f r a i l.

di bridgetvonblanche
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** [1] ***
Capitolo 2: *** [2] ***
Capitolo 3: *** [3] ***



Capitolo 1
*** [1] ***



[1]
 
 

La fase finale del torneo era la sola cosa che ancora si interponeva tra lui e quella sua ferrea volontà di dimostrare la propria, schiacciante superiorità rispetto ai suoi compagni, a tutto il corpo insegnanti e persino di fronte alle espressioni concentrate ed attente degli eroi professionisti che erano venuti da ogni parte del Giappone per poter dare un'occhiata alle nuove e promettenti reclute che ogni anno venivano sfornate dalla prestigiosa accademia Yuuei.

Nonostante la sua naturale indole impetuosa e combattiva, Bakugou Katsuki appariva estremamente calmo e sicuro di sè, come se sentisse di avere tutto sotto controllo: nessun timore reverenziale nei confronti dei suoi avversarsi, nessuna strana o assurda paura ad impensierire quel suo sguardo perennemente corrucciato e strafottente, nessuna intenzione di arrendersi. Anzi, le sue mani già ribollivano al solo pensiero di poter finalmente fare a pugni con qualcuno, che si trattasse di quello stupido di Deku o di quella spettacolare combo di ghiaccio e fiamme di Todoroki. Niente aveva più importanza ora, nessuno gli avrebbe impedito di raggiungere il primo posto, quella vetta che lui stesso si era prefissato.

Se non fosse stato per lei.

Ancora non riusciva a ricordare quale fosse il suo nome, ma Bakugo non poteva fingere di non sapere che quella ragazza dalle forme rotonde e dagli occhi sempre così vividi aveva già difeso il suo modo così scorbutico di comportarsi in ben più di un paio di occasioni, senza alcun timore di essere giudicata o di apparire scortese a sua volta.

Del resto, come avrebbe potuto una ragazza come lei apparire anche solo lontanamente scortese?

Il suo sguardo vermiglio passò quindi nuovamente in rassegna i nomi presenti sul gigantesco schermo posto di fronte alla sua figura stentorea prima di posarsi definitivamente proprio sul viso tondeggiante di quella ragazza che, a soli pochi metri da lui, osservò prima deglutire a fatica per poi voltarsi nella sua direzione, cogliendolo di sorpresa. Bakugou era ben consapevole di non possedere nessun quirk che gli consentisse di leggere nella mente di chiunque incrociasse il suo sguardo sempre così violento e infuriato. Eppure, in quel momento, quelle labbra delicate leggermente schiuse, le sue piccole mani portate contro il petto probabilmente nel vano tentativo di frenare l'accelerazione dei battiti del suo cuore e le ginocchia rivolte verso l'interno delle sue cosce sembrava si stessero rivolgendo proprio a lui.

Un pò come se ogni fibra di quel corpo all'apparenza tanto leggero e gracile gli stesse parlando, cercando di lanciargli un timido messaggio in ossequioso silenzio.

Fu allora che al suo stato d'animo di profonda impazienza per essere stato sorteggiato nell'ultimo scontro del primo girone si mescolò anche ad un'altra strana sensazione: un sentimento vago e indefinito che Bakugou aveva provato solo poche volte prima di allora e a cui ancora non era riuscito a dare un nome ben preciso.

— Gambatte, Bakugou-kun! —

Così gli era parso di aver sentito uscire dalla bocca di Uraraka, prima di vederla scomparire sorridente tra la folla di studenti più o meno elettrizzati all'idea di dover presto scendere nuovamente in campo e mettersi in gioco ancora una volta per tentare di vincere il torneo sportivo della scuola.

Solo dopo quel brevissimo e pressochè effimero contatto, il giovane Bakugou decise di tornare ad osservare il palmo della sua mano destra, riuscendo finalmente ad avvertire una nuova scarica di pura adrenalina percorrergli la schiena.

