Gli Highlanders - gli ultimi immortali dal cuore impavido

di lmpaoli94
(/viewuser.php?uid=975081)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una leggenda divenuta realtà per gli uomini ***
Capitolo 2: *** Un covo nascosto da tempo ***
Capitolo 3: *** Storia di un tradimento ***
Capitolo 4: *** Il colore rosso della morte ***
Capitolo 5: *** Il fronte della resistenza ***
Capitolo 6: *** Resistere fino all'ultimo uomo ***



Capitolo 1
*** Una leggenda divenuta realtà per gli uomini ***


Il tempo scorreva inesorabile mentre la fame e la distruzione erano padroni del destino delle terre verdi e rigogliose delle Highlands.
Gli abitanti, per sfuggire alla morte e alla miseria, cercavano di emigrare il più lontano possibile per un futuro migliore e senza pericoli.
Ma una volta che questi esseri entrarono di prepotenza nelle terre dei poveri contadini, quest’ultimi dovettero fronteggiarli con le loro poche armi a disposizione.
Ma più il tempo passava, più i loro nemici diventavano sempre più forti e numerosi.
Sembrava che fosse una condanna a morte da scontare per i loro mali e i loro peccati.
Ma i poveri contadini delle Highlands non facevano altro che pascolare le loro pecore e cibarsi di tutto quello che gli dava la terra.
Ma come potevano continuare a vivere se queste persone continuavano ad essere decimati dei Licantropi e vedere decimati i loro raccolti che duravano un intero anno?
Purtroppo per loro, i contadini non erano degli abili guerrieri, potendo solo contare su attrezzi di ferro vecchi e logorati.
Avevano bisogno di un aiuto dall’esterno.
Avevano bisogno degli Highlanders, ovvero degli uomini coraggiosi e guerrieri perfetti che non conoscevano Né paura né timore.
Ma questi uomini, venuti a mancare più di mille anni fa’, ormai vivevano nell’immaginario collettivo di quei poveri uomini condannati ad una fine atroce, fino a quando un barlume di speranza non arrivò a risplendere in quelle terre ricoperti del verde ma anche dalla nebbia.
< Un'altra noiosissima giornata, non trovi anche tu Frank? >
< Perché noiosa? Non ti piace andare ad arare i campi di grano? Quest’anno ti avverto che avremmo un bel raccolto. >
< Mi dispiace, ma questa vita non fa’ più per me. Ormai ho quasi cinquant’anni ed è da quando sono nato che non faccio che lavorare come un mulo. Tu invece sei giovane e pieno di speranza. Anch’io alla tua età ero come te. >
< Tu non hai più speranza in noi perché ti senti stanco e senza nessuno che ti possa accudire… Perché questa sera non vieni a cena con la mia famiglia? Così potrai riscoprire quel calore e quella vicinanza agli uomini che ti manca da moltissimo tempo. >
< Devo fare la vedetta, ricordi? La mia umile casa si trova in cima a questa collina. Non posso mancare le mie abitudini. Colui che mi sostituisce quando sono ad arare i campi insieme a te non me lo permetterebbe. >
< Non potrebbe fare un eccezione alla regola? Almeno per stasera. >
< Non lo so. Caso mai ti dovrei far sapere. >
< Ti aspetterò fino a quando l’oscurità non ricoprirà interamente il cielo. A quel punto se non avrò avuto tue notizie, vorrà dire che non verrai. >
< Frank, lo sai che verrei molto volentieri. Non prenderla male. >
< Certo che no, William. Ormai ti conosco da quando sono nato. >
< E la tua famiglia? Sta bene? >
< Te ne assicurerai questa sera quando verrai a trovarmi. >
< Sei molto astuto, sai? >
< Vai pure. Prenderò io questi sacchi. >
< Ma sono pesantissimi. Non posso lasciartelo fare da solo. >
< E perché no? ho la forza necessaria per farlo, tranquillo. >
< Ma Frank… >
< Non discutere. Ti aspetterò più tardi a casa. >
Non avendo nessuna possibilità per fargli cambiare idea, il vecchio Frank si ritirò verso il suo casottino in cima alla collina.
Il verde rigoglioso e le fredde giornate nelle Highlands rendevano il luogo inizilamente molto freddo e ostile.
I contadino vivevano del poco che c’era, senza contare il fatto delle numerose invasioni avvenute in passato da parte dei Licantropi che si erano cibati della metà di tutto il bestiame su cui potevano contare.
Ma in fondo quei luoghi erano magici e ricchi di mistero, un mistero fatto di storia antica e di cavalieri coraggiosi scomparsi per sempre.
“Mettendo apposto questa roba ho finito il mio lavoro. Posso tornare a casa presto anch’io.”
Mentre il sole era tramontato, Frank prese la sua zappa caricandosela sulla schiena e ripensare alla sua giornata lavorativa conclusa con successo.
Il giovane Frank aveva a malapena venticinque anni ed era un uomo dedito completamente al lavoro.
Non aveva nessuna voglia di costruire famiglia e di avere figli, definendosi sempre come uno spirito libero che sarebbe morto nei campi verdeggianti e infiniti delle Highlands.
Il suo unico amico, ovvero il vecchio William, era il suo più grande maestro.
Gli aveva insegnato tutto quello che c’era da sapere nell’ambito dell’agricoltura, senza però insegnargli come difendersi dalle bestie feroci che albergavano nei confini interni di quelle zone.
Infatti, non molto tempo fa’, Frank e William dovevano guardarsi intorno e scoprire chi realmente aveva decimato i raccolti e le bestie che una notte d’inverno stavano riposando nelle loro stalle.
“Qui non posso essere stati i lupi” aveva detto William “La faccenda è molto più seria di quello che pensiamo.”
“Che cosa vuoi dirmi?”
“Vorrei tanto sbagliarmi, ma credo proprio che tra poco dovremmo combattere un nemico molto più forte di noi: i Licantropi.”
“I Licantropi? E che razza di animali sono?”
“Degli uomini che si trasformano durante le notti di luna piena, lasciando una scia di distruzioni che nessuno di noi può immaginare.”
“Ma queste sono solo leggende, William.”
“Ne sei sicuro, Frank? Io non ci giurerei… Io l’ho visti con i miei occhi. I loro sguardi hanno incrociato i miei, lasciandomi per sempre quel ricordo nella mia mente… Potevano uccidermi in qualsiasi istante, ma poi li ho visti ritrasformarsi in esseri umani e varcare i confini delle Highlands.”
“Perché non hai mai denunciato questa tua visione?”
“Perché nessuno mi avrebbe mai dato retta, ragazzo mio… Ma tu sei molto diverso dagli altri. Ti prego di non prendermi come un pazzo. Quello che ho visto è assolutamente vero.”
Da quel giorno, Frank fu molto curioso di incontrare ed imbattersi in quelle creature solo per il gusto di scoprire che non era tutta una leggenda, ma una verità vera e propria.
Ma il giovane ragazzo non dovette aspettare molto per scoprire la cruenta verità nelle Highlands di quel tempo.
Mentre stava passando dinanzi all’abitazione di William, vide con occhi curiosi che la sua abitazione era completamente senza la porta.
“Ma che diavolo sta succedendo?”
Capendo che era successo qualcosa di grave, Frank avanzò con il timore di fare un brutto incontro e di mettersi definitivamente nei guai.
Ma quello che riuscì a trovare all’interno della casa del suo amico erano solo tracce di sangue sparse in tutta l’abitazione e graffi di animali inferociti che avevano distrutto tutto quello che c’era da distruggere.
