Un giglio rosso e l'arte

di camillavaamare
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 ***
Capitolo 19: *** 19 ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 22 ***
Capitolo 23: *** 23 ***
Capitolo 24: *** 24 ***
Capitolo 25: *** 25 ***
Capitolo 26: *** 26 ***
Capitolo 27: *** 27 ***
Capitolo 28: *** 28 ***
Capitolo 29: *** 29 ***
Capitolo 30: *** 30 ***
Capitolo 31: *** 31 ***
Capitolo 32: *** 32 ***
Capitolo 33: *** 33 ***
Capitolo 34: *** 34 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


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1.IO PIANSI UN TEMPO COME VOLLE AMORE...

Chi è Lorenzo Il Magnifico? Un poiltico ipocrita? Lartista distrutto dall'amore che non viene corrisposto? O non lo sa neanche lui?

La Firenze Rinascimentale è ambigua e stupenda. Lorenzo De' Medici nasce proprio qui. Sarà lui a fondare la Repubblica basandosi sull'idea dell'Umanesimo. In un mondo ideale potrebbe farcela, ma nella realtà no... Lorenzo dovrà vivere tra intrighi, lotte e delitti per il potere; sarà costretto a prenere delle decisioni immorali e ogni volta che lo farà la sua anima si spezzerà. Vuole una Repubblica unita, ma oltre alle lotte esterne ci sono anche quelle dentro di lui. E fanno molto male. Per sfuggire al dlore si rifugia nell'arte. Perché la bellezza proviene da Dio.

Quando Lorenzo nacque, la famiglia Medici era all'apice del suo potere politico nella Repubblica Fiorentina, controllando le complesse istituzioni Repubblicane per il funzionamento dello Stato. Il nonno di Lorenzo: Cosimo era riuscito grazie all'enorme fortuna finanziaria della sua banca, a legarsi ai politici fiorentini e parlare per il popolo alla Signoria.

Nel 1434, dopo appena un anno di esilio a Venezia, Cosimo rientrò a Firenze, esiliò gli Albizi.

Cosimo in apparenza fa decidere ai suoi politici durante le riunioni al Palazzo Dei Priori; invece è ià tutto deciso prima da lui. Sono solo delle cose formali.

Lorenzo è figlio di Piero (Cosimo) De' Medici e Lucrezia Tornabuoni. Nase l'1 gennaio 1449 a Firenze, viene battezzato il 6 dello stesso mese in occasione dell'Epifania. Giuliano e Bianca sono i fratelli minori... vogliono molto bene a Lorenzo. Nascono qualche anno dopo.

Lorenzo insieme al fratello Giuliano, riceve un'educazione Umanistica e politica; entrambe seguite dal nonno Cosimo e dai genitori.

Quando era bambino Lorenzo è seguito da Gentile Da Urbino, mentre dal 1457 la sua educazione ha gli insegnati: Cristoforo Landino e Giovanni Argiropulo per gli studi su Omero. Marsilio Ficino per la filosofia Neoplatonica. E Antonio Squarcialupi gli insegna a ballare.

Il nonno Cosimo si affeziona molto a Lorenzo, ama discutere con lui di filosofia e anche altri argomenti più leggeri.

Lorenzo dimostra un insolito interesse verso l'Accademia Neoplatonica; ha 12 anni partecipa alle discussioni di Marsilio nella Villa Di Careggi.

Lorenzo mentre è adolescente vede suo zio Giovanni, secondogenito di Cosimo Il Vecchio e successore del Banco Dei Medici; morire nel 1463 dopo una vita a perdere tempo. Non faceva mai niente. La debole salute del proprio primogenito Piero soprannominato Gottoso a causa della malattia (gotta), per qusto Cosimo nomina Giovanni per succedergli nella banca.

Con la morte del figlio, Cosimo ormai vecchio diventa ansioso. È continuamente assillato dal problema della successione. Spera nei figli di Piero: Lorenzo e Giuliano potrebbero diventare successori del padre una volta diventati maggiorenni. L'ansia di Cosimo si aggrava quando i Pazzi (una famiglia di banchieri e nobili) provanob a diventare banchieri papali. La banca dei Medici finirà in bancarotta senza i soldi della Chiesa, è questo che fa preoccupare Cosimo. Ha fiducia nell'intelligenza di Lorenzo, deve solo imparare il lavoro.

Per i Pazzi Cosimo è solo un banchiere – mercante che ha avuto fortun ereditando le cose del padre. Non dovrebbe essere nella Signoria, quel posto è riservato solo ai nobili.

Prima di morire, Cosimo fa promettere a Piero di non trascurare l'educazione dei due ragazz: devono venire trattati come se fossero uomini nonostante la loro giovane età.

Lorenzo sta accompagnando Piero dai Donati per parlare dei debiti, vuoe convincerli a fare un prestito. Non hanno neanche i soldi per il matrimonio della figlia.

Padre e figlio vengono accolti dai Donati.

"Posso leggere un libro mentre parlate? Ne avete tanti. Che bello."

"Certo, giovane Medici. Vai pure. Non penso che ti interessino i nostri problemi."risponde Manno indicandogli a porta della biblioteca con il dito.

Lorenzo entra e preso un libro siede sulla sedia vicino al camino. Dopo qualche ora viene interrotto da qualcuno.

"Scusate... non volevo disturbare... me ne vado subito... stavo cercando un libro..."

"Non mi state disturbando. Stavo solo leggendo questo libro, mentre aspetto mio padre."risponde allegro abbracciando Lucrezia. Anche se Piero non vuole che sia suo amico lui disobbedisce, si vedono di nascosto.

Piro non vuole che suo figlio e Lucrezia siano amici, se i nemici

dovessero scoprirlo spettegolerebbero. Secondo loro dei banchieri non devono stare insieme ai nobili nela Signoria. È impensabile! Sono molto tradizionalisti. Guai a cambiare le cose. O almeno provarci.

I Donati sono una famigla nobile; ma non avendo quasi più soldi devono stare lontano dai Medici, soprattutto Lucrezia da Lorenzo. Per questo Piero non vuole che il figlio la veda.

Lorenzo sorride a Lucrezia e lei lo bacia sulla guancia.

"Quando potremo vederci di nuovo? Mi manca giocare insieme. I miei fratelli sono noiosi."

"Non lo so. Ma spero primache parta per Milano. Dovrei andare tra due settimane."spiega dispiaciuto Lorenzo chiudendo il libro che stava leggendo.

Lucrezia Donati è una ragazza molto bella. Con gli occhi neri e i capelli castani riesce ad affascinare il suo amico.

"D'accordo. Allora.. ci vediamo... buon pomeriggio, amico..."saluta triste l'amico e lo lascia.

Dopo poco arriva Piero per tornare a casa.

Durante la cena a Lorenzo sembrao che i genitori siano tesi.

"Voglio che domani parti per Milano. Dovrai andare in tutte le banche."

"Avevo capito che la partenza fosse tra due settimane, non subito."dice confuso a Piero.

"Fai come ti ice tuo padre senza protestare. Prepara le tue cose."ordina Lucrezia al figlio.

Lorenzo è innamorato della sua amica, per questo non vuole lascare Firenze; ma deve partire lo stesso. Deve reprimere il suo amore e andare a Milano. Rimpiange quando non aveva responsabiltà. È adesso che inizia il Canzoniere: un libro di poesie sull'amore platonico e tormentato per Lucrezia. È quasidepressivo.

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Capitolo 2
*** 2 ***


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2.IL TEMPO FUGGE PER NON TORNARE PIUE.

Lucrezia è triste che il suo migliore amico sia partito. O così pensa visto che non gli scrive da un po'. Per evitare di farsi scoprire infilano i messaggi dentro al vaso vicino alla botte nel vicolo.

Lucrezia deve sposarsi ma Manno non sa dove prendere i soldi: anche per mandarla in un convento c'è da pagare. Lei è l'ultima di nove fratelli. Manno si sposa con una primamoglie e ci fa cinque figli.

Lucrezia va al vaso e non trovandoci nessuna lettera delusa torna in casa.

Lucrezia va da Ugo in cortile.

"Non è arrivata nessuna lettera? Nel vaso ci sono solo delle pietre."

"No, sorella. Credo che abbia avuto un problema se è partito senza scriverti. Presto ti scriverà. Non preoccupati. So quanto 1ui ami mia sorella."risponde consolando Lucrezia, lei annuisce triste. E gli sorride.

"Non possiamo essere amanti! Siamo amici! Sarebbe troppo strano!"eslama meravigliata ed entrambi ridono.

"Certo. Lui proprio non è innamorato. Neanche un po'. Zero. Anzi."aggiunge allegro Ugo facendola ridere. Sì. Mi sono innamorata di Lorenzo. E lui? Prova lo stesso per me come dice Ugo? È successo senza che potessi accorgemene... ho provato a dirglielo indirettamente? Non lo so. Mi sono accorta che frse anche lui è innamorato? Devo stare attenta ai segnali. Pensa dubbiosa Lucrezia tornando in casa. Penelope guarda la nipote imarita.

"Cosa stai facendo? Fuori c'è Satana. Non guardare dalla finestra."

"Nonna, è una stupida credenza nata durante gli anni delle guerre Sante."

"No. Non è vero. Allontanati dal davanzale. Perché vuoi farmi stare con l'ansia?"

"D'accordo, nonna. Non ci st più se questo ti fa stare tranquilla."risponde arresa sedendosi sul divano insieme alla nonna. Arriva Manno.

"Non so proprio come trovare i soldi per farti sposare. Credo che chiederò un prestito a Medici. È l'unica soluzione possibile."dice sconfortato Manno.

"Per questo è venuto? So he troverete la soluzione. Ho 15 anni... non sono vecchia."

"Hai ragione ma non li avrai per sempre. E il problema della dote rimane."

"Se dite che è l'unica soluzione, perché non chiedete i soldi a Medici?"

"Penso che farò come hai detto. È l'unica alternativa. Ma prima voglio fare un'altra cosa."dice lasciandole di nuovo sole.

Lucrezia esce a passeggare. Non posso toccarti, baciarti o stringerti. Ma so che tornerai presto. Ho bisogno di credere in questa cosa. Devo... quando ti vedo sono felice. Il mio cuore è tuo. Vorei capire come posso riprendermelo... poi ci ripenso. Perché nelle tue mani sarà trattato bene. Non sarà mai di nessuno. Solo tuo. Pensa dolce guardando l'esterno di Palazzo Medici. Lui vive in quel palazzo circondato dalla sua amata arte. E Lucrezia non è tra questi... può solo ammirarlo da visitatore esterno; ma lei vuole entrare nel suo cuore come ha fatto l'arte. Non più da amica, quanti uomini hanno l'amate? Quasi tutti. E se deve esserlo, per Lorenzo lo accetta; l'importante è starci insieme. Non sempre. Si accontenta anche di qualche ora alla setimana, basta vederlo.

Lucrezia riprende a camminare e in un vicolo vede Bianca che bacia Guglielmo Pazzi, preferisce farsi gli affari suoi. Non vuole fare arrabbiare Piero e Lorenzo dicendogli la verità su Bianca. Hanno già troppi problemi con i nobili.

Lucrezia torna a casa che ora di cena, siede al tavolo.

"Ho chiesto i soldi a Medici. E scritto ad un mercante che domani verrà. Ora potrai sposarti. Il tempo non aspetta."spiega sollevato Manno e lei gli sorride, intanto i domestici servono la cena.

"L'avete visto? Potete dirmi qualcosa su di lui? È bello? Quanti anni ha?"

"Gli ho scritto. So solo che ha 27 anni. Si chiama Niccolò Ardinghelli."

"Grazie! Non vedo l'ora di conoscerlo! Sono molto curiosa!"esclama entusiasta infilzando con il coltello la carne.

Lucrezia finito di mangiare va a dormire. Finalmente potrà avere un futuro! Non resterà senza casa quando Manno sarà morto, anche perché Lorezo non lo permetterebbe; se fosse necessario supplicherebbe Piero pur di evitare che resti senza casa... è questo ad amare di lui: la gentilezza e l'altruismo.

Il giorno che si sono conosciuti Lorenzo le aveva pagato un vestito, voleva vederla sorridere. Viene subito colpito dalla sua bellezza.

Lurezia prende il vestito che le aveva regalato e lo fissa imbambolata.

Ricordo di Lucrezia

Sono dal sarto ma purtroppo non avendo soldi devo rinunciare al vestito. Pazienza. Dai. Infondo c'è di peggio nella vita. Lo comprerò appena potrò.

Un ragazzo con i capelli castani mossi e gli occhi neri si avvicina.

"Lo comprerò un'altra volta. Puoi tenermelo?"domando dispiaciuta alla sarta.

"Non serve. Lo pago io..."risponde allegro il ragazzo, sia io che la sarta lo fissiamo pagare sorprese. Non ho mai trovato uno sconosciuto cosìgentile.

"Vi ringrazio. Non mi capita spesso che uno sconosciuto voglia aiutarmi. Di solito i nobili preferiscono evitarmi. Perchéve lo sto dicendo?"

"Fa niente. Studio per diventare banchiere. Non sono un nobile. Come vi chiama..."

"Siete... Lorenzo De' Medici?! Sto parlando proprio con voi?! Vero?!"chiedo stupita sotto il suo sguardo divertito. Per i cittadini la famiglia Medici è una divinità. Camminiamo chiacchierando.

"Ho pagato il vostro vestito. Ma non so neppure a chi."

"Lucrezia Donati. Grazie di averlo pagato."aggiungo imbarazzata facendo un mezzo sorriso.

Arriva sua madre. O almeno credo. Si assomigliano molto. Hanno gli stessi capelli mossi.

"Cosa stai facendo? Non ti devi fermare a parlare con tutti. Andiamo."

"Scusatmi. Ho solo pagato questo vestito a madonna Donati. Non volevo farvi arrabbiare."

"Non devi più avvicinarti a lei. Capisco che volessi solo fare una cosa carina. Quella ragazza ci darà problemi. La sua famiglia è nobile ma senza soldi."sussurra comprensiva al figlio pensando che non riesca a sentirla. L'unica cosa che mi rimane è questo vestito.

Dopo alcune settimane rivedo Medici. Sono nel vicolo quando si avvicina.

"A me non interessa cosa dicono, voglio essere vostro amico. Devo avvertirvi che quando mio padre sarà morto lo sostituirò nella Signoria e in banca."

"Non importa. Vi aspetterò. Dovete fare il vostro dovere. Lo capisco. Quando volete vedermi scrivetemi un messaggio e nascondetelo nel vaso."rispondo sorridendogli felice. Sono contenta di vederlo; ma anche triste perché non so quando lo reincontrerò.

Lucrezia fissa il bvestito imbambolata. Vorrebbe vedere Lorenzo: quando ha accettato di essere suo amico sapeva che lui avrebbe sempre dato più importanza al dovere.

Lucrezia tocca la stoffa del vestito nostalgica. Il vestito ha lo stesso colore dei suoi capelli. Vorrei tanto poterli toccare... si. Sarò la sua amante. Ho deciso. Riflette decisa a dirgli la verità.

Lucrezia posa il vestito sula sedia e spegne la luce. Fissa Firenze dal finestrone. Quando incontrerà Niccolò vuole mettere quel vestito, ricordandosi che gliela regalato Lorenzo si sentirà meno impaurita.

La mattina seguente delle domestiche svegliano presto Lucrezia.

"Avete già scelto il vestito che volete indossare?"chiede ansiosa la domestica aprendo lepersiane.

"Sì... è quello sulla sedia... perché mi avete svegliata così presto? Ho sonno."

"Oggi viene vostro marito a conoscervi. Vi siete dimenticata? Su. Alzatevi."ordina paziente la serva prendendo il vestito, dopoché glilo infilano le mettono i gioielli.

"Siete stupenda. Andate. Dai. Abbiamo finito."dice serena un'altra domestica spingendo la ragazza fuori dalla stanza.

Lucrezia finisce la colazione e aspetta che arrivi Niccolò. Il tempo passa rapido, non può aspettare Lorenzo; sa che lui dovrà sposare una nobile con i soldi. Potrà solo essere la sua amante nei momenti che si vedranno.

Al pomeriggio arriva Niccolò e Lucrezia dopo averlo visto è delusa: non si aspettava un uomo così vecchio, lo immaginava quasi della sua stessa et. Ma con i soldi dati da Piero quello è stato il meglio che Manno potesse trovare per la figlia. Suo padre non le ha detto una bruta verit sul futuro marito: è stato esiliato da Firenze perché spesso faceva delle risse.

Lucrezia sposa Niccolò e si trasferisce con lui a Volterra. È stato Piero a hiedere il permesso ai Priori per dargli un permexsso temporaneo ed entrare in città. Vivono vicino Palazzo Maffei nel centro del paesino.

Per Lucrezia quel posto è noioso perché ha pochissime feste e non esiste una biblioteca decente. C'è ma ha pochissimi libri interessanti.


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Capitolo 3
*** 3 ***


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3.QUANTO QUELLO AVEA PUR QUALCHE SPERANZA

Clarice nasce a Monterotondo (un paese in provincia di Roma) il 23 novembre 1453. E' figlia di Jacopo e Maddalena. Gli Orsini sono un'antica famiglia nata durante il Medioevo.

La madre di Lorenzo sceglierà Clarice per farla sposare con suo figlio: in questo modo i Meici sono legata agli Orsini.

Clarice è nipot dei Cardinali Latino e Giovanni Battista. Sogna di diventare suora, ma presto srà costretta a sposare un uomo che non ama.

Clarice dopo pranzo presa la Bibbia va al Vaticano dal suo amico Fausto. Si incontrano nel parco vicino l'entrata della Curia. Siedono sulla pnca, intangto i Cardinali entrano, escono, parlano o girano.

"Come state? Vi vedo riposata. Avete deciso di diventare suora, quindi?"

"Sì. In questi giorni sono contenta. Lo dirò alla mia famiglia appena potrò. È la mia vita."

"Sicura? Non è una vita facile. So che siete capace, ma dovete pensarci bene. Rinuncierete all'amore figliale e ad un marito."spiega penserioso Fausto fissando un Cardinale che legge soto al portico.

"Lo sono. Per me è un piacere aiutare gli altri. Sono stata fortunata a nascere in una famiglia nobile. E se posso, perché nn dovrei aiutare?"

"Avete ragione. Vogli solo che ne siete sicura. È una vita in solitudine... senza legami affettivi. Abbiamo Dio... ma alcuni non riescono..."dice dubbioso Fausto uscendo dal Vaticano insieme a lei, raggiungono un vecchio edificio. Clarice lo osserva curiosa, non capisce perché sono lì; ma senza fare domande segue Fausto dentro.

"Avete qualche moneta? Vi prego, madonna. Ho fame. È tanto tempo che non mangio."dice disperato lo sconosciuto avvicinandosi, dopoché Clarice gli dà delle monete se ne va meravigliato dalla sua gentilezza.

"Aiutate gli sfortunati? Quanta sofferenza. Date un edificio a queste persone per farle stare al caldo. È bello quello che fate."

"Cerchiamo di aiutarli. Ma c'è sempre tanta gente e noi siamo pochi. Se volete fare qualcosa ne saremo felii, anche una cosa minima."

"Certo! Ditemi cosa fare! Non c'è nessun problema, anche altri posti vicino Roma!"esclama entusiasta Clarice imitando Fausto che serve il cibo.

"Ci sarebbero delle case a Frascati, Viterbo, Monterotondo e Bracciano."risponde senza nessuna speranza che accetti di andarci. Resto sempre incantata dal tuo amore... tu sai comprendere. Questo silenzio che determina il confine fra i miei dubbi e la realtà. Da qui all'eternità non mi arrendo. Portami via dai momenti tristi. Da questi anni violenti, in cui ho visto tanta mrte. Da ogni angolo di tempo dove io non trovo più energia cerco conforto in te. Si Dio e so che mi ascolterai. Pensa confusa e triste dalla loro sofferenza.

Clarice resta con lui tutto il giorno: si dimentica perfino di pranzare.

"E domani posso andare negli altri? Preferisco un posto piu' piccolo."

"Se volete... certo. C'è sempre tanto da fare... e un' altra persona che aiuta fa piacere averla. Ma ora è meglio andare. Non vi siete fermata."risponde contento a Claice lavandosi le mani. Pur avendo lavorato tutto il giorno non sente la stanchezza, è felice di avere aiutato quelle persone. Clarice continua a pensare alla sua ortuna. La convinzione nel volere diventare suora si fa sempr più forte.

Clarice saluta l'amico baciandolo sula guancia, lo fa perché in strada non sta passando nessuno; poi va a cenare.

Aurante è la sorella,oinve Orso e Rinaldo sono i fratelli di Clarice.

Orso fa l'addestramento militare. Rinaldo diventerà Arcivescovo di Firenze.

"Sorella, i nostri genitori non ci sono; quindi siete una mia responsabilità."dice preoccuparto Orso sedendosi, intanto lei lo guarda senza capire.

"Sono la sorella maggiore. E so quello che faccio. Pensa al tuo addestramento."

"E' vero, ma sono l'unico che sa combattere. Volevo solo dire questo."

"Ho capto, ma non dovete preoccuparvi. Sto sempre attenta. Quanto vi fermate?"

"Qulche giorno. Poi torno a casa. Va bene. Ci credo che state sempre attenta."

"Cosa avete fatto tutto il giorno? Immagino che vi siate divertita se siete sparita fino adesso."domanda curiosa sua sorella. Aurante e Clarice hanno lo stesso carattere timido, per questo semba che si stiano antipatiche.

"Ero con padre Marinacci negli edifici che ospitano le persone malate o senza casa. Lo stavo aiutando. E oggi ho capito una cosa: voglio diventare suora."

"Per voi i mondo è tutto buono. E merita di venire aiutato, ma vi dico una cosa: sbagliate. Se non lo imparate presto soffrirete."aggiunge tenero Rinaldo dall'ingnuità della sorella.

"Non sono stupida. So che c'è gente cattiva, ma esistono anche tanti buoni."

"I buoni sono molto pochi. Guardatevi intorno. Dove vedete tutta questo altruismo?"chiede dubbioso Rinaldo e Clarice gli fa un mezzo sorriso.

Finita la cena Clarice va nella camera della sorella a chiacchierare.

"Cosa leggi di bello? Hai finito quel libro che ti avevo suggerito?"domanda allegra Clarice ad Aurante; dopo essersi messe il lenzuolo sulla testa iniziano a parlare.

"Sì. Ma che brutta fine. Non pensavo che venisse ucciso. Speravo..."

"No! Non ti credo! Si capiva dai primi capitoli che potesse solo finire in questo modo!"esclama scandalizzata Clarice, ma Aurante ride e anche lei fa lo stesso. È solo quando sono sotto al lenzuolo che diventano meno impostate nel comportamento. Clarice pena che sia sorella a dover controllare gli interessi della famiglia, in quanto lei diventrà suora... invece non sarà esattamente cos.

"Non so come fai a volere diventare suora. E rinchiuderti in qualche monastero con altre 20 o 25 donne. Solo l'idea del restare senza figli mi deprime."

"A me non è mai interessato avere una famiglia. Amo solo Cristo. Questo lo so."

"Chissà... spero che sarai felice... ma penso di sì. Sei sempre stata gentile con chi soffre. Ha ragione Rinaldo..."

"Non sono stupida. Voglio solo aiutare altra gente. Credo che chiunque stia male debba venire aiutato. Se io posso farlo, perché no?"

"Non sei stupida, ma troppo buona. Ai tuoi occhi sono tutti bravi. Ed è una brutta cosa, rischi che ti usino come vogliono."

"Hai ragione... meglio che vada. Domani devo andare a Monterotondo con Marinacci... buonanotte."dice stanca Clarice e la bacia sulla guancia.

Clarice svelta si sveglia e senza mangiare esce nella mattina nebbiosa; raggiunto l'appartamento dove vive Fausto lo saluta baciandogli l'anello ed entrambi salgono sulla carrozza diretti verso Monterotondo. Ci mettono sei ore, quindi devono fermarsi anche a dormire. È pericoloso girare per le stradine che collegano i villaggi alle città. Di notte tutti quelli con cattive intenzioni escono per rubare ai nobili.

"Dobbiamo restare anche un notte. Non possiamo viaggiare con il buio. Va bene?"

"Sì. D'accordo. Non ci sono problemi. Volevo venire a trovare mio zio."risponde incantata ammirando le colline intorno al paesino. Monterotondo è degli Orsini. Clarice l'ultima volta che c'è stata aveva quattro anni.

La carrozza si ferma davanti al monastero, Clarice viene aiutata da Fausto a scendere; poilui bussa alla porta del grosso edificio. Clarice osserva il paesaggio: ono sulla punta della collina, c'è tanta natura e i raggi del sole illuminano tutto. L'azzurro del cielo sembra blu. Sulla collina non c'è la nebbia come a Roma.

Clarice siede su un masso ad aspettare. Come può Nostro Signore avere creato tanta bellezza? È stupendo qusto paesaggio... sembra finto. O un dipinto. Pensa stupita Clarice prima di alzarsi. Dal portone esce un gruppo di suore.

"Vale, padre. Come possiamo aiutarvi? Spero che non abbiate dovuto aspettare troppo."

"No, tranquilla. Vorrei sapere se avete delle stanze libere. È possibile?"

"Certo. Madonna Orsini, può venire accompagnata da Giacometti."risponde educata la suora, mntre Laura accompagna Clarice nella ua stanza.

"E' bello vedervi! Sono passati quanto?! Cinque anni?! Sei?! Cosa fate in questo posto dimenticato da Dio?! Dovete dirmi tutto!"eclama allegra Laura aprendo la porta della stanza.

"La mia famiglia vive ancora a Roma e ho deciso di prendere i voti."spiega contenta di vedere l'amica. Nella carrozza aveva insistito che si fermassro proprio in quel convento, sperva di vedere Laura; le aveva scritto una volta quando Clarice era bambina. E poi basta... quindi, non sapeva se abitasse ancora nello stesso convento!

"Quanto resterete? Come potete vedere non viviamo nel lusso. Preferiamo la comodità allo sfarzo, ma spero che vi troverete benelo stesso."

"Solo un giorno. Sicuramente sì. Non sopporto lo sfarzo, mi vesto in questo modo per farmi riconoscere. L'unca cosa lussuosa sono i gioielli."spiega rassicurando Laura, mentre sfila i braccialetti. Una volta sola si inginocchia sul pavimento ed iizia a dire il Rosario, anche se la pietra le fa male alle ginocchia ignora queèl dolore insopportabile per continuare a pregare.

Clarice si è sempre maladattata al lusso esagerato della sua famiglia, preferisce una vita più semplice; cosa che per i nobili sembra impossibile.

Clarice spera di diventare suora, ma la sua speranza rimarrà solo un desiderio infantile.


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Capitolo 4
*** 4 ***


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4.QUESTO NON HA SE NON PENTERSI INVANO.

Francesco nasce il 28 gennaio 1444 a Firenze. Ha due fratelli: Giovanni e Guglielmo. È figlio di Andrea Pazzi. Dopo la sua morte i figli vengono cresciuti dallo zio Jacopoinsieme alla moglie Maddalena Serristori. I nipoti vivono con la loro unica figlia: Caterina. Nasce il 2 aprile 1463 a Firenze. Sua madre rimane incinta una seconda volta; ma per colpa dell'aborto diventa depressa, quindi mnon può fare altrob che mandarla in un monostero (lo stesso in cui si trasferirà la loro unica figlia). Facendo cos sarà sempre controllata dalle suore, tante volte ha provato ad uccidersi; è per questo che Jacopo decide di mandarla nel monastero.

Caterina diventerà santa, infatti molto presto si trasferisce nel convento di Monticelli edentra nel gruppo Francescano. Diventa la seguace del presbitero Stefano Da Bagnone.

L'allontanamento di Maddalena fa soffrire tanto Jacopo, anche dopo annidalla separazione. Continua ad amarla, infatti va sempre a trovarla.

Sono passati anni dal giorno dell'allontamento di sua zia; Francesco è diventato uomo e lavora insieme a Jacopo nella banca, oltre ad essere un politico. Sta nella Signoria insieme alla famiglia. Cognome e titolo nobiliare glielo permettono... senza non potrebbe starci. È un suo diritto di nascita stare nella Signoria.

Francesco e Guglielmo si vogliono molto bene, invece vede Giovanni solo durante le riunioni della Signoria.

Francesco sta scrivendo qualcosa sul quaderno, quando si accorge che è buio. Si alza e va a guardare Firenze fuori dal finestrone. Il tempo alla banca passa rapido: cisono tante cose da fare. Sono abituato a non respirare. Ho sempre la testa immersa nell'acqua... i problemi economici mi agitano e non ho ancora nessuna moglie. L'acqua è sopra di me. Sempre. In ogni istante della mia vita... sento questa sensazione... spaventosa. Qualche volte riesco a riemergere; dopo poco credo di annegare... come vorrei essere ancora suo amico. Era l'unico a farmi sentire protetto. Riflette arreso andando a chiudere il libro. Uscito dalla banca in strada incontra Matilde Maffei. È la sorella minore di Antonio, Raffaele, Mario e Giovan Battista (morto pochi mesi prima).

I Maffei sono una delle famiglie nobili di Volterra, per questo Jacopo vuole che Francesco sposi Matilde.

Volterra ha degli accordi commerciali con i Medici, se lei diventerà la moglie di Francesco sarà più facile che Pazzi e Maffei diventno alleati.

Volterra è dal 300 cha ha accordi con Firenze, grazie al rafforzamento dei legami commerciali e finanziari tra le due città. Nel territorio di Volterra infatti; si estraevano minerali e si coltivavano piante necessari alla lavorazione della lana.

Volterra vende alla Repubblica Fiorentina il sale delle saline di Montegemoli. È l'unica venditrice. I Medici quando andavano in vacanza a Bagno e Morba vicino Montecerboli si fermavano nel paesino Volterrano. Lo facevno per salutare le famiglie amiche: Caffarecci, Minucci ed Inghirami.

Francesco paga un soldato per fargli urtare Matilde, è l'unica idea che gli viene.

Francesco si avvicina a Matilde per aiutarla.

"Stai attento. Mi hai fatta cadere... stupidi soldati. Fai attenzione..."

"Aspettate. Vi aiuto, madonna Maffei. State bene... giusto? Niente ossa rotte?"

"Sì. Sto bene. Sono solo in ritardo, mia nonna si arrabbiarerà moltissimo."risponde dolorante Matilde venendo aiutata da Francesco. Giulia è la nonna paterna, dopo il funerale di Giovan Battista Matilde si trasferisce a Firenze. Roma e Volterra le ricordano il fratello.

Matilde vive insieme a Giulia; vede Francesco tutte le domeniche durante la messa, addirittura siedono vicini! Ma non si sono mai parlati.

"Allora, direte a vostra nonna che avete fatto tardi per colpa mia. Siete caduta e ho dovuto portarvi in braccio fino al vostro palazzo."

"Non posso farlo, messer Pazzi... capitemi. Sarebbe sbagliato nei vostri confronti."

"Insisto. È sera. Permettetemi di accompagnarvi a casa. Credo che vostra nonna lo apprezzerà. Siete l'unica femmina della famiglia."

"D'accordo... come volete. Sì. Avete ragione... è meglio che mi prendete in braccio."risponde allgra facendosi prendere dal ragazzo, i passanti li fissano curiosi.

Francesco si sente in colpa ad usarla, ma non può tradirde il suo stesso sangue... infondo Jacopo l'aveva cresciuto da figlio. Se io tradisco il mio stesso sangue, che uomo sarei? La mia vita è di Jacopo. Sarò sempre in debito con lui. E detesto questa sensazione. Pensa vergognandosi del suob gesto, allo stesso tempo si è innamorato di lei. Se Jacopo lo sapesse gli darebbe dello stupido. Giunto davanti Palazzo Maffei lascia Matilde, dopo averle fatto l baciamano lei si inchina ed entra nell'edificio seguito da Francesco.

Mentre Matilde è lontano si avvicina a Giulia.

"Chi siete? Come avete fatto a entrare? Andatevene dalla mia casa."

"Vi prego... vrrei sposare vostra nipote. Sono Francesco Pazzi... ho accompagnato Matilde."

"Scriverò ai suoi fratelli. Se accetteranno vi informerò. Non posso promettervi nula."risponde orpresa la donna, Francesco dopo essersi inchinato allegro esce da Palazo Maffei.

Francesco tonato a casa nel salone trova uno strano silenzio.

"Ti sembra l'ora di tornare a casa? Cosa stavi facendo?"domanda irritato lo zio giocherellando con un pezzo di pane.

"Sono stanco. Adesso che è arrivato, posso andare a dormire?"domana esitante Guglielmo, ma sotto lo sguardo furente dello zio si zittisce.

"Resta seduto. Finché non te lo dico stai fermo. Anche tutta la notte, se è necessario."

"Vi prego, zio... arrabbiatevi con me senza mettere i mezzo Guglielmo..."

"Dove sei stato?! Rispondimi! Non cercare di evitare il discorso! Sto aspettando!"

"Ho chiesto alla nonna di Maffei se potevo sposare Matilde. Scriverà ai nipoti."spiega spaventato Francesco e alle sue parole lo zio si calma.

"Allora sei perdonato. Pensavo fossi in giro con ituoi amici a perdre tempo."diceb sollevato Jacopo alzando il calice per brindare.

Finia la cena Francesco va nella sua stanza e dopo poco viene raggiunto dal fratello.

"Non vuoi sposare quella ragazza. Vero? L'hai detto solo per far calmarenostro zio."

"E' esattamentequello che farò. I Maffei sono una famiglia molto potente a Volterra e detestano Medici. Poi sono tutti collegati al Papa. In un modo o nell'altro."

"E' stato lui a dirtelo? Come puoi sposare una straniera? Scegli ua della nostra città."

"Sposo una straniera perché ha soldi e potere. È l'unico modo per sperare di avvicinarsi a Papa Sisto. Se non diventiamo i suoi banchieri..."

"Medici è il banchiere di Sisto. Fai tutto questo, perché nostro zio disprezza quella famiglia? Avresti dovuto rifiutarti..."

"NON POSSO RIFIUTARMI, GUGLIELMO! È NOSTRO ZIO! CI HA CRESCIUTI FIN DA QUANDO ERAVAMO BAMBINI! SE LO FACCIO TRADISCO IL MIO STESSO SANGUE!"

"Lei è una traniera. Poi fai come preferisci. Ma ti dico solo che Jacopo vuole usarti come fece anni fa. Non hai imparato niente da quella volta?"commenta dispiaciuto Guglielmo, poi Francesco lo caccia.

Francesco la mattina seguente mentre i domestici lo vestono pensa alla discussione avuta con suo fratello. Al pomeriggio riceve il messaggio dei Maffei.

"Sposerò Maffei. I suoi fratelli hano accettato. Verranno a conoscerci venerdì."annuncia emozionato Franceso, suo fratello gli fa un sorriso forzato.

Arriva un servo e Jacopo lo fissa contrariato, il poverino dopo essersi inchinato eita.

"Scusate. Non voglio disturbarvi, ma madonna Maffei vuole parlare con voi."

"Cosa stai aspettando?! Falla entrare! Subito!"ordina impaziente Jacopo, mentre i fratelli si fissano stupiti. Il servo dopo poco torna con Matilde, dunque lo zio insieme a Guglielmo escono dalla stanza.

"E' un caso che conosco voi e subito i miei fratelli vogliono farci sposare?"

"Maffei, vi amo. Ho chiesto a vostra nonna il permesso per sposarvi. Vorreste avere un marito che non conscete?"

"Avete ragione. Ma, come posso apere che non lo fate per il mio cognome?"

"Il vostro cognome ha poca importanza per me. Vi ho mata da quando ci siamo seduti in chiesa la pria volta dovete credermi. Non lo faccio per soldi."

"Il matrimonio è un contratto. Non c'entra l'amore. Volete rubarmi i soldi?"

"Maffei, quello che vglio rubare non lo ancora preso. Voi... invece sì. L'avete fatto immediatamente. Credetemi... sono sincero."aggiunge stanco Francesco perendendole la mano, gliela mette sl petto e Matilde sentendo il uore del ragazzo decide di credergli.

"Scusate. Ho fatto delle domande stupide. Siete un grande seduttore. Vale."dice incoraggiata dal suo gesto e lascia Francesco.

La speranza di Guglielmo diventa inutile quando vede che i domestici iniziano apulire tutto Palazzo Pazzi. E Francesco ogni giorno che passa è sempre piùb ansioso di conoscere i Maffei. Non vedrà Matilde fino a quel momento.

Francesco è diviso tra il rimorso e l'obbligo verso suo zio... Jacopo lo ama.

Francesco avrebbe dovuto ascoltare uo fratello e rifiutare di sposare Matilde, Jacopo progetta delle cose contorte per distrugere i Medici. È ossessinato da loro. Vive con questo desiderio ed usa l'insicurezza del nipote per raggiungere il suo scopo.


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Capitolo 5
*** 5 ***


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5.UNA MIA NATURALE INCLINAZIONE AL PIACERE...

