Writing's on the wall

di cin75
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La lite ***
Capitolo 2: *** La pace ***



Capitolo 1
*** La lite ***


"Dovevi finire alle cinque. Sono le otto di sera....Dove sei stato, Jared?" chiese Jensen con un tono che non era quello di uno che stava per festeggiare il suo compleanno.

"Ho lavorato fino ad'ora." gli rispose Jared, mentre metteva a posto la sua borsa e il giaccone nel guardaroba.

"Con Misha?" fece l’altro, mandando giù un sorso nervoso di birra.

"Ehm!!...sì, c'era anche lui!" ammise con un lieve imbarazzo. O forse era preoccupazione!
Che Jensen avesse capito quello che stava succedendo?

"Stai lavorando parecchio con....Misha!" fece presente Jensen, fissandolo con circospezione.

"Sì, in effetti ci sto passando parecchio tempo insieme. Lavoro bene con lui. Ci sto bene! È uno in gamba e ci sa fare con.."

"Che bastardo!!" esclamò all’improvviso, Jensen. Il suo tono ormai più che alterato.

"Come scusa?!" si stupì , Jared, fissando il compagno sempre più irato. Forse.....qualcosa stava andando nel verso sbagliato.

"Nemmeno cerchi di indorarmi la pillola. Non provi nemmeno a prendermi per il culo…" continuò, Jensen.

"Non ti seguo. Ma che diamine stai dicendo!?....Jens?!" decisamente preso di sorpresa.

"Non azzardarti a chiamarmi "Jens", non osare.…" lo ammonì.

"Ascolta…. questa me la devi spiegare!"

"Spiegarti cosa? Che so che te la fai con Misha da ormai quasi due settimane?"

"Cosa??!!” tuonò Jared, decisamente contrariato. Cavolo se le cose stavano andando per il verso sbagliato!!! “Misha è fidanzato e tu lo sai!!!" esclamò stranito. “Ed è un nostro amico, per giunta!!” precisò stizzito.

"Come se questo potesse fermarvi da fare i conigli in calore.” lo provocò il maggiore.

“Ma che dici!!?” fece Jared con una disgustata disapprovazione.

“Sono giorni che non mi tocchi perchè te la spassi talmente tanto con quel bastardo traditore , che quando sei con me a malapena mi baci prima di andartene a letto sfinito....o dovrei dire appagato?!"

"Tu sei fuori....completamente fuori, Jensen!" e a questo punto anche Jared aveva perso ogni briciolo di calma.

"Io? Io???" gridò arrabbiato.

"Sei impazzito!!!!...Io e Misha?!" ebbe in risposta con altrettanta rabbia, Jared.

"Non negarlo, schifoso traditore. Ho chiamato in ufficio due ore fa. E mi hanno detto che eri uscito alle due. Con Misha! “Sono giorni che escono a quest’ora per darsi da fare con i loro progetti!!”...c’ha tenuto a precisare la gentile signorina che mi ha risposto al telefono!!" sibilò stizzito e ironico.

"Jensen ti stai immaginando tutto. E quando te ne renderai conto dovrai faticare parecchio per farti perdonare!" lo avvisò adirato ma anche con un palese nervosismo.

"Perdonare? Tu? perdonare me??? ...Non ho intenzione di farmi perdonare un bel niente. Ho solo intenzione di andarmene immediatamente." e glielo dimostrò afferrando uno zaino già pronto che era sul divano ma che Jared non aveva notato e infilandosi il giacchetto poggiato alla sedia al suo fianco, lo afferrò e fece per uscire.

"Cos...No, aspetta.” strabuzzando gli occhi per l’inaspettata e poco gradita situazione. “Sul serio? Jensen!!"

"Mai stato così serio in vita mia. Lascio al tuo meraviglioso Misha campo libero. Il cornuto si fa da parte!" fece sarcastico.

"No, no, no....Jensen aspetta, aspetta, parliamo.” cercò di fermarlo.

