori dalla porta di Sam, mi chiesi su cosa avessero scommesso questa volta …
Alle 21.00 iniziò la riunione, Bill presentò il nuovo membro, Lily per l’occasione indossava un lungo abito bianco ricamato e una collana della tradizione Quileute, i lunghi capelli neri erano raccolti in una treccia, la pelle bronzea e luminosa contrastava con il suo sorriso luminoso e gli occhioni neri, ci fissò tutti e con una voce squillante esordì – Sono fiera di proteggere il nostro popolo, svolgerò al meglio il mio compito- terminò con un leggero inchino, a quel punto mio padre la fece accomodare e iniziò a raccontare le leggende del nostro popolo, fino ad arrivare alla storia contemporanea, in particolare i Cullen, vidi Lily strabuzzare gli occhi, probabilmente prima di quel momento i cugini avevano taciuto e mantenuto il più stretto riserbo sulla nostra natura e quella dei Cullen. Più di una volta sorpresi la giovane quileute ad osservarmi, probabilmente perché insieme a Sam ero il maschio alfa, o forse sono per curiosità. Terminata la riunione era notte fonda e con Bill ci dirigemmo a casa, il letto, ormai un lontano miraggio, poiché da giorni dormivo sul divano di casa Cullen o non dormivo affatto, era quanto di più desiderassi in quel momento, ma qualcuno mi bussò alle spalle mentre spingevo la carrozzina di Bill. Era Lily. La fissai interdetto e con gli occhi assonnati. –Jacob volevo ringraziarti per questa mattina, hai evitato che impazzissi – disse sorridente – Lily per me è un dovere, non devi ringraziarmi, sono felice di esserti stato utile, nei prossimi giorni ti insegnerò i trucchi del mestiere- risposi tirando un sorriso, probabilmente intuì la mia stanchezza e si congedò velocemente. Tornati a casa mi gettai sul letto, neanche ebbi la forza di levarmi entrambe le scarpe, il sonno arretrato era tanto.
 
 
 
POV NESSIE
I giorni si susseguivano lenti e noiosi, erano scanditi da scuola, compiti e allenamenti, vista la situazione zio Jasper e Emmet volevano che raggiungessi un apprezzabile livello di combattimento e autodifesa, mentre con mia madre e mio padre cercavo di controllare il mio nuovo potere. L’invisibilità funzionava come lo scudo di mia madre, eppure il suo controllo era più complesso, potevo estenderla a chi entrava nella mia bolla, ma facilmente perdevo il controllo, insomma era tutta questione di concentrazione che in realtà in quel momento non avevo, i miei pensieri erano fissi a Jacob. Infatti era capitato pochissime volte di non vederci per così tanti giorni di fila, mi sentivo un po’ persa e anche un po’ stupida, sapevo che l’entrata di un nuovo membro nel branco era un passaggio delicato al quale Jacob e Sam si dedicavano molta attenzione, i giovani licantropi dovevano imparare l’autocontrollo e a quanto pareva la cugina di Seth e Leah non ne disponeva. Sbuffai con maggiore enfasi. – Renesme se non ti concentri sarà difficile gestire la tua bolla…- disse mio padre con la sua voce vellutata e al tempo stesso piccata –Credo che sia meglio fermarci qui per oggi Edward- disse mia madre posando una mano sulla spalla del marito, probabilmente aveva capito che la lotta interna che stavo vivendo sarebbe durata ancora per molto. In realtà c’era un modo per farla finire, se Maometto non andava alla montagna…
-Nessie, per favore, Jacob ti ha già detto che non è saggio andare a La Push quando si trasformano i nuovi licantropi, il tuo odore è come il nostro e non credo sia saggio fare esperimenti finché il controllo non sia totale- cantilenò mio padre in evidente accordo con Jacob, soprattutto quando si trattava della mia sicurezza. Due contro uno, sempre la solita storia. Bella mi guardò con dolcezza, qualcosa mi diceva che era immersa in un qualche ricordo umano. Con maturità mi ritirai nella mia cameretta per finire i compiti, la mia mente era molto distratta, Jacob, i Volturi e le loro imminenti decisioni, il pericolo che correva Cristian e quindi anche io … non riuscivo a darmi pace, per niente, ero talmente assorta che attivai la mia bolla, il mio scudo di invisibilità, impenetrabile alla vista e ai poteri di mio padre, a quel punto scattò l’idea, certo mi sarebbe costata una punizione al mio ritorno, ma se fossi stata silenziosa e veloce forse potevo anche evitarla, difficile ma con un po’ di fortuna non impossibile. Con lo scudo attivato aprii silenziosamente la mia finestra, attesi qualche secondo, sentii mio padre sussurrare a mia madre parole d’amore, erano nella loro bolla, il che giocava a mio favore, i due piccioncini erano sempre distratti quando erano presi l’uno dall’altro. Appurato ciò mi fiondai silenziosa nel giardino segreto dietro la casetta di pietra, con passi lenti iniziai ad allontanarmi verso la foresta, i miei ancora erano presi dai loro baci passionali per fare attenzione a quel fruscio. Ad una distanza ragionevole iniziai a correre, veloce e con lo scudo attivato, una parte di me si chiese perché si erano lasciati andare in pieno pomeriggio a tutte quelle effusioni, di solito quando ero sveglia i miei genitori di tenevano, poi ricordai lo sguardo di mia madre, forse non era poi così strano, mi aveva retto il gioco distraendo mio padre, le dovevo un favore. In poco tempo attraversai il confine, mantenendo lo scudo sempre attivo, non volevo di certo riessere acciuffata, gli alberi iniziarono a diradarsi, lasciando intravedere la mezza luna della spiaggia di La Push, in lontananza vidi il branco, erano in forma umana e ridevano, spintonandosi giocosamente, riconobbi subito il mio Jacob, indossava dei pantaloncini e intorno a lui vi erano Quil, Embry, Seth e quella che doveva essere la cugina, il nuovo membro, stava con dei pantaloncini bianchi e un top alquanto striminzito, era bellissima e non l’avevo mai conosciuta, si era trasferita da poco a La Push e di certo nei modi non era come Leah. Sembrava una reginetta della scuola, al centro dell’attenzione e pronta a lanciare occhiate maliziose, in particolare sembrava parecchio a suo agio con Jacob. Lo fissava, come un cacciatore con la propria preda, e la cosa peggiore era vedere Jake tranquillo e per niente infastidito, non la guardava con malizia ma era abbastanza da farmi innervosire. Sentii una rabbia montarmi dentro, senza rendermene conto stringevo forte i pugni e avevo ampliato la mia bolla di invisibilità a due alberi lì vicino, che cosa strana … Non sembravano essersi accorti della mia presenza e della mancanza di un paio di alberi, erano tutti concentrati sulla nuova mascotte del gruppo. Forse la bolla di invisibilità copriva anche il mio odore, poiché solitamente Jacob mi percepiva da km e non stavo nemmeno a 3 km da loro. A quel punto non sapevo se rimanere o andarmene. Scelsi la seconda, mi infastidiva farmi vedere così nervosa e probabilmente sul punto di scattare e puntare alla gola di quella vanitosa.