Piero pensò di affidare a Lorenzo alcune missioni diplomatiche a Milano e a Venezia, dove vi erano due filiali del Banco Dei Medici.

Il 17 aprile 1465 conosce nella città di Pisa Federico Di Napoli, diretto a Milano per rappresentare Alfonso al suo matrimonio con Ippolita Maria Sforza.

Lorezo è dispiaciuto di dover sepaarsi da Federico ma Venezia lo attende. Viene presentato al doge Cristoforo Moro. Deve fare un accordo con la Repubblica Serenissima sul commercio dello zucchero di canna.

In tutrta l'Italia i politàici sapendo che Lorenzo non ha neanche 20 anni restano stupiti dealla sua grande capacità diplomatica.

Lorenzo viene accolto nel Sentao da Cristoforo e gli altri vedendo che è un ragazzo adolescente ne restano sorpresi. Vicino a lui c'è Francesco.

“Benvenuto nella Serenissima, giovane Medici. Come possiamo aiutarvi? Rsiete stato mandato da vostro padre?”dice curioso Cristoforo osservando Lorenzo.

“Sì. Firenze vuole fare n accordo con Venezia per l'importazione dello zucchero di canna. Sono venuto ad aiutare Pazzi nelle trattattive.”

“Vostro padre, ha mandato un principiante per fare l'accordo con una città moltio importante. Cosa vi fa credere che mi serva aiuto?”

“Pazzi! Medici! Lasciate i vostri problemi fuori da questa stanza!”ordina infastidito Cristoforo ed entrambi si zittiscono. Sono il potere e i soldi a comprare la gente. Inutile illudersi. Non cambier mai niente, devo impegnarmi per farlo accadere. Venezia ne è la prova: viene chiamata Repubblica Serenissima... eppure qua ogni giorno attracano tante navi negriere: trasportano gli schiavi presi dall'Oriente. Cambierò tutto questo. È il mio destino. Riflette deciso Lorenzo. Dimostrerà al padre di essere pronto a sfidare i nobili; se ignificherà lottare per il bene della Repubblica Fiorentina.

Finita la riunione Francesco e Lorenzo vanno a pranzare.

“A differenza vostra, Mediciho già fatto queste cose. Non capisco che aiuto potete darmi.”

“Non lo so. Se mio padre mi ha mandato ad aiutarvi avr pensato che vi servisse aiuto.”

“O... forse... vi ha mandato per spiarmi, cosicché possiate dirgli della nostra banca.”

“Non è niente di tutto questo. Finiscila con questo essere sospettoso. Voglio solo mparare bene il mio lavoro. Credimi. Dammi una possibilità.”

“Una possibilità? Non sono sicuro che ve la meritiate. Siete troppo arrogante per volere aiutarmi. State tramando qulcosa. E presto lo scoprirò.”

“Non sto tramando proprio nulla. Voglio solo che mi dai una possibilità.”

“D'accordo... Medici... avete vinto voi... vi darò una possibilità...”risponde rassegnato Francesco e Lorenzo contento si inchina. Preso il calice va nella sua stanza a scrivere una poesia. Non posso dimenticarti. Ti ricorderò con tutte lemie forze... sei al centro del mio cuore. Io... amo in modo esagerato. Non sbaglio perché sono cattivo, ma solo per questo amore. E allora.. sì. Amo sbagliare. È un piacere venerarti, amica mia. Mi viene naturale amarti... non so amare a metà. Riflette trasognato fissando la poesia per Lucrezia, scriveva le parole quasi fosse in trans. Quelle dolci frasi volevano essere scritte... uscire da lui, come se fossero vive. La piuma si muoveva rapida sul foglio... doveva scriverle.

Per i Fiorentini lui è un Dio, invece Lorenzo si sente tutto a parte questo.

Lorenzo cerca un bordello per fare sesso, vuole farlo ora che può. Appena tornerà a casa dovrà comprtarsi sempre bene. Niente distrazioni.

Lorenzo sale e scende dalle gondole, è nervoso pr la riunione con Cristoforo. Tornato in Piazza San Marco etra nel Duoo, per quanto si sforzi non riesce a stare lontano dall'arte... in qualsiasi forma essa sia: ne è ipnotizzato. Come quando vede Lucrezia. Guarda gli affreschi... dalle vetratre colorate entra una luce soffusa; che a sua volta si onde con le fiammelle dei candelabri. Siede sulla panca ad ascoltare i canti del coro.

Lorenzo crede che l'arteè il modo in cui si esprtime Dio per parlare con la gente, non avendo altri metodi. E lo fa attraverso gli artisti. Per Lorenzo addiruttura le statue che mostrano i corpi nudi sono belle.

Lorenzo cerca una festa in cui imbucarsi. I presenti lo guardano incuriositi dai suoi vestiti: indossa una camicia grigia insieme ai pantaloni marroni e un capello da cui si vedono i capelli legati.

Lorenzo balla tutta la notte e senza neppure andare a dormire va direttamente al Senato. Francesco lo guarda sorpreso, ogni tanto vedeva il ragazzo durante la messa ma mai in questo modo. Sembra stanco.

“State bene? Avete festeggiato tutta la notte? Siete sveglio da ieri?”

“Sì ma stai tranquillo... dormirò dopo. Resisto finché non sarà finita la riunione.”

“Sarà meglio, Medici. Non causarmi problemi con Moro. Ricordate la promessa.”avverte serio Francesco sedendo sulla panca, fissa torvo il ragazzo.

“Messeri, se volete seguirmi. Sta iniziando la riunione. È in un'altra stanza.”annuncia ansioso il segretario di Cristoforo, lo seguono nella stanza.

Cristoforo soprende di tutti: fa un accordo con il Banco Medici. Lorenzo quando si impegna sa essere molto persuasivo, lo ha convinto che Veneziavr dei vantaggi maggiori rispetto alla banca dei Pazzi.

“E' solo la fortuna del principiante. Non sapete neanche come avete fatto.”commenta irriato Francesco e Lorenzo gli sorride felicissimo.

Conclusa l'esperienza Veneziana, Lorenzo dopo tre giorni di viaggio arriva a Milano. La prima cosa che fa è scrivere al padre del suo successo con Venezia!

Lorenzo si reca a Milano dove conosce Francesco Sforza, amico e alleato del nonno Cosimo. Viene ospitato nel Castello Sforzesco per il matrimonio di Ippolita Maria con Alfonso (il quale viene rappresentato da suo fratello).

Lorenzo viene informato da Pigello Portinari, direttore della filiale; su come deve comportarsi durante la riunione col duca Sforza. Si parleranno dopo il matrimonio di Ippolita Maria. Lorenzo festeggia insieme agli altri. La ragazza è nervosa, quindi lui le si avvicina.

“Non dovete avere paura, Sforza... starete bene. Sono sicro che vostro padre vi ha fatta sposare con una brava persona... tranquilla.”

“Ci provo. Ma non riesco. Sono agitatissima. Napoli è moèto lontana.”risponde ansiosa rovesciando il calice sulla tovaglia, l'acqua bagna anche i tovaglioli; Lorenzo le asciuga la mano solo per parlarle. Non potrebbe farlo visto che è il compito dei servi... si piacciono.

“Va meglio, vero? Quando volete sentirmi basta che spedite un messaggio a Lorenzo De' Medici. Firenze. Potrete scrivermi di qualsiasi cosa.”spiega gentile ad Ippolita sussurrandole con voce dolce, sembra tranquillizzarsi un po'. Non sa neanche lui come fa a rassicurare le persone con cui arla, lo faceva quando sua sorella aveva paura o era agitata.

Lorenzo ed Ippolita diventeranno amici, ma non di quelli che poi si innamorano;perché lui ama già Lucrezia. Sarebbe impossibile che riesca dimenticarla.

Lorenzo non puòfar sapere a nessuno che ha due femmine come amiche o Jacopo direbbe ai cittadini questa cosa, Francesco pur odiandolo non fa queste azioni meschine.

Ma Lorenzo vorrebbe tanto dirlo al fratello, sa che lui non lo tradirebbe mai.

Lorenzo non vede l'ora di dire a Giuliano della sua nuova amica, sa che lo capisce. E non giudicherebbe mai l'amicizia con Ippolita. Ma a Lorenzo manca anche la sua amata arte... Milano neha poca, Firenze è piena di artisti.

Lorenzo attende con impazienza il giorno in cui entrare a far parte della Signoria, vuole sfidare i nobili facendogli vedere che pure un banchiere sa essere come loro. Devono finirla di credersi i padroni della città, perché in realtà è la sua famiglia ad esserlo non loro. E anche clui come Cosimo lotterà per tenersi Firenze. A differenza del nonno però, userà sempre metodi legali... non farà mai scelte illegali ed immorali. Risolverà i problemi usando le parole. Sempre. A qualsiasi costo. Sarà un ragazzo peretto.


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Capitolo 6
*** 6 ***


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6.LA TARDITA' DELLE PROMESSE SUE.

Lucrezia si sforza di essere una brava moglie, ma fa fatica. Pensa continuamente a Lorenzo e al motivo per cui non le abbia ancora scritto. Ha solo un'idea: lui è arrabbiato per qualche motivo, quindi la punisce in questo modo.

Volterra ha solo un bel paesaggio. Lucreziaviene laciata da suo marito subito dopo il matrimonio. È sola e tutte le mattine gira per la piazza, spesso siede al tavolo davanti a Palazzo Dei Priori ed osserva i passanti. Poiché è sola viene guardata male dalla gente. Vede i Maffei entrare nel Palazzo Dei Priori.

Lucrezia tornata a casa annoiata siede sjul divano e fissa la piogga. Entra un servo.

“E' arrivata questa lettera per voi. Da Firenze.”spiega dandole la busta e Lucrezia ansiosa apre per leggerla. Legge: Non mi sono dimenticato di voi. Ero a Venezia e Milano. Ho tante cose da raccontarvi. Vorrei incontrarvi... se è possibile. So che non potete venire a Firenze, quindi verrò io... in realtà son già qua. Ci vediamo domani pomeriggio alle 13.30 nel vicolo dietro al Palazzo Dei Priori.

Finito di leggere, Lucrezia saltella festosa per le stanze; canta ignorando gli sguardi confusi o contrariati dei domestici. Il giorno seguente vedrà Lorenzo! Non sa trattenere l'entusiasmo.

“E' pronto il pranzo. Se volete venire... vi aspetta nella eranda.”dice paziente la domestica portando Lucrezia fuori. Il tempo sembr faccia apposta a rallentarsi ad ogni ora che si avvicina alle 13.30.

Lucrezia 10 minuti prima dell'appuntamento è già nella piazza. Il tempo mi ha fatto una promessa... e non la sta mantenendo... ritarda sempre. Ho sete di risposte. Ogni parola che Medici evita di dire mi fa sprofondare nella disperazione e nei dubbi. Queste sensazioni sono uguali al fango. Appicicose. Creco di uscirne ma ne resto impantanata... immobilizzandomi... nell'incertezza scruto la sponda dell'amore. Mi ama? A volte sono sicura di sì... altre no. Come faccio ad uscirne? Riflette dubbiosa Lucrezia. Non sa neppiure se sia incertezza, ansia o entrambe.

Lucrezia giunta nel vicolo corre ad abbracciare Lorenzo.

“State calma. Sono qua. Dai. Andiamo da un'altra parte. Vicino ai vigneti.”mormora emozionato avvicinandosi per baciarla, in quei secondi tutti i dubbi che aveva spariscono.

Lorenzo tira l'amica verso le vigne, sono soli. Possono coccolarsi senza la paura di venire scoperti.

“Mi avete fatta stare con la paura. Pensavo che foste arrabbiato...”

“E perché mai? Non potrei arrabbiarmi talmente tnto da smttere di scrivervi.”

“Non mi avete scritto per tre settimane. Cosa avrei dovuto pensre?”

“Scuate. Mio padre, ha voluto che mi fermassi anche a Venezia e Pisa. Non ho smesso di pensarvi, se è questo.”aggiunge apprensivo e lei subito si a convincere. L'insicurezza di 20 minuti prima è sparita sostituita dalleuforia per essere con lui! Sono sempre dei momenti belli.

“V prego, appena tornte a Firenze chiedete il permesso per farmi...”

“Chiedetemi tutto, ma non questo... è mio padre nei Priori. E sarebbe favoritismo...”

“Capisco. Avete ragione. Dimenticate quello che vi ho chiesto... non dovevo...”risponde mesta provando a nascondere la delusione, evita lo sguardo dell'amico e lui capendolo le accarezza una guancia.

Lucrezia si sforza di non fissare i suoi occhi, ma sono ipnotici... le piacciono tanto. Ha degli occhi molto espressivi. Sembra che riesca a vedere la sua anima. È un ragazzo dolce e gentile. Ne esistono pochi come lui. Medita innamorata toccandogli delle ciocche di capeli sfuggite al nastro.

“Salviati è a Firenze. Credo che stia tramando qualcosa. Non lascia mai Roma.”dice ansioso Lorenzo. Francesco Salviati è figlio di Bernardo e Elisabetta. Odia i Medici. Studia per diventere Vescovo.

Il breve incontro / appuntamento tra Lorenzo e Lucrezia finisce con un abbraccio.

Lucrezia incontra Marzia. È figlia di Paolo Inghirami soprannominato Pecorino. Per la prima volta da quando vive a Volterra una persona le va vicino.

“Buon pomeriggio, madonna Ardinghelli. Vorrei invitarvi a casa mia. Abitiamo vicine e non ci siamo mai parlate. Avete voglia?”dice allegra alla ragazza, che la fissa sorpresa. Essere sposata con un esiliato è difficile: viene guardata male.

“Oh... non me l'aspettavo. Va bene... siete sicura che a vostro padre andr bene?”

“Sarà a Pisa fino dopodomani. Ma se preferite possiamo aspettare quando torna.”

“Mi avete solo colto di sorpresa. Certo che voglio venire. Andiamo.”risponde stupita Lucrezia seguendo Marzia a casa sua. Parlano tante ore. È contenta di avere un'amica.

Lucrezia non sa quando Niccolò tornerà dall'Oriente, quindi trascorre le sue giornate con Marzia. Una mattin riceve un messaggio da Lorenzo. Legge: Mio padre ha chiesto il permesso per escludervi dall'esilio. Potrete tornare a Firenze quando volete. Spero di avervi reso felice.

Finito di leggere Lucrezia fa preparare ai domestici i bauli per la partenza.

Lucrezia raggiunge Firenze all'alba: ci ha messo 15 ore. Alunga il collo fuori dalla carrozza; appena scorge la cupola si sente euforica. Le passa anche il sonno. Come posso non guardarlo con gli occhi dell'amore? È dolcissimo... e simpatico. Lo adoro. Quando sono con lui sto bene. Mi capisce. Vorrei fermare il tempo al momento in cui siamo insieme. E gli voglio bene. Quando parla lo ascolto attenta... la voce ha un suono ipnotico. Melodico. Pensa cotta... anzi stracotta di lui... raggiunta la sua casa le guardie aproo il portone.

“Come avetw fatto a entrare in città? Sapevo che siete stata esiliata con Ardinghelli. O magari, ho capito male? Ma sono contento di vedervi.”domanda sopreso Ugo incontrandola nel corridoio.

“Mi hanno esclusa dall'esilio. È solo mio marito a non poter entrare.”

“Capisco. È bello riavervi con noi. Quanto vi fermerete? Spero un po' di giorni.”

“Ardinghelli è in Oriente. Mi ha già detto che resterà poco qua. Dovrebbe tornare tra sette mesi. Più o meno. Lo scriverà appena saprà quando.”spiega contenta divederlo. Lucrezia va da Manno. E appena la vede corre ad abbracciarla.

“Sono contento di vederti. Puoi tornare nella tua vecchia camera, se vuoi. E siamo stati invitati dai Pazzi per il fidanzamento del nipote Francesco. Stasera.”

“D'accordo, padre. Ma, siete sicuro che sia una buona idea? Sono la moglie di un esiliato.”

“Sì. Sicuramente ti guarderanno male. Ma, siamo abituati a questo. No?”

“Va bene. Avete ragione. Mai rifiutare unnvito pegr divertirsi.”aggiunge allegra sua figlia prima di inchinarsi per andarsene. Serena sistema il vestito e i gioielli sul comò; non le interessano i Pazzi. Significa che alla festa è stato invitato anche Lorenzo! E se per incontrarlo deve andare alla festa di Francesco ci va, sebbene non sopporti quella famiglia altezzosa lofa solo per Lorenzo.

Suona il clavicembalo finché non eve prepararsi per la festa. Si guarda allo specchio e nervosa raggiunge gli altri. Sono anni che non viene invitata da nessun nobile. È quasi un'esperienza nuova... queste persone sono famose per l'intolleranza veso chi (secondo loro) è indegno della loro attenzione perché: senza ricchezze o quasi, non ha un titolo nobiliare antico, ama il progresso e sono di classe sociale inferiore. Lucrezia Donati ha tutte le qualità per farsi disprezzare da loro... manca solo la classe inferiore!

Lucrezia giunta davanti Palazzo Pazzi fissa l'imponente edificio nervosa. Non sa cosa pensare di tutte persone che tra poco incontrerà.

Lucrezia, Manno e Ugo vengono accolti da Francesco, il quale li fissa sorpreso.

“Benvenuti Donati. È un piacere conoscervi. Vorrei presentarvi la mia fidanzata. Matilde Maffei. Spero che possiate divertirvi.”dice esitante, mentre Matilde si inchina imitata dagli altri; Ugo e Manno le fanno il baciamano. Lo stesso fa Francesco con Lucrezia. Sono tutti nervosi tranne Matilde che è emzionata.

“Chissà perché suo zio ha voluto farlo sposare con quella ragazza.”commenta disgutato Ugo e sua sorella lofissa dubbiosa. Non capisce a cosa si riferisca. Forse al fatto che i Maffei sono importani.

Sta per iniziare la festa, quindi gli invitati si avvicinano al tavolo. Il primo che deve inizare a mangiare è l'uomo più vecchio. Jacopo assaggia l'arrosto di capponi; dopodiché gli invitati vedendo che ha sollevato il calice si zittiscono.

“Vorrei ringraziarvi per essere venuti alla festa. Francesco è come un figlio. Gli voglio bene e spero che sia felice insieme a lei.”

“Vi ringrazio zio. È la stessa cosa che provo per voi. Mi avete...”risponde commosso Francesco, nel frattempo Lucrezia cerca con lo sguardo Lorenzo. È l'ultimo seduto infondo vicino a Guglielmo.

“Vorrei solo ringraziare i miei fratelli. Senza di loro non avrei mai avuto questa possibilità. Iniziavo a pensare che sarei morta senza sposarmi.”aggiunge allegra Matilde e finiti i ringraziamenti inizia il banchetto. Dopo le lasagne gli invitati si alzano a ballare. I primi ad iniziare sono Matilde e Francesco. Lucrezia deve ballare con tutti, diunque anche insieme a Lorenzo. Per la prima volta si toccano in pubblico. È una sensazione strana... non avere il terrore di venire scoperta. Capisce che Lorenzo deve nascondere i sentimenti mostrandosi distaccato ma ne resta ferita lo stesso. È solo educato.

La cosa peggiora, quando deve ballare con Francesco e vede Lorenzo fare lo stesso con Matilde. Il suo amico sorride educato. Dentro diventa gelosa ed invidia quella ragazza. Non sa i problemi tra Pazzi e Medici: sospetta solo qualcosa.

Lucrezia invidia Francesco perché dopo il matrimonio potrà farsi vedere insieme alla moglie; invece lei sar sempre l'amante di Lorenzo.


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Capitolo 7
*** 7 ***


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7.NON PUO' QUEL CHE GIA' FUE.

Sono passati quattro anni dal momento in cui Clarice ha deciso di farsi suora. E non ha ancoa detto ai genitori del suo desiderio. Tutti i giorni va nell'edificio ad aiutare le persone. Ci resta fino alla sra.

Clarice sta tornando a casa insieme ad Aurante, quando in strada vede un ragazzo che allunga il collo fuori dalla carrozza. È Lorenzo. Per pochi secondi i loro sguardi si incrociano. Clarice non ne resta ganché colpita, a differenza d lui che la fissa; fiché non viene allontanato dalla carrozza.

Quella sera Latino cenerà con loro. E leinon è ancora tornata a casa per cambiarsi i vestiti.

“Avete detto ai nostri genitori del vostro desiderio? Sono passati quattro anni.”

“No. Domani mattina. Sarà la prima cosa che farò. Non sono riuscita a dirglielo.”

“Vi conviene frlo, srella. Immaginate se nostra madre sta combinando il vostro matrimonio con qualche nobile... e a voi interessa altro.”commenta divertita Aurante aprendo il portone della casa.

“Non fatemi pensare a queste cose orribili. Avete ragione. Ho aspettato troppo.”aggiunge ansiosa togliendo il mantello. Maddalena fissa le figlie preoccupata.

“Cosa succede, madre? State bene? Perché ci fissate?”domanda perplessa Aurante.

“Oh... niente... cara... mi è venuta in mente una cosa... devo andare...”risponde serena Maddalena prima di andarsene. Le ragazze si fissano e vanno nel salone. Jacopo arriva.

“Clarice, puoi venire un attimo con me? Vorrei parlarti di una cosa.”

“Certo? Di cosa volete parlarmi? Non devo preoccuparmi, vero?”chiede dubbiosa seguendo Jacopo nel suo studio. Una vocina dentro di lei le sta dicendo che deve sposrsi.

“Vostra madre, sta organizzando il matrimonio con Lorenzo De' Medici. Andrai nella sua casa a Firenze. L'alleanza con la famiglia più ricca...”

“Non posso, padre... sposare questo ragazzo mi renderà infelice... volevo farmi suora...”

“Non puoi diventerlo. Devi sposare quelragazzo. È questo che abbiamo deciso.”aggiunge infastidito Jacopoe la poverina non può fare altro che accetterlo. Ha gli occhi annebbiati dale lacrime. Se li sfrega.

Clarice nella sua stanza, intanto che cerca un vestito adatto alla cena con Latino piange. Non potrà realizzare il suo desiderio... deve sposare un ragazzo e fare figli, lei ama solo Dio. Che stupida. Se non avessi aspettato tanto probabilmente avrei realizzato il mio sogno. Devo sposarmi e fare figli. Ma io amo solo Dio... non un ragazzo qualunque. Medita triste asciugandosi le lecrime con la manica del vestito.

Alla sera riesce a calmarsi, dopo essersi cambiata raggiunge gli altri nel salone.

“Avevo capito che dovesse venire solo Latino... perché c'è il salone pieno?”

“Che sciocca. No. È per farti conoscere Medici. Non doveva vnire solo lui.”spiega allegra Maddalena offrendole un calice.

Clarice sconfortata siede vicino al tavolo dove gli invitati vengono serviti dai servi.

“Rallegratevi, sorella. C'è di peggio nella vta. Il matrimonio non è così brutto.”dice allegro Rinaldo offrendole un piatto. Lei lo ignora ed esce sul balcone lontano dalla confusione. Non è proprio in vena di divertirsi. Annoiata fissa Roma. Si arrampica sulla ringhiera.

“Cosa fate qui da sola? Non vi piace la festa? O forse... siete stanca?”domanda soave la voce diero di lei, mentre scende dalla ringhiera.

“Non è nulla... sto bene. Volevo slo allontanarmi dalla festa per qualche minuto...”risponde stanca continuando a fissare Roma. Lo sconosciuto siede sulla panca vicino Clarice.

“Vi ho vista stamattina. Eravate con vostra sorella. Sembravate serena. Ora no.”aggiunge dispiaciuto guardando anche lui la città. Le luci fioche delle torce illuminano metà viso lasciando il resto nella penomra.

“Pensate di conoscermi, vero? Vi informo che bagliate. Non sono triste.”replica infastidita dalla curiosià del ragazzo. È la prima volta che si parlano e già crede di conoscerla. Gli sta antipatico.

“Vostra madre mi ha detto che aiutate i poveri. È ammirevole. Io voglio istruirli alla bellezza usando l'arte. In questo modo servirò Nostro Signore.”

“Credete che a quei poverini interessi la vostra arte? Vogliono solo mangiare. Non hanno tempo, né conoscenza per queste cose. Il loro pensiero è sopravvivere.”

“Se pensiamo solo alla sopravvivenza saremmo uguali agli animali. Allora... perché, Dio ci ha creati simili a lui? Dovremmo insegnare a tutti... non mi sono presenato. Lorenzo De' Medici.”

“Siete bravo con le parole. Non riuscte ad incantarmi. La vostra arroganza mascherata da altruismo è un difetto. Torno alla festa, Medici.”aggiunge irritata prima di inchinarsi per tornare dentro. Cosa pensava Maddalena quando ha combinato il matrimonio con quell'arrogante?! E questo sarebbe la persona con cui dovrà passare il resto della sua vita? Lorenzo De' Medici non è altro che un ragazzo arrogante e superficiale. Clarice almeno sa osa l'aspetta.

Clarice cerca sua sorella.

“Dkimmi fratello, come ti sembra la tua futura moglie? Carina, vero?”chiede curoso suo fratello, lui risponde scrollando indifferente le spalle.

“Passabile. Ma non abbastanza bella e colta da sedurmi. Sposatela te.”

“Come sei difficile. A me basta che siano belle. Non vado certo ad interessarmi di quanta cultura hanno.”commenta contrariato l'altro ragazzo seguendo Lorenzo, intanto Clarice furiosa esce in corridoio.

Clarice siede sulla sedia e slega i capelli. Lui è un altezzoso ragazzo. Devo stargli lontano. Non avrà ai il mio cuore. Sono certa che me lo spezzerebbe, appena sa di avermi conquistata. E chi curerà il mio cuore, poi? Riflette furiosa ignorando Lorenzo, la osserva incantato. Negli anni Rinascimentali i capelli sclegati seducono.

“Mi dispiace. Non volevo ferirvi. Sono stato altezzoso, potete perdonarmi? Siete bellissima. In tutti i sensi. Sarò onorato di essere vostro marito.”dice soave avvicinandosi lento a lei, sprezzante lo guarda.

“Avete detto a vostro fratello che non sono abbastanza colta da sedurvi.”

“L'aete sentito... scusate. Sono mortificato. Mi vergognando tantissimo...”

“Naturalmente vi sposerò. Ma non aspettatevi il mio amore. Siete crudele e altezzoso. Proprio una di quelle persone tipica che detesto.”aggiunge rabbiosa rima di tornare alla festa. Lorenzo deluso la guarda allontanarsi.

Clarice appena gli invitati escono dalla porta va a dormire, si dondola sul letto con le mani appoggiate alle ginocchia. Non può più fuggire dal suo dovere di figlia maggiore. Presto sposer Lorenzo e dovrà trasferirsi in Toscana.

Clarice continua a dondolarsi nervosa, alla fine sfinita riesce ad addormentarsi.

La mattina seguente viene svegliata dalla voce squillante di Aurante.

“Si sparita subito dopo la festa! Non mi hai detto niente del tuo fidanzato!”

“Mi hai svegliata per chiedermi di lui? È odioso... ti ho risposto, adeso sparisci...”dice scontrosa tirando il cuscino alla sorella.

“Esagerata! Dai, non sembrava tanto male! È solo un pochino altezzoso!”esclama divertita prima di ricevere un'altra cuscinata sulla pancia. Ghigna.

“Sei proprio intrattabile! Va bene! Ho cpito! Me ne vado! Ti lascio sognare il tuo Lorenzo! Ricorda che non devi fantasticare troppo!”esclama allegra scappando dall'ira di Clarice, chiude la porta e corre.

Clarice ormai sveglia si veste veloce, per andare ad aiutare Fausto con i poveri.

“Buongiorno! Siete venuta molto presto stamattina! Che bello! Ne sono contento!”

“Buongiorno... s. volevo dirvi che ieri sera ho conosciuto il mio futuro marito... si chiama Lorenzo De' Medici. Un ragazzo arrogante...”

“Non giudicatelo cos presto. L'avete visto poche ore. Forse anche lui viene costretto dalla propria famiglia a sposarsi.”aggiunge calmo Fausto e lei sorpresa dalla risposra lo fissa.

“Crede che il mondo sia suo. Fore perché fin da quando è bambino gliel'avranno ripeuto. Lo vuole cambiare. Le pare normale? A me no.”

“Provate a sforzarvi. Chiss che non scopriate il suo vero carattere.”

“Mi sono ricordata che devo andare con mia sorella al mercato. Gliel'avevo promesso.”risponde mortificata Clarice smetrtendo di sistemare le coperte sulle brande vuote. Fausto la fissa perplesso.

“Ho sbagliato qualcosa? Non volevo offendervi o farvi arrabbiare. A presto.”aggiunge apprensivo e lei gli sorride. Si inchina. Clarice tornata a Palazzo Orsini inizia a sceglire cosa dovrà portarsi da Lorenzo. Certo, manca un anno al matrimonio; ma lei vuole organizzarsi bene. Non sopporta fare le cose male, dimenticandosi dei pezzi. Firnze e Roma sono lontane. Ama la Città Eterna... deve abbandonarla per trasferirsi nel posto dove è nato l'Umanesimo. Crede che sia solo una moda passeggera. Non capisce cosa ci sia di interessante.

Clarice accetta di sposare Lorenzo, perché se Dio ha deciso in questo modo lui saprà cosa fare. E il tempo passa veloce... troppo!

Clarice continua a fare le stesse cose.

Fausto aveva ragione lei però si rifiuta di accetterlo. Non vuole dare una possibilità al fidanzato.

Clarice pensa che sia solo un ragazzo arrogante, troppo amato dalla famiglia e viziato. Il mondo è suo. Viene venerato da tutti... non importal'età.

Clarice cerca di adattarsi al'idea: tra pochi mesi si sposerà e partirà. Non può più scappare.

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Capitolo 8
*** 8 ***


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8.NON PECCO

Francesco è stranamente da cinque anni felice con Matilde. Non ci crede neppure lui!

Francesco sopporta Lorenzo con fatica, da quando ha sostuito Piero nella Signoria dopo la sua morte. Ha sempre delle idee perfette... è questo a fargli invidia!

Francesco siede vicino a Giovanni e Giuliano lo fissa accigliato.

“Cosa volete, Medici? Finitela di fissarmi in quel modo. Se volete dirmi qualcosa fatelo.”

“Non ho paura di voi. Abbiamo qualcosa da dire? No. Siete solo uno stupido.”risponde indifferente Giliano sperando in una reazone di Francesco, il quale resta impassibile.

Inizia la riunione sugli accordi sia commerciali che militari con Pisa, Livorno e Lucca.

“Non sarebbe meglio fare degli accordi con le Repubbliche Marinare? E smettere queste guerre infinite contro Lucca? Sono inutili.”

“Medici è ancora troppo idealista. Pensa che smetteremo le guerre contro Lucca.”commenta paziente Jacopo fissando Lorenzo, intanto Giuliano sbuffa.

“Non sono idealista. Ma credo che sia molto meglio usare la diplomazia invece delle armi. Per fare queste guerre dobbiamo spendere tanti soldi.”spiega ottimista Lorenzo. Vuole convincerli a fare come dice.

“Potremmo fare un accordo con Livorno. Oltre ad essere una Repubblica Marinara ha anche tanti soldati. Non possiamo fidarci di Milano e Venezia.”

“Questa è una buona idea, Pitti. Lucca non può vincere contro di noi. E abbiamo già Pisa. Tante città sono nostre, dunque perché preoccuparci?”domanda dubbioso Francesco.

Luca Pitti è banchiere e Gonfaloniere Di Giustizia (la più alta carica cittadina). Ha potere ed influenza, ma nell'agosto del 1458 tenta un colpo di Stato contro Cosimo. Viaggia nelle citt confinanti per cecare aiuto tra i nobili, vuole rovesciare la Repubblica. Viene scoperto ed esiliato sotto ordine di Cosimo. Torna a Firenze, per la costruzione del suo palazzo.

Quando Pieroviene eletto lo aiuta: governa la città dal 1464 al 1469.

Luca paga dei mercenari per uccidere Piero. Si sente offeso dopo il rifiuto, avevano ftto un accordo: Lorenzo doveva sposarsi con una delle figlie di Luca.

I mercenari assaltano la carrozza sul sentiero per Careggi... Piero viene solo ferito, Lorenzo proprio quel giorno è con lui; li uccide tutti. Ma nessuno sa chhe c'entra ancora Luca.

“Vorrei andare a Lucca per parlare con loro. Ai Lucchesi serve l'esercito Fiorentino. Sono una piccola città. Se scoppia la guerra contro Genova o Venezia perdono.”aggiunge accigliato Giuliano, tutti compreso suo fratello lo guardano sorpresi. Di solito propone poco, è quasi sempre Lorenzo a parlare.

“Non so quanto possa servire, ma se volete andare fatelo. Crdo che nessuno si opporr.”dice divertito Jacopo. Gli altri annuiscono e la riunione per quel giorno finisce. Francesco è il primo ad uscire, aspetta Giuliano sotto ad un ponte per picchiarlo a sangue. Nessuno deve offenderlo o sfidarlo.

“Vai a piangere da tuo fratello. Non me ne importa. Nessuno deve offendermi. Specialmente davanti agli altri nobil. Stai attento o la prossima volta ti ritroverai con un coltello nel etto.”mormora crudele lasciando Giuliano dolorante sulla strada. I passanti vedono le sue mani sporche di sangue, ma si fanno gli ffari lro... la prima regola per soravvivere è non intromettersi mai.

Tornato a casa esce con suo fratello. Vanno su Ponte Vecchio. I passanti camminano evitando e carrozze e i caalli.

“Bellala nostra vita, vero? Niente preoccupazioni. Solo tanto divertimento. Possa non cambiare mai. Vivremo per sempre felici.”dice allegro Guglielmo appoggiandosi al parapetto. Ma ovviamente, non è possibile. Capiterà na cosa che cambierà le loro vite. Per sempre.

“Hai ragione. Lo è. Non mi sento più disperato. Poi ho una moglie che sostiene le mie scelte.”aggiunge emozionato fissano l'Arno. Sono consapevole dei miei errori, non ho peccato se mi arrabbio con chi offende me o la mia famiglia. Chiudo gli occhi e l'unica cosa che riesco a sentire è il rumore dei miei pensieri... infinito. Errori. Peccato. Ansia. Confusione. Riflette insicuro

tornati a casa trovano Jacopo agitatissimo.

“Dove eravate finiti? C'è da preparare tutto per l'arrivo di Salviati.”

“Cosa? Aspettate... intendete quello che sta sempre con Sisto?”domanda meravigliato Guglielmo e suo zio ansioso va dai domestici.

“Perché dobbiamo soprtare anche lui? Non ne ho proprio la forza. Sono stanco.”protesta priano prima che torni Jacopo. Non riescono ad intuire il motivo per cui Francesco abbia lasciato Roma.

Jacopo riceve una lettera in cui dice che devono pagare 5.000 fioreni se rivogliono indietro Francesco. E dovrà andarci uno dei suoi nipoti a portargli i soldi. Senza soldati.

“Francesco! Prendi i soldi dalla nostra banca! Hanno rapito Salviati!”ordina furioso lo zio e Francesco va dall'ultima persona a cui vorrebbe chiedere aiuto: Lorenzo. Entrambi sono interessati ai soldi della Chiesa e Sisto ama gli Umanisti.

“Perché qualcuno dovrebbe rischiare la testa per uno che non è Papa, Cardinale o Vescovo?”chiede dubbioso Lorenzo, mentre cavalcano vicino a Palazzo Maffei.

“La lettera diceva che sarei dovuto andare senza soldati. Ho chiesto a vi di venire, perché siete Signore Di Firenze. O quasi...”

“Signore Di Firenze? Non penso proprio. Altri lo diventeranno. Io, sono solo... un banchiere. Graie di aver pensato a me. Mi fa piacere aiutarvi.”

“Buon pomeriggio, messer Medici!”esclama allegro un passante ignorando Francesco, saluta solo Lorenzo e si allontana tirando la briglia del mulo.

“Avee visto? Ha salutato solo voi. E non me. Quindi, s. di fatto lo siete. Volevate che vi dessi una possibilità, eccola. Aiutatemi a salvarlo. Forse, potremo diventare amci.”

“Amici? A me fa solo piacere. Non siete preoccupato per Salviati. Perché?”

“Non di lui direttamente. A mio zio interessa perché in questo modo spera che Sisto; quando saprà che l'abbiamo salvato ci faccia diventare suoi banchieri. Io so chi lo diventerà.”

“Messeri, vi serve qualcosa? Avete fatto lo stesso giro già cinque volte.”chiede apprensiva una guardia avvicinandosi ai cavalli, ma loro ignorandoli escono dal portone.

“Buon pomeriggio, messere. Vorrei regalarvi questo quadro. Viene da Roma...”dice timido il ragazzo, mentre parla Lorenzo lo fissa incantato: ha occhi neri, capelli mossi, lunghi, castani, barba e mani rovinate. Indossa scarpe marroni, pantaloni gialli, corti fino al ginocchio e maglia arancione.

