Una sposa sacrificale come tante altre

di Anna3
(/viewuser.php?uid=903997)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***
Capitolo 10: *** Capitolo X ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Capitolo I

Il viaggio in macchina era durato diverse ore, ma la ragazza non aveva mai fiatato ed era rimasta rigidamente seduta sul sedile posteriore leggendo un libro e prendendo appunti sul foglio di fianco. Non sapeva dove stesse andando, ma a quanto le aveva detto suo padre, l’autista la stava portando nella sua nuova casa perché lì sarebbe stato più semplice raggiungere la scuola elitaria che era riuscita a guadagnarsi con la borsa di studio: l’unico problema, come era già stata avvisata, era che non avrebbe vissuto da sola, ma con i legittimi propietari della casa, che avevano dei gusti… strani.
In ogni caso, questo non importava a Noriko: le interessava semplicemente avere un posto vicino la scuola dove stare. Per questo motivo, non si preoccupò molto di dove stesse andando e si concentrò solo nello studio del libro di economia che aveva davanti.
Arrivarono alla villa quando ormai era il tramonto, anche se ciò lo si poteva capire più dall’ora che segnava il cellulare che non dal cielo, dato che degli scuri nuvoloni coprivano il cielo e sembrava stesse per piovere. Così, Noriko si sbrigò a scendere dall’automobile e, una volta presa la valigia e sistemato il libro nella borsa, camminò velocemente verso il grande portone della villa. Una volta giunta lì, fissò la casa:
“Così questa sarebbe vicino alla scuola? Ma se siamo nel bel mezzo della foresta! Che abbia sbagliato indirizzo?” si chiese mentalmente Noriko.
Bussò alla porta e attese, ma improvvisamente la porta si aprì da sola.
“Permesso” disse entrando. Nessuna risposta.
“Eppure, il giardino fuori è così curato, non può essere disabitata” pensò Noriko e domandò ad alta voce, restando rispettosamente all’ingresso “C’è nessuno?”. Ancora nessuna risposta.
Avanzò di qualche passo e in quel momento si accorse che steso su un divano si trovava un ragazzo dormiente con i capelli rossi: che fosse lui il proprietario della casa? Impossibile, era troppo giovane: che fosse anche lui un inquilino? Noriko era molto indecisa: magari quel ragazzo la poteva aiutare, ma svegliarlo sarebbe stato molto scortese, quindi si limitò a fissarlo con la speranza che si svegliasse. Esaudendo le sue preghiere, il ragazzo aprì un occhio e la vide:
“E tu chi diavolo saresti, chichinashi?”.
Ignorando il nomignolo, la ragazza disse inchiandosi:
“Buonasera, mi chiamo Noriko Norioka e sono la nuova coinquilina di questa casa. Potrebbe farmi parlare con il proprietario?”.
Ayato la guardò confuso:
“Da quando saresti diventata la nostra coinquilina?”.
“Forse c’è stato un errore… Sono venuta in questa casa perché mio padre aveva detto che era più vicina alla scuola, ma qui intorno ho visto solo alberi… Mi trovo nella villa Sakamaki?”.
Il rosso sorrise e la prese con un braccio sbattendola sul divanetto:
“Hai davvero un buon odore chichinashi… ed effettivamente è ora di colazione” disse leccandole il collo. La ragazza lo guardò perplessa, ma non mosse un muscolo e ciò sorprese un po’ Ayato, abituato ad altre reazioni:
“Come siamo ubbidienti...” disse e stava proprio per morderla, quando Reiji lo interruppe.
“Ayato cos’è tutto questo rumore?”
“Arrivi sempre sul più bello Reiji...”
“Ti ho già spiegato che se devi fare le tue cose vai in camera”
Ayato stava per ribattere, quando Noriko interruppe i due, alzandosi:
“Quindi lei è il padrone di casa giusto? Sono Noriko Norioka e sono qui come coinquilina perché, a quanto mi è stato detto, questo posto è più vicino a scuola, piacere di conoscerla”.
Reiji la fissò per la prima volta e si presentò, sistemandosi gli occhiali:
“Non sono io il padrone di casa qui e non sono stato informato… in ogni caso, il mio nome è Reiji Sakamaki, mentre l’altro ragazzo scortese è Ayato Sakamaki”.
“Scortese a chi?!” protestò il ragazo in questione.
“Comunque, non possiamo parlarne qui… Vieni con me” disse e si girò “Prendi le sue valigie”.
Un maggiordomo apparso dal nulla prese le valigie di Noriko e se ne andò, mentre la ragazza, per nulla turbata, seguì l’uomo.
Una volta in soggiorno, Reiji le chiese:
“Quindi ti trovi qui perché questo posto è più vicino alla scuola...”
“Sì e teoricamente mio padre dovrebbe aver già sistemato tutta la burocrazia riguardo il mio trasferimento, mi rincresce che non ne siate stati informati”.
Proprio mentre Reiji stava per chiedere ulteriori spiegazioni, una quarta voce disse:
“Allora è proprio vero che abbiamo una nuova ragazza carina qui” sorrise il rosso.
Noriko lo fissò e prima che se ne rendesse conto il vampiro si era già teletrasportato di fianco a lei e le stava leccando il viso. Tuttavia, lei non si ritrasse e rimase rigidamente seduta sul divano:
“Con ‘strani’ si riferiva forse al loro modo di salutare leccando gli altri?” pensò Noriko, mentre Raito blaterava qualcosa di simile al fratello sul fatto che fosse dolce.
Un’altra lingua le leccò il viso, appartenente a un ragazzino con i capelli viola.
“Sì, probabilmente è per questo” pensò la ragazza, non muovendosi di un centimetro, mentre l’altro vampiro farfugliava qualcosa di simile a Raito “Ma allora perché quel Reiji si controlla di più?” pensò, mentre quest’ultimo cercava di calmare gli altri due vampiri.
Ayato prese poi la parola dicendo qualcosa sul fatto che aveva visto la ragazza per prima, ma in quel momento Noriko stava già pensando a quanto tempo prezioso stava perdendo con quei buffoni.
“Dovrò prolungare lo studio di un’ora stasera, se voglio recuperare”.
In quel momento apparve un ragazzo albino, discutendo di qualcosa con il rosso, finché non chiese alla ragazza:
“Come osi interrompere il mio prezioso sonno?”.
Capendo che effettivamente era molto tardi, la ragazza si scusò:
“Mi dispiace, abbiamo ritardato più del previsto”.
“Non me ne faccio niente del tuo dispiacerti!” disse Subaru tirando un pugno alla parete e fracassandola.
In risposta, la ragazza alzò un sopracciglio perplessa:
“Forse ho capito” pensò “qui tutti hanno una patologia psicologica diversa ed è per questo che sono tutti rinchiusi qui in mezzo al nulla” sorrise trionfante, avendo capito “Eppure, al momento l’unica cosa che vedo che hanno in comune è...”
Nel frattempo Reiji chiese nuovamente se qualcuno ne sapeva qualcosa e finalmente un’altra voce rispose dal divano in fondo alla stanza:
“Così sei tu la ragazza di cui mi hanno parlato”.
“Shu, sai qualcosa di questa ragazza?” chiese Reiji.
“Forse”.
“Vorremmo una spiegazione” disse il ragazzino coi capelli viola.
“Mi hanno contattato e mi hanno detto che sarebbe arrivata un’ospite che farà la nostra stessa scuola e che bisogna trattarla bene”.
“Okay” pensò la ragazza “allora sono nel posto giusto a quanto pare” pensò la ragazza.
“Quindi chichinashi potrebbe essere la potenziale sposa?” chiese Ayato.
“Direi più un sacrificio che una sposa...” disse Raito.
“Ah e ha aggiunto che non dobbiamo ucciderla” aggiunse Shu.
“Allora avremmo una lunga relazione con lei...” disse Raito.
Di tutto questo, Noriko ascoltò meno della metà delle parole, fissando insistentemente l’orologio:
“Okay, temo che se andremo avanti a discutere, finirò domani mattina di studiare...” pensò.
L’unico momento in cui fu veramente attenta fu durante le presentazioni dei fratelli, giusto per ricordarsi i nomi di tutti.
Quando calò un momento di silenzio, la ragazza si alzò:
“Se abbiamo finito, potreste dirmi dove si trovano le mie stanze?”.
Raito le si avvicinò:
“Dove vai via così di fretta?”
“Sto sprecando tempo che potrei usare studiando”.
“Forse non ti è ben chiara la situazione in cui ti trovi, se in un momento come questo non pensi che a studiare” disse Ayato mostrando i canini e avvicinandosi a lei “possibile che non hai ancora capito chi siamo?”
“Siete dei vampiri” disse semplicemente, omettendo ‘con dei seri problemi mentali’, dato che sarebbe stato scortese da parte sua. Pensavano veramente che non si fosse accorta di quei canini aguzzi? Mica era così scema!
I sei fratelli la guardarono interdetti: era la prima volta che una ragazza constatava la verità con tutta quella calma.
“Ben… Ben detto chichinashi” disse Ayato, che fu il primo a riprendersi da questa risposta “e quindi sai che cosa fanno i vampiri a un essere umano?” chiese sorridendo sadico.
“Datemi un ago, una siringa e dei contenitori e sono a posto”.
Ayato la guardò spiazzato, proprio come tutti gli altri vampiri:
“Che stai dicendo?!”
“Beh, è il prezzo per stare qui no? Io vi do il mio sangue per stare qui. D’altronde mi pare anche giusto, visto che mio padre non ha sborsato un soldo per farmi stare qui. A dire la verità, sospettavo ci fosse qualcosa sotto: niente è gratuito al mondo, ma rispetto a quel che mi aspettavo… sono sollevata” sorrise la ragazza, lasciando stupefatti i sei vampiri per il suo autocontrollo.
“Li avete già qui?” chiese con noncuranza Noriko.
“Sinceramente preferisco andare alla fonte” disse Ayato avvicinandosi e bloccandola al muro.
Però la ragazza non mosse un muscolo. Le sue pulsazioni non erano minimamente aumentate e il viso era rimasto ugualmente impassibile.
“Se proprio devi farlo, fallo velocemente per favore, perché devo andare a studiare, zanzara” disse la ragazza guardandolo negli occhi.
Punto nell’orgoglio, Ayato la morse con violenza e gli altri vampiri sorrisero sadici; tuttavia il loro sorriso durò per poco perché la ragazza non reagì come si aspettavano, ma lo guardò.
“Ora posso andare a studiare per favore?” chiese.
Ayato la lasciò andare confuso:
“Ma cosa diavolo sei tu?!” disse, esprimendo la domanda che si stavano facendo tutti davanti a quella strana ragazza.
“Io?” chiese staccandosi da lui “Sono solo una ragazza molto determinata ad avere ciò che vuole. E ora, se avete finito, potreste indicarmi dove sia la mia stanza?” chiese nuovamente.
Reiji la guardò intrigato: era la prima volta che gli capitava una ragazza umana così impassibile e si chiedeva fino a che punto sarebbe stata in grado di mantenere il controllo. Per oggi però, era abbastanza: d’altronde, avevano ancora molto tempo per conoscersi e sarebbe stato un interessante passatempo spingerla fino al limite.
Mentre pensava questo, si aggiustò gli occhiali e disse:
“La tua stanza si trovo al secondo piano: da qui sali al secondo piano con quelle scale e arrivata lì prosegui finché non trovi una stanza dalla porta rosa. Quella sarà la tua stanza”.
“Grazie Reiji. Con permesso” disse la ragazza e se ne andò.
I sei vampiri sorrisero malvagi: si erano trovati davanti una ragazza parecchio fastidiosa, ma alla fine sarebbero riusciti a farla cedere.
“Vogliamo fare una sfida a chi riesce ad addomesticarla per prima?” chiese Ayato.
“Basterà una lezione con me e vedrai come cambierà atteggiamento”.
“Diventerà una bambola perfetta”.
“Ah Bitch-chan è così fredda… ma ancora per poco”.
“Tch… è libera di fare quel che le pare, basta che non mi infastidisca”
“Come siete rumorosi...”.

E così iniziò la nuova vita di Noriko a villa Sakamaki.


§§§§
NOTE DELL'AUTRICE CAPITOLO 1:
Ciao a tutti! Vi ringrazio di aver scelto di leggere questa storia e spero che vi sia piaciuto il primo capitolo: è la primissima volta che creo un nuovo personaggio e quindi se mi lasciate una recensione per dirmi il vostro parere ne sarei più che felice!
Non ho molto altro da dire: ho deciso di scrivere questa fanfic per dedicarla a Reiji ed è per questo motivo che ho deciso di pubblicarla il giorno del suo compleanno, però, appena avrò pronto il prossimo capitolo e lo avrò corretto, aggiornerò. Purtroppo non vi so dare una scadenza precisa come "Pubblicherò ogni settimana" perchè avrà una decina di capitoli, tutti più o meno della stessa lunghezza e non so se riuscirò a mantenere una certa costanza, ma SICURAMENTE la finirò. 
Reiji: ti conviene che sia scritta bene, altrimenti non ti concederò neanche di pubblicare questa storia sul sottoscritto *sguardo severo*
Anna: sì, Reiji-sama *terrorizzata* ma sono certa che i miei lettori ti dimostreranno che è un lavoro degno di te!
Ayato: tsk, SE ci sono lettori
Anna: -.- grazie Ayato, tu sì che mi tiri su il morale eh

E niente.. vi aspetto al prossimo capitolo!
Anna3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Capitolo II

La mattina dopo Noriko si svegliò con la sveglia che si era portata da casa dopo aver dormito a mala pena quattro ore per studiare e manco il tempo per alzarsi dal letto che Raito era partito all’attacco.
“Buongiorno, Bitch-chan” la salutò sopra il letto “Sei molto sexy con quella vestaglia ed emani un buon odore… Stai cercando di sedurmi?” disse avvicinandosi a lei.
“No, affatto” rispose la ragazza con tranquillità.
Improvvisamente, Raito venne scaraventato (con un sospiro alquanto sexy N.A.) via da Ayato:
“Non toccare le cose che appartengono ad Ore-sama senza permesso”.
“Ayato-kun, che modi...”
“Stai zitto! Lei è mia”.
Noriko alzò un sopracciglio in tutta risposta.
La conversazione venne però troncata da Reiji, che disse:
“Ragazzi, arriverete in ritardo a scuola”.
“Tch di nuovo Reiji...”
“Ma io mi stavo divertendo” protestarono i due.
“Possiamo andare a scuola?” chiese la ragazza a Reiji, che in quel momento era l’unica persona seria.
“Certo, ti ho portato la divisa” disse il vampiro indicandola.
“Grazie” ringraziò la ragazza “Potreste uscire? Dovrei cambiarmi” chiese la ragazza ai due vampiri.
Reiji uscì senza dire una parola, mentre gli altri due ragazzi la fissarono con un ghigno perverso:
“E se non lo facessimo?” chiese Ayato.
“Fa niente” disse la ragazza iniziandosi a togliere la vestaglia.
“Oi! Cosa stai facendo chichinashi?! Vuoi cambiarti con noi davanti? Lo sapevo che in fondo eri una gran pervertita!” esclamò Ayato.
“Fufufu… ora non puoi dire che non ci stai seducendo… ma sono geloso: non voglio condividerti con Ayato”.
Mentre i due parlavano a vanvera, la ragazza si era già vestita sotto le coperte del letto.
“Mi dispiace, non sono attratta dai cadaveri come voi” ribattè seccamente la ragazza “Andiamo?” disse prendendo lo zaino.
“Bitch-chan...” disse Raito cercando di avvicinarsi, ma la ragazza fu più veloce e scese al piano di sotto, dove la attendeva, puntuale come sempre, Reiji, lasciando invece gli altri due vampiri con un pugno di mosche.
“Ma siamo davvero così sgradevoli?” chiese Ayato al fratellino, che guardava la ragazza affranto per il suo primo rifiuto netto della storia.

Appena furono tutti in macchina, la limousine partì e dentro calò il silenzio: tutti i fratelli si facevano i fatti propri e così anche Noriko decise di fare lo stesso e continuò a leggere il libro che aveva iniziato il giorno prima, proprio come stava facendo Reiji.
“Ehi che stai leggendo, chichinashi?” chiese Ayato frapponendosi tra Noriko e il libro.
“Leggo un libro di chimica” disse con voce incolore la ragazza.
“Ah che noia! Ma sei peggio di Reiji!” disse e le prese il libro.
“Potresti ridarmelo?” chiese la ragazza.