Fuggii, veloce come ero arrivata e mi diressi alla grande casa Cullen, senza rendermene conto mi resi conto di avere gli occhi pieni di lacrime, sapevo che non aveva senso, Jacob mi aveva sempre dimostrato quanto ci tenesse a me, eppure qualcosa mi tormentava, e se avesse avuto l’imprinting con lei? Magari non sapeva come dirmelo, cosa gli avrei detto io? Non volevo neanche pensarci, appena fui sullo spiazzo della grande casa mi resi conto che Emmet e Jasper erano fuori, si stavano allenando e la porta era rimasta spalancata, non percepirono la mia presenza, probabilmente dovevo ancora comprendere la potenza del mio scudo d’invisibilità, mi rendeva impercepibile a tutti i sensi, entrai dentro il grande salone e mi diressi in cucina, nonna Esme aveva sempre il frigo pieno e ormai era diventata una brava cuoca per soddisfare me e Jacob, il quale spesso si tratteneva lì, Jabob. Rimontò il nervoso, aprii il frigo senza prestare attenzione a mia nonna che stava in cucina a leggere un libro di cucina italiana, la vidi sobbalzare con la coda dell’occhio, guardava davanti a sé esterrefatta, probabilmente era inusuale cogliere alla sprovvista un vampiro, ma io ci riuscii. La sentii emettere un gridolino quando vide fluttuare una fetta di torta al cioccolato. In breve, probabilmente attratti dal suono emesso da Esme, la cucina si riempì in un secondo, Rose, Alice, Jasper e Emmet fissavano la scena, sbalorditi e al tempo stesso divertiti, infatti avevo posato il piatto sul tavolo di marmo, afferrata una forchetta e grossi pezzi di torta al cioccolato fluttuavano nell’aria per finire nel nulla. Avrei probabilmente riso immaginando come dovesse apparire all’esterno quella scena, ma non ero dell’umore e volevo rimanere invisibile. Non ci misero molto a capire che fossi io il fantasmino che depredava il frigo di Esme e che il mio umore non era dei migliori, visto l’accanimento sulla fetta di torta.
-Vuoi parlarne tesoro?- domandò con dolcezza Rosalie, i suoi occhioni dorati erano pieni di preoccupazione, sapevo quanto mi volesse bene e che per lei ero una figlioccia, così provai a lasciar perdere la torta, ma non tolsi lo scudo, mi vergognavo a mostrarmi così vulnerabile.
- Ho tipo litigato con Jake, ma lui non lo sa…- provai a spiegare, rendendomi conto dell’assurdità delle mie parole, ma sorprendentemente le mie zie compresero, e vidi nonna Esme avvicinarsi, con affetto chiese – Hai visto qualcosa che ti ha turbata cara?-
- Più o meno nonna, però non voglio entrare nello specifico- sospirai, non volevo apparire ai loro occhi ulteriormente pazza.
