Sarai la luce più bella, la mia melodia

di Mari Lace
(/viewuser.php?uid=501353)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sarai la luce più bella ***
Capitolo 2: *** La mia melodia ***



Capitolo 1
*** Sarai la luce più bella ***


La luce più bella

NB

Non so quanti di voi conoscano “Mom’s song of remembrance”, uno spin-off scritto su Isabella. Ho inserito un leggero riferimento alle liste di Leslie, lì menzionate. Vi spiego in breve. Leslie viene descritto come un ragazzo insicuro che non crede di reggere il confronto con Isabella, che invece eccelle in tutto: decide di voler riuscire in qualcosa che non sia la musica meglio di lei, e prepara delle liste di potenziali attività in cui farlo.

Per quanto riguarda il titolo, invece, viene dal bellissimo testo composto da Thymeka per adattare “Isabella’s Lullaby”. Correte ad ascoltare la sua cover ! [Sul serio, raccomandata come colonna sonora per questa fic.]

Detto questo, buona lettura!




Sarai la luce più bella,



«Leslie, Leslie!»

La voce di Isabella è un sussurro deciso che turba piacevolmente i suoi sogni.

Leslie si strofina gli occhi, tentando di scacciarne il sonno. «Cosa…?»

«Seguimi!» lo esorta lei, sveglissima — eppure un rapido sguardo alla finestra conferma al bambino che sia piena notte. Posa uno sguardo confuso sul volto della ragazza. Sembra emozionata. Con un ultimo sbadiglio, Leslie decide di seguirla senza ulteriori spiegazioni: si disfa delle coperte e, accettandone la mano tesa, la segue fuori dalla stanza e giù, nell’ingresso.

Ha deciso di fidarsi e non fare domande, ma non può evitarsi di sbarrare gli occhi vedendola armeggiare con la serratura della porta sul retro. «Isa—»

Lei lo zittisce posandogli gentilmente una mano sulla bocca; voltatasi verso di lui, sorride ammiccando con fare cospiratorio. «Se mamma ci scopre, mi prenderò la colpa» mormora pianissimo. «Ne varrà la pena, fidati di me!»

Leslie può solamente annuire. Continua a osservare incredulo, mentre tra sé riflette su quale possa essere il motivo dietro quelle strane azioni.

«Vieni!» l’esortazione lascia le labbra di Isabella con un tono leggermente più alto del precedente. All’esterno, si dirige verso l'albero più vicino e lo scala rapidamente; Leslie la raggiunge sperando di non dover fare altrettanto. Prima che possa formulare la sua domanda, un involto atterra ai suoi piedi, presto seguito dalla ragazza. Leslie comprende, sempre più stupito, che deve averlo celato tra i rami durante il giorno.

Isabella lo stende a terra: è un lenzuolo. Alza lo sguardo su di lui, un sorriso radioso a illuminarle il volto – Leslie ringrazia tra sé la luce della luna, che gli permette di vederlo. «L’ho letto qualche giorno fa, in un libro sugli astri» inizia lei, senza più preoccuparsi di mantenere bassa la voce. «Stanotte cadono le stelle! Uno spettacolo bellissimo!»

Si siedono entrambi sul lenzuolo, mentre lei spiega che non si tratta davvero di stelle, ma di meteore. Poi si interrompe, volge in alto il viso e il suo sguardo si fa sognante. Leslie lo segue: il cielo stellato gli sembra magnifico. È la prima volta che lo vede così. Un lampo dorato guizza al limite della sua visuale; colto di sorpresa, emette un suono stupito.

La ragazza sbuffa, a metà tra lo scontento e il divertito. «Ne hai vista una? Non è giusto, come ho fatto a mancarla?»

Per un attimo il pensiero di Leslie corre alle sue liste; forse potrebbe vedere più stelle di lei… scorgendo un sorriso sostituire il broncio di Isabella – «la prossima sarà mia!», esclama – decide che per quella notte non ha importanza. Vuole solo godersi quegli attimi, ora, momenti magici di cui porterà sempre con sé il ricordo.