“No” disse il ragazzo e lo gettò via, avvicinandosi per morderla.
A quel punto Reiji chiuse il libro:
“Ayato, quante volte ti ho detto che queste cose le fai solo in camera tua?”
Ayato sbuffò e Reiji si rivolse a Noriko:
“Quello è per te” le disse indicandole un brick ai mirtilli rossi.
Noriko lo prese in mano:
“Ah… succo di mirtilli rossi senza zucchero, fonte di ferro. Immagino sia per aiutarmi con la carenza di sangue...”
“Immagini bene” rispose Reiji.
“Tuttavia, dovresti sapere bene anche tu che senza un’adeguata quantità di vitamina C, il ferro non viene fornito a dovere e comunque l’apporto di ferro del succo non è significativo”.
Cinque paia di occhi la fissarono un pochino sorpresi per poi posarsi tutti su Reiji: era un’aperta sfida alla sua intelligenza, tanto più lui che era tanto appassionato di chimica.
“Naturalmente” rispose quest’ultimo senza scomporsi “infatti ti daremo anche succhi d’arancia”.
“In tal caso, preferirei dei succhi di kiwi, se possibile, dato che, come dimostrato, a parità di quantità, le arance contengono meno vitamina C dei kiwi” ribattè Noriko tenendogli testa.
A quel punto, Reiji stava quasi per perdere il controllo, con somma goduria degli altri cinque vampiri, che si godevano la scena, però la macchina si fermò.
Noriko e i sei vampiri uscirono ed Ayato si affiancò subito a lei:
“Ehi chichinashi! Lo hai proprio spento Reiji!” gongolò il vampiro “ma come facevi a sapere tutte quelle cose?”.
“Mi piace la chimica… in fondo, ogni reazione è dovuta a quella”.
“A me sembra così noiosa con tutte quelle formule… Ma dove stai andando? Sei in classe con me!” disse, vedendola andare verso la dirigenza.
“Non ne ero stata informata. Dove si trova la nostra classe?”
“Di qua” disse Ayato ed entrarono in classe.
“Oh, oggi abbiamo economia domestica!” notò Noriko leggendo alla lavagna.
Come risvegliato magicamente dal suo torpore, Ayato alzò la testa:
“Economia domestica?” disse e prima ancora che la ragazza se ne rendesse conto, si erano teletrasportati nella cucina della scuola.
“Preparami dei takoyaki, i migliori del mondo!” ingiunse Ayato.
“E dovrei perdermi la prima lezione del primo giorno di scuola? Scordatelo!”.
“Ma chi se ne frega di quelle noiosissime lezioni! Sono secoli che le sopporto! Se il tuo problema è il voto, allora non preoccuparti! Quella vecchia fa sempre le stesse verifiche ogni cinque anni: ormai so a memoria le risposte!”.
“Non è questione di voto… Io studio per essere la migliore”.
“A cosa diavolo ti serve ora che sei con noi?!”.
“Per fare il lavoro che mi piace e perché comunque… mi piace studiare!” ammise la ragazza.
Il vampiro la fissò in silenzio e scoppiò a ridere:
“Seriamente? Oh cielo, saresti la compagna perfetta di Reiji!”.
“Di certo tra tutti lui è il più normale…”
“Ohh cosa abbiamo qui? Una cotta per il vampiro cervellone! Credi che io non sia al suo livello eh?” si arrabbiò Ayato.
“No, non ho mai detto...”
“Ora ti mostro io chi è il migliore qui” disse il vampiro prendendola per un braccio e scostandole i capelli. Stava proprio per aprire la bocca ed affondare i candidi canini sul collo di lei, che improvvisamente si trovo qualcosa di plasticoso, eppure buono, in bocca.
Nell’attimo di sorpresa, Noriko si liberò dalla sua presa e se ne andò via, lasciando il vampiro a bere una delle sacche del suo sangue, che era riuscita a togliersi la sera prima. Purtroppo, quella era l’unica sacca di cui disponeva, perciò doveva correre per evitare di farsi beccare di nuovo.
A quanto pareva però, quello non era il suo giorno fortunato, perché in corridoio incontrò Reiji:
“Cosa ci fai qui?” le chiese.
“Potrei chiederti la stessa cosa...”
“Io stavo prendendo delle fotocopie per la mia insegnante e tu?” disse guardandosi intorno.
“Io…”
“Non importa, ti ho comunque trovato fuori dalla tua classe. Dopo scuola, raggiungimi nella mia stanza a casa” disse e la sorpasso “Sei fortuna che ci siano spettatori e che non ami prenderti il sangue come quel selvaggio di Ayato, perché altrimenti ti avrei già dissanguata” le sussurrò all’orecchio sorridendo sadico. Come il giorno prima, nessuna emozione si mostrò sul viso di Noriko e il vampiro sorrise compiaciuto: gli piaceva la ragazza.
Noriko tornò in classe e notò, con sommo sollievo, che la lezione non era cominciata dato che il professore era in ritardo, perciò si sedette al suo posto e attese l’arrivo dell’insegnante: Ayato invece era rimasto fuori a quanto pare. Essendo il suo primo giorno, venne riempita di prove di ingresso, che però tutto sommato trovò molto facili e così il resto della giornata trascorse in modo tranquillo.
Al termine delle lezioni, Noriko fece per uscire dalla classe, ma venne fermata dall’insegnante: la volevano in presidenza. Così, la ragazza si recò lì:
“Volevamo avvisarti che abbiamo visto i risultati dei tuoi test e dato che sono eccellenti, ci chiedevamo come trovassi le nostre lezioni”.
“A dire il vero… questi argomenti li avevo già trattati”.
La preside annuì:
“Vorresti passare all’anno successivo?”.
Noriko annuì: meglio per lei.
“Bene, allora se riuscirai a superare con una soglia di sufficienza anche questi test, considera il tuo trasferimento di classe concluso” disse e la guidò in un’altra stanza.
Quando terminò tutte le prove, era quasi giorno e la limousine era ovviamente già partita, ma stranamente ad attenderla c’era comunque Reiji, che stava leggendo in una panchina all’uscita della scuola.
Non appena avvertì la sua presenza, il ragazzo si alzò e la guardò, aggiustandosi gli occhiali:
“Sono stato informato dei tuoi risultati a scuola: capisco perché tu ti sia aggiudicata la borsa di studio” disse, cosa che suonava più o meno come un complimento.
“Grazie”.
“Ciò non toglie però che tu abbia fatto tardi al nostro incontro”.
“Ne sono consapevole, ma ritengo che la scuola sia più importante” rispose nello stesso tono.
Reiji la guardò male:
“Per questa volta ti è andata bene, ma se noto che manchi a una lezione di nuovo, verrai severamente punita”.
“Come ci torniamo a casa?” chiese Noriko.
Reiji le indicò l’auto nera vicina. I due salirono e tornarono a casa nel più completo silenzio, ognuno dei due leggendo un libro.

§§§§
NOTE DELL’AUTRICE CAPITOLO 2:
Ben ritovati a tutti! Come vi è sembrato questo capitolo? Rispetto agli altri è un po’ corto, ma Noriko ha sistemato per benino i nostri carissimi vampiri anche questa volta… per ora gli è andata bene! Però Reiji non dimentica…
Ayato: Ancora! Ma perché devo sempre fare la figura dell’idiota?
Anna: Suvvia non lamentarti: ho preso in giro anche Reiji e Raito
Ayato: Sì, ma io due volte! Sto perdendo tutto il mio lato vampiresco!
Anna: Non preoccuparti, siamo ancora all’inizio…

P.s. Il succo di kiwi è una mia invenzione, non so se esiste veramente XD Però, tutto il resto dovrebbe essere vero!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Capitolo III

Il giorno (notte) successivo per fortuna non c’era nessuno strano vampiro sul suo letto perciò Noriko si potè alzare con calma e fare il prelievo mattutino: durante la notte si era preparata una borsetta contenente diverse sacche di sangue. Così, non avrebbe più dovuto preoccuparsi ogni momento.
Scese a far colazione e lì calò un silenzio glaciale: non che questo la turbasse in qualche modo, anzi proprio grazie a quel silenzio poteva concentrarsi di più su ciò che aveva da fare anche oggi.
Poi però il silenzio venne interrotto da Raito:
“Cosa contiene quella bellissima borsa profumata, Bitch-chan?” si avvicinò a lei il vampiro.
“Lo sai benissimo cosa contiene senza neanche chiedermelo” ribattè.
“E per chi sarebbe tutto quel sangue? Forse per il tuo amato Reiji?” la punzecchiò. A quanto pare, Ayato doveva aver riferito la loro conversazione agli altri.
“Raito è maleducazione alzarsi da tavola prima di aver terminato”.
“Sissignore! Continueremo dopo Bitch-chan” disse il vampiro guardandola con la coda degli occhi.
A quel punto, senza un motivo apparente, Shu si alzò dal tavolo e se ne andò, dicendo, senza che nessuno gli avesse chiesto nulla:
“Che fastidio”.
Reiji commentò il suo atteggiamento in malo modo, quasi esasperato dal suo comportamento che, a quanto pare, non era niente di così originale, mentre Kanato parlava al suo peluches e giocava con il cibo come un bambino di tre anni con problemi mentali.
Noriko continuò a mangiare tranquillamente e quando tutti si alzarono, si interruppe e guardò Reiji: erano rimasti praticamente da soli. Il vampiro la fissò severamente:
“Se credi che usare quel sistema ti aiuti, ti stai sbagliando: noi vampiri d’elitè non succhiamo il sangue da volgari sacche, poichè il sangue si raffredda e non è più buono. Preferiamo quello alla fonte, molto più caldo e nutriente” le disse “d’altronde, quello che tu ti sei tolta è sangue delle vene ed è meno gustoso, mentre quello delle arterie più sotto è più buono”.
“Mi dispiace, ma se voi continuate a mordermi si vedranno i segni e le persone potrebbero farsi domande”.
“Non è un problema nostro”.
“Non è neanche un problema mio se voi trovate più buono il sangue caldo”.
“Se avessimo voluto del sangue imbottigliato lo avremmo preso da qualche altra parte non credi? Invece, abbiamo preferito questo modo, perché vogliamo sangue fresco ed è questo il prezzo”.
1 – 1, palla al centro.
In effetti, il ragionamento aveva senso, però… le sembrava che ci fosse di più sotto.
“Già, chissà perché vi piace così tanto vedere la sofferenza della persona morsa...” disse la ragazza, alzandosi e andandosene, mentre Reiji faceva lo stesso prendendo la direzione opposta.
Una volta, in camera, Noriko si preparò per fare una doccia: ne aveva proprio bisogno. Quel giorno non c’era scuola, perciò poteva tranquillamente lavarsi e studiare per tutto il giorno: così, si preparò e stava quasi per entrare in doccia che Ayato le afferrò un braccio.
“Dove stai andando?”.
“Secondo te dove posso andare in accappatoio?” alzò un sopracciglio, mentre Ayato la prendeva e la bloccava al muro.
“Male” pensò la ragazza “se uso di nuovo le sacche su di lui non ce la posso fare perché resto comunque bloccata al muro, quindi… che fare? Dovrei distrarlo… ma come?” pensò la ragazza, mentre il rosso continuava a blaterare qualcosa sul fatto che ieri lo aveva fregato.
“… Non succederà più: ora te la farò pagare” disse e si avvicinò come per morderla. Però, in quel momento, ripensando alle parole di Reiji, le venne l’idea: forse non era buono da bere quanto quello fresco, però l’odore restava il medesimo, perciò prese velocemente la prima sacca di sangue e aprì la valvola dove aveva fatto defluire il sangue per poi schizzarla in faccia al rosso, che si distrasse. Nell’attimo di confusione, la ragazza sfuggì alla sua presa e corse in bagno, chiudendo la porta a chiave.
Ripresosi dallo stupore per il gesto, Ayato si arrabbiò e non poco:
“Stavolta me l’hai fatta, però ti sei dimenticata di una cosa… Noi vampiri possiamo teletrasportarci!” disse e andò nel bagno riavvicinandosi a lei.
Noriko lo guardò con il suo solito sguardo: aveva ragione, aveva sbagliato i suoi calcoli e ora era in una situazione persino peggiore di prima. Si guardò intorno alla ricerca di qualcosa per fuggire, ma non c’era niente che potesse aiutarla: forse la cosa migliore ora era quella di cedere, sperando fosse compassionevole, anche se dentro dentro Noriko sapeva che non sarebbe stato così.
Ayato la bloccò al muro:
“E ora come vorresti scappare ah?” la prese in giro ghignando: lui sapeva che non aveva altre alternative e ne godeva.
“Devo ammettere che mi hai fregato, però ora ti punirò e vedremo se poi in futuro ti verrà in mente di provare a fare una cosa simile A ME!” disse e si avvicinò per morderla senza perdere altro tempo.
Tuttavia, a interrompere il rosso ci fu, anche questa volta, la voce di uno dei fratelli Sakamaki:
“Ayato stai disturbando la mia musica” disse Shu, facendo fermare il fratellino.
“E allora vai da un’altra parte!” ringhiò infastidito Ayato per essere stato interrotto per l’ennesima volta dai figli di Beatrix.
Shu, in tutta risposta, aprì un occhio e lo guardò dalla vasca del bagno:
“Ti pare che io sia nelle condizioni di poterlo fare?”.
“E chi se ne frega! Sono arrivato prima io!”.
“In realtà è da mezz’ora che io sono qui, quindi in realtà sono io quello che è arrivato prima”.
“Ma io l’ho vista per primo, lei è mia!”.
“Non in questa stanza..”.
“Guai a te se provi a...”.
“Stai rovinando la mia musica Ayato” lo guardò a quel punto il biondo, completamente sveglio.
“Tch! Guai a te se ti fai mordere da questo fannullone” disse a quel punto il rosso, rivolgendosi a Noriko “Tu appartieni solo a me!”
Una volta uscito, la ragazza guardò Shu: in un certo senso era sollevata perché la sua presenza la aveva salvata, però era quasi certa che se non era stata morsa da lui ciò non avrebbe significato che lei fosse stata salva. Che fosse meglio uscire e rinunciare al bagno?
Noriko fece per alzarsi e per uscire dalla stanza, ma la voce del ragazzo la fermò:
“Non dovevi farti un bagno?” disse.
“Sì, ma a quanto pare la vasca è occupata...” fece notare la ragazza.
“Perchè non ti unisci a me?” la guardò.
“Diversamente da voi vampiri, noi esseri umani ci laviamo togliendoci i vestiti” disse.
“Beh puoi toglierteli comunque” la guardò sorridendo malizioso.
La ragazza alzò gli occhi al cielo:
“Senti, ti sono grata per avermi salvato da Ayato, ma ora devo studiare e non ho tempo da perdere con questi giochetti, quindi...” disse stando per andarsene.
Però, come aveva intuito, il ragazzo non la aveva salvata dal fratello perché aveva un buon cuore e infatti, appena fece per andarsene, il vampiro si alzò e si teletrasportò da lei, bloccandola al muro.
“Io non ti ho salvata, semplicemente non avevo voglia di vedere Ayato bere il tuo sangue e… ho una certa sete”.
La ragazza sospirò:
“Lo immaginavo… ma potresti… toglierti dal mio accappatoio? Lo stai bagnando tu al posto mio”.
“Certo” sussurrò il ragazzo e poi fece una cosa inaspettata: le tolse l’accappatoio.
La ragazza non potè mantenere il suo atteggiamento impassibile e guardarlo sconvolta:
“Ma cosa stai facendo?!” perdè la calma Noriko.
Il ragazzo sorrise compiaciuto: era evidente che era un modo per testarla e farle perdere il controllo.
“Me lo hai detto tu di togliermi dall’accappatoio quindi l’ho tolto”.
“Pervertito! Non intendevo… ” cercò di staccarsi la ragazza, ma lui la premette più al muro.
“In fondo, anche tu sei una donna, per quanto cerchi di essere forte… e in quanto tale sei una spudorata come tutte le altre...” disse Shu annusandole il collo e leccandoglielo “ora sei anche più calda...”.
Noriko cercò di ribellarsi, però la sorpresa e l’imbarazzo di trovarsi in quella situazione la spiazzarono e non riuscì a pensare a un modo per liberarsi.
“Non pensare male… sono un vampiro” le disse il ragazzo prima di affondare i canini sulla sua carne e succhiarle il sangue.
Una volta finito, la ragazza lo spinse via:
“No sei un gran pervertito! E io che pensavo che fosse Raito il problema, tu invece sei pure peggio!” disse la ragazza, rivestendosi e uscendo, mentre il ragazzo sorrideva compiaciuto.
“Sono tutti pazzi qui” pensò la ragazza, rivestendosi nella sua stanza “per lo meno hanno la decenza di non presentarsi tutti insieme, quindi un minimo di sale nel cervello ce lo hanno...”. Noriko respirò profondamente: “Anzi, sono dei sadici, questo è più corretto… forse dovrei fingere di essere spaventata come loro vogliono assecondandoli, così mi lascerebbero in pace e potrei studiare tranquillamente, però… per me non è mai stato facile essere così accondiscendente” pensò, mentre prendeva in mano i libri di scuola.
“Bah, sto perdendo più tempo a pensare a loro che a studiare, ma è mai possibile? Forse venire in questa casa non è stata una buona idea… inizio anche a sentirmi debole, forse dovrei andare a chiedere un altro succo di mirtilli rossi...” pensò e così decise di andare in cucina, dove incontrò… l’ultima persona che avrebbe mai voluto incontrare, ossia Ayato, mentre si mangiava i suoi amatissimi takoyaki, che lei non era risucita a fargli.
“Oi, chichinashi! Che brava, sei venuta autonomamente da me per farti punire, così mi piaci” disse avvicinandosi a lei “Avevo giusto giusto un po’ di se… Ehy! Ti sei fatta mordere da Shu alla fine!” disse il ragazzo che se prima era riuscito a tornare un po’ di buon umore, ora era incazzato oltre maniera.
“Non è che ci tenga molto ad essere morsa da delle zanzare giganti”.
“Eppure” disse una terza voce che comparì dal nulla, che lei riconobbe come quella di Raito “Con Shu non pensavi che fosse proprio una zanzara neh, Bitch-chan?”.
“No, non ci posso credere? Proprio LUI doveva assistere a quella scena?!” pensò la ragazza “Non posso più abbassare la guardia” pensò e decise che la tattica migliore questa volta fosse quella di fare finta di niente.
“Mh” rispose impassibile la ragazza.
“Aspetta che è successo con Shu?” esclamò arrabbiato Ayato, sentendosi escluso. Raito lo ignorò e continuò a rivolgersi a Noriko:
“Sei così crudele, Bitch-chan! Perchè Shu sì, mentre io no?” si attaccò a lei Raito.
La ragazza li squadrò: come togliersi da quella situazioni incolumi?
All’improvviso, le vennero in mente le parole di Shu il primo giorno che era arrivata lì: potevano pure toglierle sangue, ma non potevano ucciderla.
“Sentite, io sono venuta qua solo perché ho bisogno di bere del succo di mirtilli, dato che non mi sento molto bene...” disse Noriko cercando di essere il più credibile possibile.
Tuttavia, i due vampiri le si avvicinarono di più minacciosi.
“Qualcosa invece mi dice che puoi resistere ancora...” disse Raito sogghignando.
“Anche se sarà una seccatura riportarti in camera, te la sei cercata… e poi oggi è uno dei pochi giorni in cui il tuo amato Reiji non è qui per sgridarci…” disse l’altro vampiro, avvicinando i canini al suo collo, mentre l’altro faceva lo stesso dall’altra parte.
Noriko non si rese conto quasi di niente: i due vampiri si avventarono su di lei, succhiandole il sangue, e in poco tempo, sentì le gambe cedere.
L’ultima cosa che ricordava prima di perdere i sensi è una frase di Ayato:
“Questa è la tua punizione”.
Poi tutto divenne buio.

