Chi sono e chi sarò

di _Almach_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Chiamata alle armi ***
Capitolo 3: *** E se prendessi il tuo posto? ***
Capitolo 4: *** Arrivo al campo ***
Capitolo 5: *** Divisioni e primi allenamenti ***
Capitolo 6: *** Scoperto ***
Capitolo 7: *** Alleati ***
Capitolo 8: *** Ora va, non servi più. ***
Capitolo 9: *** Avvicinamento ma... ***
Capitolo 10: *** La donna adatta a me? ***
Capitolo 11: *** Devastazione ***
Capitolo 12: *** Attacco ***
Capitolo 13: *** Identità svelata ***
Capitolo 14: *** Fine della guerra ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Alta era la luna che pallida brillava nel cielo ormai scuro, e questo voleva significare solo una cosa: le dieci erano giunte e con esse il cambio di vigilanti alle Torri di Guardia situate lungo tutta la zona d’accesso principale di Yueling.

La stagione invernale aveva da poco preso il posto di quella autunnale e, anche se ancora la neve non si era decisa a sfiorare in un tenero bacio il terreno, le temperature sapevano essere abbastanza rigide, specie di notte in cui tutto taceva tranne per il vento che, abile, si muoveva fra le fronde di alberi vicini. 

Lievi erano i passi dei cultori stretti nelle loro tuniche pesanti con la mano poggiata contro l’elsa delle proprie spade spirituali, pronte a richiamarle fuori dal fodero per qualsiasi evenienza. Eppure, da quando le Torri erano state costruite e i turni di vedetta iniziati, non c’era mai stato alcun tipo di problema e decisamente non mancavano i commenti di coloro che ritenevano tutto questo inutile, considerando che a perderci erano proprio loro e le preziose ore di sonno sprecate. Commenti che erano soliti scambiarsi tra le schiere dei soldati semplici, senza mai farli giungere alle orecchie dei loro superiori ben più rigidi e ligi al dovere nei confronti del loro Imperatore. Considerando che risiedeva a Gusu, a maggior ragione i cultori della vicina Yueling dovevano far attenzione a quello che proferivano nelle loro chiacchierate notturne.

Nel continuare il proprio cammino lungo il perimetro a lui assegnato, uno dei cultori si lasciò sfuggire uno sbadiglio piuttosto rumoroso, non preoccupandosi di mettere la mano davanti le labbra come le regole di etichetta vorrebbero. D’altra parte, considerando il senso di solitudine che lo attanagliava, non aveva alcuna paura di essere ripreso per il mancato rispetto delle norme comportamentali. Eppure, non poteva non pensare che l'atmosfera fosse nettamente diversa rispetto a tutte le altre ronde svolte. L'aria sembrava più pesante e una strana sensazione di disagio cominciò a camminargli lungo tutta la spina dorsale. Arrestò il cammino osservando dinanzi a sé la piccola foresta di alberi il cui fondo si muoveva in modo innaturale, era come se anche il vento si fosse fermato dal continuare la sua danza notturna. Sfilò un talismano dalla tasca interna della tua veste e, lasciando il suo posto, lentamente si avvicinò verso il primo arbusto utile mentre indirizzò parte della sua energia spirituale verso il pezzo di carta color ocra che teneva fra le dita facendo nascere una lieve fiammella che, lieve, cominciò a consumarlo.

Non era solo suggestione.

Un urlo squarciò l’aria.

Pesante l'odore di sangue che impregnò l'area.

Tutt'intorno cominciarono a risuonare le campane di avvertimento poste sopra le Torri di Guardia, un suono incrociato alle grida dei cultori scesi a combattere e ai rumori animaleschi di un nemico più forte e violento.

Quel talismano continuò a bruciare, un ritmo di battaglia che si concluse non appena l'ultimo angolo venne lambito dalla fiamma.

Cenere e fiamme. Luna che si tinse di rosso.
֍

Caso volesse che l’Imperatore si trovasse nella vicina Caiyi in compagnia del nipote più giovane, nonché comandante in seconda del suo esercito. Di aspetto austero, Lan Qiren, passava buona parte del suo tempo tra le vicine montagne di Gusu dove si ergeva la sua residenza privata. Un luogo solitamente avvolto nel più puro e candido silenzio che, solo poche volte l’anno, veniva aperto ai comuni cittadini. Nonostante questo, le sue visite in città avvenivano molto più frequentemente di quanto ci si potesse aspettare ed era anche uno dei motivi per cui il popolo lo trattava con il massimo rispetto. Severo nel suo modo di porsi, ma non mancava mai di sfiorare con un morbido tocco le teste dei ragazzini che, timidi, si attardavano sul ciglio della strada nella speranza di vedere il loro sovrano passare. Inutile dire che l'interesse delle ragazze, di qualsiasi età, fosse indirizzato verso i suoi nipoti la cui bellezza e forza era decisamente riconosciuta in tutto il Regno. Ma, se il maggiore dei due era in grado di sorridere e di essere cordiale con chiunque incontrasse, non si poteva dire lo stesso del fratello minore. Marmoreo il suo sguardo di giada, una linea dura le sue labbra, rigido il suo portamento. Probabilmente era proprio il suo essere ombroso e misterioso ad attirare di più.

Il loro camminare li aveva portati nel presso del ponte a forma di arco che collegava i fazzoletti di terra adibita a zona commerciale della città, alla cui riva erano solite mettersi le ragazze che, armate dei loro cestini, cercavano di vendere nespole e altra dolcissima frutta ai vari passanti e a chi era solito navigare per il lungo fiume mediante le loro imbarcazioni. Tutto questo durante il giorno. Di sera si respirava un'atmosfera particolare anche grazie alle lanterne e alle torce che sapevano creare un’illuminazione quasi suggestiva, per niente pesante e scontata.

Urla terrorizzate partirono dalla folla, un senso di terrore che cominciò a farsi strada tra gli ignari cittadini fino ad arrivare all’Imperatore che arrestò il passo. Nipote che fulmineo si mosse mettendosi davanti dell’anziano zio, pronto a impugnare la spada a sua difesa.

Uomo ferito che riuscì a farsi largo tra la folla, abiti sgualciti e ferite da cui il sangue non riusciva a fermarsi. Bastò un'occhiata per capire che difettava del braccio destro, violentemente strappato dalla sua articolazione. Inciampò sui suoi stessi passi, proprio nei pressi di Lan Qiren. Non servì dire al secondo comandante come agire, era già inginocchiato accanto al ferito, non preoccupandosi di macchiare di sangue la sua veste immacolata.

«Yueling... burattini d'ombra…»

Furono queste le uniche parole che riuscì a pronunciare il soldato, prima che il volto sfiorasse il suolo, occhi aperti su quella folla che riprese a gridare ancora più spaventata. Candido comandante che poggiò due dita alla base del collo del malcapitato per saggiarne il battito. Inesistente. Rivolse uno sguardo alll’Imperatore scuotendo il capo, mentre con un veloce movimento la sua mano venne passata sul viso dell'uomo per chiudere i suoi occhi e rivolgere una veloce preghiera agli dei di condurre quella povera anima in un posto dove non avrebbe più sofferto.

Sconcerto nello sguardo di Lan Qiren, un osservare il responsabile commerciale di Caiyi come a volergli ordinare di provvedere a una sepoltura adeguata per quel povero soldato caduto. Poi, rivolse la sua attenzione al nipote che, nel mentre, era tornato in posizione eretta ma sempre accanto a quel corpo ormai senza vita.

«Wangji, torniamo a palazzo! Manda i tuoi uomini a prestare soccorso nella zona colpita.»

Una guerra ignota stava per iniziare. Bisognava prepararsi e agire.





Angolo autrice:

Eccolo qui, ci siamo u.u Il prologo di questa mia nuova long, un'Au Mulan. 
Si tratta di uno dei miei cartoni Disney preferiti, di conseguenza ho voluto provare a cimentarmi in questa nuova impresa. E' la prima volta che provo a scrivere un'Au basata su un'opera già esistente, quindi siate clementi xD e se avete idee sarò ben lieta di prenderle in considerazione <3
Passando al prologo, ho voluto provare un doppio stile, ovvero quello mio solito unito a un altro più incisivo e immediato per cercare di rendere ancora più vivido quanto successo all'interno della prima parte.
Spero che come tentativo sia stato di vostro gradimento, potrei pensare di implementarlo in altri capitoli.
Questa long sarà una continua scoperta anche per me, non mi sono fatta una scaletta mentale quindi scriverò ogni volta che giungerà l'ispirazione.
Cosa ne pensate dell'imperatore Lan Qiren? xD
In questo capitolo fa anche la sua comparsa anche Lan Wangji, che non parla (che novità) ma è comunque un bel vedere *coff*
Bon, io spero che tutto questo vi sia piaciuto e io vi lascio al prossimo aggiornamento (che giungerà subito u.u)

 

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Capitolo 2
*** Chiamata alle armi ***


Yunmeng
 
Placido era il movimento della barca che lenta si muoveva a pelo dell’acqua creando delle lievi increspature al suo passaggio. C’era un’atmosfera tranquilla tutt’intorno, e anche a livello di temperatura si stava bene, probabilmente per la presenza del sole che, alto nel cielo, riusciva ancora a riscaldare senza far avvertire la rigidità del clima invernale. Qualche libellula solitaria compieva il suo volo, fermandosi a riposare una manciata di secondi sulla superficie del lago prima di dispiegare le sue ali sottili e riprendere il proprio viaggio, lasciando una serie di piccoli cerchi concentrici lì dove si era posata. Certo, l’inverno aveva comunque effetto sulla vegetazione circostante; buona parte delle ninfee e dei fiori di loto avevano perso il loro vivo colore e apparivano molto più spenti e, in alcuni punti, anche di colore giallo/marrone, segno visibile del loro seccarsi. Solamente qualche baccello di loto resisteva, ed era per questo che quella barca stava sfidando quelle fredde acque, per salvarli e concedere loro una fine migliore rispetto a vederli seccare in maniera inesorabile. Che poi quella fine migliore consistesse nel riempire poveri stomaci affamati era decisamente un altro discorso.

Sull’imbarcazione era presente un cestino in vimini il cui fondo era già ricoperto da baccelli di diversa dimensione, e che un ragazzo vestito di viola stava continuando a riempire con quelli che riusciva a strappare delicatamente dall’acqua. Dalla parte opposta della barca, un altro ragazzo non stava dando alcun contributo alla raccolta ma, anzi, in mano aveva qualche seme bianco, appartenente alla pianta, che stava sgranocchiando, non si sapeva se per fame, noia o semplicemente perché volesse saggiarne la qualità prima di portarli a casa. Un qualcosa che venne notato dall’altro che, assottigliando lo sguardo, si lasciò sfuggire uno sbuffo piuttosto seccato.

«Hai intenzione di aiutarmi, Wei Wuxian!?»

«Ti sto aiutando, mi sto sincerando siano buoni.»

«Come no, stai solo aiutando il tuo dannato stomaco.»

Sbuffò il ragazzo in viola lanciando malamente uno dei baccelli appena raccolti all’interno del cestino. Si sporse quel tanto che bastava per sfiorare con le dita della mano la fresca superficie dell'acqua. L'angolo destro delle labbra si tese in un sorriso che sapeva di ghigno, mentre con un rapido movimento della mancina schizzò un inconsapevole Wei Wuxian che si lasciò sfuggire un urlo anche poco virile per quello che erano i suoi soliti standard.

«Jiang Cheng, questa me la paghi.»

Come se fossero regrediti all'età infantile, i due cominciarono a schizzarsi a vicenda, disturbando irrimediabilmente quel senso di tranquillità e pace che aveva avvolto il lago prima del loro arrivo. A rimetterci un po' di più fu Jiang Cheng, complice anche più porzioni di pelle esposta dalla veste che indossava rispetto a quella del compagno. Dovettero comunque concludere il loro gioco prima del calar del sole, onde rischiare di prendersi qualche malanno indesiderato, asciugandosi alla meglio mentre lentamente la barca ritornava verso il porto della loro cittadina fluviale. Una volta attraccati, fu Wei Wuxian a prendere tra le braccia il cestino, pieno nemmeno per metà, ritornando insieme a Jiang Cheng verso la loro residenza di Approdo del Loto, nonché sede della nobile famiglia dei Jiang, che governava in quella zona da molte generazioni.

«A-Cheng, A-Xian, bentornati. Siete riusciti a raccogliere qualcosa?»

Ad accoglierli, era stata la voce gentile della figlia maggiore del nobile Jiang Fengmian, Jiang Yanli, che rivolse ai due ragazzi un dolce sorriso mentre si avvicinava a loro, un modo come un altro per incoraggiarli anche se fossero tornati a casa a mani vuote.

«A-Jie, erano proprio gli ultimi baccelli. Ce ne sono veramente molto pochi.»

La figlia maggiore si avvicinò, osservando il contenuto della cesta tra le braccia di Wei Wuxian, trovando piuttosto veritiere le parole del fratello. Sorrise comprensiva mentre allungò una mano per sfiorare uno dei ciuffi mossi dei capelli di colui che considerava come un fratello da dodici anni a questa parte, ovvero da quando ne aveva sei, un bambino che, come una sorta di uragano improvviso, era entrato nelle loro vite.

«Era prevedibile, non vi preoccupate. Piuttosto, andate a cambiarvi, non va bene stare con questi abiti umidi addosso. Vado a prepararvi del tè.»

«Sei meravigliosa come sempre, Shijie.»

Wei Wuxian le sorrise nel suo solito modo affabile, appoggiò la cesta a terra e, dopo aver passato un braccio intorno alle spalle di Jiang Cheng si incamminò con lui verso l’interno della residenza di Pontile del Loto. Condividevano la stessa stanza, grande abbastanza per far avere ad ognuno il proprio spazio, anche se c'era una differenza sostanziale tra loro due, un qualcosa ben visibile osservando semplicemente la loro pelle. Sul petto, all'altezza del proprio nucleo, Jiang Cheng aveva tatuato il loto a nove petali, stemma della famiglia Jiang, di un viola vivo e acceso con contorni e dettagli rifiniti in oro. Era un tratto distintivo di tutti gli appartenenti alle caste nobili della Cina. Diversamente, Wei Wuxian aveva tatuato lo stesso loto a nove petali, ma il suo era decisamente di un violetto molto più spento e collocato in una parte diversa del corpo, ovvero la scapola. Tratto di coloro che appartenevano al ramo servile e poco importante. Non poteva essere altrimenti considerando che suo padre era un servo appartenente al Clan di Yunmeng, mentre sua madre una semplice cultrice senza alcun lignaggio importante. Quand’era rimasto orfano, Wei Ying venne trovato da Jiang Fengmian e portato all’interno del Clan, educato e cresciuto come se fosse un figlio, ma questo non faceva di lui un nobile. Ovviamente, era anche per volere del nobile capo Setta che lui non stava nell’area dedicata alla servitù, ma in camera con il figlio minore, il quale non l’hai mai ritenuto un grosso problema. Gli piaceva stare con Wei Wuxian, anche se il modo di comportarsi nei suoi confronti diceva ben altro.

Dopo essersi cambiati, si diressero verso la saletta attigua alla sala del trono, dove Yanli li stava già aspettando vicino a un tavolino su cui aveva appoggiato due tazze con della tisana ancora fumante e un piccolo piattino di porcellana verde con una parte di semi di loto ricavati dai baccelli raccolti al lago. Un modo come un altro per sgranocchiare qualcosa prima della cena che si sarebbe tenuta fra poche ore. La premura con cui quella ragazza si occupava di loro era davvero qualcosa di commovente, sarebbe decisamente mancata a tutti una volta che avrebbe raggiunto il Clan del suo futuro marito per il matrimonio, per buona pace di Wei Wuxian poco entusiasta di sapere l’amata sorella così lontana da lui, sposata con qualcuno che a lui non piaceva nel modo più assoluto.

 «C’è un po' di tè anche per me?»

La voce del nobile capo Clan, Jiang Fengmian, riempì la stanza distogliendo il terzetto dai loro discorsi fatti più di scherzi e prese in giro che questioni serie. Il passo dell’uomo era piuttosto lento, complice anche la gamba sinistra che ormai non funzionava più bene in seguito a uno schiacciamento, conseguenza di una battaglia di molti anni prima che gli aveva tolto per sempre la capacità di poter combattere ancora, relegandolo a un ruolo più amministrativo nella gestione delle sue terre. Nonostante questo, non aveva mai perso il suo sorriso e il carattere affabile e generoso, specialmente quando aveva a che fare con i suoi figli che tanto amava. Nel vederlo avvicinarsi, Wei Wuxian si alzò dal proprio posto, raggiungendo il fianco dell’uomo per offrirgli il proprio supporto in quei pochi metri che lo separavano dal tavolo. Jiang Fengmian, per una questione di orgoglio, si era sempre rifiutato di portare con sé un bastone, ma lentamente stava cominciando a cedere anche grazie alle pressioni della figlia maggiore, preoccupata per le sue condizioni di salute.

 «Ti ringrazio, Wei Ying.»

 «Non c’è problema, zio Jiang.»

Rispose Wei Wuxian rivolgendo al capo Clan uno dei suoi soliti sorrisi, accompagnandolo al tavolo dove Yanli aveva già predisposto una nuova tazza di tè per suo padre, una rapida premura che venne decisamente apprezzata. A Jiang Fengmian piaceva passare buona parte del suo tempo insieme ai ragazzi quando non aveva affari di cui occuparsi, era sempre stato molto attento ai loro bisogni anche se, da qualche anno a questa parte, i ruoli si erano irrimediabilmente avvertiti.

Si respirava calma, si udivano sincere risate eppure, vennero sostituite da un rumore di corsa trafelata che proveniva da uno dei servitori del Clan che, irrompendo nella stanza, rivolse un rapido inchino nei confronti di tutti i presenti, avvertendo della presenza di un mandante dell’Imperatore giunto per consegnare un messaggio con una certa urgenza, e che non poteva permettersi di fermarsi e di accomodarsi dentro in quanto erano altri i giri che ancora doveva fare. Jiang Fengmian si scambiò un’occhiata veloce con i ragazzi, che lo aiutarono a mettersi in piedi, accompagnandolo all’ingresso di Approdo del Loto dove c’era davvero un inviato dell’Imperatore Lan Qiren a cavallo. Ormai capitava molto di rado che giungesse una comunicazione direttamente dalla residenza reale, e non sapevano cosa aspettarsi in merito.

«Capo Setta Jiang, nella serata di ieri Yueling è caduta per mano dei burattini d’ombra. L’Imperatore richiede la presenza dei figli delle nobili famiglie al campo d’addestramento di Liyang, per venire preparati e fronteggiare la minaccia imminente. Fra due giorni. Nessun ritardo sarà tollerato.»

Il mandante si abbassò quel tanto che bastava per consegnare la lettera di convocazione nelle mani di Jiang Fengmian che, una volta presa la carta, rivolse all’uomo un inchino cortese.

 «Non mancheremo al volere del sommo Imperatore.»

Rispose Jiang Fengmian, facendo annuire l’inviato di Gusu il quale, spronò il cavallo a ripartire verso la prossima destinazione lasciando una piccola nuvola di polvere al suo passaggio. Decisamente non era una situazione piacevole da vivere per il Capo Setta, dopo l’ultimo conflitto sperava di non sentire più parlare di alcun genere di guerra, eppure non poteva rifiutare la richiesta dell’Imperatore, e fu quasi con un certo dispiacere che si voltò a guardare il figlio minore, consegnandogli la lettera con una certa riluttanza a livello visivo.

 «Padre, contate pure su di me.»

 «Zio Jiang! Chiedo di poter andare insieme a Jiang Cheng!»

 «Tu!? Non essere ridicolo.»

Nel sentire quelle poche parole la schiena di Wei Wuxian si irrigidì, mentre tutti si voltarono all’indietro dove la Signora di Approdo del Loto, Madam Yu, si stava avvicinando al gruppetto. Chissà perché aveva sempre un certo tempismo quando si trattava di entrare in scena.

 «Sei diventato sordo Wei Ying? L’Imperatore ha espressamente richiesto i figli delle nobili famiglie. Cosa sei tu?»

 «Signora Yu, io…»

C’era una cosa che Yu Ziyuan odiava, ovvero quando non rispondevano subito alle domande che lei poneva. Si avvicinò alla figura di Wei Wuxian quel tanto che bastasse per strattonarlo, abbassargli in modo violento la parte di tunica dalle spalle per rendere visibile quel tatuaggio.

 «Quindi? Cosa sei tu?»

 «Un servo…»

 «Bene, ricordatelo! Solo perché hai avuto un addestramento nella nobile arte della spada, non ti dà il pretesto di portare disonore alla nostra famiglia.»

Wei Wuxian si morse il labbro quasi a sangue, sia per la frustrazione che per il senso di umiliazione di essere stato ripreso in quel modo di fronte al resto della famiglia. Si discostò dalla mani della donna conosciuta come Ragno Viola e, dopo essersi aggiustato la spalla della tunica, corse dentro lasciando alle sue spalle la discussione che stava cominciando a nascere tra i due coniugi.

Non importa cosa dicesse lei, non poteva lasciare Jiang Cheng ad affrontare tutto questo da solo.

Avrebbe sicuramente trovato un modo per prendere parte alla spedizione!




Angolo Autrice:

Wow l'aggiornamento più veloce della storia u.u e considerando che l'ho scritto in un giorno e mezzo ne vado abbastanza fiera.
Come vedete ci sono già da subito delle differenze. Questo perchè Mulan inizia con lei che si deve tirare a lucido per l'incontro con la Mezzana, ma Wei Wuxian non è una ragazza e non deve ricorrere a questa pratica, di conseguenza ho riadattato un po' l'inizio.
Tanto, si può dire che l'incontro con la Mezzana Wei Ying lo ha avuto comunque, e sappiatelo che mi sento male per il livello di stronzaggine che ha acquisito questo capitolo verso la fine çç La Signora Yu non ha proprio peli sulla lingua, ma vedrete che alla fine della long si rimangerà ogni cattiveria detta nei confronti di questo tesoro dolcissimo (forse xD)
Tenete molto sotto controllo il tatuaggio di Wei Wuxian, non serve dire che sarà proprio quello a farlo sgamare, perché sì... non si vestirà da donna per inflitrarsi al campo, ma vedrete nel prossimo capitolo u.u
Mi sento di voler dedicare questo primo capitolo a Lilith, la quale mi ha aiutato a gestire questa cosa del tatuaggio, e che c'è sempre ogni volta che c'è da sbrogliare qualche mia idea incasinata. 
E niente, io spero che questo capitolo vi sia piaciuto ** a presto <3

 

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Capitolo 3
*** E se prendessi il tuo posto? ***


Yunmeng

La notte che seguì la consegna della convocazione, fu per Wei Wuxian una delle più difficili da trascorrere degli ultimi anni. Non riusciva a prendere sonno in nessuna maniera e non faceva che girarsi in modo continuo nel letto, come in preda a incubi agitati ma da sveglio. Pensava alla questione dell’onore, alle parole di Madam Yu che lo avevano bruciato, ferito… umiliato. Per reazione portò la mano sinistra verso lo sterno, lì dove il tatuaggio sembrava quasi incandescente al tocco fresco delle sue dita. Non odiava le sue origini, non odiava i suoi genitori, semplicemente odiava le ingiustizie della nobiltà verso chi ritenevano di rango inferiore, utili solo a pulire le loro vesti. Eppure, Jiang Fengmian non era così: lo aveva trovato quando ormai non aveva più nessuno, accolto in casa sua, educato e addestrato come se fosse un figlio, senza mai farlo sentire sbagliato o fuori posto. Gli aveva perfino regalato una spada per permettergli di allenarsi ad armi pari insieme a Jiang Cheng, e aveva sviluppato un talento naturale nel destreggiarsi con essa, come fosse un prolungamento del suo stesso braccio. C’era dolcezza nella voce e nello sguardo dello Zio Jiang, poi arrivava la Signora Yu e non c’era altro che supponenza, arroganza e superiorità, un guardarlo dall'alto in basso come i peggio mendicanti di strada. Voci esterne affermavano perché assomigliasse troppo a sua madre, che in età giovanile aveva combattuto al fianco del nobile capo Setta Jiang, acquisendo la sua simpatia e forse qualche favore. Ma erano passati tanti, troppi, anni dalla sua scomparsa… poteva una singola persona portare un rancore del genere così a lungo?

Wei Wuxian sospirò in una maniera piuttosto pesante e, deciso a non pensare più a niente, si voltò in una nuova direzione sperando di riuscire a prendere sonno. I suoi occhi grigi incontrarono la schiena di Jiang Cheng a qualche metro di distanza. Lui, al contrario suo, dormiva in modo pacifico consapevole di dover partire l'indomani, al sorgere del sole. Inutile dire quanto fosse preoccupato per le sorti del fratello adottivo, unico componente di un nobile clan a partire. È vero che avevano ricevuto un addestramento nella nobile arte della spada, ma non erano assolutamente abituati alle situazioni stressanti di una battaglia vera e propria in cui si metteva a repentaglio la vita. Jiang Cheng perdeva facilmente la testa nelle situazioni estenuanti, la guerra non faceva proprio per lui. E se non avesse trovato un capitano abbastanza rigido da tenere sotto controllo questo suo lato? Se lo avesse mandato allo sbaraglio giusto per fare numero contro un nemico ignoto? No… Non riusciva a pensare al fratello in un contesto del genere e, ancora una volta, nacque in lui il desiderio di trovare un modo per partire lo stesso, infiltrarsi e tenerlo d'occhio, aiutarlo. Con un ulteriore sbuffo, Wei Wuxian scostò la coperta nera che aveva addosso e, con un rapido movimento del corpo, poggiò i piedi sul freddo pavimento alzandosi in piedi e, con delle lente falcate, si avvicinò al letto dove il fratello stava riposando. Non voleva disturbarlo, eppure sentì il bisogno di alzare di poco quella coperta color viola scuro che lo avvolgeva e sdraiarsi insieme a lui. Capitava spesso dormissero insieme quando erano più piccoli, poi crescendo avevano preso l’abitudine di riposare ognuno nel proprio letto, anche perché avevano acquisito ritmi del sonno diversi… Fino a quella sera. Wei Wuxian appoggiò la fronte contro la nuca del minore, mentre con un braccio avvolse la sua vita per tenerlo un po’ più stretto a sé. Jiang Cheng odorava di selvatico, della vegetazione che cresceva nei laghi limitrofi di Yunmeng in cui amavano nuotare allo scoccare di ogni primavera ed estate. Contrariamente a Wei Ying, si poteva dire che non aveva un sonno eccessivamente pesante e, si lasciò sfuggire un lieve gemito infastidito simile a un grugnito nel momento in cui sentì la presenza del maggiore addosso a lui.