Quello che stava succedendo non era per niente in previsione.

Certo Jared aveva le sue colpe, colpe che erano state scoperte, ma...una cosa del genere non l’aveva presa in considerazione. Affatto.

“E grazie per il regalo di compleanno!” concluse sprezzante, Jensen.

“Ascoltami non è come pensi. Io stavo...” e cercò di fermare la sua uscita , afferrando il compagno, per un braccio.

Lo schiaffo in pieno viso nemmeno lo vide arrivare.

Ne sentì solo il bruciore qualche istante dopo. E poi i suoi occhi si fissarono su quelli tristemente arrabbiati di Jensen.

“Ho messo tutto me stesso nella nostra relazione e credevo...cazzo, credevo che anche per te fosse lo stesso.”

“E’ così, Jensen. È così, ascoltami. Non è come….”

“ Ti giuro che se dici: non è come pensi….ti prendo a pugni.”

“Devo spiegarti!” disse tenendosi la guancia che ancora bruciava. Sul suo volto, ancora confusione per il gesto a cui era stato appena soggetto.

Ma Jensen non glielo permise. “Quando siamo venuti a vivere insieme, pensavo di aver realizzato quello stupido sogno d’amore che tutti sognano. La favola perfetta. L’uomo perfetto, la vita perfetta.” diceva mentre usciva dal loro appartamento. Mentre Jared lo seguiva, sperando ancora di poterlo fermare. Di potergli spiegare ciò che era successo con Misha e perché.

“Jensen….”

“Come hai potuto farmi una cosa simile?! Come hai potuto ...” disse mentre scendeva le scale del loro appartamento con quel borsone improvvisato che aveva riempito del minimo indispensabile.

“Jensen , per l’amor di Dio...stammi a sentire..lasciami spiegare. Io stavo per...”

“ Stavi cosa? Per dirmelo?” sibilò ironico. “Lascia stare, Jared. Ti ho risparmiato la fatica.” asserì sarcastico e ferito, Jensen.

Mise una mano sulla maniglia del portone di ingresso e aprì con rabbia la grande porta.

Gli bastò fare qualche passo verso la strada che…..

 

VUOI SPOSARMI !!??

 

Il telo bianco che per giorni aveva coperto quel muro con il cartello che avvisava di alcuni lavori non c'era più. Ora solo quella scritta: "Vuoi sposarmi!!??" 
Questo fu quello che si ritrovò davanti Jensen non appena gli occhi misero a fuoco il grande murales che campeggiava dall’altro lato della strada. Dovette provare più volte a rileggerlo, poiché i flash dei vari telefonini, di quelli che riconobbe come i loro amici di sempre, continuavano ad accecarlo.

La scritta colorata, era dipinta alta da terra di un paio di metri e al centro e sotto di essa, Misha, sorridente ed entusiasta. Felicità ed entusiasmo che gli morirono sul viso non appena vide avanzare verso di lui, il compagno di Jared. Non proprio con un’espressione rassicurante, anzi, sembrava decisamente furioso.

Jensen ci mise poche falcate a raggiungere il moro.

“Figlio di puttana!!!” lo sentì esclamare Misha, prima di vedersi sferrare un pugno in pieno viso.

Il poveretto capitolò velocemente al suolo.

“Jensen….” gridò allarmato Ty, un loro amico, poco distante da Misha. Ma quel richiamo non bastò a fermare la rabbia di Jensen.

“Non bastava che te lo fossi preso….che te lo fossi portato a letto...” gli ringhiava contro Jensen, mentre se lo sistemava in modo da poterlo colpire ancora.

“Ma cosa...no...no….” provava a difendersi Misha, preso decisamente di sorpresa, mentre Ty e altri si facevano vicini per intervenire in aiuto di Misha.

“Dovevi chiedergli di sposarti...qui? Sotto casa nostra? Davanti ai miei occhi??” continuava mentre lo spingeva con forza al pavimento. “Che razza di persona sei??” e stava per colpirlo una seconda volta, quando Jared e Ty, riuscirono finalmente a fermarlo e a tirarlo via da Misha che venne prontamente aiutato da Rich e Matt.

