teenage crush

di This_is_how_i_disappear
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** one. ***
Capitolo 2: *** two. ***
Capitolo 3: *** three. ***
Capitolo 4: *** four ***
Capitolo 5: *** five ***



Capitolo 1
*** one. ***








 

"Ehi!"

Qualcuno quasi mi urla in un orecchio facendomi sobbalzare. Vi giuro che il mio cuore, se non fosse al suo posto nella gabbia toracica, mi sarebbe già saltato fuori dal petto. Ma insomma, chi è che alle otto di mattina ha tutto questo entusiasmo del cazzo? Non devo indagare molto per scoprire chi è che stava per farmi venire un infarto, davvero poche persone osano avvicinarsi a me, e con poche persone intendo che non scherzo quando dico che coloro che mi girano attorno si possono contare sulle dita di una sola mano.

"Vaffanculo Chris!"

"Buongiorno anche a te."

Lo so che adesso si aspetta una risposta, un qualcosa per iniziare una conversazione, ma io non sono dell'umore e soprattutto non sono uno che parla molto, piuttosto penso tanto, anche troppo, ma preferisco tenere per me ciò che mi passa per la testa. Non esterno quasi mai i miei pensieri perchè la gente potrebbe considerarmi uno stupido dato che, a volte, penso delle cose davvero assurde e non mi sognerei mai di dirle ad alta voce. Già mi prendono in giro per il mio modo di vestire, per il mio essere palesemente e fottutamente gay, per il genere di musica che ascolto e per tante altre cose, figuriamoci che direbbero quei bulletti del cazzo se sapessero che spesso mi chiedo come mai quando compriamo i vestiti nuovi diciamo "ho rinnovato il guardaroba"... ma perchè cazzo si chiama guardaroba? Non è mica una guardia che ci sorveglia i vestiti. Oppure, perchè diamine il diminuitivo di Richard è Dick? Perchè dovresti chiamare il tuo povero figlio con il nome di un organo riproduttivo maschile?

Mi prenderebbero in giro anche se sapessero che a volte faccio finta di essere una rockstar e, assieme a mio fratello, salgo sul letto e canto usando il tubo delle Pringles come microfono... Ma non credo che si scioccherebbero più di tanto visto che già mi considerano fin troppo strano.

Ecco, mi sono perso un'altra volta nei miei pensieri... capita spesso, inizio a pensare, una cosa tira l'altra e poi finisce che mi dimentico quello che dovevo dire o fare, mi imbambolo che nemmeno le mummie egizie e il mondo attorno a me scompare.

Mentre cerco di tornare sulla Terra vedo qualcuno che mi sventola una mano davanti al viso e poi inizia a darmi colpetti sulla guancia destra.

"Cazzo Chris, finiscila!"

"Finalmente sei tornato nel mondo dei vivi! Stavi stalkerando Crush?"

"Chi? Cos... NO! Io non stalkero, io osservo e, casomai, ammiro..."

Beh... in realtà ha ragione, è proprio quello che stavo facendo prima che arrivasse lei a rompere i coglioni. Però, come ho già detto, io non stavo stalkerando affatto, stavo ammirando Crush sbavando come un san bernardo.

Che poi io non mi ci vedo proprio come stalker, sono troppo impacciato per nascondermi dietro le siepi nel giardino di casa di qualcuno, sicuramente mi farei scoprire in una frazione di secondo per un'innumerevole quantità di ragioni.

La prima sarebbe sicuramente che qualche moscerino mi entrerebbe in un occhio e inizierei a fare movimenti strani da indemoniato, a colpire l'aria e cadrei in qualche cespuglio con le spine. Di conseguenza inizierei a lamentarmi dal dolore e come minimo il tizio che stavo stalkerando mi prenderebbe a padellate o mi lancerebbe un tostapane.

La seconda sarebbe che, per cercare di fare qualche foto incriminata al povero tizio, dimenticherei di togliere il flash, o il cellulare mi cadrebbe nell'erba, nel cercarlo lo calpesterei e dire ai miei che lo avevo rotto calpestandolo e me ne dovevano comprare uno nuovo sarebbe un grande problema.

La terza sarebbe che, se il tizio in questione possedesse un cane tipo un alano, un pitbull, un pastore tedesco, o che ne so... (io non me ne intendo di razze di cani... comunque un cane aggressivo intendo) mi salterebbe addosso abbaiando talmente forte da far svegliare tutt'America. Io non ho mai avuto un bel rapporto con gli animali, non dico che non mi piacciano, è che loro mi odiano, e poi ai gatti sono pure allergico.

Potrei andare avanti ad elencare ragioni per cui non sarei un bravo stalker ma risulterei noioso e, in ogni caso, finirei preso a padellate o con il mio povero cranio frantumato da un tostapane.

Una volta (sempre sotto consiglio di Chris) a fare lo stalker ci ho pure provato, ma non è finita bene. Per farla breve, avevo finalmente trovato il suo profilo instagram, avevo iniziato a scorrere con il dito per ammirare le sue foto e, visto che la sfiga è la mia migliore amica da quando sono nato, mi è scappato un like ad una sua foto di quattro anni fa. E' inutile dire che volevo solo scomparire dalla faccia della Terra, anzi, volevo prima tagliarmi le dita e poi scomparire. Appena lo avevo detto a Chris voleva mozzarmele lei le dita perchè, secondo suo modesto parere, avrei dovuto prima creare un account falso e poi stalkerarlo con quello, così avrei evitato figure di merda.

Ecco perchè non sono adatto a fare lo stalker. Non sono adatto a fare nulla in realtà, ma il mio pessimismo lo lascio per dopo.

Per fortuna il suono della campanella mi salva da una possibile conversazione che avrei potuto avere con Chris e me ne vado in classe. Non che mi piaccia ascoltare la lezione, ma almeno non devo parlare con la gente. Come si sarà già capito non sono uno che ama socializzare, di fatti le uniche persone con cui parlo (beh, "parlare" è già una parola grossa, diciamo che loro parlano e io, eventualmente, rispondo) sono Ray, mio fratello e Chris.

Mio fratello si chiama Mikey e neanche lui è molto incline a socializzare, mah... sarà una cosa di famiglia... Ha iniziato quest'anno il liceo e forse è per questo che ancora non si è fatto molti amici, sì, deve essere per forza così, almeno lo spero... io voglio davvero che si trovi una ragazza (o un ragazzo eventualmente), che diventi popolare, venga inivitato alle feste e tutto ciò che fanno gli adolescenti normali. Ray e Chris invece hanno la mia stessa età e quest'anno, per fortuna, ci diplomeremo.

Ray è un tipo a posto, il ragazzo perfetto che tutti vorrebbero. Ha dei capelli davvero bellissimi, dico sul serio, sono così ricci che sembrano un cespuglio e sembrano molto morbidi, ma lui non me li lascia toccare e tanto meno vuole dirmi che shampoo usa. Tralasciando i suoi meravigliosi capelli è davvero un buon amico, soltanto che da quando ha iniziato a farsi vedere con me la gente ha iniziato ad escluderlo e a farlo sentire un emarginato sociale perchè è amico di Gerard frocio Way.

Chris è una ragazza se ancora non si fosse capito e, a parte mia madre, è l'unico individuo di sesso femminile che si avvicina a me. Non che io sia interessato alle ragazze, anzi, tutto il contrario, ma con i miei genitori non ho ancora fatto coming out perchè probabilmente mi caccerebbero di casa e io non ci tengo a finire in mezzo ad una strada, perciò loro pensano che a me piacciano le ragazze e che un giorno mi sposerò con Chris. Questo perchè i miei genitori e quelli di Chris sono amici sin dai tempi dell'università e automaticamente io e Mikey siamo stati forzati a diventare suoi amici. Ma anche Chris è una buona amica, solo che a volte è un po' rompicoglioni, non chiedetemi di dirvi se è bella o brutta perchè non saprei rispondere, come sapete di ragazze non me ne intendo. Una cosa però posso dirvela: Chris è il tipo di ragazza che se ti deve tirare un pugno te ne tira anche due e un calcio negli stinchi come bonus.

Immagino che adesso dovrei dire chi è la mia famosa crush. Si chiama Frank Iero e ho una cotta per lui da ben tre anni, da quando lui aveva appena iniziato il liceo e io ero in secondo. Lui non sa neppure che esisto, ma in questa scuola sono invisibile, quindi non dovrei sorprendermi più di tanto.

Nemmeno Frank è popolare, anche Frank viene preso in giro dagli stessi bulli che prendono di mira me, ma io e Frank non ci siamo mai parlati. Darei qualsiasi cosa anche solo per poter scambiare una parola, anche solo una con lui, andrebbe bene anche un semplice ciao.

Non so come descrivervi Frank, non sono bravo con queste cose, ma vi basta sapere che Frank è bello, anzi, molto bello. E' di una bellezza più unica che rara... certo, è un po' bassino, ma io all'altezza non bado molto.

Il fatto è che non so se gli piacciano i ragazzi o le ragazze. Ma magari è asessuale e aromantico quindi non potrà mai essere attratto da me, anche se forse io potrei essere la sua eccezione... mh, no okay, mi sto facendo troppi film mentali. Anche perchè in secondo si era fidanzato con una ragazza che non era neanche molto bella (questo a detta di Chris, perchè a me le ragazze non interessano neppure lontanamente) perciò sarà sicuramente etero,

o bisessuale...

o pansessuale...

Con la fortuna che ho io, sono certo che sia sicuramente etero.

Comunque quest'anno si sono lasciati e, anche se io ho sempre saputo di essere senza speranze, ne sono contento perchè quella non era la ragazza adatta a lui. Io, a differenza di quella tipa, sarei davvero il ragazzo perfetto per Frank, potremmo andare insieme al luna park, camminare mano nella mano in riva al mare, dormire insieme nel mio lett... okay Gerard, basta film mentali.

 

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Capitolo 2
*** two. ***


Questa mattina sta andando peggio delle altre. Ora sto correndo a perdifiato verso il carcere che comunemente viene chiamato scuola, sto ignorando ogni tipo di semaforo o segnale stradale perciò sto rischiando di morire stirato come una sottiletta "fila e fondi" perchè qualche mezzo potrebbe investirmi. Ovviamente io sono un incosciente e la strada quando devo attraversare non la guardo mai, figuriamoci ora che sono pure in ritardo.

Ma iniziamo a raccontare la mia mattinata di merda, così sarà tutto più chiaro.

Dormo tranquillamente nel mio letto quando alle sei e mezza suona la sveglia. Inizialmente la ignoro seppellendo la faccia sotto il cuscino, ma poi inizia ad essere insopportabile così, a tentoni, prendo il cellulare che di solito sta sul comodino e lo lancio in una parte indefinita della stanza. Solo dopo realizzo che io non possiedo una vera e propria sveglia ma imposto sempre quella del cellulare e quindi ho lanciato quello da qualche parte nella mia camera. Ha smesso di suonare però, quindi è un buon segno e mi rimetto a dormire. Mi sveglio alle sette e venticinque grazie a mio fratello che mi sta educatamente tirando in faccia un cuscino o non so cosa e mi urla qualcosa che il mio cervello all'inizio non riesce a captare. Solo quando Mikey dice: "c'è Frank" io scatto subito e mi siedo sul letto. Ovviamente Frank non c'è, mio fratello ha usato quella frase per farmi svegliare e ci è riuscito benissimo. Il mio carissimo fratellino mi avvisa che il pullman è proprio sotto casa e che, se non scendo nel giro di 0.002 secondi, lo perdo, lui logicamente è già vestito e pronto per andare a scuola e io invece sono ancora in pigiama e mezzo addormentato. Entrambi sappiamo che non riuscirei mai a prepararmi prima che il pullman riparta perciò Mikey, da bravo fratello, invece di aspettarmi, mi abbandona fiondandosi fuori dalla porta.

Ho perso il pullman quindi devo farmi tutta la strada a piedi e anche correndo. Inizio a cercare qualche indumento per vestirmi che non puzzi troppo di cadavere in putrefazione (insomma, sembro uno che fa il bucato tutti i giorni?) e ci impiego dieci minuti buoni perchè la mia parte di camera sembra una discarica a cielo aperto per quanto disordine c'è.

