L'impero del crimine

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sotto il segno di un pericolo imminente ***
Capitolo 2: *** Una chiamata inaspettata ***
Capitolo 3: *** Segreti in pericolo ***
Capitolo 4: *** Vite in pericolo ***
Capitolo 5: *** Sospetti sempre meno evidenti ***
Capitolo 6: *** La riunione dell'organizzazione ***
Capitolo 7: *** Movenze oscure ***
Capitolo 8: *** Storie nascoste ***
Capitolo 9: *** Omicidi a sangue freddo ***
Capitolo 10: *** La fine di un tormento ***



Capitolo 1
*** Sotto il segno di un pericolo imminente ***


Era un freddo tremendo quella notte d’autunno di ottobre.
Dopo una settimana passata all’insegna di un caldo torrido fuori stagione, l’autunno era finalmente arrivato e la gente faceva di tutto per proteggersi dal freddo.
< Dottor Agasa, secondo me dovremmo cominciare ad accendere il fuoco > fece la giovane donna mentre era impegnata in uno dei suoi esperimenti.
< Ma se fino all’altra settimana era un caldo pazzesco! Hai così freddo, Shiho? >
< Non è colpa mia se sono una ragazza freddolosa. >
< Una ragazza carina che ha bisogno di protezione in tutto e per tutto > fece l’uomo arrossendo di colpo.
< Che cosa stai dicendo? >
< Oh, niente. Stavo solo scherzando. Ahahah. >
< Tu e le tue battute che non si capiscono minimamente. >
< Che cosa vuoi farci? Almeno non sono un vecchio burbero insopportabile. >
< Quello è vero… >
< A cosa stai lavorando se posso chiedere? >
< A niente d’importante. Mi sto solo divertendo con queste reazioni chimiche. >
< Mica vuoi far saltare la mia casa, vero? >
< Assolutamente no. Che cosa ti viene in mente? >
< Conosco molto bene le reazioni chimiche e non mi piacciono per niente. >
< Non succederà niente. Stai tranquillo. >
< Va bene. Vado in cucina a preparare qualcosa per stasera. Vuoi che ti prepari qualcosa in particolare? >
< Sinceramente non ho molta fame. Dai pure sfogo alla tua abilità di cuoco, Dottor Agasa. >
< Purtroppo la mia fantasia in cucina non è minimamente paragonabile a quella con le mie invenzioni meccaniche. Però farò il possibile che tu possa mangiare qualcosa di commestibile. >
< Ne sono certa. Altrimenti possiamo chiamare la pizzeria più vicina e recuperare una cena persa con uno dei cibi più buoni del mondo. >
< Non avrei mai pensato che tu fossi una grande amante della pizza, Shiho. >
< Peccato allora che non mi conosci ancora a dovere. >
< Sì, hai ragione. Se hai bisogno di me mi troverai in cucina. >
< Senz’altro. >
Il Dottor Agasa non riusciva a capire il perché Shiho si comportava in maniera così fredda e rude nei suoi confronti.
In fondo il dottore aveva accettato di proteggerla anche se la giovane donna aveva inizialmente deciso di andarsene dal Giappone per un breve periodo in attesa che le acque si fossero calmate.
“Con l’organizzazione non si scherza, Shiho” gli aveva detto il dottore in confidenza “Non si sa mai quando attaccheranno e le loro prossime mosse.”
“Avremmo bisogno di una talpa per seguire tutte le loro mosse.”
“E’ fuori discussione” gli aveva detto Shinichi “E’ troppo pericoloso.”
“Allora che cosa pensi di fare, Shinichi?”
“Rimanere in allerta e attendere che escano fuori per colpirci.”
“Hanno ucciso mia sorella!” sbraitò Shiho “Come posso rimanere qui senza fare nulla?”
“Hai rischiato di essere catturata varie volte, Ai. Ti prego di non rendere la situazione insopportabile.”
“Shinichi, io…”
“Tu starai in casa del Dottor Agasa per tutto il tempo necessario, mi hai capito? Non dovrai uscire per nessun motivo. Sono stato abbastanza chiaro?”
“E se non dovessi ubbidirti?”
“La tua vita sarebbe in pericolo. Non te lo scordare.”
Da quella famosa discussione era passato all’incirca un mese e Shinichi era partito subito dopo per l’Europa per risolvere un caso alquanto enigmatico nella Germania centrale.
“Spero che Shinichi possa tornare al più presto” pensò l’uomo “Shiho sta impazzendo rinchiusa tra queste quattro mura. E come biasimarla? Non avrà mai una vita normale come tante ragazze che poteva conoscere… E poi chissà se sta ancora soffrendo per sua sorella.”
Appena il Dottor Agasa si mise ai fornelli, accese la televisione in modo da tenergli compagnia.
Ma una notizia alquanto preoccupante lo mise in allarme.
< Cariche di esplosivo sono state trovate nel centro della città dove una volta si ergevano le due torri di West Tama City. Il complesso che anni fa’ era il più tecnologico e all’avanguardia del Giappone, oggi sono due edifici importanti per le telecomunicazioni nel nostro paese intente a dare lavoro a milioni e milioni di persone. Ancora una volta questo punto nevralgico del nostro paese è ancora in pericolo e la polizia indaga giorno e notte per ricercare gli artefici di questo crimine. >
Una volta spenta la televisione, il Dottor Agasa si sedette per riflettere su cosa era successo tanti anni fa’.
“La storia si ripete. E anche stavolta sono convinto che dietro ci sia ancora l’organizzazione nera. Devo chiamare subito Shinichi.”
Preoccupato per come si stava sviluppando la situazione, Agasa compose il numero di Shinichi per raccontargli tutto quello che aveva sentito.
“Non risponde. Deve essere ancora sull’aereo per il ritorno in Giappone.”
Cucinando qualcosa di rapido per non lasciare Shiho e se stesso con la fame, il Dottor Agasa richiamò l’attenzione di Shiho per aiutarlo ad apparecchiare la tavola.
< Shiho, è quasi pronto. Mi verresti a darmi una mano? > fece l’uomo richiamandola dalla cucina.
Ma niente, la giovane donna non rispose.
< Shiho, ci sei? Hai capito che cosa ti ho detto? >
La giovane ragazza non rispose, gettando il dottore in apprensione.
Andando nella sala accanto, il Dottor Agasa vide che Shiho non c’era.
“Oh mio Dio. Spero che non sia uscita di casa, altrimenti…”
Recandosi alla porta d’ingresso, Agasa vide che la porta della sua abitazione era socchiusa.
“Shiho, dove diavolo sei finita?”
Completamente preoccupato per le sorti della ragazza, il dottor Agasa controllò la sua abitazione con velocità fulminante, ma la giovane Shiho era scomparsa nel nulla.
“Devo andarla a cercare. Potrebbe essere in pericolo.”
Richiudendo la porta in maniera accurata senza spegnere le luci, il Dottor Agasa salì sulla sua macchina.
“Le chiavi. Non riesco a trovarle!”
il nervosismo aveva avuto il sopravvento sul povero professore, gettandolo in profonda apprensione.
“Se Shinichi verrà a sapere che Shiho è uscita senza il mio permesso o peggio ancora è stata rapita, mi ucciderà con le sue stesse mani.”
Una volta riaperta casa sua e con l’agitazione che gli circolava nelle vene, il Dottore cercava le sue chiavi dell’auto per cercare la giovane ragazza.
“Eccole! Adeso posso andare tranquillo.”
< Dottor Agasa, perché tanta fretta? >
La voce perentoria e inconfutabile di Shinichi fecero sobbalzare il povero inventore.
< Shinichi! Sei tornato! Avevo provato a chiamarti prima per sentire come stavi. >
< Avevo spento il cellulare perché ero impegnato ad ascoltare il tassista che mi stava raccontando che cosa stava succedendo nella periferia di West Tama City. >
< Hai sentito? Meno male che sono riusciti a scovare quel carico d’esplosivo, altrimenti sarebbe successa una nuova strage come tanti anni fa’. >
< Già. La cosa che mi ha lasciato più perplesso è come il tassista sapeva di alcuni fatti e segreti di quelle due torri che nemmeno io ero a conoscenza. >
< Di quali segreti si stava riferendo? >
< Ad esempio che al quarantatreesimo piano i file nei computer che pensavo fossero stati cancellati in verità sono stati recuperati da un hacker molto abile. Era tutto scritto su un giornale locale. >
< Questo è impossibile. Sul giornale non è uscito niente di simile. >
< Eppure mi ha fatto vedere l’articolo su internet. Guarda tu stesso, professore. >
Analizzando la pagina di internet, il Dottor Agasa vide che si trattava di una pagina fake.
< Caro Shinichi, forse sei stanco del viaggio, ma vorrei farti notare che questa pagina è falsa. Sei su un sito internet fasullo. >
< Che cosa? >
< Quel tassista si è preso gioco di te, purtroppo. >
Guardando più attentamente la pagina, Shinichi capì che non c’era nessuna fonte veritiera che poteva risalire all’articolo.
< Chi mai potrebbe aver messo su internet quest’articolo? >
< Non vorrei pensare male, ma secondo me l’organizzazione nera si sta muovendo nell’ombra e agendo di conseguenza. >
< E se quel tassista… >
Preso da un lapsus e da un ricordo molto vivace, Shinichi pensò dove poteva aver visto quel viso tanto familiare.
< Quel tassista… era Gin sotto mentite spoglie! >
< Ne sei sicuro? >
Preso da un moto di paura, Shinichi uscì fuori di casa nel vedere se qualcuno li stava spiando.
< Shinichi, ti ha forse accompagnato dinanzi casa mia? >
< Purtroppo sì, Dottore. >
< Ti ha forse detto qualcos’altro? >
< Mi ha solo augurato una buona serata… Ma me l’ha detto con una voce rude ed enigmatica che sembrava che mi conoscesse da molto tempo. >
< Questo vuol dire che l’Organizzazione nera ha scoperto il nascondiglio di Shiho e… >
Ma il vecchio inventore si bloccò all’istante tappandosi la bocca.
< Professore, che succede? Dove si trova Shiho? >
< Shiho? Dev’essere in camera sua > rispose l’inventore smorzando il sorriso.
< Professore, mi stai nascondendo qualcosa? >
< No. Perché dovrei farlo? >
< Professore, se Shiho è uscita da questa cosa è molto probabile che sia già stata rapita. >
Nel sentire quella parole, il Dottor Agasa non sapeva se dire la verità o tacere.
< Vado subito a chiamarla, ok? >
< Fai presto. >
Con il cuore che gli martellava dall’emozione, il Dottor Agasa andò a controllare se la giovane ragazza era nella sua stanza o in bagno.
“Ti prego, fa che Shiho non sia in pericolo. Non potrei mai sopportarlo.”
Controllando il bagno, il dottore vide che non c’era traccia di Shiho.
“Spero che sia in camera sua, altrimenti sono fritto.”
Correndo verso la sua camera, Agasa spalancò la porta della sua stanza guardando Shiho completamente nuda.
< Professore! Che diavolo sta facendo?! Aaah! >
“Oh cielo…”
< Scusami Shiho, mi stavo preoccupando per te non vedendoti più giù di sotto > replicò l’uomo cercando velocemente una scusa plausibile.
< Questo non ti da nessun diritto di entrare nella mia stanza senza bussare! Fuori di qui! >
Arrossito e imbarazzato per la situazione che si era venuta a creare, sotto sotto il Dottor Agasa era estremamente felice di aver rivisto Shiho.
“Adesso Shinichi non mi ucciderà. È questa la cosa che più conta.”
< Professore, che succede? >
< Oh, niente Shinichi. Sono solo entrato nella camera di Shiho senza bussare e l’ho vista… ehm… La prossima volta non succederà di nuovo. Te lo prometto. >
< Professore, non sapevi che Shiho era a fare la doccia? >
< Diciamo che mi sono distratto un attimo. Tutto qui. >
< Pensavi che fosse scappata? >
< Shinichi, dobbiamo trovare alla svelta una soluzione. Shiho non può rimanere qui per sempre. >
< Adesso ci parlerò con calma, ok? Che cosa ceniamo stasera. >
< Oh no! La cena! >
Correndo giù di sotto in cucina, il Professore aveva dato fuoco al pollo arrosto che aveva messo in forno.
“Accidenti. Questa non ci voleva.”
< Per poco non davi fuoco alla casa, vero professore? >
< Mi dispiace Shinichi, ma ultimamente sono molto distratto. >
< Forse hai bisogno di un breve periodo di riposo. In fondo non ti biasimo per questo. Stare dietro ad una ragazza come Shiho è più difficoltoso che starle dietro quando era una bambina. >
< Già… In quel periodo non mi dava nessuna preoccupazione. Anche se era fredda e distante come ora, era più al sicuro. Perché avrà deciso di tornare grande? >
< Perché ho deciso di affrontare l’organizzazione a viso aperto > rispose Shiho entrando in cucina e salutando subito dopo Shinichi.
< Tu devi essere impazzita, Shiho. >
< Li devo solo rintracciare e colpire quando meno se lo aspettano. >
< Shiho, se commetterai un simile errore, sarò costretto a portarti fuori dal Giappone. >
< Ma perché? Io non ho paura di loro. >
< Lo devi avere visto che cosa ti volevano fare! Senza contare il fatto che stanno elaborando un piano distruttivo nella periferia di West Tama City dove anni fa si sono consumati due efferati delitti... Vuoi che te lo ricordi? >
< West Tama City hai detto? >
“Allora forse l’organizzazione vuole far saltare tutti e due gli edifici spacciandolo per un attentato internazionale… Oppure per cosa?”
< Shiho, non avrai mica intenzione… >
< Tranquillo, professore. Rimarrò nascosta qui come un topo in gabbia. Almeno per ora… >
< Non per ora, per tutto il tempo che riteniamo opportuno. E basta discutere. Ho avuto in viaggio molto lungo e ho bisogno di rilassarmi un po’. >
< Peccato che non avremo niente da mangiare visto che il professore ha bruciato la cena mentre mi stava dando la caccia. >
< Sì, ho avuto una terribile distrazione > rispose Agasa smorzando un sorriso.
< A questo punto non ci resta altro che ordinare una pizza. Ci state? >
< Sì, ottima idea. >
< Chiamo io, d’accordo? >
< No, lascialo fare al professore. >
< Perché? >
< Se ti dovessero rintracciare con una telefonata? Lo sai che arriverebbero in pochi minuti a te, vero? >
< Addirittura pensi che siamo circondati da loro senza saperlo? >
< Meglio essere previdenti, non trovi? >
< D’accordo. Chiamo subito per le pizze. Intanto vi lascio da soli. >
Nel mentre Shinichi e Shiho si stavano scrutando con interesse, Shinichi gli confessò le sue preoccupazioni che aveva avuto mentre stava tornando a casa.
< Credo che il tassista che mi ha accompagnato qui sia un membro dell’organizzazione nera. >
< Come? Ne sei certo? >
< Non del tutto… Ma i suoi modi di fare e i suoi contorni visivi mi hanno ricordato tanto Gin. >
< Allora questo vuol dire… >
< Che anche la casa del Dottor Agasa non è più un luogo sicuro. >
< E quindi che cosa facciamo? >
< Meglio se ci rifugiamo a casa mia. Poi vedremo. >
< Ma la tua casa è qui accanto? Non ti sembra meglio se andiamo un po’ più lontano? >
< Del tipo? Casa di Goro è fuori discussione. Non dopo che io e Ran abbiamo litigato furiosamente prima che io partissi per l’Europa. >
< Ultimamente il vostro rapporto è molto in crisi, vero? >
< Sì. Ma adesso non voglio pensarci. Voglio provare a rilassarmi. >
< Allora rilassiamoci a vicenda visto che anch’io ne ho bisogno. >
< Perché? Anche tu sei stressata? >
< Diciamo che rimanere rinchiusa qua dentro non mi fa stare tranquilla. >
< Sì, hai ragione. >
< Porteranno le pizze che ho ordinato tra venti minuti. Pensavo che ci potessero mettere più tempo, ma invece… >
< Meno male una buona notizia oggi. >
< Senza dimenticare il tuo ritorno > rispose Shiho.
< Ti sono forse mancato? >
< Un po’ sì, dai. >
< Che vuoi dire? >
< Ahahah niente. Sono molto contenta che tu sia ritornato. Adesso va bene? >
< Mi andrebbe bene se tu fossi sincera. >
< Ma lo sono! >
< Mi risulta molto difficile crederti, però va bene > rispose Shinichi smorzando un sorriso e addormentandosi tra le braccia di Shiho.
“Shinichi, se non fosse per te a quest’ora non sarei viva. Ti devo la vita. Sei diventata la persona più importante della mia vita dopo la morte di mia sorella e farò di tutto per non perderti. È una promessa.”