“Ma che cazzo ti prende?!” chiese Ty, strattonando il biondo ancora infuriato e che rifiutava ogni contatto con Jared.

“ Sono settimane che Jared mi tradisce con questo figlio di puttana e lui….” fece indicando Misha. “...ha anche avuto il coraggio di presentarsi qui per chiedergli di sposarlo.” spiegò con rabbia. “Mi fate schifo!!” fece guardando Misha e Jared e poi voltandosi a guardare anche gli altri amici che lo fissavano completamente stravolti.

“Io?….sposare...Jared?” fece ancora con affanno Misha. “Io e Jared? Insieme...insieme? Ma...cosa...” balbettando in piena confusione. “Jensen!!!! Io...io devo sposarmi tra tre mesi con….lei!” fece indicando una brunetta che osservava stravolta , in disparte. “Gliel’ho chiesto due settimane fa e ha detto di sì!”

Ma Jensen per tutta risposta, si girò a fissarla e sbottò fuori un ironico: “Mi dispiace sorella, a quanto pare matrimonio annullato!”

“Jensen ma sei impazzito?!” chiese Rich.

“No!” convenne il biondo.

“Sì, lo sei!” fu la replica di Jared alle sue spalle.


“Tu...tu non osare!!” fece minaccioso Jensen, puntando il dito verso quello che ormai era l’ex compagno.

“Hai rovinato tutto!!” esclamò Jared e nel suo tono un inizio di ira a stento trattenuta.

“Io?!” ribattè piccato Jensen.

“Sono stato tanto tempo con Misha? sì. Sono stato con lui anche nell’orario fuori lavoro? Sì. Tornavo a casa sfinito? sì. Ero talmente stanco da ignorarti ogni tanto? Cavolo, sì.” si mise ad elencare con nervosismo e sarcasmo.

“Tu...tu sei...”

“Uno stupido! Ecco cosa sono!!” lo spiazzò Jared, lasciando per un attimo, Jensen, senza parole. “Uno stupido che ha speso le ultime due settimane ad organizzare la tua festa di compleanno. Festa di compleanno che sarebbe dovuta cominciare con questo...” fece indicando il grande disegno.
Jensen , che iniziò a sudare perché forse, solo forse, stava iniziando a capire, si voltò a rileggere la scritta e quel “VUOI SPOSARMI !!??” era ancora lì che lo fissava in attesa di una risposta.

“Festa di compleanno che sarebbe dovuta diventare una festa di fidanzamento, se tu mi avessi risposto di Sì. Festa di fidanzamento che sarebbe dovuta finire con noi due in vacanza, per una settimana, a Maui, come regalo da parte mia, brutto idiota!!” finì mentre gli occhi di Jensen stralunarono dallo sconcerto di quella rivelazione.

“Tu...tu avevi...tu stavi per...”

“Sì, maledetto stupido. Io avevo.., io stavo per..” lo prese in giro. “E lo avrei fatto se tu non mi avessi accusato di essere un traditore e non te ne fossi andato via dal nostro appartamento come hai fatto.”

“E non avessi preso a pugni me!” fece Misha poco distante da loro.

E in quel momento Jensen si voltò di scatto verso il moro, che istintivamente fece un passo indietro.

“Oddio!!” esclamò in imbarazzo , ora che aveva capito tutto. “Mi...mi ..dispiace!” sussurrò, ormai conscio del madornale e imbarazzante equivoco in cui era letteralmente affogato.

 

“Ok, ragazzi!” fece Ty, ormai certo che la calma era tornata. “I nostri due cowboys, qui, hanno bisogno di un po’ di privacy. Noi , ora, ce ne andiamo al locale e quando arriveranno loro, inizieremo le danze che siano per un compleanno o per un fidanzamento!!” fece scherzoso, mentre invitava tutti a seguirlo.

