Childhood is the kingdom where nobody dies

di Dear_Harry_Potter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Childhood ***
Capitolo 2: *** Is ***
Capitolo 3: *** The ***
Capitolo 4: *** Kingdom ***
Capitolo 5: *** Where ***
Capitolo 6: *** Nobody ***
Capitolo 7: *** Dies ***



Capitolo 1
*** Childhood ***


 
"Sei cattivo Severus..."
 
Severus Piton, insegnante di pozioni alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts da ormai troppi anni, si svegliò sudato e ansimante, con quelle tre parole che ancora gli risuonavano in testa senza accennare ad andarsene... 
Negli ultimi giorni quell'incubo era diventato sempre più ricorrente; l'immagine di una bambina dai lunghi capelli rossi imbronciata lo fissava con uno sguardo pieno di rimprovero. Da anni era ormai sicuro che quello fosse lo sguardo che i coniugi Potter assumevano quando parlavano di lui; ma, se per quanto riguardava James Potter la cosa non lo turbava minimamente, non poteva accettare che Lily, la sua Lily, se ne fosse andata senza aver avuto la possibilità di cambiare opinione su di lui...
 
Un gufo, stringendo una pergamena tra gli artigli, bussò gentilmente alla sua finestra con il becco; segno inequivocabile che la giornata era iniziata. Con una smorfia si alzò dal letto per prendere e analizzare la lettera; con una smorfia ancora più marcata, buttò il foglio di pergamena nel fuoco del camino. "Silente e le sue stupide direttive del primo giorno..." aggiunse in modo sprezzante.
Stupido primo settembre. Aveva sempre odiato il primo giorno dell'anno scolastico; sia da studente che da insegnante. Ma se era possibile quell'anno avrebbe odiato quella giornata ancora di più; lo avrebbe visto, e in lui avrebbe visto lei. "Ha gli occhi di sua madre" era tutto quello che si ricordava; era quello che aveva pensato vedendolo piangere tra le macerie della sua stanzetta tra le braccia inermi di Lily...
E l'idea di rivedere a distanza di anni quei profondi occhi verdi lo turbava fuori ogni misura.
Un latrato in lontananza lo risvegliò dai suoi pensieri; aveva molto da fare in vista dell'arrivo degli studenti, e rimuginare su un passato che intanto non sarebbe mai cambiato non lo avrebbe aiutato affatto. In pochi gesti meccanici abbottonò la sua cappa nera e scese a fare colazione, sperando che almeno quell'anno, almeno per quel giorno, ogni singolo oggetto del castello non gli avrebbe ricordato lei.

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Capitolo 2
*** Is ***


Con un'ultima occhiata controllò che i dormitori e la sala comune di Serpeverde fosse pronta e uno sguardo di superiorità mista a orgoglio si manifestò sul suo volto: tutto era in ordine e ogni oggetto era dove sarebbe dovuto essere, ma nel frattempo si erano già fatte le dodici e cinquantaquattro minuti. Il tempo, per un brutto gioco del destino, lo stesso crudele destino che aveva strappato Lily dalle sue braccia, il primo settembre sembrava correre più veloce; ma se gli anni prima questo alleviava il suo turbamento, quell'anno il tempo si stava prendendo gioco di lui anticipando l'incontro con quei profondi occhi verdi. Sguardo e mente annebbiati da quei pensieri, Severus Piton salì rapidamente le scale dei sotterranei in cui si trovavano i dormitori della sua Casa e col suo tipico passo cadenzato percorse i corridoi del primo piano. Lì non si accorse dei passetti nervosi che stavano andando nella sua direzione, sbattendo contro il proprietario di quella andatura che cadde insieme alla pila di libri nettamente più alta di lui che stava trasportando. "Per i quattro fondatori, stai attendo a dove metti le zampe, Vitious! Sono già troppo occupato per stare attento anche ai nani come te!" Il professore di incantesimi, troppo di buon umore in vista dell'inizio dell'anno ormai imminente e troppo Corvonero per notare il tono, si spolverò la tunica e con un rapido gesto fece levitare i libri ordinatamente tra le sue braccia: "Buongiorno Severus! Giornata piena eh? Per Tosca Tassorosso, ci vorrebbe proprio un riposino! Ora vado, ci sono ancora tanti libri da trasportare nella sala comune dei Corvonero! Ci vediamo tra poco in Sala Grande!" Piton non rispose, limitandosi a un grugnito di disgusto; avrebbe preferito una rispostaccia al tono gioviale e trasognato del collega. Tirò dritto mentre Vitious riprendeva a zampettare sotto il peso della pila traballante.