“Oh, no. E se William fosse… Non voglio nemmeno pensarci. Devo ritrovarlo al più presto. Sempre se c’è qualcosa da ritrovare… Dannazione!”
Facendosi coraggio e lasciando il suo timore, Frank corse in piena notte tra le verdi e incontaminate Highlands, cercando in lungo e in largo il suo amico scomparso nel nulla.
“Camminare non servirà a niente. Non in questo momento… Devo attendere le fredde luci del giorno e poi…”
Ma nel mentre stava pensando sul da farsi, Frank incorse in una spada affilata quanto pesante.
“Accidenti! Un uomo normale non riuscirebbe mai a prendere in mano questa spada… Non ho mai visto niente di simile.”
Credendo che potesse appartenere ad alcuni cacciatori, alla fine Frank pensò che in fondo in fondo la leggenda degli Highlanders non era del tutto infondata come poteva credere.
“La verità sta sotto i miei occhi. Non posso lasciarmela sfuggire… Non adesso che forse sono vicino alla verità.”

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Un covo nascosto da tempo ***


“I miei genitori saranno in pensiero. Ma non posso abbandonare William al suo destino.”
Con l’occhio sempre attento a dove metteva i piedi, Frank si aggirava nelle Highlands guardandosi intorno per paura di venire catturato in un’imboscata o peggio ancora venire ucciso.
“Molte povere persone sono morte per cose futili e inutili. Basta pochi secondo e la tua vita può cambiare per sempre… L’unica cosa che non ho nessun’arma a mia disposizione da utilizzare per difendermi.”
Ma fortunatamente Richard se la stava cavando egregiamente nell’oscurità che quella terra tanto enigmatica e misteriosa poteva offrire.
“Sono ore che cammino ma non faccio altro che vedere casolari abbandonati o erba ovunque.”
ma il giovane ragazzo non dovette aspettare altro tempo per riuscire a scorgere una costruzione naturale alquanto curiosa.
“Non ho mai visto quella grotta prima d’ora… Forse perché non mi sono mai spinto fino a questo punto.”
Con il cuore che gli batteva dall’emozione, Richard entrò senza paura.
La strana grotta era illuminata dalla luce lunare che rifletteva il alcune pietre preziose molto rare incastonate proprio nella pietra.
“E’ davvero molto strano che gli abitanti di questa zona, me compreso, non siano arrivati fino a questo punto… Forse è proprio vero che gli Highlands nascondono segreti davvero imperscrutabili.”
Avanzando tra lo stupore generale, Richard fu attirato da alcune tracce di sangue schizzate sui muri.
“Queste tracce… non vorrei che siano di William. Se è davvero così, quel pover’uomo è spacciato.”
< Richard, che cosa ci fai qui? >
Sentendo una voce conosciuta, il giovane agricoltore si girò di colpo spaventato.
< William, sei davvero tu? >
< In carne e ossa. Soprattutto in carne… >
< Ho temuto il peggio per te… La tua abitazione era devastata ovunque. Ho pensato anche che non saresti mai sopravvissuto a causa dell’attacco di una creatura misteriosa. >
< L’hai visto pure tu? >
< Che cosa? >
< La creatura che stavo fronteggiando… >
< Sinceramente no. >
< Richard, non crederai mai ai tuoi occhi. >
< Hai combattuto contro un lupo mannaro? >
< Peggio, Richard. >
< Che cosa ci potrebbe essere di peggio, scusa? >
< Stai per vedere una creatura mai vista prima… Ho conservato il suo corpo proprio in questa tomba. Lo vuoi vedere? >
Non sapendo che cosa pensare, Richard decise di rimanere in silenzio e fissare gli occhi pieni di fervore di William.
< Me lo sognerò la notte? >
< Fa differenza? Caro Richard, non pensi che da questa notte la nostra vita sia cambiata per sempre? >
< Spererei in meglio… >
< Abbiamo trovato un giacimento di pietre preziose che è tutta nostra. Siamo ricchi! E per di più, come ti ho detto, ho ucciso una creatura sconociusta dall’essere umano. >
< Adesso basta. Fammela vedere. >
Con l’adrenalina che gli scorreva nelle vene, William prese con sé Richard per portarlo nella profondità della grotta misteriosa.
< Nemmeno io avevo mai notato niente di simile… Forse perché questa costruzione naturale era nascosta dalle sterpaglie e dall’erba alta… Lo sai che dovrai mantenere il segreto, vero? >
< Sicuro. Nessun problema. >
< Bravo, così mi piaci. >
Una volta arrivati in fondo alla grotta, William fece vedere a Richard la creatura in via di decomposizione ricoperta di sangue.
< Che odore è questo? > domandò il ragazzo disgustato.
< Credo che i vermi lo stiano divorando. >
< Che schifo. Penso di vomitare dall’odore e dalla visione senza spiegazioni… >
< Hai visto i contorni di quest’animale? È un cervo! Ma non è un cervo come tutti gli altri… Questa dannata bestia voleva aggredirmi. Non potrò mai scordarmi i suoi occhi iniettati di sangue… >
< Adesso basta, William. Ho sentito abbastanza. >
< Scusami, Richard. È che raccontarlo mi fa sentire una persona diversa. >
< Lo penso bene… Ma adesso placa la tua adrenalina. Come pensiamo di prendere queste pietre preziose? >
< Scavando nella pietra. È semplice. >
< Allora facciamolo alla svelta. Non voglio rimanere un minuto più del dovuto qui dentro. >
< Stai tranquillo. Adesso il peggio è passato. >
< Ne sei sicuro? Hai ucciso una creatura che ignori chi sia e io dovrei stare tranquillo? Questo è l’inizio di tutti i nostri problemi, caro. Sarebbe meglio lasciare questa regione il prima possibile prima che… >
< Richard, credo che tu stia esagerando. >
< Sei tu che non riesci a mantenere la calma, ragazzo mio… Posso capire che sei ancora giovane, ma adesso è troppo. >
Cercando di ascoltare i consigli di William e cercando di mantenere la calma, alla fine Richard si mise a scavare insieme al suo compagno.
< Adesso non ti senti un po’ meglio? >
< Prendiamo il maggior malloppo possibile. Torneremo qui domani. >
< Perché lasciare a metà un lavoro quando potremmo concluderlo senza problemi? >
< Perché ho una gran fame e voglio andare a casa! >
< Potevi andarci anche da subito, sai? Come puoi ben vedere, io sto bene. >
< No, William… La tua sete di potere e di ricchezza hanno inebriato la tua mente. >
< Sei solo paranoica, Richard. Sono sempre lo stesso. >
Vedendolo scavare con tale foga, Richard decise di gettare il piccone e andarsene via.
< Richard, che cosa stai facendo? >
< Mi dispiace. Non intendo rimanere qui un minuto di più… >
ma prima che Richard potesse abbandonare la grotta, fu fermato e circondato da un gruppo di uomini alti e possenti.
< Chi diavolo siete voi? > domandò il ragazzo.
< Questo dovremm chiederlo noi a te visto che ti trovi nel nostro covo segreto. >
< Ben detto! Siete voi gli invasori. >
< Che cosa? Non capisco… >
< Richard, con chi stai parlando? > domandò William con le pietre in mano.
< Ecco chi sta cercando di ribare le nostre pietre preziose… Prendiamolo! >
Non avendo nessuna via di fuga, William fu incatenato e depredato della sua fortuna che era riuscito a trovare.