E mentre tutti scemavano, Jensen fermò Misha per un braccio.

“Io...io non so da dove iniziare a chiederti scusa!”

“Promettimi solo che quando avrai l’impressione che il gigante ti stia tirando un brutto scherzo, non verrai a prendere a pugni me, perché...wow!! amico, hai un destro micidiale. Credevo che la testa mi si sarebbe staccata dal collo.” riuscì a scherzare massaggiandosi la guancia e il mento.

“Misha….Misha, scusa ancora.” fece realmente avvilito e in colpa.

“Ok! Ok!...va bene. Ora, però, credo che sia ad un altro che tu debba chiedere scusa!” e così dicendo, gli mise le mani sulle spalle e lo girò in direzione di Jared, che lo guardava tra il dispiaciuto e l’arrabbiato e aveva le braccia conserte al petto.

“La vedo dura, Misha!” ammise colpevole.

“Eeeehhhh! Facile non sarà, amico.” lo canzonò Misha. “Ma diciamo che almeno per stasera , te lo meriti!” e gli diede una spintarella, prima di andare via e raggiungere la sua fidanzata e Ty alla sua macchina.

 

Jensen fece qualche passo verso Jared.

Non aveva nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia.

E quando gli fu abbastanza vicino sussurrò appena: “Bel murales!”

“Come scusa?!” fece l’altro.

“Murales particolare!” provò ancora. “Davvero….davvero bello!” azzardò.

“Già. Credevo anche io fosse un murales magnifico. Peccato che sia inutile adesso!” asserì serio, mentre finalmente Jensen alzò lo sguardo su di lui e Jared potè vedere uno sguardo allarmato e confuso, sul volto del biondo.

“Jared...Jared io...”

“Come hai potuto, Jensen? Come ti è saltato solo in mente che io potessi tradirti? Con Misha, poi?”

“Lasciami spiegare!”

“Perfetto!! Ora sei tu quello che vuole spiegarsi. Buffo, perché fino a dieci minuti fa, ero io quello che stava implorando di essere ascoltato!” lo rimproverò a ragione e Jensen non seppe come replicare, poiché Jared, in effetti, aveva ragione. “Ho chiesto favori a destra e a manca per farci avere questa settimana. Ho dovuto chiedere un permesso speciale al comune e a quelli di questo condominio...” indicando l’edificio alle spalle di Jensen. “...per poter scrivere sul muro. Ho promesso doppi turni in ufficio….”

“Jared, io...”

“Ho dovuto fare perfino il carino con l’addetta dell’agenzia di viaggio per avere la prenotazione nell’hotel vicino alla spiaggia. Hai idea di quanto sia difficile prenotare con così poco anticipo in un hotel alle Hawaii e per di più in questa stagione?..”

“Mi dispiace. Io non so cosa….”

“Ho dovuto promettere biglietti per i Cowboys al proprietario del locale che avevo affittato, solo per noi, stasera.”

“Oddio...”

“Ho dato fondo al mio “fondo per le occasioni speciali” per organizzare tutto questo...”

“….”

“Perchè questo….” fece indicando il disegno ormai inutile. “...era speciale. Perchè tu lo eri!!!” fece amareggiato, mentre Jensen andò in un muto panico.

Lo eri” Jared aveva appena detto “Lo eri

“E tu?” e quel richiamo improvvisamente severo, Jensen, lo guardò fisso negli occhi, incapace di parlare. Troppa la colpa che sentiva. L’aveva fatta davvero grossa questa volta. “Tu mi hai chiamato traditore, mi hai preso a schiaffi, hai preso a pugni un nostro amico, e tutto mentre ti chiedevo di essere ascoltato. Da quando sei diventato un cavernicolo violento, Ackles? Da quando hai smesso di essere il ragazzo dolce di cui mi sono innamorato, quello che piange se vede “Io e Marley!” ? Quello che mi abbraccia la sera fin quando non mi addormento e mi sveglia la mattina con un bacio e un caffè appena fatto? Dov’è, Jensen? Perchè la persona che è scesa come una furia dal nostro appartamento io non la conosco.”

