Untold Story

di Europa91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. I Escape ***
Capitolo 2: *** Cap.II Our Paradise ***
Capitolo 3: *** Cap.III Dive ***
Capitolo 4: *** Cap.IV Meeting ***
Capitolo 5: *** Cap.V Answers ***
Capitolo 6: *** Cap.VI Truth ***
Capitolo 7: *** Cap.VII Happiness ***
Capitolo 8: *** Cap.VIII Decision ***
Capitolo 9: *** Cap.X Kings ***
Capitolo 10: *** Cap.IX Love ***
Capitolo 11: *** Cap.XI Brother ***
Capitolo 12: *** Cap.XII Explanation ***
Capitolo 13: *** Cap.XIII Plan ***
Capitolo 14: *** Cap.XIV Mission ***
Capitolo 15: *** Cap. XV Levi ***



Capitolo 1
*** Cap. I Escape ***


Salve, allora una piccola premessa mi sembra necessaria, questa è la prima volta in assoluto che pubblico qualcosa e ho deciso di esordire con una Ken x Uri di cui questo fandom a mio avviso ha un disperato e urgente bisogno (cioè dai, insomma, Kenny e’ troppo figo come si fa a non scrivere su di lui?!). Detto ciò, sappiate che se state leggendo questa storia dovete ringraziare Marta/Ode To Joy che mi ha dato la spintarella necessaria per trovare la forza di pubblicarla!!! Grazie ancora cara per l’infinita pazienza, sopportazione e consigli!!XD (e se non l’avete ancora fatto vi consiglio di andare a leggervi le sue storie che sono fantastiche!!!) Ora basta, penso di avervi annoiato abbastanza quindi vi auguro buona lettura!!!

 

 

 

 

 

Cap. I   Escape

 

 

 

 

Avrebbe dovuto essere una mattina normale, una “fottuta” mattina come tante altre, in cui lui, Kenny Ackerman avrebbe dovuto accompagnare Uri fuori dalla capitale a svolgere dei compiti che ora sinceramente nn ricordava, be’ di sicuro essere il vero sovrano comportava anche quello, correre da una parte all’altra delle mura per i motivi più svariati, e lui, da brava guardia del corpo qual era, doveva semplicemente seguire il suo re. 

 

“Non ti sembra di star lavorando troppo?” 

Chiese Kenny osservando Uri; ultimamente sembrava sempre stanco, affaticato, anche quel giorno aveva un aspetto quasi malaticcio. 

 

“Non preoccuparti, Kenny è solo una visita in una piantagione, avevo promesso a quei contadini che avrei assistito al raccolto del nuovo anno” fece Uri sforzandosi di sorridere.

 

 “Per me hai un’aspetto di merda, fossi in te sarei rimasto a casa a riposare; non potevi, che ne so, mandarci quel bastardo di Rod a questa cazzo di piantagione?! Siamo già in viaggio da più di un’ora e ho il sedere distrutto su questa fottuta carrozza” sbottò massaggiandosi il fondoschiena.

 

“Kenny ti prego abbassa la voce” 

 

“Non abbasso la voce, poi scusa tu sei il nostro cazzo di sovrano, se non ti senti bene perché non puoi semplicemente far fare ad altri il tuo lavoro?” Certe volte non capiva proprio i comportamenti di Uri.

 

“Ti ho già detto che sto bene Kenny” 

 

“Stronzate tu non..” ma nn ebbe il tempo di finire la frase che il sovrano fece segno di fermare la carrozza sulla quale stavano viaggiando, fece appena in tempo a correre fuori per vomitare la colazione sul ciglio della strada, sotto lo sguardo severo dell’altro.

 

“Ora Uri, metti il tuo culo secco su questa carrozza del cazzo e torniamo a Mitras, non ti reggi in piedi e oggi hai proprio un aspetto di merda, nessuna obiezione” disse avvicinandosi per sorreggerlo e abbracciandolo goffamente; Uri sorrise, quello era il massimo che ci si poteva aspettare pubblicamente da Kenny Ackerman, il sovrano però non poteva non essere felice di averlo ogni giorno al suo fianco, anche ora, nonostante lo stesse ricoprendo d’insulti, Uri riusciva a leggere tra le righe, tutta la preoccupazione per la sua salute, Kenny era quasi tenero e protettivo, si, decisamente Uri adorava le rare volte in cui il suo compagno lasciava intravedere questo lato del suo carattere. A prima vista Kenneth Ackerman poteva sembrare tutto tranne che premuroso, ma Uri sapeva, sapeva di come ogni mese mandasse parte del suo stipendio alla sorella minore, Kuchel, per cercare di farle avere una vita dignitosa; e ora anche con lui, come si stava preoccupando assurdamente per quel piccolo viaggio e per la sua salute.

 

“Kenny, veramente sarà una cosa veloce, non posso venir meno ai miei doveri, che esempio sarei per il mio popolo?” 

 

“Un esempio che ha l’aspetto di un fottuto morto e non di un sovrano” 

 

“Ti prometto che da domani riposerò a dovere e una volta tornati a casa chiamerò il mio medico personale per farmi visitare, dammi un po’ di fiducia Kenny, non ti fidi più di me?” 

 

“Non fare questo gioco del cazzo con me Uri” 

 

“Starò bene” disse rientrando nella carrozza e dandogli un veloce bacio a stampo, lo squartatore rimase congelato per un attimo; come sempre, con un semplice bacio, Uri aveva messo a tacere tutte le sue difese, e Kenny dal loro primo incontro aveva capito che non avrebbe mai potuto vincere contro di lui, nn importava su quale campo si svolgeva lo scontro, se fisico o verbale, contro Uri Reiss, Kenneth Ackerman avrebbe sempre e inevitabilmente perso.

 

“Manca ancora molto? Sai che detesto queste carrozze, avremmo fatto prima a cavallo” sbuffò poco dopo.

 

“Per la mia sicurezza”  

 

“chi mai cazzo proverebbe a farti del male sapendo che Kenny lo squartatore e’ la tua guardia del corpo? O vuoi farmi credere che ho perso tutta la mia credibilità?” Uri gli sorrise. 

 

“Sei la miglior guardia del corpo che potesse capitarmi” ed era sincero.

 

“Non adularmi, non ne hai un cazzo di bisogno Uri” 

 

“Quando la smetterai di fare sempre lo stronzo?” 

 

“Linguaggio, vostra maestà” disse Kenny avvicinandosi. 

 

“Ho imparato dal migliore” sorrise Uri avvicinandosi anche lui e lasciando che le labbra dell’altro lo raggiungessero, restarono così per qualche minuto, baciandosi e scambiandosi carezze, venendo interrotti dall’improvviso arrestarsi della carrozza.

 

“Ma cosa? Non possiamo essere già arrivati” mormorò allarmato il vero sovrano dell’umanità.

 

“Resta qui Uri, non uscire per nessun cazzo di motivo” ordino’ Kenny. 

 

“Sai che so badare a me stesso” gli rispose contrariato, tuttavia fece come detto e non si mosse.

 

 “Lasciami fare il mio lavoro” sbotto’ prima di precipitarsi fuori dall’abitacolo.

 

“Be’ si può sapere per che cazzo di motivo..” ma non terminò la frase, davanti a lui si trovavano i corpi mutilati degli uomini che componevano il resto della scorta. 

 

“Fermatevi vi preg...” Kenny arrivò giusto in tempo per vedere uno degli assalitori sgozzare l’ultimo dei suoi uomini.

 

 “chi cazzo siete e cosa cazzo volete eh? Non sapete di chi è questa carrozza pivelli?” Urlò, palesando la sua presenza.

 

L’uomo si voltò ghignando, “Oh lo sappiamo benissimo squartatore, per quello ci hanno ordinato di venire qui, forza voi altri trovate Uri Reiss e seguite il piano, io farò fuori Ackerman” 

 

“oh quanta insolenza moccioso, credi veramente di essere in grado di farmi fuori?” Fece Kenny ghignando e caricando la sua pistola.

Bastarono un paio di colpi per finire il tizio che li aveva attaccati. 

 

“Tz non mi sono nemmeno impegnato, credevo foste ossi più duri” ma in quel momento si accorse che c’era qualcosa che non tornava, gli altri uomini dovevano essere andati a prelevare Uri nella carrozza, perché allora non lo aveva sentito trasformarsi in titano? Era già passato del tempo, dovevano averlo già trovato, e se? No impossibile, Uri era il più forte, l’uomo con più potere all’interno delle mura, di sicuro non sarebbero bastati 4-5 uomini per farlo fuori, quando nemmeno lui c’era riuscito, decisamente qualcosa non tornava. Tornò indietro. Aprì con forza la porta della carrozza e notò che Uri era sparito, non c’erano segni particolari di lotta, non era stato spaccato nulla, perché cazzo allora non si era trasformato? Perché non si era difeso? Doveva trovarlo subito, doveva capire, e ovviamente uccidere tutti quegli uomini che avevano osato rapire il suo re.

 

“È stato più facile del previsto vero?”

 

“Già chi l’avrebbe pensato che rapire Uri Reiss starebbe stata una passeggiata?” 

 

“Di solito fanno molta più resistenza”

 

 “Certo che ha proprio un bel faccino, guardatelo, è così minuto che sembra una ragazza” Uri restava in silenzio, mentre seguiva i suoi rapitori, appena li aveva visti aveva provato ad attivare il suo potere di gigante ma inspiegabilmente non aveva funzionato, per un attimo ne era rimasto sorpreso, quasi spaventato, però aveva deciso di calmarsi, ragionare lucidamente; lasciarsi rapire gli era sembrata, in quel momento, la soluzione più logica, collaborando era sicuro di guadagnare abbastanza tempo in modo che Kenny potesse raggiungerlo; tuttavia, tuttavia continuava ad interrogarsi sul perché il suo potere non avesse funzionato, non aveva mai letto nulla a riguardo, che ci fosse qualcosa sul potere dei giganti di cui anche i Reiss fossero all’oscuro? No era impossibile, loro, anzi lui, possedeva tutta la conoscenza della coordinata, non poteva esserci qualcosa di ancora segreto, non per lui almeno. Uri era ancora perso nei suoi ragionamenti che non si accorse dell’arrivo di Kenny, be se ne accorse quando vide il primo dei suoi rapitori steso a terra, con un proiettile nel cranio. 

 

“Scusate l’attesa ragazzi, ma avete preso qualcosa che mi appartiene e lo rivoglio, ora”.

 

“Sai, mi ha sorpreso il fatto che ti sia lasciato catturare così, voglio dire, avresti potuto spappolarli come stavi per fare con me al nostro primo incontro!!” Sbottò Kenny mentre disarmava anche l’ultimo dei loro assalitori. 

 

“Non è che non volessi, è che non sono riuscito a trasformarmi” confessò dopo qualche secondo di silenzio Uri, facendo bloccare Kenny. 

 

“Cosa hai appena detto?” Chiese voltandosi verso di lui per essere sicuro di aver sentito bene.

 

“Non sono riuscito a trasformarmi Kenny!” Urlò il vero re dell’umanità. Ackerman poteva leggere negli occhi di Uri tutta la sincerità e la preoccupazione per quel fatto. 

 

“Be’ magari è perché sono giorni che hai questo aspetto di merda ed ora sei troppo debole per trasformarti, o magari hai sbagliato qualcosa, non so, ci sono delle condizioni particolari per la trasformazione?” fece per alleggerire la tensione.

 

“Per ora non scervellarti, pensiamo piuttosto di scoprire chi è il mandante dell’aggressione e facciamogliela pagare, ehi tu sei ancora vivo, vero testa di cazzo?” Aggiunse premendo il calco della pistola sulla fronte di uno dei rapitori rimasto a terra, sembrava l’unico a respirare ancora. 

 

“Allora? Chi vi ha assoldato eh? Chi voleva Uri Reiss morto? Confessa prima che perda la pazienza e ti faccia fare la stessa fine dei tuoi cazzo di amici!!” 

 

“Kenny lascia che ci parli io” fece Uri avvicinandosi e guardando il rapitore negli occhi. Stava per usare il suo potere.

 

“Chi ha ordinato la mia morte?” Chiese con fare rassicurante, come se non stesse parlando con un killer assoldato per ucciderlo. 

 

“È stato, ecco, è stato Lord Reiss, cioè Vostro fratello” un proiettile lo raggiunse prima che potesse dire altro, lasciando il povero malcapitato a terra in una pozza di sangue.

 

“Kenny perché l’hai fatto?!?” 

 

“Perché nel sentire nominare quel bastardo di Rod mi ha mandato il sangue alla testa, e ora ho voglia di uccidere! Cazzo Uri, questa volta ha proprio esagerato” disse iniziando ad allontanarsi 

 

“cosa pensi di fare Kenny? Dove stai andando? Tu sei migliore di così” 

 

“Come sarebbe cosa cazzo penso di fare? Andare a Mitras a far fuori quel maiale bastardo!!” Intanto però si era bloccato e continuava a fissare il biondo.

 

“Kenny ragiona, ti farai solo ammazzare così” aveva ragione, lo sapeva, tuttavia era arrabbiato come poche volte in vita sua.

 

“Ha attentato alla TUA vita, cosa cazzo vuoi fare tu?! Perché sappi che questa non gliela perdono” 

 

“andiamocene Kenny” lo disse tutto d’un fiato, come se respirasse per la prima volta dopo anni di apnea, e lo disse guardando Kenny direttamente negli occhi , in quegli occhi dal colore così intenso che lo avevano fatto innamorare a prima vista. 

 

“Andiamocene Kenny, solo io e te, scappiamo da questo mondo, da Rod, da tutti” 

 

“Eh? Ti si è completamente fottuto il cervello? Non eri tu quello che ha sempre detto di voler salvare questo posto merdoso? Di voler creare questo paradiso utopico? Perché ora improvvisamente scappi Uri eh? Di cosa hai paura?” Lo disse urlando, ma senza smettere di fissare il suo compagno negli occhi, improvvisamente gli sembrava di non riconoscere più Uri e la cosa lo terrorizzava.

 

“Non posso più utilizzare i miei poteri da titano, sono inutile ora Kenny, non lo capisci? Non riesco neanche ad entrare in contatto con la coscienza del titano progenitore; non so cosa mi stia succedendo, non lo so davvero, ma sono vulnerabile, lo sono come non lo sono mai stato in vita mia, ho solo bisogno di tempo, devo capire cosa mi sta succedendo, per questo dobbiamo andarcene, nascondiamoci per un po’, in modo che io possa capire come riprendermi il mio potere, in modo da ritornare più forti di prima, e creare questo mio paradiso utopico come l’hai chiamato tu” Kenny sorrise ghignando, inconsciamente aveva trattenuto il respiro per tutto il tempo.

 

“Sai, per un attimo ho temuto che te la stessi facendo sotto come una ragazzina, non ti riconoscevo, invece anche ora che come dici sei vulnerabile, resti ancora il più forte Uri, eh va bene, allora andiamocene per un po’, ma promettimi che quando avrai scoperto che cazzo ti prende e ritorneremo, io potrò finalmente sparare a quel maiale merdoso di tuo fratello” 

 

“Grazie Kenny”.

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Capitolo 2
*** Cap.II Our Paradise ***


Cap. II Our Paradise   

 

 

 

 

Quando Uri gli aveva proposto di fuggire per un po’ non aveva pensato a molte cose, anzi sarebbe più corretto dire che non aveva pensato affatto, se prima aveva temuto di non riconoscere più il suo compagno, dopo aver ascoltato sue le motivazioni riguardanti la decisione di fuggire, ed averle comprese, non l’aveva nemmeno sfiorato l’idea di dirgli di no, anzi, in quel preciso momento, non aveva proprio pensato a nulla, solo a quanto erano decisi gli occhi di Uri, di come brillavano, anche se in un modo tutto diverso rispetto a quanto parlava di ideali così grandi che lui non capiva e non avrebbe mai compreso fino in fondo. Persino la luce del sole stava creando particolari giochi di colore che non facevano altro che esaltare quei cazzo di occhi, rendendo l’effetto finale veramente apprezzabile. Sarebbe riduttivo dire che Kenneth Ackerman si fosse innamorato a priva vista degli occhi di Uri, ma, dalla prima volta che quegli occhi avevano incrociato i suoi, aveva sentito qualcosa, era completamente schiavo di quegli occhi, come lo era del loro proprietario, Uri decideva qualcosa e lui semplicemente lo assecondava, come era successo qualche ora prima, Uri aveva proposto di fuggire e lui aveva accettato, poco importava se non avessero un posto dove stare, qualcosa da mangiare, insomma un cazzo di piano, anche quella volta si era piegato alla volontà del suo sovrano. Non era pentito di quella scelta, aveva capito di essersi fottuto completamente il cervello dopo la prima notte che avevano passato insieme, quella volta, era semplicemente sceso a patti con i suoi sentimenti, lui era di Uri e Uri era suo, era l’unico al quale avrebbe mai permesso certe cose e sapeva che anche per il giovane sovrano era lo stesso; però ora, ora stavano camminando già da diverse ore sotto il sole cocente, riparati dalla poca vegetazione della zona. Kenny aveva prestato il suo amato cappello al biondo per ripararlo dalle alte temperature, erano i primi giorni di luglio e stava iniziando a fare molto caldo, e il sovrano non stava bene, non stava bene per niente, sembrava sul punto di svenire da un momento all’altro. 

 

“Pensi ancora che sia stata una buona idea quella di andarsene?” Chiese Kenny fermandosi all’ombra sotto una pianta dove Uri si era messo a sedere per riposare; gli rivolse uno sguardo stanco eppure così deciso. 

 

“È solo il caldo e la stanchezza, sono sicuro che prima o poi troveremo delle abitazioni e...” 

 

“So benissimo che non abbiamo un cazzo di piano e un fottuto posto dove andare Uri, ora però vedi di smetterla di pensare a quanto è successo prima e cerca di riposarti, sarebbe una cazzo di fatica doverti prendere in braccio e scortare fino al prossimo villaggio” Il biondo sorrise, il solito burbero Kenny 

 

“pensavo di provare ad accedere ai ricordi dei miei antenati, dei precedenti possessori della coordinata, per sapere se in passato ci siano stati casi come il mio, se qualcuno di colpo avesse perso le sue capacità” Kenny si avvicinò;

 

“Hai veramente perso tutta la tua cazzo di forza?” Disse prendendogli una mano tra le sue e fissandolo negli occhi 

 

“Non lo so Kenny, non so nulla, ma non mi piace l’idea di essere all’oscuro di qualcosa” Ackerman sorrise 

 

“Al Re non piace sentirsi debole eh, come ci si sente ad essere come i comuni mortali?” Ma si pentì delle sue parole un secondo dopo averle pronunciate, non appena vide l’espressione concentrata di Uri, in quel momento stava cercando delle risposte, era in un luogo dove ora le parole di Kenny non potevano più raggiungerlo.

 

“Allora sei tornato tra di noi?” Chiese lo squartatore non appena Uri si voltò finalmente a guardarlo

 

“quanto sono stato assente?” 

 

“Be’ un’oretta forse di più, vedi il sole non è più così forte, ma con queste piante del cazzo non ti saprei dire con certezza, comunque possiamo rimetterci in viaggio, hai scoperto qualcosa d’interessante?”

 

“No, nulla, anche se devo ammettere che ho fatto fatica a connettermi con i miei predecessori; era come, come se ci fosse qualche interferenza, non so come spiegarlo” Kenny si fece improvvisamente più attento 

 

“pensi che qualcuno possa interferire a distanza sui tuoi poteri? Cioè pensi che possa esistere un essere umano o un titano col potere di bloccare la tua coordinata?” 

 

“Non lo so Kenny, ma quest’ipotesi mi preoccupa” L’uomo si alzò di colpo 

 

“Be’ sai che ti dico? Starsene qui in questo posto di merda non risolverà nulla e non ci darà delle cazzo di risposte per cui ora che ti sei riposato a dovere possiamo ripartire verso il prossimo villaggio, se non ricordo male dovrebbe esserci un abitato qui intorno, passeremo li la notte” 

 

“pensi sia sicuro?Cioè magari ci stanno cercando” 

 

“sicuramente quel gran bastardo di fratello ci starà cercando, non sopporterà l’idea che tu gli sia sfuggito da sotto il naso” 

 

“sai, non avrei mai pensato che Rod, be’ che potesse arrivare a tanto” ammise Uri, abbassando lo sguardo, Kenny gli prese il mento e lo obbligò ad alzare gli occhi 

 

“sai qual è il tuo più grande e fottuto difetto Uri? Sei troppo buono, sei dannatamente buono, così buono da essere un completo idiota, come quando hai deciso di risparmiarmi, io non l’avrei fatto, io al tuo posto l’avrei ucciso un coglione come me” il sovrano sorrise dolcemente

 

“non mi pento delle mie scelte Kenny, sapevo che potevo fidarmi di te” e lo disse fissandolo direttamente negli occhi senza esitazione 

 

“e di Rod che mi dici?” 

 

“Che evidentemente vuole il mio potere, ma non per se” 

 

“oh questo lo sapevo anche io, quel maiale è troppo codardo per ereditare il tuo potere, no, lo vorrà per quella sua mocciosa” 

 

“Kenny, Frieda è solo una bambina, non puoi pensare che Rod voglia che sua figlia mi divori, sarebbe assurdo!” 

 

“Come ti sembrava assurdo fino a qualche ora fa il fatto che tuo fratello volesse ucciderti?” 

 

“Voleva uccidere te e rapire me, c’è una sottile differenza Kenny” fece Uri sorridendo tristemente 

 

“quel bastardo vuole uccidermi dalla prima volta che mi ha visto, chissà se già allora sapeva” domandò dubbioso;

 

“sapeva cosa?” 

 

“Che avresti finito col preferire me a lui” rispose Kenny bloccandolo completamente sotto di se e baciandolo con passione. Uri assecondò i movimenti del uomo iniziando a levarsi il cappello e la maglietta,

 

“cazzo no! Uri tieniti il cappello” riuscì a dire tra un bacio e l’altro, mentre con le mani aiutava a spogliarlo

 

“perché?” 

 

“Perché mi eccita vederti con il mio fottuto cappello indosso!” Ammise nascondendo il volto dallo sguardo innamorato e sorpreso di Uri;

 

“Kenny, dai non so se possiamo, siamo, insomma, siamo completamente all’aperto!!” Fece arrossendo ma tuttavia non sottraendosi alle carezze sempre più spinte dell’uomo, quando sentì quanto Kenny era ormai eccitato, anche per lui resistere divenne impossibile e decise di arrendersi, semplicemente smise di pensare e decise di affidarsi completamente ad Ackerman, come aveva sempre fatto dal primo giorno che si erano incontrati.

 

“Ora non ho più voglia di raggiungere il villaggio” disse Uri poco dopo, sorridendo ancora abbracciato allo squartatore, anche lui soddisfatto e felice dopo aver consumato quel breve momento di passione. 

 

“E come pensi di cenare questa sera? Ti ricordo che non abbiamo neanche pranzato e tu hai vomitato la tua cazzo di colazione regale” Uri mise un dolcissimo broncio 

 

“non parlare della colazione o mi farai salire nuovamente la nausea, comunque devo ammettere che hai ragione, anche se a volte mi capita di pensarci, sai? Penso a come potrebbe essere vivere liberi, vivere come normali umani dentro le mura” Kenny si alzò quanto bastava per poterlo vedere in volto 

 

“A che cazzo stai pensando Uri?” Chiese sconvolto, voleva essere sicuro di aver capito bene;

 

“Immagina, è solo un’idea, tu ed io, una piccola casa in un piccolo villaggio, tu potresti non so, che lavoro ti piacerebbe fare Kenny?” 

 

“Mi prendi per il culo?” 

 

“No sto solo pensando a che lavoro tradizionale potresti fare, ecco, potresti essere un fabbro, sei bravo con le armi” 

 

“ok, così in questa tua testolina bacata io sarei un fabbro perché sono bravo a maneggiare le armi!? Il mio cappello non ha funzionato, hai preso una cazzo d’insolazione” Uri rise. 

 

“Kenny Ackerman, famosissimo e affidabile fabbro, mentre io, ecco, io potrei essere un insegnante, mi sono sempre piaciuti i libri e anche i bambini, Frieda mi adora; oppure andrebbe bene anche essere dei semplici contadini, ma esserlo insieme, era a questo che pensavo, ad una vita dove esisteremmo solo noi, non il sovrano che ha ereditato il potere più potente di tutta la storia umana, ne la sua guardia del corpo, ex assassino professionista, ma solo noi, solo Kenny e Uri” Ackerman sospirò stancamente 

 

“Non saresti davvero felice e lo sai, tu vuoi essere il sovrano, tu non hai ancora smesso di lottare per rendere questo posto di merda migliore” l’altro fece un’espressione quasi delusa, però sapeva che in fondo Kenny aveva ragione, lo conosceva così bene; sospirò stancamente;

 

“Però ogni tanto lasciami sognare una vita diversa, in questo momento per la prima volta in 30 anni di vita non ho certezze sul mio futuro” 

 

“Hai me” disse Kenny improvvisamente, stupendo entrambi  

 

“e non ho intenzione di andarmene da nessuna parte Uri, sai che l’ho giurato, ho giurato di servirti, tu sei il più forte, il più potente e hai la mia vita nelle tue mani” Il sovrano si mise a sedere, prese il volto di Kenny tra le dita e iniziò a percorrere il contorno delle sue labbra, era un tocco dolce eppure allo stesso tempo così malizioso. 

