Appartamento 25

di Celtica
(/viewuser.php?uid=833314)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La volta in cui Light arrivò nel palazzo ***
Capitolo 2: *** La volta in cui L fece infuriare B ***
Capitolo 3: *** La volta in cui L si fece un regalo (e Light e B restarono a guardare) ***



Capitolo 1
*** La volta in cui Light arrivò nel palazzo ***


Appartamento 25 1

 

QUESTA STORIA È GEMELLATA CON “APPARTAMENTO 24” DI RELIE DIADAMAT IN QUESTO STESSO FANDOM.
Per favore, leggetele entrambe. Fanno parte dello stesso universo, e si completano. Per avere il quadro completo delle vicende che vedono L, Light, B e Naomi protagonisti, serve leggerle tutte e due.
Relie tratterà le vicende dell’Appartamento 24, in cui vivono Beyond e Naomi, mentre io quelle di L e Light, nell’appartamento di fronte. I quattro si incontreranno e interagiranno in ogni capitolo.

  

n

 

 

 

Leonard: Cosa stai facendo?

Sheldon: Ogni sabato da quando abitiamo in questo appartamento,
mi sono svegliato alle 6:15, mi sono versato una ciotola di cereali,
ho aggiunto un quarto di tazza di latte al 2%,
mi sono seduto su questa estremità di questo divano, acceso BBC
America e guardato Doctor Who.

Leonard: Penny sta ancora dormendo.

Sheldon: Ogni sabato da quando abitiamo in questo appartamento,
mi sono svegliato alle 6:15, mi sono versato una ciotola di cereali…

Leonard: Hai una TV in camera. Perché non fai colazione a letto?

Sheldon: Perché non sono né un invalido né una donna che celebra
La festa della mamma.

(The Big Bang Theory)

 

 
 

 

I.             LA VOLTA IN CUI LIGHT ARRIVÒ NEL PALAZZO

 


 

 

Light Yagami si fermò a contemplare il cartello che diceva “ascensore rotto”. Aveva le spalle ricoperte di neve, come il cappello che stringeva in mano.
«L’ascensore è rotto» disse qualcuno alle sue spalle.

«Non l’avevo notato.»

«E allora perché stai lì immobile a fissarlo?»

Light si voltò. C’era uno strano ragazzo dietro di lui, con un cesto pieno di panni piegati tra le braccia. Più che strano, Light l’avrebbe definito inquietante. Soprattutto per gli occhi rossi e la postura ricurva.

«Aspetti che qualcuno venga ad aggiustarlo?»

«Certamente. Sto proprio aspettando che arrivi qualcuno a ripararlo.»
Poi sollevò gli occhi al cielo e prese a salire le scale. Sentì la presenza dell’altro dietro di sé, così salì più veloce.

«Stai andando a trovare qualcuno?»
Che invadente, pensò Light.

«Già.»

Raggiunse il primo piano e vide un lungo corridoio. C’erano due appartamenti da un lato e tre dall’altro. E di nuovo il consueto cartello con sopra scritto “ascensore rotto”.

«Stai sporcando le scale» disse il ragazzo.
Light sbuffò. «È solo acqua. Sai… sta nevicando.»

«Mi toccherà comunque pulire tutto.»

«Sei tu che ti occupi di queste cose?»
Non rallentò per sentire la risposta. Non vedeva l’ora di liberarsi di quel tipo bizzarro. Gli dava i brividi, in un certo senso.

«Sì, quando la donna delle pulizie non fa bene il suo lavoro.»

Light scosse il capo. Sperava che il suo coinquilino non fosse così. Poi si fermò all’improvviso, colto da un’idea orrenda. E se fosse stato lui, il tipo inquietante, il suo coinquilino? E se il colloquio per l’appartamento fosse stato con lui?

«Scusami.» Si voltò. «Conosci per caso Ryuzaki?»
Inorridì quando il tipo sorrise compiaciuto.

«Noti una certa somiglianza, vero?» Il sorriso si allargò sul suo volto. «Viviamo uno di fronte all’altro.»
Light inghiottì un blocco di saliva e riprese a salire le scale.
«Stai andando da lui?» proseguì il tipo.

«Così sembrerebbe.»

«Stai andando a vivere con lui?»

«Non è ancora detto.»
«Oh.» Il ragazzo si lasciò sfuggire un verso gutturale. «Allora credo che dovremmo presentarci. Potresti restare qualche giorno, e sarebbe strano incrociarsi senza conoscere i nostri nomi.»

