Dalla storia di una ragazza vestita di nero...

di Helena_JAG
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dalla storia di una ragazza vestita di nero... ***
Capitolo 2: *** Dalla storia di una ragazza vestita di nero... ***
Capitolo 3: *** Dalla storia di una ragazza vestita di nero... ***
Capitolo 4: *** Dalla storia di una ragazza vestita di nero... ***
Capitolo 5: *** To the end . ***



Capitolo 1
*** Dalla storia di una ragazza vestita di nero... ***


18/07/2009 Passeggiando per strada, al solito modo, mi accorsi che qualcosa mi turbava tremendamente. Il mio male non era fisico...ne ero sicura. E mentre pensavo cosa potesse essere a tormentarmi in quel modo, continuavo a camminare come se fossi circondata da mille persone pronte ad aggredirmi. Corri! Cosa aspetti?! Sbrigati! Non c'è più tempo da perdere! Bisogna porre rimedio! Nella mia mente continuavano a ripetersi queste parole che mi spronavano ad accelerare il passo, già veloce. La mia meta si faceva sempre più vicina, mancava poco,pochi,pochissimi istanti. Finalmente eccomi arrivata, si ,esatto, ora potevo finalmente avere ciò di cui tanto avevo bisogno... :-Un caffè, grazie. Esatto avevo bisogno di un caffè, prima di riuscire a capire cosa mi stesse turbando in quel modo assurdo. Ed ecco che, non appena posai le labbra sulla tazza bollente,contenente il caffè, fece ingresso nei mie pensieri la soluzione al tormento che mi stava distruggendo. Rapidamente riposi la tazza nel suo piattino e ripresi a camminare velocemente. Stavolta però , dato che avevo identificato il problema che tanto mi infastidiva, fece ingresso nel mio stato d'animo un profondo senso di rabbia. In realtà, non potevo porre rimedio definitivamente a quella sgradevole situazione in cui mi trovavo, poiché avrei dovuto ricorrere irrimediabilmente alla violenza. Semplicemente avevo bisogno di placare il mio stato d'animo. La colpa d'altra parte era anche un po' mia se mi trovavo in quella situazione, o meglio colpa del mio essere troppo diretta e, talvolta anche poco delicata. Continuavo a camminare, diretta al mio “problema”. Non sapevo ancora come affrontare questa situazione, se restare indifferente o se agire facendomi guidare dalla rabbia infinita che ormai governava il mio stato d'animo. Incredibile...ancora non riuscivo a capacitarmi di quanto era successo, di cosa mi avesse condotta in questa situazione; non era stato voluto,era nato tutto improvvisamente. Davvero poco credibile come un litigio con un'amica possa sconvolgere il mio equilibrio mentale. Pochi passi mi separavano da una persona sgradevole, la più sgradevole che abbia mai conosciuto. Arrivata a destinazione, iniziai ad essere domata da un totale senso di insicurezza. In quel momento avrei voluto urlarle contro tutto quello che pensavo di lei, dirle quanto fosse stato duro per me trascorrere con lei più di tre anni e tutto il disprezzo che provavo nei suoi confronti; poi iniziai a pensare che forse una persona mediocre come lei non meritasse tanta importanza, dovevo rimanere indifferente. Quindi facendo uso del mio self-control,mi allontanai dalla sua abitazione. Ero stanca, eppure la giornata era da poco iniziata.

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Capitolo 2
*** Dalla storia di una ragazza vestita di nero... ***


