Love is the undisturbed balance that binds the universe together.

di Soly_D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Secret weapon (Weisz/Homura) ***
Capitolo 2: *** Massage (Witch/Sister) ***
Capitolo 3: *** How to calm down a girl (Shiki/Rebecca) ***
Capitolo 4: *** Strange symptoms (Shiki/Rebecca + Pino) ***
Capitolo 5: *** No more calculations (Weisz/Homura) ***
Capitolo 6: *** Twister (Shiki/Rebecca) ***
Capitolo 7: *** Let justice be done (Justice/Elsie) ***



Capitolo 1
*** Secret weapon (Weisz/Homura) ***


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Love is the undisturbed balance
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#01. Secret weapon (Weisz/Homura)

Homura maneggia con destrezza la grossa spada di etere e i suoi colpi sono talmente precisi che sferzano l’aria tagliandola in due, eppure non riesce ancora nemmeno lontanamente a scalfire la dura armatura di Weisz. Ci prova in tutti i modi, da diverse angolazioni e con diverse tecniche, ma ogni nuovo tentativo è solo un altro buco nell’acqua.
«Troppo lenta», la rimprovera Arsenal schivando velocemente la lama appuntita della sua spada.
Nonostante si tratti di un semplice allenamento, Homura non è disposta a perdere, perciò decide di sfoderare la sua arma segreta, un’arma che probabilmente non tirerebbe fuori se il suo avversario non fosse Weisz. Piegando le ginocchia e inclinando il busto lateralmente, la spadaccina carica un nuovo colpo di spada con l’intenzione di colpire Arsenal ad una gamba e contemporaneamente si impegna affinché la spallina del leggero kimono che indossa ricada sulla spalla scoprendo la clavicola e il taglio del seno abbondante. Come previsto, Arsenal reagisce al suo attacco in maniera un po’ più lenta del solito a causa di un’eccessiva attenzione nei confronti della porzione di pelle nuda che il suo obiettivo ha appena inquadrato.
«Troppo distratto», lo rimbecca Homura con un sorriso ed è certa che dietro il pesante elmo metallico si nascondano due pupille lucide e dilatate, e due guance leggermente arrossate.
Nel mentre, la lama della spada cozza duramente contro la gamba di Arsenal facendogli perdere l’equilibrio. Homura esulta interiormente pregustando già il sapore della vittoria quando, poco prima che si rimetta in piedi con la spada trionfante sopra la testa, Arsenal le afferra inaspettatamente un braccio e la tira verso di sé. Rotolano insieme, quasi abbracciati l’uno all’altro, finché Homura non si ritrova spalmata sull’armatura di Arsenal, a sua volta steso per terra. E come se la posizione non fosse già pericolosa per il suo pessimo autocontrollo, Weisz decide di togliersi l’elmo rivelando il volto imperlato di minuscole goccioline di sudore, i capelli biondi un po’ arruffati e l’accenno di un sorriso all’angolo della bocca.
«Hai vinto».
Homura ci prova a stare zitta, ci prova con tutta se stessa, ma le labbra di Weisz sono fin troppo vicine e il suo respiro caldo, un po’ affannato, le solletica il volto in maniera tremendamente invitante.
«Quanto vorrei baciarti, ora...».
Weisz sgrana gli occhi, visibilmente sorpreso e imbarazzato. «Hai di nuovo pensato ad alta voce, Homura», le fa notare con un filo di voce.
«Lo so».
Weisz ha appena il tempo di metabolizzare la risposta che si ritrova le labbra di Homura premute contro le proprie e le sue mani infilate tra i capelli, e altro non gli rimane da fare se non ricambiare con tutta la passione che ha in corpo e circondare la spadaccina con le braccia rivestite di metallo. Tuttavia, mentre solleva con le mani la stoffa del kimono che, traditore, gli ha fatto perdere un combattimento ma guadagnare un bacio, Weisz non può fare a meno di rimanere deluso: la sua armatura sarà anche forte e veloce, sarà anche necessaria per combattere i nemici e difendere i suoi amici, ma se gli impedisce di sentire la morbidezza della pelle di Homura sotto le dita e la rotondità delle sue forme nei palmi delle mani, allora è certo che non resisterà ancora per molto con tutto quel metallo addosso.