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Capitolo 2
*** Una chiamata inaspettata ***


La pizza ordinata dal Dottor Agasa arrivò in un tempo record.
< Ecco ragazzi! Si mangia! >
Dopo aver apparecchiato la tavola, il vecchio inventore non ci mise molto a finire la sua forma di pizza.
< Avevi proprio fame, vero professore? >
< Sì, Shinichi. E poi la pizzeria qui vicino è la mia preferita. Dovrei prenderla più spesso. >
< Ci credo. Noi non siamo mai usciti nemmeno per prendere un gelato >fece Shiho con tono serio.
< Gli ordini di Shinichi erano perentori, Shiho. >
< Il professore ha ragione. >
< Adesso che sei qui potrò avere un po’ di libertà? >
< Shiho, ti prego di non ricominciare. >
< E’ assurdo che io rimanga chiusa qua dentro sprecando le mie giornate! >
< Vuoi farti catturare dagli uomini in nero? Fai pure. Ma poi non piangere se non ci sarà nessuno a proteggermi. >
< Sai cosa? Dovevi portarmi in Europa con te. Così almeno avrei visto un po’ di mondo. >
< Non sono andato in Europa per divertirmi Shiho, ma perché dovevo risolvere un caso molto importante e intrigato. >
< E alla fine ci sei riuscito? >
< Certo che sì. Altrimenti questa sera non sarei qui con voi. >
< Per quanto dovrò ancora pazientare? >
< Per tutto il tempo necessario, Shiho. Non voglio più ripetertelo. >
< Sai che c’è Shinichi? Mi è passata la fame. Vado in camera mia a sistemarmi il letto e poi vado a dormire. >
< Proprio stasera devi andare a dormire così presto? >
< Ho avuto una giornata molto stressante > replicò la donna sarcastica < E ho bisogno di rimanere un po’ da sola. Buonanotte. >
Shinichi non riusciva a capire perché la ragazza si comportava così male nei suoi confronti.
“Shiho, voglio solo proteggerti. Perché non lo capisci?”
< Ok, vai pure. Dopo quando salgo anch’io in camera posso venirti a salutare? >
< Fai quello che vuoi. Ma ti dico che non ho bisogno del bacio della buonanotte. Non mi serve da tanto tempo, ormai. >
< Smettila di fare la spiritosa! Non ti sopporto, sai? Sto cercando di fare il serio e tu mi rispondi così? >
< Come dovrei agire, secondo te? >
< Dovresti essere felice per tutto quello che sto facendo… >
< Allora vuol dire che non fai abbastanza. Buonanotte > disse infine Shiho prima di uscire dalla cucina e rifugiarsi in camera sua.
< Accidenti. Oltre ad essere stanco devo ascoltare i piagnistei di quella ragazza. Perché non vuole capire che sto facendo tutto questo solo per la sua incolumità? >
< Shiho ha ragione, Shinichi. Deve poter assaporare la libertà dopo tanto tempo. >
< Non è colpa mia se prima di conoscerci lavorava per gli uomini in nero! >
< Lei e sua sorella non hanno avuto scelta! >
< Perché? Potevano scappare da questo paese e rifugiarsi ovunque. Invece no. Hanno deciso di fare la guerra all’organizzazione e guarda che cosa sta succedendo. Lei sta impazzendo in questa “gabbia dorata” mentre sua sorella è morta. Ti sembra una bella situazione, professore? >
< Certo che no, Shinichi… >
< Allora Shiho deve lasciarmi lavorare in pace. Finché non avremmo trovato una soluzione abbastanza efficace, lei deve rimanere rinchiusa qua dentro e non voglio più tornare sull’argomento. Sono stato abbastanza chiaro? >
Era molto raro quando Shinichi si arrabbiava sul serio, ma quando succedeva era un guaio per tutti.
< Ho interrotto la relazione con Ran per stargli vicino il più possibile… Certo, l’indagine in Europa è stata un eccezione, ma non lascerò più il Giappone fino a quando non avremo risolto questa dannata spina dell’organizzazione. >
< Davvero vuoi riuscirci con le tue sole forze? >
< Non ho alleati in grado di aiutarmi. E poi voglio aspettare a chiamare la polizia. >
< La polizia è già stata avvertita, Shinichi. Hai visto le pattuglie nel centro periferico di West Tama City? Ormai sono sulle loro tracce pure loro. >
< Non abbiamo nessuna prova che possa portarci a loro, professore. Non ora almeno… >
< Che cosa pensi di fare, allora? >
< Domani mattina mi recherò dinanzi ai due palazzi di West Tama City per saperne di più. Stasera ho assoluto bisogno di riposarmi dopo un lungo viaggio. >
< Hai perfettamente ragione. Il tuo letto è già stato preparato. >
< Ti ringrazio, dottore. >
< Vai pure a dormire. Ci penserò io a sistemare in cucina. >
< Ne sei sicuro? >
< Assolutamente. >
< Vado prima a vedere che cosa sta facendo Shiho. Non credo che stia realmente dormendo. >
< Cerca però di non disturbarla ulteriormente, capito? >
< Certo. A domani, professore. >
< Buonanotte, Shinichi. >
 
 
Una volta salite le scale, un senso di nostalgia e d’inquietudine s’impadronì di Shinichi.
Sembrava passato molto tempo dal suo ritorno a casa, ma in fondo era passato a malapena un mese.
Appena vide la porta della camera di Shiho socchiusa, Shinichi decise di spalancarla con cautela fissandola con sguardo serio.
< Shiho, sei sveglia? > domandò il ragazzo sottovoce.
Ma niente, la ragazza non rispose.
“Sta già dormendo? Oppure non vuole essere disturbata?”
Evitando di scatenare la sua ira contro di lui, alla fine Shinichi decise di lasciarla in pace e di non disturbarla.
< Buonanotte, Shiho. Ci vediamo domattina > disse infine il ragazzo dandogli un piccolo bacio sulla sua fronte.
Ma Shinichi non intuì che la giovane donna stava facendo finta di dormire.
“Shinichi, quando capirai i miei desideri? Io non rimarrò per sempre qui ingabbiata. La mia lotta verso l’organizzazione nera è appena cominciata.”
 
 
Erano appena passate le due di notte e Shiho si era appena addormentava veramente.
Voleva sognare un mondo diverso da quello in cui era stata catapultata.
Non voleva nessun genere di problemi e voleva soprattutto cancellare il suo passato maledetto pieno di sangue.
“Akemi, se tu fossi qui sarebbe ancora diverso… Ti farei conoscere Shinichi. È una persona davvero buona e gentile e farebbe tutto per me. Se solo tu fossi in vita…”
Ma nel mentre era immersa nei suoi più profondi pensieri, il cellulare della giovane ragazza cominciò a squillare.
“Chi potrebbe mai essere a quest’ora di notte?”
Sobbalzando per lo spavento, Shiho vide dal display del cellulare che era una chiamata privata.
“Oh no, chi può essere? E se sono gli uomini in nero? A quel punto non avrei più nessuna possibilità di fuga perché finirei in guai molto seri.”
Ma alla fine, presa dalla curiosità, Shiho decise di rispondere.
< Pronto? > domandò con voce flebile e spaventata.
Ma niente, nessuno rispondeva dall’altra parte.
< Pronto? Chi è? >
Attendendo alcuni secondi, alla fine una voce femminile dall’altra parte rispose.
< Shiho, sono io… >
< Io chi? >
Misurando le sue parole, Shiho capì che la voce dell’altra parte non era altro che quella di sua sorella Akemi.
< Akemi, sei davvero tu? >
< Sì, Shiho… >
Completamente terrorizzata, Shiho spalancò gli occhi dalla sorpresa inaspettata e rimase in silenzio per alcuni secondi.
< Akemi, ma io credevo che tu fossi morta. Gin ti aveva ucciso. >
< Lo so. Ma non ero io quella persona, bensì una giovane mia amica che aveva preso il mio posto. >
< Che cosa? >
< Lo so che sono passati molti anni, ma solo adesso sono riuscito a rintracciarti dopo tanto tempo. >
< Akemi, dove ti trovi? >
< Sono in un luogo sicuro molto più vicino a te di quanto tu possa mai immaginare… Dobbiamo darci un appuntamento. Ho bisogno di rivederti. >
Preso da un fremito di rabbia, Shiho si alzò dal letto velocemente e spalancò la finestra della sua stanza.
< Non riesco a vederti dalla mia camera. Dove sei Akemi? >
< E’ meglio che tu non lo sappia. Per il nostro bene, Shiho… Incontriamoci domani mattina alle dieci in punto alla stazione centrale di Beika. Sarà lì che ti spiegherò tutto. Sono felice di aver risentito la tua voce ancora una volta. A presto. >
< Akemi, aspetta! >
Ma ormai era troppo tardi.
La voce dall’altra parte aveva riagganciato il telefono senza dare il tempo a Shiho di credere a quello che gli stava succedendo intorno.
“Mia sorella è viva… non posso crederci…”
Cercando di mantenere tutto segreto, Shiho decise di alzarsi all’alba e uscire dalla casa del Dottor Agasa senza che né lui né Shinichi sappiano niente.
“Non posso rivelargli un simile segreto. Ne andrebbe della protezione di mia sorella. Devo uscire di casa prima che il sole sorga e raggiungere la stazione centrale di Beika anche a piedi… Sì, farò così” pensò la ragazza prima che i suoi pensieri su sua sorella potessero albergare incessanti nella sua piccola mente.
 
 
Dalla finestra della camera di Shiho si godeva di un bel panorama.
Ma la giovane donna non poteva mai credere che dalla sua stanza poteva venire spiata.
< Vodka, l’hai vista? > gli domandò una voce dall’altra parte del cellulare.
< Sì, Gin. Finalmente l’abbiamo trovata. >
< Non è stato poi così difficile > rispose l’uomo con tono tetro < Pensavo che ci sarebbe voluto molto più tempo. >
< Seguire quel detective da strapazzo si è rivelato utile… Adesso come ci muoviamo, capo? >
< Hai ascoltato attentamente la conversazione? Attenderemo la nostra piccola traditrice alla stazione di Beika. >
< La voce fasulla è servita a qualcosa > replicò Vodka con tono malefico.
< Esatto… Povera bambina. Pensa che sua sorella sia viva. Ancora non ha capito che non si può sfuggire all’organizzazione. >

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Capitolo 3
*** Segreti in pericolo ***


L’alba stava cominciando a spuntare dietro le numerose case della città di Beika.
Finalmente il momento di scappare verso la sua agognata libertà e rivedere sua sorella per combattere l’organizzazione era finalmente giunto.
“Adesso devo essere molto a non svegliare nessuno. Il Dottor Agasa ha un sonno molto pesante, ma Shinichi…”
Infatti, una volta oltrepassata la stanza dell’inventore, Shiho vide che stava ancora continuando a dormire sommessamente.
“Molto bene.”
Andando però nella stanza accanto, vide che Shinichi si stava girando nervosamente sul suo letto.
“Povero Shinichi. Che cosa lo starà preoccupando? Spero solamente che tu possa capire le mie intenzioni.”
Ormai era quasi fatta.
Shiho doveva solo stare attenta ad aprire la porta di casa senza svegliare nessuno.
“Per fortuna il professore l’ha aggiustata in tempo, altrimenti avrebbe fatto un sacco di rumore.”
Ma la giovane ragazza non poteva mai immaginarsi che la porta d’uscita era collegata ad un sistema d’allarme brevettato proprio dalla mente del professore.
< Accidenti! >
Mentre un rumore di sirene insopportabili si riversò in tutta la casa, Shiho cercò di tornare in tempo in camera sua dopo che si era rivestita in fretta e furia.
Ma il giovane Shinichi l’aveva colta in fragrante.
< Dove pensavi di andare? > domandò il ragazzo dopo aver spento il sistema d’allarme.
< A prendere una boccata d’aria > rispose Shiho seccata.
< Alle sei di mattina? Non pensavo che fossi una grande amante del jogging. >
< Tu non sai molte cose su di me. >
< Hai ragione. Ma posso benissimo capire quando mi stai dicendo la verità e quando mi stai mentendo. Che cos’avevi intenzione di fare? >
< Te l’ho appena detto! Perché non vuoi capire? >
< Credi che possa bermi una scusa del genere? >
< Shinichi, adesso basta. Stai diventando ridicolo > replicò Shiho dirigendosi giù in salotto.
< Qui l’unica ridicola sei tu, Shiho. Lo vuoi capire che ti stavi mettendo in serio pericolo? >
< No. Non è colpa mia se sono così dura di mente. >
< Se vuoi che non ti protegga più basta che tu me lo dica ed io esaudirò la tua richiesta. >
< Vorrei solo un po’ di spazio. >
< Molto bene. Allora vai dove devi andare… Ma se non ti rivedo tornare verso un certo orario che cosa devo fare? Mi devo forse preoccupare? O sei abbastanza capace di cavartela da sola in ogni frangente? >
In quel momento Shiho non sapeva cosa rispondere.
Capiva il timore di Shinichi, ma la situazione stava diventando insopportabile.
< Posso sapere che cosa volevi fare? >
< Mi dispiace Shinichi, ma non posso dirtelo. Sono cose che riguardano me e la mia famiglia. >
< La tua famiglia? Non hai nessun componente a cui contattarti visto che sono morti tutti. >
< No Shinichi, ti sbagli… >
< Cosa? >
< Che cosa ci fate già in piedi a quest’ora? > domandò il professore con tono assonnato raggiungendo i due ragazzi.
< Shiho, dimmi che cos’hai scoperto. >
< Niente di particolare. Davvero. >
< Vuoi essere aiutata oppure no?! > gridò Shinichi battendo violentemente i pugni sul tavolo da cucina.
< Shinichi, stai calmo. Agitarsi non serve a nulla > mormorò il Dottor Agasa con tono tranquillo non capendo bene la situazione.
< Io ne ho conosciute di persone testarde, ma tu le batti tutte Shiho. >
< Posso andarmene sì o no? >
< Vai pure dove ti pare e piace. Da questo momento non sarò più che ti proteggerò. >
< Non ho bisogno di protezione. Davvero. >
< Certo, come vuoi tu. Addio e buona fortuna per tutto. >
< Perché fai così, Shinichi? >
< Perché quella ragazza non vuole capire! Sono appena tornato da un lungo viaggio e mi sono stancato di fare da balia ad una giovane ragazza che dice di sapere badare a sé stessa. Da questo momento penserò solo a me e a nessun’altro. >
< Dici così perché sei solo arrabbiato, Shinichi… >
< E ti pare poco, professore? Non avrei mai pensato che Shiho avesse così voglia di libertà. >
< L’avresti anche tu se tu fossi condannato a rimanere chiuso in quattro mura per più di un mese. >
< Hai scelto di sfuggire all’organizzazione? Questo è il risultato. >
Presa da un moto di rabbia, Shiho mollò un ciaffone al povero Shinichi.
< Secondo te potevo avere una scelta nel lavorare con loro?! O morivo o mi facevo sottomettere. Tu non conosci il mio passato e non lo conoscerai mai. >
< Allora parlamene! >
< Adesso basta! Ho bisogno di stare un po’ da sola. Se avrò voglia di tornare qui da voi lo deciderò oggi pomeriggio. In tal caso non aspettatemi. >
< Certo. Sei libera di fare quello che vuoi > replicò Shinichi furibondo prima di rinchiudersi in camera sua a risistemare le sue cose.
< Shiho, pensaci bene… >
< Sono stata segregata qui dentro come una ladra. Ho sopportato tutto il tempo che potevo, ma adesso basta. Ho bisogno di vivere la mia vita con voi o lontano da voi. Mi dispiace. >
< Pensi davvero di riuscire a sgominare una banda come quella degli uomini in nero? >
< Non lo so. Devo ancora pensarci. >
< Non avrai molto tempo, sai? Sei già in pericolo. Chi ti aiuterà? >
< Dottore, da questa notte l’aiuto l’ho trovato. >
< A chi ti riferisci? >
< Mi dispiace ma è un segreto che riguarda me e basta. A presto, professore. È stato bello finché è durato > disse infine la giovane scienziata prima di uscire di casa.
< Shiho! Ma la tua roba? >
< La verrò a prendere quando potrò. Arrivederci, Professore. >
Nel vederla scomparire dentro un taxi, il Dottor Agasa ebbe un senso di profonda inquietudine e tristezza.
“Shiho, stai molto attenta.”
Una volta rincasato, l’inventore trovò Shinichi a rileggere alcuni articoli vecchi di alcuni casi che aveva risolto magnificamente.
< Se n’è andata? >
< Sì, Shinichi. Se n’è andata in taxi… >
< Bene. Un problema in meno. >
< Shinichi, non dire così… >
< Lei ha fatto la sua scelta e noi dobbiamo rispettarla. Basta con le tentate fughe e segregazioni. Adesso noi andremo per la nostra strada. Per cominciare, perché non ci rechiamo a West Tama City? Voglio vederci più chiaro sul materiale esplosivo che hanno trovato. >
< Sai che la polizia non ti farà passare, vero? >
< Se ci sarà il mio amico Megure o Goro vedrò di farmi dire alcune cose. In fondo avranno bisogno anche del mio aiuto, no? >
< Credo anch’io. >
 
