Erased Memories

di Lety26
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** The orange shinigami ***
Capitolo 3: *** Problem ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Il vento mi smosse i capelli, facendoli danzare per un po’ di tempo con lui per poi farli riappoggiare dolcemente sulle mie spalle. 
Scostai uno dei ciuffi castani e lo portai dietro l’orecchio, per evitare che mi desse ulteriore noia.
C’era fin troppo vento per essere una normale giornata di primavera.
Puntai lo sguardo in alto, verso il cielo, e le vidi nuovamente.
Movimenti, increspature, tutt’ora non so bene come definirli, ma sembrava ci fosse una qualche strana presenza esattamente sopra di me, in qualche modo quasi totalmente invisibile ai miei occhi.
Erano giorni che andavo avanti così, se non settimane.
Se inizialmente potevo semplicemente sentire il presentimento che ci fosse qualcosa o qualcuno nelle vicinanze, ora ero arrivata persino a distinguere qualche lineamento.
Un brivido percorse la mia schiena e la mia mano destra strinse più forte la spallina della borsa di scuola.
Non succedeva sempre, c’erano giorni in cui non percepivo niente, altri giorni invece che riuscivo a captare qualcosa in lontananza, mentre altri giorni, come quello, lo ritrovavo direttamente sopra la testa.
Un’altra folata di vento mi raggiunse e fu fin troppo violenta. Non distaccai gli occhi dal punto in cui si muovevano quelle strane presenze e mi resi conto che quell’aria assomigliava molto ad un’onda d’urto.
Eppure io sembravo l’unica a riuscire a vedere o anche solo a percepire tutto quello.
Nessuno sembrava interessato o minimamente disturbato da loro e questo, col tempo, mi portò ad avere seri dubbi sulla mia sanità mentale.
Se lo stress scolastico mi stesse portando alla pazzia? Magari ad un episodio di psicosi o schizofrenia?
Stavo cominciando ad avere le allucinazioni, non solo sensoriali ma anche visive?
Ogni giorno peggiorava.
Ogni giorno sembravano farsi sempre più calcate e nitide quelle increspature. Stavano cominciando a prendere la vaga forma di uomini e di strani mostri deformi con una maschera su quello che doveva essere il viso.
Mi spaventai sempre di più, eppure non dissi niente a nessuno.
Rimasi in silenzio e mi racchiusi in me stessa, fissando quelle strane forme in cielo.
Ma tutto cominciò ad avere un senso, quando cominciai a percepire molteplici presenze e non solo l’unica che avevo sentito fino a quel momento; tutto cominciò ad avere un senso quando quelle forme in cielo si colorarono e formarono un delineamento riconoscibile; tutto cominciò ad avere senso quando un ragazzo dai capelli arancioni e il kimono nero, stringente una spada fin troppo grande per lui, mi si affiancò e i nostri occhi si incrociarono.
 

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Capitolo 2
*** The orange shinigami ***


1.The Orange Shinigami

[Ci troviamo subito dopo la fine dell’anime e poco prima del continuo del manga, proprio in mezzo. Giusto per chiarire.
Buona lettura!]