“Grazie. Puoi portarlo a casa mia. Dii ai servi di aiutarti.”risponde meravigliato Lorenzo, non si è ancora abituato a tuttan quelq gentilezza.

Lorenzo dopoché salva Piero dall'attentato di Luca viene non solo amato, ma anche visto da eroe.

“Dicevate? A me nessuno ha mai regalato un quadro. Vi amano ed è inutile negarlo.”

“Come fate a sapere chi diventerà banchiere di Sisto?”domanda curioso Lorenzo, giusto per cambiare discorso.

“Lui adora l'Umanesimo. E chi di noi è un'Umanista? Nessuno della mia famiglia.”aggiunge calmo Francesco e Lorenzo lo fissa pessimista, non crede alle sue parole ma gli sorride educato. Giunti nel posto dove è rinchiuso Francesco; restano stupiti nel vedre che sono davanti ad un accampamento miliare.

Francesco prende la balestra e Lorenzo estrae le spade. Chi li ha pagati pensava che i Pazzi fossero banchieri Papali. Non sapevca la verità... o forse era interessato solo ai soldi.

Francesco tira con la balestra le frecce e i dardi avvelenati; un soldato riesce a ferire Lorenzo sul braccio, lo uccide. Dopo qualche ora riescono ad arrivare alla tenda di Francesco. Entrati lo slegano, nel frattempo lui li fissa... aiutano il ragazzo a montare sul cavallo di Lorenzo. Non mi sento in colpa di aver sterminato queste persone. Sono mercenari pagati per uccidere. Ex soldati che hanno tradito la loro stessa città. Pensa orgoglioso Francesco: ha punito dei traditori, dunque l'omicidio è giustificato. Lorenzo invece si sta già tormentando nel rimorso; avevan avuto la stessa sensazione dopo le uccisioni degli aggressori di Piero. Ha ucciso solodue volte e gli basta. Non vuole ancora sentire quella sensazione.

Quando il grupo si ferma davanti Palazzo Pazzi, Lorenzo aiutato Francesco a smontare dal cavallo li lascia. Intanto Jacopo, Matilde e Guglielmo lo accolgono; entrati in casa Francesco va a pulirsi dal sangue.

Lorenzo è stato contentob di aiutarlo perché non sapeva che Francesco aveva pestato suo fratello. Giuliano quando erano partiti non c'era ancora. Si staa trascinando a casa.

Francesco sta aspettando di essere solo con Jacopo, sa già che far una sfuriata per aver disobbedito. Non contento ha anche chiesto aiuto al nemico! Poi rischiava che i rapitori uccidessero Francesco, se l'avessero fatto Papa Sisto non gli avrebbe mai nominati suoi banchieri.

Con gli anni Francesco ha imparato a non fidarsi completamente dello zio, lo stesso Guglilmo. Spesso Jacop nei suoi comportamenti è amiguo.

A parte i oliti dubbi e problemi con lo zio è contento di avere una moglie che lo ama.

Jacopo l'aveva fatto sposare con Matilde, vedeva come la guardava ma a causa della timidez non riusciva ad avvicinarsi. Francesco invfece pensa che l'abbia fatto solo per il suo importante cognome. È un accordo economico e basta. Non c'entra la felicità del nipote. Le azioni di Jacopo sono ambigue... indecifrabili. Spesso hanno dei doppi sensi.

E Francesco crede che Lorenzo sia sato sincero nel volere una possibilità con lui. Non è un inganno solo la semplice verità. Spera.

L'errore di Jacopo è trattare Lorenzo da nemico, in questo modo suo nipote vorrà avvicinarsi a lui.

Francesco è incredulo di aver avuto una vita perfettaò, dopo tante insicrezze.

Francesco ora vole fare un figlio con lei. E chiedere a Lorenzo di fargli da padrino... è strano. Fino a un'ora l'avrebbe volentieri affogato nell'Arno, adesso vuole afidargli suo figlio! Non lo chiede al fratello ma a lui! Alla persona più inaspettata.


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Capitolo 9
*** 9 ***


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9.VOLLE AMORE.

La Repubblica Pisana è sotto Firenze. Entrambe si odiano, quindi viene fatta una legge che obbliga i cittadini ritenuti pericolosi ad essere incarcerati a Palazzo Vecchio.

I pochi rimasti devono pafgare tante tasse per la guerra ra Firenze e Lucca.

Giuliano è andato a Pisa per convincere i Pisani che gli conviene restare sotto Firenze, ovviamente loro non ne hanno nessunaintenzione. Poi va a Lucca per cercare di convincerli che devono finire queste inutili guerre. Anche qui fallisce, quindi deluso se torna a casa. Non è proprio capace di fare il politico... Lorenzo ha un talento naturale con le sue parole e i modi.

Questa settima la ita di Lorenzo cambierà per sempre. Sposerà Clarice tra quattro giorni. E no n potrà più vedere Lucrezia... è questo a farlo soffrire. Quando si sono visti le ha promesso che sarebbe stato un marito perfetto... avere l'amante non è tra questi. Sarebbe sbagliato nei confronti della moglie. E dopo la pessima figura non può farne un'altra. Clarice crede che sia arrogante.

Lorenzo fin dopo al matrimonio con lei non vuole lasciare Lucrezia.

Lorenzo viene aiutato da Giuliano ad indossae l'armatura, deve vincere la giostra per Lucrezia. È in questo modo che le dimostra il suo amore, non potendo incontrarla quasi mai fa così. Sfidare gli avversari e vincere. Durante il Medioevo i cavalieri li facevano per tenersi allenati, poi dimostravano l'amore alle donne vincendo.

Lorenzo e Giuliao giunti dove si svolge fissano il posto impazienti, i loro cavalli smuovono la terra con gli zoccoli. C'è una barriera per tener separati i due giostranti durante la galoppata uno contro l'altro. Lo scopo è disarcionare l'avversario usando una lancia non appuntita. Serve per evitare incidenti mortali o gravi (ma solo in teoria), ma senza colpire l'elmo. Le lance sono di frassino; così da frantumarsi nello scontro, evitando lo sfondamento dell'armatura nemica.

“Ancora lui? Perché mi mettono semprea sfidare Pazzi? Lo fanno apposta o cosa?”domanda infastidito Giuliano vedendo Francesco insieme allo zio e a Matilde.

“Sai calmo. Ricorda che alla gente piace vedere i figli delle due più importanti famiglie sfidarsi in un gioco mortale. Li eccita.”risponde calmo Lorenzo e suo fratellosospira irritato. Ha detto di essere stto picchiato da Francesco, ma nessuno voleva credergli. Vengono raggiunti dal resto della famiglia.

“Avete dimenticato le vostre lance. Venite a prenderle nella carrozza.”dice allegra Lucrezia ai figli seguendo lei e la sorella.

Gli araldo dnno l'inizio alla gara soffiando nella tromba, i visitatori intanto allungano il collo. Giuliano quindi montato sul cavallo trotta vicino alla barriera, Francesco fa lo stesso.

“MESSERI, VI RICORDO CHE E' VIETATO COLPIRE L'AVVERSARIO SULL'ELMO! SE LO FATE VERRETE SQUALIFICATI IMMEDIATAMENTE! DOVETE SOLO DISARCIONARE IL NEMICO CON LA LANCIA!”spiega impaziente di vedere chi dei due vincerà.

Giuliano è il primo a galoppare verso l'avversario, sta per colpirlo... quando la sella si sgancia e cade dl cavallo. Tutti lo fissano sorpresi, il primo ad andare da lui oltre al fratello è Francesco. Gli cavalca vicino.

“Medici, tate bene? Cojme ha fatto a sgangiari la cintura?”doanda ansioso Francesco aiutandolo ad alzarsi.

“Ecco come... l'hanno tagliata. Le cinghie...”risponde arrabbiato Lorenzo mostrando le parti tagliate, Francesco intanto fissa Jacopo per capire se c'entra qualcosa.

“Sei stato te! Ammettilo! Dii la verità per una volta!”ordina furioso Giuliano; Francesco ignorandolo torna dallo zio e da Matilde.

È il turno di Lorenzo contro Jacopo, tutti attendono ansiosi questo duello. Entrambi montati sui cavalli trotano vcino alla barriera, poi galoppano verso l'avversario con le lance puntate all'armatura.

Vincerò per te, Amore. Non importa se rischio di venire ucciso... la morte è dlce. Pensa tenero Lorenzo cercando di nascondere il sentimento per Lucrezia.

Il cuore di Giuliano e Francesco batte rapido, intanto Jacopo colpisce Lorenzo con la lancia disarcionandolo. Ha vinto lui. Adesso è il turno di Giuliano e Francesco.

Lorenzo ha promesso a Lucrezia che avrebbe vinto, non può perdere ancora contro Jacopo.

Questa volta è Francesco che vince, ora c'è l'ultimo turno. Lorenzo galoppa verso Jacopo e prima che lui possa accorgersene si ritrova disarcionato con la schiena sulla terra. Soddisfatto galoppa vicino a Lucrezia. Lei lo guarda impassibile. Poi Lorenzo si allontana tornando dal fratello.

“Siete stato bravissimo, fratello. Non pensavo che riusciste a vincere.”dice allegra Bianca e lui le rispond facendo un mezzo sorriso.

Tornano a casa per mangiare, dopocena Lorenzo va da Lucrezia. Non vuole perdersi nenche un minuto. Siede sul letto.

“Non dovete avvicinarvi a me, quand vincete un turno. O qualcuno potrebbe insospettirsi.”

“Tu dici questo. E hai ragione, ma volevo farti capire che l'avevo fatt per te.”spiega deluso prima di abbracciarla. Lei non è affettuosa come al solito.

“Domani devo tornare a Volterra. Ardinghelli arriverà dall'Oriente. Non so quando potremo rivederci.”spiega triste senza smettere di fissarlo.

“Dai. Non essere triste. Ci vedremo prestissimo. E se tra due mesi sarai ancora a Volterra verrò da te.”aggiunge consolandola, l accarezza senza avere il coraggio di dire che sta per sposarsi con Clarice.

“Va bene. Spero di vederti presto. A Volterra vengo ignorata solo perché sono sposata con Ardinghelli.”commenta irritata appoggiandosi a lui.

Lucrezia e Lorenzo si coccolano tristi. Dopo aver fatto sesso restano immobili a fissare il soffitto... entrambi sanno ch non possono pi vedersi.

Lorenzo dopo essesi vestito saluta Lucrezia baciandola. Tornato a casa scrive un'altra poesia.

Il giorno seguente si sveglia presto per andare da Francesco a Palazzo Pazzi. Nel corridoio incontra Jacopo.

“Medici, cosa ci fate in casa mia? Sparite. Conosco più la vostra faccia che quella dei miei npoti. Vi vedo già abbastanza al Palazzo Dei Priori.”

“Voglio solo parlare con vostro nipote. Cinque minuti e me ne vado.”risponde calmo e anche senza dire il nome, Jacopo sa gi di chi sta parlando.

“Non potete parlare con Francesco. Andatevene. Fatelo o chiamo i soldati.”aggiunge crudele l'uomo, arrivano Francesco e Guglielmo. Fissano prima uno poi l'altro confusi.

“Sono qua, Medici. Cosa volete? Parlerò con voi e poi ve ne andrete.”dice preoccupato Francesco portando Lorenzo in una stanza.

“NON TI DEVI FIDARE! FRANCESCO! RICORDATI COSA È SUCCESSO L'ULTIMA VOLTA!”grida spaventato Jacopo, ma quando Francesco chiude la porta c'è silenzio.

“Certamente avrai noato come si guardano Bianca e Guglielmo. Sono innamorati. Se li facciamo sposare i problemi con le nostre famiglie finiranno.”spiega esitante sotto lo sguardo meravigliato dell'alytro ragazzo.

“Veramente non me ne sono mai accorto. E anche se fosse... cosa vi fa credere che Jacopo accetterà?”

“Se lo farà... rinunciarò ai conti Papali. Saranno vostri... non mi opporrò.”

“Dopo il salvataggio di Salviati Sisto ha già detto che saranno nostri.”spiega tranquillo prima di aprire la porta ed entrambi escono.

“MIA SORELLA AMA GUGLIELMO! VUOLE SPOSARLO! JACOPO, AVETE CAPITO?!”strilla disperato e Jacopo osserva suo nipote schifato. Lorenzo sa di aver ferito sua sorella, ma doveva impedire che Sisto desse i soldi ai Pazzi.

“Ti diseredo. Non sei più mio nipote. Puoi restare solo a vivere.”dice disgustato a Guglielmo e lui resta immobile.

Lorenzo i giorni seguenti gira per la sua casa come un'anima in pena. Il rimorso lo sta mangiando dentro. Veloce.

Dopo alcuni giorni: 10 dicembre 1468 si sposa per procura con Clarice. Viene rappresentato da Filippo De' Medici (Vescovo di Pisa).

Lorenzo va a Roma per vedere il suo matrimonio con Clarice. Indossa un vestito marrone e delle maniche arriciate. Nessuno della famiglia lo vede, è tra la folla di persone che li osservano curiosi.

Gli Orsini e la sua famigla sono i primi della fila. Osservano l'imbarazzo di Clarice.

Lorenzo immagina come sarebbe stato spiosare Lurezia, intanto fissa la neve oprire Roma.

Clarice fissa ansiosa i parenti. Da bambino credevo di sposarmi con chi volevo. E invece no. Vivevo nell'amore romantico. Le mie sono lacrime di consapevolezza. Comincio a capire il mondo in cui vivo. Le nostre vite appartengono ad altri. Riflette arreso sentendo le lacrime bagnargli la guancia. Sono calde... e trististissime... scivolano sulla pelle rigandogliela. Non sa perché piange. Se le asciuga, ma quelle continuano a scendere fregandosene.

Lorenzo per evitare di farsi scoprire monta sul cavallo. Vuole tornare a casa. Non doveva venire.

L'unica consolazione che gli rimane è scrivere le poesie per Lucrezia. Frasi struggenti e romantiche, tuttavia lei non leggerà mai nessuna posia che le ha dedicato.

Lorenzo è schiavo dell'amore romantico, quello descritto nella Divina Commedia. L'Amore Cortese dei cavalieri che accettano la schiavit per una donna idealizzata. Inesistente. Sono sottomessi e le dedicano la propria vita. Lostesso fa Lorenzo con Lucrezia... ne è schiavo.

Ma con l'arrivo della moglie dovr smettere di sognare Lucrezia, perché Clarice esiste.

Lorenzo sognava fin da quando gli hanno detto che sarebbe stato nella Signoria di comandare, invece ora vorrebbe solomante. scrivere le poesie per lei. Niente assurdi intrighi e omicidi... solo lui con isuoi amati fogli macchiati di inchiostro... fitte frasi dolcissime.


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Capitolo 10
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10.OLIO.

Lucrezia mentre le serve preparano i bauli per tornare a Volterra fissa sconsolata dal finestrone la città. Non vuole mai tornare, ma Niccolò domani arriverà dall'Oriente. E da moglie lo deve accogliere. Gira tra le strade della sua Firenze, in lontananza vede Lorenzo isieme a Giuliano; stanno parlando con una ragazza bionda. Non potendo salutarlo lo fissa da lontano.

Lucrezia mentre sta tornando a casa viene trascinata nel vicolo, lo sconosciuto incapucciato si muove rapido e gli mette la mano sulla bocca per impedirle di gridare.

"Sono Lorenzo... calma. Non muoverti. Senti la mia voce... ferma."sussurra ansioso togliendo la mano lentamente, quando sente la sua voce si calma.

"Sei impazzito? Farmi spaventare in questo modo... cosa c'è? Perché hai quello sguardo? Ti ho visto cinque minuti fa con tuo fratello."

"Ieri ho incontrato Ardinghelli a Volterra. Gli avevo chiesto una cosa, lui ha rifiutato. Convincilo. È importante. Sei l'unica di cui mi fido."

"Di cosa devo convincerlo? Se non mi spi2eghi comefaccio? Fammi capire."

"Mio fratello è innamorato di Simonetta Vespucci. E per renderlo felice voglio regalare al marito una tigre. Ardinghelli deve portarla dall'Oriente."

"Certo, ci proverò. Ma on sai quanto è stato commovente sentirti dire che ti fidi."

"Perché commovente? È solo la verità. Io mi fido. Sei l'unica che fa le cose senza doppi sensi."aggiunge sorridendole, prima di baciarla. Sentono dei passi, quindi lei contro la volontà dell'amante striscia di lato. E Lorenzo non volendo lasciarla andare mette una mano sul muro per fermarla, poi se la tira vicino l'abbraccia e Lucrezia gli sistema dei ciuffi dietro all'orecchio. Si separano.

Lucrezia appena torna a casa ale sulla carizza... Volterra aspetta il suo ritorno. Triste osserva Firenze e le colline della sua città che si allontanano.

Il giorno seguente le colline Volterrane sono ancora pi tristemente vere del solito: con quelle cascine mezze rovinate, gli alberi spogli e le strade sterrate vuote. Tutta la gente si sta scaldando davanti al amino.

Lucrezia si rannicchia nella pelliccia per tentare di scaldarsi: la prima cosa che farà appena sarà arri vata è sedersi davanti al camino.

Dopo 20 minuti la carrozza giunge a Palazzo Ardinghelli; immediatamente scende per scaldarsi davanti al camino, non aspettan neppure i servi per farsi svestire. Fa tutto da sola e siede sulla poltrona.

Lucrezia gurda le fiamme del camino ballare intorno al legno e bruciarlo facendogli cambiare colore da marrone a giallo aranciato.

Lucrezia risente le parole dette dal suo amico e si deprime. Mi torni in mente dovunque guardo. Sento la tua voce anche quando non sei con me. Ho paura che ti ricorderò per sempre... vorrei evitare, davvero. È tutto inutile. Non posso averti fisicamente; quindi ti ho ni miei pensieri. Loro sono l'olio che allevia la mia solitudine. Pensa triste e sorpresa vede che è già ora di cenare. Guarda le fiammelle delle candele che tremolano al soffio del vento. Annoiata va alla Basilica Di Santa Maria Assunta (Duomo Di Volterra). Entra e si ferma davanti agli affreschi, anche lei come Lorenzo ama l'arte.

"Madonna Ardinghelli, è bello questo affresco. Vero? A me piace molto."

"Mi avete spaventata, Minucci. Non vi ho sentito avvicinarvi... avete ragione. È bella... chissà il pittore a cosa pensava."risponde impaurita sussultando alla vista dell'uomo. Era concentrata sul disegno. Andrea Minucci viene chiamato in questo modo, per ricordare un suo famigliare morto anni prima. Nel Trecento questo antenato fonda la famiglia Minucci a Volterra. Sta nei Priori, per questo Lorenzo gli diventa amico. Non lascia mai miente al caso. Ogni parola e azione serve ad uno scopo. Ama il potere e faà qualsiasi per averlo. Non gli interessa cosa deve sacrificare.

Lucrezia si inchina per salutare Andrea e torna a casa. Posa il medaglione sul tavolo vicino al piatto. È dorato con dei piccoli rubini sulla catena. Annoiata cena poi si stende sul letto a leggere, dopo diciminuti già dorme. La mattina seguente sta un po' nel letto, prende il medaglione che le aveva dato Lorenzo anni prima. A Volterra ensano che glielo abbia portato Niccolò dall'Oriente, invece i Fiorentini la sua familia. È un oggetto costoso, ma a lei piace perché glielo ha regalato Lorenzo; non le interessa il valore economico. Anche se fosse sato un oggetto semplice l'avrebbe tenuto con gelosia. Appena sente bussare lo lascia, le domestiche entrano. Alcune preparano i vestiti, entre altre accendono il fuoco.

"Per infilarvi il vestito dovete togliere quel medaglione. Ve lo metto subito."

"No. Non voglio. Prendete un altro vestito. Preferisco... se dovessi perderlo impazzirei..."ordina ansiosa e le domestiche pur non capendo il suo attacamento per quel medaglione prendono un altro vestito.

Appena è pronta Lucrezia senza fare colazione esce in strada. Per essere dicembre fa caldo... siede sulla panca e ripreso il medaglione tocca la superficie: è un vaso. Sotto alla mano sente una coa liscia. Sono dei fogli scarabocchiati. Legge: L'olio sana ogni dolore e risolve ogni durezza; tira a sé tutto l'umore, trae del membro la saldezza penetrando la dolcezza quanto più forte stropicci.

La poesia sull'olio ricorda a Lucrezia qando Lorenzo le regala il medaglione.

Ricordo di Lcrezia

Sono a Villa Medicea perché i Medici vogliono accogliere Vespucci e sua moglie Simonetta. Sono ppena arrivati da una lontana città. Lorenzo ha deciso di accoglierli facendo un banchetto. Quando gli altri nobili mi vedono, alcuni sono curiosi e altri irritati. Non si aspettavano che lo facesse.

Siedo sulla panca vicino alla fontana a guardare l'acqua zampillare. Mi si avvicina Lorenzo.

"Ho un regalo per te. Spero che ti piaccia. L'avevo preso a Venezia anni fa. Ma non sapevo se fosse il caso di dartelo."spiega imbarazzato prgendomi l'oggetto che brilla sotto ai raggi solari.

"E' bellissimo! Come sapevi che mi sarebbe piaciuto?! Cdovevi darmelo subito! Non aspettare anni!"

"Intuito. Meglio tardi che mai. No? È il vao dell'olio. Quello usato dai contadini."

"Giusto... mi piace molto. Anche se fosse stato un sasso. Solo perch un tuo regalo..."aggiunge serena toccando l'immagine, poi mi aggancia la catenina al collo.

Come vorrei sposarlo... e invece... no! Sono incastrata con Ardinghelli! Non capisco il senso di essere sua moglie, tanto è sempre in Oriente.

Lucrezia posa i fogli della poesia suln marmo vicino a lei, poi raggiunge il parapetto della strada. Li tira al vento; volano sulle colline.

Lucrezia tornata a casa in corridoio incontra Niccolò.

"Buongiorno, moglie. Ho un regalo per voi. Venite nella nostra camera."aggiunge sorridendo alla moglie. Lei lo segue curiosa, Niccolò prene dal bule una sciarpa bianca. Gliela mette sulla testa e la porta allo specchio.

"Vi ringrazio. Mi piace molto. È stato un pensiero gentile. Che bello questo tessuto."

"Bene. Mi fa piacere che vi piaccia. L'avevo visto in una bancarella."

"So che avete parlato con Medici per una tigre. Perché non volete portargliela? Vi paga tanti soldi."dice esitante al marito. Vuole cambiare discorso per convincerlo.

"Non c'entrano i soldi. È per la difficoltà nel catturarla e trasportarla."

"I soldi di Medici ci servono. Vi darà 3.000 fioreni. E pagherà tutto per facilitarvi."

"D'accordo. Avete ragione. Quei soldi ci servono. Scriverò un messaggio a Medici."risponde comprensivo Niccolò sedendosi al tavolo.

Lucrezia annoiata cerca un libro in biblioteca e si mette a leggere.

Marzia è partita per Napoli, ci resterà qualche settimana. L'unica amca che aveva non c'è.

Lucrezia si diverte a discutere con Marzia dei suoi argomenti preferiti; prima del matrimonio lo faceva con Lorenzo, ma ora vivendo lontano non può farlo. Firenze e Volterra sono distanti 15 ore.

Le donne non sono nella politica, ma spesso dietro ad una decisione maschile si nasconde loro. E' stata Lucreza anni fa a convincere Lorenzo che c'era bisogno di nuove ide, uindi doveva sostituire Piero nella Signoria. E diventare Signore Di Firenze, nessuno ne ha diritto più di lui.

All'inizio Lorenzo pur volendo il potere pensava che non fosse capace ad essere diplomatico. È stata Lucrezia a convincerlo: dicendogli che se fosse diventato Signore Della Repubblica Fiorentina tutti lo avrebbero seguito. C'era bisogno dell'arte e della gentilezza per sconfiggere l'odio creato dai nobili. Nessuno pi di lui aveva entrambe le cose. Quindi era l'uomo giusto a governare. Lo stesso ha fatto Lucrezia combinando il matrimonio tra suo figlio e Clarice.

Gli uomini spesso dimenticano che dietro alle loro apparenti decisioni c'è una donna ad avergli suggerito di fare in questo modo.

È per questo che Lorenzo ha chiesto aiuto a Lucrezia per convincere Niccolò.

Sono le donne dietro ai maschi a controllare la società, gli uomini eseguono e basta... perché per quelli furbi, la femmina oltre che ad avere un bel corpo è anche chi prende le vere decisioni.

Lorenzo avendolo capito oltre a Lucrezia user anche sua moglie per parlare con Cardinali, Vescovi e Disto. Avere il potere è una guerra difficile. Come tutte le lotte non mancheranno sangue, intrighi e congiure.

Il potere affogher ed incatenerà l'anima di Lornzo a lui facendogli fare cose immorali, infrangendo la promessa di essere sempre giusto e non usare mai la violenza; a parte quando è in guerra.


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Capitolo 11
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11.LASCIA L’ISOLA TUA TANTO DILETTA...

Clarice è una Medici, ora. E la sua nuova famiglia l'aspetta ansiosa... un po' meno suo marito.

La carrlozza dopo due giorni arriva a Firenze. Clarice osserva curiosa: ci sono grandi edifici, tanta gente che gira per le strade e su tutto si vede la cupola della Cattedrale Di Santa Maria Del Fiore (Duomo Di Firenze). È diventata famosa perché Cosimo aveva chiamato un architetto per farla progettare. E costruuire in quel modo preciso.

“State tranquilla, sorella. Penso che appena vi abituerete starete bene.”dice tranquillo Orso. Claice sapendo che tanti Umanisti seguono l'Amore Cortese (quindi anche l'adulterio), decide di non farsi corrompere dal marito. Si limiterà a fare la moglie. È questo il ruolo che le viene richiesto dala ocetà.

La carrozza giunta davanti Palazzo Medici si ferma e Clarice viene aitata dal fratello a scendere.

Il gruppo si ferma per inchinarsi, nel frattempo Orso bacia le mani delle donne... e lo stesso fa Giuliano con Clarice.

“Benvenuta a Palazzo Medici. Mio figlio non è potuto venire ad accogliervi pefché ha una riunione con i Priori. Sono sicura che lo vedrete a pranzo.”dice rassicurando Clarice, lei fissa Lucreia ansiosa.

“Grazie... va bene. Allora... lo aspetto.”risponde incerta Clarice.

“Orsini, voi cosa fate? Vi fermate qualche giorno? O ripartite subito?”

“Vorrei tanto fermarmi, ma non posso. Grazie dell'interessamento, madonna Medici.”risponde mortificato il ragazzo e salito sulla carrozza riparte. Clarice lo guarda allontanarsi.

“Venite. Vi accompagno nella vostra stanza. Non siate nervosa. Mia madre, non è cos male se la conosci.”aggiunge allegra Bianca accompagnando Clarice, memntre camminano osserva tutta l'arte che c'è. Giunte nella camera i Lorenzo fissa il grande affresco della Battaglia Di San Romano.

“MEDICI! HO INIZIATO UN NUOVO DISEGNO! VENITE A VEDERE! AVETE VOGLIA?!”urla euforico un ragazzo entrando di corsa. Ansima.

“Botticelli, ti presento la moglie di Lorenzo: Clarice Orsini Medici. Mio fratello, è al Palazzo Dei Priori. Torner all'ora del pranzo.”

“Oh... scusate. Non volevo disturbare... vale, madonne.”aggiunge sorpreso prima di uscire correndo. Sandro Botticelli è amico di Lorenzo. E fa l'artista. Si trasferiscea Palazzo Medici per imparare il disegno.

“Vive con voi? È un'artista...”domanda speranzosa che Sandro non viva nella loro stessa casa.

”S. mio fratello gli vuole molto bene. Sono migliori amici da anni. Prima aveva una bottega sua, dopo lo sfratto Lorenzo hab voluto ospitarlo.”spiega serena sua sorella prima di aprire la finestrsa per mostrarle Firenze da dove si trovano.

“Ah. Quindi vivrà e mangierà sempre con noi?”domanda aitata dalla risposta che sta per darle.

“A volte. Non sempre. Di solito sta per i fatti suoi nel capanno. Non mi sono presentata: Bianca.”dice allegra Bianca provando ad incoraggiare Clarice, poi la lascia sola. Si sente disorientata tra tutta quuell'arte e maestosità. A Palazzo Orsini, solo nella sua stana non c'è sfarzo.

Clarice non sapendo cosa fare va nello studio – biblioteca di Lorenzo e guarda i titoli. Non c'è nessun libro interessante. sono tutti di poesia, filosofia ed arte. Arresa ne apre uno a caso. Legge fincé non entra Lorenzo, si alza di scatto facendo cadere il libro.

“Non volevo disturbare... dovevo solo prendere... dei fogli dal cassetto...”dice incerto vedendola. Dopo la brutta presentazione è impacciato.

“Non mi state disturbando... stavo sfogliando questo libro... Divina Commedia...”

“E vi sta piacendo? Immagino che se la stavate sfogliando, è perché l'avevate già letta.”

“No. Questa è la prima volta. Immaginate male. Non ci sono argomenti che mi interessano.”

“Oh... voi... non avete potuto studiare? Ed imparare a leggere?”domanda sempre pi imbarazzato avvicinandosi, intanto lei chiude il libro di scatto.

“So leggere. Ma volevo un qualcosa di meno impegnartivo. Ho visto solo libri di filosofia.”

“Scusate... non volev offendervi... ho dato per scontato che... prendo i fogli e vado...”aggiunge avvilito prendendo i fogli e correndo fuori. Una volta sola si rilassa sulla edia, mentre sistema il libro sul ripiano vede un quadernetto. Curiosa lo prende, poi cambiata idea prova a rimetterlo al suo posto. Viene interrotta da Giuliano.

“Fratello, Pazzi vuole parlarvi. Raggiungetelo a casa sua dopocena.”

“In questa casa, non apete bussare?! Entrate e uscite dalle stanze! Prima Botticelli, poi mio marito! Adesso voi!”esclama spaventata sperando che lui non sappia e abbia visto niente del quadernetto.

“Perdontemi. È lo studio – biblioteca di Lorenzo. Pensavo che fosse qui. Alla banca non c'è.”

“No. Non so dove sia. Ha preso dei fogli ed è uscito. Mi dispiace di essere entrata nel suo studio.”

“Tranquill. Sicuramente mio fratello non si arrabbiarà.”aggiunge dolce Giuliano prima di andarsene. Lei sospira sollevata e ripone il quadernetto. Non vuole sapere cosa c'è scritto. La prima impressione di Clarice è che in questo posto sia tutto frenetico... la vita dei nobili non solo quella del popolo. Ma i Medici sono borghesi ricchi, che lavorano lnella banca. Ci stanno tutto il giorno, a parte le domeniche. È normale che abbiano una vita frenetica, tra la banca e gli altri impegni.

Arriva Bianca.

“E' pronto il pranzo. Se volete venire... non avete sentito la campanella? Mia madre odia che si vada tardi al tavolo.”spiega ansiosa Bianca portando la poverina nel salone. Clarice è arrivata da poche ore e già viene vista male dallasuocera. Rimpiange il suo palazzl Romano.

“Scusatemi, suocera. Non sapevo che il suono della campanella significasse: è pronto da mangiare.”

“Avete ragione. Non vi ho avvisata. La prossima volta se fate tardi restate senza cibo fino al prossimo pasto. Sedetevi.”dice infastidita Lucrezia prima di iniziare la preghiera, mentre Clarice siede vicino a Giuliano.

Quando finiscono di pregare, Lorenzo non è ancora arrivato. Iniziano il pranzo.

“Come vi sembra la nostra Firenze, per ora?”domanda curioso Giuliano tagliando un pezzo di carne. Arriva Lorenzo e tutti fissano Lucrezia.

“Sei in ritardo. Cosa stavi facendo? E dimmi la verità. Non ingannarmi.”

“Scusatemi, madre. Stavo parlando con Jacopo Pazzi di una cosa sulle nostre banche.”

“Va bene. Siedigi. Puoi mangiare anche se hai fatto ardi. È arrivata tua moglie da Roma.”

”Vi ringrazio. Ci siamo già incontati prima. Nel mio studio.”risponde calmo ignorando sua moglie. Non dice nine ma resta delusa dal comportamento di Lorenzo. Sno passate poche ore e già mi sento sola. Quando mi chiedi la stessa cosa 200 volte non è che ti dimentichi, te ne freghi. Siamo sposati solo nei documenti. Questo lo so... vorrei non venire ignorata da mio marito. Ho lasciato l'isola felice in cui vivevo per un uomo a cui sto indifferente?! Mi rendo conto che sia più facile chiedere e palare ad altri di me cme se non fossi prsente... il tuo però si chiama: disinteressamento. Pensa sconfortata guardando il ragazzo scherzare con Sandro, mentre versa lacqua nel calice.

“Clarice... smettela di versare l'acqua... sta per uscire dal calice...”dice preoccupata Bianca prendendole la brocca, sta per strabordare.

“E' vero. Mi ero persa un attimo... a pensare... non me ne sono accorta.”dice sorridendo alla ragazza, mentre una domestico le serve una minestra.

Finito il pranzo Clarice va nella sua stanza a sistemare le ultime cose. Arriva suo marito.

“Vi ringrazio per non aver detto niente di entrambe le volte in cui ho fatto una brutta figura.”

“Siete mio marito. Come moglie ho il dovere di sostenervi in pubblico e quando siamo da soli dirvi dove sbagliate. Non sono rancorosa.”

“Non vi marito. Avrete sempre la mia gratitudine e il mio rispetto. Possiamo icominciare?”

“D'accordo. Devo ammettere che al nostro primo incontro sono stata scontrosa.”risponde calma e lui si avvicina, prende il ciondolo che ha al collo: c'è raffigurata una rosa con le spine. Da questa cosa verrà soprannoimnata: Rosa Spinosa.

“Questo fiore vi descrive perfettamente... Rosa Spinosa... avrò il vostro affetto...”

“Cominciate ad avere il mio rispetto. E di conseguenza avrete anche quell'amore che tanto volete.”

“Lo avrete. Vi dimostrerò che non sono un'idiota altezzoso. Madolce e sensibile.”risponde deciso a volere farle cambiare idea su di lui. Lascia il ciondolo ed esce. Clarice è ancora diffidente, ma ora ha deciso che vuole dargli una possibilità. Perdona suo marito.p

Se i guai con Lorenzo sono finiti, quelli tra lei e Firenze devono ancora iniziare; perché essere la mogli el Signore Della Repubblica Fiorentina non è facile! Tutti pretendono il massimo da lei. E Clarice Orsini Medici sarà sempre una straniera Romana. A Firenze non interessa il suo cognome, volevano qualcuno della loro citt.

Clarice perdona ma nn dimentica... suo marito dovrà impegnarsi jmolto per avere il rispetto e l'amore della moglie. Se c'è una cosa positiva dell'essere cresciuta tra il Vaticano è che subito impara a non farsi ingannare dalle belle parole.

Clarice è stat costretta ad abbandonare tutto per un marito che non ama. L'amore di Lorenzo crescerà negli anni, ma ha già stima e rispetto per lei; significa ce per lui sarà più importante anche dell'amante. È sua moglie. La persona che gli darà un figlio maschio. Sarà seconda solo all'amore per il potere... Clarice sa come deve comportarsi. E aiuterà Lorenzo sempre. Anche quando dovrà sacrificare la sua famiglia originaria. È una Medici... sarà sempre leale al marito. Non importa cosa farà Lorenzo, lo sosterrà fino alla morte.


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Capitolo 12
*** 12 ***


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12.A LUI DEL SUO ONORE.

Francesco da quando Lorenzo è sposato con Clarice lo vede più triste. Vorrbbe stargli vicino per consolarlo, ma non può. Suo zio, lo tormenta chiedendogli continuamente se sapesse della relazione tra Bianca e Guglielmo.

Francesco sta pranzando insieme allo zio... tra dil loro si sente la tensione.

"Come fai a non sapere di Guglielmo e Bianca?! Sei suo fratello! Ti avrà detto qualcosa... No?!"

"L'avrò ripetuto 50 volte, non sapevo niente. È stato Medici a dirmelo. Vi prego zio, basta parlarne. Mi avete sfinito con questa domanda."

"Ti senti forte solo perché sei amico di Medici. Ma lui user la vostra amicizia per raggiungere un obbiettivo. È fatto cos. L'aveva già fatto anni fa."

"Era uno stupido provocatore. Adesso è cambiato. Non rifarà lo stesso errore. Ne sono sicuro."

"Perché perdo tempo a parlare con te? Appena ti ferirà usandoti tornera da me piangendo."commenta infastidito prendendo insime al calice il pane e se ne va.

Francesco ricorda quel momento deprimente.