< Ma che cosa volete da me?! >
< Avete osato entrare nella nostra casa… Non potete rimanere impuniti. Non dopo che avete depredato i nostri beni e portato dentro quel demonio di creatura. >
< Ma noi veramente… >
< Silenzio, vecchio! Non osare parlare! >
< Il mio amico sta cercando di dire che… Noi due pensavamo che questa grotta fosse abbandonata! Non pensavamo che ci abitaste voi. >
< E con ciò? Avete pensato bene di depredare le pietre preziose, vero? Siete degli sciocchi. Noi Highlanders non possiamo lasciar passare questo affronto… Se è davvero tuo amico, anche tu pagherai con la dovuta punizione. >
< Come? Voi siete i leggendari Highlanders? I guerrieri immortali? >
< Kramen, come fa a conoscere la nostra storia? >
< Non ne ho la più pallida idea, Virtrok… Forse essere rimasti nascosti per millenni non è stata una buona idea… Tu che cosa dici, Frugor? >
< Sinceramente non so cosa pensare… Ma prima di uccidere questi due omuncoli, voglio sapere che cos’è cambiato in tutto questo tempo. >
< Molte cose > disse frettolosamente William < Noi non siamo dei cattivi agricoltori. Operavamo senza sapere cosa fare. Tutto qui. >
< Kramen, forse è venuto il momento di ritornare alla luce del sole. >
< No! Nessuno deve sapere che siamo ancora in vita! > tuonò Frugor < Noi non dobbiamo esistere. Punto e basta… Siamo già stati traditi una volta dagli esseri umani. Non deve accadere di nuovo. >
< Questa volta potrebbe essere diverso, Frugor. Abbi fede. >
< Ho detto di no! Togliamo di mezzo questi due e torniamo alla vita di un tempo! >
< Non possiamo farlo, Frugor. Prima dobbiamo parlare con il nostro Capitano. >
< Capitan Asmir non ha tempo da perdere con questi due. >
< E’ qui che ti sbagli… >
< Almeno lasciaci provare > mormorò Virtrok < Deve essere avvisato di quello che è appena successo: deve sapere che due umani hanno ritrovato il nostro nascondiglio dopo mille anni. >
< Perché? Perché volete dargli una brutta notizia?! >
< Perché è giusto così. >
< Sapete che cosa vi dico?! Fate pure quello che volete! Ma io vi avevo avvertito… Potevamo concludere la situazione all’oscuro del nostro Capitano. Ma voi volete fare di testa vostra… Io non centro niente in questa storia. Punto e basta. >
< Nn ti preoccupare. La colpa ce la prenderemo noi. >
< Sapete una cosa? Non abbiam capito che state farfugliando > fece William confuso.
< Infatti non devi capire niente, stupido essere umano > lo rimbeccò Kramen < Tra poco ti troverai al cospetto del Capitano Asmir. E sarà lì che l’Highlander più forte deciderà del vostro destino. >

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Storia di un tradimento ***


William e Richard, incatenati contro il loro volere, furono condotti in uno dei tanti passaggi segreti della grotta.
< Ricard, sai che il nostro destino è appeso ad un filo, vero? >
< Grazie, William. Non occorreva che me lo dicessi tu > rispose il ragazzo sarcastico.
< Stiamo entrando in una specie di universo alternativo nascosto di cui ignoravamo l’esistenza. >
< E non avrete modo di raccontarlo a nessuno > fece Frugor con tono compiaciuto.
< Smettila, Frugor. Te l’abbiamo già detto: non sei tu qui che prendi le dovute decisioni. >
< Nemmeno voi, del resto… Spero che il nostro Capitano sia del mio stesso avviso. >
< Non credo che sia così… Non è un Highlander senza scrupoli come te. >
< Ed è per questo che ci siamo rintanati come vermi per tutto questo tempo > sussurrò Frugor.
< Come hai detto, scusa? >
< Niente. Stavo parlando da solo. >
< Smettila di fare il misterioso e muoviti. Siamo in ritardo > fece Kramir.
< In ritardo per cosa? >
< Il nostro Capo ci stava aspettando. >
< E perché io non ne sapevo niente? >
< Perché non sei una persona attenta come vuoi far credere. >
< Smettila di prendermi in giro, Virtrok! Lo sai di cosa posso essere capace. >
< Oh oh oh, e tu credi di farmi paura? Allora non hai ancora assaggiato la mia spada. Saresti il primo Highlander ucciso da un compagno. >
< Smettila! >
< Finitela di litigare voi due. State diventando insopportabili. >
Capendo che non correva buon sangue tra Frugor e gli altri, Richard stava elaborando un piano di fuga controllando ogni passaggio segreto che costituiva quella misteriosa grotta.
“Allora, prima siamo andati diritti e poi subito dopo a destra fino in fondo al corridoio e… Accidenti! È un vero e proprio labirinto.”
< Richard, come faremo a tornare indietro? Insomma, non siamo condannati a morte, vero? >
< Che cosa vuoi che ne sappia, William? Sicuramente siamo gli unici due esseri umani ad avere avuto il piacere di scoprire che gli Highlanders non sono una leggenda come si credeva… >
< Non avrete l’occasione di raccontarlo. Tranquilli. >
< Tu non l’ascoltare, William… C’è sempre una speranza. >
< Peccato per la vostra speranza sia legata a noti > ribatté Frugor.
< Eccoci arrivati, finalmente. >
Una volta arrivati in fondo all’ennesimo cunicolo sotterraneo, Richard e William poterono vedere con i loro occhi che il nascondiglio degli Highlanders era costituito da un salone illuminato da un grande fuoco con pareti e pavimenti costituiti da oro e pietre preziose.
< Non ho mai visto niente di simile in tutta la mia vita da ignorante > fece William stropicciandosi gli occhi con le catene.
< Adesso venite con noi. Il nostro Capo vuole conoscervi. >
Mentre gli ultimi Highlanders rimasti in vita stavano attraversando il nascondiglio come se niente fosse, Richard si sentiva sempre più a disagio in quel posto.
“E se non potrò mai più rivedere la luce del sole? E se fossi condannato per sempre a marcire sottoterra? Non voglio nemmeno pensarci…”
Una volta abbandonata il bellissimo spettacolo delle torce che illuminavano il bagliore delle pietre preziose, furono condotti verso un cunicolo oscuro che sembrava non avere fine.
< Eccoci giunti nel punto più basso del nostro nascondiglio > fece Kramer < Adesso conoscerete il volto del vero Highlander. >
Fuoriuscendo dall’oscurità, un individuo misterioso si mostrò ai due uomini con tutta la sua onnipotenza.
Completamente ricoperto di graffi e lividi in tutto il corpo, l’Highlander più forte fissava Richard e William con sguardo indifferente.
< Eccoci di ritorno, Capitano Asmir > fece Kramer.
< Perché ci avete messo così tanto? >
< Colpa di questi due esseri umani > disse frettolosamente Frugor < Hanno scoperto il nostro covo sotterraneo… Io avrei voluto ucciderli senza pietà, ma i miei compagni me l’hanno impedito per non disubbidire ai vostri futuri ordini. >
< Infatti hanno fatto bene > replicò duramente Asmir < Tu cerchi sempre di fare di testa tua. Frugor. Quando imparerai a pensare prima di agire? >
< Scusate, Capitano. Non succederà più. >
< Mi piacerebbe molto sapere che sarà così, ma non riesco mai a fidarmi di te. >
Frugor fu molto dispiaciuto delle parole del suo Capitano, talmente tanto che si congedò senza permesso.
< Frugor! Torna subito indietro! >
< Lascia stare, Virtrok. La sua rabbia alberga nella mente… Ed è per questo che non sarà mai un Capitano dal cuore nobile e coraggioso. >
< Capitano Asmir… >
Sentendosi chiamare, l’Highlander si girò piano piano fissando Richard.