“Perdonami!” fu l’unica cosa che riuscì a sussurrare dopo quello sfogo più che plausibile da parte di Jared. “Perdonami!”

“Sarà difficile farlo, Jensen!” proferì Jared, con tono serio. Troppo serio. “Non voglio e non posso avere accanto a me, qualcuno di cui dovrei avere paura!” gli fece presente Jared, alludendo allo scatto d’ira che aveva avuto Jensen e Jensen comprese appieno le parole del ragazzo e si sentì morire dentro, perché l’ultima cosa al mondo che voleva era essere qualcuno di cui Jared poteva avere paura.

“Lo so. Ma non ti chiedo di dimenticare e ricominciare questa serata. Non lo merito. Non ti chiedo di fare finta di niente o di andare al locale e festeggiare come se niente fosse. Non...non ti chiedo di….” e in imbarazzo , quasi senza rendersene conto, tornò a fissare le parole su quel muro.

“Cosa vuoi allora, Jensen?!”

“Tienimi il broncio. Incazzati. Fammela pagare. Prenditi il tempo e lo spazio che vuoi e che ti serve per digerire quello che è successo stasera. Ma non….non lasciarmi. Per favore, non lasciarmi.”

Jared lo guardò e vide sincero dispiacere sul volto di Jensen. E in effetti nemmeno lui, ora, con la mente più fredda, riuscì a spiegarsi una tale reazione.

“Dimmi perché?!”

“Perchè ti amo, Jared. Io ti amo, lo giuro.”, ma Jared lo corresse.

“No, dimmi perché ti sei comportato così?!”

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Capitolo 2
*** La pace ***


Jensen fece un respiro profondo e capì che con quella risposta si giocava il suo futuro con Jared.

“Perchè quando ti ho incontrato mi sono innamorato di te talmente in fretta che quasi non credevo potesse succedere. Perché quando mi hai detto Ti amo , la prima volta, avevi gli occhi lucidi per l’emozione. Perché sei diventato talmente importante per me che non riesco a vedere la mia vita senza di te al mio fianco. Perché so che il modo in cui ti faccio ridere, ti faccio star bene, il modo in cui ti coccolo quando sei stanco o il modo in cui facciamo l’amore è qualcosa che abbiamo solo noi. È qualcosa che non avremmo con nessun altro. Perché ho capito che o avrei avuto te nella mia vita o sarei rimasto solo per sempre.” e poi , Jensen , mise una mano in tasca e tirò fuori qualcosa che Jared non si sarebbe mai aspettato.

“Ma cosa...”

“Perchè avevo comprato questo e stavo per chiedertelo io. Ma poi tu...in queste settimane….con Misha. E io...sono andato piano piano fuori di testa e ho pensato male e queste sere da solo hanno peggiorato le cose e poi stasera io ho peggiorato le cose.” ammise con un sorriso amaro, mentre apriva la scatoletta e mostrava a Jared, il prezioso cerchietto in oro bianco. Semplice ma bellissimo.

“Tu volevi….sposarmi?!” balbettò Jared, ancora scombussolato dalle parole che aveva appena sentito pronunciare dal compagno.

“Sì...e lo voglio ancora. Ma credo di aver perso la mia occasione oramai.” ammise amaramente, Jensen, dopo aver commesso quell’enorme sbaglio.

“Jensen, io...”

“Lo so, lo so, ti capisco. Ho sbagliato e non merito perdono. Forse non ora, forse mai.” disse con un filo di voce. “So che merito di essere piantato qui, da solo dopo quello che è successo.”

Jared ebbe un fremito a quella presa di coscienza del biondo. “Jensen...” provò, ma Jensen lo foermò.