§§§§
NOTE DELL’AUTRICE CAPITOLO 3:
Ciao a tutti! Come è andato il rientro a scuola? (oppure, siete pronti per il rientro?)
Ecco a voi il mio regalo per il primo giorno di anno scolastico!
Allora, qui vediamo nuovamente Noriko che… beh, per un po’ è riuscita a cavarsela, ma contro Shu non si scherza (e neanche contro Raito e Ayato)! Temete l’ira la perversione dei miti!
Ayato:*compiaciuto* finalmente agisco come si deve! Questo è scrivere personaggi IC!
Reiji: tanto il migliore resto io!
Raito: voi dite? Secondo me quello che è venuto meglio è Shu*faccina perversa*
Shu:*dormicchia facendo finta di niente*

Bah! Spero che continuiate a restare con me e Noriko e buon inizio anno scolastico!
Alla prossima!
Anna3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Capitolo IV

Fortunatamente, i due vampiri avevano deciso di dissanguarla il sabato, quindi la domenica ebbe tutto il tempo di riprendersi dormendo. Nessun vampiro le si era avvicinato per bere il suo sangue quel giorno: evidentemente, avevano capito di aver esagerato.
Tuttavia, ciò che più preoccupava la ragazza era che non era riuscita a studiare molto in quei giorni, anzi non ci era proprio riuscita, a causa della debolezza causata dalla quantità di sangue che le era stata tolta: convivere con i Sakamaki stava risultando più difficile di quanto aveva preventivato. In fondo però, che cosa mai si poteva aspettare da dei vampiri? Non avevano di certo la sua stessa concezione di tempo e di certo le sue ambizioni risultavano patetiche e inutili per i sei fratelli.
Noriko sospirò scoraggiata, cercando di concentrarsi sul libro che aveva davanti, mentre, come ogni giorno, la limousine li portava a scuola: non poteva di certo perdere tempo a pensare a quattro succhiasangue! Così, si immerse nella lettura fino all’arrivo a scuola e stranamente nessuno dei vampiri la disturbò: che fosse la calma prima della tempesta? A Noriko non importava. Si diresse verso la sua aula, questa volta senza Ayato, dato che, anche se si era vendicato per tutte quelle volte che lo aveva fregato, era ancora offeso con lei e si sedette al suo posto. Tuttavia, pochi istanti dopo entrò l’insegnante e chiese di lei: si alzò dal proprio banco e andò dalla professoressa.
“Non ricordi? Sei stata trasferita di classe: ora ti trovi in terza C”.
Noriko si diede della stupida: con quello che era accaduto con i Sakamaki, si era completamente dimenticata dei test che aveva superato per cambiare anno. Che la mancanza di sangue stesse compromettendo anche le sue capacità di memorizzazione?
“Se vuoi ti posso accompagnare” disse l’insegnante con gentilezza.
La ragazza annuì e prese le sue cose, seguendo la donna, che la portò nella nuova classe.
Nel frattempo, la campanella suonò e tutti gli altri studenti si riversarono nelle rispettive aule, con grande schiamazzo. Quando Noriko entrò, la prima cosa che notò furono due ben noti occhi violetto: era in classe con Reiji. Mentalmente, tirò quasi un sospiro di sollievo: tra tutti i fratelli di certo le sembrava il più tranquillo e stare in classe con Ayato era piuttosto rischioso, dato che l’aveva fatto arrabbiare diverse volte. In più, con lui le sembrava di avere una buona affinità, anche se qualcosa le diceva di non fidarsi troppo di questa sensazione: d’altronde, in tutte le cose istintive se l’era sempre cavata male e preferiva i dati scientifici, concreti… soprattutto quelle parole che le aveva detto in corridoio la inquietavano alquanto. Ma cos’era poi tutto questo pensare a Reiji e i Sakamaki? Doveva concentrarsi!
Intanto, la professoressa la aveva presentata alla classe e la aveva invitata a sedersi nell’unico banco vuoto che restava, ossia quello in ultima fila vicino alle finestre. Andò a sedersi dove indicato e solo in quel momento si accorse che il suo vicino di banco era anch’esso una faccia ben nota: quella del pervertito dormiente, nonché Shu, che stava bellamente dormendo/ascoltando la musica stravaccato.
Noriko fece un profondo respiro e ignorò lui e il disagio che provava nell’averlo nuovamente vicino e ascoltò la lezione: questa volta ciò che l’insegnante le stava spiegando le era nuovo e così fu, tutto sommato, felice di aver cambiato classe. Eppure, non poteva fare a meno di sentirsi osservata per tutto il tempo…
Finalmente, le lezioni terminarono anche quel giorno e proprio mentre stava per tornare in classe dopo una capatina in biblioteca per prendere in prestito un libro, incrociò un’altra faccia non ignota. A dire il vero, all’inizio non lo aveva nemmeno riconosciuto, però improvvisamento questo la prese un lembo della giacca e disse in tono neutro:
“Ho sete”.
“E così il giorno di tregua è finito...” pensò Noriko “Però forse mi posso ancora salvare...”.
“Beh se vuoi al piano di sotto ci sono delle macchinette… un caffè?”.
Manco a dirlo, Kanato iniziò a urlarle addosso qualcosa sul fatto che lei non lo capisse e fosse un inutile oggetto senza valore e... tutto questo per dire che, a quanto pare, non aveva voglia di un caffè. Il cervello di Noriko smise volontariamente di concentrarsi sulla conversazione con il vampiro e la solita faccia impassibile le tornò sul volto, finché il vampiro non si stancò e biascicando qualcosa se ne andò. In fondo, a quei vampiri importava soltanto lo sguardo di terrore che riuscivano ad ottenere: bastava non dare loro quella soddisfazione e si stancavano… pregando che non si arrabbiassero. Naturalmente, immaginava che prima o poi tutti i vampiri di quella casa la avrebbero morsa, ma se lo avessero fatto, per lo meno, lo facevano perché avevano seriamente sete. In definitiva quindi, quella poteva definirsi la tattica migliore per non perdere troppo sangue. Doveva soltanto riprendersi dallo smacco subìto da Shu… e sapeva che quello era un suo errore: li aveva sottovalutati, pensando che non arrivassero a tanto. Però era palese che, non essendo uomini, non si facessero gli stessi scrupoli… d’altronde erano soltanto dei cadaveri. Doveva soltanto trovare il sistema di continuare a mantenere la sua impassibilità: era l’unica arma che possedeva contro di loro, dato che dubitava che non fossero immuni a crocifissi e acqua santa.
Così, mentre pensava e ripensava alla tattica migliore contro quei sei predatori, tornò a casa con loro. Appena arrivata, si mise a studiare: aveva perso fin troppo tempo con quei vampiri. Stette ore a studiare sui libri, ricopiare appunti e fare esercizi, quasi fino all’alba, unico momento in cui si fermò e fece una pausa per prendersi uno spuntino.
Uscì dalla propria stanza guardinga e andò in cucina: non c’era nessuno per i corridoi e non potè che essere lieta per questo evento. Probabilmente, erano già andati a dormire tutti quanti o forse erano semplicemente impegnati per i fatti loro (e non ci teneva a sapere poi così tanto cosa stessero facendo).
Mangiò qualcosa, bevendo insieme due o tre brick di succo di mirtilli rossi e (a quanto pare Reiji se lo era procurato dopo la loro discussione) succo di kiwi, ma poi la calma venne interrotta da una voce proveniente da una delle due porte della cucina:
“Il succo di kiwi è di tuo gradimento?”.
Noriko guardò il vampiro e annuì.
“Desidero che tu venga nella mia stanza”.
Qui subito Noriko lo guardò in allerta:
“Posso sapere il motivo di tale invito?”.
“Purtroppo non è un invito” precisò Reiji “ma un ordine” disse guardandola negli occhi.
Che fare? Andare avrebbe significato essere dissanguata viva, mentre non andare avrebbe significato essere dissanguata viva e farsi un nemico in più… e poi, in fondo Reiji non aveva ancora bevuto da lei e perdere quella specie di alleato (che pur sfrenato da solo, era controllato con gli altri) forse era meglio non fare arrabbiare anche lui.
Noriko allora annuì semplicemente e andò nella tana del lupo, mentre Reiji, sorridendo sadico, disse:
“Ma come siamo obbedienti… Mi piacciono le ragazze obbedienti”.
“Al momento mi pare l’alternativa migliore” ribattè freddamente la ragazza, mentre Reiji si leccava le labbra deliziato. Gli piaceva come non disubbidisse, ma al tempo stesso non cedesse agli istinti: era decisamente una donna intrigante. Ma fino a che punto sarebbe riuscita a mantenere il controllo?
I due entrarono nella stanza, che più che essere una camera da letto, sembrava un laboratorio segreto di uno scienziato pazzo e la prima cosa che fece la ragazza fu esaminare attentamente l’ambiente in cui si trovava, cercando di capire le possibili vie di fuga. Si ricordava ancora bene delle minacciose parole del vampiro: non gli piaceva avere spettatori quando succhiava il sangue, quindi quello era sicuramente uno di quei posti in cui gli piaceva farlo.
Reiji intanto si era seduto sulla poltroncina e la fissava: Noriko non potè fare a meno di sentirsi a disagio sotto quello sguardo, che le sembrava stesse leggendo la mente.
“Ti piace quello che vedi?” chiese notando, con un certo fastidio, che la ragazza non gli prestava più molta attenzione.
“Sì, ci sono molti libri interessanti...” disse la ragazza avvicinandosi alla biblioteca dal lato opposto della stanza.
“Ovviamente. Li ho scelti personalmente” disse e calò un momento di silenzio, mentre i due si studiavano attentamente.
“Ora potrei sapere il motivo della mia presenza qui?” chiese quindi la ragazza, innervosita dal silenzio.
“Avrei piacere di discutere con te riguardo una cosa… Però prima lascia che ti faccia un tè” disse e alzandosi dalla poltrona iniziò ad armeggiare con la teiera, mentre Noriko restava rigidamente in piedi, osservando i libri, le piante e gli oggetti da laboratorio con aria distratta.
Quando infine finì la preparazione, la fece sedere e le porse una tazza, mentre lui, appoggiandosi a uno dei banconi restò lì ad osservarla bevendo il tè.
Noriko guardò Reiji e poi la tazza: qualcosa le diceva che bere non era la cosa più sicura, anche perché le pareva di aver letto ‘digitalis’ in uno dei tanti vasetti del laboratorio e sapeva che l’estratto di quella pianta era altamente tossico. Tuttavia, se avesse rifiutato probabilmente Reiji si sarebbe arrabbiato, quindi ricorse al metodo più vecchio del mondo: far finta di bere, sperando che la sostanza non si sarebbe diffusa anche mediante l’aria.
Reiji sorrise un po’ vedendola bere e quella fu l’ennesima prova per Noriko: era nei guai.
Appoggiò quindi la tazza e guardò Reiji, chiedendogli nuovamente di che cosa dovessero parlare e non potè fare in modo di cogliere un lampo di insoddisfazione, rimpiazzato poi da un sorriso radioso. Non capendo, Noriko guardò la direzione dello sguardo di Reiji e notò che le stava fissando la mano, che iniziava ad assumere un colore poco rassicurante.
Provò a muovere la mano e notò che tutto il braccio non rispondeva più ai suoi comandi, sembrava come… essere paralizzato.
“No, non ci posso credere” pensò spaventata Noriko “Come ha fatto? Per inalazione?” non potè che fare a meno di chiedersi, sentendo le forza delle braccia abbandonarla.
Quasi come in risposta alla domanda che si stava porgendo la ragazza, il vampiro disse:
“Ti devo i miei più sinceri complimenti: è la prima volta che una sposa sacrificale evita così abilmente il mio tè, ma quello che non hai calcolato, non è l’inalazione… è che anche la tazza poteva essere avvelenata” sorrise sadico Reiji, che godeva del fatto di essere riuscito, come suo fratello, a disarmare la ragazza.
Noriko guardò le proprie braccia e d’istinto fece per alzarsi per cercare una cura, però poi ci ripensò: non poteva ucciderla, quindi in teoria non era nulla di mortale. Mantenne la calma, anche se non potè evitare al suo battito cardiaco di accelerare e al suo corpo di sudare. Reiji sorrise, beandosi di quella sensazione e continuò:
“Ahh voi esseri umani siete così fragili… una piccola porzione di veleno e subito vi bloccate”.
Noriko allora decise di non dargli altra soddisfazione e chiese melliflua:
“Era tutto questo quello che dovevi dirmi?”.
Il vampiro fece una smorfia per la sua domanda:
“In realtà, questa è una punizione”.
“Per che cosa?”.
Reiji le si avvicinò:
“Perchè ti sei comporta molto, molto male con me”.
Noriko lo guardò senza capire:
“Se è per quella volta che mi hai vista in corridoio, era perché Ayato...”.
“Sta’ zitta!” la zittì improvvisamente il vampiro, alzando improvvisamente tono “In fondo anche tu non fai che preferire mio fratello a me!”.
Noriko lo fissò, però iniziava a sentire il suo corpo sempre più pesante e formulare dei pensieri stava diventando sempre più difficile.
“Shu...” cercò debolmente di dire, ma il vampiro, fraintendendo di nuovo, la sbattè al muro.
“Quel nome è un insulto per le mie orecchie!”.
Noriko lo guardò bloccata tra il vampiro e la libreria, ma si sentiva sempre più stanca… non voleva morire così! Per cosa poi? Per una colpa che neanche aveva!
“Reiji..” disse, ma poi sentì le forze abbandonarla e svenne. Il vampiro la guardò e subito le piantò un ago nelle vene del braccio con l’antidoto: se fosse andata avanti così, sarebbe probabilmente rimasta in coma come minimo e avrebbe rischiato di morire d’infarto.
Attese qualche minuto e poi, per controllare che il veleno fosse stato neutralizzato, la morse sul collo e le succhiò un po’ di sangue. Aveva un buon sapore, quindi questo significava che aveva reagito positivamente all’antidoto. Quindi si staccò, prima di berne troppo, e le leccò il sangue che fuoriusciva dalla ferita: doveva ammettere che era molto buono, sebbene l’odore del fratello lo avesse un po’ guastato. Certo, non che fosse il miglior sangue che avesse mai assaggiato… se dovesse dargli un voto sarebbe stato un otto e mezzo, che comunque per lui era alto, ma non perfetto. E lui non aveva interesse per le cose imperfette.
Dopodichè, portò Noriko nella sua camera e la mise con malagrazia sul letto: per colpa della sua debolezza, non era neanche riuscito a bere tanto sangue, ma per lo meno aveva avuto la sua punizione. Tornò nella sua stanza e continuò a lavorare.

§§§§
NOTE DELL’AUTRICE CAPITOLO 4:
Buonasera a tutti!
Anche se dopo un bel po’ di tempo, ecco a voi il quarto capitolo! Che ne pensate?
Finalmente Reiji passa all’azione in prima persona!
Kanato: Ehi! Guarda che c’ero anche io nel capitolo!
Seh, certo Kanato, torna a giocare con il tuo peluches…(sì, io sono incapace di scrivere di lui, però giuro che mi sforzerò di farlo interagire di più, abbiate fede!).
Non ho niente da aggiungere… spero, come sempre, che il capitolo vi sia piaciuto e che Reiji non sia OOC, ma soprattutto che abbiate passato una buona festa dei nonni!
Anna3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Capitolo V

