Vita da lupo

di Misaki Ayuzawa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefetto ***
Capitolo 2: *** Reparo ***
Capitolo 3: *** Halloween ***
Capitolo 4: *** Luna piena ***



Capitolo 1
*** Prefetto ***


Vita da lupo
Capitolo 1: Prefetto

Aprì di scatto gli occhi e si mise a sedere, il cuscino e le coperte stropicciate e madide di sudore intorno a lui.
Remus poteva sentire il proprio cuore battere ferocemente nel petto ma, dopo qualche respiro profondo, percepì un rallentamento. Si stava calmando. Inspirò ed espirò silenzioso ancora un paio di volte e poi si asciugò le guance umide, almeno aveva smesso di piangere. Per l'ennesima volta aveva fatto quell'incubo ... Un incubo che in realtà era il ricordo del giorno peggiore della sua vita, il giorno che l'aveva segnato per sempre, irreversibilmente.
Lo scenario era sempre lo stesso: lui immerso nell'oscurità familiare della sua camera, addormentato, e all'improvviso un rumore, lui nel letto che comincia ad agitarsi e infine un dolore lancinante al volto... Apre gli occhi solo per vedere una figura antropomorfa con un lungo muso affilato incombere su di lui.
Ed ecco che, con una finestra forzata e una zampata, Remus era diventato un lupo mannaro.

Ormai era troppo sveglio per provare a riaddormentarsi. Diede un'occhiata all'orologio ticchettante sul comodino e vide che erano ancora le tre. Poco male, avrebbe impiegato il tempo che lo separava dalla colazione per terminare i compiti delle vacanze.
Di lì a due giorni sarebbe tornato ad Hogwarts per il suo quinto anno, in veste di prefetto per di più.
Era stato molto orgoglioso della spilla dorata che gli era stata inviata quell'estate, soprattutto perché non se lo era aspettato. Sapeva di piacere a Silente, che d'altronde sembrava avere a cuore i casi più disperati. Essere prefetto richiedeva responsabilità, senso del dovere e affidabilità. Remus presentava le prime due qualità, quanto alla terza... Per alcuni giorni ogni mese non era esattamente affidabile, anzi violento e pericoloso erano aggettivi che gli si addicevano di più. Eppure era felice, realizzato. Anche se Silente era a conoscenza del suo "piccolo problema peloso", come James, Sirius e Peter usavano riferirsi alla licantropia, si stava fidando di lui, e a Remus non importava se Sirius e James avrebbero cominciato a tormentarlo per essere il cocco del preside.

Arrivato davanti al binario nove, Remus salutò i genitori (la madre babbana non poteva attraversare il passaggio e al padre non piaceva l'idea di lasciarla ad aspettare indietro). Lasciò che entrambi lo abbracciassero, un po' imbarazzato ma sorridendo. Notava il velo di preoccupazione nei loro occhi, anche se non era la prima volta lontano da casa, temevano sempre che potesse fare del male a qualcuno o, peggio ancora, a se stesso. Lì rassicurò con un sorriso e si accomiatò da entrambi. Poi, assicurandosi che non ci fosse nessun babbano intorno, afferrò il carrello e corse dritto contro il muro tra il binario nove e dieci.