Qualche giorno?

Light emise un lungo sospiro. «Light Yagami.»
«Beyond Birthday.» Lo raggiunse, spingendolo con il cesto. «Vivo con l’adorabile Naomi Misora. Appartamento 24, quinto piano. Ci sono sessantadue gradini per raggiungerlo.»

Light aveva contato quattro piani, quindi era quasi arrivato.
Quando raggiunse l’appartamento 25 fece un bel respiro e bussò alla porta. Sentì Beyond superarlo, un cigolio e uno starnuto.
«B…» singhiozzò una voce femminile.

«Sono qui, Misora.»

Light diede uno sguardo dietro la spalla, vedendo una bella ragazza alta, con lunghi capelli neri e il volto rossissimo. Si chiese se stesse piangendo o se fosse solo raffreddata. Sentì i suoi occhi addosso.
Poi la porta si aprì e un altro strano ragazzo lo invitò a entrare. La somiglianza con Beyond era evidente. Erano uguali, tranne che per gli occhi.

«Tu devi essere Light.»

«Molto piacere.»

«Prego, entra pure. Ti mostro l’appartamento.»
Mentre varcava l’ingresso, Light sentì le voci dei vicini di casa.

«Questo durerà fino a Natale?»
«Non penso proprio.»

Light storse la bocca, chiedendosi cosa volessero dire… Era tanto terribile come appartamento? O era il suo coinquilino a essere tanto strambo?
Poi Ryuzaki chiuse la porta, si portò un dito alle labbra e rimase immobile a fissarlo.

«Mmm. Direi un buon sei percento.»

«Come?»

«Nulla, Light.» Ryuzaki si strofinò l’indice sulla bocca. «Allora… vogliamo cominciare?»
Light arrossì a quelle parole. Raddrizzò la schiena per darsi un tono.

«Certo.»

Poi Ryuzaki gli mostrò il bagno e la camera libera che sarebbe diventata sua se avesse firmato il contratto. In cucina, nelle metà degli armadietti che non erano vuoti, Light vide solo dolciumi. Anche il frigo era pieno a metà: solo di roba zuccherata.

«Vieni, Light… Sediamoci.»
Si accomodarono su un bel divano, mentre fuori si sentivano dei pianti. Doveva essere quella Naomi.

«Ma qui è sempre così?» domandò Light, sistemandosi in poltrona.

Ryuzaki non sollevò lo sguardo dal contratto. «Solo quando viene licenziata.»
E accade spesso?, avrebbe voluto chiedere Light.

«Bene, Light. Se sei ancora interessato, avrei qualche domanda da farti.»

Light pensò agli appartamenti che aveva visto. Nessuno aveva tanto spazio. Nessuno era tanto vicino all’Università. Nessuno aveva un coinquilino che non avesse in casa attrezzature da palestra, o ragazze dalle voci squillanti, o musicisti, o cani.
Ma soprattutto: nessuno costava così poco. Era come se Ryuzaki stesse svendendo quella stanza. E chi era lui per non approfittarne?

«Sono interessato.»

«Molto bene… Sai, Light, siamo a dicembre. Tra poco è Natale.»
«Sì. E quindi?»

«Vieni dal Giappone, Light. Hai mai festeggiato il Natale?» Fece una pausa, ma senza lasciargli il tempo di rispondere. «Saresti disposto, Light, ad aiutarmi ad addobbare questo appartamento – e magari anche l’atrio – in vista delle feste?»
Light rimase interdetto. Tutto qui?
Sembrava davvero poco in cambio di una così bella casa.

«Certo, Ryuzaki. Se avrai bisogno di me per decorare, ti aiuterò.»
Ryuzaki non gli tolse gli occhi di dosso. Inclinò la testa di lato, strofinandosi il labbro.

«Grazie, Light. Sei molto gentile.»
«Hai altre domande da farmi?»

«Direi di no, Light…»

«Se è tutto a posto, io andrei. Quando posso trasferirmi?»
Lesse una strana luce nello sguardo dell’altro. Una luce che gli provocò un brivido.

«Anche oggi stesso, Light Yagami. Se a te sta bene.»
 

 n

 

Estratto da APPARTAMENTO 24 di Relie:
 

«Ci sarà un cambiamento».

Continuava a fissare lo schermo del cellulare, come se ne dipendesse della sua vita. Il naso arrossato, il collo alto del maglione a ripararle la gola e gli occhi che bruciavano, quella era Naomi Misora, metà vestita e metà in pigiama, in attesa della chiamata.