:-Salve,sono Helena c'è Bandit? :-Ciao Helena ,dimmi. :-Scusami se ti disturbo, volevo scusarmi per ieri. Avrei voluto esserci alla festa ma...Credimi non ho potuto. :-Nessun problema , a risentirci. Avrei voluto esserci realmente a quella festa, chissà cosa mi prese quella sera. Mi allontanai dall'abitazione di Bandit, c'era un silenzio assurdo in quel posto, quasi irreale. Ma d'altra parte, date le circostanze, era normale. Continuavo ad allontanarmi, lentamente, mentre il caldo tremendo mi privava gradualmente di ogni forza. La mia mano cercava di asciugare il viso ormai coperto dal sudore ed in quei momenti il dolore che provavo, mi aiutava a ricordare gli orrendi momenti vissuti la sera del giorno prima. Bruciava tantissimo toccare quei tagli. Niente che potesse alleviare il mio dolore fisico e mentale, ero praticamente sola. Bandit probabilmente sarà arrabbiata, ed è comprensibile. E poi Fabrizia... lei addirittura proverà di sicuro odio nei miei confronti. Insomma, non sapevo che fare. Quindi presa dalla stanchezza, presi posto su di una panchina, coperta dall'ombra di un albero. Finalmente stavo meglio, forse era solo un po' di stanchezza. Il caldo continuava a farsi sentire. Ad un certo punto una vecchietta prese posto sulla panchina che già ospitava me. Poverina, doveva essere davvero stremata. Anche se guardando meglio il suo viso, non doveva essere solo la stanchezza ad affliggerla. :-Che brutta cosa una fine senza fine! Che brutta cosa una fine senza fine! Questo lamento andò avanti per più di 5 minuti, poi lentamente andò via. Inizialmente credevo che la poveretta fosse pazza, poi iniziai a riflettere su quella frase. Forse la poveretta non era pazza, semplicemente non aveva più nulla che la spronasse ad andare avanti. Forse per lei era già tutto finito. Ripresi il mio cammino , pensando a come questa giornata avrebbe potuto prendere una piega migliore. Non c'era motivo di star male, dovevo solo trovare qualcuno o qualcosa , con cui trascorrere del tempo.

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Capitolo 3
*** Dalla storia di una ragazza vestita di nero... ***


20/07/09 09:30circa. Dopo circa 10 ore di sonno ecco suonare la sveglia. Stranamente ero molto, molto riposata fisicamente. Ma c'era qualcosa che ancora non andava...cosa?! Forse colpa di un brutto sogno. Si esatto, proprio quello. Si, è proprio vero. Come ogni lunedì di 10 anni fa , dopo la prima ora di geometria, ecco arrivare quella di educazione fisica. Si sa, quelle come me non hanno molta attitudine per questa materia. Dopo gli esercizi di riscaldamento, ecco arrivare il peggio, uno dei miei incubi peggiori. :-In riga! Queste parole, dopo gli esercizi, segnavano l'inizio di un tormento che avrebbe avuto fine solo dopo la le sei ore. Tutti ci disponevamo in riga, uno di noi andava a prendere due Supersantos, la professoressa sceglieva i due capitani e dopo questo vi era una domanda alla quale dopo tre anni non sapevo ancora come rispondere. :-Chi vuole fare il recupero? Due solo le alternative possibili: offrirsi o tacere. Scegliendo la prima alternativa, si palleggiava soli, in un angolo dove a fissarti i ragazzi seduti sulla trave. Sola ed emarginata. Scegliendo la seconda, si subiva una sensazione orrenda ugualmente ma diversa. Ecco nel mio caso si aspettava in riga ogni qual volta si sceglieva di fare la partita,ma il mio turno si conosceva. Ero l'ultima, oppure raramente, un dei capitani per compassione, mi sceglieva quando erano disponibili solo due persone.:-Ma che ci fai qui?!Via!!! Si esatto, spesso non ero desiderata dai membri della squadra. Durante la partita mi sentivo un di più, un fastidio, come assente. Volevo scappare, volevo piangere, avrei voluto non esserci. Io ero lo scarto, indesiderata, inconsiderata. A cosa serve ricordare altro? Soffrire di più? No, grazie. La giornata sembrava sorridermi, sarebbe stato un vero peccato rovinare il tutto solo per...un brutto ricordo.

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Capitolo 4
*** Dalla storia di una ragazza vestita di nero... ***