La piattaforma era gremita: studenti e genitori che si urlavano gli ultimi saluti, bagagli che venivano caricati sulle carrozze, animali vaganti i cui proprietari tentavano disperatamente di riacciuffare. Remus non aveva di questi problemi: il suo docile barbagianni beccava tranquillamente il mangime nella gabbia e non sembrava intenzionato ad evadere. Da lontano vide James e Sirius, seguiti da un affannato Peter, farsi strada in mezzo alla folla verso il treno. Decise che li avrebbe raggiunti più tardi visto che, in ogni caso, prima doveva andare nella carrozza dei prefetti.
Ci mise un pò a raggiungere lo scompartimento dei prefetti, ma capì di essere nel posto giusto non appena vide una lunga chioma rossa agitarsi mentre la proprietaria issava il pesante baule sulla rastrelliera. Remus impugnò la bacchetta e sussurrò “Wingardium leviosa", accompagnando le parole con un elegante gesto della mano. Il baule fluttuò via dalle mani della ragazza e andò a depositarsi al suo posto. La rossa si voltò, un po' confusa e un po' divertita.
"Mi sembravi in difficoltà" si giustificò Remus mentre sistemava anche il proprio bagaglio e la gabbia di Gatsby il barbagianni, ma Lily ora rideva.
"Ti ringrazio, Remus." Poi notò la spilla sul petto del ragazzo. "Oh che bello, sei tu l'altro prefetto allora!"
"Così pare. Sai chi c'è delle altre case?" Lily scosse la testa e i due presero posto accanto al finestrino, una di fronte all'altro.
"Cosa leggi?" chiese Lily vedendo che Remus aveva estratto dalla tasca un libricino.
"Oh, è un manualetto sugli incantesimi non verbali". Lily sgranò gli occhi, quella era magia di un livello molto avanzato e non in molti riuscivano a padroneggiarla.
"Sei in grado?"
“No, certo che no." Rispose Remus sorridendo. "Però è un argomento interessante e può sempre tornare utile."
"Sarebbe bello imparare." Ammise Lily. La conversazione fu interrotta dall'arrivo degli altri prefetti. Si presentarono e i più anziani spiegarono a Remus, Lily e ad un nuovo prefetto di Corvonero, Brian Hutt, le loro mansioni.
"Ogni venerdì alle quattro dovrete presentarvi in sala prefetti, dove relazionerete e riceverete le comunicazioni." Terminò così il suo ampolloso discorso un prefetto Serpeverde di settimo anno, Cornelia Loterus, prima di distribuire ai tre nuovi arrivati un libretto viola con sopra stampato a lettere dorate il titolo "Il prefetto rispettabile".
"Qui troverete tutte le informazioni necessarie sulle regole della scuola e le restrizioni, anche se dovreste già conoscerle. In ogni caso, vi aiuterà in caso di dubbio. Buon anno e buon lavoro." Con queste parole la Hutt abbandonò lo scompartimento, seguita da tutti, fatta eccezione per i novelli.
"Suppongo che possiamo andare anche noi..." disse Remus e vedendo lo sguardo di Lily inseverirsi sentí l'assurdo bisogno di giustificarsi. "Non ho ancora salutato gli altri."
"Sì, certo vai. Anch'io andrò da Sev. A dopo." Con un cenno in direzione sia di Remus che di Brian, Lily si allontanò lungo il corridoio.

"Allora, quest'anno a chi tocca? A Lysa? A Kendra? A... Remus?!" Sirius sobbalzò sul sedile.
"Ti ha dato di volta il cervello, James?" "Idiota, c'è Remus!" Remus osservò i suoi amici dalla soglia. Gli erano mancati infinitamente quei pagliacci.
"Onestamente, Sirius, mi sento offeso dalla tua reazione. Credo di essere più simpatico di Kendra." Scherzò Remus. Ora ridevano tutti e tre, Peter dormiva in un angolo, la bocca spalancata e un rivoletto di bava all'angolo della bocca.
"Dov'eri finito?" chiese James.
"Non hai saputo?"
"Cosa dovremmo sapere?" Si insospettí Sirius. James squadrò Remus dall'alto in basso e, dopo una manciata di secondi, si soffermò sulla spilla appuntata al petto dell'amico.
"Non ci credo, Lunastorta prefetto!" Come Remus aveva previsto Sirius e James si divertirono un mondo a scherzare su come ora avrebbero dovuto tenere un comportamento irreprensibile, alla presenza di Remus almeno.
"Tranquilli, mi sono abituato all'idea che non cambierete mai atteggiamento." Sospirò Remus. "Ma non aspettatevi favoritismi."
Sirius diede una pacca a Remus.
"Hai sentito, Ramoso? Sarebbe ora di cambiare atteggiamento!" Remus scosse la testa, fintamente esasperato. "Dimmi, Remus, per caso la McGranitt si è impossessata di te attraverso quella spilla?" Sarebbe stato un lungo viaggio, ma Remus ne amò ogni singolo momento.