 «Non sei più un bambino.»

 «Lo so.»

La voce di Wei Wuxian era un sussurro nella notte, uno stringere il braccio intorno alla vita del fratello per pura reazione.

 «Tornerò.»

 «Devi!»

Con un ulteriore sospiro, Jiang Cheng picchiettò con la mano il braccio del maggiore per fargli allentare quella presa che stava cominciando a divenire soffocante. Si voltò con un lento movimento dei fianchi, la fronte che si poggiò contro quella del fratello adottivo.

 «Dormi adesso.»

 «Va bene.»

Mormorò Wei Wuxian apparentemente sconfitto e sopraffatto da tutta quella situazione, ma ancora non riuscì a prendere sonno e gli dispiaceva interrompere anche quello del minore che aveva già chiuso gli occhi per tentare di riaddormentarsi. Non ce la fece, sentì il bisogno di parlare dopo una manciata di secondi scarsi.

 «Jiang Cheng…»

 «Eh…?»

 «Questa è la prima volta che gli eroi gemelli si separano.»

 «Ne sono consapevole, ma che ci posso fare io? Non è colpa mia se tu… oh insomma, smettila di preoccuparti! Questa guerra non sarà niente di che, mi vedrai tornare prima di quanto tu creda! E adesso vorrei dormire, Wei Wuxian, e dovresti farlo anche tu!»

Con uno sbuffo più forte del solito, Jiang Cheng chiuse gli occhi ma rimanendo con la fronte attaccata a quella del maggiore, non dandogli nemmeno il tempo di replicare alla sua ultima affermazione. Lui era così, quando voleva mettere fine a una discussione si chiudeva in se stesso e non voleva saperne più niente. A Wei Wuxian non restava che rassegnarsi, almeno temporaneamente, così chiuse gli occhi riuscendo a scivolare nel mondo dei sogni soltanto dopo un po' di tempo.
Quando Jiang Cheng partì lui rimase ad osservarlo da lontano rivolgendogli un semplice cenno con la mano e un lieve sorriso stentato. Era ancora nervoso per tutta questa storia, e non voleva avvicinarsi più del dovuto al resto della famiglia per rischiare una nuova discussione con Madam Yu che probabilmente non aspettava altro che ricordargli, ancora una volta, quale fosse il suo posto in una società strutturata come la loro. Attese giusto qualche minuto prima di ritirarsi verso la parte interna di Approdo del Loto e praticamente non si fece vedere per qualche oretta buona, fino all’ora di pranzo, per poi fare qualche comparsata sporadica nel pomeriggio per tenere compagnia alla sua Shijie e aiutarla in alcune sue faccende. Era evidente che Wei Wuxian non fosse tranquillo, stava decisamente pensando a cosa fare per aiutare suo Fratello e, probabilmente, la risposta l’aveva già interiorizzata ma gli serviva solo il giusto momento per concretizzare la cosa e quel momento arrivò al calar del sole.

Entrò nella stanza di Jiang Yanli consapevole del fatto che lei fosse ancora in cucina a sbrigare le ultime faccende a seguito della cena. Si avvicinò lentamente alla toeletta poggiando un piccolo rotolo di pergamena di fronte allo specchio. Una lettera con cui comunicava alla sorella adottiva la sua decisione di andarsene in modo da provare a fare di tutto per aiutare Jiang Cheng, e di perdonarlo per questa sua decisione improvvisa. Lasciando la camera di Yanli si sentì quasi un ingrato per quello che stava facendo, come se non fosse riconoscente di tutto quello che la nobile famiglia dei Jiang aveva fatto per lui nel corso di quei lunghi anni, ma d’altra parte aveva scelta? Sì, poteva stare al suo posto, seguire quello che era il suo status per via di quel tatuaggio che gli baciava la pelle come una sorta di monito, ma questo non avrebbe aiutato Jiang Cheng. O forse, era semplicemente un modo per dimostrare a se stesso il suo valore.

Lasciò velocemente Approdo del Loto e, con la sua spada, sparì velocemente nell’oscurità.
 
 

Yang

Viaggiare poteva essere un’impresa semplice quando si conoscevano le strade e si era abituati, ma per qualcuno come Wei Wuxian poteva rappresentare una delle sfide più difficili della sua intera esistenza. Non aveva mai lasciato Yunmeng e per quanto ne potesse sapere doveva semplicemente recarsi verso Nord, e poi? Per fortuna, oltre che sconsiderato, si poteva considerare anche molto accorto ed era per questo che era riuscito a rubare un rotolo, contenente una mappa, dalla stanza dello Zio Jiang, una stanza dove lui era solito stare per svolgere affari per lo più amministrativi. Aveva ricevuto un'istruzione, quindi sapeva leggerla anche se non in maniera eccezionale. Inoltre, non era abituato a viaggiare di sera e di conseguenza si ritrovò a utilizzare più potere spirituale del dovuto, cosa che gli causò una certa stanchezza a livello corporeo e anche mentale, ma nonostante quello non poteva permettersi di fermarsi e di riposare. Non ne aveva il tempo e, soprattutto, doveva avere un margine di ore in più per pensare a un piano per infiltrarsi. Ma andava bene così, non si aspettava di trovare una facile impresa sul suo cammino e d'altra parte erano quelle complesse a dare maggiore soddisfazione.

Quando si fermò era già metà mattinata. Si trovava a Yang, un piccolo paese che si trovava vicino a Liyang, la sua destinazione finale. Non poteva recarsi lì fin da subito, cosa sarebbe successo se avesse incontrato per sbaglio Jiang Cheng? Sicuramente lo avrebbe rispedito indietro rendendo vani gli sforzi fatti fino a quel momento. Decisamente no, non poteva permettersi di essere così poco accorto. Doveva pensare e doveva farlo bene. Contrariamente a Yunmeng, lì l'aria invernale si avvertiva con ancora più prepotenza, il cielo era grigio, quasi bianco, segno che poteva nevicare da un momento all'altro. Cominciò a sentire un certo brivido salirgli lungo la spina dorsale, probabilmente era il caso di recarsi in una locanda in modo da scaldarsi e riposare un po’, in fondo bisognava avere la mente lucida per poter pensare a qualcosa di sensato. Cominciò a incamminarsi ben consapevole del fatto che il paese in cui si trovava non fosse tanto grande, di conseguenza non ci avrebbe messo molto per trovare la locanda tanto desiderata. Complice la stanchezza delle ultime ore, Wei Wuxian non era tanto vigile e bastò svoltare un angolo di un vicolo senza porre la minima attenzione per andare a scontrarsi contro qualcuno. Wei Wuxian chiuse gli occhi di scatto compiendo qualche passo indietro, riaprendoli non appena sentì un tonfo e un gemito piuttosto sommesso. Non era nemmeno una botta troppo forte, con chi si era andato a scontrare? Abbassò lo sguardo e, se non fosse stato giusto per qualche differenza, avrebbe potuto dire che il giovane godeva di una certa somiglianza con lui. Le sue vesti erano di colore giallo con una peonia bianca ricamata sopra, come era una peonia il tatuaggio sul petto che da essa si riusciva a intravedere. I suoi contorni erano piuttosto arrossati, non sapeva se per il freddo o perché fosse fatto da poco tempo. I capelli di un castano scuro legati in una crocchia alta tramite un nastro rosso a prima vista non sembravano tanto lunghi; gli occhi erano di un bellissimo colore castano bronzeo e, al centro delle sopracciglia, svettava un piccolo marchio vermiglio. Conosceva mediamente il nobile clan Jin di Lanling, quindi non poteva che affermare, con certezza, che si trattasse di uno dei suoi componenti.

 «Ti sei fatto male?»

La voce di Wei Wuxian era colma di tranquillità mentre allungava la mano verso il ragazzo ancora a terra che, considerando il gesto di gentilezza nei suoi riguardi, non poté rifiutare di afferrarla ritornando in piedi.

 «Sto bene, ma dovresti stare più attento quando cammini. Ehm, scusami adesso dovrei andare.»

 «Tu non fai parte del clan di Lanling?»

 «Eh? Sì… Perché me lo stai chiedendo?»

 «Dovresti essere a Liyang. Perché sei qui?»

Wei Wuxian non aveva proprio peli sulla lingua, specialmente quando diventava curioso anche con chi non conosceva. Ma, giustamente, la sua domanda era sensata considerando il fatto che il suo interlocutore non avrebbe dovuto trovarsi proprio lì, con una faccia da chi stava progettando una fuga da un momento all’altro. E chi meglio di lui poteva capirlo considerando che aveva fatto lo stesso poche ore prima? Infatti, il giovane si lasciò sfuggire un sobbalzo prima di afferrare Wei Ying per un polso e trascinarlo in fondo al vicolo, lontani da possibili orecchie indiscrete. Yang era piccola, e non sapeva se lo stessero cercando oppure il suo allontanamento momentaneo era passato inosservato, come buona parte della sua stessa esistenza.

 «Prima di tutto: come sai che dovrei essere a Liyang? Sei per caso una spia al servizio del clan?»

 «Wow, avete davvero delle spie a Lanling? E comunque no. Lo so perché anche mio fratello è lì.»

 «Tuo fratello? Ma… Quindi non dovresti esserci anche tu?»

La domanda del suo ignoto interlocutore era abbastanza accurata e sensata e Wei Ying la accolse con un certo sospiro mentre si girava di poco per mostrare all’altro la schiena, portando la mano sul colletto della veste per abbassarlo quel tanto che bastava per mostrare il tatuaggio del loto a nove petali sulla scapola.

 «Mio fratello adottivo.»

 «Oh, capisco, quindi stai cercando… di infiltrarti?»

Ormai Wei Wuxian non aveva più niente da nascondere quindi si limitò semplicemente ad annuire, ma non si aspettava di ricevere una risata piuttosto cristallina da parte dell’altro, un qualcosa che gli fece assumere un’espressione piuttosto perplessa.

 «Oddio, scusa scusa. Vieni con me.»

Wei Wuxian sentì nuovamente una stretta leggera sul suo polso, e si ritrovò a seguire il giovane appartenente a Lanling senza fare alcuna domanda, trovandosi nei pressi dell’unica locanda del paesino. Era piuttosto vicina, se non avesse avuto quello scontro non ci avrebbe messo niente a trovarla da sola. Il giovane non aveva ancora intenzione di mollarlo e girò di poco il capo per rivolgergli un sorriso leggero. Entrambi entrarono nell’alberghetto e il proprietario rivolse loro un breve cenno del volto, senza dire loro niente, probabilmente il ragazzo vestito d’oro stava già alloggiando in una delle camere ed è per quello non si era lasciato andare a nessuna consuetudine. Wei Wuxian venne indirizzato al piano superiore, verso una camera situata in fondo al corridoio, che era anche quella più isolata di tutte. A quanto pareva il suo interlocutore era una persona che amava molto la privacy o gli ambienti tranquilli in generale. La stanza non era molto grande, ma due persone ci potevano stare senza alcun problema.

 «Perché mi hai portato qui?»

 «Oh, non pensare male, non ho brutte intenzioni con te. Solo parlare ma prima… Come ti chiami?»

 «Se lo dici tu. Mi chiamo Wei Wuxian, e tu?»

 «Io sono Mo… Jin Xuanyu.»

 «Non mi sembri molto a tuo agio col tuo cognome, mi sbaglio?»

A quella domanda Xuanyu non poté fare a meno di irrigidirsi in modo visibile. Era vero, non si trovava molto a suo agio con quella sua nuova identità. Sentì che poteva fidarsi di Wei Wuxian, per quel motivo cominciò a spiegargli che lui non era figlio della moglie del nobile capo clan ma di una delle sue tanti amanti di una notte, e come lui anche un altro dei suoi fratellastri. Era cresciuto lontano dalla residenza principale, e aveva ricevuto una educazione basilare da cultore senza approfondire molto le sei arti, per questo il suo nucleo d’oro era formato ma non così tanto potente. Poi un giorno, Jin Guangshan si era ricordato di avere altri due figli e li aveva presi sotto la sua protettiva, facendo sì che abbandonassero i vecchi cognomi per acquisire il suo con tanto di tatuaggio per iniziarli alla vita di uno dei Clan più ricchi e potenti della Cina.
Tutto ciò avvenne qualche giorno prima dell’attacco dei burattini d’ombra ai danni di Yueling. Era come se Jin Guangshan lo avesse in qualche modo predetto, perché non aveva esitato a incaricare i suoi figli di prendere parte a quella spedizione. Ma Xuanyu, mentre si stava preparando, aveva sentito per caso una conversazione del padre con qualcun altro: stava esponendo la sua tesi per cui più figli avrebbe mandato, più meriti avrebbero portato al Clan di Lanling, un modo come un altro per arricchire tasche già colme di loro. Wei Wuxian ascoltò tutto quello senza dire una parola, semplicemente in modo impietrito, non poteva credere che esistesse un padre del genere… E non poté che pensare immediatamente alla sua Shijie. In che genere di Clan si stava andando a sposare? Paragonato a lui la Signora Yu poteva considerarsi una sorta di santa, in fondo non lo aveva tatuato a forza per mandarlo in guerra e avere salvo il figlio prediletto.

 «Capisci, Wei Wuxian? Noi non siamo importanti a livello affettivo per lui. Io non voglio prendere parte a questa cosa, non ho mai preso una spada in vita mia fino a qualche giorno fa. Non voglio morire!»

 «Ascolta… e se prendessi il tuo posto?»

 «Che cosa!?»

 «Hai capito bene. Se tu sei d’accordo sono disposto a prendere il tuo posto. Tu vuoi vivere, e io voglio infiltrarmi per tenere d’occhio mio fratello e aiutarlo a sopravvivere. Siamo anche simili fisicamente, potrebbe non essere un grosso problema.»

Mo Xuanyu ascoltò ogni parola in un modo quasi ammirato. Era incredibile il modo in cui Wei Wuxian si volesse spingere, andando contro il suo essere un servo, per il bene che provava nei confronti del fratello adottivo. Jiang Cheng doveva essere davvero fortunato ad averlo al suo fianco, d’altra parte anche lui avrebbe sempre voluto al suo fianco qualcuno capace di un simile gesto. Ci pensò su qualche istante e infine annuì, sperando che Wei Ying avesse capito come comportarsi come lui in quel breve tempo insieme.

 «Ti ringrazio enormemente Xuanyu, per me significa veramente tanto quello che hai accettato di fare.»

 «So che lo stai facendo per una giusta causa. Te la dono volentieri la mia identità.»

Asserì Mo Xuanyu rivolgendogli un dolce sorriso, mentre portava la mano destra a stringere l’estremità del nastro rosso che gli teneva legati i capelli e se li scioglieva facendoli ricadere lungo le spalle. Erano decisamente molto più corti rispetto a quelli di Wei Wuxian, ma almeno il colore era esattamente quello. Wei Ying prese un lungo respiro, facendo anche lui la medesima cosa e radunando la sua chioma scuro in una sorta di coda laterale, fece scivolare Suibian dal suo fodero, e bastò un taglio netto per vedere una cascata di ciocche disperdersi sul pavimento. Afferrò delicatamente il nastro che Xuanyu aveva fatto scivolare sul tavolo e si legò i capelli nella sua stessa acconciatura. Utilizzando un incantesimo rese diverso il colore dei suoi occhi, e cambiò il colore della sua spada per renderla simile a quella del ragazzo e, infine, si scambiarono gli abiti.

Nell’osservarsi allo specchio, Wei Wuxian non poté che ritenersi più soddisfatto di così. Girandosi, vide Mo Xuanyu porgergli la lettera di convocazione che gli sarebbe servita per accedere al campo. Wei Ying prese un lungo respiro e, con mani tremanti, si ritrovò a prendere quel rotolo in mano mentre un sorriso sincero e di ringraziamento veniva donato all’amico.

Era fatta, ora gli bastava aspettare l’indomani e sperare che tutto andasse bene. Doveva andare bene.






Angolo Autrice:

*prende un lungo respiro* santo cielo che parto questo capitolo. Provo un odio e amore nei suoi confronti e sapete perchè? Ci sono troppi, e dico troppi, dialoghi. Io non so da quando ho cominciato a sviluppare questo genere di avversione nei loro riguardi, forse perchè mi piace più andare di descrizione e di introspezione (forse per questo è uscito così lungo...) ma va bene, è un capitolo importante questo e ci dovevano essere.
Wei Ying ha fatto la sua mossa u.u è partito senza una idea e si è ritrovato davanti Mo Xuanyu con il quale ha stretto questa specie di patto. Eh, questa io la chiamo fortuna sfacciata.
Piuttosto, non so se sono riuscita a rendere Mo Xuanyu in maniera decente, è la prima volta che scrivo di lui e ho voluto evitare i suoi "attacchi di pazzia"
Riuscirà Wei Ying ad entrare nella sua parte e non farsi scoprire? Lo scopriremo dai prossimi capitoli u.u
Io intanto mi sento di ringraziare ancora una volta la mia Wei Ying (Lilith), la quale mi ha sopportato, mi ha spronato a scrivere e si è messa a fare ricerche insieme a me. Insomma, se non ci fosse bisognerebbe inventarla <3
E niente, io spero che questo aggiornamento sia stato di vostro gradimento <3 alla prossima ;)

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Capitolo 4
*** Arrivo al campo ***


Liyang

Una sensazione di benessere avvolse le membra di Wei Wuxian nel momento in cui mise piede a Liyang. Senso di vittoria, un fargli capire che ce l’aveva fatta ad arrivare fino a lì e doveva fare il possibile per non farsi scoprire e portare il suo obiettivo fino alla fine. In particolare, doveva fare attenzione a non perdere mai la concentrazione sugli incantesimi che aveva lanciato su sé stesso; erano delle piccolezze ma, non essendo abituato a tenerli attivi per un periodo di tempo imprecisato, non sapeva fin dove si sarebbe potuto spingere anche durante gli allenamenti veri e propri. Per Wei Wuxian tutto questo rappresentava un’incognita non indifferente da gestire, ma l’idea era stata solo e unicamente sua e di conseguenza non aveva proprio il diritto di lamentarsi in merito. Prima di partire aveva fatto una lunga chiacchierata con Mo Xuanyu in cui si era fatto spiegare alla perfezione ogni minima sfumatura del suo carattere in modo da sapere come recitare. Era veritiero il fatto che con i suoi fratelli, o fratellastri, non si era frequentato poi chissà quanto prima dell’attacco e della successiva convocazione, ma stava già rischiando abbastanza e voleva evitare di far nascere anche solo il minimo sospetto. Mancava solamente meno di mezz'ora all'ora prefissata per il ritrovo al campo di addestramento e Wei Ying era talmente vicino che già poteva sentire una certa ansia attanagliargli lo stomaco. Liyang non era tanto grande, sapeva di doversi recare nei pressi della sua foresta con un grande lago a fare da cornice e, alzando lo sguardo poteva giù notare dei fumi alzarsi verso il cielo chiaro ma grigio al tempo stesso. Qualcuno era già lì, probabilmente mancava solo lui è questo lo portò automaticamente ad accelerare il passo. Eppure, strano che nessuno del nobile Clan di Lanling si era messo sulle tracce di Mo Xuanyu, contava davvero così poco per loro? Oppure era stato talmente bravo da non rendere nota la sua assenza? Qualunque fosse la spiegazione l’avrebbe capito a breve. Per il momento, bisognava semplicemente avanzare.

Bastò far vedere la lettera di convocazione a uno dei due soldati posti all’ingresso per poter entrare all’interno del campo. L’area utilizzata era decisamente molto grande, e nella parte destra si potevano intravedere una serie di tende messe su di più fila tutte del medesimo colore, nonostante fossero presenti delle piccole bandierine che emergevano dal terreno con sopra disegnato i vari simboli dei clan che erano stati chiamati a prendere parte a questa sorta di guerra con un nemico alquanto ignoto e di cui non si conoscevano le reali fattezze. Wei Wuxian si lasciò sfuggire un sospiro mentre camminava verso un punto imprecisato del terreno ma tenendo un passo dritto e senza variazioni particolari. Il suo sguardo si spostava da destra a sinistra come se stesse cercando qualcosa, o per meglio dire qualcuno, anche se in modo circospetto per non far sorgere possibili domande negli altri uomini per essere si stavano facendo i fatti loro senza pensare alla sua presenza. All’interno del suo petto il cuore mancò un mezzo battito quando, non molto lontano da sé vide la figura che tanto bramava di vedere: Jiang Cheng!
Stava parlando con un ragazzo dall’aria spaventata, la cui divisa variava dal grigio e dal verde e che stringeva tra le mani un fan1 con un nervosismo piuttosto evidente. Il tenere lo sguardo fisso sul fratello adottivo fu un errore abbastanza grossolano, ma non perché lui se ne accorse ma perché per finì per sbattere contro qualcuno. La botta lo sbalzò di qualche passo indietro e lo fece destare dal suo momento di distrazione anche grazie all’espressione piuttosto colorita e un rumore di un qualcosa che rimbalzò sul terreno impolverato. Abbassando lo sguardo, Wei Wuxian si accorse che era un panino al vapore ripieno di carne con il segno evidente di un morso.

«Idiota! Dove cazzo stavi guardando eh!?»

Nel sentire questa espressione a dir poco sboccata, Wei Wuxian alzò finalmente lo sguardo sul suo misterioso interlocutore. A livello anagrafico doveva essere più grande di lui di qualche anno, complice anche il fatto che lo superasse di qualche testa in altezza. Il suo volto era caratterizzato da uno sguardo scuro e tagliente; i capelli prevalentemente corti sul castano chiaro, forse un po' unti, ad eccezione di due ciuffi più lunghi che partivano dall'attaccatura delle orecchie. Le sue vesti erano prevalentemente bianche con dei dettagli rossi su più punti che richiamavano delle fiamme, aperte sul davanti per mostrare, con un certo orgoglio, il tatuaggio a forma di sole. Accanto a lui c’era probabilmente il fratello maggiore a cui Wei Wuxian non prestò eccessivamente attenzione, ma notò semplicemente gli occhi scuri come il primo e i capelli un po' più lunghi. Ecco, il finto Mo Xuanyu voleva evitare fin da subito una situazione del genere, sperava di rimanere in una sorta di limbo anonimo per i primi giorni e invece… probabilmente la stella che aveva guidato la sua nascita era molto pigra, non disponeva di molta fortuna ultimamente. Buona parte degli occhi dei presenti erano puntati su di loro, compresi quelli di Jiang Cheng, doveva fare qualcosa per togliersi questo impiccio di torno quanto prima, consapevole anche che non poteva rispondere a tono come solo lui sapeva fare.

«Ah… mi dispiace, mi dispiace eheh. Ma perché mangiare in mezzo alla strada con tutto lo spazio a disposizione?»

«Come!? Dovrei dare conto a te di dove cazzo voglio mangiare!?»

«Eh? Nono, figurati. Ecco, mi dispiace.»

Wei Wuxian sapeva di star rischiando ma fece la prima cosa che gli passò per la testa ovvero, abbassarsi quanto bastasse per prendere il panino da terra, soffiarci sopra con fare sbrigativo e porgerlo al suo vecchio proprietario il quale, gli rivolse uno sguardo furioso accompagnato da uno schiaffo abbastanza violento contro la mano di Wei Ying che fece volare il panino a qualche metro di distanza. Sentì i muscoli del braccio intorpidirsi per qualche secondo, oltre che la mancina pulsare dal dolore. Era stata veramente una delle botte più forti mai ricevute negli ultimi anni.

«Sei stupido!? Credi davvero che io possa mangiare un qualcosa caduto per terra? Hai idea di chi io sia!?»

«Ecco, veramente… no!»

«Tu! Brutto piccolo figlio di put…»

«Su Wen Chao, vedi di darti una calmata!»

Prima ancora che tale Wen Chao potesse finire la sua frase, il cui contenuto era abbastanza intuibile, e afferrare la veste di Wei Wuxian per strattonarlo, una voce calma e tranquilla lo fece desistere. Probabilmente era la calma prima di un nuovo scoppio di tempesta. Fatto sta che, Wei Ying voltò lo sguardo verso la direzione da dove era giunta la voce notando solo in quel momento una figura in avvicinamento, una figura che aveva addosso la sua stessa divisa gialla e bianca con il simbolo della peonia che si intravedeva sul petto tramite una fessura lasciata scoperta dalla veste, oltre che una un po' più grande cucita proprio al centro del vestiario. Lo sguardo era piuttosto gentile e gli occhi di un bellissimo colore verde ambrato, e al centro, tra le sopracciglia, spiccava il tipico marchio vermiglio che caratterizzava tutti gli appartenenti al nobile clan di Lanling. I capelli sul castano chiaro erano piuttosto lunghi e lisci, ad una prima occhiata sembravano anche piuttosto morbidi e setosi e, sopra la capigliatura svettava la presenza di un cappello marrone con dei dettagli dorati. A giudicare dall'aspetto, e seguendo anche le descrizioni fatte da Mo Xuanyu, doveva trattarsi di Jin Guangyao.

«Xuanyu, stai bene?»

Mentre lo chiedeva, Jin Guangyao si affiancò a lui posando una mano sulla sua testa accarezzandola in modo amorevole. Nonostante la differenza di altezza, si comportava come un perfetto fratello maggiore giunto a protezione di quello più piccolo e fragile.

«Yao-gege… si, sto bene, grazie a te.»

Wei Wuxian gli rivolse un sorriso, non considerando più Wen Chao che stava ancora fumando dalla rabbia, probabilmente nella sua setta erano abituati a trattarlo con il massimo riguardo e con tutti gli onori del caso e di conseguenza non aveva ancora finito con loro. Tutto questo, sotto il vigile sguardo del fratello che, da quando era iniziata questa sorta di discussione, non aveva ancora proferito parola limitandosi a stare immobile e con le braccia incrociate al petto.

«Ho capito! Mo Xuanyu e Meng Yao. Jin Guangshan deve essere proprio disperato per riconoscere due sporchi figli di prostitute di basso borgo.»

Nel sentire queste parole, le sopracciglia di Wei Wuxian si aggrottarono in maniera nervosa e il sangue cominciò a ribollirli nelle vene. Se c’era una cosa che proprio non sopportava era proprio questo tipo di atteggiamento dalle cosiddette classe agiata nei confronti di chi ritenevano più debole. Lui lo sapeva bene essendo figlio di un servo e avendo sentito questo genere di discriminazione per buona parte di vita da Madam Yu. Eppure, non poteva passarci sopra, perché se l’onore per la famiglia era importante, quello per sé stessi lo era ancora di più. Abbandonò il fianco di Jin Guangyao per incamminarsi in avanti e fermarsi a qualche centimetro di distanza dal corpo di Wen Chao.

