Changing Traditions

di Mari Lace
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My fight plate ***
Capitolo 2: *** Appuntamento ***
Capitolo 3: *** Not Speaking ***
Capitolo 4: *** Sogno e Realtà ***



Capitolo 1
*** My fight plate ***


This is my fight plate






Like how a single word

Can make a heart open

 

«Tu mi hai salvato… Semplicemente, non l’hai mai saputo».

«Che ne dici allora… Se ti raccontassi un po’ di me?»

Lo fece davvero; Satoshi Isshiki non parlava mai di sé, di cosa provasse. Eppure, mentre il suo piatto veniva giudicato, le rivelò un frammento del suo passato.

Come se fosse naturale farlo.

Senz’altro per lei lo fu ascoltarlo.

Nene era stata convinta di conoscere il passato di Isshiki. Scoprì di essersi decisamente sbagliata.

“Dev’essere facile, essere un genio”.

Quante volte l’aveva pensato? Solo ora capiva che, forse, per Isshiki non era stato poi così semplice.

Se prima aveva provato ammirazione – e invidia – per le sue tecniche e la spontaneità con cui riusciva ad apprenderle, ora si scoprì a provare qualcosa di diverso.

Rispetto.

Non per la sua cucina, per lui come persona.

«Il vincitore dell’incontro è Tsukasa Eishi!»

«Isshiki…»

Lui si voltò verso di lei con un sorriso. «Oh? Sei qui per confortarmi?»

«N, no!! Volevo solo dirti che era ovvio avresti perso!»

Com’era possibile? Stava sorridendo anche ora.

Sentendo annunciare la sua sconfitta, non aveva battuto ciglio.

Ripensò a ciò che le aveva chiesto poco prima.

“Pensi davvero che potrai continuare a cucinare con gioia, se resterai con la Centrale?”

Si accigliò.

Perché… perché il pensiero che Isshiki avesse perso l’aveva improvvisamente rattristata?

 

I might only have one match

But I can make an explosion

 

«Ci vogliono anni per padroneggiare al meglio quella tecnica!»

Nene sentì i commenti degli altri, ma li tenne sullo sfondo. Non le interessavano.

C’era stato un tempo in cui aveva dato la priorità al mantenere alto il nome della sua famiglia, la sua reputazione personale.

Non le importava più… non così tanto.

Finendo di tagliare la pasta, sorrise.

Non per gli sguardi di ammirazione del pubblico.

Sorrise perché Isshiki le aveva ricordato cosa significasse cucinare per passione.

Aveva fatto tesoro delle sue parole; quando i Ribelli avevano vinto il Regiment de Cuisine non si era arresa.

Non l’avrebbe mai ammesso, ma si era sentita quasi sollevata.

 

And all those things I didn’t say

Wrecking balls inside my brain

I will scream that loud tonight

Can you hear my voice this time?

 

«Oi, oi, Kinocchan!»

Nene trattenne a stento uno sbuffo seccato. Coprì la pentola con il dashi e si voltò seccata verso Kuga. «Che vuoi, nano?»

Un lampo di fastidio apparve sul volto di Terunori, ma passò presto. Al suo posto si disegnò un ghigno malizioso.

«Niente, volevo solo assicurarmi fossi tu; tutta sorridente facevi quasi paura…»

«Muori».

Kuga sorrise a trentadue denti. «Buona fortuna~»

Nene prese un bel respiro e scacciò l’irritazione. Non poteva permettersela, in quel momento.

Il suo avversario, niente affatto toccato dallo scambio appena avvenuto, stava dando gli ultimi tocchi alla sua portata.

Si affrettò anche lei ad impiattare, aggiungendo gli ultimi condimenti.

Lo portò ai giudici.

«Sembra ottimo».

Bastarono quelle due parole a farle tornare il sorriso.

«Ce n’è anche per te… Isshiki».

Stavolta, gli avrebbe dimostrato quanto valeva.

This is my fight song

Take back my life song

Prove I’m alright song

My power’s turned on

Starting now I’ll be strong

I’ll play my fight song




~NdA~

Buongiorno~

Non so bene com'è nata questa storia; diciamo che sto un po' rivalutando Nene, ho ascoltato The fight song e... Ta-dan.

