Ad ogni personaggio la propria storia

di kokka1110
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO I [Ai Haibara]- Ricordi d'inverno ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO II [Conan Edogawa]- Ho paura del domani ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO III [Ran Mori]-Ti rivedo sempre nei suoi occhi ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO IV [Sherry]- Ricordi di un futuro passato ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO I [Ai Haibara]- Ricordi d'inverno ***


 

CAPITOLO I [Ai Haibara]- RICORDI D’INVERNO:
 

La neve cadeva placida riempiendo le strade, i giardini e i tetti delle case.
La bambina dai corti capelli ramati guardava la neve scendere senza fretta dalla finestra della grande casa dove abitava ormai da un po’.
Lo sguardo triste e gli occhi spenti le davano un’aria malinconica che, in quel periodo, le si addiceva assai.
In questo periodo dell’anno si abbandonava spesso ai ricordi di quando era in America: nel paese dove era stata mandata a studiare, la neve arrivava a metà autunno, rimaneva per tutto l’inverno e si scioglieva a inizio primavera.
Non aveva mai giocato a palle di neve o a giochi simili poiché, quando era lì, non aveva amici: “la piccola Shiho Miyano” era, appunto, troppo piccola per riuscire ad instaurare rapporti con gli altri suoi compagni di corso, troppo invidiosi della sua mente geniale.
Non a caso a 13 anni lavorava già nei laboratori dell’Organizzazione come scienziata.
Per non parlare del fatto che gli Uomini Neri la controllavano e la seguivano ovunque e per questo non riusciva mai ad instaurare legami con nessuno per paura che poi, se qualcosa fosse andato male, ne avrebbero rimesso le sue amicizie.
Gli occhi blu le si inumidirono ripensando a quei momenti e ripensando al sorriso della sua splendida sorella e unica amica: Akemi le mancava come non mai, soprattutto in quei momenti di sconforto dove un suo sorriso le scaldava il cuore e la faceva sentire una persona meno sola. Forse era per questo che certe volte chiamava la sua segreteria solo per sentire la sua voce e per ricordare il suo volto.
Calde lacrime le scesero dal viso mentre ripensava a tutti i momenti felici passati con lei, a tutte quelle volte che era venuta a trovarla in laboratorio anche disubbidiendo agli ordini dei suoi superiori, a tutte quelle volte che aveva provato a farla felice in qualsiasi modo e a quando, nonostante le sue giornate fossero peggiori di quelle di Shiho, le regalava sorrisi e la tirava su di morale.
Ora lei non c’era più e Shiho, o meglio dire Ai, doveva provvedere a se stessa senza che nessuno più l’aiutasse, senza che più nessuno che fosse suo amico, senza più nessuno che la salvasse. Perché, infondo, la presenza di Akemi era un’ancora di salvezza per lei.
La ragazza ora singhiozzava silenziosamente con lo sguardo rivolto ai fiocchi di neve che, ancora, cadevano senza sosta, mentre le lacrime scendevano veloci, senza che lei potesse fermarle.
I brividi le percorrevano la schiena quando, una coperta di pile, la coprì.
Non c’erano bisogno di parole, sapeva chi l’aveva coperta e lo abbracciò forte lasciandosi cullare tra le sue braccia. Forse non era sola, forse grazie a lui, grazie a loro avrebbe potuto ricominciare da capo una nuova vita senza più niente da temere.
Fu in quel momento che si rese conto che, rispetto a tante altre persone, lei poteva considerarsi anche fortunata ad essere riuscita a scappare dall’Organizzazione e ad aver incontrato persone disposte ad aiutarla.
Sciolse l’abbraccio con quel bambino, o meglio dire con quel ragazzo, e si asciugò le lacrime mentre un uomo, quello che spesso ormai considerava come un padre, venire verso di loro con due cioccolate calde e fumanti nelle mani. Sì, avrebbe ricominciato una nuova vita, si disse, senza più vivere nella paura. E con questa promessa più che decisa a mantenere sperò di chiudere un capitolo della sua vita durato anche troppo e di aprirne un altro dove niente l’avrebbe più spaventata senza il suo consenso.
Certo, avrebbe dovuto ancora fare i conti con il passato, questo era ovvio, ma anche lei adesso meritava la felicità. Non è vero?