Vado in cucina per farmi il caffè e, proprio mentre aspetto, mi accorgo di avere la felpa al contrario. Il tempo di metterla nel verso giusto, torno in cucina e vedo tutto il caffè che fuoriesce a spruzzi dalla macchinetta, spengo il fornello e verso nella tazza ciò che è rimasto del mio caffè e lo bevo mentre, con un panno, cerco di asciugare lo schifo che ho fatto sul piano cottura onde evitare che mia madre, al suo ritorno dal lavoro, mi picchi con un manico di scopa per averle sporcato la cucina. Torno in camera per prendere lo zaino e calpesto qualcosa. Mi guardo ai piedi e noto che è la batteria del mio cellulare che avevo precedentemente lanciato. Vicino mi accorgo che ci sono altri pezzi, quali la cover e la scheda sim. Fortunatamente, non so grazie a quale miracolo, lo schermo è ancora intatto, quindi rimetto insieme tutti i pezzi e lo riaccendo. Vedo che sono le otto in punto perciò devo muovere le chiappe, prendo lo zaino e inizio a correre.

Ecco spiegato perchè ora corro da più di mezz'ora.

Sono quasi arrivato, ma mi accorgo che ho dimenticato i soldi per il pranzo, ovviamente quest'oggi ne farò a meno, di sicuro non torno indietro proprio ora e poi, chissà quante altre cose avrò dimenticato per la fretta.

Arrivo finalmente a scuola proprio quando suona la campanella che segna la fine della prima ora. La prima l'ho saltata, ma almeno alle altre lezioni sarò presente e forse nessuno si accorgerà che sono stato assente.

Mentre cammino verso il mio armadietto noto che tutti mi guardano e ridono. Onestamente non capisco perchè, la felpa l'avevo rimessa nel modo corretto... ma ormai non dovrei sorprenderemi se la gente ride di me visto che lo fa da quando ho messo piede in questa scuola.

"Ciao Ger." Chris mi saluta, ricordandomi che il prossimo corso lo abbiamo in comune.

"Ehm, Ger..."

"Cosa?"

"Hai il negozio aperto..." dice guardando verso il basso. Non capisco cosa voglia dire, io non ho alcun negozio...

"Eh?"

"Ehm... lì in basso!"

"Ah," mi guardo il cavallo dei pantaloni e tiro immediatamente su la zip. Ecco, ora capisco perchè la gente mi guardava e rideva. Questa va aggiunta alla mia lunga lista di figure di merda.

Andiamo entrambi in classe e ci sediamo negli ultimi banchi.

Sento vibrare il cellulare nella tasca e mi maledico mentalmente per non aver inserito il silenzioso, lo prendo discretamente cercando di non farmi vedere dal prof, metto il silenzioso e noto che il messaggio mi è stato mandato da Chris.

Vai domani sera alla festa di Tyler?

Uhm no, non sono stato invitato.

E allora? Che male c'è nel fare l'imbucato?

Non mi piacciono le feste, Chris, dovresti saperlo.

E se ci fosse Frank?

Mh... non so se è stato invitato...

Ha invitato tutta la scuola, ci sarà di sicuro.

Sì, tutta la scuola tranne me... come sempre...

Fai l'imbucato ti ho detto! Non se ne accorgerà nessuno!

Ma io non ci voglio andare.

Fottiti.

anche tu.

Comunque tu alla festa ci vai?

No.

E allora perchè cavolo io dovrei andarci?

Perchè sicuramente ci sarà la tua cotta.

E se non ci fosse?

Ci sarà.
.

Ma non voglio andarci. Non conosco nessuno e nessuno mi rivolgerà la parola.

Ray andrà sicuramente, e se chiedi, sarà stato invitato anche tuo fratello.

Ti ho detto che non mi va. Non sono il tipo da feste.

Daiii Gee! E' la tua occasione per dichiararti!

Fanculo, ti ho detto che non glielo dirò mai. E' etero!

Secondo me è gay.

No.

Bisessuale.

No.

Etero.

Vaffanculo.

Chiudo la chat, ripongo il cellulare in tasca e inizio a... no, okay, sicuramente non a stare attento e prendere appunti, a momenti nemmeno so quale materia sto facendo, quindi prendo dal mio zaino un quaderno qualsiasi e inizio a disegnare.

*

Finalmente arriva l'ultima ora, davvero non ce la facevo più, tra Chris che continuava a dirmi di andare alla festa perchè ci sarà Frank e bla bla bla e le lezioni di oggi che sono state particolarmente noiose. Insomma, provate voi a farvi un'ora di scienze, due di matematica, una di educazione fisica e una di geografia. Io queste materie le odio tutte, e indovinate? Me le hanno messe tutte nello stesso giorno. Oggi avrei dovuto fare anche inglese alla prima ora, ma l'ho saltato perchè, come ben sapete, ho fatto ritardo. Ad educazione fisica io cerco di giustificarmi quasi sempre, una volta invento il mal di testa, una volta l'indigestione, un'altra male alla schiena e così via, sento che sto diventando un attore professionista a furia di fingere di star male. Ora che sono quattro anni che vado avanti così, il professore si è insospettito e non poco, ma finchè porto una giustifica firmata da uno dei miei genitori non può dirmi nulla.

Ovviamente i miei genitori non mi firmerebbero mai una giustificazione per non fare educazione fisica perchè dicono che sto sempre sdraiato sul letto o sul divano a non fare nulla e devo mettermi in movimento perchè altrimenti diventerò una palla di lardo e non troverò mai una ragazza, quindi faccio da me e falsifico la firma. Poi, per quanto riguarda la ragazza, non mi importa, io devo trovarmi un ragazzo, però per il resto credo abbiano ragione i miei, effettivamente vengo preso in giro anche perchè non ho i bicipiti e i pettorali come gli altri ragazzi dell'ultimo anno e so che se facessi movimento li avrei anche io. Però sapete che vi dico? Che io sono pigro e il letto è caldo e comodo e fanculo se non mi farà spuntare gli addominali a tartaruga.

A volte però mi tocca farla, educazione fisica, perchè già ho insufficente e poi ad un certo punto le scuse le finisco e se non do una motivazione valida finisco in punizione, e non ci tengo proprio. Certo, se fossi una ragazza potrei benissimo utilizzare la scusa del ciclo e nessuno oserebbe dirmi nulla, ma non lo sono (non so se sia fortuna o sfortuna) e quindi devo arrangiarmi diversamente. Oggi proprio non la volevo fare perchè già stamattina ho corso abbastanza e vi assicuro che ero davvero stanco appena arrivato a scuola e mi ero detto che non mi sarei mosso dal divano almeno per tre giorni, ma mi sono dovuto ricredere visto che, sempre per colpa del mio ritardo di stamattina, ho scordato la giustifica falsa e ho dovuto svolgere attività fisica.

Adesso sono praticamente stanco morto e inoltre non ho visto Frank neanche una volta, nemmeno di sfuggita nei corridoi. Quindi stasera col cazzo che ci vado alla festa, metterò un paio di pantaloni comodi della tuta, una felpa e poi letto, cibo, fumetti e tv.

Sto aspettando che la campanella dell'ultima ora suoni, guardo l'orologio appeso alla parete, mancano tre minuti esatti, quindi inizio a riporre il mio materiale scolastico nello zaino e mi preparo a correre un'altra mezza maratona. Sì, purtoppo. Il fatto è che devo prendere il pullman anche al ritorno e al ritorno è ancora più pieno di quanto non lo sia già all'andata. Poi al ritorno c'è un autista del cazzo che non ti aspetta neanche per un minuto. E' un gran bastardo, sapete? Una volta ero lì che correvo verso il pullman, lo avevo quasi raggiunto e l'autista che fa? Chiude gli sportelli e riparte. Lui mi aveva visto benissimo, ero ad un metro di distanza, stavo per raggiungere quel dannato sportello e lui me lo aveva chiuso in faccia.

Il fatto è che ci lascia a piedi anche se il mezzo è pieno, e credetemi quando dico che ci sono sempre troppe persone che devono prendere quel pullman e, il più delle volte, ne lascia a piedi metà.

Io non ci tengo a rimanere a piedi pure al ritorno e non voglio aspettare due ore e mezza il prossimo pullman che passa, quindi, appena sento il primo suono della campanella, mi alzo e mi fiondo verso la porta. Quando metà degli studenti è in procinto di uscire, quella fottuta
str... ehm... bravissima professoressa di geografia, dice che non ha ancora finito di assegnare i compiti per casa e ci trattiene qualche minuto in più. E' inutile dire che bestemmio in tutte le lingue che conosco e non conosco perchè io ho un fottuto pullman da prendere e non mi interessa dei compiti di geografia che tanto non farò mai.

Esco finalmente da quell'inferno e trovo il pulman ancora nel parcheggio, sospiro, per fortuna forse sono ancora in tempo. Mi faccio strada sgomitando e tirando manate in faccia a tutti i ragazzini che, come me, cercano di entrare nel bus per ottenere un posto. Ce l'ho quasi fatta, ma ora mi trovo davanti Jackob e la sua banda che come hobby hanno quello di prendermi in giro. Di certo non posso superarli, perchè altrimenti mi ritroverei all'ospedale.

Aspetto il mio turno, dopotutto il pullman non mi sembra poi così pieno, un posto libero dovrei riuscire a trovarlo.

Ron, l'ultimo del gruppetto degli scemi trogloditi, sale e io sono il prossimo. Quando sto per mettere il piede sullo scalino del pullman l'autista bastardo chiude lo sportello (per poco non mi prende il mio povero piede) e riparte.

Ora, a quell'autista, un sonoro vaffanculo non glielo leva nessuno.

Fantastico. Sono di nuovo a piedi. La mia giornata poteva andare peggio di così?

Decido di chiamare mio fratello per vedere se lui è riuscito a prendere il bus o è rimasto fottuto come me. Compongo il numero e aspetto che risponda.

"Ehi Gee, cosa c'è?"

"Miks, hai preso il pullman?"

"In realtà no..."

Faccio un sospiro di sollievo, almeno siamo in due.

"Mi sta accompagnando a casa la madre di Pete..." prosegue lui.

Ecco, ho cantato vittoria troppo presto.

"Chi cazzo è questo Pete?"

"Un mio compagno, abbiamo quasi tutti i corsi in comune."

"La madre del tuo amico ti da un passaggio e tu non dici nulla a tuo fratello? Michael James Way, guarda che non ci si comporta così."

"Mi dispiace Gee ma la macchina era già piena, altrimenti te lo avrei detto."

"Fottiti. Tu, e il tuo amico anche."

"Non dirmi che hai di nuovo perso il pullman?"

"Va bene, se vuoi non te lo dico, ma è proprio ciò che è successo."

"Ger, sei un fottuto disastro."

"Grazie."

"Bene allora ci vediamo a casa tra quanto... uhm... tre ore?"

"Sì, d'accordo. A dopo."

Se ora sono arrabbiato con Mikey? Certo che lo sono, ma che posso farci non è stata mica colpa sua. Invio un messaggio a Ray e nel frattempo chiamo anche Chris.

"Pronto,"

"Chris, sono io."

"Ciao Ger, che succede?"

"Ehm... sei sul pullman?"

"Sì, perchè? Non ci sei anche tu?"

"Mi vedi lì per caso?"

"No, ma ti ho visto fuori, pensavo fossi salito."

"Purtroppo non ce l'ho fatta."

"Allora, alla festa ci vai stasera?"

"Ti ripeto per la trentaduesima volta che no, non ci vado. Ora che ho perso il pullman a maggior ragione."

"Sprecherai una grande opportunità..."

"E allora lasciamela sprecare. Non mi piacciono le feste, c'è troppa gente, ubriaca per giunta, musica di merda e..."

Mi blocco subito appena avvisto Frank. Forse anche lui ha perso il pullman... Oh dio, sta venendo nella mia direzione! Tranquillo Gerard, respira, ti stai comportando da ragazzina arrapata.

"Gerard, cazzo! Ma sei vivo?"

"Ehm.. sì... sì, ci sono... stavi dicendo?"

"Io niente, eri tu che mi stavi raccontando il perchè non ti piacciono le feste per la sessantesima volta."

"I-io devo andare ora..."

"Gerard Arthur Way, dimmi immediatamente che è successo."

"Non ti sfugge niente vedo."

"No. Racconta, muoviti."

Lancio un'occhiata fugace a Frank e poi mi allontano quanto basta da non farmi sentire dagli studenti che hanno perso il pullman come me e, soprattutto, da Frank.

"C'è. Frank. Qui. Credo abbia perso anche lui il bus."

"Ottimo! Chiedigli di uscire."

"Sei matta?"

"No, ma almeno vai a parlare con lui."

"E che dovrei dirgli, non ci conosciamo nemmeno!"

"Appunto, fate conoscenza!"

"Ti ricordo che stai parlando con Mr. Asocialità."

"Socializza per una volta! E' la tua crush e questa è una buona occasione."

"Se socializzassi facilmente ti pare che i miei unici amici sareste tu, Ray e mio fratello?"

"Come sei difficile! Porta il tuo culo nella sua direzione e fa' colpo su di lui!"

"Ti ho dett... Chris? Chris! 'Fanculo!" Mi accorgo che ha riattaccato e rimetto il telefono in tasca.