 
La mattina era soleggiata e tranquilla alla stazione centrale di Beika.
Il posto era sempre molto affollato in tutti i giorni della settimana.
Ma Shiho non era per niente preoccupata e non vedeva l’ora di incontrare sua sorella dopo essere stata consapevole che era morta.
“Akemi, presto potrò rivederti…”
Dopo aver girato in lungo e in largo per più di mezz’ora, Shiho s’imbatté in Ran e in Sonoko.
< Mi dispiace, signorina. Non l’avevo vista > mormorò Ran con voce sorridente.
La giovane liceale non era minimamente a conoscenza che Shiho in realtà era Ai da piccola.
< Non si preoccupi > rispose Shiho < Anch’io non l’avevo vista. >
< Ci conosciamo, forse? > gli domandò Sonoko.
< Come, scusi? >
< La sua faccia non mi è nuova. >
< Magari assomiglio ad un’attrice famosa che si vede in televisione. Me lo dicono tutti i miei amici > mentì Shiho cercando di essere credibile.
< Sarà, ma credo di averla incontrata di persona un po’ di tempo fa’. >
< Io non sono originaria di questa città. Sono giunta fin qui per rincontrare mia sorella dopo tanto tempo. >
< Capisco… >
< Sonoko, smettila di fare l’impicciona > fece Ran dandogli una lieve gomitata.
< Si faceva solo per parlare. Lo sai quanto sono curiosa. >
< La deve perdonare. Non sa mai quando tacere. >
< Non preoccupatevi. Mi fa sempre piacere parlare con qualcuno. Mi sento sempre così sola… >
< Una giovane ragazza bella come lei dovrebbe avere un sacco di ammiratori > continuò Sonoko.
< Grazie mille, ma con il mio lavoro di scienziata non ho mai tempo per gli uomini e le amicizie. >
< Dovrebbe invece impiegare il tempo su almeno una di queste cose > gli consigliò Ran.
< Già, soprattutto pensando agli uomini. >
< Sonoko! >
< Credo che per come sono fatta preferisca di gran lunga avere un’amica… Ma purtroppo né mia sorella né io siamo fortunate in questo. >
< Adesso però non ci pensi. L’importante è che vi riunite assieme. >
< Sì, è questo che conta > rispose Shiho.
< Adesso dobbiamo andare… Però non sappiamo ancora come si chiama lei. >
< Il mio nome è Shiho. E voi siete? >
< Io sono Ran mentre lei è la amica Sonoko. >
< Grazie per avermi intrattenuto. Sto cercando mia sorella ma non riesco a trovarla da nessuna parte. >
< Davvero? Allora ci scusi se le abbiamo fatto perdere tempo. >
< Figuratevi! Mi ha fatto davvero piacere conoscervi. Rimarrò in giro per Beika ancora per molto. Spero di rivedervi ancora. >
< Noi studiamo al liceo. Magari potremmo uscire insieme se lei non è troppo impegnata. >
< Vedo come sono messa nei prossimi giorni… E comunque dammi pure del tu, Ran. >
< Con piacere. >
< A presto, ragazze > disse infine Shiho allontanandosi da Ran e Sonoko senza essere minimamente riconosciuta.
“E’ andata bene. Ma è meglio se rimango lontano da loro. Per il mio bene.”
< Sonoko, la smetti di fissarla? >
< Perché quella ragazza non me la racconta giusta? >
< A cosa ti riferisci, scusa? >
< Secondo me la conosciamo benissimo. Ci ha voluto mentire tutto il tempo per mascherare la sua vera identità. >
< Tu sei paranoica, Sonoko > la brontolò Ran < A chi potrebbe mai somigliare? >
< Non lo so. Non mi riesce scoprirlo. Ma sono sicura di averla già vista da qualche parte. >
< Certo, come no. Adesso torniamo a casa. La nostra gita fuori città è durata fin troppo. >
< Devi tornare già da tuo padre? >
< No. Anche perché credo che sia insieme all’ispettore Megure nella periferia di West Tama City. >
< Allora possiamo ancora darci alla pazza gioia! >
< Che intendi fare? >
< Ancora shopping compulsivo! >
< Non ne hai avuto abbastanza? Guarda quanta roba abbiamo preso. >
< Devo cambiare il mio intero guardaroba per la prossima stagione e di conseguenza ho ancora molte cose da comprare e tanti soldi da spendere. >
< Non cambierai mai, Sonoko > rispose Ran con tono arrendevole.
 
 
Una volta giunti dinanzi ai due palazzi di West Tama City, Shinihci ricordava ancora benissimo che cos’era successo il giorno in cui alcune bombe hanno distrutto gran parte del palazzo principale insieme ai due ponti che collegavano le due torri.
Ma dopo tanto lavoro di ristrutturazione, le due torri erano tornate agibili grazie all’intervento dell’architetto Hidehiko Kazama.
< Chissà se riusciremo a ritrovare alcune nostre vecchie conoscenze come l’architetto e la segretaria della povera Mio Tokiwa > fece il Dottor Agasa mentre stava parcheggiando il suo maggiolone.
< Da quello che sono riuscito a sapere dopo i fatti che hanno scosso West Tama City, la segretaria Chinami Sawaguchi si è licenziata e ha cercato lavoro altrove… Questo posto maledetto gli dava troppi brutti ricordi. >
< E’ comprensibile, non trovi Shinichi? >
< Sì. Credo che l’unica persona che potremo incontrare sia l’architetto. >
< Oppure Goro e l’ispettore Megure. >
Vedendo il detective e l’ispettore parlare tra di loro, Shinichi gli dispiacque interromperli.
< Shinichi! Che bella sorpresa! > fece Megure allibito < Credevo che tu fossi ancora in Germania. >
< E’ per questo che non mi ha detto che stava seguendo il caso del ritrovamento di esplosivi? >
< Esatto. E poi questo può essere benissimo un caso senza il tuo aiuto, Shinichi. >
< Lo lasci decidere a me, ispettore… >
< Shinichi! Non puoi piombare qui facendo il padrone della situazione! > fece Goro incollerito.
< Stai calmo, Goro. Non sono venuto qui per portarti via il posto… Volevo solo dare un’occhiata in giro. >
< Davvero? Allora non sei il benvenuto. >
< Ispettore, che cosa può dirmi al riguardo dei misteriosi esplosivi? >
< Le persone che lavorano qui dentro sono molto spaventate dopo che i tecnici hanno rivenuto una quantità impressionante di bombe e di materiale esplosivo al 43° piano della prima torre, ovvero dove ci sono i computer dell’azienda Tokiwa. Molti di loro pensano che la storia si stia ripetendo, purtroppo… >
< Chi manda avanti il gruppo Tokiwa se la povera Mio è morta? >
< L’architetto Hideiko Kazama si è assunto tutte le responsabilità di far riportare le due torri e il Gruppo che faceva capo al padre della povera ragazza allo splendore che meritava. E devo dire che nella ricostruzione ha fatto un bel lavoro. >
< Non c’è dubbio. Quindi l’architetto Kazama ha avuto l’occhio molto lungo. È diventato ricco con questa scommessa. >
< Sì, esatto. Ma adesso è profondamente preoccupato per le sorti delle torri che ha fatto ricostruire. >
< Ne sono certo… Potrei parlarci personalmente? >
< Purtroppo è indaffarato a causa di una moltitudine di riunioni e non può vedere nessuno. >
< Deve poterci aiutare se vuole scoprire chi ha messo quelle bombe nei suoi edifici, no? >
< Da quello che sono riuscito a trapelare, l’architetto non riesce a fidarsi della polizia > mormorò Takagi irrompendo nella conversazione dell’ispettore e di Shinichi.
< Molto bene. Vorrà dire che ci muoveremo senza il suo consenso. >
< Shinichi, ma cosa ti viene in mente? >
< Qui c’è in gioco la vita di molte persone e del futuro di queste due torri. Quell’architetto da strapazzo non può rimanere inerme senza fare nulla. >
< E chi ha detto che me ne starò con le mani in mano? >
La voce dell’architetto Hideiko Kazama risuonò nelle orecchie di Shinichi come un serio avvertimento.
< Architetto Kazama, sono felice di conoscerla… >
< Se ho deciso di non farvi entrare nei miei palazzi è perché molte persone non sono molto contente di rivedere la polizia dopo tutto quello che è successo anni fa’. La gente non riesce a dimenticare tutti quegli spiacevoli fatti. >
< Oppure lei ci sta nascondendo qualcosa… >
< Come dice, scusi? >
< Da quello che sono riuscito a scoprire sulla prima torre, è che siete riusciti a recuperare i preziosi dati che erano stati cancellati durante l’esplosione al 43° piano. Come lo spiega, Kazama? >
< Ho dei validi programmatori di computer. È solo grazie a loro se tutti quei famosi dati sono riusciti a tornare nei nostri apparecchi. >
< Ci può spiegare che cosa contengono di così tanto importante? >
< Sono solo conti pubblici dell’azienda e di investimenti proporzionati al fine di far crescere il nome Tokiwa. >
< Ah, davvero? >
< Sta forse insinuando che io stia mentendo? >
< Non ho detto questo, Kazama. È solo che doveva essere un grande segreto… >
< Infatti lo è. Ed è per questo che non posso dirvi altro. >
< Tornando a noi, davvero non siamo i benvenuti? Vedere come ha ricostruito le due torri ci farebbe molto piacere. >
< Spiacente, ma alcuni lavori di ristrutturazione interni non sono ancora completati. Dovrete aspettare ancora un po’ per rivedere le due torri. >
< E’ un vero peccato > rispose Shinichi sarcastico < Non insisterò più del dovuto anche se grazie alla polizia e un mandato di perquisizione potrebbe essere molto più facile entrare nel suo mondo, ma lascerò stare. Almeno per questa volta… >
< Shinichi, ma cosa stai dicendo?! > sbottò il Dottor Agasa.
< Detective, mi sta forse sfidando? >
< Perché no? Io amo molto le sfide. >
< Però lei non mi conosce abbastanza. Io sono uno degli uomini più ricchi del Giappone, mentre lei è un detective da strapazzo che non si fa gli affari suoi. Credo che dovrebbe essere più abile a stare al suo posto. >
< Non posso rimanerci. Altrimenti dovrei cambiare mestiere. >
< Ora basta, Shinichi. Stai esagerando > gli fece Megure interrompendo la loro discussione.
< Spero di rivederla ancora, Kazama. Abbiamo ancora molte cose da dirci > disse infine Shinichi prima di allontanarsi con il Dottor Agasa.
< La prego di perdonarlo ma certa volte la sua bocca parla da sola > mormorò Mgure smorzando un sorriso.
< Per questa volta farò finta di non aver sentito niente ma se la prossima volta quel detective mi mancherà di rispetto, dovrò prendere le dovute precauzione. >
< Le assicuro che non succederà più > disse infine l’ispettore fissando Shincihi andarsene e salire in macchina con il professore.

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Capitolo 4
*** Vite in pericolo ***


< Shincihi, mi vuoi dire che cosa ti è preso? Perché hai mancato di rispetto all’architetto Kazawa nonché nuovo proprietario delle torri? >
< Perché non mi piace quando qualcuno non vuole essere aiutato dalla polizia > fece Shinichi < Quell’architetto da strapazzo sta nascondendo qualcosa nei suoi uffici. Me lo sento. >
< E comunque non dovevi reagire così. >
< Io non ho fatto niente. >
< L’hai sfidato! Non puoi metterti contro un uomo così potente. >
< Io non ho paura di lui. >
< Ma che parlo a fare con te? Sei ostinato e testardo… Spero vivamente che tu sappia cosa stai facendo. >
< Non preoccuparti professore, lo so molto bene. >
 
 
Mentre Shiho continuava ad aspettare l’arrivo di sua sorella alla stazione, Ran non potè che fissare il suo sguardo triste e abbattuto.
< Ran che cosa sti guardando? > gli domandò Sonoko mentre stava sorseggiando un frappè.
< Quella ragazza è così triste… Mi ricorda me quando ho rotto con Shinichi. >
< Lasciala stare. È una donna alquanto strana. >
< Magari sta soffrendo. Chi lo sa… >
< Glielo vuoi forse domandare? >
< Magari potrei invitarla a bere qualcosa insieme. È più di mezz’ora che è seduta su quella panca ad attendere l’arrivo di sua sorella. >
< Magari è in preda a mille pensieri e vuole essere lasciata in pace. >
< Vado a sentire se può stare un po’ con noi > fece Ran alzandosi dalla sua panca.
< Aspetta, Ran! >
Una volta uscita dal locale, Ran andò incontro a Shiho.
< Ran, sei ancora qui alla stazione? >
< Sì. Sto attendendo l’arrivo di mio padre. Purtroppo è ancora con la polizia a risolvere uno dei suoi casi e mi ha detto che purtroppo ritarderà… Non è che vuoi farci un po’ di compagnia? >
< Non vorrei essere di troppo… Tu sei con la tua amica Sonoko. >
< Nessun disturbo > rispose Ran sorridente < Avanti, vieni. >
< Ma io… >
Prendendo il suo braccio, Ran trascinò Shiho a bere un drink con loro.
La giovane ragazza si sentiva alquanto imbarazzata, colpa di quello che stava tenendo dentro.
< Che cosa ti va di bere, Shiho? Questo localino è famoso per i suoi frappé alla frutta. Ti consiglio di prendere quella alla fragola. È buonissimo. >
< Va bene. Allora opto per quello. >
< Vieni. Andiamolo a prendere insieme. >
Shiho non aveva mai avuto amici veri come Ran.
Si era sempre sentita sola e senza nessuno al mondo.
“Sembra che sto vivendo un’altra vita grazie a Ran” pensò Shiho smorzando un sorriso.
< Due frappé alla fragola > fece Ran ordinando al barista.
< Subito, ragazze. Volete che ve lo porti al tavolo? >
< Sì, grazie. Siamo a quel tavolo laggiù in fondo. >
< Molto bene. Ve li faccio immediatamente. >
< Grazie tante. >
Una volta tornati a sedere con Sonoko che era concentrata sui suoi messaggi al cellulare, Shiho domandò a Ran come potesse essere così spensierata e sorridente.
< Perché io mi rivedo in te, Shiho > gli rispose Ran < Anch’io ho avuto un brutto momento alle spalle e solo ora sto cercando di tornare felice… Certo, io non so perché sei così musona, ma credo che ci siano più cose che disturbano la tua mente. >
< Sì. Si tratta di mia sorella. >
< Hai forse litigato con lei? >
< No. Non la vedo da un sacco di anni e sono molto felice di sapere che la incontrerò molto presto. >
< Ormai è molto che stai attendendo il suo arrivo > fece Sonoko < Sei sicura che vi dovevate incontrare alla stazione di Beika? >
< Sì. È solo che ho deciso di venirci un po’ prima perché non stavo più nella pelle… Sono quasi le dieci. Sarà qui a momenti > rispose Shiho guardando l’orologio < Potete scusarmi un attimo? >
< Certo. Fai pure. >
Fissando in maniera estenuante l’orologio, l’ultimo treno proveniente da Osaka arrivò alla stazione di Beika.
“Spero che mia sorella si trovi su quel treno. Non mi ha detto da dove partiva… Strano.”
Una moltitudine di gente stava popolando la stazione centrale, mentre altrettanta stava per prendere il prossimo treno che sarebbe partito proprio pochi minuti dopo.
“Non riesco a vederla da nessuna parte.”
Inavvertitamente, mentre Shiho si trovava in mezzo alla folla, Un individuo vestito completamente di nero andò a sbattere contro la ragazza facendola cadere a terra.
L’individuo non chiese scusa a Shiho, fissandola con sguardo truce e rabbioso.
< Ehi! Poteva stare più attento! > fece la ragazza massaggiandosi il fondoschiena.
< Sei tu che devi guardare dove vai, Shiho Miyano. >
La voce dell’individuo era contraffatta e senza riuscire a capire se fosse stato un uomo e una donna.
< Ma come fa a sapere il mio nome? >
< Addio. >
Correndo per non essere raggiunto, l’individuo posò la sua valigia che trasportava con gelosia appoggiandola vicino ad alcune panchine.
Guardandosi intorno con fare circospetto, l’individuo sparì com’era riapparso, mentre Shiho cercava di ritrovare le sue tracce.
“E’ sparito nel nulla… Chissà chi era…”
< Hai trovato tua sorella, Shiho? > gli domandò Ran riscuotendola ancora dai suoi pensieri.
< No. non era nemmeno su questo treno. >
< Mio padre sta arrivando. Vuoi che ti diamo uno strappo a casa? >
< No, vado a piedi. O al massimo prendo un taxi. >
< Sei sicura? >
< Sì, non preoccuparti. >
< D’accordo. Questo è il mio numero di cellulare > fece Ran dandogli un bigliettino < Potremmo sentirci tra qualche giorno se ti va. >
< Sicuramente > mormorò Shiho per niente contenta di stare in compagnia di Ran a causa del ricordo e della profonda amicizia che legava lei e Shinichi.
“Ran, se solo tu sapessi…”
< A presto, Shiho. Ciao. >
Ma appena la giovane ragazza si allontanò da Shiho, un boato gigantesco squarciò il cielo.
In pochi secondi una moltitudine di bombe esplosero in tutta la stazione causando il panico generale.
Essendo molto vicina al punto dell’esplosione, la povera Shiho cadde a terra malamente picchiando la testa, mentre il caos cresceva sempre di più.
“Che cos’è successo? È un incubo questo?” pensò la giovane Shiho prima di cadere in un sonno profondo.
 