«Per te siamo Jin Guangyao e Jin Xuanyu! E dell’origine delle nostri madri, direi che non sono cazzi tuoi!»

Questa sua affermazione provocò sguaiate risate nella figura di Wen Chao il quale, tinse ancora di più il suo sguardo di pura e semplice cattiveria. Era il tipico sguardo del predatore che aveva appena trovato la preda perfetta con cui giocare, o uccidere subito per soddisfare il senso di fame.

«Ohoh, il gattino ha tirato fuori gli artigli. Avrete anche acquisito un nuovo cognome, ma rimanete degli scarti di basso rango, delle pedine sacrificabili di cui nessuno importa.»

«A me sembra di vedere un altro tipo di scarto, e non siamo di certo noi.»

Quella risposta così sgarbata, ma al tempo stesso veritiera, fece scattare qualcosa nella mente di Wen Chao il quale mise in automatico la mano sull’elsa della spada, ma prima che fosse in grado di tirarla fuori per metà, un'altra lama entrò nel suo campo visivo dividendo i protagonisti di quella discussione piuttosto accesa. Wei Wuxian sussultò, era stata una cosa talmente repentina che non aveva avuto il tempo nemmeno di accorgersene. Voltò lo sguardo sul proprietario della spada, notando come prima cosa la divisa bianca e il tatuaggio di un motivo a nuvola visibile in una parte del petto. Una lunga cascata d'ebano ad incorniciargli il volto e un pallido sguardo di giada li stava osservando con rigida severità. Sembrava una sorta di angelo etereo sceso sulla terra appositamente per punire i due peccatori, un muoversi talmente silenzioso da non essere udito.

«Torna al tuo posto!»

Freddo era il tono che rivolse a Wen Chao, ma che sortì l'effetto desiderato: rinfoderò quel poco di spada che aveva tirato fuori per poi allontanarsi con un ringhio sommesso insieme al fratello. Con un gesto elegante del polso anche l'uomo vestito di bianco rinfoderò la sua spada, e Wei Wuxian poté giurare di aver sentito una sorta di brezza gelida provenire da quell’arma. Alzò il volto notando solo in quel momento che il più alto lo stava osservando, uno specchiarsi nello sguardo dell'altro.

«Anche voi!»

Queste fredde parole giunsero dopo qualche istante e fecero rimestare Wei Wuxian dalla sorta di tepore in cui era entrato nell'osservare quegli occhi ambrati. Si limitò ad annuire tornando indietro di qualche passo per affiancare Jin Guangyao il quale si inchinò verso l'uomo in bianco come in segno di scuse. Picchiettò sulla spalla di Wei Ying come per invitarlo a seguirlo verso le tende destinate al Clan Jin di Lanling.

Mancavano pochi minuti alla prima riunione collettiva eppure, si sentì già sfinito. Non aveva idea se era per la discussione o per quello sguardo tanto freddo quanto penetrante.



Angolo Autrice

Fan: ventaglio

Ohh eccomi tornata con un nuovo aggiornamento. Sono particolarmente felice di pubblicare oggi, sapete perchè? Mulan compie ben 21 anni e considerando che è il cartone da cui è tratta questa ff lo considero come una sorta di regalo di compleanno ** <3
Ma torniamo al capitolo... è particolare questo arrivo al campo per Wei Wuxian, e direi molto faticoso sotto molti punti di vista (e ancora non siamo ancora entrati nel vivo della storia). Prima di iniziare la stesura della ff mi sono ritrovata a pensare chi abbinare dei personaggi di MDZS con quelli di Mulan, cosa che sono riuscita per qualcuno mentre per altri no. Poi ho iniziato questo capitolo e ho pensato che parte del carattere di Yao si sposasse con Wen Chao, e detto fatto.
Sinceramente? Non volevo inserirlo, ne lui e ne il fratello e del Clan Wen volevo tenere solo Wen Ning, che vedremo più avanti in un ruolo diverso da quello di tutti gli altri (spoiler xD) ma oh mi chiamava e spero di ucciederlo male *coff*
Spero di essere riuscita a entrare bene nel suo livello di cattiveria... a me Wen Chao non piace proprio ed è stato sfiancante usare determinate parole, ma al tempo stesso anche divertente.
Inoltre, qui abbiamo anche la comparsa di Jin GuangYao (tesoro mio <3 ) e alla fine ha fatto la sua magica apparizione Lan Wangji.
Non si sono parlati, si sono detti poco e niente ma quello sguardo mi ha fatto fremere abbastabza *ç*
Bon, credo di aver parlato abbastanza. Vi lascio qui <3 Al prossimo capitolo :3

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Capitolo 5
*** Divisioni e primi allenamenti ***


File di cultori erano posizionati ordinariamente su di un lato del campo con dietro le tende dei loro accampamenti. Diversi i colori che si susseguivano, non avevano ancora una veste unica che li distinguesse come parte di un unico esercito con il medesimo obiettivo e, di conseguenza, apparivano come una sorta di arcobaleno disomogeneo ma comunque bello da poter vedere. Il nobile clan dei Jin era accanto a quello dei Nie che, a loro volta, avevano accanto quello dei Jiang con il suo unico elemento a fare da semplice sfondo a quelle che erano decisamente le sette con più elementi all'attivo. Jiang Cheng non spiccava così tanto, il colore viola della sua divisa appariva come un granello di sabbia in mezzo a una distesa di neve, eppure il suo sguardo era comunque fiero e non tradiva mai un senso di inadeguatezza. Wei Wuxian era posizionato di pochi passi indietro rispetto ai “fratelli maggiori" e dalla sua visuale poteva scorgere meglio il viso del suo fratello effettivo. Gli dispiaceva non potersi avvicinare, mettersi accanto a lui, prendergli la mano e assicurargli che sarebbe andato tutto bene. Così vicino ma, ancora, troppo lontano. Il perché Wei Ying era più indietro fu presto detto: avevano accanto il clan Wen e, considerando la discussione di poco prima, non volevano dare a Wen Chao un motivo in più per attaccare briga ancora una volta. Jin Zixuan li aveva osservati da lontano e li aveva accolti con sguardo severo e le braccia incrociate al petto. In particolare, si era rivolto a Wei Wuxian dicendogli che non doveva osare provocare il figlio minore del Capo Wen e di non creare altri problemi, soprattutto a lui. Il futuro marito di sua sorella era proprio un palo in culo, pensò. Com'era possibile non prendere neanche mezza difesa nei confronti dei componenti della sua stessa famiglia? Che non li accettasse pienamente? D'altra parte, a giudicare dalle parole di Mo Xuanyu, non era da molto che lui è Jin Guangyao erano stati accolti all’interno del clan, probabilmente Zixuan non ha mai saputo della loro esistenza fino a quando non se li è ritrovati davanti quindi, potrebbe starci la sua iniziale ritrosia nei loro riguardi. Jin Guangyao lo capiva, ecco perché era giunto lui in suo soccorso non appena l'aveva visto in difficoltà.

Voci varie cominciarono a dissolversi non appena dei passi cominciarono a risuonare nell'area, passi provenienti dall'uomo dalla veste bianca e dallo sguardo severo che poco prima aveva evitato che Wei Wuxian finisse infilzato dalla spada di Wen Chao. Eppure, non era da solo; accanto a lui si ergeva la figura di un altro uomo di bianco vestito, un po' più alto e dai tratti un più maturi rispetto al primo. Una lunga cascata d'ebano gli cadeva sulla schiena, fronte libera da possibili ciuffi che, invece, ricadevano dritti dall'attaccatura delle orecchie. Lo sguardo, color nocciola chiaro, traspariva calma e gentilezza, un voler mettere le persone a proprio agio con la forza di una semplice occhiata. Anche lui era una sorta di angelo etereo vestito interamente di bianco, e la divisa era un po' più aperta sul petto rispetto alla persona al suo fianco mostrando con un certo orgoglio quel tatuaggio a forma di nuvola azzurra vicino al punto dove batteva il nucleo d’oro. Lo stemma del clan Lan di Gusu, la famiglia imperiale, un simbolo che stava anche all’esterno della lettera di convocazione. Quei due erano fratelli e si capiva dalla bellezza piuttosto speculare.

«La vostra presenza non è stata richiesta per un felice evento, ma per lottare contro una comune minaccia. Vi ringrazio per il coraggio che avete dimostrato nell’accettare questa convocazione.»

Cominciò l'uomo dal gentile sguardo da cui si riusciva a intravedere anche della serietà mista a dispiacere, non doveva essere facile nemmeno per loro, forse era la prima guerra che gestivano in un modo tanto attivo e con la responsabilità di tante persone sulle loro spalle.

«Ad ogni modo, io sono Lan Huan, Lan Xichen! Accanto a me, mio fratello Lan Zhan, Lan Wangji. Siamo i comandanti della prima e della seconda divisione dell'esercito imperiale. In quanto tali, saremo severi, esigenti, vi porteremo al limite delle vostre capacità fisiche per valutare il vostro valore e quanto possiamo insegnarvi in questo poco tempo. Ci prenderemo la responsabilità di rimandarvi a casa qualora i vostri standard non raggiungano quelli richiesti. Vogliamo la vittoria, ma con meno perdite possibili.»

Nel sentire queste parole, una parte dell'animo di Wei Wuxian cominciò a fremere; Mo Xuanyu gli aveva rivelato di non sapere nemmeno tenere una spada, quindi probabilmente non aveva nessun’altra capacità fisica per poter essere utile ai fini di una guerra. Comprese perché voleva scappare via, ma questo lo metteva automaticamente in una posizione di svantaggio. Non poteva osare troppo per paura di farsi scoprire, doveva tenere un basso profilo e magari sperare di non farsi cacciare prima del tempo. Aveva fatto il conto senza tenere conto dell'ospite, ma lo stava facendo per suo fratello e non poteva permettersi di fallire.

«Tuttavia, non vogliamo nemmeno vi facciate troppo male, motivo per cui… Qionglin? Qionglin puoi venire di fianco a noi?»

Passò giusto qualche istante, e Wei Wuxian poté giurare di aver sentito delle risate commesse provenire direttamente da Wen Chao, e non capì subito il motivo. Poi comunque il proprietario di quel nome si fece vivo, uscendo da dietro la grande tenda posta alle spalle dei due comandanti. Si muoveva in modo timido e impacciato, con le mani che tremavano e si contorcevano tra loro. Però, a guardarlo, appariva come decisamente un bel ragazzo. La prima cosa che spiccavano erano gli occhi di un meraviglioso verde acqua, come pochi se ne vedevano; i lunghi capelli castani chiaro erano legati in una coda alta da cui spiccava un nastro di colore bianco, un piccolo ciuffo a sfiorarne la fronte e due un po' più lunghi che scendevano ai lati. La sua divisa era caratterizzata dal colore bianco e rosso… e bastò quel sole a renderlo estremamente familiare: Apparteneva al clan Wen!

«Zewu… Zewu-jun… p-preferirei essere chiamato Wen Ning, se… se non ti dispiace.»

«Naturalmente, perdonami. Dicevo? Ah… Wen Ning sarà il nostro fidato medico del campo, non abbiate paura ad andare da lui se doveste accusare qualche disturbo.»

Una parte di frase di Lan Xichen risultò abbastanza stentata all'ascolto, come se non fosse completamente convinto di una delle sue parole. Effettivamente, più che avere paura loro di andare da Wen Ning, era proprio Wen Ning a desiderare che nessuno si facesse male per non dover andare da lui. In tutto questo, colui chiamato Lan Wangji non aveva ancora proferito parola limitandosi a stare accanto a suo fratello tenendo una solida postura marziale. Probabilmente era quel tipo di persona che prediligeva più i fatti alle parole, ma comunque il suo sguardo di giada si spostava da una parte e dall’altra dei presenti messi in fila, come se già si stesse facendo una sorta di idea personale. Wei Wuxian sentì quegli occhi su di sé un paio di volte, come se lo stesse osservando un po' più a lungo e intensamente rispetto a tutti gli altri. O poteva essere una semplice considerazione considerando anche cos’era successo poco prima.
Lan Xichen, dopo qualche momento di pausa, continuò il suo discorso dicendo che non si sarebbero allenati tutti insieme ma che si sarebbero divisi in due gruppi per dare modo di osservare meglio le capacità dei convocati a questa guerra ancora ignota, ma di cui si cominciava ad avvertire il peso della sua imminenza. Un certo senso di dispiacere si impossessò di Wei Ying quando sentì che Jin GuangYao era destinato al gruppo del comandante della prima divisione e come lui, anche quegli antipatici e spocchiosi dei fratelli Wen, li invece provò un noto senso di sollievo. Ancor di più quando il nome di Jiang Cheng non arrivò mai, il che significa che erano destinati a stare dalla stessa parte di campo, ed essere diretti dal capo della seconda divisione, Lan Wangji. Trovò incredibile il fatto che fosse riuscito a rimanere in silenzio per tutto il tempo, limitandosi a donare un’occhiata in favore del fratello attraverso la quale aveva approvato la sua scelta. Eppure, la voce ce l’aveva… lui l’aveva sentita chiaramente.

Non appena i due gruppi si separarono, Lan Wangji fece segno al suo di seguirlo senza troppi preamboli. Si ritrovarono in un grande spiazzo con un alto palo di legno posto al centro e una piccola struttura con degli archi e delle frecce perfettamente disposte ed allineate. Nessuno di loro sapeva cosa stesse per succedere, ma la risposta giunse nel momento in cui il capitano della seconda divisione prese un arco ponendosi a una certa distanza e, dopo aver teso la corda, scoccò una freccia dal colore dorato la cui punta infilzò la cima di quel palo dopo aver compiuto una traiettoria perfetta e delineata. Era tutto decisamente incredibile, anche la postura assunta dal capitano non aveva la minima sfumatura d'errore o di incertezza, sembrava di avere davanti una statua splendidamente scolpita nel marmo dall'artista più eccelso in circolazione. Si volse verso di loro, lo sguardo ancora freddo.

«Vi riunirete veloci e puntuali ogni mattina! Per i primi tempi, niente energia spirituale.»

Se possibile, la voce di Lan Wangji era molto più fredda e atona rispetto a quel suo sguardo di giada. Non servì spiegare loro che non voleva che usassero la loro energia spirituale per valutare il loro livello di forza al naturale senza alcun aiuto. E il capitano si avvicinerebbe alla struttura prendendo un nuovo arco è una nuova freccia prima di incamminarsi verso i suoi uomini posizionati in una fila alquanto scomposta. Si fermò di fronte a Jiang Cheng e fu verso di lui che allungò le due armi facendole afferrare dal diretto interessato. La mano destra, che aveva afferrato la freccia, si abbassò in modo naturale e il voltò del ragazzo si tinse di pura perplessione.

«Cosa senti?»

«È… molto più pesante di una freccia comune.»

Nel sentire queste parole, Wei Wuxian avvertì un lieve sussulto spaventato da un ragazzo vicino a lui, era lo stesso col ventaglio che stava parlando con il fratello al suo arrivo al campo. Quindi, Lan Wangji aveva davvero lanciato una freccia più pesante del normale senza alcuno sforzo evidente? Wei Ying pensò che fosse davvero incredibile e da qualche parte del suo animo nacque il calore della competizione, un qualcosa che non poteva assolutamente permettere di provare.

«Hm! Forza e disciplina sono i suoi significati. Dovrete scoccarla per raggiungere la mia, ed eventualmente farla cadere.»

Senza donare ulteriori spiegazioni, Lan Wangji fece un semplice cenno con lo sguardo a Jiang Cheng che andò a posizionarsi dov’era lui prima. Wei Wuxian, che lo conosceva meglio di chiunque altro, sapeva della sfumatura di nervosismo che stava cominciando a pizzicare i suoi muscoli, probabilmente perché era il primo a dover iniziare una prova tanto ardua e non poteva nemmeno incoraggiarlo come faceva sempre quando si esercitavano nella tranquillità della loro residenza. Jiang Cheng tese l’arco, il suo braccio destro non riuscì a mantenersi totalmente stabile e, quando scoccò, la freccia arrivò si a sfiorare il palo verso metà della sua intera lunghezza ma non riuscì a conficcare la punta nel duro legno che cadde inesorabile verso il terreno. L’erede del clan Jiang si lasciò sfuggire un versetto di frustrazione, ma Lan Wangji non disse nulla al contrario, fece cenno agli altri di mettersi in fila e fare la medesima cosa. C’era chi non si allontanò molto dal risultato ottenuto da Jiang Cheng, altri che riuscirono a conficcare la freccia nel legno ma senza arrivare a sfiorare quella che aveva scoccato il capitano.  Infine, toccò a Wei Wuxian! Lui aveva un ottimo spirito di osservazione, bene o male aveva capito la postura che doveva tenere il corpo per lanciare la freccia alla massima intensità possibile e, nel tempo che aspettava, aveva avuto modo di saggiarla in mano per abituarsi al peso. C’era un solo problema: adesso era Mo Xuanyu! Doveva adattarsi a questa sua identità temporanea e, di conseguenza, doveva condannarsi al fallimento anticipato nel momento in cui giunse il momento di recitare. Si avviò con un velo di terrore tinto nello sguardo, la mano che teneva l’arco non era ferma e questo comportò un movimento abbastanza inconsulto nell’arma, e non riuscì nemmeno a incoccare la freccia al primo colpo, la fece cadere a terra un numero spropositato di volte chiedendo di poter riprovare. Dalla sua posizione poteva vedere benissimo l’espressione sconcertata che assunse Jin Zixuan, che preferì passarsi la mano sul viso e voltarsi da un’altra parte, come se si vergognasse di questo fratello inutile che si era ritrovato ad accogliere. All’ennesimo sbaglio, fece per abbassarsi per prendere la freccia ma una mano sulla sua spalla glielo impedì. Girandosi, si ritrovò a sobbalzare nel momento in cui vide quello sguardo penetrante di giada che sembrasse leggerlo dentro, ancora una volta non si era accorto del suo avvicinarsi.

«Basta! Ritirati.»

«Ma… ma… capitano Lan, io…»

«Per oggi hai finito! Ritiratevi.»

Da una parte Wei Wuxian si ritrovò a ringraziarlo, non ce la faceva più a tenere ancora quel teatrino, e sperò di risultare abbastanza convincente. Annuì e si diresse vicino alla struttura per posare l’arco e incamminarsi verso l’area destinata alle tende, sentendo dietro di sé i borbottii di Zixuan abbastanza scontento di lui e di tutta questa situazione, e da una parte non poteva che capirlo. Dall’altra aveva voglia di cantargliene quattro.

Questo primo giorno risultò essere molto più difficile del previsto. 





Angolo autrice:
Oh, eccomi tornata con un nuovo aggiornamento. Scusate il ritardo ma è stato un periodo un pò incasinato e pieno di ansia, e nel mentre ho scoperto il piacere di ruolare la ZhuiLing quindi mi ha preso abbastanza x°°
Ma ci sono u.u Allora, qui abbiamo la bellissima comparsa del nostro Lan Xichen che fa capire ai nostri sfortunati cultori come va il mondo (?) ma per fortuna non fa l'antipatico di turno per molto. Mi è piaciuto scrivere il separietto con il nostro cinnamon roll Wen Ning, e non vi preoccupate, lo vedrete più presente nel corso dei capitoli futuri. Ma non vi svelo ancora perchè u.u (anche se qualcuno lo sa *coff*) AH, nel testo non ho specificato perchè lo chiama Zewu-jun per un motivo piuttosto ovvio: ho voluto rendere questo nome il titolo nobiliare di Lan Xichen (come Hanguang-jun per Wangji), ed essendo comunque due personalità importanti, come capitani e nipoti dell'imperatore è qualcosa di noto a tutti. (Tranne a Wei Ying che è un caso a se xD)
E passiamo alla parte degli allenamenti ** devo dire che mi piace un botto Lan Wangji come Shang, anche se il secondo parla decisamente molto di più, ma Lan Zhan è il capitano e in qualche modo deve parlare anche se non vuole u.u
Qui, rispetto al cartone, ho voluto prendermi la licenza poetica di una differenza (e sennò capite già come vanno le cose, per chi conosce il cartone, e io voglio anche sorprendervi.) quindi i pesi sono stati sostituiti dal tiro con l'arco con una freccia molto più pesante rispetto al normale. 
Mi è dispiaciuto dover far fare a Wei Wuxian queste figure çç ma vedrete che si riscatterà alla grande in futuro, e questi riferimenti WangXian che sto lanciando mi stanno piacendo un botto <3
Bon, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Al prossimo aggiornamento ;)

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Capitolo 6
*** Scoperto ***


I giorni seguenti furono pieni di allenamenti vari, scanditi da una rigida tabella di marcia non soggetta a cambiamento alcuno. La mattina si iniziava con una lunga corsa che copriva buona parte del bosco circostante fino ad arrivare alla vicina catena montuosa, una cosa in cui si dovevano tenere dei pesi che non erano mai gli stessi ma che cambiavano ogni volta; seguiva, poi un’esercitazione di tiro con l’arco in cui, delle volte, bisognava incoccare più frecce insieme e con ognuna di esse prendere un determinato bersaglio; pesca a mani nude, per accrescere i riflessi con qualcosa di piccolo che sapeva essere veloce; combattimento corpo a corpo e, infine, la temuta prova del primo giorno e ancora nessuno era riuscito a raggiungere la freccia dorata scoccata dal comandante della seconda divisione.

Per Wei Wuxian tutto questo stava cominciando a diventare frustrante, ma non per il fatto di non riuscire a usare l’arco come voleva lui, ma per il fatto che ogni allenamento a cui si sottoponeva si doveva concludere con un suo inevitabile fallimento. Lui che nella corsa non aveva eguali doveva spesso e volentieri arrivare ultimo o, alla peggio, non finirla arrivando nemmeno a metà strada prima di accasciarsi dalla fatica provocata anche da quei pesi che, a conti fatti, non erano difficili da gestire. Lo smacco più grande arrivò il giorno in cui dovette affrontare Jiang Cheng nel combattimento corpo a corpo. Doveva fare maggiormente attenzione al modo in cui si muoveva perché, se il fratello non gli rivolgeva alcun sguardo durante le altre prove qui, doveva farlo per forza di cose anche per valutare la mossa migliore da adoperare. Nel corso degli anni è capitato spesso si esercitassero spesso in questa pratica e, infatti, i movimenti di Jiang Cheng erano abbastanza facili da prevedere, oltre che si muoveva sempre alla stessa maniera, ma qui Wei Wuxian, non potendo permettersi il lusso di leggerlo come è solito fare, ha preferito far durare il tutto il meno possibile. Praticamente finito a terra con un semplice pugno, nemmeno dato troppo forte considerando che l’energia spirituale è ancora abolita, a pochi secondi dall’inizio dell’incontro ha dato segni di non volersi più rialzare, lamentandosi, anche in un modo abbastanza lagnoso, per il dolore provato. Steso per terra poté vedere chiaramente Jiang Cheng allontanarsi, non prima di avergli lanciato contro il tipico sguardo di quando era solito riferirsi a qualcuno come “patetico” anche senza l’uso della parola. Oh, se glieli avrebbe fatti pagare tutti questi smacchi una volta tornati a casa.

In tutto questo, Wei Wuxian si doveva sorbire non solo le occhiate di derisione da parte dei suoi compagni d’armi, quelle ammonitrici da parte di Lan Wangji ma anche i commenti acidi da parte del suo fratello temporaneo: Jin Zixuan! Non perdeva tempo a ricordargli che non sapeva fare niente, che doveva impegnarsi di più e altri commenti poco carini a cui non prestava eccessivamente attenzione. Per fortuna in suo favore giungeva spesso Jin Guangyao che cercava di rabbonire l’erede del Clan Jin, e non poteva far altro che essergli grato sebbene a Wei Wuxian desse fastidio il fatto che doveva esserci qualcuno a dover prendere le sue difese per forza di cose perché non poteva alzare troppo la voce senza farsi scoprire. Era una situazione particolarmente stressante quella a cui si era sottoposto in modo spontaneo eppure, non si stava pentendo nemmeno per un istante.

Giunse la sera e con essa la fine di quegli allenamenti estenuanti con commenti acidi annessi e, Wei Wuxian, sentì il bisogno di allontanarsi da quella parte di campo destinata alle tende del Clan Jin per ricercare il piacere di rilassarsi almeno un po'. Una volta sicuro di essersi allontanato abbastanza, tirò fuori dalla veste il talismano che aveva attivato quella stessa mattina. Si era sbiadito in modo completo e questo significava solo una cosa: il colore dei suoi occhi e la sua spada erano tornati come prima di assumere l’identità di Mo Xuanyu. È vero, all’inizio aveva prediletto l’uso di un incantesimo per questa questione, ma quando ha appreso il fatto che l'energia spirituale non poteva essere utilizzata è letteralmente sceso a patti con questa soluzione alternativa in modo da diminuire ancora di più la possibilità di venire scoperto. Per fortuna, Wei Wuxian aveva una predisposizione naturale per l'uso dei talismani e, per ogni evenienza se n'era portati molto di più rispetto al normale. In fondo, li poteva utilizzare come più voleva, l'unico limite era costituito dalla fantasia, cosa che al ragazzo decisamente non mancava.

Arrivò nei pressi del lago, distante qualche minuto dall'accampamento, e mentre si avvicinava alla riva il suo sguardo si spostò da parte a parte per controllare che non ci fosse nessuno, ma tutto era libero e anche dentro quelle fredde acque non avvertì alcun movimento sospetto. Tolse Suibian dalla cinta appoggiandola contro la prima roccia utile, una cinta che poi venne slacciata per permettere alla veste superiore di scivolare lungo le spalle rivelando quella candida pelle resa, forse, un po' più delicata per via della pallida luce lunare che si stava facendo strada nel cielo notturno. L’aria invernale era piuttosto pungente ma Wei Wuxian non avvertì alcun tipo d fastidio, al contrario non vedeva l’ora di buttarsi in acqua per sbollire un po' il suo spirito anche troppo rovente di questi giorni, un modo come un altro per rischiararsi le idee. Si avvicinò un po' di più alla riva ma, come a volersi rilassare un po' di più, chiude gli occhi prendendo un lungo respiro, qualcosa che lo distolse per un attimo da tutto quello che aveva intorno a sé. Una distrazione che comportò un suo inevitabile passo falso.

Un rumore sordo, tipico di quando qualcosa cade a terra, lo distolse facendogli aprire gli occhi di scatto e muovere la testa all’indietro. Per un attimo desiderò che fosse frutto della sua semplice immaginazione mista a paranoia, ma i suoi timori aumentarono quando vide quello sguardo acquamarina spalancato, uno sguardo che apparteneva a una sola persona: Wen Ning!

