A new kind of Magic

di BeautyLovegood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 2: *** Niente più robot ***
Capitolo 3: *** Acqua Santa ***
Capitolo 4: *** Fuoco Infernale ***
Capitolo 5: *** La scelta di Magic ***
Capitolo 6: *** La famiglia al completo ***
Capitolo 7: *** L'ultimo ingrediente ***



Capitolo 1
*** Ritorno a casa ***


Magic si svegliò di soprassalto. Non aveva fatto un brutto sogno, ma sentiva comunque una sensazione strana sulla sua pelle e nel suo cuore.

Si guardò intorno. Dal finestrino si vedevano colline verdi e campi gialli e rossi. Il suo aereo stava per atterrare nella sua amata Inghilterra. La vacanza con le sue amiche era finita ed erano tutte e quattro soddisfatte e molto stanche.

- Finalmente siamo arrivate.- disse rivolgendosi a Rose, seduta vicino a lei. O almeno… così doveva essere.

- Rose? Rose, dove sei?

Forse era andata in bagno. Ma il segnale delle cinture era acceso, non ci si poteva alzare. La giovane bussò sul sedile davanti a lei per ricevere l’attenzione di Georgia e Martha, ma nessuna delle sue rispose. Provò a chiamarle, inutilmente.

Magic si guardò intorno. Tutti i sedili erano vuoti e non c’era neanche una hostess.

- Rose? Georgia? Martha? C’è nessuno?

Niente da fare. Magic non resistette più e si slacciò la cintura per andare a vedere nella cabina di pilotaggio. Anche quella era vuota, ma pur non essendoci neanche un pilota, l’aereo non stava precipitando.

- Che sta succedendo?- esclamò Magic. La sua ansia stava aumentando sempre di più.

- Papà Cro?! Papà Azi?! Aiutatemi, vi prego!- disse cercando di stabilire un contatto telepatico con entrambi i suoi padri o anche con uno solo dei due, ma né il rosso demone né il biondo angelo apparve davanti a lei.

Quando l’aereo atterrò, Magic si diede un forte pizzicotto, nella speranza di svegliarsi seduta al suo posto e vedere le sue amiche e tutti gli altri passeggeri, ma ottenne solo dolore e un grande segno rosso sul braccio.

- CHE STA SUCCEDENDO?!- sbraitò ormai al limite della sopportazione e della paura. Prese la sua valigia e batté le mani per ritrovarsi direttamente a casa sua, ma l’aereo non si trasformò nell’appartamento della famiglia Crowley-Fell. Magic urlò per sfogare la sua rabbia, ma anche per farsi sentire da chiunque fosse nei paraggi. Tutto inutile.

Magic scese dall’aereo. Non c’era nessuno, neanche gli uccelli nel cielo.

- PAPÀ CRO?! PAPÀ AZI?! MI SENTITE?!

Aveva le lacrime agli occhi. Smise di urlare quando sentì un forte bruciore alla gola.

 

///

 

- Finalmente la nostra principessina è tornata!- esclamò Crowley con un grande sorriso stampato sulle labbra.

- E finalmente tu smetterai di piagnucolare per la sua assenza in casa.- commentò Aziraphale e suo marito gli rispose con una linguaccia. Un’ora e mezza dopo che l’aereo era atterrato, i due videro Rose, Martha e Georgia avvicinarsi a loro con le loro valigie, ma non vedevano Magic. Più le tre neo-maggiorenni si avvicinavano, più i due mariti e padri vedevano una grande paura sui loro volti.

- Rose, Martha, Georgia, dov’è Magic?- chiese Crowley preoccupato.

- Signori Crowley-Fell…- disse Rose, l’unica in grado di parlare, a differenza di Martha e Georgia che continuavano a tremare ed erano sul punto di piangere.

- Ragazze… che cosa è successo?- chiese Aziraphale spaventato.

 

///

 

Magic attraversò tutto l’aeroporto. Poteva entrare da qualsiasi parte, ma non riusciva a trovare nessuno. Le sembrava di essere finita in Io sono leggenda, uno dei film che odiava di più per l’ansia che le aveva fatto venire ogni volta che Will Smith e il suo pastore tedesco se ne andavano in giro per una New York completamente vuota e più simile ad un deserto cittadino che a una metropoli.

Non aveva ancora preso la patente, perciò non poteva neanche tornare a Londra in macchina da sola. D’un tratto, notò un’enorme macchia nera in mezzo alla nebbia che si era formata proprio mentre l’aereo stava atterrando. Magic si avvicinò alla macchia e urlò di gioia quando si rese conto che si trattava della Bentley di suo padre Crowley.

- Li aspetterò qui.- pensò a voce alta, ma quando batté le mani per aprire la portiera, questa rimase chiusa.

- CAZZO!

Magic non ce la faceva più a sopportare.

- HO BATTUTO LE MANI! DEVI APRIRTI, STUPIDA MACCHINA!- urlò furiosa contro la macchina e la prese persino a calci, riuscendo infine ad aprirla. Magic sbatté la valigia sul sedile posteriore e si mise alla guida della Bentley.

- Scusami, Papà Cro!- esclamò e ingranò la prima marcia.

 

///

 

Aziraphale si offrì di accompagnare le ragazze alla metropolitana, mentre Crowley cercava di creare un contatto telepatico con Magic, ma non riusciva a sentire niente, come se sua figlia fosse svanita nel nulla e la cosa non gli piaceva per niente.

Magic, tesoro mio, dove sei?, pensò sull’orlo delle lacrime.

- Crowley! Crowley!

Aziraphale raggiunse suo marito correndo a perdifiato.

- La… la… Bentley… è… sparita!

Crowley strinse i denti fino a sentire dolore alla mascella e sbatté i piedi talmente forte da creare un piccolo terremoto che colpì solo l’aeroporto.




























































Magic è tornata! Se per il momento non avete capito bene quello che sta succedendo, state tranquille, è solo l'inizio! Al prossimo capitolo!

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Capitolo 2
*** Niente più robot ***


Mentre Magic guidava come una furia proprio come il suo padre demone, provò a telefonare a tutti quelli che conosceva, ma non riusciva neanche ad accendere il cellulare. Almeno l’impianto stereo funzionava ancora e Freddie, Brian, Roger e John potevano farle compagnia con la loro musica.

- Freddie Mercury, se almeno tu riesci a sentirmi, aiutami!- disse mentre cercava di godersi Bohemian Rhapsody, ma non ce la faceva.