 
Polizia, ambulanze e vigili del fuoco non tardarono ad arrivare alla stazione centrale di Beika.
La folla che fino a poco prima dell’esplosione era all’interno, dovevano fare i conti con ferite su varie parti del corpo e morti che accennavano ad aumentare.
< Che diavolo sta succedendo? > domandò Goro appena fermò la macchina poco lontano dalla stazione < Ran! >
Preso da un profondo senso d’inquietudine per la possibile perdita di sua figlia, Goro corse sul luogo dell’incidente con tutte le paure che gli affollavano nella mente.
< Ran! Ran! Dove sei? > gridò Goro cercando di farsi sentire sopra le urla della folla.
Non vedendola da nessuna parte, Goro cercò di chiedere informazioni alle persone che fino a poco tempo prima erano all’interno della stazione, ma nessuno aiutò il detective.
“Ran, non posso permettere che ti sia successo qualcosa. Non me lo potrei mai perdonare.”
Mentre era in preda alla più totale disperazione, Ran sentì le numerose grida di suo padre.
< Ran! Sono qui! > gli fece cenno Goro.
Non poteva ancora crederci.
Sua figlia Ran e la sua amica Sonoco stavano bene.
< Papà! Ho avuto tanta paura! >
< Ran, credevo di averti perso > fece Goro abbracciando sua figlia < Che cos’è successo? >
< Una moltitudine di bombe sono esplose una dopo l’altra causando morti e il caos generale > gli spiegò brevemente Sonoko.
< Ci sono dei morti all’interno della stazione? >
< Sì. Non so quanti possano essere… >
< Lasciamo che ci pensi la polizia > rispose Goro < L’importante è che voi stiate bene. >
< Shiho! Dobbiamo recuperare Shiho! >
< Shiho? E chi sarebbe? >
< Una ragazza che stava aspettando l’arrivo di sua sorella. È ancora all’interno della stazione. Dobbiamo salvarla. >
< No, Ran! Non possiamo andare dentro. È troppo pericoloso. >
< Ma papà, potrebbe essere in pericolo… >
< Dobbiamo solo pregare che gli sia successo nulla perché in questo momento siamo inermi. >
Con il cuore che gli ribolliva di rabbia e di disperazione, Ran si crogiolò tra le braccia di suo padre e di Sonoko mentre la sua preoccupazione accennava ad aumentare sempre di più.
 
 
Messosi al sicuro lontano dall’esplosione, Irish avvertì Vodka e Gin che il piano d’esplosione della centrale era andato ottimamente.
< Sei sicuro che la nostra vittima fosse lì dentro? > gli domandò Vodka.
< Sì. L’ultima volta che l’ho vista continuava ad aspettare sua sorella alla stazione. Lei, insieme ad altre persone, non hanno avuto scampo. >
< Molto bene. Così ci penserà due volte ad tradirci come ha fatto… Adesso è il turno di Shinichi Kudo. Peccato che non fosse con lei. Avremmo risparmiato un sacco di tempo.
< Lo rintraccerò senza problemi con l’aiuto di Chianti. È solo questione di giorni e anche lui cadrà nella nostra rete. >
< Ok, Irish. Fai un bel lavoro come solo tu sai fare. >
< Sicuramente > disse infine Irish riagganciando la chiamata.

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Capitolo 5
*** Sospetti sempre meno evidenti ***


Dopo alcune ore dalla serie di esplosioni alla stazione centrale di Beika, i morti accertati erano circa una ventina e circa un centinaio di feriti.
Gli ospedali della zona furono subito affollati in nemmeno in un’ora, mentre i medici impiegati nella cura di tutti i pazienti non erano abbastanza sufficienti.
La città di Beika era in forte caos, mentre gli aiuti da tutto il Giappone sembravano inutili.
L’intera stazione fu letteralmente sgomberata dai vigili del fuoco e dalla polizia con il timore che l’edificio fosse ancora costituito da altre bombe inesplose.
< Sembra un attacco allo stato > fece Megure con tono serio < Proprio com’era successo a West Tama City. >
< Quello era un caso diverso > replicò Takagi.
< No, ti stai sbagliando > gli rispose Megure < E’ un caso parallelo. Sono sicuro che ci sono molti collegamenti che si rifanno a quel caso. Tu che cosa ne pensi, Goro? >
< Non lo so. So soltanto che se trovo il colpevole, lo uccido con le mie mani. >
< Cerca di mantenere la calma > gli rispose Chiba < Non possiamo farci vedere vulnerabili. >
< Come ti comporteresti tu se ti avessero provato ad uccidere tua figlia?! >
< E’ stato un puro caso se tua figlia si trovava qui alla stazione, Goro > mormorò Megure < Lei non era il bersaglio dei criminali. >
< Fa’ lo stesso. Non avevano nessun diritto di uccidere tutte quelle persone e ferirne altrettante. >
< Secondo me la mafia giapponesi sta cercando di alzare la voce in segreto. >
< Takagi, la mafia giapponese non farebbe queste cose plateali. Loro si uccidono in gran segreto senza fare sapere niente a nessuno. >
< Ispettore, e se questa volta potrebbe essere diverso? Se veramente provassero ad arrivare ad attaccare l’intero paese? Questo sarebbe solo l’inizio. >
< Dobbiamo solo stare ad aspettare e vedere come si evolvono le cose. Purtroppo non possiamo impedire questo genere di cose. >
< Invece noi dobbiamo! > gridò Goro spazientito.
< Goro, meglio se vai da tua figlia e ti riposi un po’. Non sei d’aiuto in questo momento. >
< Ispettore, cosa vuole insinuare? >
< Sei troppo arrabbiato con il mondo intero. La tua collera offusca la tua ragione. Dammi retta, ti prego. >
Cercando di placare la rabbia, Goro strinse i denti cercando di non piangere davanti agli altri agenti di polizia.
< Adesso ricordo perché sono uscito dalla polizia. Meglio se risolvo da solo questo caso. >
< Non puoi! Non arriveresti a niente di fatto! >
< E cosa glielo fa pensare, ispettore? >
< Qui c’è qualcosa di grosso. Qualcosa che noi non riusciamo a capire. Per questo dobbiamo stare attenti e stare uniti. Se ci dividiamo siamo fottuti. >
< I suoi incoraggiamenti non m’intaccano, Ispettore. Io vado per la mia strada > disse infine Goro prima di uscire dalla stazione e incrociare uno Shinichi apprensivo.
< Goro, che diavolo è successo? >
< Non hai sentito le notizie alla radio? Dove ti eri cacciato? Qui c’è stato un casino. >
< Ho notato… Hai per caso notizie di Shiho? >
< Mi dispiace, ma non so niente di lei. >
< Come niente? E gli altri poliziotti? >
< Mi dispiace Shinichi, ma non posso aiutarti. Devo andare da mia figlia. >
< Ti prego Goro, devo saperlo… >
< Invece di fare l’eroe dovevi pensarci prima. >
“Goro ha ragione. Dovevo proteggerla e non ci sono riuscito.”
< Se non vuoi aiutarmi, ce la farò da solo. >
< Fammi sapere qualcosa se riuscirai a trovarla. >
< E se fosse morta? Non potrei mai perdonarmelo. >
< Non pensarci, ok? Buona fortuna per tutto > disse infine Goro dando una pacca sulla spalla a Shinichi prima di andare a casa con sua figlia.
 
 
Una volta entrato nella stazione, la devastazione che gli si presentò dinanzi lo lasciò completamente scioccato.
“Sembra che ci sia stata la guerra” pensò Shinichi mentre la sua paura imperversava nelle vene.
< Shinichi, che cosa ci fai qui? >
< Ispettore… >
< Non hai il permesso di rimanere qui. >
< Sto cercando una mia amica. Si chiama Shiho Miyano. Ha per caso sue notizie? >
< Mi dispiace, ma non so minimamente chi sia. Abbiamo appena portato via i corpi di molte persone e rimanere qui non fa altro che procurarmi una rabbia e un dispiacere irrefrenabile. >
< Devo trovarla assolutamente. Era sotto la mia protezione. >
< La tua protezione? >
< Sì, ispettore. È una lunga storia. >
< Me la vuoi raccontare? >
< Meglio di no. Sono fatti privati. >
< Se riguardano questa storia non sono più privati. >
< No, non è così… >
< Shinichi, mi stai nascondendo qualcosa? >
< Contro chi stiamo combattendo, ispettore Megure? >
< Perché adesso cambi discorso? >
< Risponda alla mia domanda, la prego. >
Sentendo la richiesta di Shinichi, Megure non sapeva cosa rispondere.
< Contro una serie di nemici. Ma non so dirti chi sono in realtà. So soltanto che dobbiamo avere molta paura perché un attacco simile potrebbe ricapitare molto brevemente. >
< Lo penso anch’io… Vorrei aiutarla come posso, ma ultimamente ho molto da fare. >
< Riguarda forse quella ragazza? >
< Sì. Devo assolutamente accertarsi che sia viva, altrimenti… >
< Ci sono molti dispersi non ancora identificati. Se mi dai una sua foto forse potrò aiutarti. >
< Gliene sarei grato, ispettore. Ecco qua > rispose Shinichi porgendogli la foto.
< E’ la tua nuova fidanzata? So che tu e Ran avete rotto di recente. >
< Sì. Non eravamo più fatti per stare insieme. >
< Un vero peccato. Eravate una bella coppia… Scusa se sono così curioso, ma mi facevate molta tenerezza. Almeno tu hai avuto una persona da amare, mentre io… Lasciamo perdere. >
< Non ce la vedo come un uomo innamorato, sa? >
< Lo immagino visto che mi hai sempre visto in veste di ispettore. Ma ho anche una vita privata, sai? >
< Sì, ha ragione… >
< Detto questo, non voglio farti perdere tempo nella ricerca della tua amica. Però ti sconsiglio di continuare da questa parte. Abbiamo appena sgomberato i morti e feriti e ti assicuro che non c’è nessun’altro dopo questa colonna. >
< Non so come potrei fare senza di lei… >
< Spero che tu riesco nell’impresa. A presto, Shinichi. >
< Arrivederci, ispettore > disse infine il ragazzo uscendo dalla stazione con le lacrime agli occhi per il dolore incommensurabile.
“Shiho, resisti. Non andartene proprio ora. Ti prego.”
 
 
Con il passare dei giorni, l’ispettore Megure organizzò una riunione con i suoi omini più fidati per fare il punto sulla situazione che si era venuta a creare.
< Da una settimana dallo scoppia delle bombe alla stazione di Beika non siamo riusciti a trovare né un colpevole né un sospettato. I servizi segreti giapponesi e americani non accennano ad aiutarci, riferendoci che è un loro preciso compito… Ma da quello che sono riuscito a scoprire, anche loro hanno fatto dei grossi buchi dell’acqua senza arrivare a niente. >
< Come pensa di agire, ispettore? > domandò l’agente Sato.
< I luoghi da controllare sono le due torri della periferia di West Tama City. Secondo me il ritrovamento degli ordigni esplosivi è da ricollegare ai fatti di una settimana fa’. >
< Perché allora non chiedere aiuto all’architetto Kazama? >
< Perché non ci darebbe mai il suo appoggio, Takagi. Lo dovresti sapere, no? Hai visto come si è comportato con Shinichi. >
< Negli ultimi tempi quel ragazzo si sta comportando in maniera molto strana > rispose Sato < Secondo me sta nascondendo qualcosa. >
< Se alcuni sospetti saranno riconducibili a lui, non avrà altra scelta che confessarci tutto. >
< E se stesse proteggendo una persona invischiata nell’attentato? Magari il prossimo ad essere colpito potrebbe essere lui > mormorò Chiba.
< A quel punto dovremmo proteggerlo, sperando che non sia troppo tardi. >
< Dobbiamo pedinare Shinichi per tutto il tempo che non riterremo necessario a questa indagini. Ci porterà sicuramente ad una verità sconvolgente. >
< E se anche noi faremo un buco nell’acqua? >
< La vedo molto difficile, Sato. Tu e Takagi lo controllerete giorno e notte alternandovi in turni. Se ci sono problemi, non esitate a chiamarmi ok? >
< Sicuramente. >
< Agente Takewaki, lei è la migliore dell’ultimo corso. Conto anche su di lei. >
< Farò del mio meglio, ispettore > replicò la donna fiera di far parte del gruppo di agenti incaricati per l’indagine < Posso fare qualcosa per lei? >
< In questo momento no. So che è stata molto utile nel ritrovamento di alcuni corpi e nel salvataggio di alcune persone. Ha per caso trovato questa ragazza? > domandò l’ispettore facendogli vedere la foto.
< No, mi dispiace. Era forse una sua conoscente? >
< No. È un’amica di un bravo detective che oggi non era presente con noi > rispose Megure smorzando un sorriso < Se dovesse vederla in giro, ci contatti immediatamente. >
< Certo, come vuole lei. >
Nel vedere quella foto, l’agente Takewaki fece un enorme sforzo per trattenere la sua sorpresa.
“La piccola Shiho è ricercata dalla polizia. Molto interessante.”
Allontanandosi dai suoi colleghi, l’agente Takewaki non ci mise molto ad informare i suoi compagni.
< Hai scoperto qualcosa d’interessante, Vermouth? >
< Sì, Tequila… Puoi parlare o è un brutto momento? >
< No. Sono qui con Vodka in attesa che Rum ci riceva. Parla pure tranquilla. >
< La nostra vittima è ricercata anche dalla polizia oltre che da Shinichbi Kudo… Ma non sanno che la povera ragazza è seppellita sotto le macerie. >
< Piano con le conclusioni, Vermouth. Purtroppo non è ancora stata ritrovata. E secondo me è riuscita a scappare un’altra volta. >
< Ho setacciato ogni angolo della centrale, ma di lei nemmeno l’ombra… E se l’esplosione l’avesse ridotta in cenere? >
< Una possibilità alquanto remota, non trovi? So che ti piace sognare, ma i nostri progetti sono solo all’inizio. Dobbiamo ancora essere prudenti. Il potere non è ancora in mano nostra. >
< Come mi devo comportare adesso? >
< Limitati a spiare i tuoi compagni. E se hai qualche informazione preziosa non esitare a contattare uno dei membri dell’organizzazione. >
< Mi sento come una pecora in mezzo a mille lupi. >
< Lo so. Ma è questo che fanno gli infiltrati… Adesso però ti devo lasciare. Ci sentiamo presto > disse infine Tequila agganciando la chiamata.
< Vermouth è preoccupata? >
< Non gli piace fare la spia in mezzo ad una moltitudine di poliziotti. >
< Dobbiamo sapere i loro spostamenti > rispose Vodka < Altrimenti nemmeno noi ci potremmo muovere tranquillamente. Perché non riesce a capirlo? >
< Perché lei vuole stare ai margini del nostro piano. >
< Se si comporterà bene il nostro Boss saprà ricompensarla. Ma non deve provare a tradirci, altrimenti verrà fatta fuori all’istante. >
< Non lo farà, tranquillo. >
< Signori, possiamo entrare. Rum vuole riceverci. >
< Era ora, Gin. Andiamo. >

