Contro ogni mia ragione

di Prettybene9816
(/viewuser.php?uid=1006628)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 52 ***
Capitolo 53: *** Capitolo 53 ***
Capitolo 54: *** Capitolo 54 ***
Capitolo 55: *** Capitolo 55 ***
Capitolo 56: *** Capitolo 56 ***
Capitolo 57: *** Capitolo 57 ***
Capitolo 58: *** Capitolo 58 ***
Capitolo 59: *** Capitolo 59 ***
Capitolo 60: *** Capitolo 60 ***
Capitolo 61: *** Capitolo 61 ***
Capitolo 62: *** Capitolo 62 ***
Capitolo 63: *** Capitolo 63 ***
Capitolo 64: *** Capitolo 64 ***
Capitolo 65: *** Capitolo 65 ***
Capitolo 66: *** Capitolo 66 ***
Capitolo 67: *** Capitolo 67 ***
Capitolo 68: *** Capitolo 68 ***
Capitolo 69: *** Capitolo 69 ***
Capitolo 70: *** Capitolo 70 ***
Capitolo 71: *** Capitolo 71 ***
Capitolo 72: *** Capitolo 72 ***
Capitolo 73: *** Capitolo 73 ***
Capitolo 74: *** Capitolo 74 ***
Capitolo 75: *** Capitolo 75 ***
Capitolo 76: *** Capitolo 76 ***
Capitolo 77: *** Capitolo 77 ***
Capitolo 78: *** Capitolo 78 ***
Capitolo 79: *** Un bodyguard di troppo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Salve, qui parla Benilka! Mi trovate anche su Wattpad sempre col nominativo di "Prettybene9816", vi suggerisco di leggere la storia lì per evitare un muro di parole senza spaziature, come capita qui. Scrivo principalmente su Wattpad e qui faccio copia e incolla del testo scritto, ma non capisco ancora perchè non distanzia le frasi :( Ad ogni modo, vi aspetto lì Un bacio, vi abbraccio! Buona lettura. Noi siamo all'Inferno, e la sola scelta che abbiamo è tra essere i dannati che vengono tormentati o i diavoli addetti al loro supplizio. -Albert Caraco. FLORA'S POV: Futuro. "Mia cara ragazza, In questo momento mi sono messo a copiare dei bei versi. Non riesco a proseguire con una certa soddisfazione. Ti devo dunque scrivere una riga o due per vedere se questo mi assiste nell'allontanarti dalla mia mente anche per un breve momento. Sulla mia anima non riesco a pensare a nient'altro. È passato il tempo in cui avevo il potere di ammonirti contro la poco promettente mattina della mia vita. Il mio amore mi ha reso egoista. Non posso esistere senza di te. Mi scordo di tutto salvo che di vederti ancora la mia vita sembra fermarsi lì non vedo oltre. Mi hai assorbito. In questo preciso momento ho la sensazione di essermi dissolto – sarei profondamente infelice senza la speranza di vederti presto. Sarei spaventato di dovermi allontanare da te. Mia dolce Fanny, cambierà mai il tuo cuore? Amore mio, cambierà? Non ho limiti ora al mio amore... Il tuo biglietto è arrivato proprio qui. Non posso essere felice lontano da te. È più ricco di una nave di perle. Non mi trattare male neanche per scherzo. Mi sono meravigliato che gli uomini possano morire martiri per la loro Religione – Ho avuto un brivido. Ora non rabbrividisco più. Potrei essere un martire per la mia religione – la mia religione è l'amore – potrei morire per questo. Potrei morire per te. Il mio credo è l'amore e tu sei il mio unico dogma. Mi hai incantato con un potere al quale non posso resistere; eppure potevo resistere fino a quando ti vidi; e perfino dopo averti visto ho tentato spesso "di ragionare contro le ragioni del mio amore". Non posso farlo più – il dolore sarebbe troppo grande. Il mio amore è egoista Non posso respirare senza di te. Tuo per sempre." E' un pezzo forte della raccolta di mamma che mi fa pensare a te, è la lettera d'amore di John Keats a Fanny Brawne, che scandalizzò la società vittoriana nell'Ottocento. La notte scorsa è stata fantastica, non penso ad altro che al tuo calore, le tue urla e come gemevi piena di me. Mi trovi nel mio ufficio, bussa prima di entrare per favore. Buongiorno mia piccola pulce. Porto le lenzuola al petto e rileggo il messaggio sorridendo. La scorsa notte abbiamo fatto l'amore lentamente e non staccandoci gli occhi di dosso neanche per un secondo, lui è stato dolcissimo e non faceva altro che sussurrarmi all'orecchio parole sporche, alternate da qualche parola tenera sul volermi tutta per sè perchè non riuscirebbe a vivere senza...un po' come c'è scritto nella lettera. Mi mordo il labbro e sento il profumo di colonia sulla lettera...sa tutto di lui, di primordialità, di sensualità, di pericolo, di onnipotenza...è così eccitante. Scendo dal letto e vado a farmi una doccia...poi andrò a prendermi del sole sulla sdraio e cucinerò qualcosa...sono stufa di mangiare cose troppo sofisticate, sbavo per un bel panino con panelle o una semplice spaghettata olio, aglio e peperoncino. Spero che a Khalil possa far piacere, contrariarlo è l'ultima cosa che voglio e devo soprattutto raggiungere piano piano l'obiettivo, La mia vendetta. --------------------------------------------------------------------------------------------- Presente Corro per il centro alla ricerca di un telefono. Kemal è appena caduto dal terrazzo e prego ogni santo che siano troppo gravi le conseguenze della sua caduta. "Signorina Vignoli cosa sta succedendo?" chiede una paziente spaventata. "Nulla! Ritorna in laboratorio, vi raggiungo subito!" grido correndo. "Ma signorina.." "Andate!" grido senza girarmi. Arrivo finalmente al piano degli uffici ma trovo il portone principale chiuso... "No,no, no!" grido battendo dei pugni sul vetro. Ok, va tutto bene. Raggiungi la reception. Corro di nuovo per il corridoio e non mi curo della gonna del vestitino rosso a fiori che si alza pericolosamente, mostrando un po' troppo...per sfortuna ho delle brasiliane nuove...volevo fare uno sfregio a Khalil invece l'ho fatto a me stessa. Grazie a dio ho le converse ai piedi e riesco a correre velocemente...ci mancherebbe solo questo. Riscendo le scale e guardo di fronte a me il corridoio che unisce il piano e la reception. Mi tolgo dei capelli in faccia che mi coprono la vista e ricomincio a correre...ti prego fa che Kemal stia bene, ti prego, per favore fa che... "Presa." sibila una voce che stringe improvvisamente la mia vita e mi blocca. Ma che...? Faccio per girarmi e capire chi sia, ma questo mette subito una mano sul mio viso e non mi fa respirare. Mi agito contro di lui, ma sento dietro di me un petto roccioso, sormontabile e la mano è troppo grande per il mio viso piccolo. Mugolo, scuotendo la testa e cercando con ogni mia forza di farmi sentire, ma sento un odore forte di chimico che offusca la mia mente, paralizzando ogni mio movimento. Gli urli soffocano sulla sua mano forte che tiene serratamente il mio viso, mentre i miei occhi si chiudono e perdo ogni tipo cognizione. Aiuto... 7 ORE DOPO... "Oh dio..." mugolo sentendo un trapano al posto della testa. Porto subito una mano sulla testa e gemo di dolore...non ho mai sentito un dolore così acuto in testa. Sbatto piano gli occhi ma non vedo nulla...è tutto buio intorno a me. Apro gli occhi con difficoltà e mi metto seduta con attenzione....la schiena pulsa anche di dolore, per quanto tempo sono svenuta per terra? Cerco di ricordare gli ultimi avvenimenti ma è tutto molto confuso...ricordo io che corro, corro alla ricerca di qualcosa...Kemal! Mi rialzo veloce e mi dirigo verso il filtro di luce che traspare dalla porta socchiusa... dove mi trovo? Barcollo fino alla porta e la spalanco. "Ma che..." mormoro nel vedere un corridoio con il pavimento a scacchi lucidissimo...ci si potrebbe specchiare. Alzo lo sguardo ai lampadari e mi chiedo in che posto mi trovi per trovare lampadari di cristallo in un semplice corridoio... "Ah merda.." borbotto quando la luce mi fa richiudere gli occhi. Li risbatto piano finchè si abituano e avanzo lentamente per il corridoio. "Era ora che ti risvegliassi" dice una voce dall'alto. Balzo in aria e mi guardo attorno...chi cazzo ha parlato?? Non vedo nessuno...non è possibile. "Dove sei?" chiedo, continuando a girare su me stessa. Non c'è nessuno, non sono pazza! "Dove sei! Chi ha parlato!" grido innervosendomi. Perlustro tutto il corridoio e solo adesso mi accorgo in alto a destra una telecamera...no aspetta, ce n'è un'altra a sinistra e un'altra nell'angolo...un'altra ancora sui lampadari. Questo corridoio è pieno di videocamere, merda. Indietreggio terrorizzata e grido furiosa "Chi sei! Dimmelo, subito!" Nessuno fiata. "Non è divertente questo gioco, chi sei!" richiedo pestando i piedi. Sono terrorizzata, ho sempre avuto paura nella mia vita ma mai così tanta. "Ma come signorina Vignoli...non mi ha riconosciuto?" dice la voce, facendomi spalancare gli occhi. Oh no no no...no!! Prendo la rincorsa e scappo via dal corridoio, le porte sono tutte spalancate e il posto è estremante lussuoso, ma le gambe sono più veloci degli occhi e affanno nel trovare il portone principale. Salgo delle scale e inciampando su queste, cado rotolando... Gemo di dolore, ma mi rialzo in fretta e rifaccio le scale, devo scappare adesso da qui, adesso! Anche a costo di buttarmi da un terrazzo e spaccarmi la schiena. Corro con i polmoni che bruciano per lo sforzo e una volta finite le scale, corro per un altro corridoio...vedo una luce solare alla fine del corridoio. I miei passi sono ancora più veloci, quando raggiungo la fine del corridoio e corro nel terrazzo. Il terrazzo è enorme, ma non mi do per vinta e superando la piscina e le sdraio fuori, corro fino al davanzale del terrazzo che è lunghissimo e alto almeno fino alla mia vita. Pochi passi mi tengono lontana dal davanzale, mentre prendo di nuovo la rincorsa, pronta a buttarmi dal balcone a qualsiasi altezza sia. "Si!" grido, correndo vicinissima al davanzale, è stato troppo facile penso, mentre mi affaccio dal davanzale e tutto il mondo mi cade addosso. "No, ti prego no, non è possibile. Non ci credo" mormoro tra me. Guardo la vastità di acqua intorno a me e nessun tipo di isola nei dintorni...c'è solo acqua, tanta acqua, tantissima acqua, siamo in mare aperto... "Benvenuta finalmente all'inferno sporca pulce" dice una voce maschile alle mie spalle. Khalil. Non ho neanche le forze di urlare, correre, buttarmi, ribellarmi a questa follia, che ricado per terra e perdo di nuovo i sensi... Voglio morire. SPAZIO AUTRICE: Benvenute all'inferno bamboline. La storia è già disponibile, dovete solo aggiungerla nella vostra libreria. A molto presto. Love you, xoxo Benilka.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


La malvagità può arrivare ad essere una perfezione umana - Fernando Menendez. FLORA'S POV: Passato. "Patata oggi ritardo, riscalda la zuppa di ieri sera per pranzo e mi raccomando i compiti. La pagella si costruisce già dal primo giorno di scuola." Leggo il messaggio di mio zio e sorrido...sono al secondo anno di liceo e questo è stato il primo giorno. L'estate è finita ed è arrivato il momento di rimboccarmi le maniche e studiare per le materie. L'anno scorso sono stata promossa a pieni voti e ho anche vinto la pagella d'oro, zio era così felice che ricordo i suoi occhi lucidi. Vederlo così emozionato mi ha colpito così tanto, che mi sono promessa di vincere ogni anno la pagella d'oro e riempirlo d'orgoglio. Sono tutto quello che ha e lui è tutto quello che ho io...papà è morto due anni fa e mamma...be' mamma è da qualche parte. Ci ha abbandonati quando avevo solo 7 anni, portandosi con sè tutti i soldi che papà aveva faticosamente guadagnato e lasciandoci in un mare di debiti...era una tossicodipendente e anno dopo anno è sempre più peggiorata. Papà l'amava con tutta la sua anima, la perdonava sempre e lo stesso facevo anch'io, ma quando mamma ha deciso di lasciarci per scappare con un cantante e con tutti i nostri soldi, papà ha dovuto scegliere tra me e lei. Tra l'inseguire sua moglie come ha sempre fatto o occuparsi di me...ha scelto me. Gli strozzini ci hanno fatto visita pochi giorni dopo e papà è stato costretto a pagare i debiti, cedendo la nostra proprietà. Avevano proposto di vendermi, ma papà li ha fulminati con lo sguardo, fatto i bagagli buttando il necessario e abbandonato la casa insieme a me. Non ricordo bene cosa succedette dopo, ma ricordo lo stato di povertà in cui vivemmo...non avevamo una casa, mangiavamo solo a pranzo e a mezzanotte qualche frutto, non sapevamo cosa fare, cosa ci sarebbe successo ma papà non ha mai mollato. Ha incominciato a rubare, mi coinvolgeva...ero piccola e credibile dalla gente. Rubavamo, scappavamo come volpi e ridevamo insieme. Riuscivamo a mangiare qualcosa, procurarci un posto dove dormire ogni notte, viaggiavamo un sacco e stavamo bene. Il tempo passò e papà strinse un accordo con un boss mafioso, che ci fece guadagnare molti soldi in cambio di una vita abbastanza agiata , finchè commettemmo un errore madornale. Costò la vita a papà. Cercammo di fregare un poliziotto, ma lui non era un poliziotto qualsiasi...era mio zio, il fratellastro di mio padre. Ricordo lo sguardo perso di mio padre, quando fui strappata dalle sue braccia e depositata in quelle di mio zio...mi sentivo un pacco. Urlai...urlai di lasciare andare mio padre, avrei restituito tutto quello che avevamo rubato...quello fu un altro errore madornale. La verità...raccontai tutta la verità impaurita e convinta di poter liberare papà, ma feci solo più danno. Non l'ho più visto da quella volta...perse la potestà genitoriale insieme a mia madre e fu condannato per furto e cooperazione con la mafia. Mio zio prese la mia tutela e disse che non mi sarebbe successo più nulla...io aspettavo mio padre intanto. Poco dopo mio padre si suicidò in carcere...all'inizio non capì il significato di quelle parole, poi andai al funerale e capì tutto, realizzai tutto. Mia madre non c'era al funerale, l'avrei riconosciuta ma non c'era traccia...zio mi ha più volte detto di dimenticarla. Io non ci riesco, prima di bere era una brava mamma...mi aiutava a lavare i denti, mi preparava la colazione, mi faceva le treccine e mi portava a scuola, a casa ci divertivamo insieme a papà e ricordo come si amavano...fin da piccola desideravo nel mio futuro un uomo, che mi amasse con la stessa intensità con cui amava mio padre mia madre... Si sono incontrati in un bar...mia madre era la cameriera dalla carnagione scura della Liberia, uno stato dell'Africa Occidentale ed era bellissima...mio padre era un pianista italiano che si esibiva quella sera...entrambi cresciuti a Bari per poi trasferirsi a Palermo dopo il matrimonio. Nacqui io poco dopo il matrimonio e dopo tre anni nacque mio fratello Pedro...i prossimi quattro anni furono i più belli della mia vita, finchè un giorno andammo tutti a fare una grigliata in amare aperto nel nostro piccolo yatch e Pedro impaziente si buttò in mare senza giubbotto di sicurezza. Mio padre e mia madre si buttarono immediatamente per recuperarlo, ma fu inutile...dopo quella tragedia nulla fu più lo stesso. Dopo una settimana trovarono il cadavere di Pedro in fondo al mare...non si riconosceva in volto ,ma dal dna risultò che fosse lui. Mia madre incominciò a bere, fumare, drogarsi, fu fuori controllo...mio padre si occupava di noi ma anche lui era distrutto. Non ha mai chiesto aiuto a nessuno...in famiglia non fu visto di buon occhio che avesse scelto di fare conservatorio e scappò di casa, incontrò mia madre e il resto è storia. Mio zio ha ripetutamente cercato di riallacciare i rapporti con lui ma non fu possibile...papà pensava che fosse un modo per incastrarci, non si fidava molto della gente... Ricordo il giorno in cui lo cacciò da casa nostra e gli urlò che saremmo stati bene anche senza i suoi soldi. Non ho mai giudicato mia madre per ciò che ha fatto, delle volte ho anche cercato di capirla, ma il modo in cui ci ha scaricati per strada, è stato imperdonabile. Non ce lo meritavamo, anche noi stavamo male per la perdita di Pedro. Delle volte davo la colpa a Pedro per la mia situazione, se non fosse stato per lui, io adesso sarei fra le braccia di mia madre a sentire qualche pezzo al piano di mio padre. E' stato tutto così ingiusto per una bambina solo di 7 anni e un uomo che ha amato più di se stesso. Vado spesso a far visita sia a Pedro che a mio padre...mio zio odia papà ma segretamente gli manca. Una volta erano molto uniti, la scelta di prendere la mia tutela e togliere la potestà a lui è stata due ma necessaria per entrambi. La pena di mio padre era di 6 anni ,ma zio è riuscito a trovare un ottimo avvocato che ha patteggiato e ridotto la pena di 3 anni...aveva fatto molto ma fu inutile. Papà dentro la cella sarà uscito fuori di testa...avrà ripensato a tutto quello che aveva perduto e avrà deciso di fare l'unica cosa che lo avrebbe sollevato...uccidersi. Sapeva che ero in mani sicure con zio...ha anche lasciato una lettera. "Vi porterò sempre nel mio cuore, anime mie. " Nient'altro...breve e coinciso. E adesso siamo qui...a Palermo, la mia città natale, con mio zio e la mia vita che va avanti nonostante tutto. Zio mi ha insegnato che, come diceva Churchill, il successo non è definitivo e l'insuccesso non è fatale. L'unica cosa che conta davvero è il coraggio di continuare. Diceva anche che le strade dritte non hanno mai prodotto piloti esperti...penso che sia il suo modo di dirmi che dal mio passato devo solo imparare e rafforzarmi. Scendo dall'autobus e mi dirigo verso casa...non abito in centro ma è una bella villetta in periferia...è a due piani e abbiamo anche un giardinetto, la domenica ci divertiamo spesso a grigliare e a giocare a pallone. Apro i cancelli ma li trovo stranamente socchiusi...strano, forse zio si sarà scordato di chiuderli a chiave. Supero i cancelli e prendendo le chiavi , apro il portone. Sono sfinita e voglio solo mangiare e farmi una bella doccia...i professori ci hanno già lasciato dei compiti e devo essere pronta per domani. I miei compagni non sono dei tipi particolarmente svegli e sono sempre la persona a cui chiedono domande, quando altri non sanno rispondere...è snervante la cosa. Camilla, la mia compagna di banco, mi manda un messaggio con un indirizzo e capisco che vuole andare a fondo con Flavio. È il rappresentante di scuola ed abitiamo anche vicino. Andiamo spesso insieme in autobus e parliamo di cose futili...Abbiamo alcune professoresse in comune e ci confrontiamo sui compiti che danno. Entrambi andiamo allo stesso anno, solo che lui è di una sezione diversa dalla mia. Cami ha capito che parlavo un po' troppo spesso di lui e ora vuole obbligarmi ad andare alla festa di inizio anno in discoteca, dove lui ovviamente sarà presente. Tutto ciò è così imbarazzante che ho rifiutato di andarci, ma Cami è agguerrita. Ultimamente non parliamo più come prima, perché lei è sempre impegnata con Elio, il suo fidanzato, e praticamente ci vediamo solo a scuola. Delle volte la copro mentre sta con lui, perché ovviamente i suoi genitori non approverebbero la relazione...Sono molto severi e non vogliono che Cami si distragga dallo studio. Ad ogni modo, credo che Cami insista nel farmi mettere con Flavio, proprio perché si sente in colpa del fatto che mi abbia trascurata e vuole rimediare. È molto carino da parte sua, ma non so fino a che punto. "Non ci voglio andare!" Scrivo con una faccina che ha gli occhi sollevati. Entro in casa e levando il cappotto, passo dal salone buttando su un divano lo zaino. Una chiamata mi fa frenare e dallo schermo che si illumina, si legge "Cami" Oh no... "Pronto? "Chiedo fingendomi indifferente. "Perché diavolo non ci vuoi andare! "Sbotta lei all'improvviso. Sorrido e dico levandomi anche il cardigan...A Palermo il mattino fa freddissimo e il pomeriggio si suda dal caldo. "Perché ci sarà Flavio" borbotto, gettando il cardigan sopra lo zaino rosso. È uno dei miei colori preferiti, il rosso. "Appunto perché ci sarà, ci devi andare!" Esclama Cami. "Non credo di piacergli...Sono solo una secchiona che..." "Oh ma piantala! Hai ancora una settimana per convincerti o altrimenti ti ci trascino io" minaccia lei. "Peso tanto, lo sai no?" "Mi porterò a presso un caro " mi dà filo da torcere lei. "Ci penserò" faccio cadere il discorso esausta. "Fai in fretta che, in caso, dovremmo andare a comprare un nuovo vestito" "Si si, promesso" dico, andando in cucina. Sto morendo di fame e ora come ora farei fuori tutto il frigo. Un bigliettino sull'isola della cucina attira la mia attenzione e curiosa, prendo in mano il bigliettino rosso. "Guarda in frigo patata, c'è una sorpresa per te per pranzo" Zio! Mi avrà sicuramente lasciato una teglia di cannelloni al ragù! Sa che ne vado matta. Lascio il bigliettino sul tavolo, chiedendomi da quando zio abbia perfezionato la sua scrittura e dico, aprendo il frigo "Ci sentiamo dopo?" Il frigo è stranamente vuoto e chinandomi per capire questa stranezza, vedo una cosa infondo al primo piano. Allungo il braccio e afferro una cosa molliccia...ma che diavolo...? Lo trascino per il piano e una volta che realizzo cosa sia, urlo facendo cadere il cervello insanguinato per terra. "Flor! Mi hai fatto prendere un colpo, che succede?" chiede preoccupata Cami. Un conato di vomito minaccia di uscire e farfugliando "Ti richiamo" scappo in bagno. Arrivo a stento al water e china su questo, vomito anche l'anima. Le mie guance bruciano di calore e ansimando per la fatica, chiudo gli occhi esausta. L'immagine del cervello che srotola tra le mie braccia, mi fa riaprire gli occhi e vomitare nel water una seconda volta. Mi circondo la pancia e prego che tutto questo finisca subito...i battiti del cuore sono sempre più veloci e mi sento la testa girare. Gemo di dolore e decidendo di andare a prendermi subito un'aspirina, mi rialzo e tiro lo sciacquone. Dopo aver preso qualcosa devo immediatamente chiamare a zio e dare l'allarme...è successo diverse volte di incontrare sguardi di persone che mi odiavano, perchè ero la nipote del comandante di polizia, ma nessuno è mai arrivato a questi livelli, nessuno. Barcollo fino al lavandino incosciente e aprendo subito il rubinetto, mi chino per sciacquarmi la bocca e il viso. L'immagine del cervello mi perseguiterà per sempre...non dormirò più. Riapro gli occhi per prendere l'asciugamano, ma ciò che vedo davanti ai miei occhi mi fa urlare ancora più forte di prima e cadere all'indietro. Tremo guardando la testa di una capra che pende dal lampadario e nello specchio la scritta "Ciao pulce" col sangue di questa...del sangue della testa della capra cola ancora al centro del bagno. E' di un rosso vivido, come quello che avevo nelle mani quando ho toccato il cervello. Indietreggio terrorizzata, finchè sento il suono di un messaggio e afferrando subito il cellulare, decido di chiamare zio e farlo venire immediatamente. Faccio per chiamarlo, ma un messaggio da un numero privato attira la mia attenzione e lo apro subito. "Pulisci tutto e non dire nulla a nessuno o lo uccido e tu farai la stessa fine subito dopo." Mi porto una mano sul cuore e faccio una smorfia di orrore...non sta accadendo veramente. Un altro messaggio mi fa sussultare e visualizzandolo, leggo "Il cervello è un alimento particolarmente ricco di fosforo e potassio. Mi hai offeso col gesto di buttarlo per terra :( Potresti accompagnarlo con delle zucchine grigliate, te ne ho lasciate un paio sul piano di lavoro. Obbediscimi e nessuno si farà male, buon pranzo." Mi sta controllando in questo momento quindi...il campanello della porta mi fa schizzare dal posto e col cuore in gola, prendo subito un panno, lo bagno e cancello la scritta sullo specchio. Il cuore batte all'impazzata e le braccia si muovo in maniera confusionaria ma il più frenetico possibile. Pulisco anche per terra e salendo sul water, taglio la corda con cui è legata la testa della capra...un conato di vomito minaccia ancora di uscire. Mi trattengo stavolta e chiudendo gli occhi, la butto nel cestino insieme al panno sporco di sangue. Prendo il sacchetto e correndo fuori dal bagno, raggiungo la cucina. Pulisco velocemente il frigo sporco sempre di sangue e per terra sfrego bene...butto le zucchine che stavano sul piano di lavoro come scritto nel messaggio, do un calcio al cervello, mettendolo dentro il sacchetto e chiudendolo, grido "Chi è?" "Tesoro sono io! Ti ho sentita urlare!" grida da dietro la porta Domiziana, la mia vicina di casa in pensione. Sospiro di sollievo e inserendo il sacchetto dentro un altro sacchetto, vado ad aprire. "Ehi, tutto bene?" chiede subito Domiziana preoccupata. Le faccio un sorriso tirato e dico "Scusami per il trambusto, ma ho visto un ragno e ho dato il meglio di me stessa" Domiziana si afferra la pancia e si mette a ridere con le lacrime...vorrei tanto ridere anch'io e pensare che sia tutto uno stupido scherzo. "E chi ha vinto tra i due?" chiede ancora lei divertita. Alzo il sacchetto nero e dico sorridendo spavalda "Ovviamente io" "Una vera guerriera" dice lei, scendendo le scale. Le scendo insieme a lei e butto il sacchetto nell'indifferenziata. "Chiamami se vedi altro" dice lei, raggiungendo la casa adiacente. "Certo, grazie per la disponibilità!"grido deglutendo. Lei mi sorride e si chiude la porta alle spalle, faccio lo stesso anch'io mentre sento di nuovo il suono di un messaggio. "Ottimo lavoro pulce" Mi controlla, mi controlla!! Tolgo immediatamente la batteria, la sim e buttando il cellulare, salgo in camera mia. Mi chiudo a chiave e sedendomi con le ginocchia al petto ai piedi del letto, tremo sperando che tutto questo sia solo un orribile e inverosimile incubo. Presente. Mi sveglio di soprassalto boccheggiando. Spalanco gli occhi e subito mi metto a tossire per l'aria che manca, il petto che brucia e il naso inondato di acqua. Mi appoggio con entrambe le mani al parquet e tossisco alla ricerca di aria, sto soffocando. Sputo dell'acqua e altra acqua esce sia dal naso che dalle orecchie...da dove viene tutta quest'acqua? Faccio per rialzarmi in difficoltà ma le braccia non reggono, il petto è ancora dolente e ricado per terra. Sotto di me è tutto bagnato e sento il rumore come di un secchio sbattere sul parquet. Realizzo solo adesso il vestito appiccicato al mio corpo, i capelli sulle mie guance e il respiro ancora alla ricerca di aria dopo l'invasione dell'acqua. Sbatto leggermente gli occhi e volgendo la testa alla mia destra, vedo un secchio di media grandezza poco più lontano da me...ci sono anche delle scarpe lucide marroni e dei pantaloni di alta sartoria neri. I miei occhi non ce la fanno a risalire quella figura e richiudendosi, continuo a tossire per buttare altra acqua fuori. "Alzati" sento dire da una voce maschile...è anche arrogante e insensibile...non lascia a repliche. Mi porto una mano sul petto ancora dolente e girandomi su un fianco, tossisco ancora ancora ed ancora...ho bisogno che qualcuno mi batta sulla schiena, ho bisogno di aiuto. Riprovo ad alzarmi, ma il petto si gonfia e io tossisco per liberare il respiro...mi sento la testa girare, voglio vomitare. Tremo mentre continuo a tossire e i polmoni sono sfiniti...ho bisogno dell'acqua. "Acqua" gemo tra i singhiozzi...non so a chi mi stia riferendo ma ho disperatamente bisogno di acqua. "Acqua...acqua.." sussurro ancora fra le lacrime che neanche mi ero accorta. Faccio per risupplicare, ma un secondo dopo dell'altra acqua mi viene buttata addosso e chiudendo gli occhi, vengo travolta. Tossisco senza controllo e cerco di riprendere fiato, sto per svenire...non riesco a respirare. Striscio sul parquet in cerca di aria, ma una forte presa sui capelli mi fa strillare dal dolore e i miei occhi si spalancano di orrore. "Alzati ti ho detto" ringhia la stessa voce. Cerco di scostarmi dalla sua presa dolorosa, ma questa si fa più forte e mi ritrovo a gemere di dolore mentre mi metto sulle ginocchia. "Quando ti do un comando, tu lo esegui. Ti chiaro?" sibila la voce maligna...sembra la voce di un mostro. Ecco cos'è...un mostro. "Ahhhh!" grido quando tira di nuovo i capelli e il collo quasi si spezza. "Rispondimi!" grida la voce del mostro. "Aiuto!!" grido agitando le mani, supplicando persino gli squali di salvarmi. La presa sui capelli è troppo dolorosa, mi sta scoppiando la testa. Il secondo dopo mi ritrovo scaraventata all'angolo dello yacht e la testa che pulsa per la botta all'asse di legno. Mi porto subito le mani su quella ferita e faccio una smorfia di disgusto. Io lo ammazzo, giuro che lo ammazzo. "Devi fare una chiamata" dice la voce avvicinandosi a me. Indietreggio d'istinto ma non c'è nulla dietro di me....sono all'angolo, come in trappola. "Hai capito"?" richiede la voce. Finalmente mi decido ad alzare lo sguardo e mi ritrovo a boccheggiare di nuovo. Quindi non è tutto uno scherzo...Khalil mi ha veramente rapita, mi ha veramente soffocato con l'acqua, mi ha veramente afferrata per i capelli come un animale, mi ha veramente scaraventata dall'altra parte della nave. "Io ti uccido" ringhio con la voce più minacciosa che io abbia mai sentito. Lo voglio morto, dissanguato...voglio vederlo stecchito. Fargli il più male possibile, vederlo strisciante per terra chiedendomi pietà per la sua anima putrida, putrefatta, marcia... Rialzo lo sguardo quando lo vedo inaspettatamente ridere...lo fa gettando all'indietro la testa, è proprio divertito dalla mia minaccia. Pensa che stia bluffando. "Ti pentirai di essere nato, sei un mostro!" ringhio a bassissima voce...sto ancora cercando di recuperare fiato. Lui smette di colpa di ridere e si piega a 90° gradi su di me, poggia le mani sulle ginocchia e mi guarda in modo maniacale...come se volesse scavarmi dentro, sviscerare ogni mia speranza, distruggermi... Sarò morta il giorno in cui glielo permetterò. Non stacco neanche io gli occhi dai suoi e solo ora noto il colore terra degli occhi di Khalil...hanno venature e riflessi affascinanti, intense e misteriose...non esprimono nulla, sono solo molto vigili e attenti a non farsi scappare nulla, sono occhi furbi, gelidi e inquietanti. Anche i miei occhi sono scuri, essendo di carnagione scura ma non sono così freddi, affamati di malvagità, cupi...pur essendo neri come i miei capelli corti, sono sereni, vivaci, speranzosi...hanno colore nonostante siano del colore dell'oscurità. "Ti perseguiterei anche da fantasma...non hai scampo, non avrai più una vita, sei la mia preda e io sono molto affamato" dice lentamente, scandendo ogni parola...vuole che me lo imprima in testa. Devo scappare, devo riuscire a mettermi in contatto con qualcuno, devo uscire da qui, devo allontanarmi dal mostro prima che sia tardi, prima che mi consumi, prima che prenda tutto, prima che mi uccida. "Non ci credo ai fantasmi" dico alzando il mento. Sono ancora per terra rannicchiata all'angolo e lui che incombe su di me...mi sembra un incubo. Vorrei tanto svegliarmi e scoprire che è tutto finto...un incubo orribile che non succederà mai, che non mi porti da lui. "Ti farò ricredere" dice lui rimettendosi eretto. Butto un sospiro di sollievo...la sua acqua di colonia mi stava facendo soffocare...è così buona che l'idea che mi possa piacere, mi fa asfissiare dal vomito. Abbasso lo sguardo alle mie gambe nude e subito allungo il vestito per coprirmi il più possibile, i suoi occhi non sono degni di me, lui non è degno di me. "Alzati" sibila di nuovo lui. Non ci penso nemmeno ad alzarmi. Mi accovaccio su me stessa e cerco di proteggermi...se solo potessi procurarmi un'arma, un legnetto, un chiodo, una corda...qualsiasi cosa. "Non amo ripetermi Flora" mi avverte con una calma spaventosa. Valuto che fare...potrei rimanere qui, per terra e starmene al riparo o alzarmi e affrontarlo...magari potrei anche saltargli addosso e morderlo...i denti mi sembrano l''unica arma che possieda in questo momento. Indecisa alzo lo sguardo a lui e devo piegare parecchio la testa all'indietro per la sua altezza...è un colosso alto almeno 1,90m, con spalle troppo imponenti, il busto grande e magro per sorreggere le spalle muscolose...fin troppo grande per quel gilet beige di tweed e la camicia bianca sotto il gilet insieme alla cravatta nera...dà un'aria di retaggio dei gentiluomini del passato....solo e sempre apparenza. Le braccia sono coperte dalla camicia che sembra su misura, evidenziando ogni muscoloso...penso lo faccia apposta di metterli in evidenza, per mostrarsi potete, vincente, temibile, dominante, vigoroso, intenso... I pantaloni neri cadono perfetti sulle gambe chilometriche e fanno intravedere un po' tonicità di queste...si vede che si tiene in forma, fin troppo perchè, adesso sopra di me, sembra solo un orco. Nulla di attraente...al contrario mi fa paura, non mi sono mai piaciuti gli uomini così pompati...ho sempre pensato che lo fossero anche di cervello, non mi sbagliavo su Khalil infatti. Sento improvvisamente una risatina saccente e sensuale...nulla a che fare con una risata genuina, questa è una risata sprezzate, dà un senso arrogante di superiorità, è la risata di una persona troppo sicura di sè...faccio una smorfia. "Continua pure" dice lui beccandomi a osservarlo...alzo lo sguardo a lui e lo guardo con odio. Lui continua ad avere quel sogghigno stupido sulla bocca e riempiendomi d'orgoglio, mi rimetto in piedi e alzo il mento a lui. E' parecchio più alto di me nonostante io sia 1,77m, la bocca rosa quasi fucsia per l'intensità del colore, un velo di barba curata, il naso grande e dritto, i capelli lunghi poco più sopra della spalla castani, gli occhi sono un misto tra il divertiti e sorpresi per questa mia presa di posizione e la faccia da prendere a schiaffi per l'arroganza e la presunzione che sprizza da ogni poro. "Ero solo seduta" sibilo alla sua faccia con fierezza. "Mi piace averti all'altezza del mio pacco" dice lui non tradendo nessuna emozione...è immobile, rilassato, non sembra minimamente avere il peso di aver rapito una persona e averla maltrattata...la tranquillità sovrana sul suo stramaledetto viso. La rabbia prende il sopravvento in me e con tutta la forza che possiedo, alzo il ginocchio e gli sferro un colpo sulle palle...il risultato è quello che mi aspettavo...lui crolla in ginocchio con le mani sopra il membro e serra la mascella forte per il dolore. Sorrido vincente, chiedendo "Quel pacco?" Lui alza lo sguardo e spaventata per l'intensità dei suoi occhi che mi fulminano letteralmente, ribatto presa da un improvviso coraggio "Bene, bene, le posizioni si sono ribaltate. Mi piace averti ai miei pie..." Manco il tempo di finire la frase che Khalil mi tira dalla caviglia, facendomi cadere per terra di sedere e afferra subito i miei capelli forte. "Ahhhh!" grido per il dolore alla cute...brucia tantissimo. "Non dovevi proprio farlo." ringhia lui per poi alzarsi e prendermi la caviglia. "No, no, no!!" grido, graffiando il parquet sperando di attaccarmi a qualcosa. Lui mi trascina dalla caviglia senza neanche un minimo di delicatezza, mentre io urlo e mi guardo disperatamente attorno per afferrare qualcosa. Il parquet scotta per il sole cocente e urlando anche per le bruciature, cerco di liberare la caviglia dalla sua presa...con orrore però noto che il mio vestito rosso è salito fino alla vita e scopre le mie mutandine. Dannazione!! Mi copro, ma è inutile perchè ad ogni suo passo, il vestito risale di nuovo scoprendomi ancora di più. "Scotta!" urlo chiudendo gli occhi per il dolore...è insopportabile. "Tranquilla, risolviamo" chiede lui, mentre mi tira su e mettendomi in ginocchio davanti ad un grande secchio d'acqua e senza lasciarmi il tempo di respirare, riafferra i miei capelli e immerge la mia testa dentro il secchio. Chiudo di scatto gli occhi ma l'acqua è gelida e spalanco la bocca per urlare...pessima mossa, tutta l'acqua mi entra dentro e tossisco per il groppo alla gola. Risento il dolore alla cute della testa e riemergo dall'acqua...spalanco gli occhi ansimante mentre lui ringhia "Non ti azzardare più a sfidarmi. Mai più." "Muori pezzo di mer..." la testa viene rispinta nel secchio e gemo per il dolore agli occhi che sono aperti per il poco preavviso...i polmoni chiedono pietà...non ce la fanno più. Agito la testa, ma lui me la rispinge più a fondo e mi ritrovo a soffocare con l'acqua...cerco di agitare le mani, ma sono intrappolate nella morsa di Khalil e l'unica cosa che posso fare è pregare di non fare una fine così brutta e poco dignitosa...soffocata in un secchio d'acqua gelida, in mezzo al nulla, con l'uomo che mi ha perseguitata da dodici anni. La testa risale sopra e mentre io cerco di riprendere con grande difficoltà fiato, lui ringhia "Ti è chiaro Flora?" "Basta, mi sento male!" gemo tremando...avrò le labbra blu e il viso bianco per il sangue in circolazione ghiacciato. "Non abbastanza se hai ancora fiato" dice lui rimettendomi la testa dentro l'acqua. Richiudo gli occhi e cerco di non respirare, anche se i polmoni bruciano per la sofferenza inflitta... sarò stata in apnea almeno per 10 secondi, ogni secondo sembra il doppio...non finisce più. Riemergo dall'acqua e tossendo con forza, mi accascio sopra il secchio....sono sfinita. "Posso farti anche peggio" mi sfida lui. "Non mi fai paura" ringhio determinata. Se devo morire, lo farò con onore e non come una codarda. "Mia cara..purtroppo per te, so che di cosa hai realmente paura" "Tu non sai nulla." sibilo riprendendomi ancora col fiatone. Lui fa un giro attorno a me, come per tracciare il suo territorio e dimostrarmi che sono solo un impiccio indesiderato e mettendosi dietro di me, mormora "So che non hai paura di nessuno...ma per qualcuno. Sei empatica, ne hai fatto un lavoro, ami il tuo lavoro, ami il centro e cosa succederebbe se facessi esploderlo..." Si avvicina viscidamente al mio orecchio e soffia sui miei capelli umidi "Con tutti i pazienti dentro...tutti i collaboratori...non ne uscirebbe nessuno vivo" Se prima ero gelata, adesso sono paralizzata dal disgusto e con un sussurro incredula, dico "Non lo faresti veramente..." "Ho fatto cose così abominevoli che tu non hai idea Flora, ho le mani intinte di sangue" dice lui sempre dietro di me, con una voce calda ma estremamente minacciosa...non sta affatto scherzando. Ingoio il nodo alla gola e dico "E' impossibile, tu sei qui. Non puoi avere il controllo lì" "Ho il controllo ovunque, mi basta uno schiocco di dita per far esplodere quel dannato centro" si fa sempre più vicino, allungando da dietro una mano e davanti a miei occhi schiocca il pollice e il medio, mormorando "Uno schiocco." "Fuoco, fumo, cenere...sarà tutta colpa tua" continua a dire pianissimo minacciosamente. Stringo le mani in due pugni e sibilo "Non ti credo" Lo sento ridere per poi afferrare i miei polsi e trascinarmi sulle scale. "No, no, lasciami!" grido correndo all'indietro. Lui capisce di passare alle maniere brusche e riafferrandomi i capelli forte, mi trascina velocemente, mentre io urlo e urlo a pieni polmoni per il dolore alla cute...sembra si stia per staccare dalla testa. Afferro il braccio di lui per fargli mollare la presa, ma lui apre una porticina e mi scaraventa subito dopo dentro come se fossi uno stupido oggetto. Atterro per terra di sedere di nuovo e penso ai lividi che segneranno il mio sedere...mi porto subito una mano lì per lenire il dolore, ma vengo riafferrata per il braccio e messa seduta su una sedia. Non ho neanche il tempo di capire, che della corda gira attorno a me e finalmente realizzo cosa stia succedendo. "Non puoi legarmi, non puoi!" dico agitandomi sulla sedia invano. "L' ho appena fatto" dice lui secco per poi uscire il mio cellulare dalla sua tasca e dire "Quella troia della tua amica continua a chiamarti...rispondile" Cosa? Melisa mi sta chiamando? Oddio grazie al cielo! "Ok" mi limito a dire con un primo piano che si crea nel mo cervellino. "Una sola parola sbagliata e del centro ci sarà solo tanta polvere..."mi avverte lui. "Io ti passo il cellulare, ma devi sapere che ho io nelle mani la vita anche di Kemal. Ricordi quando ti ho detto che mi serve uno schiocco. Vale anche per adesso." Il mio panico si trasforma in qualcosa di peggiore e chiedo "Kemal si è salvato?" "Questi non sono affari che ti riguardano, sappi solo che mi basta una chiamata per mandare qualcuno nella stanza dell'ospedale di Kemal e ficcargli finalmente un proiettile in testa" dice, digitando un numero senza neanche guardarmi, con una mano nella tasca dei pantaloni...continua ad essere perfettamente rilassato. Quindi Kemal non è morto...butto un sospiro di sollievo. "Prima slegami" pretendo. Ora che so che Kemal è vivo e Melisa mi sta cercando, voglio solo poter buttare in acqua Khalil e chiamare qualcuno in aiuto. Mi basta ridare un calcio alle palle di Khalil, sollevarlo e buttarlo in acqua...non ho la patente nautica, ma potrei comunque trovare una radio e dire alla guardia costiera la mia situazione e posizione. Sarebbero qui in pochi minuti, arresterebbero Khalil e io sarei libera. Deve solo slegarmi. "Detto io i comandi e tu esegui, è l'ultima volta che te lo ricordo. Sei pronta?" chiede lui allungandomi il cellulare all'orecchio. "Voglio essere slegata, mi sentirei meglio" insisto. Lui si abbassa al mio livello e socchiudendo gli occhi, sibila "Non me ne frega un cazzo del tuo bene, ora ascolta quello che devi dire." Si rimette eretto e prima che io possa replicare, borbotta "Dirai che devi prenderti del tempo per pensare e ti vuoi allontanare per farlo. Dille di non cercarti più e..." "Non lo farò mai, mai." sbotto senza fargli finire la frase. Lui si gira verso di me e inclinando la testa, dice "Non te l'ho chiesto Flora e..." agita il cellulare e dice "Vuoi davvero uccidere Kemal e tutti i pazienti del centro che hai tanto faticato a curare? Sarebbe un tale spreco solo per una telefonata..." Si lecca le labbra e mormora compiaciuto "Ora che ci siamo ti dico, che sono a conoscenza del fatto che farai la qualsiasi per tagliarmi fuori ed è per questo che sono felice di dirti che ho una garanzia" "Garanzia?" chiedo corrugando la fronte. "Ogni giorno un mio uomo mi chiamerà e io dovrò dare il comando di non far esplodere il centro...appena non rispondo, ha l'obbligo di far saltare tutto. Tutto" Avrei dovuto prevederlo, avrei dovuto dannatamente prevederlo! Non è stupido Khalil...è abbastanza ingegnoso ed è difficile da raggirarlo, quasi impossibile. Prevede la tua mossa ancora prima di farla e ne prepara altre due di riserva per difesa...ha ben capito come procede il mondo...con corruzione ed astuzia e in quello ne è un maestro. Nulla è mai lasciato al caso, ha ogni cosa un suo perchè, è tutto controllato, pianificato nei minimi dettagli, non puoi scappare da uno come Khalil...ti trae in trappola e ti tiene in pugno come un moscerino...ti priva di aria, luce, vita.. per poi attrarti nella sua oscurità, dove tutto è insidioso, ingannevole, sleale, subdolo...diventi prigioniera del suo impero tenebroso senza neanche volerlo. Ho appena rischiato di morire per la mia avventatezza...pensavo che il coraggio mi avrebbe salvata, mi sono ritrovata a supplicare dio di non fare una fine così poco dignitosa, della mia testa immersa nell'acqua per mano della persona che più ripugno al mondo. I miei pazienti sono la cosa più importante al mondo, sono la mia speranza di un mondo migliore, cercare di guarirli, vederli ritornare a casa col sorriso e a mente lucida, amo il mio lavoro e quel centro è la mia famiglia....Khalil lo sa bene, sa che non ho più nessuno, sa che non posso creare nuovi legami con amiche o amanti, perchè lui stesso minaccia di ucciderli in caso li avessi, vuole farmi impazzire sola, farmi capire che resterò per tutta la vita sola, morirò probabilmente anche sola...esattamente come lui. Vuole farmi provare quello che ha passato dopo che mio zio ha arrestato suo padre per atti terroristici, la madre è stata uccisa nella sua libreria dalla mafia per la sua famosa raccolta di Guinizelli e lui è rimasto completamente solo. Aveva già 18 anni e non ha più avuto nessuno...perchè so quanti anni aveva? Perchè poco prima che mio zio morisse, lui ha incominciato a perseguitarmi...avevo solo 14 anni e ricordo molto bene il primo giorno dell'inferno. "Sono pazienti che hai curato pure tu" gli ricordo, sperando che un briciolo di umanità esca da quell'anima marcia. "Il termine esatto sarebbe ' indottrinare ' " dice lui pensandoci. "Indottrinare? Non capisco "chiedo perplessa. "Dai troppa aria a quella bocca...usala per qualcosa di più utile" Il mio sguardo cade al suo ventre davanti ai miei occhi e rifaccio una smorfia. "Scordatelo" Lui con un dito alza il mio mento al suo viso in alto e dice sghembo "Io parlavo della telefonata" Deglutisco... mi sono affrettata a rispondere. Dovrei dare un contegno alle parole che usciranno dalla mia bocca, non posso permettermi di svelare troppo al mio nemico. "Anch'io parlavo di quella" dico serrando la mascella. "Mi pare di averti beccata distratta ad osservarmi" dice lui consapevole di tutto ma divertito dalla situazione. "Mi stai davanti, sai?"chiedo acida. "Ma il mio viso è qua sopra." "Abbassati se vuoi che ti guardi in faccia" dico senza evitare di essere me stessa...cioè una bomba ad orologeria. "Non ne sei all'altezza" dice lui, accostandomi il cellulare che sta vibrando per poi avvertirmi "Sgarra mezza volta e Kemal e il centro spariranno" Serro la mascella...è stato molto chiaro al riguardo, bastardo. "Pronto?"dico deglutendo. "Flora! Dove sei??" grida sospirando di sollievo Melisa. Il mio cuore ricomincia a battere velocemente...mi servirebbe dire una parola...mi servirebbe dire "Aiuto." e lei accorrerebbe subito in mio aiuto, capirebbe tutto e mi salverebbe, come una fantastica amica. L'unica amica che ho potuto avere. Non posso rischiare che ammazzino Kemal, non se lo merita lei, non se lo merita lui, non se lo meritano loro...hanno superato così tanti ostacoli che un mio sacrificio mi sembra la cosa più giusta da fare...per loro, per il centro, per tutti. Io me la caverò, come ho sempre fatto...da sola. Credo molto in me stessa, so di essere capace di affrontare tutto ciò...sono cresciuta con mio padre che mi faceva rapinare botteghe, scassinare auto e scappare per non farci beccare...sono una sopravvissuta anch'io...sono anch'io una criminale. "Ehi Meli...volevo chiamarti prima ma ho avuto dei proble..." improvvisamente sento delle dita stringere il mio collo delicato e sussultando mi fermo. Alzo lo sguardo e lo vedo che mi fulmina con gli occhi...sa cosa ho in mente, ma non vuole evitare che io lo faccia, si diverte a vedermi fallire così da avere un pretesto per punirmi. Sadico è la parola giusta per la sua personalità. "Tutto bene? Sei ancora al centro? Vengo a prenderti?" chiede Melisa. ma l'immagine di lei per terra, sanguinante come Kemal, solo per colpa mia che ho disobbedito, mi porta quasi a gridare "No no!" "Ti sta succedendo qualcosa Flora? Non ti sento bene" dice lei preoccupata. La voglia di gridare tutto d'un fiato quello che mi sta succedendo è tanta, ma non posso...non adesso...devo pazientare, il momento giusto arriverà presto. "Non mi succede nulla" mugolo, abbassando lo sguardo alle corde che mi tengono legata alla sedia. "Sono in ospedale io...vuoi che ti mandi l'indirizzo?" chiede lei mentre sento altre voci di sottofondo. La sua voce è molto tormentata e capisco che il quel momento un abbraccio le servirebbe più di ogni altra cosa...ma io non sono lì, sono intrappolata quì e devo proteggere coi denti ciò che mi è caro. "Meli...ho deciso di andarmene" dico tutto d'un fiato per finire il tormento di sentire la sua voce triste. Non le lascio neanche il tempo di controbattere che dico "Cioè ho bisogno di fare un viaggio per pensare...mi sono successe tante cose e ho bisogno di tempo per digerire tutto" Spero tanto che non mi creda. "Ma...adesso? Sei già in aeroporto?" chiede lei sempre più preoccupata. Il cuore perde un battito...nessuno si preoccupava del mio bene da così tanto tempo che neanche ricordo. Ho sempre ricevuto dolore e sventure nella vita...nessuno che si preoccupasse di chiedermi come stessi, nessuno che mi sorridesse, nessuno che mi rivolgesse la parola...non avevo nessuno e tutto per colpa di Khalil. Minacciava di morte chiunque mi avvicinassi, delle volte me l'ha anche dimostrato...nei peggiori dei modi, ma mi è bastato per richiudermi in me stessa e cacciare chiunque si volesse avvicinare a me....pensavano che fossi asociale, in realtà stavo salvando a tutti la vita. "Si, sono già qui e si adesso. Mi disp...." un singhiozzo mi ferma bruscamente, mentre Khalil mi avverte stringendo più forte il collo e Melisa chiede "Stai piangendo?" Mi mordo il labbro tremante e mormoro mortificata "Mi dispiace Meli di non essere lì" Non avrei voluto cessare in questa maniera la nostra amicizia...lei mi voleva sinceramente bene e non aveva paura di niente e nessuno, avrebbe corso ogni rischio per me e io la ripago standole lontana. "Kemal sta bene e sto bene anch'io...sei sicura di volertene andare?" chiede lei. Allora Khalil non mi ha mentito...E' veramente vivo e in una stanza d'ospedale...sorrido appena e dico, approfittandomi del momento "Si, posso chiederti di occupartene tu del centro? Per me è molto importante che i miei pazienti continuino ad essere seguiti da persone qualificate e con cuore" Penso di essermi esposta troppo agli occhi di Kemal, ma lui già lo sa e sa come sfruttare al meglio la cosa. "Certo che lo farò, sai dov'è quel farabutto invece?" Alzo lo sguardo...è proprio davanti a me. Lui mi guarda alzando un sopracciglio e io dico subito "No" "Lo caccerò fuori dal centro a calci in culo e ripuliremo il centro dalla merda Flor, te lo prometto" dice decisa lei. Sorrido...non avrei potuto avere un'amica migliore di lei. "Grazie Meli, sei una vera amica. Ti voglio un sacco di bene, ricordalo" mormoro fra i singhiozzi. Khalil capisce di farla finita e mimandomi ' Fine', mi ordina di chiudere la chiamata. "Lo so già Flor...senti una cosa, e se io..." Non le lascio finire la frase e dico con estrema difficoltà "Devo andare Meli...addio" "Addio?" chiede subito lei. Si, amica mia è un addio...non so come uscirò da qui, ma sarò in pace con me stessa perchè ti avrò almeno detto addio. Non mi arrenderò, combatterò con ogni forza che mi rimarrà in corpo e in mente, sarò una degna e valida rivale, ma la morte capita e quando capita, bisogna essere già pronti. Khalil interrompe la chiamata e io abbasso lo sguardo sconsolata...il sentire la voce di Melisa mi ha scombussolata più di quanto credessi. "Ora sei solo un fantasma" dice lui, staccando la custodia dal mio cellulare e prendendo la sim insieme alla batteria. "Sono ancora qui in carne ed ossa" dico stizzita. "Oh credimi, lo vedo bene" dice lui, abbassando lo sguardo alle mie gambe nude fino alla coscia che fortunatamente copre il vestito. "Non te la darei neanche da morta" dico digrignando i denti. "Bugia bugia" dice lui divertito. La sua affermazione mi fa spalancare gli occhi...vuole che io ricordi. "Sei solo un porco bastardo" sputo con disprezzo. "Solo?" chiede lui quasi deluso. "Spero tu possa marcire all'inferno mentre urli per le fiamme che squaglieranno la tua pelle, i demoni che ti graffieranno con i loro artigli ad uncino, le urla di altri dannati che ti faranno sanguinare le orecchie e sapere che tutto questo non avrà una fine e te lo sei meritato per tutto il male che hai inflitto a me e ad altri solo per tuo piacere! Spero tu possa soffrire come un dannato e il ciclo dell'inferno si ripeta in eterno!" Ho il fiatone quando finisco di gridare e sento le guance andarmi a fuoco...non ho mai scoperto chi fosse colui che mi ha perseguitata per anni, ma averlo di fronte e avergli urlato tutto quello che speravo gli accadesse, mi fa sospirare di sollievo. E' come se mi fossi tolta un peso...sputargli tutto il mio odio, è solo l'inizio. "Flor Flor...sono felice di averti trasmesso così tante emozioni...non pensavo di essere entrato così a fondo dentro di te" Ogni sua allusione vuole farmi tornare a quella notte, alle mie urla, al mio dolore, alle mie suppliche invane...non c'è stato nulla da fare, è successo e nel peggiore dei modi. Mi ha completamente privata di tutto...gli resta solo far passare una lama nel mio petto, anche perchè non ho più una vita da così tanto tempo che l'assicurarmi di dare vita ai miei pazienti è l'unico modo di riempirmi il cuore. Lui prende in mano un altro cellulare e mentre digita un numero, io chiedo perplessa , come se avessi avuto un bruttissimo presentimento "Cosa stai facendo?" "Non mi piace come mi hai parlato e..." strappa furiosamente la gonna del mio vestito e ringhia "Neanche il modo in cui sei vestita. L'hai fatto apposta di comprarti un nuovo vestito, scarpe e del nuovo intimo. Volevi uscire dal mio controllo" Getta per terra il pezzo di stoffa mentre io dico "Era il minimo che facessi dopo che ho scoperto che sei uno psicopatico che teneva foto del mio abbigliamento e stanze piene di mie foto! Il minimo!" Ricordo ancora il giorno in cui sono entrata con Melisa in quel stanzino e una lampadina illuminava i muri ricoperti da foto mie nel quotidiano...il televisore che trasmetteva video di me che dormivo mentre lui si divertiva ad accarezzare il mio volto con la lama, fogli stampati delle mie routine, abbigliamenti, intimo, certificati, documenti, estratti conto, cartelle di ogni persona con cui avessi dialogato, persino fascicoli dove annotava ciò che facevo quotidianamente, orari, abitudini, registrazioni.... aveva tutto. Tutto. "Ti tenevo d'occhio, ti proteggevo" dice lui. Io alzo entrambe le sopracciglia e chiedo incredula "Mi stavi proteggendo? Ti prego dimmi che sei ubriaco e non connetti cervello con bocca. Proteggermi da cosa esattamente brutto porco?" Lui afferra subito le mie guancia nella sua mano e stringendole fortissimo, fino a farmi male, sibila "Portami rispetto ragazzina. Se non sei morta, è ancora grazie a me. Ho il potere di fare qualsiasi cosa di te, qualsiasi" Si abbassa alla mia altezza e sibila "Ti proteggevo per poi averti tutta per me...non sarebbe bello distruggere qualcosa già distrutto, non credi? Ti volevo intatta, pura, senza un graffio...in pasto solo per i miei denti, pregustare la vittoria...piano piano" Stringe ulteriormente le guance e ringhia "Portami rispetto, non te lo ripeterò più. Sono la ragione per cui sei ancora in vita...dopo tutto quello che hai fatto per sabotarmi con la tua amica, avrei dovuto sgozzarti a mani nude" Rilascia subito dopo le mie guance e io gemo piano di dolore...mi ha intrappolato le guance come in una morsa. "E' arrivato il momento di riscattare il favore" sento dire. Alzo immediatamente lo sguardo, ma la stanza poco illuminata non mi permette di vedere molto, riesco a vedere solo la sagoma di Khalil e respirare la sua arroganza, autorevolezza, il mio terrore... "Ti so mandando l'indirizzo" Corrugo la fronte...l'indirizzo di cosa? Ho un terribile presentimento...le parole che sto per sentire lo confermano. "Devi uccidere la persona che si trova dentro questa stanza" "No!!" grido capendo improvvisamente tutto. Khalil si gira infastidito verso di me e allungando la mano, mi tappa la bocca forte insieme al naso. "Alla svelta" dice lui mentre io mugolo come impazzita su suo palmo. L'idea di avere le sue mani addosso mi fa vomitare. Scuoto la testa per poter scappare dalla sua presa, ma ricordo di poter fare meglio e uscendo fuori i miei denti, gli mordo la carne del palmo con tutte le mie forze. "Ajaaa cazzo! Troia!" grida Khalil sottraendo la mano dalla mia bocca. Mi lecco le labbra e sento un sapore metallico sulla mia lingua, capisco cos'è abbassando lo sguardo al suo palmo. Mi compiaccio del gesto e leccandomi il labbro inferiore, assaporo il suo sangue...non è amaro come pensavo, è un sapore intenso, sapere di essere stata la prima ad averlo fatto sanguinare, mi dà così tanta adrenalina che lecco anche i denti e non stacco gli occhi da lui. "Si si....non t'importa sapere il perchè, uccidi quella persona e basta" ringhia lui per poi chiudere la chiamata e aprire la mano ferita. Coglie la mia provocazione e io dico con odio "Avevamo un accordo" "Non faccio affari con le donne" "Non fai tante cose con le donne" dico, ricordandomi della volta che eravamo usciti io e Meli alla fiera e lui infilandosi all'ultimo, non aveva accettato i miei soldi della pizza, perchè diceva di non accettare soldi dalle donne. "Le fotte le donne" dice rimarcando due volte sul pronome personale, vuole rafforzare la frase, il valore delle parole peccaminose appena pronunciate... "O sono loro a fottere te" dico riferendomi ad adesso...lui pensava di avermi zittita, l'ho ferito in realtà. "Ha sempre la battuta pronta signorina Vignoli..."mormora lui avanzando verso di me. Deglutisco temendo cosa mi voglia fare stavolta e dico "E' difficile zittirmi" "Lo vedremo" dice lui mentre allunga la mano ferita con rivoli di sangue che scorrono e sibila "Lecca" Merda...ha visto come mi leccavo compiaciuta le labbra prima, gli ho solo dato uno spunto alla punizione, stupida. Faccio per parlare, ma lui mette un ginocchio fra le mie gambe e dice "Lecca prima che posi la mano sul tuo piccolo collo e lo stringa così forte da non sentirti più parlare per giorni" Non vuole uccidermi...vuole torturarmi, giorno dopo giorno...giocare con me come se fossi la sua bambola di pezza, piegarmi, sottomettermi...mi ucciderà solo dopo aver ottenuto tutto questo. Decido di giocare di difesa, ho sempre attaccato, ma non posso attaccare con mani e busto legate...devo giocare di strategia qui...dargli tutto per poi togliergli tutto. Tiro fuori la lingua e seguo un rivolo di sangue...non vedo l'ora di vedere quel sangue scorrere dalla sua gola un giorno per mano mia. Un altro rivolo di sangue minaccia di uscire dalla ferita, ma lo fermo e succhio la ferita per fare in modo che smetta di sanguinare. Rilascio la bocca e alzo lo sguardo a lui...è come ipnotizzato dai miei movimenti, respira con affanno, non si aspettava che eseguissi senza battere ciglio...l'ho sorpreso. Lui deglutisce visibilmente provato e sbattendo piano gli occhi, toglie la mano e chiede "Sai cos'è successo?" "Cosa?" chiedo con ancora il sapore di lui sulla lingua...non è un sapore brutto,è il sapore della mia imminente vittoria. "Ti sei nutrita di me Flora" Si allontana e dice "Troppa sicurezza nel gesto...tu mi vuoi fregare" Abbassa la mano su un interruttore, che accende una lampadina appesa al soffitto che illumina la stanza piccola in cui siamo. I peli mi si rizzano e sento subito dopo il panico mancarmi il respiro...è la stessa parete che ho visto a casa sua...le mie foto riempiono i muri e la mia testa comincia a girare. "Spero che questi giorni in mia assenza ti portino consiglio" dice lui aprendo la porta. Non farà sul serio...non mi lascerà veramente qui legata circondata da foto che mi ritraggono tutti giorni...spero che... "Buon proseguimento di giornata pulce" La porta si richiude ma non prima che io urli a pieni polmoni "NON CHIAMARMI PULCE!"

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


La cattiveria nasce da sentimenti negativi come la solitudine, la tristezza e la rabbia. Viene da un vuoto dentro di te che sembra scavato con il coltello, un vuoto in cui rimani abbandonato quando qualcosa di molto importante ti viene strappato via. - Murakami KHALIL'S POV: Passato. Età 8 anni. "Basta! Basta!" urlo piangendo. "Su Khalil! Facci divertire ancora un po'!" dice divertito Salvo, sferrandomi un altro calcio alla pancia. E' da mezz'ora che si divertono a massacrarmi. "No! Mi fai male! Ora lo dico alla maestra!" grido, mentre altri due mi sollevano dalle braccia e si divertono a spremere la carne che penzola dalle mie braccia. "Tu non dirai un bel niente alla maestra" ringhia Umberto tirandomi i capelli. "Sei solo un ciccione che non riesce neanche a rialzarsi con le proprie gambe" mi schernisce Fabio. "Basta!" grido esausto. "E rialzati" dice Umberto, ridendo allontanandosi da me. Mi asciugo le lacrime e me ne approfitto subito per rialzarmi, ma il corpo è esausto e ricado per terra. Sento fischi e risa da parte di tutti, ma io non mi arrendo e cerco di nuovo di alzarmi. Ricado per terra. "Che succede qui!" sento gridare il signor Garguno. "Non dire una parola." mi sibila Fabio. Garguno entra in palestra e vedendomi per terra, chiede "Che state facendo? La ricreazione è finita da un pezzo!" "Stavamo aiutando Khalil a rialzarsi...il poveretto è caduto dalle scale" dice Umberto. Digrigno i denti...Mi avete buttato voi dalle scale! "Oh cielo ragazzo, come sei caduto?" chiede il bidello, venendomi incontro. Gli occhi di tutti sono puntati su di me e deglutendo, dico "Non ho visto una scala" Umberto sorride soddisfatto. "Sei il solito imbranato" dice il signor Garguno, aiutandomi a rialzare. "Non piangere, può capitare" cerca di rassicurarmi lui. Io annuisco con la testa e porto una mano sull'addome...mi hanno sferrato così tanti calci che mi viene da vomitare. "Tutto bene?" chiede lui vedendomi sofferente. "Ha mangiato due baguette ripiene" dice subito Umberto. In realtà si è mangiato lui il mio panino...se li mangia sempre lui, mi chiedo perchè sua madre non gli faccia nulla per ricreazione. "Ragazzo, dovresti dosare ciò che mangi" dice il bidello. Dosare? "Bene, ritornate in classe" dice lui spingendoci verso il portone. Usciamo tutti, ma io mi fermo con ancora le mani allo stomaco...succede tutto in un secondo, vomito anche l'anima e cado per terra svenuto per lo sforzo...spero di non morire. --------------------------------------------- Mi ritrovo sul letto con una benda umida sulla fronte e le guance che vanno in fiamme...riapro piano gli occhi e riesco a vedere il mio angelo, mia mama. "Oh tesoro!" dice lei correndo da me. Afferra il mio viso e togliendomi la benda, mi posa un bacio sulla fronte. Ciò mi dà subito sollievo. "Eravamo tutti così preoccupati" dice lei mentre sposto lo sguardo a baba. "Piccolo come stai?" chiede lui, posando una mano sulla spalla di mama. "Cos'è successo?" chiedo cercando di mettermi seduto. "E' successo qualcosa a scuola che ci devi raccontare Khalil?" chiede mama calma. Il panico dipinge il mio volto...nego subito. "No, perchè?" Lei si allunga su di me e alzando la mia maglietta mi mostra i lividi sulla pancia. "Sono caduto dalle scale" mi giustifico subito. "Una caduta dalle scale non può creare così tanti lividi tesoro" dice baba. Sanno che nascondo qualcosa... "Io mi odio" dico cercando di uscirmene pulito. "Ti odi? E perchè mai?" chiede mama aggrottando la fronte. "Non riesco a correre...mi stanco subito, odio la mia pancia, le mie braccia, le mie gambe..." Mama mi accarezza una guancia e chiede "Qualcuno ti ha detto qualcosa?" "Io...no, nessuno" "Facciamo così...dopo le sei del pomeriggio e ritorno dal lavoro, andiamo un po' a correre insieme, sono sicuro che potrai perdere peso" dice mama. "Io non so correre" dico triste. E' vero...a scuola mi stanco solo dopo un attimo, mi prendono tutti in giro per ciò. "Devi prendere l'abitudine, ti insegnerò io" dice lei rassicurandomi. "Va bene mama, ci sto" dico risoluto. "Intanto però mangia qualcosa per riprenderti" dice baba, posandomi sul grembo un piatto di lasagne. Mi lecco le labbra, amo le lasagne di mama. Passato. Età 18 anni. Sorseggio del caffè, mentre non stacco gli occhi dal portone bianco e il numero 23 stampato sopra. In realtà non stacco gli occhi dal portone da ieri sera...da quando il coglione è uscito dalla centrale molto tranquillamente ignaro di me, che lo seguivo ad ogni singola fottuta mossa ed è rientrato in casa. Non mi sfugge stavolta...non dopo aver fatto marcire mio padre in carcere. Mio padre non è mai stato un uomo debole...è sempre stato molto coraggioso e determinato, il suo suicidio non è opera sua,è opera di qualcun altro....opera di chi l'ha sbattuto in carcere, opera di chi non ha mai avuto pietà per lui e per me, è opera di un mostro. Non ho creduto neanche ad una parola del biglietto che ho trovato nella sua stanza...."La morte in cambio della libertà, voglio solo questo"...non sono parole di mio padre, sono parole di un vigliacco e mio padre non lo era di sicuro. Da quando mama è morta, ha venduto definitivamente la farmacia che incominciava a dare problemi seri, insieme ai debiti che si andavano sempre più ad accumulare. Ci siamo ritrovati senza nulla...mio padre era disperato ma cosciente...non ha mai voluto mollare, soprattutto quando suo cugino gli ha proposto di entrare nella loro organizzazione terroristica per fare soldi. Baba era indeciso, ma i nostri stomachi incominciavano a farsi sentire e io stavo anche perdendo un sacco di peso...quasi fosse stata una benedizione. Accettammo...lui non voleva staccarsi da me e io neanche da lui. Scoprimmo questo nuovo mondo...un mondo strano, violento, raccapricciante, folle...rimasi affascinato dai bambini che si allenavano nei campi con le pistole, desiderai averne anch'io una. Non ci misi troppo tempo ad avere una pistola tutta mia...avevo perso peso e mi piaceva allenarmi, sfogarmi fino ad arrivare all'estremo, non sentire più i polmoni per la fatica...che adrenalina. Mio padre fu spedito a Palermo per reclutare nuovi allievi, ma qualcosa andò storto e fu sbattuto in carcere. Io seppi tutto solo dopo aver fatto 18 anni e appena seppi tutto, ritornai nella mia città natale...non volevo crederci che si fosse suicidato in prigione. La verità mi fece più male del previsto quando vidi il suo cadavere...lo avevo abbandonato, nessuno mi aveva detto nulla...ricordo ancora le parole di Achraaf "Baba è in un viaggio di lavoro, ritornerà presto. Tu fa il bravo ed esegui i miei comandi" Mi fidai, grosso errore. Passai le mie giornate a combattere, pregare e leggere...mama aveva una libreria e mi aveva fatto imparare a leggere fin da piccolo. Mi creò una vera e propria dipendenza dai libri. La libreria di mamma aveva tanti libri...io preferivo i libri fantasy, ne andavo matto. Mama invece non era un'amante di libri fantasy...leggeva classici d'amore, mi leggeva capitoli di questi ogni notte...non saprei se fossi rimasto più incantato per la voce e l'espressione di mamma quando leggeva i libri o la storia in sè. Erano storie un po' troppo smielate per i miei gusti, ma come erano scritti era magia...non si poteva capire l'armonia tra una parola e l'altra. Era qualcosa di sovrannaturale, qualcosa di dolce e bello come mia mamma. Aspettai per anni il ritorno di papà, ma lui non veniva mai e io crescevo sempre di più, fino al fatidico momento dei 18 anni in cui scoprì tutto e mi precipitai qui. Mi informai, ricattai per avere queste informazioni, le esaminai una per una fino ad arrivare al responsabile di tutto ciò...Ezio Vignoli. Sorrisi tra me...quanto mi sarei divertito a sventrarlo? Al campo avevo già assistito a sventramenti. All'inizio vomitai, ma Achraaf per punirmi mi fece assistere ad altri sventramenti...mi abituai dopo un po'. All'odore del sangue metallico, il suo colore intenso, vivo, ben definito...alla sua consistenza fluida...incominciai a metterci mano anch'io. Come sarebbe stato accoltellarlo alla gola e osservare il suo sangue schizzare fuori per poi colargli per tutto il corpo? Quanta soddisfazione avrei avuto nel guardarlo negli occhi mentre moriva dissanguato? Quanto avrei goduto a sentirmi le mani sporche del suo sangue e sapere di avergli strappato la vita, come lui ha fatto con baba? Mi riavvio i capelli castani lunghi all'altezza della spalla e osservo dallo specchietto i miei occhi color cioccolato dilatati...hanno goduto anche loro ad immaginarsi tutto. Esco dalla macchina, inforcando gli occhiali da sole e aprendo a metà la giacca di pelle...c'è una giornata bella, il sole accarezzava il mio viso dandogli un po' di calore...ho imparato a sopportare il caldo torrido al deserto...in realtà ho più imparato a non svenire sotto il sole cocente mentre sgozzavano i prigionieri...imparai presto un metodo più efficace per resistere. Sgozzarli io...un colpo secco, il sangue che sporcava la sabbia e poi venivano caricati inermi in un lenzuolo per poi presentarsi la prossima vittima. Non li conoscevo, non sapevo di che colpa peccavano, perchè fossero lì...Erano traditori qualunque cosa avessero fatto, se erano in ginocchio davanti a me...nessuna pietà per i traditori mi ripetevo le parole di Achraaf. Non ero fatto di sangue, nelle mie vene scorreva odio, ripugnanza, avversione per qualsiasi cosa. Ero un bambino educato ad uccidere, sgozzare e odiare...niente più e niente di meno. L'odio mi rendeva invincibile, potente agli occhi di tutti, un dominante a tutti gli effetti. Il cellulare incominciò a suonare e seccato rispondo...non amavo venir distratto dal mio obiettivo. Mi avvicino ad un cestino per buttare il bicchierino e rispondo "Chi parla?" "Signor Temiz tra un quarto d'ora ci sarà la riunione con la FCI" dice Livio. L'amministratore delegato della mia impresa...con dei soldi ricavati ho pensato bene di investirli in qualcosa che avrebbe fruttato legalmente senza che sia un'economia sommersa o criminale. Totalmente legale...una specie di garanzia. Livio sta facendo un ottimo lavoro e l'azienda cresce sempre di più, raccogliendo altri settori economici e professionali, sono fiero del lavoro che sta facendo in mia assenza. Non sono proprio concentrato a portare avanti un'impresa...per ora ho altro in testa. "Bene, è tutto pronto?" chiedo, aprendo la spazzatura e buttando il bicchierino. "Abbiamo progettato un piano urbano nel perimetro di..." il cellulare improvvisamente viene scaraventato nel marciapiedi e devo aggrapparmi alla spazzatura per non cadere. Alzo lo sguardo furioso e pronto a sgozzare chiunque mi sia venuto addosso, ma mi paralizzo all'instante, quando vedo un culo fasciato da striminziti pantaloni da yoga proprio sotto i miei occhi, che mi fa rizzare il cazzo in mezzo secondo. La ragazza si rialza con il mio cellulare in mano e girandosi, me lo porge. Il culo non è nulla paragonato al suo viso...è di una bellezza che ti mozza il fiato. Ha la frangetta e i capelli lisci neri all'altezza della spalla, due grandi occhioni neri che luccicano di genuità, un nasino dritto e piccolo e una bocca carnosa che promettono peccato, in netto contrasto con gli occhi dolci...ha un fisico snello e alto, una carnagione che ricorda molto in caffèlatte, un seno non troppo prosperoso, le gambe toniche e molto magre e le curve giuste ai fianchi...Oh santissimo, è uno spettacolo della natura. Ho già avuto diversi rapporti sessuali con ragazze, erano più loro a cercare il mio cazzo che io a cercare loro e non ho mai costretto ragazze a venire con me...non mi serviva. L'organizzazione addestrava ragazze per renderle puttane, ma nessuna è mai venuta con me contro la sua volontà. So di non essere male e mi godo i vantaggi...tante scopate e nessuna relazione, la mia richiesta era piuttosto chiara. Delle volte vengono apposta con me perchè sanno che potrei capirle e aiutarle a farle scappare, tante ragazze sono riuscite a scappare grazie a me...in cambio però dovevano consegnarmi una recluta, lo scambio alla fine andava a vantaggio di tutti. Entrambi arrivavamo ad un orgasmo, lei scappava e io avevo un nuovo soldato da presentare ad Achraaf, facile e veloce...non perdevamo mai tempo con preliminari e arrivavamo al dunque in meno di dieci minuti. Non ho mi sopportato carezze o baci...quelli me li faceva mama e solo mama aveva il permesso di farmele. Deglutisco sorprendentemente senza parole, ma il silenzio viene rotto da lei che mi sorride, facendomi bloccare ulteriormente e dicendo imbarazzata "Scusami, sono in ritardo per andare a scuola" La magliettina risale, rivelando una pancia piatta e già immagino la mia lingua che circonda l'ombelico e osserva la sua pelle d'oca nell' addome. "Credo ci sia una persona che stia parlando" dice lei, ridendo con ancora il mio cellulare in mano. La risata mi fa deglutire ancora e risvegliandomi dal mio stato d'incoscienza, chiedo "Grazie...?" "Flora" dice lei mentre io riprendo il cellulare, sfiorando apposto la pelle della sua mano calda e morbida. Chiudo la chiamata e dico "Grazie Flora" "Buona giornata" dice lei indietreggiando piano... Vuole starmi lontana, interessante. "Buona giornata a te" dico sorridendole. Il suo sguardo cade sulle mie labbra e deglutisce...allora non sono l'unico che sente la forte attrazione tra noi. Lei mi fa un ultimo sorriso e fa per girarsi, ma io mi faccio prendere dalla mano e chiedo "Corri sempre a quest'ora?" Lei si gira sorpresa e dice guardandosi attorno "Molto spesso, diciamo che mi aiuta ad affrontare la giornata più carica" Mi osserva un po' perplessa, formando una tenera ruga sulla fronte e chiede "Perchè?" "Dovresti stare più attenta, a quest'ora non c'è nessuno per strada e potrebbero fare del male ad una ragazza carina come te" dico, inserendo il cellulare nella tasca posteriore. Mi aspetto che arrossisca ma non lo fa...la cosa aumenta il mio interesse. Flora alza un mazzo di chiavi e facendo dondolare un piccolo spray al peperoncino, dice sorridendo "Sono attrezzata" Dubito che quel cosino possa tenere le mie mani lontane da te... "Touchè" dico, alzando l'angolo della mia bocca. Lei si rigira non prima di dirmi "Grazie per il complimento" e scappa via. Inclino il viso, mordendomi la lingua per la voglia di fermarla ancora e la seguo con lo sguardo. Il mio cuore perde un battito quando la vedo entrare nel vialetto e aprire il portone con il numero 23. Non è possibile...Ezio Vignoli non ha figli...a meno che non ne abbia adottati o è figlia di qualcun altro. La scoperta mi scombussola ogni piano e rimango sul marciapiede a chiedermi come procedere...non mi aspettavo quella creatura splendida...non me l'aspettavo proprio. Il tempo passa velocemente in quel marciapiede e presto rivedo il portone riaprirsi...stavolta ne esce fuori un uomo, la mia vittima...Ezio Vignoli. Lo fulmino con lo sguardo, finchè entra nella sua Citroen C3 bianca e si allaccia la cintura...non ti salverà da me, penso quando mette in moto e grida qualcosa. Sono troppo lontano per sentire...mi avvicino alla mia macchina e faccio per aprire la portiera, ma rimango impalato quando vedo correre fuori Flora con un vestitino bianco e dei girasoli gialli sparsi un po' ovunque...la gonna si alza di poca, facendomi intravedere la pelle liscia che splende al sole...si sarà appena fatta una doccia, deduco dai capelli ancora umidi. Il pensiero di lei nella doccia, che ne esce nuda, bagnata e profumata mi fa rizzare di nuovo il cazzo e mi ritrovo ad aggiustare i pantaloni all'altezza della patta. Stringe a sè un libro rosso e lo zaino verde acqua saltella sulle spalle quando corre per le scale...ricordo quando mi diceva che era in ritardo per andare a scuola. Mi chiedo quanti anni avrà...le darei 16 anni più o meno...quindi le mancherebbero solo altri 2 anni per la maggiore età, interessante. Sale in macchina e allacciandosi anche lei la cintura, apre il libro rosso per ripassare presumo... Mi rimetto anch'io in macchina e li seguo. Non andiamo troppo lontani, perchè il coglione si ferma poco dopo e Flora scende ad un parcheggio. La gonna si rialza quando scende dalla macchina e io mi ritrovo a serrare la mascella... avrei preferito quei stupidi pantaloni da yoga...avrebbero coperto quelle gambe che sono una tentazione vera e propria. Il coglione prende un'altra strada mentre io seguo ancora con la macchina lei...non si è ancora accorta di me...è molto concentrata sul libro. La vedo svoltare a destra e seguendola, mi fermo davanti al cancello di una suola. Diversi pischielli sono davanti al cancello che fumano e scendendo dalla macchina, appoggio le braccia sul tettuccio della macchina. Non la voglio perdere d'occhio. Osservo che oltrepassa i cancelli con la testa ancora china sul libro e ignara del mio sguardo che le fulmina la gonna che si alza col vento. Mi lecco le labbra quando rialza la testa e sorride guardando in alto...come se stesse contemplando anche lei la bella giornata di sole. La seguo con lo sguardo, finchè entra a scuola e svolta a sinistra con fretta...a che ora ritornerà fuori? Sorrido finalmente con le idee chiare e prendo il cellulare. "Signor Temiz" mi risponde al primo squillo il mio investigatore privato, il migliore e il più discreto. "Cambio dei programmi...non m'interessa più Ezio Vignoli" dico, appoggiandomi alla macchina e osservando delle ragazze con mascheroni di trucco in faccia che mi guardano interessate. Saranno sicuramente della mia età. "Quali sono i nuovi ordini?" chiede lui. "Voglio sapere tutto di Flora Vignoli e voglio casa sua piena di telecamere, devo poterla controllare anche sulla soglia di una porta" "Subito signore, le invierò le informazioni tramite email tra 13 minuti" "Bene, ci aggiorniamo" dico riattaccando. Sorrido soddisfatto...mi dispiace solo che sia una bella ragazza, non le avrei fatto niente, se non avesse avuto nulla a che fare con quel coglione di merda. L'avrei fatta godere e mi sarei deliziato del suo calore..., le avrei potuto far vedere le stelle per l'intensità del piacere, l'avrei tratta come una principessa, ci saremmo potuti divertire insieme, peccato. Le ragazze che ho prima adocchiato si avvicinano alla mia macchina e io ho già in mente un'idea di come levarmi l'erezione, che preme furiosamente da quando ho staccato gli occhi da Flora. Dopo neanche dieci minuti una è in ginocchio che mi succhia il cazzo in un piccolo vicolo e io le afferro la testa per spingerle ancora più a fondo la bocca. Appoggio la testa sul muro dietro e chiudo gli occhi...immagino di spiarla dalle telecamere mentre ritorna dalla corsa sudata, immagino che si slacci le scarpe, si faccia scivolare i leggins dalle gambe, si tolga dall'alto la magliettina, agganci le dita al reggiseno e...si metta ad urlare... La stanza è imbrattata di sangue, scritte inquietanti, cattive, indegne, è tutto un caos, la finestra spalancata col vento che le gela persino le vene...lei si rannicchia per terra terrorizzata, io con la soddisfazione di averla in pugno...di poterla schiacciare in ogni momento, come se fosse un insignificante, piccolo e ripugnante insetto...una disprezzante pulce. Vengo con un'intensità paranormale. ------------------------------------------------------------------------------- Presente. A distanza di 14 anni sono nella stessa situazione... una puttana mi succhia il cazzo e io penso a quella troia che mi affolla i pensieri. Sono almeno cinque giorni che siamo fermi e io sto partecipando ad ogni riunione e galà di beneficenza nella città di Santa Cruz a Tenerife. Le imprese in questi anni si sono ampliate ovunque e mi trovo in una situazione più grande di me...mi trovo a gestire le imprese e reclutare soldati all'organizzazione. Momentaneamente sto curando la holding e al telefono con Achraaf ho spiegato di essere in difficoltà...ci siamo lasciati sfuggire Kemal e a Raqqa un gruppo di occidentali hanno fatto irruzione e portato con loro Farid, il nostro più grande finanziamento per il guadagno da calciatore e i sei milioni che entravano nelle nostre tasche ogni mese. Achraaf è furioso e sta smuovendo mari e monti per recuperarlo, anche se è rimasto ferito e non è stato ancora dimesso dall'ospedale. Le cose in Siria non vanno bene e il rapimento di Flora ha complicato ulteriormente le cose. Nessuno però dubita della scomparsa di Flora...sono troppo occupati a darmi la caccia invano. Non sanno che ho il mondo ai miei piedi e sono tutti asserviti a me...non c'è anima viva che non sia alle mie dipendenze o che attende che lo sia. Non c'è autorità che non sia mio sottomesso...il mondo mi teme e io gli do motivo per esserlo accumulando sempre più potere...è questione di dominanza qui e io sono il dominante primordiale. "Più veloce" borbotto alla figlia del governatore del posto...la carica più importante del paese...ho avuto modo di fare affari con lui, mentre fottevo la figlia senza problemi. Penso che lui lo sappia pure e speri che possa prenderla in sposa...confondono molto la fantasia con la realtà. Il mondo finirà con un'altra esplosione, prima che io mi sposi e mi leghi definitivamente con una donna...solo l'idea mi fa scoppiare dalle risate. Sento il cellulare vibrare nella tasca inferiore e guardando lo schermo, noto che mi sta chiamando Juan. Rispondo all'istante mentre rispingo la testa di lei per darsi una smossa...ho già perso troppo tempo. "Signore?" chiede lui. "Juan" dico facendogli capire che sono io. Juan è un ragazzo di 22 anni, che ho trovato tra le reclute e dopo aver scoperto le sue origini, ho deciso di prendere con me. E' un ragazzo abbastanza obbediente e schietto, sa fare un sacco di cose e non mi ha mai dato dispiaceri...peccato che non sia di famiglia la tranquillità. "Non ha mangiato anche oggi" dice lui, facendomi serrare ancora di più la mascella. "Le hai fatto recapitare il messaggio?" chiedo, riferendomi al messaggio che le avevo scritto quando Juan mi aveva detto che non aveva toccato cibo anche gli altri giorni. "Mangia o morirai di fame, mi stai facendo innervosire" era un messaggio breve ma incisivo... "Si...mi ha detto di dirle "Ficcatelo su per il culo il tuo nervosismo" testuali parole signore" dice Juan. Mi mordo la lingua e sento le mani prudermi per la voglia di strozzarla...l'ho perseguitata per anni, rapita, soffocata, insultata, maltratta in mille modi diversi e lei non ha ancora paura di me...neanche un briciolo. E' una cazzo di forza della natura che non muore mai...non riesco a capire cosa fare per ucciderla dentro definitivamente...conosco tutto di lei ma non conosco i pensieri...non ho come intrufolarmi dentro il suo cervello, non riesco a prenderne il controllo e la cosa mi sta facendo impazzire. "Arrivo subito" dico riattaccando. Ora mi sente quella stronza. "Basta, devo andare" dico, sfilando dalla sua bocca. "Ma io..." mormora lei delusa. "Recupereremo, ok?" dico, riallacciandomi i pantaloni. "Quando ci rivedremo?" chiede lei rialzandosi. Ammiro il suo vestito lungo attillato blu nero che evidenzia il suo corpo snello e stringendole il sedere coi palmi, mormoro "Quando mi andrà" Le lascio una sculacciata ed esco fuori dal ripostiglio. Mi aggiusto il papillon e mi riavvio i capelli...spero che il governante non si sia accorto di nulla, perchè non voglio che si faccia strane idee su di me e sua figlia. Rientro nella sala ballo e salutando velocemente i miei potenziali clienti, esco dalla villa. "Va già via?" chiede il governante bloccandomi la strada. "Governante...si, mi hanno appena chiamato per un'emergenza" Devo strozzare quella serpe, fammi passare idiota. "Capisco, possiamo sempre vederci domani per..." "Devo proprio andare ora governante, le farò sapere quando sarò disponibile ad incontrarla" dico congedandolo freddamente. Lo supero ed entro nella mia Jaguar, congedando anche l'autista...stasera non sono in vena di sopportare nessuno. Sfreccio fra le strade della calda Santa Cruz a Tenerife e arrivo velocemente al porto...parcheggio a caso in un posto e quasi corro allo yacht. Di solito quando sono nella terraferma, mi porto qualche ragazza in nave per scoparmela, ma stasera non ne ho proprio voglia per il nervoso che ho...per non dire incazzato nero. Salgo sopra e vado subito al piano inferiore, per fortuna becco subito Juan. "Dov'è?" chiedo stupidamente. E' bloccata nello stanzino...ho avuto modo di osservarla attraverso le videocamere e la sua calma mi ha sempre spiazzato. E' sempre immobile per terra che osserva le foto attorno a sè...non sembra scombussolata, solo nostalgica...riesco a sentire sempre gli ingranaggi dei suoi pensieri, ma non sopporto di non sapere a cosa pensi. L'ho privata di tutto, ma quello che mi serve veramente, ce l'ha ancora lei...la mente. "E' nello stanzino che canta" dice lui. Aggrotto subito la fronte...è rapita, bloccata, privata di qualsiasi cosa e lei canta? Non la capirò mai questa ragazza, rimarrà sempre e comunque un dilemma. "Non ha ancora toccato cibo?" chiedo, togliendomi il papillon...questo stupido coso rischia di farmi soffocare. "Nulla" dice lui negando con la testa. Sbatte velocemente gli occhi verdi e si riavvia i capelli scuri e ricci agitato...nonostante la sua età, ha sempre provato un certo timore nei miei confronti...gli ho promesso una determinata cosa e se non esegue ogni mio ordine, rischia che la promessa vada a fumo. Trova la sua debolezza e ricattalo con quella...funzionerà sempre. "Va bene, stasera ho già cenato. Puoi andare in cabina" dico, mentre lui annuisce e sparisce via. Fletto la testa a destra e a sinistra e sospiro...è arrivato il momento di affrontarla. Ho sempre tardato il momento per via di riunioni o feste di beneficenza, ma adesso siamo diretti a Las Palman in Gran Canaria e ho finalmente del tempo per riposarmi o dedicarlo a lei. Mi passo le mani fra i capelli e accosto l'orecchio alla porta dello stanzino. "Quei giorni perduti a rincorrere il vento a chiederci un bacio e volerne altri cento un giorno qualunque li ricorderai amore che fuggi da me tornerai..." Che diavolo sta cantando? Il fatto che stia cantando e non tremando in mia attesa, mi fa arrabbiare così tanto, che entro furiosamente dentro e lei si limita solo ad alzare lo sguardo a me irritata, come se l'avessi interrotta nel suo canto. Brutta stronza non mi faccio intimidire da te. "Ho ricevuto il tuo messaggio" dico, socchiudendo la porta dietro le spalle. "Menomale...stanotte così potrò dormire meglio" dice lei alzando un sopracciglio ironica. La osservo con i capelli legati in uno chignon confuso e la gonna del vestito che ho strappato, posata sulle cosce come a coprirle lo stesso. La cosa mi fa ulteriormente infuriare e strappandole il pezzo di stoffa, lo ficco nella mia tasca...di una cosa sono sicuro...preferirebbe essere sbranata da mille squali piuttosto che sfiorarmi. "Sai cosa Flora..." dico, inserendo le mani in tasca o finisce che le stringa attorno al suo collo in questo istante. "Siamo entrati in confidenza vedo..." sbuffa lei, totalmente tranquilla di essere esposta dai fianchi in giù. "No, tu mi devi chiamare signor Temiz"dico fulminandola con lo sguardo. "Ma non è con quel nome che vengo mentre mi tocco" dice lei guardando in alto. Il mio cuore perde un fottuto battito... "Tu...cosa?" chiedo con le mani che tremano. Non so perchè diavolo stiano tremando, ma sono felice che siano ficcate in tasca. Lei abbassa lo sguardo a me e improvvisamente si rialza mezza nuda...indietreggio immediatamente. Flora non molla e ad ogni mia mossa, si avvicina sempre di più...che cazzo sta facendo? "No" ringhio sperando di farla arretrare, ma ciò sembra farla rendere ancora più audace e arriva ad un passo da me. "Hai paura di me Khalil?" chiede lei, notando la mia espressione bloccata. "Hai paura che possa provare anch'io qualcosa per te?" chiede, abbassando lo sguardo al mio corpo, mentre io lo abbasso alla sua scollatura. Oh santo cielo...ditemi che non sto sognando. "La sento l'attrazione che c'è tra noi...l'ho sentita dal primo giorno" dice lei mordendosi il labbro. Sento il cazzo assumere la consistenza dell'acciaio e gemendo dentro di me, dico "Non ti ho mai detto di essere attratto da te" "Stai indietreggiando" mi fa notare lei.. Cazzo. Mi arresto immediatamente e dico "I tuoi giochetti da psicologa non funzionano con me" "Nessun giochetto" mormora lei, sciogliendo lo chignon. "Flora" quasi gemo di dolore...non so quanto ancora resisterò dal sbatterla al muro e prenderla come un animale lì. "Khalil" mormora lei con voce sensuale. "Devi mangiare" dico, cercando di scappare dalla situazione. "Perchè non m'imbocchi tu?" chiede lei, facendomi chiudere per un secondo gli occhi...credo di essere appena venuto. Faccio per riaprire gli occhi, ma il momento di defaillance mi è costato troppo e mi ritrovo una forchetta inficcata sul collo. Grido per il dolore, mentre Flora se ne approfitta e spalancando la porta, che ho stupidamente non chiuso a chiave, scappa via. Mi aggrappo alla sedia e con un latrato tolgo via la forchetta dal collo, per poi scaraventarla dall'altra parte della stanza. "Aaaahhhh" gemo, tirando fuori dalla tasca il pezzo di stoffa della gonna e usandolo per tamponare la ferita. Per fortuna la forchetta non è andata tanto infondo e non ha reciso nessuna vena. Rinfilo il pezzo di stoffa in tasca ed esco fuori dalla stanza. "Floraaaaa!!" grido furioso a pieni polmoni. L'eco della mia voce rimbomba tra le mura e seguendo l'istinto, salgo sopra. Corro per tutto il piano, ma non trovo nessuno e maledendo la mia carne debole, riscendo di sotto. "La uccido...l'ammazzo con le mie stesse mani" sibilo tra me. Perlustro tutta una metà del secondo piano ed entrando in cucina, apro dei scaffali per prendere un coltello. Cerco quello più affilato, finchè sento improvvisamente un rumore nella cabina dove ci sono le scorte di cibo. Mi paralizzo e non fiatando, afferro un coltello da macellaio. In silenzio cammino fino alla cabina e spalancando la porta finalmente la trovo... "Non ti avvicinare" dice con un coltello puntato sulla gola. Mi fermo immediatamente. "Giuro che se fai un altro passo in più, mi uccido" sibila serissima. Deglutisco e stringo le mani in due pugni...non c'è assolutamente gusto se si uccide da sola, non avrà più senso il duro lavoro che ho fatto fino ad ora. "Posa il coltello" dice. "Posalo tu" dico, stringendo più forte il manico. "Ho detto posa il coltello!" grida lei stringendo le coscia. Avrà veramente il coraggio di suicidarsi? "Possiamo parlarne" dico, inclinando il viso più calmo di quanto mi aspettassi. "Io non parlo con i mostri come te, posa il coltello!" sibila lei. "Te lo do in mano, vieni" dico io. Lei aggrotta la fronte e chiede "Mi credi così stupida Temiz?" "Ti trovo estremamente bella Vignoli" dico sorprendentemente sincero. Vederla mezzanuda, con un coltello in mano e le palle di minacciarmi me lo fa drizzare come un matto. "Tieniti le frasi dolci per le tue puttane" dice fulminandomi con lo sguardo. "Non pensavo avresti sentito" dico sghembo. "Con la stanza a fianco sono stata costretta e comunque non me ne frega un cazzo delle tue scopate. Dammi il coltello" ringhia lei determinata. "Vieni e te lo do" "Vieni tu" replica furba. Mi mordo la lingua...questa ragazza si contraddistingue sempre. Faccio un passo, mentre lei tiene serratamente il coltello alla gola e mi fissa con attenzione. Sa che con me ha perso già, ma ci prova lo stesso...voglio vedere fino a dove può spingersi. "Non hai più continuato il discorso di quando mi dicevi che gridi il mio nome, mentre ti tocchi" dico, facendo un altro passo. Ne mancano altri cinque all'incirca per arrivare al mio obiettivo. "Ti sarebbe piaciuto pezzo di merda" sibila lei disprezzante. "Eppure non ricordo ti averti fatto tanto schifo la prima volta che ci siamo incontrati" dico, facendo un altro passo. Lei aggrotta subito la fronte e io capisco di aver appena vinto. Faccio un altro passo e dico "Quattordici anni fa...Mi hai scaraventato il cellulare in strada" Lei continua a non averne idea e dice "Io non ti ho mai..." Si blocca improvvisamente e io facendo un altro passo, dico capendo che ha finalmente ricordato "Si, ero io" Flora boccheggia tremando, ma non lo dà a vedere e serrando più forte la presa sul manico del coltello, ringhia "Sapevi già chi ero da quel momento" "No, non sapevo chi tu fossi. In quel momento ero appartato davanti casa tua per uccidere tuo zio, ma poi mi sei venuta addosso tu e sei entrata nella casa sbagliata" dico, facendo un altro passo. "Quindi hai deciso di non uccidere più mio zio ma..." "Divertirmi con te" dico, facendo un altro passo per poi afferrarle il braccio e sbatterla contro di me. Con l'altra mano scaravento via il coltello e stringendo la mano sul suo naso, premo forte. Lei urla, cerca di dimenarsi, di mordermi, ma io non sbaglio mai due volte e premo come in una morsa sulla sua bocca. Inarca la schiena per scappare da me e mi ritrovo il suo delizioso culo fasciato solo da una misera brasiliana, sfregare contro il mio cazzo. Gemo dal dolore per non poterla buttare per terra e prenderla, ma io non pratico sesso vaginale da troppo tempo e lei non sarà la prima ad avere l'onore. "Mi prenderò tutto Flora, mi prenderò qualsiasi cosa" sibilo al suo orecchio, finché la sento cadere su di me come un peso morto e la afferro dalle braccia. Getto anche il mio coltello e caricandola sula spalla, esco fuori. Con rabbia marcio fino alla sua camera da letto e la butto sul materasso. Doveva stare qui fin dal primo giorno, ma ho voluto darle una lezione e farla dormire in quel buco, per farle capire chi comanda e chi deve obbedire. Riesco fuori dalla stanza e vado nella cabina della cucina per prendere della corda e il coltello che avevo preso precedentemente. Prendo tutto e ritornando nella stanza della stronza, la lego. È stato abbastanza seccante rincorrerla come un coglione per tutta la nave, per poi trovarla che minacciava la sua stessa vita. Ho sentito il cuore arrivare in gola quando ho realizzato la scena e l'idea di non potermi più vendicare di lei, mi ha fatto impazzire. Finisco di legarla e scendo dal letto per afferrare il coltello. Risalgo sul letto e impugno il coltello all'altezza della sua gola. Un colpo secco...l'ho fatto tantissime volte, non dovrebbe essere difficile adesso. Premo ancora più forte sulla gola...premo ancora più forte...premo... "Vaffanculo!!" urlo, lanciando il coltello dall'altra parte della stanza. "Ti odio." ringhio scendendo dal letto. Immergo le dita tremanti nei capelli e urlo fuori di me "Ti odio! Ti odio troia che non sei altro!" Sferro un pugno sul muro, ne sferro un altro ancora e ancora, finchè non sento più sensibilità sulle nocchie e il sangue inizia a colare caldo da queste. Chiudo gli occhi e deglutisco...devo passare al piano b. Non permetterò che vinca lei. Non permetterò che sia lei a prendere il controllo su di me e non viceversa. È Dio che ha creato il mondo, ma è il diavolo che lo fa vivere. Cit. Bernard.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


"Non poter a meno di qualcosa significa che non la possediamo, ma che ne siamo posseduti." -Secci. FLORA'S POV: PASSATO. "Lo sapevo! Lo sapevo!" grido mettendomi il maglione di fretta. Ho perso la cognizione del tempo e ho corso per troppo tempo...mannaggia a me. "Stupida! Stupida" mi rimprovero indossando dei jeans neri a sigaretta e le puma bianche. Zio è già uscito, non potendo aspettarmi a lungo, e io sono anche rimasta a piedi...la situazione va di male in peggio. Afferro il cellulare, lo zaino e prendendo al volo un croissant, esco di casa correndo. Guardo il vialetto speranzosa che in realtà zio abbia deciso di aspettarmi, ma non c'è traccia della macchina...dannazione. Attraverso la strada e incominciando a mangiare il croissant, mi attacco alle cuffie alzando al massimo la musica. Le note della canzone "Uramaki" di Mahmood rimbomba nelle mie orecchie e affrettando i passi svolto a sinistra. "Grazie al cielo" mormoro nel vedere un autobus venirmi incontro. Corro alla fermata più vicina e alzando una mano, fermo l'autobus che stranamente non è troppo affollato e manca anche il controllore. Salgo finendo di mangiare il croissant e sorridendo all'autista, mi giro per cercare un posto dove sedermi, ma ciò che si presenta ai miei occhi mi fa ghiacciare le vene e mi reggo all'asta metallica per non svenire. I passeggeri sono senza capelli e dal cranio sbuca fuori il cervello...da questo cola anche del sangue che bagna i visi dei passeggeri incuranti, che guardano fuori dal finestrino come se fosse nulla. "Beeee" bela una capra con le corna all'indietro e della barba correndo freneticamente per l'autobus. Faccio per scendere dall'autobus col cuore in gola, ma altre capre entrano in autobus e iniziano a belare intorno ai passeggeri coi cervelli esposti. Tutto ciò mi nausea così tanto che non riesco a trattenermi e piegandomi in due vomito. Il vomito sembra non finire più e ansimando per la mancanza di aria, grido per il dolore al petto. "Flora!" grida una voce. Non riesco a girarmi verso questa voce...un altro conato di vomito schizza fuori dalla bocca e aggrappandomi a un sedile, cerco di recuperare il senno. La testa incomincia a girare e alzando lo sguardo, indietreggio di colpo nel vedere confusa una capra fissarmi a pochi centimetri dal viso. Tossisco sentendo le lacrime bagnare il mio viso e... "Flora svegliati!" Spalanco gli occhi e mettendomi di scatto seduta, mi porto una mano sul petto con un groppo enorme in gola. "Tesoro...hai fatto un incubo" mormora una voce alla mia destra. Alzo lo sguardo e vedo zio che mi accarezza la schiena con ancora l'uniforme addosso. "Zio!" mugolo abbracciandolo di scatto. Lui circonda la mia vita per mantenere l'equilibrio e accarezzando ancora la mia schiena dice "E' solo un brutto sogno...stai tranquilla" Chiudo gli occhi e vorrei davvero che tutto questo sia un orribile incubo...ma non è così e io ho l'impressione che questo sarà solo l'inizio dei miei incubi. "Ti ho trovata qui per terra che gridavi nel sonno...mi sono spaventato molto" dice zio stringendomi forte. Lo stringo anch'io a mia volta e inspiro col naso " Mi sarò addormentata" Ed è vero...mi sarò addormentata dopo aver pianto di terrore per ore. "Hai mangiato per cena?" chiede lui mentre io volgo lo sguardo alla finestra. E' buio fuori e io mi sento continuamente osservata...come se fossi perennemente sporca e una doccia non basti per farmi sentire meglio. Mi rialzo e chiudo meglio le tende...erano già chiuse ma non lo sono mai abbastanza per me. "Non ho fame" dico negando con la testa. "A pranzo che hai mangiato invece?" chiede zio, mentre io entro in bagno e dico coi brividi "Qualcosa dal panificio in piazza" Apro il rubinetto e inizio a sciacquarmi la faccia...il ricordo di tutto quel sangue nel bagno principale mi fa salire la bile, ma, diversamente dal sogno, riesco a trattenermi. "Tutto bene patata?" chiede zio entrando in bagno. Chiudo il rubinetto e asciugandomi il viso, mormoro "Sono solo stanca...dovrei rilassarmi un po' " "Ti faccio una tisana?" chiede lui accarezzandomi le spalle. "Sarebbe fantastico" mormoro incrociando il suo sguardo sullo specchio. "Cambiati che ti aspetto giù" dice zio lasciandomi un bacio sulla spalla. Sorrido debolmente e annuendo piano, dico "Arrivo" Abbasso lo sguardo, mentre zio esce fuori e io mi aggrappo al lavandino sospirando. Mi sono anche sbarazzata del cellulare e ho eseguito ciò che mi ha chiesto di fare...ora chiunque sia dovrebbe lasciarmi in pace. "Flor calmati...andrà tutto bene" mormoro a me stessa guardandomi allo specchio. Osservo i capelli un groviglio, il mascara colato e la collanina al contrario...sono un disastro. Afferro il pettine e cercando di dare una forma ai capelli e alla frangetta, prendo una salviettina per togliere il mascara colato e sistemo la collanina con una piccola luna attaccata come ciondolo. Esco dal bagno e aprendo l'armadio, prendo fuori il pigiama insieme ai calzini. Mi spoglio velocemente e quando arrivo a sganciarmi il reggiseno, mi guardo attentamente attorno...odio questa sensazione di sentirmi osservata. Raggiungo le tende e serrandole ancora di più, ritorno a cambiarmi i vestiti...la seta del pigiama mi fa subito sospirare di sollievo e sistemando sulla gruccia il vestito, lo riposo nell'armadio. Indosso i pantaloncini sotto la canottiera di seta e infilando i calzini con i cuoricini rossi, scendo al piano inferiore. "Hai fatto veloce" dice zio mettendo una padella sui fornelli. Il mio occhio cade sulla tisana fumante sul tavolo e mordendomi il labbro chiedo "Hai già messo lo zucchero?" "No, aggiungilo" dice sbattendo un uovo sulla padella. Lo affianco per prendere lo zucchero e un cucchiaino e chiedo "Com'è andata a lavoro?" "Ieri notte c'è stato un incidente tra via Gaetano Daita e via Torrearsa in pieno centro città...la vettura è andata contro sei auto in sosta e si è ribaltata" Faccio una smorfia e chiedo "Sono sopravvissuti?" "Alla guida c'era sono una persona e no, non è sopravvissuto. E' morto sul colpo...era il figlio del proprietario del bar Renato di Mondello, hai presente?" "Certo...il bar in piazza. Mi dispiace così tanto" dico aggiungendo due cucchiaini di zucchero nel tè. "Com'è andata invece la tua giornata?" chiede lui mettendo due fette di pane sulla padella. "E' andata" dico cercando di non ricordare la terribile giornata. "Primo giorno difficile?" "Un po'..." mormoro sedendomi a tavola. "Sai...è successo una cosa divertente oggi in centrale" dice zio girando le fette di pane. "Cosa?" chiedo portandomi la tazza al naso. "Un vecchio contadino è venuto a denunciare la scomparsa della sua capra...era sconvolto, poverino" ridacchia spegnendo i fornelli. "Una capra?" chiedo in un sussurro. "Una capra...hai sentito bene" ride ancora zio posando sotto i miei occhi un piatto con un toast. Bevo un sorso della tisana e chiedo stringendo con tutte le mie forze la tazza "E com'è andata a finire?" "Bene...un donatore lo ha chiamato in quell'istante regalandogli altre dodici capre. Avresti dovuto vedere la sua felicità in viso" dice accomodandosi insieme a me a tavola. "Un donatore?" chiedo col cuore in gola... "Ci ho anche parlato...il suo numero risale ad una cabina telefonica in centro e sapeva come mi chiamassi, strano" dice lui mordicchiando un altro toast. La tazza cade tra le mie mani e il suono dei pezzi di vetro rimbomba fra le pareti delle cucina. "Flora?" chiede zio perplesso. Scuoto la testa e mi chino subito a raccogliere i vari cocci...nel farlo mi taglio anche al pollice e portandomi subito il dito in bocca, succhio via il sangue. "Ferma, ferma o ti taglierai ancora" dice zio chinandosi al mio fianco. Annuisco con la testa e mi rialzo ancora tremante. "Patata sicuro che vada tutto bene?" chiede zio serio. Annuisco ancora con la testa e indietreggiando mormoro "Sono solo stanca" "Siediti e mangia il toast" dice lui prendendo la scopa. "Vorrei andarmi a coricare" dico cercando di calmare le mani dietro la schiena che iniziano a tremare incontrollate. "Ti vedo strana...ho anche visto il cellulare nel cestino" si avvicina a me e chiede fulminandomi con lo sguardo "C'è qualche ragazzo che ti sta dando fastidio a scuola? Devi solo dirmelo e..." "Cosa? No no." dico scuotendo energicamente la testa completamente in panico. "E allora perchè hai gettato il cellulare?" pretende una spiegazione zio...ora che gli racconto? "Mi è caduto in autobus e non funziona più" sparo senza pensare. "Sicura che non funzioni più? Potrei andare da un tecnico che..." "Sicuro, non funziona più" quasi grido serrando la mascella. Anche lui lo nota e deglutendo chiede "Sicura che non vuoi mangiare qualcosa? Potrei farti dei cannelloni veloci" Il mio piatto preferito...stranamente non ho l'acquolina in bocca solo a pronunciarlo. "Non ho appetito...domani?" "Ma certo" dice lui sorridendomi. "Io...vado a riposarmi, pulisci tu quindi?" "Ci penso io, vai a dormire" mormora zio stampandomi un bacio sull'angolo della bocca. "Notte" dico girandomi e quasi correndo via dalla cucina. "Sogni d'oro" grida lui dalla cucina, mentre io salgo le scale di fretta ed entrando in camera, chiudo la porta mettendo la scarpiera davanti. Corro ad assicurarmi che le tende siano ben chiuse e mettendomi a letto, tiro fino alla testa le coperte. Non mi sento al sicuro in casa mia. ------------------------------------------------------------------------ L'INDOMANI MATTINA. Non ho chiuso occhio. Anche per il minimo fruscio delle foglie ero terrorizzata...m'immobilizzavo di scatto. Scosto le coperte e osservo la luce del sole sul parquet...non mi azzardo a scostare le tende. Ne prendo il lembo e controllo fuori la situazione. Non c'è anima viva...è una giornata perfetta per correre, ma ora come ora ho il terrore di fare anche solo un passo fuori di casa. Guardo la bella giornata da dietro le tende e mi rattristo della cosa...amo correre, è la mia valvola di sfogo oltre a darmi carica per tutta la giornata. Sospiro e vado al bagno. E' ancora presto ma non riesco a chiudere occhio...tanto vale prepararmi e non rischiare di andare in autobus come nell'incubo. Mi faccio una doccia veloce e lavandomi tutta, esco dal bagno con la salvietta ben annodata sopra il seno. E' una nuova giornata...mi ripeto in continuazione in testa. Forse il maniaco ha sbagliato persona e se n'è già accorta...ma allora come faceva a sapere il nome di mio zio e soprattutto sapere il momento in cui il contadino avrebbe parlato con lui. Non può essere stata una coincidenza...è stato studiato tutto nei minimi particolari per terrorizzarmi e...ci è riuscito alla grande. Se prima ero decisa a parlarne con zio, adesso penso che rischierei soltanto di far fare a zio la fine della capra che ho trovato in bagno... Solo il ricordo mi fa rizzare i peli e gettando sul letto la salvietta, mi vesto per andare a scuola. Opto per un vestito blu e bianco a righe orizzontali con le bretelle e afferro una giacca di jeans. Allaccio le adidas bianche e pettinandomi i capelli, esco dalla camera. "Mmm..." mugolo nel sentire un buonissimo profumo provenire dalla cucina. "Buongiorno piccola!" esclama zio mentre traffica con i pancakes ai fornelli. "Che cosa ho fatto per meritarmi tutto questo?" chiedo affiancandolo ai fornelli. "Nulla, è solo per darti forza stamattina. Ieri non hai neanche mangiato nulla" dice lui, mentre io lo abbraccio sulla vita e appoggiando la testa sulla schiena, dico felice "Sei il migliore" "Questo e altro per la mia patata" dice lui girando un pancake. Io mi giro verso la tavola e accomodandomi, incomincio a mangiare quelli fatti. Verso sopra la nutella e volendo viziarmi, aggiungo un po' di zucchero a velo sopra. "Che buoni!!" esclamo masticando il primo boccone. "Dubiti delle mie capacità culinarie?" chiede lui posandomi sul piattino un pancake fumante. Mi lecco le labbra e tagliando un altro pezzo di pancake, dico alzando gli occhi "Come potrei??" Zio ridacchia, mentre io alzo lo sguardo alla porta finestra che dà al retro e continuo a pensare alla perfetta giornata per andare a correre. Sbuffo e continuo a mangiare i pancakes intingendoli con la nutella, mentre guardo distratta fuori dalla finestra e penso allo strano incontro fatto ieri. Con tutte le cose brutte che mi sono successe, ho completamente dimenticato la cosa più bella... E' stato troppo strano parlarci...avevo i brividi ma allo stesso tempo mi sentivo al sicuro. Aveva due grandi occhi color cioccolato, un accenno di barba e i capelli cortissimi...ti metteva in soggezione a causa dell'altezza e dei grandi muscoli sulle spalle...era proprio carino. Ho subito capito che ci stava provando, ma non ho mai avuto un ragazzo e il panico di non sapere come comportarmi, mi ha portata a darmela a gambe. Sospiro seccata per non aver approfondito la conoscenza e finisco di mangiare i pancakes. "Pronta?" chiede zio indossando la cinta. "Eccomi" dico afferrando lo zaino e mettendomelo alle spalle. "Dopo scuola andiamo a prendere un nuovo cellulare?" chiede lui uscendo di casa. "Uhm...non c'è fretta" dico chiudendo la porta. "Come non c'è fretta? Non posso contattarti così" borbotta zio aprendo la portiera della macchina del suo lato. "Puoi chiamare a Cami quando sono a scuola e al telefono fisso quando sono a casa" dico entrando in macchina. "Sei l'unica adolescente al mondo che non vuole un cellulare" dice lui mettendo in moto. Ridacchio e mettendomi la cintura dico "So di essere speciale" Zio accende la radio e io aprendo il libro di scienze, svolgo velocemente le domande che dovevo fare per oggi. "Buono studio" dice zio arrivati alla'angolo della strada della scuola, mentre io gli stampo un bacio sulla guancia e scendo dalla macchina. "Chiamami appena ritorni a casa!" grida lui abbassando i finestrini. "Ricevuto" dico riaprendo il libro. Non ho ripassato le pagine di scienze lasciate per le vacanze e adesso devo fare in modo di recuperare. Decido di entrare dal retro per sedermi nei campetti e fare un ultimo ripasso prima che suoni e facendo il giro, mi dirigo ai campetti. Non si potrebbe fare la mattina...beh non si dovrebbe fare e basta, ma ho bisogno di un po' di pace per ripassare. Passo dal parcheggio per i professori e mentre svolto a sinistra per i campetti, sento delle urla. Mi giro di scatto spaventata e corro verso le urla...tanti altri sarebbero corsi lontano dalle urla, ma io non mi sentirei in pace con me stessa sapendo che avrei potuto aiutare quella persona. Col fiatone entro nel parcheggio dei professori e faccio lo slalom per raggiungere il punto in cui ho sentito le grida...è un muro in fondo al parcheggio, dove i ragazzi di solito fanno a fumarsi le canne per non farsi beccare all'ora di ricreazione. Bene...sono proprio brava a mettermi nei guai. Con timore mi avvicino al muro, ma spalanco gli occhi paralizzandomi nel constatare che le urla non erano di dolore...ma di piacere. "Ahhh ahhhh si si, ahhhhh" grida la donna coperta dai capelli piegata a novanta, mentre un uomo la prende da dietro e il rumore della carne che sbatte tra loro risuona nel piccolo spazio del muro. L'uomo le raccoglie i capelli e prendendoli a pugno, pompa ancora più veloce e forte dentro di lei...oh mio dio che sto guardando. Le mie guance vanno a fuoco, ma il cuore sembra voler schizzare dal petto quando vedo in faccia l'uomo. Il ragazzo che ha flirtato con me ieri...la delusione supera la sorpresa e mordendomi l'interno guancia, ringrazio il mio buonsenso per non aver attaccato bottone con lui. Faccio vari passi all'indietro, il più piano possibile, mentre osservo i tacchi giallo senape della donna e rialzando lo sguardo su di lui, lo sorprendo a fissarmi. Rispalanco gli occhi e decido di darmela a gambe prima che la situazione possa peggiorare...corro per non so quanto tempo e arrivando in classe, mi precipito al mio posto col fiatone. "Flor!" esclama una voce facendomi schizzare sulla sedia. "Ehi.. sono io, ti ho spaventata?" chiede Cami parandosi di fronte a me. Mi porto una mano sul petto e continuando a respirare con fatica mormoro "No no...tranquilla" "Perchè hai corso? La campanella non è ancora suonata" chiede lei sedendosi sul banco. Deglutisco e buttando per terra lo zaino, dico con difficoltà "Non ho avuto tempo per correre oggi...ne ho approfittato" "A scuola? Sei proprio folle" dice lei ridendo. Le faccio un sorriso tirato e levo la giacchetta di jeans che non mi ero accorta fosse scivolata sulle spalle. "Avevi promessi che mi avresti chiamata" dice Cami dondolando le gambe. "Giusto...è solo successo un imprevisto" dico riavviandomi i capelli ancora agitata. "Che imprevisto?" chiede lei curiosa. "E' morto il cellulare" "Sei ironica?" chiede lei. Nego con la testa e lei borbotta "Si, ma tu alla fine ci verrai alla festa" "Non ci ho ancora pensato" dico alzando gli occhi al soffitto. Certo che sa essere pesante delle volte... "Non c'è nulla da pensare! Ci sarà Flavio!" dice lei agitando le mani. "Appunto per questo non voglio venire" "Dovresti uscire le palle" "Non ce le ho" "Tu ci andrai" replica Cami decretando la fine della conversazione. Meglio per me... "Dimmi un po'...hai fatto l'ultimo esercizio di scienze?" Chiedo aprendo lo zaino. "Scienze? Mai toccata in vita mia" "Ha detto che interrogherà" dico prendendo il libro. "Me ne frego, è solo il secondo giorno di scuola!" esclama Cami digitando qualcosa sul cellulare. "Come vanno le cose col tuo boy?" chiedo prendendo l'astuccio. "Alla grande! Domani sera sono da te secondo i miei" mi avverte. Delle volte devo coprirla mentre lei se la spassa col ragazzo...spero che un giorno possa ricambiare il favore. "Va bene...e dove andate?" chiedo mentre prendo il capitolo. "Mi porta a cena al Mcdonald!" "Uhhh di classe" dico ridendo. "Finiscila" dice lei dandomi uno schiaffetto sul braccio. "Sta risparmiando per l'hotel" lo difende subito dopo. L'ho visto poche volte il ragazzo, ma mi sono bastate poche parole scambiate con lui per capire che è un totale idiota...in compenso sembra tenerci veramente a Cami. "Mi sembra giusto" dico mentre sentiamo la professoressa di scienze entrare. "Buongiorno ragazzi" dice lei accomodandosi. Ci alziamo tutti per poi risederci e iniziare con l'appello. Do una lettura veloce al capitolo sperando che non mi chiami, mentre lei si rialza e digitando qualcosa al computer, dice come per venirmi in aiuto "Oggi non interrogherò più" Rialzo di scatto lo sguardo sollevata, ma la mia attenzione va alle scarpe...dei tacchi color giallo senape. Non ci credo. Un moto di gelosia invade il mio petto e inspirando a fondo, cerco di calmarmi...avanti Flor, neanche lo conoscevi bene. Per fortuna che li ho beccati insieme...io ero anche intenzionata a cercarlo su facebook dopo scuola. Solo ora noto le ginocchia della professoressa rosse e il rossetto leggermente sbavato...non oso immaginare cosa abbia fatto. Faccio una smorfia contrariata, per il fatto di essermi quasi invaghito di un femminaro, e scacciando il pensiero di lui, mi concentro sulla lezione. "Solo un attimo" mormora lei riavviandosi i capelli rossi. Richiudo il libro prendendo il quaderno per prendere appunti e mi rilasso per l'interrogazione scampata. Mi metto comoda sulla sedia, quando però vedo un enorme cervello sullo sfondo del proiettore e la professoressa dire "Oggi faremo le qualità del cervello" Ingrandisce l'immagine e io scappo via fuori dalla classe con una mano in bocca. Mi precipito in bagno e alzando la tavoletta, vomito come se non ci fosse un domani. Esattamente come avevo sognato... "Flor!" esclama la voce di Cami dietro di me. Continuo a vomitare rievocando l'immagine vivida del cervello e aggrappandomi al water prego che possa finire di vomitare. Dopo vari minuti rialzo finalmente la testa scottante, mentre Cami dice accarezzandomi la schiena "Andrà tutto bene" "Non andrà nulla bene" ansimo per poi rivomitare tutta la mia colazione. PRESENTE. "Mmm..." mugolo deglutendo e girando la testa. Ho la gola secchissima e un leggero mal di testa...come se avessi dormito per anni. Sbatto piano gli occhi e leccandomi le labbra, mi accorgo di essere stesa su un letto...sono ritornata a casa? Sbatto ancora gli occhi e osservo il soffitto rosso con dettagli dorati...camera mia è lilla non rossa. Faccio per riavviarmi i capelli, ma sento i polsi bloccati e spalancando gli occhi vedo le mie mani legate alla testiera del letto...ma che? Ruoto il polso per liberarmi dalla corda, ma questa è stretta in maniera complicata e non capisco l'inizio e la fine della corda. Provo con l'altro polso ma continua a non funzionare...sono legata, di nuovo. Abbasso lo sguardo al letto con delle coperte verdi e serrando le gambe nude cerco di scendere dal letto, ma anche in questo fallisco miseramente. "Cazzo..." impreco non riuscendo a muovermi. Ricerco di liberare i polsi, ma un rumore all'angolo della stanza mi fa sussultare e socchiudendo gli occhi vedo un uomo con la camicia sbottonata per metà, i pantaloni neri e le scarpe di alta sartoria, i capelli lunghi in aria in maniera confusa e la punta del naso perfetto...non vedo altro, la luce solare non gli bacia il viso ma capisco subito chi sia. "Liberami" ringhio fredda. "Sta' zitta." sibila lui tagliente...mi si gelano le vene. Inspiro a fondo e non lasciandomi intimorire da lui, dico disprezzante "Mi hai drogata" Lui non emette suono e io non sopportando il silenzio tra noi sbotto "Cosa c'è? Speravi che mi svegliassi scoraggiata e impaurita di te? Non mi hai fatto niente, mi sei immune" Khalil continua a non parlare e passandosi una mano sulla barba, si gira verso la piccola finestrella dandomi le spalle. Brutto presuntuoso! Sospiro seccata e continuo a trovare un modo per slegare il nodo...sbatto anche la testiera contro il muro nel farlo, ma a Khalil sembra non importare, anzi è come se se lo aspettasse che avrei cercato in tutti i modi di liberarmi. La consapevolezza di fare qualcosa che Khalil aveva già pensato che facessi, mi ha arretrare e ripiombare sul letto sconsolata. Devo trovare qualcosa di appuntito per... "Tu saresti dovuta morire" dice lui continuando a darmi le spalle. Mi paralizzo e stringo i pugni nelle coperte...perchè mi sta dicendo questo? "Ti avrei dovuto sgozzare" mormora girandosi e puntandomi quei occhi magnetici. Il mio cuore ha un sussulto e inspirando ancora, mi do coraggio...vorrei solo scappare via. "Avrei dovuto sporcarmi del tuo sangue...avrei dovuto assaporarlo sulla mia lingua, annusarlo col naso...sentirne la consistenza, vedere il suo colore intenso...avrei dovuto godere della tua morte" Fa un altro passo verso di me e chinandosi sul letto, dice freddissimo "Invece sei viva...sei qui davanti a miei occhi che parli a vanvera cercando di darti coraggio" Deglutisco spaventata dal modo in cui sappia guardarmi dentro e indietreggiando sul letto mormoro "Io non parlo a vanvera" "Avrei dovuto cucirti la bocca...ago e spago, l'ho fatto diverse volte sai?" chiede lui gattonando sul letto. Sbatto la schiena sulla testiera maledendo il fatto di essere in trappola e mormoro "E io avrei dovuto ficcarti una lama già dal primo giorno" "Ma non potevi...eri innamorata di me, dico bene pulce?" chiede lui inclinando la testa. "Io...no" sussurro con un groppo in gola. "Non sembrava dal modo in cui mi hai guardata mentre mi passavo la tua professoressa di scienze" Colpito a segno... "Non m'importa" dico fuggendo dalla situazione. "Mi guardavi come ferita...delusa...amareggiata...insoddisfatta, avresti voluto essere al posto della professoressa in quel momento" insiste lui raggiungendomi alla testiera del letto. "Mi hai fatto schifo" sibilo furiosa. Lui poggia entrambe le mani sulla testiera bloccandomi e avvicinando la bocca alla mia tempia, vicino all'orecchio sussurra velenoso "Io dico che ti eri eccitata" Scende a sfiorarmi la guancia con la punta del naso e mormora "E se solo non fossi fuggita, ti avrei raggiunta per solo sfiorare le mutandine e constatare che eri fradicia..." Avvicina il naso all'angolo delle labbra e alita "Per me." "Non mi scambiare per la professoressa" ringhio col cuore che pompa all'impazzata nel petto. "Hai ragione..." mormora lui sorridendo, per poi tirarmi i capelli all'indietro facendomi urlare di dolore e ringhiare all'orecchio "Tu sei più puttana di lei" Agito le gambe per scacciarlo da me, ma lui è a cavalcioni su di me e tiene le mie gambe serrate...merda! "Non puoi farmi nulla....sei legata come l'animale quale sei" sibila lui con odio. "Lasciami! Mi fai male!" grido sentendo le lacrime agli occhi. "Ora che ci penso potrei fare qualsiasi cosa con te legata" osserva lui mentre io spalanco gli occhi e agito ancora più forte le gambe. Lui ride maniacalmente per la mia reazione di sopravvivenza, mentre lascia la presa ai miei capelli e si rialza da me dicendo "Ma faremo le cose tradizionalmente" Cosa? M'infilo subito dentro le coperte per non espormi a lui e guardandolo con puro disprezzo, aspetto che se ne vada via, ma all'improvviso suona un cellulare...il mio. Khalil lo prende dalla sua tasca e sorridendo dice "Puntuale!" Aggrotto la fronte mentre lui si siede sul bordo del letto vicino a me e accetta la...videochiamata? "No..."mormoro sentendomi male. "Dottoressa!" grida Dora sbattendo velocemente gli occhi. "Doretta! Come stai?" esclama Khalil allegro. La sua falsità mi fa vomitare... "Signor Temiz" dice lei ridacchiando mentre si copre la bocca e ride imbarazzata. Chiudo gli occhi sentendo il mondo cadermi addosso... Vuole ricattarmi con i miei pazienti...lo aveva già fatto, ma non avrei creduto potesse arrivare a tanto...a farmeli vedere senza alcuna pietà. Osservo Dora da lontano e una lacrima bastarda riga sulle mie guance...Dora è una bambina di 8 anni che ha avuto diversi abusi sessuali dai clienti della madre e quando è arrivata al centro, tendeva a distorcere le informazioni emotive attribuendogli significati negativi, nel senso che sovrastimava le emozioni di rabbia, le attribuiva in modo inappropriato e le percepiva come presenti anche in loro assenza. Nei bambini vittime di abusi sessuali la vergogna, la timidezza e l'imbarazzo finiscono per rinforzare la sensazione di essere inadeguati e diversi a causa di comportamenti sintomatici percepiti estremamente inaccettabili e inesprimibili...finiscono per assumere su di sè la colpa dell'aggressore, ritenendosi rifiutanti, malvagi o ridicoli. Per cui ciò vuol dire convivere con sentimenti di inefficacia e di impotenza che possono trasformarsi in tratti depressivi, portare ad alterazioni della percezione e sviluppare rappresentazioni di sé e dell'altro multiple e dissociate, le funzioni integrative come l'identità, la coscienza e la memoria vengono a perdersi producendo uno stato alterato di coscienza. Dora non si sente di poter essere amata o poter amare, ma dopo anni di cure e sedute, Dora è riuscita ad aprirsi un po' e addirittura a prendersi una piccola cotta...indovinate per chi. "Ti trovo bellissima" dice Khalil facendola arrossire ulteriormente. Conficco le unghia nella carne del palmo per non gridare a Khalil che è una grandissima merda. "Io...grazie. Loredana mi ha fatto delle treccine, dice che mi stanno bene" mormora lei sorridendogli con gli occhi che luccicano. Quando mi ha raccontato della cotta per il "signor Temiz" per poco non sbroccavo sulla scrivania. Le ho solo detto di godersi il sentimento senza però dire nulla a lui...è un tale mostro Khalil che sarebbe stato capace di giocare a suo favore la cosa. "Infatti ti stanno benissimo, diventi bella ogni giorno di più" dice lui facendomi mordere forte l'interno guancia. Vorrei strozzarlo con le mie stesse mani. Dora ridacchia con le guance in fiamma mentre Khalil alza il cellulare e dice "Flora, fatti vedere!" Cosa? Perchè? Allungo il collo e deglutisco nel vedere Dora guardarmi sorpresa. Lei mi ha rivelato di avere una cotta per lui e io sono sul letto insieme a lui con le coperte tirate fino al petto...può solo pensare male. "Ehi..."mormoro trattenendo altre lacrime. "State insieme?" chiede lei spalancando la bocca sorpresa. Faccio una smorfia..."Ti sei persa un bel po' di cose, vero Flor?"interviene Khalil. Lo fulmino con lo sguardo...Flor, Flor un corno. "Insomma" dico tentennando. "Ahhhhhh"grida lei facendo sussultare entrambi sul letto. "Loredana! La dottoressa Flora e il signor Temiz stanno insieme!" grida Dora correndo. Oh santo cielo..."No, Dora...non.." non riesco a dire altro che Khalil mette muto e sibila "Stai al gioco o ti spezzo il collo" Spalanco gli occhi mentre lui rimette l'audio e dice "Dora tesoro...ti va di partecipare ad un evento?" "Quale evento?" chiede lei insieme a me mentalmente. "Un evento importante, richiamo al cellulare di Loredana tra un'ora. Tutto chiaro?" "Devo rifarmi le trecce?"chiede lei felice. "Non ce ne sarà bisogno, ci sentiamo allora" dice Khalil sorridendole. "Ciao ciao!" dice Dora alzando la manina. "Ciao!" esclama Khalil ricambiando il saluto con la mano, per poi spostare di poco la camera verso di me...alzo anch'io una mano e col cuore in gola agito la mano facendo un sorriso tirato. La videochiamata termina e Khalil si rialza dal letto incurante. "Che evento?" chiedo subito insospettita. "Juan verrà a farti cambiare e tra un'ora lo scoprirai" dice lui uscendo dalla camera senza darmi altre spiegazioni. Testa di cazzo. Dopo dieci minuti entra un ragazzo in camera e io appiccicandomi alla testiera del letto, chiedo terrorizzata "Cosa vuoi da me?" Il ragazzo alto poco meno di Khalil con delle spalle grandi, capelli scuri ondulati, occhi scuri e una pelle scura come la mia dice "Tranquilla, non voglio farti del male" Lo guardo con attenzione cercando di capire chi mi ricorda, ma non mi viene in mente nulla...molto strano. "Perchè sei qui?" chiedo mentre lui fa per avvicinarsi a me e io grido "No! Stammi lontano!" Lui alza subito le mani e dice indietreggiando "Non voglio davvero farti nulla" "Non mi fido di te" sbotto guardigna. "Meno del signor Temiz?" Aggrotto la fronte...perchè mi sta sorridendo? "Tu lavori per lui" constato. "Anche tu lavoravi per lui o sbaglio?" ribatte lui. Spalanco gli occhi e una risatina scappa nel vedere la sua espressione "Vero" dico cercando di fare la seria. Lui si mette le mani nelle tasche di un pantalone marrone fin troppo consumato e dice "Quindi diciamo che non puoi giudicarmi" "Ma tu sai della mia situazione e non fai nulla" gli rinfaccio. "Veramente ti passavo sotto la porta il dolce...se il signor Temiz lo venisse a sapere, sarebbe la mia fine" sussurra pianissimo Scoppio a ridere e chiedo "Eri tu allora che mi passavi i pasticcini dopo quei pasti orribili" "Neanch'io vado matto per le verdure, ma non posso fare nulla per il menù del signor Temiz" "Capisco" dico annuendo. "Diciamo che ho le mani legate quanto te" dice lui indicando i miei polsi. Posso immaginare che abbia ricattato anche lui... "Abbiamo sempre un scelta" dico inclinando la testa. "Non sempre...posso?" chiede lui avvicinandosi. Rimango in silenzio mentre lui si avvicina piano e inizia a slegarmi i polsi. Trattengo il fiato per tutto il tempo e aspetto in silenzio di non sentire più quella fastidiosissima corda. "Ecco fatto" dice lui buttando la corda per terra. Mi massaggio subito i polsi e facendo una smorfia cerco di alleviare il dolore ai due lividi violacei. "Il signor Temiz mi ha detto di consegnarti questo...dovrai essere pronta fra un'ora, pensi di farcela?"chiede lui posandomi una grande scatola sul letto. "Pronta per cosa?" "Questo non lo so, eseguo solo gli ordini del signore"dice lui pulendo il casino che ha combinato Khalil in camera. "Non sai proprio nulla?" chiedo cercando di estrapolare qualcosa. "So solo che se non ti prepari entro un'ora, saranno cazzi amarissimi" dice lui sistemando dei cuscini caduti per terra. "Non voglio partecipare a quest'evento "dico negando con la testa. "Temo tu non possa avere scelta" mormora lui aprendo la porta. "Vengo tra 45 minuti per assicurarmi che tu sia pronta, ok?" "Non voglio accontentarlo" dico contrariata. "Se non lo fai, ci andiamo di mezzo sia io che te. Io ci penserei due volte se fossi in te" Sospiro capendo a cosa si riferisce "Va bene" cedo. "Tieni duro e...di là trovi il bagno" dice lui indicando l'angolo della stanza, per poi sparire dalla stanza. Sbuffo ritrovandomi sola e scendendo dal letto, raggiungo la scatola al bordo...cosa ci sarà dentro? Apro la scatola enorme e inspiro a fondo nel vedere un bellissimo abito bianco di seta lucido...sembra proprio un vestito di alta sartoria e scostando la scollatura, leggo l'etichetta con scritto "Valentino". Porca miseria...non ho mai neanche sfiorato un vestito di Valentino. Tiro fuori dalla scatola il vestito e mi sorprendo nel vedere anche delle zeppettine bianche e una trousse. Apro la trousse sperando di trovarci dell'intimo ma non vedo nulla...stronzo bastardo, vuole che stia senza intimo. Non mi frega...non mi frega affatto. Entro in bagno e sentendomi in soggezione circondata da tanto marmo lucido, mi spoglio lentamente. Appoggio l'intimo, che ho cercato di pulire con sapone e acqua nel lavandino per poi stenderlo sul bordo della vasca in marmo sempre bianco e osservando il box doccia, sorrido sollevata per una doccia fiondandomi letteralmente dentro. Trovo degli shampoo nello scompartimento sopra, ma dalla marca non sembrano quelli che usa Khalil...per fortuna. Metto una noce di shampoo sulle dita e insapono per bene i capelli. Il sollievo è immediato quando esco fuori dalla doccia dopo essermi insaponata il corpo...mi sento rigenerata. Esco fuori dalla doccia e asciugandomi velocemente, avvolgo un asciugamano intorno al mio corpo per poi rientrare in camera. La voglia di contrariare Khalil è tanta senza indossare il vestito, ma è realmente l'unico vestito che possa coprirmi tutta quindi oso e lo indosso insieme all'intimo asciutto. Il tessuto accarezza morbido la mia pelle e sentendomi sollevata nel sentire qualcosa di pulito addosso, frugo dentro la trousse. "Col cazzo" borbotto buttando sul letto tutti i trucchi contenenti nella trousse. Truccarmi per farmi bella per lui...neanche crepata. Prendo invece in mano la crema idratante e ritornando in bagno, me la spalmo un po' ovunque...ci tengo a curare la pelle con maschere, scrub oppure oli...mi ricordano tanto mama. Mi pettino i capelli e sospirando ritorno in camera...non so che ora siano, ma mi risiedo sul letto e indosso le zeppettine bianche...il mostro oltre a lasciarmi senza vestiti, mi aveva anche lasciata scalza. Mi sorprendo nel vedere che le scarpe mi calzano perfette, ma ricordo con chi ho a che fare e sbuffo ancora. Vado alla porta curiosa di capire se si apre, ma ovviamente è bloccata e mi sento stupida ad aver pensato che sia stata chiusa senza nulla. Mi risiedo sul letto e dondolo le gambe...non ho mai avuto molto dalla vita ma quel poco mi bastava e ora mi manca. Mi manca casa mia, la mia quotidianità, il centro, i miei pazienti, il suono dei clacson per strada, il sole che baciava la mia pelle nelle lunghe corse al mattino...mi manca l'aria di Palermo, così fresca e pulita...mi manca la libertà. E' una cosa che non mi appartiene più da quando l'incubo è iniziato...non sono più stata libera di godermi a pieno le sensazioni, le gioie, gli amici, le giornate di sole...il tutto era come adombrato da tanta nebbia che non mi permetteva di vedere le cose chiaramente. Come se fossi miope, ma non avessi mai potuto indossare degli occhiali per smettere di vedere tutto sfocato. E' una sensazione d'invasione che ho ormai capito come gestire, ma non a conviverci...questa nebbia diventa sempre più fitta e io non riesco più a rigare dritto per la mia strada...il tutto viene ostacolato per quanto io ci provi. Sento improvvisamente qualcuno bussare e irrigidendomi aspetto di vedere di chi si tratti "Juan" dico sollevata. Lui richiude la porta e venendomi incontro dice "Alzati un po', fatti vedere" Sorprendentemente sorrido trovando molta affinità in lui e scendendo dal letto faccio un giro su me stessa. "Valentino ti calza a pennello" dice lui applaudendo con le mani. "Grazie mille, sei molto gentile" dico mordendomi il labbro. "Non ti sei truccata?" "Non vado pazza per i trucchi" mento abbassando lo sguardo. "Capisco" mormora lui mentre fruga dentro la scatola e raggiungendomi chiede "Potresti girarti un attimo?" "Perchè?" chiedo alzando le mura. "Non è nulla...stai tranquilla, farò velocissimo" dice lui posizionandosi alle mie spalle. Deglutisco con timore e sussulto quando sento qualcosa di freddo attorno al collo. Mi porto subito una mano al collo e accarezzo delle...perle? "Vieni" dice lui mettendosi davanti alla specchiera. Lo seguo e alzo le sopracciglia nel vedere una bellissima collana di pelle attorno al mio collo che risalta ulteriormente la mia carnagione. "Ora sei perfetta" dice lui sorridendomi allo specchio. Abbasso lo sguardo e girandomi verso lui, chiedo ancora insospettita "Sicuro tu non sappia nulla di questo evento?" Anche lui abbassa lo sguardo e io capisco che non solo sa, ma disapprova pure qualsiasi cosa sia quest'evento. "Io...se non me lo puoi dire almeno potresti..." "Signorina Vignoli" dice lui tornando ad essere formale. "Puoi chiamarmi Flora" Lui lancia un'occhiata in alto e seguendo la traiettoria dello sguardo, capisco che il maledetto bastardo ha cosparso di telecamere anche la camera. "Da prevedere" borbotto allontanandomi. "Dobbiamo andare" dice lui, mentre io penso al fatto che mi sia appena cambiata davanti ai suoi occhi...la cosa mi brucia più del dovuto. Usciamo insieme e percorrendo il corridoio, attraversiamo il salone enorme per poi salire le scale. Questa nave non è grande, è enorme...non ha più una fine. Faccio gli ultimi scalini e intravedo da lontano due uomini vestiti eleganti...un brivido scorre per tutto il corpo. Non promette assolutamente nulla di buono. "Di qua" dice Juan indicandomi i due uomini. "Chi sono?" chiedo rallentando il passo. "Il signor Temiz e l'officiante" mormora lui dietro di me. Mi giro e chiedo "L'officiante?" Juan non dice nulla ma dal suo sguardo posso capire tutto, il motivo del vestito, delle parole di Khalil....capisco di dover scappare, trovare una cazzo di radio e urlare a chiunque ci sia dall'altra parte che sono resa prigioniera di un pazzo. "Flora!" grida Juan mentre lo scavalco e riscendo le scale correndo. Stavolta ce la farò, riuscirò a trovare un telefono, una radio, un walkie talkie....qualsiasi cosa. Corro senza guardarmi dietro, ma so già che mi sta inseguendo...sento la paura entrarmi nelle ossa, sento la sua furia, la sua collera, la foga con cui pensa di poter stringere le sue dita attorno al mio collo. Non mi farò fregare di nuovo, non posso permettermelo. Svolto uscendo finalmente dal salone ed entrando nella prima stanza che trovo, chiudo la porta e trascino un comodino a bloccare la porta. Capisco che non possa bastare e mi giro per prendere altro, ma mi blocco nel vedere una scrivania, tanti fogli sopra, una lampada di cristallo e un laptop. Mi fiondo su questo e aprendolo, clicco i tasti a caso per accenderlo. "Password: " si presenta davanti ai miei occhi. No no no...clicco freneticamente il suo nome pregando che sia così stupido da impostarlo come password, ma inizia a suonare un allarme nella stanza facendomi beccare. Cazzo! Spengo il laptop, ma il suono non smette e diventa ancora più assillante. Mi alzo andando alla ricerca del dispositivo che produce quest'insopportabile suono e trovandolo sopra la libreria, mi arrampico su questo per spegnerlo, ma subito dopo cado rovinosamente per terra e alzando lo sguardo trovo Khalil che si erige sopra di me in giacca e cravatta neri, i capelli sistemati, le scarpe lucide e una scatolina in mano. Richiudo gli occhi per il dolore alla schiena e facendo una smorfia cerco di mettermi seduta invano, ma a questo ci pensa Khalil che mi alza dal vestito e sbattendomi con forza contro la libreria ringhia "E siamo a due Flora." Gemo in silenzio per il dolore pungente alla schiena e il suono assordante praticamente all'orecchio. "Alla terza facciamo che ti taglio la gola e finiamo di giocare?" chiede guardandomi furioso. Non mi trattengo e gli sputo in faccia. Lui abbassa la testa non aspettandosi questa mossa da parte mia, mentre io ne approfitto e cerco di darmela a gambe ma vengo ripresa dai fianchi e risbattuta con ancora più forza contro la libreria. Stavolta grido per il dolore alla schiena, ma ciò stimola solo la psicopatica mente di lui e premendomi ancora di più contro la libreria, mi blocca con tutto il suo corpo addosso. L'allarme continua a suonare incessante e ansimando per la corsa, grido "Basta! Basta! Spegnila!" Lui capisce che mi dà fastidio e alzando una mano...aumenta il volume. Faccio per portarmi le mani alle orecchie, ma lui me le blocca sopra la testa e infila un ginocchio in mezzo alle mie gambe. Sono letteralmente bloccata...vorrei vomitare per la sua vicinanza. "Cosa cazzo volevi fare eh? Accedere su facebook e avvisare i tuoi amici del cazzo? Mandare un'email al centro per avvisarli che moriranno presto tutti per colpa tua?" urla lui per sovrastare il rumore. Spalanco gli occhi e grido furibonda "Tu non lo farai! Non toccherai i miei pazienti!" "Non li toccherò soltanto, li sterminerò e ti regalerò i loro organi principali...mi dicono che hai una certa familiarità con i cervelli" Faccio per alzare il ginocchio per assestargli un colpo da fargli vedere le stelle, ma Khalil mi schiaccia col suo corpo impedendomi si fare qualsiasi altro passo. "Fottiti stronzo! Ti uccido, giuro che un giorno ti uccido con le mie stesse mani!" urlo a pieni polmoni. "Sempre che prima io non uccida te" grida lui stringendo fortissimo i miei polsi. "Non avrai mai la soddisfazione di spezzarmi, mai!" urlo sovrastando quest'orribile rumore. Mi sta perforando i timpani...è insopportabile, mi sta girando la testa. "Ti ho già spezzata! Eri innamorata di me, ricordi?" replica gridando lui perforandomi con lo sguardo. "Non mi sei mai piaciuto! Come potrebbe mai piacermi un mostro come te?" "Vuoi dire che la prima volta non sei arrossita? Non volevi che insistessi a farti rimanere? I tuoi occhi gridavano piacere, avrei potuto infilarti la lingua e tu l'avresti accettata" La consapevolezza che non avrei realmente rifiutato il bacio, mi porta a fare una pazzia...colpisco la sua fronte con la mia e ripetendo il colpo ancora più forte, sospiro sollevata nel vedere che si allontana di poco e mi dà lo spazio per scappare via. Rifaccio per fuggire, ma il secondo dopo mi ritrovo per terra e girando la testa vedo Khalil che ha la presa sulla mia caviglia e mi inchioda per terra. Conficco le unghia sulla moquette cercando attorno a me qualcosa per aggrapparmi, ma non trovo nulla e Khalil mi tira verso di sè. "Non ti sposerò mai! Piuttosto mi suicido" grido graffiando la moquette. "E' così eh?" chiede lui mentre con uno strattone mi trascina a lui e mettendosi sopra di me, alza ulteriormente la gonna del vestito. "No! No! Non di nuovo!" grido scalciando. Lui afferra anche l'altra caviglia e schiacciandomi col peso, fa per levarsi la cintura. L' allarme preme come un trapano nella mia testa e i ricordi incominciano a vagare freneticamente...mi sento svenire. Vedo che cala i pantaloni e il panico mi porta ad urlare "Va bene! Va bene, lo farò!" Khalil alza subito lo sguardo sorpreso e anch'io lo abbasso sorpresa da me stessa...non è possibile che abbia realmente ceduto così in fretta. "Ti ha fatto così schifo?" chiede lui realmente colpito dalla mia risposta. Vede che non rispondo troppo sconvolta e richiede cambiando la persona al verbo "Ti ho fatto così schifo?" Il ricordo è troppo vivido e mordendomi il labbro per non scoppiare a piangere, umiliata dico "Spegni l'allarme" Lui continua a fissarmi, come se mi volesse scavare dentro, cercare di capire le mie reali emozioni e sbatte velocemente gli occhi. E' confuso o solamente incredulo...non riesce a comprendermi. "Spegnila" supplico con lo sguardo e la voce tremante. Lui abbassa lo sguardo alle mie labbra tremolanti e posandoci sopra un dito percorre queste...come se fosse il dito fosse un rossetto. Schiudo le labbra e mormoro "Khalil..." Lui alza subito lo sguardo su di me e...perchè gli brillano gli occhi? Corrugo la fronte mentre lui scuote leggermente la testa e si rialza da me. Lo osservo mentre alza una mano e spegnendo l'allarme, si aggiusta il completo impeccabile. Il silenzio regna sovrano e sollevata chiudo gli occhi...credevo di impazzire. "Farai tutto quello che ti dirò di fare o..." "Ho capito" taglio corto mettendomi sui gomiti. La schiena pulsa ancora per il dolore...non credo di riuscire ad alzarmi. "Non solo...darò l'ordine di far saltare in aria il centro con tutti dentro. Mi basta solo una chiamata, non giocare col fuoco" Distolgo lo sguardo da lui e cerco di rialzarmi, ma gemo per il dolore e gattono in difficoltà. "Che hai?" chiede lui dall'alto. Che hai? Ha anche il coraggio di chiedermelo? "Ti sei dimenticato le innumerevoli volte che mi hai sbattuto contro la libreria? Non sono fatta di polistirolo" sbotto irritata. "E io ti ricordo che mi hai sputato" dice lui mentre afferra la ma vita e mi tira su con le sue forze. Mi rimette in piede mentre io sibilo allontanandomi subito da lui "Ti devo ricordare perchè l'ho fatto?" Lui si allontana anche per trafficare con un cassetto e mormora "Perchè volevi accedere al mio computer senza permesso?" Ne tira fuori un tubetto di pomata e raggiungendomi, dice "Non sarebbe piaciuto neanche a te, se lo avessi fatto io" "Tu hai fatto di peggio" borbotto mentre lui mi fa girare e alza di colpo il mio vestito. "Che stai..!"faccio per gridare indignata ma lui sibila "Shhh" al mio orecchio e posando una mano sul punto dolente, incomincia a massaggiarla con la pomata. Il sollievo è immediato e chiudo gli occhi soddisfatta. "Tuo zio ha fatto di peggio" dice lui continuando a massaggiare la mia schiena. "Mio zio ha solo fatto la cosa giusta" "Non capisci nulla, stupida" mugola lui stringendo la carne dolente. "Mi fai male!" sbotto allontanandomi di scatto dal suo tocco. "Prima ti è piaciuto allora" constata lui richiudendo il tubetto. "E' il minimo che avresti potuto fare" "E' stata la prima ed ultima volta Flora...ti voglio intera per giocare" Faccio una smorfia alle sue parole mentre esce fuori dall'ufficio e dice "Ti dai una smossa?" A malincuore mi muovo e superandolo ripercorro il corridoio. Arriviamo alle scale e salendo le ultime, chiedo prima di svoltare senza girarmi verso di lui "Perchè?" Khalil sembra avere la risposta pronta e prendendomi il polso dice "Perchè mi appartieni." E con la consapevolezza che sulla nave, soli, senza contatti e le continue minacce gli appartengo veramente, lo seguo al patibolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


"L' inferno esiste solo per chi ne ha paura ." -De Andrè. FLORA'S POV. PASSATO: "Hanno spostato la festa di una settimana" borbotta Camilla digitando al cellulare. "Quale festa?" chiedo mentre do un sorso al tè caldo. Cami dormirà da me stasera e l'ho supplicata per farlo...voleva uscire col ragazzo ma non gliel'ho permesso. Zio non verrà a casa oggi e io sono terrorizzata a stare a casa sola. "Come quale festa? Quella dove verrà Flavio!" "Ah...quella festa" borbotto soffiando sul tè. "Meglio, così avrai tempo per invitare Flavio"dice lei sorridendo. "Certo, contaci" dico riprendendo a bere il tè. Lei prende sulle ginocchia il portatile e io appoggiando la testa al piede del letto chiedo "Cami?" "Eh" dice lei digitando al computer. "Ti sei mai sentita seguita da qualcuno?" "In che senso?"chiede lei concentrata sul portatile. "Come se...qualcuno ti volesse male...ti seguisse, ti inquietasse" "Tu guardi troppi film" dice lei ridendo. "Ho ricevuto dei messaggi strani" confesso pianissimo lanciando uno sguardo alle tende e alla porta chiuse. "Che fai? Ti scambi messaggi piccanti con un ragazzo e non me lo dici?" chiede lei mordendosi il labbro. "Magari...sono messaggi strani nel senso negativo. E' per questo che ho gettato il cellulare, ero molo spaventata" "Fammi capire...qualcuno ti scrive e tu getti il cellulare per paura? Sai che non ha senso quello che hai fatto o detto?" Sospiro posando sul parquet la tazza di tè. "Non sono messaggi qualunque...lui mi chiama 'pulce', io non lo conosco...non so chi possa essere" "Pulce è carino...hai sbagliato a gettare il cellulare, magari era l'uomo della tua vita" Sbuffo e dico "Ma se un minuto fa volevi che io andassi alla festa per Flavio" "E ci andrai" "Non credo proprio" borbotto riprendendo il tè. Non mi ritrovo più a parlare con Cami...non è come una volta, è cambiata dopo che si è fidanzata, è diventata più egoista e per miracolo delle volte si ricorda di me. Non la riconosco più...non era così prima del fidanzato, era molto più disponibile, dolce, affettuosa...era un'altra. Lei posa il portatile sulle mie ginocchia e io aggrottando la fronte chiedo "Che devo vedere?" "Guarda chi ti ha scritto" dice lei applaudendo con le mani. La guardo perplessa e abbasso lo sguardo allo schermo...vedo una notifica nella casella dei messaggi e aprendola rimango senza parole. "Ma sei completamente fuori! Cazzo, sei pazza!" esclamo riposando la tazza per terra per capire come rimediare al danno. Flavio ha risposto ai miei messaggi...messaggi non scritti da me ed estremamente imbarazzanti. "Ciao Flavio, mi piaci. Ti va di andare insieme alla festa della prossima settimana?" Rileggo il mio messaggio e vorrei spararmi in testa, anzi sparare a Camilla...l'ha fatta grande stavolta! "Ehi Flora! Mi prendi alla sprovvista, anch'io ti ho notato in questo periodo. Certo che mi va di andare insieme a te alla festa ;) " "Tu sei folle! Perchè non me l'hai chiesto!"urlo posando il portatile sul letto e alzandomi. "Perchè sapevo già la tua risposta e...hai visto che anche lui ti ha notata?" "Gli ho scritto che mi piace!" esclamo mettendomi le mani in testa. "Ed è vero" "CAMILLA!"grido esasperata. Lei scoppia a ridere, ma io non trovo la cosa tanto divertente e dico "Lo sai che si è lasciato da pochi giorni con Agnese!" "Che si fotta Agnese" borbotta lei. "Come faccio a guardarla in faccia adesso? Siamo compagne di classe dannazione!" "Che odiamo" aggiunge lei. "Non giustifica la cosa." "Senti Flor...dovresti ringraziarmi, ti ho fatto un favore enorme" "Un favore enorme? Mi stai prendendo in giro Cami?" chiedo esterrefatta. Squilla un cellulare e Camilla gridando di felicità, esce fuori dalla stanza dicendo "Amore mio! Mi sei mancato un sacco!" Guardo la porta spalancata ancora incredula e mi chiedo se ci fa o c'è. Mando un like al messaggio di Flavio e mi disconnetto da Facebook. Credo di non aver fatto una figuraccia più grande in tutta la mia vita. Ora vorrà parlarmi, chiarire i miei messaggi, mi starà praticamente addosso e... Spalanco gli occhi. Mi starà addosso...non mi lascerà sola un attimo, mi proteggerà, mi proteggerà da lui. Riapro il portatile e riaccendendolo scrivo "Domani ti va di andare a scuola insieme?" Lui non tarda a rispondermi scrivendo "Va bene, alle 7 da te?" Gli mando un pollice in su, ma poi penso di essere stata troppo fredda e gli mando un emoticon che lancia un bacio. Lui ricambia con un cuoricino e io disconnettendomi da Facebook, riprendo il tè in mano... Un ragazzo, ecco cosa mi serve. DOPO UNA SETTIMANA. Mi guardo attorno e sorseggio il mio cocktail. Cocktail non si può nominare perchè sembra piscio, ma è l'unica cosa rimasta da bere e io ero molto assetata. "Bella raga!" gridano due ragazzi dandomi una spallata e facendomi cadere sul prato il cocktail. Ottimo. Butto il bicchiere e sospiro. Sono ufficialmente la ragazza di Flavio, così di nome ma decisamente non di fatto. Ci siamo scambiati solo qualche bacetto e facciamo i compiti insieme...la cosa positiva è quella di averlo sempre in casa. Zio l'ha anche conosciuto e non gli piace...beh non ha tutti i torti. Ho passato anni a rincorrerlo e ora che l'ho conosciuto meglio, posso affermare di essermi sempre innamorata di un'idea di lui. E' molto bello ma di cervello siamo a quota zero. E' estremamente superficiale e schifosamente dolce. Mi chiama "cucciolotta mia", la cosa mi nausea. Non so come abbia fatto ad avere una cotta per quest'individuo. Riuscivo a sopportare la sua presenza finchè una volta, quando è andato in bagno, ho visto un messaggio di Agnese sul suo cellulare. La cosa mi ha turbato più di quanto credessi. Ho chiesto il perchè di quel messaggio, ma lui ha semplicemente detto che era per una questione di scuola e che non dovevo farmi paranoie. Figurati se mi faccio paranoie per lui. Ho subito capito che mi sta nascondendo qualcosa e conto di beccarlo in flagrante domani sera in discoteca. Zio usa delle piccole telecamere per spiare potenziali criminali e ha tanti di questi nel suo ufficio, sono entrata e ne ho preso una...non se ne accorgerà mai, devo solo capire dove caspita attaccargliela. E' una cosa da psicopatiche? Poco m'importa, non mi faccio prendere in giro in questo modo. Se non vuoi più stare con me, lasciami ma non mi raccontare balle. Chiudo ulteriormente il cardigan per evitare che i ragazzi vedano il mio costume e mi siedo su una sdraio. Non sono un'amante delle feste ma questa è proprio noiosa. Una palla tremenda se non conosci nessuno. Cami ovviamente mi ha bidonata all'ultimo minuto per stare col suo ragazzo e io manco ho voluto sentire la sua giustificazione. Mi ha tanto invogliato a partecipare a questa stupida festa ed è la prima a non presentarsi. Grande bella amica. Abbasso gli occhiali da sole e osservo alcune ragazze in costume che si stanno facendo selfie, altre che giocano a palla con dei ragazzi, altre che si divertono in piscina con i rispettivi ragazzi e noto di non vedere da nessuna parte Flavio. Non mi alzerò di certo per cercarlo. Quanto vorrei in questi momenti la mia musica e un bel libro. Incrocio le braccia e cerco di godermi il sole...domani dovrò andare a comprare un nuovo cellulare e zio per poco non sclera perchè non rispondo neanche al cordless. La prima volta che ho risposto, ho sentito come dei sospiri affrettati e una voce dire "Sabato 23:30. Pagherai per avermi disobbedito" Ho subito riattaccato e staccato i fili del telefono. Mi sono assicurata di essere con Flavio domani sera...dovrò anche testarlo con la videocamera, speriamo non mi deluda. Non mangio molto ultimamente e sono dimagrita...zio cerca di convincermi a parlare ma io non ci riesco. Dopo le parole del pazzo ho ancora più paura e non voglio rischiare ancora. "Cucciolotta mia!" grida una voce alle mie spalle. Alzo gli occhi al cielo e mi giro facendo un sorriso tirato. "Ehi..."mormoro mentre Flavio e i suoi due migliori amici si avvicinano. "Perchè non sei in piscina?" chiede lui barcollando un po'. Ha bevuto e puzza di alcol fino a qui. Stomachevole. Incrocio le gambe e dico deglutendo "Tra un po' magari" "Perchè non adesso??"chiede lui inciampando su un infradito. I suoi amici ridono mentre lui si rialza e mi raggiunge. "Flavio perchè non vai un attimo in..."cerco di dire ma lui mi prende in braccio improvvisamente. "No, no! Flavio no! Mettimi giù!"urlo agitando le gambe. "Dai buttiamola!" scimmiottano gli amici. Spalanco gli occhi terrorizzata e grido "No, dico sul serio Flavio!Lasciami andare, lasciami!" "E' solo dell'acqua cucciolotta" "No, no! Flavio non ti ho detto che.." Vengo scaraventata in piscina e sprofondo nell'acqua. Muovo le braccia e cerco di tornare a galla, ma il il panico s'impossessa in me e grido. Nessuno mi aiuta quindi con le mie forze riesco a tornare a galla, ma osservo tutti che ridono e schiamazzano alle mie urla. "Non so nuotare!" grido però riscendo giù velocemente. Cerco di ritornare sopra invano perchè non riesco a starci a lungo...grido ancora ma nessuno mi ascolta...sento tante risate. Grido grido...urlo con tutto il fiato rimasto nei polmoni, ma poco dopo la vista mi si appanna e con la testa che inizia a girare, sprofondo senza sensi. -------------------------------------------------------------------------------- PRESENTE. Osservo attentamente l'anello attorno al mio medio e sospiro tra le coperte. So che va messo all'anulare ma mi rifiuto di farlo...mi rifiuto di pensare di essermi veramente sposata. Non è stato il matrimonio dei miei sogni...nulla è stata bello in questo matrimonio...mi sono presentata davanti all'officiante con un groppo alla gola e ci mancava poco che scoppiassi a piangere proprio lì. La cerimonia, sempre se si possa chiamare così, è stata abbastanza veloce...ho letto delle promesse finte, ho infilato io il mio anello e Khalil quello suo, l'officiante ci ha resi marito e moglie e il mio cuore è andato a pezzi. Non ho avuto il coraggio di alzare lo sguardo a lui, non ci siamo sfiorati, non abbiamo avuto nessun tipo di contatto...è come se mi fossi sposata con un fantasma. Alla fine della pagliacciata ho girato le spalle e sono ritornata in camera...non ho pianto come avevo preveduto di fare, non ho versato neanche un lacrima, non se la meritava. Mi sono infilata sotto le coperte e ho chiuso gli occhi, come se avessi solo fatto un bruttissimo incubo e dovessi chiudere gli occhi per svegliarmi. Non lo vedo da almeno...tre giorni? Meglio per me...delle volte lo sento gemere di piacere e la parete vicino alla mia muoversi per la testiera del letto che sbatte...nello stanzino sentivo solo le urla, qua mi tocca anche restare sveglia finchè lo stronzo smetta di sbattere la testiera del letto contro la mia parete. Juan mi chiama all'ora dei pasti, ma io ritardo almeno due ore per essere certa di non incontrare lo stronzo. Mi ha avvisato più volte che al signor Temiz dia fastidio questa mia disobbedienza, ma sa dove può ficcarsi la disobbedienza. Trascorro le giornate sul letto, a cantare, a guardarmi allo specchio...delle volte salto sul letto per svagarmi e funziona in parte. Ripiombo sul letto stanca e dormo...efficace. Scendo dal letto e posando l'anello sul comodino, vado in bagno. Ho dato un così basso valore a questo matrimonio che neanche mi ero accorta di aver indossato questo stupido anello per giorni. Entro nel box doccia e lavandomi, riesco fuori fresca. Metto a stendere l'unico vestito che mi è stato dato, ovvero quello del giorno del matrimonio, e rientrando in camera, mi rimetto sul letto con l'asciugamano addosso. Khalil non è mai entrato in questi giorni, conto che non lo faccia adesso. Abbasso lo sguardo alle mie coscia e ringrazio il signore che abbia la cheratosi pilare. E' un disturbo comune in cui cellule morte esfoliate dagli strati cutanei superficiali ostruiscono le aperture dei follicoli piliferi. Questi puntini compaiono in corrispondenza dei follicoli piliferi e rendono la cute ruvida. Generalmente, questi bozzi non causano prurito né dolore, ma solo problemi a livello estetico. Le zone colpite sono in genere le braccia, le cosce e le natiche. Quindi molto spesso non ho bisogno di farmi la ceretta alle gambe...ho così pochi peli che si potrebbero contare...non sono bellissimi da vedere ma mi ci sono abituata. A volte neanche si notano, ma invidio da morire la pelle liscia e senza imperfezioni di altre ragazze. In compenso niente ceretta alle gambe...almeno per me. Ripiombo sul letto e riafferro l'anello sul comodino...sono stata costretta a non levarlo mai, mi tocca farlo anche perchè la camera e cosparsa di telecamere. A proposito di telecamere...m'infilo sotto le lenzuola. Non vorrei mai che si facesse pensieri sessuali su di me...sarei disposta a sentirlo scopare per ore, beh è in parte quello che sto facendo. Basta che non si sfoghi su di me, mi basta solo questo. Qualcuno bussa improvvisamente e capisco subito che è Juan...Khalil non avrebbe mai bussato. "Ehi" dice entrando in stanza con un piattino e un giornale in mano. "Ciao"dico abbassando lo sguardo al giornale. E' da non so quanto tempo che non ne leggo uno...mi sento fuori dal mondo. "Questo è per te" dice lui allungandomi il piattino. Prendo sorridendo la brioche e chiedo "Stamattina nessuna minaccia?" Juan era solito riferirmi ciò che voleva dirmi Khalil e ormai mi ero abituata alle sue minacce. Le ho subite per anni, figuriamoci adesso cosa possono suscitarmi...solo tanto tedio. "Mi ha solo chiesto di darti questo" dice allungando il giornale. "Oh...ehm grazie" dico perplessa prendendolo. "Sai perchè me lo abbia dato o..." Lui scuote la testa e io ridico "Grazie lo stesso" "Domani avrai vestiti nuovi" m'informa lui. "Davvero? Mi stavo affezionando all'abito da sposina" dico ridendo mentre do il primo morso alla brioche. "Il signore è uscito apposta per questo" "Vorrei uscire anch'io a fare shopping" dico dando un altro morso alla brioche. Lui mi sorride, consapevole del fatto che non lo potrei fare, e sorridendomi un'ultima volta, esce silenziosamente dalla stanza. Abbasso lo sguardo al giornale e aprendolo subito, leggo delle notizie in prima pagina. "La Lega di Matteo Salvini continua a crescere nelle intenzioni di voto e sfiora il 36%, mentre il M5s di Luigi Di Maio perde oltre 4 punti rispetto alla rilevazione di un mese fa. " Ah molto bene...andiamo di male in peggio. Leggo ancora un po' di politica e lascio perdere la parte dedicata allo sport...che barba. Sfoglio il giornale e leggo un po' di cronaca...mi fa sentire un po' più presente la cosa. Continuo a leggere finchè vedo la foto di un vestito che mi è familiare...alzo il giornale per concentrarmi sulla foto e per poco non soffoco col boccone di brioche. "Il noto imprenditore della più grande e fiorente Holding Temiz, si unisce a nozze con la psicologa Flora Vignoli in uno yatch senza nessun invitato. La coppia ha preferito non invitare le grandi influenze di cui è a conoscenza l'imprenditore Temiz e fare qualcosa di estremamente intimo. Matrimonio lampo e poi ricevimento a due nello yatch di lusso di oltre 2 milioni di euro. Saltano le inaugurazioni dei nuovi cantieri navali a Las Palmas, Arinaga, Tautorito e Las Rosas. La psicologa lo tiene per la cravatta, speriamo di vedere l'impresario vincitore del premio per imprenditore dell'anno al fianco della splendida neomoglie e perchè no? Anche in dolce attesa." Strappo in mille pezzi il giornale e appallottolando il tutto, getto i pezzi nel cestino. Dire che sono disgustata è poco...è tutto così nauseante, ripugnante, rivoltante...è un miracolo che non stia ancora vomitando. Vado in bagno e rivestendomi, mi rimetto sotto le coperte...solo che stavolta non riesco a chiudere occhio. "Posso?"chiede Juan. "Se mi devi dare un altro giornale, puoi anche tenertelo" borbotto sotto le coperte. "E' ora di pranzo" si limita a dire. Non mi ero neanche accorta del tempo passato... "Sai quando salirò" mi limito a dire io. "Il signore ha insistito che tu venissi" insiste Juan. "Digli che può crepare aspettando" sputo con arroganza. "Sei sicura che non vuoi venire? Stai giocando col fuoco" mi avverte lui. Alzo gli occhi e dico "Preferisco scottarmi col fuoco in caso" "Come preferisci" dice lui mentre io sospiro e ritorno a stare sotto le coperte. Sembra tutto uno scherzo...ha spiattellato al mondo che sono felicemente sposata con lui e adesso pretende che pranzi con lui come se non fosse successo nulla. La pazzia sta degenerando. Resto sotto le coperte aspettando che passino almeno tre ore per salire in cucina, ma qualcuno spalanca la mia porta e io sbuffo "Non m'importa cosa ha detto...non voglio vedere la sua faccia di cazzo almeno per..." Le coperte spariscono completamente e mi ritrovo esposta sul letto. Alzo la testa per capire che diavolo di problemi abbia Juan, ma mi pietrifico nell'incontrare gli occhi furenti di Khalil. E' vestito con una camicia bianca, delle bretelle rosse, i pantaloni e le scarpe sempre di alta sartoria e i capelli un po' all'aria...come se avesse lottato contro loro. "Ma io dico...sei impazzito?" chiedo socchiudendo gli occhi minacciosamente. "Mi sono stufato del tuo atteggiamento da bambina viziata, muovi il culo e vieni a pranzare con me" "Bella questa. Non hai portato altri giornalisti con te per riprendere i primi momenti del nostro matrimonio? Sai renderebbero ancora più credibile questa farsa" dico ridendo. Lui perde definitivamente la pazienza e gattonando sul letto, mi afferra per la caviglia e mi fa scendere bruscamente dal letto. Gemo per il dolore al sedere ma non ho il tempo di battere ciglio, che mi afferra per il gomito e mi trascina di peso fuori dalla stanza. Riesco a puntare i piedi e dando una gomitata alla parte retro del ginocchio, lo faccio crollare su di me. "Puttana!" ringhia Khalil ancora per terra...colpito e affondato. Mi alzo come un pantera pronta a fuggire, ma lui riesce a prendermi per i capelli e tirandoli fino a bruciarmi la cute, si rialza trascinandomi. No, merda...no. Agito le gambe speranzosa di colpirlo, ma lui mi fa inclinare la testa con uno strattone per poi farmi gridare dal dolore. "Ahhhh basta!" urlo alzando le braccia, ma lui non ha pietà di me e sibilandomi qualcosa addosso, continua a trascinarmi per terra. Quando penso che possano cadermi tutti i capelli, lui lascia la presa e rialzandomi col gomito mi spinge su una sedia. Schianto su questa e mi porto subito le mani sulla parte della cute che brucia. "Buon appetito" sento dire da non molto lontano da me. Alzo lo sguardo indemoniata e afferrando una posata, gliela lancio con tutta le forze che ho. Lui prevede la mia mossa e chinandosi, riesce a sfuggire al mio assalto. "Questa te la concedo, ma alla prossima ti stacco il polso. Scegli tu" dice lui tranquillamente dall'altro lato del tavolo mentre taglia attentamente la carne. Non sembra per niente colpito e il mio odio per lui cresce ulteriormente. "Hai fatto la farsa del matrimonio per Kemal e Melisa" ringhio. "Osservazione acuta" dice lui portandosi un pezzo di carne in bocca. Resto in silenzio dopo quell'affermazione e cerco di calmare il turbinio di emozioni e istinti omicidi che premono la mia mente. "Pensavi l'avessi fatto perchè m'interessavi?" chiede lui rompendo il gelido silenzio tra noi. "A te interessano solo le puttane" "Come te?" chiede lui a brucia pelo. "Io sono una signora." dico a testa alta. "Ne sei certa?" "Sono certa che una signora come me non ha nulla a che fare con un puttaniere come te" sibilo con disprezzo. Lui non mostra nessun tipo di risentimento dalle mie parole e continua a mangiare tranquillo la carne. La cosa fa innervosire invece me e puntando i gomiti sul tavolo sibilo "Sai che tutto quello che stai facendo, un giorno ti ritornerà? Tutto il male che mi hai fatto? Mi vendicherò quando meno te l'aspetti" "E' una minaccia Vignoli?" chiede lui sorridendo furbo. "Una promessa Temiz" affermo. Lui continua a sorridere gongolando e dice "Sai....ora che siamo sposati, tu tecnicamente porti il mio cognome. Quindi non solo ti ho portato via la vita, ti ho portato via anche..." "Il nome" sottolinea portandosi un pezzo di carne in bocca e alzando un sopracciglio. Serro le gambe inferocita e dico "Puoi portarmi via tutto....ma non potrai mai portare via questo" M'indico il petto e risalgo alla tempia "E questo" "Tempo al tempo signora Temiz" L'effetto delle sue parole mi fa più male di quanto mi aspettassi...mi ci vuole ogni briciolo di autocontrollo per non saltargli addosso e azzannarlo a sangue. "Vignoli, io sono Flora Vignoli" ribadisco gelida. "La fede al tuo dito dice altro" dice lui bevendo un sorso di vino. Abbasso lo sguardo all'anello e senza pensare alzando il medio chiedo "Questo?" Lui sorride alla mia audacia, ma non coglie la provocazione e dice "Mangia" Mi appoggio alla sedia con fare rilassata e lo ignoro deliberatamente. Stavolta la cosa lo irrita e mormora "Non sto scherzando Flora" "Con te non mi va" dico strafottente. "Hai solo me qui" "Juan è molto carino con me" Lo vedo irrigidirsi proprio sotto i miei occhi e alzando lo sguardo, dice più duro celando il fastidio di prima "Mangia." Allungo la mano al bicchiere d'acqua e bevendo dico "Mi piace solo l'acqua" "Ho. detto. Mangia." "Fot.ti.ti" dico dividendo in sillabe. "Adesso mi sono rotto i coglioni." ringhia lui strisciando la sedia rumorosamente. Sorrido per la sua irritazione, ma il sorriso muore quando si china su di me e mi prende sulla sua spalla. Stavolta non grido, non mi agito...sentirebbe la mia paura, il mio terrore per quello che mi possa fare...e non voglio permetterglielo. Mi aspetto che mi porti nello stanzino, ma sorprendentemente mi porta al piano superiore... Sale le scale e riesco a scorgere la ringhiera...perchè mi ha portata quassù? Mi guardo attorno alla ricerca di un qualcosa per attaccarmi ma non trovo nulla...merda. Fa solo altri piccoli passi e mi ritrovo seduta sulla ringhiera...ma che? Abbasso lo sguardo e serro gli occhi...non può farlo veramente. Punto gli occhi su di lui in cerca di un briciolo di compassione, ma non trovo niente e il secondo dopo volo giù dalla ringhiera mentre Khalil grida "Goditi l'acqua che tanto ti piace" L'impatto con l'acqua è fortissimo e sprofondando nel mare sento tutta l'acqua invadere le mie narici e la bocca. Cerco di spalancare gli occhi, respirare, farcela in qualche modo ma la corrente è troppo forte e vengo trascinata sempre più giù. Muovo le braccia, le gambe, cerco di urlare aiuto ma la testa incomincia a girarmi e sento le forze del corpo azzerarsi. Non morirò così, non morirò così...grido dentro di me agitandomi verso la superficie, ma come un vortice non mi permette di raggiungerlo e mi trascina a sè...sempre più giù, sempre più giù.. Sento il sale dell'acqua bruciare le labbra, le narici, le mani...i polmoni...incomincia a bruciare tutto sembra che stia prendendo fuoco. Un conato di vomito mi porta a tossire e mentre spalanco la bocca, le orecchie si tappano e l'acqua invade anche la mia gola. E' la fine...è la fine penso quando sento qualcosa afferrare la mia vita e portarmi con sè. E' la morte? Cerco di allontanarmi da questa presa, ma il mio corpo non comanda più e rimane senza forze mentre il vortice mi porta sempre più su, sempre più su. Sento improvvisamente il sole baciarmi il corpo, ma non riesco muovermi...è tutto bloccato, mi sento come sotto un muro di cemento. Il mio pensiero va a quella volta in cui stavo annegando e sentivo tante risate...nessuno mi aiutava, nessuno si è preso cura di me. Sento sotto di me un qualcosa di solito bruciare la mia pelle e delle mani che schiaffeggiano piano il mio viso...sono ancora viva? "Flora, flora! Svegliati!" sento a tratti...non riesco a capire bene chi sia. "Cazzo non ora, non ora! Flora!" Sento delle labbra sulle mie...la cosa mi scombussola, sono morbide, salate, buone...le vorrei ancora. "Ti prego...ti prego" Un bruciore colpisce il mio petto e tossendo, libero la gola dall'acqua che non lasciava spazio al mio respiro...tossisco ancora, ancora e ancora finchè finalmente il mio corpo risponde e spalanco gli occhi inalando il primo respiro. "Oh santissimo!" sento dire sopra di me. Sbatto piano gli occhi e metto a fuoco piano piano degli occhi, il mio naso inspira lo stesso profumo che ho sentito quando sono riemersa a galla, il mio orecchio inizia a sentire il suo respiro affannato...chi è? "Flora...Flora mi senti?" Metto finalmente a fuoco e vedo un bel uomo...ha i capelli bagnati all'indietro, gli occhi color cioccolato spalancati con dell'acqua che fa brillare le ciglia folte e le labbra carnose e rosee. Abbasso lo sguardo al suo petto che sale e scende freneticamente e le bretelle rosse sciolte ai fianchi...osservo il suo avambraccio vigoroso e le belle mani grandi e rassicuranti...è il mio eroe. Sbatto ancora gli occhi e vedo lui sorridere mostrandomi una scia bianca di senti che gli illuminano il viso...è bello come il sole, resto ad osservare il suo sorriso finchè lo vedo mutare in un sorriso diabolico, non è un sorriso genuino, è cattivo, crudele, non ha belle intenzioni. Mi metto seduta con difficoltà e sento subito come una coperta coprirmi le spalle, mi stringo nella coperta e sento delle mani cercarmi di riscaldare...è una bella sensazione. Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi...l'impatto dei miei ricordi mi fanno indietreggiare di colpo e guardarlo con orrore. "Stammi lontana! Non toccarmi!" grido tossendo indietreggiando sempre di più. Mi rialzo per correre, ma il mio corpo non è ancora forte e ripiombo per terra...non esattamente perchè delle braccia mi afferrano e non rischio di cadere rovinosamente. "No, no!" esclamo terrorizzata. "Sei ancora debole, voglio solo riportarti a letto" dice lui prendendomi in braccio. Cerco di picchiare i pugni sul suo petto, ma odio che abbia ragione e sia veramente troppo debole anche solo per ribellarmi. Nonostante ciò mi rifiuto di posare la testa pesante sul suo petto o sfiorarlo per quanto mi sia possibile ancora...lo odio, lo disprezzo, provo solo tanto astio nei suoi confronti. Entriamo nella stanza e lui posandomi delicatamente sul letto, mi copre ulteriormente con altre lenzuola. Mi lascio coprire e resto in silenzio per tutto il tempo...sono troppo traumatizzata da ciò che è appena successo. Aspetto che lui se ne vada per scoppiare a piangere, ma lui sorprendentemente si stende accanto a me e cerca di abbracciarmi. Non glielo permetto. Mi trascino fino al bordo del letto e lo guardo ferita...non me lo merito. "Lo sapevi" affermo delusa...non pensavo mi avrebbe colpito in quel modo, nel modo più orribile. Lui si tiene a debita distanza da me e sospira piano "Che non sai nuotare? Si." Con il labbro tremante e gli occhi lucidi chiedo "Perchè non mi hai lasciato morire? Volevi questo in fondo" "Mai." ringhia lui. Lo guardo confusa schiudendo le labbra mentre lui aggiunge "Non sarà l'acqua ad ucciderti, sarò io." "Perchè l'hai fatto allora?" chiedo con voce rotta e rabbia negli occhi. "Per dimostrarti che ti ho in pugno, ti conosco come il palmo della mia mano...Per dimostrarti che comando io e tu non hai nessun tipo di potere" "Che ti ho fatto?" sussurro pianissimo con tutto il dolore del mio cuore. "Esisti" dice lui inchiodandomi con lo sguardo. "Uccidimi allora" mormoro. "Hai preso la mia vita, l'hai detto tu. Non ha più senso...uccidimi" Lui continua a fissarmi impenetrabile e io ripenso a quel momento, quel secondo in cui ho creduto di morire e per un attimo ho sospirato di sollievo, consapevole del fatto che l'inferno sarebbe finito, che sarei andata in un posto migliore, che questa vita mi ha lasciato più amarezze che gioie, che sarei stata felice altrove, che avrei ritrovato la pace. "Non ti è bastato perseguitarmi per quattordici anni? Rendermi la vita un inferno? Costringermi a stringere i denti e lottare contro tutto, contro la solitudine? Non ti è bastato privarmi di tutto Khalil? Cos'altro vuoi da me?" chiedo tremando. Lui sbatte pianissimo gli occhi e allungando delicato una mano sul mio petto mormora "Voglio questo" Risale la mano alla mia testa e mormora ancora imitandomi prima "E questo" "Sono le uniche cose che mi sono rimaste" confesso chiedendo con gli occhi pietà, ma lui non è umano, ha un pezzo d'acciaio al posto del cuore, non conosce emozioni, non ha un'anima, infatti sibila diabolico "Io voglio tutto." E io capisco che è inutile lottare per tenerlo lontano, è inutile combatterlo quando puoi fare di peggio...entrargli dentro, dentro la mente, dentro le vene, dentro le ossa...recuperare la sua mente, il suo cuore per poi ucciderlo nei peggiore dei modi. Con l'amore. Ma non un amore qualsiasi...l'amore più letale, più distruttivo, funesto...quello non corrisposto, quello che tu provi e l'altra persona no, quello che tu vuoi e lui rifiuta, quello che ti uccide e fortifica l'altro. "Stai attento" lo avverto incominciando ad ideare nuovi incastri, nuovi inganni... "A cosa?" chiede lui mentre mi giro dandogli le spalle e mormoro sorridendo malignamente "Anch'io voglio tutto." per poi portarmi la fede sulle labbra e baciarla. Il bacio di Giuda.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Quando sei all'inferno solo il diavolo può aiutarti." KHALIL'S POV: PASSATO. Ho cercato di non farlo, ho cercato di negarmi, ho cercato di non cadere nella tentazione, ma la mia mano si muove sola e gli occhi stanno letteralmente divorando le curve di quella dannata...non riesco a staccarli dallo schermo. Sta solo facendo una stupida doccia, ma è da una buona mezz'ora che balla dentro il box doccia e agita il culo alla telecamera...come se sapesse che la sto osservando, che ho occhi solo per lei, che sto morendo dalla voglia di raggiungerla e agguantarle quel culo che mi sta dando tormento...dio cosa le farei adesso se fossi con lei nuda, bagnata e disarmata. Che dico? Anche solo gli occhi sono un'arma contro di me...quella bestiolina insiste a chiudere le tende per stare al sicuro da me, mentre non sa che solo camminando, sorridendo, leccando le labbra distrattamente mi colpisce alle spalle. Sorrido nel pensare che voglia tenermi fuori, cerchi di essere furba chiudendo meglio le porte, le finestre, anche i cassetti, quandoo in realtà sono dentro...le telecamere sono puntate persino dentro il frigorifero, l'armadio, il condizionatore, il box doccia... "Ma io, ma tu, sono con te ogni giorno Perché di te ho bisognooo! Non voglio di più Acqua e saleee Mi fai bereee Con un colpo mi trattieni il bicchieree!! Mi fai maleeee Poi godereee!.. se mi vedi in un angolo ore!.. Ed oreee Ore piene Come un lagoo Che se pioveee un po' di meno è uno stagno! Vorrei dire Non convieneee Sono ioo a pagare amore tutte le pene!" grida cantando tenendo il soffione a mo' di microfono. Sembra spensierata, non pensa alla mia chiamata, non gliene importa nulla... La cosa mi fa infuriare...la vorrei strozzare, mettere le mani attorno al suo collo e stringerlo prima piano, il tempo di sentire il battito cardiaco normale, per poi stringerlo più forte e sentire il battito crescere...stringere fino a sentire la trachea, il battito impazzito e i singhiozzi...mentre l'altra mano si muove sola e raggiunge la sua carne... Immagino di sentirla bagnata...non a causa della doccia, a causa mia...come se mi avesse aspettata, come se avesse desiderato le mie dita dentro di lei, come se le avesse sognate, bramate...immergerei il dito nei suoi umori e mi premerei contro di lei...per quanto mi sia possibile immergermi ancora in lei. I suoi singhiozzi si trasformano in gemiti di piacere, anche lei vuole che continui, anche lei vuole sporcarsi di me...avermi sulla sua pelle. Poggerei la testa sul suo collo e le morderei la clavicola mentre il mio dito dà piacere a lei, a me, a noi...Immagino che lei vada incontro al mio dito, lo prenda tutto con ingordigia, senza pudore...anche lei mi ha aspettato. I suoi gemiti vanno incontro al mio respiro affannato e creano una musica di sottofondo perfetta per quest'atto immorale, mi struscio contro la sua coscia nuda...non riesco a darmi pace, il mio corpo sta andando a fuoco nonostante io sia sotto il getto d'acqua...voglio immergere altro dentro di lei, qualcosa che non la faccia solo gemere...voglio sentire urla, suppliche, preghiere, pianti convulsi e li sento quando tolgo il dito e mi allontano da lei. L'ho lasciata ad un passo dall'orgasmo e adesso urla, supplica di prenderla, mi prega e alla fine cade per terra piangendo spasmodicamente, è un pianto isterico...è sul punto di crollare e lo fa davanti ai miei occhi, in ginocchio, al mio cospetto. "Cazzo..."ringhio venendo in maniera troppo intensa, violenta, sbagliata...getto la testa all'indietro e respiro affannosamente...non sono mai venuto così, nessuna mi ha mai fatto venire così. Riapro gli occhi che non ricordavo di aver chiuso e osservo davanti a me nello schermo il box doccia vuoto. Merda...l'ho persa di vista. Seleziono la telecamera della sua stanza, ma corrugo la fronte nel non vederla...dove minchia è? Tutta l'eccitazione finisce e rimettendomi composto, clicco freneticamente le altre stanze...non è nell'altro bagno, in corridoio, nella stanza dello stronzo, nel salone...sento il cuore quasi schizzare fuori dal petto, finchè finalmente la trovo e sospiro di sollievo riappoggiandomi sulla sedia. E' in cucina con una maglietta larga che le copre a stento il culo e beve dalla cannuccia il succo di frutta...lo fa apposta di provocarmi allora. Abbasso lo sguardo per evitare di farmi l'ennesima sega e ne approfitto per pulire il macello che ho combinato...rettifico: che mi ha portato a combinare. "Sii!" grida lei mentre entrambi sentiamo un trillo...vero, mi ero dimenticato dei biscotti che aveva messo ad infornare. In questi pochi giorni ho avuto modo di apprendere che le piacciono i dolci, in particolare va matta per i biscotti al burro...ne fa a chilate a casa, mi stupisco come quel corpicino possa mangiare tanti biscotti. Saltella felice per la cucina e si abbassa al forno per recuperare la teglia...inutile dire che la maglietta è risalita e ora ho il suo culo, fasciato da delle stupide culotte, sventolato in faccia. "Attenta piccola..." mi lascio sfuggire mentre osservo che prende la teglia senza presine, infatti le scivola la teglia per terra e si porta subito il dito scottato in bocca. "Merda..."borbotta lei guardando per terra tutti i biscotti...un po' mi dispiace, sembravano venuti bene. Cazzo...che sto dicendo? Mi sto davvero dispiacendo dei biscotti per terra di quella troia? Sbuffo e finisco di ripulire...ho davvero fatto un macello. Sento il campanello di casa sua suonare e sposto subito lo sguardo allo schermo che riprende il portone di casa. "Zecca di merda" borbotto nel vedere il pischello. La porta viene subito aperta e con disapprovazione osservo Flora abbracciare la mezzasega. Sposto lo sguardo alla pistola sulla scrivania e sorrido...ancora per poco. "Ti avevo fatto dei biscotti" dice lei sfuggendo dalle labbra di lui. La cosa stavolta mi fa sorridere...è ovvio che non provi nulla per quell'idiota, come si potrebbe anche solo trovare attraente un individuo del genere? "Bello" dice lui un po' seccato dall'atteggiamento di Flora. Metto i gomiti sulle ginocchia e osservo attento...non ho mai investigato sulla mezzasega, che sia arrivato il momento? Lui ritenta di strapparle un bacio, ma lei è veloce e dice allontanandosi "Vado a mettermi qualcosa, ok?" "Ti seguo" "Ma no! Ci metto un secondo!" dice lei incominciando a salire le scale. "Mmm ok" mormora lui facendo spallucce. La seguo nelle scale, nel corridoio e clicco la schermata della sua stanza...lei si chiude la porta alle spalle e alza gli occhi al soffitto. "Come devo fare adesso" borbotta aprendo l'armadio. Seleziono la telecamera dell'armadio e la vedo frugare tra i pantaloni...non metterti i leggins, non metterti i leggins, non metterti i leggins...prende i leggins. Li indossa velocemente e per peggiorare la situazione, fa un nodo alla maglietta e scopre completamente il culo...piccola perfida. "Cucciolotta mia?" grida il moccioso...per poco non vomito sulla postazione. "Arrivo!" grida lei facendo una faccia seccata...neanche a lei piace tanto il soprannome. Si assicura di nuovo che le tende siano chiuse ed esce dalla stanza...la sua continua insistenza a controllare che le tende siano chiuse mi diverte in maniera malsana...in fondo tutta la mia ossessione per lei è malsana, non me ne frega un cazzo che sia malsana o meno. La seguo nel corridoio e nelle scale...mi secca vederla raggiungere la mezzasega...non dovrebbe neanche più respirare. "Vieni qui" dice lui sdraiato sul divano...come se fosse casa sua. "Devo andare a scopare in cucinare" dice lei dirigendosi verso questa. "Vuoi scopare eh?" chiede il genio del male. Sia io che lei alziamo gli occhi al cielo...siamo d'accordo su una cosa, non sopportiamo cucciolotto nostro...solo non capisco perchè voglia continuare a starci se tanto non le piace. "Faccio finta di non aver sentito" bofonchia lei entrando in cucina. "Dio aiutami..." sussurra piano lei guardando la lampada in alto...verso di me. "Ti aiuterò...ti aiuterò" mormoro compiaciuto. Lascio che lei scopi la cucina e seleziono la telecamera in salone. L'idiota si è steso meglio, mettendo le scarpe sopra i cuscini beige e chatta con grinta al cellulare. Chissà con chi avrà così tante cose da dirsi...cerco di zoomare dietro la mezzasega e capire con chi stia parlando. "Calcetto" leggo il nome del gruppo. Ovviamente...non poteva non essere un calciatore di successo il nostro cucciolotto. Improvvisamente lui si mette seduto sul divano e bisbiglia "Pronto?" Perchè parla così piano? Aumento il volume dei microfoni...ho speso una piccola fortuna per questi apparecchi non visibili all'occhio nudo e potentissimi. "Piccola lo so...ti prometto che mi farò perdonare" sussurra lui lanciando uno sguardo indagatore nel corridoio. Piccola? Bene bene...qua abbiamo un'amante, la cosa si fa stranamente interessante. "So che sei sempre pronta per me...sei proprio una ragazzaccia" Ragazzaccia...stavolta scoppio a ridere. Sposto lo sguardo su Flora che continua a pulire ignara di tutto, mentre Flavio mormora ancora "Stasera? Biscottino sono già impegnato" Resta in casa con Flora? Merda. Prendo il cellulare e cerco di sincronizzarlo con quello di Flavio...dovrei riuscirci in pochi minuti. Nel campo ero io l'esperto di tecnologia e riuscivo a rintracciare e o criptare messaggi internazionali...è una mia passione l'ingegneria informatica e Ahmed mi ha aiuto ad alimentarla, non gli sarò mai abbastanza grato...mi ha dato la possibilità di crescere con la mia passione e farci un lavoro, diceva che io ero la mente e lui il braccio...una squadra. "Bingo" esulto piano mentre scarico le sue chat di whatsapp. In pochi secondi riesco ad avere accesso a tutti i suoi messaggi e vado alla ricerca della persona che mi interessa...Flora. Scopro che non ha nemmeno il suo numero...pietoso. Sbuffo e cerco all'interno delle altre chat qualcosa d'interessante...questo ragazzo oltre ad essere un idiota, è terribilmente noioso. Clicco nella chat con la madre per capire le sue origini e alzo un sopracciglio nel vedere che con nome "Mamma" ha salvato l'amante e non sua madre. Scorro i messaggi spinti da ragazzini di 12 anni e clicco le foto della chat...fischio appena vedo una sfilza di foto di lei nuda. "Ah però" fischio nel vedere anche video di lei mentre si spoglia...hai capito l'amante. Guardo interessato tutto il video e passo ad altri...capisco il motivo dell'amante, Flora manco gli degna di un bacio ma la cosa m'irrita più di quanto dovrei irritarmi. Solo io posso prenderla in giro, nessun altro può prendere quel posto...in quel caso è come se stessero prendendo in giro me. "Mi mandi altri video biscottino? Mentre ti ecciti?" chiede lui sorridendo. Il nostro cucciolotto è ingordo eh... "Si si, mi piacciono tanto...vorrei essere lì mentre li fai" mormora lui facendomi nauseare. Flora è solo a pochi passi da lui...quanti hai? 8? Quanta pochezza. Osservo Flora uscire dalla cucina e sincronicamente vedo la mezzasega ancora impegnato a supplicare l'amante di mandargli video nudi di lei...la situazione è tragica. Flora potrebbe capire tutto nei prossimi cinque secondi e lasciarlo prima del mio piano...e dove sta il divertimento? Riavvio il cellulare dell'idiota e interrompo la chiamata con l'amante...se non ci fossi io. "Eccomi" dice Flora entrando in salone, mentre Flavio osserva stranito il cellulare riavviarsi e gira immediatamente la testa verso di lei. "Ehi!" esclama lui facendole spazio sul divano e togliendo via il cellulare. "Che stavi facendo?" chiede lei subito insospettita. L' istinto femminile...una cosa così sottovalutata dalle donne...è la loro arma più potente e la ignorano sempre, non capisco a questo punto se vogliano farsi del male apposta o sono vero stupide a non dargli conto. "Nulla, mi aveva chiamato mia madre"dice lui gettando un braccio sulle spalle di Flora. Certo...una madre che si sbatte a sua insaputa, madri del genere sono rare se non inesistenti. "Ah e che voleva?" chiede lei sistemando dei cuscini in mezzo a loro...la cosa è comica. "Sapere se stasera venissi a cena, ma ho detto che sono con te e poi andiamo in discoteca" Discoteca...questa parte mi mancava, ne avranno discusso nel cortile della scuola...è un'area troppo vasta per essere monitorata, ma da domani la raderò al suolo non tralasciando nessun punto. "Ottimo...dove mangiamo?" chiede lei lasciandosi accarezzare le spalle...strano. In passato non l'avrebbe mai permesso, ha in mente qualcosa quella pulce...per forza, glielo leggo negli occhi. "Vuoi mangiare fuori? Io avevo pensato di mangiare qui e poi uscire" dice il moccioso...tanto non te la dà. Lei fa una smorfia e dice allungandosi a lui per fare le fusa "Ho voglia di hamburger, patatine fritte e altre schifezze, davvero tanta voglia" "Andiamo al Mcdonald?" propone lui mentre io mi passo le mani sul viso...rettifico: lui non è un idiota perchè gli idioti hanno più testa di lui. "Preferirei andare da Zangaloro" mormora lei contrariata. "Quanto si paga?" Mezzasega, noioso, moccioso, arrapato, tirchio...l' elenco diventa fitto. "Non tanto" "Vabbe in caso la tua parte te la paghi tu perché io sono a corto di soldi,ok?" Oh santo cielo...l'ha detto veramente? "Possiamo anche andare al mc se vuoi, non ti ho mai chiesto di offrirmi nulla" ribatte lei. "Ma mi piace viziare la mia cucciolotta" dice lui avvicinandosi a baciarle le labbra. Lei lo schiva e il bacio si posa sulla guancia...per niente eccitante. "Vado a vestirmi!" Esclama lei balzando dal divano. "Non c'è fretta, potremmo intanto..." "Sono già le 19, conta che ci metto un'ora per prepararmi" "Un'ora?" Chiede lui...in realtà me lo chiedo anch'io. Flora è sempre stata una ragazza schietta e veloce...anche nel semplice atto di vestirsi e prepararsi, diversamente da altre ragazze che ci mettono mezz'ora solo per passarsi quella cosa rovente sui capelli... "Beh si! Intanto puoi guardarti un documentario, su sky ho registrato un documentario sulle capacità umane a captare i suoni amplificando i sensi e cercando di nasconderne un altro per...." "Guarderò un po' di instagram" dice lui fermandola. Flora non sembra tanto sorpresa dal fatto di non avere nulla in comune con lui e alzando le spalle dice "Come vuoi tu, in cucina puoi trovare dei biscotti al burro che ha comprato zio alla fiera " "Sono orrendi quei cosi! Non capisco come possano piacerti" sbuffa lui mentre lei non resiste ancora un secondo in più e sale in camera. La seguo fino in camera e la lascio che sceglie cosa indossare. Ritorno alla telecamera in salone e becco l'ingordo a chiamare di nuovo l'amante. "Non mi sono ancora arrivati i video? Non vorrai deludere il paparino" dice lui sdraiandosi sul divano. Scuoto la testa rassegnato dalla sua demenza e decido di andare in cucina per recuperare qualcosa da sgranocchiare. Passo dalla parete delle foto di Flora e osservo che solo una parete non può bastare per ospitare tutte le sue foto...potrei dividere le pareti ad anni. Mi appunto mentalmente di chiamare il mio architetto di fiducia e chiedergli di ampliare le stanze in quest'area della casa. Mi servirà molto più spazio qui...molto di più. Salgo in cucina e aprendo un mobiletto mi sorprendo nel vedere i biscotti di cui parlava Flora...la domestica li avrà presi pensando che mi possano piacere. Ne addento subito uno e mi sorprendo doppiamente quando gemo di piacere mentre ne addetto un altro. Cazzo, che buoni...non me l'aspettavo proprio. Osservo la marca di Paolo Forti di Castelbuono e col pacco in mano, riscendo le scale. Digito la data di nascita di lei ed entro nella mia postazione. Mi siedo e tolgo la schermata del salone per riprendere Flora. Non la trovo in camera quindi clicco per il bagno e... "Merda" tossisco sputando il biscotto con cui stavo per soffocare. Mi riprendo in poco tempo e bevendo un po' d'acqua, spoglio letteralmente le curve provocanti che evidenzia il vestito di pelle rosso abbastanza succinto. È di una pelle lucida il vestito e ha lo scollo a cuore...Il collo, le spalle, la schiena, le gambe...è tutto scoperto. Frugo nei cassetti la racconta dei suoi vestiti e noto di non aver registrato questo capo nella raccolta...l'avrà preso stamane, brutta vipera. Anche lei passa quella cosa rovente sui capelli, che la rende più sexy di quello che disgraziatamente è, e applicando il mascara, decide di mettere anche il rossetto rosso scuro. Zoomo il viso e il mio sguardo cade sulle labbra carnose e rosse come il peccato, che immagino attorno al mio cazzo altrettanto rovente. Lei esce dal bagno e con difficoltà la seguo in camera mentre si abbassa a prendere delle scarpe e ne esce fuori con delle converse rosse...sorrido. È come se ci avesse provato fino alla fine per poi buttare la spugna, perché la sua natura chiama e si fa piacere così. Si dà un' ultima occhiata allo specchio e mettendosi del profumo, recupera la borsetta per poi buttarsi sul letto e portarsi con sé il portatile. Abbasso lo sguardo all'orologio e noto che ci ha messo venti minuti...Ora dovrà inventarsi qualcosa per i prossimi 40 minuti. Sincronizzo il mio portatile col suo mentre lancio un'occhiata alla schermata del salone...Il moccioso è ancora al telefono. "Jung e la psicologia dell'anima. È Gustav Jung il protagonista della terza uscita di "La Psicologia". In questo appuntamento lo psicoanalista e scrittore Luigi Zoja ci racconta "Jung e la psicologia dell'anima", partendo dalla differenza concettuale con Freud. Di quasi vent'anni più giovane, Jung ha una visione diversa della psicoanalisi pur essendo convinto che essa rappresenti uno strumento culturale estremamente ampio. In particolare per il grande studioso svizzero ogni essere umano appartiene a una precisa tipologia psicologica, ad iniziare dal temperamento introverso o estroverso: una divisione fondamentale tra chi privilegia l'osservazione della realtà esterna e chi invece rivolge lo sguardo all'interno di sé. L'idea dell'inconscio collettivo che si esprime negli archetipi è, poi, l'altra grande novità introdotta da Jung nell'ambito della psicoanalisi. " Leggo velocemente il sommario del documentario che ha selezionato la pulce e dal computer sincronizzato, vedo che inizia il documentario. Lancio un'occhiata a lei e la vedo inserire le cuffie per poi guardare la tenda chiusa...le ha serrate tutto il giorno, non ha capito assolutamente nulla. Rimango mezz'ora a guardare interessato il documentario insieme a lei, finchè sento il campanello di casa suonare. Seleziono la telecamera del portone e vedo il porco. Flora sembra non aver sentito nulla e guarda con attenzione il video, sembra molto presa da questo...lancio un'occhiata al salone e vedo il moccioso riattaccare alla svelta. Scuoto la testa e metto pausa al documentario...Flora aggrotta subito la fronte per poi alzare subito la testa nel sentire il campanello. "Cazzo" borbotta scendendo dal letto e correndo in bagno. Afferra l'accappatoio e indossandolo, si fionda fuori dalla stanza. "Cucciolotta, aspetti qualcuno?"chiede il moccioso in salone. "Si, non ti muovere" grida lei correndo per le scale. "Non ti sei ancora vestita?" chiede lui vedendola apparire con l'accappatoio. "Ti ho detto che ci avrei messo tanto" borbotta lei per poi andare ad aprire la porta. "Zio!" esulta lei mentre il coglione entra con un sacchetto in mano e dice "Ho portato il pollo e dei mignon in...che ci fa lui qui?" Flora sposta lo sguardo al ragazzo e deglutendo mormora "Tra poco usciremo, ti ho avvisato ieri sera zio" "Giusto...non mi sono ricordato" borbotta lui entrando in casa. "Ciao Ezio" dice il ragazzo avvicinandosi a salutarlo. Lui non sembra contento della vicinanza e allungando una mano dice brusco "Signore" Il moccioso capisce l'errore appena commesso e stringendo debolmente la mano dice "Certo, signore. Mi scusi" "Va meglio" dice Ezio stritolandogli la mano...vorrei aver avuto dei popcorn per gustarmi meglio la scena. "E dov'è che andate?" chiede lui alla nipote. "Prima al Mcdonald e poi in una discoteca al centro" "Mcdonald?"chiede lui alzando un sopracciglio...persino lui capisce che non sia tanto galante come luogo per portare la fidanzata a cena. "Si paga poco" si giustifica il moccioso. "Già" mormora Ezio fulminandolo con lo sguardo. "Vado a finire di prepararmi, vi posso lasciare da soli?" chiede Flora stringendo il nodo all'accappatoio. "Ma certo" dice Ezio incrociando le braccia. Vedo il moccioso deglutire...che spasso. "Perfetto, arrivo subito" dice lei stampando due baci sulle guance di ambedue. Risale in stanza e mentre la seguo per le scale, sento il mio cellulare suonare. Aggrotto la fronte e vedo che è un numero non registrato...non che abbia una rubrica fitta. "Chi parla?" chiedo freddo. "Ehi idraulico" dice una voce femminile. Ridacchio mentalmente..."Ehi professoressa" dico poggiando i piedi sulla scrivania. "Ti va di vederci? E' stata una giornata stressante" "Troppi compiti di scienze da correggere?" chiedo ironico. "Esatto, i miei alunni sono proprio delle capre" "Hai spiegato il cervello come ti ho chiesto nella classe del secondo?" "Certo, hai pagato per farmelo fare" dice lei maliziosa. Adoro queste donne assetate di sesso...non ne hanno mai abbastanza. "Quando pensi di raggiungermi quindi?" chiede lei mentre io mi ero distratto a vedere Flora togliersi l'accappatoio. "Stasera ho una cosa da fare, potrei passare per l'una" "Ti aspetto allora" dice lei con voce sensuale, stranamente non me lo fa venire duro. "Ci vediamo" dico riattaccando. Mi sono rotto i coglioni di stare al telefono, sto solo perdendo tempo. Sento lei ribattere, ma me ne frego e spengo il cellulare. Dal computer sincronizzato vedo che Flora continua a guardare il documentario, mentre il moccioso e il coglione si sono spostati in cucina. Seleziono la telecamera della cucina e sento la loro conversazione. "Flora ha detto che abiti qui vicino" investiga lui. "Si, signore" "Che intenzioni hai con lei ragazzo?" va diretto lui. Vedo il moccioso deglutire...stasera potrei anche non ucciderlo, in fin dei conti è un personaggio e mi diverte il triangolo amoroso, vorrei vedere fino a che punto può spingersi. "Amo sua nipote" Ezio fischia e dice "State insieme da una settimana e parliamo già di amore?" "Beh si, è stato un colpo di fulmine" scoppio a ridere io intanto. "Un colpo di fulmine quindi..." mormora scettico Ezio. "Si, quella sensazione con le farfalle nello stomaco. Ha presente?" Questo moccioso è un vero e proprio spasso. "Le farfalle, come no" dice Ezio ridacchiando. "Non mi crede signore?" "Come non potrei non crederti, sei stato abbagliato dalla luce che irradia mia nipote" Rettifico: questi due sono uno spasso. "Come un faro" conferma il moccioso credendo alle parole di Ezio. Vedo il documentario nel portatile stopparsi e alzando lo sguardo alla camera, vedo lei che si spalma della crema sulle braccia e afferra una giacca di pelle. Esce dalla stanza e corre per le scale per raggiungere gli altri in cucina. Devo darmi una smossa. "Speriamo vada tutto bene" sento mormorare dal microfono installato nei bottoni della sua giacca. "Ehi, sono pronta!" esclama lei una volta entrata in cucina. "Eccolo il nostro faro" dice Ezio mentre Flora guarda entrambi strana e chiede "Faro? Mi volete dire che dovrei dimagrire? "Ma no, sei perfetta così" dice il moccioso avvicinandosi a lei. Lei gli sorride e andando a dare un bacio allo zio, mormora piano "Entro l'una sarò di ritorno" "Ok, a chi devo chiamare in caso?" Lei si avvicina al frigo e prendendo una penna, scrive su un post it sopra. "Questo numero. E' quello di Flavio" "Perfetto, allora ehm...divertitevi" "Grazie signore" dice il moccioso mentre entrambi escono dalla cucina. "Carino il vestito" dice la mezzasega prendendole la mano. Carino? Io per poco non soffocavo, cazzo. "Grazie, anche tu non sei male" Lui le passa il casco e salendo insieme, partono via. Mi decido anch'io a muovermi e uscendo dalla postazione, chiudo tutto a chiave e raggiungo la mia Jaguar. Dal microfono installato nella giacca di Flora, non sento nulla quindi con tranquillità esco dal garage e vado al Mcdonald più vicino da casa sua. Parcheggio davanti alla banca vicina e abbassando il cappuccio e inforcando gli occhiali da sole nonostante la mancanza di sole, aspetto fuori dal Mcdonald. Non ho ancora sentito nulla dal microfono, staranno ancora arrivando. Passo il tempo mandando email lavorative nel cellulare, finchè come un animale fiuto la mia preda. Proprio davanti a me i due parcheggiano e scendono. "Dammi qua" dice il moccioso prendendole il casco. Dal vivo lui è ancora più pidocchioso, dal vivo lei è ancora più maledettamente eccitante. "Grazie" dice lei timida. Cazzo, dal vivo ha anche una voce più delicata, è più aggraziata, fine, piacevole... Mentre lui posa i caschi osservo lei che prende freneticamente qualcosa dalla borsetta e la nasconde dietro la schiena. Aggrotto subito la fronte non capendo, cosa diavolo tiene in mano? "Andiamo?"chiede lui avanzando. "No, aspetta" dice lei andandogli incontro sensualmente. Anche lui è perplesso quanto me, mentre lei lo prende per la giacca e lo bacia, che dico? Lo divora. Abbasso gli occhiali per essere sicuro di vedere bene e fulmino con lo sguardo le loro labbra che si mangiano la faccia a vicenda. Come diavolo può farla eccitare un idiota del genere? Mi ha davvero dimenticato così velocemente? La delusione e qualche altra sensazione si fanno largo nel mio corpo mentre però il mio occhio cade sulla mano di lei. E' come se stesse cercando di trovare qualcosa, non capisco. Mi avvicino di poco per capirci meglio e alzo entrambe le sopracciglia nel vederla trafficare con una piccola videocamera . Che cazzo vuole farci? Socchiudo gli occhi e la vedo attaccare la videocamera sul colletto della giacca...non avrà avuto sospetti del tradimento? Si assicura che sia attaccata bene, mentre il moccioso le accarezza il culo e fa per risalirle la gonna del vestito. Lei lo ferma immediatamente e staccandosi, si sistema la gonna come se non avesse appena attaccato una videocamera sul colletto della giacca del ragazzo. "Wow cazzo" dice lui leccandosi le labbra. Labbra che io non ho mai potuto assaggiare...neanche sfiorare, solamente sognare...la cosa non mi fa molto piacere. Lui la riprende per la vita, ma lei si allontana e pulendogli del rossetto fuoriuscito, dice ridendo "Dai che ho fame!" Lui non l'ascolta cercando di attaccarsi ancora alle sue labbra, ma lei lo evita essendo della sua stessa altezza e dice "Dopo, promesso" Stavolta il moccioso si arrende e limitandosi ad un bacio sulla guancia, la riprende per mano. Io rindosso subito gli occhiali e mi giro...ci manca solo venga beccato. Vedo i due entrare e spiandoli da fuori, vedo che lei prende un happymeal e un cono gelato, e lui un menù col Crispy mcbacon. Osservo che salgono sopra e io entrando subito, scavalco la fila per poi pararmi davanti a delle ragazze e ringhiare alla cameriera "Qualcosa da bere" "Ehi ma c'eravamo prima noi!" gridano le voci dietro. Mi giro e togliendo gli occhiali dico "Finitela di frignare, sono di fretta" Rimetto gli occhiali e mi rigiro verso la cameriera che mi guarda incuriosita...abbasso lo sguardo alla sua targhetta e dico più seducente "Nadia...potresti darmi una cocacola" Lei si morde subito il labbro e abbassando lo sguardo al monitor chiede "Di che dimensioni?" "La più grande" dico alludendo chiaramente ad altro...lei lo capisce e arrossisce ulteriormente. "Sarà subito servito" dice anche lei alludendo ad altro. Dovrei passare più spesso nei fastfood. Vedo che riempe di cocacola un bicchiere enorme e coprendola con della plastichina, me lo porge. "2,20€" Le allungo una banconota da 5 e dico "Il resto è tuo" Lei si lecca le labbra mentre io le faccio un occhiolino e salgo sopra. Scuoto la testa e arrivando al secondo piano, sento un chiasso unico di bambini che urlano...che diavolo. Sbuffo per le grida dei bambini e cerco con lo sguardo i due piccioncini. "Eccoli" mormoro raggiungendoli. Mi siedo a due tavoli distanti da loro e allungando il cappuccio, premo nell'orecchio la cuffia. "Ma dai? Non l'avrei mai detto" dice lei mentre io deglutisco nel vederla quello che fa. Non sa che sta imitando delle attrici porno con quel gelato? Lo lecca con gusto e lo guarda come se lo adorasse più del moccioso in questo momento. Il cazzo stringe nei miei pantaloni e gemendo per il dolore...bevo velocemente la bevanda fredda. "Mmmh" mugola lei al gelato continuando a leccarlo...mi vuole male? Accavallo le gambe, ma il pensiero viaggia e già me la immagino scoparla sul bancone. Il vestito striminzito le sarebbe risalito sulla vita e io le starei mordendo ogni angolo scoperto delle spalle e del collo...il mio cazzo affonderebbe sempre più forte, sempre più a fondo...i mugoli sarebbero diventati grida di piacere, mentre sentirei la schiena sanguinare per le sue unghia. "Lo vuoi? Lo vuoi tutto?" ringhierei al suo orecchio sbattendola come una troia su quel bancone. "Si, si oddio si! Signore! Signore!!" "Signore?" scuoto la testa e alzo lo sguardo alla persona che mi sta chiamando...cazzo dovrei smetterla di viaggiare con la testa. "Tutto bene?" chiede lei, mentre io realizzo che è la stessa cameriera che ci ha provato giù. "Non tanto bene, mi aiuteresti a stare meglio?" chiedo posando una mano spudorata sulla patta dei pantaloni. Lei si mordicchia un'unghia finta laccata di rosa fosforescente e mormora "Ho sempre a cuore la salute dei miei clienti" Sento altri mugolii della troia nella cuffia e staccandomela ringhio impaziente "Adesso." Mi alzo senza dire nulla mentre lei eccitata mi guida per il corridoio. Passo dai due e chiudo gli occhi come un malato nel sentire il suo profumo delicato...cazzo, devo sbattermela adesso. Abbasso lo sguardo alla sua lingua e alle sue labbra sporche di crema...nella mia testa sono sporche di altro...qualcosa di mio. Il cuore batte all'impazzata e superando Flora, spingo la cameriera a muoversi. Lei entra in un camerino e io senza darle il tempo di accendere la luca, le abbasso i pantaloni e la faccio girare verso il muro. Slaccio anch'io i miei pantaloni e tirando fuori il cazzo rovente, lo preparo per entrare dentro di lei. "Ahhhhh!" grida lei quando le entro dietro e spingo a fondo. Non ho bisogno di toccarla perchè mi accorgerei di non scopare il culo di quella troia e affondando di nuovo, appoggio le mani alla parete. La cameriera grida come un'indemoniata e le mie stoccate diventano più veloci...come potrà essere il suo calore? Il suo sapore? Le sue urla? Cazzo vorrei trascinarla adesso qui e prenderla con la forza...tapparle la bocca con la mano e sculacciarla per zittirla...entrerei piano dentro di lei e incomincerei a pompare dentro e fuori, dentro e fuori....i suoi mugoli insanguinano le mie orecchie e il suo profumo resta impresso nella mia mente, il mio cazzo la riconoscerebbe all'istante. La costringerei a prendermi tutto, a obbligarla a sottostarmi, a obbedire al suo padrone...il culo sarebbe solo mio, la scoperei solo io e la farei venire solo io, solo fottutamente io. Vengo solo al pensiero del suo possesso e appoggiando la fronte sudata sulla parete, respiro con affanno...è la seconda volta che vengo per lei nella giornata, odio questa mia impotenza. Mi accorgo del tempo perso e sfilando da lei, mi riabbottono i pantaloni. Lei s'inginocchia capendo male e io facendola rialzare dico dolce "Sto molto meglio, grazie dolcezza" Esco dal camerino prima che lei possa ribattere e calando il cappuccio, rifaccio la stessa strada e ripasso dai due...Lei sta succhiando dalla cannuccia la cocacola e io chiudo gli occhi chiedendomi se lo faccia apposta. La mia attenzione è solo su di lei in questo momento e lei intuendolo, alza lo sguardo e mi becca a guardarla. Mi guarda subito perplessa, ma io ho gli occhiali da sole e non può capire chi io sia o come la stia spogliando con solo gli occhi. La seguo con lo sguardo e anche lei sembra rapita da questa strana connessione...decido di distogliere lo sguardo per non essere sgamato e ritorno al mio posto. Sorrido nell'accorgermi che il moccioso parlava, ma lei era calamitata a me e manco l'ascoltava. La cosa mi fa sentire ancora più potente...riesce a capire di essere sottomessa a me anche solo con la mia presenza...è proprio una troia. Mi risiedo e finisco la cocacola rinfilando la cuffia. Alzo spesso lo sguardo, ma non la ribecco a guardami neanche una volta...vuole ignorarmi per farmi capire che è interessata? Odio che abbia occhi solo per il moccioso, ci sono anch'io e sono il suo padrone. Stringo in due pugni le mani mentre vedo avvicinarsi la cameriera di prima e fermarsi al mio tavolo. La guardo perplesso mentre mi allunga un bigliettino e sussurra al mio orecchio "Chiamami" Non rimane e se ne va via subito. Mi rigiro il bigliettino tra le dita e alzando lo sguardo, becco Flora guardarmi. Ha uno sguardo sorpreso, deluso, amareggiato...come se si fosse aspettata che io avrei avuto occhi solo per lei e avesse scoperto che in realtà ho l'amante. Lei capisce di essere stata beccata da me e distogliendo subito lo sguardo ferito, ritorna a guardare il moccioso. Un sorriso è difficile da trattenere. Dopo poco li vedo alzarsi e andare a buttare i resti del vassoio...lui cerca di farlo per lei ma lei insiste a farlo sola e lo fa. Scendono le scale insieme e la signorina non mi degna neanche di uno sguardo, stronza. Li seguo subito dopo e uscendo dal posto, vado a prendere la jaguar. Riesco a ritrovarli presto e li seguo fino in discoteca...'Country' leggo l'insegna appena arrivato. La fila è lunga fuori, ma loro hanno il privè e sorpassano la fila...ovviamente. Mi basta fare una semplice chiamata per poter aver accesso alla discoteca...entro dentro e cerco con lo sguardo Flora. Non c'è troppa gente e il privè è quasi vuoto...mi allungo per controllare se sia lì ma non la trovo. Rinserisco la cuffia collegato al microfono e la sento parlare con un'altra persona. "Cami? Cami mi senti? Sono in bagno, raggiungimi. Ho il cellulare di Flavio ma non ho il pin di Whatsapp" Subito pulce...mi dirigo al bagno, ma sbatto contro una ragazza che mi viene contro e si aggrappa a me. Faccio per scrollarla, ma rimango sorpreso nel vedere la stessa ragazza nuda nel cellulare del moccioso...è l'amante. "Scusami, sai dov'è il bagno dei maschi?" chiede lei un po' su di giri. Perchè deve andare al bagno dei maschi? "Perchè?" decido di chiederle. "Devo raggiungere il mio ragazzo" Il moccioso...le cose si fanno interessanti. "Certo, hai provato a chiamarlo?" chiedo consapevole del fatto che il cellulare di Flavio non ce l'ha lui. "Ma certo...è così ovvio, devo telefonargli" dice lei ridendo. La guardo male e prendendole il cellulare dico "Faccio io, ok?" Non la lascio rispondere e cerco su whatsapp la chat del moccioso...la trovo con un nome in codice e lo chiamo. La chiamata viene presa, ma dall'altra parte non si sente nulla...solo la musica della discoteca...oh piccola, sei così ingenua. Allungo il cellulare alla ragazza e le grido all'orecchio "Digli che lo stai raggiungendo in bagno" "Biscottino sto arrivando al bagno! Un amico mi sta aiutando a trovarlo e..." Può bastare così...piano piano, non voglio rovinare la sorpresa alla pulce. "Ok, ora ti porto in bagno dal tuo ragazzo" dico prendendole il gomito. "Oh grazie! Sei così gentile" dice lei sorridendomi. Non replico e cercando il bagno, finalmente lo trovo...era ora. "Di là" dico indicandole una porta bianca. "Ok ok, credo di aver capito" mormora lei. Per forza devi capire...è l'unica porta bianca. "Va' " dico spingendola leggermente. Lei va spedita e io mi guardo attorno per rintracciare Flora. Non la trovo in un primo momento e localizzandola dal gps delle scale, la trovo...dietro ad un vaso? Seguo le indicazioni del gps e finalmente la becco...è sporta verso il vaso esattamente all'entrata del bagno dei maschi e ora ha gli occhi puntati sull'amante che entra incurante di non essere nel suo bagno. La situazione è comica e avvantaggiato dall'essere maschio, mi metto quasi all'ingresso del bagno dietro alla porta principale. Flora continua a spiare dal vaso e quando capisce che non potrà capire nulla così, decide di entrare in bagno. Che il divertimento abbia inizio. Entro anch'io in bagno e sento subito le urla di Flora "Quindi non la sentivi più Agnese, giusto?" Il moccioso si scolla dalla ragazza con cui stava limonando alla grande e spalancando gli occhi mormora "No no, io...cucciolotta posso spiegare" "Cucciolotta un corno" dice Flora scappando fuori. Il moccioso la segue dietro mentre Agnese si appoggia al lavandino e vomita...andiamo bene vedo. Esco dal bagno e seguo i due che vanno fuori dalla discoteca...lei non si fa prendere e quasi corre spintonando le persone. Li seguo senza perderli d'occhio ed esco anch'io dalla discoteca...una volta fuori quello che vedo non è tanto piacevole. Il moccioso è riuscito a prenderla e adesso la tiene intrappolata contro di sè...cerca di rubarle un bacio ma lei si ribella e lo allontana quanto può. "Non mi toccare! Mi fai solo schifo! Schifo!" grida lei. Cerco di non intervenire...vorrei farlo con tutto me stesso, ma i piedi camminano da soli e il pugno si alza sempre solo. Il moccioso allenta finalmente la presa e allontanandosi, si asciuga il sangue copioso che scende dalle narici. "Sei solo una troia!" grida lui guardando con odio Flora. Stringo ancora più forte i pugni fino a sentire conficcarsi le unghia nei palmi...se mettono in mezzo lei, è come se mettessero in mezzo me e io non permetto a nessuno di insultarmi. Avanzo verso di lui coprendo Flora, ma tutto succede in un attimo...una macchina parte a razzo e vediamo Flavio fare un volo di almeno 7 metri. Tutti si mettono ad urlare, finchè Flavio riatterra sul tettuccio di un'altra macchina e si rompe completamente la testa. Ma che cazz...? Spalanco gli occhi ancora incredulo e mi giro per vedere se Flora sta bene, ma non la trovo lì. Mi agito chiedendomi dove diavolo sia andata e sospiro sollevato nel vederla a terra svenuta. Cazzo...ho quasi rischiato un infarto. Prendo il corpo di Flora da terra, mentre tutti corrono verso Flavio e io corro dalla parte opposta. La testa di Flora e le gambe sono a penzoli, ma me ne frego e correndo più veloce possibile, raggiungo la macchina e sbloccandola, poso sul sedile del passeggero Flora. "Merda, merda..." mormoro sentendo delle sirene...levo la mia giacca e posandola sul petto di Flora, le metto la cintura. Afferro le guance di lei per capire se sta incominciando a riprendere conoscienza, ma sembra completamente senza sensi...per forza, mangia solo schifezze! Chiudo la sua portiera e correndo dal mio lato, metto in moto e sfreccio per la strada. Sento una suoneria e vedendo qualcosa lampeggiare nel taschino della giacca di Flora, infilo la mano e trovo...merda! Il cellulare di Flavio. "Mannaggia a te" borbotto prendendo il cellulare e buttando tutto via in un cassonetto poco più lontano. Riparto sfrecciando e arriviamo in pochi minuti a casa di lei. "Cazzo" impreco ancora incredulo dall'accaduto. Flavio è completamente schizzato via...è sembrato tutto così surreale per la velocità del tutto. Mi passo una mano sul viso e decido che la cosa migliore da fare è quella di portarla in camera sua e andarmene subito via prima di essere beccato. "Su, forza" mormoro prendendo in braccio Flora e coprendola con la mia giacca di pelle. Esco dalla jaguar e assicurandomi di non essere visto da nessuno, raggiungo il retro. Prendo le chiavi dalla sua borsetta ed entrando in cucina, cammino pianissimo per le scale per poi raggiungere la stanza da letto. Sento il coglione russare quindi mi sbrigo ulteriormente ed entrando in camera sua, blocco a chiave la porta. Adagio Flora sul letto e faccio un lungo sospiro...ci sono, va tutto bene. Mi siedo sul bordo del letto e mi ripasso le mani sul volto...domani ci sarà un macello...devo recuperare tutte le cassette della videosorveglianza della discoteca e togliere la parte in cui mostra me e Flora accanirci contro di lui. Mi giro verso Flora e la vedo completamente addormentata con la bocca socchiusa...senza pensare allungo una mano e infilo l'indice tra le labbra...queste si schiudono ancora di più e il mio dito si spinge più dentro. Il mio cazzo si risveglia e insieme a quello si risveglia la mia ragione...non posso rivivere un film porno con lei! Levo immediatamente il dito e mi alzo dal letto deciso a svignarmela. Raggiungo la porta e girandomi, lancio un'ultima occhiata su di lei...ha ancora le scarpe indosso e il vestito è risalito poco più in sopra del culo...merda no Flora. "Ti odio" ringhio sbuffando. La raggiungo e slacciandole le scarpe, la metto seduta per poi toglierle tutto di dosso. Le levo la mia giacca, la sua, la borsettina e infine il vestitino che viene via difficilmente...lei rimane in reggiseno e mutandine e questo sarebbe un ottimo momento per divertirmi con lei, ma lei non è cosciente e io voglio che si ricordi di tutte le cose che le farò. Poso tutte le sue cose nell'armadio e infilando lei sotto le coperte sospiro stanco. Mi stendo per pochissimo sul letto e chiudo gli occhi esausto...ho corso per tutto il giorno, non riesco più a muovermi adesso. Decido di riposarmi per soli dieci minuti e girandomi verso di lei, mi allungo per approfittarmi del momento e respirare ancora il suo profumo dolce e delicato. Sono solo dieci minuti penso, mentre poso la testa sulla sua spalla e serro gli occhi stremato. ----------------------------------------------------------- PRESENTE: "Flora! Flora! Rispondimi subito!" grido con lei in fin di vita. Che cazzo ho fatto? Che cazzo ho fatto! Premo sul petto sperando che possa riprendersi, ma non succede nulla, non si muove di un millimetro. Il mio cuore batte all'impazzata e respirando affannosamente, rifaccio la respirazione bocca a bocca...manco mi accorgo di star sfiorando le sue labbra per quanto sono agitato e nervoso. Non può morire così...non può andarsene proprio adesso, non può e pretendo che non lo faccia! Le prendo le guance con una mano e ringhio "Svegliati subito troia, hai capito? Svegliati immediatamente!" La sua testa è a penzoloni e senza vita...la rilascio cadere e prendendole il polso, cerco di sentire il battito...non sento un cazzo. Mi allungo sul collo e premo due dita, ma non sento un cazzo anche lì. Alzo la testa al cielo e prego un dio in cui non credo di ridarmela...solo adesso mi accorgo di una cosa scottante, una cosa che non avrei mai creduto di poter realizzare...ho solo lei. Ho solo lei al mondo...non posso perderla, non riuscirei a vivere senza di lei, senza la mia ossessione. "Dio ti supplico" mormoro mentre sento i miei occhi farsi lucidi...l'ultima volta che ho pianto è stato anni fa...quando avevo perso tutto. E' stata lei a salvarmi...per tutti questi anni ho sempre considerato che fosse la mia rovina e se invece fosse sempre stata altro? La mia salvezza? "Flora..." mormoro in lacrime accarezzandole la guancia morbida. Non l'ho mai odiata veramente...o invece si. L'ho sempre odiata perchè in realtà l'ho sempre amata. Appoggio la mia fronte alla sua e sfregando i nostri nasi mormoro "Mi stai davvero lasciando?" Lei non risponde...l'ho uccisa. "Io non volevo...non ho mai voluto questo, non ho mai saputo quello che volevo fino adesso" Inspiro il suo profumo e prendendo in un pugno i suoi capelli mormoro "Io sono sempre rimasto fermo a quel nostro primo incontro...a quando mi hai catturato con quei occhioni, a quando ho sentito di essere impotente al tuo cospetto, a quando mi hai lasciato e mi hai fatto sentire mancare il terreno sotto i piedi, a quando sei entrata nella casa del nemico e mi hai tradito...Hai fatto quello che vorrebbero farmi tutti in un solo secondo...fottermi." Alzo gli occhi a lei e non la vedo battere ciglio...l'ho uccisa. Mi rialzo piano e prendo il suo corpo tra le mie braccia...come un angelo caduto nelle mani del demone. Mi avvicino al bordo e osservo il mare sotto di noi...lei non merita tutto questo, non si è mai meritata nulla di tutto questo. "Ti odio" mormoro e solo io so che non significa realmente quello...solo io so che ho sempre odiato perchè in realtà ho sempre amato e con "ti odio" in realtà sto solo dicendo "ti amo" perchè io sono fatto così...sbaglio sempre in tutto e sbaglio anche nel dimostrare alle persone che in realtà ci tengo, che in realtà le proteggo, che in realtà darei tutta la mia vita per loro, che in realtà le amo. Butto il suo corpo in mare e mi butto anch'io...potrei nuotare e raggiungere la superficie ma cosa mi aspetterebbe là sopra? Mi aspetterebbe una vita senza di lei, una vita con rimorsi, incubi e demoni...È facile sfuggire alle grinfie di un diavolo, ma come posso sciogliermi dall'abbraccio di un angelo, un angelo che ho ucciso io? Sarei solo coperte da ombre infernali e sono stato all'ombra per un'eternità, mi basta vivere se questa può essere chiamata vita. Non riesco più a respirare, non muovo neanche un dito per salvarmi, mi giro alla ricerca di Flora e la trovo che volteggia in acqua come un angelo...la raggiungo e volteggiamo insieme. Come fa la morte ad essere più dolce dell'intera vita? Spalanco gli occhi e mi metto subito seduto con la fronte imperniata di sudore...mi porto una mano sul cuore impazzito completamente e volgo la testa a sinistra. "Oh cazzo" sospiro sollevato nel vedere Flora che dorme profondamente. Chiudo gli occhi prendendo un lungo respiro e lancio un'occhiata all'orario...solo le 22:09, ho dormito per tutto il pomeriggio? Mi passo una mano sui capelli e ripenso all'incubo fatto...sembrava così realistico che ho creduto realmente di morire e tutto per colpa di... Volgo lo sguardo a lei e la brucio con gli occhi...se n'è andata lasciandomi solo, cosa credeva di fare così? Scappare da me? Dal suo padrone? Decido di non rischiare più e afferrando per il polso Flora, la trascino sul letto. Lei si sveglia immediatamente e con voce impastata ancora dal sonno mormora "Ma che...che sta succedendo? Che ho fatto?" Che ha fatto? Ha il coraggio di chiedermi. "Sta zitta e seguimi" sibilo furioso trascinandola fuori dalla stanza. Lei cerca d'impuntarsi come suo solito, ma io ho imparato e non mi faccio prendere per il culo due volte. Le agguanto le guance e ringhio "Cammina o t'ammazzo" "Ammazzami" ringhia lei spavalda. Ammazzala, su Khalil. Adesso. Non è quello che vuoi? La sua morte? Serro la mascella e prendendola sulla spalla, la trasporto con più facilità. "Non hai neanche il coraggio di ammazzarmi, di' la verità! Uomo senza palle!" "Le palle te le faccio succhiare se non smetti di frignare immediatamente" ringhio. "Piuttosto mi ammazzo, mi hai sentito? Mi butto in mare!" Mi paralizzo rivivendo l'incubo e spingendola sulle scale ringhio sovrastandola "Cosa cazzo hai detto?" Lei non si aspetta questa reazione da parte mia e deglutendo piano mormora meno spavalda "Non hai sentito? Piuttosto che sfiorarti, mi butto in mare" "Vuoi buttarti. Lo vuoi veramente Flora? Ti devo ricordare io che non sai nuotare?" "Appunto per quello! Completa ciò che stavi facendo! Ributtami in acqua così annego e muoio, fallo!" Certo che è proprio coraggiosa...l'accontento subito. La riprendo sulle spalle e stavolta lei non dice e fa nulla...sa che se l'è chiamata e pur di non negare l'errore fatto, si farebbe ammazzare. "Dove mi stai portando?" chiede lei notando che non sto andando al bordo. Sorrido malignamente. "Khalil non vorrai..." Esattamente. "No! No! Khalil non puoi...ah!!" grida mentre la butto in piscina. E' alta due metri e mezzo la piscina quindi le probabilità di annegare e morire sono davvero minime, ma mi godo lo spettacolo di lei che agita le mani in maniera confusionaria e cerca di arrivare al bordo della piscina...che spasso. Mi levo la camicia e abbassando le bretelle m'immergo anch'io...perchè no? Una nuotata alla luce della luna è proprio l'ideale adesso. Raggiungo Flora avendo un po' di pena per lei e la vedo afferrare subito la mia caviglia e risalire con fretta. Aggancia le gambe attorno ai miei fianchi e stringendo forte il mio collo cerca di rimanere a galla...il suo contatto col mio è più burrascoso del previsto. Raggiungo il bordo della piscina per rassicurarla e lei prendendo al balzo la palla, cerca di allungarsi per scappare via. "Eh noo" mormoro divertito riallontanandomi al centro della piscina. "Voglio uscire da qui, subito" cerca d'impormi lei stringendosi sempre più forte a me. "E dove sarebbe il divertimento per me?" chiedo tenendola per la vita...mi sta stringendo come in una morsa e sa che non può fare altrimenti. "Sei solo un pervertito, maniaco...sai che non so nuotare! Lo sai!" mi rimprovera lei. "Eh l'ho notato" alludendo al suo corpo agganciato al mio. "Com'era? Preferiresti morire piuttosto che sfiorarmi?" la sfotto alzando un sopracciglio. "Vai a farti fottere" ringhia lei. Faccio per immergermi in acqua per punirla ma lei caccia un urla e grida "Scusami, scusami! Non andare sotto, non lo fare!" "Mi piaci così arrendevole, sai?" chiedo sorridendo, mentre neanche mi accorgo di star accarezzando il suo fondo schiena per rassicurarla. "Fammi uscire da qui" dice lei non cogliendo le mie parole. "Posso fare di meglio" dico allontanandola con le mani. "No no!" grida lei agitando le gambe non più avvolte su di me...mi mancano già. La tengo forte sui fianchi non lasciandola andare e dico "Non ti succederà nulla, devi solo obbedirmi" "Appena saremo fuori dalla piscina...."lascia incompiuta la frase con la minaccia. Mi mordo un labbro più eccitato che mai e avvicinandomi un po' a lei dico "Prima lezione...come muovere braccia e gambe" "Mi stai dando lezioni di nuoto...questo è proprio il colmo" sbuffa lei. "Non morirai per mano dell'acqua, ti ho già chiarito chi avrà il piacere di ucciderti e.... comunque potrei sempre lasciarti andare e farti imparare a nuotare da sola" "Non ci provare!" grida subito lei contrariata. "Allora chiudi quella bocca e ascoltami" m'impongo. Lei alza gli occhi al cielo ma non dice altro...sa che le conviene tapparsi quella boccaccia che adesso vorrei decisamente altrove...le insegnerò a succhiarmelo sotto l'acqua. "Ora ti giro di pancia...non fare nulla, ti tengo io" dico mentre lei non fiata e si fa girare. "Appena mi lasci, ti ammazzo" ringhia lei. "Ti stai fidando di me?" chiedo a bruciapelo. "Mi rimane altra scelta?" "Si, morire" "Cosa devo fare?" chiede lei ignorando le mie parole. Sorrido malato quale sono e dico "Inizia a muovere dentro e fuori le braccia. "Come?" chiede lei non capendo. Faccio per mostrarglielo ma lei si avvinghia subito dopo come una cozza e ringhia "Ho detto di non lasciarmi! Promettimi che non lo farai!" Il mio cazzo non ce la fa più...chiudo gli occhi implorandomi di resistere e dico "Va bene" Lei si rilassa subito fra le mie braccia, mentre io la rimetto di pancia e dico "Unisci le braccia al contrario e poi separale" "Così?"mi fa vedere muovendole scoordinate. "Insieme...non una da una parte e l'altra da un'altra parte ancora...devono fare un movimento unico" "Non ti capisco!" si lamenta lei muovendo le braccia come doveva fare. "Ecco così! Rifai il movimento di prima" "Quale movimento? Ti esprimi di merda, lo sai??" sbuffa lei urlante. Sospiro con pazienza e dico "Hai fatto un movimento pochi secondi fa, hai mosso le braccia bene. Rifallo" "Ma io non ricordo...forse così?"chiede muovendo finalmente bene le braccia. "Si! Muovile di nuovo così" "Ma è complicato, sei sicuro sia così?" "Mi stai contraddicendo pulce?" "Ti sto solo chiedendo di essere sincero e non chiamarmi pulce" sbotta lei infastidita. "Sono sincero e ti chiamo come mi pare" Lei rifà lo stesso movimento mentre con una mano, le alzo le gambe e dico "Agitale" "Così?" chiede lei seguendo le mani. "Esatto, più decisa però...non stiamo danzando" "Ma dai, in caso tu saresti un accompagnatore di merda" "E con questa siamo a due...ti ho detto che devi portarmi rispetto" dico severo. Lei sbuffa e in silenzio muove braccia e gambe. "Come sto andando?" "Perchè nessuno ti ha mai insegnato a nuotare?" chiedo non rispondendo alla sua domanda. "Perchè non volevo" "Perchè non volevi?"Chiedo curioso...odio non sapere qualcosa di lei. "Non ho bei ricordi in acqua..." "Perchè?" insisto. "Non sono affari tuoi" "Se non mi rispondi, ti lascio" minaccio. "Non sono un'amante del cloro" Levo una mano e lei aggrappandosi a me grida "Mi hai promesso di non lasciarmi!" "Ti avevo detto di rispondermi e non con frottole" replico io duro. Lei sospira e borbotta guardando altrove "Ho perso mio fratello in mare, sei contento adesso?" Sapevo del fratello morto in mare, ma non sapevo che lei ne fosse così traumatizzata al punto di non voler nuotare in mare. La riallontano e la faccio sdraiare di schiena. "Che stai facendo?" chiede lei guardandomi impaurita. Spalanca gli occhi lucidi quando lo fa, è molto carina, tenera. "Ti sto insegnando a galleggiare" "E come si fa?" "Così" dico tenendole la testa e il culo...ne approfitto anche per palpar un po', infatti lei se ne accorge e mi fulmina con lo sguardo. "Chiudi gli occhi" dico. "Non voglio" "Flora..." Lei sospira stufa ma esegue subito dopo. Rimaniamo in silenzio per un po', finche lei mi sorprende e chiede a occhi chiusi "Hai fatto un incubo su di me?" Aggrotto subito la fronte e lei spiega subito dopo "Hai gridato il mio nome quando ti sei svegliato di soprassalto" Quindi era sveglia... "Magari era un'altra Flora" cerco di scappare dalla situazione. "Ne dubito fortemente" "Sei troppo sicura di te stessa" mormoro mentre la osservo rilassata. "Lo sono" La lascio andare piano piano mentre lei incomincia a lamentarsi e io dico "Non dicevi di essere sicura di te stessa?" Mi metto anch'io di schiena sull'acqua e lei chiede subito "Che sta succedendo? Dove sei?" "Sono qui" dico poco più vicino al suo fianco. Lei allunga la mano e riesce a prendere la mia. La stringe forte e dice severa "Non mi lasciare." Abbasso lo sguardo alla mia mano intrecciata con la sua, le nostre fedi a contatto, e sorridendo di una nuova sensazione di calma mormoro "Non ti lascio" E rimaniamo così...esposti alle stelle, al mondo, uniti nel male e consapevole che gli angeli hanno i loro diavoli, e i diavoli i loro angeli.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