Arrivata a Londra, si fermò al centro di Piccadilly Circus, anch’essa completamente deserta, ma le insegne erano ancora accese.

- PERCHÉ NON RIESCO A SVEGLIARMI DA QUESTO INCUBO?!

Magic sentì un forte dolore allo stomaco. Aveva fame, ma non la forza di mangiare, era troppo stanca e devastata.

Guidò fino all’unico posto in cui si sentiva al sicuro. O almeno era così prima che partisse per la sua vacanza. In casa non c’era nessuno, soltanto le piante lussureggianti. Magic le salutò con delle carezze.

- Non sono mai stata così felice di vedervi, ragazze! Siete bellissime! Scommetto che Papà Cro vi ha fatto piangere, se foste dei salici!

Magic rise per la sua battuta, poi andò nello studio di Crowley per usare il suo telefono.

- Ti prego, funziona almeno tu!

Niente da fare. Neanche quello funzionava. Improvvisamente, la televisione si accese e Magic vide Gabriele e Belzebù davanti ad uno schermo bianco e nero.

- Salve, signorina!- la salutò l’arcangelo con un finto sorriso.

- Non sei più una mocciosa.- disse il leader delle forze infernali con rabbia.

- Che cosa volete da me?- chiese Magic cercando di non apparire spaventata.

- Tu e i tuoi papà ci avete giocato un bello scherzo con quella doppia bambina robot. Se non fosse stato per la goffaggine di Sandalphon che ha rovesciato dell’acqua santa addosso a quell’aggeggio meccanico, non ce ne saremmo mai liberati.

- Dilettanti! Io l’ho bruciato dopo che mi aveva chiesto per la milionesima volta di raccontare tutto l’Inferno di quel pallone gonfiato di Dante!- disse Belzebù facendo apparire una fiamma nella sua mano.

- Che cosa avete fatto ai miei padri? E a tutto il genere umano?- chiese Magic rabbiosa.

- La buona notizia è che non abbiamo ucciso nessuno. Ti abbiamo solo resa invisibile agli occhi di chiunque viva sulla Terra.- spiegò Gabriele.

- Quella cattiva è che se tu non sceglierai di usare i tuoi poteri per il Paradiso o per l’Inferno, tenteremo le persone a cui tieni ad uccidersi da sole… a cominciare da Crowley e quella palla di lardo angelica.- aggiunse Belzebù.

- NON CHIAMARE COSÌ MIO PADRE AZIRAPHALE, BRUTTA MOSCA MERDOSA!- sbraitò Magic colpendo il punto dello schermo dove c’era Belzebù con un pugno che lo ruppe.

- Attenta con le parole!

- Io non do ascolto agli ipocriti come te, mentone!- disse Magic a Gabriele mentre si massaggiava la mano. Lo schermo si spense.

- Stammi a sentire, signorina.

Magic si girò e si ritrovò i due “vice-grandi capi” sovrannaturali a tre metri di distanza. Belzebù la guardava indicandola con un dito.

- Abbiamo sopportato i capricci della tua versione robotica per troppo tempo! Adesso non si gioca più!

- Ti diamo tempo fino al tramonto per decidere da che parte stare per l’eternità. Lo splendore del Paradiso...- disse Gabriele con tono duro.

- … o l’oscurità dell’Inferno! Sappi che fuori da questo appartamento ci sono angeli e demoni pronti a darti una bella lezione se provi a scappare!- concluse Belzebù e sparì insieme a Gabriele.

 

///

 

- Giuro che appena trovo quel bastardo che mi ha rubato la Bentley, non risponderò più delle mie azioni!

Aziraphale avrebbe voluto rimproverare suo marito, ma non ce la faceva e non gliene importava niente degli sguardi dei passeggeri nella metropolitana.

Magic è sparita, entrambi non riuscivano a pensare ad altro. Non sapendo niente del destino del doppio robot di Magic, non avevano pensato neanche per un momento che la loro figlia da poco maggiorenne fosse finita nei guai con il Paradiso e l’Inferno.

- Che cosa possiamo fare, Crowley?

- Adesso andiamo al Jasmine Cottage e ci facciamo aiutare da Anathema a rintracciare l’aura di Magic, sarà più facile ritrovarla piuttosto che fare un lungo e forse inutile giro del Mondo.

 

///

 

Magic stava accarezzando le foglie della pianta Cleopatra, la sua preferita, mentre le bagnava e la guardava come se fosse una persona.

- Che cosa posso fare, Cleo? Non posso chiedere aiuto neanche ad Adam…- disse tra le lacrime.

- Che cosa farebbero i miei papà? Voi che dite, ragazze? Che cosa farebbe Papà Crowley?

Le piante tremarono al suono del nome del loro padrone.

- Sì, lo so, lui troverebbe un modo per far tremare di paura… e Papà Aziraphale?

Le piante tremarono più forte di prima. Magic le guardò con aria interrogativa. Improvvisamente, ebbe un’epifania.

 

///

 

- Siamo qui da due ore, Anathema, come cazzo fai a non sentire l’aura di Magic?!- protestò Crowley.

- Crowley, smettila di urlare, sveglierai Agnes!- intervenne Newt, ma Crowley gli lanciò un’occhiataccia spalancando i suoi occhi serpentini, spaventandolo.

- Tu almeno sai dov’è tua figlia e io no!

- Crowley, ci sto provando, davvero, ho mischiato in tutti i modi la tua aura e quella di Aziraphale, ma non riesco a sentire quella di Magic da nessuna parte, nemmeno in casa vostra!

Aziraphale si coprì il viso con una mano. Neanche lui riusciva a percepire l’energia di sua figlia.

- Aspetta! Sento qualcosa… è la sua aura!

Crowley afferrò Anathema per le spalle e la fissò negli occhi.

- Dov’è mia figlia?- disse a voce bassa.

- Non la sento benissimo. È come… una specie di piccola fiamma… la sento addosso a delle piante verdi e alte.

- Le mie piante!- esclamò Crowley e afferrò Aziraphale per la mano.

- Andiamo a casa!- disse lui e schioccò le dita insieme al demone per ritrovarsi nella stanza delle piante nel loro appartamento, ma Magic non c’era.

I due fecero il giro intero della casa, chiamando la loro ragazza a voce alta.

- Crowley! Vieni a vedere!

Crowley raggiunse Aziraphale in camera di Magic che fissava il letto.

- Ho trovato questo al collo dell’anatra di Magic. Lo ha scritto lei.- disse mostrando un pezzo di carta. Crowley lo afferrò e lesse a voce alta.