Ricordo di Francesco

Siamo molto amici... mio zio non lo spoporta, infatti quando viene a trovarmi è sempre scontento. Va alla zia al monastero... ci resta fino alla sera tardi, per essere certo di non incontrare Lorenzo. I Medici invece sono più tollernti, tranne Cosimo; il quale dice sempre al nipote che non deve più venire da noi.

Sono con Lorenzo nel cortile della mia casa, giochiamo a calcio. Spesso mi fa vincere.

"Francesco, sono stanco. Andiamo in Via Delle Porte Nuove alla locanda? Ho voglia di festeggiare..."

"Certo! Cosa festeggiamo esattamente?! Sono proprio curioso di sentire la risposta!"

"Non ci ho ancora pensato. Fa niente. Allora? Cosa fai ancora seduto?"ordina impaziente Lorenzo prima di correre fuori dal portone. Ci mettiamo 25 minti per arrivare alla taverna. Siediamo al tavolo, dopo poco arriva Giuliano insieme ad un altro ragazzo.

"Fratello, andiamo a divertirci! Vieni! Cosa fai ancora seduto?!"ordina euforico suo fratello ignorandomi. Lui mi guarda dispiaciuto. Lo fisso allontanarsi. Tornato a casa senza accorgermi vado nella mia stanza e piango. Jacopo entra proprio in quel momento.

"Cosa c'è? Perché piangi? Dimmi. Parlami. Ti ascolto. Hai litigato con tuo fratello?"domanda preoccupato avvicinandosi per consolarmi. È uno dei pochi momenti; in cui mio zio mostra del sentimento a qualcuno che non sia sua moglie.

"C'entra... Medici. Eravamo andati in una taverna... suo fratello arriva e lo costringe ad andare con lui... ci sono rimasto male. Non oleva..."

"Sei proprio un'idiota. Medici, ti usa. Si ricorda della tua esistenza solo quando non ha niente da fare."

"Se a voi non piace, perché cercate di farmeloodiare? Siamo amici..."

"Vieni a vedere quanto manchi al tuo amico. L'avevo visto scherzare con suo fratello su Ponte Vecchio. Ti disperi per un'ipocrita."aggiunge sprezzante trascinandomi per 10 minuti fino Pnte Vecchio, giunti là vedendo Medici scherzare con suo fratello; senza pensarci vado a tirargli un pugno. Lo faccio cadere e lui mi fissa confuso.

"Francesco... cosa? Perché l'hai fatto? Spiegami... non capisco il motivo..."

"IL MOTIVO?! NE VUOI DAVVERO UNO?! SEI MAI STATO MIO AMICO?! SII SINCERO!"

"E' stata mia madre a dirmi di avvicinarmi... poi ti ho voluto veramente bene..."risponde amareggiato dalla sua azione... io sono furioso e suo fratello è meravigliato.

Tornato a casa vada da Guglielmo. Quando finisco il racconto mi fissa contrariato.

"Nostro zio, ti sta usando. Fidati di me. Medici è affezionato. Un giorno l'avevo sentito difenderti, quando Albizi aveva detto che eri una femminuccia."spiega calmo sedendoi sul pavimento. Dragotto Albizi è figlio di Rinaldo. Mi disprezza perché sono amico del suo nemico. Cosimo ha fatto esiliare suo padre.

Lorenzo non usa glialtri. Come posso dire di conoscere questo ragazzo? Aveva ragione mio zio, Medici è falso. E da questa cosa nascerà il mio odio... no. Disprezzo. Lo amavo.. anzi veneravo. Ma è stato l'amore a nonfarmi vedere che brutta persona fosse.

Francesco tornato al presente va da Lorenzo alla sua bnca. Appena lo vede gli sorride contento.

"Vorrei invitarti alla cena con Nerone. È il mio modo per dimostrarti quanto io mi fidi e ci tenta a te. Tengo molto al tuo parere."

"Grazie. Verrò alle 17.30. alla fine non sei tanto male... Lorenzo."dice imbarazzato dall'avere detto il suo nome. Lorenzo lo abbraccia emozionato.

"Ti prego, perdonami. Non avrei mai dovuto usarti per sapere cosa fa Jacopo."sussurra nudo stringendo l'amico. Per una volta è sincero, anche Francesco lo abbraccia forte... contento di aver ritrovato l'amico. Dopo questa cosa la loro l'amicizia si è rafforzata. Per un'incomprensione ho perso l sua amicizia, ma ora che lo ritrovata non voglio perderla ancora. È uno dei pochi ad accettarmi senza volermi cambiare. Lo amo. Pensa sereno Francesco prima di andare a prepararsi per la cena con Lorenzo nella sua casa.

Francesco bacia Matilde.

"Cosa vi è successo da rendervi cos contento? Avete chiarito con Jacopo?"

"No. Ho chiarito con Lorenzo. Per questo vorrei che veniste con me alla sua cena."

"Non cred che sia il caso, Medici ha inviato voi. E poi, di cosa potrei parlare? Quelle donne mi mettono soggezione. Sopratutto la madre."

"Chi? Lucreza? In realtà è gentile. Aiuta sempre i poveri, allo stesso ha educato Giuliano e Lorenzo. Per questo sono amati dalla gente."spiega tenero alla moglie, si fa convincere e accetta di accompagnarlo alla cena.

Francesco e sua moglie alle 17.15 salgono sulla carrozza per andare dai Medici. Ma Jacopo non permetterà al nipote di essere amico del nemico, cercherà un modo per rovinare la loro amicizia. È più importante distruggere i Medici; che vedere suo nipote contento.

Matilde insieme al marito vengono accolti dai Medici, l'ospite fissa Francesco diffidente. Dopo esserrsi salutati e presentati siedono al tavolo.

"Pazzi, spero che la vostrAa famiglia stia bene. Non ho ancora avuto il tempo di venire a trovare vostro zio."

"Stanno tutti bne. Grazie. Penso che gli farà piacere se andate a qsalutarlo."aggiunge freddo all'ospite. Diotisalvi Nerone è un nobile che lascia la città, dopoché Cosimo diventa Signore Della Repubblica Fiorentina.

"Madonna Maffei - Pazzi, è stata una bella sorpresa. Non sapevo che venisse pure voi."dice stupito Giuliano sgusciando un gamberetto.

"E' bello conoscervi, madonna. Vostro marito, vi ammira tanto."dice tranquillo a Clarice... non è ancora abituata a tutte le loro esagerate frasi di circostanza e cerimonie. Nella Citt Eterna sono più sbrigativi.

"Vi ringrazio, Pazzi. Mio marito vi ha parlato di me?"domanda incerta e meravigliata Clarice. Da quando è arrivata a Firenze, suo marito la tratta con indifferenza. Parla poco insieme alla moglie.

"I muri della città hanno le orecchie. Non solo vostro marito, anhe la gente parla di voi."spiega accigliato versando il vino nel calice.

La cena viene interrotta prima del secondo. Francesco mentre chiacchiera con Giuliano nota sua moglie nel cortile: parla con Diotisalvi. Sembra che stiano litigando per qualcosa... infatti lei torna nel alone correndo.

Dopocena mentre Francesco e Matilde sono nella loro camera lei gli rivela della rivolta dei Pratesi.

"Nerone appena ha saputo il mio cognome voleva convincermi a dirlo alla mia famiglia. Dovete avvisare Medici."spiega impaurita dalla reazione del marito.

Francesco presa la spada corre nella scuderia seguito dalla moglie, montato sul cavallo galoppa a Palazzo Medici. Le guardie vedendolo sono perplesse e lo stesso i servi. Francesco ignorandoli corre da Lorenzo nella sua camera, spalancata la porta Lorenzo e Clarice lo fissano confusi.

Francesco gli dice la verità su Diotisalvi, dunque ordina ai soldati di andare a Prato per arrestare Diotisalvi e reprimere la rivolta.

Diotisalvi Nerone non accettando che Lorenzo fosse Signore Di Firenze fa un'allenza con Borso D'Este per uccidere entrambi i fratelli Medici. Fanno rivoltare Prato contro Firenze.

I soldati portano Diotisalvi all'Alberghetto di Palazzo Vecchio, Lorenzo non potendo impiccarlo lo fa esiliare in una lontana città; ma Francesco invece può benissimo ucciderlo pugnalandolo nella sua cella. Lui a differenza del suo amico non ha problemi di rimorso, perciò lo pugnala! Facendo in questo modo, Lorenzo è senza problemi di coscienza e ha dato un forte messaggio alle città sotto Firenze. Non sfidate la Repubblica Fiorentina o verrete repressi usando l'esercito. Nesuna pietà per i ribelli. Il vostro sangue verrà versato.

Lorenzo fa parte della sua famiglia, si sente in dovere di difenderlo. Proprio come avrebbe fatto con Guglielmo, Matilde o Jacopo se fossero stati in pericolo. A nessuno deve venire in mente di uccidere qualcuno della sua famiglia... o Francesco li scuoierà.

Francesco e Lorenzo hanno ftto un accordo segreto: Bianca potrà sposare Gugliemo, appena Papa Sisto darà i soldi del Vaticano ai Medici.

Francesco non ha nessuna ntenzione di perdere ancora l'amicizia di Lorenzo. Farà qualsiasi cosa per proteggerlo. Ma la Congiura Dei Pazzi si avvicina e Francesco sarà obbligato a scegliere se tradire il suo stesso sangue o essere leale allo zio... significherà che dovrà rinunciare a qualcosa. Non può avere entrambe le coe. È impossibile unire amicizia e famiglia... Francesco sarà costretto ad una decisione che lo metterà in crisi esistenziale.


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Capitolo 13
*** 13 ***


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13.A ME DEL DANNO.

Lorenzo non saprà mai che è stato Francesco a pugnalare Diotisalvi.

Lorenzo è sempre più amato a Firenze per la sua pietà verso i nemici. Un altro li avrebbe impiccati non esiliati. Lui non ha potuto impedire l'omicidio, è stata una decisione di Francesco; quando i soldati della prigione gli avevano detto del delitto lui ha subito pensato a Francesco. Ma per paura non fa nessuna domanda.

Lorenzo vuole usare l'arte non solo per abbellire Firenze, ma anche a scopo plitico: ricordare chi è il vero Signore Di Firenze. Decide di fare questa cosa la rivolta dei Pratesi. In questo modo, per quelli distratti l'arte è solo una cosa bella... non andrebbe a pensare che c'è uno scopo politico. Il potere di Lorenzo sta aumentando... la gente lo vede compassionevole e gentile; intanto lui abbelisce Firenze facendo credere che gli interess solo l'arte, per onorare Dio. Come ci si aspetta da un mo Rinascimentale. Invece non è solo questo. C'è molto altro che però... lui nasconde perfino a sé stesso, perché se ne vergognerebbe tropp. Capirebbe che non è così una bella personacome pensa.

La ricerca della perfezione è ha doppio senso: all’inizio conta solo quanto sei deciso, gli obiettivi che vuoi raggiungere e come fare ad arrivarci. Poi lentamente, quella ricerca diventa la tua ragione di vita. Respiri. Dormi. Mangi. Vivi pensando sempre a lei. E quando non sei alla sua ricerca, ti senti confuso. Perso. Senti che manca qualcosa. È diventata la tua ossessione. Lorenzo ha una fissa: modellare Firenze in base alla sua idealizzazione dello Stato. L'idea illusoria che sia la popolazione a dover decidere aiutato dai Priori e non i nobili.

Lorenzo sta osservando il quadro che gli aveva regalato lo sconosciuto quando aveva aiutato Francesco a salvare Francesco. La sua contemplazione viene interrotta dall'arrivo di Sandro.

“Dove l'avete preso? È bello. I colori sembrano veri. E anche le forme.”

“Hai ragione, Sandro. Me l'aveva regalato l'apprendita di Verrocchio, l giorno incui ho aiutato Francesco a salvare Salviati. Un certo Leonardo Da Vinci.”spiega incantato osservando il disegno.

“Ne avevo sentito parlare. Lo nvidio. Ha una bottega tutta sua in cui disegnare.”ì

“L'avrai anche te. Ho comprato una bottega e anche fatta ristrutturare. Devi solo trasferirti.”spiega sereno salendo sulla carrozza seguito dall'amico. Sandro guarda la strada dal finestrino: Simonetta sta parlando con Giuliano. Sono un po' troppo vicini.

“Vespucci è così bella... vglio fare un dipito usandola come modella. So già anche il titolo: La Venere. Insieme a vostro fratello...”

“Diglielo. Sarà contentlo di passare del tempo con lei. Ne sono sicuro.”aggiunge euforico Lorenzo, ma l'entusiasmo con il passare dei minuti diventa ansia. La paura del dolore può essere combattuta solo con un male bruciante. Non deve sgretolare la mia esistenza. Proprio no. Glielo posso impedire... assolutamete. Il coraggio che domani è un nuovo giorno prova a spezzare le ossa della paura. Riflette angosciato guardando i passanti... ha paura che Lucrezia sia già tornata da Volterra... e... abbia sentito la gente parlare del matrimonio con Clarice... sanno essere molto cattivi specialmente i nobili importanti. Vuole che lo sappia da lui. Non dai pettegolezzi.

“State bene? A cosa pensavate? Doveva essere molto profondo se avete smesso di sentirmi...”domanda curioso sorridendo all'amico, l'altro sospira.

“Sto bene. Non è questo. Vorrei ce mi accompagnassi a parlare con Sisto. Lui adora gli Umanisti, quindi se vieni puoi convincerlo ad essere alleati.”

“Va bene! Vengo volentieri! Volete che gli spieghi cosa mi affascini dell'Umanesimo!”risponde euforico Sandro aprendo per primo la portiera. È ansioso di vedere il regalo del suo amico. Nessuno gli hSa mai regalato una bottega! Lorenzo ama vedere l gente che ama felice.

Lorenzo aperta la porta mostra all'amico tutte le camere. E lui corre ad abbracciarlo emozionato fino quasi alla lacrime.

Tornato a casa Lorenzo va al suo diario. L'aveva iniziato dopo il matrimonio con Clarie.

Diario di Lorenzo

15 dicembre 1468

Ho sposato Orsini. E dopo i problemi iniziali iniziamo a volerci bene. Ma non abbiamo ancora fatto sesso. È molto pudica. Rigida.

4 giugno 1469

Mia madre organizza il nostro matrimonio religioso. È appena finita la festa.

Siedo sulla panca vicino al Duomo. E vedo Lucrezia parlare con un'altra persona. Mi fa venire dei pensieri tristi.. vorrei toccarla. Ha una pelle liscia... morbida come quella dei bambini. È la mia virgola. Io cerco un pnto ed incredibilmente lo trovo in Orsini. Avrei voluto fosse Lucrezia.

Sono in stanza con Orsini. Mi avvicino a lei con occhi teneri. È spaventata. Respira ansimando.

“Non voglio farti male. Provaa fidarti... d'accordo? Mi avvicino piano... tranquilla.”dico dolce avvicinandomi e lei annuisce incerta. È in quel momento che decido di proteggerla. La madre dei miei figli... ha un'importanza maggiore dell'amante. Non permetterò a nessuno di farle del male. La famiglia prima dell'ambizione. Sono il mio sangue.

E' il 1472. L'estate in cui Firenze farà la guerra contro Volterra sottomettendola al proprio volere rendendola schiava... i muri di pietra degli edifici e le strae acciottolate saranno macchiati dal sangue dei Volterrani! Dopo questa cosa la città cambierà per sempre.

Il Sacco Di Volterra diventerà famoso per la carneficina che ci sarà. Mverranno uccisi tutti.

L'allume arricchisce più dell'oro, per questo Lorenzo vuole impadronirsene. Serve a colorare i tessuti. La persona che avrà l'allume controllerà tutto. Sarà più ricco anche del Vaticano.

Le famiglie nobibili litigano perché ognuna dice un'idea su come devono comportarsi sulle miniere dell'allume.

Lorenzo sta cenando con la famiglia, quando viene interrotto da un

domestico.

“Palo Inghiraghi e Antonio Maffei vorrebbero parlare con voi. Entrambi i fratelli.”

“Falli andare nel mio studio – biblioteca. Veniamo subito.”risponde confuso Loreno alzandosi.

“Cosa vorrannno, secondo te? Hai unaqualche idea? Se sono veuti fino a Firenze, invece di inviare un piccione viaggiatore è importante.”aggiunge sorpreso suo fratello leggendo l'orologio: 20.30. E Lorenzo risponde alzando le spalle.

“Non dovevamo venire, Inghiraghi... torniamo indietro. È meglio...”dice irritato Antonio. Mentree Lorenzo e Giuliano entrano. Dopo essersi inchinati siedono sulle sedie intorno alla scrivania di Lorenzo.

“Vogliamo l'indipendenza. Con l'allume e le altre miniere non dobbiamo più dipendere da voi.”

“Non possiamo darvela, Maffei. Volterra è sotto Firenze. E lo altre città. Fate parte dello Stato. Voi vivete a Roma, cosa ve ne importa?”dice calmo Giuliano e Antonio lo guarda con odio. Per quasi tutti i nobili Volterrani, Firenze è un tiranno che li tiene sottomessi.

“State calmi... non siamo enuti con ostilità. Vogliamo chiedere più libertà... vi prego, Lorenzo. Per la nosta amicizia, potete?”aggiunge tranquillo Paolo cercando di calmare Antonio e Giuliano.

“Va bene... ma solo se non ci fate nessuna guerra. E date più soldi a noi che alla Chiesa...”

“Non potremmo mai farvi la guerra e sperare di vincere. Il nostro è un piccolo esercito. Dovete proteggerci dalla rabbia del Vaticano.”

“Va bene. Messer Inghiraghi, verrò a Volterra per firmare l'accordo.”aggiunge feice Lorenzo. Firenze ha ancora Volterra sotto il suo controllo. Tuti sono sollevati che hanno trovato un accordo... tranne Antonio, infatti con uno sguardo rabbioso fissa la cupola del Duomo. Tutti si inchinano per salutarsi. E Giuliano è il primo ad uscire.

Appena Paolo ed Antonio escono Lorenzo scrive una lettera a Lucrezia, la fa spedire con un piccione viaggiatore. Intanto lui monta sul cavallo. Cavalca fino Volterra. Si ferma poco tempo durante il viaggio.

Lucrezia lo incontra sulla collina.

“Perché non mi hai detto che hai una moglie? Cosa sono per te?”domanda rabbiosa fissando l'uomo di cui è tanto innamorata. La fissa triste.

“Firenze ta per dichiarare guerra a Volterra. Non so come finirà. Vieni com me. Ho cancellato l'esilio di Ardinghelli.”supplica disperato all'amante. Lei senza rispondere lo lascia solo.

Lorenzo firma l'accordo e va a casa... paga dei soldati per far rapire Lucrezia. Le aveva chiesto di tornare volontariamente visto che si è ifiutata, la fa andare a Firenze forzatamente. Non può vivre senza di lei.

Lorenzo ne approfitta e si schiera dalla parte della famiglia Inghirami rompendo l'accordo; anche se in realtà è lui a volere il controllo delle miniere.

Per riportare l'ordine a Volterra viene inviato un esercito composto da 7000 soldati sotto Federico Da Montefeltro; i soldati la saccheggiarono orrendamente e inoltre buttarono giù quasi tutte gli edifici.

Lorenzo preso dal rimorso va a Volterra per fermare laguerra... giunto in città, entre trotta tra le strade insanguinate vede cada veri interi e mutilati. Per la sua voglia di potere ha trasformato Volterra in una città fantasma. Vengono tutti massacrati, anche gli innocenti. Ma la cosa che gli fa più impressione è quando si avvicina al Palazzo Dei Priori: ci sono tanti bambini e donne impiccati. Pendono dai pochi edifici ancora in piedi.

Il Sacco Di Volterra verrà ricordato da tanti scrittori soprannominatndolo Guerra Delle Allumiere.

I cittadini uccidono Paolo spingendolo dalla Torre Del Porcellino... per loro essendo alleato di Firenze è un raditore. Dopo questa guerra Antonio si unirà alla Congiura Dei Pazzi.

Per controllare definitivamente la città venne ampliata la fortezza chiamata Mastio (Fortezza Medicea), simbolo della potenza Fiorentina.


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Capitolo 14
*** 14 ***


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14.TANTO CRUDEL FU LA PRIMA...

Lucrezia è arrabbiata con Lorenzo perché ha capiti... in realtà sospetta che l'abbia fatta rapire lui; per evitare che rimanesse uccisa dai soldati nel Sacco Di Volterra. Non aveva mai usato la forza con lei. Capisce che l'aveva fatto per paura di perderla, ma è comunque furiosa! Non doveva costringerla, ma rispettre la sua decisione... quando ha deciso di restare a Volterra sapeva cosa sarebbe successo. Ma lui non poteva permettere che venisse uccisa, stuprata od entrambe.

Lucrezia sta andando al Duomo, mentre cammina vede Lorenzo insieme alla moglie. E diventa gelosa. Mi penserai quando ti sentirai solo, un giorno guarderai avanti a te e capirai che il meglio lo hai lasciato indietro... hai sprecato la tua vita dietro ad un sogno. Riflette osservando la donna. Sembra sia a disagio vicino al marito.

Lucrezia triste entra nel Duomo e siede sulla panca vicino a Gugliemo.

"Buongiorno, madonna Ardinghelli. Questo posto è occupato da Medici. Dovrebbe arrivare tra poco. Potete spostarvi, per favore?"spiega calmo Guglielmo girandosi verso il portone. Lei annuisce e siede sulla panca dietro a Jacopo. Guarda Francesco. Èvestito di nero quindi immagina che sia morto qualcuno della famiglia Maffei nella guerra contro Volterra.

"Condoglianze, messere. Mi dispiace per vostra moglie. Sono sicuro che sarà in Paradiso."dice triste uno sconosciuto a Francesco, lui lo inora.

"Dove vuoi sederti? Va bene qua? O preferisci un psto lontano dal portone?"domanda ansioso Lorenzo alla moglie. E Lucrezia li guarda invidiosa.

"Grazie. Va bene. Non preoccupatevi. Decidete voi. Io, qui sto bene."

"Ecco la moglie straniera. Clarice Orsini... non ti ricorda quanto sono ipocriti i Medici?"aggiunge irritato Jacopo a Francesco. Con le voci che rimbombano Lorenzo non sente la sua frase, Lucrezia conosce l'amico: quando è arrabbiato o si sente in copa per qualcosa diventa irascibile. Ti tornerò in mente quando il tuo cuore avrà freddo e un corpo qualunque non basterà a scaldarlo. Ci proverai perché so che lo farai... probabilmente in quell'istante sentirai caldo, ma è solo la tua idea. Noi non siamo fatti per restare con chiunque. Pensa depressa Lucrezia vedendo la differenza di come si comporta con lei e sua moglie. Clarice fa parte della famiglia e Lorenzo ha una lealt assoluta verso il suo sangue.

Appena la messa finisce Lucrezia esce subito dalla chiesa per andare a casa. È difficile vederlo insieme ala moglie... vorrebbe che lui la guardasse nello stesso modo. Non può... traloro c'è Clarice. Sono perfetti... Lorenzo è bello e lei ha un titolo nobiliare. Invece Lucrezia non c'entra niente tra di loro. Si sente fuori posto nella perfezione che trsmettono.

Lucrezia siede sul balcone e si mette a ricamare una piccola coperta per suo figlio, nel frattempo osserva la strada.

"Messer Medici, potete venire al Palazzo Della Signoria? C'è una riunione fatta dal Consiglio Dei Cento sul Sacco Di Volterra."

"Certamente. Messer Garzoni, di cosa dovremmo parlare? Non capisco. L'esercito ha massacrato tutta la città. In questo momento possiamo solo piangere."

"Avete ragione. Ma se i Priori vogliono parlarci, un motivo ci sarà."aggiunge consolandolo e Lorenzo segue il ragazzo. Mentre parlava Lucrezia resta copita dallo sguardo tormentato dell'amante.

Lucrezia sudata torna in casa e si mette a suonare il clavicembalo, quando dal riflesso del calice vede Lorenzo che la fissa sonsolato.

"Cosa c fai in casa mia? Torna da tua moglie. Parla dei tuoi problemi con lei."

"Non posso... voglio spiegarti il motivo del perché ti ho fatta rapie..."

"Ho capito il motivo, ma avresti dovuto rispettare la mia decisione."

"Non mi pento di averlo fatto. Quando sono andato per dire ai mercenari che dovevano fermarsi era troppo tardi. Hanno impiccato e mutilato i cadaveri."

"Quindi hai pnsato di farmi rapire. E degli innocenti che sono morti chissene frega. Giusto?"

"Gardami. Non vedi che il rimorso mi sta mangiando l'anima? Ho fallito. Sono tutti morti."

"Posso solo dirti che mi dispiace. Sì. Hai fallito. E adesso devi accettare il rimorso. Né io o altri possiamo aiutarti. Devi imparare a conviverci."

"E volevo anche dirti... che mi dispiace di non averti detto la verità su Orsini."

"Dovevo immaginarlo. Hai sposata una che ha quasi tutti i parenti nel Vaticano. Il suo è un cognome importante ed antico."

"Sì. Non potevo rifiutarmi. È stata mia madre a combinare il nostro matrimonio. Io contierò ad amarti. Finché vivrò. Per questo vorrei..."

"Se vuoi chiedermi di vedermi ancora, non subito. Prima fammi passare l'arrabbiatura."

"D'acordo. Quando vuoi vedermi sai cosa fare. Vado. Spero che ci vedremo presto..."dice incerto Lorenzo mettendo la mano sul braccio della ragazza. E se ne va, Lucrezia guarda Firenze dal finestrone.

I giorni per Lucrezia passano lenti ed identici finché Nicclò non torna dalla Francia.

Niccolò viene fatto entrare nella Signoria, perché è Lorenzo a volerlo.

Lucrezia resta incinta del marito. E non vuole più vedere l'amante. Ha già partorito. Sono trascorsi 10 mesi dal loro ultimo incontro. Lorenzo le manca ma si rifiuta di scrivergli. Non vuole dirglielo.

Lucrezia sta passeggiando con suo figlio Carlo, spinge il passeggino; siede sulla panca davanti al parapetto di Ponte Vecchio vicino ad una donna che legge.

"Posso chiedervi cosa state leggendo? Non ricordo il titolo. Spero che mi rispondete."

"Non lo so. L'avevo preso dallo scaffale a casa. Sono Gemma Calandri."

"Lucrezia Donati Ardinghelli. Ah... capito. Non importa. Ero solo curiosa... vivete a Firenze?"

"No. Vivo a Ferrara. Sono venuta per passarci qualche giorno. Invece, voi? È vostro figlio?"

"Vivo qua. Sì. Si chiama Carlo. Oh. Sono stata solo una volta a Ferrara."

"E' l'ora della messa. Non posso arrivare in ritardo. Vale, madonna Ardinghelli. Spero di rivedervi."aggiunge agitatissima Gemma sentendo le campane rintoccare cinque volte. Si alza dalla panca senza ascoltare la risposta di Lucrezia alla propria domanda.

Niccolò da quando è nei Priori e sua moglie ha partorito non lascia più la Toscana, perciò se un giorno volesse incontrare Lorenzo deve cercare una buona bugia.

Lucrezia ha capito che lui la amerà lo stesso, anche con Clarice in mezzo. Ma non per questo accetta volentieri di avere un triangolo tra: lei, Clarice e Lornzo.

Lucrezia pensa ce rivederlo dopo quasi un anno dalla loro ultima discussione sia una cosa intelligente... ma non sa quanto sbaglia. Invece.

Lucrezia segue Lorenzo e suo fratello al mercato.

"Sandro mi ha detto della tua folle idea. Come ti vengono in mente?"

"Vai che è meglio. Ti sta aspettando. Non puoi fare attendere le madonne."

"D'accordo. Ho capito. Me ne vado. A casa però rispondi..."aggiunge allegro Giuliano, mentre suo fratello lo spinge. È solo ma aspetta. Lucrezia segue l'amante sotto al portico, appena si siede lo raggiunge.

"Grazie di aver rispettato la mia scelta. Ci ho messo un po' a farmela passare."

"Non volevo farti ancora arrabbiare. Sono stato malissimo in questi mesi."spiega triste prendendole la mano, intanto fissa Carlo ansioso.

"E' di Ardinghelli. Gazie per aver chiesto ai nobili se poteva diventare un Priore."

"E' tardi. Deo tornare da mia moglie. Ci vediamo in un altro momento."mormora tenero Lorenzo lasciando la mano dell'amante, fa una carezza a Carlo che nel frattempo si addormentato... Lucrezia lo bacia sulla guancia.

Lucrezia si allontana spingendo il passeggino, tornata a casa i domestici mettono Carlo nella culla; intanto lei si cambia per la cena.

A Lucrezia è passata l'arrabbiatura, dunque ora vuole tornare ad essere l'amante di Lorenzo. Significa che deve anche accettare il triangolo. E sar sempre meno importante della moglie, quando avr bisogno lui correrà da Clarice. Non importa cosa farà o dove sarà... Lorenzo per la madre dei suoi figli ci sarà sempre. Lei partorirà un maschio e il nome dei Medici non si estinguerà con la morte di Lorenzo.

Lucrezia piuttosto che perderlo accetta pure il triangolo; in quanto lui le ha promesso che avrebbe sempre avuto un posto speciale ne suo cuore. L'amore per Lucrezia è diverso: romantico. Invece con sua moglie fa solo il gentilee l'indifferente.

Ma Lucrezia continua a non capire; che Lorenzo quasi sempre fa le cose con uno scopo ben preciso in testa. C' è un motivo se ha sfidato l'ira dei nobili, per riuscire a far entrare Niccolò nella Signoria.

Lucrezia solo dopo la Congiura Dei Pazzi vedrà veramente di che brutta persona è innamorata. Lorenzo sacrificherà qualsiasi per la vendetta.

Lucezia adesso vede Lorenzo con gli occhi dell'amore, non riese a vederlo fredda. Senza sentimenti. In modo lucido. Crede che sia carino e gentile... non vendicativo od ambizioso... anzi esattamente l'opposto.

Lorenzo crede che sia possibile controllare tutto, ma i sentimenti non possono venire controllati e calcolati... come se fossero dei freddi numeri. Fanno quello che vogliono. A loro interessa solo la persona. Non quanti soldi hanno o chi sono. Per questo Lucrezia è un po' spaventata dall'amore ni suoi confrnti. Farebbe qualsiasi cosa per Lorenzo. È innamorata cotta. Persa. Stracotta. Lo ama tanto. In modo esagerato.


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Capitolo 15
*** 15 ***


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15.DA CUI PARTE GELOSIA.

Clarice fin da quando era bambina ha sempre avuto problemi a farsi rispettare. La rigida educazione e il carattere sottomesso l'hanno sempre fatta apparire tranquilla. Insensibile alle parole degli altri, ma in realtà anche lei ha un cuore. È solo che fa fatica a parlare... come moglie di Lorenzo viene accolta con tutti i convenevoli; proprio per colpa del suo carattere tranquillo non piace ai Fiorentini... sarà costretta a cambiare, perché con il marito che si ritrova deve farlo. Lorenzo non può mostrarsi debole davani ai nobili né al Consiglio Dei Cento, quindi Clarice essendo legata a lui deve essere forte. Lorenzo vuole che oltre ad essere una brava moglie faccia anche la donna di potere... perché è questo che viene chieto a Clarice dal marito. E deve sbrigarsi ad imparare, i loro nemici non aspettano lei. Da quando Lorenzo aveva chiesto ai nobili di far entrare Niccolò nel Consiglio Dei Cento, la relazione tra lui e Jacopo è peggiorata.

Clarice fa quello che le riesce mieglio: aiutare i poveri. Sta andando nel Convento Di San Marco insieme a Lucrezia.

"Nuora, hai dimenticato le coperte a casa. Domani ricordati di portarle."

"Avete ragione. È stata colpa mia. Domanimi ricorderò sicuramente."risponde ansiosa bussando al portone del monastero. Lucrezia fissa contrariata la nuora. Non le piace molto, ma sopporta Clarice per l'amore del figlio e il suo cognome... è troppo riservata.

"Lorenzo arriverà stasera con Sandro. Mi ha scritto una lettera."spiega indifferente Lucrezia, intanto la poverina fissa sorpresa quella donna. Cerca di mettersi tra marito e moglie. Lorenzo doveva scrivere a lei.

"E' riuscito a convincere Papa Sisto? O ha fatto un viaggio inutile?"domanda curiosa mentre Mariano Della Barba (Mariano Da Genazzano) apre il portone per farle entrare. Prima della peste del 1488 Mariano entrerà negli Agostiniani e ne sarà anche Priore Generale sfidando Girolamo Savonarola. Sarà alleato di Lorenzo.

"Buon pomeriggio, madonne. Avete portato le coperte che vi avevo chiesto?"

"Siamo state occupate, Padre. Ma vi prometto che domani le avrete."risponde infastidita Lucrezia rassicurando Mariano; intanto Clarice intimorita dallo sguardo della suocera cammina dietro di loro. Li segue silenziosa. È arrabbiata co Lorenzo perché ha l'amante, ma allo stesso tepo inizia a volergli bene. Non è ancora amore... però.

Lucrezia insieme alla nuora prepara il cibo, dà l'elemosina, sistema i letti e lava le coperte.

Appena tramonta il sole, Clarice insieme alla suocera tornano a casa per accogliere Lorenzo. E poi è pericoloso stare in gio di sera... specialmente a due donne dei Medici non deve neanche passare per a testa!

Bianca sta osservando il dipinto di Leonardo, Giuliano è con Sandro nella propria bottega e Clarice siede sul divano insieme alla suocera che si riscaldabno vicino al camino.

"Sono ancora incinta. Vi preg, questa volta permettetemi di tenere il bambino. Non sapete che soffrenza mentire tutti i giorni a mio marito."

"Lorenzo, prima di avere un figlio doveva imparare ad essere Signore dello Stato. Le nostre vite dipendono da lui."spiega paziente Lucrezia e Clarice fissa le fiamme sconsolata. Ha mantenuto il segreto per due anni... da quel 4 agosto 1470. Quel giorno non solo inizia ad ingannare, ma infrange ance la promessa che si era fata prima di lasciare Roma: nessun Medici l'avrebbe corrotta e trascinata nella loro lotta per avere il potere. Ma invece è accaduto... non si veste come loro, a parte questo diventa completamente una Medici. Clarice viene trascinata negli intrighi e nei segreti di Lucrezia per dare il potere a Lorenzo. L'unica cosa importante è sconfiggere i nobili nemici della famiglia.

"Ricordo la disperzione di Lorenzo quado ha saputo che il bambino è morto."

"E' solo grazie a noi se Lorenzo ora ha quel posto che gli spetta nella Signoria."replica impassibile la suocera e lei è sconvolta dalla sua calma.

"E' iniziato tutto quando avete scelto me come sposa di vostro figlio. L'avete fatto per il mio cognome. Giusto?"

"Esatt, Clarice. Ho parlato con la vostra famiglia e mi hanno detto che avreste avuto una leatà assoluta vrso il vostro futuro marito. Non sbagliavano."

"Faccio solo il mio dovere di moglie. È questo che lui mi ha chiesto."

"No. Non devi essere solo questo. Dovrai fare la donna di potere. Aiutarlo a decidere. Quando sarò morta lo farai, vero?"aggiunge calma Lucrezia. Suona la campanella e vanno a cenare. È sbagiato amare tanto intensamente una cosa così breve e fragile come la vita? L'unica cosa che so è: vivrò sempre al meglio delle mie possibilità. Pensa dubbiosa guardando l cortile illuminato dalle torce.

"Madre, sapete quando arrivano Sandro e mio fratello da Roma?"domanda allegro Giuliano. La cosa checolpisce Clarice quando lui le aveva fatto da scorta fino Firenze insieme ad Orso è stato il suo entusiamo contagioso. L'avr visto triste poche volte... sorride sempre.

"Non lo so, Giuliano. Ha solo scritto stasera. Penso che faranno tardi. C'è una nebbia densa. Spero arrivino presto."risponde impaziente di saere la risposta del Papa. A Sisto non piace essere in svantaggio, per queto vorrebbe un'alleanza tra il Vaticano e Firenze. I due stati più importanti uniti.

"Fratello, mi dai la brocca del vino? Non ci arrivo... e anche il pane..."chiede allegra Bianca e Clarice osservandoli si rattrista perché pensa ad Aurante. Prima del matrimonio anche lei era spensierata insieme alla sorella.

"Grazie,madre. Per questa sera non uscirò con nessuna amante. Voglio aspettarli."aggiunge sereno Giuliano mentre il servo serve la pasta. All'inizio, Clarice essendo molto religiosa si scandalizzava.

Dopocena Clarice va nela sua camera a pregare, intanto arriva suo marito. Corre ad abbracciarla. Le è mancata tantissimo nei pochi giorni che sono stati a Roma.

"Mi sei mancata, Clarice. Tantissimo... e siamo stati divisi solo pochi giorni..."dice affettuoso accarezzandole i caplli, intanto le prende la mano e siedono sulla poltrona. Lei sulle gambe del marito; l'avea visto una volta mentre faceva questa cosa con Lucrezia. Anche a lei è mancato suo marito.