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Capitolo 3
*** The ***


Privo di lavori da svolgere, si diresse verso le cucine, sicuro di trovare un bicchiere di rum al ribes rosso ad aspettarlo. Si vergognava ad ammetterlo ma il ribes rosso era la sua unica debolezza; per tutti gli anni a Hogwarts che avevano passato insieme, Lily la mattina era solita sfregarsi sul collo e i polsi qualche goccia dell'essenza asprigna del frutto. La signora Evans le spediva il profumo in piccole boccette di vetro indaco che acquistava nel celebre grande magazzino babbano Harrods a Londra. Bere quel liquido caldo, che pizzicava in gola, gli ricordava Lily e le sensazioni che si scatenavano in lui quando la Grifondoro era ancora solita abbracciarlo con gioia e irruenza e l'odore di ribes gli pungeva le narici. Sulla strada per le cucine fece un altro incontro poco gradito; Pomona Sprite, tenace Capocasa di Tassorosso e gran lavoratrice, stava trascinando una pianta grande il doppio della sua imponente figura. "Oilà Severus! -sbraitò giovale mentre prendeva una pausa e si asciugava il sudore della fronte con la mano coperta dal guanto da lavoro in pelle di drago- Già finito i preparativi? Io sono ancora in alto mare!". Piton roteò gli occhi verso la pianta con disgusto, gesto che la Tassorosso interpretò come interesse per il vegetale: "Ginkgo Biloba -disse orgogliosa mentre dava un colpetto affettuoso al tronco- ha origine giapponese e aiuta la concentrazione. Per uno studio con risultati garantiti!" concluse scherzosa. Piton troncò il suo entusiasmo sul nascere: "Non mi importa; non sono un Tassorosso." sputò velenoso come la serpe che contraddistingueva la sua Casa da secoli. Pomona Sprite fece buon viso a cattiva sorte e dirottò la conversazione: "Vabbè, è meglio che vada; il lavoro è ancora tanto! Ti ricordi dell'incontro in Sala Grande alle 14 in punto, vero?" concluse la donna, credendo di avere trovato un terreno sicuro. "Non c'è bisogno di ricordarmelo; e poi non accetto aiuto da un Tassorosso!" poi la superò accompagnato dal fruscio della sua lunga cappa, facendo attenzione a non lasciarle il tempo di replicare; non che si aspettasse una risposta altrettanto velenosa, ovvio.

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Capitolo 4
*** Kingdom ***


Ormai si sarà capito, il primo settembre rendeva il Capocasa dei Serpeverde più irritante e sgradevole nei confronti di qualsiasi essere in grado di respirare di quanto non fosse già di norma. Era solo una maschera, ovvio, e Severus Piton lo sapeva bene; ma valeva la pena metterne anche gli altri al corrente? Per tanti anni si era posto la domanda e per altrettante volte si era risposto che non ne sarebbe mai valsa la pena. Per cosa poi? Sentirsi dire che lo capivano e che Lily mancava a tutti? Nessuno lo poteva capire perché nessuno aveva mai amato Lily come la aveva amata lui. Perchè l'amore vero non muore mai, nemmeno con chi lo prova. La cucina era illuminata da una luce pallida che filtarava attraverso le piccole finestre tonde e l'aria emanava calore. Lì, appena sottoterra, sembrava di essere tornati nel grembo materno. Si sedette al piccolo tavolo di quercia sapientemente intarsiato dalla mano di Tosca Tassorosso e fece un gesto a un elfo che si affrettò a portargli un bicchiere e una bottiglia e poi sparì dietro una porticina seguito da una folla di suoi simili che ormai sapevano bene che i quella particolare giornata era bene tenersi lontani dal signor Piton. Bevve uno, due, tre bicchieri poi perse il conto, più ubriaco di ricordi giovanili che di alcol; nel frattempo si erano fatte le 13:50. Si alzo di scatto e iniziò a salire i gradini a gruppi di tre, con una agilità che il suo solito passo strascicato e la lunga veste non avrebbero mai permesso di ipotizzare, volendo evitare il ritardo a tutti i costi. Un altro rimprovero dalla Tassorosso gli sarebbe stato insopportabile.