Una tazza fumante si fece spazio sul tavolo, accompagnata dalla mano di Beyond, protetta rigorosamente da uno strofinaccio. Naomi non seppe se ringraziarlo o starnutirgli in faccia.

CONTINUA...

 n

 
N.d.A.:

Se vi state chiedendo cosa succede, ve lo dico subito. Con Relie abbiamo pensato di scrivere una storia a quattro mani. Ma non le classiche quattro mani… Abbiamo pensato di creare questa specie di sitcom, dove i nostri protagonisti vivono quasi insieme. Lei si occuperà di B e Naomi, mentre io di L e Light.
Quando leggerete il suo capitolo, vi accorgerete che è il completamento di questo. Cosa combinano B e Naomi dietro il numero 24? Cosa sta architettando B contro L?
È una raccolta di one shot, ma ogni capitolo è legato a quello precedente (e ogni capitolo è legato al suo corrispettivo nella raccolta di Relie. Quindi: primo capitolo mio unito a primo capitolo suo, e via dicendo).
Speriamo apprezziate l’idea, che le nostre raccolte vi strappino un sorriso e che ci farete sapere se vi sta piacendo!
Celtica

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La volta in cui L fece infuriare B ***


2. La volta in cui L fece infuriare B

QUESTA STORIA È GEMELLATA CON “APPARTAMENTO 24” DI RELIE DIADAMAT IN QUESTO STESSO FANDOM.
Per favore, leggetele entrambe. Fanno parte dello stesso universo, e si completano. Per avere il quadro completo delle vicende che vedono L, Light, B e Naomi protagonisti, serve leggerle tutte e due.
Relie tratterà le vicende dell’Appartamento 24, in cui vivono Beyond e Naomi, mentre io quelle di L e Light, nell’appartamento di fronte. I quattro si incontreranno e interagiranno in ogni capitolo.

 

 n

 

 

Sheldon: Aspetta, aspetta. "Ha piazzato" è giusto?
Leonard: Che vuoi dire?
Sheldon: Che "ha piazzato" è il tempo verbale giusto per qualcosa che è successo nel futuro di un passato influenzato da un evento del futuro?
Leonard: "Avrebbe potuto piazzare"?
Sheldon: Bravo ragazzo.

 

 

 

I.             LA VOLTA IN CUI L FECE INFURIARE B

 

 

 

 

«Più a destra, Light.»
Light sbuffò sulla scala. Si allungò verso destra, sopra la porta dove il numero 25 era affisso a lettere dorate. Poco sotto c’era una campana natalizia.

«Adesso com’è?»

«Ancora un po’ a destra, Light.» L sorrise, riconoscendo una nota d’impazienza nella voce del suo coinquilino. «Ora è troppo a destra, Light.»
«Potresti smetterla di dire il mio nome, per favore?»

La scala traballò ancora. L puntò i piedi contro l’acciaio per tenerla ben ferma.
«Un po’ più a sinistra.»

«Senti, Ryuzaki, perché non sali tu qui sopra e io ti tengo la scala?»

«Ti prego, Light, non essere sciocco.» L seguì la linea delle gambe di Light, puntando lo sguardo poco più in alto. «Ho una vista migliore da qui. E poi non vorrei mai che mi guardassi il sedere…»

Light quasi cadde dalla scala. Gridò, appoggiando i palmi delle mani contro il muro verniciato di bianco, piegandosi appena in avanti.
Una visuale ancora migliore, non c’era dubbio.

«Che succede?»

Naomi sbucò dalla porta di fronte, costringendolo a voltarsi.
«Oh, Naomi Misora. Stiamo mettendo gli addobbi» rispose L. Guardò in alto, dove la ghirlanda era affissa alla cornice. Light era rosso quanto le palline che stava appendendo.

«Ryuzaki» chiamò Naomi. «Non pensi che quella campana sia un po’… troppo?»

«Tu dici?» L lasciò la presa sulla scala per torturarsi un labbro. Diede una spinta per sentirla suonare, mentre Light cercava di restare in equilibrio. «No, io direi che ha davvero un suono piacevole. Pensavo di appenderle un po’ ovunque, nel palazzo.»
«Nel palazzo?» si intromise Ryuk, l’inquilino che abitava proprio sopra il loro appartamento. «Non credi di stare esagerando, ragazzo?»

«Non più di te quando ti metti a suonare la tromba, Ryuk.»
«La mia è arte!» sbottò offeso, scomparendo in fondo alla scalinata.

