DIVORANDO IL CIELO

di honeyblossom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** SOSPIRO – chapter one ***
Capitolo 2: *** RESPIRANDO – chapter two ***



Capitolo 1
*** SOSPIRO – chapter one ***


demon slayer – arturian legend ! au
nezuko & tanjirou.

DIVORANDO IL CIELO.



Fu un delicato fruscio a spezzar il silenzio che gravoso era calato nella grande sala. Seduto sulle ginocchia Tanjirou si trovò ad allungar una per volta una gamba, stiracchiandosi come un bambino annoiato dall'esser rimasto troppo a lungo nella medesima posizione ora che l'attenzione non era più catalizzata su di lui.
Era da giorni ormai che avvertiva quella sensazione di irrequietezza invadergli le viscere e l'insoddisfazione che ne susseguiva quando realizzava che nulla c'era ad attenderlo se non il sorriso tiepido della propria sposa.
Eppure sapeva bene che era tornata.
Sarebbe stato in grado di riconoscere il suo profumo in qualunque occasione – gelsomino e spezie – e poterlo sentir aleggiare nell'aria fu la conferma dei suoi presentimenti. Il pensiero di aver nuovamente la fanciulla al proprio fianco gli riempiva il petto – seppur non conoscesse realmente il motivo per cui fosse giunta or ora a corte, la ragione per cui fosse tornata da lui dopo tanto tempo - Tanjirou altro non faceva che desiderare quella ricongiunzione voluta dagli astri, da lui tanto sospirata.
Gli occhi cremisi vagarono lungo le pareti in legno, percorsero con lo sguardo le venature e i volti alla ricerca del suo. Cercava di riconoscerlo tra i mille visi, quei tratti familiari che tormentavano le sue notti insonni, individuare la sua voce nel chiacchericcio che nel frattempo era ripartito a riempir la grande sala.
Tanjirou Kamado – infondo – non cercava altri che la sua metà perfetta.
La sua esistenza era una continua ed esasperata ricerca di lei.
Fu allora che colse un movimento, uno scintillio leggero nell'ombra più buia del salone dove il giovane daimyo* aveva garantito la propria presenza così da sceglier per la sorella minore un nuovo pretendente.
« Sono convinta che vostra sorella apprezzerà moltissimo la scelta che avete fatto. » fu la voce di Kanao a sollevarlo dai propri pensieri mentre tornava a fissar lo sguardo sul giovane posto di fronte a loro – non nutriva molto interesse per ciò che avrebbe dovuto riguardare le nozze forzate della sua amata sorella, forse perché troppo puro d'animo per immaginar una relazione priva d'amore – anche se Tanjirou stesso vi era cascato con tutte le scarpe prima della morte del padre, quando aveva scelto per lui la giovane erede della famiglia Kocho e l'aveva incastrato con un ruolo che non gli calzava a dovere.
Tra lui e Kanao vigeva un rispetto muto – un senso del dovere che li teneva uniti l'uno all'altra, probabilmente aveva persino imparato ad amarla - ma una cortina spessa di silenzi che non aveva mai concesso loro di abbandonarsi completamente l'uno alle cure dell'altra.
Vi si erano inoltre aggiunti la mancanza di un erede sano, l'amore coltivato segretamente tra Inosuke, suo caro compagno, e la giovane.
Si era semplicemente rassegnato a quella visione poco chiara, a quell'imposizione di vita che gli era piombata addosso durante gli anni che seguirono la spensieratezza dell'adolescenza.
Eppure Tanjiro aveva passato il tempo che li aveva divisi a pensarla, a sognare di poter possedere tutto ciò che desiderava senza paura – ma Nezuko gli era stata sottratta, trattata alla stregua di una traditrice mentre lui aveva fatto ammenda dei propri peccati pregando gli Dei di perdonarlo per quel sentimento. Li aveva implorati di perdonare quella donna che or ora possedeva seppur in parte il suo stesso sangue.
Lui, abile guerriero era stato schiacciato dal peso della religione e di quella famiglia costruitosi per mantenere vive le tradizione – si era dunque tagliato i capelli, rilegando ogni ricordo alla propria mente a quegli anni, ai fiori di pesco che germogliavano lenti e la neve candida che aveva accompagnato la nascita del loro amore.