«Ma… ma quello…»

Balbettò il medico da campo indicando con un gesto tremante della mano la scapola dove Wei Wuxian aveva impresso il servile marchio della nobile clan di Yunmeng.

Fottuto. Wei Wuxian si sentì irrimediabilmente fottuto. Vide ogni suo sforzo andare in frantumi come lo specchio esistente più pregiato, sciogliersi come la neve all’arrivo della primavera. Però non voleva arrendersi così, non poteva permettersi di farlo! Senza che se ne fosse accorto si era già messo addosso la parte superiore della sua veste, recuperato la spada e corso in direzione del medico afferrandolo solo per farlo voltare e puntargli l’arma alla gola, lama che aveva di poco lasciato il fodero scuro e che fredda brillava contro la porzione scoperta del collo del povero ragazzo che, per la paura, aveva preso irrimediabilmente a tremare senza dire nulla.

«N-non… non… u-uccidermi.»

Era vero che Wen Ning non voleva dire nulla, eppure queste parole uscirono spontaneamente dalle sue labbra. Parole che provocarono una nuova stilettata di ansia nell’animo di Wei Wuxian. Entrambi i ragazzi erano in panico, ma per motivi assai diversi.

«Zitto… zitto! Fai silenzio. Cazzo.»

Ora Wei Wuxian non aveva tempo di pensare a quanto fosse stato stupido a non entrare subito in acqua e perdere tempo in quel modo! Doveva pensare velocemente a una soluzione perché come era arrivato Wen Ning potevano giungere anche gli altri, e come spiegare poi la spada puntata contro il povero e timido medico da campo? Specie se a brandirla era colui che tutti ritenevano un lavativo assolutamente incapace che al campo non doveva metterci proprio piede.

«Ora ascoltami. Adesso ti lascerò andare, e tu ti incamminerai verso la tua tenda, e io ti seguirò. Hai capito? Non urlare, non correre… comportati normalmente, o sarò costretto a farti del male e credimi, è l’ultima cosa che vorrei.»

Wen Ning, sentendo queste parole, si lasciò sfuggire un pigolio sommesso e si limitò ad annuire in modo piuttosto sbrigativo senza far uscire alcun fiato dalle sue labbra. Wei Wuxian con un leggero colpo di polso rinfoderò la lama di Suibian liberando poi il medico dalla sua ferrea stretta. L’altro si abbassò, ma solo per recuperare il piccolo secchio di legno che aveva lasciato cadere poco prima per poi avviarsi nuovamente verso il campo e la sua tenda di conseguenza. C’era un certo tremore nei suoi movimenti ma, come aveva promesso a Wei Wuxian, non provò manco lontanamente a correre e ad avvertire qualcuno di quanto visto. Evidentemente doveva tenerci molto alla sua vita, eppure Wei Wuxian si chiese se davvero sarebbe stato in grado di fare del male a qualcuno che a malapena riusciva a tenere lo sguardo fisso negli occhi di qualcuno senza il timore di svenire da un momento all’altro.

No, adesso non poteva permettersi di pensare a questo! Doveva riflettere sulla sua prossima mossa e per farlo, non gli restavano che una manciata scarsa di minuti.

Dopo tutti gli sforzi fatti la sua permanenza al campo rischiava davvero di essere compromessa. Al solo pensiero c’era solo una cosa che voleva ardentemente fare: urlare!





Angolo Autrice:

Ma saaalve, come va? u.u non ci sentiamo da un pò da queste parti. Passato bene il Natale? *coff*
Si, sto divagando come al mio solito per rimandare la spiegazione su questo capitolo x°°
Diciamo che è pieno di mai na gioia per il povero Wei Wuxian e io lo so che da qualche parte nella novel è li a lanciarmi maledizioni e orde di cadaveri feroci.
Mai che gliene andasse bene una a quel ragazzo, e mi dispiace molto per questo çç 
Wen Ning lo ha scoperto, e adesso? beh... lo scoprirete nel prossimo capitolo u.u
Lo so, avrei potuto benissimo farli parlare in questo, ma comunque volevo mantenere un certo mood drama senza spezzarlo (volevo essere più infame e interromperlo nel momento stesso in cui Wei Wuxian ha guardato Wen Ning... sono stata anche buona dai x°°)
Che poi oh, pensate davvero che quel rotolino di cannella sia capace davvero di tradire qualcuno? Io non credo.
Avverto subito che il prossimo aggiornamento potrebbe metterci un pochino a uscire, perchè prossima settimana inizia un filone nel gdr che devo seguire ed è anche il compleanno del mio cucciolino, Lan Sizhui, quindi devo scrivere una ff per lui. Ma siate fiduciosi, proverò comunque a buttare giù qualche riga in momenti morti xD
Come sempre ringrazio davvero la mia partner di coltivazione, che spero non mi stia lanciando maledizioni, Lilith. Sempre disponibile ad aiutarmi quando qualcosa non mi quadra e a darmi consigli.
Come farei senza di lei?
Bon... io ho finito qui, alla prossima <3 

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Capitolo 7
*** Alleati ***


Il tragitto verso la tenda di Wen Ning sembrava non finire mai, probabilmente perché Wei Wuxian stava provando talmente tanta ansia da rendere, mentalmente parlando, quel cammino più lungo di quello che in realtà non fosse. Il suo sguardo era puntato perennemente sulla schiena del medico, come se avesse il timore di vederselo fuggire davanti da un momento all'altro eppure, stava seguendo le sue indicazioni senza fiatare, forse con un'espressione di calma apparente dipinta sul volto. Wen Ning era un tipo timoroso la cui timidezza si poteva scorgere anche a chilometri di distanza di conseguenza, non sarebbe stato affatto strano vedere un'espressione preoccupata sul suo volto. Eppure, adesso camminava con dietro un Wei Ying che si stava tenendo in equilibrio sul filo del nervosismo, una mano tremante a sfiorare l’altra della spada, come se fosse pronto a sguainarla per mettere fine a ogni cosa. Per fortuna in giro non c’era nessuno!

Lo stato d'animo di Wei Wuxian non mutò nemmeno una volta raggiunta la tanto agognata destinazione anche perché, per la prima volta si rese conto di non avere un piano da seguire e di doversi affidare al puro e semplice istinto sperando di non combinare qualche casino. Seguì il medico all'interno della tenda e lo lasciò andare per permettergli di accendere un lumino per poter avere anche una minima fonte di illuminazione. L'interno era piuttosto semplice: a terra era già presente un futon srotolato e già pronto per la notte, oltre che un altro piegato perfettamente in un angolo, che probabilmente veniva utilizzato per i pazienti che ne avevano bisogno; sul lato sinistro si poteva scorgere un tavolo in legno con sopra varie attrezzature mediche tra cui garze, vari sacchetti contenenti probabilmente delle polveri, un mortaio e una bassa scatola di legno con un coperchio in vetro con dentro degli aghi di varia forma e dimensione, usati per l'agopuntura. Era una scatola che, al primo sguardo, appariva molto pregiata e si poteva intravedere il rosso stemma del Clan Wen inciso in un angolo.

«Vuoi… vuoi che ti prepari del tè?»

«Non voglio niente! Ti avevo detto di fare silenzio.»

Cominciò Wei Wuxian cominciando ad incamminarsi per tutto il perimetro della tenda ancora avvolto da quel nervosismo soffocato. Da una parte avrebbe voluto accettare quel tè, anche per provare a calmarsi con qualcosa di caldo nello stomaco. Ma, ma se avesse messo la dentro qualche sostanza capace di farlo addormentare per poi essere consegnato al comandante Lan? Probabilmente stava esagerando con questo tipo di pensieri ma, d’altra parte, esisteva davvero qualcuno all’interno di questo campo di cui potersi fidare?

«Allora, p-perché siamo qui?»

«Ancora? Certo che ne hai di parole per essere uno che si spaventa anche della sua stessa ombra.>>

No, questo non era uno dei comportamenti che era abituato ad avere quando si rivolgeva agli altri. Anche quando era arrabbiato non dimenticava di avere comunque un margine di rispetto per il suo interlocutore, cosa che adesso non stava facendo, vuoi per il nervosismo o per chissà quale altro motivo.

«No, ecco, io…»

«Ora fai tu silenzio, per cortesia.»

Era basso il tono di voce usato da Wen Ning ma, aveva comunque interrotto a metà la frase di Wei Wuxian senza esitare o balbettare come era solito a fare. Probabilmente aveva raggiunto anche lui un certo grado di sopportazione o forse, voleva semplicemente dimostrare che non era vero si spaventava di tutti e per tutto. Si avvicinò all’altro quanto bastasse per afferrarlo per il gomito e tirarlo delicatamente verso lo sgabello vicino al tavolo e li farlo sedere. Era come se lo stesse sottoponendo a una visita medica inaspettata, anche se non si era allungato a prendere nemmeno uno dei suoi strumenti.  

«Non voglio metterti fretta. Parla quando te la sentirai.»

Da che era fermo e deciso, il tono di Wen Ning assunse una sfumatura più morbida, come se stesse cercando di mettere a suo agio un basito Wei Wuxian. Probabilmente stava solo facendo il suo dovere di medico, rassicurare le persone in modo da gestire meglio i loro problemi. C’era molto di più dietro quella semplice corazza di timidezza con cui appariva davanti agli altri, e Wei Wuxian doveva saperlo meglio di chiunque altro considerando la sua condizione. Poche volte si era vergognato per un suo comportamento e questa, era una di quelle.

A seguito di un lungo momento di pausa, Wei Wuxian cominciò a raccontare tenendo un tono di voce basso onde evitare di farsi sentire da qualcuno che stava passando fuori dalla tenda per caso. Rivelò di non essere Mo Xuanyu ma di aver preso la sua identità in accordo con lui; di essere qui per aiutare Jiang Cheng in qualità di suo fratello, anche se adottivo, in quanto non poteva prendere parte alla campagna non appartenendo al ramo nobile ma a quello servile. In virtù delle sue parole, abbassò la tunica quanto bastasse per far vedere meglio al medico il tatuaggio di quel loto a nove petali sbiadito. Gli fece capire che lui non era uno di quei servi in cerca di gloria e di riscatto personale, ma che era giunto qui spinto dal desiderio di non lasciare solo suo fratello come unico appartenente del loro clan. Wen Ning, in tutto questo, ascoltò ogni cosa di questa storia in assoluto silenzio, non interrompendo mai l'altro per esporre i suoi possibili dubbi in merito alla situazione. La sua espressione era pensierosa, come se questa situazione lo toccasse da vicino o più del dovuto.

«Wei…Wei-gongzi, credo di aver sentito parlare di te con un certo fervore.»

«Eh? Ovviamente, la mia fama mi precede. Da chi?»

«Ti…ti sei ripreso vedo. Dalla mia JieJie, Wen Qing.»

«Wen Qing? Mhh… cosa!? Vuoi forse dire che è davvero tua sorella?»

C’era puro stupore nella domanda di Wei Wuxian che non voleva farla risultare offensiva per il povero medico, e forse ci sarebbe potuto benissimo arrivare. Wen Qing era il miglior medico donna, o il miglior medico in generale, di Qishan. Ricordava di averla vista ad Approdo del Loto, chiamata direttamente da Madam Yu per visitare Jiang Yanli, una visita completa per verificare le condizioni di salute che dovevano essere ottime in vista del futuro matrimonio con Zixuan. Una volta uscita dalla stanza della sorella, Wei Ying l'aveva fermata e tartassata con ogni domanda gli venisse in mente, esponendo anche alcune sue conoscenze di carattere medico che non potevano essere paragonate a quelle della donna. Forse per questo si era ricordata di lui a tal punto da parlarne con suo fratello una volta tornata a Qishan. Bisognava capire se quel fervore comprendesse anche insulti vari oppure no. Ma va bene, ai fini del dialogo non era importante questa informazione.

«S-si… lei è davvero un talento naturale nella medicina. Io ci provo ma, non sarò mai come la mia JieJie. Eppure, qui ci sono dovuto venire io.»

«E perché mai?»

«Uhm… n-non lo immagini, Wei-gongzi? È una donna. I nostri genitori gliel’hanno vietato.»

Come aveva fatto, Wei Wuxian, a non capirlo? Perché non era consuetudine solo per i figli dei servi non poter fare determinate cose, ma anche le donne si dovevano attenere a quello che era previsto per loro senza poter fare diversamente. Era uno dei motivi per cui, nel momento in cui era arrivata la lettera di convocazione, Madam Yu e lo zio Jiang non avevano neanche rivolto mezzo sguardo in direzione di Yanli, perché non l’avrebbero mai fatta combattere anche se figlia di famiglia nobile.

«Wei-gongzi, hai davvero fatto un bel gesto nei confronti di tuo fratello. Ti ammiro molto.»

«Vuoi forse dire che non hai intenzione di dire nulla al comandante Lan?»

Il corpo sobbalzò in modo lieve, probabilmente aveva dimenticato il motivo per cui stavano intavolando questa conversazione ma, dopo averci pensato qualche istante si limitò a scuotere il capo con fare deciso.

«N-no. Non credo che i tuoi sforzi debbano essere vanificati in questo modo. Anche la mia JieJie lo avrebbe pensato. Conta su di me… cercherò di aiutarti.»

«Dici davvero? Oh Wen Ning, non hai niente da invidiare a tua sorella. Ti ringrazio.»

Esclamò Wei Wuxian alzandosi da quello sgabello per avvicinarsi all’altro ragazzo per donargli un abbraccio. Il suo umore era decisamente migliorato, adesso la pesantezza che gli aveva avvolto il petto era totalmente scomparsa e si sentiva molto più tranquillo. Era convinto di dover lasciare tutto, e invece non era tutto finito, non ancora. Le cose stavano cominciando a girare meglio anche per lui.

Poteva dire di aver trovato un alleato.






Angolo Autrice:

Ma salve gente <3 finalmente ci rivediamo anche con questa long. Come va? xD
Devo dire che questo capitolo mi è decisamente piaciuto, e nonostante i troppi dialoghi non sto provando un senso di mal sopportazione come mio solito (miracolo), forse perchè Wei Wuxian e Wen Ning sono talmente bellini che non ci ho fatto troppo caso.
E sempre parlando del nostro Wei Ying, finalmente ha trovato la gioia e un alleato **
Ho voluto cercare di creare una sorta di parallelismo tra lui e il nostro cinnamon roll, che ho voluto rendere il Mushu della situazione anche se sono caratterialmente distante anni luce x°° spero sia arrivato come volevo.
Come sempre ringrazio la "luce della mia vita" Lilith per essere sempre disposta ad ascoltarmi e a consigliarmi di conseguenza <3
E so che vi ho donato poco Lan Wangji, ma vi anticipo che sarà una presenza piuttosto importante nei due capitoli che seguiranno... anche se il prossimo sarà un pò antipatico, anche se non per molto *coff*
E con questa curiosità istallata io vi lascio... al prossimo aggiornamento <3


 

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Capitolo 8
*** Ora va, non servi più. ***


L’appoggio di Wen Ning rappresentò per Wei Wuxian una ventata di aria fresca. Con lui poteva sentirsi libero di abbandonare i panni di Mo Xuanyu e di tornare sé stesso anche per pochi minuti e la cosa lo stava aiutando ad alleggerire un po’ di più il carico di stress a cui si era spontaneamente sottoposto. Aveva cominciato a stringere qualche legame con i suoi compagni d’armi ma, non poteva comunque lasciar trasparire per nessun motivo al mondo quello che era il suo vero carattere anche perché, Jiang Cheng era praticamente sempre nei paraggi e poteva ritenersi fortunato che ancora non lo avesse riconosciuto o guardato con un minimo sospetto dipinto sul volto. D’altra parte, suo fratello non prestava molta attenzione alle cose che non suscitavano il suo minimo interesse e si vedeva benissimo che non aveva chissà quale voglia di intrattenere una minima conversazione con lui.

Il suo punto debole continuavano ad essere gli allenamenti! Non perché non li sapesse fare, ma perché si stava ostinando a mantenere un livello piuttosto basso nonostante avesse alzato di poco l’asticella del suo impegno personale. Era un peccato non poter mostrare il suo reale potenziale in fondo, tutti gli esercizi erano perfettamente nelle sue corde e in condizioni normali avrebbe fatto mangiare la polvere ai suoi compagni. Ah… quanto si sarebbe divertito a mettere al suo posto quel pavone di Zixuan! Molte cose le sbagliava e non era così eccezionale come voleva far credere, ma non poteva far altro che ingoiare le parole di scherno che tanto desiderava rivolgergli, e pensare che era destinato a diventare suo cognato…

Era ormai giunto il tramonto e con esso la fine di una nuova giornata dedita agli allenamenti. Avevano da poco aggiunto esercizi riguardanti l'arte della spada sebbene, l'energia spirituale non si potesse ancora utilizzare un qualcosa che, a conti fatti, era decisamente sensato! Sul campo di battaglia poteva succedere qualsiasi cosa, quindi dovevano essere in grado di dare il meglio anche senza il potere scaturito dal loro nucleo d'oro.
 Wei Wuxian aveva appena riposto Suibian nel suo fodero pronto ad allontanarsi da quella parte di campo quando si sentì chiamare. Voltando il capo osservò l’etereo Lan Wangji avvicinarsi a lui, cosa che succedeva piuttosto di rado specialmente se si parlava della fine degli allenamenti. Il volto del Comandante traspariva freddezza, una maschera inespressiva che non mostrava alcuna emozione e, da quel pallido sguardo di giada Wei Wuxian non riuscì a leggere alcunché. Non era chissà quanto abile normalmente ma, con Lan Zhan, l’asta della difficoltà si alzava ancora di più. Schiude le labbra per poter dire qualcosa ma, il suo campo visivo venne attirato da qualcosa e, abbassando lo sguardo, notò la lettera di convocazione recante il simbolo del Clan Jin che gli stava venendo donata. Tutti stavano osservando la scena, ma Wei Wuxian stava prestando attenzione solo a quel pezzo di carta. Non capiva o, almeno, non voleva capire.

«Va, non servi più.»

Fu proprio Lan Wangji a rompere il silenzio con quella frase, quattro parole che raggelarono completamente il sangue di Wei Ying che, si sforzò di alzare lo sguardo sul volto del più grande.

«C-cosa?»

«Non c'è tempo. Non sei pronto.»

Dicendo questo, Lan Wangji spinse la lettera di convocazione contro il petto di Wei Wuxian lasciandola andare, un contatto di pochi istanti prima di girarsi e incamminarsi verso l'uscita del campo.

«No, aspetta! Comand… Lan Wangji!!!»

Sbraitò Wei Wuxian al quale, non importò di risultare davvero un pazzo di fronte allo sguardo di tutti quelli che avevano assistito alla scena. È vero che il primo giorno erano stati avvertiti che una cosa del genere poteva accadere, eppure questa sorte non era capitata ancora a nessuno… fino a oggi. Wei Ying non sentì nemmeno il ringhio frustrato ed umiliato di Jin Zixuan o il sospiro di sollievo da parte di Nie Huaisang, ma si girò per osservare Jiang Cheng che non stava prestando particolare attenzione alla scena. Eh no… dopo tutti gli sforzi fatti per arrivare fino a qui non poteva andarsene in questo modo! Non poteva andarsene adesso. Lasciandosi sfuggire un urlo sommesso prese a correre fuori dal campo, prendendo tutt'altra direzione rispetto a quella di Lan Wangji, arrivando nei pressi della zona adibita alle tende dove tirò un pugno ben assestato al tronco di un albero vicino.

«W-Wei-gongzi?»

La tenue voce di Wen Ning lo distolse da ogni tentativo di furia nei confronti di quel povero e lo portò a voltarsi nella sua direzione; gli occhi apparivano arrossati come se fosse in procinto di piangere da un momento all’altro ed erano tornati grigi, segno evidente che il talismano avesse perso ogni efficacia prima del tempo. Sicuramente non poteva essere visto in queste condizioni da nessun altro, così Wen Ning si avvicinò e, senza dire nulla, lo afferrò per un polso portandolo all’interno della sua tenda dandogli il giusto tempo per potergli calmare. Ancora una volta Wei Wuxian non poteva che essergli grato per l’appoggio che aveva deciso di donargli.

«Non mi importa cosa pensa Lan Wangji, non lascerò il campo!»

«A-allora… potrebbe essere il momento di lottare davvero. Ma… con moderazione.»

«E lotterò Wen Ning! Eccome se lo farò.»

Da che erano rossi per via delle imminenti lacrime, gli occhi di Wei Wuxian assunsero una nuova luce, quella della determinazione. Effettivamente non poteva continuare in quel modo quindi, si poteva dire che Lan Wangji gli avesse dato la spinta giusta per potersi finalmente svegliare e agire di conseguenza. Rimase per un bel po’ all’interno della tenda di Wen Ning complice anche il fatto che non avesse nessuno a cui servissero le sue cure immediate e ne approfittò per pensare alla prossima mossa da fare, un qualcosa che arrivò nel momento stesso in cui varcò quell’uscio fatto di puro tessuto per potersi recare verso il luogo prescelto.
 

Quando Lan Wangji giunse al campo d’allenamento principale avvertì uno strano brusio nell’aria, solitamente i suoi soldati non erano mai così pieni di energia e parole di prima mattina e questo lo portò ad aumentare il passo fino a superare il gruppetto che si era venuto a creare. Appoggiato al palo c’era Wei Wuxian che stava facendo ruotare una freccia dorata nella sua mano, ma quella non era una comunque freccia. Alzando lo sguardo di giada notò che quella che aveva scoccato il giorno prima non era più al suo posto. L’aveva davvero buttata giù colui che il giorno prima aveva mandato via per le pessime doti dimostrate?

«Impossibile, non puoi essere stato tu!»

La voce di Zixuan risuonò in un misto di rabbia, delusione e vergogna, ma Wei Wuxian invece di offendersi si staccò da quel palo saltellando vicino a lui picchiettando la punta della freccia sulla sua guancia facendo diventare viola l’erede del Clan Jin con quell’azzardo così sfrontato.

«Xuan-gege, come puoi non credere alle parole del tuo stesso fratellino?»

Wei Wuxian non aspettò nemmeno una risposta da parte sua, si spostò direttamente verso Lan Wangji allungando il braccio con la freccia verso di lui per fargliela prendere, non potendo fare a meno di rivolgergli un sorriso che sapeva di vittoria.

«Capitano Lan… effettivamente non mi ha visto nessuno. Ti dispiacerebbe mettermi alla prova?»

«Hm.»

Lan Wangji si spostò di qualche passò recuperando il suo arco tornando vicino alla figura di Wei Wuxian prendendo la freccia recante il significato di forza e disciplina, sfiorando con un tocco veloce la sua mano, per poi scoccarla senza troppi preamboli e in una posizione che dire perfetta era poco. La freccia si inforcò nello stesso identico punto producendo un rumore simil vibrato, talmente immobile che non si sembrò mai essere spostata davvero. Wei Ying non aspettò nemmeno che Lan Zhan sciogliesse la posizione di tiro, né che gli rivolgesse un singolo sguardo, semplicemente andò a recuperare anche lui un arco e una freccia mettendosi accanto al corpo del comandante. Tese perfettamente le braccia e la sua presa sull’arco era decisamente più sicura e senza alcun tremore: senza troppi preamboli scoccò anche la sua di freccia che disegnò una perfetta parabola nell’aria che andrò a colpire perfettamente la freccia dorata facendola cadere a terra con un tonfo secco. La folla si lasciò andare in ulteriori brusii increduli, questa volta avevano visto e non potevano dire che era stato tutto merito di qualche gruppo improvviso. Nessuno era mai stato in grado di avvicinarsi lontanamente a quella freccia, e anche Zixuan si ammutolì non avendo il coraggio di dire assolutamente nulla.

«Allora, Comandante Lan? Devo ancora andare via?»

«Puoi restare.»

Wei Wuxian sorrise vittorioso restituendo a Lan Wangji la lettera di convocazione che il giorno prima gli aveva ritornato. Ora si che aveva alzato la sua asticella personale, anche se era ben consapevole che non poteva permettersi di esagerare. Ma in questo momento non gli importava più di tanto.

All’alba di questo nuovo giorno iniziò ufficialmente la sua rinascita.





Angolo Autrice:
 
Ooo eccomi tornata con un nuovo capitolo ** scusate se ci ho messo una vita, ma nel gdr è iniziato un filone piuttosto peso e sono riuscita a prendermi qualche giorno di respiro dopo una settimana intensa di role, non ce la facevo più çç
Ma passiamo a questo aggiornamento u.u Wei Wuxian (diciamo tutti insieme FINALMENTE) si è dato una svegliata ** meno male, non ce la facevo più a scrivere delle sue continue umiliazioni e fallimenti. Per darmi la carica mi sono messa ad ascoltare "farò di te un uomo" in loop, amo troppo quella canzone e il titolo riprende proprio quello che è la frase più importante che poi da a Mulan il pretesto di agire e di non essere buttata fuori dal campo, esattamente come il nostro Wei Ying.
Devo dire che l'idea di mettere Wen Ning come supporter di Wei Wuxian mi piace sempre di più, perchè è proprio grazie al nostro dottore preferito che il signorino qui ha capito come agire. Qualcuno adesso si insospettirà? Non ci faranno caso? Chi lo sa u.u
Anticipo già che col prossimo capitolo ho intenzione di cominciare a buttare le basi per la WangXian, direi che si meritano un capitolo per cominciare a interagire meglio u.u Non so quando arriverà ma abbiate fiducia e pazienza <3
E niente, io credo di aver finito qui. Vi ringrazio per essere arrivati fino a questo punto. Al prossimo aggiornamento <3

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Capitolo 9
*** Avvicinamento ma... ***


L’impresa di Wei Wuxian, in qualche modo, era riuscita a sbloccare la situazione dal punto di vista degli allenamenti. Sicuramente gli altri non potevano concepire di essere stati superati da qualcuno ritenuto incapace praticamente dall’inizio e, perfino quella famosa freccia su quel palo non rasentò più un problema insormontabile, anche se qualcuno ancora tentennava e non spesso riusciva al primo tentativo. Lentamente stavano implementando l'uso dell’energia spirituale, anche se non per tutti gli esercizi in quanto, Lan Wangji, preferiva aumentassero ancora di più la loro forza senza alcun tipo di aiuto. Era difficile capire se stessero andando bene considerando che la sua espressione era sempre la stessa e, a livello di parole, era decisamente molto stitico. Tutto l'opposto del Comandante della prima divisione a giudicare dalle parole che, Wei Ying, sentiva da parte di Jin Guangyao che ne tesseva le lodi anche con un certo sorriso impresso in volto. Sicuramente era semplice ammirazione o almeno, voleva pensarla in questo modo.