A volte l'ingenuo è il più raffinato dei provocatori. -Dino Basili FLORA'S POV: PASSATO. "Ho bisogno di un cellulare" dico a zio che mi guarda come se fossi un alieno. "Il tuo ragazzo è morto, non sai dirmi come sei arrivata a casa sana e salva e ti preoccupi di avere un fottuto cellulare?" chiede severo lui. Mi stringo nella mia vestaglia e serrando la mascella dico "Ti ho detto che non mi ricordo di nulla" "Flora dannazione! Ci sono mille testimoni oculari che ti hanno vista nel momento in cui hanno investito Flavio! Come cazzo fai a non ricordare nulla?" "Cosa vuoi dire? Che è stata colpa mia?" chiedo stringendo con forza la tazza di tè caldo. "Avevate litigato ferocemente quando lui è morto" "Quindi l'ho ucciso io? L'hai detto tu che lo hanno investito!" "Chi?" "Come cazzo posso saperlo!" urlo furiosa. Mi sono svegliata mezza nuda, sul mio letto, non ho idea di come ci sia arrivata, il mo ragazzo è morto e sono perseguitata da uno stalker...non so manco più dove sia io! "Flora abbassa immediatamente il tono di voce" dice lui leccandosi i baffi. Sbuffo e alzandomi dalla sedia borbotto "E tu finiscila di farmi l'interrogatorio, non siamo alla centrale" "Dove stai andando? Vieni qua immediatamente!" grida zio. Lo ignoro e salgo immediatamente le scale. Sono furiosa! Furiosa con me stessa...quel pazzo mi aveva avvertito che l'avrei pagata per aver spifferato tutto a Camilla e io sono stata totalmente incurante della cosa. Sarà stato sicuramente lui ad investire Flavio, per forza! E io sapevo tutto, avrei dovuto barricarmi a casa con lui, cazzo! Afferro un vestito al volo e cerco la mia giacca di jeans...dove diavolo è? Inizio a frugare freneticamente nell'armadio e non trovandolo lì cerco nella stanza. "Cazzo dai!" impreco come se fossi una scaricatrice di porto. Butto per terra le coperte dal letto ma non trovo nulla...sto per impazzire. Rimetto le coperte sopra e mi abbasso sotto il letto...trovo una giacca e sospiro sollevata. Tiro fuori la giacca ma sento che il tessuto non è di jeans...è di pelle. Aggrotto la fronte e tirando completamente fuori la giacca, vedo che non è della mia taglia e non è decisamente mia. Sarà di Flavio?? Porto la giacca al naso e chiudo gli occhi...dio che buon profumo. Seppellisco la testa dentro e sospiro gemendo...ho già sentito questo profumo, non è la prima volta. Provo a cercare nella mia mente un viso, un qualcosa che possa collegarmi al profumo ma non riesco a capire. Flavio non portava questo profumo...Flavio puzzava di troppa colonia maschile...non riuscivo a stargli accanto per tanto o finivo intossicata...questa giacca sa di provocazione, peccato, primordialità...mi fa sentire al sicuro. Un flash mi fa sussultare...chi è l'uomo che ha preso a pugni Flavio un attimo prima di morire? Era di spalle e subito dopo ho visto Flavio schizzare sopra...ho iniziato a vedere tanti puntini davanti agi occhi e non ricordo più nulla...sarà la sua giacca? Avrà cercato nei miei documenti la mia via di residenza e mi ha portata qui...potrà essere andata così? Sorrido per un millesimo di secondo e mi rialzo con la giacca fra le mani...mi è rimasta solo questa di lui. Vorrei incontrarlo per ridargli la giacca e ringraziarlo...non saprò mai com'è fatto di faccia, perchè si sia preso cura di me... Mi metto davanti allo specchio e indosso la giacca...mi cade un po' grande ma mi rende felice...protetta. Guardarmi sorridere allo specchio mi fa ricordare tutto quello che è successo e sospirando triste, mi rigiro per recuperare i miei risparmi...li metto in tasca ed esco dalla stanza veloce. "Dove diavolo stai andando adesso?" "Devo andare a comprare un cellulare, è urgente" Dico aprendo il portone. "Flora Vignoli, tu non metterai piede fuori casa!" tuona zio raggiungendomi. "Ho tutto sotto controllo, farò attenzione" dico uscendo di casa mentre sento ancora urlare zio. Mi attacco alle cuffie e corro al centro commerciale vicino a casa mia...non ho tempo da perdere. Devo mettermi subito a contatto con lo stalker...questo gioco del cazzo finisce adesso. Passo da casa di Flavio e deglutisco nel vedere una fila di persone fuori dalla villetta...i suoi non hanno idea di chi sia io, lui non ha mai voluto dire nulla e io sono passata nella storia come la fidanzata fantasma...anzi fidanzata cornuta fantasma. Mi sale un magone nel ripensare a lui, ma stringo i denti e raggiungo velocemente il centro commerciale. Capito in periodo di saldi, quindi riesco a prendere un buon modello di cellulare a 150€ e facendomi una nuova sim, aspetto che lui mi contatti. So che mi tiene sotto controllo, so che non gli scappa nulla e so che vuole farmi del male...sorprendentemente non ho paura...forse perchè la rabbia sta prevalendo sulla paura. Aspetto e aspetto ma non succede nulla, non trovo nessun messaggio o nessuna chiamata. Non mollo, non sono scema e so che mi contatterà presto. Alzo lo sguardo al cielo che inizia ad imbrunire e sbuffando mi rifaccio un giro nel centro commerciale...non mi va di aspettare in casa, zio mi sta già mettendo troppa pressione. Alle 21 quando il centro commerciale inizia a chiudere, capisco che sia arrivato il momento di andare e sospirando esco fuori. Avevo intenzione di mettere fine a tutta questa storia oggi stesso invece sarò costretta a...sussulto quando sento il suono di un messaggio. Tiro subito fuori il cellulare e vedo che ho ricevuto un messaggio da un numero sconosciuto...eccolo. "Eccoti, mi è mancato comunicare con te ;)" Ha pure il coraggio di mettere delle faccine...divento una iena e digito freneticamente "CHI CAZZO SEI" Non aspetto troppo per una risposta e leggo "Il tuo padrone" La volgare che in me fa la sua entrata in scena e scrivo "Di sta grandissima minchia. Dimmi subito chi sei o vado dritta alla polizia." Faccio su e giù per l'ingresso, finchè la sicurezza m'invita ad uscire e inizio a camminare avanti e indietro davanti all'entrata. "Siamo nervosette oggi? :( " "Hai ucciso tu Flavio?" scrivo senza avere pazienza. "Forse si, forse no" Che cazzo di risposta è? Mi passo le mani fra i capelli e scrivo deglutendo "Non sto scherzando, sto per andare a denunciarti." "Ci sono già stato da tuo zio, non mi piace come persona. Non mi piace per niente" Merda...penso mordendomi il labbro. Non ha paura nè di mio zio nè della polizia...non ha paura proprio di nessuno. Decido di agire drasticamente, anche a costo di rischiarci la vita e scrivo "Voglio vederti" "Mi vuoi conoscere? :)" scrive mentre io penso a quanto siano inquietanti le sue faccine. "Si, adesso" "Non vedi l'ora" "Dove ci vediamo?" scrivo andando diretta...sono più decisa che mai. "Vuoi davvero conoscermi o è una trappola? " chiede lui sospettando. Cazzo...non posso permettermi che sospetti. "Voglio davvero conoscerti :)" scrivo usando le sue stupide faccine. "Ok ;) ;)" Gli piacciono proprio queste faccine...faccio una smorfia mentre vedo arrivare un altro messaggio. "Da Vinoverso? Sono già lì " "Arrivo" scrivo incominciando ad incamminarmi. "Ok, ti tengo un posto :) " Rabbrividisco a queste parole...almeno so che non sarò sola in quel locale. "Come farò a riconoscerti?" scrivo uscendo dal parcheggio. "Mi riconoscerai ;)" "Che vuol dire?" chiedo perplessa. L'ho già visto? "Mi avrai dipinto nella tua testa, seguimi così" Guardo ancora più perplessa il messaggio, ma non insisto e velocizzo i passi per raggiungere il locale. Arrivo in pochi minuti e lancio un'occhiata all'orario...21:44. Zio mi metterà in punizione per almeno un mese. Mi stringo nella giacca di pelle ed entro nel locale...osservo subito il posto elegante con pietra a vista, arredi in legno e una lunga lounge bar con delle luci soffuse e le bottiglie illuminate di tantissimi colori. Il locale non è tanto pieno essendo un giorno della settimana e io guardandomi attorno, vado alla ricerca di uno sfigato...è proprio così che l'ho dipinto nella mia testa. Ha gli occhiali quadrati celesti, tantissimi brufoli in faccia, senza barba, pelato, con un berretto da pescatore in testa e basso...me lo immagino proprio così, un nerd che non ha nulla da fare nella sua vita e si diverte a fare il maniaco stalker. Mi guardo attorno e non trovando nessuno con la mia descrizione, mi siedo su uno sgabello stufa. Traffico col cellulare e faccio per chiedergli dove si trovi, quando sento una voce roca e calda alla mia destra dire "Bella giacca" Alzo subito lo sguardo e per poco non svengo...merda, non l'avevo completamente visto! "Ciao!" esulto con una voce fin troppo stridula...che diavolo ti prende Flora? Mi schiarisco la voce e dico cercando di recuperare la situazione "E' del mio ragazzo" Il ragazzo di cui ero segretamente cotta, sorride e chiede sporgendosi su di me "Come scusa?" Inspiro il suo profumo e osservo la sua camicia verde scura che aderisce al suo petto grosso e sbottonata di poco...il lineamento duro della mascella gli dà un'aria più sensuale e i capelli sono sistemati con delle ciocche che gli ricadono sulla fronte...merda, quant'è bello? "Ho...ho detto che..." mi manca il respiro, è troppo vicino, porca troia sto andando a fuoco!. Mi rischiarisco la voce e mormoro "Del mio ragazzo, è suo" Lui alza l'angolo della bocca e facendomi un sorriso da 'bello ma dannatissimo', dice "Non ne sarei certo io" Lo guardo perplessa e chiedo subito "Perchè mai?" Lui si riavvi i capelli facendomi avvampare ulteriormente e dice sorseggiando il suo cocktail "Perchè è mia" Sussulto spalancando gli occhi...non ci voglio credere, non ci voglio realmente credere. "Quindi tu..." Lui mi guarda intensamente aspettando che completi la frase e io mormoro sorridendo "Quindi tu mi hai salvata" Lui sorseggia ancora il cocktail come se fosse divertito dalla cosa e io continuo a dire "Sei stato tu a colpire Flavio" "Forse si, forse no" dice lui facendomi sorridere di più. "Hai paura che ti etichetti come bravo ragazzo?" chiedo più sfacciata del previsto. Lui se la ride ancora e dice "Sono davvero felice di rivederti" Deglutisco sentendo il cuore battere all'impazzata e mormoro con le guance in fiamma "Anch'io, tanto" Rimaniamo per non so quanto tempo a fissarci solo, finchè lui distoglie lo sguardo e chiamando il barista dice "Due Bellini" "No no, sono minorenne e non..." faccio per dire ma lui mi ferma subito dicendo "Non è tanto pesante. C'è solo del succo di pesca e spumante" Mi tranquillizzo per 'informazione mentre lui controlla il cellulare e chiede "Aspettavi qualcuno?" Mi guardo attorno e dico "Una specie..." "Appuntamento al buio?" chiede lui interessato. "Non era una cosa galante, ma si. E' un appuntamento al buio infatti non so com'è in viso" "Capisco. Come te lo immagini allora? Così ti posso aiutare a cercarlo" si offre lui. Che carino...sembra avere a cuore il mio problema. "Diciamo che non me lo immagino tanto carino, anzi non è carino per niente" Lui alza un sopracciglio e chiede divertito "Poi? " "Beh..." mi guardo ancora attorno e dico "Non molto in forma, pelato, basso, troppo peloso, occhialini da nerd celesti, brufoli a non finire e con denti gialli" "Un mostro" scherza lui facendomi illuminare alla vista del suo sorriso bianco e raggiante. "Ti avevo detto che non era molto carino" Lui si allunga per guardarsi attorno, sfiorando col petto la mia spalla e dice sopra la mia testa "A occhio e croce non vedo nessuno aderente alla tua descrizione...magari ti ha dato buca" "Hai un metodo per vedere i numeri sconosciuti?" chiedo tentando. Lui scuote la testa e dice "No, scusami. Sono una frana con la tecnologia, hai provato ad andare dalla polizia ? Potrebbero aiutarti loro" "No, va bene così. Me la caverò da sola" mormoro sbloccando il cellulare. "Devo andare un attimo alla toilette, arrivo subito, ok?" chiedo scendendo dallo sgabello. " Va bene, mi assicuri che non mi darai buca come ha fatto il tuo uomo misterioso?" chiede lui leccandosi le labbra. "Non lo farò" dico mentre lui mi fa l'occhiolino e io mi dileguo in bagno. Una volta dentro mi aggrappo ai lavandini e cerco di calmare gli ormoni impazziti...quante probabilità c'erano che sarebbe stato lui il mio eroe?? Sorrido colpita piacevolmente dalla cosa e prendendo il cellulare, riprendo la chat col pazzo. Dove diavolo è finito? Aveva detto che mi avrebbe tenuto un posto. "Dove sei? Non ti vedo da nessuna parte" scrivo agitata. "Chi è il ragazzo con cui stavi parlando come una gattamorta?" mi risponde subito lui. Cazzo...mi ha vista con lo strafigo. "Nessuno, dove sei?"insisto. "Non sembrava 'nessuno' da come lo guardavi" Merda...merda...e se volesse fargli del male? "Non lo conosco neanche, lui non c'entra nulla con tutta questa faccenda. Dimmi dove sei" "Sei più ingenua di quanto pensassi...hai perso la testa per lui " Mi riavvio i capelli agitata e dico ancora "Dimmi dove sei" "Non stai negando" "Ma che cazzo!" impreco dando un calcio al muro. Mi calmo e respirando a fondo scrivo "Non fargli del male, non c'entra nulla." "Lo stai proteggendo? " arriva subito la sua risposta. "Voglio solo parlarti, per favore dimmi dove sei" "Parleremo un altro giorno. Ho avuto un imprevisto" Spalanco gli occhi e scrivo freneticamente "Non te ne andare! Devo vederti" "Ci vedremo un'altra volta, promesso ;) " "Mi hai ingannata!" scrivo con rabbia. "Buonanotte pulce" Merda! Merda! Faccio per scagliare il cellulare contro il muro mentre arriva un altro messaggio e leggo "PS. Non c'entro nulla con la tua descrizione, scommetto che potrei anche piacerti" "Mai nella vita, mai di un assassino!" scrivo senza neanche pensarci. Lui non risponde più e io capisco che la conversazione finisce qui, almeno per ora...dovrò aspettare almeno domani per chiarire la situazione. Sospiro e poggiando la testa sul muro, prendo coraggio per ciò che mi aspetta fuori. "Dai Flor, ce la puoi fare" mormoro ancora incapace di realizzare tutto quello che è successo in 24h. Mi do una sistematina ai capelli e sospirando ancora, esco dal bagno. "Scusami, ho ricevuto una chiamata" dico risedendomi sullo sgabello. "Pensavo che mi avessi scaricato" ribadisce lui mentre io mi mordo il labbro e dico togliendomi la giacca "Io in realtà dovrei ritornare a casa. Ecco la tua giacca e grazie per..." Lui mi afferra le braccia bloccandomi nello spogliarmi della giacca e dice "Solo il tempo del drink e vai, ok?" Non riesco a capire più nulla...riesco a sentire solo le sue mani su di me...sono forti, calde...dio vorrei sporgermi su di lui per approfondire il contatto. Freno i miei pensieri sconci e mormoro "Io ecco..." "Dieci minuti, non chiedo altro" dice lui supplicandomi con lo sguardo. Cedo anche prima di combattere e dico "E va bene" Lui si rilassa e rimettendosi composto, leva le mani su di me...sento subito la loro mancanza...erano rassicuranti. "La giacca puoi tenerla, ti sta anche bene" dice lui facendomi avvampare mentre il barista ci serve i drink. "Davvero? E' tua e non mi sembra il caso" dico insistendo. "E' bello vederti con qualcosa di mio addosso, sei molto carina"dice lui inserendo delle cannucce nei nostri drink. Le mie guance vanno letteralmente a fuoco e dico "Grazie" Lui mi fa un occhiolino e mi porge il drink...dovrebbero essere illegali i suoi occhiolini, colpiscono dritto al cuore e alle mutandine. Avvampo anche per i miei pensieri fuori controllo e girando il liquido arancione con la cannuccia, resto in silenzio come se fossi concentrata solo su questo. Non riesco a guardarlo in faccia, è troppo bello e mi piace parecchio. "Quindi ti ha dato definitivamente buca il ragazzo?" investiga lui iniziando a bere il drink...osservo il pomo d'adamo fare su e giù...mi sento stupida ad incantarmi solo con così poco. Annuisco e prendendo coraggio, chiedo alzando lo sguardo "E tu? Aspettavi qualcuno?" Solo adesso mi ricordo di un particolare che avevo decisamente trascurato...la volta in cui l'ho beccato scoparsi la mia prof di scienze. Arrossisco fino all'inverosimile e incrociando le gambe chiedo " Magari aspettavi la Ciacci" "Chi?" chiede lui corrugando la fronte. "Hai tante donne eh?" mormoro iniziando a bere il drink...per fortuna è rinfrescante. Mi dà un attimo di pace...mi sento una stufa vivente. "Non sono io, solo loro che sono vestite coordinate" Lo guardo perplessa e lui notando il mio cipiglio dice avvicinandosi "Ti dico un segreto" Sento i brividi e la pelle d'oca quando mi mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sussurra con voce calma e roca "Se una donna ha il reggiseno coordinato alle mutandine, è perchè ha deciso lei di portare a letto me e non viceversa" Abbassa la testa alitando sul mio collo, sulla vena che batte impazzita come il mio cuore e mormora pianissimo "Ora è da capire se anche tu hai il reggiseno e le mutandine coordinate" Chiudo gli occhi e mi mordo il labbro tremante...fremo come se fossi nuda e fuori stesse nevicando, ma allo stesso tempo sto incendiando dentro...è il caos. Lui si allontana dal mio orecchio mentre io riapro gli occhi e lo fisso con la bocca completamente asciutta...sono paralizzata, neanche una valanga mi smuoverebbe in questo momento. Abbasso lo sguardo non riuscendo a sostenere i suoi occhi marroni comuni a tutti gli altri, ma che paradossalmente non hanno niente a che fare con tutti gli altri e deglutendo, mi sfrego le mani gelide sulle cosce roventi. "Ti ho messo a disagio?"chiede lui facendomi rialzare lo sguardo. "Un pochino" confesso non riuscendo a dire altro...nessuno mi ha mai parlato in questo modo, nessuno mi ha mai guardata in questo modo, nessuno mi ha mai fatto battere il cuore come adesso. Decido di levarmi la giacca perchè sto bollendo sotto e riavviandomi i capelli, riprendo il drink freddo fra le mani. "Non sei mai stata corteggiata?" chiede lui facendomi sorridere. "Mi stai corteggiando?" chiedo di rimando...la domanda lo sorprende...lo sorprende in maniera positiva, pensava che fossi diventata un vegetale per quanto mi stavo esprimendo. "Ti dispiacerebbe se lo facessi?" chiede lui non dandomela vinta. Lo guardo e cavolo si, si che mi piacerebbe se mi corteggiassi! Ho mille problemi fuori e tu sei l'unico che mi faccia sospirare in pace un secondo, non vorrei mai andarmene da qui, da lui. "Penso che i tuoi occhi abbiano parlato al posto delle tue labbra" mormora lui sorridendomi e scavandomi con lo sguardo...riesce ad andare a fondo con nulla. "Da quando sai leggere i miei occhi?" chiedo succhiando dalla cannuccia la bevanda fresca. "So leggere tante cose di te, Flora" Sussulto nel sentire il mio nome fra le sue labbra...sembra ancora più bello il nome così, mi sento speciale. "Non ti ho mai detto come mi chiamo" sussurro ancora colpita dal fatto che sappia il mio nome. "Ho dovuto frugare nei tuoi documenti per capire dove abitassi...Flora mi piace tanto" "Ti piace il mio nome?" chiedo felice. "Non solo quello" mormora lui guardandomi dalla testa ai piedi...rieccomi in combustione. Mi muovo a disagio sullo sgabello e dico "Io invece non so il tuo nome" "Adriano" dice lui ruotando il calice. "Come Adriano Celentano, il mio cantante preferito" "Lo so" dice lui mentre io corrugo la fronte e lui spiega subito dopo "L' avevo intuito...in camera tua ho trovato diversi poster di lui" Mi mordo il labbro pensando al fatto che sia stato in camera mia e dico "Volevo ringraziarti per quello che hai fatto per me, sei stato molto galante" Lui mi fa l'occhiolino e alzando il calice dice "Abbiamo scordato di fare il brindisi" "Giusto" dico alzando anche il mio. "All'ingenuità?" chiede lui. "Perchè?" chiedo non capendo...cosa c'entra l'ingenuità? "Io non so chi tu sia e tu non sai chi io sia, ma siamo seduti qui a bere e ridere...dimmi tu se non è da ingenui?" Rido alle sue parole e chiedo "E' un modo per dirmi che sei un serial killer e non dovrei fidarmi?" "Proprio così" dice lui facendomi ridere ancora più forte. "Allora è proprio il caso di brindare all'ingenuità" dico mentre facciamo tintinnare i nostri calici e beviamo. Ci divoriamo con lo sguardo mentre il liquido fresco cerca di spegnere le fiamme dentro di me...sembra inutile perchè ciò non fa altro che peggiorare le fiamme. Non ho mai provato così tante emozioni insieme...paura, attrazione, dolore, piacere, curiosità, euforia...vorrei scappare da tutto questo e restare allo stesso momento. "Posso chiederti quanti anni hai?" chiedo incuriosita e rompendo il silenzio che si era creato tra noi. "18 " Rivela lui facendomi alzare un sopracciglio. "Non sembra, vero?" chiede lui riavviandosi di nuovo i capelli...lo fa apposta? Sa di essere incredibilmente sexy quando lo fa? "Per niente" rivelo bevendo. "Quanti anni mi avresti dato?"chiede lui appoggiando i gomiti sul bancone...evidenzia ulteriormente i suoi muscoli sui bicipiti, la salivazione è qualcosa che non ho più da un pezzo a questa parte. "Più dei 20" dico mentre lui mi sorride e dice "E' un problema per te la differenza d'età?" "No, anzi" "Anzi?" chiede lui volendo soffermarsi sulle mie parole. "Diciamo che non mi trovo bene con i miei coetanei...mi sembrano più..." "Stupidi?" chiede lui facendomi scoppiare a ridere. "Non sono interessanti ecco..." dico non definendoli precisamente stupidi. "Mi trovi interessante quindi?" chiede lei facendomi deglutire. Se lo trovo interessante? Cazzo, potrei parlare con lui per ore, ore e ore...senza mai stancarmi. "E tu?" chiedo scappando dalla domanda. "Te l'ho chiesto prima io, non ci provare" continua a non darmela vinta lui. Mi mordicchio il labbro e dico "Diciamo che non mi trovo male a conversare con te" "Ah però e io che ho pensato che stessi qui per ripagarmi del gesto fatto ieri sera" "Anche" dico facendolo ridere. "Non sono così noioso però, vero?" "Solo un po' " dico per provocarlo avvicinando l'indice e il pollice. "Penso che tu sia una grandissima bugiarda" dice lui appoggiando una mano sul mio ginocchio. "E io invece penso che ti sia montato un po' troppo la testa...non sono come la signora Ciacci" "La tua professoressa? Sai che mi ha proposto il secondo round? Dovevamo vederci ieri sera, ma ho avuto un imprevisto, come tu sai. Mi ha ridato appuntamento stasera alle 23 " dice molto sfacciatamente. Si aspetta che io scoppi in un moto di gelosia, ma riesco a controllarmi e guardando l'orologio mormoro "Sono le 22:15..." "Di già?" chiede lui assolutamente innocente. Scuoto la testa divertita e chiedo sfidandolo"Cosa vuoi fare quindi?" "Cosa dovrei fare secondo te?" chiede lui iniziando ad accarezzarmi il ginocchio...non so come stia continuando a parlare perchè sono senza fiato. Bevo un po' e dico facendo finta di pensarci "Penso che tu debba fare ciò che ti senti di voler fare" "E se rimanessi?" chiede lui sporgendosi piano piano su di me. "Ti perderesti una bella scopata" dico sfacciata con mia grande sorpresa...mi fa sentire più audace adesso. "Dici che ne varrebbe la pena in caso?" chiede vicinissimo al mio calice che tengo stretta a me come se fosse il mio salvagente. "Non so...io ora dovrei anche andare" Lui si avvicina ancora di più e io trattengo il fiato...mi sento in apnea, mi gira la testa e brucio dentro...mi sento quasi la febbre. "Posso accompagnarti a casa?" chiede lui sorprendentemente. "Non abito lontano" dico presa da un momento di panico. "Allora potremmo passeggiare, ti va?" Se mi va? Certo, ma non posso sembrare una bambina esaltata. "Hai ammesso di essere un serial killer, non mi converrebbe" mormoro finendo di bere il mio drink. "Stasera farò il bravo" "Promesso?" chiedo alzando il mignolino. Lui sorride e venendomi incontro con il suo mignolino, dice facendoli incastrare "Promesso" Io sorrido e lui scendendo dallo sgabello, posa sul bancone 20€...penso proprio che abbia offerto lui. "Grazie, non dovevi" dico mentre lui riposa il portafoglio nero di pelle Tommy Hilfiger in tasca. "Non è nulla" dice lui mentre prende la sua giacca, che mi ero impossessata prima, e me la rimette sulle spalle. Gli sorrido e usciamo fuori dal locale...non so cosa dire o fare, sono totalmente a disagio. Superiamo il Politeama e percorriamo tutto corso ruggero settimo e via maqueda tra schiamazzi e risate continue...mi sono completamente sciolta e ho scoperto un lato di lui molto giocoso e divertente. Rido ad ogni sua battuta stupida e parliamo del più e del meno...ridiamo e passeggiamo come due normali fidanzatini e divento triste quando vedo in lontananza casa mia. Era bellissima la bolla che si era creata tra noi e avrei tanto voluto non uscirne più. "Come mai questo broncio?" se ne accorge subito lui. "Sembra che sia finita la nostra passeggiata " dico, mentre per la prima volta in tutta la serata, lui mi passa un braccio sulle spalle e affonda il naso sui miei capelli. Sento che prende un grande respiro e chiudo anch'io gli occhi...amo il suo profumo, è così inebriante...per un uomo potente, elegante e carismatico, affascinante e magnetico...mi sento ubriaca di lui. "Flora flora..." mormora lui come sofferente, tormentato da qualcosa... Mi giro e appoggio la testa sul suo petto...lui è molto più alto di me e so di tirare troppo la corda, ma mi sento così bene nel suo abbraccio caldo. "Sei stata una scoperta" rivela sincero...lo sento proprio che non ha veli adesso con me, io riesco a leggerlo. Alzo la testa e lui la abbassa mentre ci divoriamo con lo sguardo e lui chiudendo gli occhi ancora addolorato, posa un bacio tenero sulla mia fronte. Deglutisco sentendo il mio cuore schizzare fuori dal petto e mormoro "Anche tu..." Lo sento sospirare ancora finchè si stacca e mi stacco anch'io...mi manca già il suo calore. Lui inserisce le mani nella sua giacca e io indietreggiando per andare a casa dico "Grazie ancora per la giacca" Aspetto ora che mi chieda di uscire di nuovo o il mio numero, ma non accade nulla...lui sta immobile a guardarmi solamente. Mi sono immaginata forse tutto quanto? La magia e la sintonia in cui eravamo mentre parlavamo, ridevamo e ci spintonavamo? Non è che abbia travisato tutto? "Allora ciao" dico agitando la mano sempre più lontana. Lui continua a non fare nulla...perchè! Quando penso stia per dire qualcosa, lo vedo solo alzare la mano e salutarmi a sua volta...cazzo, non gli sono piaciuta. Gli sorrido e decido di dargli le spalle...gli ho dato l'occasione di chiedermi il numero o un'altra uscita...evidentemente non gli interesso quanto a me interessava lui. Raggiungo il portone di casa e lo apro...mi giro un'ultima volta e non lo vedo più. Sembra volatilizzato...sospirando triste entro in casa mentre sento zio gridare il mio nome. Vorrei riuscire, rincorrere lui e rituffarmi fra le sue braccia...mi limito a portarmi la giacca al naso e inspirare ancora il suo profumo. Non mi è rimasto altro. ------------------------------------------------------- PRESENTE. Continuo a guardare la fede al dito e rido scuotendo la testa...chi l'avrebbe mai detto? Era sempre stato un mio sogno ritrovare Adriano, confessargli tutto ciò che provavo e sposarlo...m'immaginavo con una famiglia, dei bambini che assomigliavano a lui, vederli crescere insieme...ero proprio una ragazzina ingenua. Sospiro affondando la testa sul cuscino e penso che adesso tutto ciò è solo un orribile incubo...la prima volta che vidi Khalil, ho subito trovato una somiglianza in Adriano, ma ho subito scacciato l'idea...non era possibile. Adriano era galante, simpatico, provocatore, intelligente...niente a che fare con Khalil. Mi rigiro sul letto e rimembro quella volta in cui Adriano mi aveva rivelato di essere un serial killer, ma io ho ignorato la cosa e ho continuato a flirtarci...avevo completamente perso la testa per lui. Mi maledico di essere stata così ingenua...giocava a carte scoperte e io ero con la benda, avrei dovuto capire che era lui lo stalker solo dal fatto che lo sgabello libero accanto a lui, era l'unico libero in tutto il locale...aveva preso un posto per me. "Fanculo" borbotto scostando le coperte. Mi ha presa in giro dal primo momento...si è approfittato della mia infatuazione fino alla fine per poi colpirmi alle spalle...stupida, stupida idiota! Scendo dal letto e vado in bagno per lavarmi i denti...vorrei farmi una doccia, ma sospetto che abbia messo telecamere anche lì dentro conoscendolo...anche se la cosa sarebbe davvero folle. Decido che mettere telecamere persino nel box doccia sarebbe troppo anche per lui, e facendo cadere ogni sospetto, faccio una doccia. Dopo quindici minuti sono fuori e indossando un vestito a bretelline rosa, mi pettino i capelli meglio che posso...indosso anche delle sneaker bianche e mi rimetto a letto. Sfoglio delle riviste che mi ha portato Juan insieme a tutto il borsone di vestiario e afferro la mela che mi ha portato a colazione sempre Juan. Sussulto quando sento un rumore alla parete e alzo lo sguardo al soffitto...non ho avuto notizie di Khalil per...una settimana? Ma ha recuperato tutto il fastidio che non mi ha dato per tutta la settimana, in una sera... Ha scopato tutta la notte con non so quante donne...penso che non sia umano la quantità di donne che si sbatte solo in una notte. Ho saggiamente spostato la testiera del mio letto e sono ritornata a dormire...dormire è una parola, perchè mi sono svegliata spesso e con urla di diverse donne... "Oh ma questo non si stanca mai?" borbotto dando un morso alla mela. Sento le ennesime urla di una tizia mentre sfoglio incurante la rivista...so che Khalil lo fa per provocarmi. Camera sua è al piano superiore, infatti ogni volta dopo aver scopato, vedo la sua ombra davanti alla mia porta e subito dopo dei passi sopra la mia testa. Pensa che sia ancora stupida e che possa morire di gelosia...per lui? Manco per il cazzo. Mi soffermo a fare un quiz stupido e continuo a leggere la rivista...ci sono tanti articoli interessanti. Faccio per sfogliare un'altra pagina, ma mi soffermo su un titolo "Lo sapevi che i semi delle mele contengono cianuro?" Il mio interesse cresce e spalanco la rivista per leggere: "È molto improbabile riuscire ad avvelenarsi con una mela, ma è bene sapere che i semi del cosiddetto "frutto proibito" contengono un composto chiamato amigdalina, una molecola a base di cianuro e zucchero. Se il seme viene masticato e rotto, gli enzimi umani (o animali) entrano in contatto con l'amigdalina e con la parte zuccherina della molecola, esponendo lo stomaco al velenoso acido cianidrico." Spalanco gli occhi e guardo la mela che ho in mano...quindi potrei avvelenarlo con questa...? Ritorno a leggere l'articolo per saperne di più. "La tossicità da cianuro è sperimentata dall'uomo a dosi di circa 0,5-3,5 milligrammiper chilogrammo di peso corporeo. I sintomi dell'avvelenamento da cianuro includono crampi allo stomaco, mal di testa, nausea e vomito e, quando l'intossicazione è grave, possono culminare in arresto cardiaco, insufficienza respiratoria, coma e morte. Per gli esseri umani si considera fatale una dose che va dai 1,5 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo in su: un seme di mela pesa circa 0,7 g." "Anche il nocciolo della pesca racchiude un glicoside: l'amigdalina – ha proseguito la dottoressa -. Questo glucoside è cianogenico, ovvero capace di liberare acido cianidrico nel nostro organismo. L'amigdalina è contenuta, oltre che nei noccioli delle pesche, delle albicocche, delle prugne e delle ciliegie." "Cazzo si!" esulto scendendo subito dal letto e correndo fuori dalla camera. La nave è attraccata e io ho solo accesso alle stanze del piano inferiore...cioè solo la cucina dato che è l'unico luogo senza una porta col codice. Entro dentro e rovisto in frigo...dove sta la frutta? Frugo un po' ovunque finchè spalanco gli occhi e trovo un cesto pieno di frutta, pieno di cianuro!! "Ma vieni!" esulto ancora prendendo tutti i frutti con i semi tossici che ho letto nell'articolo. Li raccolgo in un'altra cesta e per non essere sospetta, prendo tutti gli ingredienti per fare una torta di mele...potrei fare fuori 4 mele così...40 semi. Me ne serviranno altri...penso mentre taglio le mele velocemente e metto da parte i semi in un bicchierino di vetro. Subito dopo faccio l'impasto e buttandoci dentro le mele tagliate, mescolo con forza. Mi asciugo col braccio la fronte sudata e imburrando la teglia, metto l'impasto dentro. "180° per 40 minuti" dico ad alta voce mentre ruoto la manipola del tempo. "Perfetto" mormoro sistemando tutto. Prendo un'altra mela e inizio a mangiarla...quante altre mele dovrò mangiare per raggiungere metà tazza di semini? Alla terza mela inizio ad avere male alla mascella, ma non mollando continuo a mangiare appoggiata al bancone della cucina. "Oh scusa!" esclama una voce femminile alla mia destra. Alzo subito lo sguardo e spalanco gli occhi...una ragazza rossa con occhi verdi e il trucco colato fa il suo ingresso mezza nuda....ha solo le mutandine e tiene coperti i seni con le mani. "Ehi..." mormoro piano rimettendomi dritta. "Pensavo che fossimo soli, scusami" ripete lei esitante. "Non lo siete...sono nella stanza accanto e sento tutto" decido d'informarla. Lei si morde il labbro e dice "Non lo sapevo, faremo piano" Ma grazie... "Cercavi qualcosa?" chiedo cauta. Mi potrebbe servire questa ragazza...cazzo se mi potrebbe servire. "Ehm...si. Valentino voleva della panna montata" "Panna montata?" chiedo alzando un sopracciglio. "Si possono fare tante cose, sai?" "Non ne dubito" mormoro facendole un sorriso tirato. "La prendo e tolgo il disturbo" dice lei frettolosa. "Ma no! Tranquilla. Te la prendo io" dico girandomi verso il frigo. "Sei la sorella di Valentino?" chiede lei mentre apro il frigo e fingo di non trovare la panna...in realtà ci sono due bombolette sotto i miei occhi. "No...e non si chiama Valentino" dico ancora concentrata in frigo. "Oh...effettivamente non ha la faccia da Valentino" dice lei ridacchiando. Sembra così surreale questa situazione...vorrei solo dirle di scappare via finchè è in tempo, ma non posso...non prima di averle detto tutto. "Già...si chiama Khalil Temiz in realtà" dico recuperando la panna. "Temiz? Come le Holding Temiz?" chiede lei sorpresa. "Si, quello lì" confermo facendo una smorfia. "Cazzo...ho letto un articolo su di lui, esattamente sul suo matri...oh merda sei sua moglie!" La cosa sta diventando davvero comica... Decido di farle pena e agitando la mano sinistra con la fede dico "Già" Lei fa un'espressione triste e mormora dispiaciuta "Non ho visto se avesse la fede o meno...sono mortificata" "Tranquilla, mio...marito non si fa tanti scrupoli a tradirmi. La nostra notte di nozze l'ha passata ubriaco ad un pub mentre io lo aspettavo sul nostro letto" La tizia si porta una mano sulla bocca e dice "Ma è terribile!" "Ho sofferto tanto della cosa...mi aspettavo almeno la notte di nozze perfetta! Mi prende solo quando gli va, mi sento una schiava sessuale" mormoro abbassando lo sguardo fingendomi addolorata. "Perchè non divorzi da lui?.."si avvicina a me e sussurra "In camera non ero presente solo io...ce ne sono almeno 5! Ti sta tradendo con tutte loro!" Mi porto una mano sulla bocca fingendomi sconvolta e mugolo "Oh no!! E' proprio un animale, lo vedi? Lo vedi come mi tratta? Non posso neanche rivolgermi ai giornalisti, che tragedia! Che tragedia" "Lo farò io per te! Non meriti tutto questo amica mia!" dice lei accarezzandomi un braccio. "Davvero lo faresti? Oh che bello! Finalmente il mondo saprà che animale è Khalil Temiz" dico mentre sentiamo dei passi. Subito dopo vediamo Khalil affacciarsi sulla cucina con solo dei boxer...m'impongo di non abbassare lo sguardo ai suoi addominali marmorei...mi rifiuto proprio. "Che fine hai fatto? Ti aspettiamo di là" dice lui severo alla ragazza che però dà in escandescenza e urla "Mi hai mentito! Sei sposato e ti chiami Khalil Temiz!" Khalil non si scompone più di tanto e rilassato dice "Un nome vale l'altro..." Alza lo sguardo a me e dice facendomi nauseare "A lei mi sono presentato come Adriano per esempio" Lo fulmino con lo sguardo e sento il cuore battere all'impazzata...solo sentire nominare quel nome mi fa effetto. Nonostante ciò non mi faccio prendere per il culo ulteriormente e dico "Davvero? Non me lo ricordavo neanche" Lui inclina il viso, come a dire 'a chi vuoi prendere per il culo', e spostando lo sguardo alla rossa dice "Ti muovi?" "Non ho intenzione di rimanere qui neanche un secondo di più!" dice lei girandosi per...abbracciarmi? "Stai tranquilla, ci penso io" sussurra per poi scollarsi e superare Khalil. Lui non la guarda neanche e resta a fissare me...subito dopo ci ritroviamo un'altra ragazza, stavolta nuda a differenza di quella di prima. "Ci manchi di là" ridacchia lei leccando a Khalil l'orecchio. Lui le lascia una sculacciata, mentre io resto a guardare il tutto contrariata e schifata mi giro per riposare la panna...non prima di spruzzarne un po' sull'indice golosa per assaggiarla. "Vai, arrivo" dice lui mentre lei scappa via ridendo. "Mi potresti passare la panna?" chiede lui mentre io la riposo in frigo e borbotto "Vattela a prendere, non sono la tua cameriera" Mi allontano, riprendendo a mangiare la mia mela mentre lui va al frigo e riprende la bomboletta. Non mi accorgo neanche di avere ancora la panna al dito, quando lui passa da dietro di me e succhia via tutta la panna dall'indice...sussulto sentendo la sua lingua e mi ritraggo di scatto. "Che cazzo fai? Non mi toccare" sbotto irritata. "Volevo solo provare la merce" dice lui alludendo chiaramente a me. "Valla a provare altrove."ringhio col fumo che esce dalle orecchie. Lui se la ride e chiede "Vuoi unirti a noi?" "Alla tua orgia? No, grazie. Non ci tengo a prendermi malattie veneree" "Cosa ti perdi..." dice lui allontanandosi da me...il mio occhio cade involontario sul suo culo sodo fasciato dai boxer grigi...maledetto. Si rigira e per poco non mi becca a guardargli il culo...Flora cazzo! Cerco di salvare la situazione e dico "Solo...potresti scopare da un'altra parte?" "E non farti sentire tutto? Dove sarebbe poi il divertimento?" chiede lui facendomi l'occhiolino mentre agita la bomboletta. Lo sapevo, lo sapevo! Cerco di bollire in silenzio nel mio brodo fatto di odio e ostilità, mentre lui lancia uno sguardo al forno e chiede "Juan è andato a fare delle commissioni, sei stata tu?" "Non t'illudere...me la mangerò tutta io, al massimo la condivido con Juan e le tue puttane" "Devi odiarmi tanto" dice lui divertito. "Non immagini quanto" dico annuendo la testa piano con una smorfia. "Che ci fai con questi?"continua ad investigare lui indicandomi il bicchiere di semi. "Li colleziono da sempre" "Non è vero" dice lui inclinando la testa...lo fa spesso quando sparo minchiate. Solo ora ricordo di star parlando col mio stalker psicopatico e dico "Cioè...ho avuto da sempre questa passione e ora voglio metterla in pratica" Lui mi guarda insospettito, ma lascia cadere la questione e fregandomi la mela che stavo mangiando, esce fuori dalla cucina. Cazzo! Ho perso 10 semini! Sbuffo per i suoi modi rozzi e riprendo a mangiare un'altra mela...sono decisa ad ucciderlo stasera stessa. La torta alla fine è venuta buona e l'ho messa a riposare in frigo, mentre io ho pranzato e dormito per tutto il pomeriggio in camera...mi alzo capendo di essere arrivata l'ora e lavandomi la faccia, ritorno in cucina. Ho sentito Juan uscire di nuovo e dal silenzio che sovrana capisco che siamo rimasti soli... Tiro fuori la torta e il frullato di semini...ci ho aggiunto del succo di mela per addolcirla e sono elettrizzata all'idea di poter porre fine a quest'incubo che continua da quattordici anni...non ci credo ancora. Taglio una fetta di torta e versando il frullato in un bicchiere, controllo che sia tutto a posto. "Mi sembra tutto perfetto" mormoro prendendo il piattino e il frullato. Vado spedita all'ufficio di satana e busso col gomito...sento la telecamera sopra di me zoomare e la porta viene automaticamente aperta. Dopo la mia genialata Khalil ha installato porte nuove e mille volte più sicure...se non sai il pin, non potrebbe entrare dentro neanche l'fbi. "Che sorpresa" dice Khalil togliendosi gli occhiali. Ha la camicia arrotolata fino ai gomiti con le solite bretelle, la cravatta e i capelli in ordine...digita velocemente qualcosa e togliendosi un auricolare con microfono dice "Ne riparleremo domani, sono occupato adesso" Non aspetta risposta dall'altra parte e gettando il microfono sulla scrivania, chiude il pc...sembra avere l'aria stanca. "Se sei occupato, posso passare più tardi" dico facendo spallucce. "Ho finito per oggi" dice lui sistemandosi meglio sulla poltroncina "Oh ottimo...ti avevo portato una fetta di torta" mormoro incamminandomi alla sua scrivania. "Sbaglio o la volevi mangiare tutta tu o al massimo condividere con Juan e le mie puttane?" chiede lui divertito. E' sereno...non sa cosa gli spetta. "Mi facevi pena...non sono cattiva come te" dico allungandogli il piattino. Lui mi sorride e prendendo con le mani la fetta di torta l'assaggia subito...fa fatica ad ingerire e dice "Buona...solo un po' asciutta" L'ho fatto apposta coglione. "Oh ma davvero? Tieni, prova questo" dico allungandogli il frullato velenoso. In quanto morirà di arresto cardiaco? Dieci minuti? Cinque? Subito? "Cos'è?" chiede lui prendendo il bicchiere. "Un frullato di mela...ci ho aggiunto un'aroma speciale per fartelo più buono" "Davvero? Che aroma?"chiede lui avvicinando il naso al bicchiere. "Tu assaggia...vediamo se lo indovini tu" dico sbattendo gli occhi. Lui si lascia convincere e fa per bere, quando all'improvviso si rabbuia e scaraventa dall'altra parte dell'ufficio il bicchiere di vetro che schizza ovunque. Spalanco gli occhi paralizzandomi, mentre lui si alza furioso torreggiando su di me e grida "Mi prendi per fesso Flora?" Fa il giro della scrivania mentre io capisco di darmela a gambe e faccio per scappare, ma lui mi afferra dai capelli e tirandomeli all'indietro grida ancora "EH? Mi prendi per coglione?" "Avevo capito le tue intenzioni già in cucina, lo so fin da bambino, grazie a mio padre che faceva il farmacologo, che i semi della mela contengono acido cianidrico! Fin da bambino! E tu hai continuato a portare avanti il tuo folle piano!" Stringe ancora più forte i miei capelli facendomi lacrimare e grida "Cosa volevi fare eh? Avvelenarmi? Così avresti potuto scappare e ritornare a vivere la tua vita di merda? E' questo quello che volevi eh?! "Brutto porco! Lasciami, lasciami!" urlo agitandomi con dolore lancinante alla cute. "Mi sottovaluti così tanto pulce...così tanto" ringhia lui mentre mi fa cadere in ginocchio e mi tiene prigioniera tra lui e la scrivania. Alzo lo sguardo terrorizzata mentre lui si slaccia i pantaloni e sibila "Ora ti faccio vedere io chi comanda e chi esegue come una puttana" Capisco subito le sue intenzioni e faccio per scappare ma lui mi tiene la testa salda ed esce fuori il suo cazzo enorme...merda è anormale! Giro la faccia rifiutandomi in tutto e per tutto, ma lui mi riafferra per la testa e facendomela alzare ringhia "Prendimelo in bocca, adesso." "Manco morta!" sibilo mentre intrappola le mie braccia con l'altra mano. "Succhiamelo o ti strozzo immediatamente" "Strozzami! Non lo farò mai, mai!" grido, ma il suo membro sfiora il mio viso e io per poco non sbocco su questo. "Ho detto di succhiarmelo! Fallo! Sono il tuo padrone!" "No, no no!" grido continuando a lacrimare...vorrei aver bevuto io il frullato e morire. Afferra il mio mento con forza e accostando il membro sulle mie labbra grida "Apri la bocca! Aprila! Flora fallo subito!" "No!" grido ma faccio l'errore madornale di aprire la bocca e lui approfittandone, infila rapido il suo membro nella mia bocca. Spinge a fondo e io mi aggrappo a lui per non vomitare adesso...pompa di nuovo nella mia bocca e io cerco di spostare di lato la lingua per non sfiorarlo, ma peggioro la situazione e lo lecco...lui geme subito e pompa ancora di più...è un incubo, è un fottuto incubo! Cerco di agitare il viso, ma non serve a nulla...sono completamente bloccata! Lui continua a pompare afferrandomi i capelli forte e io furiosa per l'abuso alla mia bocca, affilo i miei denti e, anzi che essere timorosa dallo sfiorare il suo membro, gli vado incontro e lo mordo con tutta la forza che ho. "Aaaahhh cazzo! Puttana!" urla lui sfilando subito quel coso viscido dalla mia bocca...riprendo a respirare e asciugandomi la bocca con la mano, mi rialzo velocemente. Vedo la porta aperta e ringraziando il cielo schizzo fuori dall'ufficio. "Dove minchia pensi di andare!!" tuona lui dietro di me. Sentire la sua voce mi fa pensare al fatto di avere avuto il suo cazzo in bocca e correndo con una mano sullo stomaco, entro in camera mia e mi fiondo in bagno. Prima di andare al water, blocco la porta con la scopa e corro dal water in tempo a rigettare tutto. Ricordo la sensazione d'invasione nella bocca e il respiro che veniva a mancare quando spingeva in profondità fino alla gola...brutto animale!! Mi tengo la pancia e vomito senza fermarmi, mentre sento la porta del bagno essere presa a pugni e una voce che urla "Aprimi subito Flora!" "Apri la bocca, aprila!" mi ricordo delle sue parole un secondo prima del suo cazzo in bocca e aggrappandomi al water rigetto ancora...mi sento tremare, vorrei morire. "Flora! Cazzo Flora!" inveisce come un pazzo contro la porta lui. Lo ignoro e cerco di respirare...sto soffocando col mio stesso vomito. Sento un rumore assordante e realizzo che la porta è stata sfondata e lui sta lanciando in aria il mobiletto che lo ostacola. Non ho forze neanche per alzare la testa e continuo a vomitare...non riesco ancora a credere di averlo avuto in bocca...che abbia pompato dentro, che abbia goduto della mia bocca. "Merda...Flora" sento mormorare dietro di me e sento subito un po' di sollievo, non avendo più i capelli in faccia...capisco che me li sta tenendo. Vorrei scacciarlo, urlargli contro, lanciargli di tutto, ma non ci riesco...non ho neanche le forze di pensare lucidamente. Sento una mano accarezzarmi la schiena e per quanto possa infastidirmi anche solo un minimo contatto da lui, la carezza mi fa stare meglio e presto smetto anche di vomitare... Resto con la fronte appoggiata al water, finchè lui mi allunga il rotolo di carta igienica e io asciugandomi la bocca di vomito, lancio in aria tutto e mi accascio per terra. Sento la fronte e le guance andarmi a fuoco e porto una mano sul petto che sembra battere insieme al cuore impazzito. Sento anche lui tirare lo sciacquone e subito dopo la mia testa si posa su qualcosa di morbido...non riesco ad identificare cosa. Chiudo gli occhi non avendo le forze di tenerli aperti, mentre sento la voce di lui dall'alto chiedere "Come stai?" "Fottiti" gemo sistemando meglio la testa sulla cosa morbida. "Dovrei essere io quello furioso tra i due...hai cercato di avvelenarmi" dice lui piano...non sembra davvero risentito dalla cosa. "Avrei dovuto bere io quel frullato...sarei morta felice" mormoro mentre sento come delle dita accarezzarmi la cute della testa. Mi dà un sollievo indescrivibile...la testa sembra voler uscire dal cranio. Respiro affannosamente mentre sento lui chiedere "La torta non era avvelenata, vero?" Un leggero sorriso mi scappa in tutta questa disperazione e dico imitandolo come una volta "Forse si, forse no" "Immagino che sarei già rimasto stecchito nel mio ufficio a quest'ora, no?" Stavolta rido e scuoto la testa...quando mi parla con dolcezza e simpatia mi ricorda tanto l'Adriano di cui mi ero innamorata. "Potrei riprovarci" dico sfidandolo. "Non te lo consiglio...potrei non avere di nuovo pena di te che vomiti" "Avresti dovuto non infilarmi il tuo cazzo in bocca" mormoro severa. "E tu avresti dovuto non avvelenarmi" Scuoto la testa e rimaniamo in silenzio, mentre lui mi accarezza i capelli e io capisco di essere appoggiata alla sua coscia...ora come ora non me ne frega nulla...voglio solo che questo mal di testa assordante sparisca. "Che caos" lo sento sussurrare sopra di me. Si sta riferendo a me? Sbatto lentamente gli occhi e mormoro stanca "Cosa vuoi da me Khalil?" Non gli serve neanche tanto tempo per pensarci che dice lento "Il tuo odio" "Perchè?" sussurro triste...angosciata da questa sua rivelazione. "Perchè se mi odi, io sarò sempre nella tua mente" Richiudo piano gli occhi e capisco finalmente di cosa lui possa aver paura...la frase che ha appena citato è di Shakespeare e dice esattamente: "Amami oppure odiami, entrambe le cose sono a mio favore. Se mi ami, io sarò sempre nel tuo cuore. Se mi odi, io sarò sempre nella tua mente." E lui preferisce che io lo odii per essere nella mia mente, piuttosto che essere amato perchè in quel caso io avrei il suo cuore e avrei tutto il comando...comando che lui non vuole perdere, ma non sa che chi ama l'ordine, ha paura del caos...e il suo caos sono proprio io.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Il piacere di un amore dura un istante, il dolore di un amore dura tutta la vita. KHALIL' S POV: PASSATO. "Merda merda!" Mormoro uscendo dalla macchina e sbattendo forte la portiera. Perché diavolo l'ho fatto? Perché diavolo l'ho abbracciata e perché diavolo quello stupido bacio sulla fronte? Soprattutto perché diavolo non riesco a togliermi dalla testa la sua voce, la sua risata, il suo sguardo, il suo profumo...dio mio è così piccola che potrei stringerla solo con un braccio! Cos'è questo mio lato premuroso che è uscito fuori con lei? I piani erano decisamente altri...sedurla e lasciarla insoddisfatta. Quello insoddisfatto adesso sono io, cazzo! Ho anche perso una scopata con la sua professoressa per stare ancora un po' con lei...è stato inevitabile non staccarle gli occhi di dosso. Aveva dei modi strani di atteggiarsi...non è affatto una bambina viziata di 14 anni...ha tutto un mondo dentro di lei, un mondo che racchiude in quei occhi e aveva dato accesso solo a me...ad Adriano. "Ma vaffanculo" impreco ancora furioso. Non doveva essere un appuntamento galante e non sarebbe dovuto finire così piacevolmente...doveva essere un disastro, l'avrei dovuto umiliare, fatta sentire una sciaquetta quale è. L' ho resa felice...l'ho persino fatta sentire importante ai miei occhi. Ha gli occhi buoni...dice la mia mente, cazzo si se ha gli occhi buoni. Flora non sorride solo con le labbra, ma anche con gli occhi e gli luccicano come due gemme rare quando lo fa. In questo momento vorrei odiarla, afferrarla per i capelli e sbatterla da qualche parte...non dovrebbero prudermi le mani per la voglia di ritornare da lei, stringerla e ridere di nuovo insieme. Non so quale demone si sia impossessato in me quando in quella passeggiata stavamo semplicemente scherzando e ridendo come due... "No no...cazzo no" m'impongo di restare lucido. È nociva lei...mi fa male starle accanto, fa uscire lati di me che sono morti e sepolti...lati che è meglio rimangano lì. Sento il cellulare squillare e buttandoci un'occhiata vedo che è la famosa professoressa. "Pronto? "Chiedo riavviandomi i capelli. "Sono quasi le mezzanotte" dice lei sensuale. "Ho avuto un contrattempo" dico scacciando per l'ennesima volta quello stupido abbraccio tra me e Flora. Non riesco ancora a capacitarmene. "Puoi raggiungermi adesso" mormora lei con respiro affannoso. "Che stai facendo?" Chiedo sapendo esattamente la risposta. "Vieni se vuoi saperlo" sussurra lei. "Ti stai toccando con la mia voce?" Chiedo sorridendo...la cosa mi diverte un sacco. "Vorrei toccare te" mormora maliziosa. "Dove sei?" Chiedo con le chiare intenzioni di mandare a fanculo ciò che è appena successo...rovinarlo buttandoci della merda sopra. "Al Jumeirah, ti piacciono i pub?" "Adoro i pub" dico rimettendomi alla guida. ------------------------------------------ DOPO DUE GIORNI. "Come va questa cosa??" sbuffo trafficando con la cravatta. Non ne ho mai indossata una e Livio mi ha consigliata di metterne una per la mia prima riunione aziendale. Ho chiesto a Livio di spiegarmi tutto ciò che dovessi sapere per riprendere io in mano l'azienda e portarla avanti...Livio è stato un ottimo amministratore in mia assenza, ma ora dovrà farsi da parte e dare posto al capo. "Così sembra una sciarpa" ridacchia Livio mentre io lo fulmino con lo sguardo e lui ritorna ad essere serio. Non transigo su certe cose...ad esempio sul ridere di me. "Scusi, la aiuto io" dice lui avvicinandosi a me. "Livio non voglio ricordarti la tua posizione...non mi costringere a farlo" dico duro mentre lo guardo dall'alto e lui aggiusta la mia cravatta. "Si signore" acconsente subito. Taccio e aspetto che mi annodi bene sta cazzo di cravatta...sarà l'ultima volta che me la metterò, ho visto che si può essere eleganti anche col gilet o delle semplici bretelle sopra la camicia...perchè perdere tempo con questa stupida cravatta? "A posto" dice lui allontanandosi. "Grazie" dico avvicinandomi alla vetrata del mio nuovo ufficio. Mi specchio dalla finestra, dato che è sceso il sole, e osservo da là sopra le luci della città...il mio ufficio è all'ultimo piano e da quassù mi sento quasi onnipotente...mi piace. "Siamo pronti?"chiede Livio distraendomi. Annuisco con la testa e mi rigiro...sono pronto. Usciamo dall'ufficio e quando raggiungiamo la sala riunioni riesco ad intravedere i miei clienti...sono dell'India e sembrano concentrati su un fascicolo...sono decisamente in tensione. Mi stiracchio le spalle ed entro dentro come una furia...i clienti sussultano alla mia presenza all'inizio, ma poi si ricompongono e iniziano a presentarsi. Mi presento anch'io e ci accomodiamo, io a capo tavola e gli altri attorno...ora che si fa? Il divertimento quando arriva? Gli indiani iniziano ad illustrare il loro progetto sul turismo balneare nelle spiagge di Kovalam a Kerala...noto dalla mappa che le spiagge sono bagnate dal Mar Arabico, potrei andarle a vedere personalmente dopo essere andato in Siria...sono stato assente in questo periodo e casa mia mi manca un po'. "Mi potrebbe spiegare meglio questo tour privato di...Kotchi?"chiedo non capendo. "Certo signor Temiz, è una sorta di crociera di un giorno su una casa galleggiante a Kerala Backwater. Le faccio subito vedere delle foto del nostro kotchi" dice il tizio baffone passandomi delle foto di queste barche di legno costruite meticolosamente. "E' molto interessante questo progetto, cosa ne pensa lei signor Temiz?" chiede sottovoce Livio. Annuisco debolmente e mormoro "Anche a me, ma falli parlare...non voglio accontentarli subito. Voglio tenerli sulle spine" "Va bene signore" dice Livio riallontanandosi. La riunione finisce l'ora successiva e in positivo...sono molto contento della collaborazione, i tizi mi sono pure sembrati affidabili. "Faccio entrare i prossimi?" chiede Livio mentre io prendo il cellulare e dico "Si, falli entrare" "Buenas tardes" dicono i prossimi clienti...mi alzo e li vado ad accogliere. Aspetto che installino il computer e controllo la situazione a casa Vignoli...cerco in ogni stanza Flora e non la trovo da nessuna parte. Non è ancora rincasata? Dove diavolo è? La cerco dal gps e vedo che è nei pressi di giardino inglese, che diavolo ci fa lì? La tentazione di uscire dall'ufficio e cercarla è tanta, ma non mi faccio vincere da questa e bloccando il cellulare, mi concentro sulla riunione.. Per quanto ho capito, stanno presentando un progetto sulla costruzione di un hotel a 5 stelle nella Playa del Inglés...osservo che si trova a Gran Canaria. Non ci sono mai stato. Il progetto sembra davvero interessante e incominciano ad illustrarci dei bozzetti sui lavori, i tempi e i servizi della struttura che sono diversi...dalla piscina, ristorante e bar lounge si passa al centro fitness con palestra, sala fitness e parcheggi, internet gratuiti. Guardo con attenzione i disegni e mi soffermo sullo spazio tra la piscina e il bar...c'è una specie di gazebo con un materasso e un sacco di cuscini particolari, è quasi nascosto...immagino di buttarci sopra Flora, chiudere le tende del gazebo, slacciarle la cordicina del costume, addentarle i capezzoli mentre le mie mani corrono ad accarezzarle le coscia e a slacciarle le mutandine...immagino di osservare affamato il segno dell'abbronzatura sui fianchi e passare a leccare quella piccola striscia, per poi spostarmi più in basso e farle affondare il viso tra i cuscini...immagino che abbia un gelato in mano e inizi a colare...io che risalgo su di lei e leccando via questo, mi allungo per farglielo assaggiare sulle labbra, sulla lingua... "Signore? Signore mi sente?" sento qualcuno scuotermi per il braccio. Rialzo subito la testa e scuotendola chiedo "Si?" "Chiedevo se potesse piacerle l'aggiunta di una sala massaggi adiacente al piano della palestra" dice un uomo pelato, abbronzato e con gli occhi verdi. Da quanto mi stava parlando?...merda, devo recuperare la situazione. "Non mi dispiacerebbe...piuttosto sarebbe interessante aggiungere un altro servizio oltre ai massaggi...rendere lo spazio una vera e propria spa. Sarebbe gettonato sia dalle famiglie che da un gruppo di amici/ amiche" "Ma certo, potremmo apportare questa modifica, trovo che sia un'ottima idea" dice lui indicandomi. "Lo so" dico ricordandogli chi è lui e chi sono io. Lui sembra averlo appena capito e abbassando lo sguardo, continua ad esporre il progetto...è servito un mio sguardo per rimetterlo al suo posto, ottimo. Ritorno a concentrarmi sul gazebo e tirando fuori il cellulare per vedere a proposito dove si trovi Flora, mi acciglio nel vedere che sta facendo avanti e dietro in una stanza...sarà nervosa per qualcosa? Controllo l'orario e vedo che è quasi ora di cena...quanto ancora durerà la riunione? Accedo alle telecamere della camera e la vedo che urla mentre piange...ma che cazz? Alzo lo sguardo sul pelato che continua a parlare indisturbato e io infilando un paio di cuffie, cerco di capire che diavolo stia accadendo. "Non voglio parlare! Vattene via!" Aggrotto subito le sopracciglia e osservo la scena di lei che continua a fare sopra e sotto per la stanza con le mani in testa...che sta succedendo? Chi è stato? Scorro velocemente tutte le telecamere della casa e mi fermo in salone da Ezio, ha diverse birre ai lati della poltroncina ed è visibilmente ubriaco. Ricevo un messaggio da parte di Flora a Camilla e leggo "Cami vaffanculo, non mi chiamare più. Se non te l'avessi detto io, non ti saresti mai ricordata che è il mio compleanno" Cosa?? Cerco velocemente tra i documenti il certificato di nascita di Flora e leggo che effettivamente oggi è il suo compleanno...e nessuno se l'è ricordato. "Flora scendi subito, subito!" grida Ezio dal salone. Lei scaglia il cellulare dall'altra parte della stanza e corre a rannicchiarsi all'angolo della stanza...perchè quel coglione è ubriaco nel giorno del compleanno della nipote? Ho visto che hanno avuto diversi litigi in questi giorni, ma mai finiti in questo modo...lei si rinchiudeva in camera e lui ritornava a fare quello che faceva...cioè a poltrire. "Floraaa!" sento urlare lui...sussulto quando lo fa, non me l'aspettavo proprio. "Non ti permetterò mai di rinchiudermi in un fottuto collegio! Non te lo farò fare!" grida lei singhiozzando. Collegio? Io dove cazzo ero quando è successo tutto questo? Vedo Ezio alzarsi con furia dalla poltroncina e zoppicare fino alle scale...che intenzioni ha? "Sei fatta troppo indisciplinata, te ne vai in giro, conosci uomini più grandi e pretendi che io stia qui calmo a vedere tutto. Ti ci porto per i capelli lì, mi hai capito?" grida il coglione mentre sale le scale. Ha scoperto di noi? Ha portato qualcuno a spiarci? O era lui stesso a spiarci? "Lui non c'entra nulla! Non è mai successo niente con lui, te l'ho ripetuto mille volte!" piagnucola lei. "Avrei tanto voluto che succedesse qualcosa..." mormora poi piano lei. Mi concentro su quell'espressione triste e sento dentro qualcosa scaldarsi...nessuno è mai stato così impaziente di vedermi o triste di non vedermi più...non so come prendere la cosa. "Ti sistemo io" ringhia lui finendo le scale e...slacciandosi i pantaloni? Spalanco gli occhi e improvvisamente ricordo delle ricerche che aveva fatto il mio investigatore privato sul porco e sulle ricerche di pedopornografia frequenti nella sua cronologia...all'inizio non considerai la cosa, ma adesso è tutto più chiaro...orribilmente tutto più chiaro. Flora ed Ezio no hanno legami sanguinei...Ezio è il fratellastro del padre di Flora con padre e madre differenti...volendo potrebbe fare qualsiasi cosa a Flora, è alla sua completa mercè. "Dove va signor..." "Livio occupatene tu, è stato un piacere signori" dico frettoloso fiondandomi fuori dall'ufficio. La segretaria fuori cerca di fermarmi, ma io la fulmino con lo sguardo e mi catapulto in ascensore. "Fuori!" urlo alle persone dentro l'ascensore...queste intimorite dal mio tono di voce, escono fuori lasciandomi spazio e mi osservano con orrore, che si fottano. Premo con forza il bottone per il pianoterra e aspetto che scenda...ributto un occhio sul cellulare e adesso vedo il porco massaggiarsi il membro mentre raggiunge la camera di Flora. "Cazzo!!" grido battendo un pugno alla parete metallica. Lo ammazzo, giuro che se prova solo a sfiorarla...si aprono le porte dell'ascensore e corro fuori dall'edificio, grido a chiunque mi ostacoli di farsi da parte e raggiungo la Jeep. Metto subito in moto e sfreccio via...mi sento male, se solo penso a cosa possa farle...sono al punto di vomitare...ecco perchè adottare Flora...ecco perchè! Lancio un'occhiata alla telecamera del corridoio e vedo che si tiene a malapena in piedi, mentre il membro è eretto e grida a Flora di uscire fuori. Non uscire pulce, non lo fare. Ringrazio il cielo che la holding non dista tanto da casa di Flora e sposto l'inquadratura sulla stanza di Flora...per poco non prendo un colpo al cuore...dove cazzo è! Un lampo squarcia il cielo, descrivendo perfettamente il mio stato d'animo attuale e dal cielo iniziano a cadere pesanti gocce d'acqua...diciamo che sta per diluviare. Con una mano cerco il gps di lei e vedo che è ancora nei pressi della camera...io non capisco...il gps m'indica un posto fuori dalla camera, un tetto? Entro nella residenza di lei con ormai il diluvio con me e cerco con lo sguardo la sua villetta...sposto velocemente lo sguardo anche sulla telecamera del corridoio e vedo il porco che sta trafficando con una chiave, merda! "Cazzo, cazzo!" urlo colpendo il volante...dove minchia è Flora? Faccio per chiamarla, ma freno immediatamente quando vedo un qualcosa sfrecciarmi davanti...che cos'è stato? Per poco non volavo oltre. La figura di prima ritorna indietro e si paralizza al lato della mia jeep, è buio non riesco a vedere nulla...mi sporgo di poco per capire e mi paralizzo quando vedo quest'ombra correre verso la portiera del sedile accanto al mio e spalancarla. Un secondo dopo viene richiusa e il mio cuore perde un battito, rimango senza fiato, è come se mi fossi azzerato, non esiste più nulla, più nessuno, solo l'ombra... "Flora" sussurro strappando via il cellulare con la telecamera ancora puntata sul corridoio. Lei è ancora paralizzata e mi osserva in silenzio col respiro affannato, lo stesso faccio anch'io...non riesco a crederci che sia realmente qui con me...al sicuro. "Ti ho cercato" sussurra lei incominciando a tremare...aumento piano i riscaldamenti e abbasso lo sguardo. Lo so...lo vedevo quando digitavi ovunque il mio falso nome, guardavi ogni faccia in strada con la speranza di vedere me e disegnavi una stupida A in tutti i tuoi libri. Abbasso lo sguardo al suo vestito zuppo, la mia giacca addosso altrettanto zuppa, le coscia bagnate, il petto anche bagnato, i capelli da un lato e delle gocce di pioggia che ricadono ancora sugli occhi, il naso e le labbra...non me la ricordavo così bella, seducente... Rimango in silenzio mentre lei sbatte gli occhi arrossati e mormora ancora "Dov'eri? Sei stato con lei dopo essere stato con me?" Non rispondo...potrei dirle di si e ferirla come dovrei fare, ma non riesco a farlo...non così con lei che piange come una bimba e mi guarda in quel modo. "Dimmelo! Su, dimmelo!" alza la voce dando un pugno al cruscotto. Ho la gola asciutta...riesco solo a pensare a quanto sia bella bagnata e gelosa di me, sembra una dea funesta. "Cos'è? Sono stata solo un gioco per te? Qualcuno da poter..." il mio sistema nervoso va completamente in tilt e non pensando più a nulla, andando contro ogni mia ragione, mi allungo e la bacio. Non so perchè, non so come, non so quando l'ho pensato di fare...era lì, era bellissima, le luccicavano gli occhi di me, volevo farla stare meglio, sentire solo le mie sensazioni, andare per la prima volta in vita mia in paradiso...assaggiarlo e goderne di un attimo prima di ritornare all'inferno, tra le mie ombre...volevo quelle labbra sulle mie, volevo assicurarmi che fosse al sicuro, volevo essere l'eccezione di qualcuno per una volta, volevo serenità...volevo baciarla con tutto me stesso. Non è un bacio frenetico, non è un bacio di solo lingua come tutti gli altri...questo è un bacio diversamente osceno perchè andiamo troppo lentamente, come a volerci promettere che dopo questo seguiranno tanti altri baci, è profondo perchè ci assaggiamo soltanto, con cura, con curiosità, con calma, trasparenza, pace... "Ti prego dimmi che non ci sei stato" sussurra lei staccandosi di poco...come se il solo pensiero potesse farla ammattire. "Non ci sono stato" mormoro inseguendo le sue labbra che cercano di sfuggire invano dalle mie e sussurrano ancora "Io...mi stai dicendo la verità?" Certo che si, ci sono stato fisicamente...ma mentalmente ero ancora in quella via, con te che scherzavamo e ridevamo mentre ci spintonavamo a vicenda...ero ancora bloccato a quel momento. Decido però di non dirglielo e mormoro zittendola nel modo più perfido "Shh baciami" Lei finalmente cede, ma la sento troppo distante da me e alzandola dai fianchi, la faccio adagiare sul mio grembo. Flora appoggia subito le mani sulle mie spalle per reggersi meglio e io affondando le mani fra i suoi capelli bagnati, l'assaggio di nuovo...le labbra sono carnose e morbide a contatto con le mie e mordendole di poco, passo a baciarle la mascella...vorrei tanto invocare qualcuno per fermarmi, ma non arriva nessuno e a me piace troppo averla su di me e vogliosa. "Adriano..." la sento mormorare al mio orecchio...la cosa mi mette pace. Adriano ha preso temporaneamente il posto mentre Khalil dorme indisturbato. "Si, bimba?" sussurro col battito cardiaco impazzito. Lei accosta il suo viso al mio e mordendosi il labbro dice "E' il mio compleanno" "Vuoi un regalo?" chiedo sorridendole. "Si"annuisce lei con la testa..."Cosa?"chiedo quando in realtà ho già letto i suoi occhi e io sento un magone in gola. "Una notte. Una notte magica, che non dimenticherò mai" sussurra lei e io rimango incantato a vederle gli occhi luccicarsi...succede solo quando è con me. Non le rispondo con parole, scegliendo di risponderle con i fatti, ma lei è Flora e fa qualcosa che mi stupisce ulteriormente...si leva la mia giacca e si toglie dall'alto il vestito. Rimango con le mani in aria non sapendo dove cazzo metterle in quel ben di dio, mentre lei si allunga su di me e impugnando la mia cravatta, passa a lasciarmi baci innocenti sul viso...mi sento così impacciato. Capisco di non poter restare come un idiota immobile e allungando le mani a circondarle quella vita così piccola e delicata, l'assaggio un'altra volta mormorandole "Non mi conosci...non vorresti veramente passare la notte con me. Stai sbagliando tutto" "Pazienza...per avere cose mai avute, occorre fare cose mai fatte"dice lei facendomi colmare il cuore di felicità. Lei sorride vedendomi sorridere a mia volta e io mandando a puttane ogni mio proposito, piano, strategia...la alzo e la sposto sui sedili posteriori...Flora ridacchia mentre io mi getto su di lei e le divoro le labbra. Stavolta siamo voraci, vogliamo tutto in fretta, vogliamo prenderci qualcosa che ci è sempre stato negato...serenità. Lei aggancia le mani alla mia cravatta e io la lascio fare mentre le lascio cadere le bretelle del reggiseno e le bacio le spalle nude e fresche. La sento improvvisamente ridacchiare e abbassando lo sguardo, vedo che non riesce a togliermi la cravatta...sorrido davanti a questa scena e portando le mani alla cravatta, la strappo come se fosse carta pesta. "Piano! Ti saresti potuto rompere il collo" scoppia a ridere lei, le bacio i denti approfittandomene...lei riscoppia a ridere e incorniciando il mio viso, va incontro alle mie labbra. Poso le mani sui fianchi morbidi e chiudo gli occhi sentendo le sue piccole mani sfregare le mie guance...sono minuscole ma allo stesso tempo così rassicuranti, confortevoli, calde, fiduciose... Le sue mani ritornano sul mio petto, ma facendole riportare sul mio viso, ci penso io spogliarmi della camicia e giacca...spingo il suo petto contro il mio per sentire le nostre pelli a contatto e sospiro rincuorato nel sentire il suo calore a contatto col mio...come se fossimo tutt'una cosa. Le mie mani corrono a sganciare il reggiseno e respirando con affanno per tutte le emozioni che stanno vorticando attorno a me, abbasso il viso al suo seno. Non è tanto pieno, ma è perfetto lo stesso...mi fa ricordare che lei è Flora e non ha nulla a che fare con le puttane che mi faccio, lei è rara, piccola, indifesa, innocente...capisco che questo che parla è sempre più Adriano e sempre meno Khalil. "Te ne pentirai per tutta la vita" l'avviso prendendole in bocca un capezzolo...lo succhio subito vorace. "E tu te ne pentirai?" chiede lei gemendo...non me la vuole mai dare vinta. "Da morire" mormoro mentre passo a levarle le mutandine e lei traffica con la mia cintura e i pantaloni. La pioggia fuori si fa sempre più incessante e i vetri sempre più appannati...è come se il mondo ci volesse rinchiudere qui dentro...a fare l'amore. Ci ritroviamo presto completamente nudi e lei circondando le gambe attorno a me, aggancia le braccia al collo spalmandosi completamente su di me...la mia mano scende sul suo ventre, sempre più giù, sempre più giù...arrivo nel centro pulsante e mi basta sfiorarla per capire quanto è bagnata. Appoggio la fronte sulla sua e sospirando chiedo "Sei ancora in tempo per scappare da me...hai davvero pochissimi secondi. Non t'inseguirò o ti costringerò a far nulla ma..." "Non voglio essere da nessun'altra parte se non qui e con te..." mormora lei mentre io sfrego i nostri nasi e inspiro il suo profumo che sa di iris e viole...dio, sono consapevole del fatto che mi rimarrà impresso in mente per sempre. "Cosa vuoi Flora?" chiedo sfiorandole le labbra...sento il suo fiato su queste. "Un attimo che valga una vita" mormora facendomi capitombolare definitivamente e penetrarla piano. Lei caccia un urlo, ma io lo rubo strappandole un bacio e le accarezzo la schiena..."Fa male solo all'inizio, te lo prometto" cerco di rassicurarla...non so perchè, so solo che voglio farla stare bene. Flora fa un sorriso tirato e sfregando le nostre fonti, io mi muovo più lentamente...lei è caldissima, strettissima, bagnatissima...sembra una prima volta anche per me. "Va tutto bene, rilassati. Ora andrà tutto bene" mormoro accarezzandole delicatamente i capelli. Lei annuisce dandomi un bacio fiduciosa e la cosa quasi mi mette in ginocchio...ho sempre dovuto faticare per avere la fiducia da parte degli altri e adesso una bimba mi sta dando una delle cose più preziose che io abbia mai avuto. "Mi stai stringendo come in una morsa Flora...e sei anche caldissima, quasi mi ustiono" mormoro prendendole il viso tra le mani. "Ti fa male?"chiede lei facendomi sorridere genuinamente. Scuoto piano la testa e baciandole la fronte sussurro "Non sono mai stato così bene in vita mia" Lei fa subito un sorriso e io mi fiondo a baciarglielo...è inevitabile la cosa. "Anch'io...sapevo che eravamo fatti per stare insieme" dice lei facendomi completamente paralizzare. All'improvviso cala l'ombra, cala il buio, l'oscurità e riemerge Khalil...proprio nel momento più sbagliato, più intenso, il più significativo. Sfilo piano da lei e indietreggio guadandola come se fosse un alieno...che cazzo ho fatto? Abbasso lo sguardo e vedo del sangue...mi si gelano le vene. E' vergine...cazzo, era logico che lo fosse e l'ha appena persa con me...col più scorretto. Allungo le mani per prendere delle salviette umidificate e in silenzio mi mezzo fra le sue gambe...lei s'irrigidisce e le chiude subito. "Aprile" impongo con voce cupa. "Che sta succedendo? Ho fatto qualcosa?"chiede lei guardandomi come un cucciolo di cane...abbasso lo sguardo per non farmi distrarre da quei occhioni da cerbiatto. "Apri le gambe" ripeto prendendo altre salviette. "Non voglio" mormora lei impaurita. "Flora...obbediscimi" dico fulminandola con lo sguardo. "Perchè mi guardi così? Io pensavo che noi..." Non le faccio completare la frase e aprendole di forza le gambe, incomincio a pulire in silenzio...con la coda dell'occhio posso vedere la sua faccia completamente in fiamme, ma non posso e non voglio soffermarmi e una volta finito, mi rialzo e inizio a rivestirmi. Mi sporgo sui sedili anteriori e prendendo il cellulare dico "Rivestiti, quando hai finito chiamami" Non aspetto una sua risposta ed esco fuori col diluvio universale...mi appoggio alla macchina e sotto la pioggia vedo dal cellulare che il coglione è svenuto per le scale con i pantaloni ancora calati...quella visione mi fa imbestialire e approfittando dei vetri appannati della macchina, entro a casa di Flora. Se non fosse uscita da camera sua dal tetto, cosa sarebbe successo? Lui l'avrebbe costretta a succhiarglielo e poi l'avrebbe violentata...come suo stile. Con ancora il suo profumo addosso salgo le scale e trovo il corpo dello stronzo...ha vissuto abbastanza, penso mentre stringo le mani attorno al suo collo e lo strangolo. Lui come previsto si sveglia di soprassalto, ma è troppo tardi e morirà adesso. "Fl-fl--flo"cerca di gridare lui. "Perchè vuoi chiamarla? Per farti fare un servizietto?" chiedo immaginandomi la scena...la cosa mi ripugna. "Sapevo che sei un assassino, ma fino a questo punto...adottare la figlia del tuo fratellastro per scopartela...cazzo" dico con tutto il disprezzo del mondo. "Cos'hanno di così arrapanti le 14enni per te? Eh?" chiedo ora nervoso. Lui perde colorito, ma la cosa può solo rendermi felice e stringendo ancora più forte ringhio "Mi prenderò tutto" Mi abbasso fino al suo viso, ormai troppo stanco anche solo per battere ciglio e ringhio "Anche lei." Cerca di mugolare qualcosa, ma non ci riesce...muore subito dopo, la cosa mi rende sollevato. Mi accerto che non ci sia battito e rialzandomi, mi aggiusto la giacca. "Ci si rivede" dico superando il cadavere per terra. Scendo al piano inferiore e uscendo dalla casa, vado veloce verso la macchina...com'è che non mi ha più chiamato? Entro dentro e faccio per incitarla a muoversi, ma vedo davanti a me una scena troppo tenera...Flora ha gli occhi chiusi, è stesa sui sedili posteriore e dorme. "Flora?"la chiamo incredulo...non è possibile che mi abbia disobbedito. "Flora?" chiedo sedendomi sulla parte libera dei sedili...lei mugola qualcosa e appoggiando subito la testa sulle mie gambe, continua a dormire. Rimango con le mani in aria, completamente fradicio e sbatto gli occhi confuso. La osservo con i capelli di lato, esponendomi tutto il suo collo, con le labbra schiuse, il naso dritto e piccolo, le ciglia degli occhi lunghissimi e ha un'aria da ribelle anche quando dorme...come se sapesse esattamente come e quando fottermi. Deglutisco e sospiro guardando in direzione di casa sua...forse è il caso di farla riposare questa notte per poi farle vivere l'incubo domattina...una notte di tregua, penso mentre affondo una mano tra i suoi capelli e mi rilasso anch'io. ---------------------------------------------------------------- PRESENTE: Gli anni passano, però continuano a non cambiare i fatti...la mia mano è immersa nei capelli di Flora, la sua testa sulle mie coscia e dorme indisturbata. Sbatto ripetutamente gli occhi e giro il collo stanco...ho dormito appoggiato alla vasca e sento la schiena pulsare dal dolore...cazzo, devo alzarmi subito. Faccio per spostare la testa di Flora, ma lei mugola qualcosa contrariata e si rimette comoda su di me... "Shhh dormi" sussurro rialzandole la testa il più delicatamente possibile e sfilando subito da lì. Riposo la testa su un asciugamano appallottolato e uscendo dal bagno, mi dirigo in camera mia...ho ancora i vestiti d'ufficio addosso. Entro nella mia cabina armadio e inizio a spogliarmi...vorrei vestirmi comodo oggi, al diavolo le videoconferenze, oggi relax. Faccio per riporre sul letto i vestiti, ma senza pensare me li porto al naso e inspiro chiudendo gli occhi...il suo profumo di iris e viole allieta i miei sensi e ripenso a lei in ginocchio davanti a me ieri sera...sembrava surreale la scena. Lei che si è tradita e ha accolto il mio cazzo in bocca, la sua lingua che mi accarezzava inconsapevolmente, le labbra calde, delicate, morbide...finchè mi ha morso e io sono venuto a sua insaputa...e mai dovrà saperlo. Sospiro per questa mancanza di controllo e buttando i vestiti, mi metto un pantalone da tuta rossi e nulla sopra...vorrei prendermi del sole più tardi. Riscendo al piano inferiore, ma vengo frenato dal telefono in ufficio che suona...ho anche dimenticato di chiudere la porta dopo il casino che è successo. Entro dentro e prendo subito il cordless...vorrei poi avvisare Livio per non passarmi più telefonate, oggi ho serie intenzioni di riposarmi e basta. "Pronto?"chiedo seccato. "Signor Temiz...ha letto il giornale stamane?"chiede Livio preoccupato. "Non ho avuto il tempo, che succede?" chiedo mentre vedo il giornale proprio sotto miei occhi sulla scrivania...capisco che sia passato Juan. Lo apro subito e leggo velocemente i titoli in primo piano...politica, politica, cronaca, sport, politica, cronaca," la sposa/ schiava sessuale dell'imprenditore Temiz, intervista esclusiva ad un' amica della signora Temiz...ma che cazz?? Sfoglio subito la pagina e leggo le parole di una pazza che dichiara di aver visto Flora provata per i ripetuti tradimenti del marito e il suo timore a divorziare da me..."E' un uomo viscido e sleale! Ho visto 5 donne nude in camera sua e completamente incurante del fatto che la moglie dorma nella stanza affianco...non ho potuto starmene zitta, soprattutto dopo che la mia amica Flora Temiz, mi ha confidenzialmente raccontato che nella notte di nozze mentre lei aspettava il neomarito a letto, lui se n'è andato a bere in un pub! Tutto ciò è vergognoso, una donna non merita di avere un uomo del genere al suo fianco! Questo è un appello a tutte le donne che si sentono sottovalutate: Amatevi! Come pretendete che vi amino gli altri, se non lo fate voi stesse?" "Chi cazzo è questa?"grido gettando il giornale nel cestino. "Signore...non ha ancora visto la televisione. La signorina si sta presentando in più programmi televisivi per diffamarla" m'informa Livio. "Non ci voglio credere, voglio proprio vederla" ringhio accedendo su Youtube col cellulare. Mi spuntano in tendenza già i primi video e osservando la ragazza che si sta divertendo a smerdarmi dico sconvolto "Questa me la sono scopato ieri!" "E' tutto vero quindi?" chiede Livio sorpreso...di cosa? Sapeva che me la facevo con tutte, di che cazzo deve sorprendersi? "Ti crea qualche problema la cosa?"chiedo a brucia pelo. "Certo che no, ma...la prossima settimana ci sarà la premiazione per l'imprenditore dell'anno e lei sta rischiando di far prevalere Baris" Solo sentire nominare il suo nome mi dà il voltastomaco...cazzo, mi ero completamente dimenticato di quel stupido premio. "Come hai detto tu: è il premio per l'imprenditore dell'anno, non per la persona dell'anno e Baris non vincerà un cazzo, sappiamo tutti che il migliore nel campo sono io" borbotto uscendo da Youtube. "Ha ragione, mi scusi" Sospiro irritato e sbotto "Offri alla stronza una cifra per tacere o ricorro ai miei metodi" "Certamente, ci penso io...dovrei solo capire una cosa signore; la signorina ha parlato effettivamente con sua moglie?" "Che domande sono? Ovvio che..."un flash di Flora in cucina e la stronza che parlano mi fa finalmente capire tutto e ringhiando sbotto "Devo andare, risolvi il problema" Sbatto il cordless e abbasso lo sguardo ai cocci di vetro del bicchiere che giacciono per terra, come a ricordarmi il modo in cui la troia ha cercato di avvelenarmi senza successo. "Ora mi sente" sibilo andando spedito in camera sua. Una volta dentro vado in bagno e rialzando la porta, la blocco trascinando davanti l'armadio...ottimo, penso mentre mi siedo sul letto e col cellulare inizio a cercare delle ragazze che non ho più chiamato. Ha detto di aver sposato un uomo viscido e sleale? Perchè non esserlo fino in fondo allora? Le prime ragazze iniziano ad arrivare e io felice come una pasqua, inizio a divertirmi. "Calme, calme...lo avrete poco a poco tutte" dico mentre una ragazza cerca di sostituire la bocca della sua compagna con la sua sul mio pene. Altre due ragazze entrano in camera e ordinando a loro di spogliarsi subito, impongo solo una regola : gridate come delle dannate...ed è quello che fanno, urlano con tutto il loro fiato e presto inizio a sentire anche le urla di Flora. "Non ci voglio credere! Proprio sul mio letto? Proprio su quello!!" grida Flora prendendo a pugni la porta bloccata. "Verme! Viscido, schifoso verme!" grida ancora mentre monto una tipa e stuzzico un'altra con le dita. "Fammi uscire, non sono un tuo animaletto del cazzo, mi hai sentita? Apri! Subito!" Rido divertito dalla sua voce rotta e continuo a scopare indisturbato...sto godendo come un matto. Dopo ben tre sessioni di sesso sfrenato le ragazze che ho profumatamente pagato per l'impegno, incominciano ad andar via e io mi stendo nudo sul letto...sono distrutto. Butto un occhio all'armadio e sorrido...spero abbia capito la lezione. Scendo dal letto e infilando i pantaloni faccio pressione per spostare l'armadio. "Flora, ora puoi uscire" dico allontanandomi di poco. Mi aspetto che esca con furia e inizi a tirarmi ogni cosa abbia sottomano, ma nessuno si presenta e io aggrotto la fronte. "Mi hai sentito?"grido perplesso. Ancora nessuna risposta...mi riavvicino e tolgo la porta semplicemente appoggiata. Entro in bagno e non la vedo dove l'ho lasciata..."Flora?"chiedo incominciando a preoccuparmi. Avanzo e esamino la stanza...non c'è sangue, non si sarà suicidata...sempre che... "Flora!" esclamo, ma mi fermo appena la vedo nella vasca con la testa che dondola sul bordo. Il mio corpo diventa un pezzo di ghiaccio e avvicinandomi ulteriormente, la chiamo per nome...sembra che non respiri più. Mi fiondo lì e schiaffeggiandola delicatamente mormoro "Flora? Flora rispondimi" La testa continua a non muoversi e quando penso che si sia seriamente tolta la vita, mi ritrovo con la testa in acqua. Spalanco le braccia per tirarmi su, ma due mani premono forte sulla mia testa e l'acqua piena di sapone mi brucia gli occhi...faccio pressione sulla schiena invano, perchè adesso scivolo completamente nella vasca e non sento più le mani premermi dietro il collo. Riemergo in superficie e scuotendo la testa, con le mani tolgo tutta la schiuma dagli occhi. "Sei completamente impazzito! Non posso neanche farmi una benedetta vasca!" sento gridare... Riapro gli occhi osservando di fronte a me Flora che si preme un asciugamano attorno e mi guarda in cagnesco...cerco di non pensare al fatto che sia bagnata e nuda sotto quello stupido asciugamano. "Sei impazzita tu?! Pensavo fossi morta!" grido io ancora seduto in questa fottuta vasca. "Ti sarebbe piaciuto...ho cercato di passare il mio tempo, mentre tu scopavi incurante sul mio letto!" ringhia lei fulminandomi con lo sguardo. "Come tu eri incurante mentre raccontavi cazzate alla mia scopata ieri?" chiedo alzandomi dalla vasca. "Di che diavolo stai parlando?"chiede lei abbassando lo sguardo al mio petto...sono troppo furioso per pensare al fatto che stia sbavando sul mio petto. "La tua nuova amichetta ha detto a tutti che tratto mia moglie come una schiava sessuale!" Lei spalanca subito gli occhi e chiede "L'ha fatto davvero? Cazzo, non stava scherzando" "Cosa? Tu lo sapevi?" chiedo assottigliando gli occhi minacciosamente. "Certo che si, ti aspetti che sarei rimasta con le mani in pappa? Posso leggerlo qualche giornale per rallegrarmi?" chiede lei vipera qual è. "Sei solo una puttana stronza" ringhio inferocito. "Grazie, hai finito adesso? Dovrei cambiarmi" dice lei da perfetta snob. "Ho già visto tutto...ricordi?"chiedo riferendomi chiaramente alla nostra prima volta. Non aggiungo il fatto che in realtà l'ho vista innumerevoli volte nuda grazie alle telecamere in casa usa. Lei s'immobilizza capendo subito e io capendo di aver appena colpito, decido di farla affondare definitivamente..."Certo che ti ricordi...la tua prima volta con "Adriano", eri così ingenua e stupidamente innamorata..." Mi avvicino a lei e guardandola dritto negli occhi mormoro "Ti ricordi quando sei entrata tutta bagnata, proprio come lo sei ora, in macchina e mi hai supplicato di farti passare una notte magica? Che non avresti mai dimenticato?" Flora continua a non fiatare e io inclinando il viso sussurro a pochissimo dal suo viso "Quando mi hai supplicato di dirti che non ero stato la sera prima con la tua professoressa?" Sorrido malignamente e dico "Ma in realtà ci sono stato e l'ho pure scopata a dovere prima di venire da te" Lei spalanca gli occhi adesso feriti e dice incredula in un sussurro "Mi hai mentito" Non gli rispondo lasciando che affoghi nel suo brodo di vergogna e sorrido godendo quando picchia dei pugni sul mio petto e grida "Mi avevi detto che non c'eri stato! Mi hai guardato negli occhi e mi hai mentito!" Mi spinge all'indietro furiosa, con la faccia completamente in fiamme e grida con la lacrime agli occhi "Lo hai fatto per tenermi muta e continuare a divertirti con me, vero?" Che cazzo sta dicendo? No! Vorrei gridarglielo che non mi sono divertito quella sera, che in realtà non ci ho capito più nulla e volevo solo stare con lei, ma la rabbia mi acceca e grido "Certo che si! Cosa credevi? Che mi fossi preso una sbandata per una sciacquetta come te?" "Sciacquetta?"chiede lei senza fiato, visibilmente addolorata dalle mie parole. "Come tutte le altre...esattamente come la tua professoressa che mi ero montato la sera prima" sibilo con tutto il rancore in corpo. Lei indietreggia per il dolore e stringendosi a sè l'asciugamano, mi guarda con ostilità...quel briciolo di complicità che c'era fra noi è appena sfumata, mi guarda con puro odio. Si porta un pugno sul petto sorreggendo l'asciugamano e respirando affannosamente, si gira per andarsene via. La cosa mi mette rabbia...sono io che devo lasciare il bagno e non lei...esco anch'io e le afferro il polso per spiegarle come stanno e devono stare le cosa. "No!" ruggisce lei scioccandomi completamente per l'intensità del grido. Mi spinge via e grida furiosa "Non osare toccarmi! Hai capito? Non sfiorarmi neanche cazzo!" Indietreggia fino al letto e dice "Volevi mortificarmi? Ci sei riuscito, ora vattene" Non realizzo il fatto di essermi ancora mosso, quando le cade una lacrima furtivamente e lei grida "Ho detto vattene!" Decido si muovermi e uscendo inferocito dalla stanza, sbatto la porta. Batto subito dei pugni sul muro del corridoio e appoggiandomi alla porta, sento per la prima dopo un'infinità di tempo Flora piangere...non lo fa rumorosamente, anzi cerca di limitarsi il più possibile...in fondo il dolore è ancor più dolore se tace, ma io la conosco come i palmi delle mie mani e riesco a sentire anche un suo singhiozzo...percepisco nell'aria il suo dolore, l'ho affondata. Scivolo lungo la porta per terra e immergendo le mani nei capelli, ascolto attento i suoi singhiozzi...aspetto di godere del suo dolore, ma la realtà è che vedere quel visino normalmente sorridente con una smorfia di dolore, mi fa stare così male che mi manca il fiato, mi gira la testa e mi sento di soffocare da un nodo invisibile, non sento più il terreno sotto i piedi e vorrei solo che ritornasse a sorridere per poi ritoglierle tutto.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Sembrava che avessero intorno una bolla invisibile nella quale nessuno poteva entrare a meno che non lo volessero loro - Ammaniti. KHALIL'S POV: "Scusi, vuole acquistare un mazzo di fiori?" chiede un tizio basso con dei baffoni bianchi. Mi giro fulminandolo con lo sguardo e ringhio "No, va via." "Ne è sicuro? Per lei potrei..." "Siamo già in un cimitero, non ci metto nulla a scavare un'altra fossa e seppellirti dentro" sibilo al tizio che non mi vuole lasciare in pace. L'effetto delle mie parole lo fanno finalmente arretrare e scappare via...era ora. Ritorno al mio albero e col binocolo osservo i colleghi dello stronzo, Flora e altri suoi conoscenti attorno alla bara...è da mezz'ora che sono fermi a pregare, la cosa sta diventando morbosamente noioso. Flora piange a dirotto e si strige in sè...come per abbracciarsi da sola, la sua amica Camilla è poco più distante col suo ragazzo e non sembrano affatto concentrati alla sepoltura. Noto con la coda dell'occhio Camilla sventolare una mano e seguendo la traiettoria del suo sguardo, vedo arrivare un ragazzo alto, biondo, con occhi chiari, una polo nera, dei jeans neri e un casco grigio che pende dalla mano...chi minchia è? Lo seguo fino a quando saluta con un abbraccio Camilla, fa un cenno appena al suo ragazzo e va dritto verso...Flora. Assottiglio gli occhi e vedo che passa subito un braccio sulle spalle di lei e la attira a sè...un ringhio esce involontariamente dalla mia gola e uscendo il cellulare, faccio una foto zoomata al Ken della situazione...mando subito la foto al mio investigatore privato che mi manda subito un documento e io leggo: "VALERIO PROSANTI, STUDENTE DI INGEGNERIA BIOMEDICA, NATO A PALERMO NEL 28/03/1987, RESIDENTE A PALERMO IN VIALE STRASBURGO 345/C 90146, SINGLE, CATTOLICO, VINCITORE DI BORSE DI STUDIO 2004/2005, ERASMUS VALENCIA 2004, GRANADA 2005, COMPONENTE ASSOCIAZIONE VOLONTARIATO "GIU' LE MANI ARTIFICIALI" 2003, CONTO CORRENTE BNL 0546 7683 1245 9830- 456 PIN: 35492 CREDITO: €682,09. " Prosanti...è il fratello maggiore di Camilla e dai miei dati sembra che sia appena tornato dall'erasmus in Granada...cazzo. Li osservo che restano abbracciati per tutta la durata della cerimonia e poi lui inserisce il casco sulla testolina di Flora e se la carica via come bestiame...peccato che Flora sia il mio di bestiame. Chiamo subito il mio investigatore che al secondo squillo risponde e io grido gettando sfruttato il binocolo per terra "Voglio subito qualcosa di compromettente su questo ragazzo!" Dei conoscenti dello stronzo mi guardano male, ma tirano dritto ed escono dal cimitero...Camilla è contro un altro albero che sta felicemente sgamando il suo ragazzo...la sua amica è andata via in lacrime e lei? Le ragazze non smetteranno mai di sorprendermi...una se ne strafrega dell'amica in lacrime e l'altra si scorda completamente del cazzo che ha accolto dentro di sè solo due giorni fa, due fanculo. "Subito signore" dice lui mentre io riattacco e ficco il cellulare nella tasca della giacca. Lei non ha posto nessun tipo di resistenza, si è completamente fidata del ragazzo ed è salita su quel stupido motorino...avrei dovuto manometterla prima. Monto anch'io sulla mia moto e a tutto gas sfreccio per la strada...riesco a beccarli ad un semaforo all'angolo e mettendomi ad almeno tre metri di distanza, li seguo senza dare all'occhio. La mia rabbia cresce ulteriormente quando mi accorgo che stanno percorrendo la strada per andare a casa di Flora e lui sta pure andando veloce...chissà quanta fretta avrà. Come avevo sospettato, lui parcheggia nel vialetto di casa di Flora e prendendola sottobraccio, entrano in casa come due vecchietti del cazzo. Collego subito le telecamere al cellulare e inserendo le cuffie, aumento il volume dei microfoni...li vedo spostarsi in salone, mentre il cazzone premurosamente va in cucina per frugare qualcosa in frigo...immagino voglia nutrirla, io vorrei solo strozzarla in questo momento. Le telecamere vengono oscurate da una chiamata in arrivo e sbuffando sibilo "Dimmi che hai qualcosa di scottante o ti licenzio" "Ho cercato a lungo...la fedina penale è pulita, si è diplomato al liceo scientifico con 100 e lode e sembra non avere nemici, è completamente pulito" m'informa quel mascalzone. "Vuoi per caso dirmi che mi sto sbagliando su di lui?" chiedo con lentezza calcolata...in realtà non vorrei fare una sfuriata proprio qua, davanti a casa della stronza. "Io...magari ha preso decisioni affrettate o sono io che non ho scavato più a fondo" "Penso proprio che sia il caso della seconda opzione" dico freddissimo. "Potrei provare a ricattare i suoi amici e..." "Quello posso farlo anch'io." lo blocco subito iniziando a dare in escandescenza. Tutti hanno uno scheletro nell'armadio, tutti! Non sarà quel cazzone ad essere speciale. "Certo, ha ragione" dice lui facendomi innervosire ulteriormente. "Questo era ovvio, come è ovvio che sei licenziato...cerca un sostituto per la tua posizione, uno migliore di te che non ho tempo da perdere" dico per poi riattaccare. "Incompetente del cazzo" impreco ritornando ad attivare le telecamere. "Certo...una cioccolata calda tattica...che coglione." sbuffo nel vedere lui che mescola lentamente la tazza fumante e la porta con attenzione in salone. Flora è sul divano con le gambe piegate, un cuscino fra queste e la testa sempre sul cuscino...sembra stia ancora piangendo, se solo sapesse che sono lacrime sprecate quelle... "Ehi...ti ho portato una bella tazza di cioccolata calda, so che ne vai matta" dice lui facendomi aggrottare la fronte. Non è assolutamente vero, Flora preferisce il tè caldo con lo zenzero..dove cazzo l'ha tirata fuori questa minchiata? Flora non gli risponde con ancora la testa immersa nel cuscino e il coglione prendendo il cuscino dice "Flor? Ti prego no...non posso vederti così" Posa la tazza sul tavolino davanti e portando le luride mani sul suo viso le asciuga le lacrime e dice "Non riesco a vederti piangere, mi stai facendo male" Alzo gli occhi al cielo...oh santissimo dammi la forza per non sfondare questa fottutissima porta e piantare una bella pallottola in fronte a Ken. "Vale..." mormora lei con voce rotta scuotendo la testa...finalmente riesco a vedere bene il suo viso e involontariamente rilascio un sospiro...non vorrei pensarlo ma...come fa ad essere più bella di ieri? Cresce sotto gli occhi miei e diventa ogni giorno sempre più carina e donna...non è più una bambina, no cazzo...penso a lei che morde il labbro e geme alle mie dita che sfiorano la sua intimità fradicia per me e i nostri battiti cardiaci impazziti. Sistemo la patta dei pantaloni e m'impongo di non ripensarci più...non posso e non devo farlo. E' un limite che mi sono posto e non intendo superarlo ancora. "Flor..."mormora il coglione mettendo di lato i suoi capelli...il mio occhio cade su quel lato del collo esposto...i miei denti sopra, la mia lingua rovente a solleticare quella pelle liscia, setosa e...cazzo, basta! Basta! Chiudo gli occhi pregando ai ricordi di fermarsi immediatamente e riscuotendo la testa per ritornare in me, osservo lei sorridere a lui...perchè? Si guardano sorridendo e basta...deglutisco amaro, vorrei cavarle gli occhi. "Cioccolata?"chiede lui interrompendo gli sguardi e porgendole la tazza fumante...spero si ustioni la mano. "Non mi va nulla, scusami" dice lei facendo una smorfia. "Neanche un sorso? L'ho fatta con tanto amore!" insiste lui...ti ha appena detto che non le va nulla, parla in aramaico? "Beh se l'hai fatto con amore" mormora lei sorridendo debolmente...il primo sorriso che le vedo in faccia dall'ultima volta ed è stato quel coglione patentato a strapparglielo, in realtà non me ne importa. "Ecco, ora iniziamo a ragione!" dice lui passandole la tazza che lei prende attentamente e inizia a prendere un grosso sorso. "Niente male" dice lei annuendo con la testa. "Niente male? Così mi offendi Flor!" esclama lui allargando le braccia in un gesto plateale. "Dai, hai ragione. E' proprio buona" mormora lei rifacendogli un sorriso. "Ma allora sai anche sorridere!" dice lui facendola ridere. Che scena penosa...disgustosamente dolce. "Delle volte lo faccio" mormora lei ironica prendendo un altro sorso di cioccolata. "Dovresti farlo più spesso, splendi quando lo fai" Adesso potrei anche vomitare sulla sua moto. Flora scuote ancora la testa e stringendosi in sè chiede "Dov'è Camilla?" "Secondo te?"chiede il Ken alzando un sopracciglio. "Allora non solo io penso che sia perennemente attaccata al suo ragazzo" mormora Flora mentre il coglione le posa sulle spalle una coperta e dice "Macchè? A malapena parliamo io e Cami...è sempre occupata col suo toyboy" "Ma lui è più grande di lei" "Lo so...Toyboy è un bel soprannome però"dice lui facendola sorridere ancora. "Io...ti offendi se ti dicessi che ho sonno e vorrei dormire adesso? Non dormo da due giorni" chiede lei sbadigliando. "Come no? Ti accompagno di sopra?" "Resteresti con me?"chiede lei facendomi spalancare gli occhi...non può averglielo chiesto sul serio. "Certo che si, ne dubitavi?"chiede lui mentre io chiamo subito in anonimo Flora...non esiste che dorme con quel cazzone. Vedo dalle telecamere che ignora il cellulare a scendendo dal divano, va verso le scale insieme a quel coglione....stringo forte il cellulare e vedo lei andarsi subito a coricare sul letto. Lui si siede solo sul bordo e le aggiusta i cuscini. "Resta con me" dice ancora lei sotto le coperte. Quanto vorrei aver potuto stringere le dita attorno a quell'esile collo e averglielo stretto fino a non sentire più il battito...esattamente come a quel cane di suo zio. "Non vado da nessuna parte Flor, dormi"dice lui mentre si alza e va a chiudere le tende...riesco a vederlo alla finestra, vorrei lanciare un masso al vetro e ficcarglielo in un occhio. Flora riesce a prendere subito sonno e il Ken scendendo in cucina, inizia a cucinare qualcosa per la cena...mentre mette l'acqua a bollire in pentola, chiama la sorella e chiede "Stai scherzando? Non sei manco passata da casa sua Cami!" Aumento ulteriormente il microfono vicino ai fornelli e riesco a sentire la sorella che frigna "A me dispiace tanto ma non esiste solo lei...lui ha avuto mal di stomaco e ho voluto stargli vicino" "Certo...lui ha un mal di stomaco del cazzo e la tua migliore amica ha appena avuto il funerale di suo zio, sei consapevole del fatto che non regge l'equilibrio?" ringhia il fratello....per la prima volta sono d'accordo con lui. "Vaffanculo Vale, non puoi farmi sentire in colpa perchè ho voluto prendermi cura del mio ragazzo" "Sei terribilmente egoista, non te la meriti un'amica come Flora. Fa quel che vuoi, poi però non venire a piangere sul latte versato" dice lui per poi riattaccare con rabbia. Abbasso il microfono e osservo lui sempre con rabbia mettere gli spaghetti in acqua e salarli...non è passaggio da fare prima? "Non ho una sorella, ho una mongoloide" borbotta lui mettendo sui fornelli una padella. Dopo mezz'ora riesce ad impiattare una pasta al sugo semplice e grattugiando un po' di formaggio sopra, versa dell'acqua in un bicchiere di vetro. Lancia uno sguardo all'orologio e prendendo il piatto e il bicchiere, va al piano di sopra ed entra in camera. Poggia le cose sulla scrivania e non sveglia subito Flora...anzi si siede su una poltroncina e inizia a leggere un libro che ha trovato nella libreria di Flora. "No! Non mi lasciare! Non lo fare!" grida improvvisamente lei ad un certo punto facendomi sussultare. Spalanco gli occhi nervoso mentre il coglione precipitandosi da lei, cerca di svegliarla senza grandi risultati... "Non mi lasciare qui! Non così!" grida lei nel sonno agitandosi. "Flora, flora! Flora svegliati!" la scuote lo stronzo. "No!!" grida ancora lei. "Flora!" grida adesso anche lui. "No, no! Adriano!" urla lei per poi spalancare gli occhi. Sussulto nel sentire quel nome e lo stesso fa anche il coglione...quindi mi stava sognando? Mentre l'abbandonavo? Il coglione la stringe subito, accarezzandole la schiena per rassicurarla e mormora "E' tutto finito, respira..." "Oh vale..."mormora lei tremante. Restiamo per un tempo indeterminato abbracciati e quando finalmente si scollano, lui le avvicina il piatto di pasta e dice "Mangia un po'." "Vale...non dovevi. Stai facendo anche troppo per me" dice lei ancora incredula da tanta gentilezza...anch'io in parte lo sono. "Non mi è costato nulla, ora ti prego mangia"mormora lui mentre lei si fida per l'ennesima volta e inizia a mangiare. "Ti è piaciuta?" chiede lui ironico nel vedere dopo poco il piatto vuoto. "Direi...non mangiavo da giorni" dice lei bevendo un sorso d'acqua. "Sono felice che tu lo abbia fatto, ora come ora devi essere in forze, hai capito?" Lei sorride e annuisce con la testa. "Flor...ti posso chiedere una domanda?"chiede all'improvviso lui facendo alzare la testa a lei. "Certo, dimmi pure" acconsente lei...maledetta. "Hai gridato un nome nel sogno...Adriano. Lo conosci o..." Lei sospira e chiude gli occhi come beccata in flagrante...io ancora sono sorpreso dal fatto che mi abbia sognato...pregato di non lasciarla andare. "Grazie per la cena" cerca di scappare lei, ma non ci riesce e il Ken dice "Non ci provare, devi dirmi se questo Adriano ti ha dato fastidio o..." Lei scuote subito la testa e sospirando ancora, batte al suo fianco per invitare lui a sedersi accanto a lei. Lui esegue immediatamente e fa anche oltre...sposta il busto di Flora sul suo grembo e accarezzandole capelli mormora "Non me ne vuoi parlare? Non ti costringo a farlo, ma vorrei sapere se qualcuno ti ha..." Flora non lo lascia finire e mormora "E' complicato" Tengo gli occhi incollati alle immagini e sento lei dire più piano "Diciamo che mi ha portato alle stelle per poi farmi precipitare alle stalle" "In che senso?" Sbatto ripetutamente gli occhi e ascolto attentamente ogni parola...Flora non gli raccontare di noi, non lo fare, non lo fare...la prego mentalmente. "Nel senso che me ne sono stupidamente innamorata" dice lei facendomi sentire di ghiaccio...non pensavo si parlasse di amore, pensavo che si fosse solo presa una stupida cotta...non credevo di esserle arrivato così a fondo. "Perchè dici stupidamente?"chiede il coglione, mentre io ho bisogno di sedermi sullo scalino del marciapiedi per reggermi meglio. "Perchè evidentemente io non ero così importante per lui ,come per me magari lo era lui" Vorrei sfondare quella stupida porta, uccidere il coglione e pretendere che queste parole me le dica in faccia, guardandomi negli occhi e senza abbassare neanche per un secondo lo sguardo. "Ti ha fatto del male?" Lei scuote la testa e mormora "No, affatto...mi ha fatto sentire felice, felicissima...con lui ero spensierata, completamente innamorata di ogni sua cosa, sorridente, protetta, una bambina..." Serro la mascella infilandomi una mano fra i capelli...Flora ti prego non dire altro, non a lui...solo a me. "Ecco cos'ero per lui, una stupida e sciocca bambina...appena se n'è reso conto, ha fatto una smorfia schifata e mi lasciata, nel peggiore dei modi...nei peggiori" sussurra lei con due lacrime che scorrono silenziose sulle sue candide guance...sono lacrime di dolori, sono pesanti e così belle... "Non glien'è mai importato nulla di me...eppure come mi guardava, come mi parlava, come mi faceva sentire...mi sono illusa, va bene così" sussurra lei con una smorfia triste e asciugando le lacrime. "Non va bene così...non avrebbe dovuto illuderti" dice lui duro...per la prima volta sono d'accordo con lui...non avrei dovuto perchè adesso mi sento male, vederla così mi fa...rabbrividire, vorrei non averla incontrata, non averla ingannata in maniera così selvaggia, non averle mentito, averla lasciata andare. "Magari mi sono illusa solo io...magari lui voleva solo scopare e io ho frainteso alla grande. Posso perdonargli la colpa, la stupida sono stata io...lui mi aveva avvertita di scappare in tempo, io non l'ho fatto...mi sentivo di stare ancora un po' lì, con lui..." dice lei addossandosi tutte le colpe...tutto ciò mi dilania, le ho solo fatto male e lei cosa fa? Mi difende. Non me lo merito, non lo merito il perdono di questa creatura sovrumana, capace di darmi qualcosa che nessuno mi ha mai dato...il perdono. "Non lo hai più visto?" chiede lui mentre Flora scuote la testa triste e facendo spallucce dice "Penso di non rivederlo mai più...gli ho fatto troppo schifo" Scuoto la testa...merda Flora, merda! Come potrei mai schifarmi di te? Come cazzo avei potuto...dio. "Impossibile...io dico che avrà avuto paura di te" dice lo stronzo prendendoci a pieno. Lei riscuote la testa e dice tirando su col naso" Se ha giocato è uguale, anche se adesso fa male" "E sei hai amato era amore, non è mai un errore" completa lui come a seguire le frasi di una canzone. Lei alza lo sguardo a lui sorridendo e dice "Non ti facevo fan di Raf" "Non ti facevo così piagnucolona" Flora sbuffa e lui stringendole le guance dice "Capita di soffrire per amore, l'importante è imparare dai tuo errori e ritornare più forte di prima" "Mmm...ho ragione o no?" chiede lui a lei che sta in silenzio. "E' difficile" dice Flora sbadigliando. "Ma non impossibile" mormora lui mentre lei chiude gli occhi e annuisce con la testa. "Grazie Vale, sei come un fratello per me" sussurra lei sorridendo. Lui ricambia il sorriso e dice "E tu la sorellina che ho perso" Entrambi scoppiamo a ridere, mentre dal cielo iniziano a cadere gocce d'acqua pesanti che mi bagnano immediatamente, ma non faccio nulla per ripararmi...in realtà vorrei rimanere qui ad osservare lei riaddormentarsi. -------------------------------------------------------- PRESENTE. "Ah eccoti" dico trovando finalmente Flora in cucina mentre spreme un'arancia. Lei non mi considera neanche e continua a spremere l'arancia...va avanti così da giorni, sta incominciando ad essere snervante la cosa...non si lava da tre giorni e io non posso farmi una sega, vorrei supplicarla di lavarsi. "Bene, sono qui per informarti di una cosa" dico buttando un occhio sulla scollatura della vestaglia...non è tanto aperta, ma è l'unica cosa che mi rimane...effettivamente potrei recuperare le docce precedenti e divertirmi un po'...cazzo, l'ho appena detto? Per soddisfarmi non ho bisogno di quei stupidi video...ho donne a volontà pronte a divertirsi con me quando voglio, perchè diavolo devo fissarmi con le sue docce? Devo smetterla immediatamente. "Vattene" borbotta lei non alzando lo sguardo. Alzo subito un sopracciglio...per quanto non avrei voluto pensarlo, mi è mancata la sua voce...ero abituato a conviverci e non sentirla anche solo per un'ora mi fa stranissimo...immaginate tre lunghi giorni, 72 ore senza sentire la sua voce fastidiosa, stridula, acuta, strillante e...ok, dai chi vogliamo prendere in giro? Mi diverto un sacco a sentirla canticchiare, borbottare, sbuffare, imprecare...merda, mi è mancata la sua voce, mi è mancata davvero. "Buongiorno anche a te pulce, ti vedo radiosa questa mattina" dico inclinando la testa divertito dalla sua espressione seccata...sembra una bimba che vuole fare i capricci per non aver avuto il suo giocattolo preferito. "Il radioso ficcatelo su per il culo" ringhia lei distruggendo l'arancia...scommetto stia immaginando sia la mia testa...sono sempre fra i suoi pensieri. "Ti vedo carica, ottimo. Per colpa della tua boccaccia siamo finiti su tutti i giornali e domani è indispensabile andare insieme alla premiazione dell'imprenditore dell'anno" "Hai vinto un premio?"chiede lei improvvisamente interessata alla cosa. "Non ancora" dico presuntuosamente. "E domani dovrei accompagnarti all'ipotetica premiazione" deduce lei. "E fingere di essere la mogliettina modello che è devoto al maritino ed è orgogliosa di lui" "Certo, sarà un piacere" dice lei mentre io corrugo la fronte e chiedo "Davvero? Pensavo di doverti portare a forza al gala domani" "Ho scritto in faccia 'Fessa da prendere per il culo?' Scordatelo proprio, quelle parole sui giornali te li meriti eccome" sbuffa lei ritornando a spremere l'arancia. Mi riavvio i capelli e arrotolando le maniche della camicia ai gomiti per il caldo dico "Ho appena avuto una videoconferenza di tre ore e sono esausto...non voglio litigare" "Qui nessuno vuole litigare, non ti avrei neanche parlato, se non fosse stato per te che sei venuto ad importunarmi" dice la stronza. "Vuoi litigare se non vuoi venire al gala" dico aprendo il frigo dietro di lei. Prendo la mia bevanda energetica mentre lei dice "Non voglio nè litigare nè venire al gala" Bevo un sorso della bevanda e dico diretto affacciandomi verso di lei "Diciamo che ho fatto il gentiluomo che ho cercato di chiedertelo, con te evidentemente ci vogliono le maniere dure...tu domani verrai al gala e farai la brava oppure ordino di bombardare il centro e saremo tutti felici" Lei dà un taglio netto ad un'altra arancia e sibila "Sei un mostro" Metto le mani sul bancone all'altezza dei suoi fianchi e sporgendomi sul suo orecchio sussurro "Sei tu mi ci porti a comportarmi da tale pulce..." Lei scappa subito via dalla mia trappola e alzando il coltello di plastica, ho preso dure precauzioni dopo la sua genialata di uccidersi, dice fredda "Non mi toccare, sei ripugnante" Le sorrido e prendendo l'arancia che aveva tagliato, inizio a spremerla con più cura di quanto ci abbia messo lei..."Ripugnante non direi...ho i miei motivi per pensarlo, non credi pulce?" Flora mi fulmina con lo sguardo e cercando di sviare il mio discorso dice "Quindi sono costretta a venire e fingere domani?" "Costretta è brutto da dire" "Ma è quello che stai facendo...mi stai costringendo" "Minacciando...è più carino" dico facendole scuotere la testa seccata. Finisco di spremere l'arancia e versando il succo in un bicchiere, glielo passo dicendo "Tieni, non è avvelenato" Lei mi guarda malissimo, ma prende il bicchiere e prende un sorso. I miei occhi cadono alle sue labbra vogliose del succo e cerco d'impormi a pensare ad altro...suore con la tunica, suore, suore...immagino lei travestita da suora che mi guarda e si morde il labbro...scommetto porti una giarrettiera sotto la tunica. "Pronto? Ci sei?" chiede lei sventolandomi una mano in faccia. Scuoto la testa e ritorno nella realtà...cazzo, mi distraggo con nulla. "Si, dimmi" dico abbassando lo sguardo alla spremuta sul tavolo. Non ci penso e bevo il succo rimasto...cerco di calmare gli ormoni impazziti, ma sento sulla lingua un sapore diverso dall'arancia e realizzo che sto bevendo dal bicchiere dove precedentemente ha bevuto lei...ha posato le labbra. Mi lecco le labbra e le mordo...sta diventando una tortura questa cosa. "Non ci sei proprio stamattina" sbuffa lei richiamandomi di nuovo. Inspiro a fondo e allontanando il maledetto bicchiere dico "No, dimmi. Ci sono" "Verrò con te ad una condizione" "Condizione? Sai di non essere nella posizione di pretendere qualcosa?"chiedo alzando un sopracciglio. "Non vuoi neanche sentirla?" borbotta lei incrociando le braccia e risaltando i seni...l'occhio ricade lì. "E sentiamola" dico in nome dei suoi seni...maledetti provocatori. "Voglio uscire" Scoppio a ridere e lei mi guarda socchiudendo gli occhi minacciosamente. "Bella questa davvero...pulce ti sei proprio superata" dico ancora divertito. "Dove siamo attraccati?"chiede lei ignorando le mie parole. "Che t'importa? Tanto non uscirai da qui"dico riposando la mia bevanda in frigo. "Allora non lo farò neanche domani sera" "Sei costretta a farlo...ricordi?" "Senti Khalil...è da settimane che sono rinchiusa qua dentro, non vedo il sole da un decennio e darei qualsiasi cosa per farmi una semplice passeggiata. Non potrò scappare essendo al tuo fianco e sai che non metterei mai a rischio il centro...mi hai in pugno" "Mmm...continua, continua. Mi stanno piacendo le tue parole" dico riferendomi specialmente alle ultime. "Ti chiedo solo una giornata all'aperto...sarò sempre al tuo fianco e ti prometto che non farò nulla di compromettente" "Non mi fido, sai? Hai cercato di uccidermi più volte" dico apertamente i miei pensieri. "E ci riproverò ma non stavolta...ripeto, ho bisogno di respirare aria buona, non chiedo altro. Sono rinchiusa qui come un animale e sto impazzendo" "E' quello il mio scopo Flora..." "Farmi impazzire? Lo fai da anni e lo fai bene, voglio solo una tregua di un giorno e domani mi avrai come tu vorrai...eseguirò ad ogni tuo comando, te lo prometto" "Troppo accondiscendente" mormoro io accarezzandomi il mento. "Sono disperata, è l'unica tregua che ti chiederò" "Tu hai qualcosa in mente...perchè non mi hai chiesto di uscire ieri?" "Perchè stamattina ho sognato di fare una lunga passeggiata al parco e non riesco a darmi pace" dice lei sbattendo ripetutamente gli occhi. La cosa mi puzza troppo e scuotendo la testa dico "Non ci casco, ci vediamo a pranzo" Faccio per uscire fuori dalla cucina, ma succede una cosa incredibile e sento le sue delicate dita attorno al mio braccio...mi giro più che sorpreso e trovo lei che mi supplica con gli occhi lucidi "Per favore Khalil...non ti ho mai chiesto nulla, voglio solo una giornata intera all'aria aperta, ritornare sulla terra e nient'altro...voglio solo questo" Abbasso lo sguardo alle sue dita attorno al mio braccio e penso al fatto che sia davvero disperata...non mi ha mai sfiorato, sono sempre stato io ad avvicinarmi...lei non ha mai alzato un dito su di me. "Puoi stare sulla sdraio di sopra"dico corrugando la fronte. "Sai che non è la testa cosa..."dice lei guardandomi con quei occhi che maledico ogni notte per l'intensità...merda, sembrano sue gemme brillanti nere, m'ipnotizzano. "Potrei farmi accompagnare da Juan se vuoi..." cerca di convincermi lei. La guardo subito male e chiedo "Perchè? Preferisci stare con lui?" "Io...mi va bene lo stesso, non volevo dirti che...ecco...io...per me è uguale, capisco che tu abbia del lavoro da sbrigare e..." "Ok, preparati" cedo prima che possa essere tardi. "Cosa? Davvero?" chiede lei spalancando gli occhi. "Hai cinque minuti per prepararti" "Oddio...si, ok! Vado, vado!" si precipita lei fuori dalla cucina. "Flora!"la chiamo prima che possa svoltare. "Cosa c'è? Non ci hai mica ripensato?" chiede lei delusa. "Ho mai rimangiato la parola data? Volevo solo avvisarti del fatto che se fai anche solo una mossa sbagliata e..." "Si si, boom! Ho capito, posso andare adesso?" Sorrido alla sua fretta e dico "Vai" Lei scatta come una molla e io vado subito ad avvertire Juan del fatto che non ci saremo nè a pranzo nè a cena. Dopo cinque minuti entro in camera di Flora e la trovo che cerca di strappare dei jeans ancora in vestaglia. "Sono passati i cinque minuti" le faccio notare. "Cazzo! Non riesco a tagliare questi, non è che avresti delle forbici da prestarmi?" "Così puoi ficcarmelo in gola? No" dico scuotendo la testa. "Proposta allettante, ma ti ho promesso che oggi non avrei provato ad ucciderti, ricordi?" "Mmm...e perchè vuoi tagliare quei pantaloni?" "Non penserai mica che me ne esca con i jeans lunghi?" chiede lei sbuffando. Effettivamente fuori fa caldissimo...forse se li accorcerà alle ginocchia. Esco dalla stanza in silenzio e recuperando delle forbici dal mio studio, ritorno da lei. "Hai altri cinque minuti al massimo, poi non me ne frega nulla e rimaniamo qui" "Ho capito, ho capito...mi muovo" dice lei mettendosi all'opera. Io intanto mi guardo allo specchio e mi levo la cravatta...mi sta soffocando. "Vado a posare questa, hai finito con le forbici?" "Si si, ecco" me le allunga senza manco guardarmi. "5 minuti" mi raccomando uscendo dalla stanza. Lei impreca e io divertito salgo in camera mia...poso la cravatta e sbottonandomi di poco la camicia, applico un po' di profumo sul collo e i polsi. Cambio le scarpe con un paio più comodo e sistemandomi i capelli con le mani, esco dalla stanza soddisfatto. Controllo l'orologio e vedo che ha ancora 2 minuti a disposizione...ne approfitto per controllare le email e dopo aver risposto ad un paio, vado a recuperare il bracciale per Flora...non ci metto molto e scendo in camera sua "Tempo sca...."oh merda. "Ho finito, eccomi!" dice lei sistemandosi la frangetta allo specchio e alzando il culo fasciato da quei stupidi jeans che le arrivano poco sotto il sedere. "Li hai tagliati parecchio i jeans" dico contrariato. "Non mi hai portato dei pantaloncini e io ho dovuto crearli da me...penso che il risultato sia ottimo" Abbasso lo sguardo alla canottiera bianca e la camicetta rossa aperta, legata sul davanti con un nodo. E' più spoglia che coperta... "Andiamo?"chiede lei superandomi. "No, aspetta" dico fermandola...lei si arresta immediatamente e io le infilo il bracciale. "Cos'è?"chiede lei osservando stranita il bracciale dorato. "Contiene un gps e un microfono, così se penserai di scappare, saprò comunque dove trovarti...ah il bracciale è indistruttibile...è un gioiellino di ultima generazione" "Anche un microfono? Mi sembra eccessivo" borbotta lei non d'accordo, "Con te nulla è eccessivo" dico uscendo dalla stanza. Sento che mi segue dietro e chiede subito "Dove siamo attraccati?" "Las Palmas" la informo salendo di sopra. "A Gran Canaria?? Bellissimo!" esulta lei superandomi e sventolandomi il culo in faccia..."Già" mormoro io incominciando a pentirmene. Dopo mezz'ora in taxi riusciamo a raggiungere il centro storico della città e Flora ha già indicato una chiesa da visitare...inaspettatamente non ha fatto scenate o cercato di sgozzarmi, inizio a credere veramente nella sua buona fede e la tregua di un giorno. Dovrei deporre anch'io le armi per un po'...godermi questa bella giornata di sole...con lei. Las palmas è caldissima e affollatissima, infatti Flora cerca di fare zing zang fra le persone e per paura di perderla, le afferro la mano...lei come previsto toglie la mano come scottata e dice semplicemente "No" Sospiro e le metto la mano nella tasca posteriore dei jeans...lei si gira fulminandomi con lo sguardo e io dico alzando un sopracciglio "O questo o la mano" Lei sbuffa e dice "Ti ho detto che non scapperò" "Te l'ho mai detto che non mi fido?" chiedo inclinando la testa. "Diverse volte" "Ecco...ribadisco" Lei scuote la testa e lasciando perdere, dice indicando la chiesa davanti a noi "Ci entriamo?" "Vuoi fare la turista?"chiedo, mentre lei abbassa lo sguardo alla mappa che il taxista ci aveva venduto e dice "Non mi capita spesso di viaggiare...vorrei approfittarne" Io faccio spallucce e dico "Per me...basta che non mi freghi o saranno cazzi amari" Lei sospira seccata e chiede "Potresti essere Adriano per poche ore?" "Adriano non esiste" dico calando gli occhiali da sole. "Potresti allora essere più umano? Un po' più rilassato" "Meno pesante?"chiedo. "Si, esatto!" esclama lei annuendo con la testa. "E dove sta il divertimento? Cammina" Lei mi fa una smorfia e io sorridendo, nascondo il sorriso con la mano...non voglio farle capire che ha un impatto enorme su di me. "Scorbutico del cavolo" la sento mormorare piano...peccato che siamo appiccicati e sento tutto. Decido di ignorare le sue parole e proseguiamo per la Plaza Mayor de Santa Ana dove vediamo le statue degli otto cani che rappresentano le otto isole principali dell'arcipelago delle Canarie, la "terra dei cani. La giornata è fin troppo afosa e sbottonando ulteriormente la camicia, rimetto la mano nella tasca di Flora...suderò a non togliere la mano da lì ma quando mi ricapiterà più? "Catredal de Santa Ana...wow, è bellissima" dice lei guardando in alto la cattedrale. "Non male" mormoro pensando a cosa direbbe in questo momento Ahmed. Mi frusterebbe almeno 50 volte nel sapere che sto entrando in una struttura in onore del cristianesimo...mi frusterebbe a sangue. Non ho mai abbracciato le teorie nel Corano, anche se so a memoria ogni singola riga...prima di arrivare in Siria andavo ogni domenica in chiesa e sono sia battezzato che con la comunione...questi particolari abbiamo deciso di non rivelarli ad Ahmed io e papà...ci serviva da mangiare, avremmo mentito a vita. Con questo non dico di credere in Dio...diciamo che abbraccio le mie teorie, le mie regole e sto al mio libro sacro...ho presto capito che nella vita non esiste nessun Dio che ti assiste o ti indirizza "nella retta via", hai solo tu il comando della tua vita e decidere se soccombere onesto insieme alle tue credenze o sopravvivere furbo insieme ai tuoi assi in mano. Il prepotente vince, l'onesto perde...il prepotente mangerà meglio, l'onesto dormirà meglio ma chi dome non prende pesci. Una guida accoglie subito un gruppo di turisti fra i quali noi e inizia a spiegare le caratteristiche della chiesa... "La sua costruzione della dedicata a (patrona delle ) iniziò intorno al 1500, ma venne interrotta per mancanza di fondi nel 1570, e il lungo processo di costruzione ha fatto sì che nel tempio si coniughino stili abbastanza diversi come il dell'interno e il dell'esterno. La costruzione della cattedrale avvenne in due grandi fase, la prima dal 1497 al 1570 e la seconda dal 1781 ad oggi. Infatti la cattedrale rimase chiusa al culto fino al 1998 a causa dei lavori di restauro. All'interno ospita diverse opere d'arte, tra le quali il Cristo di , che presiede la e la Virgen de los Dolores de Vegueta." "Siamo in chiesa...potresti togliermi la mano dal culo" sussurra Flora guardandomi con la coda dell'occhio. "No..." mi sporgo al suo orecchio e stringendo la natica nel mio palmo sussurro "Ci ho preso gusto" Una suora ci taglia subito la strada guardandoci indignata e Flora scoppia inaspettatamente in una risatina che nasconde dietro la mano...lo stesso faccio anch'io mordendomi il labbro e decidendo di non dare più scandalo, scivolo con la mano al suo fianco e avvicinandomi a lei, le stampo un veloce bacio sulla tempia. Lei non ci fa neanche caso, troppo impegnata ad osservare le navate e io approfittandone ulteriormente, immergo il naso nei suoi capelli e inspiro il suo profumo di iris e viole...dio, è così eccitante...vorrei trascinarla nel confessionale e fare cose decisamente non religiose, indecenti. Flora osserva tutti i turisti che fanno fotografie e lei un po' dispiaciuta della cosa, cerca di ricordare ogni minimo dettaglio...si sforza proprio d'imprimere in mente ogni cosa. Usciamo dalla cattedrale dopo poco e decidiamo di fare un giretto nel quartiere di Vegueta, Flora è visibilmente felice di questa passeggiata e passiamo anche dalla Plaza Hurtado de Mendoza, anche conosciuta come "la piazza delle rane" per le sculture della sua fontana centrale. "Ti va un gelato?" chiede lei mentre passiamo da una gelateria artigianale. "Si, andiamo" acconsento entrando...effettivamente sto crepando anch'io di caldo. Ne usciamo fuori con due coni entrambi al pistacchio e gianduia...il gusto è ottimo e lei inizia a raccontarmi del suo ultimo viaggio a Roma con i compagni della terza media. Sembra molto spensierata, mentre racconta di lei e le sue compagne che avevano perso la chiave della loro stanza d'hotel e per passare la notte sono andate in una discoteca vicina...alla fine la chiave si trovava dentro la cover del suo cellulare...la professoressa non le ha mai beccate e sono ritornate in hotel alle cinque del mattino per poi farsi alzare dalla professoressa alle sette del mattino. Penso ai miei compagni delle medie e faccio una smorfia...credo di non aver avuto un amico in vita mia, sono stato sempre e perennemente preso in giro e a calci...non volevano un obeso come amico, nessuno lo voleva. "E zio mi chiamava ogni ora ma io ero in discoteca! Non potevo rispondere, capisci?"scoppia a ridere lei. Io m'irrigidisco appena sento nominare quella iena e lei accorgendosene mormora "Oh...non volevo, farò più attenzione" "No tranquilla, so che non l'hai fatto apposta. Continua a raccontarmi"dico iniziando a mangiare il cono. Lei sorride riconoscente e leccando il suo gelato, facendomelo rizzare più e più volte, chiede "E tu invece? L'ultimo viaggio fatto?" "Viaggio lavorativo dici?" chiedo cercando di non concentrarmi sulla sua lingua...vorrei ficcarle dentro la mia e limonarla qui e adesso...la tentazione è maledettamente tanta. "No, viaggio viaggio...insomma con i tuoi amici o...la tua famiglia" dice l'ultima parola più esitante. Tolgo la mano dalla sua tasca essendo soli in questa stradina e mormoro "Io...diciamo che non ero molto socievole e in famiglia non potevamo permetterci un viaggio o ferie" "Non hai mai viaggiato quindi?"chiede lei interessata al mio passato...sembra strano che qualcuno si preoccupi di sapere qualcosa di me...magari vorrà farlo per fottermi poi. "Perchè vuoi saperlo?"chiedo brusco...non è mai stata così pacata con me, c'è qualcosa che non va. Lei sussulta alla mia domanda e nascondendosi quasi dietro il gelato dice "Non volevo fare l'impicciona..." "Anche se tu sai molte più cose su di me..."aggiunge ritornando poi a stare zitta. La guardo con la coda dell'occhio e vedo le sue guance rosse in fiamma...vorrebbe evaporare via, la cosa mi fa sorridere. Abbasso lo sguardo all'angolo della sua bocca sporca di gianduia e pulendolo col pollice, dico succhiando il cioccolato via "Sono stato da piccolo a Bagheria con i miei genitori...ci siamo stati solo per una giornata ma ho dei bei ricordi" "Anch'io sono stata a Bagheria da piccolissima! Ricordo di essere scoppiata a piangere nel vedere delle sculture inquietanti a villa Palagonia...la..." "La villa dei mostri" diciamo all'unisono mentre lei scoppia a ridere e dice spalancando gli occhi "Non mi dire che ti sei spaventato anche tu!" "Ho trascinato mia madre via da quella villa. Erano davvero inquietanti"dico ridacchiando. Lei mi sorride alzando lo sguardo e anch'io punto i miei occhi nei suoi...rimaniamo a guardarci complici e camminare in silenzio finchè un motorino sfreccia e afferrando per il braccio Flora, la inchiodo sul mio petto, stringendola forte a me. "Aléjate del camino gilipollas!" grida un ragazzino mentre io lo fulmino con lo sguardo. Aspetto che sparisca dalla strada e staccandomi piano da lei, la becco appoggiata al mio petto con gli occhi chiusi...li riapre subito dopo e io chiedo piano "Tutto a posto?" Lei annuisce con la testa e sospirando si allontana da me..."Grazie" dice ricominciando a camminare. Non rispondo e rimettendole la mano in tasca, continuiamo a mangiare il gelato in silenzio. "Entriamo un attimo qui" dico entrando in un negozio di cellulari e altri oggetti tecnologici. Flora rimane concentrata a vedere l'ultimo modello di piastra di una marca tedesca, mentre prendo la canon più costosa, la memoria e pago il tutto. "Che hai comprato?"chiede lei vedendo nelle mie mani un grosso sacchetto. Tiro fuori la macchina fotografica, inserisco dentro la memoria e consegnandola nelle sue mani dico "Così sei al cento percento una turista" Lei rimane paralizzata da questo mio gesto e osservando la macchina mormora "Non dovevi...ti sarà costata una fortuna" "Sai che non è così" dico uscendo dal negozio. "Quindi è mia? Posso farci quel che voglio?" "Tutta tua e no, non puoi fare foto a me" dico ma sento subito uno scatto e la guardo severo. "Ti avevo detto di non scattarmi foto!" Fa un altro scatto e scoppia a ridere "Guarda qua! Sembri davvero furioso qui" "Lo sono, mi stai disobbedendo" Lei m'ignora completamente e inizia a scattare mille foto...persino ai piccioni per strada. Nelle prossime ore visitiamo la Casa Museo di Cristoforo Colombo e perdiamo tanto tempo nell'area dedicata alla pittura dal XVI agli inizi del XX. Passiamo molto tempo anche al Museo Canario, un istituto scientifico e culturale dov'è esposta una collezione sulla popolazione dei Canarii, altre collezioni su resti antropologici , manufatti dell'industria litica (l'insieme degli oggetti d pietra realizzati dall'uomo), ossea, tessuti in pelle, fibre vegetali e materiale malacologico (la branca della zoologia che studia i molluschi) di vario tipo. Ormai stanchi andiamo alla ricerca di un posto dove mangiare e troviamo un piccolo ristorante che serve tapas (antipasti/ aperitivi della cucina spagnola) e bevande, situato in una stradina verso il retro della cattedrale, all'esterno ci sono tavolini all'ombra di grandi alberi e ci sono dei musicisti che suonano musica rilassante...un ottimo posto per rilassarsi e mangiare. "La taberna de El Monje" legge Flora l'insegna del ristorante. Un cameriere ci accoglie subito e fornendoci i menù va via...servizio veloce devo dire. "Non ci capisco nulla" dice Flora leggendo i primi piatti. "Dammi qua" dico prendendole il menù. "Ehi! Devo mangiare io!" si lamenta subito lei. "So cosa ti piace e no, ci penso io" borbotto iniziando a leggere i piatti. Lei sbuffa, ma non mi contraddice e torna a vedere le foto che ha scattato. Io intanto chiamo il cameriere e ordino due piatti di papas arrugadas con mojo verde (patate arrosto con salsa a base di prezzemolo), tomates alinados (pomodori conditi), boquerones (alici) e il formaggio affumicato grigliato con il miele. Il tutto è molto buono e per finire prendiamo un caffè e una fetta di torta al limone. Mentre bevo il caffè prendo la macchina fotografica e inizio a vedere anch'io le foto fatte, riconosco che sono belle e chiedo "Hai la passione per la fotografia?" "Passione no...ma mi piace. Ci tengo ad avere un ricordo bello e nitido di ciò che vivo" dice lei gustandosi la torta. Continuo a vedere le foto e chiedo curioso "Come hai capito che la tua passione è la psicologia?" Lei sorride subito a quella domanda e dice "Ero una bambina estremamente timida e silenziosa...mi limitavo ad osservare chi e cosa mi circondava, osservavo gli atteggiamenti di queste persone e mi chiedevo sempre cosa frullasse nei loro cervelli...perchè facevano una cosa senza farne un'altra. Iniziai a vedere dei documentari, comprare libri riguardanti la psicologia e ricordo di aver avuto un forte bisogno di aiutare le persone a capire, a ritrovare loro stessi...mi entusiasmava entrava nelle menti e nella vite di questi, ricordo che decisi di voler fare questo in futuro" "Una vera e propria passione..." commento. "Direi amore...la passione è qualcosa di più irrazionale" Le sue parole mi colpiscono e incrociando le gambe chiedo "In che senso? " "C'è una grossa differenza tra semplice amore e passione...la passione è un sentimento impetuoso, basato sui piaceri procurati dai sensi umani e che può impedire il controllo della ragione. La causa scatenante è una forte attrazione che la persona prova verso un soggetto esterno...è qualcosa di violento e sensuale, infatti la passione prende il corpo, ma solo l'amore s'insinua nel cuore" Alzo un sopracciglio particolarmente sorpreso dalle sue parole e chiedo "Ti sei mai innamorata tu?...Oltre alla psicologia" Lei abbassa subito lo sguardo e dice, scuotendo la testa "Nessuno mi ha colpito tanto da farmi innamorare" "Dici di no?"chiedo inclinando la testa. Flora si morde il labbro e chiede "Cosa vuoi chiedermi esattamente?" Diretta..."Ti eri innamorata di me?" Lei si morde l'interno guancia e mormora "Non di te" "Di chi?"chiedo sapendo già la risposa...cazzo se la so. "Lo sai" dice lei leggendomi nella mente. "Dillo, voglio sentirtelo dire" dico sadico. "No" si rifiuta categoricamente lei. Io mi appoggio alla sedia scuotendo la testa divertito e mormoro "Flora flora..." "Khalil Khalil..." dice lei guardandomi con rimprovero mentre squilla il mio cellulare. Le faccio l'occhiolino e rispondo nel vedere che è Livio "Pronto?" "Signor Temiz deve venire immediatamente in sede" quasi mi aggredisce lui. Corrugo la fronte e chiedo "Perchè mai?" "Non avevamo sospeso i lavori al Cantiere Navale Di Ponente 10 anni fa?" "Si...e allora?" "Un'altra holding se n'è approfittata della situazione e ha dichiarato usucapione" "Cosa diavolo dici? Non possono applicare l'usucapione!" dico sconvolto. "I legali della holding sono qui, potremmo risolvere la questione non andando in tribunale" "Arrivo" dico alzandomi immediatamente dalla sedia e riattaccando. "Che succede?"chiede subito Flora. "Vieni, dobbiamo andare alla holding" dico prendendole la mano e trascinandola in piazza per poi chiamare un taxi. "E' successo qualcosa di grave?" chiede lei preoccupata sui sedili del taxi. "Shhh fammi concentrare! Non sono cose che capisci queste..." "Vuoi per caso darmi della capra?" chiede lei con astio. "Non è il momento...cazzo, mi sarei dovuto occupare prima della faccenda" impreco contro la mia negligenza. Lei si zittisce sbuffando e continua a guardare le foto scattate col broncio...mi pento subito del tono usato e borbotto "Scusami...è che rischio di perdere un intero cantiere" "Che ti frega? Ne hai tanti a quanto so" dice lei senza alzare lo sguardo. "Non importa quanti ne ho...devo averne sempre di più, è così che funziona" Flora fa spallucce e ritorna ad ignorarmi. Arriviamo finalmente alla holding e riprendendola per mano, ci catapultiamo all'ultimo piano nel mio ufficio. "Cazzo...è qua che lavori?"chiede Flora fischiando. Sorrido nel vedere la sua espressione dico orgoglioso "Possiedo tutto questo" Passiamo dalla mia segretaria che m'informa dei signori dentro e Flora si arresta accanto alla mia segretaria..."Che fai? Muoviti" dico severo. "Cosa? Vuoi che entri? Così?"chiede lei indicando i suoi miseri pantaloncini, la canottiera e la camicia aperta. Mi avvicino a lei e inizio ad abbottonarle fino all'ultimo bottone la camicia..."Ora meglio, vieni"dico andando verso la porta blu del mio ufficio. "Io...sicuro? Non vorrei....cioè non mi sento..." Le prendo la mano e la trascino dentro...porca miseria non ho tempo da perdere. Cinque uomini in giacca e cravatta si alzano e fissano Flora di fronte a me che cerca di sistemarsi i capelli con le dita...osservo gli occhi degli animali scendere alle sue gambe scoperte e passandole una mano sul fianco, mi annuncio "Buona sera, sono Khalil Temiz e questa è mia moglie Flora. Siamo mortificati per il ritardo, ma mia moglie voleva fare un giro per la città e ovviamente io l'ho accontentata" "Siediti" ringhio all'orecchio di Flora che scatta come una molla e facendo un saluto con la testa a tutti, va a sedersi lontano da tutti. Avanzo e allungando la mano, la stringo forte a tutti quei stronzi. "Ci accomodiamo?"chiedo sedendomi accanto a Livio. "Come siamo messi?"mormoro al suo orecchio. "Male, malissimo" dice lui facendomi sparire il sorriso dalle labbra. "Abbiamo aspettato fin troppo mentre lei e sua moglie facevate il giro turistico...abbiamo intenzione di prendere in possesso il cantiere in maniera permanente e definitiva" dice un uomo secco con il mono sopracciglio. "Non può farlo...il cantiere ha già dei proprietari a quanto vede" dico indicandomi. "Proprietari che non hanno mosso un dito per dieci anni...abbiamo operato indisturbati per anni nel cantiere e abbiamo anche prove documentali" dice un altro uomo biondo con occhi scuri sulla trentina, peccato per i brufoli in faccia. Sempre questo apre la sua ventiquattore e getta sul tavolo un mucchio di fogli e dice "Ecco qui...ricevute pagamento di tributi, fatture relative a lavori effettuati sul bene...abbiamo tutto" "Ok, mi avete rotto il cazzo" dico alzandomi inferocito. "E' inutile che si scalda signor Temiz...il mio cliente prenderà proprietà del cantiere e lei dovrà acconsentire all'accordo" "E chi sarebbe il vostro cliente?"chiede Livio alzandosi insieme a me. "Il signor Giancarlo Baris" dice lui facendomi scoppiare a ridere. "Non se ne parla" dico ancora divertito. "Cosa c'è signore? Le turba più aver perso il cantiere o che sarà ceduto al signor Baris?" Stringo i pugni e sento Livio che mi tiene per il braccio...sa che potrei fare una strage...effettivamente potrei sgozzarlo solo con una misera graffetta, veloce e indolore. "Non me ne frega un cazzo del vostro cliente, so che vi ha pagati profumatamente per fottermi" ringhio freddo. "E ci è riuscito, no? Come di dice...Se la trascuri, diventa di un altro?" Mi sporgo verso di lui definitivamente incazzato e pronto a togliergli quello stupido sorriso dalla faccia, quando sentiamo una voce delicata dire in fondo "I conti non quadrano" Ci giriamo tutti e vediamo Flora che sfoglia le carte e legge attentamente. "Signora Temiz...la prego di non intromettersi in questioni che non la riguardano e..." Mi sporgo per prenderlo per il colletto della camicia e sibilo furioso "Non ti azzardare a parlare così a mia moglie...tutto ciò che riguarda me, riguarda anche lei. Sono stato abbastanza chiaro?" Lui non risponde e io stringendo ulteriormente la presa ringhio "Sono stato chiaro o no?" Finalmente lui cede e io staccandomi di forza cerco di calmarmi...non so cosa mi sia preso, sono andato in escandescenza quando le ha parlato come se fosse una stupida sciacquetta. "Queste fatture risalgono a nove anni fa e le altre a dieci mesi fa...non c'è nessun'altra fattura tra i nove anni e i dieci mesi...il possesso è stato interrotto." "E per l'usucapione è importante che il possesso non deve subire interruzioni superiori a un anno. Noi possiamo perfettamente riapropriarci del bene" dice Livio appoggiando una mano sulla spalla di Flora...mano che non approvo decisamente. "Cosa pensavate? Che non avremmo esaminato le prove?"chiedo arrogante. L'uomo secco si rende conto dell'errore e fa per parlare, ma Livio alza la voce e dice "E ora siete pregati di seguirmi, firmare il nuovo accordo o sarete costretti a pagare un salatissimo risarcimento dei danni per questa presa in giro" Gli uomini con le mani legate si alzano e senza salutare nessuno, escono fuori seguiti da Livio che si gira e mi sorride. Rimaniamo solo io e lei in ufficio e lei alzandosi dalla sedia chiede "Dicevi che non ne capivo nulla?" Sorrido scuotendo la testa e dico "Hai vinto" "Cos'ho vinto?" chiede lei sedendosi sulla scrivania di vetro. Abbasso lo sguardo alle sue gambe nude e chiedo mordendomi il labbro "Dove vuoi andare?" "Conosci qualche locale al mare?" "Andiamo" dico aprendo la porta. Dopo un'ora ci troviamo al "The Room" e Flora alzando in aria il suo terzo cicchetto di tequila grida "Alla tua azienda! Hippip hurrà!!" Lo scola senza perdere tempo e passa al prossimo...mi diverto a guardarla lasciarsi andare e acconsento ad un altro cicchetto, mentre si allaccia la camicia sui fianchi. "Hippip hurrà!!" urla di nuovo scolandosi il cicchetto e succhiando un po' di succo di lime. Fa una smorfia e scuotendo la testa passa al quinto cicchetto...la vedo già un po' barcollante quindi le levo il bicchierino tra le mani e grido al suo orecchio per sovrastare la musica "E' meglio andarcene adesso" "Cosa no! Balliamo!" grida lei scendendo dallo sgabello. "No Flora...non stai tanto bene" dico prendendola per mano. Lei si scosta e grida infilandosi nella folla "Certo che sto bene! Non vedi?" Inizia a ballare con passi confusi e dice "Vieni!" Scuoto la testa e lei facendo spallucce mi dà le spalle e continua a ballare. "Ozuna ti amo!" grida alzando le mani al cielo...come se si aspettasse che questo tizio scenda dalla palla della discoteca. Ridacchio nel vederla così goffa e mi giro per bere qualcosa anch'io. "Un cicchetto anche per me" dico al barista che mi serve subito. Mi rigiro col bicchierino in mano e mentre il liquido amaro scende nella mia gola, cerco con lo sguardo Flora. Era qui un secondo fa... Poso quasi rompendo il bicchierino di vetro e mi alzo per cercarla in alto...era qua cazzo, era qua. Realizzo di aver perso troppo tempo e m'infilo nella mischia...era qua. "Flora!" grido facendomi spazio fra i corpi sudati degli altri. "Flora! Flora dove sei?" Merda, merda...penso andando verso i bagni. Magari si è andata solo a rinfrescarsi...magari sono io che mi sto preoccupando troppo. Entro prepotentemente nel bagno delle donne e osservo gli sguardi indignati e vogliose di alcune... "Avete visto una ragazza scura?"chiedo aprendo le cabine. "Que estas diciendo?"chiedono della ragazze confuse. "Capelli corti, alta, magra, naso piccolo, occhi neri grandi...Flora!!" prorompo alla fine in un grido esasperato. "¿Qué le pasa a él?" chiedono ancora le ragazze mentre esco dal bagno più furioso che mai. "Cazzo Flora! Flora! Floraa!" grido spintonando altra gente nella mischia. Non la trovo, non la trovo...sarà scappata via, merda, cazzo!! Faccio per uscire fuori e darle la caccia quando sento un urlo che grida "Ozuna te se ama!" Mi giro verso il grido e butto un sospiro di sollievo mentre mi fiondo nella sua direzione. "Dove cazzo eri?! Eh?" grido facendola girare. Lei ride e cercando di mettermi a fuoco dice "Adriano!" Ma che... Allaccia subito le mani attorno al mio collo annullando completamente le distanze e mormora a un nulla dalle mie labbra "Ti ho aspettato così a lungo, finalmente sei tornato da me" Faccio per fermarla, ma lei sfrega i nostri nasi e dice ancora muovendo i fianchi su di me "Dimmi che non mi lascerai più, che rimarrai stavolta" Poso le mani su quelle tentazioni fatti per i miei peccati e rimango in silenzio...sono ancora incredulo da tutto ciò. "Ti volevo dire una cosa...una cosa importante" sussurra soffiando sulle mie labbra...potrei uscire la punta della lingua e riuscire a toccare le sue labbra. "Io..." mormora mentre spalanco gli occhi capendo cosa voglia dire, ma se un secondo prima stiamo per baciarci, il secondo dopo lei è piegata sulle mie scarpe e rigetta tutto. Chiudo gli occhi e deglutisco...merda, ci è mancato poco, così dannatamente poco. Lei si aggrappa ai miei fianchi tossendo e io per non peggiorare la situazione la carico sulla schiena e la porto via. "Cazzo, credo di sentirmi male" singhiozza lei una volta fuori. "Già" borbotto battendo un colpo al suo sedere sulla mia faccia...dovrebbero darmi un premio per il maggior tempo di resistenza ad un'erezione fuori dai parametri.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Non l'amore è cieco, ma la gelosia. -Lawrence Durrell FLORA'S POV: PASSATO. "Ma buongiorno" dice Vale seduto a tavola. Gli sorrido con ancora gli occhi assonnati e mi avvicino per dargli un bacio sulla guancia "Buongiorno mio principe" mormoro su questa. Lui mi stampa un altro bacio sulla fronte e chiede "Dormito bene?" Annuisco con la testa e mi siedo vicino a lui...non ho le forze di affrontare un'altra giornata di merda. "Tè?"chiede alzandosi. "Si, ti prego" mugolo portandomi le mani sul viso. "Come stai?" domanda andando a riscaldare dell'acqua. "Voglio morire" "No, ti prego. Troppi morti" Sbuffo e mi stropiccio gli occhi...in realtà mi sono svegliata la notte, sono andata in bagno e ho pianto per tutto il tempo. Ho dormito solo per un'oretta e ho gli occhi che mi bruciano per lo sforzo di stanotte. "Cosa vuoi per pranzo?"chiede lui girato verso i fornelli. "No no...hai già fatto abbastanza. Il pomeriggio devo aspettare nonna e sistemare camera sua in ogni caso" "E' la tua nuova..." "Tutrice, si. E' l'unica parente in vita e che vuole stare con me. Mamma non si è neanche fatta sentire" "Cazzo Flor.." mormora lui vedendomi col broncio. Scuoto la testa e dico facendogli un sorriso forzato "Non fa nulla...ci sono abituata. Non mi sorprendo più di nulla" "Non è giusto..." mugola lui con pena. Mi mordo il labbro e dico "Non esiste la giustizia...solo diversi gradi di ingiustizia" Lui fa una smorfia triste, mentre il bollitore fa rumore e lo toglie dal fuoco. "Notizie di Camilla?"chiedo cambiando argomento. "Guarda...non me ne parlare. Sono furioso con lei" borbotta versando l'acqua nelle tazze. "Che ha combinato?" "Cosa non ha combinato" dice lui prendendo le bustine di tè. "Non mi ha più contattata" dico con tristezza. "Lasciala sbattere Flor...Cami è completamente rincoglionita con questo nuovo ragazzo. Non esiste altro per lei" "Anche in classe non fa altro che chattare con lui...la vedo più al cellulare che negli occhi" "Io neanche in quello...non la vedo completamente" dice scoppiando a ridere. Rido anch'io mentre lui mi allunga anche dei biscotti al burro e iniziamo a fare colazione. Lui mi racconta dei suoi studi, di come ama la sua facoltà, ciò che studia...vorrebbe diventare un grande ingegnere...progettare organi artificiali, protesi e ausilii per persone disabili, biomateriali per l'ingegneria tissutale, macchinari per la diagnosi clinica, modelli per lo studio di sistemi biologici in condizioni normali o patologiche, strumenti per la chirurgia assistita da computer...ne parla con così tanto entusiasmo che gli si luccicano gli occhi. Lo ascolto con tanto interesse e mi perdo un po' nei suoi occhi chiari...quando ero più piccolina e Cami mi ha presentato suo fratello, ho subito pensato che fosse come un principe azzurro...biondo, occhi chiari, alto, palestrato, gentile, simpatico, intelligente...ho sempre creduto che uno come lui non avrebbe mai guardato una come me...eppure adesso lui si sta prendendo cura di me ed è nella mia cucina. "Sono sicura che diventerai un grande ingegnere...lo sei già come persona" dico accarezzandogli la mano. Lui me la stringe sorridendomi e mormora "Sai Flor...mi sento molto affine a te, anche se hai solo 14 anni. Non li dimostri e sei molto più matura di alcuni miei amici anche più grandi. Mi piace un sacco parlare con te" Gli sorrido e dico sporgendomi verso lui " Sto per farne 15 ehi! Comunque anch'io...sei stato così dolce con me, lo sei sempre. Non so cosa avrei fatto senza di te, davvero" Valerio si morde il labbro e io abbassando lo sguardo, ricordo le labbra di Adriano...erano così sensuali e dolci...morbide e peccaminose...non ne avevo mai abbastanza. "Ehi? Terra chiama Flor" dice Vale sventolandomi una mano in faccia. Sbatto gli occhi e allontanandomi dico "Ehm oh scusa. Stavo pensando...vado a cambiarmi e scendo" "Ti aiuto a sistemare la camera per tutta nonna" grida Vale mentre corro per le scale e mi chiudo in camera. "Merda Meli...smettila immediatamente di pensarlo. Non è storia con lui, non lo è!" dico tra me pensando ad Adriano. Sento un rumore in stanza e girandomi vedo un messaggio sullo schermo del cellulare...Sconosciuto. "Buongiorno ;) Non mi dire che ti sei già scordata di Adriano, mi sembri agitata" Spalanco gli occhi e mi guardo attorno...mi ha appena sentita? Ispeziono velocemente la stanza e serro doppiamente le tende...merda merda. "Sai che sono geloso :'( " leggo ancora sullo schermo. Vorrei spaccare il cellulare per terra, ma una volta comprato un altro, mi contatterà lì e così per sempre... "Lo sai o no eh??!! RISPONDIMI" Ma che cazz... Lo ignoro e spengo il cellulare...non c'è limite alla pazzia. Mi metto una gonna bianca di cotone e indossando un giracollo rosa scendo al piano inferiore. Non permetterò a quel pazzo decerebrato di spaventarmi ancora.. "Ah!" grido vedendo Valerio spuntare da nulla sulle scale. "Ehi...ti ho spaventata?"chiede lui divertito. "Eh...un pochino" dico con affanno mettendomi una mano sul petto. "Se ti ci vuole così poco per spaventarti, non immagino dopo un film horror" Si, certo...avresti paura persino tu con uno stalker che non ti lascia in pace. "Infatti non li guardo" borbotto andando nella camera degli ospiti...ora quella di nonna. "Non c'è granchè da sistemare" dice Vale dietro di me. "Mmm...dobbiamo spostare l'armadio e la specchiera" "Ci penso io" dice lui tirando su le maniche. Sorrido per il tono da duro che ha usato e lo seguo dentro la camera. "Vado a prendere delle nuove lenzuola intanto" "oook!" Sorrido scuotendo la testa e vado in lavanderia...prendo le lenzuola appena asciugate e rivado in camera. "Mi aiuti con la specchiera?"chiede Vale non riuscendo a sollevarla. "Certo" dico ridendo...è uno spasso. "Che ridi" mi pungola lui. "Beh...non credevo ti servisse l'aiuto di una donzella con i muscoli che ti ritrovi" "Sono un po' fuori forma, è solo quello" "AH certo!" dico ridendo. Lui mi fa la linguaccia e insieme spostiamo la specchiera. Passo velocemente la scopa mentre Vale spolvera i mobili e pulisce le finestre. "Se non dovesse decollare la carriera da ingegnere, avresti un futuro da casalingo" dico facendogli l'occhiolino "Effettivamente sono bravo con le scope o a rifare i letti" Spalanco gli occhi mentre lui mi alza il medio e ritorna a pulire. Finiamo con le pulizie e Vale mi aiuta subito con le lenzuola. "No, ti sbagli! E' palesamente da questa parte! E menomale che sei un ingegnere" dico girando la lenzuola verticalmente. E' da mezz'ora che stiamo discutendo su ciò...aiuto. "Ma che dici! Non hai capito nulla...si gira da questa parte! Poi detto da una liceale insulsa!" Dopo mille discussioni vengo a scoprire che aveva ragione lui e con le sue prese in giro continue finiamo di fare il letto. All'ennesima presa in giro gli tiro un cuscino che però lui riesce a prendere...cazzo. Non ho manco tempo di battere ciglio, che lui mi afferra la caviglia e mi fa cadere di culo per terra...rido quando si china per farmi del solletico ma io lo blocco con un calcio...rotoliamo sulla moquette fino ad arrivare al muro e ci guardiamo con affanno. Lui ha degli occhi bellissimi...ma non belli come quelli di Adriano...ha un bellissimo sorriso, ma non come quello di Adriano...ha un buonissimo profumo, ma non come quello di Adriano...le sue labbra sfiorano le mie e io chiudendo gli occhi gli vado incontro. E' un bacio semplice a stampo, ma sorrido e lui me ne strappa un altro. Sussultiamo quando sentiamo suonare alla porta e io esclamo "Nonna! Ci tiriamo subito in piedi e io prendendo alla svelta i cuscini per terra, Valerio dice "Vado ad aprire!" correndo fuori dalla stanza. Rimetto i cuscini per terra e quando faccio per uscire, sento un rumore...come una pallina caduta per terra. Mi giro perplessa e vedo un masso enorme con un bigliettino attaccato sopra. "PUTTANA!" leggo sentendo i brividi. "Flor!" mi chiama Valerio dal piano di sotto. Sussulto e richiudendo subito la finestra col blocco, serro le tende terrorizzata senza guardare fuori. Strappo il bigliettino e faccio per buttarlo, ma leggo sul retro "Avvicinati ancora a lui e la prossima volta ti ritroverai la sua di testa in bagno." Spalanco gli occhi mentre sento ancora il mio nome gridare. "Arrivo!" grido strappando in mille pezzettini il biglietto e buttando il masso nel cestino. Col cuore a mille scendo le scale e vedo Valerio aiutare nonna a liberarsi delle valigie. "Vale! Hai già fatto abbastanza! Perchè non vai a riposarti ora?" "Tranquilla, non mi costa nulla" dice lui non ascoltandomi. E' troppo buono per farlo. "No davvero, vai a casa tua. Hai lavorato tutto il tempo" insisto aprendo la porta. Lui mi guarda stranito mentre nonna gli sorride debolmente e dice "Potresti venire a cena da noi giovanotto. Affare fatto?" Vale le sorrido e annuendo con la testa dice "Certo, affare fatto" Si abbassa per abbracciarla e io vorrei solo scoppiare a piangere adesso. Guardo altrove e vedo che si avvicina per salutarmi...terrorizzata gli faccio solo una carezza sulla testa e richiudo la porta. "Nonnina!" mormoro felice abbracciandola. Lei mi abbraccia piano e io aiutandola, la metto a sedere sulla poltroncina. Dopo poco lei troppo stanca si addormenta sulla poltroncina e io ne approfitto per disfare le valigie. Mi guardo sempre attorno impaurita, ma non noto nulla di strano...come ha fatto a sapere del bacio? Non è che ci sono dei microfoni sparsi in casa? Dai Flor...non è proprio possibile, ti stai solo impanicando. Disfo velocemente i bagagli e scendendo in cucina, preparo la cena...mi è passata la fame e voglio fare qualcosa di buono per cena. Opto per le lasagne e dopo due ore le sforno che sono bellissime e dal profumo anche buonissime. Pulisco in cucina il macello che ho fatto e ormai più tranquilla di prima, vado in salone per alzare nonna. Restiamo un po' a chiacchierare finchè sento suonare alla porta e spalanco gli occhi di orrore. "Sarà il giovanotto" mi fa notare nonna. Butto un sospiro di sollievo "Si, dovrebbe essere Valerio" Vado ad aprire e sorrido debolmente a Vale che è vestito con una polo sotto i pantaloni e ha un mazzo di rose e del fragolino in mano. "Questa è per te" dice sfilando dal mazzo una rosa. La prendo e chiudo gli occhi...mi fa male il cuore. "Potrei invidiare nonna" dico facendolo entrare. "Tu puoi avere altro" mormora lui avvicinandosi troppo. Il mio cuore batte all'impazzata, come se sentissi il fiato di qualcuno sul collo e deglutendo mi giro per sfuggirgli. "Vieni, ho appena fatto le lasagne!" dico correndo in salone. Non sento proferire parola e sospirando dico "Guarda nonna chi c'è?" "Le ho portato questi, spero possano piacerle" dice Valerio consegnandole il mazzo di rose. La nonna s'imbarazza e accarezzando le rose dice "Mi sento corteggiata" "In realtà lo sta facendo di nascosto...vuole che ricambi in cuor suo" dico ridendo. "Già, lo vorrei tanto" mormora lui guardandomi. Capisco a chi si riferiscano veramente le parole e abbassando lo sguardo dico "Andiamo a mangiare? Non vorrei che si raffreddi" "Si, andiamo! Tengo fame" dice nonna mentre l'aiuto ad alzarsi. Non abbiamo rapporto di sangue con nonna, essendo madre dello zio, ma è come se lo avessimo lo stesso. Ci accomodiamo tutti a tavola e a metà cena Vale dice "Ho avuto una proposta strana ma bellissima" "Cioè?"chiedo aggrottando le sopracciglia ingoiando un boccone di spinaci. Vale beve un po' e dice "Tre ore fa circa...il Saint Marys Hospital di Rochester mi ha offerto un tirocinio retribuito da loro e se piacerò, mi prenderanno pure a lavorare. Sono ancora incredulo...E' una delle cliniche più famose del mondo, mi sembra tutto così surreale...perchè me poi?" Tre ore fa, quando lui è uscito da qua...un biglietto assicurato per l'America, lontano da Palermo e lontano da me...un'offerta da pazzi rifiutare...mi vengono i brividi. Può essere stato lui per tenerlo lontano da me? E Come diavolo fa ad avere contatti così importanti? Santo cielo in cosa mi sono andata a mettere? "Ma è grandioso! Quando dovresti partire?" "Dopodomani" Merda...merda...merda. "Ma come...è troppo presto. Come farai?" chiedo sconcertata. "In qualche modo dovrò fare...non posso rifiutare quest'offerta d'oro. Mi ha chiamato il dirigente dell'ospedale in persona, sono ancora incredulo" Poso la forchetta ufficialmente a un passo dal vomitare. "Cos'è che studi giovanotto?"chiede nonna. Incominciano a parlare della facoltà, mentre io dico di dover andare in bagno e salgo in camera. Prendo il cellulare furiosa e accendendolo, scrivo subito al pazzo maniaco "Sei stato tu ad offrirgli il tirocinio?" Non tarda a rispondermi con una faccina semplice " ;) " "Perchè! " digito mordendomi l'interno guancia. "A mali estremi, estremi rimedi. " per poi scrivere subito dopo "Quel girocollo ti sta a meraviglia, mettitelo più spesso" Mi cambio immediatamente e butto il giracollo...lo brucerò presto. Getto il cellulare sul letto e scendo di sotto. "No no! L'ospite non lava i piatti!" dico fermando subito Vale intento a farlo. "Ma non dire stupidate!" frigna lui aprendo il rubinetto. "Ha ragione Flor, fuori dalla cucina!" dice nonna facendoci scoppiare a ridere. Usciamo tutti dalla cucina e accompagniamo nonna in camera per riposarsi. "Tua nonna è una grande" dice lui una volta chiusa la porta. "Non l'ho mai sentita gridare così" mormoro ridacchiando. Scendiamo le scale e arrivando in salone, Vale mi aiuta a sistemare i divani. "Non vuoi proprio ascoltarmi tu eh?"chiedo nel vederlo sistemare i cuscini. Lui mi fa la linguaccia e ritorna a sistemare i cuscini. Una volta finito ci avviciniamo entrambi verso il portone facendosi una certa e io dico "Sei stato un angelo. Hai mille cose da fare per il viaggio imminente eppure sei qui" Vale si morde il labbro e uscendo un foglio di carta dalla tasca, me lo consegna. Lo prendo e aprendolo chiedo curiosa col sorriso "Cos'è? Una richiesta d' indennizzo per tutto il tempo che ti ho fatto perdere?" "In realtà è un biglietto aereo per l'America dopodomani. E' tuo" "Ma che...sei impazzito Vale? Quanto ti è costato!" dico incredula. Lui mi prende improvvisamente le mani e dice avvicinandosi "So che forse sto correndo troppo, ma mi piacerebbe se tu venissi con me. Potresti iniziare il liceo lì e una nuova vita lontana da qui con me...mi prenderei cura io di te, non ti farò mancare nulla. Il tirocinio mi frutterà tanto e ho già visto degli appartamenti per..." "Vale vale..." dico per frenarlo. Lui si zittisce e io ormai con gli occhi dannatamente lucidi mormoro "Non posso..." "E' per tua nonna? Potremmo portarla con noi o cercare una delle migliori case di riposo in Italia. Quando possiamo, potremmo scendere a vederla e..." Scuoto la testa e mormoro ancora "No. Non voglio seguirti in America" Vale non molla stringendomi le mani più forte e sussurra "Capisco che tu ora sia spaventata...vorrei non farti pressione, ma la partenza è imminente e io non voglio lasciarti qui. Voglio che tu stia con me, per sempre..." Dice le ultime parole accarezzandomi una guancia. Abbasso lo sguardo e la sua mano...vorrei solo morire adesso, è come se lo fossi da una parte. "Questa è la tua vita, non la mia. Ti auguro ogni bene Vale, ma il mio posto è ancora qui e non intendo lasciarlo" Lui sbatte gli occhi facendo una smorfia e io col cuore ormai a pezzi mormoro "So che il destino ci farà rincontrare" Vale mi sorride malinconico e abbassandosi a lasciarmi un bacio sulla fronte mormora "Lo spero tanto Flor..." Restiamo così per un tempo indeterminato, finché lui mi guarda negli occhi e chiede "Ne sei proprio sicura?" Annuisco con la testa...ho le mani legate. Lui mi rilascia un bacio sulla fronte e mormora "Spero tanto che tu possa incontrare Adriano e risolvere...amori così sono rari" M'irrigidisco nel sentire il suo nome mentre lui continua a dire "Promettimi che ti prenderai sempre cura di te stessa come la cosa più preziosa al mondo e mi chiamerai quando ne avrai più bisogno. Prometti" "Lo prometto" dico con voce rotta. Vale annuisce con la testa e con gli occhi lucidi mormora "Avrei voluto baciarti molti anni fa..." La sua confessione mi fa spalancare gli occhi...allora mi notava, non ero solo io a immaginarmi un futuro col mio principe. "Addio" sussurra lui sfregando i nostri nasi. Inspiro per l'ultima volta il suo profumo e il secondo dopo non sento più il suo calore...la porta viene richiusa e io continuo a stare paralizzata. La mia mente immagina una vita lontana da qui, con il marito dei sogni, dei bambini con gli occhi verdi e io pienamente realizzata della mia vita... Scivolo per terra e scoppio a piangere istericamente...ho lasciato andare l'unico treno della mia vita, io che ho sempre viaggiato a piedi. ------------------------------------------------------------------ PRESENTE. "No! Che cazzo fai! Lasciatemi in pace!" grido a chi mi toglie le coperte di dosso con prepotenza. "Ti ho lasciato dormire anche per troppo tempo...muovi il culo e vatti a fare una doccia!" borbotta Khalil. "Ho detto di lasciarmi in pace!" mugolo ancora con gli occhi chiusi. "Ho detto di andarti a fare una doccia!" dice lui contrariato. Gli alzo il medio e infilo la testa sotto il cuscino. "Vattene!!" grido quando mi viene strappato anche il cuscino. "Alzati immediatamente! Ti ho lasciato dormire per tutto il giorno...abbiamo il gala fra quattro ore!" "Fanculo il gala" sbuffo raggomitolandomi sul letto. "Ok, l'hai voluto tu" dice lui minaccioso, mentre io sorrido all'idea di lui che finalmente finisce di perseguitarmi. Ho persino sognato che ballavo insieme a lui e lo scambiavo per Adriano...mi sarei amputato un braccio, se fosse successo veramente...avrei preferito crep... "Ma che cazzo!!" urlo quando mi rotola giù da letto e cado rovinosamente. Spalanco gli occhi portandomi subito una mano sul fianco dolente e grido "Vaffanculo Khalil! Vaffanculo! Ti odio!" Lui se la ride dall'altra parte del letto e dice inserendo le mani nelle tasche dei pantaloni "Non ti volevi alzare...a mali estremi, estremi rimedi" Mi porto una mano anche sulla testa che sembra esplodermi mentre lui dice "Prendi l'aspirina e fatti una doccia. Dirò a Juan di portarti la colazione tra mezz'ora" Fa il giro del letto e quando fa per andarsene chiedo "Dove stai andando?" "A guardare un film" dice lui fermandosi sulla soglia. "Vestito così?"chiedo indicandogli i vestiti da lavoro. "Ho avuto una conferenza con quel coglione di Baris che voleva prendere il cantiere...siamo riusciti a spillargli anche diecimila euro" "Prego, di nulla" dico ricordandogli di avergli salvato io il culo. "Ricordo di averti premiata o sbaglio?"chiede lui mentre io lo guardo perplessa... "In discoteca...?"chiede lui sperando che io ricordi...non ho idea di cosa stia parlando. "Ovvio...hai scordato tutto" dice Khalil scuotendo la testa...quasi deluso. "Ad ogni modo, infilati sotto la doccia e muoviti" aggiunge sparendo. Fisso la porta stranita e mi rialzo...di che diavolo stava parlando? Faccio spallucce e prendendo l'aspirina, m'infilo sotto la doccia. L'acqua rinfresca completamente la mia pelle in fiamme e alzando la testa verso il soffione, appoggio le mani sulle mattonelle...sporgo in alto il sedere inarcando la schiena e rimango in questa posizione per rilassare i muscoli. La mia mente ritorna alle parole di Khalil su una discoteca e un improvviso flashback mi fa spalancare gli occhi...Khalil che mi toglie la canottiera sporca di vomito, i pantaloncini e m'infila una sottoveste leggera...sgancia il reggiseno e mi posa delicatamente sul letto. "Ma che..." mormoro richiudendo gli occhi... Ho un altro flashback...è brevissimo ma mi rimane impresso...lui che è steso sul letto al mio fianco e col dito traccia i lineamenti del mio viso...percorre la fronte, slitta sul naso e si sofferma sulle mie labbra...preme due dita su queste e percorre con lentezza disarmante il contorno delle labbra, quando finisce colora le mie labbra col dito e tira giù il mio labbro inferiore...sento il suo fiato su questo e capisco che è ad un soffio dalle mie labbra, penso che da un momento mi bacerà, ma non succede nulla...rimangono consumate solo dai suoi occhi...li sento trapassarmi per l'intensità. Riapro gli occhi e sospiro boccheggiando sotto il soffione...che cazzo era successo? Perchè non l'ho subito respinto? Lo avrei baciato? Perché non l'ha fatto lui? Mille domande tartassano la mia mente e zittendola incomincio ad insaponarmi...dopo quindici minuti esco dalla doccia ancora più confusa e indossando la vestaglia, trovo la colazione già pronta sul mio letto. Juan non lo vedo da un pezzo, ma vorrei vederlo per dargli il pensierino che ho costretto Khalil a prendere per lui...mi ha fulminato con lo sguardo quando ha scoperto che il souvenir non era per me, ma per il buon Juan...non poteva fare nulla, me l'aveva già comprato, ops. Mangio la macedonia e sfoglio la nuova rivista...faccio i soliti quiz che mi diverto a fare e quando faccio per chiuderla, spalanco gli occhi nel vedere una mia foto...anzi una nostra foto. Siamo dentro la cattedrale e Khalil abbraccia i miei fianchi da dietro e mi dà un bacio sulla tempia...io non mi accorgo di nulla e guardo in alto sorridendo...ero troppo entusiasta per la guida non per l'abbraccio!! Abbasso lo sguardo all'articolo e leggo in grassetto stampatello "SCHIAVA SESSUALE? IO DIREI SCHIAVO...LUI DI LEI!" No...no..no...cazzo, hanno frainteso tutto. Sfoglio la pagina e vedo un'altra foto di noi...lui ha la mano nella mia tasca posteriore dei jeans e io rido guardandolo, in quel momento gli stavo raccontando del mio viaggio d'istruzione alle medie! Non altro... "I NEOSPOSINI SONO GIUNTI PER LA PREMIAZIONE DELL'IMPRENDITORE DELL'ANNO E NE APPROFITTANO PER STARE UN PO' IN INTIMITA' PER LE CALDE STRADE DI LAS PALMAS!" Come diavolo ho fatto a non accorgermi dei fotografi?? Afferro la rivista e sfreccio fuori dalla stanza...non voglio neanche immaginare cosa penseranno Melisa e Kemal...non voglio proprio. Arrivo al suo ufficio e busso come un'indemoniata...più forte e veloce che posso. Sento la porta sbloccarsi e aprendola con furia vedo lui che tiene una mano sulla cornetta e col mimo mi ordina di stare zitta...parla in una lingua straniera con qualcuno e digita sul computer freneticamente con l'altra mano. La cosa mi mette ancora più rabbia e raggiungendolo, gli strappo la cornetta e dopo aver ringhiato "La richiamo più tardi", riattacco il telefono. Khalil rimane scioccato dal mio gesto, mentre io gli lancio sulla scrivania la rivista e sbraito "Come cazzo è successo? Sei stato tu ad avvisarli? Era tutto calcolato, vero? Eh!" Lui abbassa lo sguardo alla rivista e alza un sopracciglio...come se anche lui vedesse per la prima volta le immagini...dio, lo odio! "Allora? Dammi delle spiegazioni o..." "O?"chiede lui posando la rivista nel primo cassetto della scrivania. "O faccio un macello"dico minacciosamente. "Per macello intendi che cercherai altri metodi per avvelenarmi?" Socchiudo gli occhi furiosa e sibilo "Sapevi tutto, vero?Li hai chiamati tu i fotografi" Lui scoppia a ridere e ancora divertito dice "Pulce ti facevo più astuta" "Non mi prendere in giro!" urlo stufa. "Mi costringi a farlo...il premio per l'imprenditore dell'anno è un premio molto ambito...sono uno fra gli ipotetici vincitori, vanno avanti così da anche prima che ti portassi qui. E' normale stare al centro del mirino...soprattutto da quando l'imprenditore scapolo si è messo la testa apposta e ha trovato la sua anima gemella" "Vaffanculo...devi far cancellare le foto, subito. Ho ancora il diritto all'immagine, io non ho dato il consenso a nessuno!" "Mia cara....il diritto all'immagine va contro il diritto alla cronaca o alla critica giornalistica. Sono una persona nota, d'interesse pubblico. Inizia ad abituarti" "Mi abituo il corno...Quello famoso sei tu, non io. Non do il consenso alla divulgazione della mia immagine e voglio che denunci la cosa" "Senti Flora...ho questioni molto più importanti da svolgere. Non ti agitare per una foto e ti prego, alzati la vestaglia che è scesa sulla spalla. Mi sta distraendo troppo" Rialzo subito la vestaglia effettivamente abbassata sulla spalla e dico "Mi agito e come. Loro non..." "Flora ora mi sono stancato, vattene via e lasciami in pace. Ho mille cose da sbrigare" sbuffa lui. "Lasciami in pace tu! E no, non me ne vado! Non me ne vado finchè alzi quel fottuto telefono e chiami la redazione della rivista per far eliminare le foto!" Lui alza gli occhi per poi alzarsi e fare il giro della scrivania...il tutto succede troppo velocemente, Khalil mi carica sulla spalla, mi butta fuori e richiude la porta. Rimango come un'idiota davanti alla porta chiusa e sempre più furiosa grido "Vaffanculo! mi hai sentito? Vai a fare in culo bastardo! Maledetto!" Do dei pugni consistenti alla porta e iniziando a sentire male alle nocchie, riabbasso la mano e decido di ritornare in camera. Trovo un sacchetto enorme col marchio Zuhair Murad e altre scatoline accanto...presumo sia per stasera, peccato che non verrò al gala....manco se mi rigetta in acqua. Butto il tutto dal letto e mi ci stendo sopra...potrò finalmente dormire, sorprendentemente non far nulla è più stancante! Scosto le coperte e mi preparo ad una lunga sessione di dormita. ----------------------------- Sento le coperte scostarsi e facendo l'ennesima smorfia grido "Non ci vengo! Non ci vengo, lo capisci o no?!" "Flora devo dirti una cosa" dice lui invece pacato...troppo pacato. La cosa mi sorprende a tal punto che apro gli occhi e sbircio davanti a me la figura di Khalil ancora in vesti da lavoro, che mi guarda intensamente. "Che succede?"chiedo mettendomi sui gomiti. "Flora...io non so come dirtelo" Aggrotto le sopracciglia e dico agitata "Dimmelo e basta Khalil" Lui sospira e chiudendo gli occhi un attimo dice "E va bene" Fa il giro del letto e venendo dalla mia parte, sale sopra il materasso e sopra di me...indietreggio immediatamente, ma lui non me lo permette e mormora "Non riesco più a sopprimere tutto...non posso e non voglio" "Sopprime? Che diavolo stai dicendo e facendo?" chiedo terrorizzata da quello che potrebbe fare. Si le va in uno strattone la cravatta e strappando selvaggiamente la camicia dice "Non lo so neanch'io cosa stia facendo...probabilmente me ne pentirò, ma non riesco più a resisterti" Ma che...è un fottuto scherzo?? "Resistermi? Ti è partito anche l'ultimo neurone rimasto perdio?!" esclamo incredula, ma lui posa un dito sulle mie labbra per zittirmi e sussurra sensuale "Io so che in realtà pure tu provi qualcosa per me...me l'hai detto al bar che ti sei innamorato solo di una persona nella tua vita...di me." "Non dire stronzate e scendi subito dal letto!" dico volendo sfuggire dalla situazione. "Mi vuoi anche tu" ribadisce lui. "Io voglio che tu vada via!" ribadisco più dura. "Shhh anch'io all'inizio non volevo accettare i miei sentimenti nei tuoi confronti, poi ho capito che non potevo respingerli...più provavo a farlo, più ritornavano con impeto" "Tu sei fuso, completamente fus..." non riesco a finire la frase che lui mette le mani sulla mia sottoveste e la strappa via, lacerandomi la pelle... "Ma che...!" stringe forte nei suoi palmi i miei seni e inizia a baciare la carne sopra...lo guardo incredula da una parte e con fascino dall'altra, mentre scosta le coppe e inizia a succhiarmi i seni facendomi mugolare di piacere...esattamente come quattordici anni fa. "Khalil..." sussurro con affanno, non riesco a fermarlo...è un macello, è un tale macello che non so da dove incominciare! "Sei mia Flora, ricordatelo sempre. Mia." ringhia lui infilando una mano nelle mie mutandine. Mi aggrappo ai suoi muscoli imponenti e graffio la cute della sua testa, strattonandogli i capelli senza controllo...il suo profumo primordiale infesta il mio senso olfattivo e mordendomi il labbro, prego dio di perdonarmi per essermi lasciata andare al diavolo....di salvarmi da lui...di non farmi indurre in tentazione ma liberarmi dal male...amen. "Pulce...sei così dolce, mi rendi pazzo" dice lui piano, ma con tale intensità da farmi venire i brividi. Ansimo boccheggiando quando sfiora la mia intimità e...spalanco gli occhi col cuore a mille. "Che cazzo dormi! Il gala è fra mezz'ora e tu sei sciatta e impresentabile!" grida furioso Khalil mentre io mi accorgo di essere per terra insieme a tutte le coperte. Ci metto pochi secondi per capire che era tutto un sogno e questa è la realtà...butto un sospiro di sollievo. "Sei sorda o cosa? Scattare!" grida Khalil tirandomi addosso un vestito bianco. Rimango paralizzata sul mio posto e abbasso lo sguardo al vestito...aspetta, mi ha appena buttato giù dal letto e tirato un vestito in faccia? L'ha fatto davvero? "Chi cazzo ti credi di essere! Muori!" sbotto ritirandogli il vestito. La rabbia sul sogno appena fatto sparisce appena Khalil dice "Ok, l'hai voluto tu. Ti spoglio io a forza" "Cosa?" chiedo nel panico sgranando gli occhi. Mi rialzo in un lampo e aggiungo "Non se ne parla! Non mi sfiorare più, non mi freghi!" "Ma davvero?"chiede lui divertito avanzando. Indietreggio, ma è inevitabile arrivare al muro e strappandogli il vestito dalle mani, ringhio furiosa e terrorizzata nel pensare di nuovo alle sue mani su di me "E va bene! Ho capito cazzo!" Lui inclina la testa e rimanendo per un po' in silenzio chiede "Tutto bene Flora?" Spalanco gli occhi...non mi dire che ho gridato il suo nome nel sonno..."Io? Certo, no anzi, malissimo. Non sopporto di condividere lo stesso tetto con un mostro del genere" Khalil chiaramente non se la beve e dice fregandomi "Sicura? Sembri spaventata...magari di me?" "Di te? Ah ah fammi il favore!" esclamo teatralmente. "Sembra che tu mi stia nascondendo qualcosa" dice lui centrando a pieno. "Cosa diavolo dovrei nasconderti rinchiusa qui dentro?" "Non qualcosa di materiale...mi nascondi qualcosa qui" mormora allungando un dito sulla mia tempia. Mi scosto immediatamente e sbotto "L'unica cosa che non puoi controllare, quanto ti rende vulnerabile la cosa?" "Non più di tanto pulce...il centro è sempre a rischio di bombardamento e l'hai detto tu che ti ho in pugno così" "Vado a vestirmi piuttosto di sentire certe cagate" borbotto quasi scappando in bagno. Chiudo la porta e mi appoggio alla porta tirando un sospiro...cosa diavolo mi è successo? Ho davvero sognato di poterlo desiderare? Lui? La persona più spregevole e malvagia al mondo? Dio...la mente mi gioca proprio brutti scherzi. "Muoviti, hai venticinque minuti!" grida lui dando un colpo alla porta. Sussulto saltando in aria e grido a mia volta "Ho capito, vattene dalla camera!" "24!" grida mettendomi ancora più ansia. "Vaffanculo!" urlo spogliandomi. Sento lui ridacchiare per poi uscire dalla stanza...era ora! Mi vesto velocemente e mi sistemo la scollatura del vestito...non è vertiginoso ma è comunque una scollatura importante...liscio la gonna del vestito che mi arriva sopra il ginocchio e sistemo le bretelle del vestito...è un semplice vestito bianco con borchie sempre bianche e molto comodo. Lascio i capelli sciolti e metto ai lati la frangetta...acconciatura fatta! Passo al trucco e mi limito al mascara, eyeliner, correttore e rossetto rosso...ho anche fatto troppo. Mi spruzzo un po' di profumo e inserisco delle scarpe alte sempre bianche...semplicissime e neanche tanto alte. Esco dal bagno con cinque minuti di anticipo e vado in cucina per dell'acqua...in realtà non ho neanche mangiato, spero che il buffet al gala sia ricco. Juan non lo vedo in cucina e aprendo il frigo, metto un po' d'acqua fresca nel bicchiere...lo scolo velocemente mentre improvvisamente sento il pazzo gridare "Juan! Dove sei! Juan!!" "Non c'è!" grido alzando gli occhi al soffitto. I passi si fanno più veloci e presto vedo Khalil affacciarsi in cucina con le mani sulla cravatta sfatta...si ferma per guardarmi interamente e non proferisce parola. "Che vuoi?"chiedo io prima che la mia mente ritorni ad un particolare sogno. Lui scuote la testa come a riprendersi e abbassando lo sguardo alla cravatta dice "Non riesco a mettere questa" Rialzo gli occhi sbuffando e mi avvicino a lui...gli prendo la cravatta e tolgo lo strano nodo che ha fatto...che bambino. "Non sarebbe meglio un papillon?" chiedo concentrata sulla cravatta e non al buonissimo profumo che fa. "Mi rifiuto categoricamente" borbotta lui facendomi scappare un sorrisino. Rimaniamo in silenzio mentre finisco di togliere lo strano nodo e ora cerco di annodarla nel modo giusto...zio e la sua divisa mi hanno allenata per anni. "Stai bene" dice facendomi alzare lo sguardo a lui...errore enorme perchè siamo a un nulla di distanza e sento il suo respiro sul mio viso...sento subito la pelle d'oca. "Grazie, anche tu non sei male" mormoro con un sorriso per poi riabbassare lo sguardo...mi viene in mente il suo dito che ha percorso i lineamenti del mio viso, per poi soffermarsi sulle mie labbra. "Come stanno i pazienti?"chiedo approfittandomene della sua apparente tranquillità. "Non lo so, ho lasciato la temporanea direzione al vecchio dirigente" La cosa mi rallegra...per quanto sia stupido l'ex dirigente era una persona buona d'animo...si è trovato in difficoltà e ha dovuto prendere scelte sconvenienti, ma ha a cuore il bene dei pazienti. E' una persona che si fa sovrastare ed è sensibile, mi fa pena delle volte. "Potresti contattarlo e chiedergli un po' della situazione?" ci provo parlandogli dolcemente. "Ci tieni tanto ai tuoi pazienti "dice lui senza pormi una vera e propria domanda. "Sono qui" gli rispondo, facendogli capire che sono pronta a dare via la mia vita per loro. "E' la tua debolezza...un giorno ti porterà alla rovina" "Ci sono già" dico ridacchiando. Lui mi fulmina con lo sguardo, ma io gli faccio gli occhi dolci e chiedo "Allora?" "Lo farò ad una condizione..." "Ti sto già accompagnando al gala"borbotto guardandolo torva. "Mi stai accompagnando lì, perchè hai dovuto fare la stronza e diffamarmi" "Uhm...un pochino" dico mentre lui mi restituisce lo sguardo torvo. "Qual è questa condizione?"chiedo incuriosita. "Mi devi dare un bacio...ovunque tu voglia" "Mmm..." mugolo finendo di annodare la cravatta e tirandolo verso di me. Lui rimane sorpreso da questa mia audacia, mentre io mi allungo su di lui e accostandomi all'orecchio sussurro "Ovunque io voglia?" Sento lui deglutire forte e dire con voce rotta "Si...si, dove vuoi." Lascio andare la cravatta e girandomi scoppio a ridere...è così esilarante. "Credevi davvero che ti avrei baciato?"chiedo vedendolo terribilmente serio. "Mi hai preso in giro" constata lui duro. "Può darsi...ti senti umiliato?"chiedo da vera e propria stronza. Lui serra la mascella e sibila "Non cambierai mai" "Non per te" sputo le parole con arroganza. Tiene lo sguardo severo su di me per un tempo indeterminato e uscendo dalla stanza gracchia "Muoviti" Sorrido per questa mia piccola vittoria e lo seguo. "In camera mia ci dovrebbe essere la tua giacca appena arrivata" dice lui prima di salire le scale. "Non ne ho bisogno" borbotto non pensando neanche a mettere piede in quel posto lercio. "Come vuoi, non chiedermi di prestarti la giacca. Puoi morire di freddo per me" "Non sono una femminuccia...so resistere a un po' di vento" borbotto seccata mentre lui indossa la sua giacca. "Questo lo vedremo" dice lui finendo di salire le scale. Salgo anch'io sopra e serro la mascella nell'accorgermi che fa realmente freddo e tira un sacco di vento...non sembra neanche Las Palmas. Mi stringo in me e seguo Khalil lungo il ponte...faccio una fatica immensa con queste nuove scarpe. Facciamo un pezzo di strada da soli per raggiungere la macchina e una volta dentro dico "Metti i riscaldamenti" "Freddo?"chiede lui mettendo in moto...la macchina sembra super lussuosa e per il buio fuori non ho potuto vedere la marca...non che ci capisca realmente qualcosa. "No"dico mordendomi la lingua. "Allora non ha senso accenderli" dice lui facendo un sorrisino del cazzo. Incrocio le braccia e prego mentalmente che Khalil possa crepare zoppo. "Non hai cenato, vuoi qualcosa?"chiede lui dopo mezz'ora di assoluto silenzio fra noi. Nego con la testa...non voglio niente da lui, che si fotta. "Non hai freddo, non hai fame...sei una forza della natura" mi sfotte lui. In tutta risposta gli alzo il medio e ritorno a guardare fuori dal finestrino. Il posto sembra si trovi in culonia...non sopporto di respirare la sua stessa aria, non vedo l'ora di scendere. "Quanto manca ancora?"chiedo dopo un'altra mezz'ora, mi sto seriamente stancando. "Ci siamo quasi, siamo anche in ritardo per colpa tua" "Mia? Io neanche ci volevo venire!" "E io neanche ti ci volevo portare! Ringrazia la tua amichetta del cazzo" esclama anche lui. "Certo...così avresti avuto via libera con le tue puttane. Puoi farlo lo stesso, mi prenderò un taxi più tardi" "Così che tu possa scappare, scusa se non mi fido" dice lui tagliente. "Vuoi scopartele mentre io sto in auto?"chiedo sprezzante. "Perchè no? Resti a guardare" Sto gran figlio della mignotta...impreco mentalmente. "Piuttosto mi cavo gli occhi" dico acida. "Ti ecciteresti invece...le sentiresti venire a differenza tua" Capisco che fa riferimento alla mia prima volta con lui e mordendomi l'interno guancia sibilo "Sai che sei proprio un grandissimo figlio di...." "Ah ah! Attenta! Attenta a ciò che dici pulce, te l'ho già detto che mi devi rispetto" "Sai dove puoi ficcartelo il rispetto?"chiedo con odio. "Dove un giorno ficcherò te?"chiede lui con tracotanza. Serro la mascella per la voglia di urlare a squarciagola l'odio per lui, ma incasso e alzando lo sguardo al finestrino, resto in silenzio...sto solo sprecando fiato per un demente del genere. Per sovrastare il silenzio fra noi, Khalil mette un po' di musica e ritorna a concentrarsi sulla strada. Lo osservo piano dal riflesso del finestrino e penso solo ad una parola...l'unica che è impressa in mente "ODIO.ODIO.ODIO.ODIO.ODIO.ODIO. LO ODIO.LO ODIO!" Sono ancora furiosa quando lui parcheggia e spegnendo i motori dice "Andiamo" "Vaffanculo" borbotto uscendo dalla macchina...solo ora ha sbloccato la sicura. Il vento è sempre peggiore, ma resisto più che posso e mi sfrego le braccia...merda, merda, mi verrà un accidente così. Mi guardo attorno per capire dove siamo, ma non c'è altro che tanto buio e molte macchine di lusso che luccicano di quanto sono splendide. "Cazzo..."impreco piano quando l'ennesima folata di vento mi fa gelare le vene. Come per benedizione sento un qualcosa di caldo e morbido poggiarsi sulle mie spalle e chiudendo gli occhi per il sollievo, li riapro subito dopo capendo sfortunatamente da chi possa essere venuto l'aiuto. "Non la voglio, non ho freddo."borbotto sbattendogli la giacca sul petto. Lui non la prende, come previsto, e sibila superandomi "Non voglio vederti cadaverica al gala, stai zitta e cammina" Lo guardo camminare con tranquillità e io sbuffando, mi rimetto le giacca sulla spalla...nel mentre perdo un po' di tempo a sentire il profumo che proviene da questa...sembra sia calamitata solo a questo profumo. A mia difesa posso dire che scientificamente alle ragazze piacciono i profumi forti e sensuali e ai ragazzi quelli delicati e fiorati...è proprio una questione di olfatto, non mia. Inizio a correre per stare al passo con Khalil e in silenzio lo seguo. Ci avventuriamo nel nulla per un bel po' e io dubbiosa chiedo "Dove stiamo andando?" "Gli invitati principali devono presentarsi al castello in limousine" "Oh...e perchè non l'abbiamo preso da prima?" "Così che l'autista ci sentisse insultare? Ho previsto la tua sfuriata e ho fatto bene" Sbuffo ancora e borbotto "Potrei insultarti anche in limousine" "In quel caso ti zitterei" dice lui facendomi spalancare gli occhi. "Ti avrei tirato un calcio in faccia" dico dura. "Credimi...no. Saresti stordita" mormora lui con uno stupido sorrisino all'angolo della bocca. "Ma fammi il favore..."gracchio spintonandolo. Lui si ferma e mi guarda torvo mentre io indietreggio e dico "No, scusa io...no no!" Mi metto a correre nel vedere anche lui correre e grido "Khalil sono coi tacchi! Smettila!" Uno spintone arriva alle mie spalle e per poco non mi ritrovo con la faccia per terra...lui mi ha afferrata e mi rimette in piedi. Ci metto pochi secondi per riprendermi e prenderlo a calci...lui ride sfuggendo da me e io inseguendolo cerco di dargli degli schiaffi sul braccio e la testa. "Stavo per cadere cazzo! Io non ti ho spintonato così forte!" grido mentre lo rincorro con difficoltà. Lui per prendermi in giro scappa a destra e a sinistra facendomi confondere e riesce a darmi un altro spintone. "Sei finito." ringhio col sorriso. "Sempre se riesci a prendermi" dice lui ridacchiando da perfetto stronzo. Lo guardo con sfida e levando le scarpe, incomincio a correre più veloce...lui sembra temermi adesso e corre a cerchio. "Vieni qui! Vieni!" grido ridendo col fiatone. Lui continua a correre a cerchio e io riuscendo a salire sulla sua schiena, mi sporgo per colpirlo. Khalil ride e afferrando le mie gambe gira attorno a sè velocissimo...io urlo per l'adrenalina e aggrappandomi al suo possente petto, rido allo stesso tempo. Si ferma dopo poco di girare e incomincia a camminare con me sulla schiena...mi aggrappo a lui con le scarpe che pendolano dalle mani e le gambe serrate attorno ai suoi fianchi. Sposto i capelli da un lato e poso la testa sulla sua spalla, lasciandomi trasportare come una bambina o uno zaino. "Sai dove stiamo andando?"chiedo all'altezza del suo orecchio. Lui annuisce con la testa e io chiedo ancora "Peso tanto?" "No, almeno così siamo più veloci" "Vorrei vedere te camminare coi tacchi" borbotto. Khalil ridacchia e io sento il suo petto vibrare...un brivido scende direttamente nel mio bassoventre e ripenso al sogno fatto...alla mia resistenza apparente, alla sua voce sensuale, le sue carezze, i suoi occhi, le mie mani tremanti...merda avevo mandato tutto a puttane in un attimo...per fortuna era solo un sogno. Mi risistemo meglio sulla schiena di lui e stringendolo più forte, immergo la testa sull'incavo del suo collo...non riesco a non inspirare il suo profumo, è così eccitante. "Che c'è?"chiede lui notando i miei movimenti. Sospiro e chiedo per cambiare argomento "Mi vuoi dire cos'è successo ieri sera?" "Sei proprio curiosa" mi tenta lui. "Non vorrei aver detto qualcosa di scomodo" confesso con timore. "L' hai fatto" dice lui facendomi spalancare gli occhi. "E...?" "E?" chiede lui mettendomi sulle spine. " E cos'ho detto?" insisto iniziando a temere davvero. "In realtà volevi dirmela una cosa...ma non ci sei riuscita perchè hai iniziato a vomitare sulle mie scarpe" Scoppio a ridere e chiedo ancora divertita "Cosa? Giura!" "Le ho dovute buttare...mi devi un nuovo paio di scarpe" "Con un tuo paio di scarpe sfamo l'intera Africa" dico mentre intravedo una lunga macchina...immagino sia la nostra limousine. "E' quella?"chiedo indicandola da lontano. Lui annuisce e io faccio un lungo fischio...lui si mette subito a ridere. "Credevo fossi una ragazza fine e raffinata" "Non ci sono mai stata in una limousine!" esclama giustificandomi. "Non ti perdi nulla...solo dei sedili più lunghi" "Che brontolone" dico pigiando il dito sulla punta del suo naso. Lui arriccia il naso e sorride...mi rendo conto di essermi esposta troppo e dico "Dovrò pur darti fastidio" Khalil scuote la testa e aprendo la portiera della limousine, si abbassa per farmi scendere...entro nella lunga vettura e subito mi guardo attorno. "Porca miseria...è enorme" noto guardando il sedile lungo vuoto. "Chiamasi limousine" dice lui entrando a sua volta e chiudendo la portiera dietro di sè. "C'è anche un minifrigo!"esclamo spalancandolo. Prendo dentro il frigo una bottiglia di Moet e alzandola in aria dico "Abbiamo da bere!" Lui me la toglie dalla mano e riposandola in frigo borbotta "Tu e l'alcol non andate d'accordo e ti vorrei sobria alla serata" Faccio una smorfia e mi rimetto sul sedile...il solito guastafeste. Inizio a notare dei flash e girandomi verso Khalil perplessa chiedo "Ci sono i lampi?" Lui scuote la testa e dice "Sono i flash delle fotocamere...siamo arrivati" I flash si fanno sempre più numerosi e io stringendomi in me, guardo fuori dal finestrino un po' timorosa. "Dobbiamo solo superare il red carpet e saremo presto nel castello" cerca di rassicurarmi lui. "Red carpet? E me lo dici così! Non mi sono neanche truccata più di tanto" dico sconcertata...il mio primo red carpet senza neanche il fondotinta in faccia! "Smettila...stai bene così" gracchia lui sistemandosi la cravatta. "Non possiamo entrare sul retro?"chiedo a disagio. "Muoviti...che saranno mai dei giornalisti?"dice lui prendendomi la mano e trascinandomi letteralmente fuori dalla limousine. "Khal..."non ho manco il tempo di rimproverarlo, che mille flash si scatenano su di noi e le voci urlano altrettanto mille domande in una volta...non capisco e vedo niente. Mi copro gli occhi con la mano e sento presto le mani di Khalil sulle mie spalle come a farmi da scudo...i giornalisti spintonano anche le guardie e facciamo un sacco di fatica ad arrivare solo al red carpet. "Come sono andate le vacanze? E la luna di miele? E' fiero di suo marito? E' vero che state per divorziare? A quando una bambina Temiz? Di che marca è il vestito? Vi siete conosciuti al centro di riabilitazione? E' vero che lei è così gelosa di suo marito da chiamarlo 10 volte al giorno? E' vero che c'è stata una crisi? Secondo lei cosa ha di più della figlia del governatore? Perchè ha scelto lei il signor Temiz? Avete fatto il contratto matrimoniale? La storia della gravidanza è vera?" Ma che cazzo?? Faccio finta di non ascoltare le domande e veniamo scortati al red carpet...almeno là i giornalisti stanno a debita distanza. "Fanno sempre così?"chiedo portandomi una mano sulla fronte. "Di solito no...è l'effetto che fai" dice lui riavviandosi i capelli. "Mi hanno chiesto se fossi incinta, quelli sono pazzi" borbotto sistemandomi anch'io i capelli. "E' uscita in tutti i giornali la notizia della tua ipotetica gravidanza...hai vomitato in discoteca e ieri a pranzo non hai bevuto alcolici" "Oh mio dio! E tu non hai fatto nulla per smentire!" grido furiosa. "Che dovevo fare? Contattare tutte le redazioni e denunciarli?" "Si??"chiedo come se fosse fottutamente scontato. "Signori...siete i prossimi" ci informa una persona. Tiro un sospiro e impreco dentro di me...vorrei solo gridare a squarciagola adesso, non dovevo farmi vedere ulteriormente con lui, merda. Sta vincendo lui...io sono obbligata a fargli fare bella figura e lui vince tutto, lo odio, lo odio, lo odio! "Andiamo" dice Khalil spingendomi delicatamente. Altri flash mi accecano, ma non ho altra scelta e sospirando cerco di guardarli tutti. Il braccio di Khalil stringe la mia vita e sibila al mio orecchio "Sorridi." "Fanculo" borbotto sorridendo leggermente. Ci spostiamo in un'altra parte per fare altre foto e mentre stiamo per andarcene, vedo una giornalista che si sta letteralmente ammazzando pur di chiamare Khalil. Provo pena per lei e per solidarietà femminile, prendo la mano di Khalil e lo trascino proprio da lei...io faccio per indietreggiare lasciandogli la scena, ma la giornalista punta direttamente gli occhi su di me e chiede "Scusi signora Temiz, la sua amica ha rilasciato parole forti nella rivista in cui lavoro...nessuno ha mai confermato o negato. Lei cosa ne pensa?" E' il mio momento...ho le telecamere puntate addosso e potrei parlare direttamente con Melisa per dirle che sono prigioniera di un pazzo, ma il pensiero va di nuovo al centro e mi si stringe il cuore...so che sarebbe capace di fare cose crudeli, ma davvero lo farebbe? "Lei non è una mia amica" dico rimanendo neutrale. "Chi è allora?"chiede la giornalista non perdendo tempo. "Una ragazza che vuole i riflettori su di sè...io e mia moglie stiamo passando dei giorni meravigliosi e ci dispiace sentire certe cose. Sappiamo noi cosa proviamo e ci basta, non è vero cara?"chiede lui facendomi deglutire. Annuisco con la testa debolmente...ha proprio una bella faccia tosta, posso solo sperare che Melisa vedendo la mia espressione possa capire qualcosa. "Come ha detto lei, state passando dei giorni meravigliosi, è dovuto ad una notizia speciale? Un' ipotetica gravidanza?" Per poco non scoppio a ridere...Khalil fa per rispondere, ma io lo freddo dicendo "Sono sterile...la cosa è impossibile" Alzo lo sguardo a Khalil che mi guarda sorridendo, ma con gli occhi vorrebbe solo strangolarmi...che si fotta. "Magari un bambino adottato...sarebbe la soluzione giusta?"chiede lei agguerrita. Scuoto la testa e dico "Non vogliamo bambini...non mi sento pronta" "Quando pensa di ritornare a lavoro? O vuole abbandonare il suo posto definitivamente?" Mi mordo il labbro...la situazione è tragica. "Stiamo cercando di goderci al massimo questi giorni...Mia moglie è anche occupata a scrivere un libro di psicologia, non si ferma mai in realtà" Un libro...dovrei scriverlo vero un libro di psicologia su di lui. "A proposito di lavoro...signor Temiz si sente di vincere il premio oggi? E' fra i probabili vincitori secondo le voci" "Ne sono certo, sono il migliore. Ora se mi può scusare...dobbiamo entrare" "Un'ultima domanda! Con la signorina Alvarez non avete più contatti o..." Lui s'irrigidisce e guardando male la giornalista dice "Con la figlia del governatore non ci sentiamo da un pezzo...ci incontriamo delle volte alle feste di beneficenza, ma non c'è più di una grande amicizia. Ammiro suo padre e lodo il suo lavoro sul paese...ma come potete vedere non ci sono state altre nozze, se non quella mia e di questa bellissima fanciulla" mi stringe a sè e mi lascia un bacio sulla testa. Io intanto sono confusa...chi diavolo è questa? Doveva sposarla? "Siete bellissimi, vi auguro tanta felicità e grazie per la disponibilità"ci ringrazia la giornalista, mentre altri giornalisti si accalcano su di lei per sperare di prendere qualche intervista. Khalil mi prende per mano e salutando tutti i giornalisti, mi trascina nel castello...per fortuna non siamo soli. "Sterile...potevi inventarti una balla più originale" borbotta lui al mio orecchio. "Perchè non ti sei sposato con la figlia del governatore, così da lasciarmi in pace?"chiedo a mia volta. "La figlia del governatore si limitava a succhiarmelo e scopare in ogni posizione...non c'è mai stato altro. Il padre una volta ci ha visti scambiarci un bacio e ha montato tutto questo...non sapeva che in realtà la stavo ringraziando per il servizietto che mi aveva fatto dietro le tende" Cerco di scollarmi da lui, ma Khalil stringe più forte la mia mano e dice "Non fare cazzate Flora, ne hai già fatte troppe" "Mi fai veramente schifo...hai illuso quella ragazza" "Sono bravo a farlo, vero? Anche lei aveva una cotta per me, non credo le sia mai passata"chiede lui facendo riferimento ovviamente a me. "Non credo lei sappia di quanto tu sia viscido" "La fai così drammatica! Io sono sempre stato chiaro...scopare senza impegno, non l'ho obbligata ad aprire bocca e gambe" "La vuoi finire? Non voglio più sentirti." sibilo entrando in una sala bianca con dettaglia dorati, un affresco colorato sul soffitto, varie colonne doriche, dei tavolini in fondo abbinati alle sedie foderate nere e dei candelabri dorati...vedo anche un palchetto e le prime persone occupare la sala da ballo. "Prego, può lasciare a me la giacca" dice un maggiordomo, mentre solo ora mi accorgo della giacca di Khalil ancora sulle spalle. "Grazie..." dico cedendogli la giacca e scoprendomi...qua fa caldissimo al contrario di fuori. Mi guardo attorno e trovo solo degli insulsi antipastini di pesce crudo e altri di soia...non so se piangere o meno. "Signor Temiz, che gioia rivederla anche quest'anno" dice un uomo alto con un abbigliamento formale...potrà avere cinquant'anni al massimo. "Oh Stefano! Anche a me fa piacere vederti" dice Khalil sfoggiando il suo miglior sorriso da falso e stringendogli la mano. "L'anno scorso però questa bella ragazza non ti accompagnava...l'avrei notata altrimenti" dice lui facendomi alzare un sopracciglio. Ci sta per caso provando? Khalil stringe le mie spalle e dice "Posso presentarti mia moglie?" Dopo un'ora di mille conversazioni di politica, infrastrutture, statistiche e interessi...chiedo a Khalil di allontanarmi un attimo per andare a bere dell'acqua. Lui ovviamente non si fida e bidonando la persona con cui stava parlando, mi accompagna al bar... "Dell'acqua per favore" dico sporgendomi sul bancone. Osservo il barman che si adopera subito a soddisfare la mia richiesta, mentre sento una voce femminile stridula dire "Ma eccolo il protagonista della serata! Ti cercavo!" Mi giro perplessa e vedo una ragazza decisamente più gnocca, alta, palestrata e sensuale di me sporgersi su Khalil e baciarlo sulla guancia. Alzo subito un sopracciglio....prima mi fa una scenata pretendendo di salvare le apparenze e poi se ne esce così? Eh no. "Romina...ti trovo in splendida forma" dice Khalil guardandole il vestito rosso scollato e lungo...odio i suoi capelli biondi e gli occhi piccoli marroni...odio pure le gambe toniche che s'intravedono dallo spacco. "Beh...anche tu Khalil. Anche tu"dice mordendosi il labbro. Ma che...? Non mi dire che ha scopato anche con lei. La conferma arriva immediatamente quando lei gli accarezzo il braccio e vedo i suoi occhi luccicarsi di lussuria...oh ma per favore. "Vado al bagno" dico prendendo la mia acqua. "Cosa? No."mi ferma subito lui. "Caro...vado solo in bagno. Non temere, mi hai in pugno"gli ricordo, se non si è abbastanza rincitrullito alla vista delle bocce di Romina. "Tu devi essere Flora Vignoli" gracchia la stangona. "In persona" dico facendole un sorriso tirato. "La mia amica Daria non vede l'ora di conoscerti...sai, la figlia del governatore" Brutta vipera...sa che io so. "Dovrò controllare in agenda" dico ridendo come lei...da oca. "Sei così impegnata...wow" commenta lei con una smorfia. "Khalil mi tiene impegnata" borbotto facendo riferimento alla prigionia. "Khalil tiene impegnate un po' tutte...che ragazzo d'oro" No n voglio credere...l'ha appena detto? Mi scolo tutto d'un fiato l'acqua per non strapparle i capelli seduta stante. "Vacci piano con l'acqua!" dice lei ridacchiando. "Chi ti dice che era acqua" la freddo dandole le spalle. Non voglio neanche pensare a quello che ho appena assistito...vorrei essere evaporata. Vado verso il bagno ed entrando dentro, vado subito alla toilette...me la stavo tenendo da ore. Una volta finito mi risistemo il vestito e faccio per uscire, ma sento una ragazza dire "Quella troia si sta già lavorando Khalil...vorrei strapparle i capelli" Ma che.... "La vuoi finire? Ci sono tanti altri ragazzi con cui scopare, non ti fissare con lui" dice la voce a destra. "E scambiare il montone per una capretta? No, preferisco farmi montare per bene" mormora la voce a sinistra. Bene bene...sono capitata nel covo delle scopate di Khalil. "Ti ha salutato?" "Non mi ha neanche notata...eppure ho speso diecimila euro per questo stupido vestito!" si lamenta la voce a sinistra. Diecimila? Ma è pazza? Io ci campo con diecimila all'anno! "Sarà stato attento sulle bocce di Romina" scherza l'altra. " Le bocce di Alvarez sono autentiche almeno e comunque ho visto la moglie che assisteva alla scena di lei che gli accarezzava il braccio...poverina" dice la voce a sinistra. Alvarez...la famosa troia figlia del governatore...che onore del cazzo. "Che pena che mi fa!" "Cornuta ancora prima di sposarsi" dice crudelmente quella a sinistra per poi scoppiare a ridere. La' non ci vedo più...esco dal bagno. Le due si ammutoliscono alla mia apparizione e si guardano subito complici...complici di stronzate. "Buonasera" mi limito a dire dopo aver lavato le mani. Ma guarda un po' se devo dare l'impressione di me come una sfigata...ma anche no. Esco dal bagno furiosa per questa situazione e sbatto anche su qualcuno...non chiedo scusa ed entro in sala troppo furiosa. Faccio per andare a sedermi, ma una mano prende il mio polso e io girandomi stranita spalanco gli occhi. "Non ci credo! Flor!" quasi grida Valerio. Io spalanco gli occhi troppo incredula anche solo di sentire la sua voce e mi butto addosso a lui che mi prende in tempo e mi fa girare in aria. Oddio...oddio...ditemi che non sto sognando. "Vale! Pensavo di non rivederti più!" esulto ancora troppo felice. Troppe emozioni tutti una volta. "Ma sei cresciuta!" dice lui stringendomi ancora. Mi faccio mettere per terra e dico "Guarda che schianto sono diventata" Faccio una giravolta e alzo le braccia...lui scuote la testa divertito e dice "Sei proprio uno schianto da paura." Faccio per riabbracciarlo, ma sentiamo come del vetro frantumarsi e girandoci, vediamo un bicchiere completamente a pezzi ai piedi di Khalil...un Khalil che mi brucia con lo sguardo e stringe le mani in due pugni pronto a scatenare l'inferno. Merda.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Le buone posizioni non vincono la partita, sono le buone mosse a farlo. -Gerald Abrahams KHALIL' S POV: PASSATO. "Signore! Signore!"sento gridare da sopra. Non riesco a fermarmi...ho le mani che mi prudono...non so con quale forza resisto. Avrei dovuto spalancare quella porta e afferrare dal collo quella stronza...avrei dovuto strozzarla e poi sgozzarla. Non mi sarei pentito...A fanculo tutti i nostri sguardi, le nostre mani dappertutto, le labbra gonfie, la nostra pelle bollente a contatto...fanculo Flora Vignoli. "Zitta! Sta zitta e vattene o ammazzo anche te" grido alla domestica di sopra. Sento dei passi frenetici e la porta richiudersi...perfetto, una morte in meno. Lancio anche la lampada al mio fianco e prendo a calci la scrivania per terra...È tutto a pezzi, ogni cosa davanti, dietro e di fianco è distrutta...irrecuperabile. Rialzo la scrivania e la scaravento sopra l'armadio, anche questo un cumulo di legno ormai. Le immagini di lei per terra che piange per quel coglione mi fanno ammattire ulteriormente e passandomi le mani in testa urlo "Ahhhhhhhh! AAAAHHHHHHHH" Do un pugno alla parete e decido di sfondare anche questa...prendo a pugni e a calci questa, finché il cemento si fa sempre più spesso e afferrando un pezzo di legno con ancora del vetro attaccato, scavo dentro il cemento. Dopo un po' cede anche il legnetto, ma io con rabbia accecante continuo a scavare col pezzo di vetro, ferendomi sempre di più le mani. Anche il pezzo di vetro si sgretola e io prendendo a pugni la parete, osservo le mie mani completamente imbrattate di sangue. Immagino sia il suo sangue...mi passo le mani sul viso e stringo le dita attorno al collo...lo stringo prima piano e poi forte...vorrei che fosse senza respiro adesso. Sento i battiti amplificati e presto l'udito scarseggia...sento un suono strillante e i polmoni faticare...la voglio morta. Quando sento anche la testa girarmi, tolgo le mani e tossisco spasmodicamente...merda, stavo per uccidermi. Scoppio a ridere...Non sarà la fine che farò io...sarà la sua e sarò io a compierla, nel peggiore dei modi. Portandola al suicidio. Mi mordo il labbro eccitato e bendando velocemente le mani, vado al piano di sopra. Rido ancora, mentre esco fuori e salgo in macchina. Ci metto davvero poco ad arrivare davanti alla scuola e prendendo dal retro la cassetta, ci frugo dentro trovando esattamente ciò che mi serve. Chiudo il bagagliaio e scuotendo la bomboletta inizio a scrivere sul muretto dinnanzi a caratteri cubitali "FLORA VIGNOLI E' UNA PUTTANA." Sorrido osservando la mia opera e guardandomi attorno nel buio, mi accerto che non ci sia nessuno per poi hackerare l'impianto di sicurezza della scuola e sbloccare ogni allarme. Disattivo tutto e aprendo i cancelli tranquillamente, scuoto la bamboletta e riempio ogni angolo dell'ingresso con la scritta "PUTTANA", entro dentro la scuola e continuo a scrivere sui muri la mia parola preferita. Percorro la strada che fa Flora per andare in classe, imbrattando ogni centimetro ed entrando in classe faccio in modo che finisca la bomboletta...scrivo sui banchi, sul pavimento, sui muri, la lavagna, la cattedra, l'armadio, le finestre, persino sul soffitto...esco dalla classe soddisfatto e indossando il cappuccio, esco dalla scuola. Mi giro nel vedere la bella sorpresa che si troverà e sorridendo sadico, rientro in macchina e guido fino a casa sua. Sono le 3 di notte e sbattendo incurante la portiera della macchina, entro con le chiavi in casa sua. Passo dalla camera della vecchietta e assicurandomi che dorma come un ghiro, salgo le scale ed entro in camera di Flora. Lei sta dormendo, ha le coperte scostate e ha il viso rivolto alla finestra...come se aspettasse qualcuno. Mi avvicino e inclinando il viso resto a fissarla per un tempo imprecisato...mi memorizzo ogni dettaglio...persino il piccolissimo neo sulla palpebra sinistra e abbassando lo sguardo alle labbra secche, mi mordo le mie pensando al fatto che potrei idratarle, darle colore... Tolgo la specie di benda dalla mano, avvicinando il pollice insanguinato alle sue labbra e molto lentamente le spalmo il mio sangue sulle labbra e tingo queste di un rossetto peccaminoso, vizioso, turpe...quasi depravato. Osservo incantato il mio sangue luccicare alla luce della luna e avvicinando il coltello, che era nel taschino, al suo viso, lo traccio molto delicatamente...vorrei affondare il coltello dentro la carne, ma penso che tanta pelle candida e immacolata non merita di essere deturpata, merita solo di essere accarezzata, coccolata, venerata... Trattengo il respiro quando vedo incredulo la scena davanti a me...Flora esce la lingua, lecca tutto il sangue come una vampira seducente e si morde il labbro. Lo rilascia poco dopo e posso vedere chiaramente i segni dei denti marchiati sul labbro...non c'è traccia del mio sangue, l'ha leccato tutto via...la cosa me lo fa rizzare tanto da sentirmi male e rialzandomi, esco immediatamente dalla stanza non prima di averla coperta fino alla testa. Non vorrei ritornare a casa e farmi una sega davanti alla sua immagina addormentata...col cuore che pompa a mille esco dalla casa e mi catapulto in macchina...faccio per accendere il motore, ma riesco solo a sbattere la testa sulla testiera e maledirla. E' riuscita a fottermi anche dormendo, solo con una leccata...è riuscita a mettermi KO in meno di tre secondi. Stringo i pugni e mi maledico per ciò...per il fatto che abbia tanto potere su di me...per il fatto che non riesca a pensare ad altro, che mi abbia tradito nei peggiori dei modi, che mi abbia dimenticato così facilmente per un finocchio del genere...per il fatto che mi fossi illuso di essere speciale anche solo per lei, per il fatto che mi fossi dimenticato che sono e sempre sarò un rifiuto per tutti quanti...la palla di lardo che nessuno guarderà mai o vorrà mai al suo fianco. FLORA'S POV: PRESENTE. Merda merda...penso mentre vedo Khalil scendere dallo sgabello, scostare Romina e avanzare verso di me...ha lo sguardo di una persona che può uccidere senza esitazione, lo farebbe...ne sono più che sicura. Prendo per mano Valerio e trascinandolo esattamente al centro della sala, gli allaccio le braccia attorno al collo. Sposto lo sguardo su Khalil che si è dovuto fermare obbligatoriamente e riesco a intravedere la sua fronte aggrottata, la smorfia di disgusto sulla bocca, la mascella serrata, le mani stretti in due pugni fortissimi e la postura più rigida di un palo. Risposto lo sguardo su Valerio sperando che la canzone non finisca mai e gli sorrido...o almeno ci provo, mi viene decisamente male con Khalil che vorrebbe solo uccidermi in questo momento. "Che ci fai qui?" chiedo mentre lui è ignaro di tutto ma segue i passi. "Sono candidato al premio...ho potuto vendere delle mie creazioni biomediche ad altri ospedali ed eccomi qui.." "Un imprenditore e un ingegnere" lo lodo mentre scambiamo posizione con un'altra coppia. La cosa mi fa sospirare di sollievo...questa coppia ci copre da lui. "E tu?" chiede lui sbattendo gli occhi chiari...sempre belli come una volta. "E' complicato" dico sorridendo. "Non mi aspettavo di vederti qui" dice lui mordendosi il labbro. Lo sguardo cade lì e rialzandolo subito dopo dico "Neanch'io, credimi." Sposto lo sguardo su Khalil ma non lo vedo da nessuna parte...merda, cos'ha in mente? "Come sta Camilla?" gli chiedo della sorella per cambiare argomento. "Si è sposata col suo ragazzo epico...sta al Nord e ci sentiamo molto raramente al telefono, dice che deve badare alla casa mentre aspetta suo marito dal lavoro. Non ha tempo per nessun altro...fa una vita tutta sua" "Caspita...non la riconosco neanche. Una volta mi faceva i discorsi su come avrebbe voluto essere una donna di successo, non dipendere da nessuno e realizzare tante ambizioni" dico un po' triste. " Cami è sempre stata una ragazza per cui le azioni superavano sempre le intenzioni...diceva di voler fare grandi cose, ma poi faceva tutt'altro...non si è mai veramente impegnata" "Mi dispiace...non ci sentiamo da...ecco, da tanto tempo." "So cosa ti è successo...ti ho anche chiamato più volte ma non mi rispondevi. Non potevo lasciare il tirocinio e correre da te, mi sono sempre sentito una merda per non averti raggiunta nel momento del bisogno" Scuoto la testa e accarezzandogli la barba dico "Hai fatto tantissimo per me Vale, scherzi?...quando è morto zio, mi sei stato vicino e ti sei preso cura di me. Non ho mai scordato la tua bontà d'animo" "Io neanche ho scordato quei giorni...non ho scordato nulla" mormora lui abbassando lo sguardo alle mie labbra. Inspiro a fondo e faccio per dirgli che non l'ho mai scordato anch'io, ma come se me la fossi cercata sento una mano strapparmi letteralmente da Valerio...sbatto violentemente su un petto quasi roccioso e boccheggio per l'impeto. Un braccio serra completamente la mia vita facendomi quasi mancare il respiro e sento la sua voce ringhiare "Buonasera, ci conosciamo?" Valerio passa a guardare me confuso e io abbasso lo sguardo mortificata...non volevo che lo venisse a sapere così. "Ehm...no, non credo di averla mai vista" dice Valerio spostando lo sguardo attento su Khalil che lo supera di diversi centimetri...un bel po' di centimetri, infatti lui lo guarda dall'alto come se fosse un semplice moscerino da schiacciare e farla finita. "Allora è il caso di presentarci...Khalil temiz, suo marito" marca la voce sulle ultime due parole stringendomi ancora più a sè...come per far capire che non mi lascerà più toccare da nessuno. Vale non fa l'espressione delusa, come mi aspettavo facesse, ma dice "Marito? Caspita...Flora non mi ha mai parlato di te" Spalanco gli occhi...certo che ne ha di fegato. Khalil non si fa scomporre e socchiudendo gli occhi dice con un sopracciglio alzato "Io invece penso di si. Il mio nome di battesimo è Adriano" Alzo subito lo sguardo su Khalil...come diavolo faceva a sapere che ne avessi parlato con Valerio?? "Adriano...ma certo. Ce ne hai messo di tempo" dice Vale continuando a punzecchiarlo. "Io almeno ho lottato per farla mia" Spalanco gli occhi...vedo sangue in vista. "Ho una certa sete, Vale vuoi qualcosa da bere?" chiedo sporgendomi verso lui. Non riesco a fare neanche un passo che Khalil mi rispinge sul petto e dice molto falsamente "Cara, posso portartela io l'acqua. Perchè scomodare Valerio?" Sento le sue dita stringere come in una morsa la mia carne e cercando di staccare le braccia dalla mia vita mormoro "Non volevo lasciare solo Valerio, caro..." "Che altruista mia moglie...ha ragione lei. Valerio posso presentarti una mia amica? E' una ragazza per bene che è venuta senza un cavaliere, magari potreste andare d'accordo" Mi mordo l'interno guancia...brutto pezzo di merda. "Sinceramente non m'interessa una compagna per ora...ti accompagno comunque volentieri al bar" dice lui sporgendosi verso di me. Khalil mi tira indietro come a sfuggirgli e insiste con voce chiaramente irritata "In realtà ti aveva notato e mi ha chiesto di presentarvi...è molto timida lei. Non vorrai lasciarla sola" Valerio alza un sopracciglio e io continuo a mordermi l'interno guancia...perchè ho l'impressione che stia sparando un mare di cagate? " Va bene, se insisti così tanto" dice lui spostando lo sguardo, come a volermi dire che sta andando dalla ragazza solo sotto costrizione. Khalil gli fa un sorriso tirato e con la mano gli fa segno di avanzare...Vale fa il primo passo, mentre io lo seguo invano perchè Khalil mi tira addosso a lui e ringhia al mio orecchio "Spalmata su di me d'ora in poi, sono stato abbastanza chiaro?." Non mi dà neanche il tempo di rispondere che mi spinge al bar...io illusa di poter rispondere ad una domanda che in realtà non ne ammette. Raggiungo anch'io sotto costrizione il bar e vedo Khalil che si sporge all'orecchio di Romina e le sussurra veloce qualcosa. "Romina" esclama Khalil prendendole il braccio e trascinandola dinnanzi a Valerio che rimane impressionato...beh anch'io lo ero la prima volta che l'ho vista. "Posso presentarti..."fa finta Khalil di non sapere nulla su Valerio. "Piacere Valerio" dice lui mentre Romina quasi gli si butta addosso e mormora sensuale "Piacere mio...Romina." Alzo gli occhi al soffitto e chiedo all'altezza del collo di Khalil "Che le hai detto?" "Che me la sarei scopata dopo che fosse andata con lui" dice lui con un sorrisino del cazzo mentre i due dialogano. Faccio una smorfia schifata e faccio per andarmene, ma Khalil riesce ad afferrare il mio polso e fingendo che mi avesse invitata a ballare, mi trascina in mezzo alla pista. C'è un nuovo gruppo che canta e altre coppie che ballano abbracciate...solo il pensiero di essere abbracciata a lui mi fa vomitare. Non ho manco il tempo di battere ciglio che lui stringe fortissimo la mia vita e quasi mi alza alla sua altezza...mi metto sulle punte e portando per forza le braccia al suo collo sibilo "Mi stai facendo mancare il respiro...lasciami" Lui mi stringe ancora più forte facendomi boccheggiare e mi tira al suo petto...resto paralizzata contro la roccia e costretta cerco di seguire i suoi passi senza respiro. Riesco a sentire la voce del cantante e abbassando lo sguardo alle mani di Khalil che mi stringono forte, seguo le parole del testo che canta...(trovate la canzone a inizio capitolo babies) "Dimmi delle dolci bugie Guardami in faccia Dimmi che mi ami Anche se non è vero Perché non me ne frega un cazzo, per niente..." "Khalil mi stai stringendo troppo...mi stai bloccando persino la circolazione" sibilo, ma lui continua a tenermi contro di lui e respirare a fondo...come se stesse cercando di calmarsi. "...Sei stata fuori tutta la notte Non so dove sei stata Stai farfugliando tutte le tue parole Non hanno alcun senso Ma non me ne frega un cazzo, per niente..." "So che sei stato tu a fornirgli quel tirocinio in America...solo ora capisco che in realtà, per tutto questo tempo, non mi controllavi da fuori ma era tutto dentro...microfoni, telecamere...come adesso sulla nave. Ecco spiegato perchè mi sentivo costantemente osservata e tu eri informato su ogni mio passo. Ti sei divertito a rovinarmi la vita?" ringhio con rabbia ma lui sembra che non mi ascolti...come se desse per scontato che io sapessi tutto ciò già da tempo. Lo odio con ogni cellula del mio corpo. "...Perchè io ho dei dannati sentimenti per te Mi comporto come se non me ne fregasse un cazzo Come se essi non fossero nemmeno lì Perchè io ho dei dannati sentimenti per te Mi comporto come se non me ne fregasse un cazzo Perchè io sono così fottutamente spaventato..." "Rispondimi vigliacco...dimmi che ho ragione! Dimmelo che hai goduto nel vedermi soffrire così! Dillo che mi hai da sempre presa in giro" dico in un sussurro. "...Sono solo un folle per te E forse tu sei troppo per me Sono solo un folle per te Ma non me ne frega un cazzo, per niente, oh..." "Ti guardano tutti...come se potessero scoparti, nonostante tu sia sposata con me" mormora lui fulminando con lo sguardo le persone alle mie spalle. Lo guardo come se gli fosse sbucata una seconda testa e chiedo "Sei per caso ubriaco?" "Sono fin troppo sobrio...non so come abbia mantenuto la calma, mentre facevi la stupida oca con quella testa di cazzo" "Stupida oca? Come ti permetti!" sbotto spalancando gli occhi. "Come la chiami la stronza, tua moglie, che balla come se fosse il ballo di fine anno dei sfigati col principino dei suoi sogni? Io la chiamo stupida oca" Alzo un sopracciglio e chiedo "Tu puoi scoparti con lo sguardo Romina e io non posso ballare con Val..." Non riesco a finire la frase che lui intrappola le mie guance tra il medio e il pollice e ringhia incenerendomi con lo sguardo "Non azzardarti a mettere "scopare" e "Valerio" nella stessa frase. Non ti azzardare proprio." "Tu non hai risposto alle mie domande" dico non dandogliela vinta. "Decido io quando iniziare e concludere un discorso" "Tu non decidi un cazzo." gli sibilo in faccia. "Sai perfettamente chi comanda" dice lui lentamente, come a schiarire ogni parola, mentre il gruppo finisce di cantare e una voce femminile ci invita ad accomodarci per l'annuncio imminente del premio. Lancio un'occhiata a Valerio, ma non lo vedo più in giro...e neanche Romina. La cosa mi mette più tristezza di quanto immaginassi. Khalil mi ritrascina ai tavoli e facendomi sedere al suo fianco, prende la sedia e la incolla alla sua...la cosa è talmente imbarazzante che decide di imbarazzarmi ulteriormente e infila una mano tra le mie coscia incrociate. Gli prendo la mano e cerco di scostargliela, ma lui la infila ancora più a fondo e con l'altra mano serra le mie coscia attorno alla sua mano...alzo lo sguardo su di lui per rimproverarlo, ma lo vedo impegnato a dialogare con la persona accanto. Sbuffo sonoramente e continuo a guardarmi attorno...di Vale non c'è traccia. Romina chissà dove lo avrà trascinato ignaro del fatto che una ragazza per bene non è...cerco di scostarmi dalla presa di Khalil troppo invadente, ma lui mi riporta vicina a lui e continua a dialogare tranquillamente col tizio. Come se non gliene fregasse nulla di me...di Valerio nelle mani di quella stronza...come se avesse il comando di tutto e sapesse di averlo. Calano le luci e viene illuminato il palco...una signora di mezz'età si posiziona dietro un ambone di marmo beige e sistemando il microfono, inizia col ringraziare tutti per la quota raccolto in beneficenza. Ho visto che Khalil ha donato 10 mila euro e con molta nonchalance...mi chiedo come sia possibile che sia talmente ricco da potersi pulire il culo col denaro. Capisco sia un imprenditore di successo, ma è davvero troppo ricco...gli anni in cui pensavo che fosse il comune che mi mandasse del denaro mensilmente, ho potuto pagare tutte le bollette e vivere agiatamente. Dopo aver scoperto la verità donai ogni busta che mi arrivava mensilmente in beneficenza e mi rifiutai categoricamente di toccare quei soldi...erano soldi sporchi e quando lo capii, ci levai subito mano. La cerimonia va avanti per le lunghe e il mio stomaco si fa anche sentire...fortunatamente lo sente solo Khalil che posa una mano sulla mia pancia e chiede "Non hai mangiato nulla?" Scosto la mano e guardo davanti a me ignorandolo, sono ancora furiosa con lui e vorrei solo prenderlo a sberle perchè ha l'attenzione di tutte le ragazze su di lui e fa anche finta di non rendersene conto. La signora dà altri premi di valenza minore e quando io sto per addormentarmi, la tizia dice "E ora facciamo un applauso a tutti i candidati al premio più ambito dell'anno...quello per l'imprenditore dell'anno!" Tutti esultano, io faccio l'applauso annoiata e Khalil con ancora una mano tra le mie coscia, batte la mano libera sul tavolino...ho provato più volte a scostargli la mano, ma è totalmente inutile...afferra con più forza la mia gamba e non si scolla proprio...anche quando pensi che sia distratto a parlare con altri, ma in realtà è sempre vigile su di me. La signora apre una busta e dice al microfono "Siete curiosi?" Tutti scoppiano a ridere mentre lei esce fuori un cartoncino e dice sorridendo "E' finita l'attesa, qua c'è il nome dell'imprenditore vincitore! Rullo di tamburi maestro!" Spero con tutta la mia anima che sia Valerio per far sfregio a Khalil, ma le cose vanno come al solito a puttane e la tizia urla "TEMIZ KHALIL! Complimenti!" Sbuffo sonoramente seccata mentre gli altri applaudono e Khalil si alza sicuro di sè...come se sapesse da sempre che il vincitore sarebbe stato sempre e solo lui...a quanto pare vince il premio molto spesso. Sospiro sollevata quando toglie finalmente la mano dalle mie coscia, ma subito dopo mi prende per mano e mi costringe ad alzarmi. "Cosa vuoi fare? Non ci salgo lassù"dico scuotendo contrariata la testa. "Col cazzo. Tu vieni con me." ringhia lui al mio orecchio per poi stringermi fortissimo la mano e trascinarmi fino al palchetto. Lo seguo a disagio e faccio una smorfia quando mille flash al secondo ritornano a infastidirmi e le luci puntate sull'ambone mi fanno male agli occhi...Khalil mi porta fino a lì e prendendo il premio, fa finta di essere orgoglioso del risultato. "Grazie a tutti per questo premio, grazie ai miei collaboratori, ai miei clienti, a tutto lo staff delle mie holding e al gioco di squadra che facciamo ogni giorno che è fondamentale per il successo raggiunto. Un capo dà la colpa, un leader corregge gli errori. Un capo pretende credito, un leader offre fiducia...è così che deve essere la figura dell'imprenditore...di guida e azione, non di posizione" Guardo Khalil mentre cerca di farsi amare dalla gente col suo discorso del cazzo...fa vedere a loro come trasuda di sicurezza, saggezza...nessuno può fottere lui, è lui che fotte tutti. Non sa però che io non abbocco, che sono l'unica che lo conosce per quello che è...l'unica che non crede più alle sue balle e anche la sola a sapere cosa in realtà lo rende debole...cosa può fargli perdere quel controllo che professa tanto di avere. Faccio un sorriso sadico e alzandomi sulle punte, giro il suo mento e senza dargli tempo neanche di respirare o capire che mi sta passando per la testa, lo bacio. E' un bacio semplicissimo...a stampo e di due secondi contati. Mi stacco e guardando la sua faccia da pesce lesso, alzo un sopracciglio mordendomi il labbro. Nessuno parla più...Khalil ha perso la lin.... Tutto succede in un secondo improvvisamente...Khalil mi afferra il viso prepotentemente e mi bacia...il mio shock è tale da schiudere le labbra e lui approfittandone, infila la lingua e tocca la mia. Emetto un gemito di piacere nel sentire la consistenza liscia e morbida della sua lingua e la mia non soddisfatta dal quel micro contatto va incontro di nuovo alla sua lingua senza pensare...sento le sue mani scavarmi le guance e il respiro accelerato mentre le nostre lingue vorticano armoniosamente e affamate in tutti i sensi...merda, che bello. M'irrigidisco improvvisamente quando sento schiamazzi, applausi e flash impazziti...apro gli occhi che neanche mi ero accorta di aver chiuso e staccandomi di forza, sussurro con affanno "Khalil..." Anche lui sembra tornato solo adesso alla realtà e con le nostre fronti a contatto, lui mormora affannosamente"Non ti spaventare di loro, ci sono io" Il mio cuore batte all'impazzata e abbasso lo sguardo...solo ora capisco dello scandalo enorme che abbiamo dato e mordendomi il labbro, cerco di deglutire...mi sento un fastidioso nodo alla gola...odio questa sensazione. "Scusatemi"esordisce Khalil riprendendosi. Passa una mano sulla mia vita e dice "Siamo neosposini e non riusciamo ancora a controllarci, è qualcosa su cui dobbiamo ancora lavorare" Tutti sembrano incantati dalla nostra coppia, ma io faccio una smorfia e mi rendo conto di aver fallito meschinamente...volevo metterlo in difficoltà invece ho solo fomentato la gente ad adorarlo ulteriormente. "Vuole sempre tutte le attenzioni su di sè e io amo dargliele...Questo premio è anche merito suo, il suo amore mi ripaga dopo una giornata di lavoro pesante e non so come avrei retto senza questa meravigliosa donna al mio fianco" Tengo gli occhi abbassati estremamente imbarazzata dalla situazione in cui mi sono cacciata e sospiro quando lui ringrazia ancora tutti e riprendendomi la mano, scendiamo le scale... La cerimonia è finita e molti degli invitati si catapultano su Khalil per complimentarsi e offrire nuovi affari con lui spudoratamente...passano altre ore di lui che parla di affari con i più grandi imprenditori del paese e nel mentre mi lascia qualche bacetto sulla testa, sulla tempia, sul collo...mi accarezza sempre le braccia scoperte e la cosa mi inizia a nauseare. Penso al fatto di essermela cercata quando lui mi abbraccia per l'ennesima volta da dietro e posando dei baci sulla testa, continua a parlare con nonchalance. Finalmente Khalil si dà una smossa e usciamo dal castello...fuori si scatenano altri giornalisti, fotografi...non riesco neanche a battere ciglio per il fastidio dei flash. Khalil mi fa da scudo ai giornalisti invadenti e dopo urla, spinte e caos riusciamo a raggiungere la limousine ed entriamo dentro. Faccio per sistemarmi i capelli andati in faccia, quando sento delle mani alzarmi dai fianchi e posarmi su delle gambe...le sue labbra baciano subito il mio collo e le sue mani corrono sotto il mio vestito. Lo spingo dal petto, ma lui mi blocca le mani e cerca di rubarmi un bacio sulle labbra...mi adiro e spingendolo più forte, mi siedo dall'altra parte del sedile e ringhio "Che cazzo fai?" Il tono di voce usato lo sorprende e lui mormora "Io...noi prima ci siamo..." "Cosa? Baciati? E allora?" Khalil alza subito un sopracciglio e serra la mascella...non ha capito un cazzo. "Cos'è? Pensavi che ti avessi baciato perchè fossi innamorata di te o cose del genere?" chiedo acida. Lui non risponde...è troppo incredulo per farlo, sta incominciando a capire solo adesso...ecco perchè aveva il sorriso per tutto questo tempo, credeva di aver vinto...di essermi arrivato dentro. "Oh mio dio! Non mi dire che l'hai creduto veramente!" dico scoppiando a ridere. Spalanco gli occhi e mi sfrego le mani...vedo nel suo sguardo la delusione in me, godo nel vederlo così. "Non ci credo! Ma davvero l'hai pensato?" chiedo ancora divertita. Khalil deglutisce e mormora pianissimo "E allora perchè l'hai fatto?" Mi tocco la tempia e inclinando la testa chiedo "Non ci arrivi proprio?" Lui mi guarda confuso e triste mentre io aggiungo "Non vedo Valerio da tanto...per colpa tua non ho potuto vivermelo e sempre per colpa tua stasera lo hai riallontanato da me" "No..."mormora lui incominciando a capire. "Si...è stato per lui. Volevo ingelosirlo" sputo il veleno. Khalil si morde il labbro forte, come a trattenersi dal fare qualcosa e sibila con una smorfia "Mi hai usato per arrivare a lui?" "Non solo...volevo anche dimostrati che in realtà il comando ce l'ho io, ti è bastato sfiorarmi per perdere la testa" dico ridendo verso la fine da perfetta stronza. "Tu non sei così...."mormora lui sbattendo gli occhi. Faccio un sorrisino malefico e dico "E' vero, ma posso diventarlo per te. Guarda che onore che hai" La macchina si ferma immediatamente e io sporgendomi perplessa verso il finestrino chiedo "Ma dove siamo? E' tardi" Lui abbassa lo sguardo alle mie gambe e dice come un cane bastonato "Ho detto all'autista di fermarsi al primo ristorante che incontrava per strada" Mi paralizzo...si è ricordato del fatto che avevo fame e non ho toccato cibo. Deglutisco e abbasso anch'io lo sguardo...per la prima volta in vita mia mi sento la carnefice e lui la la mia vittima. "Bene. In quello stupido gala c'erano dei stuzzichini immangiabili e ho tanta fame adesso" Khalil non mi guarda...non si muove...sembra concentrato. "Ti muovi o no?"chiedo dura...non voglio impietosirmi. Lui sblocca la sicura ed esce senza dire ancora neanche una parola...lo seguo dietro e stringendomi nella giacca sempre di lui, entriamo dentro. Il ristorante è molto semplice...c'è un bancone con un menù al fianco grande e la sala è composta da tavoli e sedili rossi attaccati al muro...sembra un fast food. Ne approfitto e ordinando un hambuger, patatine e cocacola, ci andiamo a sedere...lui ha già pagato tutto e non ha preso nulla...non mi guarda neanche mentre ci accomodiamo uno di fronte all'altro. Certamente non mi metto a fare conversazione con lui e una volta arrivato l'hambuger, mi butto su questo e le patatine. Siamo solo nel ristorante e mi sento così a disagio che mormoro "Vuoi una patatina?" Lui non mi risponde e io scuotendo la testa chiedo mangiando il panino "Te la sei presa così tanto?" "Vado al bagno" dice lui alzandosi. "Hai il bracciale addosso e fuori c'è l'autista che ti controlla, non ci provare"mi avverte per poi sparire via. Mi guardo attorno e vedo l'omone fuori dalla macchina che effettivamente mi osserva attento...lo saluto col panino in mano...lui non ricambia, stronzo come il capo. Continuo a mangiare il panino mentre la cameriera che ha preso le mie ordinazioni, si avvicina e si siede al posto di Khalil...ma che? "Salve" dico alzando un sopracciglio. "Ciao" dice lei lanciando un'occhiata alle mie spalle. "Posso chiederti una cosa?"chiede la ragazza mentre le osservo i tatuaggi e il piercing al naso. "Certo" dico finendo il panino squisito e passando a bere la cocacola. "Tuo fratello è carino" Sputo tutta la cocacola che avevo in bocca...tossisco mentre cerco di riprendermi. La ragazza provvede subito a pulire a battendomi un colpo sulla schiena chiede "Tutto bene?" Annuisco con la testa e facendo dei respiri a fondo dico "Si, credo di si" Lei si rimette davanti a me e chiede "Allora? Credi che possa avere qualche chance con tuo fratello?" Spalanco gli occhi..."Perchè pensi che sia mio fratello?" "Beh...ti guarda con amore e tu non ricambi perchè sei seccata...non siete chiaramente fidanzati o sposati" Abbassa lo sguardo e dice "Porca troia! Avete entrambi la fede...non mi dire che..." "Oh no no...è un regalo di nostra nonna. Comunque penso di no, mio fratello è una persona introversa, non è uno da una notte e via" "Peccato...è così figo" dice lei. Mi mordo la guancia con una sensazione fastidiosa che mi scorre addosso e dico "Già.." "Va bene, grazie lo stesso" dice lei rialzandosi. "Ma di che...mi dispiace per mio fratello, sarai fortunata la prossima volta" "Fratello?" chiede una voce alle mie spalle. Ci giriamo e vediamo Khalil che guarda perplesso la tizia davanti...merda. Deglutisco e dico "Ehm...si. Hai finito in bagno? Dobbiamo andare" Lui mi guarda stranito da questo mio voler andarmene subito, mentre la tizia allunga la mano e dice "Piacere Denise" Khalil le stringe la mano mentre io la fulmino con la sguardo...le ho appena detto di levarci mano e lei che fa? Lui sposta lo sguardo a me e notando il mio cipiglio dice "Piacere mio, Rafael" "Rafael...che nome particolare" dice la tizia. "Già...anche il tuo è particolare" dice lui scostandosi i capelli. Alzo gli occhi al cielo...non mi dire. "Andiamo?"insisto io intromettendomi. "Dove state andando? Potrei unirvi a voi, io ho finito il mio turno" dice lei guardando praticamente solo lui. Khalil sorride e dice "In verità io e mia sorella siamo in vacanza. Abbiamo l'autista fuori, vuoi un passaggio?" Lei s'illumina e dice "Un autista? Certo, grazie!" Mi mordo il labbro...non sarei mai dovuta venire qua a mangiare. "Prendo le mie cose e andiamo" dice la tizia sparendo via. Khalil la segue e sono costretta anch'io...usciamo poco dopo e io faccio per entrare in limousine ma Khalil dice "Sorellina...puoi salire davanti con l'autista? Solo per stasera" Lo fulmino subito con lo sguardo...brutto porco pezzo di merda. "Certo..." borbotto rifacendo il giro e salendo davanti, sbattendo forte apposta la portiera. Sento durante tutto il tragitto le loro fastidiose risate e continui calci al vetro divisorio...spero possano affogare con lo champagne che ho sentito stappare poco fa. Arriviamo finalmente al porto e l'autista parcheggiando davanti allo yatch, sente bussare al vetro divisorio. Lo abbassa subito dopo e vedo un braccio femminile nudo attorno al collo di Khalil e lui dire "Accompagni la signorina nello yatch e si assicuri che stia nelle sue camere, io arrivo più tardi." Rialza il vetro divisorio e io con tutta la furia in corpo esco dalla macchina e sbatto di nuovo la portiera...potrei aprire la portiera posteriore e menare Khalil, ma penso al fatto che potrei farlo perfettamente domani e imprecando, attraverso la passerella seguita dall'omone. Gli uomini non sono puniti per i loro peccati, ma dai loro peccati.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


La passione è una fiamma che, incustodita, brucia fino alla sua distruzione. -Khalil Gibran. FLORA' S POV: PASSATO. "Che succede piccola mia? Oh piccola mia non fare così!" mormora nonna accarezzandomi la schiena. Singhiozzo col viso stremato di lacrime e dico con voce tremante "Nonna sto bene....sto bene" "Una persona che sta bene piange secondo te amore mio?" "Ho solo bisogno di una doccia e una dormita. Nonna non è nulla" cerco di rassicurarla. "E' da due settimane che mi dici le stesse cose e non mangi...vuoi che chiami un dottore?" "No no! Non toccare il telefono!" dico agitandomi con gli occhi spalancati. Mi fiondo su questo e dico "Non rispondere mai a nessuno, nessuno nonna. Hai capito?" "Come a nessuno? Che succede piccola mia, di' tutto a nonna" Scuoto la testa freneticamente e dico "Niente...non succede niente" "E allora perchè stai rinchiusa qui dentro? Il preside mi ha chiamata e..." "Nonna! Ti ho detto di non prendere il telefono, cosa non capisci della frase!" dico con rabbia. Lei mi guarda sorpresa e dice "Ma piccola mia...il preside è anche preoccupato per te" "Non ci vado più a scuola." dico categorica. Richiudo gli occhi e m'immagino gli sguardi accusatori e di vergogna di tutta la scuola..."Eccola è lei Flora Vignoli, la puttana...." sussurravano tutti a sottovoce. Non capivo...avevo gli occhi sul libro di filosofia, volevo presentarmi volontaria e ripassavo le ultime cose...ricordo ancora quando alzai gli occhi e vidi di fronte a me quella frase...era scritto a caratteri cubitali, ricopriva l'intero muro della scuola, era forte e chiaro il messaggio...FLORA VIGNOLI E' UNA PUTTANA. Ricordo i miei brividi, il mio respiro azzerato, il cuore che pompava ad una velocità anormale, le orecchie che mi fischiavano...cercai di fare dei passi ed entrare lo stesso, chi avesse scritto quella frase non mi avrebbe vista tremare o correre via piangendo. Entrai a scuola con lo sguardo basso, ma se prima ero impressionata per la scritta, ora ero stupefatta...l'intera scuola era imbrattata dal mio nome e quell'appellativo al suo fianco...era ovunque. I bidelli erano già a lavoro per levare le scritte, ma invano perchè più strofinavano, più la scritta si accentuava...feci altri passi fino ad entrare in classe...i banchi, i muri, il pavimento, le finestre, l'armadio, la lavagna, la scrivania, persino il soffitto...era tutto imbrattato di vernice. Inspirai ed espirai...non c'era nessuno in classe. Mi sedetti al mio posto e apri il libro di filosofia...ricominciai a ripassare. Sapevo che mi stava osservando, sentivo sul collo il suo fiato, i suoi occhi bruciarmi la schiena...sapevo che era lì e voleva solo una cosa, avrebbe goduto nel vederla...il mio crollo. Ero certa che sarei crollata dopo questo, ma non ora e non lì...avrei stretto i denti e sarei stata lì impalata...col mio nome imbrattato ovunque...solo io sapevo la verità...Flora Vignoli non è una puttana. La campanella suonò e io mi girai verso la finestra per vedere le altre classi...non erano imbrattate. Solo la mia lo era...proprio perchè era mia. Iniziarono ad entrare i compagni e di Camilla nessuna traccia...il nuovo arrivato fu l'unico ad avvicinarsi a me e chiedermi come stavo...lo osservai e mi sentì tutto il panico addosso, lo sentivo, era lì che mi osservava, era pronto a vendicarsi appena avessi fatto anche solo un passo falso. "Sto bene, grazie. Gradirei che mi stessi lontano" lui mi guardò sorpreso...non si aspettava questa freddezza da parte mia, non sapeva in realtà che lo stavo salvando. "Si, scusami" disse allontanandosi subito. Si rigirò subito dopo e aggiunse "Chiunque sia stato non ha capito un cazzo, tu sei tutt'altra cosa" Lo guardai alzando un sopracciglio...non ci conoscevamo eppure credeva in me a differenza di tutti gli altri. Gli sorrisi ma non dissi nulla...non volevo che si avvicinasse a me. Entrò anche la professoressa di latino e mi guardò triste...non si aspettava che ingoiassi il rospo e rimanessi composta. Si avvicinò a me e mi chiese piano "Sai chi è stato?" Scossi la testa anche se ero consapevole del colpevole...solo una persona fuori di testa potrebbe fare una cosa del genere...un malato di mente. La professoressa capì tutto, ma non insistette...la ringraziai mentalmente. "Iniziamo con la lezione. Brighelli inizi a tradurre la versione lasciata per casa" Guardai la sedia al mio fianco...e anche questa volta Camilla era assente. ---------------------------------------------------------- KHALIL'S POV. PASSATO. "Grazie maestra" dico felice per il complimento fatto. "E' davvero un gran bel disegno Khalil, guardate bambini!" grida la maestra Laura mostrando a tutti il mio disegno con i fiori. Mi piacciano un sacco i fiori, delle volte con mamma e papà andiamo a raccoglierli nel bosco mentre papà raccoglie erbe per i suoi farmaci. Mamma ride felicissima quando le raccolgo un mazzo di fiori e glielo regalo...dice che sono un bambino dolcissimo e mi riempie di baci, scoppio a ridere quando mi lascia dei baci sul collo...mi fa solletico e lei lo sa benissimo. "Ma maestra il mio è più bello!"dice Paolo...con tutti gli altri suoi amichetti che gli danno ragione. Sono tutti seduti a cerchio attorno al loro tavolino...ci sono vari tavolini nell'aula, io sono solo con un'altra bambina...non ricordo il suo nome. Ha la pelle scurissima e due grosse guance, non conosce bene la lingua e delle volte la prendono in giro per questo, lei non capisce neanche quello...sorride a tutti e basta, è molto allegra come persona. "Non c'è un disegno più bello. Sono tutti molto belli bambini" dice la maestra Laura riconsegnandomi il disegno e dandomi una carezza sulla testa. Io amo la maestra Laura...è sempre così dolce con me e mi riempie di complimenti...penso di essere il suo bambino preferito..E' alta, con gli occhi scuri, una bocca grande, i capelli marroni, non è molto magra e ha le gambe grosse....è perfetta. Prendo un altro foglio e riprendo i pastelli deciso a farle un alto disegno di fiori...butto un occhio su lei e la vedo chinata su Paolo che gli fa i complimenti sulla macchinina disegnata. Aggrotto le sopracciglia...cosa le piacciono? Le macchine o i fiori? Le faccio entrambi i disegni? La osservo ancora un po' cercando di capire cos'altro potrebbe piacerle...in questo momento è impegnata al cellulare...le piacciono anche i cellulari? Posso farle un cellulare a forma di macchina con dei fiori decorati...amerà il mio disegno. Mi rimetto a disegnare finchè suona la ricreazione e io corro a darle il mio disegno...ride di gusto nel sapere la spiegazione al mio disegno e dice che è il suo disegno preferito. Le mie guance vanno a fuoco e stringo a me la caramella che mi ha regalato...è così dolce la maestra Laura. Iniziamo a fare ricreazione e io mangio il mio panino con la nutella e il succo di frutta alla pera...appena finisco facciamo i turni per il bagno e mentre aspetto la persona dentro, frugo nelle tasche per mangiare la caramella. La srotolo dalla cartina e faccio per mangiarla, ma qualcuno mi spinge per terra facendomi cadere di botto e volare in aria la caramella. Alzo gli occhi furioso su Paolo e grido "Ehi! Che cosa fai!" "Tu non ti meriti quella caramella! Il mio disegno era il migliore!" grida lui venendomi addosso. "Ora lo dico alla maestra Laura!" grido con le lacrime agli occhi. "No! Ti ammazzo se lo farai" mi minaccia lui iniziandomi a prendere a calci. "Lasciatemi!" grido a due bambini che mi tengono per le braccia mentre Paolo mi picchia. "Ciccione prendile!" gridano divertiti gli altri due bambini. "Sei ciccione! Ciccione! Sei malato!" dice ridendo Paolo. "Malato! Malaaatoo! Maaalato!" canticchiano anche i due. "Io non sono malato! Non sono malato!" grido cercando di rialzarmi. "Malato! Malato! Lui è malato!" gridano cantando tutti. "Che succede qui!" sentiamo una voce femminile. I due che mi tenevano per le braccia scappano via, mentre Paolo ripete ancora che sono malato e socchiudendo gli occhi minacciosi, alzo le mani su di lui. Il mio peso lo sovrasta e finalmente arriva il mio momento di gloria...lo riempio di botte finchè sento delle braccia scostarmi da lui che piange come una femminuccia. "Khalil! Che cosa hai fatto!" mi rimprovera la maestra Laura. "Mi ha fatto male!" dico io indicandolo. "E tu gli fai male a sua volta?" chiede lei visibilmente delusa da me. Anche i bidelli entrano in bagno e sono troppo impegnato a vedere gli occhi delusi della maestra Laura per capire che sto andando dal preside. Non ci sono mia stato...mamma sarà furiosa con me, accidenti. Mi faccio trascinare per il corridoio mentre i sensi di colpa mi mangiano vivo...che diavolo ho fatto? Entriamo in una stanza grande con tanti quadri, una scrivania e due poltroncine rosse davanti...un uomo un po' vecchio è dietro la scrivania e chiede subito spiegazioni. "Va bene. Lasciateci soli" dice il preside. I bidelli vanno via e io vengo scosso da mille brividi...la sua voce non mi piace, neanche i suoi occhi...mi guardano troppo. "Come ti chiami?" chiede lui. Non rispondo....voglio andare dalla maestra Laura per chiederle scusa. "Non ti funziona la lingua?"mormora lui sorridendomi. Deglutisco e mi sblocco un attimo..."Khalil" dico alzando gli occhi piano. "Khalil...puoi farmi un favore. Ruoti quella chiave verso la lampada blu?" Mi giro verso la porta ed eseguo...non voglio mettermi ancora nei guai. "Sei un bambino molto ubbidiente...ora vieni qua" Mi avvicino piano alla poltroncina, ma lui ride e dice battendosi sulla gamba "No no...siediti qua" Lo guardo stranito...io mi siedo solo sulle gambe di mamma e papà...chi è lui? "Io non ho fatto niente, lui mi ha fatto male. Mi ha spinto" dico subito difendendomi. "Non ho dubbi ma...hai fatto molto male al tuo compagno" Mi mordo il labbro spaventato "Io...non lo dire a mamma. Mamma non vuole sentire queste cose" Lui mi sorride e dice "Non lo diremo a mamma, tranquillo" Sospiro di sollievo...già temevo la sua reazione. "Solo se farai una cosa per me" aggiunge lui. Corrugo la fronte "Che cosa?" "Vieni qua" dice lui facendomi avvicinare più vicino. Mette le mani sui suoi pantaloni e dice sbottonandoseli "Ti farò una cosa ma tu dovrai stare zitto" "Che cosa vuoi fare?"chiedo innocente....perchè vuole cambiarsi i pantaloni? "Stai zitto e mamma non verrà a scoprire nulla, ok?" "Ok" dico mentre lui abbassa i pantaloni e mi afferra a sè. ---------------------------------------------- "Non parla da giorni...è così tutto il tempo, dottore sono molto preoccupata" dice mia madre con voce triste. Io guardo davanti a me con fare assente... non capisco. "Da quant'è che non parla più?"chiede il dottore. "Da una settimana...sono andata a prenderlo a scuola ed era così. Ho chiesto alle maestre, ai bidelli, al preside....nessuno sa darmi una spiegazione" Non capisco, non capisco...perchè? "E poi? Non ha riscontrato altro?" chiede lui attento. "In realtà si...l'ho beccato sul letto mentre si...ecco...si toccava. Lo fa molto spesso"mormora mamma preoccupata. Il dottore guarda ancora le analisi e mormora "Forse ho capito cosa ha" Chiude le analisi e dice "E' malato" Alzo lo sguardo a lui...Io non sono malato, mi dico in mente...continuano a ripetermelo tutti. ---------------------------------------------------------------------------------- FLORA'S POV: PRESENTE. "A- Gli vai incontro e gli dici che ti è mancato. B- Aggiorni il tuo stato di Whatsapp con scritto "Le fiabe iniziano con "C'era una volta", non c'era quattro volte." C- Ti limoni un altro e posti la foto ovunque per fargli rosicare. D- Lo lasci sulle spine per un po' e poi ci ritorni. " "Qual era la domanda?"chiede Juan mentre spazza la cucina. Do un morso alla mela e dico "Cosa fai se il tuo ex ritorna da te?" "Mmm...non c'è l'opzione 'lo mandi a fanculo'? " Scoppio a ridere e rileggendo la rivista dico "Ehm...no. Dai, dimmi una di queste opzioni" "Credo la prima" "Davvero? Saresti così disperato?"chiedo alzando un sopracciglio. "La realtà è che non mi ricordo neanche qual era l'opzione A" dice lui mentre io lo colpisco al braccio con la rivista e borbotto "Dai! Resta concentrato, è una cosa seria!" "Serissima...comunque non posso darti una risposta perchè non ho avuto ex" dice Juan buttando la sporcizia nel cestino. "Come no? Non sei mai stato fidanzato?" "Non ho avuto modo più che altro...più di una scopata non potevo permettermelo" "Oh...e perchè?"chiedo mettendo il broncio. "Mi trasferivo molto spesso, è complicato" "Capisco" mormoro capendo che non ne vuole parlare. "Tu invece? Cosa sceglieresti?"chiede lui cambiando argomento. Ritorno a guardare la rivista e dico "mmh....in caso non potrei ritornarci comunque. E' morto" "Davvero? Mi dispiace...com'è morto?" chiede Juan dispiaciuto. "L'hanno investito...stavamo litigando quando l'hanno scaraventato in aria. Ho visto tutto" "Porca troia...è una cosa terribile" Faccio spallucce e dico "E' successo tanto tempo fa...va bene così" "E non si sa chi l'abbia investito?" Mi mordo il labbro mentre sentiamo gridare "Flora!" Alzo lo sguardo al cielo...speravo di non incocciarlo per almeno mille anni. "Eccovi...non ti ho trovata in camera" dice Khalil trovandoci in cucina. E' vestito con i soliti abiti da lavoro tranne per la giacca sul braccio...odio trovarlo così attraente. "Mi è concesso venire in cucina o devo rintanarmi in camera come un topo?"chiedo a brucia pelo. "Ti è concesso." dice lui freddo inserendo le mani in tasca. Non lo guardo neanche...vorrei solo prenderlo a menate dopo quello che ha fatto ieri. "Tra cinque minuti ti voglio in ufficio, ho una cosa da discutere con te" Continuo a mangiare la mela concentrata sulla rivista. "Hai capito Flora?"chiede lui più severo. Continuo ad ignorarlo. " 5 minuti o ti faccio trascinare di forza in ufficio" dice lui per poi uscire dalla cucina. Mi giro per fulminare con lo sguardo la porta e sbuffo...5 minuti il cazzo. "Non dovresti farlo innervosire così" dice Juan mentre mi rigiro dalla sua parte. "Che si fotta" sputo acida sfogliando con rabbia la rivista e sistemandomi la gonna. Oggi fa più caldo del solito e ho optato per una gonna sbarazzina bianca di lino e un top sempre di lino con uno scollo a barchetta blu e bianco a righe...ai piedi non ho nulla, ormai cammino scalza...è un'abitudine che avevo a casa e che non riesco a smettere. "Shh fai attenzione" dice lui facendo chiaro riferimento alle telecamere. "Continuiamo col quiz?"chiedo lasciando completamente sbattere Khalil. "Vai" dice lui divertito. Passiamo un sacco di tempo a fare tantissimi tipi di quiz e scoppio a ridere per tutte le opzioni che s'inventa Juan...è un ragazzo così divertente e affettuoso, mi fa tristezza sapere che sia rinchiuso come me qui. "Juan...posso chiederti una cosa?" chiedo mentre siamo seduti a bordo della piscina. Lui annuisce e io chiedo "Hai detto che sei qui per qualcosa che solo Khalil può darti" Juan s'irrigidisce immediatamente e io dico subito per rassicurarlo "No no...volevo solo sapere chi volessi trovare...non voglio nomi" Lo vedo titubante all'inizio ma poi sputa il rospo e dice "Mia sorella...ho scoperto che è l'unica parente in vita e vorrei ricongiungermi a lei" "Tua sorella...? Sei stato adottato?" "Una cosa del genere..." "L'hai persa di vista" deduco. Lui annuisce con la testa e io girandomi verso il mare dico "Spero tanto tu possa trovarla...hai la fortuna di averla in vita" Juan corruga la fronte e chiede "Tu pure..." "Io ho perso un fratello quando era molto piccola...purtroppo non ricordo tante cose lui" "Hai perso tante persone" mi fa notare lui. Mi mordo il labbro e faccio per dirgli che ho perso tante altre persone, ma all'improvviso una voce grave dice alla nostra destra "Il padrone mi ha detto di portarla da lei subito" Entrambi ci giriamo verso l'omone autista e io guardandolo male dico "Dica al suo padre di..." Non mi lascia il tempo di parlare che mi alza dal braccio e mi trascina lontano. Inizio a urlare di lasciarmi andare, ma lui è molto più alto e forte di me e in ben che non si dica mi porta dal demone. Ma che modi! Bussa alla porta dell'ufficio che si apre subito dopo e mi butta dentro...a malapena riesco a rimanere in piedi. La porta dietro di me viene richiusa e sento Khalil dire "Grazie Malcom" Alzo lo sguardo a lui che digita qualcosa al computer incurante e butta delle volte l'occhio su dei documenti alla sua destra...lo guardo accecata dalla rabbia e mi aspetto che dica o faccia qualcosa, ma non fa nulla...come se non mi avesse fatta trascinare fino a lì come un fottuto sacco di patate. Socchiudo gli occhi minacciosi e ormai con tutto il corpo in fiamme per la furia, vado spedita alla sua scrivania e con una manata faccio cadere per terra il computer e tutti i documenti a cui prestava tanta attenzione. Mi affaccio sulla scrivania per arrivargli vicino e sibilo "Bene, discutiamo." Lui si alza superandomi di molti centimetri e guardandomi dall'alto dice freddissimo "Me lo ripaghi tu un nuovo computer?" "Ma per favore, che a poco ti pulisci il culo con i soldi" Khalil inclina la testa e chiede socchiudendo anche lui gli occhi "Ah si?" "Gli stessi soldi con cui ti paghi le puttane, si." "Sai benissimo che non ho bisogno di pagarmele" dice lui con un sorrisetto del cazzo. Ovviamente fa chiaro riferimento al suo giochino di ieri sera mentre io ero seduta davanti...la cosa mi fa andare in escandescenza, così in collera che alzo una mano e con tutta l'ira repressa per tanti anni gli mollo uno schiaffo. L'eco dello schiaffo rimbomba per la stanza e lui rimane col viso rivolto verso destra...completamente immobile, non si aspettava per niente che gli alzassi le mani. Non lo avrei voluto fare anch'io...non ho mai alzato le mani a nessuno, però quando la pazienza va a puttana, va a puttane. Il fatto che sia paralizzato mi fa innervosire ancora di più e sporgendomi ulteriormente sulla scrivania grido "Vai! Arrabbiati! Fammi vedere come ti vendicherai adesso...perchè è di questo che stiamo parlando, no? Scatena l'inferno adesso!" Mi aspetto che mi molli anche lui uno schiaffo, ma succede tutt'altro...cazzo se succede altro. Mi afferra dal collo, stringendolo forte e rivendica le mie labbra....mi bacia. Il mio shock è così grande che il cervello si disconnette e lavorano solo loro...le labbra si uniscono a quelle di Khalil e si mangiano a vicenda...è una carneficina. Non capisco più un cazzo...la mente mi si annebbia e salendo sulla scrivania vado meglio incontro alle sue labbra...dio, odio ammetterlo ma l'idea che queste labbra abbiano toccato labbra che non siano mie, mi fa ripugnare. L'idea si fa sempre più nitida e ricordandomi di ieri, della figlia del governatore, della prof di scienze e di tutte le altre puttane con cui sarà andato, lo spingo all'indietro e scendo subito dalla scrivania. Furiosa con me stessa lo spingo ancora più forte all'indietro e grido "Non mi toccare! Mi fai schifo, schifo!" Mi giro per andarmene via da questo caos, ma lui mi afferra dalla vita e girandomi con prepotenza, si riappropria delle mie labbra. Tiene il mio viso serratissimo e schiacciandomi la testa con le mani sbrana le mie labbra...le morde, le succhia, le tormenta nel modo peggiore...perchè la passione non assaggia, divora. Tutto questo è malato...persino il cuore mi grida che tutto ciò non è giusto, è perversamente... "Malato" sussurro completando la frase in testa. Khalil si scosta senza darmi il tempo di riprendermi e ringhia guardandomi quasi ferito "Io non sono malato" Il mio cuore batte troppo forte...sento i polmoni arrestarsi...stavo respirando lui, mi è stato tolto il respiro...boccheggio per la mancanza della mia aria e buttando in aria l'orgoglio, il passato, tutto il marcio rancore gli tiro la cravatta per farlo abbassare e gli mordo il labbro inferiore per fargli capire che non lo deve fare più...non deve più allontanarsi senza il mio permesso, qua comando io e lui adempie. Gli tiro ulteriormente la cravatta perchè è troppo alto e lui capendo il mio disagio, mi alza in braccio come una piuma e mi posa sulla scrivania...si allunga su di me scaraventando tutto ciò che era sopra la scrivania e inserisce la lingua in bocca. Gli vado incontro senza fiato e aggrappandomi alle sue spalle imponenti, accarezzo la sua lingua senza pudore...cristo santo che buon sapore che ha, penso mentre inclino la testa per assaggiarlo meglio. Sento le sue mani infilarsi sotto la gonna e io faccio per allacciargli le gambe attorno ai fianchi, ma il tutto mi ricorda troppo la nostra prima volta e riallontanandolo con le braccia, do altra distanza allungando la gamba sul suo petto. Lui ne approfitta per guardarmi le mutandine, ma io glielo impedisco ridandogli uno schiaffo...lui non molla e tirandomi per la gamba, mi fa volare in aria. Mi aggrappo a lui che riesce a prendermi in tempo e mi distende sul divano di pelle nero...mi sale sopra intrappolandomi definitivamente e passa a tormentarmi il collo...riserva lo stesso trattamento di tormento con i denti al mio collo, mentre le mie mani gli sbottonano freneticamente la camicia e accarezza i muscoli che guizzano sotto il mio tocco. E' troppo bello, penso mentre scuoto la testa e mormoro al mio cuore "No, no, no..." lui risale anche il mio top e risalendo tutta la mascella, prende tra i denti il lobo dell'orecchio e sussurra "Shhh..." Mille brividi arrivano dritto al mio ventre e non sopportando di adorare tutto ciò, lo butto dal divano e gli salgo sopra. I miei occhi corrono ai suoi pettorali incisi...gli addominali scolpiti...anche le mie mani corrono a testare la loro resistenza e risalgo con le dita fino al suo viso...lui mi lascia fare ipnotizzato dai miei movimenti. Racchiudo una mano sulla mascella cercando di coprirgli quella cazzo di bocca, ma lui mi morde il palmo e io per vendicarmi inserisco un dito nella sua bocca...la sua lingua vortica attorno al mio dito e lo morde piano...chiudo gli occhi inarcando la schiena. Khalil se ne approfitta per mettersi seduto con me a cavalcioni su di lui e mi morde la mascella...risale alle mie labbra e succhiando il labbro inferiore, lo rilascia con uno schiocco...le mie mani afferrano i suoi capelli, mentre lui riattacca le mie labbra e io con rabbia gli tiro delle ciocche. Prego che si sposti per il male che gli sto facendo alla testa, ma lui spinge più a fondo la lingua ed esplora la mia bocca...fa l'amore con la mia lingua. L'amore...lo rispingo e mi alzo tempestivamente più furiosa che mai. Non ci sarà mai un punto d'incontro tra noi due, siamo come fuoco e benzina. "Non mi trattare come la tua puttana di ieri" ringhio abbassando il top con rabbia. "Di che cazzo parli?"chiede lui ancora per terra. Il mio occhio cade alle sue labbra rosse e gonfie a causa mia e serrando la mascella, vado verso il muro per prenderlo a pugni. Non mi basta perchè prendo la lampada e la scaravento per terra, voglio le sue labbra su di me, voglio lui su di me...fanculo, fanculo! "Non mi trattare come una stupida sorda! Ho sentito come vi divertivate ieri sera dietro nella limousine, ho sentito cazzo! Ero a pochi centimetri da voi!" Do un altro pugno al muro e grido incollerita "Poi te la sei anche scopata fuori! Vaffanculo Khalil, Vaffanculo!!" Lui si rialza e avvicinandosi dice "Non è come credi" Alzo il dito e ringhio minacciosa "Non ti avvicinare! Stammi lontano, lontano!" Khalil non mi ascolta e venendomi vicino dice "Non me la sono scopata" "Non sparare stronzate! Ti conosco Khalil, ti conosco come i miei palmi!" urlo inviperita dandogli uno spintone. Dio, non riesco a non prenderlo a menate! Vorrei massacrarlo di botte! Do un altro spintone e uno schiaffo...non ne ho abbastanza, lo spingo ancora ma dopo un po' lui serra i miei polsi e grida anche lui "Come avrei potuto scoparmela dopo che ci siamo baciati? L'ho portata fuori proprio per non farti sentire che in realtà non l'ho scopata! Non l'ho sfiorata cazzo!" "Ti aspetti che ci creda porco schifoso? Non m'importa!" gli grido in faccia palesemente bugiarda...non è una scenata di gelosia, non lo è! "Non l'ho toccata!" grida lui a me inferocita che cerca ancora di colpirlo. "Non dovevi portarla fuori!" ringhio fulminandolo con lo sguardo...gli avevo appena detto che non m'importava, dio che caos. "E tu non dovevi usare me per ingelosire l'altro!" sibila lui ancora più furioso riprendendomi per la gola. "Io faccio quello che cazzo voglio con Valerio!" "Stai zitta. Tu sei mia! Mia!" sibila stringendo ancora più forte la mia gola. Lo guardo con puro disprezzo, odio e rancore e serrando anch'io la mia mano attorno alla sua gola, ringhio stringendola forte "Io non sono tua!" "Si, che lo sei! Si! Tu sei tutta la mia vita!" urla lui facendo pulsare le vene sul collo. Il mio cuore perde un battito...cosa? "Io...scusatemi" sentiamo alla nostra destra qualcuno interromperci...Juan. Respiro affannosamente sul viso di lui con ancora la mano attorno alla sua gola e la sua sulla mia...siamo naso a naso e ci divoriamo con lo sguardo...eravamo a un passo così dal distruggerci definitivamente. "Il pranzo è servito" aggiunge Juan facendo distogliere lo sguardo a Khalil. E' lui il primo a lasciare la mano sulla mia gola e senza dirmi una parola esce via. "Non pranzo" lo sento mormorare a Juan per poi svoltare a destra. Rimango in mezzo a quel caos e deglutisco con ancora il fiatone...la mia mente è ancora bloccata a quella frase. "Sei tutta la mia vita" Mi porto le mani sui capelli e tremo sul posto...chiudo gli occhi e aspetto che mi passi, che non m'importi di quello che ha detto, aspetto, aspetto...aspetto invano perchè la frase è indelebile nella mia mente. -------------------------------------------------------------- "Non c'è neanche per cena?"chiedo lanciando uno sguardo al tavolo da pranzo. Non mangio mai con lui, Khalil ha anche capito che è inutile insistere e si accontenta di sapere che io mangi...Juan è un ottimo cuoco, anche se pagherei oro per una semplice spaghettata aglio, olio e peperoncino. Nega con la testa mentre io mi siedo sullo sgabello e inizio a mangiare la mia fettina di carne...ceniamo molto velocemente e Juan dice che va a dormire perchè troppo stanco...effettivamente sono le 23 e abbiamo passato tutto il tempo ad ordinare l'ufficio. Più lui che io perchè lui non voleva che mi tagliassi...è sempre così premuroso nei miei confronti Juan. "Buonanotte Juanito" mormoro sorridendogli. Lui mi restituisce il sorriso e mi dà anche lui la buonanotte...rimango sola in cucina. Abbasso lo sguardo alla mia pancia che brontola ancora e decido di realizzare finalmente i miei sogni...fare una bella spaghettata con aglio, olio e peperoncino. Prendo il necessario e mi metto all'opera...dopo quindici minuti finisco di cucinare e verso degli spaghetti sul piatto. Gemo mangiando il primo boccone...così semplice ma così buona. Verso anche il bis e decido di andare a mangiare in camera...non vorrei incocciare lo psicopatico. Vado in camera, ma improvvisamente sento un rumore...alzo la testa e capisco che viene da sopra. Le stanze di Khalil...chissà se si è portata una nuova scopata a bordo. La curiosità vince e salgo per la prima volta...il corridoio è uguale a quello di sotto ma le camere sono poche. Rizzo le orecchie in aria e cammino pianissimo...alzo lo sguardo alle telecamere e sospiro...merda, me ne ero completamente dimenticata. Faccio per ritornarmene sui miei passi, ma noto qualcosa d'insolito...le telecamere non sono per tutto il corridoio, s'interrompono verso la fine. Seguo le ultime telecamere al buio e guardo perplessa l'ultima porta del corridoio...è piccola ma è quella senza telecamera...cazzo, adesso potrò progettare come scappare da qui senza farmi beccare, venendo qui. Mi affaccio dalla porta aperta e spalanco subito gli occhi...l'odore di libri vecchi allieta i miei sensi e deglutendo vedo Khalil per terra, appoggiato con la schiena ad una libreria che legge un libro concentrato. Non ho tempo neanche di scappare via che lui mi percepisce e alzando lo sguardo mi becca lì. Ha ancora i vestiti d'ufficio addosso, tranne per la camicia sbottonata...dalle mie mani. Mi lecco le labbra e ormai colta in flagrante dico "Io...me ne stavo andando" Lui non proferisce parola, ritorna a concentrarsi sul libro...mi sta forse invitando dentro? Accetto l'invito tacito e molto lentamente mi siedo poco più lontano dal suo fianco e poso il piatto di pasta tra le mie ginocchia. Mi guardo velocemente attorno e vedo un sacco di libri antichi attorno a noi...la libreria è piccolissima...a malapena ci stiamo noi ma sembra un luogo ameno anche così. "In questa stanza non ci sono telecamere"mi conferma Khalil sorprendendomi. Lo guardo di sottecchi e mormoro "Perchè?" "Perchè ci posso entrare solo io, neanche Juan può. Sarà l'ultima volta che ci verrai, tra dieci minuti la richiudo a chiave" "E perchè mi hai fatta entrare?" "Ti ho fatta entrare?"chiede lui continuando a guardare il libro. "Beh...sono qui" "Sei qui per questo" dice lui allungando una mano e strappandomi il piatto di pasta dalle ginocchia. "Ehi! Li ho fatti io, sono per me!" protesto subito contrariata. Lui posa il piatto sulla sua coscia destra e prendendo subito una forchettata, inizia a mangiare. Osservo che mangia indisturbato il piatto di pasta e chiedo mettendolo in dubbio "Non hai paura che abbia avvelenato gli spaghetti?" Khalil scuote la testa e dice "Erano per te quindi per forza non sono avvelenati" Touchè... Noto la guancia ancora arrossata per tutti gli schiaffi che gli ho mollato e ridacchio piano. "Che c'è?"chiede lui succhiando uno spaghetto. Scuoto la testa e accarezzandomi la guancia dico "Niente...sei solo rosso in faccia per i miei schiaffi" "La cosa ti diverte?" "Molto" dico ridendo. "E quelli non ti fanno male?"chiede invece lui indicando il mio collo...ho avuto modo di vedere prima allo specchio tre enormi succhiotti sul collo e sulle clavicole...bruciano un po' ma non glielo dirò mai. "Non li sento neanche" dico orgogliosa. Lui chiaramente non ci crede e si morde il labbro scuotendo la testa ridendo. "Che c'è?"chiedo indispettita per finta. "Ancora non ti è chiaro che ti conosco troppo bene? Quando menti lo capisco" Eppure ieri sera quando ti ho detto la balla su Valerio, ci hai creduto alla grande... "Da cosa lo capisci?"chiedo corrugando la fronte. Lui ritorna a guardare il libro e mangiare i suoi spaghetti non rispondendomi. "Dai dimmelo!" protesto mettendo il broncio e avvicinandomi di poco a lui. Khalil non molla e io fregandogli veloce il libro che stava leggendo dico "Allora? Me lo vuoi dire?" "Il libro" dice lui guardandomi severo. "Prima dimmi da cosa capisci che io mento" dico alzando il libro in aria. "Sai che mi basterebbe alzare un braccio per riprendermi il libro e storcerti il polso?" dice lui minaccioso. "E sai che io posso correre come una gazzella?"dico mordendomi il labbro. Il suo sguardo cade su questo e si morde a sua volta il labbro...serro la mascella mentre lui chiede divertito "Una gazzella?" "Vuoi vedere?"lo sfido. "Sei solo 1,75m pulce" mi sfotte lui. "E tu quanto sei?" chiedo curiosa. "Venti metri più alto...capisci che mi basta una falcata. Non hai come" "Posso batterti per furbizia" dico scaltra. "Potresti" mi concede lui. "Allora? Vuoi rivelare i tuoi assi o vuoi continuare a giocare a carte coperte?" lo stuzzico. Lui mi sorride malizioso e dice prendendo un'altra forchettata di pasta "Il segreto della vita non è avere delle buone carte, ma giocare bene una cattiva mano." Le sue parole mi colpiscono molto e abbassando il libro, lo osservo mentre finisce di mangiare. Khalil non alza lo sguardo a me e io aprendo il libro leggo "Paradise loft. (Paradiso perduto) A poem written by John Milton 1667" Inizio a sfogliarlo e chiedo "Di che parla?" Lui posa il piatto per terra e distendendo le gambe dice "Narra della caduta dell'uomo nella tentazione di Satana, dopo che il demone è stato cacciato dal Paradiso per aver tentato di usurpare il trono divino. Infatti la vicenda inizia con Satana e la sua gang di demoni che si rianimano dopo essere stati gettati da Dio all'Inferno e, sebbene alcuni dei suoi alleati siano dubbiosi, Satana riesce a convincerli a compiere una nuova azione, questa volta di vendetta nei confronti di Dio, colpendo la creatura che ha fatto a sua immagine e somiglianza: l'uomo. Non è solo pura vendetta e desiderio di rivalsa: è l'eterna lotta tra fede e conoscenza. E' questo a rendere Satana uno dei villain più affascinanti della letteratura mondiale, perché è lui stesso a dirlo." "Dove? Dove lo dice?"chiedo curiosa dalle sue parole. Lui sembra compiaciuto di questo mio interesse e tirandomi a sè con un braccio, mi fa distendere su di lui e riprende il libro sfogliandolo con una sola mano...come se sapesse a memoria ogni pagina. "Ecco qui..."mormora lui sopra la mia testa iniziando a leggere "La mente è il proprio luogo, / e può in sé fare un cielo dell'inferno, un inferno del cielo. / Che cosa importa dove, se rimango me stesso; e che altro / dovrei essere allora se non tutto, e inferiore soltanto / a lui che il tuono ha reso il più potente? / [...] meglio regnare all'inferno che servire in cielo. Libro I, vv. 253-257 e 263" "Non è un tipo che molla" osservo rileggendo con gli occhi la frase del libro. "Satana è come un eroe classico...forte, possente, orgoglioso, impossibile da scalfire. Ma come tutti gli eroi classici ha anche lui una debolezza: il desiderio di vendetta. Questo lo rende ai nostri occhi irresistibile...e anche la sua scelta di perseguire la via della conoscenza, della mente, dell'intelligenza cosa che lo contrappone da sempre a Dio, il cui potere deriva invece dalla Fede" Sfoglia velocemente altre pagine e dice "Leggi i versi 647- 649" Mi sistemo meglio su di lui e incomincio a leggere "che finalmente si possa fargli intendere / almeno questo: che chi ha prevalso sul proprio nemico / soltanto con la forza, lo ha vinto soltanto a metà." "Vedi? E' rappresentato pieno di sé, e sicuro di poter abbattere Dio; le sue parole sono sempre fraudolente e ingannevoli. La sconfitta non ha affatto piegato il suo orgoglio, causa della sua rovina e di cui non può in nessun modo disfarsi. E' il riflesso della decadenza morale e razionale" "Parla di Satana in tutto il libro?" chiedo alzando lo sguardo. Lui affonda una mano nei miei capelli e scuotendo piano la testa dice "Sono dieci libri e...no. Parla anche di Adamo e di Eva e di come vengono corrotti da Satana a mangiare il frutto proibito" "Come?"chiedo amando letteralmente la sua voce mentre mi racconta il poema. "Satana tenta Eva approfittando della sua vanità e ingannandola con la sua dialettica; Adamo, vedendo che Eva ha peccato, commette coscientemente il medesimo errore, mangiando anche lui il frutto proibito. In tal maniera, Milton ritrae Adamo come un personaggio eroico, ma anche come un peccatore ancor più grande di Eva... Il suo punto debole è l'amore per Eva . Egli confida a Raffaele che la sua attrazione per lei è travolgente, qualcosa che la sua ragione non è in grado di vincere. Dopo che Eva si nutre dall'Albero della Conoscenza, egli decide di compiere lo stesso atto, essendosi reso conto che se lei è votata a ciò, egli deve seguirla nel suo destino infausto, per non perderla, anche se ciò significa disobbedire a Dio." "Non capisco...entrambi hanno mangiato la mela...perchè Adamo è raffigurato come il peccatore più grande?" chiedo corrugando la fronte. "Eva è chiaramente intelligente, ma a differenza di Adamo non è desiderosa di apprendere, essendo infatti assente nella conversazione di Adamo e dell'Angelo Raffaele...Una volta scoperto il peccato, Adamo, che non vuole abbandonare Eva, nonostante sia consapevole del terribile atto che sta per compiere, si nutre a sua volta del frutto proibito...pecca consapevolmente per stare accanto alla sua donna." "Che sciocchi...e poi cosa succede? Vengono puniti da dio Dio, no?" chiedo con voce assonnata, raggomitolandomi a lui...le due dita accarezzano lentamente la cute della mia testa e la cosa mi rilassa così tanto... "Dopo aver peccato, Adamo ed Eva scoprono per la prima volta la reciproca attrazione dei corpi e spaventati da questa nudità, s'incolpano a vicenda. Iniziano a lottare e le loro suppliche fanno sì che i due si riconcilino. Ad ogni modo, gli viene anche mostrata la speranza, e cioè la possibilità di redenzione, attraverso la visione di Cristo. Essi, successivamente, vengono banditi dall'Eden, e un angelo aggiunge che qualcuno potrà trovare "un paradiso dentro di sé"." Mugolo nel sentire ancora la sua voce dolce e chiedo "Sai queste cose grazie a tua madre, vero?" Lo vedo annuire con la testa per poi posare il libro e spogliarsi della camicia piano e mettermela sopra. Mi stringe a sè come un fagotto e dice "Passavamo giornate intere in libreria...tra i libri, un tè caldo e i biscotti al burro fatti da lei" Mi aspetto che mi chieda come sappia di sua madre e io di dirgli che grazie a delle ricerche sulla sua persona ai tempi del centro ho potuto comprendere, ma non succede nulla di tutto questo e io chiedo timorosa "Com'era tua madre?" "Bella, dolce, dolcissima...intelligente. Era gentile con tutti, era bella dentro e fuori...era amata da tutto il quartiere. Aveva un cuore enorme, sorrideva sempre ed era bravissima a cucinare. Mi coccolava sempre, mi rassicurava, mi amava con tutto il suo cuore. Era meravigliosa" Le lodi fatte alla madre mi sorprendono e mormoro "L'amavi" "Con tutta la mia anima" "Mi dispiace" dico sentendo la sua voce un po' rotta. Lui mi tira a sè ancora più forte affondando il naso tra i miei capelli e mormora "Anche a me" "Lei è..." "E' stata assassinata"completa la mia frase confermando le mie ricerche. "Da chi?" "Non importa...ho ucciso tutta la sua generazione. Non avrò il rischio di incontrare nessuno di loro" La cosa mi fa irrigidire, ma lui mi tiene ancorata a sè e dice "Non voglio la tua approvazione pulce, non mi serve averla. Io ero lì nel momento dell'incendio e dell'assassinio e nessuno di quei uomini hanno avuto pietà per lei, era il minimo che potessi fare" Capisco di non dover insistere e alzando lo sguardo ai libri mormoro "Sei riuscito a recuperare solo questi libri?" "Questi libri erano i nostri preferiti...erano riposti in una teca speciale di sotto insieme al pezzo raro per cui l'hanno assassinata. Nessuno è arrivato alla teca e io sono riuscito a recuperare quelli che ho potuto" "Perchè situarli qui? Non c'è troppa umidità o..." "La temperatura è regolata qui dentro...non ci sono interferenze dall'esterno, ecco perchè l'assenza di telecamere" mi spiega subito lui mentre io gli accarezzo il polso sul mio viso. Sospiro e deglutisco...vorrei tanto sentirmi a disagio, ma l'unica verità è che sto da dio e ancora più sorprendentemente...mi sento al sicuro nel suo abbraccio, coperta dalla sua camicia e dal suo profumo. "Che succede?"chiede lui piano sulla mia tempia. Quando dice di conoscermi come i suoi palmi, ha più che ragione...nessuno mi comprende così bene...la cosa mi terrorizza, basta che sbatta gli occhi per fargli capire tutto...vorrei tanto essergli indifferente, ma si dice che Il complice del crimine della corruzione è spesso la nostra stessa indifferenza. "Due minuti fa ti odiavo" gli rivelo frustrata. Lui sorride sulla mia testa e chiede divertito"Ora non mi odi più?" "Ti odio di meno" "E' già qualcosa, no?"chiede lui lasciandomi un bacio sulla tempia. "Fanculo" borbotto facendolo ridacchiare. Sento lui che inspira il mio profumo e si rilassa visibilmente...la stessa cosa faccio anch'io. "Perchè hai detto quella cosa importante prima?"chiedo a brucia pelo riferendomi al "Sei tutta la mia vita" Lui capisce a cosa mi stia riferendo come sempre e borbotta "Ero arrabbiato" "E tu quando sei arrabbiato dici cose dolci?"chiedo alzando la testa per osservarlo. Lui china a sua volta la testa ritrovandoci a pochi centimetri di distanza dalle labbra e mormora "No..." Resto a fissarlo a lungo, finchè sento i soliti brividi pervadermi il corpo e raggomitolandomi su di lui, chiudo gli occhi esausta dalla lunga giornata di guerra. "Dico la verità" sento sussurrare lui dopo un tempo infinito...mentre cado tra le braccia di Morfeo. Potrei riaprire gli occhi e dirgli che non sarò mai sua, che può solo crederlo fino alla fine dei suoi giorni, ma non faccio nulla...non adesso. Faccio una cosa peggiore...difendo il colpevole e chi difende un colpevole si rende complice della colpa.

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Non passava un istante senza pensare a lei, tutto quanto mangiava e beveva aveva il sapore di lei, la vita era lei a ogni ora e ovunque. -Gabriel García Márquez KHALIL'S POV: PASSATO. "Mmm...penso che così potrà bene" mormoro osservando il contratto appena stilato. Il primo contratto stilato...ho avuto ottime istruzioni da parte di Livio e ora ho deciso di cimentarmi anch'io in queste cose burocratiche...partire dalla base, dal trascrivere un contratto. Sembra una cosa facile da fare, ma ci sono molti passaggi da curare...un contratto non è un semplice foglio di carta da firmare in calce. Esso infatti contiene tutte le informazioni che riguardano il rapporto con il datore di lavoro, pertanto è sempre un bene leggerlo in tutte le sue parti, anche se può sembrare faticoso o noioso e anche se il linguaggio adottato, spesso troppo tecnico, può risultare ostico. Ed è lì che li frego tutti...creare una mole consistente di norme e regole che talvolta possono risultare confuse. Le persone si fermano solo all'apparenza, alle prime pagine di un contratto...sei stato convinto in quelle prime pagine, sarai automaticamente convinto anche nelle prossime...è sorprendente osservare quante persone cadano a questo giochetto...a quanti non imparino mai la stessa e unica lezione...l'apparenza inganna sempre. Stampo il contratto e calando gli occhiali da vista, lo analizzo un'altra volta...le clausole sono al loro posto, le regole e anche tutti gli inganni...si entra in scena. Scannerizzo il contratto e faccio per mandarlo a Livio, ma sento d'improvviso una voce gridare "Va tutto bene nonna! Vai tranquilla!" Sposto lo sguardo alle telecamere e osservo Flora che si porta un cuscino in faccia e cerca di soffocare un urlo...che succede? Lascio stare il contratto e avvicinandomi alla postazione, osservo davanti a sè il portatile e un test...27 domande su 100 leggo i risultati del test. Mi connetto al portatile e controllo le domande sbagliate...sempre allo stesso punto. La signorina non si allena abbastanza sull'algebra e casca come un pero a tutti i problemi di matematica. Butta per terra il cuscino e si spoglia innervosita del maglione...i miei occhi si dilatano improvvisamente alla vista della canottiera che accarezza le sue curve. In questi due anni è cresciuta molto e i suoi 16 anni si stanno incominciando a mostrare soprattutto sui seni...è passata dall'indossare una seconda a una terza coppa D di reggiseno. Le gambe si sono allungate, la schiena pure e i capelli sono pure più lunghi...la mia ragazza cresce rigogliosa e sempre più testarda...l'ho beccata diverse volte cercare su facebook il profilo di Valerio, inutile dire che ogni volta entravo nel sistema e bloccavo tutto. L'ho persino beccata ricambiare sguardi lascivi con diversi ragazzi mentre faceva la spesa o una semplice passeggiata nel parco dietro casa...i ragazzi non hanno fatto una bella fine, ma almeno me li sono tolti dalle palle. Flora non va più a scuola e la cosa mi mette più tranquillità...col corpo che si ritrova adesso, avrei dovuto far fuori ogni pretendente...ogni sguardo malizioso...sarebbe stato alquanto irritante trascinare i ragazzi nell'angolo e cavare a tutti gli occhi. La mia ragazza non ha bisogno delle vostre stupide attenzioni, ha già le mie. In questi due anni ha persino iniziato ad accettare i miei messaggi...non spegne più il cellulare e delle volte mi risponde pure..."Lasciami in pace" scrive sempre, ma è sempre qualcosa...abbiamo un minimo di comunicazione. Molto spesso m'incazzo perchè non mi considera completamente e in quei casi inizio a minacciarla o spaventarla con qualche effetto speciale...aziono i rubinetti di ogni stanza così che lei debba correre per tutta la casa a chiuderli, accendo le luci a tarda notte, faccio suonare la sveglia nel suo cellulare, aziono video improbabili dal suo computer, le lascio dei regali sgradevoli sotto casa...una volta le ho lasciato davanti alla porta di casa un cesto pieno di ratti sbudellati...mi ricordavano in faccia Valerio. Lei è subito rientrata in casa piagnucolando...non mi spiego il perchè, erano già morti i ratti...sa quanti ratti ho dovuto decapitare io prima di decapitare vere e proprie teste? Sorrido invece quando ripenso alla volta in cui ho modificato il colore dell'acqua dei rubinetti e le ho fatto credere di essersi fatta la doccia con sangue di maiale...ha urlato per tutto il tempo grattandosi il corpo per poi svenire e risvegliarsi più tranquilla. Le ho spiegato che è stato solo uno scherzetto e di non prendersela tanto...volevo solo farla divertire quella volta, ha uno strano umorismo la mia ragazza. "Vaffanculo" esordisce lei rimettendosi a posto e riavviando il test. "Traccia sul grafico una curva logaritmica con base a compresa tra 0 e 1." si presenta il primo esercizio. Flora si concentra sul grafico e col mouse fa tutt'altro...ma perchè non la studia questa benedetta matematica? "Stai attenta, la funzione gode di proprietà che non stai usando" scrivo subito. Lei sorprendentemente si sporge a leggere il messaggio, ma come al solito m'ignora...sta diventando un'abitudine. Flora si sistema meglio gli occhiali sul viso e cancellando la curva, si mordicchia l'unghio mentre pensa a come tracciare la nuova curva. Decido di aiutarla nonostante la sua testardaggine...il test è tra pochi giorni e lei è una capra totale nelle materie scientifiche. "Vedi che la funzione è definita solo per valori positivi dell'argomento x ed assume valori su tutto l'asse reale...ossia ha dominio R+ e codominio R" Flora si sporge ancora per vedere il messaggio, ma corruga subito la fronte non capendo...decido di essere più chiaro, spiegarglielo in modo elementare. "Assume valori positivi per 01. E' monotona decrescente se fai attenzione, cioè quando x "cresce" la funzione decresce, invece quando x si "avvicina" a 0 la funzione "cresce", quindi interseca gli assi nel punto di coordinate (1,0) e fai attenzione a x=1 che è nulla" Osservo lei che rilegge molto attentamente il messaggio e finalmente decide di applicarsi...con le mie istruzioni riesce a tracciare la linea giusta e sorride nel passare alla prossima domanda. "Una partita di calcio tra la squadra A e B è finita 4 a 3. In quanti modi diversi possono essersi succedute le reti?" Corruga di nuovo la fronte non capendo e io scrivo subito "Devi contare quante sono le permutazioni. Basta osservare che il primo elemento della sequenza può essere scelto in n modi diversi, il secondo in (n-1) modi diversi e così via sino all'ultimo che potrà essere preso in un solo modo essendo l'ultimo rimasto" Lei si gratta la testa, mentre legge il mio messaggio e io sorridendo intenerito dalla sua espressione confusa scrivo "Bimba non è difficile...indicando con a le reti della squadra A e con b le reti della squadra B, ogni possibile sequenza di goal equivale ad una permutazione dell'insieme [a,a,a,a,b,b,b]...quindi?" Si mordicchia il labbro nel leggere il messaggio, ma poi spalanca gli occhi e scrive al computer P7=7! La vedo esultare sulla poltroncina mentre io ricevo una chiamata da Livio...merda, non gli ho ancora mandato il contratto. "Pronto?"rispondo schietto. "Signore...sto aspettando il contratto. I signori sono qui che aspettano e..." i miei occhi vengono catapultati su un messaggio nel cellulare collegato a quello di Flora. "Come si fa questo?" leggo subito sul display. Mi sta chiedendo aiuto? Sorrido sorpreso e dico "Non ora Livio, rimanda la riunione a domani. Ho da fare adesso" "Signore, i clienti vengono dal Messico e..." "Ho detto che ho da fare." sbotto riattaccando. Butto il telefono sul tavolo e mi catapulto a leggere il prossimo problema...osservo lei che fissa impaziente il cellulare nella telecamera e io sorrido ancora più contento. Sta aspettando felice un mio messaggio per la prima volta. Continuiamo per tutta la giornata così ad allenarci su problemi e problemi e facciamo solo una pausa per cena...andiamo avanti così fino a tarda notte e quando noto che lei è davvero esausta, scrivo fingendo di essere esausto io "Riprendiamo domani pulce? Ho il cervello fuso adesso ;)" Lei non risponde ma chiude il computer e si mette a dormire...non mi aspettavo chissà cosa, ma rimango un po' deluso dalla sua apatia. Salvo tutti i test da fare domani e mentre inizio ad analizzarne alcuni sento il suono di un messaggio...abbasso gli occhiali e vedo il cellulare collegato a quello di Flora illuminarsi "Buonanotte" leggo col cuore che batte all'impazzata. ------------------------------------------------ PRESENTE. "Signore...sono tutti qui" m'informa Juan sporgendosi sul mio ufficio. Annuisco con la testa e chiedo aggiustandomi il gilet "Dove si trova Flora?" "In camera" mi conferma Juan...in realtà mi rassicura sentirmelo dire. Controllo costantemente Flora dalle telecamere ed è raro che non sappia già cosa stia facendo o dove sia...è sempre sotto i miei occhi. "Ok, falli entrare" dico riferendomi a Valerio e i suoi collaboratori. Si, Valerio Prosanti in persona. Ho investigato un po' e ho scoperto della sua piccola clinica dove sta lavorando sull'applicazione della stampa 3D nel settore biomedico, per la progettazione di nuove protesi e organi artificiali...è una clinica che deve crescere per fruttare le sue abilità e io sono pronto per investirci...a costo però di trasferire tutta la clinica in Filippine e prendermi il 60% degli interessi. Tutto sommato è un grandissimo affare per Valerio, infatti sono sicuro che venga qui con già la firma apportata sul contratto e per festeggiare ho già invitato alla riunione anche Romina. La giustificherò come mia ospite e cercherò di prendere due piccioni con una fava...lui in Filippine con una nuova famiglia da badare. Romina ancora non ha capito ciò che dovrà fare, ma glielo farò capire molto presto...se si dovesse rifiutare di seguire Valerio nelle Filippine? Saranno cazzi amari per lei. "Juan..." lo richiamo prima che esca. Lui si rigira e io dico "Flora non deve uscire dalla stanza per nessuna ragione...sono stato abbastanza chiaro?" Juan annuisce e chiede "La chiudo a chiave?" "No, così sospetterà che ci sia qualcosa di strano e indagherà come suo solito. Cerca di non farla uscire dalla camera, mi basta questo" "Va bene. Ci penso io" mormora lui per poi fare un cenno ed uscire. Inspiro a fondo e mi alzo in tempo ad accogliere il pirla...vedo Romina sbucare da dietro, sorrido subito soddisfatto. "Signor Temiz, la ringrazio per l'ospitalità...è stato un soggiorno bellissimo" dice subito Valerio stringendomi la mano. "Non è nulla...spero solo che abbiate passato bei momenti intimi insieme" dico riferendomi a Romina al suo fianco. "Oh con Romina...con Romina ci siamo divertiti a fare le escursioni in mare e montagna. Si è instaurata una bella amicizia tra noi" getta nella merda tutti i miei piani di accoppiarli. "Amicizia...lo vedremo chissà. Volete accomodarvi?"chiedo indicando le sedie. Lui annuisce mentre io mi sporgo su Romina e sibilo "Ti avevo detto di portartelo a letto...non sai più fare neanche quello?" "E' più complicato di quanto credessi...c'è un'altra nella sua testa" sussurra lei. Mi giro per fulminarla con lo sguardo "E fagliela dimenticare succhiandogli il cazzo, usa quella bocca per qualcosa di più utile che lamentarti" "Non mi parlare così" ringhia subito lei. "Sai che posso gettarti nella rovina, sai di cosa sono capace. Cerca di muovere il culo e farlo innamorare di te al più presto cazzo." Non le do modo di replicare e sedendomi a capotavola, butto un occhio sul portatile...le telecamere sulla stanza e il bagno di Flora sono ferme sotto i miei occhi e riesco a vedere Flora concentrata a leggere una rivista, mentre si mette lo smalto alle unghia dei piedi. Non sembra sospettare nulla...vorrei vederla in viso, ma è china su se stessa e non si fa vedere...sembra me lo voglia fare apposta. "Flora non c'è?"sento chiedere da Valerio. Un senso di possessione invade come lava il mio corpo e scuotendo la testa dico più calmo del previsto "E' in camera da letto, stamattina era esausta" "Oh...avete fatto anche voi le escursioni?"chiede lui volendo indagare. "Più sesso che escursioni" dico diretto. Valerio sussulta di poco, mentre tutti gli altri scoppiano a ridere e Romina dice toccando la schiena di Valerio "Almeno c'è qualcuno che si diverte più di tutti noi" "Già" borbotta Valerio per poi dire "Sembra che tra voi due le cose vadano bene. Sono felice per Flora" "Vanno a gonfie vele, siamo molto innamorati. Spero anche tu possa raggiungere questo traguardo nella vita, è molto appagante" dico facendogli un sorriso tirato. Lui annuisce con la testa per poi dire "Speravo di averlo raggiunto anch'io in realtà...me lo sono fatto strappare sotto gli occhi purtroppo" Capisco che sta parlando della mia Flora e incrociando le gambe dico "Dio fornisce il vento ma è l'uomo che deve alzare le vele" "Farò in modo la prossima volta di alzarle bene le vele" replica lui, mentre sento la mia mano sbiancare per la forza con cui avrei voglia di stringere il collo del coglione. "Ad ogni modo abbiamo portato il contratto con noi, volevamo discutere di alcuni punti se non le dispiace" dice lui tirando fuori le pratiche. Mi allungo per prenderle e mentre sfoglio il contratto, noto le pagine posteriori intatte..."Ma certo, dimmi tutto" dico con la vittoria in mano. Passiamo le prossime ore a discutere delle clausole del contratto e riesco persino a prendere una parte maggiore di quello che avevo pensato di prendere...Valerio parla parla e parla di tutto quello che potrebbe creare, di quanta innovazione potrà portare al mondo con le collaborazioni con scienziati, tecnici e medici per sviluppare soluzioni ingegneristiche a problemi medico-biologi e parla anche di redigere documentazione tecnica (report, manuali...per presentare e condividere i risultati del proprio lavoro. E' davvero un bel progetto, ma io mi sono disinteressato di tutto ciò quando ho visto l'accetta sulla clausola riguardante il trasferimento alle Filippine...del resto può occuparsene perfettamente Livio. Juan c'interrompe per servire il caffè e dei pasticcini, mentre io abbasso lo sguardo annoiato allo schermo e corrugo subito la fronte...dov'è? Era sul letto un minuto fa. Inizio a digitare frenetico per visualizzare tutte le altre telecamere e quando seleziono quella del suo bagno sento gridare "Juan!" Spalanco gli occhi e alzo gli occhi davanti a me, alla porta dell'ufficio spalancata e una figura minuta avvicinarsi a passo lento. No no no...supplico in mente. Lei con molta nonchalance grida di nuovo il nome di Juan, ma poi raggiunge la porta dell'ufficio ed entra dentro dicendo "Mostro hai visto Juan per cas..." Si guarda subito attorno e notando la riunione mormora "Oh...scusatemi del disturbo" Il mio cuore intanto batte all'impazzata e i miei occhi corrono ad osservarle la minigonna sbarazzina rosa che le lascia tutte le gambe scoperte, la canottiera rosa risalita di poco rivelandole la pancia piatta, un cardigan bianco sopra, i capelli acconciati in una semplice coda e ai piedi è scalza...stringe al petto la rivista e ha le guance a fuoco, dio cosa darei per sbatterla adesso sulla scrivania di fronte a quel coglione di Valerio. "Flora..."mormora a proposito il coglione mentre lei stava per scappare via dalla situazione. "Valerio...che ci fai qui?"chiede invece lei sorpresa di vederlo... Chiudo gli occhi consapevole del fatto di non poter più recuperare la situazione e dico ad alta voce "Tesoro...scusami se non ti ho avvertito della riunione. Pensavo che avresti dormito per tutto il giorno" Lei mi lancia subito un'occhiataccia, ma cela immediatamente il fastidio e dice facendo un sorriso tirato "Che caro...mi dispiace avervi interrotti, va avanti da molto la riunione?" "Da qualche ora in realtà, ritorna in camera cara. Ti raggiungo appena avrò finito" dico pregando con tutto me stesso che mi dia retta per una volta nella vita. "Ma no, perchè? Può restare anche lei, tanto abbiamo quasi concluso e mi fa piacere spiegarti i nostri prossimi progetti" interviene Valerio. Flora gli sorride subito e io ringhio piano "Non c'è posto per lei, Flora tesoro sali di sopra." Lei mi fa un sorriso tirato accompagnato da un'occhiataccia e dice venendo verso di me "E che problema c'è? Posso sedermi qui" Mi fa improvvisamente arretrare e sedendosi sulle mie ginocchia, rinfila la sedia sotto il tavolo...mi passa un braccio attorno al collo per sostenersi meglio e dice a Valerio "Sono tutta orecchi adesso" E' completamente seduta su di me e io le tengo i fianchi per non farla cadere...come diavolo ci siamo arrivati a questa posizione? Lei che si rifiuta anche solo di sfiorarmi. Rafforzo la presa attorno ai fianchi, passando le mani sulla pelle nuda e liscia e la sento muoversi sopra di me per posizionarsi meglio...non capisco se lo stia facendo apposta perchè sotto ha solo delle mutandine e sono a diretto contatto con la patta dei miei pantaloni...patta che credo stia per scoppiare per quanto mi pulsi il cazzo. Inspiro a fondo il suo profumo di iris e viole e chiudo per un secondo gli occhi...dio, voglio poterla possedere adesso, su di me...proprio così. Una risata mi fa ritornare alla realtà e cercando di non farmi cullare dal suo calore, seguo con attenzione le parole di Valerio. Flora ne sembra affascinata, a differenza di me che stavo per addormentarmi e levandomi il braccio attorno, posa i gomiti sulla scrivania inarcando la schiena e incastrando perfettamente il suo culo sul mio cazzo...poso le mani sulla sua vita e cerco di non imprecare ad alta voce. Un'altra risata da parte sua mi fa sussultare e sporgendomi al suo orecchio sibilo "Basta, non lo fare più" Lei in tutta risposta si fa più indietro e sfrega intenzionalmente le nostre intimità..."Cazzo pulce..." mi lascio sfuggire in un soffio. "Wow...è davvero un progetto grande. Sviluppare e implementare nuove procedure biomediche, testare la sicurezza e l'efficienza di queste tecnologie...Formare il personale sul funzionamento, l'utilizzo e la manutenzione di strumenti biomedici...sono tantissime cose da sfruttare. Hai già firmato il contratto?"chiede lei mettendo il naso nei miei affari. La lascio fare...non posso fare altrimenti, ho il suo culo praticamente sopra. Mi sta tenendo letteralmente per le palle... "Lo stavamo proprio per firmare, vuoi darci un'occhiata?"chiede lui passandole il contratto. Le stringo la carne sui fianchi per farle capire di non esagerare, ma lei se ne strafrega come suo solito e dice "Certo, mi farebbe piacere" "Tesoro ma ci capisci qualcosa?"chiedo strappandole quasi il contratto dalle mani. Lei riesce a non farselo strappare e mettendosi più comoda sulle mie gambe dice "Mi hai già sottovalutato una volta...ricordi tesoro? Stavi per perdere un cantiere per usucapione se non fosse stato per me che ti ho salvato il culo" Fa un occhiolino a Romina e dice "Uomini...il loro stupido orgoglio" Solo ora mi rendo conto dell'esistenza di Romina in tutto questo e del fatto che Flora è più girata verso di lei che verso Valerio...come a dimostrarle qualcosa. Il pensiero che lei possa essere gelosa di Romina fa spazio nella mia mente, ma per evitare che Flora scopra tutto ridico "Dallo a me, te lo spiego meglio io" "So leggere tesoro, vai tranquillo" mi fredda lei iniziando a leggere. Prevedo tragedie. "75%" dice lei in un fischio dopo poco...perchè mi aspettavo che se ne accorgesse subito? "Cosa c'è?"chiede Valerio divertito dalle uscite di Flora. Persino io sono sorpreso dal suo fischio...una volta era una ragazza attenta e composta. "Ti sta spillando un bel po' di soldini il signore qui" dice lei indicandomi. Socchiudo subito gli occhi minaccioso...ho faticato tutta la giornata per farmi alzare ulteriormente la percentuale e lei deve venire a buttare tutto a puttane. "Dici? L'abbiamo alzata del 15%...pensavo di poter premiare l'iniziativa di tuo marito" dice Valerio ridacchiando. Lei sorride e dice "Questo non è premiare...è proprio vincere un superenalotto! Ad ogni modo se ti sta bene che lui prenda una così grande percentuale, a me va benissimo. Gli affari alla fine sono tra voi" "Già...sono tra noi" ringhio strappandole definitivamente il contratto da sotto gli occhi. Mi allungo per ridare il contratto ai legali, ma per sbaglio accendo il computer e subito lo schermo illumina le telecamere della stanza e del bagno di Flora. Anche lei nota la cosa e spalanca gli occhi...merda, ha appena scoperto che la spio persino quando si fa la doccia. Cerco di rimediare al danno e chiudo il portatile, ma lei si gira per fulminarmi con lo sguardo e sibila "Signori se volete scusarmi...tolgo il disturbo" Si alza prepotentemente da me e avvicinandosi a Valerio gli dà un lungo bacio sulla guancia con un grosso abbraccio. Stringo i braccioli della poltrona per non scaraventarla addosso ai due...a me non ha mai dato queste tipo di carezze, mai, neanche una volta. Se ne va subito dopo sbattendo la porta e io deglutisco riaprendo il computer e seguendola con le telecamere. Posso essere certo adesso che non si farà mai più una doccia... preferirà nuotare in mare aperto piuttosto. La seguo con lo sguardo e vedo che entra con rabbia nel suo bagno, nella doccia precisamente...che diavolo vuole fare? Aziona il getto d'acqua, sollevando una nuvola di vapore e inizia a spogliarsi del cardigan. Indosso le cuffie per capirci qualcosa in più e la osservo mentre butta in aria il cardigan e si mette sotto il getto d'acqua bagnandosi completamente. Si passa le mani nei capelli e fa per spogliarsi della canottiera, ma si ferma e si gira improvvisamente verso la telecamera. Merda...penso capendo il suo intento. Sa che la sto guadando in questo momento e sa che non chiuderei la comunicazione manco morto...sa di avermi per le palle adesso. Osservo attento cosa diavolo voglia fare adesso e quando penso che in realtà voglia fare la ragazzina offesa dalla privacy lesa, fa tutt'altra cosa. Ha finalmente capito che l'ho sempre spiata anche nei momenti più intimi, che non le rimane nulla di suo, che ho rubato anche la cosa più minuziosa di lei...che è tutto mio ormai. Ha capito che sono il suo padrone, che sono il proprietario di tutto ciò che la riguarda, che lei appartiene più a me che a lei stessa...ma lei è Flora, è la stessa stronza puttana che capisce come fotterti e nel modo peggiore, la stessa che se le fai un torto, te lo restituisce con interessi compresi. La stessa che mi conosce fino alle viscere e sa esattamente l'effetto malato che ha su di me,la stessa che non si fa scrupoli a girarsi a suo favore questo vantaggio, la stessa che mi è entrata sottopelle e ha lasciato tutto in disordine...sa di essere pericolosa alla mia salute, che è tossica per le mie emozioni, che sono spregevole perchè è l'amore che mi porta a ciò, che sono debole perchè sono un uomo, che sono un tumulto di sentimenti che si espandono e si riducono, che sono quel che sono perchè pazzo di lei, lei...la mia sostanza imperfetta. Infila una mano sotto la gonna ben visibile alla telecamera e chiude subito gli occhi...sa che io so che non si è mai toccata, sa che mi farà male, sa che mi sta privando di una parte fondamentale di lei, che si sta lasciando andare senza di me...il suo padrone. Osservo con rabbia la mano nascosto sotto la gonna e sento il corpo andare in fiamme...sta toccando ciò che è mio, sta toccando ciò che è mio, mio, mio...la mia mente lo ripete come un mantra. Stringo i pugni mentre lei alza lo sguardo apposta alla telecamera e chinandosi su questa, mi sorride come la puttana qual è, per poi alzarmi il medio e coprire la telecamera col cardigan. Il tutto viene coperto e io seleziono immediatamente altre telecamere all'interno del bagno..."no no no...merda" mormoro tra me nel vedere che le altre telecamere riprendono il bagno, ma non la doccia...la stronza ha alzato la temperatura dell'acqua e il vetro del box doccia è completamente appannato. "Ahhhh ahhhh oh ahhhh" sento gemere sulle cuffie...il mio cuore pompa all'impazzata. Vuole raggiungere il primo orgasmo da sola e vuole farmelo sentire chiaro e tondo, col cazzo stronza puttana. "Volete scusarmi" ringhio chiudendo a forza il portatile e uscendo fuori dall'ufficio. Non sento nulla, non me ne frega un cazzo di sentire le voci degli altri...ho ancora i gemiti di Flora in testa...ho il fumo che esce dalle orecchie e dalle narici. "Ohhh ohhhh oddio" mi strappo le cuffie di dosso e gettandole in aria, marcio come una bestia insatanata verso la camera di Flora. Dio, la uccido, l'ammazzo oggi...ha proprio toccato il fondo oggi, l'ha fatto cazzo. Entro in camera incollerito e spalancando la porta del bagno, la richiudo con forza annunciandomi. Vado verso il box doccia senza perdere tempo, ma appena cerco di scorrere la vetrata mi accorgo che è bloccata. Da aspettarselo dalla stronza. "Flora, apri subito" dico poggiando entrambe le mani sulla vetrata. Lei non risponde...starà godendo di gusto nel vedermi bloccato. Sa che non spaccherei mai il vetro per paura di ferirla e ha ragione, vaffanculo se ha ragione...sa che è più preziosa della mia persona, che preferirei farmi bruciare vivo piuttosto che permettere che qualcuno le torcia un capello, sa quanto può stravolgermi, quanto immenso potere ha. "Flora aprimi subito!" ringhio dando un delicato pugno alla vetrata. "Cos'è? Non riesci a goderti lo spettacolo così brutto porco?"chiede lei. "Giuro che se non mi apri immediatamente..." "Cosa! Cosa mi farai? Tanto arriveresti in ritardo..." geme lei facendomi capire che sta continuando a toccarsi. "Togli le dita da lì! Toglile!" grido cercando di far scorrere la vetrata bloccata. "E' così bello cazzo...mi chiedo perchè abbia aspettato così tanto a farlo" dice lei mentre io mi porto le mani tra i capelli disperato. "Flora!!" urlo dando dei pugni alla parete. La sento ridere...si sta divertendo, la diverte sapere che sta toccando ciò che è mio, che solo io posso avere accesso, che solo io posso darle! "Apri, ho detto detto apri!" la supplico un'ultima volta ma lei continua a gemere. Sto uscendo pazzo, sta per venire...senza di me. Sta per avere il suo primo orgasmo e io non sono lì, non sono lì dentro, mi sta privando della sua carne, carne che reclamo mia perchè lei appartiene a me, l'ho cresciuta io! E' mia, mia! Sta venendo senza di me. Butto un grido selvaggio e aggrappandomi all'armadietto vicino, mi innalzo su questo...riesco ad arrivare all'altezza del box doccia e sporgendomi su questo, mi calo immediatamente dentro. Faccio attenzione col soffione e atterrando finalmente all'interno del box doccia, mi rialzo più furioso che mai. Lei mi guarda spalancando gli occhi...non si aspettava che entrassi nel box doccia da sopra e corre subito all'angolo per sbloccare la vetrata. Eh no...troppo tardi piccola, penso mentre la prendo per la gola e con l'altra mano le strappo via la gonnellina. Lei sussulta mentre le lacero la pelle strappandole anche le mutandine e la sbatto contro la vetrata con forza. "Non toccarmi, non toccarmi, no!" grida Flora affaticata da tutto il vapore dentro il box doccia e io mettendomi subito in ginocchio, con le mani posiziono le sue coscia attorno al mio collo. Lei capisce subito le mie intenzioni e fa per scivolare via dalla mia presa, ma io sono più veloce e seppellendo la faccia in mezzo alle sue gambe inizio a leccarle la carne. "No no! No! No!!"urla lei capendo che è finita per lei. Serro la presa delle sue coscia sulle mie spalle e inclinando il viso, inizio a succhiarle il centro pulsante...senza alcuna dannata pietà. Lei urla subito di piacere e io penso solo al fatto di rimanere lucido e portare a buon fine il mio compito...lei ha un sapore così buono che mi sento di poter perdere i sensi...offusca la mia mente e vorrei solo perdermi in questa prelibatezza per il resto dei miei giorni. "Oddio...mio dio...mio dio!" geme lei mentre cerca di tirarmi i capelli all'indietro per sfuggirmi, ma io sono deciso a divorarmela fino in fondo e spalancando la bocca, prendo tutto ciò che mi aspetta di diritto. Lei è bollente sulla mia lingua e alzando lo sguardo riesco a vedere Flora che si morde il labbro e respira con affanno...il seno sale e scende con fatica, il collo e il petto sono arrossati, i capelli scivolano da un lato bagnati e il viso è in fiamme...il vapore attorno a lei rende la sua figura quasi divina e io realizzo che è esattamente come nei miei sogni, se non fottutamente meglio. Imprimo nella mente questa immagine e richiudendo gli occhi, ritorno a divorarla...non so se potrò mai staccarmi dal suo calore, è così confortante e paradisiaco. "Oh oh...basta, basta ti prego, basta!" cerca di fermarmi lei. Non ha capito un cazzo, voglio sentirla urlare il contrario...voglio sentirla urlare che ne vuole ancora, che non ne ha abbastanza di me come non lo sono io di lei. "Sono tutti di sotto, non posso, non possiamo" mormora lei cercando di sfuggire dalla mia presa. Faccio ancora più pressione e le mordo la carne...lei urla subito di piacere. Noi non ci muoveremo da qui. "Ohhh ohhhh no no ohhh" geme forte quando capisco di aver centrato il punto g...da lì in poi sono tutte urla isteriche di lei che mi prega di smetterla...sa di essere fottuta. "Vaffanculo! Vaffanculo Khalil!" ringhia lei infilando le mani nei miei capelli. Sorrido e sfregando il naso sul suo monte di venere, continuo a succhiare la carne..."Khalil, ohhh no no, Khalil aiuto!" grida quando capisco che sta per arrivare all'orgasmo. Sorrido come un figlio di puttana fortunato e mormoro "Vieni, non puoi fare altrimenti" "No, no! Non con te!" mugola lei ma io lecco ancora la sua carne e lei ringhia frustrata. "Sai che sei mia, questa cosa non cambierà mai. Sei tutta mia, prima, ora e per sempre" "No, noo!" grida lei mentre delle lacrime scorrono furtive sulle sue guance e lei finalmente viene...la mia lingua accoglie il suo primo orgasmo e ringhio compiaciuto nel sentirla tremare tutta. Divoro tutti i suoi umori e non lasciando neanche una goccia, mi prendo tutto...è tutto mio. Rimango seppellito là sotto fino a quando smette di tremare come una foglia e quando alzo lo sguardo la vedo ancora che respira affannosamente e con la presa stretta sui miei capelli. Sente il mio sguardo su di sè e abbassandolo con fatica, mi guarda dritto negli occhi. Ha gli occhi che luccicano...è una visione ultraterrena quella che sto avendo, penso mentre lei sposta lentamente una mano sul mio viso e sfiora le mie labbra. Sembra che sia incosciente quando schiude le mie labbra e infila l'indice dentro la mia bocca...la mia lingua avvolge subito il suo dito e lo succhia...lei rimane incantata, quasi affascinata dalla mia bocca. La guardo dal basso così...appagato al massimo dalla cosa più bella condivisa in vita mia e chiudo gli occhi, mentre lei esplora col dito la mia bocca. Avvicino il naso alla sua intimità e inspiro ancora a fondo il suo profumo...non riuscirò più a sentire altro odore, è questo l'odore di casa...di iris e viole, il profumo più dolce. Riapro piano gli occhi e incrocio il suo sguardo confuso...sta incominciando a fare i conti con se stessa, la conosco abbastanza da prevedere che adesso se non scappo via, avrò il soffione inficcato in gola. Inspiro per l'ultima volta il suo calore e stringendo i suoi fianchi a me, mi rialzo piano...la metto attentamente per terra e dopo essermi assicurato che stia in piedi, sblocco la vetrata e vado via in silenzio. "Dove...dove vai?"sento sussurrare dietro di me. Mi giro e la vedo all'angolo che cerca di coprirsi con le mani e mi guarda con odio...vuole sputarmi addosso ogni tipo di cattiveria. "A concludere il contratto. Litighiamo poi" dico per poi darle le spalle e uscire. Salgo in camera per cambiarmi velocemente e mentre scendo giù, appoggio la testa contro la parete e mi lecco le labbra...dio, vorrei scendere da lei, spalancarle di nuovo le gambe e divorarmela ancora ancora e ancora. Abbasso lo sguardo alla mia patta, che non sembra essersi calmata anche dopo la doccia veloce gelata e sospirando ritorno in ufficio. "Signor Temiz, è successo qualcosa? Ci stavamo preoccupando"chiede subito Valerio senza darmi il tempo di respirare. "Nulla di grave, avevo un po' di appetito e ne ho approfittato" dico sedendomi nella mia poltroncina. "Soddisfatto?"chiede lui. "Più che soddisfatto" dico leccandomi le labbra per poi aggiungere "Vogliamo firmare allora questo contratto?" ---------------------------------------------------------- FLORA'S POV: Non so che ore siano, non so dove io sia, non so dove mi trovi in questo momento...non mi riferisco all'io materiale...il mio corpo è posato su un letto, sono su qualcosa di resistente...la mia morale vacilla invece. Vacilla da giorni e non riesco a prenderne possesso...vacilla verso la follia e la razionalità in continuazione...è un pendolo che dondola, dondola, dondola... Chiudo gli occhi e mi rannicchio in me stessa toccandomi la pancia...sento ancora la sua bocca su di me, la sua lingua rovente che divora le mie viscere...si è preso tutto, non mi ha lasciato nulla, si è preso tutto quanto e mi ha lasciato vuota. "Mmmm" mugolo arrabbiata dando un calcio alla mia stessa gamba. Perchè non hai dato questo calcio proprio a lui? Ce lo avevi in mezzo alle gambe! Potevi alzare un ginocchio e centrarlo al naso, soffocarlo tra le mie gambe, spingerlo in tutti i modi possibili, che cazzo mi è preso? Perchè non ho fatto nulla! Flora cazzo! Do dei pugni consecutivi al cuscino di fianco a me e grido su questo...vorrei andarmi a fare un'altra doccia, vorrei lavarmi di nuovo ma è tutto inutile...non se ne va via, il suo calore è in mezzo alle mie gambe e quando solo ci ripenso, divento magma...mi sento di bruciare nelle fiamme dell'inferno, non c'è altra spiegazione...mi sento dannata. Sentivo di sbagliare, ma il mio corpo non riusciva a fare altrimenti...galleggiava nell'oscurità. Mi pulisco le mani ulteriormente sulle coperte con una smorfia di disgusto...sento ancora la sua bocca attorno alle mie dita, la sua lingua che vortica attorno come miele rovente...chiudo gli occhi e sospiro piano. Basta, basta, basta! Mi rimetto seduta sul letto e butto tutti i cuscini per terra, non voglio niente attorno a me. Nel buio butto anche le coperte per terra e mi gratto la pelle...non so esattamente cosa stia facendo, ma se serve a farmi stare meglio, lo faccio. Scendo dal letto e battendo di nuovo le coperte, ci risalgo sopra...mi stendo e richiudo gli occhi. Li riapro e mi gratto di nuovo, mi do dei calci di nuovo...non può andare avanti così. Mi metto seduta sul letto e butto un'occhiata alla porta col comodino davanti...non ho intenzione di vedere di nuovo quel dannato porco schifoso! Faccio per rimettermi stesa, ma sento improvvisamente dei rumori nella stanza accanto...volgo subito la testa verso questa e corrugo la fronte. "Ahhhh ahhh ahh! ah! Si!" sento ora chiaramente. Mi concentro sui suoni così simili ai miei oggi e mi porto le mani sulle orecchie...no no no! Quella non ero io, era impossibile che fossi io...io provo solo ripugnanza nei confronti di Khalil, lo odio, lo disprezzo, mi fa rivoltare le budella...quella che urlava di piacere non ero io, non lo ero! "Ohhh ohhh!" sento ancora nella stanza accanto. Cerco di far finta di non aver sentito nulla...non me ne importa, non mi dovrebbe importare nulla. "Si!! Si...! Ahhh, si!" i rumori si fanno sempre più forti e io corro dall'altra parte della stanza. Mi gratto dappertutto e chiudo gli occhi...la sua lingua mi accarezza così dolcemente, il suo profumo di peccato inonda le mie narici e io infilo le mie dita tra i suoi capelli e li tiro indietro...ne voglio ancora, non voglio che si fermi, oh dannazione che bella la sua lingua su di me. "No! NO! no!!" grido dando dei pugni alla parete. "Ahhh! ahhhh! oh si! oh siiii!" Mi catapulto alla porta e scaraventando in aria il comodino, vado come una furia in corridoio. Come cazzo si permette di scopare dopo quello che gli ho dato! Quello che mi ha rubato! Con quale coraggio adesso va a procurarsi piacere da un'altra parte? Perchè non viene da me? Perchè non è venuto da me! Lui si è preso tutto e adesso io voglio la mia parte! Che non si azzardi a toccare un altro corpo, che non si azzardi a godere di un'altra! Quella lingua è mia! Quelle mani sono mie! Quelle labbra baceranno solo ciò che vorrò io, io! Lui è mio! "Apri subito questa porta! Khalil apri o giuro che la butto giù!" grido bussando come un'indemoniata. Non sopporto l'idea che sia con un'altra adesso, non sopporto che tocchi un'altra, che ne guardi un'altra! Ci sono solo io per lui, devo esserci solo io come lui ha solo me! "Khalil esci da qua o ti taglio le palle! Esci immediatamente da qua! Vattene subito da lì!" urlo con tutto il fiato in corpo. Sento dei passi all'interno della stanza e io ancora più inviperita urlo "Si, bravo! Va' a fotterti con altre! Scopatele tutte ma poi non venire da me! Io non sono la ruota di scorta, mi hai capito cazzo? A me non importa con chi cazzo vai a letto! Non me ne frega nulla!" Ritorno indietro, ma decido di scaricarmi tutto in una volta e urlo di nuovo prendendo a calci la porta " No anzi, Romina se mi stai ascoltando, sappi che in giornata è stato con me! Si è messo in ginocchio e mi ha fatta venire! Non sei l'unica che gode dei suoi sporchi servizi! Lui ha voluto prima me e poi è venuto a cercare te! Mi senti? Sei la sua ruota di scorta perchè io non l'ho voluto! Mi senti Romina? Lui non sarà mai tuo! MAI! E' mio e non sarà di nessun'altra! Ficcatelo in quella..." Mi paralizzo di scatto quando aprono la porta e appare non Khalil...ma Malcolm. In fondo alla stanza c'è una ragazza di carnagione scura che si copre con le lenzuola e mi guarda preoccupata...rialzo lo sguardo su Malcolm e inizio a realizzare che mi sono sbagliata di grosso. "Signorina...non si sente bene?" Lo guardo mortificata con solo il mio stupido babydoll addosso e scuotendo la testa, faccio per dirgli le mie scuse, ma il mio sguardo e il suo vengono catturati da una figura a destra...una figura che era lì da molto più tempo di quanto credessi. Guardo all'inizio del corridoio Khalil a petto nudo con un pantalone marrone e in mano un bicchiere di whisky ancora mezzo pieno...mi sento così umiliata. Sbatto piano gli occhi e cercando di prendere coraggio mormoro pianissimo "Io...mi scusi. Mi sono sbagliata" Indietreggio di poco e con lo sguardo basso svolto subito a destra...quasi corro per il corridoio. "Flora" sento dire dietro di me. La sua voce...chiudo gli occhi e cerco di non tremare. Capisco che sia arrivata ad un punto di non ritorno...ho appena gridato apertamente che lo ritengo mio,l'uomo che ha reso la mia vita un inferno, l'uomo che mi ha dilaniata dentro, l'uomo che più disprezzo al mondo...mio. "Flora fermati" Scuoto la testa e salgo velocemente le scale...non riuscirò mai più a guardarmi allo specchio, non mi accetterò mai più, questa non sono io, questa è la Flora marcia...un marcio che si è propagato ovunque e adesso deve mettere una fine. "Flora!" Esco fuori e vado dritta verso il bordo della nave...non ho più nessuno, non sarò creduta più da nessuno, non ho più neanche me stessa, non ha nessun fottuto senso che io resti in vita per assistere alla mia fine...so già come andrà. La malattia si è insinuata dentro di me, è come un germe, lo sento scorrere dentro le mie vene, è parte di me ormai...so già che questa cosa non andrà bene, so già che lui mi ammalierà ancora con i suoi occhi, che mi farà godere con la sua lingua, le sue mani, le sue labbra...non ho scampo. Solo la morte. "Lasciami!" urlo quando salgo sul bordo pronta a buttarmi, ma sento delle braccia afferrarmi la vita. "Tu sei pazza, pazza!" grida lui tirandomi dietro. "Ho detto lasciami! Voglio andarmene! Ora!" grido con le lacrime agli occhi. Il vento è forte e il babydoll si incastra su un pezzo di legno...approfitto della cosa per scalciare più forte che posso e lanciarmi. "Flora porca puttana!" sento ringhiare lui mentre passa una mano sulla mia pancia e stringendola forte, mi tira su. "No, no! Lasciami!Voglio morire! Voglio morire!!" "Dovrai passare sul mio cadavere prima" ringhia lui tirandomi più forte. Mi aggrappo più che posso al bordo e cerco di scalciare sulla sua faccia...lui stringe le mie natiche nei palmi e con uno spintone afferra anche le mie braccia. "No!! No!! Nooo!" grido mentre cerco ancora di aggrapparmi. "Khali lasciami andare! Lasciami! O mi lasci o io cercherò un altro modo di morire, giuro che lo trovo!" grido mentre lui con fatica scende le scale e percorre un corridoio buio. "Ho detto di lasciarmi! Perchè non l'hai fatto eh? Perchè!" Sento che apre una porta e mi posa subito per terra...mi alzo di scatto per scappare, ma lui accende la luce nella stanza e chiude col codice la porta tempestivamente. Mi guardo subito attorno e noto che siamo in una stanza di letto...dal lusso della stanza posso capire che sia sua e afferrando la prima cosa sott'occhio, gliela lancio urlando "O mi lasci uscire o mi uccido! Scegli immediatamente" "Devi darti una calmata" dice lui evitando accuratamente ogni mio missile. "Una calmata? Io?"grido iniziando a ridere istericamente. "Dovrei darmi una calmata adesso!" dico a me stessa continuando a ridere. "Una calmata!" esordisco ancora incredula. Lo osservo davanti alla porta con dei graffi rossi sul petto che mi guarda attentamente e io dandogli subito le spalle, vado dall'altra parte della stanza. Abbasso il babydoll che è risalito e arrivando all'angolo della stanza, mi siedo per terra...mi porto le gambe al petto e seppellisco la testa tra queste. Rimango in questa posizione non so precisamente per quanto tempo, forse per tutta la notte finchè ad un certo punto sento una coperta pesante avvolgermi il corpo e il suo profumo sopra di me. Alzo piano gli occhi, ormai stanchi di piangere e vedo lui di fronte, a gambe aperte con me in mezzo che mi tende un bicchiere. Scuoto la testa, ma lui insiste dicendo "Ti farà bene" Abbasso lo sguardo al bicchiere e decido di prenderlo perchè sono davvero molto assetata e non mi curo minimamente di ciò che c'è dentro...se mi avvelenasse, mi farebbe un favore. Sorseggio il whisky dentro mentre lui alza il bicchiere e dice "Tutto d'un fiato" Costretta bevo tutto d'un fiato e faccio subito una smorfia...sento bruciarmi la trachea ma mi sento meglio....come se il malessere interiore incontrasse anche quello fisico. "Vedi? Va meglio" dice lui prendendomi il bicchiere tra le mani. Lo guardo male e inspiro col naso...fuori c'era un sacco di vento e io me ne sono saggiamente uscita col babydoll. "Non devi spaventarti, è normale quello che ti sta accadendo" mormora lui alzandosi per posare il bicchiere. Sembra sicuro di sè. "Che mi sta accadendo?"chiedo seguendolo con lo sguardo. Lui sorride e versandosi del whisky dice "Stai incominciando a capire" "Cosa?"mormoro corrugando la fronte. "Tu cosa credi di aver capito?"chiede lui scolandosi tutto il whisky. Deglutisco e dico mordendomi il labbro "Io...non lo so. So solo che sto impazzendo, farfuglio cose senza senso e...sono così confusa" "Non c'entra nulla la confusione" dice lui severo versandosi altro whisky. Lo guardo interrogativa e lui mormora "Semmai stai incominciando a vedere le cose nitidamente, nella confusione lo eri prima" "Io...non capisco" sussurro guardandolo sempre più stranita. Khalil mi sorride e bevendo l'ultimo bicchiere di whisky, chiede avvicinandosi a me "Ti ricordi quello che ti ho detto la scorsa volta?" "Mi dici tante cose" mormoro alzando il sopracciglio. "So però che c'è una cosa che ti ha colpita particolarmente" Socchiudo gli occhi e chiedo incerta "Quando hai detto che sono tutta la tua vita?" Lui annuisce e mormora "La stessa cosa vale per te" Scuoto la testa sorridendo "Tu non mi piaci" "E pensi che tu piaccia a me? No no, non parliamo di piacere qui" Si fa sempre più vicino e accarezzandomi una ciocca di capelli dice "Io ti amo, è ben diverso" Subito mi scosto dalle sue dita...che cazzo sta farneticando. "Tu sei pazzo." sibilo rialzandomi velocemente. "E' vero, sono pazzo di te" annuisce lui tranquillo, come se avesse detto la cosa più scontata al mondo. Lo guardo come se fosse un alieno mentre si rialza anche lui e dice "Vedi Flora...quello che c'è tra noi non è qualcosa nè di amichevole, nè di fraterno, io provo...come dire...un' ossessione nei tuoi confronti che degenera nella perversione, e tutto ciò che è anormale e perverso esercita su di me un morboso fascino. Sei come un fiore del male e io sono attratto dal tuo peccaminoso profumo" Indietreggio terrorizzata e mormoro "Tu stai male di mente, non puoi pensare una cosa del genere." Lui si mette a ridere e dice indicandomi "Potresti curarmi allora! Fai questo di professione, no pulce?" "Non chiamarmi pulce, dio mio quanto a fondo sono dentro di te? Quanto è profonda quest'ossessione?" "Vuoi scoprirlo?"chiede lui indicandomi un armadio. Ho paura anche solo ad avvicinarmi. Mi prendo di coraggio e spalanco le ante dell'armadio...rimango perplessa perchè non trovo nulla. Faccio per girarmi, ma lui è dietro di me e soffia sul mio orecchio paralizzandomi "Così a fondo che non lo vedi...nessuno può vederlo. Hai infettato le radici, è malsano...sai si dice che alcuni si innalzano con il peccato, altri precipitano con la virtù...Noi stiamo volando sulla fiamma della perdizione, la senti quanto arde?" Scorre con le dita la mia veste e infilando una mano nelle mie mutandine fradicie, mormora roco "A differenza di me mia bella pulce, per te c'è una via di redenzione..." Chiudo gli occhi quando lecca il lobo dell'orecchio e sfiora la mia intimità...è così leggero il suo tocco che mi fa tremare di voglia..."Sai cosa diceva il buon vecchio Shakespeare?" Infila un dito pianissimo nella mia entrata e facendo scontrare la mia schiena contro il suo imponente petto, mormora con la voce di lucifero "Ama, ama follemente, ama più che puoi, e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai...innocente." "Dovrei amarti quindi per essere libera?" gemo contro l'armadio. Il suo dito si fa più veloce dentro di me mentre ridacchia sul mio collo e dice "Non sarai mai libera da me pulce" L'altra sua mano slega il nodo del mio babydoll e facendolo scivolare delicatamente sul mio corpo, mi lascia nuda se non ancora per le mutandine.. Spalanco la bocca quando inizia a stuzzicare i miei capezzoli e aggiunge un altro dito alla mia intimità "Chi sei Khalil?"gemo inarcando la schiena. Lui si abbassa a lasciarmi una scia di baci roventi lungo la colonna vertebrale e mormora divertito " Sai...chi cade in peccato è un uomo" Strizza più forte i miei capezzoli e sfregando la sua intimità contro il mio sedere sussurra "Chi se ne duole è un santo" Fa più pressione al mio centro pulsante facendomi gemere di piacere e quando sono ad un passo dallo scoppiare, ringhia mordendomi la spalla "Chi se ne vanta è un diavolo." "Flora, Flora! Flora dannazione svegliati!" Ma che...? Deglutisco e scuotendo la testa, apro piano gli occhi. "Flora ma che cazzo fai? Addormentarti nuda nella doccia, sei impazzita?" mi rimprovera una voce...la voce di lucifero. Sbatto piano gli occhi e riesco a mettere a fuoco Khalil chino su di me che mi alza da terra. "No no...lasciami" mormoro iniziando ad agitarmi. "Lasciami un corno...devi subito asciugarti e metterti qualcosa addosso. Dio, avrei dovuto assicurarmi che tu stessi bene prima di riscendere in ufficio" si rimprovera Khalil. Aspetta...che ore sono? Mi sento posare sul letto e sbattendo ancora gli occhi, realizzo che è ancora giorno...forse non è neanche ora di pranzo. "Forza, tirati su che devi metterti questi" dice lui avvicinandosi a me. Rotolo sul letto e mettendo distanza tra noi mormoro "Tu mi ami..." Khalil mi guarda subito stranito e io dico indicandolo "Tu sei pazzo di me!" "L'orgasmo ti ha dato alla testa?" chiede lui facendomi fare una smorfia di dolore. "Tu hai un'ossessione per me" dico furiosa. Lui scoppia a ridere e chiede "E' un modo per dirmi che anche tu hai un'ossessione per me?" "Cosa? No! Assolutamente no!" esclamo ad alta voce. Khalil continua a ridere e uscendo dalla stanza dice "Vestiti e scendi giù a mangiare, ti farà bene schiarirti un po' le idee" Svolta a destra e mi lascia sola...mi guardo attorno e corrugo la fronte. E' stato un sogno quella notte? Non è mai esistita? Lui non mi ha confessato di amarmi e io non ho fatto quella scenata isterica di gelosia? Sospiro sollevata incominciando a capire che molto probabilmente mi sarò vero addormentata nella doccia e mi sono svegliata adesso...eppure mi è sembrato tutto così reale. "Oh scusami!" dice Juan richiudendo la porta. "No no! Entra!" esclamo coprendomi con le lenzuola. Juan rientra in stanza e io chiedo subito "Che giorno è?" "28 Aprile?" Faccio mente locale...merda, non mi ricordo neanche che giorno fosse ieri. "E' stata oggi la riunione con Valerio? O è stata ieri?" "Valerio?"chiede Juan confuso. "Alto, biondo, bello?"cerco di descriverlo. "Ah ehm...poche ore fa"dice lui confermando la tesi di Khalil...ovvero che mi sono addormentata sotto la doccia...quindi non ho fatto nessuna scenata. Oh grazie al cielo...non mi ama. "Bene, ora mi cambio" dico mentre lui annuisce con la testa ed esce dalla stanza. Continuo a guardarmi attorno e non noto nulla di strano...la mia mente sembra mi giochi brutti scherzi. Mi cambio velocemente e ripensando allo strano sogno fatto, esco dalla stanza...mi sento strana, come in un post sbornia. Svolto a destra per andare in cucina, ma sbatto contro qualcuno e subito dico "Oh scus...." Mi paralizzo nel vedere la ragazza che ho sognato con cui ha scopato Malcolm....quella che mi guardava preoccupata sul letto...cosa diavolo... "Scusami tu" dice lei abbassando lo sguardo e fuggendo via. Com'è possibile che..."Su bevi ancora un po'...bevi con me" un flashback di Khalil che mi bacia e fa scivolare un liquido ambrato dalla sua bocca alla mia, mi fa spalancare gli occhi e boccheggiare.. Nel flashback sono nuda sul suo letto e lui gioca con me...mi fa bere dalle sue labbra, ride con me, mi stuzzica...dice che mi farà stare bene, che devo fidarmi di lui. Mi giro e corro in camera...entro in bagno e scostando il colletto della camicia guardo con orrore l'arrossamento sulla spalla...non è chiara ma è appena visibile...ci sono i segni dei suoi denti e di tutte le cazzate che ha appena cercato di rifilarmi. Perchè ubriacarmi, lasciarmi sotto la doccia il giorno dopo e farmi credere che non sia successo nulla? Perchè fingere che non ci sia stata quella notte? Perchè chiedere anche a Juan di mentirmi? Perchè prendermi così in giro? "Tutto bene Flora?"sento dietro di me improvvisamente. Mi giro cauta e vedo Khalil che mi guarda sulla soglia del bagno con un bicchiere di whisky in mano...aspetta che gli dia una risposta. Mi schiarisco la voce e dico "Si, certo." "Mi sento girare la testa...Khalil Khalil basta" rido, mentre lui mi fa bere altro whisky e nel frattempo tormenta i miei capezzoli coi denti. "Siamo sulla buona strada pulce" sussurra lui buttandomi sul letto...grido sentendomi sulle giostre, io amo le giostre...chissà cosa ama lui oltre a me. Khalil annuisce con la testa e facendomi un sorriso tirato chiede "Ti sei un po' schiarita le idee?" "Sono sulla buona strada" replico socchiudendo gli occhi. Lui abbassa lo sguardo ai miei seni e io prego ai miei capezzoli di non esporsi così spudoratamente ai suoi occhi "Ne sono felice" mormora leccandosi le labbra. Beve tutto d'un fiato il suo whisky e lasciando il bicchiere in bagno, va via...come a beffeggiarsi ancora della mia sanità mentale, ma io so che il più bel trucco del Diavolo sta proprio nel convincerci che non esiste.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


In ciò che sembriamo veniamo giudicati da tutti; in ciò che siamo da nessuno. -Friedrich Schiller KHALIL'S POV: 6 ANNI. "E fu così che dopo pochi giorni il Brutto Anatroccolo si svegliò, ed andatosi a specchiare nello stagno vide che tutte le sue piume grigiastre erano diventate bianche come il latte, e la sua goffaggine si era trasformata in un portamento elegante ed aggraziato: era diventato un cigno! E quanto era bello, il più bello di tutto lo stagno! – Quando ero ancora un Brutto Anatroccolo, non avrei mai immaginato che un giorno sarei stato così felice! E spiccò il volo insieme a tutti i suoi nuovi amici. Morale della favola: solo credendo sempre in sè stessi e nelle proprie capacità alla fine si riesce a diventare grandi accettandosi per quello che si è. — Fine della fiaba —" "E quelle anatre che lo prendevano in giro?"chiedo corrugando la fronte. Mama sistema le coperte e dice " Sono rimaste sole perchè troppo cattive" "I cattivi rimarranno sempre soli?" Lei annuisce la testa e allungandosi a darmi un bacio sulla fronte mormora "E ora a nanna che domani si va a scuola" "No! No! La scuola no!" grido subito mettendomi seduto. Mama sussulta per questo mio sgomento e mormora "Ma pulcino mio...è da giorni che non vuoi andare a scuola. Devi imparare a leggere, a scrivere..." "Fammi imparare tu" insisto con gli occhi terrorizzati. "Sai che non ho tempo...domani si va a scuola e non si discute"dice lei alzandosi dal letto. "A scuola no! Non voglio!" mi rigiuto categoricamente. "Per fortuna che non decidi tu" dice lei ridendo e spegnendo la luce al centro. "Buonanotte pulcino" aggiunge per poi richiudere la porta. Guardo la porta chiusa triste e chiudo piano gli occhi...mi metto su un fianco e stringo a me Flora. E' una bellissima fatina con un vestito scintillante rosa e verde e ha la carnagione un po' scura...ha gli occhi verdi, la bocca rosa e i capelli scuri lunghi. Le racconto tutto, lei sa tutto...mi ha promesso di mantenere il segreto, mi fido di lei. Papà cerca più volte di togliermi Flora dalle braccia e darmi un pupazzo più grosso che ha un naso enorme e una M stampata sul cappello...assomiglia al preside, non mi piace per niente. Flora mi protegge, mi capisce, siamo una cosa sola...lei mi vuole bene, non le importa che io abbia una grossa pancia, parliamo sempre e ridiamo insieme. Con lei non ho più paura di nulla. "Non ci andrò domani a scuola" le rivelo passando le dita tra i suoi capelli. Riapro gli occhi e dico sbuffando "Non guardarmi così, tu sai!" Sospiro pentito per il tono di voce usato e mormoro dandole un bacio sulla fronte "Scusami mia piccola Flora, perdonami. Non ti sgriderò più, è colpa mia" Accosto la mia guancia alla sua e sussurro "Devo trovare un modo per mettere fine a tutto questo. Potrei prendere una di quelle posizioni di baba e farglielo bere...quella pozione rossa che baba tiene nel lato nascosto della farmacia e dice sempre di non toccare perchè fa male" "Shhh non dire nulla a nessuno, mi hai capito Flora?"chiedo portando un dito sul suo dito. "Lo sappiamo solo noi due, intesi?" Sorrido e stringendo Flora a me mormoro "E ora tanti bacini per te" ----------------------------------------- "Khalil! Khalil dove sei?" grida baba mentre io spalanco gli occhi e cerco di capire quale pozione prendere. "Khalil!" Nella fretta afferro una pozione rossa con un teschio sopra...spero sia quella giusta. La metto subito nello zainetto e chiudendo la cerniera, scendo giù dagli scaffali e corro fuori dal laboratorio. "Eccomi!" esclamo scostando le tende e facendo il giro del bancone. "Che stavi facendo in laboratorio?"chiede subito baba stranito. "Non trovavo un colore" mi giustifico subito. "Un colore? E l'hai trovato in laboratorio?" "No...vuol dire che farò a meno" dico fingendomi triste. Baba si abbassa a prendermi in braccio e guardandomi dritto negli occhi chiede "Khalil mi stai dicendo la verità?" "Si! Si! Non nascondo nulla nello zainetto!" dico impanicandomi. "Nello zainetto? Ok, vediamo un po' " mormora lui mettendomi per terra e prendendomi lo zainetto. "No! No! Ridammi lo zaino!" grido saltando agitato. Lui alza lo zaino in modo che io non possa raggiungerlo e frugandone dentro,esce fuori la pozione. "Khalil!" grida lui spalancando gli occhi. "Io...baba..."faccio per spiegargli tutto, ma il secondo dopo mi ritrovo la guancia andare a fuoco per lo schiaffo. I miei occhi si riempiono di lacrime mentre lui grida "Hai idea di quello che hai appena fatto? Sai cosa può causare questa cosa? Khalil santo cielo! Cosa ti è preso!" Il mio labbro inizia a tremolare e le lacrime cominciano a scorrere copiose...ho deluso baba. "Ti è severamente proibito entrare qua dentro, ti è chiaro Khalil?" mi sgrida lui tendendomi il dito. Vorrei spiegargli tutto...esprimermi con scioltezza esattamente come ho fatto con Flora, ma dalla mia bocca esce solo un lamento per la guancia in fiamme. "E ora subito a scuola!" esclama lui prendendomi il braccio e trascinandomi fuori. "No! Baba non voglio andare a scuola! A scuola no! Baba!"grido con le lacrime che scorrono ancora. "Non voglio più ascoltare i tuoi capricci! Ora basta!" non ne sente ragioni lui mentre mi trascina fuori dalla farmacia e mi butta all'interno della macchina. Cerco di riaprire la portiera, ma è bloccata e la macchina incomincia a partire. Batto sui finestrini piangendo e grido di voler scendere...baba sembra sordo e continua a guidare indisturbato. Piango ancora più istericamente quando arrivo a scuola e baba mi apre la portiera. "No! No! Noo!" grido a pieni polmoni mentre baba mi prende in braccio e si dirige verso scuola. "Cos'è questo baccano?"esordisce una voce maschile dietro di noi. Ci giriamo entrambi e io mi paralizzo..."Preside" esordisce invece baba. "Chi abbiamo qui! Khalil, non ti vedo da giorni" dice lui avanzando. Sbatto ripetutamente gli occhi col cuore che batte all'impazzata...vorrei urlare a baba tutto ma sono come paralizzato dalla paura. "E' stato un po' male, nulla di grave. Volevo venire da lei a spiegarle la situazione per riammettere Khalil in classe" dice baba sorridendogli. "Non c'è problema, Khalil può ritornare tranquillamente in classe" "Perfetto, grazie mille. Khalil hai sentito la bella notizia?" chiede baba con me in braccio. Lo guardo con gli occhi spalancati...spero tanto possa leggermi nel pensiero come fa Flora. "Può lasciare a me Khalil, ci penso io a riaccompagnarlo in classe" si propone il preside. "Grazie per la disponibilità preside" dice baba mentre cerca di mettermi per terra, ma io stringo come in una morsa il collo di baba. "Khalil...scendi" mormora baba. "No no..."mormoro piano. "Khalil...ma che ti pre..."non fa in tempo a chiedermi cosa ho, che vengo strappato furiosamente dalle sue braccia e mi ritrovo presto nelle braccia del cattivo. "Ci penso io...Khalil è fragile adesso, posso capirlo" "Khalil tutto bene?"chiede ora baba preoccupato. "Certo che sta bene, ora può andare papà. Ciao ciao" dice lui alzando la mia mano e salutando baba. Baba mi guarda con sospetto, ma il preside inizia a muoversi e dice "Ci vediamo" Sono costretto ad aggrapparmi a lui per la velocità con cui si allontana da baba per raggiungere la sua stanza. "Entra" dice lui quando arriviamo al suo ufficio e mi spinge dentro. Osservo che chiude la porta a chiave per poi girarsi verso di me e dire "Khalil piccolino...incominciavo a preoccuparmi della tua assenza" Si avvicina a me e iniziando a spogliarsi chiede "Hai detto a qualcuno di noi" Indietreggio nel vedere che si slaccia la cintura...non voglio rifare quella cosa, mi fa vomitare. "Ti sei stato zitto come ti avevo detto?" chiede avvicinandosi. Deglutisco e indietreggio ulteriormente...non voglio che mi tocchi di nuovo, non voglio. "A quanto pare hai fatto il bravo...ti meriti un premio" dice lui raggiungendomi. Mi afferra subito per il braccio e lui sedendosi sulla poltroncina, mi fa mettere sulle sue ginocchia. "Ti ricordi cosa abbiamo fatto la scorsa volta?" chiede lui accarezzandomi la schiena. Nego con la testa. "Ti rinfresco le idee" mormora lui calandosi i pantaloni. "Toccalo" dice subito dopo. Nego con la testa...non lo voglio rifare. "Vuoi che dica a tua mamma che hai fatto il monello?" Nego con la testa. "Allora toccalo." Nego con la testa. "Bene, allora usiamo le maniere forti" dice lui afferrandomi la mano e posizionandolo sul suo membro. "No,no!" esclamo scendendo da lui. Il preside tiene serrata la mia mano e incominciando a fare su e giù chiude gli occhi. Le lacrime iniziano a scendere e mi agito ulteriormente. "Ora vieni sopra" dice tirandomi su di lui. "No! Voglio andare via!" grido piangendo. "Quanto mi ecciti piccolo" mormora lui mentre mi posiziona sopra e fa per infilarmi il suo membro. "No! No!" grido ancora agitandomi!" "Fermo che non riesco a..." Il tutto succede così velocemente che non realizzo quando afferro una penna e lo colpisco con furia sulla gola. Il sangue inizia a scivolare dalla penna e io scendo subito dalla sua presa, osservo le mie mani piene di sangue e scappo via. Corro per tutto il corridoio ed entrando in bagno, mi lavo tutto...mi lavo, mi lavo ovunque e accasciandomi per terra continuo a lavarmi piangendo. ------------------------------------------ FLORA'S POV: PRESENTE. "Boo!" esclamo facendo saltare in aria Juan. Mi porto le mani sulla pancia e scoppio a ridere...è stato troppo esilarante. "Ridi ridi che quello che stava per prendersi un colpo ero io" borbotta Juan. "Ti spaventi per così poco?"chiedo ancora ridendo. "Voglio vedere te" mugola lui versando il caffè in una tazzina. "Vedo che stai versando del caffè" dico avvicinandomi al bancone. "Si...ne vuoi un po'?" chiede Juan alzando lo sguardo. Scuoto la testa e dico "No, lo stai portando a Khalil?" "Si" conferma lui. Mi mordo il labbro...è ora di agire. Sono stata per ore a capire come procedere in questa situazione, come uscirmene...ore a pensare e ripensare per capire che se voglio arrivare ad un punto, devo raccogliere dei dati, delle informazioni che possano colpirlo. Lui tiene in pugno me per il centro, ma se io trovassi qualcosa per tenere in pugno lui? Qualcosa che non sappia nessuno e lui non vorrebbe che qualcuno conosca. Come fare? Indagare segretamente...avvicinarmi nei suoi affari, entrarci se è possibile. Devo trovare qualcosa, devo uscire da questo manicomio...devo o diventerò pazza a forza di stare vicino al re dei pazzi. "Potrei portarlo io" propongo posando i gomiti sul bancone. "Mmm...potresti, ma non sai il codice dell'ufficio" "E dimmelo" Lui mi guarda alzando un sopracciglio e io cedendo dico"Allora vengo con te...devo parlare con Khalil" "Il signore si arrabbierà molto" mormora lui. "Khalil non si arrabbierà con te, questo posso assicurartelo" dico lisciandomi il mio vestitino estivo bianco con dei limoni sopra...penso sia un modo di deridermi. Io me ne frego altamente... lascia la mia schiena interamente scoperta e questo mi dà sollievo in queste giornate afose...il davanti ha un scollo rettangolare con le bretelle bianche sopra, è corto il giusto e accarezza bene la pelle...non trovo perché non debba indossarlo. "Bene, allora seguimi" dice lui prendendo l'occorrente. "Anche dei biscottini al burro?" chiedo mentre usciamo dalla cucina. "Il signore ne va matto, li spazzola sempre tutti" Mmm...una teglia di biscotti al burro in cambio di informazioni, accetterebbe? "Interessante...e io che pensavo che si nutrisse di pane e veleno" Juan mi guarda subito male e io dico facendo spallucce "Cosa? Non puoi negare la verità" "Sei troppo dura col signore, non ti fa mancare nulla qui" dice lui svoltando a destra. "Solo la libertà" borbotto portando le mani sulla schiena. "Lo vuoi un consiglio?" "Certo, dimmi fratello" dico buttandogli un braccio sulla spalla. "Sii più accondiscendente...lui lo apprezzerà" "Mmm cosa ardua per una come me" dico facendo una smorfia. "Calare la testa spesso porta più vantaggi di quanto puoi credere" sussurra lui accostandosi al portone. "Puoi girarti per favore?"chiede subito dopo. Sbuffo e faccio ciò che mi dice...è l'unico amico che ho, non voglio perderlo. "Fatto" dice mentre io mi rigiro e la porta dell'ufficio si apre. Avanziamo entrambi e vediamo Khalil che non alza neanche la testa ed è impegnato a scrivere e a consultare dei documenti. "Puoi poggiare le cose qui" dice sempre con la testa calata quando ci avviciniamo. Juan fa come detto e si allontana. "Grazie Juan, puoi congedarti" dice Khalil sfogliando freneticamente dei documenti. "Si, signore" dice Juan avvicinandosi alla porta. "Che fai? Vieni?"mi mima lui dalla porta. Nego con la testa e mimo a mia volta "Vai, vengo poi" "Flora vieni! Non fare sciocchezze" mima lui. "Vai tranquillo" mimo io rigirandomi. Sento lui sbuffare e subito dopo dei passi...se n'è appena andato. Mi avvicino ulteriormente alla scrivania e rimango immobile a fissarlo. Lui non si degna neanche di alzare lo sguardo su di me ma dice strafottente"Puoi congedarti anche tu" Cosa? Mi hai scambiata per la sua domestica del cavolo? Sposto i capelli sulla schiena, trattenendomi dal picchiarlo rudemente e dico "Ti vedo molto impegnato" "Lo sono" dice un po' infastidito dalla mia presenza. Oh bene...ne avrà ancora per un po'. Scosto la sedia davanti alla scrivania e mi accomodo. Finalmente ottengo la sua attenzione...alza lo sguardo su di me e chiede "Posso aiutarti in qualche modo Flora?" Mi passo una mano sul collo e appoggiando l'altro braccio sulla scrivania dico "No, ma potrei aiutare te io" Lui scuote la testa e dice "Ne dubito" Lo guardo male e allungando la mano a prendergli dei fascicoli, dico sfogliandoli distrattamente "Potrei aiutarti con tutti questi documenti e..." "Non ci capirai nulla" dice lui strappandomi improvvisamente il fascicolo dalle mani. Oh santa pace...dammi la pazienza per non alzargli le mani. "Devo ricordati io che ti ho aiutato a recuperare quel cantiere in usu...." "Flora, sono cose complicate queste. Quando mi servirà un'assistente, te lo farò sapere" dice lui ritornando a concentrarsi sui suoi documenti. Incrocio le gambe e impuntandomi dico "Ho l'impressione che tu mi stia sottovalutando" Lui non mi risponde e io guardandolo sempre peggio, immagino di prendergli la testa e sbattergliela al muro, chissà che si rompi il muro di quanto è dura questa capoccia. Abbasso lo sguardo ai biscottini e rubandogliene uno, inizio a mangiarlo facendo rumore. Khalil alza lo sguardo come a rimproverarmi, ma io non mollo e faccio ancora più rumore. "Cosa vuoi Flora?"dice lui sbuffando sonoramente. "Mi annoio in camera, vorrei fare qualcosa...anche aiutarti qui. Me la cavo con le cose burocratiche e sono una che impara facilmente" "Di questo ne dubito fortemente...ai test eri un disastro" Spalanco gli occhi per quello che ha detto e borbotto "Non è vero! Sai anche tu che erano complicate le domande di algebra!" "Certo, come no" mormora lui riabbassando lo sguardo e ritornando ad ignorarmi. Una ci prova a comportarsi civilmente con quest'animale! Aspetto che mi dica qualcosa, ma passa il tempo e lui lavora come se io non fossi di fronte. Abbasso lo sguardo alla camicia celeste che aderisce ai muscoli delle spalle, delle braccia e al gilet che evidenza i suoi pettorali...non capisco perchè debba indossare cose che sembrano gli scoppino addosso...perchè non indossare qualcosa di qualche taglia in più? Vuole fare colpa su qualcuno vestendosi così? "Flora smettila di guardarmi così" esordisce lui riportandomi a terra. "Così come?"borbotto portando una mano sul mento. "Come se volessi scoparmi" Spalanco gli occhi...ma quanto se la crede quest'uomo! "Io scopare con te? Neanche per sogno!" sbotto offesa. Abbasso lo sguardo al caffè ancora intatto e con la scusa di alzarmi, sposto col dorso il caffè sui documenti. "Oddio mi dispiace!"dico portandomi le mani sulla bocca. Khalil mi fulmina con lo sguardo, mentre io mi chino a prendere i precedenti fascicoli ancora intatti e dico scappando via "Dirò a Juan di passare, intanto ti aiuto ad analizzare questi per farmi perdonare dell'incidente. A dopo ciao!" Corro per il corridoio e passando per un secondo dalla cucina grido "Ti chiama Khalil!" "Flora! Mi avevi detto che..." "E' tutta colpa mia! Tranquillo, me lo gestisco io!" esclamo nel corridoio correndo per arrivare in stanza. Ci entro e bloccando subito la porta col comodino, mi metto sul letto e inizio ad analizzare tutto il fascicolo. Dopo poche ore credo di avere le idee chiare e bloccando i capelli in alto con la matita, porto con me il fascicolo. Scosto il comodino e vado in cucina. "Ehi...potresti fare un altro caffè per Khalil? Me lo ha appena chiesto" dico a Juan che è impegnato a stendere la pasta. "Te lo ha chiesto? L'ultima volta che l'ho visto ha detto che sei nei guai" Piego la mano e sbuffando dico con nonchalance "A Khalil passa subito...devi saperlo prendere" "E tu lo sai prendere?" chiede Juan divertito. "Lo devi prendere per le palle" dico salendo sul bancone. Lui alza lo sguardo stranito a me e io dico scuotendo subito la testa "Non letteralmente..." "Capisco" mormora Juan ridendo. "Che si mangia per pranzo?"chiedo girandomi verso la pasta per cambiare argomento. "Rigatoni di farro alla brace con anguilla, salsa di fagioli e miso" "Oh sembra..."mormoro non capendo cosa mangerò per pranzo. Lui scoppia a ridere e chiede "Ricco?" "Per un palato ricercato...io mi accontento di spaghetti al sugo" dico ridendo. "Sei stufa di mangiare cose così?" "Non fa nulla...non mi capita spesso di mangiare piatti stellati" dico scendendo dal bancone. Juan cala il caffè e mettendolo in una tazzina dice "Ok, immagino tu voglia venire con me" "Immagini bene" "Non so quanto ti convenga...è furioso con te" "Naah in realtà mi vuole bene" dico uscendo dalla cucina. "Se lo dici tu" mormora lui seguendomi. Arriviamo alla porta dell'ufficio e mentre lui digita il codice, io abbasso lo sguardo al fascicolo...ripasso velocemente cosa fargli presente. La porta si apre ed entriamo tranquilli. Ci arrestiamo appena vediamo altre due persone in riunione e Juan si appresta a posare il caffè sul tavolo di vetro. "Oh scusatemi, non sapevo che Khalil avesse ospiti" dico stringendo a me il fascicolo quando noto che tutti mi fissano incuriositi. "Juan puoi portare del caffè anche al signor Haynes e il suo legale?"chiede Khalil un po' infastidito dell'intrusione, mentre io esclamo eccitata "Andrew Haynes? Quello del progetto d' infrastrutture verdi per città sostenibili e resilienti?" "Con chi ho il piacere di parlare?"chiede l'uomo sui quaranta moro con occhi verdi e ben in forma. "Flora Vignoli, piacere" dico correndo a tendergli la mano. Lui prende la mia mano e posando un bacio sopra il dorso dice "Il piacere è tutto mio, non l'avevo mai notata da questi parti, me lo sarei ricordato altrimenti" Sorrido e faccio per dire che sono una psicologa, ma il mostro interviene dicendo "E' mia moglie signor Haynes" Lui passa a guardare me e Khalil e io dico alzando lo sguardo "Si...lui mi ha sposata" Khalil mi fulmina subito con lo sguardo e io dico "Matrimonio epico, ma adesso vorrei parlare del suo progetto se è possibile. Ho esaminato pagina per pagina il piano e volevo proporle un progetto interessante che ho visto ideato nella città di Sofia" "Tesoro, io credo che..." fa per dire Khalil, ma Haynes lo ferma e dice "Faccia pure, sono molto curioso di ascoltarla" Annuisco subito con la testa e sedendomi davanti ad Haynes dico aprendo il fascicolo "Grazie signor Haynes, sarò breve" "Andrew per lei" mi ferma subito lui. Gli sorrido e dico "Certo...Andrew." Gli illustro velocemente ciò che secondo me dovrebbe essere cambiato del suo piano e inizio a illustrare il progetto della città di Sofia "Il concept si chiama boxSCAPE ed è una soluzione modulare ideata per arricchire gli spazi pubblici aperti, trasformandoli in aree verdi utilizzabili per vari scopi dalla comunità. L'unità boxSCAPE è un vecchio container da 20 mq, ristrutturato in chiave green, con pareti modulari e un tetto verde. Si tratta di un modulo prefabbricato, mobile e pronto all'uso in poco tempo e con lavori in cantiere minimi." "Interessante e...come funziona?"chiede Andrew sorridendomi. "L'idea dei responsabili del progetto è quella di poter installare la struttura nelle aree inutilizzate della città, al posto di aree non ancora edificate o all'interno di parchi urbani, con lo scopo di farli diventare dei piccoli spazi ricreativi o destinati agli eventi. Da smontare, spostare e rimontare quando e dove serve." "Davvero molto innovativo, potrei sicuramente aggiungerlo al progetto. Signora Vignoli è stata davvero di grande aiuto" tesse le mie lodi Andrew. Faccio per ringraziarlo ma Khalil dice severo "Temiz...signora Temiz" Entrambi ci giriamo verso Khalil ed Andrew dice "Certo...signora Temiz, mi scusi per l'errore" "Andrew non si preoccupi...conservo ancora il mio nome da nubile" dico facendogli un sorriso tirato. "Bene, allora io mi ritirerei per esaminare meglio il progetto. Ci possiamo vedere domani per il contratto alla sua holding?" chiede Andrew al mostro alzandosi insieme al legale. "Va bene" mormora semplicemente Khalil alzandosi per stringergli la mano. Arriva il mio turno e baciandomi la mano di nuovo dice "Mi piacerebbe che venisse anche lei...in fondo è stata una sua idea" Spalanco gli occhi...non è possibile che me l'abbia servita su un piatto d'argento. "Ma certo, ci sarò. Vero tesoro?"chiedo girandomi verso il mostro che vorrebbe solo sgozzarmi in questo momento. "Non avevi quell'impegno con le tue amiche di golf?"chiede Khalil facendomi un sorriso tirato. "Annullato, sono dei vostri!" esulto visibilmente. "Ottimo, allora a domani" dice Andrew uscendo dall'ufficio. "L'accompagno fuori" mi offro. "No tesoro. L'accompagno io fuori" dice gelido Khalil mettendo una mano sulla mia schiena nuda. Mi mordo il labbro...ci è cascato come un pero. "Va bene caro, allora ti aspetto qui!" squittisco mentre Kemal mi guarda ancora male, ma costretto esce fuori con Andrew e presto sento i loro passi allontanarsi. Mi sporgo dalla porta per controllare che non ci sia anima viva e quando non vedo nessuno, mi catapulto alla scrivania di Khalil. Apro i cassetti confusamente e tiro fuori tutti i fascicoli...li butto per terra e li sfoglio veloce. Non trovo nulla d'interessante quindi passo a frugare gli altri cassetti e sbuffo quando continuo a non trovare nulla di rilevante. "Ci deve essere qualcosa...non è possibile" mormoro rialzandomi e andando a vedere gli armadietti. Trovo solo un mucchio di carte burocratiche e sospirando, mi butto sulla sua poltrona. Mi sento sconfitta...metto le gambe sulla scrivania e faccio per controllarmi le doppie punte quando il mio occhio cade su una fotografia. E' minuscola ed è messa tra due libri messi parallelamente...solo la persona seduta qui potrebbe notarla. Prendo la foto con gli occhi spalancati e osservo una Flora di 22 anni appena laureata con la corona di alloro in testa, la tunica nera che sorride alla camera...tengo in mano anche un bouquet di gerbere gialle, rosse e arancioni...si può notare tutta la soddisfazione e la felicità nello sguardo. E' stata una mia collega a scattare la foto...com'è possibile che Khalil abbia la foto? Era presente in quel momento? Magari si confondeva tra gli invitati degli altri laureati...un brivido corre lungo tutta la mia schiena e rimettendo la foto a posto, mi alzo più decisa che mai a trovare qualcosa. Devo andarmene al più presto da qua. Vado verso la libreria e inizio a frugare tra i libri...magari ha nascosto qualcosa tra questi, so che dà un significato sacrale ai libri, si fida solo di loro. Sfoglio diversi codici e letture classiche senza trovare nulla...la frustrazione inizia a farsi largo. "Fanculo" borbotto girandomi e posando la testa sulla libreria delusa... Chiudo gli occhi incrociando le braccia e sbuffo ancora quando all'improvviso sento un rumore e la mia testa andare indietro. Mi giro immediatamente spaventata e vedo un libro che è come rientrato nella libreria...mi sento in un film dell'horror...volgo lo sguardo al rumore sentito prima e spalanco gli occhi nel vedere una cassaforte nascosta dietro Les demoiselles d'Avignon di Picasso. Deglutisco e guardando la porta ancora spalancata con nessuno davanti, vado veloce alla cassaforte. Cerco di aprirla, ma ovviamente il codice blocca la porta...non posso mettere più codici o scatterà l'allarme, penso all'orribile episodio nel suo ufficio la prima volta. Penso a un probabile codice, quando realizzo che il codice dello stanzino a casa di Khalil era semplicemente la mia data di nascita, potrebbe essere anche adesso? Mi faccio il segno della croce e digito il codice...premo il pulsante conferma e porto subito le mani sulle orecchie serrando gli occhi. Mi aspetto che scatti l'allarme ma non succede nulla del genere...apro un occhio con timore per poi spalancarli entrambi nel vedere che la cassaforte si è aperta. "Si, vieni!!!" esulto saltando in aria e agitando le mani. Mi ricompongo dopo poco e sospirando allungo la mano dentro. Tocco dei lingotti d'oro con impressione e prendo in mano anche un sacco di banconote da 500€...potrei vivere agiatamente per tutta la vita solo con questi, ed è quello che contiene la cassaforte dello yatch...non immagino cosa avrà in banca...se non tutta una banca. "Tutto qua?" mi chiedo quando recupero una chiave. Frugo ancora all'interno della cassaforte, ma non trovo altro...solo altri lingotti d'oro più piccoli. Rimetto tutto dentro e stringendo a me la chiave, socchiudo la porticina della cassaforte. "Cosa cavolo apre questa chiave adesso?"mormoro tra me. Vado di nuovo alla libreria per cercare altri libri del genere, ma non trovo altro...non mi do per vinta e cerco di nuovo fra i cassetti e gli armadietti. Mi risiedo sulla poltroncina di Khalil e osservo la chiave...cosa può aprire? Mi sporgo sulla scrivania di Khalil ad osservare di nuovo la mia foto e riprendendola tra le mani, decido di rubargliela. L'idea che abbia una mia foto di fronte mentre lavora, mi fa venire i brividi e mi fa rivoltare...non ha nessuna autorizzazione a tenere una mia foto, soprattutto dopo che mi ha rapita e sono praticamente sotto i suoi occhi. Faccio per rialzarmi, ma solo adesso noto una scatolina di legno pregiato con dei dettagli dorati e chiuso a chiave. I miei occhi s'illuminano e afferrando la scatoletta, la scuoto subito cercando di capire cosa ci sia dentro...sento un rumore metallico dentro e saltando per l'emozione, inserisco subito la chiave dentro. "Siii! Oddio si!" esulto quando vedo che la scatoletta si apre. Butto la chiave sulla scrivania e prendo in mano due...dvd? Me li rigiro tra le dita e corrugo la fronte...tutto questo macello per due dvd? Cosa ci sarà dentro? Vado verso la televisione e chinandomi verso il lettore dvd, inserisco un disco...spero tanto che non sia qualcosa d'inutile. Corrugo subito la fronte nel vedere casa mia...abbasso lo sguardo alla data, è il giorno in cui zio è morto. Il cuore inizia a pompare frenetico dentro il petto e mi porto una mano alla gola...mi si è mozzato il fiato, non voglio credere a quello che ho appena pensato. Il video si sposta in camera mia che è vuota...è stata la sera in cui ho perso la verginità, la ricordo bene. Deglutisco e osservo che il video si risposta dal salone al corridoio di camera mia. "Zio!" esclamo nel vederlo con una bottiglia di birra e accasciato per terra che beve. Noto subito che ha i pantaloni calati e gli si vede il membro...era così ubriaco? All'improvviso vedo una figura scura percorrere il corridoio per poi chinarsi su zio...spalanco gli occhi con sgomento nel vedere che quella persona stringe le mani attorno al collo di zio e inizia a strozzarlo. Zio si agita, cerca di sfuggire dalla presa, ma non ci riesce...si accascia dopo poco come un peso morto. "No! Zio!" urlo afferrando tra le mani la televisione. La persona che ha appena ucciso zio, si assicura che lui sia morto e stiracchiandosi le braccia, si rialza. Fa per andarsene nel buio, ma decide di girarsi e avanzare verso la telecamera...mi concentro subito a vedere chi possa essere e indietreggio urlando quando vedo Khalil che prende in mano la telecamera e sorridendo, la spegne. Ecco perchè era uscito subito dopo aver illuso me...era andato a uccidere mio zio e io che ci ho anche dormito! Sento la porta dell'ufficio chiudersi e girandomi, vedo Khalil che mi guarda severo. Oh...adesso è davvero morto. "Tu."ringhio rialzandomi furiosa. "Avresti potuto evitare di metterti un vestito così corto, scoperto e per giunta con dei limoni" dice lui menefreghista versandosi del whisky. Sa cosa ho appena scoperto, sa come mi sento e lui? "Io ti ammazzo." sibilo stringendo i pugni. "Si, accomodati dietro a tutte le persone che mi vogliono morto. Ce ne sarà da aspettare" dice lui tracannando il liquido ambrato. "Hai ucciso mio zio" sibilo con le lacrime agli occhi. "Si" dice lui appoggiandosi al tavolino con nonchalance. "Perchè?"chiedo con voce tremante. "Per il gusto di farlo" dice lui facendo dondolare del whisky nel bicchiere. "Non puoi essere così insensibile" sussurro col cuore a pezzi. "Pulce...la sensibilità l'ho persa tempo fa" "Non mi chiamare pulce. Io me ne vado da questo posto e tu non me lo impedirai" ringhio andando verso la porta. Ho realizzato che è inutile anche solo prenderlo a schiaffi...lui non sente e non sentirà mai nulla. "Trovo la cosa impossibile" dice lui ridacchiando. "Apri la porta" dico con tutta la calma di questo mondo. "Ci pensavi prima di rinchiuderti dentro" "Khalil ho detto di..." "Ho sentito pulce, non sono mica sordo" "Apri questa dannata porta! Non voglio respirare la tua stessa aria per più di un secondo" "Curiosa la cosa dopo che te l'ho leccata ieri e tu non hai fatto nulla per scostarti" Spalanco gli occhi e avanzando verso di lui, gli punto minacciosa il dito contro e ringhio "Sai esattamente come sono andate realmente le cose stronzo o vuoi che ti rinfreschi le idee? Potrai giocare a fottere il cervello con gli altri, non con me. Ricordo tutto" "Stiamo tirando fuori gli artigli" mi deride lui facendomi uscire il fumo dalle narici per la rabbia. "Sai cosa? Potrai amarmi quanto ti pare, ma da me avrai solo e soltanto odio e disprezzo sempre. E' una promessa" dico guardandolo dritto negli occhi. "Ma io non voglio il tuo amore...mi ecciti già così, dovresti guardarti adesso, sembri la perfetta moglie per lucifero...Il piacere è peccato, e qualche volta il peccato è un piacere" "Come fai a dire certe cose? Come sei diventato così?" chiedo con amarezza...non riesco ancora a realizzare quanto può essere cattiva una persona. "Sai cosa? La sola differenza tra un santo e un peccatore è che ogni santo ha un passato e ogni peccatore un futuro." Lo guardo con sgomento, non c'è traccia di pentimento nella sua faccia. "Tu sei incurabile...non c'è speranza per te. Ora lasciami andare, non voglio neanche più vederti" sibilo indignata da tutto ciò. Lui fa per ridere, ma poi abbassa lo sguardo alle mie mani e guardandomi gelido ringhia "Dammi la foto." Abbasso lo sguardo alla foto tra le mie mani e sorridendo chiedo "Questa? Appartiene più a me che a te" "Ho detto dammela" cerca di strapparmela lui. Fortunatamente riesco a sfuggirgli e dico "Ci tieni tanto alla foto, perché?" "È mia. Se ne vuoi una copia, te la farò" "Voglio questa" dico viziata nascondendo la foto dietro la schiena. "Flora non mi costringere a usare la forza. Dammela" dice lui minaccioso avanzando verso di me. "Come se avessi usato le maniere buone fino ad ora" sbotto inviperita. "Va bene, l'hai voluto tu" dice lui afferrandomi una gamba e alzandomi in aria. Urlo quando vengo messa sottosopra e agito le mani per tenermi salda a terra. Lui riesce ad allungare anche l'altra mano e bloccarmi il polso. "Noo!" Grido scalciando con la speranza di colpirlo in faccia. "Molla!" Ringhia lui scivolando con le mani a cingermi la vita nuda per colpa del vestito sceso alla testa. "Lasciami schifoso!" Grido allungando quanto posso le mani per non farmi raggiungere. "Flora! Dammela, ora!" "Vaffanculo!" Esclamo cercando di scivolare dalla sua presa. "Dannazione! Non mi costringere a farti male!" Ringhia lui serrando la presa sul mio busto. "Non puoi farmi più male di quanto me ne hai già fatto!" Grido riuscendo a colpirlo sulla mascella. Lui è incredulo dal mio calcio dalla sua espressione scioccata e io approfittandone, scivolo via dalla sua presa. Striscio a terra per prendere distanze da lui e rialzandomi, mi risistemo il vestito. "Te l'ho detto. Con me perderai sempre" dico soddisfatta. "E' mia la foto, non puoi prenderla così" sbotta lui riavviandosi i capelli. "Ci sono io nella foto. Se vuoi vedermi, eccomi qua. E' per questo che mi hai anche rapita, no?" "E' un ricordo, non ho altre copie della foto. Per favore dammela" insiste lui pacato...si vede che si sta trattenendo un sacco. "Un ricordo? E' la mia laurea! E' un mio ricordo, non tuo! Mio!"esclamo agitando la foto. "Tu non capisci, dammela." "No." "Flora...è l'ultimo avvertimento"ringhia lui piegando la testa all'indietro minacciosamente. "Sai che me ne faccio dei tuoi avvertimenti?" chiedo sorridendo. Lui rimane in silenzio mentre io socchiudo gli occhi e sibilo "Mi ci pulisco il culo." "Flora...stai sorpassando una soglia che..." si ferma quando io alzo la foto e la strappo a metà. Non ancora soddisfatta, la strappo ulteriormente e riducendola in mille pezzettini di carta li lancio in aria su di lui. "Eccoti la foto" Khalil mi fulmina con lo sguardo e col viso rosso di rabbia sibila "Ora hai decisamente superato il limite" "Ora hai decisamente superato il limite" scimmiotto imitandolo per poi scoppiare a ridere. "Muoio di paura! Guardarmi!" grido ancora divertita. "Sei un pagliaccio, ecco cosa sei! Mi fai pena perchè ti bei nel vedere gli altri soffrire, trai felicità in questo...sei solo un miserabile e ti meriti solo il male, ti meriti di rimanere solo come l'animale quale sei. Non ti meriti nulla, mi hai sentita? Nulla!" "Ora basta." dice lui afferrandomi dal braccio. "Cosa vuoi fare adesso? Legarmi come una bestia? Ributtarmi in mare così che gli squali si cibino di me? Vuoi abusare di me un'altra volta?" Lui mi sbatte ferocemente contro il muro ed a un soffio dal mio viso ringhia "Io non ho mai abusato di te. Mai. Non voglio più sentirti pronunciare quella parola" Il mio odio nei suoi confronti cresce ulteriormente e chiedo "Cosa vuol dire togliere la verginità e abbandonare una ragazza? Come lo chiami questo?" "Fare l'amore, ricordati che eravamo in due. Non ho fatto nulla che tu non volessi, ticordi che ti ho detto che eri ancora in tempo per scappare da me?" "Mi hai abbandonata e sei andato a uccidere mio zio! Tu hai abusato di me!" "Zitta!" grida lui dando un pugno al muro...per poco manca il mio orecchio. "Cosa? Non ti piace sentirti dire la verità?"sibilo leccandomi i denti. "Io non ho abusato di te! Tu non hai idea di cosa voglia dire essere abusato!" grida lui a pieni polmoni...posso vedergli la vena sulla fronte che pulsa. "Ah no? Io credo proprio di..." Lui mi schiaccia le guance col pollice e l'indice e sibila senza darmi tempo di battere ciglio "Non capisci che ho evitato che abusassero anche di te?!" Spalanco gli occhi...di che diavolo sta parlando? Lo spingo dal petto con forza e ringhio "Abusassero anche di me? Che vuol dire?" Khalil respira affannosamente e allontanandosi da me, va a versarsi un bicchiere di whisky. Furiosa lo raggiungo e strappandogli dalla mano il bicchiere, lo scaglio dall'altra parte della stanza. "Dimmi di che cazzo stavi parlando." "Non parlarmi così ragazzina" sibila lui avanzando e guardandomi dall'alto. Mi metto sulle punte dei piedi e raggiungendo il suo mento sibilo "Ho smesso di essere una ragazzina molto tempo fa." "Non sembra, sei solo una bambina viziata che fa ancora i capricci" sbotta lui con arroganza. "Parla l'uomo alpha che gode nell'abusare delle ragazzine" "Io non ho abusato di te, non lo dire più. Mai più, ti ho solo amata quella volta" sibila lui mentre io alzo la mano e gli sferro uno schiaffo. Osservo la sua guancia rossa e io furiosa ringhio "Non parlare di amore con me, tu non sai cosa sia...l'amore è qualcosa di sacro e i miserabili come te non ne sono all'altezza." Lui sbatte ripetutamente gli occhi, serrando la mascella e facendo un passo all'indietro dice "Manda indietro il filmato" Corrugo subito la fronte...cosa vuole da me? "Vuoi scoprire la nuda e cruda verità? Ti senti abbastanza forte da poterla sopportare? Prego, avvolgi indietro il nastro" dice indicando la televisione. Capisco finalmente che si riferisce al dvd e guardandolo male, mi dirigo alla televisione in silenzio. Prendo il telecomando e faccio per mandare il video indietro, ma lui m'interrompe dicendo "Sei davvero pronta a sapere la verità? Sarà traumatizzante per te, conosco i tuoi limiti" Non rispondo, lui non mi conosce...solo io so i miei limiti. Mando indietro il video. Mi concentro sul video...ci sono io che metto in soqquadro la camera...ricordo che era disperata perchè zio voleva mandarmi in collegio. "Flora!" grida zio facendomi sussultare. "Non voglio parlare! Vattene!" grido mentre faccio sopra e sotto per la stanza con le mani in testa. Ho il cellulare in mano e sembro delusa...mi ricordo, era il mio compleanno e Camilla se n'era completamente dimenticata. "Flora scendi subito, subito!" grida ancora zio. Io completamente fusa scaglio il cellulare dall'altra parte della stanza e mi rannicchio all'angolo della stanza. Faccio una smorfia...fa impressione vedermi in quelle condizioni. "Floraaaa!" grida ancora più forte zio...sussulto sul posto. "Non ti permetterò mai di rinchiudermi in un fottuto collegio! Non te lo farò fare!" grido io singhiozzando. "Sei fatta troppo indisciplinata, te ne vai in giro, conosci uomini più grandi e pretendi che io stia qui calmo a vedere tutto. Ti ci porto per i capelli lì, mi hai capito?" grida zio. "Lui non c'entra nulla! Non è mai successo niente con lui, te l'ho ripetuto mille volte!" piagnucolo io. "Avrei tanto voluto che succedesse qualcosa.."mormoro piano poi. Sposto leggermente lo sguardo su Khalil...odio fargli vedere quanto ci tenevo a lui. Khalil ha le braccia incrociate che guarda la televisione ed è a debita distanza da me, ma non troppa...vuole vedere anche lui. La telecamera si sposta subito nel corridoio della mia stanza e vedo zio ubriaco che barcolla salendo le scale...bel compleanno del cazzo. "Ti sistemo io" ringhia lui finendo le scale e raggiungendo ubriaco marcio la mia porta. Mi concentro sulla sua figura, finchè spalanco gli occhi davanti alla scena più sconvolgente della mia vita. Zio si cala i pantaloni e toccandosi il membro, bussa alla mia porta gridando il mio nome. Sbatto ripetutamente gli occhi...non è possibile, non voglio crederci. "No..."mormoro tra me quando vedo zio ridere gridando il mio nome e dicendo che ha un regalo per me. Ricordo di essere scappata dal tetto, volevo andarmene da casa ma poi è successo quel che è successo. "Patata miaaa! Apri su! Non lo vuoi il regalino?"chiede lui ridendo. Faccio subito una smorfia...mi avrebbe veramente stuprata, se avessi aperto la porta? "Passava spesso del tempo nei siti di pedopornografia, non è colpa tua" sento dire da Khalil. Sento una lacrime bagnare la mia guancia e mordendomi il labbro mormoro "Vorrei stare un attimo da sola..." Alzo piano lo sguardo e lo vedo mentre annuisce con la testa e infilando le mani in tasca, esce fuori chiudendo la porta. Mi accascio per terra e scoppio a piangere. Tutta un'infanzia ad amare una persona che da me voleva solo sesso...mi sentivo realmente protetta con lui, mi ha aiutato quando papà fu arrestato, mi ha accolta a casa sua, non mi ha fatto mai mancare nulla. Scoppio in un pianto isterico, mi tocco il petto incapace di sopportare tanto dolore e quando consumo anche le ultime lacrime, mi passo le mani sul viso e decido di andare via. Voglio solo rannicchiarmi sul letto e dimenticarmi di tutto...voglio stare meglio, non credere di essere stata ingannata dalla persona che più stimavo al mondo. Esco fuori il dvd e faccio per riposarlo nella custodia, ma noto per terra un altro dvd...di cosa si tratterà? Lo afferro e ormai pronta a tutto aziono il video. Mi asciugo le lacrime col dorso della mano e mi concentro sulle immagini...è una stanza elegante, sembra uno studio...non l'ho mai visto in vita mia. Sussulto quando entrano improvvisamente un bambino e un adulto...chi sono? Mi concentro sulla figura dell'adulto, ma non riesco a collegarlo con nessuna faccia conoscente. Osservo il bambino e sorrido subito...ha un faccino paffuto ed è molto in carne...è assolutamente adorabile, chi sarà mai? E perchè mi sembra abbia un'espressione terrorizzata? Osservo che l'uomo chiude la porta a chiave per poi girarsi verso il bambino e dire "Khalil piccolino...incominciavo a preoccuparmi della tua assenza" Khalil?? Cosa diavolo? Il mio sgomento cresce ulteriormente quando l'uomo inizia a spogliarsi e chiede al bambino chiaramente malizioso "Hai detto a qualcuno di noi" Khalil indietreggia nel vedere che l'uomo si slaccia la cintura e lo guarda con terrore...il mio cuore inizia a pompare freneticamente, non voglio pensare che stia succedendo quello che credo. "Ti sei stato zitto come ti avevo detto?" chiede l'uomo avvicinandosi. Khalil deglutisce e indietreggia ulteriormente...è palesemente spaventato, vorrei avere il potere di ritornare indietro nel tempo e salvare quel bambino. "A quanto pare hai fatto il bravo...ti meriti un premio" dice l'uomo raggiungendolo. Lo afferra subito per il braccio e lui sedendosi sulla poltroncina, fa mettere Khalil sulle sue ginocchia. "Ti ricordi cosa abbiamo fatto la scorsa volta?" chiede l'uomo accarezzandogli la schiena. Khalil nega con la testa paffuta. Mi viene da vomitare. "Ti rinfresco le idee" mormora l'uomo calandosi i pantaloni. "Toccalo" dice subito dopo. Mi porto subito le mani sulla bocca...no, no, no...non voglio crederci. Khalil nega di nuovo con la testa...il cuore mi si riempie di dolore, più di quanto ne abbia già. "Vuoi che dica a tua mamma che hai fatto il monello?" lo minaccia quel porco. Il bambino nega ancora. "Allora toccalo." dice diretto l'uomo. Khalil nega continuamente con la testa. "Bene, allora usiamo le maniere forti" dice lui afferrandogli la mano e posizionandolo sul suo membro. Mi porto le mani sulle guance e spalanco la bocca...ditemi che è tutto un incubo. "No,no!" esclama il bambino scendendo da lui. L'uomo tiene serrata la mano di Khalil e incominciando a fare su e giù chiude gli occhi. I brividi di schifo attraversano la mia pelle quando vedo anche le lacrime di Khalil. Ho il cuore letteralmente a pezzi. "Ora vieni sopra" dice lo stronzo tirandolo sopra di lui. "No! Voglio andare via!" grida Khalil piangendo. "Quanto mi ecciti piccolo" mormora quel porco mentre posiziona Khalil sopra e fa per infilargli il membro. Mi porto la mano sul petto e respiro affannosamente...non voglio più vedere. "No! No!" grida ancora agitandogli Khalil. "Fermo che non riesco a..." "Ahhh!" grido quando vedo che il bambino afferra una penna e lo scaglia nella gola dell'uomo...il sangue inizia a sgorgare copioso mentre il piccolo scende veloce da lui e...la televisione si spegne. Alzo lo sguardo e vedo dietro la televisione Khalil con delle spine in mano che mi guarda severo. "Io non ho abusato di te! Tu non hai idea di cosa voglia dire essere abusato!" mi rimbombano in mente le sue parole..."Non capisci che ho evitato che abusassero anche di te?!" Ecco cosa voleva intendere...anche di te. Anche...perchè lui era già stato abusato. Ecco perchè ha ucciso zio, non voleva che facessi la sua stessa fine. Ho il cuore a pezzi. "Non dovevi guardare quel video." dice lui gelido con evidente imbarazzo però...è la prima volta che lo vedo così, senza una corazza, vulnerabile come tutti gli altri. "Lui ti ha..."mormoro senza fiato con le mani che tremano. Khalil abbassa lo sguardo e fa una smorfia..."E' successo tanto tempo fa, lo sai solo tu" Non l'ha mai raccontato a nessuno? Si è sempre tenuto tutto dentro? Questa rivelazione mi porta ad avvicinarmi a lui...cosa ti hanno fatto Khalil? Lui non alza ancora lo sguardo ma dice "Non voglio la pietà di nessuno, benchè meno la tua Flora" Alzo una mano e appoggiandola delicatamente sulla guancia destra, mormoro posando la testa sul suo petto "Mi dispiace per lo schiaffo" Chiudo gli occhi, mentre sento un braccio avvolgermi le spalle e una voce dolce che sussurra "Non era niente..." Passo il braccio attorno al suo busto e abbracciandolo, affondo il viso sul suo petto per piangere in silenzio perchè il dolore è ancor più dolore se tace. Lui accarezza piano la mia schiena cercando di confortarmi e mormora ironicamente "Sei una continua sorpresa...pochi minuti fa eri una donna di successo, poi una bestia inferocita e adesso sembri un pulcino indifeso. Che personalità uscirai domani alla riunione con Haynes? Spero innocuo perchè devo concludere il contratto, avrai modo di sfogarti poi" Scoppio a ridere per le sue parole e alzo lo sguardo a lui, Khalil prende il mio mento tre le dita e mormora "Sai cosa diceva un tale?" Scuoto la testa e lui sorridendo mormora sulle mie labbra "Il derubato che sorride, ruba qualcosa al ladro" "Tu saresti il ladro?" chiedo sorridendo. Khalil si abbassa a baciarmi la fronte e mormora "Esattamente."

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


È meglio scoprire di essere stati ingannati sul prezzo che sulla qualità della merce. -Baltasar Gracián y Morales. KHALIL'S POV: PASSATO. "Quando sarà il processo baba?"chiedo sottovoce. Baba si accarezza i capelli brizzolati grigi e mormora triste"Presto piccolo, presto" Sbatto piano gli occhi e chiedo a brucia pelo" Quanto presto?" Lui sospira e mettendosi le mani con i polsi ammanettati sul grembo dice "Dopodomani" Merda, merda. "Khalil devo dirti una cosa" mormora improvvisamente sporgendosi verso di me. La guardia al nostro fianco fa un passo come per avvertirci di mantenere le distanze, ma fottiti. Baba allunga le mani e stringendole con le mie dice "Non avrei mai voluto dirti queste cose a soli 15 anni" "Cosa mi devi dire baba?"chiedo preoccupato. "Ma mangi Khalil? Ti vedo secco, troppo secco. Ahmed si sta prendendo cura di te?" Annuisco con la testa vagamente. Sono a Palermo all'insaputa di tutti e non ho manco un euro in tasca, ho dovuto spendere tutto nel viaggio...non mangio bene da due giorni e dormo su una panchina davanti ad un luna park, il guardiano mi ha permesso di dormire dentro e mi porta da mangiare qualche avanzo. Mi ha proposto di seguirlo a casa, ma io ho rifiutato...preferisco crepare di freddo in quella panchina che fidarmi ancora. "Si, mangio e va tutto bene, non preoccuparti. Cosa volevi dirmi?" chiedo facendo un sorriso tirato per rassicurarmi. "Hai presente il laboratorio della farmacia? Non lo sa nessuno, ma ho nascosto dei risparmi che potrai usare. Sono tre mila euro, so che basteranno per poco ma è sempre qualcosa. Prendili e va via da Achraaf quando potrai, quell'uomo è pericoloso e non voglio che ti faccia il lavaggio del cervello. Tu sei puro Khalil, diventerai un uomo forte, bello e intelligente, ti farai una famiglia bella come era la nostra e non farai mai mancare nulla a loro. Farai un lavoro pulito e vivrai come un uomo d'onore, tu sei migliore di tutti gli altri, ricordatelo sempre." "Baba...perchè mi stai dicendo queste cose? Non sei stato ancora processato, possiamo scappare insieme" mormoro guardandolo stranito. "Lo so piccolo, lo so. Non si sa mai cosa possa succedere, voglio solo che tu sappia che io e tua madre ti abbiamo amato, ti amiamo e ti ameremo sempre. Non sarai mai solo, mama veglia su di te da là sopra e ti consiglierà al meglio" Baba abbassa lo sguardo e lo vedo sospirare con difficoltà...è da pochi anni che mama se n'è andata, ma baba non lo ha ancora realizzato, si rifiuta di realizzarlo veramente. L'ho beccato delle volte a baciare una foto di mama e portarsela al petto alzando lo sguardo al cielo, mi mette molta malinconia la cosa. "Devi promettermi una cosa Khalil" dice improvvisamente alzando lo sguardo. "Promettimi che sarai sempre onesto e sposerai una donna onesta. Apri il cuore a questa donna e dalle tutta la tua vita, mettila sul piedistallo come mettevo io tua madre...avanti ad ogni cosa. Proteggi la tua famiglia anche a costo di morire, perchè Khalil la famiglia è la cosa più preziosa che un uomo può avere nella vita. Sono stato chiaro?" Annuisco con la testa e mormoro "Troverò il mondo di farti uscire da qui" Lui alza la mano alla mia guancia e sporgendosi fino a toccare la mia fronte mormora "Sii forte mio piccolo Khalil, sii forte" Improvvisamente Baba viene strappato da me, non prima di avermi stampato un bacio in fronte...seguo la guardia che trascina baba fuori dalla stanza e alzandomi mimo "Ti farò uscire, te lo prometto!" Lui mi sorride soltanto e becco una lacrime scendere furtiva sulle sue guance...mi si spezza il cuore. Quando sparisce definitivamente mi guardo attorno e sbattendo veloce gli occhi per non piangere in mezzo a tutta questa gente, mi schiarisco la voce ed esco dall'altra parte. Sento la pancia brontolarmi e sospirando frustrato, faccio per uscire dalla centrale ma sento una voce dire "Khalil Temiz?" Mi giro perplesso e vedo un uomo sulla quarantine con baffi e capelli castani, ben in forma e la divisa da comandante. "Chi è lei?"chiedo sospettoso. Lui mi sorride e avanzando allunga la mano per poi dire "Ezio Vignoli, comandante dei carabinieri. Posso parlarle?" Non stringo la mano che mi allunga e guardandolo sempre più scettico chiedo "Cosa vuole da me?" "Io conosco tuo padre e so come aiutarti" dice semplicemente. Sbatto piano gli occhi e chiedo "Come?" "Seguimi, parliamo nel mio ufficio" "No, parliamo qui" dico imponendomi. "Se vuoi vedere tuo padre fuori da quel buco, ti consiglio vivamente di seguirmi. Prendere o lasciare" dice lui sorprendendomi. Ci penso un po' e arrivando ad un punto morto, dico cedendo "Va bene" Lui annuisce con la testa e girando l'angolo, prosegue per il corridoio per poi entrare nella terza porta a sinistra. Entro intimorito, ma per non farglielo vedere mi gonfio il petto e incrocio le braccia. "Come vi conoscete?"investigo subito. Lui si accomoda con i suoi tempi sulla sua poltroncina e togliendosi il cappello dice "Allora...da dove cominciamo? Io e Alp siamo stati vicini di casa, colleghi all'università e migliori amici" "Mio padre non ha amici" dico subito. "Li aveva e anche tanti. Lui confidava tutto a me. Sapevo anche della relazione segreta con tua madre e che sarebbero partiti presto. Ci siamo tenuti in contatto telefonicamente e quando sei nato tu abbiamo smesso di sentirci spesso, ma a tuo padre voglio un bene dell'anima lo stesso." Ascolto con attenzione le sue parole e non riesco a fidarmi a pieno...ha degli occhi cattivi, non mi convincono. "Come vuole aiutare mio padre?" "Io e tuo padre abbiamo fatto la stessa università...lui ha intrapreso un lavoro in quell'ambito, ma io mi sono distaccato e ho seguito le orme di mio padre. Gli anni alla facoltà di chimica però mi hanno aiutato a ideare esperimenti che ad oggi potrebbero servire a tuo padre" "Che esperimenti?" chiedo avvicinandomi. Ezio si alza e avvicinandosi ad una scatola meccanica, appoggia la sua mano e apre la scatola per poi uscire fuori una boccetta di vetro con del liquido blu dentro. Si avvicina con questo e dice "Hai mai sentito parlare di Romeo e Giulietta?" Annuisco con la testa...con mama lo leggevamo spesso, intere giornate a leggere soltanto. "Hai presente quando Giulietta beve una pozione che la fa sembrare morta per 48h e poi si risveglia?" Annuisco ancora con la testa...non ci sto capendo nulla, cosa vuole dire? "Ecco...questo ha lo stesso identico effetto. Appena berrà il liquido subito per tutte le vene correrà un torpore freddo, il polso perderà il suo ritmo naturale e smetterà di battere. Nessun calore, nessun respiro testimonieranno della sua vita. Il viso appassirà, gli occhi si chiuderanno e ogni parte del corpo, privata del movimento, sembrerà rigida, dura, fredda, come morta. Per 48 h avrò queste sembianze, il tempo giusto per trasportarlo fuori dalla struttura e caricarlo in una vettura. Nella vettura ci sarò io e tu sarai sul retro, così quando saremo fuori città potrai scendere e tuo padre si sarà svegliato." Lo guardo come se gli fosse spuntato una seconda testa e chiedo "Com'è possibile? Sembra fantascienza" "E' scienza figliolo...non sai quante innovazioni sono state fatte in questo periodo" "Come può dire che..." "L'ho provato io ed è funzionato" "Lei ha..." cerco di dire incredulo. "Sono vivo e vegeto come vedi, devi solo fare una cosa" "Cosa?"chiedo determinato. "Devi entrare nelle cucine, versare il contenuto nei cibi della cella 47, in entrambi i piatti che troverai" "Entrambi?"chiedo non capendo. "Tuo padre è in cella con mio cognato. Devi far bere il liquido ad entrambi" "Sei sicuro che possa funzionare?"chiedo scettico ancora. "Al 100%. Vedi che sono sano come un pesce, è funzionato su di me, perchè non su di loro?" "Come faccio ad entrare nelle cucine?" chiedo mordendomi il labbro. "Entreremo insieme. Farò finta di dover dire qualcosa allo staff e tu nel mentre agisci" Deglutisco e penso a cosa fare...in che altro modo posso tirare fuori baba? E' accusato di terrorismo e le prove sono palesi, non ho altro scampo. "Va bene" dico sospirando. Lui mi sorride ma io chiedo subito dopo "Perchè vuoi aiutarmi?" Ezio si rimette il cappello e dice "Ci tengo a tuo padre e mio cognato ha una figlia di cui prendersi cura, non posso lasciare sola la piccolina" "Piccolina? Quanti anni ha?" "12, poco più piccola di te. Sai com'è vivere senza un genitore" mormora lui. Annuisco con la testa, lo so eccome. Spero la piccolina possa essere felice con suo padre finalmente libero. "Lo farò, quando agiremo?" "Adesso, è ora di pranzo e nelle cucine c'è più macello" dice consegnandomi in mano la boccetta. La prendo con entrambe le mani e l'analizzo, spero tanto possa funzionare. O la va o la spacca. "Andiamo figliolo" dice aprendo la porta. Lo fermo e chiedo serio "Posso fidarmi?" "Voglio bene a tuo padre, non temere" dice lui rassicurandomi. ------------------------------------ Dopo 48h. Mi guardo attorno e cammino frenetico per la strada...Ezio ha detto di aspettarlo qui ma di lui non c'è traccia. Non ho un cellulare o soldi per pagarmi un taxi...non vorrei pensare al peggio. Aspetto un'altra ora e quando penso che possa essere andato qualcosa storto, cerco di fermare un auto per l'autostrada. Una signora con una jeep si ferma e chiede dove voglia andare...in realtà mi sono buttato in strada e lei è infastidita. "Devo andare da mio padre, sta male. La prego" la supplico al finestrino. "Dove sta tuo padre?" "All'Ucciardone. Lui è..." "No no, non voglio nulla a che..." Nel panico mi metto in ginocchio e dico "Anche là vicino, non importa, ma la prego...mi aiuti. Non ho soldi per un taxi, non ho nulla" "Dov'è tua madre?" chiede lei insicura. "Lei non c'è più, devo raggiungere subito mio padre. Subito "dico deglutendo. "Ragazzo come mai ti trovi in queste condizioni?"chiede la signora iniziando a preoccuparsi. "Devo andare da mio padre" insisto supplicando. Lei finalmente cede e dice "Va bene, ti lascio al porto e poi tu fai la strada fino all'Ucciardone. Prendere o lasciare" "Grazie! Grazie!"dico aprendo la portiera e fiondandomi dentro la macchina. Nel tragitto lei cerca di estrapolare qualche informazione, ma invano perchè sono molto vago nelle risposte e cerco sempre di non dargli modo di avere informazioni su di me. Arriviamo al porto in poco tempo e sospirando agitato esce fuori dalla macchina. "E' stata molto gentile, grazie ancora signora" "Buona fortuna per tutto ragazzo" dice lei sorridendomi e aggiustandosi il foulard al collo va via. Mi metto il cappuccio della felpa ormai logora e camminando velocemente, arrivo all'Ucciardone...entro e chiedo subito del comandante. "Non c'è oggi il comandante, è assente da ieri" Come da ieri? "Ha il suo numero? Un indirizzo? Un modo per rintracciarlo in qualche modo?"chiedo con un nodo enorme in gola. "Non posso darle dati del genere, chi lo cerca?" Porto le mani in testa e dico "Io...ho bisogno di parlarci subito." "Non è possibile oggi, può provare domani" Sbatto un pugno sul bancone e cercando di calmarmi sibilo "E' davvero urgente" La signorina dietro il bancone lancia un'occhiata al bodyguard all'inizio del cancello e lui raggiungendomi chiede "Lei chi è signorino?" "Devo parlare col comandante" dico guardandolo duro. "Il comandante non c'è" "Non me ne frega nulla. Devo vedere Ezio Vignoli, adesso." ringhio. "Mi faccia vedere prima un documento" dice la guardia. Sbuffo ed esco fuori la mia carta d'identità, l'ho fatta prima di partire da Palermo...non ci dovrebbero essere problemi. "Temiz..."mormora la guardia leggendo il mio cognome per poi lanciare uno sguardo triste alla segretaria. "Che succede?"chiedo subito notando gli sguardi. "Immagino tu sia il figlio di Alp Temiz" Annuisco con la testa. "Vieni, ti accompagno in un posto" dice lui ridandomi la carta e mettendomi un braccio sulle spalle. "Che posto?"chiedo subito scettico. "Vedi ragazzo...è successa una tragedia, mi dispiace che sia io a dovertene parlare. Pensavo che fossi già a conoscenza" mormora lui mentre prendiamo delle scale. "Quale tragedia?"chiedo storcendo il naso. "E' morto tuo padre...è deceduto due giorni fa"sussurra lui guardandomi attentamente. "Si, lo so" dico tranquillo. "E come mai sei così calmo?"chiede lui perplesso. "Lui non è morto veramente" dico entrando in una specie di cappella. La guardia scuote la testa e stringendomi mormora "Ragazzo...è stato avvelenato tuo padre, non c'è stato modo di salvarlo" "No, lui si sveglierà tra poco. Ha bevuto un liquido blu, lo fa sembrare morto ma in realtà non lo è. Forse sta tardando l'effetto" mormoro mentre lui mi guarda con pena e dice "Figliolo...purtroppo è morto davvero, non batte più il cuore. E' stato avvelenato con la Belladonna" "Belladonna? Cos'è?"chiedo iniziando a tremare. "La Belladonna è una pianta velenosa. La parte più tossica, sono i frutti (bacche), che costituiscono un veleno altamente letale...la dose letale per un adulto è di 100mg e agisce specialmente sul cervello. I sintomi dell'avvelenamento insorgono molto rapidamente, e la morte avviene per paralisi generalmente in 24-36 ore. Per tuo padre sono bastate 18h...mi dispiace tanto" "No...non è possibile. Nessuno mi aveva detto che era veleno! Ezio Vignoli me l'ha data e mi aveva detto che avrei potuto far evadere baba dalla prigione! Mi ha detto che..." "Ferma figliolo...stai facendo delle accuse pesanti. Hai delle prove di ciò che stai dicendo?" chiede subito la guardia. "E' stato lui! Mi hai portato nel suo ufficio, ha aperto una scatola metallica e mi ha dato il liquido! Ha detto che dovevo metterlo nei pasti di papà mentre lui distraeva lo..." La guardia mi afferra immediatamente dalle spalle e stringendole forte dice "Vuoi passare la tua vita in prigione?" "Cosa? No" dico agitato. "Allora tappati la bocca e non dire nulla. Non sai veramente ciò che dici" "So cosa sto dicendo, lui mi ha..." La guardia mi tappa la bocca a forza e sibila "No! Zitto! Non dire un'altra parola, non ti crederà nessuno, lo capisci? Ti sbatteranno in prigione per molto tempo, non fare o dire nulla. Fallo per te figliolo" Lo guardo spaventato e mormoro "Perchè non dovrebbero credere? Sto dicendo la verità!" "Non hai prove, nulla che testimoni ciò che dici" "Loro devono credermi!" grido. Lui mi fulmina con lo sguardo e sibila "Non ti crederà nessuno perchè è la tua parola contro la sua. Tu sei nessuno e lui è il comandante, a chi pensi che crederanno?" "Io non sono nessuno" esclamo. "Per la società, sì. Vuoi vedere tuo padre?" chiede lui. Io annuisco subito con la testa e lui sospirando, mi porta ulteriormente dentro la cappella. Si ferma davanti a due bare e aprendone una, rimango paralizzato a vedere baba disteso con un incarnato non suo, il petto che non si alza per il respiro e gli occhi chiusi. "Baba?"chiedo avvicinandomi. La guardia non vuole che mi avvicini, ma capisce che non è il momento e mi permette di avvicinarmi. "Baba?"chiedo di nuovo posando una mano sul suo petto. Mi allungo per vedere effettivamente se il cuore batte, ma non sento nulla...non voglio trarre ancore conclusioni affrettate. "Baba svegliati..."mormoro accarezzandogli il collo. Lui è paralizzato, non si muove...non lo sento più. "Baba.."sussurro con le lacrime agli occhi. Sbatto ripetutamente gli occhi e allungandomi al suo viso, gli poso un bacio sulla guancia, un altro sul naso, un altro sulla fronte...gli riempio di baci il viso. "Baba svegliati. Dobbiamo scappare insieme" sussurro al suo viso. Non mi risponde...non voglio crederci ancora. "A che ora ti sveglierai? Non mi muoverò da qui" sussurro ancora. Non sento nulla...non lo sento neanche a pelle. Chiudo gli occhi iniziando a sentirmi male, mentre la guardia mi sorregge e mormora "Usciamo da qui" "No no...baba, non lo voglio lasciare solo. Si sveglierà!" esclamo cercando di non tremare. "Tuo padre non si sveglierà figliolo, dobbiamo andarlo a seppellire" m'informa. "Cosa? No! Lui è vivo, lui respira ancora!" grido scostandomi da lui. "Lo vedi anche tu che non respira...non c'è più" "No..." mormoro prendendo il polso di baba. "Lui...lui non è morto" sussurro sbattendo velocemente gli occhi per non piangere. "Figliolo...seppelliremo entrambi nel..." "Entrambi? Chi?"chiedo guardandolo stranito. "Il fratello di Vignoli...anche lui è stato avvelenato insieme a tuo padre. Ecco perchè ti non c'è oggi il comandante. Seppelliremo lui e tuo padre vicini" "Perchè vicini?" "Sappiamo dal comandante che erano colleghi all'università e migliori amici...non lo hai mai visto?" chiede lui aprendo l'altra bara. Osservo un altro uomo sui quaranta, grigio in volto e con gli occhi chiusi...ha dei bei lineamenti e...cazzo, come farà sua figlia adesso? Perchè Ezio voleva uccidere suo fratello? "Non voglio che lo seppelliate. Mio padre si risveglierà" dico avvicinandomi alla bara. "Figliolo..." "Io non mi muovo da qua!" esclamo duro. Mi porto una sedia vicino alla bara e volgo le spalle alla guardia. Dopo poco sento i suoi passi allontanarsi e io allungando a tenere la mano di baba mormoro "Ti aspetto, non me ne vado. Sono qui per te" Rimango in un tempo indeterminato a fissare il volto di baba e ogni suo lineamento, è così bello il mio baba. Appoggio la testa alla bara e continuo a fissarlo...così tanto che i miei occhi si chiudono per un attimo e non riesco più a riaprirli...mi addormento ma non mi muovo da lì. --------------------------------------------------------------------------------------------- PRESENTE. "Sri Lanka, L'Isis rivendica gli attentati a 3 chiese, 4 alberghi di lusso e un complesso residenziale nel giorno in cui è stata celebrata la Pasqua cristiana, il 21 aprile 2019: 359 vittime, governo sotto accusa per le falle nella sicurezza. Tra i morti anche 45 bambini, più di 500 i feriti. Primi funerali di massa a Negombo, arrestati 40 sospettati. L'esecutivo ha decretato lo stato di emergenza, non accadeva dalla guerra civile. Polemiche sugli allarmi inascoltati dell'intelligence. Il ministro della Difesa: "Attentati vendetta per le stragi nelle moschee in Nuova Zelanda" leggo velocemente. E' da un po' che ritorno in Siria e Ahmed non richiede il mio aiuto...ai tempi obbedivo ad ogni comando, ero piccolo e ingenuo...volevo guadagnare e andarmene da lì. Una volta riuscito ho espressamente chiesto ad Ahmed di lasciarmi un po'in pace e in cambio gli avrei fatto avere 2 milioni al mese. Ha subito accettato l'accordo e momentaneamente mi limito a finanziarli...delle volte sento la mancanza delle lame, il sangue che cola rossastro...tutta la violenza e la crudeltà nell'atto di togliere una vita al mondo. Vedere la paura nei loro occhi, ogni speranza svanire via finchè la rassegnazione si fa largo, si ha la consapevolezza che è finita, che al mondo non ci sarai più e pensi a ciò che non hai potuto fare, a chi non hai potuto stringere più forte...ed è lì che li sorprendevo, un colpo e la testa rotolava per terra...li salvavo dall'esame di coscienza, dal chiedersi se alle persone mancherai veramente...se i tuoi cari soffriranno abbastanza, se ci sarai anche se non ci sei più. "Buongiorno" sento dire da una voce delicata. Alzo subito lo sguardo dal giornale e mi sorprendo nel vedere Flora accomodarsi a tavola. "Ha una magliettina aderente color magenta sotto ad una gonnellina svolazzante di cotone sempre di quel colore...ha i capelli sciolti e la frangia spostata di lato perchè sta iniziando a crescere. E' scalza e sedendosi dall'altra parte dell'estremità con nonchalance, si versa del caffè. "Che c'?"Chiede divertita quando noto che la sto guardando. "E' la prima volta che ti siedi a tavola con me" rispondo ancora sorpreso. "Se vuoi me ne vado" dice lei. "Io..." squittisco quasi. Mi schiarisco la voce dannandomi della mia uscita poco virile e borbotto ritornando a leggere il giornale "Non mi dai fastidio, puoi restare." "Ottimo" dice lei strisciando la sedia per avvicinarsi al tavolo. Mette dello zucchero nella sua tazza e versandosi del tè, prende il pacchetto di fette biscottate. All'improvvisa alza lo sguardo e mi sorride, la guardo subito stranito...che le prende? "Che ti prende?" chiedo infatti colpito dal suo improvviso sorriso. "Io...ho pensato molto stamattina" mormora deglutendo. "A cosa hai pensato?"chiedo fingendomi incurante. "A noi" "A noi?" chiedo senza pensare...sono troppo sconvolto. Si è sempre rifiutata di pensare a un 'noi', mi ha promesso odio e disprezzo e adesso dice che pensa a un 'noi'. Si alza improvvisamente e respirando affannosamente, dice avvicinandosi verso di me "Vedi Khalil...ho avuto modo di chiarire molti dubbi e in questo periodo ho sempre in testa una cosa" "Cosa?"chiedo sbattendo piano gli occhi. Si avvicina a me e scostando il giornale, si siede sulle mie ginocchia e passa un braccio attorno al mio collo...il mio cuore si ferma, non riesco a crederci. "A quando eravamo nella doccia...a quando siamo entrati particolarmente in intimità, ricordi?" mormora sulle mie labbra. Chiudo gli occhi per un secondo...il suo profumo mi offusca i sensi, mi sento male. "Si, ci penso sempre anch'io. E' un punto fisso anche per me" confesso a sottovoce. "Potremmo approfondire quel contatto...non so, magari qui" "Flora...che hai in mente di fare? Vuoi distrarmi per..." "Shhhh" sussurra lei posando un dito sulle mie labbra. Un fremito scatta in basso...sono così duro che non sento più sensibilità al membro. Lei abbassa lo sguardo al dito e strofinandolo di poco alle labbra sorride...dio, che bella, che sensuale...ha tutta la scena per sè, rapisce ogni mia attenzione. "Nessun gioco, nessuna strategia...ti voglio" sussurra e io perdo ogni cognizione, controllo, padronanza di me stesso...mi sporgo verso di lei e la bacio. Le sue labbra sono dolci, morbide, belle carnose...mi fanno impazzire scivolo con la lingua e lei l'accoglie senza indugi...dio, mi sento di volare. Alzo in aria Flora e scaraventando per terra ogni piatto, posata o bicchiere le faccio allacciare le gambe attorno ai mie fianchi e io risalendo con le mani la gonnellina, le accarezzo le coscia lisce...sembra di toccare seta pregiata, tremo solo all'idea di poterle baciare la pelle. "Khalil..." mormora lei con affanno mentre le sfilo la maglietta e afferrandole forte il viso, approfondisco il bacio. Se mi chiedesse di mettermi in ginocchio adesso, lo farei senza pensarci...se mi chiedesse di darle le chiavi del portone della nave, lo farei subito...dio, farei la qualsiasi per lei e non l'ha mai capito. "Pulce...oh mia dolce pulce" sussurro col cuore che batte all'impazzata. Lei con le dita frenetiche mi fa levare la giacca e con forza strappa la camicia, facendo saltare in aria i bottoni...non ho manco il tempo di sorprendermi che mi ribacia e mi supplica di prenderla. Non ci capisco più nulla quando scende con le mani ad accarezzarmi gli addominali e aggancia le dita alla cintura...sto bruciando vivo, sento la lava scorrermi al posto delle vene...dio, quanto la amo. Slaccia la cintura e facendo calare i pantaloni, aggancia un dito ai boxer...così donna, così sicura di sè in questo momento che ha la mia vita nelle sue mani. "Vuoi farlo adesso? Qui? Con me?"chiedo senza fiato. Lei annuisce e io afferrandole i fianchi la piego sul tavolo e la bacio avidamente...voglio consumare tutto di lei, di me, di noi perchè esiste, esiste un noi. "Khalil..." mormora lei quando scendo a baciarle il collo, le clavicole...voglio viziarla, venerarla, sono pazzo di lei. "Khalil" "Dio...dio salvami" mormoro scendendo a baciarle l'ombelico...vorrei ingravidarla, fare tanti figli con lei, costruirmi una famiglia con lei, farle capire che è la donna della mia vita e ne sono ossessionato. "Khalil? Khalil ci sei?" Sbatto gli occhi e alzo lo sguardo...Flora è al suo posto composta con la fetta biscottata e un coltello in mano, che cazz...? "Potresti passarmi il miele? Se non disturbo troppo"dice lei facendomi confondere ulteriormente. "Stai bene? Ti vedo in sovrappensiero" chiede lei notando il mio stato di confusione...mi sono immaginato tutto? Merda, stavo davvero sognando ad occhi aperti davanti a lei? "Si" dico passandole il miele velocemente per poi coprirmi il viso col giornale...fingo di essere concentrato nella lettura, ma in realtà cerco di far passare l'erezione enorme che preme furiosamente nei miei pantaloni...ci è mancato poco che venissi nelle mutande, che vergogna. "Che strano" mormora lei. Abbasso il giornale e vedo che osserva stranita la marmellata di pere in mano...non le avevo passato il miele? Cazzo Khalil...dove l'hai lasciata la testa? "Tieni" dico passandole il maledetto miele. "Ah ecco...pensavo di essere pazza io" dice lei ridendo. "Quello che sta diventando pazzo sono io.."mormoro rialzando il giornale e incrociando le gambe. "Come? Non ho sentito" "Buon appetito" dico alzando la voce. "Oh ehm...grazie! Anche a te" mormora lei impegnata ad aprire il barattolino di miele. La spio dal lato del giornale e la vedo in difficoltà nell'aprire il barattolino, lei non sembra avere intenzione di chiedermi aiuto e cerca di aprirlo da sè....invano perchè sbuffa frustrata. "Dove vai?" chiedo quasi nel panico quando si alza. "Io...non riesco ad aprire questo, chiedo a Juan" "Dà. Ci penso io" dico con voce dura piegando il giornale. "No, tranquillo. Non voglio disturbarti, ritorna a leggere il giornale" dice lei. "Non mi sembra il caso di disturbare Juan per questa quisquilia, dammi" Flora fa per avvicinarsi a me, ma io essendo particolarmente sensibile esclamo "No! Passamelo dal tavolo, non serve alzarti" "Non mi costa nulla" dice lei facendo altri passi. "Flora obbediscimi." dico duro. Lei dall'essere serena, passa ad essere offesa e guardandomi male sbotta "Non sono il tuo fottuto cagnolino" La guardo male e dico "Tu non puoi capire" "Perchè? Pensi che non abbia un cervello? Ma vaffanculo" sbotta uscendo dalla cucina con vasetto di miele. Fisso la sua sedia vuota e sbuffando mi rimetto a leggere il giornale. "Ma vaffanculo" sbotto gettando il giornale sul tavolo e riavviandomi i capelli. Mi sistemo la cravatta e rimettendomi composto, prendo la tazzina di caffè e lo bevo con calma...incrocio le gambe pensando a come comportarmi. Dovrò portare Flora alla riunione con Haynes e io non sono pronto a vedere gli occhi di Andrew su Flora e viceversa...avrei voluto che non s'incontrassero mai, maledetto me che non chiudo a chiave l'ufficio. Mi rialzo e schiarendomi la voce vado in cucina per avvertire Juan dell'imminente uscita. "Sei troppo dura con lui...troppo" sento mormorare un attimo prima di entrare. "Ma quale dura! Ho addirittura voluto fare colazione con lui...la verità è che non sa parlare civilmente" sbotta Flora. Sosto vicino alla porta della cucinare per spiare ancora la conversazione...sembra interessante. "Che ti ha detto?" chiede Juan. " 'Flora obbediscimi', ti rendi conto? Obbediscimi! Manco mio padre me lo diceva!" va su tutte le furie lei. Me la immagino mentre arriccia il naso infastidita e si mordicchia il labbro...è estremamente sensuale quando si arrabbia che il fatto che non se ne accorga, me lo fa rizzare immediatamente. "Che hai combinato?"chiede Juan facendomi scappare un sorrisino. "Io? Assolutamente nulla! Gli ho solo chiesto di aprirmi questo!" dice lei appoggiando forte il vasetto sul bancone. "E basta? E' strano" mormora lui. "Te l'ho detto...non capisce come relazionarsi con le persone, zero!" "Magari si è svegliato col piede sbagliato" cerca di difendermi Juan. "O magari è nato coglione" sbuffa lei. Scuoto la testa divertito...pulce mi regala ogni giorno qualche perla. Avanzo e schiarendomi la voce, mi annuncio a tutti che si girano e Flora particolarmente irritata. "Juan prepara la macchina tra un quarto d'ora. Flora vai a cambiarti" dico con tono autoritario. "Per favore no, eh?"chiede Flora quando mi volgo per andarmene. "No" mi limito a dire uscendo dalla cucina. Sorrido sadico una volta in corridoio ed entrando in ufficio, sistemo gli ultimi documenti...dopo mezz'ora me ne esco con la ventiquattore piena e vado alla ricerca di Flora. La trovo in cucina che sgranocchia qualcosa...sapevo di trovarla qui, è sempre a mangiare durante il giorno. Chiude il frigo e finalmente posso ammirare com'è vestita...ha un tailler blu lungo fino alle ginocchia ma estremamente attillato...posso vederle le mutandine così. "Un pantalone non ti piaceva oggi, eh?" "No" borbotta lei superandomi mentre mangia dei salatini. Alzo gli occhi e la seguo lungo il corridoio...chiamo ogni santo in cielo per non farmi cadere l'occhio lì sotto o esco pazzo. "Flora, il braccialetto" dico passandoglielo. Ormai ha capito di non poter protestare contro questa cosa ...le metto il bracciale e bloccandolo, la lascio andare. "Continuo a pensare che sia troppo" mormora lei osservando il bracciale che contiene un microfono e il gps. "E io continuo a pensare che la tua opinione non conti" "Stronzo" la sento borbottare ma preferisco non intervenire. Usciamo fuori e ad aspettarci c'è Malcolm...gli faccio un cenno e apro la portiera a Flora. Lei si accomoda non prima di vedersi attorno...spera ancora di poter scappare, chi vive di speranze, muore disperato si suol dire. Flora si attacca al finestrino, mentre io ripasso alcuni punti del contratto ed arriviamo dopo poco alla holding...s'incomincia. Scendiamo tutti e scorto Flora fino alla sala riunioni...È stranamente silenziosa. "Devo ricordarti l'atteggiamento che dovrai tenere?"chiedo accomodandomi a capotavola "No, però non aspettarti che ti lecca il culo" borbotta lei accomodandosi all'altra estremità. "Una moglie è solito sedersi vicino al marito" dico arrogante. Lei alza lo sguardo fulminandomi e dice sfidandomi"Bene. Alzati e vieni a sederti vicino a me" Oh pulce...quanto mi eccoti quando mi provochi così. "Non è così che funziona Flora" dico giocando con la stilo. "E come funziona Khalil?"chiede lei incrociando le gambe e facendomi capire che non si muoverà da lì per niente al mondo. "Funziona che la moglie segue il marito " "E magari gli pulisce pure il buco del culo dopo aver cagato, vero?"chiede lei volgare. Mi lecco i denti e dico "Non necessariamente" "Beh, me ne frego. Ho un cervello grosso e pesante, non ho bisogno di seguire nessuno" dice lei indispettita. "Io non ho detto questo" "Io penso proprio di si" ribatte Flora. "Vedi che hai frainteso. Non ho detto che tu debba essere mia schiava" "Curiosa la cosa...Sono tua prigioniera" La fulmino con lo sguardo e faccio per dirle che è molto più di una prigioniera in realtà per me, ma entra Livio. "Scusatemi del ritardo" dice asciugandosi la fronte. Ci divoriamo con lo sguardo l'ultima volta io e Flora e spostando l'attenzione a Livio chiedo "Perché tanto ritardo?" "Ho avuto un problema con mio figlio...Nulla di grave ma ho dovuto tardare" dice lui sedendosi accanto a Flora. Lei alza il sopracciglio come per dirmi 'vedi chi segue chi?' E girandosi tra le dita una ciocca di capelli, osserva Livio che apre la sua ventiquattrore e tira fuori un mucchio di fogli. Mi mordo il labbro e chiedo "Come sta tuo figlio Alex?" "Come signore? "Chiede Livio sorpreso, anche Flora lo è dalla sua espressione. "Non si chiama Alex tuo figlio?"chiedo accomodandomi meglio sulla sedia. Non capisco perché siano così sorpresi...io ho a cuore quello che può seccedere alle persone care per me. "Si, signore. Si chiama così. Sta benone, grazie" risponde quasi commosso Livio. Perché è così toccato dalla domanda? Mi viene voglia di non fargliene più. "Bene. Allora procediamo con..."faccio per dire, ma la segreteria bussa alla porta e annuncia l'arrivo di Haynes e il suo legale. "Sì, falli entrare" acconsento sistemandomi il nodo della cravatta. L'ho fatta di merda e mi sono rifiutato di chiedere aiuto a Flora. A quella vicinanza sono tentato di divorarmela. "Salve signori "dice Andrew entrando in gran stile. Odio il fatto che il suo nodo di cravatta sia più sistemato del mio. "Signora Vignoli" saluta subito Flora. Signora Temiz...Temiz...Temiz...è mia, cazzo. "Sono lieto di rivederla" dice lui baciandole la mano. Cerco di essere impassibile, ma sono ad un passo dal spaccargli in testa tutto il tavolo di vetro. "Troppo gentile" dice Flora regalandogli un sorriso. Li osservo mentre si sorridono a vicenda e sento ritornare quella voglia...quella voglia di essere spietato, di sentire il sangue colarmi tra le dita, di sentirmi onnipotente, di uccidere a sangue freddo. "Come andiamo?"chiede Andrew girandosi verso di me. "Alla grande" dico alzandomi. "Beatrice entra pure" dire lui, mentre io corrugo la fronte e vedo entrare una donna asiatica con i capelli lunghi lisci, il viso truccato ad arte, occhi marroni chiari, un piccolo neo sopra le labbra, un corpo scolpito, con un top scollato nero e un pantalone bianco a zampa d'elefante... "Il mio legale non è potuto venire, oggi lo sostituirà la sua assistente. Per voi è un problema?" "Assolutamente no" dico avvicinandomi a stringerle la mano. "Khalil Temiz, molto piacere" mi presento con enfasi. "Beatrice Mela, il piacere è tutto mio" mormora lei sbattendo piano gli occhi. "Vogliamo iniziare?"chiede Livio mentre mi accomodo e Beatrice sceglie di sedersi vicino a me. Lancio un'occhiata a Flora e la becco guardare dall'alto al basso Beatrice. Vendetta, il boccone più dolce che sia mai stato cucinato all'inferno...volgare come il rancore.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