"Mi sei mancato anche te. Papa Sisto ha accettato la tua proposta?"

"Ha rifiutato e neanche Sandro è riuscito a convincerlo. Devo trovare un'altra soluzione."

"La troverai. Ho fiducia in te. Perché mi tieni sulle tue ginocchia?"

"Lo faccio solo con le persone che amo e voglio proteggere..."spiega innamorato stringendola ancora di più. La bacia e Clarice sa che non si è ancora ripreso dal rimorso per aver permesso il massacro di Volterra... preferisce sia lui a parlarne.

"Vorrei anare a trovare mia sorella. Posso? È da uando sono arrivata che non la vedo."

"Non de vi chiedermi il permesso. Sei mia moglie. Ho una fiducia totale in te."

"Io pco. La sera della partenza per Roma stavo tornando a cas dal Convento Di San Marco... e ti ho visto parlare insieme alla tua amante..."

"Ex amante. L'avevo lasciata subito dopo il nostro matrimonio. Non devi preoccuparti. Sei più importante di una donna qualsiasi. Sarai sempre la mia priorità."

"Bene. Nessuno deve sapere ce avei l'amante. I tuoi nemici non aspettano altro di farti apparire debole davanti alla popolazione."risponde rude al marito prima di alzarsi.

"Inizi a parlare proprio come mia madre... ha una brutta influenza su di te..."commenta arreso Lorenzo togliendo la camicia e sdraiandosi sul letto.

"Entrambe vogliamo solo aiutarti. Non c'pè niente di male."aggiunge stanca Clarice toccando i capelli del marito. Vorrebbe lasciare libero Lorenzo a fargli vedere l'amante, ma Lucrezia le ha detto che deve fare la gelosa per impedirglielo. Non può rovinarsi.

Clarice appena suo marito si addormenta decide di andare a Roma per parlare con Sisto. Vuole aiutae Lorenzo, quindi userà l'importanza del suo cognome.

A Clarice interessan solo aiutare suo marito, non importa come ocosa dovrà dire al Papa. Lucrezia aveva ragione quando voleva trasformarla nella moglie e donna di potere perfetta per suo figlio.

Clarice viene usata da Lucrezia, lo accetta per aiutare Lorenzo. Non le piace la suocera.

Firenze vuole Lorenzo come Signore dello Stato, secondo loro è interessato ai problemi dei pù sfortunati... non capiscono che è solo una strategia politica.

Lorenzo arriverà addirittura al punto di prendere ua donna come consigliere scandalizzando i nobili. Lo fa er apparire altruista e senza pregiudizi.

Lorenzo è una persona strana divisa tra: potere, amore e famiglia... ama tutte e tre le cose. Senza una di loro si sente perso.

I Medici in modo o nell'altro riesono a conquistare tutti... più o meno.

L'Oscurità è un posto come tanti altri, ma per Loenzo no. Ci vive ossessionato dal potere. Presto si ritroverà sommerso dalla sua stssa ambizione, perché l'Oscurità non è un posto come tanti altri... qui tutto inizia e finisce. Deve avere il coraggio di guardarsi dentro. L'Oscurità non è sua nemica... ma l'amante che lo aiuta.

L'Oscurità attende paziente che lui la voglia amare... non a nessuna fretta. Ma per provare ad uscire dalla sua sfrenata ambizione Lorenzo deve farsi aiutare da Clarice. È l'unica che può farlo. Sua moglie sarà la torcia che llo porter lontano dall'Oscurità.

Lorenzo per cambiare il mondo ha bisogno di Franceso, suo fratello e Clarice.

Ma L'Oscurità non dimenticher molto facilmente Lorenzo... mai. Si ricorderà sempre di lui.


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Capitolo 16
*** 16 ***


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16.NON CREDE!

Franceco sta uscendo dal Duomo con la bara di Matilde accompagnato dalla sua famiglia e da Antonio. L'unico sopravvissuto dei Maffei. Portano la bara nella Cappella Pazzi (Chiesa Di Santa Croce). Non è ancora stata completata perché Filippo Brunelleschi: l'architetto muore. Aveva progettato la cupola del Duomo per ordine di Cosimo.

Matilde era incinta quando c'è stata la guerra; Francesco aveva supplcato sua moglie di non partire perché poteva rischiare l'aborto, ma lei aveva insistito. Parte insieme alla nonna. Antonio era a Volterra e voleva salutarlo.

Francesco osserva la bara sconsolato, non h niente con cui ricordare Matilde. Vive solo nei ricordi.

“Francesco, mi dispiace molto per tua moglie. Se posso aiutarti in qalche modo fammelo sapere.”dice triste una voce fin troppo famigliare. Si gia e vede Lorenzo.

“Medici. Siete squallido. Non avete rispetto per il funerale di sua moglie?”

“Lasciatelo stare, zio. Può rimanere. Non accusatelo di cose false.”

“Non voglio fare niente di strano. Sono qui solo come amico. Capisco che vogliate trovare un colpevole per l'omicidio.”aggiunge sensible e Jacopo lo guarda diffidente. Non crede alle sue parole gentili.

“Potevate fermare lo sterminio e invece nn avete fatto niente! Come al solito siete solo parole inutili!”

“BASTA! ALMENO AL FUNERALE DI MIA MOGLIE, POTETE NON LITIGARE?!”ordina esasperato Francesco, Guglielmo lo spinge vicino alla toma della moglie; mentre fissa suo zio e Lorenzo contrariato.

Finito il funerale Francesco sta andando nella camera di suo fratello, quando sente lo zio parlare con Lorenzo si ferma ad origliare.

“La vostra ambizione non conosce limiti. Veo, Medici? Vi siete addirrittura presentato al funerale di Maffei. Anche se voi mi ritenete senza cuore ero affezzionato a Matilde.”

“Esatto. Ma non c'entra l'ambizione. Voglio chiedervi il permesso per far sposare mia sorella con vostro nipote.”

“D'accordo. Almeno non lo vedrò più. Mi viene voglia di caccarlo. Se lo faccio, verrà immediatamente a piangere da voi.”commenta crudele Jacopo e Lorenzo lo fissa soddisfatto. Anche Francesco è contento.

“Grazie, messer Pazzi. Significa molto per me. Spero che un giorno mi accetterete nella vostra famiglia.”aggiunge grato inchinandosi. Uscito incontra l'amico e visto che vive l non ci trova niente di strano.

Francesco esausto va nel salone a rilassarsi sul divano, si stende sui cuscini e fissala nebbia. Mi sento perso. Non ho più il tuo amore a consolarmi... le tue carezze delicate. I minuti passano indifferenti. Pensa depresso guardando la nebbia. Non si è neanche accorto che qualcuno, mentre pensava ha acceso le candele sul candelabro. Arriva Guglielmo.

“E' venuto Medici. Ha convinto Jacopo a farmi sposare Bianca... ci sposiamo ad agosto dell'anno prossimo. Sono troppo contento...”spiega emozionato abbracciando suo frtllo. E Francesco lo guarda stanco.

“Sono contento per te, fratello. Avrai lo stesso amore che avevo con mia moglie.”dice tristemente Francesco al fratello, intanto un servo va da loro e si inchina.

“Mi dispiace disturbare. Messer Medici, vorrebbe parlare con voi.”dice a Francesco il domestico e lui risponde annuendo, quindi l'uomo dopo essersi inchinato accompagna Lorenzo da loro.

“Ti lascio con Medici. Vado ad avvisare Bianca. Ci vediamo dopo, fratello.”aggiunge sereno Guglielmo e lo lascia. Arriva Lrenzo accompagnato dal servo, dopo essersi salutati l'uomo frettoloso se ne va.

“Tuo zio è a casa? Vorrei parlarti in privato. Da solo. Nessuno deve sentirci.”

“Non c'è. Ma, se ti senti più sicuro possiamo andare nell'ufficio della banca. Seguimi.”aggiunge curioso Francesco portandolo in banca. Siedono uno davanti all'altro.

“Non sei più legato al nostro accordo. Bianca sposerà Guglielmo. Ho ottenuto quello che volevo.”

“Ho qualcosa per te. Promettii che resterà un segreto. Nessuno deve sapere cosa c'è scritto. Neanche Giuliano. Sono i conti della nostra banca.”spiega ansioso dando a Lorenzo il quadernetto che era sulla scrivania.

“Fidati di me, nessuno li leggerà. Lo farò soltanto io. Grazie della fiducia. Vale.”aggiunge riconoscente inchinandosi prima di prendere il quadernetto, l'amico lo segue fino in strada poi torna a casa.

Durante la cena l'unico festoso è Guglielmo, Francesco giocherella con il pane e Jacopo fissa Firenze dal finestrone.

“Parti per Roma. Devi convincere Papa Sisto a nominarci suoi banchiei.”

“Zio, perché tutta questa urgenza? E poi Sisto è innamorato degli Umanisti.”

“Non farmi domande. Devi partire subito. Salviati, ha scritto che Orsini vuole parlare con Sisto.”

“Va bene, zio. Tanto non ho molto fame. Parto immediatamente per Rma. Appena so qualcosa vi scrivo.”risponde calmo Francesco prima di alzarsi per inchinarsi.

“Ho già spedito un messaggio a Salviati, per avvisarlo del tuo arrivo.”

“Avete già mndato un piccione viaggiatore al Vaticano...”aggiunge rassegnato Francesco. Suo fratello lo guarda preoccupato uscire in cortile.

Francesco per raggiungere Castel Sant'Angelo ci mette due giorni. Giunge davanti al portone. I soldati sospettosi gli ordinano di fermarsi.

“Senza l'autorizzazione del Papa non si può entrare. Ce l'avete, messere?”

“Sono Francesco Pazzi. Mio zio, ha scritto un messaggio al Vescovo Salviati.”

“Sì. Ci hanno avvisato del vostro arrivo. Entrate, messere.”aggiunge calma la guarda aprendo il portone. Francesco cavalca fino alla porta e degli altri soldati lo portano da Francesco.

“Vale, Pazzi. Vi stavo aspettando. Sedetevi davanti a me, per favore.”ordina tranquillo a Francesco indicandogli la sedia, mentre si siede. Francescob Salviati è cugino materno di primo grado dei Pazzi.

“Vale. Spero di non aver fatto un viaggio inutile, cugino. Cosa succede?”aggiunge freddo Francesco sedendosi nel posto indicato dal cugino.

“Clarice Orsini, vuole parlare con Sua Santità. Penso sia stata mandata dal marito.”

“Non ci vedo nulla di strano. È molto religiosa. E quasi tutti i suoi parenti sono preti. L'ultimo pnsiero dei Medici, in questo momento sono gli intrighi. Mio fratello sposa Bianca.”

“Una Medici. Questa cosa è veramente ridicola. Sono riusciti ad unirsi ai nobili. Assurdo.”commenta irritato Francesco chiudeno il libro che stava leggendo.

“Non sono venuto fino a Roma per parlare dei Medci. Se dobbiamo spettegolare me ne vado.”aggiunge innervosito osservando il cugino sorridergli con sufficienza.

“No. Certamente. Il Papa vi riceverà dopo la messa pomeridiana, nel frattempo siete suo ospite.”

“Va bene. Grazie. Vorrei andare a salutare Riario. Sapete dove posso trovarlo?”

“E' insieme al nipote Raffaele. Andate in Curia. Dovete sbrigarvi. Sta partendo per Milano. Sposerà la Bastarda Di Sforza: Caterina.”spiega calmo Francesco accompagnando il cugino fuori. Girolamo Riario sarà il marito di Caterina, n seguito diventerà Signore Di Forlì. Cardinnale Raffaele Riario è suo nipote. Papa Sisto essendo suo zio lo nomina Capitano Generale Della Chiesa. (Esercito Ppale). Francesco e Girolamo si conoscono anni prima, quando lui era andato a Savona per ordine dello zio. Sono molto amici.

Francesco dopo 20 minuti di ricerca trova Girolamo. Si abbracciano.

“Vale, Pazzi. Cosa fate a Castel Sant'Angelo? Ho poco tempo per parlare.”

“Son venuto a parlare con vostro zio. Quando tornate da Milano venite...”dice gioioso Francesco, viene interrotto dall'amico. Fa una faccia irritata.

“Scusatemi. I soldati spesso sono peggio dei bambini. Si azzufano o litigano.”

“Immagino che non sia semplice comandare un esercito così grande.”dice dubbioso guardando Girolamo uscire nel cortile dove c'è la rissa. Ritona il silenzio e l'uomo va da Francesco.

“Certo. Appena ho fatto l'accordo con Sforza vengo a Firenze. Condoglianze per vostra moglie.”

“Vi ringrazio. Siete sempre molto gentile. Se avete bisogno di qualcosa scrivetemi.”aggiunge felice Francesco. Parlano bfinché Girolamo non deve partire.

Francesco all'uscita dal Vaticano vede Clarice parlare con un prete. Gira per le strade senza interessarsi di dove sta andando. Dopo la morte della moglie fa tutte le cose annoiato e disinteressato. Jacopo sta organizzando l'omicidio dei fratelli Medici.

La Congiura Dei Pazzi deve venire organizzata in modo preciso, Jacopo vuole rovesciare il Governo Mediceo; quindi non po' permettersi errori. Neanche uno piccolissimo. Zero. Sta rischiando il collo... prima dell'impicagione sarà orturato. Lorenzo non perdonerà un tradimento così grave; il potere è in pericolo. Deve difenderlo a qualsiasi costo.

Francesco non sa del grave errore comesso dando al suo amico il quadernetto contabile. Perché Lorenzo cerca di calcolare ogni cosa.

Dietro agli intrighi Fiorentini qualcuno trama contro Firenze. Non solo i Pazzi.

Francesco continua a fantasticare su un possibile futuro con Matilde che prò non capiterà... è morta come effetto collaterale delle lotte per avere il potere.

Appena Francesco saprà la verità sul Sacco Di Volterra le cose tra lui e Lorenzo si complicheranno. Non lo perdonerà mai per aver uciso sua moglie. L'aveva fatto indirettamente facendo invadere Volterra dall'esercito Fiorentino. Nessuna pietà. E ora lei è morta.

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Capitolo 17
*** 17 ***


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17.E PIANGO...

Lorenzo dopo essersi svestito bacia tenero sua moglie, la guarda cn sguardo innamorato e triste. Si sente un uomo diverso... come se qualcosa dopo lo sterminio Volterrano gli avesse rotto qualcosa dentro.

Lorenzo si addormenta ed inizia a signare. È un sonno agitato. Si odia... ha messo l'amore per il potere prima della vita. Sono morte tante persone innocenti. È pieno di disprezzo verso sé stesso... ha permesso il massacro dei Volterrani.

Sogno di Lorenzo

Ho causato l'omicidio della molie. Francesco mi oda. E come posso dargli torto? Sono stato un'idiota avido di potere. Merito la morte... quando capiterà non farò resistenza. Sono al Duomo, cerco il perdono di Dio. Francesco mi pugnalacon tantissima violenza. Sono morto dissanguato. Adesso verrò giudicato per i miei peccati mortali.

Mi sveglio in un posto terrificante. È l'Inferno della Divina Commedia.

"Cosa fai?! Sbrigati a metterti in fila! Forza! Chi ti credi di essere?!"domanda impaziente un'anima spingendomi verso la fila interminabile di gente che piange disperata, prega o bestemmia. Nessuno mi conosce. Sono un uomo qualnqu, come tutti questi in fila. Giunto davanti al giudice Minosse ansioso aspetto. Gira la coda sette volte, finisco nel Settim Cerchio. Caronte traghetta le anime nei vai Gironi. È un uomo con la barba lungha, ianca e gli occhi circondati dal fuoco.

"Sbrigatevi a salire! Veloci! Insieme alla vostra anima avete perso anche la vista, per caso?! Non vedete quanta fia c'è?!"esclama scontroso l'essere picchiandoci con il remo per farci salire più svelti. Arrivati nel Settimo Cerchio veniamo accolti dai minotauri.

"Venite senza protestare. Se provate a ribellarvi vi incorniamo. Camminate in silenzio. I dannati condannati per omicidio devono stare nel fiume fino al collo."spiega allegra la creatura, mentre li seguiamo fino alla sponda del fiume.vedo i centauri tirare le frecce ai dannati che non seguono la pena.

"Voialtri! Seguitemi! Dobbiamo punire quelli laggiù! Sono usciti dal fiume!"ordina furiosa la creatura ai compagni, mentre altri ci spingono nel fiume. Mi sento come un fagiano chebolle nel pentolone.

Sono immerso fino al collo nel Flagetonte. Un fiume di sangue bollente. I minotauri controllano il nostro Girone. È questa la punizione per chi commette un omicidio. Vengo cferito dalle frecce dei centauri. A differenza dialtri le accetto senzaa oppormi. Sono la giusta punizione! Si avvicina un uomo.

"Cosa hai ftto per finire in questo posto terribile? Mi sembri diverso dagli altri."

"Ho permesso alla mia ambizione di imporsi sulla ragione. E per questa cosa tutta Volterra è morta. Vengono uccisi non solo i colpevoli ma anche gli innocenti."spigo disgustato prima di alzarmi per farmi ancora colpire dai mostri. Disprezzo me stesso per quello che ho fatto.

Lorenzo viene svegliato dalla moglie delicatamente. Urlava e piangeva nel sonno.

"Lorenzo... era solo un brutto sogno. Non devi avere paura... ci sono io qua con te. Va bene? Ti accarezzo finché dormi. Rilassati..."dice tenera al marito iniziando ad accarezzargli i capelli. Lo faceva con sua sorella, Aurante si almava sempre e presto dormiva tranquilla.

"Non so cosa mi sta succedendo... eppure ho già ucciso delle persone. Erano gli aggressori di mio padre."

"Ne sono sicura. Ma non erano innocenti. Se Dio ti perdona puoi farlo anche te. Devi imparare ad amarti e smetterla di disprezzarti."

"Non posso frlo, Clarice. Avevo promesso a mio nonno che sarei stato sempre giusto nelle mie decisione sulla Repubblica. E invece..."

"Sei strano Lorenzo. Con tutta la tua filosofia e l'arte... riesci lo stesso a disprezzarti. Sebbene io non le capisca alcuni affresci sono stupendi."aggiunge calma sua moglie asciugandogli le lacrime con un fazzoletto.

"Gli artisti hanno quasi finito di dipingere Palazzo Vecchio. Ho pagato Andrea Cavalcanti per far ristrutturare il distretto intorno al Battistero Di San Giovanni."spiega sconfortato toccando il pancione della moglie. Sta per partorire. Nel 1470 Lorenzo diventa un membro degli Operai Del Palagio: sono politici Fiorentini che pagano per sistemare la pare artistica di Palazzo Vecchio. Andrea Cavalcanti viene adottat dall'architetto Brunelleschi e alla sua morte lo sostituisce.

Dopo alcuni minuti Lorenzo riesce ad addormentarsi. Ogni notte fa lo stesso incubo, ma è inutile che ne parli con sua moglie; in quanto lei non conosce la Divina Commedia. Per farle capie dovrebbe spiegarle la costruzione dell'Inferno Dantesco. Sarebbe faticoso per entrambi.

Lorenzo si sveglia presto per andare dalle Guardie Cittadine. È terrorrizzato all'idea che qualcuno possa ferire od uccidere sua moglie e il figio.

I soldati vedendo Lorenzo sono sorpresi. Si avvicina ad una guardia.

"Vale, messere. Come posso aiutarvi?"dice ammirato l'uomo osservando Lorenzo. Si inchina.

"Qual è il vostro soldato migliore? Vorrei assumerlo per proteggere mia moglie."

"Certo, messere. È Guido Foscari. Farà il turno nel pomeriggio. Appena arriva lo mando da voi."

"Bene. Ti ringrazio della tua gentilezza."aggiunge tranquillo uscendo. Va alla bottega di Sandro e trova suo fratello insieme a Simonetta. Sono in posa.

"Medici, state fermo. Se continuate a guardare Vespucci non riesco a dipingervi."

"Siete noioso, Botticelli. Mi fa male la schiena a stare tutto storto."

"Messere, state fermo. Botticelli, non può dipingerci se continuate a muovervi."aggiunge stufa Simonetta e Lorenzo li garda felice.

Lorenzo uscito dalla bottega cammina osservando la sua amata Firenze, quando vede un uomo litigare insieme ad una donna si avvicina.

"Cosa sta succedendo, messere?! Parlate! Rispondetemi!"ordina furioso all'uuomo, fissa il Signore Di Firenze infastidito. Ha paura di mettersi contro Lorenzo.

"Vuole farmi pagare 10 fiorini questo pugnale. L'accordo era 5."

"No, messere. Vi siete messo d'accordo on mio padre per 10. In realtà costerebbe molto di più."

"E' un lavoro a uomini. E questa vuole derubarmi facendomi pagare di più."commenta sprezzante e la donna lo fissa esasperata. Lorenzo odia i prepotenti, quindi aspetta che il solato cammini verso di loro.

"Guardia! Arrestalo! Portalo nella Torre Di Arnolfo! Resterà in prigione per una notte!"esclama furioso Lorenzo e la Guardia Cittadina arresta l'uomo. Nella Torre Di Arnolfo vengono portati i prigionieri. È una torre di Palazzo Vecchio. La gente molto pericolosa viene rinchiusa nell'Alberghtto, infatti suo nonno l'avevano messo qua dentro.

"Vi ringrazio, messer Medici. Siete stato molto gentile ad intervenire."

"Odio i prepotenti. Ma non ho fatto niente di straordinario. Come vi chiamate, madonna?"dice carino alla donna.

"Fioretta Gorini. Sì, invece. Siete intervenuto e non eravate obbligato."dice ostinata la donna fissandolo. Aveva sentito le persone parlare della sua gentilezza, ma fino a quel giorno non sapeva quanto. Fioretta Gorini diventerà l'amante di Giliano.

Lorenzo tornato a casa fissa il David. Siamo tutti peccatori... in un modo o nell'altro. Ci circonda l'immensità di piccoli particolari, che non vediamo. Siamo troppo occupati a giudicarci peccatori. Riflette ammirando il David. La statua è appogiata su una colonna di marmi policromi, decorata alla base da foglie ed arpie.

Lorenzo per la sua compassione, diplomazia, altruismo nel costruire edifici civici ed amore verso l'arte verrà soprannominato: Ago Della Bilancia, Lorenzo Il Magnifico, Il Magnifico o Magnifico.

E Lorenzo continua a tormentarsi perché gli manca Lucrezia, ma allo stesso tempo è innamorato della moglie. Non vuole infrangere la promessa fatta a Clarice sul balcone di Palazzo Orsini, l'unica volta che si sono incontrati prima vdel matrimonio... per farsi odiare da Clarice ha dovuto impegnarsi, adesso è tutto risolto. Meno male... veramente dire che ama sua moglie sarebbe una cosa esagerata. Le vuole bene. È affezionato, questo sì. Ma niente di più.

Lorenzo senza nessun moivo va ad abbracciare sua moglie. È molto più bassa di lui, quindi posa il proprio mento delicatamente sulla testa della moglie tra i suoi capelli. Clarice si rannicchia tra le sue braccia, poi il marito la prende per sedersi insieme a lei sulla poltrona. Ormai no è più solo di Lorenzo, ma anche sua. Azi... loro.

Clarice sente il cuore del marito battere rapido, Lorenzo sussurra delle parole tenere. E lei tra le sue braccia si xsente tranquilla. Protetta. Sa che finché sarà insieme a Lorenzo non potrà capitarle mai niente di brutto. Clarice fa parte della famiglia. Lui lo impedirebbe con tutte le sue forze; Lorenzo sarebbe capace perfino di infrangere la legge per riprndersela. A qualsiasi prezzo.

Clarice non è solo la madre di suo figlio, ma sopratutto quella che gli resta vicino.

Lorenzo vede Clarice come una persona fragile. Desidera proteggerla non solo dalla violenza del mondo, ma ancnhe dai sentimenti tristi.

Prima del matrimonio aveva solo l'arte da proteggere; ma lei non è una persona; certo c'era Bianca. Però la proteggeva pìù per obbligo. È il fratello maggiore. Invece con sua mglie sceglie di farlo. Clarice non merita altra sofferenza, la morte del loro primo figlio li ha uniti. È in quella situzion che decifde di proteggerla. Non importa a quale prezzo, tanto lui possiede soldi, potere e talento persuasivo.


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Capitolo 18
*** 18 ***


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18.FORTUNA.

Clarice avrebbe dovuto partorire qualche settimana fa, infatti Lorenzo non vuole mai separarsi dalla moglie. Le poche volte che ècostretto chiede alla madre o a Bianca di stare con lei. Suo marito ha vietato ai domestici di vestirla, lo vuole fare lui. È paranoico.

Clarice sta passeggiando insieme al soldato, quando nota suo marito he tiene la mano dell'amante. Aspetta di vedere Lucrezia è sola. E si avvicina.

“Foscari, lasciami un attimo da sola. Per favore. Vorrei parlare con madonna Donati Ardinghelli.”

“D'accordo. Mi allontano così vi posso vedere senza sentire cosa dite.”dice comprensivo il soldato sedendosi sulla panca dall'altra parte della chiesa. Lucrezia fissa Clarice meravigliata e un po' perplessa.

“Immagino che voi sappiate il mio nome. So come vi chiamate, madonna.”dice gelida Clarice sedendosi sulla panca vicino a Lucrezia.

“Certamente, madonna Orsini Medici. Siete la moglie di Lorenzo. Come posso aiutarvi?”

“Se amate mio marito... lasciatelo. Inventate una bugia. Non importa cosa dite... prima o poi qualche suo nemico scoprirà la verità. E sarà nei guai...”

“Avete frainteso. Non siamo più amanti. Ha scelto voi. Mi ha lasciato subito dopo il vostro matrimonio.”spiega agitandosi sulla panca. Non saperché continui a difenderlo; ancge dopo tutta la sofferenza che le ha causato evitando di dirle che si è sposato, insieme alla donna con cui sta parlndo.

“Non sono una stupida. Ho visto come vi guarda. Ma so che arete la scelta giusta per Firenze. Le nostre vite dipendono da Lorenzo.”aggiunge educata Clarice e senza dare il tempo a Lucrezia di parlare esce dalla chiesa per tornare a casa. Nella sua stanza si siede sulla poltrona ed osserva il crocefisso che le aveva regalato Fausto, poco prima della partenza per Firenze.

Ricordo di Clarice

Sono arrivata a Roma. La mia vera casa... devo aiutare mio marito convincendo Papa Sisto. È il mio dovere di moglie. E voglio anche farlo.

Sono davanti a Papa Sisto. È un uomo molto magro quasi scheletrico, con il naso lungo, i capelli corti, castani e gli occhi dello stesso colore. Indossa una mantella corta, rossa sopra al vestito bianco e l'anello. Dietro di lui c'è Salviati. E' immobile. Più che un prete semba una Guardia Dell'Esercito Papale, pronto ad aggredirmi se faccio qualcosa di sbagliato! Mi guarda diffidente. Sono venuta a parlare con Papa Sisto, non ho nessuna intenzione di farmi intimorire da Salviati. Mi inchino per baciare l'anello del Papa. E aspetto che parli.

“Salviati, lasciateci con madonna Orsini Medici.”ordina curioso da me. E Salviati sempre con quello sguardo intimidatorio si inchina per baciare l'anello del Papa. Ci lascia.

“Mi dispiace disturbarvi, Sua Santità. Vi prego di ascoltarmi senza pregiudizi...”

“Non ci state disturbando. Diteci. Vi ascoltiamo con interesse. Dobbiamo farlo.”

“So che mio marito è venuto a parlarvi. Voleva chiedervi di nominarlo vostro banchiere. Voi avete rifiutato. Giusto? Ho capito bene?”

“Sì. Sebbene condividiamo le stesse idee con vostro marito non possiamo fare favoritismi. Avete fatto un viaggio inutile. Ci pensiamo. Intanto, siete nostra ospite.”

“Grazie di avermi accolta subito. E anche che pensate se accettare o no la richiesta.”aggiungo grata inchinandomi per baciare l'anello. Torno nella casa dei miei genitori. Mi rilasso chiacchierando con Aurante. Non esco fino all'alba del giorno seguente.

Vado a salutare Fausto. Usciamo dal Vaticano. Intravedo Pazzi e divento ansiosa di sapere la risposta del Papa... sicuramente Salviati avrà avvisato suo cugno che sono a Roma.

Vado con Fausto nella piazza a parlare. Non ci siamo più visti, ma solo scritti.

“Come state a Firenze? E vostro marito? Vi piace? Avevo ragione sul dargli una possibilità?”

“Bene. All'inizio ci stavamo studiando poi è diventato carino. Avevate ragione a dirmi di dargli una possibilità.”dico contenta di averlo ascoltato.

”Cosa fate durante il giorno, mentre vostro marito lavora? Andate d aiutare i poveri in qualche convento?”

“Vado insieme a mia suocera al Convento Di San Marco. Per fortuna Lorenzo aiuta tanto la popolazione. Mac'è sempre tanto lavoro. E tra poco sarò adre.”

“Madre?! Che bello! Auguri! Sono sicuro sarai bravissima! E tuo marito ti aiuterà!”

“Spero di esserne capace. Sono un po' spaventata. Tutti i Medici hanno grandi aspettative.”dico agitata e lui mi prende la mano per incoraggiarmi.

Arriva Salviati con il suo solito ghigno e sguardo intimidatorio. Ci fissiamo diffidenti.

“Papa Sisto, vuole parlarvi. Venite con me. Vi accompagno da lui.”dice distaccato Salviati.

“Vi ringrazio ma non serve, Vescovo Salviati. Posso andare da sola.”

“Insisto... madonna. Vi accompagno d lui. Non ho nessuna problema a farlo...”aggiunge indifferente e io arresa lo segue fino a Castel Sant'Angelo. Ci lascia.

“Abbiamo deciso di nominare vostro marito banciere della Chiesa. È solo merito vostro.”

“Sua Santità, vi prego... di non dire niente a mio marito. Vorrei che restasse un segreto.”dico contenta dopo aver saputo questa cosa. Ho aiutato Lorenzo e ne sono felice.

I pensieri di Clarice vengono interrotti dall'arrivo del marito.

“Stai bene? Vero? Perché non mi hai fatto chiamare da un servo? Ero nel mio studio a leggere.”

“Sto bene. Non avere paura. Stavo pregando. Ho preferito lasciarti stare. Perché devo girare con Foscari? Mi mette a disagio avere un soldato personale.”

“Ho paura per te e il bambino. Sì. Mi sentirei più sicuro. Non voglio ch vi capiti niente. Siete la mia vita. Capisci?”aggiunge tenero iniziando ad accarezzarla.

“Capisco. D'accordo. Va bene. Ma certo. Ho fatto una domanda stupida...”dice dolorante aggrappandosi al tavolo e suo marito la sorregge. Entra un ervo.

“CHIAMATE LA LEVATRICE! SUBITO! STA PER PARTORIRE! COSA FAI?! SBRIGATI!”urla affannato Lorenzo al servo che esce correndo. Prende sua moglie in braccio e la stende sul letto. Lei ansima per il doloe. E per Lorenzo è straziante vedere che ha male senza poterla aiutare.

“Mi dai il crocefisso... per favore? è nella tasca del vestito... prendimelo...”

“Tranquilla. Passa presto. La levatrice sta arrivando. Vorrei aiutarti, ma non so come fare...”

“Stammi vicino... solo questo... non puoi fare altro... chiama Bianca e tua madre...”

“Va bene. Avviso un domestico. Sono in corridoio. Arrivo subito.”risponde ansioso uscendo dalla camera. Vede Giuliano chiacchierare con Sandro.

“Fratello! Cosa ti sta succedendo?! Posso aiutarti?!”domanda preoccupato Giuliano.

“Clarice, sta per partorire. Chiama Bianca e nostra madre. Torno da lei.”

“Va bene... Sandro, cerca Bianca. Nel frattempo io, chiamo nostra madre...”ordina agitato Giuliano all'amico prima di separarsi. Corrono in direzioni opposte, intanto Lorenzo torna dalla moglie. Nei pochi minuti che ha parlato con suo fratello Clarice ha i capelli fradici. Dopo aklcuni minuti arrivano la levatrice, Lucrezia e Bianca; Giuliano accompagna suo fratello da Sandro.

Dopo poco partorisce una bambina. Lorenzo guarda sua figlia con venerazione. Contento le accarezza la testa. Si sente fortunato e felice. Non gli interessa se è femmina, tant appena avrà 12 anni potrà farla sposare.

Clarice sfinita li osserva. Non ha neanche la forza di muovere un muscolo. Ti renderai conto che casa è tra le braccia di chi riconosce ogni sfumatura ed emozione che traspare dai tuoi occhi,saprai di essere arrivato quando tutte le tue emozioni esploderanno senza il timore di essere fatto a pezzi... al momento è solo affitto a non residenti. Medita felice guardando suo marito insieme alla figlia.

Lorenzo chiama la bambina Lucrezia in onore di sua madre e dell'amante.

Clarice si fa convincere dalla suocera che è stata una buona cosa mentire a Lorenzo, perché era necessario.

La nascita del primo figlio fa sentire Clarice meno in colpa per aver mentito al marito. Tutti i Medici sono intorno a Lorenzo e alla bambina.

Lorenzo siede sul letto insieme a Lucrezia per mostrarle la loro figlia.

Clarice è contenta di avere fatto il suo dovere, ma adesso devono fare un altro figlio e sperare che sia un maschio. Altrimenti non si può continuare il cognome.

Lorenzo si alza con la figlia e va alla finestra ad ammirare Firenze.

Clarice osservando padre e figlia sente la stessa pace di quando prega.

Lucrezia fa uscire Bianca e Giuliano per far stare da soli Clarice e Lorenzo con la figlia.

Clarice viene trascinata negli intrighi da Lucrezia, lo accetta solo pr amore del marito... Lorenzo vorrebbe chiedere a Francesco di fare da padrino alla figlia; sua moglie non è molto d'accordo ma accetta lo stesso. Avrebbe preferito chiedere a Latino o Fausto.

È il 1473 e Lorenzo vuole comprare Imola da Galeazzo Maria Sforza. Infatti parte con suo fratello per Milano. Vengono invitati al matrimonio della figlia di Galeazzo Maria: Caterina. Si sposa con Girolamo Riario.


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Capitolo 19
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19.PER MIA TROPPA SPERANZA...

Lorenzo era partito due giorni fa insieme al fratello. Sono giunti davanti alle mura di Milano. Le Guardie Cittadine aprono il portone per farli entrare.

I fratelli cavalcano fino al Castello Sforzesco, una volta dentro il parco engono accolti dagli Sforza. Ci sono: Galeazzo Maria, sua moglie Bona Di Savoia ed una figlia. Lorenzo insieme al fratello smontano dai cavalli.

“Benvenuti al Castello Sforzesco, messeri. Vorrei presentervi mia figlia Caterina.”dice calmo Galeazzo Maria inchinandosi. Lo stesso fanno gli altri. Poi Lorenzo e Giuliano fanno il baciamano alle ragazze.

“Messeri, benvenuti.”dice timida Caterina restando colpita da Lorenzo. È affascinata perché suo padre le ha raccontato tante stoie sul grande Lorenzo De' Medici.

Gli Sforza accompagnano i fratelli Medici nel salone. Lorenzo si ferma ad ammirare l'affresco. In corridoio ce n'è uno molto colorato e drammatico. La prte sopra raffigura il Paradiso Terrestre, invece sotto c'è l'Inferno. Loorenzo viene attratto da quattro uomini impiccati, sotto di loro dei demoni gli mangiano le gambe. L'affresco essendo colorato evidenza ancora di più la scena drammatica.

Lorenzo raggiunge gli altri. Siede vicino a Galeazzo Maria.

“Vi presento gli altri miei figli: Ippolita, Gian Galeazzo Maria, Bianca, Anna ed Ottaviano.”dice impaziente di finire con i convenevoli, per parlare con loro. Lorenzo nel frattempo osserva Caterina. È una bambina. Ha capelli castani, lunghi, ricci, legati in una crocchia, occhi dello stesso colore e cicatrici. Indossa un vestito verde scuro.

“Venite. Lasciamo parlare vostro padre con gli ospiti. Forza. Caterina, anche te.”ordina tenera Bona spingendo i figli fuori, Caterina li segue infastidita. Avrebbe voluto ascoltarli parlare. Non perché le interessi la politica, ma per curiosità.

“Vostra figlia Caterina, è ribelle. Vero? E posso sapere quanti anni ha?”

“Voi siete curioso, invece. 12. Molto ribelle, orgogliosa e vendicativa. Ho soddisfatto la vostra curiosità, Medici?”

“Avete ragione, Sforza. Sono molto curioso. È un mio difetto... penso.”risponde allegro Lorenzo guardando la pianta nwl parco dalla porta finestrata.

“Mentre voi chiacchierate posso fare un giro nel parco? Non vorrei infastidire la vostra famiglia.”