 

“Diresti ancora queste parole se sapessi che non sono più il più forte?” Lo guardò intensamente

 

“Ma tu lo sei ancora” lo interruppe lo squartatore baciandolo e togliendogli brevemente il fiato.

 

“Non ne sono così sicuro Kenny” disse tristemente staccandosi e smettendo di accarezzarlo, si spostò dalle sue labbra quel tanto che bastava per accoccolarsi tra le sue braccia, facendosi stringere il più possibile dall’uomo ancora sotto di lui.

 

“Non pensarci ora Uri, ora riposa, poi raggiungeremo quel cazzo di villaggio e troveremo delle fottute risposte, sei ancora il più forte Uri e lo sarai finché il tuo cuore batterà, solo allora smetterò di servirti” Il sovrano sorrise, internamente sperava che prima o poi Kenny avrebbe messo un poco da parte quel dannato orgoglio, quell’orgoglio che gli impediva di manifestare chiaramente i suoi sentimenti, mascherandoli dietro a un giuramento di fedeltà; solo dopo la loro prima notte insieme, quando Kenny preso dal piacere aveva sussurrato il suo nome in quel modo, Uri aveva capito quanto il suo compagno in fondo lo amasse, sebbene non avesse ancora ricevuto parole di conferma, i comportamenti dell’altro parlavano chiaro; anche ora, il vero sovrano dell’umanità, continuava a sostenere tenacemente che molto probabilmente stava perdendo i suoi poteri (sempre che non li avesse già persi), e che ormai non era l’essere più forte che lo squartatore aveva sempre bramato di raggiungere, mentre l’altro continuava ad insistere sul contrario, tutto pur di non ammettere la verità: Uri Reiss non poteva più utilizzare i suoi poteri, non poteva trasformarsi in gigante e al momento aveva difficoltà anche col suo potere di coordinata, sembrava che la situazione peggiorasse di ora in ora, tuttavia Uri non era spaventato, era bastata la vicinanza di Kenny, il saperlo ancora una volta al suo fianco e tutto il resto passava in secondo piano, anche il suo amore per l’umanità se paragonato a Kenny veniva messo in disparte, qualsiasi cosa avrebbero dovuto affrontare in futuro, l’avrebbero affrontata insieme, di questo ne era certo.

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Capitolo 3
*** Cap.III Dive ***


Cap. III  Dive 

 

 

 

 

“Ecco cosa ti dicevo ero sicurissimo ci fosse un villaggio del cazzo da queste parti!!!” 

 

Disse Kenny saltellando verso il cartello che indicava il centro abitato. Avevano raggiunto il paese al tramonto, si erano fermati più del previsto a riposare, Uri si era addormentato e Kenny non aveva avuto il coraggio di svegliarlo, pensando che così avrebbe recuperato un po’ le forze, dopotutto era stata una lunga giornata per entrambi. Il centro abitato si trovava nelle vicinanze del distretto di Stohess ma sembrava un territorio rurale, di campagna, che si adattava perfettamente all’idea di vita normale immaginato da Uri.  

 

“Dai su non startene lì impalato a fissare il cartello” disse Ackerman notando che Uri non lo stava raggiungendo 

 

“dove vuoi andare ora Kenny?” 

 

“Eh che domanda del cazzo sarebbe?Voglio andare a cercarmi una locanda, lavarmi e possibilmente mettere qualcosa sotto i denti, ho una fame!!” Il sovrano si fermò di colpo. 

 

“E ora cosa c’è?” 

 

“Ehm Kenny tu hai del denaro con te vero?” Uri poté giurare di non aver mai riso così tanto, non dopo aver visto quel’espressione sconvolta sul viso di Kenny Ackerman.

 

“Allora direi che per una notte questi spiccioli saranno sufficienti, ma devo avvertirti Uri, basteranno per una cazzo di bettola, non un albergo super di lusso come gli appartamenti ai quali sei abituato” 

 

“Non preoccuparti sempre per me Kenny, è solo per una notte, ho dormito all’ombra di una pianta solo un’ora fa, non sono così delicato, ricorda che sono un uomo anche io” disse fissandolo fieramente negli occhi; già Uri Reiss era un uomo, l’uomo più potente che Kenny conosceva; aveva parlato in quel modo della bettola non certo perché lo vedeva come una fanciulla indifesa, ma proprio per il profondo rispetto che provava per Uri, non avrebbe mai voluto farlo dormire in un posto simile, anzi, Ackerman maledisse internamente quella sua cazzo di abitudine di viaggiare sempre con poco contante appresso, ma dopotutto quella doveva essere solo una fottuta missione, chi si aspettava tutto quello che era successo quel giorno? Non lo si poteva biasimare se aveva con se poco denaro, sempre meglio di Uri che viaggiava senza un soldo, eh beata ingenuità regale! Per certe cose Uri era come un bambino, ma non gli si poteva fare una colpa per essere nato nobile e per aver sempre avuto un’esistenza agiata. 

 

“So benissimo che sei un uomo Uri, e come hai ricordato tu, ne ho avuto un’ulteriore conferma un’ora fa” disse ghignando e il sovrano non potè evitare di diventare bordeaux;

 

“Kenny non dire queste cose” 

 

“ahah ve la siete cercata altezza, comunque andiamo, vediamo di trovare almeno una cazzo di bettola decente”.

 

 

Più che una bettola quel posto ricordava a Kenny un bordello, era simile a quello che aveva visitato tempo addietro nella città sotterranea, simile al luogo dove lavorava Kuchel; se fosse dipeso da lui non avrebbe mai permesso che Uri mettesse piede in un posto del genere; almeno aveva la magra consolazione che poteva tenerlo d’occhio e soprattutto tenere a debita distanza quei viscidi bastardi che avevano osato fissare il sovrano un secondo più del limite consentito tracciato da Ackerman. Cazzo avranno avuto minimo 50 anni, come potevano lanciare quelle occhiate lascive a Uri?! Li avrebbe sgozzati nel sonno, se questo non avesse compromesso la loro copertura. 

 

Comportati bene Kenny, erano state queste le parole di Uri prima che entrassero nella piccola locanda e lui doveva obbedire agli ordini del suo sovrano, nonostante tenesse mentalmente il conto di quante persone volesse ammazzare in quel preciso momento. Inevitabilmente i due forestieri avevano attirato gli sguardi di tutti gli ospiti, non appena avevano messo piede nell’edificio, dopotutto quello era un paese piccolo, dove tutti si conoscevano e certamente quei due non potevano non dare nell’occhio. Un uomo alto, moro e atletico che aveva l’aria di voler attaccar briga e creare problemi,e un secondo che prima vista poteva essere scambiato tranquillamente per una ragazza, minuto, capelli chiari e un vestito finemente ricamato, erano una coppia così male assortita che non poteva non catalizzare tutti gli sguardi su di se. 

 

“Cazzo avete da fissare eh?” Kenny aveva resistito la bellezza di 7 interminabili secondi prima di mostrare il suo amabile carattere ai presenti, dietro di lui, Uri stancamente cercava di scusarsi per il comportamento del suo compagno di viaggio. 

 

“Allora zuccherini cosa vi porta nel nostro piccolo villaggio?” 

 

“Fatti i cazzi tuoi!” 

 

La donna dal seno prosperoso al bancone aveva sorriso ed Uri si era avvicinato con l’intenzione di prenotare finalmente una camera per la notte, ma la sconosciuta aveva osato rivolgere al sovrano una parola di troppo e la reazione con risposta di Ackerman fu fulminea. 

 

“Kenny per favore, lascia che ci pensi io, ecco io e il mio amico vorremmo alloggiare qui per la notte” disse sorridendo alla donna. 

 

“O nessun problema dolcezza, solamente ecco, a quest’ora abbiamo un’unica stanza disponibile, spero che non ti dispiaccia condividere un po’ di spazio col tuo amico” 

 

“No no va benissimo” 

 

“Perfetto, manderemo su le ragazze tra una mezz’ora così potrete sistemarvi con calma” 

 

“Come prego? Quali ragazze?” Fu il turno di Kenny di scompisciarsi dalle risate dopo l’espressione terrorizzata di Uri 

 

“Scusatelo non è abituato a queste cose!” Disse prendendo il sovrano da parte. 

 

“Uri forse non sono stato del tutto sincero ma questo se non te ne fossi ancora accorto, è un fottuto bordello” 

 

“Che significa?” 

 

“Santo cielo Uri, significa che la gente viene in posti come questo per scopare!” 

 

“Quindi quando intendeva la ragazze oh” realizzò finalmente il sovrano.

 

“Devo dirle che si sbaglia e noi..” 

 

“Eh no, tu non dirai nulla, non vorrai far saltare la nostra copertura” disse fermandolo 

 

“Ma tu non vuoi veramente ecco, con quelle ragazze?” 

 

“Uri scusa se mi ripeto ma il caldo ti ha davvero fottuto la testa, secondo te voglio scoparmi una cazzo di prostituta a caso trovata in questa bettola di merda?” 

 

“Ok ma non urlare ci stanno guardando” 

 

“Comunque dobbiamo far credere a questa gente del cazzo che siamo qui per scopare, nessuno farà caso a noi, di solito le persone frequentano bordelli per non farsi trovare dalle rispettive mogli o mariti, la gente in questi posti sa come essere discreta, non chiedono documenti, puoi presentarti tranquillamente sotto falso nome, questo posto va benissimo per persone in fuga come noi” poi notando lo sguardo ancora spaesato di Uri aggiunse: 

 

“Ovviamente non scoperemo con quelle puttane ma le inviteremo a ritornare domani con una cazzo di scusa, se proprio devo scopare ho solo un nome in testa e penso che tu lo conosca” disse zittendolo. 

 

“Ohi, quanto ci vuole ancora per avere quella cazzo di stanza?” Urlò in direzione del bancone; la donna gli porse un mazzo di chiavi.

 

 

Uri si era fatto un bagno caldo anche la sera prima ma gli sembrava fossero passati secoli da allora, come aveva messo piede nella vasca si sentiva rinato; Kenny aveva insistito perché si lavasse per primo, mentre lui si occupava di andare a recuperare la cena e nel frattempo sondare il terreno alla ricerca di possibili  informazioni su di loro, di sicuro la scomparsa di Uri Reiss era una notizia che suscitava scalpore e non poteva essere facilmente insabbiata, se si univa anche il fatto che insieme al vero sovrano era disperso anche Kenny Ackerman.. Kenny entrò proprio in quel momento sbattendo la porta.

 

“Allora per cena c’è un cazzo di stufato, accontentati, ho cercato qualcosa di più leggero ma questo era il meglio che ho trovato” Uri ancora in ammollo nella vasca sorrise.

 

“Va benissimo qualsiasi cosa, notizie?” Chiese preoccupato.

 

“Stranamente nessuno parla della tua scomparsa o della mia” 

 

“È troppo strano, ormai dovrebbero aver notato la nostra mancanza alla festa del raccolto, possibile che nessuno abbia dato l’allarme?” Disse Uri.

 

“Già sembra sospetto anche a me, sicuro che ci fosse questa cazzo di festa del raccolto?” 

 

“Cosa intendi?” 

 

“Be’ magari non esisteva nessuna festa ed era tutto un piano di quel bastardo di Rod dall’inzio!” Il sovrano si rabbuiò di colpo.

 

“Non ho voglia di parlare di questo ora” disse immergendosi con la testa sott’acqua.

 

“Dai Uri non fare il bambino, comunque se vuoi sapere la mia opinione personale, quel maiale di Rod non può essere così intelligente da aver pianificato tutto questo, non da solo almeno” riemerse lentamente.

 

“Quindi non è solo mio fratello?” Forse c’era ancora speranza, pensò Uri; forse Rod era stato costretto ad agire così; 

 

“Secondo il mio intuito c’è sotto altro” il biondo sorrise iniziando a spostare un po’ di schiuma.

 

“Vuoi darti una rinfrescata anche tu prima della cena?” Voleva essere una richiesta innocente e smaliziata ma dallo sguardo da predatore di Kenny, Uri capì che forse l’uomo aveva leggermente frainteso le sue intenzioni; la velocità con la quale lo squartatore si liberò dai suoi vestiti fu incredibile.

 

“Fammi spazio o non ci entrerò mai in questa cazzo di vasca” 

 

“Ahah colpa tua e del tuo essere così alto” 

 

“Non è colpa mia se tu sei un nanerottolo, però vedi se ti prendo in braccio così, possiamo starci entrambi in questa cazzo di vasca” ora Kenny era seduto completamente e Uri si era ritrovato nuovamente stretto tra le sue braccia, stava diventando una piacevole abitudine in quella giornata, quando le loro erezioni si sfiorarono emisero entrambi un gemito di piacere, fu Kenny a spezzare per primo il silenzio tra di loro;

 

“Sai, non avrei mai pensato di starmene in una vasca di un bordello del cazzo come questo, sperduto nel bel mezzo del nulla con te” 

 

“Vorresti essere altrove?” Chiese Uri preoccupato cercando di incrociare lo sguardo dell’altro.

 

“No, non intendevo quello, volevo dire, cazzo, cioè volevo dire che va bene, cioè stare in un bordello con te ecco è strano ma non è male” e Uri dopo aver udito quelle parole non poté fare a meno di baciarlo.

 

“Shh va bene Kenny ho capito, anche per me è lo stesso; poi devo ringraziarti, un giorno potrò vantarmi di aver visitato un bordello anche io, pensa la faccia di Rod..” ma improvvisamente il sovrano si ricordò il motivo che li aveva condotti li, non avrebbe mai fatto quella battuta a suo fratello, non si sarebbe mai vantato con lui di essere stato in un bordello, semplicemente perché non sapeva se avrebbe mai più parlato con Rod, era stato lui la causa di tutti gli avvenimenti che l’avevano condotto li, una parte di Uri si rifiutava ancora di pensare a suo fratello come ad un nemico, alla fine Rod era Rod, non era un santo, non era sicuramente perfetto ma erano fratelli, condividevano lo stesso sangue, quel sangue maledetto della stirpe reale che governava l’umanità all’interno delle mura.

 

“Kenny ti prego stringimi” disse Uri in un sussurro, e lo squartatore fece come detto, avrebbe voluto dire tante cose al suo compagno, di non colpevolizzarsi, di non pensare a quel bastardo, ma tanto sapeva che ogni parola sarebbe stata superflua, malgrado tutto Uri teneva a suo fratello e questo Kenny non poteva impedirlo, dopotutto anche lui aveva una sorella, sapeva che c’erano certi legami che non si sarebbero mai recisi, ma Kuchel non aveva tentato di ammazzarlo dannazione, Uri prima o poi doveva capire che Rod era più stronzo di quello che credeva, ma ci sarebbe stato tempo per quello, non ora, ora doveva riposare, dovevano riposare entrambi.

Fecero ancora una volta l’amore in quella vasca da bagno, Kenny poteva sentire tutta la disperazione di Uri e il suo desiderio di dimenticare tutta quella brutta giornata e quei cazzo di pensieri negativi che lo stavano torturando su Rod.  Poi lo prese in braccio, lo aiutò a prepararsi per la notte e gli servi la cena a letto, senza dire una parola, solo standogli accanto.

 

“Mi dispiace per tutto questo” disse improvvisamente Uri, facendo andare di traverso la birra a Kenny, che non si aspettava la fine di quel mutismo.

 

“Di che cazzo ti dispiace scusa?” 

 

“Ecco prima, ho nominato Rod e..” ma Kenny lo anticipò 

 

“Sentì, Rod è tuo fratello, può essere un bastardo, un maiale e uno degli esseri più insulsi che io conosca ma ciò non cambia che siete fratelli e questo non si può cambiare, se non lo foste avrei trovato un pretesto per farlo fuori anni fa” ammise ghignando.

 

“Kenny” lo ammonì dolcemente.

 

“Ora pensiamo lucidamente alla situazione, per il momento siamo al sicuro, sei al sicuro, ma chi lo sa per quanto ancora riusciranno a tenere insabbiata la nostra assenza, direi che abbiamo pochi giorni per agire ancora senza problemi, tu cosa conti di fare Uri?” 

 

“Voglio cercare una biblioteca, informarmi il più possibile” era deciso; tuttavia Ackerman non poté evitare di alzare un sopracciglio;

 

“Ehm scusa se te lo faccio notare Uri ma è impossibile che tu trovi qualcosa che ti riguardi in una cazzo di biblioteca, tecnicamente nessuno sa che i Reiss sono i veri sovrani” il biondo si fece serio per un secondo;

 

“Ci ho riflettuto Kenny ed ecco, devo tornare a Mitras, solo li ci sono le informazioni che sto cercando” 

 

“Stronzate, tu in quel posto non ci torni chiaro? Poi cos’erano tutti quei discorsi sullo scappare, sul vivere una cazzo di vita da contadini, erano tutte balle? Dimmelo Uri?!” Il sovrano si mise quasi a piangere 

 

“Non erano balle Kenny, una parte di me lo vorrebbe, vorrebbe davvero quella vita, prendere questa occasione e utilizzarla per costruirci una vita insieme, ma un’altra parte di me, che conosci molto bene, non lo accetta e non lo accetterà mai, alla fine l’hai detto anche tu, sono io il vero sovrano dell’umanità all’interno delle mura, sono io che ho il potere del gigante progenitore, sono io il custode dei segreti dell’umanità, della storia dell’umanità, e non posso proprio fuggire da questa responsabilità, la mia era solo una decisione infantile ed egoista, forse sono un codardo, non lo so Kenny, so che domani una volta che avrò riposato a dovere, proverò ancora a entrare in contatto con le memorie dei miei predecessori e se non dovessi scoprire nulla, dovrò fare ritorno a Mitras” Ackerman restò per un attimo in silenzio.

 

“Non c’è nessun altra opzione? Non c’è nessuno a cui potresti chiedere informazioni o chiarimenti? Qualcuno che non lo so, ha studiato i titani o sa qualcosa sui tuoi poteri?” Uri scosse la testa.

 

“Non conosco nessuno Kenny e dubito che un’individuo del genere esista”.

 

 

 

A qualche chilometro di distanza Grisha Jaeger osservava il paesaggio 

 

“Visto Carla siamo arrivati, è qui che abita tuo fratello vero?”

 

 

 

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Capitolo 4
*** Cap.IV Meeting ***


Cap. IV  Meeting    

 

 

 

 

Kenneth Ackerman quella mattina venne svegliato dai movimenti bruschi di Uri che si era alzato di colpo dal letto correndo verso il bagno. Ci mise qualche secondo per mettere a fuoco dove si trovava, non era nei suoi appartamenti a Mitras, non era nelle stanze di Uri, di colpo si ricordò cosa era successo il giorno prima. 

 

“Che situazione del cazzo”, si trovò a pensare, ma la priorità in quel momento era un’altra, se ne accorse quando vide Uri uscire dal bagno, era pallido e sembrava davvero malato, nonostante la sera prima quando si erano coricati stesse bene. 

 

“Anche oggi hai un aspetto di merda” si limitò a dire dopo aver osservato il sovrano, che rientrava pigramente sotto le coperte.

 

“Buongiorno anche a te Kenny” disse, ignorando volutamente la frase di prima. 

 

“Forse oggi dovresti restare a letto tutto il giorno” propose Ackerman. 

 

“L’hai detto tu stesso ieri, i soldi ci bastavano solo per un pernottamento, oggi dobbiamo lasciare questa locanda” 

 

“È un cazzo di bordello, Uri non una locanda” disse alzandosi dal letto, prima di aggiungere;

 

“È vero abbiamo speso tutti i nostri soldi, ma oggi è un altro cazzo di giorno, tu ora stai qui mentre lasci tutto il resto nelle mie mani” Il biondo lo guardò malissimo; 

 

“Non ho intenzione di ammazzare nessuno rilassati cazzo” 

 

“Scusa Kenny, non volevo accusarti di nulla ma, come pensi di fare a trovare dei soldi?” 

 

“È meglio se non ci pensi fidati, oggi prenditi una cazzo di vacanza, riposa, domani userai quel tuo potere o quello che è” Uri non sembrava convinto, più che altro sembrava dispiaciuto.

 

“Vorrei aiutarti in qualche modo Kenny” sospirò,

 

“Mi aiuterai se ti riprendi da questo cazzo di malessere, sai non è il massimo essere in fuga con te che non ti reggi in piedi” 

 

“Sono solo una palla al piede allora?” 

 

“Cazzo Uri non ho detto que..” ma il sovrano si era nuovamente alzato dal letto per correre a vomitare.

 

“Ti faccio portare la colazione in camera, ora mi sono stancato, esco e vado a cercare un cazzo di medico”.

 

 

Per Kenny in un certo senso quello era un ritorno alle origini, un po’ come la vita che conduceva prima di conoscere Uri, una vita di merda, che però gli aveva insegnato molte cose, come il sapersela cavare in ogni situazione; infatti, nel giro di mezz’ora aveva già derubato tre poveri passanti ed aveva ottenuto abbastanza denaro per potersi permettere altri due giorni in quella bettola. Due giorni sarebbero bastati perché Uri si riprendesse da quel suo malessere e perché lui ottenesse abbastanza informazioni, gli sembrava ancora troppo strano come Rod fosse riuscito a giustificare la scomparsa del fratello, certamente anche lui stava prendendo tempo, e sicuramente non era solo, doveva solo capire chi cazzo poteva essere il suo complice, e cosa ci avrebbero guadagnato con lui e Uri fuori dai giochi. Ora però, dopo essersi assicurato quei soldi, doveva cercare un fottuto di medico, uno bravo, in grado di rimettere in sesto il sovrano in modo che potessero continuare quella loro fuga, o quel cazzo che era. 

 

“Cosa cazzo vorrebbe dire che il dottore non e’ reperibile?!? Ma io ti uccido pezzo di merda!!” 

 

Urlò Kenny mentre provava a soffocare un povero infermiere. Si era recato nel piccolo ambulatorio medico del villaggio, ma li non aveva trovato nessun dottore, solo il suo assistente, quel povero uomo che ora stava strozzando, colpevole soltanto di avergli descritto la situazione: l’unico medico del paese, era stato richiamato con urgenza nel vicino distretto di Stohess perché uno dei nobili locali si era ammalato gravemente; a Kenny era salito subito il sangue al cervello; come potevano privare un intero villaggio di un dottore solo perché un cazzo di nobile si era ammalato? In che mondo di merda vivevano? Così non aveva potuto fare altro che sfogare tutta la sua frustrazione e senso d’impotenza verso il povero infermiere, ma solo perché aveva promesso ad Uri che non avrebbe ammazzato nessuno; dannato Uri e dannate le promesse che riusciva sempre a strappargli. Era servito l’intervento di un paio di passanti per separarlo dall’uomo, cazzo non voleva dare nell’occhio ma non era proprio riuscito a trattenersi.

 

“E tu non hai una cazzo di idea su quando il dottore ritornerà?” Chiese all’uomo

 

“Sono venuti alcuni uomini del Corpo di Gendarmeria a prelevarlo quasi una settimana fa, potrebbe tornare a breve come potrebbe non farlo” ammise abbassando lo sguardo;

 

“Tz, come cazzo possono lasciare un villaggio senza un medico?” 

 

“Io sto ancora studiando medicina, posso occuparmi di piccole ferite e leggere influenze ma per il resto..” era affranto ma non poteva fare altro;

 

“Non importa troverò un’altra soluzione” disse Kenny andandosene, non aveva fatto che qualche passo, quando una giovane donna gli si avvicinò, toccandogli il braccio.

 

“Ehm ecco io, non vorrei disturbarvi ma poco fa ho sentito che, state forse cercando un medico?” 

 

Chiese decisa ma rispettosa, guardandolo dritto negli occhi; e lui dovette ammettere che quella donna doveva essere parecchio coraggiosa per fronteggiare così apertamente uno sconosciuto, a pelle gli stava già simpatica.

 

“Si, sto cercando un cazzo di medico, il mio compagno di viaggio non si sente bene e...”

 

“Mio marito è un dottore” disse d’impeto, per poi correggersi imbarazzata, aggiustandosi nervosamente una ciocca di capelli dietro le orecchie;

 

“Ecco il mio futuro marito, ci sposeremo tra un mese, siamo qui in visita a mio fratello, noi viviamo a Shinganshina ma lui si è trasferito qui, abbiamo ottenuto un permesso speciale e..” 

 

“Ehi non ti ho chiesto la storia della tua vita, hai detto che è un dottore, è bravo?” La donna sorrise radiosa;

 

“È il migliore, ha salvato la mia vita e quella dei miei genitori, comunque scusa non mi sono ancora presentata, io sono Carla” 

 

“Kenny” 

 

“Seguimi Kenny, ti porto subito da lui”.