Rimasi a guardarlo incantata.
La sua immagine non sembrava concreta ai miei occhi, riuscivo a vedergli attraverso, ma era abbastanza per distinguere tutti i suoi tratti.
La cosa che mi colpì per prima fu il colore arancione sgargiante dei suoi capelli sbarazzini che si accostava perfettamente con il kimono nero che portava. Il mio sguardo si spostò velocemente ovunque sul suo corpo per cercare di comporre una immagine concreta nella mia testa.
Sul petto, scoperto leggermente dalla veste, si potevano intravedere dei tatuaggi neri, presenti anche sul dorso delle mani; sulla schiena invece portava una spada lontana dall’essere di una dimensione normale. Percorreva quasi interamente la sua figura.
Quella vista mi provocò un forte senso di angoscia. Non capii subito il perché.
I suoi occhi castani non smisero di guardarmi fino a quando quella specie di mostro deforme non emise un urlo che fece tremare il mio intero corpo e il ragazzo spostò la sua attenzione verso di lui, portando la sua mano dietro la schiena per stringere l’impugnatura nera.
-Stai qui, non ti muovere. –mi rivolse un ultimo sguardo e poi, in pochi secondi, raggiunse la bestia che stava sopra di noi, fluttuava in cielo come se ci fosse qualcosa a reggerlo e lui fece lo stesso.
Per un momento mi vennero le vertigini per lui.
No.
Non era per quello che mi vennero le vertigini.
Sentii un’enorme forza premermi verso il basso, come se la forza di gravità si fosse raddoppiata, e faticai a rimanere ritta in piedi.
Quest’ultima quadruplicò quando dall’elsa della spada del ragazzo fuoriuscì una specie di scintilla bluastra che lo avvolse interamente. Sembrò bruciare.
Il mostro urlò nuovamente, caricando improvvisamente verso di lui. In cambio, liberò quella scintilla verso di lui e l’impatto fu talmente tanto potente da provocare un’onda d’urto così forte da farmi indietreggiare di qualche passo.
Non seppi esattamente come restai cosciente e su due piedi.
Quando tornai a guardare il cielo, il mostro era sparito ma la forza pressante non faceva che aumentare.
La mia testa cominciò a girare vorticosamente e cominciai a vedere doppio quando il ragazzo comparve nuovamente davanti a me.
-Ehi! –sentii dire quando le mie gambe cedettero e il nero mi circondò.

-Sei completamente impazzito?! Utilizzare la tua Reiatsu per sconfiggere un Hollow, volevi rischiare di distruggere la città?! - sentii delle urla ovattate in lontananza.
-Non era un Hollow normale, Rukia. –una voce più calma, maschile, cercò di calmare quella femminile. –L’ho tenuto d’occhio per giorni, la sua Reiatsu non era quella di un Hollow normale. -
Aprii pian piano gli occhi, svegliata da quelle voci che sembravano così vicine quanto lontane. Smisi di ascoltarle quando notai di essere in un luogo completamente estraneo.
Mi sedetti e scivolarono dal mio corpo delle coperte, facendomi rendere conto di essere su un letto.
La lampadina sulla scrivania illuminava la stanza, rendendomi non poco difficile il riuscire a distinguere gli oggetti che mi circondavano.
All’improvviso la porta si aprì e le voci che prima sentivo ovattate, si fecero più forti e chiare.
-Oh, ti sei svegliata. –alzai lo sguardo e vidi il ragazzo dai capelli arancioni, seguito da una ragazza bassina dai capelli corvini. Mi soffermai su quest’ultima e ci fu un lungo scambio di sguardi.
Mi sembrò di averla già incontrata, ma allo stesso tempo di vederla per la prima volta.
Di nuovo quel senso di angoscia si fece spazio nel mio petto, questa volta unito anche dalla confusione.
-Vi conoscete? –chiese il ragazzo, spezzando quell’atmosfera strana che si era creata.
-No, perché? –rispose la ragazza, incrociando le braccia al petto e rivolgendo uno sguardo verso di lui, che scrollò le spalle subito dopo.
-Oh. –mugugnai, rendendomi conto di essere ancora sul letto del ragazzo. –Sto abusando del tuo letto. –mi alzai di scatto ma ebbi un calo di pressione improvviso e il ragazzo mi tenne in piedi per miracolo.
Non appena però toccai le sue braccia, sentii il mio corpo pulsare interamente e spalancai gli occhi.
Cosa era quella forza che mi toglieva il fiato?
-Ehi, tutto bene? –chiese.
Mi allontanai dalle sue braccia e sentii improvvisamente il peso sul petto farsi meno pesante.
-Ichigo, lasciala stare. –disse la ragazza. Il ragazzo la guardò confuso e lei si avvicinò a me.
-Io sono Kuchiki Rukia, te come ti chiami? –un altro brivido mi attraversò il corpo.
-Ogawa Hitomi. –tentennai.
Vidi la ragazza asserirsi all’udire il mio nome ma cercò di mascherarlo. –Hitomi-san, piacere di conoscerti, lui è Kurosaki Ichigo. -
Guardai il ragazzo e mi fece un cenno con il capo.
-Tu sei il ragazzo di prima. –dissi.
Annuì. Col piede, avvicinò la sedia della sua scrivania a lui e si sedette, appoggiando il gomito sullo schienale, lasciando a penzoloni la mano.
-Volevamo farti qualche domanda. –disse la corvina. –Se non ti dispiace. -
Scossi la testa e incrociai le gambe, per semplice comodità.
-Da quando riesci a vedere gli Hollow? -
Arricciai il naso. –Gli Holl- che? –chiesi, non capendo di cosa stesse realmente parlando.
-Come al solito sei fin troppo diretta. –brontolò il ragazzo. –Hitomi, da quanto tempo riesci a vedere quei mostri? Come quello che ho abbattuto prima. -
Ci pensai per bene, cercando una data di riferimento nella mia testa ma non riuscii bene a collocarlo nel tempo.
-Solo ultimamente riesco a vederli più o meno bene, direi da qualche settimana. –risposi. –Ma è da più di un mese che sento delle presenze. -
Rukia e Ichigo si guardarono e vidi una sottospecie di scambio di pensieri senza l’uso delle parole.
-N-Non… -cercai di iniziare un nuovo discorso, ricevendo immediatamente la loro piena attenzione. –Non sono pazza, vero? –quella era la domanda che mi premeva maggiormente. Quel pensiero mi stava assillando da fin troppo tempo e avevo cercato in tutti i modi possibili di negarlo.
-No, non lo sei. –Ichigo si alzò e si diresse verso la porta. –Rukia, potresti venire un secondo? -
-Scusami, Hitomi. –la ragazza si congedò velocemente e tutti e due scomparirono dietro la porta.
Rimasi nuovamente sola, mentre dell’aria smosse nuovamente i miei capelli. Sentii il calore del sole pungermi la schiena.
Rivolsi il volto verso la finestra, trovandola aperta.
Guardai la strada e calcolai più o meno l’altezza dal terreno alla finestra.
Non era poi così alta.