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Capitolo 6
*** La riunione dell'organizzazione ***


I membri più alti dell’organizzazione nera erano riuniti attorno ad un tavolo per discutere delle prossime mosse.
< Ben arrivati, signori > fece Rum facendo gli onori di casa < Se vi ho fatto radunare qui è perché sono estremamente contento di come si sta svolgendo il nostro piano per la salita verso il potere indiscusso in Giappone. Come ben sapete, da molti anni lavoriamo nell’ombra mettendo in gioco grosse quantità di denaro per la ricerca scientifica e in altri ambiti che tutti voi sapete… Ma quest’oggi posso dire a gran voce che presto il nostro impero potrebbe diventare realtà, cancellando per sempre il nostro passato oscuro. Con la conquista di West Tama City da parte di un nostro nuovo alleato, la gente ci vedrà come degli investitori puliti che porteranno somme di denaro alla nostra azienda grazie a cittadini onesti che ci faranno ricchi con i loro acquisti. E possiamo solo ringraziare una persona: l’architetto Hideiko Kazama che ha scelto di sposare la nostra causa e diventare uno di noi. accoglietelo con un applauso. >
Mentre i membri dell’organizzazione fissavano il giovane uomo avanzare sul palco per niente timoroso, Gin e Vodka si guardavano a vicenda ricordando i momenti spesi per il bombardamento delle due torri.
< Ci possiamo davvero fidare di lui? > domandò Gin al suo compagno.
< E’ un tipo apposto. Non come quell’insulso inventore di giochi. Non ricordo nemmeno il suo nome, sai? >
< Io invece lo ricordo benissimo: Yoshihaki Hara. Voleva uscire dalla nostra organizzazione passandola liscia. Un grande errore che ha sottovalutato. >
< Anche perché si è messo contro noi due direttamente. Uno sbaglio ancora più grande. >
< Gin! Vodka! Se avete tanta voglia di parlare, potreste farlo fuori > li brontolò Rum come se fossero dei bambini.
< Ci scusi. Non accadrà più > disse frettolosamente Gin spazientito.
< Adesso taci. Voglio sentire che cos’ha da dire quel cervellone di architetto. >
< Davvero è senza scrupoli come noi? >
< Dobbiamo pur fidarci delle sue intenzioni, no? Però voglio sentire se le sue parole sono sincere come si dice. >
Una volta salito sul palco, Kazama si sentì fremere improvvisamente,
Era come se non si volesse trovare in mezzo a quella banda di criminali, desiderando ardentemente di essere da un’altra parte.
“La loro alleanza mi frutterà miliardi di yen. Non posso avere paura proprio ora.”
< Kazama, va tutto bene? > gli domandò Rum sospettoso.
< Certo. Sono solo un po’ emozionato. >
< Non sarà il tuo primo discorso importante, no? Ricordo quando hai parlato alla nazione acquistando il marchio Tokiwa. >
< Sì. Una scommessa vinta in pieno… Parlando del presente, sono estremamente felice di essermi alleato con voi dando vita ad una cordata a West Tama City che non si era mai vista prima d’ora. Con i nostri investimenti potremmo rendere quel posto una realtà accessibile per tutti in qualsiasi campo. Dall’abbigliamento alla tecnologia. Saremo i più all’avanguardia del paese. >
< Signor Kazama, perché ha scelto proprio noi? > gli domandò Vermouth alzando la mano.
< Perché eravate gli investitori più interessati alla mia idea. Ed io sono stato molto fiero di accettarla. >
< Ha forse parlato con il nostro boss? > gli domandò invece Chianti.
< No. Non ho avuto il piacere di incontrarlo di persona. Ma il qui presente Rum ha fatto un ottimo lavoro, accettando senza ombra di dubbio tutte le mie richieste. >
< Di quali richieste si sta riferendo, architetto Kazama? > domandò Tequila.
< Sicuramente dell’ampliamento del nostro potere a West Tama City. Dopo la ricostruzione delle due torri molta gente aveva paura di tornare a lavorare là dentro, ma alla fine sono riuscito a rendere la periferia dove ho vissuto per molti anni un luogo felice per tutti come dovrebbe essere. >
< Il passato non si cancella mai > mormorò Vodka facendosi sentire da tutti < Questo lo sa anche lei, non è vero? >
< Bisogna guardare avanti. È questo che ci spinge ad essere migliori. Dobbiamo essere certi di superare qualsiasi difficoltà. >
“Sta rispondendo a tono come si deve” pensò Rum entusiasta “I miei complimenti. Secondo me la sua alleanza non è stata una cattiva idea come molti di loro penseranno.”
< E lei è sicuro di esserci riuscito? > domandò Gin.
< Se sono qui a parlare con tutti voi, allora sì, ci sono riuscito. >
< Sa davvero essere molto persuasivo. Mi piacciono gli uomini che non si fermano dinanzi a niente > replicò Vermouth.
< Vermouth, che cosa vuoi fare? Vuoi portartelo a letto? >
< Non dire sciocchezze, Chianti! Non sono una puttana come credi. >
< Da quello che hai detto lo facevi presupporre. >
< Ma come osi?! >
< Smettetela di litigare voi due > replicò Rum alzando la voce < Vi state rendendo ridicole. Non siamo a scuola. Siamo un’organizzazione che si deve rispettare anche agli occhi di un onesto cittadino. >
< Rum, come possiamo essere onesti dopo tutti i crimini commessi? >
< Hai sentito Kazama, Vermouth? Dobbiamo andare avanti. È il futuro che ci interessa. Non il passato. E dovete mettervelo bene in testa, capito? >
< Sarà difficile, ma ci proveremo. >
< Kazama, se lei ha finito, concluderò la nostra riunione lasciando andare i miei uomini e le mie donne. Dobbiamo tornare al lavoro e in questi giorni non possiamo fermarci. >
< Oh, certo. Faccia pure. >
< La ringrazio… Tornate pure al vostro lavoro. Ci ritroveremo la prossima settimana a West Tama City quando il qui presente Kazama avrà risolto tutti i problemi con la polizia. >
< Le giuro che non mi daranno più fastidio. >
< Se vuole si può far aiutare da uno dei miei uomini. >
< La ringrazio Rum, ma non voglio spargimenti di sangue. Non ora, almeno. >
< Sì, ha ragione. È la decisione migliore > rispose Rum stringendo la mano a Kazama < Quando potremmo ultimare gli ultimi dettagli? >
< Questa sera ho una cena con alcuni rappresentanti che hanno reso possibile la ricostruzione delle due torri. Per stanotte va bene per lei? Come si dice, i migliori affari arrivano nell’oscurità. >
< Non ci sono problemi. Appuntamento a mezzanotte nella sala computer della prima torre? >
< Ci sarò. >
Dopo essersi salutati a vicenda, Gin e Vodka non potevano immaginare che il loro superiore, ovvero Rum, potesse essere così legato a quell’architetto.
< Secondo te il signor Kazama crede che dietro l’esplosione di qualche anno fa’ ci siamo dietro noi? >
< No. Altrimenti non avrebbe strinto nessun patto con noi, anzi… >
< Ma i soldi attirano chiunque, Gin. Non scordarlo. >
< Dici che il nostro uomo è un tipo estremamente corruttibile. >
< Come tutti coloro che hanno lavorato con il gruppo Tokiwa. Sono sempre stati delle persone molto attaccati al denaro. >
< Mi fa un certo effetto ritornare in quel posto, sai Vodka? >
< Sarà come un ritorno al passato. Ma questa volta non bombarderemo il nostro posto di battaglia > rispose l’uomo sorridendo in maniera crudele.
 
 
< Secondo te perché Kazama si deve liberare della polizia? > domandò Irish a Vermouth.
< Questo non lo so. Forse ha dei problemi con la giustizia. >
< Se è così, Rum non si deve fidare di lui. È un uomo che potrebbe tradirci in ogni momento. >
< Rum non è uno sprovveduto. Se si fida di quell’uomo è perché crede che è l’uomo giusto per ingrandire la nostra organizzazione e renderla legale in tutti i campi. >
< Un’organizzazione rimasta da anni nel buio e sorta improvvisamente > fece Chianti intromettendosi < Mi suona molto strano. >
< Che cosa vuoi tu? Hai intenzione di continuare ad offendermi? >
< Ma dai, stavo solo scherzando. >
< Mancami di rispetto un’altra volta con i nostri compagni e te la farò pagare. >
< Va bene, starò attenta > rispose Chianti prendendola visibilmente in giro.
< Secondo voi qualcuno ha fatto una soffiata alla polizia per l’esplosivo che è stato trovato nelle due torri? >
< Chiunque sia, non avrà vita facile. Ve lo dico io > disse invece Tequila.
< Ch ecosa state confabulando tutti voi? > fece Rum con tono serio.
< Stavamo parlando del nostro nuovo alleato, Signore > rispose Irish.
< Vi avverto: se osate mettergli i bastoni fra le ruote o gli farete un torto, io e il Boss non esiteremo minimamente a togliere di mezzo il colpevole. Sono stato abbastanza chiaro? >
< Davvero possiamo fidarci di lui, Rum? >
< Ti preme così tanto saperlo, Vermouth? >
< Ho solo domandato. Mi preoccupo per l’organizzazione. >
< E fai bene. Comunque Kazama è un uomo di fiducia. Non è come quell’inventore di giochi che ha voluto tradirci in passato… Ma poi sappiamo tutti che fine ha fatto… Ditemi piuttosto, il bombardamento alla stazione è andato in porto? Shiho Miyano non è più un problema? >
< Assolutamente no, Signore > rispose Chianti alquanto convinta.
< Però dobbiamo dire che il suo corpo non è stato ancora ritrovato > precisò Irish scatenando la collera di Rum.
< Allora cosa diavolo state perdendo tempo?! Rintracciate immediatamente il suo copro anche se fosse sbriciolato. Voglio avere la conferma che quella dannata scienziata non sia più un nostro problema! >
< Sissignore. >
< E del detective liceale? Che cosa mi dite? >
< Arriveremo anche a lui molto presto > rispose Tequila.
< Siete tutti certi che andrà tutto bene… Ma non è così se uno di loro due è ancora vivo! Uccideteli mascherando il tutto. Non voglio che la notizia si divulga in qualunque modo. Soprattutto ora che dobbiamo farci vedere puliti da Kazama. >
< Come vuole lei, Signore. >
< Rum, davvero ci possiamo fidare di lui? > domandò Vodka senza paura.
< Hai timore che ci tradisca? >
< No, signore. È solo che non capisco la polizia abbia ritrovato i nostri carichi di esplosivi che gli avevamo dato personalmente. >
< Qualcuno ha scoperto quel fatto segreto… Ma Kazama mi ha promesso che sistemerà tutto entro una settimana. Avete sentito? Tra poco tempo si chiude il nostro patto e da lì in poi saremo dipinti come degli investitori onesti. >
< E se ciò non dovesse accadere? > domandò Gin,
< Vorrà dire che dovrò scegliermi altri uomini per rifondare un’organizzazione con il solo scopo della ricerca scientifica, tecnologica e dell’abuso di potere. Quindi state molto attenti. Siete tutti avvertiti > disse infine Rum prima di lasciare i suoi sottoposti in preda ai pensieri.
< Rum non si fida di noi. Ecco quale è il problema! >
< Non agitarti, Chianti > replicò Vodka con tono pacato < Dimostreremo al Boss e a Rum che siamo validi più di lui. Presto la nostra organizzazione si espanderà così tanto che diventeremo irrefrenabili. Parola dei nostri superiori. >

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Capitolo 7
*** Movenze oscure ***


Shinichi non riusciva a darsi pace nella ricerca di Shiho.
Con l’aiuto degli investigatori e di Goro, dopo alcuni giorni non si riusciva lo stesso a sapere più niente di lei.
< Shinichi, come stai? >
< Come vuoi che stia, professore? Shiho potrebbe essere morta a causa di quelle danate eplosioni. E più passa il tempo, più la speranza scompare insieme a lei. >
< E se invece si fosse salvata? Vedi il lato positivo. >
< Non c’è nessun lato positivo in questa storia, professore. L’organizzazione nera ha colpito ancora e questa volta portando via una mia cara amica. Non posso più permettere che facciano così. Dobbiamo fermarli al più presto. >
< E come pensi di fare solo con le tue forze? >
< Racconterà a Goro, Megure e a tutti gli altri che dietro tutto questo c’è un’organizzazione che si muove nell’ombra infrangendo leggi di ogni tipo e mietendo vittime a vista d’occhio.
< Non lo fare, Shinichi. Non ti crederà nessuno. >
< E allora cosa posso fare? Sono disperato. Mi sento completamente solo. >
Il Dottor Agasa non aveva mai visto Shinichi in quello stato.
< In altre occasioni ti avrei detto di prenderti una vacanza e di lasciare il Giappone, ma qui c’è in ballo il tuo futuro. Non posso dirti di non mollare, ma non puoi nemmeno metterti contro uomini potenti come loro. >
< Ho pensato all’FBI, ma non so se mi potrebbero aiutare come voglio io… >
< non fidiamoci dell’FBI. Piuttosto della polizia. >
< Non so cosa pensare, professore. Davvero. >
< Parlando di tutt’altro, hai per caso scoperto chi è riuscito a sgomberare la quantità di esplosivi nelle due torri di West Tama City chiamando all’ordine la polizia? >
< Non lo so. Non ho nessun indizio che mi possa portare a quella persona. >
< Eppure secondo me è molto vicino a noi… >
Nel mentre Shincihi e Agasa stavano parlando tra di loro, il campanello dell’abitazione del dottore cominciò a suonare con insistenza.
< Chi potrebbe mai essere? >
< Aspetti forse qualcuno, professore? >
< No, Shinichi. E tu? >
Alzandosi in piedi senza aver risposto alla domanda, Shinichi aprì la porta con naturalezza senza pensare a chi avrebbe trovato dall’altra parte.
< Ran, che cosa ci fai qui? > domandò sorpreso il ragazzo.
< Sono venuto a sincerarmi della tua salute visto che non ti ho più visto in giro. >
< Io sto bene… Ma tu? ho sentito che c’eri anche tu quel giorno alla stazione centrale di Beika. >
< Sì, io e Sonoko. Ed è stato davvero terribile. Mi hanno dimesso dall’ospedale solo da ieri e per fortuna non ero in gravi condizioni. >
< Vieni, accomodati pure > rispose Shinichi facendo gli onori di casa.
< Ran, sono molto felice di rivederti > fece Agasa con tono sorridente.
< Anch’io, professore. Tutto bene? >
< Sì, non mi posso lamentare. >
< Bene, almeno questo… >
< Tu invece? >
< Lo shock è passato. Adesso sto molto bene. >
< Sono davvero felice. Ho appena preparato un po’ di tè per me e Shinichi. Ne vuoi un po’ anche tu? >
< Sì, grazie. Accetto volentieri. >
< Vado a prendertelo subito. >
Rimasta sola con Shinichi, la giovane ragazza sentiva dentro di sé quello strano sentimento che tanto tempo prima li legava.
La vicinanza di Shinichi gli aveva sempre fatto un gran bene in qualsiasi situazione, ma la ragazza sapeva che il cuore di Shinichi era per un’altra donna.
< Sei stata davvero fortunata a scappare da quelle esplosioni > fece Shinichi < Credevo che tutte le persone là dentro sarebbero rimaste per sempre intrappolate. >
< Sì, ho avuto fortuna… Shinichi, se sono qui oggi a parlarti è perché devo rivelarti una cosa. >
< Di cosa devi parlarmi? >
< Sì tratta di Shiho… Dopo l’esplosione l’ho vista scomparire dai miei occhi. >
< Come? Tu l’hai vista? >
< Sì… Ma dopo una nuvola di fumo che ha ricoperto tutto, è scomparsa per sempre dalla mia vista. >
< Quindi non sai se è viva o morta? >
< Purtroppo no. E da quello che so non è ancora stata ritrovata. >
< Soffri molto per lei? > gli domandò Ran spiazzando completamente il ragazzo.
< Come scusa? >
< Ho detto se soffri per lei? >
< Certo che sì. Come soffrirei se tu fossi al suo posto. >
< Ci tieni tanto a Shiho? >
< Ran, non mi sembri la persona giusta per parlarne. >
< Ormai tra noi due è finita per sempre. Puoi anche raccontarmi i tuoi problemi e i tuoi tormenti. Forse posso aiutarti. >
Shinichi non aveva mai visto Ran sotto quella sfaccettatura.
E’ vero che era una persona molto importante per lui, ma dopo tutto quello che era successo pensava che la sua stima e i suoi rapporti costruiti nel corso degli anni fossero stati distrutti per sempre.
< Non voglio farti stare male più del dovuto… >
< Tranquillo. Ormai ho superato il trauma > rispose Ran sorridendogli.
< Come fai ad essere così tranquilla in frangenti come questi? Io sarei molto preoccupato. >
< La vita va avanti, Shinichi. Non possiamo fermarci proprio ora. Tu adesso fai la tua vita mentre io faccio la mia. Sotto sotto sono contenta che tu abbia trovato un a persona come Shiho Miyano. Credo che ti possa capire quanto me. >
< Non dire sciocchezze, Ran. Nessuno mi capisce quanto te. >
< E allora perché mi avresti lasciato? >
< Perché il mio lavoro di detective che mi porta in giro per il mondo non mi permette di starti accanto come vorrei. >
< E di conseguenza avresti scelto Shiho? >
< E’ una lunga storia che non ti sto a raccontare. >
< Se ci sono dei segreti che riguardano me dovresti dirmeli. >
< Stai tranquilla. Tu non centri niente. >
< Eccomi di ritorno con il thè, ragazzi > fece il Dottor Agasa piombando in salotto come se niente fosse < Posso servirtelo io, Ran? >
< Grazie, professore > mormorò Ran ritrovando il sorriso.
< Ho forse interrotto qualcosa d’importante? >
< No, Dottor Agasa. Va tutto bene > rispose Shinichi con tono indifferente facendo arrabbiare subito dopo Ran.
< No, non è così. Tu sei innamorato di Shiho Miyano per un motivo che non riesco a capire e per di più non riesci a confessarlo a me perché sono la tua ex ragazza. Dì le cose come stanno invece di girarci intorno. >
< Ran, io non volevo… >
< Va bene, ho capito. Non vuoi farti aiutare da me. Ne prendo atto. Ma se avrai bisogno di un favore o di qualsiasi altra cosa e avrai bisogno di me, io non ti aiuterò. Mi dispiace. >
< Ran, ti prego. Non prenderla sul personale. >
< Che cosa dovrei fare, allora? Tu ti comporti come un bambino. Anche se sei un detective eccezionale, devi ancora crescere come persona… Stammi bene, Shinichi. Sono stata contenta di rivederti > disse infine Ran prima di andarsene di casa senza non aver sorseggiato il thè di Agasa.
< Shinichi, che cos’hai fatto? >
< Voleva aiutarmi con Shiho facendomi confessare i miei reali sentimenti. Ma non potevo dirgli le cose come stanno… >
< Non sospetta che tu e Shiho eravate alleati per sconfiggere l’organizzazione, vero? >
< No. Su questo aspetto non sospetta di niente… Però sospetta che io sia innamorato di Shiho. >
< E non è forse così? >
< Dottore, che cosa ti viene in mente? >
< Avanti Shinichi, sarò pure vecchio ma non sono mica rincitrullito. Tu tieni quella ragazza più di qualsiasi altra cosa. Ed è per questo che non ti fermerai mai nel suo ritrovamento. >
< Anche se fosse come hai detto tu, ormai è tutto inutile. Shiho Miyano ormai è un lontano ricordo seppellita sotto le macerie di quella maledetta stazione. >
< Non devi perdere la speranza, Shinichi! > lo redarguì il Dottor Agasa < Anzi, sai adesso che facciamo? Ritorniamo sul luogo del fatto e riprendiamo le nostre ricerche. Con o senza l’aiuto della polizia. Ci stai? >
< Sì. Tanto ormai non ho più niente da perdere. >
 