 

 

La prima impressione che Kenneth Ackerman ebbe di Grisha Jaeger fu pessima, pensò infatti che non avrebbe mai permesso che un uomo con quella faccia da coglione toccasse Uri; chissà cosa ci vedeva Carla in lui. Insomma Grisha dimostrava almeno 10 anni in più della futura moglie e non aveva per niente l’aspetto di un dottore, per lo meno di un dottore al quale avrebbe affidato la salute Uri. Forse si aspettava un uomo più giovane, non lo sapeva nemmeno lui, solo che a pelle Kenny sentiva che c’era qualcosa in quell’uomo, qualcosa che lo spingeva a non fidarsi, a non abbassare la guardia; tutto per il bene di Uri, ovviamente. Ora, si trovavano a casa del fratello di Carla, di cui Kenny ovviamente si era già scordato il nome; erano seduti al tavolo della cucina bevendo semplicemente un the, era tutto troppo tranquillo e lo squartatore ne era quasi infastidito. Carla era tornata a casa portando con sé uno sconosciuto, aveva fatto le dovute presentazioni alla sua famiglia e al futuro marito: ufficialmente, Kenny era un mercante, che insieme al suo collega era stato assalito e derubato da alcuni sconosciuti durante il loro ultimo viaggio, una volta arrivati in paese però il suo compagno aveva iniziato a non sentirsi bene, per cui era corso alla ricerca di un dottore. Kenny ebbe come l’impressione che Grisha non avesse abboccato alla sua storia, anzi, era come se sapesse fin dal principio che quella era una balla colossale, eppure anche se aveva qualche sospetto, non disse nulla, il dottor Jaeger stette al gioco. Carla invece, era un fiume di parole ed entusiasmo, aveva raccontato a Kenny del suo primo incontro con Grisha, di come lui avesse salvato la popolazione di Shingashina da una malattia, di come si era innamorata di lui, Kenny la ascoltava annoiato ma non l’aveva interrotta neppure una volta; sembrava veramente innamorata di quell’uomo, intanto pensava che quel dottore doveva nascondere qualcosa, e lui era particolarmente bravo a capire quando le persone non erano veramente quello che sostenevano di essere.

 

 

“Allora io vado a visitare l’amico di Kenny, sarò di ritorno per l’ora di cena” 

 

Disse Grisha salutando Carla baciandola dolcemente; Kenny si voltò dall’altra parte, calandosi il cappello sugli occhi; odiava quelle manifestazioni pubbliche d’affetto, come odiava quando anche Uri si prendeva certe libertà fuori dalla camera da letto; non che non amasse ricevere carezze e baci dal suo uomo, ma preferiva farlo in luoghi più intimi, spazi che condividevano solo lui e Uri, forse perché non sarebbe mai stato possibile per loro baciarsi alla luce del sole come avevano fatto Carla e Grisha in quel momento; non perché fossero due uomini, la loro società si era dimostrata stranamente tollerante su quel tipo di relazioni; ma per il loro ruolo: Uri era il sovrano, ma ancor prima, era un nobile e doveva mantenere certe apparenze, Kenny era solo la sua guardia del corpo e per di più, era un ex assassino. La loro relazione non era poi così segreta; all’inizio c’erano state parecchie voci, poi via via confermate dalla servitù che vedeva sempre più spesso Kenny Ackerman entrare ed uscire, in piena notte o alle prime luci del mattino, dalle stanze del sovrano. Lui ed Uri non avevano mai confermato o smentito nulla, semplicemente Uri aveva deciso che non gli importava, che sparlassero pure, che li invidiassero anche, lui era il sovrano e poteva fare quello che voleva della sua vita sentimentale, per il problema della successione ci aveva già pensato suo fratello Rod a sfornare figli, legittimi e non. All’inizio, qualche nobile, aveva lanciato parecchie frecciatine rivolte ad Uri e alla sua relazione con Kenny, soprattutto dopo la nascita di Frieda, prima figlia legittima di Rod Reiss e futura erede al trono. Uri però rispondeva a tutti con un sorriso e Kenny lo ammirava per questo, fosse dipeso da lui avrebbe sgozzato chiunque osasse criticare la sua relazione o dire qualsiasi cattiveria sul suo sovrano. Solo qualche mese prima, non sapeva dove avesse trovato il coraggio ma l’aveva fatto: aveva chiesto ad Uri di sposarlo. Non sapeva neanche lui da dove gli fosse uscita quell’idea, semplicemente si trovavano nelle stanze private del sovrano, dopo aver consumato un’ora d’amore, quel giorno tutto era stato particolarmente bello, perfetto, anche Uri al suo risveglio gli era sembrato più attraente del solito, aveva un buon odore, sapeva di fiori freschi e Kenny non aveva resistito. Gli aveva semplicemente detto “sposami”, il biondo era rimasto qualche secondo a fissarlo, inebetito, come se si stesse domandando se quello fosse un sogno o la realtà, così Kenny si era avvicinato e l’aveva baciato con passione prima di ripetergli “sposami Uri”. Il sovrano era scoppiato a piangere e solo dopo qualche minuto si era asciugato le lacrime e sorridendogli, gli aveva semplicemente detto “si”. 

 

Kenny si ricordò in quel momento che da allora non ne avevano più parlato, Uri era stato completamente assorbito dai suoi impegni ed anche lui non aveva avuto tempo per mettere in pratica quel progetto di matrimonio; sinceramente non sapeva nemmeno se ci fossero precedenti di un sovrano che decide di sposare la sua guardia del corpo; sapeva solo che la cosa avrebbe fatto incazzare Rod, quel bastardo di Rod che aveva osato attentare alla vita del suo stesso fratello, come si poteva cadere più in basso di così? Poi si ricordò delle capacità di Uri, be’ la sete di potere poteva giustificare tante cose, anche l’assassinio di un familiare, chissà se anche lui? No, disse, lui non sarebbe mai stato in grado di fare del male a Kuchel per inseguire il potere, poteva essere uno stronzo e un bastardo come Rod Reiss, se non di più, ma Kenneth Ackerman era sicuro che non avrebbe mai fatto del male ad un membro della sua famiglia. Peccato, pensò, gli sarebbe piaciuto vedere quella faccia di maiale di Rod mentre lui ed Uri si sposavano nella capitale; gli sarebbe davvero piaciuto vedere tutti quei nobili del cazzo applaudire falsamente in pubblico, per poi spettegolare in privato; eppure ora sapeva che non sarebbe mai accaduto, forse sarebbe riuscito a sposare Uri, anzi era una missione che prima o poi avrebbe portato a termine, ma non nelle condizioni che si era immaginato; quelle poche ore avevano cambiato tutto.

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Capitolo 5
*** Cap.V Answers ***


Cap. V  Answers  

 

 

 

 

“Tu e il tuo amico risiedete in un bordello?”  

 

In quel momento Kenny avrebbe volentieri spaccato la faccia del dottor Jaeger.

 

“Fatti i cazzi tuoi dottore, eravamo a corto di fondi, le ho detto che ci hanno rapinato” Grisha sorrise;

 

“Eh si immagino sia facile derubarti” concluse, mentre lo squartatore cercava di mantenere la calma, inutilmente;

 

“Cosa cazzo stai insinuando?” Kenny si avvicinò pericolosamente all’uomo.

 

“Sei tornato!!” Alzò lo sguardo, Uri stava correndo verso di loro e così finì per dimenticarsi di voler ammazzare il dottor Jaeger; il vero sovrano dell’umanità aveva ripreso un po’ di colore e almeno ora si reggeva in piedi, lo squartatore si sentì improvvisamente sollevato.

 

“Ti ho sentito urlare dalla nostra stanza, ci hai messo un’eternità a tornare stavo per preoccuparmi; oh scusami non volevo interrompere la vostra conversazione” disse dopo aver notato in un secondo momento la presenza di Grisha. 

 

“Te l’ho detto Uri, sarei andato a cercare un cazzo di dottore e questo è il meglio che ho trovato” fece indicando Jaeger.

 

“Piacere sono il dottor Grisha Jaeger” rispose l’uomo allungando la mano.

 

“Io sono Uri tanto piacere, mi scuso per qualsiasi insulto possiate aver ricevuto da Kenny e per i suoi modi” sorrise e gli prese la mano, quando Jaeger la strinse, fu per entrambi come ricevere la scossa; Uri fu bravissimo a non mostrare alcun segno di sorpresa o preoccupazione, come se non avesse notato nulla di strano, Grisha invece rimase per un attimo senza parole, non poteva essere, non era possibile, non poteva averlo trovato, non così.. decise di seguire Kenny e Uri nel bordello.

 

“Si, non abbiamo trovato una sistemazione migliore, mi scuso per doverla ricevere in questo luogo dottore, ma era il solo posto che potevamo permetterci”

 

Ammise Uri imbarazzato, facendolo accomodare nella loro stanza; Grisha era rimasto piacevolmente sorpreso dai modi e dall’educazione di quel ragazzo; si aspettava che il fantomatico amico di Kenny fosse simile a lui, burbero e attaccabrighe, invece si era trovato davanti un ragazzo sui 20/25 anni, minuto, capelli chiari, lineamenti fini ma soprattutto, educato e rispettoso; si chiese improvvisamente come due persone così diverse potessero andare d’accordo, decise che non erano affari suoi, ora era più interessato a scoprire se i suoi sospetti riguardo a Uri fossero fondati.

 

“Il tuo amico ha detto che non ti senti bene potresti descrivermi i sintomi?” 

 

“Be’ ecco da un paio di giorni mi sento sempre stanco e il mattino mi capita di rimettere” 

 

“Sono due cazzo di giorni che vomita la colazione, oggi ha vomitato appena sveglio a stomaco vuoto e la stanchezza c’era già prima” puntualizzò Kenny in direzione dei due.

 

“Ehm potresti lasciarmi visitare Uri?” Chiese cortesemente Grisha, fu allora che Kenny esplose;

 

“Col cazzo che ti lascio da solo nella stessa stanza di Uri, non mi fido di te” 

 

“Kenny basta per favore” provò a calmarlo il sovrano mortificato 

 

“Non preoccuparti sono un medico, non farei mai nulla al tuo amico, potrai stare dietro la porta a controllare se questo ti fa sentire più sicuro, credimi non ho cattive intenzioni” Kenny non si mosse di un millimetro, cercò invece lo sguardo di Uri, in attesa di ordini.

 

“Starò bene Kenny, mi deve solo visitare, è per il mio bene, puoi stare dietro la porta e se succede qualcosa potrai sentirlo ed entrare subito” di fronte al sorriso sicuro di Uri, Ackerman si arrese e uscì finalmente dalla stanza lasciandoli soli.

 

“Il tuo compagno è molto geloso eh” fece Grisha strizzando l’occhio al ragazzo facendolo arrossire.

 

“Ma come ha?” Chiese sgranando gli occhi, sorpreso.

 

“Ho capito della vostra relazione appena ti ho visto, anzi appena ho visto come lui ti guarda; è anche l’unica ragione per la quale due persone così diverse come voi possano trovarsi qui insieme, fuga romantica?” Azzardò per alleggerire la tensione, accennando un sorriso; 

 

“Magari fosse così semplice” ammise Uri 

 

“Già la vita non è mai semplice ragazzo mio, allora dove eravamo rimasti? Ah si i tuoi sintomi” 

 

“Come le dicevo prima dottore, rimetto sempre al mattino ma il senso di nausea mi resta quasi per tutto il giorno, privandomi quasi dell’appetito, saranno un paio di settimane circa, che mi sento sempre stanco ma per quello ho pensato che ultimamente mi stavo sovraccaricando di lavoro, poi che altro?” Ho perso quasi sicuramente la capacità di trasformarmi in titano e non riesco ad accedere ai miei poteri da coordinata, aggiunse nella sua mente. 

 

“Qualsiasi altro sintomo?” Chiese Jaeger pazientemente 

 

“Non saprei per ora solo stanchezza e nausea” 

 

“E i tuoi poteri da titano?”

 

Uri gelò sul posto, ci mise qualche secondo per metabolizzare la domanda, non sapeva neanche lui cosa fare, doveva forse urlare? Avvertire Kenny? Così sarebbe entrato e avrebbe ammazzato il dottor Jaeger prima che avessero potuto ottenere qualsiasi informazione o risposta, forse il dottore sapeva qualcosa? Decise di farsi coraggio;

 

“Ma cosa sta dicendo? Poteri da titano? Non la capisco” 

 

“So che sei un titano e so che fai parte della famiglia reale, della vera famiglia reale ovviamente” ammise candidamente Grisha sorridendo dolcemente

 

“E lo so perché sono un titano anche io, provengo da Marley” concluse.

 

“Marley?” Disse Uri, quel nome l’aveva già sentito, probabilmente era quando aveva ricevuto la conoscenza dei suoi antenati, era un nome che aveva a che fare con la storia della loro gente, ma al momento non era importante, il dottore stava ammettendo di essere un titano, non ci poteva credere;

 

“Come puoi affermare con certezza che sono un titano?” Chiese, nonostante avesse tantissime altre domande in mente. 

 

“L’ho avvertito prima quando ci siamo stretti la mano, però ho anche avvertito il tuo potere, la coordinata, se possiedi il potere del gigante progenitore devi essere per forza un membro della famiglia reale” concluse.

 

“Quindi, appurato questo, riformulo la domanda precedente: hai notato qualche cambiamento nei tuoi poteri da titano?” 

 

“Non posso più trasformarmi” ammise Uri in un sussurro.

 

“Quando ci hanno attaccato, ieri, ho provato a trasformarmi, ma non ci sono riuscito, ho provato a connettermi con i miei antenati ma non sono riuscito completamente nemmeno in quello, che mi sta succedendo dottor Jaeger, lei lo sa vero? Per favore mi dica cosa mi succede” 

 

Grisha si passò stancamente una mano sul volto, sinceramente quello era troppo anche per lui, sapeva che non avrebbe dovuto seguire Kenny, il suo istinto gli aveva urlato di starsene lontano da quella storia, che non erano affari che lo riguardavano, ma Carla aveva insistito tanto, che non voleva e poteva deluderla, era per lei che era rimasto tra le mura, si era innamorato nuovamente solo grazie a Carla e quell’umanità così diversa da quella che lo aveva cresciuto; così, ora si trovava in un bel casino e non aveva idea di come ne sarebbe uscito. Forse la cosa migliore sarebbe stata farsi uccidere subito da Kenny, visto che aveva come l’impressione che l’uomo non aspettasse altro. Prese un respiro prima di fissare Uri negli occhi;

 

“Calmati, non hai nulla di grave e non stai per morire, certo come ben sai la tua vita si è notevolmente accorciata da quando hai ricevuto il potere del gigante progenitore, però sta tranquillo” 

 

“Come posso stare tranquillo se non so cosa mi succede?” 

 

“Uri ho bisogno che almeno tu mantenga lucidità e sangue freddo, perché appena capirai quello che sto per dirti e poi lo diremo a Kenny lui sicuramente impazzirà, quindi ho bisogno di tutta la tua collaborazione, non vorrei arrivare a farlo fuori” sempre che non sia Kenny a far fuori lei, pensò Uri ma non disse nulla, restò in attesa.

 

“Quindi si può sapere cosa posso avere di così sconvolgente?” Domandò.

 

“Aspetti un bambino Uri”

 

“Non credo di aver capito bene” fu la prima reazione del sovrano.

 

“Aspetti un bambino” ripeté Grisha gentilmente 

 

“Vorrei potertelo spiegare in maniera più semplice ma vedi, tra i poteri del gigante progenitore c’è anche questo, quello di dare la vita” 

 

“Ma io sono un uomo, come posso?” 

 

“Sei un uomo, ma anche un eldiano, hai la capacità di trasformarti in titano, hai sangue reale, non sei un essere umano comune, Uri non lo sei mai stato” 

 

“Basta stupidaggini la prego, non è possibile, questo non è possibile” Il sovrano scoppiò a piangere prendendosi il volto fra le mani, Grisha si alzò ed andò ad aprire la porta.

 

“Entra, ora penso che abbia bisogno di te” fece rivolto a Kenny, che non appena vide Uri, seduto a terra in lacrime e tremante non ci vide più.

 

“Che cazzo gli hai fatto brutto bastardo?!” Disse prendendo il dottore per il bavero della giacca.

 

“Io non gli ho fatto nulla, avete fatto tutto da soli ragazzi, ora lasciami e sta un po’ con lui, se avete bisogno mi trovate al piano di sotto a bere qualcosa” e se ne andò lasciandoli soli nella stanza. 

 

Kenny si avvicinò a Uri e lo strinse tra le sue braccia, stava ancora singhiozzando come un bambino, non l’aveva mai visto così piccolo e fragile, era così diverso dal ragazzo sempre forte che conosceva 

 

“Allora? Mi vuoi dire cosa cazzo è successo? Cosa ti ha detto quel medico da strapazzo per ridurti così?” 

 

Ma Uri continuava a piangere, pianse per quello che poteva essere un minuto come un’ora, solo quando ebbe l’impressione di aver ormai esaurito tutte le sue lacrime che si decise a parlare; Kenny non aveva fatto nulla, non aveva mosso un solo muscolo, lo teneva ancora stretto tra le sue braccia, aveva rispettato il suo sfogo, il suo silenzio, l’aveva aspettato e ora Uri sapeva che gli doveva una spiegazione.

 

“Aspetto un bambino Kenny, il nostro bambino” disse alzando lo sguardo, in modo che potessero finalmente vedersi negli occhi. 

 

Kenny non era sicuro di aver capito bene, forse lo stare nella stessa posizione per così tanto tempo doveva avergli provocato danni a livello acustico o neurologico, perché gli era appena parso di sentire che Uri avesse detto che aspettava un bambino.

 

“Che cazzo hai detto?” Fu infatti la sua prima risposta;

 

“Aspetto un bambino Kenny” e questa volta era sicuro di aver capito 

 

“Come cazzo è possibile? Cioè sei un uomo!!” 

 

“Sono un uomo si, che ha la capacità di trasformarsi in titano, di controllare altri titani, di riscrivere le memorie del genere umano, quindi perché non potrei anche aspettare un bambino?” Lo squartatore non rispose subito, si prese qualche secondo per riflettere;

 

“Ne sei sicuro? Cioè come fa il dottore a dirlo con certezza?!” 

 

“Grisha Jaeger è un titano, viene dal mondo al di fuori delle mura, non so cosa ci faccia qui, ne quale sia la sua missione e al momento non mi interessa, però sembrava sincero, era come se sapesse davvero di cosa stesse parlando, quindi Kenny sembra che abbiamo finalmente scoperto la ragione del mio malessere” 

 

Concluse, facendosi stringere nuovamente dal suo compagno, Ackerman restò per un po’ in silenzio poi improvvisamente scoppiò a ridere, Uri pensò che doveva essere definitivamente impazzito.

 

“Un padre” disse invece, stupendo se stesso e il sovrano.

 

“Sarò padre, cazzo” ripeté passandosi stancamente una mano sulla tempia.

 

“Perché non mi sembri felice?” Chiese Uri 

 

“Perché sarà un cazzo di casino, siamo in fuga, ci vogliono far fuori o comunque qualcuno vuole il tuo potere, pensi ci sarà il tempo perché questo moccioso nasca? E anche se nascesse che vita di merda potremmo offrirgli ora? Ma soprattutto io non sono tagliato per essere un padre” 

 

Uri gli diede uno schiaffo, facendo calare il silenzio nella stanza, in quel momento era arrabbiato, come non gli capitava da un po’.

 

“Risolveremo questa situazione del cavolo prima che il bambino nasca e se anche non ci riuscissimo promettimi che saremo una famiglia, per lui, inoltre tu sarai un buon padre, sai prenderti cura di coloro che ami e io lo so bene, ti ho affidato la mia vita Kenny, ti affido anche quella di nostro figlio, ora, promettimi che non dirai mai più queste cose! Non voglio più sentirti parlare in questo modo!!” E scoppiò nuovamente a piangere, facendosi stringere dal compagno. 

 

“Ora più che mai vorrei che la mia fantasia fosse vera, che fossimo solo due normali contadini” ammise tra i singhiozzi mentre l’altro lo cullava dolcemente

 

“Se fosse vera, non avremmo potuto concepirlo questo moccioso” fu la secca risposta di Kenny 

 

“Cazzo, sono l’ultima persona al mondo che dovrebbe avere dei figli” aggiunse dopo qualche secondo.

 

“Non dire così Kenny” 

 

“Mettere al mondo un altro Ackerman dobbiamo essere impazziti Uri” 

 

“Sempre meglio mettere al mondo un altro Ackerman che un altro Reiss” fece il biondo sorridendo, e di colpo ogni timore di Kenny sulla paternità passò in secondo piano.

 

 

Uri si stava cambiando per la notte, c’era un piccolo specchio rotto in bagno, casualmente dopo essersi levato la maglietta si era messo di profilo e con una mano aveva iniziato a carezzarsi il basso ventre, quando potevano averlo concepito? Quanto mancava al parto? Come avrebbe partorito? Però tutte queste domande e paure svanivano di colpo quando pensava a ciò che lui e Kenny avevano creato, dentro di lui stava germogliando una vita, per la prima volta Uri fu felice di essere un Reiss e di aver ereditato quel potere, quel potere maledetto gli stava dando la più grande gioia che potesse sperare: un figlio suo e di Kenny, solo l’idea lo faceva impazzire di gioia. Fu proprio il suo compagno ad interrompere tutte quelle fantasie;

 

“Se ti consola non si nota ancora nulla” disse avvicinandosi e abbracciandolo.

 

“Quando pensi che nascerà?” Chiese Kenny sinceramente incuriosito.

 

“Be’ non ne ho proprio idea, cioè l’abbiamo fatto così spesso nell’ultimo periodo, potremmo averlo concepito in un giorno qualsiasi” ammise Uri. 

 

“Per me è stata la mattina in cui ho chiesto di sposarti” disse serissimo Kenny, Uri si voltò a guardarlo senza parole, quasi a bocca aperta.

 

“Quella mattina mi è sembrata diversa dal solito, hai iniziato a sentirti male un paio di settimane dopo o sbaglio?” Il sovrano era ancora senza parole, ma poi prese coraggio e fece due conti;

 

“Allora, calcolando che siamo ai primi di luglio, dovrebbe nascere più o meno tra la fine dell’anno e i primi di gennaio!! Magari festeggeremo il compleanno insieme!!” Fece entusiasta.

 

“Tz moccioso di merda nascere in pieno inverno con tutto il fottuto freddo che ci sarà” Uri sorrise e gli prese una mano portandosela al ventre 

 

“Sono felice che tu l’abbia presa così bene” ammise;

 

“Sei l’unico con il quale potrei prendere in considerazione l’idea di avere un moccioso, a patto che non mi somigli, meglio che prenda tutto da te, poi te l’ho detto, non so se sono adatto ad essere un padre” 

 

“Imparerai, impareremo insieme Kenny siamo in due in questa missione” non rispose nulla ma intanto continuava ad accarezzare il ventre di Uri 

 

“Moccioso di merda hai avuto un pessimo tempismo dall’inizio, spero che una volta nato ti farai perdonare per tutti questi casini” 

 

“Kenny non avrai in mente di chiamarlo moccioso di merda per tutto il tempo vero?” Fece Uri divertito; 

 

“Come vorresti che mi riferissi a lui?” 

 

“Dai già per scontato che sia un lui?” Kenny sorrise, 

 

“È mio figlio, è un Ackerman, quindi sarà un maschio” Uri si fece serio di colpo.

 

“Sarà sia un Ackerman che un Reiss cosa potrebbe significare?” Chiese preoccupato voltandosi verso Kenny, che però sorrideva, non aveva mai smesso;

 

“Che probabilmente sarà il fottuto essere umano più forte che questa umanità avrà mai visto”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino autrice:

Tadaaaaaaan ecco ho sganciato la bomba, finalmente ecco spiegata la causa dello “strano” malessere di Uri. Posso solo anticipare che da adesso viene il bello... Colgo l’occasione per ringraziare tutti voi che continuate a leggere. Ora autrice saluta tutti, fugge in Uzbekistan e cambia nome.

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Capitolo 6
*** Cap.VI Truth ***


Cap. VI  Truth   

 

 

 

 

Uri stava dormendo, Kenny si era semplicemente steso per un po’ accanto a lui e aveva aspettato che il sonno lo prendesse prima di alzarsi e scendere al piano inferiore, dove sapeva di trovare ancora il dottor Jaeger. 

 

“Allora paparino come ci si sente?”

 

Kenny aveva già voglia di tiragli un pugno ma decise di trattenersi, Uri si era appena addormentato e aveva bisogno di riposare, sarebbe stato un cazzo di problema se l’avesse svegliato scatenando una rissa al bordello; inoltre non doveva preoccuparsi solo per il suo compagno, non più almeno; così decise d’ignorare il commento di Grisha e sedersi nello sgabello libero accanto.

 

“Si è addormentato, era esausto” fu il suo unico commento, mentre ordinava da bere.

 

“Devo dire che l’hai presa bene ragazzo, quando la mia prima moglie mi disse che era incinta sono svenuto” Ackerman lo fissò sorpreso; 

 

“Si, Carla non è la mia prima moglie” ammise il dottore,

 

“Uri mi ha detto che vieni da fuori le mura, anche la tua famiglia vive lì?” 

 

“Mio figlio vive li, mia moglie è morta” fu la sintetica risposta di Grisha, Kenny comprese che non voleva trattare ulteriormente quell’argomento; tuttavia decise di tentare un approccio diretto 

 

“Io proteggerò Uri, non so cosa tu voglia da lui, ma hai capito che è il vero sovrano dell’umanità dentro queste cazzo di mura, e sai del suo potere, dammi una buona ragione per non farti fuori qui e ora” disse estraendo un coltello.

 

“Sta tranquillo, non serve ricorrere alla violenza; ti confesso che la mia missione era quella di recuperare il potere di Uri, il potere del gigante progenitore, però ora, ora semplicemente non posso” Kenny era senza parole.