L scambiò uno sguardo con Naomi.
«Non sta dicendo sul serio. Quando lo sentirai suonare, capirai.»

«Che cosa capirò?» domandò Naomi, con il naso ancora rosso per via del recente raffreddore.
«La differenza tra questo» e diede un’altra spinta alla campana. «E quel baccano che Ryuk osa chiamare musica.»
Naomi scosse la testa, tornò nel suo appartamento, ma dopo pochissimo ne uscì B. Aveva l’indice puntato contro L.

«Non vorrai davvero appendere quella roba? Di nuovo?»

«Trovo che contribuisca a rallegrare l’atmosfera. Light è d’accordo con me, non è vero, Light
«Ti ho detto di smetterla di pronunciare il mio nome. E tieni ferma la scala!»

Beyond gli lanciò uno sguardo di fuoco. «Non anche quest’anno… Non anche quest’anno!»

L lasciò di nuovo la scala. «Ora calmati, B. Tra qualche settimana la toglieremo, non è vero Light?»
Naomi li guardava dalla porta aperta. Poi squillò il telefono e lei si chiuse dentro casa.

«Adesso basta, Ryuzaki. Dimmi solo che vanno bene così. Non farmele spostare ancora.»

L si allontanò un momento – tanto che Light fu costretto di nuovo a piegarsi in avanti per reggersi al muro. Si portò un dito alle labbra, ignorando B. Ma poteva quasi sentire il fumo uscirgli dalle orecchie.
Inclinò appena la testa di lato, giusto per guardare meglio.

«Non c’è male, Light. Non c’è male.»

«Oh, meno male. Posso tornare giù?»

L diede un calcio alla scala quando lo vide intento a scendere il primo scalino.
«Se solo potessi spostare quelle due palle un po’ più a sinistra… penso che sarebbe perfetto, Light.»
Light abbassò la testa per guardarlo. «Che cosa? Ma se sei stato tu a farmele spostare!»

«Ti lamenti come un gattino» si intromise Beyond, guardandoli entrambi. Poi scosse la testa e si avviò verso il suo appartamento. «Come si fa a non capire che ha fatto tutto per guardargli il sedere… come si fa?»

L sgranò gli occhi. «Un gattino… che grande idea.»

 n 

Tre ore e un albero di due metri e mezzo dopo, L si fermò a contemplare l’ascensore rotto. Light era alle sue spalle, ricoperto di aghi, le scarpe ancora bagnate di neve.

«Dovresti andare a cambiarti, Light. Anche se quegli aghi tra i capelli ti donano.»

«Mi donano?» Light era senza fiato. Aveva trascinato l’albero con il suo – ehm – aiuto. Più o meno. «Mi donano?! E poi si può sapere che intenzioni hai con quell’ascensore? Sei fermo lì da dieci minuti!»
«Vorrei saperlo anch’io» esordì Naomi, appoggiandosi allo stipite della porta con uno scialle sulle spalle e una tazza bollente tra le mani. «A proposito… grazie per il caffè, Light.»

«Oh, Naomi Misora, Light è gentile.» L si accovacciò davanti all’ascensore.

«Potresti dirlo senza che suoni come stupido, Ryuzaki?»

Lui sorrise, ripensando a come Light si era offerto di aiutare una donna a caricare l’albero in auto, mentre lui era ancora intento a scegliere il loro.
Loro.
In effetti, non pensava che Light sarebbe durato più di qualche giorno. C’era solo il sei percento di possibilità che accadesse.

«Ancora?» Beyond travolse Naomi per uscire sul pianerottolo, facendole versare il caffè. «Non vorrai metterle anche lì, ancora, come l’anno scorso?»
L non ebbe bisogno di voltarsi per vedere la sua faccia. La conosceva fin troppo bene… quella e tutti i segreti che B si portava dietro.

«In effetti è così. Stavo proprio pensando di mettere dei sensori davanti alla porta dell’ascensore.»

«Di che sensori parli?» si intromise Light.
«Oh, non lo sa! Il ragazzetto non lo sa!» sbottò Beyond. «Sensori… sensori di quelli che quando ci passi davanti sparano musica a tutto volume.»

«Non musica» lo corresse L. «Solo un canto natalizio. Siamo a Natale, dopotutto…»

Naomi starnutì, tanto che Beyond fece una corsetta in avanti. L era convinto che le avrebbe offerto un fazzoletto – o che le avrebbe chiesto di rientrare in casa e portarsi via i suoi germi – invece B puntò un dito contro Light.