«Mi raccomando» dice la ragazza, «esprimi un desiderio!»

Leslie non ha bisogno di rifletterci, mentre pensa che lei sia bellissima e splendente, persino più delle stelle sopra le loro teste.

Per quella notte dimentica l’incertezza e sorride, ignaro di deviare così lo sguardo di Isabella dalla possibilità di un desiderio.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La mia melodia ***


La mia melodia


Guarda fuori dalla finestra della sua stanza, ma le lacrime rendono scorgere le stelle più difficile ogni istante che passa; gli astri divengono macchie confuse ai suoi occhi. Quante volte le ha cercate, negli ultimi mesi? Si fermava a osservarle praticamente ogni notte, domandandosi se Leslie – ovunque fosse – facesse lo stesso, volendo credere che, sebbene momentaneamente lontani, potessero ammirare entrambi la stessa stella, garantendosi un’unione che la distanza avrebbe altrimenti impedito. Si era aggrappata a quella convinzione.

Cercare Leslie è ciò che si era prefissa di fare non appena avesse lasciato l’orfanotrofio. Se i suoi genitori adottivi non avessero voluto permetterlo, avrebbe aspettato di rendersi indipendente. Non importava quanto ci sarebbe voluto, lei l'avrebbe trovato: così si è ripetuta come un mantra, negli attimi in cui ha avvertito più acutamente la sua assenza.

È salita sul muro per dare uno sguardo al mondo in cui doveva vivere Leslie – non immaginava che quel semplice gesto le avrebbe spezzato il cuore.

La Mamma le ha rivelato tutto, subito dopo. La verità sulla casa – fattoria –, sull’impossibilità di vivere all’esterno, sulla reale destinazione dei bambini “adottati”.

Le è crollato il mondo addosso. Non solo tutta la sua vita fino a quel momento si è dimostrata essere un’enorme, pietosa bugia – il suo primo pensiero è andato a Leslie. Se il racconto della Mamma è vero, Leslie non c’è più.

Si è ripromessa di ritrovarlo, ma se è stato ucciso – mangiato, realizza con un brivido – non è semplicemente possibile. Non può fare niente, è troppo tardi. Odia sentirsi così.

È corsa alla finestra, gesto istintivo in cui ha trovato rifugio nei momenti di malinconia degli ultimi mesi, ma è stato inutile – no, peggio. Adesso lo sa: Leslie non guarda la sua stessa stella, non può – non l’ha mai fatto, perché è morto il giorno in cui le ha detto addio. Il giorno in cui doveva iniziare la sua nuova vita è solo finita quella vecchia.

Prova rabbia, Isabella, moltissima. Rabbia e frustrazione che riversa solo parzialmente nel suo pianto disperato. Ha perso tutti i suoi sogni – vuole vendetta.

Le hanno preso ogni cosa, ma non avranno mai lei, giura a sé stessa. Si sfrega gli occhi, cerca di asciugarli – le gocce non vogliono fermarsi, continuano a scorrere imperterrite. Il suo sguardo si indurisce, mentre prende una decisione terribile.

La notte seguente non c’è più tempo per piangere. È un atto che non si permetterà nuovamente, mai. Nella vita che l’attende non c’è spazio per uno sfogo così genuino. Torna di nuovo alla finestra, Isabella, e trova la stella che le ha fatto compagnia in tutti quei mesi.

È con lo sguardo fisso su di essa che pronuncia il suo triste, furioso giuramento. Lo promette a Leslie, oltre che a sé: i mostri non l’avranno, non potranno mai gustare la sua carne. Anche se questo vuol dire piegarsi, diventare ciò che ora più odia al mondo. Imparerà.

Vivrò, Leslie – per me e per te.

Dalle sue labbra sfugge un canto, sale alle stelle – una melodia che ha segnato la sua vita e continuerà a farlo, fino alla fine.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3873317