“Certamente. I Medici sono sempre benvenuti a Milano. Non dovete chiedermi il permesso.”risponde contento Galeazzo Maria al ragazzo, Giuliano quindi esce nel parco.

“Ho visto l'affresco nel corridoio. Come potete aver fatto dipingere una simile crudeltà? Credo che l'arte debba avvicinarci a Dio.”

“E' questo che ammiro di voi. La sincerità delle vostre parole. Il nostro Inferno si chiama Italia. I demoni raffigurano le guerre che ci sono nelle città.”

“Grazie. Un significato olto profondo. E filosofico. Sì. Avete ragione. Le guerre portano solo morte senza risolvere il problema. Invce gli uomini impiccati?”

“Sono le città che restano senza soldi. Dunque impiccate dai debiti.”

“Non condivido ma capisco il messaggio profondo che ci sta dietro.”

“Lo so. La vostra richiesta di acquistare Imola è accettata. Vabene. Per educazione ascoltarò anche l'altra offerta. Ne riparliamo dopo il matrimonio. Intanto divertitvi.”aggiunge sereno Galeazzo Maria offrendo a Lorenzo un forziere pieno di soldi.

“Grazie. E al matrimonio di vostra figlia ci sarà anche Ippolita Maria?”

“L'avevo invitata. Ma non so se lascierà Napoli. Oggi pomeriggio inizieranno ad arrivare gli invitati. Ci sarà anche Raffaele Riario. È nipote del Papa. E cugino di Girolamo.”

“Ah. Papa Sisto è interessato a comprare Imola? Fose vuole darla al nipote.”

“Non c'entrano Riario e suo zio. È un'altra persona. Ne riparliamo tra due giorni. Devo andare. Ci vediamo a cena.”aggiunge accigliato prima di inchinarsi ed andarsene, intanto Lorenzo cerca suo fratello. È nella loro camera.

“Ho una brutta cosa da dirti... credo che Sisto voglia comprare Imola...”

“Pure la mia non ti piacerà. Ho appena visto l'Arcivescovo Riario scendere dalla carrozza. Se è come dici te dobbiamo stare attenti.”risponde dubbioso Giuliano togliando la maglia resta mezzo nudo. È sudato.

“Va bene. Penso che dovremo aspettare fin dopo il matrimonio, per sapere la verità.”

“Pensiamo alle cose importanti, piuttosto! Come fanno a vivere sempre con questo caldo umido?! Sono sudato fradicio! Vorrei tuffarmi nel fossato!”aggiunge scherzoso mettendosi la maglia pulita sulla spalla. Lorenzo ride insieme a lui. Entrambi vanno alla fontana che c'è nel parco per rinfrescarsi.

Dopocena Lorenzo è sfinito, perciò senza neanche cercare Ippolita va a dormire.

La mattina segente viene svegliato dalla voce di Galeazzo Maria, proviene dal parco.

“Vale, sorella. Non pensavo che veniste. Siete insieme a vostro marito?”

“No. Alfoso è dvuto rimanere a Napoli. Resto solo per il matrimonio poi riparto.”spiega mesta Ippolita Maria. È triste di non poter restare con sua nipote. Lorenzo sentendo la voce dell'amica saltu su dal letto svegliando suo fratello. Si veste veloce.

“Fratello, cosa stai facendo? Perché ti stai vestendo rapido? È presto...”chiede assonnato guardando Lorenzo cercare tutti i pezzi per vestirsi. Dopo essersi vestito spazzola quei capelli intrattabili, sistemano la frangia dietro all'orecchio. In teoria dovrebbe tagliarli; essengo pigro li fa crescere tanto, finché non raggiungono l'estremit dell'orecchio. Quasi da poterli legare per farci un codino.

Lorenzo senza rispondere al fratello corre nel corridoio del salone, prima di entrare si calma. Sonno anni che non vede l'amica.

Lorenzo entra nel salone, quando vede Ippolita Maria è sorpreso di trovare una donna forte e fiera.

“Medici. Se volete sedervi stavamo per mangiare. Mia sorella è appena arrivata.”spiega confuso Gleazzo Maria notando gli sguardi imbarazzati di Lorenzo e sua sorella.

“Medici. Quanto tempo è passato dall'ultma volta che ci siamo visti.”aggiunge meravigliata Ippolita Maria inchinandosi per xsalutare l'amico. Anche lui è cambiato. Lo trova più sicuro di sé.

“Avete ragione. Stavate andando a Napoli. Eravate nervosa. Anni.”risponde euforico sedenosi vicino ad Ottaviano, infilza la carne.

“Zia, mi passi una fragola?”domanda edcata Caterina, intanto Lorenzo guarda Ippolita Maria. Arriva Raffaele.

“Arcivescovo, vuole mangiare con noi? O preferite che vi faccia portare la colazione nella vostra stanza?”domanda apprensiva Bona al ragazzo.

“Non serve, ma grazie dell'interessamento. Mangio con voi.”dice perplesso di vedere Lorenzo.

“Va bene. Bianca, avvicinati a tuo padre. Anche voi, messer Medici.”

“Cosa ci fa lui? È per il nostro saccordo? L'avete avvisato?”

“E' amico della nostra famiglia da anni. Non ci vedo niente di strano.”risponde irritato Galeazzo Maria. Odia quando qualcuno ha dubbi sulla verità. È sincero. Non dice bugie su queste cose. E il ragazzo sembra tranquillizzarsi.

Finita la colazione, mentre arrivano gli ultimi invitati; per il matrimonio Ippolita Maria passeggia con Lorenzo nelle strade affollate.

“Non ho mai smesso di pensarvi per un giorno. Quando ho sapto del vostro matrimonio pensavo fosse meglio evitare messaggi inappropriati.”

“Anche per me è lo stesso. Avete fatto bene. Ho una moglie gelosa, so che si preoccupa.”

“Siamo cambiati. Governiamo due dei più importanti Stati Italiani. Siete famoso, sapete? Spesso sento parlare del compassionevole Lorenzo De' Medii.”dice nostalgica Ippolita Maria. Un ervo galoppa da loro.

“Il padrone vorrebbe che lo raggiungiate nel suo studio. Usate questo cavallo.”dice accaldato l'uomo, mentre osserva Lorenzo montare sul cavallo.

Lorenzo galoppa fino allo studio di Galeazzo Maria gnoramndo gli invitati. Ansioso corre dentro e trrova l'amico con un uomo arrestato dai soldati.

“Medici, cosa dovrei fare con questo traditore? La lergge dice di impiccarlo.”

“Abbiate pietà, Sforza. La legge deve e può venire cambiata se è sbagliata.”

“Aveva rgione, mia sorella. Siete compassionevole anche con chi non lo merita. Soldati liberatelo.”

“Avete fatto la scelta giusta, Sforza. Essere spietato non porta mai a niennte di buono.”

“Per questo ho chiesto a voi. Ci vediamo nella Cappella Portinari, Medici.”aggiunge rilassandosi Galeazzo Maria e Lorenzo dopo essersi inchinato va alla Basilica Di Sant'Eustorgio nella Cappella Portinari. Siede vicino a Giuliano. Entra Caterina insieme al marito. Il matrimonio viene celebrato da Raffaele.

Lorenzo osserva Girolamo. Ha i capelli neri, lisci e gli occhi marroni. Caterina arrivandogli alla pncia deve inchinarsi per riuscire a baciarla.

Lorenzo intanto pensa alla figlia che sposerà un parente del Vescovo Salviati. Intanto Caterina insieme al marito si volta verso gli invitati. Resterà a Milano fino il 1477. Ma nel 1476 prima della messa di Santo Stefano, Galeazzo Maria viene ucciso da alcuni nobili. In questo modo l'alleanza con Firenze e Venezia finisce.

Lo Stato Fiorentino è solo contro le città nemiche... Livorno e Siena sono pericolose.

A Lorenzo manca Ippolita Maria, le aveva promesso di scriverle qualche volta. Ma non lo fa per paura che Clarice diventi gelosa come con Lucrezia.

Lorenzo dopo il matrimonio della sorella la vede poco, intanto Francesco ha fatto da padrino a Lucrezia.


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Capitolo 20
*** 20 ***


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20.OCCHI, MAI FINE IL VOSTRO PIANTO?

E' il 16 aprile 1478. E la Congiura Dei Pazzi verrà eseguita stasera. C sono Girolamo, Francesco, Jacopo, Federico Da Montefeltro, Antonio Maffei, Jacopo Bracciolini, Napoleone Francesi, Giambattista Montesecco, Stefano Di Bagnone, Bernardo Baroncelli, Biagio Soderini, Francesco, Corso Longo, Puccio e Uberto Salviati.

Francesco dopo aver saputo la verità sul Sacco D Volterra vuole vendicare sua moglie. Ancora una volta viene tradito da Lorenzo. Per questo decide di unirsi alla Congiura Dei Pazzi.

Francesco è insieme ad altri congiurati a Palazzo Salviati nello studio di Puccio.

"Avvelenermo entrambi i fratelli. Devono essere uccisi insieme. È l'unica soluzione."

"E' una buona soluzione. In teoria. Ma inpaticabile, Maffei. Come potete farli bere? E se il veleno verrà bevuto da un innocente?"aggiunge rude Federico.

"E' un sacrificio accettabile. La tirannia Medicea deve finire. Lorenzo ha dato l'ordine di massacrare Volterra. Voleva le miniere dell'allume."

"Siamo mucche da mungereper arricchire la loro banca. Firenze doveva essere una Repubblica, invece veniamo governati dai Medici. Sono tiranni."die sprezzante Puccio osservando la lettera con l'invito dei Medici per il banchetto Pasquale.

"La soluzione migliore sarebbe che io e Pazzi pugnaliamo i fratelli. Ci vuoe una cosa mirata. È inutile uccidere il resto della famiglia."

"Montefeltro ha ragone. Voglio uccidere Lorenzo. Voi, Riario... avete avvisato Papa Sisto? Ci dar l'Esercito Papale? Se sì, chi lo comanderà?"

"Ho già detto ai soldati che devono eseguire gli ordini di Montesecco. Torna ad Imola."risponde calmo Girolamo osservando la fiamma nella torcia.

"Se avremo problemi l'unica soluzione è farlo durante la messa. Il 26. A Pacqua."dice pensieroso Jacopo.

"Bene. Allora, parto subito per Roma. Vale, messeri."aggiunge ansioso Giampolo prima di inchinarsi per andarsene.

"Siete spietato, Pazzi. E perfino i mercenri hanno delle regole. Non uccido dentro una chiesa. Inoltre durante la messa. Questo delitto sarebbe visto come contro Dio."

"Molto bene. Quanti soldi volete? Vanno bene 15.000 fiorini? O di più?"domanda furioso Jacopo alzandosi dal divano. Anche Francesco fissa tovo Federico.

"Chiedetemi tutto. Tranne questo. Non squarcerò la gola di Medici in un luogo sacro."

"Allora, sparite! Non ci sevite a niente! Forza! Quella è la porta! Uscite!"esclama arrabbiato Jacopo aprendo la porta. Francesco lo fissa truce.

"Come voltete. Addio, messeri. Se volete altro sapete dove trovarmi."dice irritato Federico dopo essersi inchinato per andarsene.

"Alle 19.30 li uccideremo. Pazzi pugnalerà Lorenzo. E Salviati farà la stessa cosa con Giuliano. Quando saranno a ballare li colpiremo."

"Bene, Soderini. E le donne della famiglia? Non possiamo uccidere Orsini. Ha tutti parenti Cardinali."chiede dubbioso Uberto preoccupato di non farsi nemici i Cardinali Orsini; quindi anche la Chiesa stessa.

"Non faremo ninte. I nostri nemici sono Giuliano e Lorenzo. Lasciatele vivere."rdina impassibile Jacopo. Finita la riunione Francesco va alla tomba di Matilde. La mia mano lo ucciderà... non sarà facile... sentirò dolore! Avrò la guerra dentro e perderò il sonno, ma tanto nel mio cuore sanguinante non c'è più amore. È vuoto! Pensa rabioso Francesco fissando la toma della moglie. Viene raggiunto da Francesco.

"La vendicheremo, cugino. I Medici si ritroveranno con un pugnale nel cuore."dice crudele avvicinandosi alla tomba. I fratelli Medici non possono sperare di uscire vivi dalla loro furia vendicativa. Francesco Salviati vuole uccidereli perché quattro anni prima Lorenzo gli impedsce di diventare Arcivescovo Di Firenze, preferendo suo cognato Rinaldo Orsini a lui. Sisto quindi nomina Francesco Arcivescovo Di Pisa.

Francesco va a prepararsi per uccidere l'ex amico. Non gli interessa altro.

Francesco giunto a Palazzo Medici vine accolto da Lorenzo e vederlo gli fa venire un istinto omicida incontrollabile... Clarice si avvicina.

"Buonasera, messere. Grazie per essere venuto al nostro banchetto Pasquale. Mio marito, vorrebbe parlarvi. Potete raggiungerlo nel suo studio."

"Vale. Vi ringrazio. Sì. Farò come dite. Lo raggiungerò nel suo studio."dice tranquillo facendole il baciamano. Clarice non c'entra con le decisioni egoistiche del marito, duque la tratta bene.

Francesco va da Lorenzo e lo fiwssa con odio e disprezzo.

"Medici, cosa volete? E avete il coraggi di parlarmi ancora dopo tutto quello cheavete fatto. Mia moglie, è stata uccisa da una vostra frase."

"Lo so Francesco... non passa giorno che vedo i corpi degli innocenti..."dice sospirando alzandosi per appoggiarsi al bordo della scrivania.

"Smettila con questa ipocrisia. Puoi ingannare tutti ma non me. La tua vita è perfetta."commenta scontroso Francesco preferendo fissare il libro La Repubblica. Non può ucciderlo inquesto momento. È essenziale farlo al tempo giusto.

"Volevo solo sapere se stavi eglio... ecco. La vita non può fermarsi... purtroppo."

"Cosa ne vuoi sapere? Hai una vita perfetta. Vivi senza problemi."commenta irritato Francesco continuando a fissarlo rabbioso.

"Magari. Vorrei fosse possibile. Nessuno vive la vita che vuole. O ne ha una perfetta."

"Come volete. Ridatemi il quadernetto contabile. Non vi servirà più. Dopo."aggiunge freddo Francesco e Lorenzo glielo dà senza protestare.

Francesco dopo aver preso iol quadernetto cerca una stanza vuota e lo lancia nel camino. Fissa le fiamme bruciarlo.

Francesco siede al tavolo ed inizia il banchetto. Cerca Giuliano con lo sguardo. Lorenzo si alza quindi tutti si zittiscono.

"Vi ringrazio per essere venuti al nostro banchetto Pasquale. Ma Giuliano non ha potuto partecipare."annuncia triste e Francesco fissa prima lo zio, poi il cugino. L'omicidio viene rimandato alla domenica Pasquale.

Francesco quindi saluta i Medici: deve partire per Roma. Quei due giorni di viaggio gli sembrano interminabili. Giunto a Castel Sant'Angelo ci mette un po' per convincere i soldati. Non riuscendoci li corrompe.

Francesco va dal Papa e Raffaele vedendolo è sorpreso.

"Nipote, ne parliamo domani. Ho bisogno di discutere con messer Pazzi."

"Va bene, Sua Santità. Come volete."risponde perplesso Raffaele baciando l'anello dello zio. Appena esce Papa Sisto si alza ed inizia a girare per la stanza preoccupato... ha paura che i Medici non possono venire uccisi.

Francesco quando lui smette di camminre si avvicina per baciargli l'anello.

"Diteci. Non potete uccidere i fatelli Medici? È per questo che siete venuto?"

"Lo faremo il 26 perché l'altro ieri Giuliano non ha partecipato al banchetto. Ci serve l'Esercito Papale per invadere Firenze. Montefeltro si è rifiutato."

"Bene. Vi mandereremo nostro nipote Raffaele. In questo modo nessuno sospetterà niente e chiederà perhé a Firenze c'è l'Esercito Papale."

"Vi ringrazio. Non preoccupatevi. La sera del 26 riceverete il messaggio dell'omicidio dei Medici."aggiunge stano Francesco. Baciato l'anello di Papa Sisto riprende la cavalcata per Firenze. Mancano pochi giorni al 26! E ci sono ancora tanti dettagli da organizzare. Il più importante: chi ucciderà i fratelli Medici? Antonio insieme a Stefano devono colpire Lorenzo, invece Bernardo e Francesco pugnaleranno Giuliano.

È giunto il momento. Sono le 18.15, per cui Francesco cavalca in Piazza Della Signoria dove c'è l'Esercito Papale comandato da Giambattista e Gianfrancesco. Niente errori. Francesco controllato quanti soldati ci sono torna alla Basilica Di Santa Maria Del Fire. Il sole sta tramontando dietro ai tetti degli edifici. Tra pochi minuti Giuliano sarà esattamente come un agnello Pasquale. Verrà sacrificato per dare il potere ai Pazzi. E la vendetta del fratello sarà spietata. Torturerà i nemici. Verserà tanto di quel sangue che in confronto la guerra contro Volterra è stata insignificante.

Francesco appena iniza la messa cerca Giuliano insieme a Lorenzo, ma non edendolo va con Bernardo al suo palazzo. Prima però manda l'Esercito Paplae fuori dalla città... sulle colline. Francesco giunto a Palazzo Medici cerca Giuliano e dopo averlo trovato lo abbraccia stringendolo. Vuol vedere se ha la cotta dimaglia (giaco) sotto alla camicia. Non avendola insieme a Bernardo olo portano in chiesa.

Francesco vede che Raffaele ha alzato l'ostia. Non può più tornare indietro. È il momento. Sono le 18.30. I congiurati scegono di farlo in quell'istante perché hanno la testa piegata ed essendo inginocchiati è più facile ucciderli!

Gli assassini siedono dietro ai fratelli... Bernardo veloce estrae l'arma e pugnala Giuliano tante volte. Lo stesso fa Antonio con Lorenzo, poiché è inesperto invece di ucciderlo gli ferisce solo la gola. Tutto accade in pochi secondi... da quel momento l'adorabile Lorenzo cambia.

Mentr la gente scappa dalla chiesa, Francesco pugnala ancora Giuliano diteso sul suo stesso sangue. Il poverino non si capisce come faccia, prima di morire riesce ad estrarre la propria spada per darla l fratello. Almeno uno dei due riuscirà a salvarsi... ancora una volta Giuliano lo aiuta. Poi Francesco si gira verso l'ex amico, Lorenzo gattona per raccogliere la spada del fratello. Intanto Clarice ed Agelo portano Lucrezia in sacrestia.

Francesco esita un attimo, poi ricordandosi del Sacco Di Volterra sta per ucciderlo... ma Francesco Nori difende Lorenzo sacrificandosi. Intanto Andrea e Lorenzo Cavalcanti combattono venendo uccisi da Bernanrdo ed Antonio.

Lorenzo quindi scappa nella sacrestia. Raggiunge la famiglia. Francesco infilza il corpo di Giuliano ed estrae la spada.


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Capitolo 21
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21.PIANTO OGNI ALTRO AVANZA; LA CONDIZION DEL VIVER NOSTRO UMANO.

La Congiura Dei Pazzi è stata in parte eseguita e Lorenzo vorrebbe essere morto insieme al suo amato fratello... risce a sopravvivere grazie al sacrificio di Francesco. E adesso vuole vendetta contro i responsabili. Li prenderà uno dopo l'altro per ucciderli... in realtà lo fa fare alla popolazione. Saranno gli stessi cittadini a consegnargleli. Altri verranno massacrarti.

"Non possiamo lasciare Giuliano nelle loro mani... devo andare da lui..."

"No, madonna Medici. Vogliono uccidere anche voi. Restate qua. Lasciate che se ne occupi vostro figlio. Vi supplico."dice ansioso Angelo, ma Lucrezia ostinata continuaa dare i pugni sul portone sbarrato.

Lorenzo appena smette di sanguinare afferra la spada.

"No, Lorenzo. Cosa vuoi fare? Non puoi affrontarli da solo. È troppo pericoloso."

"Clarice... spostati. Fammi uscire. Voglio andare ad ucciderli."ordina pazzo avvicinandosi con l'arma. E Clarice si rifiuta di spostarsi. La spinge lontano dalla porta... i presenti lo guardano impauriti. Non è mai tato violento con sua moglie. Lorenzo appena capisce cosa ha fatto si vergogna.

"Lorenzo... non ti farò uscire... hai capito? Spingimi ancora... fa niente..."

"Perdonami... Clarice. Non mi hai lasciato scelta. Devo vendicare mio fratello..."

"Se ne sono andati, messere. Potete uscire... gli uomini... sono scappati."

"Lorenzo, non possiamo fidarci. È una trappola. Stanno usando il bambino."

"E' un bambino. Lorenzo, fai attenzione. Ti prego. Non posso perderti."

"Non lo so, Angelo. Resta con loro. Vado a controllare."ordina rabbioso Lorenzo aprendo la porta. Prende il bambino dal vestito, intanto gli tiene l'arma puntata alla gola.

"Chi sei?! Dove sono andati?! Parla! Forza! Rispondimi! O preferisci venire ucciso?!"

"Niccolò Machiavelli. Francesco Pazzi è andato al suo palazzo e lo zio cerca di rivoltare la popolazione."

"Sei libero. Vattene. Forza. Ti so lasciando andare. Vai in Piazza Della Signoria e dii che sono vivo."ordina calmo lasciando Niccolo, il quale scappa; nel frattempo Lorenzo viene raggiunto da Sandro, Leonardo, Lucrezia, Lucrezia, Angelo, Clarice e altri sconosciuti.

Lucrezia corre dal padre.

"Padre. Cosa sta succedendo? Perché Sandro non voleva che venissi?"

"Sandro! Ti avevo chiesto di proteggere mia figlia! Jacopo vuole una rivolta! Lo devo fermare!"esclama mentre esce dalla chiesa. Le guardie portano il reso della famiglia Medici a casa, intanto Lorenzo si ferma tra a folla.

"LIBERTA'! A MORTE I MEDICI!"grida euforico Jacopo continuando a far girare il cavallo.

"LORENZO DE' MEDICI E' VIVO! NON L'HANNO UCCISO! PALLE!"urla emozionato Niccolò e Fancesco dalla finestra del Palazzo Della Signoria fissa terrificato suo cugino.

Lorenzo monta su un cavallo e torna in piazza.

"Se Lorenzo De' Medici è morto, quello sul cavallo nero deve essere un fantasma."commenta sprezzante una donna indicando Lorenzo. Al suo passeggio la folle si divide per fargli raggiungere Jacopo.

"Pazzi, avete fatto assassinare mio fratello in una chiesa! È sacra!"

"La ostra tirannia deve finire! E questo accadrà oggi! In un modo o nell'altro!"

"Avete commesso un crimine contro Dio! Vi concedo il permesso di andarvene!"ordina fiero Lorenzo e Jacopo non se lo fa ripetere. Galoppa lontano.

"LORENZO IL MAGNIFICO, HA COMPASSIONE DEGLI ASSASSINI DI SUO FRATELLO!"grida la folla, ma Lorenzo li zittisce.

"Il nome dei Pazzi deve venire cancellato da qualsiasi cosa! Non saranno mai esistiti! Bruciato tutto e portatemi i responsabili! Tutti! Anche Jacopo!"esclama furente alla folla, i quali iniziano a distruggere e bruciare... intato Lorenzo insieme alle sue guardie trotta nel Palazzo Dei Priori. Viene raggiunto da Sandro... l'amico lo fissa preoccupato.

"Lorenzo... ti supplico ferma questa crudeltà. Basta solo un tuo ordine..."dice ansioso guardandolo salire la scala. L'ui lo ignora e vedendo Francesco estrare il pugnale... spinge l'uomo contro alla parete.

"Prendo io il comando, Soderini. Chiamate un torturatore e fategli torturar i prigionieri. Devo sapere chi sono e persone coinvolte nel delitto."

"Subito. Certamente, messere. Vado immediatamente."rispode comprensivo prima di correre a cercare un torturatore... Sandro è sconvolto dalla sua crudeltà. Arrivano le guardie con Francesco, Puccio e Corso.

"Cercavno discappare. La folla li ha fermati. Siamo intervenuti perché volevano bruciarli."

"Francesco. Eraamo amici. Io ti amavo... coe hai potuto farlo? Dimmeo..."dice sconsolato osservando l'amico. Ho il cuore a brandelli. I suoi frammenti sono con lui... non posso incollarlo da solo... chi mi aiuterà a farlo? Non lo so... poprio... il cuore è spezzato... sono un corpo vuoto. Ferito e solo. Riflette depresso osservando Francesco.

"Le nostre famiglie sono rivali. Non posso tradire la persona che mi ha cresciuto."

"Impiccateli alle finestre. Ma prima dateli alla gente. Non intervenite."

"Medici... siete uno stupido! Il Papa non permetterà che ucciderete un ecclesiastico... vi farà la guerra! Firenze sarà scomunicata..."dice beffardo Francesco mentre un soldato lo porta in piazza. La folla inferocita gli taglia le gambe e Lorenzo non fa niente per fermarli. Guarda dalla finestra indifferente. Poi va al Palazzo Del Podestà. E cerca il torturatore nella sala interrogatori.

"E' coinvolta anche la Santa Sede. E Siena. Inoltre c'ntra pure Antonio Maffei Da Volterra."

"Bene. Grazie. Come ti chiami? Prigioniero."dice freddo avvicinandosi all'uomo.

"Uberto Salviati. Non mi pento di aver partecipato. Sei un tiranno."

"Attento a come parli. Stai parlando con il Signore Di Firenze. Rispettalo."ordina rude il torturatore dando ad Uberto un pugno sul braccio.

"Non è il Signore Di Firenze. Ma solo un traditore della sua stessa città."

"Quando hai finito dallo alla folla... loro sapranno cosa fare..."

"Non siete come vostro nonno. Ha avuto pietà di Albizi. Giuliano è morto."dice impassibile il prigioniero, intanto Lorenzo appena esce dall'edificio viene raggiunto da Guido.

"Venite. Vi porta dalla vostra famiglia. È pericoloso per voi stare in giro."

"No. Proteggi la mia famiglia. Non pensare a me. Soono in pericolo."dice ansioso per sua madre, Clarice e Lucrezia. Certo. Sono con Sandro, ma lui non è un soldato. Quando Guido se ne va Lorenzo viene aggredito da Jacopo. Combattono. L'acciaio delle spade stride metallico, nel frattempo le persone lanciano nei brucieri qualsiasi cosa possa venre incendiata.

"Mio nipote è un codardo! Tropp innamorato di voi per ucciderevi..."

"Jacopo, ho ordinato di distruggere qualsiasi cosa dove c'è il vostro nome. Nessuno si ricorderà della famiglia Pazzi. Non siete niente."risponde rabbioso ferendo Jacopo sul braccio, ma lui gli infila l'arma nel petto senza sapere che soto alla camicia ha la cotta di maglia.

"Tutti vi sotovalutano. Siete furbo. Moltissimo. Avete messo una cotta di maglia per non farvi uccidere. Quindi, lo sapevate? Chi è stato a dirvelo?"

"Galeazzo Maria... Sforza... mi aveva avvisato qattro anni fa diun attentato..."spiega ansimante rinfoderando l'arma, i soldati lo incatenano per impiccarlo insieme al cugino e a Francesco.

"Vieni con noi. Forza... sbrigati. Vedi quelle persone? Ti massacreranno..."

"Guardie! Prima i darlo alla folla portatelo fuori dalle mura! Deve dare l'ordine all'Esercito Papale di tornare a Roma! Vi aspetto al Palazzo Dei Oriori!"ordina crudele Lorenzo osservando la folla impaziente di massacrare il nemico dei Medici... la popolazione è più numerosa della nobiltà, anche i nobili appoggiano Lorenzo... ormai. Quaski tutti.

Le Guardie Cittadine portano il prigioniero fuori dalle mura Fiorentine, mentre Lorenzo torna al Palazzo Dei Priori. I congiurati pendono dalle finestre. Li osserva indifferente; entrato nel Palazzo Della Signoria raggiunge l'ufficio delle riunioni. Siede sulla sedia. Si comporta da Signore Della Repubblica Fiorentina: ha uno sguardo altezzoso e sprezzante. Hanno voluto non solo sfidarlo, ma anche uccidere il suo amato fratello. Ed è finita in questo modo.

I soldati fanno inginocchiare Jacopo davanti a lui. Fissa con odio il nemico.

"Mio nonno aveva un sogno... vedere Firenze unita. Odi così tanto il nome dei Medici da commettere l'omicidio di mio fratello... senza la popolazione siamo..."

"La popolazione va ove le conviene. Non è interessata ad idealizzazioni stupide."

"Senza la popolazione siamo insignificanti. E loro dicono il mio nome."

"Questi omicidi vi hanno corrotto. Voi, non siete come me. Giusto, Medici?"

"Lorenzo. Per favore, pensa alla tua anima... ascoltalo. Non commettere altri delitti... ferati. Ti supplico... finirai all'Inferno."dice sconvolta sua moglie. Sandro l'aveva portata per provare a convincerlo. Lui ascolta sempre Clarice, ma non qusta volta. Vuole il sangue dei responsabili.

"Fategli tagliare le orecchie dalle persone, poi impiccatelo insieme alla sua famiglia."ordina truce prima di alzarsi. Tornato a casa, quando vede Gulielmo e sua sorella piangere estrae la spada per puntarla contro di lui.

"Lorenzo, io non c'entro con l'omicidio. Credimi... avevo detto di smetterla..."

"Di fare che cosa, Guglielmo?! Quindi, sapevi tutto e non mi hai detto niente?!"

"Di non scherzare su questa cosa. Francesco diceva che voleva ucciderti quando era arrabbiato. Pensavo aveste litigato. Come potev saperlo?"

"Dovrei farti impiccare con il resto della tua famiglia... visto che sei sposato con mia sorella vi farò esiliare. Potrete tornare solo quando c'è la celebrazione del funerale... andatevene..."dice dubbioso abbassand l'arma. Bianca e Guglielmo vanno nella loro stanza a preparare i bauli per partire. Si trasferiscono ai confini dello Stato: Pisa.

Gli organizzatori dell'omicidio hanno fatto male i calcoli. Uccidendo Giuliano il potere dei Medici su Firenze invece di diminuire aumenta!

Lorenzo decide di sacrificare qualsiasi cosa per vendicare suo fratello. Tutti i responsabili devono venire uccisi, ma doveva ascoltare Francesco. Papa Sisto non dimenticherà l'omicidio di un ecclesiastico.

Dalla Congiura Dei Pazzi Lorenzo ne uscirà cambiato... la sua ossessione di vendicare il fratello trascinerà i famigliari in una lotta violenta e nella disperazione. Vivrà solo per commettere gli omicidi dei congiurati.

E Lorenzo abbandonerà non solo l'idea di una Firenze... ma anche che Dio lo ami. Cristo vedeva... sapeva... cosa stavano per fare i Pazzi ma non li ha fermati... se ne è proprio disinteressato! Tuttavia giocare a fare Dio porterà Lorenzo sulla strada sbagliata.. e dovrà pagare un prezzo molto alto. Annche se non sa ancora quale... la vendetta causa solo dolore aggiungendone altro al primo. Lui è un uomo quindi può sbagliare... non deve giocare a fare Dio.


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Capitolo 22
*** 22 ***


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22.FELICE CHI S'INCHINA.

La Congiura Dei Pazzi ha creato tanta confusione in città e i cittadini dopo due settimane sono più calmi. Nel senso che almeno hanno smesso di bruciare tutto. Durante la Congiura Dei Pazzi le persone hanno messo sui bracieri l'mata arte di Lorenzo, li guardava senza mai intervenire.

Gemma è figlia di Luca Pitti. Nasce il 25 aprile 1449 a Firenze. Ha altre sei sorelle.

Gemma si trasferisce a Ferrara, quando Piero De' Medici rompe l'accordo con suo padre. Dovva spsare Lorenzo.

Gemma guarda Firenze eccitata. Torna nella sua città dopo anni... la carrozza si ferma davanti Palazzo Pitti, nel frattempo che i servi scaricano le cose Gemma gira per Foirenze. Cerca la casa di Lornzo. Guarda il palazzo immaginando come sarebbe stato essere sua moglie. Non è arrabbiata con Lorenzo semplicemente le dispiace che Piero abia scelto Clarice e non lei.

Gemma va al Palazzo Della Signoria, mentre cammina vede gli artisti dipingere sul muro della Loggia Della Signoria la Congiura Dei Pazzi. Si ferma davanti al portone. Escono i Priori e per ultimo Lorenzo seguito dai soldati. Lo guarda. Ed inizia a seguirlo. Ad un certo punto viene fermata dalla guardia.

“Cosa volete, madonna? Parlate. Chi siete?”domanda diffidente l'uomo fermandola con la mano.

“Vorrei parlare con msser Medici... se fosse possibile...”risponde incerta provando ad avvicinarsi a lui.

“Non ho proprio tempo. Mi dispiace madonna. La prossima volta. Vale.”dice mortificato Lorenzo guardandola accigliato. È tra lo stupito ed il confuso.

“SONO GEMMA PITTI! LA FIGLIA DI LUCA! CI DOVEVAMO SPOSARE! VI RICORDATE?!”urla speranzosa la donna. Con questa frase riesce ad attirare il suo sguardo.

“Ma certo! Venite! Parliamo nel mio studio! Accompagnatemi a casa!”esclama meravigliato avvicinandosi a Gemma per farle il baciamano.

Lorenzo e Gmma parlano per 15 minuti, cioè da Piazza Della Signoria a Palazzo Medici. Lo segue nel suo studio. È molto bello. Viene colita dalla statua ch c'è vicino alla scrivania. Raffigura un uomo ma con uno sguardo espressivo. Quasi fosse vivo. È fatta di bronzo.

“E' dfatta da Verrocchio. Vero? Guardate l'espressione dello sguardo...”

“Non sapevo che vi piacesse l'arte. Sì. Me l'aveva fatta due anni fa. Era nella sala giochi. Sedetevi. Prego.”risponde curioso Lorenzo.

“Vorrei lavorare per voi. So bene che rifiuterete perché sono una donna, ma ho voluto provare lo stesso a chiedervelo.”

“Oh... in effetti sarebbe un po' strano avere una donna come aiutante... non ho pregiudizi, dunque vi prenderò a lavorare per me...”

“Vi ringrazio! Non ci speravo, sapete?! Hanno ragione a chiamarvi Lorenzo Il Magnifico! Voi conquisterete l'Europa oltre che la Penisola Italiana!”

“Madonna, vorrei mostrarvi l'Orto Di San Marco. Ogi artista può esprimersi ed imparare da chi è venuto prima di noi.. non esistono ricchi e poveri.”

“Vorrei tanto. Ma non posso proprio. Sono appena arrivata e devo sistemare delle cose.”

“D'accordo. A vostro marito va bene se lavorate per me? Non si arrabbierà?”

“Non ho u marito. Vivo da sola anella casa di mio padre.”spiega allegra alzando il cappuccio.

“Venite domani al Palazzo Dei Priori. Alle 07.30. Non fate tardi. Odio i ritardatari.”

“State tranquillo. Mi sveglio sempre presto. Non sono mai addormentata. Vale.”dice serena inchinandosi. Uscita dallo studio intravede sua moglie insieme ad una bambina.

Gemma appena esce in strada viene bagnata dalla pioggia, le vie vuote sono illuminate dalle fioche luci delle torce.

Gemma sta andando a casa quando nota un bambino zuppo sotto il portico. Si avvicina.

“Non te lo ripeto più. Vattene da qua. È una strada privata. Forza.”ordina scontrosa laguardia al bambino.

“E' il fglio dela mia serva. Ha l'abitudine di scappare da casa. Grazie, messere.”spiega tranquilla Gemma e il soldato la fissa confusa.

“Non lo sapevo. Perdonatemi.”riponde incerto alzando la torcia verso di loro. Gemma accompagna il bambino nella sua casa. Lui si osserva intorno confuso.

“Cosa fai in giro tutto solo? Vivi per strada? Sei un orfano senza famiglia?”

“Mi chiamo Giulio. Mia madre, è morta. Devo andare dalla famiglia Medici.”

“Adesso, no. È pericoloso uscire di notte. Perché vuoi andare dai Medici?”

“Io... non lo so. Mia madre mi ha detto di cercare Lorenzo De' Medici...”

“Ho capito. Ti aiuterò ad andare da lui. Ma spiega il motivo. Fammi capire.”

“Perché ha detto che sono il figlio del fratello di Lorenzo... devo andare da lui. Se non volete autarmi, fa niente... ci vado lo stesso...”

“Va bene. Ci andiamo solo se prometti di starmi vicino. E che mi tieni la mano.”

“Sì... va bene. D'accordo... come vi chiamate?”risponde impaziente di andare dallo zio. Vuole conoscere Lorenzo.

“Gemma Pitti... adesso che sei spuntato dal nulla le loro vite si complicheranno...”commenta dubbipsa cercando dei vestiti asciutti nell'armadio dei domestici, dopo averglieli fatti indossare insieme vanno a Palazzo Medici. Gemma bussa al portone, dunque un soldato sospettoso apre.