SPAZIO AUTRICE: Salve e benvenuti in questa nuova storia! Per me è una prima volta, non avendo mai scritto nulla ambientato nel mondo della Rowling, ma Lupin è il mio persoanggio preferito della saga e, ora che sto rileggendo tutti i libri, la voglia di esplorarlo più a fondo è stata impossibile da evitare. Perciò, ecco qui il primo capitolo. Spero di aggiornare con molta frequenza e, soprattutto, spero di rendere giustizia a questo magnifico e amato personaggio. Se voleste lasciare una recensione per farmi sapere cosa ne pensate mi fareste molto felice. A presto!

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Capitolo 2
*** Reparo ***


Vita da lupo
Capitolo 2: Reparo

La vita ad Hogwarts procedeva tranquilla. Remus aveva già vissuto la prima trasformazione dell'anno scolastico e come sempre i suoi tre amici, animagus in incognito, gli avevano tenuto compagnia per tutte e due le notti. Avevano corso per la Foresta Proibita, si erano fatti inseguire dai centauri e per poco Peter non era stato calpestato a morte dai loro zoccoli. Remus era molto dispiaciuto ma Peter continuava a dire che non si era fatto niente, anche se i lividi sulla sua schiena raccontavano un'altra storia.
Anche il suo incarico da prefetto procedeva a gonfie vele. Lily era un'ottima collega e avevano cominciato a ritrovarsi in biblioteca di tanto in tanto. Lily lo aiutava nelle pozioni più complesse mentre Remus le dava qualche ripetizione in Difesa contro le Arti Oscure.
James pareva particolarmente interessato a questa nuova amicizia e Remus non ne fu sorpreso. Ramoso aveva sempre avuto un debole per Lily, nonostante quest'ultima non gli avesse mai dato eccessiva confidenza. In realtà, non era un mistero per nessuno che Lily riteneva Potter un borioso bulletto. Certo, avrebbe avuto un'opinione migliore di lui se il suo passatempo preferito non fosse stato "rendi la vita di Severus Piton un inferno". Remus non amava molto Piton ma non gli piaceva nemmeno come James e Sirius si divertissero a tormentarlo. A pensarci bene, non ricordava nemmeno come fosse cominciata ma ad un certo punto, durante il primo anno, James aveva cominciato a riferirsi a Severus come Mocciosus e presto il nomignolo aveva fatto il giro della scuola, divertendo tutti quanti tranne i Serpeverde e Lily, naturalmente.
"Signor Lupin, sa dirmi quale ingrediente sta alla base della pozione corroborante?" chiese il professor Lumacorno, interrompendo il flusso di pensiero del giovane.
"Ce ne sono due, signore: l'artiglio di grifone in polvere e il sangue di salamandra." Anche se lievemente imbarazzato per essersi distratto, Remus rispose con prontezza.
"Eccellente, signor Lupin, dieci punti a Grifondoro."
Remus sorrise, incassando impercettibilmente la testa tra le spalle. Lily, al tavolo davanti al suo, si voltò e sollevò il pollice in segno di approvazione.
La cosa non sfuggì a James, seduto accanto a lui. All'improvviso aveva abbandonato la sua aria vagamente annoiata e smesso di far lievitare un pezzo di pergamena e gli si era avvicinato abbastanza da sussurrargli all'orecchio.
"Senti, Remus ... Ehm, volevo chiederti se per caso..." La situazione era grave: James aveva cominciato a torcersi le mani e a balbettare. James non balbettava assolutamente mai. Remus dubitava che il ragazzo fosse mai stato insicuro nella sua vita. "Niente, lascia stare."
Remus lo guardò confuso, scrollando le spalle e invitandolo a continuare.