POV ZERO

-Che te ne pare? –chiese Ichigo, assicurandosi di chiudere bene la porta dietro di loro.
-Non è un Quincy, non è neanche un umano con poteri speciali come Inoue o Sado e il suo Reiatsu è troppo diverso da quello di uno Shinigami. –rispose Rukia, tenendosi il mento col pollice e coprendosi la bocca col resto delle dita, con fare pensieroso.
-E sta crescendo. –aggiunse il ragazzo, guardando verso la porta. –Fin troppo velocemente. -
La ragazza tirò fuori il suo cellulare e comincio a comporre una serie di numeri che sembrò infinita.
-Provo a contattare Urahara, magari sa dirci qualcosa. –disse, avvicinando il telefono all’orecchio. –Te tienila d’occhio, potrebbe essere pericolosa. -
Il ragazzo annuì e, mentre la ragazza si allontanò scendendo al piano di sotto, il ragazzo aprì nuovamente la stanza, trovando il letto rifatto e le finestre sventolanti.
Nessuna traccia della ragazza.
Sospirò pesantemente e si grattò il capo con una mano. –Che seccatura. -



 

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Capitolo 3
*** Problem ***


2. Problem

POV HITOMI

Cercai di capire la mia posizione guardando intorno, osservando bene i palazzi, i negozi e i cartelli stradali ma non ne riconobbi neanche uno.
Sospirai quando mi resi conto di star facendo lo stesso giro da almeno un quarto d’ora e mi appoggiai ad un muro vicino.
Avrei voluto staccare la testa a quel ragazzo.
Ma dove cavolo viveva?
-Ogawa-san? -
Alzai la testa nel sentire il mio nome e vidi, a pochi metri da me, la ragazza più popolare della mia scuola.
-Orihime….-san –tentennai. Non avevamo mai avuto una vera conversazione, solo qualche scambio di parole per pura casualità o per educazione.
Suo fratello mi aveva aiutato in matematica per molto tempo e spesso passavo per casa sua. Ultimamente ci incrociavamo solamente nei corridoi della scuola.
-Buonasera! Cosa ci fai da queste parti? –i suoi fermacapelli scintillarono a contatto con gli ultimi raggi del sole prima del tramonto e i suoi capelli sembrarono ancora più arancioni di quello che erano realmente.
Era un autentico angelo.
-Buonasera, in verità mi sono persa. –ammisi, colpevole. –Non riesco proprio a capire dove io mi trovi. Orihime-san, abiti qui vicino, giusto? -
Annuì e si avvicinò a me.
Lo stomaco mi si chiuse improvvisamente.
Mi prese per un braccio e mi tirò verso di lei.
Il mio corpo pulsò interamente e una strana sensazione si fece spazio dentro di me, un malessere particolare. L’istinto mi portò a guardare quelle spille. Sembravano emanare energia propria. Mi fecero rabbrividire.
-Tutto a posto, Ogawa-san? –chiese la ragazza, vedendomi visibilmente turbata.
Alzai lo sguardo verso di lei, guardando nei suoi occhi grigi. –Sì, scusami. -
-Non preoccuparti. –il sorriso tornò ad illuminarle il volto. –Andiamo? –