 

Sono in pericolo, ma ho un piano e se riuscirò a salvarmi, sarà solo merito vostro. So quello che faccio e non ho paura. Vi voglio tanto bene,

Magic

 

 














































Ho in mente un piccolo grande piano per Magic! Cercherò di non farvi stare troppo sulle spine!

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Capitolo 3
*** Acqua Santa ***


Gabriele e Belzebù riapparvero in casa Crowley-Fell al tramonto, come avevano stabilito. Magic li stava aspettando seduta sul trono nella studio di Crowley e con le braccia e le gambe incrociate.

- Allora, hai deciso da che parte stare, mia cara?- chiese l’arcangelo.

Magic si alzò lentamente. Avrebbe voluto prendere a pugni entrambi, ma si limitò a sorridere.

- Ho avuto modo di pensare e vi propongo un accordo. Quando ero piccola, non ho avuto modo di visitare il Paradiso e l’Inferno, dopotutto sono stata imprigionata in un buco piuttosto stretto, perciò… vorrei passare un po’ di tempo in entrambi i posti, prima di decidere. Dopotutto, ho sangue sia angelico che demoniaco.

- Questa è…- disse Belzebù, ma Gabriele lo interruppe posando una mano sulla sua spalla.

- … una buona idea. Io direi di cominciare dal Paradiso.

E offrì la sua mano a Magic, che l’accettò cercando di trattenere il suo odio per lui.

- Non metteteci troppo! Vi do al massimo un’ora!- disse Belzebù puntando un dito contro l’arcangelo e lui annuì sorridente.

Lo schermo del televisore s’incrinò di nuovo, come se qualcuno avesse lanciato un sasso invisibile.

Papà Cro, pensò Magic ma si sforzò di non mostrarsi triste o spaventata.

 

///

 

Crowley stava prendendo a pugni qualsiasi oggetto in casa per sfogare la sua rabbia, esclusi quelli nella camera di Magic. Aziraphale si era seduto sul divano a fissare il vuoto. Non parlava e non si muoveva.

Il demone si fermò quando si avvicinò alla pianta Cleopatra. Stava per afferrarla per le foglie, ma sarebbe stato come strappare i capelli a sua figlia. Sapeva, suo malgrado, quanto ci tenesse a quella pianta. Sudato e stremato, si sedette vicino ad Aziraphale.

- Appena riprendo fiato, studio un altro piano per…

- No, Crowley! Non farai niente!- lo interruppe l’angelo.

- Che cosa intendi dire, angelo?

- Ho una strana sensazione. Non riesco a vedere Magic, ma percepisco di nuovo la sua energia e… sento che può farcela da sola. La cosa migliore che possiamo fare è lasciarla fare.

- Ma, angelo, lei è nostra…

- Lo so che è nostra figlia, Crowley, l’ho messa io al Mondo, anche se in modo alternativo! È nostra figlia e non è più una bambina. E io… mi fido di lei.

Crowley guardò suo marito in cagnesco.

- Perciò sei disposto a lasciarla affrontare da sola un pericolo di cui non sappiamo niente?

Aziraphale non riusciva a rispondere, ma non ce n’era bisogno.

- Fai come preferisci.- sussurrò Crowley, poi fece apparire un foglio di carta che firmò con una penna nera e li posò entrambi con durezza sul tavolino. Il cuore di Aziraphale saltò un battito quando lesse la parola Divorzio.

- Firmalo e poi vattene. Non ti voglio più vedere.

La voce di Crowley era fredda e piena di rabbia e dolore, ma anche se era come una pugnalata sia nel suo cuore che in quello di Aziraphale, l’angelo sapeva che non parlava sul serio. Lo lasciò uscire dall’appartamento e fece sparire il foglio con uno schiocco.

- Altissima… io… io…

Per la prima volta in vita sua, non riusciva a formulare una preghiera e scoppiò in lacrime per questo.

 

///

 

Gabriele faceva fare il giro del Paradiso a Magic tenendola a braccetto come un gentiluomo, quando in realtà voleva solo assicurarsi che non scappasse. Michele, Sandalphon e Uriele camminavano dietro di loro come tre guardie del corpo. Magic continuava a guardarsi intorno, alla ricerca di quello che le serviva per mettere in atto il suo piano e fingeva di prestare attenzione alle chiacchiere di Gabriele sulla superiorità del Paradiso e la sua passione per Tutti insieme appassionatamente, soprattutto per la canzone Climb every mountain.

- Sì, anche io adoro quella canzone.

Non era vero, la sua preferita era Do Re Mi, perché era con quella canzone che Aziraphale le aveva insegnato la scala musicale.

- Allora, mia cara, che ne pensi del Paradiso? Non è un incanto?- disse Gabriele dopo essersi fermato davanti ad una delle vetrate più grandi. La vista di Londra era maestosa.

- Indosseresti gli abiti migliori per sempre.- intervenne Michele.

- Faresti parte di questa grande famiglia di re celestiali.- aggiunse Uriele. Magic avrebbe voluto ribattere che ce l’aveva già una famiglia e che era la migliore che potesse desiderare.

- Solo noi angeli possiamo conoscere questa soddisfazione. Siamo praticamente perfetti: non conosciamo la fame, il sonno, la fatica… chi non vorrebbe un’eternità così?- disse con fin troppo entusiasmo Sandalphon. Fosse stato per Magic, lo avrebbe riempito di pugni per vendicare il suo papà angelo.

- Sì, è davvero… invitante. Ditemi, dove tenete l’acqua santa? I miei padri non mi hanno mai permesso neanche di guardarla.- disse cercando di sembrare convincente.

- Oh, non stento a crederti, mia cara. Vieni con noi.

Magic sentì la stretta dell’arcangelo farsi più forte, ma si sforzò di ignorarla per rimanere concentrata sul suo obiettivo.

Gabriele portò la giovane davanti ad una grande porta bianca.

- Aspettate qui.- disse a Michele, Uriele e Sandalphon e aprì la porta. Magic vide una grande cascata, circondata da piante lussureggianti e fiori bianchi. A suo padre Crowley sarebbe sicuramente piaciuto vedere tante nuove piante da terrorizzare.

- È bellissima…- mormorò con sincera meraviglia. Gabriele sorrise soddisfatto.

- Sì, è vero, mia cara. È bellissima… e pura. La più pura che esista in tutto l’Universo. Puoi toccarla, se vuoi.

Magic allungò una mano e guardò le gocce di acqua santa che si posavano sul suo palmo. Sembravano piccoli diamanti.

