ip
Anime
che si Cercano
Sono
circa le otto di sera e io sono ancora qui a scuola con mio Zio. Sì
mio zio. Lui è il professore di lettere della mia sezione e
aggiungo il più esigente di tutto il nostro corso. Solo perché
ho aiutato Hinata, mia cucina, a risolvere un problema di matematica,
mi ha letteralmente aggredito e costretto a stare qui.
Cose
dell'altro mondo!
Tra
le altre cose, non so proprio come faccia la zia a sopportarlo, senza
contare che, dopo quello che è successo tra le nostre
famiglie, per me loro sono come dei perfetti estranei. Figuriamoci
che, indipendentemente che siamo a casa o a scuola, mi rivolgo a lui
e alla sua famiglia dando del “lei” da tanto che li sento
lontani. Contrariamente alla sue “direttive ed obblighi” io e
Hinata parliamo, di rado, ma parliamo: un po' della situazione
famigliare, della scuola, degli amori, ma senza che lui lo venga a
sapere, oppure queste sono le conseguenze.
-Accidenti!
Sono già le otto.- impreca mio zio, guardando l'orologio.
-Sua
moglie sarà preoccupata.- gli dico, vedendolo spazientito.
-Mia
moglie... mia moglie se ne è andata un anno fa.-
-Come?
Non lo sapevo... mi dispiace tantissimo... condoglianze.-
-Ma
che hai capito? Se n'è andata con un altro, un avvocato... un
italiano.-
-Meno
male! No, cioè, meno male che è viva, non che se n'è
andata con l'italiano.- poi penso -Francamente la zia ha fatto
benissimo, chi ti sopporta?-
-Sai
una cosa, Neji?-
-Sì...-
-Dopo
la maturità io ti consiglio le pubbliche relazioni!-
-Accetterò
il consiglio.-
-Cambiando
discorso, come vanno i preparativi per la festa di Natale?-
-Oh
bene! Hinata è un'ottima organizzatrice.-
-Mi
fa piacere saperlo. E dimmi Neji...-
-Sì?-
-Ti
dispiacerebbe se domani mattina, venissi a prendere Hinata? Io non
posso accompagnarla e francamente non mi fido a lasciarla uscire da
sola... è ancora una bambina.-
-Certo.-
Finalmente
mio zio mi ha lasciato libero.
Viva
la libertà!
Con
lui mi sento come un uccello in gabbia e francamente non vedevo l'ora
di andarmene. Dopo un paio di minuti in macchina, ringrazio il fatto
che non c'era tanto traffico, eccomi a casa. Papà era
preoccupato, poverino infondo non sono riuscito ad avvisarlo e quanto
gli ho raccontato quello che è successo, ha fatto una faccia
come dire “Non c'è più niente da fare!”.
Dopo
cena, salgo nella mia camera e controllo il diario per vedere se ci
sono compiti: pagina bianca, meno male. Così accendo MSN
trovando tutti i miei compagni di classe e conoscenti, tra cui anche
mia cugina Hinata.
Hinata
-Lips of an Angel-
scrive:
Ciao
Neji, mi spiace che papà se la sia presa con te e che ti abbia
trattenuto a scuola. In fin dei conti, mi avevi solo aiutata con un
compito.
Neji
scrive:
Tranquilla.
Hinata
-Lips of an Angel-
scrive:
Mi
spiace davvero.
Neji
scrive:
Ti
ho detto di stare tranquilla, mica mi ha ammazzato.
Hinata
-Lips of an Angel-
scrive:
Ihihih!!!
ok ok
Neji
scrive:
Tuo
padre mi ha detto di venirti a prendere domani.
Hinata
-Lips of an Angel-
scrive:
Si,
lo so. Grazie per l'aiuto che mi stai dando, nell'organizzazione
della festa di Natale.
Neji
scrive:
Di
niente. Notte.
Hinata
-Lips of an Angel-
scrive:
Notte.
Mia
cugina Hinata.
