Al costo della vita

di _Shannarooo_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto ***
Capitolo 2: *** Allenamenti piacevoli ***
Capitolo 3: *** Missione personale ***
Capitolo 4: *** Partenze ***
Capitolo 5: *** La vita è solo una grande seccatura ***
Capitolo 6: *** Al costo della vita, ti riporterò a casa ***
Capitolo 7: *** Ti facevo più intelligente di così ***
Capitolo 8: *** Verso il cimitero ***
Capitolo 9: *** Appuntamenti e decisioni importanti ***
Capitolo 10: *** La cascata Nascosta ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto ***


L’inizio di tutto 

Sarada parlava del più e del meno con il suo amico Inojin, lui l’ascoltava quasi ammaliato dai suoi occhi.
Annuiva, ad ogni sua parola e le sorrideva, forse neanche aveva capito l’intero discorso di Sarada.
“Sarada, io sto per andarmene. Vuoi rimanere ancora qui o vieni a casa con me ed Itachi?”

La voce di Sakura, richiamò la più grande dei due Uchiha, Itachi che sedeva accanto alla sorella, si era alzato quasi immediatamente.
“Inojin, che ne dici di raggiungermi dopo agli allenamenti, so che ti alleni con Shikadai e Chocho , ma a me farebbe piac...”
“Certo”
Fece lui senza lasciarle finire la frase, Sarada gli sorrise costringendolo a distogliere lo sguardo da lei.

Sakura camminava tenendo per mano il figlio di quattro anni, guardò Sarada e le sorrise.
“E’ successo qualcosa di particolarmente bello oggi a casa di Inojin?”
Domandò notando la figlia particolarmente allegra.
“Mh, no mamma”.
Mentì lei, non voleva di certo dirle che forse aveva una cotta per il figlio di Ino e che era su di giri perché aveva accettato di allenarsi con lei e la sua squadra quel pomeriggio, sicuramente si sarebbe presentato anche con  Chocho e Shikadai, ma non le importava.
Quei sentimenti tuttavia, erano in contrasto, il pensiero che Inojin e Boruto avrebbero passato la giornata con lei, la metteva agitazione.
Anche Boruto sembrava regnasse nella sua mente.
Il suo cuore,forse, batteva per entrambi.
L’unica paura che aveva, era quella di litigare con Boruto e Inojin, era quella di perdere entrambi, e rovinare ogni cosa.
Boruto era anche il suo compagno di squadra, e questo poteva compromettere anche la riuscita delle missioni.
Sakura nel frattempo che le camminava accanto le aveva sorriso, sua figlia stava crescendo.


N.B.( Non credo ci sia molto bisogno di leggere la storia precedente, anche se possono esserci riferimenti ad essa.
         Non sono molto brava in questo tipo di storia, ovvero più dinamiche e avventurose dove deve esserci azione
        Il mio forte sono le storie d'amore, ma questa ci tenvo a scriverla lo stesso... Spero che possa piacere! Ovviamente, non mancherà la parte Romantica.  ).

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Capitolo 2
*** Allenamenti piacevoli ***


Boruto guardava Sarada lanciare i suoi Kunai, accanto a lei,Mitsuki l’aiutava colpendoli con i propri in modo da deviarle il colpo, Sarada era abile nel non farsi bloccare dagli attacchi del compagno di squadra, il suo Kunai prendeva la direzione opposta a quella di Mitsuki quella era la tecnica che sapeva fare benissimo, ma Sarada la perfezionava sempre.
Stavano continuando così, quando all'improvviso un Kunai che non era di Mitsuki colpì quello di Sarada, facendolo infilzare al tronco assieme al proprio, i due Kunai infatti appena si erano scontrati, avevano finito per viaggiare insieme uno accanto all'altro, fino al legno. Alla fine il Kunai di Sarada era rimasto appeso, bloccato dal Kunai sconosciuto che aveva centrato in pieno il buco del pugnale dell’altro Kunai.
“Chi c’è?”
Chiese Boruto mettendosi sulla difensiva, che sciolse subito appena riconobbe Inojin assieme ai suoi due compagni.
“Sei stato tu Shikadai?”

“No, lui”.
Rispose il corvino indicando l’amico che camminava ora verso Sarada, subito Boruto strinse gli occhi a due fessure.
“Inojin… Come hai osato”
Scherzò la compagna di team dando un finto pugno sulla spalla di Inojin, questo si mise a ridere fingendo di parare i colpi dell’amica.
“Voi due, se avete finito vorrei allenarmi”
Disse Boruto infastidito raggiungendoli, Inojin roteò gli occhi.
“Ci alleniamo insieme”
Disse sorridendo.
“Che? E chi lo dice”

“Io”.
Fece Sarada sorridendo, sembrava felice come una pasqua.
“L’ho invitato io assieme al suo team”
Beh, in realtà avrebbe voluto stare solo con Inojin, ma erano dettagli quelli.
Anche perché era agitata al pensiero di allenarsi con lui e anche Boruto insieme, il giovane compagno di squadra lo stava fissando quasi in cagnesco, pareva forse geloso?
Questo sadicamente le faceva quasi piacere.

Sakura era appena tornata da lavoro, venne accolta dal figlio di quattro anni.
“Mamma finalmente sei a casa, la nonna si è addormentata”
Fece Itachi accompagnando sua madre dalla nonna, Sakura vide sua madre addormentata con in mano un giornale, sorridendo glielo tolse dalle mani, svegliandola.
“Sakura, sei a casa? Non ero addormentata stavo solo riposando gli occhi”
Si giustificò la donna.
“Non preoccuparti mamma, anzi scusa se ho dovuto chiederti di tenermi Itachi, ma non c’era nessuno disponibile”.
La donna scosse la testa.
“Stare con i miei nipoti è sempre un piacere per me… Ma Sasuke? Non sai quando torna”

Sakura scosse il capo, era partito da due giorni con Naruto, insieme dovevano andare a controllare una pergamena, non ricordava neanche dove purtroppo.
Sua madre la salutò poco dopo, anche se Sakura le aveva chiesto di rimanere per cena, la donna doveva preparare qualcosa da mangiare per il marito.
Sospirando Sakura pensò a Sasuke, era strano, lui si teneva sempre in contatto con lei specialmente durante quelle missioni così veloci e semplici.
Iniziava a preoccuparsi.
Preoccupazione, che ancora non sapeva di dover tenere in considerazione.

Sarada guardava Boruto ed Inojin, entrambi avevano insistito per accompagnarla a casa.
Entrambi tuttavia, avevano preso a litigare tra loro, insistendo su chi dei due aveva più confidenza con Sarada.
“E’ ovvio che io sono più importante per lei, Sarada è mia amica fin da quando eravamo piccoli, abbiamo pure fatto il bagno insieme, ed eravamo anche nudi”
A quelle parole, Sarada come anche Boruto sbiancò.
“M-ma che vai blaterando Inojin”
Il ragazzo si girò sorridente, con quel sorriso serio e quasi inquietante che caratterizzava il padre.
“E’ vero, me ne ha parlato mia madre l’altro giorno, non mi ricordo perché è uscita questa cosa nel discorso. Però portavamo ancora i pannolini e tu sei rimasta a casa visto che tua madre doveva lavorare e tuo padre non c’era… Ma perché fai quella faccia Sarada?”.
Chiese innocentemente lui, non sapendo che la sua confessione aveva causato non pochi problemi all’amica, Boruto era rosso in viso.
“Sarada?”