[One shot: 607 parole]
 

MY SPACE

Per cominciare ringrazio chiunque sia arrivato fin qui a leggere questa prima storia.E' da molto che non scrivo più e soprattutto è da molto che non scrivo più su questo fandom.
E' stato un periodo molto complicato,ma sicuramente questo a voi non interesserà e non vi annoio con i miei problemi.
Voglio solo dire che finalmente sto riprendendo a scrivere e sono felice di farlo su questo fandom, uno di quelli che più amo in assoluto.
Spero che la storia vi sia piaciuta se è così fatemelo sapere e ci vediamo presto con il prossimo capitolo che ho quasi terminato.
Kokka

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Capitolo 2
*** CAPITOLO II [Conan Edogawa]- Ho paura del domani ***


CAPITOLO II [Conan Edogawa]- HO PAURA DEL DOMANI:
 

Era stato così contento di poter essere di nuovo nel suo corpo, anche se per pochi giorni, che ritornare imprigionato nel corpo di Conan era veramente una tortura. Per non parlare del fatto che Ran ci era rimasta malissimo quando Shinichi se n’era andato dalla cena e al suo posto era comparso Conan. Era rimasta chiusa in camera per un giorno intero e ancora adesso era tristissima e incazzata. A nulla era servita la sua telefonata con il telefono di Shinichi visto che le aveva chiuso il telefono in faccia per tre volte consecutive.
Era demoralizzato Conan, non sapeva più cosa pensare: non sapeva se sarebbe mai tornato quello di un tempo, non sapeva cosa avrebbe dovuto affrontare il giorno seguente, non sapeva neanche quanti pericoli stava rischiando e quanti stavano rischiando le persone al suo fianco.
Conan, o meglio dire Shinichi, aveva paura. Aveva paura che niente sarebbe tornato al proprio posto, aveva paura di rimanere intrappolato in quel corpo per sempre e anche di morire, d’altronde se lo avessero trovato sarebbe sicuramente morto.
Non che tutte queste inquietudini ce le avesse sempre e neanche tutte insieme, ma l’adrenalina di essere sempre in bilico, di giocare con il fuoco senza scottarsi mai… beh, quello sì, si manifestava spesso. Era una sensazione strana, ma con il tempo ci si conviveva, si imparava ad accantonarla nei momenti più felici mentre era una spinta in più quando doveva risolvere dei casi. Se poi quelli avevano a che fare con gli Uomini in Nero allora questa adrenalina lo spingeva anche a fare cose certe volte anche un po’ avventate.
Per fortuna che c’era Ai in quei momenti che lo teneva a bada e gli ricordava i rischi che correva quando prendeva decisioni affrettate e impulsive, ad esempio quella di raccontare tutto a Ran che, riflettendoci bene non era mai stata una grande idea: la loro relazione ci avrebbe sicuramente giovato e la ragazza non avrebbe più sofferto la sua distanza, ma se un giorno l’Organizzazione l’avesse trovato, lei sarebbe stata una delle prime persone uccise.
Questa continua tensione, questa continua allerta al pericolo però non erano niente rispetto ad un timore che spesso lo attanagliava e gli toglieva ore di sonno la notte: che cosa gli preservava il futuro?
Il non saper che cosa fosse successo il giorno dopo era veramente assillante. Tutto, dalla scuola e alla sua solita routine era cambiato e tutto poteva cambiare in un paio di minuti. Mai come da quando era in quel corpo aveva avuto paura del tempo che passava perché, rinchiuso lì, vedeva gli altri crescere e maturare mentre lui, al contrario, era “regredito allo stato infantile”, per citare le parole di Ai. In parole povere, c’era futuro per Shinichi o doveva rassegnarsi all’essere Conan per sempre? Ormai era già passato un po’ dalla sua trasformazione e la gente si dimentica presto delle persone che non ci sono e questo valeva anche per lui.
Ma se Ai era riuscita a creare un prototipo sperimentale del farmaco, sarebbe riuscita anche a creare quello definitivo no? Lui sarebbe tornato nel suo corpo, Ai nel suo, avrebbero ricominciato la loro vita e tutto sarebbe tornato come prima… no?