"E va bene, tu ed Evans, per caso, vi state avvicinando ... Tipo che uscite insieme?" Le ultime parole furono pronunciate così velocemente e con un tono così basso che Remus temette di aver capito male.
"Io e Lily? Assolutamente no. Siamo amici, è in gamba."
"Lo so che è in gamba." Mugugnò James, lo sguardo puntato sulla chioma fulva.
"Abbastanza in gamba da non darti corda." Lo sfotté Sirius, alzandosi dal suo posto dietro Remus e James nello stesso istante in cui suonò pure la campanella.
"Fatti i fatti tuoi, Felpato." Gridò James, cominciando ad inseguirlo fuori dall'aula.
Remus invece, senza fretta, radunò i propri ingredienti e ripulí l'attrezzatura prima di uscire dall'aula. Rimuginava ancora sulle parole di James. Non gli aveva mentito, trovava che Lily fosse arguta e gentile, ma per lei non provava altro che simpatia. C'erano sicuramente le basi perché i due instaurassero una bella amicizia ma nulla di più.
In realtà, Remus temeva il giorno in cui gli fosse cominciato a piacere qualcuno. Da bravo e curioso studente e, soprattutto, da diretto interessato alla cosa, si era informato sulla licantropia studiando a fondo qualsiasi trattato disponibile sull'argomento. Purtroppo i resoconti di prima mano sulla vita degli uomini lupo scarseggiavano. Oh, certo, c'erano innumerevoli studi di esperti ma era davvero difficile convincere veri licantropi a collaborare e nessun licantropo aveva mai scritto nulla sulla propria condizione. Tutto quello che Remus sapeva era che, generalmente, i figli dei lupi mannari nascevano tali. Purtroppo, nessuno sapeva cosa sarebbe venuto fuori dall'incrocio tra un lupo mannaro e un mago: strano ma vero, i maghi tendevano ad evitarli, figuriamoci a sceglierli come compagni, e d'altronde i lupi mannari preferivano unirsi con membri della stessa specie.
Remus non conosceva alcuna ragazza mannara e sicuramente non voleva figli a quindici anni, né nei successivi dieci a dire la verità, ma aveva sempre astrattamente pensato che non avrebbe avuto senso cercare di avvicinarsi così tanto a qualcuno che, inevitabilmente, ad un certo punto, scoperta la verità sulla sua natura, lo avrebbe visto come un mostro, pericoloso e infetto. Nessuno ad Hogwarts, al di fuori del corpo docenti e dei suoi tre amici, sapeva della licantropia. La comunità magica non vedeva di buon occhio i tipi come lui, non li invitavano per il tè né per il pranzo della domenica, non li volevano come generi né come amici di famiglia. C'era paura e, come spesso succede, questa paura era accompagnata dall'ignoranza. Nessuno si prendeva la briga di capire se davvero i lupi mannari fossero così terribili. Indubbiamente erano pericolosi ma con molta cautela potevano vivere normalmente. Remus ci conviveva da dieci anni e, tutto sommato, le cose stavano andando bene. Da un angolo remoto della sua mente una vocina mise indubbio l'ultimo pensiero.
Stai veramente bene? Sei stato solo per così tanto tempo.... I tuoi genitori ti hanno isolato! Tutte quelle giornate chiuso a chiave in camera tua. Nessun amico. Un bambino ha bisogno di amici.
Io ho degli amici. Si rispose Remus ma la bilancia gli sfuggì dalle mani e si scompose sulla fredda pietra ai suoi piedi.
Remus si riscosse nel vedere il disastro che aveva combinato. Estrasse la bacchetta dalla tasca della tunica e mormorò "Reparo."
La bilancia si ricompose istantaneamente e, con un incantesimo di appello, volò nella mano del proprietario.
Peccato, pensò Remus, non poter risolvere così facilmente qualsiasi problema.