- Se vuoi ti vendichiamo noi- ghignò Emmet, redarguito da un loquace sguardo di Alice e Rose, probabilmente avevano afferrato che non era aria di battute, ma quel clima così protettivo mi fece abbassare lo scudo, lessi un espressione sorpresa sul volto di Jasper, si contrasse quasi in una smorfia di dolore, probabilmente abbassando lo scudo gli erano arrivate tutte le mie sensazioni, negative e rabbiose, ma non disse nulla. Sentii in tutta risposta un’ondata di calma e pace, gli lanciai un sorriso e lui mi rispose con un occhiolino. Zia Alice tempestivamente iniziò a programmare un’uscita per un po’ di sano shopping, la medicina, a suo avviso, per tutti i mali, soprattutto per i mali d’amore. Quando rimisi piede in casa mio padre e mia madre non dissero nulla, parlavano i miei pensieri e per quanto fossi probabilmente in punizione non infierirono ulteriormente.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** APPUNTAMENTO ***


Ero matura? No. Perciò Jacob Black poteva benissimo dannarsi il cervello a capire perché non gli rispondevo al telefono da due giorni e andavo a scuola in anticipo pur di non ritrovarmelo alla porta, ovviamente avevo vietato a tutti i Cullen di proferire con lui di questa situazione, in parte mi vergognavo di ammettere che ero gelosa di quella Lily, ad ogni modo non volevo parlarci. Mio padre sembrava al quanto soddisfatto di quella piega, gongolava al pensiero che non stessi oltrepassando i limiti da lui imposti stile anni ’20 del secolo scorso. Ad ogni modo ero talmente nervosa che dovevo tenere a mente di non sparire davanti gli occhi dei miei compagni di classe. -Sei sicura di stare bene Ness? Ti vedo un po’ tesa- disse all’improvviso Cris durante la pausa pranzo in cui non avevo proferito parola, probabilmente avevo assunto quel comportamento da un paio di giorni e solo ora mi ero resa conta di come mi fossi isolata. -ehm si abbastanza bene, solo un po’ sovrappensiero, scusami, probabilmente non sono di compagnia- borbottai a voce bassissima, lo vidi sorridere, i suoi occhioni azzurri guizzarono improvvisamente –Ho la soluzione!- esclamò tronfio di se, per un attimo abbozzai un sorriso e lui si avvicinò in modo alquanto intimo al mio orecchio, vidi chiaramente Elen sbuffare due metri più in là con Susan, credeva seriamente che avessi distolto Cristian da lei…assurdo. Con tono vagamente melodioso e seducente Cristian mi sussurrò –Questa sera vengo a prenderti alle 20.00, non accetto un no come risposta, sono certo che ti tornerà il buon umore Nessie – e con la mano mi spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, deglutii. Non è che fossi attratta da Cristian ma lui oltre a sembrare un dio nordico con i capelli color oro e due acquemarine al posto degli occhi, ci sapeva fare, e come se ci sapeva fare. Lo fissai per un attimo, forse in uno stato confusionale o forse semplicemente spiazzata da quella proposta, stavo per declinare la proposta quando suonò la campanella della ripresa delle lezioni, e lui fu abile -Lo prendo per un si, a stasera Nessie.- disse veloce buttando un sorriso sghembo e tirandosi il ciuffo biondo indietro con la mano. Rimasi un cinque minuti buoni a fissare il piatto, cosa stavo combinando? Non avrei dovuto accettare quell’invito, anche se uscire con un amico era lecito, ma allora perché mi sentivo in colpa? Sfrecciai a lezione di storia e soffocai quel vortice di senso di colpa che stava per diventare un uragano. All’uscita corsi alla mia moto sperando di non incontrare nessuno e ci balzai in sella con un’agilità poco umana, neanche mi guardai intorno, volevo stare sola nel mio mare di pene, ma forse la giornata non voleva concedermi tale lusso, una macchina da corsa nera opaca sbarrava la mia uscita. Cristian, non ero l’unica mezza vampira in quella maledetta scuola, lo vidi sorridere dallo specchietto, cosa stava combinando? Provai a sorpassarlo, ma con una manovra degna di un pilota professionista mi sbarrò la strada, la cosa stava iniziando a farmi innervosire, dallo specchietto vidi Elen correre verso di me… bene. -Nessie, aspettami! Ness!!!- urlò ormai a meno di 10 metri da me, per un attimo pensai di far finta di non sentirla e attribuire ciò al casco, ma Cristian non sembrava essere intenzionato a levarsi, così mi girai verso di lei, spensi la moto e mi tolsi il casco. - Elen! Che succede? – chiesi lievemente irritata - Ness, volevo dirti che se anche a te piace Cristian non c’è bisogno che mi eviti per non darmi il dispiacere, ti capirei, si insomma avresti già Jacob … ma non ti biasimerei – disse con un tono che strideva con quanto detto, era piccata. - Elen, io e Cristian siamo solo amici, insomma non preoccuparti- la rassicurai, vidi lo sguardo di Cristian divertito, ovviamente era in ascolto, ecco perché stava creando la fila, era curioso delle mie risposte. Probabilmente non aveva sottovalutato gli sguardi di Elen a mensa e sapeva che mi avrebbe bloccata per indagare. Colta dall’ispirazione e da un certo spirito vendicativo aggiunsi con un mezzo sorriso –Ely, sai che ti dico, forse non gli sei neanche indifferente, oggi a mensa ti ha lanciato delle occhiate, se vuoi posso indagare- -Oh Ness dici sul serio? Tu si che sei una vera amica, beh allora aspetto tue notizie!!