"Pensare che non l'ho più, sentire che l'ho perduta. Sentire la notte immensa, più immensa senza di lei " – Pablo Neruda KHALIL'S POV: PASSATO. "Entriamo qui cara?"chiede la nonna a Flora mentre guarda un po' preoccupata la vetrina. "Nonna non so se potremmo permettercelo un vestito qua" dice lei guardandola triste. "Pago io il regalo quindi si entra qui" decreta la nonna. "Ma nonna...non ce n'è davvero bisogno. Non farò nulla per il diploma, non ho neanche nessuno con cui festeggiare, non c'è bisogno che mi regali un vestito" insiste Flora. "Hai me con cui festeggiare! Su, andiamo!" esclama la nonna decisa. Flora le lancia un altro sguardo preoccupato, ma decide di rispettare il suo volere ed entra dentro. Accosto davanti al negozio e tirando su il cappuccio della felpa, osservo la vetrata per farmi un'idea del posto...spalanco gli occhi quando vedo delle scarpe a 700€, che diavolo hanno di particolare? Apro il portone facendo suonare un sonaglio ed entro nel negozio...non è tanto grande ma è ben sistemato e ci sono diverse ragazze che provano abiti lunghi ed eleganti. Alzo lo sguardo per cercare le due e le trovo davanti ad una fila di vestiti verdi. Mi avvicino di poco e voltando le spalle, faccio finta di accarezzare i vestiti interessato. "Verde non mi piace cara...andiamo a vedere altro" borbotta la signora anziana. "Nonna...hai visto i prezzi?"sussurra Flora piano. "Si, si u viri!" sbotta lei sbuffando. "Potremmo provare nel negozio all'angolo della strada"propone Flora. "Quello cinese? Per chi mi hai presa per la miseria!" esclama la nonna contrariata. "Non sono male, a me piacciono" si difende lei. "Questo! Provalo, su!" dice la nonna afferrando un vestito rosso e buttandoglielo addosso. Flora lo prende in tempo e fa per dire qualcosa, ma vengono interrotte da una commessa che chiede se vogliono aiuto. "Mia nipote si diplomerà! Voglio che sia come una principessa" dice la nonna guardando con orgoglio Flora. "Io...non sono sicura di..." fa ancora per dire lei, ma la commessa scuote la testa e dice "Vuoi vorrai certo contrariare tua nonna? Cerchiamo altri vestiti da farti provare e poi andiamo in camerino, ok?" La nonna annuisce con la testa al posto di Flora e dice "Verdi no. E' sapurito anche un rosato o un giallino" "Venite, sono arrivati dei nuovi vestiti rosa che sono meravigliosi" dice la commessa facendo strada. Aspetto che si allontanino abbastanza e le raggiungo...tutte e tre sono di spalle e stanno scegliendo un vestito. La cosa incomincia ad annoiarmi...mi guardo attorno e becco una tipa che mi fissa, si morde il labbro e accavalla le gambe. Sembra venuta insieme ad un gruppetto di amiche che assistono l'amica che prova abiti da sposa...la rossa sembra però distratta dal mio cazzo. Le lancio un'occhiata di apprezzamento e mi sorprendo quando vedo che si alza e si avvicina a me. Guardo subito alle mie spalle Flora ancora intenta a decidere un vestito...mi rigiro e osservo attentamente le tette stratosferiche della tipa, mi hanno sempre stuzzicato le rosse. "Ciao" dice lei fermandosi di fronte a me. Butto un occhio sulla scollatura e sorrido...il me stronzo la trascinerebbe in uno stanzino e se la scoperebbe in più posizioni, ma devo tenere d'occhio la bambina...priorità. "Ciao" mi limito a dire anch'io. "Ci conosciamo? Mi pare di averti già visto da qualche parte" mormora lei leccandosi le labbra. Il me più stronzo gongola...voglio divertirmi. "Sono un dj, forse ad una serata" dico cordiale. "Ecco...hai un volto difficile da dimenticare" "Sicura solo il volto?" chiedo mordendomi il labbro. Lei sorride maliziosa e abbassando lo sguardo dice "Quello potremmo scoprirlo" "Sicuramente...anche se non ora." "Posso lasciarti il mio numero" propone lei. "Va bene" acconsento mentre la rossa tira fuori una penna e mi prende il palmo della mano. Mi giro per vedere a che punto è Flora, ma non la vedo più...merda, dov'è? Faccio per andare alla sua ricerca, ma all'improvviso la vedo...come una fottuta apparizione. "Attenta allo strascico...ti aiuto io" dice la commessa mentre l'accompagna a salire su una pedana e specchiarsi. La bocca mi si spalanca a vederla nello specchio...ha un vestito di pizzo e tulle lilla corto davanti e lungo dietro con una scollatura triangolare vertiginosa e le maniche lunghe...i miei occhi corrono alle sue gambe, un flash di queste attorno ai miei fianchi mi fa seccare la gola. Alzo lo sguardo allo scollo e al suo viso...sembra piacerle il vestito, infatti si gira anche per vedere il lato b...posso assistere alle sue guance infuocarsi nel vedere lo scollo, mi mordo forte il labbro. "Ehi? Ci sei? Ti ho scritto il numero" mi richiama la rossa. "Cosa?"chiedo frastornato. "Il numero, chiamami quando vuoi" dice lei. Annuisco con la testa e allontanandomi da lei, raggiungo Flora...mi nascondo dietro una fila di vestiti e resto ad osservarla ancora...almeno finchè non rientra in camerino. Mi avvicino al bancone e indicando la pedana in cui era salita, chiedo alla ragazza "Sa quanto può costare l'abito che aveva addosso?" "L'abito lilla? E' di Zuhair Murad. Costa €6275.00" Vorrei chiederle se il vestito contenga oro colato, ma ripenso a come calzava a pennello a Flora e senza pensarci faccio l'assegno. "Dica che lo offre la casa, lei non mi ha mai visto. Si tenga il resto" Non aspetto una risposta e scappo fuori...osservo Flora uscire dal camerino e avvicinandosi al bancone, rimane incredula nel sapere che il vestito lo regala la casa. La nonna insiste per pagare qualcosa e provando un paio di scarpe, acquistano anche quelle...escono entrambi felici e la nonna dice passando davanti a me "Che colpo di fortuna!" Flora sorride e salendo in macchina, guida fino a casa. Io le seguo assiduamente e quando entrambe entrano a casa, mi collego con le telecamere. Flora corre in camera e la sorprendo che si spoglia e spacchetta freneticamente il vestito nuovo...lo indossa e mettendosi anche le nuove scarpe si mette di fronte allo specchio. Accarezza il tulle e sorridendo prende il cellulare. Corrugo la fronte quando si fa una foto col medio esposto...faccio per collegarmi al suo cellulare, ma sento arrivarmi un messaggio...'Pulce' leggo dal mittente. Apro il messaggio e vedo la foto che ha fatto pochi minuti fa...non capisco. Un altro messaggio però chiarisce subito le idee "Ho 'stupida' scritto in faccia? So pagarmi da sola i vestiti, fottiti." Ritorno a guardare la telecamera e vedo che si libera del vestito e lo rimette su un sacchetto...lei si ricambia veloce e afferrando il sacchetto grida facendo le scale "Nonna, vado un attimo in chiesa!" La vedo uscire dal portone e con tranquillità percorrere la strada per la chiesa dietro l'angolo...la seguo con discrezione e scendendo dalla macchina per seguirla anche all'interno, la sorprendo che si avvicina ad una specie di cassonetto con scritto ' VESTITI DESTINATI AI POVERI BISOGNOSI", getta all'interno del cassonetto il sacchetto e sospirando soddisfatta esce via. Furioso decido di scriverle..."Come sai che sono stato io a pagarti il vestito? Magari ti sbagli " La risposta è immediata sorprendentemente "Non è stato difficile capire che nessuno regala niente, soprattutto un vestito di Zuhair Murad e tu, guarda al caso, sei ricco sfondato." "Ricco sfondato? Da cosa l'hai capito?" "Hai mandato dall'altra parte del mondo Valerio, sei uno che conta nel mondo degli affari." "Solo nel mondo degli affari?" digito velocemente. "Pagherai per tutto, te lo prometto." scrive lei. "Ho già pagato, credimi" concludo. "Mai abbastanza." conclude in realtà lei. ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------- PRESENTE. "E' fatta quindi" dice Andrew apportando la firma al contratto. "Esattamente" confermo sorridendo a Beatrice che mi consegna le carte. "Si è fatta una certa, avete cenato?"chiede Andrew alzandosi. La riunione è andata per le lunghe e sono un po' preoccupato per Flora che non ha mangiato nulla per pranzo. "No, vogliamo andare insieme?"propongo richiudendomi la giacca. "Tra poche ore inaugurerò un mio nuovo locale nei pressi del porto, volete venire?" Sposto lo sguardo su Flora che si limita a lanciare un'occhiataccia a Beatrice che dice "Ci sarà un ricco buffet e tanto intrattenimento, non potete mancare" "E allora non mancheremo" dico giocoso. "Ottimo, allora vi lascio l'indirizzo e mi raggiungete quando volete" dice Andrew mentre Beatrice ci procura un biglietto da visita. "Possiamo andare anche adesso, sono quasi le nove di sera e siamo curiosi di vedere il nuovo locale, no tesoro?"chiedo rivolgendomi a Flora. "Io in realtà volevo andare a casa per riposarmi un po'" confessa lei. "Ma signora Vignoli, così mi offende profondamente. Anche solo un'ora basterà" cerca di convincerla Andrew. Flora cede e abbassando lo sguardo dice "E va bene, ma non facciamo tardi caro" Annuisco con la testa e sorrido...ho auto modo di spiare le mosse di Andrew e sono esattamente di che locale parla, non vedo l'ora di vedere la faccia di Flora. "Andiamo allora!" esclama Andrew aprendo la porta. Usciamo tutti e scendendo al piano terra fuori troviamo già un suv. "Che efficienza" commenta Flora un po' seccata. "Io salgo davanti" dice Beatrice facendomi sorridere ulteriormente. "Anch'io. Tesoro non ti infastidisce stare dietro, giusto?" "Per niente..."digrigna lei aprendo lo sportello posteriore e guardandomi male. La cosa mi diverte soltanto. Saliamo tutti e dopo mezz'ora arriviamo a destinazione...Beatrice è una palla al piede ma ha un seno prosperoso e non mi è dispiaciuto farci cadere un occhio. "Ma è un nightclub" mormora Flora incominciando a capire mentre entriamo. "Esattamente, luogo di magia nera" aggiunge ridendo Beatrice. Mi guardo anch'io attorno e vedo lo spettacolo di ballerine già avviato...il posto non è tanto grande, ma raffinato e con luci soffusi per dar solo l'attenzione allo spettacolo a luci rosse. "Per voi abbiamo riservato il privè, venite" dice Beatrice sorridendo a Flora. "Dove'è Andrew?"chiedo non vedendolo da nessuna parte. "Oh verrà subito, non temete" ci rassicura Beatrice entrando in un'area riservata con poltroncine viola di tessuto basse, tavolini neri a fianco e illuminato da luci rosse...posso intravedere delle ragazze che stanno intrattenendo degli uomini vogliosi. "Un bordello" borbotta Flora al mo fianco sconvolta. Non ha mai visto un posto del genere...Flora è così innocente che non approverebbe mai un posto del genere. "Accomodatevi, ora vi farò servire qualcosa da bere e mangiare" dice Beatrice facendo l'occhiolino a Flora che le sorride educatamente. Mi guardo attorno e faccio per sedermi, ma Beatrice esclama fermandoci "No! Qua si siedono le donne, voi uomini in fondo" La guardo subito male e faccio per dirle che non esisterà una cosa del genere, ma spunta come un fungo un uomo a petto nudo che si avvicina a noi e adocchia Flora. "Vedo che hai portato nuovi ospiti" dice il ragazzo alto moro e scuro di carnagione...sarà sicuramente brasiliano dall'accento. "Ti presento Flora e Khalil" dice Beatrice mentre il ragazzo si fionda a salutare Flora e chiede "Ti va se ti porto a vedere un po' il posto?" "No, grazie. Ci penso io" abbaio coprendo Flora e incendiando con lo sguardo lo stronzo. "Oh oh amico, sta calmo" dice lo spogliarellista per poi sporgersi a sorridere maliziosamente a Flora e dire "Mica le ho proposto di scopare" Scatto in avanti arrivando a un pelo dalla fronte e col corpo in fiamme lo divoro con lo sguardo e ringhio "In quel caso ti spaccherei la faccia di cazzo che ti ritrovi" Lui sorride quasi divertito e facendo un passo all'indietro si morde il labbro, mentre Beatrice sorride e dice "Ragazzi, vi presento Josè. Khalil puoi stare tranquillo per tua moglie, Josè non è eterosessuale" Sposto subito lo sguardo su di lui e deglutisco...solo adesso realizzo di aver appena fatto una scenata di gelosia. "Allora le mie scuse. Avevo capito che avessi interesse per mia moglie" dico a disagio. "Scusalo, delle volte dà di matto" dice Flora posando una mano sul suo petto nudo. "Ora che il maritino è più calmo, ti posso portare a fare un giro?"richiede lui. "Ma certo" esclama Flora sorridendo. "Io in realtà..." faccio per dire la mia, ma i due si sono già allontanati e non mi ascoltano più. "Lasciala andare...Josè è un bravissimo ragazzo. Ti porto qualcosa da sgranocchiare, ok?" chiede Beatrice. "Ok" mi limito a dire per poi accomodarmi. Aspetto che se ne vada per tirare fuori il cellulare e seguire il gps del bracciale...butto un sospiro di sollievo quando vedo che è ancora all'interno dell'edificio. Chiamo immediatamente Malcolm e dico di mettere una macchina con una guardia per ogni uscita...non posso rischiare. Riposo il cellulare e mentre mi chiedo dove sia finita Beatrice, vedo una ballerina avvicinarsi a me con un corsetto di pizzo blu notte e un perizoma abbinato. Ha i capelli corti e ondulati, occhi scuri e ha dei tacchi a spillo ai piedi...non so perchè ma m'immagino che sia Flora, così seducente e aulica, solenne... Solo ora noto che ha una piccola mascherina ai occhi e sorridendo, si siede sulle mie ginocchia. "Ehi...ti ho notato dall'entrata" mormora lei facendosi sempre più vicina. La mia mente viaggia...il suo profumo non è quello di Flora, ma ha una nota più passionale, peccaminosa, viziosa...immagino che sia lei ad accarezzarmi il collo e sussurrarmi che è bollente per me. Gemo di dolore per il membro che vuole solo del sollievo dentro di lei...allungo una mano al corsetto e salgo con le dita fino ai suoi seni. Sento il suo respiro affannato, vuole essere soddisfatta adesso e nel modo più depravato. "Spostiamoci da un'altra parte..." sussurra lei e io nego con la testa...la mia fantasia non vuole aspettare. "Vuoi dare spettacolo a tutti? Far vedere che sono solo tua?" "Si" mormoro stringendole la vita e avvicinandola ulteriormente a me. "Sei mia, voglio farlo vedere a tutti" dico più determinato a dimostrarlo. "Sei un tipo possessivo" "Non faccio toccare a nessuno ciò che è mio, dovranno passare dal mio cadavere prima di averti" "Khalil..." sento dire da lei mentre io chiudo gli occhi e abbasso le mani alle sue natiche. Lei sussulta su di me e fa per allontanarsi..."Khalil" Riapro gli occhi e vedo la ragazza alzarsi dalle mie ginocchia...mi giro non capendo e sento gridare "Khalil!" Ma che...? "Khalil Khalil! " grida Beatrice correndo verso di me. La guardo stranito mentre lei mi raggiunge e col fiatone farfuglia "Flora...Flora respira male, Flora sta..." Scatto subito in piedi e scostandola corro fuori dal privè. Porca puttana! Cosa cazzo mi è successo? Non avrei dovuto staccare gli occhi dal cellulare, avrei dovuto seguirla per ogni passo, controllarla! Prendo il cellulare e seguendo le indicazioni raggiungo una stanza in fondo ad un corridoio...il sangue mi sale al cervello solo al pensare che cosa possa esserle successo. "Flora!" urlo con impeto facendo sussultare le persone nel corridoio. Sfondo con un calcio la porta che m'indica il cellulare e il mio cuore perde un battito nel vedere Flora senza le scarpe su un letto enorme mentre respira convulsamente e Josè impreca con le mani in testa. Non penso più a un cazzo e afferrando per il collo Josè, lo scaravento contro il muro ringhiando furioso "Che cazzo le hai fatto? Eh? Perchè minchia è in queste condizioni?" "Lei...lei...ha...non riesco!" farfuglia lui gridando. Stringo ancora più forte e grido "Ti conviene dirmi tutto e la tua morte sarà più immediata del previsto" "Ha mangiato...lei ha mangiato e si è messa a tossire! Io non le ho...io..." tossisce senza completare la frase. Lo lascio immediatamente e andando verso i dolcetti li annuso cercando di capire se ci sia veleno...non sento nulla. "Che cazzo c'è dentro?"chiedo a Beatrice che sta piangendo ed è nervosa. "Io...non lo so. Non so precisamente...so solo che hanno il caramello, la panna, le arachidi e..." "ARACHIDI?" urlo fuori di me. Corro da Flora che ha le lacrime agli occhi, col respiro sibilante e agita le mani in cerca di sollievo. "E' in choc anafilattico! Portatemi l'autoiniettore di adrenalina!" grido prendendo le gambe di Flora. "Subito!" urlo facendo tremare persino le pareti. Sistemo Flora sopra di me e quando Beatrice mi porta il Fastjekt, lo impugno e rimuovendo il tappo azzurro, lo tengo con la punta arancione rivolta verso la parte esterna della coscia a 10 cm di distanza. Premo con forza ad angolo retto finché non sento uno scatto e mantengo il Fastjekt contro la coscia per 10 sec. Rimuovo con delicatezza e massaggiando la coscia per 10 sec, cullo tra le mie braccia Flora che inizia a respirare normalmente. L'adrenalina provoca vasocostrizione dei vasi sanguigni inducendo il cuore a battere con maggiore forza e velocità (tachicardia). Ha anche un'azione broncodilatatrice: non appena i vasi ritornano nelle condizioni ottimali, il respiro dapprima affannoso, viene controllato, permettendo così di respirare meglio anche perché labbra, lingua e gola ritornano nelle condizioni di normalità. "Si, così...piano piano. Bravissima" sussurro a lei che fa grandi e lenti respiri. "Khalil..."mormora lei con le lacrime spaventata. Mi dilania il cuore vederla così. "Sono qui, sono qui. Non ti lascio più sola" cerco di tranquillizzarla. "Beatrice...lei..." fa per dire Flora, ma si ferma e la guarda terrorizzata. Volgo anch'io lo sguardo verso Beatrice e chiedo "perché è così sconvolta? Cosa le avete detto?" "Io...stavo solo cercando di..."mormora Beatrice non finendo la frase. "Voleva sedurla " dice José a tutto d'un fiato. Spalanco gli occhi e rimango incredulo...che cazzo stavano facendo? Ho sentito bene? Mi alzo con Flora tra le mie braccia e uscendo dico con disprezzo "Parlerò col mio legale per annullare il contratto stipulato con voi. Siete banditi da ogni mia agenzia e ringraziate il cielo che non vi denunci teste di cazzo." Esco con rabbia senza sentire le loro giustificazione e mentre raggiungi l'ingresso m'imbatto in Andrew che ci viene incontro sorridendo. "Fanculo." sbotto dandogli una spallata e un calcio alla porta. Andrew si gira perplesso, ma adesso la mia unica preoccupazione è quella di portare da questo fottuto posto Flora e non quella di spaccare a tutti la faccia...ci penserò dopo a fargliela pagare. "Che è successo signore?"chiede Malcolm venendomi subito incontro. "Aprimi la porta, apri" dico brusco mentre Flora chiude gli occhi debole e respira un po' con affanno. "Si signore" esegue subito Malcolm. Carico dietro delicatamente Flora e salendo insieme a lei, poso la sua testa sul mio grembo e dico "Parti, veloce." Malcolm non se lo fa ripetere una seconda volta e parte più veloce che può. Tengo la sua piccola testa stretta al mio grembo e cercando di tranquillizzarla, come meglio posso, arriviamo al porto. "Voglio i diritti su quel fottuto night club, li voglio domani sera sulla mia scrivania. E' chiaro?" ringhio scendendo dalla macchina con Flora che ormai si è addormentata. "Si signore" annuisce obbediente Malcolm. Faccio per entrare nello yatch, ma mi fermo e dico "Anzi domani tu e Juan prendetevi la giornata libera, Flora deve riposare in pace e non voglio nessun altro attorno" "Ma domani ha l'inaugurazione del cantiere di Mogan e il sindaco aveva richiesto di poter parlare con lei del..." "No. Domani non ci sono per nessuno, sono stato abbastanza chiaro? Per nessuno, rimanda tutto o annulla tutto. Non me ne frega un cazzo." dico severo zittendo Malcolm e fulminandolo con lo sguardo. "Si, è stato chiaro." "Voglio solo i diritti sul night club, per ora voglio solo questo. Avverti tu Juan, porto Flora in camera sua e non voglio essere disturbato per niente al mondo" Malcolm annuisce ancora e io dandogli le spalle, percorro la passerella. Cammino con passo svelto ed entrando finalmente in camera sua, al buio la poso delicatamente sul letto. Tolgo le scarpe per non far rumore e passo a spogliare Flora...sono così in ansia e preoccupato per lei che neanche realizzo di averla mezza nuda sotto i miei occhi. Poso il vestito e le scarpe all'angolo e salendo sul letto, scosto le coperte per metterle sopra. La ricopro come un fagotto e stringendola forte a me affondo la testa nei suoi capelli di seta. Sono così esausto e sfinito dalla giornata che incrocio le dite della mano di Flora e portandole al petto chiudo gli occhi. Domani ci sarà il caos, lei mi urlerà la qualsiasi contro, ma adesso ho solo voglia di godermi il suo corpo contro il mio, le sue dita nelle mie, il mio cuore nel suo. ---------------------------------------------------------------------------- Scosto una ciocca di capelli dalla sua fronte e raccogliendola alle altre ciocche scostate, osservo la sua fronte...col dito faccio dei disegni sopra e traccio anche la parola 'Pulce'. Abbasso il dito per tracciare il contorno del viso e risalgo sopra ai suoi occhi...accarezzo le ciglia morbide e slitto col dito sulla curva del naso. Ritorno in basso e traccio la linea delle sue labbra...sono grosse e passandoci il dito sopra, sento quanto sono gonfie...e dire che diventano ancora più grosse quando le morde. Rialzo il dito e traccio l'orecchio...è mattino ma la stanza è buia lo stesso, non ci sono finestre, eppure conosco così bene ogni suo centimetro che posso immaginare tutto. Stanotte ho dormito per pochissimo, appena ho sentito un rumore sono scattato fuori per accertarmi che fosse tutto a posto. Una volta sicuro ho riposato la pistola sul comodino e mi sono rimesso a letto. Non ho fatto altro che vegliare su di lei tutta la notte...mi sono rifiutato di farlo, non potevo correre il rischio che si risentisse male e non mi avesse trovato sveglio. Sussulto quando sento che si muove...si sta svegliando. Mi scosto subito e scendo dal letto. Se solo sapesse che sono rimasto tutta la notte a stretto con lei, ricadrebbe in un attacco di panico e mi griderebbe contro. Voglio che stia tranquilla oggi...vederla in quelle condizioni ieri mi ha portato a riflettere sulla sua fragilità...non posso farle del male senza ferirmi...siamo una cosa sola e devo proteggerla anche a costo di rinunciare alla mia vita per lei. "Mmm..."la sento gemere mentre io allungo una mano e accendo la lucina del comodino. "Khalil" mormora subito lei trovandomi all'angolo. "Flora" dico io più controllato. "Che ci fai qui?"chiede lei corrugando confusa la fronte. Abbasso lo sguardo al lenzuolo scostato sul petto e riesco a vederle il reggiseno di pizzo bianco, la purezza. Anche lei abbassa lo sguardo e realizzando di essere mezza nuda si copre immediatamente e chiede spaventata "Io...tu...non...tu non.." "No, non è successo nulla" dico severo...forse un po' dispiaciuto dal fatto che possa farle schifo l'idea di far l'amore con me. "Perchè?"chiede lei probabilmente riferendosi alla mia presenza e a lei mezza nuda. "Non ti ricordi nulla?" "Siamo usciti da lì e poi...non so" dice lei portandosi una mano a stropicciarsi gli occhi. Sembra una bimba dopo il suo riposino...vorrei divorarmela come la bestia quale sono. "Poi nulla. Ti ho portata qui e ti ho spogliata" spiego velocemente. "Era necessario farlo?"chiede lei aspra. Non rispondo...fanculo, volevo che stesse comoda. "Ho dormito con te?"fa la domanda più bastarda di tutte. "No,io ho dormito in camera mia" dico stringendo i pugni. "Oh almeno questo..."dice lei sospirando di sollievo. La guardo con disprezzo...come fa con delle semplice parole farmi più male di un proiettile? E io ho provato il dolore di un proiettile in corpo. "Rivestiti e vieni a mangiare che sono l'una" dico aprendo la porta. "Non pranzo con te" sbotta lei. "Va bene" dico semplicemente richiudendo la porta. Percorro il corridoio passandomi una mano sul volto e cerco di restare sveglio...devo nutrirla. Entro in cucina e sospiro chiedendomi come diavolo fare...non ho mia cucinato in vita mia, preferivo mangiare che aiutare a cucinare. Apro il frigo e vedo della carne...ok, potrei farle una bella bistecca e dell'insalata. Sospiro ancora e prendendo una padella, la metto sui fornelli. Intanto prendo la carne fuori e la studio con attenzione...ha una forma e una consistenza strana, sarà il caso di chiamare Juan? Scuoto la testa dandomi dello stupido e prendendo dell'olio riempio la padella. Quando verso l'olio mi accorgo che non è effettivamente olio, ma aceto di mele...si potrà comunque friggere una bistecca? Smetto di mettere aceto e aggiungo olio...in questo modo l'olio sarà aromatizzato dall'aceto? Faccio spallucce e butto anche un spicchio d'aglio...l'ho visto fare da mamma. Aspetto che l'olio si scaldi e prendendo la carne, la lavo sotto l'acqua...non vorrei che sia piena di batteri. La strizzo meglio che posso e faccio per buttarla nell'olio, ma appena avvicino la carne, l'olio inizia a scoppiettare ovunque. L'olio arriva anche al fuoco del fornello e iniziando a prendere fuoco la padella, vado alla ricerca di un panno per poi sventolarlo ed imprecare quando anche questo prende fuoco. Scatta l'allarme sopra di me che inizia a spruzzare acqua ovunque e la padella prende completamente fuco. "Cosa cazzo succede??"grida Flora sulla soglia della cucina. Spalanco gli occhi e impreco ancora...chissà cosa starà pensando adesso di me. "Vai, ho tutto sotto controllo!"grido per sovrastare la padella che prende fuoco e l'allarme. Flora corre a prendere qualcosa, e mentre io penso di prendere un altro panno, sento un rumore sordo...subito dopo un fumo bianco spegne le fiamme. Realizzo solo adesso l'esistenza di quel fottuto estintore e osservo come in pochi secondi Flora dà una soluzione al problema. Quando il fuoco non c'è più, Flora riposa l'estintore per terra e chiede "Che diavolo ti è passato per la testa? Mai unire olio e acqua!" "Io...oh ma fanculo" sbotto facendo per uscire furioso dalla cucina, ma lei sorprendentemente mi ferma dal polso. Mi giro incredulo dal suo gesto e lei levando subito la mano, portandola subito dopo dietro la schiena chiede a disagio "Dov'è Juan?" "Fuori, ha il giorno libero" spiego. Lei mi studia con attenzione e capendo finalmente dice "Stavi preparando il pranzo a me" Non rispondo...non voglio che pensi che mi freghi qualcosa. "Ci penso io qui, vai" dice lei facendosi una coda ai capelli. "No, tu devi riposare" impongo, ma subito dopo penso all'enorme cazzata fatta...dovrei dare un minimo di parvenza e invece mando tutto a puttane. "Allora mi aiuterai" dice lei porgendomi l'estintore. Lo prendo...non voglio che faccia sforzi. Riposo l'estintore mentre lei dà una lavata veloce alla cucina e io abbasso lo sguardo alla maglietta zuppa d'acqua. Me la levo e sospirando sento Flora dire "Ehmm che stai facendo?" "E' bagnata" dico alzando la maglietta. I suoi occhi corrono subito sul mio petto, ma il contatto dura poco perchè poi mi dà le spalle e dice "Ok, mettiti qualcosa e raggiungimi" Posso intravedere le sue guance surriscaldarsi...mi piace quest'effetto che ho su di lei. Esco dalla cucina in silenzio e raggiungendo camera mia, mi cambio veloce. Mi specchio per sistemare i capelli e mi sistemo la...ma che cazzo fai? Stai scendendo in cucina coglione. Riabbasso le mani e sbuffando riscendo giù. Vedo lei già operativa in cucina col grembiule e con una padella in mano. "Ho visto la carne fuori" dice lei indicandola. "Si, volevo farci una bistecca" "Una...bistecca?"chiede lei cercando di trattenersi dal ridere. "Si, quella" affermo. Lei si morde il labbro e mormora "La bistecca è un tipo di taglio di carne, questa è carne macinata" "Non è sempre carne?"chiedo perplesso. "Si...ma non puoi farci una bistecca. Potremmo farci del ragù, che ne pensi?" Faccio per pensarci e mormoro "Si, mi piace il ragù" "Allora incominciamo che deve cuocere tanto. Puoi iniziare col tagliare una cipolla mentre io salo l'acqua?" chiede lei mettendo la padella sopra i fornelli. "Si" mi limito a dire mentre giro per la cucina alla ricerca di una cipolla. "Là sotto" mormora lei indicandomi una cesta. "Non vedevo" mi giustifico. Lei non ribatte e io prendendo la cipolla, me la giro tra le dita. Come funziona adesso? "Devi togliere la buccia" dice lei notando che sono in difficoltà. "Certo" borbotto andando a prendere un coltello. Mi posiziono sul bancone mentre Flora interviene di nuovo e dice" Sul tagliere...o macchi tutto" La cipolla macchia? Annuisco con la testa e inizio a togliere la buccia delicatamente...puzza da morire. "Come la taglio?"chiedo osservando la cipolla priva di buccia. "Tritala, devo farci il soffritto" Tritarla? Studio ancora la cipolla e decido di darci un taglio netto...come facevo con le teste dei prigionieri. "Khalil" grida lei saltando in aria. "Vuoi spaccare anche il tagliere per la miseria?" La guardo confuso...che diavolo ho fatto adesso? "E poi la cipolla non si taglia verticalmente" sbotta ancora. E io che cazzo ne potevo sapere? "Io volevo tagliare la cipolla" cerco di spiegare. "Tagliarla non spappolarla" mi deride lei. La guardo male...io volevo solo aiutarla. "Evidentemente non sono portato per la cucina e io ho del lavoro da sbrigare in ufficio, tolgo il disturbo"borbotto per poi uscirmene senza sentire una risposta. Mi sento preso per il culo e completamente inutile. Vado di sopra e sedendomi sullo sdraio leggo al sole il quotidiano. Butto il quotidiano per aria non riuscendo a stare calmo e decido di farmi una nuotata in piscina. Mi spoglio e buttandomi in acqua, nuoto finchè sento i muscoli indolenzirsi e la testa più leggera. Vorrei bere un goccino, ma mi limito a ributtarmi in acqua e nuotare ancora e ancora. "Fame?"sento dire improvvisamente alle mie spalle. Mi giro perplesso col fiatone e vedo Flora con due piatti di pasta al ragù in mano. Raggiungo subito il bordo e uscendo dalla piscina, la raggiungo accanto alle sdraio. "Hai fatto veloce" osservo sorpreso. "Solo 20 minuti...non ci vuole troppo tempo. Ecco, tieni o raffredda" dice lei allungandomi il piatto di pasta. "Mi metto qualcosa addosso e scendiamo per mangiare in..." "Oh no no...qua va benissimo" dice lei sedendosi sullo sdraio e iniziando ad arrotolare i suoi spaghetti. La guardo un po' stranito, ma la imito e mi siedo al suo fianco nell'altra sdraio. Mangiamo in silenzio e io mi sorprendo della bontà del ragù, mi ricorda un sacco quello che mi faceva mamma. "C'è altra pasta in pentola" dice lei d'un tratto. Alzo lo sguardo succhiando lo spaghetto in bocca e leccandomi le labbra dico "Ne prenderò sicuramente altra" Lei inaspettatamente mi regala un sorriso imbarazzato e dice "Mi fa piacere che ti sia piaciuto" Io annuisco mentre Flora si morde il labbro e mormora piano "Volevo anche chiederti scusa per prima...sono stata troppo dura, tu mi volevi solo aiutare a cucinare" Alzo un sopracciglio più che sorpreso e chiedo "Davvero mi stai chiedendo scusa per essere stata dura con me?" Flora scuote la testa divertita e dice "Effettivamente è strano." Mi mordo l'interno guancia e dico "Scusami per ieri" Lei mi guarda interrogativa e chiede "Per ieri? Ho mangiato io il pasticcino come una scema" "Invece avrei dovuto ascoltarti e ritornare qui. Sappi che quei maiali non potranno avvicinarsi mai più a te" la rassicuro. "Beh in effetti ero stanca e volevo ritornare a casa, mi è dispiaciuto quando per l'ennesima volta non mi hai ascoltato" Sorrido...."Casa" mormoro guardandola con amore. Anche lei mi fissa con attenzione e deglutendo mormora "Insomma...sai a cosa intendevo" "Si...ho capito" Finisco di mangiare la pasta e dico "Comunque vorrei farmi perdonare in qualche modo" Lei alza un sopracciglio e chiede subito "Lasciarmi libera?" Corrugo la fronte guardandola male. "Ho capito...allora voglio che trovi la sorella di Juan" "E tu come sai che..." "Gli è scappato, per favore non fargliene una colpa" "Io...è complicato" dico alzandomi. "Perchè complicato?" chiede alzandosi anche lei. "Sua sorella non sa nulla di lui" "E' il momento che lo conosca allora" "Non lo so" borbotto passando una mano fra i capelli. "Hai detto che volevi essere perdonato" mi ricorda lei. "Non posso fare altro?" "No" dice lei sicura. "Ci devo pensare" Lei scoppia a ridere e io corrugando la fronte chiedo tacitamente il perchè delle risa. "Sei tutto sporco di pomodoro" dice lei toccandosi le labbra. "Non potevi dirmelo prima?"chiedo pulendomi con l'asciugamano. "No, era troppo divertente" "Divertente eh?"chiedo avanzando verso lei. "Khalil che vuoi fare?" mormora lei sorridendo. "Qualcosa che possa divertire anche me" dico abbassandomi a prendere delle pistole d'acqua. Servivano a scacciare i gabbiani dal bordo della nave, ma adesso serviranno decisamente per altro. Premo il grilletto e la bagno all'altezza dell'addome...non mi fermo e sparando più volte la bagno ai capelli, al viso e alla schiena. "No! Khalil fermo!" grida lei correndo. Lei cerca di nascondersi dietro le sdraio, ma io la scopro sempre e la rincorro per tutto il piano. "Non è giusto! Io sono senza armi!"grida lei sulle scale. Scendo anch'io le scale e arrivando al piano inferiore non vedo più nessuno. "Flora?"chiedo guardandomi attorno. Era nel salone... Controllo sotto i tavolini o dietro i divani, ma non trovo nessuno...che se ne sia andata in camera? Faccio per uscire dal salone, ma improvvisamente sento un peso sulla schiena e subito dopo sono senza la pistola. "Sei fottuto Temiz! Fottuto!" grida lei maligna impugnando la pistola. Non tentenna e spietata spara a raffica acqua. Sono già bagnato quindi cercando di riprendermi la pistola, la rincorro per tutta la casa. "Perchè sei immune?"chiede lei gridando frustrata. Sorrido e accelerando il passo riesco ad acciuffarla per le gambe. "No! Ritirata!" grida lei agitando le gambe. Scoppio a ridere e buttandola sul letto di camera mia, le salgo sopra e prendendole la pistola le sparo dritto in faccia. Lei cerca di coprirsi con le mani, ma le blocco sopra la testa con una mano e con l'altra inzuppo tutti i capelli e i vestiti. "Bastardo!" urla lei cercando di scivolare dalla mia presa. Mi metto a cavalcioni su di lei e continuo a sparare divertito. Lei riesco improvvisamente ad acciuffare i miei capelli e tirandoli verso di lei, cerca di prendermi la pistola. Abbasso la testa con lei che mi tira i capelli e mi ritrovo all'altezza dei suoi seni, il mio naso sfiora un capezzolo da sotto il top e spalancando gli occhi realizzo che sotto è senza reggiseno. La pistola mi scivola dalle mani e non capendoci più nulla strappo via la camicetta trovandomi i seni ben esposti e i capezzoli inturgiditi. Non aspetto nulla, non chiedo nulla e prendo in bocca un seno succhiando con veemenza il capezzolo. Sento subito lei gemere e rafforzare la presa sui miei capelli. "Dio...dio...dio mio" mormoro passando all'altro seno. E' fresco, morbido, buono, delicato, vizioso... Risalgo con la bocca a baciarle il petto e le clavicole, mentre mordo la pelle del collo e stringo nei palmi i seni sentendone la consistenza soffice. "Khalil...no,no..."geme lei respirando affannosamente. Annuso il profumo del suo collo e chiudendo gli occhi per il profumo, cerco di calmare i battiti del cuore impazziti...divento pazzo con lei. "Non riesco a fermarmi, non ci riesco" le spiego...forse è solo una scusa, forse non è vero, forse non voglio io. "Ahhhh" aspira lei, mentre io stringo ulteriormente i seni nei palmi e lasci baci roventi sull'orecchio. "Signore le ho...oh merda" sentiamo una voce maschile dietro di me. Malcolm. "Cazzo!" grido alzandomi da Flora e fiondandomi fuori dalla porta furioso. Nel corridoio trovo Malcolm e prendendolo dalla gola, lo sbatto al muro e ringhio "Che cazzo ti ho ordinato ieri? Cosa Malcolm!" "Io...scusi, non mi aspettavo di vedervi insieme nel..." "Cosa? Siamo sposati e stavamo per scopare se non fosse stato per te. Cosa c'è di anormale?" sibilo stringendo ulteriormente la presa. "Nulla nulla" sussurra lui non alzandomi in dito su di me. Potrebbe farlo, è più grosso di me ma io sono il padrone, il suo padrone. "Che cazzo ci fai allora qui?"chiedo fuori di me. "Ho i diritti, i diritti sul night club" Gli strappo dalla mano i fogli e leggendoli veloce ringhio "E non potevi lasciarli in ufficio ed evitare di rompermi i coglioni?" "Mi scusi, mi scusi...non accadrà più." "Certo che non accadrà più perchè sei..." "Ciao Malcolm!" esclama una voce dietro di noi. "Sei con Juan?" aggiunge Flora con una mia canottiera sotto la gonna. "No signorina...cioè signora Vignoli...no no, signora Temiz, Temiz si.." Vorrei sbattermi la testa al muro per la deficienza di Malcolm. "Puoi chiamarmi Flora" dice lei sorridendogli. "Stai uscendo?"chiede subito dopo. "Si signora...cioè Flora, sto uscendo. Mi dispiace di avervi ecco...disturbati" farfuglia Malcolm continuando a guardarmi terrorizzato. "Nessun disturbo. Potresti farmi un favore?"chiede lei con nonchalance...come se un minuto fa non fossimo stati ad un passo dallo scopare come animali selvaggi e bisognosi. "Certo" annuisce lui. "Un attimo solo" dice rientrando in camera. Io intanto fulmino con lo sguardo Malcolm...si è salvato per un pelo. "Eccomi. Potresti procurarmi un'altra di questa? Anche più grande e potente se puoi" dice alzando la pistola d'acqua. "Sarà fatto" dice subito lui. Io invece trattengo una risata...che peste. "Ci vediamo allora" ridacchia lei. Malcolm annuisce e facendo un cenno a me scappa via. "Ti senti in competenza?"chiedo facendola ridere. "Tu non avevi un sacco di cose da sbrigare in ufficio?" ribatte lei stronza. "Vuoi aiutarmi?"chiedo gongolando. "Prima ti rivesti e poi ne parliamo" dice lei per poi voltarmi le spalle e sculettandomi quel culetto da prendere a morsi. Dopo un paio di ore siamo ancora in ufficio e lei è una continua tentazione...si sta occupando dei casi minori e accavalla le gambe, si sporge sulla scrivania, mordicchia sensualmente la matita tutto il tempo...la mia mente è chiaramente partita e non siamo composti come lo siamo davvero in questo momento. Nella mia mente lei è nuda, coperta solo da sudore, sopra la scrivania con le gambe attorno a me, io dentro di lei, il mio pugno nei suoi capelli, la mia bocca a tormentala come il diavolo...nella mia mente siamo tutt'altro che composti. "Questa voce è da eliminare secondo me. E' una clausola a doppio taglio, non penso che....Khalil?" Scuoto la testa e alzo lo sguardo dal suo seno...porca troia è con la mia canottiera e senza reggiseno, vorrei tanto continuare quello che avevamo cominciato. "Si?"chiedo imponendomi di stare tranquillo. "Ti vedo distratto" osserva lei. "Io...può darsi" "Ok...prendiamoci una pausa, ho capito" dice alzandosi. "Tè?"chiede uscendo dalla porta. "Caffè" dico seguendola. Ritorniamo in cucina e mentre lei prepara la caffettiera e mette il bollitore sui fornelli, io chiedo "Come stai? Senti ancora il respiro affannato o..." "Ma smettila, manco fossi incinta. Va tutto bene adesso, grazie comunque dell'interessamento" Il mio occhio cade subito sulla pancia...non ho mai pensato a Flora incinta di me, non li vorrei adesso i bambini...magari più in avanti. Sarebbe gratificante diventare padre, non farei mancare nulla a mia moglie e ai miei figli...ne voglio più di uno, voglio che si supportino tra di loro, voglio poterla ingravidare più di una volta, vederla col pancione col mio bambino dentro...entrambi miei. "Khalil? Insomma... che ti prende oggi?"chiede Flora riportandomi alla realtà. "Cos'hai detto?" chiedo deglutendo e appoggiandomi al bancone. "Volevo farti una domanda delicata" "Ok" dico semplicemente. "Volevo chiedertelo giorni fa, ma non mi sembrava il caso...ora però vorrei davvero delle risposte" "Che domanda devi farmi Flora?"le metto pressione. Lei si morde il labbro e sospirando mormora "Volevo sapere se quello che ho visto in televisione fosse l'unico motivo per cui hai ucciso mio zio" Non rispondo. "Allora?"chiede lei notando il mio silenzio. "Ti avevo detto che avresti potuto farmi una domanda, non che avrei risposto" "Perchè non vuoi rispondermi?"chiede lei passandomi la tazzina di caffè e sbattendomi piano gli occhi. Come convincere un uomo debole. "Non mi va" "Ma perchè?" "Perchè no, Flora" dico severo uscendo dalla cucina. "Khalil!" mi richiama lei. "Khalil ti prego" dice afferrando il mio braccio. "Cosa Flora? Non puoi obbligarmi" "E tu si? Puoi obbligarmi a stare qua e io non posso chiederti di rispondere ad una mia fottuta domanda?"chiede lei iniziando a scaldarsi. "E' diverso" "Si, dovrei essere io quella incazzata e non tu" Faccio per parlare ma lei sbuffa e dandomi le spalle borbotta "Ma vai a quel paese" Le prendo al volo il polso e trattenendola in corridoio dico "Io non sono incazzato" "Beh lo sono io adesso" sbotta cercando di scappare dalla mia presa. "E va bene!"esclamo lasciandola andare. "Va bene cosa?"chiede lei non capendo. "Risponderò alla domanda, ma sarà l'ultima domanda a cui risponderò" Flora annuisce e io sospirando dico "No, non era l'unico motivo" "Qual era l'altro motivo?" "Ho detto che era l'ultima domanda a cui rispondevo" "Ma non mi hai dato una vera e propria risposta!" borbotta lei facendo il broncio. La mia mano va inconsapevole alle sue guance...le stringo e abbasso lo sguardo alle labbra. "Rispondimi" impone lei. "No" dico scuotendo la testa. "E va bene. Se mi darai una risposta soddisfacente, io risponderò ad una tua domanda" "Io non ho nessuna domanda da farti" "Pensaci bene, ti sto offrendo la verità" mormora sorridendo in maniera maliziosa. Gli ingranaggi del mio cervello iniziano a lavorare e incominciando a farmi un'idea dico "Ok" Lei applaude con le mani per la piccola vittoria e trascinandomi in cucina, sale sul bancone e dice "Sono tutta orecchi" "Non dovrai parlarne con nessuno, neanche con Juan" mi raccomando. "Si si...sarò con la bocca cucita" promette lei. Sospiro e dico "Tuo zio è un uomo orribile e capace di qualsiasi cosa. E' sordido." "Spiegati meglio per favore" dice Flora inclinando la testa. La raggiungo al bancone e preferendo di stare in piedi davanti a lei mormoro "Mi ha ingannato" "Come?"chiede lei pendendo dalle mie labbra. "Non ne ho mai parlato con nessuno Flora, devi promettermi che..." Lei posa le mani sulle mie spalle e dice decisa "Rimarrà tra noi, te lo prometto. Puoi fidarti" Mi mordicchio il labbro e decido di farlo...condividere qualcosa con me, qualcosa d'intimo che non avrei mai pensato di condividere con qualcun altro...va oltre di andare a letto insieme. "Mio padre era accusato di terrorismo e io ero disperato...avevo solo 15 anni e mi sono lasciato ingannare da tuo zio" "Cosa ti ha detto?"chiede lei sbattendo piano gli occhi. Stringo i pugni e mormoro "Mi ha portato nel suo ufficio e..." Flora si porta subito le mani sulle labbra e spalanca gli occhi...scuoto la testa. "Non è successo ciò che credi...non mi ha sfiorato quella bestia" "Allora che ha fatto? Ti ha chiesto dei soldi?" Scuoto di nuovo la testa. "Diceva di essere molto amico di mio padre, lo conosceva da anni e lo voleva anche lui fuori dalla prigione." Deglutisco e dico a disagio " Mi aveva dato una fiala con del liquido blu dentro e mi aveva detto di darlo a mio padre, lui si sarebbe sembrato morto per 48h e poi si sarebbe risvegliato fuori. Noi lo avremmo aspettato con la macchina e i documenti falsi, era tutto calcolato. Dovevo solo mettere il liquido nella zuppa di mio padre e quella del suo compagno di cella" "Era veleno" sussurra lei con tutto il dolore dentro. Riesco a sentirlo...il suo dolore è anche il mio, siamo una cosa sola. Non posso farle del male senza ferirmi. Annuisco con la testa. "E poi? Come ti sei accorto che..." Non la lascio finire e dico "Quando non l'ho visto arrivare, ho capito che c'era qualcosa che non andava. Sono corso al penitenziario e la guardia mi ha raccontato tutto...lui e il compagno di cella sono stati avvelenati ed erano morti. A me rimaneva solo una lettera di mio padre che diceva di volersi suicidare, non credetti a nulla...sapevo in realtà cosa fosse successo. L'avevo ucciso io" "Io...non capisco. Perchè mio zio voleva tuo padre morto?" Abbasso lo sguardo e non rispondo...lei mi tira sopra a forza il viso e scavandomi dentro con lo sguardo, come solo lei può fare, chiede piano "Perchè Khalil?" "Era per questo che non te ne volevo parlare" Il bollitore inizia a fischiare, ma Flora ignorandolo chiede "Perchè non volevi parlarmene? Cosa temi?" "Ho portato io per tutto questo tempo il peso dei nostri passati, è ora che tu sappia" Lei rimane in silenzio, quasi terrorizzata dalle mie parole mentre io dico "Neanch'io ero convinto della sua storia d'amicizia con mio padre. Gli ho chiesto se ci fosse sotto qualcos'altro" Sfrego la guancia sul suo palmo che cinge il mio viso e mordendomi il labbro mormoro "Mi ha detto che mio padre stava in cella con suo cognato. Lui aveva una bambina e non voleva che la bambina stesse senza padre, mi ha chiesto di avvelenare anche lui" "No no..."sussurra lei scendendo dal bancone. "Ho pensato alla bambina, sapevo come fosse crescere senza un genitore. Dovevo aiutarti in qualche modo" Lei si gira di scatto e mormora "Lui mi ha scritto una lettera" Le prendo la mano e spegnendo i fornelli, la trascino in ufficio. Vado all'altra cassaforte e digitando il codice apro lo sportello...prendo la lettera che aveva lasciato mio padre e gliela consegno. "Era questa?" Lei scoppia a piangere tremando...ha appena risposto affermativamente. "Mi dispiace, volevo salvarti...non farti un torto. Mi dispiace tanto" Flora incomincia a piangere istericamente e io le prendo subito il volto tra le mani "Capisci perchè odio quella bestia? Capisci perchè ho fatto quel che ho fatto?" "Ho sempre creduto che..che...mio papà..."cerca di dire singhiozzando. "Pagherà per tutto quello che ha fatto, pagherà ogni singolo peccato come farò anch'io" "Perchè ti sei vendicato su di me? Io cosa c'entro!"singhiozza lei tremando tra le mie braccia...è sconvolta. Scuoto la testa..."Volevo fare del male a tuo zio, tu sei...sei entrata nella mia vita inaspettatamente. Non ci ho capito più niente quando ho scoperto che stavi sotto il suo stesso tetto, che mi hai tradito per Valerio, che non contavo più niente per te. Non ci capito più niente" dico straziato dal suo dolore. Lei mi guarda con odio e sbotta "Te ne sei andato tu! Non io Khalil! Sapevi che provavo qualcosa e mi hai abbandonata! Khalil tu..." Appoggio la mia fronte con la sua e stringendo il suo viso più che posso sibilo "Ho dovuto andarmene, non capisci cazzo? Sono l'assassino di tuo padre, sei la nipote di quella bestia, io ho perso la testa per te...non doveva succedere, tu eri il nemico!" "Ma che cazzo dici? Il nemico?" grida lei spingendomi all'indietro. "Ti rendi conto che per una stupida vendetta non hai permesso di amarci, di viverci? Hai mandato tutto a puttane per cosa? Per cosa Khalil?" "Tu cosa? Tu mi amavi..." "No." ringhia lei andandosene. La faccio girare dal polso e piegandola sulla scrivania sibilo "Rispondimi, hai detto che se ti avessi risposto, tu mi avresti detto la verità. Voglio la verità" "Mi hai perseguitata, reso la vita un inferno per cosa! Perchè eri spaventato di me? Perchè hai paura di te stesso quando sei con me?" grida lei dandomi uno schiaffo. "Flora." ringhio prendendole i capelli in un pugno. "Vuoi la verità? Vuoi sapere se ho amato più te o Valerio? E' questo che vuoi sapere?" "Si! Ho amato più te che lui, ti ho amato con ogni fibra del corpo, con tutta me stessa! Ti amavo e tu che cazzo hai fatto? Mi hai pugnalato così alle spalle! Mi hai..." Do un pugno alla scrivania facendola ammutolire e grido "Io non sono abituato alle cose belle! Sono andato nel panico, tu mi..." "Ti spaventavo, è questa la verità. Avevi paura di amarmi" sibila lei. "Io non ho paura di amarti" mormoro a un palmo dal suo viso. Abbasso lo sguardo alle sue labbra e sussurro "Ma ho paura di lasciare che la mia felicità dipenda da te." "Khalil..."mugola lei con le lacrime agli occhi. Appoggio la mia fronte sulla sua e posandole una mano sulla guancia sussurro "Non avevo paura di amarti, temevo soltanto di farlo da solo...d'innamorarmi solo io, di essere rifiutato come sempre nella mia vita" "Come i bambini hanno paura del buio, io invece avevo paura della luce. Avevo paura di questo, di tutto questo" aggiungo con sofferenza. Sfioro i nostri nasi mentre lei chiude gli occhi e sospira piano. "Perchè non mi hai parlato?" Riapre gli occhi e chiede ancora "Avresti potuto bussare alla porta, dirmi tutto e io avrei capito. Avrei capito tutto" "Ma io non sarei stato in pace con me stesso...sei sua nipote, lui ha causato la morte di mio padre" "Anche la morte di mio padre...non ci hai pensato che ero una vittima quanto te? Che non meritavo tutta quella merda?" "Io ti ho protetta" "Quello non si chiama proteggere...avresti potuto proteggermi tra le tue braccia, con il tuo calore, con la tua presenza. Hai fatto ben altro che proteggermi, ho vissuto nel terrore per anni, non me lo meritavo" "Io non meritavo di restare orfano senza nulla a soli 15 anni, devi capire anche me" "Non è una giustificazione Khalil...sono rimasta orfana anch'io, a soli 12 anni" "Tu avevi lui!" "E tu avevi me!" sbotta lei spalancando la bocca. Mi passo una mano nei capelli e sospiro...non ho mai amato nessuno così intensamente in vita mia, non ho mai avuto così tanta rabbia verso qualcuno, non ho mai capito che facendo del male a lei, lo facevo a me stesso...che in realtà il nemico è la paura. Si pensa sia l'odio ma è la paura, paura di perdersi in qualcuno. "Tu hai baciato lui" dico sbattendo velocemente gli occhi. "Perchè volevo scordarmi di te, avevo sempre te in testa...volevo farti andare dalla mia vita e Valerio era un bravo ragazzo di cui mi fidavo" "Non ci sei riuscita" deduco. Lei abbassa lo sguardo e io posandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio chiedo dolce "Non ci sei mai riuscita a dimenticarmi, è vero?" Strofino il mio naso contro il suo e sorridendo mormoro "Quello che c'è tra noi è qualcosa di immenso, eterno, forte, impavido e resisterà fino al giorno estremo del giudizio...perchè ancora prima che l'uno sapesse dell'altra, noi ci appartenevamo. Tu mia e io tuo" Lei sbatte gli occhi facendo scivolare sulle guance una goccia di rugiada e sussurra con voce rotta "Io ero innamorata di Adriano" "Sono io Adriano" dico subito. Lei scappa dalla mia presa e prima di scappare anche dall'ufficio dice guardandomi a fondo "Dimostramelo" Esce così...dannata e bellissima e io capisco, capisco tante cose...capisco che nel mio inferno incessante lei è sempre stato il mio angolo di paradiso, che due come noi lanciati a questa velocità non potranno essere divisi o travolti, ma stare insieme ala contro ala e remo contro remo...che quella volta vederla fu amarla, amare solo lei, ed amare per sempre.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Perdona, non perché loro meritano il perdono, ma perché tu meriti la pace. FLORA'S POV: PASSATO- 21 ANNI. Controllo il cellulare con ansia e continuo a truccarmi. Applico il rossetto rosso fuoco matte sulle labbra con precisione geometrica e strofino le labbra fra loro per distribuire il colore. Butto un occhio al computer e riguardo il video della youtuber "Grace on your dash" che applica l'eyeliner perfettamente. Come diavolo fa a non tremare con la mano e fare una linea così dritta? Sospiro per scaricare la tensione e stacco il tappo dell'eyeliner Nyx...dalle recensioni è l'eyeliner migliore per le impedite come me. Inizio dall'esterno e facendo una linea, traccio un piccolo triangolo per collegare i lati..spalanco gli occhi per osservare il danno fatto, ma mi rendo conto che in realtà sono stata molto brava. Guardo soddisfatta la linea e faccio lo stesso nell'altro occhio...fatto! Aggiusto le ciglia finte e applicando il mascara, indosso il cerchietto con le corna da diavoletta sui capelli piastrati. Corro in camera per mettere le scarpe col tacco rosso e aggiusto il vestito di pelle rosso che lascia le mie spalle scoperte e aderisce perfettamente alle mie curve. Indosso sopra un blazer nero e aggiusto la scollatura e la cerniera sul davanti...il vestito l'ho ordinato due giorni fa quando mi sono presa di coraggio e ho accettato l'invito di una mia collega ad una festa universitaria a tema halloween. Non vado ad una festa da un'epoca e stavolta non solo voglio superare la mia paura di uscire di casa, ma voglio anche rimorchiare! Oh si, lo farò e farò vedere a quel pazzo che il comando della mia vita ce l'ho io e non lui. Potrà minacciarmi e obbligarmi a stare zitta, ma non a stare ferma e vedere la mia vita passarmi davanti...ho il diritto di vivere anch'io e fare le mie esperienze. Stasera Flora non esisterà più...ci sarà una persona più estroversa, esagerata, sfacciata e sicura. Sono stanca di starmene a casa rinchiusa come una codarda...io non sono questa, non lo sarò più. Butto l'occhio sul cellulare e non vedo ancora nessun messaggio dal mostro...meglio così, anche se mi avesse minacciato di non uscire, lo avrei fatto comunque. "Su Flora, vai e scatenati per una volta" m'impongo specchiandomi. Faccio un respiro profondo ed esco dalla camera. Nonna dorme profondamente e cercherò di non fare troppo casino stanotte quando rientrerò. Chiudo la porta a chiave e vado alla mia macchina, mi abbasso il vestito estremamente corto e aggiusto il blazer davanti...ora va meglio. Indosso la cintura e accendendo il motore faccio retro marcia. Casa di questa mia collega non dista tanto da casa mia, quindi ci metto un quarto d'ora ad arrivare e riesco anche a parcheggiare subito. Mi sistemo allo specchietto e mettendo altro rossetto, esco fuori. Blocco con la sicura la macchina e un po' impacciata con i tacchi, mi dirigo verso la casa da cui tanti ragazzi entrano, escono e la musica rimbomba per tutta la strada. Attraverso l'immenso giardino con alcuni che fanno dei giri con le loro moto e la piscina colma di ragazzi che giocano a palla...forse è meglio entrare. La porta è già aperta quindi entro e tossisco subito quando sento troppo fumo di canne...mi sventolo una mano in faccia e vado alla ricerca della collega. "Ehi, scusami hai visto la proprietaria di casa?" chiedo ad un ragazzo alto con occhi chiari e i capelli mori. "La proprietaria?"chiede a sua volta lui scoppiando a ridere. Lo guardo perplessa e dico "Si...cerco lei. In realtà non abbiamo tanti contatti, ma ho deciso di venire alla festa lo stesso" "Per divertirti eh?"chiede lui sogghignando e dandomi un bicchiere colmo d'acqua. "Bevi, cerco di trovarti quel coglione" mormora trascinandomi in salone. Spalanco gli occhi nel vedere dei ragazzi sniffare della polvere bianca e delle prostitute al loro fianco...dove diavolo sono capitata? "Da cosa ti sei travestita? Da diavoletta?"chiede lui deridendomi. "Io...si, ci ho provato almeno" dico un po' intimidita. Mi guardo attorno e vedo tanti altri travestimenti, anche molto trasgressivi...e io che pensavo di essere sfacciata con questo abbigliamento. "Adil! Muovi il culo e vieni qui" grida improvvisamente il ragazzo al mio fianco...non mi sono neanche ricordata di presentarmi. "Comunque piacere, io sono Flora" dico tendendogli la mano. "Efrem, però adesso bevi. Sei troppo sobria" dice indicandomi il bicchiere d'acqua. Faccio spallucce e inizio a bere, finchè spalanco gli occhi e mi porto una mano sul petto. Che diavolo è! Vodka liscia? Sta bruciando! Faccio una smorfia, ma per non fare una figuraccia davanti a lui, ingurgito il resto e gli consegno il bicchierone vuoto. "Vedi? Va meglio!" dice lui dandomi una spallata. Sbatto ripetutamente gli occhi e annuisco con la testa poco convinta...sto ancora bruciando dentro. "Che cazzo vuoi! Ero impegnato con una cosa a tre" sbotta un ragazzo biondo e gli occhi verdi...sembra un angelo in volto, anche se molto arrogante in realtà. "Ti cercava lei" dice Efrem indicandomi. Il tizio passa a guardare me e io alzando le mani dico difendendomi "Io in realtà cercavo Jennifer, è una mia collega. No, in realtà non più...si è iscritta a legge, ma è rimasta nel gruppo e ci ha invitati ad una festa a casa sua" "Jennifer? Casa sua? Questa è bella" scoppia a ridere il biondo. "Bilel!" grida il biondo facendomi sussultare. "Saranno sicuramente a scopare quei due, trova Bilel e trovi lei. Ora se mi scusate, ho qualcosa di più interessante a cui dedicarmi, addio" sbotta lui rientrando in uno stanzino. Efrem scuote la testa e dice "Scusalo, delle volte è anche peggio. Ti trovo Bilel, ma poi devo andare...ho preso un impegno anch'io" "Oh...non c'è bisogno posso anche..." "Guarda che culo! Bilel!" grida lui facendomi sussultare un'altra volta. Un ragazzo riccio, con occhi marroni e con una ragazza sottobraccio si avvicinano a noi e lui guardando male Efrem dice "Noi andiamo. Domani ho il primo giorno al Meli e non vorrei tardare" "Allora ti conviene andare a dormire e non scopare amico" dice Efrem deridendolo. "Finiscila di rompere...avverti Adil" "No, aspetta. Questa ragazza cerca Jennifer" dice Efrem indicandomi. "E che ne so io? Chi sei?" "Piacere, io sono Flora" dico sorridendo. "Flora non ne ho idea, mi dispiace. Prova a vedere di sopra, si starà divertendo con qualcuno" "Oh ok, grazie lo stesso" mormoro indietreggiando. Lui mi osserva più attentamente e avvicinandosi chiede "Che ci fa una ragazza del genere qui?" "Io...mi ha invitata Jennifer" dico sbattendo gli occhi forte. "Sta alla larga da quella troia...hai gli occhi buoni tu, non farti contagiare" dice Bilel per poi regalarmi un sorriso e andare via. "Grazie per il complimento " dico abbassando lo sguardo. "Vieni, ti porto di sopra e poi me ne vado" dice Efrem trascinandomi nelle scale. Salgo le scale con difficoltà per i maledetti tacchi che cominciano a farmi male e raggiungiamo velocemente il piano di sopra. Faccio un'altra smorfia nel vedere il piano di sopra ancora più incasinato di quello sotto. Ci sono tante coppie che pomiciano fra loro e altri che sono intenti a spogliarsi proprio lì...vado sempre più avanti e non vedo più coppie, ma ragazzi che fanno cose a tre come se nulla fosse. La situazione sta degenerando. "Ok, mi trovi di sotto in caso ti servisse qualcosa" dice Efrem indietreggiando. "Oh...va bene. Grazie per tutto" dico sorridendogli. "Dai retta a quello che ti ha detto Bilel, questo non è posto per te" mormora lui per poi scendere le scale. Stavolta faccio una smorfia di rabbia...Perchè ripetono sempre la stessa cosa? Perchè questo posto non può fare per me? Perchè non ho carattere? Perchè ho la faccia di una che non può pensare di fare cose trasgressive? Non sono un innocente agnellino, so anch'io essere ammiccante, sexy, perversa...non sono solo una ragazzina. Mi avvicino ad un ragazzo che sta fumando e chiedo "Hai visto Jennifer?" "Jenni?E' là dentro, tu sei la terza?" La terza? "Ehm...io.." faccio per dirle, ma lui mi spinge nella stanza che indicava e chiude la porta. E' tutto buio se non per una lampadina all'angolo e...spalanco gli occhi nel vedere Jennifer. E' in ginocchio davanti ad un ragazzo nudo che le tiene in un pugno i capelli e geme gridando...lei fa avanti e dietro con la testa sul suo membro, finchè lui le tira i capelli per farla stare ferma e inizia a spingere lui dentro la sua bocca. "Guardami, guardami mentre me lo succhi" impone lui mentre lei alza lo sguardo e ricomincia a fare su e giù con la testa. Ha un ritmo controllato e fa delle pause massaggiando il membro e leccando la parte attaccata alle palle...ride mentre lo fa, ma a lui la cosa non piace e le rimette il membro in bocca. Spinge fino a riempirle la bocca e rimane fermo cercando di spingere oltre...vedo le lacrime agli occhi di Jennifer...quando lei si tira indietro, il membro luccica alla luce per la saliva sopra. Resto ipnotizzata a vedere il tutto, finchè lui incomincia a massaggiarsi il membro e le dice di mettersi sul letto. Mi giro immediatamente e con passi lenti cerco di raggiungere la porta, mentre sussulto nel sentire lei gridare di piacere. "Ohhhh sii! Si!! Ancora!" grida mettendomi terribilmente a disagio. Sento degli sciocchi di carne e deglutendo per l'agitazione scappo dalla stanza. Me ne esco indenne e scendo subito al piano di sotto ancora scossa. Rintraccio un tavolo pieno di alcolici e vado immediatamente a fare rifornimento. Mi verso un bicchierone di vodka liscia e lo mando giù come se fosse acqua. Brucia tutto, ma sono così imbarazzata da quello che ho assistito che me ne verso un altro e bevo anche del liquore forte. Mi giro con la testa un po' meno affollata da immagini e il mio sguardo cade su una ragazzo all'angolo...è alto, con un petto e delle spalle imponenti, gambe chilometriche, vestito con una maglietta, jeans e felpa con cappuccio tutti neri...sul volto ha una maschera bianca lucida e riesco a sentire il suo sguardo bruciare su di me...È l'uomo più sensuale del posto e guarda me, com'è possibile? Mi mordo il labbro divertita e raggiungo il salone dove lui è rintanato all'angolo e osserva con le mani in tasca. Il suo portamento, quasi regale, mi fa ammattire e sorridendo gli vado incontro con una camminata sensuale. "Ciao" dico con voce calda. Mi aspetto che si tolga la maschera e mi saluti, ma sorprendentemente non fa nulla. M'impongo di non mollare e dico "Piacere, io sono Flora. E tu?" Lui non muove neanche un muscolo...la cosa mi fa essere più determinata. "Sei qui con qualcuno? E' per questo che non puoi parlare?" Scuote la testa, una speranza si accende. "Ottimo, ti va di bere qualcosa con me?" Mi risponde alzando la bottiglia di birra in mano che non avevo notato. "Cosa fai tutto solo qui?" Non risponde...forse vuole una spinta, è timido. Mi avvicino a lui e facendo un'espressione sensuale mormoro alla maschera "Perchè non te la togli? Potremmo approfondire la conoscenza così" Sta immobile, non lo sento neanche respirare...non capisco. "E se te la togliessi io?"chiedo indugiando. Mi aspetto che adesso si tolga la maschera, ma fa una cosa che non mi sarei mai aspettata...se ne va lasciandomi come un baccalà. Lo seguo con lo sguardo e dopo un po' viene inghiottito dalla folla. Ma vaffanculo, che diavolo ho che non va? Vado a prendere altro da bere...voglio perdere completamente la testa stasera. Butto giù altra vodka e sospirando amareggiata ritorno in salone...ci sono persone che ballano a canzoni reggaeton e si divertono. Sorrido e mi butto nella mischia...cerco di non pensare al fatto che il ragazzo di prima mi ricordava molto Adriano e scuotendo i capelli, muovo i fianchi alla canzone. "...Te lo confesso, impazzisco quando ho il tuo amore Sono schiavo dei tuoi baci, accelerano in mio battito Anche tu sai che è poco dire che voglio stare con te Il tuo nome il mio primo verso e infine il tuo cognome Nelle mie insonnie ogni volta che chiudo gli occhi ti vedo A poco a poco nel tuo ricordo sento il desiderio Per condividere con te quello che non posso più "Tornerà" dico al giorno della solitudine Lo splendore del suo viso tornerà È l'oscurità che mi sta uccidendo sparirà "Tornerà" dico al giorno della solitudine morirei se tornassi Lady, non perdiamo tempo e dimmi la verità Ho promesso di dimenticarti, ma dove sto andando porto il tuo ricordo con me È il mio cuore che non dice addio Ma nella mia mente te lo dico..." Odio questa canzone, l'ascoltavo spesso e mi veniva sempre in mentre Adriano...descriveva ogni mio pensiero, ogni mia emozione, delusione...vorrei che mi vedesse ora, che capisse che non sono più sua, che il mio cuore non riesce a dire addio ma la mia gliel'ha già detto. Chiudo gli occhi e alzando le braccia mi abbasso per poi rialzarmi sensualmente...sento delle mani sui miei fianchi dietro, ma non mi faccio prendere dal panico...stasera voglio godermi la serata, non pensare alle conseguenze, non essere me stessa. Mi muovo sorridendo sul ragazzo e mi mordo il labbro quando sento l'erezione sulla mia schiena...mi fa piacere sapere che almeno un ragazzo è eccitato da me. Finisco di bere il bicchiere di liquore in mano e grido ridendo...mi sento un po' girare la testa e più spensierata...chiudo gli occhi e mi lascio andare. Balliamo attaccati per circa un quarto d'ora e quando sento l'esigenza di uscire un po' per prendere aria mormoro "Devo andare fuori" Mi aspetto che mi lasci andare ma non lo fa...anzi mi stringe più forte e mi trascina fuori dal salone. Usciamo fuori e staccandomi a forza da lui, mi appoggio al muretto con la testa che mi gira pesantemente...non ci capisco più nulla. Sento delle mani salire sui miei seni e agitando le mani per scrollarmele mormoro "No no...vai via" "Andiamo ad unirci con Jennifer, vieni" dice il ragazzo prendendomi il gomito. Indietreggio e dico "No, voglio stare qui" "Vuoi scopare qui all'aperto?" Lo guardo subito confusa...non per avermi proposto di scopare, ma scopare con lui...neanche mi piace. "Voglio stare sola" sbotto ridandogli le spalle. Lui me lo appoggia all'altezza del mio sedere e sussurra "Dai diavoletta...mi hai tentato come un pazzo" "Basta" dico scostandomi. Lui mi riprende i fianchi e cerca di avvicinarmi a lui, ma io grido infastidita "Ho detto di no! Lasciami!" "Oh ma dai, vieni che ti monto in macchina" dice lui spingendomi. "No!Non voglio seguirti!" "Non fare la capri..." il secondo dopo non lo vedo più. Abbasso lo sguardo e vedo un uomo su di lui che lo picchia a suon di pugni. Mi porto le mani sulla testa per la confusione, finchè lui si alza e osservo il volto pieno di sangue dell'idiota. Alzo lo sguardo sull'uomo in questione e mi sorprendo nel vedere quello con la maschera...ha il fiatone e anche se è con la maschera, riesco a sentire che mi brucia con lo sguardo. Degli schizzi di sangue macchiano la sua maschera immacolata e il mio corpo si accende...sento tra le coscia pulsare e il sangue bollire in corpo. E' così bello, sensuale, primordiale, forte...lo vedo che si avvicina e mi afferra per la mano. Mi trascina dentro e salendo velocemente le scale, scosta delle coppie che si divertono...apre l'ultima porta e facendomi entrare, sbatte forte la porta. Dentro è buio, non vedo nulla, ma le mie mani corrono sole e vanno a levargli la maschera per poi baciarlo. Inclino la testa per approfondire il bacio e saltandogli addosso, affondo il tacco sotto la sua cintura. Lui mi sbatte contro un muro e facendomi sparire il blazer scende a baciarmi il collo, le clavicole, il petto...scende la cerniera di poco e sento che s'irrigidisce nel vedere che sotto non ho un reggiseno. Mi prende selvaggiamente un seno in bocca e mordendolo forte, stringe le mie natiche nei suoi palmi. Spalanco la bocca e spingo la sua testa sui miei seni...lui passa a leccarmi l'incavo tra i seni e inizia a succhiarmi un capezzolo. Gemo di piacere e strofino la mia intimità contro la sua...sento subito la sua erezione, la mia mente viaggia subito e mi ricordo della scena di Jennifer. Ormai persa slego le gambe attorno ai suoi fianchi e spingendolo di poco, mormoro con affanno ed eccitata "Aspetta...volevo ringraziarti per prima" Slego subito la cinta e calandogli i pantaloni, mi metto in ginocchio...il suo membro tocca la mia guancia e senza esitazioni inizio a massaggiarlo come ho visto fare Jennifer. Lui ringhia posando le mani sul muro e spalanca un po' le gambe...come a dirmi di approfondire. Sorrido e accarezzando la punta umida, inizio a leccarla. "Ohhh ohhh oh" ringhia sopra di me. Soddisfatta lo lecco per tutta la lunghezza e seguo le vene gonfie con la punta della lingua...sono così eccitata che continuo ancora più audace. Lo massaggio un'ultima volta e inizio a prenderlo in bocca...succhio finchè posso e tirandomi indietro, lo rifaccio...continuo con un ritmo più veloce e forte. "Cazzo si...così, così, così!" geme con voce roca...mi ricorda così tanto il mio Adriano. Faccio una pausa e massaggiandolo forte, lecco la punta bagnata per poi rimetterlo in bocca. "Merda...si! Oh si...prendilo tutto, si, si!" grida lui con affanno tenendomi per i capelli. Faccio avanti e dietro forte diverse volte, finchè lui mi ferma per i capelli e ringhia "Ingoia" Non faccio in tempo a capire che un fiotto caldo arriva in bocca e scivola in gola...ingoio come dice lui, mentre lo sento gridare e spingere il membro più a fondo nella mia bocca. Quando finisce esce dalla mia bocca e mi fa subito rialzare...sto per chiedergli di prendermi, ma lui mi assale la bocca e infilando la lingua approfondisce il bacio. "Ti è piaciuto?" chiedo quando non ho più fiato. Lui in tutta risposta massaggia un mio seno e passa a baciarmi il collo. "Polizia! Cazzo fuori!" sentiamo gridare fuori. Io avvolgo le braccia sul suo collo e continuo a baciarlo, ma lui si scosta e borbotta "Cazzo." "Sta entrando! Fuori! Stanno cercando chi ha aggredito il figlio del colonnello!" gridano ancora fuori. "Il figlio del colonnello? Merda, dobbiamo andarcene!" mormoro realizzando le voci. Indosso subito il blazer e faccio per uscire, ma lui mi risbatte al muro e tira la cerniera in alto...abbassa il vestito che era risalito e mi fa indossare una felpa pesante, la sua e mi sta gigante...sento subito un profumo aromatico. Si abbassa a togliermi le scarpe e prendendomi per mano, apre la porta per poi incominciare a correre nel corridoio. Riusciamo ad arrivare al piano inferiore e uscendo vediamo le sirene di diverse macchine di polizia. Faccio una smorfia, finchè vengo spinta in un auto e lui mette i miei tacchi sul mio grembo, per poi chiudere la portiera dell'auto e battendo sul tettuccio grida "Parti Malcolm!" "Malcolm?" mi giro immediatamente, trovando un ragazzino di colore che avvia il motore e parte velocissimo. "No! Sta per essere arrestato! Dobbiamo prendere lui!" grido cercando di aprire la portiera. "Si calmi signorina Vignoli" dice lui apatico. "Chi diavolo sei? Come fai a conoscere il mio nome! Fammi scendere, subito!" Lui non risponde e impassibile continua a guidare. "Dove mi stai portando? Perchè lui non è venuto con noi?" "Sei la sua priorità" mi risponde continuando a guardare davanti a sè. "La sua proprità? Non lo conosco neanche! L'ho conosciuto per la...come fai a sapere dove abito?"grido alla fine quando parcheggia davanti a casa mia. "Scenda signorina" dice lui sbloccando la sicura. Lo guardo stranita, ma impanicata scendo subito e corro a casa mia. Apro la porta e mi fiondo in camera...mi affaccio dalla finestra e non trovo più la macchina. Sospiro e guardo il cellulare...ho solo un messaggio. Lo apro e corrugo subito la fronte...è il pazzo che mi scrive "Bella serata." Che cavolo vuol dire? La mia mente incomincia a capire, ma mi rifiuto di crederci veramente e tremando digito "Eri tu? " La risposta non tarda ad arrivare ed è solo una sillaba "Sì " Sbatto ripetutamente gli occhi ancora incredula...forse mi sta mentendo, forse sa solo che sono uscita e vuole farmi credere che abbia passato la serata con lui, sì...sarà sicuramente così. Mi vibra di nuovo il cellulare e leggo un altro messaggio da parte sua. "Tieniti pure la felpa" Il cellulare mi scivola tra le mani e corro in bagno...alzo in tempo la tavoletta per rigettare tutto. Voglio morire. ----------------------------------------------------------- PRESENTE. "Per tutta la vita Andare avanti Cercare i tuoi occhi Negli occhi degl'altri Far finta di niente Far finta che oggi Sia un giorno normale..." canto spensierata uscendo con la spazzola in mano e l'asciugamano avvolto attorno al corpo. Stamattina mi sono svegliata bene e ho intenzione di riprendere a correre...in fondo percorrere tutta la nave sarà percorrere almeno 30 km. "Un anno che passa Un anno in salitaaa! Che senso di vuoto Che brutta ferita Delusa da teee, da meee, Da quello che non ti hooo dato" canto portandomi la spazzola davanti alla bocca a mo' di microfono. Faccio un giro su me stessa e canto ancora "Per tutta la vita Cercare un appiglio L'autunno che passa Ma forse sto meglio Trovarsi per caso In un bar del centro e sentirsi specialeeee" Mi specchio e indicandomi canto convinta "Ma l'amore è distratto, L'amore è confuso Tu non arrabbiarti, ma io non ti perdono Delusa da te, da me, Da quello che non mi hai dato... mai" Salgo sul letto e portando un braccio in alto grido "Esplode...Il cuoreee! Distante...Aaaanni luce fuori da meeee!" Chiudo gli occhi e atterrando in ginocchio sul letto urlo "Sei colpa mia...La gelosiaaaa! Infrange tutto e resta nienteeeee.." Faccio per scendere dal letto e continuare a cantare, ma mi paralizzo nel vedere Khalil, vestito con un camicia bianca sbottonata nei primi bottoni, sotto un pantalone nero di alta sartoria e i mocassini marroni, che è appoggiato allo stipite della porta, facendomi capire che è lì già da un pezzo, e con le braccia e gambe incrociate mi sorride. Si gode le mie guance diventare rosso fuoco e scrollandosi dallo stipite dice con voce roca "Cambiati, voglio portarti in un posto" Non lascia che io dia una risposta e va via...inspiro però il suo profumo e chiudo gli occhi estasiata. Ho sempre avuto un debole per il suo profumo...rende omaggio alla natura selvaggia e incontaminata con un accordo sofisticato di agrumi, legni e spezie...unico nel suo genere. Scendo dal letto e mordendomi il labbro, apro l'armadio per prendere una tutina lilla con le bretelline e una giacchetta di jeans. Indosso dei sandali bianchi e asciugandomi i capelli, applico un po'di mascara. L'occhio cade anche sull'eyeliner, ma m'impongo di non toccarlo...non devo farmi bella per lui, basta così. Esco dalla stanza e mentre vado alla ricerca di Khalil, entro in cucina per fregare dei biscottini al volo. "Ne ero certo" dice Khalil appena varco la soglia della cucina. Ha in mano il pacchetto di gocciole e continua a sgranocchiare i miei biscotti. "Di cosa eri certo?"chiedo avvicinandomi e strappandogli dalle mani il pacchetto di biscotti. "Che saresti prima passata qui" "Ormai mi conosci" dico facendogli l'occhiolino. Lui scuote la testa e alzandosi dallo sgabello dice "Portati i biscotti, dobbiamo andare" "Non hai da lavorare? Di solito sei molto occupato" chiedo insospettita. "Non oggi, vieni." dice più autoritario uscendo dalla stanza. Lo seguo incuriosita e indosso il bracciale che si raccomanda di mettere Khalil...sempre il solito. Saliamo in un auto di lusso e stavolta è lui a mettersi alla guida. "Attenta con le briciole" dice lui mettendo in moto. "Quali briciole?"chiedo facendo cadere apposta delle briciole. Quanto amo provocarlo. "Per me puoi buttare tutto il pacchetto...poi sarà Juan a pulire" Mi blocco immediatamente e chiudo il pacco dei biscotti...voglio troppo bene a Juan per farlo lavorare ulteriormente. "Hai cambiato idea?" mi deride lui uscendo dal porto. "Per Juan decisamente si" Lui tamburella le dita sul volante e guardando davanti a sè chiede "Ti sei affezionata a lui" "Mi hai detto che avresti trovato sua sorella" gli ricordo. "L'ho già trovata" "E che diavolo aspetti a presentarli?" "Te l'ho detto. Lei non sa di lui" "Sai cosa penso realmente? Che un fratello o una sorella sono un pezzo del tuo cuore che vive in un'altra persona. Non c'è cosa più sacra di quel legame...neanche l'amore più puro." Sbatto ripetutamente gli occhi e mormoro "La famiglia è la cosa più sacra che si possa essere e...e..." Deglutisco e strizzo l'occhio lucido...sapere com'è realmente morto papà non mi ha spezzato il cuore, me l'ha proprio bruciato, dilaniato, corroso...solo cenere ha fatto rimanere. "Dovresti farli riunire, lui non vede l'ora" dico rimettendomi composta. "Stai piangendo?" chiede Khalil sorpreso. "Io? No. Mi è solo entrata una cosa nell'occhio, va tutto bene" mormoro asciugandomi l'occhio. "Sai dove siamo?" chiede lui cambiando argomento. Scuoto la testa e lui dice sorridendo "Bari. E' qui che è nato e cresciuto mio padre" "Siamo in Italia?"chiedo sorpresa. Lui annuisce e io domando subito non capendo "Perchè mi hai portata qui?" "Ti volevo portare in un posto, ma abbiamo ancora un po' di tempo...vuoi fare un giro della città?" "Davvero? Possiamo?"chiedo spalancando gli occhi. "Certo, oggi puoi" "Oggi?"chiedo corrugando la fronte. Lui non mi risponde ma indicandomi il mare dice "Questo è il lungomare Imperatore Augusto, vuoi fare una passeggiata? C'è anche una bella giornata" Annuisco sorridendo e lui parcheggiando velocemente, scende dalla macchina per poi aprirmi la portiera. Scendo ringraziandolo e osservo subito il panorama...è senza parole, si respira un'aria così fresca e pura. "Se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari" dice lui dietro alle mie spalle. Non ho mai mai visto Parigi, ma posso immaginare la sua bellezza dalle foto che ho visto...Bari è magica quanto Parigi, c'è parte del mio sangue qui. Pure mio padre è nato e cresciuto qui...non ho mai avuto il coraggio di cercare informazioni sulla città, non ho mai neanche realizzato la sua morte in realtà. "Guarda cosa mi sono ricordato di portare" dice lui facendomi girare. Abbasso lo sguardo e m'illumino. "Ma...grazie! Sei stato fantastico!" esulto strappandogli dalle mani la macchina fotografica. L'accendo subito e inizio a fotografare il mare, gli scogli, i pali con le luci...cerco di zoomare e riprendere tutto. Khalil va a sedersi su una panchina aspettandomi pazientemente e io ne approfitto per scattargli qualche foto...lui non se ne accorge o fa finta di non accorgersene. Lo raggiungo sulla panchina e rilassandomi chiedo "Ci sei già stato?" Annuisce con la testa e io domando ancora curiosa "Vacanza?" "Visita" mi risponde semplicemente. Visita? Decido di non indagare oltre e chiedo "Andiamo?" Lui annuisce e iniziamo a passeggiare in silenzio...godendoci il rumore delle onde contro gli scogli, il profumo del mare, qualche musicista che intrattiene i passanti con la sua dolce melodia...è tutto così armonioso. "Mi puoi fare una foto qui?"chiedo volendo con me un ricordo di questo posto magico. "Io...ok" dice Khalil un po' stranito prendendo la camera. Mi siedo sul blocco di pietra bianca accanto ad un palo con tre lanterne e sorrido alla camera. Khalil scatta la foto e io girandomi verso il mare, sorrido spensierata...nel frattempo sento altri scatti. Mi alzo per ringraziarlo, ma inciampo su qualcosa e Khalil mi prende in tempo la mano...sospiro sollevata e mi tiro sopra. Sempre la solita impacciata... Khalil mi riconsegna la camera e io vedo le ultime foto scattate...ridacchio guardo osservo la foto della mezza caduta. Sembra una foto romantica con io affacciata verso il mare e una mano che stringe la mia...la realtà dei fatti, ahimè, non è così. Mi porto i capelli sulle spalle e dico "Grazie per prima...se non fosse stato per te, mi sarei beccata un gran bernoccolo" Lui non mi risponde all'inizio, finchè inserisce le mani nelle tasche e dice "Mio padre mi raccontava spesso di quando veniva qua a passeggiare con mia madre...è stato il loro primo appuntamento questo lungomare" "I tuoi sono di..." "Non sono nati a Bari, ma sono cresciuti per molto tempo qui" mi spiega Khalil. "Oh...anche i miei erano di Bari" Lui non muove neanche un muscolo e io borbotto "Ma questo già lo sai..." Rimaniamo un po' in silenzio, finchè rintraccio delle scale di mattocini e chiedo curiosa "Dove portano?" Khalil come al solito non dice nulla e afferrandomi la mano, mi trascina verso le scale con estrema nonchalance. "Via Venezia" leggo addentrandoci nel quartiere di San Nicola, Bari vecchia per i baresi, e fotografando da sopra il giardino Pasquale Sorrenti, ammiro il panorama da qua sopra. Capiamo subito che è il centro storico e iniziamo a visitare le chiese bellissime nei dintorni...La Basilica di San Nicola, Cattedrale di San Subino, Chiesa di San Gregorio, Arciconfraternita di San Luca, Chiesa di San Francesco della Scarpa, San Giovanni Crisostomo, Chiesa di San Marco dei Veneziani, Chiesa Ss. Del Carmine...fotografo ogni particolare. Quando ci siamo addentrati in questo dedalo di vicoli, ho anche avuto modo di fotografare le viuzze strette, i panni stesi sui balconi, la merce esposta fuori dalla bottega, le case addossate le une alle altre. sugli usci le donne che preparano le celebri orecchiette sugli spianatoi armate soltanto di acqua, semola e coltelli...le signore ci hanno pure fatto assaggiare alcune orecchiette appena fatte con cime di rape per me e ragù di cavallo per Khalil, li abbiamo divorati!...Alla fine abbiamo proseguito con la visita al castello Normanno Svevo, che è uno dei simboli della Puglia e il fortino di Sant'Antonio Abate. Rimaniamo affascinati dalla città pulitissima, piena di chiese, monumenti agli angoli, scorci sul mare e antiche mura. "Hai fame?"domanda lui quando sente il mio stomaco non manifestarsi elegantemente. Mi guardo attorno e dico facendo il broncio "Ma...solo giusto un po' " Lui mi sorride e prendendomi la mano attraversiamo la strada per poi addentrarci in un'altra viuzza ed entrare nel panificio "Fiore". Tony, il proprietario ci accoglie col sorriso e ci consiglia di prendere una focaccia...anche dei clienti lì dicono sia la focaccia barese più buona della città. Ci fidiamo e prendiamo due tranci di focacce con pomodoro e olive e un calzone farcito con cipolle, olive verdi, uova, pomodori acciughe, pecorino, e le sgagliozze triangoli di polenta fritta...prendiamo anche da bere e dei dolcini a mia richiesta, esattamente dei bocconotti, pasticcini di pasta frolla con ripieno di crema pasticcera e amarene, e della zeppole, di solito mangiati nella giornata dedicata ai padri. Ci sediamo in una panchina lungo via Venezia e rimaniamo sorpresi per la bontà della focaccia alta, ben condita e straordinariamente leggera. "Ora ci sta una bella dormita" dico sdraiandomi sulla panchina. "Vieni, dormi in macchina che dobbiamo andare" mormora lui buttando tutto ciò che avevamo finito di mangiare. "Dove andiamo?"osservando dal suo polso che sono quasi le 17. "Tu vieni" non si sbilancia lui. Come previsto io svengo in macchina e vengo risvegliata da un clacson...sussulto e mi guardo subito attorno disorientata. "Non era nulla" dice Khalil togliendomi la cintura. Mi porto le mani in faccia e mormoro "Per quanto ho dormito?" "Poco...mezz'ora" dice lui allungandosi per sganciarmi la cintura. "Dove siamo?"chiedo guardando fuori. "Scendi" dice semplicemente Khalil. Lo vedo scendere dall'auto e imitandolo anch'io, aspetto che mi raggiunga. "Tieni, bevi un po' "mormora lui dandomi una bottiglietta d'acqua. L'accetto volentieri e lo seguo fino all'ingresso del posto. Mi guardo attorno stranita e quando capisco dove siamo chiedo "Vuoi ammazzarmi e seppellirmi direttamente qui?" Lui scuote la testa sorridendo e prendendomi la mano supera i controlli. Dei brividi corrono per le braccia e stringendomi a lui, lo seguo fra le lapidi...non sono mai stata in un cimitero, mi fa tristezza vedere tutte queste lapidi ornate da fiori e collanine. Ci fermiamo un attimo per comprare un mazzo di fiori e prendendolo in mano io, proseguiamo per il cimitero. "Perchè siamo qui?"chiedo a disagio. "Volevo farti vedere una cosa" dice lui guardandosi attorno, sembra stia cercando una lapide in particolare. "Cosa stai cercando? Posso aiutarti" mormoro osservando la lapide di una bambina...svio subito lo sguardo. "Ci siamo" dice lui portandomi nella fila successiva di lapidi. Legge i nomi sopra questi e quando trova quello che cerca, si ferma e chiude gli occhi. Abbasso lo sguardo e leggo i nomi delle due lapidi vicini "FLORIANA ORLANDO" - "KAREEM TEMIZ", leggo anche le date di nascita e morte e una piccola dedica a testa. "DEVOTA MADRE, MOGLIE E CITTADINA. PORTA GIOIA ANCHE AL PARADISO CON I TUOI RACCONTI E LA PASSIONE PER I LIBRI. PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI, FLORIANA ORLANDO. RIPOSA IN PACE." "IN ETERNA MEMORIA DI KAREEM TEMIZ, RIP." "Ai tempi non avevo abbastanza soldi per fare incidere altre lettere sulla lapide, spero che baba possa perdonarmelo" mormora lui al mio fianco. Osservo la foto della madre e noto parecchie somiglianze...i capelli mori e ondulati, gli occhi color cioccolato e i tratti del viso. Del padre invece ha preso il naso, la bocca carnosa e il sorriso...hanno lo stesso identico sorriso. "Avevi solo 15 anni ed eri solo...lo capirà sicuramente" dico accarezzandogli la schiena per confortarlo. Mi avvicino ulteriormente e mormoro "Non sapevo che tua madre avesse un nome simile al mio" Inclino la testa e aggiungo più scherzosa "Certo...ha di simile a me solo il nome, lei è bellissima a differenza mia. Sembra un angelo" Lui sposta lo sguardo a me e sorride intenerito...penso che sia il suo modo di ringraziarmi. Gli restituisco il sorriso e chiedo "Dove vuoi che metta i fiori?" "Non sono per loro" mormora lui scuotendo la testa. Corrugo subito la fronte e lui avvicinandosi per darmi un dolcissimo bacio sulla fronte mormora "Buon compleanno" Alzo subito lo sguardo su di lui e chiedo "Cosa? E' il 21 aprile ?" Khalil annuisce e io sorridendo sorpresa abbasso lo sguardo alle gerbere arancioni, rosa e rosse "Grazie per i fiori, sono bellissimi" Lui scuote ancora la testa e dice "Non sono neanche per te, pulce " Lo guardo sempre più stranita e chiedo "Per chi sono allora?" Non avrà qualche altro familiare morto? Lui indica con la testa la lapide vicina a quella del padre e io girandomi leggo "IN RICORDO DI KEVIN VIGNO...." Mi porto subito la mano libera sulla bocca senza completare la frase. "Non avevo abbastanza soldi perchè ho fatto seppellire anche tuo padre. Ero minorenne, ma appena hanno visto che avevo qualche contante con me, hanno subito esaudito il mio volere...sapevo che fosse nato a Bari quindi..." "Come lo sapevi?"chiedo iniziando a tremare e avvicinarmi alla lapide...non c'è nessuna foto, ecco perchè non ha attirato la mia attenzione prima. "Ricordi che ti ho detto che tuo zio si è finto migliore amico, collega di università e vicino di casa di mio padre? In realtà lo era tuo padre...Kevin Vignoli. Ho anche trovato una foto insieme che ha confermato tutto" "Mio zio aveva...aveva detto che non sapeva dove fosse sepolto" sussurro sbattendo velocemente gli occhi. "Tuo zio non si è minimamente curato della morte di tuo padre, se non fosse stato per me avrebbe accettato per buttare il corpo in mare" spiega lui mentre sento un vuoto al centro del petto. Mi abbasso alla lapide e tocco lentamente le lettere incise...ogni singolo centimetro. Il mio cuore batte all'impazzata e sento un enorme nodo in gola...vorrei urlare per l'ingiustizia che ha subito mio padre, sputare sulla tombare di mio zio, scatenare una guerra, ma riesco solo ad accasciarmi sulla lapide e iniziare a piangere istericamente. Abbraccio la lapide come se stessi abbracciando lui e chiudo gli occhi per immaginarmi effettivamente questo abbraccio...sento la sua anima al mio fianco, non mi ha mai abbandonato, mi ha sempre dato forza, coraggio e amore...l'unico che si è realmente preso cura di me, fatto mancare nulla, anche se per un periodo dormivamo sulle panchine dei parchi giochi, ma la coperta era tutta avvolta su di me e lui mi abbracciava per riscaldarmi ulteriormente...la sua bimba prima di ogni cosa. L'unico uomo che ho amato e amerò anche oltre la fine dei miei giorni, il mio sangue, il mio cuore, la mia vita, il mio universo. Mi raggomitolo attorno alla lapide e prego che adesso possa stare bene, che possa aver trovato la luce, che riesca a sentire il mio amore, che capisca che nonostante tutte le le difficoltà non ho mai smesso di credere in lui, al mio eroe...che mi perdoni per essermi fidata di zio...credevo di salvarlo, di poterlo riabbracciare presto... "Papà" singhiozzo con spasmi...non riesco a calmare il mio corpo scosso da tremolii. "Papà, papà mi senti? Papà devi...papà perdonami. Perdonami per averti condannato a morte, perdonami perchè adesso non ci sei per colpa mia, papà...papà scusami. Scusami tanto" singhiozzo stringendo forte la lapide. "No no no..." sento dire alle mie spalle. Subito dopo sento Khalil chinarsi al mio fianco e prendendo di forza il mio mento chiede severo "Cosa mi hai detto quando ti ho raccontato che lo avevo avvelenato io mio padre? Che lo avevo ucciso?" Col labbro che tremola continuo a piangere e scuoto la testa col cuore a pezzi. "Cosa mi hai detto Flora? Dimmelo! Di chi hai detto che era la colpa per la morte di mio padre?" quasi grida arrabbiato. "Lui" mugolo con dolore. "Esatto, è tutta colpa sua. Non voglio più sentirti dire quelle stronzate, sono stato chiaro cazzo?" chiede rigido premendo con forza sul mio mento. Annuisco debolmente...come può capirmi lui in questo momento, mai nessuno, nessuno. "Sono stata la sua prima visita "mugolo estraniando il dolore che mi sta dilaniando dentro. "La seconda...il primo sono stato io" dice lui facendomi sorride miracolosamente. Khalil asciuga parte delle mie lacrime e facendosi un po' da parte, lascia lo spazio a me e papà. Appoggio il bouquet di fiori, che mi ero anche scordata di avere, e accarezzando ancora la lapide mormoro "Ti amo, ti amo così tanto papà" Rimaniamo circa un'ora immobili di fronte alla lapide di papà e quando riesco finalmente a calmarmi un momento, osservo alla mia destra Khalil seduto per terra che mi attende pazientemente e tiene tra le braccia la mia giacchetta di jeans. Mi giro verso di lui e chiedo più pacata "Perchè hai voluto seppellirlo? Avresti avuto più soldi per incidere altre lettere sulla lapide di tuo padre o scappare via da qui" Lui sorride scuotendo la testa e dice incrociando le gambe "Sono scappato comunque...in realtà l'ho fatto perchè sapevo che papà avrebbe voluto così e..." "E?"chiedo incitandolo a svuotare il sacco. "E volevo che la bambina ormai senza padre, un giorno avesse avuto modo di piangere sulla sua lapide" "L' hai fatto per me..." mormoro deglutendo. "Inconsapevolmente, sì" Sorrido e rigirandomi verso la lapide di papà dico "Ci credi? I nostri genitori erano migliori amici e noi non perdiamo tempo per farci la guerra" "Si dice che l'odio sia amore contro l'amore" dice lui facendomi ridere di gusto. "Giusto...dimenticavo che in realtà mi ami" lo derido. "Sentila come si vanta" mi deride stavolta lui. Ridacchio e dico "Non stai negando però..." "Ti lascio col beneficio del dubbio" "Che stronzo" sbuffo. "Cosa?" chiede lui avvicinandosi e buttandomi la giacchetta di jeans sulla testa. "Ehi!" grido tirandogliela di nuovo. Lui me la ritira e io alzandomi, avvolgo la giacchetta sulla sua testa e cerco di soffocarlo con questa. Khalil scuote la testa e mi alza in aria per liberarsi, ma io mi aggrappo a lui ridendo finchè sentiamo delle grida "Ehi voi due! L'orario visite è terminato, fuori!" Scendo subito da Khalil e lui levandosi dalla faccia la giacchetta dice "Tra dieci minuti usciamo" "Ho detto adesso!"grida l'uomo. "E io ho detto tra 10 minuti" ringhia Khalil assottigliando gli occhi minaccioso. L'uomo lo guarda con ferocia e io mettendomi davanti a Khalil dico "Tra cinque minuti andiamo, promesso" Riesco a convincerlo, perchè passa a guardare me con odio e sibila "Cinque minuti" Khalil fa per parlare, ma io gli tappo la bocca e dico "Si, si! Grazie" L'uomo sparisce dalla nostra visuale e levando la mano dalla bocca di Khalil dico "Ci abbiamo provato..." "Non è finita qui" borbotta Khalil guardando con odio il portone da dove è uscito il tizio. "E invece è finita qui" impongo guardandolo dal basso. Lui mi guarda sorpreso da questa mia presa di posizione e io richiedo "Ci siamo intesi?" Khalil in tutta risposta sbuffa e alza gli occhi al cielo...penso stia chiedendo la pazienza alla madre. Sorrido e mi avvicino alla lapide di papà...do un bacio sulla mano e posandola sulla pietra, chiudo gli occhi in modo che possa sentirlo a fondo la mia presenza. "Ti porto sempre nel cuore mio" mormoro a bassa voce. Riapro piano gli occhi e lasciando passare qualche altro minuto mi rialzo. "Possiamo andare" sussurro deglutendo. "Sicura? Posso sempre minacciare il guardiano e convincerlo per..." "Ti piace proprio inquietare la gente eh?"chiedo a mo' di rimprovero. "Particolarmente una ragazzina" dice lui gongolando. "Vostro figlio è cresciuto proprio male!" dico indicandolo e girandomi verso le lapidi dei suoi genitori. "Frena con le parole che mama potrebbe anche crederci!" borbotta lui abbracciandomi le spalle da dietro. Mi aggrappo ai suoi polsi e osservando la lapide di papà mormoro "Chissà se è fiero della persona che sono diventata" "28 anni un po' persi effettivamente" mormora lui sulla mia testa. Gli do una gomitata e lui stringendomi più forte al suo petto dice "Penso che sia una domanda superflua. Sei una donna bella, forte e intelligente piccola..." Inclina la testa e dice al mio orecchio "Forse anche un po' troppo testarda" Scuoto la testa e borbotto "Hai finito di mettermi in ridicolo davanti a tutti quanti?" "Se non fosse stato per il guardiano, avrei raccontato a tuo padre di quella volta che hai cercato di avvelenarmi con il cianuro dei semi di mele" Mi porto le mani sugli occhi e dico rivolgendomi alle lapidi dei genitori di Khalil "Avevo i miei validi motivi per farlo...non ammazzo persone per il gusto di farlo" "Avresti veramente lasciato che morissi avvelenato?"chiede lui sorprendendomi. "Perchè no? Tu hai fatto di peggio" Khalil mi tappa subito la bocca, come se avesse realmente paura che i suoi potrebbero sentire, e trascinandomi all'indietro dice "Si è fatta una certa..." Mi libero dalla sua mano e scoppiando a ridere chiedo "Hai paura anche tu eh?" Lui mi morde l'orecchio e mentre io cerco di spingerlo, sentiamo un cellulare squillare. Sembra essere quello di Khalil perchè lo esce fuori e risponde alla chiamata. "E' tutto pronto?"chiede al telefono facendomi incuriosire. "Va bene" dice per poi riattaccare. "Dobbiamo andare" mormora riposando il cellulare in tasca. "Aspetta aspetta..."dico correndo alla lapide di papà. L'accarezzo di nuovo e posando un altro bacio con la mano sussurro "Ti verrò a trovare presto, promesso" Sorrido e rialzandomi, raggiungo Khalil davanti alle lapidi dei suoi genitori. Gli prendo la mano e chiedo piano "Tutto bene?" Lui stringe forte la mia mano e annuendo con la testa, alza lo sguardo su di me. "Andiamo" dice per poi incominciare a camminare. Usciamo dal cimitero, mentre io seguo con lo sguardo la lapide di papà per tutto il tragitto e arrivati alla fine sono costretta a distogliere lo sguardo. Rientriamo in macchina e Khalil guida velocemente fino al porto...capisco che stiamo ritornando alla nave. "Cos'era tutto pronto?"chiedo mentre scendiamo dalla macchina e raggiungiamo la passerella per accedere alla nave. Abbasso lo sguardo al bracciale e a Malcolm all'ingresso...come al solito. "E' il tuo compleanno" mi ricorda lui entrando in nave. "A quanto pare" dico facendo spallucce. "E avrai fame" conclude lui. M'illumino e chiedo "Una cena per il compleanno?" Khalil annuisce con la testa e io applaudendo con le mani chiedo"C'è anche la torta?" "C'è" mi conferma lui. Lo vedo però con la faccia da cane bastonato e penso al fatto che sia ancora scosso per prima...lo sono anch'io ma adesso stravedo di felicità. Ho passato tutta la vita a non sapere dove andare a trovare papà e adesso non vedo l'ora di riandare da lui...penso che regalo di compleanno più bello non potevo ricevere. "Dove stiamo andando?"chiedo notando che va al piano di sopra. "E' una cena speciale, dammi il braccio" Allungo il braccio e lui levandomi il bracciale maledetto, mi conduce fino alla porta della libreria. "Eccoci qua" mormora Khalil rigirandosi tra le dita il bracciale. "Apro?"chiedo eccitata. Lui annuisce e io aprendo piano la porta intravedo tantissime lucine gialle attaccate al soffitto, un tavolo non molto grande al centro, due sedie all'estremità, la tavola imbandita dei miei cibi preferiti e un enorme candelabro illuminato. Una cena a lume di candele. Entro dentro curiosa di vedere meglio le decorazioni, ma mi blocco quando dall'ombra appare un uomo. Spalanco subito gli occhi quando lo riconosco...non ci sto credendo. "Godetevi la cena, buon appetito" dice Khalil come se preferisse ingoiare chiodi...nonostante ciò si contiene e indietreggiando chiude la porta. Io rimango ancora incredula dalla persona di fronte a me e chiedo "Ma...ma che ci fai qui?" "Mi ha chiamato ieri sera tuo marito. Ha detto che voleva farti una sorpresa per il compleanno ed eccomi qua. Vogliamo accomodarci?"chiede allontanandomi la sedia. "Oh ehm...grazie Vale" mormoro ancora scossa...non sto realizzando. Mi accomodo e di fronte a me Valerio incomincia a versare dello champagne in due calici. Riposa lo champagne nel secchiello del ghiaccio e mi passa un calice. "Ai 28" dice Valerio alzando il calice in aria...solo adesso noto che ha lo smoking addosso, non ci avevo neanche fatto caso. "Alla vecchiaia" dico sorridendo e facendo cin cin col suo calice. Beviamo l'ottimo champagne e sento lui dire "E' stato davvero carino tuo marito a organizzare tutto" "Già...è stato proprio bravo" mormoro posando il calice sul tavolo imbandito impeccabilmente. "Che mi racconti?"chiedo appoggiando a disagio i gomiti sul tavolo. Lui inizia a parlare dei nuovi progetti che presenterà, ma la mia mente è altrove...è ancora al bellissimo pomeriggio che ho passato. Khalil è stato dolcissimo e quando siamo arrivati al cimitero mi ha confortato come solo lui può fare...l'ho amato. Pensare al fatto che non ha dovuto seppellire una persona, ma ben due tra cui mio padre, mi ha letteralmente dilaniato il cuore...ha dovuto passare momenti orribili e tutto da solo, io non ce l'avrei mai fatta, mai. Passano i giorni e inizio a conoscere realmente Khalil...l'arroganza è una chiara maschera che mette per difendersi, lui dentro è molto fragile in verità...ha dovuto assistere alla morte della madre, portarsi sulle spalle uno stupro, la morte del padre, mio padre...e chissà cos'altro ha dovuto sopportare per arrivare a questo punto. Quello che ha fatto a me è a dir poco deplorevole, ma sto iniziando a capirlo...capire perchè sia stato mosso da così tanto odio. Mio zio aveva procurato la morte di suo padre e del mio, Khalil all'età solo di 15 anni cosa avrebbe dovuto pensare? Alla vendetta e a quanto amara sarebbe dovuta essere. E' lì che arrivo io...la nipote amata dallo zio, era perfetto...fai del male a chi ha a cuore e ne farai il doppio alla persona in questione...solo che non ha previsto che avrebbe potuto innamorarsi della mia persona. Solo l'idea di potersi realmente innamorare della sua vendetta, lo ha portato ad agire così duramente nei miei confronti...più per convincere lui stesso che in realtà mi odiava. La situazione è degenerata quando zio ha cercato di abusare di me e lui pur di proteggermi, ha mandato a puttane tutta la vendetta...nonostante ciò ha cercato di stare con i nervi saldi, ma poi è scattato il mio bacio con Valerio che gli ha fatto credere di poter essere facilmente sostituito. Molte cose non sono state comprese ed eccoci qua, sfiniti per la guerra ma impazienti di amarci. Alzo lo sguardo veloce alla ricerca di nuove telecamere, ma non noto nulla...Khalil aveva detto che la libreria è l'unica stanza senza telecamere e non ho neanche il bracciale...non ci metterei nulla a raccontare tutto a Vale e scappare via, nulla. Perchè ha fatto un gesto del genere? "Quello che c'è tra noi è qualcosa di immenso, eterno, forte, impavido e resisterà fino al giorno estremo del giudizio...perchè ancora prima che l'uno sapesse dell'altra, noi ci appartenevamo. Tu mia e io tuo" mormora Khalil sorridendo e strofinando il suo naso contro il mio. "Io ero innamorata di Adriano" sussurro con voce rotta, sbattendo gli occhi velocemente per evitare che una lacrima scenda invano. "Sono io Adriano" dice lui subito. "Dimostramelo" mormoro dandogli le spalle. Dimostramelo...Spalanco gli occhi capendo finalmente tutto. "Scusami Vale. Io...io...non.." sussurro alzandomi e strisciando la sedia all'indietro. Scuoto la testa e indietreggiando quasi impanicata mormoro "Devo andare" "Devo andare, grazie per essere venuto. Grazie mille" dico sorridendogli per poi uscire fuori dalla porta. Mi scontro con Juan che era davanti alla porta e chiedo spalancando gli occhi "Dov'è? Dov'è Khalil?" "Flora cosa stai...? Rientra" dice Juan serio. "Dov'è lui? Dimmelo!" insisto pestando i piedi per terra. "Flora non capisci! Tu...è una stanza senza telecamere, potresti..." "Dov'è Khalil!" grido sbattendo Juan contro il muro del corridoio. Juan mi guarda inorridito ma dice "In camera sua" Faccio per fuggire via, ma lui mi afferra il polso e dice "Sei ancora in tempo per salvarti Flora...lui è qui per te, puoi dirgli tutto e..." "Io non sono qui per lui, Juan. " dico scuotendo la testa. "So cosa faccio, so cosa voglio, stai tranquillo" aggiungo sfuggendo dalla sua presa. "Flora!" esclama lui nel corridoio mentre io corro. Non lo ascolto...non voglio più guardarmi indietro, cadrò, annegherò, è tardi ormai...ho smesso di seguire la ragione, stavolta voglio andare contro ogni mia ragione. "Khalil!" grido rallentando il passo. Corro più veloce che posso e arrivando col fiatone alla porta della camera, la spalanco e mi fermo sulla soglia. Lui ha una bottiglia di liquore in mano, la camicia sbottonata, i capelli scompigliati e ha una mano sul muro con la testa a penzoloni verso il basso. Sente la mia presenza e girando solo la testa lentamente, incatena lo sguardo al mio...osservo i suoi occhi dilatarsi alla mia vista, fatica a crederci. Lo fisso anch'io deglutendo e sto immobile...siamo paralizzati, siamo terrorizzati, non sappiamo cosa stia succedendo esattamente, ma sappiamo soltanto che deve succedere, che l'abbiamo respinto per troppo tempo, che l'abbiamo sempre saputo, che non possiamo nascondere tutto questo, che ci apparteniamo e appartenersi non è essere uno dell'altro ma sentirsi uno nell'altro. Lui si gira completamente e io avanzo veloce...anche lui mi viene incontro e senza perdere tempo gli salgo addosso, stringendolo forte per poi baciarlo. Khalil mi serra forte contro di lui e mettendo una mano a coppa sulla mia testa, mi bacia dolcemente. Gli prendo il viso tra le mani e infilando la lingua, approfondisco il bacio...dio se mi sono mancate le sue labbra. Lui ringhia per questa mia presa di posizione e sbattendomi contro il muro, passa a sbottonarmi la tutina...lo stesso faccio io togliendogli la camicia. "Pulce..." mugola lui abbassandosi a baciarmi il collo mentre prende i miei seni tra i palmi. Rivoglio le sue labbra, quindi gli prendo il mento prepotentemente e lo bacio più forte. Khalil cerca di tirarsi indietro, ma io capovolgo le nostre posizioni e sbattendolo al muro, lo obbligo a continuare a baciarmi. "Pulce...devo dirti una cosa aspetta" mormora afferrando il mio collo. "No...parliamo poi" impongo alzandomi sulle punte per baciarlo di nuovo. Lui mi lascia un bacio e intrappolando le mie guance tra le dita mormora sulle mie labbra"Mi dispiace... mi dispiace per tutto quello che ho fatto, per tutto quello che ti ho sottratto, per averti rovinato la vita, mi dispiace perchè non ti meritavi nulla di tutto questo. Mi dispiace che possa avere solo odio da parte tua, ma è la giusta punizione per i miei peccati...l'odio dalla persona a cui più tengo e amo al mondo" Sbatto piano gli occhi e mormoro "Io non ti odio, io ti..." Khalil mi tappa la bocca e sussurra "Non lo dire. Sono io che ti amo, non tu. E' l'emozione della giornata che parla al posto tuo...non mi aspetto che ricambi, non pretendo nulla da te, voglio solo che tu sappia che sono mortificato per tutto quello che ho fatto. Mi assumerò tutte le conseguenze, anche se questo significherà starti lontano e desiderarti in silenzio. Sappi che..." "Ti prego baciami..." mormoro io zittendolo. Lui sbatte piano gli occhi confuso dalle mie parole e io allungandomi alle sue labbra sussurro "Abbiamo sparso troppo sangue, voglio la pace adesso...la pace con te" Khalil sbatte ancora gli occhi che vedo diventare lucidi e chiedo alzando un sopracciglio "Non vorrai metterti a piangere adesso..." "Stupida" sibila lui afferrandomi i fianchi e buttandomi sul letto. Atterro su questo come un peso morto e lui salendomi subito sopra, strappa via il restante della tutina e si abbassa a baciarmi l'addome. Lascia dei baci roventi seguendo la piccola scia di peli e arrivando al reggiseno, preme su questo facendo strizzare in alto la carne dei seni e mordere forte. Infilo le mani fra i capelli e tirandoli, gli faccio capire di volermi riappropriare delle sue labbra. Lui in tutta risposta passa a succhiarmi forte il collo e palpeggiarmi le natiche. Avvolgo le gambe attorno e lui e aggrappandomi alle sue spalle, gemo di piacere. Passa a baciarmi la mascella e il naso, per poi mordere le guance e scendere a baciarmi l'angolo della bocca. Per vendetta riesco a intrappolare il suo labbro inferiore tra i denti e tirandolo forte, lo sguardo con sfida. I suoi occhi luccicano di lussuria e rilasciando il labbro impaziente, lo bacio. Lui infila la lingua approfondendo il bacio, mentre io scendo con le mani alla schiena muscolosa, alle fossette di venere, al fondoschiena....infilo le dita sotto la cintura...sotto l'elastico dei boxer... "Capo, ho accompagnato il signor Prosanti fuori e...merda, di nuovo!" Khalil scatta sul letto per coprirmi e io nascondendomi dietro di lui, mi aggrappo alle sue spalle. "Cazzo Malcolm! Hai un tempismo di merda!" sbotta Khalil passandosi frustrato le mani sui capelli. Malcolm abbassa lo sguardo e dice "Mi scusi, pensavo volesse saperlo" "Cosa?" chiede lui afferrando veloce la sua camicia per terra. "Ho accompagnato il signor Prosanti fuori" Khalil mi passa dietro la camicia e io indossandola subito, sento lui dire "Ottimo, finalmente fuori dalle palle" Scuoto la testa e inizio ad abbottonare gli ultimi bottoni. "Vuole che dica a Juan di mettere via la torta?" Khalil si gira verso di me e chiede "Non hai spento le candeline?" Nego con la testa e lui chiede ancora "Che facciamo? Andiamo a spegnerle? Siamo ancora in tempo" Sorrido e lui capendo la mia risposta affermativa dice "No Malcolm, puoi ritirarti adesso" Malcolm non se lo fa ripetere una seconda volta e quando fa per andarsene, Khalil dice prima che esca definitivamente "E bussa la prossima volta quando vuoi entrare" "L'ho fatto signore...non ho sentito nessuno quindi ho pensato che chi tace, acconsente" Arrossisco di botto e nascondo la testa sulla spalla di Khalil per l'imbarazzo. "Ho capito, aspetta una mia risposta allora la prossima volta" Malcolm annuisce e ancora sulla soglia della porta mormora "Auguri signora Temiz" Emergo dalla spalla e sorridendo dico "Grazie Malcolm, sei molto gentile" Lui un po' a disagio mi fa un sorriso tirato per poi scappare via. Khalil scoppia a ridere e io scendendo dal letto dico "Sei proprio insensibile, Malcolm è stato così carino" Faccio per uscire dalla stanza, ma lui mi afferra la mano e intrappolandomi contro lo stipite della porta, mi bacia appassionatamente. Quando non abbiamo più fiato, mette il braccio attorno al mio collo e stringendomi a sè percorriamo il lungo corridoio. Arriviamo alla libreria ed entrando, notiamo subito la torta al centro e tante candeline sopra. Sorrido e avvicinandoci al tavolo, ci sediamo su una sedia e io sopra di lui. Khalil spinge la torta più verso di noi e chiede "Ti piace? L'ho scelta io, so che vai pazza per il pistacchio" Annuisco con la testa e mormoro emozionata "Penso sia uno dei compleanni più felici che io abbia mai passato. Vorrei immortalare questo momento" "Guarda cosa c'è" dice lui indicando la fotocamera appesa alla sedia...appena arrivati, non ho avuto il tempo di posarla. Mi allungo per prenderla e accendendola, imposto subito l'autoscatto. "5 secondi" lo avverto posando la fotocamera dietro la torta, in modo che questa venga in primo piano e noi sopra la torta. Khalil scosta la camicia sulla mia spalla destra denudandomela e posa un bacio sopra, mentre io sorrido alla camera e presto il flash c'immortala. "L'ultima" dico riselezionando i 5 secondi. Faccio per sorridere, ma Khalil da dietro mi prende la guance con una mano, facendomi fare una funcia e lui ride alla camera. Scoppio a ridere anch'io, mentre lui mi stringe la vita e posando il mento sulla mia spalla nuda chiede "Pronta?" Annuisco con la testa e volgo lo sguardo alle candeline. "Tanti auguri a te..." inizia a sussurrare sulla spalla. "Tanti auguri a te" mormora sul collo inspirando. "Tanti auguri alla mia piccola pulce" mugola sul mio orecchio. "Tanti auguri a...te" dice pianissimo dandomi un bacio sulla tempia. Con la coda dell'occhio lo vedo sorridere e io chiudendo gli occhi, esprimo il mio desiderio...che in quel sorriso possa trovare il senso di tutto quello che stavo cercando. Soffio sulle candeline aprendo gli occhi e quando le ho spente tutte, applaudo le mani felicissima. Non ho manco il tempo di battere ciglio, che Khalil mi fa girare il viso intrappolando il mento tra le dita, e mi lascia un bacio dolcissimo sulle labbra. Riapro gli occhi dopo il bacio e lo vedo sorridere ancora...non con la bocca, con gli occhi. Appoggio la fronte sulla sua e penso che si sia appena avverato il mio desiderio. "Sei felice?"sussurra lui alzando lo sguardo ai miei occhi. "Dopo tanto tempo, sì" mormoro baciandolo.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


"Il contrario dell'odio non è l'amore. L'odio è assenza d'amore, così come il buio è assenza di luce. L'opposto dell'amore è la paura ." -Fabio Volo. KHALIL' S POV: Sto tremando, letteralmente. Cerco di rimettere le mani in tasca, ma le sento tremare più forte. Abbasso lo sguardo a queste e m'impongo di non pensarci, non ritornare con la mente a quella stanza, non rimmaginare tutto, la sua mano morbida, la bocca carnosa, la lingua calda e vellulata...Dio. Mi porto le mani tremanti in testa e chiudo gli occhi...era buio ma conosco ogni suo particolare che potrei immaginarmi tutto...potrei rivivere questa esperienza mistica. E' proprio di questo che si parla...di un'esperienza mistica. Un'esperienza spirituale condotta attraverso l'approfondita conoscenza e la contemplazione del divino, per mezzo della quale l'anima raggiunge la sua massima perfezione. La mia anima si è elevata al soprannaturale...quello che è successo non era solo una cosa fisica, dio non solo, era qualcosa che andava oltre. Avere la consapevolezza che fosse lei, che fosse in ginocchio per me, che volesse il mio piacere, senza costrizioni, senza violenza...porca puttana, non riesco ancora a realizzare. Sapevo che volesse partecipare alla festa, sapevo che non avrebbe cambiato idea, ma vederla lì, vestita così, con le labbra rosso fuoco, il cerchietto da diavoletta, i tacchi a spillo rosse...il cazzo mi è rizzato fino a stare male. L'ho divorata con lo sguardo per tutta la serata, avevo occhi solo per lei...cazzo, come avrei solo potuto spostare lo sguardo? Attirava l'attenzione persino delle ragazze. L'ho osservata mentre si sfondava di alcol, mentre si muoveva su quel coglione nel ballo...non l'ho persa d'occhio neanche per un fottuto secondo. I piani erano quelli di osservarla e basta, osservare i suoi limiti,le sue paure, le sue debolezze...studiare il mio animaletto da sperimento. Tutto è andato a puttane quando quel coglione l'ha importunata...penso di essermi adombrato, non ero più io, la parte irrazionale di me ha preso il sopravvento e si è fiondato su di lui. La mano, le dita, le unghia affondavano sul suo viso e la mia mente è ritornata a lì...a quando punivo i traditori...a quando li riducevo a ossa....mi piaceva arrivare fino in fondo, ed è quello che ho fatto o almeno quello che ho cercato di fare. La mia mente si è spostata alle persone in giro radunate attorno a noi e automaticamente ho pensato al fatto che Flora fosse da sola. Non l'ho mai persa di vista. Non averla sotto i miei occhi, l'idea di non averla sotto il mio controllo anche solo per un secondo mi ha fatto ammattire, andare fuori di testa, mi è mancata l'aria nonostante fossi all'aperto. Mi sono subito rialzato e ho incontrato il suo sguardo impaurito...i ragazzi attorno a lei la guardavano maliziosi, volevano scoparsela lì, erano affamati di lei. La mia ansia è salita alle stelle e prendendole la mano sono scappato di sopra...la volevo lontana da sguardi altrui, solo ai miei occhi. Ci siamo rinchiusi, ma mai e poi mai avrei pensato che potesse saltarmi così addosso. Tutti i ragazzi erano affamati di lei e lei era affamata di me. Ho cercato di controllarmi, con tutto me stesso, ma era come chiedere ad un uomo assetato in un deserto di non bere il bicchiere d'acqua che gli veniva offerto. Ho dovuto...ho dovuto spogliarla e divorarmela, lei voleva essere soddisfatta e io in quel momento non ero altro che il suo schiavo. Totalmente sottomesso a lei, a quella dea trascendentale che mi ha fottuto il cervello, rubato anima, vita ed emozioni. Diverse donne me lo hanno succhiato, hanno cercato di farmi godere con la loro lingua, ma oggi...oggi non ho solo goduto...non riesco neanche ad esprimere con le parole adatte ciò che ho vissuto. Anche l'ultimo grammo di controllo è andato a fottersi quando con la punta della lingua mi ha sfiorato il membro e l'ho sentita sorridere soddisfatta. Mi aveva in pugno, letteralmente. Non eravamo più due estranei, eravamo amanti, ci volevamo, ci completavamo. Lei mia e io suo. Mi avvicino ai monitor e la osservo sul letto con ancora l'abito indosso, che è accucciata su sè stessa e guarda con lo sguardo vuoto un punto della stanza. Avvicino le dita alla sua figura e sorrido...che puttana. Zoomo il suo volto e sfiorando dallo schermo le sue labbra ancora colorate del mio sangue, mi mordo il labbro inferiore...ora che so di che consistenza è, come bene possono avvolgere il mio membro le sue labbra e cosa può fare con quella linguaccia...ne voglio di più, decisamente di più. ----------------------------------------------------------- PRESENTE. "Accomodati" dico a Daria indicandole la poltroncina di pelle. Il mio occhio cade sulla sua scollatura e sorrido mentre mi accomodo sulla mia poltroncina. E' qui per attirare la mia attenzione, sono proprio curioso di vedere come ci riuscirà. La mia mente è decisamente altrove, naviga per altri mari ed è particolarmente concentrata su una sirena, la sirena, l'unica che possa realmente attirare la mia attenzione perchè ne sono ossessionato. Mi slaccio il bottone della giacca e lancio un'occhiata alla porta dell'ufficio, ho detto a Juan di dare i codici delle porte del piano inferiore a Flora e farla accedere anche nella sala multimediale...c'è una tv e penso possa piacerle passare il tempo a guardare qualche film, serie o un documentario. In realtà l'ho osservata in camera che scriveva su dei fogli...non so esattamente cosa, ma mi fa piacere che sia impegnata a fare qualcosa. Ho sempre il timore che si fermi a pensare, a pensare su di me, a noi, al fatto che non la merito, a scappare da me. "Carino lo yatch" gracchia lei sedendosi e accavallando le gambe. Un tempo mi sarei arrapato, ma la mia testa non riesce a lasciare la camera da letto di Flora...a quando stamattina mi sono svegliato e l'ho trovata al mio fianco che dormiva tranquillamente. L'ho osservata per un tempo indeterminato, non riuscivo a staccarle gli occhi...era così bella, candida, pura, verginale... Non mi stancherò mai di guardarla...non è mai abbastanza per calmare la fame che ho di lei. L'ho lasciata dormire e sono andato a vestirmi per l'incontro con Daria, vorrei sbarazzarmene al più presto...magari potrei ritornare a letto con lei. "Daria, ho accettato di vederti stamattina solo per fare un favore a tuo padre. Ti prego di dirmi quello che hai da dire e andartene" dico chiaro e tondo...il sindaco ieri mi ha contattato supplicandomi un incontro con la figlia e non ho potuto rifiutare. Ho ancora degli affari da concludere col vecchio, magari tra un mese potrei anche mandarlo a fanculo. "Quanta fretta Khalil!" sogghigna lei sporgendosi sulla scrivania esponendomi sfacciatamente il décolleté. "Signor Temiz...non ti ho mai detto di potermi dare del tu" borbotto alzandomi a bere un bicchiere di whisky. Merda, mi serve per poterla sopportare stamattina. Verso un dito di whisky e scolandomelo, riposo il bicchiere sulla scrivania...so già che me ne servirà altro. "Certo, scordavo quanto ti piacesse essere chiamato signore mentre..." "Daria, per piacere. Dimmi quello che vuoi e poi quella è la porta" sbuffo trattenendomi dall'alzare gli occhi. "Perchè sei così arrogante con me?" chiede lei improvvisamente accigliata. "Sono sempre stato così...non mi dire che te ne sei accorta adesso" sbotto infastidito da questa perdita di tempo. "No, con tua moglie non lo sei" Alzo subito un sopracciglio divertito "Come hai detto...è mia moglie" "Non mi avevi detto nulla di questa donna, io credevo di..." Batto una mano sulla scrivania facendola sussultare e sbotto "Daria mi hai stufato, io non devo spiegazioni a nessuno. A nessuno" Lei mi fulmina con lo sguardo e gracchia "Lei non sa chi sei veramente" Mi appoggio allo schienale e chiedo portandomi il mignolo in bocca"E cosa sarei veramente? Illuminami" "Questo" sbotta lei lanciandomi un cd sulla scrivania. Corrugo la fronte e dico "Se ti aspetti che stia ai tuoi stupidi giochi, ti sbagli di grosso. Vai a giocare con le tue bambole" "Io non scherzerei più di tanto...questo video me lo ha procurato una mia conoscente, lei era di erasmus alla mia università e abbiamo subito legato. Molto sveglia la ragazza" "Quale ragazza? L'altra puttana della tua amica Romina?"chiedo trattenendomi dallo scoppiare a ridere. "Romina la odio, sei proprio lontano. Melisa Demir, ti dice qualcosa invece?" M'irrigidisco di scatto. "Mi ha contattata di recente e chiesto informazioni su un certo 'Khalil Temiz'. Voleva sapere se tu effettivamente stessi con tua moglie, mi ha spiegato che sei un tipo violento e lei vuole salvare la sua 'amica' Flora, se è ipoteticamente portata qui con la forza" "E tu?"chiedo con un ringhio...mi sto iniziando a scaldare. "Ho detto che siete felici e contenti e negato che tu fossi una persona violenta. Poi lei mi ha mandato questo e mi sono ricreduta" dice indicando il disco con lo sguardo. "Cosa c'è dentro?" chiedo guardandola male. "Guarda tu stesso" Afferro il cd in malo modo e andando verso il televisore, inserisco il cazzo di disco. Faccio play impaziente di vedere cosa le ha mandato Melisa, ma appena il video parte capisco di cosa si tratta. Sentiamo improvvisamente bussare e io spegnendo subito la televisione, riposo in tempo il cd mentre Flora apre la porta e si arresta di scatto. "Oh ehm...non sapevo che fossi in compagnia" dice lei sorpresa di vedere Daria. Non si è cambiata...ha ancora la mia camicia da ieri sera, la cosa me lo fa rizzare. "Tesoro...scusami non ti avevo avvertito" dico uscendo come una furia fuori e trascinandomi Flora fuori dalla porta. "Buona giornata" saluta Daria prima che io socchiuda la porta. Flora la guarda stranita e indietreggiando con me mormora "Si...anche a te" La porto in corridoio e mormoro "Ehi...non pensavo ti svegliassi presto" "Non ti ho trovato e ho voluto cercarti...scusa, ma lei che ci fa qui?"chiede Flora indicando la porta. "Lavoro" dico semplicemente. Lei si adombra e abbassa lo sguardo...non mi crede. Le alzo il viso con le mani e guardandola dritta negli occhi mormoro "E' solo lavoro, niente di più. Te lo giuro" "Sicuro?"Chiede lei deglutendo. "Guardami...guardami negli occhi. Tu li sai leggere i miei occhi, dimmi se sto mentendo" Lei esamina i miei occhi con attenzione e dopo un po' sospira sollevata sorridendo. "Scusami, è che..." "Va bene così, va bene" la fermo io accarezzandole i capelli. "Volevo ringraziarti per i codici, so che è un passo importante per te. Lo apprezzo molto" dice lei lasciandomi senza fiato. E' così bella, sono così fortunato. "Hai mangiato qualcosa?" chiedo io invece preoccupato. "Ancora no, volevo fare colazione con te" Mi si scioglie il cuore...merda, piccola. "Io ora ho da fare, ma se mi aspetti per ancora una..." "No no, tranquillo. Se hai da lavorare, fallo. Io posso anche fare colazione da sola come sempre" "Non sarà più così, sai che tante cose sono cambiate e cambieranno" mormoro sfiorando i nostri nasi...il profumo di iris e viole mi fa subito ammattire. "Mmhm..." mugola lei mentre io le accarezzo la cute della testa con movimenti lenti. "Dormito bene?"mormoro sulla sua testa. "Mmhmm..." mugola di nuovo facendomi sorridere ancora. Appoggia la testa sulla mia spalla e stringendomi piano mormora "Dai, io vado allora" Faccio una smorfia, ma le lascio un delicato bacio sulla fronte e dico "Ti prego, mangia qualcosa che non sia solo una mela. Tra un po' mi scomparirai davanti" "Temi così tanto la mia assenza?"chiede lei divertita. "Diciamo che ci ho fatto l'abitudine" Lei scuote la testa divertita e fa per andarsene, ma io la stringo ancora una volta a me e baciandole la tempia mormoro "Buongiorno pulce" "Buongiorno anche a te, mostro" sogghigna lei staccandosi da me e percorrendo il corridoio. Si gira un'ultima volta prima di svoltare a destra e mi fa l'occhiolino per poi sparire via...mi mordo il labbro e sorrido come uno stupido. Metto le mani in tasca e rientro in ufficio...solo ora mi ricordo dell'impiccio. "Cosa vuoi per tutte le copie del cd?"chiedo accostandomi accanto a lei. "Una cena" "No, assolutamente no." sbotto rimettendomi il bottone della giacca. "Non vorrai che venga a sapere tutto" dice lei alzandosi. La fulmino con lo sguardo mentre lei si avvicina e aggiunge "Pensaci, io potrei starmi zitta con Melisa e tu dovrai solo accompagnarmi ad una stupida cena di beneficenza" "Se è tanto stupida perchè mi vuoi con te?" sibilo. "Perchè sei uno degli uomini più affascinanti che io abbia mia conosciuto e io voglio solo il meglio al mio fianco" "Pagati un gigolò" sbotto irritato. "Perchè pagarmi un gigolò se posso avere te?" Brutta stronza. "Solo una cena e ci vedremo direttamente dentro, non voglio fotografi o giornalisti tra i piedi" "Affare fatto" dice lei sorridendo e rimettendosi la borsetta sulla spalla. "Ti mando un messaggio con tutti i dettagli di stasera" "Stasera?"chiedo fulminandola con lo sguardo. "Stasera" conferma lei alzando un braccio nella mia direzione. La blocco dal polso e ringhio "Non ci provare" Lei mi sorride e una volta che allento la presa, mi lancia uno sguardo malizioso per poi andare via. Corro a recuperare il cd e grido il nome di Malcolm. "Signore?"chiede subito lui affacciandosi nell'ufficio. "Entra e chiudi la porta" ordino nervoso. Lui esegue subito per poi avvicinarsi alla mia scrivania. "Oggi andrò a una cena di beneficenza con la figlia di Alvarez, mentre siamo là, devi entrare in camera sua e trovare tutte le copie di questo cd. Mettila in soqquadro, dai fuoco alla stanza, non m'importa...voglio solo che non ci sia più nessuna copia del cd. Sono stato chiaro?" "Perfetto, ci penso io" dice lui annuendo con la testa e uscendo fuori. Deglutisco un po' scombussolato dall'idea che un secondo prima se Flora fosse entrata, avrebbe visto tutto e passandomi le mani fra i capelli, finisco di rispondere alle ultime email. Concludo anche l'ultima pratica e alzandomi dalla poltroncina vado subito alla ricerca di Flora...faccio il giro della nave e sorprendentemente la trovo in piscina. Mi fermo ad osservarla con le mani nelle tasche. Lei mi nota subito e sorridendo dice "Guarda, guarda!" Va sott'acqua e raggiungendo l'estremità della piscina, riemerge sopra come una sirena. "Ma è fantastico!" dico orgoglioso di lei. "Devo fare altre prove per stare più a lungo in acqua...però mi sento soddisfatta per ora del risultato ottenuto" "Hai fatto tutto sola, sei stata davvero bravissima" mi complimento ancora. "In realtà è anche merito tuo, sei stato tu ad insegnarmi a galleggiare" Sorrido e dico "Si, ma poi tutto il lavoro l'hai fatto tu" "Questo è vero" si vanta facendomi ridere. Ridacchia anche lei e dice alzando un braccio verso di me "Aiutami ad uscire fuori che muoio di fame" Le allungo la mano e faccio per tirarla, ma lei afferra il mio braccio con entrambe le mani e mi porta con sè in acqua. Riemergo con gli abiti da lavoro zuppi d'acqua e la guardo sorpreso...non me l'aspettavo proprio. "Mi sembravi un po' palliduccio" dice lei mordendosi il labbro divertita. Alzo un sopracciglio e la raggiungo a nuoto, lei lancia un urlo e fa per scappare ma io m'immergo in acqua e raggiungendola di nascosto, le mordo il fianco. Lei continua ad allontanarsi da me, però io le prendo le gambe da sotto l'acqua e la faccio cadere. Ci vediamo in acqua e sorrido nel vederla fulminarmi con lo sguardo...fa per acciuffarmi, ma riesco a scamparla e facendo il giro, le mordo la coscia. Flora risale in superficie e io divertito vado a slegarle la cordicina del bikini. Riemergo in superficie in tempo nel vederla trattenere il pezzo di costume sul seno e spalancare gli occhi. "Khalil!"urla cercando di stare a galla con una mano. Sogghigno e appoggiando a bordo piscina chiedo "Tutto a posto? Ti vedo in difficoltà" "Aiutami!" grida lei. Scoppio a ridere e decidendo di aiutarla, la raggiungo da dietro per riallacciarle la cordicina. Mi abbasso a morderle la spalla e chiedo "Non la fai più la scaltra?" "Non lo sono mai stata!" borbotta lei allontanandosi dai miei morsetti. La raggiungo a bordo e intrappolandola tra le mie braccia chiedo abbassando il viso al suo livello "Ti sei divertita a buttarmi in acqua tutto vestito?" "Molto" sogghigna lei guardandomi con sfida. "Non cambierai mai, vero piccola peste?" "E' così che mi ami, no?" chiede da perfetta strega malefica. Mi mordo il labbro e la guardo intensamente...sì, è proprio così che ti amo. "Signore...scusi per il disturbo" sentiamo dire da una voce maschile. Alziamo lo sguardo convinti che sia per l'ennesima volta Malcolm, invece ci sorprendiamo nel vedere Juan. "Volevo avvisarla del fatto che il pranzo è servito" "Cosa c'è da mangiare?"chiedo alzando Flora e facendola sedere sul bordo piscina. "Spaghetti al pomodoro e pesce spada" "Puoi portarci i piatti qui per favore?" "Subito signore" mormora lui sparendo dalla nostra vista. Alzo lo sguardo su Flora che ha un'espressione triste e chiedo "Ehi? Perchè quel broncio?" "Ma niente..." cerca di nascondermelo lei. Non l'ha ancora capito che come lei riesce a leggere i miei occhi, io posso leggere i suoi? La guardo col sopracciglio alzato e lei cedendo mormora "Ho deluso Juan, mi sento terribilmente in colpa" "Come lo hai deluso?"chiedo non capendo. "E' una sciocchezza di poco conto...vorrei riappacificarmi con lui, ma sembra evitarmi da stamattina" "Sarà una tua impressione pulce" mormoro circondandole i fianchi. "Dici? Mi dà sempre il buongiorno con un bacino, stavolta manco mi ha guardata in faccia quando sono entrata in cucina" "Cosa ti dà ogni mattina?"chiedo alzando il sopracciglio. Lei sorride scuotendo la testa e chiede "Non sarai mica geloso di Juan?" "Mai quanto lo sei tu di Daria" ribatto scaltro. Flora spalanca la bocca e chiede "Mi stai dicendo che dovrei esserlo?" "Mi stai dicendo che dovrei essere geloso di Juan?" "Perchè mi rispondi sempre con una domanda?" "Perchè lo fai tu?" "Perchè non potrei?" chiede lei divertita. "Perchè non vuoi che lo faccia io allora?" "Perchè sei così insopportabile?" "Perchè pensi che lo sia?" domando non dandogliela vinta. "Perchè fai finta di non capirlo?" "Perchè dovrei far finta di non capirlo?" "Perchè continui a rispondermi con perchè?" "Perchè non posso?" "Oh finiscila!" "Ho vinto io" dico gongolando. "Solo perchè ti ho lasciato vincere" borbotta lei. Poso un bacio sulla sua coscia e uscendo dalla piscina, raggiungo gli accappatoi e gli asciugamani. Mi tolgo gli abiti bagnati e indossando l'accappatoio, vado verso Flora per coprirle le spalle con due asciugamani. La infagotto per bene, mentre lei ridacchia e chiede "Si, sei decisamente geloso di Juan" "Sarà una tua impressione" mugolo aggiungendole un terzo asciugamano. "Ecco qua i piatti signori" sentiamo dire alle nostre spalle. "Grazie mille Juan, tu e Malcolm avete mangiato?" "No, signore. Ancora no" "Andate allora, prima che si raffreddi il cibo" "Grazie signore" dice Juan ritirandosi. Trascino il carrello accanto a noi e porgendole il suo piatto di pasta chiedo "Vuoi del thè verde fresco?" Lei annuisce e sorride...sa che la conosco bene. Le poso anche il bicchiere di thè e sedendomi anch'io nella sdraio incomincio a mangiare. "Sei stato carino con Juan quando gli hai chiesto se lui e Malcolm avessero mangiato " mormora lei mangiando il primo boccone di pasta. "Malcolm è assunto per proteggerti, lo vorrei possibilmente in forze "ribatto io bevendo un calice di vino bianco. "Ti saresti preoccupato di loro a prescindere da me, ti conosco ormai" dice lei attorcigliandosi degli spaghetti sulla forchetta. "Mi conosci?"chiedo divertito. "Sto imparando" "E sappiamo tutti che impari veloce..." "Esatto" dice lei facendomi un occhiolino e portandosi in alto una forchettata di spaghetti. Io rido divertito e lei dice stizzita "Mettimi alla prova, fammi qualche domanda" Ingoio un boccone e bevendo un po' di vino chiedo "Film preferito?" "Nessuno perchè non guardi la televisione o sei appassionato di cinema" La guardo soddisfatto e lei applaudendo le mani dice "Ho azzeccato, vero?" "In realtà ci sarebbe un film..." "Davvero? Quale?" "La doccia, penso si chiami così" "La doccia? Che film è?"chiede lei ingenua. Ridacchio e stando al gioco dico "E' un po' spinto, la protagonista ti somiglia" "Mi somiglia? Chi è?" Io alzo il sopracciglio e lei capendo finalmente mi lascia un pugno sul braccio ed esclama "Oddio Khalil! E' davvero disgustoso!" Scoppio a ridere e lei aggiunge "Che imbarazzo! Tutte le volte che mi facevo la doccia mi osservavi?" "Non me ne perdeva neanche una" Lei si porta le mani sul viso imbarazzata e io passandole il mio calice di vino dico "Bevi un po', ti aiuterà" Flora afferra il calice e bevendo tutto il vino dentro, mi riporge il calice e dice "Versamene ancora" Eseguo volentieri. "Sei davvero un maniaco pervertito "conclude di dire bevendo altro vino. Io faccio spallucce e chiedo "Davvero non ti eri accorta di nulla?" "Delle telecamere? Mi sentivo osservata, ma pensavo che, una volta chiuse le tende, avessi risolto il problema" "Mi divertivi un sacco quando chiudevi le tende e facevi un'espressione soddisfatta" "Sarò sembrata davvero stupida..." "Solo un pochino "la derido. "Tu sai che adesso dovrai togliere tutte le telecamere? Hai detto tu che tante cose cambieranno" Faccio una smorfia ma annuisco "Si, ma tolgo solo quelle della tua camera. Le altre mi servono per la tua protezione" "Protezione?"chiede lei alzando un sopracciglio. "Certo, sai che ci tengo alla tua protezione" "Forse anche un po' troppo" ridacchia lei leccandosi le labbra dal pomodoro. "Togliere le telecamere in camera tua è un passo gigante" le faccio capire. "Lo so e lo apprezzo" mormora lei guardandomi. Le sorrido e non reggendo la potenza del suo sguardo, abbasso il mio...è l'unica che potrà mai farmi sentire a disagio. Abbasso lo sguardo alle sue gambe nude e deglutisco...vorrei spalancarle e inserirmi dentro per farla urlare, oh...quanto lo vorrei. "E tu invece? Mi conosci davvero?"chiede lei cambiando argomento. "Vuoi mettermi alla prova?"chiedo divertito mangiando gli ultimi spaghetti. Lei mi guarda con sfida e chiede "Colore preferito?" "Viola" rispondo...troppo facile. "Film preferito?" "Inception, te lo sarai guardato una centinaia di volte quello stupido film" dico scuotendo la testa e versando del vino in un altro calice. Lei si morde il labbro e chiede ancora "Ok, questa è difficile. Gruppo sanguigno?" Difficile, oh ma dai. "AB" "Libro preferito?" "Vuoi la top 3?"chiedo impressionandola. Lei annuisce e io dico contando con le dita " 'I salici ciechi e la donna addormentata' di Murakami, 'Bonjour tristesse di Françoise Sagan e 'La schiuma dei giorni' di Boris Vian." "Impressionante. Gusto del gelato preferito?" chiede continuando a mangiare. "Cocco" Lei fa per parlare e io la blocco dicendo "Gianduia a tratti" Flora alza un sopracciglio sorpresa e chiede non dandomela vinta "Quanti nei ho e dove?" Pensa di avermi messo in difficoltà...non sa che l'ho studiata così tanto che potrei farle un ritratto ad occhi chiusi. "5. Uno sulla palpebra destra, sul braccio sinistro, sul polso destro,sul piede sinistro e sul ginocchio destro" "Qual è il posto che vorrei visitare più di tutti al mondo?" "Islanda, vorresti andare nella capitale Reykjavik perchè detiene il primato di città più "verde" del mondo. Sei curiosa di visitare anche la Scozia" "Una cosa che odio di me?" "Il seno sinistro, pensi sia più piccolo del destro...anche se penso che sia adorabile lo stesso" Lei spalanca la bocca più che impressionata e chiede "Come diavolo fai a saperlo? Non puoi entrare nella mia mente!" Io ridacchio e posando il piatto vuoto sul carrello dico "A forza di osservarti per 14 anni, ho anche imparato a leggere il tuo pensiero...era evidente che la cosa ti desse fastidio" "14 anni a monitorarmi...non ti sei mai stufato?" Nego con la testa...anzi è il contrario; più la conoscevo, più avevo voglia di osservarla. "Perchè? Perchè guardarmi e basta?" Perchè volevo consumarti, proteggerti, odiarti, amarti. "Andiamo a farci una doccia?" chiedo alzandomi e cambiando argomento. "Io l'ho fatta poco fa" dice lei prendendo dallo sdraio una magliettina e dei pantaloncini. "Ok, allora posso usufruire della tua doccia?" "Perchè la mia? Tu hai il bagno doppio del mio" dice lei stizzita. "Voglio stare un po' con te" "Io non entro nella doccia con te, scordatelo proprio" sbotta lei. Io scuoto la testa divertito e chiedo "Nessuno ha accennato a questo, poi se vuoi seguirmi, sei più che benvenuta" "Il solito...muoviti, devo anche cambiarmi" dice lei superandomi e dandomi tacitamente il permesso. La seguo gongolando e passiamo da me per prendermi il cambio. "Non provare ad inserire altre telecamere" Mi minaccia lei un attimo prima di entrare in bagno. Merda...era questo il mio scopo, non vedo una sua doccia da giorni. "Per chi mi hai preso?"chiedo entrando in bagno. Sento lei sbuffare e io ridacchiando mi spoglio per poi entrare nel box doccia. Il suo profumo dentro il box me lo fa subito rizzare e sospirando, cerco di risolvermela da solo...l'idea che poi lei si lavi dove adesso io verrò, mi fa ammattire. FLORA' S POV: Mi cambio svelta e buttandomi sul lettone, riprendo i fogli sul comodino. Rileggo ciò che ho scritto e prendendo la penna incomincio ad aggiungere cose...la mente e la mano viaggiano finchè sento la porta del bagno aprirsi. Ho deciso di recente di ammazzare il tempo scrivendo qualcosa...non necessariamente un diario segreto, un libro...una storia d'amore viscerale tra una psicologa e il suo paziente. Sto ancora tessendo la trama, ma sono sicura di una cosa...finirà male, sarà un finale malinconico, forte, intenso, dolente, mesto...funebre. Alzo lo sguardo alla porta e sento la salivazione azzerarsi...Khalil ha solo un asciugamano sulla vita, il petto ancora gocciolante, i capelli umidi, i muscoli delle braccia luccicano alla luce, il profumo del suo shampoo su di lui...Oh dio santa vergine maria. Lui asciuga i capelli con un altro asciugamano e io scendo a guardargli i peli attaccati ai pettorali e gli addominali scolpiti ancora umidi...deglutisco cercando di non andare in tachicardia. "Ehi" mi saluta lui mostrandomi una scia di denti dritti e bianchi...cosa mi sta succedendo? Perchè vorrei solo saltargli addosso? Accarezzarlo? Togliergli l'asciugamano e tirarlo per aria? Santo cielo Flora, riprenditi. "Ci...ciao"dico balbettando. Flora! Flora che cazzo ti prende! Scuoto la testa implorandomi di riprendermi, mentre lui chiede con voce roca "Ti dispiace se mi cambio qui?" "No, no...cioè, no." dico alla fine più ferma. Vorrei ammazzarmi, sembro una dodicenne con gli ormoni impazziti. Faccio per girarmi e dargli le spalle sul letto, ma un attimo prima di girarmi, lui lascia cadere l'asciugamano e si gira. La mia fine, la mia fottuta fine. Chiudo gli occhi come a imprimermi ciò che ho appena visto e cerco di respirare normalmente...mi sento un enorme nodo in gola! Mi porto una mano sul petto e mormoro a me stessa "Calmati, calmati perdio!" Rimango immobile sul mio posto aspettando che lui finisca di vestirsi, finchè sento un fiato sul collo e io trattengo il mio. "Che stavi facendo?"mormora dietro il collo lui. Deglutisco e abbassando lo sguardo alle carte dico "Nulla...cioè, si. Io ecco..." "A parole tue" mi deride lui facendomi scendere la bretella della magliettina sulla spalla destra. "Sto scrivendo" riesco finalmente a dire, finalmente! "Stai scrivendo" sussurra lui strofinando la punta del naso sulla mia spalla nuda. Dei brividi mi fanno paralizzare, mentre lui sfiora la spalla con le labbra e chiede "E cosa stai scrivendo?" "Nulla d'importante" dico staccandomi da lui e mettendomi dall'altra parte del letto. Lui sorride per me che sono scappata e sdraiandosi sul letto chiede "E' un diario segreto?" "Sì, una specie"mormoro mentendo. "Bugia" mi becca subito lui. Faccio una smorfia e chiedo "Come hai fatto a capirlo che stavo mentendo?" "Hai scosso la testa e guardavi altrove, è stato facile. Comunque non per forza devi dirmelo, solo non mi mentire" Annuisco con la testa e lui mi fa un occhiolino...dio, che bello che è. Abbasso lo sguardo alle carte e chiedo "Non hai del lavoro da sbrigare?" "Sì, una montagna in realtà" "E perchè sei qui a non far nulla?" "Veramente ti sto osservando" "Non ti stanchi mai eh?"chiedo sorridendo. Lui scuote la testa e dice "Mai." Gli sorrido e imbarazzata gli allungo un foglio di carta bianco. Lui mi guarda interrogativa e io spiego "Mentre scrivo, puoi fare un disegno" Gli allungo anche una matita e dico "Disegna la prima cosa che ti viene in mente" Khalil mi guarda ancora interrogativo, ma poi abbassa lo sguardo e prendendo carta e matita incomincia a disegnare un...uovo di pasqua? Sposto lo sguardo alle mie carte e riprendo a scrivere. Ho scoperto che scrivere mi fa stare bene. Mi estranea da tutta la merda che mi circonda in una bolla tutta mia...una bolla tranquilla, dove il controllo ce l'ho io, non ci sono complicazioni, è tutto eterno, c'è solo armonia e pace. Scrivere è davvero un interessante modo di rilassarsi e sfogarsi con semplicità, con la sola forza delle parole e dei sogni. Mi mordo il labbro e mi perdo a scrivere la parte in cui la psicologa si accorge che il nuovo paziente è in realtà una sua vecchia conoscenza...la sua prima cotta al liceo, il rappresentante d'istituto popolare. Era un'età difficile per lei...il liceo la spaesava, a casa le cose non andavano bene, si sfogava nel cibo e ingrassava, era perennemente insoddisfatta dalla vita, finchè ha visto lui e uno spiraglio di luce ha illuminato la sua vita. Lei non ci sperava tanto, sapeva di essere un numero in mezzo a tutti quei studenti, nonostante ciò lo guardava, era così bello, i suoi occhi erano così belli e a lei faceva bene guardarlo e perdersi in lui. Non ha mai avuto il coraggio di farsi avanti...nonostante entrambi abitassero nello stesso quartiere popolare e si beccassero in autobus, lui sospettava della cotta di lei...erano palesi i suoi occhi luccicare e il viso splendere alla sua vista. Gli anni passarono ed entrambi arrivarono alla maturità...lei sconsolata perchè non lo avrebbe più visto e lui inconsapevole di tutto o magari sapeva e fingeva di non sapere. Neanche a lui le cose andavano bene, il padre non era una persona amorevole, anzi era violento e lui era stufo delle false opportunità, della situazione a casa e dell'aria diventata improvvisamente pesante nella sua città...decise di partire, lontano da tutti e speranzoso di essere finalmente compreso. Lei non seppe nulla...scoprì da facebook che lui era ormai lontano, da una sua amica seppe la morte del padre di lui e del fatto che lui, per un certo periodo di tempo, avesse venduto erba per racimulare qualche soldo. L'immagine vitrea di lui si sgretolò e lei capì che era davvero finita...qualsiasi cosa malsana le si fosse creata in testa. Lui era una sua immaginazione e lei troppo ingenua ad averci creduto. Era finita...lui conduceva un'altra vita nella città dei sogni di lei e lei si limitava a continuare a vivere nella loro città, ormai solo sua, e a serrare il cuore in arrivo di qualcosa...forse di lui inconsapevolmente. Rivederlo lì le fece male, non perchè fosse malato o bisognoso di aiuto, perchè lui era lì, finalmente lì ma non per lei...era lì per i suoi servizi e lei non aveva ancora il coraggio di dirgli che, anche se fosse passata un'infinità di tempo, lo riteneva ancora bellissimo...eterno. "Finito" sento dire davanti a me. Alzo lo sguardo e Khalil piegando il foglio, me lo porge col sorriso "Per te" "Per me?"chiedo sorpresa prendendolo in mano. Lui annuisce e io apro il foglio, aspettandomi un terrificante disegno di pecore o dinosauri, ma sorprendentemente spalanco la bocca. "Khalil..." sussurro esterrefatta. "Ti piace?" ha il coraggio di chiedermi lui. Osservo il mio ritratto che sorrido con un fiore rosso sull'orecchio e mormoro "Sembra vero...come hai fatto?" "Diciamo che me la cavo" dice lui modesto facendo spallucce. "Ma...ci hai messo pochissimo e..e..Khalil hai un talento, un dono!" esclamo ancora scioccata dal bellissimo ritratto. "Talento?"chiede lui divertito scuotendo la testa. "Certo che si, sembra fatto da un professionista. Io so al massimo toccarmi con la lingua la punta del naso. Guarda" dico dimostrandoglielo. Lui scoppia a ridere e porgendomi un foglio dice "Ora fammelo tu un ritratto, scommetto che sei brava anche tu" Accetto la sfida e posando le carte sul comodino inizio a ritrarlo. Ci metto poco e con molta vergogna glielo mostro. "Non male" commenta lui trattenendosi dal ridere. Lo spingo sul letto e grido "Non fare il falso! Fa cagare!" "Magari puoi migliorare" dice lui ridendo. Io gli salgo sopra e prendendogli dalla mano il disegno, lo firmo e dico "In futuro potrai rivenderlo ad un prezzo alto" "Perchè mai?" chiede lui perplesso lasciando che io mi sieda sopra di lui. "Beh...essendo tua moglie, i giornali avranno tanto parlato di me" Lui mi butta di schiena sul letto facendomi urlare e salendo su di me dice "Ripetilo un'altra volta" Capisco cosa vuole sentirsi dire e mormoro "Che sono tua moglie? Beh vedi che le carte del divorzio nel ventunesimo secolo esistono ancora" Khalil si butta al mio fianco e strofinandomi il naso col suo sussurra "Non per te" "Che vuol dire! Non posso essere legata a te per sempre" "Lo sei e ora stai zitta" mormora lui cercando di rubarmi un bacio. Riesco a scostarmi e dico divertita "Ah! Vedi che non mi freghi!" Lui si morde il labbro e battendo con la mano al suo fianco dice "Vieni qua, non ti bacio più" "Non so, non mi convinci" mormoro assottigliando gli occhi. Lui mi sorprende e afferrandomi un braccio mi scaraventa a sè. Spalanco occhi e bocca, mentre lui mi avvolge con le braccia le spalle e intrappolandomi mormora "Sono così stanco..." "Sei così arrogante" Mi lascia un bacio sulla fronte e sorride su questo...la cosa fa sorridere anche me. Alzo il mento e lasciandogli un bacio sulla mascella mormoro "Riposa un po' " "Stai qui con me" sussurra lui. Mi stringo ancora di più a lui e mormoro "Dormi, non me ne vado" "Giura" Gli lascio un bacio sull'angolo della bocca e sussurro "Giuro" Lui mi sorride e sospirando sollevato, affonda la testa fra i miei capelli. Aspetto finchè il suo respiro diventi regolare e mordendomi il labbro, penso a qualcosa da fargli...una sorpresa. La notizia della tomba di mio padre mi ha fatto vedere Khalil da un punto di vista diverso...non so, forse più compassionevole, comprensivo, amorevole... Mi scosto di poco lasciando che Khalil dorma beato e corro al piano di sotto. Ripenso al ritratto che mi ha fatto e felice, inizio a scervellarmi sul da farsi. Potrei organizzare una cena...a lume di candela come ha fatto lui ieri sera. Mi strofino le mani e indossando il grembiule, apro il frigorifero. Dopo circa due ore di lavoro, apparecchio la sala da pranzo e mentre poso i piatti vedo Juan entrare. "Che stai facendo?"mi chiede subito perplesso. Poso i piatti e pulendomi le mani sul grembiule mormoro "Volevo ringraziare Khalil per la sorpresa che mi ha fatto ieri.." Lui mi guarda perplesso, ma lasciando perdere chiede "Cosa vuoi che vi prepari?" "No, no...ci ho già pensato io. Grazie lo stesso" "Ah...perfetto. Goditi la serata allora"mormora lui per poi andarsene. "Juan?"lo chiamo prima che se ne possa andare. Lui si gira e io chiedo subito "Ce l'hai con me?" "Perchè dovrei?" domanda lui incrociando le braccia. "Perchè ti ho trattato male ieri sera" "Questo è vero, ma se vuoi rovinarti la vita, fai pure. Io ti volevo solo avvertire" "Lui è cambiato" cerco di dire. Juan alza un sopracciglio e io dico ancora "Abbiamo parlato e abbiamo capito tante cose. Lui non è cattivo, è stato portato a farlo" "Io non ho mai detto che fosse cattivo" inveisce subito Juan. "Ma mi hai fatto capire di non fidarmi" "Ti fidi di lui?"chiede lui quasi incredulo dalle mie parole. "Io...sto imparando a farlo. E' complicato" "Invece a me sembra così chiara la situazione..." borbotta lui con una smorfia. "Me la vuoi spiegare allora?"chiedo un po' infastidita dal suo atteggiamento egoista. "Dovrai capirlo da sola, sembra tu abbia i salami sugli occhi" Spalanco la bocca e chiedo "Perchè mi stai dicendo una cosa del genere?" "Per questo" dice lui indicandomi la tavola apparecchiata. "Due giorni fa non lo avresti mai fatto perchè lo odiavi" aggiunge facendomi sentire bipolare. "Le cose cambiano" "Già." di limita a dire lui...gli occhi parlano chiaro. "Sei stato tu a dirmi di dargli una chance" gli ricordo. "Una chance per spiegarti le cose, non per innamorarti di lui" "Io non sono innamorata di lui" "Ne sei sicura?" ha la sfacciataggine di chiedermi. "Certo che sì!" "Devi convincere te stessa, non me Flora" dice lui scuotendo la testa. Lo guardo stranita, mentre lui sistema meglio le posate e dice uscendo "Voglio solo il tuo bene, non scordarlo" Mi lascia così...turbata e ferita. Sbuffo e m'impongo di non farmi buttare così l'umore a terra...deve essere perfetto quando Khalil scenderà. Curo gli ultimi particolari e vado a farmi la doccia per poi cambiarmi con un vestito nero elegante. Mi acconcio anche i capelli e facendo silenzio, ritorno in sala pranzo. Dopo mezz'ora sento dei passi e accendendo il candelabro, mi posiziono davanti alla tavola. "Sorpresa!" Esclamo quando entra dentro mentre si sta allacciando i gemelli. È vestito elegante e deglutisco nel vederlo così bello e possente. Rimane senza parole ad osservare tutto e io chiedo stranita "Perché sei vestito così? Sospettavi della sorpresa? " Lui alza lo sguardo a me e fa per parlare, ma sentiamo altri passi e Malcolm entrare nella stanza per dire "Signore, l'auto è pronta e la signorina Alvarez ha appena chiamato per dire che la cena sarà posticipata di mezz'ora. Partiamo dopo?" Signorina Alvarez? Cena? Ecco perché è così bello ed elegante... Abbasso lo sguardo mortificata mentre Khalil dice "Partiamo dopo" "Come vuole lei signore "dice Malcolm congedandosi. Un silenzio tombale si crea fra noi e quando lui si decide di parlare mormora "Non me l'aspettavo, è tutto bellissimo...tu sei bellissima" Alzo lo sguardo triste e cerco di non fargli vedere l'effetto del proiettile che lancia quando dice "Ma devo andare" "Certo...che stupida che sono stata" sussurro sbattendo velocemente gli occhi. Decido di non farmi umiliare più e dico uscendo fuori "Goditi la serata" Lui mi afferra il polso prima che io possa varcare la soglia e dice "È una cosa che devo fare per forza, non è come credi. Non lo è pulce" "Non hai mai permesso a nessuno di farti fare una cosa forzata, non sei il genere" replico guardandolo dritto negli occhi. "Non se devo proteggere qualcuno che amo" replica anche lui guardandomi negli occhi. "E chi è che ami tanto da volerla proteggere?" "Amo te" dice stringendomi fortissimo il polso, come a supplicarmi di credergli. "E allora rimani con me" Lui deglutisce sbattendo gli occhi per poi abbassare lo sguardo e sussurrare lasciando il polso "Non posso..." È chiaro. Corro via dalla stanza improvvisamente troppo piccola per entrambi e trattenendomi fino all'ultimo, entro nella mia camera e finalmente scoppio a piangere. Piango per un tempo indeterminato, quando sento girarmi la testa per le troppe lacrime, mi sciacquo il viso e vado in cucina per bere un po' d'acqua. In cucina riesco finalmente a calmarmi e mangiando una mela, faccio per andare a guardare un po di tv, ma sento come uno squillo arrivare dalla fine del corridoio. Corrugo la fronte e realizzo che lo squillo arriva dall'ufficio di Khalil. Non posso effettuare chiamate, ma posso rispondere...non penso ci sia un codice anche per prendere le chiamate. Mi dirigo al suo ufficio e digitando il codice, entro dentro. Il telefono continua a squillare e mordendomi il labbro, mi siedo sulla poltroncina di Khalil per poi prendere la chiamata. "Pronto?" Chiedo un po' titubante. Una voce maschile incomicia a parlare in una lingua straniera e io non capendo nulla chiedo "Scusi, chi parla?" "Signorina Vignoli?" Chiede quella stessa voce. Ma che?? "Chi parla? "Richiedo più stranita che mai. "Sono Harry! Anche lei si è unita alla nostra organizzazione?" Chiede entusiasta. Harry? Il mio paziente di due anni fa?Di che diavolo sta parlando? "Quale organizzazione? Harry non sei a casa?"chiedo cercando di capirci qualcosa. Perché Harry è ancora in contatto con Khalil? "Ha fatto la scelta giusta, sapevo che fosse una donna intelligente " "Harry, io non capisco di cosa tu stia parlando. Potresti spostarti in un altro posto, dove c'è più campo" "Non ho tempo signorina. Dica al maestro che gli attentati allo Sri Lanka sono stati effettuati" "Attentati? Sri Lanka? Cosa??" Chiedo incredula. "Non ha visto i telegiornali? Ne parlano ovunque, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. Il maestro ne sarà soddisfatto" Spalanco gli occhi e chiedo pacata "Harry...Perché chiami 'maestro' Khalil? " "Devo andare, Salam Aleikum" dice lui riattaccando. Io rimango ancora paralizzata col telefono all'orecchio e riagganciando piano, mi precipito nella sala multimediale. Metto subito rai news e ciò che leggo mi fa atterrire. "Pasqua tragica nello Sri Lanka dove almeno sei esplosioni simultanee - avvenute poco prima delle 9 del mattino ora locale nella capitale, Colombo, e in due altre città (Batticaloa e Negombo) - hanno colpito tre chiese (affollate per le messe) e tre hotel di lusso, frequentati anche da turisti stranieri. Altre due esplosioni hanno colpito il Paese ore dopo le prime sei. Il bilancio è di almeno 321,di cui 45 bambini, morti e oltre 500 feriti; 35 delle vittime sono straniere. Lo Stato Islamico, attraverso la sua agenzia di propaganda,Amaq, ha rivendicato gli nello Sri Lanka e i 7 attentatori suicidi" "Flora...posso spiegarti tutto" sento dire alle mie spalle...Khalil.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


"È nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama" – Fëdor Dostoevskij FLORA'S POV: PASSATO. Mi strofino, mi strofino, mi strofino fino a consumarmi la pelle. Sento il suo profumo ovunque, il suo tocco dappertutto, lo sento dentro di me, scorrermi nel sangue, fino alle ossa. Getto la spugna insaponata per terra e alzo la testa al soffione...vorrei aprire il cranio, prendere tutti i miei pensieri e ripulirli dalla sporcizia, vorrei non sentire più nulla, non pensare più a nulla, annullarmi. Appoggio la fronte alle piastrelle e sospiro sentendo solo l'acqua scorrere...cerco di estraniarmi, non è mai successo nulla Flor, respira. Respiro a fonde e chiudo gli occhi...lui all'angolo che mi osserva, è intrigante...ha una felpona nera, ma dalle spalle e dalle mani posso capire che è ben messo. Mi osserva con attenzione, non sono solo io allora attratta...mi gira la testa, c'è lui che sorregge...mio dio, che buon profumo. Mi afferra le mani e mi fa correre...mi ha appena salvata, oh mio eroe. Entriamo in uno stanzino, l'aria è pesante...ho bisogno di lui. Le nostre lingue che si scontrano voraci, le mani impazienti di sentire il suo calore, non basta...non basta. Jennifer...ha fatto godere così tanto il suo ragazzo, potrei provarci. I suoi gemiti mi piacciono, accelero le mosse...lo sto facendo godere, godo anch'io. Mi rialzo, lui afferra i miei seni, butto la testa all'indietro, fai di me ciò che vuoi...le mani sul culo, sento la sua erezione...dio, sono così eccitata...lo voglio dentro di me. Spalanco gli occhi e mi porto le mani sui capelli, li stringo forte e cerco di strapparmeli...voglio farmi del male, voglio sentire dolore, un dolore che sia estraneo a quello che sto provando in testa. Sento improvvisamente qualcuno bussare..."Che c'è nonna?" grido asciugandomi le lacrime che neanche mi ero accorta di versare. "Nonna?" grido ancora perplessa. Chiudo il getto d'acqua e la richiamo...c'è qualcosa che non va. Esco subito dalla doccia e avvolgendomi il corpo con un asciugamano spalanco la porta. Non c'è nessuno. Mi guardo attorno, sono diventata pazza? La luce nella stanza è anche spenta...non l'ho spenta io. Riaccendo l'interruttore e vedo che tutto è al suo posto...che strano. Sussulto quando sento venticello e ancora più stranita vado a chiudere la finestra aperta. Sento d'improvviso il suono di una notifica nel computer e curiosa, apro il portatile. Ho una richiesta d'amicizia su facebook..."Mario Rossi" Apro il profilo osservando che non ha nessuna foto del profilo e corrugo la fronte quando vedo che il profilo è stato creato oggi e non ha nessun amico, foto o informazioni. Faccio per negare la richiesta, ma mi arriva un messaggio da parte sua...grattandomi il collo apro il messaggio e osservo che è un video. Clicco play e all'inizio non capisco di cosa si tratti...c'è buio ma sento come il fiatone di qualcuno. Alzo un sopracciglio quando viene spostata la camera e l'inquadratura cambia...mi avvicino al desktop per capirci qualcosa, quando la camera ricambia quadratura e spalanco gli occhi nel vedere un membro e una mano sopra. Lo massaggia con movimenti lenti e geme roco...sono paralizzata dal terrore, le mani le conosco...il membro era grande e lungo come questo. La mano velocizza i movimenti e i fianchi si alzano per accogliere l'orgasmo, quando penso che stia per venire, lui fa un segno alla camera e all'improvviso vedo un culo coperto da un perizoma. Spalanco la bocca quando vedo la ragazza con i capelli piastrati neri inginocchiarsi davanti a lui e abbassare il viso al suo membro. Lei inizia a massaggiarlo e lui prendendola per i capelli le avvicina le labbra al membro...la ragazza comprende subito e lo prende in bocca. Guardo con orrore la scena di lui che gode e faccio una smorfia nel pensare che si sia trovato una sostituta così facilmente...i gemiti sono gli stessi e lui sembra più eccitato di quella volta che è stato con me. Chiudo immediatamente il video e bloccando l'utente, esco da facebook. Chiudo anche il portatile e mi porto le mani sul viso...ho davvero provato gelosia per la ragazza?Cazzo! Flora che ti prende! Corro in bagno e mi sciacquo la faccia, sono andata completamente...non c'è altra spiegazione. Abbasso lo sguardo alle mani che tremano e alzando gli occhi allo specchio osservo i miei capezzoli appuntiti...mi sono eccitata alla vista di lui che si soddisfava. Guardo con disprezzo la mia immagine e colma di ansia, paura, rabbia, rancore, vergogna...alzo il pugno e spacco lo specchio gridando. Non entrerà mai dentro la mia testa, mai! KHALIL'S POV: PRESENTE. "Non mi toccare" ringhio a Daria che cerca di mettere la mano sul mio braccio. "Finiscila, voglio solo appoggiarmi a te. I tacchi mi fanno male" sussurra lei sorridendo come una scema agli altri ospiti. "Non me ne frega niente. Se hai bisogno di appoggiarti, vai contro una colonna." sbotto incrociando le braccia in modo che non possa toccarmi. "Un tempo eri un gentleman" mormora lei stizzita. "Perchè avevo interesse di scoparti" dico fulminandola con lo sguardo. "Non hai più quest'interesse?" mugola lei al mio orecchio. Mi scosto per l'ennesima volta da lei e sibilo "No." Lei si riavvicina per l'ennesima volta e mormora "Certo...adesso la scopata la tieni prigioniera in nave ai tuoi servizi" Afferro di scatto Daria per il collo e sbattendola dietro la colonna sibilo furioso "Non osare parlare in questo modo di mia moglie. Lei è mille volte più donna di te" Daria non sembra spaventata dall'aggressione e sorridendo sadica chiede "Lei sa che non sei un tipo che si accontenta? Che hai gusti strani, complicati...prendi una e getti l'altra, prendi una e getti l'altra...è una routine la tua. Ti stancherai presto anche di lei" Stacco la mano dal collo della vipera e aggiustandomi la cravatta dico "La verità è che mi stanco delle puttane" "Vuoi insinuare che io..." "Sì" la interrompo per poi darle le spalle e andare verso il bar. Sono qui da mezz'ora e già ne ho i coglioni pieni...voglio ritornare da lei, riapparecchiare la tavola se l'ha sparecchiata, ricoprire la stanza di fiori e supplicarla di cenare con me. "Gin tonic" ordino al barista mentre sento vibrare il cellulare. Lo prendo in mano e sospiro sollevato..."Signore ho trovato le copie. Sono fuori"leggo il messaggio. "Sia lodato il signore" mormoro alzando lo sguardo e ingurgitando il bicchierino di gin. "Dove diavolo vai?"sibila Daria che mi osserva uscire dal portone. "Mi sono stancato. Me ne vado" "Tu non puoi, io ho..." "Nulla, non hai nulla" dico sorridendole. Daria capisce tutto e dandomi un pugno sul petto ringhia "Bastardo! Te la farò pagare!" Scuoto la testa con disapprovazione ed esco da questo stupido posto...ho perso fin troppo tempo. "Ottimo lavoro" dico a Malcolm che mi aspetta fuori con la mia copia del video. "Grazie signore" dice mentre mi apre la portiera e io salgo in auto. "Dove andiamo signore?" "Da un fioraio" dico inserendo la copia del cd in giacca. Malcolm annuisce e io sorrido come uno scemo...non vedo l'ora di rivederla, mi è mancata come l'aria. "Signore, questo è l'unico aperto" dice Malcolm una volta accostato davanti ad un fioraio che sta per chiudere. Apro di scatto la portiera e correndo dall'altra parte della strada grido "No, no! Aspetti! Non chiuda!" "¡Estamos cerrando! Ven mañana" dice l'uomo contrariato. "Necesito flores ahora, no puedo venir mañana" dico fluidamente in spagnolo. Siamo attraccati di nuovo a Las Palmas e per fortuna qualcosa in spagnolo l'ho imparata. "Estamos cerrando" continua a rimarcare il fatto che stanno chiudendo. "Por favor Es por mi esposa, tuvimos una pelea y quiero sorprenderla. Esta es la única florería abierta, sabré cómo recompensarla bien" (Per favore è per la mia sposa, abbiamo litigato e voglio farle una sorpresa. Questa è l'unico fioraio aperto, saprò come ricompensarla bene). "Ah, qué hacen los enamorados por amor. ¿Qué flores prefiere tu esposa? " (Ah, cosa fanno gli innamorati per amore. Quali fiori preferisce sua moglie?). "Rosas rojas, sé que son las reinas entre las rosas...como ella" (Le rose rosse, so che sono le regine fra le rose...come lei). "Bueno, es habitual que las rosas se tomen en números impares, aunque hay algunas excepciones. ¿Puedo explicárselo a él?" (Bene, è solito che le rose siano prese in numero dispari, anche se c'è qualche eccezione. Gliela spiego? ) Annuisco con la testa e ascolto le varie eccezioni. A quanto pare quando si regala una singola rosa, vuole dire che ci si è innamorati al primo sguardo; un mazzo di nove rose rosse comunica a chi lo riceve che quella storia d'amore durerà per tutta la vita; se si regalano dieci rose rosse, l'uomo dice alla sua lei: "Tu sei la donna perfetta per me"; undici rose rosse indicano che l'altro è considerato come il bene più prezioso; dodici raccontano la paura dell'abbandono e la speranza che ciò non accada; tredici rose rosse sono il segno di una passione che va tenuta nascosta; con quindici rose rosse un uomo vuole farsi perdonare di qualche errore commesso; con venti si vuole proclamare la propria sincerità; con trentatré si comunica un amore profondo. Infine cento rose rosse sono una vera e propria dichiarazione di totale sudditanza nei confronti dell'amato. "Cento" dico subito emozionato. Lui scuote la testa e mi spiega che al momento non sono disponibili cento rose...faccio una smorfia e ci ripenso. "Once, mi bien mas preciado" (Undici, il mio bene più prezioso). Il fioraio sorride e procede a mettermi il mazzo di rose in una carta regalo e legare il tutto con un nastro rosso. "Aquì està , su esposa seguramente serà feliz con estos" dice porgendomi il mazzo di fiori. Sorrido e dico positivo "Eso espero, la amo mucho" "Lo creo bien, tus ojos brillan cuando piensas en ella" (Lo credo bene, i tuoi occhi brillano quando pensi a lei) Abbasso lo sguardo mordendomi il labbro e annuendo dico "Muchas gracias de nuevo" Gli porgo una banconota da 100€ e facendogli ancora un cenno, scappo via. "Vai Malcolm, vai che mi aspetta" dico gongolante. Arriviamo presto alla nave e io mi catapulto fuori, accedo alle telecamere per vedere se si trova in una stanza che non sia la sua, e mi paralizzo di scatto quando vedo che è nel mio ufficio e sta parlando al telefono... Collego subito la chiamata al mio cellulare e quello che sento mi fa chiudere gli occhi e sospirare sconsolato, è finita. Osservo lei che riattacca il telefono per poi correre fuori, la seguo nelle telecamere e vedo che entra nella sala multimediale e accende rai news. Vuole accertarsi degli attentati. "Stai fuori Malcolm. Chiama una squadra e metti due uomini diversi per ogni entrata, stasera Flora può essere che proverà a scappare" "Subito signore" obbedisce Malcolm prendendo il cellulare. Io deglutisco e camminando lentamente fino all'aula multimediale, butto un sospiro nel vederla ancora col vestito di seta nero...è così bella che mi toglie sempre il fiato. Alzo lo sguardo alla televisione e aspetto che lei si renda conto di tutto...quando la vedo portarsi una mano fra i capelli mi annuncio "Flora...posso spiegarti tutto" Lei si paralizza sul suo posto e girandosi piano mi punta uno sguardo di disprezzo. Abbassa per un attimo gli occhi al mazzo e avvicinandomi a lei mormoro "Questi sono per te" "Khalil" mi avverte lei pericolosamente. "Sono undici rose, significano che sei il mio bene più prezioso" completo. Lei rimane immobile, impassibile e io posando il mazzo sul divano dico "Penso che sia arrivato il momento di dirti la verità" "Hai ordinato tu di fare quei attentati?" chiede subito lei con una smorfia. Scuoto la testa. "Non sono io lo Sceicco. Ancora non ho questo potere" "Sei un maestro" mormora lei corrugando la fronte. Dio, che bella che sei amore mio. Cerco di non farmi distrarre dalla sua disarmante bellezza e dico "Lo ero, non faccio più parte dell'organizzazione da quando ti ho portata qui" "Che...che vuol dire. Io non capisco...cosa c'entra Harry?" mormora lei confusa. "Harry fa parte dell'organizzazione, il mio compito era quello di fare il lavaggio del cervello ai pazienti più gravi del centro e mandarli a combattere in nome di Allah l'altissimo" "Tu...ecco perchè i pazienti sparivano dopo che li visitavi" "Sceglievo solo quelli gravi e messi bene fisicamente. Le donne non le toccavo" "Non è una cazzo di giustificazione!" inveisce lei innervosendosi. "Lo so. So che non è una giustificazione, ma dovevo farlo...Ahmed è stato l'unico a proteggermi dopo che i miei sono morti e non avevo nessun altro posto dove andare, mi ha accolto nell'organizzazione e mai fatto mancare nulla. Era una questione d'onore" "Questione d'onore? Dio Khalil! Vendevi i tuoi pazienti!" "Ne avrò mandati 10 all'incirca in guerra...avevo le mani legate, mi trovavo anche a Palermo e Ahmed non vedeva di buon occhio questa cosa. Dovevo ricambiare il favore" "Come? Massacrando Kemal?" "E' stato un ordine, avrei dovuto ammazzarlo" "E' come se l'avessi fatto! Guarda come l'avevi ridotto, era un vegetale!" grida lei per poi darmi le spalle. Abbasso lo sguardo...maledetta Daria, se non fosse stato per lei, a quest'ora sarei a cenare con lei e magari ci saremmo anche scambiati qualche coccola. "Ho fatto di peggio Melisa, molto peggio" mormoro deciso ad andare a fondo. Lei si gira e io uscendo fuori il cd dalla tasca della giacca dico "Ero andato a recuperare questo...Daria mi aveva minacciato di fartelo vedere. Mi avresti sicuramente disprezzato dopo questo, ma penso che le cose non possano andare peggio. E' giusto che tu sappia chi ero" "Cos'è?"chiede lei deglutendo. "Sappi solo che ero un ragazzino, non avevo nessuno e quella era la mia vita. Mi toccava sopravvivere così. Non ho mai toccato una donna contro la sua volontà e non ho mai voluto tutto questo per la mia vita, sappi solo che sono cambiato e non m'interessa più far parte di tutto questo. Ho te ora, non ho bisogno di altro" "Fammi vedere cosa c'è dentro" dice lei come se non mi avesse ascoltato. Annuisco e facendomi spazio vado verso il lettore dvd, per poi inserire il disco dentro. Premo play e il video parte...ci sono tre uomini vestiti e coperti interamente con una tuta nera e un passamontagna nero che tengono un uomo con la tuta nera in ginocchio. Siamo in un deserto, ricordo quanto dannatamente caldo faceva...ricordo anche l'uomo in questione...Evgeny Petrenko, un ufficiale dell'intelligence russa. L'uomo in ginocchio con le mani legate inizia a parlare in russo e fa un appello ad arrendersi a tutti gli agenti russi presenti in Siria per poi dichiarare "Questo idiota ha creduto alle promesse del suo Paese che non lo avrebbe abbandonato se fosse stato catturato." Ad un certo punto un uomo gli fa segno di smettere di parlare e appare un quarto uomo nel video...io. Appaio come una persona forte, sicura, maligna...mi tremavano le mani, il cuore mi stava schizzando dal petto e consapevole che se non avessi sgozzato il russo, al suo posto ci sarei stato presto io. Sapevo troppo per essere lasciato libero. Inizio a gridare in arabo "Dio è grande! Dio è grande!" e chiudendo gli occhi sgozzo la testa del russo. Mi trattengo dal vomitare e alzando il coltello mi mostro vincente...so di essere un mostro. Il video s'interrompe e Flora rimane paralizzata davanti alla televisione, mi sono fatto schifo anch'io nel rivedermi. "Non avrei voluto fare così male alle persone, ma Ahmed pretendeva tanto da me. Ero cattolico, non potevo farmi scoprire, lui mi avrebbe..." "Sgozzato? Era la fine che avresti meritato" sibila Flora per poi uscire di corsa dalla sala multimediale. Stringo le mani in due pugni e respiro a fondo, è giusto così. Sono stato un mostro, lo sono ancora...non merito nulla. Mi siedo sul divano e osservo le rose....il mio bene più prezioso. Afferro le rose e stacco i petali a tutte...le spine entrano dentro la mia mano, ma me ne fotto e continuo a distruggere tutto....ho distrutto tutto. Lancio per aria i petali e quando finisco di staccare tutto, mi guardo le mani insanguinate. Ecco le mie mani, se vuoi posare il cuore. ------------------------------------------------------------------ "Signore" si annuncia Juan. Alzo lo sguardo dal mio posto e ingurgitando la tazzina di caffè chiedo "Lei ha mangiato?" Juan scuote la testa. E' da tre giorni che non esce da quella maledetta stanza e mangia solo delle misere mele. Che voglia raccogliere altri semi per avvelenarmi definitivamente? Sarebbe anche l'ora di metter fine alla mia vita di merda. "Sola la mela" mi conferma Juan. "Capisco...ti ha aperto?" Lui annuisce e io sporgendomi sul tavolo da pranzo chiedo "L'hai vista?" Annuisce di nuovo. "Come sta? Sorride?"domando speranzoso...so che è una domanda stupida. Juan nega con la testa..."E' molto triste, piange da giorni e mi ha solo ringraziato per la mela per poi richiudere la porta" "Capisco" mormoro abbassando lo sguardo alla tazzina. "E' successo qualcosa signore?" chiede Juan per la prima volta in vita sua. "Ha scoperto dell'organizzazione" gli spiego...non ho nessuno con cui parlarne, vorrei tanto sfogarmi. "L'ha presa male" intuisce lui. Annuisco con la testa...altroché se l'ha presa male. "Potrei parlarle" si offre Juan. "Come?"chiedo alzando la testa. "Potrei chiederle di uscire dalla stanza per parlarle" "Potresti farlo Juan? Ci potresti riuscire?" chiedo alzandomi con un minimo di speranza. "Si signore, ci potrei provare" mi conferma lui. "Mi faresti un enorme favore Juan" dico congiungendo le mani. "Non è niente signore, voglio solo che lei capisca. Anch'io sono cresciuto in quell'organizzazione, anch'io ho le mie colpe e vorrei essere compreso " "Provaci Juan, io sarò qui" mormoro mentre fa un cenno ed esce dalla sala. Mi strofino le mani e aspetto speranzoso di vederla entrare dalla porta, ma dopo un quarto d'ora vedo Juan che entra e scuote la testa. "Va bene Juan, grazie lo stesso per averci provato" mormoro sconsolato per poi andare in ufficio e cercare di concentrarmi sugli affari. -------------------------------------------------------- Passo dalla sua stanza e deglutisco...è passata una settimana. Non sono stato per così tanto tempo senza vederla, la sogno soltanto la notte e ne sono grato. Accarezzo la porta e mi mordo il labbro...cosa starà combinando dentro? Faccio per bussare, ma decido che non è quello il momento giusto. Se mi aprisse, mi sputerebbe in faccia...come giusto che sia. "Signore, la macchina è pronta" dice Malcolm entrando nel corridoio. Racchiudo le dita in un pugno e staccandomi dalla porta, vado verso di lui. La presenza non racconta sempre la verità ma l'assenza non riesce proprio a mentire. ---------------------------------------------------------- Improvvisamente qualcuno bussa alla porta della sala riunioni nella mia holding...alziamo lo sguardo io e i tailandesi, che mi stavano mostrando il loro progetto, e rimango di sasso nel vedere Flora. Ha un vestito bianco a bretelline, ai piedi porta dei sandali bianchi col tacco e ha i capelli legati in una coda...mi viene subito l'acquolina in bocca. "Salve, scusatemi per il disturbo"dice timida. Mi alzo di scatto e chiudendo la giacca dico "Amore...non ti aspettavo qui" "No no, siediti. Posso anche aspettare" dice lei facendo il giro del tavolo e sedendosi al mio fianco. Mi riaccomodo e le chiedo sottovoce "Tutto bene?" "Tutto a posto" dice lei sorridendomi per poi alzare la mano e farmi una carezza sulla guancia. Chiudo gli occhi sentendo mille brividi attraversarmi e spostando la bocca, le bacio delicatamente il palmo. Lei si ritrae sorridendo, ma io afferro le gambe della sedia e la trascino accanto a me, per poi mettere una mano sulla sua coscia e darle un bacio sull'angolo della bocca. "Mi sei mancata" mormoro sulla sua guancia...inspiro a fondo il suo profumo di iris e viole, dio che buono. "Anche tu mio tesoro" dice lei facendomi illuminare il viso...sorrido come un bambino. "Signore? Signor Temiz?"mi chiama il tailandese in fondo. "Si? Mi dica" mormoro guardandolo. "Cosa ne pensa delle strutture?"chiede lui indicandomi il tablet. Faccio per prendere il tablet, ma mi rendo conto che la mano sinistra è libera...non tocca più la sua coscia. Mi giro a sinistra e guardo perplesso lo spazio vuoto. Alzo lo sguardo e vedo la sedia accanto a me al suo posto e vuota...ma che..? Ho immaginato tutto? "Signor Temiz? Ha bisogno di bere un po' d'acqua?"chiede il rompicoglioni. "Sì, scusatemi un attimo" mormoro alzandomi e andando a versarmi un bicchiere di gin. Che diavolo mi è preso? Dormo male da due settimane e incomincio ad avere le allucinazioni. Ah Flora...odio la tua assenza, quando comincia a farmi compagnia. ------------------------------------------------------------- Sono in ritardo...ho una riunione con dei cinesi e ho perso tempo a smaltire la sbornia della sera prima. Ultimamente faccio schifo e bevo con una pezza...la smetto quando inizio ad avere allucinazioni e vedo lei. E' l'unico modo che ho per vederla...mi chiudo a chiave per non correre il rischio di andare da lei e importunarla. Non voglio che pensi che sia anche uno schifoso ubriacone. Malcolm mi segue da dietro e io prendo il cellulare per chiamare Juan e avere notizie di lei. "Signore" mi risponde subito. "Ha mangiato?"chiedo col nodo in gola. "Non tanto, ha preso solo una mela e una fettina di carne" "Dannazione! Vuole morire affamata!" grido furioso attraversando al marciapiede. "Le ho detto di mangiare, ma si rifiuta. Dice che non ha fame e sta bene così" "Sta bene così? A poco me la ritrovo morta in camera!" sbraito mentre qualcuno mi dà un spallata. Mi giro per fulminare con lo sguardo la persona in questione e inveisco dicendo "Dove cazzo guardi?" "Stai calmo amico" dice l'uomo in giacca e cravatta con la veniquattrore...è biondo e con gli occhi chiari, mi ricorda quel coglione. "Io sono calmissimo" sibilo stringendo in un pugno la mano. "Non mi sembra, non l'ho fatto apposta di darti una spallata. Fatti curare" "Cosa vuoi insinuare? Che sono impazzito?" "Beh, non lo escluderei di certo" Ed è la molla che fa scattare il mio pugno, lo colpisco con tutta la forza che ho e sento l'osso del naso spostarsi. Malcolm mi afferra per le spalle e io grido "Hai ragione, sono un pazzo! Ti è andata male, malissimo!" "Signore, la prego" mi trascina via Malcolm. Accarezzo le nocchie che iniziano a pulsare e riprendendo il cellulare grido "Dille di mangiare e dille anche che ti licenzio in caso lei non debba mangiare, cazzo!" Non aspetto una sua risposta e riattacco...Se non mangia anche stavolta, sarò veramente costretto a licenziare Juan. -------------------------------------------------------------- "Signore stasera è previsto mal tempo. Attracchiamo?"chiede Juan nel mio ufficio. Mi passo una mano fra i capelli e annuisco con la testa "Fa come ti pare" "Juan aspetta...ti ha detto qualcosa?"chiedo prima che possa uscire dall'ufficio. Juan nega con la testa e io mi chiedo come una persona possa stare in silenzio per tre settimane. "Va bene, io vado a riposarmi un po'. Mi scoppia la testa" dico alzandomi dalla poltroncina. Lavoro come un mulo in questi giorni per non pensare ad altro, mi sono portato avanti con tanti progetti e adesso aspetto solo che possano fruttare. Ho partecipato anche a molte aste di beneficenza e fatto conoscenza di molti altri clienti...così tanto da non aver abbastanza tempo per gestirli tutti, ma ci sono riuscito...non avevo altro da fare. O mi tenevo occupato così o mi sarei ammazzato. "Posso pulire un po' in ufficio?"chiede Juan notando la sporcizia in cui l'ho lasciata in questi giorni. "Non puoi, devi" dico scuotendo la testa divertito. "Che nessuno mi disturbi...a parte lei" mi raccomando con Juan. Lui annuisce capendo e io lo lascio solo in ufficio. Non lascio nessuno solo lì, ma oggi sono esausto e non mi va di avere tutto sotto controllo. Vado in camera e mi sdraio col completo addosso...sono così esausto che penso di non aver chiuso occhio per almeno due giorni, non so se sia umano la cosa. Sento improvvisamente dei lampi e capisco che il mal tempo si stia avvicinando...mi metto su u fianco e chiudo gli occhi...vorrei dormire un po' ma non ci riesco. Ho troppi pensieri per la testa e troppi problemi a cui far fronte, mi rimetto sulla schiena e fisso il soffitto distratto. Passato infiniti minuti, ore quando sento d'improvviso un rumore nel piano inferiore. Penso che sia qualcosa legato alla nave, ma risento il rumore...come del vetro spaccarsi. Ripiombo giù dal letto e corro al piano inferiore, mi sorprendo nel sentire i rumori provenire dal mio ufficio. "Juan cosa diavolo..." faccio per chiedere quando entro in ufficio e mi ritrovo il caos dentro. "Cosa...cosa significa questo?"chiede lui mentre io abbasso lo sguardo alle carte in mano e lo sguardo perplesso. "E' lei mia sorella? E' lei?!"grida buttando per aria un portacenere. Merda...ecco perchè non lo facevo mai entrare solo in ufficio. "Juan...stai calmo, stai esagerando con questo tuo tono" lo avverto. "Stare calmo? E' da anni che mi tieni tuo prigioniero e adesso vengo a scoprire che tieni prigioniera anche mia sorella?" sbraita lui spalanco gli occhi con orrore. "Io non ti ho mai tenuto prigioniero, lo sai" dico alzando il dito verso di lui. "Hai detto che avresti trovato mia sorella a patto che ti facessi da domestico e pulissi i cessi! Cosa cazzo significa questo?" "Non ti ho mai obbligato a fare nulla" "Perchè lei? Perchè prendere per il culo lei? Cosa cazzo ti ho fatto!" "Io non ho mai preso per il culo Flora, attento a come ti poni quando parli di lei" "Attento io? Non sono stato io a stuprarla e poi abbandonarla!" La rabbia mi rende cieco e afferrando per il colletto della polo Juan ringhio "Mai...non ho mai abusato di tua sorella, non lo avrei mai fatto" "A cosa dovrei credere? Alla tua parola? Alle tue bugie? Lei lo sa che la stai ingannando? Che le stai privando di avere una famiglia?" chiede alzando la mano verso la porta. Lo sbatto contro la porta e sibilo "Io sono la sua famiglia. Io! Tu non sei nulla per lei!" "Sono suo fratello! Abbiamo lo stesso sangue, come lo spieghi questo? Eh!" grida Juan spingendomi. Esce fuori dall'ufficio e si dirige verso il corridoio. Lo rincorro e afferrandolo per il braccio lo scaravento contro le scale...Juan non si arrende e afferrandomi per la giacca mi trascina di sopra e prendendomi la testa la immerge in piscina. Spalanco la bocca per prendere aria, ma sono subito dopo immerso in acqua e non riesco più a respirare...spalanco le braccia e faccio per afferrarlo, ma lui mi ritira sopra e mi lascia un pugno in testa. Cazzo...mi tocco i capelli aspettandomi di vedere del sangue, ma non vedo nulla...mi gira la testa. Carico, nonostante ciò, un pugno e un calcio facendolo cadere sul legno...mi metto subito sopra di lui e lo prendo a pugni sul viso. "Non me la porterai lontana da me, dovrai prima passare dal mio cadavere!" grido mentre lui mi dà una ginocchiata sull'addome e mi fa perdere il fiato. Mi trovo io presto sul legno e riesco a parare i pugni di Juan...dilettante. Lo prendo per l'orecchio e gli sbatto la fronte contro la mia...lui geme dal dolore ma si riprende e si alza subito. Mi rialzo anch'io e impreco per la tempesta che è in corso...merda, proprio adesso doveva diluviare? "Ahhh pagherai per tutto, pagherai per quello che hai fatto a me e a lei!" grida lui spingendomi all'indietro. "Io Flora l'ho solo amata, lo capisci? Solo amata!" urlo nella pioggia dandogli una sberla. Lui carica un pugno sul petto e io ne carico un altro sul viso, ne ricevo un altro ancora sulla mascella e io gliene carico uno potente sulla mandibola. Juan vaneggia fino ad arrivare alla balaustra e appoggiarsi contro sputando sangue in mare. "Non voglio la tua morte Juan, chiedo solo il tuo silenzio finchè potrò dirlo io a Flora "grido scostando i capelli bagnati dalla fronte. "Vaffanculo!" grida lui girandosi di scatto e caricandomi un calcio sull'addome. Mi chino in due per il dolore inaspettato e non ho neanche il tempo di riprendermi, che mi ritrovo con la testa contro la balaustra e una pistola puntata contro. Merda...avrei dovuto immaginarlo. "Non puoi farlo, lei ti odierà" mormoro con la gola pressata sull'asta di metallo. "Ti odia già stronzo" sussurra lui spingendo ulteriormente la mia testa contro. Mi porto le mani sul collo non riuscendo a respirare e mormoro "Non macchiarti di sangue per me, dopo vivrai col rimorso" "Non me ne frega un cazzo del rimorso, ti voglio sottoterra adesso. Sei solo una merda umana, come ho fatto ad essere così stupido? La verità era sotto i mie occhi!" "Juan! Juan! Fermati, è la rabbia che parla al posto tuo, tu non sei così" cerco di raggirarlo. "Mi hai sfruttato per tutto questo tempo! Mi vietavi di essere troppo affettuoso con lei!" Chiudo gli occhi capendo che è finita e mormoro "Falla finita adesso allora Juan, sparami" Lui si paralizza, ma io non me ne approfitto...voglio morire, lei non mi perdonerà mai...la mia vita senza di lei non ha più alcun senso. Preferisco dannarmi fra le fiamme dell'inferno che vivere senza Flora. "Sparami" dico pronto a lasciare questo mondo, in questa maniera...sono un miserabile. "Ho detto sparami!" grido mentre la nave dondola insieme alle onde violenti. "Sparami!" urlo con tutto il fiato nei polmoni. "Spara!!!" sbraito quando sento un rumore sordo e realizzo che ha realmente sparato. Chiudo gli occhi aspettandomi di sentire dolore fisico, ma non sento nulla...Juan allenta la presa sulla mia testa e io riprendo a respirare piano piano. Corrugo la fronte mentre abbasso lo sguardo e vedo una mano...risalgo con lo sguardo e realizzo che la figura per terra è Juan con la pistola in mano e una padella vicina. Mi rialzo poco a poco e metto a fuoco la figura poco più distante da me..."Flora" sussurro in un filo di voce. Ha una sottoveste di seta rosa mattone, scalza e completamente fradicia per la pioggia. Porta le mani sulla bocca e mi guarda spalancando gli occhi terrorizzata. "Flora" dico ancora sperando di non sognare. Lei continua a essere paralizzata e adesso l'osservo mentre trema e sbatte velocemente gli occhi lucidi...sembra un furetto candido e spaventato. Spalanco le braccia e correndo da lei l'abbraccio forte...prendo in una mano la sua testa e immergendo il naso fra i suoi capelli umidi mormoro ancora incredulo "Flora..." Lei si appoggia al mio petto e la sento singhiozzare piano...scuoto la testa e prendendole il viso tra le mani dico "Non devi piangere piccola, mi hai appena salvato la vita" Flora annuisce con la testa e io le do subito un bacio sulla fronte...è ancora incredula da tutto ciò. Mi tolgo la giacca, nonostante sia zuppa anche quella, ma gliela metto addosso e stringendola fra me, chiamo al cellulare Malcolm. "Dove cazzo sei? Vieni subito di sopra" inveisco al telefono, spingendo la testa di Flora sul mio petto. "Signore, sta diluviando. Stavamo ancorando la nave" mi spiega Malcolm. "C'è Juan svenuto fuori, portalo via e chiama un medico. Non farlo uscire dalla stanza quando riprenderà i sensi" "Subito" dice lui mentre io riattacco e vedo dopo due minuti Malcolm insieme ad una squadra. "Cos'è successo capo?" chiede subito lui osservando che si tratta realmente di Juan. "Ha perso la testa. Fa come ti ho detto" ordino mentre lui annuisce obbediente e prende sulle spalle Juan. Faccio una smorfia e prendendo fra le braccia Flora, la porto subito in camera mia. Le levo immediatamente i vestiti zuppi e afferrando un asciugamano caldo, glielo avvolgo attorno. "Scusami, scusami, scusami" imploro mentre strofino l'asciugamano sul corpo bagnato. "Khalil" dice lei. Io sono troppo sconvolto per sentirla e continuo ad asciugarla...non voglio che si prenda un accidente. "Khalil..." ridice lei. Inspiro col naso e col labbro che mi trema, le asciugo i capelli. "Khalil" mormora alzando le mani sul mio viso. Finalmente attira la mia attenzione e sbattendo piano quelle ciglia folte sussurra "Leggimi gli occhi" Spalanco gli occhi e osservo con attenzione i suoi...lei sa che solo lei può leggere i miei occhi e io solo i suoi...siamo gli unici. Deglutisco e capisco cosa voglia...corrugo la fronte e chiedo accarezzandole i capelli "Sei sicura?" "Ho avuto tempo per pensare e voglio buttarmi alle spalle il passato. Iniziare un nuovo futuro" Lascia andare l'asciugamano rimanendo solo con le mutandine addosso e sussurra posando delicatamente le mani sul mio petto "Con te..." Smetto di respirare, sento il cuore battere a raffica e la fronte sudare...sarà la tempesta che mi ha fatto salire la febbre e farmi avere nuove allucinazioni? "Non sei un sogno?" sussurro tremando con un filo di voce. Lei scuote la testa e accarezza la mia barba incolta...non mi sono neanche curato di farmi la barba, vivevo per pura inerzia. Non risponde alla mia domanda, ma avvicina le labbra e mettendosi in punta di piedi mi lascia un bacio soffice. Chiudo gli occhi e rilasso i muscoli...non è un sogno. Mi abbasso e prendendola in braccio, la alzo alla mia altezza...lei allaccia le gambe attorno ai miei fianchi e sorride. Sorrido anch'io come un ebete....non mi sembra vero, non mi sembra assolutamente reale. La sbatto al muro e prendendo per le mani la sua testa chiedo "Cosa mi fai? Perchè riesci a controllarmi?" "Perchè tu appartieni a me" mormora lei strusciando il pollice sulle mie labbra. Alza lo sguardo e chiede "E' vero o no?" Appoggio la mia fronte contro la sua e sussurro "Hai idea di come mi hai ridotto in questi giorni privandomi di tutto questo? Non l'hai ancora capito che sei il centro di tutto il mio mondo? Il mio bene più prezioso?" Lei sfiora i nostri nasi e chiede ancora "Non hai risposto alla mia domanda Temiz" "Certo che sono tuo, lo sono stato dal nostro primo sguardo, da quando ho memoria di te, sono sempre stato più tuo che di me stesso, da sempre" Flora inspira a fondo e mormora "Ci siamo fatti così male..." "Non permetterò più che tu stia male di nuovo, sarò un uomo migliore per te. Sarò il meglio che tu possa trovare in un uomo, sarò devoto a te e ti venererò come una dea. Ti darò tutto quello che nei libri hai sempre sottolineato, te lo prometto pulce" Le prendo la mano e posizionandola all'altezza del mio petto rimarco "Te lo prometto con tutto me stesso" "Oh Khalil..."sussurra lei con gli occhi lucidi. Deglutisco anch'io per questo momento intenso e mi allungo per baciarla. Stavolta siamo esigenti, vogliamo suggellare la promessa fatta, vogliamo andare oltre...se ancora è possibile elevarsi ad uno stadio superiore...siamo già all'apice delle emozioni, delle sensazioni, dell'amore. La poso delicatamente al centro del letto e salendole sopra, passo a lasciarle baci roventi sul collo, sul petto...m'inserisco nell'incavo dei seni. Lei allunga le mani alla mia camicia e io capendo, prendo a sbottonarla velocemente...sfilo anche i pantaloni e le scarpe e le lancio in aria. Mi ributto sopra il suo corpo, mentre lei ride divertita e mettendo una mano dietro il mio collo, mi tira a sè per un altro bacio. La bacio finchè ho fiato in corpo e staccandomi per riprendere respiro, scendo a baciarle la carne dei seni...Dio, tutto questo è troppo...credo di svenire per il giramento di testa che ho, mi sembra ancora tutto un sogno, lei che abbia scelto me, noi, che abbia detto di voler iniziare tutto da capo, con me. Massaggio con le mani i seni morbidi e abbasso la bocca all'addome...lei scoppia a ridere perchè le faccio solletico con la barba e i capelli. Sorrido anch'io e lasciandole una serie di baci per tutto l'addome scendo al ventre...sono delicatissimo...lascio baci sfiorando solo le labbra alla pelle e osservo lei che alza i fianchi per invitarmi a intensificare. Obbedisco subito, lei è la mia regina, la mia padrona, tutto il mio mondo...non c'è solo un rapporto amorevole fra noi, c'è anche un rapporto reverenziale, sacrale, divino. Lascio dei baci delicatissimi sopra il tessuto delle mutandine e scendo all'interno coscia...è ancora fresca di pioggia e il suo profumo di iris e viole mi fa ammattire. Mi aggrappo alle mutandine e scendendole lentamente, osservo il bocciolo rosa...lo accarezzo col pollice per testarne la sensibilità e sente subito lei sussultare. Sorrido malignamente e lo prendo subito in bocca...alzo lo sguardo a lei e non stacco gli occhi dalla sua bocca che geme, i capezzoli appuntiti, la pelle d'oca sulle braccia, le ciglia che sbattono velocemente, le dita stringere i miei capelli...che visione della natura. Gemo anch'io sentendo il suo miele sulla mia lingua e staccandomi dopo un po', mi allungo a baciarle le gambe...scendo fino ai piedi e le accarezzo col pollice la carne morbida... Rivado alla ricerca delle sue labbra e infilando la lingua, la faccio avvolgere armoniosamente con la sua...la consistenza è morbida, calda e liscia, ne vorrei sempre di più. "Sei pronta per un nuovo inizio?"chiedo col fiatone sulle sue labbra...le lascio anche dei baci sopra, non riesco a staccarmi. "Lo voglio" dice lei facendomi ricordare il nostro matrimonio...per lei è stata una giornata terrificante, ma io dentro gioivo, ero felice come un dannato, sarebbe stata legalmente mia, nessuno me l'avrebbe portata via. Incrocio le nostre dita, le nostre fedi e baciandola sulle labbra per ringraziarmi di questo meraviglioso regalo, entro dentro di lei. Flora spalanca subito la bocca e stringe forte le nostre dita...non è per il dolore, è per la sorpresa...la verginità l'ha già persa con me, non avrei permesso che fosse diversamente. "Iniziamo da qui" mormoro uscendo per poi rientrare più fondo dentro di lei. Flora chiude gli occhi sorridendo e annuisce..."No no, guardami. Guardami in faccia, entra nei miei occhi, ti dovrai imprimere questo momento per sempre" Lei riapre piano gli occhi mentre le mie spinte si fanno più veloci e a fondo...il sesso è già bello si suo, ma fare l'amore con la donna che si ama non ha prezzo, non ha un fottuto paragone, è qualcosa di indescrivibile, qualcosa che va oltre alla magnificenza, arrivi a toccare il cielo con un dito. "Niente più bugie, niente più inganni...solo io e te" mormora lei con un filo di voce. "Solo io e te" confermo io appoggiando le nostre fronti sudate..."Solo noi" dico ancora baciandola. "Pulce" sussurro spingendo sempre più veloce. Lei passa le mani sui miei capelli e allacciando le gambe attorno ai miei fianchi, mi viene incontro. Spingo, spingo fino a riempirla completamente di me e sorrido ai suoi dolci gemiti. "Veniamo insieme" mi raccomando. Lei annuisce e mormora "Io sto per..." "Ora!" dico mentre vengo dentro di lei e la sento tremare dalla testa ai piedi. Oh dio, oh dio, oh dio. Rimango paralizzato, impotente davanti a tutte le sensazioni e la fortissima intensità...non stacco gli occhi da lei e la vedo venire con le guance arrossate e un gemito soave...inizio a vedere puntini strani e tutto sfocato...merda, non riesco a controllare tutto ciò, è troppo, è meraviglioso, è oltre ogni mia immaginazione, credenza...oltre a tutto quello che pensavo che potesse essere, non ho parole, solo gratitudine per questa donna, per tutto quello che mi ha donato, solo amore puro. Piombo sopra di lei sfinito e la sento respirare affannosamente, è venuta con tanta intensità anche lei, la sentivo quanto tremava. "Khalil" sussurra lei deglutendo. Alzo la mano al suo viso e lei dice divertita "Pesi un quintale, non riesco a respirare" Mi levo con un grugnito da lei e alzandola sopra di me, la stringo forte...non riesco ad uscire da lei. Flora si accoccola sul mio petto e io passo ad accarezzarle i capelli..."Vogliamo restare così?" chiede lei accarezzando i miei pettorali. "Ti amo" riesco solo a dire col cuore stracolmo di amore per lei. Lei alza la testa e mi lascia un bacio soffice sulle labbra...mi allungo e gliene rubo un altro, questo è il giorno più bello della mia vita. Alzo le coperte e l'avvolgo sopra di noi...lei si raggomitola su di me e io la tengo ancorata a me. "Ti sono mancata?"sussurra lei facendo uno sbadiglio. La capovolgo rimettendola sotto di me e le do un colpo forte, ne segue un altro e un altro ancora. "Lo prendo per un sì?"chiede lei divertita gemendo. "Non ti azzardare mai più a tenermi lontano da te, pulce mai più" ringhio volendola punire senza darle il tempo di riprendersi. Però lei è Flora, è lei che controlla tutto, controlla me, controlla il mio mondo e spingendomi s'innalza sopra di me a cavalcioni. Con un colpo della testa si porta i capelli all'indietro e come una leonessa appoggia le mani sul mio petto e mi guarda con sfida, con complicità... Questa donna non smetterà mai di sorprendermi ed eccitarmi, cazzo. "Devo ricordarti io che il marito sta sempre so..." faccio per dire, ma lei incomincia a muoversi su di me zittendomi completamente. Appoggio una mano sul suo fianco estasiato e l'altra l'allaccio dietro il suo collo, portandola all'altezza del mio viso. "Dio, quanto ti amo" ringhio sulle sue labbra un attimo prima di sbranarmela. Ed è così che trovo passione e purificazione, in questo letto, dentro di lei, nei suoi occhi...amandoci in quel modo che non è di nessun colore, respiro e temperatura di questa terra. Io suo, lei mia, io la sua famiglia e lei la mia...non permetterò a nessuno di privarmi di tutto ciò, dell'amore di questa grandissima donna, anche a costo di uccidere per difenderlo, di uccidere sangue del suo sangue se sarà necessario.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. John Belushi. FLORA'S POV: PASSATO. Esco dalla scuola con Camilla che sta appiccata al cellulare a messaggiare col suo ragazzo. Davanti il cancello osservo stranita una fila di ragazze che mormora qualcosa sottovoce e sembrano interessate a vedere fuori...magari c'è una rissa. Ci facciamo spazio per uscire dal cancello e faccio per svoltare a destra, quando improvvisamente lo vedo di fronte, appoggiato al suo motorone, col casco sottobraccio, gli occhiali di sole e il chiodo addosso...cazzo, che sexy il mio ragazzo. Anche lui si accorge di me e alzando un braccio, mi fa segno di raggiungerlo. La fila di ragazze segue la traiettoria dello sguardo di lui e rimangono sorprese nel vedere che la persona interessata sono proprio io. Attraverso correndo la strada e raggiungendolo mormoro imbarazzata"Ehi..." Lui non perde tempo e cingendomi il viso tra le mani mi lascia un dolcissimo bacio...sento gli sguardi d'invidia di tutte le ragazze. "Ciao amore, com'è andata a scuola?"chiede accarezzandomi le guance. "Bene, sono solo esausta" "Andiamo allora" dice lui mettendomi il casco in testa. Mi aiuta ad allacciarlo e prendendosi il mio zaino sulle spalle, monta sul motorone. Salgo anch'io e aggrappandomi a lui, mi posiziono meglio. "Ci sei?" grida lui facendo rombare la moto. "Si!" esclamo mentre lui parte, lasciando un nugolo di fumo dietro. Arriviamo a casa velocemente e appena siamo dentro, lui mi prende in braccio e inizia a baciarmi...quanto sono dolci le sue labbra? "C'è qualcuno in casa?"mormora lui tra i baci. Scuoto la testa lasciandomi trasportare dal bacio. "Mi sei mancata così tanto" mugola lui mentre io scendo da lui e dico "Anche tu...tantissimo, se non fosse stato per zio, ci saremmo visti" Vado verso la cucina trascinandomelo dietro e chiedo "Cosa vuoi mangiare?" "Te" "Amore, dai!" dico ridendo. Lui mi stringe da dietro e non smettendo di darmi baci ovunque mormora "Mi piace tanto quando mi chiami così" "Quindi?" chiedo aprendo il frigo. "Cosa vuoi mangiare?" "Ti amo" dice lui ignorandomi. Io ridacchio e staccandomi a forza dico "Va bene, faccio della pasta" "Dimmi che mi ami anche tu" dice lui mentre io riempio la pentola e la metto sui fornelli. "Cosa?" chiedo distratta. "Dimmi che mi ami" dice lui dall'alto...è altissimo e io mi sento una nana al suo fianco. "Mhmm...il telefono!"esclamo andando a vedere. E' zio che mi chiede se le cose vanno bene e io sto bene, è dovuto partire urgentemente a Messina e rientrerà domattina...non gliel'ho ancora detto ad Adriano. Resto a parlare un po' con lui mentre preparo la pasta e Adriano, come un bambino mancante di attenzione, mi stuzzica. Finisco di cucinare e riattaccando, servo sui piatti. "Buon appetito" dico sedendomi a tavola. Lui m'ignora vendicandosi per prima e io divertita mangio veloce. Quando finiamo, vado di sopra per recuperare il libro di matematica, ma Adriano mi blocca contro l'armadio e dice "Credi che non abbia sentito la chiamata?" "Cosa ? Non so di cosa tu stia parlando "dico sfidandolo. "Tuo zio non tornerà fino a domattina" "Davvero?" Lui mi pizzica il sedere e alzandomi in aria dice "Ti meriti una punizione" "No! Adriano devo fare i compiti!" grido mentre lui mi butta sul letto e si leva la maglietta rivelando il corpo palestrato. "Dimmi che mi ami" dice chinandosi su di me. Mi mordo il labbro..."E se non dovessi dirtelo?" Lui mi guarda come un predatore e slacciandosi i pantaloni mormora "Be', te lo farò gridare in caso" ----------------------------------------------------------------- Spalanco gli occhi e respiro affannosamente...dove mi trovo? Abbasso lo sguardo alle mie coperte, il mio pigiama e il buio oltre la finestra...merda, era un sogno. Scendo dal letto ancora scossa e bevo un po' d'acqua, ho i brividi. Vado a sedermi sulla poltroncina e cerco di calmarmi...non sembrava un sogno, era tutto vero...lui che mi toccava, mi baciava, mi sussurrava parole dolci. Afferro il portatile e accedendo su Facebook digito "Adriano..." "Ok..."mormoro determinata a trovarlo, anche a costo di esaminare ogni Adriano disponibile. Sbadiglio sentendo gli occhi bruciarmi...ho passato tutta la notte a vedere ogni profilo e non ho trovato nulla. Spengo il portatile e ritornando sul letto, penso al fatto di aver perso tutta la nottata e tra poche ore avrò un esame da sostenere. Mi porto il cuscino sul viso e scoppio a piangere...mi sento così sola, Adriano. -------------------------------------------------------------------------------------------------- FLORA'S POV: PRESENTE. "Mmm..." mormoro deglutendo con la gola secca. Sbatto piano gli occhi e metto a fuoco due occhi che mi esaminano attentamente e delle dita che tracciano il contorno del mio viso. "Ti amo così tanto" mormora Khalil guardandomi adorante. Deglutisco e facendo un sorriso debole, mi giro dall'altra parte e tiro su le coperte. Delle braccia forti mi avvolgono le spalle e mi tengono stretta a sè, sento il suo fiato sul mio collo...richiudo gli occhi e ritorno a dormire. ---------------------------------------------------- "Mia cara ragazza, In questo momento mi sono messo a copiare dei bei versi. Non riesco a proseguire con una certa soddisfazione. Ti devo dunque scrivere una riga o due per vedere se questo mi assiste nell'allontanarti dalla mia mente anche per un breve momento. Sulla mia anima non riesco a pensare a nient'altro. È passato il tempo in cui avevo il potere di ammonirti contro la poco promettente mattina della mia vita. Il mio amore mi ha reso egoista. Non posso esistere senza di te. Mi scordo di tutto salvo che di vederti ancora la mia vita sembra fermarsi lì non vedo oltre. Mi hai assorbito. In questo preciso momento ho la sensazione di essermi dissolto – sarei profondamente infelice senza la speranza di vederti presto. Sarei spaventato di dovermi allontanare da te. Mia dolce Fanny, cambierà mai il tuo cuore? Amore mio, cambierà? Non ho limiti ora al mio amore... Il tuo biglietto è arrivato proprio qui. Non posso essere felice lontano da te. È più ricco di una nave di perle. Non mi trattare male neanche per scherzo. Mi sono meravigliato che gli uomini possano morire martiri per la loro Religione – Ho avuto un brivido. Ora non rabbrividisco più. Potrei essere un martire per la mia religione – la mia religione è l'amore – potrei morire per questo. Potrei morire per te. Il mio credo è l'amore e tu sei il mio unico dogma. Mi hai incantato con un potere al quale non posso resistere; eppure potevo resistere fino a quando ti vidi; e perfino dopo averti visto ho tentato spesso "di ragionare contro le ragioni del mio amore". Non posso farlo più – il dolore sarebbe troppo grande. Il mio amore è egoista Non posso respirare senza di te. Tuo per sempre." E' un pezzo forte della raccolta di mamma che mi fa pensare a te, è la lettera d'amore di John Keats a Fanny Brawne, che scandalizzò la società vittoriana nell'Ottocento. La notte scorsa è stata fantastica, non penso ad altro che al tuo calore, le tue urla e come gemevi piena di me. Mi trovi nel mio ufficio, bussa prima di entrare per favore. Buongiorno mia piccola pulce. Porto le lenzuola al petto e rileggo il messaggio sorridendo. La scorsa notte abbiamo fatto l'amore lentamente e non staccandoci gli occhi di dosso neanche per un secondo, lui è stato dolcissimo e non faceva altro che sussurrarmi all'orecchio parole sporche, alternate da qualche parola tenera sul volermi tutta per sé perché non riuscirebbe a vivere senza...un po' come c'è scritto nella lettera. Mi mordo il labbro e sento il profumo di colonia sulla lettera...sa tutto di lui, di primordiale, di sensualità, di pericolo, di onnipotenza...è così eccitante. Scendo dal letto e vado a farmi una doccia...poi andrò a prendermi del sole sulla sdraio e cucinerò qualcosa...sono stufa di mangiare cose troppo sofisticate, sbavo per un bel panino con panelle o una semplice spaghettata olio, aglio e peperoncino. Spero che a Khalil possa far piacere, contrariarlo è l'ultima cosa che voglio e devo soprattutto raggiungere piano piano l'obiettivo; La mia vendetta. Esco dalla doccia e indossando un costume a righe blu e bianco, passo in cucina per versarmi un po' di aranciata con ghiaccio. Recupero anche una rivista e vado fuori...il sole spacca le pietre e sospiro sollevata quando non vedo nessuno in piscina. Mi stendo sulla sdraio e sorseggiando la mia aranciata con dell'aggiunta di tequila alla fine, sfoglio la rivista di Cosmopolitan. Leggo per almeno mezz'oretta e stufa di stare seduta, mi butto in piscina...nuoto finchè non mi sento più le braccia e appoggiandomi al bordo piscina, osservo la balaustra di ieri sera. Rimmagino tutto...la paura delle grida, la testa di Khalil sull'asta di ferro, la pistola contro...ho sentito il cuore fermarsi quando ho realizzato che Juan l'avrebbe fatto davvero, gli avrebbe sparato e avrebbe portato Khalil sulla coscienza per sempre. So com'è vivere nell'ombra, con le tenebre, con l'oscurità...la depressione ti mangia viva, pensi di non meritare più di vivere, ti senti sottovalutata, ti convinci che andrà tutto bene ma andrà sempre peggio...finchè non combatterai in prima persona contro i demoni e li guarderai in faccia, capirai che è tutta una menzogna, che era tutto nella tua testa, che i limiti li imponi tu stessa e sai tu quanto vali, quanto sei bella nella tua fragilità...non devi essere forte con te stessa, devi essere comprensiva e ragionevole. Juan, a differenza mia, non avrebbe potuto combattere contro i suoi demoni, Khalil non ci sarebbe stato o meglio, ci sarebbe stato, ma nella sua testa...sarebbe impazzito, avrebbe rimpianto per tutta la vita quel momento e avrebbe pensato di meritare la stessa pena...la morte. Ho perso una volta mio fratello, non lo avrei perso una seconda volta...anche a costo di fingere di non sapere nulla, di andare a letto col nemico e agire col doppio della dose di crudeltà contro di lui. Com'è che si dice? Occhio per occhio, dente per dente. Un proverbio cinese dice "Se si deve giocare, bisogna decidere tre cose in partenza: le regole del gioco, la posta in gioco, e la durata." Regola: Mai più contro ogni mia ragione. Posta: La tua libertà, il tuo futuro, la tua famiglia. Durata: Una settimana, non potrò fingere più a lungo. Esco dalla piscina e asciugandomi, ritorno in camera per ricambiarmi e mettere una gonna di jeans con un top corto beige di lino e un intreccio scollato sulla schiena. Mi fono i capelli e tirandoli su con un cerchietto, vado a mettermi dei sandali bianchi. Vado alla ricerca di Khalil e bussando alla porta dell'ufficio, sento gridare "Non adesso Malcolm!" Corrugo la fronte...che diavolo sta combinando? E' dentro con Juan? Apro la porta esitante e affacciandomi, osservo due uomini posizionati all'estremità della scrivania di Khalil che lo osservano con rispetto e un po' di timore...si, può fare quest'effetto. "Scusatemi...io.." tentenno. "Amore" sospira Khalil...fa un sorriso largo e posso assistere allo spettacolo del suo viso che s'illumina. Cristo, come mi ha chiamata? Quanto è bello stamane? Perchè mi sento di colpo girare la testa? Deglutisco e raddrizzandomi dico "Se disturbo, posso passare più ta..." "Non disturbi mai tu. Scusami, pensavo fosse Malcolm prima" Supera i due orchi giganti e venendomi incontro, mi prende il viso e mi lascia subito un bacio sulle labbra. "Ti credevo ancora a letto..." sussurra su queste sorridendomi come un bambino. Dio mio, che bello. Abbasso lo sguardo imbarazzata e dico schiarendomi la voce "In realtà ho anche nuotato un po' " "Mhm...sei fatta una professionista adesso" mi deride lui dandomi tre baci di seguito. Non riesce a staccarsi dalle mie labbra ed è così felice in volto...ho bisogno di ricordare a me stessa perchè sono ancora qui. Mi stacco di forza da lui e mettendomi al suo fianco chiedo "Cosa stavi facendo?" "Vuoi aiutarmi?"chiede lui prendendomi la mano e trascinandomi alla scrivania. Osservo delle custodie con varie collanine e tutte che luccicano come le stelle...mai visto qualcosa di più splendente. "Devo fare un regalo ad un mia cara amica, mi aiuti a scegliere?" chiede lui indicandomi tutte le collane. "Oh...ehm che gusti ha la tua amica?"chiedo non staccando gli occhi dalle gemme, caspita che splendore. "Sono simili ai tuoi" "Ok...potrei dirti quale preferisco io" mormoro chinandomi su queste meraviglie. "Vai" dice lui mentre io osservo i prezzi e chiedo "21.000€...non sarà troppo?" "Tu non pensare al prezzo, dimmi quale preferisci" Scuoto la testa e ancora incredula dai rezzi esorbitanti, indico una collanina con un ciondolo a forma di fiore. Prendo il fogliettino con la descrizione della collana e leggo "Risplendendo tra le meraviglie della Città Eterna, Fiorever trae ispirazione dal fiore a quattro petali celebrato dai romani come un simbolo di gioia e felicità. Un'iconica creazione dalla floreale eleganza che cattura la passione romana per la vita in un design d'eccezione. Per questa speciale edizione dedicata alle celebrazioni del Capodanno cinese, la collana Fiorever si arricchisce di uno straordinario rubino rosso, simbolo di gioia e fortuna. Collana Fiorever in oro rosa 18 kt con rubino (0,25 ct) e pavé di diamanti (0,12 ct). BVLGARI." "Prendo questa" dice Khalil, mentre uno degli orchi si avvicina e lasciando la custodia della collana in questione, riposano tutto il resto. "Grazie signore" dicono per poi fare un cenno e scappare via. Li guardo perplessa e chiedo ancora stranita "Non paghi?" Lui scoppia a ridere, finchè io sussulto sentendo qualcosa di metallico sul collo. Abbasso lo sguardo e rimango senza parole. Khalil allaccia agilmente la catenina e facendomi girare, posiziona al centro il fiorellino "Perfetta" commenta mordendosi il labbro. "Ma è troppo...costava quasi 5000€" dico ancora incredula...non ho mai portato qualcosa di più costoso sul collo. "Non ti piace più?"chiede lui alzando un sopracciglio. "Cosa? No! E' bellissimo per l'amore del cielo, forse fin troppo bello per stare sul mio collo" dico accarezzando il fiore. "Non dire fesserie. Il tuo collo è adorabile e va ornato solo con perle e gemme preziose" Deglutisco...mio dio, è così difficile. "Io...grazie. E' un regalo meraviglioso"dico sincera. Lui che è appoggiato alla scrivania, mi tira a sé e lasciandomi un bacio sulla fronte mormora "Abituati, te ne farò uno ogni giorno" "Sei impazzito! Hai già speso troppo solo per una collana, non voglio farti arrivare al lastrico" Khalil scuote la testa divertito e circondandomi la vita dice "Sarebbe impossibile perché la ricchezza più grande che ho, è proprio fra le mie braccia" Chiudo gli occhi e impongo al cuore di non accelerare coi battiti...mi è impossibile, è un organo involontario e non ne vuole sapere di stare da parte. "Hai letto la lettera?"chiede quando riapro piano gli occhi, strofinandomi il naso sulla mascella. Annuisco con la testa "Mi sono commossa" "Ti ricordi quando ti ho detto della morte di mia madre?" Annuisco di nuovo con la testa e lui deglutendo, mi lascia un bacio sulla spalla per poi mormorare "Quella lettera è uno dei motivi per cui è morta, è originale e vale una fortuna. Tutti credono che sia andata perduta tra le fiamme, in realtà l'ho salvata io" Inspira il profumo della mia pelle e dice riguardandomi negli occhi "E' tua adesso" "Cosa? No. E' un ricordo che hai di tua madre, non è giusto che io..." "E' tra le mani giuste, tra quelle della donna che amo. Mia madre avrebbe voluto questo" Scuoto ancora la testa e lei prendendomela tra le mani dice "Voglio che ce l'abbia tu, discorso chiuso" Batto piano gli occhi e mordendomi il labbro chiedo "Perchè sei così sicuro di darmela?" "Perchè sono sicuro del sentimento che provo, è giusto così" mi spiega lui accarezzandomi i capelli. Gli prendo la cravatta tra le mani e dico " Va bene, ma se la rivuoi indietro un giorno..." "Sono sicurissimo, voglio che la tenga tu" Io annuisco e la testa e lui trascinandomi sopra di lui sulla poltroncina chiede "Cosa vuoi fare stasera?" "In che senso?"domando portando le braccia attorno al suo collo. "Vuoi andare in qualche posto?" "Possiamo uscire?" chiedo alzando un sopracciglio. "Certo" dice lui stupendomi. "E' un nuovo inizio e io mi fido di te" aggiunge posando una mano sul mio fianco. Male, malissimo. Gli sorrido e dico aggiustandogli il colletto della camicia "Scegli tu, per me andrà bene qualsiasi posto" Lui ricambia il sorriso e io aggiungo accarezzando gli addominali dal gilet "Posso chiederti una cosa?" "Certo, quello che vuoi" dice posizionandomi meglio sul suo grembo. "Perchè Juan voleva spararti?" chiedo alzando lo sguardo. Khalil si morde il labbro e guardando da un'altra parte mormora "Affari" "Che affari?" richiedo supplicando mentalmente che mi dica la verità...che combatta realmente per noi, per me. "Meno sai, meglio è pulce" Scuoto la testa e dico "Mi hai detto che è un nuovo inizio, un inizio senza bugie e inganni" "Ricordo bene" "E allora non mi mentire, dimmi la verità" Lui deglutisce e io per indurlo a parlare dico "Potrei arrabbiarmi molto in caso dovessi venirlo a scoprire io" "E' complicato" mormora lui accarezzandomi le spalle. "Spiegami, sarò comprensiva; te lo giuro" Khalil mi osserva attentamente, per poi abbassare lo sguardo e dire "Era una sciocchezza" Perchè? Perchè mi stai mentendo fra le tue braccia? "Sei sicuro? Juan non minaccerebbe qualcuno con la pistola, se non fosse una cosa grave" "Tu non lo conosci bene" "Non conosco bene neanche te" dico guardandolo seria. Lui annuisce con la testa e mormora "Hai ragione, approfittiamo di questo tempo per conoscerci meglio...anzi per conoscermi meglio. Juan non è affar nostro adesso" "Quindi non hai assolutamente nulla da dirmi?"gli do l'ultima chance. Khalil scuote la testa facendomi male al petto...non so perchè ci credevo, credevo che per una volta potesse lasciare da parte sè e prevalere me...così non è andata e andrà mai. "Ottimo, allora vado a fare qualcosa per il pranzo" dico alzandomi da lui. Khalil non mi permette di alzarmi e tirarmi a lui dice "Possiamo ordinare qualcosa da fuori, non devi necessariamente cucinare. In questi giorni assumerò un cuoco così non dovremo più preoccuparcene" "Finchè arriverà il cuoco, preferisco cucinare io...mi distrae farlo" "Come vuoi tu" mormora lui lasciandomi un bacio. Mi scosto dopo il primo bacio e chiedo "Non hai altre riunioni oggi?" "No, ma sono pieno di lavoro" "Allora è il caso che tu incominci" dico alzandomi da lui veloce. Lui riesce ad acciuffarmi il polso e chiede "Dove scappi?" "Voglio lasciarti lavorare" dico sorridendo e fingendomi non irritata dal suo comportamento. "Stai un po' qui con me" mugola baciandomi la mano. "Ma io muoio di fame, ci vediamo a pranzo. Finisci quello che devi fare" Lui fa una smorfia di disapprovazione e chiede "Ti sei seccata per prima?" "Per cosa?"chiedo sorpresa dal fatto che forse mi abbia capita. "Per averti detto che sono pieno di lavoro" Non ha capito un cazzo. "No, tranquillo. Lo capisco" dico deglutendo. Lui si alza e intrecciando le nostre mani chiede "Hai bisogno di aiuto in cucina? Finisco prima e ti raggiungo" "No, me la caverò...poi tu sei un disastro in cucina, non potresti mai essermi d'aiuto" "Potrei darti supporto morale" dice lui baciandomi la punta del naso. E' così alto che deve chinarsi per baciarmi. Mi metto sulle punta dei piedi e dico "Ci hai provato, ti chiamo quando è pronto" Khalil mi lascia una serie di baci e io staccandomi di forza, corro alla porta gridando "A lavoro adesso!" "Ti amo!" grida lui un secondo dopo che chiuda la porta. Faccio subito una smorfia e corro in camera in tempo per entrare in bagno e scoppiare a piangere. Sono sconsolata...ci ho creduto fino all'ultimo, pensavo che potesse finalmente dirmi la verità, smetterla di prendermi in giro...ci ho creduto come una stupida. Lui vuole il suo bene, non il mio...questo si chiama puro egoismo, mi fa venire i brividi tutto ciò. L'egoismo è la matematica fatta di un solo numero: l'uno. Esco dal bagno un po' provata e sospirando, vado verso le mie carte. In queste settimane ho avuto modo di scrivere tanto e di pensare a tanto...i miei protagonisti si sono finalmente incontrati e lui si ricorda di lei, vagamente in realtà. Le chiede se è veramente lei, è cambiata in questi anni, è diventata più slanciata e bella. Lei scuote la testa, non vuole che lui sappia chi sia lei in realtà...non sa perchè ha preso questa decisione improvvisa, forse ha ancora paura di non essere voluta. Si presenta come una dottoressa di psicologia e nega ogni tipo di conoscenza passata fra loro, d'altronde non è mai realmente successo nulla. Lui lascia subito stare, non ne vuole sapere del passato...inizia a raccontarle di questa bella città, Parigi. Era tutta una favola all'inizio...esplorava ogni angolo con curiosità, usciva con amici, beveva, fumava, aveva sempre voglia di scoprire, fare...si sentiva un turista nella sua stessa città. Trovò lavoro e iniziò a mantenere questo negozio, i soldi iniziavano ad entrare in tasca, lui rientrava a casa sfinito e voleva solo riposarsi...nel tempo libero si occupava delle cose di casa e aveva il tempo solo di una birretta con gli amici. La quotidianità lo tradì...non sapeva cucinare, delle volte andava a letto digiuno perchè troppo esausto per mangiare, iniziò a perdere tanti chili e a bere pensando a quell'uomo...il padre. Cercò di dimenticarsene, ma la situazione è degenerata...quel che manca devi colmarlo con ciò che ti manca...aveva bisogno di staccare la spina. Fece un biglietto e scappò dalla madre, finalmente un po' di mare. La mamma è sempre la mamma, ma i demoni sono sempre quelli e lui non riusciva a sconfiggerli, ci provava, ci provava con tutto sè stesso ma era nauseato dalla vita. Non uscì più di casa per molto tempo, cadde in depressione e per non pensare più, fece uso di variate sostanze stupefacenti, la madre lo cacciò di casa e lui ritornò nella sua città originaria...continuò a bere, drogarsi, ne divenne totalmente dipendente ed eccoci qua. Lei cerca di chiedergli perchè abbia sentito il bisogno di scappare dalla sua città, ma lui si distrae e le chiede "Sicura di non essere lei? Avete gli stessi occhi" "E lei si ricorda ancora gli occhi di quella ragazzina?"chiede la psicologa, sorridendo divertita agitando tra le dita la penna. "Perfettamente" "Cosa rappresenta per lei quella ragazza?" cerca di chiedere lei con nonchalance guardando l'agenda in basso. "Nulla" risponde lui facendo spallucce. "E perchè allora si ricorda di lei? Dopo tutto questo tempo?" domanda alzando lo sguardo. "E' lei quella ragazzina?"chiede lui alzando un sopracciglio. Perchè vuole saperlo? Vuole umiliarla ancora? Farla sentire di nuovo una scema che desidera qualcosa di più grande di lei? Di irraggiungibile? "No, non sono quella ragazzina. La seduta è terminata, ci rivediamo domani signore" dice lei alzandosi e dandogli subito le spalle. Raggiunge la scrivania e osserva le mani tremare...merda. "L'ho turbata signorina?"chiede lui alle sue spalle. Improvvisamente squilla un cellulare e lei ne approfitta subito per rispondere e ignorare la domanda. "E' sposata" constata lui dopo aver sentito la sua telefonata. Che ficcanaso! Riattacca e girandosi per affrontarlo con più calma dice "Ho anche una bimba" "Davvero? Posso vederla?"chiede lui improvvisamente. Lei non capisce questa sua insistenza, ma seleziona una foto della bambina dal cellulare e gliela mostra. "E' piccolissima" commenta lui. "Ha due anni, si chiama Sabina" dice lei sorridendogli debolmente. "E suo marito?" "Cosa? Vuole sapere come si chiama?" "Lo ama?"chiede lui spiazzandola. Lei sbatte velocemente gli occhi...rimette il cellulare sulla scrivania e facendo il giro di questa, dice scuotendo la testa "Certo." Abbassa gli occhi alla sua agendina mentre si risiede davanti a lui, quando improvvisamente sente delle dita che le scostano una ciocca di capelli sfuggita dalla coda. Alza subito lo sguardo e lui sorridendo dice vicino a lei "Suo marito è fortunato ad averla, anche Sabina" Non ha neanche il tempo di realizzare che lui si alza e va via. Butto la penna sul letto e scendendo da questo, esco dalla stanza stiracchiandomi la schiena. Entro in cucina e apro il frigorifero, mi chino per capire cosa preparare e opto per penne gamberetti e zucchine. Semplice e buonissima. Tiro fuori gli ingredienti e metto subito l'acqua a bollire...mentre prendo le pennette penso a quanto mi manca casa mia. Ho sempre odiato quella casa, era troppo grande solo per me, ma ero abituata a stare lì e col lavoro mi veniva anche vicino. Appena uscirò da qui venderò la casa e mi prenderò un piccolo appartamento solo per me, magari con un terrazzino per delle piante e la sdraio in estate. Butto la pasta in acqua e calcolandomi il tempo di cottura, vado a mettere su una padella una cipolla tritata e un filo d'olio. Dopo che nonna è morta ho dovuto prendere io in mano i lavori in cucina...molte volte mi fermavo a mangiare a mensa in centro e a cena riutilizzavo un'insalata che facevo di quantità industriali la settimana prima. Non avevo ospiti a casa e nessun amico da portare a casa...non ho mai avuto l'esigenza di imparare veramente a cucinare...una volta ho comprato il libro di ricette di Benedetta Rossi per curiosità e per ho incominciato a esperimentare qualche ricetta...alcuni piatti venivano terrificanti, altri buonissimi ma solo io avrei potuto appurarlo. Ah no...c'era anche Khalil con me...mi scordo sempre che aveva tappezzato casa di telecamere. Penso di averlo sempre saputo in cuor mio, mi sentivo costantemente osservata e il reggiseno me lo levavo sempre sotto la maglietta...non mi metteva a mio agio spogliarmi completamente. Le telecamere nella doccia non me l'aspettavo proprio...ricordo di essere impazzita quando sono venuta a saperlo...credo che sia per questo che adesso non mi vergogno di stare davanti a Khalil. Mi osservava da quando avevo 14 anni...ha visto ogni cosa di me, adesso l'ha anche toccato, leccato...non sento più neanche che appartenga a me il mio stesso corpo. Una volta dorata la cipolla, aggiungo le zucchine tagliate a fettine sottili e alzo la fiamma. Pulisco i gamberetti e versando anche quelli in padella, li lascio cuocere per cinque minuti...scolo la pasta al dente e dopo poco l'aggiungo direttamente in padella. Aggiungo un po' di sale e spegnendo i fornelli, vado in frigo per prendere il formaggio da grattugiare. "Dove diavolo sta?"borbotto chinandomi e allungando il braccio. Riesco finalmente a trovarlo e prendendo la grattugia, grattugio il formaggio direttamente sulla pasta...non ne metto troppo, non voglio che il sapore dei gamberetti sparisca. "Mhmm..."sento mugolare sulla mia testa e delle mani che mi afferrano i fianchi da dietro. "Il profumo si sente fino in ufficio" dice Khalil stringendomi a sè. Sorrido e chiedo "E' un buon profumo?" "Decisamente..." mormora lui chinandosi a prendere il mio lobo tra i denti. Chino la testa per sfuggirgli e dico ridendo "La finisci e vai ad apparecchiare?" "Ai suoi ordini" dice lui alzandomi in aria. "Khalil! Che diavolo fai!" grido con la testa sottosopra. "Hai detto di apparecchiare" dice lui dandomi una sculacciata. "Ma sei scemo! Io non sono commestibile!" "Ah no?"chiede lui mettendomi d'improvviso per terra e appoggiandomi alla parete di legno del corridoio. Poggia una mano sopra la mia testa e chinandosi a mordendomi il labbro inferiore dice "Eppure sei così dolce..." "Oh dio! No!" squittisco imbarazzata al massimo solo al pensiero di ieri...non mi vergogno tanto a farmi vedere nuda, ma quello che abbiamo fatto è decisamente imbarazzante da parlarne. Lo spingo e portandomi le mani sul viso mormoro "Non mi dire più queste cose...non ce la faccio" "Che fai? T'imbarazzi adesso?"chiede lui prendendomi il viso tra le mani. Alzo il viso per vederlo e mormoro "Non è quello...solo, non ne parlare" "Sei caldissima in faccia, scommetto che lo sei anche là sotto" "Khalil!" grido spingendolo forte e riportandomi le mani sul viso. Santo cielo, anche io ho i miei ormoni e lui vestito da lavoro e col portamento di un adone non mi aiuta di certo. Lo sento scoppiare a ridere mentre io cammino velocemente e gli alzo il medio. "Questa gonna ti fa un culo da favola!" lo sento gridare. Mi giro spalancando gli occhi e grido pestando i piedi "Vuoi finirla, cazzo?" "Ma è così divertente metterti in imbarazzo" dice lui raggiungendomi in poche falcate. Alzo le mani per tenerlo lontano, ma lui mi afferra le mani e facendomi girare, mi stringe al suo petto. Si abbassa a baciarmi una guancia e mormora su questa "Davvero t'imbarazzi per così poco?" "Sai che non sono abituata" mugolo contrariata. "Menomale che non lo sei...voglio essere il tuo primo in tutto" mormora lui lasciandomi una serie di baci sulla guancia. Mi aggrappo ai suoi polsi attorno alle mie spalle e ridendo chiedo "Sei esigente eh?" "Sei mia, sei finalmente mia. Adesso possiamo viverci a pieno e non mi precluderò nulla con te. Non farò più l'errore di privarmi di tutto questo, mai più" M'irrigidisco fra le sue braccia e lui notandolo chiede "Che hai? Ti stringo troppo forte?" Scuoto subito la testa..."No, ho solo fame" "Va bene, allora vado ad apparecchiare" dice lui stringendomi un'ultima volta e prendendomi il mento tra le dita per schioccarmi un bacio. "Non senti caldo così?"chiedo mentre si allontana nel corridoio. "Se vuoi che mi spogli, lo farò" dice facendomi un occhiolino camminando all'indietro. Scuoto la testa divertita ed entro in cucina. Tolgo il grembiule che avevo addosso e prendendo la padella, raggiungo la sala pranzo. Khalil ha apparecchiato molto semplicemente e con un sorriso noto che la mia sedia non è più all'estremità del tavolo, è accanto a quella di Khalil. "Troppo vicino?"chiede subito lui grattandosi la testa. Scuoto la testa sorridendo e dico "No, va bene così" Lui mi restituisce il sorriso e prendendomi dalle mani la padella, lo poggia sulla tavola e mi scosta la sedia per accomodarmi. "Che c'è?"chiede lui sedendosi e accorgendosi di me divertita mentre prende una bottiglia di vino bianco. "Nulla, pensavo" dico annuendo a lui che mi chiede se versarmi del vino. "E a cosa?"chiede riposando la bottiglia, mentre prende il mio piatto e versa la mia dose giusta di pasta...sa proprio tutto di me. "E' una cosa stupida" dico prendendo la forchetta dal tovagliolo. "Sentiamo" insiste lui levandosi la giacca...i miei occhi corrono ai bicipiti grossi stretti nella camicia. Mi lecco le labbra e prendendo il vino dico "Alla nostra routine se tu ti fossi dichiarato quando andavo ancora al liceo" Scuoto un po' il vino e dico "Mi saresti venuto a prendere a scuola con la tua moto e tutte le ragazze della scuola mi avrebbero invidiata" Lui prende una forchettata di pasta e chiede "Poi?" "Be' poi saremmo andati a casa mia, io ti avrei cucinato qualcosa come oggi, avremmo mangiato scherzando e poi..." "Avremmo fatto l'amore" completa lui facendomi imbarazzare di nuovo. "Avrei fatto i compiti e tu mi avresti aiutato in matematica" lo correggo. Lui scuote la testa e dice "Al diavolo i compiti, ti avrei presa ovunque" "Ti ricordo che sarei stata liceale e a casa non sarei stata da sola" "Allora saremmo andati da me, là nessuno ci avrebbe disturbato" "Abitavi da solo?"chiedo prendendo una forchettata di pasta. Lui annuisce con la testa e dice "Avevo spesso la domestica in casa, ma io ero rinchiuso in cantina più delle volte" "Ad osservare me" "Ad osservare te" conferma lui per poi prendere un'altra forchettata e dire "La pasta è buonissima" Gli sorrido e chiedo "Grazie...posso farti una domanda?" "Certo pulce" dice lui prendendomi la mano sopra la tavola. Osservo le nostre mani congiunte e chiedo "Ti ricordi la prima volta che ci siamo incontrati?" "Come potrei dimenticarmene...mi stavi scaraventando su una pattumiera" dice lui scuotendo la testa divertito. Anch'io sorrido e chiedo "Anche quello era tutto calcolato?" Lui beve un po' di vino e dice mordendosi il labbro "No, non sapevo ancora chi tu fossi. Ero accostato davanti casa tua per tuo zio, tu sei stata una sorpresa" "Quindi non hai finto?"chiedo sorpresa. "I miei occhi te li ricordi?" Io annuisco e lui domanda "Mentivano?" "Io...non ne sono sicura" dico titubante. "Mi hai colpito veramente...E non parlo solo di te sudata coi leggins, mi ha colpito il tuo viso, il tuo sorriso, i tuoi occhi..erano belli, strani...come se mi potessero leggere, ne rimasi davvero colpito. Ti avrei chiesto il numero se non fossi fuggita" "Davvero? Pensi che te lo avrei dato?" "Io penso di sì" dice lui sfacciatamente e sicuro di sè. "Eri uno sconosciuto, io non credo proprio" "Dici che mi avresti dato un palo?" "Dico di sì" scoppio a ridere. "E tu invece? Cos'hai pensato di me la prima volta?"chiede lui abbassando lo sguardo con nonchalance...in realtà muore di curiosità. "Mhmm...m'insospettiva il fatto che fossi lì di prima mattina, ho pensato tu fossi un vicino o un parente di un vicino" "Non in quel senso...fisicamente, cos'hai pensato di me?" Io scuoto la testa divertita e dico "Niente male" "Niente male?"chiede lui alzando un sopracciglio. "Ma sì, dai. Sai di essere bello, non c'è neanche bisogno di chiedere" "Quindi eri attratta da me?" "Mhmm...diciamo che non mi eri indifferente" dico sogghignando. "Non me la darai vinta, vero?" "Mai" confermo sorridendo. "Che ne dici di brindare ai primi incontri?" chiede lui alzando il suo calice di vino. Alzo anche il mio e dico "Ai primi incontri" Lui mi fa l'occhiolino e beve il vino restante nel calice...sa perfettamente l'effetto che mi fa, dannazione. "E che mi dici della prof di scienze? Quello era architettato?" chiedo riposando il calice sul tavolo e appoggiandomi allo schienale della sedia. Khalil prende due veloci forchettate di pasta e dice "No, volevo che facesse una lezione in particolare e in cambio l'ho scopata. Tu sei capitata per caso" "Sei venuto guardandomi" dico deglutendo. "Confermo" dice lui versandosi dell'acqua. "Facevi sempre così per raggiungere i tuoi obiettivi? Con l'inganno e il sesso?" "Con l'inganno è sicuro...il sesso era una piacevole aggiunta" dice lui senza peli sulla lingua. "Come con me in macchina, giusto?" mormoro masticando un gamberetto. "Te l'ho già detto...con te è sempre stato diverso. In macchina ho fatto quel che ho fatto col cuore, lo giuro" "Anche fermarti e andartene?" "Soprattutto quello, soprattutto" dice lui alzando lo sguardo a me. "Ti ho salvata" aggiunge stringendomi la mano. Alzo lo sguardo a lui e chiedo "Come?" "Da me. Ai tempi ho avuto la forza per fermarmi, non so anch'io ancora come " "E ora?" "Ora è troppo tardi, sarai mia per sempre" afferma lui guardandomi dritto negli occhi. Abbasso lo sguardo non sopportando l'intensità dello sguardo e chiedo "Sai...delle volte quest'ossessione che hai per me mi spaventa" "In che senso?"chiede lui incrociando le nostre dita per attirare l'attenzione. "L'hai detto pure tu...arriveresti anche ad uccidere per me" "Questo dovrebbe sollevarti...ci sono io alle tue spalle" "Non lo vedo come un atteggiamento protettivo...al contrario" "Non ti seguo" dice lui corrugando la fronte. "E' violento tutto ciò...io non voglio altro sangue, voglio stare in pace" "Non sei in pace adesso?" "Continuo a pensare che fine abbia fatto Juan" Lui stacca le nostre dita e passandosi una mano fra i capelli mormora mangiando "Sta bene, non preoccupartene" "Perchè ti ha puntato una pistola contro? Perchè non vuoi dirmelo?" "Vuoi la verità?"chiede lui facendo spalancare gli occhi. Mi sta davvero per dire la verità? "Certo" dico in trepidante. "Lui era...ecco..." si morde il labbro e sbotta "Era innamorato di te, voleva uccidermi per gelosia. Ti voleva tutta per sè" Spalanco occhi e bocca...sono incredula, non voglio davvero crederci alla cazzata che ha sparato, non riesco proprio a realizzare. "Ma...ne sei sicuro?"chiedo stringendo la mascella. Sono ad un passo dal scaraventargli una sedia contro. "Più che sicuro, ti voleva tutta per sè. Capisci che avrei dovuto impedirlo?" "E tu chi sei per prendere decisioni al posto mio? Se Juan era innamorato di me, me l'avresti dovuto dire " "Come? Quando? Mentre mi puntava la pistola contro?" Mi alzo e grido "La vera vittima è lui, non tu!" Fuggo fuori dalla sala pranzo furiosa e vado verso camera mia...per fortuna non ci sono più telecamere almeno lì. "Flora!" sento gridare in fondo. Ma fottiti. Apro la porta e gridando "Lasciami in pace!" sbatto la porta per poi bloccarla. Mi butto sul letto e incrocio le braccia mentre sento lui bussare forte e dire "Apri la porta Flora, subito!" "Subito? Chi cazzo sono? Una tua serva? Ma vaffanculo Khalil" grido più che furiosa. Dio...vorrei strangolarlo. "Tieni a freno quella lingua Vignoli!" grida lui da dietro la porta. Spalanco la bocca e marciando fino alla porta, la spalanco e do subito uno spintone a Khalil che sbatte contro il muro dietro. "Faccio e dico quel che mi pare, hai capito cazzone?" "Cazzone eh?"chiede lui ridendo. Lo fulmino con lo sguardo e sbraito "Ti faccio tanto ridere eh? Lo vedi? Con te non si può fare un dialogo, tu sei un coglione!" "Cazzone, coglione...amore, hai solo belle parole per me" mi deride lui. Scuoto la testa e rientro in camera. "Non mi disturbare più, mi hai stancata" sbotto sbattendogli la porta in faccia. Lo sento ridacchiare per poi dire "Quando avrai sbollito un po', mi trovi in ufficio peste" "Non m'importa!" grido stringendo il cuscino. Dio, che rabbia... Se crede di scamparla così facilmente, non ha capito un cazzo. Mi stiracchio sul letto e troppo stanca anche solo per pensare ala situazione, mi addormento. Mi rialzo di soprassalto e mi guardo attorno...per quanto ho dormito? Volgo lo sguardo alla sveglia e vedo che sono le 20:30...sposto lo sguardo e osservo le carte. Ho proprio voglia di scrivere, penso mentre prendo carta e penna e inizio a scrivere di getto. Lei fissa imbambolata la porta di casa della macchina e sospirando, scende con coraggio. Ha gli occhi che le luccicano ancora, l'ha solo sfiorata e lei ha sentito il sangue bollire dentro...Non avrebbe mai immaginato ad un danno simile. "Sono a casa!" Grida facendo scendere dalla spalla la borsa. "Mammina! Mammina!" Urla forsennata la sua Sabina. "Amore della mamma, quanto mi sei mancata?" Chiedo cadendo in ginocchio e prendendola tra le braccia. "Cada! Ho sorpresa per te!" Esclama sventolando in aria una bustina incollata storta. "Oh per me? Vediamo un po' " dico aprendo la busta dalla quantità di colla industriale. "MAMMA" è anche scritto sulla busta, scommetto sia stato Luigi. "Ma è fantastico!" Esclamo aprendo un foglio con un disegno di me da principessa in una torre di castello. "Cada, questa sei tu! Tu dici che ti piacciono le favole" dice lei saltellando sul posto. "Hai ragione, io amo le favole e amo anche questo disegno. Grazie piccolina" mormoro abbracciandola di nuovo. "Tutto alla mamma e nulla per me!" Esclama una voce maschile davanti a noi. Alziamo lo sguardo e scoppiamo a ridere. Luigi si china a prendermi la borsa e schioccandomi un bacio chiede "Tutto bene a lavoro?" "Sì, tutto liscio" dico rialzandomi. "Tu invece? Alla radio tutto bene?"chiedo accarezzando la testa di Sabina. "Abbiamo avuto come ospite Loretta Grace, ti ho fatto fare un video" "Cosa? Scherzi?"chiedo spalancando gli occhi. "Guarda tu stessa" dice porgendomi il suo cellulare. Sa che seguo da sempre questa ragazza e la stimo come poche persone. Osservo il video di lei che mi saluta e mi augura buona fortuna per la vita e dice di tenermi stretto Luigi. "Oh mio dio, ha anche detto il mio nome! Non ci sto credendo!" "Me lo merito o no un bacio?"chiede lui gongolando. Abbasso lo sguardo a Sabina e dico "Ti dispiace signorina? " Lei alza lo sguardo e sbuffando va via zampettando. Sorrido nel vederla seccata, mentre Luigi mi attira a sè e chiede "Ti va se stasera usciamo a cena solo noi due?" Allaccio le braccia attorno al suo collo e chiedo "E Sabina?" "Ho chiamato tua sorella, ha detto che possiamo lasciarla da lei" "Mhmm...non vorrei disturbarla" dico facendo una smorfia. "Tua sorella? Sai che non si fa problemi, è da tanto che non stiamo solo noi due soli" mugola lui strofinando il mio naso col suo. "Vero" affermo accarezzandogli i riccioli. "Allora? Andata?" Chiede lui alzandomi in aria. "Andata!" Grido ridendo mentre lui mi porta sulla spalla in salone. Mi stiracchio sul letto e lancio un'occhiata all'orologio...il tempo è volato, sono le 22 e Khalil non si è fatto vivo. Be', meglio così. Scendo dal letto e vado a farmi una doccia rinfrescante...magari inizio anche a schiarirmi un po' le idee. Esco dalla doccia più incazzata di prima con Khalil e penso che mi aiuterebbe prendere una boccata d'aria, bere... Faccio un ghigno malefico e spalancando l'armadio, tiro fuori un vestitino di seta dorato cortissimo con la schiena completamente scoperta...me lo faccio scivolare addosso e indosso sopra una giacca blu scura. Mi asciugo i capelli e applicando del mascara, esco dalla stanza. Vado alla ricerca di Malcolm e quando lo trovo finalmente chiedo "Ciao Malcolm, vorrei uscire...mi potresti accompagnare in qualche locale?" Lui mi guarda, come se mi fosse spuntata una seconda testa, e dice subito "Il signore lo sa?" "Al signore non importa...te lo sto chiedendo io" borbotto seccata. "Non posso, il signore ha espressamente richiesto di..." "Be' non m'importa un tubo cosa ha richiesto o meno il signore! Ho potere quanto lui all'interno del..." "Che succede qui?"sentiamo una voce alla fine del corridoio. Perfetto, ma che cazzo. Sento i suoi passi avvicinarsi, mentre Malcolm fa lo sbirro e dice "La signora voleva che l'accompagnassi in qualche locale" Alzo lo sguardo pronta ad avere una sfuriata di Khalil, ma sorprendentemente non alza la voce e dice solo "Prepara la macchina Malcolm" "Subito signore" dice lui scattando. Io non mi giro neanche e faccio per seguire Malcolm, ma Khalil mi afferra per la giacca e chiede "Che intenzioni hai peste?" "Posso fare quello che mi pare adesso, non è così?" chiedo scostandomi dalla sua presa. "Certo, ma io vengo con te" "Cosa? No! Voglio stare per conto mio" impongo cercando di incutergli timore. Lui non si fa scalfire e dice autoritario "E' pieno di gentaglia lì fuori a quest'ora, non ti permetterò di andare in giro con questo vestito peraltro" "Cos'ha il mio vestito adesso?" chiedo incrociando le braccia contrariata. "E' un po' corto, non ti pare?"domanda lui indicando la gonna del vestitino effettivamente corto. "Non mi pare" Lui scuote la testa e chiede "Vuoi ancora uscire o no?" "Senza di te, sì" "Questo è impossibile" nega subito lui. Lo fulmino con lo sguardo e chiedo "Credi che non possa badare a me stessa?" "Credo che ti stia comportando da bambina capricciosa" "Cosa? Bambina capricciosa?"chiedo furiosa...gli spacco qualcosa stavolta. "Ti ho detto che devo venire con te, sta a te accettare la cosa o continuare a lottare invano" Lo fulmino con lo sguardo...oh, ma fottiti. "Stammi lontano e non mi toccare" sbotto facendo le scale. Cammino velocemente fino alla macchina e, non entrando dalla portiera che mi teneva aperto Khalil, entro dall'altra parte. Mi appiccico alla portiera per stare il più lontano possibile da lui e incrocio sia gambe e braccia...aspetto che entri anche lui e la macchina parte. Non parliamo per tutto il viaggio e quando arriviamo chiedo "Dove mi hai portata?" "In un mio locale, volevi bere no?" "Si, ma tu stammi lontano. Entriamo e ci separiamo" dico aprendo la portiera e scendendo. Anche Khalil scende e facendo il giro dice "Non possiamo separarci" Alza la mano e agita le dita facendo splendere la fede...oh, ma per favore. Lo fulmino con lo sguardo e levando la fede gliela lancio. "Stammi lontano" sbotto incamminandomi verso il locale. Mi fermo subito dietro alla lunghissima fila, mentre Khalil va avanti senza guardarsi alle spalle. Faccio per seguirlo, ma lui mi ferma subito e dice "Non volevi separarti? Aspetta la fila" Spalanco gli occhi mentre dice fischiando "Malcolm, affianca la signora per tutta la fila e scortala in privè dopo" Abbassa lo sguardo a me e facendomi l'occhiolino dice "Spero che i tacchi non ti facciano tanto male, ci sarà da aspettare" Detto ciò, mi dà le spalle e facendo un cenno al bodyguard, entra dentro il locale superando tutta la fila. "Sono sconvolta" mormoro tra me. "La fila non è troppo lunga" dice Malcolm al mio fianco. Alzo lo sguardo fulminandolo e ringhio "Io me ne vado" Lui mi blocca subito e dice "Ho degli ordini da eseguire signora" "Malcolm non vorrai..." "Mi dispiace, non può muoversi da qua" dice lui fermandomi. Serro la mascella e sbuffando dico "Bene, gliela farò pagare" La fila non era lunga, era immensa e dopo un'ora di attesa finalmente entro...sono arrabbiata come una iena. Un locale bianco con ornamenti neri e luci soffuse rosse ci accoglie insieme ad una marea di gente che si scatena in pista...al centro ci sono anche delle cubiste. Malcolm mi trascina con sè ed entriamo in un'area delimitata con dei divanetti di pelle rossi fiumi di alcol, altre cubiste e un sacco di ragazzoni alti e palestrati. "Eccola signore" dice Malcolm facendomi girare. Finalmente vedo Khalil appoggiato, come un re su un divanetto con dei ragazzi e tre ragazze che ballano attorno a loro. "Grazie Malcolm, puoi ritirarti" dice lo stronzo congedandolo. "Puoi metterti qui" grida per sovrastare la musica Khalil battendosi le ginocchia. Spalanco gli occhi per la sua sfacciataggine mentre il ragazzo pieno di tatuaggi al suo fianco chiede "Amico, non ci presenti?" Il ragazzo non aspetta Khalil e allungandomi la mano dice "Rakib, tanto piacere. Sono un calciatore" Ecco perchè il posto è invaso da ragazzi palestrati. Khalil lo prende per le spalle e inchiodandolo al divanetto borbotta "Pensa alla tua assistente e lascia stare mia moglie" Lui si rabbuia di scatto e sbotta "Faccio quel che mi pare, me ne fotto di lei" "Non sembrerebbe...sei più tu che tieni d'occhio lei che lei te" Rakib fa per dargli un ceffone, ma Khalil velocissimo intercetta il colpo e stritolandogli il polso dice "Con me perdi in partenza dilettante" "Fanculo a te e a lei" borbotta Rakib alzandosi e fulminando con lo sguardo una ragazza di spalle e un altro ragazzo. "Buona serata" mi saluta prima di prendersi con sè una ballerina e continuare a fulminare la coppia. "Non ci hai messo tanto dopotutto" dice Khalil sorridendo distrattamente ad atri ragazzi che lo salutano. Faccio per dirgli che è una merda vivente, ma questi colossi di siedono nello stesso divanetto di Khalil e lo tengono impegnato. Guardo lui con odio e dandogli subito le spalle, vado alla ricerca di un bar. L' area privè è tutto il piano, infatti non ci sono tante persone in pista e il bar è vuoto. "Un Long Island "dico sedendomi sullo sgabello. La barista presente annuisce con la testa e preparandomi il drink chiede "Ti serve altro?" Scolo in un attimo il bicchiere e dico "Si, un altro" Persino la barista rimane impressionata, ma si mette subito all'opera e me ne prepara un altro. "Scusi sa dov'è andato Rakib? Merda, l'ho perso"dice una voce femminile alle mie spalle. Mi giro e spalanco la bocca nel vedere Alice. "Flora?"chiede lei sbattendo velocemente gli occhi. "Allora è tutto vero, state insieme" aggiunge deglutendo e barcollando. "Alice, tutto a posto?"chiedo sorreggendola. "Io? Ma certo! Sono felice per te!" dice lei abbracciandomi. Sento puzza di alcol e facendo una smorfia mormoro "Sei ubriaca fradicia" "Fradicia no! Andiamo a ballare, dobbiamo festeggiare!" dice lei trascinandomi in pista. Scuoto la testa e cerco di portarmela dietro fino al privè...sono costretta a parlare con Khalil. "Dov'è Rakib?"grido sorreggendo Alice che sorride a tutti, infatti un ragazzo si avvicina e accarezza le spalle di lei. "Va via, non sai che se Rakib dovesse venirlo a sapere, sarebbero cazzi amari per te?" sbotta Khalil. "Non è sua" sbotta il ragazzo. "Certo che sì"replica Khalil. "Partiamo dal presupposto che Alice non è un oggetto, dove diavolo sta Rakib?" li fermo. "Lo chiamo, intanto portiamola dentro"dice posandole un braccio sulla vita toccando le mie mani. Mi scosto subito e appoggiamo Alice su un divano di stoffa nero. "Amico, c'è la tua assistente ubriaca qui" dice al telefono Khalil. Assistente? "Calmati, non l'ha importunata nessuno. Ti aspetto qui?" "Ok" mormora alla fine riattaccando. "Stava andando a casa, è in viaggio di nuovo per qui" "Bene"mi limito a dire. "Rakib è davvero un bambino" sbuffa Alice mettendo le gambe in aria. Le afferro riabbassandole e borbotto "Tutti gli uomini lo sono" "Però vi piace essere scopate dai bambini" dice Khalil facendo imbarazzare me e scoppiare dal ridere Alice. "Vero, cazzo che bello il sesso" dice Alice bevendo un po' del drink. "E' ancora più bello quando lo fai con la persona che ami" dice Khalil mentre io alzo lo sguardo a lui e deglutisco. "E' bello anche occasionalmente, chi ha tempo per l'amore" sbuffa Alice. "Anzi...c'era Gerard che prima mi si strusciava addosso. Quel cazzone di Rakib lo ha fatto buttare dal locale, che bambino dio! Lui può farsi chi vuole e io devo fare la suora, col cazzo! Ho voglia di scopare e lo farò!" sbotta Alice farneticando. Fa per alzarsi dal divano ma sia io che Khalil la fermiamo e le nostre mani si uniscono...scosto subito la mano scottata e mormoro guardando in basso "Ali, è meglio se stai qui" "Cosa? Anche tu sei dalla parte di quel bambinone? Ti rendi conto che mi sta rendendo la vita un inferno, cazzo un inferno! Ho intenzione di dare le dimissioni! Mi dimetterò, non sopporterò oltre tutto ciò!" "Dimissioni respinte signorina Nesti, ora mi segua" sentiamo tuonare Rakib sottraendo il drink ad Alice. "Tu...Mi sono stancata di farti da babysitter! E'ora che io..." non riesce a finire di ribellarsi AIice che Rakib se la carica sulla spalla e se la porta via. "Grazie amico" saluta Khalil per poi svoltare a destra con le grida di Alice a presso. Guardo sorpresa la scena, finchè mi accorgo di essere sola con Khalil e decido di rientrare nel locale. Dietro Khalil mi segue e io accelerando i passi, rientro finalmente nel privè. Vado a sedermi su un divanetto e subito dopo sento il peso di una persona accanto a me...mi rialzo sbuffando e vado a sedermi sul divanetto opposto. Khalil non molla e mi riviene dietro. "Smettila di seguirmi come un cagnolino" sbotto furiosa rialzandomi e andando a rimettermi sul divanetto di prima. Stavolta non mi segue e io appoggiandomi mi riavvio i capelli. Assottiglio gli occhi quando vedo che mi imita...è una mia immaginazione? Appoggio una mano sulla guancia e lui subito mi imita...maledetto. Lo guardo male e lui imita la mia espressione. "Basta" mimo con rabbia. Lui imita la mai espressione arrabiata e mi fa strappare un sorriso. Abbasso lo sguardo riprendendo il mio drink e sorrido malefica...accavallo le gambe alzando ulteriormente il tessuto e appoggio il gomito sul ginocchio esponendogli la scollatura. I suoi occhi corrono a divorarmi e io gioendo dentro per la piccola vittoria, porto una mano sul collo e fingo di massaggiarmelo. Vedo con la cosa dell'occhio lui riavviarsi i capelli e portarsi la mano sulla patta. Sorrido e attaccandomi alla cannuccia del drink, bevo velocemente...una volta finito il drink lecco la cannuccia e chiudo gli occhi. Sento lui tossire davanti a me e penso che si sia appena affogato col drink. Ormai con la vittoria in pugno osservo le ballerine avvicinarsi a Khalil e i suoi amici...mi alzo e buttando la giacca sul divanetto, vado lentamente in pista. Sento i suoi occhi bruciarmi la schiena scoperta e le gambe nude sui tacchi...quanto godo. Arrivo in pista e passandomi le mani tra i capelli inizio a muovermi un po'...sono sola, spero di poter prendere coraggio. Le casse della musica rimbombano per tutta la stanza e spalanco gli occhi nel sentire "Esclavo de tus besos". Alzo le mani in aria e inizio a cantare le prime parole...è una canzone lenta, sensuale, perfetta per il momento. Arriva il ritornello e facendo un giro su me stessa muovo a ritmo i fianchi e le spalle...mi porto i capelli su un lato e chiudendo gli occhi mi lascio andare dalle note sensuali della canzoni... "Vorrei confessarti che impazzisco quando ho il tuo amore Sono schiavo dei tuoi baci, accelerano il mio battito cardiaco Voglio che tu sappia che sarebbe riduttivo dirti che "Voglio stare con te" Il tuo nome è la mia prima strofa E infine il tuo cognome Nella mia inquietudine Ogni volta che chiudo gli occhi, ti vedo Poco a poco sento il desiderio del tuo ricordo Per condividere con te quello che non ne posso più "Tornerà" dico tutti i giorni alla solitudine Lo splendore del tuo look tornerà E l'oscurità che mi sta uccidendo sparirà "Tornerà" dico tutti i giorni alla solitudine Morirei se tornassi Signora, non perdiamo tempo e dimmi la verità..." "Tu mi vuoi pazzo..." sento il suo fiato sul mio collo mentre mi trascina contro il suo petto e allaccia un braccio sulla mia vita. Riapro gli occhi e sorrido vincente...è pieno di ballerine questo locale e lui sceglie ancora una volta me. Non riuscendo a contenere l'inaspettata felicità mi mordo il labbro e continuo a ballare su di lui. Khalil sopporta in silenzio mentre muovo i fianchi su di lui e sento la sua erezione premermi il fondo schiena. Mi fa girare e mettendo le mani sulla mia schiena scoperta, va sotto la stoffa e scopre che la scollatura a poco faceva scoprire le mie mutandine...ve lo avevo detto che era molto profonda la scollatura. "L'hai fatto apposta, vero?" "Cosa? Attirare la tua attenzione? Ci riesco anche in pigiama"dico sfidandolo con lo sguardo. "Per chi è questo vestito allora? Per tutti quelli dietro che stanno sbavando per te?" "Non sapevo fossero interessati a me, potrei..." dico lanciando uno sguardo dietro di lui...i tacchi mi fanno arrivare alle sue spalle per fortuna. Lui non me lo permette e stringendo forte la carne dei miei fianchi ringhia "No." "Cosa no?"chiedo innocentemente. "Non puoi guardarti attorno, sei mia. Tu stai con me." sibila serissimo...a chiunque altro potrebbe far paura, ma per me ormai è routine. "Non ho più la fede" lo stuzzico. "Guarda bene" dice lui mentre io abbasso lo sguardo e...ma cos. Non ho manco tempo per capire come diavolo ho di nuovo la fede, che lui mi afferra il viso e mi divora le labbra. Mi aggrappo a lui per l'intensità del bacio e mugolando, mi metto sulle punta per andargli dietro. Le nostre lingue stanno vorticando e ho i brividi di eccitazione dappertutto. Lui mi alza subito in aria e io prendendogli il viso, vado incontro al bacio senza controllo. Non lo avrei mai detto...mi era mancato da matti. Dio, se mi era mancato. Sento aria fredda sulla schiena e realizzo di essere fuori, il minuto dopo sono sui sedili di una macchina, ma non me ne curo e mettendomi subito a cavalcioni, intensifico il bacio. Mi gira la testa per le troppe emozioni...non penso più a nulla, mi scordo di tutto, ho pensieri in meno...penso solo a soddisfare questa voglia famelica di avere lui dentro di me, a tutti i costi. "Ora." gli ordino abbassando le mani per slacciargli la cintura. "No no...pulce,no" mormora lui col fiatone. Abbassa la testa per baciarmi il collo e sussurra ancora "Non ora, se entro adesso dentro di te, è finita...è finita" "E dove? A casa?"chiedo con affanno mentre la sua lingua si fa strada nell'incavo dei seni. Lui alza lo sguardo felice e annuendo con le testa mormora dolce accarezzandomi i capelli "Sì, a casa" Capisco perchè stia sorridendo, ma non dando troppo valore alla cosa, mordo il suo labbro e sussurro "Digli di andare veloce, di correre" "Hai fretta?" chiede lui stringendomi tra i palmi le mie natiche. "Di scopare? Sì" dico diretta. Khalil alza un sopracciglio, ma sorridendo ancora dice "Potrei abituarmi a te che fai la sfacciata" "Zitto e baciami" brontolo prendendogli il mento. Limoniamo per tutto il tragitto e quando arriviamo al porto, quasi corriamo sulla passerella e ci strappiamo i vestiti di dosso lungo i corridoi dello yatch. Arriviamo in camera sua ormai nudi e lancio un urlo quando lui mi prende in braccio e mi sbatte alla porta. "Dio...sembri affamata di me" sussurra lui palpandomi i seni. "Entra, ti prego entra" mormoro mentre lui non se lo fa ridire ed entra con delicatezza dentro di me. Gemo appena lo sento dentro e graffiandogli tutta la schiena, grido "Più veloce, di più" "Non levarti mai più la fede, promettimelo" ringhia lui sul mio orecchio. Continuo a gemere colma di lui e quando lui dà una botta violenta mi risveglio e sussurro "Si si..." "Si, cosa? Prometti sopra tuo padre che non ti toglierai più la fede, anche quando litigheremo altre mille volte" "Si, non lo faccio" dico mentre lui mi sbatte contro il muro e andando più a fondo ringhia "Dillo, di' che appartieni a me, come io appartengo solo a te" "Flora!" sbotta lui dando un altro colpo violento. Con affanno grido "Sono tua, lo prometto, lo prometto!" Lui sorride e buttandomi sul letto, si muove sempre più veloce chiedendomi "Sarò l'unico per te?" "Sì" gemo mentre lui succhia i miei capezzoli e continua a spingere forte. "Dimmelo" ringhia lui mordendomi la carne dei seni. Gli tiro forte i capelli per dispetto e grido "Sarai l'unico, basta!" Khalil sorride e allungandosi per far scontrare le nostre fronti sussurra "Ti amo così tanto piccola" Mi lascia un bacio sulle labbra, ma io non ho bisogno di romanticismo adesso e invertendo le nostre posizioni, mi erigo su lui e appoggiando le mani sui suoi pettorali mi muovo su di lui. Khalil geme e afferrando i miei fianchi mi guarda con adorazione. Mi muovo più velocemente quando sento di arrivare e urlo il suo nome quando l'orgasmo scoppia dentro di me e mi lascia esausta ma pienamente soddisfatta. Rotolo su di lui e piombo sul letto mentre lui risale su di me e chiede "Sei già stanca?" "Cosa?"chiedo mentre lui rientra dentro di me e mi fa rigemere. "Facciamo una sfida?"domanda ricominciando a spingere. "Che sfida?"chiedo gemendo. "Perde chi è più stanco" "Cosa si vince?"chiedo passando le mani suoi suoi addominali tracciati. "Quello che vuoi" "Tu cosa vuoi?"chiedo morendomi il labbro. "Ho già cosa voglia, ho tutto" dice lui passando il pollice sulle mie labbra. Mordo il dito e mormoro "Se vinco io, domani faremo ciò che dirò io" "Se vinco io, anche" Lui spinge più a fondo e dice facendomi gridare di piacere "Preparati ad una lunga nottata" ------------------------------------------ "Cristo... ma sei umano?"chiedo inerme sul letto. "Sei stanca?"mi sfida lui circondandomi i fianchi. "Stanca? Non riuscirò a camminare per un'intera vita" borbotto controllando l'orario...sono le 5 del mattino. "Ti dichiari vinta?" chiede lui gongolando. Scuoto la testa. "Bene, bene..."dice lui aprendomi le gambe. "No, aspetta" mormoro con affanno. Sembra di aver corso ad una maratona...abbiamo scopato ovunque...muro, porta, tappeto, comodino, poltroncine, armadio...ovunque. "Sono esausta" mi dichiaro perdente alzando bandiera bianca. "Ho vinto" mormora lui lasciandomi un bacio. Mi giro dandogli le spalle e borbotto chiudendo gli occhi "Ora voglio solo dormire" "Adesso?"chiede lui ridendo sul mio orecchio. "Abbiamo scopato per ore! Non ho più il fisico" brontolo tirandomi le coperte invano...sono intrecciate. Dopo poco mi sento le coperte addosso e un braccio che mi cinge..."Stai bene?"chiede lui posizionandosi meglio dietro di noi. "Mhm..." mormoro incapace di proferire parola. "Pulce?"chiede lui sul mio orecchio ancora. "Mhm...dormi" mugolo mettendo le mani sotto la guancia. "Ti amo" mormora baciandomi la spalla. "Dormi però adesso" dico sospirando. ---------------------------------------------------------------------- Lo guardo appoggiata su un gomito e resto a studiarlo per un paio di minuti...Luigi è davvero bello, bravo, intelligente, colto...mi sento così fortunata ad averlo al mio fianco. Ieri sera mi ha portata a cena in un posto romanticissimo e a fine serata abbiamo fatto l'amore dolcemente...lui è sempre così delicato e tenero con me. Scendo dal letto nuda e vado a farmi una doccia...fortunatamente mi sono svegliata in tempo per andare a lavoro. L' acqua mi rinfresca e lasciandomi coccolare un po', esco dalla doccia e asciugandomi, vado ad indossare un pantalone a zampa e una camicetta sotto i jeans. Indosso le mie scarpe col tacco e facendo una coda veloce, recupero la borsa e il cellulare. "Ciao bello, sono a lavoro! Ricordati di prendere a pranzo Sabina...magari mangiate qualcosina fuori, ti ricordo che sono impegnata a pranzo. Ci vediamo stasera! Ps. Grazie per la serata di ieri, ti amo." Lascio il bigliettino sul comodino ed uscendo dalla stanza, passo dalla cucina per prendere una mela e scappare via. Arrivo in ufficio in tempo e addentando la mia mela, saluto la mia segretaria con la mano. "Buongiorno" scatta lei pimpante. Sorrido per la sua energia mattutina e prendendo la cartella che mi porge dico "Buongiorno a te Fabiola" Apro la cartella controllando gli appuntamenti di oggi ed entrando in ufficio, chiudo la porta col piede canticchiando. "No, che palle" mormoro osservando che oggi verrà Pierangelo...è il mio primo appuntamento, cazzo. "Quei jeans le stanno proprio bene" Faccio scivolare tutto per terra e girandomi col cuore impazzito verso la voce, realizzo che Pierangelo è proprio qui...seduto sulla mia scrivania con una cornice in mano, che mi osserva divertito dalla mia espressione terrorizzata. "Oh, l'ho spaventata? Non ne avevo intenzione" dice lui scendendo dalla scrivania per poi fare il giro. Mi chino per riprendere tutto quello che mi è scivolato, quando vedo altre due mani che mi aiutano e dio...le nostre teste si sfiorano, il suo profumo è inebriante, le mani sensuali, sento tutta la sua fottuta presenza. Mi rialzo terribilmente scossa, preferendo avere la roba per terra, che risfiorare Pierangelo...ho di nuovo le mani che tremano, merda merda. Mi passo le mani tra i capelli scostando la frangetta, sentendo improvvisamente caldo e alzo gli occhi alla finestra. Siamo al sesto piano, farei un bel volo se volessi buttarmi. "Ha contato i secondi?"chiede lui. Cazzo, non è un sogno...è davvero qui; dio mio, dio mio! "Io...cosa?"farfuglio imponendomi di calmare qualsiasi cosa mi stia succedendo. "I secondi. Si dice che il cibo possa essere ancora consumato in modo sicuro se caduto in terra e raccolto entro 5 secondi. Ha contato i secondi?"chiede posando le cose sulla scrivania. "Oh ehm...io non penso che sia vera questa diceria, non mi fiderei più di tanto" "Secondo lei quanti secondi sono passati?" "Non saprei...3?" "Allora non le dispiace, se mangio io la mela" dice lui dando un morso esattamente nella parte che l'ho data io...oh santissimo. "No...no" mormoro abbassando lo sguardo alla scrivania, cercando di non pensare che la mia bocca tre secondi fa era lì. Non ce la posso fare, ora gli dico di trovarsi un'altra psicologa e le cose si risolveranno. Lo sento ridere e alzando lo sguardo, lo osservo interrogativa. "Ha preso il colorito di questa mela, è proprio uguale" mi deride lui sedendosi sulla poltroncina. "Io?" chiedo portandomi le mani sul viso. Lui si riavvia i capelli ondulati neri ed dando un altro morso alla mela dice "E' rossa...magari è anche buona come questa mela" Ok! Può bastare così, mi rifiuto di realizzare le parole che ho appena sentito, mi rifiuto proprio o divento viola a forza di arrossire. "E' in anticipo" dico appendendo la borsa e incominciando a calmarmi. Era ora. "Non vedevo l'ora di vederla" dice lui ironico incrociando le gambe. Vado a sedermi davanti a lui e sistemando l'agendina e la penna sulle ginocchia chiedo con voce un po' rotta "Capisco. Di cosa vuole parlare oggi?" I suoi occhi neri grandi e le lunghe ciglia mi scrutano, come un predatore e continuando a mangiare la mia mela dice "Dobbiamo parlare per forza?" Alzo un sopracciglio...incrocio le gambe per non fargli notare che sono terribilmente a disagio. "Be'...siamo qui per questo; mi paga per parlare dei suoi problemi e cercare un soluzione" "Una soluzione potrei trovarla anche in un altro modo" Non ho mai faticato così tanto a parlare con qualcuno. "Come?"ho il coraggio di chiedere. "Guardandola. I suoi occhi parlano, sa?" Dio no...no... "Magari ha solo l'impressione di riuscire a capire i miei occhi" "No, ha gli occhi profondi. Mi ricorda in continuazione quella ragazza, mi aiuterebbe a trovarla?" "Sa come si chiama?"chiedo con un nodo in gola. Lui scuote la testa...non so perchè mi faccia male la rivelazione, magari pensavo che un minimo di interesse ce lo avesse avuto. La solita stupida che pensa a cose impossibili. "Non so nulla di lei, sono passati 10 anni. Lei pensa che possa ancora recuperare in qualche modo?" "Io penso di no" dico fredda con un iceberg. "Perchè no? A lei piacevo, e anche tanto" dice lui mettendo i gomiti sulle ginocchia. "Piaceva...in 10 anni possono succedere tante cose, come ad esempio sposarsi e crearsi una famiglia" Lui si riappoggia alla poltroncina e dice non tanto convinto "Sa cosa? Certi amori fanno giri immensi ma ritornano" "Amori? Non sa neanche il suo nome" quasi ringhio. Mi rendo conto del tono di voce e schiarendomi la voce dico più calma "Cioè...lei sta insistendo su qualcosa che non c'è. A lei non piaceva neanche questa ragazza, perchè ricercarla dopo 10 anni?" "Non saprei...sono curioso di sapere che fine abbia fatto" dice lui stiracchiandosi le gambe lunghe. "E saperlo potrebbe aiutarla in qualche modo?" "Magari è ancora innamorata di me" "E' impossibile" quasi sbotto. "Lei tecnicamente non mi dovrebbe incentivare a trovarla? E' qualcosa che mi distrae" "Qualcosa che la distrae...non mi sembra giusto importunare una ragazza che magari sta in pace e si è finalmente fatta una vita" dico premendo come un'indemoniata sulla molla della penna. "Non le chiederei di avere una relazione...non ho mai voluto nulla di serio in vita mia, si sta così bene soli. Vorrei solo vederla, mi incuriosisce la cosa" insiste lui. Non ha mai voluto nulla di serio...lo notavo da come a ricreazione eri circondato sempre da ragazze e ridacchiavi con tutte come un gallo, mentre magari io ti osservavo in attesa di...oh, non voglio neanche pensarci. "Può fare quello che vuole, ma non mi coinvolga nella faccenda. Disapprovo tutto ciò" dico seria. "Sabina ha una mamma rompicoglioni" dice lui buttando il torsolo della mela con un lancio preciso nel cestino. "Ehi!" esclamo indignata. "In compenso però è molto bella" Scuoto la testa divertita e lui risedendosi dice "Sa...non vorrei aver fatto una cazzata" "Che cazzata?" "Non aver spostato un secondo lo sguardo su di lei...magari mi sarebbe piaciuta" Alzo di nuovo un sopracciglio "Si sente in colpa?" "Avrei potuto conoscerla meglio e non fermarmi all'apparenza, sì" "Mi fa piacere che lo abbia capito" dico segnandomi questa cosa in agenda. "E lei? Non ha rimpianti nella vita?"chiede lui sorprendendomi. Alzo lo sguardo..."Qualcuno sì" "Tipo..." vuole sapere lui. "Tipo aver perso la testa per anni dietro a un ragazzo che non ne valeva la pena" dico guardandolo dritto negli occhi. "In che senso non ne valeva la pena?" "Nel senso che si è fermato all'apparenza senza conoscermi meglio" "Magari è anche colpa sua che non gliel'ha fatto capire o non ha avuto il coraggio di parlargli" m'incolpa. "Può darsi...per fortuna ne sono uscita" dico sorridendo. Lui si sporge toccandomi il ginocchio e guardandomi attentamente chiede "Ne è sicura?" "Sì, credo di si. Mi scusi, devo andare un attimo in bagno. Torno subito" dico alzandomi e scappando via...tremo di nuovo, cazzo. Quest'uomo mi mette un mucchio di insicurezze e...dio! Ho una famiglia e sbavo per quest'idiota, mi dovrei vergognare profondamente. Mi lavo la faccia e respirando a fondo, cerco di stare più tranquilla...non è successo nulla, va tutto bene...non permettere un'altra volta di farlo vincere, ti sei scottata una volta...non rifare l'errore. Con questa consapevolezza esco dal bagno, ma mi arresto quando vedo Luigi con un pacchetto in mano. "Tesoro, eccoti" dice Luigi sorridendomi. Faccio per chiedergli cosa ci faccia qui, ma mi paralizzo nel vedere Pierangelo stringergli la mano. "Volevo portarti la colazione" dice Luigi alzando il pacchetto per poi mettere una mano sulla spalla di Pierangelo, che però lo supera in altezza, e aggiunge "Però lui mi ha detto che hai appena fatto colazione con una mela" Cos...? Semmai è stato lui a rubarmi la colazione. "Grazie lo stesso, sei un tesoro" dico sorridendogli. "Te la lascio qui?"chiede indicandomi il tavolino di fronte. "Si, si" mormoro a disagio. Luigi mi raggiunge e lasciandomi un bacio sulla fronte chiede "Tutto bene?" Annuisco con la testa e cerco di sorridergli...ho il cuore impazzito e non è l'effetto di mio marito su di me. "Sto andando a fare la spesa, vuoi qualcosa?"chiede accarezzandomi le braccia. "No, grazie" sussurro mordendomi l'interno guancia. "Va bene...allora ci vediamo stasera?" Annuisco ancora con la testa incapace di proferire parola...sento la sua presenza nonostante non riesca a vederlo, dannazione. Luigi si sporge per darmi un bacio e accarezzandomi la guancia mormora "Ti amo" "Anch'io" sussurro in un filo di voce. Lui mi sorride felice e girandosi verso Pierangelo dice "E' stato un piacere conoscerla" "Piacere mio" dice lui sorridendogli...in realtà gli sta sul cazzo, posso vederlo dagli occhi e il sorriso tirato. Luigi annuisce e sorridendomi ancora esce dalla porta. Si crea un silenzio imbarazzante nella stanza e io penso al fatto che Fabiola faccia schifo come segretaria... "Proseguiamo con la seduta?"chiedo riprendendomi. "Da quanto state insieme?"domanda lui ignorandomi. "Come prego?" "State da tanto insieme?"domanda di nuovo...stavolta più serio, mortalmente più serio. "Da cinque anni" dico andando a risedermi. "Lui sembra molto preso da lei" commenta Pierangelo facendomi sentire in un interrogatorio. "Come lo sono io da lui" dico riaprendo l'agenda. "Mhm...bugia" Spalanco gli occhi alla sua insinuazione e chiedo "Come si permette? Lei non mi conosce neanche" "Ed è questa la cosa strana...mi sembra di conoscerla da tempo, ha presente quando si sente di conoscere una persona da sempre?" "Lei sta farneticando" "Può darsi, ma sono sicuro di quello che ho detto prima" "Io amo mio marito e mia figlia" dico dura. "Ecco...lei ama sua figlia ,la ama così tanto che si sforza di continuare ad amare lui per sua figlia" Mi alzo e andando alla porta sbotto "Ora basta, se ne vada via. Non tollererò una parola in più, sulla mia vita privata peraltro!" Lui non sembra in imbarazzo per la cosa e alzandosi dice sulla soglia della porta "Ci vediamo" Si avvicina al mio orecchio e sussurra "Lo sa anche lei che ho detto la verità" Lo fulmino con lo sguardo mentre lui mi sorride e con quella faccia da strafottente va via, facendo un cenno a Fabiola che lo guarda come incantata. Aspetto che il coglione sparisca nell'ascensore e raggiungendo Fabiola sbotto "Lei è licenziata, voglio entro domani il bancone vuoto" Fabiola spalanca gli occhi, ma io sono troppo nervosa e sbattendo la porta, entro in ufficio. "Brutto pezzo di merda..." mormoro vedendo la sua giacca di pelle che giace sulla poltroncina. Sa che non gli darei più un appuntamento, quindi ha pensato bene di lasciare la giacca per venirsela a riprendere. Afferro la giacca con dita tremanti e faccio per gettarla da qualche parte, ma la mano fa tutto da sola e avvicinandomela al viso sento il suo profumo. Scoppio a piangere su questa. Appena sveglia non ho trovato Khalil vicino a me e stiracchiandomi, ho deciso di scrivere un po'...ieri sera mi sono lasciata andare, adesso è arrivato il momento di agire concretamente. Non posso dargli sospetti e quindi litigarci...non devo assolutamente fargli capire che c'è sotto qualcosa, dovrà credere che siamo dentro una bolla magica dove nessuno potrà mai entrare. Scendo dal letto e facendo una smorfia per le gambe un po' indolenzite, vado a farmi una doccia...una volta lavata, indosso una maglietta lunga di Khalil e dei short elastici che mi stanno un po' larghi...non importa. Scendo alla ricerca di Khalil e lo trovo in ufficio...è vestito impeccabilmente, come al solito e sta osservando concentrato una specie di mappa di una casa. Resto a guardarlo sulla soglia, finchè lui alza lo sguardo e s'illumina subito in volto. Lascia stare qualsiasi cosa e venendomi incontro, mi alza in aria facendomi girare attorno. Grido ridendo e allacciando le gambe attorno a lui, mi aggrappo alle sue spalle. "Mhmm....quanto mi sei mancata" mugola lui affondando la faccia sui miei seni. Ridacchio e chiedo "Ti sono mancati loro o me" "Entrambe siete molto importanti" "Ruffiano" sbuffo mentre lui alza il viso alla ricerca della mie labbra e mi lascia un bacio. Infilo la lingua approfondendo il bacio e quando non abbiamo più fiato chiedo "Posso scendere adesso?" "No" sbotta lui trasportandomi fino alla sua scrivania. Si accomoda sulla poltroncina, facendo sedere me sulle sue ginocchia e chiede indicando la mappa "Ti piace?" "Cos'è?" "La nostra futura casa" "Che?"quasi grido incredula. "Scherzo! Calmati" dice lui trattenendomi...ero pronta a dargli tante di quelle manate che si sarebbe ricordato per sempre. "Ti sembrano scherzi da fare? Cristo, mi hai fatto venire un colpo!" esclamo ancora risentita. "Cosa ci sarebbe di male in caso? Sai che appena arrivati in Italia, andremo a convivere insieme" "Hai deciso" dico alzando un sopracciglio. "Non riuscirei a vivere senza di te ormai, lo sai che sei un punto debole" cerca di spiegarmi lui accarezzandomi la vita. "Lo so, quindi di cosa si tratta?"chiedo riportando l'attenzione sulla mappa. Lui si sporge insieme a me e lasciandomi dei baci mormora "Volevo organizzare un gala di beneficenza....questa è la villa dove si terrà" "Ma è enorme" dico osservando la mappa immensa. "In grande stile, si terrà tra tre giorni" m'informa. "Questo cos'è?"chiedo indicando un'area che non capisco cosa sia. "Lo spogliatoio delle ballerine" "Sì, ci sarà l'intrattenimento" aggiunge rispondendo alla mia domanda muta. "E questo?"indico in basso. "Le cucine" "Qua?" "Il magazzino...sono uniti da questo corridoio" mi fa vedere. "Oh e...questa cos'è?" "La porta sul retro, penso serva per i camerieri" O per poter scappare...penso iniziando a far girare gli ingranaggi. "Come mai tutto questo interesse?"chiede lui guardandomi un po' stranito. "Sono solo curiosa, sono felice di questa tua iniziativa" dico prendendogli il viso tra le mani e baciandolo. Lui si scorda subito di tutto e sorridendomi dice "Ci sarà anche una sorpresa per te" "Cos'è?"chiedo subito corrugando la fronte. "E' una sorpresa, non posso dirti nulla" dice lui mordendomi la mascella. "Sei un bruto!" grido ridendo. Lui mette una mano sotto la maglietta e sfilandomela da sopra, passa a baciarmi le clavicole. "Khalil!" esclamo senza maglietta. "Che c'è? Era mia, faccio quel che mi pare" dice lui alzando le mani ai seni. "Non ti è bastato ieri sera?"chiedo gemendo a lui che mi stuzzica i capezzoli. "Non mi basti mai" ringhia lui prendendomi il mento e zittendomi con un bacio.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Gli unici occhi belli sono quelli che vi guardano con tenerezza. -Coco Chanel RAKIB'S POV: PASSATO. ETA' 7 ANNI. "Arias ha sbagliato il pallone, arriva a Cristiano Ronaldo su questo cambio di gioco che prova a far ripartire i suoi, ma c'è solo Mandzukic davanti circondato...allora l'apertura è per Spinazzola che però deve allungare la falcata. Prova a battere Arias, Ronaldo riesce a scavalcarlo, colpisce e rete! Rete!" grido saltellando con le mani posate sul davanzale della finestra. Sento un rumore venire dal basso e abbassando lo sguardo, mi mordicchio il labbro. Mamma non è ancora rientrata in casa e papà non mi fa nulla da mangiare...sempre che ci sia qualcosa da mangiare. Ci sono solo un mucchio di lattine di birra e patatine...le prende apposta perchè sa che non le mangio. Non mi piacciono quelle cose tanto salate...mangiarle ogni giorno mi ha portato a farmi venire la nausea anche solo a sentirne l'odore. Mamma lavora tutto il giorno e rientra solo dopocena...solo per quell'ora riesco a mangiare qualcosa, anche quello molto spesso perchè mamma litiga con papà e lui si arrabbia molto. Sbuffo e ritorno a concentrarmi sui soldatini di giocattolo...fingo che siano dei calciatori, è facile fingere. Ritorno a formare mentalmente un nuovo schema di gioco quando sento frignare una bambina...è una femmina, nel palazzo non ci sono bambine femmine, ci sono solo donnacce che urlano in dialetto. Mi affaccio curioso coi soldatini e riesco a vedere solo una signora che prende in braccio la bambina ed entra dal cancello. Sono i nuovi vicini del piano superiore? Un mese fa la vecchia del piano superiore è morta e si era diffusa la voce della vendita della casa, strano che nessuno l'abbia occupata abusivamente. E' un quartiere particolare questo...qua non ci sono regole ben precise, l'unica è quella di tacere...se vedi qualcosa, stai zitto o ti ritroverai con la casa occupata e la faccia smascherata dal sangue. Comandano i signori che stanno sempre agli angoli della strada e scherzano fra loro...mamma mi ha spiegato di non parlare con loro, fanno cose illegali e noi non dobbiamo entrare in queste storie. Ho chiesto perchè non ci rivolgiamo alla polizia, se fanno cose illegali ma mamma mi ha subito dato uno schiaffo sulla testa e detto "Cosa t'importa? Della tua famiglia o della morte? Lasciaci vivere in pace!" Non ho più chiesto nulla, ho solo finto di non vedere nulla...non erano cose che mi riguardavano. I nuovi vicini però mi riguardavano...chi è la donna? Dov'è l'uomo di casa? E la bambina perchè piagnucola così forte? "Rakib!" grida una voce maschile. Scuoto la testa ritornando alla realtà e abbasso lo sguardo...Brain è col pallone che cerca di attirare la mia attenzione. "No bro! Non posso" dico dispiaciuto. "Scherzi? Abbiamo l'altra squadra che ci vuole fare il culo! Non possiamo farcela senza di te" supplica lui. Mi mordo l'interno guancia...oggi il condominio opposto ci sfiderà a calcio e la squadra contava su di me, come faccio a spiegare a loro che papà è ubriaco di là e mi ammazza se sa che sono uscito? "Sto male!" grido sporgendomi ulteriormente. "Vuoi farci perdere eh? Vuoi questo! Sai chi ci saranno in campo, senza di te ce lo sogneremo di batterli!" grida Brain contrariato. Farid e Jamal...quanto li detesto. Fanno gli spavaldi e si credono i migliori del quartiere, oh maledetti...non posso permettere che vincano nel nostro territorio. "Ok! Ok! Vedo come fare" borbotto chiudendo la finestra. Nascondo i soldatini sotto il cuscino e mettendomi le uniche scarpe sportive che ho, esco piano dalla stanza. Mi porto subito la mano sul naso...c'è una puzza di alcol e fumo insopportabile. Mi affaccio sul salotto e vedo papà russare sulla poltroncina logora con i pantaloni slacciati, due bottiglie di birra vuote e la tv ad altissimo volume. Con le punte vado nel corridoio e aprendo pianissimo la porta, la richiudo alle mie spalle...inserisco le chiavi in tasca e corro per le scale del condominio. Giocherò la partita e correrò a casa prima che papà se ne accorga. "Eccoti!" esclama Brain mentre facciamo il nostro saluto con la testa e c'incamminiamo al cortile. "Sono già tutti lì?"chiedo scombinandomi i capelli ricci...non ne ho molti ma mi piace accarezzarli quando sono in ansia. "Sì...sono già sulla panchina" "Che idioti, cosa credono di fare sulla panchina? Non sanno che è nostra?" "Infatti vogliono farci innervosire, non dobbiamo cascarci. Rakib, dobbiamo batterli o saremo presi in giro a vita" "Sì amico, ho capito. Ci siamo allenati, niente andrà storto" dico spavaldo...in realtà me la sto facendo sotto. Raggiungiamo gli altri della squadra, ma li guardo con una smorfia...abbiamo dovuto radunare il peggio del quartiere per arrivare al numero giusto nella squadra. "Ciao ragazzi" dice Brain raggiungendoli al muretto. "Li avete visti? Hanno le scarpe anche nuove! Ci batteranno, ci batteranno!" esclama Daniele alzandosi gli occhiali e mettendosi le mani tra i capelli. Io invece alzo gli occhi al cielo e dico "Se ci partite così, perderemo di sicuro!" "Rakib a malapena riesco a correre per due minuti...ho il fiatone subito dopo" dice Michael, il più grosso del gruppo. Avrei voglia di battermi la mano sulla fronte...non ho chance con questi imbecilli. "Ehi pinnoloni! Siete pronti o dovete andare a bere ancora un po' di latte?" grida Jamal facendo scoppiare a ridere il suo gruppo. "Il latte fa bene! Contiene calcio, ignoranti!" grida a sua volta Michael. Oddio...ditemi che non l'ha detto davvero. Il gruppo scoppia di nuovo a ridere e io fulminando con lo sguardo Michael, dico alzando la voce "Siamo pronti a farvi il culo!" "Siamo pronti a farvi il culo" m'imita Jamal con una voce da femminuccia. Gonfio il petto offeso, mentre Brain viene al mo fianco e mormora "Vogliono farci innervosire, ricordatelo" "Lo ammazzo" ringhio piano guardando con odio quel cafone. "Ciao Jamal" dicono il gruppo delle ragazze più popolari del quartiere, passando per il cortile. Jamal fa l'occhiolino a tutte e io sbuffo...che pagliacco. "Finiamo con questo tira e molla, voglio giocare!" esclama Farid dando uno schiaffetto sulla testa di Jamal. Approvo lo schiaffo, fosse per me potrebbe dargliene altri cento. Le ragazze si mettono di lato a guardarci e io alzo lo sguardo su Samantha che mi saluta con la mano...ricambio e mi rigiro verso la mia squadra. Non ho tempo e nè voglia per le femmine. Ci mettiamo a cerchio e abbracciandoci a vicenda chiedo "Vi ricordate lo schema che abbiamo ripassato ieri?" "Sì, capitano!" esclama Flavio, il più timido del gruppo. "Ragazzi, dobbiamo dare il massimo!" dico lanciando un'occhiata ad Edoardo dell'altra squadra. Faccio per riabbassare la testa nel cerchio, ma il mio sguardo viene catturato da una bambina. Una bambina con i capelli castano scuri legati in due trecce fino alla pancia, ha la pelle del colore del caffèlatte che beve mamma la mattina, gli occhi verdi a mandorla, un piccolo nasino accompagnato da una piccola boccuccia molto carnosa e rosa scuro. Ha in mano una borsetta fucsia con brillantini, un vestitino rosa con dei cuoricini sulla parte sopra, dei sandali rosa e sul polso dei braccialetti bianchi. La bambina che si è appena trasferita...penso quando vedo la madre che si ferma davanti alle ragazze e si rivolge proprio a Samantha. La piccolina nel frattempo si gira per guardarci e sorride quando vede la palla in mezzo al campo. Forse vuole giocare. La madre all'improvviso la prende per mano e la trascina via, mentre la bambina non smette di fissare la palla e sorridere. "Rakib? Rakib!" grida Brain dandomi uno schiaffo. Scuoto la testa e fulminandolo con lo sguardo chiedo "Ma sei impazzito?!" "Sembravi incantato...che hai visto?" Io...una stella. Una stelle splendente, la più splendente tra tutte. Riabbasso la testa ignorando la domanda di Brain e ritorno a rispiegare lo schema che tutti si sono già scordati... "Dannazione!"sbuffo prendendo a calci un sassolino. Sto camminando velocemente verso casa e ripensando alla nostra deludente sconfitta. Sorprendentemente abbiamo giocato bene, ma non è bastata la bravura; qua è anche questione di fortuna e io non ne ho mai. Jamal ha dato il meglio di sè per darmi fastidio e io ho dato il meglio di me per non prenderlo a calci. Salgo le scale col fiatone per la corsa e faccio per prendere le chiavi, quando improvvisamente sento le grida di mia madre e la porta socchiusa. Entro terrorizzato e corro verso le grida...sono in cucina e appena mi vedono apparire, papà si rabbuia e grida "Dove minchia eri! Eh? Sei scappato di casa!" "Io...ero sotto a giocare. Lo giuro" mormoro indietreggiando. "Stai zitto! Muto! Sei solo un asino, ora ti concio male così vediamo come scapperai la prossima volta!" grida papà slacciandosi la cintura. Oh no no...non di nuovo la cintura. "Mamma..."mormoro guardandola con terrore. "No Rakib! Devi avere una lezione, hai idea di quanto ci hai fatto preoccupare!" grida anche mia madre. "Non lo farò più, non lo ahhhhh" grido quando la cintura tocca violentemente il fianco. Mi tocco il fianco che pulsa dal dolore e mi metto a correre urlando. "Vieni qui! Vieni qui asino!" Non in camera, non in bagno, non in salotto, non nel ripostiglio...esamino in silenzio dove rifugiarmi. "No!!" urlo ancora quando papà urla che mi ammazzerà...quanto puzza di alcol? Arrivo nel corridoio e paralizzato dalla paura, apro la porta in silenzio ed esco chiudendola dietro le spalle. Salgo le scale col fianco dolente, mentre sento la voce di papà che urla dove sono. Busso alla prima porta che trovo e respiro affannosamente...dio, ti prego non farmi morire oggi. "Chi è?"sento una voce stridula. "Aprite aprite!" mormoro alla porta. "Chi è?" richiede la voce. "Ti prego, apri!" dico piegandomi in due. "Non posso, mamma non c'è!" grida la voce ancora. "Se ti trovo!" sento gridare papà in vicinanza. Oh cavolo, sono morto, stavolta sono veramente morto. "Mi manda tua madre, devi aprirmi!" dico bussando di nuovo alla porta. "Cosa succede? Ci sono dei mostri?"chiede la stessa voce. Cosa? "Ti strappo un orecchio!" sento gridare papà sempre più vicino. "Si si! I mostri, aiuto!" dico frenetico mentre vedo la chioma di papà. "Mi stai dicendo la verità? Non è una bugia?"chiede lei. "No! Non sto mentendo, aiuto!" dico col cuore in gola...ora vedo il busto. Vedo che sta per girarsi e quando realizzo che la mia ora sia giunta, cado in avanti quando la porta si apre e qualcuno la chiude subito dopo. Atterro su un tappeto verde con decorazioni floreali, mentre dal basso vedo dei piccoli piedini correre. Richiudo gli occhi cercando di calmare i battiti del cuore e inspiro un buon profumo, sa di pulito...non come casa mia che sa di marcio. Mi tiro su per accertarmi che la porta sia chiusa, quando i piedini di prima riappaiono e finalmente vedo il viso della persona che mi ha salvato la vita. "Ok, dobbiamo salvare anche le ragazze. Sono mie amiche" dice la bambina portandosi a presso cinque bamboline. La guardo con un'espressione indecifrabile, finchè lei mi guarda un po' perplessa e chiede "Sono troppe? Non posso lasciarle qui, lo capisci?" "Io, certo. Lo capisco"mormoro deglutendo. Cosa sto dicendo? "Ti serve qualcosa per sconfiggerli? Aspetta, aspetta!" grida per poi buttarmi fra le braccia le sue bambole e riscappare via con le sue gambine. Fa ritorno con una pistola d'acqua e dice "Questa spara bene, si spaventerà di sicuro!" "Se ne sono andati, non li sento più" dico finendola di mentirle...è troppo spaventata la bimba. Lei sbatte piano le ciglia folte e chiede "Ne sei sicuro?" Annuisco con la testa. "Oh...allora puoi venire a prendere un tè con le ragazze" dice senza neanche darmi il tempo di rispondere che scappa via. Stavolta la seguo ed entra nella sua cameretta...è lilla con un letto singolo, un armadio di legno bianco, un comodino, una finestra coperta per metà da una tenda di lino beige e un sacco di giocatoli sparsi per la cameretta. "Siediti, preparo il tè" dice indicandomi un tavolino e delle sedie minuscole. Non protesto e mi accomodo con ancora le bamboline sul grembo. Finge di mettere in delle tazzine di plastica rosa il tè e mettendoci dei cucchiaini, li poggia sopra il tavolino basso. "Ragazze, lasciate stare l'ospite!" rimprovera le sue bambole prendendole in mano. Le posiziona attorno al tavolino e avvicinando anche a loro delle tazzine, dice "Bene ragazzi, di cosa vogliamo parlare?" Alza lo sguardo su di me e impone "Parla" Spalanco gli occhi, preso dalla sorpresa, e mormoro "Io...ehm sì" Perchè mi sento in imbarazzo? Perchè questa bambina m'intimidisce tanto? Perchè voglio accontentarla in tutto e per tutto?" "Non bevi il tuo tè?"chiede un po' ostile. "Sì, subito" dico portandomi la tazzina sulle labbra. "Molto buono" mormoro leccandomi le labbra. Lei sorride facendomi incantare e chiede "Come ti chiami?" Faccio per dirlo, ma lei mi stoppa subito e dice indicando le sue bambole "Loro sono Chloè, Jasmine, Naomi e Marina. Ragazze salutate" Muove le mani delle bambole e rimettendole a posto chiede ancora "Tu invece?" "Io sono Rakib" "Rakib, è un nome bello" dice pensierosa. "Credo che darò questo nome al mio cane" aggiunge indicando un cane di pezza sul suo letto. "Ah...ehm grazie, cioè figo!" "Sì, figo!" esclama anche lei. "Ma che vuol dire 'figo' "?"chiede subito dopo facendosi seria. Ridacchio e dico "Una cosa bella, eccitante...figa" Spalanca gli occhi e allungandosi mi dà subito uno schiaffo. "Non dire queste parolacce davanti alle ragazze!" Cos...? "Ma io non..." "Non mi dire bugie! Quella era una parolaccia, mamma me l'ha detto perché l'ho sentito in tv!" Scuoto la testa...dimenticavo l'altro significato della parola. "Hai ragione, scusami" dico incrociando le gambe. "Loro sono educate, siamo tutte educate...non abbiamo bisogno di maleducati nel nostro club" dice da presuntuosa. "Hai un club?"chiedo divertito. "Certo che sì! Chi non ha un club? Io sono la capa" Chissà perché la cosa non mi sorprende. "Io non ho un club" "Certo, perché tu sei maschio. I maschi non posso entrare nei club" dice sorseggiando il suo tè immaginario. "Perché mai?"chiedo inclinando la testa. "Perché le ragazze hanno i segreti e i maschi non posso saperli, mi sembra ovvio" dice portando i capelli sulla schiena...sono sciolti stavolta e sono molto lucenti. "Potrei avere io dei segreti che voi ragazze non potete sapere" mormoro alzando un sopracciglio. "Hai dei segreti? Dimmeli" dice sporgendosi interessata sul tavolino. "Non posso, sono segreti" "Ma io voglio sapere" "Non puoi, sono segreti. Non può nessuno" dico facendo spallucce. Rialzo lo sguardo su di lei e la vedo con gli occhi lucidi e una smorfia sul viso..oh no no. Scoppia a piangere urlando. "Ok ok! Te li dico!" mormoro avvicinandomi a lei. Lei continua a piangere e io tappandole la bocca ribadisco "Te li dirò! Non gridare!" "Per favore..."dico più dolce quando la vedo arrabbiata. "Va bene, dimmeli" sussurra lei tirando su col naso. Passo le dita ad asciugarle le lacrime e dico sorridendo"Non la dai vinta a nessuno eh?" Lei sorride furba e io aggiungo "Promettimi che non lo dirai a nessuno" "Si si" dice lei annuendo forsennatamente la testa. "Ok...devi sapere che ho paura del buio, è una cosa che mi mette a disagio" "Anche a me non piace il buio...guarda!" dice correndo per la stanza per poi spegnere la luce e sorridere guardando in alto. Alzo anch'io lo sguardo e osservo una marea di stelle illuminarsi al buio e delle lune agli angoli della stanza...le stelle splendono sul soffitto e il mio sguardo cade su lei, anche lei splende...esattamente come una stellina. "Wow, è bellissimo!" esclamo sorridendo. Lei riaccende la luce e dice "Quindi quando avrai paura del buio, puoi venire qua. Tutte le volte che vuoi" "Grazie" dico grato del suo invito...è così dolce. "Alice!" grida una voce femminile facendoci sussultare. "Amma!"grida la bambina a sua volta. Un attimo dopo la madre appare in camera e spalanca gli occhi quando mi vede per terra. "Non posso lasciarti dieci secondi che ti metti nei guai!"esclama la madre fulminando con lo sguardo la bambina. "Ma amma...lui è mio amico, ci ha salvate dai mostri" mormora stellina indicando le bambole. La madre la guarda sempre peggio e chiede "E come si chiama quest'eroe?" "Rakib e ha paura del buio" dice facendomi alzare un sopracciglio. Menomale che doveva essere un segreto.. "Abito al piano di sotto, volevo conoscere i nuovi vicini" intervengo alzandomi. "Oh! Sei il figlio di Davier" dice la signora più rilassata. "Sì, è mio padre" dico facendo una smorfia. "L'ho incontrato di sotto...era un po'..." "Lo so, beve troppo a volte" completo la sua frase con vergogna. "Tua madre è in casa?" chiede lei con pena. Scuoto la testa mentendo. "Allora mentre la aspetti, puoi mangiare con noi"dice lei sorridendomi...ha lo stesso sorriso della figlia. "Io...non vorrei disturbare" dico sperando che lei insista...non mangio un pasto decente da giorni. "Ma che disturbo! Siamo sempre sole e avere qualcuno in casa, ci dà gioia" dice facendomi l'occhiolino. M'illumino e mormoro "Allora con molto piacere...dopo cena vado via subito" "Puoi stare quanto vuoi Rakib...sei il benvenuto qui" "E tu signorina...dobbiamo parlare" aggiunge puntando il dito contro stellina. "C'erano i mostri! Lo giuro!" esclama Alice pestando coi piedi. "Vi lascio giocare da soli, poi parleremo" borbotta la madre uscendo dalla stanza. Alice fa una smorfia e chiede "Tu abiti in questo palazzo?" "Sotto di te" dico annuendo con la testa. "Allora possiamo giocare e prendere il tè sempre!" gioisce lei. "Io...immagino di sì" dico mordendomi il labbro incerto sulla questione del tè. "Vuoi conoscere mia sorella?"chiede eccitata. "Hai una sorella?" Lei annuisce e afferrandomi la mano mi trascina fuori dalla stanza. E' divertente vedere come questa minuscola creatura trascini un ragazzino come me. Entra in una stanza al buio e andando alla ricerca dell'interruttore dice "Aspetta, ora accendo la luce. Non ti spaventare, ci sono io" Sorrido...se c'è lei, va benissimo. Riesce a trovare l'interruttore e stringendomi forte la mano, mi porta in fondo alla stanza con un letto matrimoniale...immagino sia la stanza della madre. Arriviamo di fronte ad una culla e lei aggrappandosi alle aste di legno sussurra "Dorme..." Anch'io non sono tanto alto da potermi sporgere e aggrappandomi alle aste, intravedo una bambina in fasce che sonnecchia rumorosamente. "E' uscita sette mesi fa" m'informa lei. "E' uscita?"chiedo aggrottando la fronte. "Be' si, dalla pancia di mamma...è lì che abitava prima" "Capisco" mormoro continuando a non capire. "Ti assomiglia" aggiungo osservando la carnosa di entrambe. "Certo, è mia sorella stupido!" dice lei non cogliendo il mio complimento. "Come si chiama?" "Elsa, ho detto io a mia madre di chiamarla così" Comanda anche la madre, che peste. "E il tuo nome chi l'ha deciso" "Non io" Ma davvero? Ridacchio e chiedo "Non si sveglierà con noi qui?" "Dorme sempre, non penso si possa svegliare da un momento all'altro" mi assicura lei. "Anche a me piacerebbe avere una sorellina, qualcuno con cui giocare a casa" confesso. "Giochi da solo?"domanda lei spalancando gli occhi. "Al cortile ho i miei amici, ma a casa non ho nessuno. Mi annoio un po' " "Puoi venire a giocare con me e le ragazze, io non conosco nessuno qui" "Domani posso portarti al cortile. Puoi venire a guardarmi mentre gioco a calcio" propongo eccitato dalla cosa. "Devo chiedere prima a mamma, non so se vuole" "La convincerò io" le assicuro. "E ti comprerò anche un gelato, il gelataio del quartiere lo fa buonissimo!" aggiungo facendola sorridere. "Non posso lasciare le ragazze sole però" "Puoi portarti anche loro" dico pensandoci. "Andiamo a convincere mia madre allora!" dice lei riafferrandomi la mano e trascinandomi fuori. Come previsto, riesco a convincere la madre e lei si tranquillizza a sapere che ci sarà anche Samantha, inaspettatamente cugina di Alice. "Però alle 20, ti voglio a casa. O così o niente" dice la madre severa ad Alice. "Alle 20? Io non lo so che ore sono!" esclama Alice contrariata. Lei scuote la testa e chinandosi su di me, mi mostra che ore sono le 20. "Quindi quando sono le 20?" m'interroga lei. "La lancetta piccola sull'otto e quella lunga sul dodici" rispondo schietto. "Perfetto, sei un bravo ragazzo" si complimenta la signora. Io annuisco felice e ceniamo subito dopo...la mamma di Alice ha fatto l'arrosto con le patata e mi lecco le dita quando ho finito, squisito! "Vieni Rakib, ti accompagno a casa io" dice la signora dopo aver mangiato anche del gelato. "Oh...posso andare anche da solo" dico cercando di prendermi coraggio. "Non se ne parla, parlerò con tuo padre e ti accompagnerò io" dice lei mentre prende in braccio Alice che si è addormentata. "Io...posso salutare Alice?"chiedo un po' esitante. "Ma certo, seguimi che la mettiamo a letto" dice la signora sorridendomi. Andiamo in cameretta e lei posando delicatamente Alice sul lettino, la copre con la coperta rosa. Lei agita la testa sul cuscino e io posizionandole meglio il cuscino, le accarezzo la testa. "Buonanotte stellina" sussurro posandole un bacio sulla guancia morbida. Usciamo subito dopo chiudendo la luce e sorrido nel vedere le stelline sopra illuminarsi. "Ci tieni molto a lei" dice la signora chiudendo la porta. "Io...sì, mi piace Alice" mormoro un po' imbarazzato. "Non te l'ha imposto, vero?" chiede lei divertita. "No, mi ha solo obbligato a prendere il tè con lei e le ragazze ogni giorno" "Oh santo cielo...ovviamente non sentirti in obbligo di farlo, Alice è molto capricciosa delle volte" Sorrido e mentre usciamo di casa chiedo "Perchè si è trasferita qui? Intendo in questo quartiere?" "Diciamo che è stata una scelta improvvisa. La madre di Samantha mi ha detto della casa disponibile e ne ho subito approfittato, sarà una cosa temporanea" "Temporanea?"chiedo non capendo. "Appena troverò una casa, ci trasferiremo in un altro posto. Devo prima sistemare delle cose e guadagnare abbastanza per farcela da sola" Da sola? "Alice se ne andrà?"chiedo corrugando la fronte...non voglio che se ne vada. "Per ora no...passeranno almeno cinque anni per sistemare tutto. Tu potrai venire a trovarci tutte le volte che vorrai in caso" mi rassicura lei iniziando a fare le scale. "Va bene, verrò" dico appuntandomi mentalmente la cosa. "Siamo arrivati" mormoro indicando la porta di casa. "Lascia fare a me, ok?"chiede lei posandomi una mano sulla spalla. "Lui si arrabbierà molto" dico avvertendola mentre bussa alla porta. "So gestirli gli uomini burberi come lui" mormora lei sorridendomi. E' uguale ad Alice, un angelo. "Chi è?"grida papà facendomi sussultare. "Sono la signora del piano superiore, Rakib è qui con me" La porta si spalanca e papà ci guarda subito in cagnesco. "Buonasera signor Davier" dice la signora completamente padrone della situazione. "Rakib vieni subito qua!" grida papà strattonandomi. "Il bambino ha subìto fin troppo, signor Davier. Lei puzza di alcol e scommetto che nessuno si prende cura del bambino come si dovrebbe...se chiamassi la polizia adesso, sbatterebbe in prigione lei, sua moglie e vi toglierebbe subito la custodia sul ragazzo" Non capisco cosa abbia detto, ma papà spalanca gli occhi e dice "Lei si faccia gli affari suoi!" "Non se di mezzo ci passa un bambino innocente, per cosa ha urlato? Perchè era uscito a giocare a palla con gli amici? E' questo che vuole recriminargli?" Come diavolo sa che papà si è arrabbiato per questo? "Lui non mi ha avvisato!"esclama papà. "E lei dov'era mentre il bambino apriva la porta? Sulle nuvole?" "Io...stavo...Rakib che le hai detto!" grida papà dandomi uno schiaffo. La signora mi tira subito dietro e ringhia "Se dovesse rialzare le mani ingiustamente sul bambino, dovrò denunciarla per aggressione. Solo ancora una volta e lei andrà in carcere, sono stata chiara?" "Dov'è suo marito eh?"chiede papà guardandola con odio. "Io non ho un marito e non ho neanche bisogno di averne uno, so perfettamente badare a me stessa. Piuttosto dov'è sua moglie? A lei invece serve proprio una babysitter" Spalanco gli occhi...nessuno si è rischiato a parlargli in questo modo, neanche mamma. "Una babysitter! Io so badare a me stesso!" grida papà inferocito. "Non sembra, sa solo urlare e usare la violenza. La prego di ragionare, suo figlio era anche affamato quando è venuto da me. Sono questi i modi di crescere un figlio, di portare avanti una famiglia?" "Io non ho un soldo, vuole darmeli lei i soldi per fare la spesa?" "Non ha un soldo perchè non lavora o non cerca di trovarsene uno, se ne rende conto?"replica lei dura. Papà stavolta si zittisce e la guarda con vergogna. La signora sospira e aggiunge più calma "Potrei trovarle un lavoro, una signora che conosco ha bisogno di un badante, potrebbe interessarle il lavoro?" "Cosa? Dice davvero?"chiede papà cambiando totalmente atteggiamento. "Ha una macchina?" "Ho un motorino" "Può andare bene lo stesso, mi dia il suo numero così le invierò tutte le info" Papà scatta ed entra in casa...io alzo lo sguardo sulla signora e mormoro "Come ha fatto?" Lei strizza un occhio e dice "Te l'ho detto che so gestirli i burberi" Io sorrido fiero di lei, mentre papà ritorna con un bigliettino e consegnandolo alla signora dice "Grazie mille, non so come ringraziarla" "Solo facendo giocare Rakib e facendolo venire da noi quando vuole, il pomeriggio io non lavoro...potrei controllare io i ragazzi" "Va bene, tutto quello che vuole" dice papà stupendomi. "Ci vediamo domani Rakib?"chiede lei. "Sì, signora" dico felice. "Piacere comunque, io sono Angela Vanclif" dice la signora allungando la mano a papà. "Ferit Davier, molto piacere" dice papà stringendo la mano. "Alice Vanclif?"chiedo alla signora. Lei ridacchia e dice "No no, Alice ha il cognome del padre...Nesti. Alice Nesti" mi spiega subito. "Ci vediamo allora, buonanotte" dice lei facendo un passo indietro. Io entro in casa e salutandola, svolto nel corridoio. Papà non mi sgrida e mi lascia in pace...con la pancia piena, mi lavo i denti e mettendomi il pigiama, vado verso l'armadio. Frugo fra le poche magliette che ho e uscendo quella più carina e pulita, la poso sulla poltroncina insieme ai pantaloncini. Prendo le scarpe ed entrando in bagno, mi metto a pulirle con la spugna...domani voglio che mi trovi bellissimo stellina, il mio sole splendente. PRESENTE. L' indice percorre le vene del basso ventre e circonda con l'unghia finta i solchi degli addominali definiti...è molto meticolosa nel tracciare ogni linea, ogni segmento di pelle...sale sempre di più e percorre l'areola del capezzolo sensibile. Aspetto che finisca di tracciarla, finchè sposta il dito al centro del petto e la mia mano scatta immediatamente ad intrappolarle il polso. Sempre con gli occhi chiusi porto il polso fino al basso ventre sotto le coperte e le faccio impugnare il cazzo...le intenzioni sono molto chiare. Mentre lei lavora mi chino verso il comodino e raccolgo la polvere restante...la testa ha ricominciato a lavorare e i pensieri a farsi nitidi, zittitevi. Sniffo tutto una volta e richiudendo gli occhi, piombo sul letto sfinito. Bella vita del cazzo. ------------------------------------------------------------ "Fuori, fuori!" grida una voce maschile entrando in camera e spalancando le finestre. "No, cazzo..."mormoro facendo una smorfia. "Ecco a voi le paghe" sento dire alle ragazze che mi sono scopato ieri sera. Non era puttane di professione, ma solo a sentire e vedere soldi accettano la qualsiasi. Come tutte le donne, tutte uguali. Sento la porta chiudersi e il mio coach gridare "Cazzo, ma è mai possibile!" "Basta..."sussurro sbuffando. "Basta? Basta lo dico io! Guarda, guarda!" urla buttandomi in faccia un giornale. Faccio una smorfia di fastidio e buttando il giornale sbotto "Vattene a fanculo tu e il giornale" Il minuto dopo sono per terra e con dell'acqua in faccia...cazzo. "Ma sei impazzito?" grido spalancando gli occhi. Il giornale mi viene ributtato sul grembo e il mio coach sbotta "Ho detto leggi!" Lo fulmino con lo sguardo, ma abbasso la testa e leggo la notizia in prima pagina "Sniffava cocaina ed era strafatto, nei guai un calciatore della Serie A: Sniffava cocaina ed era strafatto. E' così che il tabloid 'Calcio mania' racconta – senza fare nomi – della notte brava in discoteca di un calciatore della Serie A, sorpreso da un compagno di squadra a 'tirare' nei bagni di un locale. Stordito dalla musica e dalla droga, il giocatore era visibilmente su di giri, "completamente perso" dice la fonte che il giornale italiano definisce attendibile per svelare il retroscena di un party di ferragosto. La festa era stata organizzata dalla sua squadra dopo una partita in trasferta ma non ha avuto il lieto fine." "Sai quanto cazzo ho dovuto sborsare per non far trapelare il tuo fottuto nome? Sai quanto?" Si abbassa al mio livello e alzando cinque dita dice grottesco "5 milioni, 5 fottuti milioni per tappare la bocca a tutti quanti!" "Con 5 milioni mi ci pulisco il culo" borbotto lanciando per aria il giornale. "Certo, tanto tu sei plurimiliardario e non devi temere in futuro di non far altro che grattarti il culo. Hai un team dietro di me, hai una squadra da portare avanti, hai idea di quanti richiami ti sono stati fatti? E una volta va bene, una seconda ok, una terza vabbè imparerà, ma alla quarta mi rompo il cazzo Rakib, mi rompo seriamente" Lo fisso mentre mi sbraita addosso e non riesco a far altro che scoppiargli a ridere in faccia. Igor Sightorsson, il mio manager dalle origini islandesi, mi guarda rosso in viso, ma io penso solo alla buffa storia che mi ha raccontato del suo stupido cognome. ll cognome in Islanda è formato dal nome del padre (o della madre) e dal suffisso "son" nel caso di un maschio o "dóttir" nel caso di una femmina. Non si può definire quindi un nome di famiglia in quanto non verrà tramandato ai figli. L'utilità del cognome in Islanda è più che altro di identificazione cioè si intende specificare che la persona è figlia ("dóttir") o figlio ("son") di qualcuno. Per fare un esempio pratico di cognomizzazione ipotizziamo un uomo che si chiama Daníel Gunnarsson che ha un figlio maschio e una figlia femmina. Il figlio si chiama Aron, ma il suo cognome non sarà Gunnarsson (come suo padre) ma Daníelsson, che indica letteralmente che Aron è il figlio di Daníel (Daníels + son); stessa cosa per la figlia di Daníel Gunnarsson, Rakel, che adotterà il cognome Daníelsdóttir, ossia letteralmente "la figlia di Daníel" (Daníels + dóttir). Sono scoppiato a ridere quando ho sentito la storia, esattamente come ora. "Ti fa tanto ridere la cosa eh? Tanto ridere. Sai cosa rischi? Una bella squalifica di due anni e sanzioni accessorie altrettanto gravi all'insegna della tolleranza zero." Sorrido furbo e dico strafottente "Ma voi non potete squalificarmi, sono il migliore in campo...senza di me non avreste potuto vincere neanche una fottuta coppa" "Su questo hai ragione...sei il migliore, ma sai quante altre stelle nascoste ci sono là fuori?" Stelle...deglutisco rabbuiandomi. Mi rialzo e prendendo frustrato una sigaretta, me l'accendo per scaricare la tensione...mi fa male pensarci, mi logora dentro tutt'ora. "Quindi? Vuoi squalificarmi?" chiedo dandogli le spalle, mentre getto il pacchetto di sigarette e l'accendino sul comodino. "No, ma ci saranno dei provvedimenti seri. Provvedimenti che conoscerai tra poco. Lavati e vestiti, loro verranno tra un'ora" "Loro?"chiedo corrugando la fronte. "Non voglio nessuno in camera" aggiungo burbero. "Solo le puttane, giusto?" chiede lui a bruciapelo. "Almeno loro mi soddisfano" "Hai pensato per fin troppo tempo col cazzo, è ora che tu usi la testa" dice lui aprendo la testa. "Manderò qualcuno a ordine questo casino, renditi presentabile per 13." detto ciò sbatte la porta e va via. Fisso la porta non capendo, per poi grattarmi la testa pelata ed entrare in bagno. Ho davvero bisogno di una ripulita e poi penso di andare a mangiare qualcosa, sto morendo di fame e Igor può andare a fanculo. Davanti allo specchio mi spoglio dei boxer e mi osservo per qualche minuto...mi hanno sempre detto di essere la copia di mio padre; labbra carnose, pelle mulatta, occhi a mandorla di un marrone caldo, gli zigomi scavati e la mandibola definita...vanno tutte pazze per la mandibola, vanno pazze anche per il mio cazzo. Osservo i miei tatuaggi: sul tricipite in alto un pugnale che trafigge una rosa; ha due significati il tatuaggio...il secondo significato è sinonimo di forza e di perseveranza, capacità che servono per vivere, il primo significato è quello del dolore di un amore infranto...per ricordarmi che l'amore non esiste e che se esiste, ti lascia fottuto...non mi farò più umiliare. Nel bicipite ho un teschio umano con un cappello e sull'avambraccio esterno un leone alato con la testa di una donna. Sul avambraccio esterno sinistro una geisha con dei fiori rosa, sul bicipite il teschio di un toro con una piuma attorcigliata sulle corna e un gufo con delle ali particolari sull'avambraccio interno. Sull'addome una scritta "Bomber", per ricordare al mondo che sono e sarò sempre il migliore...una tigre sopra la scritta e sul petto, al centro di tutto il mio essere, un sole...è stato il mio primo tatuaggio, un tatuaggio fatto pazzo d'amore, per dimostrare qualcosa, per farle capire che era l'unica, che l'avrei amata per sempre, che per me sarebbe stata la mia stella più splendente, il mio sole e avrebbe sempre girato attorno al mio mondo. Ho pensato più volte di cancellare il tatuaggio...quel sole non esisteva più, non avrà avuto più importanza, ma sta di fatto che non ho mai avuto il coraggio nè di toccarlo io o di farlo toccare agli altri. E' intoccabile quel sole, nessuno è degno di toccarlo o tracciarne le linee, neanch'io che sono il proprietario del corpo...nessuno è degno di lei, neanch'io, me l'ha fatto capire bene. La doccia è veloce e gelida, solo così potrò affrontare un'altra giornata di merda. Metto un paio di jeans strappati e una camicia con maniche corte celeste e gialla, indosso velocemente le scarpe sportive e afferrando le chiavi della macchina, telefono, esco dalla stanza. "Merda..."borbotto quando nello stesso corridoio vedo Igor. "Dove stai andando?"chiede subito lui venendomi incontro. "Cazzi miei" borbotto superandolo. "I cazzi tuoi sono anche i miei, dove stai andando?" richiede più severo. "Senti...ho fame, non sto andando a comprarmi della roba. Sei più felice adesso?" sbotto alterandomi. "Non mi fido" "Cos...? Vaffanculo Igor, io vado" dico fottendomene. "Ti accompagno" "No, sono capace di andare a mangiare una ciambella da solo" Lui non ci sta e prendendo per il braccio sibila "Hai presente il provvedimento serio che avevo preso per i tuoi guai?" "Lasciami il braccio" sibilo io strattonandomi dalla presa. Igor mi guarda serio e dice "Ora andiamo a fare colazione insieme, tu conoscerai il provvedimento e tutto andrà per il verso giusto, sono stato chiaro?" Alzo gli occhi al soffitto. "Decido io dove andare a mangiare" "No, andremo all'area ristoro dell'hotel "dice lui superandomi. Ma che cazzo. Sono stanco di discutere quindi lo seguo in silenzio fino all'ascensore e approfitto del momento libero per rispondere a qualche ragazza su whatsapp. Ridacchio quando vedo video hard di ragazze che mi mandano su whatsapp e la faccia di Igor contrariata. "E' un reato anche questo?"chiedo alzando un sopracciglio. "Non lo è, ma ti devi dare una calmata e tutto ciò finirà" Do uno schiaffetto ad Igor e dico ridacchiando "Sei molto simpatico stamane, davvero simpatico...non sembra tu abbia una scopa in culo come al solito" "Molto divertente" borbotta lui uscendo dall'ascensore. "Di qua" dice a me e i tre bodyguard dietro che mi si affiancano subito. Passiamo da una vetrata che si affaccia al Teatro Massimo e ammiro il maestoso teatro con la gente che brulica all'ora di punta per via Maqueda, non venivo qua da tempo in realtà vengo di rado a Palermo, la mia città natale. Non ho più nessuno che mi lega qui, non ho motivo di venirci ma l'ultima vittoria è stata fatta qui e abbiamo deciso di sostare un po' qui. Entriamo nell'area ristoro e mi guardo subito attorno tra i ritratti di personaggi famosi e l'atmosfera accogliente con luci soffuse...non trovo nulla di sospettoso quindi mi rilasso, ho un brutto presentimento, non saprei perchè. Prendo un caffè macchiato con latte di mandorla, una ciambella al pistacchio, un cornetto alla ricotta e una spremuta...muoio di fame stamane. Ci accomodiamo in un tavolino dentro il bar e io mi appoggio sulla poltroncina di pelle marrone, ho una mal di schiena tremendo...l'età si fa sentire dopo una lunga sessione di scopate. "Allora? Dov'è il mio provvedimento?"chiedo divertito dalla situazione. "Oh eccola" dice lui indicando una vecchia che entra con un borsetta dell'avanti Cristo e un abbigliamento da suora...per niente arrapante. "Perfetta per te ehh...è bionda e con occhi chiari come te" dico ridendo sotto i baffi mentre lei ci raggiunge. "Tappati quella fogna e sii educato" bisbiglia lui facendo un sorriso tirato alla vecchia. Io continuo a ridere e mangio la mia ciambella, amo le ciambelle da sempre...i genitori di Angela avevano un panificio nel paese che provenivano e lei era molto brava a lavorare il pane o dolci come ciambelle, treccine o altri cose sfiziose salate. Quando andavo a cena da loro, spesso facevamo la pizza in casa...finiva sempre in una tragedia perchè Alice voleva buttare qualsiasi cosa nelle pizze e si rifiutava di ascoltarci. "Buongiorno signora Valdesi" dice Igor alzandosi a darle la mano. "Piacere mio signor Sightorsson" mormora lei sorridendo. "Lui è Rakib Davier" dice subito dopo Igor indicandomi. Alzo gli occhi al soffitto e pulendomi le mani sul jeans, le tendo una mano senza dire nulla. "Rakib, ti presento la signora Valdesi...si occupa di servizi socio-assistenziali" Oh cielo...vuole farmi pulire qualche stalla o fingermi un pagliaccio davanti a dei marmocchi? "Servizi socio-assistenziali?" chiedo corrugando la fronte. "Ecco in cosa consisterà il tuo provvedimento" dice Igor andando subito al sodo. "In un servizio socio- assistenziale?"chiedo prendendomi gioco di loro. "Esattamente signor Davier, sarà affiancato da un'assistente sociale che la seguirà per sei mesi e fungerà da segretaria in tutto il percorso. Sarà a stretto contatto con lei e la controllerà in ogni minimo passo, solo così potremmo risolvere i suoi problemi di tossicodipendenza." "Non ho ben capito" dico guardando male la vecchietta. "Il servizio sociale nell'ambito delle dipendenze da sostanze implica una particolare attenzione, da parte degli assistenti sociali, nella gestione dei tempi e nella scelta delle strategie più efficaci per sostenere e aiutare la persona a raggiungere gli obiettivi del recupero sociale e il reinserimento della persona nel suo contesto di appartenenza. Il loro compito non è facile. Si relazionano con persone che spesso non sono ben disposte al cambiamento, devono svolgere contemporaneamente il ruolo d'aiuto e quello di controllo, si confrontano con un quadro normativo complesso e mutevole." "Aspetta...aspetta quindi lei mi farà da babysitter e segretaria per 6 mesi senza che io possa contrariarmi?"chiedo sperando di aver capito male. "In poche parole sì, il suo percorso sarà monitorato da lei che m'invierà ogni mese dei resoconti sui miglioramenti o i peggioramenti" "Lei?"chiedo indicandola. "Non io...abbiamo già selezionato un'assistente per lei, dovrebbe essere già qui ma a quanto pare lei..." "Ci sono! Ci sono!" sentiamo gridare dal fondo dell'area ristoro. Tutti si girano a vedere chi sia la pazza e io mi paralizzo ad osservare la ragazza che sta correndo verso di noi...ha dei jeans bianchi aderenti, una camicetta corta nera che fa intravedere la pancia piatta e tutte le sue curve, una giacca lunga bianca per renderla più professionale, una tracollina nera con la catenina dorata, dei sandali dorati col tacco ai piedi e i capelli sciolti marroni scuri e ondulati... "Eccola" dice la signora Valdesi indicandola. No, no, no, no, no, no, no... "Mi scusi per il ritardo" dice lei col fiatone facendo un sorriso angelico alla signora...con quel sorriso potrebbe convincere un santo ad andare all'inferno. "Tranquilla cara, abbiamo appena iniziato. Vi presento Alice Nesti, la sua nuova assistente signor Davier" I suoi piccoli occhi verdi si alzano su di me e io non riesco più a respirare, non ho fiato, mi manca l'aria, mi sento male...vorrei vomitare. Fuggo da quei dannati occhi e sibilo "Igor posso parlarti un attimo fuori?" Non è mia abitudine essere così educato, quindi Igor mi lancia subito un'occhiata sorpresa e dice alzandosi "Certo, scusateci signore" Mi alzo tempestivamente, cercando di non scaraventare all'aria la sedia e con lo sguardo basso scappo dalla sala. "Ehi frena frena! Vedo che non ridi più" dice Igor alle mie spalle. Lo trascino con me fuori e chiudendo la porta ringhio "Qualsiasi, qualsiasi altra assistente sociale ma non lei." Igor mi guarda perplesso e dice "Stai scherzando? Non è possibile la cosa, ho dovuto faticare e sborsare un bel po' per procurarti quella ragazza. Non è un'assistente sociale normale, ti seguirà in ogni passo, sarà la tua ombra per tutto il percorso" "Non ho bisogno di una fottuta babysitter!" ringhio prendendolo per la camicia e sbattendolo al muro. "Calmati Rakib! Calmati!" dice lui spingendomi. Mi porto le mani sul viso e mormoro a me stesso "Questo è un incubo, sì, è un incubo" "Che cazzo ti prende? Hai già fatto una pessima impressione ad Alice" Lancio un urlo rabbioso e risbattendolo al muro ringhio feroce "Non.la.nominare." Vedo negli occhi di Igor lo stupore di questo mio gesto e lasciandolo andare dico "Squalificami allora, il tempo non importa. Scomparirò per quanto vorrai" "Cosa diavolo stai blaterando? Saresti disposto a farti squalificare pur di non stare con quell'assistente? Chi diamine è?" "Tu non puoi capire, io non posso stare in una stanza insieme a lei; non posso, non posso." dico disperato. Mi metto in ginocchio e dico supplicando "Non mi farò più di nulla, lo giuro su quello che vuoi. Non sarò più indisciplinato, mettimi alla prova" "Rakib..."sussurra Igor incredulo. Lo sono anch'io, ma tutto pur di non rivederla più. "Ti prego, non mi fare questo. Affidami ad altri servizi, mandami in prigione, pignorami qualcosa...tutto ma non lei" supplico come un pezzente. Igor è paralizzato, non si sarebbe mai aspettato che potessi cadere in ginocchio davanti a lui...mi ha sempre visto come un uomo maleducato, strafottente, arrogante e menefreghista...un apatico della vita...vedermi disperato così lo sconvolge, non ha mai visto un punto debole in me, mai. "E' lei, vero?" chiede lui deglutendo. "Perchè sei qui giovanotto?" chiede il coach, è imponente e ha un accento strano...non posso mentirgli. "Perchè amo il calcio e amo Alice, signore" dico la pura verità alzando la testa e guardandolo dritto negli occhi. Chiudo gli occhi...mi logora l'animo ricordare tutto ciò, mi sento d'ingerire acido, ustionarmi lo stomaco, bruciare fino alla viscere. "Coach...la prego" dico guardandolo dal basso. "Rakib...posso dirtela una cosa?" chiede lui abbassandosi al mio livello. "Ciò che ti manca, lo colmi solo con ciò che ti manca" aggiunge prendendomi le mani. "E' deciso, lei sarà la tua nuova assistente e segretaria. Fatti forza figliolo o rischi di perdere il titolo di capitano ed essere squalificato per sempre. Come ho scoperto te, posso scoprire altri anche più bravi. Non mi sottovalutare" "Definisco il contratto con lei, intanto puoi andare di sopra e calmarti" aggiunge per poi rialzarsi ed entrare nel'area ristoro. Calmarmi. Dei camerieri escono dalla sala e guardandomi perplessi mi superano...mi rialzo anch'io e prendendo l'ascensore salgo al piano della mia stanza. Percorro il corridoio e m'imbatto in una parte del mio gruppo. "Ehi fra! Stiamo andando a..." cercano di dire ma io li supero e non degno di attenzione nessuno. "Rakib? Rakib! Oh coglione!" continuano a chiamarmi. Mi sento come in un universo parallelo, dove gli altri non esistono, esisto io, esiste lei che è ritornata a fottermi. Entro in camera e chiudendo delicatamente la porta, appoggio la fronte sopra. Inspiro ed espiro, inspiro ed espiro, calmati Rakib, devi ritornare ad avere tu il controllo...quel periodo è passato, tu ora sei un altro. La mia mente lavora, ingrana, corre ad una velocità non consentita...è ritornata, non avrei mai pensato che potesse accadere un giorno, mi ero rassegnato a serrare il cuore a chiunque, a stare attento a chi lo aprivo, a venire io prima di tutto. Stringo forte i denti e faccio una smorfia di dolore...non riesco, non riesco a non ripensare a noi, alle nostre giornate intere, al suo incanto ogni volta che posavo lo sguardo su di lei, alle nostre risate, ai nostri pianti, alle nostre nottate insieme...io pieno del suo calore, il profumo alla lavanda che inondava i miei sensi, ai suoi occhi verdi sensuali, intriganti, furbi, angelici, che mi guardavano con tenerezza...oh dio mio, non son cambiati. "Ahhhhhhhhhhh" lancio un grido che fa tremare le pareti, staccandomi dalla porta. Alzo le mani e afferro il vaso nell'ingresso...lo lancio in aria, la terra si sparge per tutta la stanza, sul mio letto...afferro le coperte, le strappo...la stessa fine fanno i cuscini, scaravento contro il muro le sedie, i tavolini, la lampada, i comodini, i cassetti volano in aria...grido, grido a pieni polmoni. Mi giro per afferrare altro, ma è tutto distrutto...non rimane più nulla. Continuo a gridare finchè non ho più voce e il petto mi brucia...respiro affannosamente e mi appoggio al muro sfinito. Le gambe non reggono più e strisciando lungo il muro, piombo per terra...porto le mani tremanti sulla testa pelata e porto al petto le ginocchia...nascondo in esse il mio viso e faccio qualcosa che mi ero promesso di non fare più, piangere.

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


'inizio è dolce, assurdo, felice. L'intreccio pieno di buona volontà, forte e carico di tensioni. La fine, una lacerazione. -Nuria Barrios RAKIB'S POV: PASSATO. "Salve" dico sorridendo ad Angela che mi apre la porta. "Ehi piccolo eroe, entra dentro" mi accoglie la signora facendo un passo al'indietro. "Va bene" dico abbassando la testa ed entrando in casa...c'è un profumo buonissimo, di cioccolato, dolcetti caldi. "Papà è andato a lavoro?" chiede lei chiudendo la porta. "Sì signora" Mamma è a casa oggi, dice di avere mal di stomaco ed è a letto. Non ha mangiato ed è rinchiusa in camera, le ho chiesto di poter uscire e mi ha detto che potevo andarmene dove mi pareva. L'ho preso per un sì. "Molto bene, sono contenta. Ho fatto dei biscotti in casa, ne vuoi un po'?"chiede indicandomi la cucina. "No, grazie" dico scuotendo la testa...già mi sono intrufolato a cena ieri sera, non voglio riapprofittarmi della situazione. "Sicuro? Ne ho fatti per un esercito" ridacchia entrando in cucina. L'occhio cade sulla teglia di biscotti con gocce di cioccolato fumanti...deglutisco l'acquolina. "Tieni, almeno uno" prega Angela avvicinandomi la teglia. Le sorrido e prendo timido un biscotto...è ancora caldo ma la fame mi porta a mangiarlo sul momento. "Mhmm" mi lascio sfuggire sonoramente. Sono buonissimi, friabili, il cioccolato ti si scioglie in bocca, è dolcissimo e morbidissimo, che goduria. Divoro il biscotto con pochi morsi e risposto lo sguardo sulla teglia, ne voglio altri. "Ne vuoi un altro?" mi chiede leggendomi nel pensiero. Scuoto la testa, non posso rubargliene altri. Lei non è convinta della mia espressione e prendendo un piattino, ci mette sopra quattro biscotti. "Vado a chiamare Alice, intanto questi sono tutti tuoi. Puoi scegliere se mangiarli o no, sappi però che se non dovessi farlo, mi offenderesti molto" dice chinandosi di fronte a me. "Va bene, allora aspetto qui" dico torturandomi le mani. Lei annuisce con la testa e alzandosi, esce via dalla cucina. Mi precipito sul piatto e mangio, senza dare tempo al respiro di farsi largo, tutti i biscotti. Mi lecco le dita e raccolgo anche le briciole, dio che buoni. Riprendo il pallone in mano, che avevo poggiato a terra per mangiare più facilmente i biscotti, e aspetto con la schiena dritta. Papà mi ha sempre rimproverato la postura, ha detto che se non tengo la postura dritta, un giorno mi verrà la gobba e non sarò più bello, esattamente come lui. Papà è bello secondo me e gliel'ho anche detto, ha sorriso quando l'ha sentito ma per poco, poi è ritornato ad essere scorbutico. "Eccomi qui!" si annuncia stellina ancora prima di entrare in cucina. Mi sistemo velocemente i capelli e gonfio il petto per sembrare più grande. Entra in cucina e si mostra nel suo vestitino bianco con le ciliegie, i capelli pettinati con un cerchietto bianco brillantinato, dei sandali bianchi e una borsettina di plastica trasparente con le sue bambole e un telefono giocattolo al suo interno. Non dice nulla, mi guarda e basta...vuole i suoi complimenti. "Sei bellissima" dico subito accontentandola. Non mi ringrazia e buttando i capelli sulla schiena dice "Ho messo il rossetto, vedi?" Lo vedo, eccome se lo vedo. "Ti sta bene" dico sorridendole. Lei mi sorride di rimando e correndo da me, mi tira il braccio per farmi abbassare e mi stampa un lungo bacio sulla guancia. Appena si scolla, scoppia a ridere e m'indica...pensa di avermi fatto un dispetto, io intanto sono rosso in faccia. "Alice smettila, non si fa!" borbotta Angela raggiungendomi con una salvietta. Mi pulisce il residuo del rossetto e dice "Scusala, è abituata con me a farlo" Alice continua a ridacchiare e fa un sorriso malefico, come se stesse pensando di baciarmi sempre...può farlo quando le pare. "Guarda, ho vestito anche loro" dice Alice indicando le bambole. "Sono belle anche loro" mormoro. Lei sorride per poi abbassare lo sguardo al mio pallone in mano. "Dammelo, lo voglio io" dice subito allungando le braccia. "Io non credo che..." "Io ti do le ragazze e tu il pallone, facciamo uno scambio. Poi te lo ridò" dice cercando di contrattare. Mi fa un sorriso tenero, sapendo di aver già vinto e io le consegno il pallone. Prendo la borsetta e osservo lei che si rigira le mani piccole il pallone, che è il doppio della sua faccia. "Ragazzi vi ho preparato la merenda, Ali la metto nella borsetta" dice Angela chinandosi a mettere due fazzoletti di lino nella borsetta. "Questo è per Rakib e questo è per te, intesi signorina?"si raccomanda la madre. "Ho capito, voglio andare!" esclama lei infastidita dalla perdita di tempo. Angela se ne frega e mettendole la mani sulle mie spalle dice "Alle 20 qua e mi prometti che terrai d'occhio Alice? Anche quando farà la capricciosa" "Sì signora, ci penso io a lei" dico annuendo con la testa. "Vi controllerò anche dalla finestra, divertitevi ma con prudenza!" si raccomanda ancora. Mi lascia un bacio sulla fronte e mi sorride, che angelo. "Ali non comportarti male o non andrai più a giocare, capito? Appena Rakib mi dice che non lo hai ascoltato, ti riporto subito a casa e non uscirai più" "Si si, va bene" borbotta Alice mentre Angela se la stringe tutta e la riempie di baci. "Ok, andate. Divertitevi ma..." "Con prudenza" diciamo in coro io e stellina. Angela ride e ci apre la porta, mentre io prendo per mano Alice e l'accompagno per le scale. Usciamo dal palazzo e svoltando a sinistra, intravedo già i ragazzi che corrono per il cortile. "Ti divertirai" le assicuro accarezzandole i capelli. Lei non mi guarda troppo distratta a vedere i bambini correre e io ne approfitto per accarezzarle ancora i capelli di seta che sanno di lavanda, potrei accarezzarli per sempre e non stufarmi mai. Mi mette così pace farlo. Raggiungiamo i ragazzi e vedo all'angolo anche le ragazze che ci guardano subito perplessi. "Ciao ragazzi, vi presento Alice. Si è trasferita da poco nel mio palazzo" dico mettendo una mano sulla spalla di stellina. "Quanti anni ha?"chiede Brain guardandola curioso. Alice alza una mano e dice "Così" "Ma è piccolissima" dice Michael. "Lasciatela stare, è mia cugina!" interviene Samantha andando a salutarla. In pochi minuti ha conquistato tutti col suo sorriso ed è con le ragazze, mentre io gioco a pallone con i ragazzi. Le lancio un'occhiata molto spesso e la vedo parlare con le ragazze, strano che oggi siano qui. Di solito non ci sono mai. "Ehi...hai visto che Samantha mi ha sorriso prima?"chiede Michael dandomi una gomitata. Lancio uno sguardo a Samantha e la becco guardarmi...io abbasso lo sguardo a stellina, che bella creatura. "Oi! Che ti prende idiota?"m'insulta Michael spingendomi. Lo fulmino con lo sguardo e borbotto "Lasciala perdere Michael, pensa a giocare" "Ma mi ha guardato" "E allora? Ha degli occhi per questo, sai?" "Perchè sei così stronzo? Io penso di amarla"mi confessa. Scoppio a ridere. "Che ridi! Vedi che non capisci mai nulla?"chiede lui infastidito. "Ma se le hai parlato mezza volta" dico ancora divertito. "M'imbarazzo!"' "Be' dovresti smetterla di nasconderti! Cosa aspetti? Che te la rubi qualcun altro?" "Certo che no!" "Ecco allora datti una mossa" dico dandogli un pugno sul braccio. So perchè non le parla, lui è molto grasso e si vergogna di non portele piacere...se non rischia, non lo potrà sapere mai. Giochiamo per altre ore e quando siamo sfiniti, raggiungiamo le ragazze che stanno giocando per conto loro. "Ehi" dico raggiungendo Alice. "Ho vinto due volte" dice lei felice di vedermi. "Ma sei una grande!" mormoro abbassandomi a darle un bacetto sulla guancia. Lei si allontana non apprezzando il gesto e corre dalle ragazze. Rido e prendendo i nostri fazzoletti dalla borsetta, la raggiungo di nuovo. "Ali? Hai fame?"chiedo chinandomi. "Siii" esclama saltellando. E' troppo carina, le do un altro bacetto...profuma di buono, pulito, me la bacerei sempre. "Tieni, fai piano o ti cadrà tutto stellina" dico mentre lei cerca di togliere il nodo al fazzoletto. "Aspetta, faccio io" dico provvedendo. "Ecco qui, andiamoci a sedere sulla panchina" aggiungo prendendola per mano. La alzo sulla panchina e posandole il fazzoletto sulle ginocchia dico "Guarda, i biscotti!" Lei è felice e ne mangia subito uno...io mi siedo al suo fianco e aprendo il mio fazzoletto trovo un sacco di biscotti. Divoriamo la nostra merenda e finendo per prima, passo il tempo ad accarezzarle i capelli e le guance...lei intanto fissa da lontano i ragazzi e le ragazze che parlano fra loro. "Ti stai divertendo?"chiedo sistemandole l'orlo del vestito. Finalmente mi degna di uno sguardo e sorride annuendo con la bocca sporca di briciole. La pulisco subito e sorrido...ho il cuore pieno di gioia. Lei ridacchia quando la pulisco e io prendendole le guance tra le dita chiedo "Ma quanto sei bella?" Stellina si scosta ridendo e mi fa la linguaccia...che peste. "Fuori dalle palle, vogliamo la panchina" sentiamo dire alla nostra destra d'improvviso. Ci giriamo e io finalmente capisco perchè le ragazze erano così esaltate. "Oh ma guarda chi abbiamo qui" dice Jamal abbassando lo sguardo su stellina. Prendo in braccio subito Alice e ringhio "La panchina è nostra, voi avete la vostra dall'altro lato" "Stanno facendo dei lavori, Tony ci ha detto di passare qui" m'informa Edoardo, il più alto del gruppo. Tony abita sopra Jamal ed è uno spacciatore...ha molto rispetto nel quartiere, nessuno può contraddirlo. "Stavamo mangiando, potete lasciarci in pace?"chiedo stringendo a me Alice sorprendentemente tranquilla. Farid sbuffa e va via, mentre Jamal si china al nostro livello e sorridendo a stellina chiede "Come ti chiami?" "Non glielo dire" sussurro a lei. "Alice, tu chi sei?"chiede lei contraddicendomi. Jamal sorride e tendendole una mano dice "Jamal, molto piacere Alice" "Quanti anni hai?"chiede ancora lei. "9 e tu?" "Così" gli mostra la mano Alice. "Ma sei grande!" dice lui facendola sorridere...sento ribollirmi il sangue. "Basta, noi dobbiamo andare" sbotto scendendo dalla panchina. Prendo i fazzoletti e la trascino via. "A presto piccola Alice!" grida Jamal. "Ciao!" dice lei girandosi a salutarlo. Io la trascino velocemente e cerco di nasconderla da occhi altrui, da occhi che non siano i miei. PRESENTE Sento bussare alla porta, ma io sto immobile...non riesco a muovermi, sono come bloccato. "Rakib" Igor...capisco subito. Inspiro a fondo e rilascio tutto una volta, mi sento la testa scoppiare...non so quante ore abbia passato a piangere e a dannarmi, a dannarla. Sento la porta aprirsi e il secondo dopo Igor è in camera che mi fissa dall'alto. Non dice nulla, mi guarda e basta...io tengo il suo sguardo e lo osservo con rabbia e delusione. "Perchè hai messo la camera sottosopra?"chiede lui venendo a sedersi per terra al mio fianco. Non rispondo, non ho le parole. "Te lo dico io mio caro..."tocca con l'indice il mio petto e dice "Perchè sei sottosopra qui" Ha ragione, questa cosa mi ha sconvolto...ha messo sottosopra ogni mio equilibrio, la torre che avevo faticosamente messo in piedi per difendermi, stare a galla...è tutto fumo ora, è bastato un secondo. "Che ti prende Rakib?" Chiudo gli occhi e scuotendo la testa sussurro "Non sono pronto" Dio...solo l'idea di rivederla, di sentire la sua presenza nella mia stessa stanza mi fa soffocare, ho un nodo enorme in gola, mi fa uscire fuori di testa. "Ho bisogno di più tempo" aggiungo con lo sguardo basso. "Quanto?"chiede Igor venendomi incontro. "Una settimana...ho bisogno di tempo" ribadisco. "Per cosa hai bisogno tempo Rakib?" Alzo lo sguardo e alzo le mani che nascondevo sotto le gambe...tremano ancora. "Per questo" sussurro con un filo di voce sbattendo gli occhi lucidi. Lui osserva le mie mani che tremano senza controllo e alzando lo sguardo preoccupato chiede "Che ti ha fatto per ridurti così?" "Mi è entrata dentro" "E tu sai cosa succede quando una persona ti entra dentro" aggiungo facendo riferimento a sua moglie. L'ha persa cinque anni fa in un incidente e Igor si è ritirato per un anno...io non ho un anno di tempo per riprendermi. "Va bene, una settimana avrai" dice lui rialzandosi. Non gli piace quando viene menzionata sua moglie, non piacerebbe anche a me...ne sono consapevole. Si abbassa improvvisamente e prendendomi prepotentemente il collo sibila "Non un giorno in più Rakib" Annuisco con la testa...non ho scampo. ALICE'S POV: "Troppo elegante?"chiedo facendo una piroetta. "Mhm...mettiti questa sopra che è meglio. Sembra tu stia andando in discoteca" dice Benedetta tirandomi il suo blazer bianco. La afferro al volo e indossala chiedo "Ma perchè in discoteca? Ho una canottiera, un jeans e dei sandali col tacco" "La canottiera è di pizzo e non sembri per niente professionale" "Ecco alle signore" dice Bilel mettendo sul tavolino un vassoio con le nostre ordinazioni. "Senti un po'...con o senza giacca?"chiedo un'opinione al maschione. "Senza" "Ha un colloquio di lavoro" lo informa Beni. "Ah allora con" si contraddice Bilel sedendosi al fianco di sua moglie. "Ma si crepa di caldo fuori" borbotto risedendomi. "Mettitela solo durante il colloquio e poi la togli" "Migliore amica non potevo trovare, grazie" dico mandandole un bacio volante. "Che colloquio?"s'informa Bilel prendendo il suo caffè. Io prendo il mio macchiato col latte di mandorla e dico "Assistente sociale ad un tossicodipendente, dovrò seguirlo per 6 mesi e verrò pagata una fortuna" "Chi è il tuo paziente?"chiede Beni mangiucchiando il suo cornetto alla crema. "Non ne ho idea, lo conoscerò oggi" A Bilel suona il cellulare e rispondendo, si allontana un po'. "Com'è il trucco? Non ho caricato troppo" "Buono, perchè sei agitata? Di solito sei molto più tranquilla" "Al mese mi pagano 3000€, c'è in gioco molto" dico ansiosa... "Bambolina devo andare, i tailandesi sono venuti in anticipo" borbotta Bilel rimettendosi la giacca. "Noo! Ma io.." mormora Beni, ma Bilel si china su di lei e le lascia un dolcissimo bacio. Si abbassa ulteriormente e dà un bacio al pancione di Beni, è di 6 mesi...siamo tutti emozionati. "Prendo un taxi" la informa lasciandole un altro bacio. "Ok, vengo a prenderti a pranzo con le gemelle" dice lei accarezzandogli la guancia. "Perfetto, non vedo l'ora" mormora lui sorridendole con gli occhi a cuoricino, che carini. "Buona fortuna per il colloquio" dice subito dopo allungandosi per salutarmi. "Grazie orso" dico ridacchiando. Beni mi fa la linguaccia e dando l'ultimo bacio a Bilel, gli sussurra qualcosa. Bilel s'illumina e mormora "Ti amo anch'io, da morire" Si fanno l'ultima carezza e Bilel scappa via, era ora. "Come va là sotto?"chiedo toccandole il pancione. "Mi sento gonfia" ridacchia lei. "Scalcia ancora?" "Uhm...no. E' tranquillissima, a volte fin troppo. La cosa mi spaventa" "Magari ha preso da Viviana l'apatica" "Può darsi" dice Beni scoppiando a ridere. "Ti do uno strappo?"chiede lei mettendo una banconota nel libretto. "Mi faresti un favore" "Amunì" dice Beni alzandosi con la borsetta. La aiuto e insieme raggiungiamo la macchina. "Tutto bene a casa?"chiedo in macchina. "In che senso?" domanda Beni mettendosi la cintura. "Con Bilel e le gemelle" "Sì, Bilel è più agitato del solito per questo parto. Lo vedo sempre pensieroso" "Hai provato a chiedergli cosa avesse?" "Ha paura che l'organizzazione possa vendicarsi su di noi, poi adesso che non si hanno notizie di Khalil e Flora è più nervoso del solito"mormora facendo retromarcia. "Flora sembra innamorata da quello che dicono nei media"dico pensierosa. "Melisa non è convinta, ha provato più volte ad avvicinarsi a Flora ma sembra impossibile...Khalil controlla tutti i contatti, sembra blindata in una campana di vetro" "Si starà godendo il matrimonio?"ipotizzo. "Mhmm...Flora odiava Khalil da quello che dice Melisa, è un po' strano che nel giro di settimane passi dall'odio a un matrimonio, no?" "Ha avuto più occasioni per parlare coi giornalisti, perchè non confessare?" "Perchè magari la minaccia, è l'ipotesi di Meli e lo credo anch'io" "Minacciarla? Quando Khalil ha vinto il premio per miglior imprenditore, Flora se l'è preso e ci ha limonato davanti a tutti. Mi sembra davvero strano" dico incrociando le braccia. "Effettivamente è strano...una minacciata non agirebbe in questo modo, i ragazzi non riescono neanche ad avvicinarsi a Khalil...sembra intoccabile quel figlio di puttana" borbotta Beni fermandosi al semaforo. "Come mai così intoccabile?" "Hai presente le guardie con cui girava sempre Khalil?" Annuisco con la testa. "Queste guardie hanno altre guardie e queste hanno altre guardie ancora...è una tripla protezione, non hai idea. Prima di arrivare a Khalil, devi superare questi tre strati di protezione e poi magari potrà degnarti della sua attenzione" "Merda...e non si possono corrompere?" "Alcuni sono dell'organizzazione e altri no, sono fedeli a lui e Ahmed che però ora è morto. Adesso Khalil ha un potere immenso, arrivare a Flora è non impossibile, di più" spiega Beni facendo una smorfia. "I ragazzi non hanno conoscenze all'interno del'organizzazione che potrebbe aiutarci?" "Non più, Bilel li stava fottendo....è un miracolo che Omar, lo sceicco precedente, abbia fatto un patto per lasciarci in pace prima di morire. Non ci conviene ritornare nell'organizzazione. Sanno chi è Bilel e cosa ha fatto" "Quindi siamo soli contro tutto l'impero di Khalil" dico riassumendo tutta la situazione. "Praticamente sì, e al centro di questo impero ha posto Flora. Ci ha fottuti per bene" "Dovremmo ingannare Khalil a distanza, mirare al suo punto debole" "E' Flora il suo punto debole, Meli ha detto che Khalil ha una morbosa ossessione per lei...preferirebbe andare in guerra che consegnarci Flora" "E noi non possiamo permetterci la guerra" deduco. "Soprattutto con questo in mezzo" dice lei indicando il pancione. "Ecco, siamo arrivati. E' qui l'hotel" mormoro indicando uno degli hotel più importanti di Palermo. "Buona fortuna Ali, spacca tutto!" esclama Beni abbracciandomi. La abbraccio a mia volta e scendo decisa. La saluto con la mano e mi avvio all'ingresso. Il posto è immenso e ben arredato, mi sento in un film. Abbasso lo sguardo all'orologio e spalanco gli occhi, merda! "Dov'è la sala ristoro?"aggredisco la receptionist. "In fondo a destra, ma lei non può entrare senza..." la lascio sbattere e corro frettolosamente. Mi sono perda in chiacchiere come mio solito. "Ci sono, ci sono!" grido spalancando le porte dell'aria ristoro. Rintraccio la signora Valdesi e mi precipito da lei, spero non sia troppo incazzata. Mi chino per salutarla e lei mi annuncia ai presenti, alzo lo sguardo per osservare meglio gli uomini di fronte a me e...oh merda. "Signor Davier, lei sarà la sua nuova assistente" dice Valdesi facendo spalancare gli occhi di Rakib. E' fatto...cazzo, è fatto davvero carino. Ha la testa pelata, intravedo un tatuaggio sul collo e altri sulle braccia, la pelle mulatta che splende sotto la luce del sole delle finestre, le labbra carnose e rosee, le spalle imponenti, le vene lungo il braccio...non riesco a staccare gli occhi da lui. "Igor possiamo parlare un attimo?"chiede con voce roca alzandosi. Wo...sarà alto almeno 1.90m, mi supera di ben 20 cm. Non lo vedo da...quanti anni sono passati? L'ho visto una volta a casa di Farid e Bekka ma ero ubriaca e non ricordo molto dell'incontro, mi sarei ricordata per forza del manzo che è diventato. Corrugo la fronte per i miei pensieri sconci, mentre Rakib scappa via dalla stanza seguito da Igor e rimaniamo sole io e la Valdesi. "Vi conoscevate?"chiede la Valdesi insospettita. "No" dico mentendole, non voglio perdere il lavoro. "E' una testa calda" mi avverte. "Ci so fare, li so gestire" dico audace...in fondo la fortuna aiuta gli audaci. "Scusateci per l'inconvenienza, Rakib si è svegliato male e voleva riposare un po' " dice Igor ritornando a sedersi dopo pochi minuti. "Tutto bene?"chiedo corrugando la fronte. "Tutto perfetto, definiamo le clausole del contratto?" chiede lui facendomi illuminare. Sono stata assunta...realizzo felice. Dopo aver finito di definire il contratto, Igor e io ci siamo salvati a vicenda i numeri e lui mi ha detto che posso incominciare la settimana prossima. Dovrò fare le valigie perchè partiremo per tre giorni in una mini vacanza e saremo molto probabilmente insieme in hotel...in realtà per 6 mesi. Esco entusiasta dall'hotel e aggiorno le ragazze con un messaggio nel gruppo...mi rispondono tutte felici per me. Chiamo mamma che si complimenta a sua volta e ricevo una chiamata subito dopo. "Ehi" dice lui appena rispondo. "Ciao amore, ho avuto il posto!" esclamo sorridendo al cellulare.