Ochaco Uraraka era pronta a dare il massimo in quello scontro che li avrebbe presto visti l'uno contro l'altra. Ma, in cuor suo, Bakugou sapeva che quelle parole cortesi erano solo il suo modo carino e gentile per dirgli che, se solo gliene avesse dato l'occasione, lei non avrebbe certo esitato a fargli il culo.







 

a/n 

konnichi wa! 👋🏻

Dopo anni di digiuno quasi totale da anime e manga (praticamente credo di non essermi mai più ripresa completamente dal finale di Naruto Shippuden, sigh) una mattina qualunque decido di buttarmi nella visione di boku no hero academia, sollecitata da alcune mie care amiche e incuriosita dai commenti sempre molto positivi riguardo trama e personaggi. Confesso che inizialmente mi ero fatta davvero ben poche aspettative a riguardo; se non che, dopo i primi tre episodi, mi sono lanciata in quello che comunemente tutti chiamano binge watching.

Ho praticamente divorato tre stagioni e i sette episodi della quarta in una settimana e mezza e ho ricominciato ad avere quel brutt- anzi, pessimo vizio di andare a costante ricerca di fanart, fanfiction e chi ha più materiale, più ne metta. Risultato? Mi sono ritrovata a ridere come una deficiente davanti a meme di bnha alla tre di notte e guardare tik tok meravigliosi sui cosplayers dei protagonisti.

Capite quanto sono messa male? Credo di essere nel momento di massimo hype, come qualcuno che ha appena scoperto una miniera di diamanti pronti per essere raccolti e lucidati.

Ovviamente mi considero l'ultima arrivata in questo fandom e non sono ancora sicura di quali siano le mie coppie ed i miei personaggi preferiti (troppo, davvero troppo materiale sta girando sotto le mie mani in questo periodo). Però questa scena del combattimento tra quell'amore di Bakugou (già nella mia top 5 dei personaggi per cui ho un soft spot) e Uraraka (che invece ancora devo studiare ed inquadrare come personaggio) mi è rimasta in testa come un tarlo e quindi nulla, le mie mani hanno partorito questa cosuccia - una brevissima raccolta di os - che coinvolge i due protagonisti sopracitati.

Ah, per chi non mi conoscesse sono bridgetvonblanche, amante devota dell'angst fino alla pazzia che però questa volta decide di optare di qualcosa di meno drammatico del solito (ebbene si, ne sono rimasta stupita anche io).

La mia mano è un pò arrugginita, vi chiedo scusa. Ma non ho intenzione di fermarmi qui: sicuramente tornerò ancora e questa volta con qualcosa di molto più adatto alle mie corde - angst e dramma sto arrivando.

Spero di avervi minimamente incuriosito, 
jaa ne!

ps: il lunguaggio a tratti scurrirle che ho utilizzato/ utilizzeró in futuro è solo ed esclusivamente il mio modo di cercare di entrare e capire cosa si nasconde in quella testolina tanto cara di Katsuki

bvb

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Capitolo 2
*** [2] ***


[2]



Sapeva di non aver alcuna speranza.

Era perfettamente consapevole che, in un combattimento ravvicinato, quel ragazzo dagli occhi di fuoco non aveva alcun tipo di debolezza. Dover combattere faccia a faccia con un tipo tanto testardo e determinato era come decidere di scagliarsi ripetutamente contro un muro altissimo nella fievole speranza di farlo crollare. Un'impresa titanica o, più semplicemente, impossibile.

Eppure Uraraka era ancora lì, in piedi davanti a lui, pregandolo ancora una volta silenziosamente di non cercare di trattenersi. La parte superiore della sua uniforme scolastica giaceva ormai in un punto non precisato dell'arena, bruciata in più punti dalle esplosioni provocate dalle grandi mani del suo imperturbabile avversario, mentre il suo corpo - agile e armonioso ma non per questo fragile -, si era a poco a poco riempito di lividi e lievi scottature e sembrava stesse gridando alla sua mente di scegliere la via più semplice, quella della resa incondizionata, per evitare ferite più difficilmente rimarginabili.