- trillò esaltata dalla mia proposta. Le sorrisi e voltandomi verso lo specchietto della Porche nera vidi due occhioni azzurri sbarrati, uno a uno palla al centro, pensai divertita. A quel punto, come per magia l’ingorgo sparì e io potei tornare a casa. Tutto mi sarei aspettata tranne Seth appoggiato allo stipite della porta di casa impegnato in un dialogo muto con mio padre. Entrambi si voltarono non appena parcheggiai la moto sul vialetto, Seth mi abbagliò con il suo sorriso, era un amico di famiglia oltre ad essere il miglior amico di Jacob, ma del resto non si poteva non volergli bene. Solo quando fui accanto a mio padre mi accorsi che aveva una lettera in mano. -Nessie, Jacob mi ha mandato a recapitarti questa- con naturalezza mi porse la lettera, sentii il cuore accelerare non appena lessi il testo della busta, Per Renesme. Ringraziai Seth che si congedò controvoglia per andare a fare il suo turno di ronda. Entrai velocemente in camera mia e alzai il mio scudo dell’invisibilità, la mia bolla di privacy, con le mani in fermento aprii la lettera. Cara Nessie, non so cosa sia successo ma sarei proprio curioso di saperlo, sono due giorni che casualmente mi eviti, mi mancano i tuoi occhi, mi manchi tu piccola, Tuo Jacob Ps: non ti ho recapitato personalmente il messaggio perché ho colto il tuo desiderio di non vedermi. Ecco bravo hai colto bene! Eppure una parte di me voleva vederlo, eccome se voleva vederlo! Il pomeriggio trascorse fiacco, mi rivoltavo sul letto con la lettera di Jacob in mano, forse ero stata troppo impulsiva e infantile, sospirai. Ero talmente presa dai miei drammi adolescenziali che non mi accorsi che qualcuno stava bussando alla porta di casa. Mio padre andò ad aprire. -Buonasera sig. Cullen, sono venuto a prendere Renesme, con il suo permesso.- disse con voce vellutata Cristian, probabilmente il “con il suo permesso” era dettato da un’occhiata di mio padre. Accidenti papà, mi ero dimenticata di avvisarti, scusa. Pensai subito, poi uscii dalla mia cameretta, forse Cristian non si aspettava di trovarmi con gli stessi vestiti con cui ero andata a scuola, i miei vecchi Jeans e una felpa nera, perché ne rimase deluso, il suo outfit era impeccabile, pantaloni di cotone marroni con una camicia blu di jeans, sembrava uscito da una rivista. Io più da gita scolastica stancante. -Credevo scherzassi – esordii sorridente, incrociando le braccia e appoggiandomi alla porta della mia stanza, lui incrociò la mia espressione e sorrise, mio padre lo guardava torvo, qualcosa dei suoi pensieri lo turbava, poi mi accorsi di un dettaglio … nel taschino della camicia aveva una rosa rossa. Bene, la cosa iniziava a prendere una piega molto sbagliata. - No, non scherzavo, forse lo avresti preferito? – chiese sorridente con un leggero dolore negli occhi azzurri. Non potevo ferirlo, mio padre alzò un sopracciglio, poco convinto che fosse quella la scusa che stavo blaterando a me stessa. - Allora andiamo Cris, ciao papà- lo baciai sulla guancia, sorrise. - Ah Cristian, non fate tardi, Bella è sempre in ansia quando non vede Nessie a casa prima della mezzanotte, okay? – la voce melodiosa di mio padre celava una sorta di minaccia, era adorabile. - Si signore, sarà a casa per tempo, avrò cura di lei – rispose serio Cristian Che scena imbarazzante, spinsi sul vialetto di casa Cristian, prima che mio padre potesse aggiungere minacce più esplicite, lo vidi ghignare con la coda dell’occhio. Davanti casa c’era ovviamente la sua macchina. Mi aprì lo sportello, entrai svelta, lui in un attimo fu al posto del guidatore, mise in moto e le fusa del motore colmarono per qualche istante l’abitacolo. Scattò veloce, vederlo lì con un sorriso compiaciuto sul viso mi fece uno strano effetto. Fummo presto sulla strada provinciale, ovviamente al suo passaggio si voltavano tutti, la macchina di Batman era un bel gioiellino. -Me la sono cavata bene con tuo padre? Sai per un attimo ho pensato che volesse puntarmi alla giugulare – ridacchiò -Credo che l’abbia pensato per un attimo – dissi unendomi alla sua risata - Dove pensi che ti stia portando?- mi chiese distogliendo lo sguardo dalla strada, non doveva concentrarsi molto, come me del resto. - Nella Bat caverna? – azzardai Rise. Sembrava divertito dal mio senso dell’humor, era piacevole chiacchierare con lui, era facile. -Miss Cullen non credevo avrebbe indovinato al primo colpo…- -Un mezzo vampiro con la batmobile non può che portarmi lì … ma devo avvisarla, sono altrettanto pericolosa- - Detto da catwoman ci credo, ma stasera giù le maschere Ness- disse improvvisamente serio e mi rivolse uno sguardo profondo, tanto che mi imbarazzò e lo distolsi fissando l’interno in pelle nera della macchina. Che diavolo intendeva con giù le maschere? Se non altro lo avrei scoperto a breve. Imboccò una stradina secondaria, e iniziò una salita ripida. Dopo poco la stradina si aprì in uno spazio che conoscevo, era una rotonda panoramica, affacciava sul mare, era all’esatto opposto di La Push, ebbi un fremito. Meglio non aprire il capitolo Jacob. Lo vidi accostare e in un attimo aprì la mia portiera, stavo per uscire quando mi bloccò sorridente tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un nastro nero, di seta. –Potrei per un attimo toglierti il privilegio di vedere?- quella voce seducente non ammetteva una risposta negativa, così mi voltai e gli permisi di annodare il nastro in modo da coprire i miei occhi, mentre lo annodava spostò i miei capelli da una parte e sentii il suo respiro sulla mia pelle, sentii un brivido lungo la schiena, come se mi avessero infilato un cubetto di ghiaccio nella felpa. Dovevo mantenere il controllo o me ne sarei pentita. Lo sentii allontanarsi e armeggiare con qualcosa nel portabagagli e dopo poco fu nuovamente al mio fianco. -Seguimi Ness, e non sbirciare- disse afferrando la mia mano e trascinandomi con delicatezza fuori dall’abitacolo della macchina, sentivo il cuore leggermente agitato. Controllo. Controllo .Controllo. Mi ripetevo come un mantra nella mia testa confusa. Ci fermammo, per un attimo pensai che volesse buttarmi giù dal dirupo, risi isterica. - Perché ridi? – chiese Cris allegro - Le sorprese mi fanno questo effetto- mentii divertita dai miei stessi folli pensieri Mi tolse con delicatezza la benda e vidi il suo viso troppo vicino, era un angelo, i suoi occhi chiari mi fissavano compiaciuti, probabilmente la mia espressione era tutt’altro che controllata e il mio cuore batteva come un tamburo, non che il suo fosse silenzioso comunque. Si allontanò lentamente, quasi pregustando l’espressione dei miei occhi. Ampliai la visuale e vidi un tavolino da pic nic con sopra una candida tovaglia bianca e due fagottini, annusai l’aria e sentii l’odore della cotoletta e di salsa. -Miss Cullen le andrebbe una cena a lume di stelle e panini alla cotoletta?