Note dell’autrice:
Dedicata
come sempre a Sissi che ama questi due <3 Se dovessero venirmi in mente altri momenti su questa coppia, potrei decidere di far diventare questa flash una raccolta.
Grazie a chi legge e vorrà farmi sapere cosa ne pensa. Ne approfitto per augurare buon anno a tutti voi!
PS. Se non vi dispiace, passate QUI per accettare le Stelle Luminose tra i personaggi della sezione. Forza, facciamo crescere il fandom!

Soly Dea

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Capitolo 2
*** Massage (Witch/Sister) ***


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#02. Massage (Witch/Sister)

Facendosi coraggio, Sister si rivolge a Witch con un sorriso: «Non è che mi faresti un bel massaggio, eh, Witch?».
Di fronte al cipiglio perplesso della bella strega, Sister non può fare a meno di essere grata a Shiki per aver chiesto a Witch di non indossare l’elmo protettivo, perché in questo modo Sister può finalmente godersi ogni sguardo e ogni espressione della sua Stella Luminosa preferita.
«Perché?», chiede Witch visibilmente sorpresa. «Noi androidi non abbiamo bisogno dei massaggi. I nostri muscoli sono progettati in modo tale da non soffrire la tensione, lo stress, le contrazioni muscolari e…».
«Lo so», la blocca Sister abbassando lo sguardo intriso di delusione. «È solo che quando lo fai a Rebecca e ad Homura, sembrano stare così bene… Volevo solo provare qualcosa di un po’ più umano».
Da quando Sister è tornata a bordo della Edens Zero per servire il nuovo Re Demone Shiki, sente dentro di sé bisogni, sensazioni ed emozioni diverse, più profonde rispetto a quelle che avvertiva quando era al servizio del suo predecessore Ziggy. E qualcosa le dice che si tratta dell’influenza dei suoi nuovi amici umani con i quali viaggia alla ricerca della Madre.
«Preferisci il massaggio all’olio, il massaggio elettrico o il massaggio con tortura e piacere?».
Sister solleva di scatto la testa con gli occhi che brillano e il sorriso di Witch le lascia intendere che sì, gli androidi non hanno bisogno dei massaggi, ma per lei farà un’eccezione. E nonostante quello con tortura e piacere sembri alquanto intrigante, forse è meglio rimanere sul classico…
«Credo che il massaggio all’olio andrà benissimo, grazie!».
Quando Witch la conduce nella stanza adibita ai massaggi e le chiede di spogliarsi, di nuovo Sister non capisce da dove spunti quel lieve senso di vergogna, emozione tipicamente umana mai provata in passato, che avverte nel mostrarsi nuda di fronte a Witch e che la porta a coprirsi il seno abbondante con le mani fin quando l’androide non le passa l’asciugamano da legare intorno al busto.
Tuttavia, ogni pensiero va a farsi benedire nel momento in cui, stendendosi sul lettino, Sister sente le mani fresche e oleose di Witch che cominciano a modellarle le spalle con movimenti lenti e circolatori. Ed è vero, i suoi muscoli non sono né tesi né contratti e quei massaggi non le recano particolari benefici fisici, ma sapere che Witch si sta dedicando con impegno al suo corpo e avvertire quelle dita scorrere piacevolmente sulla pelle la fa sentire in pace con se stessa e con l’universo.
«Ti sta piacendo, Sister?».
Sister poggia una guancia sul lettino e rivolge un occhio a Witch il cui viso concentrato – concentrato per lei, per darle piacere – non le è mai sembrato così bello. Infine chiude gli occhi, godendosi a pieno il momento.
«Sì, Witch, mi sta piacendo tantissimo».
E chissà, se gli androidi sono in grado di provare sentimenti come l’affetto e l’amicizia, allora forse vale lo stesso per… l’amore?