Lei la fa facile, probabilmente non ha mai avuto una cotta...

Okay Gerard, che ci sarà di poi così difficile? Basta andare lì e intrattenere una conversazione, la gente lo fa sempre, è così facile, giusto?

Torno indietro e cerco Frank con gli occhi, ora si è seduto su una panchina, basta andare lì e chiedere se posso sedermi, non è difficile, ce la posso fare, giusto?

Mentre mi avvicino non riesco ad evitare di pensare a tutte le cose che potrebbero andare storte, tipo: e se inciampassi e cadessi? E se mi dicesse che non posso sedermi? E se dicessi qualcosa di sbagliato? E se in realtà gli stessi antipatico e iniziasse anche lui a fare battute su di me? E se cadesse un meteorite proprio... no, Gerard basta paranoie. Vai da Frank, deciso e sicuro di te.

Ma io non sono deciso e sicuro di me...

 

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Capitolo 3
*** three. ***


"Ehm... scusami, posso sedermi o..." dico timidamente.

"Sì, certo." Mi dà conferma e sposta il suo zaino per farmi spazio.

Ora che faccio? Dovrei dire qualcosa? Ma certo, mica posso stare qui a fare il pesce lesso. Oppure dovrei aspettare che sia lui a parlare?

Opto per aspettare.

Nel frattempo prendo il cellulare e apro instagram, scorro la home ma non c'è nulla di interessante, controllo altre notifiche ma non ne ho... Mi arriva un messaggio, lo apro subito pensando che Ray abbia risposto a quello che gli ho mandato prima, ma è solo uno della mia compagnia telefonica che mi avverte di star terminando i giga. Fantastico. Si vede come sono popolare...

A questo punto decido che dovrò dire io qualcosa perchè Frank non sembra interessato a fare conversazione. Non lo biasimo, nessun ragazzo della mia scuola vuole parlare con Gerard Way.

"Ehm... anche tu hai perso il pullman?" Chiedo.

"Già."

Però se andiamo avanti così...

Si vede che con me non vuole parlarci...

"T-tu vai questa sera alla festa di Tyler?" Azzardo.

"Non lo so ancora, ma credo proprio di no. Tu?"

Visto che avevo ragione! Non ci va stasera! E Chris che voleva convincermi...

"Ah, in realtà non sono stato invitato."

"Oh... mi dispiace... come mai non ti ha invitato?"

"Beh... perchè sono uno sfigato, non ho amici e sono praticamente invisibile agli occhi di tutti a scuola."

"Neanche io ho molti amici, però sono stato invitato... forse perchè mio padre e la madre di Tyler sono colleghi, sicuramente è per questo altrimenti neppure io sarei stato invitato..."

"Ah."

"Però non penso di andarci, come ti ho già detto..."

"C-come mai?"

"Beh perchè ci saranno sicuramente Jackob, Ron, Andy e tutto il gruppetto dei ragazzi che mi ruba i soldi del pranzo, mi chiama Pansy e insomma... non voglio essere preso in giro ad una festa, perchè è una festa e dovrei divertirmi e... scusami, forse ti sto annoiando..."

"No, affatto!" Mi affretto a dire, forse con troppa enfasi ma, caspita... è ancora più bello visto da così vicino...

No. Gerard non fare la ragazzina arrapata dei romanzi rosa.

"E beh... hai capito che intendo..."

"Sì, ti capisco eccome. Anche io, se mi avessero invitato non ci sarei andato, non mi piacciono le feste..."

E restiamo in silezio per... beh, un bel po'. Non so determinare per quanto tempo esattamente perchè siamo su una panchina all'aperto e non ci sono orologi e io non controllo il mio. Vorrei passare questi attimi di silenzio a fissare Frank, ad osservare ogni minimo dettaglio del suo volto lasciando che rimanga impresso nella mia mente per poterlo ricordare ogni volta, addormentarmi pensando a lui e magari anche provare a fargli un ritratto.

Ma non lo faccio.

Non fisso Frank perchè se ne accorgerebbe e di conseguenza chiederebbe "che hai da guardare" e io non saprei rispondere perchè vorrei dirgli che è di una bellezza unica, disarmante, lo definirei quasi un diamante raro anche se non lo conosco. So poco e nulla di lui perchè non sono un bravo stalker ma so per certo che, per qualche strana ragione, mi ha rubato il cuore.

Quindi me ne resto qui a guardarmi intorno cercando di posare lo sguardo su qualsiasi cosa diversa dalla mia cotta. Osservo le punte delle mie converse nere e sgualcite, i miei jeans scuri, le mie unghie corte e smangiucchiate e poi alcuni sassolini per terra. Ma non sono sicuro che siano sassolini, forse sono solo chewing gum che qualcuno ha sputato a terra recentemente. E poi ancora guardo distrattamente dei ragazzi, due ragazze e tre ragazzi per la precisione, che parlano poco distante da noi ma non abbastanza vicino da sentire ciò che dicono. Sicuramente si staranno lamentando dell'autista scorbutico che li ha lasciati a piedi e qualcuno obbietterà dicendo che la colpa non è dell'autista, perchè quelle sono le regole e lui deve segurle. Oppure staranno discutendo della festa di Tyler di stasera, cosa indossare, con chi andare, come organizzarsi con i passaggi all'andata e al ritorno, se ci sarà alcol, fumo, bella musica, se qualche coppia finirà a letto e via discorrendo.

Poi alzo lo sguardo al cielo e vedo che è pressochè sereno, ci sono solo poche nuvole, ma proprio quelle poche che ci sono stanno coprendo il sole. Guardo dappertutto, qualsiasi cosa tranne Frank. E penso che ormai la nostra conversazione sia finita qui perchè io non so cosa dire, ho esaurito gli argomenti e neanche lui sembra intenzionato a parlarmi. E a questo punto penso che sia meglio andare via, ma non saprei dove perchè io a piedi a casa non ci torno, ho camminato abbastanza per oggi e per i prossimi due mesi perciò preferisco aspettare il prossimo pullman per due ore.

Ormai cosa ci sto a fare su questa panchina? Mi sento troppo in imbarazzo e onestamente preferirei allontanarmi con una scusa qualsiasi. Mentre decido se alzarmi o no lascio che le mie paranoie mi inghiottano.

"Uhm... hai intenzione di restare su questa panchina per tutte le due ore di attesa?"

Guardo Frank, è stato lui a parlarmi e in questo momento si è alzato in piedi e beh... che volete che vi dica... è basso, ma mi piace la sua figura esile.

"Oh scusami, neppure ci conosciamo, fa finta che io non abbia detto nulla," si affretta a dire mentre recupera il suo zaino e lo mette sulle spalle.

"No, ehm..." lo blocco prima che possa andare via. "Se vuoi possiamo... non so, fare un giro in centro nell'attesa del prossimo pullman."

"Okay. Comunque piacere, sono Frank."

Sì, lo so come ti chiami, sei la mia cotta caro Frank Iero...

"Gerard," mi presento anch'io.

Ora sa il mio nome, sa che esisto... No Gerard, basta fare la tredicenne arrapata, ricomponiti.

"Ehm... quindi che ti va di fare?"

"Non so, hai fame? Possiamo andare in pasticceria, non è molto distante e fanno dei dolci davvero ottimi... sempre se ti va ovviamente."

"Sì, va benissimo."

Certo che mi va. Ora che mi ci ha fatto pensare ho davvero molta fame perchè non ho pranzato oggi avendo dimenticato i soldi e non potevo mettermi ad elemosinare cibo. Comunque anche se li avessi avuti non avrei mangiato ugualmente perchè oggi in mensa c'erano gli spaghetti al pomodoro e quelli che cucinano lì fanno davvero davvero schifo. Non so come li cucinino ma la pasta è di scarsa qualità, non sa di nulla (sembro Gordon Ramsay quando lo dico) e il sugo è a dir poco disgustoso.

In questo momento stiamo andando in pasticceria e mi servirebbe davvero qualcuno che mi possa suggerire cosa dire, tipo quelle spie che comunicano tramite gli auricolari, avete presente?

Sento uno strano suono, mi pare una suoneria di un cellulare ma di sicuro non è il mio. Capisco che è quello di Frank però, perchè si sta tastando le tasche cercando di trovarlo.

"Scusami un secondo" mi dice, e poi risponde

"Pronto... sì... ma... mamma ho capito... d'accordo... sto perfettamente, tranquilla...va-... va bene." Termina la chiamata e ripone il cellulare.

"Era mia madre," spiega.

"Tutto a posto?" Domando. In realtà neppure so come mai me ne esco con una domanda del genere.

"Sì, è solo arrabbiata perchè il suo "figlio idiota" ha perso il pullman."

Figlio idiota? Frank non è un idiota, è una persona fantastica, anche se lo conosco appena.

"Solitamente mi porta lei tutti i giorni a scuola e la maggior parte delle volte viene anche a prendermi, ma oggi non poteva perciò l'ho rassicurata dicendo che avrei preso il bus ma l'ho perso e... insomma hai capito..."

"Sì."

In questo momento mi torna in mente che io a mia madre non ho detto nulla, ma non mi importa, sicuramente Mikey sarà già arrivato e l'avrà avvisata. Almeno spero...

Ora capisco perchè Frank sul bus lo vedo di rado.

Entriamo in pasticceria e entrambi ci incolliamo direttemente all'espositore ad ammirare quelle delizie e scegliere cosa prendere. Alla fine io opto per una fetta di torta al cioccolato e Frank prende un cupcake alla vaniglia, da bere invece io ordino un caffè (perchè il caffè è sacro e senza io non so vivere) e lui invece un cappuccino.

Ci sediamo ad un tavolo libero e consumiamo in silenzio (un imbarazzantissimo silenzio aggiungerei) la nostra merenda. Quando entrambi abbiamo finito inizio ad alzarmi e lui mi segue per poter pagare... aspetta, pagare? Oh porco il cazzo io ho scordato i soldi e non posso pagare. E ora che faccio? Avrei dovuto rifiutare, ora farò una pessima figura. E se lui non avesse abbastanza soldi per pagare la merenda di entrambi? Mentre sta per venirmi un attacco di panico perchè non so cosa fare, Frank è già arrivato al bancone e ha chiesto il conto. Tira fuori i soldi e vedo che sta pagando per entrambi, per fortuna. Cioè, mi dispiace avergli fatto spendere soldi per me ma sono grato che non sia uno spilorcio e che mi abbia volentieri offerto il cibo.

"Prometto che i soldi te li ridò." Gli assicuro appena usciamo dalla pasticceria.

"No, non c'è bisogno, tranquillo."

Anche questo pomeriggio passa e mi ritrovo sul pullman (che finalmente ho preso) seduto accanto a Frank. Abbiamo passato due ore insieme, prima in pasticceria quando mi ha pagato la merenda e anche dopo quando siamo andati nel parchetto. Inizialmente si sono creati dei silenzi imbarazzanti ma poi lui si è sciolto e ha iniziato a parlare di qualsiasi cosa e devo dire che anche io ho fatto conversazione rispondendo diversamente dai soliti monosillabi sì e no. Ci siamo anche scambiati i numeri di telefono e mi ha detto che, visto che nessuno dei due va alla festa di Tyler stasera, se voglio posso scrivergli. Ho scoperto molte cose su di lui, ad esempio ascoltiamo la stessa musica. Poi io gli ho detto che mi piace l'arte, disegnare, e mi ha risposto che anche lui è affascinato dall'arte ma non è capace di disegnare, preferisce la fotografia e suonare la chitarra. Io gli ho detto che ne possiedo una perchè me l'ha regalata mia nonna, ma non sono molto bravo a suonarla. Subito dopo mi sono corretto perchè non è che non sia molto bravo, sono proprio una frana e lui mi ha risposto che, se voglio, può insegnarmi lui qualcosa, io ho annuito in segno di conferma, perchè avere Frank Iero come tutor di chitarra sarebbe fantastico.

Abbiamo scoperto che a entrambi piace scrivere e leggere, lui in particolare ha anche scritto alcune poesie e testi di canzoni e io gli ho chiesto di farmele leggere, ma lui non ne era molto convinto perchè diceva che non erano abbastanza belle, alla fine, quando anche io ho accettato di fargli vedere uno dei fumetti che ho disegnato, si è arreso e ha promesso di farmi leggere qualcosa.

Il bus si ferma, alcune persone iniziano a scendere e anche Frank si alza. Mi dice che quella è la sua fermata e poi mi indica la sua casa, che è poco distante da lì. Lo saluto e lui scende dal mezzo. Ora so anche dove abita e mi rendo conto che la distanza tra la mia casa e la sua non è molta, poichè alla prossima fermata devo scendere anche io.