- sorrise l’angelo biondo, era qualcosa di veramente romantico e al tempo stesso semplice e incredibilmente adatto a me, aveva intuito che i ristoranti costosi e pretenziosi non facevano al caso mio. Era un buon osservatore, era Mr.perfettovenutoperfarlaimpazzire. - Non rifiuterei mai un buon panino alla cotoletta- mi brontolò lo stomaco, scoppiamo a ridere. Ci sedemmo a gambe incrociate e iniziammo a mangiare, i panini li aveva preparati lui e si vantava delle sue doti culinarie ma di quanto fossero poco apprezzate dai genitori vampiri. Finita le cena ci mettemmo ad osservare il panorama, era veramente bello, il mare scuro e le stelle nitide e luminose, era una serata con il cielo sereno. - A proposito Ness – mi interruppe nel pieno di un discorso su quanto era astato odioso a farmi parlare con Elen nel parcheggio – Come ti è saltato in mente di dire ad Elen che è il mio tipo?- sembrava seriamente sconvolto, risi piegando la testa all’indietro. - Beh, ammettilo, sei pazzo di lei…- lo canzonai, la questione sembrava seriamente irritarlo, era divertente. - Non penso proprio Ness, se fosse come dici tu… - si bloccò per un attimo, incerto se proseguire, poi sospirò e mi fissò dritto negli occhi, incatenò i miei in quello sguardo di ghiaccio – ci sarebbe lei qui e non tu. – Mi sembrò di sentire lo scroscio di acqua fredda in piena faccia, era come temevo, si stava dichiarando, forse non avrei dovuto accettare quell’uscita, ora la problema Jacob si aggiungeva il problema Cristian, ma la vera domanda era … mi dispiaceva? No. Sentivo un’attrazione verso quel mezzo vampiro, così simile a me e così diverso da Jacob, come era possibile? Si avvicinò lentamente, stava cercando di capire i miei pensieri, ma la verità era che non li capivo nemmeno io. Ero a gambe incrociate, e lui era a meno di un metro da me, si mise in ginocchio e si inarcò verso di me. Allungò una mano accarezzandomi il viso, a quel contatto mi irrigidii, ma lui fece finta di niente e con il dito caldo tracciò i contorni del mio ovale, soffermandosi sotto il mento, ero completamente preda dei miei stupidi ormoni umani. Ma che diavolo stavo facendo ? La risposta era più facile del previsto, non stavo facendo NULLA per fermarlo. Una vocina maliziosa nella mia testa trillò Perché vuoi che si fermi?. Niente ero persa nel ghiaccio del suo sguardo, nella piega sensuale della sua bocca, nelle sue gote lievemente rosse, forse non ero l’unica ad essere imbarazzata. Poi con il pollice iniziò a scorrere sulle mie labbra carnose, delicatamente inclinò la testa e si avvicinò al mio viso, potevo percepire il suo respiro a pochi centimetri dalla mia bocca, la sua mano si era spostata dietro la mia nuca e fu un attimo. Coprì i pochi centimetri di distanza che ci separavano e le sue labbra si dischiusero sulle mie. Le sue labbra erano soffici e invitanti, persi l’ultimo barlume di controllo e risposi al bacio, poggiai una mano sulla sua guancia e l’altra affondò dritta nei suoi capelli dorati, sorrise di quella reazione senza interrompere il bacio. Era facile baciarlo, mi veniva naturale, eravamo così dannatamente uguali! Poi nella mia mente lo vidi, lo vidi chiaro e tondo, il volto del mio Jacob. Irruppe con una tale potenza che la mia mano lo trasmise a Cristian. Il bacio si interruppe, vidi Cristian confuso, si scostò come se fosse rimasto scottato e io balzai lontano, ero doppiamente schifata di me stessa. Non volli neanche guardarlo in faccia, avrei trovato nei suoi occhi il riflesso di un mostro, di una ragazza che aveva tradito il suo Jacob, i suoi ideali di amore, di fedeltà, di sincerità. Mi voltai e corsi rapida lontano da quel posto, lontano da Cristian, lontano dal mostro.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** MAL D' AMORE ***


Idiota. Ero stata una vera sciocca. Scossi la testa per rimuovere quelle immagini, come avevo potuto tradire il mio Sole? Il mio Jacob!
Entrai nella casetta nel bosco, mia madre e mio padre erano sdraiati sul divano, lui le carezzava il viso marmoreo e lei lo fissava come se non vi fosse creatura più divina, erano l’emblema della perfezione, sbuffai e mi chiusi la porta alle spalle.
Bella mi osservò preoccupata, ma in fin dei conti erano le 22.30, perciò ero più che in orario.
-Renesme, non credo che tua madre ti stia fissando per l’orario, cosa è successo?- chiese accigliato Edward, immediatamente mi fu vicino e con lui la mamma.
- Ho fatto un errore- senza neanche accorgermene le lacrime danzavano sulle mie guance, le immagini di quel bacio con Cristian bruciavano nella mia mente e nella mia coscienza.
Mia madre mi cinse le spalle con un freddo braccio e mio padre sospirò, forse lo aveva previsto … 
- Speravo che non accadesse, ma la rosa nel taschino era abbastanza evidente- confessò Edward, per far comprendere il discorso anche a Bella le mostrai l’immagine incriminata, lei mi strinse ancora di più al suo petto.
Passai la notte a piangere, ero un mostro, Jacob non avrebbe mai perdonato quel gesto, lo avrei perso … per sempre.
 Una parte di me piccolissima ma assai rumorosa voleva tenergli il fatto nascosto, ma con quale coraggio avrei potuto?
Mi sentii doppiamente mostro per averlo pensato.