[one shot: 526 parole]

MY SPACE

Buonasera a tutti/e!
Avevo voglia di scrivere qualcosa ed è uscito questa cosa che non so neanche io decidere cosa sia.
Sinceramente questa storia mi piace per alcuni tratti, ma per altri invece no. Non so proprio cosa pensare e quindi lascio decidere a voi se sia un esperimento bello oppure no.
Per le prossime storie avete qualche idea su chi volete come personaggio?
Come terzo capitolo pensavo di scrivere qualcosa su Ran, magari una drabble che non ho mai scritto prima d'ora (diciamo che non ho il dono del riassunto XD)
Ci vediamo al prossimo capitolo

 

kokka

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Capitolo 3
*** CAPITOLO III [Ran Mori]-Ti rivedo sempre nei suoi occhi ***



CAPITOLO III [Ran Mori]- TI RIVEDO SEMPRE NEI SUOI OCCHI:


Mi chiedo spesso dove tu sia, cosa tu stia facendo.
Perché non sei qua con me? Perché hai seguito quell’uomo quel giorno?
Non capisco perché tu l’abbia fatto, per una volta non potevi lasciare da parte il tuo senso di detective?
Ora non ci sei e io, da quel giorno, non ti ho più rivisto.
Che fine hai fatto? Dove sei?
Mi manchi.
Mi manchi tanto e non sapere dove tu sia e cosa tu stia facendo mi mette ansia e angoscia oltre che una profonda tristezza.
Mi distrugge non sapere con chi tu sia: sembrerò gelosa ma perderti così mi fa troppo male.
Avrei dovuto dirti prima i miei sentimenti; ora, forse, non li saprai mai.
Chissà quando ci incontreremo di nuovo: forse succederà presto, forse non succederà mai.
Ci pensi ogni tanto a me? Perché io a te ci penso sempre: in ogni istante della mia giornata tu sei una costante nei miei pensieri.
E nonostante tu ogni tanto mi chiami al telefono a me non basta. Voglio rivederti, abbracciarti ancora e dirti tutto quello che non ti ho detto mai.
E pensare che ti aspetterò, perché ti rivedo sempre e continuamente nei suoi occhi, lui così simile a te in tutto ciò che fa.
E fino a quando tu non tornerai io ti aspetterò, non so per quanto ancora, forse tutta la vita forse solamente più qualche giorno.
Tu in ogni caso torna va bene?
Ciao Shinichi, mi manchi
Ran”

 

MY SPACE

Wo, sono tornata a scrivere e pubblicare dopo quasi un anno che non entravo neanche più nel mio profilo.
Non è un capolavoro questa flashfic me ne rendo conto, ma volevo tornare a scrivere e presto spero di farlo con frequenza e regolarità.
La scuola mi sta massacrando, ma cercherò di aggiornare il più in fretta possibile.
Avete delle richieste per i prossimi personaggi?
Al prossimo capitolo
Kokka

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Capitolo 4
*** CAPITOLO IV [Sherry]- Ricordi di un futuro passato ***


CAPITOLO IV [Sherry]- RICORDI DI UN FUTURO PASSATO:


Guardò il bicchiere pieno di quell'alcolico che le dava il nome. Lo prese in mano e lo rigirò per qualche secondo guardando attentamente il liquido che si muoveva disegnando cerchi ad un ritmo quasi ipnotizzante. Non c'era nient'altro in quel momento, se non quel bicchiere con quel liquido rosso come il sangue.