POV ICHIGO

Rukia si spalmò una mano sulla faccia e vidi un cipiglio formarsi pian piano. Mi preoccupai quando rimase in silenzio per un po’, senza dire niente, tenendo il suo odio verso di me all’interno.
-Ru- cercai di smuoverla ma venni interrotto sul nascere dalle sue urla.
-Che cosa diavolo ci fai ancora qua? Cercala, idiota! –detto questo, prese lo stemma da sostituto Shinigami e me lo sbatté al petto, tirandomi fuori l’anima dal corpo. –Muoviti! –urlò nuovamente.
Saltai giù dalla finestra e mi allontanai il più velocemente possibile da casa, per evitare di sentire ancora quella isterica urlare.
Mentre saltavo sui tetti, cercai di concentrarmi e non ci misi molto a trovare quella Reiatsu così tanto strana quanto forte. Era strano non l’avessi mai sentita e che si fosse manifestata solo quel giorno. Non sapevo di che tipo di Reiatsu si trattasse, ma si stava intensificando e presto gli Hollow si sarebbero interessati a lei.
Dovevamo tenerla d’occhio o sarebbe finita male.
Un’altra Reiatsu si manifestò vicino alla sua e la riconobbi come quella di Inoue.
Che ci faceva insieme a lei? Era successo qualcosa? Non avevo sentito nulla, di Hollow non c’era traccia.
Seguii la loro presenza fino a quando non le vidi in lontananza, vicino a casa di Inoue.
Diedi un ultimo colpo di gamba e atterrai davanti a loro due, a pochi metri di distanza.
Inoue fu sorpresa di vedermi, mentre Hitomi sembrò assottigliare lo sguardo.
-Kurosaki-kun, che ci fai qui? –chiese, non mollando il braccio della ragazza. –È successo qualcosa? -
Scossi la testa e mi avvicinai di qualche passo. –Sono venuto a recuperare lei. –mossi la testa verso la castana.
-Ogawa-san? Perché…aspetta, riesci a vederlo? -
Mi guardò come se dovesse riconoscere qualcosa da lontano.
-Più o meno. –sospirò la ragazza. –Che c’è? -
-Ti ho aiutata e mi dici “che c’è” ? –risposi, con tono infastidito.
-Ti avrei ringraziato se non fossi andato a sparlare di me con quella ragazza dietro la porta. –sembrava calma e stabile, ma notai subito il sudore che le impregnava la fronte e le gambe leggermente tremanti. –Non è molto educato, sai. –aveva una strana reazione verso il Reiatsu. Sembrava disturbata da quello di Inoue e completamente nauseata dal mio. Ogni volta che mi avvicinavo, lei aveva una reazione estremamente negativa.
Non sarebbe dovuto accadere.
-Hai ragione. –risposi. –Ci dispiace. -
Vidi un leggero sorriso formarsi sul suo viso. –Quindi, che vuoi? -
-Ho parlato con Rukia, potresti essere in serio pericolo. -
Inoue sembrò irrigidirsi e lasciò la presa da Hitomi. –Kurosaki-kun. –la sua voce si era fatta bassa e cupa, fin troppo seria per una come lei. –Voglio sapere cosa sta succedendo. -
-Possiamo non parlarne in mezzo alla strada, per favore? Mi viene da vomitare. –disse Hitomi, poggiando una mano sulla sua gola.
Inoue si girò nuovamente verso di lei e tornò a sorridere dolcemente. –Certo, entrate pure in casa mia. –