“Coa volete? Se cercate aiuto andate al Convento Di San Marco. Avte caapito, madonna?”

“Questo bambino è figlio di Giuliano. Fammi entrare. Devo parlare con messer Medici.”

“Falli entrare.”ordina meravigliato Lorenzo. Osserva Giulio diffidente. Gemma porta il bambino dallo zio. E lui non smette di fissarlo. Intanto arrivano anche Clarice e Lucrezia incuriosite dagli ospiti. Sono tutti vestiti di nero.

“Si chiama Giulio. L'avevo trovato in strada. Era zuppo di pioggia e disoerientato.”

“Non è il figlio di mio fratello. Me l'avrebbe detto. Portatelo all'orfanotrofio.”

“Lorenzo, io... ho pagato sua madre 50 fiorini... perché non vedesse più Giuliano. È il figlio di Fioretta Gorini...”spiega triste Lucrezia prima di avvicinarsi al bambino. Gli prende la mano e lo porta da Clarice e Lorenzo.

“COSA AVETE FATTO, MADRE?! PERCHE' GIULIANO NON MI HA DETTO NULLA?!”

“Neamche Giuiano lo sapeva. Nessuno. Solo io e sua madre sapevamo questa cosa.”

“Molto bene. Può restare, finché non deciderò cosa fare della sua vita. È strano che due settimane dopo l'omicidio di mio fratello appare un figlio illegittimo.”commenta crudele prima di andarsene seguito dalla moglie.

“Grazie per la vostra cortesia, madonna. Di solito mio figlio non è così scortese.”

“Figaretivi, madonna Medici. Non serve ringraziarmi. Ho aiutato una persona.”

“Devi stare tranquillo, Giulio. Va bene? Nessuno ti farà male. Questa è la tua casa.”dice tenera Lucrezia al nipote. Intanto Gemma se ne va. Che serata movimentata! Ma Firenze è così. La vita di una persona ordinaria può diventare straordinaria in pochi minuti. Ed è quello che capita a Giulio... fino a due ore prima era un bambino qualunque! Adesso fa parte della famiglia Medici... etutti si ricorderanno del suo nome.

Il giorno seguente, quando le domestiche finiscono di vestire Gemma; prende un quaderno e la matita. Raggiunge Palazzo Vecchio però viene fermata dal soldato.

“Le donne non sono ammesse al Palazzo della Signoria. Possono entrare solo gli uomini ed i membri del Consiglio Dei Cento.”spiega calma la Guardia Cittadina.

“Lavoro per Lorenzo Il Magnifico. Non posso arrivare in ritardo.”protesta stufa fissando l'entrata. Per fortuna, arriva Lorenzo insieme alle sue guardie.

“Falla passare. Lavora per me. Avvisa tutte le Guardie Cittadine. Può entrare ovunque.”ordina impassibile Lorenzo, mentre il soldato senza parlare lo fissa stupito.

Gemma segue Lorenzo nel Palazzo Della Signoria fino all'ufficio dove si svolgono le riunioni. E i Piori vedendo una donna sono sconvolti o curiosi.

Se per Lorenzo la vita è facile, lo stesso non si può diire di Gemma. Dovrà lottare perché i Priori si rifiuteranno che una donna possa lavorare per il Signore Della Repubblica Fiorentina. E non deve sentire le loro riunioni, però se Lorenzo ha eciso in questo modo sono obbligati adaccettarlo... non si discutono gli ordini deèl Signore Di Firenze.

Gemma anche se per farsi accettare dai Priori dovrà avere tanta pazienza, è contenta di lavorare con Lorenzo. Dopo la Congiura Dei Pazzi i cittadini hanno una fiducia e totale lealtà verso il proprio Signore.

Ma se Lorenzo spera di compiangere la morte del fratello tranquillamente, i nemici non sono d'accordo. Infatti c'è da combattere la guerra contro Papa Sisto ed il Regno Di Napoli... Firenze è sola.

Lorenzo ha voluto l potere e per colpa sua Giuliano viene ucciso. Non sa più di chi fidarsi. Gemma è amica o nemica? Gli sembra impossibile che una persona voglia aiutarlo senz nessun interesse sotto.

La vera domanda è: perché sua madre non ha detto ai suoi figli dell'esistenza di Giulio? Lorenzo ha paua che se fosse vero si metterebbe a piangere. Il fratello vive in quel bambino. Non può permettersi distrazioni. Deve finire la sua vendetta contro i congiurati... Girolamo è ancora vivo.

Lorenzo essendosi sostituito a Dio vuole uccidere il Vicario Di Cristo.

Giuliano e Francesco sono morti. La sorella viene esiliata insieme al marito. È solo... no. C'è Clarice. Aiuta sempre suo marito, ma non lo vede più tormentato dal rimorso.


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Capitolo 23
*** 23 ***


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23.DALLA PIÙ ALTA STELLA.

Sisto è furioso a causa dell'omicidio dei congiurati e soprattutto per l'impiccagione di un ecclesiastico! Inizia una guerra contro Lorenzo. Scomunica il Consiglio Dei Cento e Firenze. Chiude ed arresta i membri del Banco Mediceo Romano. Si allea con Ferdinando I Di Napoli, Siena, Lucca ed Urbino. Dichiara guerra a Firenze, alleata di Milano e Venezia.

Lorenzo va con un libro nella stanza della filia. Di solito è Clarice a leggerle le storie, ma quella sera vuole farlo lui. Siede vicino al letto di Lucrezia ed apre il libro. Legge: La mucca, la capretta e la pecora pazienti fecero società con il leone nella foresta. Dopo avere catturato un cervo bello e grosso, il leone lo spartì dicendo: ”Io mi prendo la prima parte perché mi chiamo leone. La seconda mi spetta come socio; la terza viene a me perché sono il più forte. E se la vedrà brutta chi oserà toccare la quarta.”così la prepotenza si portò via tutta la preda.

Lorenzo quando alza lo sguardo dalla pagina nota sua moglie appoggiata allo stipite... gli sorride. E Lucrezia che dorme tranquilla. Intanto Lorenzo cva dalla moglie e chiude la porta della camera.

“Non volevo disturbare, ma dovresti provare a parlare con tuo nipote.”

“Lui... non è mio nipote, Clarice! Mi hai chiesto te di farlo... se fosse dipeso da me l'avrei già mandato in un orfanotrofio!”esclama irritato andando nel suo studio, lei lo segue.

“Pensaci bene... se lui non fosse tuo nipote perché tua madre l'avrebbe accolto?”

“Non lo so, Clarice... il nome di sua madre mi ricorda qualcosa...”aggiunge arreso aprendo il libro che stava leggendo, lei gli accarezza i capelli; ma ancora infastidito va alla Basilica Di San Lorenzo. Quello è l'unico posto dove sta bene. Si inginocchia vicino alla tomba del fratello. Tocca il marmo liscio e freddo coma la sua anima ricordandosi i momenti belli passati con Giuliano.

Ricordo di Lorenzo

Sono alla villa di Careggi con la mia famiglia. Per essere settembre fa ancora molto caldo, quindi siamo rimasti in campagna più tempo.

Io e Giulano stiamo tornando a casa dopo la caccia; quando lui decide di fermarsi al fiume.

“Fratello, perché ti sei ferato? Siamo quasi arrivati a casa...”chiedo allegro smontando dal cavallo... lui mi fissa accigliato, poi schiza l'acqua bagnandomi i cappelli e il viso. Ridiamo.

“Sai una cosa, Lorenzo? La gente mortle deve bere per vivere, invece le divinità come te no.”

“SI'! IO SONO DIVINITÀ COME ZEUS! IL RE DELL'OLIMPO! ATTENTO FRATELLO, NON FARMI ARRABBIARE!”urlo arrabbiato ed entrambi ridiamo. Mi lego i capelli con un nastro, poi lui etrae la spada e mira ala mia gola.

“Su, fratello. Combatti. Riuscirò a batterti in qualcosa, prima o poi.”dice serio prima di iniziare il duello. Cado all'indietro e lui si avvicina. Alzo la spada, nel frattempo Giuliano continua a camminare... sembra che voglia venire trafitto.

“Sei imbecille, per caso?! Potevo ucciderti! Qual è il tuo problema?!”

“Vincere a qualsiasi costo. Non importa cosa rischio o quale sarà il prezzo da pagare.”rsponde euforico rinfoderando l'arma per aiutarmi ad alzarmi.

Lorenzo tornato al presente si asciuga le lacrime con la manica del vestito. E torna a casa per dormire.

La mattina seguente va al Palazzo Dei Priori e da un mantello rosso con sora ricamato il giglio Fiorentino a Gemma. Lo usano i Priori per farsi dstinguere dai cittadini normali.

“Vi ringrazio. È stupendo... però sta meglio a voi. Simboleggia la purezza...”

“Non dite sciocchezze, Pitti. Smettela di essere in soggezione. Sono lo stesso uomo. Cambia solo l'età. E poi, lavorate per me nella Signoria.”

“No. Non siete lo stesso uomo, sono cambiate tante cose. È inutile fingere che siate uguale.”

“Dovrete usare la cappa nelle cose ufficiali. Non dimenticatelo. O per voi sarà difficile farvi ascoltare. Avete capito?”spiega ansioso che lei lo capisca. In realtà, non vuole rischiare di parlare del fratello.

Lorenzo prende una donna per aumentare il suo potere, in quanto tutti vedono che è senza pregiudizi.

Lorenzo insieme a Gemma vanno alla riunione, siedono vicino Felice Peruzzi.

“Buongiorno, messere.”dice educata Gemma e lui senza rispondere apre il quaderno. I Peruzzi sono banchieri, per questo decdono di legarsi ai Medici.

Tutto il Consiglio Dei Cento siede alle scrivanie. Inizia la riunione.

“Messer Medici, ha ammesso non solo una donna al Palazzo Della Signoria. Ma le dà perfino la cappa dei Priori. Deve andarsene. E oi, suo padre è Luca Pitti. L'avete dimenticato?”commenta ostile Fabio Peruzzi. È il fratello di Felice. Lorenzo osserva rabbioso l'uom; nel frattempo gli altri aspettano una reazione. Gemma quando si è offerta di lavorare per Lorenzo sapeva che avrebbe dovuto sopportare queste frasi ingiuste, ma ci resta male lo stesso.

“Messere... non ho dimenticato l'attentato. Se aveste buona memoria, ricordereste che sono stato io ad uccidere i mercenari... dovrei punire Pitti per le scelte del padre?”

“Certo che no, Medici. Voi siete il grande Lorenzo Il Magnifico. Non potete mischiarvi a noi comuni mortali.”commenta sprezzante Fabio e Tommaso Soderini inizia la riunione.

“Papa Sisto, ci ha scomunicati e dichiarato guerra. I nostri soldati vengono per una vostra azone. Se voi aveste evitato di uccidere Salviati, adesso non saremmo in questa situazione.”

“Salviati, era coinvolto nell'omicidio di mio fratello. Se madonna Donati Ardinghelli venisse uccisa, voi non vorreste vendicarla? Ardinghelli?”

“Certamente. Ma non avrei ucciso un prete. Chiedete perdono a Papa Sisto per i vostri peccati. Se lo fate interromperà la guerra.

Vi prego.”

“Siate flessibie per una volta... i nostri figli sono innocenti. Non c'entrano con l'omicidio di vostro fratello... vi sto supllccando.”aggiunge disperato Fabio e Lorenzo lo fissa torvo. Non ha nessuna intenzione di sottomettersi all'uomo che aveva benedetto l'omicidio del fratello.

“Potremmo pagare dei mercenari... faranno loro il lavoro. Si può fare?”

“No, madonna. I forzieri cittadini sono quasi vuoti. Se Medici non avesse dato tutti quei soldi alla popolazione, adesso ne avremmo tanti.”

“Erano dei Pazzi, Ardinghelli. Ricordate una cosa: io non faccio mai niente per caso.”

“Allora... l'unica soluzione è chiedere pietà a Sisto. Medici, fatelo per la popolazione...”

“Non posso farlo, Garzoni. Combatteremo. Vi prometto che Firenze vincerà. A qualsiasi costo. La mia banca pagherà l'esercito di mercenari 15.000 fiorini.”aggiunge calmo Lorenzo aprendo il quaderno... tuti restano sorpresi compresa Gemma, resta con la piuma sollevata dal foglio.

“Medici, con i soldi della vostra banca fate quello che volete. Ma questo è l'esercito di Firenze. Quindi no. Non potete decidere per il Consiglio.”spiega dubbioso Tommaso versando in una boccia i foglietti per votare.

“Possiamo votare la soluzione che crediamo sia miogliore per Firenze. Giusto, Soderini?”

“Certamente, Peruzzi. Scrivete sui bigliettini il nome a cui volete dar ragione: Ardinghelli o Medici. Quello con più voti vincrà.”spiega stanco Tommaso, mentre tutti si alzano per votare. Gemma ci mette un po' a decidere.

“Papa Sisto e Napoli ci sconfigeranno in pochi mesi. Se non settimane.”sussurra rassegnato Niccolò a Felice prima di alzarsi dalla scrivani.

“Il consiglio ha votato. 95 per Ardinghelli. Dunque i'esercito non verrà aiutato dai mercenari.”annuncia stanco Tomaso suonando la campanella. I membri del Consiglio Dei Cento, quindi si alzano per uscire. È finita la riunione, ma Lorenzo ha già deciso cosa fare. Anche contro il Consiglio Dei Cento.

“Ho capito. Non vi arrenderete, vero?”domanda curiosa la donna cammnandogli vicino.

“Mai, Pitti. Voglio che portiate questo messaggio a Federico Da Montefeltro. Ho pagato dei soldati per farvi da scorta.”spiega preoccupato di non farsi sentire, intando le dà una busta. E lei dopo essersi inchinata monta ul cavallo seguita dai soldati. Lorenzo va alla Basilica Di San Lorenzo a trovare il fratello. Non augurare mai del male. Sii compassionevole... e perdona. Questo non è ciò che sei. Devi essere buono. La crudeltà porterà solo altra disperazione ad entrambi... prova a capirli. Se ti hanno causato dolore, è perché soffrono dentro di loro. Auguragli la guarigione. Non posso perdonare. Devo vincere a qualsiasi costo. Pensa determinato Lorenzo fissando la tomba. Sua nonna Contessina a differenza di Cosimo ha sempre educato i nipoti l perdono. Credeva nelle seconde possibilità, infatti il marito ledava della stupida; nel mondo reale per Cosimo non esiste bene e male. Ma solo la conquista del potere ad ogni costo. Se Lorenzo prima faceva come gli aveva detto Contessina, adesso decide di ascoltare Cosimo. Suo nonno ha avuto ragione fin dall'inizio... lo capisce ora.

Lorenzo tornato a casa; va nel suo studio per bruciare il quadernetto contabile dei Pazzi. Quello che gli aveva dato Francesco settimane prima. Getta i fogli nel camino e li guarda divenare cenere.

Lorenzo ha il potre ma si sente più solo che mai... perso e disperato cerca vendetta per Giuliano. È l'unica cosa a tenerlo in vita.

Lorenzo da ostinato diventa ossessionato. Vive... sopravvive... per compiere la sua vendetta. Fa niente se sacrificaherà ogni cosa. Deve farlo per Giuliano. Nessuno riesce a capire quanto gli volesse bene.

Per Lorenzo Giuliano oltre ad essere suo fratello di sangue, lo era anche perché gli voleva bene.

Lorenzo trova pace solo nella Basilica Di San Lorenzo, quando tocca la tomba.


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Capitolo 24
*** 24 ***


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24.SPOSA, MADRE DEL SIGNORE.

Sono passati nove mesi e Clarice sta per par partorire. Lorenzo è ancora bloccato con il Consiglio Dei Cento, perché Federico non può venire a Firenze. È impegnato in un'altra città: deve prima finire quello che sta facendo.

Clarice sta tornando a casa dal Convento Di San Marco, quando si avvicina una donna con un bambino.

“Madonna, vi prego... convincetevostro marito a far riaprire le chiese e i battisteri... se mio figlio non verrà battezzato finirà all'Inferno.”

“Allontanati, madonna. Chi sei?”domanda sospettoso il soldato odinandole di fermarsi.

“Ci proverò. Ma non posso promettervi niente. Devo andare. Scusatemi.”dice dispiaciuta Clarice tornando a casa. Cerca suo marito nell'Orto Di San Marco. Lei l'aveva comprato du anni fa dai frati del Convento Di San Marco, per metterci tute le statue prese a Roma. Poi suo marito lo rasforma nella Scuola Artistica dove tuti gli artisti possono studiare l'arte classica.

Clarice cerca suo marito; siede sulla panca ad ammirare una statua.

“Te, Polizian, Giulio e Lucrezia dovrete partire per Villa Medicea a Pistoia.”

“No. Io... resto con te... è il mio dovere di moglie. Non posso abbandonarti...”

“Non mi stai abbandonado. Ti devo proteggere. È troppo pericoloso restare a Firenze.”replica ansioso accarezzandola e lei annuisce arresa. Bacia la mano del marito, poi si alza.

“D'accordo. Ma, stai attento. Non metterti in pericolo inutilmente. Promesso?”

“Ma certo. Tranquilla. Adesso, vai. Su. La carrozza ti sta aspettando...”dice dolce sorridendo alla moglie.

Clarice cerca Lucrezia e Giulio, prese le loro mani sale sulla carrozza con Angelo.

Per arrivare alla villa di Pistoia ci mettono 7 ore e 20 minuti. I bambini scendono dalla carrozza correndo.

“Bambini, non correte. Camminate, per favore. Calmi. Dopo potrete farlo.”dice apprensiva a Lucrezia e Giulio, mentre un prete allunga il collo dentro alla carrozza.

“Buonasera, Clarice. Vostro marito, mi ha scritto se potevo raggiungervi a Pistoia. Ed eccomi qui.”spiega allegro Fausto prendendole la mano per aiutarla a scendere dalla carrozza. Clarice lo abbraccia emozionato.

“Che bello vedervi! Sono troppo contenta! Quanto vi fermate con noi?!”

“Finché non tornate a Firenze. Papa Sisto è troppo occupato con la guerra per accorgersi della mia assenza. Come si chiamano i vostri figli?”

“Oh... no. Per ora, ho solo una figlia: Lucrezia... e sto per partorire... lui è Giulio. Il figlio di Giuliano.”spiega contenta all'amico, mentre sale la scalinata insieme a Fausto. Le sorprese per Clarice non sono finite, infatti nel salone vede Bianca con i figli! Si abbracciano.

“Clarice! Quanto tempo! È stato mio fratello ad invitarmi, per farti sentire òmeno sola!”esclama emozionata Bianca baciandola sulla guancia. Lei e Clarice diventano amiche perché si capiscono: hanno lo stesso carattere tranquillo.

“E' vero. Hai ragione. Iniziamo a volerci bene. Sai? Non ci speravo.”

“Mio fratello è molte cose. Ma ha un cuore gentile. E sarai sempre la sua priorità.”aggiunge felice Bianca uscendo con la cognata nel parco. Anche questa villa come tutte quelle dei Medici è maestosa ed artistica.

Bianca dal marito ha: Giovanna, Contessina, Antonio, Alessandra, Cosimo, Lorenzo, Cosa, Renato, Lorenzo, Luigia e Maddalena.

Clarice torna nel salone ad ammirare l'affresco che raffigura Lorenzo adolescente su un cavallo. Siamo figli di due mondi opposti... eppure ci vogliamo bene. È strano come funziona l'amore. Il mondo è contro di te, ma io ti resterò vicino. Pensa sorpresa Clarice, mentre guarda l'affresco. Lucrezia arriva inseguita dal ugino.

“Madre! Giulio, mi fa i dispetti! Non vuole darmi le cosruzioni!”protesta irritata fermandosi per tentare di strappargli il gioco.

“E' écvero, Giulio?”domanda severa Clarice e lui annuisce spaventato.

“Sì... scusate... non lo farò più.”dice intimorito ridando il gioco alla cugina. E moghio se ne va seguito da Lucrezia, el frattempo Bianca si avvicina a Clarice.

“E' lui il figlio di Giuliano? Lorenzo non ci crede che sia suo...”

“Sì. Lorenzo lo guarda con diffidenza e rabbia. Non crede che sia di Giuliano, però il nome della madre gli ricorda qualcosa.”spiega dubbiosa Clarice prima di andare nel salone. C'è Angelo che chiacchiera con Fausto. Quando si siedono sulle poltrone entrambi si inchinano.

”Meglio che vada. Il viaggio da Roma è stato lungo. Sono ancora un po' stanco.”

“Sì. Per me è lo stesso... a domani. Buonanotte...”aggiunge rapido Angelo seguendo Fausto.

“Non posso direw se Giulio sia fglio di mio fratello. So solo che Lorenzo aiuterebbe una persona a cui serve aiuyto.”aghgiunge dubbiosa osservanvdo Giulio mentre disegna. Non assomigliando per niente a Giuliano è normale che Lorenzo sia sospettoso, dopo l'omicidio ha la fobia di trovare la famiglia uccisa.

Arriva un domestico.

“Venite... lasciamo le voste zie parlare tranquille. È tardi... su.”

“No! Voglio finire il disegno! Dopo! Non sono le mie zie! I miei cugni si chiamano Gorini!”

“Sì, invece. Sei figlio di Giuliano. E mio nipote. Non farti convincere del contrario.”dice tenera Bianca avvicinandosi lenta al nipote, per convincerlo a smettere di disegnare; il quale la fissa rabbioso. Lo accarezza sulla testa e Clarice ammira Bianca. Ha un talento naturale con i bambini. Il servo porta Giulio nella sua stanza, poi anche loro vnno a dormire.

Il giorno seguente, Clarice tocca la pancia ansiosa. Ha paura di soffrire come le prime volte. I dolori del parto erano atroci... piangeva.

Clarice dopo essere stata vestita esce a pregare nel parco. Ha la nausea e se sente l'odore intenso della carne grigliata rischia di vomitare.

“Ti chiami Giulio, vero? Mio fratello, dice che sei il Bastardo Di Giuliano. E allo zio Lorenzo non piaci.”dice stuzzicante Contessina a Giuli, reagisce tirandole i capelli.

“NON SONO IL BASTARDO DI GIULIANO! CAPITO?! STUPIDA! LASCIAMI STARE!”

“Contessina! Chi ti ha detto questa cosa?! Quale dei tuoi fratelli?! Chiedi scusa a Giulio! Subito!”esclama ruriosa Bianca dividendo i cugini. Giulio ansima.

“E' stato Antonio. Ieri sera. Prima che dormissimo.scusa, Giulio.”risponde dispiaciuta Contessina sedendosi vicino a Lorenzo.

“Alessandro e Lucrezia, avete finito di leggere quel capitolo che vi ho detto ieri?”domanda serio Angelo aprendo il libro.

“Non mi piace. Aristotele è noioso. Preferisco leggere le fiabe...”

“Per me è lo stesso... non capisco niente di cosa c'è scritto.”aggiunge annoiata Lucrezia. Intanto Bianca schiaffeggia Antonio e Clrice si alza, inizia il male uguale all'alta volta. Ha paura che nasca morto... non riuscirebbe a sopportare un secondo lutto. Ma quando lo fa si aggrappa alla ase di una statua facendola cadere. I servi e Bianca corrono da lei.

“Alessandro, scrivi allo zio che deve venire! Clarice sta male! Veloce!”ordina spaventata Bianca sorreggendo Clarice aiutata dai servi. La portano nella sua camera. Dopo 16 ore viene raggiunta dal marito.

“Clarice. Sono arrivato. Andrà tutto bene. L'hai superato già due volte.”

“L'altra volta era più facile. Non riesce a spingere...”spiega preoccupato il medico, viene zittito dallo sguardo furioso i Lorenzo.

Clarice cerca di spingere il bambino e finalmente esce. Viene chiamato Piero. Intorno al letto c'è tutta la famiglia. Arriva anche Giulio... si avvicina timido: ha paura di Lorenzo, ma Clarice lo stringe. E suo marito ignora il nipote continuando a coccolare Piero.

Bianca prende il bambino ed esce seguita dagli altri. Lascia marto e moglie insieme a parlare.

Clarice è contenta perché alla terza volta riesce ad eseguire il suo compito.

Con il marito vicino Clarice si sente tranquilla, lui dicendole che hanno più nemici; invece di tranquillizzarla le amenta la paura! Fa l'effetto opposto.

Clarice è dsolo dispiaciuta che non riesce a fare la donna di potere come voleva Lucrezia.

Clarice osserva gli occhi neri e tormentati del marito. Se potesse chiederebbe a Dio di resuscitare Giuliano, per vederlo ancora arrogante e sereno come quando si erano conosciuti nella sua casa anni fa.

Clarice è sicura di una cosa: quandolui sarà morto rivedrà suo fratello. Non importa se Lorenzo crede che Dio l'abbia abbandonato, perché lei ha fiducia per entrambi. Ma, adeso sono vivi e i loro nemici desiderano il sangue dei Medici... se dovessero uccidere Lorenzo lei si lascerebbe morire per raggiungerlo in Paradiso. Tanto sarebbe morta lostesso. Non è capace a difendere la famiglia. Ha un carattere tranquillo e sottomesso non è come Lucrezia.

I genitori fin da quando era bambina le hanno insegnato che una donna non deve desiderare o chiedere di più. Ed anche qual è il suo posto nel mondo.

Clarice decide di diventare la persona che serve a Lorenzo. O almeno ci prova... anche perché sua socera dopo l'omicidio del figlia diventa apatica. E qualcuno deve aiutare Lorenzo consigliandol senza nessun secondo interesse o con la banca. Clarice dovrà imparare a fare calcoli e comandare i banchieri, quando suo marito sarà occupato nella Signoria. In tutto questo deve anche educare Piero a diventare Signore Di Firenze! Sostituirà Lorenzo quando lui morirà. E Clarice spera che capiti tra molti anni... non si sente capace a litigare con i nobili per dare dei diritti ai figli.


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Capitolo 25
*** 25 ***


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25.LUCE MATTUTINA...

La vita di Gemma continua tranquilla. Vive felice lontano da Ferrara, sbbene i pregiudizi dei Priri siano sempre presenti lei si sforza di ignorarli. Mostra al Consiglio Dei Cento che sa aiutare senza essere invadente: temono che voglia rubargli il potere. Inoltre sono diffidenti perché è la figlia di Luca... l'uomo che voleva uccidere Piero e Cosimo. Gemma con quel mantello rosso si sente guardata con invidia e curiosità. Vorrebbe toglierselo.

Gemma mentre sta bussando alla porta dello studio di Lorenzo incontra Clarice.

“Se cercate mio marito è alla banca. Voi, chi siete? Avete portato Giulio da noi. Perché? Ditemi la verità.”ordina scontrosa Clarice e Gemma è perplessa.

“Sono Gemma Pitti. Lavoro per vostro marito. Ho provato a far ragionare Giulio, ma era ostinato. Non vleva ascoltarmi.”

“Certamente. Che stupida. Scuatemi. Non ho visto la cappa. Devo andare. Vi accio entrare. Se volete potete aspettare mio marito qui.”aggiunge mortificata Clarice senza aspettare la risposta della donna. Fa entrare Gemma nello studio del marito e se ne va dai figli.

Gemma curiosa si avvicina al quadernetto apert sulla scrivania. È il diario di Lorenzo.

Diario di Lorenzo

Ho appena fato uccidere i responsabili dell'omicidio di Giuliano. Mancano solo Maffei e Riario, ma presto ucciderò anche loro. Nessuna petà per quei mostri. Non sento nulla... vivo meccanicamente. Ma dentro sono spezzato. Morto. Il mio cuore è frammentato come i numeri di una tabella... nessuna soluzione. Siamo divisi. Sono stanco soprattutto del male che si fanno gli uomini. Sfinito dal mio stesso dolore... cerco di sfuggirgli rifugiandomi nell'arte.

Rivedo Giuliano ucciso e Francesco vuole fare lo stesso con me. Io?! Che sono il suo migliore amico?! Lo amato quasi più di mio fratello! E lui cosa fa?! Prova ad uccidermi! Il tradimento pegtgiore lo subisco da Cristo! Sapeva cosa stava per accadere, ma non ha fatto niente per fermarli... chiedo solo una cosa: perché?!Dimmelo!

Mentre uccidono Giuliano la vita si è fermata. Tutto diventa immobile. Statico.

”La vendetta non resusciterà tuo fratello. Ti prego, Lorenzo... fermati. Ricordiamolo insieme... da vivo.”dice sconfortato Sandro. Come può dirmi queste cose?! È mio fratello! Gli hanno squarciato la gola.

È nato Piero. Mentre ranziamo arriva un gruppo di soldati.

“Padre Marinacci, portate la mia famiglia nel sottoscala. Stanno arrivando i soldati di Rario.”ordino ansioso estraendo la spada, lo stesso fanno i miei soldati.

“Bambini... forza. Venite. Poliziano, aiutate madonna Orsini Medici con Piero...”dice agitato Marinacci, mentre tutta la mia famiglia segue il prete.

“Foscari, io fingerò di dormire. Appena si avvicineranno li uccideremo.”

“Non potete farlo. E se dovessero ssere più veloci vi uccideranno.”

“Non contraddirmi. Faremo come ho detto. Nascondetevi dietro alle tende.”ordino impaziente correndo nell'armeria per prendere arco e balestra. Giunto al portone i soldati lo spalancano, tiro le frecce uccidendo degli uomini. Corro nella mia camera e mi sdraio verso la finestra... quando il soldato si avvicina lo ferisco lanciando l'arma nella sua spalla, poi mi alzo.

“Uccidimi. Sono già morto. Non importa. Forza, Medici. Fallo. Cosa aspetti?”

“No solo siete entrati in casa mia! Volevate uccidere Clarice ed i miei figli!”

“Loro... sono solo un effetto collaterale... Riario, vuole uccidere voi...”

”Porta qusto messaggio a Riario... Lorenzo De' Medici non verrà distrutto uccidendo il suo corpo.”dico impassibile tagliandogli il polso, intanto Foscari mi porta un altro soldato. Lo fa inginocchiare.

“Stava provando a fuggire attraverso la alleria sotteranea. Cosa volete che faccia?”

“Uccidetelo tutti. Non deve rimanere nessuno dei nemici vivo. Solo questo senza mano.”ordino insensibile a Foscari.

Gemma finito di leggere susulta trovandosi Lorenzo davanti, che loa guarda irritato.

“Ditemi... vi faccio paura, per caso? Mi credete spietato? O pazzo?”

“Nonvi vedo pazzo. Ma solo tanto impaurito e disperato. Perché dovreste farmi paura?”

“Ho fatto linciare Pazzi, Salviati e Maffei dalla gente. Guardavo senza fermarli. Cosa pensate ora di me?”

“Potete dire quello che volete, ma non riuscirete a farmi cambiare idea.”

“Vedremo. Intanto... prego. Sedetevi... ditemi, cosa pensa la gente di me?”

“Non avete perso il potere, anzi. È aumentato. Alcuni nobili sono scontenti ma nessuno li ascolta. La popolazione vi ama. Ha una lealtà assoluta verso di voi.”

“Bene. Avete notize Da Montefeltro? Sapete se è tornato ad Urbino?”

“E' arrivata poco fa la lettera. Dice che tra due o tre giorni verrà.”

“Andiamo ai Palazzo Della Signoria. C'è la riunione della scomunica di Papa Sisto.”dice annoiato alzandosi alla sedia. Giunti al Palazzo Della Signoria inizia la riunione.

“Sono passate due settimane dalla riunione sulla scomunica del Papa. E non ci avete ancora detto cosa volete fare. A parte fargli la guerra.”dice urioso Tommaso e tutti fissano Lorenzo. Sono impazienti di sentire la sua risposta.

“Sapete tutti csa voglio fare. E ho pagato Montefeltro per aiutare Foscari. Sta venendo da Urbino.”

“Avete disobbedito al Consiglio Dei Cento, Medici! È l'esercito Fiorentino!”

”Peruzzi, sì. E io ho pagato con i miei soldi un esercio di mercenari. Andrò in guerra con Montefeltro.”

“Voi, coa? Siete un politico. Non sapete niente di guerra. Fate fare ilsoldato a chi è capace.”replica sconvolto Fabio.

“Peruzzi, ha ragione. Siete l'unico ostacolo che impedisce a Riario di conquistere Firenze. Se il Signore Dello Stato vrrà ucciso, chi ci salverà?”dice comprensiva Gemma speramndo di convincerlo.

”Lo aranno Venezia e Milano. Sono obbligate dalla nostra alleanza. Ho deciso che partirò. Nssuno mi convincerà a rinunciare. Pitti, parlerà per me alle riunioni.”

“Avete perso la testa?! Nion potete far parlare una donna! Tantomeno per voi che siete Signore Di Firenze!”

“Ardinghelli... io i fido. E lei mi rappresenterà alle riunioni. Devo andare... Pitti, venite.”risponde scontroso alzandosi.seguito dalla donna.

I giorni passano veloci e Lorenzo parte con l'esercito di Federico per le colline.

Gemma guarda l'affresco della Congiura Dei Pazzi, quando ski avvicina Fabio.

“Potreste anche aver ingannato quello stupido di Medici, ma non credo nella vostra sincerità. Che intenzioni avete? Volete vendicare vostro padre?”dice sospettoso Fabio mettendosi a fissare con lei l'affresco.

“No. È sato lui ad aver quasi ucciso i Medici. Non ho intenzione di vendicare proprio nesuno.”

“Vedremo. Solo il tempo ci svelerà quali sono le vostre intenzioni. Vale...”aggiunge pensieroso l'uomo raggiungendo Tommaso.

Prima di partire per la guerra; Lorenzo le ha detto che deve convincere i preti Toscani a scomunicare Papa Sisto. Non può combattere contemporaneamente contro Firenze e tutta la regione... è su questo che fa afgfidamnto Lorenzo.

Gemma giunta alla piccionaia attacvca le lettere alle zampe degli uccelli e li guarda volare. Dopo alcuni giorni i preti arrivano a Firenze per parlare con Gemma, vengono ospitati dall'Arcivescovo Orsini.

Gemma entrata nello studio di Rinaldo viene guardata male dai preti.

“Ci aspettavamo di trovare Medici. Non una... donna... è la riunione giiusta?”

“Certamente, Padre. Lei è il consigliere di mio cognato. Lavora per lui.”spiega calmo Rinaldo ai preti confusi, intanto lei bacia gli anelli dei Cardinali e si inchina.

“Come l'Arcivescovo Orsini vi ha spiegato poco fa sono il consigliere di Medici. In questa riunione lo rappresenterò, perché lui sta lottando contro Riario.”

“Sappiamo bene cosa ci chiede Medici, tuttavia non possiamo andare contro il Vcario Di Cristo.”

“Vescovo, è sbagliato combattere un'ingiustizia? Anche se viene fatta dal Papa? Sapete che questa scomunica ha solo uno scopo politico.”

“Pitti, parlate proprio come mio cognato. Quello che dite è giusto, però. Quindi, io firmerò la scomunica di Papa Sisto. Dobbiamo pensare alle loro anime.”dice disponibile Rinaldo firmando il documento.

“Siete impazzito, Arcivescovo Orsini?! Cosa diranno i vostri parenti Cardinli?!”

“Niente, Padre. Devo fare quello che mi dice la coscienza e pensare alle loro anime.”risponde tranquillo Rinaldo riuscendo a convincere anche gli altri preti. Il clero Toscano ora è in guerra contro Papa Sisto. Rinaldo si offre di spedire la lettera a Roma, intanto Gemma parte per le colline Fiorentine; preferesce dare leila notizia a Lorenzo. Ha paura di inviare un messagero perché se i soldati del Papa dovessero leggere il messaggio verrebbe impiccata per tradimento o bruciata da eretica. E morta non potrebbe aiutare Lorenzo, lei lo aiuta perché ne è innamorata... ma di un amore romantico. Non vuole farci sesso od altro, semplicemente le piace come ragiona. E poi ha la sua stessa passione per l'arte.

Lorenzo appena dsaprà che Gemma è riuscita a convincere i preti sarà più rilassato, prima deve tornare vivo dalla guerra contro Girolamo. Ma l'ambizione di Lorenzo non ha limiti, infatti scioglierà il Consiglio Dei Cento per farne uno solo con Priori leali a lui. Si chiamerà Consiglio Dei Settanta.


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Capitolo 26
*** 26 ***


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26.BASTAVA AVERMI TOLTO LIBERTATE!

E' pomeriggio e Lorenzo sotto al diluvio parla con Federico, di quale sia la migliore strategia per sconfiggere l'Esercito Papale. Gli va bene qualsiasi cosa, ma è lui he deve uccidere Girolamo... prima lo farà torturare. Sarebbe troppo bello squarciare la gola del nemico senza farlo soffrire.

Lorenzo vedendo una donna pensa che sia Caterina, la moglie di Girolamo; venuta per convincerlo ad arrendersi. Invece è Gemma.