< Era da un sacco di tempo che non vedevo un essere umano di persona… Da più di mille anni. >
< La cosa che mi preme molto è sapere se davvero siamo spacciati oppure no… >
< Ogni cosa a suo tempo, ragazzo… Ancora non so se posso fidarmi di voi oppure no. >
< Certo che potete fidarsi! Noi non abbiamo fatto niente! >
< L’indisponenza di quell’essere umano è talmente irritante quanto i modi di fare di Frugor, Capitano. >
< Non ti agitare, Kramer. È tutto sotto controllo. >
< Li faccio sbattere in cella in attesa di giudizio? >
< Non serve… Per questa notte dormiranno in apposite camere. Poi da domani decideremo sul da farsi. >
< Davvero dobbiamo tornare in superficie e in libertà dopo tanto tempo? >
< Non siamo mai stati prigionieri, Kramer. Quante volte te lo devo dire? >
< Ma io veramente… >
< Siamo Highlander! Conosciamo la libertà meglio di chiunque latro. Non scordatevelo. >
< Peccato che siamo rimasti nascosti in questo covo segreto per molto tempo… Ma perché? >
< Lo sai il perché, Virtrok! Adesso basta mancarmi di rispetto o ti sgozzo con le mie stesse mani! >
< Scusate, Capitano. Non succederà più. >
< Prima ho sentito parlare di tradimento da parte di noi uomini > fece curioso Richard < Ma che cos’abbiamo fatto di così terribile? >
< La riconoscenza non fa parte del vostro carattere, ragazzo > rispose Asmir con tono pacato < Dovevamo nasconderci dagli occhi di voi umani per il semplice motivo che eravamo… Mi duole molo raccontare questa storia. È più forte di me. >
< Infatti loro non devono sapere il nostro segreto! > tuonò Emro, un altro Highlander.
< Emro, vedi di calmarti…
< Ma perché? Che cos’abbiamo fatto di così terribile per tradirvi? >
< Siete solo un branco di invidiosi senza cervello che voleva conoscere la storia di noi immortali… Ma nessuno riesce a comprendere realmente che siamo creature molto più coraggiosi di voi. >
< Solo questo? >
< E’ un dono che non si può descrivere, ragazzo… Noi siamo nati e vissuti per proteggere voi esseri umani… Ma un giorno come tanti abbiamo dovuto nasconderci per riuscire a sfuggire alla vostra sete di curiosità. >
< Volevate carpire il nostro segreto di immortali > precisò Emro < Ma non potete credere che dietro a tutto questo c’è una speciale fonte che ci rende… >
< Silenzio, Virtrok! Non devono saperlo! >
< E non c’è possibilità di ricucire l’alleanza che ci ha legato millenni di anni fa’? >
< No! > tuonò Kramer < Noi non possiamo essere vostri amici! Mai! >
< Kramer, voglio ricordarti che prima eravamo anche noi umani > precisò Asmir < Prima di fare un giuramento dianzi a Dio e diventare quello che siamo ora. >
< E Dio non avrebbe mai voluto che voi vi nascondeste per tutto questo tempo > continuò William come se conoscesse la storia.
< E tu che cosa ne vuoi sapere, inutile esserino? >
< Ho letto la storia su voi Highlander: siete un popolo fiero che avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggere gli innocenti come noi… Ma il nostro peccato più profondo è stata la nostra rovina. >
< Ben detto! E non ci sarà niente per farci cambiare idea! >
< Emro, ti prego. Non peggiorare la situazione. >
< Capitano, con tutto il dovuto rispetto… >
< Cambiando argomento, che cosa mi dici di quella creatura che hai ucciso? > domandò il Capitano a William.
< Ma voi come sapete… >
< Credi davvero che siamo solo semplicemente immortali? Non potete capire l’intelligenza di cui disponiamo. >
< Ma qui non si tratta solo di intelligenza… >
< Io, come tutti gli altri, riusciamo a sapere tutto quello che succede nel resto del mondo… La notizia che una creatura maledetta cno le sembianze di cervo assetato di sangue, non può rimanere nascosta per sempre. >
< Per caso voi sapete di che creatura si tratta? >
< Sono Cervivori. Creature che uccidono e sbranano tutto quello che è carne. >
< Che cosa?! >
< Il vostro territorio è in serio pericolo, ragazzo… Se non trovate una rapida soluzione, rischiate di venire uccisi tutti da quelle creature. >
< Ma allora dovete aiutarci prima che sia troppo tardi! > intervenne William.
< Potremmo farlo, ma non vogliamo > precisò Kramer.
< Come? E perché? Per quello stupido tradimento? >
< Non è una cosa stupida! > gridò Virtrok spazientito < E’ una questione di onore e di principio. E noi non torniamo mai più sui nostri passi una volta preso le nostre decisioni. >
< Sì, ma le decisioni possono mutare nel corso del tempo > mormorò Richard.
< In tal caso, sarà il nostro Capitano a prendere la decisione finale sul vostro futuro. >
Guardando accuratamente negli occhi lo sguardo triste e consumato dei due umani, alla fine Asmir decise di allearsi con loro per sconfiggere il male comune che stava distruggendo molto lentamente quelle terre dai Cervivori.
< Ho fatto un passo indietro, umani > fece Asmir con tono lievi < Non fatemi rimpiangere tale decisione. Vogliate convincermi che voi siete diversi dagli ultimi esseri umani che ho incontrato mille anni fa’. >
< Non vi preoccupate. Noi non potremmo mai commettere una simile aberrazione. >
< Lo vedremo > replicò Kramer.
< Highlanders, preparatevi a tornare nel posto che ci spetta: la salvaguardia di queste terre dipende solo da noi. >

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il colore rosso della morte ***


Una volta usciti allo scoperto, gli Highlanders si mostrarono alquanto sorpresi di vedere che il panorama dinanzi a loro e il verdeggiare delle colline infinite non era mutato minimamente.
< E’ come se il tempo si fosse fermato > bisbigliò Emro con tono flebile < Siamo sicuri che siamo nella nostra terra? >
< Sicurissimi, Highlanders > replicò Richard con tono convinto < Per tutti questi anni siete rimasti nascosti nell’oblio e non vi siete mai mossi dalle vostre terre. >
< Ancora non riesco a capire come abbiate fatto a rimanere in quel covo sotterraneo per tutto questo tempo > fece Richard.
< E’ una questione di abitudine. >
< La cosa ancora più strana è che non vi sta dando noia la luce del giorno… >
< Anche se non l’avete notato, nel nostro nascondiglio le luci solari oltrepassavano anche sotto la terra. >
< Com’è possibile? >
< E’ un segreto che non sto a dirvi. >
Senza perdere ulteriormente tempo, il Capitano Asmir ordinò ai suoi compagni che avevano deciso di seguirlo in questo viaggio che le creature maligne dovevano essere sconfitte alla svelta prima che fosse troppo tardi.
< Ma in che direzione cavalcheremo? Verso nord o verso sud? > domandò Kramer.
< A sud ci si reca verso il nostro villaggio > fece Richard < Forse lì sarà molto più probabile incontrare quelle strane creature. >
< Va bene… Ma ti confessiamo una cosa: non siamo ancora pronti per incorrere nei vostri simili, ragazzo. >
< Ma perché avete così paura? >
< Te l’abbiamo già detto! > precisò Asmir con tono furente < C’è bisogno di dirtelo ancora? >
< No… Però le cose cambiano. Magari anche noi esseri umani siamo cambiati in tutto questo tempo. >
< La indole è sempre la stessa, ragazzo mio… Io non mi fido di nessuno di voi, come voi fate bene a non fidarvi di me. >
< Ma è un controsenso > fece William < A questo punto sarà impossibile andare d’accordo. >
< E’ quello che forse voleva dire Frugor > replicò Virtrok < Lui voleva assolutamente rimanere nel nostro nascondiglio e fare in modo che il vostro incontro sia solo storia passata. >
< Ma così la situazione non cambierà mai. >
< C’era bisogno che succedesse, ciò? >
< Adesso basta discutere > replicò Asmir con tono giudizioso < Sono io che ho deciso di intraprendere quest’avventura per cercare la pace agognata con gli esseri umani che manca da molti secoli. E non avrò pace finché non avrò liberato le loro terre e avrò ricostituito un’alleanza solida. >
> Allora dovrete fidarvi di noi, Capitano > mormorò Richard risoluto.