“Che?”

“Come mai Sakura non ti ha mai lasciata a casa mia, quando eri piccola”
Domandò lui beccandosi un pugno in pieno volto.
“Stupido”.
Urlò lei stringendo i pugni, voltò lo sguardo verso Inojin che da prima divertito, ora si sentiva quasi in pericolo.

Sakura sospirando mise in ordine la camera di Itachi che ora dormiva tranquillo, Sasuke non si era fatto sentire da un po' ed erano passati cinque giorni dalla sua partenza, visto che era con Naruto forse era occupato nella missione, ma di solito i due si sentivano tramite lettere.
Sakura aveva mandato con il falco del marito una lettera, per chiedergli come stava andando, ma non aveva ricevuto una risposta.
Anzi, ora si stava seriamente preoccupando.
Proprio mentre si faceva quei pensieri, sentì un rumore dietro la porta di casa, che Sasuke fosse tornato?.
‘’Se è lui dovrà sentirmi, lo punirò per avermi fatto morire di paura’’.
Con questi pensieri, andò ad aprire la porta, ma la voglia di riaverlo a casa, forse le avrebbe fatto dimenticare i suoi propositi di vendetta contro di lui.
Quando Sakura aprì la porta, tuttavia trovò solo uno strano oggetto posato a terra, lo prese tra le mani, era la Katana di suo marito.
Preoccupata allora uscì fuori casa guardandosi attorno, ma l’unica cosa che vide fu Sarada accompagnata da Inojin, entrambi parlavano e sembravano divertiti.
“Mamma, cosa ci fai qui fuori?”

Chiese Sarada avvicinandosi a lei, Inojin salutò Sakura educatamente.
“Ragazzi, avete per caso incrociato qualcuno mentre venivate qui?”

“No”.
Risposero i due, Sarada poi si accorse che la madre teneva tra le mani la spada del papà, lui non se ne separava mai, come con il suo mantello.

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Capitolo 3
*** Missione personale ***


Sakura tremante, si presentò a casa Uzumaki, non le importava se era tardi.

“Sakura, come mai qui a quest’ora?”

Domandò Hinata confusa nel vedere l’amica, Sakura ferma sull'uscio della porta tremava e balbettava parole quasi sconnesse, Hinata dovette farla entrare e darle da bere, per calmarla.

“Calmati e spiegami tutto”.

Le disse con dolcezza, alla fine Sakura le spiegò della Katana.

“Tu hai sentito Naruto in questi giorni?”

La mora dagli occhi bianchi, scosse la testa, ora anche lei sembrava visibilmente agitata.

“Qualcuno mi ha fatto arrivare a casa, la Katana di Sasuke-Kun, sono così preoccupata per lui ora”

Le spiegò, era preoccupata anche per Naruto che era con Sasuke, poteva essere accaduto qualcosa ad entrambi.

“L’unica cosa da fare è aspettare fino domani mattina”.

Le suggerì Hinata cercando di mantenere i nervi calmi, anche lei era preoccupata per il marito, ma fare le cose di fretta non avrebbe portato a niente.

 

Sakura era tornata a casa quasi correndo, non avrebbe ascoltato il consiglio.

Si preparò quindi per la sua missione personale, ma prima doveva sistemare delle cose assieme ad Hinata il giorno dopo, fin quando Naruto non sarebbe tornato indietro, qualcuno doveva prendere temporaneamente il suo posto.

“Mamma?”

La voce di Sarada la raggiunse alle spalle, Sakura si voltò a guardare sua figlia ormai sedicenne, le chiese di avvicinarsi a lei.

“Cosa sta succedendo?”

“Nulla di cui devi preoccuparti, andrò a cercare tuo padre per portarlo a casa, tu pensa ad Itachi e a non farti male durante gli allenamenti, ascolta io domani sera partirò per la missione di ricerca di Naruto e Sasuke, tu se dovrai partecipare a qualche missione, lascia Itachi a casa dei nonni o di Ino, so di potermi fidare di te, okay tesoro? E stai tranquilla, la mamma tornerà presto”.

Le promise, in realtà non sapeva neanche se Naruto e Sasuke magari erano già sulla via del ritorno, magari avevano perso la battaglia ma si erano rimessi in piedi fronteggiando, questo le aveva messo solo paura facendole recapitare la Katana di Sasuke a casa.

Oppure erano davvero in pericolo, lei li avrebbe aiutati  e riportati a casa.

 

Il giorno dopo, Sakura ed Hinata stavano parlando con Kakashi e Tsunade della situazione, i due si erano ritrovati una convocazione urgente al palazzo dell’Hokage, in quando erano loro precedessori Di Naruto.

“Non dobbiamo agitarci, credo che Naruto e Sasuke siano in grado di uscirne bene da questa situazione, nel frattempo io e Tsunade avremo il comando al posto di Naruto, se tra tre giorni non sapremo nulla di loro, inizieranno le ricerche”.

Sakura guardò i suoi due maestri, si costrinse a distogliere lo sguardo da Tsunade che sembrava scrutarla, non avrebbe avuto difficoltà nel scoprire cosa stava architettando, la conosceva fin troppo bene.

“Sarà meglio così, andare di fretta non ha mai portato a risultati buoni alla fine, e poi non possiamo dire che i ragazzi sono effettivamente scomparsi, il gruppo di ricerca viene inviato di solito dopo tre giorni dall'eventuale minaccia, spero proprio che non sia così, che i ragazzi se la stiano cavando”.

Disse Infine Kakashi, anche lui era preoccupato per i suoi allievi, ma sapeva che sia Sasuke che Naruto erano forti e ne sarebbero usciti vivi.

 

Nel frattempo, Non molto lontano in un covo nascosto dentro ad una cascata, Sasuke E Naruto legati a delle catene, scrutavano il loro nemico, un uomo alto e un po' robusto stava mangiando avanti ai loro occhi, Sasuke aveva il braccio attaccato dalle catene che gli risucchiavano quel poco Chakra che aveva in corpo, questo non gli permetteva di muoversi e non fare nulla.

Naruto era nella stessa situazione sua.

“Ehi Teme, non agitarti troppo o ti farai solo del male”

Disse Naruto guardando l’amico che sembrava quasi voler spezzare quelle catene a tutti i costi, Sasuke sospirò infastidito.

“Come ho fatto a farmi fregare in questo modo, maledetto potere che mi indebolisce”.

Imprecò Sasuke calmandosi, Naruto che era nella sua stessa posizione, si chiedeva la stessa cosa.

Mentre erano sulla strada del ritorno, i due si erano fatti distrarre come allocchi, Sasuke aveva usato spesso il Susanoo e le sue energie non erano ancora ritornare al massimo, mentre Naruto provava a difendere se stesso e l’amico, un filo con attaccato un Kunai lo trapassò alle spalle, una mossa poco onorevole attaccare qualcuno alle spalle, quel Kunai gli aveva prosciugato il Chakra paralizzandolo.

Lui, L’Hokage si era fatto battere così stupidamente.

“Bene, bene vedo che i due miei nuovi amici qui si sono appena svegliati”

Fece una voce raggiungendoli, un uomo dai capelli rossi fuoco e una cicatrice sotto il mento, stava fissando la scena divertito.