Finalmente giungo a casa. Sono stanco morto e voglio solo sdraiarmi sul mio morbido e comodo letto. Suono il campanello e attendo che qualcuno mi venga ad aprire, credo di avere le chiavi ma mi secca enormemente mettermi a cercarle in tutte le tasche che ho e nello zaino.

"Un momento!" Odo una voce dall'interno, sono certo che sia mio fratello.

Infatti viene ad aprirmi proprio lui con solo un paio di pantaloncini spiegazzati addosso.

"Ah, ma sei tu!" Dice, e mi lascia entrare in casa.

"E chi volevi che fosse?"

"Di sicuro non tu visto che hai le chiavi di casa."

"Mi seccava prenderle." Gli dico mentre scendiamo in camera. Lascio, o meglio lancio, lo zaino a terra, mi siedo sul letto e inizio a togliere scarpe e calzini.

"Come mai stai mezzo nudo?" Domando, perchè lui di solito in casa sta sempre vestito, anche quando è da solo.

"Stavo andando a fare la doccia e appena ho sentito il citofono ho cercato di mettere almeno un paio di pantaloncini per essere presentabile, non credevo fossi tu," mi spiega.

"Ah. Mamma e papà?"

"Mamma sta tornando, papà ancora a lavoro." Mi informa.

"Comunque stasera non ci sono, vado alla festa di Tyler," continua poi.

Aspetta... Ho capito bene? Mio fratello che va ad una festa? Ma che mi sono perso?

"Ti ha invitato?" Domando incredulo.

"No, ma mi ha invitato Pete. Lui ci va e ha detto che a Tyler non importa se ci sono persone che non sono state invitate, l'importante è essere quante più persone possibile."

"Mh... e come mai ora tutta questa voglia di andare alle feste?"

"Beh... Pete me l'ha chiesto e lui è mio amico..."

"E questo Pete chi sarebbe?"

"Gerard! La finisci di farmi il terzo grado?! Pete è il mio unico amico e voglio provare a socializzare di più."

"Va bene, non ti scaldare. Mamma e papà lo sanno?"

"Sì."

"E che hanno detto? Sono d'accordo?"

"Sì."

"Okay, allora sta' attento."

"Va bene mammina!" Scherza per poi uscire dalla stanza e dirigersi verso il bagno.

Io nel frattempo ne approfitto e mi cambio lanciando in giro i vestiti che ho addosso e recupero un pantalone della tuta e una vecchia felpa scolorita che non puzzano troppo di capra morta. Sto iniziando a pensare che un giorno tutti questi miei vestiti sparsi per la stanza potrebbero  prendere vita... ma chi se ne importa, prima o poi mia madre ne laverà qualcuno... Accendo la tv e inizio a cercare qualcosa di interessante da guardare, ma sembra che a quest'ora mandino in onda solo documentari sull'accoppiamento dei facoceri e... beh, a me di sicuro non interessa come un facocero si accoppia con... la facocera...

Il mio telefono vibra e inizio a cercarlo perchè non ricordo dove abbia potuto metterlo. Appena lo trovo, noto un messaggio di Chris

Vai a prepararti per la festa. Adesso.

Ancora con questa festa! Mamma mia quanto insiste! Chris sa essere molto molto persuasiva.

No, non ci vado.

Che palle che sei.

Frank non ci va, perchè dovrei farlo io?

Come fai a saperlo?

Gliel'ho chiesto.

Aspetta, tu, Gerard Arthur Way, l'asociale, hai parlato con Frank Iero, la tua cotta?

Esattamente.

Wow, qui facciamo progressi.

Già. Mi ha dato anche il suo numero di telefono.

Mi prendi per il culo?

No, siamo anche andati in pasticceria e mi ha offerto la merenda.

Uuh, qui la cosa si fa seria...

Che vi siete detti?

Tante cose.

Tipo?

Certamente non vengo a dirle a te.

Stronzo.

Sento la porta di casa aprirsi e subito dopo chiudersi, sicuramente sarà arrivata mia madre. Spero che stasera cucini qualcosa di buono perchè non ho voglia di stupida pizza surgelata. Non che io abbia qualcosa contro la pizza surgelata, è solo che sa di... beh, di surgelato... e in più oggi ho mangiato solo una fetta di torta gentilmente offerta da Frank.

Quindi come hai intenzione di passare la serata?

Un altro messaggio da Chris, sbuffo, sblocco il telefono e le rispondo. Chris è un maschiaccio ma è pur sempre una ragazza e ogni tanto le piace essere informata, soprattutto quando si di parla di cose interessanti, tipo il suo amico gay che ha finalmente parlato con la sua cotta. Ma non dico che è una di quelle pettegole che sa tutto di tutti, si impiccia pure di che numero di scarpe ha l'insegnante di tedesco e appena viene a conoscenza di un nuovo gossip sparge la voce e in meno di tre secondi lo sa pure il Papa. Assolutamente no, anzi, se hai un segreto è una delle poche persone a cui puoi raccontarlo senza problemi e senza avere paura che lo sappiano pure in Madagascar.

Cibo, letto, tv, fumetti.

Che noia che sei.

Disse quella che passa le sue serate a guardare "The Ellen Show".

Guarda che è un bel programma! Perchè non lo guardate anche tu e Mikey stasera?

Nah... Mikey non c'è.

Mikey che esce di casa?

Va alla festa di Tyler.

Cosa? Tuo fratello, del primo anno, va ad una festa a cui è stata invitata tutta la scuola e tu no?

A quanto pare...

Scambio qualche chiacchiera anche con Ray che, tra l'altro, si sta preparando per andare a quella stupida festa e chiede quale camicia gli starebbe meglio, se quella azzurra o quella grigio pastello, e io gli rispondo che per me non c'è alcuna differenza tra le due e non sono sicuramente uno di quei consulenti dello shopping o come diavolo si chiamano. Lui alla fine mette quella grigia pastello e ci mettiamo a parlare di videogiochi (che è il motivo principale per cui mi ha chiamato, perchè figuriamoci se io in circostanze normali inizio una telefonata con qualsiasi essere umano, già è tanto se rispondo a qualche messaggio). Poi d'un tratto ricorda che è tardi e deve andare (ancora) a sistemarsi i capelli (i suoi meravigliosi capelli, aggiungerei) e deve muoversi perchè altrimenti fa tardi.

Gli dico "divertiti" e vedo finalmente il mio fratellino che è uscito dalla doccia. Ci ha messo un'eternità, neppure le ragazze ci mettono così tanto. Lo vedo impegnato che scava nell'armadio alla ricerca dell'outfit perfetto, ma neanche se dovesse andare ad una sfilata di Victoria's Secret! Insomma, è solo una festa!

Mikey si prepara per bene e, udite udite, mette anche il profumo che gli ha regalato nostra zia a Natale di qualche millennio fa. Nostra zia ha proprio il gusto dell'orrido e ogni volta ci fa dei regali che non sono utili a niente, tipo la sciarpa verde di lana lunga venti metri che mi ha regalato al mio compleanno e che io ho ribattezzato con il nome di "Bob il boa costrittore". Che poi il mio compleanno è ad aprile, che cosa me ne dovrei fare di una sciarpa (verde per giunta) in primavera? A Natale invece ci regala sempre profumo e docciaschiuma, e a me, per qualche ragione che ignoro, regala sempre quello per ragazze. Okay che non sono etero e il bagnoschiuma è utile perchè ogni tanto lavarmi fa bene, ma perchè proprio quello di Hello Kitty?

Mentre penso a tutti i regali bruttissimi e inutili della zia sento il campanello suonare. Penso che di certo non mi alzo io per andare ad aprire, ma poi sento mia madre urlare dalla cucina un "Geraaaaaaard, vai tu per piacere" e allora mi devo alzare per forza. Sbuffo e mi dirigo verso la porta, la apro e mi trovo davanti un ragazzino anonimo dai capelli scuri, con due dita di eyeliner sotto gli occhi, nè alto ma neanche troppo basso, che non ho mai visto in vita mia. Ma poi penso che io esco raramente e perciò non posso conoscere tutti i ragazzi della città. Lo fisso con una strana espressione, giusto per cercare di capire se può essere qualcuno che frequenta la mia scuola e attendo che mi dica che è venuto a fare davanti alla porta di casa mia a quest'ora.

"Sono un amico di Mikey." Dice semplicemente e allora collego che forse questo ragazzino è il tanto famoso Pete, l'unico e solo amico di mio fratello.

Siccome sono pigro, non torno nella stanza a chiamarlo come le persone civili ma mi metto ad urlare stile pescivendolo per farlo venire alla porta.

"Mooooooooikey! C'è qui il tuo amico!"

Mio fratello arriva, urla un "mamma io vado alla festa" ed esce di casa. Mia madre inizia a rispondergli con le sue mille raccomandazioni del tipo "stai attento, non tornare tardi, non drogarti, non ingravidare qualche ragazza che poi sono cazzi, non fare l'alcolizzato eccetera" ovviamente non le dice proprio così ma il riassunto è questo. Mikey tanto l'ha completamente ignorata sentendo soltanto la prima parte del discorso, ovvero "stai attento".

Decido di tornarmene in stanza fino a quando non sarà pronta la cena ma mia madre spunta dalla cucina:

"Geraaaaaard, perchè non mi aiuti ad apparecchiare?"

Ma anche no, penso. Però non lo dico ad alta voce e mi limito a chiedere: "Cosa c'è per cena?"

"Sto facendo il pollo fritto con l'insalata." Mi risponde e penso che l'insalata non la voglio, ma il pollo mi può andare bene perciò acconsento ad "aiutarla" ad apparecchiare la stramaledetta tavola, tanto siamo solo in tre stasera e basta buttarci qualche bicchiere e qualche posata a caso e la tavola è pronta.

"Com'è andata oggi a scuola?" Ora comincia con l'interrogatorio.

"Come al solito." Vorrei dire "di merda" ma non mi sembra il caso perchè mia madre chiederebbe il perchè e io non voglio fare conversazione.

"Che avete fatto?"

"Le solite cose." Le risponderei con "niente" ma poi direbbe che a scuola qualcosa si deve pur fare e io non ho voglia di raccontare.

"Come mai non sei andato anche tu alla festa di Timmy?"

"Ma', è Tyler, non Timmy." Preciso.

"Suvvia, è uguale! Allora? Perchè non ci sei andato?"

"Non mi piacciono le feste e lo sai."

"Perchè?"

"Mamma, ci sono le persone."

"Appunto, cerca di socializzare un po'... Perchè non ci sei andato assieme a Chris?"

Giuro che ora vorrei soltanto ficcare la testa nel terreno come uno struzzo.

"Nemmeno lei va alla festa."

"Ah allora è per questo che non sei andato..." non capisco davvero perchè continui con questa storia, le ho ripetuto mille volte che io e lei siamo solo amici, ma lei no, si ostina a pensare che tra di noi ci sia qualcosa perchè lei vorrebbe che ci fosse anche se sa che non è vero.

"No."

"Dai, lo so che ti piace..."

No mamma, non mi piace, non mi piacciono le ragazze in generale. Vorrei urlarle che sono omosessuale e che ho una cotta allucinante da ormai tre anni per un ragazzo che si chiama Frank Iero, ma non posso. Perchè se i miei genitori sapessero che sono gay mi caccerebbero fuori di casa a pedate, e non ci tengo a finire a fare il barbone sotto un ponte, almeno per ora...

"No, ti ho detto che non mi piace, siamo amici e basta."


 

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Capitolo 4
*** four ***


Ora, non so se voi ci crediate o meno, ma io e Frank (sì, proprio quel Frank, proprio la mia cotta) abbiamo un appuntamento. Sì, avete capito bene, un appuntamento. E' ormai passato un mesetto da quando ci siamo parlati per la prima volta, siamo andati in pasticceria e lui mi ha offerto la merenda. Giorno dopo giorno abbiamo stretto un'amicizia sempre più forte, fino a quando, pochi giorni fa, martedì per essere precisi, mi ha confessato che le voci che girano sul suo conto riguardo alla sua sessualità sono vere e perciò lui è davvero gay e ha anche detto che gli piaccio. Allora ho vuotato il sacco anche io ammettendo che mi è sempre piaciuto tanto, sin dal primo momento che l'ho visto.

So che per questa scenetta vi starete immaginando qualcosa di molto romantico... ecco, qualsiasi cosa vi stiate immaginando, cancellatela dalla vostra mente perchè non è andata affatto in modo romantico.

Per farla breve: la pausa pranzo stava per terminare e io mi aggiravo per i corridoi dirigendomi verso il mio armadietto per poter prendere i libri della prossima materia. Ero abbastanza tranquillo quel giorno, forse perchè le persone si erano limitate ad evitarmi come la peste e additarmi ridacchiando e bisbigliando cose come "ew, sta arrivando il depresso, contagierà anche noi con la sua asocialità" e via dicendo, invece di pestarmi a sangue e mandarmi in infermeria.