“Ma fammi solo una promessa, Jared. Per favore!” fece con rassegnazione e si avvicinò appena all’altro che era in attesa. “Non rimanere da solo a lungo. Tu...tu sei un ragazzo fantastico, capace di sbrigartela in ogni occasione, ma non sei fatto per stare da solo. Hai bisogno di qualcuno che ti abbracci la sera sul divano perché vuoi buttarti alle spalle una giornata pesante di lavoro. Hai bisogno di un bacio e di un caffè la mattina appena sveglio. Hai bisogno di qualcuno che capisca quando vuoi essere consolato e quando vuoi essere lasciato in pace a rimuginare su quanto sia difficile la vita. E hai...Dio!!...” fece emozionato. “...tu hai bisogno...no, tu hai diritto di ridere perché sei bellissimo quando ridi, perché ti senti bene quando lo fai e il tuo sorriso fa stare bene chi ti è attorno. Per favore...per favore fammi solo questa promessa. Voglio che tu sia felice.” e poi: “ Mi basta questo. Io ho sbagliato ma mi basterà sapere che tu sei felice per sopportare le conseguenze di questo mio stupido stupido sbaglio!” concluse sorridendo amaramente.

 

In quel momento, in quel preciso momento, Jared , rivide davanti ai suoi occhi , l’uomo di cui si era innamorato. Quello dolce, quello capace di ammettere i propri errori, quello che pensava al suo bene prima che al proprio. Respirò piano e sentì finalmente, il suo corpo rilassarsi.

“Leggi cosa c’è scritto su quel muro, Jensen” domandò stranamente.

“Cosa?!” chiese Jensen.

“Leggi cosa c’è scritto!!”

“Jared...per favore, non...non farmelo fare.” rispose Jensen.

Quello a cui pensò fu che Jared, voleva fargli capire ciò che aveva perso, chi aveva perso e leggere quella scritta, leggere quelle parole, significava rendere tutto ancora più reale. Rendere quel dolore , quella separazione ancora più dolorosa.

“Leggi quel cazzo di murales, Ackles!!” sbottò irato, Jared.

Il biondo sospirò sconfitto e senza aver bisogno di voltarsi, recitò semplicemente: “Vuoi sposarmi?”

Ma ciò che successe, ciò che sentì rispondersi lo spiazzò definitivamente.

 

“Sì, lo voglio.”

Questo fu ciò che Jared sembrò rispondere a quella domanda non domanda.

 

Jensen strabuzzò gli occhi, deglutì sorpresa, cercò di dire qualcosa senza riuscirci tanta era la confusione in cui si trovava , ora, la sua mente.

“Che hai….che hai ...detto?!” balbettò al giovane dinnanzi a lui.

“Si, lo voglio. Voglio sposarti!” ripetè oramai , senza più astio nel tono o nella voce.

“Ma tu...io...quello che….cioè...” biascicò ancora incredulo, Jensen.

Jared gli sorrise e la sua mano, dolcemente gli andò ad accarezzare il viso sbalordito.

“Questo è l’uomo che amo. Le parole che ho appena sentito sono le parole che mi hanno fatto innamorare di lui. Il modo in cui la sua voce le ha pronunciate è il suono che mi culla la sera e mi risveglia il mattino.” rispose con una dolcissima pacatezza in cui Jensen si beò di affondare.

“Jared , io….”

“Ti ho odiato con tutto me stesso quindici minuti fa, ma il modo in cui hai capito l’errore che hai fatto, il modo in cui hai chiesto scusa. Le parole che hai detto ….questo sei tu, questo è il mio Jensen! Questo è il Jensen che amo alla follia!” disse mentre piano annullò la distanza rimasta tra loro, per un bacio lento e dolce. A fior di labbra.

Quando , a malincuore, Jensen, si allontanò dalla bocca del compagno, lo guardò con una punta di malizia.

“Che c’è?!” chiese , il più giovane, baciandogli le labbra piano, lentamente, tra una parola e l’altra.