«Che ci fai ancora qui?»

«Scusami?» Light parve offeso. «Ci vivo.»

«Già. E non dovresti, non credi? È finito il periodo di prova, direi. Che succede? Ti sta costringendo? Ti ha minacciato? Ha rapito tua sorella?»

«Non ho rapito proprio nessuno, Beyond.»
«Non pensavo saresti durato tanto a lungo…» B continuò a rivolgersi a Light. «Non pensavamo

Al che, gli occhi di tutti i presenti si puntarono su Naomi. Lei abbassò il viso, un tantino imbarazzata.
«Insomma, non è che i tuoi coinquilini durino mai molto, Ryuzaki…»
L si rivolse a B. «Se è per questo, anche Naomi è rimasta. Nonostante i tuoi evidenti problemi.»

«Problemi?»

«Già. Non dev’essere semplice viverti accanto…»

Il volto di Beyond si fece paonazzo.
«Ti propongo una sfida, Ryuzaki.» Digrignò i denti. «Vediamo chi dei nostri coinquilini dura più a lungo.»

«Si chiama “scommessa”, Beyond» lo corresse L con un sorriso. Ci pensò un istante, sollevando gli occhi al cielo, il pollice a torturargli il labbro. «Perché no? Io detesto perdere, e quindi non perderò.»

 
 
n

Vi ricordo di leggere “Appartamento 24” di Relie Diadamat, di cui vi lascio un estratto:

 

«Dov’è il caffè?».

Spostò lo sguardo alla sua destra, restando accovacciato sulla sedia a mangiucchiare cucchiaiate di marmellata. Naomi guardava confusa la dispensa e Beyond non si premurò di trattenere un sorrisetto. Si leccò le labbra, mettendola al corrente: «Temo sia caduto questa mattina… Una scena orribile, sono lieto che tu non abbia dovuto assistere».

Naomi si portò le mani sui fianchi. Era spettinata, la faccia ancora provata dall’influenza. «Vuoi dire che l’hai fatto cadere».

«Oh, no, Misora. Te lo assicuro.» Intinse un dito nel barattolo, girandolo come un mestolo in una zuppa di fagioli. «Io ho solo spinto il bicchiere che stava accanto al barattolo del caffè. Dunque non è colpa mia, ma della Dinamica».  CONTINUA...

 

 n

N.d.A.:

Eccoci con il secondo (i secondi?) capitolo! Noterete che il “disagio” aumenta a ogni episodio. Ma questo ci rende molto allegre, vero, Relie? Nel terzo, i nostri eroi (?) saranno alle prese con il giorno della Vigilia… e di nuovo, ne vedrete delle belle!
Ovviamente, e lo diciamo per evitare incomprensioni, è tutto all’insegna dell’ironia e – perché no? – del fluff. È una commedia.
Grazie mille a chi legge, a chi recensisce e a chi ha aggiunto la raccolta alle seguite! A presto!
Celtica

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La volta in cui L si fece un regalo (e Light e B restarono a guardare) ***


III. La volta in cui L si fece un regalo

QUESTA STORIA È GEMELLATA CON “APPARTAMENTO 24” DI RELIE DIADAMAT IN QUESTO STESSO FANDOM.
Per favore, leggetele entrambe. Fanno parte dello stesso universo, e si completano. Per avere il quadro completo delle vicende che vedono L, Light, B e Naomi protagonisti, serve leggerle tutte e due.
Relie tratterà le vicende dell’Appartamento 24, in cui vivono Beyond e Naomi, mentre io quelle di L e Light, nell’appartamento di fronte. I quattro si incontreranno e interagiranno in ogni capitolo.


n

 

 

Sheldon: Quando a scuola vieni pestato un giorno sì e l’altro anche,
l’istinto di sopravvivenza ti fa sviluppare
un udito estremamente sensibile.
E soprattutto se per essere pestati basta iniziare una frase
con le parole “statisticamente parlando”.

(The Big Bang Theory)

 

 

 

III.             LA VOLTA IN CUI L SI FECE UN REGALO

(E Light e B restarono a guardare)

 

 


 

L’albero troneggiava in mezzo alla stanza. La punta toccava il soffitto ed era impossibile vedere il corridoio che portava alle loro stanze. Così com’era difficilissimo schivare rami e palline per raggiungere la cucina senza ritrovarsi il maglione pieno di aghi.

«Sei ancora convinto che non dovremmo spostarlo?»