19/07/09 21:30circa. Seduta su di una comoda poltrona, osservavo la mia immagine riflessa nello specchio. Finalmente potevo rilassarmi. Pensavo alle persone che conoscevo, forse qualche conoscente avrebbe potuto aiutarmi in quel difficile periodo. Chi sarebbe stato cosi' volenteroso da trascorrere del tempo con me? Chi sarebbe stato cosi' gentile da trascorrere del tempo con Helena Lou Hierio?! Una come me non trova facilmente degli amici. E quando riesce a trovare una persona disposta a trascorrere del tempo con lei, il più delle volte non riesce a tenerla con sé per molto. Ma io non ne ho colpa, sono le altre persone a non capire il mio carattere, a non accettare il mio essere troppo sincera. Continuavo a guardare la mia immagine e a pensare. Sono giovane , non devo avvilirmi, sarebbe un vero peccato. Effettivamente non c'era un motivo per avvilirsi. :-Che bella questa ragazza bruna! Queste le parole di una signora, un'amica di mio nonno, di cui non conoscevo neanche il nome. Quindi che problema c'è?! Continuavo a ripetere nella mia mente questa frase. Altezza media, bruna, carnagione scura e capelli lunghi. :-Hai proprio degli occhi belli, mi piace questa ragazza. Queste le parole della nonna di una mia ex-amica . Mento pronunciato, labbra scure e occhi neri. Continuavo a guardarmi e pensavo:che problema c'è? Non hai nulla di cui preoccuparti! Certo, un problema c'era ed andava preso in considerazione: troppo timida ed insicura! Eccolo il mio problema, il mio carattere che mi impediva di agire come meglio credevo, che mi rendeva troppo insicura, mi rendeva tutto più difficile. Ma non si puo' cambiare il proprio carattere, possiamo solo adattarlo a quello di altre persone ma non è sempre cosi' semplice... Dopo questo colloquio sembrava che andasse un po' meglio. :- Mamma! Dove sei?! In casa sembrava non esserci nessuno. Bene, ero praticamente sola, tutti erano usciti. Cosa fare? Priva di idee, decisi che forse l'ideale sarebbe stato aprire il mio account di MSN ed ascoltare un po' di musica; ma non sapevo che mi aspettava una sgradevole sorpresa. Fui aggredita tramite chat dalle mie migliori nemiche. Il self-control mi abbandonò completamente, in quel momento anche se solitamente preferivo ignorare quelle persone mediocri, decisi di esprimere in ogni forma il disprezzo che provavo per loro. Tanti furono gli insulti, tanto che ora non avrei il tempo di riportarli. Stranamente dopo quel diverbio mi sentivo ancora meglio. Dopo poco notai sullo sfondo del monitor il titolo di una delle mie canzoni preferite, istintivamente cliccai ripetutamente su quel titolo e l'ascoltai più volte.

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Capitolo 5
*** To the end . ***


Sentirsi inutili? Vedere tutto privo di senso? Capita....Non devi preoccuparti! Tutti cercavano di consolarmi, di farmi divertire, di distrarmi....ma nessuno ci riusciva. Ma perché?! Perché?! Ero stanca di tutto e tutti, ogni tentativo di star meglio falliva tragicamente....e allora iniziavo a chiedermi che senso avesse stare cosi' male, costruire e costruire, quando poi tutto un giorno non sarebbe più servito. Insomma credo di aver detto abbastanza per definire la situazione in cui mi trovavo....non è mai stato voluto, è successo. Iniziavo a vedere tutto come non reale, poco possibile per essere vero, eppure...tutti mi dicevano che ero una matta . No che non mi piacesse il tutto, avevo paura che il tutto potesse svanire in un momento inaspettato , non volevo affezionarmi troppo. Ma la ragione era sempre con me in ogni momento, pronta a farmi ragionare in ogni circostanza, in ogni istante......Perché tutto questo? :-Lei mi capisce vero? :-Certo,vuole proseguire? :-Si..... Le dicevo, insomma vivevo una situazione insostenibile, ogni giorno si presentavano nella mia mente brutti ricordi....Ho paura che tutto questo possa accadere nuovamente. Esatto ho paura, non potrei reggere un'altra situazione del genere, sarebbe la fine se questo accadesse nuovamente! Tutto quello che le ho detto spero sia servito a rendere l'idea dei brutti momenti che ho vissuto all'epoca. :-Non si preoccupi non accadrà mai più, a meno che non sia lei a volerlo. Ecco lei non deve ricordare, o meglio deve sforzarsi di non ricordare. Mi spiego? :-Si. :-Se mai dovesse ricapitarle, ne parli con i suoi familiari, questo la aiuterà molto. :-Nessuno mi ha mai capita, sono sola e …:-No, vedrà che non sarà cosi' . Deve imparare ad apprezzare ciò che le offre la vita; ora esca, c'è un bellissimo panorama a pochi passi da qui' , vada.... :-Arrivederci.... Che confusione tremenda,non sapevo cosa fare. Poi iniziai a pensare che forse bisognerebbe vivere senza farsi troppi problemi, accettando ciò che offre la vita. Insomma lasciarsi vivere. Infondo quando tutto sarà finito non ricorderemo nulla....né i bei ricordi.... ma neanche quelli brutti.......

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