“Credo...credo che tu debba chiedermi…..sì, insomma….non dovevi chiedermi qualcosa?!”

Jared sorrise. Sì, che doveva e voleva chiedergli qualcosa.

Si allontanò appena da Jensen, prese dalla tasca anche il suo scatolino, identico a quello di Jensen. Il contenuto identico a quello di Jensen, cosa che fece sorridere entrambi.

“Vuoi sposarmi, Jensen?!”

“Sì...sì che voglio sposarti, Jared!!” rispose immediatamente Jensen, abbracciandolo forte e rubandogli un bacio ben più appassionato del precedente.

 

“Ehi!!!Prendetevi una stanza!!” gridò qualcuno da una finestra e Jensen ridendone , guardò Jared. Ormai di nuovo sereni.

 

“Credo abbia ragione!” suggerì il più giovane, ammiccando malizioso.

“Ma ci stanno aspettando al locale!” asserì Jensen, comunque davvero allettato dall’idea di riappacificarsi in ben altro modo.

“Credimi, hanno da mangiare e bere fino all’alba. Non si accorgeranno della nostra assenza per un bel po’!!” convenne malizioso Jared, mentre preso Jensen per una mano, lo tirava verso il loro appartamento.

 

Una volta chiusa la porta del loro appartamento , Jensen nemmeno si accorse di come era arrivato così velocemente in camera da letto. Fatto sta’, che dalla strada si era ritrovato sdraiato sul loro letto e con Jared sopra di lui che , con ben poca calma, gli apriva la camicia. Lo sguardo affamato, gli occhi lucidi, la bocca appena schiusa per l’affanno e l’eccitazione.

Jensen , non potè che rispondere allo stesso modo, con la stessa passione, solo che lui iniziò dai pantaloni e in ben poco tempo i loro vestiti vennero ben presto dimenticati sul pavimento. Baci su ogni lembo di pelle affannato. Carezze voluttuose che strappavano gemiti e ansimi melodiosi. I corpi che si cercavano, le labbra che si trovavano, i loro sapori che si mischiavano.

E quando anche l’intimo fece la stessa fine dei vestiti, Jared , per un attimo, si fermò a fissare il ragazzo che aveva prigioniero sotto di lui e che si beava di quella prigionia.

“Cosa...che c’è?” sussurrò Jensen, affannato, ma comunque sorpreso da quella sorta di stasi del compagno.

“Dio!!! sei magnifico!” esclamò con semplicità Jared, continuandolo a guardare, senza evitare di sorridere al rossore imbarazzato di Jensen.

“Jared...” fece infatti, Jensen, distogliendo per un attimo lo sguardo da quello del suo amante, ma Jared , prontamente, con una mano , carezzandogli il viso, costrinse dolcemente, Jensen, a guardarlo di nuovo.

“Come hai potuto pensare che io potessi rinunciare a te...a noi?!” fece con un dolce rimprovero.

Jensen, che ora, lo stava guardando di nuovo, con un’abile mossa, ribaltò le loro posizioni, finendo cavalcioni al giovane compagno, che non si ribellò a quel gesto.

Jensen gli baciò le labbra morbide e arrossate dai tanti baci che già si erano donati. E poi poggiò la fronte a quella di Jared.

“Volevo chiederti di sposarmi da settimane, aspettavo solo il momento giusto e quando la mia mente, la mia stupida stupida mente, ha convinto il mio cuore che mi stavi tradendo con Misha, non ho ragionato più. E l’unica cosa che riuscivo a pensare era che ti stavo perdendo, che ti avrei perso per sempre. E non riuscivo ad accettarlo.” confessò.

“Troppo orgoglioso per una schermaglia d’amore!?” cercò di alleggerire quella confessione, Jared, carezzandogli le gambe strette ai propri fianchi.

“Troppo innamorato per accettare l’idea di perdere l’amore della mia vita!” lo spiazzò Jensen, spezzandogli il fiato.