«Proprio così, Light.» Ryuzaki non sollevò gli occhi dallo schermo del computer. «L’albero non si tocca.»
Light guardò con astio gli aghi sparsi su divano, tappeto e pavimento, una lunga scia che arrivava fino alla porta. Pensò a tutto il verde lasciato per le scale del palazzo, alle grida di Beyond…

«Ti ricordo che l’appartamento è per metà mio.»

«Bene. Puoi decorare la metà che non ho ancora toccato.»

«La metà che… ma di che parli?»

Finalmente Ryuzaki alzò la testa per guardarlo negli occhi. «Se ci pensi bene, Light, non ho messo decorazioni nel cinquanta percento dell’appartamento.»
«Quale cinquanta percento?» Light era sbigottito.
«Be’… la cucina, per cominciare.» Ryuzaki si stiracchiò mettendosi in piedi. Infilò le mani nelle tasche. «Il bagno, la tua stanza e… buona parte della mia stanza. Vuoi che entriamo a controllare?»

Light sentì di essere arrossito fino alla punta dei capelli. Fece un passo indietro.

«Resta il fatto che hai deciso tu per l’intero salotto…»
«Oh, per quello…» Ryuzaki guardò un punto indefinito alle spalle di Light, portandosi un dito alle labbra. «È risaputo che le decorazioni, a Natale, vadano messe soprattutto in salotto. Non avendo noi un giardino o una parete esterna.»

«Ryuzaki, senti…»

«È la Vigilia di Natale, Light. Perché non ti rilassi? Magari una cioccolata calda ti tirerebbe su…»

Light sentì dei rumori venire dal pianerottolo. Sbirciò fuori e vide un tipo mai visto prima, vestito tutto elegante. Aprì la porta.
«Posso aiutarla?»
Lui stava già bussando all’appartamento di fronte, il numero 24.
«No, grazie.»

Light stava per chiudere quando Ryuzaki lo raggiunse, appoggiando il fianco al suo.
«Ma che fai?» Cercò di scostarsi, ma in quel momento Beyond Birthday si presentò alla porta.
Il suo volto, in genere così simile a quello di Ryuzaki, rivelò una rabbia che Light non aveva mai notato prima.

«Sono venuto a trovare Naomi» disse il tipo elegante.
Lei comparve all’improvviso alle spalle di Beyond. «Oh, Raye.» Sorrise, e Light capì il motivo della rabbia del suo vicino. «Che bella sorpresa!»

«In genere si telefona prima» borbottò Beyond. «Non si sa mai cosa potrebbe succedere con le sorprese ai fidanzati. Un viaggio a vuoto, una donna struccata… un amante

Raye ignorò deliberatamente Beyond, dando un bacio sulla guancia di Naomi.

«È la Vigilia di Natale, Naomi.»

«Sì» rispose lei, lanciando un’occhiata glaciale a Beyond. «E sei il mio fidanzato. Non hai bisogno di avvertire quando vieni a trovarmi.»
Poi si chiusero tutti e tre dentro l’appartamento.

«Questo quadretto si fa sempre più colorato» mormorò Ryuzaki, vicinissimo al suo orecchio.

«Eccola qui» disse una voce familiare. Era Ryuk che risaliva le scale con almeno sei chili di mele in un sacchetto. «La nuova coppietta del palazzo.»
Poi rise, una risata fastidiosamente rumorosa. Light guardò le goccioline di sudore e capì che doveva essere stanco di portare roba al sesto piano.

«Vuoi una mano?» chiese, facendo un passo avanti per liberarsi della presenza di Ryuzaki.
«No, no.» Ryuk scosse la testa. «Non dividerei mai due piccioncini.»
Scoppiò di nuovo a ridere e si avviò verso il suo appartamento.

«Sei molto gentile, Light.»
Light vide gli occhi di Ryuzaki soppesarlo. Sentiva sempre un senso di inquietudine quando accadeva – e accadeva spesso – tanto da non sapere cosa rispondere.

«Chiamasi buon vicinato, Ryuzaki. Dovresti provare.»

«Oh, ma certo… ci proverò, Light.»

Non si spostò per lasciarlo passare, tanto che Light fu costretto a mettersi di profilo, e a strusciare la schiena – e non solo quella – contro Ryuzaki.

«Ma andatevene in albergo!» sbottò Beyond, che aveva appena assistito alla scena.
Spintonò Ryuzaki e si introdusse nel loro appartamento, raggiungendo il divano. Lo liberò degli aghi e si sedette.
Light rimase interdetto. Da quando si era trasferito non aveva mai dovuto sopportare entrambi gli strambi nello stesso momento.