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Capitolo 3
*** Halloween ***


Vita da lupo
Capitolo 3: Halloween

Merlino, quanto era stanco. Si sentiva la testa pesante e a fatica trovava la forza necessaria per mettere un piede davanti all'altro.
Per fortuna, per quel giorno le lezioni erano finite ma la sera ci sarebbe stato il banchetto di Halloween e i suoi doveri di prefetto lo avrebbero tenuto più impegnato del solito. Gli studenti erano particolarmente eccitati in previsione della festa: si facevano scherzi e si rincorrevano lungo le scale, non tenendo conto della loro abitudine di muoversi senza preavviso.
Remus le stava appunto quando vide davanti a sé uno studente del secondo anno di Tassorosso non accorgersi che la rampa si era spostata e che ora dava sul vuoto. Il ragazzino fece un passo di troppo e presto si trovò letteralmente senza il terreno sotto ai piedi. Remus agì ancor prima di pensare: afferrò la bacchetta, puntò e urlò:"Arresto Momentum!" Immediatamente Remus percorse la distanza che lo separava dal bordo della scala e osservò il corpo del Tassorosso lentamente avvicinarsi al pavimento del piano terra, rimettersi in piedi e, un po' tremante, rivolgere lo sguardo in alto, verso di lui.
"Tutto bene?" chiese Remus preoccupato. L'altro lo rassicurò, forzando un sorriso. "Stai più attento." Si raccomandò Remus, sperando di non risultare troppo pedante. Il Tassorosso però sembrava ancora troppo spaventato per lamentarsi del prefetto bacchettone che gli aveva appena evitato un sonoro schianto dal quarto piano.
Affannato, Remus arrivò in cortile per un'ispezione di routine, prima di tornare nel dormitorio e prepararsi per la cena. Le giornate si stavano accorciando, perciò fuori l'ultima luce del crepuscolo si stava estinguendo a favore di una notte splendente. La luna piena era alle porte. Remus lo percepiva nel colorito sempre più giallastro del suo volto, nel senso di nausea che provava quando mangiava qualsiasi cosa non fosse carne, nelle marcate occhiaie dovute alla difficoltà crescente di prendere sonno. Era sempre così: con l'avvicinarsi della trasformazione la sua vera natura emergeva con più forza e lo portava a desiderare di perdersi nella foresta e non rinchiudersi tra quattro pareti, mutare forma e abbandonare quella perenne debolezza.
La gabbia era ciò che il lupo odiava di più.
A volte, però, c'erano dei vantaggi ad avere dei sensi lupeschi. Gli permettevano, ad esempio, di avere una notevole vista notturna.
"Si può sapere cosa state facendo?" chiese un Remus sinceramente interessato con aria non curante al gruppo di Serpeverde riunito sotto un maestoso faggio. Un paio di studenti Grifondoro di primo anno che Remus conosceva di vista penzolava in aria a testa in giù. Remus non ci mise molto ad individuare in Gaspard Flitt e Roderick Lastrange i due valenti assalitori, circondati da Serpeverde di vari anni con la stessa aria compiaciuta, tra loro riconobbe Severus Piton. Remus si sorprese di trovarlo nella combriccola: per quanto brillante fosse, o forse proprio per questo, lo vedeva spesso solo, il lungo naso immerso in un libro, o al massimo in compagnia di Lily e pochi altri Serpeverde.
"Che ti importa?" gli chiese ghignante Lestrange, continuando ad impugnare la bacchetta ma puntandola adesso contro Remus.
"Non credo ti convenga attaccarmi, Roderick." Gli suggerì conciliante Remus.
"E perché? Se lo faccio vai a piangere dal Preside, sfregiato?" Remus incassò. Non era nuovo ai soprannomi causati dalle cicatrici che gli attraversavano il viso.
"No, rischi solo di fare brutta figura" rispose, invece. Con un movimento fulmineo lanciò un incantesimo di Disarmo a Lestrange e al suo compare, sotto gli occhi increduli di entrembi, e le loro bacchette scattarono nella mano libera di Remus.