Tecnicamente Isshiki lo shippo con Erina, ma! Il multishipping è una cosa bella (?), quindi questa - in teoria - sarà una raccolta di flash Nene/Isshiki.

In questa il romanticismo è praticamente zero, ma mi interessava mostrare (ci sarò riuscita?) il cambiamento di Nene.

Shout-out a Jill Shitsuji perché, mentre andavo nel panico pensando a come Kuga potesse chiamare Nene, mi ha dato una mano.

[Se non si fosse capito, ho immaginato che, dopo il Regiment de Cuisine, Nene abbia sfidato Isshiki ad uno shokugeki "per stabilire finalmente chi sia il migliore".]

Alla prossima~

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Capitolo 2
*** Appuntamento ***


Appuntamento?





«Dove pensi di andare, esattamente?»
«Kinokuni-kun! Ottimo, sei arrivata al momento giusto!»
Nene si accigliò e si sistemò gli occhiali. «Al momento giusto per impedirti di defilarti dai tuoi doveri, intendi? Lo vedo».
Il secondo seggio gettò uno sguardo alla pila di fogli sulla scrivania alle sue spalle. «Oh, quelli! Me ne occuperò più tardi» disse. «Ora-»
Fu interrotto da un sospiro della ragazza. «Cosa c’è di più importante, Isshiki? Ti ascolto».
Lui le indicò la finestra con sguardo sognante. «È una bellissima giornata».
Per tutta risposta lo sguardo di Nene si assottigliò ulteriormente.
«Non ti seguo».
«È il momento ideale per un pic-nic! Hai pranzato, Kinokuni-kun? Scommetto di no».
«Se pensi di corrompermi con questa proposta ridicola…»
Un lampo di malizia passò nello sguardo del ragazzo, ma alla ragazza sfuggì.
«Non sarai determinata a trattenermi qui perché non riesci ad accettare la mia vittoria dell’altro giorno, vero?»
Nene arrossì, punta sul vivo. Se fosse stato chiunque altro a provocarla in quel modo probabilmente gli avrebbe intimato di morire, o comunque avrebbe risposto per le rime, ma Satoshi Isshiki non era “chiunque altro”. Quand’era con lui si sentiva stranamente, inspiegabilmente vulnerabile. Cosa ancora più assurda, la sua compagnia non le dispiaceva, aveva dovuto riconoscere.
«Mi ritieni così infantile?» replicò, dopo qualche secondo di troppo.
«Non mi permetterei mai. Sei sempre così seria e diligente», continuò a punzecchiarla il cuoco senza pietà.
È questo che pensi di me? Che sono seria, diligente… noiosa, magari?
Cercò d’ignorare la spiacevole sensazione che aveva iniziato a invaderla.
«È importante che quei documenti siano pronti per domani» insisté.
Il sorriso di Isshiki si allargò. «Allora è perfetto» annunciò.
Stavolta Nene lo guardò confusa. «Perfetto? Di che parli?»
Lui ridusse a un soffio la distanza dei loro volti, rendendole impossibile evitare il suo sguardo. «Avrò bisogno di qualcuno che mi riporti qui subito dopo pranzo; non è perfetto che ti abbia incontrata prima di uscire?»
Allontanarlo da sé con una spinta le richiese uno sforzo non indifferente. Sentiva le guance andarle a fuoco.
«Mi hai presa per la tua assistente personale?» rimarcò, cercando di suonare stizzita.
«Andiamo, Kinokuni-kun; non te ne pentirai». Con quella promessa, le afferrò la mano e la spinse con gentilezza fuori dallo studio, seguendola.
Senza quasi realizzare il come, Nene si ritrovò nei campi dello Stella Polare nel giro di mezz’ora.
Il suo cervello sembrava rifiutarsi di formulare un pensiero coerente.
Questo… potrebbe essere un appuntamento? si domandò, il cuore a mille.
La vista di Isshiki improvvisamente disfattosi degli abiti, coperto solo da un ridicolo grembiule rosa, la riportò alla realtà. Scosse violentemente la testa. Che vado a pensare? Decisamente no.
«Prova questo» le disse Satoshi, offrendole un pomodoro appena colto.
Lei non accennò a prenderlo.
«Andiamo, non vorrai tenermi il broncio?»
«Mi hai praticamente rapita!»
Isshiki scoppiò a ridere. «Sembravi averne bisogno», mormorò.
Le avvicinò ulteriormente il pomodoro, che si decise ad accettare.
Il suo gusto pungente la conquistò all’istante; era diverso da qualsiasi altro avesse mai assaggiato.
Come te… Satoshi.