Forse
sono un pazzo, ma da sempre ho avuto una forte attrazione nei suoi
confronti, ma non mi sono mai dichiarato. Mio padre e il suo non me
lo perdonerebbero mai. Senza contare che lei sta con Naruto da ormai
due anni, quindi non c'è spazio per me nel suo cuore, se non
come cugino.
Ad
essere sincero, fin da quando ero bambino ho provato il desiderio di
averla accanto a me, ma dovevo e devo accontentarmi dei suoi timidi
sorrisi, che erano e sono, una dolce medicina per il mio cuore
malato.
Malato
di lei.
Malato
d'amore, di un amore non corrisposto.
Spengo
il computer, preparandomi per andare a letto. Dopo una giornata
infernale come questa, chiunque sarebbe stanco.
Il
giorno seguente, come da accordo con lo zio, vado a prendere Hinata a
casa sua. Sale sulla mia auto e si mette seduta comodamente sul
sedile accanto al mio. Strada facendo mi parla della sua relazione
con Naruto, che va a gonfie vele e che il giorno di Natale avrebbero
fatto due anni insieme.
Mi
fa male... a sentir palare di Naruto, ma infondo non posso essere
contento per la felicità della mia amata cugina.
Dato
che io e lei siamo due dei responsabili dell'organizzazione del Ballo
di Natale, è nostro compito recarci a scuola prima dell'inizio
delle lezioni, per sistemare alcune cose insieme ai nostri colleghi.
Oggi,
stranamente, siamo in largo anticipo per cui entriamo senza bussare
nell'aula del Comitato Studentesco e lì troviamo Naruto e una
delle migliori amiche di Hinata, Ino, che si stanno baciando mentre
si spingono sempre più oltre.
Mi
volto verso Hinata: è senza parole ma non c'è una
lacrima sul suo viso.
Le
forze nelle sue mani vengono meno e di conseguenza le cade la borsa,
provocando un po' di rumore, che fa notare la nostra presenza.
-Hinata!-
pronunciano entrambi.
I
due colti in flagrante, iniziano a ricomporsi cercando di
giustificarsi, ma le loro spiegazioni non toccano minimamente mia
cugina anzi, penso che le senta come un fastidioso ronzio nelle
orecchie, tanto che stanca di sentirli se ne va via correndo.
-Hinata
aspetta!-
Niente,
è andata via come un fulmine.
Come
darle torto, dopo quello che ha visto.
-Neji...
noi...- mormora Ino.
-Non
dire niente-
-Complimenti
Naruto.-
-Ah,
Neji io...- pigola Naruto.
-Taci!
Non hai giustificazioni.-
-Hai
ragione.-
Me
lo dice con gli occhi bassi e ha l'aria mortificata. A dire il vero
di chiedo da quanto tempo andasse avanti questa storia.
-Toglimi
una curiosità...-
Il
biondo mi guarda e si mette un attimo sull'attenti.
-Da
quanto tempo va avanti la vostra “Relazione”.-
-Da...
da un pò...- balbetta Naruto.
-Un
po' quanto?-
-Sei
mesi.-
-Sei
un essere disgustoso.-
Vado
via indignato per ciò che ho visto e sentito. Avrei voluto
picchiarlo e picchiarlo ancora, ma niente avrebbe alleviato il dolore
di Hinata, nemmeno i miei pugni.
Mentre
corro per i corridoi, guardandomi attorno per intravedere Hinata,
inizia a piovere.
Forse
sono le lacrime che Hinata non riesce a versare.
La
cerco in tutte le aule dell'istituto, anche in infermeria; nel
magazzino degli attrezzi; in palestra; negli spogliatoi; nella sala
delle conferenze, ora adibita a pista da ballo con buffet vari; ma
nessuna traccia.
Spero
non sia in terrazza.
Già,
spero con tutto il cuore di sbagliarmi, ma proprio per togliermi
questa curiosità salgo le scale. Quando apro la porta lo
spettacolo che mi si presenta davanti a me non saprei come definirlo:
da un lato vedo Hinata rannicchiata; ma dall'altro vedo solo un
angelo che seduto sul duro cemento che riposa le sue ali stanche.