Perchè, oltre ad essere uno degli studenti più promettenti dell'intera accademia e a dispetto di ciò che comunemente la gente comune sarebbe stata portata a pensare vedendolo combattere, Katsuki Bakugou era tutto fuorché un moccioso tutto muscoli e niente cervello. Dotato di una straordinaria capacità di reazione, di riflessi sempre velocissimi, troppo persino per lei, quel ragazzo si era piazzato ai primi posti anche in tutti gli esami scritti, superando addirittura studenti come Izuku e Shoto.

Eppure, nonostante fosse assolutamente certa che Bakugou stesse utilizzando solo una piccola parte di tutto il suo potenziale (più o meno distruttivo), il solo fatto che fosse rimasto ancora immobile di fronte a lei, le braccia in posizione di combattimento, pronte a attaccare ad ogni suo passo, a precedere ogni sua mossa, per Uraraka significava che lui stava davvero prendendo quello scontro con serietà, riconoscendole quantomeno tutti gli inutili sforzi di trovare una breccia in quel suo impenetrabile muro.

Persino il suo estremo tentativo di fargli crollare addosso una pioggia di detriti si era rivelato un totale fallimento. Al suo giovane sfidante infatti era bastato portare la mano verso l'alto per spazzarli lontano in pochi secondi, mandando letteralmente all'aria ogni suo sforzo.

Quello che Uraraka non avrebbe mai osato immaginare e forse mai avrebbe saputo era che, per cercare di contrastare quella fitta pioggia di detriti, per poco il suo invincibile avversario non si era fratturato un braccio.

— Forza Uraraka, adesso facciamo sul serio! —

Non le avrebbe dato un secondo di più per riflettere, né per riprendere fiato dopo tutte le energie spese per riuscire a mantenere sospesi in aria e lontano dal suo campo visivo migliaia di detriti. Ora come ora poteva solo combattere contro di lei in un corpo a corpo cercando sia di non venire colpito dal suo quirk che di non farle notare quanto fosse stremato dopo il violento colpo subìto al braccio. Voleva sì dimostrarle di essere il più forte, ma senza umiliarla. In fondo, non ci sarebbe stato modo per lui di riuscire ad intimorirla o a spaventarla: Uraraka aveva già ampiamente dimostrato di poter reggere quel suo sguardo perennemente arrabbiato col mondo intero senza battere ciglio.

L'aveva osservata per attimi che gli erano sembrati interminabili avvicinarglisi ciondolante, con le mani strette ancora a pugno, pronte a colpire da un istante all'altro. Eppure, proprio a pochi metri da lui, Uraraka si era fermata di colpo, gli occhi stanchi e quel corpo stremato che ormai aveva preso il controllo anche della sua mente annebbiata.

— Arigatou, Bakugou-kun, —

Così gli parve di aver sentito, prima di arrestare a sua volta la propria rincorsa e rimanere impassibile ad osservare il corpo della sua giovane avversaria cadere sul terreno con un tonfo sordo. Istintivamente sarebbe corso da lei per accertarsi di non averla ferita eccessivamente e costringerla con qualche severa imprecazione a rialzarsi e continuare lo scontro. Con sua grande sorpresa e non potendo fare a meno di sorridere, Bakugou scoprì però che anche i suoi riflessi erano rallentati parecchio a causa del dolore al braccio che quella incosciente ragazzina gli aveva provocato.

Aveva quindi semplicemente lasciato che fosse la professoressa Midnight ad occuparsi di lei, abbandonando l'arena da vincitore tra qualche applauso e non pochi fischi, portando però con sé quella giacca color blu e leggermente sgualcita di cui Uraraka si era liberata proprio nel bel mezzo dello scontro solo per cercare di trovare un modo per costringerlo a distogliere l'attenzione da lei e preparare così il suo contrattacco che, purtroppo, non aveva comunque ottenuto l'effetto desiderato.