 
Le due torri di West Tama City erano controllate  a vista da una decina di poliziotti che facevano a turno durante la loro ronda giornaliera.
La situazione continuava a non piacere all’architetto Hideiko Kazama che aveva espresso il desiderio che la polizia non mettesse naso nei suoi edifici.
< Quando potrebbero lasciare i nostri uffici? > domandò l’architetto ad un suo collaboratore.
< Finché non riusciranno a scoprire che ha messo quei carichi di esplosivi nelle sue torri, architetto. >
< Chi ha fatto la spiata ne pagherà le conseguenze > rispose Hideiko con tono rude < Hai per caso qualche sospetto? >
< Purtroppo no. Nemmeno gli operai che lavorano all’interno delle due torri sanno chi potrebbe essere stato. >
< Se verrò a sapere che loro sospettano qualcosa, la mia furia sarà irrefrenabile. Ho promesso all’organizzazione che sistemerò il fatto entro una settimana e quindi mi aspetto che la polizia si tolga di mezzo entro quella fatidica data. Mi sono spiegato? >
< L’ispettore Megure e i suoi compagni sono irremovibili. Per non parlare di quel detective liceale col nome di Shinichi Kudo che ha osato sfidarla. >
< Quel moccioso non mi fa nessuna paura > rispose Hideiko furibondo < Se solo ce l’avessi tra le mie mani, gliela farei vedere io… >
< Adesso si calmi però. Agitarsi non serve a nulla. >
< Sì, hai ragione. Hai forse qualche idea su come toglierci di mezzo la polizia, Hideo? Perché non vorrei chiedere aiuto ai miei nuovi investitori. Sarebbe un segno di debolezza. >
< Comportiamoci come se niente fosse successo. Vedrai che poi non sospetteranno più di noi e lasceranno il caso. >
< Ne sei sicuro? >
< Provare per credere… E se ciò non dovesse accadere, dovremmo usare le maniere forti. >
< Hai un piano B? >
< Ci sto lavorando. >
< Molto bene. Ho fiducia nelle tue capacità. >
< Grazie mille, architetto Kazama. Non la deluderò. >
Ma i due uomini non poterono mai immaginare che per tutta la durata della loro conversazione furono spiati da una donna che si aggirava nell’ombra.
“Le vostre malefatte hanno le ore contate. L’organizzazione non metterà mai piede qui dentro e voi due finirete in carcere. Fosse l’ultima cosa che faccio” pensò la giovane donna facendo inavvertitamente rumore con la porta.
< Che cos’è stato? > domandò Hideo.
< Come? >
< Mi è sembrato di sentire qualcosa nelle vicinanze… >
< Magari ti starai sbagliato. Qui al quarantesimo piano della prima torre siamo solo io e te. >
< Sì, forse ha ragione architetto. >
“Mi è andata bene… Ma la prossima volta dovrò essere più cauta… I file segreti dell’organizzazione protetti al quarantatreesimo piano mi stanno aspettando”

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Capitolo 8
*** Storie nascoste ***


Il turno degli operai che lavoravano per gli ultimi ritocchi delle due torri di West Tama City era appena concluso.
< Gli operai stanno tornando a casa > fece Hideo.
< Sì, lo vedo da questo monitor > replicò l’architetto < E i poliziotti? Sono ancora al quarantatreesimo piano della prima torre? >
< No, architetto. Non più ormai. >
< Hanno forse scoperto qualcosa? >
< Assolutamente no. I nostri archivi segreti riguardanti l’organizzazione sono al sicuro. >
< Bene. Possiamo ancora stare tranquilli. >
Nel mentre Hideiko e Hideo stavano conversando in uno degli uffici dell’architetto, Megure bussò alla porta per concordare con Hideiko la fine delle loro indagini.
< Mi faccia sapere se nota qualcosa di strano in una delle due torri, mi sono spiegato? Io e i miei uomini non esiteremo a venire. >
< Stia tranquillo, ispettore. Con le mie nuove telecamere controllo ogni singolo centimetro di questo posto. La situazione è totalmente sotto controllo. >
< Ne sono molto lieto. Arrivederci, architetto Kazama. >
Dopo la sorpresa dell’ispettore di non continuare le indagini, Kazama non ci mise molto ad avvertire i suoi investitori.
< Rum, ho il piacere di dirle che la polizia non sarà più un problema. Se ne sono andati tutti lasciandoci campo libero per i nostri ultimi ritocchi sui nostri accordi. >
< Bene, mi fa piacere sentirlo dire. Verremo a chiudere le nostre ultime pratiche domani con tutti i miei uomini, d’accordo? >
< Certo. Se ci saranno dei cambiamenti in corso d’opera l’avvertirò immediatamente. >
< Perché ci dovrebbero essere dei cambiamenti? >
< Non lo so > rispose Kazama nervoso < Ultimamente la polizia mi è stata con il fiato sul collo ed ho il timore che non sono ancora del tutto libero di fare quello che voglio. >
< Prenda la situazione in mano lei e mi assicuri che possiamo giungere a West Tama City senza problemi o i nostri accordi salteranno uno ad uno. >
< Non arrivi a conclusione affrettate, Rum… >
< Non posso mettere in gioco la mia società perché lei non riesce a risolvere i suoi problemi intorno. Devo essere sicuro di avere campo libero. Come a ben capito, io e i miei uomini non siamo una società legalizzata. Mi spiego? >
< Sì, ho capito… >
< Allora se non vuole avere problemi con noi, gli assicuro di sistemare e di rendere pulite tutte le sue transazioni e cancellare i numerosi problemi che legano lei e le due torri. È troppo importante per noi. A presto. >
< Rum, aspetti un momento… >
Ma era troppo tardi.
Il braccio destro del Boss dell’organizzazione nera aveva interrotto la chiamata.
< Dannazione! Non si fida di me! > sbraitò Kazama.
< Purtroppo non è stato molto convincente con lui, architetto. Ha sempre paura che la polizia possa scoprire tutto. >
< Allora che cosa dovrei fare secondo te? >
< Semplice. Controllare e supervisionare tutti gli uomini e le donne che lavorano qui da lei. >
< Ma sono più di cinquecento persone. Non ce la farò mai in poco tempo. >
< Allora deve stare tranquillo e pensare che vada tutto bene. >
< Tu la fai facile, Hideo… >
< No, architetto Kazama. Siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo collaborare a vicenda se vogliamo che il suo più grande passo della sua vita vada in porto. >
< Ho bisogno degli investimenti di quell’organizzazione, altrimenti rischio di andare in banca rotta. E poi una volta dentro nella loro organizzazione… >
< … Non si torna più indietro, vero? >
< Sì, Hideo. Anch’io sono arrivato a questa conclusione. >
< Un pericolo molto più grande di noi… Speriamo di non fallire. >
< Se falliamo paghiamo con la vita, sai? >
< Lo immaginavo… >
< Siamo rimasti solo io e te nelle due torri? >
< Sì. Lasciando perdere le stanze d’albergo che si trovano nella seconda torre che non sono ancora stati rimessi in ordine, in questo momento ci siamo noi due e la nostra sorveglianza. >
< Quante persone sorvegliano queste torri? >
< Circa una ventina, architetto. >
< Bene. Portami tutti i registri di quelle persone. Voglio sapere qualsiasi cosa di loro. >
< Perfetto. Se vuole l’aiuterò io. >
< Grazie. Così faremo prima. >
Nel mentre l’architetto Kazama e il suo consigliere stavano studiando tutte le pratiche dei vigilanti, l’individuo misterioso si stava muovendo indisturbato al quarantatreesimo piano della prima torre disattivando tutte le telecamere di sorveglianza e l’allarme inserito.
“Strano che qui non ci sia nessuno a vigilare… Molto meglio per me. Sarà più facile.”
Una volta entrata nella stanza dei computer, la donna li accese uno ad uno per riuscire a trovare tutti gli archivi segreti che riguardavano l’organizzazione.
“I computer in questione da controllare sono più di una decina. Mi servirà molto tempo.”
Ma fortunatamente per lei, gli archivi segreti dell’organizzazione nera erano in un solo computer.
“Eccoli! Lì ho trovati!”
Nel file che la donna stava controllando, vide che c’erano tutti i nomi dell’organizzazione nera e tutti i crimini perseguitabili per legge negli ultimi dieci anni.
“Hara ha racchiuso la maggior parte delle informazioni dell’organizzazione in un solo computer. Ma perché proprio qui a West Tama City? Che tutte queste informazioni servano all’architetto Kazama? Che cosa lo lega a loro?”
Nel mentre Shiho stava controllando tutti i movimenti dell’organizzazione, incorse in un documento in cui parlava di sua sorella Akemi Miyano.
“Mia sorella…”
Nello spulciare in maniera compulsiva, Shiho venne a sapere che sua sorella era d’accordo con i membri dell’organizzazione nera per una rapina di cinque anni fa’ che avrebbe fruttato a quest’ultimi miliardi e miliardi di yen.
“Perché mia sorella si è abbassata a tanto? Perché ha deciso di collaborare ad una rapina?”
Controllando il documento scritto molto probabilmente da Hara, si veniva a sapere che la giovane donna prima di venire uccisa, consegno l’enorme somma di denaro all’organizzazione con l’aiuto di Chianti e di Vermouth.
Ma le due donne, gelose di Akemi per come era arrivata a conquistare la fiducia di Vodka e di altri membri molto importanti dell’organizzazione, decisero di toglierla di mezzo facendola passare come una traditrice.
Mentre la povera Akemi era all’oscuro di tutto, Chienti e Vermouth raccontarono un mucchio di falsità su di loro, facendo rivelare un piccolo particolare della sua fuga che a Gin gli sembrò molto più rilevante.
L’uomo, con il permesso di Rum, decisero che Akemi Miyano e tutta la sua famiglia non avevano nessun futuro nell’organizzazione ed era assolutamente necessario farli fuori distruggendo per sempre i loro corpi.
“Uccidi Akemi Miyano questa sera stessa, Gin. E non fallire.”
“No, Rum. Non fallirò.”
sentendo la conversazione indiretta nascosta dietro l’ufficio del braccio destro del Boss, Akemi decise che era il momento giusto per scappare
Ma purtroppo non ebbe tempo di raccontare tutto questo a Shiho che in quell’epoca era molto impegnata a sviluppare il farmaco APTX4869.
“Shiho, non abbiamo più un rifugio sicuro all’interno dell’organizzazione. Dobbiamo fuggire alla svelta” pensò la ragazza vedendo sua sorella Shiho al lavoro in laboratorio.
Nel mentre Shiho stava pensando a come potesse essere andata, non poteva scordarsi dell’ultima conversazione avuta con sua sorella in quel bar mentre stavano sorseggiando un caffè insieme.
La giovane Shiho aveva trovato molto strani i comportamenti di sua sorella, ma decise di non indagare più del previsto.
“Devo andare, Shiho. Devo tornare in quel posto…”
“Akemi, siamo state fin troppo prigionieri di quella dannata organizzazione. È giunto il momento di fuggire una volta per tutte.”
“Forse tu puoi farlo, ma per me è troppo tardi.”
“Che coda vuoi dire, scusa?”
“Addio, Shiho.”
Poche parole ma molto coincise che misero in allarme la povera scienziata.
non riuscendo ad immaginare che cosa potesse succedere dopo, Shiho Miyano tornò nei laboratori dell’organizzazione nera per continuare i suoi studi.
Ma una volta arrivata, vide Chianti e Vermouth parlare tra di loro su sua sorella.
“Akemi ha avuto quello che si merita… Così imparerà a tradire l’organizzazione” fece Vermouth.
“A quest’ora Vodka si starà sbarazzando di lei. Finalmente non vedremo più la sua brutta faccia.”
Capendo che sua sorella era in pericolo, Shiho cercò di fuggire, ma i membri dell’organizzazione decisero che non poteva andare via proprio in quel momento.
“Devo tornare a casa. È urgente!”
“Sappiamo che vuoi tornare da tua sorella” gli fece Tequila “Ma Ormai per lei è troppo tardi.”
“No. Non è possibile…”
Capendo che se fosse rimasta all’interno dell’organizzazione il suo futuro sarebbe stato compromesso, decise di fuggire testando su sé stesso il farmaco APTX4869 e diventando la piccola Ai Haibara e fuggendo per sempre da quel posto maledetto.
 