“Credevo che mi avreste dato molta più difficoltà a dir il vero, mio fratello si è lasciato catturare facilmente”.

Disse continuando ad avvicinarsi.

“Sapete? Credo che le vostre mogli siano molto preoccupate per voi, la donna a cui ho consegnato la spada era quasi svenuta ieri sera”.

Sasuke sgranò gli occhi agitandosi di nuovo.

“Fermo, o quelle catene ti prosciugheranno il poco Chakra che ti è rimasto”.

Disse ancora quello, costringendo Sasuke a stare fermo, ma niente lo bloccò nel minacciarlo.

“Se la tocchi solo con un dito, appena potrò ti ammazzerò con i miei occhi e sarà una morte dolorosa e agognante per te”.

Lo avvertì Sasuke, il ragazzo alzò le mani.

“Tranquillo, penso che lei abbia deciso di testa sua di venirti a cercare, non le farò del male se lo farà da sola”.

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Capitolo 4
*** Partenze ***


 

Tsunade si alzò dalla scrivania di Naruto per andare a guardare fuori dalla finestra il villaggio, era buio e pioveva, faceva particolarmente freddo quel giorno.

Mentre toccava con la sua mano la finestra, rabbrividendo dal freddo, solo un pensiero le balenava nella sua testa ‘’Fa attenzione, Sakura’’.

Sapeva che la sua allieva tra poche ore forse minuti, sarebbe partita a cercare suo marito.

Quella testarda non voleva ascoltare nessuno.

 

- Sakura si era fermata a parlare in privato con Tsunade, le aveva detto dei suoi presentimenti, che potevano essere sbagliati, e della sua paura.

“Sakura, non devi preoccuparti presto  sia Sasuke che Naruto torneranno a casa”

Quella che suonava come una promessa fiduciosa, non riusciva a calmare le ansia di Sakura, che alla fine, confessò solo a lei le sue intenzioni.

“Domani notte voglio partire a cercarlo”

“Cosa?”

“Tsunade-Sensei, ho bisogno di andare a cercare Sasuke e subito, ho tanta paura e non posso aspettare tre giorni, se nel frattempo gli succedesse qualcosa?”

“Ma non siamo sicuri che lui sia in pericolo, è nella prassi aspettare almeno tre giorni per iniziare le ricerche”.

Provò a spiegarle, gli occhi di Sakura erano determinati, lei non era più una bambina indifesa, ormai era una donna forte e determinata, stava agendo per amore.

“Sai che se partirai di nascosto, viene considerato un tradimento”

“Si, ma se porterò a casa Naruto sano e salvo non credo che mi possano incolpare e poi Kakashi-sensei mi capirà”

“Non posso fermarti in nessun modo, vero?”.

Sakura scosse la testa, era già tanto che ne aveva parlato con lei, ma più di tutti sapeva di potersi fidare della sua maestra.

“Volevo chiederle un favore, sia Boruto che Sarada una volta hanno fatto di testa loro e sono partiti a cercare Mitsuki, gli era stato tolto anche il copri fronte per questo… Voglio che lei li tenga sotto controllo, affinché non facciano mosse avventate, partirò da sola e solo io metterò a rischio anche la mia vita, devo riportare Sasuke a casa, da me”.

Tsunade annuì lasciandola andare con il cuore in gola.

“Stai attenta, Sakura”.

Le disse lasciandola andare via, la sua allieva le sorrise dolcemente per tranquillizzarla. -

 

Sakura era giunta alle porte di Konoha, sua figlia l’aveva seguita.

Dopo essersi sistemata il cappuccio del mantello e aver sistemato la Katana del marito dietro le spalle, Sakura si rivolse a Sarada.

“Allora ci siamo capite, per qualsiasi cosa hai Ino e nel caso c’è Anche la signorina Tsunade”

Sarada sorrise.

“Tsunade rimane al villaggio?”

“Si, prenderà assieme a Kakashi il posto di Naruto, loro mi hanno dato la missione di cercare Sasuke”

“Ma perché parti a quest’ora?”

Chiese ancora Sarada, Sakura le stava già mentendo fin troppo, ma non voleva dirle che aveva scelto di fare tutto di testa sua, anche per non preoccuparla più del dovuto.

“Devo andare adesso, promettimi che starai attenta, e torna subito a casa da Itachi”.

Sarada annuì mentre sua madre le baciava la fronte.

“Mamma, non sai proprio mentire”.

Disse Sarada vedendo la madre varcare le porte di Konoha.

“Fa attenzione, torna a casa presto con papà”.

Disse mettendosi entrambe le mani all’altezza del cuore.

 

Sakura si strinse nel mantello, mentre avanzava verso la foresta, una figura alle sue spalle, la raggiunse.

“Sakura”

Si voltò immediatamente riconoscendo quella voce.

“Hinata?”

Era confusa, come mai era lì in piedi di fronte a lei.

“Voglio venire con te, anch’io voglio ritrovare mio marito”.

Sakura sorrise, di sicuro con il suo Byakugan potevano trovare presto le tracce di Naruto e Sasuke, lei sapeva riconoscere il Chakra del marito e magari avrebbe potuto anche ripercorrere tutta la strada fatta dai due mentre erano via.

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Capitolo 5
*** La vita è solo una grande seccatura ***


Sarada sospirò guardando il fratello Itachi mentre lanciava alcuni Kunai finti contro il muro, sua mamma era partita la sera prima e anche se avrebbe voluto seguirla per trovare il papà, non poteva farlo.
All'improvviso qualcuno bussò alla porta.
“Vado io”
Disse Itachi correndo alla porta, Sarada gli sorrise, poi sentì una voce a lei famigliare, così si alzò da terra per andare alla porta.
“Chocho, come mai sei qui?”

“Volevo invitarti ad uscire con noi”

“Noi?”.
Chocho si mise di lato mostrando Inojin e Shikadai che la salutavano.
“non posso, devo restare con Itachi”

“E che problema c’è, lascialo da tua nonna”
Fece l’amica dando un occhiata al piccolo Uchiha, sembrava essersi innervosito con lei perché aveva proposto a Sarada di mollarlo dalla nonna, per fortuna Inojin s’intromise.
“Portalo con te, tanto volevamo solo andare a mangiare qualcosa”.