Note dell’autrice:
Ho deciso di far diventare la flash precedente una raccolta, non solo su Weisz e Homura, ma su varie coppie (compresa ovviamente la mia Shiki/Rebecca). Il titolo (letteralmente "L'amore è quell'equilibrio indisturbato che tiene insieme l'universo") è una frase che ho trovato su Google e che mi sembra perfetta per una storia che parla di amore in una navicella che viaggia nell'universo.
Spero che la flash vi sia piaciuta. In generale non shippo yaoi e yuri, ma queste due insieme non mi dispiacciono affatto <3 Il massaggio con tortura e piacere non me lo sono inventato: compare nel cap. 29 del manga XD
Grazie a chi leggerà e vorrà farmi sapere cosa ne pensa.
Rinnovo l'invito: passate QUI per accettare le Stelle Luminose tra i personaggi della sezione. Forza, facciamo crescere il fandom!

Soly Dea

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Capitolo 3
*** How to calm down a girl (Shiki/Rebecca) ***


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*IMPORTANTE*
Lo scrivo qui in alto per attirare di più la vostra attenzione XD
Sarei felicissima se passaste
QUI ad accettare le Stelle Luminose tra i personaggi della sezione, in modo che io possa aggiungerle alle mie storie. GRAZIE e buona lettura! <3


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#03. How to calm down a girl (Shiki/Rebecca)

«Ciao, ragazzi! Sono di nuovo io, Rebecca! Bentornati su…». La B-Cuber fa una piroetta su se stessa stringendo tra le braccia il suo fidato robot-gatto blu e poi lancia un occhiolino al suo pubblico che la guarda dall’altra parte del B-Cube. «…Aoneko Channel!».
Da quando ha lasciato Bluegarden per andare alla ricerca della Madre insieme a Shiki, Weisz, Homura e tutti gli altri, le visualizzazioni ai suoi video sono addirittura triplicate e Rebecca è sempre ben felice di aggiornare i suoi fan sui progressi del viaggio a bordo della Edens Zero.
«Oggi vi parlerò delle mie teorie a proposito della Madre! Alcuni credono che sia solo una leggenda, altri sono convinti che esista davvero, altri ancora affermano di averla vista, ma secondo me la verità è che…».
Il discorso va avanti per interi minuti fin quando Happy non sussurra all’orecchio di Rebecca «Abbiamo un intruso…».
Perplessa, la B-Cuber si ammutolisce all’improvviso e si guarda intorno alla ricerca dell’intruso fin quando, voltandosi, non si ritrova il viso capovolto di Shiki a pochi centimetri dal proprio. Sfruttando l’Ether Gear, il giovane Re Demone fluttua a testa in giù con le braccia e le gambe incrociate, come mantenuto da una corda invisibile attaccata al soffitto della Edens Zero.
«SHIKI!», protesta Rebecca, mentre Happy scivola dalle sue braccia capendo che è meglio allontanarsi. «Da quanto tempo penzolavi in questo modo alle mie spalle?!».
«Più o meno dall’inizio del video…».
«COSA?!», esclama Rebecca saltando su tutte le furie.
Il sorriso abbandona il volto di Shiki lasciando il posto ad un’espressione profondamente dispiaciuta. «È che mi annoiavo… volevo solo sentire cosa stessi dicendo…».
«E non potevi semplicemente metterti seduto in un angolo?!».
Colpevole, Shiki si fa piccolo piccolo mentre Rebecca lo rimprovera per lunghi minuti di non aver ancora imparato le buone maniere e di aver rovinato il suo bellissimo video. A causa sua, infatti, la B-Cuber dovrà cancellare le riprese fatte fino a quel momento e ricominciare tutto da capo, il che significherà allungare i tempi e…
Di colpo, mentre è ancora intenta a parlare – o meglio, urlare – Rebecca viene zittita dalle labbra di Shiki premute contro le proprie. E se lui non la stesse sostenendo per le braccia, probabilmente le gambe della B-Cuber cederebbero per la sorpresa e l’emozione.
«S-Shiki…?», sussurra Rebecca con tono interrogativo, le guance rosse come mele mature e il cuore che sembra volerle scoppiare nel petto.
«Weisz dice che quando una ragazza è arrabbiata, basta un bacio per farla calmare…».
Rebecca si ritrova ad ammettere che Weisz ha proprio ragione – la rabbia per il video bruscamente interrotto è svanita nell’esatto momento in cui Shiki l’ha baciata – ma un dubbio a dir poco assillante non le permette di godersi a pieno il momento.
«E tu mi hai baciato solo per farmi calmare…?».
«No». Shiki le sorride raggiante. «Ti ho baciato perché sei tu, Rebecca, e non c’è altra ragazza che io voglia baciare all’infuori di te».
Commossa per la dichiarazione appena ricevuta, questa volta è Rebecca a catturare la bocca di Shiki e a stringergli il volto tra le mani. Certo, il fatto che lui se ne stia ancora a testa in giù non le permette di abbracciarlo, ma per ora va bene così – hanno tutta la vita davanti per approfondire.
Nel frattempo, Happy sghignazza divertito con gli occhi fissi sul B-Cube che Rebecca ha dimenticato di chiudere: chissà come reagirebbero gli iscritti di Aoneko Channel se il video del bacio tra Rebecca e Shiki finisse online…