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Occhio non vede, cuore che muore. FLORA'S POV: PASSATO: "Grazie mille! Non so come ringraziarla per questa promozione!" dico stringendo la mano del dirigente del centro. "Ha sempre mostrato buona volontà e impegno nel suo lavoro, i piani alti hanno deciso bene" "I piani alti?"chiedo non capendo. "I fondi del nuovo centro sono stati finanziati da un importante imprenditore, è stato lui a selezionare il nuovo personale" "Quindi è stato lui a licenziare tutti tranne me" dico pensando ad alta voce. "Esatto, evidentemente avrà visto del potenziale in lei" "Chi è questo imprenditore? Vorrei ringraziarlo" mormoro un po' imbarazzata. "Non posso fare nomi, questi sono i patti. Mi dispiace signorina" mi spiega lui. "Va bene, allora lo ringrazi da parte mia. E' stato davvero gentile" "Lo farò senz'altro" dice lui rialzandosi dalla sua poltroncina. Io metto la mia tracolla e chiedo "Non potrebbe parlare anche di tutti gli altri? Stanno perdendo il posto di lavoro troppe persone" "Se la cosa dipendesse da me, lo farei senz'altro signorina...mi comprenda" Annuisco con la testa e mormoro "Va bene, allora quando posso incominciare?" "Da domani" "Perfetto, allora a domani" dico stringendogli ancora la mano. Il pelato mi sorride e io ricambiando il sorriso, esco fuori dalla stanza. Dopo l'università sono stata assunta in un centro psichiatrico, ma la struttura e l'organizzazione erano a pezzi...ho pensato che mi avrebbero licenziata un giorno all'altro invece mi hanno assunta per il nuovo centro. Sono felicissima della cosa, anche se sono un sacco dispiaciuta per tutti gli altri che hanno perso il lavoro. Ci tenevo a loro, spero che possano trovare lavoro al più presto. Ritorno a casa esausta e buttando le cose sul letto, vado a farmi una doccia rigenerante. Quando il direttore mi aveva convocata, avevo capito che sarei stata licenziata...mai mi sarei aspettata di ritrovarmi un nuovo lavoro. Esco dalla doccia dopo pochi minuti e asciugandomi i capelli, indosso un babydoll semplice...sto morendo di fame. Da quando nonna non c'è più faccio fatica a regolarmi con i pasti...prima insisteva sempre lei per cucinare, adesso sono sola. Decido di farmi dei noodles in scatola veloci e vado a mangiare sul divano del salone...faccio per sedermi ma sento il campanello alla porta. Guardo perplessa la porta e mi chiedo chi possa essere...il vicino di casa? Poso i noodles e vado scalza ad aprire. "Buongiorno, lei è Flora Vignoli?" chiede un fattorino. "Io...sì" farfuglio chiedendomi cosa avessi ordinato online...non faccio da tempo shopping online. "Una firma quì, per favore" Lo guardo perplesso ma firmo...sarà qualcosa che avrò ordinato e ora mi è passato dalla testa. "Questi sono per lei" dice il fattorino entrando in un pulmino per poi uscire fuori con un mazzo gigante di rose bianche e iris blu. Spalanco gli occhi e dico "No no...non li ho ordinati io" "Glieli hanno mandati signorina...dentro c'è un bigliettino" mi spiega il fattorino. "Ah...capisco" dico prendendo fra le braccia il mazzo enorme di fiori. "Un attimo" mormoro rientrando in casa. Vado a prendere la mancia per il fattorino e sorridendogli, rientro in casa. Vado subito verso il mazzo di fiori e vado alla ricerca del bigliettino. "Eccolo..."mormoro aprendo il bigliettino rosa. "Auguri per il nuovo posto di lavoro pulce :)" Straccio subito il bigliettino e afferrando il mazzo di fiori, esco fuori per buttare il tutto nella pattumiera. Rientro in casa furiosa e mi rimetto a mangiare i noodles. Mi aspetto un messaggio da lui, ma non arriva nulla...strano. Afferro il cellulare e cerco "Iris blu significato" "Significato: buona notizia. Per la sua molteplicità di colori e sfumature porta il nome della divinità greca Iride, la messaggera degli Dei che si serviva dell'arcobaleno per creare un "ponte" tra l'Olimpo e la Terra. Per questo l'Iris è da sempre sinonimo di buone notizie. È ideale per... Comunicare una lieta notizia e novità." Scorro in basso per vedere altri significati di fiori e mi fermo a quello delle rose: "Significato: colore rosso=amore e passione; colore rosa=dolcezza; colore giallo=gelosia; colore bianco=purezza; rosa arancione=desiderio. La rosa è il fiore per antonomasia, capolavoro della natura dalla bellezza da sempre esaltata. Di rose ne esistono circa 2000 specie, e la più comune è quella da tutti conosciuta per il ricordo all'amore e all'affetto. Le sue sembianze e il suo profumo, alludono alla femminilità, così, indipendentemente dalla tinta, la rosa in bocciolo è sinonimo di castità, mentre quella aperta è la bellezza della giovinezza. In base al colore variano i significati della rosa, facendone un fiore adatto praticamente ad ogni occasione. È ideale per... Ogni occasione legata all'amore, all'amicizia e all'affetto. Per un dono passionale scegliere rose rosse a gambo lungo per arrivare dritti al cuore della persona amata." Risento il campanello suonare e alzo gli occhi al soffitto...e adesso chi è? Vado ad aprire ed è lo stesso fattorino. "Questi sono per lei" dice porgendomi un mazzo di tulipani bianchi e loto rosa. "Non li voglio, può riportarli al destinatario" borbotto incrociando le braccia. "Non posso farlo. Mi dispiace signorina" dice porgendomi il mazzo di fiori. Sospiro e firmando quel maledetto foglio, rientro dentro. Mi avrà vista buttare i fiori fuori, se li butto a casa, non se ne accorgerà. Entro in cucina e butto i fiori nel cestino. "Oh...finalmente" sbuffo ritornando in salone. Riprendo i noodles e butto un occhio sul sito ancora aperto sul cellulare. Lo prendo in mano e per curiosità vado a vedere i significati degli altri fiori mandati. "TULIPANO :Significato: dichiarazione d'amore. Il tulipano è originario della Turchia, dove cresce spontaneamente e dove iniziò ad essere coltivato circa 1000 anni fa. Il termine tulipano deriva dal greco turban (= turbante), forse perché la sua forma ricorda proprio quella del turbante. Diversi sono i significati attribuiti al fiore secondo le culture: nel mondo orientale significa amore perfetto, in Occidente invece, se legato all'amore è sinonimo di incostanza, ma se fuori dal contesto amoroso è simbolo di onestà materiale e intellettuale. È ideale per... Festeggiare un compleanno con un bouquet dai colori misti." "Mmmm..." mormoro scorrendo per vedere il significato del loto. "Significato: ammirazione. Il fiore di Loto è per gli Orientali il simbolo della vita e della virtù e nella Grecia antica era il simbolo della bellezza e dell'eloquenza. Per questo oggi il significato attribuito al fiore è quello di ammirazione. È ideale per... Essere un dono di ringraziamento e di ammirazione per la persona che lo riceve." Ributto il cellulare sul divano e apro i miei noodles, quando risuonano di nuovo alla porta. Ma non è possibile! Vado alla porta e spalancandola faccio per dire che il prossimo mazzo di fiori può infilarselo in posti dove non batte il sole, ma mi ritrovo le scalinate piene di garofani rossi e gerbere di tanti colori. Il cellulare tre le mie mani vibra e io alzando, leggo il messaggio arrivato.. "Più mi rifiuti, più mi attrai a te. Non rifiutarmi :( " "Vuole una mano?"chiede il mio nuovo vicino di casa vedendomi un po' disorientata. Alzo lo sguardo a lui e dico "Sì, grazie" Dopo 5 minuti ho il salone invaso di fiori e lui chiede "Ha litigato col suo ragazzo?" "Una specie" dico sorridendogli imbarazzata ancora col babydoll. "Penso che si sia fatto perdonare" "E' complicato" dico grattandomi la testa. "Va bene...io allora tolgo il disturbo" dice lui scendendo le scale. "Scusi per il disturbo lei...grazie ancora!" Lui si allontana sorridendo e io rientro in casa. Ritorno sul sito dei fiori e cerco "Gerbera" e "Garofano" Significato: colore rosa=giovinezza; colore rosso=amore e vittoria; colore giallo=gloria; colore arancio=allegria. La gerbera, spesso confusa con la margherita per la grande somiglianza fra i due fiori, è un fiore molto amato per i tanti colori e per la sua semplicità e bellezza. Assume diversi significati a seconda del colore dei fiori ma la sua forma trasmette sempre sentimenti vivaci e passionali. È ideale per... Tutti i giorni per ricordare alla persona amata la gioia di stare insieme. "Significato: colore rosso=amore passionale; colore bianco=ammirazione; colore rosa=fedeltà. Numerosi sono i significati attribuiti al garofano nel corso dei secoli. La mitologia lo lega alla Dea della caccia Diana e al suo amante abbandonato; la tradizione cristiana invece alle lacrime di Maria addolorata ai piedi della croce del Cristo. Simboleggia le varie sfumature dell'amore secondo il suo colore. È ideale per... Comunicare il proprio amore alla persona desiderata." Spengo il cellulare e afferrando i noodles, vado al piano di sopra. Non ho intenzione di stare qui un minuto in più. PRESENTE: "Mmm..." mormoro quando Khalil mi spinge a lui e riprende le mie labbra sulle sue. "E' da ore che pomiciamo qui" dico divertita staccandomi di poco. "E andremo avanti per altre ore" mormora lui mordendomi il labbro inferiore, accarezzando le cosce nude. "Non hai nessuna riunione oggi?" "Aspetteranno" dice lui alzandomi in aria dal bancone della cucina e portandomi fuori. Butto le braccia sul collo di Khalil e ridacchiando chiedo "Vuoi riportarmi in camera? Non ci siamo staccati per tutta la notte" "Sei come una droga, ne voglio sempre di più...dio, se ne voglio ancora" "Tu no?"chiede lui guardandomi dritto negli occhi. Solo in questi giorni ho imparato ad osservare meglio i suoi occhi, sono di un marrone caldo, con delle sfumature gialle e sono enormi...sono sorprendentemente teneri. Accarezzo i suoi capelli all'attaccatura della fronte e sorrido genuinamente...ha un'espressione innocente adesso, come messo totalmente a nudo, riesco a percepirlo...è felice e dipendente da me. Potrei chiedergli di darmi la luna e me la darebbe...farebbe qualsiasi cosa per me tranne lasciarmi andare, l'unica cosa che realmente voglio. "Sei bello" dico distratta ad osservarlo. Lui splende come un sole quando glielo dico e sorridendomi chiede "Ti piaccio veramente?" Corrugo subito la fronte "Certo che mi piaci...pensi di essere brutto?" "Io...non lo so" dice palesemente in difficoltà. "Forse, con te mi sento molto insicuro" Alzo un sopracciglio...con me si sente insicuro? "E perchè mai?"chiedo leccandomi le labbra. Lui si siede sul letto con me a cavalcioni e dice "Perchè sei troppo importante per me, così tanto da non sentirmi mai sicuro di me" "Sono il tuo punto debole" sussurro affondando le mani nei suoi capelli. Lui annuisce con la testa e abbassandosi a baciarmi la clavicola dice "Da sempre" "Hai paura di perdermi" mormoro. Khalil alza subito lo sguardo e ribadisce "Non ti perderò" "Non puoi saperlo" "Io so sempre tutto, arrivo sempre a tutto" dice circondandomi la vita. "Pensi di essere arrivato al mio cuore?" "Qui sicuramente" dice baciandomi la tempia. "Al cuore ci sono arrivato la prima volta che ci siamo visti" "E sai perchè?"aggiunge sfiorando i nostri nasi. "Perchè sei arrivata al mio cuore anche tu in quel momento, al primo sguardo" Mi scosta una ciocca di capelli e aggiunge "Sei il mio cuore...Tutto quello che è mio, è tuo" Sorrido inaspettatamente, ho sempre sognato questo momento...stare a cavalcioni su Adriano, con la sua camicia addosso e lui pazzo d'amore per me. "Facciamo una promessa?"mi chiede lui dandomi un bacio sulla punta del naso. "Sentiamo" "Promettimi che con questi occhi guarderai solo me, come io guarderò solo te" "Con questi?"chiedo allargandoli a mandorla. Lui sorride e annuendo con la testa dice "Proprio questi, questi che sto guardando e penso siano i più belli al mondo" "Anche se non sono celesti?" "Chi ha detto che gli occhi celesti sono più belli?" "Cosa ci vedi allora nei miei occhi?" "La mia felicità" Deglutisco colpita dalle sue parole e mordendomi il labbro sussurro "Promesso" "Prometti anche tu" dico subito dopo. Non voglio che guardi le altre con gli occhi che appartengono a me, non m'importa se proverò a scappare da lui o come si comporterà con me...non voglio che quei occhi si posino su un'altra persona. "Promesso mia pulce gelosa" "Semmai il geloso sei tu che hai proposto il patto" "Ma io riconosco di essere geloso di te, sei solo mia e vivo i miei giorni dimostrandolo. Sei tu che non accetti il fatto che ti dia fastidio se qualcuno prova a toccarmi" dice alzandomi con tutto il mio peso. "Non lo ammetterò mai" "Quindi è vero" dice lui gongolante posandomi sul letto. "No" "Bugia bugia" dice inserendo le mani sotto la camicia, sui miei seni. "Smettila di mettermi in bocca parole non dette!" dico ridendo a Khalil che abbassa le mani e fa del leggero solletico sull'addome. "Ti amo" dice lui allungandosi su di me. Aspetta come una riposta da me, ma non viene nulla...non verrà. "Mi amerai anche tu come ti amo io" dice appoggiando le nostre fronti. "Ne sei sicuro?" "Lo vedo già" mormora prendendomi il viso tra le mani e baciandomi. ---------------------------------------------------------------- "Ma è notte fonda" mormoro mentre Khalil mi trascina per le scale. "Ti piacerà, vedrai.." dice stringendomi forte la mano. Mi sistemo la camicia di Khalil, che ormai funge da pigiama da giorni, e seguendolo arriviamo di sopra...lo yatch corre veloce e attorno a noi c'è solo mare. La luna riesce a illuminare di poco le nostre figure e il mio sguardo si abbassa, quando Khalil si ferma. "Ma..." mormoro osservando delle candeline per terra vicino alla piscina e dei petali di rose sparsi ovunque. "Tu sei pazzo" dico leggendo la disposizione delle candeline. "TI AMO" "Ti piace?" chiede sorridendomi...la luce illumina il sudore scorre dal petto, agli addominali fino ad arrivare al basso ventre. Facciamo sesso da ore, lui riesce a staccarsi da me e io da lui...è così bello. "Se mi piace?"chiedo sorridendo. Lui mi fa l'occhiolino e trascinandomi sulla sdraio sopra di lui dice "Non so in che altri modi dirtelo" "Ma quando hai fatto tutto questo se eri con me?"chiedo passando le mani sui suoi pettorali. Lui recupera una bottiglia di champagne ghiacciata, due calici e una teglia piena di frutta. "Malcolm...gli avevo detto di sistemare il tutto per le 3 di notte" "E se ci fossimo addormentati?" "Avrei sempre trovato un modo per tenerti sveglia" dice lui malizioso togliendo la carta dal tappo dello champagne. "Cosa si festeggia?"chiedo mentre lui mi consegna il calice. "Noi, per sempre noi" "Mi piace" dico quando lui mi posa sul grembo lo champagne e dice "Stappiamolo insieme" Annuisco con la testa e lui mormora "3...2...1..." Stappiamo lo champagne e scoppio a ridere. Lui mi versa dello champagne e versandolo anche per sè chiede "A noi?" "A noi" dico avvicinando il bicchiere al suo. La bottiglia finisce velocemente e ne stappiamo presto un altro...parliamo di tutto, ci prendiamo in giro, litighiamo anche nel mezzo e mangiamo tanta frutta. "Ancora ancora!" esclamo volendo bere altro champagne. "Sei andata" dice lui ridendo. Anche lui non scherza..."Vedi che so reggere benissimo!" grido alzando il braccio, ma lo champagne cade su Khalil e io mi scosto subito ridendo. Lui alza la testa pronto a farmela pagare e io corro alla prua della nave...mi appoggio alla balaustra di legno, mentre lui m'intrappola e mi fa sedere sopra la balaustra. Mi circonda subito la vita e io abbasso lo sguardo al mare..."Se cado, è finita" mormoro col cuore a mille. Sono a un passo dal finire a mare. "Ti fidi di me?"chiede lui cercando il mio sguardo. "Non dovrei farlo" confesso. "Ma ti fidi" Annuisco mentre lui delicatamente scosta la camicia e apre i bottoni che la tenevano aperta. Il vento rinfresca tutto il mio addome e i seni...le gambe sono in aria e gemo quando sento il vento accarezzare anche la mia carne sensibile. "Sei così bella, a volte non riesco a crederci che sei reale" "Tu mi sopravvaluti" mormoro chiudendo gli occhi e appoggiando le nostre fronti. "Sei tu che ti sottovaluti" dice lui scostandomi una ciocca di capelli. Riapro gli occhi e deglutendo mormoro "Ti voglio" "Anch'io...in una maniera così intensa che mi fa male" rivela lui abbassando il viso ai miei seni e scostando i boxer. Affondo le dita nei suoi capelli e gli attorciglio attorno ai fianchi le gambe. "Sei fatta per me, ricordatelo sempre" dice lui entrando piano piano dentro di me. Spalanco la bocca e respiro l'aria del mare...che goduria. "Sei mia, mia sola. Soltanto mia" ringhia spingendo forte. Mi sporgo ulteriormente indietro e sento l'ebbrezza del pericolo...sento il rischio, il mare furioso con me per ciò che sto facendo, provando, sento tutto, sento me, sento noi. "Khalil" gemo mentre lui mi tiene forte dalla vita e non mi permette di cadere. Non lo farebbe mai, sono troppo preziosa per lui...mi ama. "Khalil" gemo più forte graffiando la sua schiena muscolosa. "Morirò se continui così...morirò per la felicità" dice lui sofferente. Grido ancora e ancora...mi sento delirante fino a quando arrivo e mi lascio andare completamente...spalanco gli occhi e vedo le stelle sopra di me, il vento che mi sfiora, il mare silente, lui dentro di me...non mi dimenticherò mai di questa notte. Lui mi stringe forte, sento il suo cuore a mille, io sento di poter volare...di poter fare grandi cose, Khalil mi dà la forza di vivere e la sottrae allo stesso tempo, con lui non è mai nella norma...è sempre oltre, è sempre esagerato, è sempre illimitato, fuori controllo...o voli in alto o muori schiantato. Mi sento volteggiare quando lui mi riporta sulla sdraio e mi fa sdraiare sopra di lui...mi accarezza i capelli delicatamente e mi riscalda col suo calore...mi sento esausta, così tanto che sento solo l'eco di un "Ti amo" ------------------------------------------------------ "Maledetta cerniera..."impreco cercando di tirarla su. "Eh dai!" sbotto sentendo le braccia bruciare dallo sforzo. Faccio per andare a chiedere aiuto, ma all'improvviso la lampo viene tirata su e finalmente il vestito aderisce al mio corpo. Alzo lo sguardo allo specchio e vedo Khalil che mi sorride. E' elegante, ha i capelli gellati e il papillon slacciato...il completo gli sta a pennello e profuma di doccia, muschio, mi trattengo dal non gemere. "Sei splendida" dice posando le mani sui fianchi e baciandomi il collo. Chiudo gli occhi godendomi i suoi baci soffici...forse gli ultimi, è arrivato il giorno. Butto la testa all'indietro sulla sua spalla quando passa la lingua sulle mie vene e scende con le mani allo spacco del vestito. "Khalil" mormoro spalancando la bocca. "Sì, pulce?" sussurra lui prendendo tra i denti il lobo dell'orecchio. "Che stai facendo?"chiedo quando si fa strada verso le mie mutandine. "Mi rendi così felice...tanto felice" mormora lui inspirando a fondo. Apro gli occhi lentamente e girandomi tra le sue braccia forti chiedo "Io?" "La mia felicità dipende da te, sei tutto quello che ho" Deglutisco e alzando le mani al suo papillon dico "La tua felicità non deve dipendere da me" "Ma io dipendo da te" Sospiro e aggiustandogli il papillon mormoro scuotendo la testa "Tu devi dipendere solo da te...non devi permettere ad altri d'influenzarti" "E' troppo tardi, sei il mio cuore" "La mia vita" sussurra afferrandomi il viso. Gli sorrido...spero che non riesca a leggere i miei occhi. "Sono molto importante per te" "Non ne hai idea, non hai la minima idea...sono capace di fare qualsiasi cosa per te, qualsiasi" "Qualsiasi?"chiedo guardandolo dritto negli occhi. "Tranne quella...tutto ma non quella, non potrei mai" "Capisco" mormoro abbassando lo sguardo. Lui prende il mio mento e alzando il viso dice "Ehi...ti amo" "Lo so" dico finendo di sistemargli il papillon. "Ti amerò sempre, qualsiasi cosa accada" ribadisce a un soffio dalle mie labbra. Corrugo la fronte...che abbia capito qualcosa? Gli accarezzo una guancia e gli stampo un bacio delicato. "Dobbiamo andare?"chiedo sentendo qualcuno arrivare dal corridoio. Khalil annuisce con la testa e io dando un'ultima occhiata allo specchio, osservo il mio vestito blu lungo con spacco e scollato sia davanti che dietro, i miei capelli piastrati, il trucco semplice, ai piedi dei tacchi bassi e la collana che mi ha regalato Khalil. Non l'ho mai tolta e Khalil non fa altro che baciarla...è felice di vedermela addosso. Mi prende la mano e insieme usciamo fuori. Osservo lo yatch per l'ultima volta e deglutisco, se andrà tutto bene non dovrò rivederlo più. "Un attimo, mi sono scordata gli orecchini" dico slegando le nostre mani. "Ti accompagno" dice lui seguendomi. Merda...va bene. Non dico nulla ed entriamo in camera. Recupero gli orecchini a goccia che mi ha regalato ieri Khalil e indossandoli, vado alla ricerca della borsa. "Posso mettermi delle scarpe basse in borsa? So che a fine serata mi serviranno" "Certo" dice lui sorridendomi. Prendo le scarpe sportive più grandi che ho e inserendole nella borsa preparata per la fuga dico "Ci metto anche qualche giacca, non si sa mai" dico inserendo più cose. Spero non abbia capito che le scarpe e la giacca serviranno per correre il più lontano possibile. "Puoi prendere la mia giacca quando vorrai" dice lui sedendosi sul letto. "Ma tranquillo, tieniti la giacca" mormoro buttando un occhio sulla torcia, la pistola e delle banconote in borsa. Non è stato complicato recuperare una pistola...la portava sempre a presso e quando facevamo sesso, se ne dimenticava sempre di averla addosso. Un giorno ne ho approfittato e mentre lui era distratto a farmi godere, ho preso la pistola e l'ho nascosta sotto il letto. Lui non ha mai avuto sospetti e non l'ha mai ricercata...meglio per me. Le banconote le ho rimediate dalla cassaforte e la torcia da Malcolm con la scusa di fare una passeggiata di sopra la notte. Non sono spaventata, sono terrorizzata che le cose non possano andare per il verso giusto. Non posso farmi sgamare, non è assolutamente permesso. "Possiamo andare" dico sorridendogli. "Dammi, la porto io la borsa" dice lui allungando una mano. Cazzo...stai tranquilla. "Grazie" mormoro porgendogliela. "Andiamo" dice riafferrandomi la mano. "Tutto bene?"chiede uscendo dalla porta. "Certo, perchè?" domando con disinvoltura. "Ti vedo agitata" "E' per il gala, vorrei che sia una serata piacevole" "Lo sarà, quello in ansia dovrei essere io" "Eppure sei così tranquillo, come fai?" "Ho te al mio fianco, non temo niente" dice accarezzandomi col pollice il dorso della mano. Sorrido...ancora per poco. Andiamo alla macchina che ci aspetta e Khalil fa per mettere la borsa dietro. "No no, dalla a me" dico strappandogliela dalle mani. Lui mi guarda stranito, ma fa spallucce e mi apre la portiera. Entro dentro la macchina e butto all'angolo la borsa...meno è visibile, meglio è. "Vieni qui" dice lui trascinandomi sul suo grembo. Poso la testa sulla sua spalla e metto una mano all'altezza del cuore. "Sei così calmo..." dico notando il battito regolare. "Te l'ho detto, mi calmi tu" mormora lui accarezzandomi la schiena nuda. Resto in silenzio mentre Khalil sussurra "Non mi lasciare mai...potrei morire senza di te" "Non lo farò" mormoro mentendo. Lui sospira sollevato e restiamo accoccolati in pace per tutto il tragitto alla villa. "Non far caso ai giornalisti e fotografi fuori, cercheranno di assalirti con domande sconvenienti. I giornalisti che mi servono sono già dentro, questi sono dei parassiti" "Del tipo?" "Com'è scoparsi l'imprenditore più influente del mondo e vivere di lui?" Spalanco gli occhi..."Davvero?" "E' capitato con delle mie accompagnatrici" "Accompagnatrici?"chiedo alzando il sopracciglio. "Tu ti ostinavi ad odiarmi ai tempi" "Chissà perchè" dico scuotendo la testa. "Fammi un bel sorriso adesso" mormora lui prendendomi il mento. Gli sorrido e lui dice "Più ti guardo, più penso che bellezza del genere non esisti da nessun'altra parte...sei rara" Sbatto gli occhi velocemente per non commuovermi e lui sussurra "Poi quando mi guardi con questi occhioni" Si tocca una tempia e dice "Mi mandi fuori di testa" Mi mordo il labbro e mormoro "Sei così dolce con me" "Solo con te amore mio" replica lui baciandomi il palmo della mano. "Signore..."dice Malcolm aprendo la portiera. Ci guardiamo un'ultima volta e io facendogli una carezza dico "Grazie di tutto" Lui non ha tempo di replicare che viene subito assalito dai flash delle macchine. Mi porge una mano e stringendomi forte a sè, mi fa camminare davanti a sè. I giornalisti cercano di fermarci, ma Khalil ringhia a tutti di non avvicinarsi. Mi copro gli occhi con la mano per la quantità inaudita di flash e con molta difficoltà riusciamo ad entrare nella villa. "Cazzo...che zecche" impreca lui lanciando uno sguardo di gratitudine alle nostre guardie. Mi sistemo i capelli e riprendo la mano che mi offre Khalil. "Tutto bene?" chiede lui prendendomi il viso tra le mani. "Si si, tranquillo" dico rassicurandolo. Lui mi lasci un bacio sulla fronte e sorridendomi, entriamo nella sala da balla. Ho studiato per bene le stanze, questa è la sala più grande della villa, di sopra ci sono le stanze per intrattenimento, per ospiti e vari uffici. Nel piano terra c'è la sala da ballo, un salone con divani, tre bagni, le cucine e altre stanzine per le pulizie del posto. "E' bellissimo" dico osservando com'è decorata la sala. La carta pareti è verde lucido con dei dettagli verdi, degli specchi grandi dorati per la sala, il soffitto alto con quattro lampadari di cristalli, in fondo un enorme buffet con una fontanella al suo fianco, tanti tavolini ai lati della sala e un sacco di vasi con piante lungo la sala. Lui fa per dirmi qualcosa, ma il primo ospite ci disturba e si complimenta con Khalil...lui mi presenta come sua moglie e la moglie dell'imprenditore di seta davanti mi guarda stranita. "Vado a bere qualcosa" mormoro all'orecchio di Khalil. "Ti accompagno" dice lui non lasciando la mia mano. "Ma non c'è biso..." "Signori, godetevi la serata. Grazie ancora per la vostra presenza" dice Khalil lasciando in tronco gli ospiti. "Non c'era bisogno...non volevo disturbarvi" mormoro a Khalil in imbarazzo. "Voglio che tu sia sempre al mio fianco, non voglio perderti di vista" "Perchè?"chiedo severa...frustrata dalla sua affermazione. "Perchè ti amo e ti voglio con me" dice semplicemente lui. Faccio una smorfia...come diavolo farò? Arriviamo al piano bar, ma altri clienti rubano l'attenzione di Khalil e io rimango al suo fianco a sorseggiare del vino. Khalil cerca di coinvolgermi nei loro discorsi, ma io rispondo a monosillabe e sorrido falsamente agli ospiti...mi sono stancata di fargli da bambola. La serata continua così e io resto al suo fianco ad osservare le ragazze che sbavano su Khalil...è così palese il loro interessamento che quasi mi dà fastidio, non lo vedete che è con me? "Tutto bene?"chiede Khalil avvolgendomi la vita. Annuisco con la testa e mormoro "Mi sto solo annoiando un po' " "Sono già mezzanotte passate...ti farò vedere la sorpresa in serbo e poi possiamo andarcene" "Andarcene con tutti gli ospiti qui?" "Sono sicuro che vorremmo festeggiare privatamente la sorpresa" dice lui malizioso al mio orecchio. "Di che si tratta?" "Se te la dicessi, che sorpresa sarebbe?" "Ma io sono impaziente" mugolo facendo il broncio. Lui mi bacia la boccuccia e accarezzandomi la guancia dice "Lo sono anch'io di appartarci dopo insieme" Mi guardo subito attorno per essere certa che nessuno ci abbia sentito e mormoro "Fa piano!" "Quanto mi fai impazzire quando arrossisci" sussurra lui mordendomi una guancia. Sorrido e scostandomi da lui borbotto "Ti piace mettermi a disagio eh?" "Lo amo" dice lui sorridendomi, mentre un cameriere si accosta davanti a noi e dice "Signore...abbiamo un problema in cucina. La torta non passa" La torta non passa? Khalil fulmina immediatamente con lo sguardo il cameriere e dice "Arrivo subito" Il cameriere se ne va e io chiedo "Tutto a posto?" "Riguarda la sorpresa, tu non puoi vedere" Spalanco gli occhi, è arrivato il momento. "Tu vai pure, io aspetto qui" "Mi aspetti qui? Promesso?" "Si si, vai!" esclamo allontanando le nostre mani. "Ti amo, arrivo subito pulce" dice lui lasciandomi un bacio. Ricambio e sorridendogli, lo lascio andare. Lui si allontana e io lo seguo con lo sguardo finchè sparisce dal portone. Agisco. Mi guardo attorno alla ricerca di Malcolm, ma non lo vedo...sarà fuori a fare da guardia. Alzo il vestito e cammino velocemente verso il corridoio opposto...arrivo al corridoio e levandomi le scarpe, inizio a correre più veloce che posso. Esco fuori al parcheggio e arrivando alla nostra macchina, la apro con le chiavi. Le aveva in tasca Khalil e durante la serata ho avuto modo di avere accesso alle sue tasche...ero sicura che le avrebbe tenute lui le chiavi, aveva già pianificato una fuga con me, soli, dal gala. Quanto ti conosco bene mostro del mio cuore. Recupero il borsone e indossando le scarpe, mi metto al posto guida. Accendo il motore e faccio per mettere la retro, ma le ruote fanno un rumore strano. Merda! Scendo dalla macchina e controllo la causa del rumore...con dispiacere noto una ruota bucata. Sento un rumore dietro di me e afferrando immediatamente il borsone, corro via. Faccio il giro del parcheggio e arrivando dietro le cucine, intravedo la porta sul retro. Non esce nessuno quindi piano piano mi avvicino e guardo all'interno...la situazione sembra normale, nessuno sospetta o Khalil ha dato l'allarme. Mi metto il borsone sulla spalla e percorrendo il corridoio sul retro, m'imbatto su un cancello alto. L' avevo previsto...ecco perchè le scarpe sportive. Butto la borsa dall'altra parte e aggrappandomi alle sbarre, scalo il cancello. Il vestito si strappa quando cerco di scavalcare, ma me ne frego e mi butto dall'altra parte. Mi guardo attorno per vedere se qualcuno mi abbia vista, ma non vedo nessuno e sento niente. Sorrido...ce l'ho fatta? Improvvisamente scatta un'allarme e sento delle macchine partire a tutta velocità...merda, ha capito. Mi scosto i capelli dalla faccia e scappo via. Non so dove, ma corro...devo correre lontano. C'è un boschetto in mezzo, m'infilo dentro e correndo fra gli alberi cerco di capire dove nascondermi. Rintraccio una grossa roccia e nascondendomi dietro, mi raggomitolo su me stessa. Adesso sento dei cani abbaiare e tenendomi stretta a me il borsone, sudo freddo. Mi tappo la bocca quando sento dei passi dietro di me...no no, ti prego dio no. "Sicuro di averla vista correre in questa direzione?"sento dire a pochissimi passi da me. Col cuore a mille chiudo gli occhi e prego di non essere beccata...sarebbe la fine per me. "No, ho sentito dei rumori" dice l'altro puntando la torcia vicino a me. Sposto i piedi e sto immobile...fa che non mi trovino, fa che non mi trovino. "Io non sento nulla" "Sarà stato qualche animale?" chiede la prima voce. "Qua è troppo buio per proseguire, dubito che una donna riesca ad uscirne viva" Ma vaffanculo. "Andiamo di là che c'è più luce" dice l'altro d'accordo spostandosi. Aspetto di non sentire completamente rumori e mi affaccio di poco. Non c'è nessuno...mi appoggio alla roccia e sorrido alzando lo sguardo al cielo, ce l'ho fatta. Recupero dalla borsa la torcia e accendendola, capisco dove proseguire. Se tutti sono andati a destra, a me conviene continuare a sinistra. Mi rialzo piano e levandomi delle foglie dal vestito, proseguo per il boschetto. Dopo vari minuti riesco ad uscire dal boschetto e ormai stanca di camminare, mi fermo un attimo. Mi appoggio ad un albero e penso il da farsi...devo raggiungere una stazione nei paraggi, chiamare Melisa, prendere il treno per un posto che non sia Palermo e non lasciare le mie tracce. "Devo anche cambiarmi" penso ad alta voce...Khalil avrà distribuito una mia immagine a tutte le autorità, non sarà facile passare inosservata così. Mi metto la giacca che avevo recuperato e rialzandomi, incomincio a camminare. Faccio pochi passi e mi giro...mi sento come seguita. Punto la torcia attorno a me ma non vedo nessuno. Mi rigiro e ricomincio a camminare, ma di nuovo la sensazione di sentirmi seguita mi fa rigirare e ricontrollare. Sarà sicuramente la paura che mi fa immaginare e sentire cose immaginarie. Faccio per proseguire per la mia strada, ma sento dei rumori...cazzo. Inizio a correre più forte che posso, mentre due guardie cercano di acciuffarmi. Come diavolo ho fatto a non accorgermene? Tiro su il vestito e corro come una gazzella, non possono prendermi. Corro con i polmoni a un passo dal consumarsi e col fiatone arrivo in strada. Mi guardo attorno col cuore che batte all'impazzata e sospiro sollevata quando vedo una macchina. Corro verso questa e agitando le mani grido "Ferma! Stop, stop!" La macchina miracolosamente si ferma e io salendo immediatamente dietro, chiudo la portiera e grido "Go go!" Mi giro per vedere se le guardie m'inseguono ancora e sorrido quando non vedo nessuno. Mi aggrappo ai sedili e dico frettolosamente ancora "Go away! Away!" La macchina non parte e io corrugo la fronte...l'autista davanti a me si leva il cappello che gli copre il viso e... Mi precipito alla portiera e cerco di aprirla, ma lui ha chiaramente messo la sicura. Sbatto i pugni sul finestrino e grido terrorizzata "Aiuto! Aiuto! Qualcuno mi aiuti!" "Speravo con tutto il mio cuore che non lo facessi, che avresti cambiato idea all'ultimo" Sapeva tutto? Respiro affannosamente e prendendo la pistola nel borsone, gliela punto sulla tempia ringhiando "Apri o sparo" Lui rimane in silenzio, ha un'espressione funebre...non sa cosa fare, a cosa reggersi per non cadere nel baratro. "Poche ore fa mi avevi detto che non mi avresti lasciato..."sussurra per niente spaventato dalla mia minaccia...guarda per terra, non ha il coraggio di guardarmi in faccia. "Ho detto apri!" grido stringendo i denti. Khalil alza lo sguardo allo specchietto e dice "Sparami, mi hai già ucciso" Sbatto gli occhi lucidi e sibilo "Non sto scherzando, cazzo. Apri questa dannata porta" "Dobbiamo andare" dice lui mettendo in moto. Io spalanco gli occhi e grido "Io non vado da nessuna parte con te! Apri immediatamente o giuro che ti faccio saltare la testa!" "E' scarica" m'informa lui facendo retro. Provo subito a dare un colpo, ma non esce fuori nulla...merda, ecco perchè era così leggera. Butto la pistola per terra e raggomitolandomi all'angolo dei sedili, mi stringo nella giacca sconsolata. E' finita? Così? Senza neanche combattere? Ho perso. In pochi minuti ci ritroviamo nel parcheggio della villa e io mi sto trattenendo dallo scoppiare a piangere. Lui spegne il motore e io chiedo fredda "Come l'avevi previsto" Khalil stringe forte il volante e mormora "Ieri mentre eri nella doccia, volevo metterti i nuovi orecchini nella borsa per fare in modo che li trovassi tu, ma ci ho trovato dentro una torcia, una pistola e delle banconote. Non è stato difficile capire" Ieri notte abbiamo scopato sulla balaustra della nave, mi ha ripetuto che mi ama...com'è possibile? "Poi i tuoi occhi mi avevano anticipato tutto, avevo capito ancora prima che tu progettassi qualcosa" aggiunge continuando a darmi le spalle. Mi mordo il labbro...non ho chance di fuga con Khalil, mi conosce troppo bene per poter anticipare qualche mossa. "Io voglio sapere solo una cosa..." mormora lui alzando lo sguardo allo specchietto. Si lecca le labbra e deglutendo chiede "Hai finito tutte quelle volte che abbiamo fatto l'amore?" No. Non rispondo...non voglio dargli la soddisfazione di sapere che amavo tutto quello che mi faceva e facevo io a lui, ho amato ogni singolo contatto, non rimpiango nulla. Lui interpreta il mio silenzio come una conferma dei suoi pensieri e scuotendo la testa con un sorriso malinconico mormora "Lo sapevo...speravo in cuor mio che non potessi farmi così male" Alzo subito lo sguardo con le lacrime che scorrono..."E non ci pensi mai al male che tu hai fatto a me? Eh Khalil? Non ci pensi?" Mi asciugo le lacrime e grido "Non ci pensi ai 14 anni d'inferno che mi hai fatto vivere?" Mi fermo e singhiozzo "Non hai idea dello stato in cui mi hai ridotta, non ne hai idea! A sopportare tutte le minacce, la paura di uscire di casa, di relazionarmi con le persone, mi hai perseguitata da anni! Mi hai spiato a casa mia per anni! Mi hai privato di tutto! Sei stato senza alcuna pietà, perchè adesso dovrei averne io per te? Eh!" "Tuo zio ha ucciso mio padre" cerca di difendersi lui. "E io che cazzo c'entravo? Che cazzo ti ho fatto di male per meritarmi tutto questo?" inveisco contro di lui. Khalil mi guarda infastidito e deglutendo mormora "Mi hai rifiutato" "Che stai blaterando? Semmai è colpa tutta tua! Tu mi hai portato a baciare Valerio, sei stato tu a cercartela!" "Non avresti dovuto farlo, ero pronto a lasciarmi tutto alle spalle. Viverci nonostante tutto. Io ero pronto" "Eri pronto..."mormoro a me stessa. Mi appoggio al sedile e scoppio a ridere..."Era pronto" dico a me stessa divertita. Scuoto la testa e chiedo facendo una smorfia "A cosa eri pronto? A raccontarmi altre cazzate? A continuare a fingerti Adriano? A questo eri pronto? A prendermi ancora per il culo?" "Io non ti ho mai preso per il culo" "Ah no?"chiedo ridendo. "E come lo chiami nascondermi mio fratello Juan? Come lo chiami questo?" "Non eri pronta" "Khalil dio!" grido fuori di me. "Semmai quello che non era pronto eri tu! Avevi paura che potessi lasciarti per andare con lui, è questa la verità!" "Ok! Ok! E' questa la verità! Va bene, lo ammetto! Ho una paura fottuta di perderti, così tanta che non ragiono più...non vivo più! Io devo averti per forza, sei tutto quello che ho!" grida lui girandosi dalla mia parte. "Sei solo un egoista del cazzo, non è una scusante questa" dico inspirando col naso. "Lo so" dice semplicemente lui. "Lo sai...lo sai e continui ad esserlo. Ti piace proprio privarmi di tutto" Lui scuote la testa e io chiedo "Cosa? Dillo...dimmi perchè mi odi tanto" Khalil si trattiene dal piangere e sbattendo gli occhi lucidi mormora "Lo sai che ti amo soltanto" "Che razza di amore provi per me? E' tutto malato Khalil...non c'è nulla di sano in quello che c'è tra noi, ci ammazzeremo se andremo avanti così" "Preferisco farmi ammazzare che stare senza di te, lo preferisco mille volte di più" replica lui deciso. Io scuoto la testa e asciugandomi altre lacrime singhiozzo "Dobbiamo finirla qui...non vederci più e rifle..." "No."ringhia lui di scatto. "O mia o di nessun altro. Non lo permetterò" aggiunge duro. "Io non sono tua e tu non sei mio..." Lui afferra il mio collo e ringhia "Io sono anima e corpo tuo, da sempre." "Khalil...io non ti amo e non ti amerò mai" dico guardandolo dritto negli occhi. Lui incassa il colpo e abbassando lo sguardo, esce fuori dalla macchina mollando la presa su di me. Chiudo gli occhi respirando a fondo e cerco di calmarmi. E' meglio a volte arrendersi che ricominciare... "Le scarpe" sento dire da una voce maschile. Realizzo la portiera aperta e Malcolm con le mie scarpe tra le dita. Annuisco con la testa e slacciandomi piano le scarpe sportive, rimetto i tacchi. "Devo rientrare?"chiedo a Malcolm...non vedo più Khalil. "Per forza signorina...l'aspettano tutti dentro" Mi aspettano? Malcolm mi toglie la giacca e guidandomi fino all'ingresso dice sottovoce "Il signore sapeva tutto" "Si, lo so. Grazie per avermelo detto" dico sorridendogli. "Il signore ci tiene molto a lei" continua a dirmi. "Io...non la penso come te" dico sinceramente entrando nella sala ballo. "Io credo che lei debba pensarlo veramente" mormora alzando il braccio. Seguo la traiettoria del braccio e vedo una torta gigante con dei palazzi enormi e due persone in cima ai palazzi...mi avvicino non capendo e leggo tutto d'un fiato... "Nuova CEO della holding Temiz...Ms. Flora Temiz" Cosa???? Tutti scoppiano con applausi, fischi, un sacco di coriandoli cadono dall'alto e ho ben presto nelle braccia due mazzi enormi di rose. "Sorpresa" sento dire alle mie spalle da una voce roca, calda. Mi giro e vedo Khalil al centro della pista...è bellissimo, alto, slanciato, muscoloso, imponente...mi sorride ma gli occhi dicono altro, gli occhi sono attaccati ai miei...sono dilaniati. "Pensi di essere arrivato al mio cuore?" "Qui sicuramente" dice baciandomi la tempia. "Al cuore ci sono arrivato la prima volta che ci siamo visti" "E sai perchè?"aggiunge sfiorando i nostri nasi. "Perchè sei arrivata al mio cuore anche tu in quel momento, al primo sguardo" Mi scosta una ciocca di capelli e aggiunge "Sei il mio cuore...Tutto quello che è mio, è tuo" Letteralmente.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


La vera bellezza è qualcosa che attacca, vince, ruba, e distrugge crudelmente. -Yukio Mishima FLORA'S POV: PASSATO: "Grazie mille" ringrazio la receptionist che mi mostra l'ufficio. "Se le serve altro, può chiamarmi" dice lei gentile. "Grazie ancora, è troppo gentile" Lei mi sorride e chiudendo la porta, mi lascia sola in ufficio. Mi guardo attorno e sorrido. Non avrei mai pensato di poter avere un ufficio tutto mio...è anche grande! Accarezzo la scrivania e alzo lo sguardo al computer...è l'ultimo modello. Dovrò capire come muovermi. Mi rialzo e accarezzo la pelle delle poltroncine scure, non vedo l'ora d'incontrare i miei nuovi pazienti. Esco fuori e osservo il lungo corridoio...ci sono tanti altri uffici. Sarà il caso di presentarmi a tutti? Faccio il giro dei primi uffici e conosco tanti altri colleghi, sono stati tutti molto accoglienti con me. Credo proprio che mi troverò bene. Mi manca l'ultimo ufficio...forse quello più importante. Khalil Temiz, lo psicologo avanzato del centro. Il mio lavoro sarà interrotto per poi essere completato dal mio collega Temiz. Non ho ben capito il perché, ma se la cosa è necessaria, non posso oppormi. Giungo davanti alla porta e busso. Non sento nessuno quindi apro e dico sporgendomi di poco "C'è qualc...oh dio!" Richiudo la porta e mi allontano come scottata. Ho visto una donna sdraiata sulla scrivania e un uomo sopra che...insomma. Respiro affannosamente e indietreggio ancora scossa. La porta di fronte a me viene riaperta e appare...Adriano? "Adriano?"chiedo anche a voce alta. Lui mi guarda infastidito e sistemandosi la camicia dice "Il mio nome è Khalil, chi diavolo è lei?" Ma...sei così simile al mio Adriano. Sono passati un bel po' di anni, magari sono io che non lo ricordo bene...chissà come sarà bello adesso, come sarà circondato da altrettanto belle donne. "Io...Sono nuova. Flora" mormoro col viso che sta andando a fuoco. "E doveva disturbarmi per questo? " Cos...? "Volevo presentarmi a tutti" dico mortificata. "Be'...come ha detto di chiamarsi?" "Flora...Flora Vignoli" dico tutto d'un fiato. Quest'uomo mi mette in soggezione, ho i brividi ovunque e nascondo le mani dietro la schiena per evitare che veda quanto stanno tremando. "Capisco. La prossima volta potrebbe bussare prima di entrare?" "Ho bussato" dico torva adesso. Temiz avanza verso di me, finché io sbatto velocemente vero il muro e lui alzando la mano sopra la mia testa dice troppo vicino, quasi alitandomi in faccia "Bussa più forte la prossima volta" Il cuore mi sembra per schizzare fuori dal petto, il sangue arde dentro di me e sento il basso ventre pulsare. Inspiro il suo profumo di whisky e menta e con la gola secca mormoro "Vuole che sfonda la porta?" Un sorriso beffardo dipinge il suo viso e io m'illumino. È uguale al mio Adriano, mi sento morire. "Se me lo chiede così, faccia pure" dice lui con un sorriso maligno. Ha gli occhi caldi, magnetici, sono così profondi che ti perdi a osservarli...Mi sento totalmente rapita. "Khalil?" Sentiamo dietro di noi. Lui si gira e io osservo di malavoglia la ragazza con cui stava scopando...È con le curve, mora e alta...bellissima in viso. Mi sento srlubiro un verme, io non potrò mai essere bella come lei. "Arrivo piccola, mi sono solo un attimo distratto" dice lui guardandomi per l'ultima volta per poi raggiungere la porta e rientrare senza dirmi nulla. Metto subito il broncio e penso a quanto possa essere cafone. Mi sono appena presentata e lui che fa? Ritorna a scopare come nulla fosse? "Va al diavolo Temiz" borbotto rientrando in ufficio. Spalanco gli occhi quando vedo un mazzo di fiori sulla scrivania...Chi è stato? Felice corro subito a leggere il bigliettino e leggo "Attenta a sorridere a tutti quanti, non vorrai stenderli il primo giorno col sorriso che ti ritrovi. Sei splendida, non riesco a toglierti gli occhi di posso. Buona fortuna per il primo giorno pulce, andrà tutto bene ;) " Andava tutto bene...penso prima dell'incontro con Temiz. Aspetta...non riesco a toglierti gli occhi di dosso? Mi stava seguendo? Raggiungo subito le finestre e le copro con delle tende scure...come faccio a seminarlo anche qui? Magari, in caso, posso bussare alla porta di Temiz e chiedere aiuto. Ho anche notato che sotto la camicia e ben messo, sì insomma. È un bel uomo, bello e dannato. PRESENTE. Sono furiosa. Ho chiesto a Malcolm di portarmi subito allo yatch, perché non tolleravo di stare alla festa un minuto di più. Khalil fingeva che tutto andasse bene e continuava a ridere e scherzare con i clienti. Avrei voluto urlare a squarciagola. Malcolm, col permesso del mostro, mi ha riportata nello yatch e mi ha seguita fino al corridoio. Ho chiuso la porta con forza e sono subito andata sotto l'acqua gelida della doccia. Ricordo di aver pianto, ho preso a pugni il muro e cercavo di respirare a fondo. Ero all'orlo di un attacco di panico. Mi sono coricata nuda e bagnata sul letto e ho ripensato a tutto quello che è successo...al fatto che non avrei potuto ritornare indietro col tempo e riprovare a scappare. Avrei dovuto procurarmi una macchina...Era abbastanza ovvio che non avrei potuto farcela a piedi. Non ho pensato nei minimi dettagli, era un piano di merda e ho rovinato tutto. Mi addormentai così...col cuore a pezzi e il cuscino ormai una spugna per tutte le lacrime versate. -------------------------------------- Entro in cucina e prendendo una pesca, inizio a sbucciarla. Seguo la buccia curva che cade verso il basso, finché non snuda completamente la pesca e cade sul piattino. Taglio la pesca e spicchi e inizio a mangiarla appoggiata al bancone. È un nuovo giorno di prigionia, non cosa succederà tra poche ore, non so cosa ne sarà di me. L' idea che possa uccidermi stranamente non mi spaventa, meglio morta e libera che viva e in gabbia. Inclino il collo stendendo un po' i muscoli e finisco presto di mangiare la pesca. Raggiungo il frigo e riposo delle pesche dentro, con questo caldo non durerebbero molto fuori. Mi lavo le mani e sospiro...devo andare da lui. Esco dalla cucina e raggiungendo il suo ufficio, entro senza bussare. Lui è dentro che digita qualcosa al computer ed è concentrato...alza lo sguardo a me e togliendosi gli occhiali da vista dice "Buongiorno" "Dobbiamo parlare" dico diretta sulla soglia. Khalil non sembra spaventato dalla mia richiesta e alzandosi dice "Vieni, siediti qua" Perché vuole farmi sedere al suo posto? "No, sto bene qui...lontana da te" Lui mi osserva paziente e appoggiandosi alla scrivania, si appoggia sensualmente. Odio il fatto che sia perfetto e potente nella sua veste da lavoro. Si mordicchia l'asticina degli occhiali e dice tranquillo "Va bene. Dimmi pure" Come fa ad essere così tranquillo? Così sicuro di sè? Io avrei voglia di urlare, piangere, spaccare tutto...ho un caos dentro di me che non so più come gestire. Faccio un passo in avanti e dico alzando bene le spalle "Non ti ho chiesto le quote dell'azienda" "Lo so, è stata una mia scelta concedertele" "Bene, non le voglio" replico secca. "Sai che fuori c'è una guerra per aggiudicarsi anche solo il 10% della mia azienda e tu non vuoi tutta una metà o se non di più? " "Saresti disposto a darmi più del 50%?" Chiedo esterrefatta. "Tutto quello che è mio, è tuo. Puoi prenderti tutto" dice tranquillamente. Fin troppo tranquillamente...stiamo parlando della sua enorme holding. Scuoto la testa e sospiro "Tutto quello che è tuo, è tuo. Non mio" "Tu sai che..."fa per dire lui ma io alzo una mano e chiedo ""Non sei stanco?" Lui si arresta e io continuo a dire "Non ti sei stancato di fingere?" "Fingere?" chiede lui inclinando la testa. "Si Khalil, fingere che vada tutto bene, che io accetti la mia posizione da prigioniera. Mi hai più volte detto di conoscermi, io so che sai tutto. Lo so" Lui di colpo si fa serio e chiede "Cosa dovrei sapere? Non capisco?" "Avanti...lo sai che era tutta una messa in scena" "Una messa in scena? Di che stai parlando?" "Perché vuoi continuare a fingere di non aver capito nulla? Lo sai che ho sempre finto in questi giorni, lo sai che ti trovo ripugnante e solo l'idea di avere una relazione amorosa con te mi dà i brividi" Lui schiude le labbra e io aggiungo cattiva "Sai cosa eri realmente per me..." Mi avvicino a lui e mormoro sorridendo maligna "Sai che eri solo del buon sesso" Khalil deglutisce irrigidendo la mascella e io inclinando la testa chiedo "Cos'è? Devi fare la parte di quello che non sospettava nulla? Di quello innamorato perso e col cuore spezzato?" Lui continua a non rispondere, ma batte velocemente le palpebre e io facendo il giro della scrivania chiedo "Qual è la tua prossima mossa? Vuoi continuare a minacciarmi col centro? Oh no...tanto sappiamo che il centro è importante per me, tanto quanto per te" "Ti ho scoperto Temiz!" dico alzando le braccia teatralmente. Osservo che non dice nulla e incrociando le braccia chiedo "Cosa? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Era così palese che tenessi al centro, lo avresti fatto già scoppiare altrimenti! A te non è mai importato nulla di me o di quello che volevo...non avresti fatto scoppiare il centro a prescindere. E' da lì che recluti soldati da mandare in Siria, dico bene? A te giova quel centro!" Khalil continua a non parlare e io raggiungendolo, lo spingo per le spalle e grido "So a cosa stai pensando! Tanto le passerà, diamole il contentino e poi riapprofittiamoci di lei. E' così stupida e ingenua, sarà un gioco da ragazzi. E' vero...sono stata stupida, ma ho ben presto capito le regole del tuo gioco. Non mi freghi più" Lui non spiaccica una parola e io innervosita al massimo alzo la mano e gli sferro uno schiaffo sulla guancia. "Parla!" grido come a dargli un ordine...sono fuori di me, io non sono così. Khalil alza piano lo sguardo e continua a non parlare. Gli do un altro schiaffo e prendendolo per le guance con una mano sibilo "Ho detto parla!" "Era..."mormora lui. Deglutisce in difficoltà e con gli occhi strazianti chiede con un sussurro "Era solo sesso?" Sospiro...ha sentito tutto quello che ho detto dopo? Appoggio la mia fronte contro la sua e inspiro a fondo...lo sento, gli ho spezzato il cuore e lo sento sanguinare come se fosse nel mio palmo. Abbiamo un legame troppo forte, lui sente me e io sento lui...non possiamo farci del male senza sentirlo anche noi. Siamo un'unica cosa, legati a vita. Ho sempre saputo che mi ama, ma ho anche sempre saputo che questo amore non era un amore sano...che avrebbe portato entrambi a un punto di non ritorno. Siamo degli animali insieme, ci facciamo del male credendo che sia del bene, non abbiamo più una percezione di male e bene...è così nociva l'influenza che abbiamo su di noi che neanche la ragione riesce a trovare vie d'uscita. Non siamo fatti per stare insieme...siamo fatti per combatterci, per azzannarci e strapparci pezzi di carne senza pietà, siamo fatti per lasciarci andare nella perdizione della lussuria, per accontentare i folli, per mentirci, per spaccare cuori, per sfinire la quiete, siamo fatti per ingannarci che l'amore esiste e ucciderci per provarlo. "Non ha senso tutto questo, non lo vedi?"sussurro sulle sue labbra. Sfioro l'arco di cupido e alzando gli occhi a lui mormoro "Lasciami andare" Lui scuote piano la testa, non vuole che io mi allontani...vuole le mie mani addosso. Metto una mano sulla guancia e insisto "Lasciami" "Non posso, lo sai che non posso..." sussurra lui chiudendo gli occhi, Con le dita traccio il contorno delle palpebre e chiedo piano "Perché non puoi?" "Perché sono pazzo di te" dice lui riaprendo gli occhi. Mi mordicchio il labbro e chiedo con un mugolo "Perché mi fai questo?" "Io ti amo pulce" "Se mi ami davvero, dimostramelo. Fammi andare, dammi il codice del portone" "Oltre il nuovo portone di sicurezza, ci sono delle guardie, il triplo di quelle che c'erano prima. Io voglio proteggerti, tu non capisci" "Dammi le chiavi e di' alle guardie di lasciarmi andare" dico vicinissima alle sue labbra. "No, io ti amo" "Khalil...ti prego, lasciami" "Non posso" "Per favore...non ce la faccio più" "No pulce, non insistere. Non cambierò idea..." "Io so che hai un buon cuore" mormoro con gli occhi lucidi. "Sei tu il mio cuore" "Lasciami" "Non ci riesco" "Khalil...ti supplico, basta" "Ti amo" "Ahhhhh!" grido spingendolo e allontanandomi da lui. Lo guardo con odio e urlo "Io ti odio! Ti odio!!" "Non ti lascerò andare via" rimarca lui non sorpreso della mia improvvisa reazione. "Bene! Vuoi che io resti? Allora faremo a modo mio! Non sarò più io ad obbedire a te, ma tu ad obbedire a me!"grido puntandogli il dito. "Niente sarà come prima. Non ci parleremo, non ci saluteremo, non mangeremo insieme, non ci vedremo, niente baci in bocca, niente carezze, niente carinerie...solo ed esclusivamente sesso" Lo vedo spalancare gli occhi e sorridendo dico "Non credere...faremo sesso quando vorrò io, sarò io a cercare te e non viceversa. Sarò io quella da soddisfare, tu farai il tuo lavoro e te ne andrai. Si limiterà solo a questo il nostro rapporto" "Io non..." cerca di dire lui "O così o mi uccido" ringhio facendolo immobilizzare. "Non ne saresti capace" mormora Khalil scuotendo la testa. Io sorrido e andando verso il suo tavolino, prendo il bicchiere pesante di cristallo e spaccandolo per terra, prendo una scheggia e inizio a graffiarmi il polso. "No!" grida lui precipitandosi. Io indietreggio alzando davanti a me la scheggia di vetro e sibilo "Non ti avvicinare mostro che non sei altro, non mi toccare!" "Butta la scheggia" dice lui fermandosi. "Zitto! Non prendo ordini da te!" Khalil deglutisce e sospirando mormora "Va bene, ok. Accetto le condizioni" Sorrido "Solo sesso?"chiedo. "Vuoi solo questo?" domanda lui. "Voglio l'unica cosa che mi puoi dare...il tuo cazzo" ringhio guardandolo con puro disprezzo. Lui inspira a fondo e irrigidendo al massimo la mascella chiede "Non sei così, tu non sei così" "Mi ci hai portato a esserlo" sputo con rabbia buttando per terra la scheggia. "Possiamo parlarne" "Tu non vuoi parlarne, hai già deciso e ho deciso anch'io adesso" Sentiamo qualcuno schiarirsi la voce e girandoci vediamo Malcolm che ci guarda preoccupati. Khalil alza lo sguardo a Malcolm e lui dice "Sono arrivati gli arabi" "Falli entrare" dice Khalil raccogliendo velocemente le schegge per terra. Dei signori vestiti in tunica entrano e io furiosa per il fatto che mi abbia posata dico "In realtà mi servi proprio adesso" Lui mi guarda deglutendo e dice facendo un sorriso tirato "Tesoro...possiamo vederci dopo la riunione? I signori hanno una corrispondenza da prendere per il Taiwan tra poco" "No, non possiamo." dico stronza. Che si vada a fottere la corrispondenza...possono perfettamente prendere quella prossima. "Flora non..." "Ho detto adesso. Non vorrai contraddirmi" dico alzando il mento ignorando gli ospiti di fronte. Khalil mi guarda con rimprovero, ma cede e sorridendo ai signori dice "Accomodatevi signori, io arrivo tra pochissimo. Malcolm provvedi a versare ai signori un buon tè" "Subito signore" dice Malcolm mentre Khalil mi prende per mano e mi trascina fuori. Mi trascina fino in cucina e chiudendo la porta, fa per slacciarsi la cintura. "No no...non dobbiamo scopare" Mi tengo sulle sue spalle e con una spinta salgo sul bancone, allargando le gambe. "Fammi venire con la bocca" dico sicura di me. Lui schiude le labbra sorpreso e io chiedo " Cosa? Te l'ho detto che è per me, non per te. Muoviti che sono eccitata" Khalil non se lo fa ripetere e sedendosi su uno sgabello, abbassa le mie mutandine per poi affondare la faccia tra le mie coscia. Immergo le dita nei suoi capelli e vado incontro col bacino alla lingua...Mi sento così leggera. Gemo respirando affannosamente e chiudo gli occhi quando la lingua si fa più veloce. "Si si!" Grido persa dal piacere. Vengo dopo pochissimi minuti con impeto e mi sdraio sul bancone esausta. "Ti serve altro?" Chiede lui facendomi risalire le mutandine. "Portami in camera" mormoro sorridendo al soffitto. "Ok" dice lui prendendomi in braccia e trasportandomi fuori dalla cucina. "Tutto bene?"chiede notando la mia smorfia. "Il tuo profumo mi nausea" borbotto. "Una volta ti piaceva" "Una volta fingevo che mi piacesse tutto di te" replico dura. Lui mi riposa delicatamente sul letto e infilando le mani in tasca chiede "Posso andare adesso?" "Sì, per ora non mi servi. Chiederò a Malcolm per il pranzo, non venirmi a cercare. Sono questi i patti. Niente comunicazione" Khalil annuisce con la testa in silenzio. "Vai" dico mettendomi sotto le coperte. Lui mi osserva un'ultima volta e con lo sguardo basso esce dalla camera. Era ora. Mi stiracchio tutta e riprendendo le carte sul comodino, ricomincio a scrivere per tenere la mente occupata. Non so bene perché abbia agito in quella maniera, perché abbia proposto quel patto...nella mia testa avevo solo due pensieri. Vendetta e tempo. Ho imparato che mi serve più tempo per studiarmi un piano di fuga, sono circondata da sicurezze, allarmi e codici...scappare non è un gioco da ragazzi. Khalil mi sta col fiato sul collo e non tollero più la sua vista, lo odio con tutta me stessa. Ho bisogno di tempo, di una strategia migliore. "Stasera...si potrebbe fare" mormoro al telefono entrando nell'edificio. "Sabina la lasciamo da mia madre e noi ci facciamo una cenetta romantica a casa" "Cucini tu?"chiedo ridendo a Luigi. "Certo, affidati alle mani di Cracco!" Scoppio a ridere prendendo l'ascensore e dico "Andata, Cracco dei miei stivali" "Donna di poca fiducia" borbotta lui facendomi ridere di nuovo. "Ti aspetto a casa o ti vengo a prendere io?" "E disturbare Cracco nel sacro momento culinario? Vengo io, tranquillo" dico uscendo dall'ascensore. "Buongiorno" saluto la nuova segreteria già posizionata dietro il bancone arancione. "Aspetta un attimo tesoro" dico per poi porgere la mano alla nuova ragazza e dire "Lei deve essere la nuova segreteria" "Esatto. Piacere, sono Tea Raimondo" si presenta la nuova ragazza. "Piacere mio Tea, più tardi parliamo meglio. Mi sistemo e ti chiamo al più presto per spiegarti tutto" "Va bene, ho qui la cartella con tutte le visite prenotate per oggi" dice lei porgendomi la cartellina. "Ottimo, questo lo porto con me. Ci vediamo più tardi e buona fortuna per il primo giorno" dico sorridendole. "Grazie mille" ricambia lei gentile. Entro in ufficio e buttando tutto sul divanetto, riprendo il telefono. "Scusami, stavo accogliendo la nuova segreteria" "Che fine ha fatto l'ultima? "Chiede lui sorpreso. Mi gratto la testa e mormoro "Non era molto attenta, l'ho licenziata" "L'hai licenziata?" "Sì, l'ho licenziata. Cosa c'è di strano?" "Non hai mai licenziato nessuno" "C'è sempre una prima volta" dico levandomi la giacca. "Era così disattenta?" "Sì "mi limito a dire per non riportare alla mente brutti ricordi. "Capisco, Sabina dove hai detto che andava a pranzo?" "Da mia sorella, la viene a prendere lei a scuola" "Si divertirà con le sue cuginette. Le adora" "Puoi dirlo forte. Tesoro devo lasciarti, ho un paziente tra pochi minuti" "Va bene, ci vediamo stasera peste. Ti amo" "Ti amo anch'io, a stasera" dico riattaccando. La giornata scorre velocemente e anche gli ultimi clienti se ne vanno. Mi stiracchio esausta e sento bussare alla porta. "Avanti!" Grido chiudendo le luci, mi rimane l'ultima lampadina. "Io andrei signora" dice Tea sporgendosi dalla porta. "Certo, anzi scusami per i minuti in più. Oggi è stata una giornata pesante" "Non è nulla, davvero" dice lei sorridendomi. "Il posto è tuo comunque Tea, hai fatto un ottimo lavoro" "Oh...grazie! Non so come ringraziarla" "Non devi farlo, ti sei guadagnata il posto con le tue forze. Vai a festeggiare piuttosto" "Vado, il mio ragazzo ne sarà felicissimo" dice lei contenta. "Vai e divertiti" "A domani! E grazie ancora" "Grazie a te" mormoro mettendomi la giacca. Tea richiude la porta con un sorriso raggiante e io penso che sia stata una buona idea assumere una nuova segretaria. Prendo la borsa e faccio per spegnere l'ultima lampandina, ma risento bussare alla porta. "Avanti" dico mandando un messaggio a Luigi avvisandolo del ritardo. "Salve dottoressa" dice una voce calda e roca...m'immobilizzo di scatto. Sento la porta chiudersi e io mi giro lentamente col telefono ancora in mano. "Wow, diventa sempre più bella ogni giorno che passa" dice Pierangelo squadrandomi dalla testa ai piedi. Pezzo di merda. "Cosa vuole?"chiedo alzando il mento...è parecchio più alto di me. "Signorina, cosa desidera mangiare per pranzo?"chiede una voce alla porta. Alzo lo sguardo e vedo Malcolm. "Niente Malcolm, non ho fame. Mangerò qualcosa più tardi" "Come desidera" dice lui ritirandosi e chiudendo la porta. Ritorno alla mia storia. "Vede...ho dimenticato la giacca proprio qui" dice Pierangelo avanzando. Marcio fino all'armadietto e afferrando la sua giacca, gliela lancio addosso. "E ora vattene" ringhio. "Ah ah..non è così che funzionano le cose" dice lui afferrando al volo la giacca di pelle. "Vero Stella?" Cazzo, mi ha scoperta. "Funziona che tu ora esci dalla porta ed esci dalla mia vita definitivamente" dico con coraggio...in realtà sto tremando, mi sento delirante. "Io ti piaccio ancora, ammettiamolo" dice lui avanzando sempre di più. Non mi muovo, non voglio dargli la soddisfazione di intimorirmi. "Io sono sposata" sbotto mentre lui scoppia a ridere. "Tu? Con quello lì? Avanti Stella, non prendiamoci in giro" "Quello ha un nome e non ti permetto di mancargli di rispetto" grido andando verso la porta e spalancandola. "E ora vai via, non sei gradito qui" Lui mi raggiunge all'istante e chiudendo con un braccio la porta, mi spinge su questa e dice "Chi vuoi prendere per il culo con questo atteggiamento? Tu mi vuoi" "Non mi toccare" sibilo col cuore che batte all'impazzata. Lui mi fa scendere la giacca dalle spalle e facendo cadere la borsa mormora "Scansami" Si fa sempre più vicino e io chiudo gli occhi non sopportando l'intensità delle emozioni che sto provando...dio, non riesco a muovere neanche un muscolo. Non riesco a pensare a nulla, solo al fatto che sia lui, mi sento catapultata al liceo quando lo guardavo da lontano e desideravo con tutta me stessa che ricambiasse lo sguardo, che mi sorridesse, che mi venisse a parlare... Invece lui era lì, circondato da tutte quelle belle ragazze, io non esistevo neanche per lui...avrei fatto qualsiasi cosa per farlo entrare nel mio mondo, per poterci parlare anche solo un secondo, per poterlo sfiorare...Ha idea dell'effetto che mi faceva? Solo lui al mondo? Si rendeva conto di me che ero persa di lui? Sento il suo fiato sulle labbra...sto tremando così tanto che lui passa le mani sulle mie braccia e sussurra "Sono io..." Sei tu...è questo il problema. Le sue labbra sono sempre più vicine, sempre più vicine finché le sento sfiorarmi. Anche le mie labbra si schiudono, mentre lui posa un delicatissimo bacio all'angolo della bocca e con le dita accarezza le mie labbra. "Lo vuoi?" Sussurra mentre alza lo sguardo a me, infatti apro gli occhi e vedo subito i suoi splendere. "No" dico in un filo di voce. Sfiora i nostri nasi e mettendo le mani sui miei fianchi dice "Non mi stai respingendo" Mi sorride e aggiunge "Non c'è nulla di male...noi siamo destinati a stare insieme. Lo sai anche tu" Sposta le labbra al centro e assaggia il mio labbro inferiore. Sospiro estasiata...ha un tocco così leggero e morbido, ne voglio un altro. Sento un altro piccolissimo bacio e deglutendo sussurro sulle labbra "Non posso" Risento le sue labbra sulle mie e stavolta si trattiene di più...come ad assaggiarmi meglio. "Certo che puoi piccola, puoi fare tutto ciò che vuoi" "Lasciami andare" dico abbassando il viso. "Baciami" replica invece lui. La sua risposta mi sconvolge, è così prepotente, arrogante, sicuro di sè...lo odio. Alzo una mano e gli sferro uno schiaffo furiosa. "Come ti permetti di entrare qua dentro e pretendere di..." Lui alza subito lo sguardo su di me con gli occhi che luccicano e il secondo dopo è il caos. Mi alza in aria e divora le mie labbra zittendomi...io gli allaccio le braccia attorno al collo e lo seguo. Non penso a nulla, solo al fatto che ha un sapore dolcissimo e lo vorrei dentro. Le nostre magliette volano in aria e lui portandomi alla scrivania, mi fa scivolare in jeans. Anche i suoi spariscono e io appoggiando le mani sulle sue spalle imponenti, spalanco la bocca a lui che succhia la carne dei miei seni affamato. Gli allaccio le gambe attorno ai fianchi e accarezzo i suoi addominali, ha un corpo asciutto e palestrato...sembra un adone. "Stella Stella Stella..." sussurra lui baciandomi l'addome e andando sempre più giù, tentandomi come il diavolo. Sento le mutandine scivolare lungo le gambe e il secondo dopo la sua lingua su di me. Gemo e rigemo, oh quanto è bravo. Sono ad un passo dal venire, ma mi sento risollevare in aria e appoggiata sul divano... "Non senza di me" dice lui sulle mie labbra entrando dentro di me. "Ohhhh..."gemo colpo dopo colpo, le unghia gli graffiano la schiena e sento i suoi baci su tutto il mio viso. Sono sicura di star sognando. --------------------------------- "Buongiorno bellezza" sento dire sull'orecchio. Pierangelo...grido di gioia dentro di me. Apro gli occhi e abbasso lo sguardo alle nostre gambe incrociate e alle sue braccia che stringono la mia vita e le mie spalle. Sono in mezzo a lui...capisco quando alzo la testa e trovo il suo viso. "Ciao..."mormoro un po' a disagio. "Dormito bene?" Chiede sopra di me stringendomi ulteriormente a sé in un caldo abbraccio. Annuisco con la testa incominciando a realizzare ciò che è successo ieri sera. "Ehi..."mormora lui girandomi il mento nella sua direzione. "Va tutto bene" dice guardandomi dritto negli occhi. Mi sorride e mi stampa un bacio tenerissimo sulle labbra. "Ieri sera è stato fantastico. Tu sei fantastica "sussurra ancora sulle mie labbra. Le mie guance vanno a fuoco e riesco a ricordare flashback di me sotto di lui, io sopra di lui, sul tappeto, sulla scrivania, i nostri gemiti, il suo profumo di arancio... "Tu come sei stata?"chiede lui accarezzandomi una guancia col pollice. "Bene" dico guardando in basso. Lui mi rialza il mento e dice sorridente "Sono così felice di averti ritrovata..." Un sorriso nasce pure sulle mie labbra...Anch'io. "Hai fame? Posso portarti qualcosa dal bar di..." "No" mugolo quando lui fa per togliermi il braccio. Stringo forte i polsi e raggomitolandomi su di lui mormoro "Non andare via...tra un po'. Ho freddo" "Hai solo freddo? Questa è la scusa? "Chiede lui stringendomi forte forte. "Non è una scusa, è la verità!" Dico sorridendo. Lui scoppia a ridere e accarezzandomi i capelli dice "Arricci il naso quando dici le bugie da sempre?" "Non puoi saperlo, peggio per te che non hai voluto conoscermi anni fa" "Perché non sei mai venuta a parlarmi?" Chiede lui incrociando le nostre dita. "Perché non sei mai venuto tu?" "Non m'interessavi" dice lui diretto. "E io lo avevo capito...Non avevo voglia di prendermi un palo. Mi limitavo a sognarti da lontano" "Magari se ti avessi conosciuta meglio..." "Tu non mi hai mai notata?" "Certo che ti ho notata, mi fissavi sempre. Era inquietante" "Oh dio...che imbarazzo! Ho gli occhi troppo grossi "dico portandomi le mani sul viso. Lui toglie le mie mani sul viso e dice "Tu hai degli occhi stupendi, mi fanno impazzire i tuoi occhioni" Mi mordicchio il labbro e girando il viso, lo bacio. Sono così felice. "Raccontami un po' di questi anni. Che hai combinato oltre a quello che mi hai detto?" Passiamo altre ore a raccontarci di tutto e quando il sole incomincia a sorgere chiedo "Che ore sono?" Qualcosa s'illumina nella stanza e come in un sogno, mi sveglio di scatto. "Merda..." mormoro pensando al fatto di aver trascorso tutta la notte fuori casa. Corro a prendere il cellulare e leggo il nome "Maritino♡" Leggo anche 12 chiamate perse da Maritino♡, altre 4 da mia madre e 3 da Ludovica, mia amica secolare. Voglio morire. "Ehi "dico schiarendomi la voce. "Stella! Finalmente hai risposto!" Esclama Luigi. "Scusami, avevo il cellulare silenzioso" "È da ieri sera che ti cerco, mi vuoi far morire?! Se non fosse stata per Ludovica, sarei andato alla polizia!" Ludovica? Mi ha coperta? "Scusami scusami...è che è venuta Ludovica in studio in lacrime. Ha litigato col suo ragazzo e ho deciso di seguirla a casa sua per stare insieme " "E avvisarmi no?" "Hai ragione, sono stata una stupida. Mi è passato per la mente" dico girandomi e vedendo Pierangelo che mi sorride e si rimette i boxer. Che bello che è. Mi rigiro e dico "Scusami ancora, non succederà più " "Ti ho aspettato per tutta la notte con la cena a tavola, mi sono preoccupato un sacco" Mi batto una mano sulla fronte. La cena...che cogliona! "Cazzo...me ne sono completamente dimenticata. Sono mortificata " "Dai tranquilla, l'importante è che stai bene. La prossima volta però, per favore, avvisami. Stavo per venirti a cercare in studio,ma era tutto chiuso" Spalanco gli occhi...per fortuna che Tea ha chiuso tutto o chissà cosa sarebbe successo. "Mi cambio e arrivo " "Ti cambi?"chiede lui. "Il...pigiama. Ludo mi ha prestato il suo pigiama" "Certo...che scemo. Vai a prendere tu Sabina da mia madre che io sto morendo di sonno" "Certo, stai tranquillo. Dormi" "Salutami Ludo" "Lo farò" dico quando sento delle labbra sul collo, chiudo subito gli occhi. "Ti amo, ti aspetto a casa" "Sì, arrivo. Ciao" dico riattaccando subito. Lui mi fa subito girare e attacca le mie labbra. Non ci stacchiamo per alcuni minuti, finché penso che sia troppo tardi e dico "Devo andare " "No, ancora un po'. Ho freddo" dice schioccandomi un bacio. "Vecchia volpe" sorrido. Mi rivesto velocemente e recupero borsa e giacca. "Quando ci rivedremo?"chiede lui abbottonandomi la giacca. "Non lo so" mormoro deglutendo. Lui apre la porta, prendendomi la mano e c'infiliamo subito in ascensore. "Non so come farò a starti lontano" dice lui allacciando le braccia attorno alla mia vita. Mi sporgo e lo bacio ancora, non ci sto ancora credendo. "Signora" sentiamo dire. Solo ora ci accorgiamo dell'ascensore aperto e Tea davanti. "Buongiorno Tea! Cancella per favore tutti gli appuntamenti per oggi, li recupererò domani. Prenditi il giorno libero" dico staccandomi all'istante da Pierangelo. "Grazie Signora, sarà fatto "dice lei entrando in ascensore mentre noi usciamo. "Piacere, io sono Pierangelo "si presenta lui quando Tea lo squadra dubbiosa. "Piacere mio, buona giornata" "Anche a te" diciamo all'unisono mentre le porte dell'ascensore si chiudono. Ci guardiamo subito in faccia e scoppiamo a ridere. "Ma dove l'hai trovata?"mi prende in giro lui uscendo. "È una brava ragazza, finiscila!" Dico ridendo ancora. "Come la mia brava ragazza!" Esclama lui alzandomi in aria. Grido per la sorpresa e mi faccio portare fino alla macchina. "Che sei bella te l'ho mai detto?" Chiede lui rimettendomi a terra. "No, ridimmelo" "Bugiarda! Te l'ho ripetuto in continuazione "dice lui mordendomi il labbro inferiore. "Dai che devo andare! "Dico spingendolo. "Sei bellissima!" grida lui camminando all'indietro fino a raggiungere la sua macchina. Ci fissiamo mentre apriamo le nostre macchine e ci sediamo dentro. Allaccio la cintura e mettendo in moto, faccio retromarcia. Anche lui mi imita e usciamo insieme dal parcheggio. Sto per svoltare a destra, quando lui mi sorpassa e svoltando a sinistra, mi fa un occhiolino. Mi mordo il labbro e sorrido...che diavolo d'incantesimo mi ha lanciato? Ci metto almeno 50 minuti per raggiungere in montagna la casa della madre di Luigi e nel tragitto non faccio altro che pensare a Pierangelo. A come tutto combaciava, a come mi faceva sentire, a quanto a lungo abbiamo parlato, al fatto che ci ritroviamo quasi in tutto, a come mi fa sentire spensierata...Fin troppo spensierata. Parcheggio dentro e suono al campanello. "Mamma!"grida Sabina uscendo dalla porta. "Ciao amore mio!!" Esclamo prendendola al volo. "Hai fatto la brava con nonna? " "Sì! Abbiamo cucinato, giocato, ballato" "Ballato?" "Nonno ha messo la radio e lei è impazzita "dice ridendo Saveria. "Hai dei piedi d'oro! Chissà, magari t'iscrivo ad un corso di ballo, ti va?" "Sì sì! " Esclama felice lei applaudendo con le mani. "Com'è andata?"chiedo a Saveria prendendo il borsone di Sabina. "Tutto bene, lei è stata un angelo " "Mmm...Allora poi ti darò un premio. Dammi il cinque! " "Luigi ieri sera ha chiamato preoccupato, non sapeva dove fossi" dice piano Saveria. "C'è stata un'emergenza con una mia amica. Ho già parlato con Luigi, non preoccuparti. Grazie per Sabina, voleva tanto vederti " "Io volevo vedere lei, la mia piccolina " "Di' ciao alla nonna amore che dobbiamo andare "dico avvicinandola a lei. "Ciao nonnina!" Esclama Sabina dandole un bacio. "Ci vediamo presto piccolina "dice Saveria ricambiando il bacio. "Ciao Saveria e grazie ancora "dico baciandola anch'io sulla guancia. "Ci vediamo domenica cara?" "Domenica?"chiedo perplessa. "Per pranzo, Luigi non te l'ha detto?" "Oh certo...ci saremo, a domenica!"Esclamo entrando in macchina con Sabina. Nel tragitto per casa Sabina mi racconta quello che ha fatto con Saveria e io ho la testa da un'altra parte completamente. Sorrido e annuisco a tutto e presto ritorniamo a casa. Prendo il suo borsone, mentre Sabina corre a suonare il campanello. "No amore! Papà dorme" dico raggiungendola. "Dorme? Ma è mattino!" esclama lei perplessa. "Papà era molto stanco, lascialo dormire" mormoro aprendo il portone di casa. Lei corre sulle scale e io posando il tutto all'ingresso, salgo al piano di sopra. Come previsto, la trovo in camera nostra che sveglia Luigi. "Amore di papà" mugola lui sorridendo. "Papà ma sei stanco?" chiede lei saltandogli addosso. "Solo un pochino, tu invece come stai raggio di sole?" Lei ridacchia e dice "Bene, nonna mi ha comprato tanti giochi!" "Sei piena di giochi tu! Dove li metteremo?"chiede lui ridendo. "Nel salone!" esclama lei cercando di trovare una soluzione. "Così mamma ci uccide" Entrambi si girano verso di me e io dico scuotendo la testa "In salone assolutamente no! Daremo via dei giochi che non usi più, ok?" "Io uso tutti i giochi" mette subito il broncio lei. "Ma sei piena di bambole, potremmo regalare qualche bambola a una bambina che non ne ha" "Ci sono bambine che non hanno bambole?"chiede lei sconvolta. "Ce ne sono tante. Sarebbero felici di avere una bambola" "E va bene, ma scelgo io!" "Brava la mia bambina" dico salendo sul letto e stampando un bacio sulla testa di Sabina. "E io?"chiede Luigi mettendo il broncio. Sabina lo riempie di baci e io ridacchio nel vederli così affettuosi. "Hai fatto colazione?"chiedo a Luigi. "No, tu?" Nego con la testa e dico "Vado a fare una doccia veloce e preparare la colazione, raggiungetemi giù voi due pesti" "Va bene capitano!" esclamano i due, mentre io ridacchio e scendendo dal letto, esco fuori. Faccio una doccia lampo ed uscendo dalla doccia, prendo i miei vestiti e li profumo...sanno ancora di lui, di arancio. Deglutisco e li metto subito a lavare...sto incominciando a realizzare di aver fatto un'enorme cazzata. Mi metto un vestitino e ancora con i capelli umidi, scendo giù in cucina. Immagini di noi che ci baciamo, ci tocchiamo, ci consumiamo affollano la mia testa e mi porto le mani tra i capelli. Merda, che ho fatto? Com'è potuto succedere? Che cazzo ho combinato! Ho una famiglia io...una figlia, uno splendido marito....non potevo chiedere di meglio e che diavolo faccio? Non posso mandare tutto a puttane così, anche se Pierangelo mi fa toccare il cielo con un dito. Mi sono lasciata andare, non ho pensato alle conseguenze...cazzo, l'ho fatta grossa. Mescolo la miscela per i pancakes e aggiungendo un po' di cacao, verso un po' di miscela su una padella antiaderente. Devo mettere fine a questa cosa, non succederà più. Non posso permettermi di mandare tutto a fumo,ho sempre portato rispetto a Luigi e continuerò a farlo. Allontanerò immediatamente Pierangelo e mi scorderò di questa bravata, come se non fosse successo nulla. Giro i pancakes, mentre sento suonare alla porta. "Vado io!" grida Luigi. Chi sarà mai? Pierangelo no di sicuro...non sa il mio indirizzo di casa. Dopo pochi minuti Sabina entra in cucina con un mazzo enorme di rose rosse e Luigi con in braccio Sabina. "Mamma, sono per te!" esclama lei tenendo a stento il mazzo di rose. Spengo il fuoco e fingendomi perfettamente padrona della situazione chiedo "Per me?Da parte di chi?" "Guarda...c'è un bigliettino" dice Luigi prendendo una piccola busta rossa. "Sarà sicuramente un paziente" mormoro prendendo la busta e uscendo il bigliettino. "Mi manchi e non riesco a non pensare a noi, buona giornata bellezza" Rimetto all'istante il bigliettino nella busta e dico "Un paziente come sospettavo..." "Si sarà innamorato di te" dice Luigi prendendo il mazzo e posandolo sul bancone. "Si affezionano velocemente" cerco di dire portando la busta dietro la schiena. "Come fa ad avere il nostro indirizzo?"chiede lui posando per terra Sabina. "Non ne ho idea, magari l'ha chiesto alla mia segreteria per farmi una sorpresa" "E' quel paziente che ho conosciuto nel tuo ufficio? Aspetta...come si chiama? Pierangelo?" Spalanco gli occhi e perdo un battito...merda, come fa a ricordarselo?. "Esatto...proprio lui. Ha avuto un problema con la droga e la scorsa volta mi ha ringraziato perchè con me è riuscito ad aprirsi. Povero ragazzo" mormoro indietreggiando e strappando di nascosto la busta. "Sei una ragazza d'oro" dice lui andando a prendere un vaso. "Mi aiuti a sistemare i fiori in salone?"chiede a Sabina. Lei saltella felice e dice "Si si!" "Non toccare i fiori però, ci sono le spine" mormora lui prendendo il mazzo e uscendo fuori dalla cucina con la piccola. Riprendo la busta e strappandola in mille pezzettini, butto il tutto nel cestino. Mi aggrappo al bancone e respiro affannosamente. Come cazzo ha fatto ad avere il mio indirizzo? Merda, merda! L'ha fatto apposta, lo sa che ci sono Luigi e Sabina in casa! Mi sciacquo il viso nel rubinetto e mi asciugo con dei tovaglioli...mi gira la testa. Prendo subito un oki e respirando a fondo, inizio a calmarmi. Ho rischiato grosso, non so quale santo sopra mi stia proteggendo. Mi riprendo e apparecchiando la tavola grido "E' pronto!" Sabina entra con una rosa tra i capelli e chiede "Mamma, sono bella?" "Sei bella sempre tu" dico sorridendole. Luigi la mette sul suo seggiolino e sedendosi a tavola anche lui dice "Pancakes!" "Spero siano buoni" dico accomodandomi. "Oggi non vai a lavoro?" "No, sono troppo stanca. Ieri non ho dormito più di tanto. Tu invece?" "Bidono anch'io e ne approfitto per stare con tutti voi" dice lui prendendomi la mano e baciandomela. "Mhmm! Ma sono buonissimi, che aroma ci hai messo dentro? Arancio?" Tossisco rischiando di affogarmi e bevo immediatamente l'acqua che mi porge Luigi. "Ehi, tutto bene?"chiede lui preoccupato. "Si si...vado un attimo in bagno" dico correndo fuori dalla cucina. Raggiungo il bagno al piano di sopra e vomito. Respiro affannosamente e rialzandomi lentamente, vado a sciacquarmi. "Deve finire qui" m'impongo guardandomi allo specchio. Esco fuori dal bagno e recuperando il cellulare, trovo dei messaggi da un numero sconosciuto. "Sei arrivata?" "Tutto bene? Io sono a casa e non faccio altro che pensarti. Non vedo l'ora di rivederti" "Hai ricevuto la sorpresa? Spero ti piacciano" "Ti penso in continuazione, ho il tuo profumo addosso" Blocco immediatamente il numero e cancello i messaggi. Aggiorno velocemente Ludovica in pensiero per me e riscendo al piano di sotto. "Sabina! Così è troppo!" sento dire da Luigi. Entro in cucina e vedo Sabina che abbonda il suo pancake a pezzi di miele. "Amore così è troppo dolce" dico prendendole il miele. "Tutto bene?"chiede Luigi notandomi un po' giù di morale. "Si si, sono solo un po' stanca" dico riaccomodandomi. "Cucineremo noi il pranzo mentre mamma riposerà, affare fatto piccola peste?" dice Luigi alzando il cinque a Sabina. "Si!" esclama lei ricambiando il cinque. "Siete il mio tesoro" dico commossa. Poso le carte sul comodino e sprofondo sul letto. Non sento nulla, sarà sicuramente sera...chiudo gli occhi e cado tra le braccia di Morfeo. "Khalil..." sussurro quando sento un fruscio. "Shhh" sento il suo fiato sul collo. "Cosa vuoi fare?"chiedo deglutendo...è buio pesto. "Farti godere, è questo che vuoi, no?" chiede lui mettendo le mani sui miei fianchi. "Si, è quello che voglio"sussurro quando lui da dietro infila le mani nelle mie mutandine. "Sei sempre pronta per me, dico bene pulce?"chiede lui sogghignando al mio orecchio. Butto l'aria trattenuta nei polmoni quando sento che mi tocca il centro pulsante. "Sei bagnata per me" continua a dire muovendo piano le dita. "Non ti fermare..." dico mettendo una mano sulla sua testa dietro. "Te lo meriteresti" "Khalil non fermarti" mugolo godendo. "Strega" "Non...non fermarti" Sto per venire...sono ad un passo quando lui toglie la mano e si allontana. "No..." gemo riaprendo gli occhi. "No!" grido stavolta più arrabbiata. "Khalil! Vieni subito qui! Non hai finito!" grido ancora. "Khalil!!" "Ahhhh" sospiro a fondo spalancando gli occhi. Mi guardo attorno e non vedo nessuno...è stato un sogno. Scendo dal letto e bevo un po' d'acqua. Sono così eccitata. Esco dalla camera e mi ritrovo un vassoio pieno di cibo...sarà stata la cena. Scavalco il vassoio e a piedi nudi raggiungo la porta di Khalil. Entro e nella penombra osservo Khalil che dorme di schiena coperto da una lenzuola. Salgo sul letto e mettendomi a cavalcioni su di lui, mi abbasso a baciargli il petto. Gioco con i suoi capezzoli e vado sempre più in basso...scosto le coperte e trovo il suo membro eretto. Scosto le mutandine e accarezzandolo, lo metto dentro di me. Spalanco la bocca quando lo sento riempirmi completamente e inizio a muovermi su di lui. Khalil apre piano piano gli occhi e appena realizza che mi sto muovendo su di lui, afferra i miei fianchi e mi fa posizionare meglio su di lui. Mi muovo velocemente per soddisfare la voglia di venire, mentre lui mi spoglia della mia sottoveste e accarezza i miei seni. Gemiamo insieme, lui aggrappato ai miei fianchi e io al suo petto...ci muoviamo all'unisono e spostando i capelli su un lato, accelero i miei movimenti. "Oh Flora..." mugola lui con voce roca. Gli prendo le guance con una mano e sibilo "Non parlare, scopami" Non se lo fa ripetere due volte...va incontro al mio bacino e spinge a fondo. Grido per l'intensità dei suoi colpi, mentre lui afferra la mia testa e mettendosi seduto va più veloce. I nostri petti si sfiorano e io affondo le mani nei suoi capelli...dio, che bello. Sento il suo cuore correre nel petto e il respiro farsi affannoso...mi aggrappo alle sue spalle finchè urlo il suo nome e vengo con impeto. Rimaniamo per un paio di minuti immobili a riprenderci dalla straordinaria scopata, finchè sento dei baci sul mio collo e mi stacco di scatto da lui. "Niente baci, niente carezze" dico severa per poi scendere dal letto con la sottoveste. Esco dalla stanza senza dargli modo di replicare e richiudendo la porta, scendo in camera mia. Afferro il vassoio sulla soglia e chiudo la porta. Sto morendo di fame, devo tenermi in forze se voglio scappare da questa gabbia.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


KHALIL'S POV: PASSATO. "Avanti!" grido quando sento bussare alla porta. "Si può?"m'immobilizzo...la sua voce, potrei riconoscerla persino in una piazza gremita di gente. Nonostante ciò non alzo lo sguardo e dico freddo "E' già entrata" Inizio a scrivere cose incomprensibili al computer, pur di farle credere di essere troppo impegnato per lei e con la coda dell'occhio osservo la sua camicetta celeste e i pantaloni neri a vita alta...le evidenziano tutte le forme, vorrei dirle di indossare almeno un blazer sopra. "Io...posso ritornare più tardi" dice lei imbarazzata. Bimba...sai che non mordo, almeno al momento. "Si accomodi, ho pochi minuti. L'ascolto" dico indicandole la poltroncina di fronte. Lei lancia uno sguardo all'ufficio e sorrido nel pensare che si starà chiedendo perchè il mio ufficio sia più spazioso e arredato del suo. "Grazie, è molto gentile" mormora lei riabbassando subito lo sguardo. "Volevo scusarmi per ieri, non l'ho accolta nei migliori dei modi. Non faccio di solite queste cose in ufficio, ieri ho tirato troppo la corda, spero lei non ne abbia fatto parola con nessuno" "Si riferisce a..." "Sì" dico congiungendo le mani affinché possano flettersi i bicipiti...infatti il suo sguardo corre a quello, vecchia volpe. "No, non sono cose che mi riguardano. Le consiglio però di chiudere a chiave la prossima volta, così sarà certo di non traumatizzare nessuno" Scoppio a ridere e anche a lei si dipinge un sorriso. Ne rimango incantato...dal vivo è ancora più bello e splendente. "Lei la prossima volta bussi più forte però" dico sorridendo. "Sarà fatto" risponde lei ricambiandomi il sorriso. Potrei lasciarmi incantare" "Bene, tra pochi minuti avrò un paziente. Lei voleva chiedermi qualcosa?" "Volevo capire il suo ruolo...il direttore mi ha riferito che ad un certo punto, quando lo ritiene lei, i miei pazienti passeranno a lei. Non capivo questo particolare" dice appoggiandosi alla poltroncina...sembra rilassata. "Ha riferito bene il direttore. I suoi pazienti saranno monitorati anche da me, quelli con più problematiche passeranno a me. " "Non capisco...lei è il mio supervisore?" "Esattamente, lei è sotto la mia dirigenza. Dovrà rispondere alle mie richieste" Flora accavalla le gambe e chiede corrugando la fronte "Perchè nessuno mi aveva avvisata?" "Lo sto facendo io" "Perchè non il direttore" "Sono io il suo capo, signorina Vignoli" "Andrò a riparlare col direttore" dice lei alzandosi dalla poltroncina. "La vedo scombussolata, tutto bene?"chiedo seguendo il suo movimento. "Io...si. Vorrei solo andare a chiarire questa cosa, mi scusi" dice andare subito alla porta. "Signorina Vignoli" la chiamo prima che esca. Lei si gira e io dico sorridendo "Può darmi del tu" "Preferisco darle del lei, per ora. Grazie lo stesso" dice lei per poi sparire dietro la porta. Mi mordo il labbro ed eccitato, chiamo subito alla dirigenza. "Pronto?"risponde subito il direttore...direttore si fa per dire. "Salve, sono Temiz" dico annunciandomi. "Oh signor Temiz, mi dica!" esclama lui. "Fra pochi minuti si ritroverà in ufficio la signorina Vignoli, le spieghi la mia posizione sul suo operato" "Di quale posizione parla?" "E' molto giovane la signorina, forse anche un po' inesperta sul campo. Mi sento di supervisionarla, lei risponderà a me da ora in poi" "Inesperta? Mi aveva detto lei di assumerla nel centro" "E' volenterosa e sveglia, con un po' di dritte potrebbe essere la migliore psicologa del centro" "Mi fido di lei signore" dice lui senza obiettare. "E fa bene, ora riattacco che ho del lavoro da fare. Mi chiami appena finito con la signorina" "Va bene" acconsente lui. "Un'altra cosa...le dica di indossare un camice lungo nel centro. Sarà più professionale, a presto" dico riattaccando. Abbasso lo sguardo al cellulare e la osservo in ufficio mentre fa spazio a dei libri...non ci arriva da sola quindi cerca di mettersi sulle punte e mi espone completamente il suo culo ai miei occhi. Capisce di non riuscire a sistemare i libri e sbuffando, li riposa sulla scrivania. Apre la porta ed esce fuori...penso che stia andando dal direttore. Aspetto che arrivi alle scale ed esco io. Apro la porta del suo ufficio e inserisco un microfono sotto i sedili delle poltroncine...non avevo previsto che mi sarebbero potuti servire. Mi metto nella sua postazione e lavoro per sincronizzare il suo computer col mio...ci vorranno solo pochi minuti. Digito velocemente sulla tastiera e aspetto che il download si completi. Mi alzo e faccio un giro della stanza...alzo lo sguardo ad ogni telecamera posizionata e sorrido. Sei sotto il mio totale controllo dottoressa. Mi avvicino all'attaccapanni e controllo le tasche della giacca di pelle...ci trovo solo delle mentine. Inserisco una mano nella mia tasca dei pantaloni e con l'altra mano mi avvicino la giacca al naso per annusarla. Chiudo gli occhi assorbendo a pieno il profumo e sento i brividi attraversarmi la schiena, deglutisco pregando di potermi imprimere per sempre questa fragranza di viole. La mia mente si catapulta a quella volta che persi la testa, la misi sul grembo e la spogliai...le mie mani e la mente correvano, il suo profumo di viole mi faceva impazzire, la sua pelle mi faceva impazzire...così morbida e calda. Volevo divorarmela. Pregai con tutto me stesso di fermarmi prima che fosse troppo tardi, ma ero partito in un altro universo, un universo dove i cattivi non esistono, ci siamo solo io e lei e lei mi ama per quel che sono. Lei non è sua nipote, siamo due folli innamorati, vogliamo fare l'amore, vogliamo creare qualcosa di nostro, vivere insieme, morire se questo richiede viverci insieme. Le sue labbra sul mio orecchio, il suo fiato sul mio collo, il mio cuore nelle sue mani... "Signor Temiz?" Spalanco gli occhi di scatto e non mi giro...merda, quanto tempo è passato? "Che profuma usa?"chiedo continuando ad odorare la giacca, fingendo di non essere sorpreso o imbarazzato di lei. "Non ne uso" Lo so pulce, lo so benissimo. "La sua pelle profuma di viole?"chiedo girandomi lentamente. Lei deglutisce e sorridendo confusa mormora "Io...non saprei" Mi stacco dalla giacca e lentamente la raggiungo con le mani in tasca. Flora mi guarda stranita ma non parla, vuole mostrarsi sicura di sè...quanto mi eccitano le guance che si stanno arrossendo. Lei inizia ad indietreggiare e io avanzo a passo controllato...vedo il suo seno alzarsi e abbassarsi a ritmo del respiro affannato. Spalanca gli occhi e riesco a vedere gli ingranaggi del suo cervello correre, si sta chiedendo perchè senta timore nei miei confronti, perchè sta indietreggiando anziché affrontarmi, perchè diavolo Adriano l'ha abbandonata. La sua schiena si adagia alla porta e appoggia le mani sul manico, come per poter scappare appena ne avrà la possibilità, appena dovrebbe cedere. La raggiungo e non staccando lo sguardo bruciante su di lei, abbasso il viso alla sua spalla e inspiro a fondo. Riesco ad assaporare la sua paura, il tremore dentro di lei, la sua eccitazione nel avermi addosso. Mi innalzo lentamente e alzando l'angolo della bocca mormoro "Confermo, la sua pelle sa di viole" Lei butta tutta l'aria trattenuta nei polmoni e scuotendo la testa dice ridendo "Oh...ehm ok. Io..non lo sapevo" "Ora lo sa" dico perfettamente controllato. Questa cosa le mette panico e cercando di riprendere anche lei la situazione in mano, dice schiarendosi la voce "Si" Alza lo sguardo su di me che la sto divorando dall'alto e sentendosi a disagio, abbassa il manico della porta mormorando "Io stavo andando a prendere un caffè" "Ottimo, possiamo prenderlo insieme" dico aprendo ulteriormente la porta. "Ah...lo prende anche lei. Va bene." mormora lei passandosi le mani tra i capelli. "Tutto bene?"chiedo inclinando il viso. "Certo!" dice lei agitando le mani. "Chiude a chiave?"chiedo riferendomi alla porta. "Oh no...non serve" Serve eccome, soprattutto se hai a che fare con me pulce. "Va bene" dico chiudendo la porta alle nostre spalle. Allungo la mano per dire di andare per prima, ma lei scuote la testa e dice "Io...in realtà non so dove andare" Rimetto la mano in tasca e dico divertito "E dove pensava di andare a prendere il caffè" "Avrei chiesto in giro" replica subito lei. "Giusto, saggia scelta. Il centro ha una macchinetta, ma io preferisco prenderlo al bar all'angolo. Mi vuole seguire?" "Si, va bene. Così ne approfitto per passeggiare un po' " dice lei svoltando a destra. Scende le scale davanti a me e i miei si catapultano a guardarle il culo...cazzo, dal vivo è un'altra cosa. Così accessibile a me. "Ciao Vittoria" saluta lei qualcuno prima di uscire dal centro. Non mi giro neanche a vedere chi saluta e la supero per raggiungere il giardino. Lei arriva dopo poco e dice "Scusami, salutavo una nostra collega. Non vi conoscete?" "Non do molta confidenza ai colleghi" "Strano, ieri l'ho vista parecchio in confidenza con una nostra collega" dice lei camminando al mio fianco. La supero di tanto, infatti la guardo dal basso e dico con nonchalance "E' solo sesso, confidenza è altro" "Confidenza è intimità"replica lei sicura. "Ha ragione, ma intimità ha due significati. Da una parte significa relazione d'amicizia, di confidenza, di stretta familiarità...nell'intimità si può essere tra persone intime, nella vita intima; nella libertà della propria casa, nell'abbandono di colloqui amichevoli o amorosi...e qua entra in gioco il secondo significato...stare in intimità nel senso concreto, è più un rapporto sessuale" "Quindi lei cosa intende per confidenza?" "Di qua"dico facendo cenno a destra. Usciamo anche dal parcheggio e svoltiamo a destra per raggiungere il bar all'angolo. "Per confidenza intendo più familiarità, sicurezza, completa fiducia nell'altra persona, io posso farti una confidenza...qualcosa tra di noi, in segreto...Non la farei con chiunque altro, capisce?" Lei annuisce con la testa e chiede "Non conosce nessuno quindi nel centro?" "Conosco lei" dico mentre lei alza lo sguardo e mi sorride. Potrei farci l'abitudine a vederla sorridere...merda, ha una minima idea del caos che crea sorridendomi così? Riesco a tenere lo sguardo con fatica e lei chiede "Si sente in confidenza con me?" Oh, non sai quanto pulce. "Siamo sulla buona strada" "Non crede?"aggiungo dopo un po'. "Assolutamente sì" dice mentre entra nel bar e il mio sguardo ricade sul suo culo...non posso farci nulla se i pantaloni lo fasciano così bene. "Il solito?"chiede sorridendomi Chiara o Clara...non ricordo il suo nome. "Sì cara" dico uscendomene pulito. "Anch'io vorrei un caffè" mormora timidamente Flora. Chiara, Clara alza lo sguardo infastidita e chiede "Siete insieme?" "Sì" l'anticipo io. La ragazza mi guarda quasi delusa, ma non lo dà a vedere e sorridendo dice "Da portare via?" "Ce lo prendiamo con calma?"propongo a Flora. "Sì, buona idea" dice lei annuendo. "Allora noi andiamo a sederci" dico a Chiara, Clara. Lei fa un cenno e io vado fuori per prendere un tavolo. "Qua va bene?"chiedo all'angolo. "Sì, va bene" dice lei accomodandosi. Si guarda attorno nella struttura di legno in cui siamo seduti e rimane in silenzio. "Allora...ha visitato i suoi primi pazienti?" "Ancora no, domani. A proposito, ho parlato col direttore e mi ha confermato ciò che mi ha detto. Mi scusi per l'arroganza" "Scuse accettate" dico sorprendendola. Si aspettava che le dicessi che non fosse stata arrogante, invece ho confermato tutto. Corruga la fronte e si accavalla le gambe, ora sì che è a disagio. "Ecco a voi" ci serve subito Chiara, Clara. "Grazie Chiara" dico sperando di aver azzeccato il nome. Non sembra, perchè mi guarda male e io ritento "Clara" "Carla" dice lei secca. "Carla, giusto. Scusami, sono un disastro con i nomi"dico prendendo il caffè. "Non importa signor Temiz, capita. Ha perso il bigliettino che le avevo scritto?"chiede stringendo il vassoio in mano. "Io...no. E' solo che non ho avuto tempo" "Allora quando avrà tempo, potrà chiamarmi" "Carla...io..." "Il signor Temiz è davvero tanto impegnato. Davvero tanto" interviene Flora per poi mettere una mano sopra la mia. Rimango sconvolto, non ho parole...questa donna mi folgora completamente. "Capisco, tolgo il disturbo. Buon proseguimento di giornata" dice lei con una smorfia. "Anche a lei Carla" dice Flora sorridendole come solo lei sa fare per incantare qualcuno. Aspetta che Carla vada via per togliere la mano e rimetterla sul grembo. "Grazie" dico appoggiandomi alla sedia. "Prego" replica lei strappando la bustina di zucchero. "Le capita spesso?"chiede versando lo zucchero nel liquido ambrato. "Non per vantarmi, ma sì" "Non le biasimo" dice facendo alzare un sopracciglio. A che gioco vuoi giocare pulce? "Perchè?" "Beh...ha una certa autorità, non passa inosservato di certo" dice mescolando lo zucchero col cucchiaino meticolosamente. "Lei dice?" "Non mi dica che non sapeva di essere un rubacuori" ride lei. Sorrido..."Questo sì, non tutti i cuori però riesco a rubare" "Chi è la fortunata?"chiede prendendo un piccolo sorso del caffè. Tu. Faccio per rispondere ma lei geme chiudendo gli occhi improvvisamente e dice "Mhmm che buono questo caffè! Tutt'altra cosa dall'intruglio che faccio a casa" Riapre gli occhi e io abbasso subito i miei alla mia patta...cazzo Flora, mi tenti già respirando. "Le avevo detto che facevano un caffè buono" "Dovrò ascoltarla più spesso. Mi scusi, l'ho interrotta" "Tranquilla, non c'è molto da dire in realtà" "Lei non ricambia?"chiede facendo una smorfia. "Mi crede un mostro" dico bevendo il mio caffè. "Perchè mai?" "E' complicato" faccio cadere l'argomento. "Mi dispiace, non so cosa abbia fatto ma tutti hanno bisogno di una seconda possibilità" "Lo pensa davvero?"chiedo deglutendo il caffè bollente. "Certo, una seconda possibilità non lo si nega a nessuno" dice finendo di bere il suo caffè. "Sono felice che lo creda, lei la darebbe quindi a qualcuno che le ha fatto molto male?" "Tante possibilità, tante deviazioni, tante scelte, tanti errori...così diceva Parker. La darei sicuramente" Finisco di bere il mio caffè in un sorso e lei chiede "Andiamo?" "Andiamo" dico sorridendole. "La prossima volta offro io" dice lei contestando il fatto che abbia offerto io. "Non accetto soldi dalle signorine" dico uscendo dal bar. "E...ha detto la prossima volta?" aggiungo facendola arrossire. La farei svoltare in qualche vialetto e la prenderei ora se potessi... "Ha capito bene, mi ha fatto piacere la sua compagnia" "Anche a me, inoltre dovrò ricambiare il favore che mi ha fatto" "L'ho fatto perchè mi ricordava Adriano" "Adriano?"chiedo con nonchalance. "Nulla, un vecchio amico" dice rientrando nel centro. PRESENTE. FLORA'S POV: DOPO DUE SETTIMANE DAL PATTO DI SILENZIO. "Sicura di non voler venire? Non mi sento tranquillo a lasciarti sola" dice Luigi rimboccandomi le lenzuola. "È solo un po' di mal di testa, magari quando mi sarò ripresa, potrò raggiungervi" mormoro sprofondando nel letto. "È solo due ore di treno, fai una telefonata e mi precipito alla stazione" "Sarà fatto" dico sorridendogli. "Mi mancherai così tanto" mugola lui accarezzandomi le guance. Va pazzo per le mie guance, non perde mai occasione per baciarmele o pizzicarle. "Anche tu e Sabina, salutami anche tua madre e tuo padre. Divertitevi in campagna" "Sei sicura quindi? Deciso?" Insiste lui. "Andate, non voglio farvi perdere tempo" dico spingendolo scherzosamente. "Se non ti conoscessi, direi che mi stai cacciando" "Menomale che mi conosci allora" dico sorridendo. "La mia fortuna più grande" mormora lui chinandosi a darmi un bacio. Ricambio e accarezzandogli la barba dico "Stai attento a Sabina, sai che con i nonni è scatenata e ingestibile" "Tale e quale alla madre" "Stronzo" dico ridendo e facendo una smorfia debolmente. "Ti lascio riposare, chissà magari ti riprendi e ci raggiungi" "Lo spero, dai andate o mi metterò a piangere" "Gioia mia" mormora lui chinandosi a darmi un altro bacio. "Ti amo" mi mormora sulle labbra. "Anch'io "sussurro sorridendo. "Tieni il cellulare vicino che ti chiamerò spesso" "Va bene capo" dico mentre lui raggiunge la porta e la apre. Mi fa l'occhiolino e va via chiudendo la porta. Sospiro e mi rimetto a letto. Amo la mia famiglia, ma voglio approfittare del silenzio in casa almeno per poche ore. Sono le mezzanotte passate quando mi rialzo per dissetarmi. Scendo in cucina col cellulare in mano e sorrido nel vedere delle foto che mi ha mandato Luigi. C'è Sabina che accarezza il gatto della casa in campagna e in un'altra foto stanno cenando tutti insieme e sorridono alla camera. "Siete bellissimi! Non divertitevi troppo senza di me :,( " Mando la risposta e subito dopo Luigi mi scrive "Ben svegliata, come stai?" Dovete sapere che Luigi è solito non usare faccine o altro nei messaggi, può sembrare freddo ma in realtà è il suo modo di scrivere. Ammetto che all'inizio mi faceva impazzire come cosa, ma alla fine mi sono messa il cuore in pace. "Bene, allora domattina ti chiamo per confermare" "Credo di prendere il treno delle 16:30. La mattina ne approfitterò per passare in ufficio. Come ve la passate lì?" "Tutto bene, avviso tutti allora" "Sabina dorme" aggiunge subito dopo. "Come si è comportata la peste?" "Stranamente bene, sarà stata stanca per il viaggio in treno ed è crollata " "Piccola mia...Vai a dormire anche tu?" "Si" "Buonanotte tesoro" Blocco il cellulare e apro il frigo alla ricerca di qualcosa di pronto da mangiare subito. "Sii" esclamo quando vedo metà teglia di tiramisù. Ho proprio voglia di dolce. Prendo una forchetta e do i primi morsi al mio dolce preferito, mia sorella lo fa divinamente. "Ma chi sarà a quest'ora? "Chiedo con la forchetta in aria quando sento il campanello. ----------------------------------- "Perché diavolo non parte?" Borbotto posando le carte e accendendo la TV. Stavo seguendo una serie poliziesca e mi era venuta voglia di scrivere, adesso però voglio vedere come va a finire col caso. Sbatto sul palmo il telecomando e sbuffo. "Dai! Accenditi! " "Va bene, ho capito! "Borbotto scendendo dal divano e andando alla ricerca di Malcolm. Lo becco davanti le scale. "Ciao Malcolm, potresti aiutarmi col telecomando che non funziona? "Chiedo porgendoglielo. "Non funziona?"chiede lui smontando il telecomando. Sistema le batterie e ricomponendolo dice "Adesso dovrebbe funzionare" Lo guardo alzando il sopracciglio e borbotto "Ci avevo provato anch'io con le batterie...Non è quello il problema " "Chiamerò un tecnico per risolverle il problema" "Grazie! Tra quanto potrebbe arrivare? " "Siamo in alto mare ma domattina sbarcheremo in Grecia, là troveremo qualcuno " "Devo aspettare di arrivare in Grecia per vedere la puntata finale?!" esclamo pestando i piedi per terra. "Non saprei come aiutarla...potrebbe fare qualcos'altro nel mentre" "Qualcos'altro? Voglio vedermi la serie tv, non c'è un tablet in questo posto?" "Certo...ho bisogno del permesso del signor Temiz prima" Sbuffo visibilmente infastidita e dico "Incredibile! Il permesso anche per guardare una serie in santa pace, incredibile!" Gli do una spallata indispettita e salgo le scale furiosa...ma guarda un po'. Forse posso trovare una televisione nelle camere del piano superiore...o ancora meglio delle batterie. Attraverso il lungo corridoio, finchè apro la porta della camera di Khalil ed entrando frettolosamente, vado spedita ai cassetti. Frugo fra la sua roba e non trovando nulla, mi giro per raggiungere l'armadio, ma salto in aria nel vedere un uomo straniero in stanza. "Chi diavolo è lei!" grido portandomi una mano al petto, che paura cazzo! "Lei deve essere la moglie" sussurra il tizio raggiungendomi e aprendo la sua borsa. Ne esce fuori delle scatolette e buttandomele tutte tra le braccia, dice scrivendo qualcosa su un taccuino "Il paracetamolo ogni 4/6 ore per 300/500 gr. Attenzione alle dosi, può diventare pericoloso a dosi superiori ai quattro grammi al giorno, in quanto dotato di un forte potere antipiretico ed analgesico (antidolorifico) e può danneggiare il fegato una dose elevata. Sono consigliate spugnature e bagni di acqua appena tiepida, può essere utile per favorire la discesa della temperatura corporea, ma solo dopo l'assunzione preliminare di farmaci antipiretici. La terapia medica prevede il riposo a letto abbinato alle classiche raccomandazioni: consumo di pasti facilmente digeribili, abbondante apporto idrico e salino (succhi di frutta, da evitare in presenza di concomitante diarrea), e astensione da fumo e alcolici. Le prescrivo altri medicinali in caso la febbre possa peggiorare e..." "Cosa cosa? Io non ho la febbre e perchè sta sussurrando?"chiedo corrugando la fronte. "Suo marito ha la febbre a 39 da due giorni, non lo sapeva? Sta dormendo, non lo svegli. Ha bisogno di assoluto riposo e legga quello che le ho scritto, c'è tutto. Le lascio il mio biglietto di visita in caso abbia domande, adesso devo andare. La mia nave è arrivata, devo ritornare in città al più presto" Stacca un foglio dal taccuino e mettendo il tutto sulla montagna di scatolette dice "Buona fortuna" E rimango così...sola e con le braccia piene di scatolette e fogli. Alzo lo sguardo al letto e vedo Khalil completamente sotto le coperte...poso le scatolette sulla poltroncina e avvicinandomi al letto, osservo il suo viso giallastro. Allungo la mano sulla fronte e la ritiro terrorizzata...cazzo se scotta! Mi mordo il labbro sedendomi sul bordo del letto e osservo tutto il corpo che trema e il respiro affaticato di Khalil...accidenti, non l'ho mai visto in queste condizioni. Il dottore ha detto che aveva la febbre a 39 da due giorni...non mi avvicino a lui da 3 giorni, in questi giorni ho limitato il sesso con lui, è straordinario ma odio essere così fredda ad ogni rapporto. Lui è sempre disponibile, gentile, dolce...non se ne va prima che io venga e si assicura che non possa servirmi ancora, a tratti non lo riconosco neanche...è completamente sottostante a me, io ordino e lui esegue, delle volte cerca di convincermi a pranzare o cenare insieme, ma non gli rivolgo la parola. Niente comunicazione...sono questi i patti. Alzo la mano sulla sua guancia e la sento andare in fiamme sotto la mano...sta andando letteralmente a fuoco. La mano si sposta in alto e affondo le dita nei capelli un po' umidi dal sudore...sorrido nel vederlo tranquillo, si vede che sta soffrendo ma così vulnerabile mi fa tenerezza. Deglutisco e alzandomi dal letto, recupero la ricetta per poi uscire dalla stanza. Potrei approfittarne per uscire ora che Khalil è KO, ma dove credo di poter scappare in mare aperto? Al massimo vengo sbranata da uno squalo. Scendo le scale e andando incontro a Malcolm dico porgendo la ricetta "Questo è per te, il dottore ha scritto tutto quello che serve" "Ottimo, gli avevo chiesto di spiegarle tutto. Ha capito cosa deve fare?"chiede Malcolm con nonchalance. "Cosa? Io?" "Lei è sua moglie" dice Malcolm come per obbedire al mio stupido impegno. "Non sono un'infermiera" sbotto incrociando le braccia. "Signora Temiz, non abbiamo infermieri a bordo. Ci siamo solo io e lei, io devo controllare la nave e lei..." "E io cosa? Sai perfettamente che non sono sua moglie e non ci parliamo da giorni! Lo sai che piuttosto mi butto in mare!" All'improvviso sentiamo un allarme e Malcolm corre subito a vedere, lasciandomi impalata davanti alle scale. "Io non lo aiuto..." borbotto osservando il corridoio vuoto. Ritorno nella sala cinema e buttandomi sul divano, riprendo in mano le carte. "Chi è?"grido prima di aprire la porta. Non è che Luigi e Sabina sono venuti a farmi una sorpresa? "Sono io" sento dire. Mi paralizzo sul posto...Pierangelo. Merda...avrei prima dovuto vedere chi potesse essere. Adesso non posso neanche fingere di non essere in casa. Mi sistemo i capelli e facendo un lungo sospiro, apro di poco la porta. "Ehi" dice lui sorridendomi con una bottiglia di vino in mano. Come diavolo si permette di venire a casa mia con addirittura una bottiglia di vino? Grazie al cielo che non c'è nessuno in casa. "Chi ti ha dato il mio indirizzo di casa?" chiedo fredda. "Io tutto bene e tu?" fa l'ironico. "Non sto scherzando, ti ho bloccato ovunque...non pensi che voglia evitarti?" "Diretta, mi piace. Possiamo parlarne dentro casa o vuoi dare spettacolo ai tuoi vicini?" chiede lui sicuro di sè. Mi guardo attorno e noto le signore delle case accanto, sporte interessate a vedere cosa sta succedendo. Stupide pettegole. "Muoviti" sbotto aprendo la porta. Lui entra lanciando un'occhiata divertita alle signore deluse e lascia dietro di sè una scia del suo profumo all'arancio...trattengo il respiro per non inspirare più il profumo, lo sento persino nei miei sogni ormai. Chiudo la porta e dico gelida "Chiariamo le cose...quello che è successo tra noi è stato un'enorme errore. Mi sono lasciata tentare e non passa secondo che io non mi penta di quel che ho fatto. Se potessi tornare indietro, scapperei da quella situazione per poter ritornare da mio marito e mia figlia, perchè lo sai che ho un marito e una figlia, vero?" "E' una domanda per me o per te?" Mi mordo l'interno guancia...come cazzo fa a smontarmi in questo modo e così velocemente? Vinco sempre io, sono io che comando nelle conversazioni, io a portarle avanti, io a concluderle, io ad uscirne pulita, non questa volta. Incrocio subito le braccia...tenere le braccia conserte è una manifestazione del nostro inconscio che può esprimere cose diverse, da un sentimento di insicurezza a un gesto di protezione o amor proprio, oppure ancora la volontà di volersi isolare. Sta di fatto che in questo momento sono talmente insicura, che non ho idea di come proteggermi stavolta...non ne ho proprio idea. Vorrei essere partita con Luigi e Sabina, mannaggia a me. "Devi andartene" dico, cercando di non fargli notare il mio malessere interiore. "E tu devi calmarti, non mi fai vedere casa tua?" chiede girandosi per entrare nel salone. Corro a prendergli il braccio prima che possa entrare e faccio per gridargli che se non va via, chiamo la polizia, ma lui prende a sua vantaggio questa cosa e afferrandomi il polso, mi sbatte allo stipite della porta del salone nel giro di un secondo, come se avesse previsto il mio gesto, tutto. Preme il suo corpo completamente al mio, facendolo aderire e alzando il mio braccio sopra la testa dice vicinissimo al mio viso "Mi sei mancata così tanto..." Cerco di recuperare fiato, sono sconvolta da come si siano invertiti i posti, ho il cuore che sta battendo all'impazzata, non riesco più a respirare, mi sento andare a fuoco ovunque mi stia toccando, il suo profumo è su di me, lui è su di me...il mio cervello si annebbia e inizio a tremare. E' il fottuto effetto che ha su di me, da sempre e per sempre...è lui che comanda, è lui che impone, è lui che mi sconvolge, è lui che gira attorno al mio mondo adesso. Deglutisco a fatica e chiudo gli occhi per non capacitarmi della situazione, per non vedere quanto è bello stasera. "Non voglio più staccarmi da te, per nessuna ragione. E' una tortura starti lontano, non sentirti, non vederti, non baciarti..." Faccio una smorfia e abbasso la testa, cercando di non sentire la sua voce calda, roca, quelle parole...sento improvvisamente le sue mani morbide attorno al viso e il suo pollice strusciare le mie labbra. Oh mio dio, oh santissimo...non ce la faccio, non ce la posso fare. Lo sento avvicinarsi al mio viso, sempre di più, sempre di più, sento le sue labbra sfiorare le mie...schiudo le mie, sono pronta a cedere...aspetto un suo bacio, ma sento lui sospirare e la sua fronte appoggiarsi alla mia. "Perchè mi fai questo?" dice lui in un sussurro. Riapro lentamente gli occhi e lo vedo...ha gli occhi teneri, sinceri, attenti, amorevoli...sembrano i miei venti anni fa, venti lunghi anni fa. "Non è più il nostro momento" dico con gli occhi ludici. "Il destino ci ha fatti rincontrare...è il nostro momento eccome" "Destino...sembri me quando parli" mormoro sorridendo. Anche lui sorride e accarezzandomi delicatamente le guance dice "E tu sembri me quando cercavo di scaricare qualche ragazza" "Karma?" "Decisamente" ride lui scoprendo una scia di denti bianchi. M'illumino alla vista del suo sorriso e sospirando dico "Sapevi che Luigi e Sabina non erano a casa" "E' un'affermazione o una domanda?" Lo guardo alzando un sopracciglio e lui dice "Sì, lo sapevo. Hai la sfortuna di avere un vicino che è mio amico" "Cristian...ne ero sicura" borbotto alzando gli occhi. "Di tanto in tanto mi manda anche qualche fotina" "Cosa?"chiedo spalancando gli occhi. "Foto innocenti, quelle in intimo le aspetto ancora da te" "E continua ad aspettarle, perchè non le avrai mai" "A che mi servono le foto, se il tuo corpo nudo è memorizzato qui?"chiede toccandosi la tempia. "E' tutto sbagliato, io non posso fare questo alla mia famiglia" dico ritornando ad essere seria. "E cosa vuoi fare? Continuare ad ingannarli, fingendo di amare Luigi?" "Ma io lo amo Luigi" "Stella, non mi fare incazzare" dice lui guardandomi con rimprovero. Capisce di essere stato troppo duro e calmandosi mormora più tenero "Lo sappiamo entrambi che se lo amassi davvero, non lo avresti tradito con me" "Tu è me che ami" aggiunge sfiorando i nostri nasi. "Dillo" dice posando una mano sul mio fianco, sotto la canottiera. "Dillo..." ripete inclinando il viso. "No" mormoro facendomi indietro per sfuggire alle sue labbra, sono contro lo stipite...mi è quasi impossibile. "Dillo, dillo dai" mormora lasciandomi un bacio sull'angolo della bocca. "No no...siamo solo amici, buoni amici" sussurro più a me che a lui. "Dillo Stella, di' la verità" Alzo lo sguardo a lui, i suoi occhi divorano i miei...comunicano, sanno già la verità, lui sorride soddisfatto, i miei occhi hanno parlato...le mie labbra fremono le sue, cedo cazzo. Gli circondo il collo e lo bacio...lui sorride coi denti al mio bacio, per poi tirarmi il labbro inferiore e abbassarsi per prendermi in braccio. Gli avvolgo le gambe, lo stringo a me e mi lascio cadere in tentazione. Si dice che la tentazione di fare ciò che è proibito proprio perché è proibito è la più grande delle tentazioni, infatti quando i diavoli vogliono indurre ai più neri peccati, cominciano appunto col suggerirli su un tono celeste..."Ancora una volta soltanto" è il miglior argomento del diavolo e adesso, il mio. "Ho proprio bisogno di un thè" penso lasciando le carte e uscendo dalla sala. Inclino la testa per il dolore alla cervicale e facendo una smorfia entro in cucina. Metto l'acqua a bollire e mentre aspetto, apro il frigorifero per capire cosa mangiare a cena. A quanto pare siamo solo noi in nave, dubito che Malcolm si metta a cucinare. "Pesce...mhm.."mugolo pensierosa. Richiudo il frigorifero e preparo con calma il thè. Faccio per ritornare in sala, ma osservo le scale alla fine del corridoio...Malcolm sarà andato a vedere Khalil? Faccio spallucce ignorando la questione e rientro in sala. Mi siedo con calma e incrociando le gambe, gusto il mio rilassante thè. "Oh, ma dannazione!" impreco quando la mia coscienza mi spinge a posare il thè e andare a controllare un attimo Khalil. "Va bene...solo un'occhiata e vado via" borbotto facendo le scale. Mi lego i capelli e percorrendo il corridoio, entro piano nella stanza di Khalil. E' tutto buio...cammino alla cieca e riesco ad accendere l'abat jour..."Cazzo..."mormoro osservando Khalil completamente bianco con le labbra quasi viola, grondante di sudore e tremante. Scosto subito le lenzuola e lo trovo che trema dalla testa ai piedi e delira dolorante con gli occhi chiusi. "Stupido Malcolm" sbotto correndo fuori dalla stanza. "Malcolm! Malcolm!" grido sulle scale. Corro fino alla cabina e bussando, come una forsennata alla porta, grido "Malcolm! Malcolm apri! È urgente!" Il secondo dopo la porta si apre e posso vedere l'agitazione dipinta sul suo volto. "Perché diavolo sei chiuso qui dentro?" Sbotto spalancando le braccia. "Io..." sta per dirmi lui, ma io lo interrompo e dico "Khalil sta molto male, bisogna portarlo all'ospedale" "Sta per avvicinarsi una tempesta signora, vorrei anch'io raggiungere al più presto terra" "Merda, quanto ci metteremo? " "Tutta la notte, forse all'alba riusciremo a sbarcare a Zante" "Khalil non passerà la notte in questo modo! Bisogna chiamare qualcuno!" "Non prende nessuno signora, siamo intrappolati qui dentro" Mi porto le mani nei capelli e chiedo "Perché diavolo siete partiti allora? Volete uscirne vivi o no?" "Chiaramente vivi, io devo ritornare a controllare la situazione signora" "No no, aspetta! Ho bisogno del tuo aiuto! Khalil scotta, bisogna metterlo nella vasca" dico indietreggiando. "Nella vasca? " "Sì! Hai presente? Si trova in bagno? Sai?" Chiedo alzando un sopracciglio. Lui ignora la mia ironia e superandomi dice "L' aiuto, ma poi devo ritornare al comando" "Sì sì...non vorrei morire in questa prigione" borbotto attraversando il salone superlusso. Non ho mai passato tanto tempo qui dentro...Ci ho scopato qualche volta, ma non ricordo molto bene. Lo seguo fino in camera e vedo subito la sua espressione allarmarsi. "Ora capisci perché ti dicevo che serviva un medico? " "Cercherò di trovare un porto sicuro nelle vicinanze, spero di trovarlo" mormora lui sollevando in aria Khalil. Lo osservo mentre lo trasporta fino al bagno e guardo stranita Khalil...È così strano vederlo in queste condizioni e nelle braccia di Malcolm quasi in fin di vita. Se mi avessero detto che avrei assistito ad una scena del genere, sarei scoppiata a ridere. "Buona fortuna" dice Malcolm distogliendomi dai pensieri. Lo vedo uscire dal bagno e il mio sguardo si posa subito su Khalil che continua a dormire e tremare in vasca. "Ok, diamoci da fare" mormoro rimboccandomi le maniche. Raggiungo la vasca e afferrando il soffione in alto, seleziono l'acqua tiepida. Apro l'acqua e subito bagno la testa di Khalil. Lui socchiude gli occhi con difficoltà, mentre io bagno tutto il suo corpo e tiro indietro con le dita i suoi capelli. Khalil continua a tremare e io bagnandolo per bene, mi assicuro che s'idrati più possibile. "Flor..."sussurra lui cercando di alzare una mano. "Fermo, rilassati" impongo io rispingendolo in vasca. Lui si lascia andare e io apro l'acqua finché la vasca di riempie e lui inizia a prendere colorito. "Khalil...Khalil tesoro, non dormire" dico chiudendo l'acqua del soffione. Credo possa bastare. "Khalil? Ehi sveglia" dico mettendo una mano sul retro del collo e alzandogli la testa. "Va bene, ritorniamo a letto" mormoro alzandomi e ritornando in camera. Recupero degli indumenti puliti e posandoli davanti allo specchio del bagno dico "Riesci a cambiarti?" "Sì" dice lui alzandosi piano dalla vasca. Lo aiuto a scendere e chiedo "Sicuro? " "Aiutami col sopra, non riesco bene ad alzare le braccia" "Certo..." mormorò agganciati le dita all'orlo della maglietta fradicia Adesso che è fuori dall'acqua posso rivedere il suo corpo statuario e riimmaginarmi tutto. Alzo lentamente la maglietta e sfilandola dalla testa, la butto nella cesta dei panni sporchi. "Ok, ora mettiamo quella pulita" dico mettendomi sulle punte per raggiungere almeno il suo collo. Farla scivolare dalla testa è più facile del previsto e slegando il nodo dei pantaloni, inizio a calarli io. Lui mi ha chiesto di aiutarlo di sopra, ma una persona che non può alzare le braccia, come potrà mai fare? Evito di fissargli il pacco e deglutendo, mi metto in ginocchio per levargli i pantaloni dalle caviglie. Butto anche i pantaloni nel cesto e avvicinando il paio pulito dico "Tu intanto metti questi, io vado di là" Non gli do il tempo di replicare che esco e butto via le lenzuola del letto. Prendo delle nuove coperte e rifacendo il letto, entro in bagno per vedere se è riuscito a mettersi i pantaloni. "Khalil..."mormoro quando lo vedo per terra con la testa appoggiata al bordo della vasca. "Non puoi dormire qui" dico tirandolo per il braccio. "Ti prego, non ce la faccio da sola" mormoro quando lui finalmente si alza e si appoggia completamente a me. Gli faccio passare un braccio sulle mie spalle e con difficoltà lo trascino fino al letto. "Ci siamo quasi" mugolo scostando le coperte pulite. Lo faccio sedere e sistemandogli la maglietta messa storta chiedo "Perché non mi hai detto nulla?" Lui sembra incosciente in questo momento, infatti fa fatica a tenere gli occhi aperti e ha il viso rivolto verso il basso. "Va bene...devi prendere qualcosa" dico allontanandomi da lui. Vado verso la poltroncina, dove ho abbandonato le scatolette, e rileggendo la ricetta prendo il farmaco giusto. Verso un bicchiere d'acqua e con la pillola in mano raggiungo Khalil. "Ok, prendi questo" Avvicino la pillola alla sua bocca e lo aiuto con il bicchiere d'acqua. Poso una mano sulla base del collo per sorreggere meglio il bicchiere e quando ha finito, riposo il tutto sul comodino. "E ora sotto le coperte" dico aiutandolo a stendersi. Sistemo meglio il cuscino sulla sua testa e coprendolo per bene dico "Ora riposa...io vado a cucinare qualcosa" Lui non mi risponde e chiude gli occhi esausto. Gli accarezzo la guancia e sospiro sollevata nel sentirla non più bruciante come prima. "Arrivo subito" dico alzandomi dal letto. Controllo che stia riposando e più tranquilla, vado in cucina. Quando stavo male, tendevo a non mangiare nulla perché non mi andava di cucinare. Il mio stalk...Khalil, mi recapitava a casa dei brodi per sfamarmi, ma li buttavo tutti. Una volta però ho ceduto e l'ho assaggiato, pensavo che lui non ne sarebbe mai venuto a saperlo. Ho divorato il brodo e quando mi ha spedito altre porzioni, mi sono abbuffata. Erano davvero molto buoni e di una marca straniera...non li avrei trovati facilmente al supermercato. "Però il brodo non lo so fare..."borbotto posando le mani sui fianchi. Opto per una semplice pastina in bianco. Quella sì che so farla. Mi metto subito all'opera e dopo dieci minuti verso la pastina e il brodo su un piatto col fondo. Aggiungo dell'olio extravergine d'oliva e con attenzione porto il piatto di sopra. "Ehi..."mormoro dando un calcetto alla porta. Lui dorme profondamente e sembra un angioletto...sorrido nel vederlo così vulnerabile, sei umano pure tu allora. Poso il piatto sul comodino e tocco la sua fronte...È ancora un po' calda. Vado in bagno e riempiendo un secchiello d'acqua, prendo un asciugamano ed esco fuori. Immergo l'asciugamano nel secchiello e strizzandolo bene, lo poso sulla sua fronte. Vedo la fronte di Khalil distendersi subito per il sollievo e continuo così per un quarto d'ora...bagno anche le guance e le mani. Non riesco a credere a quello che sto facendo...mi sto prendendo cura di un assassino, un terrorista, un mostro...lo sto aiutando a riprendersi. Dovrei approfittare della situazione...mesi fa lo avrei sicuramente avvelenato, ma adesso è tutto diverso. Tra me e lui si è creato un legame forte, quasi indissolubile. Non riesco a fargli del male o augurargliene...mi rendo conto della follia nella mie parole, ma ho un cuore, dei sentimenti, dei ricordi che fanno male. Scapperò da lui, gli farò del male, ma non adesso, non ora che è senza forze...Se devo vincere, voglio farlo ad armi pari. "Ehi..."mormoro quando lo vedo socchiudere gli occhi piano. Li sbatte lentamente e mettendomi a fuoco chiede sorpreso "Flora?" Fa per mettersi seduto, ma io lo faccio riappoggiare ai cuscini e dico "Non ti sforzare, stai ancora male" "Come l'hai saputo?"chiede lui sospirando piano..ha ancora fatica a parlare. "Sono tua moglie, prima o poi sarei venuta a saperlo. Non credi? " Lui abbassa lo sguardo e mormora triste "Mi dispiace" "Per cosa?"chiedo corrugando la fronte. "Per averti disturbato, per non essere disponibile a soddisfarti. Mi dispiace" L' accordo. "Lasciamo stare quella cosa per un attimo, ok? Devi guarire adesso. Importa solo questo" "Non sei arrabbiata con me?" "No Khalil, perché dovrei? Tutti si ammalano, è normale" "Io...non volevo" "È strano, vero?" "Cosa?" "Essere deboli...mostrarsi vulnerabili" Lui alza lo sguardo quasi spaventato e dice "Non vedevi l'ora di vedermi così " "È vero" dico senza peli sulla lingua. Khalil deglutisce faticosamente e mormora "Potresti uccidermi adesso, ti libereresti di me per sempre. Vuoi anche questo" "Potresti prendere la pistola nella mia giacca da lavoro e spararmi, potresti scrivere una finta lettera fingendo il tutto come un suicidio e potresti scappare lontano" Alzo un sopracciglio e dico ridendo "Mi ritieni una persona così a sangue freddo?" "Ti ho rapita, nascosto di Juan e tolto tutto. Non mi sorprenderei, anzi saresti giustificata" "Riconosci quindi i tuoi peccati" dico quasi commossa dalla sua rivelazione. "So cos'ho fatto, il problema è che lo rifarei per averti qui con me" Sospiro e mordendomi il labbro dico "Facciamo un accordo. Buttiamoci il passato alle spalle questa notte, facciamo finta che non sia mai successo nulla" Lui annuisce debolmente e io sorridendo chiedo "Hai fame mostro?" "Non avevamo detto di lasciare il passato alle spalle?" "Hai ragione...signor Temiz avrebbe lo stomaco vuoto?" "Khalil andrà bene e...no, non ho fame" "Come non hai fame? Devi mangiare per prendere i medicinali" "Non li voglio prendere, ho solo bisogno di riposo" dice dispettoso. "Non sei superman...i comuni mortali come noi hanno bisogno di medicinali per guarire dalla febbre quasi a 40" "Stronzate, come facevano nel neolitico allora?" "Morivano" "Io non morirò" "Come fai ad esserne certo? Prima sembravi uno zombie" "Stavo male" "Lo sei ancora, su mangia" dico prendendo il piatto sul mio grembo. "Cos'è?" Chiede lui guardando con orrore il piatto. "Pastina" "Io non la mangio" "Khalil..." "Non se ne parla, mi rifiutavo ai tempi con mia madre, figurati adesso" "Se fossi stata tua madre..." "Cosa?"chiede lui sorridendo debolmente. "Te le avrei suonate di santa ragione" "Me le suoni adesso" dice lui alzando gli occhi. "Ehi! Vuoi mangiare o no!" Dico più severa. "Ho detto di no" è imperterrito lui. "Ma non l'hai neanche provata! Assaggiala per lo meno, l'ho fatta con le mie mani" Lui continua a guardare scettico il piatto ma dice cedendo "Ok, ma a una condizione" "Sentiamo" "Mi devi imboccare tu" Alzo entrambe le sopracciglia e lo guardo socchiudendo gli occhi. "O così o niente" "Non le hai prese abbastanza da tua madre" borbotto prendendo un tovagliolo e allacciandolo attorno al suo collo. "Che fai? "Sì allarma subito lui. "Calma, ti sto mettendo il bavaglio" "Il bavaglio?"chiede lui esterrefatto. "Non vorrai sporcare ovunque? Sei tu che vuoi essere imboccato" "Ci sto ripensando" "È troppo tardi ormai, apri la bocca" dico alzando il cucchiaio di pasta. Lui la apre e io lo imbocco piano. "Manda giù "dico quasi minacciosa. Khalil manda giù e io arrivo subito dopo con un altro cucchiaio. "Allora? Com'è? Non è la cosa più buona che tu abbia mai mangiato?" "Non male" dice lui sorridendo. "Non male? È fantastico! Riesco a leggertelo negli occhi" "Menomale che riesci a leggerli" "Dai, apri "dico imboccandolo di nuovo. "L' hai divorato" dico fiera di lui posando il piatto vuoto sul comodino. "Te l'avevo detto che non era male" dice lui alzando lo sguardo a me. "Un complimento non me lo vuoi proprio fare eh?" "Sei molto carina nelle vesti da infermiera" Arrossisco inaspettatamente e alzandomi dal letto col piatto dico "Vado a posare questo e ti prenderai la pillola" "Va bene" acconsente lui sorprendendomi. Sorrido e un po' imbarazzata ed esco fuori. Perchè diavolo mi sto vergognando? E' Khalil...ci ho scopato un sacco di volte, perchè questo improvviso imbarazzo? Lavo il piatto in cucina e sistemando la pentola usata, risalgo sopra. Prima di entrare, mi sistemo la coda in bagno e abbasso la scollatura della canottiera. Fa caldo, mi giustifico in testa. Entro nella stanza e recuperando la pillola, gli verso dell'acqua per buttarla giù. "Vedi a quanto hai la febbre adesso" dico porgendogli il termometro. Lui annuisce in silenzio ed esegue. Aspettiamo i cinque minuti in silenzio e una volta passati vedo che la febbre è scesa. "38...ottimo" dico scuotendo il termometro. Khalil continua a stare zitto e a fissarmi soltanto. Mi siedo sul letto davanti a lui e sporgendomi in avanti chiedo "Come mai questo silenzio ?" "Niente" dice lui scuotendo la testa. "Dai, dimmi cosa ti passa per la testa. È strano che stia zitto, soprattutto con me" "Non ti vedo da tanti giorni...ho paura di dire qualcosa che ti faccia andare via" Sorrido con gli occhi. "Ti sono mancata" "Come l'aria" conferma lui. "Tu per niente invece "dico io facendo spallucce. "Va bene " "Non ti arrabbi?"chiedo stranita. "Non ci riesco, voglio godermi questo momento. Domani non mi riparlerai più, voglio sentirti parlare e ridere quanto più possibile" "Devi riposare..."dico ridendo. "Non voglio, non ho sonno. Voglio stare con te" Abbasso lo sguardo completamente in pappa per il suo sguardo penetrante e sospirando forte dico " Va bene, cosa vuoi fare?" "Guardarti" "Oltre a guardarmi?" "Nient'altro" "Neanche sesso?" Lo pungolo. "No" nega lui serio. " Va bene, scherzavo. Vediamo cosa possiamo fare..." Mi alzo dal letto e riposando il termometro dico "Sì! Mi è venuta un'idea!" "Aspettami qui!" Esclamo ancora uscendo di corsa fuori. "Pulce" lo sento chiamarmi prima che io esca. "Si?" Chiedo affacciandomi nella stanza. "Hai cenato?" "Io...si" "Vai a farti un panino e vieni a mangiarlo qui. Io ti ho ascoltato, ora ascolta tu me" dice lui sgamandomi in pochi secondi. "Va bene, va bene. Devo cercare di essere più credibile con te..."borbotto uscendo definitivamente. Preparo velocemente un panino con tacchino e formaggio e recupero dalla mia camera delle cose. "Ho portato un sacco di cose, vedrai...ci divertiremo" dico con la bocca piena entrando in camera sua. Preparo la tavolozza e mettendola sul suo letto dico "Scacchi?" "Sicura? " "Sono un asso, hai paura?" Lui ridacchia e dice "Scacchi sia" Perdo dopo solo dieci minuti. Perdo la rivincita e la rivincita della rivincita. "Cambiamo gioco, oggi non è il mio giorno" dico sbuffando. Poso la carpetta dei fogli sul letto e recuperando due penne dico "Giochiamo a nome, cose e città...sono un asso in questo gioco" "Come negli scacchi? "Chiede lui divertito. "Fai poco lo spiritoso, ora ti faccio il culo" Lui acconsente a giocare continuando a ridere e dopo un'ora finiamo tutte le lettere da giocare. "Ma no, resta la Q" dice Khalil. "La q? Ma è una lettera? "Chiedo agitando la matita. "Non eri un asso in questo gioco? " "Certo che sì! Q sia!" Dico piena d'orgoglio. Khalil è un avversario più forte di quanti pensassi, conosce cose improbabili e le gioca tutte, stronzo anche in un gioco così frivolo. "Via! Non mi copiare" dico alzando il foglio. "Semmai non copiare tu da me...ti ho beccata prima, ma sono un gentleman e non ho detto nulla" "Cosa cosa? Ma sentilo! Io non gioco sporco, non è da me!" Esclamo indispettita. "Sto per finire, ti consiglio di sbrigarti prima che scada il countdown" "Quale coun..." "1..." inizia a dire lui da vero e proprio stronzo. Come diavolo ha fatto a scrivere tutte le categorie! Con la q! Non l'ho mai considerata una lettera, cazzo! "Ma io sto ancora pensando al nome, non è giusto!" Protesto piagnucolando. "Ti do 10 secondi in più, muoviti" "Solo 10?"chiedo spalancando gli occhi. "20, perché sei mia moglie e ho compassione" "Per una volta questo matrimonio ha portato vantaggi" mormoro china sul foglio. Alzo lo sguardo beccandolo osservare e grido "Non copiare!" "Ma se ho finito, come dovrei copiare? " "Potresti trovare una mia parola più originale della tua" "Non hai ancora scritto nulla..." "E fammi concentrare!" Sbotto rimettendo china sul foglio. "17...18...19..." "Vaffanculo" borbotto mollando. "20, nome?"chiede lui subito. "Quo" "Quo?" Domanda lui scettico. "Qui quo e qua? Non ne hai mai sentito parlare? "Chiedo sicura di me. In realtà non so neanch'io di cosa sto parlando. "No...ma posso abbonartelo" "Posso abbonartelo" lo imito scimmiottando. "Sentiamo il tuo nome..." "Quintiliano, 10 punti a testa" dice lui segnando il punto. "Cosa?"chiedo. "Quadro" "Quaderno" dico facendogli la linguaccia e scrivendo i miei 10 punti. "Città?" "Quito" "Quito" dico anch'io subito dopo. In realtà ho copiato da lui, ma dettagli. "5 punti" mi ricorda lui. "Animale?"chiedo sicura che non ne abbia scritti. "Quaglia" Merda, vero. "Mhm...io 0" borbotto mentre lui si segna i 20 punti, maledetto. "Mestiere?"chiede lui. Io mi mordo l'interno guancia e sbotto "0" "Questore" replica lui scrivendo altri 20 punti. A chi mai sarebbe vento in mente?? "Cibo? Io 0" dico speranzosa che lui non dica nulla. "Quinoa" Vaffanculo. "Celebrità?" Chiede lui. "Queen" dico finalmente. "Queen" dice anche lui. "Mi hai copiata!" Lo accuso seccata. "No, non l'ho fatto. Semmai mi hai copiato tu la città " Cazzo, se n'è accorto...meglio non parlarne più o perdo anche quel punto. "5 punti" gli ricordo. "Ok, colore?" Domanda lui scordandosi della vicenda precedente. Buon per me. "0" dico tanto per cambiare e lui tanto per cambiare dice "Quarzo rosa" "Cosa? Stai scherzando?"chiedo non capacitandomene. "Ho vinto" "Disonesto, disonesto! "Lo rimprovero. "Perché quest'accusa?"chiede lui spavaldo. "Mi distraevi in continuazione! " sbotto arrampicando sugli specchi. "Quindi io ti distraggo..."insinua lui malizioso. "Non mi mettere in bocca parole non dette!" Lui alza un sopracciglio e io recuperando i nostri fogli, li infilo nella carpetta. "Vado in bagno o rischio di strozzarti" "Faccia pure signora Temiz" Lo fulmino con lo sguardo mentre lui se la ride. Entro in bagno e lavandomi un po' la faccia, faccio i bisogni. Mi asciugo e dopo essermi lavata le mani, esco fuori per poi beccare Khalil leggere la mia storia. "No no no!" Grido correndo per togliergli dalla mano le carte. Lui le nasconde subito dietro la schiena e dice "ehi calmati...stavo solo leggendo" "Sono cose private!" Sbotto incrociando le braccia. "Mi piace la storia " "Aspetta...cosa?"chiedo sorpresa. Ero convinta mi avrebbe preso in giro per tutta la notte. "Vorrei continuare a leggere, con il tuo permesso" "Io...ci sono molti errori ortografici" dico incerta. "Potrei correggerteli" "Ma non sei stanco? " "Ho dormito per tutto il giorno, mi viene difficile adesso" "Va bene, ma promettimi di non prendermi in giro" "Promesso, mi prendi gli occhiali dalla ventiquattrore? " "Certo" dico scendendo dal letto per recuperare gli occhiali. Apro la ventiquattrore e faccio per tirare la custodia degli occhiali, ma trovo un telefonino...quello di Khalil. "Trovati?"chiede lui da dietro facendomi sussultare. Nascondo il cellulare e trovando gli occhiali subito dopo dico "Sì, eccoli" "Grazie" dice lui indossandoli subito. Mi mordo il labbro, è dannatamente bello con gli occhiali addosso. "Io...vado a farmi un altro panino. Vuoi qualcosa? " "No, grazie" "Ottimo, arrivo tra poco" dico sorridendogli e indietreggiando fino alla porta. " Ti aspetto "dice lui concentrato sulle mie carte. Mi ritiro dalla porta e scappo fino in camera mia...Non ci sono telecamere qui dentro, è perfetto. Il cellulare ha un blocco, ma so il codice. L'ho visto digitare mille volte, non ho mai avuto però possibilità di avvicinarmi al cellulare. Digito il codice e finalmente accedo a internet. Devo capire dove mi trovo. Cerco di geolocalizzarmi, ma ovviamente non prende. "Cazzo" mormoro andando a cercare i suoi contatti. Mi avvicino alla porta per avere più campo, mentre scorro veloce tutti i numeri. "Chi sono questi?"mi domando vedendo mille nomi sconosciuti. Sento improvvisamente un rumore e spalancando gli occhi cerco di trovare un numero al più presto. "Ghaazi Ghasaan Ghiyaath George Gerome Guglielmo Haashim Hamza Hassan Ibraheem Idrees Ihsaan Ikrimah Isaam Ismaael Jaabir Jaafar Jihad Juan" "Juan!!!" Quasi grido con gioia. Clicco subito il suo nome e lo chiamo. "Dai dai dai..." Prego saltellando. "Signora Temiz" sento dire fuori dalla porta Cazzo! "Juan ti prego, ti prego.." "Signora, l'ho vista entrare" continua a dire Malcolm. "Con quale coraggio mi cont..." "Juan!" Grido interrompendolo subito. "Flora?" Chiede lui esterrefatto. "Sì si! Sono io!" Dico quasi ad un passo dal piangere. "Flora! Ti cerchiamo da settimane! Non c'è traccia di te, Khalil e i suoi uomini mi stanno addosso e..." "Zante, stiamo andando a Zante" lo interrompo di nuovo. "Cosa? Davvero? Cazzo siete ancora in Europa!" "Ascoltami bene Juan...contatta una persona, ti aiuterà sicuramente con le ricerche. Melisa Demir, è una mia collega di lavoro che ci può aiutare, raccontale tutto e raggiungetemi lì. Puoi fidarti di lei" "Melisa Demir...si si, la contatto subito. Ti stai bene? Quell'animale ti ha toccata? " Eccome se mi ha toccata. "Sto bene, sai che Khalil non mi farebbe mai del male" "Non fisico" dice lui acido. "Ora devo riattaccare Juan, c'è Malcolm fuori dalla porta. Aspettatemi a Zante domattina" "Ci saremo, non ti preoccupare. Ti giuro sulla mia vita che ti salverò da quella bestia" "Juan, so tutto. So che sei mio fratello" dico con la voce tremante. "Lo sapevamo già dall'inizio...non era normale il nostro legame. Io sap..." "Juan?"chiedo non sentendo nulla. "Juan? Fratellino? "Richiedo. Guardo il display del telefono e vedo che non c'è più campo. "Signora? Sto entrando " Nascondo subito il cellulare in tempo che Malcolm entra in camera. "Malcolm!" Esclamo con le mani dietro la schiena. "Signora...Perché non mi rispondeva?" "Io...ero in bagno. Non ti ho sentito" dico incrociando le gambe. "Capisco, come sta il signore" "Il signore? Tutto bene, si sta riprendendo per fortuna" dico appoggiandomi allo stipite della porta. "Va bene, io ritorno in cabina. Le serve qualcosa?" "No no, tutto perfetto. Vai pure" dico facendo un sorriso tirato. Non riesco a capire se se la sia bevuta o meno, ma mi sorride anche lui e va via. Nascondo il cellulare sotto i pantaloncini, non prima di aver eliminati ogni traccia della chiamata e risalgo in camera da Khalil. Lui è concentrato a leggere la mia storia e io con la scusa di sistemare la ventiquattore sul tavolino, inserisco dentro il cellulare. Mi giro e lo vedo ancora assorto nella lettura...non si sarà accorto di nulla. "A che punto sei arrivato?"chiedo buttandomi sul letto. "Lui incontra per la prima volta la protagonista, hai preso d'ispirazione qualcuno per la storia?" "Uhm...no. Non mi sembra" Mi stendo sul letto e appoggiando la testa sul cuscino soffice, chiudo piano piano gli occhi. Sento improvvisamente delle dita accarezzarmi i capelli e io non protesto, faccio finta di non essermene accorta. Mi rilasso sotto le carezze e senza accorgermene, cado in un sonno profondo. Mi rialzo dopo non so quanto tempo...non dormivo così bene da giorni. Sbatto lentamente le palpebre e metto piano piano a fuoco il viso di Khalil...una coperta ci copre fino a sopra le teste e lui resta immobile senza toccarmi dall'altro lato del letto. "Ehi..." mormoro con voce impastata. Lui si limita a sorridere...è così genuino adesso. "Come stai?"chiedo posando una mano sotto la guancia. "Ora molto meglio" mormora lui controllato. Io sorrido e alzando lo sguardo alla barriera che ha creato chiedo "Mi hai guardata per tutto il tempo?" "Non prendevo sonno" mi spiega lui confermando i miei dubbi. "E' la verità?" "In parte" Scoppio a ridere..."Hai letto la storia? Non ho scritto molto" "L' idea di fondo c'è, non è il mio genere ma m'incuriosisce sapere come andrà a finire" Deglutisce e dice "Sai...lui mi ricorda molto me. Quando deciderai un finale per lui, deciderai anche il mio" "Mi stai dando il controllo della tua vita?" "L'hai sempre avuto" Questa rivelazione mi mette i brividi...alzo lo sguardo a lui e mi fondo con i suoi occhi, non ci siamo neanche sfiorati, eppure mi sento più in intimità così che facendoci sesso. Rimaniamo con i nostri occhi incatenati per un po', finchè sorrido e chiedo "E tu non puoi vivere senza controllo...senza di me" Khalil non risponde...si limita a non staccarmi gli occhi di dosso. "Sai che un giorno tutto questo finirà, che io scapperò e non ritorneremo più insieme" dico schiarendomi la voce. Lui mi guarda e basta...sa che succederà, gli leggo il dolore negli occhi, non riesce a sopportarne neanche l'idea. "Ricordo la prima volta che ci siamo visti nel centro...mi ricordavi Adriano, il mio cuore era impazzito, se solo avessi potuto sentirlo...quando siamo andati a prendere il caffè la prima volta all'angolo della strada, ricordo di essermi sentita..." "Protetta..." completo con difficoltà. "Mi davi sicurezza, protezione, avrei potuto scalare qualsiasi montagna con te al mio fianco. Pensai di essere diventata pazza, insomma...tu eri un bellissimo uomo, intelligente, carismatico e pieno di ragazze. Io stavo già fantasticando al nostro primo caffè, mi sentì così stupida a pensare che tu potessi provare qualcosa per me" Khalil sorride e chiede "Perchè così tanta sottostima di te stessa?" "Non mi sentivo affatto alla tua altezza, mai avrei pensato che in realtà..." "Io fossi già pazzo di te" completa la frase lui. "Sì" dico annuendo. "Come la tua protagonista...hai detto di non essere stata ispirata, in realtà vedo molto di lei in te" Khalil...sei così vigile ed esperto di me, che non posso mai nasconderti nulla. "Quando scriverò del suo finale, deciderò anche sul mio allora" "Speriamo che Luigi si levi dai coglioni allora" Scoppio a ridere, mentre lui mi guarda quasi incantato e incarna la luce splendente del sole sugli occhi, così bello e mio. Sbadiglio ancora assonnata e lui alzando la sua grande mano, accarezza la mia guancia e dice sorridendo "Dormi...ti proteggo io" "Come sempre" mormoro chiudendo gli occhi. Lo sento sorridere e fa per levare la mano dalla mia guancia, ma io la tengo ferma lì e gli faccio capire di non muoversi. Apro piano gli occhi e lui mi guarda intensamente...ha gli occhi quasi lucidi, potrei dargli un bacio in questo momento. Schiudo le mie labbra e lui abbassa lo sguardo a quelle. Ha già capito le mie intenzioni. Alza lo sguardo ai miei occhi per capire se sia sicura e si lecca le sue labbra. I nostri occhi fanno già l'amore, le nostre anime anche...lui abbassa la mano alle mie labbra, non le tocca da tanto tempo. Ne testa la consistenza e rialza lo sguardo a me...io sto immobile, voglio di più. "Flora..." dice lui quasi sofferente. "Khalil" dico io con voce calda, lui chiude subito gli occhi assaporandoselo. Aggancio la mano al suo polso e col pollice sfioro le vene che s'intravedono. "Sei la mia dannazione" mormoro io inspirando. "Tu la mia benedizione, ora e per sempre Flora." Stringo la presa sul suo polso e mi avvicino, lui anche...siamo vicinissimo, si sfiorano i nostri nasi, le nostre fronti, le nostre... Scatta l'allarme. Spalanchiamo entrambi gli occhi sorpresi e riemergiamo dalle coperte. Subito dopo sentiamo la porta spalancarsi e Malcolm gridare "Siamo nel pieno di una tempesta signore, dobbiamo dare l'SOS! Al più presto o rischiamo di affondare insieme alla nave!"

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Il dolore dell'anima è più grande che la sofferenza del corpo. -Publilio Sirio RAKIB'S POV: PASSATO. "Come si è comportata?"chiede Angela una volta varcato la soglia di casa. "Bene, l'ho controllata tutto il tempo" dico dritto di spalle. "Mamma! Mi sono divertita tantissimo! Voglio andarci anche domani" esclama stellina saltellando entusiasta. "Ma davvero? E avete fatto merenda?" chiede Angela abbassandosi a dare un bacino ad Alice. "Si signora, le ho fatto mangiare tutto" "Sei un campione Rakib, si è fatto tardi. Vuoi cenare con noi?" "No signora, grazie. Vado a casa mia che mia madre avrà già cucinato la cena" "Oh va bene...l'offerta rimane lo stesso valida, ho cucinato così tanta pasta che io e Ali non riusciremo mai a finirla stasera" dice Angela ridendo. E' una bella signora, ecco da chi ha preso tanta bellezza stellina. "Allora buon appetito" dico sorridendo ad Ali. Lei scappa in cucina senza salutarmi e io alzando lo sguardo ad Angela dico "Ci vediamo domani" "A domani campione" Le sorrido e uscendo da casa loro, scendo le scale per andare a casa mia. Apro la porta con le chiavi di mamma ed entrando, poso il pallone per terra e mi dirigo in salone. "Mamma?"grido non trovandola in salone. Vado cercandola per tutta la casa e la trovo in camera sotto le coperte con una sigaretta in mano che gratta diversi gratta e vinci. "Mamma..." mormoro vedendo altri gratta e vinci per terra e sparsi per il letto. "Cazzo! Cazzo!" grida lei buttando in aria il gratta e vinci in mano. Si accorge della mia presenza in ritardo e sbuffando sospira "Rakib...vai a dormire" "Ho fame" dico mordendomi l'interno guancia. "In frigo c'è qualcosa tesoro, mamma sta male e vuole dormire, ok?" "Io...va bene. Dov'è papà?"chiedo deglutendo. "Tuo padre è al nuovo lavoro, rientrerà domattina" "Che hai fatto al labbro?"mormoro preoccupato. "Rakib vai via...vai a mangiare e dormire. Non mi disturbare" "Mamma io.." "Rakib vattene!" grida lei facendomi sussultare solo adesso noto i suoi occhi rossi e lucidi... Scappo via chiudendo la porta. Sarà andata male la giornata, penso andando in cucina. Faccio subito sentendo puzza di muffa...è da mesi che nessuno pulisce il frigo e si sono create delle piantine puzzolenti. Osservo nel lavabo un'infinità di piatti sporchi e i fornelli in disordine...ho fame, vediamo cosa posso mangiare. Apro il frigo e lo vedo vuoto a parte per le verdure andate a male, le birre e un piatto di risotto. Prendo il piatto e riscaldandolo nel microonde, prendo una forchetta. Mi siedo a tavola e do una prima forchettata al risotto "Bleah..." mugolo correndo a bere dell'acqua. Ora che faccio? Sto morendo di fame? Forse potrei andare a comprare qualcosa ma...con quali soldi e dove a quest'ora? Riapro il frigo e prendo il ketchup a lato...lo spremo sul risotto e lo amalgamo sperando di averlo migliorato. Do un'altra forchettata, ma la risputo nel cestino. E' immangiabile. "Mamma" dico uscendo dalla cucina. Vado in camera sua e aprendo piano la porta la richiamo piano "Mamma..." Lei non risponde e continua a dormire..."Mamma" dico salendo sul letto. "Mhmm" mugola lei scuotendo la spalla per scollarmi via. "Mamma non c'è nulla in..." "Rakib ti prego, mi sta scoppiando la testa. Va via" mugola lei spingendomi via. Scendo dal letto triste ed esco dalla camera. Con lo stomaco vuoto vado in camera mia e faccio per cambiarmi, ma lo stomaco fa un rumore strano e mi trovo obbligato a mangiare quel risotto orribile. Vado in cucina e sedendomi a tavola, cerco di mandare giù il risotto...è proprio immangiabile, non riesco proprio a digerirlo. Incomincio a giocare con la forchetta, finchè mi viene in mente un'idea. Scendo subito dalla sedia e correndo al mobile sotto la bilancia, prendo una scatoletta e la riempio del risotto. Chiudo il tutto e correndo fuori di casa, chiudo la porta con le chiavi di mamma. Mamma dorme e papà non tornerà prima di domani, non dovrebbero beccarmi. Salgo le scale e sistemandomi i capelli, suono al campanello. Dopo pochi secondi la porta si apre e Angela sorridendomi dice "Ma che sorpresa!" Le restituisco il sorriso e mormoro "Io...non volevo cenare solo. Ho il mio risotto" "Non c'è nessuno in casa?"chiede lei alzando un sopracciglio. "Mamma ha mal di testa e dorme, papà è a lavoro" le spiego velocemente mentre sposto lo sguardo su Alice che corre verso di noi. "Rakib!" grida sorridendo con i pochi denti che ha. "Stellina" dico aprendo le braccia. Lei mi viene incontro correndo e abbracciandomi chiede "Andiamo a giocare?" Angela scoppia a ridere e dice "Entrate dentro signorini" Alice si rabbuia e io le spiego subito entrando "E' buio per giocare, domani. Promesso" Si rillumina e io sorrido fortunato di quello spettacolo della natura. "Sei arrivato in tempo, stavamo per mangiare" dice Angela dirigendosi verso la cucina. La seguo insieme ad Alice e inspiro a fondo il buonissimo profumo di sugo. "Pasta con sugo e polpette" mi spiega lei vedendomi letteralmente godere. "Io ho il mio risotto, posso mangiare questo e non disturbarvi" "Sicuro? Ho fatto troppa pasta e sarebbe uno spreco buttarla" "Oh io...allora va bene, se vuole può prendere lei il mio risotto" dico porgendole la scatoletta. "Ma che gentile, grazie! Accomodatevi a tavola nel frattempo" dice indicandoci la tavola. Io e stellina ci sediamo vicini e lei si lecca le labbra quando sua madre le posa sotto al naso un piattone di pasta con tante polpette, sugo fumante e parmigiano. Ho l'acquolina in bocca. "Ecco a te, se ne vuoi altra, devi solo dirmelo" dice posando un altro piattone di pasta. Deglutisco affamato, mentre Angela allaccia una tovaglietta attorno al collo di Alice e chiede "Lo vuoi anche tu? Così non ti sporchi di sugo" Annuisco e lei me ne allaccia uno profumato alla lavanda...proprio come Alice. "Buon appetito bimbi" dice girandosi ad aprire il mio risotto. Alice si è già sporcata ovunque e mangia con le mani le polpette...divertito mangio con attenzione anch'io, ma la pasta è così buona che devo dare tempo al respiro di farsi largo anzichè mangiare. Sento improvvisamente Angela tossire e subito dopo buttare il mio risotto nel cestino. "Buono?"chiede lei riferendosi alla pasta. "Buonissimo!" esclama Alice porca su tutto il viso di sugo. "E' buonissima!" concordo anch'io gustando a pieno le polpette succose. "Sono contenta" dice lei iniziando a mangiare. Raccontiamo ad Angela la giornata durante la cena e dopo aver pulito Alice, la coccola fra le sue braccia ormai addormentata. "Io allora vado a casa" dico quando Angela mette a letto Alice. "Aspetta, devo darti una cosa" dice uscendo dalla camera ed entrando in cucina. Mi dà un grosso sacchetto fra le mani e dice "Questo è tuo, c'è un po' di pasta e biscotti fatti in casa" "Ma io..." "E' tuo, non posso buttarlo via. Mangialo tu, non ti è piaciuta la cena?" "No no, era tutto gustosissimo!" dico spalancando gli occhi. "Ecco, allora porta tutto a casa e mangia. Hai le chiavi?" "Si, signora" "Allora ci vediamo domani?" "Si signora" dico dirigendomi verso la porta. La apro, ma prima di uscire lei dice "Ah Rakib...se ti serve qualcosa, qualsiasi cosa, cercami. Non disturbi mai, è chiaro?" "Grazie...grazie per tutto" dico annuendo con la testa. Lei mi scombina i capelli e dice "Buona notte campione" "Buona notte signora" mormoro uscendo. Lei controlla che io arrivi a casa sano e salvo e una volta dentro, corro in cucina. Prendo del vecchio latte e riscaldandolo, inzuppo dentro i biscotti di Angela. "Mmmm" mugolo deliziato. Lascerò la pasta per mamma e papà, voglio che assaggino anche loro questa goduria. PRESENTE. "Di qua! Di qua!" Grida Samuel dietro di me. Lo osservo con la coda dell'occhio...non mi serve passargliela per perdere il punto. Raggiro l'idiota dell'altra squadra con movimenti facili e tirando indietro la palla di poco, la riprendo il tempo necessario per confondere l'avversario e tiro verso la porta. "Goal!" Grida la mia squadra mentre io sputo per terra e alzo lo sguardo al cielo. È stato un gioco da ragazzi. "Davier!" Grida il mio allenatore. Mi giro e lo vedo a metà campo che mi fa segno...cazzo, non ho voglia di parlare. "Coach" dico raggiungendolo velocemente. "Rakib, ho visto cos'hai fatto " "Cos'ho fatto?"chiedo incrociando le braccia. "Questo non è per certo un gioco di squadra e neanche un tv show per dimostrare quanto sei potente e invincibile. Siete una squadra, non strafare " "Io non ho strafatto. Se avessi passato la palla a Samuel, lui me l'avrebbe rimandata un'altra volta perché troppo accerchiato e io avrei segnato. Ho solo calcolato e risparmiato tempo" replico spavaldo. "Non fare il fenomeno con me Namur, non con me" dice lui dandomi una spallata. Sbuffo e ritorno in campo. Namur ("Namìeru" pronunciato)...mio nome d'arte da sempre, "tigre" in arabo...ho una tigre sul petto proprio per questo motivo. "Pausa?" grida l'allenatore ai ragazzi. Tutti annuiscono e Samuel mi supera guardandomi male...ops amico, la fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l'opportunità. Vado verso le panchine e asciugandomi il sudore, prendo la bottiglietta di vetro dell'acqua...tutta la squadra la usa, siamo plastic free ed è l'unica cosa in cui vado d'accordo con loro. I più onesti mi odiano, i più ipocriti mi battono la mano sulla spalla...li lascio fare, che cazzo me ne frega. Prendo un bel sorso d'acqua quando sento Igor gridare il mio nome...mi giro seccato e tutto d'un tratto l'acqua mi va di rovescio e inizio a sputarla tutta sul campo. Rialzo lo sguardo fulmineo e mi asciugo la bocca con la maglietta...per fortuna i due stanno scendendo le scale dello stadio e non mi hanno visto. "Salve Igor" lo saluta l'allenatore andandogli incontro. "Ehi Bruno, tutto a posto?"chiede Igor dandogli la mano. "Si fa quel che si può, chi mi hai portato?" domanda osservando alla sua destra. Igor mette un braccio sulla sua spalla e dice "Ti presento la nostra soluzione ai guai del grande Namur, Alice Nesti. E' del'assistenza sociale, controllerà Rakib 24 h e per almeno il campionato ne usciremo puliti" "Non ci voglio credere! Non avremo scandali per un bel mese? Sono incredulo" dice l'allenatore sorridendo. Noto anche gli altri avvicinarsi incuriositi e faccio scattare la mascella quando Alice dice imbarazzata "Farò del mio meglio, non prometto nulla" Certo, tu le promesse le ficchi solo su per il culo. In realtà non è imbarazzata, non lo è mai stata in vita sua. Ha sempre e solo avuto lei il controllo delle situazione, delle persone, dei sentimenti..E' solo curiosa della nuova situazione e cerca di studiare tutto e tutti in silenzio...furba del cazzo, ti conosco come il mio fottuto palmo. "Igor, che belle sorprese che ci porti" dice Manuele insieme a tutti gli altri ragazzi. "Trattamela bene, sarà la nuova ombra di Rakib. Conto molto sul suo operato" "Anche noi, è per questo che la sosterremo in tutto e per tutto, non è vero ragazzi?"chiede Damiano, il compagno che mi odia più in assoluto. Una sera in discoteca mi sono scopato sua moglie, in realtà manco sapevo lo fosse...l'indomani ero su tutti i giornali e per poco non mi ritrovavo la faccia per terra. Damiano ha ovviamente divorziato, ma da quel giorno mi guarda male, non mi parla, mi evita come la peste e fa di tutto per darmi fastidio indirettamente. Non hai mai avuto le palle di gridarmi il suo odio in faccia, ho rischiato di andare l'indomani all'ospedale a causa dei fratelli della tipa. A quanto pare è della nobiltà e con questo scandalo ho macchiato tutta la loro famiglia...il fratello maggiore ricordo di avermi promesso di farmela pagare. Peccato che non sono scalfibile, aspetterà a lungo per una probabile vendetta. Ricordo del tizio solo perchè aveva un nome davvero divertente...Ascanio, che cazzo di nome è Ascanio? Gli ho riso in faccia quando me l'ha detto tanto di minaccia, non ho proprio potuto resistere. Alzo lo sguardo al cielo e ritorno in campo seccato...le lascio lo spazio per lo show, è questo quello che fa...inizia con le cose basilari, poi attacca con le cose in comune e alla fine uscite fuori in locali vip...è fatta, tutti ai piedi di Alice. "Rakib" sento dire dietro di me. Igor mi appare subito davanti tagliandomi la strada e dice "Dalle una possibilità" "Non sono costretto ?" "Veramente un'altra possibilità" "Cosa vuoi da me Igor? Ho già permesso tutto questo per il campionato, cosa altro vuoi?" "Non sarebbe successo tutto questo, se solo tu ti fossi comportato bene" mi rinfaccia Igor. "E hai ragione, questo mese mi comporterò da angelo ed entro la fine del mese sarà fuori dalle palle" dico alzando l'angolo della bocca astuto. Se non prima...farò di tutto per farmi odiare, quella stronza nella mia vita non la rivoglio. "Rakib, sai che opportunità del genere non ti ricapiteranno più?" "Questa la chiami opportunità? Semmai è una fottuta maledizione" sbotto allontanandomi da lui. Mi ha strastufato, mi hanno strastufato tutti...andate tutti a fanculo. L' allenatore fischia dando inizio al secondo tempo e io sono pronto a spaccare tutti i culi. Segno 5 goal e tutti da solo, mi guadagno un sacco d'insulti e occhiatacce, ma me ne frego e aspetto di segnare un altro punto negli ultimi dieci minuti. "Ma che cazzo fai!" grida Damiano quando lo raggiro con la palla e tiro avanti. "Passamela!" grida ancora. Me ne frego, sono il migliore...sono il più potente tra tutti. Alzo lo sguardo per un millesimo di secondo e la vedo...è concentrata sul cellulare, non ha visto tutti i punti che ho segnato? Mi stava ignorando? "Rakib...tu non hai niente da darmi. E' meglio finirla qui, non venirmi più a cercare" "Ehi!"grido furioso quando qualcuno mi toglie da davanti la palla. Samuel. Vado con sangue che bolle verso di lui e facendolo girare, gli scaglio un pugno in piena faccia. "Rakib!" grida l'allenatore. "Che cazzo volevi fare eh? Fottermi?"ringhio prendendolo per la gola. Gli altri mi gridano di lasciarlo andare, ma il sangue mi è salito al cervello e buttandolo per terra lo pesto a pugni. Lui cerca di scostarmi dalle gambe, ma io lo prendo a calci e faccio per strangolarlo, quando delle braccia mi tirano su e mi trascinano via. "Brutto figlio di puttana!" grido sputando sul campo. Il mio cuore va a mille e sento i polmoni andarmi a fuoco...sono fuori controllo. "Calmati, cazzo Rakib! Calmati!" urla l'allenatore portandomi dentro. "Lasciatemi lasciatemi!" grido io scalciando. "Noi ti lasciamo, ma devi stare fermo" "Lasciatemi!" urlo. Igor e l'allenatore mi lasciano finalmente stare e io sbatto il pugno contro la parete di fronte. "Rakib...devi darti una cazzo di calmata" sbotta Igor. "Allenatore! Samuel perde molto sangue!" grida un idiota. "Merda" imprecano Igor e l'allenatore allontanandosi da me. Chiudo gli occhi cercando di riprendere il controllo e inspiro ed espiro a fondo. Il terapista mi ha insegnato anni fa dei metodi per questi momenti estremi...gli ho sempre dato del coglione, sono sorpreso di scoprire che i suoi metodi in realtà funzionano. Inspiro a fondo ed espiro...riprendo il respiro e lo butto...piano piano, senza fretta...con calma. "Vuoi che ti vada a prendere dell'acqua?" Spalanco gli occhi con la fronte sul muro...che cazzo ci fa qui. Inspiro ed espiro...la sua voce è delicata e morbosamente soave, vorrei ubriacarmi di lei, dissetarmi di lei fino a consumarla a fondo. Mi stacco dal muro e mi giro verso di lei...mi aspetto che sia intimorita, ma in realtà mi guarda a testa alta e con un piccolo cipiglio sulla fronte. Ha le labbra leggermente imbronciate e gli occhi verdi più scintillanti del solito...indossa un paio di jeans a vita alta e un maglioncino color panna sopra...è così candida e vipera che mi fa impazzire. "Voglio che tu sparisca" dico avanzando verso di lei con l'intento d'intimorirla. Ci riesco, perchè indietreggia piano. "A che gioco stai giocando? Cosa cazzo vuoi ancora da me?" sibilo continuando ad avanzare. Lei deglutisce piano e non stacca gli occhi da me...vorrebbe mandarmi a fare in culo ma non può...tecnicamente sono il suo capo. "Ti sbatterò fuori prima che tu te ne accorga" sbotto inviperito. "Rakib cos.."fa per dire lei, ma la zittisco con lo sguardo facendola indietreggiare ulteriormente. Finalmente arriva a toccare il muro con la schiena e io andandole sotto il muso ringhio "Mettiamo subito in chiaro delle cose: non mi guardare, non mi parlare, non mi toccare" Mi stacco dal muro sibilando "E per te sono il signor Davier, sei solo un'estranea per me e io per te. Sono stato abbastanza chiaro?" Alice sbatte velocemente le ciglia, mandandomi sguardi di fuoco ma si contiene, per il momento, e dice serena "Certo signor Davier" Sento qualcosa in me spaccarsi, non voglio sapere cosa...voglio solo tornare a casa e bere fino a scordarmi tutta questa merda. Mi giro per andarmene, ma lei è Alice, lei non si fa fottere ma fotte, e con voce da stronza dice "Ma vedremo chi sbatterà fuori chi" Inspiro rabbioso e ringrazio il cielo di essere girato e di non vederla in faccia, ora come ora finirebbe male. La ignoro ed entro negli spogliatoi per raccogliere la mia roba. Di solito mi faccio una doccia, mi vesto e vado a spassarmela nei locali, ma adesso sono così nervoso che rischierei di radere al suolo tutto lo spogliatoio. "A casa" impongo al mio autista tirando dritto. Non m'importa di Samuel, Igor, l'allenatore, di quella stupida stronza pezza di... "Salve" sento dire dietro di me. "Io sono Alice, sono l'assistente di Rakib" continua a dire. Cazzo...mi ero dimenticato che avremmo dovuto vivere insieme. Merda, cazzo! Questo è un fottuto incubo. "Prendo l'altra macchina" dico all'autista, andando verso la mia Ferrari e sbattendo la portiera. "Rak...signor Davier! Non può allontanarsi da me, devo tenerla sotto..." Butto il borsone sui sedili e accedendo il motore, metto subito la retro facendola schizzare per non farsi investire. "Signor Davier!" urla lei sconvolta dal fatto che stavo per metterla sotto. Me ne strafotto e svoltando a destra parto facendo sgommare le ruote. E' solo l'inizio mia maligna stellina.

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


ALICE 'S POV: PASSATO. "Allora?" chiede Rakib frenando davanti a me. "Bellissimo, velocissimo!"esulto saltellando sul posto. Rakib ha una bici gialla bellissima e la porta come un campione, sembra un razzo. "Voglio anch'io!" dico con gli occhi spalancati dall'eccitazione. Lui si rabbuia e dice "No stellina, ancora non sei pronta" "Pronta? Perchè?" chiedo perplessa...perchè mai non dovrei essere pronta? "Ci vuole agilità per pedalare una bicicletta, tu non hai neanche un po' di equilibrio" Agilità? Equilibrio? Di che sta parlando? "Voglio anch'io" dico determinata. "No stellina, ho detto no" Il mio labbro inizia a tremare e chiudendo gli occhi, mi metto a piangere con tutta la forza che ho. "AHHHHHHHHH! MAMMAAAA AHHHHHH" grido sentendo il petto bruciarmi. All'improvviso sento una mano che mi tappa la bocca e Rakib che sibila "Sei proprio una peste! Ti pare il modo di gridare? Le persone potrebbero seriamente preoccuparsi!" "Voglio bicicletta" "Cosa ti ho detto prima?" Prendo fiato per rimettermi a piangere, ma lui mi ritappa la bocca e borbotta "Ho capito! Ho capito!" "Mi farai guidare?"chiedo saltellando felice. "Ti farai molto male" mi avverte lui. "No, io sono bravissima. Guarda" dico alzando il mento. Lui scuote la testa e alzandomi in aria, mi posa sopra la bici. "Ci arrivi ai pedali?" "Certo" dico posando a malapena la punta. "Ok, facciamo un giro prima con me. Tu stai attenta" "Si si" eseguo ubbidiente. Facciamo diversi giri per il quartiere e quando mi sento pronta dico "Io io io!" "Sicura?" "Io!" grido ancora. Lui toglie le mani dai miei fianchi e mi lancia in avanti...riesco a pedalare all'inizio e grido "Guarda! Rakib guarda!" "Bravissima stellina, vai così!" grida lui applaudendomi fiero. Io continuo a pedalare finchè arrivo alla fine del cortile e devo girare. "Frena!" grida Rakib. Cosa? Alzo lo sguardo e vedo il muro avvicinarsi sempre di più. "Frena!" sento urlare ancora. "Io...non lo so! Non lo so! Rakib!" grido incominciando a farmela sotto. "Premi i freni! I freni!" grida lui mentre lo sento correre. "Rakib!!" urlo cercando di premere ma senza successo. "Alice! Frena cazzo!" "Rakib! Aiuto! Aiuto! Come si fa!!" "Premi! Premi forte!" "Non lo so, io non lo..." la ruota sbatte furiosamente contro il muro e cado per terra con la bici sopra di me. Faccio una smorfia per il dolore al ginocchio e su tutto il fianco, mentre sento urlare Rakib. "Stellina! Oh merda" mormora lui affannosamente per la corsa. Scaraventa in aria la bici e prendendomi subito in braccio, incomincia a correre. Io ormai urlo con le lacrime non sopportando il dolore, mentre Rakib mi supplica di non piangere e sale correndo a due a due le scale. Arriva a casa mia e preme il campanello più volte. "Ma che succede?"chiede mamma appena apre la porta. "E' tutta colpa mia. Non avrei dovuto farla andare in bici, io sono mortificato. Non volevo, io giuro che..." Mamma mi prende subito in braccio e facendo entrare Rakib, chiude la porta. "Amore di mamma...che hai combinato?" "Io non sapevo!" dico singhiozzando mentre mi posa sul divano. "Aspetta qui, mamma porta le medicine" mi rassicura sorridendomi. "Fai presto, sto male! Mi fa malissimo, mi brucia!" piagnucolo. Osservo il ginocchio sbucciato con parecchio sangue e la gamba tutta graffiata e sporca di polvere. "Eccomi" dice mamma rientrando in salotto. Posa delle cose sul tavolino e svitando una bottiglietta dice "Questo farà un pochino male, ma sarà veloce veloce" Mi ritraggo spaventata, ma Rakib mi prende la mano e abbracciandomi la testa dice "Guarirai così" Alzo lo sguardo a lui fiduciosa, mentre mamma se ne approfitta e mi mette la medicina. Urlo aggrappandomi a Rakib e grido "FA MALEEEE, BRUCIAAAA! BRUCIAAA" "Ora passa, ora passa. Resisti" dice Rakib stringendomi forte. Soffoco le urla sulla sua maglietta, mentre lui mi accarezza i capelli e dice che mi sto comportando benissimo. "Mamma?"chiedo quando il bruciore incomincia ad andare via. "Sì amore mio?" "Che cos'è questa schiuma?"indico il mio ginocchio impressionata. "Sono tutti i germi, se ne stanno andando via. Stai tranquilla" dice pulendomi tutta la gamba. "Mamma?" "Sì?" "Non è stato Rakib, sono stata io" mormoro col broncio. Lei sorride e facendomi una carezza sul viso dice "Questo l'avevo capito, ma apprezzo che tu lo abbia detto. Sei una bambina onesta" "Onesta?" chiedo non capendo. "Una bambina che non dice bugie" "No, io non le dico. Vero Rakib?"chiedo "Vero" dice lui dandomi un bacio sui capelli. Mamma fascia la mia ferita piano e quando ha finito, mi prende in braccio e chiede "Hai fame?" "Siii!" esulto abbracciandola. "Rakib ci segui?"chiede mamma sorridendogli. "Io...forse è meglio se vado a casa. Alice deve riposare" "Alice vuoi riposare?"chiede mamma guardandomi. "No!" esclamo chiaro e forte. "Rakib stai con noi, ti prego ti prego!" dico col broncio. Lui passa una mano nei suoi ricci e mormora imbarazzato "E va bene" Andiamo tutti in cucina e mamma mettendomi sulla sedia, va verso il forno. C'è un buonissimo profumino. "Pollo e patate, chi ne vuole un po' ?"chiede mamma uscendo fuori una teglia enorme. "Io io!" gridiamo io e Rakib, mentre lui si siede accanto a me. "Prima le tovagliette" dice mamma allacciandoci le tovagliette attorno al collo. Si allontana per prendere i piatti, mentre io mi allungo di sorpresa e schiocco un bacio sulla guancia a Rakib. Lui si gira spalancando gli occhi e io dico sorridendo "Grazie" Rakib mi prende tra le dita la mia guancia e facendomi ridere dice "La mia maligna stellina" "Pollo in arrivo!" grida mamma, in tempo per farci scordare tutto e abbuffarci. PRESENTE. "Non lo trovo! Non lo trovo da nessuna parte!" Grido al cellulare. "Ali ma di che stai parlando??"chiede Beni non capendo a chi siano riferite le mie urla. "A chi? A quel imbecille! A chi altro sennò?" Sbraito facendo avanti e indietro nel parcheggio di uno schifoso locale. L'ho cercato in tutti i posti che frequenta spesso, niente niente! "Il calciatore? Che succede?" "Io mi licenzio Beni! Fanculo l'affitto, le bollette e tutto! Vado a stare sotto un ponte, almeno sarò serena!" "Ma che stai farneticando? Dove ti trovi adesso?" "Non sto scherzando! Ho girato tutta la stracazzo di città e di lui nessuna traccia! Hai idea dei guai in cui mi ha cacciata? Se mi dovesse chiamare la Valdesi? Manco ci voglio pensare!" Sbuffo portandomi una mano in fronte. "Dove sei Ali" Va diretta Beni frenandomi. "Accanto al Country, in un posto squallido" "Perfetto, vieni da me che ti viene vicino. Ne parliamo e risolveremo tutto, ok? Niente panico" "Niente panico? E se dovesse essere a drogarsi da qualche parte? Domani sarà su tutti i giornali e io...." "Ma quanto cazzo parla? Vuoi muoverti?" Sento la vice inconfondibile di Viviana, sua sorella minore. "Vivi? Che ci fai da Beni?" Chiedo più pacata. "In realtà c'è anche Eleonora, sono venute a farmi visita. Allora? Vieni?"richiede Beni. "Sì ok, ho però bisogno di un camomilla" dico ritornando al mio scooterino. "Sarà fatto, ti aspettiamo" dice lei riattaccando. Ficco il cellulare in borsa e rimettendomi il casco, vado diretta a casa di Beni. Non ci metto molto, essendo vicina al locale Country e suonando alla porta, vengo accolta dalla tata. "Ciao Anna, come stai?" Chiedo mentre lei mi fa entrare in casa e chiude la porta. "Tutto bene, tu cara?" Chiede lei premurosa. Anna è una donna di 54 anni assolutamente dolce, affettuosa, responsabile e gentile. È stata assunta da poco eppure ne siamo tutti affezionati. "Solita vita, le gemelle? "Chiedo posando il casco e la borsa all'ingresso. "Col papà, sta cercando di farle addormentare" "Zaira non ha bisogno di essere convinta" dico divertita. Ogni volta che vedo Zaira dorme, è una bambina molto silenziosa e calma. Farà grandi cose un giorno. "Le ragazze?" Chiedo non perdendo tempo. "In salone, l'aspettano" "Perfetto, grazie Anna!" Dico svoltando a destra nel salone. "Guarda guarda chi abbiamo!" Dice Adil alzandosi dalla poltroncina. "Perché non mi avete avvertita del coglione?" Chiedo accigliata. "Perché se ne sta andando "dice Vivi sorseggiando qualcosa. Avanzo e prendendole il bicchiere, tracanno tutto. "Ma è cocacola" dico facendo una smorfia. "La mia cocacola!" Sbotta lei contrariata. Affondo nel divano vicino a lei e mormoro "Voglio bere e dimenticarmi di tutto " "Al primo giorno di lavoro sei già combinata così?"chiede Adil, marito di Vivi. "VA VIA!" esclamiamo sia io che Vivi. "Calmatevi cazzo" borbotta Adil alzando le mani. "Shhh! Sveglierete le bambine" dice Bilel entrando in salone. "Bilel, amico mio. Andiamocene che qua le signore devono curtigghiare" ( 'sparlare' in siciliano) "Veramente Bilel può restare" dico facendo sfregio ad Adil. "Sentito amico?"chiede Bilel gongolando. "Fanculo, so stare anche senza di voi" dice Adil alzando il medio a tutti e uscendo dal salone. Il secondo dopo rientra e correndo da Viviana, le dice con un bacio "Senza di te no però" "Ewwww" mugolo facendo una smorfia. "La tua invidia è la mia forza" dice lui riuscendo dal salone. Gli alzo il medio, ma lui non lo vede perchè di spalle. Che si fotta. Osservo il sorrisino di Viviana e scuotendo la testa dico "Io davvero non capisco come tu te lo sia sposato" "Per i soldi questo e altro" dice lei facendo ridacchiare Eleonora, la sorella maggiore tra le tre. Siamo tutte cresciute insieme...dopo essermi trasferita a 12 anni, sono state le mie vicine fino a 5 o 6 anni fa. Cos'è successo è storia. Nonostante ciò siamo ancora molto unite e inseparabili. "Quindi dicevi?"chiede Eleonora sgranocchiando noccioline. Bilel scivola vicino a Beni e posando la testa sul suo petto, accarezza il pancione mentre lei lo racchiude in un abbraccio amorevole. "Mi odia, ha detto che mi farà fuori prima che possa accorgermene" piagnucolo incrociando le gambe. "Ti odia? E perchè mai?" chiede Beni accarezzando distrattamente i riccioli di Bilel. Sospiro e dico "Ok, è arrivato il momento. Non vi ho mai raccontato cos'è successo con Rakib" Le ragazze spalancano subito gli occhi e io chiudo gli occhi stanca di tutta la situazione che si è venuta a creare per colpa mia. Ci metto una buona mezz'ora per spiegare tutto, finchè Viviana agita la braccia e sbotta "Sei proprio una testa di cazzo, come hai fatto a farti scappare un plurimiliardario del genere? La tua demenza mi sorprende ogni giorno sempre di più" "Ero piccola e viziata, ammetto le mie colpe...ma non sono più quella ragazzina" "Ma non puoi biasimare il povero Rakib" dice Ele. "Qua la povera sono solo io! Io ero pronta a ripartire da zero, cosa che lui m'impedisce di fare" sbotto contrariata. "Sapevi quindi che avresti lavorato per lui?" chiede Beni. "No, non lo sapevo! E manco sarei andata a lavorare per lui, se l'avessi saputo prima" esclamo mentre Vanessa, la domestica e cuoca, entra in salone con un vassoio. "Oh Grazie Vanessa, gentilissima" dice Beni sorridendole. "Ho preparato la camomilla e messo qualche biscotto appena fatto, buon appetito" dice lei posando il vassoio sul tavolino al centro. "Amo i tuoi biscotti! Ne sono avanzati?"chiede Beni leccandosi le labbra. "Si signora" "Portali ai tuoi bambini, a noi basteranno questi" "Ma no signora, posso farli quando voglio i biscotti in casa" "Insisto, portali anche a Stefano e Vittorio. Saranno felici" "Grazie signora, è troppo buona ma solo se avanzeranno, li porto via" "Va bene Vanessa, grazie a te" dice Beni congedando Vanessa. Beni ha sempre rispettato ogni sua dipendente, dando fiducia, aiuto quando serviva e comprensione per i giorni mancanti. È proprio un angelo. "Mhmm Vanessa i mie complimenti!" Grida Bilel addentando un biscotto. "Grazie!" La sentiamo gridare. Prendi anch'io un biscotto e chiedo rassegnata "Che faccio?" "Ma perché hai accettato il lavoro anche dopo aver scoperto il tuo capo?"chiede Ele facendosi una coda. "Sai quanto danno al mese?" "Quanto?" Alzo cinque dita e lei chiede spalancando gli occhi "5mila?" Annuisco con la testa. Vivi fischia e dice "Avrei accettato ad occhi chiusi anch'io" "Mi servono i soldi per l'affitto, le bollette, Elsa, mamma..." mormoro un po' triste alla fine. Sono stufa di vedere mia madre lavorare, come una dannata giorno e notte, e non poter fare nulla per aiutarla. Le avevo promesso che mi sarei trovata un buon lavoro dopo la laurea e avrei contribuito alle spese. Eccomi qua, non posso rinunciare al lavoro, soprattutto adesso che Elsa e ad un passo dal realizzare i suoi sogni. Ha le carte in regola per entrare in una delle più prestigiose università d'Inghilterra e mamma lavora, come un mulo, per racimolare i soldi per la retta. Entro il prossimo mese dobbiamo raggiungere 10000€. La borsa di studio ricopre una parte delle tasse universitarie, ma il resto dobbiamo pagarlo noi. Mamma ne ha raccolti faticosamente 5000€, ora è il mio turno...il futuro di Elsa dipende dalle mie mani e da quelle di Rakib. Se non dovessi farcela, chiederei un prestito a Beni. Mi ha più volte proposto di darmi i soldi senza averli indietro, ma non potevo proprio accettare. Devo prima farcela da sola, non deluderò nè mamma né Elsa. "Orso hai qualche modo di rintracciare Rakib?"chiede Beni a Bilel che intanto si era addormentato sul petto di lei. "Cosa? Chi?"chiede lui mugolando. "Non lo troverete...ho girato ovunque. In tutti i locali dicono che non l'hanno visto" sbuffo mangiando i biscotti di Anna, credo che ne porterò alcuni a casa. Ah no...da stasera starò da coglione, quasi dimenticavo la disgrazia. "Rakib, quel calciatore che giocava nella squadra di Farid. Hai presente?"gli spiega Beni. "Perchè volete cercarlo?" "Ma non hai ascoltato nulla?"chiede Eleonora scuotendo la testa. "Che c'è? Si sta bene qui" dice lui indicando il seno di Beni. Vivi alza lo sguardo al soffitto e io dico divertita "Tranquillo Bilel, perderai solo tempo. Mi licenzio e faccio prima" "Poi ti spiego tutto, conosci qualcuno che potrebbe aiutarci?"chiede Beni sorridendo a Bilel, che però si lascia incantare e annuisce come uno scemo. Viviana gli tira una calza e dice "Ti muovi o no? Tempus fugit!" Lui sbuffa e schioccando un bacio al pancione e sulle labbra di Beni, si alza dicendo "Vedrò di fare qualche chiamata" "Grande" dice Vivi seccata. "Ehi! Vuoi staccare gli occhi da quel cellulare?"chiede Vivi ad Eleonora che continua a messaggiare. "Ci sono" dice lei alzando lo sguardo. "Non mi sembra...Massimiliano ti sta mandando qualche foto da nudo?" Lei spalanca gli occhi e dice alterata "Ma ti pare? E' un cliente che mi sta tartassando!" "Certo avvocatessa" dice Beni ridacchiando. "Come va con Massi?"chiedo sgranocchiando il biscotto piano piano...vorrei anche del latte, un letto e rimango qua. "Bene, la convivenza va a gonfie vele. In questi giorni mi sta pressando sull'idea della famiglia...mi fa paura la cosa. Gli ho detto che non voglio sposarmi o avere dei bambini ora. Stiamo da quasi un anno insieme...sta correndo troppo" "Ele...queste cose non puoi prevederle. Guardami...ho 25 e ho quasi tre bambini. Non è questo che volevo soprattutto a quest'età, ma sai quanto è gratificante? Avere una famiglia ti completa la vita ed è ancora più bello avere al tuo fianco un uomo che vuole costruirla insieme a te. Non darti dei limiti, sono fatti per essere oltrepassati, sempre" dice Beni accarezzando il pancione. "E tu sei felice?" chiede lei osservandola. "Come mai in vita mia, ho tutto quello che ho sempre sognato di avere. La mia famiglia al mio fianco, salute, un lavoro, l'amore della mia vita, due bellissime gemelle, un altro in arrivo, gli amici più importanti con me e perchè no? Anche un sacco di soldi. Non posso di certo lamentarmi" "Quasi t'invidio" le rivelo triste. "Anche noi abbiamo i nostri problemi...Bilel è terrorizzato che l'organizzazione possa prendersela con noi. Avete visto le guardie che girano sempre, comunque ognuno ha il suo tempo, arriverà anche il vostro. Non smettete mai di crederci, volere è potere. " dice lei sorridendomi. "Buone notizie" dice Bilel entrando in salone. Ci rizziamo tutte sui divani mentre dice "Sei stata fortunata, è in un night club di Jamal. Qua hai tutte le info e questa carta vale anche da pass per la zona vip, dove si trova lui momentaneamente. Se avrai qualche problema, chiamami" Mi lancia la carta che prendo al volo e chiedo "Cosa? Ma ci sono passata da qui! Mi hanno detto di non averlo visto!" "Sai quante persone si possono comprare con soldi per dire altre cose? Buongiorno bambina" dice Vivi scuotendo la testa. "Mi ha fatto fare un giro immenso inutilmente!" esclamo alzandomi troppo nervosa. Beni mi raggiunge subito e dice prendendomi per le spalle "Ali...calma. Pensa al lavoro, non puoi perderlo" "Ma posso strozzare lui, una lezione non gli farà male di certo" dico furiosa. "Non puoi, è il tuo capo!" mi ricorda lei purtroppo. "Mi basta stare lì solo due mesi, poi mi troverò un altro lavoro" penso a voce alta. "Ecco...credi di poter resistere per due mesi?" "No" "Devi!" esclama Beni non dandomela vinta. "Cazzo vero" borbotto piagnucolando. "Ora muovi il culo e va da lui, prima che possa essere troppo tardi" "Vado" dico girandomi. "No, non voglio. Lui mi odia e..." "Alice!" esclamano tutti. "Va bene, va bene cazzo!" borbotto facendo dietro front. "Grazie orso!" dico raggiungendo la porta. "Buona fortuna" lo sento gridare mentre io scendo gli scalini e vado verso il mio motorino. Indosso il casco e via. Non trovo troppo traffico, sono quasi le mezzanotte ed è un giorno della settimana. L' aria di Palermo è fresca e salata, attraverso tutto il lungo mare di Mondello sentendo il vento tra i capelli. Di solito in estate è piena di gente, adesso siamo verso novembre e le temperature sono un po' calate. A Palermo si fa sempre tardi freddo, ma i mesi prima sono fantastici...non c'è nè troppo freddo nè troppo caldo. E' perfetto. Parcheggio davanti al night club e levando il casco, mi sistemo i capelli. Non so bene cosa dirò o farò quando lo vedrò, almeno lo vedrò e sarò sicura che non stia combinando casini. Controllo nel cellulare che la Valdesi mi abbia chiamata, ma non trovo nulla...butto un sospiro di sollievo. Non c'è tanta fila fuori il locale, entro facilmente e mostrando il pass, mi indicano la zona vip. Li ringrazio e con la musica tecno che suona a bomba, mi faccio spazio tra i diversi gruppi di ricconi nella zona vip. Sono tutti firmati dalla testa ai piedi e diverse ragazze che danno spettacolo. Non è un posto in cui verrei a trascorrere le mie serate...chissà se incontrerò Jamal. Non lo vedo da tempo, ma ci tengo lo stesso a lui. E' stato come un fratello da piccola, ci siamo affezionati. "Oh! Guarda guarda!" gridano dei ragazzi in fondo...questa terrificante luce rosa led mi dà fastidio agli occhi e non mi permette di vedere nulla. Raggiungo il gruppo di ragazzi in fondo al locale e vedendo Damiano, se non erro, chiedo avvicinandomi al suo orecchio "Ehi! Hai visto Rakib?" "Rakib? Lascialo sbattere e balla con me!" Dice lui scivolando una mano sulla vita. "No no...Non posso proprio! Devo cercare Rakib, è urgente!" Grido, dannata musica. "Oh...guardalo! Eccolo lì, guarda come si diverte! "Dice indicandomi la pista. Mi giro e lo cerco con lo sguardo. Purtroppo lo trovo. Sta ballando con una ragazza...per non dire che stanno dando uno spettacolo hard. "Balliamo?"chiedo girandomi verso Damiano. Lui annuisce senza pensarci due volte e andiamo in pista. Mi metto esattamente dietro a loro e inizio a muovere le spalle a ritmo della musica. Faccio una smorfia quando li sento ridere...che smorfiosi. "Ti piace così? "Chiede lei mentre gli twerka sul pacco. Alzo lo sguardo profondamente seccata. Lui ovviamente ci sta e la invita a muoversi ancora su di lui. Sembra stiano concependo proprio sulla pista. "Sai se si è fatto di qualcosa? "Chiedo all'orecchio di Damiano. "Rakib? Ancora no, non tarderà a farlo "dice lui ridendo. Che cazzo ridi? "Siete molto amici tu e lui?" Lui scoppia a ridere e dice "Rakib ha mai avuto un amico?" Corrugo la fronte e chiedo "Perché dici così?" "Perché è solo un idiota pompato a cui importa solo di sé stesso. Nessuno può sopportarlo, è odiato da tutti. Non credo abbia mai avuto amici quest'individuo, è senza umanità e cuore" "Io invece credo che voi non lo conosciate abbastanza" dico staccandomi subito da lui. "E per la cronaca: io sono una sua più cara amica e posso affermarti che non solo ha un cuore, ma ha un enorme cuore!" Detto ciò mi giro per andare, ma sbatto contro i due e Rakib si accorge subito di me. "Scusa" dico prima che possa scagliarsi contro di me. Lancio un' occhiataccia alla ragazza che mi esamina e ritorno nell'area vip. Afferro la bottiglia di vodka e faccio per portarmela in bocca, ma mi viene sottratta subito dalle mani. Sposto lo sguardo e vedo Rakib portarsi la bottiglia in bocca. Alzo il mento e chiedo spavalda, forse fin troppo "Perché hai pagato i bodyguard per mentirmi?" "Non li ho pagati bene evidentemente "borbotta lui superandomi. Prima che vada, gli sottraggo la bottiglia e la porto in bocca. La vodka è fortissima e faccio una smorfia quando mi stacco. "Ma che merda è?"chiedo sconvolta col petto bruciante. Lui si riprende la bottiglia e con i suoi buoni venti centimetri in più ringhia dall'alto " Va a casa" Mi metto in punta di piedi e sbotto "La mia casa è con te" Rakib dall'essere seccato, passa ad essere perplesso e io spalancando gli occhi farfuglio "cioè...da ora in poi saremo coinquilini" Lui resta altri secondi impalato ad osservarmi, finché lancia un'altra occhiataccia e va via. La serata va avanti per le lunghe, finché l'autista mi chiama e m'informa che ce ne stiamo andando. Non poteva dirmelo Rakib... Prendo in fretta e furia le mie cose e saluto con la mano la barista, abbiamo chiacchierato del più e del meno per tutto il temo. E' stata la mia salvezza, mentre Rakib slinguazzava con diverse ragazze e si divertiva. L'importante è che non beva troppa o si faccia di qualcosa. "Qui signorina "dice un uomo quando sto per aprire la portiera della prima macchina. "Oh ok..."mormoro andando alla seconda macchina. "Rakib è lì? Non l'ho visto uscire" "Lui esce sempre dal retro, è già dentro. Non si preoccupi" Uno sbadiglio non si trattenersi e dico "Ottimo, voglio solo andare a dormire adesso" "Tra poco saremo lì, resista "dice facendomi entrare. Gli sorrido e mi sistemo meglio sui sedili di lusso. Casa di Rakib dall'esterno sembra un rettangolo geometrico di legno e un sacco di verde attorno...Ci sono un sacco di vetrate e sembra essere costosissima. Quanto tempo ci vorrà per pulire tutte quelle vetrate? Le macchine parcheggiano in giardino e io ringraziando l'autista scendo. Scendo in tempo per vedere scendere insieme a Rakib la smorfiosa. Li seguo dietro in silenzio e ovviamente Rakib mi sbatte la porta in faccia. Alzo gli occhi al cielo e riaprendo la porta, la chiudo piano alle mie spalle. Dei due non c'è traccia. Non hanno perso tempo. Ci metto un paio di minuti per capire dove si trovi la mia stanza...sicuro non è quella di Rakib, la sua è più lontano dalla mia ed è chiusa a chiave...presumo sia la sua. Sistemo le valigie che avevo messo all'ingresso della casa e mi butto sul letto. Improvvisamente sento dei rumori dalla stanza accanto e realizzo cosa stia accadendo. Perché tutte a me? Prendo il cellulare per aggiornare le ragazze, ma vedo diverse chiamate perse da "Principino". Gli mando un messaggio dicendo che sto bene, ma lui insiste per vedermi e assicurarsene. A quanto pare Rakib è finito nei siti internet per l'aggressione al compagno...ora chi la sente la Valdesi. Gli dico di raggiungermi...tanto qua ne avremo per le lunghe e io ne approfitterò per vedere il mio ragazzo. Butto il cellulare in valigia e recuperando lo shampoo, entro dentro il bagno. Il bagno è esattamente arredato come la camera, è tutta verde salvia con particolari bianchi e neri. La vasca è enorme esattamente come il letto matrimoniale in stanza e il pavimento è di marmo bianco, a differenza della camera che ha la moquette e i mobili beige. Vado verso la zona doccia, che è all'angolo e separato dal resto del bagno con una parete spessa di marmo bianco. Io sono abituata alla mia tendina...qua basta che entri qualcuno e mi può vedere perfettamente nuda e insaponata. Mi sciacquo velocemente e asciugandomi, allaccio attorno al corpo una salvietta. Pettino piano i capelli e apro la porta per recuperare l'occorrente per la mia skin routine. Mi metto in ginocchio frugando nella valigia la mia trousse colorata, quando inizio improvvisamente a sentire delle grida. "Ma che..." Mi affaccio fuori dalla camera perplessa e controllo la stanza accanto...è vuota. Le grida si fanno sempre più forti, finché sento "Vuoi che ti spacchi la faccia?" Non è la voce di Rakib... Merda! Corro per le scale scalza e attraversando tutto il salone, grido arrivando all'ingresso "Fermi! Fermi! Nessuno spaccherà a nessuno la faccia!" Rakib si gira subito alla mia voce e abbassa velocemente lo sguardo al mio corpo. Cazzo...sono mezza nuda. Ottima trovata Ali. Incrocio le braccia con la speranza di coprirmi il seno e dico "C'è qualche problema?" "Ti ho detto di andartene, vuoi che chiami la sicurezza? "Sbotta Rakib ridandomi le spalle. "No no aspetta, l'ho chiamato io" dico a Rakib avvicinandomi alla porta. "È il mio ragazzo" mormoro prendendo per mano lui. "Ascanio, ti presento il mio capo. Signor Davier, lui è il mio ragazzo Ascanio, principe di Goria" Mi aspetto che gli animi si calmino, ma Rakib avanza verso di me e sibila freddissimo "Voglio quest'individuo fuori da casa mia adesso e non m'importa un cazzo della vostra relazione. Hai due minuti per salutarlo e chiarirgli che non deve mettere piede dove sto io. Sono stato abbastanza chiaro?" "Ma non è giusto, è il mio ragazzo. Possiamo cercare di..." mormoro rincorrendo Rakib che sta entrando in salone. "Senti, se non ti piacciono le mie regole, la porta è lì. Mi faresti un favore togliendoti fra i piedi adesso. Guarda il lato positivo, potrai stare col tuo principino del cazzo tutto il tempo fuori...Non è questo che hai sempre voluto dalla vita?" Fremo per la voglia di prenderlo a schiaffi. Gli vado sotto il muso e sfogando ogni mia rabbia, frustrazione e stress accumulato gli ringhio in faccia "Lei può scopare e spassarsela con chiunque, mentre io non posso neanche vedere per pochi minuti il mio ragazzo? Sbaglio o qua pecchiamo di egoismo?" Lui continua a guardarmi dall'alto e socchiudendo gli occhi per la rabbia sibila replicando "Sbaglio o questa è casa mia quindi regole mie?" Vaffanculo. "Io lo mando via, ma lei sappia che si sta comportando davvero da insensibile. Io non mi sono immischiata nella sua vita privata " "Non ti sei mai immischiata, perché eri tu la mia vita privata" ribatte duro. Io rimango senza parole, non vuole risparmiarmi nulla. È stato ferito e adesso vuole farmela pagare una ad una. "E adesso lo voglio fuori" impone per poi darmi le spalle. Stringo la mano in un pugno, sfogando la mia rabbia così e andando al portone, trovo Ascanio al cellulare. Mi vede tornare e allontanandosi un attimo dal cellulare dice "Scusami, stavo parlando con l'avvocato. Forse abbiamo trovato un modo per denunciare Rakib" Cosa? Gli prendo il telefono e riattaccando la telefonata dico "Voi non farete assolutamente nulla" "Cosa diavolo dici mia cara? È illegale che ti tenga qui, senza farti vedere i cari" Gli riconsegno il cellulare e allungandomi per dargli un bacio mormoro "Troveremo un modo, ma non in vie legali. Non voglio perdere il lavoro, ci siamo intesi?" Accarezzo i suoi riccioli biondi e lo guardo dritto negli occhi verdi, quando si agita sono ancora più belli. "Come stai tesoro? "Chiede lui allacciandomi le mani attorno ai fianchi. "Mi sto ambientando, sono solo un po' frastornata" "Posso fare qualcosa per te?" "Hai già fatto abbastanza" dico accarezzandogli la mascella liscia. "Non voglio che lavori qui, sai che potrei tranquillamente aiutarti con tua sorella" borbotta lui mettendo il broncio. "Sai come la penso "ribadisco per l'ennesima volta. "Sei proprio una testarda " "Ma è così che ti piaccio, no?" "Non tentarmi proprio adesso" dice lui abbassando le mani al mio sedere. Indietreggio di poco e assicurandomi la salvietta attorno dico "Sarà meglio che rientri a cambiarmi " "Ti accompagno, così mi mostri camera tua" dice lui pronto ad entrare. Lo spingo subito all'indietro dal petto e dico "Rakib è già nervoso, non rischiamo. Ci vedremo meglio un'altra volta, promesso " "Ma abbiamo avuto il tempo solo di un saluto "si lamenta lui dispiaciuto. "Volevi assicurarti che stessi bene, eccomi sana e salva" "Sana e salva non si sa ancora per quanto " Io ridacchio e dico "Me la caverò. Stasera prima di andare a dormire, ti chiamo, ok?" Lui afferma con un bacio e io ricambiando mormoro "Vai adesso, si è fatto tardi " "Vado, per qualsiasi cosa..." completa la frase imitando la cornetta del telefono. "Ti amo" dice lui allontanandosi. Gli mando un bacio volante e aspetto finché esce dal cancello. Rientro in casa e vado subito a mettermi qualcosa addosso. Impreco per tutto il tempo e indossando dei pantaloncini di cotone con una magliettina semplice sopra, scendo al piano di sotto. Mi faccio una coda mentre esploro la casa enorme...è arredata ad arte, può essere classificata come una cada moderna. E' tutto di marmo e il pavimento luccica per quanto splende. I muri sono tutti sul tono di un blu notte e i divani richiamano un colore poco più chiaro del muro...la cosa bella della casa è questa vastità di finestre grandi per tutta la casa, la sera con le luci soffuse danno un'atmosfera proprio rilassante e accogliente. Attraverso l'immenso salone con tappeti pregiati, vasi particolari, piante verdi ai lati di ogni finestra e i mobili di ultima generazione...sembra tutto così costoso che mi fa paura solo posare lo sguardo e sciuparli. Un lungo corridoio con un pavimento a scacchi introduce la cucina ed entro pronta ad esplorarla. Anche questa ha un sacco di porte finestre, ora però coperte da tende color panna, e il marmo ovunque. C'è un isola in mezzo in marmo nero, dietro il mobilio è anche scuro e di lato c'è un tavolino alto con due sgabelli in legno. In alto ci sono tante piccole lucine che illuminano la cucina, che adesso è occupata da Rakib. Mi fermo sulla soglia un po' sorpresa di vederlo e aspetto che si accorga da solo della mia presenza. Non alza lo sguardo e continua a tagliare una cipolla attento...forse si è accorto di me già dall'inizio e adesso mi sta ignorando. Avanzo avendo conferma del fatto che mi stia ignorando e raggiungendo gli scaffali dietro, prendo un bicchiere. "Terzo in alto" lo sento dire quando apro l'ennesimo scaffale. Apro il terzo in alto e finalmente trovo i bicchieri...non so come abbia capito che stessi cercando quelli. Mi verso dell'acqua che trovo in una brocca di vetro sul tavolino e chiedo "Non ha una domestica che le cucini?" "Provvedo sempre io alla cena, la domestica lavora il giorno e basta. Rimango sempre un ragazzo umile" Ennesima frecciatina. "Non si direbbe dai giornali" dico lanciando una frecciatina anch'io. Lui rimane in silenzio continuando a tagliare cipolle, mentre io chiedo avvicinandomi "Posso sapere perchè se l'è presa inutilmente oggi con Samuel?" Rakib continua a non rispondere e io toccandogli il braccio per attirare l'attenzione dico "Ho bisogno di conoscere le..." Lui si allontana come scottato dalla mia presa e fulminandomi con lo sguardo ringhia "Non mi toccare" Io nascondo le mani dietro la schiena e mordendomi il labbro mormoro "Mi scusi, ha ragione" Incrocio le braccia per non cadere in tentazione e chiedo "L'ha preso a pugni perchè le ha rubato la palla?" "Sì" borbotta lui ritornando alla sua postazione. "Sta mentendo" dico senza peli sulla lingua. Lui alza lo sguardo seccato e mettendo una padella sui fornelli dice "Non per forza dobbiamo parlare stando sotto lo stesso tetto" "Vorrei una spiegazione per aiutarla" "Non voglio essere aiutato" dice mettendo dell'olio extravergine sulla padella. "Lei ha dei problemi di rabbia" replico dura. Lui scuote la testa divertito, quasi a deridermi e io dico "Lo ha dimostrato anche col mio ragazzo" "Chiedi al tuo ragazzo il perchè del mio atteggiamento" "Me lo dica lei" "Quindi il principino non ti ha raccontato nulla...ciò conferma solo le mie ipotesi" dice strafottente, buttando la cipolla sull'olio. Col sottofondo della cipolla che rosola chiedo "Quale ipotesi?" "Vuole vendicarsi di me e ti sta usando contro di me" Si avvicina a me per prendere un tovagliolo e sibila "Ma non sa che non hai più nessun effetto su di me, digli pure che sta perdendo tempo. Non vali niente nè per lui nè per me" La sua guancia va a fuoco subito dopo il mio schiaffo. Socchiudo gli occhi inspirando il fumo dell'inferno e ringhio "Non si permetta mai più di parlarmi così" Mi metto in punta di piedi per arrivargli almeno al mento e guardandolo dritto negli occhi magnetici scuri sibilo "E per lei sono la signorina Nesti" Lo fulmino ancora con lo sguardo, per poi allontanarmi dalla cucina e dire uscendo "Buona notte"

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


L'Odio acceca. L'Amore sa leggere ciò che è scritto sulla stella più lontana. -Oscar Wilde FLORA'S POV: PASSATO. "Questo alle 15, questo alle 15:54, questo alle...oh, mi scusi!"esclamo mettendomi subito per terra per recuperare i fogli caduti. Che disastro che sono. "La vedo molto impegnata" dice una voce familiare in ginocchio come me. Alzo lo sguardo e arrossisco immediatamente...Khalil. "Signor Temiz...mi scusi tanto. Eh si, sono giornate frenetiche" dico riabbassando lo sguardo a recuperare le carte in fretta e furia. Anche lui mi aiuta e chiede "Ha pranzato?" "Non ho tempo, credo che mangerò qualcosa al volo" dico togliendo la frangetta che ostacola la mia vista, sembro una rimbambita così. Mi rialzo velocemente e prendendo le carte che aveva in mano, dico "Grazie, buon lavoro" Scappo via, letteralmente. Ho visto che stava per chiedermi qualcosa, ma meglio così. Quest'uomo mi fa uno strano effetto, vorrei stargli alla larga...non mi piace sentirmi controllata, è la sensazione che mi dà. Rientro nel mio ufficio e ricomincio a lavorare, ho ancora tantissime cose da fare. Sono le 13:25 e io sono all'estremo delle mie forze...non pensavo fosse così dura. Cancello per l'ennesima volta una frase della relazione dell'ultimo paziente e finisco di bere il mio secondo caffè del mattino. E' la quarta relazione che scrivo in poche ore di lavoro e mi sembra d'impazzire. Passo da un paziente all'altro in poco tempo e spesso mi capita di confondermi, dovrei prendermi una pausa e finire questa relazione più tardi. No Flora, non farti cadere dalla tentazione e continua a lavorare! Continuo a scrivere e riesco a buttare giù metà relazione, manca poco per la fine...tra un'ora dovrei avere un altro paziente. Sento improvvisamente bussare alla porta e alzo lo sguardo all'orologio, è già arrivata l'ora del prossimo paziente? Merda, sto morendo di fame e vorrei solo riposarmi un pochino. Mi sistemo la camicetta a fiori alzando un po' lo scollo che tende a scendere e sospirando carica grido "Avanti!" "E' permesso?"chiede un uomo alto, elegante con una corporatura atletica, capelli lunghi al collo che gli danno un aria da bohemien, con occhi magnetici che ti fanno tremare le gambe anche da seduta. Khalil, perchè è così affascinante e intrigante quest'uomo? Alza un sacchetto di carta e dice sulla soglia "Ho portato il pranzo" Cazzo, non se ne parla proprio di mangiare con te. "Oh ehm...grazie, che bel gesto signor Temiz. Purtroppo ho tanto lavoro da fare e ho un paziente tra..." "Un'ora, ha abbastanza tempo per mangiare e riposarsi un po' " dice lui chiudendosi la porta alle spalle. Improvvisamente mi sento in trappola e...come diavolo fa a sapere dei miei appuntamenti? Decido di chiederlo. "Come fa a sapere che..." "Stamattina, tra i fogli caduti c'era quello degli appuntamenti e mi è caduto un occhio" Impiccione, penso alzando il sopracciglio. "Capisco...comunque devo ancora scrivere l'ultima relazione e un'ora non so se mi basta. Devo consegnare tutte le relazioni entro la giornata al mio capo e..." dico torturandomi le mani. Ti prego, va via. "Credo che il suo capo capirà se una relazione la consegnerà domani" dice lui facendomi battere forte il cuore. E' lui il mio capo. "Non vorrei deluderlo i primi giorni, vorrei dare il meglio di me" mormoro facendomi piccola piccola. "Deluderà il suo capo se si rifiuterà di pranzare insieme a lui" dice sorridendomi. Il mio cuore perde un battito...che diavolo di effetto ipnotico ha su di me? Ricambio il sorriso e dico divertita alzando le mani "E nessuno vuole deludere il capo, mi arrendo" Lui incanta la stanza ampliando il suo sorriso e posando il tutto sulla scrivania dice "Spero ti piacciano le polpette" "Io amo le polpette!" esclamo illuminandomi e anche un po' emozionata per il tu. Quando si esce dall'ambito lavorativo, lo fa sempre...forse è il caso che lo faccia anch'io. Khalil sorride ancora e tirando fuori le scatole di carta e le posate, me ne passa una e dice "Te l'ho presa al pollo con pomodoro e provola" Alzo subito lo sguardo stranita, come diavolo fa ad azzeccare tutti i miei gusti culinari? "Fantastico, scommetto saranno buonissime. Grazie ancora" dico aprendo la mia scatoletta di carta. Un buonissimo profumo di fritto e pomodoro entra nelle mie narici ed estasiata dico "Hanno un aspetto molto appetitoso" "Appetitoso" sento dire lui divertito mentre si siede di fronte a me e apre la sua scatoletta. Ridacchio e tagliando a metà una polpetta, ci soffio su perchè ancora fumante per poi mangiarla. "Mhmm! Ma che goduria!" mugolo masticando piano per assaporare tutti i sapori. "Ci ho preso?"chiede lui masticando la sua polpetta. "Direi proprio di sì" dico prendendo subito un altro boccone. "Ho sempre voluto andare alla "Polpetteria" ma..." mi schiarisco la voce pensando al danno commesso. "Ma?"m'incita lui. "Ma non ho mai avuto tempo" cerco di uscirmene pulita. "Capisco...potremmo andarci una di queste sere, se ti va" "Oh ehm...non penso" dico ricordandomi dello stalker. Non voglio coinvolgere nessuno nella mia vita, la complicherei soltanto. "Perchè?"chiede lui pulendosi col tovagliolo. "Diciamo che sono molto impegnata in questo periodo" "Caspita, una donna in carriere h24" Arrossisco a quelle parole e dico "Io ecco...cerco di dare il meglio di me ovunque" "E lo dai, ho letto le tue ultime relazioni e sono fatte molto bene. Complimenti" dice facendomi rallegrare la giornata. "Grazie, è bello quando i tuoi sforzi poi vengono ripagati" dico continuando a mangiare. Faccio per prendere un altro boccone, ma all'improvviso lui alza il pollice e toccandomi l'angolo delle labbra dice portandosi il dito in bocca "Eri sporca di provola, mmhm buona" Ritorna a mangiare le sue polpette mentre io rimango traumatizzata dal gesto. Mi ha davvero pulito la bocca e poi assaggiato il formaggio sulle mie labbra? Mi sistemo i capelli all'indietro e mi sventolo con una mano, dio santo che fatica. "A che ora stacchi stasera?" chiede lui facendomi scuotere la testa. Sono ancora sconvolta. "Io? Alle 20" mormoro cercando di riprendere il controllo invano. "Ti tremano le mani" dice lui sgamandomi subito. Abbasso lo sguardo a queste e dico "Ehm...no niente, io..." "Hai la febbre? Fammi sentire un po' " dice lui alzandosi e allungandosi per toccarmi la fronte. Passa ad accarezzarmi le guance e io rimango immobile...ma che..?? "Non sembra tu stia male, il tremore fisiologico è dato da qualcos'altro" dice risedendosi. Io deglutisco apparentemente calma e dico "Stress e troppa caffeina" "O ansiosa per via di qualcuno" "Chi?" chiedo alzando un sopracciglio. "Da me" Spalanco gli occhi e dico "Perchè dovrei essere ansiosa per lei? E' il mio capo ma..." "Il tuo capo t'impone di dargli del tu" m'interrompe. Mi schiarisco di nuovo la voce e dico "Perchè dovrei essere ansiosa da te?" "Dimmelo tu" dice lui leccando la forchetta. Oh santissimo. "Io...non mi sento intimidita da te" dico abbassando lo sguardo. "Ma io non ho detto che tu sia intimidita da me" Cazzo, sto navigando in acque pericolose. "Volevo dire ansiosa, io...vuole, cioè vuoi un po' d'acqua?" chiedo alzandomi tempo lampo. Non aspetto una sua risposta e catapultandomi fuori dico "Prendo dell'acqua e arrivo subito" Corro nel corridoio e infilandomi in un angolo, butto fuori tutta l'aria trattenuta. Merda, che caos. Perché mi fa quest'effetto? Perché non mi sono arrivate le minacce dallo stalker? Vuole testarmi? Vedere fino a quanto posso spingermi nel contrariarlo? Mi asciugo le mani sudate sulla gonna e ripenso allo sguardo che ha lanciato alle mie gambe, quando mi sono alzata. Sembrava contrariato dalla lunghezza della gonna, mi sono sentita in colpa in un batter d'occhio, tanto che me l'abbassai subito e lui ha alzato l'angolo della bocca in gesto di approvazione. Mi passo le mani tra i capelli e faccio un lungo sospiro, non posso assentarmi troppo o chissà a cosa penserà. Riempio velocemente due bicchieri d'acqua e percorro il corridoio molto lentamente. Devo riacquisire controllo e polso. Non posso farmi schiacciare in questo modo da un bel... Dio, penso quando raggiungo il mio ufficio e lo vedo appoggiato alla scrivania con tutto il fisico slanciato e imponente, mentre osserva in mano una cornice di me e nonna. Alza lo sguardo sentendomi e mi sorride. Cazzo, stesa. Inspiro a fondo e deglutisco, come ha fatto a sentire la mia presenza ancora prima che io entrassi? Perché riesce a entrarmi così a fondo? Perché riesce a sentirmi, capirmi, stimolarmi? "Quanti anni avevi qui?"chiede lui facendomi sbloccare. Cazzo, ero immobile sulla soglia a fissargli la camicia sbottonata dei primi bottoni. Quando l'ha sbottonata?? Perché! 1000 per lui -0 per me. "Credo 19" dico entrando in ufficio e posando i bicchieri sulla scrivania. Prima che posi il suo, lui lo prende e nel farlo sfiora tutta la mia mano. M'irrigidisco immediatamente, ma senza darlo a vedere faccio il giro della scrivania e mi metto al riparo. "Hai avuto una bella adolescenza?" "Mmhm movimentata" dico sedendomi per poi ingurgitare tutta l'acqua. "Perché movimentata?" Vuole andare a fondo lui, maledetto. "Storia lunga" "Ho un'ora" Deglutisco, ma mi accorgo di non avere più neanche saliva. "Diciamo che ho avuto tante perdite in famiglia e non riuscivo più a riprendere in mano la mia vita" "Oh...Mi dispiace per le sue perdite, sarà stato terribile a quell'età e sola" "Oh ma non ero sola" dico ridendo sarcastica. Lui inclina la testa curioso e io dico "Avevo l'appoggio di mia nonna e di un mio carissimo amico, Valerio" Nel nominarlo m'illumino. Mi manca come l'aria, il suo sostegno è stato tutto in quel periodo, non ce l'avrei fatta senza. "Carissimo" quasi sibila lui ticchettando con le dita sulla mia scrivania. Io continuo a sorridere col suo ricordo e dico "È dovuto partire per lavoro, spero tanto che possa tornare un giorno. Mi manca tanto" Alzo lo sguardo a lui e corrugo la fronte nel vederlo serrare la mascella. "Tutto bene?"chiedo vedendolo fulminare con lo sguardo il vuoto. Lui rialza lo sguardo su di me, come se si fosse improvvisamente ricordato della mia presenza, e alzandosi dice "Scusami tanto, ma mi sono ricordato di dover fare delle chiamate all'America. Buon proseguimento del pranzo" Si alza e se ne va così. "Signor Tem...Khalil" lo chiamo prima che possa uscire. Lui si gira un attimo prima e io chiedo "Quanto ti devo per le polpette?" "Offri tu domani per pranzo?" "Andata" dico mentre lui mi fa un occhiolino e va via lasciandomi il fiato a zero. PRESENTE. "Come rischiamo di affondare insieme alla nave?" chiede sconvolto Khalil scostando le coperte e scendendo immediatamente dal letto. "La tempesta è arrivata prima del previsto, dobbiamo scendere immediatamente" dice Malcolm agitato. "Sì, ma dove! Qual è l'isola più vicina?"chiede Khalil frugando nei cassetti. Cosa starà cercando? "Corfù" "Corfù? Non siamo vicino a Zante?"chiedo spalancando gli occhi. Khalil si gira perplesso e chiede "Tu come fai a sapere dove..." "Dobbiamo sbarcare a Zante! Non possiamo scendere adesso!" esclamo io scendendo dal letto. Mi aspettano a Zante, devo raggiungere questa maledetta Zante! "Signorina, Zante è troppo lontana. Affonderemo sicuramente con questa tempesta" "Quanto lontana?"chiedo a Malcolm. "Quasi 6h" "6 ore? Cazzo!" esclamo portandomi le mani in testa. "Signore ho fatto scendere le scialuppe" Magari posso raggiungere sola in scialuppa Zante... Corro fuori dalla stanza e mi precipito sulle scale. Corro più veloce che posso e sento gridare "Flora!!" E' incazzato nero. Io continuo a correre, non posso lasciarmi sfuggire questa occasione, non lo permetterò. Corro sulle scale e arrivando sopra, mi arresto appena vedo la tempesta. Piove all'impazzata, il vento è forte e si gela fuori...merda. "Flora! Fermati subito Flora!" sento urlare dietro di me. Cazzo, Khalil. Sospiro e avanzo piano...la pioggia mi fa subito arretrare. C'è una vera e propria tempesta in atto. "Che cazzo fai!" sussulto quando lo sento esattamente dietro di me. I miei piedi partono soli e corrono fino alla balaustra...con gli occhi cerco la scialuppa e la trovo. Non è tanto distante, penso mentre salgo sulla balaustra. Sento improvvisamente delle braccia afferrarmi la vita e io mi aggrappo all'asta metallica. "Lasciami!" grido scalciando mentre lui si allunga a farmi mollare la presa. "Flora questo non è un fottuto scherzo! Lascia quest'asta! Subito!" ringhia lui continuando a tirarmi all'indietro. "NO! NO!"grido caricando delle gomitate. La sua presa è ferrea, non riesco a liberarmi da lui. Mi agito fra le sue braccia e carico una potente gomitata sulla tempia. Lui rallenta la presa e io approfittandomene, gli mollo un calcio e lo spingo all'indietro. E' ancora debole e geme tossendo quando viene scaraventato per terra. Lo osservo per terra che cerca di riprendersi e io ho anche un po' di pena per il suo stato, ma mi mordo forte la lingua e risalgo sulla balaustra. Non perdo tempo e salto in mare. L'impatto con l'acqua è fortissima ed è gelida...mi gira un po' la testa quando sprofondo nelle acque e sento il mio corpo alleggerirsi. Spalanco gli occhi e cerco di muovere le braccia, ma solo ora mi accorgo di una ferita sull'avambraccio e le gambe doloranti. Ho appena imparato a nuotare e non riesco a stare troppo in acqua...infatti sento subito la necessità di salire in superficie e agito le braccia più forte che posso. La corrente fa il contrario portandomi ancora più a fondo e io sento sempre più stanchezza nel muovermi...chiudo gli occhi sempre più affaticata e sento il mio corpo sempre più leggero. I polmoni iniziando a bruciare e la gola s'infiamma...apro piano gli occhi ma non vedo nulla...è tutto buio, forse sto morendo, forse sono già morta. Khalil, penso prima di ogni cosa. Il sorriso mi si dipinge in volto e ripenso ai nostri momenti...ne abbiamo passate tante, non gli ho mai detto quanto lo odiassi, quanto mi sarebbe piaciuto inficcargli un coltello in gola, vederlo sanguinare, sentire colare il suo sangue caldo e rosso vivido sulle mie dita...seguire la scia che avrebbe lasciato sui miei piedi scalzi, sulle nostre lenzuola bianche, dal nostro letto sfatto dall'amore. Agito le gambe e un'improvvisa paura s'impossessa in me, non voglio morire adesso...devo poterlo vedere ancora solo una volta, per ringraziarlo e sputargli in faccia parole d'odio. Vorrei poterlo stringere forte un'ultima volta mentre lo sento morire fra le mie braccia. In cosa mi ha trasformata? Perché non riesco a disintossicarmi da lui? Perché sto così male solo al pensiero di non poterlo più rivedere? Perché non penso a mio fratello? Perché lui? Perché quest'ossessione nei suoi confronti? Non c'è davvero molta differenza tra amore e odio. Entrambi vanno fuori controllo facilmente e uno si trasforma nell'altro. Amore e odio sono le due grandi forze cosmiche sulle quali si regge il mondo. L'odio è un liquore prezioso, un veleno più caro di quello dei Borgia; perché è fatto con il nostro sangue, la nostra salute, il nostro sonno e due terzi del nostro amore. Bisogna esserne avari. Sento improvvisamente qualcosa attorno ai miei fianchi e abbasso subito lo sguardo...non vedo nulla, solo una forza anomala che mi tira sopra alla velocità della luce. Mi lascio trascinare, so chi è...so di chi sono queste braccia che mi hanno stretta mille volte, so chi darebbe la sua stessa vita per salvare la mia, so chi è che ha un'ossessione così forte da poter essere paragonata alla mia. Le narici si cibano subito dell'ossigeno una volta in superficie e io tossisco sputando l'acqua salata accumulata in mare...riapro piano gli occhi sentendo tutto bruciarmi e spalanco gli occhi per fa entrare più aria nei polmoni. "Oh signore...Pulce? Pulce? Pulce mio? Mi senti?" Scuoto la testa e finalmente metto a fuoco Khalil con espressione terrorizzata che mi stringe forte il viso...il mio sguardo cade su una scia rossa all'altezza della testa. "Sanguini" riesco a mormorare con difficoltà. Lui sembra non aver capito, perchè stringe la mia testa contro la sua spalla e sento le sue labbra premersi sulla mia tempia. Lo sento singhiozzare e scostando la mia testa sulla sua spalla chiedo "Che fai?" Khalil non permette che lo veda piangere e asciugandosi immediatamente gli occhi dice sorridendo "Niente, ora andiamo sulla scialuppa" Alzo la mano debole sul suo viso e lo guardo con gli occhi lucidi "Non ce la faremo mai a raggiungere a nuoto la scialuppa" Khalil all'improvviso tira fuori una salvagente, che neanche avevo notato avesse dietro e allacciandomelo addosso, riprende il mio viso fra le mani e dice "Ascoltami bene" Lo guardo con attenzione e lo sento dire serissimo "Anche a costo di farmi sbranare da cento squali, tu salirai là sopra e ti salverai, ci siamo capiti?" Annuisco con la testa e mormoro "Tu non hai il salvagente" "Non importa, ce l'hai tu ed è quello che conta" Mi stringe forte la cordicina del salvagente e sospirando dice "Ti ricordi le lezioni di nuoto?" "No no" dico subito scuotendo la testa capendo cosa dove voglia arrivare. "Pulce, ti prego ascoltami...non abbiamo tempo. Ti ricordi come muovere le braccia e le gambe?" "No, io non voglio. Non senza di te" dico scuotendo ancora la testa. "Ma se ti sei buttata per non stare con me" dice lui sorridendo e alzando il sopracciglio. Io lo stringo forte e mormoro "Ho fatto una cazzata, volevo raggiungere Zante con la scialuppa sola" "Perchè Zante?" chiede lui. Io abbasso lo sguardo e lui alzandomi il mento chiede più dolcemente "Perchè Zante piccola?" Rialzo lo sguardo colpevole e sussurro "Juan" Mi aspetto che s'incazzi sul momento, ma al contrario mi accarezza i capelli e dice "Ho capito, ora però devi fare quello che ti ho detto" Circondo i suoi fianchi con le mie gambe e dico insistente "Non se ne parla, non mi muoverò da qui senza di te. Se devo morire, lo farò con te" "Pulce...no, non così" dice lui cercando di allontanarmi. "No no! No Khalil!" grido sovrastando il rumore della tempesta. Lui continua a spingermi lontano e dice "Devi muovere le gambe e le braccia insieme, più forte che puoi" "No!" grido urlando quando la corrente inizia a trascinarmi lontana da lui. "Flora nuota! Apri le braccia!" "No!! No!" urlo sempre più lontana. "C'è Malcolm sulla scialuppa, raggiungilo!" grida lui. "No!! Khalil!" urlo ancora più forte, sto piangendo istericamente. "Khalil!" grido. "Khalil!!" grido ancora non vedendolo più. "Nuota nuota pulce! Nuota!" lo sento gridare. "Khalil! Khalil!" grido fino a sentire i polmoni esplodermi. "Khalil io ti..." una grossa onda mi sommerge e ritornando in superficie tossisco l'acqua salata. "No no...Khalil" sussurro in preda al panico guardandomi attorno. Non lo vedo più, non lo vedo più! "Khalil!!!" grido al cielo supplicando dio di far vivere lui e prendere me.

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


FLORA'S POV: PASSATO: Dai Flora, che aspetti! Devi solo bussare ad una dannata porta, avanti! Riavvicino il pugno alla porta e lo riallontano per l'ennesima volta, che diavolo mi prende? Mi sistemo i capelli e riprovo...no no, devo andarmene. Posso inventarmi una scusa e..."Signorina Vignoli" dice con sorpresa Khalil aprendo la porta. Cazzo. Mi schiarisco la voce e facendo un passo all'indietro dico "Stavo giusto per bussare, che tempismo!" Lui si limita a sorridermi e si appoggia con fare sensuale allo stipite...con fare sensuale intendo che incrocia le braccia e le gambe e...oh mamma, devo scappare immediatamente dai suoi occhi magnetici. "Ecco qua il pranzo, buon appetito" dico allungandogli il pacco. Lui lo prende e io faccio per scappare alla velocità della luce, ma Khalil mi afferra il polso e m'impedisce di fuggire. Mi giro con lo sguardo terrorizzato e lui chiede "Mangiamo insieme?" "Oh io..."indico col pollice il mio ufficio e mormoro "Io...avrei dei pazienti tra un po' e..." "Faremo presto, promesso" Deglutisco e mi mordicchio il labbro...sono nei guai. "Non so se tutto quel cibo possa bastare per due" cerco ogni scusa per scappare via. "Hai preso un sacco di cose...basterà anche ad un esercito" non molla lui. Mi torturo le mani e cedo "Va bene, ma facciamo in svelta" Lui alza il sopracciglio divertito e solo ora mi accorgo delle mie stupide parole, il rossore si diffonde anche sul petto e balbetto "Cioè...in svelta...noi, insomma..." "Faremo in svelta" dice lui spalancando la sua porta. Entro con lo sguardo chino e delle vocine alle spalle delle altre colleghe che mi vedono entrare da sola nell'ufficio di Khalil...la cosa mi dà fastidio, ma lascio perdere. "Lasciale stare...sono solo invidiose" dice lui come a leggermi nel pensiero. "Invidiose di cosa?" chiedo girandomi nell'ufficio. Non mi spiegherò mai perchè il suo ufficio incuta più timore di quello del dirigente. "Della possibilità di pranzare con me" "Sembra essere un onore" dico divertita. "L' onore in realtà è il mio, stai facendo un lavoro eccellente" Mi mordo forte il labbro e arrossendo ulteriormente dico "Grazie..." Lui posa il pacco sulla scrivania e inserendo le mani in tasca dice divertito "Attenta a quel labbro, a momenti sanguina" Sbatto ripetutamente gli occhi incredula da quelle parole e bagnandomi le labbra mormoro "Ci sono abituata a sbucciarle" "Mi stai dicendo che sei solita morderti il labbro fino a fartelo sanguinare?" chiede lui aprendo il pacco, ma con lo sguardo fisso sul mio e sulle mie labbra. "Ehm...sì, diciamo che è un vizio che devo smettere. Ne sono consapevole" mormoro massacrandomi le labbra. "E' un bel vizio" dice lui abbassando lo sguardo al cibo. "Non smettere" aggiunge come un ordine. Un brivido si fa largo sulla mia schiena fino a scendere giù e farmi tremare. Deglutisco a fatica e avvicinandomi alla scrivania dico "Sono andata sul classico" "La carne mi piace" dice lui tirando fuori i panini. La frase la recepisco più maliziosa di quel che è. Lui mi porge il mio panino e prendendo dei tovaglioli, inizio a mangiarlo. "Pane con milza, penso non ci sia qualcosa di più buono" dice Khalil masticando il primo boccone. Lo divora in quattro morsi contati e passa a mangiare il secondo...per fortuna ne ho presi due a testa. Fatico a mangiare elegantemente la milza e ridendo entrambi, ci gustiamo il pranzo in silenzio. "Li mangi spesso i panini con milza?"chiede lui pulendosi le labbra dall'olio e spremendo altro limone sopra la milza. "Il primo amore non si scorda mai" dico annuendo con la testa. Lui sorride e chiede "Quindi il pane ca' meusa è stato il tuo primo amore in assoluto? Nessun ragazzo?" Finisco di masticare e scuotendo con la testa dico "Non mi sono mai innamorata veramente" "Mai?"chiede lui alzando un sopracciglio. Scuoto ancora la testa e con nonchalance chiedo "E tu? La famosa ragazza ha capito che non sei un mostro?" Khalil ridacchia e bevendo un po' d'acqua chiede "Te l'ho detto che mi soprannomina così?" "Sarà sicuramente ironica" dico per rassicurarlo. Come fa questa pazza a rifiutarlo? E' bello da far male alla salute. "Io non penso, ma la farò ricredere. Ci tengo che capisca" "Com'è? Puoi parlarmene?"chiedo curiosa. Lui all'improvviso sorride scuotendo la testa e dice abbassando lo sguardo "E' una peste, fa sempre ciò che le dico di non fare, non mi ascolta mai" Beve un po' d'acqua e continua a dire "Mi fa perdere la testa, m'incazzo quasi sempre con lei...è davvero una peste di bambina" Io ridacchio e chiedo "Cosa fa di male?" "A lavoro si mette certe camicette che...faccio davvero fatica" dice lui scuotendo la testa in segno di disapprovazione. "Beh è una camicetta, non può mettersi un burqa" "Mi ecciterei a vederla anche con un burqa" dice facendomi arrossire. Mi metto nei panni della ragazza che gli piace e mi sentirei imbarazzata da morire davanti a questi discorsi. "Cosa ti ha colpito più di lei?"chiedo cambiando argomento. "Sarei scontato a dire gli occhi...ma ho notato anche il suo culo e le gambe" "Onesto" dico ridendo. "A parte lo scherzo, credo di aver capito che è lei quella giusta, quando ha sorriso e mi si è aperto un mondo...penso di non aver mai visto un sorriso così solare, dolce, sincero... mi ha letteralmente accecato. Ricordo di essermi sentito disorientato, io che ho sempre avuto il controllo di me stesso, all'improvviso non ho più sentito la terra sotto i piedi. Mi aveva rapito con quel misero sorriso" Sbatto ripetutamente gli occhi e mi sorprendo nel sentire una lacrime scendere furtiva...lui se ne accorge subito e schiude la bocca sorpreso quanto me. "Io scusami..." dico asciugandomi subito la lacrima. "E' che sono davvero delle bellissime parole, questa ragazza è davvero fortunata ad aver trovato un uomo così innamorato. Amori del genere li ho solo letti nei libri" Khalil si alza improvvisamente e facendo lento il giro della scrivania, si abbassa davanti a me. Raggiunge il mio livello del viso e agguantando una guancia mormora "Sei così fragile..." Abbasso lo sguardo e sorridendo imbarazzata sussurro "Vorrei non esserlo" Lui si fa ancora più vicino e prendendomi il viso anche con l'altra mano dice "La tua fragilità è la tua più grande forza, combatti sempre per restare così fragile. Non farti scalfire da niente e nessuno, sei incantevole così" Restiamo a guardarci in silenzio, il tempo non scorre più, il mondo si è fermato, è tutto immobile, solo il mio cuore sta andando alla velocità della luce. Lui si avvicina e io mi sporgo di poco, non so cosa stia succedendo, ho paura anche solo a realizzare il tutto, finchè d'improvviso sentiamo bussare alla porta e una donna entra furiosa nell'ufficio. Entrambi ci alziamo veloci, mentre la donna lancia uno sguardo di rimprovero a lui e chiede "Possiamo parlare in privato un attimo?" "Non vede che sono impegnato al momento?" ringhia Khalil posando una mano sul mio fianco. Scatto come una molla e scappando via dal suo ufficio farfuglio "No...io...ho da fare...grazie, io...vado." Chiudo la porta e mi ci appoggio sopra...non ho più fiato. PRESENTE. "Lui dov'è?"richiedo per l'ennesima volta a Malcolm. La tempesta è stata violenta, ma siamo riusciti a scamparla e Malcolm ha guidato per ore fino a questo motel sperduto nel nulla e per niente lussuoso...quasi sono felice di essere in questo motel lurido. Khalil non mi ha mai fatto mancare nulla, ogni mio desiderio era esaudito e ogni mia esigenza realizzata all'istante. Qua manca un po' tutto...c'è solo un letto, una moquette beige e un bagno...nient'altro. La stanza è anche piccolina e i riscaldamenti non sembrano neanche istallati, mi sento quasi a casa. "Non posso dirglielo signora, per favore non continui ad insistere" dice per l'ennesima volta Malcolm. "Almeno dimmi se è vivo!" esclamo incominciando ad innervosirmi. "Non posso dirglielo" "Malcolm stai scherzando? Perchè diavolo non potresti dirmelo!" quasi grido per la frustrazione. "Non insista, la prego" "Insisto eccome! Voglio solo sapere se ce l'ha fatta! Solo questo santo cielo!"esclamo con la speranza di intimidirlo. Non ci riesco e sbuffando innervosita, vado verso la porta decisa. "Signora, cosa ha intenzione di..." non completa la frase perchè mi taglia subito la strada. "Togliti Malcolm, non voglio più stare qui a mani conserte. Se tu non mi dai le risposte, me le andrò a cercare io da sola" "Non può uscire" mi ferma subito lui. "Col cazzo Malcolm" dico allungando la mano alla maniglia. Malcolm mi ferma subito afferrandomi il polso, ma io non mollo e con l'altra mano cerco di raggiungere la maniglia. Lui mi allontana ulteriormente e io urlo "Lasciami! Non puoi fare così! Aiuto!!" "Non gridi!" dice lui portandomi lontana dalla porta. Mi allungo ulteriormente, ma lui mi alza in aria e io inizio ad agitare le gambe. "La prego! Non mi costringa a..." "A cosa? So picchiare anch'io! Lasciami!" grido agitandomi come un'anguilla tra le sue braccia. La battaglia continua fino a quando improvvisamente sentiamo dire dalla porta "Lasciala" Alziamo entrambi la testa e finalmente io riprendo a respirare normalmente. "Khalil!" grido scendendo da Malcolm per poi correre verso di lui. Gli salto letteralmente addosso e lo stringo fortissimo...il suo profumo mi calma subito ed emetto un sospiro di sollievo. "Ho temuto così tanto che ti fosse successo qualcosa" mormoro sulla sua spalla. Vedo con la coda dell'occhio Malcolm uscire fuori e chiudere la porta, mentre mi accorgo che nessuno mi sta stringendo, le sue mani non sono su di me, lui è in silenzio e lo sento tutto rigido. Mi scosto un attimo e la sua mascella rigida mi fa capire che non è altrettanto felice di vedermi. "Che hai?"chiedo prendendogli il viso tra le mani. Lui non mi guarda in faccia...non è mai capitato, cazzo. L' obbligo a girarsi col mento e finalmente alza lo sguardo su di me...dire che è glaciale, è riduttivo. Scendo da lui e deglutendo dico ridendo "Wow, che entusiasmo. Sono felice anch'io di vederti" "Lo hai chiamato dal mio cellulare" dice lui freddo facendo gelare ulteriormente la temperatura della stanza. Incrocio le braccia e mordendomi il labbro borbotto "Può darsi" Tutto succede in un secondo...vengo scaraventata contro il muro e lui addosso a me ringhia "Degnati almeno di dirmi la verità" Alzo lo sguardo per colpa dei venti centimetri che mi superano e sbotto "Come ti eri degnato tu di dirmela?" Lui batte un pugno rabbioso contro il muro e ringhia irato "Non cambiare il fottuto discorso, Juan per colpa tua ci ha rintracciati!" "Era anche ora!" sbotto irascibile. Khalil allarga le braccia attorno a me e inclinandosi verso di me sibila "E' sempre stato il tuo obiettivo d'altronde...certo, non mi sarei mai aspettato che mi avresti pugnalato alle spalle quando ero più fragile" "Io non l'ho fatto" dico socchiudendo gli occhi dalla rabbia. "Tu l'hai sempre fatto!" "Non è vero! Ho sempre rispettato le tue fragilità, il tuo passato..." "Tu? Hai sempre rispettato le mie fragilità?"chiede lui allontanandosi da me e dandomi le spalle. Si gira d'improvviso furioso e grida con gli occhi lucidi "Ma se hai fatto la stessa cosa che mi è stata fatta!" Da lontano mi punta il dito contro e grida "Anche tu ti sei approfittata di me, hai quasi abusato di me! Io ti amavo e tu? Tu, Flora? Non te ne mai fregato un cazzo di me! Questo valeva per te!" S'indica le parti intime e risalendo il petto mormora "Di questo non te n'è mai importato nulla, continuavi a calpestarmi perchè lo sapevi che l'avrei fatto per te! Che mi sarei completamente annullato per te! Che sarei stato pronto a rivivere tutta quella merda per te! Tu sapevi che avresti dovuto solo volere e io ci sarei sempre stato, come un fottuto manichino!" Rimango sconvolta a quelle parole, realizzo tutto quello che ho fatto...lui è stato abusato, io l'ho abusato, non ho fatto assolutamente nulla di diverso da quel porco...anch'io mi sono approfittata di lui, anch'io ho calpestato il suo essere. Ho abusato anch'io di lui. Inizio a tremare nel realizzare l'atrocità commessa, mentre lui rimane in silenzio e mi osserva...sa a cosa sto pensando, a come mi sto colpevolizzando ma lui sta in silenzio. Vuole farmela pagare così. Improvvisamente si muove ed entra in bagno, sparendo dalla mia visuale. Crollo per terra ed inizio a tremare, sono sconvolta...non so a cosa pensare. Mi accarezzo le braccia e inspiro col naso, voglio dirgli che mi dispiace, entra anch'io in bagno e supplicarlo di perdonarmi, lui lo farebbe...farebbe tutto per me, ma non faccio o dico nulla. Non ci riesco. Non mi rendo conto del tempo trascorso, quando Khalil esce dal bagno con un asciugamano sui fianchi e i vestiti sporchi in mano. Raggiunge uno zainetto e prendendo da questo un cellulare, compone un numero per poi portarsi il cellulare all'orecchio. "Quanti?" chiede dandomi le spalle. Sono nude, gocciolanti d'acqua imponenti, forti, lisce...sa che mi sta tentando così, che lo sto spogliando con lo sguardo. "Chiamane altri" dice ancora freddo. Si gira un attimo per lanciarmi un'occhiata e ritornando a darmi le spalle dice "Sì, è qui con me" "Fammi sapere" dice per poi riattaccare e prendere dei nuovi vestiti dallo zainetto. Butta sul letto altri vestiti e dice freddo senza guardarmi "Sono tuoi questi" Perchè fa così? Lo vede che sono distrutta emotivamente? Perchè continua a fare lo stronzo con me anche in queste condizioni? "Non li voglio" sbotto per fargli un dispetto. Non ci riesco perchè lui fa spallucce e dice "Non me ne frega un cazzo se geli" Spalanco gli occhi, come può parlarmi così! Lo sa che sono provata e lui? Non rispondo...avrei voglia di picchiarlo e abbracciarlo forte allo stesso tempo. Si cambia davanti a me senza alcuna vergogna e scostando le coperte, si distende sul letto matrimoniale. Lo guardo con rabbia per questa svogliatezza e incrociando le braccia, mi distendo sulla moquette gelata. E' davvero fredda infatti inizio a tremare e quando penso di andare sul letto, sento lui dire "Gelerai così" "Non hai detto che non ti fregava un cazzo se gelavo?" borbotto sottovoce. Khalil riesce comunque a sentirmi e dice "Finiscila e vieni a letto o ti prenderai un accidente" Come se gliene importasse qualcosa. Non rispondo e rimango a letto, va bene così. "Flora, per una volta fa quel che ti dico "dice lui autoritario. Ma che si fotta. Rimango per terra a gelare e ben stretta al mio stupido orgoglio. Dopo un po' sento scostare le coperte e quando penso che mi possa trascinare con la forza, sorprendentemente sento delle braccia stringermi forte e un petto caldo riscaldare all'istante il mio corpo. Si è disteso con me per riscaldarmi. Sorrido riconoscendo il mio Khalil e girandomi fra le sue braccia, lo abbraccio forte anch'io posando la testa sul suo petto e le gambe sul suo grembo. Sento le sue dita accarezzarmi piano i capelli e il suo respiro caldo sulla mia fronte. "Sono un mostro" mormoro sul suo petto caldo e grande. Lui sfrega il mento sulla mia testa e sospirando forte mormora "No, non lo sei" "Lo sono io" aggiunge subito dopo continuando ad accarezzarmi delicatamente i capelli. "No, non lo sei" dico io stringendolo forte. Lo sento sorridere sulla mia testa e dire "Sbaglio o è il mio soprannome mostro?" "Beh, quando mi fai arrabbiare" mormoro divertita. "E quando non sei arrabbiata?" "Quando non sono arrabbiata sei "stronzo " Lui ridacchia e io sorridendo chiedo "Posso farti una domanda strana?" Khalil mugola in segno di assenso e io chiedo alzando lo sguardo "Tu mi ami ancora?" Lui abbassa lo sguardo a me stranito e sorridendo chiede "Hai paura che non ti ami più?" "Non mi ami più" deduco un po' triste. Khalil scosta una ciocca di capelli dal mio viso e mettendola dietro l'orecchio chiede "Come ti senti a pensare che io non ti ami più?" Metto il broncio e mugolo "Sola" Sposto lo sguardo da lui al muro e aggiungo "Perduta, vuota, delusa, malinconica..." "E se ti dicessi che non smetterei di amarti neanche da morto?" "E' la verità?"chiedo alzando lo sguardo scettica. Lui annuisce con la testa e io sorrido. "Leggi i miei occhi, solo tu puoi capirli" dice per darmi un'ulteriore conferma. Io alzo le dita alle sue palpebre e continuando a sorridere chiedo "Perchè mi ami così tanto?" "E' qualcosa che sfugge alla mia logica, il mio amore per te va contro ogni mia ragione" "Si dice che il cuore abbia ragioni che la ragione non conosce" mormoro toccandogli il petto. "E' il mio caso, perchè con te perdo completamente la testa "dice lui ridendo. "Ti ricordi quando una volta ti ho portato il pranzo all'ufficio?" Lui annuisce e dice "Ricordo bene quel giorno, le tue gambe e la tua scollatura sono ben nitide nella mia mente" Io ridacchio e borbotto "Fai il serio per favore!" "Sì scusami, dimmi" mormora lui sfiorando i nostri nasi. "Ti ricordi che mi hai fatto una domanda? Mi hai chiesto chi fosse stato il mio primo amore" Lui annuisce e io dico "Ti ho risposto che non mi sono mai innamorata" "Mentivi" dice lui diretto. Io inspiro e trattenendo il respiro chiedo "Come facevi a..." "Perchè non sono stato l'unico a provare quelle emozioni, ero certo che provassi qualcosa per Adriano...i tuoi occhi brillavano quando eri con me" "Perchè me l'hai chiesto allora? Sapevi già tutto" "Volevo sentirtelo dire...come adesso" "Cosa adesso?"chiedo non capendo. "Voglio sentirmi dire che mi ami" Io spalanco gli occhi e dico "Perchè ne sei così certo? Ti ho ripetutamente detto che non ti amo" Lui mi guarda dritto negli occhi e chiede con attenzione "Ne sei sicura?" Lo osservo anch'io e rimango in silenzio...non so perchè non voglia parlare, forse ho terribilmente paura di dire o anche solo pensare alla verità. Abbasso lo sguardo e mormoro "Non capisco se tu sia caldo perchè hai ancora la febbre" Lui deglutisce e mi concede di fuggire dalla verità. "Sono ancora un po' debole" mi rivela Khalil. Rialzo lo sguardo e chiedo "Andiamo a letto?" "Sei preoccupata per me?"domanda lui divertito. "Sono solo preoccupata per la mia schiena" non gliela do vinta. "Va bene piccola bugiarda" dice lui alzandosi e prendendomi per mano. Ci sdraiamo sul letto abbastanza comodo e Khalil rinchiudendoci sotto le coperte, mi stringe forte e posa il mento sulla mia testa. "Khalil?"mugolo sul suo petto. "Sì pulce?" sussurra lui sulla mia testa. "Sono felice che tu sia vivo" mormoro inspirando a fondo il suo profumo di casa e chiudendo gli occhi. Mi sveglio nel cuore della notte d'improvviso e respiro affannosamente...ho fatto un incubo. Ero alla stazione con una mia collega e all'improvviso scoppiava in aria un treno...io solo l'unica ad essere sopravvissuta, ma nel mentre vivevo il dolore di Juan che credeva di avermi perduta. Ricordo ancora il mio cuore pesante come un mattone e il magone in gola nel pensare a lui e alla sua sofferenza, ricordo di aver creduto di essere morta anch'io finchè mi sono toccata e sentito la mia pelle, la mia carne, le mie ossa...ero viva. Ricordo di essermi sentita immensamente grata, ma la paura di aver creduto di essere morta e la sofferenza di Juan mi hanno dilaniata. Come starà adesso Juan? E' ancora a Zante? Giro la testa verso Khalil che dorme beato e lancio uno sguardo al telefono sul comodino. Mi allungo e lo prendo...fortunatamente non ha un blocco. Scendo dal letto piano e sento lui mugolare..."Shh vado in bagno e torno subito" sussurro sulla sua fronte prima di baciarla. Lui prende la mia mano e baciandola, mi lascia andare. Per fortuna teneva gli occhi chiusi...entro in bagno e scorro subito i numeri in rubrica. Faccio una smorfia nel vedere solo il nome di Malcolm. Sbuffo e posando il cellulare, mi faccio una coda ai capelli...un improvviso conato di vomito mi fa chinare sul lavandino e rigettare tutto quello che Malcolm mi aveva costretto a mangiare. Mi aggrappo al lavandino sentendomi stanchissima e mi lavo subito dopo...il cibo mangiato sarà andato a male? Alzo gli occhi spalancandoli allo specchio e inizio a pensare sull'ultima volta che ho avuto il ciclo. "Merda...merda..."mormoro fra me non ricordandomi se questo mese le ho avuto o meno. Ho scopato quasi ogni giorno con Khalil...del ciclo non c'è stato traccia questo mese. Il cuore inizia a battermi forte e mi riaggrappo al lavandino...ho fatto sesso con Khalil senza protezioni solo una volta, alla prima...in quella notte maledetta. Pensavo in continuazione a Juan, a come vendicarmi...non ci ho fatto minimamente caso. Mi porto le mani in testa e mormoro "No no...non è possibile. Forse era realmente il cibo andato a male" Mi alzo la maglietta e mettendo una mano sull'addome, lo accarezzo piano. Sento un'energia pazzesca da questa, tolgo subito la mano. "Sto solo fantasticando tutto..." sussurro riabbassandomi la maglietta. Devo subito fare un test, non so neanche dove diavolo mi trovo! Prendo il cellulare di Khalil e digito subito un messaggio a Malcolm..."Malcolm, ho bisogno di un taxi per la signora Temiz. Ha il mio consenso" "Subito signore" arriva tempestivamente la sua risposta. "Mandami un messaggio appena arriva, non bussare alla porta" "Sarà fatto signore" Sospiro sollevata e aspetto il messaggio di Malcolm. Non tarda ad arrivare. Elimino la chat e uscendo dal bagno, riposo il cellulare...metto le scarpe e in punta di piedi raggiungo la porta. Khalil dorme profondamente...lo osservo per un paio di secondi e sospirando amareggiata apro la porta. La lascio socchiusa e inizio a correre fino al piano terreno. "Dov'è il signore?"si allarma subito Malcolm guardandomi sola. "Di sopra, non ti ha avvertito?"chiedo con nonchalance. "Sì, ma volevo avere una sua conferma di presenza" "Dov'è il taxi?"chiedo io invece incominciando ad agitarmi. "Fuori, aspetti che chiamo al signore e...signora Temiz!" grida quando mi do alla corsa spericolata. Raggiungo il taxi e buttandomi dentro grido "Go!" Il taxista parte senza pensarci due volte, mentre Malcolm esce fuori e grida qualcosa. "What the hell?"chiede il taxista giovane osservando tutta la scena. "I need a pharmacy, now." dico dura. Il taxista annuisce e senza chiedere domanda sfreccia per la strada. Mi giro per controllare che tutto sia a posto e sospiro di sollievo nel vedere nessuno. Raggiungiamo una specie di farmacia e io scendendo dall'auto, gli allungo la mia fede. "Oh no no, I understand the situation. God bless you girl" dice per poi ripartire. Sono troppo in ansia anche solo per ringraziarlo ed entrando in farmacia, chiedo subito tre test di gravidanza. La ragazza in cassa sembra essere della stessa pasta del taxi e accompagnandomi ad un bagno, mi spiega come usarli. Il mio terrore cresce sempre di più quando faccio tutto ciò che serve ed aspettiamo insieme i risultati. "What's your name?"chiede la farmacista. "Flora" le dico subito. "Flora, you're 100% pregnant! Congratulations!" grida lei felice per poi abbracciarmi. Io rimango senza parole...lei capisce la mia reazione e mi chiede subito dove sia il padre. Le spiego che il padre c'è, ma mi serve sapere di quanti mesi sono incinta..."Almost two months"mi risponde subito. Mi appoggio al muro e chiudo gli occhi...questo è un incubo. "Is there any problems? Where is your partner?" "I have to go" rispondo confusa. "I'm pulling out, I could give you a ride" si offre lei gentilmente di darmi un passaggio. "I don't know what hotel it was, it's lost in nothingness and..." "I understand what it is, did you take long to reach me?" Scuoto la testa. "I understood then, let's go" dice levandosi il camicie e incominciando a spegnere le luci. Non è in macchina, è in motorino e ci mettiamo dieci minuti all'incirca a raggiungere l'hotel. Sorprendentemente non trovo nessuno, neanche più le macchine e ringraziando la farmacista, entro in hotel. Decido di non andare in camera e salgo in ascensore fino all'ultimo piano. Ho bisogno di aria e di pensare, non è difficile arrivare al tetto. Un leggero venticello mi porta a sfregarmi le braccia e sospirando, vado fino al cornicione. Mi fermo di scatto quando vedo un uomo sopra questo...chi diavolo è? Faccio per correre e chiedere aiuto, ma l'uomo si gira e io sussurro "Khalil..." Indietreggia e io urlo "NOOOO!"

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


RAKIB'S POV: PASSATO. "Vi siete divertiti?"chiede Angela accogliendoci a casa. Alice saltella con la sua borsetta gialla e dice "Ho tenuto il punteggio a calcio!" "Ma davvero? Menomale che sai contare fino a 10 allora" dice Angela ridendo. "E' stata bravissima" dico accarezzandole la testolina. Angela mi sorride e chiede "Resti con noi a cena? Dovrebbero arrivare altri ospiti" "Non voglio disturbare allora" dico scuotendo la testa. "No no! Resta!" insiste Alice prendendomi la mano. "Tu sai che se Alice si mette qualcosa in testa, è finita vero?" Faccio spallucce e Alice saltella ancora felice. "Andiamo a giocare!" dice trascinandomi in camera sua. Arriviamo in camera e lei subito riunisce le sue bambole. "Stellina volevo chiederti una cosa" dico sedendomi per terra. "Cosa?"chiede lei preparando il tè immaginario. "Jamal, ti piace?" "Jamal? Ma certo!" Io spalanco gli occhi e lei aggiunge "Mi piacciono tutti" Mi avvicino a lei e prendendola per i fianchi chiedo "Quindi non lo vuoi come tuo fidanzato?" "Fidanzato? Bleahh" dice lei facendo una smorfia. La abbraccio felice e mormoro "Che bella notizia mi hai dato" "Perchè?" "Sono molto geloso, voglio che tu sia solo mia" Anche lei ride e abbracciandomi chiede "Sei arrabbiato con me?" "No...sono solo un po' nervoso quando ti vedo andare con Jamal, sai che è una brutta persona?"chiedo portandomela sul grembo. "Davvero?"chiede lei portandosi una mano sulla bocca. "Non devi stare con lui, giuramelo" "Ti giuro!" dice lei annuendo con la testa. Le bacio una guancia tonda e dico "Brava la mia bambina" Sentiamo improvvisamente il campanello ed entrambi corriamo fuori a vedere. "Eccovi, giusto in tempo!" dice Angela accogliendo una signora e ...Jamal. "Salve signora" saluta Angela imbarazzato per poi spostare lo sguardo su Alice e dice togliendosi la mano dalla schiena "Questo è per te piccolina" Alice corre alla vista della barbie nuova di zecca e salta addosso a Jamal che la stringe forte. Stringo le mani e mi trattengo dal prenderlo a pugni. "Venite a tavola, è tutto pronto! Bambini andate a lavarvi le mani" dice Angela entrando in cucina con la signora che mi saluta. La ignoro e continuo a fissare Alice che prende per mano Jamal e lo porta in bagno superandomi. Rimango solo in salotto e sospiro furioso...mi aveva appena giurato che gli sarebbe stata lontana. Vado in cucina e andando da Angela dico "Sto poco bene, è meglio se vada a casa" "Tesoro...cosa hai?"chiede lei abbassandosi al mio livello. "Io..."mi trattengo dal piangere e dico "Devo andare" Esco di fretta e furia dalla cucina ed esco fuori dalla casa. Scendo le scale ed entrando a casa mia, scappo in camera mia per piangere. "Rakib...che diavolo ci fai all'angolo?"chiede mamma entrando in camera a mezzanotte. "Niente mamma...niente" mormoro asciugandomi ancora le lacrime...anche il cielo è nero e sta piovendo, solo lui può capirmi adesso. " Perchè frigni così tanto? Mi fai venire il mal di testa!" "Scusami, la smetto subito" dico singhiozzando piano. "C'è la tizia di sopra che ti sta cercando, muoviti" Corrugo la fronte e alzandomi esco fuori dalla camera. "Signora?" chiedo sorpreso di vedere Angela alla porta. "Rakib puoi venire a dormire da noi per oggi? Tua madre ha già dato il consenso" dice lei preoccupata. "Tutto bene? Alice?"chiedo agitato. "Ad Alice non piacciono tanto i tuoni ed è da ore che chiede di te, non riesco più a calmarla. Mi dispiace davvero" Esco subito fuori chiudendo la porta e chiedo "Non ci sono gli ospiti?" "Sono ancora in salone, ma Alice vuole te. Piange da ore" Salgo velocemente le scale e aspettando che Angela apra la porta chiedo "Perchè vuole me?" "Perchè la fai sentire al sicuro" dice lei aprendo la porta. Le sorrido ed entrando in casa, lancio subito un'occhiataccia a Jamal sul divano. Sento qualcuno piangere e mi catapulto in camera di Alice. La trovo con i capelli sciolti, il pigiamino rosa e la bambolina in braccio che piange. "Stellina" dico andando subito ad abbracciarla. Le sue urla finiscono e inizia a singhiozzare tremando tra le mie braccia. "Amore mio, sono qui. Sono qui" mormoro stringendola forte e cullandola sul mio grembo. "Rakib!" sussurra singhiozzando. "Non è niente, sono qui" mormoro sdraiandola sul letto con me. Lei sprofonda sul mio petto e asciugandosi il naso con la mia maglietta dice "Te ne sei andato!" "Scusami, non succederà più" dico accarezzandole i capelli. "Giuramelo" "Te lo giuro mia stellina" sussurro mentre lei respira affannosamente e presto si calma per poi addormentarsi profondamente. PRESENTE. Butto con furia il cambio nel borsone e specchiandomi sistemo un po' i capelli. Non è mio solito svegliarmi alle 8 del mattino e presentarmi in orario agli allenamenti, ma non sono riuscito a dormire per tutta la notte col pensiero alla persona di fianco alla mia stanza, e il mio unico desiderio stamattina era quello di scappare via al più presto. Mi passo una mano sulla faccia devastata di sonnolenza e scendo giù col borsone per farmi un caffè, per poi andare via prima che la stronza si svegli. Non so come farò stasera o domani o dopodomani...metterò meno possibile piede in questa casa. Che strano...penso mentre scendo le scale e sento un profumo di dolci caldi...magari verrà dalla casetta poco più lontano della domestica. Mi concentro sul cellulare nel rispondere a qualche ragazza che mi propone di vederci stasera...declino ogni invito spiegando che ci potremo risentire tra qualche mese, quando le cose ritorneranno ad essere al loro posto. Sbuffo pensando a quest'assurda situazione ed entro in cucina andando dritto verso la macchina del caffè, finchè sento una voce delicata dire "Oh, ben svegliato! Ho fatto i pancakes!" Alzo di scatto lo sguardo e inspiro a fondo il buonissimo profumo che emanano questi pancakes...resto paralizzato nel vedere Alice con dei jeans, una canottiera e un grembiule sopra rosso con una spatola di plastica in mano e un po' di farina sulla fronte. Deglutisco sentendomi male, mentre lei posa un piatto pieno di pancakes caldi sotto al mio naso e avvicinandomi la crema di nocciola dice "Volevo iniziare col piede giusto almeno la giornata, spero ti possano piacere e...sai cosa? Mi sono stufata di darti del tu, siamo coetanei e mi sembra giusto che..." "Non ho fame" dico gelido allontanandomi da questi dannati pancakes invitanti. "Devo andare" aggiungo indietreggiando e scappando via dalla cucina. "Aspetta! Magari posso tenerteli da parte per dopo e...dove vai?"sento gridare lei dalla cucina. Col cuore che batte all'impazzata spalanco il portone e senza avere il pensiero di richiuderlo, quasi corro alla Ferrari. Butto il borsone con forza sul sedile vicino e preso da un momento di rabbia, prendo furiosamente a calci le ruote ed entrando prendo a pugni il volante. Non capisco nulla, quando la portiera vicino viene aperta e Alice si siede sul sedile, posando il mio borsone sulle sue ginocchia. Si sistema i capelli scostando lo specchietto e sospirando stanca dice "Ok, ora possiamo andare" Indossa la cintura e lanciandomi un'occhiata chiede "Tu non te la metti?" Con una calma sovrumana la fulmino con lo sguardo e dico "Questa è la mia macchina, tu hai l'autista" "Perchè scomodare l'autista se dobbiamo andare nello stesso posto?" chiede lei alzando il sopracciglio. Mi mordo l'internoguancia per non fare qualcosa di cui mi pentirei e dico già con un'idea in testa "Va bene, tieniti forte allora" "Cosa intendi per...oddio!!" grida lei quando parto e premendo l'acceleratore, vado velocissimo. Beccandomi diversi insulti, fra cui tante grida di Alice, arriviamo allo stadio e io scendo strappandole dalle ginocchia il mio borsone. Non mi guardo dietro e procedo fino allo spogliatoio, dove trovo tutti che si stanno preparando. "Non ci credo" dice Fausto vedendomi entrare alle 8 del mattino. "Questa è un'apparizione divina, che è successo amico? Ieri notte bianca?"chiede ridendo quel coglione di Girolamo...che teste di cazzo. "Tua madre non ti ha raccontato di ieri?"chiedo superandolo con una spallata. Mi aspetto che se la prendi così da dare inizio ad una litigata, ma sento tutti salutare qualcuno. Lancio un'occhiata curioso da sopra la spalla e vedo..."Ma che cazzo." borbotto buttando il borsone sulla panchina e incominciando a cambiarmi. "Diventerà la principessa di questa squadra" la adula quel pezzo di merda di Samuel, sembra non abbia imparato la lezione. "Grazie ragazzi, siete tutti troppo gentili con me. Come state oggi?"chiede lei al centro del gruppo...come sempre. E' una regina in queste cose...che si fotta. Mi cambio velocemente e buttando tutto nel mio armadietto, esco fuori in modo da darle tutto lo spazio possibile per pavoneggiarsi e farli innamorare tutti. Io non ci casco più, ho imparato benissimo la lezione. Salgo al bar dello stadio e andando incontro al barista quasi ringhio "Un caffè nero" "Nervosetti oggi?" chiede lui, Gigi. "Nervosi è dire poco" borbotto acido sedendomi sullo sgabello. "Credo di non averti mai visto a quest'ora in campo, che diavolo è successo?"chiede lui prendendo una tazzina e un piattino. "Un diavolo, ecco cosa mi è capitato" dico passandomi la mano tra i capelli...voglio morire. "Sto sognando Gigi o Rakib è qui alle 8?"chiede quel coglione di Igor. "E' successo davvero, sorprendente" dice Gigi ridacchiando per poi aggiungere "Caffè?" Igor annuisce sorridendogli e lui dice sparendo "Arrivano" "Allora? Come ci si sente ad adempiere alle proprie responsabilità?" mi stuzzica Igor. "Fattene a fanculo" sibilo mentre lui mette una mano forte sulla mia spalla e dice "Sembra che abbia fatto una buona scelta assumendola" "Se ne andrà presto" mi giro verso di lui e chiedo "Perchè è quello che succederà se io mi darò una calmata per qualche mese, vero?" "Vero" mi conferma lui facendomi fare un sospiro di sollievo. "La odi così tanto? Qua la amano già tutti"chiede lui sedendosi sullo sgabello vicino. "Vedrete come verrete tutti fottuti" sbuffo scrollandomi la sua mano dalla spalla. "Delle volte penso che sia solo tu troppo acido per accettarla e..." Lo afferro per il colletto della camicia accecato dalla rabbia e guardandolo con odio sibilo "Tu non sai un cazzo di noi, tappati quella fogna" Lui mi guarda dritto negli occhi per niente intimorito e dice scandendo ogni parola "Porta rispetto ragazzo" "Io lo porto a chi lo porta a me" ringhio mentre Gigi arriva con i nostri caffè e chiede "Oh oh che succede ragazzi qui?" Igor si alza prendendomi il colletto della camicia e facendo finta di sistemarmelo dice sorridendo "Nulla Gigi, routine" Io abbasso le mani e lui dandomi uno schiaffetto paterno, si gira per prendere il suo caffè. Io ingurgito il mio e stufo dico andandomene "Grazie Gigi" "In campo tra dieci minuti" grida Igor. A stento gli alzo il medio. Faccio il giro lungo per arrivare al campo e osservo Alice fuori che ride con alcuni ragazzi...ha fatto presto a dimenticare la mia esistenza. "Tanto meglio"mi dico andando allo spogliatoio per recuperare il cellulare che ho dimenticato. Entro dentro non trovandomi nessuno e aprendo l'armadietto, frugo nel borsone alla ricerca del cellulare. Recupero una scatoletta scognita e aprendo trovo...dei pancakes. Rimango sconvolto da ciò che trovo e sedendomi sulla panchina, ne prendo uno per poi mangiarlo. Ha anche spalmato della crema alle nocciole sopra...ne mangio un secondo, un terzo... "Vedo che i pancakes ti sono piaciuti" dice una voce alle mie spalle. Cazzo. Richiudo di scatto la scatoletta e buttandolo nel borsone dico "Avevo solo fame" "Certo" dice lei facendo intendere molto altro. Recupero il cellulare e faccio per uscire fuori, ma lei mi si para davanti pericolosamente vicina e dice posando le mani sul mio petto "Io...vorrei davvero provarci a..." Mi allontano immediatamente e ringhio "Non mi guardare, non mi parlare, non mi toccare" Detto ciò esco fuori e sbatto anche la porta. Marcio furioso verso il campo e prendendo a pugni anche il muro, cerco più possibile di scaricare la mia furia. Come cazzo si permette di toccarmi e imporre di dimenticarmi tutto? Con quale coraggio? Ha una minima idea del male che mi ha fatto? Una minima, cazzo. "Eccolo" mi accoglie Igor. Vado a destra e mi metto all'inizio della squadra...sono il capitano, è scontato. Igor fischia e noi partiamo, io parto due secondi in ritardo, dopo aver visto Alice arrivare in campo. Facciamo stretching e dopo aver corso per tutto il campo, incominciamo a giocare. Segno 7 punti e sono un vero e proprio tiranno, mentre gioco da solo non fidandomi assolutamente di nessuno. "Passala a Damiano!" mi grida Igor mentre corro per l'ottavo goal. Con la coda dell'occhio lo vedo alla mia destra, ma so di potercela fare perfettamente anche solo. Segno l'ottavo punto. Igor fischia il fine partita e tutti si ritirano guardandomi con odio...me ne strafotto. Rimango in campo per prendere ancora un po' d'aria e presto sento sedersi qualcuno accanto a me. Alice, potrei riconoscerla anche solo con l'ombra. "Hai segnato un sacco di goal, complimenti!" dice felice. Mi alzo e vado via. Non ho bisogno dei suoi complimenti del cazzo e non ha ancora capito che non deve parlarmi. "Ragazzi preparatevi che vi ho prenotato un posto buono dove mangiare pasta, offre il posto" dice Igor per poi uscire dallo spogliatoio. Esco dalla doccia per ultimo e aspettando che lo spogliatoio si svuoti, mi cambio. "Bella giocata" dice Pedro aprendo l'armadietto a fianco al mio. E' l'unico che mi parla e io riesco a sopportarlo...è latino americano e non sta molto col gruppo, lo stimo solo per questo. Non rispondo...non l'ho mai fatto e non m'importa di accontentarli con un 'grazie'...fatti loro, non li ho costretti io a farmi i complimenti. "Prima ho dato alla tua amica il codice del tuo armadietto, ha detto che era una cosa urgente" dice prendendo il suo borsone. "Scusami, ma è stata abbastanza insistente. Ho sbagliato?"chiede girandosi verso di me. Prendo la scatoletta e allungandogliela dico "Sì, c'era una bomba" Lui apre la scatoletta e ride nel vedere gli ultimi due pancakes. "Uno ne prendo, sembrano buoni" dice lui sedendosi vicino. Io prendo l'ultimo e lui dice "Caspita! La ragazza ci sa fare con i fornelli" "Sua madre era molto brava a cucinare" dico in sovrappensiero...credo di non aver mai parlato così tanto con un mio compagno. "La conosci?"chiede lui alzando il sopracciglio. "Si, ma non la vedo da tempo. Mi dispiace la cosa ora che ci penso" "Non è un'assistente sociale qualsiasi, vero? Tu la conosci da tempo" dice lui prendendoci in pieno. "Purtroppo" borbotto posando la scatoletta di vetro nel borsone. "Avete litigato?" chiede lui fin troppo curioso. "Una specie" dico alzandomi. "E' un vero peccato, lei è una vera bomba" "Già" dico superandolo e uscendo dallo spogliatoio. Nulla da ridire...stamattina ho rischiato di venire sul momento quando l'ho vista in cucina. Ho passato tutta una vita a farmi seghe su di lei, le mie prime seghe sono dedicate a lei...c'è chi dedica canzoni alla persona amata e chi dedica qualcosa di più intenso. Fuori c'è il pullman che ci aspetta e dentro trovo ai primi posti Alice sola...la supero e vado a mettermi in fondo. Infilo le cuffie e alzando al massimo Caparezza, sposto lo sguardo al finestrino. Con la coda dell'occhio vedo Pedro raggiungermi per poi indicarmi il sedile vicino. Sbuffo e tolgo il borsone facendolo sedere vicino a me...maledetto me che gli ho parlato. Alzo il cappuccio facendogli chiaramente capire che non mi deve rompere il cazzo e osservo Palermo all'ora di punta. Passiamo da via libertà, il giardino inglese e superando la grande piazza Politeama, parcheggiamo in via Dante. Scendiamo tutti dal bus e ci dirigiamo verso Via Ruggero Settimo, alcuni si fermano per farsi i selfie col Politeama alle spalle e confondendoci con la folla, arriviamo ad un ristorante di nome "Pastando" Entriamo e ci mettiamo nel tavolo che è già stato preparato per noi...Alice rimane in piedi perchè il personale non sapeva anche di lei, ma la sistemano subito sulla parte dove ci sono gli sgabelli. Alcuni si offrono di darle il posto, ma lei declina l'invito e va a sedersi sola in fondo al ristorante. Io abbasso lo sguardo al menù e mentre decido cosa prendere sento dire "Poverina, è sola" Pedro...si è ancora messo accanto a me? Sono abituato ad essere solo e odiato. "Sopravviverà" dico non alzando lo sguardo dal menù e strafregandomene di lei. Io ordino una carbonara e dopo pochi minuti mi viene servita su un piatto di carta con posate di legno, un'ottima alternativa alla plastica. Mangio con il chiasso dei miei compagni deficienti e con la coda dell'occhio osservo Alice. Anche lei ha preso una carbonara e la sta mangiando indisturbata. Magari potrei...mi mordo l'interno guancia e valuto l'idea di mettermi al suo tavolo. Non per mangiare insieme, ma per mangiare soli allo stesso tavolo. Bevo un bicchiere d'acqua, anche questo di carta, e faccio per alzarmi, ma entra qualcuno nel ristorante. Igor va subito incontro a questa persona e mio malgrado, la riconosco. Ascanio. Igor lo accoglie sorridendo e lo accompagna da Alice che non si aspetta nulla...lui la sorprende dalle spalle e lei girandosi spalanca gli occhi saltandogli addosso. Sento il sangue bollirmi dentro per quell'abbraccio e mi giro bevendo il resto dell'acqua...è come se volessi disinnescare l'incendio che è appena scoppiato. Sento una mano posarsi sulla mia spalla e girandomi vedo Igor superarmi. Sa come mi sto sentendo, fanculo. Mi schiarisco la voce e cerco di continuare a mangiare. "Non ce la faccio" borbotto nel sentirla ridere per l'ennesima volta. Esco dal ristorante e mi accendo subito una sigaretta. "Hai da accendere?"chiede dietro di me Pedro. Gli lancio l'accendino e mi allontano. "Vedi che così è peggio" lo sento dire seguendomi. "Fatti i cazzi tuoi" sbotto continuando ad allontanarmi. "Scappa, vai vai" dice lui facendomi incazzare ulteriormente. Mi giro e sbattendolo al muro ringhio "Io non sto scappando." "Chi vuoi convincere? Me o te stesso?" dice lui impavido. Lo fulmino con lo sguardo mentre dice "Guarda, sta arrivando Alice" Scappo di scatto per poi sentire la sua risata. Mi giro perplesso e vedo solo lui nel vicolo che ride come per deridermi...era una balla. Stavo scappando. "Il Namur che corre via da una ragazza, già m'immagino la notizia sui giornali" "Vaffanculo" sbotto sedendomi per terra. Anche lui scivola al mio fianco e sospira stanco. Restiamo in silenzio, finchè lui dice "Ti conviene voltare pagina amico" "Io non sono tuo amico" "Fa lo stesso" dice lui espirando il fumo. "Ho voltato pagina anni fa" "Non sembra amico" Appoggio la testa contro il muro e alzando gli occhi al cielo dico "Non m'importa" "Sicuro? Non ti ho mai visto così dolorante mentre Alice stava con quel tizio" "Dolorante?"chiedo ridendo. "Tu ci tieni a quella ragazza e anche tanto, cazzo" dice lui non cambiando argomento. "Ma chi cazzo sei? L'ennesimo psicologo?" "Lo vuoi un consiglio?"chiede lui alzandosi per poi buttare la cicca. Si gira e dice "Devi essere sincero con te stesso o non andrai da nessuna parte" per poi darmi le spalle e andare via. "Su ragazzi, andiamo via!" sento Igor chiamarci. Butto la mia cicca e sbuffando mi alzo anch'io. Vedo i due uscire e lei fa per parlarmi, ma io la supero e la ignoro completamente. Recupero il borsone e uscendo fuori, vado al bus. Al ritorno sono solo e arrivando allo stadio, ognuno va verso i propri mezzi. Sento dei passi seguirmi in silenzio e capisco che è Alice. Rintraccio la ferrari e faccio per raggiungerla, ma Alice mi supera e va verso il posto guida. Il mio sguardo scende al suo culo fasciato sai jeans e le gambe lunghe slanciate...ma che cazzo, quanto vorrei montarla sul cofano della ferrari. Questa consapevolezza mi fa incazzare ulteriormente e accelerando i passi, vado alla macchina. "Ma che..." sussurro sconvolto quando lei tira fuori le chiavi ed entra in macchina. "Ti sei bevuta il cervello?"chiedo affacciandomi al finestrino, mentre la vedo indossare la cintura. "Stamattina mi hai dato dimostrazione di non farti mai guidare, quindi sali o sarai costretto a chiedere un passaggio ai tuoi compagni" Cosa? Cosa? Faccio per insultarla, ma lei mi anticipa rombando il motore e dicendo "Hai cinque secondi" La fulmino con lo sguardo "3...4..." "Oh ma fanculo" impreco per l'ennesima volta facendo il giro e salendo in macchina. "Questa me la paghi cara" ringhio indossando la cintura. Lei mi posa sulle ginocchia la sua borsetta e facendo retromarcia, esce dal parcheggio ignorandomi. "Non avevo mai guidato una ferrari" dice lei ridendo divertita. "Il tuo principe non ne ha una" "Sì, ma non me la fa guidare" "Io sono stato costretto a dartela" dico schioccandole un'occhiataccia. "Beh per forza, stamattina hai guidato come un pazzo" ribatte lei senza peli sulla lingua. Incrocio le braccia contrariato, mentre lei si ferma ad un semaforo e si leva la giacchetta rivelando la canottiera di stamattina. Le cose vanno di male in peggio. "Per lo meno hai la patente?" chiedo con l'intento d'infastidirla. "No" "Cosa?"chiedo spalancando gli occhi. Lei ride divertita e dice "Scherzavo!" Mi passo una mano sulla faccia e cerco di calmarmi...non la vedevo ridere così da vicino da una vita, l'effetto è sempre fottutamente lo stesso. "Figa quest'auto, mi piace" dice lei facendomi scuotere la testa. "Che c'è?"chiede lei sorridendomi. Dio...le si illuminano anche gli occhi, non ce la faccio più. "Sai la strada per la..." "Non stiamo andando lì" taglia corto lei. Appoggio il braccio sul finestrino e mi trattengo dal buttarmi fuori dall'auto. "Bella questa!" grida alzando quasi al massimo il volume. Di solito sono io ad alzare al massimo il volume e dar fastidio. Abbasso il volume e dico con tono di rimprovero "Vorrai farci prendere una multa?" "Ah ma finiscila!" esclama lei rialzando il volume. La fulmino con lo sguardo, ma sembra non importarle nulla mentre il vento le accarezza i capelli e il sole le illumina tutta la pelle esposta...la leccherei. Alzo gli occhi al cielo e invoco tutti i santi per salvarmi da questa situazione. Corrugo la fronte quando parcheggia davanti Villa Trabia e scende. "Su! Vieni" dice lei gridandomi da fuori ed entrando dal cancello. Non lo faccio...mica sono il suo cagno...osservo dei ragazzi che la guardano lascivi e di scatto sono fuori dalla macchina. La raggiungo dietro e fulmino con lo sguardo i ragazzi, che mi riconoscono subito e dico "Andate a cagare" Loro mi guardano subito confuso e io alzando il medio, seguo Alice che continua a camminare. Venivo spesso qua per comprare della roba, ma poi il comune ha messo diversi poliziotti in giro e siamo tutti scappati. Finisce finalmente di camminare e girandosi dice "Ok, ti ho portato qui per parlare" "Io non voglio parlare con te" dico girandomi per andarmene. Questa messa in scena è durata fin troppo. "Rakib aspetta!" dice lei trattenendomi dal polso. Mi scosto immediatamente e portandola fino al muretto ringhio "Non mi toccare." Lei alza le mani e io facendo alcuni passi, mi allontano da lei. "Ho capito, non ti toccherò" Inserisco le mani nelle tasche della felpa mentre lei dice "Però io vorrei davvero risolvere questa questione" "Si risolverà a fine mese, quando sarai costretta ad andartene e non ci vedremo più" sbotto non degnandola del mio sguardo. "Rakib...sono passati quanti anni? Dodici? Sai quante cose possono essere cambiate in dodici anni?" "Non il mio odio per te" dico guardandola con rabbia. Lei si morde il labbro e sospirando mormora "Io riconosco di aver sbagliato" "Menomale che lo riconosci" sbuffo ironico. "Ma ero piccola e non puoi prendertela ancora per una decisione presa quando avevo 12 anni" "Ora decidi anche tu su cosa devo prendermela o meno? Manipolarmi come hai sempre fatto? Non sei cambiata per niente" dico schifato. "Questo non è vero, non mi conosci tu" "Non ti conosco" dico alzando un sopracciglio. Scuoto la testa e aggiungo "Non m'interessa conoscere la meravigliosa persona che sei diventata, non me ne frega un cazzo di te" "Ok, va bene. Non vuoi cambiare idea su di me? Per lo meno cerchiamo di mantenere un rapporto di rispetto reciproco" "Io porto rispetto a chi me lo porta" sibilo. "Io te lo porto" "Che grande cazzata" sputo acido racchiudendo le mani in due pugni. "Sei proprio un testardo" "Bene, stammi lontana" ringhio dandole le spalle. Marcio verso il cancello e sento lei chiamarmi. Ma che si fotta. "Ho bisogno di lei all'ingresso di Villa Trabia tra due minuti" chiamo l'autista. Raggiungo la mia ferrari ed entrando dentro, metto il retro per poi sfrecciare via. "Portare rispetto" sbotto alzando al massimo il volume della musica. "Ma va a cagare" aggiungo premendo all'acceleratore. Arrivo a casa in pochi minuti e parcheggiando fuori alzo lo sguardo al cielo nero...stanotte si butterà una tempesta. Non potrò neanche uscire...perfetto. Vado in camera per cambiarmi e scendo subito in palestra...ho proprio voglia di fare a pugni, ed è proprio quello che faccio per un'ora. Ho sentito il portone prima, quindi quella stronza è rientrata...mi chiedo quando si stuferà di tutto questo. Mi faccio una veloce doccia e vado di sopra per raggiungere la cucina. E' ora di cena e ho voglia di una bella zuppa calda col tempaccio che è sceso giù...Angela me la faceva sempre alla zucca, ne andavo pazzo. Chissà come sta Angela, vorrei proprio chiederlo alla stronza ma mi rifiuto. Non è tanto difficile da fare la zuppa, in mezz'ora finisco e faccio per servirmela, ma sento un fortissimo tuono e all'improvviso se ne va la luce. "Merda.."borbotto chiudendo la pentola e andando di sopra a controllare. Corro per le scale e faccio per svoltare a destra, ma mi scontro con qualcuno dando una potente spallata...d'istinto mi allungo per prenderla prima che cada e ben presto me la ritrovo tra le mie braccia. I nostri nasi si sfiorano e i nostri respiri affannati si mescolano in un tutt'uno...la mia mano va a coppa sulla sua testa e chiudo gli occhi respirando a fondo il suo dolcissimo profumo. Cosa succederebbe se la posassi per terra, mi mettessi di sopra, la baciassi sul collo e le accarezzassi ogni curva sussurrandole ogni frase sporca che sta affollando la mia testa? "Io...ti stavo cercando" sussurra lei facendomi morire. Lei è così calda, morbida, piccola, irresistibile... E io stavo cercando te... La rialzo piano e allontanandomi di poco dico schiarendomi la voce "Sarà successo qualcosa all'impianto, ora chiamo un tecnico" "Buona idea" dice lei sospirando. Prendo il cellulare in tasca e selezionando il numero del tecnico lo chiamo veloce. "Arriverà tra mezz'ora" dico riattaccando mentre un altro tuono ci fa sussultare e lei si aggrappa al mio braccio. "Io...scusami" dice togliendo subito la mano. Ha ancora paura dei tuoni. Non fa nulla, vorrei risponderle...ma rimango in silenzio. "Cos'è questo profumo?" chiede subito dopo inspirando. "La cena" dico mettendo la torcia sul cellulare. "Ha un profumo familiare...andiamo a mangiare? Muoio di fame" Annuisco con la testa e scendiamo insieme piano. "Io apparecchio, tu cerca delle candele da mettere sul tavolo" mi ordina lei mentre va dritta ai fornelli. Obbedisco...non mi resta altro da fare al momento. Recupero un candelabro e accedendo le candeline sopra, prendo altre candeline di scorta. Alice posiziona subito i piatti e mettendola la pentola della zuppa in mezzo al tavolo dice "A tavola!" Mi siedo spegnendo la torcia del cellulare e mi verso un po' di zuppa. Lei mi porge il suo piatto e io mettendole una bella porzione di zuppa, glielo ripasso. "Acqua?"mi chiede alzando la brocca. Annuisco con la testa e lei si allunga a versamene un po' nel bicchiere. "Buon appetito" dice per poi prendere una prima cucchiaiata. Abbasso lo sguardo sentendomi un po' sotto giudizio e lei dice "Ma questa è la zuppa di mamma" Annuisco ancora con la testa. "Mamma sarà felice di sapere che la sai fare uguale" Alzo lo sguardo e piano chiedo "Come sta?" "Lei...sta bene.Non le ho ancora detto che sei tu il calciatore di cui mi occupo" "Perchè?"chiedo innervosendomi, non mi dire che non l'ha detto perchè si vergogna di me. "Perchè avrebbe chiesto di venire qui a vederti e..." "Puoi farla venire, lei non c'entra nulla con tutta questa storia" dico interrompendola. "Non mi sembra il caso...dovrei mentirle sul nostro rapporto" "Eppure mentire o fingere ti viene così bene..."dico bevendo dell'acqua. "Per quanto ancora andranno avanti queste frecciatine inutili?"chiede lei lanciandomi un'occhiataccia. "Ti ho sempre detto che quella in caso è la porta" "Sei molto ingiusto con me" "Brutto sentirsi esclusi e incompresi, vero?" "Solo che io avevo 12 anni ai tempi...tu adesso hai qualche annetto in più" replica lei sorridendomi. "Non fa mai male ricordare gli errori commessi" "Non fa male anche andare avanti" "Io credo che..."mi fermo quando mi arriva un tozzo di pane in faccia. "E smettila! Quanto rompi?" dice lei ridendo per poi ritornare a mangiare. "Alice non giocare col..." Mi arriva un tovagliolo in faccia. Alzo lo sguardo furioso e lei mi tira un altra pallina di tovagliolo. Stavolta lo prendo e glielo ritiro non colpendola però. Lei ne tira altri e ridacchia, ma quando fa per tirarne un altro, questo va sulle candele e prende velocemente fuoco cadendo sulla tovaglia. "Merda!" diciamo entrambi alzandoci di scatto. Mi levo la felpa addosso e cerco di coprire le fiamme, mentre lei si nasconde dietro di me e si aggrappa al mio braccio. "Rakib! Rakib più forte!" "Vuoi farlo tu?"chiedo colpendo le fiamme. "Non parlare e concentrati!" grida lei nel panico. Levo anche la maglietta sotto e colpisco le fiamme forte. "Prendi anche questo!" grida lei passandomi anche la sua maglietta. "Buttaci la brocca!" dico con fatica. "No, ho paura!" "Alice, cazzo!" grida lui per poi prendere la brocca e buttare l'acqua sul fuoco. Contemporaneamente ritorna la luce e un uomo fa capolinea in cucina dicendo "Ho sistemato la...scusatemi, ho interrotto qualcosa?" Abbasso lo sguardo e trovo sia io che lei senza maglietta e abbracciati forte. "Volevo solo avvisarla, cioè avvisarvi...io vado, scusatemi! Scusatemi" dice il tecnico scappando via dalla cucina, come se avesse visto un fantasma. Rimaniamo soli in cucina e staccandoci, ci guardiamo in faccia per poi scoppiare a ridere. Non ridevo così da quando ero felice con lei.

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Né con te posso vivere, né senza di te – Nec sine te, nec tecum vivere possum (Ovidio) ALICE'S POV: PASSATO. "Ma io voglio uscire fuori! Non è giusto!" Urlo pestando i piedi per terra. È iniziata la scuola e io sono piena di compiti! Mamma vuole che prima finisca i compiti, voglio urlare dalla rabbia. "Va bene, allora passerò più tardi' dice Rakib alla porta. "No! Se non posso andare io, non andrai neanche tu" dico incrociando le braccia. "Ali, non fare la monella, mi stai facendo arrabbiare. Fila a fare i compiti" mi sgrida mamma. "Rakib non ti parlerò più se vai!" Urlo stringendo i pugni. "Figliolo, tu va. Non dar conto ad Al..." "Posso aspettare che finisca di fare i compiti?" Chiede lui facendomi sorridere. "Figliolo...ma sei sicuro? Non devi aspetterla per forza, puoi andare a giocare tu" "Voglio aspettarla, non c'è problema" posando la palla ed entrando in casa. Io saltello e prendendolo per la mano lo trascino in cameretta. "Fammi i compiti così usciamo" gli suggerisco subito. Lui scuote la testa e dice "No, ma se li farai, ti darò questa" "Che gusto è?" chiedo osservando due chewingum. "Tu fa i compiti" Mi mordo il labbro curiosa e corro a fare i compiti. Ricopio tutta una pagina con difficoltà e una volta finito dico "Finito!" "Fammi vedere prima" dice controllando il quaderno. "Ma quanto sei brava? Complimenti " dice dandomi un bacio in fronte. Mi prendo la gomma da masticare e lui prendendo la sua, inizia a fare una grossa bolla. Io spalanco occhi e bocca e dico "Come hai fatto!" "Guarda...devi prendere un bel respiro e spingere tutta l'aria così dalla bocca" m'insegna Rakib. Ci provo, ma riesco a fare una piccolissima bolla, lo invidio. Lui ridacchia e dice "Facciamo una gara di bolle?" "Ci sto!" "Inizia tu" Gonfio una bolla con tutto il fiato che ho e riesco a farne una più grande di quella di prima. "Ok, ci provo io" dice facendo una piccola bolla. Magari sta perdendo fiato. "Io io" dico gonfiando una bolla ancora più grande. "Vediamo se riesci a farne una più grande" lo sfido. Rakib mi sorride e prendendo un grosso respiro gonfia una bolla enorme, grande quanto la sua faccia. Io troppo invidiosa, alzo il dito e glielo scoppio in faccia. "Alice!" grida lui con tutta la faccia sporca. Scoppio a ridere, ma bene presto mi ritrovo a correre quando lui dice "Se ti prendo!" "Non mi prendi!!" grido canticchiando. Mi giro nel vedere dove si trova, ma inciampo sul tappetto e cado per terra. "Presa stellina" dice lui alzandomi in aria e buttandomi sul letto, per poi farmi il solletico. "Rakib! Basta, basta!" urlo agitandomi fra le sue braccia. "Cosa devo fare con te eh? Mi fai sempre impazzire" dice lui continuando a farmi il solletico. "Ma tu mi vuoi bene!" grido sperando nella pena. "No!" dice lui per scherzo. "Ma me l'hai promesso!" urlo io ridendo. "E' vero, ho promesso di volerti bene sempre di amarti, e le promesse si mantengono" "Ma tu sei una peste e io voglio fartela pagare lo stesso!" aggiunge solleticandomi la pancia con la bocca. PRESENTE. "Dove sei?" Mi chiede Beni al cellulare. Mi stiracchio e dico sbuffando "Agli allenamenti di Rakib, solita pacchia" "Quindi?" Chiede lei esaltata. "Quindi cosa?" Borbotto seccata da Rakib, che continua a fare goal senza passare la palla agli altri. Egocentrico fino al midollo il ragazzo, un tempo era molto più umile. "Come va la convivenza!" Esclama Beni diretta. "Mah...È passata una settimana e abbiamo concordato tacitamente una routine per evitarci a casa" "Cioè? "Vuole entrare nei dettagli lei. "La mattina mi alzo alle 7, vado a lavarmi, scendo in cucina a e mezza, mi faccio la colazione, delle volte tento di far rimanere qualcosa a Rakib, ma è inutile perché non accetta nulla da me. Dopo la colazione aspetto Rakib che sbatta la porta per capire che sta uscendo, esco con lui, non parliamo in macchina, arriviamo allo stadio, io lo aspetto per ore, mangio sola allo stadio o delle volte viene a farmi compagnia Ascanio, ritorniamo a casa sempre in silenzio, io vado a farmi una doccia mentre lui cucina qualcosa per cena. Scendo in cucina, trovo la cena pronta, mangio e ritorno di sopra in camera. Rakib aspetta di sentire la mia porta per andare a cenare. Stop, nessun dialogo, nessun contatto, siamo come estranei sotto lo stesso tetto" "Che tristezza ragazzi..." commenta Beni. "A chi lo dici... menomale che ha una sala piena di videogiochi e una tv enorme dove posso guardare qualche serie" "Hai sbagliato tu, ma fartela pagare in questo modo è proprio crudele" Faccio spallucce osservandolo andare a bere un po' d'acqua e lo becco alzare lo sguardo su di me, dura poco perché mi ridà le spalle e continua a bere. "Ha l'ego grande quanto casa sua, non la finirà finché me ne sarò andata via" "Quanto ancora ti rimane?" "Tanto, un mese e tre settimane, ma la Valdesi potrebbe anticipare le cose, se dovesse vedere buona volontà in lui" "Be' sta conducendo una vita da frate" dice ridendo lei. "Secondo me ha una bambola gonfiabile in camera, come si fa a passare dallo scopare sempre a passare notti in bianco così velocemente?" "Lo fa per togliersi dalle palle te, secondo me provvede da sé quando avrà voglia" Faccio una smorfia e dico "Non me lo dire... che impressione. Immaginarmelo nudo ed eccitato è l'ultima cosa a cui voglia pensare" "Non ti fa nessun effetto?" Chiede Beni...immagina la sua faccia, ha già capito tutto. "Chi?"chiedo innocente. "Dai, non fare la scema. Sai che non parlo del principe" "Ascanio proprio non ti va giù, eh?" "Quando finirà di allacciarsi maglioni al collo ogni santo giorno, magari potrei ripensarci. Non cambiare argomento furbetta" Io ridacchio e dico "Ma cosa ti devo dire? Che sia un bel ragazzo è palese" "L'hai mai visto nudo nello spogliatoio? " "Cosa? No! Perché dovrei vederlo nudo?" "Non ti piacerebbe vederlo nudo?" "No" nego subito. "Ma sì" "Sono fidanzata" "Ma fammi il favore...Sei ridicola " mi attacca lei. "Sei tu ridicola che mi chiedi di Rakib nudo, mentre sto con..." "Argomenti di un certo spessore" sento dire alle mie spalle. Spalanco gli occhi e mi giro lentamente. "Jamal!" Grido ridendo e anche un po' sollevata di non trovare Rakib. "Ehi, piccola Alice!"dice lui abbracciandomi. "Beni ti richiamo" dico al telefono. "Certo, salutami Jamal" "Lo farò, un bacione" mormoro riattaccando. "Non ti vedevo dal..." "Funerale, lo puoi dire" Mi mordo il labbro e chiedo "Come stai?" Lui si siede accanto a me e togliendosi gli occhiali dice "Fisicamente bene" "E moralmente? " "Si vede che non dormo da giorni?" Chiede lui indicandosi le occhiaie. "Per la bambina?" Jamal annuisce e io chiedo "Swarna?" Lo vedo abbassare lo sguardo e grattarsi il mento "È complicato " "Che succede?" Domando preoccupata. "Diciamo che abbiamo idee contrastanti" Io ridacchio e lui mi guarda perplesso. "Nel gruppo con le ragazze Swarna te ne dice di tutti i colori" Prendo subito la chat e andando tra i messaggi preferiti, dico mostrandoglielo "Questo ha vinto tutto" "Non sa manco cambiare un pannolino e pretende di portare lui i pantaloni in casa, che mi faccia il favore! È la domestica che gli lava ancora i pantaloni, con quale coraggio m'imponi di stare a casa senza lavorare e badare alla bambina 24h? Che maschilista di merda, a suon di sprangate c'è da rimetterlo in sesto" "Solo belle parole spese per me" dice lui seccato, mentre io scoppio a ridere e mi appoggio alla sua spalla. "Voi donne siete proprio delle vipere" Continuo a ridere lacrimando, finché sento l'allenatore gridare "Rakib! Ritorna subito in campo! Rakib!" Mi concentro sul campo e non lo trovo più. "Che succede? "Chiede Jamal. "Io...Non lo so. Rakib è molto nervoso con tutti" "Con tutti tranne con te" Rido e dico "Dovresti vedere come mi evita in casa" "Come va con il percorso? " "Benissimo, in realtà mi ha rivelato che fa il bravo per togliersi al più presto dalla palle me, testuali parole" Jamal corruga la fronte e dice "È l'orgoglio che parla al posto suo, questo ragazzo ti darebbe il cuore per vivere senza alcuna esitazione " "Parli di tanti anni fa, ora mi odia" dico sbuffando, mentre gli allenamenti continuano. Spero che ritorni in campo. "Secondo te perché mi odia?"chiede Jamal togliendosi la giacca. "Perché eri del quartiere avversario da piccoli " "Eppure non odiava Farid" replica lui. "Non ci arrivi davvero?"chiede Jamal ridendo. "Non capisco" "Sono sempre stato uno stronzo e cerco di colpire le persone nei punti più deboli, qual era il punto debole di Rakib?" "Il padre?" "Ma no sciocca" M'indica e dice "Tu, tu eri il suo universo, il suo mondo girava attorno a te e io questo lo sapevo bene " "Vuoi dire che hai incominciato a parlarmi per far un dispetto a Rakib?" Chiedo perplessa. "Dovevo vincerla qualche partita...quel pischiello ci sa davvero fare col pallone" dice Jamal facendo spallucce. "Sei proprio uno stronzo" dico facendolo scoppiare a ridere. "Sai che non ho mai capito com'è finita tra voi?" Chiede lui incrociando le gambe. "Ho fatto una cretinata l'ultima volta che l'ho visto, lui era venuto sotto casa mia e io..." Racconto più o meno tutto e Jamal facendo una smorfia dice "Ribadisco: Voi donne siete delle vipere" "Avevo 12 anni!"cerco di giustificarmi. "Gli hai spezzato letteralmente il cuore, ti avrei odiata anch'io diamine" "Da che parte stai!" Esclamo dandogli un gomitata. "Mi dispiace, ma su questo Rakib ha la mia solidarietà " "Ma è passato tanto tempo, io non sono più come una volta" "Dimostralo, fagli vedere che può fidarsi" "Lo faccio ogni giorno!" "Devi farlo meglio" Sbuffo e lui scombinandomi i capelli dice "Non mollare, lui ci tiene ancora a te" "Come fai a dirlo" "È uscito dal campo appena sono arrivato" Lo guardo stranita e lui mi spiega "Vedere me e te insieme come ai vecchi tempi, lo avrà fatto impazzire. Capisci ora?" "Tu dici che...?" "Dico che dovresti andarci" dice lui indicando con la testa le scale. "E tu?" "Io anche devo andare via. Ero solo venuto per parlare con Bruno, delle volte questo posto mi manca e mi piace pensare che Farid si stia ancora allenando sul campo" Gli prendo la mano e abbracciandolo mormoro "Manca a tutti" "Ora c'è la bambina, sembra avere il carattere di quello stronzo... È un vulcano di energie" Io ridacchio e staccandomi dico "Un giorno verrò a farvi visita, non vedo la piccolina da giorni" "Sarai sempre la benvenuta "dice lui alzandosi. "Io allora...." "Vai" m'incita lui. "Noi ci vediamo presto, salutami Swarna" "Se avrò voglia di parlarle, certo" "Trattale bene le mie due principesse! "Dico superandolo. Lui mi sorride e risponde ad una chiamata che riceve, mentre io scendo e Bruno fischia dando fine al primo tempo. Vado subito verso Pedro e dico "Ciao, potresti vedere se Rakib è nello spogliatoio maschile? " "I ragazzi non stanno scendendo, puoi andare tu stessa" mi spiega lui. "Oh ok, va bene grazie" dico girandomi e andando via, ma lui mi chiama "Sì? "Chiedo rigirandomi. Lui si avvicina a me e mormora "Non far conto a ciò che ti dirà, è solo arrabbiato " "Lo è sempre" dico ridendo. "No, adesso è proprio furioso " "Perché mai?" "Stamattina allo spogliatoio gli ho parlato e lo avevo convinto " "A fare? "Chiedo non capendo. "A parlarti, dopo la partita era intenzionato a chiederti di andare a pranzare insieme" "Davvero? "Chiedo spalancando gli occhi. Lui annuisce e io dico "secondo me ti prendeva in giro" "Mi ha anche chiesto dove avrebbe potuto portarti " "Oh...e perché adesso è arrabbiato?" Chiedo sperando di non ricevere la stessa risposta di Jamal. "Tu sai che tra Jamal e Rakib non scorre buon sangue " "Ho capito, ci parlo io. Grazie per quello che hai fatto, sembrava avessi fatto un miracolo " "Lui ci pensa ancora a te" dice lui improvvisamente. Io spalanco gli occhi e chiedo "Te l'ha detto lui?" "Non lo vedi?" Lo guardo un po' stranita, ma gli sorrido e ringraziandolo ancora, scendo agli spogliatoi. "Eccoti" lo sorprendo mentre mette delle cose nell'armadietto. Mi vede con la coda dell'occhio, ma continua ad ignorarmi. Osservo i pantaloni della tuta leggermente calati e il busto di profilo snello e muscoloso, si è appena docciato, capisco dalle goccioline d'acqua che scendono sul petto dai capelli umidi. Lui mi vede e chiudendo di forza l'armadietto facendomi sussultare, si gira per sedersi e mettersi le scarpe. Lo raggiungo un po' incerta e chiedo "Tutto bene? " Non mi risponde. "Mi sono preoccupata, sei uscito di punto in bianco dal campo. Ti senti male?" Lui si rialza una volta riallacciato le scarpe e io mettendogli una mano sul braccio chiedo "Potresti per favore..." "Fatti i cazzi tuoi" sbotta lui scostandosi da me e fulminandomi con un'occhiataccia. Deglutisco intimidita e dico "Non c'è bisogno di parlarmi così, un minimo di educazione potresti usarla" Continua ad ignorarmi e io stufandomi dico "Jamal ti saluta" Improvvisamente lo vedo ridacchiare, mentre s'infila una maglietta per pietà dei miei ormoni impazziti. Fa sempre effetto un uomo imponente e bello come Rakib, soprattutto dannato. "Può infilarsi su per il culo i suoi saluti" "Vedi che posso fare rapporto con la Valdesi per il comportamento ostile che stai portando nei confronti di tutti noi" decido di riprenderlo. Lui s'incazza definitivamente e in un secondo mi ritrovo sbattuta contro il suo armadietto e il colosso addosso, più rabbioso che mai. "Fallo" ringhia sbattendo la mano forte sull'armadietto sopra la mia testa, facendomi sussultare. "Se pensi di potermi tenere di nuovo in pugno ti sbagli di grosso ragazzina, lo stesso errore non mi sogno di rifarlo una seconda fottuta volta. Ho io il comando adesso " Si abbassa alla mia altezza e ringhiando con tutto l'odio dentro sibila "E non ti permettere più di minacciarmi, tu non valli niente per me. Zero." Detto ciò si allontana non staccando lo sguardo freddo su di me, riprende il borsone e va via. Rimango paralizzata all'armadietto e butto fuori tutta l'aria trattenuta. Tremo, sono sconvolta...A come siamo arrivati a tutto ciò? Un moto di rabbia m'investe come un camion e correndo fuori dallo spogliatoio, vado alla ricerca di lui. Lo trovo per le scale; non esito a spingerlo e farlo cadere per terra. Lui alza lo sguardo furioso alla fine delle scale a terra, ma io gli sono subito sopra e ringhio "Fottiti Rakib" Vedo nei suoi occhi lo stupore e allo stesso tempo un incendio divampare, ma mi faccio coraggio e rialzandomi, corro per le scale. "Alice" lo sento gridare con un ringhio. Mi paralizzo un attimo, non lo sento pronunciare il mio nome da una vita. Forse da quel giorno maledetto. Capisco che mi sta raggiungendo a passi felpati e ricominciando a correre, svolto verso il corridoio che porta alla stanza dei telecronisti. "Merda" mormoro fra me, rendendomi conto del guaio in cui mi sono cacciata. "Alice!" Lo sento urlare anche più forte di prima. Sono morta, sono morta!! Apro la stanza dei telecronisti e chiudendola di scatto, mi appoggio sopra cercando di recuperare fiato. Non ho mai corso in vita mia, non sento più i... Vengo lanciata dall'altra parte della stanza, quando la porta si apre con forza. Rakib, un mostro verde di 1,90m, entra dentro e richiudendo la porta, butta in aria il borsone e il cellulare. Oh cazzo, cazzo. Osservo la fine che ha fatto il cellulare per terra in mille pezzi e deglutendo terrorizzata, indietreggio più che posso. Lui mi divora letteralmente con lo sguardo quando avanza piano verso di me, come un cacciatore con la sua preda facile, e tenendo le mani a forma di pugni, irrigidisce al massimo la mascella. "Hai incominciato prima tu" tento di giustificarmi indietreggiando sempre di più. Arriverà il momento in cui toccherò il bancone e per me sarà la fine. "No, hai cominciato tu."ringhia lui, inclinando il viso facendo scricchiolare le ossa del collo . "Io? Ma se sono venuta da te con le più buone intenzioni!" Esclamo corrugando la fronte. "Dopo le risatine del cazzo con Jamal? Ma vaffanculo Alice" "Che cosa hai contro di lui!" Grido esausta. "Lo sai bene che cazzo ho contro di lui!" "Io non so nulla! Tu non mi hai mai detto nulla!" "Minchia Alice! Ti ho fatto promettere di non starci vicina, me l'avevi promesso!" Grida lui puntandomi l'indice furioso, gli si sta per esplodere una vena sul collo. "E tu ti rifai ad una promessa fatta quando avevo 5 anni??" Chiedo incredula allargando le braccia. "Si! Si! Era una promessa cazzo! Le promesse si mantengono!! Io le ho sempre mantenute!" Grida prendendo a calci una sedia che gli faceva da ostacolo per raggiungermi. "Non mi gridare così!" Grido con gli occhi lucidi. "Come cazzo faccio a non gridarti! Ti odio con tutta la mia anima!" "Basta!" Grido portandomi le mani in testa, mi sta per esplodere. "Ti odio!! Ti odio Alice!" "Scusami!" urlo facendolo zittire finalmente. Entrambi respiriamo affannosamente per tutte le grida e io passato il braccio sul naso colante mormoro ancora "Scusami..." "Scusami tanto" Non riesco più a trattenermi e scoppio a piangere. Mi copro con le mani viso e singhiozzo per le troppe lacrime, penso che sia tutta la frustrazione accumulata in questi gio... Sento d'improvviso delle dita infilarsi tra i miei capelli e guidare la mia testa su un petto d'acciaio. Le mie mani corrono a circondare il suo busto e continuo a piangere disperatamente, è un pianto isterico. Passano un sacco di minuti, quando sento la sua voce sussurrare sulla mia testa "Meglio?" Balbetto singhiozzando nel dire "Sto...sto...Bene. Sto...bene" "Bevi un po' d'acqua" dice lui allungandosi a prendere una bottiglietta. "Piano piano o ti affoghi" mormora aiutandomi ad inclinare la bottiglietta. Bevo piano dei sorsi d'acqua e respirando a fondo, dico tremando ancora un po' "Sto bene " "Andiamo a casa" dice lui allacciando un braccio sulla mia vita e portandomi fuori. Ancora un po' scossa, salgo in macchina e allacciandomi la cintura, mi porto una mano nella testa che mi sta scoppiando. "Posso andare a casa mia?" chiedo dolorante. "Casa tua?" Chiede lui mettendo in motore. "Ho bisogno di mia madre" confesso. Sono due settimane che non la vedo per il lavoro e voglio affidarmi solo alle sue cure. "Dammi l'indirizzo" Lui guida velocissimo verso casa e una volta parcheggiato vicino al cancello, io scendo e chiedo "vuoi salire?" Rakib nega con la testa, ma io stacco le chiavi e dico "Sali" Con me è così, fai quello che ti dico...mi piacerebbe che lo facesse con le buone, piuttosto che ricorrere alle cattive. "Alice" mi richiama lui come un avvertimento. Infilo le chiavi in tasca e procedo verso le scale antincendio. È un brutto posto questo...È stato proprio qua l'ultima volta che l'ho visto, che gli ho parlato. Saliamo le scale passando dalla vecchia casa di Beni e di Aldo. Non vedo Beni da settimane, mi mancano le sorelle Fernando. Arrivo al mio piano e suono il campanellino. "Posso riavere le chiavi?" Chiede lui mentre io lo ignoro volutamente. "Alice" mi richiama avvicinandosi a me, ma mamma apre la porta e spalanca gli occhi nel vedermi. "Amore della mamma!" Esclama lei spalancando la porta. "Mamma" mormoro io abbracciandola forte. Inspiro a fondo il suo profumo sulla spalla e chiudo gli occhi, è la stessa sensazione che mi dà Rakib...di casa. "Che ci fai qui" chiede mentre mi stacco e facendo in passo indietro, prendo Rakib per il braccio. "Guarda chi ti ho portato" Lei sposta lo sguardo alla sua destra e spalanca occhi e bocca. "I miei occhi stanno sognando o..." "Nessun sogno, è lui in carne ed ossa" "Figliolo! Ma sei fatto enorme" dice mamma prendendolo per le braccia. Rakib è un po' in imbarazzo all'inizio, ma poi alza una mano e ricambia l'abbraccio. "Venite dentro, venite!" Esclama mamma, mentre Rakib fa un passo all'indietro e dice "Non voglio disturbare signora...ero venuto solo a lasciare ehm...Alice" "Aspetta...voi due state..."fa insinuazioni mamma felice. La fermo prima che sia troppo tardi. "No mamma, lavoro per lui. È lui il calciatore" "Il calciatore malato?" Chiede lei spostando lo sguardo preoccupato a Rakib. Vedo Rakib chiudersi ulteriormente. "Si sta riprendendo, vero? "Chiedo sorridendo a lui. Rakib apprezza la buona parola e accenna un sorriso. Era ora. Mamma sorride a Rakib e facendo cadere l'argomento dice "Tu non smetterai mai di chiamarmi signora eh? Forza entra" Entro in casa e aspetto che entri anche lui. Lo fa, è molto sospettoso ma lo fa. Chiudo la porta dietro di noi e pulendo le scarpe sul tappetino, entriamo in salone.. "Ragazzi! Io sono in cucina, Ali fai vedere la casa a Rakib, appena finisco qua vi chiamo!" "Non voglio disturbare tua madre" ribadisce Rakib. "Non disturbi, vieni che ti faccio vedere" dico uscendo dal salone. Passiamo anche dalla camera di Elsa e arriviamo in camera mia. "Questa è camera mia invece" dico levandomi la giacca e appendendola nell'armadio. Allungo la mano per chiedere la sua giacca e me la dà. Sistemo tutto e osservo Rakib che guarda stranito il poster di Marchisio. "Non far caso ai poster "dico imbarazzata mettendomi al suo fianco. "Ho giocato diverse volte con lui" "Lo so, ti vedevo in televisione" dico infilando le mani in tasca. Lui gira la testa sorpreso e io chiedo "Che c'è?" "Mi seguivi in tv?" Chiede abbassando lo sguardo su di me. "Mi capitava delle volte" ammetto. "E cosa pensavi?" "Non capisco" chiedo corrugando la fronte. "Cosa pensavi mentre mi guardavi in TV? " "Io...non lo so. Ti guardavo e basta" "Non sei mai venuta allo stadio per vedere una partita" "Preferisco stare a casa, troppo caos lì" "Ora ci sarà una partita importante" "Lo so, sarò obbligata a essere lì" "Ti scoccia?" Gli sorrido e dico scuotendo la testa "No, mi farà piacere vederti giocare" "Ti fa piacere?" "Perché non dovrebbe?" "Tu non mi odi?" Scoppio a ridere e dico "Mi odi tu" Lui abbassa lo sguardo e dice "Vorrei non odiarti" "Non farlo" Rakib scuote la testa e io andandogli davanti dico "So le tue ragioni, ma non ti sei stancato di odiarmi? " "Non posso smettere" Io scuoto la testa divertita e appoggiandomi alla scrivania dico "Secondo me non mi odi, sei solo molto arrabbiato e vuoi farmela pagare" "Ci sto riuscendo? " "In parte...mi dispiace quando ci evitiamo in casa. Mi piacerebbe cenare con te" "Ok" "Ok cosa?"chiedo sorridendo. "Ok per cenare" "Insieme? " "Si" Sorrido e aprendo il primo cassetto della scrivania, gli prendo la mano posandogli sul palmo una bubble gum. Lui osserva la gomma da masticare e io chiedo "Facciamo la gara della bolla più grande? " Lo vedo sorridere, finalmente, ed è uno spettacolo. Prendo un'altra gomma e scartandola, inizio a masticarla subito. Prendo fiato e faccio una piccola bolla. "Cavolo, sono fuori allenamento. È il tuo turno" All'inizio è un po' scettico, ma poi scarta piano la gomma e inizia a masticarla. "Wooo!" Esclamo quando fa una bolla enorme. La sgonfia piano e rimettendola in bocca, sorride soddisfatto. Mi metto d'impegno e cerco di fare un'altra bolla, una decente stavolta. "Dai! Non era male" dico rimettendo la gomma in bocca. "Mmm" mormora lui gonfiando una bolla grandissima. Invidiosa quale sono, gliela scoppio in faccia. Lui spalanca gli occhi pronto a mettermi le mani addosso e io gli sorrido furba, non vedo l'ora. "Alice! Sei sempre la solita! "Esclama mamma entrando in camera e vedendo la faccia di Rakib sporca. "Figliolo vieni in bagno, Alice tu va ad apparecchiare e vedi di non combinare altro danno!" Esclama ancora mamma trascinando Rakib fuori. Prima che esca gli faccio la linguaccia e lui scuote la testa con disapprovazione, ma con un sorriso quasi fiero stampato sulle labbra. Esco anch'io andando in cucina e inizio ad apparecchiare per tre, quanto mi sono mancati i nostri pranzi e le nostre cene.

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


Sei la piccola stella che porto nei momenti in cui non ho luce. -Ultimo. FLORA' S POV: PASSATO "Dannazione" borbotto premendo sulla frizione. "Vaffanculo" sbotto lasciando stare e tirando in aria le chiavi. Ora come faccio a tornare a casa? Ci saranno gli autobus a quest'ora? Recupero la borsa e prendendo il cellulare, faccio per chiamare qualcuno ma mi rendo conto di non aver nessuno a cui chiamare. Osservo il numero dello stalker e sbuffo, mai e poi mai mi farei aiutare da lui. "Qualcosa non va?"chiede una voce maschile al finestrino. Mi giro di scatto spaventata e trattengo il respiro nel vedere il signor Temiz. "Oh ehm...Mi sa che ho bruciato tutta la frizione" dico tossendo per la puzza del fumo che emana. Lui abbassa lo sguardo e facendo una smorfia dice "Mi sa proprio di si" "Non è nulla, ora chiamo qualcuno e..." deglutisco nel non saper continuare la frase. "Non scomodi nessuno, l'accompagno io" "Oh no no...non voglio disturbarla, me la caverò da sola" Khalil apre la mia portiera e sorridendomi dice "Non esiste, non lascerò una bella donna sola a quest'ora" Aspetta...ha appena detto che sono bella? Arrossisco come un pomodoro e dico "Non è tanto tardi, è anche ora di cena, non voglio dare davvero disturbo" "Ceniamo insieme" mi propone lui. "Ceniamo insieme, la riporto a casa e chiamiamo qualcuno per la macchina. Ho diversi contatti io, scommetto che la macchina sarà come nuova domattina" "Domattina? Non conosco meccanici che lavorano la notte" dico sorpresa. "Ho i miei contatti, si fidi. Allora?" Mi mordicchio il labbro e abbasso lo sguardo cercando di valutare la soluzione...sembra sia l'unica, non ho altri a cui chiedere aiuto. "Eh va bene, ma offro io" "Scenda" dice lui spalancando la portiera. Scendo col suo aiuto e mettendomi la borsa sulle spalle, chiudo la macchina. "Sono stata fortunata ad incontrarla fuori" dico seguendolo verso la sua auto. "Diciamo che ero nel posto giusto e nel momento giusto" "Come mai così tardi oggi?"chiedo curiosa. "Esco sempre dopo i miei dipendenti" "Ma di solito usciamo prima, oggi ho tardato solo io" "Lei non è una mia dipendente?" "Ha aspettato finchè uscissi anch'io?" chiedo sorpresa. Non mi risponde e si limita a inserire le mani in tasca. Un sorriso inaspettato si dipinge sulle mie labbra e seguendolo in silenzio, raggiungiamo finalmente la sua auto. "Mangiamo fuori?"chiede lui aprendo la mia portiera. "Non stiamo già andando a mangiare fuori?" "No, fuori nel senso sotto le stelle" Alzo lo sguardo e ne osservo tantissime, è proprio una serata stellata. "Portami dove preferisci" dico sorridendo ed entrando. Lui ricambia il sorriso e chiudendo la portiera, fa il giro per entrare anche lui. Mettiamo la cintura e facendo retromarcia, usciamo dal parcheggio. Inserisce la radio e fermandosi alla mia stazione, lascia una canzone di Ultimo. "E ora scrivo qui in fretta Per dirtelo ancora Che sei forte e fragile senza paura Tu resta la stessa La stessa di sempreSei la cosa più bella che indosso Sei risorsa, sei il cielo e sei il mondo Sei la strada che porta alla vita Donna instabile sei la mia sfidaSei la piccola stella che porto Nei momenti in cui non ho luce" "Siamo arrivati" dice Khalil spegnendo il motore. "Dove siamo?" chiedo guardandomi attorno. "Corso Vittorio Emanuele, scendi" Scendo come dice lui e guardandomi attorno, aspetto che lui mi raggiunga. "Potrei impressionarti e portarti in un ristorante super lussuoso come faccio con le altre ma..." "Ma?"chiedo mentre lui mi offre il braccio. "Ma tu non sei come le altre e voglio godermi questa bella serata con qualche panino unto" Scoppio a ridere e sorridendo dico "Ora sì che mi hai impressionato" "In negativo o in positivo?" "Qua ti lascio il beneficio del dubbio" dico superandolo. "Non me la vuoi dar vinta eh?" "Troppo facile così" mormoro divertita. Come detto, ci prendiamo dei panini con milza, formaggio e limone e delle crocchette di patate. Percorriamo ridendo e scherzando tutto Corso Vittorio Emanuele e arrivando ai Quattro Canti, svoltiamo a destra verso la fontana di Piazza Pretoria. E' mezzanotte inoltrata e non c'è nessuno, solo i lampioni che illumina in maniera ancora più romantica la bellissima piazza e il rumore dell'acqua nella fontana. Saliamo i scalini e sedendoci contro un lampione, continuiamo a ridere e scherzare. "E quindi?"chiedo con le lacrime agli occhi per le risate. "Ho ballato sbronzo con lei al cubo, credo che qualcuno mi abbia anche filmato" "Voglio vedere assolutamente i filmati!" "Assolutamente no, la mia dignità è già sotto i piedi" Mi appoggio contro il lampione ridendo e dico "Ahhhh non ridevo così tanto da così tanto tempo" "Non stavo così bene con qualcuno da così tanto tempo" replica lui. "Sembri queste stelle, una piccola stella che porto nei momenti in cui non ho luce" aggiunge facendomi battere forte il cuore. Alzo lo sguardo e lui accarezzandomi delicatamente una guancia, alza il braccio e mi attira a sè. All'inizio sono paralizzata da questo gesto e sento il suo cuore battere all'impazzata. Rimango inerme in questo abbraccio, finchè sento la sua guancia sulla mia testa e le sue dita che accarezzano le mie braccia. Chiudo gli occhi inspirando il suo profumo intenso e sospirando, mi lascio andare. "Andiamo?" chiedo sentendomi ad un certo punto a disagio in questa posizione. "No, abbiamo ancora tempo" dice lui facendomi imprecare mentalmente. Provo così tante emozioni che mi sento soffocare, mi sta scoppiando il cuore. All'estremo delle mie emozioni, gli tolgo il braccio dalle spalle e abbassandogliela gli sorrido. Temo però che possa offendersi del gesto e appoggio la testa sulla sua spalla. Sospiro sentendomi finalmente a mio agio. La sua testa si appoggia sulla mia e rimango così a sentire il suo battito cardiaco...che dolce suono. "Andiamo?"chiede lui, mentre io riapro gli occhi senza accorgermi del tempo trascorso così. Alzo subito la testa e stropicciando gli occhi assonnati sussurro "Stavo per addormentarmi" "Sì, anch'io" dice lui facendomi sorridere, mentre scendiamo le scale. PRESENTE. "No no no..."mormoro tra me correndo fino al cornicione. Non si è buttato veramente, non l'ha fatto veramente. Mi sporgo dal cornicione e mi porto subito una mano sulla bocca. Sento un suono fastidioso nelle mie orecchie e la testa inizia a girare, l'immagine di Khalil per terra di schiena e il lago di sangue sotto la testa mi dà il volta stomaco. Mi porto le mani sulla testa che sta girando in maniera incontrollata e inizio a vedere tanti puntini, questi puntini si muovono confusi, si accumulano sempre di più...sbatto le palpebre, ma sono stanca troppo stanca, sono confusa, mi gira tutto, mi sembra di girare a una velocità incontrollata. Le mie gambe cedono e cado per terra...la testa sbatte forte e chiudo gli occhi per il dolore, forse è così che si è sentito Khalil. Giro la testa a destra e schiudo le labbra...cado in un vortice buio senza fondo. --------------------------------------------------------------------- "Non credo sia conveniente, sta ancora male. Dovremmo ripartire domattina" dice una voce maschile. Riacquisto i sensi e sento un dolore lancinante alla testa, faccio subito una smorfia di dolore cercando di aprire gli occhi. "Guarda, guarda" dice una voce femminile. Sbatto piano gli occhi e vedo un soffitto bianco, è semplice e c'è anche un lampadario a fiori. Risbatto gli occhi mettendo a fuoco il lampadario, finchè vedo una testa coprire la luce. Corrugo la fronte e socchiudo gli occhi per mettere a fuoco...Khalil? "Flora?"sento chiamare da quel viso. Faccio una smorfia per il volume della voce troppo forte e deglutendo con la gola secca sussurro "Acqua" Il viso si toglie dalla mia visuale, ma ne vedo subito dopo un altro con dei capelli lunghi. Chi è? "Ecco l'acqua, riesci a metterti seduta?"chiede la voce maschile, mettendo una mano sulla mia schiena per aiutarmi. Mi faccio aiutare e mettendomi seduta in difficoltà, mi appoggio su una pila di cuscini. Afferro il bicchiere d'acqua e tracanno tutto in pochi secondi, sospiro soddisfatta e alzo lo sguardo. "Juan?"chiedo spalancando gli occhi. Forse troppo, infatti la testa ricomincia a pulsare e mi porto subito una mano sul lato dolente. "Piano! Hai bisogno di riposo" "Riposo?"chiedo non capendo. "Non ti ricordi nulla?"chiede lui sedendosi sul letto. Abbasso lo sguardo e dei flashback mi riportano indietro coi fati, come se stessi riavvolgendo col nastro la giornata. Mi concentro e ripercorro ogni momento, quando sono arrivata in hotel, quando è arrivato Khalil, abbiamo dormito insieme, quando sono scappata, ho scoperto di essere incinta, sono ritornata e ... "Khalil? Dov'è?"chiedo alzando di scatto la testa. Un'altra pulsione mi fa gemere, ma non desisto e chiedo "Dov'è? Lui era...era sul cornicione e....e...lui...l'ha fatto veramente?" Juan mi prende le mani e dice "Non preoccuparti, non lo vedrai mai più" "Cosa?" chiedo corrugando la fronte. "Quel mostro...non ci avrai più a che fare, non c'è più" Non c'è più....Non c'è più... Non c'è più ...rimbombano queste parole nella mia testa. "Cosa?"ripeto sperando di aver capito male io. "Flora...Khalil è morto" dice una voce femminile alla mia destra. Mi giro e vedo "Melisa?"chiedo sorpresa. Lei mi prende le mani e dice sorridendo "E' tutto finito, non lo vedremo più" Aggrotto le sopracciglia e chiedo "Voi...come fate a dirlo?" Un flash del suo corpo per terra col sangue che si diramava ovunque, mi paralizza sul letto e mi fa mancare il respiro. "Si è buttato" mormoro tra me. Alzo lo sguardo ai due e dico "E' morto" "Flora... non ci pensare adesso, devi riposare e..." "Khalil è...morto?"chiedo con voce rotta e gli occhi che iniziano a riempirsi di lacrime. "Oh signorina, si è svegliata!" dice un infermiere entrando nella stanza. Sposto lo sguardo su Juan e dico "Voglio vedere Khalil" "Flora non muoverti o..." Mi strappo la flebo dal braccio e scostando le coperte dico "Portatemi da lui" "Flora sei troppo debole, non puoi subire un altro...." "Ho detto di portarmi da lui!" grido scendendo dal letto. "Gioia mia, più tardi magari..." dice Melisa. Vado dall'infermiere e prendendolo per il colletto del camice ringhio "Mi porti subito da mio marito" "Signorina non...." "Va bene, va bene" finalmente dice Juan. "Vieni, andiamo da lui" aggiunge trascinando una sedia a rotelle. "Non ne ho bisogno" sbuffo uscendo dalla stanza scalza. "Testona" borbotta Juan seguendomi. "Di qua" aggiunge andando verso l'ascensore. Vado più veloce che posso dentro l'ascensore e Juan seleziona il quinto piano. "Come ti senti?"chiede lui mentre le porte si chiudono. "Potrei stare meglio" dico incrociando le braccia. "Hai preso una botta in testa" "Ora sto bene" "Sicura?" "Voglio vedere Khalil" dico decisa. "Lo vedrai" Le porte si aprono e lui gira a destra, per poi fermare un medico a metà corridoio. Mi guardo attorno cercando di capire dove mi trovo, quando Juan dice "Vieni" Il medico apre una porta, Juan entra pure e faccio per entrare anch'io ma lui mi ferma e chiede "Sei pronta?" "Si, fammelo vedere" "Flora...hai avuto un trauma adesso e..." "Juan spostati" dico gelida. Lui comprende la mia decisione e si fa subito da parte. Il mio sguardo cade su un corpo posato su una barella in mezzo ad una stanza buia, se non per la lucina riflessa sul corpo coperto da un lenzuolo bianco. Mi paralizzo all'odore chimico che sento e la visione di quel corpo. "Prego" dice il medico invitandomi a raggiungerlo. Annuisco e raggiungo la barella con coraggio. "Vado?"chiede lui iniziando a sollevare il lenzuolo. Annuisco ancora con la testa, mentre lui alza il lenzuolo e scopre tutta la parte anteriore del corpo. Perdo un battito quando lo vedo. "No...."sussurro avvicinandomi a lui. Alzo una mano sul suo viso e passo le dita sulle palpebre chiuse, le ciglia lunghe, scivolo sul suo naso dritto, accarezzo il contorno del viso, la barba e sfioro con i polpastrelli le labbra. Le lacrime scendono incontrollate e respirando sempre più affannosamente scendo sul suo petto. Questo petto su cui posavo sempre la testa, sentivo i battiti cardiaci accelerati e pensavo di essere al sicuro, a casa. Scendo al suo addome e ricordo quando lo sfioravo con i polpastrelli e mi divertivo a vedere la pelle d'oca sopra, alzo le mani alle sue spalle, scendo piano fino ad arrivare al suo polso, alla mano, alle dita, all'anulare. "Dov'è la...dov'è la fede?"chiedo singhiozzando. "Non l'abbiamo trovata sul posto"dice il medico. Accarezzo i suoi polpastrelli e chiudo gli occhi, m'immagino ancora che mi accarezzi il viso, le guance, la fronte, i capelli...il suo calore. "Voglio stare un po' da sola" sussurro inspirando a fondo. "Va bene, ti aspettiamo qua fuori" dice Juan posando una mano sulla mia spalla. Annuisco con la testa e aspetto di sentire la porta chiudersi. Rilascio un sospiro appena sento la porta e mi aggrappo sulla barella. "Non mi sembra ancora vero, continuo a sperare che sia tutto un orribile incubo" mormoro portandomi la mano sul naso ad asciugarmi. Alzo lo sguardo e mi asciugo tutte le lacrime, cerco di calmarmi un pochino. Riabbasso gli occhi ed è ancora lì...steso sulla barella, senza vita. Scuoto la testa e prendendogli la mano mormoro "E ora?" "E ora come vivrò? Come farò senza di te?" chiedo quasi con rabbia. Ancora arrabbiata gli lascio la mano e mi siedo per terra. Nascondo il viso tra le gambe e piango fino a sentirmi male...passano vari minuti, io spero di calmarmi ma è sempre peggio. Alzo lo sguardo a lui e lo fisso inerme. Una parte di me sperava di morire con lui. Questa riflessione mi fa quasi mancare il fiato... è quello che ho sempre voluto, il mio stalker morto, Khalil senza vita. Perchè mi sento così allora? Perchè non mi sento libera e soddisfatta come pensavo di potermi sentire? Perchè mi si è creata una voragine al petto? Mi sento senza forze, avrei voglia di prendere una lametta, fare un piccolo taglio sul polso e osservare il sangue che cola finchè avrò creato un lago sotto di me e mi sentirò girare la testa. Perderò i sensi e piano piano morirò dissanguata. Perchè voglio morire con la speranza di vederlo al di là? Ho sempre voluto condurre una vita spensierata, senza la costante paura di essere controllata, perchè non la voglio più? Perchè tutto sembra non avere più senso? Mi rialzo piano e rimango a fissarlo semplicemente...e se un giorno mi scorderò ogni dettaglio del suo viso? Non ricorderò più la sua voce? Non ricorderò quanto era bello immergermi nel suo calore? Un singhiozzo mi spezza in due e poso le mani sul suo petto freddo... "Perchè mi hai fatto una cosa del genere? Perchè mi hai abbandonata adesso? Adesso che avevo capito!" Affondo le dita nella sua carne e ringhio "Il tuo piano era questo, no? Andartene e spezzarmi quando avrei capito... Non hai mai sopportato che fossi la nipote dell'assassino dei nostri genitori! Hai sempre finto di amarmi!" "Si! Hai sentito bene! Hai finto di amarmi!" sibilo furiosa immaginandomelo cosciente. "Se mi avessi amato veramente, non avresti mai fatto una cosa del genere! Non mi avresti mai lasciata sola, non ci avresti mai lasciate sole!" Mi porto le mani sul viso dilaniato dalle lacrime e continuando a singhiozzare, cerco di fermare il flusso delle immagini di noi nella mia mente. "Cielo, che casino... che cazzo di casino" mormoro non sentendo più i polmoni per i troppi singhiozzi. Ricado su di lui e piango senza un limite, non può essere vero. "Flora" sento dire alle mie spalle. Juan. "Dobbiamo andare" dice mettendo una mano sul mio braccio. "Non ce la faccio, non ce la faccio, Khalil...Khalil" singhiozzo ancora. "Stai sprecando fin troppo fiato per lui, andiamocene" "Non parlare così di lui!" dico scostandomi bruscamente dalla sua presa. "E' mio marito, è chiaro? Lui si è preso cura di me" "Flora... è morto, sei vedova" mi sbatte in faccia la cruda verità. "No! Io sono sua moglie e lui è mio...mio..."tremo mentre cerco di finire la frase. "Andiamo" "No, aspetta!" dico chinandomi su Khalil. "Ancora due minuti" aggiungo. "Flora..." "Ho detto due minuti! Esci!" ringhio. Lui è contrariato, ma obbedisce e arretrando esce fuori. Io chiudo gli occhi e appoggio la mia fronte sulla sua. "E' un addio quindi questo?" mormoro sofferente circondandogli il viso. "So che vorresti che io sia forte, lo sarò, lo sarò per entrambe" Strofino il suo naso col mio e sussurro "Spero con tutto il mio cuore che ti assomigli, così da potermi sempre ricordare di te" "Spero abbia il tuo stesso carattere e i tuoi stessi occhi, spero che non soffra per non aver conosciuto il suo papà, il suo papà grande, buono, eterno" Metto la sua mano sul mio petto e mormoro "Ti porterò sempre nel mio cuore, te lo prometto mostro" "Dammi sempre la forza di andare avanti e vienimi in sogno o io muoio" Appoggio delicatamente le labbra sulle sue e lo bacio. Il nostro ultimo bacio. "Flora" Mi stacco dalle sue labbra e sfregando la mia guancia sulla sua barba sussurro "Si, arrivo" Mi rialzo e osservandolo per l'ultima volta, alzo la lenzuola. "Ci vediamo nei sogni" mormoro coprendo anche il suo angelico viso. Singhiozzo come una dannata e portandomi le mani sul viso, scivolo per terra. "Flora Flora!" esclama Juan, alzandomi subito in aria. L'ultima volta ero tra le braccia di Khalil... mi stringeva forte e mi ripeteva che ero la donna che più amava al mondo, che mi avrebbe venerata sempre, fatto mancare nulla. "Sei la piccola stella che porto nei momenti in cui non ho luce" sussurro mentre sfioro per l'ultima volta le sue dita e vengo trascinata fuori dalla stanza.

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


"Marcus, sai qual è l'unico modo per misurare quanto ami una persona?" "No." "Perderla." FLORA'S POV: PASSATO. "Ci vediamo domani" dice Rodolfo sorridendomi. Annuisco con la testa e dico "Non ti scordar di ciò che ti ho detto" "Non lo farò, promesso" Sorrido mentre lui esce fuori dal mio ufficio e mi lascia sola. Mi appoggio esausta sulla mia poltroncina e alzo le gambe sulla scrivania. Sono esausta, lavoro come una dannata da stamattina e adesso sono persino stanca di andare a mangiare. Afferro il cellulare e non trovo nessuna notifica...quel pazzo non mi contatta da un bel po' di giorni, vorrei tirare un sospiro di sollievo ma la cosa mi mette ulteriormente ansia. Perchè non mi contatta più? Ha sempre avuto dei riguardi nei miei confronti, anche dal 'buongiorno' puntuale ogni giorno. Ha trovato una nuova persona? Una più interessante di me? "Ma che diavolo..." sbuffo per la direzione che stanno prendendo i miei pensieri. Getto il cellulare sulla scrivania e chiudo gli occhi. Solo un secondo, penso sospirando e rilassandomi. "Non mangia?"sento chiedere. Spalanco gli occhi e cerco di rimettermi composta sulla poltroncina, ma questa è girevole e quando cerco di abbassare le gambe dalla scrivania, scivolo subito e cado per terra rovinosamente. "Cazzo..." borbotto toccandomi il gomito. "Attenzione" dice la stessa voce rialzando la poltroncina dietro di me e chinandosi davanti a me. Alzo piano la sguardo sperando che non sia la persona che immagino, ma, per mia grandissima sfortuna, è proprio la persona che immaginavo. "Signor Temiz..." mormoro mettendomi i capelli a posto. Perchè faccio una figuraccia dietro l'altra con Khalil? "Tutta intera?"chiede lui un po' divertito. Per forza, sono un pagliaccio. "Penso di si" dico ridacchiando per sdrammatizzare questa spiacevole situazione. "Forza" dice lui prendendomi la mano e aiutandomi ad alzare. "Grazie" mormoro lisciandomi i pantaloni. "Posso chiederle se mangia senza sconvolgerla troppo?" Sorrido abbassando lo sguardo e dico "Mi scusi per prima, comunque si, devo ancora mangiare" "Mi sono divertito, nessun problema. Pranziamo insieme?" Arrossisco senza contegno e sbattendo velocemente gli occhi dico "Certo" Lui sorride facendomi ammirare la scia di denti bianchi e aprendo la porta, mi fa segno di passare. "Grazie" dico ancora imbarazzata. Alla fine del corridoio faccio per scendere le scale, ma lui mi afferra la mano e dice "Non a mensa" "E dove?"chiedo aggrottando le sopracciglia. Seguimi" dice lui salendo le scale con la sua mano sulla mia. Sorrido come una bambina e corriamo per le scale. Arriviamo all'ultimo piano col fiatone e lui aprendo una porticina, esce fuori. "Vieni" m'invita ad uscire. Abbasso la testa e uscendo dalla porticina, mi accorgo di essere sul tetto dell'edificio. Seguo Khalil che va verso il cornicione e si ferma. "Wow..." sussurro nell'ammirare Palermo da qua sopra. "Che vista spettacolare" dico ancora sorpresa dalla vista pazzesca. "Sì, davvero spettacolare" mormora lui. Giro il viso e lo becco fissarmi, mi mordo il labbro e distolgo subito lo sguardo. Mi sento andare a fuoco. Lo vedo improvvisamente abbassarsi e sedersi sul cornicione. "Ma...che stai facendo?" chiedo spalancando gli occhi. "Pranziamo" dice lui tirando fuori un sacchetto di carta da dietro il muretto. "Qua?"chiedo un po' spaventata. "Non ti piaceva la vista?" "Si, ma...non è pericoloso? E se cadessimo?" "Se non si rischiasse mai nella vita, Michelangelo avrebbe dipinto il pavimento della cappella Sistina" Alzo le sopracciglia e serrando le labbra mi chiedo cosa fare. Sotto di noi ci saranno almeno 30 m di distanza e se cadessi, minimo diventerei un'omelette. "Allora? Non mi raggiungi?" chiede lui guardandomi dal basso. Mi torturo le unghia, ma decido di non fare la figura della bambina e con attenzione mi siedo accanto a lui. "Non oso guardare in basso" dico alzando lo sguardo. "Ecco, non lo fare o ti spaventeresti ulteriormente" mormora lui passandomi un pezzo di sfincione. "Non lo sono" Lui mi guarda con un sopracciglio alzato e io ammetto "Forse un po', ma ora mi passa" Khalil ridacchia e inizia a mangiare. Io mi concentro sulla vista e mi godo lo sfincione, qua sopra mi sento così bene. Libera. Pranziamo in silenzio godendoci a pieno il panorama e l'aria pulita e fresca di Palermo, finchè finiamo di mangiare e lui si fa più vicino. "Non hai spiaccicato parola" dice facendomi sorridere. "Non mi sono mai sentita così, è una sensazione liberatoria. E' tutto tranquillo qua sopra, vorrei stare qui per sempre" "Con me?" chiede lui. Sposto lo sguardo a lui e oso chiedere "Perchè no?" Lo vedo sorridere e io alzando il braccio dico "Guarda, è tutto così immenso davanti a noi, attorno a noi. Siamo nulla in confronto...dei semplici puntini che si credono padroni del mondo. Pecchiamo di superiorità, in realtà è tutto questo che domina, madre natura" "Tu pecchi di superiorità?" "Delle volte sì, lo facciamo tutti" "Dici che è qualcosa che non riusciamo a controllare?" "Esattamente, l'essere umano va contro ogni sua ragione, siamo dei lampi tempestivi...animali indomabili" "Hai una visione distorta dell'uomo" "Tu riesci a controllare le tue emozioni?" chiedo facendo dondolare le gambe. "Neanche volendo" risponde lui. "Siamo fatti così, senza controllo della nostra vita, c'è chi finge di non capirlo e chi lo accetta. Siamo come in una nave dove noi non siamo i timonieri, ma possiamo scegliere come assistere al panorama" "E tu come assisti?" "Sognando, amando, di piccole cose..." "Qual è il tuo sogno più grande?" Sorrido. "Te lo dico solo se me lo dici pure tu" "E chi dice che sogno" "Hanno tutti un sogno, un desiderio più grande degli altri" Lui alza lo sguardo al cielo e sospirando dice "Non so se mai accadrà il mio sogno in realtà" "Sogni di avere un garage pieno di auto di lusso?" chiedo divertita. "Sogno di crearmi una famiglia con la persona che amo" Le sue parole mi spiazzano, inizio a sentire dei brividi ovunque, smetto quasi di respirare quando aggiunge "Sogno di avere una bella casa, una casa costruita con amore e gioia, avere una moglie bellissima, dei bambini belli come lei e incorreggibili come me. Non far mai mancare nulla alla mia famiglia, proteggerli e amarli sempre. E' il desiderio più grande che ho" Sbatto gli occhi lucidi commossa per le sue parole e lui chiede "Il tuo sogno?" "Mi hai rubato le parole dalla bocca" Sorridiamo insieme, mentre lui alza il braccio e mi attira a sè. Incrocio le braccia imbarazzata, ma sento il cuore battere all'impazzata insieme al suo. "Spero che i nostri sogni possano avverarsi" mormora lui respirando sui miei capelli. PRESENTE. "Non ho fame" mormoro fissando la pastina sul piattino di plastica. "Flora...non mangi da giorni, così non ti riprenderai mai" Infatti non mi riprenderò mai. "Cos'hai fatto sull'avambraccio?"chiedo notando la fasciatura solo adesso. "Un cane, allora? Vuoi mangiare?"insiste fastidiosamente lui. Scuoto la testa e rimettendomi sotto le coperte sussurro "Voglio dormire" Juan è costretto a prendere il piatto prima che lo faccia scivolare e mentre io mi rimetto a letto, lui mi fulmina con lo sguardo. "Sai cosa mi fa più rabbia?" chiede mandando al diavolo tutta la pazienza trattenuta fino ad ora. Sistemo le coperte sopra di me e lui col piatto in mano sbotta "Non tanto che tu stia male, puoi sempre riprenderti con le giuste cure, mi fa rabbia che tu stia così per quel fetente" Stavolta è il mio turno di fulminarlo con lo sguardo e sibilo "Ho detto di non parlare così di lui in mia presenza" "Sennò? Sai anche tu che lo è, ti sei per caso scordata come ti ha trattata? Neanche le bestie avevano questo trattamento" Rimango in silenzio cercando d'ignorarlo mentre lui continua a dire "Tu pensi che sia amore, sai anche tu che non lo era. Sei stata manipolata e ora guarda come ti ha abbandonata, è questo l'amore che pensi avesse per te?" "Vorrei dormire, esci" dico con calma. Juan non ci vede più dalla rabbia e posando con rabbia il piatto sbotta furioso "Cristo! Ti ha tenuto nascosto la mia esistenza per anni! Ci ha privato di essere una famiglia, come fai solo a provare dell'affetto per questa bestia!" "Juan ti prego, vai. Voglio stare in pace e..." "Non ti ricordi quando si scopava tutte quelle puttane nella stanza accanto? Come ti privava di ogni tipo di libertà? Ha ucciso nostro zio, come cazzo fai Flo..." "Basta!" grido scostando le coperte con rabbia. Scendo e spingendolo con forza fino alla porta ringhio "Tu non sai nulla! Lo sapevi che è stato proprio nostro zio a uccidere nostro padre avvelenandolo? Sapevi che ha cercato di abusare di me e se non fosse stato per Khalil, ce l'avrebbe anche fatta? Sapevi che è grazie a Khalil se nostro padre ha una sepoltura degna? Che è stato l'unico a preoccuparsene!" Vedo Juan spalancare gli occhi mentre lo butto fuori dalla stanza dell'ospedale e sibilo "Non sai nulla di me, di lui, di noi... ti prego di farti i cazzi tuoi e non mancare più di rispetto a mio marito in mia presenza. Buonanotte." Gli sbatto la porta in faccia e scivolando contro questa, chiudo gli occhi. "Khalil..." sussurro senza fiato, come a pregarlo di venire da me. Mi sento morire. ------------------------------------------------------------- "Avete già fatto troppo" dico sorridendo alle ragazze che sono venute a trovarmi a casa con un sacco di cibo. Sono stata rilasciata dall'ospedale l'altro ieri e sono stata per tutta la giornata di ieri da Juan, mentre aveva mandato qualcuno a pulire casa mia. Sono tornata stamattina e rimettere piede in casa è stato stranissimo. Non sono più la Flora dei tempi...sono passati due mesi che mi hanno totalmente radicata, trasformata, cambiata in tutto e per tutto. Non sarò mai più la stessa...è impossibile che lo sia. La prima cosa che ho fatto appena tornata a casa, è stato quello di alzare lo sguardo a tutte le telecamere posizionate. Una volta Khalil a letto mi ha dettagliatamente spiegato dove avesse posizionato ogni telecamera, da dove mi avesse osservata costantemente per tutti questi anni. Rimasi sorpresa nel sapere che avesse posizionato una telecamera persino in frigo. Non c'era centimetro in casa che non fosse sotto il suo controllo. Ho sorriso nel notare la telecamera in frigo, come diavolo ho fatto a non accorgermene? Non ho fatto togliere nulla, l'idea che lui mi possa ancora osservare mi fa stare bene, mi rincuora in certi versi. E' da pazzi? Può darsi, ma un po' di pazzia in me l'ho accettata per poter stare con lui. "Ma davvero, noi vorremmo restare a dormire qui. Non vogliamo lasciarti sola" dice Melisa insistente. La raggiungo e posando le mani sul suo pancione dico "Tu hai davvero bisogno di riposo, per entrambi. Io sto bene, mi è mancata casa mia" Lei sorride e posando una mano sulla mia mormora "Sono così felice di riaverti nella mia vita" "Non ti libererai più di me tanto facilmente" dico abbracciandola. "Ahh abbraccio di gruppo!" dice Beni stringendoci. Ci raggiungono anche Eleonora, Viviana, Lena e Swarna. "Vi voglio tanto bene" mormoro felice. "Noi te ne vogliamo di più" dice Swarna dandomi un bacio sulla guancia. "Ok, dai basta. Troppo contatto fisico, ho bisogno di ossigeno" dice Viviana staccandosi dall'abbraccio. Scoppiamo tutte a ridere mentre Lena agita il cellulare e dice "E' Alice, dice che ha convinto Rakib per farci entrare nella vip zone alla partita" "Dai, vieni anche tu!" dice Eleonora mettendo una mano sul mio braccio. Io scuoto la testa e dico "Sono troppo stanca, vorrei riposarmi un po'. Sarà per un'altra volta, promesso" "Eh va bene. Riposati che domani invaderemo di nuovo casa" dice Beni facendomi sorridere. "Ci sto, a domani" Aspetto che tutte le ragazze salgano in macchina per chiudere la porta e sospirare. Vado in cucina e versandomi un po' di succo, lo tracanno veloce. Avrei voglia di farmi fuori una bottiglia di vino, ma è chiaramente impossibile. Alzo lo sguardo all'orologio e osservo che sono le 19, di solito è a quest'ora che cenavo in... Fermo subito il flusso dei pensieri e faccio per andare in salone, ma noto un cellulare sul bancone. Penso che sia una delle ragazze, ma trovo un bigliettino sotto che dice "Era nel tuo ufficio, l'ho caricato. Juan" Il mio cellulare. Un flash mi riporta ai primi giorni quando Khalil mi ha costretto a fare la chiamata a Melisa...come ha fatto il cellulare a tornare qui? Rimango immobile davanti a questo, finchè mi decido a prenderlo in mano e accenderlo. "INSERIRE PIN" Inserisco la sequenza di numeri e riesco a sbloccare il cellulare. Le mie dita si muovono veloci e vanno ad aprire i messaggi. Rimango pietrificata davanti agli ultimi messaggi di lui... "Com'è andata a lavoro? Spero bene ;)" "Perchè quel broncio? Io ti trovo bene così, non dar conto a quella stupida bilancia" "Hai lasciato il fornello acceso, fai attenzione per favore pulce" "Questo film è orribile, aspetto te per andare a coricarmi. Fa presto" "Mangi così tanta insalata che un giorno sarò costretto a chiamarti 'capretta' xD" "Non ci pensare nemmeno ad uscire con questa gonnellina, mi vuoi morto cazzo? Va' subito a cambiarti!" "Non prendertela, sai che sono geloso di te. Mi sembra sia un abbigliamento per la sera, non per andare a lavoro, tutto qua. Mi sono espresso in maniera troppo arrogante, perdonami. Buon lavoro. Ps. Questa gonna va molto meglio! Sai che sei bellissima con qualsiasi cosa addosso, sono molto fortunato ;) " "Ti ho sognata stanotte, eravamo a letto insieme e dicevi di amarmi. Non volevo più svegliarmi, buongiorno pulce :)" "Oggi eri davvero bellissima, quando penso che non potresti essere più bella, puntualmente mi fai ricredere." "Finisci la relazione domani, è troppo tardi, il tuo capo capirà...è più comprensivo di quanto pensi. Buonanotte" "Sai che quando sorridi, mi lasci senza fiato? Penso che tu lo faccia per volermi fare fuori, ci stai riuscendo :(" "Hai della salsa sull'angolo della bocca, mi tenti così" "Ti penso, buon lavoro mia piccola e dolce pulce <3 " Scaglio improvvisamente il cellulare contro il muro e mi porto le mani in testa. "Ahhhhhhh!" grido scagliando anche il bicchiere di vetro. Apro il ripiano e ne prendo altri. Pezzi di vetro schizzano ovunque per la cucina mentre continuo a tirare contro il muro ogni tipo di oggetto che mi capita in mano. Afferro il bancone e singhiozzo per le troppe lacrime. "Perchè!!" grido cadendo per terra. Urlo ancora per il dolore straziante dentro, finchè troppo stanca anche solo per respirare, mi stendo per terra e chiudo gli occhi. Spero di sognarlo. ---------------------------------------------------------------------- "Ne è sicura signorina Vignoli?" chiede il dirigente. Io mi distraggo nel sentire come mi ha chiamata, sono stata chiamata Signora Temiz per tutto questo tempo, odiavo questo nome ma adesso...mi manca. "Signorina?" Scuoto la testa ritornando in me e dico "Si, sono sicura. Sono stata una settimana a riposo e... vorrei ricominciare a lavorare" "E mentalmente? Come sta mentalmente, vorrei che si riprendesse del tutto" "Proprio per questo vorrei iniziare a lavorare. Vorrei tenere la mente occupata, io..." Sento tremare il labbro inferiore e un magone in gola che mi blocca la respirazione. "Ho capito... va bene. La metto alla prova, non le prometto nulla, sto già passando sopra ai due mesi di assenza" Sorrido. Nessuno, eccetto Juan e i ragazzi, sa del mio rapimento. Tutti sono convinti che abbiamo fatto una fuga d'amore e ci siamo sposati. La crociera è vista come una lunga luna di miele...se sapessero la verità. "Grazie, lo apprezzo tanto" dico portandomi una mano sul petto. "Può andare e buon lavoro" mi congeda il dirigente. Sorrido e faccio per uscire dall'ufficio, ma lui mi richiama e dice "Le mie più sincere condoglianze...volevo fargliele al funerale ma non l'ho vista" "Io...non ho avuto il fegato. Va bene così, grazie comunque" "Dato che adesso ricoprirà il ruolo del signor Temiz, ho pensato che le sarebbe piaciuto lavorare nel suo ufficio, cosa le pare?" "Io.... va bene" dico corrugando la fronte. "Anche perchè il suo ufficio è stato invaso dalla signora Demir che ha condotto un lavoro eccellente al suo posto, ho ben pensato di assumerla" "Ha fatto benissimo, non poteva trovare una sostituta migliore" Lui sorride e dice "Ho già provveduto a portare le sue cose nel nuovo ufficio" "Grazie, non voglio disturbarla oltre. Vado a lavorare, buona giornata" dico aprendo la porta. La richiudo piano e sospiro. Temevo di passare davanti al suo ufficio e adesso scopro che dovrò lavorarci...come farò? Mi stringo fra le braccia e percorro il corridoio fino all'ultima stanza. Mi giro verso la stanza parallela, la mia due mesi fa, e sorrido. Spingo la maniglia ed entro dentro. La luce si accende automaticamente e subito illumina uno studio ampio con due divanetti imbottiti di pelle rossi, una scrivania moderna nera con una poltroncina sempre nera, il computer grande sopra, la moquette arancio scuro per terra e un lampadario a sospensione con design moderno e pendenti di cristallo, altre lampade agli angoli della sala che danno una luce soffusa e accanto all'ampia finestra che dà alla città con tende beige, un divanetto lungo marrone imbottito per i pazienti e una poltroncina di fianco beige con i piedi neri. Non lo ricordavo così bello, facevo la qualsiasi per non capitare nel suo ufficio. Richiudo la porta e avanzo piano...mi aspetto di sentire il suo profumo, ma chiaramente non c'è. Alzo un dito su un ritratto dei contorni di un viso maschile e femminile messi parallelamente e accarezzo la carta parati con macchie in acquerello rosso su uno sfondo beige. Raggiungo l'imponente scrivania e accarezzando il computer, noto come un piccolo ciondolino dorato...lo prendo incuriosita e subito mi si riempiono gli occhi di lacrime...una pulce. Non si saranno accorti di questo ciondolo quando si sbarazzavano delle sue cose. Sospiro e osservando i miei scatoloni, mi metto all'opera. Dopo due ore riesco a sistemare tutte le mie cose e i vari fascicoli dei nuovi pazienti...ne approfitto anche per studiare qualche profilo, mentre sento il telefono squillare. Con la poltroncina mi trascino alla scrivania e alzando la cornetta chiedo "Pronto?" "Pronto? Ehi Flora, sono Bilel, disturbo?" Corrugo la fronte e chiedo subito preoccupata "Certo che no, è successo qualcosa a Beni? Alle gemelle?" "No no, la bambolina e le bimbe stanno benissimo per fortuna. Ti chiamavo per parlarti di una faccenda" "Che faccenda?" "Di solito non gestisco io i conti correnti dei miei clienti, ma i miei collaboratori mi hanno segnalato un'anomalia col tuo conto corrente" Corrugo la fronte e dico "Non ho fatto spese particolari in questo periodo, anzi non ho toccato il mio conto in questi giorni" "No, non si tratta delle tue spese. Qualcuno in anonimo ha versato sul tuo conto una somma ingente di denaro" "Quanto?" Chiedo perplessa. "Sei pronta?" "Dimmi" "80 milioni" Per poco non soffoco con la mia stessa saliva. "Quanto?? Ho capito bene?" "Non è finita, hai diverse proprietà in Italia, Francia, Spagna, Danimarca, Austria, Grecia, Arabia Saudita, India, Taiwan, Birmania, Corea del Sud, Sudafrica, Canada e Stati Uniti, diversi titoli azionari e la quota del 50% della Temiz Holding in quanto socia" "Stai scherzando Bilel? Io non so neanche dove si trovi la Birmania" dico in un sussurro incredula. "Si trova in Asia, vuoi sapere a quanto ammontano tutto queste cose che ti ho elencato?" "Non sono certa di volerlo sapere" "746 milioni e 821 mila euro" "Non è possibile" "Sei quasi miliardaria Flora" dice Bilel divertito. "Ma da dove vengono queste cose? Chi è il mittente?"chiedo ancora sconcertata. "Flora...penso che tu lo sappia" Mi mordo il labbro e mormoro "Ma com'è possibile...lui non c'è ecco...non c'è più" "Avrà incaricato il suo notaio di farti avere tutte queste proprietà, siete sposati, sono tuoi di diritto" "Io non le voglio tutte queste cose" "Devi decidere tu la destinazione dei tuoi soldi, non è mia competenza" "Come faccio a rifiutare?" "Non puoi...al massimo li dai in beneficenza" mi suggerisce Bilel. "E' quello che farò" penso sospirando. "Ad ogni modo, quando hai del tempo passa da qua che devi decidere un codice per la tua cassaforte" "Cassaforte?" "Per una così grande somma di denaro riserviamo delle vere e proprie casseforti, solo tu saprai il codice" "Capisco...grazie Bilel per essertene preoccupato, inoltre sono più tranquilla a sapere che li ha la tua banca i miei soldi" "Non è nulla, torno a lavoro che ho interrotto una riunione, ci vediamo presto?" "Ci vediamo presto, buon lavoro" "Anche a te, un abbraccio" dice Bilel riattaccando. Riattacco anch'io e mi butto sulla poltroncina, andando a controllare l'app della banca. "826.821.000€" leggo sull'app. "Santo dio...questa è follia" mormoro gettando il cellulare sulla scrivania. --------------------------------------------------------------------- "Caro diario, è passata un'altra settimana e io continuo a vivere alla giornata. Ieri sono riuscita a mangiare una fettina di carne, solo metà, ma ci sono riuscita...finalmente sento un po' di appetito. Le ragazze mi sostengono sempre e cercano di non lasciarmi mai sola, ma quando lo sono è straziante. La notte spesso m'immagino di essere abbracciata dalle sue braccia possenti e il suo respiro caldo sul collo...mi stringo nelle coperte e sorrido. La mattina spesso mi capita di scendere e andare alla ricerca di Khalil, andare nel suo ufficio per disturbarlo, ma appena metto piede in corridoio, mi rendo conto di non essere più nella nave, sono a casa mia, sola. Prima di andare a lavorare faccio una corsetta nel parco vicino, nella nave ero così pigra e se volevo muovermi o correvo un po' di sopra o nuotavo o scopavo...spesso preferivo la terza opzione. Delle volte mi capita di toccarmi e pensare a lui, vengo in pochi minuti e piango il secondo dopo...l'idea di non poterlo risentire dentro di me, di non essere avvolta nel suo calore mi fa morire. Ho un nuovo vicino di casa, Domiziana si è trasferita da sua nipote e adesso c'è Damiano. E' un cuoco e si è appena trasferito a Palermo per lavoro, è un parente lontano di Domiziana, infatti non ha pagato l'intero prezzo di mercato della casa. L'ho conosciuto, niente male. E' molto alla mano e mi ha invitata a cenare nel ristorante in cui lavora, penso di andarci una volta con le ragazze. Delle volte mi blocco per strada a fissare il cielo, le nuvole...chiedo a loro di dargli il buongiorno, alle stelle chiedo la buonanotte, spero stia bene, spero possa amarmi anche lì dove non posso arrivare, spero si ricordi di me, mi senta, capisca che mi manca terribilmente. Ho riletto delle pagine scritte mesi fa e ho riso a crepapelle, auguravo la morte al mio stalker, è successo davvero. E' successo davvero? Ad ogni modo, devo andare avanti, rimanere lucida per me e per il bambino che porto nel grembo. Non lo sa ancora nessuno, il medico me l'ha confermato ma io ho chiesto riservatezza, non abortirò, non lo voglio fare, ma devo iniziare ad abituarmi all'idea di crescere un bambino senza il padre. Sarò sincera, mi è capitato di pensare come sarebbe stato Khalil come padre e ho subito fatto una smorfia. Non so se sarebbe stato realmente pronto e nonostante il mio forte sentimento nei suoi confronti, non dimentico ciò che mi ha fatto passare. Come avrei fatto a crescere una famiglia con lui? Ripensando a tutti gli anni d'incubo, fingendo che non sia mai successo nulla, c'è ancora del risentimento in fondo e se avessi dovuto crescere una famiglia, avrei voluto crescerla con amore, gioia, rispetto reciproco e fiducia. E' inutile che ci pensi adesso, lui non c'è e adesso, tocca a me trarre le somme. Spero solo che mi dia la forza di andare avanti perchè in questi giorni vorrei davvero morire, se non fosse per nostra figlia." ------------------------------------------------------------------------------------------ "Pranziamo insieme?" chiedo a Melisa che entra nel mio ufficio. "Io...veramente capo volevo chiederti due giorni di ferie" dice Meli sorridendo. Che bella quando sorride con quel pancione. "Uhh e che deve succedere in questi due giorni?" chiedo chiudendo i fascicoli. "Io e Kemal faremo l'anniversario di matrimonio e abbiamo scelto di andare in montagna, stare soli soletti per questi due giorni" "Le sorelle Fernando sono in vacanza con le loro famiglie, Lena è in Francia con Efrem e la piccola Ines, Alice in Olanda per la partita e Swarna impegnata con la bambina. Vi sto invidiando" "Ci sono delle stanze libere nel cottage, sei la benvenuta!" "Stavo scherzando, divertitevi" Meli mi raggiunge e abbracciandomi dice "Tu come stai?" "Si va avanti, tra un po' finisco il turno e penso di tornare a casa" "Sei l'unica ancora qui, vai a pranzare in mensa, ci sono tutti" dice lei preoccupandosi di me. "Li raggiungo adesso, tu va'...non far aspettare Kemal che è già impaziente di suo" Lei scoppia a ridere e dice "Ti chiamerò appena potrò, promesso" "Non ci pensare, io starò bene. Salutami Kemal" dico mentre lei mi manda un bacio ed esce dall'ufficio. Sospiro e faccio per spegnere il computer, ma mi si apre una pagina con un annuncio enorme. " Minicrociere nel Meditteraneo. Un pastis a Marsiglia e lo shopping a Barcellona: tante emozioni a poco prezzo. Parti da marzo a maggio. A partire da 199€ a persona. Vedi dettagli" Sorrido amareggiata e ripenso a quando la mattina mi affacciavo dallo yatch e osservavo il mare splendente attorno a me, si respirava un'aria pulita, delle volte vedevo dei delfini saltare e i gabbiani volare sopra... ripenso a quella notte... "Ma è notte fonda" mormoro mentre Khalil mi trascina per le scale. "Ti piacerà, vedrai.." dice stringendomi forte la mano. Mi sistemo la camicia di Khalil, che ormai funge da pigiama da giorni, e seguendolo arriviamo di sopra...lo yatch corre veloce e attorno a noi c'è solo mare. La luna riesce a illuminare di poco le nostre figure e il mio sguardo si abbassa quando Khalil si ferma. "Ma..." mormoro osservando delle candeline per terra vicino alla piscina e dei petali di rose sparsi ovunque. "Tu sei pazzo" dico leggendo la disposizione delle candeline. "TI AMO" "Ti piace?" chiede sorridendomi...la luce illumina il sudore che scorre dal petto, agli addominali fino ad arrivare al basso ventre. Facciamo sesso da ore, lui non riesce a staccarsi da me e io da lui...è così bello. "Se mi piace?"chiedo sorridendo. Lui mi fa l'occhiolino e trascinandomi sulla sdraio sopra di lui dice "Non so in che altri modi dirtelo" "Ma quando hai fatto tutto questo se eri con me?"chiedo passando le mani sui suoi pettorali. Lui recupera una bottiglia di champagne ghiacciata, due calici e una teglia piena di frutta. "Malcolm...gli avevo detto di sistemare il tutto per le 3 di notte" "E se ci fossimo addormentati?" "Avrei sempre trovato un modo per tenerti sveglia" dice lui malizioso togliendo la carta dal tappo dello champagne. "Cosa si festeggia?"chiedo mentre lui mi consegna il calice. "Noi, per sempre noi" "Mi piace" dico quando lui mi posa sul grembo lo champagne e dice "Stappiamolo insieme" Annuisco con la testa e lui mormora "3...2...1..." Stappiamo lo champagne e scoppio a ridere. Lui mi versa dello champagne e versandolo anche per sè chiede "A noi?" "A noi" dico avvicinando il bicchiere al suo. La bottiglia finisce velocemente e ne stappiamo presto un altro...parliamo di tutto, ci prendiamo in giro, litighiamo anche nel mezzo e mangiamo tanta frutta. "Ancora ancora!" esclamo volendo bere altro champagne. "Sei andata" dice lui ridendo. Anche lui non scherza..."Vedi che so reggere benissimo!" grido alzando il braccio, ma lo champagne cade su Khalil e io mi scosto subito ridendo. Lui alza la testa pronto a farmela pagare e io corro alla prua della nave...mi appoggio alla balaustra di legno, mentre lui m'intrappola e mi fa sedere sopra la balaustra. Mi circonda subito la vita e io abbasso lo sguardo al mare..."Se cado, è finita" mormoro col cuore a mille. Sono a un passo dal finire in mare. "Ti fidi di me?"chiede lui cercando il mio sguardo. "Non dovrei farlo" confesso. "Ma ti fidi" Annuisco mentre lui delicatamente scosta la camicia e apre i bottoni che la tenevano aperta. Il vento rinfresca tutto il mio addome e i seni...le gambe sono in aria e gemo quando sento il vento accarezzare anche la mia carne sensibile. "Sei così bella, a volte non riesco a credere che sei reale" "Tu mi sopravvaluti" mormoro chiudendo gli occhi e appoggiando le nostre fronti. "Sei tu che ti sottovaluti" dice lui scostandomi una ciocca di capelli. Riapro gli occhi e deglutendo mormoro "Ti voglio" "Anch'io...in una maniera così intensa che mi fa male" rivela lui abbassando il viso ai miei seni e scostando i boxer. Affondo le dita nei suoi capelli e gli attorciglio attorno ai fianchi le gambe. "Sei fatta per me, ricordatelo sempre" dice lui entrando piano piano dentro di me. Spalanco la bocca e respiro l'aria del mare...che goduria. "Sei mia, mia sola. Soltanto mia" ringhia spingendo forte. Mi sporgo ulteriormente indietro e sento l'ebbrezza del pericolo...sento il rischio, il mare furioso con me per ciò che sto facendo, provando, sento tutto, sento me, sento noi. "Khalil" gemo mentre lui mi tiene forte dalla vita e non mi permette di cadere. Non lo farebbe mai, sono troppo preziosa per lui...mi ama. "Khalil" gemo più forte graffiando la sua schiena muscolosa. "Morirò se continui così...morirò per la felicità" dice lui sofferente. Grido ancora e ancora...mi sento delirante fino a quando arrivo e mi lascio andare completamente...spalanco gli occhi e vedo le stelle sopra di me, il vento che mi sfiora, il mare silente, lui dentro di me...non mi dimenticherò mai di questa notte. Lui mi stringe forte, sento il suo cuore a mille, io sento di poter volare...di poter fare grandi cose, Khalil mi dà la forza di vivere e la sottrae allo stesso tempo, con lui non è mai nella norma...è sempre oltre, è sempre esagerato, è sempre illimitato, fuori controllo...o voli in alto o muori schiantato. Mi sento volteggiare quando lui mi riporta sulla sdraio e mi fa sdraiare sopra di lui...mi accarezza i capelli delicatamente e mi riscalda col suo calore...mi sento esausta, così tanto che sento solo l'eco di un "Ti amo" Asciugo una lacrima che scende furtiva e mi alzo dalla poltroncina. Ho bisogno di un po' d'aria. Esco dall'ufficio e anziché scendere le scale, le salgo fino all'ultimo piano. Forzo un po' la porticina e riesco a salire sul tetto. Blocco la porta con un masso e scendendo sul letto, avanzo piano. E' una bellissima giornata, il cielo è di un azzurro chiaro, le nuvole bianche, il sole splende forte e la città frenetica sotto il mio sguardo. Raggiungo il cornicione e con attenzione mi siedo sopra. L'ultima volta che sono stata qui, ero con lui, parlavamo dei nostri sogni, della famiglia che avremo voluto crescere con amore e gioia. Alzo lo sguardo al cielo e sorrido, niente più lacrime...lui non vorrebbe, ha sempre detto che sono più bella quando sorrido, che quando piango lui non lo sopporta. Abbasso lo sguardo alla fede e me la rigiro nel dito, chissà dove sarà la sua. Dondolo le mie gambe col vuoto sotto di me e osservo le strade affollate di Palermo. E' l'ora di punta e il traffico in centro è terribile, sposto lo sguardo al giardino inglese che da quassù posso ammirare bene e noto vari suv ai lati del giardino. Starà per venire qualcuno d'importante? Noto altri suv oltre il giardino inglese e altri che circondano tutto il centro. Hanno messo guardie ovunque per il centro, chi diavolo deve arriv.... "Malcolm?"mormoro notandolo all'ingresso del centro con cinque suv che bloccano il cancello. Che diavolo sta succedendo? Noto altre macchine raddoppiarsi attorno al centro. Corrugo la fronte nel vedere delle guardie uscire dai suv e posizionarsi in ogni angolo, sembra sia successo qualcosa, un attentato? Una rapina? Un... Spalanco gli occhi sentendo il cuore battere all'impazzata e come una presenza alle mie spalle. Non può essere. Mi giro lentamente e... "Ciao pulce" mi saluta sorridendo Khalil poco più lontano da me.