- Qualche ora prima, Inojin Shikadai e Chocho avevano appena finito i loro allenamenti, Il ragazzo biondo, lasciò subito i due amici per correre a fare un servizio molto importante.
‘’Shikadai, ma non ti sembra un poco  strano Inojin ultimamente?’’
‘’No, almeno credo ma anche se fosse non è affar nostro’’
Chocho mandò giù le ultime patatine che aveva nel sacchetto, si girò a guardare l’amico e sorrise.
‘’Seguiamolo, sono curiosa’’.
Shikadai si ritrovò ad essere trascinato da Chocho mentre seguiva Inojin, come se a lui importasse qualcosa di sapere cosa stava facendo l’amico.
Ma doveva ammettere che tuttavia, seguire Inojin non era stata una cattiva idea, anche lui ora stava iniziando ad interessarsi alla cosa.
I due si fermarono dietro un angolo, notando Inojin sostare sotto casa Uchiha.
‘’Ma è casa di Sarada quella’’
‘’Non staranno mica insieme? La mia amica non mi ha detto nulla’’
Fece Chocho con un tono di voce misto alla delusione, i due notarono poi l’arrivo di Sarada ed Itachi.
‘’Oh, ciao Inojin come mai da queste parti?’’
‘’Ciao, sono appena passato per caso’’
Le disse lui, ma non era vero perché Inojin si era fermato apposta sotto casa dell'uchiha.
‘’Devo andare, sto facendo tardi agli allenamenti’’.
Chocho lo guardò stranita dal suo nascondiglio, ma se gli avevano appena finiti.
Inojin si allontanò quasi correndo, finendo per andare a sbattere contro i due compagni di Team.
‘’Ehi, e voi che cosa ci fate qui’’
‘’Ti abbiamo seguito’’
‘’Non è vero, lei ha voluto seguirti io sono stato costretto’’.
Si giustificò Shikadai.
‘’Di un po', sei innamorato di Sarada?’’
A quella domanda rivolta da Chocho, Inojin cambiò subito colore diventando rosso.
‘’Sssh cosa ti urli cicciona’’.
Ignorando l’offesa ricevuta, Chocho iniziò a sorridere.
‘’Ma è una cosa bellissima, l’hai detto a Sarada, lei lo sa e come l’ha presa? Vuoi forse una mano a confessarti’’
‘’No, dovete solo starne fuori’’.
Disse lui, ma Chocho notando l’imbarazzo dell’amico decise di approfittarne, anche per tutte le volte che poco carinamente l’aveva chiamata cicciona.
‘’Ti aiuterò con lei, la invitiamo tutti insieme a pranzo così passerete del tempo assieme, ma tu dovrai pagare sia per me che per lei’’
‘’Come? Perché questa cosa suona come un ricatto al mio portafoglio’’
‘’Sono sicura che non riuscirai mai ad invitarla da solo, quindi faremo una sorta di uscita a quattro’’.
Shikadai fissò i due incuriosito, se loro uniti a Sarada facevano un totale di tre persone, allora il quarto chi era?
‘’Non vorrai coinvolgermi’’
Chiese seccamente, Chocho sorrise.
‘’Non sei il suo migliore amico, aiutiamolo’’
‘’Tu vuoi solo scroccare cibo, non riuscirai a convincermi a venire con voi’’. Disse Shikadai iniziando ad andarsene via per lasciare da soli Inojin e Chocho. -

Sospirando, Shikadai fissò Sarada seduta di fronte a lui con accanto il Inojin ed in mezzo a loro Itachi.
“Alla fine mi ha fregato ugualmente”.
Disse mangiando il suo panino, Sarada lo guardò confusa, ma prese a mangiare in silenzio mentre Shikadai imprecava che la vita era davvero una grande seccatura.

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Capitolo 6
*** Al costo della vita, ti riporterò a casa ***


Sakura ed Hinata stavano camminando senza sosta, si erano fermate solo cinque minuti per bere dell’acqua e poi ripartire.

Per fortuna, Hinata ricordava che Sasuke e Naruto erano andati in missione nel villaggio del Tuono.
Era molto distante e quindi avrebbero dovuto camminare tanto.
“Il Falco di Sasuke non è tornato indietro dopo che gli ho scritto, per questo sono preoccupata. Lui non manca mai di rispondere alle mie lettere”
Aveva detto Sakura mentre saltava da un albero all’altro, purtroppo la sua corsa venne fermata da un dolore alla caviglia.
“Sakura?”
Hinata le si mise subito affianco, per evitarle la caduta sorreggendola.

“Ah… Misà che dobbiamo fermarci, ho un crampo”.
Disse Sakura con tono professionale e doloroso al tempo stesso, in effetti non si erano riposate per niente e la strada era ancora troppo lunga.
Le due donne si misero a sedere su di una roccia così Sakura poteva spalmarsi la pomata da lei preparata poche settimane prima della partenza, sembrava quasi fatta apposta.
Ma almeno quella pomata, le alleviava il dolore.
Sakura fermò la sua mano che correva lungo la caviglia, aveva preso a stare meglio, ma il suo cuore no.
Era agitata e preoccupata, chi poteva aver rapito suo marito e cosa voleva da lui, forse perché era Sasuke Uchiha? Una volta aveva detto lui stesso che viaggiando così tanto, evitava che Konoha finisse sotto attacco, per lui che aveva cercato la rivoluzione e che poteva essere un pericolo per tutti.
Ma quei tempi ormai erano passati.
“Sakura, non devi preoccuparti. Naruto e Sasuke sono forti, secondo me stanno bene”
Disse gentilmente Hinata, anche lei era preoccupata certamente, ma era fiduciosa.
“Si, possiamo ripartire ora”

“Sicura, non vuoi riposare ancora?”.
Sakura sorrise alzandosi dalla roccia, riprese subito il cammino, mancava ancora un po' prima che lei ed Hinata arrivassero al Monte Uragirimono.
“Il monte di Uragirimono, o meglio chiamato Uragi per abbreviare è principalmente abitato da Fuori legge e Traditori, tutti appartenenti ad altri villaggi, da questo deriva il suo nome che significa letteralmente traditore”
Fece Hinata guardandosi attorno, sperava di sentire la fonte del Chakra del marito, visto che erano vicine al monte dove erano destinate, Sakura ascoltò le sue parole, forse Sasuke e Naruto avevano incontrato la persona sbagliata.
“Sai la cosa strana?”

Iniziò a dire Hinata poi ricordando un particolare, Sakura si girò a guardarla incuriosita, ma le due, insieme dovettero saltare verso l’altro per evitare che un Kunai le colpisse.
“Chi siete”
Urlò una voce, Sakura si guardò attorno tenendo tra le mani alcuni Shurinken mentre Hinata usava il Byagukan.
Presto la moglie di Naruto trovò la fonte che le aveva attaccate, e  con un cenno fece capire a Sakura dove si trovavano i loro nemici.
Erano due, così Sakura attaccò per prima, con un pugno ben assestato e con un quantitativo di Chakra concentrato sulle sue nocche, fece uno squarcio nel terreno, due alberi caddero a terra a causa dell’attacco, e i due sconosciuti Ninja uscirono allo scoperto, entrambi erano sbiancati e spaventati da tale forza.
Sakura si avvicinò afferrando la Katana di Sasuke e puntandola verso i due.
“Che volete da noi?”
“N-noi n-niente, v-volevamo solo difendere le nostre famiglie”
Spiegò uno dei due cadendo seduto sul terreno ormai rovinato, sul polso teneva legato un copri fronte, Sakura notò subito che questo era appartenente al villaggio del suono e che era tagliato, quindi si trattava di un traditore.
Anche l’uomo che era affianco al suo interlocutore aveva un copri fronte, questo però del villaggio della nuvola.
“siete traditori?”
“S-si, ci dispiace avervi ostacolate”
Fece quello del villaggio della nuvola, Hinata smise di usare il Byakugan.
“Noi siamo in cerca dei nostri mariti, non volevamo farvi niente”

Spiegò la corvina, il traditore del villaggio del suono si rialzò da terra.
“I vostri mariti? Fate parte del villaggio di Konoha”
“Si, per caso in questi giorni sono giunti due Ninja di Konoha?”
Chiese Sakura.
“Saranno quei due”

“Quei due? In che senso, spiegati meglio”.
Rispose Hinata questa volta.
“Pochi giorni fa, sono arrivati nel nostro villaggio un ragazzo biondo ed uno che teneva i capelli a coprirgli l’occhio destro”

Sakura sentì un brivido lungo la spina dorsale, era senz’altro Sasuke.
“Uno dei due, aveva per caso questo simbolo sui vestiti?”
Domandò Sakura voltandosi, ricevette subito conferma.
“Dove sono andati poi?”