Il giorno successivo (o meglio dire, notte successiva) non aveva sentito la sveglia suonare: ovviamente, oserebbe dire, dato che, con quello che le aveva fatto Reiji, non si era di certo risvegliata per mettere la sveglia e inoltre nessuno la aveva svegliata.
Prese l’orologio sul comodino e guardò l’ora: ormai aveva perso mezza giornata, quindi non sarebbe più potuta entrare.
“Dannazione, ma perché non mi hanno avvertita?!” li maledì mentalmente, alzandosi sui gomiti.
“Buongiorno, Bitch-chan!” la salutò una voce molto ben conosciuta.
“No, ma tra tutti proprio lui doveva restare?” pensò Noriko, fissando il vampiro si era comodamente sistemato sopra di lei, mentre diceva atona:
“Buongiorno Raito. Ci sei solo tu?” chiese. Doveva sapere in che situazione si trovava e… già era in svantaggio in quella posizione.
E infatti, quasi a innervosirla di più, disse con quel suo solito tono provocante:
“E se fosse così?” e si avvicinò pericolosamente il viso al suo.
Noriko lo spinse subito via:
“Non sarebbe un problema, tanto non sono interessata”
“Ah giusto, a te piacciono quelli che vanno dritti al punto” disse riavvicinandosi molto pericolosamente “Come Shu”.
“Non è quello...” lo guardò. Forse le era venuta un’idea per incastrarlo.
“E cosa allora?” chiese Raito, sicuro di averla in pugno.
“Semplicemente, il fatto è che tu sei brutto” disse lapidaria, lasciando il vampiro di sasso. Mai rifiuto fu più secco di quello.
Noriko approfittò subito di quell’attimo di confusione e gli sfuggì via. Ci aveva visto giusto: essendo un ragazzo a cui piaceva spassarsela, non era abituato a questo tipo di rifiuti, anche perché era, oggettivamente, molto bello. Non che i suoi fratelli fossero da meno, ma di certo lui era quello che sapeva persuadere meglio una ragazza e lo aveva capito al volo, mentre Shu… lui la aveva spiazzata, lo doveva ammettere. Però ora non commetterà più lo stesso errore e se ne terrà alla larga, per quanto possibile. Stessa cosa per Ayato e Raito.
Andò a farsi un giro in cucina per la colazione, ma il vampiro non ne voleva sapere di lasciarla in pace: evidentemente il rifiuto non gli aveva fatto così male quanto credeva.
“Mi eccitano le ragazze difficili lo sai? Le prendo come una sfida” disse.
“Senti Raito” disse seria. Si stava veramente stancando “Cosa vuoi da me? Se vuoi sangue bevilo e vattene, perché io non posso perdere tempo con voi vampiri e devo studiare” mise in chiaro.
“Beh, anche il tuo sangue, ma voglio le tue attenzioni” disse.
La ragazza lo guardò e gli rispose guardandolo dritto negli occhi:
“Bene, quelle saranno l’unica cosa che non avrai” e dicendolo si alzò e tornò in camera. Prese i suoi libri e quaderni e andò a studiare nel salotto: d’altronde non c’era nessuno e lì avrebbe avuto più vie di fuga nel caso in cui Raito la avesse disturbata. E infatti, non appena riuscì a trovare la concentrazione, subito qualcosa le si attaccò da dietro;
“Sanguisuga, smettila devo studiare”.
Il vampiro però parve ignorarla e iniziò a lasciare una scia di baci bollenti sul suo collo: sapeva che ogni ragazza impazziva quando lui lo faceva, ma questa volta con Noriko non funzionò. La ragazza, capendo che le parole con lui non servivano, iniziò semplicemente a ignorarlo, usando la sua capacità di isolarsi completamente dagli stimoli del mondo esterno. Raito, prendendola come una sfida, fece di tutto per distrarla: sia con baci e carezze, sia con dispetti, come rubarle la penna o mettere la mano sul foglio, ma nulla la smuoveva. Provò persino a morderla, ma niente: nessuna reazione. Certo, anche la ragazza sentiva dolore, però non gli dava soddisfazione.
“E va bene… di solito non mi piace usare la violenza, ma in questo caso...” pensò il ragazzo e infilò spudoratamente una mano nei pantaloncini della ragazza che, pur avendo tutta la concentrazione del mondo, non riuscì a mantenere la calma e gli mollò un ceffone. E non appena lo fece, capii subito la grande cazzata che aveva commesso: vide gli occhi del vampiro accendersi di un bagliore sinistro.
Accidenti! Lei che era così controllata, ora perdeva sempre le staffe e studiava pochissimo! Ed era tutta colpa di quei sei vampiri diabolici! Maledetto il giorno in cui aveva messo piede in quella dannatissima casa!
“Bitch-chan, ora avrai bisogno di una severa punizione” disse e senza perdere altro tempo la morse nuovamente.
“Per favore smettila Raito, devo studiare!” disse con voce più ferma che poteva, cercando di respingerlo, ma il vampiro continuava a tormentarla e bere il sangue, rendendo difficile il suo concentrarsi, soprattutto dopo quel gesto.
Tuttavia una voce lo interruppe:
“Raito, segui ancora il pessimo esempio di tuo fratello? Quante volte ti ho detto che queste cose si fanno solo in camera?” chiese Reiji, facendo alzare un Raito a malincuore.
Noriko continuò come se nulla fosse, limitandosi a un freddo saluto.
Così Raito si alzò e le disse:
“Tanto è inutile che continui a studiare per diventare medico… tu sei una delle tante spose sacrificali e non hai nulla di così particolare in fondo” poi se ne andò.
Stranamente, la ragazza iniziò a sentirsi inquieta: più che il fatto che sapesse che lei voleva diventare medico (cosa ovvia, visto che aveva moltissimi libri a riguardo), la preoccupava di più il termine ‘sposa sacrificale’. Il giorno in cui era arrivata ricordava che Ayato le avesse detto qualcosa di simile, ma non le erano state fornite ulteriori indicazioni, anche se di per sé quel titolo non era molto rassicurante. Avrebbe dovuto chiedere qualche ulteriore informazione a Raito più tardi, ma dato che per ora se ne era andato di certo non sarebbe andata lei a cercare quel pazzo maniaco.
Così continuò a studiare, ma non ci volle molto che un altro simpatico vampiretto le si avvicinasse:
“Cosa stai studiando?” chiese con un tono gentile.
Noriko si voltò: non riconosceva molto quella voce e fu molto stupita di vedere il ragazzo con i capelli viola. Comunque, non si scompose e gli disse:
“Se vuoi il mio sangue prenditelo e in fretta!”
Subito il vampiro cambiò tono:
“Cosa ti fa pensare che io voglia il tuo sangue schifosa umana?” le gridò addosso.
Noriko lo guardò infastidita: non sopportava quando le persone urlavano, era inutile e sgarbato.
“Di che hai bisogno allora? Ti prego di non disturbarmi se non per una valida motivazione” disse, ma questo non fece che far arrabbiare ancora di più il vampiro.
“Smettila di parlarmi così stupida umana!”.
Capendo che con lui non poteva ragionare, Noriko fece l’unica cosa migliore: non gli parlò e continuò a ignorarlo studiando.
A quel punto, Kanato sembrò darsi una calmata e le si avvicinò:
“Voglio qualcosa di dolce” disse.
La ragazza continuò a ignorarlo e questo fece nuovamente arrabbiare il vampiro, che le urlò:
“Dammi qualcosa di dolce”.
“La cucina è al piano di sotto”.
“Sciocchina… io intendevo il tuo sangue”.
“Questo tizio è fuori di testa” pensò, mentre le si avvicinava “Speriamo invece che faccia presto e non mi succhi tanto sangue”.
“Però se voi donne mortali non ricevete un bacio prima vi arrabbiate” disse fermandosi a pochi centrimetri dal suo collo “giusto?”.
Noriko intuì subito cosa intendeva e senza farsi prendere dall’agitazione, bloccò le labbra del Kanato con la mano:
“Fammi indovinare… questo te lo ha insegnato quel simpaticone del tuo fratellino Raito immagino” disse con una punta di ironia, mentre quello le mordeva la mano con cui lo aveva fermato.
Per lo meno, Kanato era abbastanza gestibile con tutti i suoi alti e bassi e bastava dargli un po’ di sangue per tenerlo buono… quindi appena avrebbe finito molto probabilmente se ne sarebbe andato e finalmente lei avrebbe potuto finire quel dannatissimo libro. Eppure… una parte di lei continuava a non darsi pace per le parole che aveva udito da Raito. Era tentata di andare a chiederglielo subito, ma qualcoa le diceva che facendolo si sarebbe cacciata nei guai e comunque prima o poi Raito sarebbe dovuto ritornare da lei per bere altro sangue, quindi tanto valeva aspettare. Però non potè trattenersi dal chiedere almeno a Kanato, che in quel momento sembrava essersi calmato, che cosa fosse questa dannatissima ‘sposa sacrificale’.
“Semplicemente, è una sposa che ci viene data in sacrificio” fece spallucce il vampiro.
“Sacrificio?” chiese. Questa parola non le piaceva per niente, ma quando fece altre domande al vampiro, tutto ciò che ottenne in risposta fu un:
“Lo scoprirai molto presto” prima che Kanato scomparisse, come era comparso.
Noriko era veramente seccata: non solo era costretta ad abitare con loro, ma la prendevano anche in giro e stava perdendo tempo per delle stupidaggini.
Così studio tutta la notte e anche il mattino, cercando di pensarci il meno possibile: farsi paranoie era un’attività complessa e che richiedeva di molte capacità cognitive, sprecate per dei vampiri. Domani avrebbe chiesto chiarimenti a Raito e avrebbe deciso sul da farsi.
Mentre si addormentava però, un’oscura figura si stagliava nel giardino della villa, fissando la ragazza attraverso la finestra.

§§§§

NOTE DELL’AUTRICE CAPITOLO 5:

Ben ritrovati a tutti!
La nostra cara Noriko si è risvegliata con Raito di nuovo accanto e questa volta ha notato questo ‘piccolo’ dettaglio della sposa sacrificale… Peccato che il nostro caro pervertito se ne vada sempre nei momenti giusti!
Raito: fufufu, certo che sì! Comunque, perché vengo sempre rifiutato in malo modo da questa donna? Nessuna dovrebbe poter resistere al mio fascino * si avvicina pericoloso all’autrice, che si allontana progressivamente *
Certo Raito non preoccuparti, nei prossimi capitoli ti vendicherai, non preoccuparti.
Cosa ne pensate di questo capitolo? Kanato vi è piaciuto? Ogni volta che scrivo di lui sono insoddisfatta… Fatemi sapere! Ma soprattutto… fate gli auguri a Shu oggi, perché è il suo compleanno! Mi spiace non aver pubblicato un capitolo dove ci sia lui questa volta, ma pazienza, mi rifarò con un altro personaggio!
Buona giornata/serata a tutti!
Anna3

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


Capitolo VI

Fortunatamente, la sera successiva riuscì ad andare a scuola, anche se ormai aveva delle occhiaie talmente grandi e violacee, che avrebbero potuto fare inividia a quelle di Kanato. Tuttavia, la giornata non fu delle migliori, anzi fu un completo fallimento e la colpa fu tutta di quella simpatica famiglia di vampiri con cui si era ritrovata a casa.
Tanto per cominciare, notò subito che quel giorno Raito era assente nella limousine e questo la infastidì alquanto: voleva parlargli, dato che le sembrava fosse l’unicole a sapere qualcosa di più della sua condizione, anche se sospettava che tutti in quel momento lo sapessero, ma non volessero dirglielo (cosa che detestava). In ogni caso lui le sembrava quello più disponibile a parlare: Ayato di certo non ne sapeva nulla, talmente era stupido, Kanato ne sapeva qualcosa, ma l’istinto le diceva di non approfondire troppo la sua conoscenza, a Shu di certo non gli si sarebbe avvicinata più del dovuto e Reiji le aveva chiaramente fatto capire che non era dalla sua parte. L’unico che forse avrebbe potuto aiutarla era il ragazzo con i capelli bianchi, ma essendo il minore dubitava che ne sapesse qualcosa o che potesse aiutarla: che fosse meglio fare un tentativo?
Mentre faceva questi pensieri leggendo distrattamente il libro, la limousine arrivò a scuola e subito tutti i vampiri scesero, ognuno dirigendosi nella propria strada, tranne Shu che rimase a dormicchiare un altro po’ dentro.
Noriko seguì Reiji e questo parve irritarlo:
“Potresti smetterla di seguirmi come un anatroccolo?” chiese.
“Ma siamo nella stessa classe”.
Il vampiro sospirò, aggiustandosi gli occhiali:
“Siamo soltanto dei normali compagni di classe e poi.. se mi starai così appiccicata, potresti farti diversi nemici” disse indicando diverse ragazze che parlottavano tra di loro guardandola.
“Non è mia intenzione, ma dato che sei l’unico affidabile che conosco, ho bisogno di sapere se ci hanno dato compiti”.
“Sì” rispose “Ah e comunque oggi c’è interrogazione di fisica sui nuovi argomenti” disse, mentre suonava la campana e si sedette al suo posto.
“Aspetta, quali nuovi...” fece per chiedere, ma l’arrivo del professore la costrinse a dirigersi al suo banco per evitare di ricevere una nota. Nel frattempo, il suo vicino di banco si era magicamente trasportato al suo posto, senza che nessuno se ne accorgesse, per iniziare la lezione d’inglese.
Tutto proseguì tranquillamente, finché la professoressa non iniziò a chiedere di leggere il libro agli studenti della classe, tra cui anche lei.
“Norioka, va bene” la interruppe l’insegnante, dopo che aveva letto in modo impeccabile “Ora fai leggere il tuo compagno di banco” disse, mentre la ragazza si risiedeva.
Noriko guardò il vampiro e notò che… stava dormendo nel mezzo della lezione. Ovviamente.
Calò il silenzio nella classe. Shu non mosse un muscolo.
“Sakamaki, mi sente? È il suo turno” ripetè l’insegnante, alzandosi dalla cattredra.
Noriko guardò prima l’insegnate e poi il vampiro: se l’avesse beccato così, lo avrebbe sicuramente punito giusto? Il professore continuava ad avvicinarsi. Non restava altro tempo.
Noriko prese un lembo della divisa del biondo e lo scosse:
“Svegliati sta arrivando la prof! Devi leggere a pagine 247, paragrafo 14, riga 27” gli disse.
Il vampiro si svegliò e capendo al volo la situazione, iniziò a leggere:
“Sì, scusi professore, ora leggo”.
L’insegnante annuì e tornò a sedersi. Finita la sua parte, il vampiro fissò la ragazza: per un attimo sentire il suo tocco caldo gli aveva ricordato qualcun’altro…
Noriko, notando come la fissava il ragazzo, puntualizzò subito:
“Non farti strane idee… avremmo solo perso tempo se ti avesse beccato che dormivi, l’ho fatto solo per questo” disse, senza nemmeno guardarlo negli occhi.
Il vampiro sorrise, non potendo fare a meno di notare che aveva usato le sue stesse parole e tornò a dormire tranquillamente sul banco.
Il resto della lezione continò senza ulteriori intoppi e lo stesso accadde nelle ore successive, fino alla temutissima ora di fisica. Noriko era un po’ insicura: non aveva capito bene cosa intendesse Reiji con nuovi argomenti e lui non le aveva fornito ulteriori indicazioni. Per quanto avesse cercato di avvicinarsi il più possibile a lui durante i cambi dell’ora, era circondato di ragazze. Chiedere a Shu non le sembrava una buona idea, dato che non stava mai attento alle lezioni e così decise che avrebbe provato a caversela da sola. Studiò per i fatti suoi, finché non entrò il professore. Questo, poco dopo essere entrato, chiamò gli interrogati, usando il metodo dei bigliettini.
“Takayama Shinsou e.. Noriko Norioka”.
La ragazza imprecò mentalmente: anche se sapeva le cose, quel “nuovi argomenti” di Reiji le metteva ansia.
L’interrogazione iniziò e tutto stava procedendo bene per lei: l’altro ragazzo era stato rimandato subito al posto con un due, mentre lei era riuscita a rispondere prontamente a tutto. A un certo punto però, il professore le chiese:
“Hai svolto gli esercizi che erano per oggi?”.
La ragazza annuì, ben sapendo di non averli fatti e non potè fare a meno di lanciare un’occhiata a Reiji, che invece la guardava sorridendo sadico. Ecco a cosa si riferiva.
“Bene, allora illustrali alla classe alla lavagna” disse, dettandole il testo. Iniziò ad eseguire il problema, però tutto a un tratto capì che era arrivata a un punto dove non sapeva cosa fare. Cercò di trattenere il panico e guardò per bene il problema, ragionandoci su. Eppure, non ne aveva la più pallida idea.
Notando la sua incertezza, l’insegnate le chiese se sapeva procedere:
“Norioka? Si ricorda la procedura che ho spiegato l’altro giorno? Se non sbaglio era assente… immagino abbia prontamente recuperato giusto?” chiese e a quel punto Noriko capì: Reiji lo aveva fatto a posta. Conoscendo il professore, aveva evitato di dirle dei compiti per farle fare brutta figura: non si sarebbe stupita se dietro quei bigliettini ci fosse stato proprio lui. Comunque, ora doveva riflettere su come uscire da quella situazione insolvibile.
Eppure, un aiuto le arrivò, sebbene da una persona insospettabile: un paio di occhi azzurri la inchiodarono con lo sguardo. Noriko guardò il vampiro e quello iniziò a dirle qualcosa con il labiale: la soluzione al problema!
Capì l’indizio del vampiro e rispose all’insegnante:
“Certo, ho avuto solo qualche dubbio” e risolse il problema. Se solo si fosse girata in quel momento, avrebbe visto che il maggiore dei fratelli stava sorridendo.
Una volta conclusa l’interrogazione, la ragazza tornò al suo posto, poco prima dello squillare della campanella con un bell’otto pieno.
“Grazie” disse al vampiro, sinceramente grata: era la prima volta che uno dei Sakamaki l’aveva aiutata e la stupì il fatto che fosse stato Shu. Forse non era poi tanto male, il maggiore dei fratelli.
“Non fraintendere” ribattè “l’ho fatto solo perché tu mi hai aiutato prima” spiegò il biondo.
Tuttavia Noriko era sinceramente rimasta stupita di quel gesto: certo, non erano dei principi azzurri, ma un cuore ce lo avevano in fin dei conti, sebbene molto molto piccolo e nascosto. Avrebbe quasi potuto vivere tranquillamente con loro, sopportando anche il fatto che bevessero il suo sangue, se non avesse saputo di essere una ‘sposa sacrificale’. Ancora non sapeva di cosa si trattasse, però non appena avesse rivisto Raito, avrebbe sciolto tutti questi dubbi.
Intanto, Reiji la fissava di nascosto: aveva notato che i due avevano comunicato durante la lezione e questo lo aveva infastidito moltissimo. Ancora una volta veniva messo in secondo piano: perché aveva aiutato quel fannullone di suo fratello durante l’ora di inglese? Perché non era lui ad ottenere quelle attenzioni? Insomma, di certo avevano in comune più cose loro due, eppure… Shu era stato il primo dei due a morderla e il primo dei vampiri a destabilizzarla… lui invece arrivava sempre secondo. Gli balenò in mente l’immagine di sua madre Beatrix e per un attimo le due figure, così diverse d’aspetto, ma uguali in carattere e portamento, si sovrapposero. Reiji strinse i pugni e, non appena suonò la campanella, uscì dall’aula.
Anche Noriko e Shu uscirono dall’aula poco dopo Reiji, ma la prima si diresse in bibliotca, mentre il secondo andò subito verso la limousine. Quel giorno infatti, doveva restituire un libro che aveva preso in prestito il primo giorno di scuola e prenderne un altro: sarebbe stata una cosa da due minuti, se non fosse per il fatto che ci fossero stati dei problemi tecnici e per quelle due semplici operazioni ci mise tre quarti d’ora. Noriko sospirò: ormai il danno lo aveva fatto e dubitava che la limousine la avesse attesa per tutto quel tempo, perciò sarebbe dovuta andare a casa a piedi.
Così si incamminò tra i vari corridoi, ma quando passò davanti al laboratorio di chimica, una mano la prese per i fianchi e la attirò dentro. Noriko gridò instintivamente, ma prima ancora che potesse farlo, un’altra mano le infilò a forza una caramella amara, che dovette inghiottire.
“Cos…?” chiese la ragazza confusa per essere stata presa di forza e guardò l’aggressore: era Reiji.
Quest’ultimo la fissava compiaciuto e proprio in quel momento, passata la confusione, avvertì un dolore lancinante al petto. Si piegò in due dal dolore, capendo cosa era successo:
“Perchè lo fai?” sussurrò dilaniata dal male che provava “Che cosa ti ho fatto?”.
Era troppo per lei: finché i vampiri la mordevano, poteva anche sopportarlo, mentre quei veleni la uccidevano, non riusciva a nasconderne gli effetti e questo dava un piacevolissimo senso di potere a Reiji, sempre considerato inferiore e sminuito.
“Hai suggerito a mio fratello e ti sei persino fatta suggerire da lui… sei veramente una donna senza morale” disse disgustato “e questo ti serva da lezione!”.
“Sei tu quello che non mi aveva detto degli argomenti che c’erano e per Shu… l’ho aiutato perché...” parlò a fatica la ragazza.
“Ah ora il cattivo sono io eh?” la interruppe sbattendola al muro “Mentre Shu è il bravo ragazzo, che ti aiuta sempre!” ringhia arrabbiato.
“No...”.
“Smettila di mentire!” le urlò addosso il vampiro “Sei esattamente come Beatrix! Ma questa volta… oh, non rifarò lo stesso errore, ci puoi scommettere! Non ti farò morire con il sorriso!” disse, mentre la ragazza lo guardava confusa e spaventata.
“Di cosa stai parlando?”.
“Entrambe dedicate così tante energie per quel fannullone, eppure siete delle donne così eccezionali… perché dovete impegnarvi tanto per lui e non per me?!” gridò.
Noriko lo guardò confusa: non sapeva di cosa stesse parlando, però da un lato quasi si dispiaceva a vederlo così (anche se la sua parte razionale non lo avrebbe mai ammesso).
“Io non sono questa donna” rispose cercando di contenere il dolore che provava “e non mi interessa Shu tanto quanto te e ti ho già spiegato le motivazioni del mio comportamento”.
A quel punto, il vampiro parve riprendere parte del suo controllo: si sistemò i capelli ed aggiustò gli occhiali. Poi si tolse i guanti e li ripose su un bancone con gli occhiali:
“Dato che ti ostini a nascondere la verità, significa che ci sono andato fin troppo leggero con te” disse e le morse il collo, succhiandole il sangue. Noriko cercò di distrarsi senza dargli soddisfazione, ma evidentemente il veleno che le aveva dato aveva reagito in qualche modo con i suoi canini con il risultato che il dolore era quadruplicato. Si trattenne per un po’, ma quando il vampiro iniziò a morderla ripetutamente in punti diversi, gemette dal dolore.
Reiji continuò la sua tortura, godendo del controllo che aveva su di lei e della sua sofferenza, continuando a bere il suo sangue: come amava il sangue di una persona sofferente! Il cuore pompava a velocità maggiore e abbandonava le periferie del corpo, rendendo alcune zone bollenti e altre gelide. Davanti a lui non importava la sua intelligenza e la sua capacità di resistere al dolore, perché c’era solo lei totalmente indifesa nelle sue mani.
Poco dopo, Noriko svenne per il dolore e per la mancanza di sangue e il vampiro si fermò controvoglia, facendo una smorfia: ora avrebbe persino dovuto riportarla a casa. Però doveva ammettere che ne era valsa la pena: solo lui era riuscito a sottometterla entrambe le volte in cui le aveva preso il sangue… più di suo fratello.
Si pulì una goccia di sangue che gli fuoriusciva dalla bocca con grazia e si rimise guanti e occhiali. Dopodichè, la prese in braccio e la riportò a casa in limousine.