«Che c’è?» chiese.

«Che c’è, domanda il tuo ragazzetto.» Beyond guardò Ryuzaki indicando Light con il pollice. «Non hai notato niente di strano? Magari un fastidio alto uno e ottanta, vestito tutto in tiro…»

«Beyond è un tantino geloso di Naomi Misora» spiegò Ryuzaki. «Non è vero?»

«Assolutamente no! Io geloso… figuriamoci. No, no, si tratta solo del fatto che sono stato sbattuto fuori dal mio appartamento.»

Light avrebbe tanto voluto che ciò accadesse anche nel suo, di appartamento…

Capì che non era aria, così si chiuse nella sua stanza, lasciando i due stramboidi a discutere delle loro cose. Che cosa avrebbe mai potuto dire lui?
Si mise a leggere un libro, sdraiato sulla bella trapunta che suo padre gli aveva spedito dal Giappone.
Non passò molto prima che qualcuno venisse a bussare alla sua porta.

«Light. Posso entrare?»

Certo che no!

Invece si morse la lingua. «Un momento, non sono vestito.»
«Oh, non è un problema per me…»

«Ma lo è per me. Aspetta fuori, Ryuzaki, per favore.»

«Come preferisci…»
Aprì un armadio – giusto perché il suo coinquilino sentisse il rumore – e spostò qualche vestito. Poi aprì la porta.

«Che succede?»

Ryuzaki gli fece una rapidissima radiografia.
«Andiamo a bere una cioccolata calda, Light. Perché non ti unisci a noi?»

Nemmeno per idea.

«Ho molto da studiare, sai…»
«Oh, andiamo, Light. È la Vigilia. Non si studia alla Vigilia. Alla Vigilia si beve cioccolata e si sta con gli amici.»

Amici?

«Che succede, Light? Non siamo forse amici, noi due?»

«Ma certo, Ryuzaki.» Neanche per sogno. «E va bene… vi accompagno.»
Prese la giacca e il cappello di lana e li raggiunse in salotto. Non poteva vederlo con l’albero di mezzo, ma sentì la voce di Beyond.

«Davvero avete intenzione di tenerlo per tutta la durata delle feste?»
«E magari anche oltre» rispose Ryuzaki. «Trovo che dia un’aria accogliente all’appartamento.»

«Accogliente?» Light girò intorno all’abete. «Hai detto proprio “accogliente”?»

«Proprio così, Light. Immagino già il nostro micio mentre si arrampica tra i rami o colpisce una pallina.»

«Avete un gatto?!» Beyond balzò in piedi, correndo alla porta.
L’indice di Ryuzaki fece segno di no. «Non ancora, B… Non ancora. Pensavo di prenderlo oggi. Sai… come regalo di Natale.»

«Ti fai i regali da solo, adesso?»

«Divertente, Beyond. Davvero divertente. No, volevo fare come gli altri anni: prendere un regalo per te e destinarlo a me.»

  n

La cioccolateria era a due isolati dal palazzo. Faceva angolo, e dai finestroni ad arco la luce schizzava in strada, cambiando continuamente colore.

«Vedrai, Light» disse Ryuzaki, indicandogli la porta. «Non hai mai assaggiato una cioccolata così buona.»
Beyond entrò per primo. Si fermò proprio sotto un rametto di vischio.

«Che roba è?»

«Vischio» rispose Light prima che potesse farlo Ryuzaki.

«Questo lo vedo. Mi chiedo cosa ci faccia un rametto di vischio dentro una cioccolateria.»
Light tirò la destra all’indietro vedendo la donna più alta e brutta del mondo andare verso di loro.

«È Natale» si intromise. «Misa ha avuto un’ottima idea ad appenderlo qui.»

«All’entrata?» insisté Beyond. «Della serie: o mi baci o fuggi via? Un bel modo per spingere i clienti a restare.»
Ryuzaki lo spinse da parte e si avvicinò al bancone vuoto. «Vieni, Rem. Pensiamo alla mia cioccolata.»
«Hai fretta?»

«A dire il vero sì. Devo uscire prima che chiuda il negozio di animali.»

Beyond zigzagò tra i tavoli rotondi. «Stai scherzando?»

«Niente affatto. È per il mio regalo di Natale.»

Rem passò uno strofinaccio sul banco, una scena che a Light ricordò vecchi baristi in ancor più vecchi film.
«Chi te lo regalerà?»

