PAST
CHRISTMAS, YOU GIVE ME AN HEART
BUT THE VERY NEXT DAY
I GAVE IT AWAY
FIRST PART
NB Autrice: *le frasi
tra virgolette e scritte in corsivo si riferiscono ai PENSIERI dei personaggi.
[23:58]
Tic tac Tic tac Tic tac
“Ora
la distruggo”
Tic tac Tic tac Tic tac
“Più
fastidioso di Kaharot”
[23:59]
Tic tac Tic tac Tic tac
“Maledizione,
dormivo meglio all’inferno”
Tic tac Tic tac Tic tac
“Chalet
di merda con orologio ticchettante di merda”
[00:00]
Tic tac Ta… la
sveglia venne incenerita in un nano-secondo, Vegeta non aveva nemmeno aperto
gli occhi, bastò la forza spirituale a disintegrarla.
Si sentiva la testa
straordinariamente pesante, ma che ora era? Allungò il bracciò quel tanto che
bastava per sentire il corpo caldo della moglie vicino a lui “Bene, la donna c’è, non sono all’altro
mondo” pensò in preda ad una qualche farneticazione del dormiveglia.
Come ci era arrivato
al letto?
“Sveglia, sveglia
Vegeta”
E ora che volevano
da lui, chi diavolo era a parlare, Zarbon? Era ora di un’invasione?
“Vegeta”
Possibile che non lo
lasciassero mai dormire in pace? “giuro
che se è Trunks lo uccido, io alla sua età mettevo a ferro e fuoco l’universo e
lui non ce la fa a dormire una notte filata senza rompere l’anima altrui”
“Ehi, sei sveglio?”
Ma che cazzo. Di chi
diavolo era la voce?
“Suvvia amico,
svegliati, è ora di andare”
Andare dove? Era già
ora di andare sulla Terra…? “Napa?” Naaa,
non era una voce da pelato. “Radish?” quel
capellone non gli era mai piaciuto – non che gli piacesse qualcuno, eh. – amico
di chi?
Il principe dei
sayan aprì gli occhi – cercò di mettere a fuoco, ma con le palpebre appiccicate
fu un’impresa – buio, soffitto, travi di legno “Ovviamente, sono steso, che cazzo pretendo di vedere” fece leva con
il braccio destro, tirandosi a sedere con fatica – Bagno, vasca, Bulma, muro,
armadio “Già meglio” fletté il collo
all’indietro, lo sentì schioccare girandosi lentamente verso sinistra –
Finestra, muro, comodino, uomo incappucciato, valigie “Bene, sono sulla Terra, posso pure rimettermi a dormire”.
“Vegeta, sveglia!”
Oddio, uomo
incappucciato, “Ok calma non sei una
donnicciola”
Il sayan schizzò in
piedi come una molla, davanti a lui stava immobile una figura incappucciata
avvolta nell’oscurità della stanza, parzialmente illuminata solo dalla luce
riflessa della neve che filtrava dalla finestra. Maschio, alto circa un metro e
novanta “no, forse un metro e novantadu…
ah ma perché continuo a pensare a queste cazzate?”
“Finalmente ti sei
accorto di me”
Eppure lo conosceva, conosceva quella
voce “Sono sicuramente ancora sbronzo”
una voce fastidiosa, allegra. Il mantello lo copriva interamente ma la testa
appariva veramente gigantesca “Non
conosco nessuno che abbia un palco di corna da alce… magari il muso verde? No ha le antenne, flosce per di più e poi sicuramente non si
metterebbe a rompermi l’anima nel bel mezzo della notte” L’ignoto avanzò
verso di lui, mettendo fine a quella sorta di flusso di coscienza alla James
Joyce “Dammi la mano e seguimi” disse protendendo la mano in sua direzione.
E in un attimo
Vegeta capì “d’accordo non mi devo
incazzare… uno, due, tre, quattro…” contò mentalmente fino a cinque prima
di proferire parola:
“Kaharot vattene
subito da camera mia, quest’aria di montagna ha fatto diventare la tua materia
grigia più rarefatta del solito”
L’incappucciato si
grattò la nuca “No, ehm beh… io sono lo spettro del Natale passato!”