Alle sei del mattino decisi di asciugarmi le lacrime, mi feci una doccia e mi infilai la mia tuta grigia, rispecchiava in pieno il mio stato d’animo. Avrei affrontato Jacob.
Ero talmente in ansia che non riuscii neanche a fare colazione, facevo su e giù per il salone.
-Tesoro, sei sicura che non vuoi mangiare nulla? – chiese con voce densa d’amore mia madre, era evidentemente preoccupata, le accennai un sorriso, o almeno ci provai.
- Per pranzo forse avrò fame – la rassicurai, odiavo darle pensieri, dovevo contenermi o l’avrei fatta seriamente disperare.
Mio padre era andato da nonno Carlisle, stavano discutendo delle strategie da attuare con i Volturi, eppure mia madre sembrava così in ansia per me che non si era unita alla riunione di famiglia per controllare me e il mio umore.
-Mamma andiamo anche noi a casa Cullen – tanto prima o poi dovevo fare i conti con Jacob e lui sarebbe stato sicuramente lì, figuriamoci se si perdeva qualche riunione strategica… Bella intuì l’angoscia nella mia voce, ero una pessima attrice.
- Renesme non sei costretta ad affrontare Jacob, se ti occorre del tempo prenditelo, lui capirà. –
- Vorrei avere la tua sicurezza mamma, ma stavolta sono stata imperdonabile, lo ferirò a tal punto che non vorrà più vedermi – dissi dando fondo ai miei timori, non riuscivo ad immaginare la mia vita lontano da lui.
- Ma tu cosa provi per Cristian? – mi chiese delicatamente e inaspettatamente
- Non lo so, mi sono ritrovata a baciarlo perché mi veniva naturale, lui è come me ma non è Jacob – ammisi, gettandomi sul divano e affondando le mani nei miei capelli. Mia madre mi baciò la testa e mi porse la mano
- Allora andiamo tesoro- sorrise dolce
- Si, andiamo – afferrai la sua mano e mi trasmise forza, sapevo che in ogni caso e comunque sarebbe andata lei era li, pronta a risollevarmi.
 La mia dolce e coraggiosa mamma, la amavo infinitamente, mi aveva protetta dall’istante in cui ero stata concepita, lei mi amava incondizionatamente e non avrei dovuto mai darle preoccupazioni, per quello c’erano già i Volturi…
In pochi minuti fummo davanti casa Cullen, mio padre ci aprì la porta ancor prima che bussassimo, entrammo nel grande e luminoso salone, c’era tutta la famiglia al completo e Jacob con Seth. Bene, chissà se riusciva a leggere il rimorso nei miei occhi …
Non appena entrai nella sua visuale mi abbagliò con un sorriso jacobiano che mi avrebbe fatto attraversare il fuoco senza esitare, il mio stomacò si attorcigliò, il mio cuore prese il volo.
Non riuscii a sfoderare un sorriso completo, abbassai lo sguardo. Codarda. Mi facevo schifo da sola. Sentivo i suoi occhi neri bruciare sulla mia pelle ma non ebbi il coraggio di alzare lo sguardo.
La riunione doveva essere alla fine perché in pochi minuti si concluse, non riuscii a prestare attenzione alle teorie di Jasper o a quelle di Emmet, ero concentrata sul mio piccolo dramma personale, non proprio piccolo ai miei occhi, inoltre avevo iniziato a trovare interessanti le mie scarpe da ginnastica.
Non mi accorsi neanche quando Jacob si avvicinò, dovevo sembrare pazza, immobile come una statua di sale con gli occhi fissi a terra.
-Nessie? Tutto bene?- mi chiese preoccupato il mio lupo con voce roca, a quel punto alzai lo sguardo, dovevo guardarlo in faccia prima o poi … avrei preferito poi ma ormai…
- Devo parlarti- sputai fuori, sentii le guance bruciare, dovevo essere paonazza probabilmente
- Certo, Seth avvisa Sam delle cose di cui abbiamo discusso e appena possibile vi raggiungo per i turni di ronda- disse Jacob rivolgendosi a Seth, perché la sua voce da alfa era così sexy? Cercai di concentrarmi su di lui, volevo parlargli senza orecchie indiscrete …
- Ti va una passeggiata nella foresta? – proposi
 
POV JACOB
 
Da quando Nessie era entrata in casa Cullen avevo perso concentrazione, era stupenda, i lunghi capelli scuri ricadevano con onde sinuose sul suo corpo, indossava la sua tuta preferita che nonostante fosse poco fasciante, lasciava intravedere le sue curve perfette e i suoi muscoli tonici.
Le guance erano rosate, qualcosa la stava imbarazzando, ma non sapevo cosa … forse la mia presenza? Aveva gli occhi abbassati, qualcosa non andava.
Durante tutta la riunione non riuscii a staccarle gli occhi da dosso, la conoscevo bene e sapevo che qualcosa la turbava, forse la medesima causa che l’aveva portata ad ignorarmi per due giorni, ma cosa avevo fatto? Avevo provato a mandarle una lettera, forse l’avevo turbata?
Non appena terminò la riunione mi avvicinai a lei, sembrava non volermi guardare, avrei voluto abbracciarla, ma qualcosa nel suo atteggiamento mi frenava, percepivo ancora di più la sua frustrazione non appena mi avvicinai.
-Nessie? Tutto bene?- le chiesi facendo trapelare la preoccupazione scaturita dal suo atteggiamento. A quel punto sollevò gli occhi da terra, i suoi occhioni cioccolato erano sofferenti, percepii dell’imbarazzo, era arrossita.
-Devo parlarti- sussurrò a voce quasi impercettibile e al tempo stesso irremovibile. E se avesse cambiato idea su di noi? Magari si era resa conto di non essere così coinvolta, dopotutto non sarei mai stato degno di una creatura così perfetta.