Fatto sta che stavo per prendere i miei libri quando ho visto, poco distante dal mio armadietto, una marea di gente tutta radunata in cerchio che rideva, parlava e urlava incitando qualcuno (o qualcosa). Avevo pensato subito ad una rissa, ma poi, visto che il mio buon senso in alcuni momenti parte per Haiti, avevo deciso di avvicinarmi per vedere meglio cosa stesse succendendo.

Cercando di farmi spazio tra tutta quella gente, che ero sicuro avrebbero pestato anche me se non fossero stati già troppo occupati, ero riuscito a vedere che quella non era una vera e propria rissa. Di fatti c'erano due ragazzi, ma definirli ragazzi mi sembra abbastanza riduttivo, io direi piuttosto armadi a quattro ante perchè è quello che sono in realtà. Sono enormi ammassi di muscoli e hanno il cervello di un armadio, e gli armadi non hanno cervello per intenderci. Ma ci sono anche quelli che sono fruscelli e non saprebbero neanche uccidere una mosca, però hanno la lingua più tagliente di una lama... vabbè le tipologie di bulli che ci sono nella mia scuola magari le spiego un'altra volta, ora ritorniamo al discorso di prima. C'erano questi due ragazzi con il cervello di un armadio che stavano bullizzando Frank e volevano infilarlo in un armadietto. Sì, avete capito bene, e visto che Frank è basso e loro sono alti due metri non era affatto difficile come cosa.

Logicamente non potevo lasciare che chiudessero Frank in un armadietto e perciò mi sono messo in mezzo. Lo so che non dovevo farlo, ma era Frank, capitemi. A quel punto tutti hanno iniziato a prendersela con me dicendo "il depresso è venuto in soccorso del frocetto" e "guarda Pansy, il tuo ragazzo è venuto a salvarti il culo" e cose del genere.

Il tutto è finito con me e Frank in infermeria con sangue dal naso, orridendi lividi viola proprio sotto l'occhio, e altre varie ferite e abrasioni sparse per il corpo.

Capite che scena romantica che è stata?

Oggi, che è venerdì, sono sul pullman con Ray e Chris e stasera ho un appuntamento con Frank. Chiederglielo non è stato affatto semplice ma alla fine, grazie ai consigli di Ray che ha urlato esplicitamente a Frank "Gerard vuole chiederti un appuntamento", ci sono riuscito.

"Non ho ancora idea di cosa mettere..." mi lascio sfuggire, mentre l'ansia mi divora perchè ogni cosa potrebbe non andare nel verso giusto.

"Come? L'appuntamento è questa sera e tu non sai ancora come vestirti?" Fa Chris sbalordita.

"Sì, poi stasera vedrò..."

"Mi raccomando, vestiti bene, o quanto meno decente. "

"D'accordo."

"E indossa una camicia, non una maglietta o una felpa." Specifica Chris che in questo momento mi sembra una di quelle fashion blogger o roba del genere.

"E fatti la doccia," aggiunge per sicurezza, ma le pare che io stasera esco con uno che mi piace e non mi lavo?

"Già, amico, ti darei il mio shampoo ma sai, la cura dei miei capelli è una cosa top secret," dice Ray.

"Non dico di portarlo a letto, ma almeno un bacio cercate di darvelo."

"Ma dovranno pur avere la loro prima volta!" Si oppone il riccio.

"Non al primo appuntamento! Non può mica riaccompagnarlo a casa e dirgli "scopami fino alla morte"!" Ribatte Chris mentre io li guardo discutere su come dovrei comportami questa sera.

"No, ci vuole un po' di classe, qualche frase da rimorchio."

Ora voglio proprio vedere che sparata che fa Ray.

"Tipo?" Chiede Chris.

"Beh qualcosa come... Nei miei capelli, c'è Garnier;" fa una pausa e scuote la chioma all'indietro, "nel mio intimo, ci sei tu." Prosegue poi.

"Ma che cosa squallida." Io e Chris diciamo mentre ci mettiamo una mano sulla faccia. Per fortuna che questa è la mia fermata e devo scendere, altrimenti non resisterei un minuto di più con i miei due (unici) amici che cercano di darmi consigli per l'appuntamento.

Per un paio d'ore sto tranquillo, mi metto sul letto e finisco di leggere un fumetto, ma appena vedo sul display del mio cellulare che si sono già fatte le cinque inizio ad andare nel pallone. Cosa mi metto? E se dovesse andare tutto storto? La sfiga mi perseguita da quando sono nato e non voglio che succeda qualcosa tipo il mio primo giorno di liceo. Okay, forse non c'entra molto con l'appuntamento, ma il mio primo giorno al liceo è stato un incubo. Lascio che vi facciate un'idea...

Mi ero svegliato tardissimo, e già qui vi starete chiedendo, come cazzo hai fatto a dormire fino a tardi il tuo primo giorno di liceo? Non avevi ansia? Sì, ne avevo fin troppa, per questo non ho dormito per due notti e giusto qualche ora prima di alzarmi sono caduto tra le braccia di Morfeo. Per grazia divina quel giorno mio padre aveva detto che mi avrebbe accompagnato lui e non avrei dovuto fare la maratona per non perdere l'autobus. Non sapevo cosa mettere allora sono corso a cercare un paio di jeans neri (l'unica certezza che avevo) ma a quanto pare mia madre li aveva lavati, perciò sono andato in lavanderia nel cesto della biancheria da stirare (che tanto a chi importava se non erano perfettamente piegati e stirati) e ho preso al volo qualche indumendo nero a caso. Ho iniziato ad infilare i pantaloni ma arrivati alle cosce non salivano più, allora mi sono chiesto con cosa diamine li avesse lavati mia madre per farli ristringere in quel modo, ma sono tornato comunque in stanza a cercare una maglietta. Mentre camminavo (camminavo si fa per dire, visto che ero ancora intrappolato nei jeans) sono inciampato (sempre grazie ai pantaloni che mi impedivano ogni movimento) e sono sbattuto con il naso ad una porta.

Poi ho scoperto che quei jeans malefici non erano i miei, ma erano quelli di mio fratello minore, per questo erano stretti. Dopo essermi vestito decentemente sono riuscito a salire sull'auto di mio padre che avrebbe dovuto portarmi a scuola, ma nel bel mezzo del percorso l'auto si era fermata, mio padre era sceso e aveva detto che c'era stato un guasto, quindi, se non volevo fare tardi, dovevo proseguire a piedi. E grazie al cielo che non abito in una di quelle città europee con il centro storico che ha la strada fatta di pietre, altimenti ci sarei sicuramente inciampato e mi sarei rotto qualcosa. Ma non è finita qui, per concludere in bellezza la mia giornata un tizio del penultimo anno mi aveva spinto sulle scale e io, che ero perso nei pensieri come sempre, ero caduto davanti a tutti.

E poi mi chiedono perchè sono così paranoico...

Ora mi vengono in mente talmente tante cose che potrebbero andare storte all'appuntamento che non mi basterebbero due giorni per elencarle tutte, quindi decido di andarmi a fare una doccia.

Appena finisco inizio a cercare qualcosa da mettere e tiro fuori, dall'angolo più remoto del mio armadio, una camicia nera. Non uso molto spesso le camicie e in generale mi vesto sempre abbastanza sportivo perciò non ho la più pallida idea di quanto tempo sia passato dall'ultima volta che ne ho indossata una, spero che ancora mi entri. Metto sempre i soliti jeans neri e poi misuro la camicia che per fortuna mi calza ancora a pennello. Appena termino di prepararmi guardo l'ora, sono ancora le sette e mezza e ho detto a Frank che sarei passato da casa sua per le otto e un quarto, casa sua non dista molto dalla mia, a piedi ci arrivo in una ventina di minuti e se uscissi di casa adesso sarei in anticipo e lui potrebbe non essere ancora pronto. Il fatto che le nostre case siano piuttosto vicine è un grande vantaggio, immaginatevi se abitasse dall'altra parte della città... a piedi ci metterei millenni e io non sono uno che ama camminare, la macchina poi neppure la ho. Sì, sembra strano perchè tutti quelli dell'ultimo anno hanno la macchina e io no. I miei genitori hanno detto che un'auto costa troppo e quando anche Miks avrà l'età per guidare ne compreranno una sola per tutti e due perchè per gestire tre auto ci vogliono i soldi e bla bla bla. Quello che però non hanno calcolato è che quando mio fratello avrà l'età per giudare io sarò già all'università e probabilmente mi sarò trasferito a New York. Comunque io la patente l'ho presa, non al primo tentativo perchè stavo per mettere sotto una vecchietta (ma questi sono futili dettagli) però insomma... un giorno l'avrò questa benedetta macchina, almeno lo spero...

Vorrei guardarmi allo specchio ma mi risparmio l'orrendo spettacolo e decido di uscire anche se è un po' presto. Saluto Mikey che non mi degna neanche di uno sguardo perchè troppo impegnato con un videogioco ed esco dalla camera.

"Mamma, papà, io esco." Dico mentre mi infilo la giacca.

"Tu? Esci? Ma sei davvero mio figlio Gerard?" Fa mia madre quasi sconvolta.

"Sì."

"Dove vai? Con chi? A che ora torni?" Ora ricomincia l'interrogatorio.

"Vado a mangiare una pizza e a che ora torno non lo so."

"Con chi? Vai da solo? Dove vai a mangiare?"

"Mamma, in pizzeria, le pizze dove vuoi che si mangino."

"Ma da solo?"

"No..."

"E con chi?"

"Un amico..." dico rimanendo sul vago perchè non posso dirle che ho un appuntamento con un ragazzo.

"E chi è, lo conosco? E' un tipo a posto? Non è che..."

"Non lo conosci, viene a scuola con me ed è a posto, puoi fidarti." Faccio per aprire la porta di casa pensando che l'interrogatorio sia finito, ma mia madre continua.

"E vai con un amico a mangiare la pizza con la camicia che hai indossato al matrimonio di zia Adele?"

Ah, ecco perchè l'avevo comprata...

"Sì, e allora?"

"Tu non usi mai le camicie..."

Ora inizio a pensare che mia madre sia un investigatrice mancata.

"E con ciò? Oggi mi andava di mettere la camicia..."

"Mh... non è che hai un appuntamento e non me lo vuoi dire?"

Sì mamma, ho un appuntamento, ma non è con una ragazza come pensi tu per questo non voglio dirtelo, ci tengo ad avere un tetto sopra la testa.

"No, non ho nessun appuntamento, e ora scusami ma devo andare altrimenti faccio tardi." Stavolta apro la porta davvero e appena metto un piede fuori sento mia madre che inizia con la sua sfilza di raccomandazioni: "Non fare troppo tardi, non mangiare troppo che poi ti senti male, non bere, non fumare, non drogarti, stai attento alle macchine, guarda bene quando attraversi la strada, se hai un appuntamento con una ragazza paga tu e riaccompagnala a casa, attento ai maniaci, non parlare con gli sconosciuti e non accettare nulla da loro, non fate sesso o se lo fate, fatelo sicuro perchè un bambino è una grande responsabilità" e bla bla bla perchè poi smetto di ascoltarla, mormoro un "sì mamma" e mi chiudo la porta alle spalle.

Finalmente.

Forse ho fatto bene a prepararmi in anticipo...

Appena mi incammino sul marciapiede penso se la camicia non sia un po' troppo elegante, ma dopotutto è pur sempre un primo appuntamento... però non riesco ad evitare di pensare che se Frank si fosse vestito sportivo saremmo entrambi a disagio.

Sono vicino a casa Iero adesso e se mi misurassi i battiti cardiaci questi raggiungerebbero i duecento, o forse anche più. Vi giuro che il mio cuore sembra un fottuto martello che picchia contro un chiodo alla velocità della luce, non so se mi spiego, spesso i miei paragoni sono scarsi ma, insomma, si è capito che sono agitato.

Sento un rumore strano e per poco non ho un infarto. Sarebbe davvero brutto collassare davanti al cancello di casa Iero e farmi trovare da Frank mezzo morto, ma mi volto e capisco che il rumore che ho sentito è solo quello di un'auto che ha preso una buca. Accidenti alla mia città e a quelle buche infernali in cui la gente rischia di inciampare e rompersi la faccia, ci vuole tanto a prendere un po' di asfalto, o ogni volta che la macchina o il pullman le prende devo sbattere la testa al finestrino rischiando il trauma cranico?

Comunque devo calmarmi, è solo un appuntamento, non sto mica andando a fare una rapina a mano armata!