 

“Perché mi stai facendo questa cazzo di confessione? Pensi che ti creda?! Potrei ucciderti lo sai vero?!” Jaeger sorrise;

 

“Il tuo compagno aspetta un bambino, semplicemente non si può strappare il potere di un gigante fintanto che è in queste condizioni, finché non partorirà vostro figlio puoi star certo che non sarò di alcuna minaccia per lui, posso dirti questo di me; ma sappi che non sono l’unico là fuori che sta cercando il potere di Uri” 

 

“Non capisco ancora perché cazzo mi stai dicendo tutte queste cose?!” 

 

“Perché per quel poco che ho visto Uri è davvero una brava persona, una persona che non si merita il peso che gli hanno affibbiato, ascolta, conosco un modo per trasferire il potere di un gigante tra una persona e l’altra, un modo che non implica che un giorno Uri venga divorato!” Kenny ora fissava Grisha senza capire 

 

“cosa vuol dire che Uri verrà divorato?” Il dottore provò per un istante un’infinita pena per Ackerman.

 

“Uri non ti ha detto nulla vero? Ascoltami bene ora ti racconterò quello che so, sull’umanità dentro e fuori dalle mura, fa tesoro di tutte queste informazioni per prenderti cura di Uri e del bambino, ti chiedo solo una cosa in cambio: quando vostro figlio sarà nato, verrete a Trost e mi consegnerete il potere della coordinata, così sarete liberi” Kenny ghignò

 

“Sai non sono sicuro che Uri vorrà cedere il suo potere tanto facilmente dottore” ammise sprezzante 

 

“oh credimi, lo farà dopo aver visto per la prima volta il viso di vostro figlio, dopo essere diventato genitore vorrà vivere per quella creatura e non sacrificarsi per un’umanità che non lo merita, devi credermi Kenny e ora, zitto e ascolta”.

 

 

“Gli esseri umani sono tutti dei fottuti bastardi” fu questa la prima risposta di Kenneth Ackerman dopo aver appreso tutta la verità sul loro mondo da Grisha Jaeger. 

 

“Ora che sai tutto cosa pensi di fare?” Chiese Jaeger 

 

“Per prima cosa porterò via Uri da questo villaggio” 

 

“E poi? Pensi che suo fratello si arrenderà? Pensi che tutti i vostri nemici vi lasceranno improvvisamente in pace? Che credano semplicemente nella vostra scomparsa e smettano di cercarvi? Hai capito l’entità del potere di Uri?” 

 

“E che cazzo dovrei fare allora secondo te?!” Urlò Kenny con quanto fiato aveva in corpo, attirando l’attenzione dei presenti. Grisha sorrise facendo segno di non preoccuparsi;

 

“Ti propongo una soluzione semplice: verrete a casa mia” Ackerman alzò un sopracciglio

 

“Eh fino a Shinganshina? Starai scherzando spero!” 

 

“Mai stato così serio, di sicuro il fratello di Uri non si sognerebbe mai di cercare il sovrano in territori così esterni, e credimi con me non ci saranno episodi di attacchi di giganti o altro, veglierò su di voi col mio potere” Ackerman non smise per un secondo di guardarlo con astio;

 

“Vuol dire che ti assicurerai che Uri e il bambino stiano bene? Così che poi potrai fare la tua mossa non appena avrà partorito? Ci avrai praticamente in ostaggio” Jaeger sorrise; 

 

“Sei intelligente Kenny, sei sprecato come guardia del corpo lasciatelo dire, comunque si, non vedo motivo per negare,  voglio tenerli d’occhio, però rifletti; potrò anche seguire da vicino questa particolare gravidanza, e controllare che sia Uri che il piccolo stiano bene, sarò come il vostro medico personale” Kenny si alzò di scatto facendo cadere lo sgabello sul quale era seduto.

 

“Ora devo parlare con Uri, è il solo che deve decidere” disse tornando al piano superiore, se fosse rimasto per qualche secondo di più in compagnia del dottor Jaeger non sarebbe stato responsabile delle sue azioni.

 

 

Uri era ancora profondamente addormentato, Kenny si trovò a fissarlo più del solito, forse non aveva ancora metabolizzato bene la notizia che gli aveva dato qualche ora prima: il suo compagno aspettava un bambino, aspettava il suo cazzo di moccioso, come era possibile ancora non lo sapeva, cioè ovviamente sapeva come nascono i bambini; e avevano scopato talmente tanto ultimamente che forse era solo sorpreso non fosse accaduto prima viste le capacità di Uri. Kenny poteva avere ancora molti dubbi sul fatto che sarebbe stato un buon padre però era certo di una cosa, li avrebbe protetti, sarebbe stato disposto a massacrare ogni singolo abitante delle mura se questo avesse significato la salvezza di Uri; se davvero, come aveva detto il dottor Jaeger in molti li stavano cercando per quel fottuto potere, lui doveva fare l’impossibile per proteggerlo, anzi proteggerli. Uri decise che fosse quello il momento giusto per aprire debolmente gli occhi.

 

“Come ti senti?” Chiese dolcemente Kenny, anche lui sorpreso dal proprio tono di voce, così diverso da quello solito. 

 

“Bene credo, mi è venuta una gran fame, c’è ancora dello stufato dell’altra sera?” Disse stropicciandosi e spostando le coperte.

 

“Hai veramente voglia di stufato a quest’ora?” Chiese Kenny non nascondendo la sua sorpresa mista a disgusto.

 

“Da la colpa di tutto questo a tuo figlio” 

Fu l’innocente risposta di Uri, entrambi si bloccarono di colpo e presero a fissarsi; era ancora tutto così strano, così nuovo, eppure stavano parlando del bambino con naturalezza, come se tutta quella situazione fosse normale, come se la gravidanza di Uri fosse normale e come se loro non fossero scampati alla morte solo un paio di giorni prima.

 

“Non so se sia presto per le voglie o meno, ma vorrei davvero dello stufato” ammise il sovrano come sentendosi in colpa 

 

“Stai reagendo bene al fatto di aver scoperto che partorirai un moccioso, io al tuo posto non sarei così calmo ” commentò Ackerman dopo qualche istante di silenzio.

 

“Penso semplicemente di aver rinunciato tempo fa a cercare di definire cosa sia normale e cosa no in questo mondo, a livello di logica sarebbe normale possedere il potere di trasformarsi in un titano? No però succede, quindi perché dovrei stupirmi se il mio corpo può generare la vita? Ti confesso che all’inizio ero abbastanza terrorizzato, una parte di me voleva rifiutare tutto; sono pur sempre un uomo, poi però il dottor Jaeger ti ha fatto entrare nella stanza; quando ti ho visto Kenny, mi sono ricordato improvvisamente che questo bambino non era solo mio ma anche tuo, era nostro, nel comprendere quello non ho più avuto dubbi; un po’ di paura resta soprattutto se penso a come nascerà, ma vedrò di farmela passare, non è la fine del mondo diventare genitori, sarà un nuovo inizio” 

 

Kenny era rimasto completamente senza parole, anche in quell’occasione Uri non cessava di stupirlo con la sua forza; era veramente una persona eccezionale, sembrava non temere niente, quella forza era il vero potere di Uri Reiss, non il gigante progenitore.

 

 

 “Vado a vedere se riesco a trovare ancora qualcosa in quella cazzo di cucina va bene? Ora riposa” 

 

“Kenny, penso di aver riposato abbastanza oggi, sono praticamente stato tutto il giorno a letto, e non accadeva da secoli” ammise Uri sorridendo 

 

“Posso vestirmi e scendere per la cena” 

 

“Tu non cenerai in mezzo a quelle cazzo di puttane e ai loro clienti” 

 

“Oh giusto, siamo in un bordello, me ne ero completamente dimenticato” Kenny rimase a osservare Uri ridere genuinamente, giurò a se stesso che avrebbe fatto di tutto perché non perdesse mai quel sorriso.

 

 

“Grisha ha detto la verità” disse Uri dopo aver ascoltato Kenny raccontare le rivelazioni del dottor Jaeger, mentre si versava ancora dello stufato nel piatto. 

 

“Quando pensavi di dirmi che la tua vita si è notevolmente accorciata da quando hai divorato tuo padre per avere quel cazzo di potere del titano progenitore?” Uri non fece una piega 

 

“Quando ci siamo incontrati ero già un titano, non sarebbe cambiato nulla, non potevo cambiare ciò che ero, ciò che sono” 

 

“Mi avresti lasciato indietro così Uri?” 

Chiese Ackerman  temendo già la riposta 

 

“Non ti avrei lasciato indietro, solo, non avrei potuto starti accanto come ora, però ti avrei visto tramite gli occhi del mio successore, avrei continuato a vivere in lui” poi sorrise 

 

“Ma ora è cambiato tutto” Disse addolcendosi e accarezzandosi il ventre ancora invisibile 

 

“Non parlare del moccioso, ora pensa a quello che ti ho detto su Jaeger e alla sua cazzo di proposta, cosa pensi di fare?” Uri ci pensò un attimo sempre accarezzandosi il ventre.

 

“Allora, be’ Kenny sappi che farò tutto il possibile per far nascere nostro figlio, lui non ha colpe; tuttavia non intendo nemmeno consegnare il gigante progenitore al dottor Jaeger, neanche io mi fido di lui, semplicemente faremo il doppio gioco, gli faremo credere di aver accettato le sue condizioni e nel frattempo, proveremo a trovare una soluzione; per quanto mi secca ammetterlo ora sono inutile; e tu per quanto sia forte non puoi difendermi sia da Jaeger che da mio fratello e i suoi complici, sempre che siano gli unici che ci stiano cercando” si fissarono.

 

“Credi ci siano altre persone che mirano al tuo potere?” Domandò Kenny.

 

“Non possiamo escludere nessuna pista, come ti ho già detto non mi fido di Jaeger ma la sua storia regge, combacia con le informazioni in mio possesso sull’umanità, però il dottore potrebbe non essere l’unico mandato da Marley per recuperare la coordinata, potrebbero essercene altri che, come lui si sono infiltrati tra le mura; dobbiamo stare in guardia Kenny” concluse deciso fissando il compagno negli occhi; per Ackerman vedere tutta quella determinazione fu come innamorarsi di nuovo, era contento che Uri si fosse ripreso abbastanza e dalla notizia della sua condizione, aveva saputo trarne la forza necessaria per rimettersi in piedi e continuare a combattere, la posta in gioco ora non erano solo le loro vite, era più alta.

 

“Per fortuna questa sarà l’ultima notte che passeremo in questo bordello di merda” disse il moro chiudendo a chiave la porta della loro stanza 

 

“Io invece non l’ho trovata un’esperienza così spiacevole” rispose il sovrano uscendo dal bagno con solo un asciugamano addosso. 

 

“Cazzo Uri vedi di coprirti potresti prendere freddo!!” L’altro lo guardò malissimo 

 

“Siamo a luglio, fuori ci saranno almeno 25 gradi come pensi che possa prendere freddo?!” 

 

“Che ne so, corrente d’aria?” Tirò ad indovinare, ma venne interrotto dalle risate di Uri, ultimamente stava ridendo più del solito e a Kenny non dispiaceva, poteva contare sulle dita di una mano le volte in cui il sovrano aveva riso a Mitras, o in presenza di quel bastardo di Rod.

 

“Oh Kenny mi piace quando ti preoccupi cosi tanto per me, anzi per noi” aggiunse ricordandosi in un secondo momento del loro piccolo segreto e come solito accarezzandosi il ventre 

 

“Hai preso una nuova abitudine?” Chiese subito Kenny, al quale non era sfuggito quel gesto 

 

“Mi viene naturale, come per controllare che sia tutto vero, anche se al tatto non si nota ancora nulla, anche se non sento niente, è come se inconsciamente stessi cercando una prova che tutto questo sia reale, a volte mi sembra tutto così assurdo che stento a crederci” ammise sedendosi sul letto e venendo raggiunto dal compagno.

 

“Dovresti scegliere un cazzo di nome da dargli, così chiamandolo ti sembrerà reale” fu la proposta dello squartatore; Uri restò a fissarlo stupito.

 

“Ok, chi sei e cosa ne hai fatto del Kenny Ackerman che conosco?” 

 

“Ero serio Uri, dovresti dare al moccioso un cazzo di nome” il sovrano lo guardò malissimo 

 

“È una cosa da scegliere insieme non posso farlo da solo” 

 

“Come vuoi scegliamo questo cazzo di nome insieme allora” 

 

Uri sorrise e prese le mani di Kenny tra le sue portandosele in grembo; non avevano mai sperimentato quel tipo d’intimità, era tutto così nuovo, eppure non erano a disagio, potevano essere ancora spaventati, quasi terrorizzati; ma erano insieme, solo quello, per il momento, contava. 

 

“Dimmi che nome ti piacerebbe Kenny?” 

 

“Non ne ho idea, non ci ho mai pensato, cioè non ho mai creduto che un giorno avrei avuto dei figli, insomma, anche prima di conoscerti, vedendo come erano stati trattati gli Ackerman, ecco avevo sempre pensato che sarebbe stato meglio se ci fossimo estinti, non volevo avere figli, per non fargli vivere la mia stessa vita di merda; poi ho incontrato te” 

 

Uri gli sorrise, non gli sembrava vero che Kenny stesse aprendo così il suo cuore, quel bambino non era ancora nato e già li stava influenzando in meglio 

 

“Ho incontrato te ma eravamo due uomini, quindi non mi sono più posto il problema, chi pensava invece che sarebbe successo” 

 

“Neanche io avevo mai pensato a questa possibilità” ammise Uri 

 

“Vedevo Rod sempre circondato da donne, lo sentivo vantarsi delle sue conquiste, invece a me non sono mai interessate, me le presentava ma non le vedevo neppure, poi un giorno ho trovato te, non so cosa sia scattato ma sei stato il primo ad interessarmi, sei stato l’unico Kenny e lo sarai sempre” disse baciandolo improvvisamente e salendogli a cavalcioni in braccio. Poco dopo fu Uri il primo ad interrompere il contatto 

 

“Allora piccolino vediamo di trovarti un nome ora” Kenny sbuffò;

 

“Devi proprio parlargli in questo modo idiota?” 

 

“Non dire parolacce davanti a tuo figlio” 

 

“Sicuro che al moccioso si siano già sviluppate le orecchie? Comunque è mio figlio, si dovrà abituare al mio linguaggio” Uri rise 

 

“Tuo padre ha già deciso che sarai un maschio quindi vedi di non fare scherzi e accontentalo,ok? Adesso però Kenny seriamente, dimmi quale nome vorresti dare a nostro figlio, va bene un nome qualsiasi” 

 

Kenny ci pensò un attimo, pensò alla gente che conosceva, e che gli stava sul cazzo; veramente, non ci si rende conto di quante persone non si sopportino fino a quando non ci si ritrova a dover scegliere un nome per il proprio figlio, poi ebbe un’idea;

 

“Levi” Uri sorrise

 

“È un bel nome, Levi Ackerman, mi piace, suona bene” 

 

“Era il nome di mio nonno, è stato lui a crescere me e Kuchel quando i nostri genitori sono morti, anche lui si chiamava Levi Ackerman” ammise Kenny 

 

“È un nome bellissimo e sono contento che tu lo abbia scelto per nostro figlio! Bene piccolo mio da oggi il tuo nome sarà Levi” 

 

“Ehi frena non mi hai detto che cazzo di nome piaceva a te! Così non vale” Uri sorrise 

 

“Non ho pensato a nulla davvero, non ho nessuno della mia famiglia da omaggiare e avevano tutti veramente dei nomi orrendi, Levi mi piace, poi non credo di trovare un nome migliore di Levi Ackerman, ha veramente un bel suono” ammise 

 

“Vuoi davvero dargli il mio cognome?” Fece stupito Kenny 

 

“Perché tu no?” 

 

“Non so quanto possa essere un bene chiamarsi Ackerman al giorno d’oggi” 

 

“Non sarà un Reiss, la mia famiglia non verrà mai a sapere di Levi, non avrà mai legami con loro, la sua famiglia saremo noi e gli Ackerman, così ho deciso” disse Uri risoluto, come se avesse emanato un ordine 

 

“Ahah ok vostra altezza agli ordini non ti scaldare” fece alzando le mani in segno di resa.

 

“Sara un ottimo padre Kenny, ne sono sicuro” disse prima di chinarsi su di lui e baciarlo nuovamente, quello era sempre stato un ottimo modo per chiudere le loro conversazioni, che terminavano sempre, inesorabilmente, con la vittoria di Uri e la resa incondizionata di Kenny. In quei frangenti Uri Reiss poteva anche convincerlo che il cielo fosse rosa che lui non avrebbe obbiettato; anche ora mentre lo guardava spogliarsi era Uri ad avere il completo controllo della situazione, studiava ogni movimento di Kenny con lo sguardo, come un felino in attesa di attaccare. 

 

“Non ci sono controindicazioni nello scopare nelle tue condizioni vero?” Chiese Ackerman improvvisamente, facendo ridere il compagno;

 

“L’abbiamo fatto così tante volte senza sapere che aspettavo Levi, non penso ci siano problemi, e ora smettila di pensare Kenny, pensa solo a baciarmi” e così fece.

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Capitolo 7
*** Cap.VII Happiness ***


Cap. VII Happiness  

 

 

 

 

Carla era rimasta sorpresa nel vederli arrivare insieme; quando vide il suo futuro marito tornare a casa insieme a Kenny pensò che qualcosa fosse andato storto, ma poi notò un terzo individuo con loro, un ragazzo minuto che le stava sorridendo rassicurante, doveva essere l’amico di Kenny, oh era così contenta che si fosse ripreso, ma dopotutto lei lo sapeva, Grisha era il miglior medico al mondo.

Inizialmente Ackerman avrebbe voluto che il dottor Jaeger fosse sincero anche con Carla;

 

“la vuoi sposare ma vuoi tenerti i tuoi cazzo di segreti Grisha?” Fu l’accusa di Kenny al dottore. Sarebbe stato più facile se lei avesse saputo tutto, anche perché come pensavano di poter nascondere con l’avanzare dei mesi la condizione di Uri? Cioè prima o poi l’avrebbe scoperto da sola, era una donna sveglia. Grisha Jaeger invece, optò per una mezza verità 

 

“Carla ti presento Uri, è la fidanzata di Kenny, alla fine il misterioso amico malato, era la sua ragazza, questi due sono fuggiti insieme perché le loro famiglie ostacolavano il loro amore, e non sai la bella notizia, Uri aspetta un bambino!!” 

 

Carla felice ed emozionata fece subito le congratulazioni ai due 

 

“Hanno detto che verranno con noi fino a Shinganshina” proseguì il dottor Jaeger 

 

“veramente?” Fece sorpresa Carla 

 

“si” confermò Uri sorridendole dolcemente

 

“È sempre stato il mio sogno crescere nostro figlio in un ambiente di campagna e il più possibile lontano dal caos della capitale” continuò la recita.

 

Kenny decise di restare in disparte o tutto quello zucchero lo avrebbe ucciso, improvvisamente gli mancavano i bei vecchi tempi in cui poteva assassinare la gente, la presenza costante di Uri nella sua vita gli aveva veramente fottuto il cervello.

 

 

“Allora quando avete intenzione di sposarvi voi due?!”

 

Fu la domanda di Carla quella sera, mentre stavano cenando tutti insieme intorno al fuoco; erano partiti quel pomeriggio per tornare nel prolungamento esterno del Muro Maria, ci avrebbero messo un paio di giorni ad arrivare.

 

“State per avere un bambino no? E poi non siete fuggiti insieme? Dovreste già esservi sposati!!” Concluse la donna sorridendo in direzione di Uri 

 

“Abbiamo avuto altro a cui pensare” ammise il biondo, mentre Kenny si stava ancora riprendendo dopo che un sorso di birra gli era completamente andato di traverso. 

 

“Be’ ora non ci sono impedimenti giusto? Perché non vi sposate insieme a noi?” Fu Grisha a contenere l’entusiasmo di Carla prima che Kenny decidesse di utilizzare la sua forchetta come arma 

 

“Suvvia cara, una cosa alla volta, dopotutto hanno appena scoperto che diventeranno genitori, lasciagli del tempo” 

 

“Veramente Kenny mi ha già chiesto di sposarlo ed io ho accettato, poi si sono messi di mezzo vari impegni e be’ anche mio fratello, e la questione matrimonio è rimasta in sospeso; fosse per me sposerei Kenny anche ora” fu la tranquilla riposta di Uri, che fece urlare di gioia Carla e diede il colpo di grazia al povero Kenny.

 

 

“Dovevi proprio dire quelle cose davanti a quella donna?” Chiese Ackerman coricandosi nel sacco a pelo accanto a Uri.

 

“Ho detto semplicemente la verità, tu mi hai chiesto di sposarti, io ho accettato ma alla fine non abbiamo concluso nulla” ammise alzando le spalle.

 

“Abbiamo concepito il moccioso” 

 

“Già abbiamo concepito Levi” disse Uri avvicinandosi facendo sfiorare i loro nasi. 

 

“Se lo desideri così tanto una volta arrivati a Shinganshina ci sposeremo” disse Kenny dopo qualche secondo di silenzio, facendo spalancare all’altro gli occhi dalla sorpresa.

 

“Vorresti veramente sposarmi?” Non ci poteva credere.

 

“Sei idiota? Se te l’ho chiesto anche la prima volta!!” Sbuffò;

 

“Lo so, ma sono cambiate così tante cose da allora” mormorò dispiaciuto

 

“Per come la vedo io si è aggiunto solo il moccioso e per ora la sua presenza non mi dispiace” Dopo quelle parole, Uri gli saltò letteralmente addosso, non lasciando scampo allo squartatore.

 

 

“Sei stanca Uri vuoi riposare?” Chiese gentilmente Carla avvicinandosi all’amica, Uri sorrise, appoggiandosi ad una pianta.

 

“Ma no tranquilla sto bene” e sorrise dolcemente.

 

“Fermiamoci a riposare è meglio” decise il dottor Jaeger per tutti.

 

“Ormai non manca molto, tra un paio d’ore saremo arrivati a casa” aggiunse il dottore voltandosi verso Carla, Uri e Kenny.

 

“Shinganshina vi piacerà è un posto così tranquillo, l’ideale per mettere su famiglia” disse Carla come al solito entusiasta, lo squartatore si chiedeva come facesse quella donna a sprizzare sempre così tanta energia ed entusiasmo.

 

“E tu e Grisha quando pensate di metter su famiglia?” Chiese Ackerman provocandola apertamente

 

“Oh spero prestissimo, vorrei tanti bambini, almeno due o tre, tu Uri quanti figli vorresti?” Urlo’ ignorando completamente lo sguardo incredulo di Kenny.

 

“Ehm ecco non ci ho mai pensato, per il momento mi basta che Levi nasca forte e sano” 

 

“Levi?” Chiese confusa Carla 

 

“È il nome che abbiamo scelto per il moccioso” si sentì in dovere di precisare Kenny, si stava innervosendo dalla piega di quella conversazione.

 

“Oh e’ un nome bellissimo, particolare, hai sentito Grisha? Vogliono chiamarlo Levi!!!”.

 

 

Shinganshina era esattamente come Kenny se l’immaginava: un cazzo di piccolo distretto, povero, e così dannatamente vicino alle mura; se ci fosse stato un qualche attacco, non ci voleva nemmeno pensare, non spettava certo a lui uccidere giganti, per quello c’era la cazzo di Legione Esplorativa, l’unico gigante con il quale aveva mai combattuto era qualche metro davanti a lui, trascinato da quella pazza di Carla tra una bancarella e l’altra; già, solo una donna simile poteva voler sposare quell’altro caso umano/titano che era il dottor Jaeger. 

 

“Allora cosa pensate di fare ora?” Chiese infatti il dottore avvicinandosi.

 

“Cercherò un cazzo di lavoro e troveremo una casa” ammise sbrigativo Kenny, voleva essere pratico, e non poteva sperare di vivere alle spalle di Jaeger per sempre.

 

“Potrei aiutarvi a trovare una casa” propose l’uomo.

 

“No grazie, avete già fatto abbastanza per noi” fece Uri arrivando in quel momento in compagnia di Carla 

 

“Ma Uri vorremmo potervi aiutare ancora!!” Protestò la donna.

 

“Carla avete già fatto troppo per degli sconosciuti, è ora che iniziamo a badare a noi stessi” cercò di convincerla il vero sovrano.

 

“Sciocchezze non siete sconosciuti, sei mia amica Uri, non posso lasciarti andare così, poi aspetti un bambino, vi prego accettate ancora per un po’ il nostro aiuto”.

 

 

Alla fine del mese, si era liberata una casa a soli due isolati da quella dei Jaeger, i proprietari erano due anziani coniugi che a distanza di un pochi giorni erano morti dopo una lunga vita trascorsa tranquillamente sempre nello stesso distretto, i figli erano ormai tutti adulti e sposati, così avevano deciso di mettere in vendita la casa, appena saputa la notizia Carla aveva insistito talmente tanto che Grisha l’aveva acquistata per poi affittarla a Kenny e Uri. Una settimana dopo si era svolto il matrimonio dei Jaeger. Uri per l’occasione aveva indossato un bellissimo vestito rosa prestatogli da Carla; Kenny giurò che mai in vita sua l’aveva visto così bello e così felice. Una parte di lui sapeva che una felicità così non poteva durare per sempre.

 

 

 

 

 

 

 

Angolino autrice:

 

Ok, questo capitolo è un po’ noioso e di passaggio, ma era necessario, però non temete, dal prossimo si inizia a fare sul serio, quindi angst!!Grazie a chi continua a seguire i miei orrori letterari!!