- Potrei… potrei rimanere sola per qualche minuto? Ho bisogno di pensare in pace mentre guardo questa meraviglia.- disse con gentilezza. Gabriele era restio a lasciarla da sola, ma Magic riuscì a convincerlo guardandolo con uno sguardo amorevole, lo stesso che rivolgeva qualche volta ai suoi padri per convincerli a farle fare alcune cose, come comprarle un nuovo vestito o lasciarla andare in un posto che le interessava.

- Fai pure, cara. Ti aspetterò fuori.- disse l’arcangelo prima di uscire e chiudere la porta a chiave.

Magic fece un lungo respiro e batté piano le mani per non farsi sentire dagli angeli. Fortunatamente, riuscì a compiere il miracolo di far apparire un’ampolla di grandezza media ai suoi piedi. La prese con delicatezza, tolse il tappo di sughero e l’avvicinò all’acqua santa per riempirla fino all’orlo per poi richiuderla con cura e guardarla con orgoglio.

- E uno. Ci rivediamo tra poco.- disse a voce bassa, baciò l’ampolla, la rimise a terra e la fece sparire con un altro battito.

- E ora… tocca all’Inferno.














































Dato che domani ho un piccolo saggio di musical, dovrete aspettare un po' per il prossimo capitolo, ma cercherò di non farvi aspettare troppo!

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Capitolo 4
*** Fuoco Infernale ***


Crowley stava per bere l’ennesima bottiglia di vino. Il liquido rosso si mischiava con quello salato delle sue lacrime che gli scivolavano sulle labbra. Era la seconda volta in vita sua che si sentiva l’essere più impotente dell’intero Universo.

- Mia figlia è scomparsa e Aziraphale non vuole cercarla! È normale, certo! Meglio per lui che non si faccia vedere quando tornerò a casa! SE tornerò! Non me ne frega più niente neanche di quelle piante di merda! Che muoiano lentamente! MA MIA FIGLIA DOV’È?!

Crowley afferrò la bottiglia ancora chiusa e la lanciò contro il muro, frantumandola e ritrovandosi coperto di gocce di vino rosso.

- Dove sei, tesoro mio?- disse con la voce rotta dalle lacrime. Anche Aziraphale rischiava di soffocare dal dolore e dalla frustrazione.

- Crowley… Magic… perdonatemi…

 

///

 

Gabriele aveva accompagnato Magic all’ascensore che l’avrebbe portata ai piani bassi.

- Ci vediamo più tardi, mia cara!- disse un secondo prima che le porte si chiudessero. Magic si appoggiò al muro e cercò di rimanere ferma, ma non riusciva a controllare le sue mani tremanti.

- Calmati, Magic, calmati, ci sei quasi… Papà Cro e Papà Azi non hanno avuto paura… non hanno avuto paura…- pensò a voce alta, ma non troppo.

- Oh, ma certo che hanno avuto paura! Chi non ce l’avrebbe in una situazione come questa? Erano spaventati, ma ce l’hanno fatta, quindi ce la posso fare anche io.

Le porte dell’ascensore si spalancarono e Magic vide Belzebù, Hastur e il “Demone Junior” Eric.

- Benarrivata, mezza-diavoletta!- la salutò Eric emozionato come una ragazzina che incontra la sua rockstar preferita.

- Chiudi il becco, Eric!- disse Hastur furioso.

- Vieni con noi, signorina!- disse Belzebù e offrì la sua mano sporca a Magic. Lei cercò di trattenere il suo disgusto e allungò la mano, ma il leader delle forze infernali l’afferrò per il polso e la trascinò in giro per l’Inferno, con Hastur ed Eric alle loro spalle che li seguivano per tenersi pronti ad un possibile attacco della ragazza. Crowley non aveva mai raccontato a sua figlia dell’Inferno nei minimi dettagli e per questo Magic era cresciuta convinta che quel posto fosse uguale a quello descritto da Dante nella sua Divina Commedia.

L’inferno di Dante è un parco divertimenti in confronto a questo, pensò Magic guardandosi intorno, anche se non c’era granché da vedere a causa dell’oscurità. Ogni volta che il quartetto passava vicino ad un gruppo di demoni, quest’ultimi fissavano e annusavano la giovane come se fossero dei cani attirati da un albero o da uno spuntino prelibato. Belzebù dovette trascinare con forza Magic quando lei si fermò per leggere il cartello Vietato leccare i muri.

- Sembra che non ci sia granché da vedere in questo posto, Magic, ma il potere dell’Inferno sta…

Belzebù si fermò davanti ad un’enorme botola che si aprì, mostrando la fiamma più alta che Magic avesse mai visto in vita sua.

- Nelle sue fiamme!- concluse il leader infernale.

Altro che quelle del giudice Frollo, pensò Magic. L’ironia le permetteva di controllare la sua paura.

- Riesco a sentire… la sua potenza!- disse con un filo di voce.

- Eccitante, vero?- intervenne Eric.

- Cibo per le nostre anime dannate.- aggiunse Hastur.

- Posso toccarlo… Lord Belzebù?- chiese gentilmente Magic a Belzebù. Quest’ultimo la fissò per un momento e poi le lasciò andare il polso, che era diventato rosso e si stava già gonfiando.

- Puoi anche farti avvolgere completamente. Dopotutto, hai un po’ di sangue demoniaco, non dev’essere un problema per te.

O adesso o mai più, pensò Magic con determinazione e avanzò verso le fiamme ad occhi chiusi. Quando li riaprì, si rese conto di essere ancora viva perché riusciva a muoversi, nonostante il potente calore del fuoco che l’avvolgeva come una coperta bollente.

- Va tutto bene là dentro?! Non ti vediamo!- le chiese a voce alta Hastur. Magic batté le mani e apparve l’ampolla piena di acqua santa, che afferrò prima che cadesse a terra.

- Sto alla grande!- esclamò e tolse il tappo per far entrare una grande quantità di fuoco.

- Adesso esco!- disse dopo aver richiuso l’ampolla e averla fatta sparire. Appena uscì dalle fiamme, si sentì come se qualcuno l’avesse spenta con un potente soffio.

- Come ti senti?- chiese Belzebù con voce dura.

- Sento… di aver preso la mia decisione. Possiamo vederci all’aria aperta con Gabriele? Ho bisogno di respirare un’ultima volta l’aria della Terra.- disse Magic con un sorriso. Belzebù alzò gli occhi al cielo con frustrazione, ma acconsentì e ordinò a Hastur ed Eric di portare la ragazza all’ascensore.