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Capitolo 3
*** Not Speaking ***


Story of Us




Now I’m standing alone

In a crowded room

And we’re not speaking

«Kinocchan~»

Nene strinse i pugni e freddò Kuga con un’occhiataccia.

«Lasciami indovinare, sei venuto a nasconderti da Tsukasa-san?» gli domandò acida.

Il sorriso di Terunori, con suo sommo dispiacere, non si incrinò.

«Volevo dirti che è arrivato qualcun altro».

Nene s’irrigidì. Perché Kuga avrebbe dovuto disturbarsi ad avvisarla?

«Ma sì, quello che normalmente salta tutti gli incontri. Quando c’è lui sembri sempre a disagio» specificò Kuga sornione. «Adesso vado da Tsukassan. Goditi il resto della festa~».

Tentata di tirargli il bicchiere che aveva in mano, con tanto di gelato al suo interno, Nene lo fissò torva allontanarsi. Poi sospirò e lanciò un’occhiata verso l’angolo opposto della sala.

Come immaginava, Isshiki era lì. Era intento a parlare con Rindou. Chissà di cosa.

Si voltò nuovamente, irritata – incerta lei stessa del motivo.

A volte desiderava potersi semplicemente avvicinare e parlarci come se niente fosse.

Ma non era così.

Visualizzando mentalmente i possibili modi in cui avrebbe potuto vendicarsi di Kuga, si avviò verso l’uscita. Se Rindou le avesse chiesto come mai aveva lasciato prima la sua festa, avrebbe preteso di non essersi sentita bene.

Now I’m standing alone

In a crowded room

And we’re not speaking

Accadde così all’improvviso che Nene non capì.

Era stata in piedi accanto alla porta, aspettando l’arrivo di Isshiki che, come suo solito, era in ritardo.

Aveva chinato lo sguardo sul cellulare per controllare se si fosse degnato d’inviarle un messaggio, e rialzando gli occhi aveva incontrato quelli verdi del ragazzo.

Ma il dopo… come…

Un’irritante risata interruppe il filo dei suoi pensieri, riportandola alla realtà.

«D’ora in poi mi verrai in mente ogni volta che taglierò un peperone, Kinocchan! Sei così rossa!»

Kuga non aggiunse altro solo perché fu colto da un nuovo scoppio di risa.

Tremante, Nene si obbligò a concentrarsi sul volto di Isshiki, che sorrideva perfettamente tranquillo. Come se non fosse successo niente d’eccezionale.

Ma non l’aveva sognato, no?

L’aveva davvero appena…

Troppo imbarazzata per ragionare lucidamente, si voltò verso Kuga e riversò tutto il suo disagio in un furioso «Taci, nano!».

Una volta che Tsukasa l’ebbe allontanato per impedirgli di saltarle addosso, Nene si sentì vagamente meglio. Almeno non c’era più la sua risata a distrarla.

«Isshiki» mormorò, ma si fece avanti qualcun altro.

«Ti sembra il modo di comportarsi, Isshiki? Se fossi stata in Nene e mi avessi baciata così all’improvviso, sarei potuta morire sul colpo! Dovresti avere più tatto!»

Si paralizzò. Era successo davvero.

«Ecco, vedi?! Non risponde!» continuò Rindou, indicandola.

Il ragazzo non rispose. «C’è poca aria qui dentro» affermò. Poi si voltò – finalmente! – verso di lei. «Nene, ti va di uscire da qui?»