“Tu…” disse il
principe afferrando un lembo del mantello “Sei un idiota” bastò uno strattone a
lasciarlo nudo come un cencio.
Goku si coprì,
strappando a sua volta il mantello di mano a Vegeta “Eddai, serve sempre
trattarmi male?” l’altro si coprì la faccia con una mano, lasciandosi cadere
seduto sul letto “Senti Kaharot, io mi reputo uno che non disdegna nulla ma
questa cosa del guardone e dello stare nudi deve veramente finire, sparisci!”
sibilò tra i denti per non svegliar la compagna.
“Spiacente ma ho una
missione questa notte, devo portarti nel passato!” disse convinto senza perdere
il sorriso “Te l’ho detto no? Sono lo spettro del Natale pass… Vegeta ma che
fai ti rimetti a dormire?!”
Il principe si era
nuovamente steso accanto alla donna, gli occhi chiusi nel tentativo di ricadere
nelle braccia di morfeo “La devo piantare
con gli alcolici, non capisco come faccia questa donna a buttar giù di tutto
senza mai risentirne mentre io, il principe dei sayan, ho le allucinazioni come
una piattola” pensò riferito alla turchina.
***
[01:50]
Vegeta si ridestò
due ore più tardi, si rigirò su stesso tenendo gli occhi chiusi – si sentiva la
testa più leggera, ma aveva ancora la bocca impastata, vuoi dal sonno o vuoi
dall’alcol – si inumidì le labbra.
La sua attenzione fu
attirata da un suono basso, gorgogliante e fastidioso “Dannazione questa donna mi dà dello scimmione tutto il giorno e poi
russa come una gorilla” pensò tra sè e sé, tastando il materasso alla
ricerca della compagna.
“Ehi donna, sta un
po’zitta” mugugnò dandole una leggera pacca sul braccio, quella non fece una
piega, rimanendo profondamente addormentata. Si accorse che Bulma aveva un
respiro leggero ed impercettibile, cadenzato e tranquillo “Chi diavolo…?”
Aprì cautamente un
occhio, stando attento a scannerizzare ogni angolo della stanza, eccolo. “Non è possibile, ma che ho fatto nella mia
vita per meritarmi questo? Ok, magari qualcosa ho fatto, ma perché tutte a me?”
Goku se ne stava
stravaccato nel letto dalla parte opposta, pancia all’aria, gambe e braccia
divaricate, un rivolo di bava gli colava dalla bocca aperta da cui proveniva
quel russamento cavernoso ed insopportabile.
Il principe riiniziò
a contare “Uno, due, tre…”
L’altro si girò
mettendosi sulla schiena, il suo braccio destro ricadde pesantemente sul petto
di Vegeta “Quattro, cinque, sei…” con
la bocca a contatto con il materasso il ronfare aveva cambiato tonalità “set, ott, dieci! Ora lo uccido, il concerto
in do bemolle no!” si avventò su di lui trascinandolo fuori dal letto per
un piede, dirigendosi a grandi falcate verso la porta – scaraventò fuori il
sedicente spettro natalizio con nessuna grazia – chiuse a chiave, ghignando
malevolo “Voglio proprio vedere se a
stare nudo nel corridoio gli passa la voglia di fare il rincoglionito, tsk!” ma
non andò esattamente come lui si aspettava.
Non appena fece per
tornare a letto se lo ritrovò innanzi, per poco non fece un infarto: “Vegeta,
ho aspettato che tu ti riposassi ma ora devo insistere! Dopotutto questo è il
tuo sogno e io devo interpretare la parte che mi è stata assegnata!”
“Ma assegnata da
chi, Kaharot? Ma che diavolo è un balletto, MA CHE CAZZO DICI?!”
“Eddai, non ti
arrabbiare così, è un canto di Natale!”
“Un canto di che?”
“di Natale!