Qualche ora dopo la fine degli allenamenti, Wei Wuxian si trovava ancora fuori nonostante stesse camminando verso la sua tenda; era riuscito a concedersi un po' di tempo per sé stesso con il bagno nel lago che tanto bramava approfittando del fatto che non ci fosse nessuno. Portava addosso la veste ma il suo aspetto era un po' più sbarazzino del solito, lo si poteva evincere dai capelli che aveva deciso di sciogliere e che ricadevano di poco sotto le spalle dimentichi, ormai, della lunghezza di un tempo; sulla spalla, inoltre, c’era appoggiato un asciugamano color giallo paglierino ancora umido, probabilmente lo aveva adoperato per asciugarsi alla meglio.

Mentre camminava, non si accorse di star passando davanti alla tenda di Lan Xichen, una tenda illuminata da dentro dalla luce di una lanterna e che mostrava due sagome prettamente identiche nel mezzo di una conversazione. Wei Wuxian non voleva originare eppure, le parole si sentivano lo stesso anche senza avvicinarsi più di tanto cosa, che lo fece restare immobile senza rendersene conto.

«È una semplice segnalazione, Wangji, non serve che smuovi la tua truppa per questo. Posso andare con la mia.»

«Xiong-zhang!»

La voce di Lan Wangji, solitamente piatta e priva di qualsivoglia emozione adesso appariva un po' più alta e con uno strascico di preoccupazione, cosa che non si poteva dire di Lan Xichen che continuava a tenere quel tono bonario e pacato anche mentre riprendeva il fratello minore.

«Non siete ancora pronti, Wangji. E se non dovesse rivelarsi niente di che? Preferirei evitare di farvi perdere giorni che potete sfruttare per accrescere il vostro livello.»

«Mh.»

La voce di Lan Xichen era calma ma pregna di una sostanziale verità, d'altra parte era vero che avevano iniziato da poco a migliorare e che, probabilmente, il gruppo del primo era molto più avanti. Lan Wangji, che non sapeva come controbattere, scivolò nel suo solito silenzio e si limitò a uscire fuori dalla tenda per permettere al fratello maggiore di riposare in vista della partenza imminente. Non faticò molto ad accorgersi di Wei Wuxian il quale, senza volerlo, si era avvicinato un po' di più per sentire meglio. Nel notare lo sguardo ambrato su di sé, il minore irrigidì la sua postura ma, sfoderò comunque uno dei suoi sorrisi migliori.

«Ci impegneremo ancora di più!»

«Hm.»

Nel sentire quel semplice verso, Wei Wuxian gonfiò le guance in modo lieve mentre si avvicinava alla figura di Lan Wangji fermandosi davanti a lui. Non poteva concepire che non sapesse dire che poche e semplici parole, non poteva essere così verbalmente stitico! In una situazione normale, Jiang Cheng gli avrebbe letto nel pensiero e detto di non provocare qualcuno di visibilmente più importante, ma considerando che si stava fingendo un'altra persona…

«Per quello che vale, io ti ritengo un ottimo capitano.»

Wei Wuxian poté giurare di aver visto un luccichio sorpreso nello sguardo di Lan Zhan il quale, si avvicinò di un solo passo allungando una mano sfiorando in un tocco lieve una ciocca di capelli del minore che sobbalzò impercettibilmente per il gesto decisamente inaspettato, d’altra parte il capitano non sembrava così propenso a donare contatto fisico ai suoi sottoposti.

«Inverno.»

«A-ah?»

«Hai i capelli bagnati.»

Detto questo, Lan Wangji allontanò le dita dai capelli del minore voltandosi per incamminarsi verso la sua tenda lasciando un esterrefatto Wei Wuxian fermo immobile. Sentì un certo calore provenire dalle guance e la sua mano si alzò per andare a sfiorare la stessa ciocca che il capitano aveva sfiorato pochi istanti prima. Si stava davvero preoccupando per lui? O era un modo alternativo per ringraziarlo? Il capitano sapeva essere alquanto enigmatico e Wei Wuxian non riusciva a credere al fatto che non solo era arrossito ma era rimasto senza parole un qualcosa, che mai sperava gli potesse succedere. Si sentiva alquanto patetico e, per una volta, se lo stava dicendo da solo. Scosse il capo dandosi un leggero schiaffo sulla guancia per svegliarsi da quell'immobilità mentale in cui era scivolato prima di riprendere il cammino verso la propria tenda, non prima di aver osservato la direzione presa da Lan Zhan sorridendo in maniera del tutto involontaria.
 

Erano passati pochi giorni dalla partenza di Zewu-jun e la sua truppa e le notizie scarseggiavano ma questo, non era necessariamente un male considerando che i mezzi c’erano e anche molto immediati. Nel campo si respirava un’atmosfera, tutto sommato, tranquilla e si vedeva che non c’era la presenza di alcuni individui volti a rendere l’aria più pesante di quello che non fosse in realtà. Ma decisamente non c’era il tempo per pensare a questo in quanto, Lan Wangji aveva deciso di intensificare ancora di più la portata dell’addestramento aggiungendo più esercizi e implementando, in alcuni di essi, anche l’energia spirituale. Era come se le parole di suo fratello maggiore lo avessero punto più del necessario, anche se erano state pronunciate in modo gentili e senza scherno, ma non lo faceva vedere per via dell’espressione stoica del suo viso. Per Wei Wuxian una cosa del genere era senz’altro positiva, gli stava permettendo di accrescere le sue abilità su altri fronti non potendo usare le sue solite capacità, anche se si stava comunque trattenendo ma evitando di fare figure barbine, d’altro canto non ci teneva più a vivere ancora quella sensazione di umiliazione.
Con cielo tinto del tipico colore del tramonto tutti stavano cominciando ad allontanarsi per riposarsi un po’ dopo una giornata alquanto faticosa, anche se l’unico che era rimasto indietro era Wei Wuxian. Spostò lo sguardo alla ricerca della persona da lui desiderata e, un volta inquadrata, si avvicinò quasi saltellando come se fosse emozionato per qualcosa o non vedesse l’ora di cominciare qualcosa di nuovo, come se il suo corpo non fosse vittima di qualche sorta di stanchezza.

«Capitano Lan, capitano Lan! Hai un momento?»

«Hm, parla.»

«Ecco vedi… mi sento ancora un po' debole nel combattimento corpo a corpo. Ti andrebbe di allenarti un po’ insieme a me?»

«D’accordo. Mettiti in posizione.»

Wei Ying si lasciò sfuggire un sorriso nel sentire questo, come se non si aspettasse questo cenno di assenso da parte del più grande. Per essere non sapeva nemmeno perché avesse scelto proprio il combattimento corpo a corpo tra tutte le altre discipline affrontate, forse perché, in fin dei conti, non gli dispiaceva il contatto fisico con lui? No, decisamente non poteva permettersi questo tipo di pensieri imbarazzanti adesso, di conseguenza indietreggiò di due passi per assumere la posizione iniziale: una posizione obliqua con la gamba sinistra allungata davanti e la destra piegata più indietro; braccio sinistro allungato con la mano stretta a pugno mentre piegò il destro come se seguisse la traiettoria di un angolo di quarantacinque gradi con il pugno chiuso vicino la testa. Non ricevendo nessuna correzione capì che era quella la posizione corretta ma, prima che potesse spostare il peso per effettuare la sua mossa notò un’espressione piuttosto stranita sul volto di Lan Wangji. Wei Wuxian tornò ritto e si avvicinò alla figura del capitano nel momento stesso in cui lui tirò fuori dalla veste un talismano di avvertimento di colore rosso che bruciò nel giro di pochi istanti. Era quello collegato a Lan Xichen e questo significava solo una cosa: era successo qualcosa! Le iridi color ambra si spostarono su Wei Wuxian, dure e urgenti.

«Raduna gli altri, dobbiamo partire subito!»








Angolo Autrice:

Ahi ahi, come va? u.u
Qui le cose cominciano a prendere una certa piega e vuol dire una sola cosa: stiamo entrando nel vivo della storia e adesso si che ci sarà da divertirsi un pò con del sano drama che male non fa *^*
Sono comunque contenta di essere riuscita a cominciare un avvicinamento tra Lan Wangji e Wei Wuxian... so benissimo che Lan Wangji non toccherebbe mai i capelli a qualcuno, ma qui mi sono voluta prendere una licenza poetica, una libertà d'autrice... chiamatela come volete xD
Avendo già la scaletta dei capitoli in mente vi dico già che il prossimo non sarà subito improntato al drama, ma camminerà sul filo del trash, perchè decisamente ne abbiamo bisogno *coff*
E con questa piccola curiosità installata vi lascio qui u.u
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, al prossimo aggiornamento <3

 

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Capitolo 10
*** La donna adatta a me? ***


Se il concetto di tensione fosse qualcosa di tangibile, probabilmente si riuscirebbe a tagliarla con un semplice colpo di spada. Ci si stava dirigendo verso l’ignoto e, nonostante quello che si potesse dire in merito, faceva alquanto paura. Cosa avrebbero trovato una volta raggiunta la destinazione? Quale tipo di devastazione si stava per aprire di fronte al loro sguardo? Non ci si poteva basare semplicemente su un talismano che aveva preso fuoco in quanto, rappresentava una fonte di notizie poco attendibile considerando che non si sapeva in quale preciso momento di quell’attacco aveva deciso di attivarsi di conseguenza, c’era la remota possibilità di arrivare in tempo come no. A seguito dell’ordine di Lan Wangji avevano preparato tutto ad una velocità sorprendente partendo ad una velocità altrettanto sorprendente e sostenuta. Erano poche le pause che venivano loro concesse, e nessuno aveva il coraggio di replicare considerato che sul volto del Capitano era scesa un’ombra più scura del solito, come se ce l’avesse con il fratello maggiore per aver sottovalutato qualcosa che, a detta sua, era una semplice segnalazione. Spesso gli uomini dall’apparenza calma e silenziosa sono quelli capaci di arrabbiarsi di più rispetto ad altri e questo, poteva non rappresentare alcuna eccezione.

Attualmente era difficile osservare il volto di Lan Zhan essendo in testa alla fila ed in groppa ad un magnifico destriero dal manto bianco, nonché suo animale spirituale da come si poteva evincere dal marchio a forma di nuvola sulla coscia posteriore destra, che ben si confondeva con l’ambiente invernale circostante. Se non fosse stato per il crine corvino del Capitano lo avrebbero già perso di vista un paio di volte, anche se capitava si girasse per osservare se i suoi uomini stessero battendo la fiacca nel loro cammino oppure procedendo ad un ritmo abbastanza sostenuto. Wei Wuxian sicuramente non poteva lamentarsi, aveva scelto di affiancare il carretto guidato da Wen Ning con sopra le attrezzature mediche e qualche arma, un carretto trainato da un bellissimo cavallo dal morbido manto nero a cui capitava di appoggiarsi spesso e volentieri cosa che, all'animale, non sembrava dispiacere più di tanto. Il medico più volte gli aveva proposto di sedersi al posto di guida accanto a lui ma aveva rifiutato in quanto, non voleva trattamenti di favore rispetto agli altri.

«Quindi, Jiang-xiong, davvero non hai una fanciulla che ti attende a casa?»

«No, non ce l'ho.»

La voce di Huaisang spezzò il silenzio che, da qualche ora, si era venuto a creare; anche lui aveva il fratello tra i soldati che avevano scelto di seguire Lan Xichen, era inevitabilmente preoccupato e forse per questo aveva scelto di aprire un argomento di conversazione tanto frivolo, per distrarsi un po'. D'altra parte, da un amante di ventagli e chincaglieria varia non ci si poteva aspettare altrimenti, e le argomentazioni sulle donne andavano per la maggiore in una compagnia totalmente maschile.

«Ma veramente? Non lo avrei mai detto. Non dirmi che sei uno di quei ragazzi dagli standard elevati.»

«Per chi mi hai preso?! Ma ovviamente! La mia donna ideale deve essere di una bellezza naturale e graziosa, laboriosa, parsimoniosa e obbediente. Deve provenire da una famiglia altamente rispettabile e non deve avere un livello di coltivazione troppo alto. Non deve essere loquace e parlare con un forte tono di voce!»

Oh no, non anche qui. Si ritrovò a pensare irrimediabilmente Wei Wuxian che, aveva sempre trovato molto discutibile questo metodo valutativo di suo fratello ma che era diventato frutto delle peggio risate e prese in giro, specialmente quando erano in giro per Yunmeng e si imbattevano in qualche bella fanciulla passare. Non potendo scoppiare a ridere, come da prassi, si morse il labbro inferiore e alzò gli occhi al cielo un gesto, che non sfuggì all'attenzione del minore del Clan Nie.

«Xuanyu-xiong e tu? Qual è il tuo tipo di donna ideale?»

Decisamente Wei Wuxian non si aspettava una domanda così diretta ma, si sforzò comunque di non scoppiare a ridere in faccia al duo che adesso lo stava osservando. Lui, contrariamente a Jiang Cheng, non si era mai fatto film mentali su una sua possibile partner di coltivazione, probabilmente nemmeno esisteva. Ma si, decise che forse era giunto il momento di divertirsi un po'.

«Non mi sono mai posto questo quesito.»

«Ah no? E perché mai?»

«Perché vedi Nie-xiong… a me piacciono gli uomini.»

Nell’udire quell'affermazione il gelo calò suoi commilitoni; chi si bloccò sul posto, chi assunse un'espressione sconvolta strozzandosi con la propria saliva, perché per come erano visti i tagliamaniche non potevano credere che esistesse qualcuno capace di affermare un qualcosa di così sfacciato. Lo stesso Lan Wangji da che stava guardando dritto dinanzi a sé, non interessandosi per nulla a quella conversazione, si ritrovò a voltare il capo con un’espressione piuttosto sorpresa dipinta sul volto. Jin Zixuan, invece, aveva il volto livido di rabbia mista a vergogna, un digrignare i denti con fare decisamente infastidito mentre si ritrovò, ancora una volta, a chiedersi perché suo padre avesse riconosciuto un individuo del genere come proprio figlio.

«Xuanyu! Tu…»

Ringhiò facendo staccare Wei Wuxian dal fianco del nero destriero che, con un finto versetto di paura, compì lunghe falcate fino a raggiungere Lan Wangji che non aveva smesso un secondo di osservarlo.

«Capitano! Permettetemi di fargliela pagare per questo comportamento indecoroso!»

«Lascialo.»

Fu l’unica risposta di Lan Wangji alle parole dell’erede del Clan Jin che tornò sui suoi passi rinunciando all’idea di punire nell’immediato quel suo fratello minore così vergognoso. Sicuramente non sarebbe finita qui ma, per il momento, Wei Wuxian non ci voleva pensare in quanto si stava divertendo da matti e dal suo viso non traspariva nessun senso di colpa per le parole pronunciate poc’anzi.

«Smettila di scherzare.»

Si sentì dire dal capitano cosa che portò Wei Wuxian ad alzare il viso su di lui con un leggero sorriso dipinto sulle labbra prima di scrollare le spalle come se avesse accettato quella resa giunta anche prima del previsto.

«Eheh, chi ti dice che stessi scherzando?»

«… Patetico.»

Nell’udire quella semplice parola, Wei Wuxian scoppiò in una mezza risata, sicuramente non si sarebbe mai aspettato questa vena di simpatia da parte del suo rigido e austero capitano. Comprendeva che questa non era la giusta situazione per mettersi a scherzare in quel modo, ma da una parte voleva stemperare la tensione che si era venuta a creare, soprattutto sul volto di Lan Zhan che era come si stesse dando la colpa per tutto quello che era successo anche se ancora la situazione era loro ignota. Wei Ying, comunque, smise di ridere poco dopo e allungò una mano per accarezzare il muso del destriero che accettò quel tocco dopo aver emesso un lieve sbuffo dalle narici.

«Solitamente non si fa toccare da chi non conosce.»

«Un destriero scorbutico come il suo proprietario eheh. Ma vuol dire che gli piaccio… come si chiama?»

«Báiyún1

«Bello, gli si addice molto.»

Lan Wangji accolse l’apprezzamento con una certa sorpresa, anche se breve, in quanto era conscio di aver scelto un nome piuttosto banale e anche suo fratello glielo aveva fatto notare con la sua solita verve gentile e pacata ma lui era comunque rimasto sulla sua idea senza vacillare un istante, ma d’altra parte lui era fatto così e l’educazione ricevuta servì solo per smussare qualche angolo di un diamante, di per sé, già perfetto. Nonostante tutto, lasciò che Wei Wuxian continuasse la camminata al suo fianco e anche tra i suoi soldati l’atmosfera si era raffreddata dopo quel siparietto che li aveva decisamente messi tutti in imbarazzo.

La tensione si era stemperata abbastanza ma, gli animi si appesantirono nuovamente non appena videro in lontananza un villaggio che era ancora avvolto da delle fiamme in procinto di spegnersi da un momento all’altro, e nell’aria si respirava odore di cenere e sangue. Senza dire nulla Lan Wangji diede un colpetto ai reni del destriero che subito partì a galoppo mentre i soldati presero a correre verso quella comune destinazione.

Il momento della verità era arrivato, il momento di scoprire se avrebbero pianto dei morti oppure gioito per i cari ancora in vita.






Báiyún (白雲): Nuvola bianca >>> si, vi aspettavate davvero un nome diverso da qualcuno che ha chiamato il suo guqin come il suo nome di cortesia? x°°

Angolo Autrice:

Sono ancora in tempo ** Ma Buon San Valentino gente <3 
Felice di essere riuscita a portarvi proprio oggi questo capitolo, ci tenevo parecchio considerando che è uno dei miei preferiti della long fino a questo momento.
Un capitolo con un pò di sano trash che decisamente non fa mai male e, soprattutto, pensato quasi un mese fa... infatti anche il titolo è tutto un programma e si rifà a una delle canzoni del secondo film di Mulan xD per questo mi sento decisamente di ringraziare la mia bellissima partner di coltivazione: Lilith con la quale mi sono fatta le peggio risate nel pensare a questa parte di ff qui e a cui mi sento di dedicarla come, appunto, regalo di San Valentino <3
In più, ci tengo a ringraziare anche Athe che mi ha consigliato sull'argomento "animali spirituali" e mi ha dato l'idea sul tatuaggio da porre al nostro bianco destriero. <3
Bene, spero di avervi strappato qualche risata con questo mio aggiornamento perchè dal prossimo, parte il drama u.u
A voi la parola e le scommesse: sarà morto qualcuno dei soldati di Lan Xichen? Saranno tutti vivi? il nostro Zewu-jun sarà tutto intero? 
Per scoprirlo non resta che attendere il prossimo capitolo <3


 

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Capitolo 11
*** Devastazione ***


Shaxi
 
Difficile stabilire fosse giorno oppure notte. La violenza di quelle fiamme aveva alzato una nebbia di cenere e fumo capace di colorare il cielo di varie, e sinistre, sfumature di grigio. La neve non era riuscita a resistere a quell’impatto sciogliendosi del tutto, anche se intorno al perimetro del villaggio ne era rimasta qualche chiazza, un velo di distruzione e degrado che non aveva nulla a che vedere con l’ambiente circostante che era rimasto intoccato e illibato. Tutto questo sembrava irreale, una nota fuori posto in una partitura pressoché perfetta. Dall'urgenza si era passati al puro orrore, perché questa era la guerra e si sa, la guerra non porta altro che morte e distruzione.

Nel momento in cui i soldati entrarono all’interno del villaggio, un sinistro silenzio li avvolse. Un silenzio contornato dallo schianto di pezzi di legno appartenenti a quelle case lambite da quelle fiamme in procinto di spegnersi. La conformazione di Shaxi si poteva dire simile a quella di Caiyi: un fiume divideva in due le varie sponde collegate tra loro mediante un ponte ad arco solo che, contrariamente alla seconda, quella era la parte più abitativa che commerciale e lo si poteva evincere dalle facciate delle abitazioni costruite sulle due sponde. Ma questo era solo lo spettro di quello che il borgo era una volta; di quelle case non erano rimaste che uno scheletro spoglio pronto a crollare da un momento all'altro, e il fiume trasportava macerie e… cadaveri. Di corpi senza vita, integri e non, le strade ne erano piene: uomini con ancora l'arma improvvisata che avevano usato per difendersi, donne con strette tra le braccia i loro figli in un muto e disperato tentativo di protezione. Ma degli uomini che stavano cercando non vi era traccia, forse perché si trovavano ancora più avanti rispetto a dove si trovavano loro e questo, portò tutti ad accelerare il passo. Sicuramente avrebbero richiesto l’intervento di qualcuno dell'esercito imperiale per offrire a quei poveri abitanti una doverosa e dignitosa sepoltura.

Vi era una certa angoscia mista ad agitazione nel petto di tutti e, in particolare, era difficile tenere il medesimo passo di Lan Wangji che sembrava mosso dalla disperazione verso colui che stava cercando. Il suo sguardo vagò da parte a parte fino a quando non si fermò. Le sue spalle tremarono impercettibilmente mentre si abbassò per recuperare un qualcosa, un gesto che permise a Wei Wuxian di allungare il passo è di raggiungere il fianco del capitano che, nel frattempo, era tornato ritto. In mano aveva un amuleto di giada, simile a quello che aveva attaccato alla cintura della veste, crepato e sporco di sangue privo della lucentezza di un tempo. Mordendosi il labbro inferiore e stringendo l'oggetto in una solida presa, riprese a camminare e di calmo, in lui, era rimasto decisamente ben poco.

«Xiong-zhang!?... Xiong-zhang!?»

«… Wangji?»

La voce era piuttosto flebile ma, considerando il silenzio del luogo, non fu difficile da sentire. Lan Wangji si bloccò per un solo istante per poi correre nella direzione da cui ha sentito quel richiamo e come lui, anche tutti gli altri. Non ci misero molto ad arrivare in un grande spiazzo che, a giudicare dalla conformazione, doveva essere una sorta di parco anche da come si evinse dai tronchi spezzati di quello che una volta, dovevano essere alberi piuttosto rigogliosi. Ed era proprio sopra un prezzo di tronco era seduto Lan Xichen, a petto nudo, con da un lato Jin Guangyao che stava cercando di fasciargli alla meglio una ferita sulla spalla, e dall'altra Nie Mingjue che teneva saldamente la sua sciabola come se fosse, da un momento all'altro, in procinto di sferrare un violento attacco. Tutti e tre apparivano piuttosto malconci ma, almeno, erano vivi.

«Da-ge!!!»

Piagnucolò Huaisang che si staccò velocemente dal gruppo per lanciarsi ad abbracciare la vita di suo fratello maggiore il quale, allontanò d'istinto l'arma in modo da non fare del male al suo disattento fratello. Un contatto che comunque durò una manciata di secondi prima che Mingjue poggiasse una mano sulla spalla del minore per forzarlo ad allontanarsi da lui.

«Non comportarti da ragazzina, Huaisang.»

Borbottando qualcosa a mezza voce, il ragazzo indietreggiò tirando su con il naso dando modo anche agli altri modo di avvicinarsi in particolare Lan Wangji e Wen Ning che prese subito il posto di Jin GuangYao per medicare la spalla del capitano della prima divisione in modo molto più sicuro e sterile. La ferita era profonda, sanguinava abbastanza ma, per fortuna, non era così grave da compromettere l’uso del braccio dominante.

«Abbiamo subito… perdite?»

Si azzardò a chiedere Wei Wuxian verso Jin GuangYao il quale, si lasciò sfuggire un sospiro piuttosto pesante prima di voltare il viso verso una direzione specifica, un’occhiata che il primo non fece fatica a seguire trovando alcuni commilitoni che stavano spostando dei corpi senza vita, corpi che appartenevano al gruppo proprio partito insieme a Lan Xichen pochi giorni fa. Tra di loro c’erano anche i fratelli Wen che avevano un’espressione di puro terrore dipinta sul volto insanguinato, a Wen Chao in particolare mancava metà cranio e una gamba, qualsiasi cosa si era avventata contro di lui doveva averlo fatto con una violenza mai vista e lo stesso Wei Ying voltò il viso con un verso di disgusto che non riuscì a trattenere.

«Che è successo?»

Domandò Lan Wangji abbassando lo sguardo verso suo fratello maggiore, non voleva affaticarlo considerando anche il suo pallido colorito ma, al tempo stesso, non poteva che porgli quella domanda piuttosto inevitabile. A prima vista non sembrava ma Lan Zhan era ancora arrabbiato per quanto era accaduto e Zewu-jun che lo conosceva meglio di chiunque altro se ne accorse benissimo tanto che gli rivolse un sorriso di scuse misto a dispiacere.

«Una trappola. Qualcuno ha scritto una falsa segnalazione per farci precipitare qui. Al nostro arrivo nessuno di quei poveri abitanti si aspettava di vedere qualcuno appartenente all’esercito imperiale, considerando che questo è sempre stato un villaggio pacifico e senza alcun problema. Sono stato poco attento, ho capito che qualcosa non andava nel momento stesso in cui la prima freccia infuocata ha colpito mandando tutti nel panico.»

«Una freccia infuocata? Dovrebbe essere impossibile per i burattini d’ombra scoccarla.»

Commentò Wei Wuxian togliendo le parole di bocca a tutti gli altri che, praticamente, stavano pensando la medesima cosa. Nie Mingjue si lasciò sfuggire un verso seccato e si fece avanti poggiando una mano sulla spalla sana di Zewu-jun sollevandolo dall’incarico di raccontare l’accaduto, evidentemente non voleva farlo affaticare inutilmente.

«È stato colui che li guida, infatti. Ha colpito e poi è rimasto in lontananza facendo fare il lavoro sporco al suo esercito ambulante. Non abbiamo nemmeno avuto modo di vederlo bene, quel furbo bastardo.»

«Mingjue…»

«Xichen non rompere. Quel maledetto si meriterebbe parole peggiori, e tu lo sai.»

Effettivamente quei burattini dovevano avere per forza di cose un mandante, anche se il più delle volte erano esseri senza padrone e incontrollabili, ma bastava indirizzarsi nella giusta direzione per provocare il giusto e voluto danno e quanto era successo all’interno di questo villaggio era la diretta dimostrazione. Nemmeno a Yueling vi era stata una devastazione di questo calibro ma quello, probabilmente, era un semplice assaggio di una potenza ancora maggiore e il fatto che non si conoscessero le fattezze di colui che li guidava giocava decisamente a loro svantaggio. Eppure, non si poteva stare troppo tempo a tergiversare considerando che Caiyi, e quindi Gusu, erano a pochi giorni di cammino da qui e probabilmente quel pazzo stava organizzando un attacco ai danni dell’imperatore e questo no, non potevano proprio permetterlo.  