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Capitolo 4
*** Strange symptoms (Shiki/Rebecca + Pino) ***


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#04. Strange symptoms (Shiki/Rebecca + Pino)

Rebecca deve proprio ammetterlo: se da una parte il fatto che Pino sia in grado di captare le condizioni vitali degli esseri umani risulta certamente molto utile tanto in battaglia quanto nella vita quotidiana, dall’altra parte contribuisce a creare situazioni alquanto sconvenienti
«Signorina Rebecca», insiste Pino con tono preoccupato. «Sicura di sentirti bene?».
Per la terza volta in soli pochi minuti, Rebecca si ritrova ad annuire, ma questo non serve a tranquillizzare la piccola androide: «È solo che… il tuo battito cardiaco è così accelerato! E percepisco anche un lieve aumento della temperatura corporea simile a quello provocato dalla febbre, in particolare sulle guance».
Rebecca sta per ribattere quando Shiki, sporgendosi pericolosamente verso di lei, le posa una mano sulla suddetta guancia accaldata per poi emettere il suo personale verdetto: «Pino ha ragione, Rebecca. Forse dovresti passare in infermeria».
Squadrata da quegli occhi neri e profondi come lo spazio capaci di scombussolarla fin dentro l’anima, Rebecca si sente letteralmente andare a fuoco.
«S-sto benissimo, Shiki, non preoccuparti! E tu, Pino, vieni con me».
Decisa a risolvere la situazione prima che diventi insostenibile, Rebecca si allontana con Pino che trotterella dietro di lei. Quando le due arrivano in un angolo appartato della Edens Zero, la B-Cuber si accovaccia all’altezza della piccola androide.
«Non ci girerò intorno, perché è giusto che tu sappia come funzionano certe cose umane ed io non ne posso più di mentirti», comincia con un sorriso un po’ tirato. «Hai visto che Shiki, poco fa, mi ha abbracciato stretta stretta come suo solito, no?».
Pino annuisce, visibilmente curiosa di scoprire cosa c’entri il master in tutto questo.
«Be’, vedi, a me Shiki piace moltissimo e per questo, quando sono particolarmente vicina a lui, il mio corpo reagisce in un determinato modo. È una cosa che purtroppo non posso controllare».
Di fronte a tale rivelazione, Pino è così sorpresa da sgranare gli occhi e sollevarsi sulle punte dei piedi. «Che coincidenza! Il professor Weisz mi ha già parlato di qualcosa di simile…».
«C-cosa?».
«Ogni volta che il master Shiki ti vede indossare un bel vestito, la sua temperatura corporea aumenta notevolmente! E dovresti vedere come si agita quando incontriamo qualche tuo ammiratore troppo insistente…», spiega Pino con candida innocenza. «Per non parlare di quando ti è caduto l’asciugamano e sei rimasta nuda davanti a lui: il suo flusso sanguigno sembrava impazzito, tanto da concentrarsi tutto in mezzo alle gambe…! Il professor Weisz dice che questo è il segno che tu al master Shiki piaci moltissimo».
Rebecca non riesce a credere alle proprie orecchie. Con il volto nuovamente paonazzo e il cuore che batte veloce come un treno in corsa, la B-Cuber si rialza in piedi e sporge la testa oltre il muro captando la figura distante di Shiki che chiacchiera con Weisz e Homura. Quasi avesse letto nei suoi pensieri, il giovane Re Demone volta la testa verso di lei scoccandole un sorriso così bello e luminoso che Rebecca, incoraggiata dalle parole di Pino, non può che convincersi del fatto che i suoi sentimenti per lui non siano affatto a senso unico.
«Grazie, Pino», conclude Rebecca accarezzando la testa della piccola androide.
«Oh, non c’è di che!».
Avendo compreso un po’ meglio come funzionano i sentimenti umani, Pino sospira sognante. Forse dovrebbe aiutare anche il professor Weisz e la signorina Homura…