“E da quand’è che tu
canti Kaharot? No, aspetta non lo voglio nemmeno sapere, se questo fosse un
sogno partorito dalla mia mente tu di certo saresti in un’altra galassia
LONTANO da me!”
Goku indietreggiò,
intimorito dallo sguardo omicida di Vegeta che quando non dormiva era ancora
più intrattabile del solito, ma mantenne il suo sorriso bonario “Solo un
giretto nel passato Vegeta, poi ti lascio stare”
“No, lasciami in
pace adesso”
“Su, scegli un
numero da 1 a 40”
“KAHAROT VATTENE O
TI UCCIDO”
“Hai detto otto?
Fantastico si va indietro di otto tieniti forte!”
“Io non ho detto un
cazzo, LEVAMI LE MANI DI DOSSOOOOOO”
A nulla valsero gli
sforzi del principe per liberarsi dalla presa dell’amico/nemico, quello lo
tenne ben saldo mentre, con due dita sulla fronte, si tele trasportava in
un'altra dimensione temporale.
***
Volarono per qualche
minuto in un vortice luminoso, Vegeta poteva vedere attorno a sé le immagini
della sua vita scorrere all’indietro una dopo l’altra, come diapositive in
movimento.
Vide
se stesso al luna park con il figlio, la festa della
capsule corporation, il ritorno al palazzo del supremo, l’energia sferica,
l’inferno, il sacrificio contro Majin Bu, Darbula e Babidi – il turbinio di immagini non
sembrava finire mai – Ecco Cell, suo figlio
del futuro, la stanza dello spirito e del tempo, suo figlio del presente, la
trasformazione in super sayan – altri istanti di vita quotidiana gli
passarono davanti senza che avesse il tempo di riconoscerli, poi tutto si
fermò.
Atterrarono con un
tonfo, ritrovandosi sdraiati uno sull’altro:
“Kaharot levati
subito da me!”
“Ehehe,
scusa Vegeta…” disse Goku alzandosi e sistemandosi il mantello “Devo ancora
perfezionare gli atterraggi… dove ci troviamo secondo te?”
Il principe si
guardò attorno. Si trovavano in un corridoio illuminato, muri bianchi, un vago
odore di carburante “Siamo alla Capsule Corporation”
“Cosa? Non ho mai
visto questa parte della casa… sei proprio sicuro che…?”
“Non hai mai visto
quest’ala della casa perché sono i laboratori sotterranei, ora non li usiamo
più sono dei magazzini” si fermò un attimo, titubante “Siamo veramente nel
passato?”
“Beh
si, te l’avevo detto no? Io sono il…”
“Si si, sei il mostro del Natale, l’hai già detto”
“Veramente sarei un
fantasma non un mostro”
“E che importanza
vuoi che abbia per me? Bene ci siamo venuti ora puoi riportarmi al presente”
gli mise una mano sulla spalla fissandolo insistentemente “Kaharot mettiti
subito due dita in fronte prima che te ne metta io due in gola!”
“Ma Vegeta io devo
farti vedere gli eventi passati! Non possiamo andarcene via così”
“E perché no?”
“Beh… perché la
storia è questa!”
Il battibecco tra i
due fu interrotto da dei passi in avvicinamento “Dai Kaharot leviamoci da qui,
sarà la vecchiaccia con i pasticcini” Vegeta spinse Goku in un ascensore “Premi
il primo pulsante” gli disse “Ehi ma i pasticcini? Io ne vorrei”
“Anche io vorrei che
tu sparissi dalla mia vista Kaharot, ma non si può avere tutto ciò che si
vuole”.
L’ascensore si aprì
e i due sayan si trovarono in un altro corridoio identico al primo, solo con
qualche pianta qua e là adiacente al muro “Vegeta ma questo è lo stesso posto
di prima?” “No, questo è il corridoio da cui si accede alla gravity room… tsk,
ci sono decorazioni ovunque, dev’essere Natale anche in questa dimensione”
Goku sospirò, era
inutile rispiegare a Vegeta che riportarlo lì al giorno di natale era proprio
il suo obiettivo, sarebbe stato meglio trascinarlo a vedere quello che doveva e
ritornare indietro il prima possibile – che poi perché era stato assoldato
proprio lui dalla psiche dell’altro sayan per fare lo spettro? Di Dickens non
aveva visto neppure la rivisitazione in cartone animato! – “Ehi Vegeta arriva
qualcuno!”