Faccio un respiro profondo e suono al campanello sperando che venga ad aprirmi lui e non uno dei suoi genitori, perchè altrimenti sarebbe altamente imbarazzante... che dovrei dire "Salve signor Iero, io e suo figlio abbiamo un appuntamento?" Che poi neanche lo so se i genitori di Frank sono a conoscenza della sua omosessualità... Non ho il tempo di pensare ad altro che la porta si apre e spunta sulla soglia un esemplare di Frank Iero molto bello ed elegante. Ha anche lui una camicia, solo che la sua è bianca, e un paio di pantaloni neri e adesso sono sollevato di non essermi vestito troppo sportivo.

"Ciao Frankie," ci salutiamo, ma quando siamo sul punto di uscire arriva suo padre.

"Dove stai andando?" Domanda al figlio. Okay, ora mi sta tornando l'ansia.

"Esco con un amico," fa lui, tranquillo. Il padre mi guarda attentamente, anzi, più che guardarmi mi sta trapassando con lo sguardo, sembra che abbia la vista a raggi x ma credo che si aspetti solo che io mi presenti o cose del genere.

"S-salve, m-mi chiamo Gerard, piacere di conoscerla." Mormoro in un sussurro appena udibile.

"Il piacere è tutto mio Gerard. Bene, divertitevi e non fate troppo tardi, se no la mamma si preoccupa." Dice il signor Iero cordialmente. Beh... l'ha presa bene...

"Sì, papà" afferma Frank, e noi usciamo. Adesso il dubbio mi sale spontaneo, i genitori sanno tutto o non ha ancora fatto coming out? Vorrei chiederlo, ma mi vergogno, ho paura di essere troppo indiscreto anche se ormai siamo amici a tutti gli effetti.

"Ehm... nel caso te lo stessi chiedendo... i miei lo sanno che sono gay, ho fatto coming out l'anno scorso."

"Ah. E... l'hanno presa bene?"

"Insomma... mio padre ormai lo ha accettato, mia madre... un po' meno. Continua a lamentarsi che non avrà nipotini, pensa che io sia solo confuso e cose del genere... col tempo lo accetterà anche lei..."

Ma che razza di ragionamenti... se io e Frank dovessimo sposarci adotteremmo una bambina e la signora Iero l'avrebbe eccome una nipotina. Non posso biasimare la madre di Frank però, perchè so che i miei reagirebbero ancora peggio.

Continuiamo a camminare restando in silenzio per qualche minuto. Ora non è più uno di quei silenzi imbarazzanti, non diciamo nulla semplicemente perchè non ce n'è bisogno in questo momento, a nessuno dei due piacciono le parole superflue.

"Allora, dov'è che stiamo andando?"

"A mangiare, e stavolta ho portato i soldi, quindi pago io."

"A mangiare cosa?"

"E' una sorpresa..."

"Dai Gee! Dimmelo!"

"Mh... va bene, siamo diretti in pizzeria."

"Quale pizzeria?"

"In questa città c'è una sola pizzeria che tu elogi ogni volta che ne hai l'occasione, dove pensi che ti stia portando?"

Appena pronuncio quelle parole gli occhi di Frank si illuminano e un sorriso si fa spazio sulla sua bocca (la sua bellissima bocca, aggiungerei.)

Entriamo in pizzeria e ci sediamo al primo tavolo per due che troviamo libero. Neanche il tempo di accomodarci che arriva un cameriere, ci dà la buonasera e poi domanda: "Volete ordinare?"

Ma no guarda, siamo venuti qui per ammirare i quadri che tenete appesi sui muri penso, ma non lo dico ad alta voce perchè so che sarebbe scortese. Frankie mi precede e dice di sì al cameriere che si allontana un attimo per prenderci i menù.

Osservo il mio, indeciso su che pizza ordinare. Prenderei una con il prosciutto ma Frank è vegetariano e, anche se mi ha detto che non gli dà fastidio se io mangio la carne davanti a lui, non vorrei metterlo a disagio... quindi decido che stavolta evito di strafogarmi di pizze super farcite e opto per una semplice margherita. Infatti, quando il cameriere ritorna, ordiniamo la stessa pizza e da bere della coca cola.

Bene, adesso non so che cosa fare o meglio, cosa dire... credo che prima di uscire avrei dovuto cercare su internet primo appuntamento: guida all'uso. E' pur vero che siamo usciti anche altre volte, ma da semplici amici, la maggior parte delle volte c'erano anche Mikey, Chris, Ray e alcune sere anche Pete, non era mica un appuntamento. Ora ho paura di dire la cosa sbagliata e di rovinare tutto...

"Gee, sei silenzioso stasera, qualcosa non va?"

"No, no tutto a posto."

"Beh, rilassati allora. Mi sembri molto nervoso."

"Ehm... sì, ecco... io non ho mai avuto un appuntamento..."

"Oh. Ma mi fa onore essere il primo ragazzo con cui esci e poi, se ti può far sentire meglio, nemmeno io avevo mai avuto un appuntamento con un ragazzo."

"No, non... cioè... non sei solo il primo ragazzo, sei proprio la prima persona che invito ad uscire..."

"Ah."

"Già."

"Comunque non importa, siamo usciti anche altre volte, non devi stare così in ansia."

"Sì ma c'erano anche gli altri e..."

"Allora fa finta che ci siano anche loro e che sia una normale uscita tra amici invece di un appuntamento."

"Ma io voglio stare solo con te."

Mi sporgo un poco verso la sua direzione e lui fa lo stesso, chiudo gli occhi. Okay Gerard, stai per baciare la tua cotta, cerca di non fare figuracce, devi solo posare le tue labbra sulle sue, non è difficile...

"Ecco a voi le due margherite."

Riapro gli occhi e mi trovo un Frank imbarazzato a circa tre centimetri di distanza dalla mia faccia, entrambi ci giriamo nella direzione della voce che ci ha interrotto e vediamo il cameriere che ci mette i piatti con la pizza sul tavolo.

Stupido cameriere del cazzo, stavo per baciare Frank Iero, hai rovinato il momento più importante della mia vita.

Entrambi abbassiamo la testa sulle nostre pizze e io ne prendo una fetta tra le mani, pronto a mangiarla, alzo lo sguardo di poco, con la testa ancora bassa, vedo che Frank sta facendo lo stesso sorridendo e mordendosi il labbro.

Cazzo Frankie non fare così, sei troppo carino.

Entrambi ci guardiamo negli occhi e iniziamo a ridere per ciò che è successo con il cameriere.

"Ma non gli hanno insegnato che non si interrompono le persone in questo modo?" dice mentre prende un morso dalla sua fetta di pizza.

"Evidentemente no..."

Continuiamo a mangiare tranquillamente, quando finiamo pago per entrambi e usciamo dal locale. Condividiamo una sigaretta e chiedo se gli va di prendere un gelato, lui accetta e ci dirigiamo verso una gelateria che nel weekend resta aperta fino a tardi. Entrambi scegliamo il gusto cioccolato e appena finiamo di mangiarlo Frank insiste per pagare lui questa volta e lo lascio fare. Si è fatto un po' tardi ma domani per fortuna non abbiamo scuola. Non so se sia meglio tornare a casa o restare in giro ancora un altro po', fosse per me starei tutta la notte con Frank.

"Vuoi andare da qualche altra parte o prefersci che torniamo a casa?"

"Non ha importanza, basta che sono con te."

Mi prende la mano.

Cazzo.

Mi sta prendendo la mano.

Intreccia le sue dita con le mie. Arrossisco, lo guardo e lui fa un sorriso timido ma sincero che ricambio all'istante.

"Ti va se andiamo al parco, Frankie?" chiedo e lui annuisce.

Continuiamo a camminare verso la nostra meta mano nella mano, ed è così bello perchè non mi vergogno di camminare per strada tenendo per mano un ragazzo.

Mi piace il parco di notte, forse perchè non ci viene mai nessuno a quest'ora. Di solito nelle ore del giorno è sempre pieno di bambini che giocano, urlano e si rincorrono, ragazzi che passeggiano o parlano seduti sulle panchine, coppiette di innamorati che si baciano, gente che porta a spasso i cani o fa jogging, ma dopo le nove non si vede mai nessuno qui. Forse la gente teme per i malviventi, gli stupratori e gli spacciatori, dopotutto siamo per sempre nel New Jersey... ma qui non ci sono neanche quelli e lo so per certo perchè ci vengo spesso da solo di sera, a volte per dipingere, altre semplicemente per stare da solo o riflettere. Vi starete chiedendo che cosa io ci possa trovare di così tanto speciale di notte in un parchetto isolato... beh, non lo so, forse mi piace perchè c'è calma, tranquillità e solitudine, l'unico rumore che a volte si sente è quello di qualche treno, dato che siamo vicinissimi alla stazione ferroviaria.

Ci sediamo su una panchina e restiamo ancora mano nella mano.

"Mi piace qui di notte, non ci ero mai venuto."

"E' bello, vero?"

Annuisce e poggia la testa sulla mia spalla, libero la mia mano dalla sua stretta e gli circondo il busto con il braccio.

Restiamo in questa posizione per non so quanto tempo, potrebbero essere passati solo venti minuti oppure un'ora e mezza ma non mi interessa, perchè adesso sono con Frank e Frank è l'unica cosa di cui mi importa. Se l'anno scorso mi avessero detto che sarei uscito con Frank Iero, la mia cotta, che non sapeva neppure della mia esistenza, non ci avrei creduto, eppure adesso eccoci qui che stiamo abbracciati in un parco deserto.

Lo guardo, tiene gli occhi chiusi, forse si è addormentato... è così carino, sembra un angioletto e resterei qui a guardarlo per sempre, ma temo si sia fatto tardi anche se non so esattamente che ora sia e non ho intenzione di vederlo proprio adesso perchè ho un cucciolo di Frank Iero mezzo addormantato sulla mia spalla ed è troppo dolce. Domani non c'è scuola, ma i miei genitori inizieranno a sbraitare se torno ad orari improponibili.

"Frankie, svegliati." Lo scuoto appena.

"Mh... non sto dormendo..." mormora accucciandosi meglio sul mio petto.

"Dai, è tardi dobbiamo tornare a casa..."

"Ma tu sei tanto comodo... e morbido anche..."

"Sì, però adesso dobbiamo andare. "

"Mh... che ore sono?" Chiede mentre si mette a sedere normalmente.

"Non lo so..." cerco il cellulare nella tasca e controllo.

"Le undici e quarantacinque."

"Di già? Credevo fosse più presto..."

"Anche io... adesso andiamo?"

"D'accordo."

Torniamo a casa sua continuando sempre a tenerci per mano.

"Ehm... grazie di tutto Gee, è stata una bella serata." Mi dice prima di tirare fuori le chiavi dalla tasca.

"Figurati... eh... allora ci vediamo..."

"Sì... Vorrei invitarti ad entrare ma i miei dormono già e non vorrei disturbare..."

"No tranquillo, tanto se non arrivo a casa entro..." guardo velocemente l'ora sul cellulare, "due minuti esatti iniziano a chiamare la polizia, i vigili del fuoco, l'FBI, la guardia forestale, chi l'ha visto? e mi danno per disperso..."

"Addirittura," sorridiamo entrambi alle mie parole.

"Sì, ma non ce la farò mai ad arrivare a casa entro quell'ora perciò non importa. "

"Ehm... bene... Allora buonanotte Gee. "

"'Notte Frankie. "

E adesso che faccio? Me ne vado così oppure lo bacio?

Forse non è il caso...

Eppure quando eravamo nel ristorante stavamo per baciarci e l'avremmo fatto se non fosse arrivato il cameriere mr. rompicoglioni...

Però forse non dovrei...

Se qualcuno scrivesse un manuale su come comportarsi nelle questioni amorose sarei il primo a comprarlo. Possibile che ancora nessuno ci abbia pensato?

"Gee..."

"Sì?"

"Vieni più vicino, devo dirti una cosa importante."

Una sola parola: Ansia.

Ma perchè la gente fa "devo dirti una cosa", non può parlare e basta?

"Allora cos..."

Mi zittisce con un bacio.

Un bacio.

Mi sta baciando.

Frank Iero mi sta baciando.

Ci stiamo baciando.

E le sue labbra sono fottutamente morbide.

Chissà che burrocacao usa... Gerard, ma sei scemo? Tu e Frank vi state baciando e pensi a queste cose? Concentrati.

"Quindi... adesso io e te cosa siamo?" chiedo appena ci siamo staccati

"E me lo chiedi anche? Stupido, sei il mio ragazzo adesso." Mi lascia un altro bacio, questa volta più casto e veloce, e poi sparisce in casa.

Okay, adesso posso svenire in pace. No, non sul vialetto di casa Iero, meglio arrivare prima a casa.
 