Note dell'autrice:
Di solito tendo a ignorare i personaggi marginali, ma Pino ha davvero conquistato il mio cuore e mi piace molto farle fare da cupido <3
Spero che anche questa flash vi sia piaciuta nonostante non tratti uno specifico momento tra Shiki e Rebecca. Ovviamente è ambientata in un futuro in cui i loro sentimenti sono già ben radicati e non vedono l'ora di uscire.
Grazie a chi legge e recensisce, alla prossima (credo una Weiszmura) <3

Soly Dea


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Capitolo 5
*** No more calculations (Weisz/Homura) ***


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#05. No more calculations (Weisz/Homura)

Dopo aver riflettuto a lungo e aver fatto numerosi calcoli, Weisz giunge ad un risultato ben preciso: se Homura fosse innamorata di lui, lo avrebbe già ammesso ad alta voce come suo solito e poi si sarebbe tappata la bocca con le mani esclamando «Ops, l’ho detto davvero?!», ma Weisz non l’ha mai sentita borbottare nulla del genere e quindi la conclusione è che Homura non lo ama. Questa consapevolezza, però, non lo scoraggia dal desiderio impellente di dichiararle i propri sentimenti a cuore aperto. Chissà, magari la sua dichiarazione potrebbe farle cambiare idea in futuro…
È con questa speranza che Weisz spalanca di colpo la porta della stanza di Homura e, prima ancora di poter captare con gli occhi la sua figura, esclama tutto d’un fiato: «Homuraiosonoinnamoratodite!».
«…Eh?».
Homura, seduta sul letto a frizionarsi i capelli umidi con un asciugamano, volta repentinamente la testa verso di lui, turbata dalla brusca intrusione e da quella frase a dir poco incomprensibile.
Weisz deglutisce a vuoto, le guance già accaldate di fronte alla visione di Homura in accappatoio. Forse, prima di entrare, avrebbe fatto meglio a bussare…
«E-ehm, vuoi che ripassi più tardi?».
«Weisz», dice Homura mettendosi in piedi senza smettere di guardarlo intensamente negli occhi. «Ripeti quello che hai detto. Ora. Perché non sono sicura di aver capito bene».
A questo punto, Weisz si dice che non può più tirarsi indietro. O la va o la spacca.
«Ho detto…», riprende più lentamente, stringendo la maniglia della porta con tanta forza da poterla rompere. «…che sono innamorato di te».
Ad Homura cade l’asciugamano dalle mani e Weisz può già calcolare come andranno le cose: la spadaccina gli dirà che gli vuole bene, che lo trova pure carino, ma che non prova nulla per lui se non un sincero affetto e alla fine si scuserà proclamandosi profondamente dispiaciuta. Weisz si prepara psicologicamente ad incassare il colpo al cuore, un po’ come quando incassa i colpi della spada di Homura durante gli allenamenti, ma inaspettatamente la spadaccina pronuncia tutt’altre parole.