 

§§§§
NOTE DELL’AUTRICE CAPITOLO 6:
Ciao a tutti!
Come vi è sembrato questo capitolo? Io ho adorato scriverlo: la rivalità tra Shu e Reiji, il senso di inferiorità di Reiji e la sua ricerca di senso di potere sono tematiche che ho sempre amato di questo personaggio. Spero solo di non averlo reso troppo sadico, ma non vorrei mostrare un Reiji che perde completamente le staffe per amore, quindi spero di esserci riuscita.
Ayato: E io invece spero di no! Mi hai chiamato ‘stupido’!
Reiji: Non ha tutti i torti
Ayato: Sta’ zitto, io rispondo delle mie azioni al massimo a Shu, mica a te secondogenito da strapazzo!
Reiji:*si sistema gli occhiali con una venetta sulla tempia* quanta pazienza…

Non ho niente da aggiungere se non che aspetto i vostri pareri e.. ah, quasi dimenticavo! Ora la storia è esattamente a metà, perché in totale i capitoli saranno una dozzina e inoltre, da qui in avanti usciranno ogni settimana IL VENERDÌ.
Detto ciò, andate in pace!
Anna3

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo VII ***


Capitolo VII

Quando riaprì gli occhi, Noriko provava un gran mal di testa: le sembrava quasi di star subendo i postumi di una sbornia, però era sicura di non aver bevuto il giorno prima. Scostò le coperte lamentandosi e facendolo sentì la voce di uno dei vampiri:
“Ma buongiorno chichinashi!” la salutò il rosso.
Noriko saltò sul letto:
“La scuola!” e fece per alzarsi, ma si sentiva ancora indebolita e ricadde sul letto.
Ayato rise della sua reazione e disse:
“Non preoccuparti.. hai dormito un bel po’ e oggi è sabato, non c’è scuola”.
La ragazza lo guardò stupefatta e confusa:
“Cosa…?” ma in quel momento una fitta di dolore le attraverò la mente “Mi fa male la testa...”.
“Sì, sì, il tuo amato lo aveva previsto… infatti mi ha detto di farti prendere questo” disse il vampiro, dandole un bicchiere con una compressa effervescente.
La ragazza lo guardò sulla difensiva:
“Non è mica droga vero?” chiese, mentre Ayato le rispose ridendo:
“Ma no! Tra l’altro, il sangue di una ragazza drogata non è neanche buono”.
Noriko prese il bicchiere e bevve: la pastiglia aveva un vago retrogusto di arancia e non appena ebbe finito si sentì subito meglio. Si chiese se fosse un’opera di Reiji, ma ne dubitava: era impossibile che fosse riuscito a preparare una medicina così dolce. Pensando a questo, le vennero in mente gli accadimenti della giornata precedente: Reiji che la bloccava in aula di chimica, Reiji che si arrabbiava, Reiji che le succhiava il sangue… ma soprattutto, si ricordò di quella misteriosa donna a cui il vampiro la paragonava. Che Ayato ne sapesse qualcosa?
“Per caso...” attirò l’attenzione del vampiro la ragazza, mentre questo stava per uscire “Sai chi è Beatrix?” chiese.
Ayato la fissò e subito gli si dipinse un sorrisetto perverso sul volto:
“Come mai tutto questo interesse per lui? Allora ti piace veramente? Lo sapevo! Ho proprio occhio su queste cose!” sorrise compiaciuto.
Noriko lo guardò un attimo incerta sul da farsi e poi decise di raccontargli dell’avvenimento del giorno prima: in fondo, Ayato non era un cattivo ragazzo e in qualche modo aveva il presentimento che non sarebbe stato male informarsi di più sul conto dei sei vampiri: non si era ancora dimenticata della questione ‘sposa sacrificale’.
Ayato le rispose in modo stranamente serio:
“Comunque Beatrix è la madre di Reiji e Shu”.
“Ma non siete tutti fratelli?” chiese.
“Fratellastri” la corresse “La madre di Shu e Reiji è Beatrix, mentre la mia e quella di Kanato e Raito è Cordelia e Subaru ne ha un’altra ancora” le spiegò.
“Lo sospettavo… siete tutti così diversi… quindi avete in comune solo vostro padre, giusto?”.
“Esatto, Tougo Sakamaki” fece una smorfia. Il nome le era famigliare.
“E cosa mi sai dire di Beatrix?” chiese.
“Ma che ne so! So solo che è la madre di quei due” sbuffò il vampiro “E comunque, non credere che ti abbia dato queste informazioni senza nulla in cambio” si avvicinò Ayato, con l’ovvio intendo di morderla. La ragazza non fece una piega:
“Fai con comodo” e si mise a leggere tranquillamente un libro, mentre lui le succhiava il sangue.
“Comunque, faresti meglio a non chiedere troppo di lei… d’altronde Reiji ha ucciso sua madre come me” disse una volta finito e se ne andò.
La ragazza sospirò, finalmente da sola, e ripensò agli ultimi eventi per far ordine: si trovava in quella casa perché, a quanto le avevano detto, era molto più vicina a scuola, ma in realtà era finita in una famiglia alquanto disastrata di sei fratellastri vampiri, che avevano l’hobby di uccidere le proprie madri, con lo scopo di diventare la loro sposa sacrificale, termine che non aveva la più pallida idea di che cosa volesse dire. Noriko sospirò: si trovava in una brutta situazione, ma la cosa peggiore di tutte era il fatto stesso di non capire. Per questo si era sempre trovata meglio nello studio che non nelle relazioni sociali: a scuola bastava impegnarsi e tutto andava come previsto, mentre nella vita reale…
“Prima di tutto affrontiamo Raito” pensò e così si alzò dal letto per andarlo a cercare. Già, ma ora si poneva il problema di come cercarlo: le serviva un Sakamaki qualsiasi, possibilmente uno calmo con cui fosse facile parlare, quindi forse se avesse cercato di nuovo Ayato in cucina lo avrebbe trovato. Si diresse in quella stanza, ma non c’era ombra di lui. Allora si spostò in soggiorno, ma nessuna traccia di vampiri. Stessa cosa per la sala giochi, la sala torture e ogni spazio della villa. Il silenzio regnava sovrano. Probabilmente erano tutti nelle loro stanze, ma andare a bussare porta per porta le sembrava come dire: “Per favore venite a succhiarmi il sangue, mi mancano i vostri canini!”. Decisamente molto poco saggio.
Stava quasi pensando di tornare nella sua stanza per studiare, dato che evidentemente i vampiri non si volevano far vedere e lei non aveva tempo da perdere, quando guardando per caso dalla finestra notò, tra i roseti, una testa bianca. Probabilmente era quel Subaru, l’unico vampiro con cui non aveva mai avuto grandi contatti: sapeva solo che era facile all’ira, ma a parte questo le era del tutto ignoto… però magari anche lui aveva qualche informazione su questa fantomatica sposa sacrificale o comunque sapeva dove potesse essere la camera di Raito.
Doveva solo trovare un pretesto per uscire a parlare con lui. Lo fissò per bene e poco dopo le venne un’idea. Così uscì e iniziò a vagare per i roseti, come se fosse alla ricerca di qualcosa.
Continuò per un po’ in questo modo con aria assorta e dopo un po’ di giri, si avvicinò a Subaru, certa che lui avesse già avvertito la sua presenza e disse:
“Quella rosa chinensis è davvero molto bella”.
Subaru alzò la testa dal fiore e la guardò:
“E tu cosa ci fai qui?”.
“Stavo cercando dell’aconito per una ricerca scolastica e Reiji mi ha detto che si trova nel vostro giardino, ma dato che qui non c’è nessuno a cui chiedere, mi chiedevo se tu lo sapessi” risponde senza esitazione. In realtà, sapeva perfettamente dove fosse l’aconito, perché lo aveva visto dalla finestra, ma questo le era sembrato un buon pretesto per avvicinarsi al vampiro.
Subaru sbuffò:
“Tch e immagino ti abbia detto lui ti venire da me… Manco fossi io il giardiniere”.
La ragazza sorrise a quella reazione: Subaru le sembrava abbastanza normale per ora.
“Che seccatura.. comunque la pianta che stai cercando è da questa parte” disse muovendosi esperto attraverso l’intrico dei giardini, mentre Noriko lo seguiva.
“Certo che sei molto esperto di questa villa...” disse la ragazza per cercare di portare la conversazione dove voleva lei e lui annuì in risposta. Era di poche parole: non le stava rendendo il gioco facile.
“Posso chiederti un’altra cosa?” provò allora a dire.
Di nuovo, il ragazzo si limitò a fare un cenno, che lei interpretò come uno d’assenso: così andò dritta al punto.
“Raito e Ayato mi hanno detto che sono una ‘sposa sacrificale’… sai cosa significa?” chiese.
Il ragazzo si fermò di colpo e la guardò come se stesse pensando ad altro e rispose sussurrando:
“Niente che ti riguarda” e le raccolse l’aconito.
Calò un attimo di silenzio.
“Ma...”.
“Ho detto che non è niente che ti riguarda” disse il ragazzo, continuando a raccogliere fiori quasi strappandoli.
“Eppure...” cercò di dire.
Allora Subaru si avvicinò a lei e la bloccò tra sé e la siepe e le gridò addosso:
“Ti ho detto che non ne devi sapere nulla!”.
Noriko arretrò e si ferì con il roseto: del sangue scarlatto le uscì dalla ferita, mentre dentro si malediceva per aver pensato che Subaru fosse normale.
Come si aspettava, Subaru prese la mano ferita.
Come si aspettava, portò la mano al viso.
Come si aspettava, stava per morderla.
Invece, proprio mentre era già preparata, il vampiro le tolse velocemente la spina dalla mano e si limitò a leccarle quel punto. Era strano, ma per un momento le parve come se fosse dispiciuto per quello che aveva fatto e avesse cercato di scusarsi.
Un momento dopo, il vampiro era già scomparso, senza una spiegazione, mentre le piantine di aconito giacevano lì vicino strappate.
Da un’altra parte del giardino, Subaru vide una figura molto famigliare che guardava nella direzione di Noriko:
“Anche questa volta sta iniziando il risveglio… eppure penso che neanche questa sia la volta buona...” disse.
“Tch...”.

§§§§

NOTE DELL’AUTRICE CAPITOLO 7:

E finalmente, Noriko inizia a scoprire qualcosa di più sui cari Sakamaki. Devo ammettere che questo capitolo è stato un po’ una faticaccia e l’unica parte che è venuta bene è quella con Subaru, personaggio che, pur non essendo il mio preferito, mi è piaciuto molto, anche perché mi ci rivedo molto nel suo carattere. Cosa ne pensate?
Subaru: tch...
Ayato: un capitolo palloso

Grazie, mi tirate sempre su di morale voialtri -.-
Spero che stiate passando un buon ponte di Halloween/Ognissanti/morti e per chi vuole, ci vediamo al prossimo capitolo!
Anna3

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Capitolo VIII

Quella domenica, tutti i vampiri erano rinchiusi nelle loro stanze, tanto che a Noriko non parve neanche vero: poteva disporre della cucina senza che nessuno la infastidisse, ma soprattutto studiare in santa pace. Voleva occuparsi di Raito il prima possibile, era vero, però non aveva voglia di andarlo a cercare né di fare da bersaglio di nuovo alle ire di Subaru. Per Reiji poi… non sapeva bene come agire: dopo quello che era successo e ciò che aveva saputo su di lui non lo vedeva più come prima, però non riusciva a non provare un minimo di simpatia. D’altronde, intelligenza o meno, un cuore lo aveva anche lei e come è naturale aveva iniziato a fare delle preferenze. Shu, nonostante il loro primo incontro traumatico, non era poi così odioso e aveva un minimo di senso della giustizia. Ayato invece era abbastanza controllabile: bastava accontentarlo con il sangue e stessa cosa si poteva dire di Raito. Eppure, in quest’ultimo c’era qualcosa di diverso dall’altro: era certa che sapesse molto di più di quello che poteva apparire a prima vista. Per quanto riguardava invece Kanato, non era di certo il suo preferito, ma in fin dei conti non le si era mai avvicinato molto, quindi era come se non esistesse. Stessa cosa si poteva dire anche di Subaru.
Noriko scosse la testa e tornò a concentrarsi sui suoi studi: i giorni successivi sarebbero stati pieni di interrogazioni, non poteva permettere che la sua media si abbassasse.
Peccato che anche quel giorno, Ayato non potè esimersi dal farle visita:
“Chichinashi, dammi il tuo sangue ho sete!”.
“Ancora tu?! Ayato, non ti sembra di essere un po’ ingordo?” sospirò la ragazza.
“Non ingrassiamo mica!” dice avvicinandosi e mordendola, mentre lei continuava con gli esercizi di italiano indisturbata.
“E poi se fai la brava potrei darti qualche informazione in più sul tuo amato” le fece l’occhiolino Ayato. Noriko sbuffò:
“Non mi importa niente della vita privata dei miei coinquilini”.
“Eddai, ammettilo!”
“Ayato” disse allora Noriko “se hai finito di bere il sangue, ti prego di uscire dalla mia stanza, grazie” lo liquidò.
“Ma che hai oggi?” la guardò male il vampiro “Eri più simpatica prosciugata!”.
“Non posso permettere che quattro vampiri mi distolgano dal mio obiettivo” disse.
“Esattamente, perché ti impegni così tanto nello studio? Ho capito che ti piace e che lo fai per il tuo lavoro, ma… non potresti dedicarti ad altro?”.
Noriko smise di scrivere:
“E tu potresti smettere di bere sangue? No. Eppure non moriresti”.
“Sì, ma soffrirei”.
“Credo che la mia sofferenza nel non avere un senso sia la stessa della vostra quando avete sete”.
Il vampiro fece una smorfia:
“Sono due cose diverse”.
“L’assurdità della tua domanda mi ha fatto rispondere in modo assurdo chiedo scusa”.
Ayato la guardò, indeciso se prenderlo per un insulto o per un complimento.
La ragazza continuò a scrivere e allora Ayato le fece la vera richiesta per cui era venuto lì:
“Potresti farmi i compiti di mate...”.
“Scordatelo, sono certa che i tuoi esercizi siano talmente facili da essere un insulto alla mia intelligenza” rispose lapidaria.
“Oi! Come osi insinuare che Ore-sama sia stupido?”.
La ragazza sorrise: in fondo la convinvenza non era male.