Mi
avvicino a lei appoggiando una mano sulla sua spalla, per poi
pronunciare il suo nome. Alza piano la testa: il suo colto è
solo rigato dalla pioggia, che sembra il suo sfogo. Però
lacrime vere e proprio, da parte sua, non ce ne sono.
-Vieni.-
Le
tendo la mano per aiutarla ad alzarsi, l'afferra piano e la porto
verso di me: è così leggera, che sembra quasi una di
quelle candide creature dalle bianche ali, che si sta posando su di
me.
-Non
puoi rimanere sotto la pioggia, dai vieni.-
Sembra
quasi che non voglia muoversi, ma non posso lasciarla a prendersi un
malanno, ragion per cui la prende tra le mie braccia. La porto prima
negli spogliatoi, dove prende dal mio armadietto degli asciugamani
asciutti, per poi portarla in infermeria. La faccio sedere su una
sedia, le tolgo le scarpette e le calze bagnate. Ha un piedino
piccolo, sembra Cenerentola. L'asciugo piano, ma sembra insofferente:
ha lo sguardo fisso nel vuoto e anche quando le sbottono la camicetta
della divisa, per metterle qualcosa di asciutto addosso, non dice
nulla.
Mi
vergogno come un ladro.
-Hinata...
potresti spogliarti tu? Io mi vergogno, scusami.-
-Pe...
perché?- mormora lei con voce sottile.
-Io...
sono un uomo. Non posso...-
-Pe...
per... perché mi ha fatto una cosa così brutta?-
Non
la vedo nemmeno alzarsi: intravedo solo le sue braccia attorno al mio
collo, strette in un abbraccio triste e malinconico. Senza che
vivessi in prima persona la sua situazione, grazie a quel gesto sono
diventato partecipe del suo dolore.
-Pe...
per... perché mi ha fatto una cosa così brutta?- mi
domanda di nuovo.
Ora
sento perfettamente le sue lacrime e i suoi singhiozzi. Non posso
certo dirle che il suo ragazzo era un poco di buono, del tutto
inaffidabile e che la sua amica era una doppiogiochista. Le farei
ulteriormente male.
-Purtroppo
non lo so.-
L'unica
cosa che posso fare è stringere a me quel corpicino così
esile e delicato e rassicurarlo con carezze e abbracci.
So
di per certo che non conterò mai niente per lei.
Suona
la campanella della prima ora, ma nessuno non ci vede a scuola a
parte i colpevoli. Restiamo in infermeria, lei sdraita sul letto e io
seduto accanto a lei. Non penso che metteremo piede oggi in aula,
dato che loro sono nella stessa classe di Hinata.
Restiamo
lì tutto il tempo, lei che stringe la mia mano e io che
l'osservo. Al suono dell'ultima ora, prendo Hinata in braccio e la
riporto a casa. Mio zio, come potevo ben aspettarmi, mi ha fatto il
terzo grado e mi ha incolpato dell'accaduto.
Classico.
Dopo
aver discusso con lui, me ne ritorno a casa ed entro su MSN per
sentire Hinata, sperando che entri in linea: e infatti c'è
solo col messaggio “Non ci sono per nessuno”.
Neji
scrive:
Anche
io sono nessuno?
Hinata
-Lips of an
Angel- [Non
ci sono per nessuno] scrive:
No.
Grazie per oggi.
Neji
scrive:
Dovere.
Hinata
-Lips of an
Angel- [Non
ci sono per nessuno]
scrive:
Capisco...
ci vediamo.
Neji
scrive:
Ricordati
che io ci sono sempre.
Hinata
-Lips of an
Angel- [Non
ci sono per nessuno]
scrive:
Allora...
vieni qui... non lasciarmi sola. Se sto da sola... mi sembra
d'impazzire.
Neji
scrive:
Tuo
padre non me lo permette.
Hinata
-Lips of an
Angel- [Non
ci sono per nessuno]
scrive:
Entra
dalla finestra.
Ora
si che mi sento un vero ladro. Spengo messenger, scendo velocemente e
rientro in macchina: la metto in moto. Neanche 10 minuti e rieccomi
sotto casa sua. Come d'accordo entro dalla finestra, che Hinata aveva
lasciato aperta apposta.