«Weisz…», sussurra con gli occhi lucidi e le guance rosse, piegando gradualmente le labbra in un dolce sorriso. «Anche io sono innamorata di te».
«D-DAVVERO?!».
«Ti pare che scherzo?».
Weisz è talmente scioccato che quasi non riesce a crederci. Lui, proprio lui che con i calcoli è sempre stato un genio indiscusso, stavolta li ha sbagliati tutti, dal primo all’ultimo.
«E perché non l’hai mai ammesso ad alta voce, come fai di solito?», le chiede con un filo di voce.
«Be’…», comincia Homura muovendo qualche passo nella sua direzione fino a pararsi di fronte a lui. «Quando penso ad alta voce, si tratta per lo più di riflessioni personali, commenti ironici oppure a sfondo… ehm, sessuale, diciamo. È facile ammettere cose del genere ad alta voce. Ma se si tratta di un sentimento profondo, non riesco proprio ad esternarlo… o almeno finché non ho la certezza che sia ricambiato».
Weisz annuisce, sorpreso e affascinato dalla complessa personalità di Homura che sfugge a tutti i suoi calcoli, e per un intero minuto resta in silenzio a guardarla sentendo di amarla già un po’ di più.
«Allora…», esordisce all’improvviso Homura un po’ accigliata, posizionando le mani sui fianchi. «Hai intenzione di baciarmi sì o no?».
Di fronte allo sguardo insistente della spadaccina e alla sua richiesta così esplicita, Weisz si rende conto che è il momento di abbandonare tutti i calcoli per lasciarsi semplicemente guidare dall’istinto. L’attimo dopo, con la velocità che lo contraddistingue come Arsenal, cattura le labbra di Homura in un lungo bacio mozzafiato e infila le dita tra i suoi capelli umidi chiedendosi come abbia fatto a resisterle fino ad ora. Homura si scioglie subito, ricambiando il bacio con altrettanta passione e circondandogli la schiena con entrambe le braccia.
«Oh, Weisz…», la sente mormorare ad un tratto contro le sue labbra. «Quanto vorrei che mi togliessi quest’inutile accappatoio…».
Weisz può già sentire la stoffa dei pantaloni tirare all’altezza dell’inguine. «Homura… l’hai detto ad alta voce».
«Eh già…».
Weisz la bacia di nuovo e nel frattempo raggiunge con mani impazienti la cinta dell’accappatoio di Homura, pronto a soddisfare le sue (e le proprie!) voglie ormai non più così tanto segrete.









Note dell'autrice:
L'enfasi che ho dato alla metafora dei "calcoli" è per indicare come Weisz, sempre riflessivo, si ritrovi poi a seguire il cuore grazie ad Homura.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, a forza di scrivere su questa coppia la sto apprezzando sempre di più, infatti non escludo di scriverci ancora molto presto.
Grazie a chi segue la storia e recensisce, alla prossima <3

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Capitolo 6
*** Twister (Shiki/Rebecca) ***


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#06. Twister (Shiki/Rebecca)