“Cercavano nel nostro villaggio una pergamena, ma questa è da sempre tenuta nascosta presso il cimitero Uragi, così i due sono partiti subito.
Sakura guardò Hinata ed insieme annuirono.
“Ci portereste presso il cimitero”

“No, magari domani perché tra poco si farà notte e non si vedrebbe nulla”
“E Sia, ma oggi dove potremo andare a dormire senza che voi scappiate?”

“Venite a casa mia”.
Disse il ragazzo del villaggio della nuvola.
“Ah, il mio nome è Shiroi Kumo mente lui si chiama Tsumetai Kaze”.
Sakura ed Hinata si presentarono ai due, mentre giungevano al ‘’Villaggio’’ Beh chiamarlo villaggio era un po' troppo, non aveva casa e abitazioni, vi erano tende che fungevano da casa per loro.
“Forse sarà poco abitabile, ma vi assicuro che è bellissimo poter dormire sotto le stelle e… “

“Papà”.
Una bambina di cinque anni saltò in braccio di Shiroi, tutta sorridente fece vedere il coniglio di peluche al padre dicendogli che il suo fratellone l’aveva comprato per lei quella mattina.
“Loro chi sono?”
Chiese innocentemente la bambina.
“Le dottoresse che ci faranno il vaccino?”
Sakura incarnò un sopracciglio incuriosita mentre Shiroi diceva alla figlia che erano delle semplici ospiti, di Tsumetai a spiegare di cosa la bambina stesse parlando.
“Come vedete, non viviamo proprio in un bel posto, ma essendo tutti traditori ci siamo trovati a viaggiare per molto tempo, e ci spostiamo ogni volta che il tempo sembra cambiare a nostro sfavore. Questa è la nostra vita, e ci fermiamo solo se qualcuna delle nostre donne sta per partorire oppure se vogliamo riposare per un po', siamo qui fermi da parecchio tempo ormai per questo è stato dato il nome di questo posto abbastanza nascosto, come il monte Uragirimono, purtroppo le condizioni sono come detto prima, abbastanza complicate e molti bambini tra cui i più deboli, si ammalano. Se non facciamo loro il vaccino influenzale, potremo perdere molti di loro”.
Sakura essendo un dottore, sapeva di poter fare qualcosa, così sorrise.
“Io sono un dottore, se ho le erbe giuste posso farvi io il vaccino, a tutti voi”
“Cosa, dite sul serio? Nessuno è mai stato così buono con noi, a parte quei due vostri mariti… Loro ci hanno offerto del cibo e anche soldi per comprare provviste, stavamo proprio tornando dal villaggio delle terme, dove ci siamo attrezzati per bene”.
Spiegò Tsumetai, se avesse saputo che incontrare quelle due donne voleva dire anche avere il vaccino, non le avrebbe mai attaccate.
“Puoi guarire anche la mamma?”

Chiese la bambina di Shiroi, a quelle parole Sakura chiese subito di cosa si trattasse.
“Mia moglie si è ammalata, non so come guarirla senza medicine”
“Portami da lei”.
Disse Sakura sorridendo, avrebbe fatto qualcosa di bello per loro, almeno fin che le sue capacità glielo permettevano.

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Capitolo 7
*** Ti facevo più intelligente di così ***


Sarada ed Inojin stavano parlando tranquillamente tra di loro, quando Chocho iniziò a fare domande ad Inojin sul suo ideale di ragazza.
Ovviamente sperava così di far capire a Sarada che lei era il suo prototipo, ma il ragazzo non aveva dato una risposta all’amica, si sentiva troppo in imbarazzo per quello.
Forse parlandone, avrebbe fatto capire i suoi sentimenti forti per la ragazza, quindi preferì non dirle nulla.
“Ah, comunque Inojin ti ricordo che mi devi un favore, paghi tu il mio panino vero?”

Disse Chocho sorridendo malignamente, Sarada la guardò incuriosita dal suo atteggiamento, forse l’amica si era innamorata del ragazzo.
Sospirando, Sarada bevve un po' del suo tè, se era davvero innamorata di lui non ci avrebbe messo molto a farsi da parte, Chocho era la sua migliore amica e per la sua felicità avrebbe fatto anche questo.
Era bello, infondo fare qualcosa per qualcuno.
“Andiamo, sono stufo di stare qui a mangiare”

Disse improvvisamente Shikadai alzandosi e tirando Chocho.
“Tu vieni con me, è ora che torni a casa”

L’intenzione era quella di lasciare Sarada e Inojin da soli, Shikadai lasciò i soldi del suo panino e se ne uscì dal fastfood trascinandosi via Chocho, che voleva rimanere ancora un po' li a mangiare.
Rimasti soli, tra Sarada ed Inojin calò il silenzio, in imbarazzo la ragazza Uchiha iniziò a giocherellare con il suo bicchiere.
“Chocho… E’ davvero divertente”
Provò a dire lei, vide l’amico alzare le spalle incurante della cosa.
“Non andate d’accordo?”

“Come in un team qualunque, i nostri genitori comunque ci hanno cresciuti insieme anche con Shikadai per farci abituare a combattere insieme, formiamo pur sempre il trio Shika-Ino-Cho”
Disse Inojin quasi divertito, quelle erano le tradizioni di famiglia che non volevano cambiare mai i loro genitori.
“Uff… E’ palese che lei ti voglia bene molto più di un compagno di Team, pensavo fossi intelligente”

Disse Sarada, sentiva dentro di se una punta di gelosia.
“Mh?”

“Beh, come hai fatto a non capirlo con questa uscita?”
Inojin si mise a ridere facendo arrossire Sarada, era davvero carino, quel sorriso così genuino poi.
“Scusa se ho riso… Ma ti facevo davvero più intelligente di così”

Disse lui facendole il verso.
“Come?”
Sarada si accigliò confusa e incuriosita.
“Sarada, vedi il fatto che Chocho ha messo su questa uscita non vuol dire affatto che lei provi qualcosa per me, anzi… Ha voluto solo aiutarmi”
Confessò, tanto valeva chiedere a Sarada di uscire insieme, come coppia.
Magari lei avrebbe accettato.
“Che vuoi dire?”

“Che a me piace la tua compagnia”
Disse cercando di essere il più delicato possibile, era nella sua natura calma infondo.
“Vuoi uscire con me, Sarada?”.
Disse infine, la reazione dell’amica lo fece sorridere, il rossore sul suo viso era diventato evidente.