POV HITOMI

Mi sedetti sul cuscino vicino al tavolo, esattamente dalla parte opposta di Ichigo, che appoggiò la spada al suo fianco e si sedette a gambe incrociate.
Da quando era arrivato, la nausea era aumentata e i conati erano sempre più frequenti.
Mi sentivo soffocare.
Orihime portò da bere del the e si sedette anche lei.
-Grazie, Orihime-san. –dissi, quando mi porse la tazzina. Cercai di non storcere il naso per via dell’odore pungente, ma non riuscii a trattenere l’ennesimo conato che mi fece quasi alzare per andare in bagno.
-Scusa per il disturbo, Inoue. –disse Ichigo.
Improvvisamente l’atmosfera diventò silenziosa.
-Quindi? –chiesi. –Ti prego, fai veloce o qui vomito. -
Inoue sembrò preoccuparsi ma Ichigo, prima che potesse dire qualcosa, la fermò.
-Non ne siamo ancora sicuri. –iniziò. –Ma Hitomi sta sviluppando un tipo particolare di Reiatsu. Per questo riesce a vedermi. -
-Circa. –aggiunsi. Non era del tutto concreto, era ancora mezzo trasparente, ma stava diventando sempre più visibile.
-Per poco. Se le nostre supposizioni sono giuste, entro qualche giorno, se non meno, riuscirai a vederci perfettamente e, magari, non starai così tanto male a stare a fianco a me. -
Cominciai a massaggiarmi le tempie. La mia testa stava scoppiando e la nausea non accennava a diminuire.
-In ogni caso, d’ora in poi sarà in costante pericolo. –continuò l’arancione. –La sua Reiatsu crescente attirerà gli Hollow come mosche e lei, non avendo alcun potere in particolare, non potrà difendersi. -
Inoue si coprì la bocca con una mano, guardando prima Ichigo e poi me.
-Che ne sai che non ho alcun tipo di potere? –chiesi.
-Lo hai? –alzò un sopracciglio, aspettandosi una risposta negativa.
Non risposi ed evitai il suo sguardo. Strinsi i pugni. Perché mi sentivo improvvisamente così inutile?
-Quindi? Ora che faremo? –chiese la ragazza al mio fianco.
Puntai gli occhi sulla tazza fumante di the, stringendola tra le mani per sentire quel calore proveniente dal liquido bollente.
-Dovremo tenerla controllata. –una voce femminile si aggiunse alla conversazione e, quando mi girai verso la finestra, riconobbi una figura trasparente, con lo stesso kimono di Ichigo e i capelli corvini. Era la ragazza di prima.
-Rukia. –la chiamò Ichigo.
Entrò in casa e fece qualche passo verso di noi, salutando Orihime con un leggero inchino. –Sono riuscita a contattare Urahara. Ha detto che presto ci farà avere un dispositivo che le permetterà di chiamarci in qualsiasi momento, facendoci sapere la sua posizione in tempo reale, in modo da evitare un controllo fin troppo pesante da parte nostra. -
Non ci stavo più capendo niente, sinceramente.
In poche ore mi erano state sbattute un sacco di cose in faccia, a raffica e con un margine di dettaglio che rasentava la nullità.
E in quel momento dovevo anche essere controllata 24h su 24.
-Scusate. –l’aggiunta ulteriore di quella ragazza, non fece affatto bene al mio stomaco, che decise di ribaltarsi completamente.
Mi alzai di fretta e raggiunsi il bagno, ringraziando il fatto di conoscere ancora un minimo quella casa nonostante fossero passati anni.
La testa mi girava vorticosamente e il mio stomaco non dava segni di voler ricacciare indietro tutto quello che stava buttando fuori.
-Ogawa-san! –sentii la voce di Inoue chiamarmi ma non riuscii a rispondere.
Dopo qualche minuto di agonia, riuscii a calmarmi, a rimettermi in piedi e a raggiungere pian piano la sala da pranzo.
Venni invasa nuovamente da quelle forti correnti disturbanti, ma cercai di ignorarle con tutte le mie forze.
-Sentite… -iniziai, facendo girare tutti verso di me.
Molto probabilmente avevo il viso pallido e gli occhi talmente tanto stanchi da sembrare un fantasma, essendo che per un momento vidi sbiancare Ichigo e Rukia e guardare un punto più basso del mio viso.
-Spiegatemi tutto. Dall’inizio alla fine, voglio capire. -

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