"Mi dispiace, ragazzi. Venti punti in meno a Serpeverde. Spero che ne sia valsa la pena."
"Grande, Lunastorta!" James e Sirius lo guardavano con occhi sognanti.
"Pagherei per vedere la scena" aggiunse Sirius.
"Non dovrei dirlo, ma è stato abbastanza divertente" ammise Remus.
"E delle bacchette che ne hai fatto?" chiese Peter. Era strano ricevere da lui quell'ammirazione che di solito riservava a James e Sirius.
"Oh, le ho consegnate a Lumacorno e ho lasciato che fosse lui a stabilire quando fosse il caso di restituirle. Non sembrava contento dei suoi studenti ma non mi faccio illusioni, sappiamo tutti che non è molto severo. Gliele ridarà domattina al massimo." Detto questo, si tuffò nel banchetto, addentando una coscia di polla e attaccando le patate al forno. Moriva di fame e la stanchezza era sempre maggiore. Quella scaramuccia di un'ora prima gli aveva dato una certa adrenalina, non poteva negarlo, ma ora lo spossamento era tornato ad assalirlo. Per evitare che le palpebre gli si chiudessero di botto mentre mangiava a generose cucchiaiate la torta di zucca, che il lupo dentro di lui accettava sdegnato, Remus si mise ad osservare la Sala Grande decorata a tema per Halloween. Era splendida: meravigliose zucche intagliate fungeva o da centrotavola e candele arancioni fluttuavano sopra di loro e sembrava che danzassero; al tavolo dei professori, Silente parlava tranquillo con la professoressa McGranitt mentre Vitious sembrava aver problemi a comunicare con Lumacorno, che probabilmente aveva alzato un pò troppo il gomito. L'ampio ventre tremava e si scontrava contro la tavolata mentre Vitious metteva in salvo il proprio bicchiere da quello che sembrava un tentativo di Lumacorno di dirigere un'orchestra invisibile.
Tornato mentalmente al suo tavolo, Remus si accorse che Sirius tentava di dissuadere James dal fare qualcosa. Non era una visione usuale, visto che di solito Sirius era l'istigatore e promotore delle cattive idee.
"No, Sirius, questo è l'anno giusto, lo sento" stava dicendo James.
"Scommetto che ti dirà di no” ribattè Sirius.
 "Che scommetti?" James si fece interassato.
"Mmm, vediamo... Cosa possiedo io che tu non hai ma che vuoi?" Sirius finse di rifletterci, perchè lo sapeva benissimo. In realtà, lo sapevano tutti e quattro. Fin dal primo anno, Sirius, che faceva parte della ricca e antica famiglia dei Black, era arrivato ad Hogwarts dotato di una magnifica Firebolt. Era il suo vanto, l'unica cosa proveniente dai suoi genitori, con i quali il rapporto era decisamente deteriorato da anni, che davvero amasse.
"Metteresti davvero in palio la Firebolt?!" James sgranò gli occhi. Con aria solenne Sirius annuì.
"Oggi mi sento magnanimo: se riuscirai a convincere Lily Evans ad uscire con te, la Firebolt sarà tua." Per James, cercatore della squadra di Quidditch di Grifondoro, quella proposta era irrinunciabile. Anche se lui stesso aveva un'ottima scopa - la sua famiglia non aveva particolari problemi economici, anzi- era il sapore della vittoria che voleva provare. In relatà, di una doppia vittoria, anche se Remus sospettava che, per James, Lily rivestisse un'importanza superiore a qualsiasi altra cosa.
"Accetto." Gli occhi di James, dietro gli occhiali, brillavano, spostandosi da Sirius a Lily, seduta parecchi posti più in là, fortunatamente non a portata d'orecchio. I due si strinsero la mano e James fece per alzarsi ma Sirius lo bloccò.
"Ehi, non vuoi sapere cosa devi fare tu se lei rifiuta?"
"Non rifiuterà" fece James, sicuro, e si avviò in direzione di Evans.
Dopotutto, l'udito di Lily non aveva nulla da invidiare a quello di un lupo e James era stato minacciato di essere trasfigurato in un babbuino e venduto al primo circo che fosse passato nei pressi di Hogsmead.