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


Vederla fu amarla, amare solo lei, ed amare per sempre. -Robert Burns RAKIB'S POV: PASSATO: "BENVENUTI AL PARTY DELLA PRINCESS ALICE" leggo all'ingresso della casa. Sorrido e mi guardo attorno. Angela ha fatto un lavoro magnifico. E' tutto addobbato di rosa, all'angolo c'è un tavolo con degli antipastini sopra, un sacco di palloncini per aria e per terra, dei coriandoli sparsi ovunque e vari giocattoli messi nel salotto. "Oh figliolo!" esclama Angela rintracciandomi da lontano. "Ma guarda quanto siamo belli!!" dice osservandomi con la camicia bianca, un papillon blu e i capelli gellati. Ho stirato io con cura l'unica camicia che avevo, messo il papillon e cercato di domare i ricci col gel...baba ha detto che ero un figurino e mama..beh mama stava male ed era a letto, ma sono sicuro che sarei piaciuto anche a lei. "Questo è il regalo per Alice" dico allungandole il mio pacco. Baba spesso mi dava i soldi per il biglietto dell'autobus e raccogliendoli, sono riuscito a comprare l'ultimo modello di Barbie...sono molto soddisfatto. "Ma grazie! Vado a metterlo insieme agli altri, Alice dovrebbe essere in giro. Divertiti e mangia a sazietà!" dice Angela andando ad accogliere altri invitati. "Ehi Raki!" mi chiama Michael da lontano. Siamo tutti i bambini del quartiere, ci sarà da divertirsi qua. "Ciao ragazzi" li saluto con una spallata. "Robi ha chiesto di andare a bere insieme una cioccolata a Maria Sole" m'informano i ragazzi facendo arrossire Robi. "Vedi Michael? Così si fa" dico riferendomi alla sua cotta. "C'è Samantha, guardatela che bella" dice Domenico dando una gomitata a Michael. "Sta venendo verso di noi!" esclama saltellando. "Domenico finiscila, fingiamo di non..." "Ciao ragazzi" viene a salutarci Samantha. "Ciao Samantha, sei davvero bellissima" dice Michael. Lei gli sorride e dice "Grazie, anche tu sei...gradevole" Sposta lo sguardo a me e dice "Ciao Rakib, che figo che sei" "Grazie"mormoro indietreggiando. "Ti va se andiamo a ballare insieme?"chiede facendo calare il silenzio tra i ragazzi. "Io non..." mi paralizzo nel vedere Jamal ballare con Alice. Saltellano insieme e lei sembra al settimo cielo. Solo ora la osservo vestita da principessa con un vestito rosa, una coroncina sulla testa, i capelli ricci, un gloss alle labbra e delle ballerine con brillantini ai piedi...è da togliere il fiato. "Sì, andiamo" dico prendendole il polso e andando al centro del salone, vicini a loro. Lei mi prende la mano e saltella al ritmo della musica, ma io non stacco gli occhi da lei...come hai potuto farmi una cosa del genere? Decido d'ignorarla e divertirmi anch'io ballando...sono sudato quando alla quarta canzone mi trascino al bancone e prendo dell'acqua ghiacciata. "Le hai parlato di me?"chiede Michael venendomi incontro. "Cosa?" chiedo non capendo. "Sei andato a ballare con lei per parlarle di me, no?" Cosa? "Certo" dico asciugandomi il sudore. "Dov'è adesso?"chiede guardando il centro del salone. "Non ne ho idea, cerca" "Ragazzi, tutto bene?" chiede Angela versando dell'aranciata in un bicchiere di carta. "Si, grazie signora" dico annuendo. "Signora Angela, sa dov'è Samantha?"chiede invece Michael disperato. "Ho dovuto rimandarla a casa con una scusa, Alice mi ha minacciato di urlare piangendo se non l'avessi cacciata subito. Poverina, le ho dato delle fette della seconda torta e detto che la festa sarebbe finita a momenti" "Perchè? Credevo che Alice fosse affezionata a lei" dico perplesso. "Non saprei, si è arrabbiata molto. E' ancora furiosa in cameretta, l'ho lasciata sbollire mentre mi occupavo di lei. Mi potete fare un favore ragazzi?" "Certo signora" "Che la cosa rimanga tra noi, va bene? Non vorrei che Samantha venisse a scoprire la verità" "Va bene, non lo diremo a nessuno. Io posso andare da Alice?"chiedo preoccupato. "Certo, anzi cerca di calmarla e farla uscire se puoi" "Va bene, ci proverò" dico avviandomi. Busso piano alla porta e sento urlare "No mamma, vattene!" "Stellina, sono io" dico. La porta viene improvvisamente spalancata e lei buttandomi per terra, richiude la porta alle nostre spalle. Presto mi ritrovo con dei calci leggeri sulla pancia e lei che mi urla addosso di odiarmi con tutto il suo cuore. "Alice, che diavolo ti prende!" esclamo allontanandola. "Perchè hai ballato con Samantha e non con me? Io sono la festeggiata e la più bella!" "Potrei fare la stessa domanda anche a te, perchè ballavi con Jamal e non con me?" "Ha detto che mi aveva comprato la Barbie Mariposa, capisci?!" "E a me andava di ballare con lei" sbotto innervosendomi. "L'ho fatta cacciare, ora mamma la caccerà" dice lei soddisfatta della cosa. "Perchè? Sei per caso gelosa del fatto che possa ballare di nuovo con lei?" Mi dà un altro calcio alla pancia e io esclamo "Alice!" "Tu sei mio! Hai capito!" urla uscendo dalla cameretta e lasciandomi con un sorriso enorme. Quanto odio doverti amare. PRESENTE "Figliolo, lascia fare a me" dice Angela impedendomi di aiutarla. "Non mi costa nulla" dico mettendo i piatti sul tavolo. "Ma sei l'ospite, devo sempre ricordartelo?"chiede lei ridendo. Sorrido anch'io e dico avvicinandomi a lei "Sa che per me è sempre un piacere aiutarla" "E tu sai quanto odio che tu mi parli in terza persona" "Purtroppo è una cosa che non potrà cambiare, sono abituato a farlo" "E abituati a parlarmi in seconda persona" Ridacchio e chiedo indicando il timer che ha suonato sopra il forno "Prendo io?" " Va bene" acconsente lei mentre io apro il forno ed esco fuori una teglia di pollo arrosto con patate e peperoni. "Sembra buonissimo" dico posandola sul tavolo. "Cos'è? Pollo?"chiede Alice entrando in cucina. "Mmm che profumino" dice avvicinandosi al tavolo e rubando una patatina. "No no, è..." faccio per dire, ma lei ha già messo in bocca la patatina. Subito se ne pente perchè saltella sul posto portandosi le mani sulla bocca. "Bollente" completo la frase guardandola divertita. "Ben ti sta! Quante volte ti ho detto di non fare l'ingorda!" esclama Angela portando a tavola una pentola di penne al sugo. "Aiii non lieso a pallare" bofonchia Alice portando la lingua fuori. Il mio sguardo si posa su questa che è arrossata e subito deglutisco cercando di non lasciarmi andare ai miei pensieri lascivi. Quella lingua gonfia starebbe bene su di me. "Figliolo?" "Eh sì?"chiedo scuotendo la testa. "Siediti, perchè sei rimasto impalato?" Solo ora mi accorgo di Angela e Alice sedute che aspettano me. "Oh certo, io..." mi siedo. "Tutto bene?"chiede Alice corrugando la fronte. "Sì" mormoro abbassando lo sguardo. "Prendi figliolo, mangia tanto" dice Angela indicandomi la pasta. "Si serva prima lei" "Non esiste, prima l'ospite" dice Angela prendendo il mestolo e mettendomi sul piatto una quantità industriale di pasta. "Peccato che non mi avete avvista prima, avrei cucinato qualcosa di più sfizioso" borbotta Angela servendo Alice. "E' stata una decisione presa di fretta, la prossima volta ti avviseremo prima" dice Alice sorridendole. La prossima volta? Vuole riportarmi qui? Non ha detto di non sopportarmi? "Magari la prossima volta posso venire da voi, così posso vedere dove e come stai" dice Angela. "Io...non so, è casa di Rakib e..." "Sì, certo che può. Basta solo che mi avverte prima così da assicurarsi di trovarci a casa"dico prendendo la forchetta. "Posso venire domani se non disturbo troppo? Sono sicura che con te non le mancherà nulla, ma mi piacerebbe vedere la sua camera. Se credi sia inopportuno, va bene. Ripeto, mi fido già" "Può anche stare da noi quando vuole, non disturba affatto" Aspetta...ho detto "da noi"? "Potrei venire per cena, vi porto qualcosa" "Cucina sempre lei, stavolta faremo qualcosa noi" dico scuotendo con la testa. "Ma no! Non voglio disturbare oltre, porterò una bella teglia di lasagne? Eh?"chiede lei sorridendo. Quanto è bella. "Per me..." dice Alice guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia. "Insisto, la cena sarà offerta da noi" dico deciso facendola sorridere. Alice all'improvviso si allunga verso di me e accostandosi al mio orecchio sussurra "Cucini tu, vero?" "La solita" sbuffo. Lei mi fa l'occhiolino e ritorna al suo posto gongolando. "Allora? Raccontatemi un po' della convivenza!" esclama Angela. Alice le rifila un sacco di cazzate; sul come la mattina facciamo colazione insieme, ridiamo e scherziamo, giochiamo, prepariamo insieme la cena...se sapesse che a malapena ci parliamo. "Ed Elsa?"chiedo riferendomi alla sorellina di Alice di 18 anni. L'ultima volta che l'ho vista aveva 5-6 anni. "E' bravissima, ora studia in un'università prestigiosa di Londra. La borsa ricopre le spese scolastiche, ma per il resto siamo noi a provvedere. Ecco perchè Alice ha voluto cercare di fretta e furia un lavoro, anche se potevamo stare a galla solo col mio stipendio" spiega Angela mangiando delle patate. E' questo il motivo per cui Alice non molla il lavoro? "Che università?" chiedo gustandomi il sugo buonissimo. "Oxford, incredibile no?!" esclama Angela molto orgogliosa. "Come no, è un traguardo grande. I miei complimenti" "Grazie figliolo, con duro lavoro e sacrifici tutto è possibile. Tu ne sei anche la prova" Sorrido e le faccio un cenno con la testa di ringraziamento. Il pranzo è abbondante e tra vecchi aneddoti, finiamo di mangiare. Alice va in camera e io rimango con Angela a guardare la Vita in diretta. L'aggiorno sul mio lavoro e lei mi racconta del suo. Quanto mi mancavano le chiacchierate con lei. "Quindi?"chiede Angela improvvisamente. "Cosa?" domando non capendo. "Con Alice? Tutto a gonfie vele?" chiede quasi maliziosa. Io scuoto subito la testa e dico "No no, noi non stiamo insieme" "Questione di tempo" "Come?" "La guardi ancora come una volta, la ami come il primo giorno" "Signora io.." Lei prende la mia mano e stringendomela dice "Non potevo chiedere persona migliore per cui affidare Alice, mi sento molto tranquilla, so che la proteggerai anche con la vita se servirà" Abbasso lo sguardo e annuisco debolmente "Finchè è sotto la mia ala, non le succederà nulla" "Lo so, ne sono certa" Alzo lo sguardo all'orologio e mormoro "Sono già le 19, è meglio che vada" "Sì, vai a chiamare Alice. Io intanto vi metto da parte i resti del pranzo per la cena" dice Angela andando verso la cucina. "Non serve, l'ho già disturbata troppo per il..." "Niente lamentele, va' da Alice" dice Angela sparendo dalla mia visuale. Sorrido e vado alla ricerca della camera di Alice...la trovo facilmente e busso alla porta. Non risponde nessuno. "Alice?"mormoro bussando ancora. Perplesso apro di poco la porta e chiedo "Posso entrare?" Ancora nulla. Mi sporgo di poco e la vedo sul letto con la maglietta risalita, svelando la sua pancia piatta, con le gambe distese, le labbra socchiuse che sonnecchia tranquillamente. Scuoto la testa sorridendo e mi avvicino piano a lei. Mi abbasso alla sua altezza e mi perdo ad osservarla. Quanto bella è? La mia mano si alza sola e va a sistemare una ciocca di capelli dietro l'orecchio, scoprendole il viso angelico, con l'indice le accarezzo la guancia morbida e calda, e incantato da questa visione sto immobile a studiare ogni suo piccolo dettaglio. "Si è addormentata" sento dire dietro di me. Mi giro di scatto e...quanto tempo è passato? Da quanto Angela è lì? "Sembra di sì" sussurro rialzandomi. "La lascio qui per oggi, domani vengo a riprenderla" mormoro uscendo dalla stanza. "Va bene, ma rimani per favore anche per cena" "No no, io..." Lei alza l'indice minaccioso contro di me e dice "Su, vieni ad aiutarmi" Non mi lascia neanche il tempo di replicare che va via...sospiro e girandomi a vedere per l'ultima volta Alice, chiudo piano la porta. ------------------------------------------- "Ma quanto schiamazzate? Mi avete svegliata!" esclama Alice entrando in cucina mentre noi stiamo per finire di preparare la cena. Stiamo facendo la pizza in casa, come una volta. "Eccola Alice nel paese delle meraviglie" scherza Angela. Alice avvicinandosi al bancone, si sporge e chiede "State facendo la pizza?" "No, un risotto" la prende ancora in giro Angela. "Mamma da quando sei fatta così ironica?" "Da sempre tesoro, hai preso da me ti ricordo" replica la madre facendola sbuffare. Ruba un cubetto di wrustel e chiede "L' avete fatta anche per me?" "La sta facendo lui" dice Angela indicando la pizza che sto facendo. "Rakib! E metticela un altro po' di mozzarella!" esclama lei spingendomi e finendo di completare la sua pizza. "Ora sì che è una signora pizza" "Ma non sarà troppo condita?" chiede la madre osservando la montagna di mozzarella sopra. "Melius abundare quam deficere" dice lei facendole la linguaccia. Passo a condire la mia in silenzio, ma mi spinge anche stavolta e dice "Lascia fare a me" La guardo severo, ma lei neanche alza lo sguardo su di me e si adopera a condire la mia pizza con più cose possibile. Rimango sorpresa nel vederla condire come l'avrei condita io e mettendoci una foglia di basilico al centro chiede "Allora? Non sono stata brava?" Faccio un leggero cenno e lei sorridendomi mormora piano "Non ti mordo se mi fai un piccolo sorriso" Mi pizzica la guancia e va a infornare la mia pizza. Mi mordo il labbro e sposto lo sguardo a sua madre che mi guarda con complicità. Ha capito tutto, anzi mi ha confermato tutto. Le sorrido e abbassando lo sguardo imbarazzato, inizio a pulire. Dopo mezz'ora finalmente mangiamo le nostre pizze e dopo alcune chiacchiere futili, Angela chiede "Come stanno mamma e papà?" Deglutisco rumorosamente e dico impostato "Mamma è morta quando ho fatto 15 anni e papà insomma...papà sta bene ma beve tanto e non ci sentiamo sempre. Gli mando una quota ogni mese e nelle feste...ecco nelle feste mi manda un bigliettino con i ringraziamenti" "Io...Oh cielo, non lo sapevo di tua madre. Alice, tu ne sapevi qualcosa?"chiede Angela un po' innervosita. Alice scuote la testa e abbassa lo sguardo alla pizza, starà provando pena per me? "Va bene così, è stato tanto tempo fa. Mama non stava tanto bene con noi e poi aveva già problemi di salute, l'alcool, il fumo e la droga hanno solo peggiorato la sua situazione ed è stato inevitabile la sua morte. Con baba ci sentiamo delle volte e mi assicuro che non gli manchi nulla, beve tanto ma sta bene e a me...a me non dispiace questa indipendenza" "Avrai sofferto molto, eri giovanissimo" dice Angela con gli occhi lucidi. È sempre stata molto sensibile ed empatica. "E' stato un periodo duro, avevo anche perso da poco l'unica persona che avesse potuto dare un senso alla mia vita" mormoro lasciandomi andare a scottanti rivelazioni. "Chi?"chiede Angela incuriosita. Cala un silenzio tombale...Angela non sa che siamo stati insieme, abbiamo scelto di non dirglielo per paura che ci potesse staccare, ma poi è stata proprio lei a rovinare tutto. "Un'amica... è morta e con lei sono morto un po' anch'io" "Gioia, non sapevo di questa perdita. Com'è morta lei?" "Di crepacuore, strano perchè lei un cuore non ce l'aveva" dico acido, mentre metto dell'olio d'oliva sulla pizza. "Ma come? Non capisco, non eravate amici?" chiede Angela. Alice mangia la sua pizza in silenzio e non stacca gli occhi dal piatto, sa benissimo che sto parlando di lei e non sta negando nulla. "Era importante per me, non allo stesso modo io per lei. Capita di sbagliare amicizie nella vita, basta solo poi imparare la lezione e non ricascarci più" "Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio! Non ridare la tua fiducia a persone che l'hanno tradita, mi dispiace comunque per questa persona, si vede che ci tenevi tanto" dice Angela ignara del fatto che stia parlando proprio di sua figlia. "Sì, ma è tempo passato. Ho imparato una lezione" dico pulendomi la bocca con un tovagliolo. "Non l'hai mai perdonata? Neanche dopo la sua morte?"chiede improvvisamente Alice. "No" sbotto freddo. "Dovresti, quanti anni avrà avuto? La tua stessa età?" "Io non l'avrei tradita neanche a 5 anni" "Questo tu, magari perchè sei sempre stato maturo. Non siamo tutti come te" "Ha ragione Alice, anche l'età conta. Quanti anni aveva questa tua amica ai tempi?" "14" "Sicuro? Io penso un po' meno...magari 12?" chiede Alice fingendo. Socchiudo gli occhi minaccioso e Angela dice "Caspita era davvero piccolina, non che la cosa la giustifichi tanto, ma a quell'età che maturità ti aspetti?" "Io non ho mai chiesto nulla, solo che mi volesse bene"dico ad Angela "Te ne ha sempre voluto" interviene Alice bevendo dell'acqua. "Non credo proprio, non mi avrebbe allontanato dalla sua vita in quel modo" "Ha sbagliato, ma sei sempre stato importante nella sua vita" "Cazzate, era solo una traditrice subdola" sibilo tagliando la pizza, per la rabbia persino il piatto. "Io credo tu stia esagerando" "Io credo di essere stato fin troppo buono a continuare a volerle bene" "Volerle bene? Ma se la tratti come una bestia?" "Una bestia? Non le ho mai fatto mancare nulla!" inizio a innervosirmi. "Ma...questa tua amica non era morta?"chiede intromettendosi Angela. Alice la ignora e girandosi completamente verso di me, sbotta "Le hai fatto mancare il rispetto, la cosa più importante" Mi giro anch'io e sibilo "Che rispetto dovrei darle dopo come mi ha trattato?" "E' successo mille anni fa cazzo! Mille!" inizia a gridare lei sporgendosi verso di me. Mi sporgo anch'io e ringhio sporgendomi verso di lei "Un cuore non puoi più rimetterlo a posto dopo che l'hai spezzato! Anche se si parla di mille anni fa!" "Sei solo un idiota rancoroso!" "Tu una stupida viziata!" "Sai che ti dico? Vaffanculo, io ci ho provato in mille modi ma tu tu..." "Cosa io? Dovrei anche perdonarti come se nulla fosse successo? Hai idea del male che mi hai fatto! Non mi rimaneva più nessuno!" "Mi dispiace! Te l'ho detto mille volte!" "Non mi bastano! Non mi bastano le tue scuse! Non riesco a perdonarti, non ci riesco!" "Allora non mi parlare!" "Era quello che ero intenzionato a fare fin dal principio!" "Bene!" Sbotta lei rigirandosi verso la pizza e prendendone subito un'altra fetta con le braccia incrociate. "Bene!" sbotto anch'io girandomi e continuando a mangiare la mia pizza con le braccia incrociate. Sentiamo Angela schiarirsi la voce per poi alzarsi e dire uscendo dalla cucina "Rakib figliolo, vado a sistemarti la camera per gli ospiti per stasera" "No no, io vado a casa mia" dico contrariato. "Hai bevuto del vino, non conviene a quest'ora" "Posso chiedere a..." "No, voi non uscirete da qui senza aver risolto. Vado a prepararti la camera" dice per poi sparire dalla cucina. "Perfetto, hai fatto incazzare mamma" sbotta Alice bevendo del vino. La guardo spalancando gli occhi "Io?" Abbasso lo sguardo al vino che si sta ingurgitando e togliendole il bicchiere borbotto "E finiscila con questo vino, hai già sparato diverse cazzate" "Io? Semmai sei stato tu a rivelare tutto a mamma! Le sarà venuto un colpo a sapere di noi! E ridammi il vino!" "Ma che colpo, avrà sospirato di sollievo nel sapere che ero io"borbotto allontanando dalla sua portata il vino. "Non capisco come abbia così tanta fiducia in te, sei un tale irresponsabile..." "E tu una stronza" Lei spalanca la bocca e spingendole in bocca una patatina dico "Chiudi questa bocca, potrebbero entrare le zanzare" "Quanto è vecchia questa battuta? Non ti sei aggiornato?" sbotta lei viziata qual è, masticando la patatina che le avevo imboccato. "Non mi serve farlo" "Come le attiri le tue fans in camera da letto poi?" "A differenza tua, sono già attraente e non ho bisogno di attrarre" Lei butta sul piatto il tovagliolo e sbotta "Chi ti credi di essere?" "Il Namur" "Oh ma per favore, riesci ad attrarre solo stupide galline" dice lei alzandosi dalla sedia. "Concordo, tutte le mie ex lo erano" All'improvviso mi arriva una crosta di pizza in testa e lei che sbotta "La finisci o ne vuoi altre ancora in testa? Magari ti si riaggiusta la capoccia" "Pure violenta, la lista delle tue caratteristiche si fa sempre più lunga" "Incredibile, sei proprio uno stronzo" sbotta lei uscendo dalla camera. "Pure volgare" grido dalla cucina. "Fottiti!" la sento gridare mentre bevo del vino e me la ridacchio. Ma quanto è carina quando si arrabbia? ----------------------------------------------------------- Sono seduto sul divano che faccio zapping tra i canali, Angela è andata a dormire e di Alice non si hanno notizie. Poco m'importa. Angela ha nascosto le mie chiavi, il mio cellulare e il mio portafoglio, è proprio decisa a farci riappacificare...non so quanto ancora possa sperarci. "Titanic" mormoro leggendo il titolo del film che va su canale 5. Ho beccato anche canali che parlavano di me, ma non sono in vena di commenti stasera. Voglio solo di annoiarmi con un film e dormire qui, questi sono i piani. Sento improvvisamente un rumore dalla cucina dietro e girandomi becco Alice che esce fuori con un plaid sopra e una bottiglia di vino in mano. "Che ci vuoi fare con quella?"chiedo severo. "Fatti gli affari tuoi" Mi alzo e vado a sottrarle la bottiglia. "Ma che fai!" esclama subito lei. "Cosa direbbe tua madre nel vederti ubriaca" "Vedi che io reggo benissimo" "Sei solo una bambina, smettila" dico riposando la bottiglia. Ritorno in salotto e vado a risedermi sul divano. Alice m'imita e occupa tutto il divano stendendosi col suo plaid. "Fai pure" borbotto all'angolo. "Come?" chiede Alice fingendo di non aver capito. "Comoda?"chiedo alzando un sopracciglio. "Non tanto, vorrei stendere bene i miei piedini, posso?"chiede posandosi sopra le mie gambe. La fulmino con un'occhiataccia e lei non aspetta altro che sentirmi infastidito, ma non gliela lascio vinta e dico "Certo, è casa tua dopotutto" "No Jack! Butta in mare Rose e salvati!" Grida all'improvviso Alice verso la fine del film. "Smettila di frignare" borbotto concentrato sul film. Sorprendentemente mi ha appassionato, non me l'aspettavo proprio...non guardo la tv da anni. "Uomini...siete così stupidi" mugola lei disprezzante. "Ma Rose è una gran fregna, lasciamola vivere" Improvvisamente Alice mi molla un calcio sull'addome e io esclamo "Ma sei impazzita?" "Finiscila." borbotta lei rimettendo i piedi sulle mie gambe. "Cosa? Sei per caso gelosa?" chiedo malizioso. Un altro calcio non tarda ad arrivare. "Alice, porca puttana!" "Shh, sveglierai mamma" "Che sia la volta buona che ti sculacci!" Lei scoppia a ridere ma tappandosi subito la mano, se la ride in silenzio. La cosa disgraziatamente fa ridere anche me e borbotto fingendo di essere ancora incazzato "Non le hai prese abbastanza da piccola" "C'eri tu che mi coprivi sempre" dice lei sorridendomi. "Male, se potessi tornare indietro..." Lo rifarei, ti proteggerei lo stesso, sempre. Lei si mette seduta e sporgendosi su di me chiede "Cosa?" Ha capito. Incrocio le braccia contrariato di questa mia impotenza davanti a lei, mentre lei si sporge ulteriormente e mi lascia inaspettatamente un bacio sulla guancia, per poi posare la testa sulla mia spalle e coprirci col plaid. Rimango immobile davanti a questo contatto e fingo di essere concentrato sul film. Il film finisce dopo quindici minuti e sento Alice russare leggermente sulla mia spalla. Volgo piano lo sguardo e la osservo con le ciglia lunghissime, le labbra socchiuse e il nasino all'insù. Quanto è carina quando dorme? Sorrido, mentre sento come una vibrazione sul divano. Corrugo la fronte e alzo piano il plaid per capire...trovo tra le mani di Alice il mio cellulare. Ma che...? E' stata lei a rubarmi le cose e a trattenermi qui? Le prendo il cellulare e posandolo sul tavolino, la ricopro con la coperta. Aspetto di essere arrabbiato della cosa, ma al contrario la cosa mi fa sorridere. Vuol dire che mi voleva con sè? Rivolgo lo sguardo su di lei e mormoro "Sei una grandissima peste" Appoggio la testa sulla sua ispirando il suo dolce profumo e sussurro prima di addormentarmi anch'io stanco "Odio doverti amare stellina"

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


Conosce l'amore solo chi ama senza speranza"- Friedrich Schiller. KHALIL, 16 ANNI FA. "Bravo il ragazzo" commenta Omar sorseggiando del tè. "Sì, schietto, rapido, sangue freddo...I miei preferiti"aggiunge pensando ad alta voce. "È la nuova recluta, Jamal" dico indicandolo. "Chi l'ha trovato?" "Lo Sceicco" "Tu?"mi chiede sorpreso. "A Palermo li ho trovati, Ahmed li ha convinti a fare soldi se ci avessero seguiti e loro hanno abboccato" "Dici Farid? Quello del calcetto? " "Sì, li ho trovati insieme" "Ottimo lavoro Khalil, continua così e chissà...Un giorno potrai essere al mio posto figliolo" "Sarebbe un onore" dico inchinando la testa. "Puoi andare, voglio osservare ancora nostro fratello Jamal sparare" "Salam Aleikum" mormoro chinando la testa e uscendo dal tendone. A Raqqa le temperature sono bollenti e domani mattina mi aspetta un'esecuzione. Solo al pensiero trattengo un conato di vomito, ogni volta che vado a lavarmi e mi ritrovo il sangue dei traditori addosso, ho sempre un certo ribrezzo. Entro nel mio bungalow e uscendo una sigaretta, la fumo andando in cucina. Spalanco le finestre e mi affaccio fuori, è pieno giorno e gli allenamenti sono frenetici. "Ehi, "Hai un'altra sigaretta? "Sento chiedere. "No" dico senza girarmi col pacchetto di sigarette in mano. Sento dei passi e qualcuno che mi sfila una sigaretta dal pacchetto. Alzo lo sguardo per fulminarlo, ma mi ritrovo il ragazzo di prima. Jamal. "Che ha detto di me Omar?"chiede accendendosi la sigaretta. "Vuoi che ti spacchi la faccia?"ringhio. "Tu? Quanti anni avrai? 15? 16? Fammi il favore" "Anche se sei il doppio di me, posso spaccarti la faccia lo stesso" "Bene, fallo" dice quasi divertito. "Fanculo, non mi va di sporcarmi le mani col tuo lurido sangue" "Mi chiedo cosa ti possa essere capitato" dice buttando del fumo fuori. "Cosa?"chiedo non capendo. "Perché sei così freddo, la scorsa volta ti ho visto cucire la bocca di un russo. Non te ne fregava nulla di lui, eri solo concentrato a cucirgliela, nonostante le grida e il sangue che abbondava" "C'è una conseguenza ad ogni azione, ci ha traditi parlando e ora siamo certi che non lo farà più" "Sei orfano, vero?" "Fatti i cazzi tuoi" "Farid mi ha detto che ti ha visto leggere Romeo e Giulietta, leggi per passione o..." Lo prendo dalla divisa e sbattendolo al muro sibilo "Ho.detto. Fatti.i.cazzi.tuoi." "Diglielo a Farid" dice lui divertito neanche minimamente spaventato da me. "Cucirò la bocca anche a lui allora" minaccio. Lui si fa serio e prendendomi in un pugno i capelli ringhia "Tu sfiora Farid e vedi come ti becchi un proiettile in testa" "Lasciami." ringhio furioso. Jamal lo fa e sistemandomi la divisa scherzosamente dice "Io me ne andrò da qui, conviene farlo anche a te. Stai perdendo anche quel briciolo di ingenuità che ci deve essere in un 16enne" "Tu dovresti farti fottere per schiarirti le idee" dico buttando la cicca. "Fesso" borbotto uscendo fuori. ----------------------------------------------------------------------- PRESENTE. "Signore! Signore!" Sento gridare mentre mugolo tossendo. La febbre sembra essere aumentata cazzo "La signora è scappata via con un taxi! " Stavolta spalanco gli occhi. "COSA?!"grido esclamando. Controllo la parte vuota del letto e serro la mascella. "Quando!" Urlo scendendo dal letto. "Lei...lei sembrava sconvolta. L'è successo sicuramente qualcosa" "Capisci che dicendo così mi farai morire? Perché diavolo non l'hai fermata! "grido agitando le braccia. "Ci ho provato, la signora ha rubato il suo cellulare e mandato un messaggio a me chiedendo un taxi, ho eseguito pensando di obbedire ai suoi ordini" spiega lui nervoso. Non so se la sua furbizia mi snervi o mi ecciti. "Dobbiamo trovarla, subito! Abbiamo l'elicottero che ci aspetta" borbotto inserendo la giacca di pelle e le scarpe sportive. "Sì signore "dice Malcolm aprendomi la porta della stanza. Andiamo veloci verso l'ascensore notando due ragazzi dentro, me ne fotto. "Possiamo prendere il pro..." "Siamo di fretta" dico cliccando per il pianoterra, mentre le porte si chiudono. "Ricapitolando: lei ha mandato un messaggio dal mio cellulare, ti ha ingannato salendo sul taxi e.." la mia vista all'improvviso si fa confusa e inspirandosi un fortissimo odore di chimico, i miei sensi velocemente perdono forza e cado per terra, come un peso morto. ------------------------------------------ "Ma che diavolo..." sussurro aprendo gli occhi e vedendo il buio circondarmi. Sono legato e sul cofano di una macchina... Chi cazzo è stato a legarmi ? Faccio per gridare, ma solo ora mi accorgo di avere anche la bocca coperta da un fazzoletto, ottimo. Mi agito sperando di potermi slegare mani e piedi, ma senza un buon risultato. L'auto in cui sono imprigionato corre veloce in strada, quindi presumo siamo in autostrada o che il coglione non rispetti le regole della strada. Dove sono diretto? Chi è il genio che si è messo contro di me? Ha idea con chi si è scagliato contro? No, non ha idea, nessuno lo farebbe mai se ci tenesse alla sua gola. L' auto sobbalza improvvisamente facendo sobbalzare anche me e sbatto la testa su una cosa metallica. Cazzo...impreco per l'intensità della botta. Flora. Merda, pulce. Mi guardo attorno per cercare qualcosa, qualsiasi cosa possa essermi utile, ma non vedo nulla, cazzo niente di niente. Tasto con le mani, ma subito faccio una smorfia di dolore...I polsi sono stretti troppo alla corda e ogni mio passo è straziante. Brutti figli di puttana. Cerco di combinare qualcosa coi piedi, ma all'improvviso sopra di me qualcosa si apre e la luce del sole è così forte che sono costretto a chiudere gli occhi. "Incredibile, neanche una doppia dose ha effetto su di lui "dice una voce maschile sprezzante. Faccio per aprire gli occhi, ma qualcosa colpisce forte la mia testa e io sono costretto a spegnermi. ---------------------------------- "Ehi, no entra" mormoro digitando una risposta all'ultima email della Holding di Pechino con cui sono in affari. "Passo più tardi se stai lavorando" dice la mia dolce mogliettina. "No, vieni" dico quasi come un ordine. Vorrei che non risuonasse così, ma sono un tale idiota. Lei esegue i miei ordini e avvicinandosi a me, si appoggia alla scrivania timidamente. Mando l'email e sorprendendola, le afferro il braccio e la trascino sulle mie gambe. "Khalil!" Esclama lei atterrando su di me. "Buongiorno pulce" sussurro io prendendole il mento. Lei ha ancora un cipiglio contrariato in volto, ma si scioglie subito dopo col bacio. Infilo le mani sotto la sua gonna e attirandola più a me, gemo di piacere nel sentirla esattamente sopra il cazzo. "Che fai?" Chiede lei ridendo mentre le accarezzo una natica. "Ti va di farlo qua?" Mormoro tirandole il labbro inferiore. Lei alza lo sguardo da pantera su di me e sorridendomi maliziosa chiede "E se dovesse entrare qualcuno?" "Vedranno quanto ci amiamo" Lei scoppia a ridere, contagiandomi a sua volta e allacciandomi le braccia attorno dice "In fondo Malcolm non è la prima volta che ci vede" "Ci stai quindi?"chiedo elettrizzato. Flora in risposta si allunga su di me e inizia a baciarmi. Sorprendentemente è lei a prendere l'iniziativa è infilarmi la lingua in bocca. Accetto mugolando con molto piacere e sento le sue dita che partono dal petto, si abbasso all'addome, sempre più giù, sempre più giù... Squilla il telefono e lei alzandosi da me, mormora sulle mie labbra "Il telefono, prendi" "No no no no" mormoro prendendole il posto per trattenerla. "Dai, io vado in cucina a farmi un tè. Lo vuoi?" "Io voglio farmi te" dico il più diretto possibile. Lei si abbassa a darmi l'ultimo bacio e allontanandosi dice "Rimandiamo a dopo che hai finito di lavorare, ok?" Metto subito il broncio, mentre lei mi fa l'occhiolino e ancheggiando di proposito con quella gonnellina, esce dalla mia visuale. Prendo il telefono frustrato. "Signore, sono Carlo Visconti il nuovo..." "È sospeso per una settimana, così impara ad essere inopportuno. Arrivederci" sbotto riattaccando." --------------------------------------------------------- "Ma che..." mormoro quando un secchio d'acqua gelido mi viene gettato addosso. Spalanco subito gli occhi e tossisco per il bruciore al petto e alla gola...Il getto d'acqua è stato fortissimo. "Non è piacevole, vero? "Chiede una voce davanti a me. Alzo lo sguardo lentamente con tutta la furia dentro e lo punto sul proprietario della voce, chiunque sia ha appena dichiarato una sanguinosa guerra di cui io sarò l'artefice della sua morte. Quando realizzo chi è, socchiudo le labbra e lo fisso intensamente. "Tu" sibilo con una smorfia. Speravo di non rivederlo più, neanche per il bene di Flora. "Signor Temiz" dice facendo uno stupido inchino Juan. "Hai pianificato tu tutto questo?"chiedo con calma letale. "Gran bel piano, no?" "Dov'è Flora." Sibilo socchiudendo gli occhi minacciosamente. "Chi? Mia sorella?" Chiede lui avvicinandosi a me con un nuovo secchio d'acqua. Questa è anche più gelida dell'acqua quando mi viene scaraventato addosso. "Dov'è Flora" ribadisco espirando lentamente. Sento il cuore battermi all'impazzata, ho un bruttissimo presentimento. Il mio cuore e il suo sono legati da una corda, quando siamo lontani, tiriamo la corda per mostrare la presenza l'uno dell'altro, ma adesso sento tirare e io sono impossibilitato a muovermi. Odio non poter comunicare con lei, sarà sicuramente in pensiero per me, come lo sono io per lei. Un altro getto d'acqua mi viene scaraventato addosso. Stavolta grido per la temperatura alta, è bollente cazzo. "Dov'è Flora" richiedo non mollando. Un altro secchio d'acqua, un altro e un altro ancora. "Dov'è Flora!!" Grido resistendo. Sono allenato a molto peggio, ma non alla distanza con lei, a questo non sono per niente preparato, solo il pensiero mi fa tremare, urlare, cado nel panico. "Scordatela, scordatela!" Urla Juan tirandomi il secchio vuoto e centrando la fronte. Sento subito colare del sangue al lato dell'occhio sinistro. "Dov'è Flora" richiedo, non mi fermerò finché non avrò risposta. "Lontano da te verme ripugnante, finalmente lontano dalle tue cazzo di grinfie, lontano!" Grida Juan avvicinandosi a me. Approfitta di me legato alla sedia e prendendomi in un pugno i capelli, sibila stringendo forte "Sei fottuto Khalil, non la rivedrai mai più e lei non ti cercherà più" "Impossibile" sbotto sputandogli in faccia. Presto mi arriva un pugno in faccia, un secondo, un terzo e un quarto. Cazzo, sento tutto il viso pulsare dal dolore, le labbra spaccate e il naso gocciolante di sangue. "Lei ti crede morto" "Cosa?"chiedo spalancando gli occhi. Avvicina la mano alla mia e facendo stendere le dita, fa per togliermi la fede. "E questo sarà il mio cavallo di battaglia" Per niente al mondo, penso sporgendomi di poco e azzannando l'avambraccio di Juan. Lui lancia un grido di dolore e io affondo ulteriormente i denti fino a sentire la carne e il sangue sulla mia lingua. Juan cerca di staccarsi, ma io rafforzo la testa e scuotendo la testa vado più a fondo. Con un calcio, la sedia cade di lato e cado anch'io, lasciando la presa sul suo braccio. Alzi lo sguardo in tempo per vedere il segno del morso evidente e il sangue colare sopra. Ben fatto. Juan mi raggiunge e prendendomi a calci sibila "Tienitelo pure figlio di puttana, questo non farà altro che ricordarti che l'hai persa, persa!" Si rialza col braccio ancora sanguinante e uscendo dalla stanza, spegne la luce facendo calare di nuovo il buio. Io però sorrido, la fede è ancora con me, hai visto pulce? --------------------------------- Deglutisco la mia saliva cercando di farmi passare la sete e sento lo stomaco massacrato da crampi. Non mangio da giorni e bevo nulla. Mi gira la testa,ma sono ancora qui, per terra, per lei... Da quel giorno nessuno è mai venuto e io puzzo della mia urina. Sento improvvisamente una serratura e dei passi. Chi sarà stavolta? "Dov'è Flora?"chiedo a qualsiasi persona sia. Magari ha delle informazioni per me. Un attimo dopo sento come una siringa e i miei occhi forzati a chiudersi. Mi stanno drogando. --------------------------------------- "Signore!" Sento dire da una vocina lontana. Non riesco neanche ad alzare la testa, sto di merda. Mi sento come se un camion mi fosse passato sopra e altri camion stessero continuando a marciarmi sopra. Non c'è pace, nessuno nota che sotto mi stanno massacrando continuamente. "Signore!" Lo risento...allora non sono pazzo, forse c'è realmente qualcuno nella stanza. "Chi sei?"chiedo debole, non riesco proprio ad alzare la testa, fatico anche solo a respirare. "Malcolm signore" "Malcolm?"chiedo sorpreso. Pensavo che fosse morto, d'altronde è il mio braccio destro, senza non sarei riuscito a spiccare. "Signore sta bene? " "Dov'è Flora" chiedo ignorando la domanda che riguarda me. Ho solo bisogno di sapere che sta bene. "Mi hanno legato e trasportato qui esattamente come lei signore, non so altro" "Malcolm" lo richiamo. "Sì signore" "Dov'è Flora!" Grido tossendo. "Ho un piano sign..." Fa per dire Malcolm ma sentiamo la porta spalancarsi. "Oh oh, eccovi insieme. Complici di vita e complici di morte" dice quella voce fastidiosa di Juan. Sento i suoi passi avvicinarsi a me. "Signor Temiz...non la vedo in gran forma" dice lui in tono divertito. Brutto figlio di... "Dov'è Flora" dico io concentrandomi sul mio obiettivo, sapere di lei, qualsiasi cosa di lei. "Sono qui proprio per questo, ho un video di lei" Raccolgo quel grammo di forza rimasto e alzo lo sguardo ad un tablet. L'immagine davanti a me mi fa subito accapponare la pelle. Sono io, steso su un lettino e sembro...morto. "Si parte" dice Juan prendendosi gioco di me. Preme il tasto play e osservo una raffigurazione realistica del mio corpo e del mio viso su un lettino che viene coperto da un lenzuolo bianco. Dopo pochi secondi vedo delle persone entrare in quella stanza. "Flora" sussurro tra me quasi in un sospiro di sollievo. È viva. Raggiunge insieme a Juan il lettino e un uomo con il camice toglie via il lenzuolo. Sposto lo sguardo su Flora che si paralizza a quella vista e trattiene il respiro. "No no no..." sussurro disperato. Non sono morto! Non lo sono! Flora mi senti? Flora!! Si sblocca dopo poco e alzando una mano inizia ad accarezzare il viso. Corrugo la fronte, come diavolo hanno fatto? Quella maschera è uguale a me, ci sono i minimi dettagli. Abbassa le mani al mio petto, al mio addome e tasta le mie dita...si accorge che non ho la fede. È qui, è qui con me, sono vivo! Flora! Pulce no! Pulce sono vivo! La fede è con me! Parla ma non capisco che dice, la voce è troppo debole. I due se ne vanno dalla stanza e lei si china su di me, si getta tra le mie braccia. Flora...mia piccola e dolce pulce. La osservo incantato, ha un'espressione straziante in viso, ma resta la donna più bella che abbia visto in vita mia. Resta per sempre la donna della mia vita. Un sorriso spontaneo mi si dipinge sul volto ad osservarla, sta piangendo per me...si vede che ci tiene, che sta soffrendo per la mia scomparsa. Non starò a lungo lontano pulce, ti raggiungerò e ti cullerò fra le mie braccia. Promesso. Il video si stoppa e Juan dice sprezzante " Vedi? Sei morto agli occhi di tutti adesso, come ci si sente?" Scuoto la testa e una smorfia di disgusto sibilo "Io credevo che tu volessi bene a tua sorella" "Gliene voglio, gliene voglio molto più di quanto gliene voglia tu. È per questo che ho inscenato la tua morte, lei ha bisogno di pace adesso. Di stare lontana da mostri come te!" "Come fai? Come fai a dire di volerle bene? Non lo vedi quanto soffre? Le si sta spezzando il cuore, non lo vedi!" Quasi grido furioso. "Che le si spezzi pure! A costo che si dimentichi di te, sopporterò anche questo! Ha sofferto troppo, ora ha bisogno della sua famiglia, di Valerio e..." "No." Ringhio minaccioso. "Cosa? Non ti piace Valerio? Eppure è un così bravo ragazzo, mi ha sempre chiesto di aggiornarlo su Flora, di far affidamento su di lui per incastrarti. È il marito perfetto per Flora" "Flora è mia moglie! Mia moglie! Mia." Sibilo stringendo le mani in due pugni. "Non più...finché morte non ci separi, ricordi?" Chiede Juan ridendosela. "Sei un verme" Ringhio scoprendo i denti. "Mai verme quanto te che ci hai nascosto di essere fratelli per così tanto tempo, mai verme quanto te" "Tu non la conosci tua sorella, lei è ipersensibile, la stavo preparando a questa notizia, le avevo appena detto del padre, avrei detto di te a momenti. Le serviva altro tempo!" "Altro tempo? Sedici anni sono passati, 16!" "Io ho saputo della tua esistenza da poco! Se non fosse stato per me, saresti marcito in quel campo!" "Oh oh quindi dovrei ringraziarti adesso?" "Tu sai che sei stato rapito dopo che sei affogato in mare, tu sai cosa volevano fare di te i califfi, tu sai che se non ti avessi tirato fuori da lì, il tuo destino sarebbe stato una cazzo di cintura esplosiva!" "Basta! Basta!" Grida Juan sbattendo per terra il tablet e frantumando lo schermo. "Sarei riuscito a scappare e avrei trovato un modo per trovare Flora" "Sai anche tu che da quel campo una volta entrati, non ci si esce più e se ci esci è per volere di Ahmed " "Ahmed è morto" "Cosa?" Chiedo spalancando gli occhi. "Non lo sapevi? È da mesi che non c'è più" "Ma io gli ho parlato" "Non era lui, da quanto non vai al campo" "Da..." Da anni. "Ora sei tu il capo" conclude Juan. Chiudo gli occhi. Ecco perché mi chiamavano più spesso. "Perché nessuno mi ha..." "Non far finta di non saperlo. Queste informazioni si hanno in pochi, lo sanno solo Bilel e il gruppo che ha assistito alla morte. Insieme a lui se ne sono andati anche Farid e Bekka" "Farid..." mormoro ricordandomi. "Lui non è morto per mano di Ahmed, sua moglie Bekka ha sparato ad Ahmed e lui a lei. Farid ha scoperto che Bekka aspettava un figlio che è nato prematuro, e non sopportando la cosa, si è suicidato" Chiudo gli occhi. Avrei fatto la stessa cosa anch'io se fossi stato al suo posto, senza Flora la mia vita non avrebbe senso. È lei la mia unica ragione di vita. "Ecco perché non ti voglio con mia sorella, non voglio che abbia la stessa fine di Bekka. Non voglio che sia coinvolta nell'organizzazione! Non voglio che ti si avvicini più! " aggiunge Juan. Scuoto la testa. "Risolverò tutto, non voglio anch'io che sia coinvolta in tutto questo. Anch'io voglio solo la sua salvaguardia" Juan scuote la testa e dice prima di andarsene "L' unico modo di salvare mia sorella è uccidere te" ------------------------------------------------------- "Khalil...Khalil sveglia" sento sussurrare al mio orecchio. Sbatto piano gli occhi e faccio una smorfia di dolore, mi sento senza vita. "Khalil" sento ancora. È una voce delicata, dolce, vellutata... "Sono io, svegliati" Chi? Alzo lo sguardo devastato e la vedo. È come un'apparizione, la mia Flora con un vestito lungo bianco, una corona di fiori in testa e i capelli sciolti fino al seno. È da togliere il fiato. "Pulce" sussurro in un filo di voce. "Sono io, vieni" dice lei sorridendomi. "Come hai fatto a raggiungermi?" Chiedo ancora incredulo. "Ti ho sentito, ti sento sempre" "Davvero? Anch'io ti sentivo, speravo che lo facessi anche tu" "Vieni, andiamo via" dice allungandomi la mano. Faccio per prenderle la mano, ma non ci riesco. "Sono legato" le spiego infastidito. "Vieni Khalil, vieni" dice lei allontanandosi. "No no, dove vai?" "Vieni, dammi la mano" continua a dire allontanandosi. "Non andare via! Sono legato! Sono legato! " "Vieni, ti aspetto" "No no! Flora! No! Non di nuovo!" Grido non sentendo più il polsi per la pressione che sto facendo alla corda. "Liberati e vieni, ti aspetto" "Flora!" "Ti aspetto" dice alzandosi in aria. "No! No! Rimani qui! Flora!!!!" "Flora!!" "FLORAA!" "Signore!" "Flora!! No! No! Io muoio, no!" "Signore, si svegli! Signore!" "Flo..."spalanco gli occhi e mi ritrovo al buio. Merda, cos'è successo? "Signore?" "Malcolm, che succede?"chiedo sentendo un conato di vomito venire. "Stava gridando il suo nome" "Flora" dico ricordandomi. "Sì, lo stavo gridando disperato. L'ho svegliata" "Perché? Perché mi hai svegliato" chiedo ringhiando. La stavo sognando, ero con lei almeno nei miei sogni, perché allontanarmi da lei anche lì? "Ho fatto male?" "Cazzo Malcolm, ringrazia il cielo che sono legato" "Signore? " "Che c'è? Che c'è!" "Ho un piano" "Lascialo sfogarsi su di me. Preferisco che odi me che lei" "Ma signore...Così si farà ammazzare" "Juan mi ammazzerà? Quello non è capace neanche di uccidere una mosca " "Signore...Juan è affiancato da un'altra persona" "Chi?" La porta si spalanca e le luci si accendono...io chiudo gli occhi, ma non in tempo per sentirli bruciare alla luce. "Eccoci qua" dice Jamal. E io so di essere un uomo morto adesso.

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


E' che sto morendo dalla voglia di guardarti di nuovo negli occhi. KHALIL'S POV: PASSATO. "Si, ho capito tutto." dico ad Ahmed sorseggiando del caffè. "E altri 5 per l'area di sorveglianza" "Non ce ne sono abbastanza lì per la sorveglianza?" chiedo corrugando la fronte. "Figliolo, non è mai abbastanza il controllo. Necessitiamo di guardie occidentali, concentrati su quelli" "Ricevuto" All'improvviso qualcuno bussa alla porta e mi ritrovo Flora che si affaccia nel mio studio. Deglutisco il caffè e mantenendo la calma dico "Devo riattaccare, a dopo" "Salam Aleikum" "Aleikum Salam" mormoro riagganciando. "Qualche problema?"chiedo a Flora mentre firmo delle carte per il trasferimento di alcune nuove reclute. "Io...posso?"chiede facendosi avanti...al monitor sembrava un po' agitata, cosa le passerà per la testa? "Certo, mi dica" Lei si sfrega la mani sui pantaloni a quadri grigi e mormora "Volevo chiederle se...insomma..." "Si?"chiedo spronandola a parlare. "Se ecco...è libero anche di dirmi di no..." "Grazie per questa libertà" dico divertito facendola arrossire. Da là sotto la risposta non si fa aspettare e mi ritrovo ad aggiustare la patta. "Ho dei biglietti per...ecco ho due biglietti per il cinema...stasera, sì, per lo spettacolo delle 21:00. Io mi chiedevo se...se non la disturbo troppo e...ecco..." "Vengo con piacere" dico facendola sgranare gli occhi. "Dice sul serio?"chiede la mia dolce pulce incredula. "Però ad una condizione" "Quale?"chiede lei corrugando carinamente la fronte. "Che ammetta che è un appuntamento" Lei rispalanca gli occhi e farfuglia "Ma...no, non lo è. Cioè...è un'uscita, noi stiamo ecco...uscendo insieme per una serata tranquilla e..." "Come lo chiama allora un'uscita tra due persone che si piacciono?" Bingo, penso nel vederla arrossire fino alla punte dei piedi. Sbatte velocemente gli occhi e rimane immobile. All'improvviso le appare un sorrisino sul viso e ci ritroviamo a sorridere entrambi divorandoci con lo sguardo. Scuote la testa e abbassando lo sguardo per poi rialzarlo chiede "Davanti al cinema del Politeama alle 20:45?" "Sia puntuale" dico facendola sorridere ulteriormente. Lei si mordicchia il labbro e sorridendo un'ultima volta esce fuori dalla porta. "Ah Signorina Vignoli" la chiamo prima che possa uscire definitivamente. La vedo girarsi mentre la fisso dritto negli occhi e dico "Stasera non si faccia troppo bella" Mi giro nella mia poltroncina dandole le spalle e aggiungo "O al cinema sarà nei guai" Sento poco dopo la porta chiudersi e io tengo fisso lo sguardo alla finestra che rifletteva la sua figura e il sorriso col rossore che aveva un attimo prima di chiudere. ----------------------------------------------- La aspetto al Politeama seduto su una panchina di pietra e osservo il quadrante dell'orologio...è in ritardo di dieci minuti, non vedo l'ora di riprenderla su questo. Appoggio le mani sulle ginocchia sporgendomi in avanti, finchè da lontano intravedo una ragazza con un trench rosso che attraversa frettolosamente la strada. Perchè diavolo corre per strada? Potrebbe cadere e farsi male, è la solita bambina stupida. Svolta a destra e si passa una mano tra i capelli...solo ora noto un cerchietto di velluto rosso sulla testa, sembra un pacco regalo di Natale, non vedo l'ora di scartarlo. Si guarda attorno cercandomi nella piazza e io mi alzo di scatto per farmi vedere...non mi vede. Agito una mano e le vado incontro felice, lei mi guarda di sfuggita e io corrugo la fronte, perchè è così fredda? La raggiungo perplesso e sorridendole dico "Ciao" Lei non risponde e lasciandomi un veloce bacio sulla guancia per salutarmi, si allontana di poco. Solo ora capisco che è al telefono, allora non era fredda con me. La cosa mi fa sospirare di sollievo. Perchè sono andato nel panico? Mi giro anch'io fingendomi concentrato ad osservare la piazza, quando in realtà non vedo l'ora che finisca la chiamata e mi raggiunga. Ne approfitto per osservarla nei jeans neri che slanciano le sue gambe lunghe, delle scarpe sportive rosse e una borsetta a tracolla rosa...sembra essersi impegnata per come vestirsi. Annuisce con la testa al telefono e il mio sguardo cade sul suo viso, è truccata e sulle labbra ha una tinta sul fucsia scuro...le risalta ulteriormente quelle labbra carnose di cui vado pazzo. Finalmente interrompe la chiamata e inserendo il cellulare in tasca, mi viene incontro ed esclama "Khalil!" Sorrido subito, si è sforzata per non chiamarmi Signor Temiz...è proprio tenera. "Come va?"chiede allungandosi per salutarmi di nuovo. Glielo concedo...a me non dispiace affatto. "Bene, sei in ritardo di 10 minuti" la becco subito. "Ho fatto un sonnellino prima e mi sono svegliata tardi, devi scusarmi. Andiamo, prima che inizi il film" dice lei incominciando ad incamminarsi. Fa per girare a sinistra, ma io le prende il polso e la supero. Lei si fa trascinare indietro e accelerando il passo dico "Su o inizia il film" La sento ridacchiare per poi accelerare anche lei il passo e raggiungermi. Arriviamo al cinema e dalle locande fuori vediamo i film in programmazione. "I puffi e..." "Forse meglio i Puffi" taglia corto Flora non considerando neanche l'altra opzione. "I Puffi? Di cosa parla l'altro film? Cinquanta sfumature di Grigio?" La vedo subito arrossire e corrugando la fronte chiedo "Hai paura degli Horror?" Lei scuote la testa sorridendo e dice "Non è proprio un Horror, diciamo che non è un film per i minorenni" "Un porno" deduco. "Non esattamente, è una storia d'amore complicata" dice lei facendo una smorfia. "Capisco, a me incuriosisce, a te?" chiedo consapevole del suo disagio. "Io...non...ho già letto il libro e..." "Fantastico, allora devi vedere anche il film. Aggiudicato" dico andando verso la cassa. "No no...non ho questa necessità di..." "2 biglietti per 50 sfumature di bianco" "Di grigio" mi corregge il ragazzo alla cassa divertito. Vorrei fulminarlo con lo sguardo, ma vedo un sorriso divertito anche sul volto di Flora... al momento sono ipnotizzato da quello. "8€, oggi c'è la promozione di un biglietto a 4€" Flora sta per allungare i biglietti, ma io l'anticipo e dando la mia carta dico "Dove posso trovare il bar?" "Esattamente di fianco alla sala" m'informa lui indicandomela e restituendomi la carta. "Buona visione" dice alla fine sorridendoci. Annuisco con la testa e faccio passare per prima Flora. "Ti avevo invitato fuori perchè avevo i biglietti" mi ricorda un po' imbarazzata e delusa da lei per aver accettato. "Va tutto bene, tienili per qualche altro giorno per vedere i Puffi" dico andando verso il bar. Lei scoppia a ridere e mormora "Perchè sembra detta come una presa in giro?" "Perchè lo è" dico beccandomi una gomitata. "Mmm...che profumino" la sento dire subito dopo davanti ai popcorn. "Una porzione extralarge di popcorn" dico al barista dietro. "Come li vuole?"chiede preparando il cartone. "Come li vuoi?"mormoro al suo orecchio per farla arrossire, ma lei è troppo concentrata sui popcorn. "Al caramello?"chiede alzando lo sguardo e accorgendosi finalmente della mia vicinanza. Abbassa subito lo sguardo e io sorrido. Era proprio l'effetto che desideravo. "Al caramello" riferisco al barista. Lui ci serve subito e allungando la confezione chiede "A chi li do?" "Alla bimba" dico prendendolo e posandolo delicatamente tra le mani di Flora. Lei mi sorride e si mordicchia il labbro...quanto bella sei? "Siamo in aula 1" mi riferisce superandomi per non guardarmi in faccia. Il mio sguardo cade sul suo sedere e mi lecco le labbra, quanto vorrei agguantarlo. Entriamo nella sala e facendoci spazio, ci andiamo a sedere in fondo. All'inizio ci sono varie ragazzine e io di certo non voglio essere disturbato. Arriviamo già a film iniziato e osservo un coglione che corre sullo schermo. Flora si siede e levandosi il trench e la tracolla, agguanta subito la confezione di popcorn. Mi sistemo meglio anch'io e mi guardo un po' attorno. Non c'è nessuno attorno a noi, ottimo. Lei è concentrata sul film e io rimango un attimo ad osservarla, non mi ricapiterà di osservarla da così vicino. Accarezzo con lo sguardo ogni dettaglio, il contorno del suo viso, le labbra che formano un cuore, l'arco dolce del naso, gli occhi grandi e attenti a non perdersi nessuna scena del film, le ciglia lunghe che incorniciano carinamente i suoi occhioni, la fronte leggermente corrugata...lei sposta lo sguardo su di me e mi becca ad osservarla. Mi sorride e mi allunga dei popcorn, abbasso la testa e li prendo direttamente dalla sua mano. Lei ridacchia, mentre io mastico e sorrido con lo sguardo...quanto mi piace vederla felice. Ritorna a guardare il film e incrocia le gambe, è evidentemente imbarazzata. Azzardo e portando una mano ai popcorn, poi la faccio ricadere sul ginocchio alzato. Lei sta immobile, ma posso sentire la sua agitazione, è proprio adorabile. Decido di seguire anch'io il film o almeno fingere di seguirlo e mi rilasso. "Non ce la posso fare..."commento quando quel coglione di Grey dice alla tipa "Io non faccio l'amore, io fotto, senza pietà" "Io ti avevo avvertito" dice Flora ridendosela. "Avrei preferito i Puffi" borbotto pentito. "Il libro è molto meglio" "I libri sono sempre molto meglio" dico severo. Lei alza le mani e dice "Mi scusi" Scuoto la testa ridacchiando mentre di sottofondo ci sono i due che scopano come conigli. "Quindi leggi libri di questo genere?" le chiedo all'orecchio. Flora, beccata in flagrante, si mordicchia il labbro e mormora "Mmm...delle volte, per cambiare genere" "Ed è un genere che ti piace?" "Non mi dispiace, mi piace osservare il cambiamento radicale che il protagonista ha da dominatore a sottomesso, solo grazie alla forza dell'amore. Mi piace credere che l'amore possa curare un po' tutti" "Sei una sognatrice" "Tu no?" chiede lei osservandomi. "Delle volte, ma capita solo per pochi secondi. Mi è successo poco fa" "Poco fa?"chiede lei confusa. Annuisco e dico "Mentre ti osservavo...credevo di sognare" Posso osservare i suoi occhi dilatarsi all'istante. "Sta cercando d'impressionarmi Signor Temiz?" "Ci sto riuscendo?"chiedo alzando un sopracciglio. Lei scuote la testa ridendo e ritorna a concentrarsi sul film, mentre io mi stiracchio e metto il braccio sulle sue spalle. Aspetto che s'irrigidisca, ma non succede...anzi si rilassa e posa la testa sul mio braccio. La vittoria mi scoppia dentro e sorrido piano, stravedo di felicità. Rimaniamo così per tutto il film e io con la scusa che mi davano fastidio i suoi capelli di lato, glieli ho scostati e accarezzando il collo. E' elegante, ha una curva nobiliare, ha una pelle morbidissima, calda...avrei tanto voluto baciarle il collo. Ci sono andato vicino, le ho dato un veloce bacio sulla testa, penso che non l'abbia sentito ma io sì. "Allora? Considerazioni sul film?" chiede lei indossando il trench. "Quale film?"chiedo io uscendo dal cinema e tenendole la porta aperta. "Come quale film?"chiede lei ridendo, per poi fare una smorfia per il freddo. Levo la sciarpa che ho addosso e allacciandogliela attorno al collo, mi avvicino al suo viso e mormoro "Ero distratto da altro" Lei schiude le labbra sorridendo, mentre la distanza fra le nostre labbra sono minime. Deglutisco cercando di trattenermi, ma lo voglio, lo voglio con tutto me stesso e me lo prenderò, anche se non è il momento giusto, anche se va contro i miei piani e contro il mio... "Oh, scusami" dice lei scostandosi e prendendo il cellulare che vibra. Lancio un'occhiata, chi cazzo la sta cercando? "Marta!" esclama Flora sorridendo. La collega del piano di amministrazione, ma che palle. "Sì, certo. Mandami la posizione" Cosa? La posizione? Dove vuole andare? "Va bene, mi racconti poi. A tra poco" A tra poco? Riaggancia e facendo un'altra smorfia dice "Devo andare" Come? No! "Capisco" dico invece, non voglio farle capire che sono incazzato nero per aver preferito di stare con una sua collega del cazzo che con me. "C'è Marta in crisi, vuole parlarmi di persona. Non voglio lasciarla sola, le avevo già promesso di vederci oggi" Sempre così comprensiva, così gentile con tutti...sei un angelo. "Però così lasci solo me" dico facendola arrossire. "Abbiamo visto il film insieme, ora tocca a Marta" cerca di giustificarsi. "Però hai scelto di vedere prima me" Quanto mi diverto. "Si" dice lei sconfitta. Io sorrido vittorioso e sospirando chiedo "Ti do un passaggio?" Lei scuote la testa e dice "No grazie, ho la macchina proprio qui dietro" Annuisco con la testa mentre lei fa per togliersi la mia sciarpa, ma io le prendo le mani e mormoro "Sta più bene a te che a me" "Ma fa freddo, tu come fai?" "Sto bene" dico sorridendole. Anche lei ricambia il sorriso e mordendosi il labbro dice "Allora...ci vediamo domani a lavoro?" Quanto vorrei baciarla adesso. Prendo fra le mani il suo viso e avvicinandomi alle sue labbra, le lascio un bacio all'angolo della bocca. "A domani" mormoro lasciandola subito dopo. ------------------------------------------------------------ PRESENTE. "Confessa!"grida Jamal sferrandomi l'ennesimo pugno. Ha la camicia sporca del mio sangue, le maniche arrotolate all'altezza dei gomiti ed è stanco. È da ore che mi colpisce e grida insinuazioni nei miei confronti. Se mi sentivo in fin di vita prima, adesso la vita mi sembra un miraggio, sono vivo per miracolo. "Confessa! Ho detto confessa!" Grida ancora dandomi un calcio sull'addome facendomi tossire senza fiato. "Io non lo sapevo! Non lo sapevo cazzo!" Mugolo per il dolore. "Non ci credo, per forza lo dovevi sapere!" "Ero isolato in un fottuto yatch, come avrei potuto!" "Quindi non lo sapevi? Non sapevi che Ahmed era diretto allo stadio per ammazzarlo? Non lo sapevi che voleva far saltare tutto lo stadio?!" "No! No cazzo, no!" "Non ci provare con me, puoi prendere per il culo gli altri, non me." Dice mettendo le dita attorno al mio collo. "Sai che è costato la vita a Bekka? A Farid! Tu li hai uccisi! "Ringhia stringendomi forte il collo. Non riesco più a respirare. Sa bene come premere e dove premere, è stato addestrato anche lui. "Ora per colpa tua Bella non potrà crescere con i suoi genitori, hai idea di quanto sia brutto perdere i genitori ancora prima di nascere? Eh?" Non riesco a muovermi, il sangue mi sale al cervello e inizio a vedere tutto sfocato, ho le lacrime agli occhi, ma non riesco a piangere. Non l'ho mai fatto e mai lo farò. Il mio pensiero invece va a Flora, a quello di una nostra ipotetica figlia, sarà carina come lei? --------------------------------------------------------------- "Signore?"risento la sua voce. "Signore?"chiedo con voce più alta. Sento l'agitazione nella sua voce, so a cosa sta pensando...sarà ancora vivo? Ci spera, sa che sono immortale. "Signore? Mi risponde?" chiede ancora. Non riesco, non riesco proprio a muovermi, mi è impossibile farlo. Sono a lucido a stento, sto cercando di rimanerlo per lei. "Signore!" "Signore...." "Signore...è..." "Signore è...morto?" lo sento sussurrare e ogni speranza vanificarsi. --------------------------------------------------------- JAMAL' S POV: "Non molla, non mollerà mai" commento aprendo e chiudendo la mano lentamente. Quel coglione di Temiz ha una mascella di roccia, mi si sono spaccate le nocchie a forza di colpirlo. "Deve farlo! Porca puttana, deve mollarla mia sorella!" grida Juan battendo un pugno sul tavolino. "Avrebbe già patteggiato, lo avrebbe fatto già da un pezzo, invece no. Sta resistendo, sta resistendo per lei, Juan sto incominciando a credere che..." "No! Non è così! Lui non la ama! Lui la usa e basta, è solo un cazzo di oggetto per lui!" dà in escandescenza Juan, non facendomi continuare la frase. "Come cazzo puoi dire una cosa del genere? Delira il suo nome da giorni, settimane. Vuole rinunciare al califfato per lei! Che cazzo dici Juan!" esclama Efrem togliendo della cenere dalla sigaretta. "Che cazzo dico? Dico ciò che ho visto! Come fa un uomo ad amare una donna mentre se ne scopa altre nella stanza accanto? L'ha tenuta in gabbia come un fottuto topo, la prendeva per i capelli! Come cazzo fate voi a dire che questo è amore!" "Infatti è un amore malato, ma fidati Juan, quell'uomo darebbe l'ultimo respiro che ha in corpo per lei. La pedina da 14 anni, è da 14 anni che ha un'ossessione per lei. Voleva vendetta come ha detto Juan, ma quanto può durare una vendetta? Un anno, due? Khalil si sarebbe annoiato di questo giochino, a meno che..." "Non fosse solo un giochino" completa il ragionamento di Bilel, Adil. "E' qualcosa di profondamente malato e sta trascinando dentro anche mia sorella, non posso permettere una cosa del genere. Dobbiamo ucciderlo se non si piega lui" "Nessuno ucciderà nessuno, cazzo. Hai idea di cosa può scatenarci contro Juan? E' il nuovo Sceicco! Ragiona cazzo, siamo già in difficoltà così! Abbiamo tutti alle calcagne e i nostri uomini presto non basteranno più. Noi abbiamo un impero, ma Khalil ha il triplo del nostro impero, ricordatelo Juan." avverte Efrem. "Khalil ha anche versato quell'ingente somma sul conto di Flora...prevedeva una cosa del genere, è più avanti di noi Khalil. Ha già un piano" mormora Bilel. "Sì, ma perchè non attuarlo? Perchè non colpirci? Non quadra qualcosa...Khalil la fa sempre franca, sempre. E' tutto troppo tranquillo, cazzo. Può fotterci ma non lo fa, perchè?" chiede Adil. "Perchè Juan è il fratello di Flora. Se colpisce Juan, colpisce Flora e non è messo in discussione questo" dice una voce in lontananza. "Quindi cosa farà?"chiede Bilel girandosi ad osservarlo solo appoggiato alla porta. Lui sospira e buttando il bicchierino del caffè, avanza piano per poi arrivare allo specchio e osservare Khalil sulla sedia in fin di vita e Malcolm dall'altra parte che osserva pure Khalil. Malcolm ha i pasti regolari a differenza di Khalil, l'abbiamo messo lì per far ragionare il suo capo, ma nessuno, a parte Flora, ha potere su di lui. "Fatemi entrare" dice Kemal. Penso che sia la prima volta che lo sento parlare. "Sei sicuro fratello? Khalil ti aveva ridotto in quel modo e si merita di..." "Datemi le chiavi" interrompe Bilel. Lui si gira verso di me e io gli allungo le chiavi. E' mio l'edificio in cui abbiamo rinchiuso in un bunker Khalil e lo scagnozzo. Kemal entra nella stanza e tutti ci mettiamo in riga per osservare. Mi hanno raccontato delle condizioni in cui Khalil aveva lasciato Kemal ai tempi e se fossi stato io al suo posto, non avrei resistito a tagliargli la gola e non pentirmene. "Siete pronti a intervenire?"chiede Adil consapevole di cosa potrebbe fare Kemal. Tutti annuiamo mentre Kemal si avvicina a Khalil e si piega su di lui. Tratteniamo tutti il respiro quando...lo slega? "Ma che cazzo?!" esclama Juan. Kemal butta via la corda e andando verso Malcolm, slega anche lui per poi dargli le mie chiavi e dire "Sparite" Tutti entriamo nella stanza mentre Malcolm corre a prendere Khalil e trascinarlo fuori. "Kemal!" grida Adil agitando le braccia. "Ero nelle sue stesse condizioni e deliravo solo il nome di tua sorella, non auguro neanche al mio peggiore nemico di essere ridotto così e far credere alla persona che si ama di essere morto. Ero un mostro, Melisa mi ha reso un uomo migliore e lo sarò per lei facendo la cosa più giusta." ringhia ad Adil per poi andare sotto al naso di Juan e sibilare " La felicità di tua sorelle dipende da lui. Lui ama lei e lei ama lui, è un pezzente ma Flora lo ama. Anch'io voglio giustizia e anch'io voglio vincere, ma non così. Non cadendo in basso come Khalil. Noi non siamo come lui e vinceremo lealmente, ad armi pari." "La lezione gliel'abbiamo data e le informazioni che ci servono le abbiamo, fatelo ritornare da lei. " dice Kemal per poi uscire fuori. "Non possiamo farlo and..." fa per dire Efrem ma Juan lo ferma dal polso e dice "No." Deglutisce e dice "Ha ragione Kemal, non possiamo fare questo a Flora. Se un giorno dovesse scoprire la verità, mi odierebbe a vita. Ha anche ragione sulla nostra guerra contro il califfato, non giocheremo sporco come loro. E' ora di guardare in faccia alla realtà" Bilel posa una mano sulla spalla di Juan e chiede "Ne sei sicuro? Sai che da ora in poi Khalil non guarderà in faccia a nessuno" "No, non a nessuno...guarderà in faccia a Flora, a mia sorella. Se realmente la ama come dice Kemal, lui cambierà...l'ho visto in Kemal, magari anche lui..." Juan lascia cadere la frase e io sospirando dico "Spero solo che abbiate ragione o Khalil ci farà il culo a tutti."

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


"Mi fai impazzire" racchiude tutto. Amore, passione, piacere, perversione, tutto in un'unica magnifica frase. PRESENTE. KHALIL. Apro gli occhi, ma li richiudo subito dopo infastidito. "La luce" mugolo facendo una smorfia. "Signore!"esclama una voce fastidiosa. Malcolm. Ruoto il polso per aderirlo meglio alla corda, ma mi rendo conto di avere i polsi liberi. Non sono neanche seduto, sono sdraiato su un materasso e non c'è più la puzza di chiuso e marcio. La stanza sa di disinfettante, di ospedale...mi trovo in ospedale? Faccio per riaprire gli occhi ma la luce è ancora lì. "La luce porca puttana!" Esclamo più forte. "Sì signore!" Sento finalmente obbedirmi Malcolm. Sento subito sollievo sotto le palpebre quando le luci vengono spente e inspirando a fondo, riapro gli occhi. Li sbatto piano e osservo una maschera di plastica all'altezza del mio naso. Stacco subito la maschera e sento dire "Signore non..." "Dov'è Flora" Non me ne sono mai dimenticato e mai mi dimenticherò, né da vivo né da morto. "Non può alzarsi" dice una voce femminile mettendo subito una mano sulla mia spalla. Alzo subito lo sguardo fulminando quella mano e ringhio "Posso farlo eccome e mi levi subito le mani di dosso" "Non è ancora del tutto sta..." "Malcolm prepara la macchina" dico ignorando l'infermiera e scendendo dal lettino. Ruoto il polso un po' dolorante e deglutisco a fatica, devo andarmene. "Signore dove vuole andare?" "Che cazzo di domanda è? "Chiedo staccando la flebo. "Chiamo il mio superiore" cerca di spaventarmi l'infermiera. "Può chiamare anche il Papa, sempre invano" sbotto scostando le lenzuola. "Signore non siamo in Italia" m'informa subito Malcolm. "Cosa? Dove?"chiedo stranito dal fatto che l'infermiera parli perfettamente in Italiano ma non siamo in Italia. "Siamo in Indonesia" "Mi stai prendendo per il culo?" "Per viaggiare in aereo deve essersi ripreso del tutto. Ha bisogno di mangiare, prendere le medicine, non sforzare i polsi per..." Afferro immediatamente il colletto della camicia di Malcolm e ringhio "I mie polsi stanno benissimo come puoi vedere. Non ho bisogno nè di mangiare nè di prendere stupide medicine, io ho bisogno di mia moglie. Ora." "Signore, io lo dico per lei. E' ancora debole e non vorrei che..." "Malcolm, da quanto tempo lavori per me?" "Da 12 anni signore" "Ho una certa fiducia in te, ma non mi farò scrupolo a licenziarti se m'impedirai di lasciare l'ospedale e prendere quel fottuto aereo" Lo vedo deglutire per poi abbassare lo sguardo e annuire. "Vado a parlare col superiore" dice andando verso la porta. "Me ne fotto del superiore, prendi quello che ci serve e andiamo" dico facendo una smorfia quando cerco di levare il camice. "Signore dobbiamo registrare la..." "Malcolm, andiamo." ribadisco afferrando un maglione. Mi vesto velocemente e con difficoltà e spalanco le porte, ritrovandomi una serie di medici che ci osservano straniti. "Dai una donazione di un milione all'ospedale e andiamo" dico superandoli un po' zoppicando. Le catene sulle caviglie hanno lasciato il segno. "Taxi!" chiama subito un auto Malcolm. "Sicuro signore che non voglia mangiare prima qualcosa?" "Si" dico stufo di ripetermi. Entriamo in macchina e chiedo subito "Voglio un collegamento con Flora" "Juan ha staccato ogni cosa, non abbiamo nessun tipo di collegamento con la signorina" "Signora, Malcolm... le videocamere di riserva?" "Ha cambiato casa signore" "Cosa? Si è trasferita?"chiedo stranito. "Da poco, c'è un nostro uomo che la segue" "Uno? Solo uno? Ahmed è morto, sono il nuovo Sceicco, ho diversi migliaia di nemici che mi vorrebbero vedere sottoterra e mia moglie è seguita solo da un uomo?"chiedo con rabbia, cazzo. Me ne sono sempre preoccupato io della sua protezione, non voglio neanche minimamente pensare a che cosa sarebbe successo se io non fossi stato liberato. "Dove sono Juan e gli altri cazzoni?"chiedo incrociando le braccia. "Siamo protetti signore, la base è stata circondata" "Non li voglio morti, non mi dovete toccare Juan" dico stringendo la mano in un pugno. Vorrei tanto poterlo massacrare e ucciderlo insieme a tutti gli altri, ma lui ha il suo sangue, non me lo perdonerebbe mai...non voglio più deluderla, voglio solo poterla rendere felice e fiera di me. Significherebbe davvero tanto per me la sua fiducia, sarebbe tutto. Sarei potuto uscire da quel posto quando avrei voluto, uno schiocco e uno squadrone di uomini sarebbe accorso in mio aiuto, ma cosa ne sarebbe stato di Juan. Lo avrebbero ammazzato ancora prima di dare l'ordine di non farlo, lo avrei ucciso, avrei vinto, ma avrei deluso lei. Stare lontano da Flora mi è servito a capire tante cose: Flora merita tanto, qualcosa di migliore, qualcosa di cui poter andare fiera, merita una famiglia, al suo fianco un padre di famiglia valido, di cui possa fidarsi. M'impegnerò per conquistare la sua fiducia, per essere alla sua altezza. La mia vita è con lei, senza sarei perso. "Merda" dice Malcolm sorprendendomi. Non l'ho mai sentito imprecare così. "Che succede?" "Deve andare immediatamente in Siria, i figli di Ahmed stanno rivendicando il posto di Sceicco" "I figli di Ahmed? Hanno uno 7 anni l'altro 10" dico alzando un sopracciglio. "Hanno il diritto di rivendicarlo, anche per successione consanguinea" "Cazzo, Ahmed li avrà addestrati...non possiamo permetterlo" dico portando una mano sul viso. "Non sono maturati, sono cresciuti condividendo le idee del padre, saranno spietati" "Lo credo...a 10 anni vuole già portare avanti tutta un'organizzazione di terroristi, li ho lasciati nel campo che avevano 5 anni e sgozzavano bambolotti con asce" "Chiedo al pilota del jet di cambiare destinazione e volare in Siria per risolvere la..." "No, prima voglio vedere Flora" lo fermo subito. "Ma signore, se non si presenterà alla celebrazione i figli di Ahmed possono trarne vantaggio e vendicare il..." "Ho detto prima Flora." Malcolm sospira per poi digitare velocemente sul tablet e dire "Posso far spostare la celebrazione di 5 giorni, la notizia della sua morte non è ancora giunta lì" "5 giorni, va bene" acconsento. Starò con lei 5 giorni, ritornerò in Siria per sistemare i casini del nuovo califfato e i figli di Ahmed, per poi ritornare qui e continuare a condurre una vita normale con lei. Avrò bisogno della collaborazione di Bilel e dei suoi uomini per venirmene a galla dalla situazione con i figli di Ahmed. Loro voglio la fine dell'organizzazione, saranno più lieti di sapere che anche lo Sceicco lo vuole. Tieniti gli amici vicini e i nemici ancora più vicini. Kemal è cambiato. Quest'organizzazione ha portato fin troppo sangue, odio e terrore, è ora di mettere una pietra sopra e raderla al suolo...com'è iniziata, deve finire. Papà mi ha sempre detto di lavorare per loro ma non farmi coinvolgere, si vergognava di avermi portato in quel campo orrendo, dovevamo sopravvivere, è stato costretto. Lo comprendo, ma è stato il terrorismo a portarlo in quella cella, ad averlo fatto incontrare con Ezio Vignoli. Nessuno si è degnato di muovere il culo per salvare mio padre ai tempi, rivendicare qualcosa, un minimo...lasciato al suo destino perchè troppo rischioso per l'organizzazione intervenire. Cosa sarebbe successo se mio padre avesse rifiutato la proposta di entrare nell'organizzazione? Cosa ne sarebbe stato di noi? Di me? Avrei mai incontrato Flora? "Dovremmo arrivare a Palermo per domattina tardi" m'informa Malcolm. "Bene" metto una mano sulla sua spalla e dico "Grazie Malcolm, sei un amico" Lui mi guarda stranito e io dandogli un ceffone dico "Smettila di guardarmi come un pesce lesso e fai arrivare questo jet o sarai un amico disoccupato" --------------------------------------------------------------- "Voglio la mappa della casa, indaga su tutti i vicini, setaccia tutto" dico riferendomi alla nuova casa di Flora. "Sì signore, faccio installare le telecamere?" chiede posano il tablet in una ventiquattore. Siamo appena atterrati a Palermo e adesso siamo in un suv diretti al centro, mancano più o meno 45 minuti. Non vedo l'ora. "Signore?" mi richiama Malcolm. Stacco lo sguardo dal finestrino e dico "No, per ora no. Voglio potermi fidare di lei, per adesso ho solo bisogno dei fascicoli sui vicini" "Subito signore, ora che è in Italia dovrebbe fare al più presto una conferenza e chiarire la situazione. Ci sono già molti azionari che chiedono le azioni della holding" "Rilascia un'intervista sul giornale, spiega che il corpo ritrovato e sepolto non era mio e io ero scomparso dopo un incidente" "Che tipo di incidente?" "Che ne so Malcolm! Inventalo, non me ne frega un cazzo. Solo non fare i nomi di Juan e degli altri" "Possiamo fare il loro nome indirettamente, possiamo dire che il traghetto finanziato dalla banca dell'imprenditore Cortada ha..." "No, non voglio la guerra con loro. Ora siamo dalla stessa parte, devo solo capire come risolvere la questione con i figli di Ahmed o il piano andrà a puttane" dico stringendo la mano in un pugno. "Capisco, le serve qualcosa. Medicine, cibo?"chiede rilassandosi un attimo. "No, ho solo bisogno di vederla" confesso senza pensarci troppo. "Solo di lei" aggiungo sorridendo come uno stupido. "Sarà felice di vederla" dice Malcolm notando il mio sorriso. Mi mordo il labbro e rispostando lo sguardo al finestrino dico "Mai quanto lo sarò io" "Ha intenzione di dirle la verità, di suo fratello?"chiede Malcolm toccando un tasto dolente. "Flora ha ricevuto il denaro?" domando io cambiando argomento. "Ho controllato, sì." Ottimo, il mio banchiere è stato avvisato di trasferire quella somma sul conto di Flora per conto della banca di Bilel, se ci fosse stata notizia di una mia presunta morte. 800 milioni erano solo una parte del denaro che avrebbe ricevuto, ogni anno ne avrebbe ricevuto sempre di più, non le avrei fatto mancare nulla neanche da morto. "Le ferite?"chiede Malcolm preoccupandosi anche troppo. Mi tocco una delle ferite sul viso e dico "Questi? Sono solo graffi, nel campo ne ho prese di peggio" Incrocio le braccia e appoggio la testa sul finestrino, quanto manca ancora? Mi fremono le mani. ------------------------------------------------------ "Signore?" Faccio una smorfia e scuoto la testa per questo brusco risveglio. "Signore...siamo arrivati?" Spalanco subito gli occhi e guardo fuori dal finestrino...il centro. Apro la portiera e scendo immediatamente. "Signore?"mi richiama Malcolm. Mi giro perplesso e lui dice indicando in alto "E' lassù" Corrugo la fronte e seguo il suo dito per poi vedere come un angelo in cielo all'altezza del tetto del centro. Sospiro subito dal sollievo solo nel vedere il suo profilo e mettendomi il cappuccio della felpa dico "Sparite, mi rifarò vivo io" Faccio per entrare dal cancello per poi bloccarmi e girarmi "Malcolm?" "Sì, signore?"chiede lui mentre dà degli ordini alle guardie. "La ragazza che era sullo yatch" Lui spalanca gli occhi e deglutendo mormora "Lei non..." "Va' da lei" Malcolm mi guarda come se mi fossero sbucati altri occhi e io rimarco "E' un ordine, va' subito da lei" Mi giro e corro verso il centro. Ho aspettato anche troppo, l'ho sognata, l'ho immaginata, l'ho sentita, non vedo l'ora di toccarla, vederla. "Prego signore, ha bisogno di qualcosa?"chiede la receptionist all'entrata. La ignoro e inizio a fare le scale. "Signore!" mi richiama lei più severa. I miei passi sono più veloci, le scale sono sempre meno, scosto le persone senza fermarmi e col fiato corto continuo a correre per le scale. "Flora!"grido non perdendo di vista le scale. Salgo, salgo, salgo, salgo..."Flora!" "Floraa!!"grido quando sto per cadere, ma aiutandomi con le mani mi rialzo e ricomincio a correre. Sento la testa girarmi per le scale a circolo, ma non mollo...devo raggiungerla. "Floraaaa!"urlo stavolta arrivando agli ultimi piani. Mi appoggio alla porta col fiatone e respirando affannosamente esco fuori. M'immobilizzo appena la vedo. Sento il cuore andare a mille, il sangue scorrere come lava incandescente nelle mie vene, la testa diventa legger,a i miei occhi si riempiono di lacrime, la labbra si schiudono, il respiro si mozza e mi sento morire. La osservo senza proferire verbo, non riesco neanche a crederci che sia davanti a me, finalmente. Flora si gira piano, quasi come a sentirmi, e spalanca subito gli occhi. I miei occhi corrono a divorarla, è anche più bella di com'era nei miei sogni, ed era già bellissima lì. Deglutisco completamente incantato e riesco a leggere i suoi occhi. Mi stava aspettando, avevo qualcuno che mi stava aspettando, avevo la mia Flora che mi aspettava. Un singhiozzo strozzato esce dalla mia gola e cado in ginocchio. Se non fosse già mia moglie, glielo chiederei adesso...le chiederei di non lasciarmi mai, di cullarmi sempre fra le sue braccia e prendersi cura di me. "Khalil" mormora lei facendo un passo in avanti. Apro le braccia, le spalanco proprio e la guardo dal basso...non ho altro da darle se non me stesso, tutto me stesso. I suoi passi si fanno più veloci e presto me la ritrovo fra le mie braccia. La stringo più forte che posso, affondo la testa sul suo grembo e inspirando a fondo il suo dolcissimo profumo di casa, chiudo gli occhi. Ho resistito per questo, ho resistito per te mia piccola e dolce pulce. Lei scivola in basso e cadendo anche lei in ginocchio, mi prende in mano il viso e mormora "Ma sei vero? Sei tu? E'un sogno?" "Ti amo" riesco a dirle soltanto. Alzo le mie mani per asciugarle le lacrime che cadono copiose e stringendole le guance mormoro ancora "Ti amo, ti amo da impazzire" Finalmente sorride e appoggiando la sua fronte alla mia, tira sù il naso. "Non ci sto credendo" sussurra lei col sorriso a trentadue denti. "Neanch'io amore mio" "Sei vivo...sei vivo, l'ho sempre saputo. Sei sempre stato con me" dice lei scostandosi un attimo per guardarmi in faccia. "Sarò sempre con te, ovunque tu sia" Flora continua a piangere per poi allacciare le braccia attorno al mio collo e stringermi forte, salendomi addosso. La stringo come in una morsa contro di me e alzo gli occhi al cielo. Se ho potuto resistere è grazie a lei e grazie a qualcuno là sopra, qualcuno che crede in questa storia d'amore impossibile, qualcuno che vede e sente quanto ci amiamo, quanto siamo legati profondamente. Grazie mama, grazie baba, grazie per avermi dato la forza per ricongiungermi all'amore della mia vita, grazie a voi. "Sei ferito" sento dire da lei preoccupata per poi scendere con lo sguardo ai miei polsi e spalancare gli occhi. "Ehi ehi...non preoccuparti per me" dico subito prendendole forte il viso fra le mani. "Ma chi è stato? Cosa ti hanno fatto?"Chiede lei con gli occhi lucidi e sofferenti. Il mio dolore è il suo, siamo legati. "Non ora" dico prendendole le mani. "Adesso voglio perdermi in te, voglio solo te." Lei non è tanta convinta, ma io la prendo in braccio e la solleva da me. "No no! Sei ferito! Sei..."la interrompo con un bacio "Ti amo, te l'ho già detto?" chiedo sulle sue labbra. Lei sorride e passando un braccio sulle mie spalle, mi lascia un altro bacio a stampo. I baci si moltiplicano, diventano due, quattro, sei, dieci, non riusciamo più a staccarci e io sono costretto ad aprire gli occhi per non cascare per le scale. E' ora di pranzo e gli uffici sono vuoti, entro nel corridoio dei nostri uffici e quando faccio per aprire la porta del suo ufficio, lei esclama "Non qui!" Corrugo subito la fronte e lei strofinando il mio naso dice sorridendo "Ho cambiato ufficio, in fondo a destra" Il mio ufficio. "Bene bene, mi ha rubato il lavoro" dico non smettendo di baciarla. Lei scende da me e prendendo le chiavi, apre subito la serratura. "FLORA VIGNOLI" leggo un po' in disaccordo. "Ci aggiungerò un altro cognome vicino" dice lei leggendomi nel pensiero. Abbasso lo sguardo e trovo la fede sul suo dito. Le prendo subito la mano e intrecciandola dico "Sei sposata, non dimenticarlo mai. Sei mia" Mi abbasso per riprenderla in braccio per poi posarla sulla scrivania e toglierle di dosso questa giacchetta che m'impedisce di sentire la sua pelle candida. Anche lei si adopera a levarmi la giacca e la felpa e siamo un groviglio di baci, carezze e sorrisi mentre ci spogliamo frettolosamente e non ci stacchiamo neanche per prendere respiro. E' lei il mio respiro. All'improvviso lei mi butta sulla poltrona per i pazienti e salendomi sopra, prende il controllo della situazione...ce l'ha sempre avuto lei in fondo. Mi faccio guidare da lei, faccio ciò che vuole lei ed emetto un gemito di piacere puro, quando mi accoglie dentro di lei e inizia a cavalcarmi. Le mie labbra non sostano neanche un attimo nel baciarle ogni centimetro di pelle e le mie mani vagano sul suo corpo, su ogni sua forma, su ogni cosa. "Khalil" ansima lei quando sta per raggiungere il piacere. La butto di schiena e le entro dentro con impeto, lei allaccia subito le gambe attorno ai miei fianchi e io con una mano sulla sua testa e l'altra sulla sua vita, mi adopero per farla venire urlando. Lo fa dopo pochi secondi e io baciandole il collo mormoro "Mi fai impazzire" Le rientro dentro e la rifaccio urlare...deve capire quanto le sia mancato. --------------------------------------------------------- "Non hai cambiato tanto" mormoro accarezzandole le braccia nude coi polpastrelli. Lei mi stringe forte e strofinando la guancia sul mio petto, dice guardando distratta il lampadario "Mi ricordava te, non ho spostato nulla. Lo stretto necessario solo" "Io non mi sono ancora congratulato con lei per la promozione signora Temiz, complimenti" dico accarezzandole i capelli e posando sopra un bacio soffice. Lei sorride e alzando lo sguardo a me mormora "Non ce l'hai con me per averti fregato il lavoro e l'ufficio?" Ridacchio e prendendole la guancia tra le dita borbotto "Ti ricordo che hai fregato anche il mio cuore, sei proprio avida" Flora ridacchia sotto i baffi e io aggiungo "L'ho sempre saputo che hai un grande talento con i pazienti, riesci a leggerli ancora prima che parlino. Penso sia un dono il tuo, hai un'empatia, nei confronti delle persone, enorme, davvero grande. Sono fortunati ad averti incontrata" Lei sorride e sporgendosi di poco, mi lascia un bacio sul collo e sussurra "Sono io quella fortunata ad aver fatto della mia passione un lavoro ed essere circondata di persone, che mi apprezzano per quella che sono e per quello che faccio. Fanno tutto loro, non io" "Sei sempre così dolce e umile, sei incantevole, come le favole" dico intrecciando tra le dita i suoi capelli. Flora mi prende la mano e fa per baciarmi il palmo, ma si blocca a riosservare i segni violacei. "Quando mi dirai tutto?" "Non importa. Adesso sono qui, no?" Lei mi lancia un'occhiataccia e io stringendole ulteriormente a me dico "Non devi preoccuparti di nulla, è tutto finito" Abbasso le labbra per baciarle la pelle nuda delle spalle e strofinando le sue braccia con la pelle d'oca aggiungo "Me la sono cavata, me la caverò sempre" Scosto una ciocca di capelli per scoprirle il contorno del viso e dici ancora "Finchè ci sarai tu ad aspettarmi, io me la caverò sempre, capito?" Lei abbassa lo sguardo per poi rialzarlo preoccupata e dice "Ho pensato che tu fossi morto...sono morta dentro anch'io" Sospiro straziato nel vederla così e sistemandola bene su di me dico "Io invece ero vivo, ero vivo perché pensavo a te. Sarebbe successo qualsiasi cosa e io l'avrei affrontata senza perdere di vista l'unico mio obiettivo: ritornare da te. Sei stata la mia ancòra di salvezza, sempre" "Ti ho visto in quella barella, senza la fede al dito...È stato..." farfuglia lei con ancora gli occhi lucidi. "Shhh non ci pensare più, ora sono qui" sussurro prendendole la testa a coppa. "Chi è stato? Cosa vogliono da te Khalil? "Insiste lei preoccupata al massimo. "È morto lo Sceicco e sono dovuto sparire per un po'. Ti ho trasferito dei soldi, li hai ricevuti, no?" "Non toccherò neanche un centesimo di quel denaro, se non per beneficenza o qualcosa di simile" "Ne ero certo" dico sorridendo. "È perché ti sei finto morto? Perché non dirmelo? Avrei tenuto nascosto il segreto!" Inizia a scaldarsi lei. Le prendo il mento tra le dita e mormoro "Mi è stato impossibile comunicare con te, non potevo neanche controllarti. Immagina me, abituato a monitorarti h24, improvvisamente non sapere più nulla di te per due settimane. Pensi che sia stato facile per me?" "E pensi che sia stato facile per me scoprire che eri morti? Buttandoti da un cornicione? Davanti a me?"chiede con gli occhi pieni di lacrime. Mi mordo il labbro furioso con Juan per quello che sta facendo passare a sua sorella e dico "È stata una cosa estrema" "Ho pensato di volermi buttare anch'io per un momento" rivela sconvolgendomi. "Cosa?"chiedo arrabbiandomi solo all'idea che lei avesse potuto fare una pazzia del genere. "È stato un attimo, ma se non fossi stata abbastanza lucida..." "Shh non voglio neanche pensarci" sussurro posando un dito sulle sue labbra. "E perché questi segni? Cosa ti hanno fatto in Siria?" Chiede prendendomi le mani. "Niente di cui tu possa preoccuparti" "Hai i polsi viola!" quasi mi rimprovera lei. "Perché non ti fidi?"chiede sofferente in viso. Appoggio la fronte sulla sua e mormoro "Io mi fido ciecamente di te" "E allora dimmi la verità" insiste lei. "Non ora, non voglio parlarne ora" "Quando?"chiede lei non lasciandomi vincere. "È complicato" "Cosa? Cosa è complicato?" "La situazione in Siria...i figli di Ahmed rivendicano il posto del padre e io..." "Ahmed?"chiede subito Flora non capendo. "È stato lo Sceicco e aveva scelto me come successore" "Successore? Sarai il nuovo Sceicco? "Chiede lei spalancando gli occhi. "Si, ma i figli di Ahmed hanno il diritto di rivendicare il titolo" "Meglio, no?!"esclama Flora. "Tu devi uscire fuori da tutta questa merda! Lascia il posto a loro, non deve essere più affar tuo!" Accarezzo i suoi capelli per calmarla e mormoro "È complicato come ti dicevo...Hanno uno 10 anni e l'altro 7, l'organizzazione sarebbe in mano all'anarchia totale, moltiplicherebbero attentati, reclute, ostaggi...sai a quante morti si farà fronte? Stanno anche per ritirare le truppe americane dal fronte, il nostro califfato regnerà...Il terrorismo vincerà" "Cosa hai intenzione di fare?" "Non lo so, devo fermare quei demoni" "Non lo può fare qualcun altro?"chiede Flora facendomi sorridere. "Chi se non lo Sceicco, piccola?" Lei sospira e appoggiando la testa sulla mia spalla sussurra "Perché è tutto così complicato?" Poso una mano sulla sua testa e mormoro "Si risolverà tutto, non permetterò che ti accada nulla" Lei rialza subito la testa e chiede perplessa "perché? Cosa mi dovrebbe accadere?" "Hai il mio cuore, sei il mio punto debole pulce" "Mi potrebbero fare del male?"chiede lei portando le mani sul grembo. "Finchè sarò in vita io, mai" Abbasso lo sguardo alle sue mani sulla pancia e chiedo "Tutto bene? Ti ho fatto male?" Lei si accarezza l'addome e dice "Forse mi sta per venire il ciclo" Metto una mano sopra la sua e dico "Allora andiamo a nutrire questo pancino per poi prendere qualche medicinale, ok?" "Va bene "dice lei sorridendo per poi lasciarmi un soffice bacio sulle labbra. Ci alziamo nudi dalla poltrona e subito recupero la sua biancheria. Mi chino e aggiusto le mutandine per fargliele indossare, lei sorride e infila le gambe. Tiro su l'intimo e dando un bacio al monte di Venere e all'addome, le faccio risalire il reggiseno. "Vedi che posso vestirmi "dice lei ridendo quando recupero gli altri suoi vestiti. "Voglio farlo io, posso?" "Cosa?" "Prendermi cura di te " Lei sorride e annuendo con la testa, mi lascia fare. Inizio a vestirmi anch'io, finché arrivo ad indossare la felpa e Flora mi aiuta con le maniche. "Grazie amore mio" mormoro rubandole un bacio. Flora allaccia le braccia attorno alla mia vita e inizia a stringermi forte, appoggiando la testa sul mio petto. Io affondo le dita nei suoi capelli e mormoro "Che succede?" "Mi sembra un sogno, poche ore fa ti credevo morto" "Invece sono qui, in carne e ossa per te" La sento stringermi ancora più forte e dico ridendo "Ossa che spaccherai se continui a stringermi così" Lei ridacchia e allentando un po' la presa dice "Ti sono mancata anch'io?" Le prendo il viso e guardandola dritto negli occhi dico "Non c'è stato momento in cui tu non fossi nei miei pensieri" "Oh Khalil" mugola lei ritornando ad appoggiare la testa sul mio petto. Io le accarezzo piano i capelli e chiedo "Andiamo?" La vedo annuire con la testa per poi andare verso la porta. Le acchiappo subito la mano e intrecciandola, usciamo fuori. Alzo subito il cappuccio per non farmi riconoscere in centro e velocemente usciamo fuori dal centro. "Signorina Vignoli! Il signore si è precipitato dentro e non ho potuto fermarlo o..." inizia a dire a vanvera la receptionist. "È tutto a posto, grazie" la tranquillizza Flora. "Signora Temiz" borbotto scendendo le scale. "Dov'è Malcolm?"chiede lei notando che non ci sono auto della holding. "L' ho mandato dalla tipa, non voglio che si privi di una vita privata per il lavoro" "Quella ragazza che..." Annuisco con la testa e lei sorride contenta. "Hai fatto la cosa più giusta, lei sarà felice di rivederlo" "Mi ha confessato che è incinta" Lei spalanca gli occhi e io dico "che c'è? Non li sentivi scopare come conigli?" Flora scuote la testa e dice "Lui come l'ha presa?" "Era nervoso, non sapeva che fare. Ha chiesto consiglio a me" "E che gli hai detto?" "Che se fosse successo a me, sarei stato l'uomo più felice e fortunato al mondo" Lei abbassa lo sguardo e io lasciandole un bacio sulla tempia dico "Si è convinto e ha detto che l'avrebbe cercata una volta tornato a Palermo" "Che bello, son per felice per loro" dice lei raggiungendo la sua macchina. "Dove andiamo? "Chiedo aprendo la portiera. "E' una sorpresa, sali" dice Flora facendomi l'occhiolino e salendo in macchina. Mi mordo il labbro e salgo anch'io. "Che sorpresa?" insisto. "Cintura" m'ignora lei. Me l'allaccio e richiedo "Di cosa si tratta?" "Di una cosa nuova" "Non capisco" "Capirai" dice lei sorridendo per poi mettere la retro e uscire dal parcheggio. Aspetto che esca dal cancello per prenderle la mano libera e intrecciarla con la mia. "Che c'è?"chiede lei ridendo beccandomi a fissarla. "E' che ti amo da impazzire" mormoro pieno di lei, portando le nostre mani in alto e baciandole le nocchia con riverenza.

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


Non si guarisce dimenticando, ma accettando. ALICE'S POV: PASSATO. "Ehi!" dice Rakib entrando in camera mia. Sorrido subito e vado ad abbracciarlo. "Ti sono mancato, eh?" "Tantissimo" mormoro soffocando nel suo abbracciando. "Com'è andato il primo giorno di scuola?" chiede sciogliendo l'abbraccio. Io metto subito il broncio. "Bene, credo" "Perchè credi?"domanda lui andandosi a sedere ai piedi del letto. "Questi nuovi compagni sono monelli." dico incrociando le braccia. "Ti hanno fatto qualcosa?"chiede lui scaldandosi. Magari dovrei dirgli la verità. "Mattia mi ruba sempre i colori, Simone mi ruba i fogli dal quaderno e Dario mi fa un sacco di dispetti" "Mattia, Simone e Dario, interessante. Domani rientro a scuola e ci penso io a loro" "Davvero?"chiedo spalancando gli occhi felice. "Certo, devono portare tutti rispetto alla mia stellina" dice trascinandomi su di lui e facendomi il solletico. "Rakib smettila!" grido ridendo fra le sue braccia. "Scendiamo a giocare?" chiedo pronta con la mia borsetta e le mie bambole. "Oggi non posso piccola" "Perchè?"chiedo corrugando la fronte. "C'è la festa di compleanno di una mia amica, tra poco ci vediamo con i ragazzi e andiamo insieme. Ero passato di qui per un saluto veloce" "Chi è questa amica?"chiedo sempre più stranita. Non sapevo che Rakib avesse altre amiche, pensavo di essere l'unica. Chi vuole rubarmelo? "Una mia compagna di classe, fa una festa strafiga al bowling" "Portami con te" propongo. Potrei cambiarmi velocemente e mettermi quel vestito giallo con le farfalline che ho preso con mamma domenica. "Non posso, siamo in lista" "Lista? Che vuol dire?" "E' un foglio dove ci sono scritti i nomi degli invitati, chi non c'è, non può entrare"mi spiega circondarmi le spalle col braccio. "E aggiungimi alla lista" "Non posso farlo io, è Valeria che decide" Valeria, è Valeria che vuole rubarmelo. "Va bene, vattene!"esclamo alzandomi da lui. "Ehi!" esclama stavolta lui corrugando la fronte. "Vai, vai dove vuoi senza di me. Ora è lei la tua amica!" gli grido contro uscendo dalla stanza. "Alice!" sento gridare dalla mia camera. "Alice, perchè fai così!" dice entrando in cucina. "Minchione" dico aprendo il frigo. "Cosa??"chiede sconvolto Rakib. Non so esattamente cosa voglia dire, ma l'ha detto Mattia a Simone e la maestra l'ha rimproverato per ore...penso sia una cosa grave. "Alice!"grida una voce femminile. Aspetta cosa? Mi giro e vedo mamma all'angolo della cucina...cavolo, non l'ho vista. "Chi ti ha insegnato questa parolaccia, eh?"chiede Rakib furioso. Cos'ho detto? Cosa significa! "Siediti immediatamente Alice, dobbiamo parlare" dice mamma severa. Cavolo, è davvero arrabbiata, forse è meglio dire la verità. "L'ho sentita da Mattia, non è colpa mia" dico sedendomi. Rakib si siede di fronte a me e chiede "Lo stesso Mattia che ti ruba i colori? Questo domani mi sente" "E perchè ti sei scagliata contro Rakib?"chiede mamma. "E' colpa di Rakib, si è trovato una nuova amica!" sbotto puntandogli il dito contro. "E allora? Rakib non è solo tuo" dice mamma sconvolgendomi. "Sì invece" borbotto indispettita. "Sei fatta troppo indisponente Alice, stasera niente tv e devi chiedere subito scusa a Rakib" "No! Lui non mi vuole più!" "Non è vero, tu sei e sempre sarai la mia stellina" dice lui prendendomi la mano. Questo contatto mi calma e ritraggo le lacrime che stavano per cadere per il nervoso. "Davvero?" chiedo sorridendo. "Certo, non devi mai dubitarne" Non so cosa voglia dire "dubitare" , ma sembra una bella parola. Allungo i miei piedi e intrecciandoli con i suoi mormoro sorridendo "Scusami..." Rakib allunga la mano prendendomi una guancia e mormora "La mia gelosona" ---------------------------------------------------------- PRESENTE. "Ehi ciao!" Saluto dei ragazzi che escono fuori dallo spogliatoio. "Ciao principessa" dicono ruffiani alcuni di loro salutandomi. Sorrido a tutti e quando vedo Pedro uscire chiedo subito fermandolo "Ciao! Lui è dentro?" Lui annuisce subito e io aggiungo "Grazie, stamattina è corso fuori da casa mia senza dirmi nulla e..." "Magari non voleva svegliarti ed era in pensiero per te" dice lui facendomi un occhiolino e allontanandosi. "In pensiero per me?"chiedo fra me. "Aspetta! Cosa intendi per..." grido, ma lui svolta a destra sparendo dalla mia visuale. Maledizione. "Cosa avrà voluto dire?" Mormoro. "Parli sola?" Mi deride Samuel uscendo dallo spogliatoio. "Pensavo ad alta voce" dico scuotendo la testa e ridendo. "Questi sono i primi sintomi di pazzia a stare con quel coglione 24h" dice lui allontanandosi. "Ehi! Non parlare così di lui!" Esclamo. "Se vuoi farmi da assistente e mollare quel pappamolle, call me!" Grida Samuel mimando il telefono con le dita. "Muoviti che sei in ritardo per gli allenamenti stupido!" Grido facendo ridere entrambi, finché svolta e non vedo più neanche lui. Mi affaccio di poco e non trovo più nessuno dentro, Rakib è sempre l'ultimo a lasciare lo spogliatoio. Entro e lo becco che si allaccia le scarpe sulla panchina di legno. Sembra calmo, che si di svegliato di buon umore? Sorrido e gli vado incontro. "Buongiorno!" Esclamo allegra sedendomi accanto a lui. Rakib non risponde e già smonta il mio buon umore... Poso il sacchettino di carta sulla panchina e uscendo fuori delle scatolette dico "Ho portato la colazione, ho preso un po' di tutto per..." "Non già fatto colazione" m'interrompe alzandosi per posare l' asciugamano nell'armadietto. Fossi stata la vecchia Alice mi sarei incazzata e lo avrei costretto a mangiare, ma stamattina mi sono promessa di essere più pacata e controllata nei confronti di Rakib. Non mi va di convincerci con l'astio, in fondo sappiamo stare anche bene se vogliamo, come ieri sera. " Oh, va bene. Non insisto" dico abbassando la testa e rimettendo le cose nel sacchetto. Improvvisamente Rakib mi toglie da sotto il naso una scatoletta con treccine zuccherate e dice prendendo la sua borraccia. "Magari può venirmi fare più tardi' Per poi uscire fuori e non darmi la soddisfazione di gongolarmi della mini vittoria. Sorrido inaspettatamente sorpresa e lasciando il sacchetto col cibo sulla panchina, mi porto solo la scatoletta con della pasticceria mignon. Vado in campo e vedo i ragazzi fare stretching. Alzo la mano a mo' di saluto a Bruno che mi saluta e vado a sedermi in panchina. Controllo gli ultimi messaggi e ne vedo diversi di Ascanio che mi chiede di telefonarlo, cosa vorrà? Lo chiamo subito mentre attacco ferocemente un bignè al caffè. "Ehi cucciola" risponde Ascanio. Faccio una smorfia, odio questo soprannome e lui lo sa. "Ehi! Tutto bene? Ho letto solo adesso i messaggi" "Sisi, volevo solo sentire la tua voce, niente di più" Che dolce. "Che combini lì a Taiwan?" Chiedo alzando lo sguardo ai ragazzi che fanno corsa scalciata. "Aspetto due uomini con cui ho una riunione, ho già convinto la holding a filmate con noi, sono molto contento" "Davvero? Tesoro ma è fantastico!" "Già, festeggiamo appena arrivo a Palermo?" "Certo!" "Credi che il tuo capo psicopatico ci possa concedere una serata fuori?" "Credo di sì e smettila di chiamarlo così!" Lui ridacchia e dice "Ma è la verità, è uno psicopatico" "È solo complicato ma lui è un bravo ragazzo" mormoro spostando lo sguardo su Rakib che è piegato in due e si tocca le caviglie. I miei occhi cadono involontari sul suo sedere e deglutisco. Lui si rialza stiracchiandosi tutto e io mi mordo il labbro nel vedere tutti i muscoli della schiena, delle spalle e delle braccia flettersi. Si gira improvvisamente e mi becca a sbavare su di lui, cerco di spostare lo sguardo per non sembrare che stavo osservando solo lui, ma lo vedo sorridere e scuotere la testa. Abbasso subito lo sguardo mentre Ascanio al telefono chiede "Cucciola? Ci sei?" Porto una mano in fronte e farfuglio "Sisi, sono qui. Cosa dicevi?" "Dicevo che dopo la contrattazione, dovrei andare a Shangai per incontrare altri due imprenditori. Ci vorrà poco ma..." Corrugo la fronte quando vedo Rakib venire verso la panchina. Giro la testa per vedere se ha scordato qualcosa, ma ci sono solo io qui. Mi tranquillizzo quando lo vedo prendere la borraccia e bere dell'acqua. Niente panico Ali. Ricorrugo la fronte quando lascia la borraccia e viene verso di me. Alzo la testa e lui rubandomi il mignon che avevo in mano, con il pollice pulisce l'angolo della mia bocca. Cazzo, ero tutta sporca della crema al caffè. Lui si gira raggiungendo i compagni che se la ridono e io alzo il medio a loro. "Cucciola? Ma che hai?" Merda, sono ancora al telefono. "Ehi sì, scusami. Sono a lavoro e..." "Scusami tu, ci possiamo sentire più tardi. Mi chiamo tu appena hai finito?" Chiede lui comprensivo. "Va benissimo, allora a più tardi" "Ti amo" "Anch'io" mormoro per poi riattaccare. Prendo un cannolino e inizio a mangiarlo stavolta con più attenzione, mentre osservo i ragazzi posizionarsi in campo. Rakib è il capitano di una squadra e si posiziona accanto a Bruno, mentre alza lo sguardo su di me. Bruno fischia l'inizio partita e io schiudo le labbra quando osservo Rakib portarsi il pollice in bocca e ripartire subito dopo. Era il pollice con cui ha tolto dall'angolo della mia bocca la crema... Mi sventolo con la mano sentendomi accaldata e decido di provocarlo anch'io. Mi alzo e prendendo la sua borraccia, inizio a bere acqua da lì. "Rakib! Ma che cazzo ti prende?"grida Bruno mentre io sposto lo sguardo e lo vedo per terra. "Non ho visto il pallone" si giustifica Rakib rialzandosi veloce. "Non hai visto il pallone?"chiede Bruno non credendo alle sue orecchie. "Perché era impegnato a vedere altro!" Lo sfottono gli altri. Ridacchio anch'io mentre Bruno fischia di nuovo e grida "Rakib! Più concentrazione cazzo o sarò costretto a metterti in panchina" "Ma lui non vede l'ora!" Lo deride un altro compagno. Bruno si gira verso di me in panchina e finalmente capisce tutto. Scuote la testa e dice "Donne, sono sempre la causa della nostra rovina. Su, ricominciamo!" Faccio l'occhiolino a Rakib che mi guarda con le mani sui fianchi e ritorno al mio posto. Che spasso. Sento di nuovo il cellulare vibrare e sbuffando vedo chi può essere. "Mami" leggo ad alta voce. "Ehi mami" rispondo al volo. "Tesoro! Per stasera pensavo di fare un dolce, sono indecisa su una crostata o il tiramisù, li faccio entrambi?" Cazzo, la cena. "Ma no, ci pensiamo noi. Non preoccuparti" mormoro facendo una smorfia. "A me non costa nulla, farò allora un antipastino, che ne dici? " "Fai quel che vuoi, basta che non ti stanchi troppo" "Per qualche antipastino perché dovrei stancarmi? Per che ora vengo stasera?" "Ehm...Un attimo" dico mettendo il muto. Mi alzo e corro fino al centro campo. "Ma che diavolo?!" Esclamano alcuni che erano pronti a segnare. "Scusatemi, scusatemi! È un'urgenza" dico raggiungendo Rakib che mi guarda malissimo. "Per che ora dico stasera a mia madre?" "Seriamente? "Chiede lui sconvolto. "Mi ero dimenticata della cena! Dimmi subito un orario" Lui si avvicina a me e borbotta " Sei la solita viziata menefreghista, smettila di atteggiarti da principessa. Qua ci stiamo allenando per il campionato, non è uno scherzo." "Per le 20 va bene?"chiedo io invece ignorando ciò che ha detto. "Io getto la spugna" dice lui alzando le mani sbuffando. "Mami! Per le 20" dico togliendo il muto e andando via dal campo. "Ricominciate ragazzi! Forza, andate alla grande!" Grido raggiungendo la panchina. Riprendo la mia scatoletta e agguanto un cestino di frutta e crema gialla, che bontà. RAKIB'S POV: "Bravi ragazzi, bravi "si complimenta Bruno con tutti dando una spallata. Io sono alla fine della fila e tolgo la maglietta imperniata di sudore. Osservo Alice seduta in panchina che appunta qualcosa su un'agenda molto concentrata. Non si sarà neanche accorta che abbiamo finito. "Grande Rakib, come al solito il migliore" dice Bruno stringendomi la mano. "Grazie" mi limito a dire. Faccio per andare via ma lui mi ferma e dice "Stai migliorando col gioco di squadra, l'hai passata una volta" Annuisco con la testa e mi ricordo del rimprovero di Alice sulla condivisione. Ammetto di averla voluto accontentarla, anche se non ha notato nulla. "Ti trovo anche in forma, nessun danno in questo periodo...Se continui così, magari potremmo toglierti l'assistente" Annuisco ancora. Pochi giorni fa sarei stato contento delle sue parole, ma adesso mi è venuto un nodo in gola solo all'idea che possa veramente andarsene da me. "Vai, non ti trattengo ancora" mi congeda finalmente Bruno. Lancio un'ultima occhiata ad Alice e scendo allo spogliatoio. M'infilo subito in doccia e mi lavo velocemente, stasera ho voglia di andare in pub, ubriacarmi e scopare. Me lo merito. Non lo faccio da tempo, mi seno un cazzo di prete. Esco dalla doccia e allacciandomi un asciugamano ai fianchi, apro l'armadietto. Afferro la mia tuta e quando chiudo l'anta, salto in aria per lo spavento quando vedo sbucare dal nulla Alice e dire a vanvera "Ho buttato giù un menù per stasera! Ho passato il tempo a vedere dei video di "Fatto in casa da Benedetta" e ho appuntato questi piatti! Sembrano facili e appetitosi, dai un'occhiata!" "Non puoi entrare nello spogliatoio come fosse casa tua! E smettila di sbucare come un fottuto fungo, uno di questi giorni morirò di crepacuore" la rimprovero severo. Lei se ne strafrega ,come al solito, e dice sorridendo "Scusami, ma potresti dare un'occhiata al menù" Sbuffo e indossando la maglietta dico "Per stasera ho altri programmi" "Ma io l'ho già confermato a mamma! Abbiamo concordato insieme l'orario! " Alzo il sopracciglio e la guardo male. "Beh, più o meno sì!" "Molto meno che più" "Dai, mamma ci rimarrà male se foldiamo! Ha detto che farà gli antipastini!" Tenta di convincermi lei. È molto carina quando cerca di farlo. Cedo subito, al diavolo la serata. "Solo perché è Angela e ci tengo" borbotto strappandole dalla mano l'agendina. Leggo velocemente i piatti appuntati e restituendole l'agenda dico "Va bene, appuntati gli ingredienti e chiedi alla domestica di andarli a prendere" "Perché scomodare la domestica, andiamo a prenderli noi! Ci vorrà un attimo" dice contentissima lei. Che bel sorriso che ha, mi viene voglia di baciarglielo. "Ok, esci che mi devo vestire" "Da quando ti vergogni di me?" "Come vuoi tu" dico togliendo l'asciugamano. "Rakib!" esclama lei coprendosi subito gli occhi. "Sei il solito! Ti aspetto in macchina, muoviti!" esclama scappando fuori. Scuoto la testa e ridacchio. Merda, mi migliora le giornate questa ragazzina. "Amico, stasera sei dei nostri?"chiede Pedro entrando nello spogliatoio. Faccio una smorfia e dico "Non penso" "Stasera andiamo al Country, si prevede sfascio totale" cerca di convincermi lui. Proprio quello che mi serviva. "Ho preso un impegno" " Che impegno, sei serio amico?" Faccio spallucce e dico "Sarà per un'altra volta" "Davvero non puoi saltare l'impegno?" "Verrà la madre di Alice stasera a cena" Lui alza le braccia e dice "Scusa scusa, non sapevo della cena con la suocera! Non insisto" "Coglione" borbotto infilando le ultime cose nel borsone. "Allora le cose sono serie" "Ma quali serie, è solo una cena" dico chiudendo il borsone e mettendomelo in spalla. "Con la suocera a casa tua, certo amico. Buona fortuna, domani mi racconti meglio" "Vaffanculo" sbuffo dandogli una spallata. "Portami qualche avanzo!" grida lui dallo spogliatoio. "Fottiti" grido ormai nel corridoio. "Oh amico, fotti anche per me" sento gridare ancora lui. Mi mordo il labbro ed esco dal corridoio. "A domani campione" mi saluta Bruno con una spallata e la mano. Annuisco e scendo in garage mentre rispondo alla chiamata di Igor. "Si?"chiedo scendendo velocemente le scale. "Stasera c'è una serata al..." "Perchè cazzo mi state invitando tutti stasera?"sbotto infastidito. "Che ti prende stavolta? Volevo premiarti con una serata tranquilla!" esclama Igor sbuffando. "Non posso stasera" "Perchè?" "Farti i cazzi tuoi?" "Sono il tuo manager, farmi i cazzi tuoi è il mio lavoro" replica lui. "Ho una cena a casa mia" "Con chi?" "Con tua madre" "Rakib che stai combinando? Sei stato bravo in questi giorni a non attirare l'attenzione, cerca di continuare così, almeno fino al campionato" "E' con Alice e la madre di Alice, cazzo Igor...smettila di assillarmi come se fossi un bamboccio" "Alice e la madre? Ma che diavolo mi sono perso in un giorno?"chiede lui sorpreso. Perchè sono tutti sorpreso quando lo dico? "Nulla, a sua madre fa piacere cenare con noi e l'ho accontentata" "E' una cosa seria" "No...finitela tutti quanti, è un stracazzo di cena" "Come dici tu, tutto bene oggi con gli allenamenti?" "Si" mi limito a dire arrivando al garage. "Ottimo campione, ci vediamo domani allora" "Si" dico vedendo Alice al posto guida. Oh no no...non la guiderà di nuovo la mia bimba. "Passa una buona giornata e una buona cena" "Che schifo Igor, ritorna in te. A domani" borbotto riattaccando. Spalanco la portiera e dico minaccioso "Scendi" "Perchè? Dobbiamo andare al supermercato, hai la memoria corta?" chiede lei alzando un sopracciglio. Incredibile, non solo ha il coraggio di prendere abusivamente la mia macchina, ma anche quella di darmi dello smemorato. "Non guiderai tu" dico il più diretto possibile. "Ma me l'hai lasciata guidare ieri..." mi ricorda, certo perchè io ho la memoria corta. "Ieri, oggi è un altro giorno per fortuna" "Perchè non posso guidarla di nuovo? Sono stata brava a portarla" "Compratene una" "Con i soldi del Monopoli?" "Te li do io" "Io non voglio i tuoi soldi" "Ti pago lo stipendio" le ricordo stavolta io. "Non voglio i tuoi soldi per pena. Me lo guadagno il mio stipendio, anzi... dovrei chiedere il doppio per sopportarti" mormoro la parte finale piano. Peccato che io senta come un fottuto pipistrello. "Pensa che io ti sopporto gratis, e ora scendi" "Per favore?" "Non ti pregherò di scendere dalla mia macchina" dico calcando la voce su "mia". "Sei sempre così scortese" "Tu sei proprio brava a rigirare la frittata, ma con me non funzione. Scendi" "Uffa ok!"esclama lei scendendo. Sbuffo e sedendomi finalmente al mio posto, butto dietro il borsone. Accendo il motore, ma noto che Alice è in piedi fuori. "Che fai? Sali"chiedo abbassando il finestrino. "No, chiedo a qualcun'altro di darmi un passaggio, magari loro mi faranno guidare la loro macchina" dice con le braccia incrociate. "Alice scherzi?" Chiedo alzando un sopracciglio. Dio, mi sembra di parlare con una bambina. "Samu!" Chiama improvvisamente lei. Mi giro e lo vedo venire verso di noi. Non lo farà veramente. "Ehi! Mi faresti guidare la tua macchina fino al supermercato più vicino?"chiede Alice sfacciata. "Certo, è tua" dice Samuel tirando le le chiavi della sua Jaguar. Alice mi guarda soddisfatta e fa per andare, ma peccato che affondo le dita sul suo polso e strappo le chiavi dalla sua mano, per poi ritirarle a Samuel. Lascio la portiera aperta e faccio il giro per sedermi dall'altra parte. Vaffanculo l'orgoglio, lei non sarebbe salita sola in macchina con quell'idiota. Mai, non l'avrei permesso mai. "Ci speravo" dice lei vittoriosa indossando la cintura e facendo subito retromarcia. Incrocio le braccia contrariato al massimo e guardo fuori dal finestrino. Odio sentirmi così inferiore a lui, di nuovo. Lei chiede e io do, non ho imparato una cazzo di lezione dopo questi anni, dopo i pezzi di cuori ancora per terra. "Metti la radio?"chiede uscendo dal parcheggio. "No"sbotto indispettito. "Ok" dice lei ridendo e trafficando con l'altra mano per cercare la radio. La scosto e cerco la radio, non voglio andare a sbattere. Inserisco la radio e faccio per cambiare stazione, ma lei posa una mano sopra la mia ed esclama "Lascia! Lascia!" Osservo le nostre mani ipnotizzato, ma dura poco perché la toglie per scostarsi i capelli. "Amo questa canzone" aggiunge iniziando a canticchiarla e girando a destra. Ritiro la mano e rincrocio le braccia, cosa diavolo mi è passato in testa? Cosa pensavo che potesse accadere? Mi sento un idiota totale e sto facendo l'opposto di quello che mi ero ripromesso di non fare, cazzo. "L' Auchan è il miglior supermercato in assoluto" dice lei parcheggiando vicino ad una Ford. "Ti aspetto qua" dico seccato. "Ma che mi aspetti qua, tu vieni con me" dice lei scendendo dalla macchina. "Vai tu, prendi quello che devi prendere e muoviti" borbotto prendendo il cellulare. "Non ce la faccio sola" "Alice! Non rompere e va', ti ho detto che ti aspetto. Ce la farai anche senza di me" "E io ti ho detto che non ce la faccio sola!" insiste come una bambina viziata qual è. "Che cazzo!" sbotto uscendo e sbattendo la portiera. Lei sorride vittoriosa, per la seconda volta. "Prendi un carrello!" grida lei andando spedita verso l'ingresso. Cosa? La osservo scappare dentro e rimango con la bocca spalancata, davvero mi ha scaricato al parcheggio del supermercato? "Guarda! Il Namur!! Posso avere una foto?"chiede un ragazzino correndo da me. Chiudo gli occhi e sbuffo, quanto odio Alice. "Certo" dico sorridendo, abbassandomi alla sua altezza per fare una foto. "Sei un grande, vorrei diventare come te un giorno. Sei un mito, io ti venero, farei qualsiasi cosa per..." "Tanta fatica e tanta passione, non serve altro. Ti aspetto in campo un giorno" dico stringendogli la spalla. Lui s'illumina e mi guarda con occhi e bocca spalancati, mentre mi allontano alla ricerca di un carrello. E' molto insolito che esca di giorno, non mi capita di incontrare fans di giorno o interagire in questo modo. A volte con le conferenze e i meet riesco a fare qualche autografo, ma queste cose non mi piacciono...cerco di evitarle sempre, mi guardano tutti come se fossi irraggiungibile. Una volta ero come loro, sono il 'Namur', sono il migliore, ma qualcuno può sempre superarmi e dimostrarmi che non lo sono. Aspetto ancora quel giorno. Raggiungo una fila di carrelli e faccio per estrarne uno, ma è bloccato da una specie di lucchetto. Cazzo, devo inserire qualche spicciolo... Mi tocco le tasche e prendendo il portafoglio, trovo solo carte di credito. Un uomo di fianco prende il carrello e io lo inquadro subito...è sui 40 e scommetto che segue il calcio. "Salve" attiro la sua attenzione. "Si? Aspetta ma tu sei il capitano Namur!" esclama l'uomo togliendosi gli occhiali da sole per vedere meglio. Riposo il portafoglio e gli faccio spallucce. "Posso avere una foto?" "Posso avere 50 cent io?" chiedo a mia volta. Lui mi guarda stranito e io spiego subito "Non ho spiccioli per il carrello. Poi se mi dai il tuo numero, te li ridò" "Il Namur che mi chiede il numero, questa è bella" dice lui prendendo il portafoglio. Mi porge 2€ e dice "Sono tuoi, non mi devi nulla" "Grazie amico, davvero" dico sorridendogli. Una volta, quando ero ancora un ragazzino con mille sogni e un cuore spezzato, non penso mi avrebbe aiutato come oggi, ma voglio credere che l'abbia fatto perchè sono realmente in difficoltà e non perchè sono il Namur. Gli prendo il cellulare e selezionando la fotocamera, scatto diversi selfie di noi. "Grazie ancora "dico restituendogli il cellulare. "Grazie a te!" esclama lui sorridendo a trentadue denti. Ricambio il sorriso ed estraendo finalmente il carrello, vado verso l'ingresso. Alzo il cappuccio della felpa e inforcando gli occhiali da sole, entro nel supermercato. Spero di non essere riconosciuto da troppi. Faccio un giro completo del supermercato senza trovare quella peste e provo da ore a chiamarla, trovando sempre la cazzo di segreteria. "Chi me l'ha fatto fare" mi chiedo scuotendo la testa. Alcuni mi hanno riconosciuto, ma sono subito scappato via...non voglio che si sparga troppo la voce, dov'è quella maledetta? "Quanto ci hai messo? A quest'ora avremmo finito di fare la spesa!" esclama Alice apparendomi davanti. Osservo i suoi jeans attillati, scarpe sportive e una magliettina che avvolge tutte le sue curve sotto i jeans...i capelli di lato e con un'espressione confusa e infastidita...vorrei insultarla ma mi mancano le parole, mi mancano sempre quando mi è vicino. "Ho preso le cose per le polpette di ceci, non trovo il cavolfiore per il primo!" dice buttando le cose che aveva in braccio nel carrello. "Perchè gli occhiali da sole dentro? Vuoi fare il figo?"chiede sfottendomi. Come suo solito. " Ti ricordo che sono un calciatore famoso" borbotto seguendola. "E smettila di tirartela...è questo il bello della fama, essere riconosciuti e scambiare qualche chiacchiera" "La fai così facile" "Lo è" dice mettendosi in punta di piedi per togliermi gli occhiali e buttarmi giù il cappuccio. Appende gli occhiali alla scollatura della sua maglietta e mi sorride. "Meglio?" "Perchè vuoi sempre complicarmi la vita?"chiedo molto sinceramente. "Semmai te la semplifico, non c'è di che" dice superandomi e girando a sinistra. Mi affretto a seguirla per non dover rifare il giro del supermercato per cercarla e ne approfitto per allungare l'occhio sul suo culo. E' sotto i miei occhi, non posso farci nulla. "Besciamella, mascarpone...ok, andiamo nel reparto carne" dice mettendo le cose prese fra le mie braccia e girando i tacchi. Mi abbasso per posare le cose nel carrello e scoraggiato la seguo, mi sento un fottuto cagnolino. "Quanta salsiccia dovremmo prendere secondo te?"mi chiede davanti a delle confezioni diverse. "Abbastanza per tre persone?" "Ma cosa te lo chiedo a fare" borbotta lei prendendo una confezione da 6 salsicce. "E' tutto?"chiedo speranzoso. "No, mi mancano delle cose per il dolce e il cavolfiore. Vai a cercare il cavolfiore, così ci sbrighiamo?" "No" nego subito, non voglio doverla rincorrere di nuovo. "Avevi ragione" "Su cosa?" "Sul fatto che ce l'avrei fatta anche senza di te, sei inutile al momento" "Sto portando il carrello" le faccio notare. "Ti ho chiesto di andare a cercare il cavolfiore" "Ci metterei il doppio del tempo che ci metteresti tu" Lei alza gli occhi scuotendo la testa e a me scappa un sorrisino. "Che c'è?"chiede lei beccandomi. "Niente, andiamo" dico abbassando lo sguardo. "Guarda chi c'è!" sentiamo gridare dietro di noi. Ci giriamo e vediamo due ragazzi della mia età precipitarsi da noi. "Scusami, posso avere una foto?"chiede uno di loro. "Ok" mi limito a dire entrando nell'inquadratura del cellulare. "Grazie, sei un grande!" "Grazie a te" dico per poi girarmi, ma il ragazzo si fa avanti e dice rivolgendosi ad Alice "Io sono Matteo" "Piacere, io sono..." "Tesoro andiamo, scusateci siamo di fretta" dico afferrando Alice per il polso e trascinandola lontano. "Ehi!" protesta subito lei staccandosi da me. La lascio andare, facendole credere che si è liberata lei, e dico "Evita se non vuoi finire su tutti i giornali" "Ma io ci voglio finire e in prima pagina" dice lei incrociando le braccia. Sbuffo mentre aggiunge "Ora ho capito perchè non vuoi andare a cercare il cavolfiore" "Sentiamo, perchè?" "Perchè hai paura di lasciarmi sola, sei geloso" "Geloso? Io di te? Ma fammi il favore" borbotto superandola. Lei corre per stare al mio passo e sorridendo dice "Mi hai chiamata tesoro" "Mi sarò sbagliato" "Certo" dice lei gongolando e superandomi. Che mocciosa. In poco tempo riusciamo a prendere tutte le cose e pagando, usciamo presto dal supermercato. "Che caldo" commenta lei aprendo il portabagagli per poi prendere dei sacchi con difficoltà. Le strappo di mano i sacchi e li carico nel portabagagli veloce. "No, aspetta! Questi non li posare" dice prendendo un pacco di patatine al lime e pepe rosa. "Ok, riposa il carrello" aggiunge superandomi ed entrando in macchina. Alzo gli occhi al cielo colmo di pazienza e vado a riposare il carrello. Mi giro per raggiungere il parcheggio, ma la vedo davanti a me che accosta. Apro la portiera e mi prendendo in mano il pacco di patatine che occupa il mio posto, mi siedo prima che quelli di dietro possa suonarci. "E questi?"chiedo indicando il pacco di patatine. "Apri, muoio di fame" "Non si mangia nella mia macchina" dico severo. "Non fare lo schizzinoso, ho fame" "Ho detto di no, mangerai dopo" Lei frena improvvisamente e strappandomi il pacco di patatine, lo rompe e ne prende subito una manciata. Io rimango sconvolto. "Buoni" dice riprendendo la guida. "Perchè fai così? Perchè fai sempre il contrario di quello che ti dico!" sbotto perdendo la pazienza. "Ma se ho fame!" "Non me ne frega un cazzo che hai fame, ti ho detto che non puoi mangiare qui!" "Sei sempre esagerato, calmati cazzo. Sono due patatine" sbuffa lei continuando a mangiare. "Sono briciole!" "Non faccio briciole! Guarda!" dice mostrandomi come mangia una patatina intera. "Non fai mai quello che ti dico, mi devi sempre disubbidire" "Mi passi una patatina? Sto guidando" La fulmino con lo sguardo ma lei dice mettendomi il broncio "Per favore?" "Fanculo, me le mangio tutte io" borbotto iniziando a mangiarne una manciata. Cazzo, sono buone. Mi lecco le dita e continuo a mangiarle di gusto. "Non fare lo stronzo e dammene una!" esclama lei alla guida con la bocca aperta. Mi avvicino al finestrino allontanandomi da lei e continuo a mangiare. "Rakib!" Così impara a fare la viziata con me. "Rakib dai! Non è giusto!" "Hai voluto guidare tu, guida e muta" "Una patatina! Ho fame!" "Oh tieni, basta che stai zitta" sbotto riempiendole la bocca di patatine. Lei le mastica subito e rispalanca la bocca. Non posso credere a quello che sto facendo, se qualcuno dovesse riprendermi, farei la figura del pappone. Imbocco un po' lei e mangio un po' anch'io, mentre raggiungiamo casa e lei chiede "Ti va se prendiamo qualcosa al volo per pranzo? Così non perdiamo tempo per preparare la cena" "Non ti sono bastate le patatine?" "A te sono bastate?" "No" "E allora che cavolo chiedi? Dimmi cosa preferisci ordinare" "Non voglio niente" Lei sbuffa e girando a destra, fa il giro per arrivare al Mcdrive. "Salve" ci saluta una ragazza del posto. "Ciao! Possiamo ordinare?"chiede Alice prendendo il portafoglio. Glielo lascio fare, tanto spenderemo poco in questo fastfood. "Certo, mi dica" "Allora...due Crispy McBacon, patatine e coca cola zero large" "Arrivano" dice la ragazza pagando con la carta di credito di Alice per poi ritirarsi. "Ah! Posso avere anche un milkshake al cioccolato, grazie!" La ragazza annuisce e si ritira. "Vuoi anche tu un milkshake?"mi chiede. "No, grazie" "Ecco a voi" ritorna velocissima la ragazza con un sacchetto di carta. "Grazie mille" dice Alice prendendo il sacchetto e passandomelo...ovviamente. Si allunga su di me per frugare dentro e recuperando il milkshake, si rimette alla guida. "Sembra estate" dice godendosi del sole che bacia la sua pelle. Deglutisco nel vederla succhiare il milkshake dalla cannuccia e con la pelle che splende alla luce del sole. "Tieni, a me non va più" dice dopo un po' mollandomi il milkshake. Accaldato, accetto la bevanda fresca e inizio a bere dalla sua stessa cannuccia...posso sentire il suo sapore, solo così. Arriviamo a casa e portando tutto dentro, Alice va a farsi una doccia. Io sistemo le cose nelle rispettive mensole e vado a cambiarmi, mettendomi dei bermuda blu e una maglietta semplice sopra...rimango scalzo perchè fa veramente caldo oggi. "Rakib?"grida per la casa Alice. Non rispondo, perchè deve gridare così? "Eccoti" mi trova finalmente. Il mio occhio cade sulla sua salopette corta e una canottiera sotto...anche lei scalza e con i capelli ancora umidi. "Mangiamo?"chiede avvicinandosi al bancone dove c'è il nostro pranzo. Penso sia la prima volta che mangiamo a casa insieme per pranzo. "Questo è tuo" dice allungandomi le patatine. Distribuisce le cose e attaccandosi subito alla coca cola, si va a sedere su uno sgabello. Mangio davanti a lei mentre osserva il cellulare e non mi calcola. "Potresti toglierlo a tavola?"chiedo severo. "Cosa? Il telefono?"chiede perplessa. "Sì, goditi il pasto che stai mangiando, piuttosto che stare al telefono" "Mmh...ok" borbotta lei posando il cellulare. Si crea un silenzio imbarazzante, ma resto in silenzio e continuo a mangiare il panino, sorprendentemente buono. "Buono?"chiede lei come a leggermi nel pensiero. Lo fa sempre in realtà, delle volte penso che sia l'unica a capirmi veramente. "Non male" dico non alzando lo sguardo, non voglio dargliela vinta di nuovo. "A me piace tanto, non le mangi le patatine?"chiede indicando le mie ancora intatte. Osservo le sue finite e prendendone una manciata, le metto sul suo cartoncino vuoto. "Grazie, non le mangi sicuro?" "Mangiali tu" dico bevendo della coca cola. "Allora hai un cuore" dice lei ridacchiando e mangiando delle patatine. Alzo lo sguardo severo e lei dice "Scherzavo! Non te la prendere" "Tu evita di dire minchiate" "Va beeene brontolone" Riabbasso lo sguardo seccato, finché sento i suoi piedi solleticare i miei. Un flashback da piccoli mi fa ingoiare un rospo. "Smettila di fare la stupida" dico alzandomi e andando a buttare la cartaccia. Nel farlo mi giro verso il cestino e faccio un sorriso fin troppo trattenuto. "Ehi! Io non sono stupida" Protesta lei. "Finisci il panino che dobbiamo incominciare a cucinare" dico ritornando serio. "Pff, quanto sei noioso. Ok ok! Mi sbrigo" dice mangiando il più velocemente possibile. "Senza affogarti, non voglio averti sulla coscienza" Lei alza il medio mentre mastica e io scuoto la testa con disapprovazione. ----------------------- "Qua ho finito" dice Alice posando le polpette di ceci sulla teglia. È stato molto semplice farle: ceci in scatola, una patata bollita, olio, sale, rosmarino e una volta modellate le polpette, girarle nel pangrattato per rendere le polpette non troppo appiccicose. "A quanto il forno?"chiede lei infornando. "200° per 30 minuti" dico leggendo la ricetta della cucina botanica. "Perfetto, come va col sugo di pomodoro?" Chiede Alice affiancandomi. "Mmmh...che profumino! Posso?" Le allungo il mestolo in legno con del sugo sopra e lei assaggiandolo,muove la testa in segno di approvazione. "Da quando sei diventato così bravo in cucina?"chiede Alice andando a togliere la pellicina alle salsicce. "Ho dovuto imparare a cucinare, lo sai" borbotto aggiungendo del basilico al sugo che accompagnerà le polpette di ceci. Lei si morde il labbro e chiede "Come sta tuo padre?" "Non lo so" "Non lo senti da tanto?" "Da Natale, mi ha chiesto di regalargli 200.000€ per ripagare un suo debitore" La sento deglutire fino a qua per poi chiedere "E non lo hai più sentito?" Scuoto la testa. "Ti seguirà sicuramente in tv" "Odia il calcio" Lei, chiaramente in difficoltà, si concentra sul suo lavoro e mormora "Ah...magari lo seguirà solo per te" "Ne dubito, non mi chiamato per congratularsi con me neanche al goal dei mondiali" Sorrido amaramente e dico osservando il sugo "Ho vinto i mondiali e a mio padre non fregava un cazzo" Sento una mano sulla schiena, ma io mi giro subito e allontanandola dico "No, non lo fare" "Cosa?"chiede lei sotto di me. "Non provare pietà per me, non ne ho bisogno." Sbotto irrigidendo la mascella. "Io..." fa per dire lei, ma abbassa lo sguardo e dice ritornando alle salsicce. "Io ti ho seguito e ho pianto dalla gioia per il tuo goal" Alzo lo sguardo sorpreso e chiedo "Davvero? " Lei annuisce con la testa sorridendo e dice "Avrei voluto essere allo stadio, immagino l'adrenalina sul posto" "È un caos ma sì...c'è tanta adrenalina, tanta gioia, tanta soddisfazione, non ci ho creduto all'inizio" "Che tu avessi segnato il goal decisivo?" Annuisco e dico col sorriso "Tutti mi sono saltati addosso, c'è stato un boato enorme da parte dei tifosi, tutti gridavano il mio nome, non ci ho capito più nulla...giocavo dal primo tempo ed ero stremato. Ho realizzato il tutto un paio di giorni dopo" "Avete festeggiato dopo immagino" "Ci credi di no? Abbiamo stappato lo champagne nello spogliatoio e abbiamo un po' festeggiato lì, ma gli altri avevano le loro famiglie allo stadio e hanno preferito passare la serata con loro. Io sono ritornato in hotel" "Solo?"chiede lei alzando un sopracciglio. "Sì, non avevo le forze di scopare, sono letteralmente svenuto sul letto" "Avete festeggiato l'indomani" "Macchè, ci sono state conferenze su conferenze, non abbiamo avuto neanche un minuto di pausa. È stato un incubo" "Ti aspettavi una chiamata in hotel la notte dei mondiali" mormora lei abbassando lo sguardo. Spengo il fuoco e girando il sugo piano dico "Sapevo che non mi avrebbe chiamato, diciamo che però ci speravo. Fa niente" "Se avessi avuto il tuo numero..." sussurra lei non completando la frase. "Ma non lo avevi"...non riesco a trattenermi e mormoro "Anche se avresti potuto ottenerlo molto facilmente" "Per mezzo di Farid?" "A me, avresti potuto chiederlo a me" "Eri una celebrità, capisci che era stupido anche solo pensarlo?" "Non lo sono mai stato...per te. Lo sai bene" Si crea un silenzio imbarazzante e io andando a controllare le polpette dico "Ma fa niente, è passato tanto tempo. Non ci pensiamo più" "Io in realtà pensavo che ti fossi scordato di me. Era passato, appunto, tanto tempo" mormora lei ritornando a togliere la pellicina alle salsicce. "Come avrei potuto" "Non pensavo fossi tanto importante" "Sei stata la mia prima fidanzata" "E i primi amori non si scordano mai" Primo e unico. "Già" dico mettendo sul fornello una padella per rosolare la salsiccia. "Non sai neanche dove si trova tuo padre?" "L'ultima volta era in Sud Africa" "Figa, potremmo andarci un giorno" dice lei avvicinandomi le salsicce. "Vuoi andare in Sud Africa?"chiedo perplesso. "Perché no? Sarebbe una bella esperienza" "Ok" "Ok, ci andremo?" "Potrei farci un pensierino" dico non sbilanciandomi troppo. "Vuol dire sì, yuppi!" Esclama felice uscendo dalla cucina. Scuoto la testa e mi mordicchio il labbro. Un viaggio solo io e lei? Il nostro primo viaggio insieme? Pensavo di non rivederla più e adesso faremo un viaggio solo noi, la vita continua a sorprendermi...stavolta positivamente. Alice riscende col cellulare in mano e mettendosi sul bancone, posiziona il cellulare contro un bicchiere e incomincia a tagliare il cavolfiore per la pasta al forno con cavolfiore, besciamella e salsiccia. "Che fai?"chiedo vedendola concentrata. "Shh! Sta andando una nuova puntata di Hercai!" "Hercai?"chiedo non capendo. "Una serie turca, zitto zitto!" esclama alzando il volume. Che stramba. Riusciamo a finire tutti i pasti e andando a cambiarci, scendo in salone con una camicia bianca sotto dei jeans e mocassini. Non è il mio solito vestiario, mi fa strano ma ci tengo a fare una bella figura con Angela. "Rakib!" sento urlare improvvisamente. Alzo gli occhi al cielo e salgo di sopra...cosa vorrà adesso? "Rakib!!" urla ancora più forte. "Rakib!!" Mi porto un dito all'orecchio ed esclamo "Perchè diavolo urli?" "Oh sei qui! Perchè non mi rispondi?" chiede uscendo dal suo bagno. Spalanco gli occhi nel vederla con i capelli piastrati, un abito corto bianco aderente, le gambe nude, ai piedi delle ballerine e il viso truccato con un gloss sulle labbra, le guance rosa, gli occhi evidenziati da una linea nera, ciglia folte e degli orecchini a goccia che si abbinano al vestito. Sembra un angelo. "Potresti allacciarmi questa?"chiede consegnandomi una collana con un ciondolo a forma di un sole...come il mio tatuaggio sul petto. Si gira dandomi le spalle e io rimango paralizzato nel vedere la cerniera del vestito ancora giù e la schiena tutta scoperta e ancora umida dalla doccia. "Ci sei?"chiede lei alzando i capelli e facendomi arrivare un buonissimo profumo...sa di lavanda, non è cambiato nulla. Ancora dolce, ma allo stesso tempo forte, delicato, ma allo stesso tempo intenso. "Sì" mormoro deglutendo e avvicinandomi a lei. Allaccio la collana dorata attorno al suo esile collo e mi abbasso all'altezza del collo per vedere dove agganciare il gancetto. Sfioro con la punta del naso il suo collo e mi ritrovo a chiudere gli occhi per l'intensità delle emozioni che mi stanno scombussolando dentro. "Non troppo stretto" mi risveglia lei. "Sì" Sto rispondendo solo a monosillabi, mi sento un idiota del cazzo. "Fatto" sussurro riuscendo nell'impossibile impresa di sfiorarla ancora. "Potresti tirare su anche la cerniera?" chiede indicando il vestito. "Sì" "Rakib! Sembri un dannato disco rotto. "Sì, certo" aggiungi un'altra parola. Mi sono impegnato. "Non va "dico notando che è bloccata. "Come non va?"chiede lei. "Non va, sarà bloccata" "E sbloccala" "Non so sbloccarla" "Rakib! Se potessi farlo io, lo farei!" "Cambia vestito" "Seriamente?" "Aspetta, forse sta..." Lei si gira furiosa e io mi sporgo in avanti mollando la presa sulla cerniera improvvisamente...ci ritroviamo ad un palmo dal viso. I nostri occhi si agganciano subito e le labbra si schiudono come boccioli di rose...il mio cuore batte all'impazzata e non riesco più a ragionare, ha un profumo così buono, lei è così bella. "Che c'è? Perchè mi guardi così?"chiede lei non muovendosi dalla nostra vicinanza. "Perchè mi guardi tu così?" sussurro rigirando la frittata. "Sei tu che non vuoi staccarmi gli occhi di dosso" dice indietreggiando. "E staccali tu"" replico avanzando. "No, perchè io?" "Perchè io allora?" "Hai cominciato tu" "Hai chiesto tu una mano" dico posando una mano sul muro, l'ho intrappolata. "Una mano inutile" "Ah ah ah attenta a come parli" dico severo prendendole le guance tra le dita di una mano e schiacciando le sue labbra. "Mhmm..." mugola lei contrariata. "Cosa?"chiedo avvicinando le nostre labbra. Non so cosa mi prenda, non so contro cosa stia andando a sbattere ma me ne frego...è il cuore che parla adesso. "Lasciami" mugola con difficoltà con le guance intrappolate nella mia mano. "Mi sto divertendo, sai?" "Vaffan....vaffan...culo!" "Ah! Sta per arrivare Angela, glielo diciamo che la figlia parla come uno scaricatore di porto?" Sentiamo improvvisamente suonare e io staccandomi dico "Parli del diavolo, ora dico tutto" "No!" esclama lei mentre io esco dalla stanza. "Rakib! Non lo fare, sai che mamma si arrabbia!" grida seguendomi. "Ci pensavi prima" "Rakib!" Scendo velocemente le scale mentre lei corre e riesce a saltarmi d'improvviso sulla schiena. "Lascia aprire me!" dice cercando di bloccarmi. "Non ci penso proprio, è casa mia!" "No! Perchè devi fare lo stronzo!"grida coprendomi gli occhi e cercando di rallentarmi. Io proseguo nonostante gli occhi chiusi e lei sulla schiena. "No no!" esclama salendomi sulle spalle adesso. "Rakib no! Rakib!" grida facendomi male al collo. "Raki..." "Alice!" sentiamo gridare una voce femminile. Alziamo entrambi lo sguardo e vediamo Angela con una scatola in mano, un abito verde scuro, una tracollina marrone e contrariata in viso. "Mamma non è come pen..." "Alice vergognati! Dovrebbe essere lui a badare te e non viceversa! Scendi subito da lì!" "Ha cominciato lui!" esclama scendendo da me. "Dov'è la cucina?"chiede lei esausta delle cazzate di Alice. "Di là" mostro col dito. "Ok, devo posare questi"dice alzando altre scatolette che non avevo notato. "Prego" dico facendola passare per prima. Faccio per seguirla, ma Alice mi spinge e mi supera. Si gira e alzandomi il medio mi fa la linguaccia...peccato che anche Angela si è girata in quello stesso momento e l'ha beccata. "Alice!" grida per rimproverarla Angela. Alice si gira verso la madre e sbuffando dice "Mamma è colpa sua!" "Muoviti e smettila di fare così!" borbotta contrariata Angela mettendosi fra me e Alice. Ridacchio sotto i baffi ed entro insieme a loro in cucina, oggi ci sarà da ridere. Sentiamo improvvisamente il campanello e subito aggrotto la fronte. Chi potrà essere? "Aspettavi qualcun'altro?"chiede Angela. "In realtà no, vado a vedere" "Veniamo con te, non si sa mai"dice Angela seguendomi. Se ha passato la sicurezza all'esterno, vuol dire che è una persona che è già passata da qui. Apro la porta e...non ci voglio credere. "Sorpresa!" esclama lui con un mazzo di fiori in mano. "Tesoro..." mormora Alice sconvolta quanto me. "Secondo te mi sarei perso il nostro anniversario? Questi sono per te" dice Ascanio porgendole il mazzo di rose rosse. A giudicare dalla faccia di Alice, neanche si ricordava dell'anniversario. "Oh ma che carino! Entra gioia, stavamo per cenare. Rakib, figliolo è possibile aggiungere un altro posto in più?" chiede Angela entusiasta. No. "Certo..."mormoro a denti stretti. "Che ragazzo di cuore! Entra entra, com'è andato il viaggio? Raccontami"chiede Angela portando dentro Ascanio. Rimaniamo io e Alice all'ingresso. "Scusami, non mi aspettavo che..." "Ora sarai più contenta" dico freddo superandola e raggiungendo la sala pranzo. Vorrei solo vomitare.

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


Sei l'unica voglia che non vorrei. -Nek RAKIB'S POV: PASSATO. "Che bei fiori Rakib!" esclama Angela facendomi entrare in casa. Li ho raccolti nei giardinetti della piazza, non avevo molto nelle tasche per prenderli dal fioraio, in compenso però ho comprato una confezione di brioche con gocce di cioccolato, costavano un euro...avevo solo quello. Spero possa farla felice lo stesso. Devo farmi perdonare. "Sei tornato presto dalla festa della tua amica" nota Angela. "Non era poi così divertente, Alice è dentro?" In realtà l'idea di Alice sola in casa e arrabbiata con me, mi dava il tormento. La festa era bellissima e tutti si stavano divertendo, la mia testa però era altrove. "Guarda, sono appena salita perchè ho scordato il cellulare in casa. Ho accompagnato Alice nel cortile, potresti raggiungerla e per le 19:30 ritornare sopra" "Certo, ci penso io. Grazie signora Angela" dico indietreggiando. Prendo un fiorellino e porgendoglielo mormoro imbarazzato "Questo è per lei signora" "Ma grazie figliolo, sei così galante" Non so cosa voglia dire galante, ma sembra un bel complimento. "Grazie, io vado" dico scappando via. Sento Angela ridere mentre corro veloce nelle scale, non voglio perdere tempo. Voglio vederla. Ispeziono il cortile e dopo vari minuti riesco a trovarla. Come diavolo avrà scavalcato il muretto quella peste? Lo scavalco e la raggiungo sopra il garage, lei sente la mia presenza subito e girandosi mi fulmina con lo sguardo. Sorrido e sedendomi accanto a lei dico "Questi sono per te" "Dalli alla tua nuova amica, io non li voglio" sbuffa guardando altrove. "Ah ok, va bene! Allora questi andranno a lei" dico uscendo le brioche. Lei si gira all'istante e si lecca le labbra, ne ero certo. "Ne vuoi una?"chiedo ridendo. "Una." borbotta lei non rinunciando alle sue amate brioche. Le lascio tutta la confezione e la osservo abbuffarsi sporcandosi di cioccolato. "Peccato, chi si prenderà cura adesso di questi fiori?" chiedo parlando con questi. "Sono belli" sento mormorare lei. Sorrido e dico "Sì, forse tu sei più bella di loro però" Lei arrossisce e mormora "Non mi stai dicendo una bugia?" "Perchè lo dici?" "Perchè in realtà ti piace quell'altra" "Come potrei se il mio cuore è altrove?" chiedo alzandole il mento con le dita. Lei si mordicchia il labbro e sussurra "Dov'è il tuo cuore?" Poso la mano sul suo petto e mormoro "Proprio qui, non potrei vivere senza di te, come non potrei vivere senza il calore del sole" "Sono il tuo sole?" chiede lei sorridendo. "Sei la mia peste e il mio sole" confermo posandole un bacio sulla fronte. PRESENTE. "Tutto bene figliolo?" Chiede Angela mentre raggiungiamo la sala da pranzo. Mi gratto la testa e dico guardando altrove "Si si" In realtà fremo per la voglia di colpire il muro fino a frantumarlo in una montagna di rocce. "Hai fatto davvero un bel gesto" dice riferendosi al fatto di aver accettato di ospitare quel coglione. "Grazie" borbotto aggiungendo le posate, le posiziono storte apposta. "Questi dove li poso?" Chiede Angela, mentre i due rientrano e Alice sottrae la teglia dalle mani della madre. "Dalla a me" dice per poi uscire dalla sala. "Rakib, puoi aiutarmi?" Chiede fermandosi sulla soglia. "Ti aiuto io cucciola" interviene il pollo. Cucciola... "Ma no tranquillo, siediti. Faremo veloce" dice Alice sorridendo ad...Astronzo. "Va bene, bacio?" Chiede sporgendosi verso di lei. Lei gli lascia un bacio a stampa veloce e chiede alzando lo sguardo a me " Vieni?" Annuisco con la testa e con le mani in tasca la seguo in silenzio fino in cucina. Posa la teglia sul bancone e girandosi verso di me chiede piano " Ti dà fastidio?" "No" "Te lo si legge in faccia" dice sospirando e avanzando verso di me. "E allora perché me lo chiedi" dico avanzando anch'io. Perché ritrarmi? Non devo farle capire che sono intimidito da lei, che ha un potere immenso su di me, che è lei che comanda. "Mi ero scordata dell'anniversario" Ne ero certo, non te n'è mai fregato di nessuno. "Devo farti gli auguri?" Chiedo alzando un sopracciglio. "Senti, a me dispiace. Volevo trascorrere una bella serata con te e mamma" "Cosa vuoi dirmi?" "Che se non te la senti, esco fuori a cena con Ascanio. Non voglio rovinarti la serata, so che ci tenevi a stare un po' con mamma" Me l'hai già rovinata stellina. "Non mi tange più di tanto la cosa, potete rimanere" "Sei sicuro? Vedi che non mi offendo se..." "Alice, credi che me ne freghi qualcosa se ti offendi?" Lei deglutisce sorpresa da queste mie parole e mordendosi l'interno guancia dice "Va bene, grazie. La prossima volta sarò più attenta" "Stai certa che una prossima volta non ci sarà" dico incrociando le braccia. "Certo, era per dire" Annuisco come per dire " certo, come no" e chiedo "Ti serve altro?" "No, è tutto " "Ok, ti aspetto di là" dico uscendo dalla cucina. Mi mordo subito il pugno e impreco a bassa voce, sto già perdendo la pazienza porca puttana. "Oh eccolo! Stavamo parlando proprio di te" esclama Angela sorridendo. Mi siedo davanti a lei e dico "Spero bene" "Sempre bene di te! Dicevo che ti osservavo giocare a calcio fin da piccolo e ho sempre saputo che saresti diventato un calciatore a livello mondiale" Le sorrido e mormoro "Grazie" "Mamma ma quanti ne hai fatti?"chiede Alice entrando con una teglia piena di rotolini al salmone, girelle al tonno, cornetti di pasta sfoglia, polpette e tramezzini vari. Ci avrà messo tutta la giornata a farli con cura. "Non sapevo dei nuovi gusti di Rakib, quindi ho preferito fare un po' di tutto. Spero che possa piacervi" dice Angela. Il mio angelo da sempre e per sempre. Alice posa al centro della tavola la teglia e prendendo subito le girelle dice "Questi sono miei" Ne ero certo, è sempre andata pazza per queste girelle. "Lascia delle girelle anche agli altri!"la rimprovera Angela. "Ci sono, ci sono! Mamma tranquilla" borbotta Alice sedendosi accanto a me. Ascanio è accanto ad Angela di fronte ad Alice...sembra che io e lei siamo la coppia. "Figliolo, prendi" dice Angela avvicinandomi la teglia. Prendo un rotolino al salmone e un cornetto farcito da rucola e bresaola. "Grazie" ringrazio per l'ennesima volta, sembra che riesca a dire solo "grazie" stasera. "Prendi Ascanio, le polpette sono squisite" "E' vegetariano mamma" dice Alice facendomi fare una smorfia. Ora capisco tante cose. "Qualcosa non va?"mi becca Astronzo. Alzo lo sguardo e deglutendo velocemente dico "No, è che mi sembra una scelta strana. La carne fa bene ed è buona, perchè privarsene?" "In realtà non è tanto strana, è stato scientificamente provato che mangiare carne aumenta le possibilità di malattie cardiovascolari e di alcuni tipi di tumori. Diventare vegetariani può a buon ragione essere anche dovuto alla volontà di abbracciare una dieta più salutare. La mancanza, però, di tutta una serie di sostanze presenti nella carne e nel pesce deve essere ben contro bilanciata" "Felice per te, mi assumerò le mie responsabilità se un giorno soffrirò di malattie cardiovascolari. Però non penso sia tanto coerente se poi fumi" dico mangiando un pezzo di bresaola. "In realtà ho smesso da poco, Alice mi ha aiutato molto in questa mia scelta" dice per poi farle l'occhiolino. Prende un tramezzino al formaggio e guardando il piatto dice "Comunque una sigaretta è sempre meno grave dell'assumo di cocaina" Alza lo sguardo su di me e mi sorride. Stringo i pugni, mentre Alice si alza e dice "Tesoro, ho dimenticato le polpette ai ceci in cucina. Vieni con me?" "Come no, col vostro permesso" sorride per poi uscire dalla sala con Alice. Serro la mascella e cerco di spaccare qualcosa quando Angela mi avvicina un bicchiere di vino e dice "Bevi figliolo, ti calmerà" Lo ingurgito e riposando il bicchiere, mi passo le mani fra i capelli. Avrei dovuto cacciarlo a calci in culo da casa mia, altro che ospitarlo. "Lascialo perdere, non farti coinvolgere" "E' difficile" dico posando i gomiti sul tavolo. "Non ti fai più di quella robaccia, sei più forte, anche più forte dei pregiudizi. Testa alta e sai cosa?" "Cosa?" "Prendila con ironia, ti aiuterà a mantenere il controllo. Non dargli la soddisfazione di vederti annegare" "Non voglio dargliela" "E allora bevi un altro po' e togli questo broncio, sai anche tu chi preferisce tra i due Alice" "Il suo fidanzato, è chiaro" dico versandomi altro vino. "Ha scordato l'anniversario, sai che Alice ricorda sempre gli eventi per ricevere un regalo" Ha ragione. "Ed è qui, non è andata fuori a cenare con lui. E' qui con me e con te" aggiunge Angela. "Non voleva rovinarmi la cena" dico le cose come stanno. "Quindi ci tiene più a non rovinare la cena a te, che a rovinarla al suo fidanzato per il loro anniversario?" Spalanco gli occhi, ho sempre detto che questa donna è il mio spirito guida. "Non cadere nelle sue provocazioni, lui sa. Lo sappiamo tutti." dice Angela guardandomi dritto negli occhi. Annuisco con la testa e sorrido, devo ascoltarla. Non devo perdere il controllo, io sono più forte. I due rientrano subito dopo e Ascanio ha una faccia nera...sembra che Alice lo abbia ripreso per bene. Forse è vero che tiene più a me che a lui. "Ho portato anche il primo, pasta al forno con besciamella, cavolfiore e salsiccia! Bon appetit!" esclama Alice posando la teglia fumante di pasta. "Ha un aspetto assolutamente invitante, Alice lo hai aiutato almeno un po' a Rakib in cucina?"chiede Angela facendo ridere tutti e servendosi. "L'ho aiutato eccome! Dillo Rakib, chi ha sbucciato le salsicce?" Tutti riscoppiamo a ridere e io posando un braccio sulle sue spalle dico "Ha fatto lei la spesa e mi ha dato un sacco di supporto morale" Alice sorride e mi posa un bacio sulla guancia, mentre io m'irrigidisco e tolgo il braccio. Non voglio che mi baci per pietà, non voglio fargli pena. "Non mi aspettavo queste tue doti culinarie Rakib, i miei complimenti" dice Astronzo servendosi una porzione abbondante di pasta evitando la salsiccia. "Ho tante altre doti nascoste" dico dandogli il piatto per servirmi. "Basta?"chiede mettendomi una quantità sproporzionata di pasta. "Sì, grazie" "Amore, dammi il tuo piatto" dice chiedendo anche il piatto di Alice. "Tranquillo, faccio io" dice lei servendosi da sola. "E dicci Rakib, quali altre doti nascoste hai?" chiede Astronzo servendosi del vino. "Se sono nascoste ci sarà un motivo, no?" chiedo facendogli l'occhiolino. Angela scoppia a ridere e rido anch'io sotto i baffi. "Fammene indovinare qualcuna, spezzare il cuore alle ragazzine?" Cala un silenzio tombale a tavola e lui continua dicendo "Ci ho preso, vero? Ti ricordi di mia sorella, no?" Mi mordo l'interno guancia e lui aggiunge ridendo "Ma certo, per te le donne sono solo scopate...un numero. Come posso pretendere che ti possa ricordare di mia sorella, che stupido. Avrai avuto un'infanzia difficile per crescere così, amico" Alza il calice di vino e dice "Allora? Brindiamo?" "Ascanio" lo avverte Alice severa. "Giusto...Rakib, le mie scuse per prima. Non pensavo di offenderti, era un dato di fatto che le sigarette sono più leggere della cocaina. Mi dispiace per il tuo periodo buio, sarà stato brutto essere abbandonato da tuo padre e ricadere nel giro della cocaina come fece tua madre. Potremmo brindare alla salute stasera, siamo tutti felici per la tua graduale ripresa" Il bicchiere mi si spacca tra le mani per l'intensità in cui lo stavo stringendo e alzandomi, per non scoppiare davanti a tutti, sibilo inferocito "Vattene immediatamente da casa mia." Mi giro ed esco fuori dalla sala, afferro le chiavi della moto e prendendo la giacca di pelle, esco fuori di fretta. "Rakib!" la sento gridare, mi ferma per il braccio, ma io mi giro e ringhio furioso "Lasciami in pace, cazzo!" Faccio per andarmene, ma lei afferra la mia mano e dice spaventata "Guarda! Ti sanguina la mano, dove credi di andare!" "Fatti i cazzi tuoi Alice" ringhio liberandomi e andando verso il motore. Lei mi supera parandosi davanti a me e grida "Non puoi guidare con quella mano, ti prego non fare lo stupido!" "Che ti frega, eh? Ritorna da Astronzo e finiscila di preoccuparti per me." le sibilo in faccia. "Io mi preoccupo eccome di te! Come puoi dire il contrario?" "Ti pago Alice, è il tuo fottuto lavoro assicurarti che arrivi sano e salvo a fine giornata" "Lo farei anche senza, io ci tengo davvero a te." sibila anche lei a pochi centimetri dal mio viso. "Cazzate. Dov'eri prima, eh? Dov'eri Alice? Eri dal tuo principino del cazzo! Non mi venire a rifilare minchiate, a te importano solo i soldi, t'importa solo di questo!" grido indicando la gigantesca villa. "Vuoi di più? Hai accesso al mio conto bancario, prendi quanto vuoi ma finiscila di fingere!" "Per chi mi hai presa, eh? Ho un cazzo di cuore anch'io!" "Tu? Hai un cuore? Ma per favore Alice, ritorna dentro dal tuo fidanzato. Siete fatti della stessa pasta" La supero prendendo il casco. "Perché? Perché non riesci a lasciare il passato alle spalle?" grida lei con gli occhi lucidi. "Perché?"chiedo andandole sotto il muso. "Perché è a causa tua se non credo più in nulla, se sono così, se mi facevo di coca, se ho deluso tutti, se sono un tale stronzo! E' colpa tua e colpa mia che ti ho permesso di avere il mio cuore e rovinarmi l'esistenza." "Io non ti ho rovinato l'esistenza" "Non solo me l'hai rovinata! Me la rovini tutt'ora! Mi tormenti in continuazione, apro gli occhi e ti vedo, chiudo gli occhi e ti sogno, non esci più dalla mia testa! Cosa cazzo altro vuoi dalla mia vita, eh? Soldi? Gioielli? Borse firmate? Una buona reputazione? Dire e vantarti davanti a tutti che lavori col Namur e..." Uno schiaffo mi fa volgere la testa. Lei mi strappa subito dopo il casco dalle mani e ringhia "Mi ci pulirei il culo con i tuoi soldi se non fosse per l'affitto di mia sorella. Mi sono stancata di sentirmi dire le stesse cose, a me non importa della tua fama, ti avrei potuto cercare prima, avremmo scopato e me ne sarei vantata col mondo, come dici tu, ma tu non sei il Namur per me; sei Rakib, il mio primo amico, la mia prima spalla, il mio primo amore, il mio primo tutto, e adesso ti metti questa sulla ferita e sali sul motore in silenzio." ringhia strappandomi le chiavi dalle mani. Mi posa bruscamente fra le mani un fazzoletto di stoffa e indossa subito il casco. Mi allungo per prenderle le chiavi, ma non funziona...ci riprovo, ma lei si muove troppo, diventa una battaglia di cui lei esce vittoriosa e sale subito sul motore. "Alice scendi" "Sali o parto da sola" dice facendo rombare il motore "Alice non sto..." Inizia a partire e io grido "No! Ok! Ok, cazzo!" Salgo dietro di lei indossando un altro casco, ma neanche il tempo che Alice sfreccia fuori dal cancello e mi trovo costretto a stringerla in vita. "Hai mai portato uno di questi?!"grido mentre lei va più veloce. "Chiudi questa boccaccia per una volta" grida invece Alice facendomi alzare un sopracciglio. Allaccio bene il casco e mi faccio guidare da lei. E' così strano stare dietro sul motore, dare il controllo a qualcun'altro. "Alice?"chiedo quando capisco dove sta andando. Lei non mi risponde, ma io la guardo severo dallo specchietto. Parcheggia velocemente e scendiamo dalla moto. "Perchè?"chiedo subito levandomi il casco. "Perchè sì" dice lei levandosi il suo e allontanandosi. Tengo il fazzoletto premuto sulla ferita e corro verso di lei. "Hai fame?"chiede quando l'affianco. "No" Entriamo nel panificio del nostro vecchio quartiere e Alice ordina subito "Due arancine alla carne e una confezione di brioche con gocce di cioccolato" Il panettiere nuovo le sorride e si adopera a prendere l'ordinazione "Altro?"chiede posando il tutto sopra il bancone. "Birra?"chiede girandosi verso di me. "Fai tu" "Una birra e una coca cola, grazie" "Fanno 5€" dice lui, mentre Alice corre a pagare e ritira le cose dal balcone. "Grazie a lei, buona serata" Usciamo e lei a passi svelti entra nel nostro vecchio cortile, scavalca con agilità il muretto e si posiziona sopra il garage che una volta era di mio padre. Ci mettevamo sempre qui e passavamo ore a chiacchierare, ridere, litigare, m'innamoravo sempre un po' di più. Si siede sul cemento e con le gambe a penzoloni, prende le arancine dalla busta di carta. Me ne porge una e avvicinandomi la birra, inizia a mangiare la sua arancina. Faccio lo stesso anch'io, stando attento alla mao ferita, e osservo davanti a me il parcheggio, gli alberi e le erbacce dove portavano tutti a pisciare e cagare il cane, lo stradone che collega Pallavicino a Mondello e i residence dei ricchi oltre lo stradone. Che strano, da una parte c'è il degrado, dall'altra l'agevolezza...ci separa solo uno stupido stradone. Ceniamo in silenzio e beviamo altrettanto in silenzio. Lei apre la confezione delle brioche e me ne allunga una, la ringrazio con un cenno. Qualche spacciatore passa per la strada osservandoci perplessi e io sorrido, persino loro mi sono mancati. Sposto lo sguardo su di lei e solo ora mi rendo conto delle sue spalle scoperte per il vestitino corto della cena. Mi levo subito la giacca e gliela metto sopra le spalle. "Grazie" mormora sorridendomi. Annuisco con la testa mentre lei indica con lo sguardo la mano e chiede "Come va?" "Va, non mi lamento" "Posso?"chiede lei. Taccio e lei lo prende per un sì. Mi prende delicatamente la mano e levando il fazzoletto, fa una smorfia. "Ti fa tanto male?" "Ho sopportato di peggio" Lei la richiude bendandomela bene e con lo sguardo basso mormora "Mi dispiace tanto" "Non è stata colpa tua, me lo sarei dovuto aspettare" "Poteva regolare i conti altrove, non così, non davanti a mamma, a casa nostr...tua" "E' casa nostra per ora"le concedo. "No, che poi mi ridai della materialista" dice lei sorridendo. "E' per questo che mi hai portato qui?" Alice annuisce e dice "Se penso alla parola "casa", penso a qui...a questo garage, a queste brioche, a te...non ho mai dimenticato nulla" Osservo le mie gambe a penzoloni e mormoro "Eppure stavi così bene nel palazzo in cui ti sei trasferita poi, ricordo" "Lo sono stata, ma questo posto è speciale, forse perchè c'eri tu. Capisci l'importanza di una cosa, quando poi la perdi" "Hai fatto di tutto per perderla" le ricordo, io non me ne sarei mai andato. "Ho avuto modo di pentirmene" "Ti sei pentita?"chiedo sorpreso. "Più volte ho voluto di cercarti dopo quello che è successo, ma avevo paura di me, di cosa mi sarebbe potuto passare per la mente...quando finalmente mi sono decisa, era troppo tardi. Tu eri entrato nella nazionale e io ho pensato che ti avrei dovuto lasciare in pace, che ti fossi anche dimenticato della mia faccia" Scuoto la testa sorridendo. Lei abbassa lo sguardo imbarazzata, ma io le alzo il mento con l'indice e guardandola dentro quelle gemme mormoro "Come ti è passato anche solo per la testa l'idea che mi potessi dimenticare di te? Io ti amavo" Alice si morde il labbro e sussurra con voce tremolante "Mi dispiace tanto per il dolore che ti ho procurato, non ho scusanti. Se potessi tornare indietro io..." "Non si può tornare indietro..."la fermo. "Ma queste parole valgono molto per me, mi fanno capire che forse un po' ci tenevi a me" aggiungo sorridendo. "Certo che ci tenevo, ci tengo tutt'ora" "Come tieni ad Ascanio?" "Le cose con Ascanio ultimamente vanno male, l'ho anche lasciato una volta ma lui mi ha supplicato di stargli vicino, ha anche tentato il suicidio una volta" "Cosa?"chiedo sconvolto. "Non per me, per il padre. C'è una situazione difficile tra loro, lui non si sente mai all'altezza del cognome, ma adesso ha avuto l'opportunità di riscattarsi e sta cercando di lavorare il più possibile per dimostrare al padre che può farcela. Tra un mese aprirà la sua prima holding e gli ho promesso che sarei stata al suo fianco per quel momento, devo mantenere la promessa" "Ma tu non lo ami" "Come potrei se il mio cuore è altrove?" Sento il battito cardiaco scoppiarmi nel petto e deglutendo chiedo "Dove, dov'è il tuo cuore?" Lei alza lo sguardo ai miei occhi, per poi abbassare lo sguardo alle mie labbra e sporgersi per baciarmele. Rimango immobile senza realizzare nulla, mi sento svenire per l'intensità delle emozioni che sto provando, ma dura poco...inizio a capire, Alice mi sta baciando, Alice mi vuole, Alice non mi ha mai dimenticato, il cuore di Alice è qui, è mio, devo proteggerlo. Le incornicio il viso e attacco furiosamente le sue labbra, le divoro come un mostro, non le faccio prender fiato, non voglio più staccarmi dalle sue labbra così morbide, buone, mie. Improvvisamente sentiamo un clacson che ci fa sussultare e guardando in basso troviamo un uomo pelato con un motore e l'espressione infastidita. "Potreste limonare altrove?" sbuffa lui. "Oh dio...mi scusi, non l'avevamo sentita. Togliamo il disturbo" dice Alice alzandosi immediatamente. La seguo e scavalcando per prima il muretto, alzo le braccia per prenderla al volo. Lei si appoggia alle mie spalle e io prendendola in braccio, le do un altro bacio. Sento le sue gambe circondarmi la vita e le sue braccia stringermi forte attorno al collo, mentre continua a baciarmi col sorriso. Non potrei essere più felice di così. "Attento" dice lei ridendo quando l'appoggio al muro e le riattacco le labbra. "Baciami e basta" sussurro sulle sue labbra infilando una mano tra i suoi capelli. Lei mi circonda il viso ed esegue, siamo affamati l'uno dell'altro...abbiamo così tanti baci da recuperare. "Non ti mollo più" dico quando lei scende, ma io la rialzo e le do altri piccoli baci. "Ci guardano tutti..."mormora lei ridacchiando. Giro la testa e vedo degli uomini all'angolo che ci osservano, ma che cazzo. "Andiamo a casa" dice lei. "Va bene" dico mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio e prendendola per mano. Raggiungiamo la moto e prima di metterle il casco, le do un bacio sulle labbra e uno più lungo sulla fronte, non ci credo ancora. Le abbasso il casco e lei fa per ridarmi la giacca, ma io gliela faccio indossare bene e le tiro su la cerniera. "Andiamo" dico baciandole le mani. Lei mi sorride e sale sul motore, metto il casco e le salgo dietro...le piace guidare il motore ed è andata abbastanza bene, mi fido di lei. Le stringo forte la vita e le accarezzo le coscia nude quando siamo al semaforo. Arriviamo velocemente a casa e non troviamo più l'auto di Astronzo fuori, per fortuna. Ci rubiamo altri piccoli baci prima di entrare, mi sporgo sul sedile per farle allacciare le gambe attorno a me e afferro i suoi fianchi per non farla cadere dal motore. Scendo a baciarle il collo e mugolo di piacere nel sentire il suo dolcissimo profumo di lavanda. Lei ridacchia e dice "Entriamo? Sto gelando" Annuisco con la testa e facendola scendere dal motore, le prendo la mano. Entriamo in casa e lei levandosi la mia giacca, va subito in salone. La seguo dietro, finchè la sento dire "Mamma?" E' rimasta Angela? Poso una mano sui fianchi di Alice e mi sporgo per vedere Angela sul divano che russa un po'. Si è fatto tardi e non ce ne siamo neanche accorti. "Portiamola di sopra" sussurra lei girandosi fra le mie braccia. "Ok" annuisco abbassandomi e prendendo fra le braccia Angela. La portiamo nella camera degli ospiti e Alice le leva le scarpe per poi coprirla con coperte pesanti. Usciamo silenziosamente dalla stanza e una volta fuori, mi abbassa e prendo sulla spalla l'altra mia ragazza. "Rakib!" esclama lei ridacchiando. Entro in camera mia e buttandola sul letto, le salgo sopra. Lei mi sorride vogliosa e io le do ciò che vuole, come sempre. I nostri baci si fanno sempre più esigenti e i bottoni della mia camicia si aprono per volere di Alice. Lancia in aria la camicia e abbassa lo sguardo al mio petto, ai miei tatuaggi, al mio sole...una volta la cosa mi dava fastidio, era una cosa privata...questo sole rappresentava il centro del mio mondo. Le prendo la mano e le poso il palmo sul sole tatuato. Il mio sole.

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


"Il bacio sulla fronte è quello più intimo e sincero, è come se si stesse baciando l'anima di una persona." KHALIL'S POV: "E questo è il salotto, che te ne pare?"chiede Flora entusiasta. Mi guardo e cerco di non fare una smorfia disgustata, questo salotto è grande quanto il mio cesso. "Un po' piccola, non credi?"chiedo cercando di essere più carino possibile. Ha un conto da quasi un miliardo di euro e ci sarà una ragione se ha preso questo buco per lei. "Ero stufa di stare in quell'altra casa grande, troppo spazio solo per una persona. Qua non mi sento sola più di tanto e soprattutto non ho le scale! Odiavo salire tutte quelle scale ogni volta per raggiungere camera mia" dice lei sorridendo, sembra davvero felice di questa nuova casa. "Ti senti più a tuo agio?" "Sì!"esclama lei contenta. Annuisco con la testa e continuo a guardarmi attorno...non che ci sia molto da vedere. "E' molto colorata, ti rappresenta"dico osservando i tappeti persiani per terra, i divani rossi, le tende gialle e la parete arancione scuro. "La casa di prima era tutta bianca, mi mancava proprio un po' di colore. Volevo aggiungere altre cose alla parete, ma devo prima chiedere al proprietario" "Proprietario?"chiedo guardandola corrugando la fronte. "Beh sì, sono in affitto qui" "E perchè mai?" domando sconcertato. "Non mi potevo permettere la casa intera, non guadagno milioni come te" dice lei andando a sistemare dei cuscini storti. "Mi hai detto che hai ricevuto il denaro" ricordo seguendola, la casa non è così grande...mi basta fare un passo. Penso al fatto che la cosa sia positiva per quando litigheremo e potrò acciuffarla facilmente, la peste ha l'abitudine di correre via da me in questi momenti e facevo sempre fatica a correre per tutto lo yacht e caricarmela sulla spalla. Qua mi basterebbe allungare solo il braccio, incomincia a piacermi questa casetta. "Sì, ma non ho intenzione di usarlo per me" "E come?"chiedo alzando un sopracciglio. Io te li ho dati proprio per questo. "Posso permettermi l'affitto e le bollette con lo stipendio, non ho bisogno attualmente dei tuoi soldi" "Nostri pulce, sono nostri. Non c'è nulla di mio che non sia anche tuo" "Sì, ma io volevo dire che..." "Va bene non insisto, so che puoi essere davvero testarda delle volte. Vuoi farcela da sola e lo comprendo, ma quei soldi sul conto sono solo tuoi...per favore non ti sentire in debito o in qualche maniera intimidita nell'usarli. Guadagno per questo" "Per cosa?" Le porto dietro due ciocche di capelli e prendendole le guance mormoro "Per non farti mancare nulla, per crearci una famiglia, per noi" "Una famiglia?"chiede lei sorpresa. Non ha pensato al fatto che potrei volerla un giorno? Con lei? "Certo, una famiglia. Non ti piacerebbe vedere un'altra piccola pulce correre per la casa?" Lei sorride radiosa e dice "Sì, ma non mi aspettavo che ci pensassi davvero. Cioè...pensavo che ne fossi spaventato solo all'idea, che non volessi occuparti di un altro problema" "Un problema? E' così che pensavi potessi definire un nostro ipotetico bambino?" "Io...non lo so, sei molto impegnato e..." "Io avrò sempre tempo per voi, sarò un padre e un marito presente, attento e paziente. Sareste il mio orgoglio più grande, vi amerei più di ogni altra cosa al mondo" "Sei già la mia vita tu" aggiungo sfiorando i nostri nasi. "Oh Khalil..."sussurra lei strofinando la punta del suo naso col mio. "Ti amo da impazzire" sussurro sulle sue labbra. "Anch'io, ti amo tanto anch'io"dice lei sorridendomi per poi darmi un soffice bacio. E' la prima volta che me lo dice, spalanco gli occhi e dico col cuore in gola "Ancora" "Ti amo" mormora lei con un altro bacio. "Ancora, di' che sei mia" quasi ringhio. "Sono tua, sempre." "Vivo per sentirmi dire questo, per farmi amare da te" sussurro col cuore pieno di lei. "Dillo anche tu, di' che sei mio" dice lei aggrappandosi ai miei polsi. "Ma cosa mi chiedi di dirti?"le prendo la mano sinistra e posizionandola sul mio petto all'altezza del cuore mormoro "Appartengo corpo e anima a te, unicamente a te. Sempre" Una lacrima furtiva scorre sul suo viso e io baciandola lungo il suo tragitto sulla candida guancia chiedo "Ehi, che c'è?" "Pensavo di non sentirtelo dire mai più, di non sentire più la tua voce, il tuo respiro...solo l'idea mi faceva morire" spiega lei tirando su il naso. Le accarezzo una guancia sussurrando "Sono qui, finchè mi vuoi, io sono qui." "Promettilo, prometti che non mi lascerai mai più. Non riuscirei a reggere di nuovo una tua perdita, se non ci sei tu, non ci sarò anch'io" "Lo prometto" dico portando le nostre mani in alto per posare un bacio sopra, come a suggellare la promessa. Sentiamo il campanello di casa suonare improvvisamente e sussultando chiedo "Aspettavi qualcuno?" "Io...no" mormora lei avanzando. "Aspetta" dico superandola e prendendo la pistola dalla cintura. "Khalil!"mi rimprovera Flora. "Chi è?"grido alla porta osservando dall'occhiello. Non vedo nulla. "Salve, sono Caterina. La vicina!" "Hai una vicina di nome Caterina?"chiedo non fidandomi. "Sì, togli quella" dice lei indicando la pistola e andando ad aprire. "Gioia, disturbo? Volevo solo chiederti una cosa sulla crostata di spinaci e ricotta, non riesco ad avere la consistenza giusta del ripieno" dice una nana sui cinquanta mora e un corpo asciutto. "La stavi facendo adesso? Potrei venire a dare un'occhiata e vedere cosa non va"propone Flora. "Puoi? Mi faresti un favore enorme, capisco che hai ospiti però" " Caterina ti presento mio marito Khalil, è rientrato oggi da un viaggio da lavoro" dice lei indicandomi. "Caterina, molto piacere" dice la signora arrossendo dalla testa ai piedi. Annuisco con la testa mentre la tizia ribadisce "Non voglio disturbarti cara" "Ma no, facciamo veloce" dice Flora uscendo. "Dove vai?"chiedo subito alla porta. Lei non si gira e dice "Arrivo tra poco, Tranquillo" per poi entrare dalla porta della casa accanto. Caterina...me lo appunto per farci qualche ricerca in più. Richiudo la porta e sedendomi sul divano, mi rigiro la pistola tra le mani. Potrei farle il pranzo, penso mentre mi rialzo e vado in cucina. "Vediamo un po' " borbotto aprendo il frigo e trovandoci solo insalata. La solita, dovrei farle perder quest'abitudine di mangiarla a colazione, pranzo e cena...mi diventerà una pecora a forza di mangiare lattuga. Apro le altre credenze e vedo una fila di Saikebon al pollo e verdure...dovrò riprenderla anche su questi cibi pieni di conservanti. Ne prendo due confezioni ed eseguendo le istruzioni, aspetto che i noodles prendano l'aroma della polvere che ho versato. Risento il campanello e corro ad aprire...ci ha anche messo troppo. "Che cazzo ci fai qui" ringhia Juan appena gli apro. La rabbia risale tutta in una volta alla sua visione. "Che cazzo ci fai tu" ringhio io stringendo i pugni. "Fuori da qui." sibila Juan uscendo la pistola e puntandomela sul petto. E' così, eh? Esco la mia sorprendendolo e puntandola contro la tempia sibilo "Vai tu che sei già fuori" "Non hai finito di ingannare Flora? Cos'altro vuoi da lei? Tutto il male che potevi farle, l'ha già subìto, non ti basta?" "Vaffanculo Juan, non mi faccio scrupoli a spararti se continui a darmi fastidio" "Ma che...Juan! Khalil!" grida Flora correndo verso di noi. "Sparami, su! E' quello che sai fare d'altronde, far saltare la testa alle persone innocenti o mi sbaglio?" ringhia Juan spingendomi. Lo prendo per il colletto e premendo più forte la pistola sulla tempia sibilo "Tu di innocente non hai un cazzo, non venire a dare lezioni morali di sta minchia a me" "Hai ragione, tu mi farai diventare un assassino!" "Lo sei già, hai ucciso tua sorella con quello che hai fatto a me" "Non provare a parlare del bene di mia sorella brutto stronzo! Sei solo la sua rovina!" grida sbattendomi contro la porta. Lo rispingo a mia volta e grido avvelenato "Tua sorella mi ama, accettalo!" "No! No! Khalil! Juan, ti prego!" cerca di separarci Flora invano. "L'hai accecata con le tue menzogne, le farò riaprire gli occhi e si renderà conto del mostro che sei!" "O si renderà conto del mostro che ha come fratello!" "Basta! Basta! Finitela!" Juan mi prende per la maglietta e ringhia al mio viso minaccioso "Ringrazia Kemal che ti ha salvato il culo, fosse stato per me, ti avrei lasciato crepare su quella sedia." Mi punta la pistola in fronte e sibila pianissimo "Attento, la prossima volta potresti non essere più tanto fortunato" Mi lascia con uno spintone e va via dopo aver lanciato uno sguardo alla sorella. Flora ancora trema per questo brusco scontro e io prendendola per il braccio, la faccio rientrare a casa e chiudo a chiave. "Vi odiate" singhiozza lei ancora spaventata. "Sì, e mi sono contenuto solo perchè tu eri di fronte" le faccio rendere conto del grosso rischio che ha corso quel coglione di suo fratello. "Ha le sue ragione Khalil, non puoi attaccarlo" "L'ho salvato io da quel campo Flora, se ora è qui, è grazie a me" dico severo. "Perchè allora farci perdere altro tempo?" "Perchè non eri pronta per la verità" "Cazzate, tu eri geloso. Me l'hai pure detto, ti dimentichi persino le cazzate che spari" dice lei incrociando le braccia e allontanandosi. Le afferro il braccio facendo una smorfia per il dolore al polso e borbotto "Non mi dire così" "Lui è mio fratello e tu sei mio marito, non posso fare una scelta" "Tuo fratello è più pericoloso di quanto pensi" "Più di te?" Si forma un silenzio tombale e lei mordendosi il labbro mormora "Non posso sopportare di nuovo la perdita di qualcuno di voi due, non posso" "Non succederà" dico avvicinandomi a lei. Le prendo la mano e sussurro "Non ti allontanare da me, mi fai male così" "A me fa male vedere gli uomini della mia vita combattersi" Abbasso lo sguardo e deglutisco, non posso prometterle che un giorno non mi scapperà la mano e finirò per ucciderlo, mi sto sforzando di restare calmo solo per lei. Fosse per me, sarebbe già sottoterra. "Ho preparato il pranzo" dico cambiando argomento. "Il pranzo?"chiede lei alzando lo sguardo perplessa. Le prendo anche l'altra mano e la conduco in cucina...è più minuscola della mia cabina armadio, ma è organizzata abbastanza bene. Appena vede i Saikebon sul bancone sorride e scuote la testa. "Penso te lo abbia detto innumerevoli volte che fanno male" la rimprovero anche con lo sguardo. "Perchè mai?"chiede lei a mo' di sfottò andando a prendersi il suo recipiente. "I noodles rappresentano il 90-93% di Saikebon e hanno come secondo ingrediente l'olio di palma, inoltre il sale è presente in misura consistente: 1 porzione di prodotto pronto (310g) contiene il 65% della dose raccomandata giornaliera di sale. Sono presenti anche alcuni coloranti, a seconda delle ricette, e aromi non meglio specificati. Insomma, non rientrano propriamente nel gruppo degli alimenti naturali e salutistici, signorina" Lei ridacchia e andandosi a sedere sul bancone dice "E non rompere, sono veloci e buoni da mangiare" Vado da lei e mettendo le mani sul bancone ai lati dei suoi fianchi borbotto "Perchè non c'è della carne in frigo? Non mangi bene, io ho bisogno di sapere che stai costantemente in salute" "Mangio spesso alla mensa del centro, non devi preoccuparti" Affondo la testa sul suo petto e chiudo gli occhi respirando il suo profumo, ho temuto che non potessi più farlo...ho pensato che il mio ultimo respiro non avrebbe sentito il suo profumo. Lei mi circonda le spalle con le braccia e affonda il naso tra i miei capelli, la sento che prende un profondo respiro e sorride. Sta bene anche lei. Sento un brontolio nella sua pancia e ridendo, mi stacco da lei e le porgo i Saikebon. Lei ride imbarazzata e dice "Stamattina non ho fatto colazione" "Non me lo dire per favore, potrei arrabbiarmi di nuovo" dico prendendo i miei Saikebon e una prima forchettata. "Stiamo per inaugurare un nuovo settore, è un progetto che avevo presentato di recente e il direttore ha acconsentito. Sarà aperto lunedì" Tra 5 giorni...quando avrò la cerimonia d'inaugurazione per il nuovo sceicco, potrò rimandarlo di qualche altro giorno? O i figli di Ahmed se ne approfitteranno per spodestarmi? "Che settore?" "Una libreria e una sala cultura. Molti di loro sono bravi a scrivere, cantare, recitare e potremmo fare anche qualche spettacolo. Un modo per tenerli impegnati, sono tutti felici questa nuova iniziativa. Stiamo restaurando ancora la sala, ci sono ancora piccoli dettagli da stabilire e organizzare, sono molto entusiasta. La sala si chiama Flora" "In tuo onore" dico sorridendo. Lei annuisce e applaude con le mani. "Non vedo l'ora, dovrò tagliare il nastro, ci sarà un ballo d'inaugurazione...si stanno tutti allenando, dovresti vederli. Siamo tutti eccitati per quest'idea" "Bellissimo, sono veramente fiero di te. E' un'idea geniale" "Tu ci sarai, vero? Ho bisogno di un cavaliere per il ballo" Deglutisco, non so che dire. "Dovrei" "Perchè? Dove devi andare?"chiede subito lei insospettita. "Io..." Non posso, non ora. "Niente, ci sarò" dico continuando a mangiare. Posticiperò ulteriormente la cerimonia. Lo sguardo cade su un cellulare sul bancone e chiedo "Hai cambiato telefono?" Lei annuisce e in me scende uno stato confusionario, non è più nel mio controllo Flora...prima ero a conoscenza anche se perdeva un capello. "Hai cambiato casa, telefono..." "Ho anche un nuovo guardaroba, vieni!" esclama lei trascinandomi nella camera da letto e spalancando le ante dell'armadio. Trattengo il respiro, è totalmente fuori il mio controllo. "Vorrei anche cambiare colore dei cape...." "No." sbotto severo. Lei alza un sopracciglio e io correggendomi, dico più dolce accarezzandole i capelli "Sono belli così, non farci nulla per favore" Flora sorride e mettendo le mani sul mio petto dice "Stavo scherzando" "Ti diverti eh?" mormoro sospirando. "Poi ti farò avere un catalogo del mio guardaroba, non preoccuparti" dice a mo' di sfottò lei prendendoci gusto. "Non ci scherzare pulce...è difficile per me, ti controllo da un'eternità" "Ed era una cosa malata, ma adesso sarà tutto diverso. Costruiremo tutto da capo, le radici cresceranno forti e sane, cresceremo anche noi forti e sani. Ci lasceremo il passato alle spalle, guarderemo solo al futuro" Le lascio un bacio in fronte e mormoro "Lo spero, lo spero tanto" "Tu hai me e io ho te, non ci serve altro" "Sì" confermo abbracciandola. La stringo forte e non me la faccio scappare, è tutto quello che ho, la mia piccola pulce, il mio tesoro più grande, il mio amore immenso, la mia vita. "Possiamo stare un altro po' così?"mormoro sui suoi capelli. "Tutto il tempo che vuoi" risponde lei accarezzandomi la schiena. Chiudo gli occhi e ringrazio il cielo per averla protetta al posto mio, per avermela fatta scendere dal paradiso per alleviare le mie pene, per avermi dato una ragione di vita. FLORA'S POV: Gli accarezzo i capelli e mi beo della visione di lui che dorme tranquillamente. Ha un'espressione serena in viso e sembra stia in pace nei sogni, almeno lì. "Amore mio..."mormoro affondando le dita tra le sue ciocche. Scendo con le dita sul suo viso e sorrido...ripenso al nostro incontro, a lui che stava per cadere nel cassonetto della spazzatura e io sudata in tuta, pensai subito di non aver mai visto degli occhi così intensi in vita mia, ricordo il mio cuore che galoppava furiosamente quando mi chiese come mi chiamassi, ho pensato che sarei potuta svenire da un momento all'altro. Il mio cuore sapeva di quell'incontro, sapeva che sarebbe stato l'amore della mia vita...l'intensità di quell'incontro è stato così d'impatto che non smisi di pensare a lui per tutto il resto della giornata, studiare era inutile, i miei pensieri si affollavano tutti su di lui. Mi mordo il labbro quando ripenso al giorno in cui mi rapì, maledì in giorno in cui ci siamo incontrati, maledì ogni mio sentimento nei suoi confronti, l'odio era l'unica cosa che iniziai a provare quando pensavo a lui, la vendetta era il mio unico scopo nella vita. Lascio un bacio sulla sua testa e sospiro, cosa ci ha portati a fare la vita mostro? La tua vendetta ha rovinato tutto e quando hai cercato di riparare al danno, la mia vendetta ha rovinato tutto. Siamo sopravvissuti al nostro passato, il nostro amore è stato più forte e ha piegato in ginocchio il resto. Abbiamo cercato di combatterci, di privarci del nostro amore, di rifiutare i nostri sentimenti...non ha funzionato, il nostro legame è così resistente che senza l'uno e l'altro, senza amarci, non possiamo vivere. Ricordo quando vidii Khalil buttarsi dal tetto e il mio cuore smise di battere per un secondo, pensai che la mia vita non avrebbe avuto più senso, il nostro bambino non avrebbe mai visto, conosciuto suo padre, io non avrei più riaperto gli occhi e visto i suoi che riflettono i miei, non avrei più chiuso gli occhi e sentito le sue braccia avvolgermi in un abbraccio rassicurante, non avrei più sentito il suo profumo, ormai di casa...pensai di fare qualche altro passo in avanti anch'io, di volare insieme a lui, di riunirmi a lui. E' lì che capì che Khalil lo amavo, che non era più una semplice attrazione, un piacersi e basta...era molto altro, era qualcosa di forte, malato, radicato in me. Khalil era la mia vita. L'avrà fatto apposta? Per farmi capire? E' davvero tanto crudele da farmi una cosa del genere? No, lui non è cos...ripenso alla Flora adolescente, a quando la mia vita era un vero e proprio incubo, ero controllata, minacciata, sola, intrappolata in una gabbia come un animale di esperimento. Khalil mi ha fatto molto peggio. Butto giù il rospo e cerco di distogliere il pensiero da quei anni, ora Khalil è qui, ci amiamo e io aspetto il suo bambino, saremo una bellissima famiglia. Mi scosto di poco e lasciando cadere lentamente la sua testa sul cuscino, gli lascio un bacio sulla fronte ed esco piano dalla stanza da letto. Socchiudo la porta e uscendo dal corridoio, entro in cucina per farmi un thè e approfittarne per chiamare Juan. Non esiste che ogni volta che vede Khalil deve uscire la pistola e minacciarlo, ha le sue ragioni ma Khalil è mio marito e lo proteggerò con tutte le mie forze. "Sorellina" mi risponde mentre apro la confezione delle bustine da thè. "Sorellina un cavolo, cos'è stata quella scenata prima?"lo attacco con la chiara intenzione di non tollerare più un atteggiamento del genere. "Quale scenata" finge lui di non ricordarsi nulla. Prendo una bustina e aspettando che l'acqua bolla sibilo "Non ti azzardare più a puntare una pistola contro mio marito" "Tuo marito?"chiede ridendo il coglione dall'altra parte. "Sì, hai sentito bene. Mio marito. Ho visto che sei stato il primo a puntargli la pistola contro, cosa ti è passato per la testa? E' ritornato da un lungo viaggio dalla Siria, gli è costato la vita, non ti permetterò più di minacciare la sua vita, sappilo." "Lungo viaggio dalla Siria?" "Sì, ha dovuto fingersi morto per un problema di successione all'incarico di nuovo Sceicco. Non so neanch'io bene i dettagli, ma al momento m'importa che sia in salute e al mio fianco, quindi ti chiedo per favore di non intrometterti e lasciarlo in pace" "Nuovo Sceicco? Ah però, adesso i vostri problemi diminuiranno sicuramente" "Lui vuole uscire dall'organizzazione, ma prima deve risolvere il problema di sue ragazzini che vogliono spodestarlo e prendere in mano l'organizzazione, immagini il danno che potrebbero fare dei bambini sui 10 anni cresciuti nella violenza e nell'odio. Mi ha promesso che ne uscirà, io ho fiducia in lui" "E' sempre stato questo il tuo problema" dice Juan sprezzante. Mi appoggio ai fornelli e chiedo "Cioè?" "La tua fiducia in lui, come puoi fidarti di un bastardo del genere?" "E' mio marito, Juan"gli ricordo severa. "Tuo marito è un bastardo" "Juan!"esclamo incominciando seriamente a innervosirmi. "Flora, devo ricordarti io come vi siete sposati? Come mi hai supplicato di farti scappare per evitare il matrimonio? Come ti ha costretta a sposarla? Come ti ha..." "Basta Juan!"grido adesso al limite della pazienza. Lui si zittisce e io spegnendo i fornelli sbotto "Non sono affari tuoi" "Ma ti senti? Stai difendendo un uomo che ti ha mancato di rispetto e ti ha sempre fatta soffrire. Sta ancora tirando i fili della tua bambola, come faceva anni fa. Non riesco davvero a capire come tu possa guardarlo ancora in faccia" "E' il passato, adesso stiamo insieme e chiuderemo piano piano tutte le ferite" "Lo stai perdonando per tutto quello che ti ha fatto passare? Davvero Flora?" Esito, sono consapevole del fatto che adesso Khalil sia un'altra persona, non è più il Khalil che mi terrorizzava e aveva come scopo di vita la sua vendetta, adesso ha rinunciato alla sua vendetta e mi ama. Di questo ne sono sicura. "Khalil è cambiato, gli credo e devi incominciare a farlo anche tu" "Io? Ti sei bevuta il cervello?" "Juan, devo ricordati io che ti stai rivolgendo alla tua sorella più grande? Un minimo di rispetto" "Non gli crederò mai e userò ogni mia forza per dimostrarti che mostro hai al tuo fianco" Se sapesse che è proprio questo il mio nominativo dolce che gli attribuisco. "Ti ha salvato la vita Juan, non saresti qui con me se non fosse stato per lui! Non credere che non sia arrabbiata anch'io per il fatto di averci tenuto tutto nascosto, ma adesso, sinceramente, gli sono grato di avermi ridato mio fratello, quindi apri gli occhi e anzi che fare lo stronzo, goditi la seconda chance che la vita ti ha dato" "Ne sono grato, ma non mi chiedere di avere un rapporto amichevole col tuo manipo..." "Juan!"lo riprendo stavolta prima che finisca la frase. "Non mi portare a scegliere uno di voi due, sai che siete entrambi molto importanti per me" aggiungo seria. "Lo so, purtroppo" "La vita mi ha ridato sia mio fratello sia mio marito, vi proteggerò fino all'ultimo mio respiro. Mi fa male vedervi odiare così, ho solo bisogno di pace adesso" "La voglio anch'io tesoro" "Allora andiamo avanti tutti...senza guardarci dietro alle spalle, va bene?" "Ci proverò, ma sappi che a me importa solo di te. Fosse stato per me, lui a quest'ora sarebbe..." "Lo so, lo so Juan" sospiro abbassando la testa. "Scusami per averti spaventata, mi è partito il nervo" "Controllati la prossima volta, me lo prometti?" "Ci provo, ho detto che ci proverò" dice lui testardo. "Ti voglio bene fratellino" mormoro mordendomi il labbro. "Io di più, sempre" "Ci sentiamo presto" "Buonanotte" dice lui aspettando che io riattacchi. "Sogni d'oro" mormoro riattaccando. Mi aggrappo ai fornelli e sospiro lentamente...è tutto così complicato. Mi piego sul bancone e inizio a piangere, a sfogarmi di tutte le preoccupazioni e paure, o forse è gratitudine, per averli riavuti tutti e due indietro...sento improvvisamente due braccia forti avvolgermi le spalle e un profumo intenso di muschio e legno. Sorrido e girandomi fra le sue braccia, affondo il viso sul suo petto e mi lascio andare in un pianto disperato. "Ti ho svegliato, dormivi come un angelo tra le mie braccia" sussurro in lacrime. "Non dormivo così bene da tempo, ora capisco" dice lui accarezzandomi i capelli. "Possiamo rimanere un altro po' così?"singhiozzo appoggiando i palmi sul suo addome. "Tutto il tempo che vuoi" replica lui stringendomi ancora più forte e accarezzandomi la schiena...il conforto è immediato. "Delle volte vorrei ritornare sullo yatch" confesso ad occhi chiusi, ormai stanchi dopo il lungo pianto. "Ti manca?"chiede lui sui miei capelli. Annuisco e tirando su col naso, alzo lo sguardo per osservarlo e chiedere "A te no?" "Un po', mi manca la nostra camera da letto" Gli lascio uno schiaffetto sul braccio ed esclamo "Dai!" "E' strano che tu non sia uscita incinta da lì"dice lui ridacchiando. Io deglutisco e abbassando lo sguardo mormoro "Devo parlarti di una cosa" "Cosa?"chiede lui corrugando la fronte. "Io ecco...ho scoperto una cosa" "Si...?" Sento l'ansia crescermi dentro e col cuore in gola dico "L'ho scoperto da poco ma..." Sentiamo un cellulare squillare e Khalil imprecando dice "Dovrebbe essere Malcolm, rispondo e arrivo subito, ok?" "Ci interrompe anche a distanza Malcolm. Certo, vai" dico sorridendogli. Lui mi ruba un bacio e lasciandomi un buffetto sulla guancia mormora "Ti amo" per poi scappare via. Alzo lo sguardo alla finestra e osservando il cielo mormoro "Perchè non me l'hai lasciato dire mamma?" Sospiro e ritorno a farmi il thè. "Eccomi, sono tuo adesso" dice Khalil rientrando in cucina. "Che voleva Malcolm?" "Niente d'importante, voleva sapere come stavo. Cosa mi volevi dire tu?" Abbasso lo sguardo al thè e porgendoglielo dico "Ho scoperto di saper fare il thè caldo" "Cosa?"chiede lui confuso. "Vieni, andiamo a farci una doccia" dico prendendolo per mano. "Aspetta, devo finire il tuo thè!"esclama lui col thè caldo in mano. Glielo faccio posare e trascinandolo fuori dalla cucina dico "Dopo! Tanto ora che ho scoperto come si fa, posso fartene mille" "Flora?"chiede lui mentre entriamo in bagno e io inizio a spogliarmi. "Si?" "Tu l'hai sempre fatto il thè" "Shh, baciami" mormoro levandogli la felpa e afferrandogli il viso. "Pulce" cerca d'interrompermi lui. Gli salto al collo e approfondisco il bacio infilando la lingua "Pulce" geme stavolta lui dimenticandosi cosa voleva dire. Sorrido e gli chiedo di portarmi sotto la doccia, non se lo fa ripetere una seconda volta.

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***


"Come una candela mi accendo se la luce mia sei te"- Galeffi. FLORA'S POV: PASSATO. "Buongiorno Flora" mi saluta con un cenno Daria, la nuova tirocinante del piano amministrativo. Le diamo mansioni molto semplici, fra cui le fotocopie. "Ehi, posso chiederti una cosa? Avrei bisogno di tre copie di questo modulo, appena puoi me li fai avere in ufficio" dico consegnandole il modulo. "Certo, devo dare questi al signor Temiz e faccio le tue copie" Abbasso lo sguardo al malloppo di fogli e chiedo "Ti ha chiesto di fotocopiare tutti questi fogli?" "Ne ho altri, non mi dà tregua. Fotocopia di qua, fotocopia di là e manco mi degna di uno sguardo! Sto incominciando a odiarlo" Ridacchio e ripenso a quando il primo giorno arrossiva e tremava alla vista di Khalil, adesso è solo esausta e demotivata. "Glieli porto io questi e vedrò di parlarci, ok?" le prometto prendendole il malloppo di fogli. "Come se ci ascoltasse, grazie Flora. Sei un angelo" dice mollandomi il peso. "Ci provo, comunque prenditi una pausa, te la meriti" "Lo farò! A proposito, bella gonna" dice facendomi l'occhiolino e allontanandosi. Le sorrido e abbasso lo sguardo alla gonna, è di pelle rossa con una camicetta rosa sotto. Volevo mettermi un tacco, ma la pigrizia ha vinto e ho le converse color crema ai piedi. Vado fino in fondo al corridoio e alzando un po' la scollatura, mi sistemo la frangetta con le dita. Faccio per bussare, ma sento qualcuno gridare "No! Vuoi andare all'inferno? E' questo il destino di voi miscredenti! Vuoi ardere nel fuoco? E' questo quello che vuoi!" Ma che diavolo... "Leggi e leggi ad alta voce stolto!" grida ancora questa voce, la sua. Corrugo la fronte e abbasso piano la maniglia per poi aprire piano la porta e sentire un paziente leggere "Sura VI , 71-72-73 "La vera guida? Sì, è la guida di Allah. Ci è stato ordinato di sottometterci al Signore dei mondi, di assolvere all'orazione e temere Allah: sarete ricondotti a Lui" Egli è Colui Che ha creato i cieli e la terra secondo verità. Nel giorno in cui disse "Sii", è l'essere. La Sua parola è verità. A lui solo apparterrà la sovranità nel Giorno in cui sarà soffiato nella Tromba (corno). Egli è il Conoscitore del palese e dell'invisibile, Egli è il Saggio, il Ben Informato" "Ripeti l'ultimo verso" ordina severo Khalil. "Egli è il Conoscitore del palese e dell'invisibile, Egli è il Saggio, il Ben Informato" "Più forte!" "Egli è il Conoscitore del palese e dell'invisibile, Egli è il Saggio, il Ben Informato"" "Non sei convinto, più forte! Più cuore! Di più, cazzo!" Spalanco la porta e Khalil girandosi urla "Non ho dato il permesso a nessuno di entrare! Chi cazzo entra senza buss.." Si paralizza nel vedermi e mormora "Flora" Lancia uno sguardo al monitor del suo computer e chiede "Quando sei uscita dal tuo ufficio?" Corrugo la fronte e lo guardo perplesso, che domanda è? Sposto lo sguardo al paziente e riconosco Leonard, sta tremando in questo momento. "Tutto bene Leon..." faccio per avvicinarmi a lui, ma Khalil si para davanti e dice "Vieni, parliamo fuori" "No, aspetta." lo supero e raggiungendo Leonard chiedo "Ehi, tutto bene?" Lui non alza lo sguardo e io avvicinando la mano faccio per toccargli la spalla, ma lui si alza e corre fuori. Faccio per uscire anch'io, ma Khalil mi afferra il braccio e dice "Lascialo andare" Mi scosto improvvisamente a disagio a contatto con lui e chiedo fredda "Perchè lo stavi obbligando a leggere il Corano?" "Non lo stavo obbligando" "Ti ho sentito prima" "Mi stavi origliando?"chiede lui ridacchiando. Pensa che stia scherzando. "E' una cosa seria, stava tremando Leonard. Sai quanta terapia c'è voluta per aprirsi? In questo modo lo disintegri e mandi a puttane il mio lavoro!" Lui alza il sopracciglio e chiede "Perchè mi stai parlando così?" "Perchè mi sono spaventata anch'io! Pensa lui!" Khalil avanza verso di me e levandomi dalle mani i fogli, sfrega le sue mani lungo le mie braccia e dice "Stai tranquilla, so cosa sto facendo" "Non mi pare" dico ancora severa, sono ancora sconvolta da quello che ho visto. "Andiamo a pranzare insieme, ci rilassiamo un po'?" "Non ho fame" dico scrollandomi da lui e uscendo fuori. Mi giro prima di uscire e dico "Ti prego di non caricare di lavoro eccessivo Daria, è appena arrivata" Esco ancora con i brividi lungo la schiena e mi rinchiudo in ufficio. "Che sta combinando" mormora tra me, mentre sobbalzo quando sento qualcuno bussare. "Chi è?"chiedo ancora col cuore in gola. "Ciao! Ti ho portato le copie del modulo" dice Daria entrando. Faccio un sospiro di sollievo e dico "Grazie" "Tutto bene?" chiede lei poggiando i fogli sulla scrivania. "Io...sì. Sì, sto bene" dico cercando di calmarmi. Lei appoggia le mani sulla scrivania e mormora "Ho visto l'espressione che avevi quando sei uscita dall'ufficio del signor Temiz, in realtà ti avevo chiamata ma non mi ha sentita" "Davvero? Scusami" "Che cos'è successo?" chiede lei non mollando. "Ma niente, abbiamo discusso su una questione e...diciamo che è come se stessi aprendo gli occhi adesso, ci sono delle cose che stanno incominciando a non sembrarmi chiare. Andrò a fondo su questa cosa" dico a lei, ma è come se stessi parlando fra me. "Vuoi che ti dia una mano?" Sorrido e scuotendo la testa mormoro "No, grazie mille. Tu fai già tanto" "Capirai...fotocopio" "Non sottovalutarlo, possiedi una copia di ogni documento, sei a conoscenza di ogni cosa" "Mhmm...si, peccato che non m'importi" dice facendomi ridere. "Senti, sto scendendo a mensa per pranzare. Vieni?" Lancio un'occhiata all'orologio e annuendo dico "Perchè no?" Spengo il pc e prendendo il cellulare, esco insieme a lei. "Ragazzi!" grida lei ad un gruppo di ragazzi attorno a un bancone. Sembrano delle guardie dall'uniforme che portano. "Hai fatto amicizia" mormoro mentre li raggiungiamo. "Le amicizia giuste, Cesare è mio" dice raggiungendo i ragazzi. Di che stava parlando? "Ragazzi, vi preso Flora. Lavora ai piani alti" mi presenta ai ragazzi. Scuoto la testa imbarazzata e dico "Sono psicologa, piacere" Per il mio passato mi è difficile stringere rapporti d'amicizia col sesso maschile, ma Daria mi sta dando una grande mano. I ragazzi si presentano tutti molto educatamente e finalmente capisco di cosa stava parlando Daria, Cesare fa parte delle guardie ed è il più giovane nel gruppo. Gli altri saranno miei coetanei. "Arriviamo ragazzi!"esclama Daria trascinandomi con sè e facendo l'occhiolino a Cesare. "Fighi, vero?"chiede prendendo un vassoio. "Niente male, ho visto l'intesa tra te e Cesare" dico facendola gasare. "Dici?! Ci stuzzichiamo appena possiamo, non mi ha ancora chiesto di uscire" borbotta osservando i primi piatti. "Te lo chiederà presto" dico seguendola. "L'insalata di riso, grazie. Dici?" chiede guardandomi speranzosa. "Gli si è illuminato il viso quando ti ha vista, per me pasta con sugo, grazie" "Formaggio?"mi chiede il signore dietro il bancone. "Sì, grazie" "E' davvero carino, non credi?"chiede lei mordendosi il labbro e prendendo i piatti sul bancone. "Moro, occhi chiari, tatuato...a chi non piacerebbe?" "E' mio, giù le mani. La fettina di pollo" "Tranquilla, per me il pesce spada impanato" dico indecisa anche con l'omelette. "Rodrigo è anche tatuato, è un bel manzo" mormora prendendo i nostri primi. La spingo e prendendo il pane e le posate dico "Ma no" "Perchè no? Gli ispanici non ti piacciono?"chiede seguendomi. Facciamo per raggiungere i ragazzi, ma Daria mi si affianca e chiede all'orecchio "Immaginatelo a letto, que calor!" Spalanco gli occhi arrossendo e lei si va a sedere accanto a Cesare. Io mi siedo accanto a Rodrigo, guarda il caso, e incomincio a mangiare. Il pranzo è molto piacevole, tutti sono molto simpatici e ho scoperto che odiano tutti quanti Khalil. Ognuno di loro immagina di ucciderlo e riconsegnarlo a Lucifero, il padre. "Un po d'acqua?"chiede Rodrigo osservando il mio bicchiere vuoto. "Sì, grazie" dico sorridendogli. E' davvero un bravo ragazzo, è ironico e ha anche un buon profumo. "Oh, scusami! Scusami!" dice facendo cadere sulla mia camicetta il suo bicchiere. Osservo la mia camicetta un po' bagnata e sospiro, per fortuna non era colmo il bicchiere. "Tranquillo, faccio io" dico mentre lui recupera un tovagliolo e lo strofina sulla macchia. "Ma non ci pensare neanche, ci penso io" dice lui cercando di soffiarci anche su. "Posso farlo i..." sto per dire ma sentiamo un urlo e ci giriamo tutti. "Leonard?"chiede Cesare osservandolo correre fuori dalla mensa. Non l'avevo neanche notato. Lo seguo con lo sguardo fino all'uscita e spalanco gli occhi nel vedere Khalil sulla soglia che mi fissa imponente. Leggo nei suoi occhi chiaramente rabbia, ma non sto facendo nulla di male. Sto solo pranzando con dei miei colleghi, lui non è nessuno per me. Abbasso lo sguardo e mi rigiro dandogli le spalle. Mi mette veramente a disagio. "Persino il poveretto è scappato via alla sua vista" borbotta Rodrigo turbato. Bevo un po' d'acqua e mi rigiro, lui non c'è più. Sento un magone in gola, ma lo ignoro e ritorno a mangiare. "Buon lavoro ragazzi!" dico alzandomi insieme a Daria a fine pranzo. Abbiamo superato l'orario della pausa pranzo e dobbiamo scappare in ufficio. "Ciao ragazze" ci salutano loro, Cesare sorride raggiante a Daria. Che belli. Li salutiamo con la mano e usciamo dalla mensa. "Allora?" "E' stato piacevole pranzare tutti insieme" dico sulle scale. "Ma no! Hai osservato Cesare?" chiede lei saltellando. "Ah...be', è chiaro che tu gli piaccia" "Non mi dire così che muoio!" esclama lei con gli occhi a cuoricino. Ridacchio per il suo entusiasmo e chiedo "Ti sei innamorata di lui?" "Si può in così pochi giorni? Questo tirocinio sta incominciando a piacermi" "E ti manca ancora un mese" le ricordo. "Sarà il mese più bello della mia vita" Scuoto ancora la testa ridendo, mentre lei gira a destra e dice "Vado al mio umile lavoro, ci sentiamo?" "Certo, buon lavoro" Lei mi fa l'occhiolino e facendo ondeggiare la sua coda bionda, sparisce dalla mia vista correndo. Salgo un altro piano ed entrando nel corridoio, vado nel mio ufficio. Faccio per aprire la mia porta, ma volgo lo sguardo alla porta in fondo al corridoio e ripenso a lui in mensa. Mi aveva invitato a pranzo e io lo avevo rifiutato per poi farmi beccare a mensa pranzare con altre persone, ammetto che non sia stato tanto carino da parte mia. Lo odiano tutti, sono l'unica persona con cui parla...avrei dovuto dargli un'altra possibilità di spiegarsi. Indietreggio e girandomi, avanzo fino al suo ufficio. Prendo un lungo respiro e busso alla porta. Nessuno risponde...busso di nuovo ma nulla. Gli sarà successo qualcosa? Entro e mi affaccio di poco, ma davanti a me si presenta uno scenario disgustoso. Una donna è piegata sulla sua scrivania e Khalil la sta prendendo da dietro con foga...richiudo la porta e corro nel mio ufficio. Le lacrime iniziano a scendere copiose e sento il cuore battere all'impazzata, perchè? "Che schifo" mormoro tra me, mentre ripenso a lui che mi corteggiava pochi giorni prima. "Come può!" esclamo sconvolta stringendo i pugni. E io che volevo chiedergli scusa! Che stupida! Sento bussare alla porta e grido "Sono occupata!" Daria fa irruzione in lacrime e io corrugo subito la fronte. "Che succede?"chiedo correndo da lei. "Mi hanno revocato il tirocinio! E' stato il signor Temiz, che gli hai detto!" "Cosa?"chiedo sconvolta. "Anche lui ha potere decisionale qui, può cacciarmi quando vuole! Come farò con Cesare, stavano andando così bene le cose!" dice singhiozzando. Mi si spezza il cuore a vederla così. "Ci parlerò" dico abbracciandola. "Mi sembrava un sogno, era tutto troppo bello per essere vero...come farò ora a vedere Cesare?" "Non ti preoccupare, ci penso io" dico aprendo la porta. "Flora!" cerca di chiamarmi lei, ma io sono una furia e marcio agguerrita verso il suo ufficio. Faccio per entrare senza bussare, ma da lì esce la donna di prima che mi guarda con presunzione e mi supera. Sembra una modella, è perfetta. Non posso minimamente paragonarmi a lei. La ignoro e ancora più acida, entro nell'ufficio. "Signorina Vignoli, non le ho dato il permesso di entrare nè prima nè ora" dice lui seduto. Brutto stronzo, mi aveva vista. "Ti ho chiesto di non caricare di lavoro eccessivo Daria, non di mandarla via." dritta al punto vado. "Fa solo le fotocopie, se si lamenta anche di questo, che se ne vada da un'altra parte" "Non voglio che se ne vada" "Non m'interessa cosa vuole lei" Lei. "Che ti prende, eh?"chiedo dando un pugno alla sua scrivania. "Che mi prende? Non mi piace essere preso per il culo" ringhia lui. "Non ti ho preso per il culo" Lui sorride e girandosi tra le dita lo stilo dice "Che ingenua...signorina Vignoli si ricordi che sarò sempre un passo avanti a lei, sempre" "Cosa c'entra questo? E perchè mi parli in terza persona" chiedo corrugando la fronte. "Parlo così con gli estranei" Estranei. "Perchè fai così? Mi stai facendo male" "Vuol dire che sto riprendendo il lume della ragione" Cosa? "Non ti capisco" "Nulla, può andare dal mio ufficio. Ho del lavoro da fare" dice abbassando lo sguardo a dei fascicoli. "Stai rovinando tutto Khalil" lo avverto. "Tutto cosa?"chiede lui stendendomi. Butto giù anche questo rospo e annuendo con la testa, esco fuori. Rientro nel mio ufficio e vedo Daria che mi osserva speranzosa...vorrei sprofondare. Scuoto con la testa e lei capendo, esce fuori correndo con le lacrime agli occhi. Ho appena perso un'amica, ho appena perso tutto...penso crollando per terra e piangendo. --------------------------------------------------- Lavoro come un mulo fino a fine giornata per non pensare troppo e una volta arrivata a casa, vado dritta in bagno a farmi una doccia. "Fanculo" borbotto cambiandomi e spegnendo le luci in camera. Mi si è chiuso lo stomaco, voglio solo dormire e dimenticare questa terribile giornata. Indosso la mia canottiera e i pantaloncini di seta crema e mi metto sotto le coperte. Chiudo gli occhi e alzo le braccia sopra la mia testa, che merda. Ripenso a Khalil, ripenso a tutto e faccio una smorfia, com'è potuto succedere? Ripenso anche a Leonard, è rimasto traumatizzato da Khalil...perchè gli ha voluto far leggere il Corano? Perchè era molto duro con lui su questa cosa? Parlava d'inferno, di retta via, di... "Mhmm...mmm...mmmm" mugolo quando il cuscino sotto la mia testa sparisce e viene premuto sul mio viso. Non riesco a respirare. Cerco di alzare le braccia, ma le ho bloccate e sento uno strappo all'altezza del petto, sento anche una lama fredda sulla mia pelle. Cerco di gridare, ma non sento o vedo nulla. Scuoto la testa, ma mi è impossibile fare anche quello, non riesco a respirare! La testa inizia a girarmi, sento un magone enorme in gola e il petto bruciarmi. Mi agito in cerca di aria in qualche modo, ma nulla! Nulla! Aiuto! Quando penso che stia per morire soffocata, non sento più la presa sul cuscino e rimuovendolo con la testa, tossisco buttando il magone in gola. Prendo un lungo respiro e chinandomi, continuo a tossire. Mi porto una mano sul petto dolorante e sento il mio seno nudo, i capezzoli turgidi. Abbasso lo sguardo e osservo le bretelle della canottiera tagliate, la canottiera cade sui miei fianchi rivelando tutto il mio petto nudo. Mi copro con le coperte e sento i brividi sulla pelle per il vento, alzo lo sguardo alla finestra spalancata e muoio dentro. Mi alzo di scatto e chiudendola di scatto, la blocco con la sicura. Sposto, con le poche forze che ho, l'armadio davanti alla finestra e corro a bloccare anche la porta. Ritorno sul letto e coprendomi fino alla testa, prendo il cellulare...non è possibile che sia tornato a tormentarmi. "Ecco come mi sono sentito quando ti ho vista a pranzo con quelli. Ps. Ti ho detto mille volte che sono l'unico, sono io che ti do la vita. Se non mi rispetti, la prossima volta non avrò pietà e te la toglierò. Non mi fare incazzare, buonanotte pulce :/ " Lancio il cellulare contro il muro e grido a squarciagola "E toglimela! Questa non è vita, è un incubo!" --------------------------------------------------------- PRESENTE. "Mhmm...mmm...mmm" mugolo col cuscino premuto in faccia. Non riesco a respirare! Qualcuno mi aiuti! Aria! Aria! Mi agito fra le coperte, scalcio, cerco di urlare ma è inutile. Aiuto!! Non voglio morire! Non voglio far del male al mio bambino! NO! NO! Sento le lacrime agli occhi e non riesco più neanche a pensare di salvarmi, sto per morire. Ne ho la certezza, non vedrò il mio bambino, non lo... "Ehi, ehi!" Sento una voce rassicurante. Spalanco gli occhi e vedo Khalil che chiede "Pulce?"...urlo e cadendo dal letto, striscio fino alla porta. Khalil corre da me e la mia mente incomincia a schiarirsi, è Khalil...mio marito. "Amore, calmati" mi dice prendendomi la testa e posandola sul suo petto. Il suo profumo mi calma subito e sento il suo cuore battere veloce veloce, forse più del mio. "Sono qui, ci sono io" mormora sulla mia testa, accarezzandomi i capelli piano. Inizio a calmarmi e poso una mano sul suo petto solido, la mia roccia...la mia rovina. "Ci sei?"chiede lui dolce, lo conosco abbastanza per capire che è completamente terrorizzato anche lui. "Ho fatto un incubo" spiego sospirando. "Che incubo? " "Niente, tranquillo" dico mordendomi il labbro. "Gridavi che volevi aria" "Non ricordo" dico non soffermandomi. "Va bene così "dice lui guardandomi dritto negli occhi. Annuisco con la testa e mormoro "Mi dispiace averti svegliato" "Scherzi?" Chiede lui alzandomi da terra, come se fossi un cucciolo. "Mi hai solo fatto prendere un bello spavento "aggiunge ridacchiando e riposandomi delicatamente sul letto. "Ma adesso va meglio?"chiede prendendomi il viso tra le mani. È così dolce e premuroso con me. Non è più come una volta, sono io che mi sto facendo le mie paranoie. Annuisco con la testa e lui trascinandomi sul letto sopra di lui, mi copre con le coperte e stringendomi forte mormora "Qualunque cosa tu abbia sognato, sparirà finchè sarai tra le mie braccia" Chiudo gli occhi e rifugiandomi nel suo abbraccio, annuisco con la testa. Eri tu l'incubo. "Ti amo" sussurra accarezzandomi i capelli. Non rispondo fingendomi addormentata e strofino la guancia sul suo petto caldo. E' tutto finito Flora. ----------------------------------------------------- Sfoglio il fascicolo di un paziente con disturbo depressivo. I disturbi depressivi sono caratterizzati da tristezza tanto grave o persistente da interferire con il funzionamento e, frequentemente, da diminuzione d'interesse o di piacere nelle attività. Una causa esatta dei disturbi depressivi non è nota, ma sia fattori genetici che ambientali contribuiscono. Maria Luisa ha perso le sue due figlie in un'incidente mentre lei era alla guida, lei si è salvata, ma le ragazze dietro sono state schiacciate dal camion dietro e sono morte sul colpo. E' in cura da circa un anno, non ci sono tracce di miglioramenti...non mangia, non dorme, non dialoga con nessuno, ha sempre gli occhi spenti...ha cercato più volte di suicidarsi, ma le guardie sono sempre intervenute e l'hanno salvata. Vuole solo morire e raggiungere le sue figlie per farsi perdonare, non ha altro senso la sua vita. Vederla così spenta mi fa sempre male, ultimamente partecipa ai laboratori ma non fa nulla di produttivo, non mollo. Esco dal mio ufficio per consegnare il fascicolo su Maria Luisa, per attribuirle altre guardie, al direttore e salgo le scale per il suo ufficio. Le nuove assunte nel periodo che sono stata via mi guardano curiose e io sorrido a tutti, non m'interessa credermi superiore a loro o altro. "Salve, posso vedere il direttore?"chiedo alla segretaria fuori. Lei mastica la sua gomma e sorridendo dice "Non ora, è occupato" Si sporge sul bancone rivelando il suo prosperoso seno e mi fa segno di avvicinarmi a lei. Mi avvicino un po' perplessa e lei mi sussurra all'orecchio "E' dentro con un tipo dei piani altissimi...amica mia, aspetta che esca...ti rifarai gli occhi" Alzo un sopracciglio e chiedo "Chi è?" "Credi che se lo sapessi, te lo direi? Mettiti in fila" dice indicando delle ragazze a fine corridoio in gruppo davanti alla macchinetta per le bevande. "Fanno pausa caffè da mezz'ora, in realtà aspettano che esca" Poso il fascicolo sul suo bancone e dico "Potresti darlo al direttore appena..." La porta dell'ufficio si apre ed escono fuori il direttore e...Khalil? Lo osservo con un chiodo di pelle, una maglietta nera con lo scollo a V che fa intravedere i suoi pettorali imponenti, dei jeans scuri e delle scarpe chiuse di tessuto marroni...i capelli sono in aria, dandogli un che di donnaiolo e dannato al suo aspetto e dal cascone sul braccio, capisco che è venuto in moto. Abbasso lo sguardo alla sua collanina dorata con una piccola pulce come ciondolo e la fede al dito che splende alla luce del sole che filtra dalle finestre. "Oh Signorina Vignoli!" esclama il direttore appena mi vede. "Be'...ormai Signora Temiz" dice Khalil superandolo e trascinandomi a sè dai fianchi. "Ciao amore" mormora prima di baciarmi e stringermi i fianchi forte. Appoggio le mani sulle sua spalle per questo attacco improvviso e mormoro sulle sue labbra "Khalil.." Lui capisce il mio imbarazzo, ma non rinuncia a darmi un altro bacio per poi lasciarmi andare. Abbasso lo sguardo imbarazzatissima e chiedo "Che ci fai qui?" "Dovevo parlare col direttore" "Oh Khalil...Fabrizio per gli amici, smettila con queste formalità" interviene il direttore. "Capisco" mormoro cercando di allontanare le mani di Khalil su di me...stanno vagando troppo e ci guardano tutti. "Che periodo orrendo, menomale che tutto sia andato al meglio. Sono molto felice per voi ragazzi" dice il direttore, mentre Khalil mette sulle spalle i miei capelli e posa un bacio sulla mia tempia. "Lo siamo anche noi Fabrizio, siamo molto felici adesso" Deglutisco terribilmente a disagio e per cambiare argomento dico "Direttore, le ho portato il fascicolo della signora Soresi" Lui lancia un'occhiata al fascicolo sul bancone della segretaria e osserva lei imbambolata ad osservare a sua volta Khalil. Fa ridere persino a me. Scuoto la testa e dico "Ho un paziente che mi aspetta, se non comprende qualcosa, può..." "Va benissimo, stai tranquilla Flora" "Stavo andando con Fabrizio a visionare le cantine, ha un progetto per riqualificare il posto e voleva il mio aiuto. Vuoi venire con noi?"chiede Khalil estremamente dolce. L'ultimo periodo in ufficio, prima del nostro matrimonio, la situazione era tremenda tra noi, lui me ne combinava di ogni e io lo odiavo sempre di più...ritornare negli stessi luoghi dove ci siamo tanto odiati, da marito e moglie è così strano, troppo da digerire. "No no, devo andare a ultimare delle cose per la sala cultura e assistere alle prove dei ragazzi, volevano farmi vedere delle modifiche che hanno fatto allo spettacolo. Si stanno impegnando davvero molto" "Dicevo a tua moglie che è un'ottima iniziativa, sicuramente c'è il tuo zampino dietro" dice il direttore riferendosi a Khalil che però prontamente dice "Il merito è tutto suo, è uscito tutto dalla sua testolina e sono molto fiero di lei" Mi mordo il labbro e gli stringo la mano, è così dolce. "Certo, Flora ha tante potenzialità, aspettiamo un prossimo colpo di genio" Gli sorrido un po' forzata e dico "Grazie mille. Vado che mi aspettano, direttore..." "Noi ci vediamo a pranzo?"chiedo a Khalil. "Certo, buon lavoro tesoro mio" mormora lui sorridendomi e lasciandomi un soffice bacio sulla fronte. Ha capito che mi sono imbarazzata un sacco prima, lo apprezzo. Gli sorrido e facendogli una carezza alla mano, vado via. Le ragazze in fondo al corridoio mi fulminano malamente, ma io ricambio con un sorriso e scendo le scale. Ho scavalcato la fila, penso ridendo e andando al piano di sotto. Assisto alle prove dei ragazzi e ultimando le cose per l'inaugurazione, salgo in ufficio per vedere le email. Spero che il direttore mi abbia già risposto. Raggiungo il mio ufficio e mi ritrovo una guardia davanti alla porta. "Rodrigo" lo riconosco raggiungendolo. "Flora, posso parlarti?" chiede piano, sembra una cosa seria. Apro la porta e dico "Certo, accomodati" Entriamo dentro, ma lui non si accomoda e dice subito "Maria Luisa ha cercato di strangolarsi con la collanina fatta al laboratorio, me ne sono accorto appena in tempo. Mi ha aggredito di ridarle la collana" Deglutisco a disagio e sospirando chiedo "Quando?" "Stamattina, l'abbiamo portata in infermeria...sta bene, ha solo dei lividi al collo. L'ho appena riportata in stanza" "Capisco, ho appena portato un fascicolo con richiesta di aumentarle guardie e medicinali al direttore. Aspetto una sua email" "Fai bene, dobbiamo controllarla in ogni minimo passo. Temo che possa rifarlo presto" "La toglierà dal laboratorio di creazione e fisserò una seduta domattina con lei. Ne usciremo" dico mettendo una mano sulla sua spalla. Lui mi sorride e chiede "Hai pranzato? Stavo andando a mensa, mi piacerebbe ave..." "Permesso?"chiede Khalil sulla soglia. Quando è entrato? Tolgo la mano dalla sua spalla e indietreggiando istintivamente dico a Rodrigo "Non ancora, magari ci becchiamo giù" "Certo, io vado allora. Signor Temiz..." borbotta facendogli un cenno e uscendo dalla porta. "Rodrigo, giusto?"chiede Khalil sorprendendo sia me che Rodrigo. Khalil non ha mai scambiato una parola con nessuno, dava ordini e basta. "Sì" dice Rodrigo ancora sorpreso. "Quanti anni hai? Se posso chiederlo" Ma che..? "34" risponde subito lui. "Ah però ne dimostravi di meno, alla tua età avrai acquisito una certa maturità, un certo intuito" dice Khalil guardandolo dritto negli occhi. Entrambi sono due colossi e sono della stessa altezza, temo nel vederli così vicini. "Io, penso di sì..."mormora Rodrigo guardandolo con gli occhi socchiusi. "Grande" dice Khalil dandogli una pacca forte sulla spalla, proprio sul punto in cui l'avevo toccato io. "Grazie..."mormora Rodrigo ancora perplesso. Khalil gli spalanca la porta per farlo uscire e fingendo di togliere della polvere dalla targa sulla porta dice "Tesoro menomale che devi darla via e aggiungere anche il cognome da coniugata, ha preso polvere" Sorride a Rodrigo e dice "Ci siamo sposati in fretta e furia...sai com'è" "Congratulazioni" dice Rodrigo lanciandomi un'occhiata. "Grazie! Ti manderemo qualche bomboniera rimasta" interviene Khalil spostandosi e coprendomi dagli occhi di Rodrigo. "Va bene" borbotta Rodrigo uscendo definitivamente. "Ci becchiamo in giro" dice Khalil per poi chiudere la porta. Incrocio le braccia e chiedo "Era una minaccia?" "Risuonava come una minaccia?"chiede lui posando il casco e raggiungendomi come un predatore...sono chiare le sue intenzioni. "Non abbiamo nessuna bomboniera" "Possiamo ordinarne qualcuna" dice posando le mani sui miei fianchi e appoggiandomi sulla scrivania. "Sei geloso di Rodrigo?" "Sono geloso anche della tua ombra" mormora lui posando dei baci soffici sul collo. Gemo chiudendo gli occhi alle sue labbra che sfiorano il mio collo e mormoro "Sei malato" "Forse, sì, di te"mormora facendomi girare e scendendomi la cerniera della gonna. Abbassa da un lato la mia camicetta e sporgendosi, mi bacia la spalla nuda impaziente. "Stamattina mi hai lasciato solo" dice in tono di rimprovero. "Non volevo svegliarti" mormoro mentre lui tira fuori la mia camicetta e sfilandomela di dosso, mi lascia baci seguendo la linea verticale del midollo. "Ti ho cercato ovunque" ringhia lui facendomi cadere la gonna e girandomi di nuovo per mettermi sopra la scrivania. "Ti avevo lasciato un messaggio sul frigorifero" mugolo a lui che morde e succhia con veemenza la pelle sopra la clavicola destra. "Era caduto per terra quel cazzo di fogliettino" ringhia ancora slacciandosi la cintura e facendomi allacciare le sue gambe attorno ai suoi fianchi. Scoppio a ridere e lui pizzicandomi il fianco borbotta "Ti faccio ridere, eh?" Ridacchio ancora, ma di colpo getto la testa all'indietro e gemo per la sua intrusione violenta. "Khalil" gemo mentre lui mi attira più a sè e inizia a pompare con forza. "Mi hai lasciato affamato per tutta la giornata" sibila lui mordendomi la guancia. Butto le braccia attorno al suo collo e mi muovo anch'io su di lui, facendolo gemere di piacere. "Pulce" sussurra lui posando la testa sulla mia spalla e respirando a fondo...come a sniffare il mio profumo per imprimerlo in mente, nella sua anima. Chiudo gli occhi anch'io e mi godo il calore della sua pelle...la mia mente viaggia improvvisamente e ricorda di quella volta che sono entrata nel suo ufficio, ormai il mio, e l'ho beccato scoparsi una dipendente. Su questa scrivania, sulla stessa scrivania...spalanco gli occhi e spingendolo di poco, scappo da lui. "Ma che..."geme Khalil rimanendo di sasso, era appena venuto. Incrocio le braccia per coprirmi e mi giro per dargli le spalle...che mi sta succedendo? Sento lui che traffica con la sua cintura e mi raggiunge, io abbasso la testa e chiudo gli occhi. Non so perchè me ne sono ricordata adesso...abbiamo già scopato lì sopra, perchè adesso? L'idea che possa essere stato con qualcun altro m'infiamma il sangue, l'idea che possa aver fatto godere un'altra, che possa essere venuto dentro qualcun altro, che possa aver baciato anche la sua pelle, che possa... Sussulto quando sento le sue mani sulle mie braccia e sospiro a fondo, calmati Flora, calmati! "Che hai?"chiede lui sulla mia testa, è parecchio più alto di me. Scuoto la testa e tiro su col naso, sto ancora tremando per la rabbia. "Pulce?" mormora facendo ricadere le mie braccia e prendendo le mie mani, continuo a dargli le spalle. "Non mi piace la scrivania" dico triste, voglio sbarazzarmi di questa scrivania. "Ok" si limita a dire Khalil. Lascia le mie mani e sento i brividi per il leggero venticello che esce dalla finestra. Quando penso che se ne sia andato, lo vedo apparire davanti a me e mettersi in ginocchio. Lo guardo perplessa, ma lui apre la mia gonna e mi fa segno di metterci dentro i piedi. Eseguo in silenzio e lui facendomela risalire, mi bacia il ventre. Sussulto per questo gesto, sembra così spontaneo...se solo sapesse che cresce nostra figlia dentro. Si rialza e mi fa segno di alzare le braccia, sorride quando lo faccio e mi fa scivolare la camicetta. La inserisce sotto la gonna e circondandomi la vita, tira da dietro la cerniera. "Non so cosa mi sia preso" mormoro con lo sguardo basso, mentre lui inizia ad abbottonarmi la camicetta. Incomincia dal basso e arrivando a metà chiede concentrato sul bottone "Sai che ti amo, vero?" Annuisco con la testa, ho ancora vergogna a guardarlo. "Sai che ti darei la mia vita, se la tua fosse in pericolo?" Annuisco. "E sai che ne ho solo una" Annuisco ancora. "Quindi posso darla solo ad una persona, alla persona che più amo al mondo, a te. Lo sai, vero?" Una lacrima scende furtiva e lui continuando ad abbottonarmi la camicetta chiede "Sai che non hai alcun motivo di essere gelosa? Che nessun'altra può essere messa a paragone con te? Che sono inutili tutti i trip che sta facendo adesso la tua testolina?" Alzo lo sguardo sconvolta del fatto che abbia capito il mio turbamento e chiedo "Come lo sapevi?" "Non mi è difficile leggerti nella mente, sei un libro aperto per me" Sospiro e mormoro "So che non devo entrare in competizione con nessuna" "Sei abbastanza sicura del mio amore, è altro che ti turba...puoi spiegarmelo meglio?" "Voglio togliere quella scrivania" ribadisco. "Ok, ma ho scopato anche altrove in questo ufficio. Dovresti levare mezzo mobilio" "Khalil!" esclamo spingendolo. "Che c'è? Ti sto aiutando!" dice lui palesemente divertito. "Non è divertente" borbotto incrociando le braccia. "Era solo una cosa fisica, il più delle volte era perchè vedevo te in tailleur e mi arrapavo come un matto" "Sei un idiota" "Sì, è vero" dice lui raggiungendomi e mettendomi delle ciocche di capelli dietro le orecchie. "E' passato, lasciamoci alle spalle tutta quella merda. Non lasciare che interferisca col nostro presente, il nostro futuro" mormora appoggiando la sua fronte sulla mia. "Ti amo" sussurro sorridendogli e sorprendendolo. Lui s'illumina con gli occhi pieni d'amore e dice inclinando il viso "Ti amo anch'io, ti amo tantissimo" Si abbassa per baciarmi e io mi godo il suo bacio con calma, ne avevo bisogno. Sentiamo improvvisamente il telefono suonare e Khalil sbuffando, si allunga su di me per prendere la chiamata e mettere il vivavoce "Pronto?"grido mentre lui mi lecca il lobo dell'orecchio facendomi il solletico. "Pronto? Flora, c'è una persona che ti sta cercando giù" sentiamo dire la receptionist. "Oh, sarà Juan sicuramente. Arrivo" dico, mentre Khalil si riallunga su di me per riattaccare. "No no, ha detto di chiamarsi Valerio. Lo faccio salire?"

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***


"E se domani ricominciasse per noi già saprai che son guai"- Ombre Cinesi. RAKIB'S POV: "Buongiorno" mormoro sbattendo piano gli occhi. Mi sono svegliato con le sue dita che mi accarezzavano la testa pelata e il suo profumo di lavanda che inebria ogni mio senso. "Ciao" dice lei dolce posando un bacio sulla testa. Richiudo gli occhi godendomi il bacino e aggrappandomi a lei, affondo la testa nel suo petto. "Dormito bene?"chiede lei avvolgendomi tra le sue braccia. "E me lo chiedi?" domando respirando dal suo collo, dio questa è casa mia. La sento ridere e scostandomi di poco, le bacio i denti. "Sei così bella stellina" dico dando voce ai miei pensieri, è di una bellezza surreale, un angelo. I suoi occhi alla luce solare brillano di più, posso restare ad osservare lo spettacolo delle varie sfumature di verde e giallo che si amalgamano e creano un mosaico di colori degno di un'opera d'arte. Le sfioro le ciglia con i polpastrelli e mormoro tra me "Wow...madre natura ti ha regalato delle gemme preziose al posto degli occhi" Lei arrossisce e mordendosi il labbro chiede "Ti piacciono i miei occhi?" "Li amo, li ho sempre amati. Mi hanno intrappolato fin dall'inizio" "Quindi sei nella mia trappola" ridacchia lei. "Penso di esserlo sempre stato" Le picchietto la punta del naso e borbotto "E penso che tu lo abbia sempre saputo" Lei arriccia il naso e nega con la testa. "Sapevi di avermi in pugno e mi provocavi apposta" aggiungo non facendomi fregare. "Ma no" mormora lei innocente. Le prendo la mano e baciandola mormoro "Ieri sera è stato bellissimo...riportarci lì è stata la cosa più giusta da fare" "Era il posto giusto dove ricominciare" Alzo lo sguardo a lei e chiedo "In realtà non lo avevamo mai abbandonato" "Se solo potessi tornare indietro..." "Io non voglio più pensarci, e tu?" Lei nega con la testa e io chiedo "Godiamoci questo, il nostro presente. Non permettiamo che la merda del passato ci rovini anche il futuro" "Tu mi hai perdonato da tempo, perchè?" sussurra lei. "Perchè ti amo" "Rakib..."dice lei con voce tremante. Vedo i suoi occhi diventare lucidi e chiedo alzandomi da lei "Cosa ti avevo detto?" Delle lacrime incominciano a scendere dal suo viso e borbotta "Non so cosa mi sia preso, io sapevo che ti amavo, eri la persona di cui mi fidavo più al mondo, non so perchè ti abbia voluto fare una cosa del genere...mi dispiace aver rovinato tutto, è tutta colpa mia" "Io sono qui, se vuoi possiamo ripartire...i nostri sentimenti non sono mai cambiati" Le osservo il labbro tremare e faccio per accarezzarle una guancia, ma lei mi salta addosso e mi abbraccia forte continuando a piangere. L'afferro in tempo e stringendola forte, le accarezzo i capelli e la schiena. Sentiamo improvvisamente qualcuno bussare e una voce femminile chiedere "Posso entrare? Siete nudi?" "Mamma!" grida Alice ridacchiando mentre si asciuga le lacrime. L'aiuto anch'io coi pollici e le lascio un bacio sulla fronte, mi prenderò sempre cura di te stellina. "Buongiorno!"esclama Angela entrando. "Signora" la saluto chinando il capo. Alice le sorride e Angela venendo a sedersi sul letto chiede "Dormito bene?" Abbasso lo sguardo e mi mordicchio il labbro, benissimo. "Non abbiamo fatto niente mamma, smettila di mettermi in imbarazzo!" esclama Alice lanciandole un cuscino. "Questi non sono affari miei" canticchia Angela beccandosi un altro cuscino in faccia. Angela scoppia a ridere e chiede "Cos'è successo ieri allora?" Alzo lo sguardo su Alice che mi sorride arrossendo. "Oh cosa lo chiedo a fare? Ve lo si legge in faccia" dice Angela facendomi sorridere ulteriormente. Solo il cielo sa quanto sono felice e in pace in questo momento. "Può essere che abbiamo fatto pace" mormora Alice accarezzandomi una guancia. Chiudo gli occhi e prendendole il palmo della mano, le lascio un bacio sopra. "Era ora, era ora ragazzi" dice Angela sinceramente felice per noi. "Sentite..." aggiunge poco dopo. "C'è giù Ascanio" dice facendomi irrigidire di colpo. "Ho ignorato le sue chiamate, me l'aspettavo" dice Alice mordendosi l'internoguancia. "Dovresti chiarire la situazione con lui Alice" le consiglia la madre. "Lo so mamma, lo so" borbotta lei sospirando. "Cosa gli hai detto?" chiede ad Angela. "Che dormivi" "Potresti dirgli che continuo a dormire? Non mi va di vederlo adesso" dice Alice prendendomi la mano. E' il nostro momento adesso, non vuole rovinarlo. Lo apprezzo così tanto...mi allungo e le bacio la spalla nuda, ha ancora il vestito di ieri sera addosso. "Va bene, ma gli dico che ti farai sentire tu" dice Angela alzandosi dal letto. "Certo" "Ottimo, scendete adesso che è pronta la colazione" aggiunge aprendo la porta. "Colazione?" chiedo non ricordandomi di aver chiamato la domestica. "Ho cucinato qualcosina, scendete prima che si raffreddi tutto" dice per poi uscire. Io e Alice ci guardiamo ancora e sorridiamo, non riusciamo a fare altro da ieri sera. "Allora?"chiede lei imbarazzatissima da me. "Allora?"chiedo anch'io mettendole dietro l'orecchio una ciocca di capelli sfuggita. "Anche mamma si è accorta che ci stiamo rimbecillendo" "Siamo innamorati" dico non staccandole gli occhi di dosso. "Mi sento così stupida...non riesco a non sorridere, mi sento una bambina" dice lei passandosi una mano sul viso. "Io mi sento una piuma, non mi sono mai sentito così leggero" "Anch'io! E' come se..." "Ci fossimo tolti un peso dalle spalle e dal cuore" completo la sua frase. "Ti amo così tanto" dice lei sorprendendomi. Alzo entrambe le sopracciglia e sorrido a trentadue denti, non credevo potesse mai arrivare questo momento. "No!! Non piangere" dice lei mettendosi a cavalcioni su di me e raccogliendo delle lacrime che neanche mi sono accorto di versare. L'abbraccio di scatto e affondo la testa sul suo petto, lei mi stringe come a proteggermi e confortarmi, mi sento così pieno di amore per lei. "Non fare così" mormora lei sulla mia testa. Inspiro su col naso e scuotendo la testa dico "Ora mi riprendo, avresti dovuto avvisarmi prima di dirmi quella cosa" "Che cosa? Che ti amo?"chiede lei facendomi emozionare di nuovo. Lei ridacchia e dice "Non puoi piangere ogni volta che dico che ti amo!" "Scusami" borbotto cercando di calmarmi. "E tu? Tu mi ami?"chiede lei prendendomi il viso tra le mani. "Certo che ti amo, ti ho sempre amata stellina. Sempre, non ho mai smesso" sussurro ancora commosso. Lei si abbassa per baciarmi e io chiudo gli occhi per lasciarmi trasportare da lei, la amo così tanto. Le prendo la mano e posandola sul petto, sul mio sole, ricambio il bacio. Le stringo la vita e aprendo gli occhi, la osservo in silenzio. "Scendiamo?"chiede lei guardandomi dritto negli occhi. "Come vuoi tu" dico strofinando il mio naso col suo. "Mamma ci starà aspettando" Annuisco con la testa, ma non riesco a non toglierle gli occhi di dosso, ho paura possa andarsene di nuovo, che possa lasciarmi di nuovo. "Andiamo?"mi richiede. Sono immobile che stringo la sua mano sul mio petto, non mi stancherei mai di osservarla. "Va bene" dico schiudendo le labbra. Lei sorride nel non vedermi muovere un passo e afferrandomi la mano, mi trascina giù dal letto. La sorprendo e prendendola in braccio, la porto fuori dalla camera. Alice butta un gridolino di sorpresa e passa le braccia attorno al mio collo. "Sei pazzo" mormora dandomi un bacio sulla guancia, io invece gliela mordo e mormoro "Di te, solo di te" Lei ridacchia e arriviamo in cucina, trovando la tavola apparecchiata e Angela a capotavola che legge il giornale. "Sembrate una coppia appena sposata, finitela o piango!"dice alzando lo sguardo su di noi. La rimetto a terra e lei dandomi un altro bacio sulla guancia, va a sedersi accanto alla madre. Di solito mi siedo di fronte a lei, ma vado subito al suo fianco e le bacio la tempia. "Buongiorno" dico ad Angela sorridendole. "Figliolo, sembri rinato" dice lei alzando un sopracciglio. "Lo so in certi versi, lo sono" mormoro non staccando gli occhi da Alice che mi accarezza una guancia. Le bacio il palmo mentre lei dice "Mamma ma non dovevi! Saremmo potuti andare fuori per colazione" "Perchè sprecare così tanta frutta? Assaggiate la mia crostata calda calda, tenete" Angela ci serve e aggiungendo un po' di macedonia ai nostri piatti, ci allunga il caffèlatte. Ci conosce molto bene. "Ho trovato dei biscottini al burro, potete inzupparli col caffè latte" dice Angela allungandoci i biscottini. "E' tutto squisito signora, non doveva sforzarsi tanto. La prego di rimanere a pranzo per ricambiare il favore, cucineremo noi" dico finendo la crostata alla ricotta e gocce di cioccolato squisita. "Sì mamma! Rimani! Ti accompagneremo poi noi a casa, vero?"chiede posando la mano sul mio ginocchio. "Certo, nessun problema" dico posando la mano sulla sua. "Vi siete appena riappacificati, aspettavamo tutti questo momento, più voi che io...voglio lasciarvi un po' soli, ho già disturbato troppo. Grazie per l'invito comunque figliolo" dice sorseggiando il suo caffè. "E' vero, è una cosa che attendevamo da tanto, ma adesso siamo insieme e ci piace condividere questa gioia con i nostri cari. E' solo un pranzo, poi può ritornare a casa. Ci farebbe davvero felici" dico cercando di convincerla. Angela mi sorride riconoscente e dice mollando "E va bene, ma faccio io il dessert" Scoppiamo a ridere e alziamo le mani in aria dicendo "Ai suoi ordini" ---------------------------------------------------------- "Ciao mammina, ti voglio tantissimo bene" mormora Alice abbracciandola. "Ti voglio tanto bene anch'io cucciolina" dice Angela stringendola forte. Alza un braccio e mi fa segno di unirmi all'abbraccio, eseguo immediatamente. "Vi amo, mi raccomando prendetevi cura l'una dell'altro" "Lo faremo mamma" dice Alice staccandosi e alzando lo sguardo a me. Io la trascino a me e le bacio la tempia, è una promessa stellina. "Andate, vi sono stata tra i piedi per troppo tempo. Fatevi sentire qualche volta" dice Angela entrando in casa sua. Alice annuisce e salutando per l'ultima volta Angela, andiamo via. Mano nella mano andiamo verso la macchina e sapendo che possa farle piacere chiedo "Vuoi guidare?" Lei s'illumina e chiede "Davvero?" "Tutta tua" dico lanciandole le chiavi. Lei le afferra ed entrando in macchina, indossiamo la cintura. "Dove andiamo?" chiede uscendo dal parcheggio. "Dove vuoi, puoi fare di me quel che vuoi" Alice sorride e dice "Attento, potrebbe andare a tuo grande rischio la cosa" "Ho te, non m'importa di altro" Lei si mordicchia il labbro e dice "In realtà volevo risolvere una questione..." "Che questione?" "Ascanio" dice facendomi fare una smorfia. "Lo so, ma non potrò ignorarlo per sempre" aggiunge giustificandosi. "Non ti voglio con lui" dico incrociando le braccia. "Infatti voglio andare a risolvere la cosa, non ci metterò tanto" "Va bene, quello che vuoi tu" dico arrendendomi. Mi arrendo sempre contro di lei. --------------------------------------------------------- ALICE'S POV: "Farò presto" dico parcheggiando davanti al cancello. "Se non uscirai entro cinque minuti da quella casa, sfonderò la porta per entrare. Sappilo" dice Rakib incrociando le braccia. "Tu fidati di me" dico allungandomi per rubargli un bacio. "È di lui che non mi fido, per niente in realtà" dice lui rubandomi a sua volta un bacio. "Ho bisogno di parlarci da sola, la tua presenza lo innervosirebbe soltanto" "Sai quanto cazzo mi frega del suo nervosismo?" Ridacchio e scendendo dall'auto dico "Aspettami" "Lo faccio da una vita" mi grida lui mentre io mi allontano. Mi giro sorridendogli e continuo verso il cancello. È così dolce il mio Rakib. "Salve, Ascanio è in casa?" Chiedo alle guardie davanti. "No signorina Nesti, il signore ha avuto un attacco cardiaco, è stato trasferito d'urgenza all'ospedale Cervello" dice la guardia sconvolgendomi. "Attacco cardiaco? Quando? Come!" Chiedo spalancando gli occhi e prendendo il cellulare per chiamarlo. "Stamattina, è ritornato a casa molto provato. La famiglia reale è stata avvisata pochi minuti fa" "Lo avete lasciato da solo?!" "Il signore ci ha ordinato di rimanere a custodire la casa, avevamo le mani legate" mi spiega lui triste. "Va bene, grazie!" Dico correndo per raggiungere la macchina. Rakib mi guarda perplesso, ma io entro in macchina e indossando la cintura, sfreccio via da qui. "Alice? Dove stiamo andando? Cos'è successo?" Inizia a bombardarmi di domande Rakib.. "Ascanio! Stamattina è stato trasferito al Cervello d'urgenza per un attacco cardiaco, l'hanno anche lasciato solo! Cazzo!" Impreco spingendo sull'acceleratore. "Non ha nessun altro?" "Rakib! Che domande sono!" Esclamo nervosa. "Perché devi andarci tu per forza, non ha mille cugini o amici come un tipico figlio di puttana reale? " "Fingo di non aver sentito, è meglio!" "Che pagliaccio..." lo sento borbottare ma lo ignoro. Per fortuna il Cervello non dista tanto da casa di Ascanio e parcheggiando al volo, scendo dall'auto. Entro a corsa in ospedale e informandomi sul piano, lo raggiungo a scale. "Ascanio Valenti, ha avuto un attacco di cuore. Mi hanno solo detto che è trasferito qui e..." "Lei è una sua parente?"chiede la dottoressa che ho ferocemente fermato. Deglutisco e penso al fatto che se dicessi che sono solo una conoscente, non me lo farebbero vedere. "La sua ragazza" dico mordendomi il labbro, con la coda dell'occhio vedo Rakib stringere i pugni. "Stanza 312. Ha avuto uno scompenso cardiaco, abbiamo fatto un elettrogramma e stiamo proseguendo con una terapia farmacologica. Il paziente, se andrà tutto bene, potrà essere rilasciato tra un paio di giorni. Stiamo tenendo la situazione sottocontrollo al momento" "Oh grazie al cielo...ma da cosa è stato causato questo scompenso?" "Esistono due tipologie di scompenso cardiaco: acuto, quando compare all'improvviso come risposta a un infarto o a una crisi ipertensiva ad esempio; o cronico se è la conseguenza di danni di varia natura accumulatisi nel lungo periodo. Quello del paziente in questione è acuto, presumo quindi sia stato causato da una crisi ipertensiva" "Cosa intende precisamente per crisi ipertensiva?" "Durante una crisi ipertensiva, la pressione esercitata dal sangue sulle pareti dei vasi è talmente elevata che può sfiancarli o addirittura romperli; è un po' come quando, innaffiando l'orto, ostacoliamo con un dito la fuoriuscita d'acqua per aumentare la lunghezza del getto. Tutto ciò sottopone ad uno sforzo importante il motorino che pesca l'acqua dal pozzo (in questo caso il nostro ), ma anche le pareti del tubo conduttore (in questo caso i vasi sanguigni), che in casi estremi possono cedere e fissurarsi" Pressione alta quindi...mi sento già in colpa. "Va bene, ho capito. Adesso sta meglio però, no?" chiedo speranzosa. "Certo, ma capisce che il cuore è un organo delicato ed è importante non rischiare un'altra volta. Bisogna farlo riposare e tenerlo tranquillo quanto possibile" "Mi assicurerò che stia bene, grazie dottoressa. Grazie davvero" "Dovere, arrivederci" ci saluta la dottoressa. Mi passo una mano sul viso e cerco di calmarmi...mi sento così in colpa. Avrei dovuto parlarci stamattina, sono stata una vera stronza! Vado alla ricerca della stanza e trovando finalmente il numero, faccio per entrare ma Rakib mi segue dietro. "No no...Aspettami fuori o gli verrà un altro attacco al cuore" dico fermandolo. Non aspetto una sua risposta ed entro nella stanza per poi richiudermi la porta dietro. Ascanio riposa beato e mi mordo il labbro per trattenere le lacrime, è tutta colpa mia. Lo raggiungo e osservando curiosa le macchine che lo circondano, allungo una mano sul materasso e mormoro "Scusami, scusami tanto..." Una lacrima scende furtivamente e faccio per asciugarmi la guancia, ma le dita di Ascanio si muovo piano e afferrano il mio polso. Spalanco gli occhi e avvicinandomi ulteriormente a lui chiedo "Ehi? Mi senti?" Ascanio sbatte piano gli occhi e mettendomi a fuoco, mi sorride debolmente. "Come stai?"chiedo ricambiando il sorriso. "Adesso meglio" sussurra lui osservandomi e accarezzandomi la mano. Mi sento terribilmente in colpa. "Scusami, ieri sera avrei dovuto sentirti e..." "Ho sbagliato io, non so cosa mi sia preso. Non avrei dovuto dire quelle cose" dice lui scuotendo piano la testa e intrecciando le nostre dita. "No, non avresti dovuto" mormoro arricciando il naso. "Ha rovinato la vita di mia sorella, non sono riuscito a contenermi ieri sera" cerca di spiegare lui. Non poco tempo fa, Ascanio mi ha raccontato di come Rakib abbia scopato con sua sorella, rovinandole il matrimonio con un suo compagno di calcio e fatto cadere in un enorme scandalo la famiglia reale. Il padre l'aveva diseredata, ma poi la sorella si è fatta perdonare e adesso la situazione è più calma. Ho chiesto ad Ascanio se la sorella fosse stata costretta a scoparsi Rakib e penso che anche lui sappia che sia anche colpa della sorella, ma l'essere umano deve incolpare qualcuno per le proprie insoddisfazioni e spesso ci va di mezzo chi in realtà non ha. "Dovresti lasciarti il passato alle spalle, tua sorella è di nuovo felice e la reputazione dell tua famiglia è intatta adesso. Perchè nutrire ancora odio?" "Perchè vedo come ti guarda. Mia sorella è caduta in uno stato di depressione dopo il fallimento del suo matrimonio, non tanto per la separazione con suo marito Damiano, ma perchè amava Rakib. L'ha amato intensamente, ha più volte delirato con me che volesse una famiglia con lui, che in realtà lui l'amava ed era impossibilitato a stare con lei per la nostra famiglia reale. Voleva lasciarci per lui, ma poi le sono stata accanto e l'ho aiutata a riprendersi. Non voglio che tu cada nella sua stessa trappola, Rakib non ha un cuore, non sa amare, non sa cosa sia amore. E' nato come un pezzente e morirà da tale" "No, non ti permetto di dire che è un pezzente. Rakib è buono, non lo dà a vedere, ma è una brava persona. Non ci lavorerei sennò" "Come fai ad esserne tanto sicura?" Guardo per aria e dico "Lo so" Lui sospira e accarezzandomi ancora la mano chiede "Ne sei innamorata?" Cazzo, perchè chiedermelo adesso? Non poso farlo agitare ulteriormente, è già in questo stato per colpa mia. "Io non mi muovo da qui! Andatevene tutti a fanculo!" sentiamo gridare fuori dalla porta. Spalanco gli occhi e riconosco la voce di Rakib, merda. "Arrivo, tu non ti agitare. Stai calmo" dico raccomandando Ascanio. Corro fuori dalla stanza e aprendo la porta, trovo le mani del padre di Ascanio sulla giacca di pelle di Rakib che lo sta inchiodando al muro. Vado subito a separarli e mettendomi in mezzo grido "No no! Basta! Lascialo andare!" "Io ti ammazzo, che cazzo ci fai davanti alla stanza di mio figlio? Non ti è bastato il male che hai fatto alla nostra famiglia? Non ti è bastato figlio di puttana?" grida il padre rosso in viso. La moglie è in disparte che li guarda triste e del personale sta correndo per separarli. "Per favore! Per favore! Non dobbiamo far agitare Ascanio, basta!"grido disperata. "Non me frega un cazzo di Ascanio, sono qui solo per Alice, toglimi queste fottute mani di dosso prima che ti spacchi io la faccia" ringhia Rakib. Il personale riesce finalmente a staccarli e il padre guardando stranito Rakib chiede "Cosa vuoi dalla nostra Alice? Lei sta con Ascanio, lasciala in pace" "Non è così." sibila furioso Rakib. Il padre mi guarda perplesso e io deglutendo dico "Signore, Rakib è il mio capo. Sono la sua assistente sociale, lui è qui per questo" "Il tuo capo?"chiede Rakib alzando un sopracciglio. Posso leggere dai suoi occhi tutto il dolore per le mie parole, vorrei sprofondare. "Che succede qui?"chiede Ascanio uscendo dalla stanza. "Figliolo!" esclama la madre. Lui le sorride, ma raggiunge me e prendendomi la mano chiede "Qualcuno ti sta dando fastidio amore?" Rakib si aspetta che dica qualcosa, lo sta supplicando con lo sguardo, ma dalla mia bocca non esce nulla...non posso. "No, non è niente. Rakib se ne stava andando" "Non puoi rifarmi una cosa del genere Alice, me l'hai promesso" dice Rakib guardandomi dritto negli occhi, non gliene frega nulla di chi abbiamo attorno, è solo terribilmente addolorato. "Andiamo dentro" suggerisce Ascanio. Annuisco con la testa e faccio per seguirlo, ma Rakib mi afferra l'altro polso e dice "Che cazzo stai facendo Alice?" "Vattene via da qui, non sei il benvenuto" grida il padre allontanando da me Rakib. "Me ne andrò solo con Alice con me, quindi vattene a fanculo" Il padre lo riprende per la giacca e iniziando a urlarsi di nuovo a vicenda e quando sto per intervenire, qualcuno grida "Basta!" Ci giriamo tutti e vediamo una ragazza con stivali alti neri, i jeans attillati che slanciano le sua gambe magrissime e altissime, un dolcevita sotto i jeans color caramello che evidenzia il suo corpo snello e un seno prosperoso. Alzo lo sguardo al viso e deglutisco nel vedere un viso angelico, le labbra carnose rosa scuro, un po' di lentiggini in viso, un naso pronunciato all'insù, gli occhi verdi e una chioma folta di capelli lunghi e ondulati color biondo cenere. Ha una tracollina addosso e ci raggiunge a passo controllato, dai lineamenti del viso e dalla sua somiglianza con Ascanio, posso dedurre che sia sua sorella. Non l'ho mai vista, è stata per un periodo in convento e penso ne sia appena uscita. "Vi sembra modo e luogo?" chiede severa guardando il padre e Rakib. Ha anche una bella voce ferma e per niente fastidiosa, nella mia testa me l'ero immaginata da oca. Va subito ad abbracciare Ascanio e chiede mostrando una scia di denti bianchi e dritti "Come stai fratellino?" "Bene Gin, non avresti dovuto scendere di fretta e furia dal convento" "Ho finito il mio periodo di volontariato, sarei dovuta scendere comunque, poi non potevo lasciare il mio fratellino solo in questo momento" "Non sono solo" dice lui sorridendole e mostrano le nostre mani congiunte. Ginevra ci sorride e girandosi verso il padre, lo abbraccia insieme alla madre. "Entrate, io accompagno giù Rakib" dice facendomi spalancare gli occhi. Il padre inizia ad innervosirsi ma prima che possa dire qualcosa, Ginevra lo ferma e dice "So ciò che faccio, tu aspettami dentro. Arrivo subito" La madre annuisce al padre e i due entrano insieme ad Ascanio che mi tira. "Non ho bisogno di essere accompagnato, so già la strada" ringhia Rakib lanciandomi un'ultima occhiata e dandomi le spalle. Ginevra lo insegue ed entrando con lui in ascensore, preme un pulsante. Io e Rakib ci guardiamo, lui palesemente arrabbiato e risentito, io dispiaciuta e timorosa per la ragazza al suo fianco, finchè le porte si chiudono e cadono le mie difese.

Ritorna all'indice


Capitolo 43
*** Capitolo 43 ***


"Non esiste separazione definitiva finchè esiste il ricordo."- Isabel Allende. RAKIB'S POV: PASSATO. ETA' 12 "Samantha mi ha sorriso stamattina nello scuolabus" dice Michael venendo a sedersi sugli scalini del cortile. "Sai, dovresti seriamente farti avanti. E' da anni che le vai dietro" suggerisco mangiando il mio panino al tacchino, finalmente mangio qualcosa di commestibile grazie al lavoruccio che ho iniziato a fare. Nel weekend aiuto un amico in un'officina del quartiere e delle volte lavoro in un minimarket sempre del quartiere...guadagno poco, ma mi basta e avanza per mangiare decentemente. "Senti chi parla" borbotta lui. "Che vuoi dire?" chiedo sbuffando e giocherellando con la palla. "Che come vado dietro io a Samatha, tu vai dietro ad Alice" "Io non vado dietro ad Alice" borbotto controllando se Alice mi abbia contattato o meno, perchè non scende? Mi ha detto che sarebbe scesa in cortile a quest'ora. "Sei il solito...che liceo hai deciso di frequentare?" chiede Michael, abbiamo appena fatto gli esami di terza media e io sono stato promosso per miracolo. "Non ricordo, poco m'importa. Voglio godermi l'estate ora" "Ad Alice non piace gli ignoranti" "A Samantha non piace i cagacazzi" Lui mi spintona e io gli do un calcio facendolo ridere. "Ehi, che succede qui?" sento dire da una voce delicata dietro di noi. "Stellina" mormoro illuminandomi. "Cosa c'è dentro il panino?" "Tacchino e mozzarella" "Mhmm...sembra buono" "Vuoi?" "Un pezzo" Le lascio tutto il panino e lei mi fa l'occhiolino per ringraziare. "Samantha ti ha parlato di me oggi?" chiede Michael ad Alice che è sua cugina. "Miki...me l'hai chiesto ieri, l'altro ieri e l'altro ieri ancora" dice lei sedendosi sugli scalini sotto di noi. Allungo le mie gambe e le intrappolo i fianchi, lei neanche se ne accorge...è abituata a me che cerco sempre il suo contatto. "Quindi?" "La risposta è sempre negativa" "Cazzo, non riesco a parlarle. M'innervosisco troppo" dice lui piagnucolando. "Non capisco cosa ci trovi in lei, è pure antipatica"borbotta con una smorfia Alice. "E' bellissima, chi non la vorrebbe" "Io" dico osservando Alice. Lei alza lo sguardo e mi sorride...ultimamente stiamo iniziando a flirtare, io le faccio un complimento e lei arrossisce, ci sentiamo ogni giorno fino a tarda notte, anche Alice sta iniziando a cercare contatto...lei sta sbocciando sempre più velocemente e sempre più bella, i miei ormoni impazziscono quando la vedono e il cervello va in pappa ogni volta. "E' affascinante e quando sorride è così...ahhh" "E' andato"sussurro all'orecchio di Alice. "Completamente" ridacchia lei appoggiandosi sul mio petto. Ne approfitto per metterle le braccia attorno alle spalle e tirarla verso di me. Lei si appoggia completamente a me, io la stringo forte da dietro e appoggio il mento sui suoi capelli. "Fanculo, devo andare. Ci vediamo domani" dice Michael alzandosi e dandomi uno schiaffo. Gli alzo il medio e lui salutando anche Alice aggiunge "Domani partitella?" "Come sempre" Lui annuisce e va via...il cielo incomincia a imbrunirsi e Alice chiede "Andiamo?" "Mmm...abbiamo ancora tempo" dico stringendola a me e sfiorando col naso il suo orecchio, ha un profumo così buono che mi dà alla testa ogni volta. "Ma fa freddo..."protesta lei. "Ti riscaldo io" dico sfregando le mani sulle sue braccia. "Dai...andiamo da me? Mamma è ancora a lavoro" "Elsa?" "E' da un'amica di mia madre, Diana" Inspiro ancora un po' il suo profumo e sospirando dico "Va bene" Dal cielo inizia a cadere una leggera pioggerellina e correndo, scappiamo a casa sua. Arriviamo e subito ci mettiamo giocare alla wii. Di solito la obbligo a giocare a fifa con come, ma oggi decide lei e vuole sfidarmi a tennis con wii sport. Sfida accettata. Facciamo i nostri team e scegliendo tre round, incominciamo a giocare. Arriviamo al terzo round entrambi al pareggio e ce la mettiamo tutta per sconfiggere l'altro. "No! Hai tirato troppo forte la palla! Non vale!"sbotta lei quando finiamo il terzo round e io ne esco vincitore. Io faccio spallucce e lei chiede subito una rivincita. Gliela concedo. Dopo tre partite, ho stracciato Alice e lei è esausta di perdere. "Ok, l'ultima e basta" borbotta avviando un'altra partita. Arriviamo in pareggio al terzo round e io sto per vincere la partita, quando però Alice col fianco mi spinge di lato e mi fa cadere, facendomi di conseguenza perdere la palla. "Ops...hai perso" dice lei mangiucchiandosi un'unghia. Spalanco gli occhi e alzandomi chiedo "Ah, è così allora?" L'alzo in aria e la butto sul divano per poi salirle sopra e farle il solletico, lei si difende dandomi calci e schiaffi e rotoliamo insieme sul tappeto perdendo l'equilibrio. Lei fa per scappare, ma io la ribalto e salendole sopra dico "Eh no, non mi freghi" Lei respira affannosamente e solo ora noto la vicinanza dei nostri visi...siamo entrambi sudati ed eccitati, glielo posso leggere negli occhi. Ci divoriamo con lo sguardo e lei leccandosi le labbra, abbassa lo sguardo alle mie. Il mio cuore va così veloce che credo possa scoppiarmi, sfioro il naso col suo e chiudo gli occhi...dio, salvami, salvami. "Rakib..."sussurra lei facendomi salire il sangue al cervello. Apro gli occhi e realizzo cosa stavo per fare, non posso...non posso. Faccio per rialzarmi, ma non me lo permette e afferrandomi il collo, va incontro alle mie labbra. Ho bisogno di una manciata di secondi per realizzare che Alice mi sta baciando e ormai col blackout in testa, il cuore in gola, i brividi per tutto il corpo e sopraffatto dal mio amore per lei, vado incontro anch'io alle sue labbra e la bacio. Lei è dolcissima, le sue labbra sono morbidissime, calde, carnose...oh cielo, tirami fuori da questo finimondo. Appoggio le mani ai lati della sua testa e continuo a baciarla piano, lei è timida, io non voglio spaventarla, voglio che sia il primo bacio che lei ha sempre desiderato, voglio che sia perfetto, voglio prendermi cura di lei, cullarla e darle il mio mondo, la desidero così tanto che mi fa male il cuore e il suo andamento impazzito dei battiti. "Ali sono a casa!" sentiamo gridare. Ci alziamo di scatto e ci buttiamo sul divano, cazzo cazzo! "Ehi Rakib! Che bello vederti" dice Angela entrando in salotto. "Sì, io...io...ecco...io...cioè..."merda merda, parla potabile! "Io pure....io pure sono felice, sono felicissimo" Angela mi guarda stranita, ma prende in braccio Elsa e chiede "Capisco, cosa stavate facendo?" "Niente! Cioè...giocavamo, solo giocare. Lo giuro" dice Alice fin troppo agitata. "Ok...calma, perchè non dovrei crederti?" "Cosa? Io...non lo so, mamma non lo so!"sbotta Alice per poi passarsi una mano sul viso. "Tutto bene ragazzi? Vi vedo nervosi" chiede la madre incominciando ad insospettirsi. "Sì! Rakib mi ha fatto perdere di nuovo, ce l'ho a morte con lui!" esclama Alice, che sta combinando? "Io...sì! L'ho sconfitta parecchie volte e..." oddio, voglio sprofondare! Cosa sto dicendo? "Vado a casa, mio padre mi starà aspettando" dico alzandomi di scatto e correndo fuori dal salotto. "Ti accompagno!"grida Alice. "Non ce l'avevi a morte con lui?"chiede Angela alzando un sopracciglio. "Mamma che domande sono! Non sono più una bambina che se la prende! A settembre andrò alle medie!" borbotta lei uscendo dal salotto mentre Angela fa spallucce e va verso la camera di Elsa. Vado alla porta e Alice dietro mi chiama...ho ancora il cuore in gola, mi sento morire, mi sento morire! "Questa cosa non deve più succe..."faccio per dire. Alice mi dà improvvisamente un altro bacio sulle labbra, uno piccolissimo ma in grado di zittirmi immediatamente. "Stellina..."sussurro col fiato corto. "Ci vediamo domani?"chiede lei guardandomi dritto negli occhi, ha paura che possa rifiutarla. Io? Io che la desidero da una vita?Io che morirei per lei se me lo chiedesse? "Certo" dico deglutendo e scuotendo la testa per riprendermi. Indietreggio uscendo fuori e mormoro "Va bene, allora io vado" "Rakib?"mi chiede lei sulle scale. "Sì?"chiedo girandomi e pronto a soddisfare ogni suo desiderio. "Allora siamo fidanzati?"chiede subito dopo sorprendendomi. "Sì" dico pensandoci un po'. "E sei felice?" Sorrido e annuendo chiedo "Tu?" "Io sono felicissima" dice sorridendomi a sua volta. "Alice!" sentiamo chiamarla sua madre. "A domani!" esclama lei entrando dentro. Osservo la sua porta chiudersi e mi porto subito le mani in faccia, è successo veramente? Urlo di felicità tappandomi però la bocca con la mano ed esultando per le scale, entro in casa mia, non vedo l'ora di gridarlo a tutti, al mondo intero! Alice è finalmente la mia fidanzata, è il giorno più bello della mia vita. PRESENTE. La osservo per l'ultima volta e abbasso lo sguardo quando le porte dell'ascensore si chiudono. Come mi ha potuto fare una cosa del genere? Guardandomi in faccia, dopo tutte quelle promesse. Non ho davvero imparato un cazzo? Nessuno cambia e tu non devi credere a maggior ragione che qualcuno possa cambiare per te, l'amore non esiste, è una bella merdata che ti lacera il cuore e ti divora l'anima quando meno te l'aspetti. Mi aveva in pugno, per me andava anche bene la cosa, ma lei tende sempre a stringere quella mano, senza pensare a me dentro, lei sa che sono pronto a farmi schiacciare per lei, le ho dato troppa libertà su di me, troppa fiducia. Le porte si riaprono e io marcio fuori con una smorfia in faccia, non imparo mai. "Ehi, possiamo parlare?" chiede prendendomi per il braccio Ginevra. "No. Vattene"sbotto togliendo il braccio dalle sue mani. Faccio un cenno alla receptionist che ci aveva aiutato e vado subito fuori, sto anche dando troppo all'occhio. Sicuramente qualche paparazzo avrà scattato qualche foto, chissà cosa s'inventeranno stavolta, magari possono dire che sono in riabilitazione, che cazzo me ne frega. "Perché mi parli così? Non ti è bastato cosa mi hai fatto?" Alzo lo sguardo al cielo e girandomi dico puntandole il dito contro "Non ti ho obbligato io a scopare e a mandare a puttane il tuo matrimonio, nessun cazzo è scivolato per sbaglio tra le tue gambe quindi smettila con questo vittimismo e lasciami in pace." Mi rigiro e lei dice improvvisamente "Sono rimasta incinta" Spalanco gli occhi girandomi di nuovo e chiedo "Cosa?" Lei ride e raggiungendomi dice "Scherzo, avevo bisogno della tua attenzione. Ora l'ho ottenuta" "Ma sei impazzita? Approfittane del fatto di essere in ospedale per farti curare" dico agitando le mani. Ma guarda un po' se devono farmi uscire pazzo. "Assumo le mie colpe, ma prima di andare a letto con te ti avevo chiesto se fosse una cosa seria con me. Tu avevi detto che sono molto importante per te" Mi porto una mano in testa e dico "E tu hai creduto ad un uomo strafatto e ubriaco? Davvero sei così stupida?" "Mi rendo conto, ma tu sei stato davvero uno stronzo a non rispondermi alle chiamate e fingere che non fosse successo nulla" Sospiro e borbotto "Infatti non è successo nulla" "Sei andato a letto con me" "Sai con quante tipe sono andato? Non ti devi fidare di persone come me" "Bingo! E' qua che volevo arrivare, perché continui a fidarti di Alice, è te al maschile" Spalanco occhi e bocca e ringhio "Chi cazzo sei tu a parlare così di lei" "La difendi ancora? Anche dopo questa? Ascanio mi ha detto tutto, mi ha anche fatta scendere dal convento prima per questo...non per lui, ma per allontanarti da Alice. Sembra che lui ci sia riuscito anche senza il mio aiuto" "Tu e tuo fratello avete architettato tutto! Siete solo..." "Frena con le parole, è una mia ipotesi. Conosco bene mio fratello, siamo molto legati e fosse per lui sarei crepata dentro quel convento pur di non vederti e ricadere in depressione, ma vuol dire che è messo proprio male con Alice. Sarebbe capace di vendere me per lei, tu non sai quanto la ama quanto può essere pericoloso" "Lo so invece, meno di me perché nessuno può amare Alice come la amo io. Nessuno." "Non capisco cosa abbia di così speciale questa Alice, ha fatto perdere la testa a tutti. Svegliatevi cazzo, vi sta solo prendendo per il culo. Lei non ama nessuno, solo lei stessa" "Basta! Non parlare così di lei! Non te lo permetto!" "Va bene, spero solo tu possa capire prima che sia troppo tardi" dice rovistando nella sua tracolla. Prende la mia mano e scrivendo con una penna il suo numero dice "Chiamami quando lo avrai capito" Detto ciò gira i tacchi e rientra in ospedale. Sento delle goccioline bagnarmi il viso e alzando lo sguardo osservo il cielo nuvoloso, sembra essere d'accordo col mio umore. --------------------------------------------------------------- "Tesoro bevi, bevi tutto" ridacchia una ragazza con un bicchierino di tequila fra le tette e a cavalcioni su di me. Afferro il bicchierino coi denti e scolo tutto in un sorso, il liquido scorre veloce in gola e incendia il mio petto, scuoto la testa per il dolore e sospiro spalancando la bocca soddisfatto. "Un altro?"chiede la ragazza mostrandomi la bottiglia di Belvedere. Apro la bocca e lei versa dentro insieme alle urla delle altre ragazze che m'incitano a bere di più. Richiudo la bocca e ingerisco tutto, l'incendio cresce nuovamente e scuoto di nuovo la testa, stavolta inizia a girarmi e la cosa mi diverte. Scosto la ragazza su di me e piegandomi sul tavolino, sniffo via la striscia bianca, alzo la testa in estasi e sospiro. Ora sto molto meglio, molto meglio. "Alza la musica!" grido al dj salendo sul divano e incominciando a ballare, o meglio cerco di reggermi in piedi ma mi viene difficile. Le ragazze salgono a loro volta e mi sostengono, o meglio ne approfittano per strusciarsi contro di me e togliermi via la maglietta. Prendo un bicchierone di birra e urlo felice, non sento più nulla, ho scordato tutto...non me ne frega più un cazzo di nulla. "Dale dale dale!!" grido seguendo una canzone spagnola, cazzo che bel ritmo! Faccio per bere della birra, ma la metà si versa sulla biondina sotto di me e guardandola dico subito "Scusa scusa" Poi la riguardo e scoppio a ridere, merda non riesco a smettere. "Te ne porto un altro po' "dice la biondina per niente offesa. Scoppio ancora a ridere e afferrando la bottiglia di vodka, bevo fino a sentire la gola bruciarmi. Scuoto la testa e sorrido, cazzo che sballo! "Che sballo!!" urlo. Improvvisamente qualcuno mi sottrae la bottiglia e io girandomi farnetico "Ehi ehi, prima il permesso! Condividiamo amico..." Metto a fuoco una tipa simile ad Alice e scoppio a ridere di nuovo e di nuovo. La tipa simile a lei mi afferra per il braccio e mi trascina per il salone, vuole scoparmi in queste condizioni? Le do una pacca sul culo e lei girandosi mi molla uno schiaffo per poi riprendermi la mano. Lo schiaffo mi fa spalancare gli occhi e con l'altra mano mi massaggio la mandibola, che tipa violenta! Entriamo in cucina, ma c'è lo stesso macello del salone..."andiamo in camera della mia assistente" le suggerisco ridendo. Sarà divertente scopare sul suo letto. La tipa mi fulmina con lo sguardo, cazzo le assomiglia proprio. Hanno pure lo stesso profumo, bleah. Vengo trascinato di nuovo fino in lavanderia e chiusa la porta, lei accende una luce soffusa...non riesco a vederla bene. "Sto fuori un pomeriggio e tu che fai?!"grida lei trapanandomi i timpani. Mi allontano immediatamente portando le mani alle orecchie, è la sua voce o è una mia immaginazione? Mi rigiro e sbattendo velocemente gli occhi, la rimetto a fuoco. "Cazzo!" borbotto tra me allontanandomi ulteriormente. Mi ero promesso di non avere più nulla a che fare con lei e mi ritrovo in una lavanderia completamente fatto e durissimo per lei. "Cazzo, porca troia!"impreco prendendo a pugni la lavatrice per poi afferrare la maniglia della porta e andare via immediatamente da qui. "Dove credi di andare?"abbaia lei parandosi davanti. Mi riallontano subito, non voglio toccarla, non voglio averla così vicina, non voglio neanche respirare la sua stessa aria! "E' questo il tuo modo di vendicarti? Riempiendo di puttane, alcol e coca la casa?" Almeno mi sbarazzerò di te, perchè devo sbarazzarmi di te. "Che cazzo dico alla polizia se piomba qui? Eh?" "Non è affar tuo, vattene. Ritorna da lui."ringhio aggrappandomi alla lavatrice, avrei voglia di tirarla in aria. "Ha rischiato di morire per colpa mia, era il minimo che restassi lì! Perchè non provi a capirlo?" "Perchè non provi a capire me!"urlo facendola sussultare col sangue che mi ribolle nelle vene. "Ti avevo chiesto una cazzo di cosa! Una! Porca puttana una Alice!" grido mentre lei indietreggia spaventata e io la raggiungo a passi felpati, se fossi un animale me la divorerei in questo momento. "Che ti ho chiesto? Dimmelo!" grido dando un pugno così forte alla lavatrice da ammaccarla. Alice si aggrappa alla parete dietro e palesamente terrorizzata mormora "Di non lasciarti di nuovo" "E tu che hai fatto? Eh? Dillo! Che cazzo hai fatto di nuovo? Calpestando il mio cuore di nuovo?" grido furibondo raggiungendola e fulminandola con lo sguardo. Mi sento un vulcano pronto ad eruttare, sempre che non sia già eruttato...sento la lava scorrermi in corpo, arrivarmi al cervello. Lei fa per abbassare lo sguardo, ma io con una mano poggiata alla parete, le prendo le guance con l'altra e premendo forte sibilo "Non ci provare. Dillo." "Ti ho lasciato" sussurra lei con difficoltà con le labbra a beccuccio per le mia dita che premono le sue guance. Sentirmelo dire mi fa ancora più schifo, osservo delle lacrime che scendono da questi occhi che ho sempre amato ammirare, in realtà ho sempre amato ammirare tutto di lei, era la cosa più preziosa che la vita avesse potuto darmi, il mio tesoro più grande. "Perchè mi fai questo?"chiedo piano. In realtà lo pensavo io, ma le parole sono uscite sole. Le lacrime continuano a scendere da quelle gemme e io sempre più vicino al suo viso sussurro "Perchè ci fai questo?" "Lui stava male" mormora lei facendo tremare il suo labbro, l'ho spaventata troppo. "E io come posso stare? A me non ci pensi piccola?" chiedo pianissimo appoggiando la sua fronte contro la mia, il cuore batte così forte che mi sento di svenire. Sono lucido adesso, mai stato tanto lucido in vita...io è di lei che mi ubriaco, è con lei che perdo il controllo, è lei a farmi rimanere o meno in vita. "Io è te che amo" sussurra lei facendomi espirare di colpo. Sorrido col cuore in gola e prendendole una guancia mormoro coi brividi su tutta la pelle"Diglielo" "Non ora" "Quando?" "Appena guarirà" "Io non posso aspettare" dico abbassando la testa per essere allineata con la sua. "Un mese, ti chiedo un mese" "Diglielo, non posso aspettare tanto." "Non posso, non posso farlo. Sta veramente male, il medico mi ha detto di..." "Me ne fotto di quello che dice il medico! Tu sei mia! Il mondo finirà il giorno in cui deciderò di condividerti con qualcun altro! Diglielo." ringhio prendendo di nuovo le distanze. Mi sto nuovamente innervosendo, non credo alle mie orecchie. Non esiste proprio! "Perchè fai il bambino, cerca di metterti nei miei pa..." "Va' dal tuo uomo allora! Va'!" grido indicando la porta. "Non parlarmi così." "Glielo dirai o no?" "Non ora" dice lei deglutendo e guardandomi dritto negli occhi. Do un altro pugno alla lavatrice e andandole sotto il naso sibilo "Bene, tu hai chiuso con me." Spalanco la porta ed vado via. "Vaffanculo!"grido dando un pugno al muro del corridoio, sono senza controllo. Ha scatenato definitivamente la bestia. Ritorno in cucina e afferrando una nuova bottiglia di vodka me la scolo fino a finirla, mi aggrappo al tavolo per non cadere e trascinandomi fino al salone, spazzo via con la mano le bottiglie di vetro vuote sul tavolino per poi raccogliere un po' di polvere bianca e sniffarla tutto in una volta. Sprofondo sul divano dietro, mentre delle ragazze si avvicinano a me, mi salgono sopra e cercano di darmi piacere. Perchè l'unico piacere che voglio avere, non posso averlo? -------------------------------------------- ALICE'S POV: "Pronto?"mormoro scendendo le scale con attenzione. La casa è un macello, ho timore di chiamare la domestica per paura che possa scoprire della coca sparsa ovunque. Ho buttato fuori dei tizi che dormivano nudi per il salone e il corridoio, non ho controllato tutte le stanze, ma quelle del piano inferiore dovrebbero essere vuote adesso. "Come sta Ascanio quindi?" chiede Beni. "Ehm...penso bene" "Pensi, non sei lì?" "Sono tornata a casa per la sera, ho trovato una festa con droga e un fiume di alcol al mio ritorno" Sento Beni fischiare e dire "Si è dato da fare il ragazzo, ricordo che anche Bilel si era attaccato all'alcol quando lo avevo lasciato la prima volta. Che ricordi, andavo ancora al liceo" "E cos'è successo poi? Avete risolto?" "Storia lunga e surreale, invece con te com'è finita?" Tolgo con la ciabatta una bottiglia che mi ostacola e borbotto "Male, mi odia" "Che hai combinato stavolta?" sospira Beni, ha così poca fiducia di me? "Io niente! Gli ho solo detto la verità" "Cioè?" "Che non posso stare ora con lui, non posso permettere che Ascanio corra di nuovo il rischio di avere un attacco cardiaco. Non ha voluto sentire ragioni, è così egoista!" "Non capisce che è una situazione critica? Magari oggi a mente lucida potrai rispiegargli come stanno le cose" mi suggerisce Beni. "Gli ho chiesto un mese, dice che non vuole condividermi con nessun altro. Mica sarei andata a letto con Ascanio! Sarei solo stata al suo fianco finchè si sarebbe ripreso e avrebbe aperto la sua startup" (Startup: una nuova impresa nelle forme di un'organizzazione temporanea o una società di capitali in cerca di soluzioni organizzative e strategiche che siano ripetibili e possano crescere indefinitamente.) "Rakib è particolarmente sensibile quando si parla di te, lo sai. Dovresti riparlarci" "Mi odia Beni, ha detto che ha chiuso con me e dovevi vedere i suoi occhi. Sembrava un demone" mormoro facendo una smorfia nel sentire puzza di alcol nel salone. "Dagli tempo, capirà. Tu stai solo cercando di salvare la vita ad Ascanio, nonostante il tuo cuore sia altrove" "Spero capisca, non voglio perderlo di nuovo. Non voglio, ma ho le mani legate e lui non riesce a comprenderlo! Santo cielo, perchè tutte a me!" sbotto portandomi una mano sul viso. "Andrà tutto bene, vedrai" "Come stanno le mie gemelline e il pancione?" Beni ridacchia e dice "Bilel le sta svegliando, ovviamente Zaira non ne vuole sapere di svegliarsi. E' incredibile quanto possa dormire questa bambina. Il pancione va bene, siamo ormai agli sgoccioli, però sono pronta...non ne posso più di aspettare" "Immagino, Zaira è una vera dormigliona...avrà preso da Viviana?" "Effettivamente...più tardi ci vedremo da Eleonora, vieni?" "No, non posso. Devo risolvere questo casino prima, prega per me" "Spacca tutto, fammi sapere allora" "Mi spacco la testa, ci vediamo" borbotto riattaccando. Osservo di nuovo il casino in giro e alzando gli occhi al soffitto impreco in silenzio. Prendo un sacco per la spazzatura e rimboccandomi le maniche, prendo facendo una smorfia una bottiglia di vodka vuota per terra. Alzo lo sguardo e butto un'altra imprecazione, me ne aspettano altre mille. Dopo due ore la casa splende e io sono senza forze, letteralmente. Mi trascino fino in camera e mi butto sul letto, aspetta no..."Devo andare da Ascanio" borbotto piagnucolando. Mi trascino fino in bagno e facendomi una veloce doccia, mi metto una minigonna di jeans, una canottiera bianca sotto e una giacca leggera rosa. Afferro la borsetta e scendo giù. Corro in cucina e scrivendo su un bigliettino "Mangia e bevi...l'acqua con le pillole ovviamente. Xoxo Ali" lascio le pillole con un bicchiere d'acqua e tiro fuori la crostata alla ricotta e gocce di cioccolato che aveva fatto mamma ieri ed era rimasta. Scappo fuori e avvertendo Igor del fatto che non passerò il pomeriggio da Ascanio, prendo la mia vespa sfrecciando via. Parcheggio fuori dall'ospedale appena arrivata e raggiungendo velocemente camera sua, busso prima di entrare. "Ehi..."mormora Ascanio sorridendomi. "Ehi, come stai?"chiedo andando da lui. Ascanio mi prende la mano e dice guardandomi "Ora meglio" Deglutisco e fingendo di dovermi spogliare dico "Scusami per il ritardo, non sono riuscita a dormire ieri sera..." "Oh, come mai?" Poso le cose sul tavolino e dico facendo spallucce "Ero preoccupata un po' per te" e per Rakib... "Non devi, hai sentito il dottore che ha detto?" Ho sentito bene. "Hai ragione, andrà tutto bene. Hai mangiato?" dico mentre bussano alla porta e l'infermiera entra col pranzo. "Giusto in tempo" dico ridendo. Aiuto l'infermiera col cibo e aprendo le posate e la pellicola dai piatti chiedo "Hai bisogno di altro?" "Ho tutto quello di cui ho bisogno" dice lui sorridendomi. Abbasso lo sguardo e deglutendo chiedo "Ti serve realmente qualcosa?" "Magari vuoi imboccarmi tu? Sono tanto stanco stamattina" Mi allarmo immediatamente e dico "Certo, ci penso io" Prendo della pastina al sugo e soffiandoci su , lo allungo verso di lui. Alterno le cucchiaiate con dell'acqua mentre lui mi parla degli ultimi preparativi per la startup, continua a lavorare da remoto...è un testone. Ridacchio per una battuta e sto per imboccarlo ancora, quando sentiamo bussare alla porta e appare Ginevra, la sorella. "Ciao vita mia" lo saluta lei felice raggiungendolo. Ascanio sorride nel vederla e io faccio per spostarmi ma..."No no, non abbiamo ancora finito" mi ferma lui. "Posso pensarci io, dalle tregua" dice Ginevra sorridendomi. Io mi sposto imbarazzata e Ginevra prende il mio posto. Osservo le sue gambe nude e lunghe con dei pantaloncini corti e una camicetta bianca, sembra una super modella...persino lo chignon disordinato in testa le dona. "Allora? Come stai?"chiede lei imboccandolo. Ascanio prende il piatto e il cucchiaio e dicendo piano "Faccio io.." Si sistema meglio sul lettino e aggiunge "Meglio comunque" "Non è vero! Bugiardo!" dice Ginevra picchiettandogli il naso. Ascanio si rabbuia e allontanandola mormora "Sto bene veramente..." "Ho parlato con la dottoressa, non mentirmi fratellone" Ascanio la fulmina con lo sguardo e lei si morde il labbro....che diavolo sta succedendo? "Io...vado a prendere del caffè, Ginevra ne vuoi un po'?" "Sì, grazie mille" Annuisco con la testa e faccio per uscire, ma sento dire "Alice!" Mi giro e la sorella dice sorridendomi "Gin per gli amici" "Gin" dico sorridendole per poi andare via. Che tipa strana, mi dà i brividi. Chissà cosa avrà detto a Rakib ieri...li ho spiati dalla finestra, ma non sono riuscita a captare nulla. Vado alla macchinetta per prendere i caffè e mentre aspetto che venga erogato il primo, tiro fuori il cellulare per vedere se Rakib mi ha contattata. Vedo un messaggio, ma è quello di Igor che dice di aver capito... Sospiro e decido di chiamarlo io...ovviamente ha la segreteria. Riprovo, ma mi dà irraggiungibile stavolta. Prendo i caffè e ritorno in camera, apro con attenzione la porta per non far cadere i caffè ma mi paralizzo nel sentir dire "Hai finito Ginevra? Devi andartene, non darmi altri problemi" "Hai finito di fare lo stronzo?"chiede lei severa. "Perchè sei ritornata dal convento? Sei scappata, vero?" "Sì, sono scappata! Sarei diventata pazza lì dentro un altro giorno in più!" Spalanco gli occhi...è scappata? Perchè? "Lo sei evidentemente per venire qui!" "Non ti sono mancata?"chiede lei cambiando argomento. "Gin...smettila subito, non puoi continuare così. Non possiamo" Cosa non..."Vuole entrare?"chiede dietro di me il dottore. Sussulto e spalancando la porta dico "Eccomi col caffè!" "Menomale che esiste Alice!"esclama Ginevra facendo un occhiolino ad Ascanio e alzandosi per raggiungermi. "Come sta?"chiede il medico ad Ascanio. "Molto meglio, sono solo un po' affaticato" Il medico lo annota subito mentre Ginevra si avvicina a me e chiede "Da quanto sei qui?" "Da pranzo, la mattina non ho potuto esserci" "C'è stata mamma, non preoccuparti. Sei così dolce a prendertene cura" "Faccio il possibile" mormoro terribilmente a disagio. "Posso farti una domanda?" "Dimmi" dico annuendo con la testa e prendendo un sorso di caffè. "Come sta Rakib?" Per poco non sputo il caffè. "Penso bene, sì, sta bene" farfuglio bevendo altro caffè. Che cazzo le frega di Rakib? Perchè non vuole lasciarlo in pace? E' già occupato! "Capisco, ieri aveva una faccia quando se n'è andato..." "Si...s'innervosisce spesso inutilmente" "Dici che è irragionevole?" "Cavolo....non solo lo dico, lo affermo" borbotto ancora risentita da ieri. "Pensi che un po' di buona compagnia possa farlo stare meglio?" Cosa? Cosa? "Penso che voglia stare solo, sbollisce così di solito" "Capisco, potrei solo portargli qualcosa da mangiare o bere"propone insistentemente lei. "Io non credo sia una buona idea...sai, il frigo è già pieno" dico bevendo l'ultimo sorso di caffè. Me ne serviranno altri mille qua. "Dici?" Piego il bicchierino tra le dita e sbotto "Dico." per poi raggiungere Ascanio e il medico. "Ho capito, grazie dottore" lo saluta Ascanio. "Si rimetta presto, a più tardi" dice uscendo fuori il medico. "Allora?"chiedo io preoccupata. "Sto meglio, te l'avevo detto tesoro" dice lui prendendomi la mano, ma s'inserisce Ginevra prendendo la sua mano che era tesa verso di me e chiede "Oh fratellone! Sono così contenta!" "Anch'io...senti Gin, non sarai stanca? Forse è il caso che tu..." "Io? Ma assolutamente no!" esclama lei baciando la mano di Ascanio. Corrugo la fronte...perchè Ascanio è così a disagio? "Va bene, allora puoi lasciarci un attimo soli Gin? Devo dire una cosa ad Alice"chiede Ascanio facendo una smorfia. "Ma certo, ho portato un sacco di riviste per affrontare la giornata! Starò qui nell'angolino! Voi fate pure" dice prendendo una rivista e andando ad accomodarsi sulla poltroncina nera all'angolo. "Scusami..."mormora lui indicando sua sorella con lo sguardo. "Non fa niente, è molto dolce da parte sua preoccuparsi per te" dico a sottovoce. "Vorrei riposare un po', vieni sul letto con me?" "Due in quel lettino? Sicuro non possa crollare?"chiede ridendo Ginevra. Ci stava ascoltando? Ascanio la fulmina di nuovo con lo sguardo e Ginevra dice alzandosi con altre riviste "Tu riposa, ho portato abbastanza riviste anche per non far annoiare Alice. Non preoccuparti" "Ha ragione Ginevra, non sono sicura che sul lettino possa starci. Io aspetterò qui, davvero" "Sei sicura?"chiede Ascanio accarezzandomi la mano. Tolgo la mia mano dalla sua e dico "Certo! Non mi muoverò da qui fino al tuo risveglio" Lui mi sorride e annuendo si mette sotto le coperte, poverino...sembra veramente provato. "Tieni cara, tutte tue" dice Ginevra porgendomi delle riviste. "Grazie Gin..." mormoro prendendole e andandomi a sedere sulla poltroncina nell'angolo opposto a lei. Le riviste sono davvero interessanti e neanche mi accorgo che si è fatta sera intanto...chiudo la sesta rivista che stavo leggendo e vado a vedere se Ascanio dorme ancora, ma vedo Ginevra poggiata su di lui che sonnecchia. Ma che diavolo...non aveva detto lei che in due non ci saremmo stati? E poi quando si è alzata? Sussulto nel sentire la porta all'improvviso e riposo velocemente le riviste sulle mie ginocchia. L'infermiera entra per dare la cena svegliando tutti e Ascanio corruga la fronte nel vedere Ginevra svegliarsi dal suo letto. "Come sta signor Valenti?"chiede l'infermiera posando la cena, mentre Ginevra sbadiglia e si fa una veloce coda. "Bene bene, che ore sono?" "18:30, le due signorine sarebbero dovute andar via un'ora fa" dice l'infermiera cordiale. "Sì, mi scusi. Mi sono addormentata" dice Ginevra abbottonandosi la camicetta, perchè era sbottonata? "Puoi farcela da solo con la cena?"chiedo ad Ascanio preoccupata. "Sì, non ti preoccupare tesoro. Tu va, sarai molto stanca, non sei neanche riuscita a dormire ieri sera" Annuisco con la testa e prendendo le mie cose chiedo "Mi chiami se ti dovesse servire qualcosa?" "Sai cos'è l'unica cosa che mi serve" dice lui sorridendomi. Io ricambio il sorriso e dandogli un bacio sulla tempia dico "Domani verrò presto, prometto" "Ci conto" "Verrò anch'io" dice Ginevra subito. "Non ce n'è bis..." "Verrò, non ti preoccupare" dice lei invece. Ascanio non replica più e salutandolo un'ultima volta, usciamo entrambe dalla stanza. "Sei venuta in macchina?"chiede lei dirigendosi verso l'ascensore. "No, in motore. Tu?" "In macchina, avrei potuto darti un passaggio" Certo...so io realmente perchè avresti potuto darmi un passaggio. "Che carina, grazie lo stesso..."mormoro entrando in ascensore. Restiamo in silenzio finchè arriviamo al pian terreno e ci dirigiamo verso l'ingresso. "Domani a che ora verrai?" "Spero di farcela per le 9" dico trafficando col cellulare, quel coglione non mi ha ancora chiamata. "Va bene, io penso che..."s'interrompe per una chiamata e vedendo il numero dice felice "Devo rispondere, a domani!" per poi scappare via. "A domani..."mormoro ma lei è già nel parcheggio. Esco anch'io fuori e la vedo entrare dentro una Jaguar...chissà perchè me l'aspettavo. Sbuffo e mettendomi il casco, vado verso la mia cara vespa. Non vedo l'ora di tornare a casa e crollare sul letto, spero che Rakib si sia calmato. Nel tragitto mi fermo per prendere del pollo arrosto con patate per cena e sfreccio via. Arrivo alla villa e superando i cancelli, faccio per entrare nel giardino e parcheggiare ma... "No no no, non di nuovo cazzo!" impreco nel vedere un'altra festa. Il giardino e la piscina fuori sono colmi di gente in costume, altri nudi, altri vestiti ma ubriachi fradici...la musica dentro la casa è talmente forte che rimbomba fuori e ovviamente ci sono cartacce, bicchieri, bottiglie, cacca...? Marcio verso l'ingresso con le chiare intenzioni di dirne quattro a Rakib, ma sento un fischio e qualcuno gridare "Ehi bellina! Dove scappi? E' qua la vera festa!" Mi giro e vedo dei compagni di Rakib in piscina con almeno due ragazze sottobraccio e altre che nuotano mostrano il loro bel lato b. "Cosa sta..."mi paralizzo nel vedere Rakib sniffare dal bordo piscina per poi buttarsi e schizzarmi l'acqua addosso. Spalanco occhi e bocca fradicia d'acqua e Rakib scoppia a ridere mentre delle ragazze lo raggiungono e si aggrappano a lui. "Cosa ci hai portato?"chiede Damiano,l'ex marito di Ginevra e uno dei suoi compagni che odio di più... Nascondo dietro la schiena ciò che avevo comprato per me e per Rakib e faccio per entrare in casa, ma Rakib grida "Ester! Prendile quel sacchetto e portamelo!" Neanche il tempo di realizzare che una ragazza mi strappa dalle mani il sacchetto e lo porta a Rakib, cosa diavolo... Rakib prende il sacchetto e frugando dentro, tira fuori il pollo con le patatine e inizia a mangiarlo in piscina. "Prendete e mangiatene tutti!"grida facendo scoppiare a ridere quelli attorno. Lo fulmino con lo sguardo, perchè si sta comportando in questo modo. "Rakib possiamo parlare" dico stringendo i pugni. "Ma chi è quella?"chiede una ragazzina a Rakib. "Lavora per me, ancora per poco" dice bevendo dalla bottiglia di champagne. Delle ragazzine mi spintonano per uscire dalla piscina e una afferra...il mio accappatoio? Aspetta... "Quelli sono i miei vestiti!" grido indicando alcuni vestiti per terra e altri addosso alle ragazze che flirtano in giardino. "Non avevano un cambio, non farne un dramma...erano anche sciatti dopotutto" dice facendo scoppiare a ridere le tipe. "Quella giacca è terribile" gracchia Ester simulando il gesto di vomitare. Che oca di merda. "Nessuno ti ha dato l'autorizzazione di entrare in camera mia e regalare la mia roba!" sbotto levandomi la giacca zuppa d'acqua. "Faccio quello che cazzo mi pare a casa mia, sparisci adesso e non mi rompere" "Rakib non ti riconosco più" dico facendo una smorfia. "Era ora." dice lui slegando il costume ad una tizia facendola ridacchiare. Inspiro ed espiro lentamente...in questo momento potrei urlare il mio odio a squarciagola. "Bene, chiamerò la polizia" lo minaccio prendendo il cellulare. "Non lo faresti veramente..." Digito il numero e gli mostro la chiamata avviata, Rakib esce immediatamente dalla piscina mentre io corro dentro al riparo e chiedo "Pronto? Mi sentite?" "Posa questo cellulare!"abbaia Rakib inseguendomi. Cazzo...corro di sopra e andando in camera mia, mi rinchiudo in bagno. "Alice! Apri questa cazzo di porta!" "Pronto, sì! Il mio vicino di casa ha organizzato una..." Rakib riesce a sfondare la porta e ringhia "Riattacca." Abbasso il cellulare mettendo il muto e chiedo "Tu farai andare tutti fuori?" "Assolutamente no." "Pronto? Sì dicevo che..." Rakib mi strappa dalle mani il cellulare e lo getta nel water...io rimango allibita. "E' il mio telefono!" urlo furibonda. "E' casa mia, se la festa ti dà fastidio, vattene." ringhia Rakib, sento un fortissimo odore di alcol, quanto ha bevuto? "Sono affamata, zuppa d'acqua e davvero stanca, vorrei riposare per favore" cerco di parlargli dolcemente. "Va' a dormire da lui allora, non è un problema mio." "Tu non sei così" "Tu non sai un cazzo di me" "Sei un mostro, davvero non ti riconosco più" Lui mi viene sotto al naso e ringhia "Tu mi hai reso un mostro" Mi sfiora le labbra e ci soffia sopra "Ricordatelo." "Tu non..."faccio per dire ma lui esce vuole sbattendo la porta rotta. Mi aggrappo al lavandino dietro e scoppio a piangere, perchè non vuole capire! Scivolo per terra e tirando su le ginocchia, mi sfogo in silenzio...non ce la faccio più. "Non ce la faccio più" singhiozzo esausta. Rimango in bagno per mezz'ora, il tempo per calmarmi un po' e decido di andare a parlare con Rakib...non voglio mollare, lui dovrà capirmi per forza. Sto solo cercando di aiutare Ascanio a riprendersi, non posso abbandonarlo così e lui deve capire che non può essere tanto egoista. Il mondo non gira solo attorno a lui, con me non attacca il Namur. Esco fuori decisa a chiarirmi con lui e raggiungo il salone. "Avete visto Rakib?"chiedo a dei compagni che giocano alla play e ruttano come animali con le birre. "Che cazzo ne sappiamo noi, sarà a scopare da qualche parte. No no!"urlano per l'andamento del gioco. Maschi. "Scusa, hai visto Rakib?"chiedo a una ragazza all'ingresso. "Chi?"chiede lei ridendo, next. Lo cerco in cucina, in bagno, dove le porte sono aperte ma nulla...magari è fuori. Vado in giardino e continuo a chiedere, finalmente mi dicono di averlo visto in piscina. Corro in piscina ma non vedo nulla, non c'è traccia di lui. "Dov'è Rakib?"chiedo alla ragazza col mio accappatoio. "In giro?" Alzo gli occhi al cielo..."Ehi piccola mascotte!"esclamano Samuel e Gianluca, anche loro compagni di Rakib. "Te la stai spassando?" chiedono mettendomi il braccio sulle spalle. "Birra?"mi propone Gianluca. "Sto cercando Rakib in realtà..." "Eccolo lì, si sta limonando una figa da paura" dice Gianluca girandosi con me sottobraccio e indicando Rakib con la birra. Spalanco gli occhi e corrugo la fronte...la tipa è appoggiata ad una macchina di lusso e lui la tiene intrappolata. "Rakib?"grida Samuel. "Piccola mascotte ti cerca!" grida improvvisamente. "No no, io..." faccio per dire ma è troppo tardi...i due si girano e...Samantha? Rakib m'ignora completamente e prendendo il polso di Ginevra, la trascina dentro casa. Samantha mi vede e alza un braccio per salutarmi...sorrido debolmente anch'io finchè non li vedo sparire dentro. "Ci daranno dentro i due!"schiamazzano i ragazzi. "Ho bisogno di una birra" mormoro prendendo quella di Gianluca e andando verso il parcheggio. Dormirò in macchina stanotte e domattina mi licenzierò.

Ritorna all'indice


Capitolo 44
*** Capitolo 44 ***


"E vorrei vederti un po' più da vicino per darti un bel bacio sul collo davvero" - I Camillas RAKIB'S POV: Chiudo la porta e andando verso il mio comodino, tiro fuori un po' di coca. La allineo con fretta e con un'unica tirata sniffo tutto via...cazzo si. Mi giro e sbatto piano gli occhi...la stanza mi gira attorno, ma non stacco gli occhi dalla ragazza davanti a me. Chi è? Come minchia ha detto di chiamarsi? "Rakib?" "Rakib?" Mi ripeteva così Alice. "Rakib sei un mostro, non ti riconosco più" Stringo i pugni e abbasso lo sguardo, mi porta sempre al limite, perché non può fermarsi un attimo e capire cosa provo? Perché amarla mi viene così complicato? Perché lasciarla andare mi sembra impossibile? Vedo un vestito per terra e alzando lo sguardo osservo un corpo nudo, snello, dei seni pieni, il collo arrossarsi e...Alice? Mi chiedo vedendola in volto. Sbatto gli occhi ma l'immagine è sempre più confusa...Alice è ritornata da me? "Rakib?" Mi richiama lei. Scuoto la testa e la osservo meglio...lei non ha gli occhi di Alice, non ha il suo viso angelico, non ha un cazzo di lei. Brutta stronza, se n'è andata da lui. Raggiungo la ragazza nuda e prendendola per la gola, la butto sul letto...ti farò vedere io Alice, ti farò sentire io dolore. La giro dall'altra parte e la faccio stare a pecorina, sculaccio i suoi glutei sodi e sorrido nel vedere i segni delle mie dita sopra. Calo i miei bermuda e prendendo il cazzo tra le mani, infilo il preservativo e subito dopo sono dentro di lei...Non ho nessuna delicatezza, Alice non si merita nulla. La prima stoccata la fa urlare così forte che le afferro i capelli e continuo a spingere violentemente. Con l'altra mano la sculaccio di nuovo e afferrandole il fianco, vado più a fondo con le stoccate. Il letto sbatte forte contro la parete, ma me ne frego e continuo a fotterla senza fermarmi, è quello che ha fatto lei per tutto questo tempo. Le alzo il busto con la presa sui capelli e afferrandole i seni li strizzo nelle mie mani. "Ah si! Mi fai impazzire! Così! Così! Sii!" I suoi gemiti si fanno più forti e io sfilando da lei, la riprendo per i capelli girandola e le infilo il cazzo in bocca. Immagino le sue labbra attorno, spingo fino a sentire la gola e urlo di guardarmi...voglio vederla piangere ed è quello che ottengo. Le lacrime scorrono sulle guance e io spingo nella sua bocca non dandole fiato. Arrivo in pochi minuti e ordino di ingoiare tutto, fino all'ultima goccia. "Cavalcami stronza" sussurro mentre lei si siede su di me offrendomi i seni e prendendo il cazzo tra le mani, inizia a farmi una sega. Quando sto per venire, se lo mette dentro e inizia a cavalcarmi con forza. "Sì si cazzo si" ringhio mordendo forte i suoi capezzoli e stringendo forte i fianchi in modo che vada più veloce. Lei grida quando viene e si sfila poco dopo che arrivo anch'io. "In ginocchio" dico non finendo qui. Lei obbedisce e io spalancando le gambe, la faccio inserire in mezzo...Sono chiare le mie intenzioni e lei non perde tempo ad esaudire i miei ordini. Prendo in un pugno i capelli e seguo i suoi movimenti, ecco chi comanda Alice. ---------------------------------- Sbatto piano gli occhi e sento la gola così secca che non riesco a respirare, devo farmi subito una doccia. Afferro la bottiglietta d'acqua, due aspirine e butto tutto giù. Sospiro e scendendo dal letto, vado in bagno sotto la doccia...ero già nudo. Dal soffione esce acqua fredda e io posando le mani sulla parete di quarzo nero, cerco di ricordarmi cosa ho combinato perché avrò sicuramente combinato qualcosa. Dopo la discussione con Alice ricordo di essere stato fuori di me, più di quanto lo ero strafatto. Alice ha l'effetto di tutta quella merda che assumo triplicata e ancora triplicata. Ha un effetto micidiale su di me, ne rimango secco. Ieri quando l'ho bagnata tuffandomi in piscina, ho notato la sua canottiera diventare trasparente e svelare il reggiseno di pizzo beige. Non sono stato l'unico a notarlo e ho dovuto trattenermi per staccare a morsi gli occhi di tutti e strappare dalle mani della tipa l'accappatoio di Alice per farglielo indossare finché fosse fasciata come un fagotto. Esco dalla doccia e mi asciugo i capelli con l'asciugamano, con una mano pulisco lo specchio appannato e mi osservo riflesso su. Ho un aspetto orrendo, gli occhi spenti e la mascella tesa...non sono un bel vedere. Mi appoggio al lavandino e sospiro, ho voglia di cercarla, sentirla, toccarla, sapere come sta, che fa, se l'ho delusa... Sento il cellulare squillare e appoggiando la fronte allo specchio freddo borbotto "Chi cazzo è..." Scuoto la testa ed uscendo dal bagno, vado alla ricerca del mio cellulare, grazie al suono riesco a trovarlo in cabina armadio e trovo scritto Igor. "Igor" mormoro appoggiandomi uscendo dalla cabina. "Sei proprio un cazzone, fattelo dire" inveisce immediatamente nei miei confronti. "Buongiorno anche a te"sbuffo indossando la tuta. "Buongiorno un cazzo, sei su tutti i giornali. Vaffanculo Rakib, ti avevo avvertito" "Sono sospeso?" chiedo disinteressato. "No, non ho permesso ad Alice di andarsene" "Cosa?"Chiedo spalancando gli occhi. "Mi ha chiesto le dimissioni stamattina, dice che sei ingestibile" Do un pugno così forte al muro da spaccarmi le nocchie e ringhio "Perchè cazzo non l'hai mandata via" "Perchè stai perdendo la testa, Rakib finirai per ammazzarti" "Meglio marcire all'inferno che avere a che fare con lei, perchè mi hai fatto una cosa del genere. Perchè cazzo!" grido scaraventando col piede il comodino. Sto cercando di rimanere pacato, mi viene così difficile quando si parla di lei, mi viene impossibile. "Rakib, Alice rimane finchè sarai guarito...non intendo la tua esagerazione con l'alcol e la droga, intendo la malattia che hai dentro al cuore e alla mente. Devi fare pace con te stesso ragazzo, puoi essere un ottimo calciatore ma a me preme che tu sia anche una persona serena" "Lo ero! Ero così sereno prima! Cristo, non lo vedi! Non vedi che sto impazzendo!!" "E' anche una questione di contratto Rakib...deve rimanere fino a giugno forzatamente, poi potrà decidere di discendere dal contratto. Fattelo piacere" "Igor non mi far..." Riattacca e io lancio un urlo così forte che fa tremare le pareti per poi scagliare contro il muro il cellulare. Afferro la lampada e la butto fuori dalla finestra, prendo a calci i mobili, rompo quadri, specchi, letto, strappo le lenzuola, colpisco il muro ancora assetato di rabbia finchè sento gridare "Rakib?" Ora mi sente...penso rabbioso uscendo con furia dalla stanza. "Tu mi vuoi rovinare la vita eh? Non ti è bastato trattarmi come un pezzen...Samantha." Samantha sulle scale mi guarda perplessa e chiede "Che cazzo sta succedendo?" Chiudo gli occhi e abbassando lo sguardo scuoto la testa...sto impazzendo, sto impazzendo, sto...sento una mano sul braccio e scostandomi bruscamente sbotto "Non mi toccare" Samantha alza le mani e dice "Ok...ho capito, sei il tipico ragazzo che dopo una notte di sesso vuole dimostrare di essere un maschione e quindi niente carezze" Mi passo una mano sul viso e borbotto "Scusami Sami...non è giornata" "Ho sentito...a poco svegliavi i vicini di casa e i più vicini sono a un paio di chilometri da qui" "Su, scendi giù a mangiare qualcosa" aggiunge scendendo le scale. "Non ho fame, tu fai pure. Fa come se fosse casa tua e scusami per oggi, per ieri...insomma scusami" "Per ieri? Anch'io mi sono fatta una bella scopata, di cosa dovresti scusarti?" Per averti usata per ingelosire Alice... Faccio una smorfia nel pensare il suo nome e dico "Ora che ci penso un caffè non mi farebbe male" Samantha ridacchia e insieme scendiamo in cucina. Lei è stata così carina da farmi un caffè mentre io cercavo in giro qualcosa da farle mangiare, per fortuna c'è ancora la crostata di Angela. Ieri l'ho trovata messa fuori da Alice, l'avrei anche mangiata ma il pensiero di fare qualcosa dettato da lei, mi ha portato a rimettere la crostata in frigo e uscire fuori da casa digiuno. "Grazie" mormoro lasciandomi cadere sullo sgabello con il mio caffè. "Che buona questa crostata" dice raggiungendomi. "L'ha fatta Angela" "Angela? Cavolo, non si smentisce mai quella donna. E' super!" "Già...non si smentisce anche la figlia" mormoro tra me. Sentiamo una porta aprirsi e mi giro di poco per capire che è proprio lei...ha gli abiti di ieri sera, dove avrà passato la notte? Da lui? Stringo i pugni. "Ma chi è Ra..."fa per chiedermi Samantha, ma io l'afferro e le infilo la lingua in bocca. Sento i suoi passi e posando le mani sul sedere di Samantha la divoro. Adesso sento la sua presenza in cucina, mi sto eccitando e sto diventando durissimo al pensiero di lei che mi stia osservando baciarmi con un'altra...non un'altra qualsiasi...con Samantha, le stava sul cazzo fin da piccola perchè era vicina a me e la cosa la rendeva gelosissima, io ero solo suo. Alice dà un colpo di tosse e io sorrido, piccola peste del cazzo. Fingo di essermi accorto adesso della sua presenza e girandomi la squadro dalla testa ai piedi asciugandomi la bocca col dorso della mano, c'è stato un bel trasporto di saliva in quel limone. "Ali! Non ti abbiamo sentita arrivare, scusaci tanto!"esclama Samantha andandola ad abbracciare. Alice le fa un sorriso tirato e fulmina con lo sguardo me che sorseggio il caffè apparentemente tranquillo. Mi innervosisce pensare che sia così carina quando socchiude gli occhi e arriccia il naso, Dio... me la scoperei sul bancone dove sto prendendo adesso il caffè. Ce l'ho già duro per lei. "Sami...non ci contavo di vederti stamattina. Rakib la mattina tende ad essere sgarbato" dice lei dando automaticamente della donnaccia a Samantha e dello stronzo a me. E' un mostriciattolo con quella sua linguaccia che morderei tra i denti ora fino a farla sanguinare. "Oh lo è eccome, ha messo in soqquadro la stanza ed è uscito gridandomi che gli stavo rovinando la vita. Sono curiosa di sapere a chi si stava riferendo, potresti illuminarmi Rakib?" sghignazza Samantha girandosi verso di me. Ma da che stracazzo di parte sta? "Io...a nessuno. Mi ero sbagliato" borbotto "Sarà una ragazza per forza, solo una ragazza può portarlo a quello stato" ridacchia Samantha dandomi fastidio. Alice si avvicina al bancone e chiede "E' rimasta un po' di crostata?" "Cert....." si blocca Samantha quando io apposta prendo l'ultima fetta di crostata strafregandomene. "Rakib!" mi rimprovera infatti. "Un tempo avresti tranciato la mano a chiunque avesse preso la stessa fetta di torta che voleva Alice" aggiunge contrariata. "Un tempo" mormoro alzandomi col caffè e decidendo di andar via...non sopporto più la sua visione, il suo profumo, i brividi di pelle d'oca. "Rakib possiamo parlare?"chiede Alice facendomi chiudere gli occhi. Lo pronuncia così bene il mio nome, come potrebbe pronunciarlo con me sopra? Dentro di lei, con la voce strozzata, i gemiti di piacere d'accompagnamento... Faccio per andarmene senza averla sentita ma la sento dire "Oggi Ascanio sarà rilasciato dall'ospedale e vorrei stare con lui il pomeriggio. Volevo solo avvisarti" Vaffanculo Alice, vaffanculo. Esco dalla cucina ed esco fuori dal portone. Le mie intenzioni sono chiare. Marcio fino al parcheggio del giardino e spaccando per terra la tazzina, infilzo un pezzo affilato di vetro nella ruota della sua vespa. Questa inizia a sgonfiarsi velocemente, ma non contento sgonfio anche l'altra e raccogliendo le prove dell'atto, rientro in casa sbattendo così forte il portone che sento le ragazze sussultare. Blocco il garage con un altro codice e sorrido salendo di sopra, vedremo adesso come farai a raggiungerlo. ALICE'S POV: "Merda" borbotto notando le ruote della Vespa per terra. Come cazzo è potuto succedere! Non ci penso neanche a chiedere aiuto a Rakib. Sbatto per terra il casco e impreco dando un calcio alle ruote, sono in ritardo! "Che succede cuginetta?"chiede una voce davanti a me. Solo ora noto la porsche di Samantha che è accostata poco più lontana da me. "Niente, ho le ruote a terra" grido sbuffando. "Che problema c'è, posso darti un passaggio io" dice lei calandosi gli occhiali da sole e rivelando i suoi occhioni castani. "Non voglio disturbarti Sami, tranquilla. Andrò coi mezzi" "Non ho nulla da fare adesso, credimi che non disturbi. Sali su" insiste lei. L'idea che possa aver fatto sesso con Rakib mi fa prudere la mani, ma non sono nessuno per impedirlo. "Sicura? L'ospedale dista un po' da qui" "Quante storie! Muoviti!" grida raccogliendo i suoi capelli mori in una coda. Sorrido e corro verso di lei. A mali estremi, estremi rimedi. Durante il tragitto ci aggiorniamo un po', lei ha aperto un centro estetico che ho scoperto essere uno dei più famosi di Palermo e se la passa bene, è single e non si vede con Michael. Ancora ricordo quel povero Michael...per un periodo si sono frequentati ma poi lei ha chiarito la sua posizione e spezzato il cuore a Michael. Lui ha continuato gli studi in Polonia e adesso lavora come interprete lì. Sono molto felice per lui, è sempre stato un ragazzo in gamba. "Se sapesse che ho passato la notte col suo amicone Rakib, sarebbe su tutte le furie!" ridacchia Sami facendomi fare una smorfia. "Già"mi limito a dire... "Rakib non si sente più con loro? Sai qualcosa? Io ieri sera manco sapevo che fosse casa sua, sono stata trascinata da un gruppo di amici e poi ho beccato lui. Eravamo fatti entrambi per capirci qualcosa, non è successo nulla tra noi...è stata solo una scopata insomma" "Tranquilla Sami. Comunque no, non penso. Rakib si è come...chiuso alle relazioni in generale" "Poveretto, ho saputo che ha perso la madre...immagino tu gli sia stata accanto in quel periodo" Deglutisco e ripenso a quella notte. "Che ci fai qui! Piove a dirotto, prenderai un accidente!"grido uscendo dal cancello. E' da ore che Rakib suona e non mi lascia in pace, non ha capito che deve lasciarmi in pace. Osservo con orrore i miei stivali nuovi bagnarsi e dico imprecando "Muoviti a parlare, mi sto bagnando tutta" Rakib non parla e io alzo lo sguardo su di lui, ha una tuta addosso, delle scarpe sportive vecchie della puma e stringe i pugni. Osservo il suo labbro tremare e gli occhi sembrano lucidi, ma non lo capisco perchè è fradicio d'acqua...sta piangendo o è la pioggia? "Voglio essere chiara con te Rakib, mi sono rifatta una nuova vita. Ho delle nuove amiche, una nuova casa, nuova scuola, stasera sono anche uscita con un nuovo ragazzo...ha un bel motore sai" Lui deglutisce e si morde il labbro mentre io aggiungo "Non voglio più far parte della tua vita e che tu ne faccia parte della mia, ti auguro buona fortuna per tutto. Addio" Faccio per rientrare, ma lui mi afferra dal polso e mi trattiene. Mi giro innervosendomi e sibilo "Cosa fai, lasciami!" "Io...ho bisogno di te, mamma se n'è andata" Mi svincolo dalla sua presa e grido sprezzante "E devi venire a piangere da me ogni volta che tua madre se ne va? Sai quante volte ti ha lasciato solo?" Incrocio le braccia e borbotto "Devi iniziare a fare a meno di me Rakib" "Mai, non ci riuscirò mai" dice lui inspirando col naso, penso stia piangendo. "Perchè devi fare così! Non vedi che io sto bene? Non vuoi vedermi felice?" "Certo che voglio vederti felice" "Allora non cercarmi più, non posso farmi vedere con te, con questi vestiti, cielo Rakib da quanto tempo porti queste scarpe? Non vedi che sono logore" "Non ne ho altre, lo sai che non posso permettermele" "Fa qualcosa allora! Diventa un calciatore professionista, che ne so! Hai talento, sfruttalo!" "Va bene, te lo prometto ma tu non lasciarmi, sei tutta la mia vita, tutta" dice lui tremando con la voce. "Rakib non complicarmi le cose..."mormoro. Lui cade in ginocchio e prendendomi le ginocchia dice "Ti supplico, non posso farti felice materialmente ma posso darti tanto amore, così tanto che ti scorderai del resto" "Non basta l'amore..." Rakib scuote la testa e singhiozza "Non farlo..." "Il ragazzo con cui sono uscita mi ha portata la cinema, regalato un bracciale costoso e riportata a casa con la macchina dei suoi, come se fosse una carrozza. Mi sono sentita una principessa, capisci?" "Dammi tempo e ti riempirò dei migliori gioielli, auto, vestiti, scarpe, ti porterò fuori con una ferrari, comprerò per noi due una villa enorme, avremo una grande piscina, potrai farci quello che vorrai. Quello che sarà mio, sarà tutto tuo. Tutto. Io sono già tuo, il mio cuore è già tuo" "Devo rientrare" "No! Stellina, lo giuro! Ascoltami, lo giuro! Guadagnerò e non ti farò vergognare di me, devi credermi" "Vai Rakib, ti meriti di meglio" dico scostandomi. "Tu sei il meglio che poteva capitarmi! Io voglio solo te!" Poso una mano sul suo petto e dico "Io sarò sempre qui, ma adesso sto male con me stessa e rovino tutto. Non voglio che accada anche con te, ci rivedremo quando questo periodo passerà, stammi bene" Mi avvicino al suo viso e mormoro "Promettimi che non mi cercherai mai" Lui spalanca gli occhi e fa per parlare ma io poso un dito sopra e dico "Promettimelo se mi ami veramente, promettimi che non ti avvicinerai a me" Rakib richiude le labbra deglutisce, non vuole farlo ma deve. "Dimmelo" insisto. "Perchè mi chiedi di fare una cosa del genere, io morirò senza di te" "Promettimelo Rakib o non è vero che mi ami?" "Certo che ti amo" "Promettimelo allora" "Io non..." "Rakib promettimelo!" "Ok ok, lo prometto!" sbocca lui chiudendo con le mani le orecchie e gli occhi. Butto un sospiro e annuisco con la testa, è fatta. "Ora vado, ricordati ciò che ci siamo detti" "Aspetta." dice Rakib fermandomi prima che vada via. "Tu mi...tu mi hai amato amato veramente?" Certo che si... "No! No!" grida lui quando mi giro e vado via. "Alice!" urla nel diluvio non muovendosi, sta rispettando la promessa. "No!!" sento come un latrato che spezza a metà il cielo. Chiudo il cancello e corro dentro, mi odierà per sempre. "Io...non ci siamo più sentiti in realtà" dico guardando fuori dal finestrino. "Ah...dopo il trasferimento?" "Più o meno" mormoro genericamente. "Capisco, non abbiamo avuto contatti anche noi dopo il mio trasferimento. In realtà ero più io che cercavo lui, dopo che ho capito che non gli filavo proprio, ho smesso di cercarlo e di farmi del male" "Mi dispiace, adesso però potrete ecco..." "Non penso, non sembrava gradire la mia compagnia stamattina. Tu sai che mi è saltato addosso solo per far ingelosire te, vero?" Be'...lo sospettavo, "Davvero?"chiedo fintamente sorpresa. "Quel ragazzo con ha mai smesso un secondo di amarti, stamattina ho sentito che parlava con qualcuno di te. Sembra che tu abbia fatto qualcosa che lo abbia fatto infuriare, ha distrutto tutta la sua stanza, tutta Ali. Sembrava un uragano per la potenza" "Non so cosa gli prenda in questi giorni...non lo capisco proprio" confesso mordendomi il labbro. "Nessuno l'ha mai amato veramente, purtroppo queste sono le conseguenze...un cuore di ghiaccio. E' questo il posto?" chiede lei fermandosi davanti all'ingresso. "Sì, grazie mille. Allora ci...Ascanio?"mi chiedo quando lo vedo correre fuori ancora col camicie sopra. Apro la portiera e grido il suo nome, finchè lui sposta lo sguardo a me e corre verso la macchina. Apre la portiera posteriore e grida "Parti! Parti!" "Che diavolo sta succedendo?"sclera Samantha mettendo a tutto gas. "Più veloce!"dice Ascanio cercando di nascondersi. "Più veloce mi arrestano!" sbotta Samantha premendo sull'acceleratore. "Mi spieghi che sta succedendo?"chiedo io aggrappandomi alla cintura. "Non qui, andiamo da te" dice lui facendomi mordicchiare il labbro. Vorrei dirgli che la situazione a casa con Rakib non è una delle migliori, ma non posso lasciarlo qui in mezzo alla strada malato. Samantha guida velocissimo fino alla villa e parcheggiando dice "Ok, penso che abbiamo scampato qualsiasi persona da cui ti stavi nascondendo" Scendiamo e io corro ad aiutare Ascanio che scende piano e i segni attorno al collo mi fanno capire che non ha dormito per niente stanotte. Anche Samantha mi dà una mano e lo portiamo dentro casa sorreggendolo fino al divano del salone. "Vado a prenderti dell'acq...CHE CAZZO CI FACCIO QUESTO PAGLIACCIO IN CASA MIA!"sussulto in aria nel sentire la sfuriata di Rakib. "No, posso spiegar...no, no! Rakib no!"grido quando raggiunge nervoso Ascanio e lo alza dal camicie. "Non sei il benvenuto in questa casa topo di fogna, vuoi che ti spezzi le gambe?"ringhia Rakib ingestibile. Cerco di separarli e lancio uno sguardo a Samantha per farmi aiutare, ma lei sorride e facendo spallucce dice "Che c'è? E' divertente" Sbuffo e con difficoltà riesco a tenere Rakib. "Ti prego, non dare in escandescenza. Ascolta!" cerco di tranquillizzarlo portandolo fuori dal salone. "Io gli spacco la faccia."sibila lui indicando con l'indice minacciosamente il salone. "Tu non spaccherai niente a nessuno" "Non mi faccio dare ordini da te, vaffanculo" sbocca lui irritato. "Rakib, smettila" "Non smetto un cazzo, voglio quella merda fuori da casa mia. Ora." "E' ancora malato, non hai neanche un minimo di pietà?" chiedo sperando di farlo ragionare. "No, ho imparato dalla migliore" Deglutisco in difficoltà e mormoro "Va bene, dammi mezz'ora e non lo vedrai più" "Dieci minuti" "Venti" ribatto io. "Quindici" ribatte lui a sua volta. Sospiro scoraggiata e borbotto "Ok..." per poi rientrare in salone. "Cazzo, tua sorella è proprio fuori di testa" sentiamo dire da Samantha appena entriamo in salone. "Ginevra? Che succede?"chiedo raggiungendoli. "C'è che vuole scoparsi suo fratello" dice Sami. Spalanco occhi e bocca mentre Ascanio dice "Ho bisogno di un posto dove nascondermi per un paio di giorni, qua non mi potrà mai cercare. Devo risolvere questa situazione al più presto ma ho bisogno di riprendermi" Rakib scoppia a ridere e chiede "Fammi capire...stai accusando tua sorella di incesto e vuoi nasconderti da lei a casa mia? Dov'è la telecamera nascosta per lo scherzo?" "E' una cosa seria, Ginevra dopo il fallimento del suo matrimonio e del tuo rifiuto, è caduta in depressione e ha cercato di suicidarsi...l'ho salvata io per un pelo e l'ho portata in Scozia in una villetta che avevo isolandoci completamente. Mi sono preso cura di lei e io..non so come sia potuto succedere ma..." Ascanio si passa una mano sul viso e continua a dire in difficoltà "E' successo così velocemente...una sera abbiamo bevuto troppo e siamo finiti a letto insieme. L'indomani ho cercato di prendere le distanze, ma mi ha minacciato dicendo che avrebbe cercato di togliersi la vita di nuovo senza di me. Sono rimasto con lei, ma le cose peggioravano...io stesso incominciavo a provare attrazione per lei, lei mi ripeteva che siamo fratellastri, che sua madre era morta e io non dovevo temere nulla. E' successo di nuovo, di nuovo e di nuovo...la situazione era totalmente fuori controllo. Eravamo diventati amanti" Mi porto le mani in testa e chiedo "Per quanto è andato avanti quest'oscenità" "Io...non lo so. Per metà anno?" Rakib incrocia le braccia e chiede "Non ti sei sentito una merda ad abusare di tua sorella per 6 mesi?" Ascanio si alza di scatto furioso, ma io mi metto subito in mezzo per separarli e dico "No! Vi sembra il momento? E Rakib...come fai a dire una cosa del genere? Non vedi come sta soffrendo!" "Cazzate, ci ha appena detto che gli è piaciuto così tanto andare a letto con sua sorella che ha continuato ad andarci. Soffrendo un corno" "Io cercavo di guarire le ferite che le hai provocato tu!" sibila Ascanio puntandogli il dito contro. "Scopandoci?" chiede Rakib. Ascanio fa per alzargli le mani, ma io mi rimetto in mezzo e chiedo "Non riuscite a non scannarvi anche in un momento del genere? Smettetela!" "Quindi fatemi capire...adesso tua sorella ti sta cercando per...?"chiede Samantha confusa. "Vuole riportarmi in Scozia, rivivere tutta quella merda...io non posso, non posso cedere" "Ma lei sa che stiamo insieme adesso" dico perplessa. "Stamattina sono scappato perchè aveva mandato due guardie per rapirmi prima che arrivassi tu. Mi aveva avvisato prima di rinchiuderla in convento" "Cosa? Di cosa ti aveva avvisato?" "Del fatto che avrebbe fatto la qualsiasi per dimostrarmi che sono solo suo" "Cazzate! Cazzate! Io ho parlato con Gin, mi ha detto che stai tramando qualcosa contro di me per riprenderti Alice. Dillo che è così!" "Adesso basta!" grido stufa marcia della linguaccia di Rakib. "C'è un limite a tutto! Smettila!" aggiungo infuriata. "Ha ragione Ali, dovresti essere più ragionevole. Sua sorella è una psicopatica che lo sta cercando per ucciderlo e tu lo accusi di mentire?" chiede Sami innervosendosi con Rakib. "Sì, è un pagliaccio e io non lo voglio a casa mia" "Va bene! Allora andrò a casa di mamma, grazie per l'aiuto!" grido lanciandogli le chiavi di casa. "Dove credi di andare eh?"ringhia Rakib seguendomi sulle scale. Vado a recuperare le mie cose. "Hai finito col tuo show? Sei felice?" "No! Non sono felice, tu mi odi!" grido girandomi e spintonandolo. Mi rigiro per raggiungere camera mia e lui sbotta "Tu mi hai insegnato a odiare, mettilo ben in mente!" "Sei tu che non reagisci, è diverso" replico prendendo una valigia e buttando tutti i vestiti dentro. "Certo, giriamo la frittata e dammi la colpa anche di questo. E' questo quello che sai fare, no? Buttare merda ovunque!" "Non ti voglio più ascoltare, sei impazzito" sibilo infilando disordinatamente i vestiti dentro. "Impazzito? Sì, mi fai impazzire!" grida lui afferrando la valigia, andando al mio balconcino e scaraventando la valigia con tutti i miei vestiti in giardino. "Che cazzo fai!" grido agitando le mani. Lui mi sbatte contro la portafinestra e afferrandomi in un pugno i capelli ringhia "Sono impazzito, l'hai detto tu" "Devi darti una calmata, mi stai facendo paura" dico tremando. "Sai l'effetto che mi fa vederti con lui, perchè cazzo l'hai fatto di nuovo?" "Mi ha chiesto lui di venire qui, non ho voluto contrariarlo" Lui annuisce e dice serrando la mascella "Lui ti dice di venire qui e ti precipiti, io ti chiedo di amarmi e vai da lui. Perchè non ti preoccupi di non contrariare me" "E' diverso, tu lo sai" "No, non lo so" mormora lui sfiorando i nostri nasi. "Lui è in difficoltà" "Anch'io" "Non sembrava ieri sera con Samantha" "Sai perchè l'ho fatto, finiscila" "Finiscila tu di usare le persone! Mi hai fatto stare male" Lui sorride e chiede "Cos'hai provato nel vedermi con un'altra?" Abbasso lo sguardo volevo svincolarmi, ma lui mi tiene forte contro la portafinestra e dice "E' la stessa cosa che provo io quando ti vedo con lui, mi brucia l'anima vederti con un altro. Lo capisci?" "Devo andare" "Dove?" "A casa di mamma, tu non ci vuoi qui" "Io non voglio lui qui" precisa lui. "Non posso lasciarlo solo in questo momento" "E decidi di lasciar solo me? Scegli di nuovo lui a me?" "Perchè sei così testardo? Non sto facendo una scelta, sto aiutando una persona!" "Lasciando me" "Hai voluto tu questa condizione" "Io non faccio l'amante di nessuno" "Come vuoi, io vado." Mi rispinge indietro e dice "Non voglio che quel pervertito stia con tua madre" "Non ho un altro posto dove andare" "Ok, può restare qui" "Davvero?"chiedo sorridendo. "Niente baci, niente carezze, niente parole dolci, niente di niente o l'ammazzo. Sono stato chiaro?" "Chiarissimo" dico felice. "Non più di una settimana, dopo voglio il suo culo fuori da casa mia" Mi metto sulle punte e lasciandogli un bacio sulla guancia mormoro "Grazie, lo apprezzerà molto" "Non lo sto facendo per lui" dice Rakib fulminandomi con lo sguardo e andando via.