«Xiong-zhang, da qui in avanti ci pensiamo noi.»

«Ma Wangji…»

«Tu sei ferito, e avete dei morti. Bisogna organizzare le cerimonie funebri. Prendi il tuo cavallo e torna dallo zio.»

«… Yuèbīng1 è stato ucciso.»

Le brutte notizie non erano ancora finite e questa era decisamente una pratica dimostrazione. Lan Xichen era molto legato a quel cavallo, lo aveva cresciuto lui personalmente da quando era un puledro di pochi giorni e chissà quanto si sentiva in colpa per aver permesso la sua morte per una sua disattenzione involontaria. Lan Wangji si irrigidì ma, subito dopo, dalle sue labbra emise un fischio che fece arrivare a galoppo il suo bianco destriero.

«Prendi Báiyún, serve più a te che a me.»

«Wangji… mi dispiace.»

«Non occorre, non è colpa tua.»

Affermando questo, Lan Wangji indietreggiò cominciando a incamminarsi verso il punto di quel grande spiazzo dove c’erano i cadaveri dei soldati caduti, probabilmente per organizzare il loro rientro insieme a coloro che si stavano occupando di radunarli per fare la conta effettiva. Wei Wuxian in tutto questo rimase in assoluto silenzio ma, nel momento in cui prese a seguire il capitano della seconda divisione sentì la presa della mano di qualcuno sulla spalla e voltandosi si accorse dei grandi occhi verde ambrati di Jin GuangYao che lo stavano osservando con una certa preoccupazione.

«Xuanyu, non sei obbligato a proseguire, puoi tornare insieme a noi.»

«Grazie, Yao-gege, ma voglio seguire il capitano Lan fino alla fine.»

Rivolgendo un lieve sorriso al “fratello” cominciò a incamminarsi come aveva programmato fermandosi dopo pochi metri nel momento in cui senti qualcosa di duro sotto la scarpa. Abbassando lo sguardo, si accorse di aver calpestato un piccolo arco giocattolo in legno di colore azzurro che sicuramente doveva appartenere a uno dei bambini vittima di questa guerra assurda. Si abbassò per prenderlo e, per un attimo, se lo strinse al petto ricordando che un balocco simile gli era stato regalato dallo zio Jiang al suo arrivo ad Approdo del Loto, un modo come un altro per approcciarlo all’arte del tiro con l’arco cosa che l’aveva decisamente appassionato fino ad eccellere. Chissà se anche il bambino che possedeva questo finto arco, ormai rotto, sarebbe diventato un abile arciere una volta cresciuto. Il solo pensiero lo rattristò ma lo invogliò a proseguire il cammino fino ad affiancarsi alla figura di Lan Zhan.

«Vedila così… non è morto. Vedrai che riusciremo a vincere.»

«Mh…»

Mormorò Lan Zhan poggiando una mano saldamente contro la spalla di Wei Wuxian, cosa che fece alzare lo sguardo del minore su quello di giada altrui. Si guardarono negli occhi per una manciata di secondi, come se si stessero infondendo coraggio a vicenda senza bisogno di parole, come se quegli sguardi fossero più che sufficienti.

La guerra era iniziata, faceva paura, ma bisognava vincerla.




Yuèbīng(月冰): luna di ghiaccio >>> Si... Xichen è più per i nomi filosofici.


Angolo Autrice:

Salve gente... qui vi parla una Deb molto triste. E non tanto perchè il capitolo non è di mio gradimento ma perchè, la sua stesura, ha messo a dura prova i miei condotti lacrimali ed è la prima volta che mi capita con qualcosa scritto da me. 
Il drama è ufficialmente iniziato e sotto certi aspetti questo è stato uno dei capitoli più difficili a livello personale da scrivere, anche perchè essendo impostata come una raiting arancione non sapevo fin dove potermi spingere con certe descrizioni senza doverlo alzare per forza di cose, e spero che vi abbia suscitato l'effetto di magone sperato.
Sappiate che mi sento un mostro ad aver ucciso il cavallo del nostro Er-ge, perchè io sono di quelle persone che si dispera più per la morte degli animali che degli esseri umani, di conseguenza mi sento abbastanza uno schifo. Almeno ho tralasciato i dettagli per il benessere della mia sanità mentale.
Quindi... che dire? Ci siamo, adesso siamo entrati nel vivo della storia, nonchè la parte più importante e quella che ci porterà poi verso un epilogo alquanto felice. 
So... questo era tutto quelo che avevo da dirvi, quindi... al prossimo aggiornamento <3




 

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Capitolo 12
*** Attacco ***


Baoshan
 
Lasciare Shaxi nell’immediato fu un’impresa alquanto difficoltosa, c’erano molte cose da pianificare e portare a compimento e, decisamente, non potevano partire senza prima dare una mano d’aiuto al gruppo di soldati che ci aveva rimesso di più. Wen Ning si prese il giusto tempo per guardare e curare le ferite, più o meno gravi, dei commilitoni che erano riusciti a sopravvivere in seguito alla devastazione del villaggio. Era vero che avevano a disposizione la propria energia spirituale per guarire più in fretta ma, il parere e l’occhio critico di un medico non poteva che essere utile, medico che aveva deciso di darsi doppiamente da fare in quanto era quello che più pativa le morti tra le fila di Lan Xichen. Non aveva questo grande legame con Wen Chao e Wen Xu, erano più le volte che la coppia di fratelli lo prendeva in giro per la sua timidezza mista a balbuzie che altro, ma rimanevano comunque suoi cugini e parte integrante della sua famiglia. Con un certo dispiacere aveva già comunicato, mediante messaggio di fuoco, la triste notizie alla sorella in modo da lasciare a lei il compito di avvertire il nobile capo clan, anche considerando che era da sempre la sua preferita. Un altro messaggio di fuoco era stato mandato da Lan Wangji all’imperatore avvertendolo che la guerra era ancora lontana dal definirsi conclusa e, e che suo fratello sarebbe tornato a breve con i soldati della sua truppa. Nel momento di rimettersi in cammino, Lan Xichen aveva pure insistito affinché qualcuno dei suoi uomini più forti, come ad esempio Nie Mingjue, si unisse ai soldati della seconda divisione, proposta che venne altamente rifiutata da parte di Lan Wangji, ma non perché considerava incapace l’erede dei Nie, o altri insieme a lui, ma perché allo stato attuale delle cose potevano tornare molto più utili al primo nel caso di ulteriori pericoli lungo il tragitto. Lan Huan aveva accolto la cosa con garbo e con un leggero sorriso cercando di non insistere ulteriormente anche perché, conosceva talmente bene suo fratello minore da sapere che una negazione non sarebbe mai stata capace di trasformarsi in una affermazione a suon di insistenze.

Il tragitto verso la zona di Baoshan risultò essere semplice e senza intoppi di sorta. Si trattava di una zona situata a nord, e a poche ore di cammino, dalla città di Caiyi che solitamente veniva percorsa da coloro risiedevano nei clan settentrionali rispetto alla sede imperiale. Il paesaggio era tipicamente di montagna e, di conseguenza, i percorsi non erano sferrati risultando accidentali in alcuni punti eppure, la mano dell'uomo non era ancora intervenuta come a voler rendere questo grande luogo intonso nonché puro e naturale il più possibile. Guardandosi intorno si potevano intravedere valichi, burroni, parete di roccia e varie montagne più o meno alte, il tutto coperto da un grande manto bianco. L'inverno non aveva ancora ceduto il passo alla stagione successiva, la neve era tanta e faceva un gran freddo ciononostante, nei pochi punti baciati dai timidi raggi solari che riuscivano a filtrare tra le nubi e le vette dei monti si stava decisamente bene.

Un cammino contornato da silenzio il loro, anche considerando il suono dei passi attutiti dalla neve, e un continuo guardarsi intorno in uno stato di rigida allerta. Il nemico poteva essere nei paraggi, sfruttare un eventuale momento di distrazione per portare un attacco a loro danno e, di conseguenza, anche solo un secondo di disattenzione poteva risultare fatale. In mezzo c’era anche il dubbio, il dubbio di non sapere se i burattini d'ombra fossero realmente nei paraggi oppure il loro mandante li avesse condotti in un'altra zona, un percorso che loro non avevano preso in considerazione una volta lasciato il villaggio devastato. Ad eccezione delle loro non c’erano altre orme impresse nella neve e l'aria era insolitamente tranquilla, per nulla pregna di ululati lamentosi da parte di coloro che di umano avevano solo un corpo e niente di più. Lan Wangji era a capo della fila, stava procedendo a piedi considerando che aveva lasciato il suo destriero al fratello per facilitargli il ritorno a casa e, quando Wen Ning gli aveva proposto di prendere il suo, aveva gentilmente rifiutato preferendo che rimanesse a trainare il carretto con lui alla guida e chiudere, così, la fila. Wei Wuxian, per quanto volesse spostarsi avanti per affiancare il capitano come se ormai ci avesse preso l’abitudine, preferì rimanere al fianco del mezzo guidato dal medico anche per aiutarlo nel caso in cui qualche ruota si fosse incastrata nella neve alta, già di suo stava procedendo lentamente per questo ma, per fortuna, non aveva causato alcun tipo di rallentamento nel gruppo che stava procedendo in modo piuttosto spedito nonostante non avessero fretta di raggiungere nessun posto in particolare.

Superando un lungo e stretto valico, si ritrovarono in piena vallata. Da lì non era ancora possibile scorgere la città sede della loro finale destinazione, ma sarebbe bastato scendere ancora di più a valle prima di riuscire a scorgere la prima torre di guardia a segnarne i confini. Eppure, Lan Wangji fino a quel momento instancabile si ritrovò a rallentare il passo fino a fermarsi, tutto questo in concomitanza con un piccolo stormo di uccelli che prese il volo da un punto imprecisato di quel grande spiazzo bianco. Vi era tumulto nell’animo dei soldati anche perché, nei racconti di natura militare, questo genere si accadimenti seguivano situazioni di pericolo non indifferenti. Loro però non erano i protagonisti di un racconto e non era detto sarebbe successa una cosa simile. Una banalità che non era meritevole di pensiero, considerando che dovevano rimanere assolutamente concentrati, eppure nessuno di loro si accorse di una freccia che arrivò a sfiorare, con una velocità, assurda il braccio del capitano Lan prima di cadere e di piantarsi sul terreno ancora vibrando. Nel vedere questo, Wei Wuxian spalancò lo sguardo prima di correre vicino a Lan Wangji, che era indietreggiato di un solo passo, e come lui tutti gli altri rompendo definitivamente la fila che avevano tenuto fino a quel momento.

«Capitano, stai bene?»

La voce di Wei Ying era carica di una certa apprensione, abbassò lo sguardo sul braccio in questione notando uno strappo sulla stoffa bianca della divisa i cui bordi si stavano già colorando di rosso.

«Taglio superficiale.»

Commentò freddamente mentre allungò la mano destra per fermare ogni tentativo di Wen Ning che si stava già preoccupando a tirare fuori qualche attrezzo medico dal carretto per portare un primo soccorso. Non occorreva un simile sforzo in un momento del genere e, sotto la divisa, la ferita stava già guarendo anche grazie all’uso dell'energia spirituale. Quella freccia aveva una traiettoria perfetta, se chiunque l'avesse scoccata l'avrebbe voluto uccidere ci sarebbe riuscito senza alcun problema. Essa, quindi, voleva essere solo un semplice avvertimento. Tenendo in considerazione la possibile direzione, Lan Wangji spostò lo sguardo di giada verso la direzione di un’alta collina situata a una novantina di metri di distanza rispetto a loro.

In cima ad essa comparve la figura di una ragazzo dalla giovane apparenza: capelli scuri erano raccolti in una coda alta mediante un nastro rosso spento, sul volto ricadeva una frangetta di media lunghezza con due ciuffi un po' più lunghi ai lati del volto; sempre parlando del viso, presentava uno sguardo color rosso vivo mentre le labbra erano aperte in un ghigno inquietante da cui si intravedevano dei canini piuttosto appuntiti. Intorno al collo portava una collana con un ciondolo rosso di forma rotonda; le sue vesti erano prevalentemente bianche con un tocco di rosso sulle spalle, come nero era una sorta di fasciatura che portava intorno alla mano sinistra e che, in particolare, copriva le ultime due dita.

«Xue Yang!»

«Lo conosci, capitano?»

«Hm. Era a servizio dell'allora consigliere di mio zio l’imperatore. Non sopportava di essere continuamente guardato dall'alto in basso da lui, così lo rese una sua cavia uccidendolo e facendo di lui il primo esemplare di burattino d'ombra. Venne punito duramente da mio zio e messo a morte, ma riuscì a scappare.»

Una faccenda, questa, che nessuno ad eccezione della famiglia reale era a conoscenza. A Gusu avevano insabbiato la cosa rendendo la morte di quel consigliere come un semplice incidente, altri parlavano di puro e semplice tradimento, motivo che portò Lan Qiren ad affidarsi unicamente al parere dei suoi due nipoti ogni qual volta avesse bisogno di un consiglio per una importante decisione da prendere. Questo Xue Yang aveva covato vendetta per tutto questo tempo, probabilmente era per questo motivo che decise di attaccare Yueling e non qualsiasi altro territorio, perché era il più vicino a Gusu, un chiaro segnale per avvertire del suo ritorno.

Alla destra e alla sinistra di Xue Yang comparvero altre due figure: uno era piuttosto alto con dei lunghi capelli neri che ricadevano completamente sulla schiena e con due ciuffi a contornare i lati del viso; la veste principale era di colore blu scuro con sopra una sorta di mantellina a maniche lunghe e larghe, macchiata in alcuni punti di sangue, aperta sul davanti. L’altro era decisamente la sua controparte solo di statura un po’ più bassa. Anche lui portava dei lunghi capelli neri da cui si intravedeva uno chignon della parte superiore che era legato mediante un nastro di colore bianco, come bianco era il colore predominante delle sue vesti, e posto sopra la cintura vi era il simbolo del tao. Entrambi presentavano uno sguardo spento ma, al tempo stesso vigile, e in più dal collo partivano delle grosse venature nere che andavano a sfiorare la pelle del viso. A giudicare dalla calma che emanavano, dovevano essere i burattini d’ombra meglio riusciti di Xue Yang o quelli di cui andava più fiero a giudicare dalle posizioni che ricoprivano al suo fianco.

Nell’osservare l’uomo di bianco vestito, Wei Ying strinse entrambe le mani a pugno come se avesse avuto un qualche flash che non poteva permettersi di rivelare o di farlo capire ai compagni d’armi che erano insieme a lui. Lui della sua infanzia ricordava pure e niente eppure, quello non poteva essere quello zio che ogni tanto andava a visitarli quando i suoi genitori erano ancora in vita: Xiao Xingchen! Non riusciva a credere fosse stato ridotto in questo stato da una persona che tutto sembrava meno che sana di mente. Da una parte non poteva che ringraziare questa esperienza per avergli dato questo controllo di sé stesso altrimenti, incurante di ogni cosa, si sarebbe messo a correre verso il suo zio marziale per verificare se tutto questa storia fosse vera o frutto di qualche assurdo e triste scherzo del destino. Sicuramente non aveva il tempo di avere la mente troppo impegnata da questo tipo di pensieri perché, il suo grigio sguardo si spalancò non appena vide la quantità esagerata di burattini d’ombra che apparve dietro a quel terzetto. Erano talmente tanti che non si riuscivano nemmeno a contare, nulla a che vedere con loro che erano decisamente pochi di fronte a quel mare di morte che si stava presentando davanti a loro.

«Aaaah… finiti, siamo finiti. Moriremo tutti.»

Piagnucolò Nie Huaisang che stava già cominciando a indietreggiare di qualche passo con buona parte del corpo che stava tremando dalla paura. Sicuramente si stava pentendo di non aver scelto di seguire il fratello quando ne aveva l’occasione. Era una situazione troppo estrema, come speravano di vincerla?

«In posizione. Non vi ho educato a scappare alla prima difficoltà.»

Rispose Lan Wangji nello stesso momento in cui vide Xue Yang alzare il braccio come a voler dare una sorta di segnale e, infatti, non appena lo abbassò tutti i burattini d’ombra, ad eccezione di quelli che stavano al suo fianco, cominciarono a scendere correndo da quella collina. La distanza era tale da permettere ai soldati di pensare a qualche piano d’azione ma, il tempo era quello che era e di certo non giocava a loro favore. Wei Wuxian si morse forte il labbro e abbassando lo sguardo su Suibian notò qualcosa che attirò la sua attenzione: riflessa sulla lama vi era una montagna piuttosto alta e stracolma di neve vicina alla collina da cui stavano scendendo i cadaveri feroci. Era l’unica alternativa che potevano avere in un momento così delicato, non c’era tempo per i ripensamenti. Le sue gambe si mossero da sole cominciando incontro al burattini d'ombra causando uno sconvolgimento generale nel gruppo che aveva lasciato indietro.

«Xuanyu! Torna subito qui!»

«Questo non è eroismo, è pazzia! Cosa ha fatto la vita a tuo fratello, Zixuan-xiong??»

Zixuan che solitamente gli inveiva contro, per la prima volta mostrò una parvenza di preoccupazione nei confronti di suo “fratello” così sconsiderato e dalle apparenti manie suicide. Huaisang riprende a singhiozzare per nulla consolato dalle parole del capitano e, per un attimo, afferrò saldamente la veste gialla dell’erede del nobile clan Jin che era in uno stato di rabbia misto a preoccupazione per occuparsi di mandare via quel Nie alquanto lamentoso. Ma quello che i soldati non si sarebbero mai aspettati fosse che a lasciare il gruppo fosse anche Lan Wangji che, senza dire niente, si era messo a correre dietro a Wei Wuxian forse per cercare di recuperarlo e portarlo indietro o forse per costruire insieme a lui una prima linea d’attacco. Quei due si erano avvicinati di più ultimamente ma era impossibile avessero deciso questa mossa a tavolino.

Wei Wuxian, arrivato al punto desiderato, si fermò. Quello che voleva fare era un azzardo ma aveva tutte le carte in regola per poterci riuscire. Prendendo un lungo respiro cominciò a infondere tanta, molta, energia all’interno della lama di Suibian, non era la prima volta che lo faceva, ma in casi normali si limitava a infonderne poca, ma questo non era un caso normale e anche la quantità di energia finì per essere raddoppiata. Fatto sta, che riuscì a sferzare il fendente contro la cima della montagna nel momento in cui venne raggiunto da Lan Wangji. Un gesto, il suo, che venne osservato con molto stupore da parte dei suoi compagni commilitoni che erano rimasti indietro, i quasi non riuscivano a credere che un semplice soldato, riconosciuto incapace fino a poche settimane prima, fosse capace di una simile impresa. Ma quello che sembrò essere maggiormente sconvolto fu Jiang Cheng che spalancò gli occhi incredulo in quanto quel tipo di gesto e movenze erano tipicamente di Wei Wuxian. Non poteva crederci, eppure…

«Presto! Tutti dietro quella roccia!»

Sbraitò l’erede del Clan Jiang indicando una roccia abbastanza grande e ampia per coprirli tutti, e questo giunse in concomitanza con un rompo piuttosto forte dalla montagna colpita da Wei Wuxian da cui si staccò una grande quantità di neve che cominciò a cadere nello stesso modo impetuoso di una valanga che, a grande velocità, cominciò a travolgere i burattini d’ombra che sicuramente non avevano le giuste capacità mentali per capire cosa stesse accadendo ed evitare quanto possibile. Persino Xue Yang e i due cadaveri accanto a lui furono colti di sorpresa non riuscendo ad evitare quella grossa quantità di neve.

Wei Wuxian si sentì realizzato ma, l’urgenza prese possesso del suo animo in quanto nemmeno loro erano completamente al sicuro in una situazione del genere. Si voltò verso Lan Wangji afferrandogli il polso e, cominciarono a correre per andare verso la parete dove erano riusciti a cercare rifugio tutti gli altri. C’era soltanto un problema: non aveva davvero tenuto in considerazione della velocità di quella valanga e, per quanto anche loro corressero veloci vennero presi in pieno e travolti.
Nonostante la violenza dell’impatto, Wei Ying riuscì comunque a far emergere la testa dalla neve mentre stava venendo trascinato verso la vicina scarpata dove buona parte dei burattini d’ombra era già precipitata. Eppure, si guardò intorno con fare urgente perché non era di sé stesso che si stava preoccupando.

«Lan Zhan?! Lan Zhan, dove sei?»

Gridò con tutto il fiato che aveva riuscendo a notare il capitano a poca distanza di lui, tremendamente vicino a burrone in cui non doveva assolutamente cadere. No, non poteva permettere che a rimetterci fosse proprio lui, non dopo l’idea suicida che aveva avuto e che si era rivelata piuttosto efficace. Si fece forza e riuscì ad utilizzare la restante parte della sua forza spirituale per ergersi su Suibian e riuscire a volare fuori da quella massa bianca e gelida. Mordendosi forte il labbro pregò la sua arma di andare più veloce riuscendo a raggiungere Lan Wangji quando era ormai sul bordo dello strapiombo afferrando la mano che lui era riuscito a tirare fuori non appena lo aveva visto arrivare. Nonostante il peso del capitano, riuscirono a rimanere in aria finchè non cominciarono a perdere quota per via dello sforzo eccessivo che stava facendo Wei Wuxian ma, riuscirono a toccare la neve non appena la valanga si stabilizzò e dei burattini d’ombra non era rimasta neanche una mezza ombra.

«Incosciente! Ma grazie a te siamo tutti salvi.»

Si sentì dire da Lan Wangji mentre Wei Wuxian cadde in ginocchio con un mugolio tremante, poggiandosi per un solo istante la mano sul fianco destro sentendolo umido e caldo, e solo quando tolse la mano notò il palmo completamente rosso. Lan Zhan notò ogni cosa e il suo sguardo ambrato, sempre impassibile, si dipinse di una certa urgenza.

«Xuanyu? Xuanyu… resisti, resta vigile!»

Wei Ying sorrise debolmente a quello slancio di preoccupazione ma poi, il mondo intorno a lui divenne completamente buio.




Angolo Autrice:
Ma salve gente, come va? u.u 
Oggi vi dono un capitolo che è stato un parto da scrivere, nonchè il più lungo della ff fino a questo momento. Ma decisamente si, sono soddsfatta.
La trama ha raggiunto il suo punto focale e da adesso in poi è tutto in discesa, anche se non mancheranno i momenti drama, anche perchè già il prossimo non sarà semplice per il nostro Wei Ying u.u
Sono stata infame mettendo Xiao XingChen e Song Lan come i due burattini d'ombra migliori di quel folle di Xue Yang? Si
Mi merito degli insulti per questo? Anche xD ma spero che il capitolo in toto vi abbia soddisfatto, purtroppo queste esigenze di trama, per quanto fanno male sono necessarie. Si Lilith lo so che adesso mi stai guardando con mooolta disapprovazione *manda bacino*
Ed è proprio Lilith che mi sento di ringraziare, perchè solo confidandomi con lei riesco a riordinare il mio groviglio di idee incasinato o dubbioso e riuscire a donare ai miei capitoli un minimo di senso. 
E niente, vi lasciò qui anche perchè ho scritto un capitolo lunghissimo e non vi voglio ammorbare con un angolo autrice altrettanto lungo. 
Bon, grazie per essere giunti fino a qui <3 al prossimo capitolo <3

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Capitolo 13
*** Identità svelata ***


Nel momento in cui Wei Wuxian perse i sensi, uno strano senso di panico cominciò a dilagare tra i commilitoni: tra coloro che pensavano fosse già passato a miglior vita, o sul punto di farlo, c’era qui invece pensò che si trattasse semplicemente di stanchezza considerando tutto quello che era successo nel giro di pochi minuti. Fortuna vuole che avessero ancora Wen Ning insieme a loro che, non appena vide il ragazzo accasciarsi sulla neve, si precipitò da lui nell’immediato chiedendo fosse allestita una tenda di fortuna in modo portare lì il corpo esanime del soldato e allontanarlo per un po' dal freddo invernale che poteva diventare pericoloso e deleterio in vista di una sua immediata ripresa. Il motivo principale era questo ma, ce n’era anche uno secondario ovvero, che non poteva permettersi di curare Wei Wuxian di fronte agli occhi di tutti considerando che così avrebbero scoperto il segreto, che ha cercato di celare per tutto questo tempo, nel giro di pochi secondi senza donargli nemmeno modo di difendersi dato il suo stato di incoscienza.

La tenda venne alzata nel giro di pochi istanti, anche grazie all'uso di incantesimi che facilitarono enormemente la messa a terra, e con molta sorpresa da parte di alcuni, Jiang Cheng si fece avanti per aiutare Wen Ning a trasportare il corpo di Wei Wuxian al suo interno. Era decisamente strano questo slancio di generosità da parte dell'erede del Clan di Yunmeng anche perché, fino a ora le sue interazioni con il presunto Mo Xuanyu erano state decisamente inesistenti, insomma non sembrava aver stretto un particolare rapporto con lui come invece poteva aver fatto, ad esempio, Nie Huaisang. Fatto sta, che questa era stata una sua scelta e non si era neanche abbassato a rivolgere mezzo sguardo ai compagni d’armi. La verità, però, era un’altra: non riusciva a togliersi dalla mente quel fendente che era stato scagliato contro la montagna! La postura unita a quel semplice movimento della mano appartenevano palesemente a suo fratello, lo conosceva da talmente tanti anni che poteva affermarlo con assoluta convinzione. Una convinzione che divenne palese non appena, abbassando il grigio sguardo, si accorse che il fodero della spada che stava tenendo Wen Ning, e che apparteneva a Mo Xuanyu, stava lentamente cambiando colore da bianco a marrone. La gradazione predominante di Suibian! In Jiang Cheng erano tanto le emozioni che stavano facendo a botte tra di loro, e tra di esse c’era rabbia, delusione ma anche preoccupazione. Non sapeva come meglio reagire e sicuramente avrebbe aspettato tempi migliori per sbattere al muro Wei Wuxian e fargli dire perché avesse fatto una cosa del genere ma, fino a quel momento, poté solo uscire da quella tenda per prendere aria non appena appoggiò il corpo dell’altro su una coperta scura messa a terra da Wen Ning.