Quella giacca presto sarebbe diventata il simbolo sia della prima vera sconfitta della giovane Uravity su un campo di battaglia, ma anche del suo estremo coraggio.

Il primo, vero requisito per poter essere una giovane eroina.





 

a/n 

konnichi wa! 👋🏻

ho letto da qualche parte che questa è una delle coppie più amate e odiate, dibattute e controverse di bnha. e ovviamente io con cosa decido di cominciare la mia avventura in questo fandom? con la kacchako.

jaa ne!
 

bvb

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Capitolo 3
*** [3] ***


[3]





Non riusciva proprio a ricordare il motivo per cui si era spinto fino a lì, davanti all'unico letto occupato dell'infermeria, stringendo tra le mani ancora calde e sudate quella stupida giacca blu. La sua ormai ex-avversaria giaceva sopra candide lenzuola bianche, una fasciatura non troppo stretta a circondare le sue braccia smilze e la sua fronte ora più che mai rilassata.

Non le doveva alcuna spiegazione, né tantomeno delle scuse, giusto? Eppure, nonostante non dovesse sentirsi in colpa per le ferite che le aveva inferto, il giovane Bakugou sentiva di doverle dire qualcosa, provare a rincuorarla.

Come se fosse una cosa semplice, per uno come lui.

Sopraffatto dalle sue stesse elucubrazioni, Bakugou quasi non si era accorto che i grandi occhi a mandorla di Uraraka lo stavano fissando e chissà da quanti minuti. Colto quindi totalmente alla sprovvista, il giovane dai capelli color grano era scattato subito in piedi, facendo ribaltare la sedia sulla quale si era perso stupidamente a riflettere fino a qualche secondo prima.

Si ricompose però in fretta, portando poi una mano dietro la testa e cercando di rimettere ordine nei suoi pensieri, non rinunciando però a tenere lo sguardo fisso su di lei che, nonostante le ferite riportate, si era comunque lasciata sfuggire un sorriso che, per quanto avesse cercato di nascondere, non era certamente passato inosservato agli occhi vermigli del ragazzo in piedi accanto a lei.

— Ohi non farti strane idee, ti ho solo riportato la felpa, — non era esattamente ciò che si era preposto di dire ma, ancora una volta, la sua lingua era stata molto più veloce di quanto non lo fosse il suo cervello.

— Oh, — la sentì mormorare impercettibilmente, scrutandola poi alzare con entrambe le braccia quella felpa solo per notare quanto fosse ridotta male. Le esplosioni di Bakugou aveva compromesso l'intera giacca, riducendola pressoché a brandelli. Non avrebbe potuto indossarla di nuovo nemmeno se avesse voluto, ma Uraraka era contenta che il suo avversario si fosse spinto fin lì per restituirgliela.

Appoggiò quello sgualcito pezzo di stoffa sulle sue gambe nude, coperte solamente dal lenzuolo bianco del letto su cui ora si era messa a sedere, prima di rivolgere i suoi grandi occhi color cioccolata verso quelli rossastri del ragazzo ancora in piedi di fronte a lei, immobile e stentoreo. Avrebbe voluto ringraziarlo nuovamente per essersi preso la briga di venire a trovarla in infermeria e riportarle la giacca ma, ancora una volta, Bakugou fu più veloce di lei.

— Non sono venuto qui per ricevere un tuo grazie, — le disse in un tono austero e tutt'altro che amichevole, anticipando qualsiasi suo tentativo di dare inutilmente fiato alla bocca, convincendola senza troppi sforzi a rimanere in silenzio. Le voltò quindi le spalle, incamminandosi con le mani nelle tasche verso l'uscita di quella stanza asettica che stava cominciando ad essere un pò troppo piccola e soffocante per i suoi gusti. Si fermò però proprio sul ciglio della sottile porta scorrevole, arrestando così la sua tipica camminata sempre così brusca e grossolana.