- Sento il tuo calore, bambolina!- sussurrò Eric all’orecchio di Magic mentre camminava dietro di lei. Magic gli lanciò un’occhiataccia per convincerlo ad allontanarsi da lei.

- Mi auguro che tu abbia preso la decisione giusta, signorina!- disse Hastur prima che le porte dell’ascensore si aprissero. Magic entrò con passo deciso e salutò i due demoni con la mano e un finto sorriso sulle labbra.

- A dopo!

Appena le due facce sporche e puzzolenti sparirono dietro le porte chiuse, Magic batté di nuovo le mani e strinse l’ampolla nei suoi palmi. Ora che conteneva acqua santa e fuoco infernale mischiati, aveva assunto un colore scuro che passava dal blu notte al viola fino al nero più totale.

- Grazie per l’immaginazione, Papà Cro!- esclamò, tolse il tappo con delicatezza e cercò di bere tutto d’un fiato il contenuto liquido. Aveva un sapore forte e amaro, ma che passava anche dal piccante al dolce e infine all’aspro. Proprio quando stava per arrivare alla fine, Magic si sentì male e s’inginocchiò sul piccolo pavimento dell’ascensore. Ripose con fatica il tappo e batté le mani per far sparire l’ampolla.

- Non ho ancora… finito con… te!

Magic perse le forze e si accasciò completamente a terra. Riusciva a sentire la purezza dell’acqua santa e il calore del fuoco infernale che percorrevano ogni singola vena del suo corpo ed era una sensazione spiacevole. Il ciclo mestruale non era niente in confronto a quello che stava provando.

- Papà… Crowley… Papà… Aziraphale…

Se doveva morire e rinascere come neonata davanti ai leader del Paradiso e dell’Inferno ed essere una loro vittima per sempre, voleva rivolgere a tutti i costi il suo ultimo pensiero ai suoi padri, le due creature che amava e ammirava di più al Mondo.



















































Avete capito le intenzioni di Magic? Tranquille, so già come andare avanti!

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Capitolo 5
*** La scelta di Magic ***


Magic riaprì gli occhi. Era ancora distesa sul pavimento dell’ascensore, ma almeno il dolore era sparito. Si rimise in piedi, si guardò le mani e se le portò al viso. Si sentiva ancora un po’ calda, ma anche potente. Come se stringesse il Mondo tra le sue mani. Era una sensazione piacevole, ma aveva altri piani per quel potere.

Le porte dell’ascensore si aprirono e Magic avanzò fino all’uscita del palazzo, aveva un grande bisogno di respirare aria da umani. Avrebbe voluto prendere un bel respiro profondo e tornarsene a casa dai suoi papà, ma non aveva ancora concluso il suo piano.

- Eccoti qua, mia cara!

Magic si girò e vide Gabriele e Belzebù che la fissavano. Dietro di loro c’erano Michele, Uriele, Sandalphon, Hastur ed Eric.

- Ti senti bene?- chiese l’arcangelo con finto interesse.

- Sì, mi sento molto bene.- disse Magic con sicurezza.

- Allora, che cosa hai scelto?- chiese con aggressività Belzebù. Magic guardò sia lui che Gabriele con le mani unite e un grande sorriso.

- Lo scoprirete presto. Sandalphon? Hastur? Potete avvicinarvi, per favore? State tranquilli, non mordo mica.- insistette Magic. Gabriele e Belzebù spinsero l’angelo e il demone verso la giovane con aggressività. Eric fece dei versi capricciosi per non essere stato scelto.

- Hai scelto noi, cara?- chiese Sandalphon.

- Come ti ho detto prima, mi auguro che tu abbia preso la decisione giusta!- disse Hastur con durezza.

- Sì, penso proprio di sì.

Magic posò le mani sulle spalle di Sandalphon, facendolo urlare, nonostante non lo stesse stringendo forte, poi gli mollò una potente ginocchiata nelle parti basse.

- Questo è per mio padre Aziraphale!- esclamò Magic mentre guardava il pelato angelo accasciato a terra che piagnucolava come un bambino per il dolore, poi si rivolse a Hastur e gli mollò due pugni in faccia, uno sul naso e uno sulla bocca, facendoli sanguinare più del dovuto.

- E questo è per mio padre Crowley!- disse con orgogliosa aggressività. Gabriele e Belzebù si guardarono spaventati.

- Che cosa sta succedendo?- chiesero in coro Eric e Michele, anch’essi spaventati.

- Succede, miei cari… che sono la figlia del demone e dell’angelo che si sono dimostrati migliori di tutti voi messi insieme! Avete provato una volta a farli fuori come punizione per aver impedito l’Apocalisse e non ci siete riusciti! Ed è anche per questo motivo che io sono speciale, perché con le mie potenzialità, posso tenere il Mondo in mano, anzi… l’intero Universo! Non ho bisogno né del Paradiso né dell’Inferno, sono bazzecole al confronto!- disse Magic con un’adrenalina che non si fermava più. Era sicuramente opera della sua “bevanda speciale”. Gabriele e Belzebù erano terrorizzati dalle sue parole, erano peggio delle visioni di Crowley immerso in una vasca di acqua santa e Aziraphale avvolto nelle fiamme.

- Io odio Aziraphale e Crowley!- disse Gabriele a denti stretti.

- Per una volta sono d’accordo con te!- disse Belzebù.

Magic afferrò Sandalphon e Hastur per i colletti delle loro giacche e li trascinò verso i loro capi. I due si sentirono come se delle tigri dai denti affilati li mordessero sul collo.

- Non sapete quanto sia eccitante, il potere!- esclamò Magic facendo l’occhiolino ad uno sconvolto e invidioso Eric.

- Con questo vuoi dire che… creerai una nuova Apocalisse?- chiese Gabriele con un briciolo di speranza.

- Mamma mia, Gabriele, quanto sei noioso! È anche per questo motivo che i miei padri preferiscono gli umani a voi, perché voi esseri soprannaturali e immortali avete una sola cosa in mente, una cosa noiosissima e avete fallito! Avete avuto più di seimila anni di tempo per studiare il piano perfetto e vi siete fatti battere da un angelo e un demone che hanno aiutato l’Anticristo e i suoi amici che, quel giorno, erano dei bambini di undici anni! Sapete come reagiscono gli adolescenti, soprattutto quelli americani, quando sentono parlare di queste storie?