< Per questo c’è ancora tempo… >
Cavalcando verso sud, gli Highlanders videro che anche tutto il territorio era immutato dopo la loro ritirata nell’oscurità:
< Ma com’è possibile che più avanziamo più vedo che non sia successo nulla? >
< Noi del villaggio qui vicino siamo molto attaccati alla tradizione > rispose Richard
 Parole sante > fece Emro < Devo dire che quest’essere umano mi piace molto. >
< Frena la lingua, Emro. Non lasciare tutto al caso > rispose Virtrok.
< Adesso però sei tu che sei ingiusto. >
< Parlare non servirà a niente se non avanziamo verso il villaggio > mormorò il Capitano Asmir < C’è ancora molto? >
< Assolutamente no. Da qui si vedono le capanne e il focolai accesi del mattino. Manca poco, ormai. >
Avanzando a passo d’uomo e guardarsi intorno allo stesso tempo, Richard e William non poterono mai immaginare che in fondo in fondo anche gli Highlanders avevano un pizzico di paura.
< Perché dovremo fidarci di questa gente se loro hanno paura di noi? > domandò William al ragazzo.
< Perché sono la nostra unica speranza. Tutto qui. >
< Ma quale speranza? Io non mi fido di questi palloni gonfiati che volevano provare ad ucciderci. >
< Invece dovremmo farlo visto che non abbiamo nessuna speranza al riguardo. >
< C’è sempre una speranza, ragazzo mio. >
< E quale? Morire sotto la loro spada in maniera impunita e inutile? No, grazie… In fondo dovremmo essere riconoscente al Capitano Asmir di averci risparmiato. >
< Invece per me non è così… Il Capitano Asmir è l’Highlander che mi paice di meno. >
< E quale è l’Highlander in cui faresti più affidamento? Frugor? >
< Assolutamente no! >
< Che cosa state confabulando voi due? > domandò Virtrok.
< Niente d’importante, non preoccuparti. >
< Noi Highlander odiamo quando un essere inferiore ci nasconde qualcosa… Se fossi in voi, eviterei di tramare contro di noi. >
< Infatti non facevamo niente di tutto questo! > gridò William offeso.
< Abbassa la voce. Voi che conficchi la mia spada nel tuo collo? >
< Che sta succedendo qui? >
< Ne ho abbastanza di voi e dei vostri modi di fare! Se volete potete tornare dal luogo in cui siete venuti, mentre se vogliamo io e il mio amico Richard potremmo sbarazzarci dei Cervivori anche da soli. Non abbiamo bisogno della vostra forza e del vostro coraggio. Ne facciamo volentieri a meno. >
< Non ci tireremo indietro per nessun motivo > precisò Emro < Ormai abbiamo sposato questa missione e non ci sarà nessuno in grado di farci cambiare idea, giusto Capitano? >
Ma il Capitano Asmir non rispose, intravedendo il profondo astio che c’era tra di loro e gli esseri umani.
< L’umano qui presente ha ragione: basta litigare e renderli inferiori ai nostri occhi… Avanziamo. >
Non credendo alle parole udite, Richard si congratulò con il suo amico per averli fatti ragionare a dovere.
< Lo sai che ho rischiato la testa mozzata anche in questa occasione, vero? >
< Negli ultimi giorni stiamo avendo una vita alquanto eccitante > scherzò Richard.
< Avrei preferito tenermi quella di sempre. >
< Forse io… Ma cosa c’è di meglio che la libertà? >
< Su questo hai ragione. >
Una volta giunti al villaggio, gli Highlander e i due esseri umani videro che era completamente vuoto e sguarnito.
< Che sta succedendo? Dove sono tutti? > domandò Richard scioccato.
< E’ quello che vorremo sapere anche noi > rispose Kramer con tono canzonatorio.
< Silenzio… Qui la situazione è alquanto surreale. >
< Perché sta dicendo questo, Capitano? >
< Avanziamo a passo d’uomo. E occhi bene aperti. >
Scendendo dal loro cavallo, gli Highlnders perlustarono l’intera zone senza però trovare niente di significativo.
< Qui non c’è nessuno nei paraggi > fece il Capitano Asmir < Ragazzo, sei sicuro che il tuo popolo non sia emigrato in qualche altro posto abbandonando queste vecchie catapecchie? >
< Assolutamente no! nessuno di noi aveva mai preso una simile decisione. >
< Allora vuol dire che qui è successo qualcosa di tremendamente strano… >
Una volta però usciti dall’area del villaggio, Asmir e glu altri poterono intravedere una pozza di sangue non molto lontano da loro.
< Che cos’è tutto questo schifo? >
Annusando il sangue incriminato, Asmir disse che si trattava proprio di sangue umano.
< Credo che qui ci sia stata una tremenda carneficina non molto tempo fa’… >
< Che coda state dicendo? >
< Non avete capito le mie parole? I vostri compagni sono stati uccisi tremendamente. >
< Non è possibile… >
< La vostra unica fortuna è essere rimasti lontani dal vostro accampamento tutta la durata necessario dell’attacco… Solo così siete riusciti a rimanere in vita. >
Non credendo a quello che stava vedendo, William cominciò a piangere dalla disperazione.
< Ho perduto tutta la mia famiglia in una sola notte > fece il vecchio singhiozzando < Ma appena scoprirò il colpevole, non avrò pietà di lui. >
< C’è un solo colpevole in questa storia… Vedete questi graffi e queste impronte sul terreno? Sono di loro. Non c’è nessun dubbio. >
< Allora vuol dire che la mia furia sarà tremendamente implacabile… Ho ucciso uno di loro e posso ucciderne altri. >
< Forse allora è per questo che si sono vendicati… Anche se credo soprattutto che la loro indole da cacciatori assetati di sangue abbia avuto il sopravvento. Purtroppo siamo entrati nell’inverno e la ricerca di cibo scarseggia molto in questa zona. >
< Hanno preferito uccidere i nostri simili lasciando solo litri di sangue… E’ davvero nauseabondo. >
< Credo che dovremmo avanzare ancora verso sud. Forse riusciremo a trovarli da quella parte. >
< E se invece quei Cervivori si stessero recando verso nord? >
< Non credo che sia possibile, ragazzo… Verso nord non c’è nessun motivo che li spinga. Essendo il punto più freddo delle Highlands, i Cervivori si spingeranno verso sud alla ricerca di un altro villaggio da distruggere e fare razzia di voi esseri umani dalla carne tenera. Ma dovremmo essere molto più veloci di loro se vogliamo fermare la loro carneficina. >
< Allora andiamo, non c’è un minuto da perdere. >
< E’ la prima cosa giusta che ha detto il tuo compagno, ragazzo > fece Vritrok.
Con l’anima e il cuore in pezzi, Richard e William avanzarono verso sud abbandonando per sempre quelle terre verdi e rigogliose che avevano visto per tutta la loro vita.