— Mi piacerebbe poterti sfidare di nuovo un giorno, quando sarai più vicina al mio livello ovviamente, — si limitò ad aggiungere, questa volta in tono più rilassato e forse meno scorbutico di quanto lui stesso avesse osato sperare.

— Allora credo che dovrei tornare ad allenarmi quanto prima, — la sentì ribattere poco dopo. Bakugou non osò voltarsi, ma non gli fu difficile immaginarsela stringere con tutta la forza della disperazione per quella bruciante sconfitta appena subìta quella felpa che ancora non si era decisa a riporre ordinatamente da qualche parte vicino al letto.

— Si dovresti, — le fece eco una volta ancora, prima di mettere il suo piede destro fuori dalla porta dell'infermeria, — E vedi di non permettere mai a nessuno di conciarti così, sono stato chiaro? — si sentì poi in dovere di aggiungere.

— La prossima volta siederai tu su questo lettino, te lo assicuro, — fu l'ultima cosa che percepì uscire dalle sue labbra rosee, prima di chiudere con uno dei suoi soliti bruschi scatti la porta dell'infermeria ormai alle sue spalle.

— Voglio vederti provarci, — mormorò comunque tra sé e sé, sperando che in qualche modo, la sua risposta da ragazzo insolente qual era potesse comunque raggiungere le orecchie di Uraraka.

Non era ancora riuscito a spiegarselo e dio solo sa se mai sarebbe arrivato ad una conclusione soddisfacente, ma solo l'idea che quella ragazzina dalla faccia paffuta e sempre sorridente venisse ferita in un vero e proprio scontro contro qualche pericoloso criminale gli faceva ribollire uno strano sentimento di costernazione profonda mista a cieca rabbia che lo portava a desiderare di far esplodere qualunque cosa o chiunque gli capitasse a tiro con le sue stesse, esplosive mani.

Respirò quindi profondamente più volte prima di trovare quel livello di calma interiore necessaria per tornare a sedersi sugli spalti e affrontare così il suo gruppo di compagni di corso che sicuramente non avrebbe perso l'occasione di fargli fatto notare quanto fossero stati poco clementi i suoi modi di agire nei confronti di Uraraka.

— Hey Bakugou, era proprio necessario usare un'esplosione del genere contro una ragazzina tanto fragile? —

Si era quindi sforzato di non cedere alle provocazioni di quello sciocco di Kaminari, cercando di non prestare attenzione a nient'altro che allo scontro che di lì a poco avrebbe avuto luogo proprio in quella stessa area che poco prima lo aveva visto protagonista ma, nella sua testa, le parole di quell'esaltato, biondiccio compagno di classe ancora rimbombavano nella sua testa e sembrava non volessero dargli pace finché lui non avesse trovato dentro sé la risposta a quella sciocca domanda.

Anche se, una risposta, Bakugou l'aveva già trovata da tempo.

— Quella ragazzina è tutto fuorché fragile, —





 

a/n 

konnichi wa! 👋🏻

questa è la parte in cui ho deciso deliberatamente di prendermi un briciolo di licenza poetica e di immaginare un missing moment post-scontro.
vi ricordate che prima di uscire dall'arena bakugou osserva la giacca di uraraka? e anche che, poco dopo, si scontra con deku lungo i corridoi dove uraraka poi ha quella feelingosa conversazione con i suoi?

bene, aggiungeteci un pizzico di me in hype per qualunque cosa accada all'interno di questo anime ed ecco che questo è il finale di questa breve raccolta

sperando di non aver offeso nessuno, spero di tornare presto con una nuova fic su un altro personaggio super controverso (ma che io amo)

jaa ne!
 

bvb

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