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Capitolo 5
*** five ***


Io e Frank stiamo insieme da esattamente due mesi.

Il nostro primo appuntamento non avrebbe potuto andare meglio (certo, se tralasciamo l'inopportuno intervento del cameriere rompicoglioni)  e a quello sono seguite tante altre uscite.

Adesso a scuola lo sanno tutti, ci prendono in giro, continuano a picchiarci e a maltrattarci, ma sapete che vi dico? Non mi importa, perchè io sono con Frank e Frank è con me, inoltre so che lo fanno solo per invidia. Quegli stupidi bulletti non hanno un ragazzo talentuoso, bellissimo e dolcissimo come Frank... okay loro non hanno esattamente i miei stessi gusti e quindi dovrei dire una ragazza ma Frankie non è una ragazza e anche se lo fosse sarebbe bellissimo lo stesso... okay penso di essermi spegato, o forse no... in ogni caso le loro ragazze sono stupide e hanno i capelli biondo ossigenato che sembrano peli di pecora, no aspetta, le pecore non hanno i peli... di capra ecco, peli di capra è la definizione esatta, e si vestono con vestiti che per pagarli non ti basta vendere metà dei tuoi organi. Potete pensare che io lo stia dicendo solo per criticarle oppure perchè io non provo attrazione verso il sesso opposto, ma non è così, o forse sì, ma sappiate che è questa la verità.

Comunque lo abbiamo scelto entrambi di esporci così tanto camminando per i corridoi della scuola mano nella mano. E quando abbiamo preso questa decisone sapevamo che avrebbe comportato più prese in giro e insulti omofobi vari, ma ci siamo promessi che lo avremmo affrontato insieme, perchè non c'è motivo di nascondere il nostro amore, perchè l'amore è bello in qualsiasi sua forma.

Mikey è stato il primo ad averlo scoperto perchè proprio la mattina dopo il primo appuntamento ha notato uno strano sorriso stampato sul mio volto e a quel punto ho dovuto vuotare il sacco. A lui non posso nascondere nulla ma del resto è mio fratello, mi conosce troppo bene.

Anche Chris e Ray lo hanno saputo quel giorno perchè la prima mi ha bombardato di messaggi chiedendomi di raccontarle tutto ciò che era successo la sera precedente nei minimi dettagli e poi anche Ray, da bravo consulente per appuntamenti, ha voluto informarsi personalmente per sapere se era andata bene e se avevo seguito i suoi consigli. Io allora ho informato Chris e ho detto a Ray che era andato tutto bene proprio perchè non avevo seguito i suoi consigli strani sugli shampoo Garnier e l'intimo.

Quindi a scuola lo sanno tutti ma gli unici che supportano la nostra relazione sono Ray, Chris, Mikey e il suo amico Pete. La restante parte della scuola si divide in: omofobi che ce ne fanno passare di cotte e di crude e omofobi che non se fregano nulla di noi o ci parlano alle spalle.

Anche i genitori di Frank sanno di noi. Questo perchè due settimane fa Frankie (il mio Frankie aggiungerei adesso) mi ha invitato a casa sua a cena. Io ero molto agitato (ma va, che novità) e talmente che ero agitato, per la serie "Gerard Way e le sue innumerevoli figuracce", appena la famiglia Iero mi ha accolto sull'uscio della loro casa sono inciampato nel tappeto che stava all'ingresso (quello con la scritta "welcome", per intenderci) e fortuna che non sono caduto di faccia. La cosa che mi ha fatto letteralmente fermare il cuore quella sera però è stata un'altra. Mi ha presentato ai suoi in un modo che non mi sarei mai aspettato, credevo che dicesse loro che ero il suo migliore amico o qualcosa del genere ma poi ha detto alla sua famiglia testuali parole: "Mamma, papà, questo è Gerard, il mio ragazzo". Descriverei come mi sono sentito in quell'esatto momento, ma non ci riuscirei. Basta sapere che mi sono pietrificato, il mio cuore si è fermato e sono diventato più bianco di quanto io già non lo sia. Io e Frank ne avevamo parlato di mettere a conoscenza i nostri genitori del fatto che stiamo insieme, ma non pensavo che sarebbe successo così in fretta e proprio quella sera. Mi sembra inutile dire che non ero pronto, perchè non lo ero affatto, già ero agitato per i fatti miei, poi quella confessione così, di colpo... Frank però sapeva che avrei potuto reagire male, sapeva che ero nervoso, per questo appena finito di pronunciare la fatidica frase mi ha preso la mano e ha iniziato ad accarezzarmi il dorso di essa con il pollice, come a volermi far sapere che dovevo stare tranquillo perchè lui era lì con me e ci sarebbe sempre stato.

Non so se ai signori Iero sto simpatico, non so se ho fatto una buona impressione su di loro, so solo che appena Frank mi ha presentato come il suo ragazzo, per poco non gli cadeva la mascella a terra. Il padre, da quanto ho potuto vedere, è stato quello più comprensivo, ma la madre è rimasta un po'... come dire... beh non so spiegarlo, non sono molto bravo con le parole. Lei credeva che il figlio dicesse che non gli piacevano le ragazze solo perchè era confuso e non aveva ancora trovato "quella giusta", ma si sbagliava perchè, proprio quella sera, suo figlio le aveva portato a casa un ragazzo.

La cena onestamente poteva andare meglio, i signori Iero mi hanno tartassato di domande, nemmeno fosse un interrogatorio in tribunale. Ad un certo punto, quando la madre di Frank ha detto al figlio "non mi sembravi tanto gay quando stavi con quella Janet" la situazione è degenerata. Io volevo contestare dicendo che la tipa in questione era Jamia, non Janet, ma Frank mi ha preceduto. Non posso negare che sentire quel nome pronunciato dal mio ragazzo mi ha dato un certo fastidio, mi ha ricordato quando io lo ammiravo da lontano mentre passaggiava con quella tizia e Chris e Ray mi incitavano dicendo "dai, vai da lui" e io rispondevo con un "ma siete scemi? Non vedete che ha una ragazza?" ma Chris continuava a spiegarmi che non la amava ed era più che evidente. Io questa cosa non l'avevo mai capita ma avevo sempre pensato che fosse il suo istinto da donna. "Non l'ho mai amata" aveva chiarito Frank e io avevo preferito non parlarne proprio perchè altrimenti avremmo finito per litigare, in fondo era una cosa ormai passata.

Settimana scorsa Frankie mi ha detto che avevo fatto una buona impressione ai suoi e che quindi sostenevano la nostra scelta di stare insieme.

E adesso abbiamo deciso che dobbiamo dirlo anche i miei perchè ormai sono gli unici a non sapere nulla.

Ora sto aspettando che tornino entrambi a casa per potergli chiedere quando "un mio amico" potrebbe venire a cena a casa nostra. Non serve dire che ho ansia perchè ormai lo sapete già che io mi agito e vado nel panico per qualsiasi cosa.

Sento la porta di casa aprirsi, deve essere sicuramente mio padre dato che mia madre è arrivata proprio trenta minuti fa. Mi alzo a malincuore dal letto e mi trascino per le scale fino al salotto. Come mi aspettavo sono entrambi lì, mio padre si sta sedendo sul divano e mia madre sta sistemando, come ogni santissimo giorno, alcuni soprammobili. Fosse per me ci farei un falò e li brucerei tutti perchè sono davvero orrendi, ma mia madre dice che devono stare esposti perchè sono bomboniere e regali costosi fatti da zie, cugine, vicine e non so cos'altro. Il fatto è che ogni giorno li cambia di posto perchè non è mai soddisfatta di come li ha sistemati il giorno prima.

"Ehm... Mamma, papà..."
entrambi si girano nella mia direzione.

"Ciao tesoro, com'è andata oggi a scuola?" Domanda mia madre posando l'orrendo soprammobile dalla forma strana che stava pulendo nonostante non ci fosse neanche un granello di polvere sopra.

"Tutto bene."

"Ti serve qualcosa?"

"Ehm no... cioè sì... volevo chiedervi una cosa."

"D'accordo, dicci pure."

Okay, ce la posso fare, non è difficile.

"C'è questo mio amico e... vorrei invitarlo a cena. Qui a casa... in questi giorni e volevo sapere se per voi va bene..." dico esitando mentre mi passo nervosamente le mani sudaticce sui jeans.

"E chi sarebbe?"

"Un amico. Si chiama Frank."

è il mio fidanzato in realtà...

"Frank chi?"

"Iero."

"Non l'ho mai sentito questo cognome."

"Ha origini italiane, per questo."

"E come mai vuoi invitarlo qui?"

Dimentico che mia madre avrebbe dovuto fare l'investigatrice...

"Beh... siamo migliori amici, voglio che lo conosciate per bene..."

"Mh... e sei sicuro che sia un tuo amico che vuoi far venire a casa?"

"Che vuoi dire?"

"Non è che è una tua amica."

"No ma', è un maschio."

"Sicuro che non è Chris?"

"No. Si chiama Frank. Te l'ho già detto."

"Mh... si certo..."

"Allora può venire?"

"Ma certo che sì! E puoi dirlo apertamente che vuoi presentarci la tua ragazza, non c'è nulla di cui vergognarsi!"

oh no.

"No, non ho una ragazza."

ho un ragazzo però.

"Gerard, capisco che questa è la tua prima esperienza di coppia ma non ci devi mentire, a maggior ragione se la ragazza con cui stai è Chris."

"Non sto con Chris!"

perchè sto con Frank.

"Tua madre ha ragione, non te ne devi vergognare. Molti amici di infanzia si sono messi insieme e addirittura sposati."

"Ma io non-"

"Sono così fiero di te Gerard, credevo non avresti trovato mai una ragazza ma invece mi sbagliavo" si alza e mi dà una pacca amichevole sulla spalla.

"Papà io non ho ness-"

"Basta adesso, dille di venire domani sera."

"Ma-"

"Io vado a fare la doccia." Mio padre esce dalla stanza. Che disastro, hanno frainteso tutto...

"Su Gerard, hai sentito tuo padre? Può venire qui domani sera, che cosa aspetti a chiamarla?"

"Mamma ascoltami bene io-"

"Sì, sì lo so. Non devo menzionare episodi imbarazzanti della tua vita e nè mostrarle foto di quando eri bambino, devo fare la spesa e cucinare qualcosa di buono... a questo proposito, preferisci che cucini qualcosa di particolare, magari faccio anche un dolce e da bere cosa volete? Vi piace di più l-"

"Mamma!"

"Okay farò tutto io, tu vai in camera adesso che devo cucinare. "

Perfetto. Non poteva andare peggio. Ho combinato un disastro, sei un genio Gerard.

"Allora? Che hanno detto?" Chiede Mikey appena trono in stanza.

"Che va bene, ma credono che il fidanzato sia una fidanzata. Chris nello specifico..."

"Ma come...?"

"Sono stati loro che hanno frainteso, io ho cercato di spiegarglielo ma..."

"Gerard, sei un disastro."

"Grazie del complimento Miks, è così che aiuti tuo fratello?"

"Come vuoi che ti aiuti?"

"Non lo so, pensa a qualcosa!"

"Vedrai che quando vedranno Frank capiranno che non è una ragazza."

"Tu dici?"

"Sì, a meno che non si presenta con una minigonna e i tacchi si capisce che non è una ragazza!"

"Ma i nostri genitori sicuramente parleranno con quelli di Chris e..."

"Basta avvisare anche lei."

"Ah, tu dici?"

"Sì e rilassati, dovresti essere agitato per altre cose."

"Tipo fare coming out."

"Esatto."

"Non voglio finire in mezzo alla strada a fare il barbone."

"E non succederà, non possono buttarti in strada solo perchè sei omosessuale."

"Lo spero..."

Prendo il telefono e decido che forse è meglio chiamare prima Chris, giusto per avere qualche opinione in più e poi devo parlarne anche con Ray e okay, dirlo pure a Frank. Se sia la cosa migliore da fare non lo so visto che sembro fatto per prendere le decisioni sbagliate e fare figure di merda, però i miei genitori e quelli di Chris si conoscono benissimo e quindi se li chiamassero si creerebbe ancora più confusione e io non sono capace di risolvere le cose.

"Gerard?" Mi risponde Chris al telefono con una voce sconvolta.

"Eh sì, sono io."

"Perchè mi stai chiamando? E' successo qualcosa di brutto? Tu non chiami quasi mai le persone al telefono..."

"Sì lo so, ma adesso è importante non potevo aspettare che mi rispondessi ai messaggi."

"Fammi indovinare, i tuoi genitori non ti hanno permesso di far venire il tuo ragazzo a cena..."

"No, cioè sì... insomma... una cosa del genere."