< William, secondo te torneremo mai nelle nostre terre? >
< Non lo so, Richard… Avremmo un futuro molto nefasto davanti. Di questo sono sicuro. >

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il fronte della resistenza ***


Il sud delle Highlands sembrava non finire mai.
La nebbia non faceva altro che rendere il cammino problematico e alquanto pericoloso degli Highlanders e degli esseri umani.
< Non ho mai visto tanta nebbia in questa stagione > fece scocciato Richard < Eppure c’è ancora tempo per gli sbalzi termici. Siamo appena entrati in autunno. >
< Il mondo sta cambiando, ragazzo mio. In tutto e per tutto. >
< Andando a sud ci potremmo recare in un luogo caldo. Secondo te William? >
< Sinceramente non so cosa pensare… Ho paura di perdere la vita in qualsiasi momento e non riesco a stare tranquillo. >
Richard non aveva mia visto il suo amico tanto in pensiero prima d’ora.
< Vuoi fermarti per un po’ a riposarti? >
< Non ne ho bisogno, Richard. Anche se sono vecchio posso continuare a marciare per giorni. >
< Ormai è un giorno intero che non ci fermiamo. Gli Highlanders si sono dovuto fermare solo perché noi dovevamo rinfocillarci. Quegli esseri resistenti non sanno cosa vuol dire mangiare e riposare… >
< E’ la loro natura. >
< Forse se ci fermiamo anche solo per un’ora… >
< Non credo che loro accetterebbero di buon grado la tua richiesta… Anzi, marcerebbero come se niente fosse. >
< Posso almeno provarci. >
< A fare cosa? >
Sentendo la domanda del Capitano Asmir, Richard si pentì di aver parlato a voce così alta.
< Niente. Stavo solo parlando con il mio compagno. >
< Riguardo a cosa? Puoi parlare senza problemi. Non ti faremo del male. >
< Ecco, secondo me è meglio se ci riposiamo un po’. Giusto per mangiare e recuperare le energie. Cavalcare incessantemente ci ha fatto perdere un sacco di energie. >
Ascoltando la richiesta di Richard, Asmir gli disse che non era possibile fermarsi proprio ora.
< Perché no? >
< Non lo senti quest’odore? È odore di bestia selvaggia. Siamo molto vicine alle nostre prede. >
Ma Richard non riusciva a captare nessun tipo di odore nell’aria.
< In verità sento solo il fresco del vento che oltrepassa il mio corpo. >
< E dire che sei più abituato a stare nelle lande sconfinate più di noi, ragazzo… Come fai a non sentire niente di strano? >
< Vi giuro, Capitano. Per me è tutto tranquillo. >
< Capitano! Abbiamo trovato un’altra traccia! > fece Emro.
< Tutto tranquillo, dici? >
< Capitano, ancora non abbiamo capito che cosa sta succedendo. >
< Ma lo capiremo alla svelta. >
Allontanandosi da Richard, il Capitano Asmir analizzò insieme ai suoi compagni la traccia che aveva trovato.
< Ancora una scia di sangue > fece Kramer < E questa volta non si tratta degli esseri umani. >
< Dici che si sono sbranati tra di loro? >
< E’ molto probabile… Quelle dannate creature non sopportano la fame. Si spingono a mangiarsi anche tra di loro. È questa la cosa più raccapricciante. >
< Quindi dovremmo affrontare un gruppo di belve assetate di sangue? >
< Non l’avevi ancora capito, Virtrok? >
< Certo che sì, però… >
Sentendo un ululato improvviso nell’aria, gli Highlanders sfoderarono immediatamente tutte le sue armi.
< Ragazzi, dovete mettervi al riparo al più presto. Tra poco qui si consumerà una lotta senza esclusioni di colpi. >
< Ma che cosa state dicendo? >
< Non avete sentito il nostro Capitano, inetti esseri umani? Mettevi al riparo alla svelta! >
< Ehi! A chi hai dato dell’inetto? Rimangiati subito quello che hai detto, altrimenti… >
< William, non credo che sia il momento per discutere. >
Vedendo dinanzi a loro un’ora di creature dagli occhi rossi, i due uomini si spaventarono all’istante.
< Che cosa sta succedendo? >
< Sono loro… >
Mentre i Cervivori si stavano scagliando contro gli Highlanders, quest’ultimi fecero di tutti per sparpagliare il gruppo delle bestie per renderli vulnerabili.
Ma le creature maledette non erano così sprovvedute come potevano immaginare i guerrieri.
< Adesso che cosa facciamo? Siamo circondati > fece Emro con tono nervoso.
< Magari potremmo distrarli in qualche modo… > fece William.
< Fai silenzio e lasciaci pensare > fece Virtrok cercando di mantenere la calma.
< Scusate. Volevamo cercare di aiutarvi in qualche modo… >
< Dovevate mettervi al riparo quando ne avevate l’occasione. Adesso per voi è troppo tardi. >
< Perché dite così? Anche noi sappiamo maneggiare la spada come voi > fece Richard con tono risoluto.
< Davvero? Vi vorrei proprio vedere. >
< Che cosa spettiamo allora, William, prendi la tua arma e… >
< Non ci pensate nemmeno > li fermò subito il Capitano Asmir < Saremo noi che combatteremo contro queste creature. Voi dovrete stare da parte.>
< Ma noi veramente… >
< Niente ma! Non osate discutere i miei ordini! Vi ho già avvertiti una volta. >
Nel mentre i Cervivori rimanevano immobili attendendo la mossa degli Highladers, il Capitano Asmir cercava di riportare la calma.
< Per questa volta… Non osate intralciarci. >
Non potendo in nessun modo andare all’attacco, i due umani buttarono a terra le loro armi a disposizione come gesto di stizza, rimanendo al centro del gruppo degli Highlanders in attesa di essere protetti.
< Molto bene, compagni miei… Siete pronti? >
< Non aspettavamo altro, Capitano > fece Kramer.
< La resa dei conti è giunta. Adesso non torniamo più indietro > fece Emro.
< Perché? Avevi intenzione di dartela a gambe? > fece invece Virtrok.
< Assolutamente no… Altrimenti che razza di Highlanders sarei? >
< su questo hai ragione. >
< Perché quelle creature stanno aspettando che ci muoviamo? >
< Perché vogliono anticiparci. Però non ne avranno l’occasione. >
Asmir, il primo a staccarsi dal gruppo dei suoi compagni, fu anche il primo a scagliarsi contro i Cervivori mentre tutti gli altri erano rimasti a guardare.
< Aiutiamo il Capitano! Ha bisogno di noi! >
Combattendo allo stremo delle forze cercando di sgozzare e mettere a tacere per sempre l’aggressività e la distruzione dei Cervivori, gli Highlanders ne annientarono all’incirca una decina, mentre le altre creature batterono in ritirato prima che fosse troppo tardi.
< Non è stato così difficile > fece Kramer con tono vittorioso < Sono solo delle semplici creature come i lupi. Non possono farci paura. >
< Davvero? Guarda tu stesso? >
Vedendo in lontananza una miriade di occhi rossi illuminati solo dalla luce lunare, Kramer si ricredette subito di tutto quello che aveva detto.
< Saranno in circa mille esemplari > fece Asmir senza darsi per vinto.
< Adesso come potremmo fare? >
< Semplice, ragazzi. Dobbiamo affrontarli tutti assieme. >
< Volete metterci da parte anche in questo frangente? > domandò Richard risoluto.
< Vuoi combattere, umano? Fai pure. Però di avverto di una cosa: non farti mordere da nessuno di loro. >
< Perché? Mi sbranerebbero senza che me ne accorga? >
< Lo sbranamento è solo una parte lieve della loro furia… I denti dei Cervivori sono costituiti da un veleno talmente letale da ucciderti in poche ore. >
< Che cosa? > domandò William sorpreso.