Annuì meccanicamente, ancora troppo incredula per reagire, e seguì – sotto lo sguardo curioso della rossa – Satoshi fuori dall’edificio.

Quando finalmente si rimise abbastanza da pronunciare vocaboli esistenti, gli chiese dove la stesse portando.

«Dove vuoi», fu la pronta risposta.

Nene scosse la testa, confusa. «Perché?» mormorò.

Satoshi la fissò. «Usciamo insieme da mesi, ma sembravi non capire. Ho pensato di essere più diretto».

«No, intendo… perché mi hai portata via?»

Lui sorrise maliziosamente. «Per continuare da dove ci hanno interrotti».







~NdA~

L'ispirazione per questa flash, come forse avrete capito, è venuta dalla canzone "Story of us" di Taylor Swift, per la precisione da un AMV su una coppia che con Nene e Isshiki non c'entra assolutamente nulla ma che, alla fine, giocava sul "we're not speaking" per dire che si stessero baciando.
E... niente. A voi la parola!

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Capitolo 4
*** Sogno e Realtà ***


Sogni reali

 

«Cos’è?» domandò Nene, esaminando il contenuto del piatto di fronte a lei.

Qualsiasi cosa fosse, Isshiki l’aveva plasmato a forma di cuore – sembrava soffice. Normalmente avrebbe pensato a un dolce, ma conoscendo Satoshi da anni aveva imparato a diffidare delle apparenze, quando si trattava di lui.

«Takumi-kun ci ha fatto assaggiare un tipico dolce italiano, l’altro giorno, e ho provato a replicarlo – mettendoci un po’ del mio, ovviamente», spiegò Isshiki, incrociando il suo sguardo. Ormai Nene avrebbe riconosciuto quel brillio malandrino ovunque: c’era qualcosa che non le stava dicendo. «Si chiama Pandoro».

Rivelò poi un cucchiaino e l’affondò nel centro del dolce, senza incontrare alcuna difficoltà. Fece per imboccarla. «Accetterai un po’ del mio cuore?» le domandò teatralmente – eppure, le parve diverso dalle altre volte. Sotto l’apparenza scherzosa, scorse un pizzico di serietà. Decise di lasciarsi sorprendere e aprì la bocca.

Riconobbe immediatamente lo zucchero a velo, si sentì invadere dalla sua dolcezza – incappò col dente in qualcosa di duro… metallico?

Confusa, riaprì gli occhi che aveva chiuso per meglio assaporare la creazione del suo ragazzo e portò la mano alla bocca, espellendo l’intruso.

Lacrime d’emozione le rigarono le guance, mentre rifletteva su come solo Isshiki Satoshi avrebbe potuto farle trovare così l’anello di fidanzamento.

 

Nene si svegliò sorridente. Il ricordo del suo sogno scivolò via, lasciandole tuttavia la sensazione di felicità. Accanto a lei trovò Satoshi addormentato; le sembrò stanchissimo. Quella vista la intenerì: era tornato da un viaggio in Italia durante la notte, non l’aveva neanche svegliata. Si alzò il più silenziosamente possibile – non le riuscì difficile – e, senza disturbarlo, uscì dalla stanza con il necessario per prepararsi.

Una volta pronta passò in cucina, investendo più impegno del solito nell’allestire la colazione. Poi tornò in camera da letto e si chinò in modo da avere il volto di Isshiki davanti a sé. Gli carezzò la guancia, svegliandolo con dolcezza – per quanto esausto dal viaggio, quel giorno doveva comunque lavorare.

Satoshi aprì gli occhi, lasciandosi sfuggire un brontolio inarticolato. «Nene?» mormorò, guadagnando un minimo di lucidità.

«La colazione è di là, già pronta» annunciò lei, sorridendogli. «Ma non fare tardi a lavoro, sai che non ci passerò sopra». Dopo aver emesso la sentenza, sigillò le sue proteste attirando le sue labbra in un bacio che sapeva di uova e marmellata.

«A più tardi, Isshiki-sensei» gli sussurrò, sciogliendolo.

Lui l’osservò sognante uscire dalla stanza, sapendo che il suo sorriso l’avrebbe accompagnato per tutta la giornata.

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