- Certo…- dissi con un tono monocorde, abbassai lo sguardo e mi rivolsi a Seth - Seth avvisa Sam delle cose di cui abbiamo discusso e appena possibile vi raggiungo per i turni di ronda- in quel momento avevo altre priorità e non sarei mai stato lucido finché non avrei chiarito con Renesme.
- Ti va una passeggiata nella foresta? – propose con voce melodiosa Nessie, come avrei mai potuto negarle qualcosa, impossibile.
Le feci cenno di farmi strada, sembrava combattuta ed io stavo per conoscere le sorti del mio destino.
Ci inoltrammo nella foresta, seguendo il fiume adiacente casa Cullen, eravamo in silenzio. L’uno al fianco dell’altro, c’era tensione e al tempo stesso una forte elettricità nell’aria, eravamo lontani da tutto e da tutti, solo io e lei. Ad un tratto si arrestò, mi fermai automaticamente. Avevo ansia.
-Jacob, devo scusarmi, mi sono comportata in modo assurdo in questi giorni, ma…- la vidi contorcersi le mani, era nervosa e affranta, stavo male a vederla così, avrei dato qualsiasi cosa per vederla sorridere, il suo benessere era tutto per me.
Le presi le mani, eravamo uno di fronte all’altro, intrecciai le mie dita grandi e ruvide alle sue così perfette ed esili, avevamo la stessa temperatura, eravamo così simili seppur tanto diversi.
- Oh Jake non guardarmi così…non lo merito – sbottò lei sfuggendo dalla mia presa.
- Nessie non voglio vederti così, cosa è successo?- chiesi quasi implorante
- Nei giorni scorsi ti ho evitato per gelosia, ma non è questo il punto…-
- Gelosia? – la interruppi, cosa l’aveva fatta ingelosire al punto da sparire per due giorni?
- Si, due giorni fa sono venuta a La Push e ti ho visto in spiaggia con il branco e con il nuovo membro…- mi fissò con gli occhi circospetti ma al tempo stesso colpevoli, eppure mi concentrai su cosa avesse potuto vedere e sul perché non l’avevo percepita…
- Perché non ti ho percepita?- mi uscì di getto, ma qualcosa nella sua espressione mi fece capire che non era la domanda che si aspettava
- Beh credo dipenda dal mio scudo d’invisibilità, ma non è questo il punto- puntualizzò
- E quale sarebbe Ness? Non credo di aver fatto nulla di sconveniente … - cercavo di ricordare ogni dettaglio ma non riuscivo a capire cosa l’avesse fatta innervosire.
- Non credo che tu sia proprio indifferente al nuovo membro, certo mi rendo conto che lei è come te e sarebbe perfetta al tuo fianco … - sbottò ricordandomi i modi di Bella, certe volte era più assurda della mia migliore amica, nonché sua madre, forse dipendeva dalla buona dose di pessimismo del padre? Sorrisi a quel pensiero.
- Ah bene, ora ridi anche di me ?! – urlò, se non fosse stata così adorabile forse l’avrei temuta, ma c’era poco da fare, sembrava un gattino che provava ad essere una tigre.
- Non sto ridendo di te – e così dicendo la strinsi tra le mie braccia, forse avrei dovuto dirle dell’imprinting, magari placava le sue gelosie e il suo star male.
- Non devi temere alcuna ragazza o licantropo o vampira o chissà cosa. – le sussurrai all’orecchio, affondando il mio viso nei suoi capelli profumati, come poteva madre natura temere qualcuna? Non aveva una percezione dell’effetto che faceva…
La sentii sospirare, mi strinse forte con le sue braccia snelle e posò la testa all’incavo del mio collo, per farlo si era alzata sulle punte dei piedi, aveva un grazia degna di una Etoile.
 Eppure percepivo ancora un certo imbarazzo da parte sua… cosa le prendeva?
-C’è qualcosa che non va, piccola?- chiesi sospettoso
- Più o meno, ma ciò potrebbe compromettermi ai tuoi occhi, forse non vorrai più vedermi …- bisbigliò soffocando le ultime parole nel mio petto, come poteva pensare che io mi sarei allontanato da lei ?
 Non avrei mai potuto, neanche volendo… ma questo lei non lo sapeva, forse era arrivato il momento di dirglielo, doveva capire quanto profondo fosse il mio amore per lei.
-Nessie..io credo che tu …- iniziai, ma lei mi posò un dito sulle labbra, profumava di rose, come la sua pelle, mi ammutolii, mi incantavo con lei, da sempre era stato così e lo sarebbe stato per l’eternità…
- No Jake, tu devi sapere cosa ho fatto, io devo essere onesta e sincera! – si svincolò dalle mie braccia e si sedette su un masso vicino il fiume, sembrava una ninfa dei boschi, a quel pensiero non potei fare a meno di pensarmi come un satiro.
Mi sedetti vicino a lei, era pensierosa e combattuta, forse temeva una mia reazione, ma cosa poteva aver mai fatto di così tragico ?
-Vuoi mostrarmela? – proposi, cercando di mantenere una calma apparente, ma l’ansia mi stava divorando
- Non credo sia una buona idea…- sospirò l’angelo seduto al mio fianco – creo immagini piuttosto vivide e sarebbe sgradevole, mi odieresti ancora di più –
- Non potrei mai odiarti! – replicai piccato, come poteva avere quell’idea di me?
- Oh non ne sarei così sicura – borbottò, riprendendo a torturarsi le mani
- Mostramelo Ness, voglio vederlo. – dissi perentorio, se dovevo sapere allora avrei voluto sapere tutto.
La vidi titubante, poi allungò la sua candida mano sulla mia guancia e iniziò l’inferno.
Un cielo stellato, due panini, il mezzo vampiro biondo seduto al suo fianco, le immagini iniziarono a farsi sempre più nitide.