< Voi come fate a saperlo? >
< Ragazzo mio, abbiamo affrontato quelle creature da molto tempo prima di te… >
< E che cosa aspettavate a dircelo? >
< Era forse importante? > domandò Emro.
< Certo che era importante! Dovevamo saperlo fin dall’inizio! >
< Non sarebbe cambiato niente > fece Asmir cercando di rassicurare gli animi < Adesso però basta discutere. È tempo di combattere… Ma prima dovremmo trovare un rifugio per contenere tutte queste creature. >
< E come possiamo fare, Capitano? > domandò Richard con tono saccente.
< Scappare finché siamo in tempo. >
< Scappare? Ma voi non eravate i famosi cavalieri che non avevano paura di niente? >
< Ascoltami una volta per tutte > fece Asmir rabbioso < Come pensi che fronteggeremo tutte queste bestie all’aperto? Dobbiamo rifugiarci in montagna e cercare di contenerli. Solo così potremmo avere una possibilità… Ma non stiamo scappando da niente, ragazzo. >
Sentendo con quale astio si era rivolto al suo Capitano, Richard chiese immediatamente scusa.
< Le scuse non servono. Basta che tu adesso abbia capito. >
< Sì, adesso sì. >
< Molto bene… Allora farete meglio a seguirci se avete cara la pelle ed evitate di dire cattiverie sul nostro conto se non sapete parlare. >
< Ci scusi, Capitano. Non accadrà mai più. >

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Resistere fino all'ultimo uomo ***


Avanzando verso la montagna, gli Highlanders e i due umani continuavano a guardarsi indietro per paura di venire colti di sorpresa.
< Ormai siamo quasi arrivati. Lì potremo riposarci tutto il tempo che vogliamo > fece Kramer.
< Certo, come no… Fino al prossimo attacco. >
< Ci rintaneremo ben bene. Così potremmo affrontare il nemico freschi e riposati. >
< E soprattutto mettendo qualcosa sotto i denti > fece William < Non riuscirò a resistere per molto senza mangiare. >
< Gli umani… Pensano solo a bere e a mangiare… >
< Che cosa dovrei fare secondo il tuo ragionamento, Emro? >
< Resistere fino all’ultimo. >
< Ho resistito fin troppo e adesso mi mancano le energie. Non posso farci nulla. >
Mentre tra Emro e William stava nascendo una disputa molto feroce, dovette intervenire il Capitano Asmir per fermarli.
< Litigare è proprio da sciocchi > fece il Capitano disgustato< Siamo in preda ad una battaglia che non ci risparmierà e voi pensate a discutere? Dovreste essere puniti. >
< E’ lui che ha cominciato. Non riesce a capire i bisogni di noi uomini. >
< Lo capisco perfettamente > fece Emro risoluto < E’ solo che la vostra razza non fa altro che lamentarsi. >
< Vorrei vedere voi al nostro posto. >
< Scusa se ti contraddico, ma ci siamo anche noi. >
< Io e il mio compagno Richard abbiamo perso tutto… Le nostre rispettive famiglie sono state sbranate da quei dannati Cervi mutanti e noi ci sentiamo più inutili di chiunque altro… Come ti sentiresti al nostro posto? Sentiamo. >
< Mi renderei il più utile possibile e vedrei di non lamentarmi. >
< Non posso farci niente se non sono immortale come voi. >
< Mangeremo appena troveremo riparo. È una promesso, William. >
< Grazie, Capitano. Per fortuna che voi riuscite a capirmi. >
< Cercare la protezione del nostro Capitano non cambierà niente tra noi due. >
< Adesso smettila di mancare di rispetto all’umano, Emro > replicò Asmir minacciandolo con la spada < Stai esagerando. >
< Io dico quello che penso, Capitano > mormorò Emro serio < E credo che gli umani sia molto inutili alla nostra causa. >
< Li abbiamo protetti millenni di anni fa’. E lo faremo anche adesso… Quindi, se non sei dalla nostra parte, puoi benissimo tornare nel nostro covo insieme a Frugor… Però ti avverto di una cosa: se riusciremo a vincere la nostra battaglia, non ci sarà posto per i disertori come voi, chiaro? >
Capendo che si stava mettendo contro la morte in persona, Emro tornò sui suoi passi chiedendo umilmente scusa.
< Molto bene. Adesso pensiamo a noi e a quelle dannate creature… Ho bisogno di riposarmi un po’. >
< Capitano, magari quella caverna potrebbe andarci bene > fece Virtrok indicandogli un’insenatura tra la roccia.
< Non lo so. Dobbiamo andare a vedere. >
Incuriosito, il Capitano Asmir analizzò il posto con fare guardingo.
< A prima vista questo potrebbe essere un passaggio segreto che porta ad un luogo nascosto… Magari in cima alla montagna. Ma ci basterà fermarci adesso. >
Posando a terra le loro armi, il Capitano Asmir diede ordini di fare a turno per controllare l’aria circostante.
< Comincio io > fece Richard.
< Che cosa? Non se ne parla nemmeno > replicò Asmir < Tu e il tuo amico avete bisogno di riposarvi più di chiunque altro. >
< Non io, Capitano. Sono abbastanza in forma per fare la ronda notturna. >
< Ne sei sicuro? >
< Mai stato più sicuro prima d’ora. Davvero. >
< D’accordo, come vuoi tu. Se hai bisogno di qualcosa io sono dentro. >
< In verità sì, ho ancora bisogno di una cosa. >
< E sarebbe? >
< Avete degli indumenti abbastanza pesanti per rimanere qua fuori? Non so se i miei potrebbero proteggermi definitivamente dal freddo. >
< Io veramente… >
Capendo che non poteva essere aiutato, Richard ringraziò lo stesso il Capitano.
< Farò con quello che ho addosso. Non vi preoccupate. >
< Aspettate un momento > fece Asmir spogliandosi delle sue pelli < Prendete questo. Ti servirà più a te che a me. >
< Ma Capitano, non posso accettare… >
< Sì che puoi. Io non avrò freddo come te. Prendila e non fare storie. >
< Vi ringrazio, Capitano. Voi siete molto diverso dai vostri simili. >
< Perché nella mia vita ho sofferto molto più di loro… A volte i miei compagni possono essere maleducati e irascibili, ma non sono Highlander cattivi. Bisogna saperli prendere. >
< Come noi esseri umani. In questo ci somigliamo molto. >
< Esatto, hai detto bene. >
< Lasciatemi una razione di cibo per dopo, d’accordo? >
< Puoi mangiare anche ora, se vuoi. Abbiamo portato con noi tutto il necessario. >
< Vi ringrazio, ma adesso non è il momento. Mi distrarrei dalla mia ronda notturna. >
< Va bene, non insisterò ulteriormente. Se avete bisogno di me… >
< Andate pure. Non vi preoccupate > disse infine Richard prima di rimanere definitivamente solo.
 
 
Mentre la notte oscura stava scendendo come il freddo stava diventando più insistente, Richard non si sentì minimamente stanco.
Il suo compagno Williame tutti gli Highlander si erano addormentati profondamente dopo la dura giornata passata.
“Anche se sono qui a fare la guardia da molte ore, non ho nessuna intenzione di svegliarli.”
Ma molto presto il giovane Richard dovette chiedere aiuto a causa di alcune creature misteriose che stavano camminando nelle vicinanze.
“Sono loro… Sento l’odore…”
Tendendo l’orecchio ad ascoltare, Richard uscì dal nascondiglio con in mano solo l’arco che Emro gli aveva prestato.