 
“Dopo tanto tempo sono riuscita a scoprire l’antidoto per quel dannato farmaco che ha distrutto per sempre la mia vita” pensò Shiho mentre stava controllando altre informazioni su sua sorella “Appena ho somministrato il farmaco anche a Conan facendolo tornare Shinichi più di un anno fa’, le nostre vite sono state sempre messe in discussione e l’organizzazione non fa altro che darci la caccia. Ma questa volta saranno loro ad essere cacciati… Solo ora ho capito che la telefonata che ho ricevuto quella donna era tutta una trappola. Mia sorella non poteva mai tornare in vita. Era impossibile ed io ci sono cascata come una stupida. La trappola congegnata dall’organizzazione nera era perfetta, ma anche stavolta sono riuscta a vivere.”
Nel mentre Shiho stava cercando di prelevare le notizie necessarie su sua sorella e sull’organizzazione trasferendoli su una pennina, venne colta inflagrante da un vigilante mentre i computer dell’azienda erano tutti in funzione.
< Ehi, tu! Che stai facendo! >
Preoccupata per venire scoperta anche da tutti gli altri vigilanti ma soprattutto dall’architetto Kazama, Shiho dovette togliere di mezzo il povero vigilante e nascondere il suo corpo in uno sgabuzzino.
“Qui sarai al sicuro per un po’. Dormi sogni tranquilli” pensò la ragazza una volta avergli dato un colpo in testa.
Shiho pensò che non c’era più tempo.
I vigilanti erano entrati in azione controllando ogni singolo centimetro della torre come facevano dopo la chiusura degli uffici e la giovane scienziata non poteva più perdere tempo.
“Adesso che ho presto tutto l’occorrente che mi serve, devo distruggere tutti questi file alla svelta. Ma come faccio in poco tempo?”
A quel punto, Shiho si ricordò di aver adocchiato una stanza molto strana al quarantaduesimo piano della prima torre.
“Mi era sembrato di vedere uno sgabuzzino nascosto nell’ombra” pensò la ragazza “E se lì dentro fossero contenuti il materiale esplosivo che mi serve?”
Spegnendo tutti i computer e richiudendo la porta dietro le sue spalle, Shiho si mosse in maniera indisturbata al piano inferiore.
Ma non gli venne in mente che le telecamere di sorveglianza al quarantaduesimo piano erano in funzione.
< Architetto Kazama, una figura non sospetta si sta muovendo al quarantaduesimo piano > fece Hideo senza essere minimamente spaventato.
< Che diavolo stai dicendo, scusa? >
< Guardi lei stesso. >
Fissando il monitor, Kazama capì immediatamente che la ragazza era un’intrusa.
< Chiama tutti i vigilanti! Devono fermare quella donna! >
Sentendo che aveva dato l’allarme, Shiho riuscì lo stesso a trovare il materiale esplosivo nascosto al piano inferiore e a prenderne abbastanza per la distruzione effettiva di tutti i file dell’organizzazione.
< Si fermi immediatamente, altrimenti spariamo! > gridò un vigilante cercando di fermare Shiho.
Ma coraggiosamente, la giovane donna riuscì a schivare i colpi di pistola rinchiudendosi negli uffici del quarantatreesimo piano.
< Che cosa sta succedendo? > tuonò Kazama.
< L’intrusa si trova qua dentro, signore. >
< Come?! Oltre questa porta?! Aprite immediatamente! Lì dentro ci sono i file dell’organizzazione nera! >
Ma Shiho, nel mentre stava posizionando gli esplosivi, aveva bloccato la porta facendo in modo che i viglianti non potessero entrare.
“Ho finito con gli esplosivi. Adesso devo trovare un’uscita secondaria.”
Purtroppo però, se voleva andarsene doveva affrontare i vigilanti e l’architetto Kazama.
“Non ho via di scampo.”
Attendendo che i vigilanti sfondassero la porta, Shiho si nascose all’interno degli uffici.
“Devo solo aspettare e poi…”
< Venite! Ce l’ho fatta! >
Una volta riusciti a sfondare la porta, i vigilanti iniziarono a controllare ogni singolo centimetro degli uffici contenenti i più grandi segreti dell’azienda.
< Architetto, venga subito qui > lo chiamò Hideo.
< Che cosa succede? >
< I file sono stati cancellati. Ancora una volta… >
< Questo è impossibile! > tuonò l’architetto < Non possiamo provare a recuperarli? >
< Forse sì. Ma ci vuole un po’ di tempo. >
< Tempo che non avete a vostra disposizione. >
Sentendo la voce dell’intruso, Kazami si girò di colpo fissandola in maniera guardinga.
< Allora sei tu che ti sei intrufolata qua dentro e hai cancellati i miei file… Chi sei tu? >
< Un vecchio membro dell’organizzazione nera a cui non farà piacere sapere di essere viva. >
< Tu sei forse Shiho Kiyano? >
< Vedo che la mia popolarità mi precede… Mi porti pure i suoi saluti a Rum e a tutti gli altri membri dell’organizzazione nera. Sempre che riusciate ad uscire vivi da qui. >
< Che cosa vuole dire? >
< Ho piazzato abbastanza bomber da distruggere tutti i suoi uffici e i suoi dannati segreti… Vi consiglio però di mettervi tutti in salvo se avete cara la vita. >
< Non oserai… >
< Fermi tutti dove siete > fece Shiho tirando fuori una pistola < Sono stata presa in giro per troppo tempo rischiando la mia vita. Ma adesso non sarà così. >
< Che cosa vuole da noi? >
< Mi dispiace Kazama, ma ha deciso di diventare alleato con le persone sbagliate. Chissà che cosa penserà quando lo verrà a sapere Shinichi Kudo. Lui e la polizia di Beika metteranno in prigione lei e sgomiteranno l’organizzazione una volta per tutte. >
< Non ci riuscirà… >
< Questo lo vedremo… Anzi, prima voglio capire se lei e i suoi uomini riuscirà a salvarsi dalle esplosioni. Buona fortuna. >
Una volta rinchiusi dentro e fuggita dalla prima torre, Kazama e i suoi uomini erano definitivamente in trappola.
< Aiutatemi ad uscire di qui! >
< Signore, ci sono bombe ovunque che esploderanno tra un minuto. >
< Non abbiamo molto tempo! >
Nel mentre i vigilanti stavano cercando una via di fuga, ci volle l’intelligenza di Kazama per uscire da quegli uffici.
< Non abbiamo tempo per salvare i file > fece l’architetto ai suoi vigilanti < Seguitemi alla svelta! >
Uscendo da una via secondari nascosta che conosceva solo lui, l’architetto, Hideo e tutti i vigilanti ebbero salva la vita prima che il quarantatreesimo piano fu raso al suolo a causa di una scarica di esplosivi che cancellarono i file dell’organizzazione nera.
< Prendiamo il ponte al quarantacinquesimo piano e andiamo nella seconda torre > fece Kazama < Hideo, chiama subito i vigili del fuoco e gli artificieri. Non vorrei che quella pazza abbia disseminato le torri di altri esplosivi. >
< Subito, architetto. >
contemplando la fuga di Kazama dal quarantacinquesimo piano della seconda torre, un sorrisetto compiaciuto si dipinse sul suo viso.
“Questo è solo l’inizio, Kazama. Tu e tutta l’organizzazione finirete di esistere una volta per tutte. Fosse l’ultima cosa che faccio, imparando cosa vuol dire mettersi contro di me.”

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Capitolo 9
*** Omicidi a sangue freddo ***


Shinichi e il Dottor Agasa erano impegnati in maniera incessante e impulsiva nella ricerca di Shiho Miyano.
< Abbiamo controllato ogni singola parte di questa stazione, Shinichi > mormorò l’inventore < E’ inutile continuare a rimanere qui. Il corpo di Shiho non si trova. >
< Non è possibile. Deve trovarsi qui per forza > rispose Shinichi digrignando i denti.
< Shinichi, è molto probabile che Shiho ce l’abbia fatta a sopravvivere. Per questo non riusciamo a trovarla. >
< Perché allora non ci avverte o ti raggiunge a casa? Che cosa la tiene lontana da noi? >
< Questo non lo so. Magari si sta nascondendo nell’ombra in attesa poi di uscire al momento opportuno. >
< Quale momento opportuno? Dobbiamo combattere l’organizzazione insieme. Perché non vorrebbe capirlo? >
< Shinichi, non so cosa dirti. So soltanto che se continuiamo a rimanere qui contro il volere dei poliziotti, finiremo in guai seri. >
< Non m’interessa. Tanto non ho più niente da perdere ormai. >
< Non dire sciocchezze, Shinichi! Non te lo permetto! > gridò Agasa.
Shinichi non aveva mai visto il dottore così furibondo nei suoi confronti prima d’ora.
< Vedi di avere la mente lucida e di ragionare. Shiho non si trova più qui. Punto e basta. Vedi di fartelo entrare in quella zucca vuota. >
< Dottore, se non vuoi più aiutarmi a cercarla, posso fare benissimo da solo. >
< No. Tu verrai via da qui insieme a me! È un ordine! >
< Nessuno può ordinarmi a bacchetta. Non lo faceva nemmeno mia madre. >
< Smettila di comportarti come un bimbo capriccioso e vedi di ascoltarmi. Lo vuoi capire o no che stai sbagliando tutto? >
< Devo salvare Shiho. Non sto sbagliando proprio niente. >
Arrivato all’esasperazione, il Dottor Agasa prese il collo della camicia di Shinichi per mollargli un ciaffone e capitombolarlo a terra.
< Spero che questo colpo ti aiuti a ragionare. >
< Ma professore… >
< Non ho mai alzato le mani con nessuno Shinichi, ma tu non mi hai dato altra scelta… Usciamo da qui prima che il resto della stazione ci crolli sulla testa. >
< Ma Dottore, non possiamo arrenderci proprio ora… >
Una volta che si rialzò in piedi, Shinichi vide Chianti con il suo fucile da cecchino pronta a sparare contro di loro.
< A terra, Dottore! >
Appena schivato il colpo, Shinichi corse dietro a Chianti con le macerie cercando di acciuffarla.
< Vai, Irish! Andiamocene immediatamente! > fece la donna sfuggendo dalle grinfie del detective.
< Ce l’hai fatta a colpirlo? >
< Purtroppo no. Mi è sfuggito all’ultimo momento. >
< Accidenti! Questa non ci voleva. >
< Avremo un’altra occasione. Stai tranquillo e pensa a guidare. >
< Devo fermarmi in un luogo sicuro. Ho ricevuto una chiamata da Rum. >
< Che cosa vuole, adesso? >
< Non lo so. >
< Fermati in questo spiazzo > ordinò Chianti prima che Irish fermasse la moto.
Una volta toltosi il casco, Irish richiamò subito Rum.
< Rum, che cosa succede? >
< Ho appena girato sul notiziario locale di Beika e ho fatto una scoperta allarmante: qualcuno ha attaccato il quarantatreesimo piano della prima torre di West Tama City. >
< Che cosa?! Dove c’erano tutti i computer e i file che riconducono a noi. >
< Precisamente. Ancora non so l’entità del danno visto che l’architetto non mi risponde. Potresti fare un salto per vedere com’è la situazione? >
< Va bene. Ma a quest’ora gli edifici saranno sotto il totale controllo della polizia. >
< Tu fai un tentativo, Irish. E fatti dire da Chianti se ha compiuto la sua missione nel togliere di mezzo quel detective da strapazzo e il vecchio. >
< Purtroppo no, Rum. Ho Chianti qui con me. >
< Bene. Vedo che la giornata non può che peggiorare > fece Rum con tono sarcastico.
< Vuoi parlare con lei? >
< No, lascia stare. Adesso non ho tempo per queste cose. Ci sentiamo questa notte ai primi piani della torre. Avverti pure gli altri. >
< Ma Rum, è pericoloso… >
Ma il braccio destro del Boss dell’organizzazione attaccò il cellulare prima di sentire la risposta di Irish.
< Che cosa ti ha detto, Irish? >
< Sta succedendo un casino. Il quarantatreesimo piano della prima torre di West Tama City sta prendendo fuoco. >
< Come?! È impossibile! >
< Non so cosa sta tramando quell’architetto da strapazzo, ma Rum non è per niente soddisfatto. Vuole che ci riuniamo a West Tama City questa notte insieme agli altri. >
< Ma gli hai detto che potrebbe essere pericoloso con la polizia in giro? >
< Certo. Ma mi ha attaccato il cellulare prima di sentire la mia risposta. >
< Adesso che facciamo? >
< Comunichiamo agli altri quello che sta succedendo. Poi vedremo. >
 
 
Una volta tornato alla stazione, Shinichi vide il Dottor Agasa parlare con Megure.
< E’ successo tutto così in fretta > fece Agasa < Io e Shinichi siamo vivi per miracolo. >
< Adesso dove si trova Shinichi? >
< Inseguiva quel criminale che voleva ucciderci… Ah! Eccolo là! >
Shinichi, visibilmente stanco e affranto, si accasciò a terra senza energie.
< Shinichi, va tutto bene? >
< Ho avuto giorni migliori, ispettore. >
< Puoi dirmi che diavolo sta succedendo? >
< Non ci vuole molto per capirlo > fece il ragazzo con tono ovvio < Qualcuno ci vuole morti come è successo a Shiho. >
< Come? Hai la sicurezza che Shiho sia… >
< Purtroppo il suo corpo non è mai stato ritrovato e sto cominciando a pensare che la sua fine sia da scrivere. >
< Non dire così, ragazzo. C’è sempre una speranza. >
< Ma quale speranza, ispettore? Non sappiamo minimamente chi siano i fautori di questo attentato, Shiho non si trova da nessuna parte e lei mi parla di speranza? Sa cosa c’è? Meglio stare col fato sul collo a quell’architetto di Kazama. Non so perché ma i suoi movimenti non mi convincono. >
< Hai sentito l’ultima notizia? West Tama City è stata bombardata. >
< Che cosa? E lei che cosa ci fa ancora qui? >
< L’architetto Kazama ha espresso il desiderio che la polizia ne rimanesse fuori. Ci avrebbe fatto la guerra se non avessimo ubbidito alle sue richieste. >
< Perché avrebbe deciso ciò? >
< Non lo so. Nessuno riesce a capirlo. >
< E’ naturale che ci sia qualcosa sotto > fece Agasa < E solo l’architetto può dircelo. >
< Non ci aiuterà gratuitamente. Non adesso che è contro di noi. >
< Come possiamo fare per avvicinarci a West Tama City senza che i suoi uomini lo sappiano? >
< Non possiamo… Almeno che non abbiamo tra le mani un mandato di comparizione dal giudice. Ma purtroppo l’architetto è ben visto da molte cariche giudiziarie, quindi ha le spalle ben coperte. >
< Tutto questo è una mafia > fece Shuichi con tono risoluto < E il nostro uomo ha architettato il tutto ben sapendo che ci sarebbe stati dei problemi. >
< Se l’architetto ha le spalle coperte oltre che dai giudiziari, l’incendio nella prima torre non farebbe felice chiunque, mettendo a repentaglio la sua reputazione. >
< Questo è vero, ispettore. Ma come possiamo saperlo con certezza? >
< Purtroppo non possiamo… Siamo completamente fuori dalle indagini. >
< Quelle esplosioni non possono rimanere impunite! Dobbiamo vederci chiaro! >
< Mi dispiace Shinichi, ma non possiamo… Nemmeno tu a dire la verità. >
< Agasa, non possiamo perdere quest’occasione. Dobbiamo continuare a combattere. Per il bene di Shiho. >
< Shinichi, veramente… >
< Shiho non avrebbe mai permesso che tu ti cacciassi nei guai, Shinichi > replicò duro Megure < Pensaci bene: vorresti mettere a repentaglio la tua vita mettendoti contro un uomo così potente? >
< Nessuno mi fa paura, ispettore. Nemmeno la morte. >
< Non finché non avrai una pistola attaccata alla tempia e pronta ad esplodere nel tuo cervello. Se ciò dovesse accadere, cambieresti idea in un istante. >
< Non voglio nemmeno pensarci… Voglio solo arrivare fino in fondo. >
< Io, come tuo grande stimatore, non ti fermerò. Ma come ispettore di polizia noi non possiamo immergerci in questioni che non ci riguardano più. Mi sono spiegato? >
< Sta forse cercando di dirmi che sarò di nuovo da solo? >
< Precisamente, ragazzo. >
Non avendo nessuna possibilità di far cambiare idea all’ispettore Megure, Shinichi si convinse che avrebbe risolto il caso da solo mettendo in gioco la sua vita per l’ennesima volta.
< Se scoprirò che Kazama è invischiato in qualche organizzazione mafiosa, non mi fermerò nel consegnarlo alla giustizia, scatenando un terremoto mediatico che colpirà tutto il paese. >
< Shinichi, stai molto attento. È troppo pericoloso persino per te. >
< Non ho niente da perdere, ispettore. Davvero. >
< A parte la vita… >
< La vita è preziosa è vero, ma deve essere vissuta… Fino in fondo… Dottor Agasa, da che parte stai? >
Non avendo molto tempo per rispose, non ci mise molto nel dire che l’avrebbe seguito fino alla morte.
< Ho forse altra scelta? >
< C’è sempre una scelta, dottore… Una volta intrapresa questa missione, non potremmo più tornare indietro. Mi capisci? >
< E noi non lo faremo. In nessun caso. >
< Bene. È questo il Dottor Agasa che voglio! Andiamo. Non c’è un minuto da perdere. >
< Shinichi. >
< Mi dica, ispettore. >
< Buona fortuna per tutto. >
< Grazie. Ne avremo bisogno > disse infine il ragazzo prima di salutare l’ispettore con un abbraccio e dirigersi verso la periferia di West Tama City.
< Shinichi, vuoi davvero entrare là dentro? >
< Ovvio che sì. E nessuno ci fermerà. >
< Lo sai bene che se l’architetto ci trova, finiamo in guai seri. >
< Shiho è ancora viva, me lo sento… E se i miei calcoli sono esatti, ci sta aspettando in una di quelle due torri. >
< Ma Shincihi… >
< Mi sono forse mai sbagliato, dottore? Dimmelo. >
< No. Che io ricordi, no. >
< Allora ti assicuro che questa non sarà la prima volta. >
 