Ritorna all'indice


Capitolo 45
*** Capitolo 45 ***


"Sarò al tuo fianco quando è l'ora di combattere"- Mr. Rain FLORA'S POV: Indosso un reggiseno sportivo e mettendo le mutandine mi osservo attorno, non ho portato con me i leggins. Stamane ci siamo svegliati presto e io appena sveglia sono scappata sotto la doccia, se fossi rimasta un minuto in più non mi sarei più potuta rialzare. E' da giorni che scopiamo e basta, Khalil non ne ha mai abbastanza e neanch'io, la notte andiamo avanti per ore, sto iniziando a sentire dolore alle articolazioni...ho bisogno di un po' di yoga. Esco fuori con ancora i capelli umidi alla ricerca dei leggins, ma mi ritrovo Khalil in tuta con nulla sopra e un vassoio sul comodino pieno zeppo di dolcini e caffè. "Per me?"chiedo raggiungendo il letto. "Cos'è quest'espressione sorpresa? Non è la prima volta che ti porto la colazione a letto" dice Khalil riabbassando lo sguardo al suo libro, in realtà mio...l'interpretazione dei sogni di Freud. "Non ricordo..."mormoro avvicinandomi al vassoio quando all'improvviso il braccio di Khalil mi alza in aria e mi ritrovo inchiodata al materasso. "Non ricordi eh piccola peste?" chiede lui gattonando per raggiungermi. Io indietreggio sorridendo furba e dico "Be', mi sembra il minimo che tu avessi potuto fare" Faccio per coprirmi con le coperte la parte inferiore, ma Khalil con una mossa mi strappa dalle mani le coperte scoprendomi tutta. Ha lo sguardo penetrante, è affamato e vuole essere saziato...subito. "Cosa hai intenzione di fare?"chiedo mordendomi il labbro. Lui lo nota e sospira dicendo "Tutto ciò che pensi che possa farti pulce" Il sorriso muore e davanti non ho più mio marito, ho il mio stalker, il mio incubo. Indietreggio di scatto e mormoro coprendomi col cuscino le gambe "Mangiamo?" Anche Khalil nota il mio cambiamento e fermandosi subito annuisce con la testa. Ha capito. Prendo al volo il caffè e lo tracanno tutto, ho bisogno di darmi una svegliata subito. Afferro anche un bombolone con la ricotta e chiedo "Vuoi anche tu?" Lui si avvicina a me e chiede guardandomi dritto negli occhi "Tutto bene?" Leggo la sua preoccupazione in volto e decidendo di strappargli una risata, prendo un po' di ricotta sul dito e lo spalmo sulla punta del suo naso "Ora meglio" dico ridacchiando. Khalil neanche si accorge della ricotta sul naso e continua a fissarmi, sbaglio sempre a nascondermi da lui...mi conosce anche meglio di me stessa. Mi metto in ginocchio e leccandogli la ricotta dalla punta del naso, mi metto sul suo grembo e mormoro "Sto bene adesso, credimi" Lui alza una mano a mettermi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mormora al mio viso "Me ne parlerai un giorno?" "Di cosa?"chiedo abbassando lo sguardo e continuando a mangiare il bombolone innocente. Khalil continua a trafficare con i miei capelli per liberarmi il viso e il collo e dice dolcemente "Di quello che ti passa per la testa, dei tuoi incubi..." Prendo un lungo sospiro e faccio per parlare ma lui mi anticipa e dice "Non ora, non domani, quando ti andrà...sento che ti stai tenendo dentro qualcosa, vorrei aiutarti. So anche ascoltare" "Ma dai, vero?"chiedo mentre lui si abbassa a mordermi la guancia. "Bestia" mormora facendomi ridacchiare. Alzo lo sguardo a lui e dico "Lo farò, sto solo cercando di scacciare questo continuo pensiero. Ci riuscirò" "Io so che è complicato per te, ma cerchiamo di andare avanti, solo io e te contro il nostro passato e il mondo intero" "Abbiamo dei validi avversari" dico mangiucchiando il bombolone. "Nulla che il nostro amore non possa sconfiggere" Alzo lo sguardo perplessa e lui dice guardandomi in basso "Che c'è? L'ho letto in uno dei tuoi libri" Scoppio a ridere e salendogli addosso lo bacio. "Non ho voglia di andare a lavoro, facciamo qualcosa oggi insieme?" chiedo sulle sue labbra. "Con piacere, io avrei un paio di idee" "No" dico ridendo sapendo a cosa si riferisce. "Voglio fare qualcosa di diverso" "Una crociera?"chiede lui mentre io raccolgo in un pugno i suoi capelli e li tiro all'indietro. "Ai ai, molla" borbotta lui affondando le dita nel mio sedere. "Hai finito di fare lo spiritoso?" "Non sapevo di esserlo" "Sei il solito pagliaccio" Lui arriccia il naso sorridendo e io cedo prendendogli le guance tra le dita. "Finiscila, con me non funziona" dico stringendo forte le guance con le dita. Khalil mi solletica ai lati delle coscia e mi fa ridacchiare, mi conosce così bene. "Che vuoi fare allora?"chiede lui più seriamente. "Qualcosa, qualsiasi cosa...finalmente siamo liberi di fare qualcosa" "Un viaggio? Vuoi andare in America?" "No, non qualcosa d'impegnativo. Qualcosa da fare in giornata" "Possiamo fare un piccolo viaggio in treno, partiamo ora e stasera ritorniamo a casa" "E dove? A Bagheria?"chiedo ridendo. Lui mi accarezza la schiena e chiede "Ti ricordi a Las Palmas che ti ho parlato del viaggio fatto con i miei genitori a Bagheria?" "Sì e che tu ti sei spaventato delle statue all'ingresso della villa dei mostri" dico scoppiando a ridere. "Esatto, ci sei stata anche tu con i tuoi, no?" Annuisco e lui aggiunge "Potremmo riandarci insieme" Io sorrido e dico annuendo "Sì, mi piace come idea. Partiamo adesso?" "Non che ci sia molto da visitare a Bagheria" dice lui mentre io scendo dal letto e corro a spalancare l'armadio. "Muoviamoci!" dico mettendomi sulle punte per cercare una camicetta a righe bianca. Sussulto quando sento dolore al sedere e girandomi di scatto, becco lui rialzarsi e rubarmi un bacio in bocca per poi sparire in bagno. Abbasso lo sguardo al sedere e noto il segno dei suoi denti sulla chiappa destra, maledetto. Ci passo una mano sopra e mi rimetto sulle punte per cercare la camicetta, dove diavolo l'avrò messa? Usciamo di casa poco dopo, io per fortuna trovo il mio cappellino con visiera rosso e frego una giacca a Khalil anche se fuori c'è caldo, lui invece ha una polo verde, dei jeans e dei scarponi marroni scuri ai piedi, inforca i suoi occhiali da sole e si mette alla guida del mio motorino. Salgo dietro senza protestare e allacciando le mani attorno alla sua vita, partiamo via. Oggi c'è una bellissima giornata, a maggio il tempo è sempre splendido, a eccezione di poche giornate di pioggia...il sole batte forte, un leggero venticello soffia sul mio viso e i miei capelli levandoli dal viso, l'aria è fresca, è tutto perfetto...osservo la mia Palermo con occhi sognanti, via libertà è un po' trafficata ma ne approfitto per osservare gli alberi, il giardino inglese, i negozi per il centro, le persone passeggiare, altre che corrono di fretta, alcuni si godono la bella giornata come me. Percorriamo via Roma e perdendomi ad ammirare anche le nuvole bianche in cielo, ben presto arriviamo alla stazione. Parcheggiamo in una viuzza di via Roma e ci facciamo un pezzo di strada a piedi mano nella mano. Siamo entrambi felici di stare insieme e fare qualcosa di nuovo. Entriamo in stazione e scopriamo di avere il treno tra due minuti, corriamo al binario 3 senza biglietti e ci facciamo aiutare da un controllore a bordo che ci stampa i biglietti sul momento. Cadiamo sfiniti sui sedili e scoppiamo a ridere, abbiamo corso urlando come due scemi. "Ce l'abbiamo fatta" dico ridendo col fiatone. "Per fortuna avevi me" "Che vuoi dire" "Che non ce l'avresti mai fatta con le tue gambe corte" Spalanco la bocca e dico "Ehi! Io non ho le gambe corte! Sei tu troppo alto" "Vedila come ti pare, ma è grazie a me se il tuo culo è qui sopra adesso" dice lui buttando un braccio attorno alle mie spalle e trascinandomi a sè. "Il solito presuntuoso" sbuffo mentre lui ridacchia divertito e guarda fuori dal finestrino. Dopo quindici minuti scendiamo alla seconda fermata e leggo il cartello "Bagheria". Non ci sono più tornata da quella volta...quella gita con i miei genitori e Juan ancora piccolino. Ricordo che è stato uno dei giorni più belli della mia vita. "Andiamo?" chiede lui tirandomi la mano. Sposto lo sguardo a lui e annuisco con la testa facendomi trascinare sulle scale. Usciamo dalla stazione e osservando una struttura davanti a noi chiedo "Cos'è?" "Palazzo Cutò, niente di che. E' una biblioteca, vieni. Andiamo in centro" "Te le ricordi ancora le strade?"chiedo sorpresa dal suo orientamento. "E' piccola, non ci vuole un genio" dice lui facendomi spalancare di nuovo la bocca. Gli do una schiaffo sulla spalla e borbotto "La finisci di prendermi in giro?" "E che gusto c'è a non farlo? Muovi quelle gambe corte" "Io non ho le gambe corte!" borbotto mentre lui mi fa l'occhiolino per poi guardarsi attorno e trascinarmi via. "Che carina!"esclamo quando arriviamo ad una piazzetta e leggo "Santo Sepolcro" Entriamo dentro e osservo le colonne di marmo, il soffitto decorato, ogni dettaglio curato con cura...c'è la messa quindi usciamo piano e col cellulare ne approfitto nel fare qualche foto alla struttura esterna e alla fontana davanti. Nei pressi ci sono dei localini e sedendoci in un tavolino fuori, ordiniamo da bere. Fa veramente caldo. Un cameriere carino esce fuori per prendere i nostri ordini e Khalil scatta a fare il maschione della situazione mettendomi il braccio sulle spalle e parlando solo lui...lo lascio fare mentre mi godo la bella giornata. Sorseggio la mia limonata e mormoro "Me la ricordavo più grande" "E' normale, ci sei venuta da piccola" "Me la ricordo la piazza e anche questi locali fuori, ricordo di aver corso attorno alla fontana e fatto divertire dei vecchietti che erano messi lì a parlare fra loro. Forse notavano la mia carnagione scura" Khalil si abbassa a baciarmi la spalla e solleticandomi l'orecchio col suo naso mormora "Una bellissima carnagione" Sorrido e mettendomi sopra di lui chiedo toccandomi i capelli "Dovrei tagliarmi i capelli secondo te? Si sono allungati parecchio in questi mesi" Lui non mi risponde spostandomi i capelli di lato e baciandomi la tempia. "Khalil? "lo richiamo. Lui finalmente riporta l'attenzione su di me e io richiedo "Mi preferisci coi capelli corti o lunghi?" "Ti preferisco nuda" Spalanco gli occhi e dandogli un pugnetto dico piano "Smettila! Sono seria!" Khalil sospira attirandomi più vicina a lui e dice "Fai come ti pare" "Ma te lo sto chiedendo, non potresti darmi una risposta e basta?" "Stai bene anche così" "E coi capelli corti?" "Pure" Io alzo gli occhi al cielo e lui stringendomi a sè dice "Io invece pensavo di farmi pelato" "Pelato, perchè??" "Mi danno fastidio" "Ma a me piace giocare coi tuoi capelli" "Allora non li taglierò" Sorrido e chiedo "Davvero ti danno fastidio?" "Devo sempre acconciarli, ma se ti piacciono, non li taglio" "Li amo" "Allora resteranno lì" Lo abbraccio e dico "Se ti danno tanto fastidio, fallo pure. Solo che io ci sono affezionata" "Non li taglierò, tranquilla" "E io? Pensi che debba tagliarli?" Khalil si alza facendo alzare anche me e io scoppio a ridere. Camminiamo per le strade di Bagheria, butto un'occhiata anche ai negozi e percorrendo corso Butera, arriviamo al palazzo Butera. "Guarda" dico indicando il mare che s'intravede alla fine del corso. Lui annuisce disinteressato ed entriamo mentre io continuo ad osservare il mare. Incontriamo una dipendente all'interno che ci spiega che la struttura non è del tutto visitabile perchè è sede di uffici distaccata del Comune di Bagheria, ma per noi farà un'eccezione e ci mostrerà delle stanze. Ci racconta che fu fatto edificare nel 1658 da Giuseppe Branciforti, principe di Pietraperzia e Leonforte dopo la morte di un figlio e dopo una cocente delusione politica che lo portò a scegliere l'esilio volontario, lasciando la sua residenza di Palermo. Infatti sulla facciata della torre troviamo l'incisione in spagnolo 'Ogni speranza è ormai perduta, un solo bene mi consola che il tempo passa e vola e presto mi toglierà la vita'. Nel 900, la principessa Sofia di Trabia dopo la morte dei suoi 2 figli vendette la villa alle suore che ne fece un orfanotrofio, rimuovendo tutti gli affreschi riguardanti i nudi. Infatti nella prima foto potete vedere nelle colonne affrescate uno spazio bianco in mezzo, proprio per nascondere con lo stucco queste raffigurazioni da loro ritenute scandalose. All'origine il Palazzo Butera ricordava un castello medioevale, protetto da mura e da due torri di guardia merlate e camminamento per le ronde. Una torre è rivolta verso Termini Imerese, l'altra verso Palermo. Usciamo da Palazzo Butera e decidiamo di andare a mangiare da Mineo's, un ristorante che avevo adocchiato prima. Mi butto sulle poltroncine comode attaccate al muro marroni e prendo il menu. Il posto è grande, suoi toni del verde e del marrone e il personale è accogliente. L'unica pecca è che dietro di noi c'è una classe di bambini che fa chiasso e peggiora il mio mal di testa. "Che hai?" Mi chiede Khalil sedendosi vicino a me e posando le mie gambe sulle sue ginocchia. "Sono un po' stanca, sarà il caldo" borbotto decidendo di prendere un panino con wrustel, patatine e coca...leggo che fa parte del menù di bambini, Khalil mi prende subito in giro. "Finiscila! Guarda che carino!" Dico mostrando la confezione celeste con un orsetto sopra che mi servono insieme alle patatine. Lui mangia il suo burrito e rubandomi qualche patatina, mi punzecchia sempre. "Nuova Zelanda? "Mi chiede lui bevendo dell'acqua. Stiamo dicendo una gara a chi sa più capitali. "Mmm...iniziale? "Chiedo mordicchiando il panino. "W" mi aiuta lui. "Wellington! "Esclamo puntandogli il dito. "Capitale delle Filippine?"chiedo io. "Facile, Manila. Croazia? " "Zagabria, Libia? "dico buttando i capelli sulla schiena. "Tripoli, India?" Chiede lui scaltro, le sa tutte cavolo. "New Delhi, Venezuela?" "Caracas, Brasile?" "Brasilia, Australia?" "Sydney " "Errato, Canberra. Hai perso!" Dico buttando il tovagliolo. "Ma come..."borbotta lui. "Guarda" dico mostrandogli il cellulare. "Hai ragione" "Come? Cosa? Non sento" dico mettendo una mano sull'orecchio. "Andiamo in bagno?" Chiede lui sussurrandomi all'orecchio. "No, muoviti che dobbiamo andare a Villa Cattolica" dico spingendolo. Lui sbuffa ma esegue e usciamo dopo aver pagato. Dentro Villa Cattolica, che è enorme gialla e bianca, troviamo il museo Guttuso e osservando dei quadri interessanti e dei carri siciliani tipici, usciamo fuori ad ammirare la tomba in marmo celeste di Renato Guttuso, pittore e politico italiano. È così lucida che riesco a specchiarmici. Entriamo anche in una stanza dedicata interamente al cinema italiano dei tempi e dopo aver fatto un lungo e piacevole giro tra i poster dei film, raggiungiamo Villa Palagonia, la villa dei mostri. Paghiamo alla cassa dopo aver scoperto che il dipendente anziché darci due biglietti, ne ha dati due e ci fermiamo un attimo all'ingresso. Due creature mostruose ci accolgono e io prendo in giro Khalil obbligandolo a farsi una foto con loro in mezzo. L'esterno è molto carino e grande, il dentro però non mi convince tanto, la sala degli specchi non è ben presentata e i famosi specchi messi in punti strategici sul soffitto per distorcere la nostra figura e mostrarci che in realtà quello che conta è la bellezza interiore, non sono neanche tanto lucidati. Non ci riflettiamo per niente, peccato. Fuori troviamo altre statue di creature mostruose e continuando a prendere in giro Khalil chiedo "Sei felice di essere ritornato qui?" Camminiamo lungo un giardinetto e lui raccogliendo un fiore rosso grande me lo mette dietro l'orecchio dicendomi "Sì, con te." Gli sorrido e dico "Sai? Ricordo che mio padre raccolse un fiore viola qui e lo mise, esattamente come hai fatto tu, sull'orecchio di mia madre" "Avrà voluto abbellire il suo tesoro più grande" dice lui riprendendomi la mano. "Mostro" sussurro alzandomi sulle punte per dargli un soffice bacio. "Un mostro nella villa dei mostri" mormora lui sulle mie labbra. "Sei al posto giusto" dico ridendo. "Va bene se ci sei anche tu con me" sussurra lui appoggiando la fronte sulla mia. Sfioro i nostri nasi e chiedo "Andiamo piccolo? " Lui sorride per il nome e rubandomi tre baci mi riprende la mano. Ritorniamo alla stazione di corsa e aspettiamo adesso al binario 2 il treno per Palermo. "Camminiamo da stamattina" mormoro esausta. "Non reggono più le tue gambe corte?" "Vaffanculo" sbotto allontanandomi da lui, ma Khalil in una mossa e con un solo braccio mi mette sulla sua spalla e fa un giro attorno a sé. "Khalil!" Grido dando pugni alla sua schiena di massiccio. Indietreggia un attimo e sento un rumore assordante sui binari. È arrivato il treno, ma sembra non cambiare nulla per Khalil che aspetta che le porte si aprano per entrare con me ancora sulle spalle. "Stiamo dando spettacolo "dico a disagio osservando un gruppetto di ragazze che ci osserva a loro volta divertite. Finalmente si abbassa per sedersi e aspetto anch'io di scendere, ma lui mi posa sulle sue ginocchia e nasconde il viso nel mio collo. Sbuffo e faccio per scrollarmelo, ma lui mi tiene inchiodata a sé e borbotto "Sta un po' ferma, sto riposando " "Quanto sei stronzo non te l'ha mai detto nessuno?" "Diverse volte tu" mugola lui sulla mia spalla. "Dovrei ricordatelo più spesso...testone" Lui mi stringe la carne dei fianchi per dispetto e io lo fulmino con lo sguardo, ma l'effetto non è come speravo perché lui mi sorride beatamente. Getto la spugna per il suo caratteraccio e sto attenta alla fermata in cui dobbiamo scendere. Lo trascino fuori dal treno una volta arrivati e ancora più esausti raggiungiamo velocemente il motorino. Durante il tragitto per casa chiudo gli occhi e riposo un po' sulla sua schiena. A volte apro gli occhi per ammirare Via Roma, il politeama e via libertà illuminate la sera. È così magica Palermo. Arriviamo a casa e io mugolo subito trattenendo Khalil e la sua schiena che ormai funge da cuscino. Lui si toglie il casco e facendolo togliere anche a me, mi porta sulla schiena fino al portone. Con gli occhi chiusi sento soltanto la porta aprirsi, le chiavi sul mobiletto all'ingresso e i suoi passi felpati. Subito dopo mi adagia sul letto e io protesto quando non sento più il suo calore. "Torno subito" mormora lui sul mio orecchio per poi lasciarmi un bacio sulla tempia e scendere dal letto per levarmi le scale. Sospiro quando lo sento uscire dalla stanza e io lancio in aria i vestiti che si stanno appiccicando alla mia pelle. Che fastidio. Rimango con la canottiera e le mutandine e filo sotto le coperte...voglio solo dormire così tanto da fare un fosso nel letto. Mi butto dalla parte di Khalil e respirando il suo profumo, sorrido piombando tra le braccia di Morfeo. "Pulce? Sveglia...tesoro mio?" Sento la sua voce accanto al mio orecchio. Mugolo e mi giro dall'altra parte, stavo dormendo profondamente! Via! "Ehi..." insiste lui. Mi giro con ancora gli occhi chiusi e dico sgarbata "Lasciami in pace!" "Dopo che avrai mangiato, lo prometto " Ripiombo a dormire e lui continua a dire "Devi mangiare piccola..." "Ma io ho sonno!" Protesto mettendomi seduta con ancora gli occhi chiusi. "Non c'è problema, faremo in un attimo" Apro lentamente gli occhi per capire la frase, quando improvvisamente mi sento una forchetta fra le labbra e qualcosa di oleoso. "Apri" dice lui dolcemente, così dolcemente che mi convince e io mi decido a schiudere le labbra. "Bravissima" si congratula con me quando m'imbocca di nuovo e io mastico veloce. Spaghetti con tonno e pomodorini...Non sa cucinare, ma apprezzo così tanto che si sia sforzato pur di farmi mangiare. Khalil continua ad imboccarmi con attenzione aspettando pazientemente il tempo per la masticazione e l'acqua che mi offre ogni due bocconi. È un tesoro e lo amo così tanto, lo immagino già che imbocca a nostro figlio. Faccio per immaginarlo, ma mi si presenta un'immagine di Khalil che dà da mangiare il cervello di una capra a nostro figlio e lo obbliga a finirlo tutto. Spalanco gli occhi e osservo Khalil che versa dell'acqua in un bicchiere e accorgendosi di me chiede "Ehi...Tutto bene pulce? " Pulce... Deglutisco e dico abbassando lo sguardo non molto convinta "Sì...grazie" Lui mi allunga il bicchiere d'acqua e dice "Bevi" Eseguo, ne ho bisogno. "E per cosa?"chiede lui posando sul comodino il piatto di pasta vuoto, wow neanche mi sono accorta di aver mangiato tanto. "Per questo "dico sorridendo debolmente dopo aver bevuto tutta l'acqua. Lui mi toglie il bicchiere vuoto tra le mani e scostando le coperte dice "È mio dovere prendermi cura di te" Si mette dietro di me stringendomi la vita e coprendoci aggiunge al mio orecchio "Finché morte non ci separi, ricordi?" "Giusto..." mormoro mettendo le mani sotto la guancia e sentendo il suo respiro sul collo. "Mi devi dire qualcosa?" Chiede lui vagando con le mani sul mio addome. È una coincidenza? No, non credo. Non sarebbe così subdolo da saperlo e fingere di non sapere. "Cosa?"chiedo chiudendo gli occhi. "Qualsiasi cosa" sussurra lui. "No, non credo" "Va bene, aspetterò" dice lui facendomi rabbrividire. Come farò a dirgli che mi perseguita ancora? Non sono pronta ad affrontare il mio incubo. "Buonanotte"

Ritorna all'indice


Capitolo 46
*** Capitolo 46 ***


Un amore impossibile è come un fiore nel deserto, sarà sempre il più forte e bello di tutti gli altri. KHALIL'S POV: PRESENTE "Pronto?" chiedo caricando benzina alla mia auto. "Signore, la signora ha appena fatto accesso nel centro. La dottoressa è al suo posto e il dirigente avvisato" m'informa Malcolm. "Ottimo, le hai spiegato bene cosa fare?" mi raccomando. "Si si, un normale controllo per aggiornare il fascicolo sanitario" "Ha gli attrezzi per l'ecografia, giusto?" "Sì, l'ho mandata dentro dopo averle controllato gli strumenti con sè" "Ottimo, le hai detto che voglio mandato una copia dell'ecografia subito dopo la visita? Voglio tutti i dettagli, voglio sapere tutto sulla salute del bambino e di Flora" dico severo, sono serissimo su questo argomento. "Le ho riferito tutto. La chiamerò appena fatta la visita alla signora, non si preoccupi" "Va bene, a dopo" dico riattaccando. "Signore?"chiede lui prima che riattacchi veramente. "Sì?"chiedo riposando la pompa e chiudendo lo sportellino. "E' arrivato alla meta?" "Ancora no, sono arrivato a Capo d'Orlando. Dovrò guidare per un'altra mezz'ora. Ci sentiamo" dico riattaccando. Sospiro stanco e gettando la giacca di pelle sul sedile vicino, mi rimetto alla guida. Naso è in montagna e dovrò salire un po' per raggiungerla...ricontrollo l'indirizzo Via Belvedere Grande 13. "Ok..." mormoro rimettendomi in strada. Arrivo in una piazzetta dopo venti minuti e guardandomi attorno osservo la vastità di verde che c'è a Naso, un comune italiano di 3 755 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia che sorge su un colle nel primo entroterra dei a 498 m di quota sul livello del mare. Si respira un'aria pulita, fresca...sarebbe bello passare un weekend qui in tranquillità... "Mi scusi" dice un uomo sui 70 che si riprende per terra il suo bastone. Lo anticipo e dico "Non fa nulla" Lui mi guarda stranito, probabilmente perchè non mi ha mai visto qui e io ne approfitto per chiedere "Mi potrebbe aiutare per trovare via Belvedere Grande?" M'indica la stradina davanti a noi e dice "Questo è Corso Umberto, va dritto e sarai arrivato in via Belvedere Grande" Faccio un cenno con la testa e lo ringrazio mentre lui continua ad osservarmi incuriosito. Non è l'unico...penso camminando per il corso e ricevendo diverse occhiate da tutti gli abitanti in giro. "Scusami" fermo una ragazza mora dagli occhi blu che va di fretta, sembra l'unica a cui non frega la mia presenza. "Sì?"chiede lei fermandosi con gentilezza. "Via Belvedere Grande 13?" "Guarda...vai dritto, ti troverai in una piccola piazzetta e giri a sinistra. Molto facile, non puoi perderti" "Grazie mille...?" "Valentina" dice lei sorridendomi. "Grazie Valentina" dico ricambiando il sorriso e tirando dritto. Controllo i numeri dei portoni e finalmente penso di aver trovato il portone giusto. Busso piano e aspetto facendo un passo all'indietro. "Chi è?"sento gridare. Sussulto e dico un po' a disagio "Signora, le devo parlare. Mi chiamo Khalil" "Testimone di Geova?"grida lei facendomi sorridere. Ha la stessa linguaccia della figlia... "No signora, può aprire un attimo?" Sento un rumore nella serratura e subito dopo una testolina con capelli corti neri e occhioni sempre neri che si affacciano per analizzarmi. "Chi è?"chiede aprendo di più la porta e rivelando tutto il suo viso. Assomiglia tantissimo alla mia pulce, sembrano gemelle...caspita. "Salve, sono Khalil Temiz. Ha dieci minuti per me?" "Khalil Temiz? Non conosco nessun Khalil" dice lei scettica. "Io...sono il suo genero" Lei corruga la fronte e quando penso di doverle spiegarle ulteriormente, spalanca gli occhi e chiede "Flora si è sposata?" "Sì, sua figlia è mia moglie" dico alzando la mano con la fede. "Lei è..." non completa la frase saltando fuori e controllando se c'è anche lei. "No, Flora...non sa che io sono qui" dico facendomi da parte. Lei alza lo sguardo su di me e chiede "Come sapevi dove sto?" "Ho pagato per avere queste informazioni" "Sai che potrei denunciarti?" Uguale alla figlia...come si dice? Tale madre, tale figlia. "Lo so bene, sono venuto in pace io. Possiamo parlare?" Lei continua a guardarmi storto, ma poi deglutisce e alzando la testa dice "Va bene" Le sorrido ed entro in casa. Un salotto intimo dai toni freddi si presenta appena metto piede e osservando una grande libreria con libri di medicina e psicologia, vado a sedermi su una poltroncina di pelle marrone. "Vuoi qualcosa da bere?"chiede lei cordiale, finalmente. "Dell'acqua, grazie" dico sorridendole. Lei annuisce e io entro subito in azione nascondendo la cimice sotto il tavolino al centro del salottino, mi alzo per guardarmi un po' attorno e noto delle mura spoglie, nessun quadro, nessun ritratto...niente di niente. Vuole scordarsi di tutto, del suo passato, di Flora. "E' un po' calda, mi sono scordata di mettere una bottiglia in frigo. Spero non ti dispiaccia" "Assolutamente no, grazie" dico prendendo il bicchiere d'acqua. "Allora quale buon vento la porta da me?" chiede lei sedendosi di fronte a me. Mi rigiro il bicchiere tra le mani e mormoro "Io...amo tanto sua figlia, la amo da impazzire" "Lo vedo giovanotto, sei venuto fino a qui...nessuno l'ha mai fatto" Alzo lo sguardo a lei e sorrido "Vi assomigliate molto" "Con questo vuoi dire che ami anche me?" Rido e annuendo dico "Beh le devo molto, ha messo al mondo Flora" "Le cose si fanno in due, non è solo merito mio" "Ma posso ringraziare solo lei, come ben saprà..." Lei abbassa lo sguardo e sospira. "Io...non sono venuto qui per rimproverarla o parlare del passato, non è di mia competenza farlo" dico per rassicurarla. Lei alza lo sguardo sorpresa e chiede "Allora perchè sei qui?" "Volevo informarla di alcune cose" "Chiamami Fayola, ti prego" "Fayola...ok, sì. Ehm...c'è qualcun altro in casa?" "Sono sola, vivo da anni ormai sola. Ho affittato l'altra metà della casa a una famigliola, delle volte ci becchiamo fuori. Vivo di questo" "Capisco...Volevo aiutarla appunto" "Aiutarmi? Non ho bisogno di aiuto" "Lei...vuole trascorrere il resto della sua vita qui?" "Non ho nessun altro" "Ha due figli" "Forse Flora non ti ha parlato di suo fratello, lui è morto quando aveva..." "Pedro è vivo" "Cosa?"chiede lei corrugando la fronte. "Non è morto, il corpo che avete trovato non era suo...è stato rapito da sceicchi di un'organizzazione terroristica. Succede molto spesso, il campo lì è pieno di bambini rapiti" "Io...stai mentendo, non è possibile. Il mio Pedro è morto, l'ho visto con i miei occhi!"esclama lei innervosendosi. Metto le mani nel portafoglio e tirando fuori una foto di Juan da piccolo scattata al campo, gliela mostro "E' lui?" Fayola strappa dalle mie mani la foto ed esclama "Com'è possibile! Com'è stato possibile! Chi l'ha rapito? Chi mi ha rovinato la famiglia!" "Si calmi Fayola, si calmi per favore" "Non sto calma! Ho visto mio figlio morire e ora scopro che è sempre stato vivo? Vado dalla polizia immediatamente a denunciare il tutto! Devono pagarla per quello che hanno fatto alla mia famiglia!" "Sono morti i sceicchi, ora sono io a capo dell'organizzazione" "Cosa?"chiede lei ancora più sconvolta. "L'ho trovato io Pedro nel campo, anch'io sono cresciuto lì. Sono stato una recluta e adesso mi hanno messo a capo dell'organizzazione" "Tu...tu sei un terrorista e stai con mia figlia?" chiede Fayola spalancando gli occhi. "Il mio obiettivo è distruggere l'organizzazione, ma è una cosa complicata da fare...ci sono dei figli dell'ultimo sceicco che voglio spodestarmi e stare a capo dell'organizzazione, dovrò ripartire presto per riprendere in mano la situazione" "Tutto questo è uno scherzo?" Scuoto la testa posando il bicchiere sul tavolino e mormoro "Vorrei che lo fosse anch'io, purtroppo la vita delle volte ti riserva delle situazioni difficili. Sa cosa diceva mia madre? Ci sono due modi di affrontare le difficoltà. Modificare le difficoltà o modificare te stesso in modo da affrontarle." "A quanti anni sei stato rapito?" "Oh no no, non sono stato rapito io. Dopo la morte di mia madre, mio padre è andato in fallimento e per guadagnare qualcosa, siamo andati, di nostra sponte, a combattere per l'organizzazione. Speravamo di guadagnare abbastanza e rifarci una vita, ma le cose non sono andate come volevamo" "Lui...è ancora vivo?" Scuoto la testa e mormoro "E' stato avvelenato insieme a suo marito da Ezio Vignoli" "Ezio? Cosa diavolo c'entra?" "E' un pedofilo che era ossessionato da Flora, ha mandato in carcere suo marito dopo averlo beccato rapinare insieme a Flora, e sbattuto in cella con mio padre che era dentro per reato di partecipazione ad associazione terroristica" Fayola si porta una mano sulla bocca sconvolta e chiede "Ezio ha...ha abusato di..." "No. Non gliel'avrei mai permesso. L'ho ucciso in tempo" "L'hai ucciso?"chiede lei spalancando la bocca, penso che le servirà uno psichiatra per razionalizzare il tutto. "Ezio mi ha raggirato quando ero piccolo e mi ha chiesto di avvelenare mio padre e suo marito, se avessi voluto rivedere papà. Mi aveva detto che in realtà era una pozione magica che lo avrebbe fatto addormentare per un po' e il tempo per trasportarlo fuori, lo avrei rivisto. Credetti a tutto" "Hai ucciso mio marito, Ezio, sei un terrorista...io non sto credendo alle mie orecchie" dice lei in difficoltà. "Ezio stava per abusare di Flora, non sono pentito di averlo ammazzato sinceramente. Se potessi tornare indietro, lo rifarei. Cambierei solo quel giorno...quando ho dato retto a quel verme. E' costato la vita a mio padre e al padre di Flora" "Lei..." "Sì, lei sa tutto. Sa tutto di me" l'anticipo. "E ha scelto di stare con te?" "A quanto pare" dico alzando la mano con la fede. "Lei ti ama" dice Fayola pensando ad alta voce. Sorrido e prendendo una foto dal portafoglio di me dico "Eccola, qui si era laureata. E' una delle mie foto preferite di lei" "Ne hai tante" deduce lei prendendo la foto. "Un muro intero" dico ironico, non tanto in realtà. "E' felice" dice lei osservando Flora che sorride guardando da un'altra parte con la corona di allora in testa e un bouquet di fiori tra le mani. "Sì, è molto spontanea lì. Qui c'è una foto più attuale, l'ho scattata io a Las Palmas" Lei prende l'altra foto e dice "Ha viaggiato molto, sono felice" "Erano dei miei viaggi di lavoro, delle volte la portavo con me" "Dei viaggi di lavoro?"chiede lei perplessa. "Possiedo una holding, diciamo che è una garanzia. Solo soldi puliti lì. Flora n'è la socia, anche se non l'entusiasma molto la cosa" "Lavora per la holding?" "No, lei è una psicologa in un centro di riabilitazione" "Perché è socia della holding se non ci lavora?" "Perché è mia moglie" "Non ha senso" "Certo che..." "Flora è molto meritocratica, non le sarà piaciuta quest'idea di certo" mi ferma lei. Corrugo la fronte..."Effettivamente non è stata molto contenta dell'incarico, ha subito rifiutato e non ne ha più voluto sapere. Lei continua ad essere una socia della holding e penso non sappia che le ho dato il 60%, attualmente io ho il 40%. Volevo farle capire che lei sarà sempre sopra ogni cosa, ma dalla reazione del titolo ho evitato di farglielo presente. Lo scoprirà qualche giorno." "Caspita l'ami davvero" dice lei sorpresa dalla cosa. Deglutisco tremando solo a parlarne e dico "Io sono in vita per lei, senza la mia vita non avrebbe senso. L'amo così tanto che non riesco a dimostrarglielo...le ho fatto del male per proteggerla e...e...e...non le farò mancare nulla. Le darò tutto ciò che vuole, smuoverò mari e monti per renderla felice, sono capace di qualsiasi cosa per lei" "Anche di uccidere" mormora lei sospirando. Annuisco, ha ragione...non mi faccio di certo problemi ad ammazzare qualcuno per lei, non si dovrà preoccupare di nulla. "Lei accetta tutto questo?" "No, ma mi ama anche lei. E' qualcosa più grande di noi" "Pedro? Flora sa di Pedro?" "Certo, ora si chiama Juan.." "Juan...mi piace" Sorrido e lei mormora "Perchè Flora non sa che sei venuto a trovarmi?" Sfrego le mani e dico "Io...ecco volevo darle una notizia Fayola" "Hai ucciso qualcun altro? Oh santo cielo" si dispera già lei. "No...è qualcosa di bello stavolta, Fayola sta per diventare nonna" Lei sgrana gli occhi e io sorridendo dico "Nascerà per dicembre, sono molto emozionato anch'io" "Io...devo ancora realizzare il tutto ma...sono davvero felice per Flora, davvero tanto felice. E' emozionata anche lei?" "In realtà non me l'ha ancora detto" dico mordendomi il labbro. "Come non te l'ha ancora detto?" "Penso che abbia paura...magari pensa che non lo voglia" "Ma tu lo vuoi" "Certo che lo voglio, lo voglio più di ogni altra cosa al mondo. Aspettavo questo momento da così tanto tempo, crearmi una famiglia con Flora...non avrei desiderato nessun'altra donna come madre dei miei figli, sono così eccitato all'idea" "Lo vedo, tremi tutto" dice lei ridendo divertita. Osservo le mie mani che effettivamente tremano e dico "Vorrei parlarle, sapere come sta, come pensa possa essere il bambino, il nome...fantasticare insieme sulla nostra famiglia, ma aspetterò che sia lei a dirmelo, anche perchè io l'ho scoperto molto prima che lo sapesse lei" "Come facevi a saperlo ancora prima di lei?" "So quando le viene il ciclo, ho notato dei ritardi nel primo mese, e due più due...all'inizio pensavo fosse solo un ritardo, ma al secondo mese senza ciclo, ho avuto conferma della gravidanza" "Lei non lo sa che lo sai, giusto?" "Penso che non ne abbia idea, ma non voglio farle troppa pressione sulla faccenda, aspetterò con pazienza i suoi tempi...vorrei solo urlarlo al mondo adesso, voglio urlare al mondo che diventerò padre" dico passandomi una mano sul viso...ho già i lacrimoni solo all'idea. "Spero possiate essere una bellissima famiglia, che non vi possa mancare nulla. Ne avete passate tante e io mi sento di potermi fidare di te, so che la proteggerai anche a costo della tua vita" dice lei sorridendomi. Alzo lo sguardo su di lei e dico "E' per questo che sono qua" Lei rimane in silenzio e io continuo a dire "Mia madre non c'è, mio padre non c'è, il padre di Flora non c'è...non voglio che Flora sia sola quando non vorrà confrontarsi con me, ha Juan ma è diverso. Non voglio che il bambino non abbia dei nonni, lei è in vita...fa parte della famiglia, non voglio far mancare nulla nè a Flora nè al nostro bambino. Vorrei tanto che lei ritornasse a Palermo con tutti noi" "A me piacerebbe tanto tantissimo, ma ho fatto cose orrende...ho..." "So cos'ha fatto...so tutto ma non cambia il fatto che sia sua madre. Flora è clemente, la perdonerà sicuramente" "Flora mi odia....come giusto che sia. Mi odio anch'io per quello che ho fatto, mi odio così tanto..."mormora lei portandosi una mano sul viso. "Ci penso ogni giorno, li sogno sempre...li ho abbandonati, non me ne do pace, non me ne do pace" sussurra singhiozzando. Mi avvicino a lei e le accarezzo la schiena...Fayola mi sorride e asciugandosi le lacrime mormora con voce tremante "Non mi perdoneranno mai" "Non ci ha mai provato" dico dandole coraggio. Lei continua a non essere convinta e io aggiungo "Vuole continuare a stare qui sola e consapevole dei suoi figli e nipote vivi? Non ha davvero imparato una lezione?" "Flora mi odierà" dice lei con le lacrime agli occhi. "Flora è una donna forte, la perdonerà. Ne sono sicuro" "Come fai ad esserne così sicuro?" "La conosco come i miei palmi, la conosco bene. La perdonerà sicuramente" "Io...tu lo pensi davvero? Pensi che possa perdonarmi? E Pedro?" Mi alzo e porgendole la mano dico "Venga con me e lo scopriremo" Lei è esitante all'inizio ma poi mi prende la mano e dice "Vado a prendere il necessario per alcuni giorni, mi aspetti qui?" Annuisco sorridendo mentre lei scappa via e io riprendo la cimice. Il perdono non cambia il passato, ma allarga il futuro. FLORA'S POV: PASSATO: "Buongiorno" mi saluta la receptionist. "Buongiorno" ricambio il saluto. "Signorina Vignoli?"mi chiama lei. Mi giro perplessa mentre mi porge una scatolina di carta. "Gliel'hanno lasciato per lei" dice sorridendomi. "Oh ehm...Chi? "Chiedo non notando nessun bigliettino. "Un fattorino, sinceramente non ricordo" "Va bene, grazie" mormoro andando verso le scale. Raggiungo il mio ufficio e m'imbatto in Khalil nel corridoio che sta facendo delle fotocopie, ha licenziato Daria la tirocinante e ora gli tocca. È da settimane che mi evita e mi lancia occhiate velenose, lo stesso faccio io. Ho capito che persona meschina sia e ho deciso di andare a fondo nella faccenda dei pazienti collegati al Corano. C'è qualcosa che non mi torna. "Buongiorno" lo saluto ma lui non alza neanche lo sguardo e dice "Non ho ricevuto la relazione degli ultimi tre pazienti" "Li avrà entro la giornata" "Lo spero o sarò costretto a farne rapporto al direttore "dice freddo richiudendo la fotocopiatrice e ritornando al suo ufficio. Mi vengono i brividi solo a pensare a quell'ufficio. Spero di non metterci mai piede. Entro nel mio ufficio e posando le cose, apro la scatolina. Ci trovo dentro un orologio di pelle marrone Rolex, è bellissimo...prendo il bigliettino nel fondo della scatolina e leggo " E da allora sono perché tu sei, e da allora sei, sono e siamo, e per amore sarò, sarai, saremo." Sarà il mostro? Cosa simboleggia l'orologio? Il tempo? Chiudo la scatolina e mi metto a lavorare, ho una montagna di lavoro da sbrigare. "Sì? "Chiedo a qualcuno che bussa alla porta. "Disturbo? "Chiede Valerio affacciandosi. "Vale, entra!" Esclamo chiudendo i fascicoli, dopo tre ore sono riuscita a finire tutto il lavoraccio. "Hai finito?"chiede lui chiudendo la porta alle sue spalle. "Vieni così senza avvertirmi?" "Volevo farti una sorpresa, infatti di sotto ho supplicato di non dirti nulla" "È una bellissima sorpresa!" Dico abbracciandolo forte. "Andiamo a mangiarci qualcosa?" "Certo" dico andando a prendere la borsa quando sentiamo la porta aprirsi. "Khal...signor Temiz" mormoro deglutendo. Ha parecchi fascicoli in mano e posandoli sulla mia scrivania dice crudele "Voglio questi entro un'ora" Fulmina con lo sguardo Valerio e fa per uscire. "Li farò avere dopo la pausa pranzo " "Nessuna pausa pranzo, li voglio adesso" "Andiamo amico..."fa per dire Valerio. "Lui sarebbe?"chiede Khalil alzando un sopracciglio. Faccio per dirgli che è un amico ma lui borbotta "Anzi non m'importa cosa fate insieme, voglio quei fascicoli al più presto" "È illegale quello che sta facendo" dico battendo un pugno sulla scrivania, sono furiosa. "Vai a lamentartene col tuo capo" Si avvicina a me e dice "Ah sì, sono io il capo" "Questo è abuso di potere" "Questo è lavoro, poche parole e più fatti signorina Vignoli. Lei è pregato di lasciare l'ufficio, non sono ammesse visite amichevoli durante il lavoro" "Ma chi si sente di..."faccio per sbottare ma Khalil aggiunge "Prima che chiami la sicurezza" "Non è giusto! È l'ora di..." "Flora Flora" interviene Valerio fermando la mia sfuriata. "Ci vediamo stasera, stai ancora nella vecchia via?" "Io..Sì ma..." "Allora a stasera, non voglio crearti problemi" dice avvicinandosi a me e dandomi un bacio sulla guancia. "Ti chiamo più tardi, scusami" mormoro mortificata. Lui mi sussurra all'orecchio che va tutto bene e va via. Sposto lo sguardo a Khalil e ringhio "Farò rapporto io stavolta al direttore" "Crede di farmi paura?" Chiede lui infilando le mani in tasca. "Te ne pentirai, io non sono come gli altri che hanno paura di te" "Sono capace di cose peggiori, non mi mettaere alla prova" "Io non ho paura delle tue parole" "Fa male, fa molto male" dice aprendo la porta e andandosene via. Butto per terra i fascicoli e mi porto il pugno in bocca per non sbraitare. Sento improvvisamente il cellulare e rispondendo chiedo "Pronto?" "Flora, sono Massimiliano" dice una voce maschile conoscente, una mia vecchia conoscenza. "Massi, come stai?"chiedo un po' delusa dal fatto che non sia Valerio. "Tutto bene, tu? Come va a lavoro?" "Diciamo..."mormoro mordendomi il labbro. Avrei voglia di uccidere il mio capo. "Senti una cosa...stai ancora cercando una tirocinante per il centro?" "Ehm si " "Ottimo, c'è una mia amica che si sta laureando in farmacia. Credi che possa andare bene?" "Ehm...Non saprei. Dovrei chiedere, ma penso di si" "Davvero?" "Sì, penso di si. Ti farò sapere meglio" "Ottimo! Grazie mille, Melisa ne sarà contenta. Allora ci sentiamo più tardi?" " Certo" "Ciao bella, buon lavoro" " A te" mormoro riattaccando. Sprofondo nella poltroncina e sbuffo. Meglio finire queste cartacce. Mi metto a lavoro e continuo fino a tardi, mi ha caricato di altro lavoro e io ho accettato senza esitazione. Finalmente finisco e sistemando tutto, faccio per mettermi la giacchetta quando vedo un foglietto scivolare sotto la porta. Cos'è? "Ti aspetto in cucina. V" Valerio? Come ha fatto ad entrare in cucina? Esco dal mio ufficio perplessa e scendendo fino in cucina,apro la porta. Sono tutti andati via, magari è riuscito ad intrufolarsi dentro. "Vale?"chiedo entrando e non trovando nessuno. "Valerio?" Richiedo andando verso i fornelli. "Dai Vale...Non è divertente "dico andando verso il frigo e controllando sotto il bancone. Improvvisamente sento la porta chiudersi e una chiave nella serratura. Corrugo la fronte e vado verso la porta. Abbasso la maniglia ma non si apre la porta, busso diverse volte e incomincio a gridare "C'è qualcuno?" "Aiuto! Sono rimasta chiusa dentro! " "Aiuto! Qualcuno mi aiuti!" Grido bussando più forte. Mi porto le mani ai capelli e impreco, sono scesa senza il cellulare e sono andati tutti via! Cazzo! "Aiuto!!!!"grido più forte, più forte! Batto un pugno sul bancone, come ho fatto ad essere così stupida! Mi metto per terra appoggiata al frigo e affondo la testa tra le mie ginocchia. Adesso arriverà qualcuno e ti salverà, non preoccuparti Flora. Chiudo gli occhi e m'immagino di essere altrove...Sono in una crociera, in mare aperto, c'è una bellissima brezza marina e c'è freschetto. Osservo i delfini nuotare in mare mentre sento delle braccia che mi avvolgono e alzo lo sguardo...Adriano. Sorrido e cado tra le braccia di Morfeo. Sento come un suono fastidioso alla mia destra e sbattendo piano gli occhi, cerco di capire meglio da dove provenga quando all'improvviso vedo uno scarafaggio correre per la cucina e di scatto balzo in piedi. Mi metto sopra il bancone e mi guardo attorno...dov'è andato a finire? Alzo lo sguardo all'orologio che segnano le mezzanotte passate e scendendo immediatamente dal bancone, corro alla porta. "Aiu..."faccio per gridare ma la porta si apre. Spalanco gli occhi e corro via fuori. Vado di sopra a recuperare la mia borsetta e riscendendo, esco dal centro. Era tutto aperto, che cazzo sta succedendo. Mi metto subito in macchina e prima di ripartire controllo i messaggi. Dovevo vedermi con Valerio, merda! "Ma che..."mormoro nel non vedere nessun messaggio o nessuna chiamata. Vado tra i messaggi e noto la prima chat con Valerio, non lo sento da tempo io. Apro la chat e spalanco gli occhi. "Flora? " "Flora!" "È successo qualcosa? " "Flora perché non mi rispondi? " Mi ha chiamata? Vado nelle chiamate e vedo 4 sue chiamate, qualcuno le ha già aperte. Ritorno ai messaggi. "Sono verso casa tua" "Non me la sento stasera Vale" rispondo io. Cosa? Non è possibile. Controllo l'orario...20:34. Ero chiusa dentro la cucina a quell'ora, chi ha risposto a questi messaggi?? "Ma non ci siamo visti e io domattina riparto:( " "Sarà per un'altra volta, fa buon viaggio;) "rispondo io. "Perché non te la senti? " "Sto male" "Potrei farti compagnia" "Ho già compagnia..." COSA? "Capisco, riprenditi" "Grazie :) " "Allora riparterò stanotte, stammi bene" "Ottima idea, anche tu!" È il mio ultimo messaggio. Chiamo immediatamente Valerio. "Il numero da lei chiamato è al momento irraggiungibile, le chiediamo di riprovare più tardi, grazie." Cazzo! Cazzo! Scaravento il cellulare sul sedile e padrona tutta velocità, magari mi aspetta ancora a casa. Corro di fretta fino a casa e parcheggiando nel vialetto, vado verso la porta. Salgo le scale fuori e mi scivola la borsa dalle mani quando realizzo di vedere una scritta agghiacciante in viola sulla porta.. "IO TUO TU MIA" Tremo e cado per terra per le gambe troppo deboli. Il viola è il mio colore preferito. PRESENTE Esco fuori dall'infermeria e sorrido con in mano l'ecografia...la mia prima ecografia, avrei voluto che ci fosse anche Khalil ma è stato tutto così improvviso. La dottoressa mi ha fatto una visita di routine e mi ha proposto di fare una veloce ecografia per vedere come procedeva. Ho accettato, ma sto incominciando a pentirmi. Vedere quel fagiolino dentro di me mi ha fatto scoppiare a piangere e avrei tanto voluto vedere la reazione di Khalil, non vedo l'ora di dirglielo. Lo farò stasera...magari con una cenetta romantica fatto con le mie manine. Come reagirà? Sarà sorpreso? Sarà spaventato? Mi mordo il labbro e decido di chiamarlo. "Piccola?" risponde subito lui. "Ehi...che fai?"chiedo incamminandomi fuori. "Sto facendo una commissione, tu?" "Sono appena uscita dal centro, il direttore ha dato il pomeriggio libero. Non è strano?" "Già, dove vai per pranzo?" "Ho chiamato per chiederlo a te" "Scegli tu un posto e ti raggiungo" mi dà il via libera Khalil. "Ok, scelgo un posto e ti mando le coordonate" dico sentendo qualcuno parlare di sottofondo. "Sei con qualcuno? "Chiedo curiosa. "Sì, Malcolm. Perché? " "No, perché sentivo dei rumori e..."mi fermo quando vedo in lontananza Malcolm. Corrugo la fronte...Khalil mi sta mentendo? "Sai che è il solito inopportuno" dice lui. "Me lo passi? Non lo vedo da tanto e vorrei salutarlo" dico mentre l'osservo andare incontro...alla dottoressa? "È occupato in una chiamata anche lui, te lo saluto io. Amore comunque ho il 3%, dimmi ora dove dobbiamo vederci per pranzo. Non ho un caricabatterie con me" "Ehm...Al Flower Burger? È in centro" Mi nascondo dietro il muretto per vederli meglio e socchiudo gli occhi nell'osservare la dottoressa passargli dei documenti. Che documenti saranno? Perché ho un pessimo presentimento. "Ho presente. Ci vediamo più tardi allora pulce" dice Khalil ancora al telefono. "Sì, ok" faccio per chiudere, ma lui mi richiama. "Sì? "Chiedo non perdendo di vista i due. "Ti amo" dice dolce. "Anch'io, a dopo" mormoro riattaccando. Decido di uscire allo scoperto e superando il muretto, vado incontro ai due. Non mi scappano. "Malcolm!"esclamo facendolo sussultare. "Signorina Vignoli...cioè signora Temiz" si corregge agitato. "Flora...te l'ho sempre detto che puoi chiamarmi così "dico sorridendo. "Dottoressa, vi conoscete? "Chiedo alla donna che è visibilmente nervosa. "No" dicono all'unisono. Abbasso lo sguardo ai documenti e chiedo "Sono i miei risultati, vero?" I due spalancano gli occhi e neanche il tempo di chiedere che la dottoressa mi prende le mani e piagnucola "Mi dispiace così tanto, non mi denunci la prego, ho un figlio da mantenere...i soldi in più avrebbero fatto comodo per l'affitto di questo mese, ma posso restituirli tutti subito. La prego" Fulmino con lo sguardo Malcolm e chiedo "Cosa diavolo vuol dire questo?" "Signora Temiz....il signore era molto preoccupato per lei e il suo bambino. Voleva solo..." "Cosa? Khalil sa che sono incinta??" Chiedo spalancando gli occhi. "Io...dovrebbe parlarne con lui. Non sono cose di mia competenza e..." "Questo non è di tua competenza!"Sbotto riprendendomi la cartella e andando via. Prendo il cellulare e richiamo Khalil...Non raggiungibile, avrà il cellulare scarico. Mi metto in macchina e guido fino al posto dove ci siamo concordati di vederci. Parcheggio e prendendo la cartella, l'apro. C'è tutto, anche una copia dell'ecografia. Sospiro ed uscendo dalla macchina mi precipito al ristorante. "Juan?" Chiedo notandolo davanti alla porta del ristorante. "Flora! Che ci fai qui?"chiede lui sorpreso. "Io devo pranzare con Khalil..." "Io pure...Ha detto di vederci qui per mostrarmi un cosa importante. Tu sei appena uscita dal lavoro? " Vorrà dirgli della mia gravidanza? Gli allungo la cartella e dico "Apri, c'è una sorpresa dentro " Lui prende la cartella perplesso e chiede "cos'è?" "Apri" insisto io. Juan apre finalmente la cartella e corruga subito la fronte per poi alzare lo sguardo sconvolto. "Sono incinta "confermo io. "Flora..."mormora lui spalancando le braccia e venendo ad abbracciarmi. "È una bellissima notizia" dice stringendomi forte. "Io...sicuro?" Chiedo sorpresa. "Certo che sì, diventerò zio!" Esclama lui dandomi un bacio sulla guancia. "Sì...diventerai zio" dico annuendo. "Che succede? Non sei felice? "Domanda lui perplesso. "Io...no,no. Sto bene, sono felice. È che non l'ho ancora detto a Khalil" "Lui ancora non lo sa?" Nego con la testa e lui suggerisce "Potresti dirgli che il bambino è di un altro, sarebbe la scusa giusta per allontanarlo" "Juan! Che stai dicendo!" Esclamo severa. "Vuoi davvero seppellire tutto il passato e costruire una famiglia con lui? L'hai veramente perdonato per tutto quello che ti ha fatto passare?" Corrugo la fronte. "Io lo amo" dico come a difendermi. "Sappiamo tutti che è un amore malato Flora...Khalil è malato " "Lui non è malato" sbotto. "Ti ha torturata, legata come una bestia, tenuta prigioniera, costretta a sposarlo, Flora ti sputava parole orribili, ti controllava dalle telecamere, è questo il padre che vuoi per tuo figlio?" È questo il padre che voglio per mio figlio? "Siete entrambi qui, ottimo" dice una voce conoscente alle nostre spalle. Ci giriamo e vediamo Khalil con una signora al suo fianco. Lei mi guarda sorridendo e io corrugo la fronte...Non può essere. "Mamma?"chiedo più a me stessa che a lei. "Flor" mormora lei deglutendo, la mia copia. Faccio dei passi indietreggiando e sposto lo sguardo a Khalil, come ha potuto? Mi giro e inizio a correre. La testa inizia a girare e mi aggrappo ad un muretto per reggermi. "Flora!" Grida Khalil inseguendomi. M'infilo in un vicolo abbandonato e corro, corro con rabbia e frustrazione. Le lacrime incominciano a scendere e mi ritrovo a singhiozzare per trattenerle, incomincia a mancarmi il fiato ma è tutto inutile, perché Khalil riesce a bloccarmi e intrappolarmi contro il cofano di una macchina. "Lasciami! Lasciami andare!"grido agitando le gambe e cercando di scendere. "Che diavolo ti prende, eh? "Chiede lui severo. "Non mi toccare!" Sbotto spintonandolo invano. Lui intrappola i miei polsi e ringhia "Smettila, smettila!" Lo fulmino con lo sguardo e sibilo "L'hai mandata tu la dottoressa al centro, vero?" Khalil serra la mascella confermandomi tutto e io ringhio "E adesso? Che cosa ci facevi con mia madre?" "Devi calmarti" dice lui. "Calmarmi? Tu mi racconti un sacco di cazzate! Fai le cose alle mie spalle! Khalil cazzo! Avevamo detto niente più inganni e segreti!" "Parli tu? Tu che mi hai nascosto per settimane del bambino?"sbotta lui innervosendomi. "Cercavo un modo carino per dirtelo!" "O non volevi dirmelo! Non ti fidi ancora di me!" "Come faccio a fidarmi di te che fai le cose alle mie spalle!" "Tua madre ci avrebbe aiutato, ti serviva" "Cosa? Tu hai idea di quello che ha fatto? Hai una minima idea?" "L'odio ti sta divorando" Spalanco gli occhi e chiedo "Parli tu che mi hai odiata per anni!" "Ma ora ti amo, sono riuscito a perdonarti" "Cosa? Tu mi hai perdonata? Questo è il colmo" "Lei è pentita, sarebbe bello che le parlassi solo una volta" "Sai cos'altro sarebbe bello?"ringhio. Lui alza un sopracciglio e io sbotto "Il divorzio" "Flora" mi avverte lui rabbioso. Non sono più la sua pulce. "Tu vuoi continuare a controllarmi, prima mi vieti di parlare con Valerio e d'inventarmi una scusa per evitarlo in ufficio, poi la dottoressa alle mie spalle, ora mia madre! Questo è troppo, troppo!"grido spingendolo e aggirandolo. "Dove stai andando?"chiede lui. "Dall'avvocato. Ho finito con tutta questa merda" Lui mi afferra prepotentemente per il braccio e ringhia "Tu non hai finito un bel niente, è così che descrivi la nostra storia? Una merda?" "Sono davvero arrivata al limite, stare con te non mi..." Khalil mi tappa naso e la bocca e io cerco di spingerlo invano. "Khalil" mugolo sul suo palmo. Spalanco gli occhi in cerca di aria, ma lui non molla e io sbatto piano gli occhi sentendomi girare la testa. Mi aggrappa alle sue spalle, ma perdo lucidità e chiudo gli occhi, Khalil.

Ritorna all'indice


Capitolo 47
*** Capitolo 47 ***


Capita che il senso di alcune persone che entrano nella nostra vita sia farci capire cosa non è amore.- Shuttle_river FLORA'S POV: PASSATO Ho sognato zio. Ho sognato che mi chiamava a colazione e mi faceva trovare un piatto dei tuoi buonissimi pancakes. Io ci spalmavo della nutella sopra e ne prendevo subito un morso. Ricordo di avergli fatto i complimenti e lui per ringraziarmi, mi prese fra le sue braccia e mi strinse forte. Mi sono svegliata con questo ricordo e sono piombata in cucina per fare dei pancakes. Alcuni sono venuti buoni, altri bruciati ma nulla che non possa essere recuperato con del cioccolato sopra. Ne spalmo un po' su un altro pancake, quando mi ricordo di avere un altro pancake sul fuoco e mi giro di fretta. "Aiii" gemo di dolore quando il coltello mi procura un taglietto nel palmo della mano. Non mi fermo a pensarci e corro a spegnere il fuoco. "Cazzo" borbotto osservando il pancake nero. Faccio per ritornare a spalmare cioccolato sugli altri pancake, quando mi accorgo di gocce di sangue sul pavimento. Riapro la mano ferita e altro sangue gocciola sul pavimento immacolato. Mi fermo un attimo a osservare il sangue cadere sullo stesso punto, creando sempre più una piccola pozza. Corrugo la fronte quando sposto la mano e vedo il sangue gocciolare sempre più velocemente, sporcando il forno. Strappo un tovagliolo di carta dal rotolo e lo metto sulla ferita per fermarla, la carta assorbe velocemente il sangue e sono costretta a strappare un altro foglio per non bagnare troppo l'altro. Con l'altra mano cerco il disinfettante e un cerotto per poi curare velocemente la mano. "Ecco fatto "mormoro soddisfatta, mettendo un secondo cerotto sopra in diagonale, non si sa mai. Pulisco il mio sangue per terra e rimango affascinata dal colore intenso, è proprio vivido, quasi mi mette i brividi. Mi rialzo buttando tutto e porto i pancakes di sopra, stavo leggendo un libro interessante che vorrei finire entro la giornata. Raggiungo la stanza e mettendomi per terra ai piedi del letto col piatto di pancakes vicino, afferro il libro..."Intelligenza emotiva" di Goleman. Parla, appunto, dell'intelligenza emotiva che per Goleman è " la capacità di capire sentimenti degli altri al di là delle parole e spinge alla ricerca di benefici duraturi piuttosto che al soddisfacimento degli appetiti più immediati. L'intelligenza emotiva è alla portata di tutti inoltre, si può apprendere e perfezionare: imparando a riconoscere le emozioni proprie e quelle degli altri." Goleman, infatti, si chiede "Perché un matrimonio può andare a rotoli anche se il quoziente intellettivo di entrambi i coniugi è altissimo? E non ci vuole intelligenza per stabilire una serena vita familiare? Certo, sostiene Daniel Goleman: solo che l'intelligenza che governa settori così decisivi dell'esistenza umana non è l'intelligenza astratta dei soliti test, ma è una complessa miscela in cui giocano un ruolo predominante fattori come l'autocontrollo, la pervicacia, l'empatia e l'attenzione agli altri." Lo trovo un libro molto stimolante e originale, sono arrivata a pg. 250, il paragrafo s'intitola: Il "cervello del corpo" - Importanza delle emozioni per la salute. Do un morso ad un pancake e procedo nella lettura. Il sacerdote dice "Siete venuti a contrarre matrimonio, senza alcuna costrizione, in piena libertà e consapevoli del significato della vostra decisione?" Io e Adriano sorridiamo e diciamo annuendo "Sì" "Siete disposti nella nuova via del matrimonio ad amarvi e onorarvi l'un l'altro per tutta la vita?" "Sì" "Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarvi?" "Sì" rispondiamo nuovamente mentre lui mi fa un occhiolino. "Se dunque è vostra intenzione di unirvi in matrimonio, datevi la mano destra ed esprimete davanti a Dio il vostro consenso" Adriano prende la mia mano un po' tremolante e mormora guardandomi dritto negli occhi "Io Adriano, accolgo te Flora, come mia sposa. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita. Alza la mano per asciugarmi una lacrima che scende furtivamente e io facendomi forza, mormoro con la mano nella sua " Io Flora, accolgo te Adriano, come mio sposo. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita." Il sacerdote prende le nostre fedi e dice porgendoceli "Il Signore benedica questi anelli che vi donate scambievolmente in segno di amore e di fedeltà." Adriano prende la mia fede e baciandola dice prendendomi la mano " Flora, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo." Bacia la mia mano con la fede e si allunga per darmi un altro bacio in fronte. Mi mordo il labbro e dico prendendogli la mano mormoro "Adriano, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo." "E con l'autorità conferitomi vi dichiaro marito e moglie. Potete scambiarvi un bacio" Butto le braccia attorno al suo collo e ci baciamo. È il giorno più bello della mia vita. Riapro gli occhi, ma mi appare davanti la maschera dello stalker che portava a Halloween. Cerco di staccarmi da lui, ma questo mi alza in aria e mi porta via. Grido e mi agito cercando di liberarmi, ma ci allontaniamo sempre di più. "Aiuto! Aiuto!!" Grido cercando di afferrare qualcosa. "Aiutooo!!!!" Urlo spalancando gli occhi. Mi guardo attorno e realizzo di essere in camera...è stato un incubo. Mi porto una mano sul cuore che batte all'impazzata e cerco di calmarmi. Solo ora mi accorgo di stare piangendo, lo spavento è stato surreale, sto ancora tremando. In preda al panico mi siedo alla scrivania e cerco di respirare a fondo...non funziona, non funziona. Il mio sguardo cade alle forbici e senza pensare le afferro e mi procuro un taglietto all'altezza del polso. Il dolore mi fa inspirare a fondo, ma riesco a calmarmi...respiro lentamente e chiudo gli occhi esausta mentre il polso sanguina bagnando la scrivania. Il respiro si fa più lento dopo pochi minuti finché perdo i sensi e cado per terra. _________________________________ Sbatto lentamente le palpebre per poi richiuderli per la luce fastidiosa sopra di me. Sento delle voci, dei suoni...non capisco dove sia, forse in ospedale...sento dei bip. Deglutisco finché sento il materasso alzarsi e la luce sparire. Riapro gli occhi più facilmente, ma non vedo nulla...il materasso si abbassa e sento un corpo caldo e delle braccia forti stringermi forte. Inspiro il suo profumo e penso di sognare, è il profumo di Adriano. Lui avvicina la mia testa al suo petto e mi accarezza le braccia e la schiena rassicurandomi. Affondo tra le sue braccia e respiro il suo profumo, mi calma così tanto. "Meglio?" Sento sussurrare la sua voce al mio orecchio...è lui. "Adesso sì" sussurro sfregando la guancia su di lui e mettendo le mani sul suo petto, sentire il suo battito cardiaco mi tranquillizza. "Non lasciarmi" sussurro accarezzandogli il petto. "Promettimi che non lo farai più, mi hai spaventato tantissimo." "Lo prometto" mormoro. "Dormi, ci sono qui io a vegliare su di te" dice lui accarezzandomi la testa. Sorrido e chiudo gli occhi, mi fido ciecamente di lui. La mattina dopo mi svegliai e accanto a me non trovai nulla,come piombò nella mia vita, sparì...nel nulla. PRESENTE Deglutisco sentendo la gola asciutta e faccio una smorfia nel sentire un nodo enorme al centro che m'impedisce di deglutire. Sbatto gli occhi lentamente, ma mi sento confusa, mi gira la testa...più sbatto gli occhi, più sento un mal di testa lancinante. Forse dovrei tenerli chiusi. Li tengo chiusi per una manciata di secondi per poi spalancarli con coraggio in una volta, li richiudo fiera di questo grande sforzo e li riapro piano, ormai a confidenza con luce fastidiosa. Sento un pizzicore all'estremità dell'occhio e subito dopo come delle dita togliermi il pizzicore dall'occhio. Il mio sguardo corre a questa mano e risalendo il braccio, mi fermo ad osservare la mascella coperta dalla barba e dei capelli lunghi ondulati color cioccolato fondente. Khalil, avrei dovuto saperlo già dal profumo di legno e menta che emana. Ha sempre una pacco di caramelle in tasca, ha un'ossessione per quelle caramelle alla menta. Abbasso lo sguardo ricordandomi degli ultimi avvenimenti, ma spalanco gli occhi nel vedermi su una sedia perfettamente composta. Faccio per piegarmi perplessa, ma le spalle sono sigillate alla sedia...un primo sospetto di essere legata s'insinua nella mia mente, ma mi rifiuto di crederci, non può averlo fatto veramente. Muovo i polsi dietro la sedia e sento una corda strofinarmi la pelle, mi ha legata. Ricado sulla sedia esausta e richiudo gli occhi, non avrei mai dovuto riaprirli. "Avevo una bambola da piccolo, era importantissima per me" sento dire davanti a me. Apro gli occhi ma non alzo lo sguardo a lui, non riesco ancora a credere di essere legata. "Sai come si chiamava? Flora, incredibile no?" Alzo lo sguardo stupita, tradendo il mio volere di ignorarlo, e lo vedo seduto sul parquet di camera mia con la mia pallina rossa rimbalzante. Ha una canottiera e una camicia di jeans sopra con dei pantaloni beige e scalzo...si è cambiato mentre dormivo legata? Lui, come a leggermi nel pensiero, dice "Ho vomitato...sono stato di merda in queste ore. Ora mi passa" Esamino meglio il suo viso e lo noto molto pallido, ha lo sguardo spento e le labbra secche. Sta malissimo. Sussulto quando sento improvvisamente la pallina rimbalzare contro la parete e ritornare nel suo palmo. Mi muovo a disagio e lui chiede spostando lo sguardo dalla pallina alle mie mano legate dietro "Troppo forte? Ho allentato parecchio per non darti fastidio" Alzo un sopracciglio e lui chiede "Ti fa male? Allento ancora un po'?" Arrivati al limite della follia sorrido e dico scuotendo la testa "È divertente che tu me lo chieda" Lui sospira e rilanciando la pallina contro la parete mormora "Non mi hai lasciato altra scelta" "Avremmo potuto parlarne civilmente " "Sono d'accordo, ma poi mi hai minacciato e non mi hai lasciato altra scelta" "Io non ti ho minacciato" "Andare dall'avvocato per il divorzio è una minaccia per il mio matrimonio " "E la soluzione giusta era legarmi? Oh andiamo, siamo punto e a capo!" "Non voglio che scappi da me" "Ottieni solo il contrario facendo così" ribatto alzando un sopracciglio. "Lo so..."sussurra lui consapevole lanciando la pallina. "Lo sai e continui a farlo?" "Non sapevo cosa fare per trattenerti, tu ti stavi allontanando e io..." sospira pesantemente per poi dire "Non voglio litigare, so di aver sbagliato " "Tu capisci che così mandi a puttane tutto quello che abbiamo costruito? Mese dopo mese, giorno dopo giorno...tra litigi, pianti, scleri...mi sento come il primo giorno sullo yatch quando mi hai legata e io desideravo solo che tu morissi dissanguato." Lui sorride e chiede "Ci sono andato vicino" Corrugo la fronte non capendo a cosa si riferisca mentre lui aggiunge "E poi sei incinta di me, è impossibile che tu ti senta come quei tempi" Mi mordicchio il labbro e chiedo "Da quanto lo sai?" "Non importa questo, piuttosto perché tenermelo nascosto per così tanto tempo?"ribalta la mia domanda stringendo forte la pallina. Io alza lo sguardo e lui borbotta "In realtà penso proprio di sapere il perché" "Cioè?" "Pensi che non potrò mai essere un buon padre per nostro figlio" "Punto primo: Non è vero, hai dimostrato di saper essere anche dolce e tu sai che io amo questo lato di te, e punto secondo: può anche essere femmina e, di certo, non puoi legarla, come ora con me, quando uscirà con un ragazzo" Lui alza lo sguardo a me e sorride...la situazione è paradossale, ma è bello vederlo sorridere. "Spero tanto che sia maschio allora" dice facendo sorridere stavolta me. Sentiamo improvvisamente suonare alla porta e lui sospirando si alza con la pallina in mano. Esce dalla stanza senza proferire parole e io mi chiedo chi possa essere, Juan? Merda, e se dovesse vedermi così? Io posso controllarmi, ma lui andrà su tutte le furie e non esiterà a uccidere Khalil. Sento la porta aprirsi e sudo freddo aspettandomi delle urla, quando invece la porta viene richiusa subito dopo e c'è silenzio. Non sarà sicuramente Juan, sarà mamma? Sento dei passi avvicinarsi alla camera e rigiro la testa verso la testa di fronte a me. Sento un profumo speziato e con la coda dell'occhio vedo lui con delle buste in mano. "La cena "mi spiega lui risedendosi per terra e uscendo le cose dalla busta. "Riso alla cantonese per me e pasta ai frutti di mare per te" dice distanziando le due scatolette e rialzandosi. Osservo la mia pasta che ha un aspetto davvero invitante e Khalil che era uscito dalla stanza, ritorna con delle forchette in mano. "Non so perché si ostinino a mettere queste stupide bacchette dentro, chi ha il tempo di litigarci?" Sposta una sedia davanti a me e sedendosi, arrotola con la forchetta un po' di linguine e lo avvicina al mio mento. Alzo un sopracciglio sorpresa e lui dice intimandomi "Devi mangiare, ti prego fallo per il bambino" Potrei dirgli di slegarmi e assicurarlo che poi mangerò, sono certa che lo farebbe, ma voglio stare alle sue regole per ora. Khalil senza avere il controllo su di me, non può vivere. Lo mette a suo agio sapere come sto, dove sto, cosa faccio, con chi parlo...ma perché? Gelosia? Anche...ma non è solo questo. Rivedere mia madre mi ha riaperto gli occhi, vedere Khalil al suo fianco, come a proteggerla...lui vorrebbe poter riavere così anche sua madre, ecco il perché di questo gesto. Gli manca e vuole impormi a riappacificarmi con lei, parlarle perché lui non può farlo con sua madre...io posso farlo, sono ancora in tempo. Non vuole che io mi senta abbandonata come si sente lui, ecco perché questa ossessione, questo controllo...non ha potuto controllare sua madre, salvarla. Cerca di rimediare adesso con me, ma non capisce che esagera...non vuole dare nulla al caso, il caso gli ha tolto sua madre, non ha intenzione di rifare lo stesso errore. "Chi te l'ha data la bambola che si chiama come me?" Chiedo per poi aprire la bocca. Lui corruga la fronte sorpresa, ma non ci pensa troppo e m'imbocca. La pasta è buonissima e succosa, mi ritrovo a masticare velocemente per poi riaprire la bocca per un altro boccone. Khalil sorride perché per una volta non gli vado contro e mi dà un altro boccone di pasta. "Mama"dice rispondendo alla mia domanda. La madre gli ha regalato la bambola che lui ha chiamato come me, i pezzi del puzzle finalmente si stanno unendo. "Che fine ha fatto questa bambola?" Chiedo prendendo un altro boccone di pasta, che buona santo signore! "Acqua?" Chiede lui avvicinandomi il bicchiere con la cannuccia. Ne prendo subito un po' mentre lui dice "La portavo sempre con me quando andavo a trovare mama in libreria, quel giorno l'ho lasciata in cassa con mama mentre io leggevo in soffitta. Le fiamme hanno preso sia mama che Flora. Ho trovato un bottone verde del suo vestitino, è un po' rovinato ma è l'unica cosa che mi è rimasta di lei" Deglutisco e chiedo "Ci eri così affezionato?" "Abbastanza. Mama mi aveva chiesto di prendermene cura, non sono stato attento" mormora tremando con la voce alla fine della frase. "Non potevi prevedere quell'incendio" dico mordendomi il labbro. "Mi sono accorto del fumo dopo un bel po', avrei potuto chiamare papà, chiedere aiuto...sono arrivato troppo tardi. Ho rovinato tutto, ho rovinato la mia famiglia, ho perso lei" Posa la scatola sulle sue ginocchia e abbassando lo sguardo sussurra, come una confessione "Non me ne do pace" Rimango in silenzio mentre succede una cosa stranissima...posa i gomiti sulle ginocchia, come esausto di portare un peso insopportabile sulle spalle, e crolla. Dopo 14 lunghi anni di agonia crolla. Si porta le mani sul viso e lo sento singhiozzare...sta piangendo. Khalil Temiz è piegato davanti a me che piange istericamente. Osservo le sue spalle e la sua schiena alzarsi e abbassarsi mentre piange, le orecchie diventare rosse e le gambe tremare. Resto ancora in silenzio, penso...ho sognato questo momento, ho desiderato con tutta me stessa questo momento e finalmente sospiro di sollievo. Ho risolto l'enigma, il puzzle è stato finalmente completato. Il suo punto debole, non io. Il collante di tutto, la sua bambola Flora. È solo a lei che avrà detto dell'abuso, a lei avrà raccontato quanto ama sua madre, quanto è gratificato di avere un padre, di quando veniva bullizzato per il suo peso, con lei poteva essere sincero ,lei non poteva giudicarlo, solo comprenderlo...le avrà promesso di prendersi sempre cura di lei, come gli aveva chiesto la madre, la notte era lei che scacciava i suoi incubi, con lei le difese cadevano, poteva essere se stesso, completamente a nudo, al sicuro, la sua confidente più fedele, la sua migliore amica, l'ultimo regalo di sua madre. Flora. "Ti amo" mormoro facendogli alzare lentamente lo sguardo. Osservo i suoi occhi arrossati, il viso arrossato e interamente bagnato dalle lacrime, ha il terrore dipinto nello sguardo, sta rivivendo tutto...tutto l'orrore di questi anni, la vita gli ha sempre riservato disgrazie, perdite, è cresciuto da solo, l'unico amore che poteva ricevere gli è stato strappato davanti agli occhi, la vita non gli ha mai dato tregua, lui ha sempre dovuto combattere contro il mondo e contro se stesso da solo. Khalil si sporge subito su di me e prendendomi forte il viso tra le mani chiede ancora con la voce tremante "Dici sul serio?" Non rispondo, mi sporgo, per quanto mi sia possibile, e lo bacio sulle labbra. Assaporo il sapore delle sue lacrime, le leccò sul suo labbro inferiore, sono così dolci...ne voglio ancora. Khalil ci mette un po' per realizzare il mio bacio, ma poi prende la mia testa a coppa e intensifica il bacio. Mi stacco di poco senza fiato e sussurro con affanno sulle sue labbra "Slegami" Lui alza lo sguardo ai miei occhi, come per leggerli e io posando la mia fronte sulla sua mormoro rassicurandolo "Fidati" Non se lo fa ripetere una seconda volta, si sporge su di me e mi slega le mani facilmente, aveva solo fatto un nodo...mi sarei potuta slegare anche da sola. Gli prendo il viso e lo bacio anch'io vogliosa per poi ristaccarmi e ricordargli "Le caviglie" Si sporge per darmi un altro bacio veloce per poi mettersi in ginocchio ed eseguire il mio comando. Il nodo è più complicato lì infatti prima di concentrarsi meglio, si allunga per darmi un bacio impaziente sulle labbra, per poi baciarmi la coscia, il ginocchio e abbassarsi per slegarmi. Affondo le mani tra i suoi capelli impaziente anch'io e quando ha finalmente fatto, gli allaccio le braccia attorno al collo mentre lui mi alza in aria facendomi allacciare le gambe attorno ai fianchi. Mi posa sul letto e non sopportando di essere a contatto con la mia pelle, mi fa saltare in aria tutti i bottoni della camicetta e la butta per terra. "Mi è costata 40€ da Zara quella camicia" lo riprendo sulle sue labbra mentre gli tolgo la camicia di jeans e gli sfilo la canottiera. "Fanculo alla camicia, ti compro tutta Zara se è questo il problema. "Non puoi" dico ridendo. "Certo che posso, posso tutto. Tu chiedi e lo avrai, sarà tutto tuo" "Tu sei mio?"chiedo sfilando i nostri jeans. "Sono solo tuo" ringhia lui sfilando le mie mutandine, i suoi boxer e abbassandosi a baciare i miei seni. Lecca l'incavo per poi riempire di baci l'addome e dire "Sono totalmente vostro, perso di voi. Farò di tutto per voi" "Oh Khalil ohhhh ohhh" temo verso la fine quando lui inizia a baciarmi la carne. Gli vado incontro mentre lui mi solletica con la lingua e io butto la testa all'indietro per il piacere. Con una mano afferro i suoi capelli e tirandolo gli impongo il giusto ritmo. Lui lecca, succhia, morde senza pietà e facendomi impazzire. Grido il suo nome in ripetizione e lui per calmarmi cerca di accarezzarmi le coscia inconsapevole della pelle d'oca ovunque mi sfiori. Sono ad un passo dal venire e lui ritraendosi, si erige su di me per osservare il mio viso arrossato, i miei capezzoli turgidi, il mio respiro affannoso e il tremolio delle mie braccia a gambe. Sorride soddisfatto e abbassandosi a baciarmi l'addome mormora "Scusami piccolino, mamma e papà ora faranno un po' di rumore" per poi entrare dentro di me facendomi urlare. Inizia a muoversi velocemente e sempre più a fondo, per poi allungarsi a bloccarmi i polsi sopra la testa e godersi me impazzire di piacere. Le stoccate sono sempre più forti, la testiera del letto sbatte forte contro la parete e io mi mordo fortissimo il labbro per non svegliare il quartiere. Lui sostituisce i miei denti coi suoi sul labbro e tirandomelo forte, lo rilascia per poi passarci la lingua sopra per lenire il dolore. Allaccio le gambe attorno a lui per sentirlo più a fondo e chiudo gli occhi quando lo sento tutto dentro di me, grido di non fermarsi, di fottermi ancora ancora e ancora. Lui mi bacia tutto il viso e scendendo a mordere il collo, libera i miei polsi. Finalmente butto le braccia attorno al suo collo e quando sto per venire, affondo le unghia sulla sua schiena e urlo gemendo. Khalil spinge ancora più veloce finché esplodo e mi aggrappo alle sue spalle tremando. Sento il suo cuore battere all'impazzata e ricadendo insieme sul letto, respiro a fondo cercando di recuperare fiato. Lui alza il suo viso e appoggiando la fronte sulla mia sudata sussurra "Riesci a stupirmi sempre" "Che ho fatto?"chiedo ancora con affanno. "Speravo di doverti tenere legata per settimane, per una scopata così avrei dovuto aspettare minimo un mese " "Dovrai aspettare un po' per la prossima" "Mi vuoi mettere in castigo?" Chiede lui ridendo dandomi un bacio sul naso. Deglutisco e dico più seria "Devo parlarti di una cosa" Solletica il mio naso col suo giocosamente e mormora "Dimmi" "È una cosa seria" dico mettendomi seduta e coprendomi con le lenzuola il seno. Lui fa una smorfia per il mio gesto, ma mantiene le distanze e posandosi sul gomito dice "Ti ascolto" "Ti ricordi che hai detto che faresti qualsiasi cosa per me e il bambino?" Khalil annuisce e io dico in difficoltà "Ho bisogno che tu faccia una cosa per me" Lo vedo annuire con la testa e io dico mordendomi il labbro "Dobbiamo lasciarci" Lui corruga subito la fronte e mettendosi seduto chiede più serio "Di che diavolo stai parlando?" "Non sarà per sempre, voglio che ci separiamo per un periodo di tempo" Khalil si scalda e fa per negare, ma io gli prendo le mani e dico "Ascoltami per favore..." Richiude la bocca e respirando più affannosamente, si limita ad annuire con la testa. "Ci ho pensato molto, prima di arrivare ad una conclusione" Respiro a fondo e con le lacrime che minacciano di uscire mormoro "È da quando sei ritornato a Palermo che mi tormenta questa cosa...all'inizio non capivo cosa o fingevo di non capire, non so...ma adesso sono decisa e voglio parlartene. Mi tengo questa cosa dentro da troppo tempo..." Abbasso lo sguardo alle nostre mani e dico "Quando mi hanno detto che eri morto, mi è caduto il mondo addosso, non so esprimere a parole quello che ho provato...ho solo sentito il vuoto sotto i miei piedi e penso di essere morta anch'io un po' con te." Faccio una pausa sospirando a fondo e dico con un groppo in gola "Passavano i giorni e io mi sentivo sempre peggio, avevo bisogno delle tue braccia, del tuo calore, del tuo profumo, dei tuoi baci, di sentire la tua voce...Dio, non sai quanto ne abbia sofferto. Delle volte me la immaginavo e pensavo di essere diventata pazza, ma a un certo punto ho fatto un pensiero orribile...non so bene il perché" Alzo lo sguardo a lui con delle lacrime che corrono furtivamente sulla mia guancia destra e sussurro "Ho pensato che...ho pensato che sarei stata finalmente in pace. La vendetta, tutta la sofferenza, gli inganni, tutto quel macello che è successo sullo yatch...mi sono sposata, sono passata dall'odiarti all'amarti in niente...non ci siamo mai separati, sempre insieme per 14 anni, sono passata sopra quei lunghi e tortuosi 14 anni e sapere che eri morto, che non sarei più stata col mio stalker, con l'uomo che mi ha tormentata per anni...mi sono sentita sollevata, quasi come se il cielo mi avesse perdonata per lo scempio fatto innamorandomi di te e uscendo incinta di tuo figlio" Piango senza freni ormai, ma lui mi lascia parlare e sta immobile ad ascoltarmi, forse neanche lo sta facendo...mi fissa e basta. "Lo so che è orribile da dire, lo so bene...ma cerca di capire. Ti ho odiato con tutta la mia anima per poi amarti con tutto il mio cuore...ero consapevole del fatto che mi fossi innamorata del mio incubo, della persona che ho più disprezzato in vita mia. Ci sono passata sopra, non m'importava più di cosa mi avessi fatto" Abbasso lo sguardo e inspirando col naso mormoro "Solo dopo la tua morte mi resi conto di essere stata ossessionata da te per tutto questo tempo. Era una cosa malata, ti volevo con ogni fibra di me stessa, era tutto così tossico...ho anche pensato al suicidio pochi giorni dopo la tua morte..." Alzo lo sguardo e dico singhiozzando "Ho pensato di morire nonostante sapessi del nostro bambino dentro, non m'importava di altro, avevo bisogno di te, volevo solo riaverti, ritornare da te...dal mio mostro." Mi porto una mano sul viso e dico con voce tremante "Sono diventata io il mostro, capisci?" Piango respirando con affanno e chiedo "Cosa sarebbe successo se tu fossi tornato da me e mi avessi trovata morta? O se avessi provato ad abortire per non sopportare il dolore di averti perso? Non mi do pace, non mi do pace per averlo solo pensato. Va tutto contro ogni mia ragione, il mio amore per te va contro ogni mia ragione" Khalil apre le sue braccia e prendendo la mia testa l'appoggia sul suo petto, mentre con i polpastrelli mi accarezza la cute della testa per calmarmi. Piango istericamente sul suo petto e lo abbraccio forte. Lo amo così tanto. Lo sento accarezzarmi la schiena e io mi tranquillizzo immediatamente...respiro a fondo e inspiro il suo profumo. "Meglio?"chiede lui sulla mia testa. Annuisco con la testa ed emergo dal suo petto, lui mi sistema subito i capelli di lato. "Grazie" mormoro quando mi porge un pacco di fazzoletti. Mi soffio subito il naso e alzo lo sguardo a lui. Khalil resta a fissarmi in silenzio e accarezzandomi una guancia chiede "Quanto tempo ti serve?" "Io...non lo so. 14 anni? Devo recuperare tutti quei anni che mi hai privato, recuperare soprattutto me stessa" "14 anni sono tanti" sussurra lui in un filo di voce. "Non ti voglio obbligare, se non vuoi farlo, possiamo divorziare" Lui alza un sopracciglio e io spiego subito "Io non voglio divorziare, ti amo tanto tantissimo...è proprio per questo che voglio lasciarti libero di poterti creare una nuova relazione con un'altra donna, di crearti una nuova...famiglia" dico con voce tremolante verso la fine. La realtà è che solo l'idea di due mani non mie sul suo petto, sul suo viso, sui suoi capelli mi fa vomitare. Khalil scuote la testa e mormora appoggiando la sua fronte contro la mia "Sai che ti aspetterei fino alla fine dei miei giorni, lo sai bene, non dire altre stronzate" "Ho bisogno di tempo per razionalizzare, per rimettere a posto i pezzi, per perdonarti, per uccidere il passato e potermi davvero rendere conto che è amore quello che sento per mio marito e non ossessione per il mio stalker. Ho davvero bisogno di capire, di un po' di pace nella mia vita e anche tu..." "Io ho già capito tutto, so che ti amo più di ogni altra cosa" Scuoto la testa a accarezzandogli la mascella mormoro "Hai mai parlato a qualcuno dell'abuso?" "A te" "Oltre a me?" "Basta che lo sappia solo tu" Sospiro e dico "Dobbiamo affrontare i nostri incubi, le nostre paure...è inutile nascondersi dietro, vedi cosa ci è successo. Vedi come stiamo" "Io vedo solo mia moglie con mio figlio dentro. Non ci è andata tanto male" "Avevi legato tua moglie con tuo figlio dentro solo mezz'ora fa" gli ricordo. Lui sospira e io dico "Lo vedi? Neanche ti rendi conto quando perdi il controllo. Dobbiamo strappare la radici infettate e farne crescere delle nuove sane...lo dobbiamo a nostro figlio" "Mi perderò 14 anni della sua vita" "Ma lo ritroverai quando saremo entrambi veramente pronti a costruire una famiglia. Saremo dei genitori bravissimi e dolcissimi, parteciperemo al concorso per migliori genitori e lo vinceremo" "C'è davvero un concorso del genere?" Chiede lui ridendo. "Non lo so" dico scoppiando a ridere. Ridacchiamo e ci guardiamo negli occhi intensamente. Lui deglutisce e dice "Ti ricordi la promessa che mi hai fatto?" "Facciamo una promessa?"mi chiede lui dandomi un bacio sulla punta del naso. "Sentiamo" "Promettimi che con questi occhi guarderai solo me, come io guarderò solo te" "Con questi?"chiedo allargandoli a mandorla. Lui sorride e annuendo con la testa dice "Proprio questi, questi che sto guardando e penso siano i più belli al mondo" "Anche se non sono celesti?" "Chi ha detto che gli occhi celesti sono più belli?" "Cosa ci vedi allora nei miei occhi?" "La mia felicità" Deglutisco colpita dalle sue parole e mordendomi il labbro sussurro "Promesso" Annuisco "Di non guardare con questi occhi nessun altro" "Devi romperla" "Perché?"chiedo allarmata. "Perché dovrai guardare così anche nostro figlio, voglio che non si perda lo spettacolo di questi occhi che brillano" Delle altre lacrime scorrono sul mio viso e lui dandomi un dolcissimo bacio mormora "Va bene, se è quello che vuoi, va bene. Sparirò dalle vostre vite per 14 anni. Non mi farò vedere o sentire, risolverò tutto e il 25 settembre 2033 ritornerò migliore, te lo prometto" Io spalanco gli occhi incredula e lui aggiunge "Tu promettimi però che mi aspetterai, che non ti scorderai mai che là fuori c'è un uomo che vi ama più di ogni altra cosa e farebbe di tutto per il vostro benessere e la vostra felicità. Promettimi che con questi occhi guarderai e amerai solo me e nostro figlio" Chiudo gli occhi sentendo il cuore sanguinare a queste parole e riaprendoli dico "Certo che sì" Gli prendo la mano e posandola all'altezza del mio cuore dico leccando delle lacrime sul labbro inferiore "Promesso" Gli prendo il viso e lo bacio, è un bacio lunghissimo, dolorosissimo, bellissimo. Gli porto indietro i capelli per vederlo meglio in viso e gli vedo gli occhi lucidi, lo amo così tanto. "Anch'io ti amo più di ogni altra cosa" decido di confessargli. Lui mi fa sdraiare sul letto e coprendo i nostri corpi nudi con le coperte, mi attira al sul petto e stringendomi forte, affonda il naso tra i miei capelli. Chiudo gli occhi inspirando il suo profumo e nel calore delle sue braccia e con le dita che accarezzano lentamente la mia testa dandomi pace, mi addormento. La mattina dopo mi svegliai e accanto a me non trovai nulla, nessun bigliettino che dice di amarmi e di non veder l'ora di rivedermi a pranzo, nessun fiorellino, nessuna dolcetto...come piombò nella mia vita, sparì...nel nulla.

Ritorna all'indice


Capitolo 48
*** Capitolo 48 ***


Come faccio a spiegare quanto è trepidante il mio cuore senza di te. RAKIB'S POV : PASSATO La vedo che arriva da lontano e noto un cerchietto di velluto sui capelli, sembra che si sia sistemata a lungo prima di scendere. Io non ho dormito bene questa notte, non riuscivo a chiudere occhio dopo il bacio. Ho immaginato di baciarla di nuovo e di ribaciarla ancora...l'ho immaginata tra le mie braccia mentre le facevo dei grattini sul braccio e affondavo il naso tra i suoi capelli profumati di lavanda. La scuola ormai è finita e sta cominciando l'estate, si prospetta una gran bella estate. "Ciao, scusa per il ritardo" dice lei raggiungendomi. Noto un rossetto fucsia scuro tra le sue labbra, gli occhi più marcati e un nuovo profumo. "Hai cambiato profumo?"chiedo subito scendendo dalla grata. "Io? " chiede lei annusandosi la maglietta. "Ehm...ho solo messo un po' di profumo di mamma, non ti piace?" Domanda alzando lo sguardo a me delusa. Mi avvicino a lei e annusandola dal collo, sfioro il mio naso con la sua pelle. Lei sussulta e ridacchiando dice "Dai che mi fai solletico!" "Preferisco il profumo della tua pelle"dico sincero ritraendomi un po' impacciato. Che diavolo mi prende? Perché sono muto come un pesce e mi sento di andare in fiamme? Stringo con le mani sudate l'ovetto e solo ora mi ricordo della sorpresa. "Questo è per te" dico porgendole l'ovetto sorpresa della Kinder. Lei s'illumina e chiede "Per me?" Io annuisco e lei lo scarta subito, trovando all'interno un ciondolino di un personaggio mai visto in vita mia, non guardo quasi mai i cartoni. La tv la occupa sempre la mamma o papà, delle volte mi siedo per terra in un angolino in pace per seguire insieme a mio padre le partite di calcio, ma faccio sempre attenzione a non farmi scoprire. Non gradisce molto la mia compagnia. "Chi è?"chiedo indicando la tizia sul ciondolo. "Non ne ho idea" dice lei facendoci scoppiare a ridere. "Grazie" mormora improvvisamente per poi allungarsi e darmi un bacio a stampo velocissimo. Ritorna al suo posto mangiando la sua pallina di cioccolato e io vado letteralmente a fuoco. Non m'immaginavo così il prossimo bacio con Alice, immaginavo me perfettamente padrone della situazione e lei intimidita dalla mia aurea virile. Invece sembra più tranquilla lei che io, Rakib cazzo amico! Sbloccati! Sembra che tu abbia una scopa in culo, cielo dalle un bacio anche tu. "Vuoi?"chiede lei distraendomi. Abbasso lo sguardo alla pallina di cioccolato e scuoto la testa. "Ho mal di stomaco" confesso. Mi sto sentendo male, merda merda! "Oh, cos'hai? Vuoi fare la cacca?" "Io? No, cosa? No! Certo che no" borbottò inficcando le mani in tasca. "Tutto bene? Stai diventando un pomodoro in faccia" dice lei prendimi in giro. "Io? Ma cosa dici? Certo che sto bene, io..." Lei mi prende la mano e intrecciando le nostre dita chiede "Ti va di passeggiare un po'?" Rimango troppo sconvolto da questa sua iniziativa, e non so per quale ragione, ma m'innervosisco e sciogliendo le mani scappo via. "Rakib!" Sento gridare lei. Io scendo nel lato dei garage e infilandomi dentro un piccolo corridoio con le scale, prendo a pugni il muro. "Ma che cazzo ti prende Rakib! Eh?" Ringhio arrabbiatissima con me stesso. Sta andando tutto a rotoli! Non è così che immaginavo andassero le cose! Merda! Le mia mani non hanno smesso di tremare un secondo! Che vergogna cazzo! Mi siedo sulle scale e prendendomi la testa tra le mani, impreco anche in arabo. "Trovato!" Esclama una voce delicata. Alzo subito la testa e chiedo "cosa?" "Trovato! Non stiamo giocando a nascondino?"chiede Alice posando le mani sui fianchi. Io mi rialzo e guardandomi dico "Già" Faccio per raggiungerla dicendo "Senti Alice..." "Ora trova me!" Grida lei scappando via. Io, preso alla sprovvista di nuovo, tardo a correre e mi ritrovo a cercarla dappertutto senza risultati. Quella peste è bravissima a nascondersi, però quasi sempre con lei. Penso ai posti dove è solita nascondersi e riparto da lì. Ispeziono posto finché penso di non aver controllato solo in un posto. Corro fino al garage rosso e salendo sopra il tetto, raggiungo la colonna all'estremità. "No!"grida lei scappando via. Io fortunatamente riesco ad acciuffare, ma lei non me la dà vinta e si agita tra le mie braccia per scendere. L'appoggio contro la colonna e intrappolandola con le mani ai lati della sua testa dico col fiatone "Beccata" Alice mi sorride e io senza pensarci le do un bacio. La vedo arrossire di colpo e chiedo prendendola in giro, come ha fatto prima con me "Tutto bene? Stai diventando un pomodoro in faccia" "È stata la corsa" dice con la sua linguaccia. "Ah sì, è così stellina?"chiedo incominciando a farle il solito. Lei grida ridendo e riuscendo a divincolarsi, scappa da me ridendo. "Dove scappi!" Grido io rincorrendola col sorriso. "Che fate? Giocate senza di noi?" Mi raggiungono correndo Michael e Samantha. Credo che lui le abbia finalmente parlato. "Chiudi questo forno" dico dando un pugnetto sul viso a Michael. "Rabik! Dove scappi? Volevo chiederti di accompagnarmi al..." Michael non le ha detto che gli piace da matti?? Merda, così Samantha continuerà a provarci con me. Alice svolta a destra e io scendendo subito le scale grido "Non ora Sami!" "Quando! Puoi giocare un'altra volta con Alice!" La sento gridare. Io la lascio sbattere e corro per cercare quella peste, nessuno sta capendo che non è un gioco, si sta parlando del mio fottuto cuore. PRESENTE "È arrivata la pizza!" Esordisce Samantha entrando in salone. Siamo tutti qui che stiamo guardando un film, il preferito di Ascanio...il gladiatore. Alice sostiene che possa farlo sentire meglio dopo la giornataccia. Puttanate, almeno il film mi sta piacendo. Alice si alza per aiutare Samantha e chiede "Quale volete? Ne ho ordinata una margherita, l'altra al pollo e..." "Io non mangio la pizza" borbotto incrociando le braccia. Sono solo sul divano, l'altro è occupato da lei e quel porco bastardo. "Oh ehm...perché?" "Perché, a differenza vostra, ho una linea da mantenere." Tutti alzano gli occhi a me, ma Alice non coglie il mio commento e chiede "Un'insalata ti va bene? Te ne posso fare una velocemente" Non aspetta la mia risposta e corre via. Mi alzo e decido di raggiungerla, non vorrei che mi metta nell'insalata qualcosa che non gradisco. "Dove vai?' Chiede Sami rompendomi. "In bagno" mento, ma chissene? Questa è casa mia, quindi mie regole. Entro in cucina e bevendo la mia birra, mi avvicino incurante ad Alice che tagliuzza velocemente della lattuga. "Ascanio sembra essersi calmato" mormoro appoggiandomi al bancone. "Sì, per fortuna. Gli uomini di Bilel li stanno cercando, speriamo bene" "Già..."mormoro allungando l'occhio alla sua scollatura. Immagino di andarle dietro, farla girare tra le mie braccia, alzarla al bancone, risalire la gonna, infilare le mani tra le sue mutandine, abbassarmi e risalire coi baci sulla coscia fino a... "Tutto bene? Stai diventando rosso come un pomodoro" dice lei tagliando un pomodoro. Io scuoto la testa e nascondendo la patta gonfia, mi scolo la restante birra. Cazzo, la testa parte da sola. "È una tua impressione" dico duro buttando la bottiglia di vetro. Lei fa spallucce mentre io cerco di calmarmi e pensare a qualsiasi cosa che non sia lei nuda tra le mie braccia. Merda Rakib! Ancora! "Tonno va bene?"chiede lei facendomi scuotere la testa. "Va bene la pizza, lascia stare l'insalata" dico uscendo fuori dalla cucina. Le mie intenzioni erano quelle d'intimidirla, invece è successo il contrario. Fanculo! Sprofondo sul divano e afferrando un'altra birra, ne faccio fuori la metà tutto d'un fiato. "Wow amico, vacci piano" dice Ascanio dall'altra parte. Lo fulmino con lo sguardo e ringhio "Fatti i cazzi tuoi" Lui fa per replicare, ma Samantha gli inficca dei popcorn in bocca e dice "Smettetela" Fulmina anche me e aggiunge "Entrambi" Sbuffo e incrocio le braccia seccato, quando Alice rientra nel salone e dice "Ok, ho fatto anche dell'insalata per chi la volesse. A Rakib non va più " Apre le scatole delle pizze e distribuendo le fette in dei piattini, ce li serve. Do un boccone alla mia fetta di pizza, quando lei sprofonda sul divano accanto a me. Rimango immobile con la bocca aperta e la pizza a metà. Mi riprendo in fretta e ricomincio a masticare, cerco di inspirare il profumo della pizza e non quello della sua pelle. "Ti sta piacendo il film?" Sento mormorare d'improvviso. Annuisco con la testa, mi sta intrigando la storia di Massimo. "Siamo gli unici svegli" mormora lei indicando con la testa Samantha che dorme con la testa poggiata sulla spalla di Ascanio e anche lui, a sua volta, appoggiato su di lei. "Ti va una birra fuori?"chiede subito dopo lei. È tardi e fuori c'è freschetto quando decidiamo di uscire nel giardino. Sorseggiamo le nostre birre in silenzio, finché raggiungiamo il bordo piscina e lei sedendosi mormora "Comunque grazie" "Di cosa" chiedo sedendomi poco più in là. Non troppo vicino o rischio di saltarle addosso. "Per non aver creato altri litigi con Ascanio" dice avvicinandosi a me. Merda, penso bevendo la birra. "In realtà te ne sei perso uno mentre eri in cucina" dico infilando i piedi in acqua per distrarmi. La luce della luna la illumina come un angelo, prenderla qui, proprio adesso, sarebbe un sogno. Anche lei immerge i piedi in acqua e dice ridacchiando "Beh, allora grazie per non essere arrivati alle mani nelle ultime dieci ore" Io non dico nulla, mi limito a osservare la luna riflessa sull'acqua. "Allora? Come vanno le cose con Sami?"interrompe il silenzio dopo un po'. "Normale" "Ti piace?" Alzo lo sguardo a lei "Ti dispiacerebbe?" Alice abbassa gli occhi alle sue gambe e bevendo un sorso mormora "Forse" "L'hai voluto tu" dico dando un calcetto all'acqua. "Quindi ti piace" "Potrebbe" Lei sposta lo sguardo in alto, alla luna e mormora "Se è lei ciò che vuoi, va bene." "Stai dicendo tutto tu" "Voglio vederti felice, e se trovi in lei la tua felici..." "Smettila" sbotto duro io. "Non mi credi?" "Lascia stare" dico alzandomi con la birra. "Cosa?" "Lascia stare" ribatto allontanandomi e rientrando in casa. Vuole la mia felicità, certo...che lo vada a raccontare a qualche altro fesso. ALICE' S POV: "Distrubo?" Chiedo a Beni che la sento sbadigliare. "Ma no, sono solo le 3 di notte. Dimmi tutto " Ridacchio e chiedo "Stavi dormendo?" "Beatamente" Mi porto una mano tra i capelli e sussurro con voce tremante "Scusami" Beni capisce subito il mio tono di voce e chiede "Ehi tesoro, che succede?" "Credo di aver mandato tutto a puttane di nuovo" sussurro iniziando a piangere. "Ti ha detto qualcosa Rakib?" "Credo che si stia innamorando di Samantha " "Tua cugina?? Mi avevi detto che è stata solo una scopata" Mi asciugo delle lacrime col dorso della mano e singhiozzo dicendo "Gliel'ho appena chiesto" "Cosa?" "Gli ho chiesto se gli piace" "E lui? Completa la frase!" esclama Beni impaziente. "Ha fatto il vago, credo proprio che gli piaccia" "Ok, innanzitutto calmiamoci. Coi tuoi singhiozzi non capisco cosa dici" "Beni cazzo! Non gli piaccio più! Ha un'altra!" "Ma cosa vai dicendo! Non ha detto che gli piace, Rakib sembra un tipo diretto, te l'avrebbe detto. Credo che ti voglia stuzzicare adesso" "Ma quale stuzzicare! Mi sopporta a malapena, non parliamo più come una volta. Non c'è più quella scintilla, ho rovinato tutto!" Dico piangendo istericamente e tracannando la restante birra. "Vedrai che tutto ritornerà alla normalità, dagli tempo. Pensa che tu preferisca Ascanio a lui, gli hai mai detto che è con lui che vuoi stare?" "Non lo capisce! Vede questa cosa di aiutare Ascanio come un tradimento, nonostante abbia detto che è lui che amo!" "Sai cosa? Sono inutili le parole adesso, Rakib non si fida delle tue parole. Passa ai fatti, dimostrargli che lo ami" "E come?" "A questo devi pensare tu dolcezza " "E se non mi vorrà più lo stesso?" "Provaci! Non hai nulla da perdere" "Beh...ci sarebbe il mio orgoglio" "Buonanotte Alice!" Ridacchio "Buonanotte Beni, sei la migliore" "Lo so tesoro, mi fai sapere domani?" "Certo, spero mi venga qualcosa in mente. Chiedi scusa a Bilel da parte mia per avervi svegliato a quest'ora " "Non c'è di che, faremo il tifo per te Ali" dice Bilel. "Ma...ero in vivavoce?" "Buonanotte" dice Beni ridacchiando. Rido anch'io riattaccando e faccio per alzarmi, ma vedo un'ombra dietro di me. Mi giro di scatto e trovo Ascanio.. merda, pensavo fosse Rakib o Ginevra con una motosega in mano. "Ehi...ti eri addormentato" mormoro mentre lui si siede sull'erba dietro di me e io mi giro. "È stata una giornataccia" Sorrido e chiedo preoccupata "Come stai?" "Molto meglio" "Grande!" Esclamo contenta. "E tu come stai?" Chiede lui. Faccio una smorfia e borbotto "Dai, bene" "Ho sentito prima" "Quanto hai sentito?"chiedo allarmata. "Dall'inizio della telefonata" "Cazzo" borbotto sbuffando. Avrei dovuto controllare prima di fare la telefonata. "Avevo sospettato che ti piacesse Rakib molto tempo fa...non è stato uno shock" Sospiro e mormoro "Non è così che avrei voluto parlartene " Lui mi prende la mano e mormora "Va bene così, tu stai già facendo tanto per la mia situazione" Sorrido e dico "Sei molto importante per me" "Anche tu per me. Purtroppo capita che le cose non vadano come pensavamo dovessero andare" "Io ci sarò sempre per te, sempre" dico con una lacrima che scende furtivamente. Lui l'asciuga e dice "Non ne avevo dubbi, amici allora?" "Amici " mormoro felice sporgendomi per abbracciarlo. Rimaniamo così per diversi secondi, per poi rientrare in casa e spegnere la tv. "La tua amica dorme qui?"chiede Ascanio indicandola sul divano. "In realtà le avevo preparato una stanza proprio accanto alla tua...ma fa niente." Ascanio la prende subito in braccio delicatamente e mima con le labbra "La porto su" "Oh ok...ti do una mano?"chiedo piano. Lui scuote la testa e raggiungendomi per darmi un bacio sulla fronte dice "Buona notte" Gli auguro anch'io una buonanotte e sprofondo sul divano esausta. Ripenso alla chiamata con Beni e mi scervello per creare un piano in testa, solo che la stanchezza predomina sui miei pensieri e mi addormento sul divano. _____________________________ Sbatto piano gli occhi e mettendomi seduta, mi stiracchio per bene. Dormire sul divano non è stata una buona idea, penso portando una mano sulla schiena dolorante. Solo ora noto una coperta pesante color avorio, chi me l'avrà messa sopra? Sento un profumino arrivare dal corridoio, e scendendo dal divano stiracchiandomi di nuovo, vado in cucina curiosa. Trovo Sami e Ascanio svegli che sorseggiano del caffè e vedendomi arrivare, mi sorridono. " Buongiorno. Dormito bene? " mi chiede Samantha versando del caffè in una tazzina rosa. "Mi sono addormentata sul divano, mai più." Borbotto sedendomi su uno sgabello. "Sei la mia salvatrice" ringrazio Sami per il caffè. "Ah e grazie per la coperta" aggiungo sorridendole. "Quale coperta?" Chiede Sami perplessa. "Mi sono svegliata con una coperta sopra. Pensavo fossi stata tu" "No tesoro, Mi sono svegliata pochi minuti fa. Sarà stato sicuramente Rakib, è fuori che sorseggia il suo caffè. Mi sa che non ha dormito stanotte" Mi giro per osservare dalla porta finestra la figura di Rakib che sorseggia il suo caffè, osservando degli alberi poco più lontani dal parcheggio. Sembra molto pensieroso, chissà a cosa starà pensando. "Come mai dici che non ha dormito?" Chiedo rigirandomi e riprendendo tra le mani la tazzina di caffè. "Sono scesa per bere dell'acqua e l'ho trovato fuori che fumava alle 4 di notte" "Strano, non l'ho sentito" "Ci credo, russavi" dice Sami facendomi arrossire. Osservo Ascanio che annuisce con la testa e sorride, che figuraccia! Faccio una smorfia e posando la tazzina nel lavabo, esco dalla cucina e andando in salone, mi copro le spalle con la coperta per poi uscire fuori nel giardino. Lui è di spalle e solo ora noto una sigaretta tra le sue dita, non si accorge della mia presenza, finché mi metto al suo fianco e sospiro. "C'è freschetto oggi" mormoro sfregandomi con le mani le braccia. Lui si limita ad annuire e a buttare fuori del fumo. Non sembra gradire la mia presenza. " Volevo solo ringraziarti per la coperta, Non voglio disturbarti, vado" Faccio per andarmene, ma lui mormora continuando a guardare davanti a sé e a fumare "Non disturbi" " Ho parlato con Bilel, hanno trovato gli uomini di Ginevra, ma di Ginevra nessuna traccia qui. Sembra che sia scappata all'estero, forse è ritornata al collegio, almeno lo spero." "Grande" dice Rakib finendo di sorseggiare il suo caffè. " Tra oggi o domani lo dirò ad Ascanio così potrà ritornare a casa sua. Voglio solo assicurarmi che sia tutto a posto e sia tutto finito" Rakib continua ad ignorarmi e io deglutendo rivelo "Ho parlato con Ascanio" "Bene" mormora lui buttando fuori altro fumo. "Ha saputo di noi, l'ha presa bene" "Noi?" Chiede lui abbassando lo sguardo a me. "Tutto bene?" Chiedo a Rakib preoccupata. Mi osserva in maniera strana. "Non va niente bene" dice lui buttando ma sigaretta e schiacciandola col sandalo. "Che succede?" "Mi sono stancato. Ecco cosa succede Alice" "Io...non capisco" "Ho trasferito sul conto di tua sorella 5 milioni." "Cosa? Quando?" Chiedo sconvolta. "Ieri sera, ho anche parlato con Elsa" "E cosa vi siete detti?" "Mi ha ringraziato e mi ha detto che mi avrebbe ridato tutto, ovviamente non voglio nulla indietro. Adesso puoi anche smettere di lavorare per me" "Perché l'hai fatto?" Chiedo mentre dei nuvoloni coprono il cielo. "Sto male Alice, mi fai stare male. Sono stanco di stare male. Voglio solo pensare e dedicare del tempo a me stesso, ho perso tanto tempo" "Di cosa stai parlando? Dietro a cosa hai perso tempo?" "Dietro a te Alice" Io corrugo la fronte mentre lui indietreggia e mormora "Puoi dimetterti quando vuoi, non ti faccio pressione" Fa per andarsene, ma io mi giro e chiedo "È questo quello che vuoi?" Rakib annuisce per poi girarsi e rientrare in casa. Io rimango fuori ancora un po' e alzo lo sguardo ai nuvoloni grigi, sarà un segno? Ripenso ancora alla telefonata con Beni, potrei rimanere e continuare a combattere, ma lui vuole che mi dimetta. Potrebbe essere questo un atto d'amore, allontanarmi per il suo bene, di nuovo. Alzo lo sguardo a delle gocce di pioggia e sospirando, rientro dentro. "Che fate?"chiedo a Sami vestita e Ascanio al suo fianco. "Ascanio vuole passare dall'avvocato, con me nessuno sospetterà" "Bilel è riuscito a catturare i suoi uomini, di Ginevra però non ci sono tracce. Si ipotizza che sia all'estero" decido di informarli. "Che bella notizia! Andiamo subito dall'avvocato" dice Sami alzando lo sguardo ad Ascanio. Lui annuisce mentre Sami mi dà un bacio sulla guancia ed esce. "Grazie per tutto" dice Ascanio prendendomi le mani. Gli sorrido mentre lui mi dà un bacio sulla guancia e Rakib scende le scale beccandoci. Finge di non averci notato e marcia verso la cucina, merda...a cosa avrà pensato. "Ho avvertito Rakib che domani me ne vado, grazie per averlo convinto. Sei il mio angelo" Gli sorrido e mormoro "Ci vediamo stasera" Lui annuisce ed esce fuori. Fuori diluvia e io mi sento così sola qua dentro, ho anche chiamato mamma prima ma era occupato. Le ragazze sono tutte da Eleonora e non voglio disturbarle, credo che mi farò della cioccolata calda e mi metterò davanti al camino. Leggo le istruzioni per la cioccolata e preparando due tazze, decido di passare prima da Rakib. Busso alla sua porta, ma non sento lui. Busso un'altra volta ed entrando chiedo "Rakib?" Continuo a non sentire nulla, mi affaccio e lo trovo per terra che con le cuffie all'orecchie. Mi avvicino piano e lui notandomi, fa scendere le cuffie e alza un sopracciglio. "Ho fatto della cioccolata calda, Sami e Ascanio sono usciti per andare dall'avvocato" "Grazie, ma ora non mi va" dice lui. "Oh ehm...ok" Rakib continua ad osservarmi e io indietreggiando mormoro "Vado allora..." Richiudo la porta e faccio per andarmene, ma ribusso testarda e aprendo la porta chiedo "Ti va di vedere un film?" "No, sto bene così" declina il mio invito. "Oh...in realtà volevo solo godermi la cioccolata davanti al camino, se vuoi, puoi unirti" Lui scuote di nuovo la testa e io sorridendo dico "Ok, ho capito. Non mi vuoi fra i piedi. Vado" Esco dalla sua stanza e scendo in cucina. Peggio per lui. Mi metto davanti al camino con la mia cioccolata e mentre inizio a sorseggiarla, mi sale un moto di rabbia che mi fa rialzare e salire di nuovo da Rakib. Entro senza bussare e togliendogli le cuffie con furia chiedo "Che diavolo ti prende? Io ci sto provando!" Rakib sospira e alzando lo sguardo a me dice "Penso di essere stato chiaro" "No, invece. Non lo sei stato affatto" borbotto incrociando le braccia. "Alice ti voglio fuori dalla mia vita" dice lui diretto. Cazzo, sentirselo dire fa più male di quanto pensassi. Gonfio il petto e senza pensarci sbotto "No." Rakib serra la mascella e dice "Io me ne sono andato quando me l'hai ordinato tu" "E hai sbagliato, magari volevo essere trattenuta. Avresti dovuto combattere per noi" Stavolta è lui che si alza furioso e avanzando minacciosamente ringhia "Vai fuori dalla mia stanza." "No, voglio combattere per noi. Non me ne andrò" "Noi? Non c'è un nessun noi." "Certo che c'è" mormoro non muovendomi da lì. Lui mi viene muso contro muso e ringhia "Eppure ieri sera eri tra le braccia di quel figlio di puttana" Mi ha vista con lui...cazzo. "Non è come pensi" dico scuotendo la testa. "Sono stanco Alice, stanco delle tue prese in giro.Ne ho davvero abbastanza, mi stai facendo impazzire" "Ho parlato con Beni ieri sera e ho parlato di te, Ascanio mi ha sentita e..." "Risparmiati le giustificazioni, non m'importa. Sai cosa? Per la prima volta non m'importa più, vuoi stare con Ascanio? Stai con lui, non me ne importa nulla, non più" "Ti stai sbagliando Rakib, ti sbagliando di grosso" mormoro posando le mani sul suo petto. Lui scuote la testa e ringhia "Non ce la faccio più, non posso sopportare oltre. Ora basta" "Io ti amo" mormoro con le lacrime agli occhi. "Bugia" sentiamo dire alle nostre spalle. Ci giriamo di scatto e troviamo Ginevra con una pistola in mano. "Due piccioni con una fava, che fortuna" ridacchia lei puntando la pistola contro di noi.

Ritorna all'indice


Capitolo 49
*** Capitolo 49 ***


" Il dolore più acuto è quello di riconoscere noi stessi come l’unica causa di tutti i nostri mali." - Sofocle ALICE'S POV: PASSATO "Ti ha fatto paura?" Chiedo uscendo dal cinema mangiucchiando gli ultimi popcorn. Il film è stato così elettrizzante che neanche mi sono ricordata dei popcorn presi. "Il film? Ovvio che no, era abbastanza tranquillo per i miei gusti" dice lui gonfiando il petto. Gli sorrido e usciamo dal cinema, mentre un tizio sbatte contro Rakib all'improvviso e lui salta in aria spaventato. "Vedi di stare attento!" Borbotta Rakib sbuffando e cercando di riprendersi dallo spavento. Io scoppio a ridere e lui chiede "Che hai da ridere" Scuoto la testa divertita e buttando la confezione vuota nel cestino, dico sorridendo "Sembravi molto spaventato" "Mi è venuto addosso d'improvviso, chiunque si sarebbe spaventato " "Certo certo" mormoro io ancora divertita, mentre lui intrappola il mio collo sotto la sua ascella e scombinandomi i capelli dice "Bestia" "Lasciami! Sei tu una bestia!" Grido io cercando di liberarmi. Lui mi lascia e io prendendolo a pugni sbotto "Puzzi!" Rakib si odora subito le ascelle, mentre io scappo via prima che si accorga della mia bugia. "Piccola peste! Se ti prendo, sono guai!" "Prima devi riuscirmi a prendere!" Grido correndo fra le persone sul marciapiedi. Svolto a destra e mi guardo attorno, ma perdo troppo tempo e vengo afferrata. "Presa" mormora lui inchiodandomi al muro e abbassando il viso al mio. "Solo fortuna" dico mordendomi il labbro. Il suo sguardo cade su questo e abbassandosi ulteriormente, mi lascia un piccolo bacio sulle labbra. Arrossisco tutta completamente, mentre lui accarezza la mia guancia e chiede "Andiamo?" Io scuoto la testa, voglio stare ancora un po' con lui. "Vieni" dice lui prendendomi la mano, baciandola e trascinandomi più in avanti. Arriviamo al giardino inglese e sedendoci su una panchina, Rakib passa un braccio sulle mie spalle e mi trascina a lui. Incomincia ad accarezzarmi le braccia mentre io mi aggrappo a lui e chiudo gli occhi inspirando il suo profumo di casa. "Cosa faresti se qualcuno mi puntasse la pistola come alla protagonista del film?" Lui incrocia le nostre dita e mormora sulla mia testa "Mi farei sparare al posto tuo" "E se morissi?" "Ne varrebbe la pena" dice lui baciandomi la tempia. Io sorrido e mormoro "Tu diventerai un calciatore professionista, la tua vita vale molto più della mia" "I soldi non potrebbero mai darmi la felicità che mi dai tu. Preferirei morire piuttosto, la mia vita sei tu stellina" Mi accarezza le guance coi polpastrelli e aggiunge "Mi basterebbe sapere che esisti per poter continuare a vivere" Bacio le nostre mani strette e sorrido felicissima, non potrei amarlo più di così. Improvvisamente suona il suo cellulare e io mormoro "Non rispondere" "È Sami, rispondo velocemente "dice lui facendomi corrugare la fronte. Sami? Da quando la chiama così? E da quando chiama a Rakib? "Certo, arrivo subito"dice Rakib riattaccando. "Ehi stellina, dobbiamo andare" "Cosa? Perché? Sto così bene qui" mormoro fra le sue braccia. "Possiamo ritornare domani, Sami ha bisogno di una mano per la festa a sorpresa per Gabriel nel weekend" Il fratello di Sami, non che fosse tanto legato a Rakib. "Festa a sorpresa? Io non ne sapevo nulla" dico perplessa. Samantha è mia cugina...com'è che non ne so nulla? "Sarà una cosa intima, non so. Vieni con me tu" "Ci andrai?" "Certo" È il nostro primo mesiversario e lui pensa ad andare alla festa del fratello di Samantha? "Capisco" borbotto rialzandomi da lui. "Andiamo?" "No, va' tu. Io vi raggiungo" dico offesa. "Ok, a più tardi bimba" dice lui facendomi spalancare gli occhi. Mi dà un bacio veloce e scappa via. Resto a guardarlo con le braccia incrociate e serro la mascella, ha preferito stare con quella stronza che con la sua ragazza. Questa me la paga. PRESENTE "Ascanio non è in casa" dico indietreggiando. Che cazzo ci fa Ginevra con una pistola? Bilel non aveva detto che sarebbe dovuta essere all'estero? "Sì, ho visto che è uscito con una tipa. Si scopa quella adesso?" Chiede lei avanzando con la pistola. "Abbassa la pistola Ginevra, non fare cazzate" ringhia Rakib. "Parli tu di cazzate? Esilarante" dice divertita Ginevra chiudendo la porta a chiave alle sue spalle. Merda. Avanzo e cercando di farle abbassare la pistola mormoro "Non risolverai nulla così Ginevra, per favore...parliamone" Il tutto succede in un secondo lei mi colpisce con la pistola alla testa facendomi cadere per terra e Rakib fa per avventarsi su di me, ma Ginevra spara contro di lui. Grido per lo sparo e mi giro spalancando gli occhi sulla ferita alla gamba destra di Rakib. "Oh mio dio, no! Rakib!" Urlo gattonando verso di lui, ma Ginevra mi afferra per il capelli facendomi gridare per il dolore e ringhia "Sta al tuo posto stronza" Mi scaraventa dall'altra parte della stanza colpendomi di nuovo alla testa. Mi porto una mano sulla parte colpita, ma non vedo nulla...pensavo di sanguinare. Faccio una smorfia per il dolore lancinante alla schiena per il colpo e rialzo lo sguardo su di lei che si dirige verso Rakib. "Mi dispiace tesoro, ti sei messo in mezzo" Si abbassa su di lui e gli sussurra facendo sentire anche a me intenzionalmente "Ti avevo avvertito su di lei e tu? Volevi difenderla dopo che ha passato la serata con Ascanio? Rakib...come faccio a contare su di te?" Cosa? Come sapeva di me e Ascanio? Comunicava con Rakib? Da quanto tempo ci osserva? Cazzo, è sempre stata qui?? Ammanetta immediatamente Rakib che è per terra sanguinante e coprendo l'emorragia alla gamba con un panno annodato forte, si rialza puntandomi lo sguardo gelido. "E ora andiamo a te" dice sorridendomi. "Ginevra! Non erano questi i patti, cazzo!" Esclama Rakib ringhiando. Patti? "Erano...in fondo sapevo che avresti ceduto. Non c'è da fidarsi di te" dice lei mentre io indietreggio per quanto mi sia possibile. "Ho sempre voluto vederti strisciare ai miei piedi" dice lei crudele dall'alto. Lancio uno sguardo a Rakib e rialzando lo sguardo a lei dico "Prendi me e lascia andare Rakib, sta perdendo molto sangue, non vedi?" "Adesso ti ricordi di Rakib?" Si gira verso di lui e dice divertita "Ho dovuto spararti per avere la sua attenzione, renditi conto" "Tu che ne sai di noi?" Chiedo innervosendomi. Ginevea alza un sopracciglio e in un secondo mi riprende per i capelli e sibila "So che sei una troia, questo mi basta." Mi piega in avanti e ammanetta anche me, mi agito cercando di liberare i polsi dalla sua presa, ma tutto invano...sono in trappola. Lega anche i miei piedi con una corda e facendomi un nodo fortissimo dice "Aspettatemi qua, devo fare una telefonata e...giusto. Non potete muovervi" Esce fuori divertita e io cerco subito con lo sguardo qualcosa da afferrare. "Non troverai nulla "dice lui appoggiando la testa al muro. "Non hai delle forbici? Un coltellino? Niente? Nei cassetti?" Lui scuote la testa e dice facendo una smorfia "Non ho nulla qui, solo preservativi" Merda. "Ti fa tanto male? Riesci a muovere la gamba?" Chiedo preoccupata per la ferita. "No, sto bene" Alzo lo sguardo sbuffando e borbotto "La smetti di fare il macho per 2 minuti? Ci riesci?" Lui non mi risponde infastidito. Mi mordo il labbro e scuotendo la testa mormoro "Scusami, è che sono nel panico. Vorrei sapere come stai veramente" "Ho detto che sto bene" "Rakib" "Cosa dovrei dirti Alice? Che mi fa un male cane? Che sto cercando di non pensarci o impazzisco?" "Si! Era quello che volevo sentire!" "Contenta?" "No, non sono felice di vederti soffrire" "Non sembra, non fai altro che farmi soffrire "dice lui alzando lo sguardo a me freddo. "Non mi sembra il momento di parlare delle mie mancanze" borbotto. "Di cosa vuoi parlare in punto di morte?" "Non dire sciocchezze, non moriremo. Almeno...non moriremo così" "Hai programmato la tua morte?"chiede Rakib sorprendentemente divertito. "Io...no. Ma non moriremo qui" dico risoluta. "Sembri esserne sicura" "Lo sono, ne usciremo fuori. Tu resisti" "Spero tu abbia ragione allora" dice Rakib facendo spallucce e abbassando lo sguardo al panno tinto dal suo sangue. "Ti fa tanto male?"chiedo io facendo una smorfia. "Abbastanza, mi manca il respiro per il dolore" Scuoto la testa abbassando lo sguardo e mormoro "E' tutta colpa mia, cazzo ho fatto un casino" "No, non lo è" dice Rakib sorprendendomi. "Ginevra ha perso totalmente il controllo, non avrei mai pensato che potesse arrivare a tanto" "Ti sentivi con lei, vero? Sapevi tutto" "Mi aveva contatto ieri sera, è stata lei ad avvertirmi che eri con Ascanio ieri sera" "Ci stava osservando" Lui annuisce con la testa e aggiunge "Non so cosa mi sia preso, ho ascoltato il suo piano di allontanare Ascanio da te" "Che piano?" Rakib sibila per il dolore alla gamba e dice debole "Ho convinto io Ascanio ad andare dall'avvocato, Ginevra l'avrebbe aspettato fuori e portato con sè" "Voleva rapirlo" presumo. Rakib annuisce con la testa e io chiedo "E tu hai contribuito a questo piano folle...che ti è preso" "Io, non lo so. Continuavi a scegliere lui, continuavi a ignorare me...ero deluso, arrabbiato, abbattuto. L'ho ascoltata" "E vedi cosa ti ha fatto! Rakib, Cristo!" sbotto scuotendo la testa. Non voglio crederci. "Ho capito di aver sbagliato con Ginevra, con te..." "Con me?"chiedo alzando un sopracciglio. "Stamattina ho pensato molto a noi, a me, alle tue parole ieri sera...va bene così. Devo lasciarti andare sul serio per stare in pace con me stesso" dice non guardandomi in faccia, sembra tremendamente serio. "Cosa stai farneticando?" domando deglutendo. "Per una volta la verità" dice lui facendo un'altra smorfia. "Io...non capisco" "Sono arrivato al limite, anzi penso di averlo sorpassato. Adesso basta" sposta lo sguardo a me e ribadisce "Basta Alice" Io alzo un sopracciglio e chiedo serrando la mascella "Se dovessi morire, sarebbero queste le tue ultime parole?" "No, ma me ne andrei in pace. Le ho provate tutte con te, ad ora penso di potermi meritare molto di più" Deglutisce e aggiunge "Io dico...so quanto valgo, non non ho voglia di doverlo dimostrare per farmi amare" Abbassa lo sguardo a me e dice "Voglio qualcuno che mi ami per quello che sono, in malattia e salute, in ricchezza e povertà...voglio semplicità, stare bene" "Tu non ci hai riprovato veramente" dico addolorata dalle sue parole. Lui scuote la testa divertito e dice "Lo vedi? Neanche ti rendi conto...sai? Davvero...va bene così. Quello che ho fatto io, lo so io" "Se lo sai, dimmelo. Io non riesco a capire sinceramente" "In ospedale quella volta mi hai trattato come un estraneo, dopo tutto quello che ci siamo detti, le paure che ti ho confidato. Delle volte penso che tu lo faccia apposta per divertirti a vedermi così male" "Io? Divertirmi? E' stato orribile per me! Ascanio ha rischiato di morire per me!" "E a me non ci pensi? A quando mi hai ucciso quella volta? Mi avevi fatto promettere di non avvicinarmi più a te quando avevo il cuore a pezzi per la morte di mama, baba era ubriaco, non avevo un soldo, diluviava e il mio unico pensiero felice eri tu. Non ci pensi mai a come mi sono sentito morire?" Gli occhi si riempiono di lacrime e io mormoro "Ti ho già chiesto scusa" "La vedi la ferita sulla gamba?"chiede lui indicandola. Alza lo sguardo a me e borbotta "Puoi parlarle quanto ti pare, non si rimarginerà mai, anzi sanguinerà ulteriormente mentre sprechi tempo a parlarle. Bisogna agire per rimarginarla. Cure e attenzioni potrebbero chiudere la ferita. Capisci? Tutto quello che non ho mai ricevuto da te" Mi guarda deluso e mormora "Non ti è mai importato di prenderti cura di me. Hai sempre e solo pensato a te stessa e agli altri, mai una volta a me" "Io...non è vero" mormoro con le mani che mi tremano. "Ti vergognavi di me, Alice quanto sei stata meschina. Mi ricordavi che ero povero, che non avrei mai avuto modo di farti felice." Alza lo sguardo e con la voce spezzata aggiunge "Mi dicevi che non ti meritavo perchè non potevo permettermi sempre di portarti al cinema, di avere solo una vecchia bici per spostarci da un posto all'altro. Dio Alice, persino le mie scarpe criticavi, ben sapendo che un nuovo paio mi era impossibile comprarle" "Non è giusto" mormoro con una lacrima che scende furtivamente. "Hai ragione, non è stato giusto trattarmi come un pezzente, come potrei mai fidarmi di nuovo di te? Chi mi dice che se perdo tutto, tu non possa ritornare dal tuo principe nobile? Chi mi dice che non cercherai di nuovo di sputarmi tutte quelle barbarie come una volta?" Scuote la testa e mormora "Chi mi dice che non proverai a uccidermi di nuovo? Devo incominciare a tutelarmi, se sbaglio un'altra volta, diventa una scelta" "Rakib..."sussurro io col cuore spezzato. "Tutto questo...tutto questo l'avevo fatto solo per te. Ho speso i miei ultimi risparmi per pagare un allenatore. Volevo diventare un professionista e venirti a riprendere" Lo osservo in silenzio e sussurro dopo un po' "Non sei mai ritornato..." "Che senso aveva? Tu non mi ami" "Questo non è..." faccio per ribattere ma lui aggiunge "Ho cercato di dimenticarti per quanto mi fosse possibile, m'imbottivo di pillole e alcol per toglierti dalla testa, per un attimo ci ero anche riuscito" Scuote la testa e dice "Ma ti ho rivista alla festa di Bekka e Dio..solo Dio era testimone di quel momento, di quando mi è crollato tutto addosso, ho rivisto i tuoi occhi e...e...ho pensato che stessi sognando. Non era possibile che quei occhi che ho sempre sognato e bramato fossero lì. In un giorno qualsiasi...eri lì e io ho capito di non aver mai smesso, neanche un secondo di amarti" Deglutisce e aggiunge "Ritornai a casa e m'incazzai così tanto...avevo tutto, era tutto ai miei piedi, ma l'unica cosa che volevo, l'unica cosa che veramente desideravo, di cui avevo un bisogno essenziale...non l'avevo, il tuo amore non l'avevo e io mi sono sentito così vuoto" "Ti amavo anch'io, non ho mai smesso" "Allora perché? Perché allontanarmi in quel modo? Ti prego, dai una risposta alla domanda che mi faccio ogni singolo giorno" "Io...non lo so." Mormoro scuotendo la testa con le lacrime agli occhi. Alzo lo sguardo a lui e sussurro "Samantha ti voleva, aveva tutto quello che non avevo io. Era sempre lì e tu...tu...io non lo so. Ho pensato nella rabbia che meritassi di più, mi sono convinta di qualcosa che neanch'io credevo, insomma...tutto è nato da quel giorno...era il nostro mesiversario e tu..." "Cosa? Non ti sto capendo, mesiversario?" "Era il nostro primo mesiversario e tu eri con lei. Ho passato la giornata a piangere fino ad addormentarmi" "Io...non me lo ricordo" "La festa a sorpresa per Gabriel" "Era il giorno del primo mesiversario?" "Avevo anche organizzato una sorpresa, mi sono sentita così stupida" "Non sapevo neanche cosa fosse un mesiversario" cerca di giustificarsi lui. "Io...lo so! Ma era un giorno così importante per me e tu...cazzo! Come hai potuto andare a letto la scorsa sera con Samantha, sapevi benissimo che la odio!" "L'ho fatto di proposito per...stellina?" Alzo lo sguardo mentre inizio a piagnucolare come una scema e lui chiede "Perché non mi hai detto del mesiversario? Se sapevo che fosse tanto importante per te, io..." "Avresti dovuto saperlo tu! Rakib! Delle volte mi davi l'impressione che non te ne fregasse nulla. Volevi sempre giocare, stare con i tuoi amici e se poi c'era un momento, stare con me da soli. Ho anche pensato che non mi amassi" "Io...ti amavo più di ogni altra cosa al mondo!" "E allora perché venivo sempre dopo di tutti!" "Tutti venivano dopo di te! Cristo Alice! Mi stai dicendo che pensavi che preferissi la compagnia dei miei amici alla tua?" "Io...non lo so! Si!" "È per questo che mi hai lasciato? Senza neanche parlarmene? " "Cosa avrei dovuto dirti?" "Rakib penso che tu non mi ami più, è vero?" Dice lui spalancando gli occhi. "Magari avevo paura che la risposta fosse stata affermativa" "Alice! Come diavolo ti è anche sfiorato per la testa!" "Sono sempre stata molto insicura! Io io...non lo so, non lo so!" "Avremmo potuto parlarne, risolvere la questione, saremmo rimasti insieme, ci saremmo sposati, magari tu saresti già uscita incinta di me! Alice ti rendi conto di quanto tempo ci hai fatto sprecare!" Inizio a singhiozzare terribilmente in colpa e grido "Tu perché non sei tornato a riprendermi!" Lui fa per ribattere, ma sentiamo improvvisamente come un allarme. Corrughiamo la fronte quando sentiamo anche puzza di fumo e... "Merda!" grido vedendo del fumo penetrare nella stanza. "L'allarme antincendio! Ginevra ha dato fuoco alla casa! Cazzo, che facciamo!" entro nel panico. "Dobbiamo uscire di qui" dice Rakib cercando di strisciare per terra. "No! Non ti muovere, ci provo io!" grido strisciando fino alla porta. "Dai delle spallate alla porta" mi suggerisce Rakib. Eseguo mettendomi in ginocchio, ma alla prima spallata cado per terra dolorante...merda, mi pulsa per il dolore! "No!"grido quando vedo lui strisciare lasciando una scia di sangue dietro di sè. "Non farlo! Sei già feri...aaahhh!"grido per lo spavento quando Rakib prende a testate e spallate la porta con forza fino a farla cadere. Spalanco gli occhi nel vedere un rivolo di sangue che parte dalla sua testa e raggiungendolo a ginocchiate urlo per l'allarme assordante "Sei ferito alla testa!" Una trave infuocata cade di lato a noi e io gridando per la paura indietreggio. Rakib riesce a raggiungermi e guardandomi dritto negli occhi dice "Vuoi farti perdonare per quello che mi hai fatto? Esci fuori da qui" "Cosa? No! Io non mi muovo senza di..." "Alice! Giuro che ti odierò per sempre se non te ne andrai adesso da qua" "No! Non me ne frega un cazzo! Usciremo insieme o morirò qui con te" "Alice cazzo! Non lo dire neanche per scherzo!" inveisce lui contro di me. Fa per inveire ancora, ma cade un pezzo di legno sulla soglia della porta che lo colpisce alla testa e lo fa svenire per terra. "Rakib?"urlo io col cuore che sembra voglia schizzare dal mio petto. "RAKIB!" grido non vedendo segni di vita da parte sua. "Cazzo!" grido terrorizzata guardandomi attorno. Devo uscire da qua per chiedere aiuto e...adocchio la finestra. Raggiungo con le ginocchia la finestra e aprendola con l'arco del naso, osservo la polizia al cancello che parla con Ginevra. "Aiuto!" grido io cercando di attirare la loro attenzione. "Aiuto!!!"urlo ancora invano. Lancio uno sguardo a Rakib ancora per terra e col fumo che sta incominciando a darmi alla testa, mi affaccio dalla finestra e con le spalle cerco di scavalcarla. Se non riescono a sentirmi, mi vedranno. Mi allungo con l'addome e il bacino per poi darmi uno slancio e buttarmi giù gridando. Attero sul prato del giardino, ma non sento sensibilità da nessuna parte, se non per la testa che mi fa un male lancinante. "Signorina!" gridano degli uomini mentre io non riesco a tenere gli occhi aperti, ma con le ultime forze rimaste riesco a mormorare "Rakib in camera" Alcuni di loro capiscono e corrono subito facendomi chiudere gli occhi e tirare un sospiro di sollievo...ho sempre detto che la sua vita valeva più della mia.

Ritorna all'indice


Capitolo 50
*** Capitolo 50 ***


l'amore è la più saggia delle follie, un'amarezza capace di soffocare, una dolcezza capace di guarire.- Shakespeare JAMAL'S POV: "Caro Jamal...Penso di non averti mai chiamato 'caro' o in qualsiasi altro nome affettuoso e dolce ma in fondo noi siamo così...Per niente dolci e ci insultiamo sempre. Ti avverto già...non ti piacerà ciò che farò o leggerai ma ho bisogno che tu capisca. Ho sognato Bekka poco fa e mi ha fatto promettere di pensare a ciò che mi ha detto...all'inizio ne ero perplesso ma ora ho capito. Ieri, prima di fare l'amore, Bekka mi ha fatto promettere di essere felice, anche se questo implicava rinunciare a qualcosa di caro a me... Mi sono allora chiesto cosa fosse per me la felicità...La mia mente ha elaborato da sè e ha proiettato un'immagine di Bekka sul nostro letto mentre si svegliava e si stiracchiava teneramente, apriva quei occhi di cui vado pazzo e mi sorrideva sia con le labbra che con gli occhi. Era uno spettacolo della natura e io avevo i biglietti in prima fila ogni volta...Non chiedermi come cazzo è possibile, perché questa fortuna non l'ho capita neanch'io tutt'ora. Ti dirò la verità...ho abbandonato il calcio perché non mi rendeva più felice. Non ero più io e volevo recuperare tutto quel tempo passato a soffrire. Tu sai più di tutti...È sempre stata la mia passione il calcio ma poi ho incontrato una passione più grande, immensamente più potente...Mia moglie Bekka. Merda, mi trema solo la mano a scriverlo... Mi sono chiesto se sarò più felice e la mente ha proiettato un'immagine di me solo sul nostro letto con in mano una bottiglia di whisky, mentre dannavo la bambina che non smetteva più di piangere. Mi sono subito paralizzato a quell'immagine...non voglio far fare una fine del genere a mia figlia...lei si merita tutto l'amore del mondo, invece io l'ho subito ripudiata senza neanche fermarmi a pensare che ho una figlia...cazzo Jamal, ho una figlia, il regalo più bello che mi potesse fare Bekka...l'ho guardata per ore, avevo solo una parola in testa mentre la osservavo 'Bella bella bella bella bella bella bella bella bella bella bella bella bella bella bella bella bella bella...così immensamente bella.' Ma l'hai visto quant'è bella? Quella peste aveva già predetto tutto, lo sai? Ieri, dopo aver fatto l'amore, abbiamo visto uno dei suoi film d'amore preferiti...I passi dell'amore. È una storia straziante alla fine e io le ho chiesto perché le piacesse tanto, se finiva male. Mi ha risposto che anche se una storia finisce male, non vuol dire che sia una storia brutta...che le storie finite male ti lasciano un'emozione maggiore, più profonda di quelle finite bene. Ha sempre avuto ragione...La nostra storia, anche se è finita male, è stata e sarà la storia più dolce, passionale e intensa che sia esistita. Non penso che sia ancora finita...amori del genere durano in eterno, ma per essere completo e realmente felice devo raggiungerla...non in paradiso, dove stanno gli angeli come lei e neanche in inferno, dove stanno i dannati come me...Per noi non sono mai esistiti paradiso o inferno...per noi è sempre esistito un posto felice, il nostro posto felice...sul nostro letto, nudi ed abbracciati Ha anche predetto che tu e Swarna sareste diventati presto genitori, sai? So che mi odierai per la mia codardia, ma io voglio solo ritornare da mia moglie e il bene di mia figlia...so che lasciandola a te e Swarna faccio la scelta migliore. Non potrà crescere meglio...tu hai un cuore d'oro dentro e Swarna lo stesso sangue della bambina...avrà tutto l'amore che io non potrei darle, rivedrei la mia Bekka in lei e ogni secondo sarebbe straziante per il mio cuore. Non pretendo che tu parli di me a lei, ma dille per favore che l'ho fatto per il suo bene, scusati da parte mia con lei se all'inizio ho fatto l'egoista e non la volevo e, ti prego, prima di farla andare a nanna dille sempre che è il fiore più bello dell'universo, esattamente come la madre che amo più della mia stessa vita. Grazie di tutto mio caro amico, fatti forza con Efrem che sarà devastato di avermi perso di nuovo, digli che lo amo come solo un fratello fa e che non mi perderà mai veramente. Mi dispiace se questa scelta vi farà male ma... Ma io sono un ladro e devo andare a riprendere il mio tulipano." Continuo a fissare la lettera inerme mentre l'alcol cala giù veloce e presto riscalda il mio petto, tossisco quando sento un groppo in gola e bevendo altro gin per deglutire meglio, alzo lo sguardo alla finestra e alle nubi che oscurano il cielo. Sarà quel coglione che sta cercando di dirmi qualcosa? O forse semplicemente continua a capirmi da lassù e cerca di lasciarmi solo nel mio malumore. "Signore" mormora una voce pacata alle mie spalle. Guardo da sopra la spalla e la tata dice con un accento spagnolo che la contraddistingue "Bebè si è svegliata" Infilo le mani in tasca e sospiro. "Va bene, grazie" la congedo mentre io mi dirigo in camera della bambina. Entro nella cameretta blu notte e raggiungo la culla beige, non ho avuto tempo di farle una vera e propria cameretta, ho improvvisato con una camera degli ospiti, sostituito il letto con una culla e il resto è rimasto lo stesso. Mi avvicino a lei e allungo la mano per sistemarle meglio la tutina gialla. Lei mi osserva all'inizio perplessa per poi muovere i piedi e agitarsi come un'anguilla. La prendo subito in braccio con attenzione e cullandola tra le mie braccia chiedo "Cosa c'è Bella, eh?" La bambina continua ad agitare i piedi e io baciandone uno richiedo "Che c'è allora?" Bella mi fissa in silenzio e io divertito la porto fuori dalla stanza. Bella Bella... non ho scelto io il suo nome, l'ha scelto il padre nella lettera. Ha ripetuto così tante volte quella parola ed è stato il suo primo pensiero quando ha posato lo sguardo su di lei. Poi è bella vero, ho pensato che il nome "Bella" potesse starle a pennello. Oltre a essere bella è anche molto coraggiosa, è nata prematura e ha passato il resto dei mesi mancanti in ospedale, io le stavo sempre accanto, monitoravo ogni suo movimento, respiro, non erano permessi errori, mi sono promesso che non avrei perso nessun altro. Io nel mentre mi sono trasferito in quest'attico per privacy e adesso devo renderla una casa più accogliente e gradevole per una bimba di neanche un anno. "Le hai cambiato il pannolino?"chiedo alla tata raggiungendola in cucina mentre sta preparando il latte per la piccola. "Si sì, tutto lindo" "Va bene, grazie Dolores. Ho un pranzo di lavoro tra poco e poi devo andare a supervisionare i lavori su un terreno a Cefalù. Farò ritorno per cena" dico asciugando la saliva ai lati della bocca di Bella, non vorrei che mi sporcasse la camicia un attimo prima di andare a lavoro. "Le faccio il pollo con le patate stasera, le gusta?" Annuisco e dico "Certo, come vuoi. Fai anche delle verdurine al vapore se puoi" "Ci penso io" dice lei avvicinandosi a me per prendere in braccio Bella. "Bebè, mi pequeña princesa" mormora Dolores alla bambina facendola sorridere e agitare le braccia. "Fai la brava tu, mi raccomando" mormoro accarezzandole il naso che lei arriccia subito. Sorrido alla sua purezza e abbassandomi per darle un bacio sulla fronte mormoro "Mi mancherai tanto anche tu" "Va bene, allora io vado. Ti ho detto tutto vero?" "Sì, aiutare la signorina Swarna con i bagagli e mostrarle la casa. L'accoglierò io come si deve, no te preocupes" "Con te Dolores, mai. Buon pranzo. Ciao bellissima" mormoro dando un altro bacio alla piccola e sfrecciando fuori dalla cucina. Prendo la giacca, la ventiquattrore, le chiavi della macchina ed esco di casa. Percorro tutto il corridoio per poi chiamare l'ascensore e rispondere al mio cliente per il pranzo. Le porte dell'ascensore si aprono ed entrando, premo per il piano terra. Mi specchio aggiustandomi i polsini e inforcando gli occhiali da sole, esco fuori quando le porte si riaprono. "Signor Sabil" mi saluta il portiere. "Rubino" faccio un cenno uscendo e dirigendomi verso il garage sotterraneo, spesso ci vado in ascensore, ma di solito, con le giornate di sole, ne approfitto per farmi una piccola passeggiata. Butto la ventiquattrore in macchina e salendo sulla mia Porsche nera, metto la cintura per poi azionare il motore. Faccio retromarcia ed esco dal garage mentre sento il cellulare vibrare e mettendo in vivavoce chiedo "Pronto?" "Sono qui" "Perfetto, io sto arrivando. Bernasconi è già lì?" "No, prendo un tavolo?" "Sì, fai pure. Io sono partito ora da casa" "Come sta la piccola? Più tardi volevo passare da voi" "Quando vuoi, tanto nel pomeriggio dovrebbe arrivare Swarna con i bagagli" "Ok, perfetto. Aspetta ma...tu non ci sarai quando lei arriverà?" "C'è Dolores" "Sei proprio uno stronzo, passo io dopo pranzo allora. Tu vai con Bernasconi al terreno?" "Si si, abbiamo un appuntamento con l'architetto" "Ok, quanto pensi di metterci?" "Dieci minuti, il posto è dietro l'angolo. Il tempo di parcheggiare" "Va bene, ci vediamo" "Efrem?"lo richiamo prima che possa riattaccare. "Sì?" "Puoi portare con te anche Lena quando passi da me? Penso possa farle piacere un viso familiare" "Porto anche Ines allora" "Ecco perfetto, avverto Dolores allora" "Come vuoi, muoviti ad arrivare. Ho visto Bernasconi parcheggiare" "Arrivo" dico riattaccare. Trovo per fortuna un buon parcheggio e scendendo dall'auto, mi metto la giacca. C'è caldo fuori, spero che dentro ci sia l'aria condizionata. Prendo la ventiquattrore e mi dirigo veloce al ristorante Magna Roma. Individuo con lo sguardo Bernasconi e togliendo gli occhiali da sole, li raggiungo a passo svelto. "Come andiamo?"chiedo stringendo la mano a Bernasconi e il suo avvocato. "Affamato, è stata una giornatona" risponde lui allentandosi la cravatta. "E dobbiamo ancora andare Cefalù" gli ricordo sedendomi e levando la giacca. L'aria condizionata si sente davvero poco. Do una spallata a Efrem e chiedo "Avete già fatto la conoscenza del mio avvocato? Efrem Therani, il migliore nel campo, senza offesa" dico lanciando uno sguardo divertito all'avvocato di Bernasconi. Quanto amo stuzzicare le persone e vedere le smorfie nei loro visi per trattenersi...ed è esattamente quello che fa l'avvocato di Bernasconi, quanto prevedibile. Bernasconi alza le mani e dice "Ognuno ha il suo angelo custode" Ridiamo per allentare a situazione ed Efrem chiede "Iniziamo a parlare di affari o prima pranziamo?" "Scherzi? Prima mangiamo, non scherziamo con le cose serie" dico prendendo il menù. "Sabil, ho la sensazione che io e lei avremo una grandiosa sintonia" Gli faccio l'occhiolino e apro il menù per poi lanciare uno sguardo a Efrem. L'affare è fatto. -------------------------------------------- "Mi ci vorrebbe una bella bevuta adesso" dice Bernasconi mentre raggiungiamo il parcheggio. L'incontro è andato alla grande, io ho portato Bernasconi a vedere il terreno che ha comprato a 26 milioni di euro, siamo ritornati a Palermo per firmare le ultime carte al mio ufficio e adesso siamo entrambi esausti. "Andiamo al mio locale se ti va" propongo prendendo la giacca. "Certo che mi va, dista tanto da qui?" "Al porto " dico mentre usciamo dal mio ufficio e faccio un cenno a Noami, la mia segretaria del Mauritius, che è incinta e vuole ritornare al suo paese insieme al suo compagno. Dovrò cercare una nuova segretaria. "Signore Sabil?"mi chiama Naomi prima che possa dirigermi all'ascensore. "Sì?"chiedo inclinando la testa. "La cercava Dolores, dice che non rispondeva al cellulare" "Oh...a Cefalù non prendeva molto. Ti ha lasciato qualche messaggio?" "Sì, mi ha detto che andava tutto bene e che l'ospite si è sistemata" Giusto...l'ospite. "Va bene, grazie. C'è altro" "Ho selezionato delle persone per il mio posto, ho fissato i colloqui venerdì mattina" "Ok, i ragazzi sono tutti andati via?"chiedo facendo riferimento al mio team di agenti immobiliari. "Sì, le ho lasciato un resoconto delle vendite di..." "Sì, ho visto. Domani lo leggerò meglio. Grazie Naomi, ci vediamo domani" "A domani signore" annuisce lei sorridendo anche a Bernasconi. "Ah Naomi, avverti lo staff che sto arrivando al club del porto con un amico" "Subito signore" "Grazie" dico per poi dirigermi all'ascensore con Bernasconi. "Ragazza sveglia" dice Bernasconi riferendosi a Noami. "Sì, purtroppo dovrà lasciarci per ritornare al suo paese. E' incinta e il suo compagno si trova lì" "Ed è tuo?" Io lo fulmino con lo sguardo mentre lui scoppia a ridere e dice "Scherzavo amico" "Noami è come una di famiglia, lavoriamo insieme da 7 anni" "Capisco, perchè ritornare al paese? Non può scendere il suo compagno qui?" "Anche i suoi genitori sono lì e lei comunque lavorava per costruirsi una casa tutta loro al paese e andarci a vivere, penso che sia arrivato il momento. Scusami, devo fare una chiamata, mi segui con la tua macchina?" chiedo arrivando al garage. "Certo" dice lui dirigendosi verso la sua auto. Io chiamo Dolores nel mentre e raggiungendo la mia macchina, entro dentro allacciandomi la cintura. "Pronto?" "Dolores, tutto bene? A Cefalù non c'era molto campo e non ho potuto risponderti" "Si si, Swarna è una ragazza così dolce! E' stata tutto il tempo con la princesa. Io ho cucinato la cena e sono scesa a casa" Al piano inferiore c'è la casa di Dolores che vive con suo marito e un gattino, mi viene comodo averla sempre vicino. "Ha detto qualcosa per la sua camera? La trova accogliente? La vuole più grande? Forse possiamo spostarla nella sta..." "No!" ride lei zittendomi per poi aggiungere "Diceva che è molto più di quello che si aspettasse, l'ha ringraziata" "Oh...va bene. Io bevo qualcosa al club e ritorno, ci vediamo domani noi" "Buenas noches" "Notte" riattacco e mettendo la retro, esco dal parcheggio. Arriviamo al mio locale e già alle 20 trovo una lunghissima fila per entrare. Il club procede molto bene, al piano di sotto c'è un piccolo ristorante e il piano bar per aperitivi e cene, al secondo piano la discoteca con tre piani bar e la console, al terzo piano c'è un night club con tanto di ballerine per i clienti privilegiati e al quarto piano ci sono varie arie private dove puoi prenotare un incontro con una ballerina e ciò che succede là dentro, resta là dentro. Le ballerine sono tutte tutelate da un bodyguard davanti ad ogni area privata e hanno anche un reggiseno con sensori antistupro, basta pigiare un bottoncino nascosto per far scattare le guardie e buttare fuori a calci in culo chi le stava infastidendo. Ogni ragazza è adulta e vaccinata, sa che una volta entrata lì dentro, può solo fare un esibizione, come può accontentare il cliente più perverso e scoparci. La mancia per una scopata si aggira sui due mila euro, vanno con milionari e ne approfittano per guadagnare molto di più così. Entriamo al Babilonia, il nome del locale, e andiamo al terzo piano. Digito un codice che solo i tesserati a quest'area hanno ed entriamo nel night club dove si sta già esibendo Amanda. Amanda è stata una delle prime ragazze che ho assunto, aveva appena fatto 18 anni ed ero intenzionato a non assumerla, ma il giorno dopo si è presentata ho la faccia completamente piena di lividi supplicandomi il lavoro. Le ho chiesto il perchè e mi ha spiegato che voleva fuggire dal padre violento e avere una sistemazione sua. Il lavoro è stato suo e all'età di 22 anni il padre è morto. Non ha mai lasciato il lavoro, dice che questo è il suo posto e la sua casa ormai, delle volte sale all'area privata per scopare, l'avverto sempre del pericolo, ma lei dice che è annoiata e vuole divertirsi un po'. Più volte mi ha rivelato di essere attratta da me, ma io non l'ho mai sfiorata...ci conosciamo da troppo tempo e ho assunto una figura paterna nei suoi confronti, sarebbe troppo strano. Quando ho bisogno di scopare, ho Paulina che ha anche lei 30 anni e sa perfettamente come soddisfarmi, sono abbastanza violento quando sono nervoso e a lei piace così. Direi che ne usciamo avvantaggiati entrambi. Ho più volte cercato di pagarla, ma lei rifiuta sempre dicendo che va a letto con me con piacere. Paulina ha un passato come spacciatrice, è stata in carcere e stava ricadendo nel giro, ma sua cugina Ana che lavorava anche qui, mi ha chiesto di assumere Paulina e io l'ho messa in prova. Abbiamo tanti clienti russi e Paulina con la sua lingua biforcuta eccita tutti quanti, ha portato ad un altro livello il club con la sua sensualità, le sue movenze, i capelli neri e gli occhi azzurrissimi. Sono tutti impazziti per lei e delle volte vengono apposta qui per osservarla soltanto. Ovviamente le ragazze prima di salire al quarto piano devono dare la loro adesione alle guardie e Paulina riceve diverse richieste a sera, delle volte lascia stare tutti per andare con me, le ho sempre detto come stanno le cose, che non ho alcuna intenzione d'impegnarmi e che mai lo farò in vita mia. Lei sembra comprendermi e rispettare la mia scelta. "Cosa ti offro?"chiedo a Bernasconi, non riesco a non chiamarlo per cognome. "Doppio whisky con ghiaccio" "Un doppio whisky con ghiaccio e un gin tonic" dico al barista che annuisce subito e si mette all'opera. Le note di "I fell like I'm drowning" accompagnano i movimenti lenti e sensuali di Amanda che mi adocchia subito e mi sorride. Ricambio il sorriso e Bernasconi chiede subito "Lei te la scopi sicuro stavolta" "No, Amanda è intoccabile" dico girandomi per prendere i drink. "Ad altri affari" dice lui alzando il bicchiere. Gli vado incontro per poi bere tutto d'un fiato. "Ci avviciniamo?"chiede Bernasconi non staccando gli occhi da Amanda. "Certo" dico mentre ci facciamo spazio e ci sediamo a un tavolo. Amanda rotola per terra per poi inginocchiarsi e muovere sensualmente i fianchi a ritmo della canzone. Prima di ogni esibizione applichiamo alle ballerine dell'olio in modo che sotto i riflettori la pelle splendi e attiri l'attenzione della gente, come sta facendo in questo momento Amanda. Abbassa lo sguardo a me e facendo un sorrisino si alza e si gira in modo che possa ammirarle il culo fasciato da un tanga e le gambe lunghe con la giarrettiera color carne. Il pubblico applaude e urla che Amanda è fantastica, lei s'imbarazza un po' per i complimenti, ma poi ritorna seria e andando al palo, continua la sua esibizione. "Cazzo Amanda è così...bella" dice Bernasconi completamente rapito da lei. Ridacchio e dico "Sì, Amanda sa il fatto suo" Amanda finisce la sua esibizione e scendendo dal palco, si dirige subito verso di noi, sento l'eccitazione di Bernasconi fino a qui. "Boss" dice Amanda raggiungendoci. "Amanda, sei stata grande come al solito" mi complimento con lei, so che può farle piacere. "Confermo" interviene Bernasconi, rido. "Amanda, posso presentarti il mio cliente? Il signor Bernasconi" "Molto lieta, oltre ad avere un cognome ha anche un nome il signore?"chiede Amanda stuzzicandolo. Potrei dire di averle insegnato io a stuzzicare così bene le persone, non sai mai cosa aspettarti da Amanda. E' una ragazzina dolce e timida, ma con chi vuole dimostrare qualcosa diventa una panterona. "Gilberto, e lei oltre ad avere un nome ha un cognome?" chiede Bernasconi facendole alzare un sopracciglio. Amanda adora essere stuzzicata. "Sì" si limita a dire Amanda. "E non vuole rivelarmelo?"chiede Bernasconi. "Può scoprirlo da sè e venirmelo a dire, sembra un tipo sveglio lei" dice Amanda facendogli l'occhiolino per poi abbassarsi al mio orecchio e sussurrare "Bel tipo" Si rialza e sorridendomi, si allontana fino ad uscire fuori. "Wow, come fa di cognome?"chiede lui facendomi ridere. "Ah no, non ti renderò il gioco facile. Continuate voi, io mi ritiro" Bernasconi si alza dal tavolo e dice "Lo scoprirò allora, grazie per il drink" "Già ti ritiri?"chiedo accavallando le gambe. "Domattina ho un incontro di lavoro, passerò domani per la signorina" "Bello essere presi in considerazione" dico ironicamente. "Tu non vuoi dirmi il cognome" mi ribecca lui ridendo per poi sistemarsi la giacca e chiedere "Rimani?" "No, vado un attimo di sopra per controllare che vada tutto bene e vado via anch'io" Bernasconi annuisce con la testa e dandomi una manata sulla spalla va via. Come ho detto, salgo sopra e imbattendomi in Sergio, il bodyguard chiedo "Tutto bene?" "Si, Paulina è dentro con due signori" "Capisco, stai attento" mi raccomando. "Sì signore" annuisce lui. "Le altre ragazze?" "Sono giù per esibirsi, nella dark room c'è solo Paulina" Chissà perchè si è infilata in dark room a quest'ora, la serata è ancora lunga. Le altre stanze saranno vuote fino a mezzanotte, di solito iniziano a popolare all'una...alle tre sono tutte piene le stanze. "Va bene, io vado" dico facendo un cenno e scendendo giù. Passo per gli altri due piani e assicurandomi che la situazione si sotto controllo, esco fuori. "Ricordati il numero di capienza" dico al bodyguard all'ingresso. "Sì, signor Sabil" annuisce subito. Vado verso la macchina e accendendo il motore, sfreccio per andare all'appartamento. Precedentemente abitavo nei pressi, ma poi ho dovuto prendere un attico più grande e più al centro in modo da soddisfare tutte le esigenze. Attivo la radio e in quindici minuti riesco ad arrivare e scendere al garage. Esco fuori e mettendo la sicura, vado a prendere l'ascensore. Controllo le ultime email e arrivano all'ultimo piano, percorro tutto il corridoio, è abbastanza lungo. Digito il codice ed entro in casa. E' un nuovo sistema quello di mettere un codice anziché le chiavi che perdevo o scordavo in continuazione, me l'ha suggerito un mio cliente coreano spiegandomi che è solito fare così in Corea del Sud. Al mio ingresso le luci si accendono e avanzando al salone vedo delle sagome per terra. Mi avvicino ulteriormente e rimango sorpreso nel vedere Swarna sul divano che sonnecchia con Bella fra le sue braccia, sembrano sfinite. Sorrido un po' sorpreso, al ritorno dal lavoro mi ritrovo sempre solo, vedere Swarna con la piccola in braccio mi fa riempire di gioia il cuore, Bella adora stare con Swarna, penso che senta che sono dello stesso sangue. Bekka sarà felice che sua figlia stia crescendo con sua sorella, chissà cosa ci avrà visto in me Farid, tanto da affidarmi Bella. E' una domanda che mi pongo sempre, come mi pongo sempre una promessa....quello di non far mai mancare nulla a Bella, anche a costo di dovermi sposare domani con Swarna, in modo che la tutela su di lei sia solo nostra. Efrem, il fratello di Farid, ha più volte chiesto se fossi sicuro su questa decisione, era ponto a farsi carico lui di Bella, d'altronde una sorellina per Ines era una bella idea, ma Farid ci ha creduto in me e io devo dimostrargli che ha fatto bene, che non lo deluderò mai e che Bella crescerà in una famiglia amorevole e solida. Swarna era anche molto indecisa sul matrimonio, ma penso che la cosa valga pure per lei. Il bene di Bella viene prima del nostro bene, a anche a costo di privarci, daremo tutto a lei. Una volta sposati in comune chiederemo la tutela definitiva e faremo di tutto per ottenerla. E' stata affidata a noi, sarà nostro dovere prenderci cura di lei. Poso le mie cose e abbassandomi su di loro, prendo con attenzione Bella in braccio. Lei non si sveglia per fortuna e a piedi scalzi raggiungo la sua cameretta. La poso dentro la culla e accarezzandole una guancia, sorrido pieno di amore per lei "Sei bella come un fiore che profuma le mie giornate" sussurro dandole un bacio in fronte. Le accarezzo il pancino e allontanandomi di poco per non svegliarla, esco fuori e spengo le luci per poi ritornare in salone. Ho lasciato le mie cose lì. Mi fermo di scatto quando la vedo al buio e lancio un'occhiata alla portafinestra aperta. C'è vento e lei potrebbe prendersi un raffreddore, mentre chiudo le porte penso a cosa stia facendo. Perchè dovrebbe importarmi? Non sto a pensarci a lungo e rimettendo le tende a posto, mi rigiro verso di lei. Swarna dorme beata sul divano, sarà scomoda? Le sistemo meglio il cuscino sotto la testa, mentre lei mugola nel sonno mordendosi le labbra carnose. Deglutisco a quell'immagine, ma ritorno in me e alzandomi, vado a recuperare una coperta. Non so perchè sia fissato con la paura che prenda freddo. Forse perchè non voglio perdere più nessuno, nessuno di caro. Ritorno con la coperta e mettendogliela sopra, le scosto distratto una ciocca di capelli neri dietro la spalla. Li ha lunghi fino al seno e profumano di camomilla e miele, che dolce. Osservo la sua carnagione color cappuccino e scendendo con lo sguardo al seno, noto una quarta piena...chissà come saranno sensibili al mio....scuoto subito la testa e mi rialzo di scatto. Merda, devo mantenere la lucidità. Le lancio un'ultima occhiata ed esco fuori dal salone, cazzo ho bisogno di una doccia gelida. SPAZIO AUTRICE Sarà una storia toccante, divertente e intensa la loro. Jamal sarà un uomo scettico sull'amore, anzi proprio contrario e avverso a questa forza imperiosa ed egoistica, lo combatterà con ogni forza per non fare la stessa fine di Farid, ha imparato una lezione e ha capito che una volta è uno sbaglio, due volte è una scelta. Swarna sarà una persona diffidente, fin troppo razionale. Ha passato tanti momenti difficili e adesso che è libera, il suo unico scopo è quello di prendersi cura della figlia di sua sorella Bekka, cercherà di recuperare il tempo perso con Bekka con Bella, anche se il passato la tormenterà in continuazione. Due testoni che non voglio innamorarsi, ma l'amore è la più saggia delle follie, un'amarezza capace di soffocare, una dolcezza capace di guarire. Ho grandi progetti per questa coppia. Ci vediamo col pov di Swarna e il matrimonio super cringe! Love you, xoxo Benilka.

Ritorna all'indice


Capitolo 51
*** Capitolo 51 ***


"La perseveranza è ciò che rende l'impossibile possibile, il possibile probabile, e il probabile certo." - Robert Half SWARNA'S POV: "Salve, a che piano abita il signor Sabil?"chiedo al portiere pelato sui cinquanta. "Lei è la signorina...?" chiede lui digitando freneticamente sul computer. "Swarna, Swarna Warnakulasuirya" Sì, molto divertente, ma i miei non l'hanno fatto per deridermi ma per ricordare mia zia ormai deceduta. "Sì, appena aggiunta nella lista speciale!" esclama il portiere smettendo di digitare e alzando lo sguardo a me. Lista speciale? Osservo la sua uniforme rossa e mi chiedo se questo sia una specie di hotel...ha le porte girevoli, l'ingresso è super lussuoso con lampadari di cristalli, colonne dorate, marmo per terra...solo l'ingresso del palazzo è più grande dell'appartamento che avevo in Francia. Il portiere allunga un macchinario e chiede "Metta il pollice sopra" Corrugo la fronte ma eseguo. "Ultimo piano, nell'attico del palazzo" dice digitando sul computer. "Ok, per l'ascensore?" chiedo osservando le valigie pesanti. "Mi permetta di aiutarla" si offre in aiuto il portiere. "Grazie mille, una mano mi farebbe davvero comodo" Il portiere fa il giro del bancone e dicendo una cosa alla signorina di fianco, mi raggiunge e prende due delle valigie più pesanti. "Ce la fa?"chiedo preoccupata quando lo vedo salire degli scalini. "Si si, non si preoccupi" mi rassicura lui per poi svoltare a destra e percorrere un corridoio rivestito da carta parati di velluto nero e colonnine bianche. Al nostro passaggio delle lucine soffuse si accendono illuminando la strada e arrivando in fondo al corridoio, il portiere chiama l'ascensore. "E' di passaggio a Palermo o..." "No no, conviverò qui insieme al mio compagno. Sono la fidanzata del signor Sabil...anzi da domani moglie" rivelo mordendomi il labbro. Siamo costretti a fingere davanti agli altri per non sgarrare le pratiche per l'adozione della piccola, solo Dolores, la tata e la domestica di Jamal sa la reale situazione, oltre ovviamente alle ragazze che sanno tutto e sfortunatamente hanno assistito alla morte di Bekka e Farid. "Il signor Sabil si sposa?" chiede il portiere perplesso mentre le porte dell'ascensore si aprono. Entro dentro l'ascensore pieno di specchi che ti mettono in soggezione e non perdendo tempo carico le piccole valigie. Avrò modo di ammirare meglio quest'ascensore. "E' stata una scelta affrettata, ma ci amiamo e non vogliamo perdere tempo" "Io mi sono sposato a 18 anni, è stata la scelta più folle e sensata che abbia fatto in vita mia. Non me ne sono mai pentito, vi capisco" rivela lui cliccando un tasto blu in alto, penso per l'ultimo piano. "18 anni? Eravate giovanissimi" dico sorridendo mentre le porte si chiudono e rimaniamo solo noi, le valigie e i mille specchi. "Lei aveva 22 anni, fu uno scandalo in famiglia, cielo che risate" racconta ridacchiando lui. "Siete scappati da casa?" chiedo curiosa. "No, ci hanno sostenuti alla fine" "E' andata bene allora" "Insomma...l'ho persa dieci anni fa, tumore ai polmoni" Mi rattristo immediatamente e lui aggiunge "Non mi sono più risposato, l'amore della vita solo uno rimane" "Mi dispiace così tanto" mormoro triste. "Anche a me, ma questa è la vita. Non ci sono certezze, solo ragionevoli probabilità" L'ascensore arriva al nostro piano e uscendo dico "Lei vive qui? Intendo in questo palazzo?" "Sì, ho una casetta da custode. Niente male" dice facendomi l'occhiolino. Io ridacchio mentre usciamo con le valigie e percorriamo un lungo corridoio rosa pallido con luci soffuse ai lati. "Eccoci qui" dice lui sostando davanti ad una porta nera. "Oh ehm...io non ho le chiavi" dico pensandoci solo adesso. "Non c'è bisogno delle chiavi signorina, basta mettere il pollice quassù e la porta si sbloccherà. Solo le impronte del signor Sabil e delle persone nella lista speciale posso accedere con le impronte digitali" "Ahhh che cosa tecnologica!" esclamo colpita per poi alzare il pollice e posarlo su un quadratino di vetro nero. L'impronta diventa verde e la porta si sblocca. Io spalanco gli occhi e il portiere divertito chiede "Sorpresa?" "Tantissimo!" dico ridendo. "E quante persone ci sono in questa lista?"chiedo subito dopo prendendo in mano le piccole valigie. "Non so se posso confidarglielo" dice lui facendo spallucce. "Ma sarò sua moglie, avrò anch'io una lista speciale!" cerco di convincerlo. "La signora Dolores e il signor Therani. Siete solo voi" cede lui confidandomi di nomi. "Grazie, terrò la bocca chiusa" dico sorridendo e aprendo la porta. Appena entrata rimango a bocca aperta. La casa di Bekka e Farid era bellissima e gigante, ma quest'attico è senza parole. L'ingresso è enorme con un pavimento lucidissimo di marmo nero e bianco, in alto un lampadario particolarissimo e di lato delle poltroncine, uno specchio e un tavolino con dettagli dorati. L'ingresso è enorme con un pavimento lucidissimo di marmo nero e bianco, in alto un lampadario particolarissimo e di lato delle poltroncine, uno specchio e un tavolino con dettagli dorati "Lascio qua?"chiede il portiere riportandomi a terra. Stavo ancora ammirando il pavimento. "Sì sì, grazie signor...?" "Rubino, mi chiami se le serve altro" dice lui dandomi un bigliettino col suo numero. "Grazie, mi è stato d'enorme aiuto" "Auguri per domani allora, spero possiate passare insieme il resto della vostra vita" "Grazie ancora" dico mentre sento dei passi e una donna bassa con capelli neri all'altezza del seno, di carnagione olivastra, robusta, con un grembiule blu a quadretti addosso, fa capolinea all'ingresso. "Swarna?"chiede lei sorridendo. Che bel sorriso, è contagiosa. "Sì, sono io" dico un po' imbarazzata. "E lei deve essere Dolores?"chiedo quasi certa. "Sì, entra entra!" "Io allora vado, ciao Dolores!" saluta Rubino. "Oi! Le gustaría algo da bere?"chiede Dolores. "No no, grazie gioia! Ci vediamo" dice Rubino sventolando la mano e uscendo dalla porta. "El Signor Rubino es una buena persona" dice Dolores raggiungendomi e aiutandomi con le valigie. "Sì, confermo. Davvero un tesoro" "Vamos, te mostro la casa" dice lei facendomi cenno di avanzare. "Questo è l'ingresso, a la derecha c'è il salone" dice percorrendo un piccolo corridoio con il parquet per terra, due specchi contornati da pannelli di legno e piccole lampadine soffuse. "Eccoci qua, il salone. molto semplice col caminetto e mira che vista" dice Dolores scostando le tende e facendomi spalancare gli occhi...che vista fantastica su tutta la città. "Aprendo le porte, si può uscire fuori al terrazzo con idromassaggio, divanetti e un piccolo falò al centro. Ah e c'è anche un letto con queste tende sopra...Jamal ha chiesto di rimuoverlo, ma io ho detto che dava un'atmosfera romantica" "Ben detto, è molto romantico...magari potremmo affittare il terrazzo qualche notte ad una coppia reale" dico facendo ridere Dolores. Dubito, in fondo, che io e Jamal possiamo usare quel letto...siamo solo capitati in una situazione più grande di noi e in qualche modo dobbiamo adattarci per il bene di Bella. Rientriamo nel salone dopo aver perso svariati minuti ad osservare il panorama e percorrendo un altro corridoio entriamo in una cucina scura, sui toni del grigio con un bancone grande di marmo sempre grigio, due sgabelli dentro e di lato una parete di pannelli di legno dove dentro incassato c'è un armadietto per le ciotoline o i piattini. E' molto accogliente con questi toni scuri la stanza. " E in questa stanzina la lavanderia, ma ci penso io ai vestiti. Tu dovrai solo portarmi il cesto coi panni sporchi" "Oh ma no, ci posso pensare io. Non si preoccupi, che bella lavanderia" dico alla fine facendo scoppiare a ridere Dolores. Non si preoccupi, che bella lavanderia" dico alla fine facendo scoppiare a ridere Dolores "Vamos, te muestro la camera di Jamal" mi trascina fuori ancora ridendo. Continuo a guardarmi attorno con attenzione finchè raggiungiamo una porta nera e aprendola osservo la camera di Jamal. E' molto semplice con pareti beige e e illuminata da lucine sul soffitto. Al centro una matrimoniale con coperte bianche e davanti un tavolino con una sedia e una piccola televisione dall'altro lato. "Anche qua è la vista che vince" dice Dolores scostando le tende. Wow. Che spettacolo alzarsi la mattina e poter ammirare questo panorama. Che spettacolo alzarsi la mattina e poter ammirare questo panorama "Di qua invece il bagno, sigueme" "E di là la doccia, l'hanno finita da poco. Jamal aveva dato indicazioni precise" dice indicandomi una doccia enorme interamente nera con due soffioni in alto e sei lucine. Inspiro un mix di profumi di rosmarino, lavanda, cipresso e lentischio e un flash di lui qua dentro che si lava mi fa scuotere la testa e dire indietreggiando "Andiamo?" Dolores annuisce ed uscendo dal bagno, mi fa entrare in un'altra camera interamente per i vestisti. "Questa è la sua cabina armadio" mi spiega entrando e chiudendo un'anta di un armadio ancora aperta. Anche questa sui toni scuri, con mobili di legno e svariati specchi con dettagli dorati. "Ti faccio vedere le stanze di sopra e poi per ultima la tua e di Bella" dice lei uscendo fuori e facendomi fare delle scale, pure queste sui toni del nero, moderni e con dei quadri di paesaggi in bianco e nero sulla parete nera. "Aprendo la prima porta trovi la palestra, alla seconda l'ufficio di Jamal e alla terza la libreria" dice Dolores mostrando la palestra interamente in legno con delle colonnine dorate, due specchi enormi e degli attrezzi per allenarsi sparsi per tutta la stanza ordinatamente. L'illuminazione di tutte queste stanze mi lascia sempre a bocca aperta. "Di qua lo studio, por favor pon atención, bussa siempre prima di entrare Capita che delle volte sta in riunione cuando el decide di trabajar da casa" "Invece in questa stanza la libreria. Puedes trovar qualsiasi libro o se necesitas qualche volume in particolare, puedes preguntarme" "Va benissimo" dico mentre lei si ferma davanti a un quadro e sussurra "Ora te muestro una sorpresa" Pigia sul quadro e spalanco gli occhi quando questa si apre. "Qua dentro Jamal s'intrattiene con i suoi clienti, ellos juegan y beben fino a tarda notte. Ora che c'è Bella finisce un po' prima, pero cuando quieres beber un po', ven aca" Ora che c'è Bella finisce un po' prima, pero cuando quieres beber un po', ven aca" "Ok, te muestro la piscina e la sauna e scendiamo giù" dice lei facendo corrugare la fronte, la sauna? La piscina è un sogno con le sdraio, l'illuminazione di piccole lampadine dall'alto e le scale a chioccola che ti portano in una sauna enorme tutta beige e di marmo con dettagli bianchi "Posso vedere Bella adesso?"chiedo impaziente. "Claro si! Duerme ahora" dice Dolores avanzando. Io la seguo mentre continuo ad ammirare questa casa, è puro lusso. Neanche nei miei più folli sogni avrei mai pensato di poter vivere in una casa tanto splendida Percorriamo tutto il corridoio e scendendo le scale, svoltiamo a sinistra per poi aprire la seconda porta a destra. La stanza è di colore blu notte con il parquet a terra, dei divanetti beige, giochi sparsi per la stanzetta e una grande culla bianca con delle stelline color fluorescente che illuminano la stanza al buio. Non sembra la classica stanzetta per una bambina, ma capisco che si sia appena trasferito e non abbia avuto modo di arredare come si deve la stanzetta per Bella. Mi affaccio sulla culla e osservo la piccola con una tutina gialla avvolta da una copertina rosa che sonnecchia beata. "Vado di là, vi lascio sole" mormora Dolores accarezzandomi le braccia e uscendo piano dalla stanza. Annuisco con la testa e rimango lì immobile a osservarla sognare beatamente. Chissà a cosa stava sognando la piccolina, non le stacco gli occhi di dosso e desidero di poter entrare nella sua mente e vedere che sogni fa, a cosa pensa, se sua madre le sta parlando in sogno in questo momento. Una lacrima furtiva cade sulla sua copertina e ispirando a fondo deglutisco, solo il nominarla nella mia mente mi fa così male, mi dilania dentro. La mia Bekka, la mia bellissima e dolcissima sorellina. Bella sarà sicuramente come lei, ha già le sue sembianze con la carnagione poco più chiara di Bekka, il nasino all'insù, la bocca carnosa ma con gli occhi di Farid. Come farà Jamal a guardarla negli occhi e non crollare davanti a questi, sono identici al padre, caldi, marroni,teneri...questa bambina è la nostra maledizione e la nostra più grande benedizione. Esco piano dalla stanza e rimango fuori a calmarmi un po', vedere la bambina è come rivivere tutto, ricordarmi che Bekka è stata orribilmente ammazzata, che Farid per non morire di crepacuore, ha provveduto da sè buttandosi dal tetto dell'ospedale subito dopo la nascita di Bekka, mi ricorda che questa bambina non vedrà i suoi genitori, non potrà essere cullata dal calore della madre, non potrò avere più un abbraccio da lei, sentire più la sua voce, la sua allegra presenza...mi asciugo meglio che posso le lacrime che sgorgano dai miei occhi e mi mordo il labbro. Sarà dura, è dura. Ammi subito dopo la morte di Bekka è partita allo Sri Lanka, stare nella stessa città dove è morta la sua Bekka non lo sopportava, le ho supplicato io di andare via e schiarirsi un po' di idee. Non tornava da tanto allo Sri Lanka, prima del matrimonio a sorpresa di Bekka. Aveva giurato di non metterci più piede dopo lo tsunami del 2006, dove abbiamo perso papà, Ambra e io sono stata rapita dall'organizzazione terroristica di Raqqa. Le rimaneva solo Bekka e ora che è morta, ha il cuore a pezzi...penso che si sarebbe uccisa, se non fossi tornata a Palermo grazie a Farid e Jamal. E' stato il giorno più bello della mia vita quando ho rivisto ammi e Bekka, ho pensato che le avrei finalmente vissute, lo sognavo da tanto tempo, ma Ahmed non solo ha rovinato la mia vita, ma ha strappato via anche quella di Bekka e Farid. Efrem mi ha detto che Ahmed è morto e stavano cercando un tale di nome Khalil, a quanto pare è lui che succederà ad Ahmed. Flora, una ragazza che ho conosciuto via Melisa, si ipotizza che sia scappata in una fuga d'amore con questo Khalil. Nei giornali si dice addirittura che si siano sposati e che stiano passando la luna di miele in uno yatch. Melisa invece sostiene che sia stata rapita, questo Khalil in realtà la pedinava e la tormentava, Flora è solo una vittima di un pazzo decelebrato che è ossessionato da lei e, sempre Melisa, sostiene che Flora lo odiava e voleva solo vederlo dietro le sbarre, dopo quello che ha fatto al povero Kemal. Efrem e i ragazzi non riescono a stare dietro a Khalil, a quanto pare si muove sempre, non sosta mai in un posto e la cosa sta mettendo in seria difficoltà i ragazzi. Spero che possano catturare questo Khalil e rivendicare Flora, quello che mi ha raccontato Melisa sull'ossessione di questo Khalil mi ha fatto venire i brividi, soprattutto quando mi ha detto che Khalil vuole farla innamorare di lui. Come si può amare un mostro del genere? E' impossibile, fuori da ogni immaginazione. Spero che Flora resista quanto più possibile e non cada nella sua trappola, ho anche visto che questo Khalil è un bellissimo ragazzo. Mi affaccio in cucina, dove sento trafficare coi fornelli e chiedo osservando Dolores pelare delle patate "Hai bisogno di una mano?" "Oh no no, piuttosto seguimi che te muestro la camera da letto. Estarás cansada" dice Dolores pulendosi le mani sul grembiule. "Cansada?" Chiedo non capendo mentre la seguo fuori dalla cucina. "Stanca. Lo siento, sono abituata a parlare en epanol con mi esposo" dice lei sorridendomi. "Lei vieni dal Perù? Ho conosciuto una persona del Perù" dico ricordandomi di Carla. Era una ragazza carinissima del Perù, che però era orfana e l'organizzazione terroristica aveva preso delle bambine per educarle a pulire e cucinare, come con me. Non potevamo neanche avere un compagno, eravamo rintanate in cucina e il giorno a pulire il porcile lasciato da quei stronzi la sera prima. Carla aveva la passione per la medicina, sognava di fare la neurologa un giorno, nascondeva molti libri sulla materia, grazie alla relazione segreta con uno dei soldati dell'organizzazione. Era uno potente dentro e riusciva a farle recapitare libri del genere, sembravano molto innamorati, quando però Carla una notte riuscì a scappare grazie ad un certo Temiz, anche lui era potente dentro, anzi potentissimo, e in cambio di una nuova recluta, ha aiutato lei a scappare. L'uomo una volta mi ha cercata e mi ha gridato in faccia disperato di dirmi dove fosse andata. Non ho proferito parola. Carla non mi ha mai detto dove andasse per non farmi rischiare, penso che avesse preveduto la furia del suo amante. Anche lui pochi giorni dopo scappò dall'organizzazione. Penso alla sua ricerca, dagli occhi rossi e terrorizzati, quella notte, capì che amava Carla più della sua stessa vita. "Ecuador, soy di Quito" "Oh Quito! Che bello" "Pronta?" Chiede lei poggiando la mano su un pomello dorato in una porta di legno sul nero. "Per cosa?" Lei apre la porta e io spalanco gli occhi, quanto diamine è grande questa stanza? A terra c'è una moquette beige, un letto matrimoniale enorme al certo con lenzuola sempre beige e tanti cuscini sopra sulla gradazione del marrone. La stanza è illuminata dalla luce naturale del sole che filtra dalle tende color crema e dalle enormi finestre. Di lato ci sono un paio di poltroncine estremamente classiche beige e un tavolino di vetro al loro lato con sopra un piccolo vaso di rose bianche e una fragranza di vaniglia che si diffonde e profuma tutta la stanza. I comodini ai lati del letto sono piccolini e sopra ci sono due lampade che illuminano sopra la carta parati a tema di fiori di ciliegio. Il soffitto invece è molto semplice con piccole lucine soffuse sparse ovunque. Un senso di accoglienza mi fa avanzare e inspirare a fondo la fragranza alla vaniglia, non posso farne a meno. "Te gusta?"chiede alle mie spalle Dolores, mi ero anche scordata della sua presenza dietro, tanto ero presa ad ammirare la stanza "Certo che sì, è anche troppo!" Dico accarezzando le rose bianche. "Quelle le ho messe io, il signor Sabil mi aveva chiesto di aggiungere un tocco femminile" "Sono bellissime, grazie mille" mormoro sorridendo. "Vuoi una mano con le valigie?" "No, grazie. Ci penso io, grazie ancora" dico raggiungendo le valigie accanto all lettone. "Ok, allora riposa un po' e ti chiamo per pranzo" "Sicuro che non vuole una mano in cucina" "Sicura, il bagno è di là e la cabina oltre il bagno. Soy in cucina, va bene?" "Oook, grazie" dico un po' perplessa. Ho una cabina armadio anch'io? Aspetto che Dolores se ne vada per entrare dentro il bagno e rimanerne incantata. E' scura, minimalista con illuminazione soffusa e molto accogliente, mi sento subito rilassata. La cabina armadio è altrettanto accogliente e spaziosa, ci sono così tanti armadi, cassetti, anche dei vestiti già inseriti dentro Esco fuori e stendendomi sul lettone, sospiro sollevata. Finalmente un po' di pace. Prendo il cellulare e chiamo subito ammi, devo assolutamente raccontarle tutto. ‐--‐------------------------------------------------------- "Che succede? Non riesci a dormire?"chiedo alla piccolina che continua a piangere da ben venti minuti. Sono le 23 più o meno e sono così esausta...Dolores se n'è andata alle 20 insieme a Lena, Efrem e la piccola Ines che sono venuti a farmi una sorpresa. È stato davvero bello vederli e stare un po' con loro. Sono una famiglia così bella...Efrem è dolcissimo con Ines e la piccolina stravede per il padre. Lena li guarda con così tanto amore che fa desiderare anche a me di volere un famiglia tutta mia. Hanno riempito la camera di Bella di giochi e Ines mi ha portato dei biscottini al cioccolato fatti con le due manine, sorprendentemente li ho anche finiti. Erano davvero molto buoni. "No no, shh shhh" mormoro mettendo una mano sulla sua testa e una sul sedere mentre piange sulla mia spalla destra. Sbadiglio esausta e mi stropiccio gli occhi, ho davvero bisogno di una dormita. "Vieni, ti mostro la camera della mamma" dico picchiettando sulla sua schiena per calmarla. Lei piange ancora più forte mentre entro in camera mia e frugando nella valigia, tiro fuori la prima cosa comoda che trovo. Alzo lo sguardo all'orologio e mi chiedo che fine abbia fatto Jamal, mi aveva avvertito che non ci sarebbe potuto essere il pomeriggio, ma non pensavo anche la sera. Poso un attimo Bella sul lettone e sorrido nel vederla minuscola in un lettone così grande. Le bacio i piedini e mi cambio velocemente senza staccarle gli occhi di dosso. Indossi i pantaloni della tuta e una magliettina verde semplice, sciolgo i capelli dalla coda e ne approfitto per vedere dove si trovi Jamal. Cerco di chiamarlo mentre accarezzo il pancino di Bella che non ne vuole sapere di calmarsi. Non raggiungibile...ottimo. Butto il cellulare sul lettone e riprendo in braccio Bella, mi sta partendo un timpano per quanto sta urlando. "Ti prego, ti prego... basta "piagnucolo andando nel salone. Mi stendo sul divano stanchissima e con un mal di testa atroce e alzando in aria Bella, dico marcando la voce "L'aereo è pronto a decollare, 3...2...1..." La alzo ulteriormente e lei smette di piangere, oh buon dio! Rifaccio il volo per 3 volte e lei inizia a ridacchiare "È bello, vero? Un altro giro?" La rialzo di nuovo e lei continua a ridere. Rido anch'io insieme a lei e mettendola sul mio petto, le accarezzo piano la schiena e i capelli. Sono neri come quelli di Bekka e i miei, mi abbasso per baciarle la testa e ritorno ad accarezzarle schiena e capelli. Sbatto piano anch'io gli occhi come lei e presto cado tra le braccia di Morfeo insieme a Bella. --------------------------------------------------- È notte fonda Mi rialzo di soprassalto sentendo dei pianti isterici, mi guardo attorno e non trovo Bella. Il panico mi fa fermare il cuore per un secondo e rialzandomi di scatto, corro verso dove il rumore si fa più forte. Entro nella sua cameretta col cuore che schizza dal petto e mi paralizza quando vedo al buio, se non per la luce proveniente dal corridoio, un uomo con una schiena imponente e la testa di Bella che emerge da questa. Jamal. Li raggiungo subito e Jamal accorgendosi di me chiede "Ti abbiamo svegliata?" "Fa niente" dico accarezzando la schiena di Bella per aiutare in qualche modo. "Che ore sono?"chiede lui dondolando insieme Bella che continua a piangere. Lancio un'occhiata all'orologio dietro e dico "2:35, dovremmo darle il latte?" "Mi sa di sì, avrà fame" dice Jamal accarezzandole la testa per poi uscire con lei dalla camera. Solo ora noto lui a petto nudo con solo dei pantaloni comodi marroni e scalzo. Si sarà precipitato qui appena l'ha sentita piangere. Li raggiungo in cucina mentre lui riscalda dell'acqua, la versa nel biberon per poi aggiungere il latte in polvere e agitate per bene il biberon per far sciogliere la polvere. Va al rubinetto e raffreddando di poco il latte, mette il biberon sotto l'acqua corrente. "Serve una mano?"chiedo zampettando anch'io scalza. "Effettivamente sì, vieni qua" Raggiungo di scatto Jamal e lui mi chiede di dargli il polso per poi versare qualche goccia di latte. "È tiepida?" "Io...sì. Sì, è tiepida" dico riflettendoci più del dovuto. "Perfetto" dice posando il biberon sul bancone e posizionando meglio tra le sue braccia Bella che si agita e piange incessantemente. "Aspetta, ti aiuto" dico prendendo il biberon e avvicinandolo alla bocca della bambina. Bella si attacca subito al biberon e si calma immediatamente mentre beve il latte. Io faccio attenzione a inclinare bene il biberon e sento Jamal dire "Ammazza se aveva fame" Ridacchio e osservandola posare le manine sulle mie, come a sorreggere anche lei il biberon, dico "Si è calmata finalmente " Rimaniamo in silenzio finché lei finisce di bere tutto il latte e improvvisamente sentiamo puzza di cacca. "Sì " diciamo contemporaneamente io e Jamal ridendo. "Andiamo puzzolina" mormora Jamal pulendole la bocca con un bavaglino e rimettendola sulle spalle. Ritorniamo in cameretta di Bella e Jamal incomincia a cambiarle il pannolino. Non sembra impressionato quando la pulisce e butta il pannolino sporco...sembra un uomo che sa quello che sta facendo, non riesco a staccare gli occhi da loro. Jamal finisce di pulirla con del borotalco e mettendole un nuovo pannolino, le fa indossare nuovamente il pigiamino. "Ecco qua" mormora lui alzando Bella e rimettendola delicatamente nella culla. Bella spalanca le braccia e le gambe sonnecchiando e io sorrido a vederla così innocente e tranquilla. Jamal si abbassa a baciarle la fronte e la sussurra qualcosa pianissimo. Che dolce, penso pentendomi di aver creduto che questo ruolo non gli potesse adattare. Forse Jamal è più portato di me a fare da genitore. "Ti va un tè caldo?"chiede Jamal facendomi alzare lo sguardo a lui. "Certo" annuisco lanciando un'ultima occhiata a Bella e seguendo Jamal fuori. Lui recupera una maglietta entrando un secondo in camera sua e una volta in cucina dico "Apprezzo che ti sia messo una maglietta, ma è casa tua e puoi stare come più preferisci" "Sicura?" "Certo" Jamal si toglie di scatto la maglietta e posandola sul bancone dice andando ad aprire una credenza "Menomale perchè non sono abituato a casa, soprattutto la sera" Abbasso di scatto lo sguardo e cerco di non morire d'imbarazzo...perchè diavolo non mi sono stata zitta. "Zenzero?"chiede Jamal facendomi scuotere la testa. "Ehm sì, grazie" Rimaniamo in silenzio finchè lui posa due tazze sul bancone e ci versa il tè caldo. "Posso farti una domanda?"chiedo mentre lui mi avvicina la tazza di tè. "Dimmi" "Quanto paghi la casa?" Jamal corruga subito la fronte e chiede "Perchè?" "Perchè vorrei contribuire anch'io, appena avrò trovato un lavoro" Jamal sorride scuotendo la testa e dice "Non se ne parla, ci penso io" "Da domani inizierò a distribuire curriculum in giro e vorrei poter contribuire in qualche modo anch'io. Per favore, per me è molto importante" "Non ha senso, ci penso io, davvero" ribadisce Jamal. "La bolletta della luce?" "No" nega subito lui. "Gas?" Scuote di nuovo la testa. "Acqua, l'acqua la pago io. Non si discute" "Swarna...non ce n'è bisogno. Provvederò io alla casa, tu stai tranquilla e aiutami solo a badare a Bella" "La spesa allora, affare fatto?" "Non molli, eh?" Scuoto la testa decisa. "Alla casa ci penso io, mi dispiace ma sono irremovibile" "Ok ok...che ne dici se delle volte cucinassi io?" "Sai cucinare?" "Sono stata educata dall'organizzazione a fare questo" dico ridacchiando. "Va bene" "Sì? Ottimo! Domani stesso ti cucinerò un piatto tipico dell'Arabia. Ti leccherai i baffi" "Mi fido" dice Jamal finendo il suo tè. "Fai bene! Non te ne pentirai" "Hai avvisato Lena di domani?"chiede Jamal lavando la sua tazza. "Sì, domani al comune alle 9:30" "Ottimo, io allora torno a letto. Ti serve altro?" "No no, anzi grazie per il tè. Squisito" "E' solo un tè, grazie" dice lui sorridendo e uscendo dalla cucina. "Notte" dico ad alta voce sperando che mi possa sentire. "Notte" lo sento dire. L'ha sentito. Finisco anch'io il mio tè e vado alla ricerca della mia camera da letto, prima mi sono addormentata nel salone, era davvero comodo quel divano. Apro una porta nera convinta che sia camera mia, ma sbaglio alla grande e vedo Jamal che si leva le mutande ed entra sotto le coperte. Cazzo! Richiudo alla velocità della luce la porta e girandomi, mi porto una mano al cuore che batte all'impazzata. Dorme nudo! Buono a sapersi, non entrerò più in questa stanza manco morta. "Tutto bene?"chiede una voce alle mie spalle che mi fa sussultare in aria. Mi copro subito gli occhi e girandomi dico "Si si, scusami! Io non volevo, non....non trovavo la mia stanza, sì, non trovavo la mia stanza e..." "E' proprio di fronte, guarda" dice lui facendomi abbassare la mano dagli occhi. Osservo una porta nera uguale a quella di Jamal e deglutendo dico "Ok, a sinistra. Ho capito" Mi giro per ringraziarlo e lancio una veloce occhiata là sotto...ok, si è rimesso i pantaloni. "Sicura di stare bene?"chiede lui mentre io alzo lo sguardo e solo ora mi rendo conto di aver passato due secondi buoni a fissargli il pacco. "Sì, tutto bene. Grazie dell'aiuto. Notte" dico per poi spalancare la porta di camera mia e chiuderla prima che Jamal possa dire qualcosa. Mi appoggio alla porta e mi tocco il viso rovente, Swarna calmati! Per l'amor di dio! Butto un sospiro andando dritta in bagno, mi rinfresco il viso. Mi guardo allo specchio e asciugandomi il viso, mormoro alla figura riflessa "Va a dormire e spegni questi pensieri subito!" Sbuffo ed uscendo dal bagno, mi butto sul lettone. Chiudo gli occhi e quello che ho visto pochi minuti fa mi fa spalancare gli occhi...merda merda! Mi batto uno schiaffo sulla fronte e borbotto "Basta basta, cancella! Cancella!" Richiudo gli occhi e mi sforzo a immaginare altro, alla musica, alla danza...è una delle cose che più amo al mondo e non ho più potuto continuare dopo lo tsunami. Ricordo quando Carla mi disse "Se ci provi e perdi, non è colpa tua. Ma se non provi e perdi, allora è tutta colpa tua." Non ho mai avuto occasione di dedicarmi veramente alla danza, ho sempre cucinato, stirato, lavato, pulito...sono tornata a casa, ma un pezzo di casa se n'è andato e adesso non ho il tempo di giocare a fare la ballerina. Adesso ho una bambina e devo dedicare ogni mia forza e respiro a lei. Immagino di ballare su un palco insieme alle mie amiche e sentirmi finalmente libera. Esattamente come quando avevo 8 anni e insieme alle mie amiche vincemmo il concorso di ballo nel nostro paese. Eravamo così felici, pieni di energie, vive... ------------------------------------------------------------ Mi risveglio sentendo dei pianti e realizzo che Bella si è rialzata...alzo la mano per afferrare il cellulare...5:45. Sospiro e trascinandomi giù dal letto, apro la porta contemporaneamente a Jamal che ha ancora gli occhi chiusi. Ha i pantaloni un po' calati, come se se li fosse messi di fretta e non mi trattengo a ridere nel vedere la sua chioma di capelli castagni un po' scombinati. Jamal non si accorge di me che ridacchio e seguendomi entriamo nella camera di Bella. Stavolta la vado a prendere io in braccio e chiedo "Ha fatto la cacca?" Lui si abbassa ad annusare e scuote la testa. "Che c'è allora piccolina? Eh?"chiedo dondolandomi insieme a lei cercando di calmarla. Faccio su e giù per la stanza senza risultati e quando penso che mi stia partendo un timpano, Jaml dice "Dai a me" Le cedo Bella molto volentieri e mormoro "Vorrà il latte?" "Che ore sono?" "5:45" "Sì allora, deve berlo ogni tre ore" dice lui mentre fa per uscire fuori dalla stanza con Bella. "No, aspetta. Lo preparo io, ti ho visto con attenzione prima" "Sicura?" "Assolutamente, aspettatemi qui" Scappo fuori ed entrando in cucina, vado a riscaldare l'acqua mentre recupero il latte in polvere. Preparo il tutto in cinque minuti e corro verso camera di Bella. Stranamente non sento più i pianti isterici di Bella, ma una voce calda e calma che canticchia una canzoncina "Quando sei qui vicino a me, questo soffitto viola, no, non esiste più, io vedo il cielo sopra noi...che restiamo qui abbandonati, come se non ci fosse più niente, più niente al mondo..." Rimango incantata a osservare Jamal seduto su una sedia a dondolo che culla Bella che si è calmata e chiude piano piano gli occhi...rimango in silenzio finchè Jamal non finisce la canzone e alza lo sguardo accorgendosi di me. "Scusami" dice piano. Io avanzo e mormoro "Di cosa? Sei stato bravissimo" Lui sorride e io porgendogli il latte, mi siedo ai piedi del dondolo. "Com'è?"chiedo versando qualche goccia di latte sul suo polso. "Ottimo lavoro" si complimenta Jamal svegliando Bella. La mette fra le sue braccia e le dà con calma il latte...finalmente si è calmata. Io aspetto che finisca di darle il latte, mentre appoggio un secondo la testa sul piede della sedia e chiudo gli occhi.

Ritorna all'indice


Capitolo 52
*** Capitolo 52 ***


"L'amore è molto più di un semplice sentimento; è un processo che richiede un'attenzione continua."- Molleen Matsumura SWARNA'S POV: Mi sveglio sentendo dei passi e sbattendo piano gli occhi, metto a fuoco dei piedi fasciati da dei sandali neri che mi passano davanti...Dolores. Sbatto ancora gli occhi e sento il collo indolenzito, ho dormito tutto il tempo con la testa appoggiata al piede della sedia, accidenti. Abbasso lo sguardo alla sedia, ma corrugo subito la fronte nel vedere stranita delle gambe...aspetta, mi sono addormentata sulle sue gambe? Alzo lo sguardo e osservo Jamal con la testa di lato che sonnecchia insieme a Bella...sembra che ieri sera ci siamo tutti addormentati qui. Faccio una smorfia quando nel rialzarmi sento un dolore lancinante alla schiena che mi porta a ricadere per terra, che diamine! Neanche avessi 80 anni. Il rumore sveglia Jamal che sbatte piano gli occhi e sbadiglia facendo una smorfia, che tenero. Sbatte ancora gli occhi e abbassa lo sguardo su Bella, lo sposta poi su di me stranito. "Swarna? Tutto bene?" "Io...sì. Ho solo dormito tutta la notte per terra e ora ne pago le conseguenze" spiego ritentando nel rialzarmi, stavolta ci riesco. "Ah già, mi sono addormentato anch'io. Ecco perchè non ho sentito la sveglia" mormora lui alzandosi piano per poi riposare Bella nella culla. "Dorme profondamente" mormoro osservandola sorridendo. "Sì, lasciamola dormire o si alzerà di nuovo" sussurra Jamal. Io annuisco e facendo pianissimo usciamo dalla stanza e ci dirigiamo verso la cucina. "Buenos dìas" ci saluta Dolores che traffica sui fornelli. "Buongiorno Dolores, come stai?" chiede Jamal per carineria, mentre si trascina fino alla macchinetta del caffè. "Bien, voi? Non vi ho svegliato prima, così carini eravate" Le sorrido mentre mi chiede cosa voglia mangiare per colazione. "Oh ehm...faccio io. Di solito mi piace prendere il tè latte con delle fette biscottate e miele" "Tè latte, ok. Lo hago de inmediato" dice iniziando a mettere su il bollitore. "Ecco le fette e il miele" dice Jamal allungandomele sul bancone. "Grazie" dico un po' imbarazzata. Non sono mai stata servita, di solo ero io quella che serviva gli altri. Dolores mi fa avere il tè latte e ringraziandola di cuore, lo bevo tutto avidamente...è così buono! Meglio di quello che faccio io di solito. Anche Jamal mordicchia delle fette biscottate col miele che avevo spalmato io, impegnato a leggere il giornale, mentre Dolore apre il frigo e chiede "Mangiate fuori despues il comune? O tornerete en casa?" Sia io che Jamal spalanchiamo gli occhi e chiediamo all'unisono "Che ore sono?" "Quasi le 10, porque?" "Merda!" esclamo io. "Cazzo!" esclama Jamal mentre entrambi scappiamo fuori e quasi scivoliamo sul parquet per la fretta. Jamal riesce ad afferrarmi prima che mi sfracassi qualcosa ed entrando nelle nostre rispettive stanze, io mi catapulto in bagno. Mi lavo velocemente e indossando un asciugamano per coprirmi, cerco disperata un fono. Dove diavolo sta? "Ma che cazzo!" impreco ancora. Esco fuori di fretta e furia e affacciandomi in cucina controllo che ci sia Dolores. Ovviamente non c'è. "Dolores?"urlo ai mali estremi. "Che succede? Si sveglierà Bella"chiede una voce maschile avvicinandosi. "No! Non entrare in cucina! Sono nuda!" grido indietreggiando per poi abbassare la voce ricordandomi effettivamente di Bella. Sento i passi di Jamal fermarsi e dire "Dolores è scesa a posare il gatto che era salito qui, hai bisogno di qualcosa?" Mi porto una mano in fronte e impreco in silenzio, maledetta me. "Non trovo un fono" confesso alla fine. "Ti presto il mio, vieni" No no no...penso nella mia testa. "Non guardo, giuro. Esci, sono di spalle" dice Jamal facendomi fare su e giù per la cucina per l'agitazione. Ci penso su 3 secondi buoni e non volendo perdere tempo ulteriormente dico "Ok, sei girato vero?" "Sì" si limita a dire Jamal. Sbuffo per la mia stupidità e avanzando piano, mi affaccio sul corridoio trovando Jamal effettivamente di spalle. Ha solo un pantalone di alta sartoria e la schiena nuda...perdo dei secondi a osservare i muscoli contrarsi quando lui si gratta la testa distrattamente. "Ci sei?"chiede lui volgendo di poco la testa di lato. "Sì" dico abbassando subito lo sguardo. Lui avanza fino a camera sua e io lo seguo piano, le tende sono scostate e vengo rapita dal panorama della città dall'alto. "Swarna?" mi richiama lui. Ah cavolo. Mi rigiro e lo becco a osservarmi, mi porto le mani sul seno, anche se è ben coperto dall'asciugamano e mormoro "Non avevi giurato?" "Sì, scusami" mormora lui alzando di scatto lo sguardo dalle mie gambe e rigirandosi per darmi le spalle. Trattengo il respiro...perchè mi stava fissando? "Qua c'è il fono" mi mostra una volta dentro il suo bagno. "Ok, grazie" mormoro mentre lui esce dal bagno con lo sguardo per terra e dice "Fai veloce per favore, Efrem e Lena sono già lì" "Sì, ci metto un minuto" dico mentre lui chiude la porta e io avvio il fono. Finisco di asciugarli in pochissimo e spostando di lato la riga dei capelli, cerco di renderli il più decente possibile. Di naturale i miei sono ondulati un po' crespi, delle volte ci metto un olio per tenerli a bada o li ripasso con l'arricciacapelli, per eventi speciali li liscio. Oggi non ho il tempo di fare nulla quindi li sistemo con le mani e davanti a me osservo del gel per capelli, varrà lo stesso? Apro il barattolino e inspiro un forte profumo di fragranza maschile. Faccio spallucce e prendendo un po' di gel tra le dita aggiusto i ricci sopra e un po' sulle punte. "Così dovrebbe andare bene" mormoro tra me riposando il barattolino. Apro la porta del bagno e prima di uscire annuncio " Sto uscendo" Non sento nulla. Forse è nella cabina armadio. Me la svigno subito e uscendo dalla sua stanza entro nella mia. Frugo nella valigia che ancora non ho disfatto e recupero un vestitino color crema attillato con dei bottoni dorati di lato, me l'aveva fatto prendere Bekka, diceva che mi stava a pennello e sembravo una donna in affari. Sorrido nel ricordarmi le sue parole e indossando il reggiseno e le mutandine, faccio scivolare il vestito. Il tessuto del vestito è pesante e calza a pennello sul mio corpo, la scollatura è a V e dietro c'è la cerniera da chiudere. Provo a cavarmela da sola, ma fallisco miseramente a metà strada...è troppo in alto, non ce la faccio. Dannazione. Lascio stare per un attimo la cerniera e recuperando dei sandali col tacco basso dorati, infilo in una borsetta nera semplice il necessario per truccarmi almeno un pochino, gli assorbenti, salviettine, mentine e portafoglio. Prendo il cellulare e chiamo subito Lena scusandomi del ritardo, lei mi tranquillizza dicendo che prima di noi c'è una coppia che sta perdendo tempo e abbiamo al massimo mezz'oretta. Esco fuori dalla stanza e vado da Bella per assicurarmi che stia bene. Sospiro sollevata quando vedo che dorme ancora tranquilla, per fortuna non ha sentito le mie urla. "Dorme?" sento alle mie spalle Jamal. Mi giro e annuisco con la testa mentre lui mi raggiunge e abbassando lo sguardo alla mia schiena chiede "Posso?" Capisco che voglia aiutarmi con la cerniera e annuendo con la testa imbarazzata, mi giro in modo che possa alzarmela. "Fatto" mormora mettendosi di lato mentre io sento il cuore battermi fortissimo. Sentirlo dietro di me, i suoi occhi sulla mia schiena nuda, le sua mani che hanno sfiorato per un millesimo di secondo la mia pelle...arrossisco di botto e deglutisco a disagio, non mi ha mai toccato nessuno, non mi ha mai sfiorato nessuno, non mi ha mai guardato nessuno, non ho mai visto un uomo nudo, non ho mai avuto nessun tipo di rapporto con uomo e adesso mi è toccato crescere una bambina con un uomo, che vuoi o non vuoi, è molto attraente. E' solo il padre di mia figlia acquisita e non proverò mai qualcosa che si avvicini all'amore per lui, ma non sono fatta di carta pesta e devo stare molto attenta...non posso permettere che finisca come per Bekka e Farid...il loro unico errore è stato quello di innamorarsi. "Andiamo?"chiede lui mentre sentiamo la porta aprirsi, Dolores è arrivata. Annuisco con la testa e facendo piano con il tacco, esco dalla stanza. "Oh, che fate?"chiede Dolores vedendoci raggiungerla. "Andiamo a sposarci" dice Jamal dando una carezza a Dolores e uscendo dalla porta. Saluto anch'io Dolores e seguo Jamal per il corridoio fuori. "Hai preso i documenti?"mi chiede lui in ascensore. "Sì" dico lanciando uno sguardo alla borsetta. "Ottimo" mormora lui mentre corruga la fronte e chiede "Ti sei messa il mio gel per capelli?" Beccata. Sorrido un po' goffa e mormoro toccandomi i capelli "Scusami, era per sgonfiare i capelli. Non succederà più, te lo giuro" Jamal scuote la testa e alzando lo sguardo dal suo cellulare dice guardandomi "No, tranquilla. È che avevo riconosciuto il profumo" "Sì, ha un profumo forte" "Non ti piace?" Chiede lui alzando un sopracciglio. "Il profumo certo...forse è un po' troppo forte per me" "Io mi sono scordato di metterla, a quanto pare mi sposerò con questi capelli" dice lui passando una mano sui capelli un po' in aria. "No, stai bene" dico io per poi leccare il polpastrello dell'indice e sistemargli un ciuffetto ribelle. "Ora sei perfetto" dico abbassando lo sguardo alla camicia bianca, la giacca blu e una cravatta sempre blu ma più sul pastello. Lui sorride e io chiedo ricambiando il sorriso " Che c'è?" "No, è che lo faceva anche mia madre prima di andare in chiesa. Voleva che fossi perfetto davanti alle sue amiche" mi rivela lui. "Oh...ci sarà anche lei oggi?" Chiedo curiosa di conoscerla. "Col cuore sì, fisicamente mi sembra un po' difficile...è morta d'infarto tanti anni fa" "Oh...mi dispiace, mi dispiace tanto" "Anche a me, non ho potuto salutarla per l'ultima volta. È successo dopo che Achraaf mi rapisse e mi portasse nell'organizzazione, questa cosa l'ho saputo da poco perché me l'ha detto mia sorella" "Hai una sorella! Più grande o più piccola?" "Grande, 11 anni più grande. Si chiama Latifa" Usciamo dall'ascensore e andando verso la sua auto chiedo "Verrà oggi?" Lui entra in auto e scuotendo la testa dice "Lei si è fatta una famiglia e sta in Canada. Ha un figlio, Zahir. È da mia sorella che mi sono fatto spedire i suoi libri sui neonati e ho imparato qualcosa" "Quindi sa di Bella" "Sì, ma anche lei ha partorito da poco e non può venirmi a trovare. Delle volte facciamo delle videochiamate " Io indosso la cintura mentre lui fa retromarcia ed esce dal parcheggio e io chiedo "Le hai già fatto vedere Bella?" "Sì, la notte, di solito, faccio videochiamate con lei perché in Canada sono 6 ore indietro " "Davvero? Con lo Sri Lanka invece ci sono 3 ore e mezza in avanti di differenza" "Tu sei nata lì, giusto?"chiede lui svoltando a destra. Annuisco con la testa, quando si parla di me mi chiudo sempre a riccio, non mi piace ritornare con la mente al mio passato. Sono solo successe cose tragiche, poche sono le cose che mi hanno resa veramente felice. "Non ti manca casa?" "Non è la mia casa" mi limito a dire fredda. Quando penso allo Sri Lanka mi si gelano le vene. Jamal intuisce il mio disagio e chiede subito "Non ti fa piacere parlarne, giusto?" Nego con la testa " Non è perché ti conosco da poco, è una fase della mia vita che non ricordo e se ricordo, ricordo solo cose brutte. Le cose belle le ricordo molto vagamente " "Quindi cosa immagini quando pensi alla parola casa?" Faccio una smorfia e mormorò "Non lo so, avevo una casa da piccola, ora non più nulla.. Non ho una casa al momento" Mi aspetto che replichi con qualcosa, invece rimane in silenzio e inforca i suoi occhiali da sole. "Tu invece? Tu a cosa pensi?" "Per casa? Non lo so. Forse neanch'io ne ho una" dice lui fermandosi a un semaforo. "Cosa c'è?"chiede subito dopo beccandomi a fissarlo intensamente. Scuoto la testa e guardando il finestrino mormoro "Nulla, pensavo" "A cosa?" Chiede lui non mollando. "A come potremmo dare una casa a Bella se non ce l'abbiamo neanch'io noi" Jamal deglutisce a queste mie parole e dice "Ci stiamo sposando per darle una famiglia" "Non è come badare a un cucciolo di cane, è una bambina. Per adesso non parla, ma poi? Quando capirà tutto? Quando ci chiederà di..." Jamal posa una mano sulla mia facendomi zittire e dice piano "Ho paura anch'io, non sono sicuro di nulla, non so cosa potrà accadere" Alza lo sguardo a me e mormora "Ma, ci stiamo provando, lo stiamo facendo per loro, per Bella. Non possiamo farci vincere dalla paura adesso, non adesso" "Mi sto per sposare" inizio a realizzare ad alta voce. "È una di quelle cose che non ho mai pensato di fare anch'io" dice lui facendomi sorridere di poco. "E invece siamo qui...sto per diventare tua moglie" "Io tuo marito, chi l'avrebbe mai detto?" Chiede lui prendendomi il mento tra il pollice e l'indice. Mi guarda attentamente e chiede, come a capire che sto incominciando a calmarmi "Meglio?" Annuisco con la testa, mentre lui mi sorride e riprendendo in mano il volante in tempo per il semaforo verde, parte mentre io abbasso lo specchietto e mi trucco un minimo. Raggiungiamo velocemente il comune ed entrando andiamo direttamente agli uffici del piano superiore. "Eccoli i ritardatari!" esclama Efrem vedendoci arrivare. Anche Lena si alza e viene a salutarmi. "Stai benissimo, davvero bellissima" mi fa subito i complimenti. Io arrossisco e scuotendo la testa chiedo "Mai quanto te, questo vestito giallo a quadretti mi piace un sacco" "Sai che l'ha scelto Ines? Delle volte entra nel mio armadio e sceglie i vestiti che devo mettere" "E se non li vuoi mettere?" "Sono obbligata o chi la sente più" dice lei facendomi ridere. "Di cosa ridete, eh?"chiede Efrem avvicinandosi a me e approfittandosi per salutarmi. "Sono affari nostri!" dice Lena mentre Efrem la raggiunge e mordendole una guancia chiede "Affari vostri, eh?" "Efrem, smettila!" esclama ridendo Lena mentre Jamal mi si avvicina e chiede "Tutto bene?" Efrem trascina più in là Lena per baciarsela e io mormoro abbassando lo sguardo "Sono veramente molto belli, Ines è molto fortunata" "Sì, sono una famiglia molto bella. Da mulino bianco" Ridacchio e chiedo un po' malinconica "Possiamo prometterci una cosa?" "Più di amarti e onorarti per tutto il resto della mia vita?"chiede lui facendomi ridere ancora. "No, sappiamo entrambi che questa non è una promessa. Voglio che facciamo una promessa vera, adesso" dico girandomi verso di lui. Jamal annuisce piano e io mormoro "Promettiamoci che non faremo mancare mai nulla a Bella, che le daremo tutto il nostro amore e che...." Abbasso lo sguardo un po' imbarazzata per quello che vorrei dire. "E che?"mormora lui avvicinandosi a un palmo da me. Alzo piano lo sguardo a lui e sussurro "Che mi starai sempre vicino e cercherai sempre di comprendermi e darmi forza" Jamal rimane in silenzio per una manciata di secondi solo fissandomi dritto negli occhi, per poi leccarsi le labbra e alzare una mano su una mia guancia. "Te lo prometto" dice con tanta intensità che mi sembra di aver perso un battito. Sorrido trattenendo il respiro mentre lui abbassa la mano e mormora "E tu mi prometti di essere sempre te stessa con i tuoi pregi e soprattutto i tuoi difetti?" "Stai dicendo che ho dei difetti?"chiedo alzando l'angolo della bocca. Lui alza un sopracciglio e io dico annuendo con la testa "Promesso" "I signori Sabil e Warnaku..." "Siamo qui" dico prima che finisca di leggere il mio cognome, so già che ci metterà un'eternità e lo stesso non riuscirà a pronunciarlo giusto. Efrem e Lena si avvicinano subito e insieme entriamo nella sala con una donna dietro la scrivania e una fascia col tricolore addosso. "Anna Alberti" si presenta la donna mentre le stringiamo tutti la mano. "Prego, accomodatevi" Io e Jamal ci sediamo in mezzo, Efrem al fianco di Jamal e Lena al mio fianco. "Ben arrivati, buon pomeriggio a tutti" dice restando alzata. "Buon pomeriggio" rispondiamo a coro noi, che scemi. "Ok, controllo le carte prima di incominciare. Faccio l'appello: Jamal Sabil?" Jamal alza la mano e Anna continua con l'appello "Swarna Warnaku..." "Sono io" dico in anticipo. "Come si pronuncia?"chiede lei un po' più paziente di me. "Warnakulasuriya, si legge come scritto" Lei si cimenta nel pronunciare bene il mio nome e ci riesce alla fine sorprendentemente. "Ok, i testimoni sono invece Lena De Angelis" Lena alza la mano timidamente e Anna finisce con l'appello "Efrem Therani?" "Qui" dice Efrem alzando la mano. "Ok, benissimo. Vi fate lo scambio dell'anello?"chiede Anna riposando le carte. Cavolo, gli anelli...ce ne siamo dimen... "Sì" dice Jamal prendendo dalla giacca un cofanetto con dentro due fedi dorate. Ha pensato anche alle fedi, sono sempre più sorpresa. Jamal posa le due fedi sulla scrivania davanti a noi e io deglutisco alla loro vista, non si scappa più adesso. "Ok, ora vi spiego come funziona. Leggerò 3 articoli, esattamente art. 143, 144 e 147 del codice civile, poi chiedo il consenso reciproco a voi due e ai testimoni, facciamo lo scambio degli anelli e poi ci sarà la lettura integrale dell'atto di matrimonio così come è avvenuto" Tutti annuiscono e lei incomincia a leggere gli articoli " Art. 143 c.c. : "Diritti e doveri reciproci dei coniugi. Con il matrimonio ilmarito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Dalmatrimonio deriva l'obbligo reciproco alla fedeltà, all'assistenza morale e materiale,alla collaborazione nell'interesse della famiglia e alla coabitazione. Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia". Art. 144 c.c. : "Indirizzo della vita familiare e residenza della famiglia. I coniugi concordano tra loro l'indirizzo della vita familiare e fissano la residenza della famiglia secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia stessa. A ciascuno dei coniugi spetta il potere di attuare l'indirizzo concordato." Art. 147 c.c. : "Doveri verso i figli. Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l'obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole, tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli" Sfoglia delle pagine e dice più allegra "E' il momento delle dichiarazioni" Sorridiamo e lei inizia a dire "Dichiara il signor Jamal Sabil di voler prendere in moglie la signora Swarna Warnakulasuriya, qui presente?" "Sì, lo dichiaro" dice Jamal annuendo fermamente con la testa. Anna sposta lo sguardo a me e dice "Dichiara la signora Swarna Warnakulasuriya di voler prendere in marito il signore Jamal Sabil, qui presente?" Sposto lo sguardo a lui e sorridendogli timidamente dico "Lo dichiaro" "I testimoni hanno sentito?"chiede lei mentre Efrem e Lena annuiscono felici. "Allora potete fare lo scambio degli anelli" Jamal non perde tempo prendendo la mia fede e la mia mano, per poi inserirmi l'anello sul anulare sinistro. La misura va benissimo, mi chiedo come abbia fatto ad azzeccare. Lo stesso faccio io un po' con mani tremanti e ritorniamo a fissare Anna. "Io, Anna Alberti, ufficiale dello Stato civile del comune di Palermo, dichiaro in nome della legge che il signor Sabil e la signora Warnakulasuriya sono uniti in matrimonio" E' fatta, penso mentre Efrem e Lena applaudono. Anna inizia a leggere l'atto di matrimonio e io abbasso lo sguardo alla mia mano sinistra, ormai marchiata a vita. Eppure non sento un senso di soppressione, come mi aspettavo di provare, mi sento bene, positiva, come se le cose andassero finalmente nel verso giusto. Dopo pochi minuti l'atto a tutti noi per poi dire "Abbiamo finito, perfetto" Ci alziamo contenti e ringraziando l'assessore, usciamo fuori ancora euforici dal momento. Scendiamo le scale parlando di come si è svolta la cerimonia, quando usciamo fuori e troviamo tutti i nostri amici. "Che ci fate qua!" esclamo mentre Viviana mi mette addosso una fasciata con scritto "Wife", un cerchietto con un piccolo velo e un bouquet di rose rosse. Dall'altra parte Efrem mette la fascia con scritto "Husband" a Jamal e dandogli una bottiglia di spumante dice "Stappatelo! Si festeggia!" Jamal si avvicina a me e facendomi posare le mani sulle sue, stappiamo insieme in aria. Io verso in tutti i bicchierini e scherzando e ridendo passiamo tutta la mattinata con loro. A ora di pranzo mangiamo tutti da Lena che ha organizzato insieme a tutti gli altri un banchetto per noi e ci divertiamo un sacco. Ringraziamo tutti e per ora di cena ce ne andiamo. Io sono stanca e non proferisco parola in macchina, infatti appoggio la testa contro il finestrino e rimango a fissare la fede al dito. Che strano. "Arrivati" dice Jamal facendomi scuotere la testa, ero totalmente assorta nei miei pensieri. "Oh ok" dico levando la cintura e scendendo dall'auto. "Tu non scendi?"chiedo notando lui ancora al volante. "No, devo andare al locale stasera. Ci sarà Dolores fino a mezzanotte, io rincaserò verso quell'orario" "Ah capisco, allora...buon lavoro" dico un po' incerta su cosa dire. Lui mi fa un cenno di ringraziamento e aspetta che io entri dentro. Alzo la mano per salutarlo di nuovo e scappo via, forse troppo affetto. Dovrei ricordarmi delle volte che non siamo una reale famiglia...che lui non è realmente mio marito. "Signor Rubino" saluto il portinaio che alza subito una mano per salutarmi a sua volta, che dolce. Jamal dovrebbe imparare da lui...anche oggi da Lena continuava a starmi lontano, penso che solo in macchina siamo stati relativamente vicini. Dopo la cerimonia è totalmente cambiato, come se si fosse seccato di tutta questa situazione...non capisco. Magari era soltanto stanco e sono io che mi sto facendo mille paranoie. Entro in casa usando l'impronta digitale e vado subito dalla bambina. "Dolores? Bella non c'è nella sua culla, sai dove...oh siete qua" dico sollevata nel vederle in cucina. "Ecco la mamma!" esclama Dolores alla piccola Bella che volge lo sguardo a me e inizia ad agitare i piedini. "Ciao mio tesoro!" dico correndo a prenderla tra le braccia. "Ma ciao! Ciao! Ciao piccolina" mormoro marcando la voce completamente innamorata di lei. "Com'è andata al comune?"chiede Dolores accarezzandomi la schiena. "Oh, tutto bene. Sono sposata ora" dico alzando la mano sinistra e facendole vedere la fede. "Dios mio! Que hermoso!" esclama lei prendendomi la mano. Io ridacchio e lei chiede "Todo bien?" Annuisco con la testa e mormoro accarezzando i capelli di Bella "Insomma, non sono le nozze che immaginavo e la notte delle nozze che sto vivendo" Dolores ridacchia e dice "Jamal trabaja hasta tarde para el club" "Sì, me l'ha detto che andava al suo locale. Pazienza, va bene così" Bella inizia ad agitarsi tra le mie braccia e Dolores avvicinandosi a lei dice "E' finito il latte e aspettavo voi para scendere a compralo" "Ah capisco, dove vai a prenderlo di solito? Ci posso andare io" "No no, tranquila. Vado io. El supermercado esta qua sotto. No te preocupes" "Ma no, vado io. Sono pure vestita, arrivo in un attimo"dico dando un bacio a Bella e uscendo dalla cucina. Recupero la borsetta ed esco fuori. Raggiungo l'ascensore e cliccando per il pianoterra, controllo i messaggi nel cellulare. L'ascensore si ferma prima su un piano e io corrugando la fronte, controllo fuori dalle porte...non c'è nessuno. Clicco di nuovo il pulsante e rientro in ascensore mentre le porte si richiudono e sento gridare "No no!" Metto le mani tra le porte e spingo in modo che non si chiudano. "Grazie" dice una voce maschile. Alzo lo sguardo e arrossisco di botto, è un uomo sicuramente sulla trentina con una canottiera larga, dei jeans un po' strappati all'altezza del ginocchio e delle scarpe sportive semplice. Porta con sé un meticcio bianco con macchie nere che non fa altro che morderlo infastidito. "Leo!" Esclama lui mettendo il cagnolino per terra. "Scusami, hai paura dei cani?"chiede lui mentre le porte dell'ascensore si chiudono. "Come? No, no" dico abbassandosi ad accarezzare la creaturina che cerca di mordermi con i suoi piccoli dentini. Che peste. "Quanto ha?"chiedo accarezzando la sua testolina. "Io o Leo?"chiede lui facendomi alzare lo sguardo divertita. "4 mesi, sono andato a trovare un amico a Campofiorito e lui mi ha chiesto se volessi adottare uno dei cuccioli che aveva avuto la sua cagna, mi sono detto perché no" Si abbassa su di Leo, arrivando alla mia altezza, e aggiunge "Questo prima però di sapere che è una bestiaccia!" Io ridacchio e dico "È ancora piccolo, si calmerà più in avanti" "Hai un cane anche tu?" "No, ma mi piacerebbe"mormoro accarezzando le orecchie di Leo. È così carino e tenero, ha uno sguardo così innocente. "Lo sto portando a fare un giro al parco, se vuoi sei la benvenuta" mi propone il padrone. "Non so neanche come ti chiami in realtà" dico ridendo e alzandomi. "Leonardo Rubino, molto piacere" dice lui porgendomi la mano. "Hai dato il tuo nome al tuo cane?" "No, lui è Leo. Io sono Leonardo" "E come ti chiamano gli amici?" "Dodo, posso sapere adesso il nome della ragazza che mi sta facendo un interrogatorio?" Chiede lui mentre le porte dell'ascensore si aprono e usciamo. "Scusami, Swarna. Mi chiamo Swarna" "Non ti ho mai vista in giro, anche perché me lo sarei ricordato" dice lui facendomi arrossire ulteriormente. "Mi sono trasferita ieri" dico mentre passiamo dal signor Rubino e Leonardo fa un saluto con la mano a lui. "Dodo, non trattare male la signorina!" Grida il signor Rubino quando usciamo dalle porte scorrevoli. "Mio padre mi ha educato bene, sta tranquillo!" Grida Leonardo mentre io mi batto una mano sulla fronte e dico "Ecco perché mi sembrava familiare il tuo cognome! Tu sei figlio del signor Rubino" "Perspicace" dice lui facendomi ridacchiare. "E in che piano ti sei trasferita?" Chiede lui cambiando argomento. "Sono nell'attico" Leonardo fischia e dice "Vieni dai piani alti allora" "A quanto pare, poco importa" Leonardo corruga per un secondo la fronte e guardandosi attorno chiede " Vieni allora al parco?" "No scusami, devo andare urgentemente al supermercato. Anzi devo anche cercarlo" "È proprio dietro l'angolo, ti accompagno" si offre lui molto gentilmente. "Oh grazie mille...non conosco i posti nei dintorni" "Ti ci abituerai, non ti preoccupare" dice lui cercando di confortarmi. "Stai qui da molto?"chiedo incrociando le braccia. "Ci sono nato. Sto al secondo piano" "Tuo padre è una persona davvero gentilissima, sono rare persone del genere" dico ripensando a come mo ha accolta ieri pomeriggio. "Oh sì, il vecchio ci sa fare" dice lui abbassando lo sguardo al cane che si ferma per fare la pipì su un palo. "Non sapevo neanche che ci fosse un parco nei dintorni, ci potrò portare Bella" "Bella è tua sorella?" Chiede lui curioso. Scurito la testa e mormoro "mia figlia" "Hai una figlia?" "È un po' complicato, è la figlia di mia sorella, ma lei è morta e ora mi occupo io di lei" "Caspita, sei sola?" Alza la mano sinistra e lui fischia di nuovo. "Mi sono sposata poche ore fa al comune" aggiungo lasciandolo a bocca aperta. "Con Jamal Sabil? L'intero piano sull'attico è suo" Annuisco con la testa e lui si morde un labbro. "Sei sorpreso?" "No, in realtà la fede è la prima cosa che ho notato di te nell'ascensore. Non mi aspettavo proprio con Jamal" "Lo conosci?" "Sì, da poco anche lui. Ha delle belle macchine, lavoro al garage" "Davvero? Figo!" "Hai una macchina tu?" "No, ma sto cercando lavoro e spero di comprarmela una" "Sbaglio o tuo marito è milionario?" Chiede lui toccandosi i capelli castani lunghi alle spalle, io però sono catturata dai suoi occhi verdissimi. Sembrano del colore del mare. "Non so del suo conto in banca" mormoro un po' a disagio. "Non avete fatto un contratto matrimoniale?" "Non mettiamo in conto di divorziarci" "Sei abbastanza sicura del suo amore" dice Leonardo svoltando a sinistra. "No, non si tratta di questo. È per il bene della bimba, vogliamo darle una famiglia come si deve" "Sai, delle volte possono succedere cose che non ti aspettavi potessero accadere. È sempre meglio prevenire. Parlo per esperienza" "Sei stato sposato?"chiedo alzando un sopracciglio. "Cosa? No! Non fanno per me queste cose, io sono un eterno ragazzino. Sono accadute altre cose nella vita che mi hanno fatto capire che è meglio crearsi una corazza e non affidarsi completamente a una persona. Se questa persona cade, cadi anche tu. Devi crearti una tua indipendenza" Annuisco alle sue parole e dico "Ecco perché voglio cercarmi un lavoro" "Che genere di lavoro?" "Io...non lo so. Qualsiasi cosa mi andrà bene" "Vuoi aiutarmi al garage?" Faccio subito una smorfia. Lui scoppia a ridere e dice " Scherzavo, quelle mani delicate sono fatte per fare altro" "Grazie" mormoro mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Quindi non sai cosa stai cercando" "Non so di preciso" "Hai delle passioni?" "Mmm...non credo" dico mordendomi il labbro mentre ci fermiamo un attimo ad aspettare Leo che fa pipì su un idrante. "Impossibile, tutti hanno una passione. Pensaci meglio, cosa ti rende felice? La prima cosa che ti viene in mente" "Ballare, mi piace tanto ballare" "Ah però, abbiamo una futura ballerina qui" Ridacchio e dico "No no, mi piace ballare e ho preso per anni lezioni di ballo, ma ho interrotto dopo un po'" "Potresti ricominciare" "Come? Non avrei tempo di prendere lezioni, ho una bambina a cui badare" "Potresti farne un lavoro. Cerca qualche posto da ballerina, troverai qualcosa sicuramente" "Ma non ballo da anni, non posso neanche definirmi ballerina" "Fammi qualche passo e giudicherò io" dice lui fermandosi di colpo. "Cosa? Qui? Adesso?" chiedo guardandomi attorno, siamo sul marciapedi ma non c'è tanta gente intorno. Lui annuisce con la testa e io dico scuotendo la testa "M'imbarazzo troppo" "Su, avanti" dice lui prendendomi la mano e facendomi fare una giravolta. "Il vestito!"esclamo abbassando subito la gonna del vestito che si stava alzando troppo. Leonardo scoppia a ridere e io portando le mani sui fianchi chiedo "Cosa? Non ti è piaciuta la giravolta?" "Sinceramente?"chiede lui. "L'ho amato" conclude superandomi. Io corro per tenere il suo passo, finché lui svolta di nuovo a sinistra e ci ritroviamo davanti dell'Auchan. "Entri con me?"chiedo facendo cenno alle porte. Lui fa spallucce e prendendo in mano Leo, entriamo nel supermercato. "Non hai neanche l'accento palermitano, non sarai nata qui sicuramente" dice lui seguendomi al reparto neonati. "No infatti, sono nata allo Sri Lanka" "Sri Lanka? Dove si trova?" Scoppio a ridere. Ho riso più negli ultimi minuti che negli ultimi anni. "Sotto l'India" "Tu dai per scontato che io sappia dove si trovi l'India" dice lui facendomi ridere ancora. "Sai dov'è l'Asia?" Chiedo prendendo la confezione del latte in polvere che avevo visto in casa. "Di Asia conosco solo la modella spagnola" Io spalanco gli occhi e lui dice osservando gli omogenizzati "Scherzavo, so dove si trova lo Sri Lanka. Avevo fatto una ricerca sulla guerra tra singalesi e tamil ai tempi a scuola" "Io sono singalese" dico precisando. "Com'è il rapporto coi tamil?" "Normale, personalmente penso che siano cose che non ci competano. Non abbiamo vissuto in prima persona questa guerra ed è comunque una guerra finita nel 2009, è meglio lasciarsi il passato alle spalle e guardare avanti per il futuro." "Ci sono, potresti fare il giudice di pace" dice lui prendendomi in giro. "Tu il comico, hai sempre una battuta per qualsiasi cosa" dico andando verso la cassa a pagare. Sorprendentemente è vuota e pagando velocemente usciamo fuori. "Quindi questo lavoro al garage ti piace?"chiedo mentre ricominciamo a camminare. "Mi piace stare a contatto con le macchine, per ora mi accontento di questo, più in avanti mi piacerebbe aprire una mia officina" "Davvero? Spero che tu possa riuscirci" "La tua macchina sarà il mio primo lavoro" dice lui facendomi sorridere. Ritorniamo al palazzo scherzando e ridendo a crepapelle finchè entriamo in ascensore e io clicco per il secondo piano e poi l'ultimo. Le porte si aprono al secondo piano e lui uscendo con Leo dice "Ci rivediamo allora ballerina" Annuisco e dico "Mi ha fatto piacere conoscere il cane" Lui scoppia a ridere e alzando in braccio Leo borbotta "Scavalcato da un cane, sto perdendo colpi" Ridacchio e quando stanno per chiudersi le porta alzo la mano per salutarlo, lui alza la zampetta di Leo per salutarmi finchè non vedo più....all'improvviso vedo un piede tra le porte che le apre immediatamente e di nuovo il viso di Leonardo che sorride un po' nervoso e dice "Forse sarebbe il caso che ti dia il mio nome, quando magari dovrai andare di nuovo al supermercato e non vuoi perderti" Metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio per l'imbarazzo e annuendo gli allungo il mio cellulare. Lui va sulla rubrica e digitando velocemente qualcosa dice "Fatto, un attimo che provo a chiamare al mio cellulare. Per assicurarci che prenda" Sentiamo il suo cellulare vibrare nelle tasche dei suoi jeans e lui riconsegnandomi il cellulare dice "Prende" "Grazie" mormoro quando le porte si richiudono un'altra volta. Leonardo fa un passo indietro e dice "Alla prossima allora, ci conto" Io annuisco finchè non lo vedo più e l'ascensore riprende a salire. Mi mordo il labbro ancora imbarazzata e abbasso lo sguardo al cellulare. "Dodo" leggo come nome e scoppio a ridere quando leggo nell'indirizzo "Secondo piano". Riposo il cellulare in tasca e guardo il mio riflesso allo specchio...sono tutta arrossata e con un sorriso che illumina il mio viso, è da tanto che non mi vedevo così.

Ritorna all'indice


Capitolo 53
*** Capitolo 53 ***


Quando si ama neppure le nuvole riescono a nascondere il sole - Anna d'Urso. RAKIB'S POV: PASSATO. "Siamo tutti?"chiede Sami avvicinandosi a me per poi aggiustarsi i capelli. Oggi è bellissima Sami, ha indossato anche un vestito particolare per la festa a sorpresa di Gabriel. E' pieno di brillantini dorato e ai piedi ha dei sandali col tacco sempre dorati. Le ho fatto i complimenti prima, se n'è vantata con tutti, che tipa. "Ehm...sì, manca solo Alice" mormoro notando ancora la sua assenza. Mi aveva detto che ci avrebbe raggiunti direttamente alla festa, le avevo chiesto se volesse che passassi da lei, ma ha sempre negato e detto che Gabriel abitava vicino e non voleva disturbarmi. Figurati se fosse stato un disturbo per me, ma ultimamente la trovo distante e non voglio pressarla più di tanto. E' diventata da poco signorina e magari la cosa la rende nervosa, non saprei. "Hai provato a chiamarla?"chiede Sami controllando da lontano la porta, Gabriel dovrebbe venire a momenti. "Sì, è staccato. Ho anche chiamato a casa" mormoro iniziandomi a preoccupare. Mi ero anche messo in tiro per lei, volevo sorprenderla in qualche modo. Sami mette una mano sulla mia spalla e dice "Tranquillo, arriverà" Annuisco con la testa ma non tanto convinto. Non riesco a non pensare che possa esserle successo qualcosa, perchè ha il telefono staccato? Perchè ci sta mettendo tanto? "Vado a prendere Ali" dico a Sami per poi partire spedito. Sento Sami che mi grida di rimanere, ma me ne strafrego ed esco da casa sua. Non riesco neanche a respirare per la preoccupazione. Incomincio a correre e arrivando col fiatone al palazzo, faccio le scale velocissimo. Il cuore schizza impazzito, non per la corsa, ma per la paura che possa esserle successo qualcosa. Arrivo davanti al suo portone e busso forte, forse si è solo addormentata. Non risponde nessuno...busso ancora più forte. "Alice!" urlo posando entrambe le mani sulla porta. "Alice!! Apri subito!" grido adesso col fiato in sospeso. Mi sento di svenire per la paura, sto letteralmente tremando. "Cos'è questo baccano!" grida la signora alla porta opposta. "Mi scusi, sto cercando Al..." "La ragazza? L'ho vista uscire con un ragazzo" borbotta la signora posando fuori dalla porta l'immondizia. Mi cadono le braccia e io mormoro perdendo un battito "Con un ragazzo?" "Sì!" sbuffa lei per poi lanciarmi un'occhiata d'odio e rientrare in casa. Resto impalato a guardare la porta chiusa e deglutisco. Con un ragazzo...quale ragazzo? Stringo i pugni,non è possibile. Alice non ne sarebbe capace, non ne sarebbe capace..mormoro tra me prendendo il cellulare e richiamandola per l'ennesima volta. Non raggiungibile. Stringo fortissimo il cellulare trattenendomi dal gettarlo in aria...non avrei i soldi per ricomprarmene uno. Scendo le scale del palazzo e controllo se è nel cortile...neanche il tempo di scendere le scale che vedo Jamal. Jamal, ecco con chi. Con tutta la rabbia in corpo lo prendo per la maglietta e sbattendolo fortissimo contro il corrimano delle scale ringhio "Dove cazzo è Alice?" "Che cazzo ti prende!" grida lui cercando di divincolarsi, è sconvolto dalla mia furia. Non ha ancora visto nulla. Gli scaglio un pugno sulla mascella e sibilo "Non mi ripeterò ancora" "Che cazzo ne so! Vaffanculo!" urla lui spintonandomi. Io corrugo la fronte non capendo e distratto cado per terra. "E dov'è" mormoro tra me spalancando gli occhi. "Non ti azzardare più a mettermi le mani addosso ragazzino, non ti gonfio solo per Alice" sputa Jamal superandomi. Me ne frego delle sue parole e mi rialzo svelto. Corro per tutto il cortile alla ricerca di Alice e non trovando nulla, mi siedo sulle scale del palazzo disperato. Se è uscita, dovrà per forza prendere le scale per ritornare a casa. Mi piazzo lì e non mi muovo, col cazzo che mi muovo. ------------------------------------------------------------------------ "Rakib?"mormora una voce femminile. Alzo subito la testa e solo ora mi accorgo di essermi addormentato, che ore sono? "Alice?"chiedo mettendo a fuoco la figura femminile, è notte fonda. "Alice?"chiede....cazzo, la madre. "Signora Angela" realizzo alzandomi di scatto. "Che ci fai sulle scale? E' l'una di notte. Ho finito poco fa il turno io" dice Angela preoccupata. Io mi sistemo i capelli e mormoro "Io...aspettavo Alice" "Ma Alice è a casa" dice Angela corrugando la fronte. Non vorrei mettere nei guai Alice, ma la sua salvaguardia la prendo molto seriamente. "Lo pensavo anch'io. Nel pomeriggio sono passato e la signora della porta accanto ha detto che l'aveva vista uscire con un ragazzo" "Ma chi? Giusy?" "Non so come si chiama, aveva i capelli grigi e una sigaretta in bocca" dico grattandomi la testa. "Giusy soffre di Alzheimer" dice Angela facendomi spalancare gli occhi. "Allora..." "Allora è possibile che non ti abbia detto la verità" "Ho bussato alla porta, non rispondeva nessuno" dico non capendo. "Alice mi ha confidato che era arrabbiata con te, la conosci. E' molto permalosa, non ti avrà aperto la porta apposta" "Ha anche il cellulare staccato" "L'è caduto nel water prima che me ne andassi, infatti sono andata anche da una persona conoscente per vedere di rianimarlo" "Ah...e ci è riuscita?" "E' sotto il riso, si spera. Vieni, ti faccio vedere Alice" "Grazie" mormoro grato della sua empatia. La seguo in silenzio mentre chiede "Come mai con la camicia?" "Avevamo organizzato con Sami una festa a sorpresa per Gabriel, ero venuto per prendere Alice" "Samantha...sai che Alice è gelosissima di lei?" "Gelosa?"chiedo alzando un sopracciglio. "Ha paura che le possa fregare il ragazzo" dice Angela mentre io spalanco gli occhi e dico "Noi non...non ecco...non stiamo insieme. Io e Alice siamo solo..." "Non sono nata ieri" dice Angela ridacchiando. "E poi pensi che la sera non senta Alice e te parlare al telefono? Siete così carini" Mi mordo il labbro mentre lei apre la porta e dice indicando il corridoio "Vai, avete pochi minuti però. Tua madre sarà in pensiero per te" "Va bene signora, grazie mille" dico abbassando il capo per riconoscimento. Lei mi fa l'occhiolino e dice "Io vado a farmi una doccia, è stata una giornata afosa e sono tutta sudaticcia. Puoi aprirti la porta da solo quando te ne andrai?" "Certo, ci penso io. Grazie ancora" dico sorridendole per poi dirigermi verso il corridoio. Mi accosto alla sua porta e non sentendo nulla, apro piano la porta. Alice dorme con la bocca socchiusa ai piedi del letto insieme a un sacco di fazzoletti usati, sembra che abbia pianto. Sospiro e togliendo tutte le cartacce, prendo tra le braccia Alice e la poso sul letto. Le metto le coperte sopra e sistemo velocemente il cuscinetto. Mi fermo ad osservarla semplicemente e le scosto dei capelli sulla fronte...che peste. "Ti amo" sussurro prima di lasciarle un soffice bacio sulla fronte. Mi rialzo e l'occhio va al calendario, c'è un cuoricino messo nel giorno di oggi. Perchè? Cos'è successo? Alice si mette su un fianco mormorando qualcosa e non resistendo, le do un altro bacio sulla testa ed esco dalla sua stanza spegnendo le luci. Esco da casa sua col cuore più leggero e scendo a casa mia, cazzo che spavento. Ero pronto a macchiarmi le mani di sangue per Alice. Tutto ciò spaventa persino me. Solo oggi ho capito che sarei capace di qualsiasi cosa per Alice, anche di darle la mia vita. ----------------------------------------------------------- PRESENTE: "Codice rosso! Codice rosso!" urla qualcuno facendomi scoppiare la testa. Sento un continuo ronzio nella testa e ho un sacco di nausea, mi viene da vomitare. Mi sento trasportare velocemente da qualche parte e le sirene di sottofondo, che sta succedendo? Cerco di aprire gli occhi, ma è così difficile...mi sento scoppiare la testa e...perchè sento male anche alla gamba? Sento malissimo alla gamba, così tanto male che mi sento mancare il fiato...avrei voglia di urlare per il dolore,ma non riesco a fare nulla, solo a subire e non capire nulla. Sbatto piano gli occhi, cerco con tutte le mie forze di tenerli aperti ma è difficilissimo, è come se qualcuno cercasse di abbassarmi per forza le palpebre. "Alice! Alice no!!" sento in maniera confusa. Alice? Alice è qui? Perchè è qui? Mi fa così male la testa, non capisco più nulla. All'improvviso mi fermo e solo ora riesco ad aprire un minimo gli occhi....ci sono delle luci bianche, un soffitto grigio...volgo leggermente lo sguardo a destra, sento così tanto baccano. "Alice!" urla una voce familiare. Vedo qualcuno affiancarsi a me e imponendomi di mettere a fuoco vedo una fascia bianca attorno a una testa, la benda è sporca di sangue...sbatto piano gli occhi e metto a fuoco delle labbra, un naso...anche lei volge lo sguardo a me e per un secondo ci guardiamo. Alice. Vorrei tanto allungarmi,ma non ci riesco....non ci riesco, è tutto così confuso. Sento qualcosa formicolare sul dorso della mia mano e abbassando lo sguardo vedo il suo indice sfiorare con difficoltà la mia mano. Vorrei aprire la mano, vorrei stringerle la mano, vorrei tanto ma le mani non mi rispondono. Iniziano a non rispondere neanche più gli occhi e lentamente si chiudono...."Ste...lli...na" sussurro tra le labbra senza muovere la mascella. Ritorna il buio. ---------------------------------------------------------------------- "Sai che è illegale?"chiedo ad Alice che mi trascina fino alla piscina di una villa. "Sì, è più eccitante così!"esclama lei facendomi scuotere la testa. "Sicura che non ci sia nessuno?"chiedo a bassa voce arrivando alla piscina. "No! Dai!" dice lei spogliandosi velocemente rimanendo in reggiseno e mutandine. "Ali...!"non mi dà neanche tempo di finire che si butta in acqua. Poso le mani sui fianchi con disapprovazione e aspetto che riemerga per dirle di uscire fuori. Se Angela lo venisse a sapere, ucciderebbe lei e poi me. "Stellina?"chiedo notando che non riemerge più. "Alice?"chiedo più serio iniziando seriamente a preoccuparmi. Tolgo subito la maglietta e corro a buttarmi anch'io col cuore a mille. Apro gli occhi sott'acqua e la vedo che mi sorride furba e salutandomi con la mano riemerge in superficie. Nuoto verso di lei rapidamente ed emergo anch'io. Lei scoppia a ridere e chiede "Paura, eh?" La intrappolo a bordo piscina e mordendole la guancia sibilo "Cosa ti farei adesso..." "Cosa?"geme lei posando sulla mia schiena per poi scendere al mio fondoschiena. Sposto lo sguardo infiammato al suo che mi guardano con malizia e ringhio per l'eccitazione. "Dio..."mormoro invocandolo per darmi forza nel contenermi. "Che c'è?"chiede lei circondandomi il collo con le sue braccia e allacciando le gambe attorno ai miei fianchi. La sua intimità si strofina contro la mia e afferro con forza il bordo piscina per non prenderla qui e ora. "Mi vuoi morto?"chiedo col fiatone sfiorando i nostri nasi. Lei mi morde la punta del naso e sorridendo chiede "Perchè dovrei volerlo?" "Perchè ti diverte vedermi in difficoltà" "Io? Voglio solo il tuo bene" dice lei ridacchiando. "Ah sì? Dimostramelo" Lei schiude le labbra e si avvicina per darmi un bacio di fuoco, gioca con le nostre lingue e mi morde il labbro inferiore, mi appoggio a lei per riprendermi. Ho la testa che mi gira. "Sì, mi vuoi male" confermo leccando il suo sapore dolce dalle mie labbra. Alice ridacchia e ributtandosi in piscina, si allontana da me. Mi butto anch'io e faccio per raggiungerla, ma non vedo nessuno...dov'è andata? Ricontrollo sott'acqua non trovandola e riemergo su. "Stellina?"chiedo guardandomi attorno...non c'è nessuno. E' come se fosse sparita. Rimango a galla non capendo e continuando a guardarmi attorno grido "Alice?" "Alice!!" Non c'è...non c'è. No no no...no! L'acqua diventa sangue e mi sento trascinare dentro, allungo le mani per raggiungere il bordo piscina, ma non ci riesco. Devo raggiungere Alice, devo raggiungerla. "ALICE!" urlo al cielo. ------------------------------------------------------------------------------------------------ ALICE'S POV: "Piano! Fa piano!" dice mamma mentre io non voglio sentirne ragioni e scendo dal lettino. "Hai appena avuto una commozione cerebrale e una frattura all'anca! Dove diavolo credi di andare?"inveisce contro di me mamma. "Dov'è Rakib" dico muovendo con estrema delicatezza l'anca. Fa un male della miseria. "Non puoi andarlo a vedere" "Sì che posso." sbotto arrabbiandomi. "Cosa sta succedendo?"chiede il dottore seguito da due infermiere irrompendo nella mia stanza. "Nulla" dice subito mamma mettendosi davanti a me. "Voglio vedere Rakib" dico io invece continuando a muovere l'anca, cristo se fa male. "Non può muoversi! Non sono passate neanche tre ore dal tuo intervento!"mi rimprovera il dottore. "Io devo vedere Rakib!" grido per poi portarmi una mano sulla testa che mi sta scoppiando. Per un secondo perdo l'equilibrio e chiudo gli occhi per il fastidioso ronzio nella testa. "Lo vedi quanto sei debole?" chiede mamma riportandomi sul lettino. "Devo...Rakib" mormoro col fiatone, mi sento di aver corso in una maratona. "Deve stare a riposo signorina" specifica il dottore rimettendo una nuova sacca di glucosio e soluzione fisiologica. "Ho bisogno di vederlo" mormoro a mia madre in lacrime. "Amore non si può" dice mamma accarezzandomi la guancia. "Perchè non si può, dov'è?"chiedo spalancando gli occhi. Mamma guarda il dottore dietro e deglutisce. "Perchè non posso vederlo!" grido io alterata. Il dottore sospira e dice "Ha avuto un'emorragia intracerebrale lobare" "Intra...cosa?"chiedo confusa, ho il cuore che batte a mille. "Intracerebrale lobare, è un'emorragia cerebrale localizzata in un solo emisfero del telencefalo" "Io non capisco" mormoro con la gola secca. "E' in terapia intensiva" dice mamma guardandomi preoccupata. "Che vuol dire? A cosa serve?" "La terapia intensiva ha lo scopo di bloccare l'emorragia, rimuovere l'ematoma ed alleviare la pressione sui tessuti cerebrali" spiega il dottore. "E quanto dura? Lui si riprenderà, vero?"chiedo sentendo il cuore in gola. "So solo che c'è tanta massa ematica, bisogna rimuoverla tutta per fermare l'origine del sanguinamento" "Ma si riprenderà, vero?"richiedo continuando a non capire cosa mi stiano dicendo. Il dottore abbassa lo sguardo e io mi porto una mano al cuore. "No..."gemo dal dolore con le lacrime che iniziano a scorrere copiose. "E' un'operazione rischiosa, ma forse ce la farà! Rimaniamo positive!" dice mamma prendendomi la mano. "Quanto è la percentuale di vita" dico al dottore ignorando mamma. Il dottore alza piano lo sguardo e mormora"Può variare la percentuale se..." "Quanto" insisto. "35%" Butto tutta l'aria di colpo fuori e abbasso lo sguardo sconvolta...non è possibile. "Mi ha detto che può variare però, giusto?" "Dipende dal coagulo, da lui, da come reagirà dopo...sono tanti i fattori da considerare" "35%" mormoro a mamma che appoggia la fronte sulla mia spalla. "Lui deve salvarsi mamma" mormoro singhiozzando. Mamma alza lo sguardo e io sussurro "Se lui muore, mi uccido anch'io" Mamma mette una mano sulla mia bocca e scuotendo la testa mormora "Andrà tutto bene" "Se lui muore mamma...." mormoro ma non riesco a continuare la frase perchè mi trema il labbro inferiore. "Non succederà" "E se succede?" "Lui non vorrebbe vederti così, ti vorrebbe vedere felice e in salute" "Lui è la mia felicità" "Lui è la mia felicità...non gliel'ho mai detto mamma" dico portandomi le mani in testa. "Glielo dirai" dice mamma piangendo insieme a me. "Il paziente è in shock emorragico" dice una voce da un walkie takie. Corrugo la fronte mentre il dottore esclama "Merda!" e corre via dalla stanza. "Stava parlando di Rakib?"chiedo a un'infermiera che è rimasta in stanza. Mi guarda dispiaciuta e annuisce con la testa "Stanno ricevendo tutti notizie in tempo reale della sua condizione, l'ospedale è circondato da giornalisti da tutto il mondo" "Che vuol dire shock emorragico?"chiedo mentre l'infermiera scuote la testa e anche lei va via. "Mamma, il cellulare" dico con fretta. Lei mi passa il suo e io cerco subito su internet "Shock emorragico" "Lo shock emoraggico è uno shock ipovolemico caratterizzato da una perdita extravascolare importante e rapida di sangue che induce una riduzione del volume ematico circolante" Il cellulare mi scivola tra le mani e incominciando a vedere tutto sfocato, ricado all'indietro perdendo i sensi. ------------------------------------------------------------------------------- "Buongiorno" mormora una voce al mio orecchio. Sento il suo naso sfiorare la mia guancia e lui sussurrare con dolcezza "Non ti vuoi svegliare?" Scuoto la testa mentre Rakib ridacchia al mio orecchio facendomi sorridere a sua volta. "E' così bello qui" dico continuando a tenere gli occhi chiusi. Zefiro sfiora la mia pelle facendola rabbrividire di poco, ma Rakib accarezza le mie braccia per riscardarle e tenerle a caldo. "Ma ci sono i bambini a casa" dice lui allungando le dita a giocare con i miei capelli. Siamo stesi su un prato nel mezzo del nulla e il cielo è un po' nuvoloso, ma il sole riesce sempre a splendere anche dietro le nuvole. "Sono con mia madre, andrà tutto bene" dico mentre lui ridacchia e chiede "Ne sei sicura? Sai che sono delle pesti" "Come il padre" mormoro aprendo piano un occhio per vedere la sua reazione. Lui si morde il labbro inferiore e dice scuotendo la testa con gli occhi che luccicano d'immenso "Forse volevi dire come la madre" "No, no..non mi sono sbagliata" dico sfacciata. Rakib si mette a cavalcioni su di me e inizia a farmi il solletico mentre io spalanco gli occhi e mi agito urlando. "Basta! Basta!" grido ridendo. "Dimmi che mi ami" dice lui fermandosi e guardandomi dall'alto. "Adesso?"chiedo mordendomi l'internoguancia. "Sì, sei così perfetta in questo momento che ho bisogno di sentirmi dire che sei mia" mormora Rakib guardandomi dritto negli occhi. "Tu mi ami?" chiedo mettendomi seduta per arrivare al suo livello. "Come un folle" Lo prendo alla sprovvista e buttandolo per terra all'improvviso, gli salgo sopra a cavalcioni. Lui sorride mettendo le mani dietro la testa per godersi il panorama e io mormoro "Ti amo anch'io" Rakib rimane a fissarmi e io stendendomi accanto a lui, richiudo gli occhi. "Ti amerò per sempre" aggiungo. Intreccio le nostre dita e dico "Però tu devi farcela, devi ritornare da me...io la voglio veramente una famiglia con te" Non sento nulla e riaprendo gli occhi, ritrovo Rakib con gli occhi chiusi...mi appoggio al suo petto e piangendo singhiozzo "Ritorna da me amore mio" "Alice? Alice sei sveglia?" sento dire alla mia destra. Sbatto piano gli occhi e metto a fuoco mamma. "Oh sia lodato il cielo! Alice!" mormora mamma baciandomi la mano. "Cos'è successo?"chiedo debole. "Sei svenuta tesoro, ho avuto così tanta paura" dice lei con gli occhi lucidi. Le accarezzo coi polpastrelli il viso e mormoro "Sto bene mamma" Sposto lo sguardo a destra e chiedo "Rakib?" Mamma mi guarda trattenendo il respiro e scuote la testa. "E'ancora dentro" dice mentre sento una lacrima rovente scendere sul mio viso, non ha ancora riaperto gli occhi. Ritorna da me amore mio.

Ritorna all'indice


Capitolo 54
*** Capitolo 54 ***


"Tu sei tutto quello che ho sempre cercato, prima ancora che sapessi cosa stavo cercando" – Emma Chase ALICE'S POV: PASSATO "Perchè questo musetto?"chiede mamma mentre io mangiucchio i cereali. In realtà non ho fame, cerco di affogare i miei dispiaceri nei Cocopops. "Non sono arrabbiata con Rakib"dico spingendo i cereali nel latte col cucchiaio. Mamma ridacchia e io alzando lo sguardo chiedo "Che c'è?" "Quindi hai litigato con Rakib?" "No. E' sua la colpa" borbotto innervosendomi ulteriormente. Mi aspettavo che stamattina mi venisse a trovare invece niente, non ho neanche il cellulare con me. "Sei sicura?" chiede mamma. Io la fulmino con lo sguardo e sbotto "Sei mia madre o la sua?" Mi alzo da tavola e marcio fino in camera. Ho bisogno di prendere aria e riflettere per conto mio. Mi vesto con dei pantaloncini, una canottiera e indossando le converse esco di casa. "Dove stai andando?"chiede mamma prima che possa chiudere la porta. "Giù!"grido per poi chiudere la porta e fare velocemente le scale. Passo dalla sua porta, alzo il mento orgogliosa e scendo le ultime scale. Cammino per il cortile e salendo sul solito garage, mi porto le ginocchia al petto e sprofondo la testa tra le gambe. Resto svariati minuti in questa posizione, finchè sento una mano sulla schiena e mi scosto di scatto. "Jamal" realizzo a voce alta. "Perchè piangi?" chiede lui mentre io mi porto una mano sulla guancia e mi accorgo di star piangendo veramente. "Non stavo piangendo" nego asciugandomi le lacrime. "Magari hai un'allergia" dice lui prendendomi in giro. Gli lancio un'occhiataccia mentre lui ipotizza "E' per Rakib, vero?" Scuoto la testa. "Ieri quel coglione mi ha appeso al muro e minacciato di non vederti più" Sbuffo e dico "Non dargli retta" "Non gliene do, ma tu non dovresti più frequentarlo" "E perchè mai?"chiedo incrociando le braccia. "Guardati attorno, è questo quello che vuoi per il tuo futuro?" "Cosa vuoi dire" mormoro non capendo. "Stiamo in questo quartiere da poveracci, devi trovare un modo di andartene da qui non di restarci" "Io sto bene qui" confesso pensierosa. "Cosa può darti Rakib? Nessuno ha un soldo, lui non ne vuole neanche sapere di studiare" "Perchè dici così" dico contrariata. "Perchè avete litigato?"chiede lui fregandomi. "Eh va bene, ieri è andato con Samantha a una festa e non gli è importato nulla di me" "Lo vedi? Andrà solo a peggiorare, poi sai com'è Samantha. E' una bella ragazza, tutti stravedono per lei, anche Rakib cadrà nella sua trappola" "Noi due stiamo insieme" dico uscendo allo scoperto. "Lo sanno già tutti" ridacchia Jamal dandomi un buffetto sulla guancia. "Ma come..." "Pensaci Ali, devi iniziare a pensare a te stessa...Rakib non ti merita, è anche una persona violenta quando si tratta di te" "A me piace tanto" rivelo. "Guardati attorno, ti meriti molto altro. Incomincia a uscire con persone diverse da noi, poi deciderai tu cosa sarà meglio per te" "Io..." faccio per dire, ma Jamal sparisce dalla mia vista e lo ritrovo per terra con Rakib sopra che lo sta prendendo a pugni. "Rakib!" grido terrorizzata. "Ti avevo detto di starle lontana! Brutto pezzo di merda! "ringhia Rakib mettendogli le mani attorno al collo. Dei ragazzi più grandi intervengono all'instante alzando in aria Rakib mentre lui grida "Ti ammazzo se ti trovo di nuovo con lei, ti ammazzo con le mie mani, lo giuro!" "Guarda Alice, guarda!" esclama Jamal asciugandosi il labbro sporco di sangue e andandosene via. Sposto lo sguardo su Rakib e scappo via. "Stellina!" sento urlare Rakib. Con le lacrime agli occhi salgo le scale del mio palazzo ed entrando in casa, corro in camera. "Ma che succede?"chiede mamma trovandomi stravolta. "Non farlo entrare!" grido io chiudendo la porta di camera mia e buttandomi sul letto. Poco dopo sento la porta di casa aprirsi e la voce di Rakib chiedere dove fossi. Ovviamente poco dopo sento i suoi passi nel corridoio e la porta di camera mia aprirsi. Rimango sul letto a piangere finchè sento la porta richiudersi. Non sento più nulla, infatti alzo di poco il viso e trovo la porta chiusa...se n'è andato? Mi arrabbio ulteriormente e faccio per rimettermi a piangere, ma poi vedo una sagoma all'angolo opposto della camera. Rakib? E' messo seduto per terra con la testa tra le mani. Corrugo la fronte e resto a guardarlo, sembra che stia piangendo. Mi alzo di scatto e vado da lui, m'inginocchio davanti e alzandogli la testa dico "Non piangere!" Non trovo nessuna lacrima sul suo viso, è solo molto turbato e i suoi occhi sono ancora arrabbiati. "Cosa ci facevi con Jamal?"chiede lui severo. Faccio per andarmene, ma lui mi afferra per i fianchi facendomi atterrare su di lui e dice "Non mi ripeterò" "Che vuoi da me!" esclamo io indispettita. Lui posa la fronte sulla mia spalla stringendo la mia vita e mormora "Non ti voglio più vedere con quello stronzo" "Ieri mi hai lasciata sola e sei andato via con Samantha" gli rinfaccio. "Sono venuto a prenderti" sussurra lui dandomi un bacio sulla spalla. "Non è vero" borbotto io. "Ti ho messo io a letto, tua madre non te l'ha detto?" chiede lui mentre io ripenso alla conversazione con mamma stamattina. "No..."mormoro corrugando la fronte. Lui rimane in silenzio stringendomi a sè e io chiedo "Perchè hai preso a pugni Jamal? Non si fa" "Lo avevo avvertito" "Non puoi scegliere tu i miei amici" dico contrariata. "Dovrai passare sul mio cadavere prima di poter stringere un rapporto di amicizia con quello stronzo" Ripenso alle parole di Jamal, quando diceva che Rakib diventava una persona pericolosa quando si parlava di me, e sospirando mormoro "Ti devi calmare o ti lascio" "Cosa?"chiede lui alzando la testa. "Hai capito bene, o ti dai una calmata o ti lascio" ribadisco dura. "Preferisci lui a me?"chiede Rakib torvo. "No, ma non smetterò di parlare con Jamal" dico ferma nella mia decisione. Rakib mi guarda arrabbiato per poi farmi alzare da lui e alzarsi a sua volta. "Dove vai?"chiedo mentre lui esce da camera mia e borbotta "Vado a giocare con Sami e i ragazzi, almeno loro mi vogliono bene" Spalanco gli occhi e osservo lui richiudersi la porta alle spalle e andarsene via. "Ti odio!" grido scaraventando un cuscino contro la porta. PRESENTE: "Rakib è vivo" dice il dottore facendomi spalancare occhi e bocca. Mamma mi abbraccia forte e io mi porto una mano al cuore, non potrei essere più felice di così. "Ma non è ancora fuori pericolo, il paziente momentaneamente è in coma, cioè un'alterazione della coscienza che consiste in una disfunzione di entrambi gli emisferi cerebrali. Dobbiamo solo aspettare adesso" "Aspettare cosa?"chiedo corrugando la fronte. "Il paziente in coma può migliorare e raggiungere uno stato di coscienza o può peggiorare e andare incontro ad uno stato vegetativo o a morte cerebrale" dice lui facendomi perdere un battito. "Ma lui si riprenderà, vero?"chiedo speranzosa. Il dottore fa una smorfia per poi dire "Solo il tempo ce lo dirà adesso" "Ci vuole un miracolo" dice mamma portandosi le mani sul viso. "Posso vederlo?"chiedo col cuore che batte impazzito. "Domani" dice lui. Annuisco con la testa e mormoro "Grazie di tutto" "Dovere, si riposi lei. Mi raccomando" Annuisco nuovamente seguendo con lo sguardo il dottore e le infermiere uscire fuori dalla camera. "Mangia tesoro" dice mamma posandomi sotto gli occhi la pastina. "Devi essere in forze domani per Rakib" aggiunge imboccandomi. "No mamma, non ho fame adesso. Ho sonno" dico scuotendo la testa. "Ma tesoro..." "Dopo, giuro che dopo mangio" dico mettendomi sotto le coperte. Mamma toglie via la pastina e spegnendo la luce, mi lascia dormire. Chiudo gli occhi e sospiro piano, è vivo. ------------------------------------------------------------ Aspetto finchè mamma si addormenti completamente e scendo piano dal letto. Mi siedo sulla sedia a rotelle e facendo pianissimo, esco dalla stanza. Socchiudo la porta e vado alla ricerca della stanza di Rakib, lo chiamano "Paziente della 98", dovrebbe essere questo il numero della sua stanza. Il corridoio è completamente vuoto, finchè però vedo arrivare un'infermiera che mi becca in flagrante. "Che ci fa a quest'ora in piedi?"chiede lei avvicinandosi. Solo ora la riconosco, è l'infermiera di Rakib. "Devo vederlo, adesso" dico quasi pregandola. Lei capisce al volo e fa per scuotere la testa, ma io le prendo il polso e dico "La prego, non me ne andrò da qui finchè non lo vedrò, anche solo per un minuto" "Sa quanto rischiamo entrambe se veniamo beccate?"chiede lei sottovoce. "Mi prenderò io tutte le responsabilità, dirò che le ho puntato una pistola contro" L'infermiera scoppia a ridere e dice aiutandomi con la sedia "Dieci minuti" "Affare fatto" dico io soddisfatta. Mi porta fino alla stanza 98 e aprendola dice "Tra dieci minuti dovrai andartene, giuramelo" "Lo giuro, non si preoccupi" "Va bene, entra" Entro con la sedia a rotelle e rimango immobile nel vedere Rakib con la testa interamente fasciata, la gamba ingessata, vari tubi e cavi attorno a lui e un macchinario che registra i suoi battiti cardiaci di fianco. La stanza è molto più bella e grande della mia, infatti ci metto un po' per raggiungerlo con la sedia. Mi alzo con difficoltà e sedendomi su uno spazietto del materasso, abbasso lo sguardo a lui. I miei occhi diventano subito lucidi e accarezzandogli l'addome, l'unica parte senza cavi della parte superiore, mi mordo il labbro. Abbasso le mano a prendere le sue dita e rimango in silenzio a osservarlo. Vederlo in queste condizioni non mi fa solo stare male, mi squarcia dentro, mi dilania completamente fino ad annullarmi. "Rakib..."mormoro in un filo di voce. Delle lacrime cadono sul suo addome e cercando di trattenermi il più possibile sussurro "Non è giusto. Dovrei essere io qui, in fin di vita. Non tu" Tremo come una foglia e alzando una mano alla sua testa fasciata mormoro "Ti amo così tanto, mi sento così stupida a non avertelo detto prima. Avevo paura di rovinare tutto, in realtà ho rovinato tutto io con le mie stesse mani, cazzo che mostro che sono. Non ti meriti tutto questo, me lo merito io, è tutta colpa mia" Alzo gli occhi singhiozzando e incrocio lo sguardo al crocifisso sopra il suo letto. Lo fisso intensamente e mormoro senza pensarci due volte "Dio...salvalo, prendi me e lascia lui. Ti prego" Deglutisco e capisco di dover prendere una dura decisione, almeno provarci...con l'operazione le possibilità che lui ritorni come una volta sono del 19%. In questi casi solo il Signore può provvedere, solo lui. "Se lo salvi, giuro che mi donerò completamente a te. Entrerò al convento e passerà la mia vita a servirti Signore. Prendi me e lascia la sua vita, ti prego. Ti prego salvalo, salvalo perchè sennò io muoio" non riesco a continuare la mia preghiera che le lacrime scendono copiose e sento un groppo in gola che m'impedisce di parlare. Mi accascio su di lui e mi lascio andare a un pianto isterico, finchè mi addormento su di lui, sul suo calore, sul mio Rakib. ------------------------------------------------------ "Tesoro! Tesoro!" esclama mamma svegliandomi di scatto. "Cosa? Che succede?" chiedo spalancando gli occhi, è mattino. "Rakib! Rakib si è svegliato dal coma! Il Signore ha ascoltato le nostre preghiere!!" "Cosa? Si è svegliato?"chiedo incredula. "Si! Si! Andiamo da lui! Il dottore ha detto che possiamo vederlo" Alzo lo sguardo al crocifisso e inizio a piangere per la felicità, esistono i miracoli, grazie Signore! "Andiamo!" dice mamma aiutandomi a scendere dal letto. "No, aspetta mamma. Prima portami in un posto e poi potrai andarlo a vedere" "Ma cosa stai dicendo? Dove vuoi andare?" "In convento, ho bisogno urgentemente di parlare con la Madre Superiora" DOPO 5 MESI: "Sveglia Ali, sono le 5:45" sento mormorare al mio orecchio. Mugolo e sbattendo piano gli occhi, mi alzo dal letto. "Le 5:45?"chiedo a suor Maria Cristiana alzando lo sguardo all'orologio. "Sì cara, sbrigati o farai tardi" dice lei sorridendomi per poi uscire dalla mia stanza. Mi stiracchio di poco e vado in bagno. Mi lavo velocemente e indossando i miei abiti, scendo giù alla cappella. Alle 6 abbiamo il primo momento di preghiera e le lodi. Alzarmi i primi giorni alle 5:30 è stato un'impresa, ma dopo 5 mesi ci ho fatto l'abitudine. Percorro l'atrio del convento e saluto le altre sorelle che stanno scendendo dall'altra parte della struttura. La mattina mi piace appoggiarmi alla mia solita colonna e assaporare l'aria fresca del mattino, di solito prendo 10 minuti per godermi questo momento, ma oggi mi sono svegliata tardi e se non mi sbrigo, arriverò in ritardo. "Buongiorno Alice" mi saluta la Madre Superiore alle porte della cappella. Mi fermo per stamparle due baci sulle guance ed entro dentro. Sorprendentemente mi piace venire qui la mattina e pregare il Signore, mi mette pace stare qui dentro e a contatto con lui. Il crocifisso sopra l'altare mi appartiene, qui mi sento come a casa. M'inginocchio e facendo il segno della croce, chiudo gli occhi incominciando a fare le mie preghiere. Una va sempre per mamma e per Rakib. Una volta finite le preghiere, mi siedo sulla panca e mi godo in tranquillità il tempo di meditazione personale prima della celebrazione eucaristica alle 7:10. Dopo la celebrazione c'è un altro momento di preghiera comunitaria a ora terza e poi la colazione. "Dormito bene?"mi chiede suor Maria Cristiana una volta fuori dalla cappella, adesso ci dirigiamo alla mensa per fare colazione e poi iniziano i vari lavori che sono diversi a seconda degli impegni settimanali che abbiamo in sacrestia: la cucina, la lavanderia, l'infermieria , l'economato, la portineria ecc.. "Sì, tu?"chiedo spalmando della marmellata su una fetta biscottata. Suor Maria Cristiana ha appena preso i voti e ha tagliato i capelli proprio pochi giorni fa, è molto felice di questa scelta e io lo sono per lei. Affinchè possa prendere anch'io i voti devo aspettare due anni, per ora sono in fase di pre-noviziato. E' una fase che consiste nel vivere nel convento, lavorare con le altre sorelle, ma devo gestirmi le mie spese, infatti devo essere economicamente indipendente fin dall'inizio. Per avviare il processo, ho dovuto scrivere una lettera in cui esprimo il mio desiderio di far parte dell'ordine. La fase di candidatura dura da 6 mesi a 2 anni e consente a entrambe le parti di capire se il mio inserimento è fattibile. Il percorso è ancora molto lungo per prendere i voti, ma sono determinata al cento per cento. "Benissimo, ho parlato con mio padre stamattina e stasera vorrebbe festeggiare portando qui la cena e dei dolcetti!" esclama lei felicissima. "Sono così felice per te Cristiana" dico abbracciandola. E' stata la prima persona che ho conosciuto in convento, oltre la Madre Superiora, e mi è stata così tanto d'aiuto...il Signore mi ha messo nelle mani giuste. Quando siamo in pubblico preferisco chiamarla col suo intero nome, ma in privato lei mi chiama Ali e io Cristiana. Dopo la colazione vado in lavanderia, oggi tocca a me e a un altro gruppo di sorelle di occuparci del bucato. Se penso a tre mesi fa che manco sapevo aprire una lavatrice, scoppio a ridere. Dopo la lavanderia, alle 11:30 vado a pranzo e poi c'è un momento ricreativo dopo il pranzo, dove stiamo insieme parlando e scherzando. Le sorelle sono tutte molto simpatiche e alla mano, ho stretto dei rapporti forti con tutte. Mi piace essere circondata da persone con un'anima così bella e pura. C'è poi il riposo fino alle 14:40, un altro momento di preghiera insieme e ancora il lavoro fino alle 17:45 in cui c'è la preghiera del Vespro, cioè la preghiera del tramonto, una delle maggiori ore canoniche, di molte Chiese cristiane. Esso consiste di diverse parti, a seconda delle tradizioni liturgiche, ma una componente sempre presente è la salmodia, cioè il canto di diversi salmi. Poi abbiamo un altro momento di meditazione personale fino all'ora di cena alle 19:10. Quel momento lo impiego fuori al giardino, riesco anche a godermi il tramonto e meditare con tranquillità, come sto facendo adesso. Accarezzo la mia piantina di ortensie e resto seduta al suo fianco, qua c'è una pace surreale. Riesco sempre a riordinare i miei pensieri. Delle volte prima di cena chiamo mamma che mi racconta della sua giornata e di Elsa che studia incessantemente, ma oggi i genitori di Maria Cristiana porteranno la cena e i dolcetti e con le altre sorelle abbiamo pensato di addobbare la mensa. Vado lì con un cesto pieno di festoni che abbiamo preparato in segreto ieri sera e aiuto le altre ad addobbare la sala, ci mettiamo più del dovuto, ma viene bellissima, infatti Maria Cristiana si commuove e ci viene ad abbracciare piangendo. La cena a base di pasta forno, gelatini e altri pasticcini è squisita e dopo aver riordinato la cucina, la lavanderia e salutato la sua famiglia, ci ritiriamo in cappella per l'ultima preghiera del giorno alle 20:15 e poi il ritiro in stanza in cui ognuna gestisce il tempo a proprio piacere, prima del riposo. 4 giorni alla settimana ci alziamo a mezzanotte per una preghiera all'ufficio delle letture, quindi da mezzanotte fino a, più o meno, mezzanotte e quarantacinque, poi torniamo a dormire e ricomincia la giornata. La domenica però ci alziamo alle 6. "Resti ancora qui?"chiede la Madre Superiora alle mezzanotte e cinquanta, tutte le altre sorelle sono andate a riposarsi. Annuisco con la testa e dico "Ci penso io a chiudere Madre, vada pure a riposarsi" "Va bene figliola, buonanotte" mormora lei baciandomi sulla tempia e andando via. Io ricomincio a pregare e chiudo gli occhi, sto bene qui. Molti pensano che fare la monaca di clausura sia una vita di sacrifici, invece penso che in realtà siano persone che scelgono di fare un cammino in cui il Vangelo viene incarnato per essere più donne, più uomini e quindi non tanto per sacrificare la propria umanità ma per liberarla. Sono entrata qui per fare un sacrificio, ma in questo tempo passato in convento mi sono lasciata interrogare da una riscoperta dell'umanità. Ci sono molti pregiudizi là fuori su questa scelta di vita, ma la tradizione dei monaci sostiene e incarna il fatto che uno si separa dagli uomini per essere unito a tutti. "In Nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti, Amen." mormoro facendo il segno della croce e alzandomi in piedi. Vado a baciare i piedi del Signore al Crocifisso e facendo un cenno di riverenza, esco dalla cappella. Fuori è buio, sono l'una passate. Chiudo le porte della cappella e percorro l'atrio per prendere le scale che portano in camera. Faccio per riposare il rosario in tasca, ma qualcuno mi tira violentemente dal braccio e sbattendomi al muro, m'immobilizza col suo corpo. Faccio per urlare, ma una mano copre la mia bocca e io spalancando gli occhi cerco di alzare le braccia che però sono strette dietro la schiena con una presa fortissima. Alzo il ginocchio per assestare un colpo ai genitali dell'uomo che mi tiene paralizzata contro il muro, finchè sento mormorare "Stellina, sono io" Perdo un battito.

Ritorna all'indice


Capitolo 55
*** Capitolo 55 ***


Tutte le persone conoscono il prezzo delle cose ma soltanto alcune ne conoscono il vero valore. - Oscar Wilde. RAKIB'S POV: PASSATO: "Amico che ti prende! Non puoi rubare la palla a tutti, sappiamo che sei il più bravo qui ma lascia giocare anche noi!" esclama Brain fulminandomi con lo sguardo. "Scusatemi ragazzi, avete ragione" borbotto allontanandomi. Brain e Michael mi seguono e non perdono tempo a chiedermi che diavolo mi prenda. "Alice, è strana ultimamente. Mi fa andare fuori di testa, non la capisco. Abbiamo appena litigato e non ho intenzione di andarle dietro stavolta. Deve capire che ha sbagliato" "Che ha fatto?" "Dice che vuole essere amica di Jamal, cazzo se ci penso..." "Quella serpe, è sempre in mezzo" borbotta Brain appoggiandosi al muro. "Se solo trovassi un modo per mandarlo via da Alice..." "Ehi Rakib, c'è tuo padre che ti chiama" mi fa notare Michael. "Vado, ci vediamo presto" dando un pugnetto a entrambi. "Rakib!"urla baba ubriaco...di nuovo. Entro in casa e faccio una smorfia, che puzza di morto. "Non c'è niente da mangiare!" sbotta risedendosi sul divanetto lurido. "Lo so, vado a prendere qualcosa a minimarket?"chiedo speranzoso di poter prendere qualcosa di commestibile. "Hai soldi?"chiede baba. "Te li ho dati per aggiustare il motore" gli ricordo. "Ah già" "L'hai portato dal meccanico?"chiedo alzando un sopracciglio. "Sì, una cosa del genere. Basta parlare, va' a prendere qualcosa!" "Ma i soldi?" "Ruba Rakib, al minimarket manco ti vedranno" "Ma baba..." "Va' o m'incazzo!" grida lui prendendo in mano la cintura. Ho ancora le cicatrici sul fianco per i segni che mi ha lasciato l'ultima volta. Mi mordicchio il labbro e recuperando lo zaino, esco di casa. Vado al minimarket e abbassando lo sguardo, indosso il cappuccio. "Ciao Rakib" mi saluta la signora alla cassa. Le faccio un cenno mi addentro nei vari scaffali. Controllo attorno me che non ci sia nessuno e velocemente metto nello zaino un pacco di farina, sale, zucchero, latte, scatolette di tonno, pane a fette, maionese, formaggini, concentrato di pomodoro, due pacchi di pasta, delle scatolette di carne e piselli surgellati. Richiudo lo zaino e andando dall'altra parte, recupero carta igienica, detersivo per piatti e sacchetti per immondizia. Controllo che stia tutto dentro e richiudendo piano lo zaino, me lo rimetto sulle schiena. Prendo due confezioni di cotolette a 1€, un barattolo di yogurt alla pesca e vado a pagare questi. "Come stai giovanotto?"chiede lei prendendo le cose. "Benone, lei?" "Si va avanti, ti serve altro?" "Ehm...sì, un euro di patate e cipolle" "Ivan, un euro di patate e cipolle!" grida lei al figlio che si adopera. "5,30€" dice lei mettendo le cose su un sacchetto. Le consegno gli unici spiccioli che ho e dico "i restati 2€ posso portarteli domani?" "Eh va bene, solo perchè sei tu. Mi fido ciecamente di te" dice lei dandomi il sacchetto con le cose. Faccio una smorfia e dico "Grazie" Esco fuori e Ivan mi dà i sacchi di cipolle e patate "Ti ho messo qualche patata in più" mi rivela lui facendomi l'occhiolino. "Grazie, sei un grande" dico sorridendogli. Vado via però con la promessa che un giorno, se potrò, ripagherò tutto e darò molto altro in più. Ritorno a casa torvo e mettendo le cose sul divano ringhio a mio padre "E' stata la prima e ultima volta che ho rubato a Katia, preferisco morire di fame piuttosto" Lui non mi sta neanche a sentire controllando cos'ho preso e io andandomene in camera, chiudo con rabbia la porta. Mi butto sul letto cigolante e prendo il cuscino a pugni, vorrei prendermi a pugni. Vorrei morire. Alzo lo sguardo alla finestra e sospiro, cos'ho fatto per meritarmi tutto questo. Sento bussare alla porta e furioso grido "Non entrare! Non ti voglio vedere!" Incrocio le braccia e faccio per attaccarmi alle cuffie, ma la porta si apre di poco e trovo la mia Alice affacciarsi timidamente e chiedere "Sei ancora arrabbiato con me?" Spalanco gli occhi, è la prima volta che entra in casa mia. In realtà le ho detto di non venire per baba ubriaco, il disordine e la puzza di muffa ma lei qui. Corro da lei a braccia aperte e prendendola in aria, la stringo fortissimo. "No che sono arrabbiato, sei la cosa più bella che mi potesse capire " La riposo sul letto e prendendole il viso, la bacio disperato. Lei muove timidamente le labbra cercando di andarmi contro e io posandola sopra di me a cavalcioni me la divoro. "Non scordarlo mai" mormoro sfiorando i nostri nasi e baciandole la fronte. "Sembri triste" dice lei scrutandomi con attenzione. "Non più, che ci fai qui" mormoro affondando il viso sul suo collo. Lei avvolge la mia testa con le sue braccia e accarezzandomi i capelli dice "Non sei venuto da me e mi mancavi" Alzo la testa e chiedo sorridendo "Davvero? Ti mancavo?" "Si! Ti ho pensato tutto il tempo" Sorrido felicissimo e lasciandole un lunghissimo bacio sulla guancia mormoro "Mi sei mancata un sacco anche tu, ma volevo che capissi l'errore che hai fatto" "Facciamo un patto: tu non ti avvicini a Samantha e non mi avvicinerò a Jamal" Annuisco con la testa "Va benissimo" Sentiamo un topo squittire dal corridoio e lei chiede "Era un topo?" "Ecco perchè non volevo che venissi da me, la casa è un disastro" "Ma il topo può entrare?" chiede lei impanicandosi. Scuoto la testa "No, ma se vuoi possiamo andare da te" "Andiamo!" dice lei scendendo dal letto. "Aspetta, controlla però prima che il topo se ne sia andato" aggiunge davanti alla porta. Sorrido e raggiungendola, le prendo il viso e le lascio un bacio sulle labbra. "Ti amo" dico accarezzandole le guance. Lei sorride per poi chiedere "Andiamo?" Annuisco con la testa e abbassandomi dico "Salta su" Si aggrappa alla mia schiena e aprendo la porta, usciamo da casa. PRESENTE "Alice" sussurro in un filo di voce. "Figliolo! Va tutto bene" sento dire mentre sbatto piano gli occhi, ma la testa rischia di scoppiarmi. Sento un suono sordo che mi dà così fastidio...vorrei tapparmi le orecchie e non sentire nulla, ma sarebbe tutto invano. Ricordo tutto, inizio a ricordare il litigio, il fuoco, il colpo in testa, Alice "Alice" la richiamo nuovamente. "Sta bene, Alice sta bene" dice una voce che non è la sua. "Angela" realizzo pensandoci un paio di secondi in più. "Sì sì! Si ricorda di me!"urla lei perforandomi la testa. Faccio una smorfia di dolore e aprendo gli occhi la osservo davanti a me coi occhi lucidi "Angela" ripeto come per realizzare che sia veramente qui. "Sono qui" dice lei prendendomi la mano. Il mio occhio si sposta sulla gamba ingessata e ricordo lo sparo, Ginevra... "Ginevra" ripeto ad alta voce. "L'hanno presa, non ci darà più fastidio" m'informa Angela. "Alice" dico un'altra volta. Non la vedo, ha detto che stava bene. "Sì" si limita a dire Angela. "Dov'è stellina" mormoro continuando a ispezionare la camera con lo sguardo, magari è andata a prendersi un bicchiere d'acqua. "Alice non c'è" dice Angela deglutendo. "Dov'è" richiedo pensando di aver capito male, almeno lo spero vivamente. "E' andata via, non c'è" "Andata?"chiedo non capendo, non capisco! "Riposa figliolo, poi ti spiegherò meglio" dice Angela mentre degli infermieri fanno irruzione in camera. "Alice!"urlo sperando che mi possa sentire. "Alice!!"urlo ancora non vedendola arrivare di corsa. Faccio per scendere dal letto urlando "Alice! Aliceee!!" quando però un infermiere mi tiene per le spalle inchiodandomi al letto e presto sento un pizzico al braccio. Cerco di scostarlo, ma lui ha una presa salda e io incomincio a stancarmi. "Alice..." mormoro sempre più stanco, socchiudo gli occhi. "Ali..."sussurro chiudendo completamente gli occhi e cadendo sul letto. ................................................................................................................... DOPO DUE MESI "Come va campione?"chiede Igor chiudendo la porta della mia stanza. "Che vuoi" sbotto al mio manager cambiando canali in televisione, non c'è niente di bello. Vorrei giocare alla play. "Siamo di buon umore stamattina vedo!"esclama lui posando il suo borsone sul tavolino. "Se non hai qualcosa d'interessante da dirmi, puoi andare a fare in culo" borbotto. Lui sa che l'unica cosa che mi possa interessare sono solo notizie su Alice. Sembra vanificata in aria, Angela non mi vuole dire nulla e neanche il mio investigatore privato è riuscito a trovare qualcosa. Ha anche ipotizzato che fosse morta, quest'insinuazione gli è costato il licenziamento. Ho assunto altri due investigatori, ma niente di niente...non ha preso nè aerei nè treni, non ci sono case a suo nome, stanze di albergo, nessun prelievo dalla carta, sembra un fantasma. Ho più volte insistito con Angela, ma è decisa a tenere la bocca chiusa...le ha promesso di dirmi nulla, non capisco il perchè. Le ho chiesto se mi odiasse, Angela mi ha detto che Alice in realtà mi ama più di quanto io possa immaginare. Vorrei tanto credere alle sue parole, ma i fatti parlano chiaro...mi ha abbandonato, un'altra volta. Una volta ho avuto come un'allucinazione, l'ho vista seduta sul mio lettino mentre piangeva e aveva una veste da suora addosso. L'ho supplicata di non piangere più e lei mi ha ordinato di tornare a dormire. Ne ho parlato con Igor, ma mi ha detto che forse i farmaci che stavo assumendo mi stavano dando alla testa. Forse ha ragione lui. "Ho una bella notizia" dice Igor ottenendo subito la mia attenzione. "Sarai dimesso tra due settimane, la gamba sta bene adesso e ti sei ripreso del tutto con la testa. Il dottore mi ha raccomandato comunque di tenerti sotto controllo, infatti un infermiere della struttura lavorerà per te h24. Con della fisioterapia ricomincerai a camminare presto, e chissà, tra qualche mese potrai anche correre" "E di Alice? Non ci sono novità?" chiedo sperando in una risposta affermativa, risposta che non arriva perchè Igor scuote semplicemente la testa. "Va bene, ho capito" mormoro sospirando con lo sguardo basso. "Ehi! Non sei felice? Te ne andrai da questo postaccio, andrà tutto bene ora!" Scuoto la testa e rimettendomi a dormire dico "Puoi spegnere la luce? Vorrei riposare un po' " Sento lo sguardo di Igor deluso su di me, ma me ne frego...non potrei mai stare bene senza di lei. Sento la porta chiudersi e chiudo gli occhi, spero che mi rivengano le allucinazioni su Alice. DOPO QUATTRO MESI "Vai così, vai così!" grida Bruno quando faccio punto e Igor saltella come un grillo sul suo posto. "Questo è il mio ragazzo, questo è il mio ragazzo!"grida Igor indicandomi. Lo guardo male, mentre Bruno, il mio allenatore, mi raggiunge e mettendomi le mani sulle spalle chiede "Tutto bene? Ti fa male la gamba?" "No, va bene" dico massaggiandola. La fisioterapia ha fatto miracoli sulla gamba e dopo un mese sono riuscito a camminare nuovamente, adesso incomincio a correre. E' strano correre, non lo facevo da tempo...mi rilassa. "Se andiamo avanti così, il prossimo mese possiamo ricominciare col campionato" dice Igor raggiungendoci. "Dipende tutto da lui, come ti sembra Namur?"chiede Bruno chiamandomi col nome d'arte. Annuisco con la testa "Io sto bene" "Grande!" esulta Igor. "Bene, finiamo con l'allenamento e puoi tornare a casa" dice Bruno allontanandosi dal campo, mentre io mi riposiziono al centro e scruto la porta dove fare goal. Calcio la palla e..."Goal!" grida di nuovo Igor esaltato facendomi ridere stavolta. DOPO 5 MESI "Davier dalla corsia di destra, la palla sulla sinistra, si accetta, Davier! Davier! Davier al limite, sinistro! Il grandissimo goal del Namur! Ha segnato esattamente al secondo minuto! Il Namur è tornato!" Alzo lo sguardo al cielo e respiro piano, mentre i miei compagni si buttano addosso a me e la folla allo stadio grida incessantemente "Namur!" Sorrido e volgendo lo sguardo al mio allenatore, faccio un occhiolino. E' solo l'inizio. "Olè olè olè! Il Namur! Il Namur!" gridano i miei compagni nello spogliatoio alzandomi in aria. Abbiamo segnato cinque punti, quattro miei. Sono stato più aggressivo del solito oggi in campo, volevo dimostrare qualcosa, che non mi arrendo, che la troverò. "Basta! Lasciatelo respirare!" grida Bruno mentre vengo messo per terra e lui viene a darmi il cinque. "Ottimo lavoro ragazzo, bentornato" Gli sorrido e prendo lo spumante che mi porge. Stappo con una mossa e bagno tutti di spumante, c'è il macello qui. Sono tornato. "Rakib" mi chiama in disparte Igor. Corrugo la fronte mentre mi tira all'angolo e grida al mio orecchio per sovrastare le grida "Convento San Filippo Neri" Alzo lo sguardo confuso e lui aggiunge "Alice, si trova lì" "Cosa? Che ci fa lì?"chiedo sentendomi male. "Vallo a scoprire" replica lui facendomi battere forte il cuore. "Grazie, ti devo la vita" dico dando uno schiaffetto a Igor e recuperando le chiavi della macchina. Faccio per catapultarmi fuori, ma Bruno mi ferma e chiede "Dove stai andando? Devi rilasciare delle interviste e dobbiamo andare a festeggiare!" "Non posso, devo andare via urgentemente" "Rakib, di cosa stai..." Lo scavalco e corro via fuori dagli spogliatoi, non ho più tempo da perdere. "Merda" borbotto quando una massa di giornalisti viene verso di me. Prendo al volo una felpa e incappucciandomi corro verso l' uscita dei tifosi, là non c'è nessun giornalista. Mi faccio spazio tra la folla incurante del loro idolo che gli passa accanto e riesco a uscire finalmente dallo stadio. Faccio il giro per andare al sottopassaggio e recuperando la macchina, sfreccio via. Tremo mentre mi fermo al semaforo rosso e digito sul navigatore il nome del convento. Assimilo le indicazione e vado a tutto gas. Raggiungo il posto in mezz'oretta e mi precipito al portone. "Salve" mi ferma subito il custode. "Devo vedere una persona urgentemente" dico calando il cappuccio. "Non è possibi...Il Namur?"chiede lui spalancando gli occhi. "Sono io" dico servendomi per una volta il vantaggio del nome. "Lei...lei era in tv. Aveva fatto 4 goal, è finita adesso la partita. Com'è possibile, com..." "Devo vedere questa persona, farò tutti gli autografi che lei vuole dopo, ma mi faccia passare...è una questione di vita o di morte"supplico il custode. "Chi deve vedere?" "Alice" "Alice? E' suo parente?" E' qua quindi? "No, ma..." "Non può allora" "Andiamo...vuoi che ti faccia un video? Sponsorizzi qualcosa? Soldi?" cerco di convincerlo. "Non posso, sono l'una di notte" dice lui irremovibile. "Va bene" mormoro guardandomi attorno. Esco fuori e facendo il giro della struttura, trovo la porticina sul retro. "Bingo" mormoro aggrappandomi al muro e scavalcandolo. Atterro senza sforzi e facendo una smorfia per la gamba ferita, mi concentro sul mio obiettivo. Attraverso il piccolo parcheggio e i campetti di sport, per poi addentrarmi da un portone. Mi trovo in un atrio con alberi e una fila di colonne di marmo, è molto curato sarà il luogo dove si riuniscono più spesso. Faccio per attraversare l'atrio quando improvvisamente vedo una suora uscire da una specie di cappella. Mi appiattisco alla colonna e la seguo con lo sguardo. Aspetto che salga le scale e vado a sbirciare la cappella. C'è un'altra suora che prega dentro la cappella, faccio per entrare ma sento qualcun altro arrivare. Corro a nascondermi dietro a un'altra colonna e osservo il custode che controlla l'area. Mi starà cercando. "Madre Superiora" saluta con reverenza il custode una suora che passa dall'atrio. "Paolo, c'è Alice ancora dentro la cappella" Alice? Penso col cuore che mi batte all'impazzata. "Va bene Madre, non si preoccupi" risponde lui annuendo con la testa. "Buonanotte, sia lodato il Signore" "E che sempre sia lodato" risponde lui scortando la Madre Superiora fino alle scale, per poi scendere e ispezionare ancora l'atrio. Mi sposto con attenzione dietro le altre colonne, fino ad avvicinarmi alla cappella e spiare dentro. La mia Alice. Come a sentirmi, la osservo alzarsi e andare verso il crocifisso. Sento altri passi del custode e dannandolo, vado a nascondermi. Un suono di chiavi mi fa capire che Alice sta chiudendo le porte della cappella, dove andrà adesso? Mi sporgo di poco e la vedo arrivare verso di me, sì piccola! Sento i suoi passi sempre più vicini, sempre più vicini, finchè l'agguanto e la premo contro di me e il muro. Lei cerca di divincolarsi, ma io l'assicuro sussurrando "Shh, sono io stellina" "Rakib?" sussurra lei sul mio palmo. "Sono qui, ci sono io adesso" dico prendendole il viso. Inspiro a fondo il suo profumo di casa e sorridendo mormoro "Non ti lascerò andare più via" "Shhh! Fa silenzio!" esclama lei tappandomi la bocca per poi affacciarsi di poco. "Seguimi" mi ordina prendendomi la mano e salendo le scale. "Dove stai..." "In silenzio!" sbotta lei zittendomi. La seguo in silenzio fino a un corridoio e correndo lungo questo, lei apre l'ultima porta a destra e facendomi entrare, chiude piano la porta non prima di aver controllato se qualcuno ci avesse visti. "Che ci fai qui?"chiedo quando si gira. "Come hai fatto a trovarmi!"esclama invece lei sempre piano. "Ho rubato il cellulare ad Angela" confesso. "Cos'hai fatto?" chiede lei incredula. Sorrido, che carina. "Ho pensato che ti potessi mettere in contatto con lei, così ne ho approfittato per farle visita e rubarle la sim del cellulare. Ho trovato un unico numero nel registro chiamate e l'ho consegnato al mio investigatore privato per rintracciarne la provenienza. Avrei dovuto pensarci tempo fa, ti avrei salvato prima" "Salvato? Santo cielo Rakib! Tu stai male, dovresti essere a casa a riposarti!" sbotta lei agitando le mani. Ne approfitto per prenderle tra le mie e mormoro "Tu non hai risposto a me però, chi ti ha costretto a venire qua? Ti aiuterò io a denunciarla, non devi avere paura" "Nessuno, è stata una mia decisione" mi rivela lei facendomi corrugare la fronte. " Non capisco" mormoro guardandola dritto negli occhi, non sono vividi come ricordavo. Sembrano spenti, tristi, esausti... "Non dovresti essere qui" mi risponde lei trascinandomi alla porta. "Non muoverò un passo senza di te" dico duro trattenendola a mia volta. Lei sospira e portandosi le mani sul viso rimane immobile. Non riesco a decifrare nulla finchè vedo le spalle fare su e giù e realizzo che sta piangendo. "Stellina" mormoro aprendo le braccia per stringerla forte a me, ma lei indietreggia e dice "No" Rimango immobile sul mio posto e lei cercando di asciugarsi le lacrime mormora "Non mi toccare o muoio" La osservo continuando a non capire e chiedo "Che ti prende?" "Eri su quel letto in fin di vita l'ultima volta che ti ho visto e adesso sei qui...in carne e ossa, non sarò mai grata abbastanza" "Grata? A chi? Alice, ti prego spiegami. Non riesco a capirti" mormoro avanzando. Lei alza una mano e sbotta "Non ti avvicinare, te ne devi andare" "Ho detto che non me ne..." "Vattene Rakib, non voglio più vederti" mi zittisce lei fredda. Stringo i pugni e mormoro "Perchè mi fai questo? Di nuovo?" Alice si porta una mano al petto, come a non sopportare le mie parole e continuando a negare con la testa sussurra "Te ne devi andare..." "Io ti amo, non mi muovo da qui" dico tenendo i piedi incollati alla moquette. "Se mi ami davvero..." "Non ci casco più, ho imparato dai miei errori. Non ti lascerò per niente al mondo" dico riferendomi all'ultima volta che mi ha cacciato via e io me ne sono andato realmente. Avrei dovuto combattere per lei, per noi. "Io...non posso. Non posso" dice lei indietreggiando sempre di più. Avanzo verso di lei con chiare intenzioni di mettere fine a quest'agonia e baciarla, ma lei lo capisce e attaccandosi al muro inizia a gridare "A ladro!" Spalanco gli occhi. "Mi dispiace" sussurra lei per poi gridare di nuovo "A ladr..." Non riesce a finire la parole perchè le sono addosso e le tappo la bocca. "Che stai facendo!" la rimprovero severo. Tolgo la mano per prenderle il viso e baciarla, ma lei si sottrae continua a gridare "Aiuto! A ladro!!" "Alice no! Non fare così!" esclamo io, ma è troppo tardi perchè sentiamo la porta cadere per terra e dei passi pesanti raggiungerci. Non ho manco il tempo di rubarle un bacio che quattro mani mi afferrano dalle braccia e mi staccano a forza da Alice. "No no no no!!" grido cercando di svincolarmi. "Alice! Di' la verità a loro! Dilla!"grido ma vengo trascinato fuori e riesco a vedere con la coda dell'occhio Alice strisciarsi fino a terra e continuare a piangere. "Io la conosco! Non sono un ladro! Sono il suo raga..." non riesco a completare la frese che un pugno mi arriva dritto allo stomaco e mi ritrovo a gemere per il dolore. "Lasciatemi brutti stronzi!" ringhio mentre percorrono l'atrio e raggiungendo il cancello fuori, mi buttano di peso per terra. "Mi dispiace figliolo" dice il custode di prima chiudendo i cancelli. "No!"urlo rialzandomi e attaccandomi alle sbarre. "Noo!! Alice!!" grido battendo le mani sulle sbarre. "Ti amo! Mi senti? Ti amo!" urlo con tutta l'aria che ho nei polmoni. "Ti amo!" urlo ancora mentre sento delle gocce cadere sulle mie guance e presto le gocce si moltiplicano. Mi lascio cadere per terra per il dolore al cuore e mormoro appoggiando la testa ai cancelli "Ti amo..." ALICE'S POV: "Su Ali, bevi questo" dice Maria Cristina offrendomi un bicchiere d'acqua. Lo prendo e scuotendo la testa mormoro ancora in lacrime "Mi odierà, mi odierà davvero adesso" "Come fa a odiarti? Non lo vedi quanto ti ama?" "Lo amo anch'io" singhiozzo portandomi le mani sul viso. "Ali...tu sai come la penso" "Ho fatto un patto col Signore, non posso non rispettarlo Cri" dico mentre mi soffio il naso. "Ma tu non puoi soffrire in questo modo, hai visto in che condizione è lui? Vuoi davvero questo?" "Sì, non sarei entrata qui dentro se non fossi stata certa della mia decisione" "Come vuoi Ali, ti sosterrò comunque" dice lei facendomi piangere ulteriormente. Mi sporgo per abbracciarla e rimaniamo così per un po' di tempo. "Mi era mancato il suo profumo di casa" mormoro sulla sua spalla. Lei si scosta beccandomi sorridere e dice facendomi scoppiare a ridere "Non mi avevi detto che era così bello!" "Sì, ti avevo detto che in televisione non rendeva" "Per niente!" esclama lei dandomi una gomitata. "Poi tutti quei tatuaggi, hai visto la Madre Superiora?" "Sì, le stava per prendere un colpo! Poverina!" dico ridacchiando. Bevo un sorso d'acqua e pensandoci un po' mormoro "Dovrò chiamare dall'ufficio a mamma, Rakib le ha rubato la sim" "Cosa? E perchè!" chiede Maria Cristiana non capendo. "E' così che è riuscito a rintracciarmi, ci credi?" "Ha rubato il cellulare a tua madre? Che tipo!" Sorrido e mormoro "Sì...diciamo che quando ha un obiettivo, cerca di raggiungerlo a tutti i costi" "Anche quello di stare con te?" Faccio una smorfia "Quello no..."

Ritorna all'indice


Capitolo 56
*** Capitolo 56 ***


Se guardi il cielo e fissi una stella, se senti dei brividi sotto la pelle, non coprirti, non cercare calore, non è freddo ma è solo amore. SWARNA'S POV: Mi avventuro nella cabina armadio e scegliendo una gonna corta sbarazzina verde scuro con una striscia bianca e una camicetta sempre dello stesso colore da mettere sotto la gonna, indosso delle scarpe basse bianche. "Approvato?"chiedo a Bella che mi osserva da dietro mentre lecca il suo giocattolino. Faccio una giravolta e vado a darle un bacio impaziente. "Com'è la mamma?"chiedo riempiendola di baci. Lei ridacchia agitando le manine e io prendendola in braccio inizio a ballare con lei canticchiando la melodia di un film che ho visto ieri sera, La la land. Molto bello, non mi sono trattenuta dal piangere sul finale. Sentiamo improvvisamente suonare alla porta e indicando sopra chiedo"Oh, ma chi è? E' papà che ritornato presto dal lavoro?" Lei non capisce continuando a battere le manine e io sorridendo con lei esco dalla cabina armadio. "Vado io Dolores!" grido a lei che è in lavanderia. "Chi sarà?"richiedo a Bella sfiorandole il nasino col mio. Apro il portone e mi aspetto di trovare Jamal, ma trovo Leonardo del secondo piano con una torta in mano che mi sorride impacciato. "Hey!" mi saluta abbassando lo sguardo a Bella che gli sorride. "Ciao! Che sorpresa" mormoro io dondolando con Bella. "Ho pensato di accogliere la nuova vicina con una bella torta, ho pensato che poteva farti piacere" "Certo! Entra" dico mettendomi di lato. Lui entra e io chiudendo il portone dico "Mi segui in cucina?" "Avete un ingresso enorme" dice invece lui spalancando gli occhi. Ridacchio "E' stata la mia stessa reazione quando ho messo piede qui la prima volta, poso Bella e ti faccio fare un giro, ok?" "Aspetto qui?" chiede lui abbassando lo sguardo a noi. "Puoi venire se vuoi, piaci a Bella. Non è scoppiata a piangere" dico attraversando il salone. "Ha gusto la piccolina" mormora lui accarezzandole la testolina. Io ridacchio e andando in camera sua, la poso nella culla. Ha gli occhi assonnati per fortuna, dormirà almeno per qualche oretta. "Dormi bene amore mio" sussurro alla piccolina dandole un bacio sulla fronte. Leonardo si affaccia sulla culla e accarezzandole il pancino mormora "Il nome non le rende giustizia, non è solo bella" Gli sorrido per queste parole dolci e dico "Dovresti vederla quando impazzisce, inizia a urlare e mordere come una dannata" "Non ci credo, sembra un angelo" dice lui osservandola socchiudere gli occhi. "Sì, il nostro angelo" concordo guardandola innamorata. Sospiro e girandomi sussurro "Andiamo?" "Sogni d'oro bellissima" mormora lui baciandole i piedi, che carino. Mi segue fuori e lo porto a fare un tour della casa. Rimane allibito quando gli faccio vedere il regno nascosto di Jamal e trascinandolo via dalla piscina, finisco di fargli vedere tutto il piano superiore. Gli presento anche Dolores che se lo sbaciucchia tutto e torniamo in cucina. "Hai già fatto colazione?"chiedo prendendogli la torta che ha portato tutto il tempo in mano. "No, se vuoi possiamo scendere a mangiare qualcosa al bar di sotto" mi propone lui. "Perchè se abbiamo una squisita torta con noi? Caffè?" "Sei una donna da sposare" acconsente lui facendomi ridacchiare. Per me preparo del tè latte e aprendo la confezione della torta chiedo "L'hai fatta tu?" "Vorrei tanto impressionarti e dirti di sì, ma la realtà è che l'ho comprata in pasticceria"dice lui sedendosi sullo sgabello e affacciandosi sul bancone. "Conta il pensiero e ha un aspetto super invitante. Come sapevi che amo il cioccolato?" chiedo inspirando il profumo buonissimo di cacao. "Ho tirato a indovinare, piace un sacco anche a me" mi rivela lui. Sorrido, abbiamo sempre più cose in comune. Servo in un piattino la fetta di torta a strati e porgendogli il caffè dico "Buon appetito" "A te" dice lui sorseggiando il caffè. Io invece immergo la forchetta nella torta e prendendo un boccone pieno, gemo subito di piacere. E' buonissimissima. "Vederti mangiare è un'esperienza mistica che non sapevo di dover fare" dice lui facendomi riaprire gli occhi. M'imbarazzo e sorseggiando il tè latte dico "E' paradisiaca la crema, potrei mangiarne a chilate" "Me lo appunterò" dice lui facendomi l'occhiolino mentre io continuo a mangiare ingorda, non riesco a trattenermi. Mi siedo vicino a lui per essere comoda e chiedo "Un giorno mi porti in questa pasticceria?" "Domattina potremmo fare colazione insieme lì" mi propone lui. Io gli sorrido annuendo con la testa "Mi farebbe tanto piacere" "Fai colazione sempre sola?"chiede lui finendo il caffè. "Delle volte con Dolores" "E Jamal non c'è?" Scuoto la testa "Lavora presto e tutto il giorno" "Praticamente badi solo tu a Bella" "Mi aiuta anche Dolores. Jamal rincasa tardi e se ne occupa la notte quando Bella piange affamata" "Non v'incontrate in casa quasi mai" ipotizza lui. "Molto poco, ma lo capisco. Lavora duramente per non farci mancare nulla, io mi sento in colpa delle volte. Vorrei contribuire in qualche modo" "Ti occupi di Bella, gli dai un enorme aiuto" "Intendo nel lato economico, non ho un euro e vorrei rimediare" "Tua sorella non ti ha lasciato nulla?" "Bekka? Lei e suo marito erano milionari, ho ereditato tutto ma non intendo toccare neanche un euro. Li ho destinati in un fondo per Bella che avrà accesso quando farà 18 anni" "Sei una persona troppo buona, chiunque avrebbe preso i soldi e sarebbe scappato" Scuoto la testa "Amo troppo Bella per poter scappare" "Aspetta, ferma" dice lui avvicinandosi a me. Trattengo il respiro quando si avvicina pericolosamente al mio viso e abbassa lo sguardo alle mie labbra. Alza una mano e io faccio per chiudere gli occhi, ma lui col pollice accarezza l'angolo della bocca e sorridendomi mormora "Eri sporca di cioccolato" "Cosa?"chiedo alzandomi di scatto e prendere un pezzo di tovagliolo, approfittando della lontananza per ritornare a respirare. Mi pulisco la bocca e borbotto "Scusami, è che quando si tratta di cioccolato, divento una golosona. In Siria non ci era permesso mangiarlo" "In Siria?"chiede lui mentre io spalanco gli occhi, l'ho detto veramente? "Ho frequentato un corso in Siria e...ci era vietato mangiare dolci" "I professori vi vietavano di mangiare dolci?"chiede lui perplesso. Annuisco con la testa. "Come sta tuo padre?"chiedo cambiando argomento. "Il vecchio? Benone. A proposito, stasera non sarà a casa, mi chiedevo se potessi venire a cenare da me" Mi mordicchio il labbro e dico "Mi piacerebbe tanto, ma ho Bella con me. Dolores oggi ha il turno fino alle 20" "Puoi portarti Bella, si divertirà con noi, vedrai" "Non sarebbe una cattiva idea" dico pensierosa. "A mezzanotte il principe la riporterà a casa" aggiunge lui cercandomi di convincermi, cosa che ci riesce. "E va bene, accetto l'invito" "Grande! Non comprerò nulla stavolta, cioè solo gli ingredienti e...Bella può fare amicizia con Leo!" dice lui alzandosi e sorridendo. Io ridacchio e portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio dico "Sì, diventeranno molto amici" "Io vado allora, ho una cena da organizzare. Ci vediamo alle 20?" "Perfetto" dico mentre lui si china a darmi un bacio sulla guancia e mi guarda dritto negli occhi. Io mi perdo nei suoi verdissimi e mormoro "Ti accompagno alla porta" "A stasera" allora dice lui uscendo fuori. Io mi appoggio alla porta e annuisco con la testa. Lo seguo con lo sguardo fino alla fine del corridoio in ascensore e quando le porte si chiudono, vedo che mi fa l'occhiolino facendomi ridacchiare. Rientro in casa e mi appoggio contro la porta alzando lo sguardo al soffitto. "Qualcuno qui ha un appuntamento" canticchia Dolores beccandomi. Spalanco gli occhi e arrossendo fino all'inverosimile esclamo "Non è un appuntamento!" "Vestiti muy sexy" mi suggerisce lei ignorandomi. "Vuoi aiutarmi a scegliere?" "Claro que si!" dice lei mentre corriamo ridendo alla cabina armadio. -------------------------------------------------------- "Buena suerte!" grida Dolore salutandomi dalla porta. "Gracias!" esclamo sorridendole per poi chiudere la porta e correre in cucina per controllare la mia crostata al cioccolato. Non sono solita fare dolci, ma ho preferito non disturbare Dolores e cavarmela da sola. La sforno e profumandola sorrido, sembra venuta bene. La incarto con attenzione e lancio un'occhiata all'orologio, sono le 20:10. Devo sbrigarmi, penso mentre lascio un bigliettino sul frigo per Jamal ed esco dalla cucina. Vado in camera di Bella e la prendo in braccio mentre gioca con una scarpetta delle bambole. "Andiamo amore?"chiedo sistemandole un ciuffo ribelle e prendendo la borsa con le sue cose. Lei mordicchia la scarpetta e io uscendo da lì, vado in cucina e recupero la scatola incartata. Mi fermo a osservarmi allo specchio e sorrido "Ti piace il vestito?"chiedo indicando a Bella il suo abitino bianco con le rose rosse. Le sistemo la fascetta sulla testa e le do un bacio sulla testolina, sembra una bambolina. "E la mamma?"chiedo indicandole il vestitino rosso particolare con un tessuto bucherellato sopra e la gonna alla fine poco più ampia. Ho anche messo una tinta rossa per abbinarla al vestito e messo delle forcine ai capelli con l'aiuto di Dolores, per quanto riguarda le scarpe, ho preferito dei sandali dorati col tacco basso a delle scarpe alte 8cm, come mi suggeriva Dolores. Ho anche messo una tinta rossa per abbinarla al vestito e messo delle forcine ai capelli con l'aiuto di Dolores, per quanto riguarda le scarpe, ho preferito dei sandali dorati col tacco basso a delle scarpe alte 8cm, come mi suggeriva Dolores Impacciata quale sono, sarei caduta 12 volte. Chiudo la porta e prendendo l'ascensore, mi fermo al secondo piano. Arrivo davanti alla porta e sospiro, mi batte forte il cuore. "Suoni tu?"chiedo a Bella che si guarda attorno stranita. "Ok, suono io" mormoro prendendo coraggio e cliccando l'interruttore. Sussulto quando sento suonare e mi sistemo la borsa sulle spalle. Poco dopo la porta si apre e Leonardo con una camicia marrone di velluto sotto dei pantaloni neri mi accoglie col sorriso, è bellissimo e profuma di fiori. "Eccola la mamma più sexy del pianeta" Sorrido arrossendo fino alle punta dei piedi e mormoro "Grazie..." "E quella bambola adorabile? Vieni dallo zio" dice aprendo le braccia. Mi sporgo per dargli tra le braccia Bella e mi sistemo i capelli agitata. "Wow, stasera ti sei superata" dice a Bella sbaciucchiandosela. Bella gli sorride e sorrido anch'io a mia volta, sono così carini insieme. "Prego signorina" dice lui facendomi spazio. "Con permesso..."mormoro entrando. All'ingresso c'è un enorme tappeto persiano rosso, un mobiletto, varie piante, un quadro semplice, dei vasi in rame, una lampada semplice e le scale che portano al secondo piano Molto suo stile. "Di qua" dice lui facendoci entrare in salotto. "Ciao Leo!" Saluto il cucciolo che però rimane ai piedi del divano. "È timido" mi spiega Leonardo passando a Leo una pallina con cui inizia a giocherellare. Io intanto mi guardo attorno, il salotto è arredato estremamente semplice con un divano grigio chiaro, una poltroncina marrone, quadri, una pianta all'angolo e l'immancabile tappeto persiano stavolta bianco con dettagli blu. Ci sono anche due finestre arredate da tende bianche che richiamano il resto dell'arredamento, è così semplice e accogliente questo salotto. Mi sento subito a mio agio. Stare nell'attico è una cosa grandiosa, ma non mi sento mai a mio agio in quell'immensità, qua mi sento più piccolina. "Ho fatto un crostata al cioccolato, è la mia prima crostata" dico imbarazzata allungando la confezione. Lui sorride felicissimo e con ancora Bella in braccio chiede "Ci spostiamo in cucina?" "Certo" mormoro facendogli spazio per passare. Anche la cucina è molto semplice con mobilio in legno e piantine, ci sono anche due sedie e un tavolino accanto al frigo. Molto carino. "Questa è la mia umile cucina" dice lui mostrandomela. "Mi piace un sacco, poggio qui?"chiedo posando la confezione sul tavolino. "Sì, grazie" Mi guardo ancora attorno e raggiungendo i fornelli mormoro "Che cos'è questo profumino?" "Ah ah, prima finiamo il tour e poi ti mostro la sorpresa" dice lui uscendo dalla cucina. Lo seguo e aprendo la prima porta nel corridoio dice "Questa è camera mia, il mio regno" "Wow, è molto..." "Caotica?" Completa lui. Scuoto la testa osservando le mille fotografie attaccate sopra il lettone. Scuoto la testa osservando le mille fotografie attaccate sopra il lettone "No, mi piace. Queste fotografie sono bellissime, le hai scattate tu?" Chiedo osservando la foto di una strada particolare. "Sì, ci sono delle foto dei miei viaggi, di amici, delle mie passioni...guarda, questa è mamma" dice indicandomi la foto di una signora appoggiata a un albero che sorride. "Hai preso gli occhi da lei" dico osservando gli occhi verdissimi della madre, anche lei una gran bella donna. "Sì, il vecchio mi dice sempre che quando guarda i miei occhi, è come se guardasse quelli di mamma" "Quanti anni aveva qui?" "25 all'incirca, non sono certo. Puoi poggiare la borsa qui" dice lui indicandomi una poltroncina marrone all'angolo. "Sei un musicista oltre a un fotografo?" Chiedo indicando la chitarra. "Avevo una band al liceo, ma poi ci siamo sparpagliati per il mondo per l'università" "Oh...anche tu sei andato all'università?" "Sì, ma poi ho abbandonato. Non è per me lo studio, lo facevo per accontentare il vecchio, ma poi lui mi ha detto che la vita è troppo breve per accontentare tutti e di dedicarmi a quello che più mi rendeva felice " "Le macchine " dico io accarezzando un modellino di una macchina sul comodino. "Meccanico, fotografo, chitarrista...cos'altro sei?" "Da ora in poi anche babysitter, guarda com'è calma con me"dice lui indicando Bella. "Ha sonno, l'ho tenuta sveglia tutto il pomeriggio per farla arrivare esausta la sera. Le ho anche dato il latte poche ore fa, tra un po' dovrebbe crollare" "Geniale, allora la poso sul mio letto?" "Sì, faccio io?" Chiedo, ma lui posa una mano sulla sua testolina e la fa stendere sul letto col cuscino sotto. "Ottimo lavoro" mi congratulo per la delicatezza. "Ho visto da te stamattina" dice lui rialzandosi e facendomi l'occhiolino. "Se ti serve il bagno, è qui" aggiunge indicando una porta all'angolo. "Ehm...sì, posso?" "Certo, fai pure" Gli sorrido ed entro in un bagno con piastrelle verdi e bianche, c'è anche uno specchio a cerchio nero sopra il lavandino con rubinetti e manopole dorate. Immancabile anche la pianta dall'angolo e il tappetino persiano. Mi lavo le mani e guardandomi allo specchio, cerco di rilassarmi Ho paura che possa essere troppo impacciata e timida, solo un suo occhiolino m'infiamma come una tredicenne. "Dai Swarna, buttati" mi convinco tirando un lungo respiro. Mi asciugo le mani e sistemandomi le forcine, esco fuori. "K.O." dice indicando Bella, le stava accarezzando il pancino. Che tenero. "A posto?" Chiede lui piano alzandosi lentamente dal letto. Io annuisco e insieme usciamo fuori, lasciando la porta della camera aperta. "Oggi ho portato una bella tipa a letto" ci scherza lui sopra raggiungendo la cucina. Io ridacchio mentre lui apre una portafinestra e dice "Mi prometti di non ridere?" "Perché?"chiedo io sporgendomi. Lui non me lo permette e insiste "Tu promettimelo" "Promesso" dico mentre lui prende delicatamente la mia mano e mi porta fuori. Spalanco gli occhi quando vedo un tavolo con due sedie, delle candele, un vaso di fiori e i piatti con le posate. Il terrazzo è addobbato da lucine gialle e sul tavolo noto anche una bottiglia di Rosato e dei calici. È tutto così... "Non ho mai organizzato una cena per una ragazza, ho visto un po' su internet e..." Mi allungo e gli do un bacio sulla guancia "È perfetto" Lui s'illumina sorridendomi e mormora "Davvero? Mi sono lasciato prendere un po' la mano, non voglio spaventarti" "Perché dovrei spaventarmi? È tutto così romantico, nessuno mi aveva mai fatto una cosa del genere. Sono commossa" Lui mi abbraccia e io appoggio la testa sul suo petto, sento il cuore calmo e lento, il ritmo rilassa anche me. "Grazie" dico ancora staccandoci. "Allora? Hai fame?" Chiede lui sorridendomi. Annuisco piano con la testa. "Si accomodi signorina allora" dice spostandomi la sedia. Io mi mordicchio il labbro e mi siedo mentre lui mi riavvicina la sedia e dice "Sarò da lei in un attimo" Lo vedo rientrare in casa e deglutendo mi guardo attorno, l'atmosfera è bellissima e romantica. "Ecco qua la signora parmigiana" Mi giro e mangio con occhi la teglia, sembra squisita. Mi prende il piatto e servendomi un abbondante porzione di parmigiana, chiede "Vino?" Non mi era permesso bere alcolici, quindi questa sarebbe una delle prime volte dopo il matrimonio di Bekka e Farid... "Sì, grazie" "È un Rosato, è molto delicato" m'informa lui per poi alzare lo sguardo a le e dire facendo l'occhiolino "Come la signorina" Fa un'acrobazia con la bottiglia e io chiedo "Anche barista?" "Ai tempi dell'università, dovevo pagare la retta e poi ero a contatto con tantissime ragazze, mi conveniva" "Mai belle come te però" aggiunge facendomi ridere. Sa che non gradisco questi complimenti sdolcinati, si diverte anche lui a provocarmi. "Brindiamo?" Chiedo io uscendo dall'imbarazzo. Lui si siede di fronte a me e sorridendomi dice "Alla più bella ragazza dell'universo" "La smetti!"esclamo io arrossendo. Leonardo se la ride e facendosi più serio dice "A Bella, una bambina bellissima e dolcissima che ti ha portato da me" "A Bella" mormoro io facendo scontrare il mio calice col suo. "Non sa neanche di vino!" Esclamo io gustandomi il retrogusto di fragola. "Sapevo che ti sarebbe piaciuto" "Fiuto da barista" dico facendolo scoppiare a ridere. "Non uscirò vivo da qui" borbotta lui facendomi ridacchiare. Aspetto lui per prendere forchetta e coltello e tagliare un pezzettino di parmigiana. Assaggio il primo boccone e sposto subito lo sguardo a lui. "Che c'è? Pensavi che fossi un playboy nullafacente?" "Una cosa del genere" confesso gustandomi la salsa dolce e la melanzana fritta con la mozzarella filante. "E invece...sono un uomo da sposare" "Anche cuoco, quando hai imparato a cucinare?" "Dopo la morte di mamma, era malata di cancro e ci ha lasciati poco dopo" Rimango in silenzio, in questi momenti l'unica cosa da fare è stare in silenzio. Come a rispettare il suo momento di apertura, sua madre. Vorrei avere il suo coraggio. "Era bravissima in cucina e io m'ingozzavo di cibo, ricordo che il pediatria mi ordinò di dimagrire o sarei stato obeso" Rido e chiedo "Ce l'hai una foto di quei tempi?" "Sempre pronta a deridermi" dice lui, mentre io faccio un sorriso diabolico e continuo a mangiare ascoltandolo. "Quando mamma morì, caddi in depressione e dimagrì di 25kg. Mio padre non sapeva più cosa fare, quando pensò di dare via tutte le cose di mamma e io trovai un libricino" "Cos'era? Un diario segreto?" Chiedo io curiosa. "Meglio, un ricettario di piatti vegetariani. Lei era vegetariana. Sperimentai tanti piatti e piano piano mi ripresi, la parmigiana è stato il primo piatto che ho sperimentato. Mi alleno a farla come lei da anni" "Ci sei riuscito" dico io, mentre lui mi guarda dritto negli occhi e mi fa un sorriso genuino. "Lo credi davvero?" "È la prima parmigiana che assaggio e mi hai dato un motivo valido per continuare a vederti" "Be' in questo caso, grazie mamma!" Esclama lui alzando gli occhi al cielo. "Sarebbe fiero di te" dico facendogli togliere il sorriso dalle labbra. Adesso ha gli occhi lucidi, ma succede per un secondo, perché sbatte gli occhi e dice ritornando in sè "Grazie" "Quindi anche tu sei vegetariano?" Chiedo cambiando argomento. Lui annuisce con la testa. "È stato un cambio radicale; mangiavo solo carne in passato, però adesso sto bene, non me sento il bisogno a forza di evitarlo" "E tu? Che mi racconti di te oltre al fatto che sei una ballerina provetta?" Chiede Leonardo facendomi irrigidire. "Niente di che...sai anche troppo" dico ridendo. "Hai dei genitori?"chiede lui insistendo. Annuisco con la testa. "E dove sono?" "Mia madre è andata allo Sri Lanka per qualche mese dopo la morte di mia sorella" "Capisco, e tuo padre?" "Morto" mi limito a dire. "Ecco perché mi sento che mi capisci, anche tu hai provato le stesse cose" "Sì, più o meno" "E...tua sorella, com'è morta?" "Hai sentito parlare di una ragazza uccisa da un islamico estremista allo stadio l'anno scorso?" "Come no, la moglie del famoso calciatore Farid Therani! Che tragedia per lei e lui che si è suicidato dopo il parto della figlia. Se penso a questa bambina che un giorno scoprirà tutto..." "Bekka, mia sorella, era la moglie di Farid" taglio corto. Lui spalanca gli occhi "Quindi Bella è..." "La loro figlia" Leonardo smette di mangiare e si scola tutto il vinello nel calice per poi versarne altro. "Farid ha scelto me e Jamal, il suo manager e migliore amico, come tutori, prima di morire. È per questo che ci siamo sposati in fretta e furia" "Non ci sto credendo..." mormora lui sotto shock. "Non ci credevo anch'io, eppure eccoci qua" "Non mi aspettavo nulla del genere, sono mortificato. Non avrei neanche dovuto chiedere nulla, pensavo che..." "Tranquillo, è passato. Adesso ci concentriamo a dare il massimo per Bella" Lui posa una mano inaspettatamente sulla mia e guardandomi dritto negli occhi dice "Mi concentrerò anch'io a dare il massimo per te e Bella, crescerà con tanto amore e gioia questo angioletto" Io mi mordo il labbro e sbatto velocemente gli occhi per non piangere. "Grazie, mi fai tanto bene" "Continuerò a fartene fino a quando vorrai. Non sei sola" Gli stringo la mano e lui se la porta in alto per baciarmi le nocchie. Io abbasso lo sguardo imbarazzata e lui mormora "Prendo il dolce?" "Sì!" Esclamo togliendo la mano e prendendo il mio piatto. Lui scuote la testa lasciandomi uno sguardo severo e prende i nostri piatti e posate, per poi rientrare in casa. "Posso andare a controllare Bella?"chiedo. "Certo!" Grida lui sparendo nel corridoio. Rientro anch'io e andando in camera sua osservo Bella che sonnecchia beata. Io mi porto le mani sulle guance e sospiro, sono così accaldata...vorrei potermi sciacquare la faccia con acqua gelida ma rovinerei il trucco. "Dorme?" Sento sussurrare dietro di me. Mi giro e annuisco. "Profondamente, andiamo" Ci allontaniamo da lì e riuscendo in terrazza, aiuto Leonardo con la confezione. "Che profumino" dice lui facendomi esaltare. "Un pezzettino alla signorina" mormora dandomi una fetta in realtà enorme e servendosi anche lui. "Com'è?" Chiedo impaziente mentre lui l'assaggia. "La verità?" Oh no, non gli è piaciuta. "La vorrei per colazione ogni giorno" Sorrido applaudendo con le mani, ci avevo messo troppo impegno e cura per venire male. "Sono contenta" dico gustandomi la pasta frolla friabile. Dopo il dolce ci versiamo altro vinello e affacciandoci dal terrazzo, Leonardo mi spiega la costellazione. Anche astronomo. "Lo vedi l'Orsa maggiore?" "No..."mormoro delusa. Lui viene dietro di me e alzandomi un braccio, indica una stella luminosissima. "Adesso la vedi?" Chiede al mio orecchio. Trattengo il respiro, nessuno si è mai avvicinato a tanto. "Sì, adesso sì " Prende il mio dito e tracciando delle linee mormora " Ecco il grande carro" "A me sembra più un aquilone" dico facendo ridere. "Accanto c'è la stella polare e il piccolo carro" "Dove? Non vedo" Chiedo mentre lui riprende la mia mano e traccia il piccolo carro. "O il piccolo aquilone, nel tuo caso" mi deride lui. Aspetto che adesso si tolga da me, ma fa il contrario...posa anche l'altro braccio sulla vita e con entrambe le braccia me la circonda posando il mento sulla mia testa. Rimango immobile tremando, completamente paralizzata senza sapere cosa fare finché lui mi dà un bacio sulla testa e mormora accarezzandomi le braccia "Rilassati" Tiro un sospiro e mi concentro sulle stelle. "Guarda, guarda! Una stella cadente" sussurra lui indicandomela. Io sorrido e meravigliata da questo spettacolo dico "Esprimi un desiderio!" "Esprimilo anche tu, l'abbiamo scoperta insieme" Annuisco con ma testa e chiudendo gli occhi, chiedo che Bella possa sognare almeno una volta i suoi genitori...per favore Bekka e Farid, vegliate su di lei e parlatele, così che possa avere un contatto con voi. "Espresso?" Chiede lui quando riapro gli occhi. "Tu?" "Espresso, spero possa avverarsi presto" "Si avvererà prestissimo" lo rassicuro io. Lui sorride e stringendomi forte mormora "Sarei veramente l'uomo più fortunato al mondo, in caso" Arrossisco di scatto, parlava di me? Menomale che è di spalle e non può vedere le guance adesso. Sentiamo improvvisamente Bella piangere e staccandoci di malavoglia, la raggiungiamo in camera. "Ciao piccolina" mormoro prendendola in braccio. "Ben svegliata principessa" mormora lui accarezzandole la testolina. Bella però non si calma e lanciando uno sguardo all'orologio, realizzo che è quasi mezzanotte. "Forse è meglio che vada, deve prendere il latte" "Certo, ti accompagno alla porta" dice lui recuperando la borsa di Bella. Passiamo dal salotto e salutando Leo, esco da casa di Leonardo. "Puoi darmi la borsa adesso, grazie" dico ma lui replica "Intendevo che ti accompagno alla tua porta, su andiamo" "Ma non ce n'è biso..." Niente da dire, lui mi supera e chiama l'ascensore. Lo prendiamo e salendo velocemente, entriamo a casa. Nel frattempo Bella si è un po' calmata, infatti la poso per il momento nella culla e riaccompagno Leonardo all porta, non prima di augurare alla sua principessa una dolce notte. Che tenero. "Grazie per la cena, era tutto squisito" dico aprendo la porta. "Grazie a te per la serata, non stavo così bene con una persona da tanto tempo" replica lui sulla soglia della porta. "Anch'io sono stata bene" confesso. "Ci vediamo presto allora" dice Leonardo sorridendomi. Io annuisco e lui avvicinandosi sfiora le mie dita per poi abbassare il viso al mio livello. Resto immobile e chiudo gli occhi, sento il suo respiro caldo sulla guancia e ora sulle mie labbra, sento che me le sfiora, mi batte forte il cuore e... "Dove diavolo eri finita!" Prorompe una voce maschile furiosa alle nostre spalle. Mi giro spalancando gli occhi e trovo Jamal ancora con gli abiti da lavoro, ma la cravatta e i capelli in aria, che mi fulmina con lo sguardo. "Io..." faccio per dire ma sono troppo spaventata, non mi vengono le parole. "Lei e Bella erano a cena da me, qualche problema amico?" Chiede Leonardo mettendosi di fronte a me, come a proteggermi. "Sì amico, è un problema se suo marito non ne sapeva nulla" ringhia Jamal andando sotto al muso di Leonardo. Sono entrambi molto alti, forse Jamal di qualche centimetro in più ed è più pompato di Leonardo, infatti lo sovrasta anche se pure Leonardo ha un fisico palestrato e sa il fatto suo. Mi metto in mezzo a loro due e poggiando la mani sul petto di Leonardo mormoro "Stai tranquillo, gestisco io la situazione. Puoi andare" "Non mi muovo da qui se lui non si calma" sbotta Leonardo fulminando con lo sguardo Jamal. "Cosa vuoi insinuare?"sibila Jamal stringendo i pugni. "Per favore, Bella potrebbe svegliarsi. Ti chiamo appena mi metto a letto, va tutto bene" rassicuro Leonardo che però è scettico e scuote la testa. "Per favore..." mormoro prendendogli il mento. Lui cede e sospirando dice "Per qualsiasi cosa chiamami, mi precipiterò qui a qualsiasi orario" Annuisco con la testa e sorridendogli, chiudo la porta. "Che ti prende?"chiedo girandomi verso Jamal. "Che mi prende? Chi è quello!" "Un amico e comunque la mia vita privata non deve interessarti" "La tua vita privata?! La tua vita privata siamo io e Bella, stop! Che ti passa per la testa! E se fossero venuti quelli del servizio sociale? Avrebbero visto che amoreggiavi con quello lì mentre sei sposata con me! Ci avrebbero tolto subito Bella, hai idea del rischio che avremmo corso?" "Scusami, non ci ho pensato..." mormoro piano coi lacrimoni agli occhi. "Non ci ho pensato non è una giustificazione! Non hai neanche pensato ad avvertirmi di questa stupida cena!" "Io...ti ho scritto un bigliettino sul frigo" "Un messaggio, no? Una chiamata? Neanche Dolores prendeva al cellulare! Immagina il mio spavento quando non vi trovo a casa, mi sono sentito morire e tu scrivevi bigliettini del cazzo come i bambini!" "Ti ho detto che mi dispiace!" Grido guardandolo con odio e correndo via in camera mia. Mi butto di pancia sul lettone e per non svegliare Bella, piango sul cuscino. Piango per una buona mezz'ora e quando sto per addormentarmi, sento la porta aprirsi. "È permesso mamma?" Chiede una voce marcata. Sorrido subito e alzando la testa vedo Jamal con Bella in braccio. Mi metto seduta sul letto, passandomi la mano sul viso per asciugare le lacrime e lui posando Bella al mio fianco, si mette ai miei piedi. Abbassa lo sguardo alle mie scarpe e e slacciandole mormora "Ho dato da mangiare alla bimba" "L'altra bimba ha mangiato a sazietà a casa dell'amico?"chiede alzando lo sguardo a me. Sorrido presa alla sprovvista e mi limito ad annuire con la testa. Jamal finisce di slacciarmi una scarpa e passando all'altra mormora con lo sguardo basso "Ho letto il bigliettino, era molto dolce" Mi mordicchio il labbro e ricordo quello che avevo scritto, una cosa semplice ma molto carina. Ciao papà! Mamma e io andiamo a cenare a casa di un amichetto al secondo piano. Se ti va, puoi unirti a noi! Un bacino. "E ammetto di essere stato uno stupido, hai ragione. La tua vita privata non deve interessarmi, se io non riesco ad andare avanti con la mia, non ci colpi tu. Solo...avvertimi prima di vederti con il tuo...amico" Finisce di slacciarmi la scarpa e mettendo le scarpe da parte, alza lo sguardo su di me "Va bene" mormoro. "Ho reagito male, scusami. E' che non ho trovato nessuno a casa, nessuna chiamata, nessun messaggio e ho pensato al peggio, penso sempre al peggio dopo Farid e..." M'inginocchio e prendendogli le mani mormoro "Avrei dovuto chiamarti, pensavo di disturbarti a lavoro e ho evitato" Lui scuote la testa e mormora "Voi non disturbate mai, siete la mia priorità sempre" Io sorrido e leccandomi le labbra mormoro "Farò più attenzione la prossima volta" Jamal annuisce con la testa e facendo un sorriso tirato chiede "Allora...com'è andata la cena?" Io arrossisco e mormoro "E' stata una serata...piacevole" "Sei bellissima comunque, il tuo amico è molto fortunato" Abbasso lo sguardo arrossendo e lui alzandomi il mento chiede "Perchè non mi guardi in faccia? Sei ancora arrabbiata con me" Scuoto la testa "No, non sono arrabbiata" Jamal sorride e lasciandomi il mento chiede "Volevo...invitarti anch'io a cena qualche volta. Non abbiamo avuto molto tempo per noi ultimamente..." "Sì...siamo stati molto impegnati" Lui annuisce con la testa e dice "Il fine settimana staccherò prima, ti va?" "Certo, con molto piacere" Jamal sorride e alzandosi dice "Vado a mettere a letto la peste" "Aspetta, ti aiuto"dico alzandomi a mia volta. Jamal prende Bella in braccio e scuotendo la testa mormora "No tranquilla, hai badato a lei tutto il giorno. Sarai stanca, ora ci penso io. Tu vai a dormire" "Sicuro?" "Sicurissimo" mormora avvicinandomi Bella. Do una bacio sul suo nasino e sussurro "Dormi bene mio amore" Bella mi sorride agitando le manine e Jamal sorridendo si allontana "Notte mamma" sussurra prima di chiudere la porta. "Notte papà" mormoro io trattenendo il respiro.