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Capitolo 8
*** Cap.VIII Decision ***


Cap. VIII Decision   

 

 

 

 

In quei mesi Uri si era lasciando crescere i capelli, ora gli arrivavano fino sotto le spalle, spesso, su consiglio di Carla, provava ad acconciarli con qualche nastro, ma preferiva di gran lunga tenerli sciolti, soprattutto dopo che una sera Kenny, distrattamente gli aveva fatto capire che gli piacevano. Ormai era arrivato settembre e la presenza di Levi iniziava a notarsi anche sopra i vestiti; ogni giorno, Uri poteva vedere i cambiamenti che il suo corpo stava subendo e ne restava incantato, Kenny con lui. Dopo essersi stabiliti definitamente a Shinganshina anche la sua salute era migliorata e tranne le nausee, che secondo il dottor Jaeger erano perfettamente normali, non aveva avuto altri problemi. Sembrava tutto un sogno, era ancora tutto troppo bello per essere vero. Kenny, contro ogni aspettativa, aveva trovato un onesto lavoro come boscaiolo, e riusciva a portare a casa un buon stipendio con il quale poteva mantenere Uri e provvedere a tutti i loro bisogni. Il ragazzo si ricordava ancora quando una mattina un povero ufficiale della Legione Esplorativa notando l’abilità di Ackerman con l’accetta aveva provato a reclutarlo; c’erano voluti cinque uomini e tutta la persuasione di Uri per salvare il malcapitato dalla furia del suo compagno e pregarlo di non denunciare l’accaduto. Il giorno dopo erano arrivate notizie su di loro dalla capitale. 

 

Ufficialmente Kenny Ackerman, guardia del corpo della famiglia reale, aveva attentato alla vita di Uri Reiss, dei testimoni fidati avevano giurato di aver visto l’ex assassino uccidere uno alla volta gli uomini della scorta e poi avventarsi sul povero Lord Reiss; il cui corpo restava ancora disperso, si ignorava se fosse ancora vivo. Ovunque nella capitale erano stati emanati avvisi di ricerca, c’era anche una taglia sulla testa di Kenny, ma nessuno si era ancora fatto avanti per reclamarla. Si offrivano anche soldi per chiunque avesse notizie di Uri, intanto Rod stava rimpiazzando l’amato fratello nella direzione degli affari della famiglia Reiss.

 

“Così sono diventato un cazzo di regicida” esclamò lo squartatore strappando il volantino che lo ritraeva; l’aveva trovato affisso in strada mentre tornava a casa e l’aveva mostrato al compagno.

 

“Dai Kenny, non prendertela, almeno non sanno dove ci troviamo, non sanno neppure se siamo ancora vivi” ammise Uri accarezzandosi il ventre e ricevendo un calcio in risposta 

 

“Levi sta scalciando vuoi sentirlo?” Propose per distrarlo e alleggerire la tensione 

 

“Quel moccioso ha preso l’abitudine di interrompere sempre sul più bello, dai venite qua” disse facendogli spazio accanto a lui sul divano. Uri era felice, Kenny si stava rivelando un compagno perfetto, non che avesse mai avuto dubbi al riguardo, se possibile era diventato solo più geloso e protettivo del solito, però ormai gli abitanti di Shinganshina si erano abituati ai suoi modi e non ci facevano più caso. Il sovrano aveva notato con piacere che il suo compagno adorava particolarmente ascoltare Levi muoversi dentro di lui, e il bambino sembrava rilassarsi al solo sentire la voce del padre. 

 

“Allora moccioso cosa avete fatto tu e Uri oggi?” Chiese Kenny ora completamente sdraiato sul divano con le orecchie sulla pancia del compagno, mentre questi pigramente gli spettinava i capelli; adoravano entrambi quella pace, ma erano consapevoli che non sarebbe durata in eterno;

 

“Sono solo andato a trovare Carla, domani ci ha invitato per un the” 

 

“Quella cazzo di donna dovrebbe rilassarsi” 

 

“È fatta così ha veramente tanta energia, ama occuparsi della casa e della sua famiglia”

 

“Tu invece come stai?” Chiese Kenny 

 

“Oh benissimo oggi ho finito le pulizie del piano superiore e ... “

 

“Tu e quella tua cazzo di mania delle pulizie! Non devi fare i lavori di casa, te l’ho detto possiamo prendere una domestica, se fossi caduto dalle scale o che ne so dal terrazzo?!” 

 

Uri rise nel vedere la faccia preoccupata di Kenny, aveva provato a trattenersi ma vedere quell’espressione sul viso del compagno l’aveva troppo divertito. 

 

“Mi piace pulire” ammise candidamente

 

“Quello che fai tu non si chiama pulire, tu disinfetti tutto, sei un cazzo di maniaco del igiene, a volte mi fai paura!!” 

 

“Ahah ma non è vero!!” 

 

“Si che lo è”

 

“Non ho mai fatto le pulizie di casa in vita mia, forse esagero ma che c’è di male se voglio che viviamo in un ambiente pulito?!” 

 

“Potresti farti aiutare, cazzo Uri, ti sto dicendo solo di non strafare come tuo solito, non devi dimostrare niente a nessuno” 

 

“lo so, ma voglio essere un buon compagno” fece baciandogli una guancia 

 

“lo sei anche se non ti trasformi in una cazzo di massaia” sbuffò scompigliandogli i capelli.

 

“La settimana prossima il dottor Jaeger mi farà un altra visita di controllo, anche se tutto sembra procedere bene, vorresti venire anche tu?” Chiese il biondo speranzoso, dopo qualche minuto in silenzio 

 

“Sai che non mi piace vederlo mentre ti mette le mani addosso” 

 

“Kenny farà nascere nostro figlio, per forza deve mettermi le mani addosso” rispose Uri stancamente 

 

“Ahi, hai sentito?” Chiese il giovane sovrano massaggiandosi il ventre 

 

“Ahah rassegnati, il moccioso ha già un bel caratterino del cazzo” era quasi orgoglioso

 

“Levi fa il bravo, non ascoltare tuo padre” fece Uri chinandosi per baciare Kenny, poi sorrise 

 

“Ho voglia di fare l’amore, sei libero ora o devi tornare al lavoro?” Lo chiese con un misto di dolcezza e imbarazzo, lo squartatore si alzò e lo fissò intensamente 

 

“Da quando hai bisogno di chiedere il permesso? Poi per certe cose sono sempre libero” Disse avvicinandosi e iniziando a baciarlo, mentre pian piano iniziava a levarsi i vestiti.

 

 

 

“Nessuna notizia Lord Reiss” disse Nile Dawk, entrando nelle stanze del sovrano a Mitras. 

 

“Sono ormai passati due mesi, dove diavolo saranno finiti quei due? Non possono essere svaniti nel nulla!!” Mormorò esasperato.

 

“Lord Reiss calmatevi” 

 

“Come posso calmarmi? Dobbiamo trovare mio fratello, l’hai letto anche tu il comunicato che il governo di Marley ci ha inviato, dobbiamo consegnare loro il potere del titano di Uri o distruggeranno tutto con quelle cose, quelle bombe e se sopravvivremo verremo tutti divorati dai giganti o peggio saremo trasformati in giganti!!” Il sovrano provvisorio fece un profondo respiro prima di ordinare; 

 

“Mandate uomini in ogni distretto, in ogni villaggio piccolo o grande, non importa quanto ci vorrà dovete trovare Uri a qualsiasi costo! Mi serve vivo, potete uccidere Ackerman se ci riuscite!! Non ci resta molto tempo”.

 

 

 

Erano ancora a letto completamente nudi, Kenny si sforzò soltanto di recuperare il lenzuolo per coprire Uri, facendo attenzione a non svegliarlo; si trovava sempre più spesso a fissare il ventre del compagno, non era ancora così grande, ma iniziava a notarsi anche sopra i vestiti, ormai era metà settembre, se i conti fatti erano esatti mancavano 3 forse 4 mesi alla nascita del moccioso, istintivamente iniziò ad accarezzarlo ricevendo subito un calcio in risposta; Uri aprì debolmente gli occhi;

 

“Non volevo svegliarti” ammise Kenny dispiaciuto;

 

“Non è stata colpa tua, mi ha svegliato Levi” 

 

“Io ho provocato il moccioso” sorrise 

 

“Povero me, ho a che fare con due Ackerman, come potrò mai sopravvivere?” Fece ridendo, venendo bloccato da Kenny ora sopra di lui 

 

“Avrai ben due Ackerman che ti proteggeranno, non avrai più nulla da temere, tornerai ad essere il più forte, una volta che avrai riacquistato il controllo del tuo gigante, tornerà tutto come prima” 

 

“Se sarò il più forte, allora sarò io a proteggere voi no?” Rispose baciandolo.

 

 

“Allora dottor Jaeger va tutto bene?” 

 

Chiese Uri coprendosi la pancia dopo la visita, Kenny invece era rimasto per tutto il tempo in silenzio in un angolo della stanza, pronto a scattare al primo segnale di pericolo. 

 

“Procede tutto bene, sembra un po’ piccolo ma è forte, come data del parto direi che si approssimativamente avverrà tra fine anno e inizio gennaio come avevi calcolato tu” Kenny si avvicinò minaccioso 

 

“Che cazzo vorrebbe dire che è un po’ piccolo?” 

 

“Be’ Uri non è di costituzione robusta e anche il bambino sarà leggermente minuto alla nascita, ma tranquillo sono sicuro che da adulto sarà alto e forte come suo padre” fece Grisha ridendo mentre Kenny cercava di controllare i suoi nervi o avrebbe spaccato quella sua faccia del cazzo, Uri invece sorrideva radioso. Aveva continuato a sorridere fino a casa, tenendo Kenny a braccetto. 

 

“Sai, ho sempre desiderato poter camminare così con te nella capitale” ammise dopo un po’ 

 

“Abbiamo sempre camminato vicini” 

 

“Ma non a braccetto come una vera coppia, o cavolo ci siamo completamente dimenticati di una cosa Kenny!!” Fece di colpo Uri preso dal panico 

 

“Che cosa?” Chiese allarmato dal tono del compagno 

 

“Il matrimonio!! Non abbiamo più organizzato il nostro matrimonio!!” 

 

Se Kenny non fosse stato così innamorato di Uri e se questi non avesse portato in grembo suo figlio, in quel momento avrebbe potuto prenderlo a calci, o lanciargli un coltello, in memoria dei vecchi tempi.

 

“Penso sia meglio rimandare a quando il moccioso sarà nato” disse lo squartatore, dopo qualche minuto, quando ormai erano arrivati davanti alla loro casa 

 

“Pensi che saremo ancora qui? Cosa succederà una volta che Levi sarà nato, non abbiamo più parlato nemmeno di questo” ammise il sovrano. 

 

“Lo sai, quel coglione di Grisha crede che sarai così innamorato di nostro figlio che sceglierai spontaneamente di consegnargli il potere del gigante progenitore, dopodiché saremo liberi, certo dovremo convincere gli uomini di quel bastardo di tuo fratello caso mai ci trovassero che non siamo una minaccia, però potrai usare il tuo potere per quello, sai quella roba del manipolare i ricordi” 

 

“Non consegnerò mai il mio potere a Grisha” rispose deciso Uri 

 

“È una mia responsabilità” aggiunse

 

“Che ti porterà alla morte” concluse Kenny seriamente 

 

“Non penserai davvero di mollarmi da solo con quel cazzo di moccioso da crescere?!?” Urlò sconvolto vedendo che l’altro non rispondeva;

 

“Mi fido di te Kenny” lo squartatore era sempre più attonito;

 

“Non farti venire strane idee del cazzo Uri” si stava arrabbiando, il suo compagno era veramente pronto a morire piuttosto che cedere il suo potere?! Non ci voleva credere;

 

“Pensa al moccioso cazzo, pensa a Levi!!” 

 

Uri lo gelò con lo sguardo, era simile al primo sguardo che si erano scambiati, c’era racchiusa tutta la testardaggine e decisione del sovrano, sembrava un mare in tempesta 

 

“Ci penso Kenny, ci penso ogni singolo giorno, perché lo sento muoversi dentro di me ogni singolo giorno; non sai quanto sia stato difficile per me fare questa scelta ma ancora prima accettare tutto questo” disse indicandosi il ventre 

 

“Puoi ancora cambiare idea Uri” 

 

“Sai anche tu che non lo farò, l’hai detto anche tu tempo fa, io, sono il più forte, sono sempre il sovrano dell’umanità, anche se ora mi sono preso del tempo per me, per te, per Levi, dovrò tornare presto a quello che è il mio ruolo, a ciò che rappresento; so che non puoi capire” 

 

“Oh capisco benissimo” mormorò andandosene.

 

 

Kenny non era rientrato quella sera per cena, non era tornato a casa nemmeno il giorno seguente. Uri inizialmente non aveva pianto, non voleva piangere, non voleva che il bambino subisse tutto quel turbinio di sentimenti che lo stavano consumando. Ovviamente, lui voleva vivere, voleva vedere Levi crescere, vederlo imparare a camminare, parlare, andare a scuola, adolescente e poi adulto, avrebbe voluto tante cose, però sapeva che non poteva essere così egoista. Non era il primo possessore della coordinata che avrebbe avuto dei figli, ok forse era l’unico uomo ad averli portati in grembo, però anche suo padre e suo nonno prima di lui avevano avuto una famiglia e l’avevano lasciata; non era il solo che sarebbe stato costretto a lasciare indietro qualcosa, anzi qualcuno. Era solo felice del fatto che Levi non sarebbe mai stato obbligato a divorarlo, no, suo figlio non avrebbe mai dovuto avere niente a che fare con i Reiss e con la corona. I Reiss e soprattutto Rod, non sarebbero mai venuti a conoscenza della sua esistenza, Frieda sarebbe stata la sua unica erede, la prossima regina dell’umanità e andava bene così; Kenny avrebbe sofferto ma se ne sarebbe fatto una ragione, gli avrebbe lasciato come missione quella di crescere il loro unico figlio.

 

“Perdonami Levi se antepongo i miei doveri da sovrano a quelli di genitore, sai una volta ho pensato che l’amore che provo per tuo padre fosse più forte di quello che provo per l’umanità, ed è vero, amo tuo padre, e te naturalmente, più della mia stessa vita; però ho iniziato a pensare ad una cosa: per proteggere voi devo prima proteggere l’umanità, perché anche voi ne fate parte, non posso consegnare questo potere in mani di uno sconosciuto che potrebbe usarlo per distruggerci tutti, preferisco un mondo dove voi siete vivi senza di me ad uno in cui siamo morti insieme; scusami Levi se sono un tale egoista, ma ti voglio insegnare una cosa; viene un momento nella vita in cui siamo chiamati a prendere quelle decisioni, fare delle scelte, e quando questo accadrà ricorda, dovrai sempre scegliere ciò che rimpiangerai meno; questa è la mia scelta, lascerò te e Kenny ma per regalarvi un futuro, spero solo, Levi che un giorno potrai perdonarmi” concluse piangendo ma non smettendo di accarezzarsi il ventre 

 

“Ehi Levi, ti ho mai raccontato della prima volta che incontrato tuo padre?”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolino spiegazioni inutili:

Allora, ho invecchiato il povero Nile e chiedo venia per questo, prendiamola come una delle taaaante licenze poetiche. Si inizia pian piano a capire che sta succedendo e non dico altro perché sono famosa per autospoilerare le mie storie ^_^ grazie ancora per chi legge, alla prossima!!

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Capitolo 9
*** Cap.X Kings ***


Cap. X Kings

 

 

 

 

A 30 anni Rod Reiss sapeva di non essere un santo: era sposato con una donna che un tempo aveva anche amato, ma ora trascurava; aveva numerose amanti, sempre più giovani e sempre più belle. Vedeva raramente la sua primogenita Frieda e non si preoccupava minimamente della sua educazione, come del resto ignorava la sorte anche degli altri figli illegittimi che aveva avuto negli anni. Insomma, sapeva di avere molte debolezze; il più grande difetto di Lord Reiss però era solo uno: era semplicemente un codardo. 

Quando suo padre anni prima rivelò a lui e a suo fratello minore Uri, tutta la verità sulla loro famiglia, svelando anche il loro destino, in quel momento non aveva fatto nulla, solo una faccia terrorizzata. Non aveva mosso ciglio nemmeno quando suo fratello decise di farsi avanti per salvarlo da quella responsabilità che non avevano chiesto, ma che ogni giorno stava incombendo su di loro. Non aveva nuovamente fatto nulla quando aveva assistito alla morte di suo padre, divorato da Uri. In quell’occasione aveva semplicemente recuperato suo fratello, quando tutto era finito, per ritrovarlo in qualche modo cambiato in seguito alla trasformazione. Malgrado il suo carattere da codardo però, si poteva dire che lui ad Uri ci teneva veramente; erano cresciuti insieme, spalleggiandosi sempre, erano stati amici prima di essere fratelli, avevano anche combattuto insieme contro il loro padre, quando, da ragazzi volevano liberare l’umanità dalle mura. A pensarci ora, a Rod pareva passata un’eternità da quei giorni spensierati. Le cose tra loro si erano incrinate dopo che Uri aveva ereditato il potere della coordinata, suo fratello aveva finito con l’assimilare anche la volontà del primo re, il suo pensiero; delle volte quando parlava, Rod non vedeva più il fratello, ma rivedeva suo padre, le sue idee, e ciò all’inizio lo terrorizzava. 

 

Il rapporto con Uri si spezzò definitivamente il giorno in cui Kenny Ackerman comparve nelle loro vite. Allora Rod non prestò molta attenzione al giovane Ackerman, se fosse stato per lui avrebbe ucciso quell’uomo a vista, era troppo pericoloso per lasciarlo in vita; ma Uri aveva deciso di risparmiarlo, non solo, si era addirittura inchinato e gli aveva chiesto perdono!! In quella occasione però Rod rivide per un attimo il vecchio Uri, era tipico di suo fratello farsi carico dei problemi che non lo riguardavano e poi soffrirne. Kenny chiese a Uri di seguirlo e lui accettò; ovviamente Rod non era d’accordo e ovviamente venne ignorato. Aveva notato subito che c’era qualcosa di strano tra quei due; ma all’inizio non aveva saputo dire cosa; però vedeva suo fratello comportarsi diversamente dal solito: sembrava distratto, con la testa fra le nuvole, quasi meno sovrano e più umano; ebbe la conferma di tutte le sue paure la prima volta che incrociò Kenny Ackerman uscire all’alba dagli appartamenti privati di Uri. Non ci poteva credere, anzi, sarebbe più corretto dire che non ci voleva credere; dopo anni passati a presentare al minore le più belle donne della capitale, lui perdeva la testa per un assassino come Kenny Ackerman?! Assurdo.

 

“Ti sta solo usando Uri” cercò di dissuaderlo, di metterlo in guardia, ma il biondo ormai era innamorato perso di quel assassino, e quando suo fratello si metteva in testa qualcosa, non ascoltava nessuno, lui meno che meno. Li vedeva passare sempre più tempo insieme, passeggiare insieme; certo, anche lui aveva avuto e aveva, numerose amanti ma Uri era pur sempre un nobile oltre che il loro sovrano, doveva imparare ad essere più discreto. In merito a questo una volta Uri gli disse che non gli importava, che tanto aveva già deciso: avrebbe lasciato tutto in eredità a Frieda; si Frieda la primogenita di Rod che a quei tempi aveva appena 18 mesi!! Anche in quell’occasione Rod Reiss si stupì di suo fratello; aveva già deciso chi sarebbe stato il suo successore, sapeva che amando Kenny non avrebbe avuto eredi e lasciava tutto nelle mani di sua figlia; nuovamente lui sarebbe rimasto nell’ombra ad osservare mentre quel potere veniva ereditato da un altro suo familiare, eppure, una parte di lui era così sollevata, Uri non aveva pensato a suo fratello, aveva scelto Frieda. Lui era solo un codardo; Uri lo sapeva, e l’aveva accettato.

 

Suo fratello aveva condiviso tutto con lui, appena diventato possessore della coordinata gli aveva rivelato ogni cosa: dall’esistenza di Marley, alla volontà del primo Re, tutto. Rod stupidamente, era convinto che Uri ci sarebbe sempre stato, che lo avrebbe difeso come avrebbe difeso l’umanità all’interno delle mura. Ma poi era arrivato Kenny Ackerman e suo fratello aveva smesso di essere solo un sovrano, certo era ancora il loro Dio, faceva ancora tutti quei discorsi oziosi sulla pace però sempre più spesso tornava ad essere il ragazzo di sempre. Alla fine Rod aveva accettato la situazione, non che avesse potuto cambiare qualcosa, odiava ancora Kenny Ackerman e sapeva che il sentimento era reciproco, però decise di far buon viso a cattivo gioco, preparandosi per il momento in cui sua figlia avrebbe ereditato il ruolo e il potere di Uri. Poi improvvisamente, ricevette quel dispaccio; era una giornata piovosa di fine aprile, suo fratello ovviamente era sparito in compagnia della sua guardia del corpo, così Rod si era ritrovato per caso ad essere nei loro appartamenti da solo. Quando il sovrano non c’era, Rod era autorizzato ad agire in sua vece, soprattutto in casi urgenti o di emergenza, un’altra delle idee di Uri e un’altra dimostrazione di come il suo fratellino si fidasse di lui. Quando lesse quelle poche righe per Rod fu come ricevere un pugno in pieno petto: era una lettera proveniente da Marley, scritta dagli uomini che vivevano nel mondo al di fuori delle mura, quel mondo misterioso di cui gli aveva parlato Uri, quel mondo che vedeva tutti loro come dei mostri. Nel dispaccio si chiedeva di consegnare pacificamente il sovrano, possessore del potere del gigante progenitore, avevano un anno di tempo per decidere, altrimenti la nazione di Marley sarebbe intervenuta con la forza e avrebbe distrutto ogni cosa. Il primo pensiero di Rod fu quello di avvisare Uri, era lui il sovrano, spettava a lui prendere una decisione e intervenire; ma poi si ricordò di una cosa: Uri era Uri, da un lato vedeva suo fratello scegliere di consegnarsi spontaneamente a Marley e sacrificarsi per il bene del loro popolo, dall’altro; l’opzione che più temeva, suo fratello, forte dei ricordi dei loro antenati e succube del volere del primo sovrano, non cedere il suo potere e condurre tutti loro verso la distruzione. Non poteva permetterlo, non l’avrebbe permesso. Per quello decise di convocare il consiglio e organizzare un piano segreto di trattative con il governo di Marley all’insaputa di suo fratello. Alla fine scelse quella che a suo avviso sarebbe stata la soluzione migliore per la loro umanità: avrebbe rapito Uri e lo avrebbe consegnato a Marley; in cambio questi avrebbero permesso agli eldiani di sopravvivere e li avrebbero lasciati per sempre in pace. Rod non voleva sacrificare suo fratello, però cosa era una singola vita in confronto all’umanità? Inoltre il consiglio avrebbe supportato la sua nomina come sovrano successivo; Rod avrebbe finalmente avuto tutto quello che inconsciamente aveva sempre desiderato: essere Re e non dover ereditare quel potere di titano spaventoso; e con Uri fuori dai giochi anche sua figlia Frieda sarebbe stata al sicuro. In tutto ciò c’era un solo piccolo e insignificante problema che non aveva preso in considerazione, almeno fino a quando il capitano Nile non lo portò alla sua attenzione;

 

“Cosa ne faremo di Ackerman?!” Già Kenny Ackerman era un piccolo, enorme, colossale problema per la riuscita del suo piano. Non avrebbe mai potuto toccare Uri se il suo cagnolino Ackerman lo seguiva come un’ombra. L’elaborazione di un piano per sistemare lo squartatore tenne occupato Rod per quasi tutto il mese successivo, alla fine si optò per un piano semplice seppur ingegnoso: Uri sarebbe partito per una piantagione con la scusa di partecipare alla festa per il raccolto del nuovo anno; poca scorta, poche ore di viaggio, ma sfortunatamente durante il tragitto sarebbe stato attaccato da alcuni briganti, non ci sarebbero stati sopravvissuti, i suoi uomini avrebbero recuperato Uri e lo avrebbero consegnato a Marley. Ackerman sarebbe morto nell’agguato, ma era pronto anche un piano alternativo nel caso fosse miracolosamente sopravvissuto; avrebbero addossato a lui la colpa della scomparsa del sovrano, l’avrebbero processato e poi condannato pubblicamente a morte. Il piano di Rod e del consiglio era geniale, in qualsiasi caso, Kenny Ackerman sarebbe stato neutralizzato. 

 

Invece era successo l’impensabile: erano scomparsi, entrambi. Rod non ci poteva credere, gli aveva messo contro gli uomini migliori di cui disponeva!! Quando giunse sul posto però notò subito un particolare molto strano: non c’erano evidenti segni di distruzione, o di scontro, Uri non si era trasformato in gigante per fuggire; per qualche assurdo motivo si erano salvati solo grazie alle forze di Ackerman; però era strano, Rod conosceva bene suo fratello, sapeva che al primo segnale di pericolo per lui e Kenny lo avrebbe protetto; c’era qualcosa che non gli tornava in tutta quella faccenda ed era intenzionato a scoprire la verità.