Boruto stava camminando con le mani nelle tasche, e con i pensieri tutti rivolti a Sarada.
Inojin sembrava essere sempre un passo più in avanti di lui, passava molto più tempo Inojin assieme a Sarada che lui, che era persino un suo compagno di Team.
Così, proprio quel giorno si era deciso di andare a casa sua e chiederle un uscita, che fosse al cinema o a mangiare qualcosa.
Arrivato di fronte casa dell’amica, tuttavia sentì di aver perso ancora quella battaglia, Inojin e Sarada stavano camminando assieme, uno affianco all’altro.
Ancora lui, era riuscito in qualche modo a vincere quella battaglia, ma non la guerra.
Infondo, si diceva che in guerra ed in amore valeva qualsiasi cosa, quindi Boruto si avvicinò a passo veloce verso i ‘’Due piccioncini’’.
“Ehi”

“Boruto, come mai da queste parti?”

Domandò Sarada sorridendo, notò l’amico guardare in cagnesco Inojin e poi rivolgersi a lei.
“Stavo venendo a chiederti di fare un giro… Solo noi due ovviamente”

“Bhe...”
“E’ occupata ora, non vedi?”

Disse Inojin bloccando le parole dell’amica sul nascere, Sarada spostò lo sguardo da Inojin a Boruto, quella mattina che era iniziata bene per lei lontana dai pensieri rivolti a sua madre e sulla situazione del padre, sembrava voler finire male.
“Non mi sembra”
Disse semplicemente Boruto, guardò verso l’amica con tono di sfida, quegli occhi non l’avevano mai guardata così, con astio e questo spaventò Sarada, che si stava avverando quello che temeva di più?
Non voleva litigare con un suo compagno di squadra, che fosse Mitsuki o Boruto.
“Ragazzi, non litigate per favore, ascoltami Boruto ora ho promesso ad Inojin di uscire con lui, perché non ci vediamo un altro giorno? Magari domani”.
Boruto si ritrovò suo malgrado ad annuire.
“Ci sto, a domani allora ti regalò una bellissima uscita”.
Boruto riacquistò il sorriso per poi allontanarsi velocemente, non prima di aver lanciato un ultimo sguardo di odio a Inojin.
Sarada sospirò, un po' si sentiva in colpa perché aveva capito che Boruto e Inojin stavano litigando per lei, e si sentiva anche male perché non sapeva decidere, da un lato c’era Inojin che le faceva battere forte il cuore, dall’altro Boruto suo compagno di squadra con la quale si sentiva molto vicina e che le faceva confondere le idee.

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Capitolo 8
*** Verso il cimitero ***


Sakura aveva vaccinato tutti i bambini e le donne di quel piccolo villaggio, si sentiva meglio dopo aver fatto il suo lavoro, per un po' aveva dimenticato tutte le preoccupazioni verso Sasuke.
Verso sera, con Hinata si sedette accanto al fuoco, le venne portata una zuppa calda.
“E’ tutto quello che posso offrivi, spero vi piaccia”.
Disse la moglie di Shiori sedendosi anche lui accanto al fuoco.
“I vostri mariti ci hanno aiutato quando sono passati per di qui, nonostante noi siamo una comunità di traditori. E ora ci state aiutando voi”
L’uomo sorrise.
“Al mondo, esistono davvero persone gentili, e questo mi rende felice”.
Sakura guardò Shiori e sua moglie che sedevano vicini, poi si rivolse ad entrambi.
“Come mai avete tradito i vostri villaggi?”
Sakura aveva notato il copri fronte della moglie di Shiori, apparteneva al villaggio del tuono.
“Noi ci siamo sempre amati, dal primo istante che ci siamo incontrati, purtroppo le nostre famiglie non volevano che ci sposassimo, perché appartenenti a due villaggi differenti, per loro non era concepibile.. Così abbiamo deciso di lasciare i nostri villaggi diventando traditori… Ma sai? Lo rifarei altre mille volte, perché ho sposato la donna che amo e ho avuto una figlia stupenda, qui chiunque ha avuto un proprio motivo, ci sono persone come noi che non hanno fatto niente di male, altri che magari vivono di illegalità, ma non siamo così cattivi come pensano in tanti, il motivo per la quale ho tradito? L’amore, tutto qui”.
Sakura sorrise stringendosi nel suo mantello, guardò la Katana di Sasuke quella che aveva stretto forte a se quando le era stata recapitata a casa, quella con cui in parte si sentiva protetta mentre era alla ricerca di suo marito, lo sentiva vicino.
Sakura pensò a Sarada ed Itachi, pensò a Sasuke che aveva promesso ad entrambi i figli di allenarsi con loro appena tornato dalla missione.
Peccato che Sasuke non era ancora tornato e ora lo stava cercando lei, sembrava quasi essere tornati indietro nel tempo, a quando Sasuke aveva abbandonato il villaggio e lei era disposta a tutto per riaverlo, aveva pregato Naruto per riportarlo indietro.
“Sakura, a cosa stai pensando?”

Domandò Hinata avvicinandosi all’amica.
“Niente, non vedo l’ora che tutta questa faccenda finisca, di tornare a casa con Sasuke e Naruto”.
Disse sorridendo.

Il mattino dopo Shiori e Tsumetai accompagnarono Sakura ed Hinata al cimitero di cui avevano parlato il giorno prima, proprio in quel cimitero Sasuke e Naruto si erano recati alla ricerca di quella pergamena dannata.
Sakura pensava che se non fosse stato per quella pergamena, ora sicuramente era a  casa con suo marito, magari a farci l’amore mentre Sarada era fuori con gli amici ed Itachi a casa dalla nonna.
Sakura ed Hinata si guardarono attorno, il posto era lugubre, beh anche normale essendo un cimitero.
Hinata sembrava tremare quasi di paura.
“Noi vi lasciamo qui”

“Cosa, non venite con noi?”

Chiese Hinata.
“Non possiamo, abbiamo da fare alcune commissione e…”
Shiori guardò la donna che aveva vaccinato sua figlia e tutti i bambini e le donne del loro piccolo villaggio, le doveva un favore che non si sarebbe pareggiato con l'accompagnarla al cimitero dove sperava di ritrovare il marito, sospirando fece un cenno al suo amico.
“io andrò con loro, tu se vuoi torna indietro e finisci le commissioni che sai”.
Tsumetai ci pensò su un attimo, poi fece come gli era stato chiesto.

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Capitolo 9
*** Appuntamenti e decisioni importanti ***


 

Boruto stava correndo verso casa di Sarada, aveva detto all’amica che l’avrebbe portata al cinema, poi avrebbero preso un gelato insieme e ci avrebbe provato con lei spudoratamente.

Non poteva chiedere consiglio a nessuno su come comportarsi con le ragazze, suo padre non c’era e non sembrava neanche adatto mentre la mamma, lei arrossiva ancora quando il papà le sorrideva.

Figurati se poteva chiedere consiglio a lei, anche se comunque non avrebbe potuto visto che era partita alla ricerca di Naruto.

Boruto si presentò a casa di Sarada puntuale, forse anche un po' troppo perché incontrò la nonna materna di Sarada sulla porta, mentre stava per entrare in casa.

“Oh, tu sei l’amico di Sarada sei il suo compagno di Team”

Boruto annuì.

“Si, sono venuto a prenderla per uscire”

“credo sia pronta, vieni entra”.

Boruto seguì la donna ed entrò a casa di Sarada, non era la prima volta che ci entrava, da quando aveva iniziato ad allenarsi con Sasuke gli era capitato di fermarsi a casa Uchiha anche solo per cena.

“Oh, Boruto sei qui per mia sorella?”