I giorni successivi si susseguirono velocemente e non ebbe altri incontri degni di nota con i Sakamaki: certo, Ayato le chiedeva sangue quasi ogni giorno e saltuariamente anche Kanato, Shu e Raito, ma non erano certi grandi eventi, dato che lei si limitava a inclinare leggermente il collo mentre le facevano il prelievo. Aveva persino dimenticato di chiedere a Raito cosa intendesse con ‘sposa sacrificale’; o meglio, più che averlo dimenticato, aveva accantonato momentaneamente la questione per pensare solo allo studio. Stessa cosa per Reiji, che sembrava quasi evitarla, per un motivo che non capiva: era forse ancora arrabbiato per la relazione che aveva con suo fratello? In fondo però Shu non le dispiaceva: dopo l’episodio dell’interrogazione, avevano sviluppato una certa simbiosi e in fin dei conti non era male come vicino di banco (anche se chiedergli i compiti per il giorno dopo era una cosa praticamente inutile, vista la sua scarsa attenzione in classe).
Così, la settimana successiva trascorse tranquillamente tra verifiche e interrogazione, se non che, di tanto in tanto, Noriko avvertì il cuore accelerare in modo anomalo, così forte da farle male. Però, non ci fece caso: probabilmente, era solo ansia da prestazione. Quando era piccola, le capitava spesso di avere tachicardia prima delle interrogazioni, ormai ci era abituata. Quel che purtroppo non sapeva, era che invece tutto ciò non era poi così normale, se non per i Sakamaki, che ben sapevano a cosa andava incontro. E lo sapeva anche Reiji, che notò quel che provava deliziandosene: era così bello vedere la sofferenza nei visi altrui, quello di Noriko, che tanto amava Shu, compreso.
“Sakamaki Reiji e Norioka Noriko”.
La voce dell’insegnante aveva interrotto i pensieri del vampiro e solo in quel momento si ricordò della situazione: quel giorno c’era interrogazione di matematica. I due interrogati si alzarono e incrociarono lo sguardo per un paio di secondi e, notando l’espressione della ragazza, non potè che sorridere compiaciuto: mentre tutti gli altri temevano le interrogazioni con lui, che era praticamente perfetto, in Noriko c’era soltanto una grande sicurezza. Se fosse stato come uno dei suoi fratelli, l’avrebbe già presa e condotta in bagno per succhiarle tutto il suo delizioso sangue e magari chi lo sa farle anche qualcosa in più… Però lui era Reiji e non cedeva agli impulsi così facilmente. Anzi, non cedeva proprio. E si sarebbe vendicato della figura che le aveva fatto fare davanti agli altri fratelli con il succo di mirtilli rossi.
Dal canto suo invece Noriko, non poteva evitare che il cuore le battesse forte: non certo a causa del vampiro, ma per l’ansia dell’interrogazione. In questo momento, Reiji era soltanto uno come tanti altri: un avversario. Non che fuori dalla classe fosse un alleato, però questa era un’ottima opportunità per fare una bella figura a suo scapito e come tale non poteva lasciarsela perdere.
I due interrogati sorrisero sghembi, con lo stesso pensiero in mente: distruggere l’avversario.
Iniziò quindi l’interrogazione: il prof aveva iniziato con domande molto semplici, per poi iniziare a farne di sempre più complicate, ma entrambi rispondevano in modo corretto e così il livello di difficoltà continuò ad aumentare, al punto che tutto il resto della classe, solitamente poco attento alle interrogazioni, non potè esimersi dall’ascoltare attentamente la battaglia tra i due. Persino Shu, che di solito si annoiava ancora di più in questi momenti, non potè evitare di sorridere leggermente: era divertente vedere come quell’umana desse del filo da torcere al fratello in un campo in cui lui si sentiva un dio sceso in terra.
Per tutto il tempo, i due si incalzavano a vicenda, tanto che persino il professore, sentendo quella tensione tra i due, sorrise divertito e continuò ad aumentare la difficoltà, cosa che fece divertire moltissimo Reiji: lui, dopo anni che ripeteva tutto questo, ne era abituato, mentre per lei era la prima volta… era piacevolmente stupito da lei e al tempo stesso impazziva dall’eccitazione nel vederla così in difficoltà, eppure così determinata a non dargliela per vinta.
E fu in quel momento, che Reiji si rese conto, con sommo dispiacere, che ciò non sarebbe potuto durare a lungo: conosceva bene ormai i segnali del risveglio e sapeva che in una, massimo due settimane, lei sarebbe morta e se ne dispiacque.
“Bene e ora la domanda finale” disse l’insegnante “ognuno si metta da una parte della lavagna e risolva questa equazione” ordinò e dettò ai due, due equazioni differenti.
I due le risolsero in tempi simili e in un primo momento parve che i calcoli fossero esatti, però controllando meglio, il prof si accorse di una piccolo errore in quella di Noriko.
“Siete stati davvero eccelsi ed è per questo che non posso andare al di sotto del dieci con voi due, anche se… Purtroppo Noriko ha fatto quel piccolissimo errore, pertanto le dovrò dare un dieci meno” sentenziò, poco prima del suono della campanella.
Subito gli altri compagni di classe protestarono: Noriko era stata eccellente, soprattutto contando il fatto che si era appena inserita in una scuola nuova e aveva persino saltato un anno. Tuttavia, il professore fu irremovibile e quei voti non cambiarono.
Reiji sorrise soddisfatto della sua vendetta e guardò la ragazza, che non potè nascondere una smorfia di disappunto: la sconfitta bruciava. Il vampiro gongolò dentro di sé: aveva fatto capire a quella patetica umana chi comandava finalmente, anche in campo intellettuale.
Eppure, il suo sorriso si spense quando notò che anche Shu stava fissando la ragazza, che stava per tornare al suo banco.
“Un errore veramente da incapace il tuo” le disse deridendola.
La ragazza incassò il colpo e non disse nulla, così il vampiro continuò la sua opera.
“Se pensi che per diventare medico, basti la performance di oggi, sei proprio fuori strada”.
“Cosa ne vuoi sapere tu?” chiese Noriko infastidita.
“Ho molta più esperienza di te di sicuro, ragazzina, però sei stata brava… potrei concederti di aiutarmi nei miei esperimenti in laboratorio” disse.
“Se è un tuo subdolo modo per trascinarmi in un posto tranquillo e succhiarmi il sangue, te ne prego, dillo chiaramente”.
“Oh no, affatto! Però se ci fai attenzione, è un accordo vantaggioso per entrambi: io avrei un aiuto e ci metterei di meno per preparare quella cosa, mentre tu guadagneresti in esperienza...” disse.
“Posso farlo da me”.
“Beh, nella mia plurimillenaria esistenza penso di aver acquisito un certo livello in medicina.. sicuramente superiore a quello di un comune essere umano...”.
Noriko lo guardò: stava valutando seriamente la proposta.
“Ci sto” disse dopo un po’ di silenzio e Reiji sorrise “ma a una condizione” aggiuse.
“Non sei nella posizione per...”
“Voglio sapere cos’è questa storia della sposa sacrificale” disse la ragazza.
Il vampiro la fissò e dopo un attimo di silenzio, disse:
“Se sei disposta a fare da cavia, ti risponderò”.
La ragazza lo guardò dubbiosa:
“Posso sempre chiedere a qualcun altro”.
Il ragazzo alzò un sopracciglio:
“E tu seriamente ti fideresti di uno dei miei fratelli?”.
“Perché no?”.
Reiji la guardò seccato e si aggiustò gli occhiali:
“Sei libera di far quel che ti pare più giusto...”.
“Aspetta! Che tipo di esperimenti sono? E chi mi garantisce che sarai sincero?”.
Il vampiro alzò gli occhi al cielo:
“Devi essere davvero coraggiosa per contrattare con un vampiro… Però forse non ti è chiaro ancora come stanno le cose: noi possiamo fare ciò che vogliamo di te e se ti ho chiesto di farmi da assistente è perché questo è un favore per te. Quindi, fai la brava e se fai tutto ciò che dico, un giorno potrei decidere di risponderti” disse fissandola con occhi che non accettano altre proteste.
Prendendo il silenzio della ragazza come un cenno di assenso, Reiji sorrise:
“Ottimo, allora stasera direi che possiamo iniziare subito” disse.

§§§§

NOTE DELL’AUTRICE CAPITOLO 8:

Ciao a tutti!
Lo so, dovrei aggiornare di venerdì, però per il compleanno di Subaru non ho potuto resistere, dato che l’ho fatto anche con Shu e Reiji. Purtroppo oggi il capitolo era incentrato su Reiji, ma se devo essere sincera sono abbastanza soddisfatta del risultato: ho adorato scrivere di lui ed è venuto fuori proprio come lo volevo, tra il sadico e il dolce.
Reiji: ma soprattutto è egregia la descrizione della mia vittoria su Noriko
Ayato: noooo! E io che tifavo per lei ç.ç Non vorrei mai avere quel prof in matematica
Reiji: già o saresti già stato espulso…
Ayato: ehi!
Subaru: tch… autrice se non ti muovi a pubblicare passa anche la mezzanotte qua!

Accidente se hai ragione! Allora… che dovevo dire? Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ricordatevi: mai fidarsi di Ayato in matematica!

Anna3

P.s. Il fatto che Reiji sia plurimillenario me lo sono inventato XD Non ho la più pallida idea di quanti anni abbia in realtà.

P.p.s Inizia ad esserci una certa attrazione anche tra Noriko e Shu… E voi chi preferireste?

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


Capitolo IX

Quella sera fu piacevole per entrambi: Noriko aveva trovato, contro ogni sua aspettativa, un buon insegnante nel vampiro. Quando lavorava nel suo laboratorio, era molto tranquillo e paziente o forse era soltanto che, almeno al lavoro, un minimo di sintonia c’era. Noriko era di una precisione chirurgica nell’eseguire i suoi ordini e altrettanto veloce nel criticare se riteneva qualcosa errato. In questi casi, ovviamente, era lei nel torto, ma solo il fatto di avere qualcuno che capisse il suo linguaggio, era una manna dal cielo per lui.
Così, tutte le sere successive i due si incontravano nel laboratorio poco prima di andare a dormire e, strano a dirsi, mai Reiji la aveva sfiorata con l’intento di toglierle sangue e questo la lusingava: il vampiro aveva riconosciuto un minimo le sue capacità e questo le faceva piacere. Inoltre, aveva la possibilità di imparare da qualcuno con esperienza secolare, quindi aveva preso due piccioni con una fava.
Tuttavia, questo non voleva dire che lui si fidasse ciecamente di lei: infatti, non le aveva spiegato ancora quale fosse lo scopo di tutti quegli esperimenti e l’unica cosa che era riuscita a evincere dalle sbirciate a un suo libro degli appunti e da altri pochi e rari indizi era che stranamente non era un veleno e che riguardava la rianimazione con cardiotonici, chissà forse per sua madre… non le era comunque sembrato il caso di rovinare la preziosa atmosfera che si era creata tra di loro e per questo non fece mai domande.
Al contrario, iniziava ad essere inquieta per la questione ‘sposa sacrificale’. Ormai, il periodo degli esami era concluso, eppure quegli strani palpiti del suo cuore restavano e qualcosa le diceva che non erano poi tanto normali: doveva assolutamente indagare, ma aveva bisogno di un’occasione, che le avrebbe consentito di non fare la stessa fine di quella volta con Subaru. E in quei giorni, ebbe effettivamente la sua occasione con Raito.
Quel giorno era andata a studiare in una stanza con un grammofono: era da tanto che non ascoltava un po’ di musica classica e ne sentiva la mancanza. Non che le canzoni moderne non le piacessero, ma era molto più difficile concentrarsi con queste di sottofondo. Proprio mentre Noriko cercava un disco di Chopin, qualcuno disse:
“Oya, non mi aspettavo di vederti qui bitch-chan… che stai facendo nella mia sala allenamenti?”.
“Allenamenti?” chiese, guardando il rosso avvicinarsi a lei e indicare un angolo della stanza.
“Suono il piano” disse semplicemente.
Lo guardò stupita:
“Sai suonare il piano?”.
“Naturalmente” disse andandosi a sedere sullo sgabello.
Noriko lo guardò: non se lo sarebbe mai aspettato da uno come Raito.
“Non ci credo neanche se lo vedo” disse scettica.
“Forse se lo vedi no, ma se lo ascolti, ci crederai di sicuro” sorrise il vampiro “Cosa vorresti che suonassi?” chiese.
Questa volta fu il turno di Noriko di sorridere:
“Mephisto Waltz di Liszt”.
“Insomma una cosa semplice” rise il vampiro e iniziò a suonare. Sebbene fosse un pezzo alquanto complesso, Raito lo sapeva suonare perfettamente e rimasi incantata a guardare la velocità con cui suonava: era praticamente perfetto.
Quando smise di suonare, era quasi tentata di chiedergli di suonarlo di nuovo: il suono, i movimenti sinuosi delle sue dita e lo sguardo assorto di Raito sotto la luce lunare erano una gioia di sensi. Tuttavia si trattenne e si limitò a un commento come:
“Beh ammetto che te la sai cavare...” disse sbuffando.
Il vampiro la guardò e sorrise, con il suo solito sorrisetto malizioso:
“Allora mi credi ora?”.
“Non ne sono ancora del tutto convinta, vampiro”.
“Sei molto scettica insomma… me lo aspettavo da una persona come te”.
“Felice di non aver deluso le tue aspettative”.
“Vorrà dire che mi allenerò con te in stanza” disse ricominciando a suonare il piano. Questa volta il brano era molto più semplice, ma malinconico e triste: quasi il contrario di quello che gli aveva chiesto di suonare prima.
Quando smise di suonare, la ragazza gli chiese:
“Che brano era?”.
“Midnight love”.
“Non l’ho mai sentito...”
“Per forza, Bitch-chan, l’ho composto io”.
“Sai anche comporre?” Noriko strabuzzò gli occhi.
“Purtroppo non ci sono moltissimi passatempi in questa noiosissima casa… il pianoforte è la mia unica consolazione”.
“… Oltre alle ‘spose sacrificali’ giusto?” gli chiese, cambiando abilmente discorso.
Il vampiro, al solo sentir pronunciare quelle due parole, si fece molto più attento:
“Sei curiosa di sapere la verità eh?” disse, capendo subito la situazione.
“D’altronde è un mio diritto” ribattè.
Raito sorrise divertito dall’affermazione:
“Voi umani sapete essere così presuntuosi, anche quando siete in completo svantaggio” disse e si avvicinò velocissimo alla ragazza, bloccandola tra sé e il pianoforte “Ad esempio, in questa situazione non è molto saggio guardarmi negli occhi” le disse, trattandola come una bambina “dovresti invece evitare il mio sguardo non credi? Sei una ragazza molto intelligente, sarebbe un peccato che ti accadesse un qualche tipo di.. incidente neh?”.
“Che tipo di incidente?”.
“Mi deludi Bitch-chan, pensavo fossi un pochino più… come dire… acuta?”
“Quel che non mi è chiaro è… come potete sacrificarmi se vi è stato ordinato di non farlo? E perché sposa davanti? Non significa mica che io… debba sposarmi con uno di voi vero?!”.
“Perché quella faccia disgustata? Di solito alle ragazze piacciamo molto...”.
“Beh, non sono interessata. Quindi ora potresti spiegarmi?”.
“E tu cosa mi daresti in cambio?” la guardò il vampiro curioso “Non penserai mica che ti dia delle informazioni gratuitamente vero?”.
“Il mio sangue” rispose semplicemente.
“Ma quello me lo posso prendere ogni volta che voglio e tra l’altro senza che tu opponga resistenza… No, sono interessato a qualcos’altro” disse, sorridendo malizioso
“Va bene, ho capito, vuoi che ti faccia i compiti di matematica come Ayato” sospirò la ragazza “di solito fare i compiti altrui va contro la mia etica professionale, però se proprio devo...”.
Il vampiro la guardò per un attimo colpito e poi scoppiò a ridere:
“Sarai anche una cima nello studio, ma su tutto il resto sei un po’ carente eh… neanche Reiji è a questi livelli, anche se devo ammettere che in parte l’ho educato io su alcune cosette...” sorrise malizioso il ragazzo.
“Tu insegnare a Reiji? Ma non scherziamo! Comunque, mi vuoi spiegare cosa vuoi da me?” ribattè.
Il vampiro le sorrise languido e le cinse il fianco con un braccio, rispondendo:
“Te” disse annusandole il collo.
“Ancora con questa storia? Se è il sangue che vuoi ho detto che te lo do!” disse.
Raito la guardò inarcando il sopracciglio, quasi come a chiederle se lo stesse prendendo in giro, ma la ragazza continuò a fissarlo senza capire e così il ragazzo sospirò:
“Immagino dovò dirlo nel vostro linguaggio… intendo che vorrei avere un rapporto sessuale con te” disse con tutta la naturalezza del mondo.
Noriko lo guardò e per un attimo non riuscì a proferire parola, tanto lo stupore della frase.
“Stai scherzando vero?” disse poi.
“Ti pare che io stia scherzando?” disse il vampiro guardandola seriamente “Cosa ti costa? Ti giuro che se anche sei vergine farò piano” disse allungando le mani.
La ragazza, resasi conto della situazione, si divincolò via da lui:
“Assolutamente no!”.
“Sicura? Sarà piacevole credimi” disse il vampiro, riavvicinandosi a lei e accarezzandola “Sia per me sia per te”.
“Il piacere non mi interessa”.
“Ma a che scopo spezzarsi la schiena per un futuro che non avrà mai luogo?” disse il vampiro, bruciando dallo sdegno per essere stato rifiutato “La vuoi sapere la verità? Nel momento stesso in cui tu hai messo piede in questa casa, la tua vita è finita!” esclamò.
“Quindi mi ucciderete...” disse la ragazza arretrando, ma il vampiro la seguì e le sussurrò:
“Oh no, prima ti distruggeremo in ogni senso possibile e poi, quando sarai soltanto un fantoccio nelle nostre mani, ti leccheremo questo bellissimo collo” disse Raito leccandole il collo “e poi ti succhieremo via tutto questo delizioso sangue” continuò mordendola. La ragazza si ribellò, ma il vampiro la tenne stretta a sé affondando di più le zanne, al punto che Noriko emise un gemito di dolore, che non fece altro che compiacerlo.
Dopo poco si staccò e non appena mollò la presa, la ragazza scappò via delusa e tremante come una preda ferita, mentre il suo carnefice si leccava il sangue rimasto sulle labbra godurioso.
Noriko corse via,il più lontano possibile da Raito, da quei vampiri e da quella casa, cercando di uscire da quel posto in cui, in quel momento, desiderò con tutta stessa non esserci mai arrivata. Tuttavia, ogni volta che ci pensava non poteva che non sentirsi male: si era un pochino affezionata a quei ragazzi, anche se non lo avrebbe mai ammesso, ma soprattutto si era affezionata a Reiji, che era diventato per lei una sorta di… tutor? Insegnante? Non sapeva esattamente come definirlo.
Continuò a correre e camminare per diverso tempo, finché non si decise a entrare in una specie di chiesa nel boschetto lì vicino. Le venne quasi da ridere: loro, dei demoni senza cuore né anima, avevano una chiesa? Come minimo si sarebbe aspettata che avessero preso fuoco non appena avessero provato a metterci piede dentro.
In cerca di calma, entrò nella chiesetta e percorse la navata centrale: era, tutto sommato, una chiesa molto bella, in stile Neogotico, anche se era completamente deserta. Comunque, quello che incuriosiva la ragazza non era quello, bensì un corridoio illuminato nei pressi dell’altare.
Noriko si avvicinò all’entrata cauta e guardò verso la luce: a quanto pare, più che essere un corridoio erano delle scale illuminate da delle candele. Insomma, niente di rassicurante. Stava quindi per andarsene, quando notò che dalle scale vi era una scritta in greco antico. Non l’aveva mai studiato, ma ultimamente con Reiji aveva avuto modo di conoscerlo, dato che spesso le medicine che produceva avevano nomi scientifici, che derivavano proprio dal greco. Pertanto, lo sapeva riconoscere e translitterare e se non si sbagliava, lì vi era proprio scritto ‘sposa’ e poi c’era un’altra parola. E se lì ci fossero state le risposte che cercava?
Si addentrò quindi nelle scale e dopo diversi gradini si ritrovò in un’amplissima sala, con grandi lampadari ottocenteschi e un grande tappeto in mezzo. Ai lati invece, si trovavano diverse teche, ognuna delle quali contenenti delle ragazze con un abito da sposa, tutte immobili come delle statue di cera. Noriko le guardò e subito un brutto presentimento le attanagliò lo stomaco: si avvicinò per controllarle da vicino e le parve che fossero fin troppo reali per essere finte.
“Ti piace quello che vedi?” disse una voce alle sue spalle.
Noriko sobbalzò e si girò in direzione della voce.
“Kanato! Non pensavo fossi qui”.
“Nemmeno io mi aspettavo che ci fossi tu qui” disse seccato “anche perché non hai risposto alla mia domanda”.
“Beh… se devo essere sincera queste statue sono fin troppo… realistiche per i miei gusti”.
“Ma è ovvio, d’altronde sono vere” disse il vampiro sorridendo “Che umana sciocca che sei” disse, ridendo come uno schizzato.
Capendo al volo la situazione in cui si era cacciata, la ragazza si maledì: sarebbe dovuta scappare subito, altro che cercare rimedi in Dio!
“Beh, è stato bello, ora però dovrei tornare in camera mia...”.
“Come te ne vai di già?” disse Kanato deluso “Resta un po’ con me e Teddy, ci piacerebbe molto avere una nuova bambola” sorrise storto il bambino.
“Ti ringrazio, ma avrei da fare” disse la ragazza, cercando di andarsene. Ma ormai era troppo tardi.
Kanato la guardò rabbioso e la prese per il polso:
“Ho detto che devi rimanere” e la sbattè al muro.
Noriko accusò il colpo: non era stato così doloroso come pensava, ma nemmeno piacevole.
Kanato si mise sopra di lei:
“Vorrei solo giocare un po’ con te” disse “Staresti così bene con un abito bianco… Rappresenta la tua purezza non credi?”.
“E scommetto che questo tipo di ‘giochi’ te li ha insegnati tuo fratello Raito vero?”.
“Oh no, me li ha insegnati lo zio” disse “ma comunque non ha importanza questo… ho sete ora” disse mordendola e bevendo sangue.
“No aspetta Raito ha...” stava per dire la ragazza. Aveva già perso troppo sangue, se continuava così sarebbe veramente diventata una di quelle stupide bambole.
Cercò di toglierselo di dosso, ma non servì a nulla. Le forze la stavano abbandonando e, a mano a mano che passava il tempo, iniziava a non sentirsi svenire.
L’unico ricordo che ha prima del buio assoluto, è la voce di uno dei vampiri dire qualcosa come:
“Kanato, Reiji ti vuole nel suo studio”, prima di perdere definitivamente i sensi.