Jared, emozionato da quella dichiarazione, sollevò una mano e gli carezzò dolcemente il viso. Si sporse appena per baciargli le meravigliose labbra piene. Lentamente, quasi lo stesse saggiando.

“Tu non mi perderai mai!” e poi cercando i suoi occhi verdi e brillanti. “Mai!!” ribadì con decisione. “Siamo come quella scritta sul muro.”

“Le scritte sui muri sbiadiscono!” azzardò amaramente, Jensen.

“Non quando c’è chi le curerà giorno dopo giorno per far sì che i colori rimangano sempre brillanti!” lo rassicurò Jared.

Jensen sembrò illuminarsi. Si sentì rinato da quella promessa.

 

L’amore esplose di nuovo e in quella posizione, Jensen, lasciò che Jared lo completasse, lo reclamasse come suo. Lo facesse suo.

Movimenti , al principio lenti e cadenzati, divennero pian piano, movimenti più appassionati, spinte più mirate. Il tutto divenne un dare e un ricevere piacere e appagamento. Jensen, di nuovo incastrato sotto il corpo di Jared, si concedeva per donare tutto sè stesso. Jared legato al corpo di Jensen, si inarcava per accogliere tutto ciò che con quel tale amore gli veniva offerto. I corpi assecondavano la ricerca di un piacere appagante, i respiri affannati si rincorrevano estasiati, felici di affannarsi ancora.

Fin quando, l’estasi più sconvolgente , non li avvolse, lasciandoli stretti l’uno all’altro, meravigliosamente sfiniti, felici e innamorati.

 

 

Circa un’ora e mezza dopo, il cellulare di Jared squillò. Il giovane, seccato dal dover smettere di accarezzare la schiena del compagno sdraiato sul suo petto, allungò una mano fuori dal letto, recuperò il cellulare scivolato fuori dalla tasca del jeans dimenticato sul pavimento e cliccò per rispondere.

“Ty? Problemi amico?”

Ehi!! qui cominciamo a chiederci a cosa dobbiamo brindare. Ad un compleanno?, un fidanzamento? A due single di nuovo su piazza?” azzardò con tono scherzoso, ma lo fece solo perché riconobbe nel tono con cui Jared gli aveva risposto , tutt’altro che sconforto o tristezza.

“Sì, hai ragione. Arriviamo tra un po’!” disse con tranquillità.

Arrivate?!” replicò scherzoso , l’altro. “Tu e ….Jensen?!

“Sì. Io e Jensen.” rispose con lo stesso tono scherzoso. “Il tempo di una doccia!” e mise giù.

 

“Mi auguro che tu con “il tempo di una doccia” non volessi dire che la doccia sarà veloce?!” mugugnò Jensen, baciando il petto del compagno. Baciandolo come sapeva, Jared, adorava essere baciato.

“Quanto mai le nostre docce sono state veloci!?” maliziò il più giovane, spingendolo improvvisamente via da lui , balzando fuori dal letto e correndo verso il bagno seguito a ruota da Jensen.

 

 

Nel locale, Misha, guardava interdetto Ty. “Allora?”

Ty, sorrise, sollevato. “Diciamo che quei due stanno facendo la prova della prima notte di nozze!!”

“Ottimo!!” esclamò soddisfatto e sollevato, il bruno.

Alex, il più giovane della compagnia, accanto a loro, li guardò stranito. “Non sapevo che anche per la prima notte di nozze ci fossero delle prove?!” chiese ingenuamente.

I due amici, si guardarono e passando le braccia intorno all’amico più mingherlino esclamarono all’unisono: “Oh anima candida e innocente!!” e se lo portarono al bancone per offrirgli un’altra birra!

 

 

“Come vivo? Come faccio a respirare? 
Quando non sei qui con me mi manca il fiato 
Voglio sentire il tuo amore…..
Dimmi è questo ciò per cui ho dato tutto? 
Per te devo rischiare tutto 
Perché è scritto sul muro...”

(Writing’s on the wall, Sam Smith)

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