Possedimenti terrieri, responsabilità, moglie e figli.
Un futuro prospero per il primogenito della famiglia Kamado – era stato esattamente con queste parole che il padre si era separato dal figlio affidandolo al vecchio Urokodachi che a suo tempo allenò anche lui.
Tanjirou poco più che un bambino, lasciò vagare lo sguardo dall'uomo che aveva affianco alla famiglia che or ora si accingeva a lasciarlo, augurandogli buona fortuna.
Fu la madre a porgergli la katana, loro più grande eredità e Tanjiro ne avvertì distintamente il peso quando la strinse nelle piccole mani, non proferì parola però rimanendo piuttosto dritto e serio in quella posizione scomoda e troppo adulta per lui.
Avrebbe voluto giocare a palle di neve – sì.
Era inverno, i passi pesanti ed il respiro saturno d'umidità rendevano quella traversata incredibilmente faticosa per il piccolo Kamado.
Eppure fu tra gli alberi che intravide un gruppo di donne ed insieme a loro una bambina, incappucciata ma tremendamente baldanzosa, tanto da riuscir ad udir la di lei voce anche loro.

« Signor Urokodachi, chi è quella bambina? » chiese curioso passandogli davanti, cacciando lo sguardo cremisi sulla purpurea maschera dell'uomo che lo avrebbe iniziato alla danza ereditata dalla sua generazione tanto tempo prima della sua nascita.

 

 

Ancora non sapeva chi fosse,
e che proprio lei sarebbe stata
il suo destino.





* daimyo = il daimyō era la carica feudale più importante tra il XII secolo e il XIX secolo in giappone. dopo la restaurazione meiji nel 1869 i daimyō si unirono alla nobiltà per formare un unico gruppo aristocratico: il kazoku.




              → note dell’autrice.

  Buonasera, non riesco bene a capire perché la notte porti consiglio tutte le volte e perché billie eilish sia capace di incarnare perfettamente i toni delle mie storie ( ? ) non so bene da dove sia nata questa stori, probabilmente più come un esperimento per testare come reggessero questi due personaggi in un contesto differente da quello in cui erano originariamente.
Spero di aver portato a dovere le somiglianze tra le leggende arturiane { a me moolto care } nella cultura giapponese.
Questa storia sarà rapida ed indolore - qualche capitolo tra i flashback ispirate al libro LE NEBBIE DI AVALON & lo scorrere attuale dei tempi.
Verrà dunque affrontata la famosa danza del dio del fuoco & ecc. ovviamente adattandola al contensto. 
Ringrazio in anticipo chiunque voglia leggere & lasciare un commento. 

 

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Capitolo 2
*** RESPIRANDO – chapter two ***


demon slayer – arturian legend ! au
nezuko & tanjirou.

 

DIVORANDO IL CIELO.