-Grazie...
per essere venuto.-
Ha
gli occhi lucidi. Dopo quell'abbraccio non ha più smesso di
piangere. Quel suo bel viso sorridente è scomparso, adesso c'è
solo un'infinita tristezza.
-Di
nulla.-
Mi
abbraccia appoggiando il suo volto sul mio petto, stringendo la mia
camicia. Proprio non riesco a comprendere il gesto di Naruto: aveva
al suo fianco una ragazza così dolce e gentile come Hinata.
Come si fa a tradirla? Un eccesso di dolcezza? Non lo so.
So
solo che non posso vederla piangere in eterno.
Qualche minuto più tardi
entra sua sorella minore, nonché mia cugina, Hanabi,
quell'emerita stupida, che deve sempre chiedere “Cos'è
successo? Perché hai quella faccia?”. In altre parole ti
assilla fino a quando, stanco del suo interrogatorio, non sei
praticamente costretto a spifferare tutto.
-Dai sorellina! Di carne fresca ce
né al mondo, ma ce né altrettanta da macello!- Le
spiega con la sua solita aria da Miss so tutto io.
-Ha... Hanabi... per favore!- Le
risponde col doppio delle lacrime.
-Su non fare così! Fra
qualche giorno è Natale.-
-Lo so...-
Le lacrime aumentano e questo
mette in agitazione Hanabi che, non sapendo più che fare o
dire, esce lasciandoci soli.
Si ancor stringe a me, cercando
calore, chiudendo gli occhi. Sembra che la mia presenza la rassicuri,
un po' come succedeva, come quando eravamo bambini.
-Non vengo al ballo. Non voglio
vederli.- pigola, aumentando la presa.
-Va bene non preoccuparti.-
-Grazie...-
È passato un mese da allora
e, da quel giorno in avanti, Hinata ha sempre preferito la mia
compagnia, persino a scuola. A ricreazione, durante la pausa pranzo è
con me, come una fidanzatina premurosa. Per lo meno, stando col
sottoscritto ha riacquistato un po' il suo sorriso.
-Hinata!
Neji! Perché siete insieme?- domanda Hiashi, scocciato.
-Ma
padre, stiamo solo pranzando.- si giustifica Hinata.
-Puoi
farlo con le tue amiche.-
-Loro
pranzano coi loro ragazzi.-
-Capisco.
Domani sera c'è il gran ballo, vedi di non rimanere, perché
non te lo perdonerei.-
-Ma
padre...-
-Niente
ma! Tu vieni e basta.-
-Sì.-
Il
padre di Hinata è dispotico, sembra Adolph Hitler. Se prima
aveva un sorriso sulle labbra, ora è tornata di nuovo triste.
-Hai
già una dama, Neji?- mi chiede titubante.
-No.-
-Posso
essere io la tua?-
-Certamente.-
E
il gran giorno è arrivato: so benissimo che Hinata vorrebbe
starmene a letto a deprimersi, ma il padre è stato chiaro e
proprio per questo Hanabi le deve fare da supervisore. Per quanto
riguarda il sottoscritto ho dovuto subire le chiacchiere di Lee e
Tenten per l'intero pomeriggio.
-Bene
Neji! È il tuo momento: l'agnello è una facile preda,
tu ora devi solo prendertela!- dice Lee.
-Lee,
ma sei scemo?- domanda Tenten
-Perché?-
-Perché?
Hinata ha una ferita freschissima... mica dirà subito si a
Neji. Certo col fatto che la sta aiutando, standole vicino è
un grande aiuto, ma non penso proprio che Neji riceverà una
simile ricompensa.-
-E
chi lo sa?-
-Lasciamo
perdere Lee. Piuttosto Neji, vedi di prepararti.-
Ecco
la fatidica parola. Odio mettermi in giacca e cravatta. Sono cinque
anni che lo faccio e purtroppo non ho mai fatto l'abitudine. Come
ogni anno ecco quei due assatanati che mi preparano dignitosamente
per il ballo: smoking nero, camicia bianca e cravatta indaco per
abbinarla ai miei occhi, così ha detto Tenten; per poi passare
ai capelli, una coda alta. Ora che io sono pronto, loro si preparano
nelle stanze accanto: Tenten nel bagno, mentre Lee nella camera dei
miei.