Il fianco di Wei Wuxian presentava una tipica ferita da lacerazione, come se la sua pelle avesse sfregato in modo violento contro una roccia appuntita nel momento in cui era stato seppellito dalla valanga. Aveva perso un po' di sangue ma, per fortuna, non era molto profonda e questo aveva permesso al medico di trattarla alla meglio in modo da prevenire futuro sanguinamento e, cosa più importante, future infezioni. Sicuramente l’avrebbe visitato ancora una volta tornati in città, giusto per essere sicuri, anche perché la missione si poteva definire conclusa. I commilitoni erano rimasti fuori anche per questo, per controllare che non ci fosse qualche burattino d’ombra che fosse sopravvissuto anche se, per la conformazione dei loro arti e il loro essere rigidi, non sarebbero mai stati capaci di scavare nella neve per tornare in superficie.
Non comunque molto tempo che le palpebre di Wei Wuxian cominciarono a tremare in modo lieve segno che da un momento all'altro si sarebbe risvegliato. Questo fece nascere un leggero sorriso sul volto di Wen Ning che si alzò dal suo fianco per muoversi in un altro punto per preparare un composto di erbe ricostituente da far bere all'amico una volta sveglio e, fargli riprendere così le energie consumate. Però, l'attimo in cui Wei Ying aprì gli occhi, seguì la mano di Lan Wangji che scostò l'apertura permettendo al capitano della seconda divisione di fare il suo ingresso all'interno della tenda.

«H-Hanguang-jun…»

Il mormorio di Wen Ning risultò essere tra l'impietrito e lo spaventato, un tono di voce che svegliò completamente Wei Wuxian facendolo scattare seduto una mossa, che non poteva essere più sbagliata. Era a petto nudo con solo i fianchi fasciati dalle bende e questo voleva dire solo una cosa: non c’era alcun marchio sul petto a identificarlo come figlio con una nobile famiglia. Lan Wangji se ne accorse e, assottigliando lo sguardo, si avvicinò poggiando una mano sulla spalla del soldato costringendolo a farlo voltare e così mostrare quello spento loto a nove petali tatuato sulla scapola. Afferrata quella semplice e fatale consapevolezza, il più grande non disse nulla uscendo all'esterno lasciando Wei Wuxian con uno sguardo spalancato ricco di sgomento.

«N-no… Lan Zh… Lan Wangji! Aspetta!»

Gridò a pieni polmoni alzandosi di scatto precipitandosi fuori cadendo, ancora una volta, in ginocchio sulla neve come se ancora non si fosse ancora ripreso dallo svenimento di prima. Così facendo, Wei Wuxian non aveva solo lo sguardo di Lan Wangji addosso ma, anche quello di tutti gli altri commilitoni che, capendo la situazione si lasciarono sfuggire dei versi confusi anche se, alcuni, risultarono essere piuttosto indignati.

«Tu! Servo! Che cosa hai fatto a Xuanyu, eh!?»

«Io sono Wei Ying, Wei Wuxian. Tuo fratello ha deciso di donarmi spontaneamente la sua identità.»

«Brutto figlio di…»

Le parole di Zixuan sfumarono in un ringhio furioso mentre prese ad avvicinarsi alla figura ancora inginocchiata di Wei Wuxian venendo, però, afferrato per la tunica da Jiang Cheng e spintonato all'indietro, come se non volesse permettere a nessuno di avvicinarsi alla figura ferita di suo fratello.

«Jiang Cheng, bastardo! Tu eri d’accordo! Eri d'accordo nell'umiliare me e la mia famiglia!»

«Basta!»

«Ma capitano…»

«Stai straparlando. Fai silenzio.»

Lan Wangji non aveva proferito parola fino a quel momento eppure, la tensione e la rabbia stavano raggiungendo ritmi talmente insostenibili che si era sentito in dovere di mettere un freno a quelle discussioni prima che potessero sfociare in qualcosa totalmente ingestibile. Fece un passo avanti, il suo sguardo di giada puntato sulla figura immobile di Wei Wuxian come se volesse invogliarlo a parlare, concedergli anche solo una giustificazione per quanto commesso.

«Volevo aiutare Jiang Cheng. Non sopportavo l’idea che fosse l’unico del nostro clan a dover combattere.»

«È comunque un disonore.»

«Lo so. Accetterò la mia sorte, qualunque essa sia.»

«Wei Wuxian!»

La voce dell’erede del Clan Jiang era pregna di preoccupazione, non riusciva a credere che il fratello, che da sempre aveva avuto una forte personalità, si stesse arrendendo in questo modo senza nemmeno provare a combattere, soprattutto considerando che la sorte per una pena simile era solo una. Wei Wuxian alzò lo sguardo verso di lui scuotendo brevemente il capo, come a dirgli di non provare a intervenire in alcun modo e che andava bene così. Hanguang-jun si avvicinò, prendendo Suibian dalla presa di un Wen Ning che era appena fuori dalla tenda con un’espressione piuttosto attonita, come se non sapesse bene come reagire di fronte a una situazione del genere. Dopo i suoi cugini non voleva che a rimetterci fosse anche Wei Ying in fondo, aveva stretto davvero una bella amicizia con lui. Ma, contrariamente alle aspettative, quel colpo di lama non giunse mai! Lan Wangji non aveva nemmeno tirato la spada dal suo fodero quando la fece cadere delicatamente di fronte alla figura del ragazzo ancora inginocchiato che, immediatamente, alzò il confuso sguardo verso di lui.

«Una vita per una vita. Ho pagato il mio debito.»

Commentò indietreggiando per poi dare la schiena a Wei Wuxian e fare cenno ai soldati di rimettersi in viaggio. Non mancava molto per raggiungere Caiyi e avevano rallentato già di troppo il loro cammino e non potevano permettersi di rallentare ulteriormente. Wei Ying si lasciò sfuggire un respiro tremulo chiudendo per un solo istante gli occhi per poi rimettersi in piedi e tornare dentro la tenda per potersi cambiare, considerando che la sua identità era stata svelata non aveva più molto senso indossare ancora le vesti appartenenti a Mo Xuanyu. Per fortuna, aveva ancora il suo borsello qiankun con dentro un cambio che avrebbe usato nel momento per ritornare nei suoi soliti panni a missione conclusa. Nel momento in cui lanciò quelle vesti bianche e dorate dentro il borsello si sentì invadere da una sorta di liberazione ma, al tempo stesso, anche di un certo sentimento di sconforto cosa che, in vita sua, aveva provato solo poche volte. Nel momento in cui si avvicinò all’ingresso del riparo, sentì il tipico rumore del fuoco accesso e crepitante, cosa che lo forzò ad uscire e ritrovandosi la presenza di Wen Ning e Jiang Cheng seduti sulla neve con davanti un piccolo falò improvvisato.

«Non fare quella faccia. Siediti.»

Borbottò l’erede del clan Jiang esortando il fratello adottivo a sedersi accanto a lui, cosa che lui fece dopo un iniziale tentennamento. Poteva capire la presenza di Wen Ning che magari stava compiendo il suo semplice dovere di medico prendendosi ancora cura di lui e le sue ferite, ma Jiang Cheng?

«Non dovresti essere qui.»

«Nemmeno tu se per questo, eppure…»

Wei Wuxian non replicò oltre andando a sedersi tra i due ragazzi e afferrando un panino al vapore allungatogli direttamente al Wen Ning, probabilmente per aiutarlo a rimettersi prima in forze considerando quanto aveva passato e le emozioni turbolente provate una volta sveglio. Lo ringraziò con un lieve sorriso prima di addentare il pane leggermente caldo per via della vicinanza al fuoco sforzandosi di finirlo nonostante sentisse lo stomaco decisamente in subbuglio. Il trio passò decisamente molto tempo in silenzio, finché non fu proprio Jiang WanYin a rompere il silenzio puntando le iridi severe contro la figura di Wei Ying.

«Allora? Mi vuoi dire che cosa avevi in mente?»

«L’ho detto, io…»

«Si sì, l’hai fatto per me, molto commovente e ti ringrazio, ma…?»

«Ma… forse non l’ho fatto solo per te. Forse quello che volevo dimostrare era che, in questo genere di cose, riuscivo a cavarmela anche se sono figlio di un servo. Probabilmente guardandomi allo specchio avrei visto qualcuno che finalmente valeva, senza dare troppo peso alle umiliazioni della Signora Yu. E forse ha ragione, io non valgo granché.»

Jiang Cheng non poteva credere alle parole che stava sentendo fuoriuscire dalle labbra di suo fratello. Un fratello che era sempre stato tremendamente sicuro delle sue capacità tanto da vantarsene da chiunque. No, decisamente bisognava dargli una svegliata come si deve e, per questo, non si fece problemi a chiudere la mano e a dare un pugno ben assestato in testa facendo, al contempo, sobbalzare Wen Ning il quale non si aspettava una reazione del genere da parte sua.

«No, dico, stai sentendo le cazzate che stai sparando!? Non vali granché? Ti rendi conto che tu da solo sei riuscito a far fuori centinaia di burattini d’ombra, mentre quel palo in culo del capitano non è stato in grado di fare nulla? Farsi tutto il bello, figo e dannato con quelle sue cazzo di frecce di onore e disciplina e nel momento del bisogno farsi salvare dal soldato più inutile e che voleva cacciare? Ma per favore, Wei Wuxian svegliati per cortesia.»

«J-Jiang-gongzi, non penso che questo…»

Cominciò Wen Ning venendo però interrotto dalla fragorosa risata di Wei Wuxian che si lasciò cadere all’indietro sul manto nevoso. Evidentemente gli serviva poco per recuperare il suo solito smalto e, infatti, anche i suoi occhi cominciarono a brillare della solita luce.

«Comunque il capitano Lan non è tanto male.»

«Tsk, per cortesia. Non dirmi che ti piace?»

«Beh…»

Cominciò Wei Wuxian venendo, però, distratto da uno strano rumore proveniente dalla vicina scarpata. Si scambiò un veloce sguardo con gli altri suoi compagni prima di alzarsi in piedi e di avvicinarsi allo strapiombo per guardare di sotto. E decisamente no, non poteva credere a quello che stava vedendo: Xue Yang che si stava pulendo le vesti da ultimi residui di neve con, al suo fianco, i suoi due migliori burattini d’ombra. Come avevano fatto a sopravvivere? Era decisamente impossibile! Ma i suoi occhi si spalancarono non appena vide il loro nemico prendere un talismano di trasporto, attivandolo e sparire in un vortice azzurrino. Potevano aver preso una sola direzione, e decisamente quell’ipotesi non piaceva a nessuno di loro.

«Andiamo! Qui non abbiamo ancora finito.»

Che fosse figlio di un servo oppure no sarebbe andato lo stesso a Caiyi. Avevano una città intera, e un capitano, da avvertire per l’imminente pericolo.

La missione non poteva definirsi ancora conclusa.





Angolo Autrice:

Oooh ma salva gente u.u questo aggiornamento è arrivato più in fretta del solito, felici?
Come va? Vi è piaciuta questa ulteriore botta di drama?
Mi è particolarmente piaciuto scrivere questo capitolo, un po' per le reazioni che hanno avuto un pò tutti, a partire da Zixuan fino a Jiang Cheng.
Wei Ying ha avuto un piccolo crollo psicologico ma ha saputo rimettersi alla grande, anche grazie a suo fratello.
Sono contenta di essere riuscita a donare loro un po' di spazio (specialmente a JC) se lo meritavano davvero çç
Nel prossimo ci saranno le botte, quelle vere, e già non vedo l'ora di avere l'estro creativo e di mettermi a scrivere **
Bon... che altro dire? Vi ringrazio, come sempre, per essere giunti fino a qui. Alla prossima <3

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Capitolo 14
*** Fine della guerra ***


Gusu ~ Meandri delle Nuvole
 
Le notizie sapevano essere veloci come il vento, specialmente se riguardava un avvenimento che meritava di essere ricordato e festeggiato dalla gente comune e non. Quanto successo a Baoshan, la sconfitta dell’esercito di burattini d’ombra di Xue Yang, era arrivato all’attenzione dell’Imperatore anche grazie a un messaggio che Lan Wangji aveva mandato a Lan Xichen che era riuscito a ritornare senza trovare altri problemi lungo la strada. Per questo motivo, anche se non era periodo, Lan Qiren aveva deciso di sciogliere ogni barriera e di aprire le porte di Gusu ai cittadini che si sono mobilitati in massa da Caiyi e dintorni per godere della lieta novella insieme al loro Sovrano e ricominciare una vita all’insegna della pace e serenità dopo settimane di paure e terrore.

Eppure, c’era qualcuno che conosceva la realtà dei fatti, che sapeva che questa guerra era ancora lontana dall’essere minimamente giunta al suo termine. Wei Wuxian non era mai stato a Gusu, conosceva poco e niente della sua conformazione ma, gli era bastato seguire la folla festosa che stava cantando e suonando inni della vittoria insieme a Jiang Cheng e Wen Ning per arrivare al punto che voleva, per vedere da lontano chi era a capo di quella fila e che sperava di raggiungere prima che fosse troppo tardi. Ancora una volta stava rischiando ma non gli importava, era deciso ad andare fino in fondo a questa faccenda, per questo motivo rivolse una breve occhiata ai suoi due compagni prima di cominciare a correre. Non stava facendo molta attenzione e, inevitabilmente finì per sbattere contro qualche cittadino che gli rivolse contro insulti o richieste di fare più attenzione a dove metteva i piedi, ma non badò a nessuna di quelle lamentele. Specialmente quando, con uno slancio, arrivò al fianco di Lan Wangji beccandosi anche delle occhiatacce da parte dei suoi ex commilitoni.

«Lan Zhan!»

«… Wei Ying.>>

«Devi ascoltarmi! Xue Yang è vivo, potrebbe essere qui in mezzo alla folla.»

«Hm… torna a casa, il tuo posto non è qui.»

Dal tono che il capitano della seconda divisione stava usando era evidente che non lo stesse ascoltando davvero oppure, nella peggiore delle ipotesi, non gli stesse credendo. Wei Wuxian assottigliò lo sguardo, non poteva accettare questo comportamento strafottente da parte dell’altro che probabilmente era dettato dal fatto che gli avesse mentito sulla sua identità per tutte queste settimane eppure, tutte le parole che gli aveva rivolto erano veritiere e non dettate dal comportamento di colui di cui aveva preso il posto. Però, il problema era che non lo conosceva e questo era innegabile. Nonostante questo, il più piccolo non era ancora deciso a buttare la spugna così, si mosse per arrivare davanti ad Hanguang-jun fermando temporaneamente il suo cammino.

«Non sarei tornato se non fosse la verità. Ti fidavi di Jin Xuanyu, perché con me dovrebbe essere diverso?»

Dicendo questo, Wei Wuxian non attese una risposta da parte di Lan Wangji ma semplicemente tornò sui suoi passi avvicinandosi alla figura di Jiang Cheng. Poggiando una mano sulla sua spada gli fece capire con la semplice forza di uno sguardo che lui e Wen Ning dovevano unirsi ai soldati, considerando che facevano ancora parte della spedizione, e di tenere gli occhi aperti oltre che cercare di avvertire gli altri dell’imminente pericolo. Lui sarebbe comunque rimasto nei paraggi, anche perché era inutile provare a chiedere il supporto dei comuni cittadini considerando che era ritornato a rivestire i semplici panni di un servo umile e, apparentemente, senza alcun tipo di valore.

Le poche parole di Wei Ying, però, avevano sortito una sorta di effetto su Lan Wangji il quale, cominciò a guardarsi intorno con fare circospetto finché non raggiunse l’ingresso dei Meandri dove la sua attenzione venne attirata Lan Qiren e da suo fratello con un’espressione alquanto fiera dipinta sul volto. Fermandosi davanti a loro portò entrambe le mani a unirsi davanti al petto in una sorta di cerchio e rivolgere quello che era il tipico inchino formale. L’Imperatore si sfiorò il lungo pizzetto con un semplice gesto della mano prima di fare un passo avanti e cominciare a rivolgersi a tutti i presenti.

«Questo è un grande giorno per il nostro Regno. Da oggi in poi, potremmo dormire sogni tranquilli grazie a questi nostri valorosi guerrieri. Wangji, Xichen… vostro padre sarebbe stato davvero orgoglioso dell’impresa appena compiuta.»

Solitamente, in questo tipo di situazioni, la prassi era che all’Imperatore doveva essere consegnata la spada o qualcosa di importante appartenente allo sconfitto, anche per una questione di onore nei confronti di tutto il Regno. Ma, stavolta vi era un’eccezione: Xue Yang non aveva partecipato attivamente alla battaglia, era rimasto ad osservare il tutto dalle retrovie, e la valanga aveva cancellato ogni possibile traccia senza lasciar emergere nessun artefatto appartenente agli sconfitti.

Nel momento in cui Lan Wangji sciolse la posizione avvicinandosi di un passo alla figura dello zio, però, qualcosa cominciò a mutare a livello dell’aria fino a quando una sinistra fiamma di colore blu non si frappone tra i due uomini costringendo il capitano della seconda divisione a indietreggiare in modo del tutto spontaneo. Erano stati presi tutti alla sprovvista, di certo non si sarebbero mai aspettati un risvolto del genere. Da quella fiammata si sentì il ghigno sprezzante e vittorioso di Xue Yang,

«Sorpresa!»

Rise mentre riuscì ad afferrare la manica di Lan Qiren e sparire in un'ulteriore fiammata di luce azzurrina, gettando la popolazione presente nel panico più totale. Un clima di festa trasformato, nel giro di pochi secondi, in paura e puro orrore. Xue Yang non sembrava fisicamente molto forte eppure, doveva avere abbastanza potere spirituale se riusciva ad utilizzare svariati talismani del trasporto uno dietro l'altro senza subire alcun tipo di conseguenza. O almeno, così sembrava a un primo e veloce sguardo.

Nel fermento generale, Wei Wuxian scese in picchiata da sopra la sua spada fino a saltare finendo al fianco di Lan Wangji. Non se ne era andato, evidentemente si era alzato in volo per poter osservare la situazione da una prospettiva migliore rispetto agli altri.

«Lan Zhan! So dove è andato. Ho visto una luce azzurrina provenire da uno punto specifico della residenza!»

Wei Wuxian, questa volta, non attese una risposta da parte di Hanguang-jun ma, si limitò semplicemente ad avvertirlo prima di fare un gesto in direzione di Jiang Cheng richiamandolo al suo fianco e, insieme a lui, si diresse verso l'interno dei Meandri. Se nessuno era intenzionato ad ascoltarlo allora avrebbe agito di testa sua come ben era abituato a fare. Lan Xichen, con una visibile preoccupazione a livello dello sguardo, si avvicinò al fratello minore in quanto di fronte a questa situazione c’era anche una certa incomprensione nei confronti dei siparietto a cui ha avuto modo di assistere.

«Wangji. Lui è…?»

«Qualcuno di cui mi fido. Andiamo.»

Proferì Lan Wangji prima di fare un cenno ai suoi soldati e, cominciare a correre verso la residenza. Avevano già perso anche troppo tempo e, nella peggiore delle ipotesi poteva essere già troppo tardi. Lan Xichen si bloccò stupito, non capitava spesso che suo fratello si fidasse cosi ad occhi chiusi di qualcuno, evidentemente doveva aver avuto un'influenza non indifferente in quell’anno sempre chiuso e freddo. Scosse il capo, deciso a non lasciarsi andare a pensieri simili e rivolse lo sguardo castano verso Nie Huaisang, che era l'unico del gruppo del fratello che non si era mosso, probabilmente per via della paura, e Jin Guangyao che era al fianco di Nie Mingjue come se stessero aspettando ordini da parte sua.

«Huaisang, A-Yao. Rassicurare la popolazione affinché non avvenga alcun incidente, poi raggiungeteci. Mingjue, tu con me.»

«Si, Zewu-jun!»

Risposero tutti e tre allo stesso tempo prima di dirigersi verso i compiti a loro assegnati. Nonostante la salvezza del sovrano fosse la priorità assoluta, bisognava salvaguardare anche il benessere dei cittadini, in questo Lan Xichen aveva compito una scelta accorata, degna in qualità di prossimo al trono del Regno in linea di successione.
 
֍
 

La corsa di Wei Wuxian e di Jiang Cheng stava proseguendo senza alcun tipo di intoppo, entrambi non sono mai stati ai Meandri delle Nuvole e si stavano appoggiando al senso di orientamento del primo di quanto aveva visto dall'alto. C’era fretta, non ci si poteva soffermare troppo sui vari dettagli ma, per quello che erano in grado di vedere, la sede primaria della famiglia imperiale di Gusu era davvero un bel posto, immerso nel verde e tendenzialmente silenzioso. Il loro andamento, però, non poteva continuare indisturbato e si ritrovarono a fermarsi non appena videro davanti a loro gli ultimi due burattini d’ombra rimasti a Xue Yang, nonché i due suoi più potenti se erano riusciti a sopravvivere a quella valanga senza riportare conseguenze di nessun tipo. In particolare, gli occhi di Wei Wuxian si puntarono su colui che conosceva col nome di Xiao XingChen: avendo l’occasione di osservarlo un po' più da vicino la conferma non poté che giungere in maniera spontanea. Davvero, non poteva crederci che l'ultimo componente della sua famiglia di origine fosse ridotto in questo stato! Dentro di sé sentiva una rabbia assurda ma, si calmò quando avvertì il tocco brusco delle dita di Jiang Cheng sulla sua spalla.

«Penso io a loro. Tu vai avanti.»

«Non vuoi che resti a darti una mano?»

«Scherzi? Non mi toglierai ancora il piacere di affondare la lama di Sandu nel corpo di qualche cadavere. Non c’è tempo, Wei Wuxian. Sbrigati!»

Wei Wuxian annuì, ringraziando silenziosamente il fratello per avergli concesso questa possibilità. Erano comunque avversari tosti da battere ma, voleva fidarsi delle capacità di Jiang Cheng e questo voleva dire anche sperare di ritrovarlo vivo alla fine di tutta questa storia. Prendendo, quindi, uno slancio verso destra cercò di superare i due burattini ma, non avendoli mai visti combattere non aveva fatto i conti con la velocità che potevano assumere e si ritrovò davanti quello di nero vestito pronto a sferrargli un colpo con la semplice forza di un braccio. Colpo che non arrivò mai a raggiungere Wei Wuxian in quando fermato da un fendente spirituale di colore bianco/azzurrino proveniente niente meno da Bichen, la spada di Lan Wangji, il quale si era affiancato al minore facendo nascere sul suo volto un grande sorriso.

«Lo sapevo che ci avresti raggiunti!»

«Hm. Non parlare… Andiamo!»

Nel sentire il tipico rumore metallico del clangore di spade, Wei Ying si voltò indietro giusto in tempo per vedere Jiang Cheng combattere al fianco di Jin Zixuan contro Xiao XingChen e, Lan Xichen e Nie Mingjue destreggiarsi contro il cadavere ambulante in nero. In situazioni normali sarebbe stato scorretto fronteggiare un avversario non armato in due, ma considerando l’entità del problema non poteva che andare decisamente in questo modo.
Non perdendo altro tempo, quindi, Wei Wuxian e Lan Wangji cominciarono a correre verso le aree riservate dei Meandri delle Nuvole, ed era una fortuna che il capitano della seconda unità fosse insieme al primo, in questo modo gli era bastato seguirlo per sapere dove andare senza perdersi. Fatto sta, che non ci misero molto ad arrivare di fronte all’Hanshi 1 dal cui interno si udirono dei rumori alquanto concitati, il che rese ancora più evidente la presenza di Xue Yang e dell’Imperatore.

«Ti ostini ancora a guardarmi dall'alto in basso, eh vecchio!? Potrei cavarti gli occhi oppure… inchinati a me!»

«Per quanto il vento soffi forte, una montagna non può inchinarsi ad esso.»

«Oh? Divertente! Allora comincerò col tagliarti le gambe. Si, mi divertirò nel vederti strisciare!»

Gli occhi di Xue Yang cominciarono a brillare di una certa luce sadica ma, prima che potesse avvicinarsi al corpo di Lan Qiren per rendere veritiera quella minaccia, la porta venne distrutta da un fascio rosso di energia spirituale. Nella confusione generale, Wei Wuxian riuscì ad entrare dentro frapponendosi tra i due uomini e, in particolare, rivolgendosi verso quello più anziano.

«Vostra Maestà, mi scuso in anticipo per il gesto brusco che sto per compiere!»

Dicendo questo, Wei Wuxian spinse in modo non troppo elegante l'imperatore verso l'ingresso dove venne afferrato, nell’immediato, da Lan Wangji. Scambiandosi uno sguardo piuttosto eloquente, il capitano portò via lo zio, un tentativo come un altro per metterlo al sicuro in un'altra parte della residenza prima di tornare ad aiutare Wei Ying il quale, rimase a fronteggiare Xue Yang che, per come si era messa la situazione, si lasciò sfuggire un grido frustrato e una sadica risata.

«Interessante. Tu saresti?»

«Il fascio rosso di energia spirituale non è stato in grado di suggerirti niente?»

«… il soldato della montagna! I miei complimenti, sei davvero forte e abile. Ucciderti sarà la mia più grande soddisfazione.»

Fino a quel momento non si era visto Xue Yang utilizzare alcuna arma, ad eccezione di un arco di frecce fornito, eppure considerando l’entità dell'avversario che aveva di fronte, allungò la mano facendo comparire in essa una lunga spada a doppio filo, Jiangzai, emanante di una certa aura oscura. A quella visione, Wei Wuxian sorrise in modo lieve, quasi eccitato di affrontare colui che aveva fatto scivolare il Regno nel terrore per settimane.
Inevitabilmente lo scontro tra le due lame provocò dei danni all'interno dell'Hanshi e, nel tentativo di riuscire a salvaguardare almeno qualcosa, Wei Wuxian riuscì a spingere Xue Yang verso il tetto della struttura. Era una posizione strana, non molto stabile per lottare, eppure entrambi erano decisamente molto abili. Strideva nell'aria il rumore metallico provocato dall’attrito delle due armi, non era facile individuare delle aperture per poter fare danni consistenti eppure, Wei Wuxian cercò di spingere al massimo le capacità combattive del suo avversario. Aveva una teoria ed era deciso a capire se fosse veritiera oppure no. Teoria che riuscì a confermare nel momento in cui riuscì a vedere un tremore impercettibile nella mano dominante di Xue Yang2.

«Wei Wuxian! Li abbiamo eliminati!»