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Capitolo 4
*** Luna piena ***


Vita da lupo

Capitolo 4: Luna piena

Alla fine il plenilunio era giunto. Più debole che mai, Remus mise a posto libri e pergamene e si preparò a raggiungere il Platano Picchiatore. 
Faceva sempre attenzione a non farsi vedere mentre si allontanava ma un paio di assenze al mese alla fine non destavano troppi sospetti tra chi non gli stava troppo vicino. 
D'altronde, non era un mistero che fosse "cagionevole di salute" con quel suo colorito pallido e il volto segnato. 
Non molti gli chiedevano delle cicatrici, probabilmente non volevano passare per impiccioni o dotati di poco tatto. 
In ogni caso, la storia ufficiale che Remus rifilava a chiunque lo chiedesse era quella di un incontro ravvicinato con un grifone durante una vacanza in Grecia, dove evidentemente non erano riusciti a trovare un mago o una strega abbastanza esperti da fargli rimarginare del tutto le cicatrici. Nessuno aveva mai espresso dubbi sulla veridicità del racconto e a Remus andava bene così. 

Attraversò l'ingresso che dava da un lato sulla Sala Grande e dall'altro sul cortile esterno e si mosse in quest'ultima direzione. 
Stava per scendere i gradini quando una voce lo chiamò. 
Il ragazzo fece finta di non aver sentito e mosse qualche altro passo ma la voce lo chiamò di nuovo. 
"Remus, aspetta!" Lily si frappose tra lui e l'esterno. 
"Ciao, Lily. Scusa non ti avevo sentita." Sapevano entrambi che non era vero ma Lily dovette avere pietà, vedendolo così scompigliato - le palpebre pesanti, i capelli solitamente ordinati completamente all'aria e la fronte lucida per il sudori freddi - e finse di crederci. 
"Nessun problema, volevo chiederti di cambiare il turno di ronda per martedì. Ci sarebbe un incontro del Lumaclub..." sorrise un po' imbarazzata. 
Lily era indiscutibilmente la prediletta del professore di Pozioni. Nonostante fosse l'unica strega nella sua famiglia, era estremamente dotata, Lumacorno l'aveva definita" geniale e istintiva" e l'aveva inclusa nel suo circolo di giovani promettenti. A quanto pareva sbagliava di rado nel giudicare maghi e streghi eccezionali: Lily aveva senza dubbio uno straordinario futuro di fronte a sé. 
In quel momento però Remus non era molto presente a se stesso. Affannato tentò di pensare a che giorno fosse quello. Doveva essere... Giovedì? Sì, giusto, giovedì. Aveva calcolato che per quel mese avrebbe perso soltanto un giorno di lezioni, comprendente Pozioni, Trasfigurazione e Rune Antiche. Per martedì sarebbe stato bene. Remus non vedeva l'ora. 
Annuì e si pentì immediatamente: la testa in fiamme minacciava di scoppiargli. 
Sforzati un po', Remus!, si disse. 
"Certo, nessun problema." 
Lily però non sembrava più molto interessata al cambio di turno e lo fissava preoccupata.
"Perdonami, Remus, non voglio essere cattiva ma... Non hai un bell'aspetto. Dovresti andare in infermeria." 
"Cosa? No, sto benissimo!" Okay. Forse aveva un po' esagerato. "Sono solo un po' stanco" aggiunse, per risultare credibile. 
"Se non vuoi andare in infermeria almeno torna in Sala Comune o, ancora meglio, vattene a letto." Lily non demordeva. 
"Ci andrò, sta tranquilla, devo solo fare una cosa" e indicò con un gesto confuso il cortile. 
Con la fronte aggrottata Lily si offrì di accompagnarlo ma Remus, con un saluto affrettato e la promessa di sostituirla martedì, tagliò la corda. 