Lui le si avvicinava, gli occhi riflettevano il viso di Nessie, spaesato e sorpreso, lo avrei voluto allontanare, dargli un pugno su quella faccia perfetta, gli avrei rotto il naso e non solo …
Poi iniziò a carezzarle il viso, come si era permesso??? Lei era MIA!
 Ma forse il peggio doveva ancora venire… la baciò e lei rispose al bacio.
 Sentii i miei muscoli tremare, interruppi il contatto con Nessie.
Mi allontanai, in quello stato non era sicuro starle vicino.
 Solitamente sapevo gestire il mio lato da lupo, ma in quel momento sapevo di stare per perdere il controllo, aveva ragione Nessie, non avrei dovuto vedere le immagini, mi voltai verso di lei e la vidi sofferente, ma in quel momento non potevo trattenermi, in quel momento dovevo trasformarmi, la guardai contrito, lei mi fece un cenno con la testa, aveva capito la mia esigenza, mi voltai e fui a quattro zampe.
Le immagini che mi aveva mostrato rimbombavano nella mia mente, avrei voluto trovarmi davanti quel dannato biondino, non poteva tornarsene da dove era venuto?
Una parte di me voleva andarlo a cercare e spaccargli la faccia, ma l’altra sapeva che ciò avrebbe ferito Nessie, non sarei stato mai capace di fare qualcosa che avrebbe fatto soffrire la mia unica ragione di vita.
Ripensai a quanto c’ero andato vicino a dirle dell’imprinting, una parte di me fu sollevata di non averlo fatto, lei era in confusione, forse le piaceva quel coso biondo e non voleva ammetterlo, almeno non sapendo dell’imprinting non era obbligata a scegliere me.
Io volevo essere una sua scelta e non il frutto di una sua imposizione mentale!
Ma cosa avrei fatto se lei avesse preferito il biondino ? Non potevo starle lontano, io dipendevo da lei, dal suo modo di fare, dal suo sorriso, era l’ossigeno che mi permetteva di respirare, si poteva vivere senza ossigeno?
No. Stavolta non sarei sopravvissuto, stavolta lei non era una cotta, era il mio Amore, quello vero, quello per il quale si fanno cose pazze e sconsiderate, per il quale avrei dato la mia vita.
Ululai. Forte. Il dolore mi si stringeva al cuore.
 
POV NESSIE
 
Avevo compreso il suo bisogno di scappare, probabilmente mi riteneva un mostro. Sospirai.
Mi trascinai lungo il fiume, avevo bisogno di stare da sola, volevo capire cosa mi stesse succedendo, assorta tra i miei pensieri giunsi alla radura, ove sette anni prima si era per poco evitato uno scontro con i Volturi, ricordavo ancora gli occhi di mia madre, la forza e la sua determinazione nel proteggermi ad ogni costo, così come mio padre e Jacob.
Il mio lupo gigante dal pelo rossiccio, lui c’era sempre stato, era stato il mio migliore amico, il mio fratellone, il mio protettore e ora il mio amore, avrei dato la mia vita per proteggerlo …
E allora perché ero attratta dal mezzo vampiro biondo? Certo era il mio riflesso allo specchio, rappresentava qualcosa di familiare, la sua storia era simile alla mia, condividevamo lo stesso destino.
Possibile essere attratti da due persone contemporaneamente?
Fui schifata da me stessa, da tutti quei pensieri così confusi e incoerenti. Mi sedetti al margine della grande radura e respirai a pieni polmoni. Qualcosa stuzzicò il mio olfatto da mezza vampira.
Un odore dolce, di muschio e quasi conosciuto, risvegliava ricordi remoti, orribili.
Automaticamente attivai il mio scudo e mi alzai in piedi, pronta a combattere se necessario.
Il fruscio di due mantelle mi fece rabbrividire, pregai che il mio scudo funzionasse o non avrei avuto molte possibilità.
In poco, due figure incappucciate apparvero nella radura, erano loro.
Felix si rivolse a Demetri con uno sguardo interrogativo, i loro occhi rossi erano inquietanti quasi quanto le mantelle cremisi e il medaglione che portavano al collo, simbolo dell’appartenenza alla guardia dei Volturi.
-La sua scia termina qui- annunciò con voce profonda Demetri
- Ma qui non c’è nessuno…- disse perplesso Felix
Vidi Demetri abbassare il cappuccio e ispirare profondamente, chiuse gli occhi, era concentrato.
Pregai mentalmente che il mio scudo non cedesse, come potevano essersi introdotti nel nostro territorio?
Il branco era in riunione, Jake aveva delegato Seth per stabilire i turni di ronda con Sam e i Cullen stavano ancora discutendo nella grande casa…
Ero fregata, dovevo cavarmela da sola, inoltre i miei erano convinti che io fossi al sicuro con Jake e lui d’altro canto mi aveva lasciata sul fiume vicino casa, ma io mi ero allontana parecchio!
-Sembra essere sparita…- disse Demetri confuso
-Forse ci ha sentiti arrivare ed è scappata- ipotizzò Felix
- Non è possibile, non percepisco scie, nulla di nulla! – esclamò frustrato il grosso vampiro
Benedetto scudo pensai, ero riuscita ad eludere il più grande segugio di tutti i tempi, però dovevo rimanere concentrata.
-Andiamocene, non possiamo rischiare di imbatterci nei Cullen al completo e nei licantropi- disse Felix
- Andiamo, ma la cosa non mi convince, non mi era mai successo di fallire!- sbottò il grosso vampiro
Così dicendo sparirono nella foresta. Mantenni alto lo scudo e senza pensarci due volte iniziai a correre verso casa Cullen, forse non ero l’unica mezza vampira in pericolo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3873198