Itachi si presentò guardandolo male, che strano quel ragazzo non voleva che nessuno si avvicinasse troppo alla sorella, Boruto immaginava che era stato Sasuke ad inculcarli quell'atteggiamento protettivo nei suoi confronti.

“Sappi che per colpa tua, Sarada ha dovuto rimandare il nostro allenamento insieme”.

Che allenamento? Aveva solo quattro anni, ma forse lei gli mostrava qualche tecnica che a lui piaceva molto.

“mi farò perdonare”

Promise al ragazzino.

“Se vuoi posso portarti qualcosa la prossima volta che ci vediamo”.

Calò il silenzio tra i due, Boruto credeva di aver vinto quella battaglia.

“No”

“C-come? Non sei contento che tua sorella esce con un tipo come me?”

“Mai, non lo sarò mai”.

Disse Itachi dandogli le spalle e mettendo le braccia conserte.

“Eccomi… Itachi, che ti prende?”

Per fortuna Sarada era appena arrivata a salvargli la vita, lei era l’unica a poter gestire quella mini peste del fratello.

“E’ arrabbiato con me”

Sospirando, Sarada chiamò il fratellino, lui sorridendo le andò vicino e venne fermato dall’indice ed il mediò di Sarada che si andavano a posare sulla sua fronte, quel gesto non l’aveva mai capito, ma glielo aveva visto fare mille volte, una volta Sarada aveva detto che era come un sigillo importante di famiglia, un qualcosa di intimo che il papà faceva alla mamma e che lei stessa aveva insegnato a Sarada.

“La prossima volta, okay?”.

Una promessa, ecco cos'era.

Itachi annuì abbassando il capo.

Boruto e Sarada avevano deciso di guardare un bel film insieme, peccato che a decidere era stato il biondino e lui aveva prenotato un film Horror.

Sarada odiava i film Horror e per tutto il tempo rimase con gli occhi chiusi tremando di paura.

“Scusa Sarda, non ricordavo ti facessero così tanta paura”

Disse Boruto che era tra il divertito ed il dispiaciuto.

Poi pensò che a lei piacevano i dolci, così le propose di andare  a mangiare qualcosa insieme.

“Ti comprerò tutto quello che desideri”

Fece lui, per farsi perdonare avrebbe comprato persino l’intero negozio di dolci, se necessario.

Sarada allora prese il suo dolce preferito, e Boruto pensò di aver recuperato dopo la cavolata fatta.

“Sono contento che hai deciso di uscire con me, oggi”

“L’ho fatto anche perché io devo capire un po' di cose”.

Boruto arrossì pensando di aver fatto passi da gigante con lei, ripensò ad Inojin con la quale era da sempre stato ottimo amico, ma ora, con lui neanche si parlavano più.

Dopo che entrambi si sono scoperti innamorarti di Sarada, la loro amicizia era diventata rivalità.

Sarada sospirò guardando l’amico.

“Ascolta, io ho preso una decisione e ne ho parlato anche con Inojin. Per questo lui ora… “

“Ah,ragazzi”

All’improvviso la fonte dei loro pensieri, si materializzò avanti ai loro occhi, Sarada sorrise sentendo il cuore in gola.

“Che ci fai qui?”

Chiese Boruto sfidandolo con lo sguardo, Inojin indicò Sarada con un cenno del capo.

“Glielo chiesto io, ho preso la mia decisione e… “

I due si fissavano male, e questo fece sospirare ulteriormente Sarada, infastidita.

“Ragazzi, ho deciso di non uscire più con nessuno dei due… Voglio del tempo per pensare e non ho più voglia di vedervi litigare”.

La voce di Sarada sembrava tremante, ma al tempo stessa era decisa.

Inojin sembrava sconvolto mentre Boruto era deciso a dare tutta la colpa a lui.

“Ma non è giusto, tu e Boruto vi vedrete comunque siete compagni di squadra”

“Ah”

Boruto rise beccandosi un occhiataccia dall’altro ragazzo, ma Sarada si mise in mezzo ai due.

“Smettetela, ovviamente io e Boruto continueremo ad allenarci insieme e ad andare in missione insieme e non voglio che la nostra situazione cambi qualcosa, che le missioni possano risentirne. Dopo io tornerò a casa e tu Boruto non mi accompagnerei e non mi chiederai se ho preso una decisione e ne ci proverai più con me, sono stufa del vostro comportamento da idioti”.

Sarada era decisa, così Inojin decise di andarsene senza neanche salutarla, era arrabbiato ed irrequieto.

Lei lo vide andar via, sentì subito un vuoto dentro di se.

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Capitolo 10
*** La cascata Nascosta ***


Sakura ed Hinata non potevano credere ai loro occhi, dentro a quel cimitero vi era una cascata nascosta.

“E’ strano”

Disse Hinata camminando con accanto Shiori e Sakura, i due non risposero, Sakura aveva accelerato il passo sperando di trovare suo marito all’interno della cascata.

Fu Hinata a bloccare la sua corsa verso la cascata, attivò il Byagukan e notò che c’erano davvero delle fonti.

“Bene, credo proprio che sia Naruto. Andiamo Sakura”

“Io vi aspetto qui fuori, di guardia”.

Fece Shiori sedendosi su quella che doveva essere una lapide, Hinata e Sakura entrarono nella cascata quasi correndo.

“Naruto-Kun”

“Sasuke-Kun”

Urlarono all’unisono, trovarono i loro mariti legati ad una catena.

“S-Sakura”

Sasuke provò a muoversi, ma quella catena gli strappò via dell’altro Chakra.

“Tesoro non muoverti, ci penso io”.

Disse Sakura mentre Hinata accovacciandosi accanto a Naruto iniziò a liberarlo da quelle catene, lui le sorrise debolmente.

“Mi sono fatto incastrare come uno sciocco”.

Le disse piano.

Hinata gli toccò la spalla, per fortuna sembravano stare bene, sia lei che Sakura 

 

Intanto a Konoha.

 

Sarada guardava il suo fratellino saltare dall’altalena dopo essersi dato delle spinte da solo, Itachi le si avvicinò a la guardò strano.

“cosa c’è, vuoi tornare a casa?”

Chiese dando le sue attenzioni al fratello, Itachi le mise il broncio.

“Sei strana, prima eri più divertente”

Le disse, Sarada sospirò abbracciandolo.

Da quando non vedeva più Inojin erano cambiate molte cose, Boruto non poteva evitarlo perché compagni di Team, mentre Inojin sembrava essere sparito nel nulla.

“mi spiace”

Gli disse, ma forse lo stava dicendo più ad un'altra persona.

“Fa così schifo diventare grandi?”

Chiese Itachi preoccupato per la sorella, per fortuna in qualche modo lui riusciva a farla sorridere.

“Un pochino, ma per fortuna ci sei tu”.

Itachi sorrise contento, prese la mano della sorella e la invitò a tornare a casa.

I due uscirono dal parco giochi mano nella mano, poi il più piccolo degli Uchiha 

le lasciò la mano, gridando un nome.

“Inojin”

Sarada guardò di fronte a se arrossendo immediatamente, Inojin distolse lo sguardo.

“C-ciao, non ti stavo seguendo Sarada… Ora me ne vado”

Fece Inojin mentre Itachi correva a salutarlo tirandogli entrambe le maniche della maglia, Sarada scosse la testa e sorrise.