Magic fece una pernacchia e formò una L con il pollice e l’indice destri che si posò sulla fronte.

- Sfigaaaati!

Gabriele, Belzebù e i loro seguaci si sentivano piccoli come insetti. Magic li guardò con soddisfazione e un sorriso malizioso.

- Non nego che potrei creare una nuova Apocalisse, ma nel frattempo, potrei fare cose migliori… o peggiori. Perciò, se volete continuare ad essere dei noiosi e ipocriti angeli e dei puzzolenti e ridicoli demoni, dovete lasciare in pace sia me che i miei padri. Avete capito?

L’arcangelo e il Lord degli Inferi annuirono. Ormai erano completamente sconfitti.

- Grazie mille. Auf Wiedersehen!

E Magic se ne andò, come se fosse appena stata a far shopping al centro commerciale. Camminò fino al primo piccolo parco che trovò e si fermò.

- Ho dimenticato una cosa.- pensò a voce alta e batté le mani. Si avvicinò ad una signora anziana seduta su una panchina e la salutò gentilmente. Per sua fortuna, quest’ultima ricambiò il saluto.

- Sììììì!- esclamò la ragazza felicissima e abbracciò la signora, lasciandola quasi senza fiato dalla sorpresa, poi tornò a casa a piedi. Voleva godersi una piacevole e meritata passeggiata nella sua città natale prima di riabbracciare i suoi padri e raccontare la sua piccola avventura. Telefonò persino a Rose, Martha e Georgia per rassicurarle che stava bene.

Nel frattempo, Aziraphale era ancora seduto sul divano del salotto. Era riuscito a smettere di piangere, ma era come bloccato. Avrebbe voluto farsi una tazza di tè o mangiare qualche dolcetto, ma non aveva la forza di alzarsi e si sentiva lo stomaco chiuso. Voleva telefonare a Crowley, ma anche se aveva il telefono in tasca, non aveva la forza di prenderlo e anche se l’avesse ritrovata, non sarebbe servito a niente, dato che Crowley era sdraiato sul pavimento bagnato di vino rosso e coperto di pezzi grandi e piccoli di vetro scuro.

















































Allora, che ve ne pare? Spero di non aver scritto una cavolata! Ma non è ancora finita! La famiglia Crowley-Fell deve riunirsi!

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Capitolo 6
*** La famiglia al completo ***


Magic aprì la porta di casa battendo le mani ed entrò lentamente.

- Crowley? Sei tu?- esclamò Aziraphale alzandosi di scatto dal divano.

- Papà Azi…

Magic tremò dall’emozione, come se stesse per incontrare il suo più grande idolo.

- Magic?- disse l’angelo con un filo di voce. Fece per avvicinarsi a sua figlia appena la vide entrare in salotto, ma lei alzò le mani e indietreggiò.

- Fermo, papà! Non avvicinarti!

- Perché, tesoro mio?- chiese Aziraphale sconvolto.

- Solo… non ti muovere.

Magic si avvicinò lentamente e sfiorò le spalle di suo padre. Lui non urlò e non sussultò dal dolore.

- Ciao, papà…- disse Magic commossa e si strinse ad Aziraphale, che ricominciò a piangere mentre ricambiava l’abbraccio di sua figlia.

- Ciao, amore mio!

Rimasero abbracciati a lungo, almeno fino a quando entrambi smisero di piangere.

- Dov’è Papà Cro?- chiese Magic mentre si asciugava gli occhi.

- Lui… se n’è andato…- disse Aziraphale, rischiando di piangere di nuovo.

- Se n’è andato?

- Abbiamo provato a cercarti usando i poteri di zia Anathema, ma nemmeno lei riusciva a trovarti, poi abbiamo litigato e… ma che cosa ti è successo? In che tipo di pericolo eri?

Magic fece sedere di nuovo suo padre sul divano, si appoggiò con la testa sulle sue gambe e gli raccontò tutto, nonostante fosse molto stanca e bisognosa di riposo. Aziraphale l’ascoltava attentamente e intanto le accarezzava i capelli un po’ spettinati.

- Che cosa hai fatto?!- chiese sconvolto quando Magic parlò della sua “bevanda speciale”.

- Siete stati tu e Papà Cro ad ispirarmi per questa idea, anche se il merito è anche di Cleopatra e delle sue amiche!

Aziraphale alzò un sopracciglio, confuso, e Magic lo portò nella stanza delle piante.

- Prima di raggiungere Gabriele e Belzebù, ho avuto una conversazione con loro.- spiegò mentre bagnava le foglie di Cleopatra.

- Mi è bastato nominare il nome di Papà Cro e anche il tuo per farle tremare.

- Hanno tremato anche… per me?

Aziraphale guardò le piante con aria offesa.

- Se non sbaglio, è proprio in questa casa che tu e Papà Cro vi siete scambiati i corpi.

La risposta di Magic fece arrossire l’angelo dall’imbarazzo.

- Avevo dimenticato il loro tremolio mentre tenevo per mano tuo padre e diventavo alto, magro e rosso…

La giovane sorrise e baciò suo padre sulla guancia.

- Perciò… anche se ero diventata invisibile, voi due eravate vicini a me. Non ce l’avrei fatta senza di voi. E questa volta, il Paradiso e l’Inferno ci lasceranno veramente in pace, te lo posso assicurare.- gli disse guardandolo con amore negli occhi. Quelli dell’angelo si riempirono di nuovo di lacrime commosse.

- Amore mio… credevo di essere stato tradito dalla mia fede ancora una volta… e invece… sei diventata una donna straordinaria e sono molto fiero di te. Dovrei iniziare a chiamarti Principessina Guerriera.

E abbracciò di nuovo forte sua figlia. Le lacrime si posarono tra le sue labbra sorridenti.

- Non è il caso, papà. Principessina può bastare. E ora andiamo a cercare Papà Cro. Dove pensi che possa essere?

Aziraphale sentì un forte e strano rumore.

- Magic… era il tuo stomaco o il mio?

In quel momento, Magic si rese conto che non toccava cibo da poco più di ventiquattr’ore.

- Preferisco mangiare dopo aver trovato l’altro mio papà.

Chiuse gli occhi e si toccò le tempie.

- Si trova nella casa sull’isola!- disse di colpo dopo dieci minuti di silenzio.

- È andato fin là?! Accidenti, Crowley! Non ha mai voluto dirci dove si trova esattamente!- esclamò frustrato l’angelo.