Ritorna all'indice


Capitolo 57
*** Capitolo 57 ***


Le belle parole possono colpire, ma un gesto sa lasciare il segno dove le parole si erano fermate. SWARNA'S POV: "Scendo a fare la spesa Dolores" grido fuori affacciandomi al terrazzo. "Bien bien hija" dice lei mentre io inserisco la lista della spesa in borsa e corro via. Bella è fuori con Dolores che prendono un po' d'aria e io ne approfitto per andare un attimo al supermercato. Per fortuna, grazie a Leonardo, so la strada. Ho chiesto a Jamal se stasera fosse libero per la cena che mi aveva proposto e lui ha detto che avrebbe rincasato per le 21:30. Ho pensato di non farlo stancare ulteriormente e cenare a casa, avrei cucinato io. Lui ha annuito alla mia proposta ed è volato via a lavoro. E' stato un miracolo incontrarlo stamattina, si è svegliato mezz'ora più tardi perchè stanotte Bella ha dato il meglio di sè e ha tenuto sveglio Jamal tutto il tempo, io sono crollata alle 3, lui penso abbia resistito un po' di più. Non so con quale forza, dato che va a lavoro il mattino presto e rincasa per dopocena, quando io e Bella già dormiamo. Delle volte a mezzanotte inoltrate quando Bella inizia a piangere e lui ancora col completo da lavoro la prende in braccio per calmarla. Con Leonardo non ci vediamo da quella sera, ma parliamo quasi sempre al telefono, lui è dolcissimo e ci siamo accordati per un'altra uscita, gli ho promesso che l'avrei contattato per dirgli quando. Al momento ho evitato per la storia con Jamal, non voglio farlo agitare ulteriormente. "Salve signor Rubino!" saluto il portiere. Lui mi saluta felicissimo e chiede "Dove va di bello?" "Al supermercato, stasera Jamal rincaserà presto e cucinerò la cena" "Che uomo fortunato!" esclama lui facendomi l'occhiolino. Io sorrido e chiedo "Come sta Leonardo?" "Benissimo, mai stato così sereno in vita sua. Penso che sia suo il merito" "Ma no...è Leonardo che rende felice me, non viceversa. Porta il sole nella mia vita, mi serviva" dico mordicchiandomi il labbro. Il signor Rubino mi sorride e io allontanandomi grido "Ci vediamo, me lo saluti!" "Lo farò senz'altro!" Lo saluto con la mano e vado via. Svolto a destra, come ricordo di aver fatto con Leonardo, e continuo dritto. Dovrebbe essere all'angolo di questa strada. "Bingo" mormoro trovando il posto. Entro dentro e prendendo un carrello, inizio a girare per i vari reparti. Per stasera con deciso di fare dello shish touk, cioè un classico kebab di pollo marinato in un miscuglio di spezie e cucinato in un forno tandoor, ma nel mio caso prenderò una casseruola in terracotta e la metterò nel forno. In accompagnamento con la carne farò il riso pilaf, che prevede la cottura per assorbimento semplicemente in acqua, ma tra la versioni possibili l'acqua può esser sostituita con del brodo vegetale. Il riso lo insaporirò col curcuma, chiodi di garofano, uvetta, anacardi tostati e aglio. Come dolce invece ho optato per il Kanefeh, è un dolce tradizionale a base di pasta a fili sottili, o in alternativa pasta di , imbevuta di sciroppo dolce a base di zucchero e tipicamente stratificato con formaggio o con altri ingredienti come kaymak (prodotto lattiero-caseario) o noci. Richiedono molto tempo di preparazione i piatti, ma ci tengo che possa assaggiare i piatti che i soldati, ai tempi, mangiavano leccandosi le dita. Prendo tutte le cose di cui ho bisogno e uscendo dal supermercato fatico un po' con le buste, non ho messo in conto la strada a piedi con i sacconi della spesa. A metà strada mi siedo su una panchina e prendo fiato, avrei dovuto portarmi un carrellino dietro in modo da trascinarmi le cose, come ho fatto a non pensarci. Sento improvvisamente un clacson poco più lontano da me e guardandomi attorno, osservo che non c'è nessuno. Stanno suonando a me? Socchiudo gli occhi per vedere meglio, ma il motorino si avvicina e accostando davanti a me Leonardo dice "Oggi è il mio giorno fortunato" Sorrido e alzandomi vado a salutarlo. "Pare anche il mio. Mi aiuti con la spesa, se stai tornando a casa?" "Solo se prima andiamo a fare merenda" "Forse è meglio prima passare da casa, ho comprato cose che dovrei mettere subito in frigo" "Andata" dice lui scendendo dal motore e aiutandomi con la spesa. Gli riempio i manubri di sacchetti e ridacchiando salgo dietro di lui. "Ti stai tenendo?"chiede lui avviando il motore. Mi guardo attorno e chiedo "Ehm...dove?" Lui prende le mie mani e mettendosele attorno alla sua vita dice "Qui è più sicuro" Trattengo il respiro nel toccare i suoi addominali pronunciati e arrossendo come un pomodoro mormoro "Ok, andiamo" Leonardo lancia un'occhiata allo specchietto e mi becca ad arrossire, mi nascondo dietro la sua schiena e lui ridacchia. "Non mi sfuggi signorina" dice partendo. Io mi aggrappo a lui e mormoro "No ti prego, altrimenti non saprei dove tenermi" Lui scuote la testa e io ridacchio sulla sua spalla, ha un buonissimo profumo di fiori...è un profumo molto delicato, giovanile. Arriviamo in pochissimo tempo davanti al palazzo e io faccio per scendere, ma lui scende prima di me e prendendo tutti i sacchi dice "Aspettami lì, poso queste cose da te e arrivo. "Ma...!" "Dirò a Dolores di mettere le cose in frigo! Tranquilla!" grida lui entrando dentro. Mi porto una mano sulla bocca e rido, che pazzo! Abbasso lo sguardo alle chiavi attaccate e decido di fargli uno scherzo, le prendo e corro via. Mi nascondo dietro una macchina e lo aspetto. Non aspetto troppo perchè dopo 5 minuti riscende e non trova nè me nè le chiavi lì. "Cazzo...."borbotta lui prendendo il cellulare e..."Oh no.."mormoro io quando mi suona il cellulare. Mi abbasso ulteriormente per prendere il cellulare nella borsetta e rifiutando la chiamata, mi rialzo di poco per vedere dov'è messo, ma all'improvviso qualcuno mi alza in aria e mi ritrovo sulla spalla di Leonardo. "No, dannazione!" borbotto quando lui se la ride e portandomi al motore dice "Beccata" "Se non fosse stato per il cellulare..." Lui mi rimette a terra e facendomi appoggiare al motorino mormoro sul mio viso sensuale "Ti avrei trovata lo stesso" Deglutisco per questa vicinanza e tirando fuori le chiavi chiedo "Andiamo?" Leonardo non mi stacca gli occhi di dosso per poi alzare l'angolo della bocca e mormorare "Andiamo" Prende le chiavi e mi porge un casco, era salito anche per prendere un casco per me, che caro. "Dolores ti ha aperto?" "Non penso che il fantasma di Jamal possa farlo" mi deride lui salendo in moto. Salgo anch'io dietro e dico "Non offenderlo, lavora tutto il giorno. Stasera mi ha promesso di rincasare presto per cenare insieme, ecco perchè la spesa" "Che uomo fortunato" "Anche tuo padre l'ha detto "dico ridacchiando partendo. "Dove andiamo?" chiedo rimettendo le mani su di lui. Leonardo sorride per questo gesto e indietreggiando per appoggiarsi al mio petto dice "Alla pasticceria che ti avevo promesso di andare" "Davvero? Che bello, non vedo l'ora!" "E' proprio qua dietro" "Saremmo potuti andare a piedi" penso ad alta voce mentre lui cerca di già parcheggio. "Ma tu non mi avresti stretto così come mi stai stringendo ora" dice lui facendomi l'occhiolino dallo specchietto. Io arrossisco ancora e appoggio la guancia rovente sulla sua schiena, penso me lo faccia apposta di mettermi sempre in imbarazzo. Scendiamo dal motore e posando il casco, entriamo dentro la pasticceria che da fuori sembra essere molto colorata. Abbasso subito lo sguardo al bancone e mi lecco le labbra, hanno qualsiasi tipo di dolcetto o torte, sono in difficoltà nella scelta. "Buongiorno" ci saluta la ragazza dietro il bancone. Manco mi ero accorta per la bellezza del bancone. "Salve!" la saluto sorridendole. "Ciao Tania, tutto bene?" chiede lui. "Tutto bene, voi?" "Benone, siamo venuti a fare merenda" dice Leonardo allacciando un braccio sulle mie spalle. Io mi mordicchio il labbro fingendo di essere troppo impegnata a osservare i dolci e Tania chiede "Posso aiutarvi in qualche modo?" "Io...penso che prenderò una fetta della red velvet" mormoro adorandola con lo sguardo. "Per me anche" dice lui togliendo il braccio per prendere il portafoglio. "No aspetta" faccio per dire io, ma lui neanche mi ascolta e paga alla cassa. Intanto io prendo i piattini con le fette di torta al bancone e cerco un posto. "Ci andiamo a mettere lì?"chiedo indicando il posto accanto alla finestra. "Certo" dice lui seguendomi. Poso i piattini e accomodandomi mormoro "Grazie per la fetta di torta, ma la prossima volta pago io" "Vedremo" mi sfida lui levandosi la giacca di pelle. Deglutisco alla vista dei suoi muscoli sulle braccia e abbasso lo sguardo alla mia torta. Prima però mi spoglio anch'io della giacchetta, rimanendo con top a fasce bianco e blu come la gonna. Prima però mi spoglio anch'io della giacchetta, rimanendo con top a fasce bianco e blu come la gonna Lui alza un sopracciglio e io abbassando lo sguardo al vestito chiedo "Cosa c'è?" "Sei talmente bella che non riesco a spiegarti" dice Leonardo sorridendomi. Io mi porto le mani sul viso e soccombo lì. Sento lui ridere di gusto e dire "Non te l'ho detto per privarmi della tua bellezza" "Smettila!" mugolo sulle mani imbarazzatissima. Lui abbassa le mie mani e baciandole mormora "Mai" Ritiro le mie mani e lui chiede "Sei strana, le ragazze con cui sono uscito al primo complimento iniziano a pavoneggiarsi e tu ti copri" "Non sono abituata" borbotto abbassando lo sguardo. "Non hai mai avuto un ragazzo?" Scuoto la testa. "Sarei quindi il primo in caso" "Leonardo!"esclamo fulminandolo con lo sguardo. "Scherzo, scherzo" dice lui ridendosela ancora. "Non lavori oggi?"chiedo incuriosita, so che lavora tutta la mattinata. Dolores me lo ha detto...ho voluto indagare un po'. "Sì, ma ho preso una pausa per te" "Per me? Oh no, ora mi sento in colpa!" "Perchè mai? Non potrei spendere i minuti di pausa meglio di così" "Non vorresti riposare o...prendere un caffè?" "Preferisco vederti" "Mi dispiace..." "A me no, quindi non dispiacerti per favore. Sono felice di passare del tempo con te, anche pochi minuti" Annuisco con la testa e gli sorrido. "Assaggiamo?"chiedo prendendo la forchettina. Lui annuisce e io assaggiando un boccone, chiudo gli occhi godendo del sapore dolce della crema al formaggio e il pan di spagna. "Deliziosa!" esclamo aprendo gli occhi. Osservo la sua fetta di torta ancora intera e chiedo "Perchè non..." "Mi piace vederti mangiare, sei tenera" dice lui allungando la mano ad accarezzare la mia guancia. Chiudo gli occhi a questa carezza e come un gattino sfrego la guancia sul suo palmo e sorrido. Riapro gli occhi e vedo i suoi che luccicano, è quasi commosso dal mio gesto. "Tutto bene?" chiedo temendo di aver esagerato, la sua mano era così morbida e calda. "No piccola, vorrei tanto baciarti in questo momento" Abbasso lo sguardo alla torta quando improvvisamente sento un bacio sulla fronte e lui sussurrare al mio orecchio "Per ora mi accontenterò di questo" Alzo gli occhi a lui e gli sorrido, è così dolce con me. Lui all'improvviso riceve una chiamata, ma non risponde e rimette il cellulare in tasca. "Puoi rispondere se vuoi" dico prendendo un'altra forchettata di torta. "No, non voglio sprecare tempo con altro. Allora? Come stai?" Annuisco con la testa e dico "Tutto bene, ho scoperto che Bella ha la passione per la musica. Urla felice quando metto della musica" "Davvero? Un'aspirante cantante, non ci facciamo mancare nulla in questa famiglia!" "Già, ho deciso che la iscriverò a un corso di piano e canto quando crescerà" "Non di danza?" "Vedremo...magari può piacerle anche" "Anche di nuoto, sarebbe conveniente sapere nuotare già da piccoli" Annuisco "Hai ragione" "Poi si scopre che le piace il calcio" dice lui facendomi ridere. "L'accontenterò in ogni sua scelta" "Anche quando vorrà farsi un tatuaggio?" "Ecco, quella no" Lui scoppia a ridere e dice "Ma come? Neanche da maggiorenne?" "Non so, tu che dici?" "Io mi sono fatto questo a 15 anni" dice lui alzando la maglietta e mostrandomi un tatuaggio al lato dell'addome. "Cos'è?"chiedo abbassandomi a guardare meglio. "Un'ancora, l'avevamo fatto in comune con dei miei amici per una vacanza fatta a Malta" "Mi piace" "Tu hai viaggiato?"chiede lui riabbassando la maglietta. "Non tanto" "Sei stata in Siria, se non sbaglio" Mi agito sulla sedia e mormoro "Ehm...sì, ma tanto tempo fa. Non ricordo" "Non ricordi il tuo viaggio?" "No" taglio corto. Lui capisce che c'è qualcosa che non va, ma lasciando stare chiede "Quindi domani sei libera? Vorrei portarti in un posto" "Sì, dovrei essere libera. Dolores ha il turno fino a mezzanotte, credi che possiamo rincasare per quell'ora?" "Va benissimo, riporterò la principessa al castello in tempo" dice lui facendomi ridere. "In che posto vorresti portarmi?"chiedo indagando. "E' una sorpresa, prima però ti porto a cena" "Non voglio disturbarti troppo" "Non lo dire neanche per scherzo, mi piace viziarti" "Potrei farci l'abitudine" "Devi farci l'abitudine, sei una piccola creatura che merita solo attenzioni e carezze" Mi mordicchio il labbro e chiedo "Come fai?" "A fare cosa?" "A dire queste cose belle" "Mi viene naturale pensarlo quando ti guardo" Sospiro felice e continuo a mangiare la torta fino a finirla purtroppo. "Il telefono continua a squillare" gli faccio notare. "Lascialo squillare, non mi avranno mai" Rido e chiedo "Non sarà il caso di ritornare?" Lui annuisce facendo una smorfia e io prendendo la giacchetta, mi rimetto la borsetta sulla spalla. "Credi che possa imparare ad andare su un motorino anch'io?"chiedo raggiungendo la moto. "Credo che tu possa fare qualsiasi cosa" mormora lui mettendomi il casco e allacciandomelo. "Inoltra potrei darti una mano" aggiunge dandomi una carezza sulla guancia. "Prometti di non ridere?" Lui corruga la fronte e io confesso facendomi piccola piccola "Non so andare in bici" Leonardo sorride teneramente e dice "E che problema c'è? Impareremo a fare anche quello" "Davvero?"chiedo felice. "Promesso" Grido di gioia e all'abbraccio forte. "Caspita, se sapevo dell'abbraccio, avrei proposto di andare in bici molto tempo fa" Rido e staccandomi mormoro "Grazie mille, significa tanto...stai dedicando del tempo per me" "Ti dedicherò tutto il tempo che vuoi. Chiedi e io eseguo" dice lui prendendomi la mano e baciandomela. "Andiamo?"chiede dubito dopo notando il mio rossore. Annuisco e salgo dietro di lui. Noto che prende la strada più lunga per il palazzo, ma sorrido e poso la testa sulla sua schiena. Mi piace andare in moto con lui. "Grazie ancora di tutto" dico scendendo davanti al palazzo. "Grazie a te perchè ti sei fatta rapire da me" Sorrido e ridandogli il casco dico "Passa una buona giornata" "Ci sentiamo più tardi?" chiede lui. Annuisco ed entro nel palazzo. "Piccola?" sento gridare. Mi giro e lo guardo interrogativa. "Niente, volevo vedere se ti giravi al nome. Salutami la principessa" dice lui facendomi l'occhiolino e scendendo al parcheggio. Sorrido e mi mordo il labbro. Che scemo. --------------------------------------------------------- "Grazie ancora Dolores, ci stai facendo un enorme favore" dico aprendo la porta. "No te precupes. Buena serata!" Esclama lei uscendo. "Ciao amore mio. Divertiti con la zia" mormoro a Bella. Lei di guarda attorno e io baciandola sulla fronte mormoro "Non urlare, mi raccomando!" "Chiamami per qualsiasi problema" dico a Dolores che si allontana con Bella in braccio e scende le scale. Sta esattamente sotto il nostro piano. Chiudo la porta e corro a finire di preparare la tavola. Ho fatto anche delle decorazioni a mano per rendere la tavola più divertente e colorata, spero che apprezzi. Ci ho messo un'eternità. Sistemo la tavola con le ultime cose e sorridendo soddisfatta, vado a farmi una doccia. Mi asciugo i capelli ed entrando nella cabina armadio, prendo un vestito color rame di seta con le bretelle sottili, una bella scollatura e sopra le ginocchia. Metto ai piedi dei sandali col tacco neri che e faccio una coda bassa, sistemando il ciuffo ai lati Indosso degli orecchini piccoli e decido di truccarmi un po'. Metto del mascara, la matita e un gloss lucido sulle labbra. Ultimo il trucco col fard e indosso un braccialetto argentato che mi ha regalato ammi. Mi guardo allo specchio e penso di aver esagerato un po' per una cena a casa, magari dovrei cambiare vestito Mi guardo allo specchio e penso di aver esagerato un po' per una cena a casa, magari dovrei cambiare vestito. Sento suonare alla porta e spalanco gli occhi alzo lo sguardo all'orologio, sono le 21:30. Puntualissimo! Corro ad aprire la porta. "Dolores?"chiedo mentre lei entra in casa e dice "Me olvidé de tomar eso" Prende l'orsacchiotto di Bella e guardandomi Esclama "Che bonita!!" "Non è troppo?"chiedo facendo una smorfia. "Es perfecto!" Dice invece lei uscendo. "Bella sta bene?"chiedo prima che possa chiudere. "Si si! Un besito!" Chiudo la porta e sospirando, vado in cucina. Controllo le ultime preparazioni e assaggio nuovamente, è venuto tutto squisito. Non vedo l'ora di fargli assaggiare tutto. Ritorno alla tavola e perfezionando i piccoli dettagli, mi siedo al mio posto. Dovrebbe arrivare a momenti. Alzo lo sguardo all'orologio che segna le 22:30, è passata un'ora e non c'è traccia di lui. Decido di mandargli un messaggio piccolo "Dove sei?" Scrivo semplicemente. Poso il cellulare sul tavolo e attendo mangiucchiando dei grissini. Ricontrollo il cellulare...sono le 23:00. Nessun messaggio, nessuna chiamata. Sospiro e andando sul divano, mi sdraio un po'. Ho cucinato tutto il pomeriggio come una macchina da guerra, sono esausta. Perché fa così tardi Jamal, ci sarà traffico? Chiudo per un secondo gli occhi, ma la stanchezza non me li fa più riaprire. "Aprite! Aprite! Sento improvvisamente alla porta. Spalanco gli occhi e alzandomi dal divano, corro alla porta. "Chi è?" Chiedo prima di aprire. "Polizia!" Polizia? Apro la porta e mi ritrovo tre agenti davanti. "Salve, è successo qualcosa?" "Lei è la moglie di Jamal Sabil?"chiede uno di loro. Inizio a tremare col cuore in gola e chiedo "Si, gli è successo qualcosa?" "Signora mi dispiace dirle che ha fatto un incidente. È in condizioni gravi in ospedale, è il caso che vada a salutarlo per l'ultima volta" "Ultima volta? Sta morendo?" Chiedo portandomi una mano al cuore. "Ha i minuti contati" "Devo prendere mia figlia, deve salutarlo anche lei suo padre e..." Uno di loro riceve una chiamata "Come hai detto? È morto?" No no no... "Signora..dall'ospedale mi hanno appena comunicato che suo marito è appena deceduto?" "No no no, non anche lui" mormoro cadendo per terra. "Signora si sente bene? Venga, la porto all'ospedale " "È impassibile, non sta accadendo a me. Jamal non è morto" mormoro tra me. "Signora, si faccia aiutare" "No!! No, ditemi che Jamal è vivo, no!!!" Urlo battendo le mani sul pavimento singhiozzando. "Jamal!! No!! Non tu" Grido sentendo piangere istericamente Bella. "Jamal!" Urlo spalancando gli occhi. Mi guardo attorno e realizzo di essere nel salone sdraiata sul divano. Mi sono addormentata? Porto una mano sul cuore che batte all'impazzata e alzo lo sguardo all'orologio. Sono l'1 di notte. Mi precipito al tavolo e prendendo il cellulare, non trovo nessun messaggio. Chiamo immediatamente Jamal. "Ti prego, ti prego" mormoro col cuore in gola. Irraggiungibile, riprovo altre 6 volte invano, finché decido di uscire e prendere un taxi per raggiungere il suo ufficio. Chiamo la sua segretaria, ma lei mi risponde dicendo di aver preso il congedo di maternità e non lavora più da giorni con Jamal. "Signorina tutto bene?" Chiede Rubino preoccupato all'ingresso. "Per favore, mi chiami un taxi" dico senza fiato. "Certo, ma perché è sconvolta. Mi spaventa così" "Non trovo Jamal" rivelo alzando il cellulare "Non mi risponde neanche, sto andando in ufficio" "Non sarà in ufficio, sarà sicuramente al locale" "Locale? Quale locale?" "Il Babilonia" Babilonia? "Mi potrebbe scrivere per favore l'indirizzo di questo posto?" "Certo, un attimo solo" Nel frattempo il taxi arriva e io dandogli il bigliettino con l'indirizzo del locale dico "Faccia il più velocemente possibile, per favore" Mi prende alla parola e arriviamo in quindici minuti sul posto. "Grazie" mormoro allungandogli dei soldi che gentilmente mi ha prestato il signor Rubino. Osservo l'immenso edificio con vetrate nere e l'insegna "BABILONIA" che svetta in alto. La fila per il locale è lunghissima e della musica dall'alto dei piani pompa fino a qua giù. Supero la fila e andando dal bodyguard chiedo di entrare urgentemente per raggiungere mio marito, lui chiede se è tesserato e io annuisco. Non so manco cosa voglia dire, mi ha solo detto di andare al terzo piano. Presumo che vadano lì i tesserati. Procedo dentro e andando all'ascensore, clicco per il terzo piano. L'ascensore si ferma al secondo piano facendo entrare una ragazza bionda con occhi verdi che mi lancia un'occhiata e mi sorride. Ha dei pantaloncini e una canottiera, non è un abbigliamento usuale per la discoteca. L'ascensore si blocca improvvisamente e io spalancando gli occhi chiedo "Che succede?" "Devi cliccare il codice, solo gli abbondati posso andare al terzo piano" "Ah...io non ce l'ho il codice" rivelo mordicchiandomi il labbro. "Sei una nuova ballerina?" "Ballerina?"chiedo mentre lei digita dei numeri che sbloccano l'ascensore. "Come mai devi andare al terzo piano?" chiede lei curiosa. "Io...devo cercare mio marito" "Ti mette le corna, eh" Scuoto la testa "Voglio solo assicurarmi che stia bene" Arriviamo sul posto e io spalanca la bocca. E' un posto super lussuoso e di classe, mi sembra che sia inadatta per questo posto per quanto sia ricercato. C'è della musica sensuale alle casse che pompa e due ragazze che ballano sul palco. I signori sono sulle loro poltroncine rivestite di velluto e altre di pelle che osservano, come se fosse uno spettacolo unico e l'atmosfera è quasi teatrale, di riverenza per le ragazze che si stanno esibendo. "Che belle" mi lascio sfuggire con la ragazza accanto. "Vengono dall'accademia di danza, sono molto brave" "Sarebbe piaciuto anche a me" dico sospirando. "Sei un'aspirante ballerina?" chiede lei. "Mi piace tanto ballare" "Abbiamo aperto le audizioni per cercare nuove ballerine, ci sono delle selezioni da passare, ma se le passi, guadagni intorno ai 2000€ a serata. T'interessa?" Scuoto la testa "Non sono capace di esibirmi davanti a tutti, grazie lo stesso" "Alleniamo le ragazze in questo, non preoccuparti. Sei molto bella, andresti a ruba. Questo è il mio numero, io mi chiamo Amanda" Osservo il bigliettino e annuisco con la testa "Grazie, ma non mi servirà. Sei molto gentile però" "Allora? Hai trovato tuo marito?" "No, non lo vedo" "Potrebbe essere al piano di sopra" "C'è un altro piano?" "E' un piano particolare" Lo spettacolo finisce e lei allontanandosi dice "Devo andare, buona fortuna per tutto!" La osservo allontanarsi e corrugo la fronte...piano particolare? Ci saranno gli uffici? Osservo una guardia accanto a delle scale e raggiungendola chiedo "Scusi, posso chiederle un'informazione?" "Mi dica" si rende lui subito disponibile. "Sto cercando mio marito, mi hanno detto che potrebbe essere al piano superiore" "Nome di suo marito?" "Jamal Sabil" Lui annuisce facendomi spazio e io inizio a fare le scale. Cosa avrà voluto dire? Trovo un piccolo corridoio con porte lussuose e due guardie ad aspettarmi. Loro non dicono nulla al mio arrivo e io fingo di essere a mio agio, in realtà vorrei scappare da questo posto. "Sto cercando Jamal Sabil" dico alzando il mento. "Di là, in sala riunioni" m'indica l'ultima porta in fondo. Allora è qui... Tiene le riunioni di lavoro in questo posto? A quest'ora? Magari ha avuto un contrattempo col lavoro e ha dimenticato di avvisarmi, è sempre comunque scortese da parte sua. Non importa, basta che stia bene. La guardia fa spallucce e io facendo un sorriso tirato, raggiungo la porta in fondo. Busso alla porta ma nessuno risponde, sento solo dei rumori strani. Busso un'altra volta ma preoccupando, decido di entrare. "Disturbo?"chiedo affacciandomi dalla porta, ma ciò che vedo mi fa impietrire e il rumore del telefono che mi cade dalle mani li fa girare. -------------------------------------------------------------------- JAMAL'S POV: "Com'è andata?" chiede Efrem dandomi un bicchiere di whisky doppio. "Abbiamo venduto la casa da 46 milioni. Il cliente ha firmato poco fa, siamo stati in riunione per 4 ore" dico girando il liquido ambrato dentro il bicchiere di cristallo. Alzo lo sguardo alle ballerine e sospiro. "Non mi sembri soddisfatto, è una delle vendite più alte che tu abbia fatto. Hai lavorato duramente" dice Efrem bevendo il suo gin tonic. "E' questo il punto...ho lavorato fino allo sfinimento e questo m'impediva di pensare" "Pensare a cosa?" Faccio una smorfia e borbotto "Swarna" "Che succede? Sta bene?" Bevo in un sorso tutto il whisky e versandone altro dico "Sta più che bene" "Non capisco di cosa tu ti stia preoccupando" "Sta uscendo con un ragazzo, il meccanico del garage dove sto" "Davvero? Ma questa è una bellissima notizia!" "Bellissima perchè?"lo fulmino con lo sguardo. "Si sta aprendo con qualcuno, sai cos'ha passato...non pensavo fosse possibile dopo anni di isolamento" "Sì, Farid mi ha detto tutto. Quello che però io non capisco è...perchè non aprirsi con me, perchè con lui?" Efrem scoppia a ridere e io bevendo altro whisky chiedo "Che diavolo ti prende?" "Aprirsi con te?" chiede lui ancora ridendo. "Sei la persona più impassibile che conosca, neanche Kemal è tanto serio. Pensi troppo al lavoro, sei così rigido con gli altri e con te stesso che avvicinarsi a te diventa un'impresa" "Non è vero, io non sono rigido con lei" "Io credo che tu sia geloso" "Io non sono geloso" Lui alza un sopracciglio e io aggiungo "Forse lo sono perchè un idiota qualsiasi è riuscito a fare qualcosa che non sono riuscito io. Non riesco a togliermi questo sassolino dalle scarpe" "Ti rode non avere il primato?" "Sì, mi rode. Dovevi vederla quella sera, era...molto bella e molto presa da lui. Se non fosse stato per me, lui l'avrebbe baciata" "Frena frena, cos'hai fatto?" "Ho alzato la voce. Lei era uscita con lui e Bella senza avvisarmi e io al rientro non ho trovato nessuno. Quando sono rincasati, sono impazzito e ho sboccato" "Hai alzato la voce? Capisca amico, è difficile crederlo" "L'ho fatta piangere, mi sono sentito..." "Una merda" completa Efrem. "Esatto, le ho tolto il...sorriso" mormoro tra me bevendo altro whisky. "Sei un coglione" "Lo so, mi sono promesso di non farla più piangere. E' davvero...lacerante, mi strazia vederla così. Spero di non vederla più piangere" "Lo spero anch'io o ti riempio la faccia di cazzotti, con o senza la veste da avvocato" Efrem sbadiglia e dice "Io andrei, sono le 21. Lena e la bimba mi aspettano, tu che fai?" "Controllo di sopra e vado via anch'io" "Ti conviene, hai lavorato dalle 7 alle 20 senza interruzione. Vai a riposarti" "Vado vado, Efrem?" "Sì?"chiede mettendo la giacca. "Mi porti un'altra bottiglia di whisky?" "Non ci starai andando pesante stasera?" "Tu fatti i cazzi tuoi" "Fanculo" dice lui prendendo la valigetta e allontanandosi. Poco dopo il barista mi consegna una bottiglia di whisky e io ringrazio. Prendo il cellulare per chiamare Dolores, ma impreco in silenzio. Ho fatto telefonate tutto il giorno e adesso è scarico. "Che cazzo" borbotto mentre verso altro whisky e osservo le ballerine sul palco. La musica forte però inizia a darmi fastidio e salendo sopra, mi rinchiudo nella stanzetta dove tengo qualche festino dopo le riunioni o scopo con Paulina. Mi scolo un altro po' di whisky e mi sdraio sul divano di velluto rosso. La stanza è decorata col stile marocchino, infatti ci sono vari tappetti pregiati della Persia, lampade con ritagli particolari direttamente da Rabat e i rivestimenti di velluto per i divani dal Cairo. Dato lo stile della stanza, è solito che faccia dei festini con ballerine del ventre e faccio sempre segno. I clienti impazziscono per loro, Paulina l'incanta sempre. Chiudo gli occhi sospirando e inizio a immaginare una ballerina del ventre di fronte a me. Muove il ventre a regola d'arte, ha un cinturino dorato attorno ai fianchi e ha il viso scoperto. M'incantano le sue movenze, le chiedo di raggiungermi e di togliere il velo dal viso, voglio subito sapere chi è. Lei nega con la testa, vuole continuare a tenere il mistero. Le vado dietro e prendendole i fianchi inizio a muoverli a tempo, le mie mani si surriscaldano insieme alla temperatura del suo corpo. Lei sa di camomilla e miele, ha un profumo così dolce che vorrei assaggiarla. Accosto le labbra al suo orecchio e la prego di mostrarsi, mi sta facendo impazzire. Stavolta si lascia andare e girandosi, rimane immobile, mi dà l'onore di scoprirla. La scopro e sorrido, sapevo che era lei. "Swarna" sussurro accarezzandole le braccia. Lei arrossisce e allontanandosi si siede, mette di lato i capelli lunghi e neri di seta, per poi chiedermi di avvicinarmi. Faccio per sedermi al suo fianco, ma lei indica il pavimento ai suoi piedi. Obbedisco. M'inchino al suo cospetto. Lei divarica le gambe e sorridendomi, mi chiede di farle vedere le stelle. Comprendo subito. Mi metto in mezzo alle sue gambe e baciandole il ventre, inspiro il suo dolcissimo profumo. Accarezzo la pelle morbida e liscia delle coscia e le scosto le mutandine. Faccio per assaggiarla, finalmente, ma sento qualcuno chiamare il mio nome. Socchiudo gli occhi e sospiro..."Paulina" "Che ci fai qui a quest'ora?" chiede lei con l'accappatoio alzando l'indice all'orologio. Sono le 00:45. "Mi sono addormentato" realizzo toccandomi la testa. "Lavori troppo" dice lei sedendosi di fronte a me. "Già" "Che hai? Ti vedo scontroso" chiede Paulina accarezzandosi i capelli neri lunghi, possono assomigliare a quelli di Swarna, anche se quelle di Paulina sono extension. "Tu mi trovi rigido?" chiedo prendendola alla sprovvista. "Come mai questa domanda?" "Rispondi" impongo io. "A volte" "Cazzo" borbotto. "Perchè?" "Non voglio che esca con Leonardo" "Leonardo? Ma cosa stai dicendo?" "Non mi piace per niente Leonardo e lei ci esce, ci esce! Lui la voleva anche baciare" sbotto arrabbiato. "Io...non capisco" "Devo togliermela dalla testa, non sono affari miei. Devo lasciarla in pace" mormoro tra me. "Jamal ma cosa stai..." "E' la madre di mia figlia, come faccio a togliermela dalla testa? Ci convivo!" "Continuo a non capire, puoi spiegarmi?" "Non c'è nulla da spiegare! Lei starà lontana da lui e basta. Non gli permetterò di rovinarmi la famiglia" Mi alzo furioso e do un pugno al muro, come si permette di portare un altro uomo in casa, quando suo marito sgobba per lei e la figlia? Jamal...Swarna non è realmente tua moglie. Non lo è, ma deve atteggiarsi, deve almeno provarci! "Jamal fermati!" grida Paulina quando butto per terra una lampada e incomincio a prenderla a calci. Mi vado a sedere di nuovo e prendendo il cuscino ringhio "Potrei cacciarlo dal palazzo, così non si vedranno più. Mi basterà comprare il suo appartamento e buttarlo fuori a calci in culo" "Devi calmarti Jamal" "Non ci riesco! Merda! Merda! Paulina aiutami!" "Cosa devo fare?" "Qualsiasi cosa, fammela togliere dalla testa " "Vuoi che...?" "Qualsiasi cosa" ripeto fulminandola con lo sguardo. Lei si spoglia dell'accappatoio e io sorrido nel realizzare che ha la stessa gonna che aveva nei miei sogni Swarna. Paulina si mette in ginocchio di fronte a me e slacciandomi i pantaloni, lo prende subito in mano. Chiudo gli occhi e immagino che sia lei a toccarmi, a leccarmi. "Oh oh, si...si, così" gemo andando incontro alle sue labbra. Prendo la chioma dei suoi capelli e la stringo forte in pugno, voglio punirla per quella sera. Spingo la testa fino in profondità e non le faccio prendere fiato. Deve capire che sono l'unico uomo di casa, nella sua vita. I movimenti sono sempre più frenetici e io spalanco ulteriormente le gambe, voglio il servizietto completo. "Di più, di più!" ringhio scopandole la bocca. Lei geme di dolore e io le impongo di prenderlo tutto, tutto in bocca. Sento che ansima per prendere fiato e riprende a pompare. "Più veloce, cazzo" impongo rispingendole la testa in basso. Lei geme con le lacrime agli occhi, ma io voglio che sia così, che si penta di averlo anche solo sfiorato. Cazzo, lei è mia. Sentiamo improvvisamente qualcosa cadere per terra e io girandomi trovo Swarna. Me la sto sognando. "Chi cazzo sei tu per interromperci?"chiede Paulina severa, allora la vede anche lei? Swarna sbatte piano gli occhi e indietreggiando, corre via. "Merda!" sibilo rialzandomi di scatto e togliendomi Paulina di torno. "Dove vai!" grida lei. Io riabbottono i pantaloni e recuperando il suo cellulare, corro fuori. Perchè era qui? E perchè era vestita così elega....cazzo! La cena! Non ci voglio credere, dove cazzo ho la testa! "Swarna!" grido scendendo le scale. "Dov'è andata!" urlo alla guardia sulle scale. "Verso l'ascensore signore" Non me lo faccio ripetere, scatto come una molla e prendo una scorciatoia per l'ascensore. Lo raggiungo, ma vedo che si sta per chiudere le porte e infilandomi per un pelo, riesco a entrare. Swarna spalanca gli occhi alla mia vista e fa per aprire l'ascensore, ma io blocco l'ascensore e la intrappolo all'angolo. Lei non molla cercando di colpirmi al petto, ma io la stringo forte e supporto i suoi pugni. Dopo un po' sento che smette di colpirmi e inizia a piangere sul mio petto. Quello che mi ero ripromesso di non fare, farla piangere "Lasciami!" strilla lei cercando di respingermi. "Scusami tanto, scusami. Mi sono dimenticato della cena, ho lavorato per..." "E io che pensavo che ti fosse successo qualcosa di male! Che stupida, dio! Io ero terrorizzata per te e tu scopavi! Lasciami!" "No, no...hai capito male" cerco di dire ma lei mi fulmina con lo sguardo e sibila "Cos'ho capito male? Ho visto tutto coi miei stessi occhi! Vieni spesso qui a quanto pare, sei tesserato. Ecco perchè fai sempre tardi la sera" "Non è come credi! Non scopavo da prima della perdita di Farid, io lo giuro!" "Non m'interessa cosa fai, non più. Sei libero di fare qualsiasi cosa, questa non vale nulla" dice alzando la fede sulla sua mano. Sento come se il mondo mi cadesse ai piedi e portando le mani sopra la sua testa dico "Non dire così..." Lei continua a piangere in silenzio e sussurra "Ti ho aspettato per tutta la sera e tu..." Abbasso la mano al suo viso e strusciando il pollice sul suo labbro inferiore tremante mormoro "Perdonami, sono solo un coglione" Swarna abbassa la testa sfuggendo da me e borbotta "Per piacere fai ripartire l'ascensore, ho detto a Dolores che sarei venuta a prendere Bella per mezzanotte " "Guardami in faccia per favore" replico io alzandole il mento. Lei mi lancia uno sguardo tra l'arrabbiata e la delusa e io mormoro "Non si ripeterà più, ti chiedo umilmente perdono" Swarna fa abbassare la mia mano dal suo viso e dice tirando sù il naso "Fa niente, era solo una stupida cena" Mi allontana e cliccando il bottone per il pian terreno, cerca di asciugarsi le lacrime. Le porte si aprono e lei esce senza lanciarmi nessun sguardo, ma il mio cade sul suo culo fasciato dal vestito di seta. In quanti l'avranno desiderata anche solo con lo sguardo, come sto facendo anch'io...suo marito. "Dove vai?"chiedo quando esce e svolta a destra. "Vado a prendermi un taxi" La prendo per la mano e la trascino con me, può essere incazzata quanto le pare, ma un taxi se lo sogna a quest'ora da sola. Piuttosto preferisco e mi gridi contro parole orribili durante il tragitto. "Vengo solo perchè perderei più tempo in taxi e non voglio far aspettare ulteriormente Dolores" dice lei sprezzante salendo in macchina. Io mi mangio la lingua, continua a ferirmi senza neanche darmi il tempo di riprendermi dall'ultima. Salgo in macchina silenzioso e allacciandomi la cintura, metto la retro. Sfortunatamente trovo un sacco di traffico, com'è giusto che sia il sabato sera, e mi ritrovo fermo dietro una fila di macchine. Nel frattempo Swarna ha chiamato Dolores e inventato la scusa che siamo usciti un attimo dopo la cena e che stiamo tornando. Inutile dire che mi stia sentendo più merda di una merda. "Potremmo...ecco...rimandare la cena a domani sera. Preparerò tutto io, tu non dovrai fare nulla" propongo. Swarna con le braccia conserte e appiccicata al finestrino per stare più lontana possibile da me dice fredda "Domani esco con Leonardo e rincaserò tardi" Serro così forte la mascella che penso mi si possa staccare. "E potreste spostare per un altro giorno? Sono libero solo la domenica di sera" cerco di sabotare l'appuntamento. "Leonardo ci tiene e ci tengo anch'io. Puoi stare con Bella domani, sarà molto felice" E io non ci tengo... "Certo, ne approfitto per portarmi avanti col lavoro e stare con Bella allora" dico a denti stretti. Lei annuisce con la testa e ritorna il silenzio tombale. "Hai...fame? Potremmo fermarci da qualche parte per cenare" "No grazie, mi è passato l'appetito. Voglio solo andare da Bella adesso" "Ci penserò io a Bella, tu potrai andare a riposare" dico avanzando finalmente nella fila. "No, tranquillo. Così tu potrai approfittarne per farti una doccia." Accosto la macchina e chiedo duro "Cos'è? Ce l'hai con me perchè ho dimenticato la cena o perchè ho una vita sessuale attiva?" Lei sbuffa e dice "Ce l'ho perchè hai dimenticato la cena perchè dovevi scopare." "Ti ho già chiesto perdono" "E io ti ho già detto che non m'interessa, ora ti prego di partire. Abbiamo disturbato già abbastanza Dolores." Sbuffo e rimettendo in moto, parto veloce. Arriviamo al palazzo senza spiaccicare una parola e insieme prendiamo l'ascensore per il piano di Dolores. "Mira quien esta ahí!" esclama Dolores con Bella in braccio. "Ciao Dolores" la saluto mentre Swarna prende la bambina in braccio e le dà un bacio sulla fronte. "¿Cómo estuvo la cena?" chiede lei consegnandomi il borsone di Bella. "Bene, grazie il favore" dico facendo una smorfia quando Swarna sbuffa. "Grazie Dolores, sei un angelo. Vado a mettere Bella a letto" dice Swarna andando via senza neanche aspettarmi. "Ai ai que pasa ?"Chiede Dolores capendo che c'è qualcosa che non va. "Mi sono scordato della cena e Swarna è venuta a cercarmi al locale preoccupata" confesso. Dolores mi dà uno schiaffetto e borbotta "Poverina! Ha cucinato todo el día! Como te olvidaste de la cena!" "Ho avuto una riunione tosta e ho staccato molto tardi, sono passato al locale per il solito controllo di routine e ho...bevuto, cazzo. Mi sono addormentato per tutto il tempo" dico portandomi una mano tra i capelli. "Ja ja...vai e fatti scusare!" "Facile dirlo" borbotto avanzando. "Tu tutto bene?" "Si si! Vai!" "Vado! Buona notte" dico salendo le scale. Lei mi sorride ed entra dentro, è totalmente contrariata. Entro in casa e non sento neanche una mosca. Vado a controllare Bella che sonnecchia nella sulla culla "Buonanotte bimba" mormoro dandole un bacio sul pancino. Esco piano dalla sua stanza e passo davanti a quella di Swarna, vedo la luce accesa sotto la porta e capisco che sia andata dritta a dormire. Tolgo la cravatta e buttando questa e la giacca sul mio letto, vado in cucina. Prendo un bicchiere d'acqua e vado al salone, subito mi blocco quando vedo la tavola decorata ad arte. Mi avvicino e accarezzo le decorazioni di cartone..."Papà" c'è scritto al mio posto. Stringo i pugni e mi siedo, scoprendo le pentole di terracotta coperte. Un buonissimo profumi mi fa chiudere gli occhi e gemere di piacere. Verso del riso sul piatto e la carne in abbondanza, ho l'acquolina in bocca. Inizio a mangiare e non riesco più a smettere, cazzo è buonissimo. Quella ragazza ha le mani oro. Mi verso dello yogurt con erbette e mescolando tutto, finisco il piatto in un batter d'occhio. Faccio il bis, per forza. Mangio senza neanche prendere fiato e mi godo tutti i sapori, tutte le spezie amalgamate fra loro perfettamente. E'una goduria per il palato. Una volta finito di mangiar tutto, scopro il dessert e assaggio anche questo. "Non può essere" mormoro masticando il dolce più buono che abbia assaggiato in vita mia. Spazzolo tutto quello che ho messo sul piatto e non faccio il bis, ma il tris abbondando con la salsa dolce. Svengo sulla sedia e mi maledico per essermi perso una cena così buona, avrei dovuto gustarla con lei, riempirla di complimenti...non si merita un coglione del genere. Sospiro e riordinando la tavola, metto del cibo sul piatto di Swarna. Poso il tutto su un vassoio e prendo un pezzo di carta. "Era tutto squisito, non mangiavo così da quando ho perso mia madre. Sono molto fortunato. Scusami ancora di tutto, mi farò perdonare, davvero. Per favore mangia anche tu, è tutto troppo buono per rimanere in frigo. Buonanotte mamma." Prendo il tutto e raggiungendo la porta di Swarna, busso e aprendo di poco poso il vassoio sul comodino vicino alla porta. Esco subito e ritorno in camera mia. Vado a farmi una doccia e uscendo dal bagno, mi metto i boxer. Ripenso alla giornata, a tutto il casino successo e una sola cosa mi passa per la testa. Decido di metterlo per iscritto e raggiungendo la camera di Swarna, passo sotto la porta il foglietto. Faccio per andarmene, anche perchè la luce è spenta, ma improvvisamente sento dei passi e il foglio che viene risucchiato. E' sveglia allora. Dopo un po' osservo il fogliettino ritornare indietro e piegandomi lo prendo in mano "Grazie papà" leggo la sua risposta. Sorrido e ritorno in camera rileggendo ciò che le avevo scritto: "Ps. Eri bellissima bimba, lo sei sempre"

Ritorna all'indice


Capitolo 58
*** Capitolo 58 ***


L'unica cosa certa era che lui era tornato e che lei avrebbe voluto non se ne andasse più. - Paolo Giordano. SWARNA'S POV: "Maledetti" borbotto ai tacchi che iniziano a farmi male. Mi alzo dal letto e guardandomi allo specchio, cerco di alzare la cerniera del vestito che ho deciso di indossare per stasera. È rosso, molto attillato e lungo fino alle ginocchia. I capelli ho deciso di acconciarli con un semplice chignon e la frangetta di lato. Sento bussare alla porta e chiedo "Chi è?" "Posso?" Chiede Jamal a sua volta. "Entra" Jamal apre la porta e abbassa subito lo sguardo al mio vestito. "Ti piace?" Chiedo un po' a disagio, sembra che lo stia bruciando con gli occhi. "Sì" si limita a dire inserendo le mani nelle tasche dei suoi pantaloni. Sorrido e chiedo indicando la cerniera dietro "Potresti...ecco..." Lui annuisce e venendo dietro di me, incrocia il mio sguardo allo specchio e tira lentamente su la lampo. "Grazie" Jamal ancora ammutolito indietreggia e scuote la testa. "Cercherò di rincasare per mezzanotte" lo informo. "Nessun problema" Si crea un silenzio tombale e lui chiede schiarendosi la voce "Non...mangi nulla prima di andare?" "No no, tranquillo. Leonardo ha detto che mi porterà in un ristorante molto sfizioso, mi ha raccomandato di non mangiare nulla prima" "Che premuroso" digrigna Jamal inclinando la testa a destra e a sinistra. "Sì...Bella dorme?" Chiedo cambiando argomento. "No, sta giocando col microfono giocattolo" Ridacchio e dico "Ho detto a Leonardo che Bella dovrebbe andare a un corso di canto e ballo. Impazzisce per la musica" "Il padre si presume che sia io, avresti potuto parlarne anche con me" replica lui un po' duro. Perché? Lui stesso sa che a malapena s'incrociamo a casa. "Me ne sarò dimenticata" borbotto prendendo la borsetta. "Dove andrete quindi col tuo...amico? Tanto per essere informato sui tuoi spostamenti" chiede lui prendendo in mano una cornice di me e Bekka che sorridiamo alla camera. "Mi ha parlato di un ristorante al porto e poi mi farà una sorpresa" "Una sorpresa...quanto sei fortunata" sibila lui sempre più agitato. "Già..." mi limito a dire per non peggiorare la situazione, si è creata una strana atmosfera di sfida. "E...questo ristorante al porto sai come si chiama?" Deglutisco e mormoro "Nel posto dove ti ho trovato ieri sera, il Babilonia. A quanto pare al primo piano c'è un ristorante con vista sul porto. Molto romantico, non credi?" "Si...è molto romantico" quasi ringhia lui voltandomi le spalle. "Ci sei stato al ristorante?" "Qualche volta...comunque ora chiamerò Dolores per badare a Bella, mi sono appena ricordato di avere un impegno urgente" "Che impegno?" "Una cena di lavoro, ancora non so dove" "Capisco" mormoro quando sento suonare il campanello. "Sarà Leonardo, io vado allora" "Sì" "Ciao, buona serata" dico uscendo dalla mia stanza. "Buona serata anche a te" borbotta lui facendomi un sorriso tirato. Sorrido a mia volta e raggiungendo la porta, apro di scatto. Leonardo che ha una camicia nera con pantaloni neri e un mazzo di margherite viola fischia alla mia vista. Io abbasso lo sguardo imbarazzatissima e mormoro "Dai, smettila" "Perché? Sei uno schianto, hai il potere di stregare qualsiasi uomo" Mi mordicchio il labbro sorridendo e lui prendendomi la mano dice "Andiamo?" Annuisco con la testa e uscendo di casa, lui dice porgendomi i fiori "Questi sono per te" Prendo il mazzo di fiori e mormoro "Grazie...non avresti dovuto" "Sciocchezze. Su, andiamo che sono affamato" Scoppio a ridere e lui mi fa l'occhiolino, quanto è bello. JAMAL'S POV: "Pronto, Fabiola?" "Jamal! Aspettavo una tua chiamata" risponde subito l'agente immobiliare. Abbiamo in ballo una casa da 130 milioni di euro e ci stiamo lavorando insieme, nonostante siamo di due aziende rivali, ma la commissione è troppo alta per guardare a strategie e cazzate del genere. "Sì...senti, ci ho ripensato per quella cena. Sono libero adesso, ci possiamo vedere?" Mentre lo chiedo mi porto una mano sulla fronte, a cosa mi sto riducendo? "Adesso? Ecco io..." "Non ci saranno altre occasioni purtroppo, ti prego di pensarci bene" La sto pregando a uscire con me, quasi me ne vergogno. "Eh va bene, dove ci vediamo?" "Al Babilonia tra un quarto d'ora, hai presente?" "Il tuo locale alla Cala, no?" "Esatto, ceneremo al ristorante" "Va benissimo, ci vediamo" "A presto" dico riattaccando e correndo a vestirmi. Sento il campanello e mettendo le scarpe di fretta, scappo ad aprire la porta. "Dolores! Non sai quanto sia felice di vederti " dico baciandola sulla guancia mentre lei rimane sconvolta. "Bella dorme, ritorno entro mezzanotte con Swarna, va bene?" Chiedo prendendo le chiavi e sistemandomi il colletto della camicia blu. "Con Swarna? Non era con Leonardo?" Chiede Dolores entrando in casa. "Sisi, li lascerò giocare per un po' ai fidanzatini" "Jamal" mi rimprovera Dolores. "Io vado, a dopo!" "Jamal!" Mi chiama lei ma io scappo via, sono già in ritardo. Chissà dove saranno quei due. "Ristorante Babilonia, come posso essere utile?" Risponde al telefono Giordana messa all'entrata del ristorante. "Giordana, sono Jamal. Devi farmi un favore, devi controllare che in sala ci siano due ragazzi. Una ragazza molto bella di carnagione scura, un abito rosso attillato...fin froppo" dico tra me le ultime parole. "Accompagnata da un ragazzo alto, moro e occhi chiari. Ha gusti orribili sul vestiario, avrà qualche camicia hippie addosso" "No signore, non vedo la ragazza che mi ha descritto" mi risponde subito Giordana. Butto un sospiro di sollievo, non sono ancora arrivati. "Ottimo, appena arriveranno mi fai il favore di farli accomodare in un tavolo a 4 e non a 2?" "Sarà fatto signore " "Bene, sto arrivando anch'io. Ci sentiamo " dico scendendo con l'ascensore in garage. "Perfetto" dice Giordana riattaccando. Raggiungo l'auto ed entrando, metto a tutto gas. "Jamal!" grida Fabiola salutandomi all'entrata. Ha indosso un abito beige senza spalline e ai piedi dei sandali col tacco, è molto femminile e di classe, come sempre. "Fabiola, scusa per il ritardo" mormoro raggiungendola. "Tranquillo, sono arrivata anch'io adesso, ti trovo in forma smagliante" "Grazie, anche tu. Entriamo?" Lei annuisce con la testa ed entrando, ci fermiamo da Giordana che ci accoglie con gentilezza. Oltre alla qualità del cibo, lo staff rimane il pezzo forte del posto. Tutti si complimentano del servizio e della gentilezza dello staff, sono molto rigido su queste cose. Sembrano piccolezze, ma sono queste a fare la differenza. "Buonasera, un tavolo per due" dice Fabiola. "Ehm...no aspetta, dovrebbe esserci mia moglie al ristorante. Vogliamo raggiungerla? Mi piacerebbe presentarvi" "Oh ehm...certo" dice Fabiola un po' incerta. Giordana annuisce facendoci strada. "Signori" mormora lei mostrandoci il tavolo. Swarna alza subito lo sguardo e spalanca gli occhi quando incrocia il mio sguardo. "Jamal?"chiede lei spostando lo sguardo a Fabiola. "Mi ero scordato che eravate anche voi qui...dannazione. Tesoro, ti presento Fabiola...siamo colleghi di lavoro" Fabiola porge la mano a Swarna che è ancora confusa e dice "Ehm...piacere" "Fabiola, ti presento mia moglie, Swarna" Ed è lì che Swarna alza lo sguardo fulminandomi. "Ciao, Luca?" chiedo porgendo la mano a Leonardo, il coglione. "Leonardo" mi corregge lui facendomi scuotere la testa, come potrei scordarmi del tuo nome. "Scusami, Swarna non parla molto di te a casa. Fabiola, ti presento un caro amico di Swarna, Leonardo" "Possiamo parlare Jamal?"chiede Swarna alzandosi bruscamente dalla sedia. "Certo cara, Fabiola prendi posto accanto a Leonardo intanto. Noi arriviamo subito" dico seguendo Swarna in bagno. Ci mettiamo in un angolino e mormoro prima che possa dire qualcosa "Scusami tanto, mi ero completamente scordato che foste anche voi qui" "Capisco...ma io e Leonardo ecco..." "Volete stare soli? Certo, capisco...solo che Fabiola potrebbe sospettare adesso. Ma nessun problema, posso dirle di..." Swarna sospiro e scuotendo la testa mormora "No va bene, ok. Non l'hai fatto apposta. Devo fingere quindi?" "Dovresti...perchè Fabiola è dell'azienda avversaria. Stiamo lavorando insieme a un progetto, ma rimane sempre il fato che sia dell'altra sponda" "Ok" si limita a dire Swarna. "Mi dispiace aver rovinato la vostra cena romantica, davvero" dico prendendole la mano. Lei scuote la testa e dice "Tranquillo, tanto avevamo altri progetti dopo la cena" "Che progetti?"chiedo alzando il sopracciglio. Swarna arrossisce e dice "Non quel tipo di progetti...comunque è una sorpresa. Leonardo non ha voluto accennarmi nulla" "Capisco" mormoro serrando la mascella. "Dovrai coprirmi lì...potresti farlo?" "Certo, ci penserò io. Io e Fabiola andremo prima inventandomi un contrattempo" "Grazie" "E' il minimo che possa fare" "Andiamo?"chiede lei, come se non aspettasse altro di rivedere Leonardo. "Certo" mi trovo costretto a dire. Troviamo Fabiola ridere con Leonardo e io e Swarna accomodandoci vicino, allaccio subito la mano sulla spalliera della sua sedia, ricevendo un'occhiataccia da parte di Leonardo. Brutto pallone gonfiato. "E questi fiori?"chiede Fabiola indicando il mazzo di margherite viola? Che razza di mazzo è questo? Fiori viola? Che impedito. "Oh questi...me li ha regalati Leonardo, è tornato da un lungo viaggio e ha voluto farmi questa sorpresa" spiega Swarna guardando adorante Leonardo. "Sì, volevo sorprenderla e regalarle dei fiori semplici del suo colore preferito"replica Leonardo. Il viola è il suo colore preferito? Perchè ne era a conoscenza lui e non io? "Che dolce, sono veramente bellissimi" dice Fabiola accarezzando il mazzo. Mi trattengo dallo sbuffare, sono orrendi. "Avete già ordinato?" intervengo io prendendo il menù. "Ehm...no, stavamo guardando" risponde Swarna. "Guardiamo insieme allora" dico avvicinandomi ulteriormente a lei per condividere il menù. Leonardo mi porge un altro menù e dice "Guarda, qua c'è un altro menù" "Non ti preoccupare, tra marito e moglie siamo abituati a condividere" dico per poi abbassare lo sguardo al menù. Swarna sospira un po' seccata ma io chiedo "Guarda tesoro, qua c'è la cena che mi hai cucinato ieri sera. Scommetto che però qui non lo facciano buono quanto il tuo" "E' così che sponsorizzi il locale?"chiede Fabiola ridendo. M'irrigidisco, nessuno sa che il posto è il mio e preferisco tenerli all'oscuro per eventuali cene a sorpresa, come questa. "Grazie, ma volevo mangiare qualcosa di non speziato" dice Swarna girando il menù. "Perchè non porti la fede?"chiedo al suo orecchio notando che non è al dito. Lei si muove a disagio sulla sedia e mormora "Penso che tu possa intuire il perchè" "Potresti rimetterla? Fabiola potrebbe spettegolarci su" Lei annuisce con la testa e prendendo la borsetta, tira fuori la fede per poi indossarla. "Grazie bimba" mormoro al suo orecchio baciandole la tempia. Swarna non risponde e si limita a concentrarsi sul menù. "Signor Sabil" ci accoglie Fausto, il cameriere. M'irrigidisco e dico abbassando lo sguardo"Salve, possiamo ordinare?" "Certamente" Ordiamo velocemente e prendendo una bottiglia di Barolo, dico guardando Leonardo "Ovviamente va sul mio conto, so che può essere parecchio costosa una bottiglia" Leonardo si limita ad annuire e a farmi un sorriso tirato. Rimetto la mano sulla sedia di Swarna e Fabiola chiede "Allora? Come procedono le cose? So che siete sposi novellini" "Procede" si limita a dire Swarna. "E' un po' difficile con una bambina, non riusciamo a ritagliarci per un momentino per noi ma siamo molto felici, non credi tesoro?"intervengo io. "Molto" replica lei stringendosi con le spalle. "E voi due invece? Come vi siete conosciuti?"chiede Fabiola indicando Swarna e Leonardo. Swarna sorride subito e Leonardo restituisce il sorriso, faccio subito una smorfia...posso vederle gli occhi luccicare. "Per caso, in realtà. Lei ha fermato l'ascensore che stava per chiudersi e iniziato a farmi un interrogatorio" "Non è vero!" esclama Swarna sporgendosi verso di lui nella sedia, allontanandosi dal mio braccio. "Come no? Mi ha anche dato dello stupido perchè io e il cane ci chiamiamo allo stesso modo" "Sta raccontando un sacco di balle, non gli credere!" dice Swarna dando una schiaffetto alla sua mano. Dietro la spalla c'è la mia e neanche per sbaglio l'ha sfiorata, sospiro molto infastidito. I piatti arrivano molto velocemente, ma resto in silenzio tutto il tempo...Swarna e Leonardo hanno una chimica pazzesca, lui fa battute tutto il tempo che fanno ridere Swarna e Fabiola, e prende il giro lei in continuazione...si punzecchiano sempre a vicenda, se Fabiola non fosse così stupida, capirebbe che la reale coppia sono loro e che io e Swarna abbiamo in comune solo il bene per Bella. Swarna è molto sempliciotta, sorride per niente ed è sempre allegra, Leonardo la fa ridere in continuazione e sembrano due ragazzini alle prime armi, io non sono come lui. Io seduco la donna con poche parole, punto tutto sugli sguardi, sulla passione, cerco di farla eccitare, pavoneggiarmi con la mia virilità...non è questo che sembra apprezzare Swarna, anche se io apprezzo la sua semplicità. Swarna apprezza le cose semplici, io sono l'opposto della semplicità...per capire la mia complessità ci vorrebbe uno strizzacervelli. "Questa pasta è la fine del mondo, mi congratulo col cuoco e col proprietario del posto" dice Fabiola facendomi l'occhiolino. Annuisco con la testa e sposto lo sguardo sulla mia tartare di tonno. "Tu invece cosa fai nella vita?"chiede sempre Fabiola a Leonardo, quanto parla questa donna. "Meccanico e mi occupo del garage del palazzo dove stiamo" dice indicando Swarna. "Davvero? Avrei bisogno che qualcuno guardasse la mia macchina, fa certi rumori in questi giorni. Non vorrei sia successo qualcosa al motore, posso affidarmi a te?" "Certo" dice Leonardo sorridendole. "Hai un biglietto da visita?" "Ehm...no. Posso darti il mio numero" dice lui facendo spallucce. Come può un idiota del genere avere un biglietto da visita. "Va benissimo" "Invece voi due siete colleghi di lavoro, giusto?"chiede Swarna indicando me e Fabiola. "Sì, ci conosciamo già da qualche annetto. La sua agenzia dà del filo da torcere a quella del mio capo" dice lei. "Capisco, è bello però che stiate mettendo le rivalità da parte per unire le vostre forze in un grosso progetto" Sorrido...è così innocente Swarna. "Per forza, la commissione ammonta a un paio di milioni" spiega Fabiola bevendo, credo che sia brilla. Sposto lo sguardo a Leonardo che approfitta di Fabiola distratta per accarezzare la mano a Swarna, ma gli rovino subito la festa. "Potresti passarmi il pepe Leopoldo?" "Leonardo" mi corregge Swarna. "Giusto, cavolo. Me lo scordo sempre" "Nessun problema" dice Leonardo passandomi il pepe. "Anche il sale" aggiungo quando lo rivedo andare all'attacco. Lui sospira ma cede e mi passa il sale. "Ti serve altro?"chiede. Sì, che ti tolga dalle palle. "Niente, per ora. Gentilissimo" dico facendo un sorriso tirato. "Ancora non ci avete raccontato come vi siete conosciuti, come lui ti ha chiesto di sposarlo...vogliamo i dettagli!" esclama Fabiola sempre brilla. Swarna alza lo sguardo a me, ma io scuoto la testa...passo la palla a lei. "Ehm...diciamo che è stato un caso. Jamal era il miglior amico di mio cognato e l'ho incontrato a una festa" "E' stato amore a prima vista quindi?" chiede Fabiola posando le mani sotto il mento curiosa. "Una cosa del genere..." "E poi?" Swarna si agita sulla sedia a disagio e io dico prendendo il controllo della situazione "In realtà ci siamo odiati fin dal primo istante...io troppo arrogante per lei e lei troppo semplice per me. Ci siamo combattuti parecchio finchè un giorno..." Sposto lo sguardo su Swarna e mormoro "la guardai e mi resi conto che è una donna bellissima, in gamba, paziente e dolce, capì che doveva essere presto mia moglie e madre dei miei figli" Swarna mi guarda, come sorpresa dalle mie belle parole e io riportando lo sguardo sul vino aggiungo "Tra l'altro è bravissima in cucina, non potevo lasciarmela sfuggire" Fabiola ridacchia e osservo Leonardo che ha lo sguardo fisso sul piatto, come pensieroso. "Poi avete avuto quella perdita, giusto?" Swarna annuisce e dice "Sì, abbiamo perso i nostri cari, ma in cambio ci hanno regalato una bambina dolcissima" "Avete una foto?" "Certo" diciamo entrambi. Schiarisco la voce e dico "Vai tu" "No tranquillo, tanto ho il cellulare quasi scarico" "E cammini col cellulare quasi scarico?"chiedo severo scordandomi dei due ospiti. Decido di lasciar correre e prendendo il cellulare seleziono le foto di Bella. "Ma che carina! E' un angioletto!"esclama Fabiola. "Che piccola" commenta Leonardo mentre scorro le foto. "Oh oh, e questa chi è?" Giro il cellulare e trovo una foto di Swarna che dorme sul divano...cazzo, l'avevo fatta per tenermela come ricordo. Era così carina che se avessi potuto, le avrei fatto un disegno. Per mancanza di tempo, mi sono limitato a una foto. Swarna alza un sopracciglio e io riposando immediatamente il cellulare borbotto "L'avrò fatta per sbaglio" "Di' la verità! Sei innamorato perso!" mi accusa Fabiola. Ingoio il rospo mentre Swarna si avvicina al mio orecchio e mormora "Io e Leonardo vorremmo andarcene tra dieci minuti" Serro la mascella ma annuisco con la testa. "Lo volete il dessert?"chiede Fabiola mentre Leonardo e Swarna all'unisono dicono di essere pieni. Si guardano eccitati, non vedono l'ora di restare soli. Digrigno i denti, sarebbe dovuta essere la nostra cena, non la loro. "Ripensandoci, Fabiola noi andiamo? Così firmiamo quelle carte" dico indietreggiando con la sedia. "Ma no, non lasciamoli soli. Ci stavamo divertendo" dice Fabiola. Faccio spallucce e mi riaccomodo, ci ho provato... Swarna si aspetta che io dica qualcosa, ma dalle mie labbra non esce nulla. "In realtà noi avevamo un impegno dopo cena..."interviene Leonardo. "Oh, e cosa?" s'impiccia Fabiola, la sto adorando. "Una mostra di fotografia, Leonardo è un appassionato"dice Swarna.. "Davvero? Anch'io!"esclama Fabiola facendomi ridere sotto i baffi. "Che bello...peccato che i biglietti siano finiti. Andiamo Swarna? O faremo tardi" dice Leonardo scostando la sedia. Swarna annuisce con la testa e si affretta ad alzarsi...certo, scappa. "Divertitevi!"dice Fabiola salutando i due. Swarna si limita a sorridermi e va via con Leonardo che mi fa solo un cenno con la testa. "Tesoro?"la chiamo da lontano. "Si?"chiede Swarna girandosi. "A mezzanotte a casa per favore" dico facendogli l'occhiolino. "Non ti preoccupare, ci penso io" replica Leo facendomi stringere i pugni sotto il tavolo. Li fulmino con lo sguardo fino alla porta e ritorno a guardare Fabiola. "Sei un po' geloso dell'amico, vero? E' molto bello e simpatico" biascica lei. Faccio una smorfia e alzandomi dal tavolo dico "Io devo andare urgentemente Fabiola, ti faccio chiamare un taxi. Buona serata" "Ma non dovevamo..." Peccato che me ne sia già andato. Pago il conto alla cassa, ma scopro che ha già pagato per tutti Leonardo...io che avevo insinuato che non potesse permettersi una bottiglia di Barolo. "Va bene, allora posso chiederti il favore di chiamare un taxi per la signorina che era con me?"chiedo a Giordana rimettendo il portafogli in tasca. "Certo signore" "Io salgo un attimo di sopra" dico incamminandomi all'ascensore. Raggiungo il terzo piano e trovo Paolina che si sta esibendo, ha gli occhi di tutti, persino del barista, su di sè. E' di una bellezza magnetica Paolina, nessuno può resisterle. Mi siedo in fondo accontentandomi di bere un vinello, quando vedo Amanda raggiungermi e sedersi con me. "Non è giornata Amanda" borbotto controllando il cellulare, sarà il caso che la chiami per sapere dov'è? "Che succede boss?" chiede lei fregandomi il vinello. "Niente, lavoro" "Impossibile, tu hai sempre tutto sottocontrollo. E' per una ragazza?" "Quale ragazza, Amanda? Non dire cagate" sbotto levandomi la giacca. "Li riconosco da subito" "Chi?" "Chi soffre pene d'amore" "Qui non sta soffrendo nessuno, ok?"borbotto alzandomi le maniche fino ai gomiti. "Allora cos'è? Con chi ce l'hai?" "Con me stesso, io non sono una persona che s'impiccia o si fa gli affari degli altri" Mi porto una mano sulla fronte e borbotto "Ho anche cercato di boicottare la cena, non riesco a crederci" "Frena, di che cena parli?" Le riprendo il vinello e dico "Niente Amanda, lascia stare. Spero di dimenticarmene anch'io" "Sei molto strano ultimamente" "Confermo, non sono in me" "Come mai?" Scuoto la testa e sospirando dico "Ho percepito una minaccia che in realtà non era una minaccia. Penso sia l'egoismo che abbia agito al posto mio" "Siamo tutti un po' egoisti boss" Annuisco con la testa "Allora? Non ti esibisce stasera?" "No, domani ci sono le audizioni per le nuove ballerine. Mi tengo in forze per domani" "Fai bene" "Vieni domani?" Scuoto la testa "Non posso, sarò occupato tutto il giorno" "Lavori sempre, dovresti fermarti un attimo" "Non so cosa sia la vita senza lavoro. Mi è impossibile fermarmi" Lei sospira e chiede "Quante ore al giorno lavori?" "Dipende...delle volte 12. Poi se ho trasferte fuori..." "12? Come fai a stare in piedi! Passi anche da qui per controllare" "Ci sono abituato Amanda, non è facile essere a capo di tutto questo. Hai tante cose da gestire, non puoi permettere di fermarti" "Hai trovato una nuova segretaria? So che quella di prima si è ritirata per congedo di maternità" "Vuoi ricoprire tu il posto?" "Posso?" Ridacchio "No, ti voglio qui. Sei in gamba con le ragazze" "Davvero lo pensi?" "Davvero" "Grazie. Non so se sia il vinello che parla al posto tuo, ma mi ha fatto tanto piancere" "Quando vuoi" dico alzando il vinello. "Vado a controllare le ragazze, tu va a casa che ci penso io qui. Hai bisogno di riposare, che ci fai qui nella tua unica serata libera?" "Vado vado. Salgo un attimo in ufficio per sistemare dei contratti e vado" "Va bene, buonanotte boss" "Notte" mormoro mentre lei mi lascia un pugnetto e va via. Sospiro e lasciando il vinello, salgo negli uffici. Ho bisogno di tenere la testa occupata dal lavoro. "Signore" fa un cenno la guardia. "Buonasera" mormoro entrando in ufficio e osservando le scartoffie sulla scrivania. Alzo lo sguardo all'orologio che segna le 23 e avanzo, diamoci da fare. SWARNA'S POV: "Dove siamo?" Chiedo mentre Leonardo parcheggia. "Vieni, ti faccio vedere. Puoi tenere questo un attimo" "Certo" dico prendendo il sacchetto di carta che mi porge. Leonardo mette la catena alla moto e rialzandosi, riprende il sacchetto e la mia mano. Arrossisco ma lascio stare la mano lì, fa anche un po' freschetto. "Come ti è sembrata la cena?" Chiede lui mentre io mi guardo attorno. "Un po' strana, non credi?" "Un po' sì, Jamal ci ha sorpreso all'ultimo" "Strano, perché gli avevo detto che saremmo andati al Babilonia" "Magari se ne sarà dimenticato" "Può darsi" Arriviamo alla spiaggia e subito m'irrigidisco. "È qui che mi volevi portare?" Chiedo col cuore che batte all'impazzata. Lui annuisce e trascinandomi con lui dice "Un piccolo picnic" Andiamo sulla sabbia e lui prendendo dal sacchetto una tovaglia, la stende e ci mette sopra due calici di vetro, una bottiglia di rosato e due confezioni di una pasticceria. "Hai preso...?" "La red velvet della scorsa volta? Sì "dice facendomi l'occhiolino. Io sorrido e lui l'invita a sedermi sulla tovaglia. Non riesco a vedere il mare per il bio, ma sento il rumore delle onde...magari tra mezzoretta potrei dirgli di andare via da qui. "Vieni qua" mormora lui mettendomi sopra le spalle la sua giacca di pelle. Io sorrido riconoscente e dico "Grazie mille" "Di nulla, stai bene?" "Sì, perché?" "Sarà mia impressione..." dice lui lasciandomi una carezza sulla guancia. "Posso farti una domanda...personale?" Chiede Leonardo aprendo la bottiglia di vino. "Certo, dimmi" "Tra te e Jamal c'è..." "Oh no no, non c'è nulla tra noi" dico scuotendo subito la testa. "Sei sicura? Vedi che non smetterò di parlarti per questo...voglio solo essere avvisato prima di..." "Di?" Chiedo incitandolo a continuare la frase. Lui sorride e avvicinandosi, mi lascia un bacio sull'angolo della bocca. "Prima di questo" Abbasso subito lo sguardo arrossendo e lui ridendo dice "Tutto bene?" Annuisco con la testa "Non c'è niente tra di noi. Dobbiamo stare insieme per la tutela di Bella...questo lo sai" "Lo so, tranquilla" Gli sorrido e lui porgendomi la fetta di torta chiede "Mangiamo?" "Certo" "Aspetta, prima brindiamo. Al ristorante non abbiamo avuto modo" dice lui prendendo i calici e versando dentro il vino. "Signorina" mormora porgendomi il calice. "A cosa brindiamo?" Chiedo aspettando che riempia anche il suo calice. "A questa serata, ad altre mille serate così. Senza Jamal tra i piedi, s'intende" "A questa serata" dico brindando e ridendo sotto i baffi. Lui si guarda attorno e dice improvvisamente"Devo andare a prendere una cosa, mi aspetti due minuti qui?" "Cosa?" Chiedo subito entrando nel panico. "Devo ritornare un attimo alla macchina, ritornerò in un attimo, ok?" Chiede lui alzandosi. Io mi agito a disagio ma lui è già corso via. Mi stringo nella giacca di Leonardo e decido di chiamare Dolores per sapere come sta Bella. Non risponde e le lascio un messaggio, al quale risponde subito dopo dicendo che non ha risposto perché aveva appena messo a dormire Bella. Riposo il cellulare e cerco di calmarmi...l'ultima volta che sono stata in una spiaggia è stato al matrimonio di Bekka. Entrambe abbiamo avuto coraggio, Bekka ha più volte chiesto se volessi andarmene, ma io negai. Era il suo giorno e non le sarei stata d'ostacolo. Delle volte mi capita di rivivere tutto mentre sono semplicemente stesa sul letto, rivivere lo tsunami, la potenza con cui io, mio padre e Ambra siamo state colpite, io che cerco di aggrapparmi a qualcosa...a qualsiasi cosa mentre affogavo e urlavo aiuto a mio padre. "Ehi" sento dire alle mie spalle facendomi scuotere la testa. "Sei arrivato" mormoro. "Tremi...hai freddo?" Chiede lui mentre io abbasso lo sguardo alla chitarra. "Sei andato a prendere questa?" Chiedo felice. Lui annuisce e risedendosi mormora "Si...volevo cantarti qualcosa se ti va" "Certo che mi va!" "Cosa vuoi che ti canti?" "Non me ne intendo di musica...fai tu" "Ok, ti canto un pezzo che mi fa pensare a te" dice lui facendomi l'occhiolino. Mi mordicchio il labbro mentre lui iniziare a suonare la chitarra e muovere la testa a ritmo. "Arriverà qualcuno che si prenderà il mio posto E allora io starò solo a guardare Mi metterò seduto con lo sguardo fisso su di te Perché ho imparato ad aspettare Sono due giorni che Camminiamo tre metri sopra al cielo E proprio adesso che ci penso mi ricordo Quante volte non ti ho perso per un pelo Ma Solo con te ma tu Non ho bisogno neanche di pensare E svegliarsi la mattina Con la voglia di parlare solo con te E non è niente di speciale ma Questo mi fa stare bene, solo con te Sai cosa c'è ma cosa ci sta Quando in fondo ad una storia Nessuno sa come andrà Tu mi spiazzi, ogni volta che mi guardi Mi parli, persa nei tuoi traguardi Lo voglio fare davvero basta un attimo Lo voglio fare davvero se so che ti ho Non c'è situazione che spaventa, Solo con te quella voglia che ritorna Solo con te Ogni giorno ti trovo nel mio mondo Se stai con me Non c'è bisogno neanche di pensare E svegliarsi la mattina Con la voglia di parlare solo con te E non è niente di speciale ma Questo mi fa stare bene Solo con te Solo con te..." "Che fai?"chiede lui notando una mia lacrima furtiva. Me l'asciugo e mormoro "Niente, hai una voce bellissima e suoni molto bene" Lui ride e posando la chitarra, mi viene ad abbracciare. "Non volevo farti piangere " mormora lui. Io scuoto la testa e dico "Affatto, sono lacrime di gioia. Mi hai colpito profondamente " "Per così poco?" "È tanto, stai facendo tanto per me e non te ne accorgi. Grazie" Lui mi stringe forte e staccandosi di poco chiede "Un'altra canzone?" "Molto volentieri " "Stavolta più allegra, la conosci "Laura non c'è" Di Nek?" "Certo! Bekka amava Nek!" Leonardo sorride e incomincia a suonare la chitarra. Canticchio anch'io un po' con lui e decide di suonare altre canzoni di Nek, mi diverto un sacco. "Non hai toccato la torta" mormora lui posando la chitarra. Abbiamo cantato per un'ora, ci siamo fatti grasse risate. "Sì invece! Ne ho mangiata metà"dico coprendo con la mano metà fetta. "Piccola imbrogliona" mormora lui mordicchiandomi l'orecchio per poi prendermi in braccio e alzarsi. "Che vuoi fare?" Chiedo ridendo. "Punirti con acqua gelida!" Dice lui correndo verso il mare. Spalanco gli occhi e faccio per gridare, ma corre in acqua e mi butta. Sprofondo nel mare e la corrente forte mi trascina più in là, apro gli occhi cercando di salvarmi, ma improvvisamente mi viene in mente tutto. L'acqua alta 50 metri che cade su di me, io che vengo travolta, cerco di alzare le braccia ma non ce la faccio...sono paralizzata. "Tatti! Ambra!" Urlo cercando di stare a galla, l' acqua mi sta trascinando solo dio sa. "Tatti!" Grido, ma un'altra ondata mi sotterra e io bevo tutta l'acqua. Faccio per spuntarla, ma mi entra altra acqua...tossisce soffocando e sento le orecchie scoppiarmi. La vista diventa sfocata e non vedo più nulla, ho troppe lacrime agli occhi. Tossisco ancora e riesco ad aggrapparmi a una sdraio che galleggia. "Tatti!! Ambra!!!" Urlo, urlo fino all'ultimo respiro, finché la testa sbatte contro un albero e io svengo. Sbatto piano gli occhi e mi guardo attorno...sento delle voci, dei suoni come delle sirene. Abbasso lo sguardo e vedo Leonardo con la testa china sulla mia mano. Corrugo la fronte non capendo cosa sia successo, ma mormoro "Acqua" Leonardo si alza di scatto e chiede "Swarna? Oh, grazie al cielo " "Acqua" mormoro ancora con la gola secca. Lui corre a prendermi dell'acqua e aiutandomi a berla chiede "Come stai? Meglio?" Annuisco con la testa, ho solo un leggero giramento di testa e mi sento senza forze. "Cos'è successo?" "Sei svenuta in mare, ti ho subito portato in ospedale" mi spiega lui. Mi porto una mano sulla fronte e inizio a ricordare. "Capisco...scusami " "Di cosa? Dovrei scusarmi io, sono stato così stu..." Sentiamo improvvisamente delle urla e un Jamal che entra nella stanza con furia e prende Leonardo dal colletto della camicia. "Cosa le hai fatto, eh? Eh?"ringhia sbattendolo forte al muro. "Jamal!" Grido spaventandomi. "Io ti uccido, io ti uccido con le mie stesse mani. Parla!" Sibila Jamal a Leonardo. "È svenuta in mare, non so perché! Era solo uno scherzo! Sai che non farei mai del..." "L'hai buttata in mare? Sei proprio un coglione! Vedi come ti riempio la faccia di cazzotti per scherzo!" "Jamal! Basta!" Grido cercando di scendere dal lettino. Lui si gira immediatamente verso di me e prendendomi in braccio ringhia "A casa, subito!" Un'infermiera entra per dire a Jamal di calmarsi, ma lui minaccia di mandare in bancarotta l'ospedale ed esce fuori con me tra le braccia. Non riesco neanche a dire nulla a Leonardo che Jamal si precipita fuori e raggiungendo la Jeep, mi fa subito sedere. Nel mentre fuori diluvia e ci bagniamo di poco, Mi allaccia la cintura e chiudendo forte la portiera, fa il giro dell'auto per poi entrare e mettere la retro per uscire dal parcheggio. "Tu non uscirai mai più con quel figlio di puttana, sono stato chiaro?" Ringhia Jamal guidando veloce. "Calmati, non mi è successo nulla" Jamal accosta in un angolo deserto e stringendo i pugni ringhia "Calmarmi? Sei svenuta in mare, saresti potuta morire! Ti avrei persa per colpa di un cazzone!" Non mi dà tempo di replicare e scendendo dalla Jeep, chiude la portiera. Sospiro e sfregandomi la faccia, slaccio la cintura e scendo anch'io. Lo trovo per terra che trema con le mani in testa, sta piangendo? Corro verso di lui e posando una mano sulla spalla mormoro "Ehi..." Piove e lui è supportato d'acqua, anzi adesso entrambi. "Cosa sarebbe successo a Bella? Che fine avrei fatto io senza di te, eh?" Chiede lui guardandomi in cagnesco. Lo fisso negli occhi rossi e scuotendo la testa dico "Sono qui, non vado da nessuna parte" "E invece te ne stavi andando! Anche tu! Cazzo!" Grida dando un pugno al muro. Lo allontano dal muro e prendendogli le mani per calmarlo mormoro "Sono qui" "Sono stanco di perdere le persone al mio fianco, sono così stanco. Dopo Farid io..." mormora lui scuotendo la testa e sedendosi per terra. "Non ti lascio solo, non ti lascio" dico prendendogli il viso. Solo adesso noto i suoi occhi lucidi e lui mormora "Promettilo" Annuisco con la testa. "Dillo che non mi lascerai" dice lui divorandomi con lo sguardo. "Non lo farò" "Mi hanno chiamato dicendo che mia moglie era in fin di vita all'ospedale" sussurra lui. "Non ti lascerò" ribadisco. "Ho pensato al peggio, cosa avrei detto a Bella...cosa avrei fatto io" "Te lo prometto Jamal" mormoro appoggiando la fronte sulla sua per calmarlo, sta delirando. "Io non posso farcela senza di te, Swarna sei la mia famiglia ormai" sussurra lui sul mio viso. "Lo so" mormoro sfiorando i nostri nasi. "Siete tutto quello che ho" dice in un filo di voce sulle mie labbra. Abbasso lo sguardo a queste e lo rialzo ai suoi occhi. "Perdonami per ieri, perdonami per tutto. Ci tengo più di ogni altra cosa a voi. Ieri quando ti ho vista al club io.." "Shhh" sussurro riabbassando lo sguardo alle sue labbra. "Sei così bella e buona con me, io non me lo merito...meriti un ragazzo come Leonardo, lui sì che..." "Jamal" mormoro abbassando la testa "Lui è un bravo ragazzo e io ho fatto quella pagliacciata della cena per..." "Jamal" sussurro a un palmo dalle sue labbra. "In realtà non so neanch'io perché, non sono geloso o forse sì, noi siamo una famiglia, lui cosa c'entra?" Lo bacio. D'improvviso. Impaziente. Jamal all'inizio non realizza nulla, ma poi afferra il mio collo da dietro e mi divora vorace. Passo le braccia attorno al suo collo mentre lui si rialza con me addosso e aprendo la portiera posteriore, mi posa dentro. Non mi lascia il tempo di respirare che mi guarda con occhi scintillanti e chiudendo la portiera, mi sovrasta inchiodandomi ai sedili. Risale il mio vestito fino ai fianchi e mettendosi tra le mie gambe, sfrega la sua intimità contro la mia e continua a baciarmi senza lasciarmi fiato. Boccheggio alla ricerca d'aria e lui ne approfitta per baciarmi il collo e leccarmi le clavicole sensibili. Rabbrividisco sotto il suo tocco e prendo tra i denti il suo orecchio, lo mordicchio piano e lo rilascio con uno schiocco della lingua. Lui geme sofferente non aspettandosi questa mia iniziativa e prendendomi il viso, infila la sua lingua nella mia bocca reclamando con prepotenza ciò che io timidamente mi ero offerta di dare. "Bimba...oh bimba. Scommetto che lì sotto sei fradicia e non per la pioggia" mormora sul mio orecchio facendomi avvampare. Non rispondo...non rispondo più delle mie azioni da quando ho perso il lume della ragione. "No" temo mentre lui passa due dita sulle mie mutandine e portandole in bocca, li lecca le labbra. "Proprio come immaginavo, dolcissimo" Respiro affannosamente e salgo su di lui per baciarlo ancora, mentre con le dita tiro all'indietro i suoi capelli e Jamal mi tiene stretta a lui. Gli tolgo la giacca e la cravatta non staccandomi dalle sue labbra e sbattono di poco la sua camicia, lui mi lascia fare, è quasi affascinato dai miei movimenti. "Che stiamo facendo?"sussurro prendendo fiato alzando lo sguardo a lui. Jamal scuote la testa e appoggiando la sua fronte sussurra "Non pensarci, ok?" Annuisco e lui riprende a baciarmi le labbra finché non le abbiamo gonfie di baci e morsi e, con gli occhi stanchi, scivoliamo nelle braccia dell'uno e dell'altro in un profondo ma dolcissimo sogno.

Ritorna all'indice


Capitolo 59
*** Capitolo 59 ***


"Ti ho amato prima di saperlo e forse è solo così che si ama" – P. C. Freitas ALICE'S POV: PASSATO. "Questi sono gli ultimi" dice mamma posando due scatoloni. Rakib dietro posa delle sedie e si asciuga la fronte con la mano. "Forza, andiamo in cucina che avevo messo in frigo della limonata" Faccio per andare in cucina, ma Rakib mi prende la mano e mi trattiene...mamma sparisce dal salotto e lui avvicinandosi a darmi un bacio sulla tempia mormora "Non ci siamo dati neanche un bacetto oggi" Io arrossisco e mormoro "Se dovesse venire mamma?" "Scommetto che le piacerebbe sapere di noi" sussurra lui al mio orecchio intrecciando le mani. Spalanco gli occhi e dico "Ci ammazzerebbe!" "Dici? Possiamo provarci" "Perchè non vieni a vivere anche tu con noi? Questa casa è enorme e ci posso parlare io con tuo padre" cerco di convincerlo. "Che cosa gli diresti, sentiamo?" chiede lui divertito. "Non lo so, che ci vogliamo bene e vogliamo stare insieme" Rakib mi abbraccia attorno alla vita e chiede "Non dovremmo sposarci prima di andare a convivere?" "Dici che dobbiamo sposarci? Be', facciamolo" propongo. Lui scoppi a ridere e chiede "Sei passato dal non voler dire nulla a tua madre di noi, al chiedermi di sposarmi" "Non te l'ho chiesto, l'ho solo proposto" "Ci sposeremo, ma non così" "E come?"chiedo corrugando la fronte. "Innanzitutto dobbiamo avere entrambi 18 anni, a te mancano ancora 6 anni" Sbuffo e mormoro "6 anni? Ma sono tanti" "Non così tanti se ci pensi...noi continueremo a vederci e ti verrò a trovare sempre. Tanto con la bici ci sarà un'ora di strada" "Me lo prometti?" "Certo che sì!" dice lui baciandomi sulle labbra. "Ragazzi?" grida mamma dalla cucina. "Arriviamo!" grido rubandogli un bacio e trascinandolo con me in cucina. "Mamma è vero che bisogna avere 18 anni per sposarsi?" chiedo mentre Rakib si siede su sull'unica sedia in cucina e trascina me sopra le sue ginocchia. "Sì, perchè questa domanda? Chi si deve sposare?" chiede mamma versandoci la limonata nei bicchieri. Io e Rakib ci guardiamo complici e dico sorridendo "Nessuno..." --------------------------------------------------------------- "Mamma!" grido mettendomi la giacchetta. "Dimmi Ali!" grida mamma dalla doccia. "Vado da Rakib!" "Aspetta che ti accompagno in macchina" "No, andrò in autobus! Tu ci metti troppo e io non posso aspettare" "Per le 20 a casa per favore" "Si sì!" dico prendendo le chiavi di casa e uscendo. Attacco le cuffie al cellulare e vado verso la fermata dell'autobus. Ora che mi sono trasferita in viale dell'olimpo, per raggiungere il mio vecchio quartiere devo prendere due autobus...ne varrà la pena per vedere Rakib. Ultimamente non abbiamo avuto modo di vederci...lui lavora tutto il giorno da un meccanico del quartiere e la sera è stanco...più volte ha proposto di raggiungermi la sera, ma io gli ho detto che mi stava più a cuore la sua salute e che ci saremmo visti un'altra volta. I due autobus vengono velocemente e io corro verso il palazzo di Rakib, gli ho voluto fare una sorpresa e non dirgli nulla...chissà che faccia farà. Mi sono anche fermata al panificio del quartiere per comprare un pacco di brioche con le gocce di cioccolato...sono le sue preferite e le mangiavamo spesso sopra il garage. Busso alla porta e trovo il padre di Rakib che mi guarda con disprezzo...non mi è mai piaciuto suo padre a pelle. "Salve...c'è Rakib in casa?" chiedo un po' intimorita. "No, ma puoi aspettarlo dentro" dice lui spalancando la porta. Deglutisco e annuendo con la testa entro dentro. "Cu è!" grida una voce...presumo la madre. "Sta' zitta!" grida il padre facendomi sussultare. "Muori pezzo di merda!" urla lei...Rakib è costretto a sentire queste urla ogni giorno. "Posso aspettarlo anche fuori, non è un problema" dico indietreggiando. Lui invece mi spinge fino il salotto e facendomi accomodare su una poltroncina logora al buio dice "Siediti, dovevo anche parlarti di una cosa" Corrugo subito la fronte, che succede? "Mi dica" mormoro tossendo, la puzza di fumo che c'è in aria è soffocante, come fa Rakib? Lui apre la finestra scacciando del fumo con la mano e prendendo una busta, si siede al mio fianco. "Leggi" dice posando la busta sul mio ginocchio. Lo guardo stranita e chiedo "Cos'è?" "Leggi" ribadisce lui accedendosi un'altra sigaretta. Prendo la busta tra le mani e uscendo fuori un foglio, leggo cosa c'è scritto dentro. "Hanno selezionato Rakib per una squadra di calcio?! Ma è una notizia bellissima! Lui lo sa?" esulto spalancando gli occhi. Il padre annuisce e dice "Lo sa e non è stato molto felice. In realtà non ha voluto proprio saperne" "Come no? E' il suo sogno fare il calciatore" mormoro non capendo. "Dovrebbe andare a Padova e qualcosa lo tiene legato qua a Palermo, non vuole muoversi da qui" mi spiega lui. "Cosa lo tiene legato qui?" "La vera domanda è chi" dice lui guardandomi dritto negli occhi. Capisco dove voleva andare a parare. "Non vuole andare a Padova per me?" Il padre annuisce con la testa e buttando della cenere su un bicchierino di plastica dice "Lui è deciso a non lasciarti" "Ci parlerò io con lui" dico decisa. Lui scuote la testa e dice "Rakib è sotto un treno per te, sai che sta lavorando come un pazzo per potersi permettere un regalo da farti a natale? " "Ma io non voglio niente" "Ma lui te la vuole regalare lo stesso, guadagna solo 200€ al mese, ma li guadagna per te e non vuole andare a Padova, sempre per te. Capisci che si sta annullando per colpa tua?" "Io...cosa dovrei fare?" "Ci tieni a Rakib?" "Certo! Io lo amo" confesso con le lacrime agli occhi. "Lascialo andare..." Io rimango sconvolta dalle sue parole e lui aggiunge "Sei molto bella Alice, puoi avere di meglio dalla vita..." "Io non voglio lasciarlo" dico con una lacrima che scivola come lava sulle mie guance surriscaldate. "Immaginati come andrà a finire...lui non si potrà mai realizzare e ti odierà per sempre, guarda me e mia moglie" Si avvicina a me e mormora "Era una cantante con una carriera avviata...poi ha incontrato me e siamo scappati via insieme senza un euro. Non me l'ha mai perdonato questa cosa lei, me lo rinfaccia ogni santo giorno" Posa una mano sulla mia e chiede "Volete fare la nostra fine? E' questo quello che vuoi per Rakib?" "Io e lui ci amiamo...è diverso" "Ci amavamo anche noi due, l'amore non basta Alice...nella vita ciò che conta veramente sono i soldi, senza sarete costretti a vivere infelici. Rakib cosa penserà quando ti guarderà in faccia? Capirà di aver sprecato un'opportunità unica e te lo rinfaccerà a vita" Mi alzo per scappare via ma lui mi afferra per il polso e dice "Non fargli questo, non essere egoista e pensa al suo futuro se lo ami veramente Alice" Corro fuori da casa sua e scendendo al cortile, mi siedo sulle scale del nostro garage...era il posto dove ci vedevamo spesso per scambiarci qualche bacetto. Piango istericamente accovacciata lì sotto finchè sento delle voci...Rakib? "Allora? Quanto ti ha dato Sandro?" chiede una voce simile a Brian. Sandro? "50 grammi, anche se non sono certo di venderla stasera. Ho saputo che hanno arrestato Biagio" dice Rakib. Mi porto una mano sulla bocca, ha iniziato a spacciare? "Forse è meglio evitare stasera effettivamente" "Senti...te ne intendi di borse firmate?" chiede Rakib. "Che cazzo ne sono io, perchè lo vuoi sapere?" "Ne voglio comprare una ad Alice per Natale, non so quanti grammi ancora prendere per avere i soldi giusti per una borsa" Sta spacciando per prendermi la borsa a Natale? "Perchè vuoi comprarle una borsa?" "La scorsa volta siamo passati da una vetrina di un negozio e lei guardava una di queste borse con tristezza...diceva che le sue nuove compagne le hanno di ogni colore e lei se la può solo sognare. Non voglio farle mancare nulla" "Guadagneresti milioni, se solo tu andassi a Padova...sai quante borse potresti permetterti così?" "Non se ne parla, non voglio allontanarmi da lei" fa cadere la questione Rakib. "E cosa vuoi fare? Continuare a spacciare per permetterti borse firmate?" "Se sarà necessario, sì" "Sei un pazzo, vado a incontrare un cliente in piazza, vieni?" "Arrivo" dice Rakib mentre io mi porto le mani sul petto e continuo a piangere in silenzio. Non ho altra scelta. PRESENTE. "Buongiorno" mi saluta Maria Cristina sedendosi a colazione. "Buongiorno" mormori versandomi del latte. "Dormito bene?" Mi sussurra all'orecchio. Scuoto la testa, non ho fatto altro che pensare a Rakib, è stato un punto fisso questa notte...in realtà tutte le notti. "La madre superiora vuole parlarti" mi comunica facendo una smorfia. La faccio anch'io e chiedo "Vorrà cacciarmi dal convento?" "Non penso, ma vorrà sicuramente chiarire la questione di ieri sera. Sai che dobbiamo lasciare all'esterno tutte le preoccupazioni, non possiamo avere legami affettivi fuori e ieri sera Rakib ha dato spettacolo" Mi porto una mano sulla fronte, ancora ho in testa che rimbomba la sua voce mentre grida "Ti amo" Deglutisco e chiedo "Cosa mi suggerisci di dire" "La verità, tutta la verità" Mi guarda e dice alzando una sopracciglio "Anche quella verità" Capisco che si riferisce alla promessa. "Credi?" "Ti consiglierà al meglio, vedrai" Annuisco con la testa e mangiucchio una fetta biscottata "Va bene, allora vado" "E la colazione?" Chiede Maria Cristina. "Fatta" dico indicando la fetta biscottata. "Alice!" Esclama lei divertendomi. "Ne prendo un'altra solo perché sei tu" dico allungandomi a prendere una fetta biscottata e baciando sulla guancia Maria Cristina. Faccio spazio a un'altra sorella che entra a mensa e salgo al piano di sopra all'ufficio della Madre Superiora. Busso prima di entrare e lei mi accogliamo con un sorriso smagliante. "Accomodati figliola, accomodati" dice indicando la poltroncina bianca davanti. Mi accomodo, come da lei suggerito, e dico "Suor Maria Cristina mo ha detto che voleva incontrarmi" "Togliti questo velo di preoccupazione dal viso, voglio solo dialogare un po' con te figliola" dice lei allungando le mani sulla scrivania. Io giro i pollici e mordicchiandomi il labbro dico "Rakib non è nulla per me, non ho nessun legame con lui al momento" "Rakib...è proprio di lui che volevo parlare con te, figliola. Sai cos'ha fatto stamattina?" "No, cos'è successo?"chiedo subito preoccupata. Mi allunga una busta e dice "Aprila mia cara" Prendo la busta gialla tra le mani e perplessa apro trovando dentro un bigliettino, a occhio sembra un assegno. "Porca miseria...."mi lascio scappare tappandomi subito la bocca. Riscontro i zeri sull'assegno e alzo le sopracciglia...100 milioni di euro. "Guarda dietro" mi suggerisce la Madre Superiora. "Lasciate libera Alice in cambio" leggo deglutendo. "Io non credo che una persona pagherebbe così tanti soldi per una sconosciuta "dice lei unendo le mani. Riposo l'assegno nella busta e rimango in silenzio. Lei allunga le mani alle mie e dice con tono gentile "Figliola...questo ragazzo pensa che ti stiamo trattenendo contro la tua volontà, devi parlarci e chiarire la situazione" Scuoto subito la testa "Non posso, non voglio vederlo" "Io non capisco figliola, Rakib ci tiene tanto a te" "E anch'io a lui" mormoro abbassando lo sguardo. "E allora perché farlo soffrire ulteriormente?" "È meglio per entrambi, tra l'altro io ho fatto un voto al signore e intendo rispettarlo" "Ne ero certa" dice lei sospirando. La guardo perplessa mentre si alza per chiudere la porta e sedendosi vicino a me dice "Voglio raccontarti una storia figliola, la mia" "La sua storia?"chiedo non capendo. Lei annuisce e sorridendo dice "È molto simile alla tua, solo che tu puoi ancora cambiare il futuro. Io ormai ho perso tutto" Resto in silenzio ad ascoltarla mentre racconta "Ero molto giovane, avevo quasi la tua età ed ero promessa sposa a un ricco magnate della città" "Si è sposata?" Chiedo io curiosa. "No, ma ai tempi avevo un fidanzatino di nascosto, Ettore, il mio primo grande amore. Avrei tanto voluto sposare lui, ma non apparteneva alla classe sociale della mia famiglia e io non avevo voce in capitolo" Faccio una smorfia dispiaciuta e lei continua a raccontare "Avevo rivelato a Ettore l'imminente matrimonio, inutile dire che uscì fuori di testa, ed era pronto ad andare contro la mia famiglia pur di stare insieme a me" Sorride e alzando lo sguardo a me dice "Era molto coraggioso, un po' del coraggio lo aveva trasmesso anche a me e decidemmo di scappare prima del matrimonio. Non avevamo una meta e pochi soldi, ma avevamo noi al fianco dell'altro...non ci serviva altro" Abbassa lo sguardo e sospirando mormora "Eravamo felici d'intraprendere una nuova storia, finché dei sicari di mio padre catturarono Ettore e lo picchiarono a sangue" Porto una mano sul viso sconvolta e continuo ad ascoltare. "Lo portai io all'ospedale, era in fin di vita e feci un voto al Signore...prendi me e lascia lui" "Si riprese?"chiedo angosciata. Lei annuisce con la testa e dice "Sono entrata in convento che avevo 20 anni ed ero decisa a prendere i voti, Ettore stava bene e io avevo un debito da pagare" "Ettore è mai venuto a trovarla?" "Non ci è riuscito...al suo risveglio, mio padre lo raggiunse e gli raccontò che in realtà aveva ucciso la sua stessa figlia pur di non darla in sposa a lui. Ettore gli credette, mio padre aveva anche mostrato un video montato e... "E...?" "E si suicidò, mi arrivò una chiamata dall'ospedale...aveva stretto un cappio attorno al collo ed era morto la sera stessa" Una lacrima scende lungo la guancia e lei mormora "Corsi da lui ma era troppo tardi...se n'era andato con la speranza di riconciliarci nel cielo" "E lei?" Chiedo asciugandomi le lacrime. "Sparì dalla vita di tutti e mi rinchiusi in convento, presto capì che era questa la mia strada...il modo di stare più vicina a Ettore" "Mi dispiace così tanto" mormoro io abbracciandola. Lei mi accarezza la schiena e staccandosi chiede "Capisci perché devi risolvere la questione? Finché sei in tempo?" Io annuisco con la testa e lei chiede "Lo ami?" "Con tutta la mia anima" rispondo senza pensarci due volte. "Allora va', diglielo e vivitelo. Siamo creature fatte di tempo, potresti pentirtene un giorno" "Lui mi odia adesso" dico scuotendo la testa. "Ho visto i suoi occhi, erano molto simili a quelli di Ettore quando mi guardava. Non aver paura" "E la promessa? Il signore ha salvato Rakib, non posso rompere la promessa fatta" "Il signore ha deciso cosa ne sarà del nostro destino e questo non è il tuo" Improvvisamente la Madre Superiora riceve una telefonata e sospirando dice "Non andare, dobbiamo continuare la conversazione" Annuisco con la testa mentre lei risponde e spalanca gli occhi. "Arriviamo" si limita a dire riattaccando con fretta. "Che succede Madre?"chiedo preoccupata. "Andiamo figliola, andiamo! Non sono riuscita a salvare la storia con Ettore, salverò la vostra" "Cosa? Non capisco" "Rakib è all'ospedale" dice lei afferrandomi per le spalle. "Andiamo!" aggiunge aprendo la porta. Corriamo fuori e io chiedo "Cos'è successo? Perchè è all'ospedale!" "Il padre è stato coinvolto in un'incidente" Cosa? Merda! "Sali figliola, guido io!" grida lei salendo in una fiat 500. "Non sarebbe meglio che..." faccio per dire ma partiamo a tutto gas. RAKIB'S POV: PASSATO. "Rakib!" grida baba dal salotto. "Si?"chiedo mescolando il riso in pentola. "Vieni, devo darti una cosa" Corrugo la fronte e abbassando la fiamma, esco dalla cucina. "Che cos'è?"chiedo quando mi allunga una scatolina. "E' di tuo nonno, ho deciso di regalartela" Apro la scatolina e trovo una medaglietta. "Tuo nonno era un comandante della polizia molto competente...tutti quelli del villaggio gli portavano rispetto, i più poveri ci portavano cibo a casa per ringraziare nonno del suo lavoro" Prendo in mano la medaglietta e accarezzandola chiedo "Come mai vuoi darla a me?" "Nonno l'aveva data a me con la promessa di portare avanti il suo lavoro, di essere sempre onesto e aiutare il prossimo. Io non sono riuscito neanche a prendermi cura della mia famiglia, spero che ci possa riuscire almeno tu" Alzo lo sguardo su di lui che espira del fumo e mormoro "Non è vero...se abbiamo un tetto sotto la testa, lo dobbiamo a te" "Ho fallito figliolo, ho fallito con te e con tua madre. Non è così che immaginavo andassero le cose" Mi siedo ai suoi piedi e mormoro "Non sei un esempio da seguire, ma non hai mai mollato e ci sei sempre stato vicino" "Non diventare come me Rakib...accetta la borsa di studio per Padova, sei un ragazzo talentuoso...diventerai un grande calciatore" "Non posso, ne abbiamo già parlato." Baba, dopo tanto tempo, mi accarezza la testa e dice "Forza, chiama tua madre per cenare" Annuisco con la testa e alzandomi, vado in cucina per spegnere i fornelli e scolare il riso. "Mama" la chiamo da fuori la porta. Non risponde e io do per scontato che stia dormendo...lo fa sempre: beve, fuma, fuma, fuma, mangia qualcosa e dorme fino a metà giornata. "Dorme" dico a baba servendo il riso in bianco. Lui annuisce e ci mettiamo a mangiare in silenzio. Lavo i nostri piatti e porto il piatto di riso in camera di mama. Busso prima di entrare, ma non sento nulla...starà ancora dormendo? "Mama?" Entro e faccio una smorfia per la puzza di fumo, abbasso lo sguardo a della polvere sul comodino e spalanco gli occhi. Il piatto di riso mi cade dalle mani e corro in camera per controllare se la cocaina è ancora nella tasca della giacca. "Merda!" impreco non trovandola. Corro in camera e salendo sul letto logoro prendo tra le braccia mama. "Baba! Mama sta male!" urlo scuotendola tra le braccia per svegliarla. Non si sveglia...noto che neanche respira. Ha il volto cadaverico, le labbra viola ed è fredda...sto per vomitare per la nausea. Con le mani tremanti afferro lo specchietto e lo metto sotto il naso, niente. "Baba!" urlo prendendo tra le braccia mama. La porto in salotto e baba spalanca gli occhi...ha realizzato qualcosa che io non voglio realizzare per niente. "Chiama l'ambulanza!" grido posandola sul divano e correndo a prendere dell'acqua, magari è solo svenuta. "Rakib" mi chiama baba seguendomi in bagno. "Che ci fai qui! Chiama l'ambulanza!" "Rakib, figliolo...." "Baba!" "Rakib, non serve..." "No!" urlo straziante. "E' morta, non vedi?" "Chiama l'ambulanza!" gli grido in faccia. Lui mi abbraccia e io urlo a squarciagola "No!!" "Ci sono io..." mormora baba mentre io cado per terra e mi porto una mano al petto, mentre sento il suono delle sirene. Ma come...alzo lo sguardo e vedo gli occhi gonfi di lacrime di baba, sapeva già che era morta. "Vado a togliere la droga" dice lui alzandosi per poi ripiegarsi e mettermi le mani sulle spalle "Forza ragazzo, ci siamo solo io e te adesso. Forza" Mi porto le mani in testa e sussurro in un filo di voce mentre mordo il braccio "Mama no...." PRESENTE "Figliolo" mormora baba sul lettino in fin di vita.. Stavo giocando a una partita quando mi hanno detto dell'incidente e mi sono precipitato qui. Chiudo la porta alle mie spalle e mi avvicino. "Che cosa hai fatto?"chiedo scuotendo la testa. "Hai detto ai giornalisti che è un incidente?" "Sì, chi diavolo ti ha sparato!" "Non ha importanza adesso" "Stai scherzando? Il dottore ha detto che hai poche ore di vita!" esclamo agitando le braccia. "Avevo dei debiti in sospeso" "E perchè non li hai pagati! Ti mando soldi ogni mese!" "Sai che non sono mai stato bravo a gestire i soldi" Mi porto una mano sulla fronte e dico "Non permetterò che tu muoia" "Non puoi controllare il mio corpo, non è una cosa che si può comprare la salute" Mi porto le mani in testa e scuoto la testa "Non ti vedo da anni e adesso..." Lui allunga la sua mano per prendere la mia e mormora "Va bene così, sono stanco di vivere questa vita" "E mi lasci così?"chiedo alzando lo sguardo col magone. "Non ci sono mai stato io" ammette baba. Scuoto la testa e mormoro "La cartolina al compleanno c'era sempre però" Baba ridacchia con difficoltà e dice "Sei così buono che ti accontenti anche di una cartolina, sei nipote di tuo nonno" "Sono figlio di mio padre" dico prendendo la mano. "Mi vergogno tanto io...voglio che tu sappia che sono molto orgoglioso della strada che hai intrapreso" Sorrido e dico amaramente "Io no...non sono orgoglioso di me stesso" "Perchè mai? Hai ottenuto tutto dalla vita" Scuoto la testa "Lo sai che ho ucciso io mama, se non avessi incominciato a spacciare..." "Non lo dire neanche per scherzo, tua madre era fuori controllo...stava male già da un pezzo" "Io non lo so...mi sarei dovuto occupare di più di lei" "L'hai fatto. Lei ti amava tanto, lo sai?" "Non lo so..." "Ti amiamo tutti, è impossibile non amarti" Io continuo a scuotere la testa "Non ho ottenuto niente in realtà...mama è morta, non ho badato a te..." "Sono grande e vaccinato io, non devi farti carico di me" "Non lascerò che tu te ne vada così" "Rakib...sto molto male, solo un miracolo ci vorrebbe" "Non lasciarmi" supplico prendendogli le mani. "Non sarai solo...Alice sarà sempre con te" "Alice...non c'è più" dico leccandomi le labbra. Lui inizia a respirare affannosamente e mormora "Devo liberarmi di un peso prima" "Di cosa parli?" "Figliolo...c'è una cosa che devi sapere" mormora guardandomi negli occhi. "Non ti affaticare, non...." "Alice ti ha sempre amato" Scuoto la testa "Non sprecare fiato per lei per favore" "Padova" mormora lui con difficoltà. "Padova?" chiedo non capendo. La macchina attaccata al suo braccio inizia a fare strani rumori e grido ai dottori di entrare, ma baba mi stringe la mano e sussurra "Quella volta...quel pomeriggio era venuta a farti una sorpresa" "Baba non parlare! Non ti affaticare, ti prego!" "No, ascoltami! Alice...non voleva lasciarti, gliel'ho chiesto io di farlo" "Cosa?"chiedo sperando di aver capito male. "Una settimana prima che morisse tua madre...lei era venuta a farti una sorpresa, ti amava tanto e voleva aspettarti. Le ho fatto leggere la lettera della tua ammissione a Padova" I dotti entrano in stanza e si precipitano su baba mentre lui socchiude gli occhi e stringendo le mie dita sussurra "Le ho detto di lasciarti andare se ti amava veramente...lei ti ha sempre amato, l'ha fatto per il tuo bene" I dottori mi spingono di lato e io mi appoggio alla parete sotto shock. "Carica!" grida un dottore mentre io corro fuori dalla stanza in cerca d'aria. I giornalisti mi adocchiano subito e io correndo alle scale anti-incendio, vado fino al tetto...spalanco le porte e corro fino al cornicione. "Una settimana prima che morisse tua madre...lei era venuta a farti una sorpresa, ti amava tanto e voleva aspettarti." "No no! no!" urlo abbassando lo sguardo alle macchine sotto di me. "Le ho fatto leggere la lettera della tua ammissione a Padova" "Ahhhhh! Ahhhhhh! Ahhhhhhhhhh!" urlo a squarciagola. Tutti quei anni persi...tutto quel tempo a pensare che mi odiasse, che non fossi abbastanza, che non mi amasse. "Le ho detto di lasciarti andare se ti amava veramente...lei ti ha sempre amato, l'ha fatto per il tuo bene" La vista inizia a sfocare e mi gira la testa...ho il flash di Alice che grida di odiarmi, di andarmene e io, ferito, me ne andavo veramente...è stata costretta a farlo? Mi amava allora? Mi porto una mano sulla fronte sentendomi male e perdo l'equilibrio...sotto di me c'è il nulla e cado in avanti, è un attimo. SPAZIO AUTRICE: IL PROSSIMO CAPITOLO SARA' L'ULTIMO CAPITOLO DELLA COPPIA RAKIB E ALICE, XOXO BENI.

Ritorna all'indice


Capitolo 60
*** Capitolo 60 ***


" E che conta quel che rimane Cambia il tutto, ma quello resta Sempre uguale E credo che sia questo amore E credo che sia questo amare..." - Elisa RAKIB'S POV: PRESENTE. È un attimo, ma un attimo senza fine perché una mano afferra la mia e mi tira indietro. Mi giro incredulo per quello che poteva succedere e alzo lo sguardo su Alice con le vesti da monaca, ma senza velo, come la ricordavo l'ultima volta. I suoi capelli volano al vento e gli occhi verdi, che tanto amo e venero, luccicano per le lacrime trattenute. "Sei impazzito? Sei impazzito?!" Grida Alice colpendomi sul petto. Mi acciuffa per la giacca e ringhia "Mi vuoi morta? È questo quello che vuoi? Vieni! Buttiamoci insieme! Non è un problema!" Mi punta il dito contro minacciosa e sibila "Non ho fatto questi sacrifici per ritrovarti morto, non mi sono donata a dio in cambio della tua vita inutilmente, scegli tu se farmi morire con te o senza di te, perché l'ho fatto una volta di lasciarti andare, non lo farò più. Non ti permetterò di andartene da me di nuovo" Delle lacrime scorrono copiose sul suo viso e io chiedo sorpreso "Sei entrata in convento per me?" Lei abbassa lo sguardo e io facendo un passo verso di lei chiedo ancora "Mi hai lasciato per farmi andare a Padova?" Rialza di scatto lo sguardo, come a confermare la tesi e io portandomi le mani sulla testa chiedo "Hai permesso a baba di dividerci? Come hai fatto a cedere così velocemente! Perché non sei corsa a dirmelo!" Alice stringe i pugni e grida "Cosa avrei dovuto dirti? Di smetterla di spacciare per me?" Spalanco gli occhi. "Sì, lo sapevo ed è stata quella la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non avrei permesso di rovinarti con le tue stesse mani, sei nato onesto e saresti morto onesto" "Io ho sofferto come una bestia!" Grido furioso. "Cosa credi? Che non ci abbia sofferto anch'io? Non volevi andare a Padova per me, non volevi inseguire i tuoi sogni per me, hai iniziato a spacciare per me, ero di peso per qualsiasi cosa! È stata la cosa più giusta da fare!" "Come puoi dire una cosa del genere! Io vivevo per te!" "Vivevo anch'io per te, ecco perché ho accettato di morire pur di vedere vivere te!" grida Alice singhiozzando. Mi porto una mano sul viso incredulo e chiedo "Perché non me l'hai mai detto?" Alice abbassa lo sguardo per poi rialzarlo e dire in un lamento strozzato "Perché ti amo" Il mio cuore non regge e correndo verso di lei, le prendo il viso e la bacio. Ho aspettato così tanto tempo, ma tanto per farlo, ci ho sperato ogni giorno, non ho mai smesso di crederci, anche quando la situazione non era a suo favore, ho sempre saputo che c'era un filo invisibile che ci avrebbe sempre uniti, nel bene e nel male. "Rakib..." mugola lei con le lacrime mentre io l'attiro sul mio petto e mormoro sulla sua testa "È tutto finito, ora ci sono io" "Mi dispiace così tanto...non volevo farti soffrire, volevo solo il meglio per te" sussurra lei piangendo tra le mie braccia. "Il meglio per me sei tu stellina, non c'è altra cosa più importante di te, neanche la mia vita stessa" "Se ti fossi buttato, giuro che ti avrei seguito dietro..." Io le prendo il viso e asciugandole le lacrime mormoro "Non dirlo neanche per scherzo, tu meriti di vivere più di me" Lei scuote la testa e dice "Non voglio più lasciarti, mi fa troppo male" Scuoto la testa anch'io e baciandole la fronte sussurro "Non permetterò più a nessuno di portarti via da me" "Neanche a te stessa"aggiungo facendola sorridere. "Me lo prometti che non te me andrai più?" Mi metto in ginocchio con le mani al cuore e chiedo "Mi vuoi sposare?" Lei scoppia a piangere e io prendendola in braccio chiedo "Era un sì?" Alice annuisce con la testa continuando a piangere e io rientrando dentro, m'imbatto nella Madre Superiora. "Madre, ho bisogno di un favore" le chiedo subito. "Rakib caro...dimmi pure" "Può sposarci? Non vogliamo aspettare un giorno di più, sei d'accordo?" Chiedo a stellina che annuisce sorridendo mentre cerca di asciugarsi gli occhi. L'aiuto anch'io mentre la Madre accetta e dice che ci sposerà nel tardo pomeriggio con molto piacere, accettiamo e scendendo le scale sul retro, andiamo via. "Tuo padre?" Chiede Alice prendendomi la mano in macchina. "Mi ha raccontato la verità prima di andarsene, avrei voluto che fosse stato più coraggioso prima" "E come stai?" "Io? Felicissimo, sto per sposare l'amore della mia vita" "Finalmente abbiamo più di 18 anni" fa notare lei facendomi ridere. Eravamo impazienti di essere maggiorenni per giurarci amore eterno, meglio tardi che mai. "Mamma! Dobbiamo andare da mamma! Deve esserci per il matrimonio!" Esclama lei prendendosi di panico. Le prendo la mano e dico "Tranquilla, andiamo da lei e le spiegheremo tutto" "Oh Rakib, ancora non ci credo..." Mi porto le mani all'altezza della bocca e baciandole mormoro "Sembra un sogno anche a me" Mi fermo al semaforo e le bacio la tempia, non voglio toccarle le labbra...quelle le toccherò quando diventerà finalmente mia moglie. Raggiungiamo casa di Angela e Alice scappando via, butta alla porta e grida "Mamma apri! Mamma!" Angela apre preoccupata e Alice urla "Mamma mi sposo! Abbiamo finalmente più di 18 anni!" "Cosa??" Chiede Angela confusa. Io vado dietro Alice e accarezzandole i fianchi dico ad Angela "Le ho chiesto di sposarmi, spero che non se la prenda se non ho chiesto prima la mano a lei" "State scherzando?" Chiede Angela ancora sconvolta. Io e Alice scuotiamo la testa e stellina aggiunge "Ci sposiamo alle 19, siamo venuti a invitarti" "Mi volete morta? Alle 19??" "Sii! Mamma!! Sono così felice" esclama Alice saltellando. Angela finalmente si sblocca e abbracciandoci dice "L'ho sempre saputo che vi sareste sposati, non così, ma l'ho sempre saputo" Alice alza lo sguardo su di e io sorridendole chiedo "Andiamo a prenderti un vestito?" "Si...anche perché l'abito da monaca non si addice all'evento" Scoppia a ridere subito dopo e salutando Angela ci rimettiamo in macchina. La scelta dell'abito da sposa è molto ardua, le stanno bene tutti i modelli, mi eccita con qualsiasi cosa addosso, anche con la veste da monaca mi sono fatto dei filmini. Alice si lamenta che non esprimo un'opinione, ma è davvero bellissima con tutto. Opta alla fine per un abito a sirena con uno scollo a cuore interamente di pizzo, si prova anche il velo e ho dovuto trattenermi dal inginocchiarmi al cospetto di tale divinità. È il mio turno, mi obbliga a cercarmi uno smoking, non mi trovo a mio agio sinceramente, ma per lei questo e altro. Trovo un completo semplice nero di Gabbana e Alice scoppia a piangere, di nuovo. La conforto per mezz'ora, non smetteva più di piangere. Non ci cambiamo e usciamo così, mancano poche ore ormai e corriamo a prendere degli anelli. Prendiamo due fedi semplice d'oro con scritto all'interno "Only you" Io non ero molto d'accordo, ma lei era così intenerita che ho ceduto, cedo sempre quando riguarda Alice. Ci fermiamo anche in un negozio di fiori e lei si perde a scegliere un bouquet e dei fiori per abbellire la chiesa, ci mette un'ora piena, mentre Jamal mi chiama per farmi le condoglianze, ma io gli chiedo di farmi da testimone. Chi meglio di lui? Ci ha visti crescere insieme e non sarebbe male sbattergli in faccia il matrimonio con Alice. È un rapporto di amore e odio con Jamal, ma penso che ad Alice possa far piacere vedere una faccia familiare, ricordarsi di quei tempi quando non avevamo nulla se non il nostro amore. Jamal accetta, un po' perplesso, ma accetta...gli dico di raggiungerci al convento per le 19 con Swarna e la figlia di Farid. Dato la fretta e la furia della proposta, gli chiedo anche di darmi una mano con le cose burocratiche, accetta anche questo...si è sposato da poco e ne sa qualcosa. Comunico di Jamal ad Alice che mi abbraccia e dice di essere fiera di me. Passiamo un'altra ora buona dal parrucchiere che fa capelli, trucco e unghia ad Alice...le tizie la prendono in giro per essersi presentata in abito da sposa, ma lei replica dicendo che non se lo toglierà più. "Neanche per la notte di nozze?" Chiedono ridacchiando, mentre Alice arrossisce e io le sorrido. Adorabile. Prenoto fotografo e un set di gioielli di perle per stellina, andiamo a ritirarli e la supplico di non riscoppiare a piangere per il trucco. Ed eccoci qui, io all'altare e Alice nascosta chissà dove...Jamal mi posa una mano sulla spalla e io faccio un cenno. Swarna e Bella sono di una bellezza imbarazzante, infatti Jamal non stacca gli occhi da Swarna che invece culla Bella e chiacchiera con Benedetta con un neonato tra le braccia ed Eleonora. Alice ha radunato le sue amiche all'ultimo che sono riuscite a venire con i rispettivi mariti, riconosco tra questi solo Efrem. Comunque sono tutte molto carine e sembrano tenerci veramente ad Alice. "Tutto bene?" Chiede Efrem accompagnato da altri due uomini, se non erro Bilel e Adil. "Sì" "Ma per favore, stai tremando" mi becca Adil facendomi scuotere la testa. Si avvicina a me e mormora "Sei sicuro di quello che stai facendo? Alice è un osso duro, posso ancora aiutarti a scappare vai" "Adil smettila d'inquietare Rakib!" Lo rimprovera Viviana per poi aggiungere "Il poveretto sa già a che disgrazia va incontro" Tutti scoppiano a ridere mentre Flora corre a dire qualcosa all'orecchio di Massimiliano alla fine della cappella. "Ehi ragazzi, la sposa sta per arrivare" ci comunica Massimiliano raggiungendoci. Annuiamo tutti e prendendo tutti posto, vedo due bambine gemelle che s'incamminano lungo la navata con un cestino di fiori. Dietro di loro un maschietto e un'altra femminuccia percorrono la navata con altri cestini di fiori... credo che siano i bambini di Benedetta, Viviana e Lena, sono adorabili. Finalmente Alice svolta e in fondo alla navata stringe le mani ad Angela. L'ho vista pochi minuti fa, ma sto per morire dentro, è così divina. Parte il piano e Alice inizia a percorrere la navata. Mi porto una mano sul petto, mi sento morire e rinascere allo stesso tempo. La osservo arrivare verso di me e col viso coperto dal velo, al suo fianco Angela è in lacrime e presto anche Alice. Mi trattengo dal non correre da lei e abbracciarla subito per confortarla. "Non piangere, ti prego" la supplico quando le vado incontro togliendole il velo. Angela mi consegna la mano di Alice e io la stringo forte. "Grazie, di tutto" mormoro ad Angela baciandola sulla guancia. Lei abbassa lo sguardo per non scoppiare a piangere, mentre io mi occupo di confortare Alice. "Vuoi che pianga anch'io?" Le chiedo all'orecchio. Lei scuote la testa mentre io le asciugo le lacrime e dico dandole un bacio in fronte "Allora non piangere stellina" "Siamo pronti?" Chiede la Madre Superiore davanti a noi. "Pronta?" Chiedo ad Alice. Lei annuisce e dice "Sisi, facciamola finita che mi sento morire" Tutti scoppiano a ridere e anch'io, quanto la amo. " Carissimi Rakib e Alice, siete venuti insieme nella casa del Padre perché il vostro amore riceva il suo sigillo e la sua consacrazione davanti al ministro della Chiesa e davanti alla comunità. Voi siete già consacrati mediante il Battesimo: ora Cristo vi benedice e vi rafforza con il sacramento nuziale, perché vi amiate l'un l'altro con amore fedele e inesauribile e assumiate responsabilmente i doveri del matrimonio. Pertanto vi chiedo di esprimere davanti alla Chiesa le vostre intenzioni. Rakib e Alice, siete venuti a contrarre matrimonio in piena libertà, senza alcuna costrizione, pienamente consapevoli del significato della vostra decisione?" "Scappa Rakib!" Sentiamo gridare. Ci giriamo e Alice dice riprendendosi ancora dalle lacrime "Adil ti ucciderò prima o poi" Io ridacchio e dico "Si" "Si" risponde anche Alice. "Siete disposti, nella nuova via del matrimonio, ad amarvi e onorarvi l'un l'altro per tutta la vita?" "Si" diciamo all'unisono io e Alice. " Siete disposti ad accogliere responsabilmente con amore i figli che Dio vorrà donarvi e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa? " Alice mi sorride e io dico felicissimo solo all'idea di una famiglia con lei "Certo che sì" "Si" dice anche lei accarezzandomi una guancia. "Ti amo" le mimo. "Io di più " mima lei mentre le bacio il palmo della mano. "Se dunque è vostra intenzione di unirvi in matrimonio, datevi la mano destra ed esprimete davanti a Dio e alla sua Chiesa il vostro consenso" Ci prendiamo le mani e comincio io a dire leggendo il libro che mi posa sotto gli occhi la Madre Superiora " Io, Rakib, accolgo te, Alice, come mia sposa e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita." Alice continua a piangere e leggendo mormora tremante " Io, Alice, accolgo te, Rakib, come mio sposo e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita" Mi porto le nostre mani sulle labbra e suggello la promessa con un bacio. "O Signore, santifica l'amore di questi sposi: l'anello che porteranno come simbolo di fedeltà li richiami continuamente al vicendevole amore. Per Cristo nostro Signore" "Amen" esortiamo tutti. Jamal tira fuori gli anelli e posandoli su un cuscinetto mi fa un occhiolino. Prendo la fede di Alice e accarezzando la mano sinistra, dico inserendole l'anello "Alice, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo." Alice prende più decisa la mia fede e inserendola al mio dito dice "Rakib, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo." Poso un bacio sulla mia fede mentre la Madre Superiora dice "Vi dichiaro marito e moglie figlioli, lo sposo può baciare la sposa" Non aspetto altro e prendendole il viso, la bacio. Tutti applaudono felici e quando non ci stacchiamo più i maschietti fischiano facendo imbarazzare Alice che si stacca e mormora "Ti amo tantissimo" "Anch'io, ti amo ti amo ti amo" dico facendola volteggiare. "Forza! Le sorelle hanno organizzato un banchetto per il matrimonio, andiamo a festeggiare!" Esordisce la Madre Superiora. "Banchetto?" Chiedo io. "Ecco perché ci ha fatti venire il pomeriggio, avevano bisogno di tempo" riflette ad alta voce Alice. "Auguri!!" Esclama Samantha raggiungendomi con Ascanio. Dopo il macello con Ginevra, Samantha e Ascanio si sono avvicinati tanto e ora sono una vera e propria coppia. Sono molto felice che Samantha abbia trovato un ragazzo che l'ami. "Scusateci per il ritardo, qua fuori c'è il delirio. Auguroni sposini " si congratula con noi Ascanio. "Grazie...delirio?" Chiedo non capendo. "Giornalisti, fotografi...è un inferno" ci comunica Samantha. "Cazzo...come hanno fatto a scoprirlo in così poco tempo?" Impreco. "Si sarà sparsa la voce, abbiamo attraversato Palermo vestiti così...non importa, andiamo a festeggiare " mi tranquillizza Alice. "Ehi ehi! Dove scappi! Leonardo il fotografo, ci deve scattare delle foto con la sposa! Forza!" Esclama Viviana scacciando tutti, persino me. "Lello! Mi raccomando il naso!" Si raccomanda Vivi mettendosi in posa accanto ad Alice. Mi avvicino a Jamal che mi fulmina con lo sguardo e chiede "Dove hai trovato il fotografo?" "Contatto di Igor, a proposito...dov'è? Avevo detto del matrimonio anche a Bruno" "Fanculo" borbotta Jamal andando fuori dalla cappella. Sposto lo sguardo su Swarna che ride col fotografo e sorrido, karma caro Jamal, karma. "Rakib!" Grida una voce. "Bruno, Igor..." li raggiungo in fondo alla cappella. "Fuori c'è un.." "Lo so, lo so. Non importa, sono solo immensamente felice adesso" Bruno mi abbraccia e io lo stringo forte. Lui è stato un padre per me, non baba. "Fratello mio" mormoro abbracciando anche Igor. "Visto? Ti avevo detto che l'amore avrebbe vinto" Io annuisco mentre gli altri ragazzi mi raggiungono per congratularsi. "Forza! Spostiamoci nell'altra stanza" dice la Madre Superiora radunando tutti. Raggiungo Alice e rubandola alle sue amiche, la tiro da parte e le lascio un bacio sulle labbra...non riesco ancora a credere che possa farlo quando mi pare. "Salve signora Davier" "Suona bene, no?" chiede lei sulle mie labbra. "Suona alla perfezione, ti amo" mormoro posandole un altro bacio. ALICE'S POV: "Beni, ti presento Maria Cristina" presento le mie due migliori amiche ormai. Maria Cristina mi ha sostenuta dal primo giorno qui, le devo tutto. "Piacere! Quindi hai avuto a che fare con la sua stramberie" dice Beni ridendo. Anche se solo con due ore di preavviso, Beni sembra una dea con un vestito lungo beige e nero con le bretelline e un bellissimo scollo che fanno intravedere le sue grazie, coperte in cappella da uno scialle di seta. Ha partorito quando sono entrata in convento e ha dato alla luce Esmeralda, una bellissima bambolina che assomiglia tanto al nostro Bilel. "Un po', però sono contenta che abbia ritrovato la sua strada e il suo amore" dice Maria Cristina mentre sposto lo sguardo a Rakib che dall'altra parte finge di parlare con Efrem, ma non stacca gli occhi da me. Imbarazzata sposto lo sguardo e chiedo a Beni "Dov'è Esme? Volevo tenerla un po' in braccio" Beni si gira e dice "Ah eccola, è con Bilel. Non si stacca neanche un secondo da lei, tutti la vogliono tenere in braccio e lui finge di non sentire per cederla" "Ehi! Congratulazioni ancora!" Esclamano Melisa, Lena e Flora per poi presentarsi a Maria Cristina. Sia Lena che Flora sono in dolce attesa, a Melisa però il pancione è molto evidente...è all'ottavo mese ed è bellissima. Le abbraccio felicissima mentre Beni racconta anche a loro di Bilel ossessionato da Esme e Melisa dice "Non mi dire nulla...Kemal non mi voleva neanche far venire. Non posso neanche più andare in bagno sola, dice che fa male alla bambina se mi piego troppo. Delle volte glielo dico pure che mi soffoca, ma gli entra in un orecchio e gli passa dall'altro" Vedo Flora distogliere lo sguardo a disagio, è da poco che ha ricominciato a uscire con noi...ha lasciato Khalil, ma non sembra stare bene con questa scelta. "E tu Flora?" Chiedo concentrandomi su di lei. "Tutto bene, ho le prime nausee ma niente di grave" si limita a dire lei. "Avete già scelto un nome per la bambina?" Chiede Maria Cristina a Melisa. Lei annuisce e dice sorridente"Bianca, come le nuvole" Noi capiamo subito il collegamento con nuvola...è così che la chiama Kemal. "Bellissimo nome, complimenti" "Il buffet è servito, prego!" Esclama la Madre Superiora. Non c'è un tavolo per gli sposi, ma a me va benissimo così...e un giorno che voglio condividere con tutti e preferisco stare in mezzo alla persone che amo e mi amano. Mangio con le ragazze e mamma mentre prendiamo in giro Elsa, in videochiamata ancora in Inghilterra...purtroppo non ha potuto raggiungerci con così poco preavviso. I ragazzi schiamazzano tra loro e insieme a tutte le suore ci divertiamo da matti e beviamo tanto vino accompagnato da mille risate. Arriva il momento della torta, è a due piani con panna e fragoline e due pupini in cima che si baciano...siamo noi! Tagliamo la torta mentre Leonardo ci scatta le foto e quando Rakib vuole portarmi un attimo con sé, Beni trascina tutte le ragazze per una foto e Vivi insiste anche per farle singolarmente. Dopo mille foto ci scateniamo con la musica e facciamo le mezzanotte...mi propongo per aiutare a riordinare, ma tutti insistono per andarcene via per primi con una macchina di vecchia età, dei fili con delle lattine vuote e scritto sopra "Just married" Ringrazio tutti, bacio tutti, piango anche e raggiungendo la macchina, Rakib mi aiuta a salire col vestito. Salutiamo tutti dalla macchina mentre l'autista parte e io appoggiando la testa sulla spalla di Rakib mormoro "Oh che stanchezza" "Andiamo a casa adesso, tranquilla amore" Alzo di scatto gli occhi e dico "È bello quando mi chiami amore" Lui mi accarezza una guancia e io chiedo "Tutto bene? Vuoi andare in ospedale per tuo padre?" "Ho già incaricato Igor di tutto, dopodomani ci sarà la sepoltura, non neanche se presentarmi" "Ci andremo, è pur sempre tuo padre" "No, non lo è mai stato, non ha mai fatto nulla per il mio bene, solo per il suo" "Non dire così" "Ti ha costretto a lasciarmi" "Lui ha contribuito, ma la decisione è stata mia" "Non voglio pensarci, mi dà rabbia farlo. Voglio solo ricordarmi di questo momento, non lascerò a mio padre di rovinarmi oltre alla vita, questo giorno speciale" Gli lancio un bacio e mormoro "Va bene ma alla sepoltura ci andremo, ok?" "Come vuoi" Bacio le nostre mani e ci accoccoliamo insieme fino a quando dobbiamo scendere. Percorriamo il giardino mano nella mano e una volta entrati, saliamo in camera da letto. "Vieni, ormai siamo sposati. Dobbiamo condividere la stanza" dice lui portandomi nella sua stanza. Io lo guardo perplessa mentre apre la porta e spalancò gli occhi. Mille palloncini rossi a forma di cuore sono sul soffitto con delle nostre foto da piccoli scattate. "Come hai fatto a recuperarle?"chiedo prendendo una foto di lui e di me al Mcdonald's. "Avevo solo questo di te, tenevo le nostre foto come fosse un tesoro" "Oh mio dio, ma qua eravamo a quella gara per chi mangiava più brioscine in minor tempo possibile!" Dico ridendo prendendo un'altra foto di lui piccolissimo che s'ingozzava e io dietro a fare il tifo per lui. Sposto lo sguardo a un'altra foto sempre di quel giorno quando Rakib vinse la gara e mi regalò il suo premio, un set di pennelli per colorare. Io ho lo sguardo adorante sui colori mentre Rakib sorride alla camera, molte di queste foto le ha scattate mamma. "Guarda questa" mormora lui facendomi vedere la foto di me con una gonnellina dorata che facevo una funcia e lui dietro che mi faceva le corna. Eravamo alla festa di una nostra vicina, ricordo bene che quel giorno mi divertì un sacco con lo scivolo gonfiabile e mi feci male al ginocchio...inutile dire che ritornai a casa in lacrime e con me Rakib che cercava di consolarmi. Ci sono altre foto di noi dove ci facciamo una maschera, ci prendiamo in giro coi cappucci delle felpe, al supermercato, sotto la pioggia...siamo ovunque insieme "Questa è la mia preferita" dico prendendo tra le mani la foto di noi addormentati, mi sentivo così protetta tra le sue braccia. "La mia è questa" dice lui mostrandomi la foto di noi mascherati per Halloween. Gli do una gomitata e alzando lo sguardo a lui commossa, osservo delle candeline sparse per la camera, dei petali rossi attorno al letto e una scatola sul letto. Porto le braccia attorno al suo collo e lo bacio, è tutto romantico. "È tutto bellissimo, però vorrei dirti una cosa" "Dimmi tutto stellina" mormora lui rubandomi un altro bacio. "Non sono vergine" "Lo so, lo immaginavo...comunque non ho fatto tutto questo per portarti a letto. Volevo solo fare qualcosa di carino per la nostra prima notte di nozze, non pretendo nulla...desidero solo averti tra le mie braccia" Mi mordo il labbro e lasciandogli un altro bacio chiedo "Cosa c'è nella scatola?" "Aprila" dice lui mentre gattono sul letto e prendo la scatola tra le mani. Lui mi viene dietro circondandomi la vita e io aprendo la scatola trovo le mie bambole. Mi giro verso di lui e scoppiò a piangere...gli avevo ordinato di buttarle perché a scuola mi prendevano in giro sul fatto che girassi ancora con le bambole, Rakib mi disse più volte che non c'era niente di male e che dovessi essere me stessa ma non gli diedi ascolto. Soffrì per tanto tempo della perdita delle bambole, ma non lo ammisi mai...rivederle di nuovo mi riempie il cuore, sono state le mie compagne di vite, le uniche amiche su cui contare o strapazzare quando ero furiosa con Rakib. "Le hai tenute "singhiozzo prendendole tra le mani. "Ho pensato che un giorno avesse potuto farti piacere rivederle" Le porto al mio petto e le stringo forte "Mi sono mancate così tanto..." "A me è mancato tutto questo..." mormora lui dandomi un bacio sulla spalla. "Sai, ho chiesto alle bambole se potessi sposarti, erano tutte d'accordo" dice lui facendomi ridere. Mi è mancato tanto ridere con lui. "Come siamo arrivati a tutto questo? A odiarci in questa maniera?" chiedo mentre lui mi trascina a sè e mormora "Si dice cosa ne sappia dell'amore chi non ha dovuto odiare proprio ciò che amava" Annuisco con la testa mentre lui mi riavvicina la scatola e chiede "Ti sei mai chiesta il perchè di 'Namur' ? Perchè avessi scelto proprio questo nome per identificarmi nel mondo del calcio?" Scuoto la testa e lui mormora "Guarda dentro la scatola" Prendo la scatola perplessa e una volta che realizzo, mi giro e lo abbraccio forte iniziando a piangere istericamente. Non ricordavo per niente questa cosa. "Ehi...va tutto bene" "Ti amo così tanto" mormoro tra le lacrime mentre lui prende il viso tra le mani e dice "Anch'io, da impazzire" "Promettimi che non permetterai a nessuno di separarci" Lui mi mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sussurra "Devi promettermelo tu questo, io senza di te non vado da nessuna parte" Annuisco e appoggiando la mia fronte contro la sua mormoro "Lo giuro, saremo solo noi due" "Per sempre" completa lui la mia frase suggellandola con un dolcissimo bacio. PASSATO. ETA' 5 ANNI. "Alice perchè sei triste?" chiede mamma mentre io sono per terra con le mie bambole a ripensare al litigio con Rakib. "Bambino cattivo! Cattivo!" grido furiosa lanciando la mia borsetta con i pigiamini delle ragazze dentro. Mamma si siede accanto a me e chiede accarezzandomi la schiena "Cos'è successo?" "Rakib è una tigre!" sbotto riferendomi a un animale aggressivo e spietato. "Che vuol dire che è una tigre?" ridacchia mamma. "Non mi parla più! E' monellissimo! Ha detto che sono cattiva, chiedilo a lei!" esclamo indicando la mia bambola rossa. "E perchè non ti parla più?" "Non lo so!" "Ali...avrai combinato qualcosa per forza" "Ho dato un bacino a Jamal, ecco tutto!" confesso. "Cosa? Un bacino?"chiede mamma ridendo ma sconvolta. "Aveva vinto la partita di calcio! E' stato bravo!" "Per caso questo Jamal era della squadra avversaria a Rakib?" "Avversaria?"chiedo inclinando il viso non capendo. "Giocava contro Rakib?" Annuisco con la testa "Che problema c'è?" "E' come quando Samantha si avvicina a Rakib e tu urli e scalci" Solo a sentirla nominare mi arrabbio e incrocio le braccia, scommetto che starà giocando con lei adesso. "Avresti dovuto stare dalla parte di Rakib e consolarlo per la perdita" aggiunge mamma. "Ma Jamal è anche mio amico" "E tu a chi vuoi bene di più?" "Alle ragazze" dico indicandole sul mio grembo. "Tra Rakib e Jamal, a chi vuoi più bene?" mi riformula la domanda mamma. "Rakib è monello" borbotto facendo una smorfia. "Non hai risposto alla mia domanda piccolina" Sbuffo e dico "Rakib..." "Ti farebbe piacere se Rakib andasse da Samantha a giocare ignorando te?" "No!" esclamo già furiosa all'idea. "Capisci che devi farti perdonare adesso?" "Ma come?"chiedo mordendomi il labbro. "Fai qualcosa per lui" "Gli compro Ronaldo! A lui piace tanto" propongo. Mamma scoppia a ridere e dice "Amore...Ronaldo costa parecchio, potresti fargli un disegnino...qualcosa che lo rappresenti" "Lui parla in una lingua strana" penso a voce alta. "L'arabo, vuoi scrivergli qualcosa in arabo?" Annuisco e dico "Puoi scrivergli che mi perdoni e che non deve più giocare con Samantha?" "Amore...non so scrivere in arabo, magari posso cercare su internet una parola e gliela scrivi" Ci penso e le chiedo di tradurre una parola. Con l'aiuto di mamma faccio il disegno, lo coloro coi pastelli e scriviamo la scritta. "Posso scendere a darglielo?"chiedo a mamma finendo di colorare. "Certo, risali subito dopo però perchè dobbiamo andare dal dottore, ricordi?" "Si si! Vado e torno" dico alzandomi e zampettando fuori. Ritorno in camera e chiedo "Sono bella?" "Sei bellissima, Rakib impazzirà per te" dice mamma facendomi l'occhiolino. Corro fuori felicissima e scendendo le scale con attenzione, raggiungo il cortile. Rakib sta giocando a una partita, ma io non posso aspettare e voglio chiedergli scusa subito. Mi metto in mezzo ai ragazzi e prendendo la mano di Rakib, gli allungo il disegno Rakib si ferma di scatto e spalancando gli occhi chiede "Che hai? Non puoi metterti in mezzo così" "E poi sono arrabbiato con te, vattene da Jamal" borbotta allontanandosi. Lo inseguo e mostrandogli il disegno mormoro "Per favore non andartene, ci ho messo anni a colorarlo" Lui sbircia verso il disegno con la coda dell'occhio e io approfittandone gli spiego "E' una tigre...è monello come te ma anche potentissimo!" Gli sorrido e aggiungo mettendo il disegno fra le sue mani "Sei il campione numero uno per me, non lo dimenticare mai!" Rakib abbassa lo sguardo al disegno di una tigre con una bambina di fianco, bella come me, che si tengono per mano e la scritta sopra "Namur" con un cuoricino verde, è il suo colore preferito...una volta mi ha spiegato che gli piace questo colore perchè gli ricorda il colore dei miei occhi "Ho chiesto a mamma di scriverlo nella tua lingua, è giusto? Mi perdoni?" Rakib alza gli occhi a me commosso e annuisce con la testa, gli prendo il braccio e facendolo abbassare al mio livello, gli lascio un bacio sulla guancia per poi correre via. "Ali!" sento gridare dietro di me. Faccio per girarmi, ma Rakib è veloce e prendendomi in braccio mi stringe forte...anche troppo. "Ti amo tanto stellina" mi sussurra sulla spalla. "Anch'io! Ma adesso devo andare dal dottore, lasciami andare!" dico scalciando. Lui mi rimette per terra e inginocchiandosi di fronte a me, mi posa delle ciocche di capelli dietro l'orecchio e mormora "Io ti sposerò un giorno, hai capito?" Annuisco con la testa e dico "Però devi chiederlo anche alle ragazze, potrebbero ingelosirsi" Rakib ride e asciugandosi una lacrima mi bacia sulla fronte e mormora "Lo farò, staremo tutti insieme" Lo abbraccio forte felice e dico sulla sua spalla "Per sempre" Sento lui annuire e staccandomi poco dopo dall'abbraccio corro al palazzo...mi giro per lanciargli un bacio che prontamente viene preso da Rakib e incustodito nel suo cuore. FINE SPAZIO AUTRICE: Mi sono fatta ispirare da dei bambini che conosco per questa storia, lui è dolcissimo con lei e lei è una peste, gliene combina di tutti i colori ma lui è sempre pronto a perdonarla e stringerla fra le sue braccia. Non credo che lui sia malizioso nei confronti della bambina, ma la ama moltissimo e appena la vede gli si luccicano gli occhi. Non credo che abbiano futuro, ma è stato bello sognare che ne avessero uno. Magari lo avranno veramente, tra una quindicina di anni,quando leggeranno questo libro e si rispecchieranno inconsapevolmente coi protagonisti. E' tutto da Rakib e Alice, hanno fatto sognare me e spero anche voi, penso che gli amori che nascono dagli albori siano i più dolci e con un legame affettivo più stretto. Avevo altri programmi per loro, avevo un altro finale per loro ma è giusto che vada così, forse non c'è un destino meglio di così...♥️

Ritorna all'indice


Capitolo 61
*** Capitolo 61 ***


Ciò che desideriamo non deve farci dimenticare ciò che abbiamo. -Shuttle_river. JAMAL'S POV: Mi stiracchio di poco e cerco di alzarmi, ma un peso sul petto me lo impedisce...abbasso lo sguardo e vedo sopra di una chioma mora, un nasino piccolo all'insù, delle labbra carnose e le mani sotto la guancia arrossata....Swarna. Sono un po' restìo a riabbassare le mani su di lei, ma non resisto e con i polpastrelli le tolgo delicatamente una ciocca di capelli dalla fronte e accarezzo il contorno delicato del suo viso. Sorrido quando arriccia il naso e sfrega la guancia contro la mia camicia, sta ancora dormendo? Rimetto la mano sulle sue braccia e sfregandole piano mormoro "Piccola..." Swarna mugola contrariata per poi borbottare "Ancora cinque minuti Leonardo..." M'irrigidisco di scatto...sta sognando di stare con lui. "Swarna" la chiamo svegliandola...non voglio che sogni lui mentre è con me. Lei mugola ancora e sbattendo piano gli occhi, si porta una mano sulla fronte guardandomi. "Jamal?"chiede sorpresa. "Buongiorno" dico mentre lei si mette subito a sedere e chiede "Che ore sono? Dove siamo?" Spalanca gli occhi e chiede allarmata "Bella! Dov'è Bella? Oh cielo l'abbiamo..." "Ehi ehi... sta calma. Ora chiamiamo Dolores" Lei annuisce mentre io prendo il cellulare dalla tasca e chiamo Dolores. "Pronto?"risponde lei. Swarna si affaccia al mio cellulare e chiede preoccupata "Come sta Bella? Ha dormito? Ha preso il latte?" "Si si! Tutto bene, che succede?" Swarna si rilassa visibilmente e io dico "Dolores scusaci...siamo stati fuori tutta la notte" Swarna mi guarda male intervenendo e dice "Niente di allarmante, ci siamo addormentati in macchina aspettando che il diluvio passasse. Ci dispiace tanto non averti avvertita" "Ma tranquilli! Bella sta bene, fate con comodo voi" Sospiro sollevato e dico "Va bene Dolores, grazie. Arriviamo subito" "Va bene, a presto!"riattacca Dolores. Swarna si passa le mani sul volto e mormora "Non dobbiamo più lasciarla sola la notte..." "Stai tranquilla....Dolores ha detto che sta bene" "Leonardo...oh cielo, che ho combinato?"chiede portandosi le mani sulla fronte. Io le prendo le mani e cercando di tranquillizzarla dico "Stai calma, quello che è successo ieri sera non l'avevamo previsto e il bacio è stato..." "Un errore" completa la frase Swarna. Stavo per dire bellissimo... Scuoto la testa lasciandole la mano e dico "Sì certo...stavo per dirlo anch'io" "Io non so cosa mi sia preso, scusami tanto. E' che ieri sono successe tante cose e...non avremmo dovuto appartarci" "Sì, sono d'accordo" dico grattandomi la testa. "Siamo due genitori, abbiamo le nostre responsabilità e non dovremmo farci coinvolgere da insomma...sentimenti. Non voglio rovinare tutto..." Lo hai appena fatto. "Certo, hai totalmente ragione...poi ieri sera abbiamo bevuto un po' e...magari è stato il vino" "Esatto!" "Sicuro" mormoro deglutendo. "Non dovrà ricapitare...anche perchè io mi sto frequentando con una persona..." Serro la mascella e annuisco con la testa. "Poi tu hai il tuo lavoro e...le tue donne. E' meglio non coinvolgere le due cose, sei d'accordo? Abbiamo un buon equilibrio, manteniamolo tale per il bene di Bella" "Sì, va bene" "In fondo è stato solo un bacio, no?"cerca di minimizzare lei. Annuisco con la testa. "Andiamo?"propongo non volendo più sentire le sue cazzate. "Sì, certo. Non vedo l'ora di vedere Bella, mi è mancata tanto" Faccio un sorriso tirato e mettendomi alla guida, accendo il motore. Alzo lo sguardo allo specchietto e becco Swarna leccarsi le labbra e alzare lo sguardo a me. "Posso?"chiede indicando la mia giacca. "Sicuro" mormoro svoltando a destra. SWARNA'S POV: "Pronto?" sento Lena. "Lena...è successo un macello. Efrem è lì con te?" "Ehm...no, credo sia appena sceso. Lo vado a fermare?" "No no, tanto meglio. Doveva vedersi con Jamal?" "Sì, avevano un progetto di cui discutere, che succede?" Mi appoggio alla culla di Bella e osservando la bimba sonnecchiare mormoro "Ieri sera sono uscita con Leonardo" "Sì, mi ricordo che l'hai detto. Com'è andata?" Mi levo la giacca di Jamal e dico "Bene, molto bene. All'inizio un po' strano perchè Jamal e una sua collega ci hanno beccati nello stesso ristorante e abbiamo cenato tutti insieme, ma poi siamo andati a mare e lui è stato dolcissimo" "Che carini! Vi siete baciati?" "No...ho baciato un'altra persona" "Cosa? Non capisco" "Leonardo mi ha gettata in mare e io sono svenuta" "Ma che dici? E come stai ora? "Bene bene, ma non è questo il punto. Jamal si è presentato furioso in ospedale e mi ha trascinata via da lì" "Jamal? Come l'ha saputo?" "Non lo so...comunque sembrava disperato, ha detto che ci tiene a me...che non vuole perdermi, insomma...non so cosa mi sia preso" "L'hai baciato?" "Sì! Cioè...il mio intento era quello di consolarlo, ma lui era così triste e così bello, mi guardava con due occhioni...oh dannazione Lena, gli sono saltata addosso" Lena scoppia a ridere e io mi porto una mano sulla fronte, stupida! Stupida! "Ho sempre visto una chimica pazzesca tra voi due, quindi lui ci è stato al bacio?" "Eccome se ci è stato! Abbiamo passato la notte a pomiciare...mi vergogno così tanto! Io non sono così!" "Ehi...calma. Non è colpa tua...hai fatto quello che ti sentivi di fare" "No! Io non voglio questo...a me piace Leonardo e poi noi due siamo così diversi...lui è sempre concentrato sul lavoro, frequenta donne più audaci...io non sono la persona fatta per lui e lui non lo è per me...è meglio che la finiamo qui per il bene di Bella" "Il bene di Bella? Cosa c'entra?" "Io mi conosco...sarei paranoica con Jamal e litigheremmo in continuazione, magari arriveremo anche ad odiarci. Non voglio questo, noi abbiamo una grande stima e fiducia reciproca...così dovrà rimanere" "Ma non ci avete provato..." "Quelli come Jamal vogliono le donne che sappiano soddisfarlo bene, una femme fatale e io non lo sono per niente" "Una femme fatale? Ma che stai dicendo" "L'ho visto! Solo due giorni fa si era scordato della cena con me per andare a scoparsi una ragazza bellissima...manco lo rimprovero per l'attrazione nei suoi confronti, era veramente splendida quella ragazza" "Anche tu sei una bellissima ragazza" "No, non come quella ragazza...lei sembrava così esperta, Oh Lena...io avrò scambiato qualche bacetto al massimo" "Anche io pensavo questo di Efrem, alla fine era solo una persona fragile che aveva bisogno di una persona che lo amasse per quello che era veramente. Non credi che sia anche il caso di Jamal?" "Assolutamente no...io sono una persona estremamente semplice, come Leonardo. Lui sì che mi comprende" "E stamattina cosa vi siete detti?" "Con Leonardo?" "Anche" "Leonardo non l'ho ancora sentito, ma con Jamal abbiamo chiarito e anche lui pensava che fosse stato un errore il bacio" "Te l'ha detto?" "Sì...ha detto che voleva dire la mia stessa cosa" "Hai intenzione di dirlo a Leonardo?" "No...non voglio perderlo...e poi è stata una sciocchezza quella con Jamal. E' meglio che andiamo avanti entrambi per le nostre strade" borbotto frugando nella borsetta alla ricerca delle salviettine, ma prendo in mano un bigliettino. E' il nome della ragazza che mi voleva far fare il casting da ballerina nel locale dove Jamal è cliente abituale. "Lena?" "Dimmi" "Posso chiamarti tra poco? Ho una faccenda da risolvere" "Certo, stai tranquilla tu...vedrai che le cose si risolveranno" "Lo spero, ci sentiamo tesoro" mormoro riattaccando per poi chiamare Leonardo. Faccio per chiamarlo, ma sento suonare alla porta. Corrugo la fronte e gridando "Vado io", apro la porta. "Ehi...stavo giusto per chiamarti" dico indicando il cellulare. "Che coincidenza" mormora lui sorridendomi. Spalanco la porta per farlo entrare e chiedo "Come stai?" "La domanda dovrei farla a te" "Oh ehm...tutto bene. Ieri non so cosa mi sia successo" mormoro chiudendo la porta. "Ti ho aspettato tutta la notte giù..." dice lui alzando piano gli occhi su di me. Deglutisco e mordendomi il labbro mormoro "Io e Jamal...ci siamo addormentati in macchina. Abbiamo beccato il diluvio" "Capisco...ho anche cercato di chiamarti, ma eri irraggiungibile. Sono stato tutta la notte in pensiero, mi dispiace tanto" "Avevo il cellulare scarico...scusami" "Non importa, mi basta sapere che stai bene. Solo questo" Faccio una smorfia e confesso "Ho baciato Jamal" Lui rimane colpito dalla mia confessione, ma fa un bel sospiro e chiede "Ti piace?" "Io...no. Non doveva succedere, è che...la situazione era strana e...io non lo so. Stamattina abbiamo chiarito che è stato solo un errore e gli ho detto che ci sei tu adesso nella mia vita" Leonardo mi sorride e dice "Non devi fare nulla che non ti senti veramente di fare...io ho le idee chiare, ma aspetterò finchè le abbia anche tu. Non ho l'arroganza di dirti che è tutto finito, ci tengo troppo a te per dirlo. Ti lascerò i tuoi spazi, se ci sarà bisogno...sei una donna libera, arriverai tu a una conclusione piano piano" Gli butto le braccia sulle spalle e lo stringo forte...ecco perchè ho subito pensato che Jamal fosse la persona sbagliata per me, Leonardo è l'unico che mi comprende e mi fa stare serena...con Jamal sono sempre in agitazione e vorrei sempre scappare da lui. "Grazie, grazie mille per la tua comprensione. Pensavo che mi avresti insultata dopo quello che ti avessi detto" "Non sono il genere di persona...ho troppo rispetto e stima nei tuoi confronti" Mi stacco dall'abbraccio e chiedo "Andiamo a fare colazione insieme? Dolores ha fatto una torta alle carote spaziale" "Sarei un pazzo a rifiutare" dice lui seguendomi. Io ridacchio ed entrando in cucina, poso il bigliettino che avevo fra le mani e corro a prendere la torta. "Caffè?"chiedo mentre la tiro fuori dal frigo. "Sì, ti prego" dice lui facendomi ridere. "Bella dorme?" aggiunge Leonardo. Io annuisco e azionando la macchinetta del caffè, inizio a tagliare due fette di torta. "AMANDA 327 6874828, chi è?" chiede Leonardo con in mano il bigliettino. Mi lecco le dita sporche di panna e riposando la torta in frigo dico "Ah...Amanda. Una ragazza che ho incontrato al Babilonia, al terzo piano c'è un night club e assumono ballerine. Oggi dovrebbero esserci i casting" "E tu ci volevi andare?" "Ci avevo un pensierino, sì...ma poi ho pensato che non sarebbe il caso, in un night club insomma..." "E' pur sempre un inizio e poi le ballerine sarebbero tutelate...non penso che gli uomini arrapati vi rapiscano a fine esibizione" Io ridacchio e sedendomi al suo fianco con i piattini e il caffè dico non tanto convinta "Non ballo da un po'...sono fuori forma" "Facciamo una cosa...oggi andremo ai casting e se ti prendono, ci provi. Se non ti prendono, lascerai stare per sempre" "Non mi prenderanno sicuro..." "Vedremo...ci stai?" chiede lui allungandomi la mano. La allungo anch'io e dico "Ci sto..." "A che ora sono i casting?" "All'una" "Che ore sono?" "12:45" "Prendi in caffè e corriamo!" dice lui mandando giù in un sorso il caffè. "Aspetta, aspetta! Devo avvisare Dolores e..." "Avvisa Dolores, io vado a prendere lo scooter. Ci vediamo giù" "Va bene!" dico prendendo il caffè e correndo fuori. Prima di separarci ci giriamo per guardarci e scoppiamo a ridere...siamo fatti l'uno per l'altra. JAMAL'S POV: "Ehi boss" dice Amanda sedendosi al mio fianco. "Non oggi Amanda, non è giornata" borbotto sorseggiando il mio gin tonic. "Che ha?"chiede sottovoce a Efrem. "Non ne ho idea, è burbero da stamattina..." dice Efrem bevendo il suo analcolico. "Ad ogni modo...sono venuta per aggiornarti sulle nuove ragazze" "Quante ne hai prese?" "4, per la quarta ero indecisa...non ballava da anni, ma è una bellissima ragazza e si muove bene...poi è venuta accompagnata da uno strafigo" "L'hai presa per lui?" "Può darsi" Io la fulmino con lo sguardo e lei dice subito "Scherzo, ti pare! E' una ragazza di una bellezza particolare...appena la vedrai, ne sarai incantato" Ne dubito...ho altro in testa che m'incanta. "Domani terremo le lezioni di danza del ventre, potrai vederla per il fine settimana...spero possa imparare in fretta i passi, non vedo l'ora di fartela vedere" "Non m'importa...basta che sia capace di fare il suo lavoro, la pagherò per una ragione..." "Fidati, è un buon acquisto. Raggiungo le altre dietro le quinte allora. Quando ti sarai tolto il bastone dal culo, fammi uno squillo" dice Amanda andando via. Scuoto la testa e finendo il mio gin tonic, ne verso ancora. "Ehi amico...non credi di star esagerando?" chiede Efrem rompendomi il cazzo. "Non è giornata Efrem" sbotto svincolandomi da lui. "E' da tutto il giorno che lo ripeti, ti decidi a dirmi che cazzo hai?" "Niente, lasciami stare" borbotto alzando lo sguardo a Priscilla sul palo che sta facendo una delle sue permorfance sensuali...inutile dire che gli uomini sono tutti impazziti. Efrem sospira e dice "E' difficile capirti Jamal se fai così" "Non ho bisogno che qualcuno mi capisca" "Eh va bene, ha a che fare con Swarna?" Mi va di traversa il gin tonic e tossisco piegandomi in due...Efrem è subito su di me che colpisce la schiena per darmi sollievo. Mi calmo un attimo prendendo dell'acqua che mi offre Efrem e sento mormorare "Ha a che fare con Swarna quindi..." "Lasciami stare, ho detto" borbotto alzandomi e andandomene via. Un tizio mi viene contro accidentalmente e io incazzandomi ringhio "Dove cazzo guardi coglione?" "Sei pazzo, mi sei venuto tu contro" replica lo stronzo. "E' colpa mia allora?" ringhio alzando un pugno e colpendolo alla mascella. Lo vedo sputare sangue per poi accasciarsi per terra, mi chino per finirlo, ma Efrem mi blocca immediatamente e portandomi fuori a peso mi minaccia "Noi ora due parliamo o giuro che chiamo Swarna" Lo guardo in cagnesco mentre mi spinge al parcheggio fuori e mi fa entrare nella sua porsche. "Parla." abbaia Efrem entrando anche lui in macchina. "Fanculo Efrem" Efrem prende il cellulare e scorre la rubrica per poi cliccare il contatto di Swarna e...gli tiro il cellulare sui sedili posteriori. Respiro affannosamente mentre stringo i pugni e sbotto "Non sono affari tuoi" "Sono affari miei se inizi a bere e fare a pugni con i clienti" "Quello mi è venuto contro" mi difendo. "E c'era bisogno di prenderlo a pugni?" "Be', si è trovato al posto sbagliato al momento sbagliato" "Jamal...giuro che ora la chiamo e le dico che..." "Mi ha baciato" sbotto tenendo lo sguardo basso. "Chi? Priscilla?" "No, Swarna" dico fulminandolo con lo sguardo...è così difficile da pensare che ci possa essere qualcosa fra noi? "Swarna? Ma sei sicuro? "No, me lo sono sognato Efrem. Fanculo." "Ok ok, ti credo...solo che...caspita, non me l'aspettavo" "Neanch'io" "E..siete andati a letto insieme?" "Macchè...lei era eccitatissima, sono stato io a fare un passo indietro...non sarebbe stata lì la sua prima volta" "Non capisco, non dovresti essere al settimo cielo?" "L'indomani ha detto che è stato un errore e che pensa a quel coglione di Leonardo" "Il meccanico?" Annuisco con la testa. "Non è che le hai detto qualcosa di male?" "Che cazzo avrei dovuto dirle se stavamo limonando"? "Dico stamattina..." "Ho concordato con lei sull'errore del bacio, che avrei dovuto dire" "A te però è piaciuto" "Non importa questo...." "Non le hai detto la verità" "Efrem...ho un orgoglio anch'io" "Avresti dovuto dirle che ti era piaciuta, farla sentire importante" "Cosa non hai capito della frase "Si frequenta col meccanico" ?" "Ma ha baciato te" "Era ubriaca...avevo un retrogusto di vino infatti" "Buono" dice Efrem facendomi infuriare. Lui se la ride e mormora "Dalle tempo, capirà che prova qualcosa per te...non ti avrebbe baciato sennò, che fosse stata sobria o meno" "Ci devo levare mano prima che possa essere qualcosa più grande di me" "E' già qualcosa più grande di me, si chiama amore" Lo fulmino con lo sguardo e scendendo dalla macchina borbotto "Non mi affezionerò più a nessun altro. Scordatelo" per poi sbattere la porta e andare alla mia macchina. Quando rientro in casa sono già le mezzanotte e trovo Bella nella sua culla che sonnecchia...le do un bacio sulla fronte e vado in camera mia per cambiarmi, nel farlo passo dalla camera di Swarna e apro pianissimo la porta. Non mi accontento di guardarla solo da lontano, entro nella stanza e avvicinandomi al letto, la osservo con una canottiera che è scesa che dorme con le labbra socchiuse. Sorrido a ripensarla tra le mie braccia stamattina. Resto un altro po' a contemplarla e sospirando mi giro per uscire...nel farlo sento una mano sul mio polso. Mi rigiro di scatto e vedo lei che socchiude gli occhi e mugola "Tutto bene?" "Sì...sì. Scusami se ti ho svegliata" dico deglutendo...che bella con i capelli che le ricadono da un lato. Lei si mette su un gomito mentre la bretella della canottiera cade svelando tutta la pelle nuda e chiede "Sei tornato ora?" "Sì, Bella dorme. Stai tranquilla" Lei annuisce ancora assonnata e io non resistendo, coi polpastrelli le accarezzo la guancia surriscaldata e mormoro "Dormi..." Swarna mi sorride e rimettendosi a dormire dice "C'è la torta di carote di Dolores in frigo, se vuoi" Sorrido anch'io e dico "Andrò allora a prenderne una fetta, grazie" "La porti anche a me? Ho un certo languorino" mormora mordendosi il labbro. Che sexy...non si rende conto di quanto mi ecciti. "Sicuro, mi cambio velocemente e ti porto la torta" "Grazie, sei il migliore" dice lei richiudendo gli occhi. "Jamal?"chiede mentre io sto per uscire dalla sua stanza. "Mi porti anche un bicchiere di latte?" "Va bene" dico richiudendo la porta. Sorrido mentre corro in camera per mettermi i pantaloni del pigiama e una canottiera, per poi andare in cucina e tagliare due fette di torta e versare del latte per la bimba. Metto il tutto in un vassoio e andando da Swarna, poso il vassoio sul lettone. Lei si mette seduta scostando i capelli sul viso e bevendo un po' di latte, si lecca le labbra per poi mangiare la fetta di torta...io sono ipnotizzato da ogni suo movimento. "Com'è andata oggi a lavoro?"chiede lei leccando dalla forchettina della panna. Abbasso lo sguardo al mio pacco, sto morendo. "Bene, a te com'è andata la giornata?" "Benissimo, ho iniziato con un nuovo progetto...se tutto andrà bene, ti dirò" "Ah sì? E di cosa si tratta?" "Ballo" "Ti piace ballare?" chiedo mangiando un po' di torta, Dolores ha le mani magiche. Lei annuisce e incrociando le gambe dice "Ballavo prima che la mia vita cambiasse...ho sempre voluto fare la ballerina" "Bella cantante e la mamma ballerina...me le sono scelto artiste" dico io facendola ridere. "In realtà è stato Leonardo a convincermi...non avrei mai avuto il coraggio sennò" "Ah...per fortuna che c'era Leonardo allora" mormoro mangiando u po' di panna. Lei annuisce e dice felice "Sì, è una persona fantastica. Mi appoggia e mi supporta in tutto, è davvero un tesoro" "Voi due siete..." "Amici, vogliamo andarci piano" dice lei prendendo un sorso di latte. "Capisco, fate bene" Lei si mordicchia il labbro e dice "Gli ho detto del bacio" Alzo di scatto lo sguardo a lei e chiedo" E come l'ha presa?" "Sportivamente...ha detto che mi avrebbe aspettato finchè avessi avuto le idee chiare" Cosa? Io sarei andato a ucciderlo al posto mio. "Non si è arrabbiato..." "No, affatto. Ha detto che continuerà a stare al mio fianco qualsiasi scelta prenderò. Non me l'aspettavo anch'io. Gli ho detto che anche tu...insomma, eri d'accordo sul fatto che fosse stato un errore quel bacio" dice lei guardandomi esitante. Deglutisco e annuendo con la testa dico "Hai fatto bene" Lei annuisce con la testa e prendendo il bicchiere di latte vuoto dice "Vado a prenderne ancora, vuoi anche tu?" "No, grazie" mormoro mentre lei scosta le coperte e scende dal letto rivelando i pantaloncini risaliti di molto...le riesco a vedere il culo alto e sodo, signore mio. Aspetto che se ne vada per buttare un sospiro e asciugarmi la fronte sudata...non penso di essere mai stato sul letto con una ragazza completamente vestiti e a mangiare torta. Stringo il pugno a ripensare alle sue parole su Leonardo e mi mordo l'interno guancia, finchè sento il cellulare vibrare sul comodino. "Leonardo" leggo il suo nome. Perchè chiamarla a quest'ora? Ci penso su, ma non resistendo mi allungo e prendo la chiamata. "Pronto?" "Ehm...pronto? Chi parla?" chiede lo stronzo. "Sono Jamal" "Ciao Jamal, tutto bene?" "Benone" Fanculo. "Bene bene, Swarna è impegnata al momento?" "Sì, penso sia sotto la doccia" "Ah...immagino che abbia lasciato il cellulare in giro" "No, sono io in camera sua...la sto aspettando" "Capisco...potresti dirle che l'ho cercata?" "Senz'altro." "Jamal?" "Sì?" stronzo avrei voluto aggiungere. "Vorrei poter scambiare due parole con te, hai cinque minuti liberi domani?" "Non saprei, lavoro" Che cazzo vuole dirmi. "Quando puoi, mi fai sapere. Tranquillo" Sospiro e borbotto "Domattina? Devo essere in ufficio per le 9" "Ci vediamo per le 8 al bar di sotto?" "Va bene" "Grande, a domani allora. Salutami Swarna" "Certo, a domani" borbotto riattaccando. Sbuffo, che gradasso. Cancello la sua chiamata dal registro delle chiamate e riposo il cellulare al suo posto. Riprendo a mangiare la torta mentre Swarna entra in stanza saltellando col bicchiere in mano e dice "Oggi sono proprio felice" "Per quel tuo progetto?" Si butta sul letto e dice "Sì, non vedo l'ora" "Non vuoi dirmi altro su questo progetto?" Lei scuote la testa e dice "Ancora non sono sicura di essere all'altezza del compito, spero di esserlo" Poso il piattino ormai vuoto e prendendole le mani dico "Sei all'altezza di qualsiasi cosa, non temere nulla" "Davvero lo pensi?" Annuisco con la testa e mettendole una ciocca di capelli dietro l'orecchio dico " Ne sono sicuro. Ti appoggerò per qualsiasi cosa, conta su di me" Swarna mi sorride e abbracciandomi forte mormora "Grazie papà...lo apprezzo tanto" "Non c'è di che mamma" dico accarezzandole la schiena. Non so perchè, ma stringerla così, mi fa stare bene, al sicuro...mi piace da matti. Lei si stacca dall'abbraccio troppo presto e dice "Meglio che torni a dormire, domattina dovrò svegliarmi presto" "Certo" mormoro raccogliendo i piattini e il suo bicchiere. "Aspetta, ti aiuto" dice lei prendendo il bicchiere e scendendo dal letto. La seguo fuori dalla stanza con gli occhi fissi sui pantaloncini risaliti al culo e arrivando in cucina, lavo velocemente i piattini. Usciamo dalla cucina e spegnendo la luce mormoro "Swarna?" "Sì?" chiede lei girandosi. La raggiungo e lasciandole un bacio sulla fronte dico "Grazie per tutto" "Per cosa?"chiede lei sorridendo. Per l'abbraccio, per la tua presenza, per quel bacio... Scuoto la testa e abbracciandola un'ultima volta, la lascio andare dice "Notte..." Lei si mette sulle punte per darmi un bacio sulla guancia e girandosi mormora "Notte papà", per poi entrare nella sua stanza. Sospiro mordendomi il labbro e portandomi le mani sul viso, che casino.

Ritorna all'indice


Capitolo 62
*** Capitolo 62 ***


Aveva una sensualità capace di strappare dolcemente, a una a una, le sottili membrane che avvolgono il cuore umano. -Haruki Murakami SWARNA'S POV: "Sei ansiosa?"chiede Leo mentre io mi mangiucchio le unghia. "Non lo so, forse sì" mormoro guardandomi attorno. "Perchè mai? Ti divertirai!" cerca di risollevarmi l'umore Leonardo. "Mi sembrano tutte così brave..." "Lo sei anche tu, ti ho vista una volta" "Ho fatto una stupida giravolta e tu sei di parte" dico mentre lui se la ride e la porta dell'aula da ballo si apre. "Ciao ragazze!" ci saluta subito Amanda seguita da un'altra ragazza dietro. "Ciao" diciamo in coro alzandoci. Amanda punta lo sguardo a me e chiede "Ti sei portata il ragazzo per la prima prova di ballo?" M'imbarazzo per la domanda, mentre Leonardo interviene e affiancandomi dice "Ho insistito io, se vuoi vado via" "No no, resta. Potresti esserci utile" dice Amanda facendogli un occhiolino. Ridacchio e mormoro "Hai fatto colpo" "Ora è il tuo turno" mormora lui dandomi un bacio sulla guancia. "Buongiorno ragazze, io sono Brenda Francavilla e sono la vostra insegnante di danza orientale. Vi prego di avvicinarvi" si presenta la donna mora alta e snella con una gonna strana arancione. Io e le tre nuove ragazze ci avviciniamo un po' esitanti mentre Brenda ci chiede di alzare la maglietta lasciando l'addome libero e metterci in fila. "Ottimo" mormora posizionandosi davanti a noi. "Iniziamo subito con la cosa più importante da fare, cioè sentire il nostro corpo, sentire i nostri fianchi per poterli poi muovere liberamente con la giusta postura e la tecnica giusta" Annuiamo tutte mentre ascoltiamo attentamente Brenda che dice "Iniziamo con la postura e partiamo con i piedi, l'apertura dei piedi deve essere quanto i vostri fianchi...nè di più nè di meno e da qui comincio a rilassare un po' le ginocchia in modo da rilassarmi e sbloccare i fianchi, perchè quasi tutti i momenti del bacino vengono dalle ginocchia, è chiaro fino ad ora?" "Sì!" esclamiamo mentre allargo di poco i piedi e rilasso le ginocchia. "Perfetto! Andiamo poi al bacino, mi giro di lato e cerco di fare una piccola retroversione col bacino, quindi il sedere va al basso. Ci siete?" "Come se avessi il sedere schiacciato al muro" dice una ragazza bionda con tantissime lentiggini in viso e gli occhi verdi, ancora non mi sono avvicinata a parlare con nessuna delle tre per la timidezza. "Esatto! Come ti chiami?" "Sonia" "Sonia, esatto. Hai capito bene" dice Brenda ripetendo il movimento. Mi giro verso Leonardo che mi alza il pollice e segue insieme a noi la lezione, che carino. "Passiamo sopra adesso, ruoto le spalle verso dietro e uniamo un po' le scapole dietro fra loro, ok? In modo da aprire il busto" ci mostra per poi girarsi e dire "Quindi rilassiamo le ginocchia, retroversione, ruoto le spalle, apro il busto, su col viso, un bel sorriso e partiamo" Dallo specchio davanti a noi mi confronto coi movimenti di Brenda mentre lei dice "Iniziamo quindi col sentire i fianchi...mettiamo le mani sui fianchi e proviamo a fare dei movimenti con le ginocchia...come vedete se le ginocchi sono molli i fianchi si muovono" Incredibile ma vero, i fianchi sembrano più elastici...riesco a muoverli con molta più facilità grazie a questa tecnica. "Ottimo! Ora mettetevi queste" dice Brenda porgendoci delle cinte con le medagliette, io la prendo di color lilla. L'allacciamo ai fianchi e iniziamo a muoverli come Brenda. "Ottimo color lilla, nome?" grida lei sorprendendomi, ero totalmente assorta sul movimento dei fianchi. "Swarna" "Swarna ottimo, continua così!" dice lei facendomi sorridere soddisfatta. "Ora proviamo un po' a camminare rilasciando i fianchi, immaginatevi di camminare sulla sabbia...andate verso il basso e il busto in fuori. Rilassatevi, rilassatevi, cominciate a prendere confidenza coi vostri fianchi" Camminiamo per tutta l'aula facendo questi movimenti e ritornando ai nostri posti Brenda dice "Ok, ora vediamo cosa fare tecnicamente. Nella tecnica sono importantissimi gli slittamenti, cioè lo spostamento di peso da una parte all'altra laterali del bacino e avanti e indietro. Immaginate una linea che vi tagli a metà , quindi il vostro asse e immaginate di mandare i fianchi fuori da questo asse, ok?" "Sì" diciamo in coro mentre lei ci osserva e dice "Cinta rossa, nome?" "Io? Mi chiamo Tecla" dice la mora con capelli ricci corti e gli occhi scuri, ha una pelle bianchissima quasi pallida. "Tecla...immaginati di strisciare lungo una parete, non devi spostare il busto. Riprova" Tecla ci riprova e andando meglio chiede "Così?" "Sì, perfetto. Molto meglio" "Ora avanti e dietro, mi metto laterale così vedete...vado a spingere davanti con i glutei il bacino senza staccare i talloni da terra e piegare le ginocchia. Ritorno nella posizione iniziale quindi dietro, tenendo però la schiena dritta. Dovete fare una piccola retroversione all'indietro, il giusto per tornare con la schiena dritta. Ci siete?" "Sì" Brenda ci osserva dallo specchio e annuisce con la testa..."Ottimo, ora lavoriamo sul ginocchio e il gluteo...senza alzare il tallone fate un piccolo scattino con il ginocchio verso dietro. Non stendete tutti il ginocchio o vi fate male. Col gluteo invece fate questa contrazione che accompagna lo scatto, vedete? Poggiamo il peso sulla gamba destra, slittamento, faccio un piccolo scattino e contraggo il gluteo...la stessa cosa la ripatiamo dall'altro lato. Fatemi vedere" "I piedi per terra Sonia, attenta" dice indicandole il tallone alzato. "Cinta gialla, nome?" "Loredana" "Loredana rilassa il corpo, sei troppo rigida...piano piano, contrai il gluteo e il ginocchio sempre nello stesso livello, non stenderlo troppo" Ci guardiamo tutti insieme e dice "Verso il basso, nello stesso livello ragazze! Uno e due, uno e due, uno e due! Ottimo, fatemi sentire queste medagliette!" "Metto la musica?" chiede Amanda che vedo vicino a Leonardo. "Sì, vai. Ragazze sentite il ritmo coi piedi, rilasciate i fianchi, scattino, contrazione e andate dove volete...sinistra, destra, avanti, dietro. Istintive ragazze!" Passiamo tutta l'ora a fare pratica e finendo con la leziono, raggiungo Leonardo che scherza con Amanda. "Ohi, come stai?" mi chiede appena mi siedo. "Eh...mi fanno male i fianchi" dico mentre lui ride e Amanda dice alzandosi "Allora ci vediamo domani per lo spettacolo" "Lo spettacolo?" "Brenda ha detto che sei pronta per domani sera, allenati a casa e domani ci vediamo" "Davvero?"chiedo felice. Amanda sorride annuendo e per poi raggiungere Brenda e uscire dalla sala. Leonardo mi abbraccia subito congratulandosi e dice "Andiamo a festeggiare con una bella torta?" "No! Devo correre a casa per allenarmi" mormoro agitandomi solo all'idea. "Va bene, ci sta. Allora andiamo?" "Sì!" esclamo prendendo il borsone e salutando con la mano le ragazze. "E' molto simpatica Amanda" mi confida Leonardo una volta fuori dal Babilonia. "Sì, è una ragazza in gamba. Mi piace" dice mentre raggiungiamo la sua moto. "Mi ha passato il suo numero" "Ah...è interessata" deduco mettendomi il casco. "Io non credo...in fondo lo aveva passato anche a te" "Ti vuole come ballerino?" "Chissà" dice lui mentre gli do una gomitata e salendo sulla moto, partiamo via. "Noi ci vediamo domani?" chiedo scendendo davanti al palazzo. "Certo, ti vengo a prendere prima dello spettacolo" "Grazie, sei il migliore" dico dandogli un bacio sulla guancia e consegnandogli il casco mentre lui riceve una chiamata. "Un attimo solo. Pronto?" chiede rispondendo. "Sì, sono io. Chi parla?" Mi guardo attorno mentre lui sorride e dice "Certo, sono disponibile. Dammi l'indirizzo e vi raggiungerò quanto più presto possibile" Tiro fuori un quadernetto e la penna per facilitarlo mentre lui trascrive l'indirizzo e dice che sarà lì tra pochi minuti. "Che succede?"chiedo quando lui riattacca. "Mi hanno ingaggiato come fotografo ad un matrimonio" "Davvero? Ma è grandioso!" "Eccome! Vado a recuperare la camera e vado all'indirizzo" dice lui ripiegando il fogliettino e prendendomi il casco. "Divertiti allora" "Ci vediamo domani piccola" dice lui facendomi l'occhiolino per poi partire spericolato. Scuoto la testa divertita ed entrando nel palazzo saluto il padre di Leonardo. "Tutto bene signorina?" "Tutto bene, lei come sta?" "Il sole splende" si limita a dire lui sorridendomi. Ricambio il sorriso e augurandogli una buona giornata prendo l'ascensore. Entro in casa e buttando il borsone sul divano, corro da Bella. La trovo in cucina con Dolores impegnata ai fornelli. "Ciao amore mio" mormoro prendendola subito in braccio. "Non ti ho sentito entrare" dice Dolores sorridendomi. "Tranquilla, che fai?" "Una torta di riso salata, vedrai che bontà!" Mi avvicino a lei che gira il ragù e inspirando il profumo gemo di piacere. "Poi mi passi la ricetta " dico dandole un bacio sulla guancia. Lei ride e io uscendo dalla cucina con Bella, raggiungo camera mia per poi posare Bella sul letto. Mi metto subito a lavoro e mettendo la musica, mi alleno coi fianchi e con le mosse che ho imparato...sono poche alla fine, il problema è ripeterle diverse volte. Mi alleno per un'oretta con Bella che mi osserva giocando coi suoi pupazzi, finchè sento la port aprirsi e Jamal affacciarsi. Sposto subito lo sguardo all'orologio....è impossibile trovare Jamal alle 14 a casa. "Ehi...che ci fai qui a quest'ora?"chiedo mentre spengo la musica e lui si siede sul mio lettone per prendere in braccio Bella. "Ciao vita mia" dice sbaciucchiandosela tutta. "Rakib e Alice si sposano" m'informa cullando tra le sue braccia Bella. "Cosa? Quando?" chiedo sconcertata prendendo di scatto il cellulare...solo ora noto i suoi messaggi. "Nel tardo pomeriggio. Mangiamo e andiamo?" "Sì, certo!" dico legandomi i capelli e prendendo Bella. "Lascia, faccio io" Annuisco con la testa e insieme andiamo in cucina...Dolores è andata via da qualche ora, mi aveva chiesto di mangiare ma avevo rifiutato dicendo che non avevo fame. "Dolores ha fatto una torta di riso salata" dico prendendola dal forno mentre Jamal posiziona Bella nel seggiolino e si leva la giacca da lavoro. Si leva anche la cravatta e sbottonandosi di poco la camicia, viene ad aiutarmi con i piatti. "Che profumino" dice chinandosi sulla torta. "Sarà squisita...le ho detto di portarsi qualche fetta per il marito e lei" "Hai fatto bene" concorda lui mentre taglio due fette e le poso sul piatto. Jamala posa i piatti sul bancone e io raggiungendolo mi siedo sullo sgabello davanti a lui. "Com'è andata oggi a lavoro?"chiedo prendendo una prima forchettata della torta. "Bene, ho finito con una riunione e sono corso a casa. Che buona questa torta" "Concordo, guarda come fila la mozzarella" dico alzando la mozzarella. Lui ride mentre io mastico e mormoro "Però sono felice per Rakib e Alice, l'amore trionfa sempre" "Non sempre" Alzo lo sguardo su Jamal che prende dell'acqua e aggiunge "Dovremmo uscire da casa tra due orette, ce la fai?" "Certo, finisco di mangiare e corro a prepararmi" "Ottimo, ne approfitto per farmi una doccia io allora" "Sai...è strano vederti a quest'ora, però è bello" confesso continuando a mangiare. "Purtroppo il lavoro non mi permette di mangiare a casa, ma piacerebbe anche a me fermarmi un attimo" "Dovresti regolare meglio i tuoi impegni, penso che faccia piacere anche a Bella. Non è vero signorina?"chiedo mentre lei agita le manine e sorride. Jamal le bacia la mano e mormora "Ci proverò...promesso" "Sei uscita stamattina? Ti ho vista con Leonardo in moto" "Ehm...sì,sai...per quel progetto che ti dicevo" "Quindi Leonardo sa e io no, non mi sembra tanto giusto" "Domani se andrà tutto bene, saprai...sono molto emozionata" "Va ben, aspetterò...lascia, lo lavo io" dice Jamal impedendomi di lavare il mio piatto. "Oh...ehm, grazie. Vado a docciarmi allora...puoi tenerti un attimo Bella?" "Certo, vai" dice lui mentre si alza a fare il bis. Io do un bacio a Bella e correndo in camera, entro in bagno per farmi una bella doccia calda. Dopo l'allenamento ci voleva. Esco dalla doccia poco dopo e indossando la vestaglia, tappo i vestiti bagnati con un asciugamano. Infilo le ciabattine e raggiungendo la cucina, vado a recuperare Bella... "Che strano..."mormoro non trovandoli in cucina. Li cerco nel salone ma ancora niente....provo in camera di Jamal e finalmente li becco. Jamal tiene per i piedi Bella che cerca di arrampicarsi sudi lui e se la ride...li osservo dallo stipite quando lui si accorge della mia presenza e dice "Guarda c'è mamma!" Bella no si gira troppo impegnata ad arrampicarsi e io raggiungendoli, mi stendo col gomito sul lettone. "Che fate?" "Ho scoperto che Bella ha abilità di una circense, guarda" dice Jamal sorreggendola dal pancino mentre lei ruota e ritorna sul petto di lui. Rido e allungando una mano per accarezzarle i capellini mormoro "Attenta che ti fai male piccoletta" "Io non temo nulla mamma!" fa la vocina Jamal agitando le mani di Bella. Io scoppio a ridere mentre stendo anche la testa sul lettone e lu fa lo stesso di fronte a me. "Tutto bene?"mi chiede guardandomi dritto negli occhi. Annuisco con la testa e abbassando lo sguardo a Bella tra le braccia di Jamal dico "Anche Bekka da piccola non stava mai un secondo ferma" "Tu eri una tipa più tranquilla immagino" "Io subìvo i suoi dispetti, sapevo di essere più grande e di avere più responsabilità nei suoi confronti" Mi avvicino a Bella, avvicinandomi anche al viso di Jamal e sussurro "Mi ricorda molto lei da piccola" Jamal mi scosta una ciocca di capelli umida dal viso e sorridendomi dice "E' una cosa bella questa" Annuisco con la testa "Bella...ma fa male" "Ti manca" mi comprende a pieno lui. "Tantissimo...sarebbe stata una madre fantastica, lei amava i bambini" dico con gli occhi lucidi. Jamal mi accarezza una guancia e alzandomi il mento dice "Tu sei una madre fantastica...Bekka sarebbe così fiera di te" "Lo pensi sul serio?" chiedo a un palmo dal suo viso sfiorando il suo naso. Lui annuisce e dandomi un bacio sulla fronte mormora "Ne sono convinto" Poso una mano sulla sua guancia e appoggiando la mia fronte contro la sua sussurro "Sei il miglior papà che io Bella potessimo desiderare" "Anche se sono un papà sempre impegnato?" "T'impegni tanto per noi, questo lo sappiamo bene" Lui annuisce con la testa e lasciandomi un bacio soffice sul nasino dice chiudendo gli occhi "Siete la mia vita" Sorrido mentre lui riapre gli occhi e io mormoro "Tu la nostra" Jamal mi divora con lo sguardo mentre sfiora le mie labbra e io resto immobile col cuore che ci batte all'impazzata...quando penso che siamo a un passo dal baciarci, Bella alza la mano e ci separa. Scoppiamo a ridere e dico "E' gelosa del suo papà" "Sono tutto tuo amore mio, solo tuo" mormora Jamal riempiendola di baci mentre io mi alzo dal suo letto e dico "Vado a vestirmi, vuoi darmi Bella?" "Sì, grazie" Mi prendo Bella mentre Jamal le dà un ultimo bacio e ne dà uno a anche a me sulla tempia. Che dolce. "Ciao papà, vado a farmi bella per te" dico agitando la manina di Bella. "Ciao vita mia, ti amo tanto" dice Jamal mentre usciamo da camera sua e io arrossisco pensando a pochi minuti fa quando eravamo a un soffio dalle nostre labbra. "Peste" dico a Bella dandole un bacio ed entrando in camera mia. Opto per un vestito verde di seta lungo con uno spacco laterale e mi faccio i boccoli liberando i ricci. Mi faccio un trucco semplice mettendo sulle labbra un rossetto bordeaux matte e indosso i tacchi neri. Recupero Bella che si è addormentata nel mentre sul mio letto e cambiandole il pannolino, le indosso un vestitino rosa con un fiocco sulla schiena. Le metto anche una fascetta e delle scarpette carinissime. "Che splendori" dice Jamal affacciandosi nella cameretta di Bella. Gli sorridiamo e recuperando la borsetta dico "Anche tu sei molto carino" "Non sono solito mettermi i papillon" si lamenta lui prendendo Bella in braccio. "Ti sta bene, un attimo solo" mormoro sistemandoglielo dritto. "Ora sei perfetto" dico lisciandogli la giacca. "Andiamo? chiedo distogliendo lo sguardo da lui. "Sì" si limita a dire Jamal mentre usciamo dalla cameretta di Bella. Non tardiamo troppo ad arrivare al convento dove si sposeranno Rakib e Bella ed entrando andiamo subito incontro a Rakib che sta parlando con Bilel. "Ma questa principessa?"chiede Bilel notando Bella e prendendola subito in braccio. "Ciao Jamal, Swarna sei incantevole" dice Rakib venendo a salutarci. "Grazie Rakib stai benissimo anche tu!...Le ragazze dove sono?" "Sono con Alice e la madre superiora, a destra prendendo le scale" m'indica la strada. "Perfetto, io allora va...Leonardo?"chiedo sorpresa. Leonardo ci viene incontro con la macchina fotografica e dice "Avvertimi prima di farti così bella" Vado subito a salutarlo mentre Jamal borbotta "Che ci fa lui qui?" "Che coincidenza!" esclamo abbracciandolo. "Vieni, ti scatto qualche foto con la sposa" "Certo, andiamo!" "Ma...questo raggio di sole?"chiede vedendo Bella...fa per prenderla in braccio, ma Jamal strappa Bella dalle braccia di Bilel e dice "Vieni da me amore" Io faccio una smorfia imbarazzata e Leonardo tenendo le distanze dice "Ciao Jamal..." "Ciao Leonardo, scusami per stamattina ma non ho avuto tempo" "Tranquillo, parleremo un'altra volta" "Sicuramente" "Ehm...andiamo?"chiedo liberandolo da questa situazione imbarazzante. "Sì, andiamo" concorda Leonardo seguendomi. "Vi dovevate vedere?"chiedo prendendo le scale. "Sì, per una chiacchierata...l'ho aspettato per ore stamattina" Sospiro e dico "Non lo fa per cattiveria" "Lo so, trova in me una minaccia per la sua famiglia, ma è proprio questo che volevo cercare di spiegargli" "Dagli tempo, lo capirà da sè che tu non c'entri nulla" "Guardate, c'è Swarna!" esclamano le ragazze appena mi vedono. Il matrimonio segue poco più tardi e durante il banchetto ci divertiamo un sacco...Jamal si tiene alla larga da me e Leonardo mentre balliamo, beviamo e delle volte lo sostituisco per fare delle foto. Anche Bella si diverte con Esmeralda, la bambina appena nata di Beni e Bilel, con le gemelline, Giorno, il figlio di Adil e Viviana e Ines, la bambina di Lena ed Efrem. Sono una bella combriccola dove Giorgio e Zaira sono i capitani e bullizzano i più piccoli. Vivina dà sempre la colpa ad Adil quando Giorgio si ribella e corre via con Zaira. Ines e Diana invece sono calmissime e si limitano a mangiucchiare e godersi la festa. Verso tarda notte Alice e Rakib si allontanano con la loro macchina e noi aiutando le suore a pulire, torniamo pure noi a casa. Jamal non fiata in macchina e io non gli vado a chiedere nulla...magari è infastidito per qualcosa che non so. "Vado a mettere Bella ne..." "Ci penso io" borbotta Jamal prendendo Bella dalle mie braccia e andando via. Lo guardo perplessa, ma ne approfitto e andando in camera mi metto in pigiama struccandomi. Una volta finito mi affaccio nella cameretta di Bella e chiedo "Dorme?" Jamal esce subito fuori spegnendo la luce e dice "Sì" per poi ignorarmi e tirare dritto fino in camera sua. "Tutto bene?"chiedo seguendolo in camera sua mentre inizia a spogliarsi. "Sì" dice dandomi le spalle. "Mi sembri un po' nervoso" "Magari sono cazzi miei" mi risponde lui sgarbato. Alzo le sopracciglia sorpresa e borbotto "Scusami se mi sono preoccupata, tolgo il disturbo allora" "Come se ti fossi veramente preoccupata per me" mormora lui mentre io ritorno in camera e dico "Che ti prende Jamal?" "Che mi prende? Sei stata tutto il tempo con lui! Come faremo a dimostrare a Bella che siamo una famiglia se neanche lo sembriamo!" sbotta lui buttando per terra la camicia. Deglutisco e dico "Era una festa e sono stata con i miei amici, non ci ho trovato niente di male" "Va bene Swarna, fai quello che ti pare. Tanto si è capito che lui è più importante" "Lui non è più importante, voglio bene a entrambi allo stesso modo." "Intanto del tuo progetto solo a lui se hai parlato" "Leonardo mi ha..." "Non importa, voglio solo andare a dormire adesso. Domani tornerò a casa tardi, devo recuperare la giornata di lavoro persa" borbotta aprendo la porta del bagno. "Anch'io domani tornerò tardi a casa" "Perchè?" "Sarò con Leonardo" Lui neanche replica e sbatte la porta del bagno entrando. Io rimango sola nella sua camera e sbuffo...che esagerato. Torno in camera mia e mi metto a dormire...domani sarà una giornata impegnativa anche per me. JAMAL'S POV: "Sei un mostro" si congratula con me Efrem dopo la vendita di una villa a 28 milioni di euro. "E' il mio mestiere" dico prendendo la ventiquattrore e uscendo dall'ufficio. "Ieri è stata divertente la serata, non credi?"chiede Efrem premendo il tasto per l'ascensore. "Insomma..." "Sei stato in un angolo tutto il tempo, se non ti conoscessi, direi che non sai divertirti" L'ascensore arriva ed entrando dico "Osservavo" "Chi? Swarna e Leonardo ballare?" mi stuzzica Efrem. Lo fulmino con lo sguardo e inclinando il collo dico "Spero tu ti stia divertendo almeno" "Molto, non ti ho mai visto interessato a una donna" "Io non sono interessato" borbotto mentre le porte dell'ascensore si chiudono. "Ma per favore...ieri se ti avessi dato una pistola in mano, avresti sparato a Leonardo" Vero. "Non capisco cosa possa trovarci in lui che non trova in me" "Scherzi? Sei il suo opposto amico...non siete per niente simili" "Cosa intendi dire?" "Leonardo è più sempliciotto" dice mentre le porte dell'ascensore si aprono. "Le piacciono i tipi senza carattere, dici?" "I sempliciotti hanno più carattere dei cazzoni come te" dice Efrem superandomi all'ingresso. "Io non sono un cazzone" grido seguendolo. "Come quella volta che ti sei dimenticato della cena per andare a scopare con Priscilla?" "E tu come fai a saperlo?" "A domani amico!" dice lui andando verso la sua macchina. Gli lancio un'occhiataccia e raggiungendo la mia macchina, butto le cose dentro e vado dritto al locale. Telefono intanto a Dolores assicurandomi che le cose a casa vadano bene e raggiungo il locale parcheggiando sul retro. Vado direttamente al terzo piano e andando al bar ordino un doppio whisky, ne ho bisogno. Faccio per accomodarmi nei divanetti quando mi scontro con...Leonardo? "Jamal" dice lui sorpreso. Non l'ho mai visto qui. "Ciao" mi limito a dire per poi superarlo, ma lui mi blocca e chiede "Posso parlarti un attimo?" "Sta per iniziare il primo spettacolo" dico come scusa...non presto quasi mai attenzione agli spettacoli. Penso a bere, ad osservare la sala e a immaginarmi cosa possano fare Bella e Swarna a casa. "Sì, lo so. Ci vorranno solo pochi minuti" insiste lui. "Ok" cedo sedendomi sui divanetti. "Senti...volevo solo tranquillizzarti per quanto riguarda Bella e Swarna" "Bella non è affar tuo" sbotto subito. Lui sospira e dice "Ne sono consapevole, sei tu il padre" "E Swarna è la madre" gli ricordo. "Sì...io voglio solo molto bene alla piccolina, non ho mai voluto fargli da padre o rubare il tuo posto" Vuoi rubare il mio posto vicino a Swarna però. "Ci mancherebbe" sbotto bevendo un po' di whisky, penso che dovrei offrirgli qualcosa ma che mi frega di lui. "E voglio anche molto bene a Swarna, mi sono affezionato a entrambe molto velocemente" Peggio per te. "Non capisco dove tu voglia arrivare" dico diretto. "Io...avverto nei miei confronti un atteggiamento di astio. Non capisco il perchè...non ho mai mancato di rispetto a nessuno" "Swarna ti ha detto che ci siamo baciati?" "Sì, le ho detto che deve fare qualsiasi cosa si senta di fare" "Ecco qual è la differenza tra noi due...io ti avrei ucciso, se lo avessi saputo" ringhio puntandogli il dito contro. "E' una questione caratteriale, non te ne faccio una colpa di certo...ma potresti essere meno pressante almeno nei confronti di Swarna? Oggi ci è rimasta molto male per come le hai parlato ieri sera" "Non sono affari tuoi le nostre discussioni" "E' affar mio se ho a cuore il benessere di Swarna" "Chi cazzo sei tu a piombare nelle nostre vite e a impormi come comportarmi con mia moglie?" "Non ti sto imponendo nulla, ti chiedo solo di stare più tranquillo e sereno. Swarna è una ragazza molto sensibile e..." "So bene com'è...questa conversazione mi ha stufato. Me ne vado" mi alzo e faccio per andare via quando mi viene incontro Amanda e dice "Siediti, siediti! Ho una sorpresa per te!" Le luci vengono spente e il sipario si apre rivelando quattro ragazze di spalle vestite con una gonna particolare, il reggiseno e un velo al capo. (IMPORTANTE: FERMATEVI E ANDATE A SERTIRVI LA CANZONE A INZIO CAPITOLO. SI CHIAMA "BOLA REBOLA", E' FONDAMENTALE PER IMMAGINARVI LO SPETTACOLO" Parte una canzone provocante e le quattro ragazze girandosi si scoprono dal velo...perdo subito il battito nel riconoscere tra le ragazze Swarna. "Che cazzo..."mormoro mentre osservo il reggiseno pompato al massimo che le solleva il seno, la gonna gialla con delle medagliette ai fianchi, i capelli lunghi che incorniciano il suo seno bellissimo, le labbra rosso infuocate e il trucco agli occhi intensifica il suo sguardo. Iniziano a ballare muovendo le spalle e i fianchi per poi andare ai pali e muoversi sensualmente sui fianchi contro questo....mi porto una mano sul petto non reggendo quando al ritornello si spalmano dell'olio sull'addome, il petto e strisciando per terra muovono i fianchi. Ad un certo punto entrano 4 quattro ragazzi con solo un papillon addosso e alzando le ragazze in aria, si strusciano su di loro sensualmente. "Non è possibile" mormoro mentre Amanda mi zittisce e dice "Ora viene la mia parte preferita!" A fine canzone il ritmo s'intensifica e Swarna girandosi inizia a muovere il sedere a ritmo facendomi perdere la testa... "Vai! Vai così!" urla Amanda mentre la canzone finisce e tutti i clienti si alzano in visibilio urlando e applaudendo. Abbasso lo sguardo cercando di riprendere fiato mentre Amanda mi posa una mano sulle ginocchia e dice "Sapevo che ti sarebbero piaciute le nuove ragazze, Swarna spacca" "Swarna" ringhio stringendo i pugni. "Sì, è così sexy! Guarda quanti applausi per lei" "Chi l'ha assunta." sibilo alzandomi. "Io...ti avevo detto la scorsa volta che..." Vado via da lì ed entrando nel backstage, vado alla ricerca dei camerini...sono così incazzato e così eccitato. Merda, la prenderei a sculacciate. Vado dietro le scene e trovo tutte le ballerine fare i complimenti a Swarna e le nuove ragazze...le raggiungo e Swarna spalanca subito gli occhi vedendomi arrivare. "Possiamo parlare?"ringhio cercando di trattenermi. "Swarna, hai già 5 richieste per la camera rossa!" esclama una ragazza entrando dietro le quinte. "Dammi i nomi" sibilo strappando il biglietto che ha tra le mani la ragazza e prendendo per il polso Swarna la trascino fuori da lì. "Aspetta, un attimo! Ho delle richieste, devo lavorare!" esclama lei mentre io la trascino dentro il camerino di Amanda vuoto e sbattendola contro la porta chiusa ringhio "Nelle camere rosse si scopa, vuoi andare a scopare? E' questo quello che vuoi?" "Io non..." "Che cazzo significa questa sceneggiata? Questo posto non è per te ragazzina, ti voglio immediatamente fuori di qui. Sei licenziata" la rimprovero severo. Lei mi spinge all'indietro e grida "Chi diavolo sei tu a decidere così della mia vita, eh?" "Sono tuo marito, il padre di tua figlia e il proprietario di questo posto." Swarna mi guarda ammutolita e mormora "Tu sei...il Babilonia è tuo?" "Sì, e non metterai più piede qui dentro" sibilo puntandole il dito contro. Lei mi guarda con odio e tirandomi il velo ringhia "Per la prima volta in vita mia mi sono divertita, mi sono sentita libera e tu cosa fai! Rovini tutto, come al solito!" "Non qui Swarna, non in un night club." "Perchè? Siamo ballerine, non puttane...io posso fare quello che mi pare!" "Non qui, non te lo permetterò." ringhio prendendogli le guance tra le dita. "E' così allora? E quando mi hai promesso che mi saresti sempre stato accanto per qualsiasi cosa avessi deciso di fare, me lo sono sognata?" "Non fa per te, sei un madre Swarna!" "Quindi le ballerine non possono essere madri?" "Swarna tu non ballerai qui, il discorso è chiuso." ringhio mentre lui mi guarda con rabbia per poi allontanarmi e uscire dal camerino. "Cazzo!" urlo scaraventando una sedia contro il muro. "Fanculo." sbotto ancora buttando per terra le parrucche che erano sul tavolo. Esco fuori per andare alla sua ricerca, ma Amanda mi dice che l'ha appena vista allontanarsi col suo ragazzo...se solo sapesse. Scendo immediatamente al parcheggio e vedo i due allontanarsi in moto insieme. "Vaffanculo!" impreco ancora ancora e ancora. Prendo la macchina e torno a casa convinto di trovarla lì, ma non la trovo. Bella dorme e la sua camera è vuota...mi metto in salone e l'aspetto. L'aspetto fino alle 2 di notte continuando a chiamare al suo cellulare e quando inizio a pensare che possa essere da Leonardo, mi alzo e vado direttamente io a verificare. Suono alla porta di Rubino e Leonardo si affaccia subito senza maglietta... "E' con te Swarna?"chiedo stringendo i pugni. "Sì" si limita a dire lui. Ingoio il rospo e mormoro "Ho capito" Faccio per andarmene ma lui mi ferma e dice "Dorme in camera mia, io sono sul divano" La cosa mi rende più felice, ma non lo do a vedere e facendo un cenno mormoro "Dille che l'aspetto a casa" "Io non credo che domani salirà...è molto arrabbiata con te" "Va bene" borbotto andandomene via da lì. "Jamal" mi richiama lui. Mi giro mentre Leonardo dice "La rendeva veramente felice ballare lì, dovresti ripensarci" Mi rigiro non replicando e prendo le scale...anche se non mi dovesse parlare a vita, Swarna non ballerà più al Babilonia.

Ritorna all'indice


Capitolo 63
*** Capitolo 63 ***


Quel bacio d'addio che somiglia al saluto, quell'ultimo sguardo d'amore che diventa la più acuta fitta di dolore. -George Eliot SWARNA'S POV: "Buongiorno" dice Leonardo sedendosi sul bordo del letto. Mi stiracchio di poco e mettendomi seduta sbadiglio "Buongiorno" "Dormito bene?" Chiede lui sorridendomi. Sembra essere vestito per uscire fuori. Annuisco e chiedo "Devi uscire?" "Devo andare in garage, ma tra un po'...prima facciamo colazione" dice prendendo un vassoio che aveva posato sul comodino. Spalanco gli occhi e dico "Non dovevi" "È stato divertente. Ho guardato un video su youtube" dice invece lui sorridendomi. "Per comporre un vassoio?" Chiedo ridendo mentre lui mi passa il succo. "Esatto, ho digitato 'colazione a letto' " prendo il succo e scoppio ancora a ridere. Quanto mi fa ridere, il mattino sono quasi sempre sola...c'è Bella, ma di solito appena si sveglia urla piangendo e il mattino lo passo a calmarla. "A che pensi?" Chiede Leonardo vedendomi pensierosa. "Chissà se Bella si è svegliata" "Vuoi chiamare Dolores?" Spalanco gli occhi "Ottima idea, posso?" "Certo, perché me lo chiedi?" "Io...non lo so. Mi dispiace averti occupato casa così all'improvviso" Lui prende una mano e accarezzandomela dice "Sono sempre solo qui, mi fa un immenso piacere avere qualcuno con me...soprattutto se quella persona sei tu" Alzo una mano per accarezzargli una guancia e sorridendo mormoro "Mi chiedo cosa abbia fatto per meritarmi una persona buona come te" Lui mi bacia la mano e dice scuotendo la testa "Mi faccio la stessa domanda ogni volta che ti guardo" Arrossisco mentre lui mi lascia un soffice bacio sulla tempia e dice "Avanti...Bella vorrà sentirti" Annuisco e prendendo il cellulare scendo dal letto per poi uscire fuori al balcone. Sblocco il cellulare e trovo diverse chiamata da parte di Jamal...mi batte forte il cuore quando leggo un solo messaggio da parte sua scritto alle 3 e mezza di notte. "Ho chiesto a Dolores di lasciarti un borsone con un cambio, non ci sarà bisogno di prendere i suoi vestiti. Lo trovi davanti alla porta del tuo amico" Scuoto la testa...io me ne sono andata di casa, sono furiosa con lui, col cuore infranto e pensa al fatto che non debba mettermi i vestiti di Leonardo? Sbuffo, sospettavo che fosse matto...ora ne ho la conferma. Compongo il numero di Dolores e aspetto che prenda..."Niña" risponde al primo squillo. "Dolores...come stai?" "Todo bien e tu?" "Bene, ho dormito da Leonardo. Bella si è svegliata?" "Todavía no, ¿quieres salire?" "Jamal è in casa?" "No, tranquila" "Ok, arrivo" dico riattaccando e rientrando in stanza. "Bella non si è ancora svegliata" dico prendendo un cornetto e iniziando a mangiarlo. "Mmm...li hai preso in quella pasticceria?" Chiedo assaporando il cornetto. Lui annuisce e dice "Ti è piaciuto tanto la scorsa volta" "Senti che buona la crema" dico prendendo un po' di crema sull'indice e allungandolo. Lui lecca la crema dal mio dito e sorridendo dice "Buona, senti qua invece la ricotta" Assaggio dal suo dito e spalancando gli occhi esclamo " Dolcissima!" "Che ti avevo detto?" Sorrido e prendendo un altro sorso del succo mormoro "Usciamo insieme?" Lui annuisce con la testa e io chiedo ancora "Posso...restare a dormire qui per questa settimana? Jamal rientra per le 23 e..." "Certo, tutto quello che vuoi" Lo abbraccio e stringendolo forte dico "Però da stasera io starò sul divano e tu sul tuo letto" "Non se ne parla...che gentiluomo sarei?" "Per favore...non voglio disturbarti troppo" "Ti sto dicendo che sei tutto tranne che un peso per me, quindi discorso chiuso...io mi sono pure stufato di quel letto" dicendo uscendo dalla stanza facendomi l'occhiolino. "Leonardo?"chiedo gridando. "Sì piccola?" "Fuori ci sarebbe un borso...grazie" dico vedendolo tra le sue mani. "L'avevo visto stamattina davanti al portone e ho pensato che fosse per te" "Grazie, sei un angelo" dico mentre lui mi lascia un altro bacio sui capelli e prendendo il vassoio, esce fuori dalla stanza. Sospiro felice...Leonardo è un tesoro di ragazzo e mi sento così fortunata ad averlo al mio fianco. Vado in bagno e lavandomi, mi cambio coi vestiti nel borsone...trovo spazzolino, dentifricio, collutorio, deodorante, intimo...c'è di tutto. Esco dal bagno tutta pulita e mettendo gli abiti della sera prima nel borsone, raggiungo Leonardo in cucina. "Ehi..." dico mettendo una mano sulla sua schiena. "Tutto bene?" Chiede lui dandomi un sacchettino di carta. "Cosa c'è?" Chiedo corrugando la fronte. "Alcuni cornetti avanzati, magari li mangi poi" "Ma no, puoi mangiarli...." non mi fa finire la frase che mi posa il sacchetto tra le mani e dice "Discorso chiuso" Sorrido e lui prendendo il borsone chiede "Andiamo?" Annuisco con la testa e seguendolo, lascio una carezza a Leo che dorme sulla sua cuccia. Usciamo fuori e andando all'ascensore, saliamo fino all'attico. Poggio il mio dito per sbloccare la porta ed entrando dico "Vieni dentro, ti faccio salutare Bella" Leonardo entra e passando dalla cucina dove troviamo Dolores sui fornelli dico "Noi andiamo da Bella" "Non mangiate nulla?" "Abbiamo già fatto colazione, grazie Dolores" dico mentre proseguiamo per il corridoio e lancio un'occhiata alla porta di Jamal. Riabbasso lo sguardo, scommetto che avrà dormito come un ghiro soddisfatto per il dispetto fatto. Tiro dritto ed entrando nella stanza di Bella, camminiamo piano per poi affacciarci sulla culla..."E' sveglia" dico felice prendendo in braccio Bella che mi sorride. "Ecco la nostra principessa" mormora Leonardo toccandole il nasino. Bella lo osserva e facendo una smorfia scoppia a piangere. "Oh no no" sussurro accarezzandole la schiena. "Principessa" cerca di calmarla Leonardo, ma con pessimi risultati perchè piange ancora più forte. "Forse è il caso che vada" mormora lui capendo di essere lui il problema. "Che hai fatto? L'hai spaventata" chiedo ridendo mentre lui mi dà un pizzico sul fianco e dice "A stasera monella" Ridacchio osservando Leonardo dare un bacio sulla testa di Bella e uno a me sulla tempia. "Buon lavoro Leonardo" dico alzando la manina di Bella. "Ciao piccole mie" mormora lui uscendo dalla stanza. "Che succede amore mio? Il papà ha rimproverato anche te? Cattivo, cattivo!" borbotto portandola a cambiare il pannolino. "Che profumo, che profumo!" dico facendo il solletico con la bocca sul pancino di Bella. L'ho cambiata, pulita e messo il borotalco...adesso si è anche calmata per fortuna, la riprendo tra le mie braccia e andiamo in cucina da Dolores. "Ma non c'è Dolores" mormoro a Bella strofinando il suo nasino col mio. Lei ridacchia agitando le manine e uscendo dalla cucina grido "Dolores? Dov'è Dolores? La vedi?" Bella inclina la testa non capendo quando sento gridare "Estoy aquí!" "E' in lavanderia!" esclamo con Bella saltellando. Lei scoppia a ridere mentre ci affacciamo in lavanderia e dico "Eccola Dolores!" Bella sorride con solo gli incisivi centrali inferiori ed entrando chiedo "Che fai? Vuoi una mano?" "No no, ya casi termino" Mi siedo sulla panca di legno all'angolo e dico "Grazie per il borsone, non dovevi disturbarti" "Cual borsone?" chiede lei chiudendo la lavatrice. "Il borsone con il cambio...Jamal mi ha detto che me lo avrebbe fatto trovare davanti alla porta di Leonardo per mano tua" "No nena, no sé de qué estás hablando" "Non lo sai? Ma...chi l'ha messo allora il borsone?" chiedo corrugando la fronte. "Forse Jamal" "Ma c'era anche l'intimo dentro..." "Entonces debe haberse divertido" dice lei ridendo. "Sì...credo anch'io che si sarà divertito" borbotto posando Bella sulle mie ginocchia. "¿Que pasó? Jamal no me dijo nada, no estaba de buen humor esta mañana" "Non è mai di buon umore Jamal..." "¿Sabes que lo encontré en tu cama con Bella esta mañana?" Corrugo subito la fronte "In camera mia? Ha dormito lì con Bella stanotte?" "No lo sé, pero en cuanto me vio se escapó" "E' scappato appena ti ha visto?" chiedo per essere certa di aver capito bene. Lei annuisce e io alzo le sopracciglia sempre più confusa... "Comunque ti ricordi di quella esibizione di cui ti parlavo?" chiedo sospirando. "Certo! Con gonne strane" "Esatto, con le gonne strane...sta di fatto che mi sono esibita al Babilonia e questa cosa...diciamo che Jamal non l'ha presa per niente bene" Dolores si porta subito la mano sulla bocca e capisco che ha capito. "Ti ha rimproverada" "Non solo, mi ha licenziata" "Ai ai, que desastre" dice lei portandosi una mano sulla guancia. "Esatto, bel casino...gli ho chiesto il perchè mi volesse licenziare e se n'è uscito con "Sei una madre!" Ma che vuol dire! Solo lui può fare quel che gli pare? Pretende che stia a casa a prendermi cura della casa e di Bella? Bella è tutta la mia vita, ma non posso privarmi della mia passione...per una volta che avevo deciso di uscire dal mio guscio e recuperare tutto il tempo perso ballando, ballando! Dio...neanche fossi una prostituta!" "Jamal è testardo" "Gli frega solo di sè stesso e della sua stupida immagine, mi tiene in questa campana di vetro e pretende che mi stia bene, per fortuna ho Leonardo che mi appoggia in tutto. Stamattina mi ha anche portato la colazione a letto, sai? Nessuno me l'aveva mai fatto" "Que tesoro" "Sì, è un tesoro...mi ospiterà tutta la settimana, è davvero un ragazzo d'oro, non so cos'abbia fatto per meritarmi un ragazzo così bravo" "Ti piace" dice Dolores sedendosi vicino a me. Abbasso lo sguardo a Bella e sorridendo dico "Ma sì, come si fa a non piacere un ragazzo del genere...è perfetto. E' educato, simpatico, bello e che occhi ha...stamattina al sole gli splendevano quelle gemme blu" "E' un bravo chico Leonardo, estoy feliz por ti" mormora Dolores mettendo una mano sul mio ginocchio. Sorrido e posando la mano sulla sua dico posando la testa sulla sua spalla "Grazie per esserci sempre, senza di te non potrei vivere" Dolore mi accarezza le braccia felice mentre sento il mio cellulare squillare..."Ho dimenticato il telefono da Bella" dico alzandomi con la bambina e dando un bacio sulla guancia a Dolores. Scappo via per recuperare il telefono in tempo e vedendo un numero sconosciuto rispondo "Pronto?" "Swarna?" "Ehm si...con chi parlo?" chiedo sedendomi sulla poltroncina. "Sono Amanda, ieri sera sei sparita senza dire nulla a nessuno" Sospiro "Sì, scusami. Avrei dovuto avvisarti" "Tranquilla, ho parlato col capo...ho delle belle novità" "Sì?" chiedo speranzosa. "Sì, mi ha detto che potrai stare al bar...è deciso a non assumerti come ballerina, non capisco il perchè...ieri sera hai fatto impazzire tutti i nostri clienti. Non faccio altro che ricevere chiamate da loro chiedendo della tua prossima esibizione" Jamal allora non ha detto a nessuno di noi. Sorrido e dico "Mi fa piacere di aver dato una bella impressione" "Allora? Accetti? Riuscirò a convincere il capo per farti salire di nuovo sul palco, vedrai" Figurati...non ci sono riuscita io che sono la moglie. "Io...in realtà non ero interessata al posto da barista, non so neanche da dove partire" "Che problema c'è? T'insegna Nicole" "Nicole?" "L'altra barista, è un gioiello di ragazza...allora? Faccio stampare il contratto?" "Posso pensarci un attimo?" "Ti richiamo tra un'ora?" "Sì, sarebbe perfetto" "Va bene, a dopo!" Riattacco e compongo subito il numero di Leonardo. "Ehi piccola, tutto bene?" mi risponde al primo squillo Leonardo. "Ehi...disturbo?" chiedo un po' esitante. "Non disturbi mai tu, dimmi tutto" "Mi ha appena chiamata Amanda" "Ha convinto Jamal?" "No, ma mi ha proposto un lavoro da barista al Babilonia" "Grande!" "Io...non so se accettare, non era quello che volevo" "Non volevi un lavoro?" "Sì, ma...avrei voluto esibirmi con le ragazze" "E' un piccolo passo, io direi di accettare e poi magari riusciamo a convincerlo. Jamal è una capa tosta, ma ci tiene molto a te...non resisterà a lungo" "Quindi dici che dovrei accettare?" "Certo! Potrai anche vedere le ragazze esibirsi, non è qualcosa?" "Sì...è sempre meglio di passare la serata a casa in effetti, Bella dorme sempre prestissimo" "Vedi? Hai più pro che contro" "Hai ragione, allora richiamo Amanda" "Vai, fammi sapere" "Certo, un bacio" "Ciao piccola" Riattacco e andando nelle chiamate, clicco il numero di Amanda. "Sapevo che sei una ragazza sveglia, accetti allora?" chiedo prendendo subito la chiamata. "Sì, ma non so nulla di alcolici e,..." "Puoi raggiungerci ora?" "Adesso?"chiedo abbassando lo sguardo a Bella che mangiucchia la mia maglietta. "Sì, è appena arrivata Nicole, così inizi ad allenarti" "Oh ehm...ok. Dammi mezz'oretta" "Va bene, ti aspettiamo" Riattacco e rifacendo il numero di Leonardo vado in camera mia per cambiarmi. Poso Bella sul mio letto e gettando anche il mio cellulare, metto il vivavoce. "Accettato?" chiede lui rispondendo. "Sì! Mi vogliono lì tra mezz'ora, mi sto cambiando e corro a prendere l'autobus" "Ma che autobus, ho appena finito con una macchina...scendi in garage che ti accompagno io" "No no, non voglio dist..." "Ti aspetto giù, dai" dice lui riattaccando. Metto un vestito lilla attillato semplice con le bretelline che mi arriva alle coscia e una giacca di jeans sopra...corro a prendere le sneakers e opto anche per un cerchietto semplice lilla. Recupero la borsetta e mettendola a tracolla, prendo Bella e corro in cucina. "Dolores!" esclamo mettendo Bella nel seggiolino e dandole i suoi giochi preferiti. "Que paso?" chiede Dolores corrugando la fronte. "Mi hanno chiamata per il posto da barista al Babilonia, devo andare adesso...puoi tenere Bella?" "Certo, vai!" esclama lei sorridendomi. Le vado a dare un bacio sulla guancia e dico "Ci vediamo stasera, porta Bella a casa tua se vuoi...verrò a prenderla da voi" "Va bene, va bene. Buona fortuna!" "Grazie!" esclamo riempiendo di baci Bella e scappando via. Prendo l'ascensore e scendendo fino al garage, trovo Leonardo sulla moto che mia aspetta. "Sei sicuro che puoi..." "Dai, forza. Mettiti questo" dice lui fermandomi e porgendomi il casco. Sorrido e indossando il casco, salgo dietro aggrappandomi a lui. Arriviamo al locale in un quarto d'ora e parcheggiando fuori, entriamo insieme dentro. Avere Leonardo con me mi dà maggior sicurezza. Saliamo al terzo piano inserendo il codice ed entriamo nel piano...è così strano vederlo vuoto e di giorno. "Eccoli!" esulta una ragazza dai tratti asiatici con i capelli neri corti e un fisico snello. Amanda sbuca fuori da una porta e venendoci incontro dice "Ti sei portato anche oggi il ragazzo a presso" "Non è il mio ragazzo, ma se dà fastidio posso..." "No no, quale fastidio...ciao Leo" dice andando ad abbracciarlo. Corrugo subito la fronte...pensavo che fosse arrabbiata con me per averlo portato. "E questa?"chiede Amanda indicando la macchina fotografica che si porta sempre a presso Leonardo. "E' un appassionato di fotografia" spiego sorridendogli. "Davvero? Cadi dal cielo al momento giusto! Al secondo piano c'è la discoteca e organizziamo diverse serate, il nostro fotografo è andato all'estero e adesso stiamo cercando una persona competente che possa sostituirlo, credi di poterlo fare?" "Io...perchè no?"chiede Leonardo guardandomi mentre annuisco con la testa felice. "Vieni, ti mostro il secondo piano...te la cavi coi social? Potresti anche occuparti della nostra pagina instagram e facebook" "Sì, certo. Non c'è problema" "Nicole, ti occupi tu di Swarna mentre porto Leonardo giù?" "Certo, andate tranquilli" dice lei mentre i due si allontanano e io mi giro verso Nicole un po' imbarazzata. "Piacere, io sono Swarna" mi presento porgendole la mano. "Nicole, piacere mio. Sei delle Mauritius?" "No, Sri Lanka. E tu?" "Indonesia, ci sei mai stata?" "No, ma mi piacerebbe tanto. Tu sei stata allo Sri Lanka?" "No, ma con mio marito siamo stati in luna di miele lì" "Ah sei sposata...che bello!" "Da pochissimo, lui è cubano. Tu invece?" Abbasso lo sguardo alla mia fede e dico facendo una smorfia "Anch'io...da poco" "Davvero? E' dello Sri Lanka?" "No...mi pare sia nato in Egitto, a Nagrig" "Ti pare?"chiede lei ridendo e raggiungendo il bancone con tutti gli alcolici. "Ehm...sì, diciamo che è stato un matrimonio combinato. Non ci conosciamo ancora bene" "Sarà brutto così però" "Mia sorella e suo marito sono morti da poco e hanno lasciato la bambina a me e al migliore amico del marito. Il matrimonio andava fatto per prendere la sua tutela" "Ragazza mia...pensavo che la mia vita fosse complicata finchè sei arrivata tu" Rido e dico "Io sono felicissima di prendermi cura della bimba, potrei fare qualsiasi cosa per lei" "Come si chiama lei?" "Bella" "Hai una foto?" "Certo" dico prendendo il cellulare e mostrandole degli scatti di Bella che dorme e gioca. "Che guanciotte!" esclama lei mentre metto via il cellulare e le do ragione. "Allora...cominiciamo? Amanda mi ha detto che non te ne intendi di cocktail" Scuoto la testa. "Ok, allora...stasera starai solo a guardare e al massimo mi aiuti in qualcosa di semplice. Innanzitutto devi imparare il menù dei cocktail, ecco qua" dice passandomi un libretto nero con il logo di Babilonia viola sopra. Ci spostiamo al bancone e mettendo dei bicchieri sul bancone dice "Iniziamo con l'attrezzatura di base, per la miscelazione classica hai bisogno del mixing glass che è un bicchiere in vetro cilindrico della capienza più o meno di mezzo litro, provvisto di un beccuccio...questo ti servirà quando devi mescolare e raffreddare delicatamente delle miscele. Poi c'è lo strainer che è un attrezzo di metallo che serve a filtrare le bevande...lo poggi così sopra sul bicchiere e poi versi. Ci siamo?" "Sì, ci sono" dico prendendo appunti mentalmente. Prende un cucchiaio lungo e mostrandomelo dice "Questo invece è il cucchiaio miscelatore che ha un'asta in metallo lunga e in una serpentina che serve a favorire un movimento rotatorio della mano per girare all'interno degli attrezzi il ghiaccio con la miscela" Posa il cucchiaio e prendendo un bicchiere argentato dice "Questo invece è lo shaker a tre pezzi in acciaio, che è composto da un tappo, dal colino che serve a separare la miscela dal ghiaccio e infine dal bicchiere. Qua dentro si metterà il ghiaccio per una capienza di due terzi, si raffredda utilizzando il cucchiaio e poi si tappa con la parte intermedia, il colino, e alla fine il tappo in modo da non crearsi una bolla d'aria" Fa un passo all'indietro e dice "Prendi anche tu uno shaker" Poso il menù e prendendo un shaker osservo lei che fa un passo indietro, divarica di poco le gambe per poi mettere l'indice sul tappo e il pollice dell'altra mano in fondo al bicchiere. Allunga di poco le mani e inizia a fare un movimento ondulatorio e rotatorio. La imito e lei dice "Porta all'altezza della spalla, così brava...il movimento deve essere abbastanza energico per amalgamare tutti gli ingredienti dentro" "Quali ingredienti?" "Di solito sono succhi di frutta, panna, latte, yogurt, gelato e uova...quando nella ricetta sono presenti questi ingredienti, dobbiamo usare questo shaker" Riposa lo shaker e prendendo altri due bicchieri dice "Questo invece è il boston shaker, che è composto da un bicchiere in acciaio e uno di vetro...in quello di acciaio metti il ghiaccio e in quello di vetro la miscela, aspetti che si raffreddi e poi metti la miscela nel silver, ovvero nel bicchiere di acciaio. Metti il bicchiere di vetro sopra il silver, lo blocchi con un colpettino e shakeri forte. Alla fine prendi lo strainer, separi il ghiaccio dal liquido e versi il drink nel bicchiere" "Puoi usare anche questo bicchiere di acciaio al posto di quello di vetro, ha le stesse dimensioni di quello di vetro. Scegli tu con quale ti trovi meglio" "Chiaro" dico annuendo con la testa. "Questo è un pestello, servirà per il Mojito e il Caipirinha. Quello invece è un jigger, è un dosatore graduato all'interno: 2cl, 4l e 5cl" Mi fa girare e mostrandomi dei bicchieri di vetro dice "Ti mostro a cosa servono questi bicchieri...partiamo da quelli con stelo. Il primo che vedi con uno stelo più lungo e tondeggiante sopra è per il vino rosso, quello accanto con lo stesso stelo ma più ovale è per il vino bianco. Il flute è per lo spumante secco, quello più basso invece è per lo spumante dolce...ha un'apertura più ampia" "Quello paciocco, e il più basso di tutti, è per i distillati vecchi, il sombrero è per il Margarita, la coppetta è per il Martini...è a forma di cono sopra, se noti. Questi invece sono senza steli per i succhi e per i cocktail più leggeri...userai questi per la maggior parte" "Ok, ho capito. Questo è per lo spumante dolce" dico indicando il bicchiere più ampio" "Sì, esatto" "Iniziamo a fare qualche miscela?"chiede lei prendendo un bicchiere alto senza stelo. "Qua trovi tutte le ricette per i cocktail, iniziamo con un sex on the beach?" chiede mentre io cerco con lo sguardo nel ricettario. "Ok, allora...4cl di vodka, 2cl di liquore alla pesca, 4cl succo fresco di arancia e 4cl di succo ai mirtilli americano" "Perfetto, vieni qua e guarda i movimenti che faccio. Prendiamo il bicchiere, con la paletta prendi il ghiaccio e riempi il bicchiere,per poi prendere il cucchiaio e girare in modo da raffreddare le pareti del bicchiere, quando con le dita senti che è il bicchiere è bello ghiacciato ci siamo. Scoliamo l'acqua che si sarà creato nel bicchiere, in modo da non dare un drink annacquato. Prendiamo il jigger tra il medio e l'indice e iniziamo col misurare 4cl di vodka, versi...riprendi il jigger e 2cl di liquore di pesca, versa...questo liquore darà la parte aromatica del drink. Ora andiamo alla parte analcolina, jigger e 4cl di succo d'arancia, versa...e alla fine jigger 4 cl di succo di mirtillo e versa. Prendi il cucchiaio e inizia ad amalgamare tutti gli ingredienti" Osservo affascinata Nicole al lavoro e mi mordicchio il labbro, sembra facile da fare, almeno questa prima preparazione. "Ok, ora guarnizione...metti altro ghiaccio, cannuccia e una fettin di arancia essiccata...et voilà" Faccio un applauso mentre mi porge il bicchiere e io prendendo un sorso del drink spalanco gli occhi..."Buonissimo!" "Forza, prova tu adesso" Annuisco e replico i suoi movimenti...ho inizialmente difficoltà a prendere tra l'indice e il medio il jigger ma finisco di guarnire il drink e alzo lo sguardo a Nicole. "Grande! Devi velocizzare i movimenti, ma sono sicura che con un po' di pratica sarai formidabile" "Grazie!" dico continuando a sorseggiare il mio drink. "Ok, adesso avanziamo un po' di difficoltà....facciamo il mojito, è uno dei drink più richiesti qui. Ti mostro un po' " dice prendendo il mio posto al bancone. "Allora...ingrediente principale per il mojito è la menta, ci serviranno circa 7 foglioline, poi lo zucchero di canna, rum bianco, succo al lime e soda quanto basta. Prendiamo bicchiere senza stelo, prendiamo il jigger e misuri 3cl di succo al lime, versa e poi prendi il cucchiaio e versi circa 2 cucchiai di zucchero di canna, mescola fino a far sciogliere lo zucchero nel lime. Successivamente prendi le foglioline di menta e le butti nel bicchiere...un errore che si fa è quello di pestare prima la menta, in realtà nel mojito tradizionale non si pesta la menta" "Ok, ho capito...quindi non pesto nulla" "No, poi prendi la soda e ne versi quanto basta...così si libera il carvone che è un'enzima incluso nella menta che rilascia questo tipico profumo e gusto alla mente, poi riprendi il cucchiaio e mescoli tutto. Infine 4cl di rum bianco, ultima mescolatina e poi ghiaccio. Col cucchiaio poi non giri, ma fai su e giù così raffreddi il bicchiere. Guarnizione con altro ghiaccio, cannuccia e ciuffi di menta...e abbiamo finito" Sentiamo delle risate e alzando lo sguardo vediamo Leonardo e Amanda raggiungerci..."Volete un mojito?" chiede Nicole mettendolo sul bancone. Amanda corre a prende il drink e bevendo dalla cannuccia dice "Mmm che buono, sembra di essere in Cuba" Lancio un'occhiata divertita a Nicole che ricambia con un occhiolino. "Tutto bene?"chiedo a Leonardo. "Sì sì, ho conosciuto il deejay di stasera, tutti molto gentili e il posto è da paura" Amanda gli sorride e sedendosi al bacone chiede "Invece voi? Come procede?" "Procede bene, Swarna impara molto velocemente. Possiamo iniziare già da stasera, te la senti?" "Sì, certo" dico annuendo subito con la testa. "Ottimo, anche Leonardo stasera ha una serata" dice Amanda posando una mano sulla sua spalla. Aspetto che il gesto mi dia fastidio, ma non me lo dà...che strano. "Noi continuiamo ad allenarci?" chiede Nicole mentre Amanda scende dallo sgabello e dice "Ho capito, ci togliamo dai piedi...andiamo Leo, ti presento agli altri" Leonardo mi saluta con un occhiolino e ritorno a guardare il bancone. "Sei sposata, eh..."dice Nicole ridacchiando. Arrossisco e mormoro "E' complicato..." "Va bene, non voglio impicciarmi...ma prenditelo prima che lo faccia Amanda, è più che interessata a lui" "Sarà lui a decidere, non sono preoccupata" "Farò finta di crederci, forza...a lavoro!" dice passandomi al volo lo shaker che per un pelo non faccio cadere. A ora di pranzo prendiamo una pausa e io corro urgentemente al bagno...non ho voluto interrompere la lezione per paura di poter perdere qualche passaggio. Prendo il cellulare per chiamare Leonardo e per sbaglio mi scontro su una ragazza...alzo lo sguardo e faccio per scusarmi ma lei fa una smorfia e dice "Guarda dove metti i piedi" Lei è altissima, con occhi celesti, un viso angelico e capelli lunghi neri...sembra un angelo sceso in terra anche se non sembra tanto amichevole..."Sì, scusami" "Lascia stare...non me ne faccio nulla delle tue scuse" "Priscilla, vacci piano" sento dire da Nicole dietro di noi. "Che vuoi tu? Devi sempre impicciarti" borbotta lei fulminando con lo sguardo Nicole e svotando a destra. Osservo le sue lunghe gambe fasciate da dei leggins di pelle e un crop top che svela un addome piatto...niente da dire, è perfetta. "Facci l'abitudine, lei è lady Treimane...se la tira così perchè è la preferita del capo" Ecco dove l'avevo vista...in quella camera rossa con Jamal. "Che vuol dire la preferita del capo?" chiedo indagando. "Va solo con lei, per le altre è off limits il capo" "Perchè lei?" "Be'...perchè è la più bella, la più talentuosa e, non sembra, ma è molto intelligente. Prima di venire qui si era laureata in legge e lavorava nello studio di suo padre" "Come ci è arrivata qui?" "Scelte di vita...non parla con nessuno, la odiano tutte e si diverte a farsi odiare" Sento il cellulare squillare e solo adesso mi ricordo di Leonardo..."Scusami, devo fare una telefonata" "Fai pure, ci vediamo al primo piano?" "Al primo piano?" "Al ristorante, è lì che mangiamo" "Davvero?"chiedo sorpresa. "Certo, puoi chiedere quello che ti pare ai cuochi" "Bellissimo...chiamo Leonardo e scendiamo insieme" "D'accordo ti aspetto giù" die Nicole uscendo dal corridoio. Annuisco con la testa e prendo la chiamata "Pronto?" "Mi hai chiamato?" chiede Leonardo preoccupato. "Sapevi che possiamo usufruire del ristorante per i pasti?" "Scherzi? Gratis?" "Sì! ci vediamo giù?" "Corro" dice lui mentre rido e vado all'ascensore. JAMAL'S POV: "Hai chiarito con Swarna?" chiede Efrem mentre usciamo dall'ufficio. Anche oggi usciamo tardi, ma molto soddisfatti degli affari conclusi. "Tu come diavolo fai a...Lena" "Non mi ha detto nulla, solo che per sbaglio mentre ordinavo la pizza dal suo cellulare, ho buttato un occhio sui messaggi che Swarna le stava mandando" "Farti i cazzi tuoi, no?" "E' così divertente, soprattutto se ci sei di mezzo tu. Posso dirti la mia?" "No" borbotto facendo un cenno all'uomo in portineria. "Hai sbagliato" "E ti pareva..." sbuffo contrariato. "Le ballerine al Babilonia sono protette da tantissimi bodyguard e Swarna non mi sembra tipa che se ne va nelle camere rosse. Perchè non lasciarla ballare, se è una cosa che la rende veramente felice?" "Non dovrebbe stare lì, dovrebbe stare..." "A casa con Bella?" completa lui la frase. Annuisco con la testa. "Ok...invertiamo le posizioni. Immagina di essere tu quello a casa a badare a Bella e Swarna ad essere l'impreditrice. A te piace ballare e lo fai nel locale di Swarna, pensi che Swarna te lo impedisca?" "No, mi sosterebbe sempre" "Capisci adesso? " "Io la sostengo, la sostengo con quello che le pare ma questo no, è troppo." "Tu sei geloso, il problema qui è tuo...non è lei" "Ma per favore..." "Vuoi tanto bene anche ad Amanda eppure la fai ballare tranquillamente, cosa cambia con Swarna?" "Swarna è mia moglie e la madre di mia figlia, devo tutelarla" "Il punto è che non te l'ha mai chiesto, Swarna ha le spalle abbastanza forti da cavarsela da sola. Non ha di certo bisogno di te per campare" "Sono fermo nella mia decisione, Swarna non metterà piede al Babilonia." "Lo vedi che sei tu il problema allora?" Mi giro andando sotto il muso di Efrem e ringhio incazzato "E' la mia famiglia, fatti i cazzi tuoi Efrem" "Devi lasciarla libera o si sentirà soffocata e finirà per andarsene da..." Lo prendo per la gola e sibilo "Non.lo.nominare." Efrem non fa una piega, mentre io lascio la presa e fulminandolo con lo sguardo vado via. Sblocco la macchina ed entrando dentro, butto la valigetta per poi mettere in moto e andare al Babilonia. Ho voglia di sfogarmi e Priscilla sa come fare. "Pronto?" Risponde al telefono Priscilla. "Devi esibirti stasera?" "Non lo so, cosa vuoi che faccia?" Sorrido e mettendo l'acceleratore dico "Fatti trovare al privé" "Va bene" dice lei riattaccando. Controllo il contatto di Swarna e faccio una smorfia, non mi ha minimamente calcolato. Fanculo. "Dolores?" Chiamo anche lei. "Jamal, todo bien?" Mi risponde sempre allegra "Può andar meglio...come va a casa?" "Bien, bien! Bella dorme!" "Ottimo, ha mangiato?" "Si si" "Ha pianto?" "Poquito" "Swarna...è passata?" "Esta mañana con Leo" Stringo il volante. "Sono ancora lì?" "No, sono andati via" "Ho capito, riattacco che sono arrivato al locale" "Saludame a la nina" dice lei riattaccando. A chi? Osservo il cellulare stranito e riposandolo, parcheggio ed esco fuori. "Signor Sabil" mi accolgono all'ingresso. "Come andiamo?" "Procede alla perfezione" "Ottimo, salgo di sopra" dico prendendo l'ascensore. Clicco il codice per il terzo piano e arrivando, vado subito al privé senza guardarmi troppo attorno. Oggi sono troppo nervoso, quest'ultima notizia di Dolores mi ha irritato ulteriormente. Trovo Priscilla su un divanetto e raggiungendola, la saluto con la guancia. "Sei in tempo per la prima esibizione" dice lei mentre si allunga su di me e mi lecca l'orecchio. Metto le braccia sopra il divanetto e chiedo piano "A che esibizione ti riferisci?" Lei si lecca le labbra e abbassando la mano sulla mia patta mormora "Saliamo e ti faccio vedere" Sorrido malizioso e dico "Vai a prendermi prima un gin tonic" "E cosa sono? La tua schiava? Vai dalla nuova arrivata al bar" "Nuova arrivata?"chiedo corrugando la fronte. Non mi risulta di aver assunto nuovo personale. "Sembra così imbranata...mi fa pena" dice indicandola dietro. Mi giro seguendo la traiettoria del dito, quando all'improvviso il cuore perde un battito e sento il sangue salirmi al cervello...non riesco a credere ai miei occhi. "Devi scusarmi." ringhio spostandola seccato e raggiungendo Swarna al bancone del bar. Ora saranno cazzi amari.

Ritorna all'indice


Capitolo 64
*** Capitolo 64 ***


JAMAL'S POV: Più testardo di me c'è solo il mio cuore. "Che maniere!" Esclama un tizio mentre lo scosto per raggiungere il bancone. "Ehi! C'è la fila!" ne esclama un altro. Se non avessi altri casini per la testa, avrei spaccato la faccia a tutti questi per il nervosismo. "Nicole!" abbaio arrivando al bancone. "Signore, il solito?" Chiede lei pulendo il bancone. Indico Swarna che impacciata cerca si fare un drink e chiedo "Chi l'ha assunta?" "Swarna? Non capisco" "Chi l'ha portata qui!" Grido dando un pugno al bancone. La musica è troppo forte e Swarna continua a lavorare indisturbata. "Io...non lo so signore. Amanda mi ha chiesto d'istruirla" balbetta Nicole. "Amanda? Quando?" "Stamattina" Ringhio e vado via alla ricerca di Amanda...mi sente adesso. "Dov'è Amanda?" Chiedo raggiungendo Priscilla. "Che ne devo sapere? Non le faccio da babysitter" dice Priscilla infastidita. "Dove vai?" Chiede notando che esco dall'aria vip. "Aspettami qui" borbotto allontanandomi. Vado dai bodyguard e confrontandomi con loro mi dicono che è al terzo piano, è a supervisionare una serata. Scendo alla serata e nel casino vedo Amanda ballare al cubo...la raggiungo e lei notandomi, m'invita a salire con lei. "Scendi!" Esclamo. "Non fare il noioso, ci divertiremo!" "Amanda, ho detto scendi!" Lei si rabbuia e facendo un occhiolino ai ragazzini ai suoi piedi, scende e la trascino con me fuori. "Che ti prende?"chiede Amanda incrociando le braccia. "Che mi prende? Devo ricordarti io la tua posizione al locale? Devi solo ballare, non fare decisioni sul personale!" "Hai scoperto di Swarna..." borbotta lei salendo al quarto piano. "Che ci fa quella ragazza al bar?" ringhio raggiungendola. "Volevo darle una seconda possibilità, cerca un lavoro...magari ha difficoltà a pagare l'affitto" Mi porto una mano in testa..."Non ha problemi del genere...lo fa solo per capriccio" "E tu che ne sai? La conosci?" "Eravamo amici" "Perché l'hai licenziata se eravate amici?" "Perché lo eravamo, non ci parliamo più ora. Credo che mi odi" "Quindi è una questione personale...ti rendi conto che questo vostro diverbio sta costando molto al locale? Swarna è un'ottima ballerina e..." "Non se ne parla." dico categorico. "Ma perché? L'hai vista anche tu esibirsi! Hai visto quanto successo ha riscosso!" L'ho visto eccome, avrei voluto saltarle addosso e marcare il mio territorio là davanti a tutti. "Smettila Amanda, mi stai innervosendo troppo." l'avverto, sto per perdere la pazienza. "Lasciala almeno al bar, che ti costa?" "Ti ho detto che non ha problemi di soldi" "Ma che ti costa! Dimmelo!" "Perché lei? Abbiamo così tante..." "È una bella ragazza, bellissima...guarda che fila dal suo lato" mi mostra da lontano. La osservo e serro la mascella...sembra così innocente con quell'espressione agitata. "Ho anche aggiunto altri due bodyguard, non hai scuse stavolta" "Potrei licenziarla eccome, se non voglio" "Ma non lo farai, vero?" Resto a guardarla, è chiaramente in difficoltà ma sembra cavarsela...soprattutto con quel stupendo sorriso che rivolge a tutti, tranne a me. Mi viene immediatamente un'idea per stuzzicare mentre Amanda mi richiede "Vero?" "Non lo so, ci devo pensare" "Non è un no" dice lei accontentandosi. "È l'ultima volta che assumi a mia insaputa" l'avverto mettendo le mani in tasca. "Ah...ho assunto anche un fotografo per le serate di sotto" Sbuffo e allontanandomi ribadisco "L'ultima." Esco dalle quinte ritornando da Priscilla, e mi siedo vicina a lei, posandola una mano sulla coscia, per poi chiedere "La vedi la nuova arrivata al bancone?" "Chi? Quella stupida?" Chiede con quella linguaccia che si ritrova Priscilla. "Chiedile un gin tonic per entrambi e di servircelo al tavolo" "Perché?" "Voglio testarla" "Mmm...ok" borbotta lei convincendosi. La seguo con lo sguardo mentre scavalca tutta la fila e dà le ordinazioni a Swarna che si appunta tutto e annuisce con la testa. Mi rigiro e sogghigno, in fondo non è tanto male...poi averla sott'occhio per tutta la sera. "Sta arrivando?" Chiedo portando Priscilla sulle ginocchia. "Sì, che hai? Un minuto prima m'ignoravi e adesso..." "Adesso fa silenzio" dico prendendole il collo e assalendo la sua bocca. "Signori " sento schiarirsi una voce alle nostre spalle. Swarna gira attorno al tavolo e posando i nostri bicchieri, solo allora alza lo sguardo e realizza chi ha davanti. Rimane in silenzio, è paralizzata...quasi disgustata dalla scena. "Swarna, giusto?" Chiedo indicandola. "Sì, signore" mormora lei un po' intimorita. Scostò di poco Priscilla e prendendo il gin tonic chiedo "Sei nuova al bancone?" "Sì " si limita a dire. Assaggio il gin tonic e faccio una smorfia "E il limone?" "Oh...mi sono scordata" dice lei mordicchiandosi il labbro. "Che aspetti? Vallo a prendere!" Abbaia Priscilla mentre Swarna scatta e io dico "Ti stai divertendo?" "Da morire, sembra così ingenua...mi dà il voltastomaco" Le prendo il collo e avvicinandola a me ringhio "Riprova a parlarle così e vedrai le conseguenze, sei stata avvisata." "Eccomi!" Esclama Swarna aggiungendo due fettine di limone alle nostre bibite. "Ora molto meglio" dico prendendo un altro sorso, mentre Priscilla mette il muso. "Grazie Signore" "Non ringraziarmi, sei un disastro. Devi migliorare o sei fuori." dico duro mentre lei deglutisce e annuisce con la testa. "Swarna!" Sentiamo tutti chiamare. Ci giriamo e troviamo Leonardo con una macchina fotografica che corre verso di noi, che cazzo ci fa qui? "Jamal..." mormora vedendomi. "Tutto bene? Sto facendo una pausa dalla serata" "Serata?" Chiedo corrugando la fronte. Lui alza la macchina fotografica e dice "Sono il nuovo fotografo delle serate, Amanda non te l'ha detto?" "Accennato "borbotto formando un pugno con la mano. "Cosa bevete?" Chiede indicando i bicchieri. "Gin tonic, ne vuoi uno?" Chiede subito Swarna. Non sopporto di vederla così complice con lui. "Nono piccola, grazie. Però una limonata non la rifiuterei" "Vieni al bancone che te la servo" dice lei prendendogli la mano. "Jamal..." mormora lui lasciandosi trascinare. "Andiamo di sopra" ringhio incazzato. Entriamo in una stanza rossa e calando subito i pantaloni, le prendo i capelli e la indirizzo verso il mio cazzo. Lei è favolosa e me lo prende tutto in una volta, comincia a pompare con ritmi veloci mentre si aiuta con le mani ad accarezzarlo. Immagino di caricare Swarna sul bancone del bar, cospargerla di sale, lime e tequila e cibarmi di lei. Immagino di leccarle ogni centimetro di pelle, spalancarle le gambe e darle piacere, sentirla urlare il mio nome, arrossire e gemere per la mia lingua...grida di volerne ancora, di volere solo me, solo me. Vengo in un impeto sconvolgente e devo piegarmi in due per riprendere fiato...Priscilla fa per spogliarsi, ma io nego con la testa e rimettendomi i pantaloni dico "Ho da fare, scusami" Esco dalla stanza e correndo al piano di sotto, punto subito gli occhi su Swarna che pulisce i bicchieri. Mi metto in un divanetto all'angolo e resto a guardarla per tutta la serata, non mi stanco mai. I clienti iniziano ad andare, le ballerine si ritirano e la musica finisce, Swarna pulisce il bancone e ride con Nicole al suo fianco. Le raggiungo e sedendomi sullo sgabello chiedo "Nicole puoi lasciarci da soli?" Lei sposta lo sguardo su Swarna un po' preoccupata, ma annuisce e salutandola, va via. "Posso avere dell'acqua?"chiedo un po' cupo. "Si, signore" Mi serve l'acqua e io borbotto "Non c'è bisogno che mi chiami signore, non c'è nessuno" "Ok.." "Com'è andata oggi?" Lei si tortura le unghia e mormora "Io...credo bene. Ho imparato tante cose" Prendo un sorso d'acqua e dico "Sarò sincero con te...Amanda ha assunto te e Leonardo senza il mio consenso, sono venuto a conoscenza di ciò poche ore fa" "Ti saresti opposto, se lo avessi saputo?" "Sì, è chiaro." Lei fa per andarsene, ma io la blocco e dico "Voglio proporti un patto " "Che patto?" Chiede lei alzando un sopracciglio. "Io ti metterò in prova al bar ma tu..." "Io?" M'incentiva lei. "Torni a casa" per poi aggiungere "A Bella manchi tanto " E manchi tantissimo anche a me. "Anche a me mancate...cioè manca tanto Bella" mormora lei per poi dire "Ma, al momento mi trovo bene con Leonardo. Ho accumulato tanto stress in questi giorni e stare un paio di giorni da lui mi farà bene e farà bene anche a te" "Come può farmi bene la tua mancanza?" Chiedo quasi in un ringhio. "Capirai tante cose...anche questo patto, è cosi stupido. Io tornerò a casa, ma non per via del patto o perché me lo dici tu. Tornerò quando mi sentirò realmente a casa lì " "Vuoi farmi incazzare?" Ringhio dando un pugno al bancone e affacciandomi su di lei. "Può darsi...toglierti qualcosa per cui vivi, ti farà capire come mi sono sentita" dice mentre esce dal bancone e posando il grembiule aggiunge prima di andarsene. "Mi accontenterò del bar per adesso, grazie per l'opportunità. Ci vediamo domani" per poi darmi le spalle e andare via. Vedo sulle scale Leonardo che l'aspetta e io credo che mi stia uscendo fumo dalle orecchie. DOPO UNA SETTIMANA: "Dolores, sei tu?"chiedo affacciandomi nella cucina. "Sì, soy yo!" grida lei facendomi sospirare. Una parte di me spera sempre di poter trovare Swarna in cucina mentre si prepara un tè latte. "Va bene, io vado a lavoro. Bella dorme ancora" "Si sveglia quando sente Swarna suonare alla porta" Faccio una smorfia e prendendo la ventiquattrore, esco dalla cucina borbottando "Buona giornata" Esco fuori casa e prendendo l'ascensore, scendo al garage di sotto. Le porte dell'ascensore si aprono e io esco fuori sbloccando la macchina. "Oh scusami" dice una voce maschile venendomi contro. Lo ignoro e tiro dritto ma sento ancora "Jamal, ciao!" Mi giro e realizzo che ho davanti Leonardo con la tuta da lavoro macchiata di olio "Ciao.." borbotto fulminandolo con lo sguardo. Mi rigiro per andarmene a casa, ma poi mi rigiro ancora e lo chiamo "Leonardo!" Lui si gira e io raggiungendolo chiedo "Posso...chiederti una cosa?" "Certo" dice lui rendendosi disponibile. Non penso a quello che sto facendo o sto per dire, sono incazzato nero con lui, ho la mente offuscata dalla rabbia, dalla gelosia. Sospiro e andandogli sotto il muso sibilo "Non ti vergogni di quello che fai? Farle d'amante...non ci pensi a Bella? So che non è una tua responsabilità, ma con quale coraggio vai a letto con una ragazza che ha una famiglia alle spalle?" Leonardo corruga la fronte e prendendo le distanze da me, dice con calma "Jamal...io penso che tu abbia frainteso la situazione, io e Swarna siamo solo amici" "Chi vuoi prendere per il culo? Le stai facendo il lavaggio del cervello, chissà cose le dici per farle credere a tutte le stronzate che le propini. Non mi risponde al cellulare, non mi guarda neanche in faccia, mi evita giorno e notte!" "Hai mai provato a parlarle?" Gli afferro il colletto della maglietta sotto la tuta lurida e ringhio "Come cazzo faccio a parlarle se mi odia?" Lo lascio andare e spintonandolo, vado via. E' inutile parlare con questo stronzo, non capirà mai cosa di cui ha bisogno Swarna...della sua famiglia. "Tu non la conosci Swarna!" mi grida lui dietro. La rabbia rimonta e divento una furia, è da troppo tempo che reprimo tutte le emozioni, tutte le paure, le preoccupazione, il dolore di averla delusa. "Chi sei tu a dirmi che non conosco mia moglie!" grido aprendo la portiera della mia auto e puntandogli il dito contro da lontano. "Un amico, quello che non sei tu per tua moglie!" Marcio verso di lui incollerito e sbattendolo contro la colonna ringhio "Io ti ammazzo." "Non è così che risolverai i tuoi problemi con lei, non è con me che te la devi prendere se non riesci a non far prevalere l'orgoglio!" mormora lui mentre io gli stringo il collo con le mani. Lo voglio per terra agonizzante, solo così capirà come mi sono sentito in questa settimana senza di lei. Leonardo cade in ginocchio e mugola tossendo "Lei è te che ama!" Spalanco gli occhi e scaraventandolo dall'altra parte grido "Cos'hai detto?" Mi batte forte il cuore e sono senza fiato, non riesco a credere alle mie orecchie...sarà tutta una farsa, non è possibile. Io l'ho sempre delusa, non può provare un sentimento tanto puro e forte per un meschino come me. "Come fai a non accorgertene? Le si luccicano gli occhi quando ti guarda, si lecca sempre il labbro e diventa nervosa quando si parla di te e piange ogni sera per questo stupido litigio tra voi! Non stai soffrendo solo tu Jamal, state soffrendo entrambi senza l'uno e l'altro!" Lo riprendo per il colletto e grido "Mi stai mentendo!" "Perchè dovrei!" Lo osservo negli occhi e ringhio lasciandolo andare per terra...mi giro dandogli le spalle e mettendomi le mani in testa...Swarna sta soffrendo? Cado anch'io in ginocchio e poso le mani per terra urlando...è una cosa che desideravo fare da quando è cominciato tutto questo, da quando la sua mancanza mi dilania. Sento una mano posarsi sulla mia spalla e girandomi di scatto, do uno schiaffo al braccio di Leonardo. "Vattene via!"urlo incollerito dal fatto che mi abbia visto in queste condizioni. "Io davvero non capisco...perchè continuate a combattervi?" chiede lui mentre sento i suoi passi allontanarsi e io cado letteralmente in una crisi di panico. DOPO DUE SETTIMANE: "Dolores, sei tu?" Chiedo affacciandomi dalla cucina. "SÌ, signore" dice lei mentre io sospiro a fondo. "Vado a lavoro, ho appena dato il latte a Bella" borbotto per poi prendere la giacca, la ventiquattrore e andare via. Scendo con l'ascensore in garage e vado verso la mia macchina mentre digito un messaggio a Efrem. "Oh, scusami..." mi viene contro qualcuno. Mi giro alzando gli occhi e trovo Leonardo...stavolta è vestito bene, non ha tuta lurida addosso. "Buona giornata "si milita a dire mentre io lo fermo senza pensarci due volte. "Posso parlarti un attimo?" "Dipende, se mi prometti che non mi aggredisce come la scorsa volta, va bene" dice lui pensando di aver detto una cosa carismatica. Corrugo la fronte, ma lascio correre e mormoro "Volevo solo...chiederti come sta Swarna" "Puoi chiederlo a lei, sai?" "Va bene, come non detto. Lascia stare" borbotto tirando dritto verso la mia macchina e pentendomi della mia decisione. "Sta male" mi urla dietro, facendomi paralizzare. "Non si sente compresa da te e ci soffre molto" continua a dire mentre io stringo i pugni. Mi giro e chiedo "Mangia?" "Sì, l'obbligo a farlo" "La obblighi?" "Non ha mai fame, dice sta bene cosi" "Ma non sta bene" "Appunto" Sospiro...perché vuole punire se stessa? Non gli basta quello che mi sta facendo? Mi rigiro e vado via, ma Leonardo mi grida dietro "Hai da fare stasera?" Lo guardo da sopra la spalla in maniera perplessa..."Swarna starà lavorando e potremmo parlare di lei in pace a casa mia, ho molto cose da dirti " "Per esempio?" "Ne parleremo stasera, devo andare a fare un servizio fotografico adesso" "Stasera devo lavorare" lo fermo. "Non vuoi ascoltare quello che ho da dirti di Swarna?" "Dimmelo adesso " "Non posso, devo andare" "Dimmelo per telefono poi" "È troppo delicato per parlartene al telefono " "Ci stai girando troppo attorno" "Tu ci stai girando attorno " "Eh va bene! Passerò!" Cedo agitando le braccia. "Grande!" "Però posso passare solo per dieci minuti, poi devo..." "Andare al locale per controllare da lontano Swarna, come ogni sera. Lo so" "Io non...ah fanculo, non devo dare spiegazioni a te" sbotto mandandolo a cagare e andando verso l'auto. "Alle 20!" Mi grida lui dietro. Entro in macchina e partendo, mi trattengo dall'investirlo. SWARNA'S POV: "Pronto?" "Ehi...dove sei?" chiede Leonardo mentre mi sistemo la borsa. "Ho appena messo a letto Bella e sto andando a lavoro, tu?" "Senti...volevo chiederti una cosa, ti va se stasera rimaniamo a casa e ci mangiamo una pizza? Ho bisogno di un po' di tranquillità e di un'amica stasera" "Tutto bene?" chiedo preoccupata lasciando stare la borsa. "Sì sì, è che...sono un po' stressato. Fare diverse serate di seguito è divertente, ma anche un po' stancante. Ne ho già parlato con Jamal, mi ha detto che potremmo restare a casa" "Gli...gli hai parlato?"chiedo deglutendo nervosa. "Sì, l'ho incontrato in garage e ne ho approfittato per chiederglielo" Mi mangiucchio l'unghia e mormoro "E...come ti è sembrato? Arrabbiato? Sorpreso? " "Io non lo so...apatico?" chiede lui facendomi sorridere. "Ho capito, per me va bene. Sei già a casa tua?" "No, ma ci potremmo vedere per le 20. Hai le chiavi, vero?" "Sì sì, tranquillo. Ci vediamo per le 20" "E piccola...?" "Sì?" "Mettiti un bel vestitino, ceneremo a lume di candele" Arrossisco e mordendomi il labbro dico "Ok...mi farò carina" "Non esagerare però" Scoppio a ridere "Scemo" borbotto. "A stasera" "A stasera" confermo riattaccando. Poso il cellulare sul comodino e corro a farmi un bel bagno...è da un po' che non mi prendo del tempo per me. Metto anche della musica da sala e mi rilasso nella vasca...chiudo gli occhi e immagino di essere in una vasca in mezzo alla natura, davanti a me si estende una valle verde, il cielo è calmo, azzurro...le nuvole bianche che sfumano nel cielo...l'aria è fresca, pura. Sento improvvisamente una mano sul mio fianco...è grande, le dita sono grossolane e ruvide a contatto con la mia pelle, solo adesso mi accorgo della presenza di una persona alle mie spalle, ha un profumo particolare...di rosmarino, lavanda, cipresso e lentischio, mi ricorda quello di Jamal, così intenso, così provocante. La mano si sposta al mio addome e scende lentamente lasciando una sica di brividi sulla mia pelle, le dita si addentrano nell'interno coscia, finchè sento sfiorare la mia carne e sussulto. Tremo per un attimo, ma il secondo dopo spalanco ulteriormente le gambe e scivolo nella vasca...le dita sono molto esperte, fanno dei cerchi concentrici e premono la carne abbastanza da farmi impazzire. "Jamal..."gemo al piacere che mi sta dando..."Shhh"sussurra lui sfiorando il mio orecchio. Le dita si fanno più veloci e io spalanco gli occhi e butto la testa all'indietro a un passo dal raggiungere l'estremo piacere dei sensi..."Ahhhh ahhhh" ansimo respirando affannosamente, il mio cuore rischia di uscire dalla casa toracica, batte così forte, il sangue pompa velocemente e mi sento andare in fiamme, quando dei brividi mi paralizzano facendomi tremare tutta e io resto inerme col cuore che batte all'impazzata. Spalanco gli occhi e solo ora realizzo di essere sola nella vasca e nel mio bagno, la mano che dava piacere era la mia e Jamal...non riesco a realizzare nulla che sento Bella piangere e uscendo di scatto dalla vasca, mi lavo le mani dannandomi per questo momento di cedimento e corro nella cameretta di Bella in vestaglia. "Ehi...sono qui, sono qui" mormoro prendendola in braccio e cullandola tra le mie braccia. "Che succede? Hai fatto un brutto sogno?Shhh ora passa tutto, passa tutto "sussurro accarezzandole la schiena e la testa. Mi muovo uscendo dalla sua stanza ed entrando nella mia, vado nella cabina armadio...Bella inizia a tranquillizzarsi curiosa della mia cabina armadio e baciandole la testa chiedo "Cosa metto stasera?" Bella mi guarda con gli occhi lucidi e io mostrandole un vestitino corto di seta color rame chiedo "Questo ti piace?" Prende il tessuto del vestito e se lo mette in bocca. "Sembra di sì" ridacchio togliendole il vestito dalla bocca e dandole un giocattolo. "Scarpe...queste" mormoro prendendo dei sandali col tacco semplici nere. "Andiamo a truccarci un po'..." La porto nel mio bagno e facendola sedere sul mobiletto accanto al lavandino, prendo un po' di cipria, mascara e il rossetto rosa scuro. Mi tiro su in capelli e facendo ricadere la frangetta, ormai lunga, come un ciuffo laterale, libere anche delle ciocche ai lati delle orecchie. "Com'è?"chiedo a Bella che sorride e agita le manine. "Eh vabbè...ma tu sei la più bela qui, nessuno può battere te" mormoro pizzicandole piano le guanciotte. "Andiamo a vestirci?"chiedo riprendendola in braccio e uscendo dal bagno, quando però sento suonare alla porta. "Oh....chi sarà?" chiedo andando verso l'ingresso. Apro la porta e sorrido a Dolores "Ehi!" dico mentre lei entra e prende subito Bella in braccio. "Esci fuori?"chiede lei dondolandosi con Bella che scoppia a ridere. "Sì, vado a cena da Leonardo, però ti ho lasciato una teglia di lasagne in forno" "Con i spinaci e la mozzarella?" "Ovvio, so che è la tua preferita!" esclamo sorridendole. "Su, vai a vestirti!" dice lei superandomi e andando verso la cucina. Sorrido e svoltando nella parte opposta, vado in camera mia...entro nella cabina armadio e indossando il vestito e le scarpe, mi guardo allo specchio. Penso di essere pronta...alzo lo sguardo all'orologio e vedo che sono le 19:54. "Dolores, io vado!" grido da fuori la cucina. Entro e baciando Bella sul seggiolino, do anche un bacetto a Dolores. "Buena suerte!" esclama lei abbracciandomi. Ribacio Bella e grido "Buon appetito" Esco dalla cucina e prendendo la borsetta con le chiavi dentro, esco da casa. Prendo l'ascensore e arrivando al piano di Leonardo, esco fuori le chiavi e apro la porta. Ancora non c'è nessuno dentro...che strano. Accendo le luci del salotto e appendendo la borsa sull'appendino, vado ad accarezzare Leo che mi guarda dalla sua cuccia. "Come stiamo?"chiedo passando le dita fra i suo pelli sulla schiena. Lui si sposta di lato e ritorna a dormire... Mi rialzo e guardandomi attorno vedo l'orario...20:05. Forse sarà per prendere qualcosa... capita che mi lasci sola per qualche minuto per andare a prendere la cena o qualcosa che manca in frigo. Frigo...vado in cucina e aprendo il frigo prendo della cola, sono molto golosa di cola e lui lo sa molto bene. Ha riempito il frigo di bottiglie di cola, anche se mi rimprovera il fatto che ne bevo troppa e che farà male al mio stomaco. E' molto tenero quando mi mette in guardia. Tengo suonare alla porta e riposando il mio bicchiere sul tavolino, corro fuori spegnendo la luce in cucina. "Arrivo!" grido correndo coi tacchi per il corridoio, pessia idea Spalanco la porta quasi col fiatone e sorridendo dico "Scusami, ero in cucina per... Jamal?" Mi paralizzo nel vederlo di fronte a me con un completo elegante verde scuro e con la sua solita espressione impenetrabile. "Swarna..."borbotta lui inserendo le mani in tasca e serrando la mascella. Mi sblocco dal mio stato d'incoscienza e chiedo "Ehm...mi cercavi?" "No, in realtà sono qui per parlare con Leonardo. Mi aveva detto di passare a quest'ora" alza il polso per osservare il suo rolex e dice "Anzi...sono in ritardo di 7 minuti" Annuisco con la testa e facendogli spazio per entrare dico "Oh...ho capito, accomodati. Lui è fuori al momento" "No no, tranquilla. Posso aspettarlo fuori" "Ma no, entra. Sarà qui a momenti" Jamal è molto a disagio, ma fa un cenno con la testa ed entra. Si guarda subito attorno scettico e fa anche una smorfia, scommetto che lo stile bohemien di Leonardo non gli garba affatto. Chiudo la porta e indirizzandolo verso il salone dico da padrone di casa, almeno per il momento "Accomodati" Lui segue la direzione della mia mano ed entrando nel salotto, a verso il divano e ci pensa un attimo prima di sedersi...faccio un sorriso, sembra così strano averlo qui. "C'è un cane" puntualizza indicando Leo che sonnecchia tranquillo. "Sì, lui è Leo" spiego incrociando le braccia e appoggiandomi allo stipite della porta. "L'ha chiamato come lui?" chiede corrugando la fronte...è stata la stessa domanda che ho fatto ai tempi a Leonardo. "No, il cane è Leo e lui si chiama Leonardo" rispondo come mi rispose lui in ascensore. "Non fa una piega" borbotta lui rialzandosi dal divano. Credo che sia troppo nervoso per stare fermo e seduto. "Ti offro qualcosa? Una birra?" "No, sto a posto così. Hai intenzione di andare così al locale?" chiede indicando il mio vestiario. Abbasso lo sguardo al mio vestitino, effettivamente fuori luogo per il lavoro, ma abbastanza sexy per un night club e mormoro "In realtà oggi non dovevo andare al locale...Leonardo non ti ha parlato al parcheggio?" Sentiamo suonare alla porta e girandomi dico "Oh...dovrebbe essere lui, arrivo subito" Volo fuori dal salotto e corro ad aprire la porta...è arrivato il mio salvatore, sono passati solo 2 minuti con lui e già sono tesissima. Apro la porta sorridendo, ma mi trovo un fattorino con due scatole di pizza in mano. "Rubino?"chiede lui leggendo una lista. "Sì.."mormoro mentre mi porge la lista e mi chiede di firmare. "Grazie..."dico un po' stranita prendendo le pizze. "Arrivederci" "Senti!" grido prima che possa andarsene. Lui si gira e io chiedo "Hai visto di un sotto un ragazzo alto, moto, occhi blu...?" "Non mi pare" "Capisco, grazie ancora e buona serata" dico rientrando in casa. Chiudo la porta col gomito e passando dal salone grido "Poso questi e arrivo!" Corro in cucina e posando le pizze, ritorno in salotto. "Credo che ti stia chiamando qualcuno" dice Jamal indicandomi il cellulare sul tavolino che indica una chiamata. Prendo subito il cellulare e vedendo il nome di Leonardo dico "E' Leonardo...Pronto?" "Ehi...sei già in casa mia?" "Sì e...sono anche arrivate le pizze, dove sei?" "Hai trovato Jamal fuori?" Alzo lo sguardo a Jamal a un passo da me e dico "In realtà l'ho fatto accomodare" "Grande! Metti il vivavoce" "Adesso?" "Sì , sì" Stranita accendo il vivavoce e dico "Ok, sei in vivavoce adesso" "Jamal?"chiede Leonardo facendo scattare sul posto. "Leonardo...avevamo un appuntamento per le 20" dice duro Jamal. "Senti...ho avuto un imprevisto, possiamo parlare domani. Che ne dite se vi mangiate una pizza e resti in compagnia di Swarna? Io ritornerò tardi" "Cosa? Non vieni? Ma..."chiedo spalancando gli occhi e lui dice subito dopo "Devo andare, godetevi la serata e parlate un po'. A dopo" Riattacca e noi rimaniamo perplessi...riattacco anch'io e posando il cellulare, mi passo una mano sul collo. "Io...sarà il caso che vada via. Buon appetito "dice Jamal avanzando. Mi giro e stringendo il braccio mormoro "No aspetta..." Mi gratto la testa e dico timidissima "Resta...c'è una pizza in più e..." "Mettila da parte per lui" dice Jamal. Lo osservo un po' delusa del fatto che non voglia rimanere solo con me e borbotto "Ok." "Ok." dice lui uscendo dal salone. "Aspetta...ti accompagno alla porta" dico, ma lui scuote la testa e la mano e replica "Conosco la strada, non ti scomodare" Rimango in salone e sospiro...mi sento così stupida per aver creduto che potesse abbassare la guardia un secondo e lasciarsi andare con me. Mi lascio andare sul divano e ripenso a quando ero in vasca e l'ho immaginato mentre..."Oh Swarna, piantala!" borbotto. "Maschi, chi li capisce" dice a Leo che non riesce a dormire con tutto il rumore che abbiamo fatto. Improvvisamente risento il campanello suonare e penso che possa essere finalmente Leonardo, potrò anche chiedergli cosa gli è passato per la testa quando ha deciso di lasciare me e Jamal soli nella stessa stanza, dopo tutto quello che ci siamo detti. Apro la porta e rimango sorpresa nel vedere Jamal...lui deglutisce evidentemente a disagio e chiede "Che gusto sono le pizze?" Sorrido. "Non lo so, possiamo andarlo a scoprire" dico facendogli spazio. Lui annuisce ed entrando, mi aspetta mentre chiudo la chiudo la porta e proseguo per il corridoio. Sento il suo sguardo bruciarmi le gambe, la schiena un po' nuda, il sedere, il collo...mi sento andare in fiamme. Entro in cucina e accendendo la luce, vado ad aprire lo scatolone. "Al salame e..." apro l'altro "con le melanzane" "Quale preferisci?" chiede lui. "Melanzane, amo le melanzane. Ti va quella al salame?" "Non sapevo che ti piacessero le melanzane" riflette lui. Sorrido e prendendo le pizze dico "Perchè non ti levi la giacca? Io intanto sistemo fuori" "Fuori?" "E' una bella serata e spesso mangiamo fuori al balconcino, preferisci mangiare dentro?" "No, va bene fuori" "Ok...lascia la giacca in salotto e mi raggiungi fuori" dico aprendo la portafinestra in cucina. "Va bene" Esco fuori nel balconcino e andando verso il tavolino, poso le pizze e accendo la lampadina sopra e una piccola candela al centro del tavolo. Rientro in cucina per prendere i bicchieri e le posate, mentre Jamal mi raggiunge e il mio occhio cade sui pettorali evidenziati dalla camicia un po' aderente. "Lascia che ti aiuti" dice lui prendendo i bicchieri e le posate. Sono così stordita dalla sua presenza che lo lascio fare, mentre io prendo i piatti e tovaglioli. Usciamo fuori e raggiungendo il tavolino, apparecchiamo in silenzio. Ci accomodiamo uno di fronte all'altra e mentre io distribuisco le pizze, Jamal dice guardando in alto "Hai ragione...è proprio una bella serata" Sorrido e porgendogli il piatto dico "Ti ho messo anche una fetta della mia" "Vuoi assaggiare il mio al salame?" chiede mentre io mi accomodo e corrugo la fronte "Cosa?" Lui prende una fetta della sua pizza e porgendomela dice "Vuoi assaggiarla?" "Ah...il salame nella tua pizza" mormoro ridendo. "Perchè? A cosa pensavi?"chiede lui alzando un sopracciglio. "A niente...niente" mi tappo la bocca prendendo la fetta di pizza che mi porge. Mi starà per venire il ciclo o non me lo spiego... "Allora...come ti trovi qui?" chiede lui attaccando a parlare. E' così strano da parte sua...non parla quasi mai. "Ehm...bene, il letto di Leonardo è molto comodo" "Dormite insieme?" "No, no...lui sta sul divano. Ho insistito per cedermi il divano, ma non ne ha voluto sapere lui" "E' un bravo ragazzo..."mormora lui asciugandosi l'angolo della bocca sporca di salsa. Seguo i suoi movimenti e mi trovo a leccarmi le labbra, che diavolo mi sta succedendo. "Tu invece? Come va col lavoro?" "Bene, tutto sotto controllo. Oggi ho venduto una villa da 12 milioni a un cliente spagnolo, sono molto soddisfatto" "Bisogna festeggiare allora..." dico alzandomi a prendere da bere, me ne ero scordata. Entro in cucina e aprendo il frigo prendo lo spumantino, c'era un'offerta al supermercato e ne abbiamo approfittato...15 bottigliette di spumante a 10€, non che siamo grandi bevitori di alcol, ma ci andava di prenderli. "Eccoci" dico riaccomodandomi. "Apri tu, dobbiamo festeggiare te" mormoro passandogli lo spumantino. Lui mi sorride un po' in imbarazzo, ma prende la bottiglietta di vetro e togliendo la carta avvolta, svita il tappo per poi stapparlo. Applaudo urlando mentre lui sorride felice e mi versa lo spumante nel bicchiere. Lo versa anche per sè e andandoci incontro coi bicchieri, beviamo. "Grazie..."mormora Jamal riposando il bicchiere. "E per cosa?" chiedo sorridendo e riposando anch'io il bicchiere. "Per tutto questo...insomma, non abbiamo mai fatto una cosa del genere a casa nostra" "No...hai ragione" "Dovremmo rifarlo, insomma...festeggiare i nostri successi, stare un po' in intimità, parlarci..." Annuisco con la testa e sorridendo mormoro "Sì, potremmo..." "Ci basta così poco per stare bene...una pizza, da bere, qualche candela, una bella serata" "E una bella compagnia" intervengo io facendolo ridere mentre rialza il bicchiere e dice "Alle belle compagnie" Sorrido e rialzando il mio bicchiere, gli vado incontro "Cin" mormoro prima di bere. Ci osserviamo sopra il bicchiere, finchè lui distoglie lo sguardo dopo un po' e io sorrido con le guance arrossate.

Ritorna all'indice


Capitolo 65
*** Capitolo 65 ***


Se alle ferite dai il giusto tempo di guarire, togliere la crosta diventa piacevole. SWARNA'S POV: "Dolores è a casa?" chiede Jamal continuando a mangiare la sua pizza. "Sì, è arrivata poco dopo che mi sono vestita" Lui abbassa lo sguardo al vestito e allo scollo, arrossisco e fingo di non essermene accorta. "Dovevi cenare con lui, vero?" "Sì, tecnicamente era una cena a lume di candele" Lui si schiarisce la voce e bevendo della birra chiede "Quindi voi due..." "Oh no no..." mi pulisco l'angolo della bocca con un tovagliolo e completo la frase "Siamo solo buoni amici" Jamal non è molto convinto e giocando a ruotare il dito attorno al beccuccio della bottiglia di birra chiede incurante "E a te piace?" "Chi? Leonardo?" sorrido e scuotendo la testa aggiungo con lo sguardo basso "Credevo di sì..." "Credevi?"chiede lui girando la testa di lato per sentirmi meglio. Annuisco un po' titubante e dico deglutendo "Diciamo che è stato solo un malinteso, l'ho conosciuto in un periodo un po' strano e....mi ha dato tanto supporto morale, credevo che fosse amore, sì" "Periodo un po' strano?" "Mi ero appena trasferita e dovevo andare a prendere il latte per Bella..." sorrido ricordandomi la scena e continuo "Ci siamo incontrati in ascensore e mi ha...fatto ridere" "Ti ha fatto ridere..."mormora lui, come se ci stesse riflettendo intensamente. "Sì, un sacco...mi ha anche accompagnata fino al supermercato più vicino. E' stato molto premuroso da parte sua" "Avresti potuto chiamarmi, ti avrei detto che strada prendere" Alzo lo sguardo a lui un po' a disagio adesso e mormoro "Io...presumo che non ti abbia voluto disturbare" "Disturbare?" chiede lui alzando un sopracciglio. "A lavoro...è per questo che non c'eri a casa quando sono venuta, no?" Jamal si morde l'interno guancia e sospira. "Ho detto qualcosa che..." "No." borbotta lui bevendo dell'altra birra. "Io...non volevo dire che sei stato sgarbato a lasciarmi sola il primo giorno che mi sono trasferita" "Ma lo sono stato" dice lui congiungendo le mani per formare un pugno. "No, davvero...c'era Dolores che mi ha accolta, come una madre. Non mi è mancato nulla" Lui si alza un po' innervosito e frugando nelle tasche borbotta "Posso?" Abbasso lo sguardo al pacchetto di sigarette e dico "Prego..." Si allontana di poco per accendersi una sigaretta e inizia a fumarla appoggiandosi al corrimano. Lo osservo dal mio posto e decido di non lasciarlo solo...mi alzo e raggiungendolo, mi appoggio al muro in silenzio dietro di lui. Jamal continua a fumarsi la sigaretta indisturbato, finchè la spegne e girandosi mormora "Scusami, avevo bisogno di una sigaretta" "Tranquillo..." Lui abbassa lo sguardo e un po' in imbarazzo mormora "Sono stato un...marito disastroso" Sorrido...mio marito. "Sei sicuramente un padre meraviglioso" Anche lui sorride e io raggiungendo mormoro "Abbiamo solo avuto dei malintesi...capita averli in...ecco, una famiglia" Jamal alza lo sguardo a me e dice "E' stato tutto così improvviso...Farid sapeva bene che non sono il tipo che vuole formarsi una famiglia, soprattutto con una bambina non mia e..." "Una totale sconosciuta" mormoro ridendo. Anche lui ride e dice "Lo stesso avrai pensato anche tu" "Sì, ammetto di aver odiato un po' Bekka per la situazione in cui mi ha cacciata" Lui si gira a guardarmi sorpreso e chiede "Quindi non sono stato l'unico...anch'io ho maledetto Farid" Entrambi scoppiamo a ridere e confesso subito dopo "Ho anche pensato di scappare dall'Italia e lasciare tutto questo casino nelle tue mani" "Cosa? E 'avresti fatto davvero?!" Mi piego in due per le risate e lui mi guarda con rimprovero, palesemente anche divertito. "Ora che so che sei peggio di me, mi sento meglio" dice lui facendomi ancora ridere. Mi appoggio anch'io al corrimano e alzando lo sguardo al cielo stellato, sospiro forte. Rimaniamo per qualche minuto in silenzio, finchè lui parla e chiede "Perchè vuoi ballare al Babilonia?" Mi blocco di scatto..."Come?"chiedo per essere certa che abbia sentito bene. "Vorrei venirti incontro...ma devo capire prima, perchè vuoi ballare lì?" Deglutisco...non pensavo che questo momento potesse arrivare. "Io...ecco...caspita, non me l'aspettavo" Sorrido e alzando lo sguardo a Jamal dico "E' una passione fin da piccola, prima dello...tsunami, ero una ballerina ed era quello che volevo fare in futuro. Mi faceva sentire libera, sciolta, femminile...è una sensazione che non so spiegare bene, so solo che quando ho ripreso a ballare al Babilonia, ho finalmente respirato...come se fossi stata in acqua per tutto il tempo fino a quel momento" "Ballare...tutto qui?" "Sì, tutto qui. E' la mia passione, non mi aspetto che tu capisca" mormoro abbassando lo sguardo. Jamal sospira e rialzando lo sguardo al cielo dice "Fino a un mese fa non mi sarebbe importato di nulla" Prende un bel respiro e continua a dire "Ma due settimane fa mi hai dato una lezione e io ti ho fatto una promessa quando ci siamo sposati." La memoria mi riporta a quel momento.. "Possiamo prometterci una cosa?" "Più di amarti e onorarti per tutto il resto della mia vita?"chiede lui facendomi ridere. "No, sappiamo entrambi che questa non è una promessa. Voglio che facciamo una promessa vera, adesso" dico girandomi verso di lui. Jamal annuisce piano e io mormoro "Promettiamoci che non faremo mancare mai nulla a Bella, che le daremo tutto il nostro amore e che...." Abbasso lo sguardo un po' imbarazzata per quello che vorrei dire. "E che?"mormora lui avvicinandosi a un palmo da me. Alzo piano lo sguardo a lui e sussurro "Che mi starai sempre vicino e cercherai sempre di comprendermi e darmi forza" Jamal rimane in silenzio per una manciata di secondi solo fissandomi dritto negli occhi, per poi leccarsi le labbra e alzare una mano su una mia guancia. "Te lo prometto" dice con tanta intensità che mi sembra di aver perso un battito. "Che lezione?" chiedo spalancando gli occhi. "Io non posso perderti...non ce la farei senza di te, ho bisogno che tu ci sia. Sei la nostra casa, la nostra vita" "Io...non capisco" mormoro spostando il gomito sul corrimano verso di lui, non ci tocchiamo...ma siamo così vicini. "Sei il collante di tutto, sei essenziale per me e per Bella. La mattina alzarmi e non vederti sul letto, mi dilania. La notte accorrere in mio aiuto per mettere a dormire Bella...i tuoi occhi, il tuo sorriso, la tua sola presenza mi sono mancate da morire in questi giorni. Ho capito che non sei più la sorella di Bekka che fa da madre a mia figlia, sei mia moglie e io ho bisogno di te per poter andare avanti" dice lui spostando anche lui il braccio nel mio lato. Rimango pietrificata dalle sue parole e scuoto la testa..."Jamal..." "Puoi esibirti al Babilonia, ma ti prego torna da me, da noi..." mormora lui unendo le nostre braccia. Rimango immobile a fissarlo, finchè lui abbassa di poco il viso e alzando le dita, mi mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Anche voi siete la mia vita" mormoro commossa. Lui sorride e mi lascia un bacio sulla fronte, scende a baciarmi anche una spalla, per poi alzare il viso e baciarmi il naso...esita sulle mie labbra, mentre io le schiudo e... "Cazzo" ringhia lui sentendo il cellulare squillare. Mi rinsavisco e scostandomi mormoro "Scusami.." "No, scusami tu...merda, è Dolores. Devo rispondere" dice accettando la chiamata. "Pronto Dolores?" Mi porto una mano sul viso e respiro piano...ho il cuore che mi batte all'impazzata. "Cosa? Adesso?" Alzo lo sguardo a Jamal che fa una smorfia e dice riattaccando "Stiamo arrivando" "Che succede?"chiedo mentre lui mi supera e dice "Sono arrivati quelli del sociale" "Cosa?! A quest'ora?" "Sono a casa, dobbiamo scappare" dice lui aprendo la portafinestra. Spengo le candele e le luci fuori per poi correre dentro e recuperare la mia borsetta. Jamal si riprende la sua giacca e indossandola, corre all'ingresso. Lo seguo dietro e insieme facciamo una corsa fino in ascensore. Mando un messaggio a Leonardo, mentre Jamal si riannoda la cravatta. Le porte si spalancano e uscendo dall'ascensore, andiamo alla porta. "Pronta?"chiede Jamal. "No..." mormoro incerta. "Dobbiamo solo fingerci una coppia sposata" "Io non so fingere!" "Shhh ci potrebbe sentire, tu asseconda quello che faccio. Andrà tutto bene" Dolores ci apre e subito vediamo alle sue spalle una donna vestita elegante sui 30, con occhiali rossi, bionda, occhi castani, di media statura e sembra molto severa. "Salve" dice Jamal superandomi e dando la mano all'assistente. "Salve, lei deve essere il signor Sabil" dice lei ricambiando la stretta di mano. "Piacere di conoscerla" dice Jamal regalandole un bellissimo sorriso. Lei però non si fa incantare tanti facilmente e passando a me dice "Lei deve essere la signora Sabil. Caterina D'amato, assistente sociale" Ricambio la stretta anche io e dico "Molto piacere, Swarna" "Dolores mi ha detto che eravate fuori a cena" dice lei iniziando ad appuntare. "Sì be', oggi facciamo il mesiversario e le ho fatto una sorpresina" dice Jamal sorridendomi. Gli sorrido anch'io, mentre l'assistente mi chiede "Oh davvero? Quando vi siete sposati?" Sposto lo sguardo a Jamal, quando ci siamo spostati?! Jamal mi guarda, come per dire "Non lo sai veramente?", e dice venendo in mio soccorso. "21 giugno, era una giornata d'afa...la ricordo ancora" "Vero! Che caldo che faceva!" intervengo. "Prego, si accomodi signorina D'Amato" dice Jamal mostrandole con la mano la direzione per il salone. "Grazie" si limita a dire lei superandoci. "È da molto qui?" sussurra Jamal all'orecchio di Dolores. "Da cinque minuti, l'ho subito chiamata" "Menomale che eravamo nei dintorni" borbotta Jamal per poi girarsi e sussurrarmi "Come fai a non sapere la data del nostro matrimonio?" "Non pensavo che fosse importante saperlo" mormoro io mentre Jamal mi fulmina con lo sguardo ed entra nel salone. "Volevo prima vedere la bambina, se è possibile" dice l'assistente guardandosi attorno. "Certo, da questa parte" dice Jamal superandomi. Entriamo nel corridoio e andando nella cameretta, troviamo Bella che dorme profondamente. Ci affacciamo sulla culla e l'assistente s'intenerisce guardando Bella. "È un angelo" mormora lei sorridendo. "Sì, assomiglia molto a mia sorella" dico intenerita. "Forse è il caso di non svegliarla" dice l'assistente allontanandosi dalla culla. Jamal annuisce e uscendo dalla stanzetta, mostra la casa all'assistente, mentre io mi rifugio in cucina con la scusa di fare un caffè a tutti. "Come ti sembra?" Chiede Dolores mentre prepara del caffè. Mi anticipata. "Sembra normale, ha detto che Bella sembra un angelo" "Quella peste potrebbe intenerire anche il diavolo" Ridacchio e bevendo dell'acqua, aspetto che il caffè venga erogato. "Grazie Dolores, per tutto..." dico mentre serve il caffè. "Ma di che...eravate insieme?" "Sì...Abbiamo mangiato una pizza insieme, è stato...strano" "Strano?" Chiede Dolores non capendo. "Sì...insomma, sembravamo davvero una coppia" "Ti è piaciuto" "Sì, molto...mi ha detto che dovremmo rifarlo" "Davvero? " "Mi ha anche detto che sono molto importante per lui e che potrò ballare al Babilonia " Dolores corre ad abbracciarmi, mentre dietro sentiamo una voce che chiede "Che succede qui?" Ci giriamo e vediamo Jamal che ci guarda stranito. "No,niente...mi andava di darle un abbraccio, tutto bene di là?" "L'assistente vorrebbe parlare con noi due" "Oh capisco...stavo aspettando il caffè per portarvelo" dico indicando il vassoio. "Ci penso io, andiamo" dice lui prendendo il vassoio con attenzione. "Dolores, tu puoi andare. Grazie ancora per la telefonata" dice Jamal sorridendole e uscendo dalla cucina. "Prego, si accomodi signora D'Amato" dice Jamal mostrandole con la mano la direzione per il salone. "Grazie" si limita a dire lei superandoci. "È da molto qui?" sussurra Jamal all'orecchio di Dolores. "Da cinque minuti, l'ho subito chiamata" "Menomale che eravamo nei dintorni" borbotta Jamal per poi girarsi e sussurrarmi "Come fai a non sapere la data del nostro matrimonio?" "Non pensavo che fosse importante saperlo" mormoro io mentre Jamal mi fulmina con lo sguardo ed entra nel salone. "Volevo prima vedere la bambina, se è possibile" dice l'assistente guardandosi attorno. "Certo, da questa parte" dice Jamal superandomi. Entriamo nel corridoio e andando nella cameretta, troviamo Bella che dorme profondamente. Ci affacciamo sulla culla e l'assistente s'intenerisce guardando Bella. "È un angelo" mormora lei sorridendo. "Sì, assomiglia molto a mia sorella" dico intenerita. "Forse è il caso di non svegliarla" dice l'assistente allontanandosi dalla culla. Jamal annuisce e uscendo dalla stanzetta, mostra la casa all'assistente, mentre io mi rifugio in cucina con la scusa di fare un caffè a tutti. "Come ti sembra?" Chiede Dolores mentre prepara del caffè. Mi anticipata. "Sembra normale, ha detto che Bella sembra un angelo" "Quella peste potrebbe intenerire anche il diavolo" Ridacchio e bevendo dell'acqua, aspetto che il caffè venga erogato. "Grazie Dolores, per tutto..." dico mentre serve il caffè. "Ma di che...eravate insieme?" "Sì...Abbiamo mangiato una pizza insieme, è stato...strano" "Strano?" Chiede Dolores non capendo. "Sì...insomma, sembravamo davvero una coppia" "Ti è piaciuto" "Sì, molto...mi ha detto che dovremmo rifarlo" "Davvero? " "Mi ha anche detto che sono molto importante per lui e che potrò ballare al Babilonia " Dolores corre ad abbracciarmi, mentre dietro sentiamo una voce che chiede "Che succede qui?" Ci giriamo e vediamo Jamal che ci guarda stranito. "No, niente...mi andava di darle un abbraccio, tutto bene di là?" "L'assistente vorrebbe parlare con noi due" "Oh capisco...stavo aspettando il caffè per portarvelo" dico indicando il vassoio. "Ci penso io, andiamo" dice lui prendendo il vassoio con attenzione. "Dolores, tu puoi andare. Grazie ancora per la telefonata" dice Jamal sorridendole e uscendo dalla cucina. Saluto con un bacio sulla guancia Dolores e seguo Jamal fuori. "Credi che s'intratterrà ancora per molto?" sussurro ancora un po' in ansia. "Non penso, non se avrà tutte le risposte che vorrà" "Mi affido alle tue mani" dico un attimo prima di entrare in salone. "Non potresti fare altrimenti" Alzo un sopracciglio, ma sono costretta a sorridere perchè ormai sono in salone e la D'amato chi guarda sorridendo. "Abbiamo portato il caffè, scusi la nostra assenza" "Oh tranquilli, ho avuto modo di dare un'occhiata in più al salone. Avete una casa incantevole. Hai scelto tu l'arredamento?"mi chiede prendendo la tazzina del caffè. "Ehm...insieme, sì...insieme. Io non me ne intendo molto, in realtà" dico girandomi a guardare Jamal. "Già, è opera del designer Bellavista...potrei passarle il contatto, se le interessa" interviene il reale proprietario della casa. "Sì, grazie. Ho preso casa da poco e vorrei ridisegnarla, mi farebbe un favore. Questo è il mio biglietto da visita" dice la D'amico posando la tazzina e allungando un bigliettino che esce dalla giacca. "Lo contatterò oggi stesso, magari potrà farle uno sconticino" dice Jamal facendole l'occhiolino. Sposto lo sguardo a lei, be'...anche lei sta cadendo nella trappola dell'occhiolino. "Ci vogliamo accomodare?"chiede lui indicandole il divano. Jamal si siede sul divano opposto e faccio per sedermi al suo fianco. ma lui mi trascina sulle sue ginocchia e porta un braccio attorno ai miei fianchi. Spalanco gli occhi paralizzandomi, ma subito dopo alzo lo sguardo alla D'amato e le sorrido. Che diavolo passa in testa a Jamal? "Allora....voi due siete una coppia fissa da..." "Circa un anno" dice Jamal. "Stavate insieme anche prima della morta dei vostri cari?" chiede a me. "No" dico io mentre Jamal dice "Sì" Ci guardiamo e abbasso subito lo sguardo, merda...non avrei dovuto rispondere. "Cioè...eravamo in stato di flirt. Sa...come i ragazzini quando si piacciono e hanno paura di fare il primo passo" dice Jamal facendomi arrossire. "Capisco...leggo qui che lei è un imprenditore immobiliare e la signorina è disoccupata" "Tecnicamente ho iniziato a lavorare anch'io da poco" intervengo. "Ah sì? Non sono stata aggiornata. Cosa fa?" "Facevo la barista nel locale di mio marito, adesso sono una ballerina" "Non ho capito bene" "Ballo nel night club di mio marito" le spiego meglio, mentre sento una stretta forte sul fianco. Sposto lo sguardo su Jamal che vorrebbe sotterrarsi. "Ho capito adesso...fa la spogliarellista quindi?" "Oh no no, ballo semplicemente...ballo con i vestiti addosso" "Tesoro...forse è il caso che lasci parlare me, magari la signorina D'amato potrebbe fraintendere" dice Jamal sorridendomi...in realtà vorrebbe ammazzarmi. "Quindi entra un ricavo da ambe parti" "Esatto" "E il tuo capo è tuo marito" "Sì" "E quanto prende?" "Questo dovevamo ancora concordarlo" dico pensandoci. "Approssimativamente?" "Le ballerine del mio locale prendono 350€ a esibizione" interviene lui. "Quindi 4 esibizioni sono all'incirca 1400€" "Sì, conto di farne almeno il doppio" dico mentre Jamal mi fulmina con lo sguardo. "Ho sentito Bella di là, andiamo a dare un'occhiata?" chiede lui facendomi alzare dalle sue ginocchia. "Oh ehm...ok" "Arriviamo subito, con permesso" dice Jamal trascinando via. Entriamo nel corridoio e faccio per entrare nella camera di Bella, ma lui mi porta in camera sua e socchiudendo la porta, si porta le mani fra i capelli. "Perchè mi hai portato qui?"chiedo perplessa guardandomi attorno. "Swarna..." sospira levandosi la giacca. Abbasso lo sguardo alla sua camicia aderente al busto imponente e schiarendomi la voce, mi giro fingendo di dover tossire. "Cosa hai intenzione di fare?"chiede lui improvvisamente. "Cosa intendi?" domando io corrugando la fronte. "Ci fai o ci sei?" "Non capisco" "Era necessario dirle che avresti ballato al Babilonia?" "Be'...sarà il mio impiego" "O non vuoi più farmi un contratto...?"aggiungo incrociando le braccia. "Io ci provo davvero...ma con una stupida come te io..." "Come?" chiedo spalancando occhi e bocca. "Sembra che ti stia comportando da stupida, avresti dovuto dire che non hai un impiego e che ti saresti occupata giorno e notte di Bella" "Giusto...il marito che lavora e la moglie alle sue dipendenze. Un classico" "Sarebbe stata una facciata ovviamente, tanto per rassicurare quelli del sociale!" "Non è il mio lavoro che farà mancare qualcosa a Bella" dico severa. "Non vuoi capire che ci complicherà solo le cose?" "Cosa? Il nostro matrimonio è già finto, peggio di così, come pensi che possa andare!" dico innervosendomi. "Nessuno sa questo particolare, smettila di urlare." "Smettila tu di insultarmi e guardami con sufficienza, perchè devi sempre rovinare tutto? Avevamo passato una serata in coppia così bella e tu..." "Noi non siamo una coppia" Mi paralizzo, sento il sangue gelare. Stringo le mani in due pugni "Grazie per avermelo ricordato. Vaffanculo" Gli do una spallata e faccio per uscire dalla stanza, ma appena scosto la porta socchiusa, vedo l'assistente che ci guarda spalancando gli occhi. Smetto di respirare. Mi giro di scatto per vedere Jamal e rigirandomi mormoro "Lei ha sentito quello che..." "Avete mentito a tutti" dice lei facendomi capire che ha sentito tutto chiaro e tondo. "Non è come crede, noi..." "Volevo solo assicurarmi che andasse tutto bene con la bimba, ci sono cascata come una stupida. Farò immediatamente rapporto al mio supervisore" dice lei andando via come una furia. "Cazzo" ringhia Jamal portandosi le mani sul viso. Corro dietro l'assistente e dico "Non se ne vada, la prego...posso spiegarle tutto! Io e..." "Mi dispiace, mi dispiace...qualsiasi sia la vostra motivazione, ma non posso permettere che questa bambina cresca in una finzione. Ci vediamo in tribunale" dice lei andando verso l'ingresso. "Signorina!" grida dietro di noi Jamal cercando di recuperare la situazione. "Me ne vado signor Sabil, ho visto abbastanza." Arriviamo tutti all'ingresso e superandola dico "E' per il bene della bimba, noi..." Sentiamo improvvisamente il campanello e io corrugando la fronte, mi giro e apro la porta...forse è Dolores. "Piccola, pensavo che avremmo dormito insieme. Tutto bene?" chiede Leonardo appena apro la porta. Spalanco gli occhi e dietro Jamal si porta una mano sul viso...abbasso lo sguardo all'assistente sociale che ci supera e senza dire una parola va via. "Jamal io..." mormoro mortificata. "E' meglio che tu vada a dormire da lui, non ti voglio nè vedere nè sentire" ringhia Jamal andando via anche lui. "E' successo qualcosa?" chiede Leonardo mentre io appoggio la fronte allo stipite della porta e desidero ardemente di morire.

Ritorna all'indice


Capitolo 66
*** Capitolo 66 ***


La complicità è condividere lo stesso sorriso senza vedersi e lo stesso pensiero senza parlarsi. SWARNA'S POV: "Questo dovrebbe essere l'indirizzo" mormoro entrando nell'edificio. "Salve, cercavo Caterina D'amato. Dovrebbe essere in quest'edificio il suo ufficio" dico ricontrollando il biglietto da visita che aveva dato a Jamal. "Sì, al quarto piano" "Grazie, gentilissima" dico alla receptionist procedendo verso l'ascensore. Clicco per il quarto piano e aspettando che le porte si aprano, ricontrollo il registro chiamate. Ancora nessuna traccia di Jamal. Esco appena le porte si aprono e procedendo per il corridoio stretto, svolto a destra e finalmente trovo il suo ufficio. Suono e mi aggiusto la giacchetta che mi sono messa per essere più elegante, fuori si muore di caldo, ma dettagli... "Salv..."si ferma appena realizza chi sono. "Salve" dico io sorridendo. Lei deglutisce a disagio e io allungando la scatola di cioccolatini mormoro "Un dono per lei" "Oh ehm...grazie" dice l'assistente decidendo di essere educata. Rimaniamo a guardarci in silenzio e in imbarazzo, finchè io mi sblocco e chiedo "Posso parlarle un attimo?" "Io non credo che..." "Solo cinque minuti, non un minuto di più" la interrompo. Lei sospira, ma si scosta e mi fa entrare. Entro dentro e noto che l'ufficio è ancora in costruzione, ci sono molti scatoloni, scale, sacchi...non so dove mettere i piedi. "Prego" mi dice spolverando velocemente una sedia. "Grazie"dico accomodandomi. Continuo a guardarmi attorno e chiedo "L'ha acquistato da poco?" "Sì, bisogna fare dei lavori...sono sola e devo perderci un po' di tempo" "C'è elettricità?" "Ancora no, devo trovare un buon elettricista" "Conosco una persona che può fare al suo caso...è meccanico, ma penso che possa capirci qualcosa" "Oh grazie, ma non ce ne sarà bisogno. Farò da sola" "Sarebbe un aiuto gratuito, il mio amico non è il tipo di persona che prenderebbe dei soldi per aiutare qualcuno" "Mi sentirei solo in debito, grazie per il pensiero comunque" Accavallo le gambe e mormoro "Io...sono venuta per spiegarle quello che è successo" "Ho già fatto rapporto al mio superiore" taglia corto lei. "Oh...ok" dico abbassando lo sguardo. Speravo di poterla convincere a non parlarne con nessuno. "Io...mi dispiace di averla presa in giro, vogliamo solo formare un famiglia per Bella. Non ci amiamo, ma amiamo più di ogni altra cosa Bella. Mi dispiace tanto, tolgo il disturbo" Faccio per alzarmi, ma lei dice "Suo marito l'ama" "Come?"chiedo girandomi perplessa. "Io...non penso che non ci sia qualcosa tra voi. Ho visto come vi guardavate o come lui guardava lei...c'è una chimica pazzesca tra voi, così forte che anche una sconosciuta può percepirlo" Mi risiedo e buttando la borsa per terra, mi porto le mani sul viso. "Ho letto la vostra storia, so che non è facile per voi..." "Non lo è...per niente. Aspettavamo il giorno in cui foste venuti, avevamo tutto in pugno, tutto sottocontrollo...per la nostra Bella" Mi asciugo una lacrima e mormoro "Mi scusi, non era mia intenzione venire qui e fare una sceneggiata. E' che ho litigato pesantemente con Jamal, ho dormito in hotel e non so che fare per rimettere le cose apposto, se qualcuno dovesse toglierci Bella, non me lo perdonerei mai" "Non sarà così" dice lei improvvisamente facendomi alzare lo sguardo a lei. "Ho solo segnalato che avevo dei dubbi sulla vostra coppia, non ho scritto che in realtà fingevate" "Cosa? Sta dicendo sul serio?" Lei annuisce con la testa e mormora "Dovreste lavorare sulla vostra coppia, si vede che ci tenete, ho voluto darvi una chance" "Oh signore! Lei è un angelo, grazie! Grazie!" dico sporgendomi ad abbracciarla. Lei s'imbarazza e sorridendomi mormora "Ora siete nelle mani del mio supervisore, è molto severo, vi avverto..." "Passerà stasera?" "Vi controllerà tutto il giorno" "Oh cavolo...ma può farlo?" "Deve farlo" "Per quanto tempo ci controllerà?" "Almeno per un mese, poi gli incontri saranno meno frequenti" "Io la ringrazio...non saprei davvero cosa avrei fatto se ci avessero revocato la potestà genitoriale" "Possono ancora farlo" mi ricorda lei. "Giusto...grazie per i consigli preziosi e per tutto..." "Vi capisco...anche mia sorella è morta lasciando dei bambini, per fortuna loro hanno il padre in vita, ma non sarà mai lo stesso" "Mi dispiace tanto per sua sorella...è morta di recente?" "Due anni fa in un'incidente stradale, guidavo io" "Si è salvata per fortuna" "Sì...ancora devo capire il perchè" "Per salvare Bella" "Può darsi" dice lei frugando nella sua borsa per poi uscire un bigliettino. "Questo è il numero del nuovo ispettore" "Sandro Ferrantello" leggo il suo nome. "Vi chiamerà per un colloquio, siate pronti per ogni evenienza" "Ho capito, grazie mille" "Per qualsiasi cosa mi contatti, farò del mio meglio per aiutarla" "Grazie di cuore, vado a riferire queste nuove novità a Jamal. Ci sentiamo presto?" chiedo alzandomi. "Sì, buona fortuna per tutto" dice lei alzandosi e porgendomi la mano. Rifiuto la mano e l'abbraccio sorprendendola. "Grazie ancora, siamo tutti in debito" "Non ce n'è bisogno...è il mio lavoro. Ti accompagno alla porta" Arrivo all'ingresso e ringraziandola ancora, esco fuori dal suo ufficio. Scendo rapidamente le scale e chiamo Jamal. Rifiuta la chiamata e io sospiro, sarà ancora furioso con me. Esco dall'edificio e mettendomi alla fermata dell'autobus, aspetto un bus per andare da Jamal. Ci metto un'oretta, ma arrivo a destinazione e mi sorprendo dell'enorme edificio che si presenta ai miei occhi. Sarà tutto di Jamal? Escono da lì delle ragazze bellissime con borse firmate e ridendo, vanno verso le loro macchine. Le osservo sorpresa e mormoro tra me "Lavora con queste modelle?" Sospiro ed entrando nell'edificio, vado subito alla reception. "Salve, cercavo il signor Sabil" dico al ragazzo della reception. "Chi lo cerca?"chiede lui alzando la cornetta. "Ehm...la moglie" "Moglie?"chiede anche lui sorpreso. Già, moglie... "Sì" mi limito a dire a disagio. "Un attimo solo" dice lui mentre io faccio un passo all'indietro e mi guardo attorno. "Oh, mi scusi" dico andando a scontrare contro un uomo in giacca e cravatta. Lui mi fa un cenno un po' infastidito e tira dritto. Sono tutti così presuntuosi in questo posto? "Pronto signore, ho alla reception la signora Sabil. La faccio passare?" Alzo lo sguardo al ragazzo mentre mordendosi il labbro dice "Sì, dice di essere sua moglie" "Swarna" gli dico piano. "Swarna" riferisce lui. "Va bene, non la faccio passare" Aspetta, cosa? "Buona giornata" dice lui riattaccando per poi borbottare "Non la vuole ricevere" "E perchè? E' impegnato?" "Non saprei, non mi ha fornito dettagli" "E' importante" cerco di convincerlo. "Gli ordini sono questi signora, può provare a chiamarlo" "Non risponde al cellulare" "Non so come aiutarla allora" dice lui sedendosi. Sbuffo e ringraziandolo, esco fuori dall'edificio. Mi guardo attorno quando all'improvviso vedo una macchina uscire da un sottopassaggio e l'uomo con cui mi sono scontrata prima all'interno del veicolo. Mi sporgo per vedere il sottopassaggio e realizzo che la sbarra è ancora alzata. Corro prima che possa riabbassarsi e facendo attenzione a scendere il sottopassaggio, raggiungo il garage. E' enorme ed è molto illuminato, solo qui andranno via migliaia di euro di bolletta per la luce. Nel nostro palazzo c'è un ascensore che collega il garage all'edificio, magari se prendessi l'ascensore da qui, riuscirei a raggiungere l'ufficio di Jamal senza farmi vedere. Vado alla ricerca di un ascensore e per fortuna lo becco in fondo...corro e prenotandolo, entro dentro. E' stato più facile di quanto pensassi. "Che piano?"penso ad alta voce. Premo per il quindicesimo piano, l'ultimo. L'ascensore sale veloce e una volta aperte le porte, esco da lì. "Wow..."mormoro entrando in un piano molto sofisticato. "Salve" saluto la guardia accanto all'ascensore che mi guarda stranito. Faccio per avanzare alla ricerca di Jamal, ma la guardia mi ferma. "Signorina?" "Sì?"chiedo girandomi e fingendomi disinvolta. "Ha un appuntamento?" "Ehm...sì, sì certo" "E' una giornalista?" "Una specie...ora vado, sono in ritardo" dico rigirandomi e scappando via. "Signorina" mi richiama lui. "Sì?"richiedo sudando freddo. "Mi può mostrare il suo badge?" "Bagde?"chiedo non capendo. "Agli estranei viene fornito un bagde per accedere ai piani alti, mi può mostrare quello che le hanno fornito per incontrare il signor Sabil?" "L'ho lasciato in macchina, non pensavo che potesse essere utile" replico indietreggiando. "Glielo forniscono in reception" dice lui perplesso. "Ah ehm...sì, mi faceva una certa irritazione e..."scappo letteralmente a gambe levate. "Intruso al quindicesimo piano, bloccate tutte le uscite" dice lui al walkie talkie inseguendomi. "Merda..."mormoro correndo il più veloce possibile. Trovo una porta e aprendola di scatto, entro dentro la stanza e richiudo la porta allontanandomi. Mi giro e vedo un sacco di persone riunite a un tavolo, ma passa solo un secondo quando la guardia irrompe nella stanza e grida puntandomi una pistola "Tutti a terra, lei in ginocchio e mani in alto!" Sento le persone dietro di me mettersi di scatto per terra, mentre io cado in ginocchio alzando le mani e la guardia mi ammanetta di scatto. "Che cazzo sta succedendo?" grida una voce inferocita. Ci giriamo tutti e finalmente trovo Jamal. "Che diavolo ci fai qui?"chiede lui parandosi di fronte a me. Faccio per rialzarmi, ma la guardia mi rimette in ginocchio e io ringhio contro di lui. "Signori, scusatemi per l'imprevisto. Possiamo continuare tra dieci minuti?" chiede Jamal mentre tutti si rialzano e scappano via dalla stanza. "Le tolga le manette" borbotta Jamal alla guardia mentre torna a sedersi a capotavola. "Signore...la conosce?"chiede la guardia perplesso. "Purtroppo ci sono sposato" risponde Jamal sbuffando. Fulmino con lo sguardo la guardia che mi toglie di scatto le manette, ma mi fa segno che mi tiene di vista. Anche la guardia va via e io rialzandomi finalmente, ringrazio Jamal. "Cosa cavolo ti è saltato in mente Swarna? Hai dato spettacolo!"chiede invece lui per niente cordiale. "Tu non mi volevi ricevere e non mi rispondi alle chiamate, ho dovuto" "Magari non voglio nè vederti nè sentirti, ci hai pensato?" sibila Jamal. Che antipatico. "Posso?" chiedo indicando la sedia. "No" Sbuffo e mi siedo lo stesso accanto a lui. "Sono andata ad incontrare la D'amato" rivelo accavallando le gambe. "E ho delle belle notizie" dico subito dopo. "Ovvero?" chiede lui allentandosi di poco la cravatta. "Non ha detto la verità all'ispettore la D'amato, ha solo detto che aveva dei dubbi sulla nostra coppia perchè ci ha visti distaccati e freddi" "Non ha detto che è tutto finto?" "No! Ha detto che..." Suona all'improvviso un telefono e Jamal alzando la cornetta dice "Un attimo solo, pronto?" "Come?"chiede subito dopo corrugando la fronte. "Non conosco nessun Sandro Ferrantello" Spalanco gli occhi e sussurro "Il nuovo ispettore! Prendi la chiamata!" "Cosa?"chiede lui scostando di poco la cornetta. "L'ispettore! Si chiama così!" esclamo. Lui spalanca gli occhi e riavvicinando la cornetta all'orecchio dice "No anzi, passamelo. Ci sono" "Metti in vivavoce" mormoro io mentre lui esegue e sentiamo presto "Signor Sabil?" "Signor Ferrantello, è un piacere sentirla!" esclama Jamal. "Lei mi conosce?" "Sì" "NO!" mimo io scuotendo la testa. "Cioè...forse, ho avuto un cliente col suo stesso nome" dice Jamal salvandosi in corner. "No, sono l'ispettore Sandro Ferrantello. La mia assistente Caterina D'amato ha fatto un sopralluogo ieri sera a casa vostra, me lo conferma?" "Sì, confermo" "Ottimo, possiamo fissare un appuntamento insieme a sua moglie per discutere su quanto riportato dalla signorina D'amato?" "Ok, mi dica lei quando" "Al più presto" "Tra mezz'oretta dovrei liberarmi dal lavoro" "Sua moglie?" "E' qui con me" dice Jamal alzando lo sguardo a me. "Lavorate insieme?" "No, è venuta a trovarmi" "Capisco. Tra mezz'ora è perfetto, vi aspetto in ufficio" "L'indirizzo?" "Via Saverio Scrofani 12" Scrivo immediatamente l'indirizzo, mentre Jamal saluta l'ispettore e riattacca. "Devo far rientrare tutti e concludere la riunione, mi aspetti nel mio ufficio nel mentre?"chiede Jamal digitando frettolosamente nel suo macbook. "Dove si trova?" "Roberto te lo mostrerà" "Roberto?" "La guardia" "Quello che mi ha ammanettato poco fa?" "Sì" "Non mi fido di lui" "Lui ha solo fatto il suo lavoro, ora esci per favore. Non ho tempo da perdere" Sbuffo e rialzandomi, esco fuori dalla sala riunioni. "Jamal vi vuole dentro" comunico ai dipendenti che aspettano fuori. Tutti entrano guardandomi con sorpresa e scorro tr queste un sacco di ragazze giovanissime e alla moda. Saranno tutte agenti immobiliari? "Roberto?"chiedo alla guardia che mi guarda ancora scettico. Lui si limita a fare un cenno e io dico "Jamal mi ha chiesto di aspettarlo nel suo ufficio, può mostrarmelo?" "Prego" cede lui superandomi. Lo seguo per un corridoio lunghissimo e svoltando a destra, entriamo in un ufficio interamente di legno con diverse finestre che danno luce naturale allo studio e una certa austerità al posto. "Grazie" dico mentre indico un bancone di lato alla sua porta e chiedo "Di chi è?" "La segretaria, al momento è in congedo di maternità" "Oh capisco..." Lui fa un altro cenno e richiudendosi la porta alle sue spalle, mi lascia sola dentro quest'enorme studio. Non c'è neanche un filo di polvere, penso passando un dito su un mobilio di legno pregiato. Mi levo la giacca e posando la borsa su un divanetto di pelle, vado a sbirciare sulla sua scrivania. Mi siedo sulla sua poltroncina comodissima e sorrido subito nel vedere una cornice con una foto di Bella e...aspetta, ci sono anch'io. Mi ricordo di questo momento...era notte fonda e Bella non voleva dormire, gattonava ovunque per la stanza e io cercavo di acciuffarla, non ricordavo che Jamal avesse il cellulare con sè. Nella foto Bella sorride alla camera con una manina in aria, come per prendere il cellulare di Jamal e io dietro che sorrido mentre la prendo per la vita. Mi ritrovo a sorridere come una stupida...magari è un caso che ci sia anch'io nella foto. Rimetto a posto la cornice e prendo in mano un'agenda...è pienissima di appuntamenti e post it, che disordine. Mi rialzo dalla poltroncina e giro per lo studio, analizzo i quadri appesi, guardo fuori dalla finestra, apro anche un mobiletto pieno di alcolici e decido di provare uno di questi. Ne verso un goccetto in un bicchiere di cristallo e bevendo in un sorso, mi ritrovo a sputare ovunque. "Oh merda" borbotto correndo a prendere un fazzolettino e pulendo il disastro sul parquet. "Che robaccia" dico con una smorfia. Mi rialzo quando all'improvviso sento il telefono squillare...che faccio? Lascio stare limitandomi a sedermi, perché ho già fatto troppo danno, ma il telefono non smette di squillare e io ne ho abbastanza. "Il signor Sabil è impegnato in una riunione, la prego di riprovare più tardi" dico riattaccando subito dopo. Il telefono continua a squillare e riprendendo dico "Pronto?" "Chi parla?" Chiede dall'altra parte. "Chi è lei?" Replico io. "Sono Priscilla, una sua cara amica" Priscilla quella del Babilonia? "Il signor Sabil è occupato" "Parlo con la segretaria? Sapevo che fosse in congedo di maternità " "Sono la moglie" "La moglie?" "Sì" "Ma io non sapevo di..." "Richiami più tardi, arrivederla" borbotto riattaccando. Come si permette a chiamarlo in ufficio? La porta dell'ufficio di apre ed entra Jamal impegnato in una conversazione al cellulare. Mi fa segno di levarmi dal suo posto e sedendosi, scrive qualcosa nell'agenda. "Ho capito, a dopo" Riattacca e continuando a scrivere, non mi rivolge la parola. Il telefono dell'ufficio squilla nuovamente e lui prende. "Pronto?" Oh no... "Priscilla...che succede?" "Come fai a sapere che sono sposato?" Chiede lui alzando lo sguardo a me. Gli sorride mentre lui sbuffa e dice "Non importa adesso, perché mi hai chiamato?" "Risolveremo stasera, adesso sono impegnato." Si limita a dire riattaccando. "Perché hai preso la chiamata?" Mi riprende subito. "Pensavo che potesse essere importante" dico girandomi pollici. "Qua non siamo a casa, non puoi fare come ti pare. Hai bisogno del mio permesso per toccare qualsiasi cosa" Mi guardo attorno e sorrido, menomale che ci ho pensato prima. "Bello l'ufficio comunque" dico cercando di cambiare argomento. "Non cambiare argomento" Eccolo. "Si, scusami. Non avrei dovuto rispondere" "No, non avresti dovuto. Muoviti, dobbiamo andare" Recupero all'istante giacca e borsa e lo seguo fuori, mentre lui passa dal punto in cui ho fatto cadere l'alcool e chiede "Perché c'è un forte odore di whisky?" "Andiamo o faremo tardi" dico io superandolo e uscendo dall'ufficio. "Dove vai?" Chiede lui indicandomi la strada opposta. "Oh...credevo che fosse di qua" borbotto ritornando indietro. "Già" dice lui facendomi fare un'altra smorfia. Che antipatico. "Come hai fatto ad arrivare fino a questo piano?"chiede lui prenotando l'ascensore. "Sono scesa in garage dal sottopassaggio e preso l'ascensore fino a qui" "Dovrei mettere qualche guardia anche in garage" riflette lui a voce alta entrando. Io intanto ricevo una chiamata ed entrambi vediamo sullo schermo che è da parte di Leonardo. Rifiuto e rimetto il cellulare nella borsetta. "Non rispondi?" Chiede Jamal fingendosi incurante mentre le porte si chiudono. "Più tardi" "Non vuoi rispondere davanti a me?" Lo fulmino con lo sguardo "perché non dovrei davanti a te?" "Non lo so, dimmelo tu" "Non è come pensi, poi andrò a prendere un caffè con lui e ci aggiorneremo di presenza" "Tu non prendi il caffè " "E allora lo prenderà lui." Perché deve fare così? "Dormirai anche stanotte da lui?" "No, in hotel. Come ho fatto la scorsa notte" "Non hai dormito da lui?" "Non mi sembrava il caso..." Vedo riflesso sulla parete Metallica un sorriso che spunta piano sul volto di Jamal e scuoto la testa un po' divertita. Le porte si aprono e andando verso la sua macchina, entriamo e partiamo subito. "Sai la strada?" Chiedo prendendo Google Maps. "Sì, è qua vicino" "Non hai bisogno di aiuto?" "No, non ho mai avuto bisogno di aiuto" dice lui facendo corrugato la fronte. Cosa voleva dire? "Che voleva Priscilla?"chiedo io invece curiosa mentre mi riavvio i capelli. "La coreografa si è slogata una caviglia" "Oh...mi dispiace, come faranno ora?" "Potresti sostituirla tu, almeno finché non torna" "Davvero?" Chiedo spalancando gli occhi. "Non è quello che volevi? Ballare?" "Si!" "Allora il posto è tuo" Resto a fissarlo di profilo mentre svolta a destra e suona ad una macchina, non posso credere che abbia pensato a me per l'incarico. Ero convinta che mi odiasse. "Per quanto tempo?" "Almeno per un mese e mezzo" Se è un sogno, non svegliatemi mai! "Grazie! Sono così felice!" "Te l'avevo promesso...siamo arrivati, scendi" dice lui parcheggiando. Saltella per tutto il tempo felice ed entrando nell'ufficio dell'ispettore Ferrantello, lo aspettiamo in una sala d'attesa. "Sei nervosa?" Chiede lui muovendo in continuazione la gamba. "Un po', tu?" "È una cosa seria, non vorrei fare altri passi falsi" "Andrà tutto bene" cerco di tranquillizzarlo io. "Signri Sabil?" Chiede una donna sulla cinquantina. "Sì " diciamo in coro alzandoci. "Prego, l'ispettore vi aspetta" "Grazie" mormoro seguendo la donna. Entriamo nello studio e ci presentiamo subito all'ispettore Ferrantello. È un uomo sulla sessantina basso, pochi capelli bianchi, occhiali neri e per niente caloroso. "Prego" dice lui facendoci sedere. "Daniela, fai venire Gong" aggiunge rivolgendosi alla donna che ci ha accolti. "Subito" dice lei ritirandosi. "È stato facile raggiungere l'ufficio?" Chiede lui sfogliando un fascicolo. "Sì, abbastanza. La mia holding è qua vicino" "Ottimo, non perdiamo tempo e passiamo a cose serie adesso" Ci accomodiamo mentre lui continua a dire "È a rischio l'adozione della bambina. Il nostro compito è quello di assicurarci che la bambina possa crescere in un ambiente sereno e al sicuro, da quanto riportato dalla signorina D'amato ci sono delle incomprensioni fra voi e vi siete sposati da poco. Diciamo che la situazione è molto critica, anche perché ci son molte famiglie stabili disposte a prendersi cura di Bella. "Ma noi siamo i parenti più vicini alla bambina" dice Jamal. "Lei è un parente del signor Farid Therani o della signora Bekka Warnakulasuriya?" "No, ma sono l'amico più caro che ha avuto Farid" "Lei è qui solamente perché è marito della signora Swarna Warnakulasuriya, è lei la era parente più vicina alla bambina" lo mette alle strette l'ispettore. "Ma Farid ha lasciato una lettera..." faccio per dire ma l'ispettore replica "Non è abbastanza. Non è stata siglata da un notaio, non vale nulla quel pezzo di carta" Jamal stringe i pugni. "Passiamo alle notizie buone: è possibile far cambiare idea al giudice e non andare a processo" "Come?" "Terapia di coppia" "Terapia di coppia?" Chiediamo insieme io e Jamal sconvolti. "Tre volte a settimana sarete seguiti da un terapista e farete quanto detto da lui. Alla fine del periodo di prova mi farà un rapporto che mostrerò al giudice e prenderemo la decisione di affidarvi o meno Bella. Intanto andremo avanti con la ricerca di ipotetiche famiglie per Bella" Jamal stringe ancora i pugni e io posò una mano sul suo ginocchio...spero riesca a calmarlo. "Abbiamo capito, seguiremo questa terapia. Faremo qualsiasi cosa per Bella" dico io prendendo la parola. Jamal è ancora in stato di shock. "Signore, mi chiamava?"chiede un uomo coreano alto, con un bel fisico, capelli castani, occhi castani e un bellissimo sorriso. "Sì, Gong. Questa è la coppia di cui ti parlavo. Signori Sabil, lui sarà il vostro terapista" "Molto piace, Swarna" mi presento a lui allungandogli la mano. "Il piacere è mio" dice lui facendomi sorridere...ha il sorriso contagioso. "Lui è Jamal" dico indicandolo. "Piacere" borbotta Jamal non dandogli la mano. "Se avete finito qui, magari possiamo spostarci nel mio ufficio un attimo e conoscerci meglio" dice Gong mentre Ferrantello annuisce con la testa dando il permesso. "Sì, certo" "Aspettatevi una mia chiamata e un mio sopralluogo " dice l'ispettore quando ci alziamo per andarcene. "Va benissimo. Ci sentiamo allora e grazie ancora per l'opportunità "mormoro allungandogli la mano. "Dipenderà tutto da voi" dice lui ricambiando la stretta di mano. "A presto signor Sabil" dice l'ispettore mentre Jamal si limita a fare un cenno e segue Gong. "Di qua" dice il terapista facendoci svoltare a sinistra. Entriamo in una stanza molto accogliente sui toni del beige e marrone, i quadri appesi sono minimal e anche l'arredo. Ci sentiamo sul divano di tessuto bianco e osserviamo Gong sedervi di fronte a noi su una poltroncina con un'agendina. "Potete posare le giacche di là " dice indicandoci una cassapanca di tessuto beige. "Abbiamo fretta in realtà, tra un'oretta dovrei avere una videoconferenza" dice Jamal antipatico. "Certo, faremo veloce. Io sono Gong e vi aiuterò a superare qualsiasi problema di coppia abbiate o almeno ci proveremo...l'ispettore ha detto che c'incontreremo 3 volte a settimana, quando sarete più disponibili agli incontri?" "Quanto durano?" Chiede Jamal ancora arrogante. "Circa un'ora" "Martedì, Venerdì e Sabato" "Per lei?" Chiede Gong considerandomi, almeno lui... "Sì, va bene anche per me" "Facciamo Martedì e Venerdì per le 19:30 e Sabato 16:30?" "Sì, perfetto" Gong si appunta tutto mentre io chiedo "È coreano?" "I miei genitori, sono nato in Italia io e...diamoci del tu per favore" "Va bene" dico mentre lui mi sorride. Credo che gli piaccia anch'io, a differenza del troncone al mio fianco. "Pranzate insieme?" Chiede lui facendomi corruga la fronte. "No, mai. Io sono a lavoro" "Allora cenate insieme " "Neanche, io vado a controllare il locale a quell'ora " "Tutti i giorni?" "Sì" "Quindi non passate molto tempo insieme " "Ci è impossibile col mio lavoro" dice Jamal. "E tu l'aspetti a casa?" Chiede a me. "Quasi sempre sì " "Quindi ti occupi solo tu della bambina" "Lui lo fa la sera tardi, quando può " "Ok...abbiamo due problemi. Sicuramente andare a controllare ogni sera il locale non è possibile e il giorno dovete in qualche modo incastrare qualche momento per vedervi" "Ma come? Lui appunto lavora tutto il giorno" "Potreste lavorare insieme di giorno e rimanere a casa con Bella la sera. Non ci sono altre persone che possano supervisionare il locale al posto suo?" "C'è Amanda ma..." "Dovresti affidarti a lei e dedicare più tempo alla famiglia" lo riprende Gong. Ha ragione. Io e Bella non lo vediamo quasi mai. "Posso fare qualcosa per il locale, ma di giorno sono troppo occupato. Non ho modo di stare con Swarna, non ho neanche una segretaria al momento perché è in congedo di maternità" "Potrebbe subentrare Swarna, finché la tua segreteria non tornerà a lavoro" "Cosa?"chiediamo in coro. "Sarebbe un ottimo modo per fare squadra ed essere più complici, l'ispettore ne sarebbe molto entusiasta" "Io...non lo so...è un ruolo impegnativo e..." "Vuoi dire che non sarei all'altezza?" Chiedo io stizzita. "No, è che..." cerca di arrampicarsi sugli specchi Jamal. "Ha ragione Gong, potrebbe essere una soluzione...capirei qualcosa di quello che fai tutto il giorno, sarei molto più partecipe nella tua vita" "Tu non sai veramente cosa ti potrebbe aspettare" cerca d'intimidirmi Jamal. "Mettimi alla prova " lo sfido io. "E con le coreografie?" "Farò venire le ragazze a casa e proveremo lì, almeno finché ci sarà questa situazione" "Il tuo orario di lavoro sarebbe dalle 8 alle 13:30 comunque. Dopo pranzo posso anche farcela con Efrem, dedichiamo il pomeriggio a visitare le case per lo più o per verificare l'operato delle altre agenti" "Sarebbe perfetto." Jamal ci pensa un po' e mormora "Eh va bene, ma sei in prova" Salgo subito addosso a Jamal e gli bacio la guancia. "Grazie per la fiducia!" Esclamo mentre lui arrossisce, ma sorride anche lui felice. "Siete già più vicini, partiamo decisamente col piede giusto" dice Gong mentre io poggio la testa sulla sua spalla e sento il suo braccio scivolare attorno alla mia vita. Mi dico in testa che stiamo fingendo, ma non vorrei più staccarmi.