“Non pensavo questo, anzi… E’ da un po' che non ci vediamo, come stai”

“Bene, penso”.

Disse lui.

“Posso accompagnarti a casa” “Vuoi accompagnarmi a casa così parliamo un po'?”.

I due avevano parlato insieme, si misero a ridere prendendo a camminare l’uno affianco all’altra come se niente fosse.

 

Sakura ignara di tutto ciò che stava accadendo alla figlia, che era bello ma anche molto confuso, era alle prese con quella maledetta catena che non riusciva ancora a liberare Sasuke dalle catene, quando sentì una voce urlare di uscire dalla caverna, era Shiori rimasto fuori di guardia che ora stava cercando di correre da loro.

“Sasuke-Kun”

Sakura si alzò mettendosi avanti al marito, voleva aiutarlo così estrasse la sua spada e si mise in difesa, venne raggiunta improvvisamente da un uomo che ridendo la guardò, come guardò anche Hinata.

“Chi sei, e cosa vuoi da noi”

Domandò Hinata mettendosi in posizione di attacco.

“Voglio solo che liberiate mio fratello, è stato preso da voi un po' di tempo fa”

“Tuo fratello?”

Sakura guardò Sasuke, quelle catene, poi ricordò della tecnica usata su di lei mentre era incinta di Itachi.

“Kuma?”

Chiese ricordando il nome di quel traditore del loro villaggio, lui era ancora chiuso in una cella a Konoha.

“Esatto, mio fratello si sarà fatto anche fregare. Ma io non sono come lui e lo rivoglio indietro”.

Disse lanciandosi sulle due donne, Sakura ed Hinata riuscirono a non farsi colpire, poi decisero di attaccarlo insieme, usarono entrambe la tecnica della moltiplicazione del corpo, una copia andò verso il nemico, l’altra era rimasta in difesa dei mariti.

Sasuke strinse i denti, era colpa sua se ora Sakura era in pericolo, lei era venuta a liberarlo, doveva fare qualcosa nonostante fosse debole.

Anche Naruto stava cercando di liberarsi questa volta con più convinzione, ma quelle catene erano davvero pericolose e sentiva le energie venirgli sempre meno.

“Ci sono io”

Disse Shiori strisciando dolorante verso i due, sorrise quando Sasuke e Naruto riconobbero quell’uomo.

“La signorina Sakura, ha guarito mia moglie e mia figlia, ha vaccinato tutti noi. Le sono debitore”.

Spiegò cordialmente, iniziò a lavorare sulla chiusura delle catene.

Mentre Sakura riusciva a colpire l’uomo che aveva di fronte con quanta più forza aveva, questo cadde rialzandosi velocemente.

Sakura corse di nuovo per colpirlo ma venne preceduta e finì a terra.

“Sakura”

Hinata saltò addosso all’uomo pronta a sferrargli il suo attacco, Ma questo la colpì con un calcio in pancia.

“Hinata”

Urlò Naruto tirando la catena, Sasuke si era appena liberato e aveva attivato il suo Sharingan ipnotico, si sostituì con Sakura per metterla al sicuro e guardò dritto negli occhi del suo nemico.

Questo cadde in ginocchio a terra urlando.

“Vuoi rivedere tuo fratello? Allora vieni con noi a Konoha”.

Disse Naruto avvicinandosi a lui, lo avrebbero imprigionato assieme a Kuma visto che ci teneva così tanto.

“Sasuke-Kun”.

Sakura corse dal marito abbracciandolo e iniziando subito a curarlo, ma Sasuke la bloccò.

“Sto bene, pensa alle tue ferite”.

Le disse dolcemente, Sakura lo strinse forte, aveva avuto paura di non vederlo mai più ma ora che era tra le sue braccia si sentiva già molto più leggera.

“Grazie per averci aiutati”

Disse Naruto dopo aver legato il traditore e avvicinandosi a Shiori.

“Konoha ci ha aiutato due volte, non potevo non fare qualcosa”

Disse sorridendo.

“Se vi capita di passare, venite a salutarci allora, ormai siamo amici”.

Disse Naruto mettendo una mano sulla spalla di Shiori, questo gli sorrise, perché No?

 

Sarada ed Inojin erano appena giunti a casa della Uchiha, lui la salutò con la mano, vedendola allontanarsi tuttavia, il ragazzo la richiamò con la sua voce.

“Sarada”

“Mh?”

Mentre Itachi rientrava a casa lasciandoli soli, Inojin si era avvicinato a Sarada prendendole la mano, aveva il viso arrossato.

“I-io volevo solo…”

Inojin si schiarì la voce facendola sorridere, le piaceva quando era imbarazzato.

“Cosa c’è Inojin?”

Chiese ancora Sarada.

“Vorrei fare una cosa che desidero da tempo”.

Le disse prima di posare delicatamente le sue labbra su quelle di Sarada, lei arrossì sentendo il cuore battere forte nel petto, Inojin si staccò subito, quello era un bacio rubato, veloce e fugace.

Il primo bacio di Sarada, il primo bacio glielo aveva dato Inojin.

Le gambe, sembravano due budini ed il cuore non smetteva di batterle forte.

Inojin si allontanò da lei e la salutò con la mano, sapeva che forse l’aveva fatta arrabbiare, ma non la vedeva da alcuni giorni, da quando lei aveva detto a Boruto e a lui che non voleva scegliere tra loro, che forse era meglio stare lontani per un po'.

Per pensare, ma quell’attesa lo stava straziando.

Per questo quando l’aveva vista da lontano si era avvicinato, sperando di poterla guardare di nascosto, ma Itachi l’aveva scoperto subito, ancora prima di permettergli di nascondersi.

Forse perché si era bloccato avanti al parco giochi senza muoversi, si era come pietrificato vedendola.

Sarada si era richiusa la porta di casa alle spalle senza dire nulla, Inojin rimase fermo sotto il palazzo di casa Uchiha, notò Sarada affacciarsi alla finestra, pensierosa.

Forse pensava a quello che per loro era il primo bacio.

Inojin richiamò la sua attenzione, e Sarada lo vide.

Si sentiva ancora in imbarazzo mentre lui disegnava qualcosa sul suo rotolo Ninja, con la tecnica del richiamo Inojin fece materializzare alcuni uccellini di carta, uno di essi si posò sul suo naso per poi dissolversi nel nulla, ritornato ad essere un piccolo foglietto, Sarada scoprì che quell’uccellino portava un messaggio con se.

‘’Ciao, mi manchi tanto’’

C’era scritto su quel foglio, Sarada arrossì stringendolo tra le mani e guardando Inojin, alzò la mano salutandolo e sorridendogli dolcemente mentre lui si allontanava con le mani in tasca, e nascondendo il suo evidente imbarazzo.

 

Sasuke e Sakura varcarono il giorno dopo la porta di casa loro, vennero accolti da Itachi che correndo andò ad abbracciare entrambi.

“ciao”

Si sentì udire da Sarada che stava ferma avanti le scale che portavano verso camera sua, Sakura le sorrise facendole l’occhiolino, aveva mantenuto la promessa di riportare Sasuke a casa.

Sarada ricambiò il sorriso, in lei c’era qualcosa di diverso, sua figlia stava diventando davvero grande.

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