- Papà… ti ricordo che tu sei un angelo e io ho un po’ di Paradiso e un po’ d’Inferno dentro di me, in senso sia figurato che letterale, perciò possiamo compiere il miracolo di trovarci nella casa sull’isola in un battibaleno.- disse Magic posando le mani sui fianchi.

- A te l’onore, tesoro mio.

E la giovane batté le mani quattro volte.

Il salotto nero di casa Crowley-Fell diventò la cucina bianca e nera della casa sull’isola di Crowley. Era ancora a terra svenuto e sporco di vino rosso.

- Crowley!

- Papà Cro!

Aziraphale fece sparire il disastro provocato da suo marito con un schiocco, comprese le nove bottiglie di vino vuote, e si fece aiutare da Magic per farlo sdraiare sul divano bianco nell’enorme salotto. Sulle guance del demone si erano attaccati dei minuscoli pezzi di vetro, facendolo sembrare una rosa svenuta. Magic li fece sparire con una delicata carezza.

- Mentre aspettiamo che si risvegli… potremmo preparare la cena.- propose al suo papà angelo. Lui guardò suo marito e lo baciò sulla guancia.

- È una buona idea, tesoro.

 

///

 

Il profumo della pasta svegliò Crowley.

- Chi cazzo cucina la pasta nella mia cucina?!- esclamò con voce roca e si alzò dal divano, venendo subito colpito da un forte mal di testa.

- Ahi! Ahi! Che dolore!- pensò a voce alta e strinse gli occhi per liberarsi totalmente della sbornia. Quando li riaprì, si sentì fresco come una rosa e andò in cucina. Per poco svenne dalla sorpresa. Aziraphale stava mescolando la pasta in una pentola piena di acqua bollente e Magic stava assaggiando la salsa alla marinara che aveva preparato con le sue mani.

- Papà Cro…- disse appena si accorse del suo papà demone. Aziraphale spense il fornello, coprì la pentola con un coperchio e guardò suo marito.

- Crowley…

- Devo essere ancora ubriaco.- disse Crowley massaggiandosi le tempie.

- Papà Cro… sono proprio io…- disse Magic avvicinandosi a suo padre, ma lui indietreggiò spaventato.

- No! No! No! Non sei tu! Non sei mia figlia! Se tu lo fossi davvero, non staresti cucinando insieme a quel codardo di un angelo!- sbraitò Crowley e uscì con passo pesante dalla casa per andare a sedersi a pochi centimetri dal bagnasciuga. Aziraphale e Magic si guardarono negli occhi.

- Ci penso io, papà.- disse lei e raggiunse il demone, che finse di non sentirla neanche quando si sedette vicino a lui, si limitò a fissare l’orizzonte senza togliersi gli occhiali da sole.

- Papà Cro… lo so che hai avuto tanta paura di perdermi, ma se sono ancora viva e solo merito tuo e di Papà Azi…- disse Magic mettendogli un braccio intorno alle spalle e ripeté la storia che aveva raccontato ad Aziraphale con le stesse parole. Il demone sembrava sordo alle sue parole, ma, proprio come fece il suo angelo, rimase sconvolto dalla parte della “bevanda speciale”.

- Che cosa hai fatto?!- esclamò togliendosi gli occhiali per guardare Magic negli occhi, che sorrise, felice di averlo fatto parlare, e andò avanti con la sua storia. Quando arrivò alla fine, Crowley tornò a guardare l’orizzonte. Improvvisamente, scoppiò a ridere.

- Hai davvero picchiato Sandalphon e Hastur?

Magic aveva omesso quella parte con Aziraphale, ma non poteva nasconderla a Crowley.

- Sì! Ed è stata una grande soddisfazione! Altro che essere l’unica della classe a prendere il massimo in un tema!

Crowley continuò a ridere come un pazzo, ma appena Magic si rese conto che la sua risata era diventata una lunga e forte serie di singhiozzi, lo costrinse ad abbracciarla. Il demone finalmente mise da parte l’orgoglio e ricambiò l’abbraccio di sua figlia affondando il viso nel suo collo. Cercò di parlarle, ma non ci riusciva.

- Ti voglio tanto bene, papà. E se fossi in te, sarei più gentile con le piante.

- Te lo puoi scordare!- esclamò Crowley alzando lo sguardo su Magic. Aveva il viso completamente bagnato e rosso come i suoi capelli.

- Ma sono… orgoglioso di te. Tuo padre ha ragione: non sei più una bambina.

- Ma sarò sempre la vostra principessina. Non mi priverei mai di questo titolo.

Crowley abbracciò di nuovo Magic e le fece anche una pernacchia sul collo, facendola ridere.

- Così mi piaci!

Lo stomaco di Magic interruppe il bel momento padre-figlia.

- Coraggio, andiamo a mangiare. Devi essere affamata.

Crowley e Magic tornarono in casa tenendosi per mano. Aziraphale aveva appena finito di servire la pasta su tre grandi piatti di porcellana sulla tavola che aveva apparecchiato da solo. Aveva anche acceso tre lunghe candele lilla.

- Angelo…- disse Crowley avvicinandosi all’angelo.

Entrambi avevano tanto di cui discutere e Magic era disposta ad aspettare per mangiare, nonostante lo stomaco iniziasse a farle male.

- Vuoi sposarmi… di nuovo?- chiese il demone. L’angelo sorrise e gli accarezzò la guancia.

- Io sono già tuo marito. Ho bruciato quell’orrendo foglio. Ti conosco da più di seimila anni, so quando sei serio e quando ti fai prendere dalla rabbia e parli senza pensare.

Crowley sorrise commosso, prese il viso di Aziraphale tra le mani e lo baciò con ardore.

- È anche per questo motivo che ti amo. Mi conosci meglio di me stesso.- gli sussurrò all’orecchio mentre lo stringeva forte.

- Ehi, ci sono anche io!- intervenne Magic. Ormai era grande per essere gelosa delle coccole tra i suoi padri, ma si divertiva troppo a stuzzicarli.

- Vieni qua, principessina!- disse Crowley e si staccò appena da Aziraphale per permettere a Magic di unirsi al loro abbraccio.

- La famiglia Crowley-Fell di nuovo al completo!- disse l’angelo con grande entusiasmo, ma improvvisamente, Magic sentì forti dolori dappertutto e cadde a terra, spaventando di nuovo i suoi padri.




























































Manca ancora una cosetta. Dopotutto... Magic non ha avuto il tempo di bere tutta la sua bevanda "speciale"... anche se dovrete aspettare il weekend per sapere come andrà a finire. Vi auguro buon Natale e anche buon Santo Stefano!