Quando non ci sono nemici in vista, Shiki e Rebecca trascorrono il loro tempo libero a sfidarsi ai videogiochi.
«Voglio giocare a questo!», dice Shiki con entusiasmo indicando con il dito una delle opzioni sullo schermo che lui e Rebecca non hanno ancora provato.
«A Twister?», risponde Rebecca un po’ titubante. «Non credo che sia una buona idea. È un gioco vecchio e noioso…», dice la B-Cuber in maniera tutt’altro che convincente.
«Ti prego, ti prego, ti prego!», insiste Shiki con gli occhi speranzosi di un bambino, tanto che Rebecca finisce per accontentarlo.
Pochi minuti dopo, sullo schermo della console compare una sorta di orologio diviso in tanti spicchi colorati associati alle immagini di mani e piedi, mentre sul pavimento della stanza viene proiettato un tappeto con cerchietti dai colori corrispondenti a quelli visibili sullo schermo. Shiki è abbastanza sicuro di aver capito come funziona: se ad esempio la lancetta dell’orologio si fermerà sullo spicchio rosso indicando l’immagine del piede destro, allora lui dovrà posizionare il piede destro sul cerchietto rosso del tappeto.
All’avvio del gioco, in effetti Shiki non ci trova nulla di particolarmente divertente: Rebecca è costretta a spalmarsi sul tappeto a pancia in su pur di raggiungere un cerchietto giallo con il piede sinistro e un cerchietto blu con la mano destra, mentre Shiki si ritrova in piedi con le gambe divaricate per poter premere i piedi su due cerchietti parecchio lontani tra loro.
Al quinto giro di lancetta, però, l’orologio indica a Shiki di arrivare con una mano al lato della testa di Rebecca. Senza pensarci troppo, Shiki scivola in ginocchio sul tappeto e poi si piega in avanti fino a sovrastare il corpo della B-Cuber per poter allungare la mano verso il punto stabilito. Solo quando si accorge dei grandi occhi blu di Rebecca fissi su di sé, Shiki si rende conto di starle praticamente addosso, comodamente sistemato tra le sue gambe. In realtà non sta toccando nessuna parte del corpo di Rebecca, ma la posizione è talmente precaria e i loro corpi talmente vicini che basterebbe un solo movimento sbagliato affinché sbattessero l’uno contro l’altro. E se da una parte questa idea lo intimorisce – Rebecca gliela farebbe pagare cara! – dall’altra parte non può che allettarlo: è da un po’ di tempo, infatti, che Shiki si chiede se le sinuose forme di Rebecca siano morbide e accoglienti esattamente come appaiono da sopra i vestiti, soprattutto quando la B-Cuber indossa quell’attillata tutina spaziale che lascia poco spazio all’immaginazione.
Poi arriva il peggio: seguendo le istruzioni dell’orologio, Rebecca è costretta a sporgersi leggermente in avanti in modo tale da intrufolare la mano libera tra i loro corpi e raggiungere il cerchietto vicino al proprio ginocchio. Il risultato è che Shiki si ritrova il volto di Rebecca a pochi millimetri dal proprio e il suo braccio che lo sfiora pericolosamente tra le cosce.
«R-Rebecca…», sussurra il Re Demone a corto di fiato con gli occhi fissi sulle labbra dischiuse della B-Cuber, la quale è talmente rossa d’imbarazzo da non riuscire nemmeno a sostenere il suo sguardo.
Shiki vorrebbe dirle che gli dispiace tanto per averla coinvolta in una situazione così sconveniente (ed è vero, o almeno in parte), ma poi l’orologio segnala l’ultimo turno, quello definitivo, e lo sguardo insistente di Rebecca sembra urlargli “Fai quello che devi fare e finiamola qui”.
Alla fine, Shiki acconsente alla richiesta del gioco di allungare un braccio fino a raggiungere un cerchietto sopra la testa di Rebecca. Tuttavia, nell’atto di tendersi in avanti, sente il respiro caldo della ragazza infrangersi sul proprio collo e il suo braccio accarezzarlo involontariamente all’altezza dell’inguine. Preda di un forte batticuore e di inaspettate quanto piacevoli fitte allo stomaco, Shiki perde improvvisamente l’equilibrio e ricade sul corpo inerme di Rebecca che , è morbido e accogliente esattamente come immaginava.
«Forse…», mormora inaspettatamente la B-Cuber sfiorandogli la schiena con le mani come a volerlo abbracciare. «…giocare a Twister non è stata poi un’idea così cattiva, no?».
Quando Shiki solleva la testa per specchiarsi negli occhi di Rebecca, infatti, non vi trova alcuna traccia di rabbia: solo un immenso imbarazzo, un po’ di esasperazione mista ad una punta di divertimento e qualcosa di languido che Shiki non riesce a definire, ma che lo strega a tal punto da fargli poggiare le labbra su quelle di Rebecca in un estremo impeto di coraggio.
E mentre spera che la B-Cuber non si accorga della lieve presenza tra le sue gambe scaturita dal loro continuo strusciarsi, Shiki si rende conto di non essere più bambino come quando ha lasciato Granbell. E il merito è della bellissima bionda che gli sta sotto e che al momento sta ricambiando il suo bacio come se non aspettasse nient’altro dall’inizio del gioco.