“Fatevi vedere, dannazione.”
Il cuore del giovane uomo continuava a battere all’impazzata, senza riuscire ad adocchiare dove potessero essere quelle dannate creature.
“So che mi state spiando… Ma il vostro nascondiglio non durerà per molto.”
< Eppure devo essere qui… >
< Che cosa stai facendo, Richard? >
Sentendo una voce dietro di lui, per poco Richard non scagliò la sua freccia.
< Mi dispiace, Capitano. Mi avete spaventato. >
< L’ho notato, ragazzo mio… Ma cosa fai da solo qua fuori? È molto pericoloso. >
< Lo so bene. Però ho sentito alcuni rumori di passi che si aggiravano qui nelle vicinanze… Sono convinto che possano essere loro. >
< Forse, ma non devi rischiare di farti vedere. >
< Loro non mi fanno paura, Capitano. >
< Lo dici perché non te ne sei mai ritrovato uno addosso… Ti assicuro che possono incutere timore anche all’individuo più coraggioso. >
< E voi? Avete paura? >
< Sinceramente no… Anche se devo dire che è un grande peccato non aver paura. >
< Perché dite così? >
< La paura ci serve per andare avanti e superare ogni singolo ostacolo che si presenta davanti… Io e i miei compagni ne abbiamo avuti molti ed è per questo che non sappiamo più che cosa sia questo sentimento. >
< Non è poi così male, no? >
< Non puoi capire i nostri sentimenti, altrimenti la penseresti in un modo diverso. >
< Capitano Asmir, perché avete deciso di tornare dal vostro nascondiglio e proteggere gli umani come un tempo? >
< Perché è l’unico scopo per cui viviamo… Basta nascondersi. Un vero Highlanders non si nasconde mai. >
< Voi vi credete esseri superiori… Ma come ci si sente ad essere immortali? >
< Abbiamo una responsabilità molto grande… Anche se paradossalmente non abbiamo nessuno punto debole, dobbiamo tenere sempre gli occhi aperti e… >
Ma le parole del Capitano Asmir furono interrotti da un ululare misterioso.
< Che sta succedendo? >
< Credo che i lupi di questa zona vaghino come anime in pena. >
< Siete davvero sicuro che siano dei lupi? >
< Il suono sembrava proprio quello… >
< E se fossero i Cervivori? >
< Avrei fiutato la loro presenza a metri di distanza… Anzi, adesso che mi ci fai pensare, riesco a sentire un odore molto familiare… >
< Perché questo è l’odore della mia presenza. >
Sentendo delle parole basse e decise dietro di loro, Richard e Asmir videro che i loro compagni erano stati circondati dai Cervivori e da un individuo con il viso coperto.
< Sapevo che un giorno di questi mi avresti tradito… Frugor… >
< Non vi sfugge proprio niente, Capitano > replicò l’Highlanders togliendosi la maschera.
< Riconoscerei i miei compagni tra mille. >
< Peccato che se sapevi del mio tradimento… >
< Non volevo fermarti. Volevo rendere il tutto più interessante. >
< Siete un condottiero molto singolare, Capitano Asmir. >
< Per te sono solo Asmir… Io non comando dei traditori. >
< Attento a cosa dite, Asmir. I miei Cervivori potrebbero indispettirsi. >
< Quindi sei tu la cagione di tutto… >
< Intelligente il ragazzo… Ebbene sì, anche tu mi hai colto sul fatto… Ho reso queste creature assetate di sangue come i condottieri per la conquista delle Highlands. >
< Tu allevavi queste creature? >
< Non è stato facile… Soprattutto conoscendo che razza pacifica sono i cervi… Dovevo solo cambiare il loro modo di vivere addestrandoli in prove durissime di sopravvivenza e il gioco era fatto… >
< Ahahah ma chi vuoi prendere in giro? >
< Come dite, Capitano? >
< Queste creature sono state trasformate da voi a causa di un potente veleno che li ha trasformati. Non centra niente il tuo addestramento. >
< Invece vi sbagliate… E’ grazie al mio addestramento se ho potuto rendere il mio veleno efficace… I Cervivori sono diventati una cruenta realtà per tutti questi abitanti… E adesso che sono vicino a conquistare tutto il territorio del nord, non mi resta che eliminare voi. >
< Prima però dovrai sconfiggerci. >
< Sarà molto facile, Capitano… Mi basterà che le mie bestiole avvelenino i vostri simili e il gioco è fatto. >
< I miei compagni non si faranno cogliere impreparati. >
< Voi dite? >
< Certo. Loro non hanno paura di niente… Se devono morire, lo faranno con onore. >
< Non c’è niente di onorevole nel salvare un Capitano e un inutile essere umano che farà la loro stessa identica fine. >
< Questo è tutto da vedere > fece Emro.
< Emro, tu sei incorruttibile come il nostro Capitano… Ma avrai il piacere di essere avvelenato per primo. >
Mentre il Cervivoro attaccò l’Highlander, quest’ultimo riuscì a bloccare il suo morso strappandogli la mascella a mani nude.
< Sei molto forte… Ma non ti servirà. >
Riuscendo a scansare anche i Cervivori dietro di lui, Emro riuscì a liberare i suoi compagni.
< Non avrò pace finché non vi avrò eliminati tutti! >
< Invece la tua fine è solo a pochi secondi da adesso… Stai a vedere. >
Sfoderando la sua spada, il Capitano Asmir la piantò per terra creando un devastante terremoto che distrusse in pochi secondi la montagna sopra di lui.
I massi cadenti si riversarono contro i Cervivori e il traditore di Frugor, concludendo la loro missione e distruggendo la più grande minaccia.
< Ma Capitano, come avete fatto? >
< Dovevo smascherare il traditore e lui ha fatto tutto per sé… La mia forza non ha eguali, ragazzo mio. Ricordatelo bene. >
< Io… non riesco a credere a quello che ho visto… > fece William.
< Sorpresi, non è vero? In fondo non è stato difficile > fece Virtrok.
< Compagni miei, adesso che abbiamo liberato gli umani ancora una volta, possiamo tornare nella nostra umile dimora. >
< Il Capitano ha ragione > fece Kramer < Dobbiamo tornare ad essere una leggenda. >
< Aspettate un momento > fece Richard contrariato < E noi due? Che cosa faremo? >
< Ragazzi, credo che dovrete lasciare queste terre per sempre se volete procreare e avere eredi.
< E con ciò? Non possiamo farlo insieme? >
< Come? Esseri umani che mischiano il loro sangue con il nostro? Inaudito! >
< Perché ti spaventi tanto, Emro? Potrebbe essere una buona idea. >
< Anche se pocreassimo con le vostre donne, non potrete mai essere immortali. Noi siamo gli ultimi. >
< A noi non ci interessa procreare figli immortali, vogliamo solo che gli umani e Highlanders convivano pacificamente per il resto dei loro giorni. Solo così potremmo continuare la nostra alleanza senza che quest’avventura non sia soltanto un episodio. >
Ascoltando le parole di Richard, Asmir fu molto lieto colpito.
< Compagni miei, voi cosa ne pensate? >
Guardandosi a vicenda, alla fine tutti gli Highlòanders accolsero la richiesta dell’umano.
< Ebbene sì, questo vuol dire che la nostra avventura non finisce qui… >
< No, Richard. Dobbiamo restituire gli Highlands allo splendore che merita. >
< E lo faremo, ragazzo mio > replicò il Capitano Asmir ritornando verso le terre disastrate nel nord per ricostruire la vita che l’oscurità dei Cerviviori e il tradimento dell’immortale aveva avevano causato con la loro sete di avarizia e di morte.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3875159