Giunse finalmente al Platano Picchiatore, l'albero che nascondeva il passaggio segreto conducente alla Stamberga Strillante. Era stato Silente a pensare a tutto. Un pericoloso albero faceva in modo che nessuno scoprisse il passaggio segreto fino alla casetta che ospitava Remus per tutto il periodo del plenilunio, sulla strada per Hogsmead, la quale si stava guadagnando la nomea di luogo infestato. Il merito qui era di Remus che, con i suoi ululati e lamenti di dolore al momento della trasformazione e negli scatti di collera in cui distruggeva porte e tavoli, terrorizzava la gente del posto, incosciente del fatto di avere un lupo mannaro come vicino. 
Bastava esercitare pressione su un punto tra le radici del Platano ed ecco che questo si immobilizzava, permettendogli di scivolare nel passaggio. 
Cinque anni di trasformazione avevano lasciato i segni sulla stamberga. Le tende erano sbrindellate, i pochi mobili ridotti in vari pezzi di legno sparsi e le pareti graffiate. 
In un angolo della camera c'erano le provviste di Remus direttamente dalle cucine di Hogwarts. Delle tavolette di cioccolato da Mielandia per i momenti in cui era umano e carne cruda per la trasformazione. 
Era strano trasformarsi. In quelle lunghe notti Remus perdeva totalmente la percezione di sé. Sapeva di non essere totalmente lupo e il suo corpo, incurvato ma non del tutto quadrupede, gli suggeriva una componente di umanità. Ma la cosa finiva lì. Dimenticava il proprio nome. Dimenticava i propri genitori. Dimenticava Hogwarts e i Malandrini. Solo quando mutavano forma, il licantropo percepiva la loro presenza e non li attaccava. In qualche modo, l'essere tra animali lo rendeva più mansueto, anche se non poteva scordare la prima volta che Ramoso gli era comparso nella sua forma di cervo: l'istinto da lupo gli diceva che quella preda sarebbe stata particolarmente succulenta, più di un grosso cane nero o di un topo. Per fortuna qualcosa dall'interno aveva zittito l'istinto e non c'erano più stati incidenti. Il lupo sapeva che quei tre animali non erano cibo. 
Dolorosamente, Remus si trasformò non appena il sole cedette il posto alla luna splendente. Diede il colpo di grazia ad un paio di sedie e cominciò ad aggirarsi furioso per tutto l'ambiente. Una volta ritrasformato avrebbe ricordato tutto di quei momenti, forse era questa parte della maledizione: sapere esattamente cosa diventavi ma non avere il potere di fermarlo, di fermare te stesso. 

Era notte fonda quando il licantropo vide un topolino entrare nella stanza e richiamare la sua attenzione con la coda. Era il segnale che Felpato e Ramoso stavano aspettando appena fuori il passaggio. 
In realtà, Remus non sarebbe dovuto uscire: la stamberga era stata dotata di una serie di incantesimi per tenere gli sconosciuti a distanza e lui ben chiuso all'interno, dimentico della botola che costituiva l'unica uscita, tra l'altro. Ma tutto sommato non era mai successo nulla di grave, c'erano sempre gli altri con lui a tenerlo d'occhio e non usciva neanche ogni mese, solo qualche volta ...
Così Remus si giustificava quando pensava a quanto Silente sarebbe stato deluso se avesse scoperto delle sue gite. 
L'aria notturna lo accolse come una benedizione. Il leggero venticello gli accarezzò il pelo ritto. Annusò nell'aria l'odore del cervo e del cane nero che riconosceva e poi li vide. A distanza dal Platano Picchiatore, Felpato si stiracchiava e si grattava il collo con la zampa posteriore tentando di ignorare Ramoso che lo spintonava con le sue ampie ed eleganti corna. Lunastorta corse loro incontro, Codaliscia alle calcagna.

Spazio autrice: ecco qui il nuovo capitolo! Non pensavo di riuscire ad aggiornare così presto, e invece ... l'ispirazione continua. Se volete, fatemi sapere cosa ne pensate. Alla prossima!


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