§§§§

NOTE DELL’AUTRICE CAPITOLO 9:

Benritrovati a tutti!
Prima di tutto comunicazione importante: il prossimo venerdì non riuscirò ad aggiornare, per causa di forza maggiore e quindi il capitolo dieci verrà caricato il 6 dicembre, se tutto va come dovrebbe.
Tornando al capitolo, siamo agli sgoccioli ormai, ma, credetemi, stavo morendo dalla voglia di inserire questa scena con Raito: un po’ perché mi piace che sia rifiutato in tutti i modi possibili (sadismo on), un po’ per mettere in luce l’ingenuità quasi comica di Noriko, fin troppo razionale per sentimenti come l’amore. Tra l’altro vorrei puntualizzare che i brani citati da Raito esistono veramente: il primo è appunto ‘Mephisto Waltz’ di Liszt, di cui vi lascio in seguito il link, se vi va di ascoltarla, giusto per capire quanto sia difficile (dubito che Raito riesca ad eseguire una cosa simile, ma, avendo la supervelocità dalla sua, forse ce la farebbe), l’altro invece è la mia ost preferita di Diabolik Lovers, ‘Midnight Love’, di cui vi lascio sempre il link qui sotto e la cui composizione io ho attribuito per finzione a Raito… Nel mio immaginario, è sempre lui a suonarla, quindi ho voluto inserirla per quello.
Ayato: ebbasta con queste note, stanno diventando più lunghe del capitolo stesso!
Shu: sta parlando di musica classica, le è consentito scrivere note più lunghe.
Raito: … tra l’altro finalmente ha scritto un degno capitolo su di me, quindi ha ragione a farlo
Ayato:
e ci risiamo! Mai nessuno che mi dia ascolto, quando dico solo la verità!
Shu: tch… perché invece non impari dall’autrice ad ascoltare di più la musica classica?
Ayato: neanche dopo morto!

Spero vi sia piaciuto il capitolo e come sempre, recensioni/aggiunta a storie seguite o preferite sempre gradite!

Anna3

→ Link Mephisto Waltz:
https://www.youtube.com/watch?v=prnW7UA-K8E

→ Link Midnight Love (piano version):

https://www.youtube.com/watch?v=t7LR3UHRTWU

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo X ***


Capitolo X

Quando si risvegliò, Noriko si accorse subito di una cosa: non era in camera sua. In più, un paio di occhi rossi come il sangue la stavano fissando a meno di tre centimetri dal volto. Senza quasi rendersene conto, fece per alzarsi di scatto gridando sorpresa, ma l’urlo venne interrotto da una sonora capocciata tra i due.
“Ahia! Ma che cazzo ti prende?” domandò con tutta la delicatezza del mondo Subaru.
Noriko massaggiandosi la testa disse:
“A voi che vi prende piuttosto! Prima vengo qui per studiare, accettando pure il fatto che siete dei vampiri e vi piace succhiare il sangue quando vi pare, ma poi, non contenta di ciò, scopro che dovrò per un qualche motivo che non so, morire a breve, mentre Raito mi molesta sessualmente e quel pazzo di suo fratello cerca di trasformarmi in una bambola!” urlò tutto d’un fiato, perdendo le staffe.
Subaru la guardò e nel suo sguardo le parve quasi che si potesse leggere un certo dispiacere, ma al tempo stesso anche stupore: effettivamente, era la prima volta che reagiva in quel modo violento con un vampiro, ad esclusione di quella volta con Shu.
“Vorresti scappare?” chiese, dopo un attimo di silenzio in cui Noriko riprese la calma “Sarebbe la notte perfetta questa” disse indicando la luna “in questo periodo noi vampiri siamo molto più deboli… è per questo che ero venuto a cercarti, ma quando sono arrivato Kanato ti aveva già praticamente quasi prosciugato”.
Noriko guardò il vampiro incredula:
“Stai parlando sul serio vero?” chiese.
“Sì” rispose con assoluta serietà il ragazzo.
“Non penso sia così facile...” obiettò.
Allora Subaru si alzò e andò a prendere una cosa nello scaffale:
“Mi sembri una persona affidabile… tieni questo” disse e le porse un coltellino.
“Ed esattamente… a cosa dovrebbe servirmi?” chiese Noriko “Insomma, non penso che non questo piccolo pugnale io possa seriamente ferire un vampiro no?”.
“Questa pugnale non è uno qualunque, ma è di argento puro” disse “In altre parole, tu ora possiedi l’unica arma che possa uccidere un immortale”.
“Okay, ho capito, però basterebbe anche solo ferire...”.
“No, non ti conviene… se ti capita un vampiro assetato non fidarti, spingi il pugnale dritto nel suo petto senza esitazione, non limitarti a ferirlo o rischi che torni più forte di prima” la avvertì.
“Ma io...” provò a dire la ragazza.
“…Oppure lasciati divorare e uccidere da noi vampiri, se non hai nessuno scopo nella vita” disse e questo sembrò risvegliare Noriko, che annuì prontamente.
“Ho capito”.
Il vampiro la guardò e annuì deciso:
“Bene e ora va a prendere la tua valigia e vattene”.
Però non appena disse queste parole, subito la prese per un braccio e la trascinò a sé.
“Che cosa stai facendo…?” chiese perplessa la ragazza, mentre Subaru affondava il viso tra i suoi capelli e la stringeva in un abbraccio possessivo.
“Questo è un allenamento… io sono il vampiro cattivo che sta cercando di ucciderti e tu la mia vittima… cosa fai?” chiese.
Noriko lo guardò confusa:
“Non voglio ucciderti Subaru...”.
“Allora accetti il fatto che io ti succhi il sangue fino a morire?” le chiese guardandola seriamente.
“Io… Non voglio morire, ma neanche ucciderti” disse Noriko “Sei l’unico che per ora mi abbia aiutato e io… non ce la faccio” disse e il vampiro affondò i canini sulla sua pelle.
Però stranamente alla ragazza non dispiacque questo contatto e non le fece neanche molto male il suo morso: quegli occhi, così strani, ma dolci in fondo, le infondevano una strana fiducia in lui. E infatti, dopo poco, il vampiro si fermò e la lasciò andare subito, come scottato.
“Vai a prepararti” disse lapidario e la cacciò via dalla stanza.
Noriko guardò il coltello che le aveva dato Subaru: era molto bello ed elaborato, ma faticava a immaginarsi lei che lo impugnava per uccidere un vampiro. Nascose il coltello in una tasca e si diresse verso la sua camera: doveva andarsene di lì, se non voleva morire. Un unico dubbio si insinuava nella sua mente e portava il nome di uno dei fratelli Sakamaki: Reiji. Le dispiaceva abbandonarlo, anche se sapeva perfettamente che sapeva cavarsela da solo. Però, al tempo stesso non ci teneva a morire e voleva realizzare il suo sogno ed era certa che anche Reiji la avrebbe rimproverata se avesse fatto una tale scelta irrazionale. Quindi, vada per la fuga. Sempre se ne sarebbe stata in grado: qualcosa le suggeriva che non sarebbe stato proprio un gioco da ragazzi.
Sistemò la valigia e la chiuse, infilandoci dentro vestiti, libri ed effetti personali. Lasciò fuori soltanto un cambio di vestiti, per togliersi la divisa di scuola e lasciarla alla villa.
Una volta conclusi i preparativi, si cambiò d’abito e proprio mentre si stava infilando la maglietta, comparve l’adorabile vampiro dai capelli rossi.
“Bitch-chan, volevo scu… oh a quanto pare hai combiato idea sulla mia proposta” disse leccandosi le labbra.
Noriko si vestì velocemente, questa volta mantenendo il controllo della situazione:
“Affatto. E comunque, è buona educazione bussare prima di entrare in una stanza” ribattè.
“E io che invece sono venuto qui solo a scusarmi...” disse avvicinandosi “...ma a quanto pare non hai intenzione di stare qui a lungo” continuò, lanciando un’occhiata alla sua valigia.
Ormai erano l’uno di fronte all’altro.
Noriko non perse tempo in giri di parole:
“Hai intenzione di ostacolarmi?”.
“E se anche fosse?” chiese il vampiro, sempre più vicino.
La ragazza non ci pensò su due volte e gli puntò il coltello contro:
“Se è così, preparati vampiro perché questa è la tua fine”.
Raito la guardò prima sorpreso, poi perplesso e infine sorrise, premendo la lama che gli aveva puntato al petto proprio in corripondenza con il cuore.
“Che stai aspettando allora? Uccidimi, sto ritardando la tua partenza vero? Quindi sono un ostacolo da eliminare” disse con la sua voce suadente.
Questa volta fu il turno di Noriko di guardarlo sorpresa:
“Guarda che potresti morire con questo coltello...”.
“Lo so, è il coltello di Subaru quello… però sai per noi vampiri quell’arma è molto preziosa, perché chiunque la possegga è in grado di compiere l’atto di amore supremo: uccidere un immortale”.
Noriko lo guardò disgustata:
“Amore? Ma sei impazzito?!”.
“Lo so che per voi umani questo gesto è interpretato in modo diverso, ma per noi vampiri immortali la vita è così lunga e noiosa… Almeno con la morte cesseremo di esistere”.
“Beh potreste sempre suicidarvi, se vi infastidisce a tal punto...”.
“Interessante osservazione, però purtroppo anche noi, per quanto annoiati, abbiamo un certo attaccamento a questa vita e proprio come voi esseri umani, per quanto abbiate una miserabile vita, volete continuare a vivere, così anche noi, nonostante la noia, vogliamo vivere e godere ancora di più...” sussurrò Raito all’orecchio di Noriko, che per la prima volta non potè che restare affascinata dalla voce suadente del vampiro. Tutto in Raito trasudava una sensualità fuori dal comune, a cui persino una persona razionale come Noriko non potè stare indifferente.
Eppure, quello fu solo un attimo di debolezza. Noriko si allontanò subito da lui, che la fissò un po’ stupito dalla sua resistenza e un po’… soddisfatto della sua reazione.
“Hai frainteso” disse prendendo la valigia e allontanandosi da lui “Io non ti amo, come non amo nessuno di voi cadaveri viventi, pertanto non ho intenzione di ucciderti, se per te significa questo”.
“Nemmeno Reiji?”.
Noriko esitò:
“No, nemmeno lui” disse ed uscì dalla stanza.
Però, poco prima di uscire, riuscì ad udire un ultimo commento da Raito, che la guardava con la coda dell’occhio con quel suo sorrisetto inquietante:
“E comunque, se vuoi uccidere un vampiro, dovresti tagliargli anche la testa dopo, per tua informazione” disse a mezza voce.
Noriko scese giù velocemente dalle scale cercando di non fare troppo rumore e si avvicinò all’uscita principale della casa, quel grosso portone che aveva attraversato così tante volte in quegli ultimi mesi. Aveva scelto un momento in cui, sapeva, i vampiri di solito erano nelle loro stanze ed effettivamente questo suo piano aveva funzionato in parte, perché i trigemini non erano presenti. Raito lo aveva ‘salutato’ prima e tra tutti era quello che la aveva stupita di più: non avrebbe mai immaginato che non avrebbe opposto alcuna resistenza in quel modo e invece sembrava che non gli importasse… o forse in realtà se la stava già ridendo perché in qualche modo presagiva che qualcuno avrebbe tentato di ostacolarla. La seconda ipotesi, sebbene le facesse accapponare la pelle, era quella che temeva di più e per un qualche motivo percepiva fosse la più verosimile…
Infatti, non appena arrivò nel soggiorno, trovò gli altri tre fratelli Sakamaki: Subaru era lì che la stava aspettando per farla fuggire, Shu si limitava a dormicchiare lì per caso e proprio davanti alla porta si ergeva Reiji. Il silenzio regnava sovrano nella casa e la tensione era quasi palpabile: anche se metà dei vampiri era ‘fuori gioco’, riusciva a capire perfettamente che il problema più grosso lo aveva di fronte a sé.
Cercando di ignorare quella brutta sensazione, Noriko si avvicinò all’uscita, fino ad essere di fronte al secondogenito e raccolse il coraggio per parlare:
“Vi ringrazio per avermi ospitato qui da voi, ma è meglio che io vada ora” disse rivolgendosi volutamente in generale.
Dopo un attimo di silenzio, Reiji emise un sospiro stanco e disse, aggiustandosi gli occhiali:
“Lo sai cosa succede alle spose sacrificali che tentano la fuga vero?” .
“Certo, ma sono anche consapevole che in questo momento voi vampiri non siete proprio in forma” ribattè Noriko, mantenendo il suo sguardo.
“E credi forse che per questo uno solo di noi non sia in grado di trattenerti per caso? Mi deludi: non ti facevo così sciocca”.
“Ne sono consapevole, però che alternative mi restano, Reiji? Se resto qui sono sicura che muoio, mentre se almeno provo a scappare, magari qualche possibilità di salvermi ce l’ho. Ti sembro ancora così sciocca?” ribattè.
Reiji la guardò deliziato, proprio come tutte le volte in cui si compiaceva della sofferenza altrui:
“Talmente sciocca che sarà un piacere per me punirti per questo tuo atteggiamento orgoglioso”.
Noriko lo fissò incredula: per un attimo aveva quasi pensato che avesse potuto capire… invece evidentemente anche Reiji non era altro che un vampiro come tutti gli altri. Non che la cosa fosse così rilevante: anche se era indubbio il fatto che avesse una paura matta di quel vampiro che più volte l’aveva morsa e torturata nel peggiore dei modi, non poteva farsi prendere dal panico e mantenere in mente il suo obiettivo. Eppure…
“Beh è inutile continuare questa farsa… Non ho alcuna intenzione di lasciarti andare” disse il vampiro ghignando.
Noriko lo guardò combattuta in un primo momento, poi, a mano a mano che razionalizzò il pensiero di ciò che di lì a breve avrebbe dovuto fare, si congelò sul posto.
Avrebbe dovuto uccidere Reiji.

§§§§

NOTE DELL’AUTRICE CAPITOLO 10:

E finalmente, per la prima volta in assoluto, pubblico una storia con un capitolo a due cifre! Incredibile che sia stato proprio in questo fandom, però devo ammetterlo: mi è piaciuto moltissimo scrivere anche questo capitolo. A voi è piaciuto?
Questa scena era da un bel po’ che mi andava di scriverla: prima di tutto perché volevo inserire un po’ di più Subaru, che all’inizio era poco presente, ma soprattutto perché volevo togliermi la soddisfazione di vedere una sposa sacrificale che cercava di scappare dai nostri cari vampiretti e quale occasione migliore se non quella del pugnale di Subaru? Però dai, anche se Noriko è totalmente razionale, non è senza cuore e qualche ripensamento lo ha, soprattutto con Reiji: d’altronde va contro il giuramento d’Ippocrate XD
E poi, sì, sto un po’ abusando di Raito, lo ammetto: in principio non era previsto che si inserisse così tanto e alla fine ci sta facendo una figura quasi migliore di Reiji, però… oh insomma, è praticamente impossibile che una donna resti sempre indifferente al suo fascino!
Ayato: invece a me stai trascurando!
Suvvia Ayato, a te lascio sempre l’angolo dell’autrice
Ayato: sì, che è la parte che nessuno legge!
Raito: fufufu geloso fratellone?
Ayato: NO! E poi cosa ci fa lui qui? Non avevi detto che gli angoli dell’autrice erano di Ore-sama?
Sì, ma tu sei cattivo e poi non avevo detto che sarebbero stati solo tuoi!
Ayato: Tch… se ci tieni tanto allora stai da sola qui con ‘quel doppio senso vivente’ (cit. Channy)
Raito:*resta solo con l’autrice e assume subito una espressione da predatore* uhm…ci vogliamo divertire un po’?