 

Erano ormai a settembre, aveva ancora tempo per consegnare Uri a Marley, doveva solo trovarlo, aveva dato ordine di cercare in ogni singolo centro abitato all’interno delle mura; nemmeno Ackerman sarebbe stato così folle da scappare nel mondo esterno con Uri, anche se suo fratello era a conoscenza dell’esistenza di Marley dubitava che avrebbe abbandonato il suo popolo. Da un mese, anche Rod Reiss era impegnato in prima linea nella ricerca del fratello. Ufficialmente era preoccupato per la salute di Uri; era insopportabile per Lord Reiss starsene buono a casa ad attendere notizie sulla sorte dell’amato fratello minore, partecipare attivamente alle ricerche avevano mostrato un lato più umano del nobile e in molti lo avevano rivalutato positivamente. 

 

“Ancora nessuna novità Lord Reiss, propongo di fermarci in questo distretto per la notte” disse un uomo della sua squadra di ricerca 

 

“Certo, certo nessun problema, ehm ecco cercate un posto nella locanda più lontana possibile dalle mura, mi mette sempre agitazione vedere Muro Maria così da vicino” ammise Rod. 

 

Decise di fare una passeggiata per sgranchirsi le gambe e svuotarsi la mente, dopo un mese di ricerche intensive ancora nulla, Ackerman era più scaltro del previsto, doveva ammettere che era una grossa spina nel fianco, che andava eliminata il prima possibile; era in gioco la salvezza dell’umanità. Non si accorse di aver per sbaglio urtato una ragazza che stava camminando nella direzione opposta 

 

“Ehi guarda dove vai” 

 

“Scusi non l’avevo.. Rod?!?” 

 

“Uri?!?”.

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Capitolo 10
*** Cap.IX Love ***


 Cap. IX Love  

 

 

 

 

“Ehi Levi ti ho mai raccontato della prima volta che ho incontrato tuo padre?”

 

Disse Uri sospirando non smettendo di accarezzarsi il ventre, era ancora steso a letto,  ed era solo, poteva solo aspettare che Kenny tornasse e che potesse perdonarlo, decise di non pensarci ma di ritagliare quel tempo per parlare con Levi, aveva bisogno di sfogarsi in qualche modo.

 

“Sai penso di averlo amato; sin dal primo momento in cui l’ho visto; so che può sembrare smielato, ma è successo veramente così; io e Kenny ci siamo incontrati per la prima volta tre anni fa, io ero insieme a tuo zio Rod, so che non ti ho mai parlato di lui, ma non è un bel argomento; quindi accontentati di sapere che hai uno zio Rod, è mio fratello maggiore e spero non lo conoscerai mai, hai anche una zia Kuchel, lei è la sorella minore di tuo padre, quella la incontrerai sicuramente un giorno. Dicevamo, ero con Rod quando Kenny comparve all’improvviso dicendo di volermi uccidere. Ovviamente utilizzai il mio potere da titano, sai avevo questa capacità prima di aspettare te, ero molto forte, tanto che immobilizzai subito tuo padre, lo stavo proprio per stritolare; ricordo ancora come mi guardava, pensai che non avevo mai visto degli occhi così belli, gelidi, decisi. Sai, gli occhi di tuo padre hanno un taglio magnifico e quel colore, spero tanto erediterai i suoi occhi, Levi, ovviamente sarai bellissimo in ogni caso, e lui diventerà matto nel cercare di tenere tutti i tuoi pretendenti alla larga, posso già immaginarmi la scena. Ci guardammo così a lungo, Rod parlava, voleva che lo uccidessi, ma io non lo ascoltavo, ero così concentrato su tuo padre, volevo capire, perché voleva la mia morte? Cosa poteva averlo spinto ad agire così? Quando capii che era un Ackerman tutto mi fu improvvisamente chiaro, sai Levi, la mia famiglia aveva fatto delle cose orribili alla famiglia di tuo padre e quindi lui aveva tutti i motivi per odiarmi, così semplicemente, mi inginocchiai e gli chiesi perdono; volevo lenire il suo dolore, volevo davvero dimostrargli quanto ero dispiaciuto per tutto, fargli capire che ero diverso dai miei predecessori; che ero intenzionato ad essere migliore. Così lo lasciai andare. Lui decise di seguirmi, disse che voleva aiutami, non feci nulla per impedirlo. All’inizio fu tutto molto innocente, lui era solo la mia guardia del corpo, era il nuovo scagnozzo della famiglia Reiss; mi accompagnava spesso quando lasciavo la capitale, ma non eravamo mai veramente soli, avevamo sempre qualche altro uomo della scorta con noi; fui io il primo ad avvicinarmi; iniziai col fermarmi sempre più spesso ad osservarlo, mentre in tarda sera si allenava col dispositivo di manovra tridimensionale, sicuro che a quell’ora nessuno lo potesse disturbare; pensai che fosse bello, sai Levi, non avevo mai pensato a nessuno in quei termini, ma associai per la prima volta quell’aggettivo a tuo padre. Anche lui iniziò a guardarmi in modo diverso, aveva sicuramente capito che mi incantavo troppo spesso a fissarlo e cercavo di organizzare la mia scorta in modo che lui fosse sempre presente, a pensarci ora, mi stavo davvero comportando come una ragazzina alla sua prima cotta. Una sera fu lui ad accompagnarmi nelle mie stanze, quella volta si, eravamo completamente soli.

 

“Che cosa vuoi Uri?” Disse di colpo iniziando a fissarmi intensamente; non mi aveva mai guardato in quel modo, ma non mi sentivo a disagio,

 

“Non capisco Kenny di cosa stai parlando?” 

 

“Rispondimi, cosa vuoi da me Uri?” Il suo sguardo era così magnetico che capitolai, non mi accorsi nemmeno delle mie parole, dissi semplicemente quello che mi passava per la testa 

 

“Ora vorrei tanto baciarti, posso baciarti Kenny?” 

 

Ahah già sono stato io a prendere l’iniziativa, non te lo aspettavi vero Levi? Ovviamente tuo padre dopo aver fatto una faccia abbastanza scandalizzata si decise a baciarmi, fu il mio primo bacio, ma Kenny disse che non se ne era accorto in quel momento, be’ mi saltò praticamente addosso non lasciandomi quasi il tempo di respirare; spinsi la porta e lo invitai nelle mie stanze, non vi avevo mai condotto nessuno prima, tuo padre è stato il primo, Levi, e sarà l’unico, il solo. Ero così imbarazzato, non sapevo come muovermi, non sapevo cosa fare, per fortuna che Kenny aveva più esperienza di me. Non disse nulla per tutto il tempo, però mi guardava, nessuno mi aveva mai guardato in quel modo e lui lo fece per tutto il tempo, era così attento, così paziente, non me lo aspettavo da un tipo come lui, ma poi, quando raggiunse l’apice del piacere mormorò il mio nome, disse solo quello, contro il mio orecchio prima di crollarmi addosso. Lo abbracciai forte. In quel momento fui certo di essermi completamente innamorato di lui.

Imparerai Levi, che tuo padre raramente riesce ad esprimere i suoi sentimenti, bisogna un po’ tirare ad indovinare dai suoi gesti, dai suoi comportamenti, però non dubitare mai di una cosa, tuo padre ti ama e ha amato anche me, in verità non me l’ha ancora detto ma io lo so, scusa se pecco d’arroganza. Il mattino dopo la nostra prima volta, restai per ore a guardarlo dormire, era così bello, così sereno, quasi dolce; osservai il suo profilo, non ci avevo fatto caso prima di allora ma aveva il naso leggermente all’insù, mi fece tenerezza, e poi lo trovavo così magnetico, non potevo farci nulla.

 

“Hai finito di fissarmi in quel modo?” Ovviamente tuo padre era sempre il solito 

 

“Scusa io, ecco, non volevo” risposi cercando inutilmente di nascondermi tra le lenzuola 

 

“Che tipo, prima mi inviti nella tua camera, poi mi seduci ed ora ti nascondi? Non ti capisco proprio Uri!” 

 

“Io ecco non ti ho sedotto, ti ho chiesto solo un bacio!!” Provai a giustificarmi

 

“Certo un bacio e poi mi fai fatto entrare nella tua camera, nel tuo letto” 

 

“Mi sono fatto prendere dal momento scusami!!” Mi guardò malissimo;

 

“Uri cazzo non scusarti, non scusarti dopo di aver portato a letto qualcuno” 

 

“E ora cosa facciamo?” Chiesi, speravo veramente che Kenny potesse avere le risposte a tutte le domande che in quel momento rendevano la mia mente un completo caos 

 

“Dipende da cosa vuoi fare tu Uri, di solito come ti comporti con i tuoi amanti? Li uccidi? Gli cancelli la memoria?” Lo guardai smarrito per qualche minuto 

 

“In che senso i miei amanti?” Ero confuso, Kenny guardò prima me, poi le lenzuola, poi ancora me 

 

“Cazzo sono il primo?! Non ci posso credere Uri!! Sono veramente il primo uomo dal quale ti fai scopare?!” Ero senza parole

 

“Credi veramente che io faccia questo genere di cose con chiunque? Per chi mi hai preso? Per Rod?!”

 

Kenny continuava a ridere poi fece una cosa che non mi sarei mai aspettato, mi prese le mani tra le sue;

 

“Bene ho appena deciso che da oggi saremo amanti” disse solo questo prima di baciarmi. Non sapevo come ci si doveva comportare con il proprio amante e be’ sinceramente non lo so nemmeno ora, so che iniziammo a passare sempre più tempo insieme, a fare l’amore più spesso, e be’ il resto puoi immaginarlo Levi, visto che sei arrivato tu” concluse il sovrano sempre accarezzandosi il ventre. Kenny entrò in quel momento dalla porta, Uri capì dal suo sguardo che aveva sentito tutto, aveva sentito mentre raccontava a Levi la storia di come i suoi genitori si erano innamorati. 

 

“Hai finito di raccontare tutte quelle cazzate al moccioso? Non vorrai che cresca con un cuore gentile come il tuo” lo disse senza cattiveria, sorridendo e sedendosi sul letto accanto ad Uri. 

 

“Sono stato uno stronzo” ammise spezzando il silenzio che si era creato tra loro

 

“lo sei stato” concesse Uri 

 

“Erano vere tutte quelle stronzate che hai detto prima al moccioso?” Chiese curioso 

 

“Di come mi sono innamorato di te? Si sono vere, forse non te l’ho mai detto ma Kenny io ti..” gli mise una mano sulla bocca 

 

“No, non azzardarti a dirlo Uri, non puoi dirlo e poi lasciarmi solo a crescere Levi dannazione” dopo qualche secondo il sovrano gliela spinse via

 

“Kenny, se ci fosse un altro modo lo saprei” 

 

“Grisha ha detto che puoi passare il tuo potere da titano senza morire” Uri sorrise tristemente 

 

“Chi eredita i poteri di uno dei 9 giganti sa che vivrà per altri 13 anni, è la maledizione di Ymir, ho ricevuto questo potere 5 anni fa, mi restano ancora 8 anni Kenny, e non abbiamo la certezza che una volta estratto il gigante io possa sopravvivere oltre quel lasso di tempo, inoltre te lo ripeto; non ho intenzione di piegarmi alle richieste di Grisha, ho ancora delle responsabilità” 

 

Quando parlava in questo modo Kenny lo odiava, era come se a parlare non fosse lo stesso Uri che conosceva, tutti quegli ideali, lui non li comprendeva e non lo avrebbe mai fatto; avrebbe tanto voluto riuscire a vedere il mondo dalla prospettiva di Uri, per poterlo conoscere meglio, ma ora, ora si stava parlando di mollarlo da solo a crescere un moccioso dannazione! Prima gli diceva che avrebbero affrontato quella missione insieme e invece ora era pronto a lasciarli. Era ancora profondamente arrabbiato ma non poteva semplicemente andarsene, lui era legato indissolubilmente ad Uri, non solo per il bambino.

 

“Ho visto degli uomini della polizia militare qui vicino” disse invece cambiando argomento 

 

“Ti hanno riconosciuto?” Fece Uri allarmato 

 

“No, non mi hanno visto direttamente, dobbiamo fare attenzione, non dovresti uscire di casa Uri” il sovrano lo guardò malissimo 

 

“Tra noi due io sono quello meno riconoscibile, Kenny ho l’aspetto di una donna incinta pensi veramente che possano capire che sono Uri Reiss?” 

 

“Non lo so, ma preferirei non rischiare, magari qualcuno di loro ti conosce, ti ha visto nella capitale” 

 

“Kenny sta tranquillo” provò a rassicurarlo

 

“Non posso stare tranquillo quando so che tutto il mondo è contro di noi cazzo” Uri sorrise prima di prendergli la mano tra le sue 

 

“Se il mondo è contro di noi, vorrà dire che combatteremo uniti come abbiamo sempre fatto” lo squartatore lo allontanò 

 

“Non dire queste stronzate, non dire che resteremo uniti dopo che hai già dato per scontato che mi lascerai, anzi dopo che l’hai deciso” 

 

“Tutti prima o poi muoiono Kenny” Disse con un sussurro il biondo 

 

“E prima o poi dovrai accettare anche la mia morte, e andare avanti”.

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Capitolo 11
*** Cap.XI Brother ***


Cap. XI Brother

 

 

 

  

Rod era completamente senza parole, fissava la ragazza davanti a sé non sapendo cosa dire, quella ragazza era Uri, non potevano esserci dubbi, certo, portava i capelli più lunghi rispetto all’ultima volta che l’aveva visto, ed era vestito esattamente come una donna, ma non poteva essersi sbagliato, quello era proprio suo fratello, l’avrebbe riconosciuto fra mille. 

 

“Cosa diavolo ci fai a Shinganshina?!” Chiese Uri sconvolto quasi quanto Rod; 

 

“Io? Cosa diavolo ci fai tu qui piuttosto, e perché vestito così?!” 

 

Il biondo sembrò ricordarsi solo in quel momento di un piccolo particolare e velocemente spostò il cesto che aveva in mano coprendosi il ventre, sperando che il gesto passasse inosservato 

 

“Cosa stai nascondendo Uri?” Appunto, non ci poteva credere, ma dopotutto quello era Rod, era suo fratello, la persona che dopo Kenny lo conosceva meglio di chiunque altro. 

 

“Non ti sto nascondendo nulla” disse sorridendo nervosamente 

 

“Non sei mai stato bravo a mentire Uri, basta guardarti negli occhi per capire quando dici una bugia, per certe cose sei rimasto così bambino” 

 

Ammise Rod con una punta di nostalgia, per un attimo lo rivide a 6 anni mentre con la medesima espressione innocente, tentava di convincere la loro madre che non stava assolutamente nascondendo un cane nella loro stanza, un cucciolo che i due fratelli avevano salvato dalla strada il giorno prima e che avevano deciso di adottare, ovviamente all’oscuro dai genitori. Ecco, suo fratello, stava facendo lo stesso sguardo di allora, ma Rod non poteva farsi intenerire, doveva portarlo via, prima che ...

 

“C’è qualche problema Uri?” Ecco, uno sconosciuto si era appena avvicinato a suo fratello; Rod decise di calmarsi, doveva mantenere le apparenze, poteva esserci anche Ackerman nelle vicinanze.

 

“Dottor Jaeger stavo giusto venendo a trovare Carla, ma ho incontrato mio..” 

 

“Sono un conoscente di Uri” disse Rod stupendosi di se stesso per quella risposta improvvisa

 

“Già è un mio vecchio conoscente, non mi aveva riconosciuto” ammise Uri sorridendo a quel dottore.

 

“Be’ se stavi andando a trovare Carla vieni, ti accompagno volentieri, per oggi ho finito di lavorare, con permesso” disse superando Rod e prendendo il biondo sottobraccio 

 

“Ora devo andare Rod ci vediamo” disse Uri incamminandosi con l’uomo senza nemmeno voltarsi.

 

Lord Reiss restò per un attimo congelato, gli era parso di vedere, ma no, non era possibile, suo fratello da quella distanza sembrava proprio una donna incinta, non aveva fatto caso prima a quel rigonfiamento sospetto, mentre ora, era rimasto completamente senza parole, ma forse era solo la sua immaginazione; si doveva per forza essere così; sarebbe stata una cosa assurda, impossibile. Nel frattempo, era comparso un altro individuo da tener d’occhio, forse più pericoloso di Ackerman: quel dottor Jaeger; appena gli era passato accanto gli aveva dato i brividi; quella storia stava diventando di minuto in minuto sempre più sospetta. Lord Reiss tuttavia poteva essere sicuro di una cosa: aveva finalmente ritrovato Uri, per il momento solo quello contava, l’umanità era salva; l’indomani avrebbe svolto delle ricerche ed elaborato un piano per recuperare il fratello, aveva ancora qualche speranza; non tutto era perduto.

 

“Cosa pensi che farà ora tuo fratello?” Chiese Grisha Jaeger una volta svoltato l’angolo, Uri lo fissò sorpreso 

 

“Come faceva a sapere che quello era...?” 

 

“L’hai chiamato Rod, e di Rod Reiss ce né fortunatamente solo uno in circolazione” il biondo sorrise tristemente 

 

“Si quello era proprio mio fratello, non lo vedevo da 3 mesi” 

 

“Ha notato la pancia?” Chiese Jaeger con una punta di preoccupazione 

 

“Non lo so, sembrava solo sconvolto per il mio abbigliamento femminile, penso di essere riuscito a nasconderla” 

 

“Bene, ora che pensi di fare Uri?” 

 

“Devo dirlo a Kenny!” 

 

“Credi che sia una buona idea?” 

 

“La prego dottor Jaeger, anche lei conosce Kenny, non posso nascondergli una cosa del genere!” 

 

“Perché non mi sembri adeguatamente spaventato?!” 

 

“Eh in che senso?” 

 

“Uri, da quello che tu e Kenny mi avete raccontato è stato tuo fratello a dare l’ordine di rapirti, ha anche messo una taglia sulla sua testa” Il biondo prese un profondo respiro 

 

“Già, ha perfettamente ragione, è che a volte me lo dimentico, sa, non riesco a vedere Rod come il cattivo di tutta questa storia, vede è pur sempre mio fratello” ammise 

 

“Anche io avevo una sorella, è morta per causa mia” disse Grisha 

 

“Mi dispiace non lo sapevo” ed era sincero.

 

“Tranquillo Uri, era per dirti che i rapporti tra fratelli sono complicati, non conosco personalmente Rod per cui non so cosa consigliarti, ma sono certo di una cosa: è interessato al tuo potere e questo non lo fermerà!” 

 

“Lei non conosce mio fratello, lui è terrorizzato dal mio potere” ammise quasi divertito;

 

“Magari non lo vuole per se, ma lo vuole Uri, non fidarti di lui, non fidarti di nessuno” 

 

“Nemmeno di lei Dottore?” 

 

“Soprattutto di me”.

 

 

 

“Io ora l’ammazzo! Dimmi dove l’hai incontrato che vado la e l’ammazzo quel maiale schifoso” 

 

“Kenny per favore calmati”, provò Uri inutilmente, anzi beccandosi un’occhiata di rimprovero. Nonostante il consiglio del dottor Jaeger, appena aveva visto il suo compagno non era riuscito a nascondergli nulla, aveva subito vuotato il sacco. 

 

“Poteva succederti di tutto, ti avevo detto di chiuderti in casa cazzo!! Ora ci ha trovato!” Si passò stancamente una mano sulle tempie 

 

“Kenny sta tranquillo per ora sa solo che vi trovate a Shinganshina, non sa altro, né dove abitate, né dove abitiamo noi, si sono solo incrociati per strada” concluse il dottor Jaeger cercando di rassicurarlo.

 

“Ha scoperto del moccioso?” Chiese Kenny distrattamente 

 

“No, non penso abbia notato nulla” fu la risposta di Uri 

 

“Una cazzo di buona notizia” fece sistemandosi meglio il cappello ma continuando a muoversi nervosamente.

 

“Kenny ecco, so che non me lo permetterai mai ma io, io voglio parlare con Rod, voglio che domani mi accompagni da lui” 

 

Nella stanza calò improvvisamente il silenzio, Kenny fissò prima Uri poi si voltò verso il dottor Jaeger come per aver conferma di quanto aveva appena udito.

 

“So che per te è una pazzia ma...”

 

“Non è una pazzia, Uri è un cazzo di suicidio, ti ricordo inoltre che sei incinto, pensi che tuo fratello non noterà quel piccolo particolare?!” Il sovrano sembrò rifletterci un attimo 

 

“Posso indossare un vestito ampio e nasconderlo, Kenny ho davvero bisogno di parlare faccia a faccia con Rod, voglio capire cosa l’ha spinto ad agire così, devo avere un confronto con lui, ne ho bisogno” 

 

“Ora Uri non agitarti, non fa bene al bambino” intervenne il dottor Jaeger 

 

“Potete restare qui per la notte, dirò a Carla di preparare la stanza per gli ospiti, riprenderemo il discorso domani quando tutti ragioneremo a mente fredda e lucida, ora Uri davvero cerca solo di stare calmo, per il bene di Levi, ok?” E il biondo non poté che annuire.

 

 

“Mi dispiace Kenny” disse, quando rimasero soli.

 

“Non dirlo cazzo, non dirlo mentre fai quella cazzo di faccia dispiaciuta” 

 

“E invece lo ripeto, mi dispiace, voglio solo che tu capisca Kenny, io ho bisogno di sapere, voglio sapere perché Rod si è comportato così” 

 

“Perché quel maiale di tuo fratello è semplicemente uno stronzo, uno stronzo e un codardo, non c’è altro da capire” Il biondo si avvicinò a lui e lo cinse da dietro 

 

“Scusami Kenny” disse continuando ad abbracciarlo; il più alto non si mosse, non fece nulla semplicemente rimase immobile e attese la prossima mossa del suo compagno 

 

“Non voglio mettere in pericolo Levi, non voglio che Rod sappia di lui” Ackerman alzò gli occhi al cielo;

 

“Vedi che sei una cazzo di contraddizione vivente? Come puoi sperare che quel bastardo di tuo fratello non si accorga che aspetti un bambino?! Davvero Uri stiamo rasentando i limiti dell’assurdo.” 

 

“Una volta che Levi sarà nato, tornerò ad avere pieno possesso dei miei poteri, potrò riscrivere le memorie di Rod, non ricorderà nulla, potrò cancellare dalla sua mente gli avvenimenti degli ultimi mesi, potrò fare lo stesso con Grisha e Carla” Kenny ghignò 

 

“Era questo il tuo cazzo di piano fin dall’inizio vero? Modificare i ricordi di tutti? Quando cazzo pensavi di dirmelo eh?” Ogni volta riusciva a stupirlo;

 

“È solo un piano Kenny” fece spallucce 

 

“Però sai che non puoi modificare i miei di ricordi, e non potrai farlo neanche con quelli di Levi, un giorno tuo figlio saprà che lo hai abbandonato” Uri si staccò dall’abbraccio

 

“Non ricominciare a fare questo discorso Kenny, non farmi sentire in colpa, ora voglio solo poter chiarire con mio fratello, per tutto il resto ci sarà tempo più avanti, parleremo un’altra volta del mio futuro” 

 

“Sei un cazzo di codardo Uri, somigli a tuo fratello più di quanto tu creda” disse Kenny andandosene lasciandolo solo nella stanza.

 

 

“Perché scappi sempre da Uri?” 

 

Chiese Carla dopo aver versato del the caldo a Kenny; non sapeva neanche lui perché se n’era andato quella volta, semplicemente non voleva assistere al finale di quella conversazione, conosceva bene il suo compagno e sapeva che quando prendeva una decisione niente e nessuno poteva smuoverlo, nemmeno lui. In quel momento non sapeva nemmeno cosa l’avesse spinto ad accettare l’invito di Carla per un the, semplicemente si erano incrociati nel corridoio e la donna doveva aver visto la sua espressione post litigata con Uri; Ackerman non aveva avuto la forza per rifiutare Carla Jaeger, per colpa del biondo era rimasto completamente senza energie. 

 

“Grisha mi ha raccontato cosa è successo” disse dopo qualche secondo di silenzio la donna mentre gli allungava dei biscotti. 

 

“Eh?” Kenny ora era curioso, voleva sapere cosa cazzo avesse inventato il dottor Jaeger 

 

“Ma si, che Uri ha rivisto suo fratello, deve essere stato uno shock poverina, Grisha mi ha anche detto che probabilmente il fratello non si è nemmeno accorto delle sue condizioni” Kenny sbuffò inzuppando distrattamente un biscotto;

 

“Ho litigato con Uri perché insiste nel voler rivedere quel bastardo di suo fratello, vuole affrontarlo e chiedergli spiegazioni per il suo cazzo di comportamento” Carla non nascose la sua ammirazione  

 

“È davvero una ragazza coraggiosa” Ackerman la guardò malissimo

 

“È il suo più grande e fottuto difetto, si preoccupa sempre per gli altri e mai per se stesso cioè, per se stessa, ma ora, ora ecco deve capirlo che non può sempre fare di testa sua, come vuole” 

 

“Oh Kenny hai paura per il bambino vero?” Quella donna era veramente insopportabile.