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Capitolo 7
*** L'ultimo ingrediente ***


 

Magic continuava ad urlare per il dolore e sudava come se si trovasse in una sauna mentre Crowley la portava di corsa in camera sua tenendola tra le braccia.

- È opera della tua bevanda, Magic, ne sono sicuro!- disse Aziraphale cercando di asciugarle il sudore appena suo marito la fece sdraiare sul letto.

- Sento… il fuoco… l’acqua santa… mi fanno tanto male…

- Calmati, amore, andrà tutto bene!- disse Crowley tenendole il viso tra le mani. Lei iniziò a respirare con affanno, pur di sopportare il dolore.

- Adesso dentro di te c’è, letteralmente, sia il Paradiso che l’Inferno e tu sei anche per un terzo umana.- spiegò Aziraphale.

- Grazie per il riassunto, Papà Azi… forse ho dimenticato di aggiungere qualcosa nell’ampolla…- disse Magic togliendosi la maglietta per non sudare ancora di più.

- Ma ci vuoi spiegare come ti è venuta in mente l’idea della bevanda celestiale/infernale?- chiese Crowley mentre teneva per mano sua figlia. Lei guardò lui e Aziraphale deglutendo dalla vergogna.

- Non è soltanto merito vostro se mi sono salvata. In un certo senso, mi sono fatta aiutare dai tanti libri fantasy che ho letto nella tua libreria, Papà Azi. In molte storie, i maghi e le streghe preparano pozioni magiche mischiando due cose molto diverse tra loro. Dopotutto, è quello che succede anche in natura: quando il sole e la pioggia si mischiano, formano l’arcobaleno…

Crowley strinse le labbra e guardò con durezza Aziraphale.

- Te l’ho detto, angelo, che il troppo leggere fa male! E tu, Magic, lo sai che ti amo tantissimo, ma promettimi che leggerai di meno d’ora in poi, al massimo un libro all’anno!

- Non è il momento delle prediche, Crowley! Magic, per caso ti è rimasta un po’ di quella bevanda?

Magic annuì e batté le mani con fatica. L’ampolla apparve sul suo cuscino. Era rimasti circa cento millilitri di liquido celestiale/infernale.

- Non sono riuscita a berla tutta, il dolore era così forte che credevo di non farcela.- spiegò Magic mentre Crowley e Aziraphale osservavano l’ampolla. Entrambi sentivano sia la purezza dell’acqua santa che il calore del fuoco infernale.

- Se non ricordo male… in molte storie fantasy… uno degli ingredienti principali delle varie pozioni è… il sangue… il più delle volte… quello di una persona amata…- mormorò Aziraphale.

- Allora daremo entrambi un po’ di sangue a Magic, angelo.- disse Crowley con determinazione.

- Ma, Crowley… io non mi sono mai fatto fare un prelievo di sangue…- disse l’angelo con imbarazzo.

- Neanche io, ma ne ho visti fare tanti. È un po’ inquietante e doloroso, ma è in questo modo che gli umani si salvano tra di loro il più delle volte. Nostra figlia è per un terzo umana, noi siamo dei finti umani, perciò possiamo darle un po’ del nostro sangue. Non abbiamo neanche bisogno di una siringa.- insistette Crowley e schioccò le dita per far apparire nella sua destra un coltello affilato. Magic e Aziraphale spalancarono gli occhi dallo spavento.

- Sei impazzito, Crowley?

- Oh, avanti, Aziraphale, non fare il bambino! Mica ti ammazzo, anche perché non potrei! Ti fidi di me?

Aziraphale guardò sua figlia, di nuovo sudata e dolorante, questa volta alla testa.

- La conosci la risposta, caro.

E offrì a suo marito la sua mano destra. Il demone sorrise e fece un taglio lungo ma secco sul palmo della mano dell’angelo, poi fece la stessa cosa sulla sua mano. Magic tolse il tappo di sughero dall’ampolla e permise al suo padre demone di versare le gocce del suo sangue mischiato a quello del suo padre angelo, poi la chiuse e la scosse per mischiarle all’acqua santa e al fuoco infernale. Si creò una piccola esplosione, ma solo dentro il contenitore di vetro.

- Coraggio, amore, ancora uno sforzo e sarà tutto finito.- disse Aziraphale mentre aiutava Magic a sedersi sul letto.

Lei prese un bel respiro profondo, tolse di nuovo il tappo e bevve il resto della bevanda. Il sangue di Crowley e Aziraphale rendeva il sapore ancora più forte. Improvvisamente, il viso di Magic assunse un colorito verde, così Crowley fece apparire un secchio di plastica bianca per permetterle di vomitare, ma all’ultimo momento, la ragazza si portò una mano sul petto e tirò un sospiro di sollievo.

- Come ti senti, tesoro?- chiese Aziraphale.

- Mi sento… bene. Anzi… benissimo!- esclamò Magic e si alzò dal letto per girare su se stessa dalla gioia. Appena si fermò, rischiò di cadere a terra a causa delle vertigini e Crowley la prese al volo.

- Ho solo una gran fame! Sono così affamata che non m’importerebbe di diventare grassa come una balena.

Aziraphale e suo marito sorrisero felici.

- Dopo la pasta, prepareremo tutti e tre insieme una grande e deliziosa torta! Sono affamato anche io!- esclamò il demone.

I tre Crowley-Fell diedero inizio alla loro cena con un brindisi a base di spumante, ma per Magic era meglio un normale bicchiere di Coca-Cola.

- Alla nostra Magic, la principessina più coraggiosa dell’intero Universo.- disse Crowley.

- A tutti i libri fantasy che ti hanno dato l’ispirazione per realizzare il tuo piano.- aggiunse Aziraphale e Crowley alzò gli occhi al cielo.

- E a voi… i papà più belli, forti e coraggiosi del Mondo.- concluse Magic, sfiorò i bicchieri di spumante dei suoi padri con il suo e poté finalmente godersi il suo piatto di pasta alla marinara.

- Questa è la pasta più buona che abbia mai mangiato!- disse riempiendosi in fretta la bocca, ma Crowley e Aziraphale non la rimproverarono. Per una volta, la loro principessina aveva una buona ragione per mangiare veloce. Almeno rallentò dopo la quarta forchettata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E anche questa ff su Magic è finita! Per il momento, cercherò di tenere a bada l'ispirazione per concentrarmi sul mio nuovo romanzo. Intanto, vi auguro buon Natale e grazie per il vostro grande sostegno!

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