La voce lontana di Jiang Cheng raggiunse i due combattenti ottenendo lo scopo di far brillare di rabbia gli occhi scarlatto di Xue Yang e di bloccare momentaneamente i suoi movimenti. Probabilmente non riuscì a credere che i suoi due burattini migliori fossero stati sconfitti ci si facilmente da un gruppetto di soldati mediocri, e questo diede a Wei Wuxian il pretesto di poter agire finalmente come voleva. Cominciò a sferzare una serie di fendenti apparentemente senza alcuno scopo ma, uno di questi, riuscì a trasportare un talismano che riuscì ad attaccarsi contro la spalla di Xue Yang. Non gli diede comunque tempo di reagire in alcun modo in quanto, si avventò su di lui riuscendo a spingerlo quanto bastasse affinché si incastrasse in uno degli squarci del tetto provocati da quel lungo combattimento. Eseguì un balzo all’indietro prima di unire entrambe le mani per attivare il potere di quel talismano che si rivelò essere del fuoco, mani che poi poggiò contro il legno del tetto per attivare la formazione di fuoco tipica del suo clan e indirizzarla velocemente verso il corpo di Xue Yang che sbarrò gli occhi in preda all’orrore. Si lasciò sfuggire un urlo prima che il suo corpo venne completamente avvolto dalle fiamme facendo contatto con il talismano ancora attaccato sul corpo. Wei Wuxian saltò nel momento stesso in cui giunse l'esplosione e, con sua grande sorpresa, venne afferrato al volo da Lan Wangji il quale, non doveva essere arrivato da molto e che probabilmente aveva assistito all'ultima parte dello scontro non riuscendo a intervenire in alcun modo per aiutare l’altro. Prenderlo al volo era il minimo che potesse fare. Di Xue Yang rimase solo la spada che dal tetto si piantò con una certa vibrazione nel terreno sottostante.

«Lan Zhan, Lan Zhan! Abbiamo vinto.»

«Hm… tu…»

«Wei Wuxian!»  

Gridò Jiang Cheng avvicinandosi di corsa portando Wei Ying a staccarsi dalla presa del capitano della seconda divisione per avvicinarsi alla figura del fratello. Lan Wangji scosse il capo, facendo cenno a qualche soldato di spegnere immediatamente quell'incendio onde evitare provocasse più danni del dovuto. Avevano vinto davvero e perfino l’imperatore Lan Qiren si avvicinò ai nipoti uscendo dal posto sicuro dove aveva passato gli ultimi intensi minuti.

«Avvicinati, Wei Wuxian!»

Disse l'anziano in modo perentorio distogliendo il diretto interessato da l’inizio di conversazione con fratello adottivo. Sul suo sguardo grigio calò un velo di preoccupazione ma, si avvicinò comunque inchinandosi con fare rispettoso.

«Ho sentito molte cose di te, Wei Wuxian. Sei scappato di casa, preso l’identità di un giovane nobile, mentito al tuo capitano, disonorato l'esercito, distrutto la mia residenza e… hai salvato tutti noi.»

Wei Wuxian, che non aveva mai avuto paura durante lo scontro contro Xue Yang, nel sentire tutte quelle accuse, veritiere, aveva cominciato a sudare freddo come se si aspettasse da un momento all'altro che gli fosse data la punizione che si aspettava e che aveva scampato su quella montagna. Invece, le parole finali lo destarono e i suoi occhi cominciarono a brillare di una luce fatta di puro orgoglio e consapevolezza.

«Vuoi dire che… Non intendete punirmi?»

«Punirti? Hai agito per il bene del Regno. E sono disposto a offrirti un incarico di prestigio per ringraziarti di questo puro atto di eroismo.»

«Eh? Ecco…»

Cominciò Wei Wuxian, ma quando si voltò per osservare il volto di Jiang Cheng comprese perfettamente il tipo di risposta che doveva dare. Si girò verso l’imperatore riservandogli un sorriso e un inchino piuttosto formale.

«Vi ringrazio, Vostra Maestà ma… sono stato troppo a lungo lontano da casa, ed è mia intenzione di tornarci insieme a mio fratello.»

«Naturalmente. Lascia allora che ti consegni dei doni, in modo che tu possa portare il giusto onore al nobile clan Jiang.»

Dicendo questo, Lan Qiren si sfilò dal collo un medaglione di giada recante il simbolo del Clan Lan donandolo a Wei Wuxian insieme alla spada appartenente a Xue Yang. Oggetti che accettò in un muto ringraziamento e un inchino prima di voltarsi per tornare vicino a suo fratello e, insieme a lui, tornare finalmente a casa.

«Wei Ying!»

Il richiamo di Lan Zhan arrestò il passo del minore il quale, si voltò verso il comandante con un sorriso sul volto e lo lasciò avvicinare senza asserire parola. Quello che di certo non si aspettò fu il gesto di tenerezza che portò Lan Zhan a sfiorare una sua guancia con un veloce gesto della mano.

«Io… sono fiero di te.»

«Grazie, Lan Zhan. Contento di aver avuto te come capitano.»

Asserì Wei Wuxian prima di allontanarsi da Lan Wangji e, finalmente, prendere il volo insieme a Jiang Cheng a bordo delle rispettive spade. Probabilmente entrambi volevano dire altro e chissà, si sarebbero riscontrati un giorno per poterlo fare. Come se lo avesse capito, Lan Xichen si avvicinò al fratello minore mettendogli una mano sulla spalla.

«Lui ti piace, vero?»

«Xiong-zhang…»

«Non se ne incontrano spesso di ragazzi così. Dovresti approfittarne, d’altronde… nostra madre ripeteva spesso che il fiore che sboccia nelle avversità è il più raro e bello di tutti.»

Detto questo, Lan Xichen picchiettò un'altra volta sulla spalla del minore prima di staccarsene e di mettere in moto gli attendenti cella residenza affinché cominciassero i lavori per riportarla agli antichi splendori.

La guerra era finalmente conclusa ora, bisognava semplicemente andare incontro al proprio e personale epilogo.







1 Hanshi: Frost Room. Nella novel è la stanza appartenente al capo setta, quindi a Lan Xichen. Ma considerando che l'Imperatore qui è Lan Qiren ho voluto rendere questa la sua stanza personale.
2 Qui ho voluto prendermi una sorta di licensa d'autrice: i talismani del trasporto bruciano un sacco di energia spirituale e, se ben ricordate, Xue Yang ne ha usati più di uno nel giro di pochi istanti. L'autrice non ci dice mai quanto è forte a livello spirituale, quindi Xue Yang manda i burattini d'ombra a combattere al posto suo per permettergli di immagazzinare quanta più energia possibile per queste evenienze. 


Angolo autrice:

Ma saaaalve gente *si asciuga il sudore*
Due capitoli fa mi sbagliavo alla grande, perchè è questo qui il capitolo che è stato un parto da scrivere nonchè il più lungo della fanfiction fino a questo momento.
Ma ci siamo, la guerra è finita e Xue Yang e compagnia sono stati sconfitti.
Ma se devo dire la verità non mi ritengo del tutto soddisfatta di come ho svolto la battaglia, questo perchè inizialmente l'avevo immaginata in un modo e invece ho finito per scrivere altro. Non sono abituata a scrivere scene di combattimento, probabilmente quando maturerò sotto questo aspetto narrativo butterò giù tutta quella parte per riscriverla come si deve, fino ad allora la terrete così. O magari sono io che mi sto facendo mille problemi mentali, non sarebbe la prima volta xD
Ancora una volta mi sento di ringraziare Lilith per ascoltarmi sempre e consigliarmi di conseguenza, non so come farei senza di lei <33
E niente, io vi ringrazio per essere arrivati fino a qui. Al prossimo aggiornamento <3

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Capitolo 15
*** Epilogo ***


Yunmeng
 
Sembrava passato un tempo a dir poco infinito dall’ultima volta che avevano messo piede sul suolo natio. Partiti entrambi per prendere parte a una guerra che si prospettava essere più grande di loro, tornati come eroi specialmente, se si teneva in considerazione l’impresa compiuta da uno solo di loro. Wei Wuxian, aveva cercato di vantarsi il meno possibile, per quanto il suo carattere anche troppo esuberante gli stesse gridando di farlo, anche per rispetto al fratello adottivo che aveva compiuto ben magre gesta rispetto a lui. Anche se c’era da dirlo: aveva battuto Xiao XingChen e, non era un avversario da prendere sottogamba considerando la forza che aveva anche sottoforma di burattino d’ombra. Wei Ying non sapeva cosa provare in merito, certo era pur sempre il suo Shishu1 ma meglio saperlo morto in maniera dignitosa piuttosto che controllato da un povero folle senza alcuno scrupolo. Da questo punto di vista non stava granché bene ma, vivere la cosa da questo punto di vista gli aveva permesso di alleggerire parte del suo pesante animo. Fatto sta, che degli oggetti ricevuti dall’Imperatore aveva tenuto per sé solo la spada appartenente a Xue Yang e, il medaglione lo aveva fatto indossare a Jiang Cheng come se fosse una corretta e giusta distribuzione dell’onore. L’erede del clan Jiang aveva cercato di opporsi, come se sentisse di non meritare davvero il peso che gli ornava il collo, ma per Wei Wuxian andava decisamente bene in questo modo e non aveva voluto sentire alcuna replica in merito.

Le labbra di entrambi si curvarono in un lieve sorriso nel momento in cui arrivarono davanti all’ingresso di Approdo del Loto. Non c’era niente fuori posto, tutto era uguale a come lo avevano lasciato prima di partire. Si scambiarono un reciproco sguardo e, facendo una doverosa pressione sul portone per aprirlo, fecero il loro ingresso in quello che era il cortile principale che veniva usato principalmente per gli allenamenti dei discepoli del clan. Allenamenti che, a giudicare dal silenzio percepito dall’esterno, non si stavano tenendo per un motivo a loro ignoto anche se probabilmente erano già giunti alla loro conclusione. Era un peccato però, sicuramente sarebbe stato bello osservare l’espressione di gioia e contentezza dipinta nei volti dei loro shidi2 una volta varcata quella porta. Nel momento in cui presero a camminare verso il centro del campo si fermarono nel sentire un gridolino provenire dai pressi della Sala della Prova di Spada. Allungando lo sguardo non poterono non notare la figura di Jiang Yanli ferma e con lo sguardo spalancato come se avesse appena visto due fantasmi. Un’immobilità che durò una manciata di secondi prima che la figlia maggiore del Clan Jiang, riscossasi dalla sorpresa, riprese a muoversi velocemente verso i due ragazzi lanciando le braccia intorno ai loro colli e portandoli nella condizione di avvicinarsi di più tra di loro e di ricambiare quell’abbraccio con un certo sorriso e commozione.

«A-Cheng… A-Xian… siete tornati!»

«Jie, siamo a casa.»

 Mormorò Jiang Cheng con lo sguardo che luccicava, come se si stesse trattenendo dal piangere come un bambino tra le braccia della sorella di cui non ha avuto notizie per tutto questo tempo. Tirando su col naso, Yanli si staccò dai corpi dei due ragazzi facendo un semplice passo indietro ma solo per rivolgere, a Wei Wuxian, un leggero pugno sul braccio.

«Una lettera. Te ne sei andato via con una lettera! A-Xian, sono stata tremendamente in ansia per te.»

«Shijie, mi dispiace. Non potevo fare diversamente ma, non succederà più.»

«Vorrei ben vedere!»

Quel tono freddo e asettico non poteva che appartenere a una sola persona: Madam Yu. Evidentemente si era preoccupata nel sentire quel mezzo urlo provenire da una figlia che, solitamente, era l'emblema della tranquillità assoluta. Quella stessa figlia che adesso si spostò di lato per permettere ai due fratelli di avere la visuale libera non solo sulla matriarca della famiglia ma, anche su Jiang Fengmian al suo fianco. Probabilmente era per la presenza del marito a suo fianco che l'anello viola che portava al dito, Zidian, non stava emettendo uno dei suoi soliti e minacciosi sfregolamenti. O magari stava attendendo il momento giusto per avventarsi contro la schiena di quel fuggitivo adesso ritornato a casa. Entrambi i coniugi scesero i tre gradini avvicinandosi alle figure dei due ragazzi immobili che, però, non dimenticarono di rivolgere loro un inchino formale. Jiang Cheng si tolse il medaglione dal collo allungandolo verso i genitori e, la stessa cosa, fece Wei Wuxian con Jiangzai la cui tagliente lama era stata avvolta da un panno color ocra onde evitare facesse male a qualcuno.

«Madre, padre… il medaglione dell’imperatore e la spada di Xue Yang. Sono doni per onorare il nome della nostra famiglia.»

Jiang Fengmian si avvicinò claudicante ai due ragazzi, un afferrare i due oggetti ma solo per lasciarli scivolare a terra. Non voleva essere una mancanza di rispetto nei confronti dell’imperatore ma, in quel momento, erano un semplice impedimento al suo desiderio di riabbracciare il figlio legittimo, un gesto che non compieva tanto spesso e che confuse perfino lo stesso Jiang Cheng.

«Il mio onore più grande, è avere te come figlio.»

Era una frase semplice quella del capo clan Jiang eppure, riuscì a toccare l'animo di quel figlio che era decisamente poco abituato a sentirsi dire queste cose dai suoi genitori. Si sforzò di non scoppiare a piangere ma un singhiozzo basso uscì inevitabilmente dalle sue labbra. Staccandosi da quell'abbraccio, Jiang Fengmian guardò in direzione dell'altro ragazzo, un alzare una mano per accarezzare quel viso immobile e quei capelli che aveva deciso di lasciare sciolti e che ricadevano poco sotto le spalle.

«Guarda fin dove ti sei spinto per questa famiglia, A-Xian. Hai tentato l'impossibile, sono davvero fiero di te.»

«Ciò non toglie che sei comunque scappato, e che potevi mettere in pericolo anche A-Cheng con la tua bravata irresponsabile! Ti starà bene stare inginocchiato, per un po', nella nostra Sala Ancestrale!»

Il sorriso di Wei Wuxian si spense nel sentire le parole risentite anche se non si aspettava niente di diverso da parte sua. Una parte di se si era convinta che, probabilmente, pure lei si era preoccupata ma, non avrebbe mai avuto questo genere di soddisfazione. Non poteva far altro che sorridere in direzione di Jiang Fengmian per le parole a lui rivolte e, inchinarsi di fronte al cipiglio serio della matriarca in un tacito consenso di quella punizione che, poteva anche non essere immediata considerando che non gli aveva detto di andarci subito.

«Chiedo scusa… c'è una persona fuori che desidera vedere Wei-gongzi. Lo faccio passare?»

A parlare, era stata una delle due guardie che solitamente stavano a sorvegliare l'ingresso primario di Approdo del Loto. Ed era strano che qualcuno desiderasse vedere Wei Wuxian, sicuramente non era qualche commerciante venutosi a lamentare di qualche marachella commessa considerando, che era decisamente tornato da poco. Jiang Fengmian, quindi, annuì lasciando spostare la guardia che fece cenno alla persona misteriosa di avanzare. Bastarono quelle vesti bianche, quella cascata di capelli d'ebano e quegli occhi color ambra a far capire alla famiglia Jiang chi avesse appena varcato l’ingresso del loro cortile e, in particolare, far illuminare lo sguardo di Wei Ying.

«Lan Zhan!»

Si sarebbe aspettato di tutto Wei Wuxian, meno che rivedere così presto il capitano della seconda divisione d'altra parte, avevano lasciato i Meandri delle Nuvole non molto tempo fa. Nonostante questo, il più giovane si avvicinò alla figura dell'altro non perdendo tempo a rivolgergli un inchino formale come, invece, stavano facendo gli altri membri della sua famiglia che mai si sarebbero aspettati una visita del nipote dell’imperatore.

«Cosa ci fai qui?»

«Sono venuto a riportarti questo…»

Affermò Lan Wangji allungando verso l'altro la campanella argentata con il pennacchio viola che era un segno distintivo del Clan Jiang. Abbassando lo sguardo, Wei Wuxian notò che non la portava attaccata alla cintura della veste come era solito fare. Si, decisamente si sentì uno stupido per non essersene accorto prima.

«Deve essersi sganciato durante il combattimento contro Xue Yang. Ti ringrazio per avermelo portato ma… perché proprio tu?»

La domanda di Wei Wuxian era più che lecita mentre si ritrovò ad afferrare la campanella della lucidità sfiorando inevitabilmente le fredde dita di Lan Wangji. D’altra parte, lui era un nobile piuttosto importante e doveva avere cose più importanti da fare che andare clan per clan per consegnare oggetti smarriti di poveri ragazzi distratti e smemorati.

«Io… volevo vederti. Non poteva essere nessun altro a riconsegnartelo.»

Nel sentire quelle parole varie furono le reazioni all'interno della famiglia Jiang: Wei Wuxian rimase piacevolmente senza parole ma le sue gote si colorarono di un leggerissimo color porpora e le sue labbra si cercarono in un sorriso; i coniugi Jiang si guardarono tra loro anche loro senza parole, anche se sicuramente la Signora Yu si stava chiedendo che tipo di incantesimo doveva aver fatto quel ragazzo per far sbottonare in quel modo una persona di un così importante rango; Jiang Cheng si strozzò con la sua stessa saliva mentre, Jiang Yanli si lasciò sfuggire un gridolino estasiato battendo al contempo le mani. Non fu difficile comprendere perché fosse l'unica ad avere un minimo senso di romanticismo in tutto il clan. Sicuramente non poteva lasciarsi sfuggire una simile occasione, così decise di rompere il silenzio affiancandosi, al contempo, alla figura di Wei Ying.

«Hanguang-jun, hai fatto un lungo viaggio… ti piacerebbe restare per cena?»

«Oh, la cena… si! Lan Zhan, non puoi andartene da qui senza aver provato la zuppa di loto e costolette della mia Shijie!»

«E magari, se volesse restare per sempre…»

«Shijie!!!»

Wei Wuxian non si era mai sentito in imbarazzo per qualcosa detto da sua sorella come in questo momento, un imbarazzo che si fece più intenso nel momento in cui la ragazza si lasciò sfuggire una breve risata prima di incamminarsi dentro e trascinandosi dietro i suoi familiari per lasciare ai due ragazzi una parvenza di privacy.

«Ah… Lan Zhan, scusa non so cosa le sia preso.»

«Non importa. Per ora la cena andrà bene.»

Era una situazione strana questa ma questo non voleva dire che era poco piacevole. Cogliendo lo sguardo di Lan Wangji, Wei Wuxian si calmò dall'imbarazzo e si azzardò a lasciar scivolare la mano in quella del capitano, una stretta che non venne rifiutata.
Fianco a fianco si incamminarono verso la residenza principale.
 
 
 


Qualche settimana dopo ~ Lanling
 

Quale modo migliore per festeggiare la fine di un conflitto se non con un matrimonio? Certo, chiunque la penserebbe così, tranne i due eroi gemelli di Yunmeng. A sposarsi, infatti, era la loro amata sorella con il pavone di Lanling: Jin Zixuan. Un matrimonio che era rimasto in bilico per un po’ a causa del fatto che Wei Wuxian avesse preso l’identità di Mo Xuanyu per scendere sul campo di battaglia ma, per fortuna, si era risolto tutto per il meglio anche se comunque continuavano a ripetere che Yanli meritasse molto di più. Anche se non appena l’avevano vista con il vestito rosso indosso e quella tipica espressione di felicità dipinta sul volto, tutte le loro convinzioni avevano cominciato a traballare fino a scomparire, specialmente nel vedere gli occhi di Zixuan carichi di tenerezza e amore nel momento in cui l’aveva vista raggiungerlo all’interno della Sala della Bellezza Contesa di Lanling. Non c’era niente fuori posto quel giorno, tutto era decisamente perfetto anche grazie al fatto che il capo setta Jin non aveva assolutamente badato a spese per il matrimonio del suo primo genito, anche se si vedeva benissimo che ogni dettaglio era stato sistemato con cura da Jin GuangYao il cui senso estetico non si poteva decisamente mettere in discussione. Per Wei Wuxian fu anche l’occasione per rivedere Mo Xuanyu che doveva avere una buona stella dalla sua parte considerando che aveva ricevuto semplicemente un blando richiamo e non una effettiva punizione. Probabilmente suo complice era stato il clima festoso che si respirava all’interno della sua famiglia e che non volevano rovinare per nessun motivo al mondo anche perché, i Jin avevano avuto i loro riconoscimenti per la fine della guerra e, di conseguenza, non si potevano proprio lamentare.

Durante la cerimonia, lo sguardo di Wei Wuxian non era preso solo ad ammirare la bellezza della sua Shijie ma, ogni tanto, si spostava dall’altra parte della sala dove c’era la delegazione del nobile clan Lan e Lan Wangji di conseguenza. Con il bel capitano aveva iniziato un periodo di frequentazione, un modo come un altro per conoscersi meglio in modo reciproco anche se a reggere buona parte delle conversazioni era sempre Wei Wuxian cosa che a lui sembrava non dispiacere considerando che amava parlare a ruota libera degli argomenti più disparati nel giro di pochi secondi soltanto. Wei Wuxian era decisamente preso da Lan Wangji, e la stessa cosa si poteva dire dell’altro considerando che ogni occasione era buona per poterlo viziare in qualche modo, forse per compensare la sua incapacità di parlare per più di un minuto senza interrompersi, un aspetto piuttosto atipico considerando il ruolo rivestito all’interno dell’esercito imperiale.

Alla fine della celebrazione, Lan Wangji si era avvicinato a Wei Wuxian invitandolo con il semplice sguardo ad uscire con lui, approfittando anche del banchetto che sarebbe iniziato a breve e per cui nessuno si sarebbe allontanato dalla sala principale della Carpa Dorata. Bisognava dire che fuori si respirava un’atmosfera alquanto suggestiva tra il cielo stellato e le lanterne appese che emanavano una fioca luce rossa che ben si mescolava con il tappeto di peonie gialle che docili si muovevano seguendo quella leggera brezza che le carezzava. Nel camminare mano nella mano, i due si fermarono nei pressi di un grande albero che si ritrova nei pressi di una collina sul retro della sala da cui si potevano ben udire le esclamazioni festose di chi si era avvicinato alla neo-coppia di sposi per augurargli il meglio da quella loro unione.

«Allora Hanguang-jun? Perché mi hai portato via dal matrimonio della mia Shijie?»

«Volevo te…»

«Eh?»

Lan Wangji sapeva essere alquanto enigmatico quando ci si metteva ma la risposta a quella domanda giunse nel momento stesso in cui, lasciata la mano del minore, lo spinse delicatamente contro il tronco dell’albero suggellando ogni protesta e respiro in un morbido bacio. Non era il primo che si donavano, per curiosità avevano già sperimentato un po' anche spingendosi in un angolo di strada per non farsi guardare da occhi indiscreti in pieno giorno. Ma probabilmente questo era il primo pieno di desideri inconfessati da parte di entrambi, un partire in modo casto e semplice prima che entrambe le loro labbra si schiusero per accogliere la lingua dell’altro in una danza umida e decisamente sentita. Entrambi stavano fremendo, volevano di più e fecero in modo di perdurare quel contatto passionale il più possibile prima di staccarsi per recuperare l’aria che lentamente aveva abbandonato i loro polmoni.

«Wei Ying… vorrei che mi sposassi.»

«…c-cosa?»

«Non vuoi?»

«No… volevo dire sì ma, sicuro di volere proprio me?»

«Non può esserci nessun altro, solo tu.»

Lan Wangji era stato alquanto audace a chiedergli una cosa del genere il giorno del matrimonio di sua sorella e, in una condizione psicologica migliore Wei Wuxian non si sarebbe fatto problemi a saltargli addosso e a urlargli di si con tutta l’aria possibile all’interno dei suoi polmoni. Non sembrava ma, in realtà lui era pieno di insicurezze per quanto i suoi occhi era lucidi e già colmi di una accettazione che, a parole, non sapeva come esprimere.

«Ma sei sicuro? L’amore di un servo come me ti basterebbe davvero?»

«Non di un servo… di Wei Ying.»

«Ma la tua famiglia…»

«E’ una mia decisione, nostra, di nessun altro.»

C’era tanta determinazione negli occhi di Lan Wangji e Wei Wuxian si ritrovò a sorridere sforzandosi di non piangere come un bambino per quella dimostrazione d’amore che gli stava venendo offerta e che lui non poteva proprio rifiutare. Allungò una mano per sfiorare il petto di Hanguang-jun, quella parte di pelle scoperta dalla tunica e che mostrava fieramente quel tatuaggio dal motivo a nuvola e che presto avrebbe contornato anche il suo spento loto a nove petali.

«Allora… si, Lan Zhan. Non deve essere nessun altro, solo tu.»

Un nuovo bacio suggellò quella nuova promessa fra i due amanti, un desiderio di non volersi mai più separare. Il loro era un rapporto iniziato all’ombra di una maschera e finalmente venuto alla luce.

La loro nuova vita iniziava ufficialmente adesso.





 
1Shishu: Zio marziale
2Shidi: Fratello marziale


Angolo Autrice:

Aaaah çç mi sentite piangere? Non mi aspettavo di rendere davvero questo l'ultimo capitolo di questa long...
E' stato un lungo viaggio e sono felice di essere riiuscita a portarla a compimento anche se, ancora una volta, mi dispiacerà lasciare questi due ragazzi bellissimi che anche in questo scritto mi hanno decisamente dato tanto e spero di essere riuscita a trasmettere qualcosa anche a voi.
Inutile dire che mentre scrivevo di FengMian che ha detto che per lui è un onore avere JC come figlio sono davvero scoppiata in un piantino çç questo perchè è sempre stato un mio desiderio nel canon, perchè per JC desideravo il meglio e non due genitori che hanno solo contriuito ad accrescere i suoi complessi di inferiorità. Si scusate, ma essendo il mio personaggio preferito lo difendo abbastanza <3
Parliamo della fine? Quanto sono belli i nostri WangXian? Effettivamente ce lo vedo troppo a Wei Ying avere i complessi di questo genere, specialmente se guardiamo questa ff in cui uno è figlio di un servo e l'altro nipote dell'imperatore. 
Hanno accettato troppo presto i loro sentimenti dite? Ma va bene così u.u almeno per me *coff* e il qualche settimane dopo può essere un fattore temporale indicativo xD
E now... passiamo per l'ultima volta ai ringraziamenti. Come non citare lei, la mia bellissima ragazza e partner di coltivazione? Lilith
A lei mi sento di dedicare tutta la long nella sua interezza, perchè mi ha supportato, sopportato, c'è stata fin dall'inizio ed è stato grazie a lei se sono riuscita ad andare avanti in alcuni punti. E' davvero una persona speciale e spero di averle donato un giusto finale, anche se so che voleva qualche capitolo in più xD
Non smetterò di scrivere, proprio no u.u Quindi preparatevi ad avere presto mie notizie con nuove os o anche long che ho già in mente e non vedo l'ora di giù <3
Per il momento, quindi, mi ritrovo a salutarvi davvero. Grazie per essere arrivati fino a qui e per aver seguito questa ff, vi si ama tutti <3

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