 

“Per il moccioso, per Uri, che ne so io, so solo che vorrei fare qualcosa per proteggerli ma lui, cioè lei mi deve sempre rendere le cose difficili, ha un carattere di merda”

 

“Già, Uri non è la classica ragazza indifesa” 

fece Carla sempre sorridendo e Kenny non poté non darle ragione. Avrebbe tanto voluto aggiungere che anni fa Uri Reiss aveva fatto il culo ad uno come lui, quindi era la cosa più lontana ad una donna indifesa che si potesse immaginare; ora però le cose erano cambiate, non aveva più i suoi poteri da titano e soprattutto aspettava il loro cazzo di moccioso, come poteva il biondo buttarsi ancora in prima linea sapendo che portava Levi con sé?! Kenny a suo malgrado si accorse di amare Uri anche per quello, era un combattente esattamente come lui; non si sarebbe mai arreso; cercare d’impedirgli qualcosa avrebbe provocato l’effetto opposto; alla fine decise che l’avrebbe accompagnato da Rod, se proprio doveva accadere, almeno che lui potesse tenere sotto controllo la situazione. Finì il resto dei biscotti in silenzio; l’indomani sarebbe stata una lunga giornata del cazzo.

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Capitolo 12
*** Cap.XII Explanation ***


Cap. XII Explanation 

 

 

 

 

“Grazie per avermi accompagnato” disse semplicemente Uri fissando Kenny dal basso verso l’alto, stringendogli la mano. 

 

“Non lo faccio per te, lo faccio per il moccioso” il biondo suo malgrado sorrise, il suo compagno non sarebbe mai cambiato. 

 

“Andrà tutto bene Kenny” provò a rassicurarlo

 

“Se mi farà girare i coglioni sappi che questa volta lo ammazzo davvero” fu la secca risposta di Ackerman. 

 

Erano ormai giunti davanti agli alloggi di Rod e della sua scorta, molti uomini erano rimasti sorpresi nel trovarsi di fronte Kenny Ackerman, il ricercato numero uno degli ultimi mesi in compagnia di una bellissima ragazza in dolce attesa; i due avevano chiesto di conferire privatamente con Lord Reiss e vennero fatti passare senza problemi, solo Ackerman venne perquisito, giusto per precauzione.

 

“Sei davvero bellissimo Uri” furono queste le prime parole che Rod rivolse a suo fratello quando lo vide entrare nelle sue stanze 

 

“Tu sei il solo maiale invece” fu la risposta di Kenny che catalizzò l’attenzione completamente su di se. 

 

“Mi è stato detto che volete parlarmi, ebbene vi ascolto, Uri, però toglimi una curiosità, era necessario il travestimento da donna incinta? Cioè è una scelta fantasiosa e devo dire che ti dona, a prima vista anche io ti avevo scambiato per una ragazza” Uri gli sorrise arrossendo abbassando leggermente lo sguardo;

 

“Ecco Rod vedi, non so come spiegartelo, insomma..” 

 

“Tuo fratello sta aspettando veramente un moccioso” disse Kenny levandolo dall’imbarazzo 

 

“Come prego? Non ho capito bene, Uri puoi spiegarmi?” Rod ora fissava suo fratello minore, poi si voltò verso Kenny, che diavolo si stavano inventando quei due? 

 

“Rod non so se esista una spiegazione semplice ma ecco tra i poteri del gigante progenitore a quanto pare c’è la possibilità di dare la vita” dopo qualche attimo di silenzio, l’uomo parve assimilare quell’informazione, la sua prima reazione fu un’impeto di rabbia 

 

“E ovviamente nessuno lo sapeva perché nessuno prima di te Uri aveva mai pensato di farsela con un uomo, con un assassino!! Non ci posso credere!!” ruggì Rod in direzione di Kenny 

 

“Io ti ammazzo bastardo” 

 

“Fermi ” s’intromise Uri, mettendosi in mezzo a loro 

 

“Rod chiedi immediatamente scusa a Kenny, e tu Kenny mi avevi promesso niente scenate” 

 

“Ti avevo promesso che non l’avrei ammazzato, mi sembra già di aver sopportato troppo non ti sembra?” 

 

“Uri ma ti rendi conto?” Il sovrano sorrise avvicinandosi a suo fratello 

 

“Io sono felice Rod, certo all’inizio mi sembrava così strano, così assurdo ma sono veramente felice di aspettare un figlio da Kenny, e tu, sarai zio” disse sorridendo 

 

“Quando nascerà?” Chiese improvvisamente curioso dopo qualche minuto di silenzio

 

“Tra fine anno..” 

 

“Uri smettila di perdere tempo chiedigli quello che vuoi sapere, per ora rimanda tutti i discorsi sul moccioso” 

 

Il biondo venne come risvegliato dalle parole di Kenny, si stava dimenticando il vero motivo per cui si trovavano lì; rivedere Rod, parlare con lui dopo tutti quei mesi, gli era mancato suo fratello, poteva essere stato la causa del loro attacco e poteva avere tutti i difetti di questo mondo, ma restava sempre suo fratello e questo Uri non lo avrebbe mai dimenticato. 

 

“Rod voglio sapere perché? Perché ci volevi morti? Mi odi a tal punto? Vuoi così tanto questo potere?” Rod si inginocchiò ai piedi del fratello scoppiando improvvisamente a piangere 

 

“Perdonami Uri, io, io non ho mai voluto la tua morte, dovevano solo rapirti, si dovevano uccidere Ackerman, ma non ti avrebbero sfiorato nemmeno con un dito, non avrei mai permesso loro di farti del male” Uri si chinò verso di lui 

 

“Perché dovevano rapirmi? Cosa mi stai nascondendo Rod? Cosa hai combinato?” Chiese dolcemente.

 

Così Rod rivelò tutto, del dispaccio arrivato da Marley e del suo contenuto, non aveva più senso nasconderlo ad Uri, magari insieme ora avrebbero trovato una soluzione.

 

“Non ci posso credere, la situazione è più grave del previsto” ammise Uri sedendosi un attimo dopo un leggero capogiro 

 

“Cosa conti di fare?” Chiese preoccupato Rod 

 

“Quanto tempo ci resta?” Fu la domanda di Kenny, che intanto stava ancora sorreggendo Uri.

 

“Abbiamo tempo fino ad aprile, nel messaggio ci avevano concesso un anno” ammise Rod 

 

“Abbiamo ancora tempo si, possiamo farcela” fu la risposta di Uri, Kenny notò subito lo sguardo del compagno, non gli piaceva per niente.

 

“Ascolta Rod, in questo momento, durante la gravidanza non posso trasformarmi in titano ne’ accedere ai miei poteri di coordinata, quindi non posso nemmeno modificare ricordi o altro, sono praticamente inutile, sono un normale essere umano come te o Kenny” ammise candidamente Uri 

 

“Il bambino nascerà tra fine anno e i primi di gennaio, ho tutto il tempo per partorire e rimettermi in sesto; non intendo consegnare il potere del titano progenitore a Marley, se dovesse venirne in possesso ci distruggerebbe, no questo è uno scenario che non dovrà mai avverarsi per nessuna ragione” anche Rod stava iniziando a scorgere negli occhi del fratello quella determinazione così antica, così forte, in quel momento non era il biondo a parlare 

 

“Quindi cosa cazzo hai in mente di fare Uri? Muoverai guerra a Marley?” Chiese Kenny anche se già poteva prevedere la risposta 

 

“Esattamente!! Non avrei mai voluto scendere in guerra, il nostro primo sovrano scelse l’isolamento tra queste mura proprio per evitare qualsiasi scontro, sapeva che la guerra non avrebbe mai portato benefici, solo tanta distruzione, ma ora, ora è semplicemente necessaria, sono loro i primi che ci stanno minacciando, devo proteggere l’umanità Kenny, devo proteggere te e Levi!!” 

 

“Adesso smettila” disse Kenny prendendolo per un braccio

 

“Stai vaneggiando, smettila con questi cazzo di discorsi, muovere guerra al mondo intero ma sei impazzito Uri?!” Rod per una volta non poté far altro che dare ragione a Kenny 

 

“È vero Uri, una guerra contro Marley ci distruggerebbe, sono scientificamente più avanzati di noi, hanno quelle cose, quelle bombe!!” 

 

“E che cazzo sarebbero?” Chiese Kenny 

 

“Sono piccole ma più potenti dei barili di polvere da sparo e cadono dal cielo!!” 

 

“Come cazzo fanno a cadere dal cielo?” 

 

“Smettetela voi due prima che..” 

ma Uri non riuscì a completare la frase che cadde dalla sedia, se non fosse stato per i pronti riflessi di Kenny nell’afferrarlo al volo sarebbe finito sicuramente a terra. 

 

“Mando qualcuno a chiamare un medico?” Chiese Rod preso dal panico 

 

“Manda a chiamare il dottor Jaeger” fece Kenny, poi come colto da un’improvviso colpo di genio 

 

“Certo, Grisha Jaeger cazzo, è lui la soluzione, sarà lui a salvarci!!!”.

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Capitolo 13
*** Cap.XIII Plan ***


Cap. XIII Plan 

  

 

 

 

“Ora sta riposando, lasciatelo dormire fino a domani, ha bisogno di recuperare le forze, ha subito un forte stress” disse il dottor Jaeger fissando prima Kenny poi Rod. 

 

“Cosa vi è saltato in mente? Venire fino qui e da soli!” Aggiunse poi rivolto solo ad Ackerman; 

 

“Il moccioso sta bene?” Fu l’unica replica dell’uomo;

 

“Stanno bene entrambi, ma ora rispondimi Kenny, Rod Reiss non era forse il nemico? Mi sono perso qualcosa?!” 

 

“Grisha, ascolta, abbiamo scoperto che la fuori c’è una minaccia maggiore di quel bastardo di Rod, ora andiamo a berci qualcosa; ti devo raccontare tutto questo fottuto casino!!” 

 

“Dove pensi di andare?” Fece Rod fissando lo squartatore che si stava allontanando insieme al dottor Jaeger 

 

“A bermi qualcosa cazzo” 

 

“E non pensi ad Uri? Lo abbandoni così? Stai veramente lasciando Uri e tuo figlio?!” Urlò sconvolto.

 

Bastarono un paio di passi perché Kenny raggiungesse Reiss, riuscì comunque a resistere all’impulso di mettergli le mani addosso, l’aveva promesso a Uri cazzo; 

 

“Ascoltami bene brutto bastardo figlio di puttana, non li sto abbandonando chiaro? Uri deve riposare e lo sto lasciando con te, ok?! Ora se vuoi scusarmi vado a bere qualcosa col dottor Jaeger qui presente, che per la cronaca è un fottuto titano come tuo fratello, e proverò a convincerlo ad aiutarci e salvarci il culo va bene?” Rod lo fissava senza parole terrorizzato;

 

“Se non fossi stato abbastanza chiaro ti sto affidando la sicurezza di Uri ora, non farmene pentire cazzo” concluse calandosi il cappello sugli occhi e tornando ad incamminarsi verso Grisha Jaeger lasciandosi dietro uno sbigottito Rod Reiss. 

 

 

Erano seduti ad un bar, lo stesso dove un tempo Carla Jaeger aveva lavorato come cameriera, e si fissavano, entrambi avevano ordinato della birra ma nessuno per ora aveva iniziato a bere o parlare, fu Kenny il primo a rompere il silenzio;

 

“Rod ha ricevuto un dispaccio da Marley, gli hanno dato un anno di tempo per consegnare il titano progenitore, poi interverranno e distruggeranno tutto, prendendolo con la forza” Grisha non sembrò affatto sorpreso 

 

“Sono anni che il governo di Marley si sta organizzando per invadere l’isola di Paradise, sono più avanzati di noi, non abbiamo speranze Kenny” l’uomo lo fissò poco convinto

 

“Uri vuole combattere, vuole iniziare una cazzo di guerra contro l’umanità” concluse sospirando;

 

“Quella non è la volontà di Uri e lo sai anche tu, quando scade il termine dato da Marley?” Domandò il dottore;

 

“Ad aprile” Jaeger parve improvvisamente sollevato, fece un piccolo sorriso

 

“Vostro figlio avrà tempo di nascere” 

 

“Non me ne frega un cazzo, cosa importa ora se il moccioso nascerà o meno, Uri ci condannerà lo stesso!!” Urlò esasperato

 

“Kenny, con la nascita di Levi, Uri potrà riavere il suo potere, sai cosa vuol dire? Avrà il controllo su tutti i giganti presenti su quest’isola, potrà scagliare un contrattacco contro Marley, possiamo combatterli Kenny, possiamo davvero pensare di vincere con il potere del gigante progenitore dalla nostra!!” Aveva una strana luce negli occhi mentre diceva quelle cose, sembrava un folle, anche se non aveva totalmente torto;

 

“E tu da che parte starai? Non volevi anche tu il potere di Uri? Come posso fidarmi di te?” Chiese Ackerman, mentre giocherellava distrattamente con il bicchiere davanti a lui;

 

“A Marley non ho più nulla, qui ho Carla, ho una nuova identità, una nuova vita, voglio difendere tutto questo, inoltre anche io posseggo il potere di un titano, potrò aiutare Uri nell’organizzare le difese, Kenny la guerra non è persa abbiamo ancora una speranza”.

 

 

Quando Uri si svegliò rimase deluso nel non trovare Kenny al suo fianco, in compenso c’era Rod. 

 

“Come ti senti?” Chiese premuroso 

 

“Meglio grazie ma cosa mi è successo? Stavamo parlando e..” 

 

“Non ricordi? Ti sei agitato e sei svenuto, il dottor Jaeger ha detto che non devi stressarti così il bambino..” 

 

“Oddio come sta Levi?” Chiese preoccupato 

 

“Levi?” Fece Rod confuso

 

“È il suo nome” disse dolcemente Uri indicandosi il ventre 

 

“Levi Ackerman” concluse sorridendo innamorato. Rod non poté evitare di storcere il naso per il fatto che suo nipote avrebbe ereditato quel cognome, ma poi vide l’espressione di Uri, come gli occhi di suo fratello brillavano nel pensare al suo bambino; non ricordava di averlo mai visto così 

 

“Sei davvero felice” ammise continuando a fissarlo incredulo. Il biondo era sempre più radioso;

 

“lo sono Rod, io amo Kenny e amo questo bambino” 

 

“lo aspettavi già quando vi hanno attaccato?” Chiese di colpo il maggiore dei fratelli Reiss;

 

“Si; per quello non sono riuscito a trasformarmi in titano e siamo fuggiti, non sapevo cosa stava succedendo, solo che non mi sentivo bene, poi abbiamo incontrato il dottor Jaeger” confessò 

 

“Ackerman mi ha detto che quell’uomo è un titano? Come è possibile?” 

 

“Possiede uno dei 9 titani, proviene da Marley, anche lui era stato mandato in missione qui per recuperare il mio potere” 

 

“Uri ascolta mi dispiace, io non sapevo, non credevo” ma il sovrano sorrise

 

“Va tutto bene Rod, non ti ho mai veramente odiato, sei mio fratello, però quando tutto questo sarà finito non voglio vederti mai più, non voglio più aver niente a che fare con la famiglia Reiss, quando verrà il momento passerò il mio potere a Frieda” Rod era senza parole, lo fissava incredulo

 

“Vuoi ancora che sia Frieda l’erede?” Il biondo lo guardò seriamente

 

“Levi non dovrà mai sapere di essere un Reiss, sarà solo un Ackerman” Rod si limitò a sorridere 

 

“Sei incredibile Uri” 

 

“No, sono semplicemente innamorato, oh, vieni qui Rod dammi la mano svelto” L’uomo fece come detto, il sovrano se la portò al ventre 

 

“lo senti come sta scalciando? Si è svegliato” Rod si trovò a sorridere come un’idiota, fissando suo fratello 

 

“Ha preso l’energia di suo padre non c’è che dire” ammise sinceramente 

 

“Già, a proposito dove è andato Kenny? Perché non è qui?” Chiese con una punta di preoccupazione 

 

“È sparito col dottor Jaeger, vuole convincerlo a combattere per noi”.

 

 

Kenny bussò tre volte prima di entrare nella stanza dove stava riposando Uri, non si sorprese di trovarlo sveglio a leggere un libro, lo accolse con un sorriso 

 

“Vieni pure, sto leggendo le storie scritte dai miei antenati, me li ha portati Rod; voglio capire se ci possono essere indizi su Marley” 

 

“Dovresti riposare” replicò lo squartatore sedendosi sul bordo del letto;

 

“Levi sta scalciando da tutto il pomeriggio, non riuscirei a riposare neanche volendo, magari ora che sei tornato tu si deciderà a calmarsi” 

 

“Moccioso” disse Kenny sdraiandosi accanto ad Uri, questi sorrise 

 

“Ahah togliti gli stivali almeno; se no sporcherai tutto” 

 

“Dopo” rispose pigramente Kenny chinandosi verso di lui per baciarlo 

 

“Allora? Il dottor Jaeger cosa ne pensa del mio piano?” Fece Uri rompendo il bacio, ma fissando Kenny con determinazione 

 

“Non sapevo avessi un cazzo di piano” Il biondo rise nuovamente 

 

“Non ho ancora definito bene i dettagli ma a grandi linee: porterò a termine la gravidanza, a gennaio nascerà il nostro Levi, non so quanto tempo mi ci vorrà per riprendere pieno controllo dei miei poteri ma calcoliamo approssimativamente un mese; per febbraio dovrei essere tornato quello di prima” 

 

“Continua” concesse Kenny 

 

“Utilizzerò il potere della coordinata, prenderò il controllo di tutti i giganti presenti sull’isola, ne farò un esercito personale, attraverseremo il mare e attaccheremo Marley, di sicuro non si aspettano una mossa così ardita” 

 

“È un cazzo di suicidio Uri” Ackerman era senza parole

 

“Be’ hai forse un piano migliore?” Rispose quasi offeso l’altro 

 

“Jaeger mi porterà fuori dalle mura, mi condurrà a Marley, una volta li, ucciderò semplicemente chi ha inviato quel dispaccio, se tolgo di mezzo la classe dirigente, il governo sarà nel caos e attaccarci diverrà l’ultimo dei problemi, anzi per un po’ non si ricorderanno nemmeno della nostra esistenza” Uri era rimasto senza parole, ma si riprese velocemente 

 

“Non permetterò che tu combatta una guerra inutile, so che tu vuoi la pace Uri, in questi anni ho imparato a memoria tutti quei cazzo di discorsi che facevi, ma conosco anche il vero te; guideresti quell’attacco per poi passare il resto della tua vita a vivere nel rimorso, nel ricordo di tutte le vite che manderesti al massacro; sei troppo buono Uri, troppo buono per questo cazzo di mondo, per cui, lascia che sia io a sporcarmi le mani al tuo posto, queste mie mani sono già gronde di sangue” 

 

“Kenny” Uri era senza parole, avrebbe voluto dire così tante cose, ma iniziò a singhiozzare stretto nell’abbraccio del suo compagno 

 

“È già tutto deciso, partiremo tra una settimana, due al massimo, io e Grisha, risolveremo questa cazzo di situazione al più presto” Il biondo alzò gli occhi per guardarlo spaventato 

 

“Promettimi, promettimi solo che tornerai per la nascita di Levi, devi essere qui quando nascerà” disse tra le lacrime che avevano iniziato ad uscire senza controllo

 

“Non preoccuparti cazzo, pensa solo al moccioso, lascia a me il resto Uri” disse baciandogli la fronte. 

 

 

Quella notte fecero l’amore in quel letto pomposo, sembrava di essere tornati a Mitras, sembrava la loro vecchia vita, invece era tutto diverso, Uri come al solito era stato il primo ad addormentarsi, mentre Kenny si trovava ancora a fissarlo riposare, con quei cazzo di capelli lunghi sembrava davvero una donna, una bellissima donna, si avvicinò piano posandogli un bacio a stampo sulle labbra 

 

“Ti amo Uri, aspettami”, disse prima di rivestirsi e lasciare la stanza. Forse un giorno sarebbe riuscito a dirglielo guardandolo negli occhi.

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Capitolo 14
*** Cap.XIV Mission ***


Cap. XIV Mission

 

 

 

 

“Sei veramente sicuro di volerlo lasciare così?” Domandò Grisha Jaeger ad Ackerman quando questi lo raggiunse; 

 

“Tu cosa hai raccontato a Carla?” Rispose l’uomo con un ghigno, Jaeger sorrise 

 

“Nulla ovviamente, solo che mi sarei assentato per visitare dei pazienti affetti da una strana epidemia, non ha fatto domande, ma probabilmente perché sapeva che le stavo mentendo” ammise. 

 

“Allora vogliamo andare?” Chiese Kenny mettendosi lo zaino in spalla 

 

“Porterai con te solo quelle pistole e il pugnale?” Domandò sorpreso Grisha osservando il poco bagaglio dell’uomo.

 

“Basteranno” fu l’unica risposta che ottenne mentre si apprestavano ad uscire dalle mura, nascosti dall’oscurità.

 

 

Un mese dopo...

 

“Smettila di crucciarti, non puoi passare tutte le giornate fissando il cielo in questo modo Uri!!” 

 

Inveì Rod Reiss contro il fratello minore. Il sovrano aveva preferito rimanere nella sua casa di Shinganshina, casa sua e di Kenny. Era venuto a conoscenza della partenza del suo compagno e del Dottor Jaeger solo un paio di giorni dopo che questa era avvenuta; inutilmente Rod aveva provato a nascondergli la verità: Kenny e Grisha erano partiti di nascosto per Marley, stavano mettendo in gioco le loro vite per la salvezza di tutti gli ignari abitanti delle mura. Il giovane sovrano aveva pianto per tutta la settimana successiva, si sentiva in colpa, non avrebbe mai voluto mettere Kenny in pericolo, fu la visita di Carla Jaeger a salvarlo dal baratro di dolore e sensi di colpa nel quale era sprofondato. La donna ad un certo punto gli aveva semplicemente ricordato di Levi, doveva essere forte per suo figlio, per quel bambino non ancora nato, quel piccolo miracolo, frutto del suo amore per Kenny; Uri non era completamente impotente, aveva anche lui una missione, doveva sopravvivere e far nascere Levi sano e forte per quando suo padre sarebbe tornato. 

 

“Tu lo sapevi, voglio dire tu hai sempre saputo che il dottor Jaeger fosse un titano?” Domandò un giorno di punto in bianco, la donna sorrise dolcemente, mentre serviva il the ad entrambi;

 

“Ho sempre saputo che Grisha non era un uomo comune, per questo mi sono innamorata di lui, le cose semplici non mi sono mai piaciute, avrei potuto sposare chiunque, avevo tanti pretendenti, ma nessuno mi ha mai fatto battere il cuore come lui, che importa se viene da Marley, se è un titano o che altro, per me sarà sempre Grisha, mio marito” Uri la fissava ammirato e sorpreso; 

 

“Anche per me sarebbe stato più semplice innamorarmi di chiunque tranne che di Kenny, eppure è successo, sai credevo non mi avrebbe mai lasciato, credevo che avremmo combattuto contro tutto e tutti insieme” Carla gli strinse le mani tra le sue,

 

“Non ti ha lasciato solo, hai Levi con te, una parte di Kenny è con te e lo sarà sempre, sta combattendo questa battaglia per voi Uri”. 

 

Rod veniva a trovare il fratello una volta a settimana, portando sempre dei regali per Levi, sembrava volesse in qualche modo farsi perdonare. Dopo aver accettato il fatto che suo fratello stava aspettando un bambino era completamente entrato nei panni del futuro zio

 

“Sai anche mia moglie mi renderà di nuovo padre l’anno prossimo” disse un pomeriggio, Uri lo fissò abbastanza scettico;

 

“Con Frieda ho sbagliato tutto, L’ho trascurata povera piccola, non commetterò lo stesso errore con questo bambino” Uri avrebbe voluto commentare che sapeva dell’esistenza di almeno altri 4 figli illegittimi di Rod, però decise di restare in silenzio, magari suo fratello si sarebbe redento, forse sarebbe stato finalmente un buon marito e un buon padre, a quel pensiero scoppiò improvvisamente a piangere. 

 

“Oddio Uri cosa succede?” Chiese preoccupato Rod 

 

“Niente, mi sono ricordato che Kenny tempo fa mi chiese di sposarlo, abbiamo rimandato sempre il matrimonio, quando tornerà sarà la prima cosa che farò, sposerò Kenny, Rod” disse con decisione guardando il fratello negli occhi;

 

“Non ti serve il mio permesso o la mia benedizione per farlo e lo sai”

 

“Ciò non toglie che non la voglia, Rod sarebbe importante per me se tu accettassi Kenny nella mia vita” 

 

“Mi sembra di averlo accettato” 

 

“Tu hai accettato il fatto che avrò un figlio da lui, non che sarà il mio compagno ufficiale” 

 

“Scusami Uri ma sono un uomo all’antica, per me è difficile pensare che mio fratello se la faccia con un uomo, un assassino, un mostro” 

 

“Tuo fratello è in grado di trasformarsi in gigante e può generare figli, la definizione di mostro calza meglio su di me che sul mio compagno” ammise candidamente il sovrano

 

“Tornerai mai a Mitras?” Chiese all’improvviso Rod, preferendo cambiare argomento

 

“Non lo so”; ed era sincero, Uri non aveva ancora pensato a nulla, viveva giorno per giorno in attesa del ritorno di Kenny; vedeva con preoccupazione i giorni passare e la sua pancia aumentare, una parte di lui iniziò a pensare al peggio quando a inizio novembre non erano ancora giunte notizie su Kenny e Grisha.