“Papà ti ho detto che sto bene, devo solo controllare il catering
per accertarmi che sia tutto apposto!”
Vegeta quasi fece un
colpo “Bulma?” la sentì avanzare con il padre in sua direzione senza degnarlo
di uno sguardo “Dì un po’ Kaharot possono vederci per caso?” quello scosse la
testa, lo sguardo incuriosito diretto verso la donna.
“Tesoro, dovresti smetterla di tormentare gli addetti alla cena e
riposarti prima che arrivino gli ospiti, non ti sei fermata nemmeno un secondo
oggi!”
“D’accordo papà ascolta…” la ragazza si parò davanti al padre “Io
non ce la faccio a stare ferma sul divano tutto il giorno con la mamma che mi
ingozza, sono già diventata un transatlantico!”
I due erano proprio
davanti ai sayan, Vegeta osservava basito quella Bulma di 30 anni – non che
fosse invecchiata molto, anzi sembrava proprio che per lei il tempo non fosse
passato – ma rivedere la stessa la ragazza che 10 anni prima gli aveva
sconvolto la vita lo aveva lasciato di stucco.
La squadrò dalla
testa ai piedi, non l’aveva mai vista con il pancione: se possibile era ancora
più bella del solito.
“Ma
cara, sei quasi alla fine di una gravidanza è normale che tu ti sia
arrotondata…”
Fulminò
il padre con lo sguardo “IO NON SONO AFFATTO ROTONDA!”
Se ne stava impalata
davanti al dottor Brief, una mano piantata nel fianco e l’altra a sorreggere la
schiena, le gambe leggermente divaricate. Indossava una salopette in jeans da
cui spiccava il pancione, pieno e fiero.
“Vegeta? Ti sei
incantato?” Goku mosse una mano avanti e indietro davanti agli occhi del
principe “Certo che Bulma era proprio enorme eh?”
“…già”
“E se mamma non mi comprasse tutte quelle porcherie sarei ancora
un figurino! AHI!” si mise una mano sulla pancia facendo un respiro profondo
“Oh no, ora ricomincia!”
Vegeta si mosse
istintivamente verso di lei per tenerla in equilibrio, ma le sue braccia le
passarono letteralmente attraverso – fu il dottor Brief a prenderle le spalle e
farla sedere sul pavimento.
“Su su tesoro, siediti e respira. Brava,
così”
Sul viso incorniciato dai capelli turchini era impressa una
smorfia di dolore, la pelle già chiara diventava sempre più opalescente “AHI AHI..
AHHHH! Scimmietta perché fai questo alla tua mamma?!”
Era seduta a gambe divaricate, le braccia puntate all’indietro per
sorreggere meglio la schiena schiacciata dalla pancia prominente “va meglio?”
le chiese il padre dolcemente “Sì, ha smesso…”
La aiutò a rimettersi in piedi, lei rise sommessamente appoggiando
una mano sul pancione “E’ forte come il suo papà, eh?” chiese lo scienziato, le
si inumidirono quasi impercettibilmente gli occhi, ma ricacciò immediatamente
le lacrime “Già, e anche ingrato come lui! Tsk, lo tengo nella mia pancia otto
mesi e lui per ringraziarmi non fa altro che prendermi a calci!”
Le accarezzò una guancia teneramente “Non essere troppo triste
cara, è Natale”
“Sto benissimo, il pensiero di quello scimmione non mi rovinerà di
certo la festa… non che io ci pensi comunque. Pensaci tu al catering,
altrimenti va a finire che mi metto ad assaggiare tutto, mi vado a preparare”
“Andiamocene
Kaharot”
Vegeta non l’avrebbe
mai ammesso, ma vederla in quello stato lo faceva sentire il peggiore dei vermi.