Certo! Vado a prendere i cruciverba!

Sperando che siate sopravvissuti anche voi all’inferno di verifiche a scuola, vi aspetto al prossimo capitolo in cui si vedrà la nostra cara Noriko si ritroverà a dover fronteggiare Reiji! Chi la spunterà? Leggete e lo scoprirete!

Anna3

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo XI ***


Capitolo XI

§§§§

QUALCHE GIORNO PRIMA

Nell’aula erano rimasti solo i due fratelli Sakamaki: l’uno dalla parte delle finestre, con i capelli biondi e uno sguardo assonnato e l’altro dalla parte opposta, verso il muro, con i capelli scuri e uno sguardo attento alle formule chimiche che si ritrovava davanti. Agli opposti.
“Cosa hai intenzone di fare con lei?” chiese all’improvviso il biondo.
“Lei chi?”.
“Sai benissimo di chi io stia parlando” disse “Non è che ti stai innamorando di lei?” lo provocò.
“Non dire sciocchezze”.
“Le hai persino chiesto di aiutarti nel tuo laboratorio… non lo hai fatto con le altre spose sacrificali”.
“Evidentemente perché non erano abbastanza intelligenti” ribattè.
“Non spiega comunque il fatto che tu sia così protettivo nei suoi confronti… o mi vuoi forse dire che in realtà il fatto che la controlli mentre dorme o che stai più attento a Richter sia sempre per la sua intelligenza?” disse sarcastico il vampiro.
“Non sono affari che ti riguardano” ribattè lapidario il moro.
“Tanto comunque verrà uccisa una volta che ci sarà il risveglio” disse il biondo “Quindi perché ti impegni così tanto per lei?”.
“Non mi sto impegnando per lei, semplicemente mi serve e dato che ha accettato, mi sta aiutando. D’altronde mi fanno sempre comodo due mani in più e se dovessi chiedere a voi il minimo che potrebbe accadere è che la mia stanza prenda esploda”.
“Lo sai benisimo che anche io potrei aiutarti: ho studiato anche io chimica e, anche se non me ne intendo come te, non sono come i trigemini”.
A quel punto, Reiji si alzò di scatto:
“Ora basta, questo è uno strazio per il mio udito! Tu non sei di certo ai suoi stessi livelli e comunque preferisco morire di inedia che chiedere aiuto a te!”.
“Se ci tieni così tanto da essere geloso che io sia suo compagno di banco e al contrario tuo sappia come aiutarla senza farla svenire dalla mancanza di sangue, allora faresti meglio ad aiutarla a salvarsi da Richter, piuttosto che illuderla in questo modo”.
“Chi è ora quello che mostra tanto interessamento?”.
“Non fraintendere: a me non importa nulla se è viva, muoia, se realizzerà i suoi sogni o meno… Ma quel che mi chiedo è che cosa tu stia facendo. Non è da te aiutare un essere umano, tanto più una sposa sacrificale”.
“Ha talento”.
“E a che serve del talento da morto?”.
“Serve a me fintantochè non muore”.
Il biondo sospirò: suo fratello gli era rimasto del tutto indecifrabile, distante e rigido. E proprio come il giorno dell’incendio in cui perse la vita il suo migliore amico, gli parve di scorgere una nota di malvagità nel suo sguardo. Incapace di capire e dare un senso al suo comportamento, Shu fece la cosa più naturale del mondo: lasciò perdere.
“Fai come ti pare” disse e se ne andò.
Reiji sussurrò però qualcosa prima che lui se ne andasse: Shu non capì le parole esatte, ma gli venne da sorridere. Forse si era sbagliato su di lui.

§§§§

Dopo l’affermazione di Reiji, calò il silenzio. Noriko stessa era stupefatta, anche se da un certo punto di vista, era come se lo se lo fosse aspettato.
“Perchè?” chiese allora la ragazza.
Reiji sospirò:
“Certo che sai essere proprio ingenua su queste questioni eh? Le tue competenze in chimica saranno anche passabili, ma se hai così poca capacità di analisi, dubito che diventerai un buon medico”.
“Non ho di certo bisogno dei tuoi pareri sul mio futuro e comunque è maleducazione non rispondere alle domande che ti sono state poste”.
Reiji si sistemò gli occhiali:
“Perdonami, ma il tuo commento non mi ha lasciato concludere il discorso” ribattè “Comunque, dato che non ci sei arrivata da sola dovrò assumermi il compito di spiegarti. Dunque, tu sei una sposa sacrificale, in altre parole tuo padre è stato pagato per condurti qui e darti in pasto a noi vampiri”.
Noriko fissò Reiji incredula:
“No, non è possibile che mio padre abbia fatto una cosa del genere! Lo avete ingannato, lui mi vuole bene, lo so!”.
“La cosa non mi riguarda e sinceramente neppure mi interessa” ribattè freddamente il vampiro “quel che conta è che abbiamo pagato per te, quindi, in quanto amministratore dei beni di questa casa, non ti concedo di andartene”.
Noriko guardò Reiji talmente sconvolta da essere incapace di parlare: un forte dolore le si stava propagando inarrestabile dal petto irradiandosi in tutto il corpo.
“Non so che cosa ti abbia detto o fatto pensare, ma nel momento stesso in cui hai messo piede in questa casa, la tua data di morte è stata stabilita”.
Era come le aveva detto Raito. Non c’era alcuna via di scampo.
“Allora perché aiutarmi Reiji?” chiese la ragazza, tremante dal dolore.
Il vampiro le sorrise spietato:
“Aiutarti? E chi lo avrebbe fatto? Ho solo approfittato della tua intelligenza: è così che va il mondo esterno, sai?”.
Noriko lo guardò delusa e ferita, non sapendo se le avesse più destabilizzata il fatto che suo padre la aveva, secondo le parole del vampiro, tradita oppure se per l’egoismo di Reiji, che l’aveva usata come un oggetto e poi gettata via senza alcun riguardo come un vecchio giocattolo. Dove diavolo l’aveva vista l’immagine dell’insegnante in quel demone succhiasangue?
“Oi!” intervenì a quel punto Subaru “Vuoi dire che le lasci fare la fine delle altre spose sacrificali, facendo il gioco di Richter? Possiamo salvarla se la lasciamo scappare!”.
“Ti ripeto: in quanto amministratore, ma non proprietario, dei beni di questa casa, non posso autorizzarla a lasciare questo posto” ribattè Reiji, sistemandosi gli occhiali.
“Ma è una follia!” si arrabbiò Subaru “Che cazzo stai dicendo quattr’occhi? Vuoi forse morire?”.
“Affatto, ma sai cosa succede se disobbediamo a nostro padre”.
“Tch, sai cosa mi importa!” disse Subaru “Noriko, io e Shu siamo d’accordo sul fatto che tu vada via, quindi ti basta eliminare Reiji e sarai libera”.
Noriko fissò Subaru e poi Reiji, che se ne stava lì, con il suo solito sorrisetto sadico: avrebbe veramente dovuto ucciderlo. Ma perché doveva dire di no?
“Per favore Reiji...” cercò di supplicarlo la ragazza.
Anche se era molto determinata nel raggiungere il suo obiettivo e realizzare il suo sogno di medico, non poteva uccidere così a sangue freddo. Il suo scopo era quello di salvare vite, non di spezzarle. Certo, teoricamente Reiji non era proprio una persona, ma è stato anche un insegnante e il vampiro con cui, nel bene e nel male, si era trovata meglio.
“Credi forse che queste patetiche suppliche possano farmi cambiare idea per caso?” sorrise sarcastico.
“Facciamo così… io lo distraggo e tu lo uccidi” mi propose Subaru, parlandomi sottovoce.
“Ma non possiamo semplicemente… tu lo distrai e io scappo via?” chiese Noriko, cercando un compromesso. Il vampiro la guardò alzando un sopracciglio:
“E credi veramente che una simile stupidaggine possa funzionare? Devo ricordarti cosa ho detto poco fa?”.
“No… Ho capito” disse Noriko, ingoiando a vuoto.
“Ottimo allora facciamo così: io ora partirò all’attacco. Tu invece, al mio segnale, dovrai piantargli il coltello che ti ho dato dritto sul cuore. Dopodichè, gli taglieremo la testa e così potrai andaretene” spiegò l’albino.
“Ma… gli altri Sakamaki?” chiese Noriko “Non cercheranno vendetta per..”
“Tch, ma figurati, ognuno di noi fa quel che gli pare: anche se siamo fratellastri di sangue, non siamo una famiglia come la intendi tu… E poi Reiji è in assoluto quello che più tutti odiano”.
“Ma...”
“Vuoi morire?” tagliò corto Subaru.
“No”.
“E allora fai come ti dico” disse lapidario e senza che la ragazza riuscisse a dire altro, si scagliò su Reiji, che sembrava quasi attendere il suo attacco con piacere.
I due iniziarono a combattere velocemente, tanto che persino Noriko non riusciva a focalizzare bene le loro mosse, ma la superiorità del fratello maggiore era innegabile e in poco tempo Reiji atterrò il suo avversario. Noriko li osservò senza avere la minima idea del da farsi: da un lato, avrebbe voluto poter aiutare Subaru, facendo quanto le aveva chiesto, ma dall’altro, consapevole della situazione di svantaggio, voleva soltanto correre via da quella villa di pazzi.
In conclusione, l’unica cosa che riuscì a fare fu stare lì impalata, attendendo e al tempo stesso temendo il segnale di Subaru, come un soldato a cui viene richiesto di lanciarsi fuori dalla trincea e che sa la situazione in cui si trova, ma al tempo stesso ne è costretto.
“E ora veniamo a noi” disse allora Reiji, avvicinandosi a lei.
Noriko alzò decisa il pugnale sul suo petto:
“Non avvicinarti” lo avvertì.
Il vampiro, in tutta risposta, si mise a ridere:
“Cosa speri di fare con quel misero pugnale?” la derise “Non riusciresti a uccidere nemmeno una formica, talmente stai tremando”.
“Una formica forse no, ma un cadavere come te eccome!”.
Reiji sorrise sadico:
“Oh non mi chiami più maestro come in laboratorio? Mi hai spezzato il cuore” la prese in giro “Vogliamo vedere se riuscirai ad uccidermi? Secondo me neanche se sto fermo ci riesci!”.
“Se vuoi facilitarmi il lavoro te ne sono grata, perché di una cosa sono sicura e quella cosa è che sono completamente in grado di ucciderti” disse e si avvicinò fino a puntargli la lama sul cuore.
Gli occhi del vampiro non la abbandonavano mai, osservandola beffardi e superiori, ma la ragazza sostenne il suo sguardo.
“Secondo me invece no… e sai perché? Perchè tu mi ami” disse il vampiro continuando a fissarla con quella sua aria sorniona.
Noriko si gelò per un istante:
“Non dire cazzate!” urlò e fece per ucciderlo, ma subito una fitta di dolore la fece piegare in due dal dolore.
Reiji in tutta risposta spostò con la scarpa il coltello di Subaru e fissò l’orologio, che nel frattempo aveva iniziato a battere la mezzanotte.
“Il risveglio è puntuale come sempre a quanto vedo”.

§§§§

NOTE DELL’AUTRICE CAPITOLO 11:

Ciao a tutti! Chiedo scusa per il ritardo dell’aggiornamento, ma in questi giorni purtroppo non ho avuto neanche il tempo per respirare!
Che dire? Questo ormai è il penultimo capitolo, quindi siamo agli sgoccioli e alla fine la verità è saltata fuori per mano (o meglio bocca) dello stesso Reiji, che… forse un pochino si è pure affezionato, anche se a modo suo. Per quanto riguarda invece Subaru, ho veramente paura di averlo reso più buono di quello che è, oltre che più scarso nelle arti marziali, ma volevo cercare di mettere più in luce Reiji quindi… non uccidetemi per questo!
Ayato: piuttosto invece… Cosa intende dire con Shu con “non sarò come te, ma non sono neanche come i trigemini”?! Vorresti forse insinuare che siamo degli stupidi in chimica?
Nooo! Assolutamente no! È solo che… uhm… vi applicate in altre cose… tipo Kanato con il canto, Raito con il pianoforte e tu… tu non perdi tempo con la chimica, ma ti impegni per essere il migliore!
Ayato: ecco già meglio!

(e anche per oggi mi sono salvata)
Comunque, come sempre spero vi sia piaciuto il capitolo e noi ci vediamo, regolarmente, venerdì prossimo!
Anna3

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo XII ***


Capitolo XII

Pochi istanti dopo lo scoccare della mezzanotte, la porta principale si aprì e da lì entrò Richter, quella misteriosa figura che da un po’ controllava Noriko, la quale invece in quel momento si trovava distesa agonizzante, sotto la totale indifferenza di Reiji.
“Reiji, non mi sarei mai aspettato che questa volta ti occupassi tu della sposa sacrificale” disse il nuovo arrivato “Non preferivi lasciare questo lavoro ad Ayato e agli altri di solito?”.
“Questa volta c’è stato uno sgradevole imprevisto, ma alla fine tutto si è concluso per il meglio”.
“Ha ceduto anche lei alla fine?” chiese.
“Come è ovvio”.
“Bene… Però temo che non sia forte abbastanza” disse e le si avvicinò assaggiandole del sangue “No, infatti… abbiamo bisogno di un’altra ragazza per il risveglio di tua madre”.
Reiji fece una smorfia:
“Ancora? Hai idea di quanta fatica mi ci voglia per trovarne una nuova e giustificare la sparizione della vecchia?”.
“Lo posso immaginare, ma come sai questi incantesimi richiedono delle caratteristiche peculiari, molto difficili da trovare...”.
“Certo, ora mi sbarazzerò di lei” rispose a denti stretti, mentre ancora sotto di lui c’era la ragazza che stava passando le peggiori ore della sua vita.
“Ti conviene farlo in fretta o le sue urla ci infastidiranno ancora per molto”.
“Ovviamente… dovrei avere dell’acido solforico messo da parte”.
“Sì sì, usa quello che vuoi, basta che la ragazza sparisca nel nulla” disse sbrigativo Richter.
“No no aspetta Reiji non usarlo! Vorrei aggiungerla alla mia collezione!” disse allora Kanato, apparso nel nulla, ma l’altro replicò:
“No questa volta la voglio tenere per me… sarà la mia bambola”.
Kanato mise il broncio:
“Ma non è giusto che tu la abbia tutta per te!”.
“Di certo ero io quello che lei preferiva in vita e quindi decido io cosa fare di lei: abbiamo sempre fatto così con le altre spose sacrificali e se Ayato, Raito e Shu te le concedevano sono affari loro. Io i miei trofei li tengo per me solo” disse e prese in braccio Noriko, ormai svenuta dal troppo dolore per la trasformazione.
“Ma… egoista!” esclamò Kanato, ma i due si erano già allontanati e Reiji aveva già iniziato a tirare fuori l’occorrente per far sparire per sempre la ragazza. E infatti, nei giorni successivi nessuno seppe più nulla di Noriko Norioka. A scuola dissero che si era trasferita e al padre dissero che la figlia era andata all’estero per un anno dopo aver vinto una borsa di studio… non che avesse ancora molto da vivere: il solo fatto di aver avuto a che fare con gli affari della famiglia Sakamaki lo portò a sparire misteriosamente insieme alla figlia che, in realtà, non aveva mai tradito, pensando davvero che fosse stata ospitata nella villa, senza chiedere alcun costo. E tutto tornò come prima.
Anche nella casa dei vampiri regnava la calma assoluta e lo stesso secondogenito, per quanto coinvolto nella questione, non sembrava affatto turbato da quanto era accaduto, anzi era indaffarato a trovare quella medicina da cui stava lavorando da moltissimo tempo.
Non si parlava nemmeno più di Noriko Norioka, una ragazza che, a dire dello stesso Reiji e di tutti gli altri vampiri non era stata altro che una sposa sacrificale come tante altre.


 

O forse no?

§§§§

Fine

§§§§

SPIEGAZIONI E NOTE FINALI:

Finalmente posso dirlo: signori e signore, ecco a voi l’ultimo capitolo di questa long.
Prima che possiate iniziare a lanciare pomodori virtuali per quello che ne è saltato fuori, lasciatemi spiegare.
Allora, la storia delle spose sacrificali l’ho volutamente un po’ cambiata: in teoria il risveglio sarebbe dovuto essere di Cordelia, ma ho voluto unire il piano di Reiji di far risuscitare Beatrix con la trama dell’anime, quindi a chiunque se lo stia chiedendo… sì, è una mia licenza letteraria.
Per quanta riguarda poi questo capitolo… è notevolmente più corto di tutti gli altri, ma c’è un motivo preciso: volevo che ognuno di voi che capiti a leggere questa storia potesse dare una propria interpretazione a Reiji e a Noriko e quindi a questo finale, così è volutamente aperto.
Però non disperate: per Natale uscirà una one-shot con l’happy ending, quindi se la storia vi è piaciuta e pensate che in qualche modo Reiji si sia affezionato a Noriko, vi aspetto tra pochi giorni. Se invece ritenete che Noriko non fosse altro che ‘una sposa sacrificale come tante altre’, allora siete liberi di fermarvi qui. Nessuno dei due è giusto o sbagliato, ma sono solo due interpretazioni diverse: personalmente, io sono una amante dell’happy ending quindi non potevo privare questa storia del suo finale felice, però al tempo stesso non so se Reiji sia esattamente tipo da finali felici e avevo paura di cadere nell’OOC.
Ecco il motivo di questa scelta ...E detto questo, se siete degli odiatori di finali aperti ora siete liberi di lanciarmi quanti pomodori volete XD
Detto questo spero che la storia vi sia piaciuta e che io sia riuscita a trasmettere quanto amore provo per i Sakamaki e Reiji in particolare e vi ringrazio, anche quelli che leggono o mettono la storia tra le preferite/piaciute ecc, anche se ritengo sia doveroso uno ‘special thanks’ a Nephertiti, pinkykawaii che hanno recensito, ma soprattutto a channy_the_loner per la sua pazienza nel recensire di volta in volta ogni capitolo praticamente!
Grazie e alla prossima!

Anna3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3857143