"Spiegati allora."

"Io ho chiesto ai miei genitori di far venire un amico a casa per cena, però loro hanno capito che non era un amico ma un'amica, quindi pensano che io abbia una ragazza e credono che la ragazza in questione sia tu e aspettano te domani sera a cen..."

"Aspetta, cosa?"

"Hai capito bene... cioè non lo so se hai capito ma credo di sì perchè tu sei una ragazza molto intelligent..."

"Gee! Finiscila di straparlare!"

"D'accordo, ma non vedo perchè vogliono così tanto che io e te ci mettiamo insieme, ci assillano con questa storia da quando eravam..."

"Fammi parlare, cazzo!"

Okay, sto parlando davvero tanto.

"Quindi i tuoi genitori hanno capito che io e te stiamo insieme e verrò a cena da te?"

"Esatto. "

"Ma sei scemo? Come le spieghi le cose alla gente?"

"Ma io ho specificato che è un amico di sesso maschile, sono loro che si sono fatti film mentali! Che faccio ora?"

"Semplice, alla cena ci porti Frank."

"Ma loro pensano che..."

"Che ti fotte di cosa pensano loro, ti hanno dato il permesso, no?"

"Sì ma non accetteranno mai la relazione che ho con Frank dato che è un ragazzo."

"Lo so benissimo che è un maschio."

"Non potresti... che ne so... far finta di essere la mia ragazza?"

"Ma sei coglione?"

"Solo per domani sera, ti prego! Ti pagherei anche, ma non ho un soldo... cioè in realtà ho qualche dollaro ma mi serve per prendere le..."

"Ripeto: ma sei coglione?"

"Ti sto pregando Chris! Se vuoi vengo a casa tua e mi metto in ginocchio e ti bacio i piedi."

"Non voglio che tu mi baci i piedi, non mi pare di essere una santa. E poi non puoi comportarti da codardo anche questa volta. Farai coming out, presenterai Frank alla tua famiglia e io non ti salverò il culo perchè loro sono omofobi. Devi affrontare le cose, non fuggire dai tuoi problemi."

Eh la fa semplice lei...

"Non penso di essere pronto a farlo."

"Fino a qualche ora fa lo eri, o sbaglio?"

Sono davvero pronto a fare questo passo?

"Credo di sì."

"Bene, allora cosa ti spaventa?"

"Vuoi una lista in ordine alfabetico o sparso?"

"Sei troppo paranoico."

"Beh credo che lo saresti anche tu se ci fosse il rischio di essere cacciato di casa."

"Esageri."

"No, e tu li conosci bene. Sono brave persone, ma sono sopportano le persone omosessuali."

"Senti, tu stai perdendo tempo a parlare con me quando dovresti stare a parlare con il tuo ragazzo perciò ciao e ci vediamo domani a scuola."

Chris riattacca e scrivo un messaggio a Frank per avvisarlo e spiegargli tutto, non ho voglia di parlare con nessuno adesso, quindi decido che è meglio tornare a sul letto e cercare un programma quantomeno decente da guardare in tv.

*

Torno a casa e ho ansia, tanta, troppa. Fra meno di tre ore Frankie sarà qui a casa mia e cenerà con la mia famiglia. Dirò che sono gay e che io e lui stiamo insieme, poi il resto è da vedere, non so neppure se domani sarò a dormire su una panchina scomoda. Non so se devo cambiarmi, mettermi qualcosa di più elegante, fare una doccia oppure no, ma forse non è il caso, l'ultima volta che l'ho fatta è stata... beh... non lo ricordo con esattezza. Non so se devo andare da mia madre e aiutarla o studiare per domani, oppure non fare nulla di tutto ciò e limitarmi a respirare poltrendo sul letto.

Mi straio e accendo la tv, la spengo esattamente dieci minuti dopo perchè non trovo niente di interessante, mi alzo e vado verso la libreria dove sono riposti tutti i miei fumetti. Nel mentre inciampo in un... qualcosa (credo sia una canottiera ma non ne sono completamente certo) e appena raggiungo i miei adoratissimi fumetti ricordo che non ho nulla di nuovo da leggere e avrei dovuto passare oggi dal negozio per comprare qualcosa ma ero troppo occupato a preoccuparmi della cena per pensare ad altro. Studio qualcosa per domani e poi vado a vedere a che punto è mia madre con la cena.

"Gerard!" Urla lei appena mi vede e io sto per avere un'infarto al miocardio.

"Sei ancora vestito così? Hai fatto la doccia? Hai lavato i denti? Perchè se poi tu e Chris vi baciate devi avere l'alito profumato. Spero che tu abbia fatto gli sciacqui con il colluttorio così saprai di menta come i ragazzi fighi dei romanzi rosa... e comunque ti ho lavato e stirato la camicia, quindi devi mettere quella e... cosa ci fai ancora qui impalato? Sbrigati la tua fidanzata arriverà a momenti!"

vi prego, posso saltare da un balcone?

"Manca ancora un'ora..."

"Solo un'ora! Ma io devo ancora infornare la torta!"

Dato che a momenti mi caccia via con un manico di scopa deduco che non le serva aiuto. Non oso immaginare nemmeno quanta roba ha cucinato visto che sta ai fornalli da questa mattina, per poter preparare tutto si è addirittura fatta fare un permesso per poter smettere di lavorare prima della fine del turno. Decido che magari la camicia la indosso, ma la doccia non la faccio, tanto non ce n'è bisogno.

Il campanello.

Hanno appena suonato il campanello.

Frank è arrivato.

Cerco di correre il più velocemente possibile per poter raggiungere la porta prima di uno dei miei genitori, ma io non sono molto agile, nè tantomeno veloce e trovo già mia madre che sta abbassando la maniglia.

"Ehm... tu chi saresti?" Dice colei che mi ha messo al mondo mentre guarda Frank come se fosse un marziano satanista.

"Frank Iero, piacere."

"E sei un amico di Mikey?"

"No, di Gerard."

"Sei sicuro? Ma ce li hai sedici anni? Sei così basso..."

"MAMMA! Lascia entrare Frank."  Finalmente lei si sposta e il mio ragazzo mi raggiunge.

"Non mi avevi detto che ci sarebbero state più persone."

"Infatti non verrà più nessuno."

"Ma tu dovevi presentarci la tua ragazza." Mio padre sbuca dal salotto.

"NON HO UNA RAGAZZA! VI AVEVO DETTO CHE SAREBBE VENUTO FRANK. " Urlo e tutti ammutoliscono. Un disastro, davvero. So che non può andare peggio di così.

"Ascoltatemi, se ho fatto venire Frank qui è per presentarvelo perchè..."

Ce la posso fare.

Ce la posso fare.

"Perchè...?" Incita mio padre.

"Perchè..."

Prendo un respiro profondo.

"Io e lui stiamo insieme."

Tutto intorno a me si ferma.
I miei genitori si scambiano strane occhiate che non riesco a decifrare. Sembrano increduli, sconvolti, inorriditi. Mikey mi guarda soddisfatto, come a dire "finalmente ce l'hai fatta a dirlo, fratello. Sono fiero di te" e Frank mi prende la mano.

"Cosa significa questo?" Chiede mio padre con un tono severo.

"Vuol dire che..."

No.

Non ce la faccio.

Non posso farlo.

Non devi fuggire dai tuoi problemi Gerard.

"...Che io e lui... lui..."

Sento caldo, ho le guance in fiamme, mi buciano gli occhi e sento che tra poco inizieranno a scendere le lacrime. Mio padre continua a guardarmi, più che guardarmi credo mi stia fissando, ha capito tutto ma spera che io rinneghi ciò che ho detto prima.

"...Lui è il mio ragazzo."

Stringo ancora di più la mano di Frank, di questo passo gli frantumerò le ossa.

"E' uno scherzo, vero Gerard?" Chiede mia madre. Si aspetta davvero che io le risponda "Ci siete cascati! Vi ho fatto prendere un bel colpo!" e che magari spunti anche Chris da dietro qualche porta ma non è così, vorrei dirle davvero che è solo uno scherzo, che volevo vedere le loro facce sconvolte, ma no. Non devo. E non posso.

"No, non lo è. Io sono omosessuale e Frank è il mio ragazzo."

"Gerard Arthur Way, esci immediatamente da questa casa e porta con te anche il tuo amichetto. Quando avrai capito che avrai sbagliato potrai tornare e noi faremo finta che non sia successo nulla, fino ad allora non mettere più piede in questa casa."

Lo sapevo.

"Andrà tutto bene, non preoccuparti Gerard" dicevano, e io lo sapevo che si sbagliavano e parlavano solo per cercare di tranquillizzarmi, lo sapevo come sarebbe andata a finire, erano loro a sbagliarsi, non io.

"Ha intenzione di cacciare di casa suo figlio solo perchè gli piacciono i ragazzi?" Si intromette Frank. So che questo non farà altro che peggiorare le cose ma io non riesco più a reagire, ormai fisso il pavimento, con le lacrime salate che mi scendono sul viso. Tanto anche se dicessi qualcosa non servirebbe a far cambiare idea ai miei genitori.

"Fatti gli affari tuoi, i genitori siamo noi e decidiamo cosa è meglio o no per nostro figlio."

"E preferireste che vostro figlio restasse a dormire su una panchina del parco invece che nel suo letto?"

"Deve capire i suoi errori, tornerà con la coda tra le gambe."

"Ma non potete mandarlo via!" adesso credo che sia stato Mikey a parlare, ma non ne sono certo, i suoni mi arrivano attutiti, non riesco a pensare lucidamente e ho la mente annebbiata.

"Non intrometterti tu e vattene in camera!"

"No, se Gerard se ne va andrò via anche io."

"Michael James Way, che cosa stai dicendo?"

"Esattamente quello che avete appena sentito, se voi omofobi non accettate Gerard per la sua sessualità e vi fa talmente schifo da cacciarlo di casa, me ne vado anche io con lui e voi non potrete far nulla per impedirmelo."

"Devi solo provarci e ci saranno delle conseguenze anche per te."

Adesso non ce la faccio più a trattenermi, sento che le parole escono a ruota libera.

"Ma cos'ho di sbagliato? Cos'ho di diverso? Chi è che ha deciso che ci deve piacere per forza il sesso opposto? Dov'è che sta scritto? Non ci è neppure permesso di amare chi vogliamo? Non abbiamo nessuna malattia e non dobbiamo essere curati o messi in isolamento, non dobbiamo essere giudicati solo per le persone che amiamo."

E lo dico davvero, continuando a tenere gli occhi bassi che ancora mi bruciano per via delle lacrime e la voce che mi trema.

Frank mi prende il viso tra le mani e mi costringe a guardarlo, mi scosta le ciocche nere dalla faccia, mi stringe a sè e poi mi sussurra piano:
"Gee, tu non hai niente di sbagliato."

"Fuori da questa casa. Adesso."

"Donald, aspetta, vuoi davvero mandarlo via? E' pur sempre nostro figlio."

"Papà, per favore..." lo supplica mio fratello.

"Frank, a te... insomma... piace davvero molto il nostro Gerard?"

"Signor Way, non mi piace, lo amo più della mia stessa vita."

"E tu? Lo... am... cioè, ti piace?"

Guardo il mio ragazzo,

"Tantissimo."

"E va bene. Gerard può restare ma ad una condizione: quando siete in mia presenza non voglio nè baci, nè scambi di effusioni, nè altre cose che vanno oltre un semplice abbraccio, sono stato abbastanza chiaro?"

Annuiamo entrambi e io vorrei solo saltargli addosso e baciarlo, ma c'è mio padre e cerco di trattenermi.

"Ora che abbiamo risolto, possiamo andare a cenare? Ho fame" dice Miks.

"D'accordo."

I miei genitori e Mikey si spostano in sala da pranzo, io e Frank restiamo un po' più indietro e lui mi lascia un bacio veloce sulla guancia.

*

La cena è andata meglio di quanto mi aspettassi. Ovviamente mia madre ha fatto le sue solite domande invadenti e inopportune e mio padre è rimasto per tutto il tempo in silenzio, ma va bene così. Adesso è mezzanotte e mezza e io dovrei star dormendo, ma sono straiato sul mio letto a fissare il soffitto mentre penso a Frank con un sorriso da ebete stampato sul volto. Prendo il telefono dal comodino e gli scrivo un messaggio.

Buonanotte bellissimo ragazzo.

Volevo farti sapere che il mondo è brutto ma tu sei bellissimo per me.

Neanche il tempo di posare di nuovo il cellulare sul comodino che lo sento vibrare. Lo sblocco, mi ha risposto.

Anche tu sei bellissimo, anzi, sei stupendo.

Ti amo tanto Gee.

Ti amo tanto anch'io Frankie.

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