Non si ricordava nemmeno dove fosse lui otto anni prima, aveva girato in lungo
e in largo il pianeta, accecato dalla rabbia e dalla sete di potere e rivalsa.
Era andato lontano per non percepire più l’aura di lei e tantomeno quella del
bambino che aveva in grembo.
“Me
ne vado” aveva
annunciato un giorno al dottor Brief.
Non la aveva
avvisata, né salutata.
Non l’aveva più
guardata in faccia da quando lei gli aveva detto di essere incinta, si era
girato e se n’era andato.
Goku non oppose
resistenza stavolta, due dita in fronte.
***
Il viaggio nel tempo
durò un millesimo di secondo questa volta.
Si trovavano ancora
alla Capsule Corporation, Vegeta per un attimo pensò che Goku l’avesse
trasportato a casa anziché in Svizzera, ma si accorse subito di non essere nel
suo tempo.
Bulma oltre alla
tecnologia aveva un’ossessione maniacale per l’arredamento, non faceva altro
che cambiare le fodere dei divani, i tappeti, spostava mobili in continuazione;
lui non aveva mai visto il salone arredato in quel modo, ergo, si trovavano
ancora nel passato e più precisamente in un passato in cui lui non si trovava
affatto li.
“Vegeta prima che tu
mi uccida…”
Goku aveva fatto
qualche passo indietro portandosi istintivamente le mani davanti alla faccia “ …la storia è così io non riesco a controllare il
teletrasporto mi dispiace”
Il sayan dai capelli
a fiamma sospirò, eh va bene magari aveva visto qualche volta di sfuggita quel
fantomatico “Canto di Natale” mentre lo guardava suo figlio in tv, non si
sarebbe risvegliato finché non avesse visto tutto ciò che doveva vedere, tanto
valeva rassegnarsi.
“Zitto Kaharot, non
vedo l’ora che finisca questa pagliacciata, dove siamo finiti?”
L’altro si grattò la
testa “Mmm, credo solo qualche ora più avanti rispetto a prima… a giudicare dal
silenzio la festa deve essere gia finita”
“Almeno questo, grazie al cielo” pensò
Vegeta, ma fu interrotto dai suoi pensieri da un rumore di tacchi sul
pavimento…
La turchina si diresse spedita verso la poltrona in pelle bianca
di fronte al caminetto. Indossava un vestito blu elettrico che le arrivava
molto sopra al ginocchio, un cinturino nero in pelle era allacciato sotto al seno
lasciando il resto dell’abito scivolare morbido sul pancione.
Si sedette con poca grazia, levandosi gli stivaletti in pelle nera
con il tacco a stiletto e lanciandoli in mezzo al salotto, prese a massaggiarsi
un piede rilassando a poco a poco l’espressione contrita del viso.
Volse lo sguardo alla bottiglia di Champagne sul tavolo dalla
parte opposta della sala sbuffando vistosamente per il fatto di doversi alzare
ancora – la raggiunse, levò il tappo di sughero e lo annusò “Mh, sa da tappo… ma che importa?” versò il contenuto della
bottiglia in bicchiere basso e largo, aggiungendoci dei cubetti di ghiaccio e
uno spicchio d’arancia: da quando era incinta faceva abbinamenti impossibili
con il cibo e con il bere – non che fosse solita bere alcolici durante la gravidanza,
sia chiaro.
“Tsk,
lo dicevo io che quella donna buttava giù qualsiasi cosa”
“Lo sai che non dovresti bere”
“Ma che diavolo ci
fa quello di notte a casa mia???” Vegeta strinse un pugno ma Goku gli mise
prontamente una mano sulla spalla “Ti ricordo che non puoi intervenire…”
Il principe ringhiò.
La ragazza fece un salto rovesciando metà del bicchiere “Yamcha ma
sei pazzo!”