Note dell'autrice:
Se non siete troppo giovani, sapete che Twister è un gioco che andava di moda in passato. Qui l’ho trasformato in un gioco “virtuale” adatto all’universo di EZ. Spero che l’idea vi sia piaciuta, ringrazio in particolare la mia cara amica Zomi per avermi inviato un’immagine che mi ha ispirato questa storia. E grazie a chi segue la storia e recensisce, alla prossima <3

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Capitolo 7
*** Let justice be done (Justice/Elsie) ***


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*IMPORTANTE*
1. Se non avete letto l'ultimo capitolo di Edens Zero, ovvero il 124 "Kiss and die", sappiate che la storia scritta qui di seguito contiene ENORMI SPOILER.
2. Potreste cliccare su
AGGIUNGI PERSONAGGI  e votare Elsie Crimson e Justice/James Holloway in modo che io possa aggiungerli in questa storia? GRAZIE! 


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#07. Let justice be done (Justice/Elsie)

«Sei bellissima».
James glielo dice con una tale convinzione e una tale intensità nello sguardo che Elsie fa quasi fatica a dubitare di tali parole. Quasi, appunto, perché a lei suonano del tutto inopportune. Allora si toglie la benda dal volto mostrandogli per la prima volta la cicatrice sgradevole e cucita male che un tempo ospitava il suo occhio destro, ricordo della cruenta guerra nel Kaede Cosmos.
«Lo pensi ancora, James?».
Per nulla disgustato, James solleva una mano e sfiora con le dita la pelle chiara e sensibile della cicatrice. Elsie rabbrividisce.
«Potresti aver perso anche l’altro occhio oppure un braccio o una gamba, ma per me rimarresti sempre la bellissima principessa della quale ero e sono stupidamente, irrimediabilmente innamorato».
Elsie sgrana l’occhio integro, le sue guance si colorano d’imbarazzo.
«Non sono più una principessa», gli fa notare. «E sarebbe molto sconveniente se si scoprisse che un paladino della giustizia come te ha una relazione segreta con un pirata come me».
«Abbiamo una relazione segreta, Elsie?». Il tono di voce di James è sorpreso e compiaciuto al tempo stesso.
Ora Elsie è rossa in volto quanto i suoi capelli. Come diamine ha potuto lasciarsi sfuggire una cosa del genere? È certamente innegabile che da quando il nuovo Re Demone Shiki Granbell e il suo equipaggio della Edens Zero hanno riportato la pace e la serenità nell’universo lei e James si incontrano molto più spesso – a volte per un motivo valido, a volte con una scusa banalissima – ed è anche vero che si sono scambiati non pochi baci al riparo da occhi curiosi, ma forse “relazione segreta” è una parola grossa.
«B-be’, intendevo solo dire che…».
«Ottimo», la interrompe James, tirandola verso di sé e baciandola sulle labbra. «Rendiamo giustizia a questa relazione allora».
Elsie sente il cuore battere così forte che teme possa uscirle fuori dal petto. Ha sempre odiato l’ossessione di James per la giustizia, ma la sua bocca è così famelica, la sua lingua così esigente e le sue mani così calde e disinibite che stavolta la piratessa non trova nulla da ridire.






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