«Ma io, Rem. Chi altri?»

Rem smise di fingere di pulire e scosse la testa. «Allora, dimmi. Cosa vuoi?»
Ryuzaki si guardò intorno, fermandosi a osservare l’albero addobbato – grande appena la metà del loro – e le varie decorazioni sparse in giro.

«Misa non c’è» disse Rem. «Arriva tra un po’. Sarà qui stasera…»
«Chissà» commentò Ryuzaki a bassa voce. «Prima di mezzanotte potremmo tornare a trovarvi. Ma ora ho un regalo che mi aspetta.»

«Il solito?»

«Sai che lui prende sempre il solito, Rem.» Beyond alzò gli occhi al cielo. «Io vorrei quella alle fragole, invece.»

Rem sospirò. «I due soliti… e per te, ragazzo? Cosa ti porto?»
Light sentì gli occhi di tutti su di sé, come se quello fosse solo un test. E con tutti i tipi di cioccolata calda descritti sulla lavagnetta, sembrava quasi impossibile superarlo…

Magari così mi libererò di loro.

«Una cioccolata normale, per favore. Classica.»
«Che ti dicevo?» Ryuzaki si rivolse a Beyond. «Ho scelto bene il mio inquilino…»

 n 

Due ore dopo erano di ritorno. Beyond scalpitava davanti all’appartamento 24, furioso. Mentre Light apriva la porta, lasciando spazio a Ryuzaki e alle sue spese folli, permettendogli di entrare.
Una gabbietta verde rivelava un gattino bianco come il latte, che per tutta la durata del viaggio aveva fatto sentire la sua voce.
Un’enorme scatola – che Light aveva trascinato su per le scale – nascondeva invece il regalo per il micio: un castello tiragraffi in cui avrebbe potuto arrampicarsi e farsi le unghie.

«Misora» chiamò Beyond, spalancando la porta. «Misora, dimmi, qual è il peggior nemico di un gatto?»

«Un cane?» suggerì lei, comparendo all’ingresso.

Beyond ci pensò su un momento.

«Io adoro i cani» si intromise Ryuzaki, con il sorriso felice di un bambino.
«No…» Beyond restò a guardarli entrare in casa. «Dev’esserci qualcosa di peggio… sì, deve esserci…»

Light chiuse la porta, e restò a osservare Ryuzaki che apriva la gabbietta.
«Finalmente soli» disse Ryuzaki, ma Light non sapeva se si riferisse a lui o al gatto.

Il musetto bianco sbucò fuori miagolando.

«Tu» sussurrò Ryuzaki, prendendolo tra le mani. «Tu mi starai sempre vicino, non è vero?»
Light avrebbe voluto ridere di lui, ma in quel momento non ci riusciva. C’era una strana attrazione in quel gattino, come se fosse soggiogato dagli occhi di Ryuzaki.

«Come lo chiamerai?»

«Non è ovvio? Lo chiamerò Near.»

Light si portò una mano tra i capelli e guardò il soffitto, pregando Babbo Natale e tutti i suoi aiutanti di regalargli un po’ di pazienza. Gliene sarebbe servita tanta…
Poi sentì qualcosa pungergli le dita.

Un altro stramaledetto ago, accidenti.

  n 

Estratto da APPARTAMENTO 24 di Relie:
 

Raye sollevò una mano verso la fronte di Naomi, scostando ciocche ribelli dagli occhi. Sembrava passata un'eternità da quando, quel gesto, era stato riservato a lui. Proprio dalla ragazza che Mister Eleganza ammirava con occhi sognanti.

I movimenti di Naomi erano stati identici. Lenti e attenti.

 «Oh, che sbadato!» B esclamò pigramente, senza alcuna emozione. Un commediante da quattro soldi. «Posso offrirti qualcosa? Un bicchiere d'acqua, un muffin, l'indicazione per uscire dalle nostre vite?»

 
n 

N.d.A.:

Ciao a tutti! Scusate il ritardo. In realtà i nostri capitoli erano pronti da un po’, ma ci è mancato il tempo materiale per pubblicarli (e me ne assumo tutta la colpa). Dei tre pubblicati finora, questo è sicuramente il mio preferito! Avevamo anticipato che altri personaggi si sarebbero presentati in vesti un po’… particolari. Miao, Near!
Come sempre, se la storia vi è piaciuta, se l’avete letta, non siate timidi. Fatevi avanti! Grazie di cuore a chi continua a leggere!
Celtica


P.S.: prima storia dell'anno!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3876678