Il moro rise “Scusami Ahahaha! Non intendevo spaventarti” “Beh
allora qual era il tuo intento? Farmi partorire? Perché te ne sarei grata” si
scolò ciò che rimaneva dello champagne, pescando lo spicchio d’arancia con le
dita e succhiandolo
“Come mai sei ancora qui? Se ne sono andati tutti ormai…” ributtò
la buccia nel bicchiere, mettendosi a sedere sul divano “Beh ho pensato che
magari volessi un po’ compagnia, non hai invitato nessun altro dei nostri amici
e…”
“Yamcha ti prego, non sono proprio dell’umore di vedere gli altri
e spiegare a tutti il perché sono diventata una balena”
Il predone del deserto si sedette accanto a lei e, con un gesto
inconsuetamente intimo per due persone non legate
sentimentalmente, le prese un piede iniziando a massaggiarlo – lei sussultò per
un attimo, ma poi lo lasciò fare abbandonandosi sullo schienale “Non devi
spiegare nulla a nessuno.”
“Ma che diavolo fa,
è pazzo!? Basta io lo uccido Kaharot non mi puoi fermare!”
“Vegeta noi siamo
solo ologrammi in questa dimensione!... beh o noi o
loro… in ogni caso non li puoi toccare”
Il principe guardava
la scena davanti a lui fuori di sè, come poteva quell’uomo prendersi tante
libertà con la SUA donna?! E incinta di lui per di
più!
Goku non era affatto
sicuro di ciò che aveva detto sugli ologrammi, ma Vegeta pareva averci creduto,
per cui era meglio continuare a recitargli quella storiella e sperare che non
si inventasse di provare ad incenerire Yamcha.
“Non ha scartato i tuoi regali…”
La turchina tenne gli occhi chiusi “Cosa? Oh, già non ci ho
nemmeno pensato, forse li aprirò domani”
Yamcha le prese l’altro piede “Non vuoi aprire nemmeno il mio?”
disse porgendole un pacchettino infiocchettato
Lei aprì gli occhi sorridendo stancamente “Eh va bene, vediamo che
mi hai regalato… Mmm, dalle dimensioni direi che non è un vestitino da bambino,
meno male, mia madre me ne ha comprati un centinaio”
“Su, aprilo!”
Sciolse il fiocco con le dita sottili, tolse lo scotch ai lati
attenta a non strappare la carta, Yamcha la fissava con un sorriso a
trecentosessanta denti dipinto in volto – le rimase in mano una scatolina in
velluto rosso, aggrottò le sopracciglia esitando per un momento “Eddai apri
quella scatola!”
Bulma rimase di sasso tenendo tra le mani un anellino d’argento,
deglutì “Ma, che significa?”
“Buon Natale”
Si guardarono per un lungo momento “Senti, era tanto che pensavo a
questa cosa… insomma”
“Yamcha ti prego smettila io non lo posso accettare” ritirò le
ginocchia e se le strinse al petto rintanandosi in un lato del divano “No, ora
mi lasci finire perché altrimenti non ci riuscirò più…”
“Oddio mio… no veramente ti supplico”
“Io ti voglio sposare Bulma! E’ vero che
ci siamo lasciati ma io voglio riprovarci” le parole gli uscirono più
appassionate che mai mentre si avvicinava sempre di più al volto di lei “Non
devi rispondermi subito, ma pensavo che nel frattempo potrei trasferirmi di
nuovo a vivere qui così tu avresti un po’ di compagnia e poi inizieremo con i
preparativi… Beh magari prima che arrivino i Cyborg, o dopo… come preferisci
tu! Sì insomma c’è quella cosa del bambino ma…”
L’azzurra si alzò, iniziando a camminare avanti ed indietro
davanti a lui “Questa… COSA? Yamcha smettila di blaterare e ascoltami per un
momento!”
Quello smise immediatamente di parlare, stupito dal tono della sua
ex ragazza “Io non posso assolutamente sposarti”
Fu una mazzata, gli angoli della bocca di Yamcha si incurvarono
verso il basso.