Kanao osservò il marito, studiò ogni suo gesto nei minimi dettagli, anche il meno evidente e notò con disprezzo ciò che in realtà nascondeva quell'espressione di sconforto.
Non era dovuta al dispiacere di cedere la sorella ad un uomo pressapoco sconosciuto, ne tantomeno il pensiero di dover ripartire dopo le nozze di quest'ultima.
I pensieri erano rivolti alle carni di una donna che non era certamente lei, che aveva folte crini scure come le notti invernali ed una giovialità che nascondeva la perversione di un amore proibito e non riusciva ad accettarlo – non voleva assolutamente farlo.
La loro storia era iniziata poco dopo la separazione di Tanjirou da Nezuko, quando i genitori li avevano fatti conoscere e Kanao ricordava perfettamente il volto tumefatto del giovane e la paura che l'aveva divorata da dentro quando gli occhi d'uno scarlatto intenso si erano posato vitrei su di lei.
Eppure non avrebbe mai potuto immaginare a cosa fosse dovuta tanta malinconia, tanto sconforto anche quando avrebbe dovuto esser felice di ciò che per lui si prospettava.
Tanjirou aveva i capelli corti, tagliati in maniera scorretta ed imprecisa – quell'aria non gli confaceva per nulla e non le ricordava certamente il giovane visto nel piccolo ritratto che le era stato fornito tempo addietro.
Quel ragazzo che le era di fronte era lo spettro di sé stesso e lo capì bene quando scostò i genitori e stringendo l'elsa della spada li superò senza degnar lei di ulteriori attenzioni.
Lentamente il tempo, ed una dose non indifferente di rassegnazione, avevano fatto sì che il giovane diventasse meno intollerante alla presenza della moglie, diventando persino parte integrante delle di lei giornate.
Tanjiro aveva imparato ad essere un bravo marito ed un compagno fedele nonostante però con il pensiero la tradisse ogni qual volta giacesse con lei, lo capiva da come la guardava, dal modo in cui si accasciava su di lei senza dir nulla sgattaiolando via poco dopo.
Ed il dolore diventava insostenibile in quegli istanti, diventava piccato ed insopportabile come una pugnalata, come se la stesse tradendo per davvero.
Aveva visto Nezuko solamente una volta, quando l'avevano trascinata a palazzo con i piedi nudi e le lacrime a colmare lo sguardo gentile ma dilaniato dal dolore.
Le era stata imposta una punizione peggiore di quella di Tanjiro, l'avevano privata della parola, imponendole il silenzio ed a testimoniarlo vi era il bavaglio in bambù che spinsero con uno strattone tra le labbra rosee e carnose. Kanao l'aveva sentita chiamare il nome del fratello, l'aveva udita gridare fino alle fine quando con uno strattone l'afferrarono per la nuca gettando ai piedi del giovane regnante le di lei folte crini, aveva percepito il fruscio delle vesti dello sposo e voltandosi aveva constato che nella mano destra ora stringeva l'elsa della spada.
Lei, che avrebbe dovuto diventare una sacerdotessa ora altri non era che una peccatrice punita per la propria impurità.
Erano destinati a non appartenersi mai, erano destinati a subire quella satira del destino anche mentre ore più tardi la gettarono nel bosco con il kimono bianco lercio di sangue ed il volto tumefatto.
Quella notte Tanjiro uscì e non fece ritorno sino all'alba, Kanao smise di domandarsi dove fosse andato quella sera – ormai la risposta era fissa nella sua mente e più ovvia di quanto si potesse pensare.
Scosse il capo la giovane sposa, cacciando il volto di quella strega dalla mente, mentre allungava l'altra verso quella del bel Kamado che or ora si era rimesso dritto.
Maledì con il pensiero il ricordo di quella donna, e ancor più l'espressione che aveva dipinta sul volto Tanjiro, quel disperato bisogno di averla nuovamente per sé dopo tanto tempo passato cercando di dimenticarla.
Ma se da una parte il giovane Kamado altro non faceva che cercare le attenzioni di una sorella ormai persa, Kanao invece provava disperatamente a non cedere nuovamente ad Inosuke, allo sguardo cristallino e quella sua arroganza che quasi la faceva sorridere tanto lo rendeva goffo.
Ma questo bastava a renderla felice, a sollevarla da quel dolore che invadeva il petto anche quando la notte sgattaiolava nelle di lei stanza, scivolando sopra di lei, lenendo con baci dolci il male che aveva dentro e risanando quelle ferite.
E mentre Kanao era persa nei suoi pensieri, nessuno si accorse di quell'ospite che lentamente si sedette tra gli altri, bella ed eterea.
Nessuno se ne accorse ad esclusione di Tanjiro che sentì il cuore rotolare rovinosamente nel petto.
Era tornata.

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