Ritorna all'indice


Capitolo 67
*** Capitolo 67 ***


Tutto ciò che è fatto per amore è sempre al di là del bene e del male. -Friedrich Nietzsche SWARNA'S POV: "Dannazione" maledico la sveglia che continua a darmi il tormento. La spengo aprendo solo un occhio e mi rimetto a dormire, ieri notte io e Jamal siamo andati a dormire a notte fonda perché Bella continuava a piangere. Continuavamo a darle il latte, giocare, distrarla in qualsiasi modo, ma lei continuava a piangere. Alla fine esausta è crollata e io e Jamal ci siamo trascinati a letto, altrettanto esausti. Mi ricordo gli impegni della giornata e mugolando contrariata decido di affrontare la giornata e alzarmi dal letto. Non posso permettermi di arrivare in ritardo il primo giorno di lavoro. Vado in bagno e lavo i denti e il viso, mi sistemo i capelli che avevo raccolto in due trecce. Sbadiglio stiracchiandomi e uscendo dal bagno, abbasso la maniglia della porta della camera per uscire dalla stanza. Coordinatamente esce anche Jamal che alza subito lo sguardo su di me e mormora "Non ci sono ancora abituato a vederti la mattina" Gli sorrido e chiedo "Caffè?" "Sì, grazie" risponde lui seguendomi. "È presto, avresti potuto dormire ancora un po' " mormora Jamal mentre io inserisco una capsula nella macchinetta del caffè. "Mi conosco e so che sono un po' lenta la mattina. La prossima volta magari imposterò la sveglia per le 7 anziché per le 6" dico azionando la macchinetta mentre mi preparo il tè latte. "Tu perché ti svegli a quest'ora?" Chiedo mettendo il bollitore sui fornelli. "Controllo le email e riordino gli appuntamenti della giornata" "È compito mio adesso, non dovrai più preoccupartene" mormoro mentre gli consegno la tazzina col caffè appena erogato. "Grazie..." Gli sorrido e torno a farmi il tè latte. Aspetto che l'acqua con lo zenzero bolla e girando la testa alla portafinestra, osservo la città di prima mattina...sembra così calma. Sussulto quando sento il bollitore fischiare e versandoci la polvere di tè, filtro il tutto nella mia tazza e finisco con un po' di latte e die cucchiaini di zucchero. Vado al bancone per fare colazione e mi sorprendo nel vedere un piattino con le fette biscottate e il miele sopra. "Per me?" mormoro colpita. Annuisce. "Grazie per il caffè" dice lui finendo di sorseggiarlo e scendendo dallo sgabello. "Vado da Bella" aggiunge uscendo dalla cucina. Continuo a sorridere, come una stupida, mentre mi mordo il labbro e mi siedo per fare colazione. Finisco le fette biscottate e uscendo sul terrazzo, mi appoggio alla balaustra godendomi il sole. Sospiro quando finisco di sorseggiare il tè e rientrando dentro, pulisco la tazza. Vado anch'io da Bella e trovo ancora Jamal dentro la stanzetta. "Dorme?" Sussurro dalla porta. Lui annuisce e sorridendo a Bella, si allontana piano socchiudendo la porta. "Diciamo a Dolores di darlo direttamente lei il latte, non voglio svegliarla" dice mentre io annuisco e torniamo nelle nostre stanze. "Ah Jamal!" Esclamo per poi tapparmi la bocca...non devo svegliare la bimba. Abbasso la voce e sussurro "Come devo vestirmi?" "Normalmente, non c'è una regola" "Oh ok...quindi dei jeans e..." "Niente jeans" mi riprende subito chiudendosi la porta alle spalle. Rimango impalata davanti alla mia porta e mi mordo il labbro, aveva detto che non c'erano regole... Rientro in camera e afferrando il cellulare cerco su google "Abbigliamento ufficio donna" Trovo subito dei suggerimenti con delle modelle in pantaloni eleganti, una camicetta e una giacca sopra. Elegante ma non troppo...mi piace. Butto il cellulare sul letto e corro nella cabina armadio. Ispeziono tutti i miei vestiti e afferro un pantalone verde scuro, una canottiera di seta bianca e il blazer verde abbinato al pantalone. "Ma mi sta grande..." commento osservandomi allo specchio. Il blazer calza leggermente più grande e non sta bene col completo, il mio sguardo si sposta su una cinta verde scura presa coi saldi e ho subito un'idea. Allaccio la cinta in vita e sistemo la giacca. "Molto meglio" commento soddisfatta. Prendo dei sandali aperti dorati e indossandoli, cammino su e giù per la cabina...ok, sono a mio agio. Vado in bagno e truccandomi, faccio anche delle onde ai capelli...mi guardo allo specchio e penso di aver esagerato. Spazzolo le onde cercando di farle sembrare naturali e sistemo la frangetta laterale. "Perfetto" commento uscendo dal bagno e mettendomi del profumo. Indosso anche degli orecchini a cerchio piccoli e l'orologio. Sento improvvisamente bussare alla porta e correndo ad aprire, mi ritrovo Jamal vestito con i pantaloni da lavoro e la camicia ancora aperta. "Sì?" Chiedo alzando di scatto lo sguardo dai suoi addominali. "Jamal?" lo richiamo vedendolo in sovrappensiero. "Ehm sì...è arrivata Dolores, vai ad aprire tu?" Si scongela Jamal. "Vado" dico uscendo dalla stanza. Chissà se ha apprezzato il mio completo, penso mentre apro la porta e Dolores entra insieme al gatto. "Oh ciao!!" Mormoro abbracciando Dolores e accarezzando il gattino. "Vai a lavoro?" Mi chiede contenta. L'ho aggiornata sulla situazione ed è stata subito entusiasta all'idea che io e Jamal avremmo lavorato insieme. "Sì, come sto?" Chiedo alzando di poco le braccia per farmi vedere meglio. "Eres una princesa!" Esclama lei pizzicandomi una guancia mentre entra in casa. La seguo fino alla lavanderia, dove sistema il gatto sulla sua cuccetta, e chiede piano "Jamal te vì?" "Sì, mi ha vista ma non ha detto nulla. Suppongo che non abbia nulla da obiettare " "Dolores?" Sentiamo chiamare. "Siamo qui!" Dico accarezzando ancora il gattino. "Buongiorno Dolores" dice Jamal entrando in lavanderia tutto vestito. Menomale... "Non abbiamo ancora dato il latte a Bella, puoi farlo tu appena si sveglia?" "Certo!" Ci assicura Dolores. "Ottimo, noi andiamo. Per qualsiasi cosa..." "Vi chiamo, lo se lo se" completa la frase Dolores. Jamal sorride e si ritira dalla lavanderia, mentre io lascio un bacio sulla guancia a Dolores e dico "Prega per me" "Buena suerte!" Esclama lei sorridendomi. "Ciao piccolo!" Saluto anche il gattino per poi correre fuori dalla stanza. Seguo Jamal fino in ascensore e mi sistemo nuovamente i capelli, sono così agitata. Jamal è intanto occupato al cellulare e non mi considera, vorrei fargli mille domande ma mi trattengo. Non vorrei disturbarlo. Arriviamo al garage e troviamo Leonardo in lontananza che porta una macchina, faccio per salutarlo ma riabbasso la mano...Jamal si agiterebbe e partirei col piede sbagliato. Abbasso lo sguardo e lo seguo fino alla Maserati, salgo davanti insieme a lui e cerco di passare inosservata a Leonardo. Credo che Jamal non si sia accorto della presenza di Leonardo in garage, prendo il cellulare e fingo di leggere dei messaggi. In realtà le ragazze neanche si sono svegliate. "Andiamo" dice Jamal posando le cose dietro e allacciandosi la cintura. "Sì!" esclamo mettendomi composta, non so perché l'ho fatto in realtà. Mi sento come se dovessi andare ad arruolarmi. Jamal mette la radio con le news del giorno di sottofondo e si concentra sulla strada, inforcando i suoi occhiali da sole Ray- Ban. Guardo fuori dal finestrino e mi rilasso o almeno cerco di farlo. "Che bella giornata" butto lì. Lui annuisce debolmente con la testa, non sembra di buon umore. "Hai tanto lavoro da fare oggi?" Chiedo cercando di capire la fonte del suo malumore. "Ne ho sempre" "Certo...domanda stupida" Mi vorrei battere un colpo sulla fronte. Mi mordo il labbro e chiedo azzardando "Sei ancora arrabbiato con me?" "Non lo so" "Come fai a non saperlo?" Corrugo la fronte. "Se ripenso a quella serata sono molto deluso, poi però penso a Bella e a te che sacrificheresti tutto per lei" "Non solo per lei" rivelo piano. Lui sposta lui sguardo a me e io gli sorrido facendogli capire che anche lui è importante quanto Bella per me. Jamal rimane in silenzio e abbozzando un piccolo sorriso, continua a guidare. "Quindi...sarai di nuovo il mio capo" "Di nuovo?" "Al locale. Anche se nessuno sapeva del nostro legame" gli ricordo. "In ufficio sanno tutti di te" m'informa. "Ah sì?" "Dopo la scenata di ieri, sì " "Oh...io non volevo" mugolo mordendomi il labbro. "Ormai il danno è fatto" "Ovviamente ci comporteremo professionalmente a lavoro" mi raccomanda lui. "Sì, certo. Massima serietà" "Bene, siamo arrivati" mi comunica slegando la cintura e girando la chiave. La slego anch'io e mi affretto a scendere dalla macchina. "Hai il badge?" Mi chiede prenotando l'ascensore. "No" "Allora scendi al primo piano e fattelo dare" dice entrando e prenotando per il primo piano. "Oh ok..." "Poi ti raggiungo?" aggiungo subito dopo. "No, andrai dalla signorina Gambino al penultimo piano, lei ti spiegherà quello che dovrai fare" "E poi ti raggiungerò?" "Non credo che ci vedremo oggi" "Come?" Chiedo mentre le porte si aprono e Jamal prende una telefonata. Esco dall'ascensore e faccio per salutarlo, ma le porte si rinchiudono e Jamal neanche mi degna di uno sguardo. "Bene..."mormoro più a me stessa per convincermi del fatto che vada tutto bene. Mi dirigo verso la reception e ritrovo il ragazzo di ieri. "Ciao, io..." "Signora Sabil, mi scusi per ieri! Io non sapevo di..." "Tranquillo davvero, non fa niente. Jam...il signor Sabil mi ha detto che dovrei prendere il badge" "Sì, un attimo solo" dice lui dandomi le spalle. Recupera il badge e porgendomelo dice "Ecco a lei" Osservo la mia foto sul badge e mi ricordo di quella volta che io e Jamal ci siamo procurati alla svelta delle fototessere di noi per il matrimonio al comune. Leggo sul badge "Swarna Warnakulasuriya Sabil" faccio una smorfia e sospiro. Ho anche il suo cognome e sembriamo così estranei... "Grazie " dico sorridendo a "Domenico" leggo il suo badge ad alta voce. "Sono qui a sua disposizione per qualsiasi cosa" dice mostrandomi una scia di denti bianchissimi, come i suoi capelli...penso proprio che siamo tinti, lui avrà la mia età. Ha gli occhi celesti e un sorriso un po' impacciato, non è decisamente il suo luogo, come non lo è per me. "Grazie, buon lavoro" dico facendo un cenno con la testa e andando a prenotare l'ascensore. Indosso il mio badge e aspetto che l'ascensore si apri. "Buongiorno " saluto delle ragazze con dei tablet in mano. "Buongiorno" mi salutano anche loro sorridendo. Entro in ascensore e premendo il quattordicesimo piano, do le spalle alle ragazze. Sento le due ragazze sussurrarsi delle cose a vicenda e cerco di non prestare troppo attenzione a loro, magari non stanno neanche parlando di me. "Sì, è lei! Si sono sposati da poco" Come non detto. L'ascensore si riapre e altre due ragazze e un uomo entrano in ascensore. "Salve" li saluto mentre abbassano lo sguardo al mio badge e di scatto mi salutano piegando la testa. Aggrotto le sopracciglia, si stanno comportando cosi perché sono sposata con Jamal? Fingo di tossire e giro il badge, mi sento molto a disagio. L'ascensore si riapre nuovamente e tutti i presenti nell'ascensore scendono salutandomi e augurandomi una buona giornata. Sembrano molto carini, mi chiedo se si fossero comportati così, se fossi stata solo Swarna Warnakulasuriya. Arrivo finalmente al mio piano e passo da una vetrata dove intravedo delle scrivanie dietro. Entro nella stanza e chiedo alla prima persona che vedo "Scusi, dove posso trovare la signorina Gambino?" "Chi mi cerca?" Chiede la donna sulla quarantina con occhi e capelli castani, snella e un po' irritata in viso. Giro il mio badge e dico "Sono..." "La signora Sabil!" Esclama alzandosi di scatto, facendo alzare anche gli altri ragazzi nella stanza. "Oh ehm...sì, solo Swarna può bastare"dico molto in imbarazzo stringendo la mia borsetta. "Siamo onorati di averla con noi, la prego di accettare questo dono da parte nostra. Non abbiamo avuto molto tempo per organizzarle una cosa come si deve, abbiamo saputo solo poche ore fa della notizia" dice la signorina Gambino porgendomi un mazzo di fiori e un cesto con dei biscottini e altri dolcini. "Ohh...grazie mille, non dovevate. Che belli questi fiori, grazie di cuore" mormoro prendendo goffamente il mazzo di fiori e il cesto. "Questo e altro per lei signora Sabil!" dice un'altra ragazza in fondo a una scrivania. Sorrido anche a lei abbassando il capo e chiedo "Dove posso poggiarli?" "Dia a me" interviene subito un ragazzo robusto. "Ci penso io "dice un altro ragazzo alto e con tantissimo gel in testa. "Filate via" ringhia la signorina Gambino fulminando con lo sguardo i ragazzi. "Le mostro la sua sistemazione" "Grazie" mormoro seguendola fuori dalla stanzetta. "La aspettiamo per pranzo!" esclama un'altra ragazza....sono ancora in piedi. Sorrido a tutti riconoscente e sparisco da lì. Che imbarazzo. Prendiamo l'ascensore e salendo al quindicesimo piano, veniamo accolte da Roberto, che ho già sfortunatamente conosciuto. "Buongiorno" lo saluto abbassando il capo. Lui abbozza un piccolo sorriso, sono sorpresa di ciò ma poi capisco che è per la signorina Gambino. Vecchia volpe. "Di qua" dice lei non considerando Roberto. Osservo la sua smorfia, ma poi si accorge di me e torna a stare composto. Mi appunto mentalmente di aiutarlo con questo problema, mi sembra una bella persona persona in fondo. Attraversiamo un corridoio e svoltando a destra, trovo un bancone e una porta...l'ufficio di Jamal. La signorina Gambino posa il cesto sul bancone e facendo il giro attorno a questo, accende il computer e inizia a digitare qualcosa. Poso i fiori accanto al cesto e la raggiungo. "Ogni settimana deve cambiare password, al momento la password è "niftyskates287" "Ok, me lo appunto" dico scrivendolo sull'agendina che mi sono portata a presso. "Ok, allora in queste cartelle trova i progetti su cui sta lavorando il signor Sabil, sono 37" "37? Tutti adesso?" "Sì, sono quelli più importanti...qua trova il progetto di Cefalù, è un hotel a cinque stelle e stanno finendo i lavori delle ultime camere e le palestre. L'inaugurazione dell'hotel è prevista per sabato" "Questo sabato?" chiedo sconvolta. Sta scherzando. "Sì, e qui trova i contatti di qualsiasi reparto dell'hotel e di tutti gli invitati all'inaugurazione. Ci sarà anche il sindaco di Cefalù" "Oh santo cielo..."mi lascio scappare. "E lei di cosa si occupa?"chiedo subito dopo alla signorina Gambino. "Pubbliche relazioni, poi le presenterò il resto del team più dettagliatamente" "Perfetto" mormoro mentre lei esce dalla cartella e ne apre un'altra. "Caspita" sussurro osservando l'enorme casa, il triplo della nostra. "Questa è una villa di 35 milioni di euro, il signore è andato a Perugia appositamente" "Jam...il signor Sabil è a Perugia?" "Sì, col suo jet privato. Dovrebbe atterrare tra mezz'ora, non gliel'ha detto?" "No..." "Poi si sposterà a Cagliari e a Mazara del Vallo, dovrebbe ritornare a Palermo per le 19" "Fa così tanti viaggi in un giorno?" "Sì, va a controllare di persona gli immobili o i campi e al suo ritorno raduna il team e chiede un resoconto della settimana" "Capisco, quanti agenti immobiliari ci sono?" "Circa 36" "36? Davvero?" "In questa sede sì, a Roma 49, Milano 67, Firenze 33 e Bari 24. Poi ci sono le sedi più piccole sparse in altre città che al momento non mi vengono in mente, penso che ce ne sia una anche a Venezia" "E il signor Sabil gestisce tutti questi dipendenti?" "Ha i suoi delegati nelle varie città, ma è sempre a lui che devono rispondere" "È un sacco di lavoro..." "È questione di abitudine, presto riuscirà anche lei a gestire il tutto. Per ora si concentri sull'inaugurazione di sabato e i piccoli lavoretti come riordinare gli appuntamenti, i contratti i resoconti dei bilanci giornalmente. Qui trova le istruzioni che aveva lasciato la segretaria in congedo di maternità, è scritto tutto qui. Basta che segue queste indicazioni e andrà tutto bene. È tutto chiaro?" "Sì...credo di sì " "Per qualsiasi cosa mi chiami, il mio numero è 46. Qua trova tutti i numeri dell'edificio" dice indicandomi un altro libretto. "Ok, ho capito" "Allora la lascio familiarizzare col suo nuovo posto di lavoro, io sono di sotto" "Perfetto" "Buon lavoro" dice sorridendomi e piegando la testa. La piego anch'io e la seguo con lo sguardo mentre attraversa il lungo corridoio e svolta a sinistra. Mi siedo sulla poltroncina e apro il libricino con tutte le regole...faccio subito una smorfia vedendole tutte elencate dettagliatamente. Non scherzava affatto. "Pronto?" Rispondo alla chiamata di Lena. "Ehi, sei a lavoro?" Chiede un'altra voce. "Beni?" La riconosco subito. "Sei in vivavoce " mi spiega Lena. "Sì, sono qui e ho appena finito di leggere un libro pieno di istruzioni sul mio compito, sapevate che ho a disposizione un'auto aziendale se non volessi tornare a casa con la mia macchina?" "Ma tu non hai una macchina" "Appunto! Ho un autista personale, qua ho il suo numero...magari più tardi lo chiamo" "Stacchi per pranzo?" "Sì, ma teoricamente i miei colleghi si aspettano che pranzi con loro. Sarà anche un bel modo di conoscerci meglio " "E Jamal verrà con te?" "Jamal è fuori Palermo, neanche lo sapevo" Sento il telefono aziendale squillare e dico sussultando "Mi stanno chiamando, riattacco! Vi farò sapere per messaggi" "Va bene tesoro, ci sentiamo più tardi" dicono le ragazze mentre io riattacco e prendo l'altra chiamata. "Pronto?" Chiedo , ma poi abbasso lo sguardo alle istruzioni e aggiungo "Sabil S.r.l, con chi parlo?" "Salve, mi potrebbe passare il signor Sabil?" Chiede un uomo al di là. "Il signor Sabil è fuori Palermo momentaneamente, chi lo cerca?" "Sono Fausto Garofoli, abbiamo dei problemi con l'inaugurazione di sabato" Sarà il responsabile dei preparativi? "Mi dica pure" "C'è stato un guasto alla condotta e a causa di questa perdita della condotta di trasporto, sarà sospesa l'erogazione idrica sabato pomeriggio in 3 zone della città di Cefalù " "Fra cui la zona dell'hotel..." deduco. "Esattamente" "È una cosa ufficiale?" "L'ha appena comunicato l'Amap" "Ho capito, ha provato a chiamarli e..." "Non intendono fare un'eccezione per noi, ci hanno però assicurato che l'approvvigionamento verrà ripristinato al termine dell'intervento. L'erogazione si normalizzerà, salvo imprevisti, nelle 24 ore successive " "È un bel problema" mormoro grattandomi la testa. "L'unica soluzione sarebbe rimandare l'inaugurazione " "Riferisco al signor Sabil e le faccio sapere signor Garofoli, si aspetti una mia chiamata" dico per poi riattaccare e prendere il cellulare. Aspetta un attimo...non stai parlando con tuo marito, ma con io tuo capo. Lo farai col telefono aziendale come una normale assistente. "Pronto?" Risponde al secondo squillo. "Jam..." mi fermo di scatto mordendomi in pugno. "Signor Sabil, la disturbo? " "Sì, fa veloce" Mi aspettavo un "Ma certo che no, anzi dimmi come ti stai trovando in ufficio. Sei a tuo agio? Posso aiutarti in qualche modo?" Evidentemente è chiedere troppo. "Abbiamo dei problemi con l'inaugurazione dell'hotel prevista per sabato. Il signor Garofoli ha suggerito di spostarla per..." "Non se ne parla." "Ma non è..." "Risolvi il problema, nessun cambiamento. Procederemo come stabilito" ribadisce severo Jamal per poi riattaccarmi in faccia. Come diavolo faccio a fermate l'Amap? Riattacco già esausta e vado alla ricerca del loro contatto..."9111..." digito gli ultimi numeri ripetendoli ad alta voce. "Amap S.p.A." mi risponde una voce femminile. "Salve, un'informazione. È uscito un vostro comunicato di sospensione dell'erogazione idrica nella città di Cefalù sabato pomeriggio, volevo chiedere conferma" "Un attimo solo...sì, esatto" "Ecco...sabato per le 20 la nostra società immobiliare inaugurerà un hotel, deve essere per forza sabato, c'è modo di spostare questo..." "Non è di mia competenza, le passo il mio responsabile" dice per poi staccare la chiamata e il minuto dopo sento una voce più roca. "Pronto?" "Sì, salve...chiamo per conto della Sabil S.r.l" Spiego veloci problema e anche lui mi dà palo. "Non c'è neanche modo di affrettare i lavori? In modo da assicurare l'erogazione per le 20?" "Dipenderà dai lavori signorina" Sbuffo per poi esclamare "Ho un'idea!" "Potrebbe dare dei premi promozionali ai lavoratori e assicurarsi di risolvere il problema quanto prima, anche il sabato mattino stesso" "Quali premi? Noi non..." "Un soggiorno nel nostro hotel, è a 5 stelle offre una vista panoramica sulla Baia di Caldura e sulla Rocca di Cefalù, l'accesso diretto a una spiaggia privata, una piscina, un campo da tennis, una scuola di immersioni e la connessione WiFi gratuita ad alta velocità. Le camere del nostro hotel, climatizzate e arredate in stile mediterraneo, presentano una TV satellitare, un minibar, un balcone e, nella maggior parte dei casi, una vista sul mare" leggo la descrizione dell'hotel sul file. Per poi dire " ah eh...si potrà gustare la colazione ammirando la costa siciliana, mentre al ristorante avrete modo di provare le specialità locali, accompagnate da una lista di 100 vini dell'isola. Infine, offriamo escursioni a piedi e in bicicletta, lezioni di yoga, arte e fotografia. La struttura fornisce anche il servizio di noleggio biciclette e ombrelloni e sedie a sdraio gratuiti sulla spiaggia e sulla piattaforma per il nuoto" "Interessante e dove si trova?" " Dista 2 km dal centro di Cefalù e 10 minuti d'auto dall'autostrada A20. Siamo provvisti anche di parcheggio gratuito!" "Potrei considerare l'idea, farebbero bene dei premi promozionali ai nostri dipendenti. Controllo la lista dei lavoratori previsti per sabato e li incarico del lavoro venerdì, mi potrebbe inoltrare delle foto dell'hotel?" "Certo, le mando tutto. Quindi affare fatto?" "Affare fatto" Sorrido fiera di me.."Ottimo! Io le invio le informazioni e le immagini dell'hotel e lei mi faccia la cortesia di mandarmi i documenti d'identificazione dei lavoratori, in modo da registrarli immediatamente" "Sì, certo. Se ne occuperà la mia assistente" "Va bene, la ringrazio per la disponibilità " "A lei" dice il responsabile riattaccando. Richiamo il signor Garofoli e lo avviso delle novità, dice che sarà un problema ultimare le cose venerdì per sabato senza acqua, ma mi promette che ce la farà tutta" "Venerdì sera passerò col signor Sabil per accertarci di tutto, va bene?" "Senz'altro, ci vediamo venerdì " "A venerdì" dico riattaccando e ricadendo di peso sulla poltroncina. Sarà sempre così stressante? Apro la rubrica con tutti i contatti degli invitati all'inaugurazione e deglutisco...mi conviene iniziare subito, se voglio finire entro pranzo. "Grazie, anche a lei" riattacco con forza spuntando il 46° contatto sui 132 restanti. Sento dei passi e presto vedo la signorina Gambino che mi sorride e chiede "Come procede?" "Sono un bel po' di contatti" dico indicando la lista. "Posso aiutarla in qualche..." "Oh no no, ho ricevuto per email il menù della cena per i big. Ho avuto anche delle bozze per cartoncini dei menù, ho scelto uno stile semplice e tradizionale...ho provato a chiamare il Sabil ma non risponde" "Non si cura di questi dettagli, ha incaricato una personale designer apposta. Ha provato a mandare a lei le bozze?" "Oh ehm...no. Trovo il suo numero in rubrica?" "Sisi, deve consultarsi con lei per questi dettagli stilistici" "Ho capito" borbotto con una smorfia. Ho fatto del lavoro inutile. "È ora di pranzo, vuole venire a mangiare con noi?" "È già ora? Caspita...voi fino a che ora rimanete in ufficio?" "Fino alle 17 signora Sabil" "Capisco...mi sa che dovrò restare un po' più a lungo anch'io. Non ho ancora finito di contattare tutti gli inviati all'inaugurazione e devo ancora parlare con la designer" dico salvando gli appunti scritti su word e spegnendo il computer. La signorina Gambino mi fa strada per il corridoio e raggiungiamo l'ascensore. "Salve" saluto Roberto che con la coda dell'occhio sbircia la signorina Gambino. "Sì" si limita a dire. L'ascensore si apre e premendo per il pianoterra, aspettiamo che le porte di chiudano. "È sempre così taciturno?"chiedo alla signorina Gambino su Roberto mentre l'ascensore scende. "È molto autoritario, non per nulla lavora al piano del signor Sabil" "Immagino sia un militare" "È sergente maggiore, si è arruolato all'età di 18 anni " "E adesso quanti anni ha?" "Penso 35" "Ne dimostra di più " "Sì, li porta male"dice la signorina Gambino uscendo dall'ascensore. "In realtà è un bel uomo" dico seguendola. Mi sono promessa di aiutare Roberto con la sua cotta, è adorabile quando arrossisce per lei. La signorina Gambino non mi sente o finge di non sentire e andando incontro con gli altri dice "Andiamo" Osservo delle ragazze che entrando nell'edificio abbassando lo sguardo al mio badge e io stufa marcia me lo tolgo. "Andiamo" confermo seguendoli fuori. "Com'è andata la sua giornata signora Sabil?"chiede la ragazza che stava in fondo a quella stanzetta. "Impegnativa, come ha detto di chiamarsi lei?" "Sono Fiorella Orlando, la prego di darmi del tu" "Solo se lo darà anche a me" "No no, è impossibile. Lei è la signora Sabil e..." "Sono una semplice ragazza come te" le faccio capire. "Mi scusi per averla offesa" replica invece lei piegando la testa. Ma che...lasciamo stare. "Dove vorrebbe andare a mangiare signora Sabil?"chiede il ragazzo robusto di prima. Sembra molto simpatico e alla mano. "Non saprei, qualsiasi posto andrà bene" "Noi siamo soliti andare a mangiare al Babilonia, dista poco da qui. Fa parte della catena di ristoranti del signor Sabil, come lei già saprà, e vorremmo supportarlo" Il Babilonia... "Perfetto, andiamo lì "concordo con loro. Ci facciamo una breve passeggiata al sole e arrivando al Babilonia, veniamo accolti da una ragazza. "Benvenuti, quanti siete?" Chiede la ragazza all'ingresso. "5 persone" riferisce l'altro ragazzo alto col gel in testa, lo fa apposta di mettersi tanto gel? "Prego "dice la ragazza mostrandoci il tavolo con cinque posti. "Fanno una costoletta di manzo da leccarsi le dita!" Mi suggerisce la signorina Gambina mentre ci accomodiamo e prendiamo il menù. "Davvero?" "Il signore non l'ha mai portata a mangiare la costoletta?" Chiede lei sorpresa. Abbasso lo sguardo al menù e invento "Sono stata per un periodo vegetariana, peccato" "Può provarla oggi!" "Sì, credo proprio che la proverò " dico richiudendo il menù. Decidiamo di ordinare tutti la costoletta e della birra, io prendo della Coca cola...non sono amante della birra. "Un giorno mi piacerebbe andare ai piani alti" dice il ragazzo robusto, credo di chiami Gianluca Micari o almeno così avevo letto nel suo badge. "Sai quanto costano i pass amico mio" dice l'altro ragazzo con troppo gel, non mi ricordo proprio come si chiama. "Quanto?" S'informa il signor Micari. "Almeno 150€ a notte, l'abbonamento può venire a costare tra i 500€ e i mille euro" "Cosa?? Questa è follia!" Esclama lui, mentre la signorina Gambino gli dà una gomitata e lui dice piegando la testa "Mi scusi signora Sabil, non volevo offendere suo marito. È giusto che pretenda un prezzo esigente per i servizi che offre" "Stia tranquillo, anche secondo me è eccessivo a dir la verità. Posso procurarvi dei pass, non sarà un problema " dico sorridendo. "Non vorremmo approfittarci della sua bontà signora Sabil" dice il ragazzo coi capelli gellati. "Insisto, ne vale la pena assistere anche solo ad uno spettacolo. Sabato sera il signor Sabil sarà a Cefalù, posso procurarvi i pass per sabato, avete altri impegni?" "Scherza?" Esclama il signor Micari, ma modera subito i toni e aggiunge "Volevo dire...che andrà benissimo. Qualsiasi giorno va bene, è già tantissimo quello che sta facendo per noi" "Perfetto, allora vado a prendervi subito dei pass" dico alzandomi. "Adesso?" "Ci metterò un attimo, il tempo dell'attesa dei pasti. Arrivo subito" dico allontanandomi per prendere l'ascensore. Premo il codice per il terzo piano ed uscendo dall'ascensore vado incontrollato alla mia ex collega barista. "Ehi! Chi si rivede!" Esclama lei scendendo dall'appartamento sgabello per salutarmi. "Come andiamo?" "Procede tutto bene, che ci fai qui? Ti hanno ripresa per..." "Nono, il signor Sabil mi ha dato un posto da coreografa, ma al momento gli faccio da assistente per l'azienda immobiliare. Volevo informare Amanda, dove posso trovarla?" "Di sopra!" "Perfetto, grazie" dico abbracciandola. Le sorrido staccandomi e salgo le scale per il piano delle camere rosse e l'ufficio di Jamal. Sarà sicuramente lì. Busso alla porta e faccio per entrare, ma m'immobilizzo appena becco Leonardo e Amanda a cavalcioni su di lui sul divano. "Oh cazzo" mormoro prima di richiudere la porta e chiudere gli occhi. Ho davvero visto...oh no no no. "Swarna!" Esclama Leonardo spalancando la porta. Chiudo subito occhi per non vederlo di nuovo nudo e mettendo una mano sul mio viso mormoro "Va tutto bene, io...scusatemi. Vado via" Faccio per andarmene, ma Leonardo mi prende per il polso e dice "Puoi aprire gli occhi " "Sicuro? Davvero...io vado via e..." Leonardo mi toglie a forza la mano e riaprendo gli occhi lo vedo a petto nudo con i jeans...bene. Sospiro sollevata e vedo anche Amanda appoggiata allo stipite che sorride divertita. "Non andrai a raccontarlo a tuo marito, vero?"chiede Amanda facendomi l'occhiolino. "Come fai a...." "Sa tutto" mi comunica Leonardo. "Non avrei potuto tenerlo segreto ancora a lungo..."borbotto grattandomi la testa. "È successo qualcosa?"chiede Leonardo preoccupato. "Sono venuta con i colleghi dell'ufficio a mangiare qui, volevo informare Amanda sul fatto che per il momento non potrò occuparmi delle coreografie delle ragazze. Mi dispiace ancora avervi ecco..." "Non c'è problema, posso occuparmene io finché finisci di lavorare con Jamal in ufficio" "Sa proprio tutto" dico ridendo e indicando Amanda. "Diciamo che siamo entrati in intimità "cerca di giustificarsi Leonardo. "Molto in intimità "mormora Amanda stringendo il sedere di Leonardo. Lui le sorride e sorrido anch'io...sembrano così carini. "Inoltre volevo chiederti due pass per sabato, se è possibile" dico ad Amanda che rientra nell'ufficio di Jamal annuendo. "Sei da molto qui?" Chiedo a Leonardo. "Stavamo controllando le foto della serata di ieri" "Capisco..." "Come procede in ufficio? Jamal si comporta bene?" "Credo che sia a Cagliari adesso...non lo vedrò fino alle 19" "Non sapevo che fosse fuori Palermo" "Neanche io..." "Eccoti qua, per chi sono? Sono curiosa "dice Amanda porgendomi i pass. "Due colleghi, vorrebbero assistere ad una serata" "È così che te li compri?" "Scherzo!"esclama Amanda notando il silenzio tra me e Leonardo. Scoppiamo a ridere un po' in imbarazzo e indietreggiando dico " io allora torno dai miei colleghi...ci si vede " "Ah eh...fatelo in una delle camere rosse, Jamal è un maniaco dell'ordine e si potrebbe accorgere anche solo di un pezzo di carta storto " "Ricevuto " dice Leonardo mentre io mi allontano e sento gridare "Dillo in realtà che ti secca scopare con Jamal, dove scopiamo anche noi" Ridacchio e svoltando, prendo l'ascensore. Controllo il mio cellulare e apro una foto di Bella che sonnecchia fatta da Dolores un'ora fa. "È crollata dopo il latte? Che dolce con la boccuccia socchiusa!" Rispondo alla foto. Controllo gli altri messaggi, ma nessuna traccia di Jamal...nessuna chiamata o messaggio. Sembra sparito dalla faccia della terra. Chiedo a Lena se Efrem sia con Jamal e lei mi risponde dicendo che Efrem lo raggiungerà nel tardo pomeriggio a Mazara del Vallo. "Posso andare anch'io con lui?" Chiedo per messaggi. "Certo! Ti passerà a prendere in ufficio per le 16:30, va bene?" Mi risponde subito Lena. "Va benissimo! Grazie mille!" Rispondo entusiasta. "Ecco a voi i pass" dico raggiungendo i ragazzi. I due ragazzi prendono i pass con entrambe le mani e mi ringraziano quasi con riverenza "Non saremo mai grati abbastanza per questo regalo signora Sabil" "Non è niente...sù, godiamoci le costolette" dico accomodandomi a tavola insieme a tutti gli altri. Scopro che il ragazzo con i capelli gelati si chiama Rosario Lavieri ed è il brand manager, ovvero si preoccupa di applicare le tecniche di marketing in modo da favorire un aumento delle vendite, rendendo la nostra azienda più appetibile rispetto a quelli della concorrenza. Svolge analisi di mercato, analisi della concorrenza per immobili, analisi dei bisogni del clienti, analisi di posizionamento, politiche di prezzo, creazione dei listini. Analizza i Key Performance Indicators per mercato, implementa le campagne promozionali e gestisce i rapporti con le agenzie per la realizzazione di attività e materiali relativi alla visibilità sul punto vendita. Collabora nella stesura del budget commerciale. Gli faccio i complimenti perché Palermo è piena di locande della nostra azienda e sono sempre ben pensate sia per contenuti, immagine e payoff. La signorina Orlando invece è una Project engineer, ovvero pianifica e organizza le attività tecniche. Interviene nelle attività di ingegneria o di progettazione in base alle richieste contrattuali, gestisce anche direttamente le relazioni con i clienti, supporta e verifica l'attività in generale individuando i punti critici e prendendo i necessari provvedimenti correttivi. Redige le specifiche tecniche di acquisto e valuta tecnicamente le offerte dei fornitori. Controlla l'avanzamento lavori dei fornitori, verificando anche la documentazione tecnica da essi predisposta. Organizza e prepara i manuali tecnici e di qualità per il cliente e per l'azienda. E, alla fine, il signor Micari è responsabile amministrazione e finanza, cioè gestisce le attività amministrative e finanziarie nel rispetto delle normative in vigore. Partecipa alla definizione della strategia finanziaria dell'azienda in modo da ottenere il reperimento delle risorse finanziarie e garantire lo sviluppo del business nel medio-lungo periodo. Analizza i trend macroeconomici, effettua previsioni e proiezioni di lungo periodo e propone opportunità di espansione del business. Durante il pranzo non fanno altro che elogiare il signor Sabil di qua, il signor Sabil di là e io sono costretta a mordermi la lingua per non essere cattiva e dire che in realtà la maggior parte del tempo è uno stronzo. Sorrido a tutti e una volta finito il pranzo, torniamo in ufficio...io riprendo i miei contattati e continuo a chiamare fino allo sfinimento. Sento il cellulare suonare all'improvviso e pensando che sia Jamal esclamo "Pronto!" "Ehi Swarna, tra dieci minuti sarò in azienda" Efrem. "Perfetto, inizio a scendere "dico chiudendo la rubrica. "Ottimo, a più tardi" dice Efrem riattaccando. Prendo le mie cose e spegnendo il computer, prendo l'ascensore per salutare il team. Mi affaccio nella loro stanzetta e dico mostrando a loro il mazzo di fiori e il cesto "Ragazzi io vado, grazie ancora per i doni" "Arrivederci signora Sabil" mi dicono tutti in coro. Sono così carini e terrorizzati da me. Riprendo l'ascensore e scendo giù in tempo perché vedo la Porsche di Efrem avvicinarsi. "Arrivederci " saluto Roberto che mi sono accorta solo ora di avermi seguita. Entro in macchina ed Efrem fischia vedendomi col mazzo di fiori. Arrossisco e dico sistemandomi dietro "Sono da parte dei miei colleghi" "È una mazzo enorme!" Esclama lui uscendo dal parcheggio. "Sì, ero cosi sorpresa quando me l'hanno consegnato. Non me l'aspettavo proprio" "Com'è andata oggi?" Dovrebbe chiedermelo Jamal, almeno Efrem ha del tatto. "Bene, suppongo. Ho lavorato per l'inaugurazione di sabato" "Ah sì, l'hotel. Peccato non poterci essere sabato" "Non ci sarai?" Chiedo sorpresa. "No, è il compleanno di Ines e vorremmo portarla a Disneyland" "Ohhh che dolce! Si divertirà un sacco" "Lo spero, è la prima volta che andiamo tutti insieme in Francia" "Ci sei già stato?" "Sì, in luna di miele con Lena a Nizza...solo che c'è stato l'attentato e.." "Siete stati coinvolti?" "Sì, ma ci siamo salvati" "Per fortuna" "Già..." "Omar era uno squilibrato" "E ha dato vita ad altri squilibrati" "Ti riferisci a Khalil?" "Lui è il re degli squilibrati" Sospiro e mormoro "Hai sentito Flora dopo quello che l'è successo?" "Sì, ma personalmente sono sollevato" "Tu credi? Io penso che..." "Non sarebbe stato possibile" taglia corto Efrem. "Sì, ma è sempre una vita innocente" Efrem scuote la testa e io capisco di dover cambiare argomento. "Cosa c'è a Mazara?" "Un terreno da valutare, l'idea di Jamal è quella di farci una discoteca che possa essere frequentata in estate e nelle stagioni più fredde" "Stile Babilonia?" "Più giovanile, magari penseremo ad alcune sale per eventi più intimi e tradizionali " "Capisco" mormoro appoggiando la testa contro il finestrino. "Sei stanca?"chiede lui notando il mio silenzio. "Un po' " "Riposati che ti chiamo io quando saremo arrivati" "Grazie.." dico spostando lo sguardo al paesaggio fuori. Arriviamo in un'oretta e notiamo dei nuvoloni sopra di noi, tempo ci possa essere in un acquazzone. "Di qua" mi guida Efrem svoltando a destra. Abbiamo parcheggiato e adesso stiamo camminando fino al terreno. "Sicura che vuoi portarli tu?" Mi chiede Efrem indicando i fiori. "Sisi, tranquillo " Non volevo aspettare che lui venisse in macchina per mostrargli i fiori del team, sono troppo belli. "Attenta qui" mi avvisa Efrem indicando delle buche. Coi tacchi mi viene difficile camminare sul terreno, ma cerco di mantenere l'equilibrio e continuare. "Eccoci" finalmente dice Efrem dopo venti minuti che camminiamo. Alzo lo sguardo a una specie di collina fatta di terreno e un gruppo di persone che discutono. Efrem mi supera e io rallento il passo, sono troppo stanca. Li raggiungo poco dopo e vado incontro a Jamal che si gira e si sorprende si vedermi. "Ehi ci..." "Che ci fai qui" taglia corto Jamal. Deglutisco a disagio e noto accanto a lui degli uomini una ragazza mora con occhi verdi altissima e vestita con una tuta, lei da dio, io sono la scema coi tacchi. "È lei la signora Sabil?" Chiede la ragazza sorridendomi. Che bella, non sembra reale. "Ciao, piacere Sonia" dice porgendomi la mano. "Swarna" mormoro stringendole la mano. "E questi fiori bellissimi?" Chiede lei mentre io faccio per parlare, ma Jamal mi strappa dalle mani il mazzo e lo dà a Sonia. "Per il tuo lavoro Sonia, sei stata molto brava con la planimetria. Continua così " "Oh grazie! Non dovevate!" Esclama lei prendendo il mazzo e stringendolo a sé. Rimango senza parole mentre Efrem si allontana con uno degli architetti per discutere. "Sono così profumati, non vedo l'ora di metterli in un vaso" dice ancora lei, mentre io stringo i pugni e ingoio il rospo. "Ottimo lavoro coi fiori" dice piano Jamal a me allontanandosi per raggiungere Efrem. Mi giro per fulminarlo con lo sguardo, mentre Sonia dice "Hai un marito così dolce, sei molto fortunata" "Già..." digrigno. Credo che mi stia uscendo il fumo dalle orecchie. "Ti mostro la planimetria?" Chiede lei gentile. "Sì, volentieri" Lei mi supera per entrare in una specie di gazebo e mi ritrovo ad abbassare lo sguardo al suo sedere, sembra di marmo...viene di testarlo anche a me. Abbasso lo sguardo al mio fisico piatto e faccio il broncio, me la meritavo anch'io una quarta. Sonia si rivela un'architetta davvero in gamba con le idee chiare e molta volontà, mi parla con gioia dei suoi progetti e prendo a cuore anch'io il progetto. Ecco cosa mi piace vedere, la passione nel lavoro e il luccichio negli occhi che si crea per l'emozione. "Oh scusami..." mormora Sonia prendendo una chiamata che le arriva. "Fai pure" dico concentrata sulla planimetria. Era così semplice quando me la illustrava Sonia... "Salve" Sussulto in aria e girandomi spalanco gli occhi vedendo un uomo con una salopette sporca e un elmetto giallo. "Non mordo, giuro" dice il ragazzo alzando le mani. Sorrido e calmandomi dico "Scusami...ero con la testa per aria" "Sei un'architetta?" "No, sono la moglie di...sono una segretaria" dico alla fine. Mi fa rabbia pensare di essere legata a un uomo tanto insensibile come Jamal. "Capisco, piace Eugenio" "Swarna" dico stringendogli la mano. "È la prima volta che ti vedo col team del signor Sabil" dice lui indicando Jamal. "Sono stata assunta da poco, oggi è il primo giorno" "Davvero? E com'è andata?" Persino uno sconosciuto si preoccupa più di Jamal. "Non sembra andata bene dalla smorfia che hai fatto" Sorrido e dico lisciandomi i pantaloni "No dai, non male. Devo solo abituarmi" Lui fruga nelle tasche e tirando fuori un cioccolatino dice " Per il tuo primo giorno" "Grazie, sei molto gentile" mormoro un po' imbarazzata. "Swarna!" Sento gridare dietro di me. Mi giro e vedo Jamal che mi guarda severo. "Devo andare, è stato un piace Eugenio" dico incominciando a indietreggiare. "Anche per me" mormora lui mentre sto per inciampare su delle pietroline ed Eugenio mi afferra subito il braccio. "Attenta" "Sì...grazie" dico facendo più attenzione. "Grazie ancora" ripeto girandomi a osservarlo per l'ultima volta. Lui mi saluta con la mano e io ricambio. Che carino. Raggiungo gli altri e faccio per mettere il cioccolatino in tasca, ma me lo prende Jamal e lo getta per terra. "Ma..." faccio per dire mentre lui mi afferra forte il braccio e mi trascina fino in macchina. "Aspetta!" Esclamo coi tacchi. Mi apre la portiera posteriore della sua Maserati e buttandosi dentro, richiude la portiera. Saluta con la mano Efrem e gli altri, per poi entrare in macchina davanti e partire. "Era necessario trascinarmi come un sacco di patate?" Inveisco subito contro di lui. "Sì, se si tratta di te" "Che vuoi dire." "Era palese che ci stesse provando Swarna" borbotta Jamal facendomi schizzare dall'altra parte della macchina. "Merda..." mugolo agganciandomi la cintura. "E se anche fosse?" Lo provoco. "E se anche fosse?" Urla lui. "Siamo già nella merda con l'affido e tu vai in giro a parlare con sconosciuti" "Si chiama Eugenio, non è uno sconosciuto" "Si chiama Mario e sai perché è lì?" "Per lavorare?" "Sta costando la pena con lavori socialmente utili, è uno stupratore" "Cosa?" Chiedo spalancando gli occhi. "Attirava le sue vittime corteggiandole con fiori e cioccolatini" Porto subito una mano sulla bocca, sembrava un ragazzo così buono e genuino. "Poi chi diavolo ti ha detto di venire a Mazara?!" "Io...volevo farti una sorpresa" "Bella sorpresa del cazzo." Serro la mascella e incrociando le braccia, sposto lo sguardo fuori dal finestrino. Jamal intanto risponde a una chiamata e spiega "Sì, concludi tu lì. Sto tornando a Palermo io. Ci sentiamo Efrem" Stacca l'auricolare con rabbia e continua la guidare velocissimo. "Ho lasciato un cesto nella macchina di Efrem" borbotto. "Cazzi tuoi" Ok, è furioso...meglio non mettere il dito nella piaga. Arriviamo a Palermo in un'ora e mezza e Jamal mi lascia davanti al palazzo. "Non sali?" Chiedo scendendo dall'auto. "Ho da fare in ufficio" "Vengo anch'io " "No. Vai a casa" mi ordina mentre parte e lascia un nugolo di fumo. Sospiro e sconsolata salgo in casa. "Sono a casa!" Grido ma non sento nessuno. Chiamo subito Dolores e scopro che è al parco con Bella, pensava che rincasassi più tardi e ne ha approfittato per prendere una boccata d'aria con Bella. Mi butto sul letto e fisso il soffitto...che giornataccia. Decido di farmi un bel bagno caldo con la musica di sottofondo e dopo mezz'oretta mi sento rinata, esco dalla vasca indossando l'accappatoio e raccolgo i capelli in un asciugamano. Prima di mettermi il pigiama vado in cucina e mi preparo un bel tè caldo...mentre metto lo zenzero sento la porta chiudersi. Esco dalla cucina e andando in salone Grido "Amore?" Si affaccia al salone Jamal e Niguarda perplesso. "Oh...pensavo fosse Bella, è uscita per una passeggiata con Dolores" Jamal si limita ad annuire e superandomi entra in cucina. Deglutisco e rientrando anch'io in cucina, vado a controllare il bollitore. "Caffè?"chiedo notando che gironzola per la cucina. "No, grazie" "Birra?" "No" "Sto facendo un tè, vuoi una..." "Sto bene così Swarna, volevo solo dell'acqua" dice gelido versandosi dell'acqua. "Capito"mormoro spegnendo i fornelli. Metto della polvere di tè e filtrando il tutto in una tazza, riposo il bollitore. Jamal si versa un altro bicchiere d'acqua, ma non lo beve in cucina, va fuori e sento la porta di camera sua chiudersi. "Gli servirebbe una camomilla..." borbotto rientrando in camera mia. Mi cambio e mettendomi dei pantaloncini e un crop top, indosso anche un cardigan sopra e dei calzini con dei cuoricini. Sta venendo l'autunno e inizia a farsi sentire. Riprendo la tazza di te e andando in cucina, frugo nei ripiani per una scatola di biscottini al burro. "Eccoli!" Esulto posandolo sul bancone e sedendomi su questo. Rosicchio il terzo biscottino quando anche Jamal entra in cucina con la tuta e una magliettina semplice di cotone. Ha un tablet in mano e alzando lo sguardo a me, sospira. Sembra che sia infastidito dalla mia presenza. Resto sul bancone sventolando le gambe e mangiucchiando i biscotti, è così strano averlo a casa a quest'ora. Apre il frigo e prendendo una birra, la apre e si siede sullo sgabello concentrato sul tablet. Sorseggia il tè e rimango in silenzio sbirciando cosa fa...controlla dei grafici e non ci capisco nulla. Lascio stare e ritorno a concentrarmi sui biscottini. "Ho conosciuto il team...sembrano tutti carini e competenti" "Non li avrei assunti sennò, non credi?" "Certo..." abbasso lo sguardo al tè. Odio quando fa lo scontroso così. "Non vai al locale stasera?" "Non posso andarci, ricordi?"borbotta sfogliando i grafici sul tablet. "Puoi lavorare sempre da casa" "È quello che sto facendo" "Senti...mi dispiace" credo. Jamal finalmente mi degna di uno sguardo e chiede "Per cosa?" "Per non aver capito che quel tizio fosse uno stupratore, non dovrei fidarmi del primo che capita" "No non dovresti" "Ma devi riconoscere che sarebbe capito a tutti, nessuno poteva saperlo" "Sonia non ha abboccato e lo ha subito allontanato" "Io non sono brillante come Sonia" Jamal non dice nulla, in fondo chi tace... "Perché?"chiedo sconsolata. "Cosa?" "Perché sei così scontroso con me? Io ci sto provando" "A fingere di stare bene con me?" "Cosa? Io non..." "Senti Swarna...so bene che preferiresti stare con Leonardo che con me in questo momento, non c'è bisogno di fingere quando siamo fra noi" "Ma io non sto fingendo " "Ho saputo da Amanda che sei passata dal Babilonia oggi e c'era anche Leonardo. Stamattina potevi anche salutarlo, ho visto come tenevi il broncio perché non potevi corrergli dietro. Non c'è bisogno che continui a mettere in scena questo finto vittimismo, come sei intrappolata tu in questa situazione, lo sono anch'io...ma per Bella questo e altro." Spalanco gli occhi. "Io voglio un gran bene a Leonardo, non ho..." "Ma per favore Swarna! Non hai resistito 24 ore e sei voluta andare al Babilonia pur di vederlo!" "Sono andata al Babilonia per pranzo perché volevano andare lì i ragazzi del team!" "Non ci credi neanche a tu a quello che stai dicendo " "Chiama la signorina Gambino e chiediglielo!" "Non ho bisogno di chiamare lei, lo vedo già dai tuoi occhi che fremi per tornare da lui!" Grida Jamal battendo un pugno sul bancone. "Sai che ti dico? Vaffanculo! Non sai niente di me!" Grido a mia volta uscendo dalla cucina. "Ecco...vai, scappa" Mi riaffaccio in cucina e urlo con le lacrime "E i fiori che mi hai strappato dalle mani per darli a Sonia, me li avevano regalati i ragazzi del team e io ero così eccitata che il mio unico pensiero è stato quello di raggiungerti e farteli vedere, nonostante tu non ti sia minimamente interessato al mio primo giorno di lavoro e sapevi quanto ero agitata per questo giorno!" Vado via dalla cucina singhiozzando mentre sento altri pugni e io sbatto la porta di camera mia. Mi accovacciato per terra ai piedi del letto e continuo a piangere..."Io ci sto provando così tanto..." piagnucolo non dandomi pace. Piango tutte le lacrime che ho per un tempo indeterminato e rimango immobile a fissare la porta che all'improvviso viene aperta e trovo Jamal vestito. "Vado al locale" m'informa freddo per poi andare via. Tiro un cuscino contro la porta e resto immobile pur non cedere all'istinto di spaccare qualcosa in testa a Jamal. "Insensibile, stronzo, maleducato, cafone..." borbotto stringendo i pugni. Appena sento la porta, mi rialzo e torno in cucina. "Cretino, imbecille, apatico..." continuo ad insultarlo mentre sento suonare alla porta. Per fortuna è Dolores con Bella. La prendo subito in braccio e me la coccolo...ho più bisogno io di coccole che lei. "Grazie Dolores" la ringrazio mentre mi sorride ed esce di casa. "Ti sei divertita con Dolores?" Chiedo a Bella saltellando. Lei grida felice e deduco che si sia molto divertita. "Che puzzola!" Esclamo odorando le sue ascelle. "Subito a fare il bagno!" Grido ridendo e correndo per il corridoio. La serata passa tranquilla e dopo il bagnetto a Bella, le ho dato il latte facendola poi crollare nella sua culla. Mi assicuro che Bella dorma e uscendo dalla stanzetta, entro in cucina per mangiare qualcosa... Apro il frigo e tiro fuori il tacchino, quando sento suonare alla porta. "Chi sarà a quest'ora?" Mi chiedo osservando l'orologio che segna le 10 di sera. Richiudo il frigo e posando il tacchino sul bancone, vado ad aprire. Quello che vedo mi fa spalancare gli occhi per il surreale, Leonardo sorregge Jamal che è ubriaco marcio. "Ho provato a chiamarti, non posso rimanere oltre...ho lasciato la serata per riportare Jamal" dice Leonardo scrollandosi Jamal che guarda attorno stranito. "Vai vai alla serata, ci penso io a Jamal" mi prendo carico di lui, facendolo appoggiare sulle mie spalle. "Ha gridato per tutto il locale che sono un rovinafamiglie e ripetuto almeno un centinaio di volte che siete sposati e avete una bambina" mi comunica Leonardo. "Mi dispiace così tanto" dico mortificata. "Non fa niente, è stata divertente. Io vado allora, va bene?" "Si si, grazie per averlo riportato a casa. Non so come avrebbe fatto a tornare" indico Jamal che scivola per terra ai miei piedi. "Chiamami se ti servirà qualcosa" dice Leonardo indietreggiando. "Certo, buona serata!" "Anche a te" mi deride lui entrando in ascensore. Io chiudo la porta mentre Jamal mugola "Perché io sono l'uomo di casa, un marito e un padre!" Sospiro ripensando ai complimenti che avevano fatto quelli del team per la serietà del signor Sabil.

Ritorna all'indice


Capitolo 68
*** Capitolo 68 ***


Per tenere qualcosa, devi averne cura – per averne cura devi capire di che tipo di cura ha bisogno. -Dorothy Parker SWARNA'S POV: "Forza "borbotto caricandomi Jamal sulle spalle. Allaccio le sue braccia attorno al mio collo e lo trascino con tutte le mie forze, quando svoltiamo però Jamal s'inclina verso sinistra e io perdendo l'equilibrio cado per terra. Jamal, sotto di me, mugola qualcosa mentre io respiro a fondo e alzo lo sguardo al soffitto. "Ok, non mi lasci altra scelta" borbotto alzandomi e prendendolo per le gambe. Lo trascino come un sacco di patate per il corridoio e svoltando in camera mia, continuo più avanti e apro la porta del bagno. "Che tipo di stanza è questa Priscilla?" bofonchia lui... "Sono Swarna e siamo a casa." chiarisco trascinando dentro il box doccia. "Swarna? Cazzo piccola, gliene ho cantate di santa ragione al tuo Leonardo" dice lui ridendo mentre io esco dal box doccia e apro l'acqua gelida. Jamal, che è seduto per terra, urla per il getto d'acqua freddo e fa per sgattaiolare fuori, ma io lo blocco e borbotto "Non così facilmente..." "Brucia!" grida ancora lui afferrando le mie gambe. Lo ributto nel box doccia e chiudendo la vetrata, mi giro di spalle sospirando. La mia vita è già complicata di suo e Jamal non esita a complicarmela ulteriormente. Esco dal bagno ed entrando in camera di Jamal, frugo qualcosa da mettersi addosso dopo la doccia. Prendo dei pantaloni a tuta, una maglietta semplice beige, dei boxer e faccio per prendere dei calzini nuovi quando corrugo la fronte e prendo la mia sciarpa. "Che ci fa qui..."mormoro non capendo. "Swarna!" sento urlare Riposo la mia sciarpa dove l'ho trovata e richiudo i cassettoni...che strano. Corro fino al bagno e trovo Jamal fuori dal box doccia che gronda d'acqua. "Jamal..."sospiro entrando nel box doccia e chiudendo il getto d'acqua. "Sveglierai Bella..."borbotto raggiungendolo e tirandolo sopra il water. Lo faccio sedere e gli tolgo gli indumenti bagnati da dosso. Lui non fiata, ma dagli occhi noto che ha assunto un po' di lucidità. "Devi vomitare?"chiedo sbottonandogli la camicia. Jamal scuote la testa e mentre gli levo la camicia mormoro "Buon per me" "Riesci a toglierti i pantaloni e mettere questi?"chiedo porgendogli i boxer e i pantaloni della tuta. Lui annuisce con la testa e traffica con la cintura...ha le dita ancora tremanti e non riesce a sfilarsi la cintura. "Aspetta ci penso io..." mormoro togliendogli la cintura e slacciando il pontone dei suoi jeans e la cerniera. "Vado a prendere il fono" dico girandomi e aprendo il mobiletto col fono dentro. Fingo di non trovarlo per perdere tempo, finchè attacco la presa e girandomi lo vedo in boxer. Almeno è riuscito a metterseli... "Ok...un attimo solo" dico facendogli scivolare da sopra la maglietta e lo aiuto coi pantaloni e i calzini. "Vieni qua" mormoro azionando il fono e pettinandogli i capelli. Lui rimane immobile a fissare il vuoto e io ne approfitto per accarezzargli i capelli, sono così morbidi e setosi. "Come ti senti?" gli chiedo dallo specchio. Jamal alza lo sguardo al nostro riflesso e si limita ad annuire. "Ti gira ancora la testa?" Annuisce ancora. "Appena finiamo, ti prendo la tachipirina" dico velocizzandomi col fono e la spazzola. "Ok, abbiamo finito. Riesci a lavarti i denti? Io intanto vado a prenderti la tachipirina" mormoro riposando il fono e uscendo dal bagno. Corro in cucina per prendere un bicchiere d'acqua e passo anche dalla stanza di Bella...per fortuna ancora dorme. Ritorno in bagno, ma trovo Jamal sul mio letto che sonnecchia. Salgo sul mio letto e scuotendo Jamal dico "Ehi...prendi la medicina" Lui sbatte piano gli occhi, ma annuisce e prendendo la piccola, beve l'acqua. Crolla nuovamente sul mio letto e strofina la guancia sul mio cuscino. Scendo dal letto e posando il bicchiere sul comodino, spengo la luce del lampadario. Rimango con la lucina del comodino e mi siedo sul lato libero del letto. Porto le gambe al petto e lo osservo da sopra che respira profondamente e si lecca le labbra. Mi strofino il viso con le mani e sospiro... "Ho sbagliato, è colpa mia" sento dire all'improvviso. Sposto lo sguardo a lui che tiene ancora gli occhi chiusi e si mordicchia le labbra. Me le mordo anch'io e respirando a fondo mormoro "Lo dici sul serio?" "Ho paura che possa perderti di nuovo per colpa sua" rivela Jamal sbattendo piano gli occhi. "Non succederà" "E' già successo." ribatte lui più severo rigirandosi e dandomi le spalle. Abbasso lo sguardo alle sue spalle e sospiro...non mi perdonerà mai. Prendo il cuscino e scendendo dal letto, esco fuori dalla stanza. Vado in salone e stendendomi sul divano, poso la testa sopra il cuscino. Come posso aggiustare le cose, penso mentre chiudo gli occhi e mi faccio trasportare tra le braccia di Morfeo. "Merda..."mormoro alzandomi di scatto e correndo in camera. "Ciao Dolores!" urlo passando dalla cucina e catapultandomi in bagno. Sono le 10 del mattino e sono in super iper ritardo per il lavoro e domani ci sarà l'inaugurazione dell'hotel. Mi vesto con dei pantaloni bianchi, una canottiera di seta crema e una giacca elegante celeste per poi mettere i sandali col tacco di ieri e scappare in cucina. "Ciao amore mio, la mamma deve scappare a lavoro" mormoro a Bella sul seggiolino che mordicchia un peluche. "Devo andare, ci vediamo stasera!"esclamo dando un bacio anche a Dolores. "Non mangi?"grida lei, ma io sono già fuori dalla cucina e corro con la borsa. "No, grazie! Ciao!!" urlo uscendo di casa e correndo all'ascensore. "Salve signor Rubino" saluto il padre di Leornardo di sotto. "Va di fretta?" "Sì, sono in ritardo per il lavoro. Buona giornata!" dico non trattenendomi e volando fuori dal palazzo. Corro alla fermata dell'autobus e aspettando il bus, prendo l'agenda e ripasso le attività che mi ero appuntata di fare ieri. L'autobus fortunatamente arriva presto e ne approfitto per chiamare ammi durante il tragitto. Mi dice che passa le sue giornata occupandosi di mia nonna molto anziana e si sta riprendendo piano piano, mi chiede spesso di mostrarle Bella e delle volte passano ore intere in videochiamata. Scrivo alle ragazze dicendo che il sabato sera non ci sarò per l'aperitivo per l'impegno a Cefalù e scendo alla fermata vicina all'ufficio. Scendo dall'autobus ed entrando nell'edificio, frugo nella borsa per prendere il budge. "Salve!" saluto il receptionist per poi entrare in ascensore e cliccare il quindicesimo piano. Jamal non mi ha nè chiamata, nè mandato un messaggio. Forse sarà ancora arrabbiato per ieri. "Buongiorno" saluto delle ragazze che entrano in ascensore facendomi appicciare allo specchio. Ne approfitto per sistemami i capelli e girare il budge, non voglio che sappiano che sia sua moglie. Le ragazze scendono prima di me e io applico del mascara senza vergognarmi di altri occhi addosso. Le porte dell'ascensore si aprono e saluto Roberto che mi aspetta serissimo. "Salve, Jam...il signor Sabil è dentro?" "E' in sala riunioni" m'informa lui quasi infastidito. "Oh ok...grazie" dico andando alla sala riunioni. Busso alla porta prima di entrare e affacciandomi, mi pento subito di essere entrata. "Scusatemi per il ritardo...."mormoro chinando la testa e avvicinandomi a Jamal a capo tavola. Mi prendo una sedia dall'angolo e mettendomi al suo fianco, prendo la mia agenda per prendere appunti. E' così che aveva detto di fare l'ex segretaria quando ci sarebbero state riunioni. Alzo subito la testa confusa quando sento che parlano in...tedesco? Cazzo...io non so una parola di tedesco. Fingo di scrivere qualcosa sull'agenda e deglutisco agitata...cosa diavolo devo fare? Sussulto quando anche Jamal inizia a parlare il tedesco fluidamente. Io a malapena so parlare l'inglese. La riunione va avanti per circa un'ora e mezza e ne esco fuori mezza fusa... "Io...scusami per il ritardo, non ho sentito la sveglia" mormoro a Jamal una volta che tutti i collaboratori sono usciti fuori. "Ho notato" si limita a dire lui raccogliendo le sue cose e alzandosi. E' ancora arrabbiato... "Vuoi che ti porti un caffè?"tento di ripartire col piede giusto. "Me l'ha già portato la signorina Gambino" dice lui uscendo dalla sala riunioni. "Roberto, prepara il jet" aggiunge passando dall'ingresso del piano. "Vai da qualche parte?" "Roma" risponde camminando velocissimo, non riesco a stargli al passo. "Oh ehm...è successo qualcosa?" "Ci sarà una delle colate di calce struzzo più grandi della storia, devo assicurarmi che vada tutto bene col capo cantiere" "Stai costruendo qualcosa?" "Un palazzo" "Capisco, quando partiamo?" "Vado solo io" "E cosa faccio qui?" "La signorina Gambino non ti ha mostrato i progetti?" "Sì, domani ci sarebbe l'inaugurazione del..." "E' tutto pronto?" "Penso di sì" "Accertatene" dice lui con arroganza sbattendomi la porta del suo ufficio in faccia. "Accertatene" lo imito per dispetto. Mi metto al bancone e riprendo i contatti dei dipendenti dell'hotel...che pacchia. Jamal esce fuori dall'ufficio subito dopo e lanciandomi un'occhiata borbotta "Hai il budge al contrario" Per poi sparire dalla mia vista. Buon lavoro? Grazie per ieri sera? Come stai? Ma no...queste tipo di domande non gli passeranno neanche nell'anticamera del cervello. Sbuffo e riprendo con le chiamate... "Grazie, ci vediamo domani" dico riattaccando stanchissima. Ho chiamato persino al guardiano...mi sono assicurata che tutto sia pronto e domani dovrò raggiungere prima l'hotel per curare gli ultimi dettagli. Mi appunto tutto nell'agenda quando il mio cellulare squilla e prendo la chiamata senza vedere il numero. "Pronto?" "Pronto Swarna, sono il terapista Gong" Chi? Spalanco gli occhi quando mi ricordo della terapia di coppia, abbasso lo sguardo al calendario da tavolo e faccio una smorfia. Oggi abbiamo il primo incontro. "Salve, tutto bene?" "Sì, voi?" "Tutto perfetto" dico mordendomi il labbro. Se solo vedesse la mia faccia adesso. "Volevo ricordavi l'appuntamento per le 19 di oggi" "Certo, ci saremo" "Perfetto, a dopo allora!" "A dopo, e grazie per la chiamata" mormoro riattaccando. "Merda...." borbotto chiamando subito Jamal. Non prende. Provo a chiamare Efrem. "Pronto?"risponde fortunatamente. "Ehi...scusami per il disturbo, è lì con te Jamal?" "Sì, vuoi che te lo passi?" "Sì! Per favore, è urgente" "Un attimo solo" Attendo in linea finchè sento sussurrare "Swarna" "Swarna? Che vuole stavolta?" sussurra Jamal.. Come se io non fossi in linea ad ascoltarli... "Pronto?" si degna di rispondermi Jamal. "Ciao, ti ho più volte chiamato al cellulare" dico secca. Sono molto turbata per il suo continuo atteggiamento da strafottente. "Dimmi" si limita a dire senza darmi una spiegazione sulla sua reperibilità. Sospiro..."Mi ha chiamato Gong" "Chi?" "Il terapista...abbiamo il primo incontro oggi alle 19" "Impossibile, rimandalo a domani" "Domani avremo l'inaugurazione" "Rimandalo a quando non avrò impegni per quell'ora" Dio santissimo, dammi la pazienza. "Che figura faremo a non presentarci al primo incontro? Penseranno che non siamo seri" "Non so cosa dirti, devo andare" Mi porto una mano sulla fronte. "A che ora atterrerai?" "19:30" "Posso chiedere un incontro per le 20" "Si" borbotta per poi riattaccarmi in faccia. Rimango infastidita dal gesto, ma neanche più di tanto...sto incominciando ad abituarmi al suo caratteraccio. "Pronto?" risponde al primo squillo il terapista. "Salve, scusi il disturbo. Sono Swarna" "Swarna, sì...dimmi tutto" "La chiamavo per un imprevisto...mio marito ha una riunione importante per le 19 e ci chiedevamo se fosse possibile posticipare il nostro incontro per le 20" "Ah...bel problema. Un attimo che controllo" "Sì, attendo " Mi torturo le unghia quando il terapista si va vivo e dice "Ho un altro incontro alle 20, potrei chiedere alla coppia se posso anticipare per le 19 e ricevere voi alle 20" "Mi farebbe un enorme favore..." "Vedo cosa posso fare, la richiamo tra un po' " "Va benissimo, grazie mille" dico riattaccando. Sussulto quando sento all'improvviso dire "Signora Sabil" Mi giro di scatto e mormoro col cuore in gola "Signorina Gambino..." "L'ho spaventata?" chiede lei timorosa. "No no, ero in sovrappensiero, ha bisogno di qualcosa?" "In realtà volevo chiederlo io a lei" dice lei molto carina. Forse l'unica a cui importi di me in questo posto. "Oh, che gentile...no, per adesso va tutto bene. Per l'inaugurazione di domani è tutto a posto e anche il sindaco ha confermato l'invito. Dovrebbe andare tutto liscio" "Ottimo lavoro, il signor Sabil sarà molto orgoglioso del suo operato" "Sì..." Sento il cellulare squillare e dico "Scusami, devo rispondere..." "Oh sì, certo. Vuole unirsi con noi a pranzo?" "Certo" "Ottimo, allora l'aspettiamo prima di andare" "Perfetto" dico mentre lei si avvia per il corridoio e io rispondo subito alla chiamata. "Pronto?" "Salve, sono sempre io. Ho parlato con la coppia e mi ha detto che non c'è nessun problema per le 19" "Oh...che fortuna" "Allora vi aspetto per le 20" "Sì, certo! Saremo puntuali" "Vi prego solo di avvertirmi almeno un giorno prima, se vi ripresenteranno degli imprevisti...ho un'agenda fitta che è difficile da gestire se devo continuamente apportare modifiche" "Non si ripeterà più, mi scusi tanto per il disturbo" "Non è nulla, ci vediamo" "A dopo" dico riattaccando. Menomale che non si è arrabbiato troppo. Ricompongo il numero di Jamal per avvertirlo, ma ancora non prende... mi chiedo se lo faccia apposta per farmi impazzire. "Pronto?" "Scusami ancora Efrem...Jamal continua a non rispondere al cellulare" "Te lo passo" "No no, tranquillo. Basta che gli riferisci che l'appuntamento è stato spostato per le 20. Lui sa di cosa si tratta" "Appuntamento fissato per le 20 "ripete Efrem per essere sicuro. "Sì, perfetto. Scusami ancora per il disturbo" "Gli riferirò il messaggio, a dopo Swarna" "Ciao e grazie" dico riattaccando. Prendo le mie cose e scappo di sotto per il pranzo coi colleghi, non voglio che perdano tempo per colpa mia. "Ehi ragazzi...scusatemi per il ritardo. Ho dovuto sbrigare delle cose all'ultimo" mi scuso con loro che mi aspettano all'ingresso. "Non si preoccupi!" dice il signor Lavieri sorridendomi. Oggi ha più gel in testa di ieri. "Andiamo? Ho una fame..."dico uscendo da questo maledetto edificio. "Dove va signora Sabil? Il Babilonia è di qua" dice la signorina Orlando facendomi fare una smorfia. "Ah...mangeremo anche oggi lì" mormoro tra me fingendo di sorridere. Raggiungiamo il Babilonia e sedendoci, ordiamo tutti cose diverse...io vado di carbonara oggi e aspetto con l'acquolina in bocca che arrivi il piatto. "Tutto bene signora Sabil?"chiede la signorina Orlando. "Sì...perchè?" "No, è che oggi è venuta in ritardo e ci eravamo tutti preoccupati" "Sì! Eravamo tutti così in pensiero!" esclama il signor Lavieri. Che ridere. "Non ho sentito la sveglia...ieri sera sono andata a dormire sul..." Mi fermo di scatto. "Volevo dire che...sono andata a dormire tardi e..." Tutti ridacchiando in imbarazzo e io spalancando gli occhi dico scuotendo la testa "Non è come pensate! Noi non l'abbiamo mai..." Cazzo cazzo... "Cioè...sì, facciamo l'amore qualche volta ma non ieri sera...decisamente no" "Non si preoccupi signora Sabil, è normale tra due sposi novellini...vorrei anch'io un amore come il vostro" dice la signorina Gambino sospirando felice. Avrei qualcosa da ridire... "Vi ricordate quella volta che il signor Sabil aveva licenziato la sua segretaria perchè era arrivata di 5 minuti in ritardo? E' così romantico che sia clemente con sua moglie" dice la signorina Orlando facendomi mordere la lingua. Magai fosse clemente con me... I piatti finalmente arrivano e incominciamo a mangiare sparlando degli altri colleghi che io non conosco. "Cosa ne pensate invece di Roberto?"chiedo guardando la signorina Gambino. "Io penso di non aver mai sentito la sua voce" dice il signor Lavieri facendo ridere tutti. "E' una persona molto riservata" cerco di difenderlo, anche se lui mi odia. "O noiosa" dice la signorina Orlando. "Pranza da solo? Un giorno potremmo includerlo nel gruppo" propongo. "Non è una persona socievole, ci abbiamo provato una volta" dice la signorina Gambino. "Ah sì?" "E' scappato via rosso in faccia appena la signorina Gambino gliel'ha chiesto" spiega la signorina Orlando. "Nessuno saprà mai che in realtà era una penitenza da scontare" "Taci!" borbotta lei dando uno schiaffo sul braccio del signor Lavieri. Finiamo di mangiare e uscendo dal ristorante, torniamo in ufficio per prendere un caffè. Io opto per una cioccolata e resto un po' con loro a chiacchierare, finchè ci accorgiamo di essere in ritardo e ritorniamo ai nostri uffici. Anche oggi faccio tardi riordinando tutti i gli impegni della settimana di Jamal e alle 19:15 lascio l'edificio esausta. Ancora la giornata non è finita...ricontrollo il cellulare e non trovo niente, come al solito Jamal si è volatilizzato nel nulla. Prendo il bus e vado all'ufficio del terapista...sono le 20 in punto quando busso alla porta del suo ufficio e gli do la mano. "Salve, tutto bene?" chiedo accomodandomi. "Tutto bene, lei?" "Non c'è male" "Suo marito?" "Oh ehm...dovrebbe arrivare a momenti. Ho preferito salire e aspettarlo qui" "Ha fatto bene, vuole un caffè?" "No grazie, ma se lo vuole lei, faccia pure. Io l'aspetto qui" "Va bene, arrivo subito "dice lui uscendo. Riprovo a chiamare Jamal, ma è staccato...maledetto il giorno in cui l'ho sposato e ho affidato la mia vita e quella di Bella a lui. "Sono terribilmente mortificata..."mormoro con la faccia a terra. Sono le 20:45 e di Jamal non c'è traccia... "Provo a richiamarlo, mi scusi ancora" dico digitando di nuovo il suo numero. Niente... Chiamo Efrem e neanche lui risponde, voglio morire. Sentiamo improvvisamente bussare alla porta e Jamal si fa vivo dicendo "Posso?" "Alla buon'ora signor Sabil!" dice divertito il terapista...in realtà è molto infastidito. "Caro...ti ho chiamato più volte" digrigno con i denti. "Mi si è scaricato il cellulare, allora? Incominciamo?" chiede lui sedendosi accanto a me. Che faccia tosta. "Abbiamo solo 15 minuti, ma vedremo cosa fare..."dice il terapista mentre io mi dipingo di viola per l'imbarazzo. "Signora Sabil...capita che si sente sola quando suo marito la trascura col lavoro?"chiede diretto il terapista. Faccio per rispondere ma Jamal dice "Certo che no, lei ha i suoi amici" Alzo lo sguardo a lui fulminandolo e deglutendo mormoro "Cerco di passarmi il tempo con Bella, lavorando o, come ha detto mio marito, con i miei amici" "Sembra che suo marito sia contrario al fatto che lei abbia degli amici" "Oh no no...non m'importa proprio, dà fastidio solo quando supera il limite" "Quale limite?"chiede il terapista appuntandosi tutto. "Quando inizia a lodarlo davanti a me...sa, ripete in continuazione che lui sia l'unico in grado di ascoltarla, di prendersi cura di lei...insomma questo genere di cazzate" Io spalanco gli occhi, che cazzo sta farneticando? "E lei si è mai chiesto perchè preferisce lodare questa persona anziché lodare lei?" "Parecchie volte, penso che non mi rispetti abbastanza arrivati a questo punto" Io rimango senza parole, cosa vuole fare? Mandare tutto a puttane? "Non ha rispetto di suo marito?"chiede direttamente a me il terapista. "Cosa? Certo che sì, è mio marito!" "Oh ma per favore!" esclama Jamal alzandosi. "Abbiamo finito?" chiede lui infastidito. "Sì, per oggi può anche bastare...ho diversi punti su cui riflettere, la prossima volta però la prego di venire puntuale così potremmo parlare un po' più a lungo" "Sì, arrivederci" borbotta Jamal uscendo e sbattendosi la porta dietro di sè. Rimango sul divanetto paralizzata, finchè il terapista chiede "Tutto bene?" "Io...non so cosa gli sia preso" mormoro ancora scioccata. Il terapista si limita a sorridermi. Mi alzo e porgendogli la mano dico "Scusi ancora per il ritardo, ci vediamo per il prossimo incontro" "Senz'altro" Faccio per andare, ma il terapista mi ferma dicendo "Swarna?" "Sì?" chiedo girandomi. "Cerchi di capire cosa lo disturba, sembra molto risentito nei suoi confronti" "Io...lo farò, buona serata" chiudo la porta e becco Jamal in ascensore. Le porte si stanno chiudendo, ma io inserisco una gamba e queste si riaprono. "Che diavolo ti è preso!" esclamo fulminandolo con lo sguardo. "Che mi è preso? C'è che sei una grandissima bugiarda!" "Cosa? Di che cavolo stai parlando?" Le porte dell'ascensore si chiudono e lui ringhia puntandomi il dito contro "Amanda mi ha detto che sei tornata anche oggi a pranzo al Babilonia, non riesci proprio a staccarti da lui, eh?" "Stai scherzando? Sono i colleghi che hanno voluto pranzare lì!" "Certo come no, mi credi tanto fesso Swarna?" "Il tempo di rispondere alle chiamate di Amanda lo hai, per rispondere alle mie no, eh?" "Non cambiare discorso" "Amanda tra tutte le cose che ti dice al telefono, non te l'ha mai detto che si scopa Leonardo?" "Cosa?" "Stanno insieme, l'ho visto coi miei occhi" "Stai mentendo per coprirlo" "Perchè diavolo dovrei coprirlo!" Le porte si aprono e io marciando fuori ringhio "Mi sono stancata della tua stupida gelosia, vattene a fanculo!" Jamal mi afferra per il polso e sbattendomi contro una colonna al buio sibila sul mio viso "Tra te e Leonardo quindi non c'è niente? Sta davvero con Amanda adesso?" "Perchè non glielo chiedi direttamente? Tanto non mi crederesti comunque" "Hai detto che li hai visti, dove?" "Al Babilonia, perch..." "Jamal!" urlo quando mi trascina fuori. "Cosa stai facendo!" "Andiamo al Babilonia, voglio vederlo anch'io coi miei occhi" borbotta caricandomi in macchina. Non ho neanche il tempo di controbattere che Jamal entra in macchina e parte a tutto gas. Incrocio le braccia indispettita, mentre lui guida velocemente al Babilonia e mi ordina di scendere. "Fanculo" borbotto scendendo. Mi riprende dal polso e mi trascina dentro, incredibile quanto quest'uomo possa essere tanto arrogante. Saliamo al terzo piano con la presa di Jamal ferrea sul mio polso e va subito alla ricerca di Amanda. "Non ora Priscilla" ringhia Jamal superando Priscilla che gli veniva incontro sorridendo. Anche lei nota la mano di Jamal sul mio polso e corruga la fronte...sento gli ingranaggi del suo cervello. "L'ho vista di sopra" dice un bodyguard rispondendo alla domanda di Jamal sul dove si trovi Amanda. Saliamo di sopra e Jamal apre una a una tutte le stanze rosse...vediamo diverse persone scopare, finchè apre anche la porta del suo ufficio e ,come previsto, troviamo Leonardo e Amanda. "Cazzo" dice Leonardo rialzandosi subito i pantaloni. "Stanno insieme" realizza Jamal lasciando finalmente la presa sul mio polso. Profondamente umiliata, scappo via e prendendo l'ascensore scendo al piano terra per poi uscire dal Babilonia. Sento ancora la musica che pompa nelle casse quando esco fuori e prendo aria...mi piego in due e mi porto una mano sul petto. "Swarna" "Non mi toccare." ringhio scostandomi da Jamal. "Ti odio!" grido furiosa spingendolo all'indietro. Lui rimane inerme e io grido ancora "Non ti sei mai fidato di me! La parola degli altri valeva sempre più della mia! Ti meriti di restare solo! Solo! E ridammi la sciarpa che tieni tra i tuoi stupidi calzini!" grido per poi girarmi e allontanarmi da lui non sopportando la sua vista. Mi dirigo verso un taxi ed entrando, dico l'indirizzo col cuore che continua a battere forte. "Swarna!" urla Jamal mentre il taxi si allontana e anche la sua figura in mezzo alla strada dallo specchietto.

Ritorna all'indice


Capitolo 69
*** Capitolo 69 ***


Il cuore bruciava, era sulla strada giusta. Shuttle_river SWARNA'S POV: "Pronto?" "Pronto Swarna, dove hai passato la notte?" chiede Lena preoccupata. "Ehi...in hotel, come sai che..." "Jamal ti sta cercando disperatamente" Faccio una smorfia e scendendo dal taxi, gli allungo i soldi per la corsa. "Buona giornata" lo saluto allontanandomi col borsone. "Beh....che continui a cercare invano" "Dove sei adesso?" "E' meglio che non te lo dica " mormoro abbassandomi gli occhiali da sole. "Dimmi almeno se stai bene" "Non c'è male, devo lasciarti adesso Lena. Ci sentiamo più tardi" "Ma tu stai bene, vero?" "Sì! Sì! Non ti preoccupare e dì a Jamal che non voglio essere cercata, tantomeno da lui" "Ha sbagliato ma..." "Mi sono stufata di corrergli dietro, che faccia come gli pare. Io me ne tiro fuori" "Sta chiamando tutte le ragazze" m'informa Lena. "Tranquillizza le ragazze da parte mia per favore" dico avanzando verso l'hotel. "Lo farò, chiamami se hai bisogno di qualcosa" "Grazie Lena, ti voglio bene" "Anch'io!" "Riattacco che ho un sacco di lavoro, salutami Ines" "Senz'altro, un bacio" "Un bacio" dico per poi riattaccare e rimettere il cellulare nella tasca dei jeans. Tolgo la giacca rimanendo in canottiera sotto i jeans a vita alta ed entro nell'hotel. Come si presenta fuori è niente male... "Benvenuta al nostro resort, come posso aiutarla?"chiede la ragazza alla reception. "Salve, sono Swarna, la segretaria del signor Sabil. Sono venuta per supervisionare gli ultimi preparativi" "Signora Sabil, certo...mi segua!" dice lei facendo il giro del bancone e consegnandomi una carta. "Questa è la chiave per la sua camera, la porto dal signor Garofalo" "Perfetto, grazie" Mi guardo attorno e rimango sbalordita per la grandezza e la magnificenza dell'hotel, non me lo immaginavo così maestoso. "Signor Garofalo, la signora Sabil"ci presenta la signorina della reception. Garofalo si gira e si rivela essere un ragazzo della mia età, robusto, basso, con i baffi e gli occhi tondi "Salve, è un piacere averla fra noi" mi accoglie calorosamente lui. "Diamoci del tu per favore" dico stringendogli la mano. "Fausto" "Swarna" "Posso farti fare un giro dell'hotel?" "Con molto piacere" "Laura, per favore potresti portare il borsone della signora Sabil in camera sua?" "Subito" dice la ragazza prendendomi il borsone. "Grazie mille, gentilissima" mormoro un po' in imbarazzo. "Partiamo col giardino" dice lui mostrandomi una vastissima area verde. E' tutto curatissimo e allestito per un cocktail all'esterno. C'impieghiamo all'incirca tre quarti d'ora a fare il giro dell'hotel e scopro che Garofolo è il viceamministratore dell'hotel, è molto professionale e sembra anche preparato, sa parlarmi di qualunque cosa e fa già progetti d'innovazioni molto interessanti per il futuro. "Questa è la sala dove si terrà l'inaugurazione. Abbiamo addobbato la sala con gigli bianchi e rossi come ha richiesto lei, i tavoli si distanziano dagli altri di un metro e 55 centimetri, i rivestimenti delle sedie sono in velluto viola, la sera accenderemo le candele artificiali per ricreare una luce soffusa e un'atmosfera più...." "Intima" completo la sua frase. "Esatto...ci sarà anche l'intrattenimento, le ballerine del Babilonia" "Davvero?" chiedo sorpresa. "Sì, in realtà avevamo in programma uno spettacolo di magia, ma i ragazzi hanno avuto un virus intestinale e non potranno presentarsi. Il signor Sabil ha proposto le sue ballerine e io ho chiaramente accettato, gli spettacoli del Babilonia sono famosi in tutto il mondo" "Sì, le ragazze sono molto brave. Hai assistito ad uno spettacolo?" "No, ho visto dei video su Youtube, sono spettacolari" I video delle ragazze su Youtube sono seguiti da tutte le parti del mondo, è stato un modo molto intelligente di farci conoscere anche fuori dalla nostra città. "E quando arriveranno le ballerine?" "Nel tardo pomeriggio, qua invece c'è il menù che ha richiesto" "Ottimo" mormoro leggendo tutto. "Mi sembra che ci sia tutto" aggiungo leggendo i dessert. "Ci sono degli ultimi dettagli che dobbiamo decidere, mi puoi seguire?" "Certo" dico seguendolo fuori dalla sala. Si fanno le 19 quando stacco dal lavoro ed entro in camera...mi sono assicurata che tutto sia al suo posto e ho anche sbirciato la scaletta degli spettacoli che ci saranno stasera. Priscilla chiuderà con uno spettacolo di ballo e il denaro raccolto per lo spettacolo sarà destinato all'Amnesty international. Diversi clienti del Babilonia hanno subito contattato l'hotel per poter assistere allo spettacolo e abbiamo dovuto aggiungere altre sedute e spostare un po' di cose per farci entrare tutti. Un cliente ha pagato ben cinquemila euro pur di avere un posto per lo spettacolo. Controllo il cellulare e conto almeno 17 chiamate da parte di Jamal, butto il cellulare sul letto e vado in bagno per farmi una doccia veloce. Ci sono trenta gradi fuori e ho sudato come un animale. Ritorno nella stanza con l'accappatoio avvolto e chiamo Dolores, mi rassicura che Bella sta bene e che tra poco la sveglierà per darle il latte. Riattacco e mi preparo per la serata. Non ho portato chissà cosa...prendo un vestito nero corto con delle balze alla fine e lo scollo a cuore, me l'aveva comprato Bekka e stasera più che mai ho bisogno del suo supporto. Indosso il vestito e indossando dei sandali aperti col tacco neri, mi pettino i capelli ondulati e inizio a truccarmi. Niente di eccessivo, un po' di cipria, mascara e gloss. Indosso un braccialetto dorato e riafferrando il cellulare ricevo una chiamata da Lena. "Pronto?" "Swarna, Jamal ha scoperto dove sei" "Immaginavo...ho visto un paio di giornalisti fuori" "Sta arrivando, se non è già lì" "Doveva venire per forza, stasera c'è l'inaugurazione del suo hotel a Cefalù" "E' per questo che stamattina sei partita presto?" "Sì, dovevo supervisionare i lavori. Adesso devo scendere per l'inaugurazione, come sta Ines? Si sta divertendo?" "Sì, un mondo! Per forza a Disneyland" "A mezzanotte se ce la faccio, ti chiamo per farle gli auguri" "Va bene, aspetteremo una tua chiamata" "Dai, vi lascio in pace adesso. Grazie di tutto Lena" "Ma di cosa, buona fortuna" "Grazie, un bacio" mormoro riattaccando. Sospiro e guardandomi per l'ultima volta allo specchio, esco dalla camera. Chiamo Fausto che m'informa che le ragazze sono pronte per lo spettacolo e che partiamo tra 15 minuti. Scendo nella sala dove si tiene l'inaugurazione e vado nei camerini delle ballerine. Busso a quello di Priscilla e faccio per entrare, ma trovo dentro Jamal e Priscilla che si baciano. Spalanco gli occhi e indietreggiando mormoro "Scusatemi..." Richiudo la porta e corro fuori dai camerini. "Swarna!" mi grida dietro Jamal. Non lo considero, scendo nella sala dell'inaugurazione e vado alla ricerca di Garofalo col cuore che mi batte all'impazzata. "Sta iniziando!" esclama lui tirando in un angolino e mostrandomi il palco. Mi appoggio contro le tende e respiro a fondo, per fortuna che c'è buio qui. "Signori e signore, sono lieti di presentarvi le ballerine del Baaabiiiloooniaaa!!" Degli effetti di fuoco esco dall'alto mentre una musica assordante accoglie le prime ballerine e io mi sposto di poco per non stare vicino alle casse. Si apre un sipario e le ballerine si posizionano al centro sedendosi per terra. La folla urla in visibilio mentre la musica parte e le ballerine corrono per il palco inscenando un inseguimento per poi farsi prendere dai ballerini e danzare un valzer insieme a loro. Sono molto sensuali con i loro vestiti a spacco e i movimenti fluidi delle gambe, il busto e le braccia, persino la testa si muove leggiadra. Rimango in quell'angolo ad assistere a tutto lo spettacolo e roscio da morire per Priscilla che balla benissimo e Jamal che la osserva dalla prima fila. Penso che non mi abbia ancora visto. Lo spettacolo finisce e salgono sul palco Garofalo e un altro signore che illustrano i lavori fatti all'hotel...ne approfitto per uscire da lì e prendere un po' d'aria. Vado in giardino e andando verso il bar all'aperto chiedo "un bicchiere d'acqua per favore " Il barista me lo serve subito e allontanandomi da lì, vado in piscina...mi siedo su una sdraio e bevo l'acqua con calma. Sono concentrata a osservare il mio riflesso sull'acqua quando sento come degli scatti, mi giro pronta a cacciare il giornalista, ma spalanco gli occhi quando realizzo che è Leonardo. "Che ci fai qui!" Esclamo alzandomi. "Ho fatto delle foto durante lo spettacolo, non immaginavo di trovarti qui " dice avvicinandosi a me. Sorrido e abbassando lo sguardo al bicchiere dico "Sono qui per l'inaugurazione dell'hotel" "Bellissimo questo posto" "Si, concordo. E che pace" "Posso?" Chiede lui indicando la sdraio su cui ero seduta. "Certo" Ci sediamo vicini e lui osservando il cielo chiede "Come vanno le cose con Jamal?" "Dritto al punto" borbotto facendolo ridere. "Mi ha chiesto di te sopra poco fa" "Non scorre buon sangue, possiamo dire" "Che succede?" "È testardo e si fa mille paranoie, ieri dal terapista è stato un disastro " "Hai provato a parlargliene?" "Sì, poi se n'è andato a ubriarsi al Babilonia" "Sì, ricordo bene" "Una volta dice che ha paura di perdermi, l'altra lo trovo che sgama con Priscilla " "Con Priscilla?" "Sì, l'ho beccato poco fa nel suo camerino" "Ah..." mormora lui triste. "Che succede?"chiedo corrugando la fronte. "No, niente " "Ti sei rabbuiato quando hai saputo di Priscilla e Jamal" "Io...non lo so, non lo capisco neanch'io" "A cosa ti riferisci?" "Ci siamo baciati" "Cosa? Tu e Priscilla?" "Lei era brilla ed eccitata, immaginava che fossi Jamal e voleva farmi un servizietto" "E te l'ha fatto?" "Assolutamente no! Non lo avrei mai permesso" "Però hai permesso un bacio" "È stato inevitabile " "E ti è piaciuto" "Molto, moltissimo. È stata dura separarmi" "Lei se lo ricorda?" "Non penso, non mi considera neanche" "Posso farti una domanda scomoda?" "Vai" "Ma non scopavi con Amanda?" "Appunto...è solo sesso" "Lei lo sa?" 'Lei lo ha imposto" "Io credo che Amanda provi qualcosa per te e cerchi di nasconderlo perché ha paura" "Di cosa?" Chiede lui perplesso. "Non lo so...di un rifiuto?" "Ah...credi che debba parlarle?" "Sì, prima che sia troppo tardi. Se t'interessa un'altra ragazza, devi dirglielo. Vedo come ti osserva o si atteggia solo con te" "Perché? Cosa hai notato?" "Ti prende sempre in giro " "È positivo?" "Sì, di solito prendiamo in giro per flirtare" "Non lo sapevo questo " "Hai ancora tanta strada da fare amico mio" dico a Leonardo abbracciandolo. "Mi sei mancata" mormora lui stringendomi. "Anche tu, tantissimo" Sentiamo dietro di noi un applauso e girandoci troviamo Jamal che applaude e ci osserva avvelenato. "Io faccio un discorso di ringraziamento a mia moglie dentro e lei è fuori con un altro, mi sembra fantastico" aggiunge guardandoci con odio. "Chi ti ha detto di venire?" Ringhia a Leonardo. "Jamal, calmati...sono venuto per fotografare le ballerine" "Io non ne sapevo nulla" "Non sei stato avvisato?" "No" "Mi dispiace, sto solo facendo il mio lavoro, non so che altro dirti..." "Io sì, sei licenziato." "Jamal non prendere decisioni troppo avventate" "Sono più che sicuro, mai stato così sicuro!" grida arrogante Jamal. Mi alzo furiosa e avanzando verso di lui ringhio "No, tu non lo licenzierai" "Cosa?" "Se se ne va lui, me ne vado anch'io " "È così, eh?" Chiede lui ridendo amaramente. "Swarna...non c'è bisogno che..." cerca di dire Leonardo. "Puoi lasciarci un attimo da soli?" Chiedo a Leonardo continuando fulminare con lo sguardo Jamal. "Sì, sarò dentro la sala per qualsiasi cosa" mi avvisa per poi andarsene e farmi l'occhiolino. Aspetto che se ne vada mentre Jamal si avvicina a me e sibila "Come ti permetti di parlare col tuo capo così davanti a un altro dipendente?" "Come ti permetti di venire qui a farci la ramanzina? Tu che vai a puttane ogni giorno!" "Cosa hai detto." Ringhia lui. "Non me me faccio nulla dei tuoi ringraziamenti, se poi dopo devi comportarti da stronzo! " "Io penso che tu stia oltrepassando il limite Swarna" dice Jamal gelido. "Cosa vuoi fare? Licenziare anche me?" Grido spingendolo due volte all'indietro. Nessuno dei due vede la piscina dietro e Jamal perdendo l'equilibrio cade, portandosi anche me a presso. "No!!!" Urlo mentre sprofondo in acqua e riemergo dopo pochi minuti. Jamal riemerge subito dopo e mi guarda male. "Fanculo!" Urlo con tutto il mio cuore uscendo dalla piscina. "Swarna!" Mi urla dietro Jamal. "Swarna, vieni subito qua!" Urla ancora mentre io rientro in hotel grondante d'acqua. Lancio un'occhiata di scuse ai dipendenti che mi guardano male e con la faccia per terra, prendo le scale. "Swarna!" Grida ancora Jamal dietro di me. "Vattene! Non ti voglio più vedere!" Grido a mia volta continuando a salire le scale, per fortuna camera mia sta al secondo piano. Faccio per entrare e sbattergli la porta in faccia, ma lui inserisce il piede in mezzo e riesce ad entrare. Chiude la porta e m'inchioda contro questa. "Che cazzo ti prende, ah?" Ringhia lui sul mio viso. "Cosa mi prende? Che sei poco credibile quando fai una scenata di gelosia per Leonardo e poi ti scopi Priscilla " sputo con arroganza tutto d'un fiato. "Non mi sono scopato Priscilla." "Cosa stavate facendo in camerino allora?" Lo spingo e ringhio "Anzi...non me lo dire, non sono affari miei." Lui mi lascia passare e spiega "È stata lei a baciarmi" "E tu hai cavalcato l'onda" "No, ho provato a spostarla più volte e poi sei entrata tu in camerino " "Vuoi dirmi che sei una sua vittima adesso?" "È lei la vittima, ha creduto che ci fosse qualcosa di più del sesso tra noi. Le ho spiegato che ho la testa per un'altra e lei è impazzita" Mi paralizzo mentre lui si fa sempre più vicino al mio viso e ribadisce "Non volevo un suo bacio, ero entrato nel camerino per chiedere di te. Ti cercavo disperatamente " Lo osservo dritto negli occhi e mormoro "Come faccio a crederti" "È la verità, lo giuro" "Tu non mi hai creduto quando ti ho detto di Leonardo "gli rammento. "E ho sbagliato, ti chiedo scusa. Avrei dovuto ascoltarti ma..." Sfiora il mio naso col suo e mormora " Quando si tratta di te perdo la testa, non ci capisco più nulla e faccio un sacco di stronzate" "Su una cosa ti do ragione" dico facendolo sorridere. Lui si avvicina pianissimo alle mie labbra e sussurra su questo "Ho completamente perso la testa per te , Swarna..." Schiudo le labbra respirando il suo respiro e quando siamo a un passo dal baciarci, sento il mio cellulare squillare. Sussulto mentre lui scuote la testa e dice "Non rispondere" Tiro fuori il cellulare per vedete di chi si tratta e gli mostro la chiamata da Dolores. Lui sospira e annuisce con la testa. "Pronto?" Chiedo mettendo in vivavoce. "Presto! Siamo in ospedale!" Spalanco gli occhi e chiedo "Cosa? Che sta succedendo Dolores! Bella sta bene?" "Latte! Ingoiato male! La gola! Presto!" "Stava soffocando?" Chiede Jamal portandosi una mano sul petto. "Si! Si! Ay Dios mio! Mi niña!" "È grave? Sta bene adesso?" "No se! È dentro, el doctor la sta visitando " "Ok, Dolores. Dimmi in che ospedale siete " dice Jamal. "Casa del Sole" "Arriviamo, non ti muovere da lì!" Dice Jamal riattaccando la chiamata mentre io sono paralizzata dallo spavento. Jamal corre per la camera prendendomi il borsone per poi raggiungermi e dire "Ehi, guardami" Mi alza il mento e dice "Ha bisogno dei suoi genitori adesso, facciamoci forza e affrontiamo questa cosa insieme, ok?" "E se fosse morta soffocata?" "Non è morta, è con noi. Ti prego, dobbiamo andare" "Sì" mi limito a dire seguendolo fuori. Mi afferra la mano e mi trascina con lui fino al parcheggio. Tremo mentre lui si prende cura di me e allacciandomi la cintura, corre a sedersi nel suo lato e parte a tutto gas. Io richiamo Dolores e per tutto il tragitto stiamo in collegamento con lei. Arriviamo all'ospedale e correndo, chiediamo di lei alla reception. Ci guidano fino al terzo piano e raggiungendo la sala d'aspetto, troviamo Dolores fuori. "Dolores!" grido correndo da lei. Jamal dietro di me chiede "Come sta?" All'improvviso esce il medico con Bella in braccio e io devo trattenermi per non scoppiare a piangere. "Amore mio" la prendo in braccio stringendola forte. "Sta bene?"chiede Jamal posando una mano sul mio fianco. "Ha avuto una rapida cianosi, ma abbiamo posato la piccola su un piano rigido, sollevato la lingua e svuotato il cavo orale. Ha fatto un ruttino e adesso sta bene" "Cianosi?"chiede Jamal non capendo. "Cianosi è la situazione in cui la pelle assume un colorito bluastro a seguito di una carenza di ossigeno del sangue, derivante da disturbi circolatori o respiratori" "Ma sta bene adesso, giusto?" "Sì sì, è solo un po' spaventata, ma sta benissimo" "Gracias dios mio" mormora Dolores facendosi il segno della croce. "Possiamo andare a casa?"chiedo cullando Bella tra le mie braccia. "Certo, la prossima volta che accade, non aspettate i soccorsi. Date cinque pacche dorsali posizionando la bimba sul vostro avambraccio e cinque compressioni toraciche tenendo la bambina supina. Questo nei casi gravi. In casi meno gravi, piuttosto è meglio aiutare la bambina a tossire per espellere il corpo estraneo dando dei delicati colpetti sulla schiena" ci consiglia il medico. "Abbiamo capito, grazie mille dottore" dice Jamal mentre dà un bacio sulla fronte a Bella e mi dice "Voi salite in macchina, io arrivo subito" Annuisco e insieme a Dolores scendiamo al parcheggio. Non parliamo più di tanto perchè lei si sente in colpa, anche se le ho più volte detto che può capire e non è stata colpa sua. Mi chiede dell'inaugurazione e le dico che è andato tutto bene, finchè Bella inizia a piangere e vediamo Jamal raggiungere la macchina. "Andiamo a casa tesoro, solo un attimo" dice lui salendo in macchina e mettendo subito in moto. Arriviamo velocemente a casa e mentre io scendo con Bella e Dolores e Jamal va a parcheggiare. "Se avete bisogno di qualsiasi cosa..." "No grazie Dolores, è tardi. Vai a dormire, grazie per averla soccorsa. Grazie tante" la ringrazio prima che possa uscire dall'ascensore. Lei ci augura buona notte e abbracciandoci, scende dall'ascensore. Bella sembra essersi calmata quando arriviamo a casa e la porto subito a cambiarsi il pannolino. "Amore mio...è tutto passato adesso" mormoro mentre la cambio, ripeto le parole più a me stessa che altro. Mi cambio velocemente anch'io mettendomi dei pantaloncini e una canottiera e scalza corro di nuovo da Bella, ho il terrore che possa accaderle di nuovo qualcosa. Andiamo in cucina e mentre scaldo il suo latte, mi preparo una veloce piadina con del galbanino, muoio di fame. Mangio in fretta e prendendo in tempo il latte, andiamo in camera mia. "Swarna?"grida Jamal appena rientrato in casa. "Siamo quì!" grido a mia volta. Me lo ritrovo pochi minuti dopo in camera mia e posandomi il borsone sulla poltroncina all'angolo chiede "Tutto bene?" "Sto per darle il latte, sono terrorizzata" confesso preoccupata. "Vuoi che glielo dia io?" Annuisco e gli allungo il biberon. Sale sul letto levandosi le scarpe e la giacca e mettendosi Bella sull'avambraccio, imbocca il ciucco del biberon. Bella afferra il biberon, ma Jamal glielo toglie e mormora "Piano amore, piano...ci siamo già stati in ospedale" Alzo lo sguardo a lui e faccio una smorfia, non voglio neanche ripensare al momento di panico durante il tragitto per l'ospedale. "Così, bravissima" si complimenta con lei mentre beve a piccoli sorsi. Io le scosto dei ciuffetti sulla fronte e la guardo incantata. Fa un ruttino quando finisce di bere e Jamal si alza dal letto per riposare il biberon in cucina. Io prendo in braccio Bella e cambiandole i vestiti, le metto il pigiamino. "Ecco fatto " mormoro rimettendola sul mio letto. Mi stendo insieme a lei e la osservo in silenzio. "Tutto bene?"chiede Jamal entrando in camera, anche lui si è messo il pigiama. "Guarda" sussurro mentre pure lui si stende e osserva Bella. "Ha sonno" mima con le labbra. Annuisco con la testa e restiamo a guardarla in mezzo a noi. Passa almeno una mezz'ora quando Bella si addormenta profondamente e a me scende una lacrima furtiva. L'asciugo con la mano e sospiro. "Ehi..."sussurra lui dall'altra parte osservandomi. Alzo lo sguardo a lui e scuoto la testa. "Non è stata colpa nostra" dice leggendomi negli occhi. Un'altra lacrima scende sul viso e sussurro "Cosa avrei detto a Bekka se solo la bimba..." Lui alza la mano ad accarezzarmi una guancia e dice "Non è successo nulla a Bella, Farid e Bekka non l'avrebbero mai permesso" Sorrido iniziando a piangere e annuisco con la testa. Ho il cuore a mille e mi sento un nodo in gola. "Credi che abbiano vegliato su Bella?" "Lo fanno sempre, non la lasceranno sola un attimo" dice lui con gli occhi lucidi. Anch'io alzo una mano per accarezzargli la guancia e lui mi sorride. "Ho avuto così tanta paura, menomale che ci sei stato tu a reagire a differenza mia che ero paralizzata" mormoro orgogliosa di lui. "Ho fatto una promessa al nostro matrimonio" Abbasso lo sguardo alla fede e sorrido. "Leonardo mi ha confessato che prova dei sentimenti per Priscilla, era abbattuto quando gli ho raccontato del vostro bacio. Ecco il perchè di quell'abbraccio" confesso guardandolo dritto negli occhi, sono stufa dei nostri litigi. "Perchè gliel'hai raccontato?" "Perchè prima che venisse lui, io ero quella abbattuta su quella sdraio" Jamal alza un sopracciglio sorpreso e chiede scettico "Per me?" Annuisco, è inutile nascondermi. "Eri gelosa per me?" richiede lui per essere certo di aver capito bene. "Non mi andava a genio la vostra storia" "Perchè?" "Perchè...sei mio marito" Lui mi sorride e avvicinando il viso al mio chiede furbo "Credevo che lo fossimo solo per la legge" "Lo credevo anch'io" sussurro sfiorando i nostri nasi. Jamal mi sorride e sporgendosi di poco mi lascia un sofficissimo bacio sulle labbra. Alza lo sguardo a me e io sorrido imbarazzatissima. Stavolta sono io che mi lancio e gli do un bacio, lui accoglie molto volentieri la mia iniziativa e intensifica il bacio, finchè Bella si stiracchia e mugola qualcosa. Ci stacchiamo controllando Bella e scoppiamo a ridere piano, finchè lui allunga il braccio avvolgendo me e Bella e sussurra "Dormi...è stata una giornata lunga" "Domani ci dobbiamo alzare presto per andare a lavoro" ricordo. "Domani non andremo a lavoro, voglio stare un po' con la mia famiglia" dice Jamal accarezzandomi la guancia. Gli bacio il palmo della mano e chiudendo gli occhi sussurro "Buonanotte papà" "Notte tesori miei" mormora lui facendomi sorridere.

Ritorna all'indice


Capitolo 70
*** Capitolo 70 ***


In amore non vince chi sa usare bene le parole, ma chi sa usare bene il silenzio. -Shuttle_river. FLORA'S POV: "Chi è?" chiedo quando sento bussare alla porta. "Signora Temiz, è arrivato un pacco per lei" dice la nuova ragazza della reception del centro. "Vignoli, il cognome di mio marito non l'ho acquisito. Può poggiare qui" dico indicando il tavolino all'angolo. Khalil aveva fatto aggiungere il suo cognome dopo il mio sulla targhetta fuori la porta, non mi sono mai decisa a levarlo. Sono da tre mesi che non vedo o sento Khalil, piango ogni sera per la sua assenza, delle volte non mi capacito di quante lacrime possa versare...mi addormento quasi sempre stremata dalle lacrime. I primi giorni non ci credevo che se ne fosse andato e mi sono fatta un taglio brutto alle mani colpendo lo specchio. Per fortuna non ho riportato ferite profonde, ma oltre a Juan e le ragazze, non c'era nessun altro all'ospedale. Sono scoppiata a piangere urlando il mio odio per lui, aveva mantenuto davvero la sua promessa. Lei si muove in fretta e posandomi il pacco sul tavolino si congeda. "Rosa?"la chiamo prima che se ne vada. "Sì, signora?" si affaccia alla porta. "Chi me lo manda?" "Non c'era un bigliettino, l'ha consegnato il corriere e non mi ha fatto firmare nulla" "Ho capito, grazie" dico ritornando ai rapporti. Lavoro ancora un po' e alzando lo sguardo all'orologio che segnano le 19, spengo il computer alzandomi. Mi avvolgo la sciarpa attorno al collo e afferrando la giacca, chiamo a Juan. "Pronto sorellina?" risponde al primo squillo. "Ehi...sto uscendo adesso" dico prendendo la borsa. "Perfetto, dico a Tania di preparare il riso. Ti aspettiamo" dice lui felice. "Arrivo, a dopo. Un bacio" dico riattaccando. Spengo tutte le luci e quando faccio per spegnere la lucina sul tavolino all'angolo, mi accorgo del pacco che mi aveva consegnato Rosa. Prendo il pacco in mano e noto che c'è come un libro dentro...non ricordo di aver ordinato un libro. Scarto il pacco curiosa e quando realizzo di cosa si tratta, rimango senza fiato. Impiego ben 2 minuti paralizzata a fissare il quaderno e riprendendo il cellulare, chiamo Juan. "Sei giù?" "Juan...mi sento poco bene, possiamo rimandare la cena? Non mi va di conoscere la tua nuova fidanzata in queste condizioni" mormoro stringendo a me il quaderno. "Cosa hai? Vengo a prenderti?" "No no, tranquillo. Solo un capogiro, ma preferisco rimanere a casa e riposarmi" "Sicura? Potremmo venire noi da te e prenderci cura di te" Scuoto la testa "Sono sicura, scusami per averti fatto perdere tempo" "Non dire sciocchezze, mi chiami se hai bisogno di qualsiasi cosa?" "Sì sì, lo farò. Salutami Tania e scusati per me" "A domani sorellina" dice lui riattaccando. Levo la sciarpa e la giacca, poso sulla scrivania la borsa e sedendomi sulla poltrona dei pazienti, apro il quaderno. Sorrido quando riconosco la mia scrittura, è la storia che stavo scrivendo sullo yatch...ogni volta che volevo sfogarmi, aprivo il quaderno e scrivevo senza sosta di questa bellissima storia d'amore. Non ho mai scritto un finale, anche se ci stavo pensando, ma poi sono riuscita a scappare dallo yatch e il resto è storia. Sono felice che il quaderno sia stato recuperato intatto. Scorro le prime pagine e mi porto al naso il quaderno, profuma di mare e pulito...sorprendentemente mi manca questo profumo. Spalanco gli occhi quando trovo il ritratto che mi aveva fatto Khalil, lo avevo conservato tra le pagine con cura...apro il foglio e mi mordo il labbro. "Non hai del lavoro da sbrigare?" gli chiedo. "Sì, una montagna in realtà" risponde lui lasciandomi un bacio sulla spalla. "E perchè sei qui a non far nulla?" "Veramente ti sto osservando" "Non ti stanchi mai, eh?"chiedo sorridendo. Lui scuote la testa e dice "Mai." Gli sorrido e imbarazzata gli allungo un foglio di carta bianco. Lui mi guarda interrogativo e io spiego "Mentre scrivo, puoi fare un disegno" Gli allungo anche una matita e dico "Disegna la prima cosa che ti viene in mente" "Finito" sento dire davanti a me, dopo che ho iniziato a scrivere la trama della mia storia. Alzo lo sguardo e Khalil piegando il foglio, me lo porge col sorriso "Per te" "Per me?"chiedo sorpresa prendendolo in mano. Lui annuisce e io apro il foglio, aspettandomi un terrificante disegno di pecore o dinosauri, ma sorprendentemente spalanco la bocca. "Khalil..." sussurro esterrefatta. "Ti piace?" ha il coraggio di chiedermi lui. Osservo il mio ritratto che sorrido con un fiore rosso sull'orecchio e mormoro "Sembra vero...come hai fatto?" "Diciamo che me la cavo" dice lui modesto facendo spallucce. Lui mi porge un foglio dice "Ora fammelo tu un ritratto, scommetto che sei brava anche tu" Accetto la sfida e posando le carte sul comodino inizio a ritrarlo. Ci metto poco e con molta vergogna glielo mostro. "Non male" commenta lui trattenendosi dal ridere. Lo spingo sul letto e grido "Non fare il falso! Fa cagare!" "Magari puoi migliorare" dice lui ridendo. Io gli salgo sopra e prendendogli dalla mano il disegno, lo firmo e dico "In futuro potrai rivenderlo ad un prezzo alto" "Perchè mai?" chiede lui perplesso lasciando che io mi sieda sopra di lui. "Beh...essendo tua moglie, i giornali avranno tanto parlato di me" Lui mi butta di schiena sul letto facendomi urlare e salendo su di me dice "Ripetilo un'altra volta" Capisco cosa vuole sentirsi dire e mormoro "Che sono tua moglie? Beh vedi che le carte del divorzio nel ventunesimo secolo esistono ancora" Khalil si butta al mio fianco e strofinandomi il naso col suo sussurra "Non per te" "Che vuol dire! Non posso essere legata a te per sempre" "Lo sei e ora stai zitta" mormora lui cercando di rubarmi un bacio. Accarezzo il ritratto e sorrido amaramente, ricordo ogni cosa di quel giorno, di quell'attimo. Riposo il foglietto tra le pagine e sfoglio le pagine un po' consumate. Portavo sempre con me il quaderno, delle volte scrivevo fuori sotto il sole e sorseggiando uno spritz. Dovevo in qualche modo impiegare il mio tempo. Sfoglio ancora le pagine, finché non riconosco la mia scrittura e corrugo la fronte. Aspetta...aspetta...qualcuno ha continuato la storia. Inizio a leggere le prime frasi e alzo il sopracciglio, quel qualcuno ha anche rispettato il mio stile di scrittura. Sembra la mia penna. Mi alzo di scatto e chiudendo a chiave la porta, mi rimetto seduta sul divanetto levandomi le scarpe e mettendomi seduta. La storia l'avevo interrotta al punto in cui Stella cede a Pierangelo e fanno l'amore nel salone di lei, mentre Luigi, il marito, e Sabina, la figlia, erano dai nonni al paese. "Buongiorno" dice una voce facendomi stropicciare gli occhi. Mi stiracchio sbadigliando e metto a fuoco Pierangelo con un vassoio in mano. Lo posa sul tavolino vicino e allungando una mano per accarezzarmi la guancia mormora "Sei così tenera appena sveglia" Mi mordo il labbro sorridendo imbarazzata e coprendomi col suo maglione chiedo "Hai preparato la colazione?" "Ho solo messo dello yogurt, cereali e un po' di frutta fresca sopra. Qua invece c'è il caffè e il succo. Non sapevo come lo prendevi il caffè quindi..." "Non mi piace il caffè, ma l'aroma è gradevole" spiego mentre lui si morde il labbro e dice "Ok, non ti piace il caffè. Segnato" Si gira verso di me e chiede corrugando la fronte "Come diavolo fai a vivere senza caffè?" Faccio spallucce e lui dice ancora "Allora...ricapitoliamo: non bevi, non fumi e non bevi caffè. Un cuore più sano del tuo non può esserci" "Però abuso del tè nero. Se non lo prendo ogni giorno, mi sento male" "Lo stesso vale per me con la birra" Scoppio a ridere mentre lui si allunga per darmi un bacio sulle labbra e sussurra su queste "Sono così felice adesso" Gli sorrido e mormoro " È così strano averti qui...con me. È stata una cosa a cui ho sempre fantasticato, insomma...speravo che ci saremmo incontrati un giorno, ma non pensavo che..." "Che...?" M'incita lui. Indico me e lui e dico "Questo insomma..." "Del fantastico sesso intendi dire?" Mi porto subito le mani sul viso imbarazzatissima e lui scoppia a ridere. Sento improvvisamente un cellulare vibrare e lanciando un'occhiata al tavolino leggo il nome "Maritino" "Ti ha chiamato più volte, ti conviene rispondere" dice Pierangelo passandomi il cellulare. "Più volte? Che ore sono?" Alzo lo sguardo all'orologio e vedo che sono le 12. "Merda!" Esclamo scendendo dal divano e correndo in cucina. Mi avvicino alla finestra e sporgendomi rispondo alla chiamata. "Pronto?" "Pronto? Stella?" "Ehi...sì, ti sento. È successo qualcosa?" "Questo dovrei chiederlo a te" dice lui severo mentre io spalanco gli occhi pensando che abbia scoperto tutto. "È da ore che ti chiamo, fino a che ora hai letto ieri notte? Di' la verità " continua lui. Sospiro sollevata e dico portandomi una mano sul petto "Non so, tardi. Molto tardi. Scusami se non ho risposto prima, non ho sentito completamente il cellulare" "Tranquilla, chiamavo per sapere come stavi. Sei ancora decisa a raggiungerci?" Mi torturo le unghia e mormoro "Io...in realtà mi sento ancora poco bene. Forse è il caso che rimanga a casa, tanto domenica sera ritornerete" "Mi dispiace lasciarti sola mentre stai male, forse è il caso che io e Sabina torni..." "Oh no no, c'è così tanto silenzio. Vi prego, restate dove siete" "E io che pensavo che ti fossi mancato almeno un po' " Rido nervosamente e mormoro "Certo che mi sei mancato" Alzo lo sguardo a Pierangelo che è appoggiato alla porta e mi guarda un po' con rimprovero. Mi giro dandogli le spalle e dico piano "Senti, devo riattaccare ora. Sabina sta bene? " "Ha accompagnato mia madre ai terreni, dovevi vedere com'era eccitata " "Immagino...io riattacco allora, ho delle email a cui rispondere" "Tutto bene?" Chiede lui facendomi paralizzare. "Sì, perché?" Domando esitante. "No, è che ti sento strana. Forse hai solo bisogno di riposo" "Sì, infatti. Ti chiamo appena mi sentirò meglio, salutami Sabina e i tuoi" "Lo farò, ti amo. Riprenditi" "Anch'io...a dopo" riattacco e faccio un profondo respiro. Sento il suo sguardo bruciarmi la schiena, non gli è piaciuto affatto sentire quelle parole riferite a un altro. Mi giro verso di lui per affrontarlo, ma me lo ritrovo esattamente dietro e afferrandomi la testa con una mano, mi divora le labbra senza darmi tempo di realizzare. Mi aggrappo a lui per non perdere l'equilibrio, mentre gemo per i baci roventi e i morsetti che lascia sul mio collo e scende alla scollatura. "Aspetta, aspetta" sussurro quando mi alza sul bancone e non mi dà tregua mordendomi la spalla. "Pierangelo" lo richiamo. "Sei mia Stella, appartieni a me da sempre. Dimostrami il contrario" ringhia ribaciandomi ferocemente e accarezzandomi le coscia. Gli passo le braccio attorno al collo e dico spostandomi dalle sue labbra "È complicato, non lo so. Sai bene che ho un marito e..." "Avevi, avevi Stella. Ha perso la nomina nel momento in cui ho messo piede nel tuo studio e ci siamo ritrovati, lo sapevamo entrambi che sarebbe successo e che non avremmo potuto evitarlo. Ne eravamo consapevoli, tu eri consapevole del fatto che avresti mandato a puttane il tuo matrimonio per me..." "Io...forse ho affrettato le cose e..." Pierangelo mi stringe le guance tra le sue dita e incendiandomi con lo sguardo ringhia "Non ti azzardare a farlo di nuovo." Si avvicina alle mie labbra e sibila serissimo "Non ti azzardare a pentirti di quello che senti. Tu aspettavi me, non lui. Quello è solo un errore di percorso e tale rimarrà, perché sono io il tuo uomo. Tu la mia donna, mia." Afferra in un pugno i miei capelli e ringhia poggiando la sua fronte sulla mia "Sono stato chiaro?" "È così difficile..." "Non ti ho mai detto che sarebbe stato facile ma ehi..." mi alza il mento e sussurra "Io sono qui, non vado da nessuna parte. Ora che ti ho ritrovata, non ho intenzione di lasciarti andare un'altra volta. Farò qualsiasi cosa in mio potere per farti stare serena, ci penso io a te" "Oh Pierangelo..." mormoro col labbro tremante. "Ti amo Stella, sono pazzo di te. Ricordalo." Sorrido accarezzandogli il viso mentre lui sussurra ancora col cuore in mano "Non ti lascerò andare mai più. Abbiamo perso troppo tempo, ma possiamo ancora recuperare tutto. Il nostro legame è indissolubile, non permetterò più a nessuno di tenerti lontana da me. Sei l'amore della mia vita e io il tuo, solo io. Ripetilo" "Solo tu" mormoro deglutendo. "Solo noi" sussurra lui alzandomi dal bancone e tornando al salone sul divano. Mi alzo dal divanetto e andando a prendere gli occhiali, ne approfitto anche per prendere la barretta al cioccolato che mi porto sempre a presso quando mi viene fame. Mi stiracchio di poco e indossando gli occhiali, mi rimetto sul divanetto scartando la mia barretta. La storia procede anche meglio di quanto avessi pensato di continuare, sono ansiosa di continuare la lettura. Chiunque sia stato a scrivere, mi conosce alla perfezione, a tal punto da andare anche oltre la mia mente, più di quanto ci riesca io stessa. "Com'è che si chiama questa canzone?" chiedo fra le sue braccia. Pierangelo accarezza coi polpastrelli la mia pelle nuda e dice "Lettre à une femme, ti piace?" "Sì, mi traduci qualche frase?" "À toi mon bébé, à toi ma future femme... Jusqu'au bout, je sais qu't'as kiffé, j'le vois dans ton sourire , j'te f'rai plus jamais souffrir" dice con pronuncia perfetta. "Per te mia piccola, per te mia futura moglie... Fino alla fine, so che ti è piaciuto, lo vedo nel tuo sorriso, non ti farò mai più soffrire." traduce accarezzandomi i capelli e scostando delle ciocche dal mio viso. "La reine du royaume, c'est toi , ma fille Oh mi amor, c'est que nous deux, fuck le reste... Fais attention quand même car si tu tombes, je tombe aussi" "La regina del regno, sei tu, ragazza mia Oh amore mio, siamo solo noi due, fanculo il resto... Stai attenzione comunque perché se cadi , cado anche io" "Je sais qu'elle m'aime à la folie, vuol dire..." "So che mi ama alla follia" mi conferma lui alzando il mio mento e lasciandomi un bacio soffice. "L'hai sempre saputo, vero?"chiedo sulle sue labbra. "So che ti amo io" Dei brividi mi fanno tremare e coi occhi lucidi mormoro "Ripetilo ti prego, non riesco ancora a crederci" "Ti amo, ti amo da impazzire. Ti amo" dice lui bruciandomi con lo sguardo. Lo stringo forte e abbassando la testa al suo petto, cerco di calmare i miei battiti impazziti. Lui mi lascia dei baci sulla testa accarezzandomi la schiena e io sussurro con una lacrima che scorre sul mio viso "Finalmente sei mio" Accarezzo una macchiolina trasparente alla fine della pagina e realizzo che sembra una lacrima, mi porto il dito sulle labbra e chiudo gli occhi sospirando. Il mio cuore batte forte e riaprendo gli occhi, sposto lo sguardo alla scrivania, dove un tempo era seduto Khalil. Lo immagino seduto che mi osserva con la sua solita espressione severa, ma allo stesso tempo innocente e puro, mi porto una mano sul petto mentre una lacrima furtiva cade sulla pagina, macchiando esattamente il punto della sua lacrima.

Ritorna all'indice


Capitolo 71
*** Capitolo 71 ***


Ogni volta che ti guardo, sento tutti i sintomi dell'amore. -Shuttle_river FLORA'S POV: Sento il cellulare squillare e allungandomi per prenderlo rispondo "Pronto?" "Ehi, sei tornata a casa?" chiede Juan. "Io...sì, stavo giusto andando a risposare" "Ah ok, volevo assicurarmi che stessi bene prima di andare a dormire" "Va tutto bene, voi avete mangiato?" "Ti sei persa una cenetta niente male" "Sarà per la prossima, promesso" "Va bene dai, ti lascio riposare. Se hai bisogno di qualcosa..." "Sì, lo so. Ti chiamo, ora vai da Tania e smettila di perdere tempo con me" Lui ridacchia e insultandomi dice che mi vuole tanto bene e riattacca. Spengo il cellulare certa di non essere più disturbata e riposandolo, torno alla mia lettura. Sono curiosa di vedere come si comporterà Stella con suo marito. "Non si preoccupi signor Ruggieri, gli attacchi diminuiranno e ritornerà a stare bene. Glielo assicuro" dico accompagnandolo alla porta. "Grazie signorina, lei è un angelo. Sono così grata al signore di averla incontrata" "E' il mio lavoro far stare bene le persone" dico mentre lei apre la porta e sorridendomi dice che cercherà di seguire i miei preziosi consigli. Le sorrido mentre guardo Tea di sfuggita e rientrando dico "Il prossimo" Alzo subito lo sguardo notando qualcosa d'insolito e vedo Pierangelo seduto col solito chiodo di pelle e un enorme mazzo di fiori. Si alza sorridendomi e aggiustandosi i capelli, fa un cenno a Tea che lo guarda adorante. "Ciao piccola" sussurra lui al mio orecchio superandomi. Alzo lo sguardo paralizzata a Tea che cerca di non arrossire e rientrando chiudo la porta. "Hai preso tu l'ora?" chiedo una volta dentro. Lui mi consegna tra le mani il mazzo di fiori e avvicinandosi alla porta, la blocca a chiave per poi rigirarsi e accarezzarmi le braccia da dietro. "Ho sentito che il tuo lavoro è far stare bene le persone, come non potevo prendere un appuntamento?" Scuoto la testa per la sua stupida ironia, mentre mi giro col mazzo di fiori e mormoro "Non dovevi, sono bellissimi" "Tu sei bellissima" mormora lui accarezzandomi una guancia surriscaldata. Poso i fiori sulla scrivania e sento i brividi mentre lui viene dietro di me e scostandomi piano i capelli, lascia dei baci sull'incavo del mio collo... "Mi sei mancata così tanto" sussurra col respiro caldo sulla vena del mio collo pulsante. Resto senza fiato quando scosta la bretella del mio tailleur e baciandomi la spalla, mi afferra con prepotenza i fianchi e me lo appoggia facendomi sentire tutta la sua presenza dietro. Inizio a respirare affannosamente quando lui risale con le mani la gonna del mio tailleur e facendomi girare, si leva il chiodo di pelle e mi brucia con lo sguardo. Brucio anch'io per lui e attirandolo a me per la maglietta, lo bacio inserendo la lingua. Lui ringhia per questa mia presa di posizione e spingendomi sulla scrivania, mi fa allacciare le gambe attorno ai suoi fianchi mentre io traffico con la sua cintura. "Tu vuoi che ci rimetta, ammettilo che vuoi farmi impazzire" sibila mordendomi il labbro. "Ahhhh"gemo quando si fa spazio dentro di me e inizia a spingere forte e a fondo. Mi aggrappo alle sue spalle levandogli la maglietta e prendendo i suoi capelli in un pugno, gemo al suo orecchio che lo voglio tutto e non ne avrò mai abbastanza. Lui spinge ancora più forte facendomi inarcare la schiena per l'intensità e abbassandomi la scollatura del vestito e del reggiseno, mi prende un seno in bocca e mi fa stendere sulla scrivania. Dentro fuori, dentro fuori, mi fa impazzire stimolandomi anche la carne e mordendomi i capezzoli...io cerco di non gridare il suo nome, ma gemo e prego che fuori non si senta troppo. Non potrei più camminare con la testa alta. "Cazzo piccola, dillo che mi aspettavi , dillo che fremevi da tutto il giorno per avermi dentro" sibila lui baciandomi l'incavo dei seni. Mi metto seduta per guardarlo in faccia e mi mordo il labbro sovraeccitata, lui non resiste e prendendomi le guance tra le dita, mi divora le labbra. Lo spingo facendolo cadere sulla poltroncina e mettendomi sopra di lui, inizio a cavalcarlo. Lui afferra i miei fianchi e stringe con una mano il mio collo, non vuole cedermi tutto il controllo, ma gli piace da impazzire quando cerco di strapparglielo. "Dio...solo dio sa quanto ti amo, solo dio lo sa" ringhia attirandomi ancora verso le sue labbra. Mi muovo più velocemente quando all'improvviso sentiamo il telefono e noi veniamo tremando. "Cazzo" sussurro poggiando la fronte sulla sua spalla. "Dovrò chiedere un appuntamento più spesso" dice lui facendomi sorridere. "Vuoi pagarmi come una puttana?" chiedo ridendo. "Oh piccola, credimi. Non hai niente da invidiare alle puttane, assolutamente niente" dice lui scostandomi dei capelli sudati dalla fronte. I nostri cuori continuano a battere all'impazzata e cerchiamo di riprendere fiato quando il telefono squilla ancora e allungandomi chiedo "Pronto?" "Signora, suo marito è giù. Sta salendo, volevo avvisarla. Sarà in ascensore adesso" mi avvisa Tea. "Ho capito, grazie" dico riattaccando e alzandomi di scatto da Pierangelo. "Che succede?" chiede lui con ancora delle goccioline di sudore che scendono sui suoi pettorali. "Luigi" dico soltanto aggiustandomi di scatto il vestito e rimettendo a posto la scrivania. Pierangelo si rimette subito la maglietta e rialzandosi i pantaloni, traffica frettolosamente con la cintura. Corro per guardarmi allo specchio e noto il mio viso troppo arrossato, per fortuna non mi sono truccata oggi e non devo temere il trucco colato. Recupero all'istante delle salviette rinfrescanti e me le passo sul viso sperando di rinfrescarmi un minimo, mentre sento bussare alla porta ed entrambi ci giriamo a guardarla. Recupero il suo chiodo di pelle e lanciandoglielo, corro ad aprire la porta. "Aspetta aspetta" dice lui indicandomi il collo. Corrugo la fronte e specchiandomi nella finestra noto un succhiotto enorme sul lato del collo. "Cazzo Pierangelo!" impreco sistemando i capelli per coprirlo mentre sento ancora bussare. Vado ad aprire la porta e lancio un'occhiata a Pierangelo che finisce di mettersi la giacca e si siede sulla poltroncina con nonchalance. "Ehi" mormoro sorridendo a Luigi che mi guarda perplesso e chiede "Perchè ci hai messo tanto?" Entra dentro e solo ora nota Pierangelo seduto. "Oh...forse ho interrotto qualcosa" mormora Luigi dispiaciuto. "Sì, decisamente. E' un piacere rivederla" dice lui allungando una mano a Luigi. Le stesse mani che prima mi stimolavano. Deglutisco sentendomi male e chiudo per un secondo gli occhi. "Il piacere è mio" Luigi sposta lo sguardo al mazzo di fiori sulla scrivania e dice indicandolo divertito "Sono suoi i fiori? Se non sapessi che è un paziente di mia moglie, crederei che la stia corteggiando" M'irrigidisco di scatto mentre Pierangelo tiene il colpo alla grande e dice tranquillo "Purtroppo questi non sono opera mia, anche se sua moglie si merita di essere riempita di fiori e attenzioni ogni giorno" Luigi fa un sorriso tirato e dice "Sì, per fortuna che ci sono io a riempirla di tutte le attenzioni" "Le attenzioni non sono mai troppe" dice Pierangelo arrogante ma col sorriso sul viso. Luigi inizia a guardarlo male e spostando gli occhi a me chiede "Amore possiamo parlare un minuto?" Si gira verso Pierangelo e chiede "Posso rubargliela per un attimo? Prometto di non metterci troppo" "Come no, aspetterò qui fuori" dice Pierangelo raggiungendo la porta per poi dire "Vi concedo solo un paio di minuti però o potrei diventare geloso" Luigi scoppia a ridere mentre io fulmino con lo sguardo Pierangelo che però mi fa l'occhiolino e va via. Vado alla scrivania mentre Luigi mi guarda un po' stranito e chiede "Tutto bene?" "Sì, perché?" Chiedo grattandomi la testa. "Hai dormito con Sabina e stamattina non ti ho completamente vista, ho anche provato a chiamarti" "Ah...che stupida, ho il cellulare scarico. Ora lo metto in carica" Lui mi raggiunge e allungando una mano verso di me chiede "Sai che..." Mi scosto di scatto fingendo di dover recuperare una cartellina e chiedo "Sei venuto per dirmi qualcosa?" "Volevo vederti prima di andare a lavoro" "Oh...capisco" deglutisco e rimettendomi a sedere dico "Scusami, è che sono sommersa di lavoro in questi giorni" "Non ti preoccupare, chi te li manda questi fiori?" "Ehm...Tea. Voleva ringraziarmi per il nuovo posto e...mi ha portato dei fiori" invento sui due piedi. "Che carina" "Sì, molto" "Pierangelo..."mormora lui indicando la porta "Tipo strano,eh?" Cerco di mantenere il respiro stabile e con nonchalance sfogliando un fascicolo dico "Normale" "Sembra che non gli stia tanto simpatico" "Ma no, è solo un po' scontroso" "Se lo dici tu..." mormora lui facendo spallucce per poi dire "Senti, che ne dici se stasera ci prendiamo del tempo per noi e..." Scuoto subito la testa e dico "Ho troppo lavoro, non penso di avere del tempo libero...mi dispiace " "Ma no, va bene. Capisco perfettamente, tu pensa al lavoro, ci penso io a Sabina e alla casa" Gli sorrido terribilmente in colpa e mormoro "Grazie, davvero...sei così comprensivo" Lui mi sorride mentre si avvicina a me e dice "Io vado allora, prima che quel Pierangelo m'insulti. Ci vediamo a pranzo?" "Sì, certo" "Ottimo, ti amo" dice lui allungandosi per darmi un bacio. Tossisco allontanandolo e dico "Ti conviene starmi lontano, forse sto prendendo l'influenza" "Hai preso qualcosa? Te lo porto?" "No tranquillo, ho la Tachipirina qui" "Va bene, allora io vado alla radio. Tu stai bene, vero?" "Sì, non preoccuparti. Vai" "Buon lavoro tesoro" dice lui uscendo dall'ufficio. "Che bel gesto Tea, sono davvero molto belli i fiori" dice Luigi a Tea che lo guarda stranito per un attimo, ma capisce subito e dice "Sì, sono stata io. Cioè...ho visto quei fiori e ho subito pensato alla signora. Ecco tutto" "Sei una brava ragazza, buon lavoro! " dice Luigi per poi fare un cenno a Pierangelo e allontanarsi nel corridoio. Pierangelo entra subito nel mio studio mentre io lancio un'occhiata a Tea e mormoro "Grazie...di tutto" "Di niente" dice lei facendomi un sorriso per darmi conforto. Le faccio un sorriso tirato e rientrando dentro, chiudo la porta e raggiungo la scrivania. "Gliel'hai detto?" chiede subito Pierangelo. "Ti avrebbe già spaccato la faccia, non trovi?" "Allora cosa avete fatto?" "Cos'altro avremmo dovuto fare se non parlare?" chiedo acida. Lui alza un sopracciglio per il mio tono e io scuotendo la testa, gli do le spalle e mi tiro i capelli dietro. "Ehi..."sussurra lui facendomi girare. "Non so che sto facendo, non so che cazzo sto facendo" farnetico disperata con voce tremante. Mi porto le mani sul viso e scoppio a piangere, che cazzo sto facendo? Lui mi abbraccia posando la testa contro il suo petto e io piango sentendomi terribilmente in colpa, sto davvero mandando il mio matrimonio a puttane? "Sto impazzendo...sto impazzendo" singhiozzo con le lacrime. Lui mi prende il viso e asciugandomi le lacrime col pollice sussurra "Calmati piccola, respira piano...ti stai agitando troppo" "Non ci riesco..."scuoto la testa e ribadisco "Non ci riesco" "Guardami" dice lui alzandomi il mento. Alzo piano lo sguardo a lui ancora singhiozzando per le troppe lacrime e lui mormora "Ti porto via con me" "Cosa?"chiedo corrugando la fronte per lo sconcerto. "Andiamo a Parigi per qualche giorno, stacchiamo un po' la spina e allontaniamoci da tutto" "No no...non posso lasciare Sabina sola" nego subito con la testa. "Non è sola...c'è Luigi, ci sono le tue sorelle, i tuoi genitori...sarà solo per qualche giorno, dirai che sei dovuta scappare per lavoro. Nessuno sospetterà mai nulla" "Io...non lo so, non mi sembra il caso di..." "Scappiamo via insieme, per favore. Tu volevi sapere un po' della mia vita dopo il liceo, quale occasione migliore? Ti mostrerò la città e staremo insieme, faremo tante cose belle, ti prometto che starai benissimo, sarà tutto perfetto" mormora lui afferrandomi il viso per convincermi. "E se ci dovessero scoprire?" "Chi dovremmo incontrare a Parigi? Al massimo mio cugino, nessuno che conosci potrà beccarti" Sbatto ripetutamente gli occhi e mormoro esitante"E...quando partiremmo?" "Stasera, penserò io a tutto" "Stasera?" chiedo spalancando gli occhi. Lui sorride eccitatissimo e dice annuendo "Sì! Tu corri a casa per fare le valigie e io ti verrò a prendere all'angolo del tuo residence dopocena verso le 22" "Cazzo...è davvero poco tempo" "Facciamolo, partiamo stasera" dice lui deciso prendendomi per le spalle. Osservo i suoi occhi entusiasti e deglutendo chiedo scettica "E se Luigi non dovesse credermi?" "Chi? Quel fesso?" Lo guardo male e lui borbotta "Non se ne accorgerà, non si è neanche accorto di sua moglie che scopa con un altro" Mi adombro subito e lui pizzicandomi le guance dice "Scherzo, dai...sai che odio quando parli di lui" Sospiro e mordendomi il labbro chiedo ancora "Ma tu sei sicuro di..." "Sì! Sono sicurissimo, non vedo l'ora di partire con te. Senti il mio cuore se non mi credi" dice lui facendomi posare la mano sul suo petto. "Batte forte" confermo sorridendo. "Vedi? Non vorrai far morire quest'uomo di crepacuore..." Scoppio a ridere per poi fare un bel respiro e dire decisa "Ok, sì. Facciamolo" "Davvero? Te l'accolli?" Chiede lui non credendoci. Non ci credo neanch'io. "Sì! Devo scappare per un po' e capire cosa fare, devo essere certa della decisione che prenderò" Pierangelo mi bacia di scatto e stringendomi forte mormora "Mi scoppia il cuore per la felicità" "Vai a preparare le valigie prima che ci ripensi!" esclamo io allontanandolo divertita. "Niente ripensamenti o ti vengo a prendere io a casa!" mi minaccia lui. "Non lo farò, lo giuro" "Ti amo, ti amo tantissimo" mormora lui lasciandomi un altro bacio. Me ne lascia un altro sulla fronte e dice "Vado. Ci sentiamo per messaggi, ok?" "Va bene" Pierangelo fa per uscire, ma si affaccia alla porta e ribadisce "Niente ripensamenti." "Niente ripensamenti" ribadisco sorridendogli. "Sei bellissima, lo sai?" dice Pierangelo sornione. "Vai!" dico io ridendo mentre lui mi fa l'occhiolino e scappa via. Mi porto le mani sul viso e sorrido come una scema, sono passata dal piangere istericamente al ridere di gioia nell'arco di pochi minuti. Questo è decisamente l'effetto Pierangelo. Mi alzo dal divanetto per andare velocemente al bagno e sciacquandomi il viso, mi osservo allo specchio. Osservo i miei occhi che luccicano e sorrido, la storia di Stella e Pierangelo mi sta ridando un po' di vita. Mi sbrigo ad asciugarmi il viso e bevendo un sorso d'acqua, mi rimetto sul divanetto. Noto fuori che piove e mi stringo stiracchiandomi, amo leggere con la pioggia di sottofondo. Mi riaggiusto gli occhiali e sfoglio l'inizio del prossimo capitolo. "Buongiorno" sussurra Pierangelo scostandomi dei capelli dal viso. Alzo le braccia stiracchiandomi e alzando lo sguardo alla finestrella del soffitto dove sta la nostra bellissima e intima camera di hotel mormoro "Ehi..." "Dormito bene?"chiede lui sedendosi accanto a me. Sorrido e chiedo "L'abbiamo davvero fatto? Siamo a Parigi?" "Sì, e se non ti muovi , non potremo incominciare la giornata che ho pianificato nei minimi dettagli" dice lui indicando il block notes sul comodino. Scoppio a ridere e chiedo "Che strano, di solito sono le ragazze che lo fanno" "Beh, posso essere una persona molto organizzata quando voglio" mi provoca lui mordendomi il lobo dell'orecchio. Ridacchio e mettendomi seduta dico "Ok, dai mi muovo. Chiamo Sabina e comincio a prepararmi" "Perfetto, io scendo un attimo in reception" dice lui andando verso la porta. "Perchè?" "Muoviti!" esclama lui non dicendomi altro. Esce fuori e io chiamando Sabina, incomincio a prepararmi. Indosso una gonna bianca sbarazzina e sopra una camicetta di seta color champagne con ruches, maniche lunghe e con una fascetta che si allaccia sulla schiena scoperta. Sento la porta aprirsi e senza girarmi chiedo "Ehi...potresti allacciarmelo dietro?" Lui mi raggiunge e prendendo le fascetta, mormora al mio orecchio allacciandole "L'intento è quello di uscire a vedere la città, non convincermi a restare" Sorrido scuotendo la testa e girandomi borbotto "Quanto sei scemo?" Lui mi scombina il ciuffo con le dita e allontanandosi, mi porta il carrellino con delle cose da mangiare. "Potrei abituarmi a queste colazioni a letto" dico mordendomi il labbro. "Farai meglio ad abituarti alla mia presenza sempre" dice lui porgendomi un bicchiere con dell'aranciata. Lo prendo e sedendomi sul letto accanto a lui, prendo un cornetto alla crema gialla e gemo per la bontà. "Dio...l'impasto ti si scioglie in bocca!" esclamo mentre lui col pollice mi pulisce della crema sull'angolo della bocca e lo lecca. "Sì, sono molti buoni i croissant qui" "Prima di tornare in Italia, ricordami di farne scorta" Lui scuote la testa e dice "Siamo appena arrivati e già pensi a tornare in Italia. L'intento è quello di tenerti lontana da lì, almeno per il momento..." "Sì, hai ragione" sospiro prendendo una fetta biscottata e spalmando del burro con la marmellata. "Puoi accettare le mie scuse?" chiedo porgendogli la fetta biscottata. Lui la morde ancora nelle mie mani e facendomi cadere un sacco di briciole sulla camicetta. "Sei un animale!" esclamo mentre lui mi alza in aria e ributtandomi sul letto, mi sale sopra baciandomi. --------------------------------- "Salut!" esclamo al portiere dell'hotel che ci guarda sorridendo. Pierangelo mi prende subito la mano marcando il territorio e uscendo dall'hotel borbotta "Vedi che non è obbligatorio salutare ogni persona che incontriamo" Leggo il nome dell'hotel "Fred Hotel" e guardandomi attorno chiedo "Che via è questa?" "Avenue Villemain" dice svoltando a destra. "Che belli questi palazzi" mormoro eccitata come una bambina. Sono così felice di essere qui con Pierangelo, è sempre stato un mio sogno visitare la città con lui che mi faceva da guida. "Monoprix" leggo il nome di un negozio. "Aspetta aspetta, che bello!" esclamo fotografando col cellulare un murales con dei libri sistemati su dei ripiani. "Ok, possiamo andare. Che bella quest'enoteca!" dico indicando alla mia destra l'enoteca tutta verde. "E' pieno di ristoranti questa strada" m'informa lui. "Dove stiamo andando noi?" "Alla stazione metropolitana Plaisance" "Prima entriamo in questa libreria 'Au plaisir des yeux' ?" Chiedo una libreria vintage. "Perderemo la metro" "Per favore, ci metteremo pochissimo " lo supplico con gli occhi dolci. Lui sospira, ma mi supera e mi trascina dentro. Ne esco fuori felicissima con una penna che Pierangelo mi ha comprato per ricordo e prendendo dalla borsetta la mia agendina, scrivo "2 aprile. Grazie per la penna, penserò sempre a te quando la userò! Un bacino, la tua Stella" Strappo il pezzo di carta e porgendoglielo, gli stampo un bacio sulla guancia. Lui arrossisce, ma finge di essere indifferente e mettendosi il bigliettino in tasca, mi fa scendere le scale della metropolitana. "Non lo perdere!" Mi raccomando riferendomi al bigliettino. "Lo terrò sempre con me" mi rassicura lui. Prendiamo la rotte 13 per arrivare a Champs-Elysées - Clemenceau ed entrando nella metro, Pierangelo si mette a sedere trascinandomi sulle sue ginocchia. Mi metto di lato e posando la testa sulla sua spalla, osservo le persone che entrano ed escono dalla metro, mentre Pierangelo mi lascia dei baci sulla testa. Ascolto il dolce battito del suo cuore, l'accento perfetto delle persone nella metro, e cercando di apprendere qualcosa, dopo 7 fermate scendiamo anche noi. Il tempo è volato fra le braccia di Pierangelo, si sta così bene lì. Saliamo le scale e ci ritroviamo a Place Clemenceau. E' una piazza enorme e c'è una bellissima giornata di sole, adatta per fare un bel pic nic. Mi guardo attorno incantata dai parchi con tantissimo verde e seguendo la strada chiedo "E' bellissima questa strada, come si chiama?" "Questa è avenue Winston Churchill nell'VIII arrondissement"dice Pierangelo guardandosi attorno. Ossero due edifici, uno con un'imponente facciata in pietra d'ispirazione classica, con cancellate e statue allegoriche, e dirimpetto un altro edificio con una facciata che si sviluppa per circa 150 metri, ed è fortemente connotata dal grande arco di ingresso centrale, dalla cupola che lo sovrasta e le colonne dalle volute fortemente sporgenti che ornano l'affaccio su strada. "Questo è il museo Petit Palais e quello il Grand Palais, dentro è fatto di vetrate. Una volta ci ho pattinato con dei miei amici, magari possiamo tornarci nel periodo invernale" mi spiega Pierangelo osservando i miei occhi che corrono ad osservare gli imponenti edifici. "Sarebbe bellissimo!" dico entusiasta. "Vieni, ti faccio vedere dentro" dice lui portandomi dentro il Grand Palais. Faccio tantissime foto al tetto interamente di vetrate e ricordo anche una sfilata di Victoria's secret fatta qui dentro, chiedo informazioni a lui che va subito a cercare info nel cellulare. Inutile dire che gli ho dato degli schiaffi e lui ha fatto una scenata nel padiglione, prendendomi sulla spalla e facendomi girare in aria. Entriamo anche nel Petit Palais e ne approfitto per vedere accuratamente la mostra esposta, amo i musei. Facciamo anche una lunghissima passeggiata nei giardini attorno e percorrendo tutta cours la Reine, raggiungiamo la bellissima Place de la Concorde. C'è una bellissima ed enorme fontana con tantissimi dettagli dorati che fotografo subito, per poi correre per la piazza come una bambina sovraeccitata. Entriamo anche al Jardin des Tuilieres e ci sediamo su delle sedie verdi, delle persone mangiano i loro spuntini, sltri ridono e scherzano spensierati. Il potere del sole, una sedia e un parco. Il giardino è bellissimo e curatissimo, facciamo un'altra lunga passeggiata ridendo e scherzando dei tempi del liceo quando all'improvviso vedo un'enorme ruota panoramico e urlo emozionata. "Ci possiamo salire?"chiedo saltellando troppo felice. "Vediamo che si può fare" Scopriamo che la ruota è aperta al pubblico solo in estate e inverno, ma Pierangelo conosce il tecnico che con dei soldi in più accetta di farci salire. "Oh mamma riesco a vedere tutta la città, quanto siamo in alto?!"chiedo un po' spaventata. Lui mi stringe forte la mano e dice piano "70 metri, ma ci sono io qui" Sorrido e dandogli un bacio soffice, lo abbraccio ancorandomi a lui. "Menomale che ci sei tu" ribadisco mentre lui perde tutto il panorama, solo per fissare me felice. Scendiamo dalla ruota, io ancora col cuore che batte all'impazzata e uscendo dal giardino, andiamo a Place di Carrousel per raggiungere il Louvre. Passiamo un'ora e mezza dentro e Pierangelo deve trascinarmi fuori a forza o avrei perso altre tre ore. Continuiamo la nostra passeggiata per rue de Rivioli e andiamo sotto il pont Neuf per sbaciucchiarci in disparte su una panchina davanti al fiume. L'atmosfera sembra romantica, finchè le cose si fanno bollenti e noi non riusciamo a staccarci e non palparci a vicenda. Veniamo bruscamente interrotti da dei turisti che cercano un posto dove mangiare nei paraggi e Pierangelo risponde in francese seccato. "Sei molto sexy quando parli il francese" gli sussurro all'orecchio. "Oui?"chiede lui solleticandomi i fianchi. Mi sporgo all'indietro per sfuggirgli, finchè faccio per cadere dalla panchina ma Pierangelo mi prende al volo e mi alza in aria. "Attenta" mi becca facendomi ridere. Lui mi guarda stranito, ma io gli lascio un bacio e prendendogli la mano dico "Forza andiamo a mangiare anche noi, muoio di fame!" Si lascia trascinare e risalendo sul ponte, mi porta nel cuore del quartiere latino Saint Germain, dove troviamo un caratteristico e piccolo locale affacciato su una stradina. "La Jacobine" leggo il nome del posto. Il cameriere fuori ci accoglie subito e una volta che scopre che siamo italiani, cerca di dire qualche parola italiana con scarsi risultati, ridacchio per la sua simpatia e ci fa accomodare in un tavolo a due. Mi guardo attorno osservando dei quadri con delle figure di persone fatte a cartone animato e sedendomi sulla sedia blu imbottita, prendo il menù che mi porge il cameriere. "Che carino questo posto, ci sei mai stato?"chiedo sporgendomi su Pierangelo. "Sì, la sera con le luci e la musica è ancora più bello il quartiere. La cosa positiva è però l'assenza della fila a quest'ora" "C'è molta fila di sera?" "Con dei miei amici abbiamo dovuto aspettare per un'ora, ma ne vale sempre la pena qui" "Davvero?" Ora sono curiosa" dico aprendo il menù e leggendo i piatti tradizionali del posto. Delle cose non riesco a tradurle e con l'aiuto di Pierangelo decidiamo finalmente cosa ordinare. Come antipasto prendiamo una zuppa di cipolle, una fonduta di camembert con un'insalata di accompagnamento e del salmone in carpaccio. Aspettiamo davvero poco e ci servono la zuppa di cipolle gratinato tipica francese con all'interno pane e sopra formaggio fuso. Non sono un'amante di cipolle, ma Pierangelo mi diceva che era un must da provare e mi sono fidata, ho fatto bene. La finiamo in tempo per l'arrivo della fonduta di camembert servita molto calda e fumante in una terrina di coccio con quest'insalatina accanto. Poco dopo ci arriva pure il salmone in carpaccio e siamo già molto soddisfatti dall'antipasto. Prendiamo poi come piatti principali, io, il petto d'anatra, che non ho mai assaggiato, con salsa ai funghi porcini e Pierangelo prende la tajine di pollo al limone candito. I piatti ci arrivano dopo mezz'ora e io spalanco gli occhi sul pollo di Pierangelo che sembra buonissimo, mi fa assaggiare un bel pezzo e mi spiega che si tratta di un piatto della cucina marocchina e prende il nome dalla pentola di terracotta in cui viene fatto cuocere lentamente il pollo con limone e spezie profumate. Rimango affascinata sia dalla sua dialettica che dal piatto, che chiedo altre informazioni sul cibo che ha assaggiato in Francia in questi anni. Arriviamo al dessert e io prendo un dolce con cuore al cioccolato fuso, gelato stracciatella e crema chantilly. Pierangelo invece è indeciso sul crumble mandorle, cioccolato e cannella e una torta al limone con la meringa bruciata sopra. Gli dico egoisticamente di prendere la torta perchè possa assaggiarla anch'io, dato che odio la cannella. Inutile dire che esegue, anche se mi guarda con rimprovero...lo provoco da tutta l'ora con la gamba o accarezzandomi il collo. Mi ha più volte chiesto di smetterla, ma è così divertente provocarlo. Ne approfitto per andare in bagno alla fine dei pasti e Pierangelo mi segue fino alla cabina della toilette. Chiude la porta col chiavistello e alzandomi una gamba all'altezza del suo fianco, mi divora le labbra. Accarezza la mia coscia nuda sotto la gonna e prendendo anche l'altra gamba, mi alza in aria contro il muro e scende a baciarmi il collo...mi aggrappo alle sue spalle e sorridendo furba sfrego la mia intimità contro la sua, lui ringhia sul mio collo e palpandomi il sedere, sibila che me la farà pagare. All'improvviso il mio cellulare squilla e vedo che è Luigi...Pierangelo sospira seccato, ma mi lascia andare e dicendo che andrà a pagare il conto, mi lascia sola in bagno. Racconto a Luigi di essere a pranzo con delle mie colleghe e che la riunione è andata a buon fine, lui mi rassicura su Sabina e dice che stasera dormirà da mia sorella, dato che ama stare con le sue cugine e domani è sabato. Ne approfitto per chiamare anche mia sorella e parlo con Sabina che dice di starsi divertendo un mondo a giocare con le cugine, lo dice a modo suo ma si fa capire. Riattacco e sospirando, m'impongo di non pensare troppo e raggiungere Pierangelo, la mia ancora di salvezza. "Andiamo?" chiede lui all'ingresso del ristorante. Annuisco con la testa e prendendogli la mano, gli lascio un bacio sulle labbra spontaneamente. Faccio per uscire dal ristorante, ma lui mi tira a sè e prendendomi le guance tra le dita mi stampa un bacio lungo. "Ora possiamo andare" dice trascinandomi con sè mentre io arrossisco fino alla punta dei piedi. Svoltiamo a destra e continuando a percorrere la strada, sbuchiamo nella Place Saint Andrè des Arts. "Ma che bella questa piazzetta" dico mentre il mio sguardo viene catturato da un negozietto che fa tatuaggi. Lo trattengo e indicando l'insegna chiedo "Ci facciamo un tatuaggio?" "Cosa? Ora?"chiede lui stranito. "Sì, ora! Sarà un ricordo di questa bellissima giornata" dico sorridendo. Lui ricambia il sorriso e lasciandomi un bacio sulla tempia annuisce e mi porta dentro il negozio. Conosciamo la tatuatrice molto disponibile e mentre ci scervelliamo su cosa farci tatuare, passa alla radio una canzone di Rosalia. "Yo x ti, tu x mi" dico a lui. Pierangelo ci riflette su e dicendo qualcosa alla ragazza, mi fa alzare. "Che succede?"chiedo non capendo. "Inizierai tu" "A fare cosa?" "A tatuati la frase, poi me la tatuerò io" "Ti farai il mio stesso tatuaggio?" "Lo divideremo" "Ovvero?"chiedo facendo la furba. "Tu ti tatuerai Yo x ti e io mi tatuerò Tu x mi, in fondo è vero che ci sei solo tu per me quando tutto là fuori è cupo" Sorrido un po' commossa e lui asciugandomi la lacrimuccia che furtiva mi è scesa dice "Smettila di piagnucolare scema" Gli do un colpo al petto e lui se la ride dandomi un bacio sulla guancia. Mi rilasso sul lettino e afferro la sua mano per l'ansietta che mi è salita. "Dove te la vuoi tatuare?"chiede lui per riferirlo alla ragazza. "Sul fianco sinistro, deve essere piccolino" Lui lo traduce subito e la ragazza inizia a pulirmi la mano. "Pensavo peggio" dico una volta fuori dal negozio. Anche Pierangelo si è fatto tatuare, ma a differenza di me, lungo il polso sinistro. "Tu un pochino hai urlato" "Ma quando!" esclamo. "Vieni qua piccola peste" dice lui prendendomi il collo tra il suo bicipite e l'avambraccio. Alzo lo sguardo alla mia scrivania e posando per il momento il quaderno sul divanetto, prendo una penna nera e curiosa inizio a tracciare la frase iniziale sul lato del mio fianco. Rimango affascinata dal disegnino e soddisfatta riposo la penna, alzo lo sguardo all'orologio che segnano le due e mezza di notte e stiracchiandomi di poco, ritorno alla mia dolcissima lettura. Mi sembra di vivere insieme a loro questa bellissima favola. "Sai volevo visitare una libreria" dico digitando al cellulare. Non ricordo se si trovava proprio a Parigi. "Quale libreria?" "Shakespeare and company, ma non sono sicura di..." "Ah sì, aspetta....dovrebbe essere nella rue de la Bucherie" "La conosci?"chiedo saltellando felice. "Sì, vieni. Dobbiamo ancora andare al Notre Dame" dice lui trascinandomi via. Arriviamo alla Rue de la Bucherie al numero 37 e scopriamo che accanto alla libreria hanno aperto anche un cafè di lato. Ne approfittiamo subito e prendendo un cornetto con un latte ghiacciato, fin troppo costoso, usciamo e andiamo a visitare finalemente la libreria. Appena entrati rimango incantata dallo stile romantico e sognatore del posto decisamente affascinante che sembra il set di un film, infatti ci hanno girato dei pezzoni di Midnight in Paris. Ci avventuriamo tra scaffali di libri rari e sedendomi su una sedia verde imbottita, sfoglio l'Amleto. Dopo un po' vado alla ricerca di Pierangelo e nel farlo leggo una frase in alto "Be not ihospitable to strangers lest they be angels in disguise (Non essere inospitale verso gli estranei potrebbero essere angeli sotto mentite spoglie). Sorrido e raggiungo Pierangelo all'entrata che parla con la proprietaria Sylvia, mi attira a sè appena mi vede e mi presenta a lei. "Bonsoir" dico perchè è l'unica parola che conosco. "La signora mi raccontava di suo padre George che ha creato questa libreria nel modo in cui un uomo scriverebbe un romanzo, costruendo ogni stanza come se fosse un capitolo" Riesco a capire che Pierangelo chiede le parole esatte del padre di Sylvia e me le traduce «Voglio che le persone aprano la porta nello stesso modo in cui aprono un libro; un libro che porta nel mondo magico della loro immaginazione». Sylvia dice qualcos'altro e scoppiano a ridere, finchè una coppia di anziani interrompe Sylvia e le chiede qualcosa. Sylvia si scusa e salutandoci con affetto va via. "Perchè avete riso prima?"chiedo curiosa. "No, niente...mi ha detto che il padre chiamava i suoi inquilini "trumbleweed", ossia "rotolacampi" e li ospitava a patto che questi promettessero di leggere un libro ogni giorno e di svolgere qualche piccolo lavoretto, come per esempio spolverare i volumi" rido anch'io mentre un gattino passava sotto di noi e Pierangelo mi chiede di uscire per andare a vedere la basilica di Notre-Dame. Scatto le ultime foto al posto pieno di libri e cercando d'imprimermi nella mente questo posto, usciamo a malincuore. "Mi sono innamorata" di quel posto dico a Pierangelo mentre raggiungiamo il Notre-Dame che riusciamo a intravedere. Attraversiamo il Pont Saint Michel e arrivando alla Place Jean-Paul-II finalmente troviamo il Notre-Dame. La piazza è pienissima e c'è una fila immensa per entrare dentro la basilica. Mi rifiuto e limitandomi a fare delle foto all'esterno, sbircio un po' anche all'interno. Fino a quanto pensano di aspettare queste persone? Sono già le 18 e qualcosa. "Sicura che non vuoi entrarci?" mi chiede lui. "E' bellissima anche solo da fuori, tranquillo" "Andiamo al Sainte-Chapelle o sei troppo stanca?" "No, andiamoci. E' qua vicino, no?" "Ehm sì...un quarto d'ora di camminata all'incirca" "Ottimo, andiamo allora" la Sainte Chapelle si trova nella Île de la Cité ed è una chiesa in stile gotico costruita, fra il 1242 e il 1248, per accogliere le reliquie della Passione di Cristo, composte dalla Corona di Spine e da un pezzo della Santa Croce. Le reliquie costarono il triplo della costruzione della chiesa, anche se oggigiorno non conserva nessuna delle reliquie; quelle che sopravvissero alla Rivoluzione furono depositate nel Tesoro della . "Wow..."mormoro davanti alla chiesa enorme. Non troviamo troppa fila stavolta e possiamo entrarci velocemente. Il santuario si compone di due piani, la cappella superiore della Sainte Chapelle fu costruita come un reliquiario monumentale e, pertanto, è decorata sontuosamente con sculture ed enormi vetrate che inondano l'ambiente di luce e colore. Le quindici vetrate che, a malapena, lasciano spazio alle pareti, sono composte da 1.113 scene che narrano la storia dell'umanità, dalla Genesi alla Resurrezione di Cristo. Le vetrate sono tutte colorate e rimango ore a cercare di captare ogni scena, è un vero è proprio capolavoro straordinario. Molto più modesta rispetto alla cappella superiore, la cappella della parte inferiore è presidiata dalla statua della Vergine, patrona del santuario. La decorazione policroma dell'interno, dove predomina il rosso e l'azzurro, cerca di riprodurre la decorazione medievale originale. Nell'abside della parte sinistra ancora si conserva un affresco dell'Annunciazione realizzato nel XIII secolo, che compone la decorazione parietale più antica della città. Usciamo da lì verso le 19:30 e prendendo la metro a Saint-Michel scendiamo a Invalides per cenare nei pressi della Tour Eiffel che non abbiamo ancora avuto modo di vedere. Scendiamo dalla metro e io inizio a sentire la stanchezza, infatti ci fermiamo al Pont Alexandre III. E' bellissimo e si affaccia al fiume Senna, conto i candelabri che ornano il ponte e realizzo che sono 32, sono molto particolari. "Guarda, c'è il tramonto" dico sorridendo incantata dal panorama e dall'aria fresca che respiro. Pierangelo mi alza in aria e posandomi su una balaustra del ponte, si fa spazio tra le mie gambe e mi abbraccia la vita posando la testa sul mio petto. E' stremato anche lui, ha solo ed esclusivamente pensato a farmi passare una bellissima giornata. Gli passo le braccia attorno alle spalle e con una mano gli accarezzo piano i capelli. Lui chiude gli occhi e respira piano, godendosi il mio caldo abbraccio e le mie tenere carezze. Io intanto ammiro lo spettacolo del tramonto, finchè lui riapre gli occhi e alzando piano la testa sussurra "Lo sai che ti amo da morire, vero?" Sorrido e accarezzandogli i capelli all'indietro chiedo "Sai che sembri piccino piccino adesso?" Lui mi ricambia il sorriso e guardandomi dentro gli occhi mormora serissimo "Questo sarà l'ultimo attimo a cui penserò prima di morire, al più dolce della mia vita" I miei occhi diventano lucidi e anche i suoi, stiamo provando entrambi delle sensazioni così intense e vere che trattenerci ci viene impossibile. Gli prendo il mento e lasciandogli un soffice bacio sulle labbra, risalgo sulla punta del suo naso e poso un altro bacio sulla fronte, per poi premergli la testa contro il petto e cercare di calmare i miei battiti impazziti. Sono costretta a levarmi gli occhiali per poter scoppiare a piangere, la scena sul ponte è stata così bella e profonda che è impossibile non sentirla sulla pelle, anche perchè ricordo di quando anche io e Khalil guardavamo insieme il tramonto dallo yatch e lui mi abbracciava forte godendosi il momento. Mi mancano così tanto questi attimi. Mi soffio il naso e pulendomi le lacrime, mi rimetto gli occhiali e traendo un lungo respiro, continuo con la lettura. Rimaniamo per un tempo indefinito in questa posizione, finchè il mio stomaco fa rumori strani e scoppiamo a ridere. Che imbarazzo! Lui invece è intenerito e rimettendomi per terra, mi prende la mano e mi dice che fra poco mangeremo. Percorriamo tutta Quai d'Orsay mentre il sole cala sempre di più e arriviamo al Qui Branly dove osserviamo solo dall'esterno sfortunatamente il centro spirituale e culturale ortodosso russo. Il centro è pura arte moderna, dato la cupola lucida argentata e il rivestimento della cattedrale con colori neutri. Davvero affascinante. Inizio finalmente ad intravedere la Tour Eiffel e procedendo per la strada, osservo senza parole la torre illuminata e la luce che riflette sul fiume. "Vieni, andiamo a mangiare" dice lui portandomi alla torre. "Ma possiamo salire sulla torre?"chiedo mentre lui annuisce e mi porta con sè. Saliamo in alto e io incomincio ad avere paura, quando Pierangelo mi chiude gli occhi e chiede "Pronta?" "Cosa vuoi fare? Buttarmi dalla torre?" chiedo aggrappandomi ai suoi polsi. "Stasera ceneremo qui" mormora al mio orecchio levando le mani e mostrandomi il ristorante "58 Tour Eiffel". "E' uno scherzo?"chiedo sconvolta. "Certo che no. Vieni, ho prenotato un posto vicino alla vetrata" "Penso sia l'esperienza di cena più bella in assoluto... cenare in uno dei paesi più romantici al mondo, nella struttura simbolo del paese non ha paragoni"mormoro commossa. Il locale si presenza con un'atmosfera tranquilla e rilassata e ha una meravigliosa vista sul campo di Marte e sul Trocadero. "Merci" ringraziamo il cameriere che ci fa accomodare. Io resto incantata dal panorama mentre Pierangelo inizia a leggere il menù. Come antipasto scegliamo di provare il Fois Gras, fichi, aceto balsamico e brioche, che ci viene servito con una cialda a forma di tour Eiffel, il fois gras e la brioche riscaldata che sembra buonissima. Il sapore non è male, ma procediamo subito dopo coi piatti principali. Pierangelo prende il filetto di salmone scottato, carote e salsa al butto bianco, mentre io sono indecisa tra il manzo, maccheroni gratinato e funghi e il petto di pollo arrosto, purè di patate alle erbe e salsa cremosa di Madeira. Non ho idea di cosa sia il Madeira e Pierangelo mi spiega che è un vino liquoroso con una gradazione alcolica molto alta, infatti è ritenuto uno tra i migliori vini al mondo. Mi mordo il labbro indecisa e decido di prendere il petto di pollo e rischiare. Si rivela essere la scelta giusta, infatti lo faccio assaggiare anche a Pierangelo che si finisce la salsa tanto era buona! Finiamo col dessert e io prendo una fetta di torta al cioccolato Guanaja con salsa di crema pasticciera pralinata. Pierangelo invece prende una sfera di cioccolato Guanaja con leggera marmellata di mandarini alla vaniglia e castagne glassate. Lo prendo in giro per la scelta raffinata, ma è uno spettacolo agli occhi quando viene servito. Anche il mio viene servito molto bene, ma io continuo a rosicare sulla sua sfera di cioccolato. Sgrassiamo il tutto con del vino costosissimo e che inizia a darmi alla testa. "Usciamo?" chiedo impaziente di osservare la Tour Eiffel per intero un'altra volta. "Sei folle, stai pagando tutto tu!" me la prendo con lui quando usciamo e Pierangelo si rifiuta categoricamente che paghi io. "E' la tua vacanza, devi solo rilassarti" m'impone lui. "Sì, ma stai spendendo troppo..." mi avvicino a lui forse ancora su di giri e sussurro "Non è che spacci ancora?" "No, non più. Andiamo scema" borbotta lui mentre io mi aggrappo al suo braccio e scendiamo dalla torre. Restiamo ancora un po' ad ammirare la torre finchè Pierangelo mi dice che dobbiamo prendere la metro o faremo troppo tardi. Col broncio andiamo alla stazione e prendendo la metro per Plaisance, ne approfitto per crollare su di lui. Arriviamo finalmente a destinazione e Pierangelo mi chiede "Cosa ti ha detto Luigi prima?" "Uhm...non ricordo" dico uscendo dalla stazione. "Come non ti ricordi?" "Non ricordo" ribadisco. "Non ricordi o non me lo vuoi dire?" "Perchè non dovrei dirtelo? Tanto sai com'è la situazione" "Sì, so bene di essere l'amante" borbotta lui. Mi mordo il labbro e avvicinandomi al suo orecchio sussurro "Tu pensala in questo modo..." "Stasera sono solo tua..." Gli mordo il lobo dell'orecchio e sussurro ancora "E domani abbiamo ancora un altro giorno" I suoi occhi si accendono quando all'improvviso una tempesta di pioggia cade sul quartiere e siamo costretti a correre per raggiungere l'hotel. "Ahhhhhh!" grido correndo insieme a lui. Non riesco neanche a vedere dove stiamo andando, per fortuna Pierangelo mi trascina con la mano. Finalmente troviamo l'hotel ed entrando, Pierangelo prenota subito l'ascensore baciandomi la mascella. L'ascensore si apre e noi entriamo dentro, ma per rendere le cose più eccitanti, appena le porte stanno per chiudersi, sbuco fuori e lo lascio solo. Scoppio a ridere quando lui dà dei pugni alle porte e urla "Cazzo Stella!" Ancora con le risate salgo le scale, finchè l'ascensore si ferma al primo piano e mi ritrovo Pierangelo dietro. Corro per le scale fino al quarto piano e col fiatone apro la porta con la card. Lui riesce ad arrivare e spalancando la porta, mi spinge dentro la camera e sbatte forte la porta. Mi mordo il labbro vedendo lui eccitatissimo, completamente zuppo d'acqua e col respiro affannoso. Indietreggio come un animaletto in trappola e fuggo in bagno, ma lui riesce ad acciuffarmi per la gonna e strappandomela, mi alza in aria. "Cosa avevi intenzione di fare, eh?" sibila lui stringendomi le natiche. Il mio cellulare inizia a squillare tra le mie mani e vediamo che è Luigi. "Me o lui" ringhia Pierangelo. Lo guardo negli occhi e rifiuto la chiamata. "Non puoi scappare da me, mettitelo in testa." sibila lui sbattendomi contro la parete del box doccia. Mi leva di scatto la camicetta e ringrazia il signore perchè sono senza reggiseno. Si leva anche la sua polo, mentre io traffico con la sua cintura e gli abbasso i pantaloni. Col gomito aziono per sbaglio il soffione che ci bagna ulteriormente e lui attirandomi all'angolo si mette in ginocchio per poi attaccare la mia carne. Urlo per la piacevole sorpresa mentre lui non mi dà pietà e si prende tutto. "Cazzo" sussurro chiudendo gli occhi e afferrandogli i capelli in un pugno. Gli vado incontro facendogli capire che ne voglio di più, finchè sento di venire e facendolo rialzare, gli inserisco il membro dentro di me.. Lui dà dei pugni sulla parete sopra la mia testa e lascia che io lo cavalchi, siamo dei selvaggi, vogliamo soddisfare questa fame animalesca al più presto. Urlo il suo nome quando finalmente vengo e anche lui viene dentro di me. Crollo su di lui e rimettendoci sotto il soffione, lui si occupa di lavarmi i capelli. E' così premuroso che lo lascio fare mentre riprendo fiato. Finiamo di lavarci e lui avvolgendomi in un accappatoio, mi asciuga i capelli...è così dolce. Mi prende in braccio e portandomi a letto, mi lascia un bacio sulla fronte. Fa per rialzarsi, ma io lo riattiro a me e gli lascio un bacio sulle labbra. "Grazie per la splendida giornata" sussurro su queste. "Grazie a te di esistere" dice lui lasciandomi un altro bacio e avvolgendomi in un caldo abbraccio, mentre fuori piove e io non vorrei chiudere gli occhi perchè la realtà è meglio dei miei sogni per la prima volta.

Ritorna all'indice


Capitolo 72
*** Capitolo 72 ***


Ovunque tu sia, ti amo. FLORA'S POV: Cerco su internet i posti dove i protagonisti sono stati a Parigi e rimango incantata mentre muovo il mouse freneticamente di qua e di là. Parigi è così raffinata e armoniosa, ogni strada ha una bellezza a sè, ogni angolo ha un suo particolare, l'aria sembra così leggera e tutto si dipinge di romanticismo. E' una delle città più incantevoli che abbia mai visto. Mi avventuro su google maps fra le strade di Montmatre dove i protagonisti hanno passato la loro seconda giornata a Parigi...ovunque trovo dei negozietti vintage di souvenir, ristoranti chic e le lanterne che illuminano le scalinate e le strade del quartiere. Mi mordo il labbro e spegnendo il computer, ritorno al libro...capisco che non manca tanto alla fine dalla pagine seguenti. Mi accoccolo contro il cuscinetto e riprendo la lettura. "Forza che devo lavorare!" dico alzandomi dalla poltrona e iniziando a rivestirmi. Pierangelo mi ritira indietro facendomi ricadere su di lui e mi abbraccia forte mugolando qualcosa. "No, ti prego!" esclamo ridendo. "Di' a Tea che oggi sei stanca e non vuoi ricevere" cerca di convincermi lui lasciandomi dei baci sparsi sul viso. "Ma ho appena ricevuto te" "Io sono diverso, io sono l'unico che puoi vedere" dice sulle mie labbra. "Ah sì?"chiedo mentre lui mi pizzica il fianco per la provocazione e mi morde una guancia. Ricevo una chiamata improvvisamente e fuggendo dalle braccia di Pierangelo rispondo. "Pronto?" "Signora, c'è il signor Pierotti che aspetta fuori" "Oh...ok, un attimo solo" dico riattaccando e riprendendo la camicetta per terra. "Mi stai cacciando?"chiede lui facendo il broncio. "Esattamente, forza" Pierangelo borbotta qualcosa e riprendendo i pantaloni e la maglietta si riveste. "Ci vediamo stasera?"chiede raggiungendomi per dare un bacio. "Non penso" mormoro dandogli anch'io un bacio. "Perchè?"chiede lui corrugando subito la fronte. "Ho un impegno con Luigi" "Che impegno?"domanda lui facendosi serio. "Ma niente...una cosa nostra" "Che impegno Stella." ripete lui severo. Alzo lo sguardo a lui stranita e chiedo "Cos'è? Un interrogatorio?" "Perchè non vuoi dirmi dove andrete?" "Non sapevo di doverti dare ogni dettaglio dei miei spostamenti...comunque è solo una mostra" Lui sospira e mettendosi le mani sui fianchi chiede "Quando glielo dirai?" "Dirai cosa?" mormoro fingendo di non sapere mentre mi rifaccio la coda. "Stella" ribadisce lui fulminandomi con lo sguardo. Sospiro e borbotto grattandomi la testa "Non lo so...devo pensarci" "Devi pensarci?"grida lui incredulo. Io lo fulmino con lo sguardo e lui chiudendo gli occhi per riprendere il controllo di sè dice più lentamente e piano "Credevo che glielo avresti detto in questi giorni" "Impossibile" dico scuotendo la testa. Pierangelo fa per alzare di nuovo la voce, ma si porta una mano sul viso per stare calmo e prendendo un bel respiro chiede "Perchè impossibile?" "E' complicato, c'è di mezzo anche nostra figlia e...non vorrei ferire Sabina" "Però puoi ferire me" mi rimprovera lui. "Tu hai 32 anni, Sabina ne ha 2" "Non vuol dire un cazzo questo" Chiudo gli occhi esasperata e dico "Non ricominciare..." "Certo, non ti converrebbe" sibila lui rimettendo la giacca di pelle e uscendo dalla stanza sbattendo la porta. Scuoto la testa e chiamando Tea dico di far passare il paziente, non ho altro tempo da perdere... Ripenso al carattere di Pierangelo, è un carattere forte ma con Stella sembra così fragile...l'unica che riesca a metterlo realmente a nudo e non vuole perderla, farebbe di tutto per tenersela. Corrugo la fronte...Khalil ha fatto di tutto per nascondermi Juan e non farmi scoprire la verità, ai tempi pensavo fosse egoismo, adesso inizio a pensare che...può essere che l'abbia fatto apposta di farmi scoprire di Juan in quel modo? Facendomi arrabbiare così da offuscare il dolore dentro? Mi conosceva a tal punto da sapere persino a come avrei reagito? Riabbasso gli occhi al quaderno e riprendo a leggere. "La vuoi sentire questa?" chiede Luigi mentre passeggiamo tranquillamente e passiamo dai Quattro Canti. "Sentiamo" dico leccando il mio gelato. "Un padre pomodoro schiaccia il figlio pomodoro e grida 'concentrati!' " "Non guarderò più un concentrato con gli stessi occhi!" esclamo ridendo. "Ne vuoi sentire un'altra?" "No, ti prego. Risparmiami" dico spintonandolo. Luigi scoppia a ridere e posandomi un braccio sulle spalle dice "Mi è mancato scherzare con te in questa settimana" "Anche a me, sai?"chiedo più a me stessa che a lui. "Non hai altri incontri di lavoro, vero? Questo weekend vorrei passare tantissimo tempo con le mie persone preferite" "Ovvero?"chiedo mordendomi il labbro. Lui si abbassa a leccarmi il gelato e io esclamo "Ehi! E' mio!" "Ah sì?"chiede spalmandomi col dito della nocciola sul naso. "Ora le prendi!" grido rincorrendolo. "Aspetta, aspetta, il telefono!" Mi fermo e guardando il cellulare, leggo Paziente che in realtà sta per Pierangelo. Perchè mi cerca dopocena? Sapeva che ero fuori con Luigi. Rifiuto la chiamata e raggiungo Luigi.. "Ci sediamo un attimo?" chiedo indicando degli scalini. "Chi era?" "Oh...un paziente" dico sedendomi con lui. Luigi mi accarezza le braccia e lasciandomi un bacio sulla tempia chiede "Che ore sono?" "Non so, vuoi andare a casa?" "No no, restiamo ancora un po' così" dice lui abbracciandomi e stringendomi forte. "Che ti prende?"chiedo abbassando lo sguardo a lui. "Non mi hai dato le giuste attenzioni in questi giorni" borbotta Luigi. Ridacchio e accarezzandogli i capelli dico "L'ho sempre detto che sei un viziato" "Amo farmi viziare da te però" dice lui facendomi scuotere la testa. Gli do una spallata facendolo ridere e rido anch'io. Con Pierangelo sto da Dio, mi sento come sulle montagne russe e il mio cuore palpita impazzito quando lo vede, ma Luigi è tutt'altra cosa, è la mia tranquillità, una persona che stimo e con cui passerei ore a parlare perchè è estremamente saggio e divertente. Sono cresciuta molto grazie a lui, ho finalmente capito il mio valore, mi ha fatto rinascere piano piano mentre il mio cuore era a pezzi per la partenza di Pierangelo. Non mi sono mai accorta del suo interessamento, sono state le mie amiche a farmelo notare e io cercavo sempre di respingerlo, non volevo un fidanzato. La sua amicizia è stata ed è fondamentale per me, è la spalla sui cui ho la certezza di poter piangere e riprendermi, è la mia tranquillità e mi scopro sempre con lui, sono così grata di aver sposato il mio migliore amico. E adesso...sapere che sto tradendo la sua fiducia, mi strazia il cuore...perchè lui c'è sempre stato per me, anche quando non c'ero più neanch'io per me stessa. Sento il cellulare squillare nuovamente e guardando spalanco gli occhi...ancora lui. "Chi è?" chiede Luigi curioso. "Il paziente di prima...è molto insistente" "Rispondi, magari è urgente" "Io non..." "Rispondi tranquilla, io starò qui tranquillo" dice lui posando la testa sulle mie ginocchia. Gli faccio un sorriso tirato e rispondendo alla chiamata chiedo "Pronto?" "Mi stai facendo impazzire Stella" sbotta Pierangelo facendomi morire dentro. Lancio uno sguardo a Luigi che ha anche chiuso gli occhi per rilassarsi e dico "Signor Pierotti...non è un buon momento adesso, ci possiamo sentire domattina?" "Sei ancora con lui, vero?" "Sì, certo" "Glielo dirai stasera?" "Io non credo, le consiglio di sdraiarsi un attimo e calmarsi. Non ci pensi troppo" "Come faccio a non pensarci troppo?! Porca troia Stella, dovresti essere qui con me adesso!" "La richiamo più tardi per sapere se sta meglio, si tranquillizzi la prego" "Perchè mi stai facendo questo?" "Arrivederci, si rimetta" dico riattaccando. Che diavolo gli prende? Spengo il cellulare e lo rimetto nella borsetta, per poi finire il gelato. "Sta male?" "Cosa?"chiedo spostando lo sguardo a lui. "Il tuo paziente...sta male? E' per questo che ti ha chiamata?" "Ah...sì, ha avuto un attacco di panico ma ne abbiamo già parlato in studio. Sa cosa fare quando si ripresentano" "Ho capito.... spero stia meglio" "Sì...lo spero anch'io"borbotto. Lui fa per alzarsi da me, ma io lo faccio ristendere e chiedo "Dove vai?" "Non voglio farti stare scomoda" dice Luigi. Scuoto la testa e dico "Non lo sono, mi piace accarezzarti i capelli" Lui mi sorride e rimettendosi sulle mie gambe, si accoccola su di me. Rimaniamo per un tempo indeterminato in questa posizione finchè sentiamo il cellulare di lui squillare e io mormoro "Non rispondere...." "Non lo farò" dice lui strofinando la guancia ruvida di barba sulla mia coscia nuda. Il cellulare squilla nuovamente e lui sospirando dice "L'universo si è messo contro di noi" "Decisamente" borbotto mentre Luigi risponde per poi spalancare gli occhi. "Cosa? In che ospedale?" Spalanco gli occhi. "Arriviamo subito" dice Luigi per poi riattaccare e prendermi la mano "Andiamo, tua madre ha portato Sabina in ospedale!" "Cosa? Perchè!" chiedo alzandomi di scatto e lasciandomi trascinare da lui. "Sì è tagliata al piede con una lattina di tonno, le stanno mettendo i punti" "I punti? E' così profonda la ferita?"chiedo col cuore che mi batte all'impazzata. "Un po', forza andiamo!" Raggiungiamo la macchina che abbiamo stupidamente lasciato troppo lontano e raggiungiamo velocemente l'ospedale. Riaccendo il cellulare e trovo le chiamate perse di mia madre...dannazione, ho fatto male a spegnerlo. Leggo anche delle chiamate di Pierangelo ed eliminandoli tutti, rimetto il cellulare nella borsetta. Luigi parcheggia a caso e scendendo insieme a me, scappiamo dentro l'ospedale. C'indirizzano nell'area di emergenza pediatrica e troviamo mia madre fuori dalla stanza al telefono. "Mami!" grido facendola girare. "Oh, siete qui finalmente" sospira lei portandosi una mano sul petto. "Cos'è successo? State bene?"chiede Luigi ancora nel panico. "Stiamo bene, stiamo bene. Hanno messo 11 punti a Sabina e adesso è sul lettino con il signore" "Il medico?" chiedo non capendo. "No no, un signore ci ha dato un passaggio all'ospedale. Non potevo aspettare i soccorsi, Sabina perdeva troppo sangue" "E' dentro anche lui?"chiede Luigi indicando la stanza davanti a noi. "Sì sì, è con Sabina. La sta tranquillizzando, è stato bravissimo. Un angelo caduto dal cielo" mormora lei commossa. Luigi apre la porta per entrare dentro la stanza, mentre mamma mi ferma un attimo fuori e chiede "Ti ho chiamata mille volte, perchè avevi il cellulare spento?" "Era silenzioso" dico scuotendo la testa. "A me dava irraggiungibile" "Non lo so, ultimamente non prende bene. Ne parliamo dopo" Entro dentro impaziente di vedere Sabina e corrugo subito la fronte quando vedo di spalle una persona con una giacca di pelle familiare. "Oh eccola, tesoro è stato il tuo paziente ad aiutare Sabina. Per fortuna stava uscendo da casa del nostro vicino, che si è rivelato il suo migliore amico, e sentendo delle urla, è accorso in aiuto" Luigi posa la mano sulla sua spalla e dice "Io davvero non saprei come ringraziarti, noi eravamo fuori e non abbiamo sentito il cellulare. Grazie davvero. Sabina sembra essere anche affezionata a te" "Zio!" grida Sabina felicissima prendendo la mano di Pierangelo. Mi pietrifico davanti a quella scena e cerco di calmare i miei battiti impazziti, potrei svenire adesso. Mi sembra di essere in un orribile incubo. Alzo gli occhi a Pierangelo che mi sorride e faccio anch'io un sorriso tiratissimo, vorrei vomitare. "Io...grazie" riesco solo a spiaccicare. "Di niente...sono solo capitato al momento giusto nel posto giusto "dice Pierangelo facendomi chiudere gli occhi. Ditemi che è un orribile scherzo. "Ti prego di accettare l'invito a cena domani sera a casa nostra. Anche a Sabina farebbe piacere, vero?" chiede Luigi mentre io mi aggrappo allo stipite della porta in cerca di aria. Sabina sorride a Pierangelo, come se fosse occhi solo per lui, e ride con i dentini che si ritrova. Pierangelo le pizza una guanciotta e dice "Non è niente davvero...non voglio disturbarvi" "Quale disturbo! Semmai quello che si è disturbato sei stato proprio tu. Insisto" cerca di convincerlo Luigi. Avrei voglia di tappargli la bocca con lo scotch. "Beh...se insisti. Sarà un piacere" "L'indirizzo già ce l'hai, che ora preferisci domani?" "Per le 19:30?" "Perfetto! Stella esce dal lavoro proprio a quell'ora!" Mi mordo la lingua...Pierangelo lo sa perfettamente. "Ci vediamo domani allora, vi lascio soli adesso" dice Pierangelo dando un bacio sulla fronte di Stella e salutando Luigi. "Grazie ancora amico" lo ringrazia Luigi. Pierangelo gli sorride per poi superarmi e sfiorarmi la mano apposta. Luigi per fortuna è di spalle e sta parlando a Sabina. Alzo lo sguardo a Pierangelo che furtivamente mi lascia un bacio sui capelli ed esce fuori dalla stanza. Mi porto una mano sulla fronte e sospiro, per la protagonista le cose si fanno dure...fossi al posto suo, sarei scappata via. Bevo un goccio d'acqua e alzando lo sguardo alla finestra, realizzo che ha smesso di piovere...peccato. Ritorno alla mia lettura. "Hanno suonato?" chiede Luigi finendo di apparecchiare. "Sì, sembra di sì" dico a malincuore. Non ho più parlato con Pierangelo dopo ieri sera...sono certa che si sia appostato sotto casa mia ieri, troppe coincidenze in una sola volta. "Amore ripeti quello che ti ho detto?"chiede Luigi a Sabina sulla seggiola che è felicissima di vedere Pierangelo. "Non mordere, fare la brava" "Brava, non mordere. Mi raccomando" Ridacchio...Sabina ha l'abitudine di mordicchiare qualsiasi cosa, anche le nostre mani delle volte...infatti la chiamiamo spesso topolina, lei ride sempre quando la chiamiamo così. "Vado ad aprire" dice Luigi uscendo dalla cucina. Abbasso lo sguardo ai miei jeans a vita alta e un top di seta con le spalle scoperte, sembra un corsetto per come è strutturato. Ci starebbe benissimo una gonnellina, ma ho evitato per non dare l'idea di provocarlo. Sento la porta e mettendomi i capelli sulla schiena, sospiro piano...calma Stella, è sola una cena. "Grazie, non dovevi" sento dire Luigi che entra in cucina con una bottiglia di vino in mano. "Buonasera a tutti" dice Pierangelo mentre io deglutisco a disagio divorandolo con lo sguardo. Ha dei pantaloni neri, degli stivaletti e una camicia sotto i pantaloni che risalta le spalle e tutti i suoi muscoli. E' bellissimo. Mi riprendo e facendogli un sorriso tirato dico "Ciao, tutto bene?" "Bene e tu?"chiede lui con nonchalance avvicinandosi a me. Spalanco gli occhi nel panico, mentre lui si abbassa a darmi un bacio sulla guancia e sussurra su questa "Dio...sei splendida" Per poi indietreggiare e raggiungere Sabina super agitata che vuole essere salutata. "Ciao piccoletta, come va con la gamba?"chiede lui prendendosela in braccio. "Certo che ci sai fare con le bimbee" dice Luigi mentre Pierangelo lancia uno sguardo di fuoco a me. So cosa sta pensando...ripete sempre che sono la sua bimba. "Non sempre, Sabina poi è dolcissima ed è impossibile non amarla" Tossisco e allontanandomi per andare al forno, sento Pierangelo dire "Ti aiuto Stella?" Cazzo...come ci devo arrivare a fine giornata? "Io..."non ho neanche il tempo di dire nulla, che Pierangelo mi aiuta a prendere fuori dal forno le lasagne che avevo riscaldato. "Che odorino" sussurra sorridendomi. Io mi sento morire dentro nel frattempo. Si allontana per posare la teglia sul tavolo apparecchiato e io mi porto una mano sul petto...calma, calma. Mi accomodo davanti a Pierangelo, vicino a Luigi che ci serve facendomi i complimenti. La cena per fortuna scorre veloce e al momento del dessert io conto letteralmente i minuti. "Sabina!" la rimprovero quando fa cadere il mio cucchiaino per giocarci. Faccio per alzarmi, ma mi anticipa Pierangelo che raccoglie il cucchiaino e dice "Ci penso io" Apre il ripiano dei cucchiai e prendendomene uno nuovo, me lo consegna. "Grazie..."mormoro cercando di non incrociare il suo sguardo. "Hai beccato al primo colpo il ripiano dei cucchiai" gli fa notare Luigi. Spalanco gli occhi...merda. "Sensazione" la scampa Pierangelo rimettendosi a posto. All'improvviso Sabina urla piangendo e Luigi capendo che deve cambiarla, la prende in braccio e si allontana dicendo "Arrivo subito, scusatemi" Sto in silenzio quando rimaniamo soli e continuo a tenere lo sguardo fisso sul tiramisù. "Buono, l'hai fatto tu?"chiede Pierangelo per attaccare bottone. "No, Luigi" "Ho capito" Mi alzo per prendere un tovagliolo nuovo, quando Pierangelo mi afferra il polso e chiede "Tutto bene?" Chiudo gli occhi per poi lanciargli uno sguardo di fuoco e dire "No" "Avresti potuto dirmelo che non ti faceva piacere che venissi a cena da te" "Mi sembrava scontato Pierangelo." "Perchè sei così scontrosa? Luigi non sospetta" "Ti sei appostato sotto casa mia ieri sera, vero? Non eri a casa di Cristian" Lui sbuffa e lasciandomi la mano dice "Che importanza ha adesso?" "Sei impazzito? Ti avevo detto di starne lontano" "Avrei dovuto ignorare le urla di tua madre e Sabina? E' questo che avrei dovuto fare?" chiede lui scontroso. Sospiro "Che problemi hai?" "Mi sono stufato di aspettare" "Non adesso Pierangelo" dico girandomi mentre lui batte la mano sul tavolo nervoso facendomi sussultare e chiede arrogante "E quando allora? Vuoi tenermi da parte solo per qualche scopata per sempre?" "Pierangelo." ringhio stringendo i pugni. "Hai mai pensato che vorrei anch'io tutto questo un giorno? Che anch'io sogno di crearmi una famiglia con la persona giusta, con te?" Chiudo gli occhi scuotendo la testa, non so neanche da dove partire. "Io ti amo Stella" ribadisce lui facendomi sospirare. Sto in silenzio finchè lui annuisce con la testa e dice amaramente "Tu non mi hai mai amato, vero?" "Non è il momento Pierangelo" "Ti servo solo per divertirti un po' e fuggire dalla quotidianità, no?" "Che stai dicendo?" Lui si alza superandomi e chiede "Ti ricordi quando stavi male e io ti proposi di scappare insieme a me?" Corrugo la fronte non capendo, mentre mi prende la mano e mormora piano "Ho bisogno di te, mi manca il fiato quando non sei attorno a me. Mi sento morire quando ti penso insieme a lui, cerco di darti spazio e tempo, ma ti giuro Stella, ti giuro che non ci riesco. Mi perdo senza di te, ho davvero bisogno di sapere che ci sei dentro, che non sono l'unico a crederci" "Luigi è di sopra, ci può sentire! Smettila!" sibilo levando la mano dalla sua. Lui osserva la sua mano vuota e deglutendo alza gli occhi lucidi "Scappa insieme a me" "Dio...proprio non capisci" dico allontanandolo. "Cosa dovrei capire?" Sentiamo dei passi e spalcando gli occhi dico "Sta arrivando" "Dimmi che mi ami" mormora Pierangelo fregandosene. "Ti prego, basta" supplico sentendo i passi di Luigi più forte. "Cazzo Stella, dimmelo." "Non posso dirtelo!" "Scusatemi per l'inconveniente, tesoro...Sabina è crollata a letto" dice Luigi entrando in cucina. "Oh...che fortuna" dico nervosa. Luigi nota Pierangelo rigido e corrugando la fronte chiede "E' successo qualcosa?" Pierangelo alza lo sguardo a me fulminandomi con odio e quando penso che possa parlare, stringe i pugni e sibila "Devo andare." Abbassa lo sguardo da me e uscendo dalla cucina di furia, lascia me e Luigi soli. "Che gli prende?"chiede Luigi non capendo. "Io...ha ricevuto una chiamata" m'invento. Luigi corre a inseguirlo e io mi siedo crollando. Mi porto le mani tremanti in testa, finchè Luigi rientra in cucina e dice "E' fuggito via sbattendo la porta, deve essere stata un'urgenza" Mi alzo e bevendo un sorso d'acqua dico "Non saprei...io vado a letto, ci pensi tu a sparecchiare per favore?" "Certo, tutto bene? Ti vedo strana" "Sono solo stanca, buonanotte" dico facendogli un sorriso tirato e andando al piano di sopra. MI nascondo subito in bagno crollando per terra piangendo. Che cazzo mi prende. Faccio uno starnuto strofinandomi il naso con un fazzoletto e alzandomi dal divanetto, ne prendo un altro. Fuori ha ripreso a piovere e fa freddo, alzo la temperatura del termosifone e mi rimetto a leggere. "Posso farcela" mi ripeto davanti alla sua porta. Mi schiarisco la voce e traendo un bel respiro, mi butto bussando alla porta. Cazzo, l'ho fatto davvero. Mi mordo il labbro per la tentazione di fuggire via, e quando penso che sia la cosa più giusta da fare, Pierangelo apre la porta. Alzo lo sguardo a lui con i capelli brizzolati, gli occhi spenti che diventano sorpresi alla mia visione, a petto nudo, con dei pantaloncini al ginocchio e scalzo...vado in fiamme sentendo le mani umide per il sudore, non lo vedo da circa una settimana e mi è mancato da morire. "Ehi...ho chiesto a Tea il tuo indirizzo e..." Osservo la sua figura immobile che mi fissa e basta, e incominciando a pentirmi della mia scelta dico girandomi "Forse non è stata una buona idea, scusami" Faccio per andare, ma Pierangelo mi afferra saldamente il polso e m'impedisce di andare via. "Vuoi entrare?" mi chiede piano. Chiudo gli occhi...dio, mi è mancata la sua voce. Rialzo lo sguardo su di lui e annuisco la testa. Lui lascia la presa e facendomi spazio, mi fa entrare dentro. Mi guardo attorno osservando il salotto con due divani al centro, la tv davanti, una lampada bianca all'angolo, le tende beige e un tavolino in mezzo con il portacenere...ci sono diverse sigarette spente sopra, forse troppe. "Ti offro qualcosa?" chiede alla mie spalle. "No, grazie" dico posando la borsetta sul divano di pelle beige. "Ok..."mormora lui restando impalato a guardarmi. Deglutisco abbassando lo sguardo e cerco di ricordarmi perché sono venuta fino a qui. L'agitazione è troppa però e non riesco a spiaccicare parola, resto a guardarlo anch'io grattandomi la testa non sapendo che cazzo fare. "Forse prendo un bicchiere d'acqua" dico sorridendo come una stupida. Lui annuisce e superando il salone sparisce dalla mia vista. Mi porto le mani sul viso e sedendomi sul divano, mormoro a me stessa "Parla! Parla! Non sei venuta apposta?" "Che stupida, smettila di tremare! Cazzo, cazzo, che ci faccio qui?" mormoro ancora col cuore che mi batte all'impazzata. Sarò diventata matta...andava tutto bene. Sono alla costante ricerca di danno o non me lo spiego. Pierangelo rientra in salone con un bicchiere d'acqua e una maglietta addosso, ringraziando il signore. Mi porge il bicchiere d'acqua che tracanno tutto una volta mentre si accomoda sul divano tenendo le giuste distanze da me. Riposo il bicchiere vuoto sul tavolino e porto le mani sulle gambe. "Scusami se sono piombata a casa tua senza preavviso" dico con le mani che tremano visibilmente. Non riesco a controllarle. Cerco di grattarmi la testa e nasconderle così, ma peggioro la situazione...riporto le mani sulle gambe e chiudo gli occhi...non riesco a calmarmi, sono letteralmente un fascio di nervi. "Volevi dirmi qualcosa...?"chiede Pierangelo venendomi in aiuto. Alzo lo sguardo a lui con gli occhi lucidi e sbattendo piano le palpebre mormoro "Io...ecco..." Respiro affannosamente sentendo un nodo in gola mentre all'improvviso Pierangelo si avvicina prendendo fa le sue le mie mani tremanti e mormora "Tranquilla..." Spalanco gli occhi per questo suo gesto e lo osservo che mi sorride cercando di calmarmi. Schiudo le labbra e senza pensare, mi sporgo per baciarlo. Lui all'inizio non reagisce troppo sorpreso dal mio bacio, ma poi mi attira a sè facendomi mettere a cavalcioni su di lui e afferrandomi la testa a coppa, inserisce la lingua divorandomi. Gli levo la maglietta impaziente di toccare la sua pelle e lo stesso fa lui con il mio vestito, strappandomi di dosso il reggiseno. Mi fa sdraiare sul divano e venendomi subito sopra, appoggia le mani ai lati della mia testa e abbassa il viso a baciarmi e graffiarmi coi denti il collo, il petto, il seno, l'addome...sussulto quando mi bacia la carne e mi afferra le coscia. Respiro affannosamente afferrandogli i capelli a pugno, mentre mi bacia l'interno coscia e risale a baciarmi la frase tatuata con lui in Francia sul fianco. Gattona risalendo su di me e trafficando con i pantaloni, mi lascia dei baci umidi sparsi sul viso. Grido quando lo sento dentro di me e inizia a muoversi andando a fondo. Mi aggrappo alla sua schiena mentre lui i bacia i seni e va sempre più veloce. "Ti sono mancato?" mi chiede lasciando dei baci roventi sull'incavo dei miei seni. Mi scappa un sorriso scuotendo la testa e inarcando la schiena vado incontro al suo bacino. Veniamo entrambi con violenza poco dopo e rimaniamo sul divano a riprendere fiato. "Ora mi sembri molto più tranquilla" mi prende in giro lui scostandomi dei capelli sudati dal viso. "Scemo" dico divertita accarezzandogli i capelli con la mano. Lui mi lascia un altro bacio sulle labbra e sussurra su queste "Se non fossi venuta tu, ho pensato che stasera ti avrei rapita io" Mi mordo il labbro e dandogli un bacio dico "Non sono riuscita a dormire per tutti questi giorni..." "Riposa adesso, ci sono io" mormora lui lasciandomi un bacio sulla fronte e alzandosi da me. Sparisce dal salotto per poi ritornare con una sua camicia. Recupero le mutandine e indossando la sua camicia sopra, ci accoccoliamo sul divano abbracciandoci. Per la prima volta in questa settimana mi addormento col sorriso. Faccio un altro starnuto e soffiandomi ancora il naso, penso che sia il caso di scendere a prendermi qualcosa di caldo. Magari un tè caldo potrebbe fermare questa improvvisa influenza. Lascio un segnetto e scendendo dal divano, apro a chiave la porta e scendo verso le macchinette. Il centro è totalmente al buio e c'è un silenzio assoluto, devo fare pianissimo. Raggiungo le macchinette a mensa e inserendo il bicchiere, clicco il tasto per il tè caldo. Mentre aspetto l'erogazione, sento dei rumori dietro di me...mi giro di scatto scossa e mi guardo attorno. "C'è qualcuno?" chiedo indietreggiando. Tutto tace, forse ho sentito male... La macchinetta smette di erogare e recuperando il bicchiere, attraverso la mensa per uscire. Quando esco dalla porta sento un profumo familiare e mi paralizzo, chiudo gli occhi per sentirlo meglio e spalanco gli occhi ricordandomi che si tratta del suo profumo. Mi guardo ancora attorno col cuore che batte all'impazzata, finchè realizzo che non c'è nessuno e sono io probabilmente la pazza che sente e vede cose surreali. Esco dalla mensa e risalendo al mio ufficio, richiudo a chiave. Ripenso a quei rumori e al suo profumo...può essere una coincidenza? Levo le scarpe e rimettendomi sul divanetto, apro il libro e continuo la lettura prendendo un sorso di tè. Sento come un campanello suonare, ma continuo a tenere gli occhi chiusi e sento Pierangelo che cerca di scostarsi dall'abbraccio senza svegliarmi. Non sa che in realtà sono sveglia. Sento che chiede "chi è?" per poi aprire e dire "Che vuoi" "Ciao amico" dice l'altra persona. Ha una voce strana con un accento straniero. "Sono occupato adesso" dice Pierangelo. "Mi servono solo tre grammi" Cosa? "Ho detto che sono occupato, passa più tardi" "Più tardi quando? Ne ho bisogno adesso" "Sei duro di orecchie? Dopo cazzo" ribadisce Pierangelo chiudendo la porta, ma il tizio non molla e risuona alla porta. Pierangelo controlla che mi sia svegliata, ma io richiudo subito gli occhi e fingo ancora di dormire indisturbata. Riapre la porta e uscendo fuori, sento che discute. Riapro gli occhi a malincuore, mentre mi mordo il labbro e scuoto la testa. Come ho fatto a cascarci come una stupida? Mi rialzo e riprendendo la borsetta, osservo la camicia di lui che fortunatamente mi arriva alle ginocchia. Pierangelo rientra in casa e mi osserva in piedi con la borsetta pronta ad andare via. "Che succede?"chiede allarmato chiudendo la porta. "Spacci ancora, vero?" Lui realizza che ho scoperto tutto e raggiungendomi dice "No, non è come pensi...era un mio amico quello" "Non mi toccare" ringhio indietreggiando. Scaravento la borsetta sul divano e mi porto le mani in testa. "Non lo farò più" dice lui cercando di risanare la ferita. "Mi avevi detto che non spacciavi più" "Non sto spacciando a chiunque...ci sono dei miei amici che ne hanno bisogno e..." "Mi prendi per il culo Pierangelo?" grido fulminandolo con lo sguardo. "Scusami, scusami...ti ho detto che non lo farò più, ok?"chiede lui cercando di tenermi buona posando le mani sulle mie spalle. "Come faccio a crederti? Mi hai già mentito" "Credimi" "Sapevo che c'era una fregatura sotto...andava tutto troppo bene" mormoro scuotendo la testa. "Hai pagato il viaggio con quei soldi, vero? Non è vero che erano dei risparmi" "Stella..." "Che cazzo ti prende, eh? Non hai più 18 anni! Era già una cosa grave ai tempi!" "Tu che ne sai di quei tempi? Avevo bisogno di soldi e..." "Se hai bisogno di soldi, andavi al bar e lavoravi! Non così, non così!" "Facile puntare il dito contro, e tu? Tu ce l'hai la coscienza a posto?" "Cosa?" chiedo inclinando la testa. "Gliel'hai detto che ti scopi un altro?" La mia mano si muove sola e gli dà uno schiaffo in piena guancia. Lui mi fulmina con lo sguardo stringendo i pugni e sibila furioso "Mi hai scambiato per un gigolò, Stella. Io non sono solo bravo a scopare, sono bravo in tante altre cose" "A spacciare?" chiedo io acida. Pierangelo mi guarda con odio e mormora "Non gliel'hai mai detto di noi, vero?" "No, e non ho intenzione di farlo" Lui annuisce con la testa e schiudendo le labbra sussurra con voce tremante "Cosa ha lui più di me?" Alza lo sguardo a me e osservo i suoi occhi lucidi. Anche a me scende una lacrima furtiva e mormoro "Lui ha creduto in me fin dall'inizio. Mi ha subito notata e ha voluto conoscermi per quella che sono" "Stella, sai come sono andatele cose..." "Hai idea di quanto tu mi abbia fatto soffrire? Io vivevo solo per te, cazzo. " "Non sei mai venuta a parlarmi!" "Perchè sapevo di non poterti piacere!" "Tu che ne sai! Magari..." "Una volta ti cercai con lo sconosciuto e ti chiesi di me, mi hai detto che neanche ti eri accorta di me" Pierangelo spalanca gli occhi e io annuendo dico "Sì, ero io al telefono...ma in fondo lo sapevi anche tu" "Stella..." "Non siamo più degli adolescenti, io sono andata avanti con la mia vita ed è giusto che vada anche tu avanti...senza di me" "No, non dire così" "Ti ho aspettato senza sosta per così tanto tempo...supplicavo il signore di poterti rivedere anche solo per un secondo, non hai idea di quante lacrime io abbia versato per te" Scuoto la testa e mormoro "Le suppliche sono arrivate, ma sono arrivate in ritardo di dieci anni e io non posso più tornare indietro...Luigi e Sabina sono la mia vita, la cosa più bella che il cielo potesse darmi e non posso, non posso fare questo a loro" "Però puoi fare questo a me" "Non è il nostro destino evidentemente..." "Tu sai che non è così" "Io so che lo era dieci anni fa, dieci anni fa lo credevo fermamente" "Tu in realtà non ci hai mai creduto a noi" ringhia lui. Scuoto la testa piangendo senza sosta e sussurro scuotendo la testa "Sono stata l'unica a crederci in realtà, quando tutti mi dicevano che sarei dovuta andare avanti, ero l'unica che teneva duro e sperava con tutto il suo cuore che potessi tornare da me..." "Sono qui adesso..." "Ti porterò sempre nel mio cuore ma..." "No, Stella...no" supplica lui mettendosi in ginocchio davanti a me. "Addio Pierangelo" Anche lui inizia a piangere e io lasciandogli un bacio sulla fronte sussurro su questa "Non mi cercare più per favore, se mi ami veramente, lasciami vivere in pace" Asciugo le lacrime che scorrono senza interruzione e leggo "Capitolo finale", pensavo che fosse già finita la storia. Sfoglio le ultime pagine e finisco di bere il mio tè. "DOPO UN ANNO. "Come va in Spagna?"chiedo al telefono mentre controllo l'agenda. Ho altri due incontri e dovrei aver finito. "Benissimo! Ho intervistato Alonso, mi sembra un sogno!" esclama Luigi felicissimo. "Quello della formula uno?" "Sì! Mi ha fatto anche un autografo e aspetta a vedere la nostra foto!" "Senti....non è che te le pensi di restare in Spagna? Qua io e Sabina sentiamo la tua mancanza" "Anche a me mancate molto, però vi ho comprato dei regalini" "Davvero? Che bello...quando torni quindi?" "Domani sera, tu che fai?" "Lavoro, a pranzo porto Sabina da mia sorella" "Ottima idea, lei si diverte un mondo con le cuginette" "Già, stasera sarà impossibile metterla a letto" "Devo andare tesoro, ci sentiamo a pranzo?" "Certo, buon lavoro" "Ciao piccola" dice lui riagganciando. Riaggancio anch'io, mentre sento bussare alla porta e Tea entra con una faccia cadaverica. "Ehi...tutto bene?" "Signora...ho scoperto una cosa" dice lei facendo una smorfia. "Cosa? Sabina sta bene?" "Sì sì, non riguarda la bambina...riguarda ecco...il suo paziente" "Quale paziente?"chiedo corrugando la fronte. "Pierangelo" Spalanco gli occhi col cuore che inizia a pompare incontrollato e mormoro "No, preferisco non sapere nulla su di lui, grazie per il..." "E' morto" Alzo lo sguardo a lei sconvolta e chiedo non capendo bene "Cosa?" "Se parte adesso, può farcela in tempo per il funerale" dice lei consegnandomi un bigliettino con un indirizzo. Fisso il biglietto senza parole, finchè alzo lo sguardo all'orologio e dico "Annulla i miei impegni per favore" Prendo la borsa e catapultandomi fuori dall'edificio, mi metto in macchina e inserisco l'indirizzo nel navigatore. Tremo mentre lo faccio. Non ci credo finchè non lo vedrò con i miei stessi occhi. Arrivo a destinazione in mezz'ora e parcheggiando velocemente, corro verso un gruppo di persone vestite di nero. "E' qua che c'è il funerale?" chiedo ad una persona fuori. "Sì, lei è..." Entro dentro la casa e attraversando l'ingresso, supero dei corridoi facendomi spazio e raggiungo il salone con in mezzo una bara. Trattengo il respiro quando faccio piccoli passi e affacciandomi, vedo il suo viso. Mi porto subito una mano sulla bocca e respiro affannosamente...non è possibile. Sembra che la celebrazione sia finita e attorno alla bara non ci sono troppe persone, mi avvicino a lui tremante e scostandogli la manica della giacca, osservo il tatuaggio "Tu x mi". I miei occhi si riempiono di lacrime mentre accarezzo la scritta e non riuscendo a respirare, scappo fuori in lacrime. Mi appoggio al muro per riprendere fiato e mi porto una mano sul petto...non è possibile, non è possibile. "Tutto bene?"chiede una voce femminile alle mie spalle. Mi giro di scatto e trovo una ragazza con i capelli castani, occhi marroni spenti e magrissima. "Io...sì, ho solo bisogno di un po' d'acqua" La ragazza mi porge una bottiglietta e aspetta che io mi calmi. "Grazie..."mormoro riconsegnandoglielo. "Non ti ho mai vista, piacere sono Roberta" si presenta lei. "Stella" "Stella?"chiede lei spalancando gli occhi. "Ci conosciamo?"domando corrugando la fronte. "Allora esisti davvero..."dice lei triste. "Non capisco..." "Ero la sua ragazza, ma non mi ha mai amata come ha amato te..." "Io...come fai a sapere di me?" "Ci vedevamo a stento e solo per fare sesso, veniva sempre dicendo il tuo nome...credevo che fosse un nomignolo carino per me, ma poi ho letto questo e ho capito che non sono mai stato nulla per lui." dice lei allungandomi un bigliettino. "Cos'è?"chiedo prendendo il bigliettino. "Lo aveva in mano quando l'hanno trovato nella camera d'hotel" mi spiega lei. "Camera d'hotel?" "Non lo sai? Si è suicidato in una camera d'hotel a Parigi" Spalanco gli occhi e chiedo non volendo saperlo veramente "Quale hotel?" "Fred Hotel, penso che si chiamasse. In avenue Villemain" Mi porto una mano sul collo non riuscendo più a respirare normalmente e chiedo "Ti ricordi che stanza era?" "No, so solo che era al quarto piano" La nostra stanza. Apro il bigliettino con gli occhi lucidi e leggo "2 aprile. Grazie per la penna, penserò sempre a te quando la userò! Un bacino, la tua Stella" "Ehi, tutto bene? Hai bisogno di altra acqua?"chiede lei mentre io tossisco tremando e chiedo senza fiato "Quando è morto?" "Il 2 aprile" * "Guarda, c'è il tramonto" dico sorridendo incantata dal panorama e dall'aria fresca che respiro. Siamo esausti e decidiamo di fermarci un attimo al Pont Alexander III, è uno dei ponti più belli di Parigi, semplicemente incantevole. Pierangelo mi alza in aria e posandomi su una balaustra del ponte, si fa spazio tra le mie gambe e mi abbraccia la vita posando la testa sul mio petto. E' stremato anche lui, ha solo ed esclusivamente pensato a farmi passare una bellissima giornata. Gli passo le braccia attorno alle spalle e con una mano gli accarezzo piano i capelli. Lui chiude gli occhi e respira piano, godendosi il mio caldo abbraccio e le mie tenere carezze. Io intanto ammiro lo spettacolo del tramonto, finchè lui riapre gli occhi e alzando piano la testa sussurra "Lo sai che ti amo da morire, vero?" Sorrido e accarezzandogli i capelli all'indietro chiedo "Sai che sembri piccino piccino adesso?" Lui ricambia il sorriso e guardandomi dentro gli occhi mormora pensando ad alta voce "Questo sarà l'ultimo attimo a cui penserò prima di morire, al più dolce della mia vita" * Mi porto le mani tremanti sulla bocca e crollo per terra lanciando un grido straziante al cielo. Epilogo: "Salve" saluto il custode del cimitero. "Salve" mi saluta lui aprendo il cancello. Appoggio meglio il mazzo di fiori sul braccio e vago per il cimitero alla ricerca della sua lapide. Il cielo è nuvoloso e sembra che sia a un passo dal piovere. Dopo un quarto d'ora credo di averlo trovato. Leggo il nome di suo padre e di fianco trovo il suo...sorrido e abbassandomi per posare il mazzo di rose rosse, accarezzo la sua foto. Lui era solito regalarmi rose rosse, quando le vedo, non posso non pensare a lui. "Ehi..."mormoro alzando lo sguardo alla sua foto. E' piccolina, ma lui sorride e ha gli occhi dolcissimi. "Scusami se ci ho messo un anno per venirti a trovare, ma oggi lo voglio ricordare come il giorno del nostro viaggio a Parigi, non della tua morte. E' stato un giorno così magico che non può essere macchiato da qualcos'altro, non credi?" Chiedo con gli occhi che si riempiono immediatamente di lacrime. Mi mordo il labbro tremante e tirando su col naso mormoro "Ho sempre pensato che un giorno ci saremmo rivisti, anche solo per caso, in strada...ci saremmo scambiati uno sguardo e saremmo andati avanti, ma non pensavo in queste condizioni...non avrei mai pensato che tu potessi arrivare a tanto" Alcune lacrime scorrono furtive e alzando lo sguardo al cielo dico "Delle volte penso che me lo meriti ciò che sto passando, ho fatto delle cose orribili e avevi ragione tu...non ho creduto abbastanza in noi." Mi asciugo le lacrime che mi appananno la vista e sussurro "Scusami se non l'ho fatto, scusami se non sono mai venuta a parlarti al liceo, scusami se sono stata una vigliacca, credevo di sapere tutto quando invece avrei dovuto combattere per noi e venirti a prendere. Avrei dovuto smuovere mari e monti per te, invece mi sono sempre nascosta, terrorizzata da un tuo esplicito rifiuto. Se solo potessi tornare indietro a dieci anni fa...se solo potessi rivederti anche solo per un attimo, dirti, urlarti che ero lì per te, che non avresti dovuto temere nulla perché c'ero io a guardarti le spalle" Singhiozzo senza controllo e scuotendo la testa mormoro "Non riesco ad andare avanti, non riesco a dimenticare i tuoi occhi, la tua sola presenza colorava il mio mondo, perché te ne sei andato? Perché mi hai abbandonata qui? Perché! Mi sembra d'impazzire senza di te! Sto impazzendo!" Mi porto le mani tremanti sul viso e singhiozzo tossendo "Ti cerco sempre nei miei sogni, sei il mio primo pensiero la mattina, l'ultimo prima di dormire, ti cerco nel cielo, chiedo alle nuvole di portarti il buongiorno, di dirti che...che..." Appoggio la fronte alla sua lapide e sussurro "Che ti amo da impazzire e di perdonarmi perché non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, alzo gli occhi al cielo e urlo dentro di me...alzo gli occhi al cielo, l'unica cosa che ci unisce ormai...alzo gli occhi al cielo e prego di potermi ricongiungere a te un giorno, perché senza di te mi sembra di morire" Sento improvvisamente il cellulare squillare e vedendo il numero, rispondo a mia sorella. "Pronto?" Chiedo prendendo un lungo respiro. "Ehi, volevo solo dirti che Sabina è da noi" "Perfetto" "Te la passo?" "Sì, grazie" "Mamma?" "Ciao piccolina, come te la passi?" Chiedo sorridendo. "Abbiamo mangiato al Mcdonald's!" "Davvero? Che buono!" "Mangiamo anche domani con papà al Mcdonald's?" "Va bene, domani sera ordineremo al Mcdonald's!" "Sii! Mamma devo lasciarti, è iniziato Simpson!" "Ok ok, salutami tutti" "Sisi, ciao!" Sabina riattacca e io rimetto il cellulare in borsa. Resto immobile per un tempo indeterminato finché mi siedo per terra e confesso "Sai...ho avuto un ritardo poco dopo che ci siamo lasciati " "Ho fatto il test tutta sola e terrorizzata...scoprì che era negativo ma sai...questa cosa mi ha ossessionato per un po'. Come sarebbe stato, se fossi stata incinta di te?" Scuoto la testa sorridendo e dico "Ho pensato a noi come una famiglia...tu che saresti stato nel panico, io che ti avrei preso in giro tutto il tempo, saremmo stati dei genitori fuori di testa...ma sarebbe stato bellissimo con te. Sarebbe stato davvero bello, avrei esaudito uno dei miei più grandi desideri..." Accarezzo il suo viso nella foto e dico "Prometto di venirti a prendere nella prossima vita, non sprecherò neanche un attimo, non esiterò a venirti incontro, nella prossima vita saremo più fortunati...ne sono sicura" Lascio un bacio sulla sua foto e sussurro "Sarà l'ultima volta che verrò a trovarti amore, fa troppo male...ti verrò a cercare nei miei sogni e quando sarò al di là, il tuo nome sarà la prima cosa che chiederò...anche se dovessi raggiungerti all'inferno, mi basta che tu ci sia. Ti troverò e ti prometto che non ti lascerò più andare via, che non è finita qui per noi, ti troverò e staremo per sempre insieme." Lecco le mie lacrime sulle labbra e rialzandomi gli sorrido "Ti amo, ci rivedremo presto amore mio, lo prometto." Indietreggio piano piano, finché mi giro di spalle ed esco da lì. Alzo lo sguardo al cielo e mi porto una mano sul petto, io per te e tu per me. FINE. Mi asciugo le lacrime che scorrono ininterrottamente e chiudendo il libro, vado alla mia scrivania. Afferro la borsa e frugando dentro, prendo il cellulare e lo riaccendo. Ho eliminato il suo numero, ma prima di farlo l'ho memorizzato nella moa mente...non potevo eliminato veramente. Con mani tremanti compongo il numero e avvio la chiamata. Seguono diversi squilli finché sento il silenzio e realizzo che ha risposto. "Khalil?" Chiedo straziante con le lacrime che scorrono senza sosta. Sento il suo respiro per un paio di secondi e poi riattacca. "No no no..." mormoro ricomponendo il suo numero. "Il numero da lei composto è al momento irraggiungibile, riprovi più tardi" dice una voce meccanica. Compongo nuovamente il numero, ma risento la voce meccanica. Scaravento contro il muro il cellulare e crollo per terra piangendo istericamente.

Ritorna all'indice


Capitolo 73
*** Capitolo 73 ***


Il mistero svelato è svilito. -Benigni SWARNA'S POV: "Vuoi?" "No, grazie" dico rifiutando la sigaretta che mi offre Leonardo. Sembra più agitato del solito stamattina. "Da quando fumi?"chiedo sorseggiando il mio tè caldo. Stamattina c'è un tempo bellissimo, fare colazione fuori era d'obbligo. "Quando sono particolarmente nervoso" borbotta lui alzandosi gli occhiali da sole. "Perché? Che succede?" Chiedo mentre la cameriera ci porta le ordinazioni. Io ho preso un croissant alla ricotta e Leonardo una fetta di torta al limone. "Grazie" diciamo alla cameriera che ci sorride e si ritira. "Quindi?" Chiedo insistendo. "Mi sono dichiarato" confessa Leonardo. "A chi? A Priscilla?" Lui annuisce e fa una smorfia. "Non è andata bene?" "Non esattamente...ha detto che non è tipa da relazioni e che ha già uno in testa" "Jamal" borbotto. "L'ho pensato anch'io" mi dà ragione Leonardo. "Penso che lo sappia anche Jamal" "Tra voi come vanno le cose?" Chiede Leonardo buttando un po' di cenere. "Ieri abbiamo passato una bellissima giornata in montagna con Bella, abbiamo staccato per un po'...è stato davvero rigenerante. A fine serata siamo crollati a letto con Bella" "Quindi non avete scopato" deduce Leonardo. Io arrossisco e dandogli un pugnetto esclamo "Non dovrebbero interessarti queste cose!" "Oh piccola...quanto sei carina quando t'imbarazzi?"chiede lui dandomi un pizzicotto sulla guancia surriscaldata. "Piuttosto...tu sei andato da Caterina?"chiedo cambiando argomento. "Caterina?" Chiede lui corrugando la fronte e sorseggiando il suo caffè. "L'assistente sociale...non ti ricordi? Aveva bisogno di una mano con l'elettricità nel suo nuovo studio" "Ah vero...scusa, non mi è passato per la mente. Ci vado dopo colazione" "Giuri? Ci tengo, lo sai..." "Sì, sì..." mormora lui masticando un boccone della torta. "Mmhm...assaggia" dice subito dopo allungandomi la forchetta. Arrivo in ufficio leggermente in ritardo e Roberto, la guardia del piano, mi ha riferito che Jamal è già dentro. Corro al mio bancone e buttando la borsa, busso alla sua porta. "Avanti" sento dire. Apro la porta ed entro dentro, mentro osservo Jamal in giacca e cravatta concentrato su dei fascicoli. Trascrive delle cose e alza per un secondo lo sguardo, per poi rialzarlo sorpreso e realizzare la mia presenza davanti. "Buongiorno, scusa il ritardo" dico posandogli il caffè sulla scrivania. Era per me, ma dettagli. "Ciao...dov'eri? Stamattina non ti ho trovata a letto" Arrossisco...abbiamo dormito in camera sua con Bella, inutile dire che dopo un po' ci siamo abbracciati e ci siamo addormentati così. "Io...sono uscifa presto da casa per fare colazione fuori" mormoro girandomi i pollici. "Da sola?" "Con Leonardo" Jamal alza subito un sopracciglio e io faccio per rassicurarlo, ma lui fa un bel respiro e dice "Tranquilla, va bene così. Mi fido" Gli sorrido e mi mordicchio il labbro. Una settimana fa avrebbe dato di matto. "E di che avete parlato?" Chiede lui con nonchalance sorseggiando il caffè. "Problemi di cuore..." "Di Priscilla?" Annuisco. "Non se lo fila, vero?" Nego con la testa...non so se dirglielo. "Penso che sia presa da te" confesso alla fine. Preferisco essere il più trasparente possibile con lei. "Sì, lo so" dice lui posando il bicchierino e nettendo ordine alla scrivania piena di fogli sparsi. "E...tu?" azzardo a chiedere. "Io ho già chi mi prende" dice alzando lo sguardo a me per poi riabbassarlo. Mi mordo ancora il labbro e allungandogli la cartella dico "qua ci sono i tuoi appuntamenti del giorno" Lui ci dà una veloce occhiata e dice "Annullami il viaggio a Roma per favore" "Oh ehm...certo, cosa dico?" "Che sono impegnato nella la riunione con gli azionisti? Il che è pure vero" "Sì, ma dura solo un'ora" gli ricordi. Lui scuote la testa e mi chiede "Non ci arrivi, vero?" "Cosa?" Jamal sorride allentandosi la cravatta e chiede per cambiare argomento "Non hai notato nulla di strano sul tuo bancone" "Sul bancone? No, perché?" "Sei sicura?" "Io...in realtà ho fatto di fretta e non ho avuto modo di guardare bene" "Vai allora" "Ok...avviso anche la sede di Roma ora che ci sono" dico raggiungendo la porta. "Va benissimo" dice lui sorridendo. È di ottimo umore, di solito manco mi calcola in ufficio. "Ehi Swarna?" Chiede prima che io vada via. "Sì?" "Sei splendida stamattina" Abbasso lo sguardo al mio completo bianco e arrossisco fino alle punta dei piedi. "Grazie...anche tu, cioè..." deglutisco e farfuglio "Stai bene anche tu" Esco fuori e dico "Vado allora io...buon lavoro" Lui annuisce facendomi un sorriso tenerissimo e io chiudo la porta. Raggiungo di corsa il bancone e facendo il giro, solo adesso noto un enorme mazzo di tulipani gialli. È così che Farid chiamava Bekka...tulipano. Jamal sa bene quanto mi valore do a questi fiori, quanto possono significare. Lo squillo del telefono mi fa distrarre e spostando il mazzo di fiori rispondo. Impiego tutta la mattinata a gestire gli appuntamenti della settimana di Jamal e quando mi alzo per andare al bagno, Jamal esce fuori dall'ufficio. "Ehi...tutto bene?"chiede avvicinandosi a me. "Sisi, dovevo solo andare al bagno...che fai?" mormoro mentre m'inchioda contro il bancone. Posa le mani su questo e si avvicina ulteriormente al mio viso. "Ti sono piaciuti i fiori?" Respiro a fondo, cerco di controllare il mio cuore impazzito e il calore che sta salendo su tutto il mio corpo. "Sì, sono molto belli...grazie del pensiero" Jamal sfiora il mio naso e inclinando il viso prende un piccolissimo bacio da me. "Ci possono vedere..."sussurro sulle sue labbra. "Che vedano" dice lui lasciandomi un altro bacio. Posa la mano sul mio fianco e inserendo il ginocchio fra le mie gambe ribadisce "Così che sappiano che sei mia" Abbasso subito lo sguardo...sto andando in combustione. "Signora Sabil..." sento dire da una voce femminile e subito mi stacco da lui. La signorina Gambino gira l'angolo e Jamal dice sorridendo "Sembra che ti stiano cercando..." si abbassa a mordermi il lobo dell'orecchio e mormora roco "Signora Sabil" Mi accarezza il fianco prima di lasciarmi e tirare dritto. Osservo il suo sguardo di fuoco mentre non riesce a staccarmi gli occhi ed è costretto a farlo quando la signorina Gambino attira la sua attenzione. Mi aggrappo al bancone ancora scioccata da quest'incontro breve ma intenso, e aspetto che la signorina Gambino si avvicini a me. "Salve" la saluto cordiale. "Salve, senta...avrei bisogno di un suo riscontro per quanto riguarda la valutazione del target sullo spot pubblicitario della....mi sta ascoltando?" No, non riesco a connettere il cervello ormai. "Sì, certo. Mi dica" rispondo imponendomi di stare concentrata. Aiuto la signorina Gambino e accompagnandola fino all'ascensore, ne approfitto per andare in bagno. Sarei dovuta andarci prima ma...una mano mi tappa la bocca e delle braccia mi attirano dentro una stanza con forza. Sbatto contro la porta che viene richiusa e finalmente riesco a vedere il pazzo in volto. "Jamal..." "Ti aspettavo" dice lui abbassando la voce. Come faceva a sapere che doveva andare in...giusto, l'ho detto prima. "Che succede?" Chiedo non capendo. "Ho voglia di stare solo con te...torniamo a casa?" Mi propone seriamente. "Ma la riunione con gli azionisti?" "Fanculo la riunione " dice lui accarezzandomi le braccia impazienti. "Alcuni vengono da fuori Italia, se non fuori dall'Europa...non mi sembra il caso di..." "Dopo la riunione?" "Cos'hai in mente?" "Tu ed io a letto a coccolarci un po' e...chissà " mormora lui abbassandosi a baciarmi la mascella e scendere al collo. "Abbiamo l'incontro col terapista "gli ricordo. Lui sospira frustrato e io dico per tirarlo su di morale "Però possiamo pranzare insieme..." "Potremmo pranzare qui e adesso" dice Jamal malizioso mordendomi la guancia. Io mi ammutolisco e nascondo il mio viso fra le mani. Lui ridacchia e dice dandomi tregua "Ho capito , ho capito...ci andrò piano" per poi prendermi le mani e baciarle "È che ho davvero voglia di stare con te" "Stiamo già insieme...siamo persino sposati "gli ricordo facendolo ridere. "Hai voglia di ridere?" Sento il cellulare squillare e leggo il nome del signor Lavieri. "Ci stanno cercando" dico alzando il cellulare per mostrargli il nome. "Lavieri, che rompi coglioni" borbotta Jamal. "Facciamo in fretta e andiamo a pranzare" propongo. "Che barba" si lamenta lui mentre io gli schiocco un bacio sulle labbra e lo trascino fuori. Lui si fa trascinare sorridendomi molesto e io scuotendo la testa divertita, lo porto fino all'ascensore. Per fortuna non siamo soli e Jamal non ha modo di attirarmi all'angolo. Scendiamo ed entrando nella sala riunione, come previsto, troviamo tutti gli azionisti già dentro. Jamal dà il benvenuto a tutti e va a sedersi a capotavola. Mi siedo alla sua destra e quando sto per prendere il blocknotes, Jamal afferra le gambe della mia sedia e la trascina al suo fianco. Rimango paralizzata e con lo sguardo fino sul tavolo, mentre Efrem prende la parola. Che imbarazzo. "Che succede?"sussurra lui al mio orecchio. "Stai attento" lo riprendo scostandomi da lui. Jamal posa la mano sulla mia schiena e inizia ad accarezzarla, sorprendentemente mi rilassa. La riunione va avanti più di quanto mi aspettassi, passano due ore e siamo ancora alla metà...ci sono ancora gli azionisti connessi via skype che devono prendere la parola. "Facciamo una pausa" interviene Jamal mentre nascondo uno sbadiglio sotto la mano. "Ottima idea, ci ritroviamo qui tra 15 minuti, che ne dici?"chiede Efrem. "Quindici minuti possono andare?"mi chiede Jamal facendomi spalancare gli occhi. Perchè lo sta chiedendo a me. "Ehm...sì, certo" dico annuendo immediatamente. "E quindici minuti siano" comunica agli altri che si alzano e vanno subito fuori. Rimaniamo solo noi due dentro la stanza e lui mi attira sulle sue ginocchia. "Perchè mi hai chiesto se andassero bene 15 minuti prima?"chiedo sistemandomi meglio sulle sue ginocchia. "Ho notato che ti stavi stancando" "Da cosa l'hai notato? Dagli sbadigli o dai miei occhi che stavano per chiudersi?"chiedo ridendo. "Ecco perchè volevo rinviare la riunione...ero certo che sarebbe andata per le lunghe" "A saperlo lo avrei impedito io stessa" mormoro facendo un altro sbadiglio. Lui ride e accarezzandomi i capelli, si allunga a darmi un bacio sulla tempia. "Hai fame?" "Un po', ma posso aspettare..." "Non credo di riuscire ad arrivarci piccola" dice lui dispiaciuto. "A pranzo?" Lui annuisce e dice "Vai tu, tanto qua mancano gli azionisti connessi e i loro interventi saranno salvati" "Ma no...posso resistere" "Altre due ore?"chiede lui mentre io spalanco gli occhi e ci ripenso seriamente. "Tranquilla, puoi andare" mi ribadisce Jamal. "Come fai a starci dietro?"chiedo appoggiando la testa sulla sua spalla. "Sono abituato, le conference call vanno avanti per 7 ore" "Cazzo" "Già..." mormora lui ridacchiando mentre mi accarezza le braccia e la schiena. Sento il cellulare squillare e prendendolo trovo una chiamata da parte di Dolores. "Pronto?"rispondo subito. Jamal continua a stuzzicarmi durante la chiamata finchè riattacco e spiego. "Il gatto di Dolores ha fatto a botte con un altro gatto ed è tornato a casa sanguinante, lo stanno portando dal veterinario. Mi ha chiesto se può portarci Bella a lavoro" "E che hai detto?" "Sì, non avevo altra scelta. Non mi sembra il caso di disturbare Lena e le ragazze" "Stanno arrivando?" Annuisco. "Che facciamo?" "Me ne prendo cura io" "Puoi andare a casa con lei" mi propone Jamal. "Ma no, tranquillo. Posso farcela, poi ho del lavoro da finire" "Potrei sospendere la riunione e..." "No no, finisci oggi. Non mi voglio subire altre ore di riunione" dico ridendo. Lui mi pizzica la guancia mentre decidiamo di scendere e andare all'ingresso per aspettare l'arrivo di Dolores e Bella. Non ci mettono troppo e in dieci minuti, riusciamo a recuperare Bella dal suv. "Come sta?"chiedo riferendomi al gatto e prendendo in braccio Bella che si guarda attorno perplessa. "No se..." mormora lei triste. "Vedrai che andrà tutto bene" la rassicura Jamal. Lei ci chiede mille volte scusa per il disturbo che ci sta arrecando e parte via per raggiungere il veterinario. "Ciao amore mio" mormoro baciandola sul viso. "Ehi...come sta la mia vita?"chiede Jamal prendendole le manine. Saliamo sopra per prendere l'ascensore e la presenza di Bella attira l'attenzione di tutti. "Ma che ci fa questa bambola?"chiede Efrem quando ci vede arrivare. "Dolores è andata portare dal veterinario il gatto che si è fatto male" spiega Jamal mentre Efrem prende in braccio Bella che se lo sbaciucchia tutto. "Ehi, ma così divento geloso" la provoca Jamal mettendo il broncio. Gli azionisti pure s'inteneriscono alla vista di Bella e mentre la coccolano fuori dalla sala riunione, ricevo una chiamata da parte di...Flora? "Pronto Swarna, posso parlarti?" chiede Flora appena rispondo. "Io...certo, ma stai piangendo?" "Ho bisogno di parlarti urgentemente" "Certo, dove sei?" "Sono al centro" "Mi sai dire l'indirizzo della Cta?" "San lorenzo, poco più avanti della Maddalena" "Ho capito, arrivo" dico riattaccando. "Jamal" lo chiamo avvicinandomi a lui. "Hai modo di tenere Bella?" "Cosa?"chiede Jamal corrugando la fronte. "Devo andare in un posto urgentemente...non dovrei metterci troppo" "Io...non lo so, penso che...ecco, sia un po' strano" "Non c'è problema, tu vai tranquilla" invece mi rassicura Efrem. "Sicuro?" "E' tranquilla, la possiamo gestire per un po' " "Grande, tornerò al più presto" dico dando un bacio in fronte a Bella e scappando via. "Piccola" mi chiama Jamal. Mi giro e lui mi guarda severo. "Perchè a lei sì e a me no?"chiede serio. Sbuffo e correndo a dargli un bacio sulla guancia, scappo via. Scendo all'ingresso e chiamando un taxi, per fortuna arriva presto. "San Lorenzo" gli dico sistemando la borsa sulle ginocchia. "E' questa la cta di San Lorenzo?"chiedo indicando un cancello marrone. "Sì signora" mi risponde il tassista. "Perfetto, mi lasci qui" mormoro allungandogli la carta una banconota da 50. Scendo ed entrando nella Cta, vado alla ricerca della portineria. Eccola. "Salve, cercavo la dottoressa Vignoli" chiedo alla ragazza. "Flora Vignoli, sì. Un attimo che l'avviso" dice la ragazza alla reception prendendo il cordless. Aspetto che chiami, finchè riattacca e dice "In fondo a destra c'è l'ascensore, l'ufficio della signora Vignoli è al terzo piano" "Grazie mille" mormoro andando spedita per il corridoio. E' grande questo posto... Prendo l'ascensore e cliccando per il terzo piano, mi sistemo i capelli allo specchio. E' da stamattina che corro di qua e di là. Le porte dell'ascensore si riaprono e uscendo, vado alla ricerca dell'ufficio di Flora. Leggo le targhette fuori dai vari uffici, finchè incontro un uomo sulla cinquantina che mi chiede se ho bisogno di qualcosa. "Sì, cercavo la signorina Vignoli " "Eccomi" sento dire alla mia sinistra. "Ciao Swarna, grazie di essere venuta" mi accoglie dandomi un abbraccio. "Tuto bene?"chiedo un po' preoccupata. Sembra che sia rimasta sveglia tutta la notte. "Vieni, parliamo un po' "dice portandomi nel suo ufficio. Noto sulla targhetta della porta "Flora Vignoli Temiz" "Khalil voleva che inserissi anche il suo cognome, ho già chiesto di toglierlo dalla porta" mi legge nel pensiero Flora facendomi accomodare. "Scusami il disordine" si scusa lei levando la sua borsa dalla scrivania. "Cosa ti posso offrire? Un caffè, un tè?"chiede cordiale. "No, grazie. Sto a posto così" dico scuotendo la testa e sedendomi sulla poltroncina. Flora si guarda attorno e andando a chiudere la porta a chiave, si siede vicino a me. "Scusami del disturbo...ma avevo bisogno di chiederti delle cose" "Sì, certo. Chiedimi quello che vuoi" mormoro disponibile a rispondere a ogni suo quesito. "Tu conoscevi Khalil già ai tempo in cui lavoravi nell'organizzazione, vero?" "Io...ehm, sì...era un pezzo importante dell'organizzazione" "Quanto importante?" "Il braccio destro di Achraaf" "Achraaf? Sapevo di Ahmed" "Erano tre i sceicchi...Oomar, Achraaf e Ahmed. Lui è sempre stato leale ad Achraaf, dopo la sua morte ha solo finto di sostenere Ahmed, in realtà voleva solo spodestarlo" "E questo Achraaf com'è morto?" chiede lei mordicchiandosi un unghio. "Si è suicidato perchè Omar è morto, erano molto legati, anche più che con Ahmed" "E Omar com'è morto?" "Benedetta gli ha sparato" "Benedetta di Bilel?"chiede Flora spalancando gli occhi. Io annuisco con la testa. "Cazzo...e sai qualcosa su questi figli di Ahmed? Khalil mi aveva detto che volevano salire al comando dell'organizzazione" "Non so bene di loro, non sono cresciuti col padre...sono stati dei imaam che li ha cresciuti e di conseguenza indottrinati" "Hai ancora qualche contatto con quelli dell'organizzazione?" "Assolutamente no, mi ucciderebbero se sapessero che sono qui" "Chi?" "Chi è fedele ad Ahmed...sono la sorella di chi ha ucciso l'ultimo sceicco" "Hai avuto modo di parlare con Khalil quando eri in servizio lì?" "Mai, Non si è mai avvinato alle cucine. Stava ai piani alti e..." "E..?"chiede lei incitandomi. "E passava le ore nelle prigionie a torturare i traditori, era famoso per essere un uomo dal sangue freddo e senza cuore" Flora sospira e prendendomi le mani dice "So che è difficile da crederlo ma...Khalil ha avuto tantissime mancanze del suo passato, si è ritrovato solo senza nessuno che si prendesse cura di lui fin da piccolo, sarà stato questo maledetto Achraaf ad indottrinarlo, ma Khalil non è come viene dipinto...lui un cuore ce l'ha e solo che...nessuno se n'è mai preso cura" "Io...non so cosa pensare di lui, so solo che ha ammazzato tantissime persone" "Non sto giustificando le sue azioni deprevoli, assolutamente...non mi permetterei mai. Sto solo dicendo che è stato portato a fare quello che ha fatto, non perchè non abbia un cuore, infatti..." Si gratta la testa e continua a dire "Ho paura che Khalil possa nuovamente farsi indottrinare e non tornare più da me...lui mi ha promesso che non avrebbe più fatto del male ma..." "Vuoi cercarlo?" "Sì, per favore aiutami a trovarlo" "Sei sicura che sia la scelta giusta da fare? Sei stata tu a volere che lui se ne andasse, ti ricordi?" "Sì, ma...mi sta uccidendo questa lontananza da lui. Non vivo più...sai cosa mi è successo, non o più retto nulla..." mormora in lacrime posando le mani sulla sua pancia. Sospiro e asciugandole le lacrime, le prendo le mani e mormoro "So che è stata dura perdere il vostro bambino..." "Ma è davvero questo che vuoi? Dopo tutto quello che ti ha fatto?" "Io...io...non lo so" crolla in un pianto disperato Flora posando la fronte sulla mia spalla. "Non credi che sia il caso di...aspettare qualche giorno prima di prendere una decisione così importante?" "Ci penso da giorni..." "Vuoi davvero cercarlo?" Lei alza lo sguardo a me e annuisce con ancora le lacrime che scorrono. Deglutisco e annuendo con la testa dico "Allora ti aiuterò a cercarlo" "Davvero?"chiede lei sorpresa dalla mia risposta. "Lo troveremo" dico abbracciandola mentre lei continua a piangere e mi ringrazia a singhiozzi. JAMAL'S POV: "Scusatemi il ritardo!" esclama Swarna entrando dentro lo studio del terapista Yoo. Dolores è riuscita a metà giornata a liberarsi e riprendendosi Bella, mi ha permesso di concludere quella maledetta riunione e venire qui per la nostra seduta. Swarna non mi ha ancora detto dov'è stata tutto questo tempo, ma rivederla, me lo fa rizzare di scatto. "Tutto bene?" chiede dando la mano al terapista. "Bene, tu?" "Benissimo " dice lei sedendosi accanto a me. Poso subito la mano sul suo ginocchio e lo stringo. "Dove sei stata?" chiedo al suo orecchio. "Storia lunga, poi ti spiego tesoro" dice lei. Dovrei arrabbiarmi, ma come faccio quando mi chiama tesoro? Ho fatto preparare una cenetta a lume di candele in una camera d'hotel a 5 stelle. Sarebbe bello concludere la serata a letto. Mi accorgo che non mi basta più desiderarla solo nei sogni. "Com'è andato il vostro weekend?" "Bene" dice Swarna "E' stato bellissimo" dico io sopra di lei. La guardo e chiedo "Bene? "Sì, perchè?" "Solo bene? Abbiamo..." Swarna mi tappa subito la bocca e facendo un sorriso tirato al terapista dice "Ci siamo rilassati con nostra figlia in montagna" "Ottimo, avete avuto modo di scaricare le tensioni vedo" "Sì, abbiamo parlato e...diciamo che ci stiamo riprovando, no tesoro?" Mi mordo il labbro, quanto mi eccita quando mi chiama così? "Giustissimo" dico accarezzandole una guancia. "Quindi possiamo dire che abbiamo fatto degli enormi passi in avanti?" "Sì, dall'ultima volta sicuramente" intervengo io sorridendo a Swarna. Quanto è bella sotto questa luce soffusa? Non riesco a staccarle gli occhi di dosso. Trascorriamo l'ora dedicata alla seduta a parlare di Bella e di come possa influenzare il nostro rapporto sulla sua visione della vita, a fine seduta dico chiaramente al terapista che è già passata un'ora e noi abbiamo degli impegni..piccanti. Ometto l'ultima parola o rischiavo di ricevere un ceffone da Swarna. "Sei stato scortese" mi becca lei entrando in macchina. "Dici? Era passata l'ora" borbotto mettendo in moto e mettendo la retro. "Sì, la prossima volta aspetta che finisce di esporre il concetto" "Ai suoi ordini signora Sabil" dico uscendo dal parcheggio. Lei ridacchia e chiedo "Come mai questa fretta di uscire?" "Vedrai..."dico lanciandole un'occhiata maliziosa. Swarna corruga la fronte e continua a chiedermi informazioni sul posto dove la sto portando, finchè parcheggiamo davanti all'hotel e lei inizia a capire. "Perchè siamo qui?" chiede innocente in ascensore. Ho ritirato la chiave della nostra stanza e adesso non vedo l'ora di buttarmi con lei nell'idromassaggio che ha a disposizione la camera. "Davvero non hai intuito nulla?"chiedo inchiodandola all'angolo. Siamo solo noi due nell'ascensore. "Io...non saprei, forse hai un incontro di lavoro?" chiede lei sorridendo. Che peste. "Un incontro di lavoro molto serio con la mia segreteria" mormoro scostandole i capelli dalla spalla e baciandola dietro l'orecchio. Lei geme mordendosi il labbro e risalendo con le mani fino al suo seno sussurro "Dio...è da tutto il giorno che aspetto questo momento" Swarna sospira e inclinando il viso, va incontro alle mie labbra. Approfitto delle labbra schiuse per infilarci la lingua e la alzo in aria facendole allacciare le gambe attorno ai miei fianchi. Limoniamo e ci palpeggiamo ovunque come dei ragazzini, finchè lei ridacchia e dice "Siamo arrivati..." Sbuffo e riprendendo a baciarla, la porto fuori dall'ascensore per poi sbatterla contro il muro del corridoio. Sentiamo dietro di noi un carello e dei passi e Swarna ridendo ancora mormora "Smettila, stiamo dando spettacolo..." Si nasconde sul mio collo quando il facchino ci passa dietro con un carrello. La riposo per terra e allacciandole la braccia attorno alle spalle, la riempio di baci. "Qual è la stanza?"chiede lei mentre io mi guardo attorno e indico in fondo. Arriviamo e mentre inserisco la carta, lei mi prende il viso e comincia a baciarmi voracemente. Infila la lingua e geme, facendomi capire che vuole di più. Apro la porta con gli occhi chiusi e rialzandola per aria, faccio per buttarla sul letto, quando noto dei mobili per terra. Anche Swarna si gira perplessa e rimane a bocca spalancata. La camera è completamente in soqquadro con le finestre spalancate. "Chi cazzo è stato?"chiedo posandola per terra. Swarna si piega sul letto e prendendo un bigliettino, si porta la mano sulla bocca incredula. Mi affaccio su di lei e leggo "Non cercatemi." "Sai chi è stato?"chiedo corrugando la fronte. Lei si gira verso di me e mormora "Dobbiamo andare da Flora" "Perchè? Che succede?" "Khalil" dice semplicemente lei correndo fuori dalla stanza.

Ritorna all'indice


Capitolo 74
*** Capitolo 74 ***


La vendetta è un atto di passione; il castigo un atto di giustizia. Le offese vengono vendicate, i crimini vengono castigati. -Joseph Joubert SAMIR'S POV: "Fallo stare zitto!" ordino entrando nelle prigionie della base a Baghdad. Ci sono rimaste poche basi in Iraq, quel cazzone di Cortada ha prosciugato i finanziamenti destinati alle base e agli attentati. Non colpiamo da più di un anno e andiamo avanti con pochi spiccioli che mio padre, il grandissimo maestro Ahmed, ha raccolto per l'organizzazione con rapine e riciclaggio di denaro. Bilel Cortada ormai è fuori dal circolo da un po' di anni, eppure la sua sola presenza ci sta distruggendo, ha rovinato la vita a mio padre, sta portando l'organizzazione alla sua fine e quell'altro coglione di Khalil non muove un dito. L'ho fatto seguire, so tutto di quella troia, della sua dipendenza da lei...ho più volte cercato di fargli capire che se uniamo i suoi soldi e i nostri uomini potremo dichiarare guerra a Cortada, ma lui si ostina a non voler intervenire. Quando vorrebbe intervenire? Quando anche le ultime basi della nostra organizzazione andranno a puttane e non ci rimarrà nessun uomo? Mi mordo il pugno...non posso neanche attaccare direttamente Cortada, sarebbe la mia fine e quella di mio fratello, ha troppi uomini e troppo potere per potergli andare contro. Dopo la morte di mio padre, l'ultimo sceicco in vita oltre Cortada, ha rivendicato ogni proprietà regolarizzando i nostri uomini e offrendo loro un lavoro onesto fuori di quì...anche solo provandoci personalmente, non potrei reclutare uomini. Sanno tutti di Cortada e a loro frega solo dei soldi, sono solo delle puttane che vanno al miglior offerente, in questo caso Bilel. Uno dei miei uomini dà una frustata a Khalil che è legato in aria, mentre io sento il cellulare squillare. Sbuffo e rispondo..."Ibrahim?" "Fratello...ho fatto quanto mi hai chiesto" Sorrido "Sei abbastanza sveglio per avere solo 10 anni" "Gli infedeli hanno un strano rapporto di affetto con i bambini, mi è bastato dire che dovevo raggiungere i miei genitori" "Ho capito...ottimo lavoro, sei con Mustafa?" "Sì, te lo passo?" "Sì" "Pronto Samir?" "Mustafa, cugino mio" Oltre a mio fratello, l'unica persona di cui possa fidarmi. Sono ormai tutti sottomessi a Bilel Cortada, fingono di non aver mai impugnato un fucile in vita loro, fingono di non essersi mai macchiati di sangue...fanno le buone persone adesso, Allah l'altissimo li castigherà col fuoco per non aver partecipato alla jihad. "Come procede lì?"chiede Mustafa. Siamo cresciuti insieme e abbiamo condiviso tutto, il nostro obiettivo è quello di riprendere da dove i nostri genitori hanno lasciato...riprenderci l'organizzazione, fare attentati, punire gli infedeli, fare piazza pulita e pulirci il culo con i contanti che ricaveremo. Abbiamo sogni ambiziosi, riusciremo a farcela insieme. "Continua a blaterare il suo nome. Hanno già letto il bigliettino che Ibra ha lasciato in stanza?" "Penso di sì, li ho visti sfrecciare via con l'auto di Jamal" "Dove sono diretti?" Sento Mustafa cliccare dei tasti e dire "Non a casa loro, sono dall'altra parte della città" "Quindi adesso la bambina è sola con la governante" "Che vuoi fare?" "Solo dare un avvertimento, non mi piace quando mettono il naso in affari che non li riguarda" "Spaventiamo la governante?" propone Mustafa. "No no...meglio. Rapite la bambina e la vecchia per una notte, domattina poi la riportate a casa" "Sei proprio un brutto figlio di puttana per avere solo 15 anni" si complimenta con me Mustafa. "Pensa che coglione sei tu che nei hai 20 e vai a presso a noi" "Riattacco" "Prenditi cura di Ibra" "Come sempre. Hai dato da mangiare a Khalil?" "Non ancora...ci voglio giocare ancora un po' " mormoro osservandolo che delira il nome di Flora in fin di vita. "Tienimi aggiornato" dico riattaccando. Raggiungo Khalil e tirandogli i capelli per alzargli il viso ringhio "Hai finito di fare il cazzone e iniziamo a parlare di cose serie?" "Flora..." geme lui tossendo. Faccio una smorfia e gli do uno schiaffo forte. "Infedele del cazzo" sputo allontanandomi. "Non gli dare nè cibo nè acqua...lascialo marcire così fino al mio ritorno" "Sarà fatto signore" Lancio un'altra occhiata di odio a Khalil e sbuffando esco fuori. JAMALS' POV: "Non ho capito bene...Khalil è a Palermo?" chiedo non capendo. "Sì!" esclama Swarna facendo su e giù nel salotto di Flora. Lei continua a fissare il bigliettino e mormora frustrata "Non riesco neanche a capire se sia la sua scrittura" "Deve essere Khalil per forza, stavamo parlando di lui questo pomeriggio! Come diavolo ha fatto a sentirci?" Flora beve un sorso di caffè e mormora leccandosi le labbra "Khalil mi ha giurato di non aver installato nessun microfono o nessuna videocamera prima di partire...me lo aveva giurato" "Dobbiamo far controllare il tuo studio" borbotta Swarna guardandosi attorno "Forse li ha installati anche qui" "No, impossibile" nega sicura Flora. "Ti fidi troppo di quel uomo" la rimprovera Swarna. "Dovremmo dirlo a Bilel" propongo. "Giusto...Bilel sarà in grado di aiutarci con i suoi mezzi" "No no" scuote subito la testa Flora. "Che succede?"chiede Swarna perplessa. "Odiano Khalil...Kemal potrebbe ucciderlo, avrebbe anche ragione a farlo dopo tutto quello che Khalil gli ha fatto passare" borbotta Flora mangiucchiandosi l'unghia. "Cosa proponi di fare quindi?" "Io...non capisco perchè non voglia essere cercato" mormora Flora sospirando pensierosa. "Sapeva del bambino, no?" "Non sa che l'ho perso" Faccio una smorfia... "Dobbiamo trovarlo e dirglielo" dice decisa Swarna. "Ragazze...vorrei farvi notare che sul bigliettino c'è scritto di non cercarlo...perchè insistete?" Chiedo grattandomi la testa. Sembra tutti così chiaro...non gli è mai importato veramente di Flora. "C'è qualcosa che non mi convince...Khalil non scriverebbe mai una cosa del genere" "Non lo conosci abbastanza a quanto pare..." azzardo a dire. "Jamal...potresti aspettarci fuori?" chiede bruscamente Swarna. Sbuffo "Ok, ho capito" Esco fuori e chiudendo a porta, prendo una sigaretta...ne fumo sempre qualcuna quando Swarna non c'è...so che le dà fastidio l'odore. Mi appoggio alla balaustra del balconcino e osservo la strada...aspiro il fumo e rilasciando, butto un lungo respiro. Non pensavo di finire in questa maniera la serata, dannazione. Butto la cenere mentre osservo sotto di me un suv accostato...l'ho già visto da qualche parte quel suv. Corrugo la fronte osservando una mano con un sigaro tra le dita...non vedo altro. Forse mi sto solo facendo mille paranoie inutili...mi giro dando le spalle al suv e continuo a fumarmi la sigaretta. "Il numero dal lei chiamato non è al momento disponibile, la preghiamo di riprovare più tardi." . Che strano...Dolores risponde sempre al cellulare. Provo a chiamare a casa...niente, non prende nessuno. Magari si è addormentata con Bella. Swarna esce fuori seguita da Flora e io butto la cicca. "Ci vediamo domattina" si salutano abbracciandosi. Faccio un cenno a Flora e seguo Swarna per le scale. "Allora?" chiedo. "Flora confronterà la calligrafia del bigliettino con delle relazioni scritte da Khalil, sostiene che non sia stato lui a scrivere il bigliettino" "Che stupidaggine....l'hanno capito tutti che è solo un coglione" "Sì, ma evita di dirglielo in faccia...è l'uomo che ama d'altronde" mi rimprovera Swarna salendo in macchina. Sbuffo...che c'entro io adesso? Ho solo detto la verità. "Dolores ti ha chiamata?"chiedo entrando anch'io in macchina e mettendomi la cintura. Il Suv di prima non c'è più. "Dolores, no...perchè?" "Non mi risponde" "Starà cucinando" "Sarà...andiamo da qualche parte prima di tornare a casa?"propongo. Lei scuote la testa e dice "Se non ti dispiace, andiamo a casa. Sono un po' stanca" Maledetto Khalil. "Certo, andiamo" M'immetto in strada mentre Swarna guarda fuori dal finestrino pensierosa, le accarezzo il ginocchio e lei mi sorride. Starà pensando a Bekka...quando è triste, sono certo che stia pensando a lei. Arriviamo a casa e prendendola per mano, entriamo in ascensore. "Adesso ti preparo un bel bagno caldo" mormoro abbracciandola. Lei si stringe a me e sfregando la guancia sul mio petto sussurra "Sarebbe fantastico" "Poi magari ti raggiungo con dello champagne e della frutta" Swarna scoppia a ridere e chiede "Non sarà un pretesto per vedermi nuda?" "Forse" ammetto. Lei ride ancora e io la bacio "Amo vederti ridere" le sussurro sulle labbra. Swarna si allunga per darmi un altro bacio e mi sorride. Le porte dell'ascensore si aprono ed usciamo. Metto la mia impronta e aprendo la porta di casa, faccio passare prima lei. Ci leviamo le giacche all'ingresso e Swarna grida "Dolores, siamo a casa!" La seguo fino in cucina e subito corrughiamo la fronte...non c'è nessuno. "Io di sotto, tu di sopra" dico correndo fuori dalla cucina. Swarna corre a verificare le stanze di sopra mentre io corro in lavanderia. Merda...merda, non c'è. Chiamo immediatamente Dolores mentre continuo a cercare nelle nostre stanze. "Cazzo!" esclamo quando mi dà la segreteria. Apro la stanza di Bella e non la trovo...rischio di prendermi un colpo al cuore quando mi avvicino alla culla e vedo solo un bigliettino. "Non ci sono di sopra e lei non risponde!" esclama Swarna col fiatone entrando nella stanza della bimba. Si avvicina a me e legge ad alta voce il contenuto del bigliettino "VI AVEVO DETTO DI NON CERCARMI." Swarna si porta subito le mani sulla bocca "Le hanno rapite..." Prendo subito il cellulare e accedo alla rubrica. "Che stai facendo?"chiede Swarna tremando. Seleziono il numero e portandomi il cellulare all'orecchio dico "E' arrivato il momento di far intervenire Bilel" "Dobbiamo chiamare la polizia!" esclama invece lei. "Jamal, vecchio mio. Che mi dici?"chiede Bilel rispondendo al terzo squillo. "Bilel...hanno rapito Bella e la mia governante" vado subito al punto. "Cosa? Quando! Chi è stato?" "L'abbiamo scoperto adesso...sospettiamo sia stato Khalil" Abbasso lo sguardo al bigliettino e ringhio "Bilel...voglio la sua testa. Non me ne importa più un cazzo" "Ce l'avrai, ce l'avrai molto presto...mobilito Adil e i miei uomini" "Metto in campo anche i miei, non ci sfuggirà stavolta..." accartoccio il biglietto nel mio pugno e ringhio "Lo voglio morto."

Ritorna all'indice


Capitolo 75
*** Capitolo 75 ***


A volte, lasciar andare le cose è una dimostrazione di forza molto più grande di trattenerle o di aggrapparsi ad esse. SAMIR'S POV: "Questo è il mio numero, in caso volessimo vederci un'altra volta" dice la ragazza con cui ho passato la notte, allungandomi un fazzoletto col suo numero. Mi accendo la sigaretta e facendo un cenno in direzione del materasso dico con la sigaretta tra i denti "Poggia lì" Lei intuisce che non me ne importa niente del suo numero e chiede rivestendosi "Toglimi una curiosità, quanti anni hai? Sei maggiorenne, vero?" "Se non lo fossi, cosa cambierebbe?" "Niente, il danno è già stato fatto" Butto un po' di cenere e dico buttando fuori del fumo "Oggi ne faccio 16" "Cazzo" impreca lei portandosi una mano sui capelli. "Ho scopato con un quindicenne?" "Tecnicamente 16, siamo saliti in hotel dopo alle 4 di notte" "Non sembri affatto minorenne, hai un corpo abbastanza...massiccio. Sei alto, hai un accenno di barba e la voce è molto calda e roca. Ci sai anche fare con le donne, a quanti anni hai perso la verginità?" "Non ricordo" "Non sei di Palermo, vero? Hai un accento strano" cerca ancora d'indagare lei, inizia a darmi fastidio. "Sono qui per lavoro" farfuglio lanciando un'occhiata all'orologio, cazzo sono le 15. "Che lavoro può fare un quindi...sedicenne?" Il cellulare squilla improvvisamente mostrandomi una chiamata da parte di Mustafa. Scendo subito dal letto e prendendo il cellulare, esco nel balcone. "Ho da fare adesso" gracchio prima di uscire. "Ricevuto, vado via" dice la ragazza capendo al volo. Chiudo la portafinestra e guardandomi attorno chiedo "Pronto?" "E' con te?" Sospiro "Sì, il viaggio è stato tranquillo" "Bene, qua siamo nei casini. Abbiamo fatto male a stuzzicare il can che dorme" "Cazzate, questo è solo l'inizio. Adesso vi raggiungo con Khalil" "La senti? La mocciosa non ha smesso di piangere un secondo e la vecchia continua a brontolare, giuro che le ammazzo adesso" si lamenta Mustafa. "Sto arrivando, Ibra è con te?" chiedo ignorandolo. "Sì, te lo passo" Sento dei rumori strani e poi Ibra che mormora "Fratellone" Mi si riempie il cuore. Per questa faccenda di Khalil siamo stati distanti per mesi, gli ho promesso che avremmo recuperato tutto il tempo perso. "Ibra, piccolo mio...come stai?" "Mi annoio, hai un lavoretto per me?" Sorrido scuotendo la testa "No, adesso ci penso io. Sono atterrato a Palermo, tra un'oretta dovrei raggiungervi" "Davvero?!" "Davvero." dico annuendo con la testa felice. "Samir è qui!" grida Ibra a Mustafa felice. "Shh, fa piano!" lo rimprovera nostro cugino. "Dai riattacca così mi preparo, ci vediamo più tardi" "Ciao fratellone, a presto" "Ciao piccolo" mormoro aspettando che riattacchi, cosa che fa dopo pochi secondi. Rientro nella stanza e non trovo più la ragazza, ottimo. Apro la porta del bagno e raggiungo Khalil sulla vasca legato e drogato. Mi lavo la faccia e cambiandomi i vestiti, mi carico Khalil sulla spalla. Aggancio la pistola sui pantaloni e prendo il cellulare, sono pronto per il colpaccio. Fingeremo che sia stato Khalil a rapire la figlia di quel bastardo e anche Flora lo rinnegherà...Khalil si renderà conto di avere tutti contro e finalmente si deciderà a mettere i suoi uomini e miei insieme e combattere quel cane di Bilel Cortada. Ci riprenderemo l'organizzazione e la jihad avrà più persone per combattere contro gli infedeli nel nome dell'Altissimo e Onnipotente Allah. Prendo le scale antincendio e scendendo in cucina, trovo Tahir che mi aspetta. "Grazie amico, As-Salamu Alaykum" mormoro prendendo le chiavi che mi offre. "Wa-alaykum As Salam" dice Tahir aprendomi la porta sul retro. Rintraccio la macchina e buttando Khalil nel bagagliaio, salgo davanti. "La sai guidare?"chiede Tahir dal finestrino. "Certo, grazie dell'aiuto. Te la riporto appena ho finito" Tahir annuisce con la testa e si allontana dalla macchina per farmi passare. Oltrepasso il cancello e svoltando a destra, metto il navigatore per raggiungere la vecchia fabbrica dove sono nascosti Mustafa e Ibra. Butto un'occhiata dietro per controllare Khalil e continuo a guidare indisturbato, il posto è a un'ora da Palermo, spero di non beccare traffico. Come non detto, vengo bloccato dal traffico per ore e il cellulare non prende, che cazzo. Il pensiero va ad Ibra che starà ghiacciando in quella fabbrica abbandonata in collina. Sono stato troppo stupido, non avrei dovuto mandarlo con Mustafa. Accanto alla macchina sfrecciano altre 3 auto velocissime che mi superano e mi fanno imprecare. Sono sbucate dal nulla, fanculo. Faccio attenzione sulle curve e parcheggiando poco più distante dalla fabbrica, scendo dalla macchina e apro il portabagagli. Khalil dorme ancora come un ghiro. Me lo carico sulle spalle e sospirando, m'incammino verso la fabbrica. La strada in salita è troppo ripida per continuarla in macchina, almeno per me...devo proseguire per forza a piedi. Mi guardo attorno, ma non riesco a vedere nulla...saranno le 19 e fuori è buio fitto, fa anche un po' freddo qui sopra. Lancio un'occhiata al cellulare che continua a non prendere e sbuffo, non ho notizie dei ragazzi dall'ultima volta che li ho sentiti. Respiro affannosamente quando raggiungo la collina e corrugo la fronte nel vedere le porte della fabbrica spalancate e alcune macchine parcheggiate di lato a caso. Il cuore inizia a battere forte realizzando che erano le stesse macchine che mi hanno sorpassato prima. Intravedo delle persone davanti le macchine e spalanco gli occhi...ci hanno scoperti. Getto Khalil fra gli alberi e corro dal lato opposto della fabbrica, è buio per fortuna e nessuno si accorge di me. Sento il cuore schizzare fuori dalla cassa toracica quando entro dal retro e vedo in lontananza dei corpi per terra. Mi guardo attorno sperando di beccare Mustafa e Ibra nascosti, ma non vedo nessuno... Mi avvicino furtivo all'entrata della fabbrica e nascondendomi dietro a delle casse vuote, osservo una pozza di sangue sotto un corpo. No, no,no, Signore non mi fare questo...mi ripeto in testa. "Prendi me, non lui. Ti prego, ti prego signore. Ti prego Signore" sussurro mentre mi sposto da una cassa all'altra finchè raggiungo i corpi e avvicinandomi sempre di più realizzo che il mio incubo più grande si è appena avverato. "Ibra, piccolo no...no" sussurro tremando prendendo Ibra tra le braccia. Mi raggelo sentendo il corpo senza vita di Ibra e la sua testa che penzola in basso. "No no no...Ibra, no. Torna da me, torna da me..." "Samir..."sento dire alle mie spalle. Mi giro di scatto e trovo Mustafa con gli aperti ma un lago di sangue sotto il braccio e il fianco. "Ibra è..." farfuglio con le lacrime agli occhi. "Gli hanno sparato...non ho potuto fare nulla" dice in un filo di voce. Abbasso lo sguardo a Ibra e lasciandogli un bacio sulla fronte, lo cullo fra le mie braccia. Non riesco ancora a crederci, era troppo piccolo per morire, aveva ancora tutta la vita davanti a sè...non si meritava di morire così, me lo meritavo io. "Samir" mi richiama Mustafa. Stringo tra le mie braccia Ibra e singhiozzo cullandolo, non vedeva l'ora di vedermi. "Samir, vattene. Stanno arrivando" "Non m'importa" "Samir!" "Non m'importa! Che mi ammazzino pure, mi merito di morire!" grido col viso imperniato di lacrime. Stringo Ibra sentendo parte del mio cuore sgretolarsi e bruciare in cenere, quando all'improvviso delle braccia mi staccano da Ibra e mi spingono via. "Vattene, ho detto!" mi rimprovera Mustafa ricadendo a terra, a fianco di Ibra. Scuoto la testa e faccio per ritornare da loro, ma degli agenti di polizia alzano Mustafa e altri prendono in braccio Ibra portandolo via sotto i miei occhi. Guardo la scena inerme dietro una cassa e mi porto una mano sul petto dolorante... "Gli agenti hanno trovato Khalil!" grida una voce. Alzo lo sguardo e vedo Bilel Cortada con una pistola in mano, subito serro la mascella e stringo i pugni. Bilel corre via insieme ad altri uomini, mentre io mi rialzo di scatto e uscendo dal retro, marcio verso il posto dove ho lasciato la macchina. Corro fino a non sentire il fiato e aprendo la macchina con mani tremanti, abbasso lo sguardo a queste che sono sporche del sangue di mio fratello. Colpisco il volante più forte che posso e urlo a squarciagola, il dolore è troppo intenso per stare fermo...metto in moto e parto alla svelta. L'immagine di Ibra per terra su una pozza di sangue mi fa raggelare il sangue e metto la quarta sfrecciando in strada. Non m'importa di morire, non m'importa più di nulla...dove di vendicare mio fratello, il mio piccolo Ibra. Era innocente, solo un bambino di 10 anni a cui è stata strappata la vita ingiustamente! "Fanculo!! Porca puttana!" grido colpendo ancora il volante. La macchina mi abbandona quando arrivo a metà strada per la mia meta, sbatto forte la portiera e mando al diavolo anche questa. Proseguo a piedi con rabbia e a passo felpato. "V.E.N.D.E.T.T.A" rimbomba nella mia testa quando osservo in lontananza la villa di Bilel e marcio verso questa. Ucciderò quella puttana della moglie con le mie stesse mani, solo così potrò vendicare Ibra. Alzo la pistola e sparo in testa alle due guardie davanti al cancello, non sento niente...ho solo l'immagine di Ibra morto tra le mie braccia che mi tormenta. Scavalco il cancello e inizio a correre per tutto il giardino...sento improvvisamente dei passi e nascondendomi dietro un albero osservo una bambina di spalle con una camicia da letto che piange osservando un fiore di carta con dei petali strappati. Piange quasi in silenzio, si asciuga le lacrime dagli occhi goffamente e ricomincia a piangere singhiozzando. "Zaira!"sento gridare mentre sia io che la bambina volgiamo lo sguardo alla villa. Benedetta. La bambina riprende il fiore e ciò che rimane con cura e corre dentro la casa lasciando la portafinestra aperta. Spalanco gli occhi, che opportunità d'oro. Esco dal mio nascondiglio e faccio per correre verso la porta quando all'improvviso sento degli spari e un proiettile colpirmi la schiena. Ricado per terra senza respiro e chiudo gli occhi per il dolore fisico, cazzo fa un male cane. Striscio per terra raggiungendo l'ultimo tratto di strada quando delle guardie spalancano il cancello e corrono in giardino. Saranno almeno venti con i loro cani a presso, merda. Entro dalla portafinestra e richiudendola immediatamente ricado per terra sfinito. Il fresco del marmo per terra mi fa sospirare di sollievo e rialzandomi di poco appoggio la schiena al frigo, solo adesso realizzo di aver perso la pistola. Mi guardo attorno dolorante e trovo dei coltelli sull'isola della cucina, mi alzo di poco per afferrarne uno e ricado. Respiro affannosamente e alzo lo sguardo al soffitto, sono nella merda. Sento un sussulto e girando la testa trovo la bambina di prima che mi guarda spalancando gli occhi. Il fiore che aveva prima in mano, le cade per terra e inizia a indietreggiare. "Perquisite la casa! Signora Cortada c'è un intruso in casa, fuori!" sento gridare da una voce autoritaria. La bambina fa per aprire bocca, ma io abbasso il coltello e sussurro "No! Non voglio farti del male, per favore non gridare" "Ero scesa per un bicchiere di latte" spiega lei come se dovesse giustificarsi. Sorrido per la sua ingenuità, è minuscola. "Quanti anni hai?"chiedo piano cercando di distrarla. "Sei, e tu?" "Ne compio 16 oggi" "Oggi è il 7 luglio" ci ragiona lei. Annuisco con la testa "Tu quando li compi?" "9 giugno. Ci togliamo 10 anni, un mese e due giorni" Alzo un sopracciglio, è normale contare così bene a quest'età? "Zaira! Non trovo Zaira!" grida una voce femminile, la stessa che prima chiamava la bambina. "Devi andartene" dice la bambina zampettando freneticamente e frugando nelle tasche di una giacca. "Cosa?"chiedo non capendo. "Hai le mani sporche di sangue, mamma può spaventarsi" dice raggiungendomi e posando sul mio palmo delle chiavi. Mi prende la mano e aiutandomi a uscire dal retro dice "Sono le chiavi della macchina di Sebastian" "Sebastian?" "Non c'è tempo!" esclama spingendomi fuori. "Perchè mi stai aiutando?" chiedo non fidandomi. "Hai detto che è il tuo compleanno" dice lei per poi rientrare in cucina e urlare a squarciagola. Spalanco gli occhi pensando che possa essersi fatta male, quando però le guardie irrompono in cucina e la bambina urla piangendo "E' andato di là!" Le guardie escono dalla porta finestra nel lato opposto al mio e solo adesso capisco che la bambina l'ha fatto per farmi uscire indisturbato. Approfitto del momento per raggiungere la macchina sul retro e aprendola, ci salgo dentro gemendo ancora per il dolore. Il cancelletto davanti a me si apre e capsico che la bambina me lo abbia aperto, sospiro sollevato e mettendo in moto esco dalla villa. Accosto poco più distante dal cancello principale e osservo la macchina di Bilel sfrecciare dentro insieme a delle altre dietro. Stringo ancora i pugni infuriato, mentre abbasso lo sguardo a un pezzo di carta che fuoriesce dalla tasca dei miei jeans. Lo esco fuori e realizzo che è il fiore di carta della bambina, me l'avrà regolato per il compleanno? Scuoto la testa mentre sento il dolore alla schiena sempre più lancinante e le guardie entrare e uscire dalla villa. Mi focalizzo su uno di loro e mi chiedo "Perchè sto scappando?" Corrugo la fronte iniziando a mettere in atto un piano per poter entrare indisturbato in quella casa...le guardie sono uomini fedeli dell'esercito di Bilel, lo stesso esercito che prima combatteva per l'organizzazione. L'unico modo di entrare nelle grazie di quello stronzo è far parte del suo esercito...fingersi una vittima e mostrargli fedeltà. E' questo l'unico modo di accedere ai suoi affari, alla sua vita privata, l'unico modo per rivendicare mio fratello, mio padre e l'organizzazione. Colpire dall'interno, esattamente come ha fatto lui con l'organizzazione. Riposo con cura il fiore dentro la tasca e uscendo dalla macchina, corro al cancello "Sono stato io a sparare!" "Sono stato io!" grido ancora mentre delle guardie alzando la pistola e m'intimano a calmarmi. Li vedo che comunicano coi cellulari e infatti poco dopo vedo Bilel marciare fuori, mi butto per terra e urlo "Mi hanno sparato!" Bilel corre raggiungendomi e grida ai suoi uomini di non avvicinarsi a me. Mi afferra subito per la giacca e ringhia alla mia faccia "Chi cazzo sei e cosa vuoi da me?" "Non ho un euro, volevo solo qualcosa da mangiare" farfuglio gemendo di dolore. "Chi sei!" grida alterato ancora Bilel. "Tariq, signore. Sono Tariq, non mi uccida per favore...volevo mangiare" "Sei venuto per rubare? Tutto qui?"chiede lui scettico. "Mi hanno sparato signore, la prego...mi aiuti!" "Da dove vieni?" "Io...non..." "Parla!" "I miei genitori sono morti! Non ho nessuno!" "Sei sporco di sangue" "La sua guardia mi ha sparato" gemo ancora di dolore. "Fa vedere" borbotta lui sporgendosi per guardarmi la schiena. "Portatelo alla base e fate venire un medico, tenetemi aggiornato " decreta alla fine rialzandosi. "Signore, le sarò grato a vita" mormoro stringendo i pugni dietro. "Riprenditi e vediamo cosa fare con te" "Grazie signore" sussurro mentre le guardie mi prendono per le braccia e io alzo l'angolo della bocca soddisfatto. Diventerò uno dei suoi uomini più fedeli e colpirò al momento giusto, dove fa più male. FLORA'S POV: "Ehi, tutto bene?" chiede Swarna posandomi una tazza di camomilla fra le mani. Sorrido e sospirando mormoro "Sì, sono solo un po' agitata. Ancora non ci sono notizie?" Swarna scuote la testa e io mi mordicchio il labbro, quando potrò sapere qualcosa? "Spero tanto che Bella e Dolores stiano bene" "Certo che sì, Jamal e gli altri non permetterebbero che qualcuno alzi solo un dito su di loro" "Eppure l'hanno già fatto...io e Jamal volevamo staccare per un po', solo per una notte..." "Ehi...non è colpa tua" cerco di rassicurarla accarezzandole la schiena. "Non lo so...siamo stati sopraffatti dai nostri problemi che non abbiamo prestato attenzione alla cosa per cui stiamo combattendo contro il giudice e le pratiche, se dovesse succedere qualcosa a Bella io..." "Shh no no, non ci pensare. Vedrai che andrà tutto bene, ascoltami" le accarezzo le scale e aggiungo "Jamal arriverà in tempo e prenderà lo stronzo che ci ha causato così tanti problemi. Ne sono più che sicura" Swarna annuisce debolmente e sussurra "Cosa penserebbe di me Bekka in questo momento?" "Penserebbe che sei una madre fantastica per Bella e sarebbe così orgogliosa della famiglia che sei riuscita a creare per la bimba" "Dici?" "Certo che sì! Che domande" Finalmente Swarna mi fa un sorrisino quando all'improvviso sentiamo il cellulare di Swarna squillare. Lei risponde immediatamente e chiede "Jamal?" Tira un sospiro di sollievo e m'informa felice "Le hanno trovate" Torna a parlare al telefono e io sorrido sollevata, sapevo che non sarebbe successo nulla. Mi alzo per riportare in cucina la tazza e quando ritorno trovo Swarna con una smorfia. Corrugo la fronte e chiedo "Che succede? Sono ferite?" "No no, neanche un graffio. Hanno trovato il responsabile e i complici del misfatto" "Davvero? Ma è una grande notizia!" Swarna mi guarda con tristezza e io non capendo chiedo "Non dovresti essere felice?" "Flora...io non so come dirtelo" Inclino il viso e chiedo piano "Cosa? Cosa devi dirmi?" "Il complice ha confessato e ha detto che è stato Khalil a impartire l'ordine di rapire la piccola e Dolores..." Spalanco gli occhi..."Non può essere..." "L'hanno anche trovato" "Chi? Khalil?"chiedo col cuore che inizia a battere all'impazzata. Swarna annuisce piano e mormora "Non è tutto..." "Sta bene?"chiedo intuendo che c'è qualcosa che non va. Lei scuote la testa e aggiunge deglutendo "E' in ospedale per overdose di Morfina, ha tentato il suicidio dopo essere stato scoperto" Mi porto le mani sul petto e scuoto la testa "No no no..." "E' ricoverato al Civico adesso, è molto grave..." "No..."dico in un filo di voce in agonia. "Jamal mi ha detto che rischia di morire per paralisi respiratoria..." cado in ginocchio mentre lei mi stringe tra le sue braccia e sussurra "Mi dispiace così tanto Flora....mi dispiace"

Ritorna all'indice


Capitolo 76
*** Capitolo 76 ***


Mi piace chi ce la mette tutta per non essere ciò che gli è stato fatto. - Shuttle_river FLORA'S POV: Apro la porta esitante e affacciandomi, osservo due uomini posizionati all'estremità della scrivania di Khalil che lo osservano con rispetto e un po' di timore...si, può fare quest'effetto. "Scusatemi...io.." tentenno. "Amore" sospira Khalil...fa un sorriso largo e posso assistere allo spettacolo del suo viso che s'illumina. Cristo, come mi ha chiamata? Quanto è bello stamane? Perchè mi sento di colpo girare la testa? Deglutisco e raddrizzandomi dico "Se disturbo, posso passare più ta..." "Non disturbi mai tu. Scusami, pensavo fosse Malcolm prima" Supera i due orchi giganti e venendomi incontro, mi prende il viso e mi lascia subito un bacio sulle labbra. "Ti credevo ancora a letto..." sussurra su queste sorridendomi come un bambino. Dio mio, che bello. Abbasso lo sguardo imbarazzata e dico schiarendomi la voce "In realtà ho anche nuotato un po' " "Mhm...sei fatta una professionista adesso" mi deride lui dandomi tre baci di seguito. Non riesce a staccarsi dalle mie labbra ed è così felice in volto...ho bisogno di ricordare a me stessa perchè sono ancora qui. Mi stacco di forza da lui e mettendomi al suo fianco chiedo "Cosa stavi facendo?" "Vuoi aiutarmi?"chiede lui prendendomi la mano e trascinandomi alla scrivania. Osservo delle custodie con varie collanine e tutte che luccicano come le stelle...mai visto qualcosa di più splendente. "Devo fare un regalo ad un mia cara amica, mi aiuti a scegliere?" chiede lui indicandomi tutte le collane. "Oh...ehm che gusti ha la tua amica?"chiedo non staccando gli occhi dalle gemme, caspita che splendore. "Sono simili ai tuoi" "Ok...potrei dirti quale preferisco io" mormoro chinandomi su queste meraviglie. "Vai" dice lui mentre io osservo i prezzi e chiedo "21.000€...non sarà troppo?" "Tu non pensare al prezzo, dimmi quale preferisci" Scuoto la testa e ancora incredula dai rezzi esorbitanti, indico una collanina con un ciondolo a forma di fiore. Prendo il fogliettino con la descrizione della collana e leggo "Risplendendo tra le meraviglie della Città Eterna, Fiorever trae ispirazione dal fiore a quattro petali celebrato dai romani come un simbolo di gioia e felicità. Per questa speciale edizione dedicata alle celebrazioni del Capodanno cinese, la collana Fiorever si arricchisce di uno straordinario rubino rosso, simbolo di gioia e fortuna. Collana Fiorever in oro rosa 18 kt con rubino (0,25 ct) e pavé di diamanti (0,12 ct). BVLGARI." "Prendo questa" dice Khalil, mentre uno degli orchi si avvicina e lasciando la custodia della collana in questione, riposano tutto il resto. "Grazie signore" dicono per poi fare un cenno e scappare via. Li guardo perplessa e chiedo ancora stranita "Non paghi?" Lui scoppia a ridere, finchè io sussulto sentendo qualcosa di metallico sul collo. Abbasso lo sguardo e rimango senza parole. Khalil allaccia agilmente la catenina e facendomi girare, posiziona al centro il fiorellino "Perfetta" commenta mordendosi il labbro. "Ma è troppo...costava quasi 50000€" dico ancora incredula...non ho mai portato qualcosa di più costoso sul collo. "Non ti piace più?"chiede lui alzando un sopracciglio. "Cosa? No! E' bellissimo per l'amore del cielo, forse fin troppo bello per stare sul mio collo" dico accarezzando il fiore. "Non dire fesserie. Il tuo collo è adorabile e va ornato solo con perle e gemme preziose" *********************************************** Rigiro tra le dita il ciondolo della collana che mi aveva regalato Khalil, quando ho più bisogno di forza, basta che sfreghi il ciondolo e mi sento di colpo più carica. Continuo a sfregare le dita sul ciondolo, ma il magone che ho nel petto non va via...ho la gola secca, la salivazione a zero e respiro con affanno, voglio solo che quest'incubo finisca al più presto. "Ehi.." mormora Swarna sedendosi al mio fianco con due bicchierini in mano. "Ho portato il caffè" "Grazie..."dico accennandole un sorriso o una specie, sono paralizzata dalla paura che qualcuno esca da quella porta e dice che il mio Khalil non ce l'ha fatta. "Vedrai che andrà tutto bene..." cerca di consolarmi Swarna. Annuisco con la testa, non riesco a parlare, non riesco a fare nulla...ho lo sguardo fisso sulla porta, non riesco a pensare ad altro che non sia lui. "Di qua!" sento gridare Swarna. Mi giro e vedo Melisa che ci raggiunge a corsa. "Ho saputo da Kemal che...." dice con affanno Melisa fermandosi davanti a noi col fiatone. "Cazzo...l'ascensore era rotto e ho dovuto farmela a corsa" mormora ancora lei buttandosi sulla sedia accanto a me. Scuoto la testa un po' divertita e dico "Non c'era bisogno che venissi fino a qui nel cuore della notte" "C'era bisogno eccome...Beni è da Viviana, un ladro si è introdotto a casa loro e stava per fare del male a Zaira" "Cosa? E' successo qualcosa a Zaira?"chiede allarmata Swarna. "No no, niente. Le guardie sono intervenute in tempo per fortuna" "Che sollievo...hanno preso il ladro?" "Sì, si tratta di un ragazzino orfano...è scappato dai servizi sociali, a quanto pare lo maltrattavano" "Mischino, ma non giustifica la sua azione" "No infatti, Bilel l'ha preso sotto la sua ala. Se ne occuperà lui adesso" "Che caro" commento sorseggiando il caffè. "Di sotto ci sono i ragazzi con i complici di...ecco, Khalil" mormora un po' con imbarazzo Melisa. "Hai visto anche Jamal?"chiede Swarna. "Si sì, ho saputo che il bambino è grave. Il ragazzo più adulto che era con lui nella fabbrica invece se l'è cavata, gli hanno dovuto amputare una gamba però" "Vorrei dire che mi dispiace, ma non ci riesco...ho avuto troppa paura per Bella e Dolores" mormora Swarna sospirando. "Come stanno a proposito?" "Stanno bene, sono da Efrem...a proposito, ne approfitto per chiamare un attimo Lena e chiederle se va tutto bene. Ho lasciato Bella da loro che dormiva, ma magari si sarà svegliata" "Certo, vai" dice Melisa mentre la osserviamo uscire dal corridoio e io poso la testa sul muro dietro. Sento la mano di Melisa stringere la mia e fare pressione. Chiudo gli occhi e prendo un bel respiro, la vita di Khalil è appesa a un filo, non riesco a sopportarlo. Ripenso a quei attimi in cui ero fra le sue braccia, sapevo di essere fra le braccia sbagliate eppure...mi sentivo così al sicuro lì dentro. Il suo calore, il suo profumo, la sua barba ispida che sfregava sul contorno del mio viso, non avevo bisogno di nient'altro. Una lacrima scende furtiva sulle mie guance e riaprendo gli occhi, mi mordo il labbro per trattenermi dal crollare e piangere istericamente. Mi porto le mani sul viso e i gomiti sulle ginocchia...fa così male. "Posso farti una domanda?"chiede Melisa posando una mano sul mio ginocchio. Ispiro col naso mentre lei tira fuori un fazzoletto porgendomelo e domanda "Com'è successo?" "Cosa?"chiedo non capendo. "Khalil" Sorrido amaramente asciugandomi il naso "Come mi sono innamorata di lui?" "Vi odiavate, almeno...tu lo odiavi" Appoggio la schiena alla sedia "E non hai torto, l'odiavo...con tutta me stessa, per quello che ha fatto a Kemal, per quello che ha fatto a me, per tutto quanto..." "E poi?" "Poi...poi ho iniziato a conoscerlo semplicemente, mi accorsi di trovarmi bene a parlarci, a scherzarci, a litigarci...incominciai a guardarlo con occhi diversi. Ci provocavamo in continuazione, una volta ho anche cercato di avvelenarlo... "Davvero?" "Sì..." mormoro sorridendo stupidamente "Lui aveva capito già da un pezzo il mio piano eppure mi lasciò fare, mi conosceva come il palmo della sua mano. Prevedeva ogni mia mossa, ancora prima che ci pensassi io" "Aveva un'ossessione per te" "Lo so...è stato proprio questo il motivo della nostra rottura" "Ma tu lo ami ancora?" "Non ho mai smesso..." Melisa sospira e incrociando le braccia mormora "Bel casino...ho sentito i ragazzi dire che la faranno pagare a Khalil" "Jamal è furioso con lui per il rapimento di Bella e Dolores, Juan lo vuole morto, Bilel e Adil pure...sono l'unica al mondo a sperare che Khalil possa salvarsi" "No, non è vero...non sarei qui altrimenti" Sorriso riprendendo la mano di Melisa e chiedo "Come fai a non odiarlo? Ha fatto cose orribili a Kemal" "Kemal è riuscito a perdonarlo, perchè non dovrei farlo anch'io?" "L'hai perdonato?" Lei annuisce con la testa e io mi sporgo per abbracciarla... "Sono così felice che tu sia qui con me adesso" "Ci sarò sempre per te..." Sentiamo dei passi dietro di noi e voltandoci troviamo Juan e mia madre. "Sorellina" mormora lui correndo ad abbracciarmi. "Juan..." dico stringendolo forte. "Hai mangiato qualcosa?" chiede invece mia madre preoccupata. Mi aspettavo di recuperare il rapporto con lei, ma la verità è che non riesco a perdonarla...ha lasciato me e papà nella miseria senza battere ciglio, se non se ne fosse andata, magari tutto questo non sarebbe mai successo. "No, mangerò più tardi" dico fredda staccandomi da Juan. Lui invece è molto unito a mamma, non sa la verità e mai lo saprà...non voglio che si rattrista inutilmente, ha già perso troppo tempo lontano dalla famiglia. "Non è ancora morto?"chiede facendomi alzare gli occhi al soffitto. "Se devi cominciare Juan...." "Sto scherzando...sto scherzando, calmati" borbotta lui salutando Melisa. "Lo vuoi tu il panino?" chiede mamma a Melisa che accetta molto volentieri e si allontanano per cercare un tavolo dove sedersi più comodamente. "Allora?"chiede Juan rimanendo da soli. "Cosa..." "Qual è la situazione?" "E' dentro da 4 ore" Lui ridacchia e io lo fulmino con lo sguardo..."Scusami, è che mi sembra surreale che qualcuno lo voglia vivo" "Non m'importa di quello che potete pensare" "Sai che ha rapito Bella e Dolores?" "Sì, anche se ancora non è niente di certo" "Era nella fabbrica e poi ha tentato il suicidio" "Magari è stato incastrato" "Da chi? Da quel bambino?" "Juan..."lo avverto. "Voglio solo farti aprire gli occhi" "Li ho già aperti" "E allora come fai a non capire che è pezzo di merda? Ti ha rapita e picchiata, santo cielo...come fai ad andare avanti" "Non mi ha mai picchiata" "No? Affogarti in un barile d'acqua che vuol dire?" "Senti Juan...se sei qui a rompermi i coglioni, puoi anche andare" dico brusca indicandogli il corridoio. "Porti ancora quella fede del cazzo, ti devo ricordare io come ti ha costretta a sposarlo?" "Basta!" "Oppure quando ti teneva rinchiusa in uno stanzino legata e...." "Vattene via! Via!" urlo alzandomi. Juan mi fulmina con lo sguardo e alzandosi anche lui dice "Non permetterò che mia sorella si macchi le mani con quel criminale" "Quel criminale ti ha salvato la vita" ringhio chiudendo i pugni. "Cazzate, ci ha tenuti separati prendendosi gioco di noi" "Lui non voleva sconvolgermi" "E credi ancora a questa stronzata? Ti voleva tutta per sè Flora!" "E che male c'è!" Juan mi guarda sconvolto e io buttando la giacchetta sibilo "Khalil è la mia vita, l'uomo che amo e amerò per il resto dei miei giorni, quindi inizia a far pace con la tua testa di cazzo" "Sei completamente pazza, dopo tutto quello che ci ha fatto, come puoi pensare di amarlo..." "A me non ha fatto niente." Juan sbuffa e dandomi una spallata sibila "Se è così, io non ho ragione di stare qui" "Ecco bravo, vattene!" "Un giorno te ne pentirai Flora" "Non mi pentirò mai di amarlo, mai." gli grido dietro mentre sparisce al corridoio. Do un calcio alla sedia e urlo portandomi le mani in testa. "Fanculo!" grido dando un pugno al muro. Appoggio la fronte contro la parete e chiudendo gli occhi, respiro a fondo...Flora, calmati...calmati, pensa a lui, pensa al fatto che presto tornerai da lui. "Parlo con la moglie?" sento dire alla mia destra. Giro subito la testa e trovo un medico che mi guarda stranito dal litigio che ha appena assistito. "Sì, si! Sono la moglie" dico subito deglutendo e raggiungendola immediatamente. "Come sta?" chiedo notando che non parla. Mi asciugo una lacrima e richiedo "Sta bene, vero?" Lei abbassa lo sguardo per poi prendermi le mani e dire "Purtroppo lui..." "No, no." sbotto indietreggiando di scatto. Il medico mi riprende le mani e mormora "Abbiamo fatto il possibile, mi creda" "No!!! No!" grido scuotendo la testa. "Venga, la porto da lui" dice il medico portandomi dentro. Mi faccio trascinare senza forze, mentre mi affaccio sulla stanza che m'indica e mi porto subito una mano sul petto. Khalil giace sul lettino con un lenzuolo che lo copre fino al petto e l'elettrocardiogramma al suo fianco che segna una linea lunga, non ci sono più battiti. "Khalil..."mormoro aggrappandomi allo stipite della porta ancora incredula. "Vi lascio da soli" dice il medico dietro mentre io entro nella stanza e lei chiude la porta a chiave. Afferro l'asta del letto sgranando gli occhi e scivolo per terra non sentendomi le gambe. Respiro affannosamente, non ha più senso nulla...è tutta colpa mia, se solo non lo avessi lasciato andare via. Alzo lo sguardo a una penna sul comodino e impugnandola subito, la posiziono all'altezza della giugulare. Chiudo gli occhi e stringendo i denti, faccio pressione. "Arrivo mostro" sussurro un attimo prima della fine.

Ritorna all'indice


Capitolo 77
*** Capitolo 77 ***


Che cos'è la felicità? Una casa con dentro le persone che ami. -Amy Bratley SWARNA'S POV: "Come procede?" chiedo raggiungendo i ragazzi di sotto. "Ehi..."mormora Jamal prendendomi la mano. "Samir è stabile, ma gli hanno amputato la gamba. Ibrahim è ancora dentro" "Samir è il fratello maggiore di Ibrahim?" "Sì, almeno così si è identificato" "Ho capito..." "Come va di sopra?"chiede Adil rientrando e buttando la cicca. "Ancora non si sa niente" Sentiamo sbattere una porta e vediamo Juan, il fratello di Flora, che marcia fuori furioso. "Che gli prende?"chiede Jamal. "Vado a controllare" borbotta Kemal uscendo dal corridoio. Improvvisamente dalle porte esce fuori un'infermiera che si dirige con passo svelto verso di noi e afferra una cartellina. "Abbiamo bisogno di un'urgente trasfusione di sangue per Ibrahim, ha perso molto sangue" ci comunica. Si guardano tutti fra di loro mentre io chiedo "A che gruppo sanguigno appartiene?" "0 negativo" "Bella è 0 negativo" pensa ad alta voce Jamal. Annuisco con la testa "Pure io" "Quindi lei può..." "No." sbotta Jamal parandosi di fronte a me. Sa che Ibrahim è il figlio di Ahmed, l'assassino di Bekka. Sa che sarebbe un insulto per me donare sangue per il figlio dell'assassino di mia sorella. "No, un attimo...voglio farlo" mormoro prendendomi di coraggio. Jamal si gira verso di me e nega con la testa "Non sei tenuta a fare nulla, suo padre ha rovinato la vita di Bella, la nostra vita..." "Suo padre, non lui...non possiamo fargli pagare le colpe di suo padre" "Ha rapito Bella" "Ha solo 10 anni" "Non farlo" Gli prendo le mani e mormoro "Non capisci che è una prova per noi questa? Quante possibilità c'erano che il figlio di Ahmed potesse dipendere dalle nostre mani?" "Ahmed ha..." "So cos'ha fatto Ahmed, ma con quale coscienza andrò a dormire stasera rifiutandomi di donare del sangue per salvare una vita?" "Non è la vita di un povero innocente" "Lo è...non posso permettere che muoia quel bambino. Bekka non lo avrebbe mai permesso" "Signorina...non possiamo perdere tempo" ci richiama l'infermiera. "Sì, mi scusi. Dove devo firmare?" "Sei sicura?"richiede Jamal afferrandomi il polso. "Più che sicura" lo rassicuro. "Mi segua" dice l'infermiera portandomi dentro. Mi giro un'ultima volta per sorridere a Jamal, prima di entrare nel corridoio. "Allora?"chiede Jamal impaziente una volta che esco dalle porte. "Tutto a posto, ho donato due sacche" "Come stai, tutto bene?"chiede notando il cerotto sul braccio. "Sì, solo un po' stanca" mormoro sedendomi sulla sedia della sala d'attesa. "Vado a prenderti qualcosa da mangiare" "Grazie amore" dico mentre lui s'illumina all'appellativo e mi fa l'occhiolino. "Avete scoperto che aveva Juan?"chiedo ad Adil mentre Bilel rientra nella sala riattaccando il cellulare. "E' ancora fuori con Kemal, sembra che abbia litigato con Flora" "Come stai gioia?"chiede Bilel raggiungendomi. "Tutto bene, come stanno Beni e le bambine? Ho saputo che un ragazzino si è introdotto in casa vostra" "Sì, è un orfano che dice di chiamarsi Tariq. Voleva rubare per avere qualche soldo. L'ho fatto portare alla base, vediamo come può tornarci utile" "Ha dei documenti con lui?" "Niente, dice che l'ha perso nel suo viaggio in barca" "E' venuto in Italia solo?" "No, con altri clandestini...sto cercando di fargli prendere asilo politico infatti" "Sa parlare l'italiano?" "Sì, dice che lo studiava a Kabul. Prima che una bomba dei Talebani colpisse casa sua facendo morire sotto le macerie tutti i familiari" "E' sopravvissuto solo lui" "Sì ed è subito scappato da lì" "Posso capirlo..." mormoro un po' triste, ripensando a quando dissero che i miei familiari erano tutti morti e io fui portata nell'organizzazione. "Kemal!" sentiamo gridare dietro di noi. Vediamo Melisa correre nel corridoio e raggiungerci col fiatone "Flora" riesce solo a dire. "Cosa? Khali è uscito?" chiedo subito allarmata. "E' morto Khalil e Flora è sparita" "Che cazzo dici" chiede sconvolto Adil. "Seguitemi" dice lei portandoci nel piano superiore. Corriamo tutti insieme e raggiungendo la stanza di Khalil, vediamo un corpo coperto dal lenzuolo e una lettera sopra il comodino vicino al letto. Lo prendo subito con mani tremanti. "Che dice?" chiede Adil sporgendosi. "Ho bisogno di stare da sola, non cercatemi. Ho chiesto la crematura del corpo di Khalil, non dovrete pensare a nulla, ho già dato tutte le indicazioni ai medici. Vi porto sempre nel mio cuore, grazie di tutto. Flora" "La chiamo" dice Melisa prendendo di scatto il cellulare. Sentiamo un cellulare squillare e troviamo il telefono di Flora sul tavolino dietro. "Merda, ha lasciato tutto qui" borbotta Adil. "Non vuole essere rintracciata "presume Bilel. "Non può andarsene così, di nuovo!" esclama Melisa mentre entra Kemal seguito da Juan e corruga subito la fronte. "Che succede?"chiede subito Juan spostando Adil. "Khalil è morto e abbiamo trovato questa lettera" spiega Bilel.. Juan mi strappa la lettera dalle mani mentre mi asciugo una lacrima che scende furtiva. "Non è possibile" ringhia Juan uscendo dalla stanza di scatto. "Dove vai!" grida Adil seguendolo insieme a Bilel. "A vedere le telecamere di sorveglianza! Non posso perderla di nuovo!" Anche Melisa esce dalla stanza in lacrime aggrappata a Kemal, lasciandomi sola. Sospiro e posando una mano sul corpo di Khalil, faccio per fare una preghierina quando però sento un corpo freddissimo sotto la mano. Corrugo subito la fronte, com'è possibile? Mi guardo attorno per non farmi beccare e scosto la coperta per vedere il viso di Khalil, indietreggio subito vedendo che non si tratta di lui. Rimetto a posto il lenzuolo e faccio per correre fuori e raccontare tutto, quando però mi fermo di scatto realizzando una cosa. Non saranno scappati insieme? Cosa succede se i ragazzi vengono a scoprire che Khalil non è realmente morto? Smuoveranno mari e monti per trovarlo e sbatterlo dentro, se non ucciderlo. Flora ha già sofferto abbastanza senza di lui, non posso rovinarle la vita parlando. Mi rigiro verso il corpo coperto dal lenzuolo, sapevano che nessuno avrebbe avuto la briga di scoprire il lenzuolo. Chiunque disprezza Khalil e a nessuno sarebbe importato neanche come e dove seppellirlo, era un piano perfetto per scappare e rincominciare una nuova vita lontano da tutti e da tutto. Sorrido uscendo dalla stanza e richiudo la porta. "Piccola, eccoti" mi viene incontro Jamal entrando nella sala d'attesa. "Ho saputo che Khalil è morto e Flora è scappata" dice porgendomi un sacchettino di carta. "Sì, ha anche lasciato le sue cose qui. Non vuole essere cercata" dico stando al gioco. "Mi dispiace per Flora, ma non per quella bestia...meritava di crepare" Annuisco con la testa con nonchalance e chiedo indicando il sacchettino di carta "Cos'è?" "Un panino con bresaola, grana e rucola" "Mmm" mormoro prendendo la sua mano e scendendo le scale. Ritorniamo nella sala di attesa di prima e sedendomi sulla sedia incomincio a mangiare il panino. "Ne vuoi un pezzo?"chiedo mentre lui scuote la testa e passa un braccio attorno alle mie spalle. "No, mangia tu. Io sono a posto" Mangiucchio il panino con tranquillità, finchè ci raggiungono Juan, Adil e Bilel che dicono di non aver trovato nulla nelle telecamere di sorveglianza. Saranno scappati travestiti. Butto la carta del panino ed esco fuori per prendere un po' d'aria fresca, che giornata. "Ehi...noi andiamo a casa" dice Melisa raggiungendomi al portone. Saluto con la mano Kemal sul motorone e avvicinandomi a Melisa per darle un bacio sulla guancia sussurro "Khalil non è morto" "Cosa?"chiede subito lei sgranando gli occhi. "Fingi di abbracciarmi" mormoro io allargando le braccia. "Non capisco, dov'è allora Flora?" chiede lei abbracciandomi. "Credo che siano scappati insieme, ho scoperto il lenzuolo per vedere il volto di Khalil e non era lui" "Merda, Juan lo sa?" "No e non dobbiamo dirlo a nessun altro, vogliono tutti Khalil morto" "Ma...è giusto che.." "Avevano anche litigato prima per Khalil. Flora non ne uscirebbe fuori da questo casino, se gli altri venissero a sapere la verità. Lasciamoli vivere in pace" Melisa si stacca dall'abbraccio e versando un'altra lacrime mormora "Grazie per avermelo detto, manterrò il segreto" Le sorrido e indicando con la testa Kemal dico "Vai che ti aspetta" "Voi rimanete qua?" "Sì, almeno finchè mi accerto che il bambino sia fuori pericolo" "Va bene, tienimi aggiornata" "Lo farò" dico dandole un ultimo abbraccio. Melisa corre contenta da Khalil e aggrappandosi a lui sul motorone, sfrecciano fuori dai cancelli. Rientro dentro e ritornando nella sala d'attesa, passo dal corridoio dove si trova la stanza di quel Samir. Mi avvicino a uno dei poliziotti fuori a sorvegliare e chiedo "Salve, potrei parlare un attimo col paziente della 409?" "Non è possibile al momento, è in arresto e nessuno può entrare o uscire dalla stanza" "Tutto bene?"chiede Bilel dietro di me notando la situazione. "Ehi Bilel, sì...volevo parlare con Samir ma mi stanno dicendo che non è possibile, quindi..." "Io credo che faranno un'eccezione per la signorina, non è vero?" l'intimorisce Bilel avanzando. I poliziotti si guardano tra loro, ma poi cedono e spostandosi dicono "Ha 5 minuti, non oltre" "Grazie, ci metterò un attimo" dico felice aprendo la porta. "Swarna" mi richiama Bilel per poi avvicinarsi al mio orecchio e sussurrare "Urla anche solo se dovesse sfiorarti un capello, io sarò qua fuori" "Grazie, non ti preoccupare. Sarò attenta" lo rassicuro entrando nella stanza e richiudendo la porta. Mi giro un po' intimorita e deglutisco osservando il ragazzo sul letto con la flebo e senza una gamba. "Ciao" mormoro facendo un passetto. Il ragazzo alza lo sguardo a me per poi riabbassarlo e sbuffare. Solo adesso noto il polso di una mano attaccato al letto con le manette. "Non so se sai chi sono..." mormoro facendo un altro passo. Lui non accenna a rivolgermi la parola e io inizio a pensare che abbia fatto una scemenza a venire qui. Mi rigiro pronta ad andare via, ma sento lui sbottare "Mi serve un favore" Mi paralizzo. "Un favore?"chiedo girandomi verso di lui. "Sai che non sei nelle condizioni di chiedermi favori? Soprattutto dopo aver rapito mia figlia e..." "Ibrahim sta bene?" m'interrompe. Deglutisco e sospirando mormoro "E' ancora dentro, non so niente" "Merda" impreca lui chiudendo gli occhi. "Si salverà, ne sono sicura" dico cercando di rassicurarlo. Non se lo merita, ma posso capire l'agonia di un fratello. "E poi che fine farà? E' troppo piccolo per prendersi cura di lui" "Gli troveremo una fami..." "No!" esclama lui fulminandomi con lo sguardo. "Dovrai prendertene cura tu" aggiunge facendomi sgranare gli occhi. "Di che diavolo stai parlando?" "L'hai visto crescere, sai parlare la nostra lingua, sai dell'organizzazione....potrai capirlo" Sento le vene gelarmi. Quando ero nell'organizzazione oltre ad occuparmi della cucina e del servizio, nell'ultimo periodo feci da babysitter al bambino di uno che contava all'interno dell'organizzazione. Non sapevo di chi si trattasse, avevo l'ordine di chiamare il bambino "mio signore", non mi passò neanche per l'anticamera del cervello che potesse trattarsi del figlio di Ahmed. "Era Ibrahim?"chiedo tremando. "Ti ricordi che un cane gli azzannò il braccio?" Annuisco subito con la testa, fui io stessa a medicargli la ferita. "Troverai la stessa cicatrice sull'avambraccio" "Io...ho già una bambina di cui occuparmi, non posso anche..." "Signorina, deve uscire" irrompe nella stanza il poliziotto di prima. "Sì, un attimo solo..."faccio per dire ma Samir mi afferra il polso e sibila "Promettimi che te ne prenderai cura" "Cosa? Io non..." il poliziotto mi acciuffa allontanandomi da Samir e dà una bastonata sul suo viso. "No! Così gli fai male!" urlo cercando di scostare il poliziotto da Samir. Bilel entra dentro e prendendomi il braccio mormora "Usciamo" Lancio un ultimo sguardo a Samir che mi fissa mentre vedo un rivolo di sangue dal sopracciglio scivolare lungo il viso. La porta viene richiusa e io mi aggrappo a Bilel non sentendomi le gambe. "Ehi? Tutto a posto?"chiede subito lui allarmato facendomi sedere. "Ibrahim" mormoro non realizzando ancora. Ho dei flashback in testa del bambino di cui mi occupavo, era così allegro e intelligente...diceva che sarebbe diventato come suo fratello un giorno, amava così tanto il fratello. "Che succede? Ti ha detto qualcosa?" "L'ha aggredita?"chiede un poliziotto raggiungendomi. "No no, non mi ha fatto nulla" dico prendendo un po' d'acqua che mi porge Bilel. "Eccovi" sentiamo dire dietro di noi. Ci giriamo e troviamo Jamal correre nel corridoio. "Tutto bene?"chiede notando le nostre espressioni. "Sì, abbiamo novità?"chiedo subito. "E' fuori pericolo, possiamo andare da lui" Butto subito un sospiro di sollievo. "Ok, lo dico alla polizia così..." "No" fermo subito i ragazzi. Alzo lo sguardo a Jamal e dico "Devo parlarti un attimo, andiamo di sopra?" "Sì...certo. Sicura di stare bene?" "Sì, andiamo" mormoro prendendogli la mano. Raggiungiamo con l'ascensore il piano superiore e chiedo "In che stanza è?" "619" "Ok, sbrighiamoci" Riusciamo finalmente a trovare la stanza ed entrando dentro, mi soffermo sulla soglia un po' scossa. Vedere questa piccola creatura su un lettone così grande mi fa piangere il cuore. "Chiudi la porta per favore" mormoro entrando e raggiungendo Ibrahim sul letto. "Che ti prende?"chiede Jamal chiudendo la porta. "Ho parlato prima con Samir" "Tu cos'hai fatto??" "Non è successo nulla, mi ha solo detto delle cose" "Quali cose" "Mi sono presa cura io di Ibrahim quando era piccolo nell'organizzazione, non sapevo si trattasse di lui. Non mi era concesso chiedere nulla" "Sei sicura che si trattasse di lui?" Abbasso lo sguardo alla cicatrice sull'avambraccio e indicandola dico "Questa se l'è procurata quando fu azzannato da un cane da guardia, era notte e lui era uscito fuori scioccamente a guardare le stelle. Non sapeva che i cani la notte fossero sguinzagliati" "E non ti ricordi di Samir?" Scuoto la testa "Samir non aveva queste sembianze, me lo ricordo diverso. Magari perchè è cresciuto" Abbasso lo sguardo ad Ibrahim e sospirando mormoro "Denunciamo solo Samir e lasciamo fuori da questa storia Ibrahim" "Erano entrambi nella fabbrica" replica contrariato Jamal. "Guardalo, è solo un bimbo. Non sapeva neanche lui cosa stesse facendo" "E' inutile proteggerlo, è il figlio di Ahmed!" "Non c'entra nulla...come pensi che possa crescere questo bambino sbattendolo in carcere a soli 10 anni?" "Non è un mio problema come debba crescere" "E invece sì, perchè ho intenzione di adottarlo" "Cosa?" chiede Jamal sconvolto. Gli prendo le mani e guardandolo dritto negli occhi dico "Non possiamo lasciarlo solo, che fine farà?" "Che c'importa! Suo padre ha ucciso Bekka! Farid sarebbe qui se solo..." "Farid farebbe la stessa cosa, non lascerebbe mai un bambino alla sua sorte. Tu sai cosa vuol dire essere soli, l'abbiamo provato sulla nostra pelle! Io ho ancora gli incubi di quando mi svegliai e mi comunicarono che i miei familiari erano tutti morti, che avrei dovuto sbrigarmela da sola da quel momento in poi" "Non posso permettere che succeda la stessa cosa ad Ibrahim, è letteralmente un bambino" aggiungo con una lacrime che scivola lungo la mia guancia. Jamal me l'asciuga lentamente e dice "Ti rendi conto che Bella crescerebbe col figlio dell'assassino di sua madre?" "Non lo saprà mai, cambieremo identità ad Ibrahim...lo aiuteremo a rifarsi una nuova vita lontano da tutta questa merda" Jamal mi fissa senza dire nulla, finchè nella stanza entrano degli agenti con le manette. "Salve signori" ci salutano andando spediti verso Ibrahim. "Cosa volete fare?"chiedo subito parandomi davanti al bimbo. "Signora si sposti per piacere, è in arresto il bambino" "Non è ancora cosciente, stiamo scherzando!" esclamo innervosendomi. "Signora sarò costretto a..." "Si fermi" sbotta Jamal venendo al mio fianco. "Signore, lei sa qual è la procedura "insiste l'agente. "Sì, infatti il mio legale prenderà provvedimenti al ritiro della denuncia per il bambino. In attesa di aggiornamenti, la invito ad accomodarsi fuori" lo fredda Jamal. L'agente sospira seccato, ma esce fuori e sbatte la porta. "Che cazzone" sbotto prendendo subito la mano di Ibrahim, è così piccola fra le mie mani. "Chiamo Efrem" dice Jamal prendendo il cellulare e avvicinandosi alla finestra. "Oi amico, devo chiederti di ritirare la denuncia ad Ibrahim, è possibile farlo al più presto?" chiede Jamal scostando le tende. "Ottimo...un'altra cosa" aggiunge girandosi a guardarmi. "Vorremmo adottarlo, potresti avviare le stesse pratiche che hai fatto con Bella?" Sorrido subito e mi mordo il labbro. "No, siamo sicuri. Vorremmo cambiare il suo nome per non essere associato ad Ahmed, credi che possiamo farlo?" "Sei il migliore, ci sentiamo" dice riattaccando. Corro verso di lui e gli salto addosso abbracciandolo. "Grazie, grazie di tutto" mormoro sulla sua spalla. Lui mi stringe forte e sussurra "La terapia di coppia ci ha fatto così bene che abbiamo deciso di adottare un altro figlio" Scoppio a ridere e scostandomi di poco, gli prendo il viso tra le mani. "Non te ne pentirai, vedrai" "Non mi pentirò di niente, se sarai sempre al mio fianco " mormora lui mentre gli lascio un bacio sulle labbra e dico "Ti amo..." Jamal spalanca gli occhi e sorridendo chiede "Cos'hai detto?" "Dai che l'hai sentito" dico imbarazzandomi. "Dillo ancora più forte" "No! Ci sono gli agenti fuori" mormoro ridendo. Jamal inizia a strizzarmi le natiche facendomi ridere ulteriormente mentre Bilel bussa alla porta ed entra. Scendo subito dalla sua presa e scostandomi mormoro "Bilel..." "Scusatemi, vi ho forse interrotto" dice lui un po' in imbarazzo. Io vado a fuoco mentre Jamal gli dà una spallata e comunica "Adotteremo Ibrahim" "Davvero? E' una splendida notizia!" si congratula subito con noi. "Samir ha saputo di suo fratello?" chiedo felice. "No, ma adesso glielo diremo" dice Bilel mentre Jamal scuote subito la testa e mormora "E' il caso di mentirgli invece" "Cosa intendi?" chiedo non capendo. "Gli diremo che è morto e Ibrahim cambierà nome, così siamo certi che non verrà mai a cercarlo" "Non hai tanto torto in effetti" dice Bilel appoggiando la sua idea. "Ma ci rimarrà troppo male Samir" mormoro triste. "Stiamo facendo tutto questo per proteggere Ibrahim, non possiamo permettere che Samir lo cerchi per riportarlo all'organizzazione. Saremmo punto e a capo così, dobbiamo approfittare della situazione" "Ha ragione Jamal" replica Bilel posando una mano sulla sua spalla. Lancio uno sguardo ad Ibrahim e sospiro amaramente "Va bene, faremo così" "Avete in mente un nuovo nome per Ibrahim?"chiede Bilel indicandolo sul lettone. Io e Jamal ci guardiamo e chiedo "Idris?" Improvvisamente sentiamo dei mugoli e girandoci troviamo il piccolo che si agita sul letto. "Chiamo il medico" dice Jamal sfrecciando fuori. "Ehi, ehi...va tutto bene" mormoro al bambino che apre piano gli occhi e si spaventa alla mia vista. Il medico entra subito nella stanza e ci chiede di allontanarci mentre visita il bambino. Gli punta una specie di lucina sugli occhi facendolo abbassare e alzare gli occhi, per poi sentire il respiro e rimettere una nuova flebo. "Dove sono?"chiede in arabo Ibrahim. "Sei in ospedale, ma stai bene. Non preoccuparti" dico rassicurandolo. "Come ci sono arrivato qui?" "Gioia...è una storia lunga. Tuo fratello..." "Ho un fratello?"chiede lui facendomi spalancare gli occhi. Anche Jamal e Bilel se ne accorgono... "Il bambino non si ricorda di suo fratello, è normale?"chiedo subito in italiano al medico. "Ha una commozione cerebrale, quindi è più che normale avere una perdita di coscienza oppure problemi di memoria, orientamento e concentrazione" "Per quanto tempo non ricorderà?" "Dipende dal paziente...può anche essere a lungo termine" "Siete i miei genitori?"chiede Ibrahim corrugando la fronte. Sorrido subito "Sì, allora vedi che ricordi" Il medico firma un foglio e uscendo a parlare con degli infermieri, ci lascia soli. "Ho un vuoto in testa, non ricordo neanche come mi chiamo "dice il bambino triste. Jamal gli sorride e prendendogli il mento mormora dolce "Idris, ti chiami Idris Sabil e sei nostro figlio" Lui sorride mentre io corro ad abbracciarlo e lo stesso fa Jamal. Alzo gli occhi per guardarlo nell'abbraccio e mimo con le labbra "Ti amo" "Sono così felice che mi scappa la pipì" dice nel mentre il piccolo facendoci scoppiare a ridere. "Andiamo, ti aiuto io" mormoro ancora in lacrime prendendolo in braccio con l'aiuto di Jamal. DOPO 6 ANNI: "E che farai oggi?" chiedo al telefono mentre accendo le candele. "Dopo scuola penso che andrò con i miei amici a fare surf, mangeremo qualcosa e poi ho una festa" "E quando studi?" "Mamma..." "Sei andato in California per studiare, ci sta divertirsi...è pur sempre un'esperienza, ma vedi non perdere il tuo obiettivo ovvero..." "Il diploma, lo so mamma. Ti fidi di me?" Sospiro "Sì" "E allora lasciami fare, sai che sono una persona responsabile" "Hai ragione, è che mi manchi tanto e..." "Mi manchi anche tu mamma, mi mancate tutti. Come sta papà?" "Tutto bene, dovrebbe rientrare a momenti dal lavoro" "Bene! Poi magari lo chiamo. Bella?" "Dorme da Ines" "Ines?" "La figlia di Efrem e Lena" "Ah ho capito, salutamela" "Chi? Ines?" "No, Bella" "Perchè non la saluti tu? E' tua sorella" "Sì, è che non ho tempo o mi passa per la testa" "Non è molto normale come cosa, ma va bene...te la saluto" "Bene, devo andare mamma. Ho lezione di chimica" "Ok ok, ci sentiamo domani..." "La sera nel mio caso" "Sì, insomma...tra dieci ore" "Buonanotte mamma, un bacio" "Un bacio, stai attento" "Si si, vado!" Riattacca il cellulare mentre sento la porta aprirsi. E' arrivato. Corro ad accoglierlo "Ehi, sei qui!" "Ehi...come siamo provocanti oggi" mormora Jamal divorandomi con lo sguardo. Ho messo un vestito nero corto, i tacchi e ho raccolto i capelli...il tutto mentre correvo dalla stanza e la cucina per assicurarmi che non si bruciasse nulla. "Ho organizzato una cenetta romantica" dico prendendolo per mano e trascinandolo fuori sul terrazzo. "Caspita!" esclama subito lui osservando la tavola imbandita ad arte. Ci ho messo esattamente un'ora. "Ho fatto il biriyani al forno" dico mentre Jamal geme e afferrandomi per i fianchi, mi lascio un bacio lungo. "Mmm...forza che si raffredda" sussurro sulle sue labbra. Lui mi ruba un altro bacio e annuendo si siede a tavola. Spazzoliamo tutto in poco tempo e corro in cucina per prendere il piatto del "dessert". "Cosa ci offre la casa?"mi chiede lui sorridendo malizioso. Poso il piatto davanti a lui coperto dal coperchio e sedendomi sulle sue ginocchia dico "Vuole scoprirlo lei stesso signore?" Jamal si morde il labbro e scoperchiando il piatto, corruga subito la fronte. "Ma cosa..."mormora confusa prendendo il test di gravidanza in mano. Alza subito dopo lo sguardo a me e io dico per confermare "Sono incinta" "Sei sicura...non è uno scherzo?" "No, tutto vero. Sono incinta da un mese e due settimane" Lui rimane immobile a fissarmi e io chiedo ridendo "Non hai niente da dire?" "Io...sento il cuore che pompa all'impazzata" riesce a sussurrare. "Stai anche tremando" gli faccio notare dalle mani. Vedo una lacrima scendere dagli occhi di Jamal e subito l'abbraccio per confortarlo. "Amore..."sussurro accarezzandogli la schiena. Mi scosto di poco per vederlo in viso e lui mormora "Mi hai reso l'uomo più felice al mondo" "Davvero? " chiedo iniziando a piangere anch'io. Jamal annuisce e sussurra "Sarebbe bello vedere la reazione di Farid a questa notizia" "Ti riderebbe in faccia" dico divertita. "Bekka invece sarebbe così orgogliosa della donna, della moglie e della madre fantastica quale sei" Scoppio a piangere ed esclamo "Vacci piano che ho gli ormoni sballati!" "Ah sì?"chiede lui prendendo con una mano il viso e lasciandomi un bacio mozzafiato. "Ho ancora il dessert da consumare, se non erro" mi ricorda sempre lui alzandosi con me in braccio. "No, non erra affatto signor Sabil" mormoro ammiccando. Jamal mi lascia un altro bacio mentre mi porta a letto e salendo su di me, mi spoglia. "Che fai?"chiedo notando che si sofferma sulla mia pancia. Lo osservo che accarezza la mia pancia e lasciandoci un bacino sopra sussurra "Ce l'abbiamo fatta piccolina" "Chi ti dice che sarà femmina?" chiedo ridendo. "Mi basta che sia in salute, bella e buona come te" dice lui afferrandomi il viso e zittendomi con un bacio. "Ti amo" sussurro fra le sue labbra. "Io di più, io immensamente di più" replica Jamal guardandomi dritto negli occhi, con gli occhi dell'amore.

Ritorna all'indice


Capitolo 78
*** Capitolo 78 ***


Un amore contro ogni mia ragione. FLORA'S POV: "Pulce?" sento dire sopra di me. Spalanco gli occhi corrugando la fronte, ho sentito bene? Mi giro di scatto e faccio cadere la penna per terra... "Non è possibile" mormoro vedendo Khalil sveglio che cerca di mettersi seduto. Si stacca i fili dei macchinari da dosso e abbassando lo sguardo a me dice "Dobbiamo sbrigarci, non abbiamo molto tempo" "Cosa? Tu...non capisco, che sta succedendo? Credevo che..." "Dopo amore, dopo ti spiegherò tutto. Adesso devi aiutarmi a mettere questi" dice indicando dei vestiti sulla sedia accanto. Mi sembra tutto così surreale. "Io..sì, ok. Sì" mormoro dandomi una mossa. Corro alla sedia e prendendo i vestiti, lo aiuto a indossarli...non tocco Khalil da anni, mi sembra di sognare tutto. "Ci penso io ai pantaloni, tu intanto indossa il camice" "Dove?" "Là...è appeso" "Oh, si...ok" indosso immediatamente il camice e chiedo "Presumo che io debba fingere di essere il medico e tu il mio paziente" "Amo la tua perspicacia" dice lui scendendo dal letto, ma barcolla subito. "Non stai ancora bene" borbotto con tono di rimprovero correndo ad aiutarlo. "Aiutami a sedermi lì" mormora lui indicandomi la sedia a rotelle. Annuisco e caricandomelo sulle spalle, lo poso delicatamente sulla sedia. "E adesso?" "Adesso devi fare una scelta e dalla tua scelta, dipenderà la mia" "Che scelta?"chiedo corrugando la fronte. "Io scapperò via sparendo dalla tua vita e tornerò all'organizzazione oppure..." allunga una mano per prendere la mia e mormora "Oppure mi dici che vuoi cominciare una nuova vita lontana da qui insieme e io lascerò tutto, qualsiasi cosa...saremo solo noi due, non mi serve altro" "No, non voglio lasciarti andare" dico decisa scuotendo la testa. Lui mi bacia la mano e posando sulla sua guancia sussurra "Allora scappiamo insieme? Ricominciamo tutto da capo, lontano da tutti e da tutto. Ci stai?" Gli sorrido e sedendomi sulle sue gambe, gli prendo il viso "Ci sto " Khalil si sporge e lasciandomi un bacio geme su queste "Cazzo, quanto mi sei mancata." ringhia rubandomi un altro bacio. Afferra i miei fianchi e intensifica il bacio inserendo la lingua, è affamato e vorace...se non fossimo in una brutta situazione, faremmo l'amore qui e adesso. "Non dovevamo sbrigarci?"chiedo ridendo sulle sue labbra. Lui mi morde il labbro inferiore e rilasciando poco dopo sospira "Ok, sì...hai ragione. Puoi controllare se trovi un pezzo di carta?" "Sì, cer..." faccio per dire alzandomi, ma lui mi trattiene su di lui e mi ruba un altro bacio ancora "Era l'ultimo, lo giuro" Gli sorrido e lasciandogli altri tre baci a stampo, mi alzo e vado alla ricerca di un pezzo di carta. "Trovato!" esulto prendendo una specie di taccuino dall'armadietto. "Ottimo, prendi la penna per terra e scrivi una breve lettera d'addio" "Ok...cosa scrivo?" chiedo recuperando la penna per terra, la stessa con cui stavo per morire. "Qualsiasi cosa, poi scrivi che hai pensato alla crematura del mio corpo, così non andranno a fondo nella questione" "Va bene...ci penso io" mormoro scrivendo poche righe ringraziando i ragazzi e firmando alla fine. Sospiro riposando la penna...mi aspetto di pentirmi della mia scelta, ma la realtà è che non m'importa di nient'altro. In questo periodo di solitudine ho capito tante cose, ho conosciuto mio fratello...lui e i ragazzi non lasceranno mai in pace Khalil con me e io al momento non ho nessun'altra priorità se non il benessere di Khalil. E' la mia vita e senza la sua presenza mi sento soffocare. Pensavo fosse abitudine, un attaccamento macabro al mio rapitore, invece no...io amo quest'uomo con tutta la mia anima, con ogni fibra del mio essere e sono pronta a qualsiasi cosa per lui. "Fatto" dico posando la lettera sul comodino. "Perfetto, adesso indossa la cuffietta e la mascherina. Anzi,aspetta... prima di indossare la mascherina, dammi un bacio. Cazzo, non riesco a contenermi" borbotta Khalil impotente indossando un cappellino. Ridacchio e dandogli un bacio, gli sorrido...non smetto di farlo da quando l'ho visto svegliarsi. Sentiamo improvvisamente bussare alla porta e io scatto a proteggere Khalil. "Va tutto bene, è la dottoressa" mi spiega lui accarezzandomi la coscia. Come non detto, è la dottoressa che entra con un uomo coperto da un lenzuolo e dice una cosa in arabo a Khalil. Lui annuisce e indossando gli occhiali da sole chiede "Hai il telefono con te?" "Sì, perchè?" "Lascialo o ci rintracceranno" "Oh..ok" dico prendendo il cellulare dalla tasca e posandolo sul tavolino. Khalil dice un'altra cosa alla dottoressa che annuisce e gli consegna una busta. "Andiamo" mormora lui prendendo la busta. Trascino la sua sedia a rotelle mentre Khalil sussurra "Sguardo basso, non alzare mai gli occhi alle telecamere" "Sì, va bene" mormoro andando dritto verso l'ascensore. Fortunatamente è vuoto ed entrando clicco per il pianoterra, mentre le porte dell'ascensore si chiudono e vedo Melisa svoltare nel corridoio...mi starà cercando. I miei occhi diventano subito lucidi, finchè Khalil mi accarezza il polso e cerca di darmi forza...ha visto anche lui Melisa. "Sei sicura di voler venire con me?" chiede piano. Mi asciugo subito una lacrima e annuisco "Più che sicura" Le porta si chiudono e stringo le spalle di Khalil chiudendo gli occhi...è dura, ma non posso permettere che facciano del male a Khalil. Non lo permetterei mai. "Ti amo, lo sai? Qualsiasi cosa deciderai di fare"chiede lui facendomi sorridere. Mi abbasso e a lasciandogli un bacio sulla tempia sussurro "Anch'io, tantissimo." Le porte si aprono poco dopo e uscendo dall'ascensore, vado dritta all'ingresso dietro a un altro infermiere che esce col suo paziente. Una volta fuori, adocchio Kemal e Juan che discutono...svolto dall'altra parte e quasi mi metto a correre. "Dove vado?"chiedo nel panico. Se Juan ci dovesse scoprire, sarebbe la nostra fine...Khalil si ritroverebbe con un proiettile in testa in meno di due secondi. "Vai dritto e scendi al sottopassaggio" "Dottoressa?"sento chiedere dietro di me. Mi paralizzo di scatto mentre mi giro di poco e vedo un agente di polizia "Sì?"chiedo con tutta la calma di questo mondo. "Tutto bene?" "Certo agente...le serve qualcosa?" "Stiamo per scortare fuori un criminale, è meglio che rientri col paziente" "Ah...adesso?" "Possibilmente sì" Abbasso lo sguardo a Khalil e rialzandolo subito dopo dico "E' che il mio paziente ha bisogno di prendere aria proprio adesso, sa..." mi avvicino all'agente sussurrando "Ha un'operazione al cervello tra un'ora e questa potrebbe essere la sua ultima passeggiata, capisce che non posso rimandare?" L'agente fa subito una smorfia di pena e annuendo con la testa mormora "Va bene, però si allontani da quest'area" "Va benissimo, farò il giro lungo. Grazie della comprensione" dico sorridendogli e scappando via. "Mi scusi?" richiede l'agente facendomi sospirare. "Sì, mi dica " le chiedo gentilmente rigirandomi. "Non sarà un buon momento ma...posso chiederle il numero? Non ho mai visto degli occhi così belli" Alzo lo sopracciglia incredula e alzando la mano dico "Grazie del complimento agente, ma sono sposata" "E suo marito è in città?" Sento Khalil schiarirsi la voce e abbozzando un sorrisino mormoro "E' più vicino di quanto creda" "E' un medico anche lui?" "Una specie" "Ho capito...mi scusi per il disturbo allora. Buona giornata" dice l'agente levandosi di torno finalmente. Riprendo a trascinare la sedia a rotelle e mi ritrovo presto a ridere quando sento imprecare a sottovoce Khalil, non è cambiato di una virgola. Raggiungo il sottopassaggio e scendendo, chiedo "Dove vado?" "Alla Ford nera, è nostra" dice indicandomi la macchina in fondo. Corro alla Ford e aiutandolo a mettersi al posto del passeggero, mi metto al posto guida. "Dove andiamo?"chiedo inserendo le chiavi e levandomi la mascherina. Lui invece mi assale le labbra e prendendomi il viso sorride di gioia "Ancora non mi sembra vero che sei qui con me" "Non ti lascerò più andare via" dico mentre lui appoggia la fronte sulla mia e sussurra "Dimmi una meta e andremo lì per ricominciare la nostra vita" "Parigi?"chiedo con gli occhi che mi si illuminano. "Come Pierangelo e Stella?"chiede lui confermando il fatto che abbia continuato lui la mia storia. Annuisco con delle lacrime che scorrono sul mio viso "Sì, ricominciamo da lì. Insieme." "Eh va bene, va bene tutto se sarai al mio fianco" Gli lascio un bacio dolcissimo e mettendo in moto, esco dal parcheggio. "Cosa c'è nella busta?" chiedo svoltando a destra superando i cancelli dell'ospedale. "Passaporti finti" "Avevi previsto tutto" "La dottoressa faceva parte dell'organizzazione, l'avevo aiutata a superare il confine e oggi ha ricambiato il favore" "Quindi...sei stato tu a rapire Bella e..." "No, assolutamente no. Sono stato rapito dai figli di Ahmed" "Cosa? Quando?" "Pochi mesi fa, l'organizzazione è a terra ormai e i figli di Ahmed volevano dichiarare guerra a Bilel" "E tu cosa c'entravi?" "Ho molti uomini con me, avremmo potuto battere Bilel. Quando gli ho detto che non ero intenzionato a combattere, quei stronzi mi hanno drogato e torturato finchè avrebbero avuto il mio consenso" "Non l'hanno mai avuto il tuo consenso" "No" dice Khalil scuotendo la testa. "Perchè? Tu odi Bilel" "Ma amo di più te, so che sei molto legata a loro e Juan fa parte ormai degli uomini di Bilel" "L'hai fatto per me quindi?" Lui annuisce mentre io scuoto la testa accostando in una stradina. "Ehi, che succede?" chiede subito allarmato Khalil. "Ho abortito, non è vero che ho perso accidentalmente il bambino" confesso con gli occhi lucidi. Khalil rimane paralizzato alla mia rivelazione e deglutisce piano. Scoppio a piangere e mi porto le mani al viso. Sento le sue mani prendere le mie per scoprire il mio volto e stringendole forte mormora "Ti ripugnava l'idea di avere un figlio da me?" "Cosa? No! No...è che non ero pronta. Non stavo tanto bene e tutte le mie preoccupazioni sarebbero ricadute sul bambino. Me la stavo vivendo davvero malissimo e...io, ecco...scusami tanto ma..." "Non devi scusarti di nulla. Sono molto dispiaciuto, ma avremo ancora tantissimo tempo per riprovarci, no? Stavolta ci sarò io con te, ok? Non ti lascerò più sola, neanche se me lo chiederai, ti avverto" Sorrido annuendo con la testa mentre lui mi asciuga le lacrime dal viso e sussurra ancora "Quando ti sentirai più pronta, ci riproveremo. Non c'è fretta, io sarò qui, al tuo fianco, qualsiasi cosa dovesse succedere. Mi prenderò curo io di tutto, non devi più avere nessuna preoccupazione, va bene?" Annuisco ancora abbracciandolo forte. "Mi dispiace che ci abbia impiegato un po' a capire che sei tu e sei sempre stato tu la mia casa" "Dovevo farmi perdonare per quello che ti ho fatto, non ti pentire di nulla. Mi merito questo e altro per averti fatto soffrire" "Adesso basta però, abbiamo sofferto troppo lontani l'una dall'altra...abbiamo perso un sacco di tempo insieme, recupereremo tutto, ricominceremo tutto da capo senza segreti, inganni e bugie, me lo prometti?" Lui annuisce con la testa "Promesso" Suggelliamo la nostra promessa con un bacio e un abbraccio lunghissimo, ci stiamo lasciando alle spalle il nostro passato, tutto quello che siamo fatti, la nostra vendetta, tutto quanto. "Ti amo da impazzire pulce" mormora Khalil al mio orecchio accarezzandomi i capelli. "Io di più mostro" sussurro sfregando la guancia sul suo petto, sul luogo in cui mi sento più sicuro al mondo...fra le sue braccia. PARIGI, DOPO 15 ANNI: "Bonsoir" saluto Paul, il nostro vicino di casa che esce dall'ascensore e mi sorride. "Merci" lo ringrazio quando richiude le porte dell'ascensore. Lui fa un occhiolino e va via, mentre l'ascensore incomincia a salire e corrugo la fronte notando che Khalil non risponde alle mie chiamate. Volevo proporgli di andare a cena insieme stasera, anche se non ho prenotato da nessuna parte e a quest'ora sarà praticamente impossibile trovare un tavolo nei ristoranti del quartiere. Arrivo all'ultimo piano e uscendo, richiudo le porte dell'ascensore. Apro la borsa e frugando dentro, afferro le chiavi...oggi è stata una giornata intensa di lavoro allo studio e questo weekend devo andare a Edimburgo per tenere un congresso e incontrare il professor Fassbender, uno dei psicologi contemporanei più famoso degli ultimi tempi. Non vedo letteralmente l'ora. In Francia ho avuto modo di arricchire il mio bagaglio culturale e fare approfondimenti sulla riabilitazione psichiatrica. Ho incontrato delle persone brillanti e grazie all'aiuto economico di Khalil, otto anni fa aprì il mio studio. Sono molto soddisfatta del mio percorso, ho modo di seguire molti pazienti e continuare a studiare, non si finisce mai di imparare. "Che strano" mormoro notando che la chiave non entra nella serratura. Riprovo ma nulla...prendo il cellulare per chiamare Khalil, ma noto che è scarico. Maledizione. Rimetto un'ultima volta la chiave nella serratura e finalmente entra, com'è possibile? Giro la chiave e riuscendo ad aprire la porta, entro in casa. Mi levo subito il cappotto e appendendolo insieme alla borsa, procedo nel corridoio dell'ingresso...di solito i bambini corrono a salutarmi appena sentono la porta chiudersi, Khalil addirittura li scavalca per avere un bacio per primo. "Sono a casa, ehi!" grido affacciandomi in cucina e non trovando nessuno. Molto strano. Apro l'ultimo cassetto del mobile all'ingresso e tirando fuori una scatoletta di metallo, metto la combinazione giusta del lucchetto e afferro la pistola dentro. Riposo tutto dentro il cassetto e impugnando la pistola procedo avanti. "C'è nessuno?"grido avanzando passo dopo passo. Arrivo quasi al salone quando sento uno strano rumore, come uno starnuto... "Chi c'è lì!" grido nel buio per poi cercare alla cieca l'interruttore della luce. "Fermi o sparo!" urlo una volta accesa la luce quando all'improvviso da dietro il divano sbucano fuori Khalil e i nostri quattro figli: Adriano, il maggiore di 13 anni; Karl di 10, Malcolm di 6 e la principessa di casa Sole che ha soli 2 anni. "Sorpresa!" gridano mentre Malcolm saltella e urla "Mamma ha una pistola vera!" "Mamma?"chiede Adriano non capendo. Sposto lo sguardo a Sole che è in braccio a Khalil e lui che se la ride. Mi sblocco e deglutendo dico "Non ci sarete mica cascati...è una pistola finta" "Sparami allora" dice Karl mentre Malcolm continua a saltellare eccitato. Malcolm è il matto della casa, da grado vuole fare il soldato solo per poter maneggiare armi...penso che sia una passione trasmessa dal padre o non mi spiego. Karl invece è l'intellettuale che passa le sue giornate a divorare libri e disprezzare i suoi coetanei perchè tutti stupidi. Adriano invece sta attraversando la sua fase d'adolescenza e non mangia nulla per mettere massa, spesso si allena con Khalil in palestra, anche se non riesce a stargli dietro con gli allenamenti...delle volte vado a spiarli e quel mostro mi provoca sempre, inutile dire che lo provoco anch'io sgattaiolando sotto la doccia dopo gli allenamenti. Mi guardo attorno e vedo il salone addobbato con tantissimi palloncini, nastri e la scritta "Bon anniversaire Mamma" "Avete fatto tutto voi?"chiedo indicando le decorazioni. "Certo mamma, chi altri sennò?" chiede Karl ovvio sistemandosi gli occhiali. "Ma siete stati bravissimi! Venite ad abbracciarmi!" esclamo posando la pistola dietro di me e allargando le braccia. Malcolm è il primo a buttarsi fra le mie braccia, seguono poi Adriano e Karl. "Grazie bimbi, è tutto bellissimo" mormoro abbracciandoli forte. "Mamma?"chiede Malcolm. "Sì, tesoro?" "Posso provare a sparare con quella pistola" "Assolutamente no" "Ma dici che è finta" "E' lo stesso pericoloso" borbotto alzandomi per posare quella dannata pistola. Khalil mi segue con in braccio Sole e appoggiandosi al muro mentre riposo la pistola nella scatola chiede " Rimarrai sempre una peste" Capisco che si riferisce al fatto che gli abbia fregato una pistola e facendogli un sorrisino furbo, mi rialzo mordendomi il labbro. "Metti che s'intrufolava un ladro in casa..." cerco di difendermi. "Certo, come se non avessimo già mille allarmi installati in casa" "Metti che è un ladro professionista, magari uno stalker..." "Signorina Vignoli, vedo che è in vena di provazioni oggi" Sorrido e stampandogli un bacio, gli sussurro all'orecchio "Non solo..." Prendo Sole in braccio e facendogli un occhiolino, torno in salone. "Vieni mamma, abbiamo aiutato papà a fare una cena spaziale per il tuo compleanno" dice Malcolm strascinandomi nella sala pranzo. "Wowo!" esclamo vedendo la tavola imbandita ad arte con tantissime pietanza e una torta al centro. "Le spegniamo ora le candeline?" propongo mentre Khalil entra nella sala pranzo e annuendo, accende tutte le candeline. "Anch'io voglio accenderne una!" esclama Malcolm. Khalil gli fa accendere due candeline e io mi posiziono tra loro felice. "Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a mamma, tanti auguri a te!" cantano tutti insieme mentre li osservo estremamente grata del dono che mi ha fatto la vita e spengo le candeline. Rialzo lo sguardo a Khalil che mi sorride e mima con le labbra "Ti amo pulce" "Io di più mostro" mimo ancora commossa. Finiamo di cenare dopo un'oretta e divoriamo letteralmente tutto, Khalil è un cuoco fenomenale, oltre a essere un marito perfetto. Da quando sono nati i bambini si è sempre occupato lui della casa facendomi avere il pasto pronto a tavolo e occupandosi dei bambini. Non avrei mai immaginato che potesse essere così bravo come padre, sembra che sia nato solo per fare questo. Delle volte mi pento di non essere spesso a casa per via del lavoro, ma Khalil mi ha sempre incoraggiata a dare il mio meglio professionalmente e non fa mancare nulla a me e ai bambini. Non mi sono mai pentita della decisione che presi quindici anni fa...tornassi indietro nel tempo, riscapperei con Khalil da Palermo. Mi manca? Un po', mi mancano soprattutto il sole, il mare e ovviamente i miei cari. Delle volte parlo al telefono con le ragazze e Juan...cerchiamo di restare a contatto, anche se non sanno niente della mia famiglia. Una volta pensai di svuotare il sacco con Melisa, ma pensai al fatto che le sarebbe potuta scappare un parola davanti a Kemal e tutti i sacrifici fatti, non sarebbero serviti a nulla. Khalil e i bambini sono la mia vita e farò qualsiasi cosa per proteggerli. "Buonanotte piccoli" sussurro spegnendo la luce della loro stanza e chiudendo la porta. "Sole è collassata" mormora Khalil venendomi incontro. "Quindi...." "Abbiamo via libera" completa la mia frase Khalil prendendomi in braccio. "Amore!" esclamo ridendo mentre mi porta in camera e mi posa al centro del letto. Inizio a spogliarmi quando però lui si gira per prendere qualcosa dal comodino e risalendo sul letto, mi porge un cofanetto e una busta. "Per me?"chiedo mentre lui gattona raggiungendomi e inizia a spogliarmi. Ridacchio sentendo i suoi baci sul collo, sulla spalla nuda...sgancia il reggiseno e inizia a massaggiarmi i seni. "Aspetta, fermo" sussurro divertita aprendo il cofanetto. "Quanto luccica" dico sorpresa dal bellissimo anello con un enorme fiori tempestato di diamanti rosa. "Ti piace, ho pensato subito a te quando l'ho visto" chiede lui abbracciandomi da dietro. "Lo amo" dico prendendo l'anello e provandolo subito. "Incantevole" commento ancora la bellezza dell'anello, sono davvero senza parole. "Sono felice che ti piaccia" mormora Khalil lasciandomi dei baci sulla testa e dietro l'orecchio. "Cosa c'è nella busta?" chiedo prendendola e aprendola subito spinta dalla curiosità. "Le ho trovate in uno scatolone" mi spiega lui mentre apro la busta e ci trovo delle foto. "Ma queste le ho scattate io" mormoro felice guardando tutte le foto. "Ti ricordi del nostro viaggio a Las Palmas?" "Come no, mi tenevi ancora come ostaggio nello yatch" Ci sono foto di persone a caso che passeggiano, foto di cibo, chiese, vestiti..."Questa è bellissima" scoppio a ridere vedendo la foto di Khalil che mangia un gelato. Ricordo quando mi disse di smetterla perchè lo infastidivo. "Peste" ribadisce Khalil mordendomi la spalla. "Aii! Piano!" rido mentre lui si allunga a baciarmi le guance. Scorro altre foto finchè prendo l'ultima e sorridendo mormoro "Questa è la mia preferita" Ci siamo io con la maglietta di Khalil e lui che mi bacia la spalla con una torta in primo piano...anche in quel caso mi aveva organizzato una sorpresa per il mio compleanno, aveva fatto venire Valerio sullo yatch per cenare con me...anche in quel caso scelsi Khalil e piantai in asso Valerio, perdendo la mia possibilità di dirgli la verità sul mio rapimento. "Quanto tempo è passato da questa foto..." "Per fortuna tanti" "Perchè per fortuna?"chiedo posando il mento sulla mia spalla. Anche lui si sporge sulla mia spalla e spiega scostandomi una ciocca di capelli sulla schiena "Perchè ancora non avevamo tutto questo...tu eri confusa sui tuoi sentimenti e io così incazzato perchè non riuscivi a capire quanto ti amavo" Mi accarezza la pancia nuda e mormora ancora "Adesso sto così bene...con la mia famiglia che amo più di ogni altra cosa al mondo" Sorrido e girandomi per mettermi a cavalcioni su di lui, mi sporgo per baciarlo. "Ti amo , ti amo e ti amo" mormoro sulle sue labbra agganciando le mani sulla sua cintura. Lui invece afferra le mie mani per incrociare le dita alle sue e mormora fra altri baci "Anch'io...tantissimo, ti amerò per sempre mia preziosa pulce" "Mamma? Papà?" sentiamo chiedere alla porta. Mi porto di scatto le coperte sul seno e Khalil paziente chiede "Karl tesoro...che succede?" "Non riesco a dormire bene, posso stare con voi?" mormora il piccolo stropicciandosi gli occhi. "Karl!" sentiamo gridare insieme a dei passetti e Malcolm che si affaccia nella nostra stanza. "Oh...state giocando?" Chiudo gli occhi sospirando mentre Khalil mi passa una sua maglietta e si alza dal letto sentendo Sole piangere, probabilmente dal trambusto che stiamo facendo. "Ok, ho capito. Venite qui" dico battendo un colpo sul lettone. I bimbi non se lo fanno ripetere due volte e si buttano sul letto. "Che succede?"chiede anche Adriano affacciandosi nella stanza. "Pigiama party" borbotto mentre anche Khalil rientra in stanza con Sole in braccio. "Guarda! Ci sono mamma e papà!" esclama Karl prendendo le foto sul letto. "Vediamo" dice Adriano buttandosi sul letto insieme a tutti quanti. Guardo Khalil che si avvicina a me sul lettone e mi sussurra all'orecchio "Forse lo yatch mi manca un po'..." Scuoto la testa divertita mentre Adriano chiede "Come vi siete conosciuti voi due? Non ce l'avete mai raccontato" Sposto subito lo sguardo a Khalil e mordendomi il labbro scoppiamo a ridere insieme. "Perchè ridete? E' così divertente?"chiede perplesso Karl. "E' una lunga storia ragazzi" dice Khalil accarezzando i capelli di Malcolm per poi alzare lo sguardo a me e aggiungere "Un po' incasinata, ma incontrare vostra madre mi ha reso l'uomo che sono adesso" Una lacrima mi scende furtiva sulla guancia e Khalil asciugandomela col pollice, si allunga a darmi un bacio dolcissimo. "Mamma perchè piangi?"chiede Karl. "Perchè amo da impazzire vostro padre" singhiozzo con gli occhi lucidi. "E vostro padre ama da impazzire vostra madre" replica Khalil lasciandomi un bacio sulla fronte, dritto alla mia anima. FINE.

Ritorna all'indice


Capitolo 79
*** Un bodyguard di troppo ***


Il Paradiso lo preferisco per il clima, l’Inferno per la compagnia. -Oscar Wilde SAMIR'S POV: "Non so quando potrò tornare a farti visita, Bilel mi ha convocato da lui stamattina" dico a Mustafa a sottovoce. Devo molto a mio cugino, quando rapimmo la figlia di Jamal, e Bilel e i suoi uomini ci beccarono nella fabbrica, Mustafa si sacrificò fingendosi me e facendosi arrestare. Per Ibrahim non c'è stato altro da fare, quando amputarono una gamba a Mustafa, per colpa della sparatoria in fabbrica, in ospedale gli dissero che Ibrahim era morto. Non ho potuto seppellire mio fratello, l'immagine di lui per terra in un lago di sangue mi perseguita da 15 anni, da quando quella stessa notte andai a vendicarmi ed entrai a far parte degli uomini di Bilel Cortada, il mio acerrimo nemico. "Per i nuovi lettori, recuperate il capitolo 75 del libro precedente "Contro ogni mia ragione" Baba, ex sceicco dell'organizzazione, si fidava di Bilel, sperava che portasse avanti la jihad, la guerra santa contro gli infedeli in nome dell'Altissimo. Nessuno si sarebbe mai aspettato che potesse pugnalarci alle spalle tradendo l'organizzazione per una puttana e togliendoci tutti i finanziamenti. Mi ritrovai all'età di 15 anni con un papà assassinato, un fratellino di cui prendermi cura, mio cugino, alcuni uomini ancora fedeli a mio padre. Mi ritrovai a dover risanare l'organizzazione e riprendere a combattere la jihad. Provai a fare guerra a Bilel e i suoi uomini rapendo la figlia di Jamal, suo alleato, ma ottenni un fratello morto, mio cugino in carcere che mi copre e io nella tana del lupo. Mi presentai a Bilel come Tariq, povero orfano che non aveva nulla con sé, ma tanta voglia di riscattarsi. Mi unii ai suoi uomini, migliorai le mie tecniche di combattimento, andai a scuola, mi alleai a Bilel per uccidere i miei stessi uomini. 15 anni a obbedire a ogni suo comando, a comportarmi impeccabilmente per guadagnarmi la sua fiducia, per poter attaccare al momento giusto. "Sei riuscito a entrare in casa sua?" chiede Mustafa sorridendo scaltro. "Ho fatto di meglio..." mi sporgo sul banchetto e sussurro "Mi ha affidato sua figlia" "Non ci credo, come hai fatto figlio di puttana" dice Mustafa dandomi uno schiaffetto. Mi rimetto a posto e racconto tutto, racconto delle foto fatte di nascosto a Zaira all'università, per strada, in casa, sul suo stesso letto. "Crede che sia Samir dal carcere a muovere i fili" gli comunico mentre lui scoppia a ridere e la guardia dietro si avvicina a noi. "Se solo sapesse che il temuto Samir è più vicino di quanto possa pensare" Ridacchio e abbassando lo sguardo chiedo "Come te la passi qui?" "Meglio di stare fuori in quell'inferno. Qua ricevo cibo e ho anche la mia gang e ah...grazie per le puttane che mi hai mandato" "Ringrazia Eugenio che le ha lasciate passare" "Poi lo ringrazierò allora. Quando ti rivedrò quindi?" "Non lo so, devo stare molto attento. Anche se ho la fiducia di Bilel, ho sempre gli occhi puntati dei suoi uomini" "Samir?" mi chiama Mustafa. "Si?" chiedo alzando lo sguardo a lui. "Sei la nostra unica speranza, tuo padre Ahmed sarebbe fiero di te se riuscissi a riportare in vita l'organizzazione" si avvicina e ribadisce "Farai grandi cose ragazzo mio, non mollare per nessuna ragione al mondo" Annuisco con la testa mentre la guardia ci comunica che il tempo a nostra disposizione è finito. "Cortada non ha idea di quello che gli aspetta" dico guardandolo dritto negli occhi. Mustafa mi dà un altro schiaffo d'incoraggiamento e mormora "Quando avrai finito con la figlia, mandala un po' da me che mi voglio divertire anch'io" Ridacchio mentre la guardia esclama "Samir, forza!" "Arrivo, e che cazzo!" "Allah u akbar" dice salutandomi. "Allah u akbar" rispondo abbassando il capo. Lo seguo con gli occhi fino alla porta e lo saluto con la mano un attimo prima di sparire. Esco anch'io e raggiungendo la Maserati, rispondo alla chiamata dello stronzo "Signore" "Ho finito con la riunione, tra dieci minuti da me." "Subito signore" dico riattaccando. Sorrido calandomi gli occhiali da sole e partendo a tutto gas. ZAIRA'S POV: "E' un onore che possa essere seguita da lei, professoressa Lombardo" dico allungandole la mano. "Oh cara, hai conseguito un percorso accademico brillante. Sono io a dovermi congratulare con lei" Scuoto la testa sorridendo "Ho solo fatto il mio dovere, professoressa" La Lombardo si rimette gli occhiali da vista e afferrando la sua agenda chiede "Giovedì pomeriggio dovrei essere libera per un'oretta, potremmo discutere sull'argomento che vorrà trattare nella tesi. A lei va bene come giorno?" "Sì certo" "Ottimo, la fisso per le 17?" "Perfetto" La Lombardo richiude l'agenda e sistemandosi la chioma bianca, mormora piano appoggiandosi alla sedia "Però non ci vediamo in studio, giovedì avrò una giornata pesante. Potremmo vederci al bar dell'angolo della strada e ne approfitteremo per prendere un caffè" "Va benissimo, la ringrazio per la disponibilità" dico mentre lei riceve una chiamata. "Che seccatura, cara allora noi ci vediamo giovedì" "Sì, buona giornata e buon lavoro!" esclamo uscendo dal suo studio e passandomi una mano sul viso per asciugare il sudore sulla fronte. Ho tremato tutto il tempo e non mi aspettavo che potesse accettare di seguirmi per la tesi. E' un colosso all'interno della facoltà di Giurisprudenza, è molto severa e pretende tanto dai suoi alunni. Ho deciso che avrei chiesto a lei la tesi dalla prima volta che si è presentata a lezione, è stata così chiara e geniale nella spiegazione, mi ha subito incantata. Non ha una bella fama tra i ragazzi, ne parlano tutti male, è soprannominata "iena" proprio per il fatto che si mostra gentile, ma all'esame è un mostro...ci sono colleghi che sono stati bocciati 9 volte da lei e altri che hanno proprio lasciato la facoltà scoraggiati. Personalmente credo che sia una persona in gamba, grazie agli interventi che facevo in aula ho avuto modo di entrare in contatto con lei e di farmi conoscere. All'interno dell'università siamo tutti delle matricole, dei numeri e delle teste a cui i professori generalmente non sanno dare un nome, mi fa piacere che la Lombardo mi abbia notata. Sogno di entrare a far parte, come lei, del Consiglio superiore della magistratura; è un po' il sogno di tutti quelli che studiano Giurisprudenza, ma sono determinata a realizzare questo sogno, farò qualsiasi cosa per arrivare alla mia prestigiosa meta. Scendo velocemente le scale del palazzo in cui si trova lo studio della professoressa e prendo subito il cellulare per dare la bella notizia ai miei, quando noto all'ingresso Sebastian, l'autista di papà. "Sebastian, ciao...che ci fai qui?" sposto lo sguardo a destra e noto che la mia macchina non è più dove l'ho parcheggiata "Che fine ha fatto la mia auto?" "Salga signorina, la porto a casa" "Ma la mia macchina..." "E' in garage alla villa, non si preoccupi" Corrugo subito la fronte "Per quale ragione non sono stata avvisata?" "Suo padre ha cercato di contattarla" Sblocco il cellulare e solo adesso noto cinque chiamate da parte sua, avevo messo il silenzioso per non essere disturbata in studio. "Un attimo solo" mormoro chiamando papà e dandogli le spalle. "Zaira, ti ho chiamato più volte" risponde seccato papà dopo il primo squillo. "Scusami, ero..." "Torna subito a casa, ci sarà Sebastian fuori ad aspettarti" m'interrompe bruscamente. "L'ho visto, è successo qualcosa?" chiedo preoccupata. "Ti spiegherò più tardi, sbrigati" "Va bene, arrivo. Un bacio" riattacco rigirandomi verso Sebastian. "Andiamo" mormoro mentre lui apre la portiera dietro e io lo ringrazio. Chiamo mamma nel mentre, ma non risponde...le lascio un messaggio aggiornandola sulla professoressa. Arriviamo alla villa dopo mezz'oretta e scendendo dall'auto, fanno un cenno a Sebastian. Poso la mia Chanel all'ingresso e slegando il foulard di seta al collo, vado all'ufficio di papà al piano superiore. Busso prima di entrare e sento papà gridare "Avanti" Entro e vedo una guardia che parla con papà "Scusatemi, passo più tardi" mormoro indietreggiando. "No, Zaira entra pure. Ti aspettavo" dice papà mentre la guardia si fa da parte. Chiudo la porta ed entrando dentro esclamo "La Lombardo mi ha detto di sì, sono così contenta!" Papà mi sorride e prendendomi la mano da dietro la cattedra dice "Bravissima piccola, ero sicuro ce l'avresti fatta" "Mi ha invitata per un caffè giovedì, discuteremo sull'argomento della tesi...ho moltissime idee" mormoro ancora eccitata. "E' fantastico, gioia senti...potresti sederti un attimo, dovrei parlarti di una cosa" "Ooh ehm...certo. Si tratta di Diana? Che ha combinato stavolta?" chiedo riavviandomi i capelli scuri ereditati da mamma. "No, tua sorella non c'entra. Stamattina ho ricevuto questa busta in forma anonima" dice papà serio passandomi una busta gialla. "Capisco, e cosa c'è dentro?" "Guarda tu stessa" Mi mordo il labbro curiosa e prendendo la busta, frugo dentro tirando fuori delle foto. Spalanco gli occhi quando vedo foto di me mentre studio in libreria, mentre parcheggio la macchina, mentre entro in casa "Chi le ha scattate?" chiedo sconcertata sfogliando altre foto di me nella mia camera, in cucina, in salone con le mie sorelle... "Temo di non saperlo, dentro c'era anche una lettera" "Che diceva?" Papà mi riafferra le mani e mormora "Siamo in pericolo Zaira, c'è qualcuno che mi sta minacciando con la tua vita" Spalanco gli occhi sentendo il mondo crollarmi addosso. "Mamma lo sa?" "No, non ho ancora avuto modo di dirglielo. Ho voluto prima parlarne con te perché so che sei una persona molto razionale che non si fa prendere dall'emozioni" Deglutisco cercando di calmarmi, sono sconvolta. "E' qualcuno dell'organizzazione in cui stavi?" "Può darsi" "Mi avevi detto che non c'era più nessuno" So tutto di papà, del suo passato a capo dell'organizzazione terroristica, di come ha mandato tutto all'aria per mamma, del suo piano per distruggere l'organizzazione e lasciarli a secco, di tutti gli uomini che adesso stanno dalla nostra parte...quando seppi tutto, non sbattei ciglio...capì le motivazioni di papà e lo appoggiai, ma se fossi stata mamma, una volta scoperto dell'organizzazione terroristica, l'avrei subito sbattuto in carcere e avrei tagliato i ponti. Non avrei mai permesso che si avvicinasse alla mia famiglia...mamma dice che si era innamorata, ma non sono scusanti, quando tuo padre finisce in come per colpa sua. Spero di innamorarmi di una persona per bene, magari un affascinante scrittore anticonformista o una persona attiva in politica per il bene del nostro popolo. "Evidentemente qualcuno mi è sfuggito, mi sono già adoperato per trovare la talpa" "Credi che sia qualcuno del personale?" "Tariq e io ce ne stiamo occupando" "Tariq?"chiedo non avendo mai sentito quel nome. "E' uno dei miei migliori uomini e di cui fidi di più, è per questo che ti affiderò a lui" dice papà indicandomi dietro. Mi giro e rivedo la guardia di prima vicino alla porta che fissa davanti a sé concentrato. "Cosa vuoi dire con 'ti affiderò a lui'?" sussurro per non farmi sentire, per fortuna l'ufficio è enorme e la porta è lontana dalla scrivania. "Sarà la tua nuova guardia del corpo, ognuno di noi ne avrà uno...Tariq però ti seguirà anche dentro casa, sarà la tua nuova ombra" Chiudo gli occhi sentendomi male per un secondo "Non ho capito bene, sarò seguita da uno sconosciuto dentro casa mia?" "Hai visto le foto? Ti ritraggono nelle tue faccende quotidiane, non possiamo stare tranquilli neanche dentro casa" "Non capisco perché io, perché seguire solo me?" "A questo non so darti una risposta, so solo che dobbiamo stare molto molto attenti in questo periodo. Sulla lettera c'era una tua impronta" "Cosa? In che senso?" chiedo sconvolta mentre ricordo un giorno di essermi risvegliata con una macchia sul pollice della mano destra. Ero convinta che fosse stato uno scherzo di Esmeralda, capita che giochi coi colori. "Capisci perché ti chiedo di aver un po' di pazienza? Finchè non troveremo il colpevole, dovrai collaborare con Tariq, me lo prometti?" Mi porto una mano sul viso e sospiro "Mi sembra tutto così surreale..." Papà si alza e facendo il giro della scrivania, si abbassa per abbracciarmi e darmi conforto. "Ho promesso a tua madre che non vi sarebbe mancato nulla e che vi avrei protetto con la mia stessa vita. Non devi preoccuparti, ho tutto sottocontrollo" mi rassicura papà prendendomi il viso con una mano. Appoggia la fronte alla mia e sussurra "Ti fidi di papà?" "Sempre" mormoro con gli occhi lucidi. "Allora adesso fammi un bel sorriso, odio quando metti il broncio" Gli sorrido e lui pizzicandomi la guance dice "Ecco la mia bambina" "Una bambina di 20 anni" replico divertita. "Una bambina brillante che sta per laurearsi, non potrei essere più fiero di te" dice lui baciandomi la fronte. "Brillante" è così che mi definiscono fin da piccola, la mia professoressa alle medie ha scoperto che ero superiore alla norma e dopo vari esami si è scoperto che ho un QI pari a 154. Ho saltato le medie e a soli 10 anni frequentavo la prima superiore, la professoressa aveva detto ai miei che avrei potuto frequentare direttamente l'università, ma i miei hanno pensato che la differenza di età con i miei colleghi sarebbe stata troppa e hanno preferito che frequentassi un liceo privato con materie più cariche e della mia portata. A 15 anni mi iscrissi a Giurisprudenza ma fino a 18 anni preferì seguire le lezioni online, forse troppo spaventata del giudizio dei miei colleghi molto più grandi. Con il sostegno della mia famiglia, incominciai a seguire le lezioni l'anno scorso, compresi che non era così male come credevo. Non che avessi stretto chissà che amicizie con i miei colleghi, al contrario, andavo dietro ai miei professori...m'infilavo a qualsiasi congresso, seminario, ero attratta dalla loro dialettica, dai loro contenuti...contenuti che non avrei mai trovato in un mio coetaneo. Diana, la mia gemella dice che sono una ragazza di vecchio stampo...può darsi, anche nel vestiario m'identifico nelle donne molto più adulte, amo le perle e il tweed, spesso Diana mi dà della snob, ma non è così, mi piace vestirmi elegante e sentirmi...ordinata, tutto qua. Abbraccio papà e sospirando mormoro "Ti voglio bene" "Anch'io, tantissimo" dice lui pizzicandomi ancora le guance, dice che ho delle guanciotte adorabili. "Va bene, io allora vado in biblioteca per studiare. Ho l'ultimo esame a settembre e devo schiarirmi le idee per la tesi" "Certo, vai piccola. Buono studio" mi saluta papà con un bacio sulla fronte prima di prendere una chiamata. Mi giro per uscire e solo adesso mi ricordo dell'uomo alla porta... "Molto piace signor Tariq" dico allungandogli la mano. Lui si limita ad annuire e io attraversata da mille brividi sulle braccia, faccio un cenno ed esco dalla porta. Vado a recuperare la borsa e mi giro per andare in biblioteca quando sussulto trovandomi dietro Tariq. "Buon Dio...giusto, mi ero dimenticata" mormoro stringendo a me la borsa. Sospiro paziente e marcio dritta in biblioteca, lui mi segue dentro e si posiziona accanto alla porta. "Può sedersi" gli dico indicando la poltroncina accanto. Lui non mi ascolta e non si smuove dalla porta...ok. Scuoto la testa e rimandando la chiamata a mamma più tardi, magari quando avrò un po' più di privacy, recupero i miei libri dal mio armadietto e mi siedo alla mia scrivania personale a studiare. Passo tutta la serata a ripetere, finchè sento la gola irritarsi e decido che per oggi possa bastare. Chiudo i libri e mentre sistemo un po' i miei schemi, lancio un'occhiata a Tariq. Non si è mosso di un millimetro, è in piedi da 4 ore ed è super concentrato. Riabbasso lo sguardo e finisco di sistemare gli schemi. Sentiamo bussare alla porta poco dopo e mamma si affaccia dalla porta "Disturbo?"chiede. "Mamma, no entra!" esclamo schiarendomi la voce. "Hai ripetuto anche oggi fino allo sfinimento? Ti ho detto mille volte che devi darti una regolata, rimarrai senza voce se continuerai così" "L'esame è tra poche settimane, devo farlo mamma" mormoro andandole incontro. "Ciao Tariq, piacere Benedetta. Puoi chiamarmi Beni" dice mamma presentandosi al mio bodyguard che anche con lei si limita a un cenno. Vado ad abbracciare subito mamma e piano sussurro "Hai saputo?" "Purtroppo sì, tu come stai?" chiede mamma accarezzandomi i capelli. "Bene, mi fido di papà. Dovresti farlo anche tu" Lei mi lancia un'occhiataccia e dice "Io mi fido di tuo padre" "Ma...?" "Non fare la sapientona con me" mi rimprovera facendomi ridere. "Cosa c'è per cena? Ho una fame..." chiedo cambiando argomento. So com'è sensibile mamma, non voglio farle vedere che sono molto preoccupata in realtà...anche se è difficile nasconderle qualcosa. "Polpettone" "Mmm...che buono" dico uscendo con mamma abbracciate. Raggiungiamo la sala da pranzo e troviamo già papà ed Esme a tavola. Esme ha 14 anni ed è una ragazza adorabile, molto timida e particolarmente creativa...ama dipingere e la sua cameretta è un'opera d'arte, farà grandi cose. "Diana?"chiedo notando il suo posto vuoto. "A un concerto in un pub, mi pare che abbia detto" dice mamma sedendosi a capotavola. "Sebastian è con lei?" "Sì, è davanti al pub che la controlla" "Ottimo" dice papà sedendosi accanto a mamma che prende i nostri piatti per servirci. Papà l'aiuta e chiede a Esme com'è andata a scuola, frequenta il secondo anno del liceo artistico ed è così contenta di poter coltivare le sue passioni. Nel mentre lancio un'occhiata alla porta e noto Tariq fisso che si guarda attorno attento, fa quasi paura di quanto è professionale. Mangiamo tra le solite chiacchiere e mamma e papà si ritirano nell'ufficio di papà per parlare di "lavoro", certo come no. Scuoto la testa divertita mentre papà afferra mamma per i fianchi che esclama "Bilel, fermo!" Escono dalla sala pranzo ridacchiando e lasciando che la governante sparecchi, l'aiuto con i piatti. "Posso farti una domanda?" chiedo a Rosita, la governante mentre asciugo i piatti bagnati. "Certo gioia" Riposo il piatto e passando ad asciugare un bicchiere domando piano al suo orecchio "Tariq, lo conosci?" Mi giro per vedere se abbia sentita, ma non sembra...è sempre vigile a chi possa entrare in cucina. Mi rigiro verso Rosita e richiedo "Allora? Che mi dici?" Anche Rosita si gira a guardare e fa spallucce "Non ho idea" Sospiro scoraggiata "Perché? Non ti fidi di lui?" chiede Rosita passandomi un piattino. "Ho una sensazione strana a pelle, paradossalmente non mi sento al sicuro quando c'è lui" sussurro vicino a lei. "Vedrai che ti abituerai" "Speriamo di no, mi sono già stufata di dover parlare a bassa voce per non farmi sentire" "Dai che non ti è andata tanto male...a tua sorella è capitato quel vecchio di Sebastian" "Avete la stessa età o sbaglio?" "Io i 50 me li porto bene" Sorrido scuotendo la testa e finendo di asciugare le ultime cose. "Vado a dormire che sono esausta" mormoro alzando le braccia per sgranchirmi. "Vai tesoro, oggi è stata una giornata pesante" "Puoi dirlo forte, buonanotte" dico baciandola sulla guancia e uscendo dalla cucina, sempre seguita dalla mia ombra vivente. Nel corridoio per camera mia mi giro di poco per vedere se continua a seguirmi e faccio una smorfia, certo che non mi molla un attimo. "Notte signor Tariq" dico aprendo la porta di camera mia e richiudendola subito dopo. Butto subito un sospiro di sollievo ed entrando in bagno col cambio, mi faccio una bella doccia. Mi metto il pigiama una volta uscita e mi pettino i capelli lunghi alla schiena color caramello, ce li avevo neri come mamma, ma li ho schiariti all'inizio di quest'anno...penso che stiano bene con gli occhi castani tendenti al verde presi da papà invece. Nel resto, per fortuna ho preso il nasino piccolo di mamma e la bocca carnosa, mi sarebbe piaciuto prendere anche la sua carnagione scura, ma sono nata mulatta. Metto dell'olio d'argan nei capelli e facendo una treccia, esco sbadigliando dal bagno. "Cazzo, che spavento!" quasi urlo portandomi una mano sul petto. Solo adesso mi ricordo della mia canottiera senza il reggiseno sotto e incrociando le braccia per nascondere i capezzoli chiedo brusca "Chi le ha dato il permesso di entrare in camera mia signor Tariq?" Abbasso lo sguardo al letto davanti a sé all'angolo della stanza e sbatto velocemente gli occhi non capendo, da quanto tempo è lì quel letto? Com'è che non l'ho notato prima? "Lei dormirà qui?"chiedo con orrore indicando il letto. Lui continua a guardarmi severo e dandomi le spalle, si leva la giacca. Aspetta un attimo, si sta spogliando davanti a me?? Presa dall'ira esco subito fuori dalla camera e marcio fino alla stanza dei miei, come previsto Tariq mi sta col fiato sul collo. Busso alla stanza e senza aspettare una risposta, entro sbattendo la porta in faccia a Tariq...me ne pento subito dopo e riaprendo la porta spiego "E' una conversazione privata." Richiudo la porta e vedo papà a letto, mamma non c'è...sarà giù a farsi un tè, a quest'ora lo beve sempre. "Che succede?" chiede subito papà corrugando la fronte. Corro da lui e buttandomi sul letto esclamo piano "Non ti sembra eccessivo che uno sconosciuto dorma nella mia stessa stanza?" "Tariq non è uno sconosciuto" "Questa è la mia privacy!" Papà sospira e scendendo dal letto, apre un cassetto del comodino per poi passarmi una foto "Questa l'ho trovata sempre nella busta, ho evitato di fartela vedere per non spaventarti ulteriormente" Prendo la foto e mi porto subito una mano sulla bocca "Com'è possibile..." Osservo la mia foto in primo piano mentre dormo e una mano con un guanto che sfiora i miei capelli con un coltellino. "Capisci perché ho fatto mettere un letto in camera tua?" "Avresti potuto chiedermelo prima" dico infastidita restituendogli la foto. "Forse" Mi gratto la testa e scendendo dal letto chiedo "Non potresti darmi una guardia del corpo femmina? Sarei più a mio agio" "Tariq lo conosco bene, l'ho cresciuto io praticamente. Mi fido di lui" "Ho capito..." borbotto andando alla porta. "Piccola?"chiede papà prima che possa andare via. Mi giro e lui mormora "E' per il tuo bene, vedrai che risolveremo le cose al più presto. Resisti per ancora un po', ritornerà tutto alla normalità" "Va bene...notte" mormoro uscendo fuori mentre vedo mamma nel corridoio con una tazza in mano. E' in vestaglia e mi guarda stranita "Tutto bene?"chiede lanciando uno sguardo a me e a Tariq. "Sì, una sciocchezza. Buonanotte mamma" "Ehi ehi...che ti prende?"nota subito il mio umore nero. "Niente, sono stanca. Vado a dormire" dico scuotendo la testa. "Va bene, buonanotte amore mio" mi abbraccia mamma prima di lasciarmi andare. Rientro in stanza insieme alla mia guardia e noto che chiude a chiave la porta "E' necessario?"chiedo indicando la chiave. Come previsto, non mi calcola. Sospiro ancora e ancora cercando di non ribellarmi, non posso farlo...papà si fida di lui, forse è il caso che incominci a farlo anch'io. "Buonanotte signor Tariq" dico mettendomi sotto le coperte. Lui continua a non proferire parola, inizio a credere che non capisca l'italiano. Mi metto la mascherina e cado tra le braccia di Morfeo, sperando che quest'incubo possa finire al più presto. __________________________ Vi aspetto su Wattpad con la continuazione di questo nuovo libro! Xoxo Benilka

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3818025