“Io aspetto un figlio da Vegeta”
Non che lui non lo sapesse, era abbastanza evidente, ma ogni volta
che la sentiva pronunciare quelle parole sarebbe voluto sprofondare “Aspetto
suo figlio, Yamcha… sposarmi non cambierà questa cosa, io non ti amo, amo lui”
“A lui non importa nulla di te!”
Si era alzato in piedi, le braccia stese lungo i fianchi e i pugni
stretti “Ti ha scopato, ingravidato e poi se n’è andato via per i suoi comodi!”
Lo schiaffo che lei gli tirò schioccò come una frusta nell’aria
“Riprenditi il tuo anello e sparisci, prima che ti escano altre stronzate dalla
bocca”
“Bulma…”
“HO DETTO VATTENE!” lui stette fermo immobile per qualche secondo,
la turchina gli sbattè addosso il cofanetto con l’anello e girò i tacchi,
sparendo nel corridoio.
“E’ ora di andare
Vegeta”
“Te lo scordi io le
vado dietro!”
Il principe seguiva
spedito la sua compagna del passato, Goku lo rincorreva affannato “Vegeta sii
ragionevole, abbiamo un’altra tappa da fare e il mio tempo sta per scadere…”
“Vattene pure io
voglio vedere dove sta andando”
Il sayan si stupì di
vederla entrare nella gravity room - se ricordava bene si era allenato sempre
nella navicella all’esterno nel periodo in cui aveva alloggiato da lei, che lui
sapesse la camera interna era stata costruita e resa agibile solo dopo Cell
game.
Lacrime amare le rigavano le guance, digitò velocemente il Lock
code della stanza gravitazionale, la porta si aprì e lei si precipitò all’interno.
“SCIMMIONE MALEDETTO! E PENSARE CHE TI HO PURE COSTRUITO UNA
CAMERA GRAVITAZIONALE NUOVA PER FARTI UN REGALO… MI SENTI BRUTTO IDIOTA?! EH?!”
aveva imbracciato l’estintore d’emergenza, cominciò a sbatterlo sul computer
centrale, ruppe lo schermo, la tastiera…
“VIGLIACCO!”
Singhiozzava e urlava continuando a distruggere tutto quello che
trovava intorno a sè, poi tutto d’un tratto si fermò, lasciandosi cadere in
ginocchio “Vigliacco.” Piagnucolò “Bel Natale che mi hai riservato, sei un
ingrato vigliacco. MI senti?! Eh?”
“Ti
sento Bulma, sono qui”
“Ci ha abbandonati.”
Sussurrò quell’ultima frase, poi perse i sensi, stremata.
Vegeta sbiancò, le
corse accanto tentando di stringerla tra le braccia “Chiama aiuto Kaharot!”
“Dobbiamo andarcene
Vegeta, Bulma starà bene, queste cose sono già accadute”
“Coraggio svegliati,
SVEGLIATI!” si guardò intorno disperato, poi lo vide: “Kaharot schiaccia quel
pulsante!”
“Vegeta…”
“SCHIACCIALO! E’ IL MIO SOGNO E TI DICO DI SCHIACCIARLO!”
Goku pigiò sul
pulsante rosso, partì un allarme.
“Arriverà qualcuno,
ora dobbiamo andare” si avvicinò al principe, scostandolo dalla turchina
“Andiamo”
“No! Kaharot
dobbiamo…”
Indice e medio sulla
fronte, sparirono.
Continua…
Ciao ragazzi e benvenuti in questo nuovo capitolo!
Finalmente siamo entrati nel clou della storia, mi scuso
per l’attesa ma ho cercato di aggiornare prima che ho potuto. Ovviamente questo
capitolo ha perso un po’ in comicità rispetto agli altri ma spero vi sia
piaciuto ugualmente, ho deciso di dividere questa notte prima di natale in più
parti per non svelare tutto subito.
Che dire… spero continuerete a seguirmi nei prossimi
capitoli di “A Christmas Carol” e a dirmi cosa ne pensate 😊
A presto, Jenna.