Una
volta pronti, saliamo sulle nostre macchine e via per l'ennesima
volta a scuola. Entriamo e tutti sono già all'opera ad
abbuffarsi e a rimorchiare.
Mi
guardo intorno e Hinata non c'è ancora. Mi siedo su una delle
morbide poltrone, attendendo la mia dama e in quel lasso di tempo
ecco là i due piccioncini a ballare... mi fanno venire la
nausea! Se prendo Naruto lo polverizzo, ma forse è meglio
laciar perdere.
Poi, senza che io me ne accorga,
una ragazza mora dagli occhi indaco estremamente delicati, con una
mascherina bianca in volto si avvicina a me.
-E' da molto che aspetti, Neji?-
Chiede galante.
-Co... come?-
-Sono io.-
Si presenta davanti ai miei occhi
con un vestito di seta lilla, con dei fiorellini azzurri: è
aderente lungo il busto, con la gonna larga. Sì, mia cugina è
una creatura meravigliosa.
-Posso avere l'onore di questo
ballo?-
-Ce... certo, mio cavaliere.- mi
risponde tutta rossa.
Balliamo per tutto il primo, il
secondo e il terzo valzer, raggiungendo senza accorgercene la porta,
dove quello scemo di Lee, mi spinge fuori.
Questa è la mia occasione,
o forse no.
Camminiamo a braccetto per il
giardino addobbato a festa, come una vera coppia. Ma è meglio
non farsi illusioni.
-Neji... posso parlarti?-
m'interroga con tono flebile.
-Ma certo.-
-Sono stata bene con te, in questo
mese. Mi sei sempre stato vicino. Ti ringrazio.-
-Di niente, ci sono sempre.-
-Io... io mi...-
-Sì dim...-
Non
ho il tempo di completare la frase, che lei, timidamente, mi
abbraccia quasi con un velo di timore. Vedo perfettamente il suo
volto imbarazzato, avverto chiaramente il calore del suo corpo, il
dolce profumo di pesco dei suoi capelli, l'inebriante profumo di rosa
che l'avvolge, mi sento così felice e sereno.
-Resta sempre co... con me,
Neji...- mormora timidamente al mio orecchio.
Non riesco a sottrami a
quell'abbraccio così dolce e tenero che resto fermo ed
immobile, guardando un punto vuoto della stanza.
-Come mai questa richiesta?-
-Ecco... io... mi chiedevo...
se... se posso...-
-Qualunque cosa tu stia pensando
di dire, va bene.-
Accarezzo
il suo volto con un gesto debole e, lentamente, avvicino le mie
labbra alle sue, per catturare e far miei quei petali di rosa che
sono le sue labbra e abbandonarmi a quella strana medicina chiamata
amore.
-Ti amo. Ricordalo sempre.-
La guardo con occhi teneri ed
eccola arrossire, annuendo.
-Grazie... Neji... forse ho
trovato una persona speciale. Una persona solo per me.- mi sussurra
dopo avere scoperto i miei sentimenti.
-Mi fa piacere.-
-E' proprio vero, puoi cercare
disperatamente una cosa importante e poi la trovi dopo tanto tempo
accanto a te.-
-Già.-
-Ora... è solo tempo di...
ecco di...-
-Di essere felici.-
-Sì...
Neji.-
Eccomi qua con una nuova NejiHina fresca de stampa.
(ps per kiki e roro - tesori cari, grazie per il 5 posto e appena ho un
pelino di tempo sistemo tutto quello che c'è da sistemare. Ora
come ora, non ne ho molto. Kiss)
Spero vi piaccia, una piccola vicenda di scuola.
che al momento si ferma qui e, quando il tempo permetterà di più, la continuerò!
Spero vi piaccia, attendo tutti i vostri commenti e pareri.
baciu
Shurei
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