 
Una volta che i vigili del fuoco domarono le fiamme al quarantatreesimo piano, Kazama non riusciva a stare minimamente tranquillo in quella situazione intrigata.
< Hideo, hai controllato le telecamere di videosorveglianza? >
< Sì, architetto… Purtroppo ho notato che erano staccate o disattivate e di conseguenza non siamo riusciti a studiare i movimenti del ladro. >
< Quella donna… Il suo viso non mi è nuovo… >
< Adesso quello che ci preme di risolvere è spiegare ai nostri investitori il motivo dell’attentato. >
< Noi non centriamo niente. È per questo che riesco ad esser tranquillo. >
Ma vedendo le mani che gli tremavano, Hideo non era dello stesso parere.
< La notizia si è divulgata in tutto il Giappone in pochi minuti… Credo che l’organizzazione nera non tarderà molto a farci visita. >
< Infatti sono qua da voi. >
La voce di Rum risuonò nelle orecchie dei due uomini come un duro macigno da evitare.
< Rum, che gradita sorpresa. >
< Architetto Kazama, mi auguro che i file dell’organizzazione siano stati salvati in tempo. >
< Non abbiamo potuto evitare una simile tragedia > spiegò Kazama < E purtroppo tutti i dati dell’organizzazione sono andati perduti un’altra volta. Ma questa volta per sempre. >
< Chi può aver fatto una cosa del genere? > domandò Gin.
< Una persona che sapeva dove andare a colpire > spiegò Vodka < Voi due non avete niente da dirci? >
< Purtroppo come voi siamo all’oscuro di tutti. >
< La situazione non mi convince per niente > fece Rum < Com’è possibile che un ladro qualunque sia entrato negli tuoi uffici facendola franca? >
< Vi assicuro che è un ladro molto abile che sapeva dove colpire. >
< Avete forse dei sospetti? >
< Purtroppo no… Inizialmente aveva pensato a quel detective liceale da strapazzo, ma poi ho pensato che non sarebbe arrivato a tanto. Non è un criminale assetato di sangue. >
< Shinichi Kudo è sempre stata una spina nel fianco dal primo momento che ci ha visto in faccia > fece Vodka < E’ un nemico da non sottovalutare. >
< Presto non sarà più un problema, Vodka > ribadì Rum < La cosa che mi preme di più è aver perso tutti quel file che riguardavano la nostra organizzazione. >
< Li ritroveremo. Stia tranquillo > rispose Hideo stringendo i denti.
< Ahahah non posso dirmi tranquillo se intorno a me ho gente incompetente come voi due… Mi sa tanto che dovrò prendere una decisione drastica. >
< Di cosa sta parlando, Rum? >
< Ci pensi tu, Vodka? >
< Con immenso piacere. >
Dal suo soprabito lungo e tutto nero, Vodka tirò fuori dalla tasca una pistola con il silenziatore puntandola addosso prima al consigliere Hideo.
< Hai degli uomini inutili, Kazama. Come del resto tutta la tua vigilanza… Ma sarete solo voi due a pagare. >
< No, vi prego. Non succederanno altri intoppi > fece Hideo cominciando a piangere dalla disperazione.
< Troppo tardi. >
Senza pensarci due volte, Vodka seccò il povero Hideo sparandogli dritto in fronte.
< Rum, la prego. Ormai siamo soci in affari. Non possiamo litigare per così poco. >
< Per così poco? I file più segreti che io e i miei uomini più fidati abbiamo donato alla tua dannata azienda, si sono rivelati insicuri… Non dovevamo fidarci di un architetto da strapazzo… Per di più dopo che era un fidato amico di Hara. >
< Io e Hara eravamo in cattivi rapporti negli ultimi tempi! > spiegò Kazama spaventato < Si comportava in maniera molto strana e non faceva che tenermi alla larga dagli uffici di quel dannato piano. >
< C’era un motivo, no? Dovevamo prenderci i file quando ne avevamo l’occasione. In quel caso non si sarebbe scatenata una guerriglia contro di noi… Ma purtroppo gli errori si fanno tutti, ma questo da parte sua è davvero imperdonabile. >
< Mi risparmi la vita. Le prometto che non ci saranno altri incidenti. Davvero. >
< Non posso rischiare di mettere a repentaglio il mio buon nome nell’azienda. Il Boss non vuol fare prigionieri… Continui tu, Vodka? >
< Non aspettavo altro. >
Dopo avergli preso accuratamente la mira, Vodka gli sparò dritto al cuore sotto lo sguardo attento di una Shiho Miyano attonita.
< Rum, che cosa facciamo dei corpi di questi due? >
< Li lasciamo qui e scompariamo come se niente fosse… Hai notizia di Chianti e di Irish? >
< Purtroppo il loro piano di mettere a tacere Shinichi Kudo e il vecchio non è andato a buon fine > spiegò Gin con voce flebile.
< Sono circondato da un gruppo di ignoranti inetti… Adesso basta. Non possiamo più fallire. Mai più. >
< Che cosa facciamo adesso? >
< Presto tutti i membri dell’organizzazione saranno qui… Da quel momento tireremo le ultime somme. Con grandi soprese in arrivo > disse infine Rum con ghigno malefico prima di lasciare gli uffici di Kazama.
“Non è cambiato niente nel corso degli anni… L’organizzazione non si ferma dinanzi a nulla, a costo di uccidere chiunque e dissotterrare tutti i fallimenti. Spero che Shinichi stia molto attento, altrimenti è spacciato” pensò Shiho muovendosi con cautela tra i piani della prima torre.

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Capitolo 10
*** La fine di un tormento ***


< Slegate immediatamente la traditrice > disse improvvisamente Rum tra lo stupore generale.
< Ma Signore, ne è proprio sicuro? >
< Sì. Voglio rendere la faccenda ancor più interessante. >
Guardandosi a vicenda esterrefatti, alla fine fu Vodka ad acconsentire alla richiesta del suo superiore.
< Vodka, non pensare che io sia diventato pazzo improvvisamente > fece l’uomo con tono pacato. < Tra poco assisterai ad uno spettacolo talmente macabro che non riuscirai a credere ai tuoi occhi. >
< Che genere di spettacolo? >
< Intanto imbavaglia questo grassone e toglilo dalla mia vista. >
< Ma come… >
< Stai zitto! Non hai sentito il capo?! >
Tramortendolo alle spalle, il povero Dottor Agasa svenne dinanzi agli occhi di Shiho e di Shinichi mentre la ragazza veniva liberata.
< NO! Lasciateci andare! >
< Voi due non avrete nessuna via di scampo… Vodka, visto che sei il membro più rispettato da tutti, ti ordino di seguirmi. >
< Sì, Rum. >
Minacciando i due ragazzi se solo avessero fatto un passo falso, i due membri dell’organizzazione li presero con sé per portarli in cima alla torre.
Durante il tragitto, Shinichi non poté trattenersi nell’essere contento di rivedere Shiho anche solo per un’ultima volta.
< Come hai fatto ad uscirne viva? > domandò il ragazzo.
< Purtroppo non è stato per niente facile. Dopo essere sfuggita al crollo, ho deciso che non potevo indugiare molto essendo in pericolo di vita… Nella notte, quando le ricerche su di me si erano interrotte, ho deciso di nascondermi almeno finché non fossi riuscita ad trovare abbastanza informazioni sui miei nemici. E dove potevo trovarle se non qui? >
< La tua nuova fidanzatina ha pensato bene di rubare i file segreti della nostra organizzazione per poi consegnarli alla polizia > fece Vodka < Una mossa che gli è costata molto caro. >
< Soprattutto dopo che ha appiccato gli esplosivi al quarantatreesimo piano. >
< Quindi volete forse dirmi che è stata lei? >
< Non te l’aspettavi, vero? Quando la piccola Shiho si mette in testa una cosa è difficile fargli cambiare idea. >
< Peccato che questo scherzetto gli costerà molto caro > ribadì Shiho.
< Se pensate di spaventarmi vi sbagliate di grosso > replicò la donna con tono deciso < Anche se ci uccidete, presto o tardi i vostri crimini verranno alla luce. >
< Ne dubito fortemente > mormorò Rum < Grazie alla morte di Kazama e all’acquisizione automatica come unici investitori di queste due torri, siamo pronti per immetterci nel mercato giapponese e far nascere profitti ben oltre il guadagno stimato… Diventeremo ricchi truffando tutto il Giappone e nessuno si accorgerà di niente. >
< Non sarò così facile. Ormai la polizia controlla qualsiasi cosa. è solo questione di tempo e… >
< Tu non dovresti preoccuparti della polizia > fece Vodka prendendo Shinichi per il collo < Preoccupati per la tua salute. Ne avrai bisogno. >
< Ormai siamo quasi arrivati in cima. >
Nel salire l’ultimo piano della prima torre, Shinichi si avvicinò a Shiho stringendogli la mano.
< Mi sei mancata moltissimo, sai? >
< Mi dispiace essermi staccata da te, ma non avevo altra scelta. >
< Sei stata coraggiosa quanto imprudente… Ma anch’io avrei fatto la stessa cosa. >
< Mi fate quasi tenerezza nel vedervi così affiatati > fece Rum fintamente commosso < Pronti per saltare nel vuoto facendo un volo di circa 320 metri? >
< Vuoi spingerci giù verso il suolo? >
< Una fine ingloriosa per due che non ci daranno più nessun fastidio. >
Una volta arrivati in cima, il vento di quella notte d’ottobre sferzava il viso e gli animi dei due poveri ragazzi, mentre i due alti membri dell’organizzazione nera si apprestavano a dare il colpo di grazia.
< Ci avete causato non pochi danni con i vostri sotterfugi  > fce Rum < Ma adesso è l’ora di finirla. Pronti per un salto nel vuoto? >
Non avendo altra scelta, Shinichi e Shiho si avvicinarono sullo strapiombo.
Di fronte a loro un salto così grande che li avrebbe portati dritti verso il suolo verso una fine inetta.
< Saltate insieme… Un’ultima volta… >
Ma i due ragazzi, anche se si presero per mano, non avevano nessuna intenzione di saltare.
< Che cosa state aspettando? Non abbiamo tutta la notte! > sbraitò Vodka.
< Non può finire così, Shinichi > mormorò la ragazza accostandosi al suo petto per cercare protezione.
< Ormai credo davvero che sia finita, Shiho. Non abbiamo più speranza. >
< Allora?! Saltate subito! Oppure vi riempio di piombo! >
< Pronta per la nostra fine? >
< Sì… Sempre unita a te… >
Ma prima che i due ragazzi potessero saltare nel vuoto, un elicottero si avvicinò verso la torre inquadrando i due membri dell’organizzazione.
< Fermatevi tutti! Che nessuno si muova! >
< Che sta succedendo?! >
Una volta riuscito ad atterrare, l’ispettore Megure e Takagi uscirono dal mezzo per puntare le loro pistole contro i membri dell’organizzazione nera.
< Non so chi siate voi, ma la vostra follia finisce qui > fece Megure.
< Finalmente ci ritroviamo faccia a faccia con la polizia > rispose Rum < Come avete saputo che eravamo qui? >
< Qualcuno di molto più furbo di voi ci ha segnalato la sua posizione > spiegò Takagi < Ed eccoci arrivati fin qui. >
< Scommetto che sei stato tu, Kudo. >
< Molto perspicace, Vodka. >
< La tua insolenza ha superato tutti i limiti! >
< Posate immediatamente le armi. Ormai tutta la torre p circondata. >
< Non m’importa! Non lascerò vivo questo ragazzo nemmeno un secondo di più! >
ma prima che la follia di Vodka potesse colpire Shinichi, Megure non sparò il suo colpo in canna prima di lui colpendolo dritto alla mano.
Approfittando della situazione, Rum pensò di darsela a gambe, ma l’ispettore Chiba, Goro e il Dottore Agasa lo bloccarono al settantacinquesimo piano.
< Rum, lei è in arresto insieme a tutti gli altri membri dell’organizzazione nera. >
Capendo che per tutti i suoi compagni e per lui era finita, pensò bene di tirare fuori la sua arma segreta.
< Che significa questo?! >
< Ho indosso abbastanza cariche esplosive da far saltare in aria l’intero piano > fece Rum con tono di rivincita < Quindi state indietro o vedremo i fuochi d’artificio in anticipo quest’anno. >
Non sapendo cosa fare, i due detective rimasero immobili e sbigottiti.
< Che sta succedendo qua sotto?! > tuonò Megure.
< Ispettore non si avvicini! > lo avvertì Chiba.
< Ispettore, vuole anche lei unirsi alla festa? >
< Ma quelle sono bombe! >
< Esattamente. Liberatemi immediatamente se non volete fare una brutta fine. >
< Non molla mai fino in fondo, Rum… Vuole prenderci in giro anche adesso. >
La voce di Shinichi fu pacata e indifferente come se la situazione fosse tutta sotto controllo.
< Shinichi, vuoi condannare tutti i tuoi amici? Non ti conviene, sei? >
< Allora che cosa sta aspettando? Si faccia saltare in aria se ha il coraggio. Oppure la sua vita è così importante come non vuole farci credere? >
< E’ l’organizzazione la cosa più importante! E continuerà ad esistere anche dopo di me. >
< Allora che cosa sta aspettando? Si faccia saltare in aria. >
< Shinichi, ma sei impazzito?! Così ci ucciderai tutti! > sbraitò Goro.
Ma nonostante Shinichi lo abbia scosso, Rum non voleva muoversi.
< Rum , che cosa le succede? Non lo facevo così impaurito. >
< Maledetto! Me la pagherai molto cara! >
< Volete sapere come stanno le cose? Le sue bombe sono finte. >
< Da cosa l’hai capito?! >
< Sono bombe giocattolo. Non esploderanno mai… Mi dispiace Rum, ma ti è andata male. >
Una volta messogli le manette al braccio, lui e tutta la sua banda di criminali finirono in prigione sotto giudizio per tutti i crimini commessi nel corso degli anni.
< E’ davvero finita, Shinichi? >
< A questo punto credo di sì, Shiho. >
< Ottimo lavoro, ragazzo > fece Megure congratulandosi con il detective < Senza la tua soffiata, non saremmo ami arrivati all’organizzazione nera. Dovranno rispondere di molti crimini che rimarranno in prigione a vita. >
< E’ quello che si meritano, dopotutto > rispose il ragazzo < Hanno torturato e ucciso molte persone. Non possono passarla liscia. >
< E non lo faranno. >
< Ispettore, parlando d’altro, come sta il Dottor Agasa? >
< E’ in ospedale. Il colpo subito non è grave. Si riprenderà senza problemi nel giro di pochi giorni. >
< Bene. Questa sì che è una bella notizia. >
< Adesso vi lascio soli. >
Una volta usciti dalla prima torre di West Tama City, Shinichi domandò a Shiho che fine avessero fatto tutte le informazioni segrete riguardante l’organizzazione.
< L’ho consegnata alla polizia > rispose la donna < Credo che siano le persone più adatte nel chiudere con il mio passato. Grazie a quelle informazioni riusciranno a risalire alla nascita dell’organizzazione nera fino ad ora. >
< E di tua sorella? Non vuoi sapere più niente di lei? >
< Ho già sofferto abbastanza. Ormai per me è un capitolo chiuso. >
< Che cosa vedi nel tuo futuro? >
< Davvero lo vuoi sapere? > domandò la ragazza ritrovando il sorriso.
< Certo. Altrimenti non te l’avrei domandato. >
< Prova ad indovinare > rispose Shiho dando un bacio rapido al giovane detective.
< Ehi, aspetta! >
< Prendimi se ce la fai. Ahahah > disse infine Shiho dimenticando in quella notte d’ottobre il suo oscuro passato che la teneva legata da tutta la vita.
“Il mio passato non mi tormenterà mai più… Ora c’è Shinichi che mi guiderà in un futuro radioso senza tenebre che possano intaccare la mia anima.”

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