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Capitolo 5
*** Where ***


Varcò la soglia della Sala Grande con qualche minuto di anticipo, sfoggiando uno sguardo a metà tra la vittoria per aver dimostrato alla Sprite di non essersi dimenticato dell'incontro e il disgusto per l'ambiente che lo circondava. Ma nessuno aveva notato il suo ingresso, figuriamoci il suo sguardo. La Sprite era intenta a sfogliare un libro con la Prince, Vitious faceva levitare bicchieri e tovaglioli intrattenendo Hagrid e la Hooch, Binns dormicchiava, la Vector giocava con il budino di riso rimasto nel suo piatto, la Burbage scriveva su un buffo marchingegno babbano che emetteva irritanti ding ogni tanto, Gazza si aggirava furtivo e nervoso tra gli insegnanti mentre la Cooman inseriva con cura foglie di tè in una teiera pronta a leggere un nuovo e strampalato presagio di morte nella tazza del primo malcapitato che si fosse trovato tra le sue grinfie. Solo Silente sembrò accorgersi della sua presenza che evidenziò a tutti con un pacato "Vieni Severus, c'è tanto di cui parlare". Piton prese posto mentre la McGranitt si schiariva la voce e iniziava quello che lui amabilmente definiva uno sproloquio. Sentì poco dei discorsi che seguirono, impegnato com'era a grattare una macchia di pozione Soporifera dalla sua veste: "situazione critica", "proteggere", "forze oscure" e "il ragazzo" erano le espressioni più ricorrenti. Finita la riunione si alzò e si dileguò in fretta, deciso a non far vedere nemmeno la punta della scarpa prima del banchetto di inizio anno al quale, Silente aveva detto irremovibile, era obbligato a prendere parte.

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Capitolo 6
*** Nobody ***


Sguardo più tirato e bocca più digrignata dei suoi non si erano mai visti ad Hogwarts, decretò Piton. Era seduto al tavolo degli insegnanti in Sala Grande mentre studiava la folla di studenti che aspettavano trepidanti l'entrata e lo Smistamento dei bambini del primo anno e che, era sicuro, avrebbero contribuito a rendere i giorni già tediosi ancora più un inferno. La sedia quel primo settembre scottava come non mai, pensò dondolando nervosamente le ginocchia. Non che fosse particolarmente entusiasta di conoscere la progenie di Potter, chiaro... Severus Piton, per la prima volta in vita sua, aveva paura; era una paura irrazionale quella che quegli occhi verdi, schietti, indagatori e onesti scatenavano in lui. E ora aveva paura di rivederli. L'ingresso della McGranitt seguita da un gruppo disordinato di bambini stretti tra loro nelle uniformi nere troppo larghe lo richiamò all'ordine. Individuare Harry Potter, con la cicatrice in bella mostra sulla fronte e gli occhi verdi che conosceva tanto bene, non fu difficile. Altrettanto facile fu notare che Harry non aveva preso altro dalla madre: capelli corvini, occhiali, fisico asciutto... davanti aveva una copia di James Potter. Un senso di disprezzo gli sorse naturale, lo stesso odio che per anni aveva provato per il suo aguzzino. Quel bambino aveva portato via la sua Lily, sancendo un legame indissolubile con il ragazzo che aveva sempre odiato. Dove erano i suoi capelli rossi e il nasino all'in sù?

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Capitolo 7
*** Dies ***


Rientrò nella sua camera sbattendo violentemente la porta, la mente e il cuore in subbuglio. Lo odiava già; lui e il suo amico targato Weasley i cui capelli somigliavano tanto a quelli di Lily. Lui e la ragazzina con l'aria da saputella seduta accanto a lui, che aveva già dato prova della sua cultura sul mondo magico nonostante fosse una nata-babbana. Come aveva fatto Lily. Si ricordava ancora le sue lunghe spiegazioni sul soffitto della Sala Grande. Quei tre insieme davano vita a Lily e lui li odiava per questo; perché nulla avrebbe portato Lily in vita. Ma lui lo avrebbe protetto, da lontano; lo aveva promesso al corpo inerme di Lily tra le macerie e lui avrebbe mantenuto la parola. A questo pensava Severus Piton; col cuore in subbuglio, avvicinandosi ai gigli che teneva sulla scrivania, protetti da un incantesimo che li rendeva sempreverdi. Accarezzò dolcemente un petalo che si staccò immediatamente, come un crudele promemoria a ricordagli che era stato lui a uccidere Lily. Lui e lui solo. Aveva sbagliato e lo sapeva. Era troppo tardi per cambiare? Harry poteva perdonarlo? Lo avrebbe mai accettato? Così andò a dormire, con troppe domande senza risposta e una sola certezza: sapeva già che lo avrebbe ingiustamente chiamato cattivo, ma non poteva spiegargli il perché, perché non esisteva. Era senza cuore semplicemente perché il suo cuore era morto con lei, quella notte di dieci anni fa, in una villetta a Godric's Hollow.

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