Pensò che tutto ciò non fosse altro che una triste metafora della sua vita: il rosso, il sangue, la morte la accompagnavano da tutta la vita, così come il rosso di quel liquore la accompagnava continuamente.

Tanti pensieri affollavano la sua mente, tanti rimorsi e tante paure.

La luce fioca illuminava il laboratorio ma tutta la sua attenzione era concentrata su quel bicchiere. Attorno alla sua figura tante provette la avvolgevano e sembravano proteggerla. Proteggerla da cosa? Proteggerla da tutto. Proteggerla dall'Organizzazione, da ciò che succedeva nella sua vita, proteggerla dalle sue paure e da se stessa. Quello era il suo rifugio, quel luogo sacro dove si sentiva a casa, dove si trovavano tutti i suoi ricordi sia recenti che passati.

Un libro tra i tanti appoggiati al suo fianco, nascondeva le formule del famoso APTX4869 e piccole pillole sembravano indicare che questo farmaco fosse quasi pronto per essere utilizzato.

Questo però non sembrava interessare alla ragazza che aveva come unico obbiettivo cercare di carpire la bellezza di quel liquore. Perché dovrebbe essere così affascinante un liquore? Non ci trovava niente di bello. Non le piaceva particolarmente il suo sapore, non le piaceva il colore e non le piaceva neanche il suo odore.

Forse è per quello che anche lei si chiamava così: non le piaceva vivere quella vita, non le piaceva la sua figura, non le piaceva neanche quello che faceva. Forse è proprio per quello che lei e lo sherry erano così simili. D'altronde neanche le piaceva quel nome: non se lo era scelto, glielo avevano dato senza che lei si potesse opporre. Un po' come avevano scelto come farle vivere la sua vita. In diciotto anni di esistenza non aveva mai scelto niente. Non aveva mai scelto di entrare in quell'organizzazione, non aveva mai scelto di crescere lontana dalla sua famiglia, non aveva mai scelto di diventare una scienziata. Non aveva mai avuto il diritto di scelta. Tutta la sua vita era stata già decisa e lei non aveva diritto di controbattere.

Ogni tanto sentiva il bisogno di scappare, di andarsene e non tornare, ma questo non era possibile. Non usciva mai da quella struttura se non accompagnata e poi se fosse scappata l'avrebbero trovata in poco tempo. Voleva solo vivere la sua vita, eppure non poteva; i suoi anni le scappavano dalle mani senza che lei potesse fare qualcosa. Viveva la sua vita estraniata dal suo stesso corpo.

Scosse la testa con un sorrisino amaro stampato sulle labbra. Quei pensieri non potevano neanche sfiorarla, non le era permesso: la felicità e la libertà non erano cose per lei.

Sentì un fruscio leggero e sentì la porta aprirsi dietro di lei. Una piccola striscia di luce illuminò il laboratorio e colpì il bicchiere facendo illuminare il liquido rosso.

Rosso, brillante, ma spento. Come lei.

Capì immediatamente chi fosse appena entrato. Lo percepiva sulla pelle. Quella sensazione ormai la conosceva da tempo.

Il sorriso svanì.

Si prese quei secondi per guardare ancora il bicchiere che continuava a brillare incurante delle inquietudini della ragazza.

Buttò giù velocemente il contenuto del suo bicchiere e si alzò. In pochi secondi riprese la sua maschera di freddezza e chiuse nel cassetto più remoto della sua mente tutti i pensieri che fino a quel momento l'accompagnavano. Diventò il solito guscio freddo e privo di emozioni.

Spense la luce e si avviò verso la porta dove l'aspettava.

L'uomo si girò e iniziò a camminare mentre lei, con la mano sulla maniglia si girò un'ultima volta indietro: per un attimo fu attraversata dal pensiero di una vita felice con sua sorella e senza l'organizzazione. Una vita dove poteva fare quello che voleva senza la paura di morire, senza il terrore di vedere i suoi cari morire. Purtroppo quelli erano solo ricordi di un futuro passato.


[one shot: 682 parole]

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