 

 

 

“Cavolo hai visto la faccia di quella cazzo di guardia? Adoro quell’espressione di puro terrore che fanno quando gli squarcio la gola” ammise Kenny Ackerman mentre interamente ricoperto di sangue andava a sedersi accanto a Grisha Jaeger che versava nelle sue stesse condizioni 

 

“Sei davvero un ottimo assassino lo devo ammettere” disse passandosi una mano sul viso per tirarsi indietro i capelli e potersi pulire gli occhiali

 

“Mi chiamavano Kenny lo squartatore per un motivo” fece ghignando quasi orgoglioso;

 

“Ahah bene, con questo ci mancano ancora un paio di membri del consiglio e poi potremo tornare a casa” disse alzandosi 

 

“Già ancora due cazzo di vecchi da far fuori e potrò tornare da Uri e dal moccioso” ammise Ackerman

 

“Ti manca vero?” Chiese il dottor Jaeger 

 

“Non sono cazzi tuoi, piuttosto questo posto era casa tua no? Non hai detto che hai ancora un figlio qua? Non vuoi andarlo a cercare?” Grisha si rabbuiò di colpo;

 

“Zeke ormai non è più mio figlio, non sono mai stato un buon padre per lui, ho cercato di trasmettergli la mia ideologia ma ho finito solo per farmi odiare”

 

“Ma non sei nemmeno curioso di vedere come cazzo sarà diventato? Quanti anni sono che sei via?” 

 

“Non importa Kenny veramente, vedere Zeke mi renderebbe le cose solo più difficili, ricorderei di come ho perso sua madre, e anche che un giorno perderò Carla” 

 

“Che cazzo vuoi dire?” 

 

“Sono un gigante Kenny, anche io sono soggetto alla maledizione di Ymir, mi restano 11 anni ancora da vivere” l’uomo gli mise le mani al collo prima di urlare

 

“Non avevi detto che conoscevi un cazzo di modo per trasferire quel potere senza che il possessore muoia?” Grisha sorrise tristemente 

 

“Era una balla, avrei detto qualsiasi cosa purché tu ti fidassi di me quella volta, non c’è soluzione Kenny, un giorno perderai Uri come io perderò Carla” disse scoppiando in lacrime 

 

“Perdonami Kenny, non volevo darti false speranze”. 

 

Ma Ackerman dopo qualche secondo di silenzio lo stupì liberandolo e guardandolo senza una reale espressione; seguirono secondi di silenzio.

 

“Dai andiamo, abbiamo ancora due cazzo di idioti Marleyani da far fuori, non abbiamo tempo per piangere ora”.

 

 

 

Era arrivato dicembre, la prima neve aveva iniziato a cadere ricoprendo il distretto, Uri si era alzato presto quella mattina, Levi stava diventando sempre più irrequieto, non lo lasciava riposare un attimo, e lui non riusciva nemmeno a star seduto troppo tempo nella stessa posizione; non vedeva l’ora di partorire e subito, ah quanto avrebbe voluto che Kenny fosse li con lui, almeno avrebbe avuto qualcuno con cui lamentarsi per il suo dolce stato.

 

“Giuro Levi, quando tuo padre tornerà gliele farò scontare tutte e se un giorno se ne uscirà con l’idea di avere altri figli lo evirerò con le mie mani” poi si ricordò di un particolare, si sedette e iniziò ad accarezzarsi il ventre 

 

“Scherzavo, ovviamente Levi, sarai figlio unico, sarai un piccolo despota viziato, non ci sarà tempo per regalarti dei fratelli o delle sorelle, eppure mi sarebbe piaciuto, mi sarebbero piaciute tante cose Levi” ammise dolcemente;

 

“Dai Uri non ricominciare a piangere, ho delle ottime notizie” disse Rod entrando di corsa nella stanza senza premurarsi di bussare 

 

“Dei miei uomini fidati, infiltrati nella legione Esplorativa mi hanno detto che hanno visto delle barche avvicinarsi via mare, ovviamente sono notizie top secret” 

 

“Stanno davvero tornando?” Domandò il sovrano sorpreso e iniziando a piangere di gioia questa volta,

 

“Si, Uri sembra proprio di sì, Kenny sta tornando da te”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Attenzione: il prossimo sarà l’ultimo capitolo!!! (Anche se penso si fosse già capito). Credevo che sarei riuscita a pubblicare tutto prima del 2020 ma ho sbagliato i calcoli!! Anticipo già che questa storia avrebbe anche un sequel ma al momento sono molto indecisa se pubblicarlo o meno, fatemi sapere se vi potrebbe interessare. Intanto ringrazio a chi continua a leggere e seguire questa storia. Già che ci sono colgo l’occasione per fare a tutti auguri di buon anno, ci vediamo nel 2020 con il gran finale!!

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Capitolo 15
*** Cap. XV Levi ***


Cap. XV Levi 

 

 

 

 

Rod aveva fatto il possibile per cercare di fargli cambiare idea, ma sapeva che non ci sarebbe riuscito, dopo 27 anni poteva dire di conoscere suo fratello; così quando Kenny Ackerman e Grisha Jaeger tornarono dalla missione fuori dalle mura, ad attenderli vicino ad una delle entrate segrete del muro Maria c’era Uri. Kenny inizialmente non era riuscito a muoversi per la sorpresa, non ci poteva e voleva credere, il sovrano in quei mesi di lontananza era diventato se possibile ancora più bello, gli corse incontro e si abbracciarono a metà strada, Kenny gli sollevò il viso e lo baciò davanti a tutti incurante di dove fossero, e che lo stessero osservando; Uri restò per quella che gli parve un’infinità stretto tra le sue braccia, fu Ackerman a parlare per primo 

 

“Cazzo se sei diventato grosso” disse spezzando tutto il precario romanticismo della scena 

 

“Hai visto quanto è cresciuto Levi? Manca davvero poco, oh Kenny non ci posso credere finalmente sei qui” disse tuffandosi nuovamente sulle sue labbra; intanto anche Carla Jaeger era corsa tra le braccia del marito, mentre Rod, poco distante, corrompeva tutti gli uomini della Legione Esplorativa presenti perché mantenessero il più assoluto riserbo sulla faccenda.

 

Kenny Ackerman e Grisha Jaeger avevano ucciso in quasi 3 mesi tutti e 20 i membri più importanti del governo di Marley, gettando la nazione nemica nel caos, nessuno però sembrava aver ipotizzato che i responsabili fossero gli eldiani residenti nell’isola di Paradise, si pensava principalmente a lotte di potere interne. Secondo Grisha, con il successo di quella missione sarebbero potuti vivere tranquillamente per ancora una ventina d’anni, senza ricevere altre minacce.

 

Il 15 dicembre Uri Reiss e Kenny Ackerman si sposarono nel distretto di Shinganshina, al cospetto di pochissimi ospiti selezionati. Per Uri quello fu il giorno più felice della sua vita. Per Kenny, lo stesso.

 

Al mattino del 25 dicembre il sovrano si alzò dal letto colpito da forti dolori al ventre, ci mise qualche secondo a capire che ormai era ora, stava per avere il bambino. Kenny attraversando una tempesta di neve corse a chiamare il dottor Jaeger. Furono ore veramente estenuanti, lo squartatore inizialmente aveva pensato di non assistere al parto, ma vedere la faccia di Uri così terrorizzata l’aveva convinto a restare, inoltre nonostante si fossero coperti le spalle per mesi combattendo insieme, non si fidava ancora pienamente di Grisha Jaeger. Levi venne alla luce al tramonto del 25 dicembre. Fu Kenny il primo a prenderlo tra le braccia. 

 

“È un maschio cazzo avevo ragione è un fottuto maschio” disse sorridendo genuinamente e mettendolo tra le braccia di un provato Uri. Il sovrano fissò a lungo il suo bambino, era semplicemente perfetto, aveva i capelli scuri di Kenny, ma la sua bocca, era un esserino minuscolo 

 

“È bellissimo Kenny” disse tra le lacrime 

 

“Ti amo Uri grazie” quelle parole fecero completamente sciogliere il biondo, non si aspettava minimamente che Kenny decidesse proprio in quel momento di dirglielo, gli aveva dato veramente il colpo di grazia, troppe emozioni per una giornata sola. Quello fu il secondo giorno più bello delle loro vite, la nascita di Levi.

 

Sia Uri che il dottor Jaeger avevano notato che i poteri da titano erano ritornati a neanche 24 ore dal parto, come anche le altre capacità del biondo; il sovrano era guarito subito da ogni ferita tanto che sembrava non avesse appena partorito, era tornato in forma e anche fisicamente non si sentiva debilitato o altro. Levi dormiva serenamente nella sua culla accanto al letto dei genitori, Kenny lo fissava completamente smarrito 

 

“Allora ti piace il nostro Levi?” Chiese dolcemente Uri abbracciandolo da dietro 

 

“Ho combattuto solo per questo, solo per questo cazzo di momento” ammise non sapendo come rispondere

 

“Lo so grazie” disse baciandolo con passione

 

“Eh no Uri non mi tentare che poi ti porto in camera e tu mi sforni un altro moccioso” il sovrano rise 

 

“Ahah andiamo Kenny vuoi veramente dirmi che non farai più l’amore con me perché ora hai paura che potremmo avere altri figli?” Ackerman arrossì distogliendo lo sguardo 

 

“Smettila Uri smettila subito” 

 

“Ma se non sto facendo niente” 

 

Levi decise che quello fosse il momento ideale per iniziare a piangere 

 

“Il pessimo tempismo del cazzo quello non l’ha perso” disse Kenny fissando Levi, questi apri debolmente gli occhi solo per rifilargli lo stesso identico sguardo 

 

“Eh no moccioso non ti azzardare a fare così” Uri sorrise, tutto era perfetto, la sua famiglia era perfetta. Era felice.

 

 

Levi aveva appena compiuto 5 mesi e stava piano piano iniziando a interagire col mondo, il sovrano era completamente innamorato di suo figlio, e non passava giorno senza che si vantasse con Carla di quanto il suo bambino somigliasse a Kenny 

 

“Ha i suoi capelli, il suo sguardo, guardalo e dimmi se non è una versione in miniatura di Kenny Ackerman!” Carla sorrise gentilmente 

 

“Però ha il tuo naso, la tua bocca ed è tutto piccolo e minuto come te, assolutamente adorabile” stavano ridendo insieme quando vennero avvicinate da un ufficiale del corpo di gendarmeria 

 

“Uri Reiss? Siamo qui per accompagnarvi a Mitras su ordine di vostro fratello” 

 

Uri smise immediatamente di sorridere, prese Levi e lo mise tra le braccia di Carla, fino all’ultimo non avrebbe voluto ma fu costretto ad utilizzare il suo potere sull’amica 

 

“Carla, va a casa da Grisha, ti affido Levi, quando arriverà Kenny tu non saprai dove sono ne cosa è successo, dimenticherai questa conversazione, dimenticherai questi mesi, ti dimenticherai di me, di Kenny e di Levi” disse prima di andarsene, lasciando suo figlio in lacrime tra le braccia della donna, dopo avergli dato un veloce bacio d’addio.

 

“Cosa cazzo sta succedendo Grisha?!?” 

 

Kenny era completamente impazzito, il dottor Jaeger gli aveva appena raccontato l’accaduto 

 

“Deve aver usato il suo potere su Carla, dice di non conoscere nessun Uri e non ha riconosciuto nemmeno te, non sa neppure chi sia Levi, mi dispiace Kenny non so come aiutarti” 

 

“Cosa cazzo dovrei fare Grisha? Mi ha mollato, lo sapevo cazzo che prima o poi sarebbe successo, ma lasciare anche Levi!! Non lo credevo capace di tanto” 

 

“Respira Kenny ci sarà un motivo sicuramente, conosci Uri” 

 

“So che l’ha fatto per proteggerci, è sempre stato un cazzo di egoista” disse sedendosi e calandosi stancamente il capello sugli occhi.

 

Alla fine prese una decisone, forse la decisione più difficile della sua vita, lasciò Shinganshina insieme a Levi, disse per sempre addio a Grisha e Carla Jaeger; ormai senza Uri non aveva senso restare in quel posto merdoso. Fece una breve sosta nella città sotterranea da sua sorella Kuchel, decise che gli avrebbe affidato Levi, era l’unica persona al mondo di cui si fidasse abbastanza da lasciargli crescere suo figlio;

 

“Ma Kenny ne sei sicuro? Voglio dire questo non è il posto ideale per crescere un bambino, e poi col mio lavoro!!“

 

“Sarà più al sicuro qui che in superficie, è un Ackerman, Kuchel, se uscirà mai da qui lo farà solo con le sue forze, per ora credimi è meglio che il mondo non sappia della sua esistenza” 

 

“Che ne è stato di sua madre?” Chiese Kuchel guardando tristemente suo fratello 

 

“Sua madre ha preferito abbandonarci, per me è morta” 

 

“E se dovesse tornare?” Chiese preoccupata 

 

“Credimi Kuchel, non tornerà, quando ha lasciato Levi, aveva già deciso ogni cosa cazzo, be’ ci si vede, ti manderò dei soldi ogni mese e ogni tanto passerò a trovarti e vedere come se la cava il moccioso”. 

 

 

Rivide Uri un anno dopo, era una cazzo di processione per le strade di Mitras, i loro occhi si incrociarono per un istante, sembrava fossero passati secoli dall’ultima volta, ma in fondo era così, era da tanto che non si parlavano, non si erano mai detti veramente addio, Uri se n’era semplicemente andando, decidendo per entrambi, e Kenny non aveva fatto nulla per cercarlo, per obbligarlo a restare, a tornare da loro. Senza darsi appuntamento si incontrarono in un giardino in riva ad un lago, dove erano soliti passeggiare insieme ai tempi della loro relazione, fu il sovrano il primo a rompere il silenzio 

 

“Levi?” Chiese distrattamente, come se stessero conversando del tempo 

 

“Cresce, sta bene” 

 

“È con tua sorella vero? Nella città sotterranea” 

 

“Le spie di Rod?” Fece Kenny per nulla sorpreso 

 

“No, le mie spie, credi che abbia semplicemente abbandonato mio figlio?” 

 

“Non l’hai fatto Uri?” 

 

“Si ho abbandonato mio marito e mio figlio, sono tornato ad essere il sovrano dell’umanità, è questo il mio compito e non ne sono pentito” 

 

“Perché?”

 

Chiese solo questo Kenny, avrebbe voluto chiedergli molte cose ma in quel momento era come se la sua mente si fosse semplicemente svuotata 

 

“Non potevo scappare in eterno, giocare ad essere una famiglia felice, crescere Levi, amarti, sarebbe solo stato più difficile dopo, quando avrei dovuto dirvi addio” ammise Uri 

 

“Kenny Io ti amo ancora” 

 

disse scoppiando a piangere, Kenny provò a resistere, a contrattaccare in qualche modo, ma quello era pur sempre Uri, e lui sapeva che avrebbe sempre perso contro di lui, così semplicemente l’abbracciò 

 

“Io sarò con te Uri, se mi vorrai ancora, posso tornare ad essere la tua guardia del corpo, possiamo tornare a come eravamo prima” Il sovrano continuava a piangere 

 

“Ti dovrò lasciare lo stesso, non mi restano molti anni” ammise 

 

“Be’ allora vediamo di viverci insieme quel cazzo che ci resta”.

 

 

Così Kenny era tornato al servizio di Uri, erano tornati ad essere amanti, tutto sembrava essere tornato allanormalità. Levi aveva circa 7 anni quando Ackerman andando per l’ennesima volta nella città sotterranea trovò sua sorella senza vita, e suo figlio a vegliarla; in quel momento negli occhi di Levi vide la stessa determinazione di Uri. Non ce la fece a voltarsi e lasciarlo indietro, quel bambino era pur sempre figlio suo e del biondo, non era mai stato un padre e mai lo sarebbe stato, ma gli avrebbe insegnato a sopravvivere, aveva i suoi cazzo di geni e tutta la determinazione e testardaggine di Uri, sarebbe stato un grande guerriero, non poteva permettere che suo figlio morisse di stenti in quel modo. 

 

 

“Portami da lui” 

 

Erano in riva al solito lago, Uri gli aveva appena confidato che non gli restava molto tempo e presto Frieda l’avrebbe divorato; Kenny allora gli aveva rivelato della morte di Kuchel e di come stava insegnando a Levi a cavarsela da solo. 

 

“Portami a vedere nostro figlio Kenny, voglio solo vederlo un ultima volta prima della fine ti prego” e lui non poté fare a meno che acconsentire.

 

Uri era visibilmente invecchiato e affaticato ma era comunque riuscito a raggiungere accompagnato da Kenny la città sotterranea, erano in incognito, nessuno doveva sapere dove fossero andati, nemmeno a Rod avevano dato spiegazioni. Quando entrarono nella piccola abitazione, il sovrano non poté fare a meno di notare che somigliava molto alla loro vecchia casa di Shinganshina, la casa dove era nato Levi, dove erano stati per un breve periodo una vera famiglia. Il bambino stava pulendo la cucina, rivolse ad entrambi uno sguardo d’ammonimento 

 

“Ho appena pulito, fate attenzione se volete entrare toglietevi le scarpe per favore” Uri sorrise 

 

“Moccioso del cazzo hai preso questa mania delle pulizie da tua madre” fu la risposta di Kenny 

 

“Non ricordo che facesse le pulizie” 

 

ammise Levi e Uri provò una leggera fitta al cuore, quel bambino ovviamente credeva che fosse Kuchel sua madre, be’ cosa poteva pretendere lui l’aveva abbandonato. 

 

“Sei un amico di Kenny?” 

 

Gli chiese Levi avvicinandosi, Uri sorrise, era ancora simile al bambino che ricordava, aveva i capelli nerissimi di Kenny e il suo sguardo tagliente, una faccia inespressiva e perennemente imbronciata ed era rimasto abbastanza minuto, però aveva il suo naso, la sua bocca, i suoi modi gentili e be’ a quanto pare la sua passione per l’igiene;

 

“Si sono un suo amico mi chiamo Uri e tu chi sei?” 

 

“Io sono Levi, Kenny mi ha preso con sé dopo che mia madre è morta, dice che vuole insegnarmi a sopravvivere” Uri sorrise rivedendo se stesso e Kenny in quel bambino 

 

“E tu cosa vuoi Levi?” Chiese divertito

 

“Voglio andarmene un giorno da questo posto di merda” Uri rimase di sasso ma Kenny sorrise 

 

“Scusa ma alla fine ha ereditato il mio linguaggio, su moccioso vieni che prepariamo qualcosa da mangiare per Uri!!” 

 

Il sovrano era felice, osservava completamente rapito suo marito e suo figlio cucinare insieme, pensò che avrebbe potuto vivere altri mille e più giorni così, fu come vedere una vita che fino ad allora aveva solo immaginato, la vita che avrebbero potuto condividere loro tre insieme, avrebbero potuto cucinare insieme tutti giorni,  condividere tantissime altre cose insieme come una vera famiglia; quando quella sera si congedarono dopo aver messo a letto Levi, Uri era però certo di aver fatto la scelta giusta. 

 

“Grazie per avermelo fatto conoscere, è davvero un bravo bambino” 

 

“Ti somiglia” disse semplicemente Kenny 

 

“A prima vista può sembrare un Ackerman fatto e finito ma io più ci parlo, più imparo a conoscerlo e più vedo te Uri cazzo, è un nanerottolo, malato di pulizie anche se ha vissuto in questa merda di città; e mette sempre prima gli altri rispetto a se stesso, quando l’ho trovato stava vegliando Kuchel, era morta da giorni cazzo ma aveva continuato a starle accanto” Uri gli strinse la mano 

 

“Ha preso da entrambi, sono felice di averlo potuto vedere un’ultima volta, di averlo potuto conoscere, sono felice di averlo lasciato, così non dovrà mai sapere di quanto io sia stato egoista” 

 

“Siamo stati entrambi degli egoisti, il miglior regalo che gli abbiamo fatto come genitori è stato quello di lasciarlo vivere in questo cazzo di posto, ma sono sicuro di una cosa Uri, prima o poi Levi uscirà da questa città di merda e conquisterà la sua libertà”.

 

 

Uri venne divorato la settimana dopo, non passò molto tempo che Kenny decise che Levi era pronto a cavarsela da solo. In realtà semplicemente non riusciva più a stare in sua compagnia, tutte le volte che parlava con Levi, Kenny rivedeva Uri, nel modo in cui impugnava un coltello, come parlava, come lo guardava. Non voleva essere un padre, non poteva essere un padre per lui, Kenny era solo un assassino, un semplice assassino a cui Uri aveva dato una seconda possibilità. Aveva amato il sovrano e da questo amore era nato Levi, il massimo che aveva fatto per quel bambino era stato insegnargli a combattere e sperava sarebbe bastato.

 

 

Anni dopo ricevette la notizia che l’umanità aveva un nuovo eroe, un ragazzo di nome Levi comparso dal nulla si era unito alla legione Esplorativa, veniva definito il soldato più forte dell’umanità, rise di gusto, lui in fondo l’aveva sempre saputo che dai suoi geni combinati a quelli di Uri sarebbe nato un fottuto mostro.

 

 

Era ormai giunta la fine anche per Kenny Ackerman, era felice di andarsene in quel modo, aveva combattuto contro Levi e aveva visto quanto fosse cresciuto; era riuscito a diventare un uomo forte e rispettato, era diventato migliore dei suoi stessi genitori pur avendo ereditato molto da entrambi; era fiero di Levi e forse l’unico rimpianto sarebbe stato quello di non averglielo potuto dire. Mentre attendeva la fine Kenny pensava solo a Uri, al loro primo incontro, al loro primo bacio, quando gli chiese di sposarlo, poi ricordi più dolorosi che aveva cercato per anni di dimenticare: la loro vita a Shinganshina, la scoperta di aspettare Levi e poi la sua nascita, il suo matrimonio con Uri e il giorno che li aveva lasciati. Rivide se stesso affidare Levi a sua sorella per poi tornare da Uri, Uri divorato da Frieda, Uri e sempre Uri. 

 

“Kenny?” 

 

Per un attimo gli sembrò persino di sentire la sua voce e a fatica decise di aprire gli occhi, ma c’era Levi davanti a lui, non Uri. Levi che lo guardava con un’espressione addolorata e incredula che però in quel momento era tutta la copia dell’uomo che aveva amato. Avrebbe voluto dirgli tante cose, rivelargli tutto, chiedergli perdono, ma non riuscì a fare nulla, solo confessare che Kuchel era in realtà sua sorella e affidargli il siero per la trasformazione in titano, quello fu il suo ultimo gesto da padre per Levi. Con le sue ultime forze Kenny Ackerman lasciava il destino dell’umanità al suo unico figlio, Levi era cresciuto da solo senza di lui ed Uri, era diventato un uomo meraviglioso, sapeva che avrebbe salvato l’umanità, avrebbe vinto dove lui e il biondo avevano fallito, se c’era stato qualcosa di giusto nella vita di Kenny quello era stato il suo amore per Uri, un amore per il quale era stato disposto a tutto anche a lasciare le mura, a uccidere, a tradire, ma così grande che aveva permesso la nascita di Levi. Lui e Uri se n’erano andati ma avevano lasciato all’umanità il loro più grande tesoro.

 

 

Levi fissava la tomba di Kenny Ackerman. 

 

“Sei venuto anche oggi” 

 

“Cosa vuoi Erwin?” 

 

“Nulla, davvero, sai non credevo ti avrebbe colpito così tanto la morte del Capitano Ackerman” 

 

“Era mio padre” disse Levi spiazzandolo. Erwin ora lo fissava senza parole 

 

“Io l’ho sempre saputo che era mio padre ma quel vigliacco non ha voluto dirmi nulla nemmeno alla fine” 

 

“Mi dispiace Levi” 

 

“Non dirlo Erwin, non ti azzardare, non voglio la tua cazzo di pietà, è stato un padre di merda, un pessimo padre, mi ha solo insegnato tutto quello che so” disse coprendosi il viso con una mano per nascondere le lacrime che iniziavano a venir fuori; non voleva, si era ripromesso che non avrebbe più pianto difronte ad Erwin 

 

“Mio padre è morto per un ideale in cui credeva, come il tuo, noi possiamo solo sperare di essere migliori di loro”’ disse Erwin abbracciandolo goffamente con l’unico braccio disponibile 

 

“Non devi preoccuparti Levi, puoi piangere davanti a me” glielo sussurrò all’orecchio e fu abbastanza perché Levi si abbandonasse completamente ad un pianto liberatorio, pianse per quella che aveva sempre creduto sua madre, pianse ricordando ogni minuto passato con Kenny e pianse ricordandosi anche di aver incontrato qualcun altro. 

 

“Ho appena ricordato una cosa strana” 

ammise osservando Erwin che lo teneva ancora avvinghiato a se.

 

“Dimmi” 

 

“No nulla non è importante”. 

 

Levi scoprì la verità sui suoi genitori quando i territori del muro Maria vennero riconquistati. Nella cantina del dottor Jaeger, in uno dei suoi diari era raccontata anche la storia segreta di Kenny Ackerman e Uri Reiss, la storia che nessuno avrebbe mai dovuto conoscere, la storia che si era conclusa con la nascita di Levi Ackerman, l’incarnazione delle Ali della Libertà.

 

 

[continua...]

 

 

 

 

 

 

Voilà!!! Finalmente finita, spero che il finale vi sia piaciuto come è piaciuto a me scriverlo, teoricamente questa storia non finisce qui, ha un seguito (incentrato su Levi ed Erwin) e sono altri 30 capitoli!! (Si quando scrivo Eruri divento prolissa). Ma non so ancora se pubblicarlo o meno, quindi mi affido al vostro giudizio. Intanto ringrazio tutti quelli che hanno letto la storia e sono sopravvissuti. Un bacione a tutti e buon 2020!!!

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