"Madonna, non dovreste essere qua. È troppo pericoloso. Tornate a casa."

"L'Arcivescovo Orsini, ha inviato la lettera della scomunica a Sisto."

"Potevate mandare un messaggero, invee di rischiare il collo attraversando la pianura."

"Messere, è arrivato un soldato dell'Esercito Papale. Vuole parlare solo con voi."dice nrvoso Federico portandolo dal nemico e Lorenzo lo fissa impaziente.

"Il Comandante Riario, vuole parlarvi. Seguitemi. Per favore."annuncia stanco il soladato aspettando Lorenzo e Giudo che montino sui cavalli. Giunti nel bosco incontrano Girolamo. Si fissano ostili.

"Medici, siete un politico. Tornate nel Palazzo Dei Priori. Non giocate a fare il soldato o potreste farvi moto male. Forza. E smettetela di infiare la vostra testa ricciolina ovunque."dice derisorio Girolamo e Lorenzo loguarda con sguardo omicida. Vorrebbe ucciderlo immediatamente, ma se lo fa non potrà più torturarlo.

"Avete ucciso mio fratello! Voi e vostro zio! Pregate che non riesca ad avervi nell'Alberghetto! Nessun Dio vi salverà dalla mia vendetta!"

"Siete ancora più arrogante di quanto ricordassi. Non è una buona idea minacciare il Comandante Dell'Esercito Papale, soprattutto perché sono nipote del Papa."commenta offeso Girolamo osservando Lorenzo. È tutto nero compresi stivali e cavallo. Non si capise dove inizi uno o finisca l'altro.

"Alfonso, questa non è la vostra guerra. Tornate a Napoli. Risparmiate morti inutili."

"Non decido io, ma il Re. E Napoli è alleata del Papa. Quindi devo restare."dice arreso l'uomo vicino a Girolamo.

"Vi credete la Morte, che siete tutto nero? Come sta, Giulio? Anche quel tenro bambino verrà gssgozzato. Fino alla òmorte della madre non sapeva i essere un Medici."

"Provate ad uccidermi e farete di me un martire. Lo stesso capiterà se mi arresterete."

"Siete così disperato da pagare lo stesso uomo che ha massacrato i Volterrani. Cosa dira la gente?"commenta divertito Girolamo, metre Lorenzo torna dal suo esercito. Voglio stringerti. Per sempre. Sei morto troppo presto. Il desiderio di abbattere tutte le distanze e fondermi con te, è troppo forte. Sono un'anima in pena che cerca conforto. Penasa triste fissando il vuoto. Intanto Gemma è tornaa a Firenze.

La mattina seguente inizia lo sterminio. Gli eserciti si fermano uno davanti all'altro.

"Medici, è meglio arrendersi. Non possiamo vincere. Vi sto pregando."

"Mai! Vi ho pagato per combattere! Basta parlare!"esclama irritato. Nella pianura c'è silenzio, si sente solo il vento che muove le foglie delle piante.

"Allora, sono costretto a rinunciare. Non spreco il loro sangue in una battaglia inutile. Addio, Medici."aggiunge dispiaciuto Federico lanciandogli il sacchettino con i soldi. E cavalca seguito dai mercenari. L'esercito Fiorentino è di nuovo solo... Milano e Venezia non hanno rispettato l'alleanza.

"Tornate a Firenze. Non c'è più niente qui per voi. Andate, messere."orina preoccupato Guido.

"Non permetterò che Firenze venga invasa. Finché vivrò la proteggerò a qualsiasi costo."aggiunge rabbioso estraendo la spada.

Inizia la guerra e Lorenzo sfoga l'aggressività sui nemici, ma alla sera è costretto a tornare dalla famiglia: Lucrezia sta male... quei 55 minuti di cavalcata per raggiungere Palazzo Medici gli appaiono interminabili.

Lorenzo smontato dal cavallo corre da Lucreia.

"Lorenzo, quando Clarice mi ha detto che eri partito per la guerra ho avuto paura."

"Non preoccupatevi, madre. Sono qua. State tranquilla. Dovete riposare."dice tenero a Lucrezia. Lei soffre passivamente l'omicidio di Giuliano.

Lorenzo va a cercare i figli. Giulio sta coccolando Piero, entre Clarice gioca con Lucrezia.

"Padre, siete gà tornato! Che bello! Guardate! L'avevo disegnato per voi!"esclama allegra Lucrezia corredo da lui per mostrargli il disegno.

"Che bello. Brava, bambina."dice contento abbracciandola, arriva anche sua moglie.

"Lornzo, non volevo farti preoccupare. Ma aveva la febbre. Scusa."spiega dispiaciuta andando a baciarlo.

"Cosa potevi farci? Tranquilla. Hai fattlo benissimo a scrivermi..."

"Giulio! Vieni a giocare con me! Dai! Ti prego! Mi piace farlo insieme!"

"Giulio. Vieni a parlare con me."dice mite Lorenzo e lui fissa Clarice spaventato.

"Non ti succede niente. Vai, tranquillo."risponde tenera al bambino, Giulio ancora ansioso segue Lorenzo nel suo studio. È l'unico posto in cui nessuno li disturberà.

"Mi dispiace di averti rifiutato, chiamato Bastardo ed aver dubitato che fossi un bugiardo. Vorresti entrare davvero nella nostra famiglia?"

"D'accordo. Capisco che sia un momento triste. Non vi deluderò, zio. Sarò degno di avere il cognome dei Medici. Ve lo prometto."dice timido dandogli una busta. Lorenzo la apre urioso, dopoché finisce di leggere fissa Giulio sorpreso.

"Perché non me l'hai fatta leggere prima? Avresti tolto subito tutti i miei ubbi."

"Non sapevo se fosse il caso di darvela. Scusatemi."risponde triste e lo zio si inginocchia davanti al niote.

"Volevi entirti amato. E ti prometto che lo farò. Come se fossi mio figlio. Potrai chiedermi qualsiasi cosa."dice tenero accarezzandolo e Giulio non sa cosa pensare del suo cambiamento improvviso. Da disinteressato diventa tenero e protettivo nello stesso modo che ha con la sua famiglia.

"Vi ringrazio tantissimo, Medici. Non ve ne pentirete."risponde grato abbracciando Lorenzo.

"Fai parte della nostra famiglia, adesso. Chiamami Lorenzo. Non serve essere formali."

"D'accordo, allora. Vi ringrazio, Lorenzo. Per tutto."aggiunge imbarazzato e Lorenzo stringendolo va dalla mogàlie. C'è anche sua madre.

"Vieni con me, Giulio. Lasciamo i tuoi zii parlare. Da soli."dice serena Lucrezia, mentre Lorenzo lo spinge verso di lei. Entrambi se ne vanno e Clarice bacia suo marito.

"Grazie... di averlo fatto. Sto rivedendo del buono in te... e ne sono contenta."

"Hai ragione. Infondo, è solo un bambino. Non c'entra con l'omicidio di mio fratello."aggiungre dolce prima di abbracciarla.

"Vorrrei andare alla tomba di Giuliano. E dirgli che ha un figlio dolcissimo. Tu, non credi che ci possa sentire ma io sì."dice calma ed entrambi vanno alla tomba.

"Voglio mosrare a Giulio un diinto di Sandro, in questo modo riuscirà ad immaginare come fosse uo padre."spiega dolce inginocchiansdosi alla tomba. Sua moglie prega. E klui guarda i raggi solari entrare dal finestrone illuminare il marmo bianco. Sembra brillare.

Lorenzo si alza silenzioso ed esce in strada, vedere che la città non è più scomunicata lo rende felice. Ha disobbedito all'ordine del Papa... in questo modo èla guerra tra Roma e Firenze non può finire! Mesi di combattimenti sanguinosi... morti. Ma a lui non interessa. Deve pensare alla sua gente. Hza ripreso l'idea utopica di una Firenze basata sull'uguaglianza tra tutte le classi sociali. Per fare questa cosa, però deve avere tutti i Priori leali a lui e che siano d'accordo con lesue idee. Nessuno può provare o pensare di contraddirlo... loro non devono distruggere il sogno per cui ha tanto lottato.

Lorenzo viene salutao dai passanti con entusiasmo e gratitudine. Ha salvato anche le lofro anime, non più solo i corpi mortali. In questi anni tra: gelo, guerre, incendi, congiure, fame e malattie si muore subito.

Lorenzo dà i soldi a dei poveri e riprende la passeggiata, ammira tutta l'arte che ha fatto fare negli anni... dai migliori artisti!Per avere la perfezione deve scegliere le persone più capaci. Non importa quanto costerà. Vuole mostrare l'immensità di Dio. Dagli artisti non fa fare solo affreschi negli edifici civici; ma anche nelle chiese. Maestose cattedrali con vetrate colorate, statue di qualsiasi materiale, affreschi e crocifissi dorati. Perché Dio ha dato all'uomo una mente non solo calcolatrice, ma anche creativa. L'arte deve ricordare la bellezza naturale e sentimentale, solo in questo modo si onora Dio.

Lorenzo è talmente folle da voler rendere Firenze una seconda Atene tra arte e filosofia. Non si può fare, ma lui ostinato continua... verranno da ogni Stato Europeo per visitarla. Lorenzo spesso dimentica che è un politico, può fare l'artista solo come divertimento.

Firenze vuole lui ciome Signore Della Repubblica Fiorentina, nessun altro. I Pazzi ci avevano provato a diventarlo e sono stati massacrati dagli stessi Fiorentini!

Lorenzo per essere sicuro di non avere nobili contrari alla sua idea stringerà il potere su Firenze formando un altro Consiglio Dei Priori: Consiglio Dei Settanta. Poi partirà per Napoli, vuole convincere Re Ferdinando a rinunciare alla lotta. Sa bene che potrebbe venire ucciso, ma deve etentare. Venezia e Milano non hanno rispettato l'alleanza per paura di venire scomunicate come Firenze. Nessuno vuole sfidare il Vicario Di Cristo e lo stesso Dio. Ma Lorenzo avenso smesso di credere nella religione non ha nessun problema a sfidare Sisto. Dio è solo un qualcosa che se ne frega delle persone... questo pensa Lorenzo dopo la Congiura dei Pazzi.


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Capitolo 27
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27.SENTO E MALE E BENE...

Clarice il 12 mazo del 1479 partorisce Giuliano a Firenze... suo marito sta lottando insieme alla Francia contro Siena e Roma. La guerra si svolge a Colle Val D'Elsa. Dopo un assedio durato mesi i nemici conquistano il paese. In realtà sono gli stessi cittadini ad arrendersi al Duca Di Calabria e la mattina del 24 novembre annuncia che le guerre a Firenze sono finite, invita Lorenzo alle trattative di pace. Saranno tra Roma, Firenze e Siena. La Banca Medicea essendo quasi in bancarotta deve accettare di arrendersi, questa guerra ha fermato Firenze causandole una crisi economica e finanziaria. Papa Sisto è vecchio, dunque presto morirà. Lorenzo non perderà tempo di corrompere i Cardinali per l'elezione del nuovo Papa, vuole riavvicinarsi alla Chiesa... venderà Giulio e Giovanni per farli essere Cardinali.

Clarice è con Lucrezia nell'ufficio della banca, sta ascoltando la lezione.

"Aspettate. Vado a prendere degli altri quadernetti contabili. Non toccate niente."ordina severa prendendo una chiave dal cassetto della scri vania, intanto Clarice osserva la suocera curiosa andare e venire dalla stanza vicina. Porta i quadernetti contbili dalei.

"Immaginavo che foste ricchi, ma non così tanto. Sono tutti i quadernetti contabili?"

"No, Clarice. Sono i conti nascosti. Quelli che ho preso in prestito dai forzieri cittadini."

"Per preso in prestito... intendete rubato alle persone che vostro figlio e mio marito ha promesso di proteggere? Anche con la sua stessa vita?"

"Era iniziato tutto quando Lorenzo aveva 17 anni. La banca stava andno in bancarotta e Piero non sapeva dove prendere i soldi. Ho pensato di prenderli..."

"Avete rubato alla vostra stessa città. La gente chiama i Medici salvatori, invece siete solo degli strozzini. Aveva ragione Jacopo Pazzi."

"Non ho rubato. Volevo metterli di nuovo nei forzieri, nessuno l'avrebbe capito. L'avrei saputo solo io. Ma gli anni passavano. E dopo l'omicidio..."

"Anche Lorenzo è coinvolto? Non posso aiutarvi a rubare. Loro credono in voi."

"Nessuno lo sa. Ho mantenuto questo segreto per me. Fino ad oggi. Siete la prima a sperlo."

"Vi aiuterò finché la crisi non sarà risolta. Poi dovrete rimettere tutti i soldi nei forzieri. Fino all'ultimo fiorino. Va bene?"

"Vi ringrazio. Certamente. Non diteo a Lorenzo. Ne soffrirebbe. E per il rimorso rinuncerebbe alla Signoria. Ho rischiato la testa ogni giorno."spiega imbarazzata apendo la prima cartelletta per mostrarle delle tabelle.

"Sono cifre molto alte. Quanto dovete rimettee?"dice esitante Clarice. Ha paura di sentire la isposta della suocera.

"300.000 fiorini. È una grande cifra. Lo so. Non dite nulla. Ma Piero aveva altri figli."spiega rassegnata muovendo le palle dell'abaco. Maria è la sorella di Bianca e Lorenzo, ma viene cresciuta dallo zio Tornabuoni a Roma. Per questo i fratelli non l'hanno mai conosciuta.

"Cosa dovrei dire? Dopo aver saputo che rubate posso sopportare tutto."

"Mio marito, ha avuto un figlio illegittimo: Giovanni. Nessuno deve saperlo. Neanche Lorenzo."

"State tranquilla. Sarà il nostro segreto. Non dirò nulla. E Lorenzo sa chi sono?"

"No. E deve continuaare a non saperlo. È meglio. Anche erché penso che partirà per Napoli."aggiunge pensierosa Lucrezia aprendo un secondo quadernetto.

Nannina cresce Maddalena, è stata Lucrezia a portargliela quando era nata il primo figlio morto. Lorenzo non sapeva che sua moglie aveva partorito dei gemelli.

Clarice ripesa alla figlia morta.

Ricordo di Clarice

Io e mio marito siamo contenti di avere un'alta figlia: Luisa. Lorenzo la ama tanto.

Luisa nasce il 25 dicembre a Firenze, proprio lo tesso giorno della nascita di Nostro Signore; crediamo siamoun miracolo... infatti Lorenzo è molto protettivo e la ama più di sé stesso. Non se ne separa quasi mai.

Quando il padre di Giovanni muore, Lorenzo e Giuliano lo accolgono nella nostra casa. Studia le materie Umanistiche.

Siamo nel salone. Io, mia suoera e Bianca chiacchieriamo, Lorenzo gioca con Luisa, Giuliano parla del prossimo quadro fatto da Sandro e Giovanni legge un libro.

"Cugino, vorrei andare a Roma. Potete darmi i soldi che avete alla banca?"

"Perché, dvrei? Dammi un motivo... valido. Non vedi cosa sto facendo?"dice tagliente squadrando Giovanni. Già Lorenzo non sopporta il cugino, poi quando è con nostra figlia diventa irritato! Tutti li fissiamo stupiti.

"Voglio trasferiri a Roma, ma non posso farlo senza soldi. Capite?"

"Capisco perfettmente. Ma questo non è il momento giusto per parlarne. Domani andiamo alla banca. Adesso, fammi giocare con Luisa."

"Padre, andiamo a giocare sulla neve? Sapete quanto mi piace. Vi prego."

"Sì. Ma stai attenta. Non stancrti, prò. Hai voglia di fare un èpupazzo di neve?"

"Che bello! State tranquillo! Vado a prendere la pelliccia e delle carote!"esclama entusiasta correndo ad abbracciare suo padre.

Nostra figlia è morta di influenza, quando aveva 11 anni. Lorenzo diventa irascibile e scontroso. Luisa doveva sposare Giovanni Il Popolano, cugino di Lorenz e Giuliano. Ma purtroppo Dio decide che deve diventare un angelo.

Clarice guarda stanca i numeri. Le bruciano gli occhi. Vivi tra la carne e il cuore. Scorri in me, ad ogni mio respiro. Vedo quel dolcissimo sorriso infantile, sento la tua voce allegra. Pensa triste seguendo Lucrezia a casa.

"Zia, posso andare nella bottega di Botticelli con Lucrezia? Vorei vedere i quadri che ha fatto su Giuliano."

"Non da solo. Dovrai essere accompagnato dalla guardia. Il tuo cognome ti darà tanti nemici. Fiaschi, è pagato per proteggerci. Lorenzo ci ama."

"Ma... se prometto, di stare molto attento? Posso? Per favore... zia Clarice..."

"No, Giulio. Ti ho spiegato che è troppo pericoloso. Se morissi uccideresti tuo zio. Non sopporterebbe un altro omicidio. La morte di Giuliano l'aveva fatto impazzire."

"Capisco. Va bene. Andrò con lui. State tranquilla. Non dovete preoccuparvi."risponde arreso Giulio lasciando Clarice insieme alla suocera.

Clarce e Lucrezia prendono i bambini per coccolarli, dopo alcuni minuti arriva Lorenzo. Fa sedere Contessina sulle sue ginocchia. Ci gioca.

"Ho deciso di partireper Napoli. Voglio fare un'alleanza con Re Ferdinando."

"Non puoi partire per Napol. Ferdinando è spietato. Ti ucciderà appena arriverai al porto."dice sconvolta sua moglie e Lorenzo la accarezza tenero.

"Fidati di me. Devo sapere che partirò con il tuo amore. Per favore, Clarice."

"L'avrai. Come sempre. Ma non rischiare la tua vita inutilmente. Ti prego."

"Devotentare. Stai tranquilla. Tornerò presto da te e i bmbini. Andrò con Pitti."aggiunge incoragiante prima di stringerla. Poi va nella loro camera.

Il giorno seguente tutta la famiglia è nel cortile che saluta Lorenzo. Arriva anche Gemma. Clarice osserva suo marito ansiosa, lui sottovaluta il pericolo.

"Vale."saluta angosciata Gemma dopo essersi inchinata, viee imitata dagli altri.

"Stai attento a Napoli. Torna presto e... vivo. Non essere impulsivo..."

"Sì, madre. Voi, pensate alla nostra famiglia fino al mio ritorno."

"Zio, quando tornate vorrei venire alla banca. Se non vi disturbo."

"Certamente, Giulio. Non mi disturbi proprio per niente. Lo faccio con piacere."

"Torna presto da me. Prendi questa collana. Ti proteggerà. Visto che non credi più in Nostro Signore."ordina gentile al marito, mentre sfila la collana della rosa per metterla a Lrenzo. Lui le sorride e sale sulla carrozza seguio da Gemma. Finiti i saluti Clarice guarda sconsolata le guardie andare insieme al marito. Non avrebbe mai pensato di innamorarsi dell'uomo che è stata costretta a sposare. Ma l'amore non chiede il permesso, pretende e basta. Se ne frega dei pensieri!

Clarice veniva chiamata Rosa Spinosa proprio percé non si capiva mai cosa pensasse realmente... il marito con tanta pazienza viene bucato dalle sue spineed inizia ad amarle. Clarice capisce che e vale la pena.

Clarice aspetta suo marito con impazienza... i giorni diventano settimane; all'improvviso inizia a redere che Lorenzo e Gemma siano stati uccisi da Ferdinando! Ogni sera prega Dio di ricevere presto una lettera dal marito.

Lucrezia insieme allanuora ogni giorno si recano alle piccionaie per sperare di ricevere una lettera da Lorenzo o Gemma. Niente... messaggi.

Clarie cerca di restare calma, anche perché i nemici non aspettano altro che attacare!

Girolamo vuole diventare Signore Dello Stato Fiorentino... senza tener conto che Firenze ha una totale lealtà verso Lorenzo... farebbero qualsiasi cosa per lui. Anche sfidare Papa Sisto, se glielo chiedessero.

Clarice si illude che suo marito lascerà Lucrezia con loro, finché non sarà maggiorenne; invece lui sta già progettando di arla sposare con un parente di Francesco Salviati! Dopo questa cosa il matrimonio tra Lorenzo e Clarice andrà in crisi... suo marito farà sposare la loro figlia ancora bambina per il potere! Sarà questo a far infuriare Clarice. È ossessionato dall'essere dimenticato dopoché sarà morto. E lei non può assolutamente permettere che venda Lucrezia per una sua fissa.


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Capitolo 28
*** 28 ***


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28.FELICE TERRA, OVE COLEI DIMORA.

Alla vita e all'amore non importa quanto sei stanco, disperato, felice o tranquillo; vogliono vederti vivere.

La carrozza aveva raggiunto il Regno Di Napoli dopo quattro giorni, appena Lorenzo e Gemma sono davanti al Re lui li fa prigionieri. È convinto che in questo modo i Fiorentini perdano fiducia nel loro Signore. Non conosce la lealtà assoluta verso Lorenzo.

Gemma sconfortata osserva il parco dalla finestra dove l'hanno rinchiusa. Non credo nel destino, ma so che ti amerò per sempre. Vorrei tanto abbracciarti. Abbandonarmi nelle te braccia, anche solo per pochi istanti e guardarti dentro. In quegli occhi neri... profondi di tutto quell'amore che solo te sai dare. Pensa sospirando con la guancia schiacciata sulla mano. Annoiata indossa una pelliccia e raggiunge Lorenzo nella sua camera. In quel castello essendo sulla collina vfa freddo.c'è vento.

Gemma guarda Lorenzo annoiata.

"Cosa avete? Perché mi state fissando con quello sguardo? Sembrate annoiata..."

"Torneremo mai a casa, Medici? O resteremo prigionieri per sempre?"

"Niente dura per sempre. Nemmeno l'amore... prima o poi ci libereranno. Ne sono certo. Anche perché costiamo. Ferdinando deve pagare sia il nostro mantenimento che la guerra... credetemi."

"Sono passati tre mesi. E non vedo nessun miglioramento. Se scappassimo? Ho dei soldi nascosti."dice dubbiosa Gemma, prima che entrino i soldati.

"Re Ferdinando, vuole parlarvi. Venite con me, madonna. Se protestate sar costretto ad incatenarvi od ammanettarvi."ordina annoiata la guardia e Gemma fissa Lorenzo angosciata. Non sa cosa aspettarsi.

"Andate. Non dovete avere paura. Al vostro ritorno sarò qui ad aspettarvi."dice tenero Lorrenzo e la donna senza dire niente segue il soldato da Ferdinando. Sprezzante si inchina al Re.

"Guardie, devo parlare da solo con madonna Pitti. Non voglio essere disturbato. Lasciatemi."ordina serio Ferdinando e i soldati sorpresi li lasciano.

"Vostra Altezza, cosa facciamo qui? Siamo prigionieri da tre mesi..."

"Non dovete parlare prima di me! Sono io che faccio le domande! Voi, dovete solo rispondere!"

"Vostra Altezza, sono certa che madonna Pitti non voleva offendervi."dice paziente Ippolita Maria guardando il suocero e lui si calma.

"Forza, madonna. Ditemi... è vero che lavorate per Medici? Perché lo fate? Siate sincera."

"Sono sempre sincera, infatti i miei genitori mi davano dell'insolente. Lavoro per Medici, perché vedo l'uomo che è e diventerà."

"Come può fidarsi di voi? Non teme che vogliate ucciderlo? È stato vostro padre ad avere quasi ucciso Cosimo e Pierio De' Medici. Veo?"

"Non lo farei mai. Dovevo sposarlo. Quando ho saputo che mio padr aveva pagato degli uomini per uccidere Piero mi sono trasferita a Ferrara."

"Quindi... mi state dicendo che fareste qualsiasi cosa per lui? Ho caito bene?"

"Sì. Esattamente. Mi ha dato la possibilità di lavorare per lui sapendo cosa avesse fatto mio padre. Sarò sempre in debito con lui."

"Non capirò mai la vostra totale ed incondizionata lealtà verso i Medici."commenta perplesso Ferdinando alzandsoi dalla sedia per andare a scaldarsi le mani vicino al fuoco nel camino. Ache Ippolita Maria si alza. E Gemma li fissa impassibile.

"Lorenzo De' Medici... fin da quando era ragazzo non passava inosservato..."

"Voi, lo conoscete bene? Ne parlate come se l'aveste visto."dice curiosa ad Ippolita Maria. L'altra donna respira per parlare ma viene fermata dal suocero.

"Madonna Pitti, potete andare. Avete risposto a tutti i miei dubbi."aggiunge rude Ferdinando, perciò Gemma si inchina per andarsene.

Gemma esce a passeggiare per Napoli e al porto sente dei marinai parlare.

"I Turchi vogliono invadere Otranto, anche se Maometto II è morto..."dice dubbioso il marinaio al compagno. E Gemma torna ad avvisare Lorenzo dell'invasione Turca.

"Dobbiamo avvisare Re Ferdinando! Non perdiamo tempo a discutere di cose inutili!"

"Non potete andare. Re Ferdinando vi darà del pazzo. Ho un'idea. Aspettatemi. Vado a dirlo a Sforza. Lei, vuoe davvero aiutarvi."aggiunge ansiosa prima di lasciare Lorenzo per cercare Ippolita Maria. Budssa alla sua porta... colpisce con le mani in modo talmente forte da farsi male. Un servo apre. È meravigliato di vederla.

"Fammi parlare con la tua padrona. È urgente. Dove posso trovarla?"

"Venite. Vi accompagno da lei..."risponde sorpreso il domestico portandola dalla padrona. Le lscia.

"I Turchi stanno per invadere Otranto... l'hanno detto degli uomini al porto... cosa possiamo fare?"

"Avete fatto bene ad avvisarmi. Lo dirò a mio suocero, intanto accompagnate me e i soldati da questi uomini."ordina agitata Ipplita Maria seguita dai soldati e da Gemma. Giunti al porto ritrovano gli uomini, quando si avvicinano sono confusi. Pensano di essere nei guai.

"Siamo nei gai... per caso?"domanda esitante l'uomo alzandosi dalla cassetta che usa come sgabello.

"Sono questi gli uomini che avete sentito parlare, prima?"domanda ansiosa Ippolita Maria.

"Sì. Sono loro."risponde sicura Gemma. Non dimentica mai un viso quando lo vede.

"Molto bene. Guardie arrestateli. Portateli nella prigione del castello ed interrogateli su Otranto. Loro capiranno a cosa vi riferite."ordina preoccupata Ippolita Maria, nel frattmpo i soldati li incatenano. Gli umini arrabbiati e confusi seguono le guardie.

Ippolita Maria come tutte le donne della sua famiglia viene cresciuta per comandare.

Gemma ed Ippolkita Maria tornano al castello passeggiando, siedono sulla panca.

"Se non sono invadente... posso chiedere come avete conosciuto, Medici?"

"L'avevo conosciuto quando ho sposato mio marito. A Milano. Era amico di Galeazzo Maria."

"Non potete essere mai sola? Perché? È vostro marito ad averlo deciso?"

"L'idra ha tante teste. Per sconfiggerla bisogna uccidere quella principale... e i nemici spesso soo agnelli. Il giglio deve stare attento... andate."spiega accigliata Ippolita Maria e l'altra capisce che è un codice per l'amico. Firenze ha lo stemma del giglio, ovviamente si riferisca a Lorenzo. Gemma saluta Ippolita Maria e va nella sua cmera per prepararsi, è quasi l'ora della cena. Mentre cerca nei bauli qualcosa da indossare, qualcuno bussa alla porta. Va ad aprire.

"Madonna Sforza, vuole ringraziarvi regalandovi questo vestito."spiega la domestica dopo essesi inchinata, glielo dà e sparisce. Gemma lo indossa poi va a guardarsi alo specchio. È lungo, azzurro e marrone. Prova delle acconciature, poiché non gliene piace nessuna decide di legarli in una crocchia ed andare a mangiare.

Gemma siede vicino ad Ippolita Maria; vedendo che Ferdinando non è ancora arrivato ne approfitta per parlare a Lorenzo. Con la confusione che c'è nessuno li sente.

"Capisco. Devo andare a chiedere perdono al Papa, però l'idra ha tante teste. E presto ci sarà un altro nemico."risponde stanco sistemando la pelliccia.

"Attirate il mostro fuori dal lago e fatelo colpire da altri. Non dovete farlo voi..."dice truce Gemma con sguardo complice. Le teste del mostro sono tante, ma la furia vendicativa di Lorenzo pretende il sangue dei nemici. Non gli interessa quanto tempo ci vorrà. L'aveva giurato sulla tomba del fratello... reciderà la testa principale e di conseguenza anche le altre moriranno. È una promessa.

Ferdinando convinto da Ippolita Maria e Ludovico Il Moro libera i prigionieri, tanto la gente di Firenze non smetterà. Continuerà a credere in Lorenzo. Anzi! Tenerlo prigioniero ai loro occhi lo fa sembrare ancora più vittima.

Lorenzo e Gemma tornati a Firenze vengono accolti in modo festoso dalla gente.

Tutti i Signori Italiani ed Europei sono sorpesi che Lorenzo abbia evitato altre guerre inutili. Specialmente quella della Francia nel volere invadere l'Italia! Il potere politico di Medici è aumentato anche in Europa... infatti Lorenzo viene soprannominato l'Ago Della Politica Italiana.

Gemma non è interessata ad essere famosa, perciò in accordo con Lorenzo fa apparire lui da eroe che ha salvato Otranto dall'invasione Turca. Venezia e Sisto sconfiggono la Turchia. Nel frattempo i Fiorentini festeggiano il ritorno del Signore Dello Stato accogliendolo come quando arriva Sisto. Piazza Della Signoria è piena di gente! Le ersone fanno perfino fatica a muoversi.

Gemma è solo un'illusa... sa quello che ha fatto Lorenzo nella Guerra Dei Pazzi, nonostante questo continua a volergli bene. Di quell'amore puro ed incondizionato che entrambi cercano, ma non possono avere. Perché Lorenzo ama Clarice; lei però continua ad avere alti interessi rispetto al marito... invece Gemma ha le stesse sue pssioni.

È arrivato Girolamo Savonarola, quel giorno tutta Firenze cambia. E lo stesso Gemma.

Lorenzo senza dire niente alla moglie stafacendo l'accordo per vendere sua figlia ai Salviati.

Clarice si sente stranamente felice... aiuta Lucrezia con la banca stando attenta ai conti. Fa tutto questo per Lorenzo, il marito ha bisogno del suo aiuto.

Lorenzo senza Clarice, Gemma e sua madre avrebbe fatto molta fatica a diventare la persona che è. Dietro ad un grande uomo c'è sempre una bravissima donna... in questo cao tre! E Lorenzo sa che è anche grazie al loro lavoro se lo chiamano Signore Dello Stato Fiorentino.


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Capitolo 29
*** 29 ***


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29.ERA NEL TEMPO...

La vita di Lorenzo viene affrontata e vissuta per renderla radiosa. Perfetta in qualsiasi senso lui riesca ad immaginare... purtroppo la vita non è un sogno. E Lorenzo l'aveva capito molto presto.

Lorenzo durante la riunione osserva i nobili annoiato: scrivono, leggono o fissano l'affresco sul muro.

"Ho deciso di chiedere perdono a Papa Sisto per i miei peccati. Ha avuto ragione fin dall'inizio."annuncia impassibile stupendo tutti.

"Ci fa piacere sentire queste parole, Medici. Non cambierò la mia idea che ho su di voi."

"Non mi aspetto che lo facciate, Peruzzi. Ed è anche giusto cos. Voevo solo informarvi."dice freddo Lorenzo chiudendo la cartelletta.

"Peruzzi... mi è difficile dirlo... Medici, ha salvato non solo Firenze. Tutta la Penisola Italiana è in debito con lui... provate a cambiare idea."

"E perché dovrei... Ardinghelli? Datemi un buona ragione per convincermi..."

"Ho deciso di sciogliere il Consiglio Dei Cento. I Priori non esisteranno più, finché la crisi sarà risolta e Riario verrà arrestato. Oggi partirò per Imola. Voglio parlare con sua moglie."

"Ecco la fregatura. Sforza Riario non decide nulla. Fa tuto suo marito."commenta irritato Fabo appoggiandosi allo schienale della sedia.

Il Consiglio Dei Cento viene fatto '8 aprile 1480.

"Il Consiglio Dei Cento verrà sostituito da csa? E i Priori quando verranno rimessi a capo ella Signria?"domanda preoccupato Tommaso fissando Lorenzo.

"Dal Consiglio Dei Settanta. Sarà gestito da me. I Priori restranno sciolti, finché la crisi non terminerà. E poi vi ridarò il potere su Firenze. Firmate questo foglio. Per favore."risponde comprensivo Lorenzo alzandosi per portare i fogli alla scrivania di Tommaso. Caisce la loro preoccupazione, dunque fa un elenco con i nomi dei nuovi membri. Sono tutti leali a lui. Dopo averli fatti firmare soddisfatto torna dalla moglie. Osserva Clarice gioare con Contessina, quando si accorge di lui dà la figlia alla domestica. Vuole stare un po' con suo marito.

"A che ora parti per Imola? Puoi fermarti un po' con me? Ti prego, Lorenzo..."chiede riste accarezzando i capelli del marito, lui piange in silenzio.

"Non posso farlo. Se mi fermo crollo... sono passati ue anni dall'omicidio di Giuliano... continuo a pensare che avrei potuto salvarlo."

"Non potevi fare niente, Lorenzo. Ci siamo già passati con lo sterminio di Volerra. Ricordi? Hai detto le stesse parole. Identiche."

"Non riesco a perdonarmi... se fossi stato... più atgtento l'avrei salvato. E' morto per colpa mia. E Giulio... adesso non ha più suo padre. Ho ucciso mio fratello."

"Non è vero. Tu ami Giuliano. Sei umano... fatto di carne, sangue e sentimenti... lascia che l'odio vada via. Ricomincia a vivere... fallo per me. La nostra famiglia..."

"Sei tutta la mia vita, Clarice. E ti proteggerò sempre. Non devi preoccuparti per me. So cosa devo fare."

"Non lo sai, invece. Chi proteggerà te dai nemici? Se dovessi perderti cosa farei?"

"Sei sempre stata forte, mia Rosa Spinosa. Non hai bisogno di me. Sai cosa fare."replica tenero stringendola, sua moglie piange e lui asciuga le lacrime di Clarice. Non sa perché voglia proteggerla... da quando è arrivata a Firenze ha sempre dimostrato una forza esagerata.

Lorenzo parte per la Romagna e i suoi pensieri sono sempre sulla sua famiglia.

Lorenzo ha formato: Consiglio Dei Settanta, Otto Di Pratica, Dodici Procutatori e Monte Comune.

Lorenzo sfoglia il libro La Repubblica sul capitolo La Caverna. Si addormenta.

Sgno di Lorenzo

La mia caverna è il peccato del potere, sono incatenato all'ambizione... le catene tintinnano. Hanno un suono melodioso... l'amore per il potere mi scava dentro e io adoro la mia caverna, non voglio liberarmene. Perché dovrei? Gli altri schiavi si riscaldano intorno al braciere e guardano l'sterno della caverna desiderosi di uscire.

"Cosa c'è là fuori da affascinatrvi tanto? Abbiamo la sicurezza che qui va tutto bene."

"Nn lo so, fraello... dimmelo te. Cosa ti tiene legato consapevolmente enza volerti liberare?"

"Fratello... dopo la tua morte è stato il potere a tenermi in vita... volevo solo lavorare per non sentire male. Ti amavo più della mia stess vita."

"E' l'amore asalvare le persone, non il potere. Ricordatelo, fratello mio."

"L'amore non ti ha salvato dal coltello di Francesco... avrei dovuto proteggerti."

"Devi perdonarti. E capire che non sei Dio, ma un uomo. Come puoi alvare l'insalvabile?"domanda tenero miofratello inginocchiandosi, mentre prende la catena. Gattono verso Giuliano e lo accarezzo... sembro un padre con suo figlio. Mio fratello cerca di liberarmi dalle catene. Lo allontano rabbioso.

"Non voglio enire liberato. Fermati. Il potere è lo scopo della mia vita."dico furioso spingendolo. La mia caverna è dorata... fatta di arte, sfarzo e broccato. Ho tutto quello che mi serve per vivere. Non cerco altro.

La bellezza edel potere mi seduce rendendomi schiavo. Non voglio liberami perché sono vivo. Ed è una sensazione bellissima... magica. Non pecco per malvagità. Ma per una mia naturale inclinazione al piacere.

Lorenzo si sveglia e vede che ègiunto in Romagna. Mancano due ore all'arrivo. Doveva andare ad Imola, ma Caterina preferisce incontrarlo a Frlì nella Rocca Di Ravaldino.

La carrozza entra nel parco del castello e Lorenzo vede che è molto simile al Castello Sforzesco di Milano. Una fortezza militare.

Lorenzo scesco dalla carrozza viene accolto da Caterina, si inchinano.

"Benvenuto a Forlì, messere. Mio marito, non tornerà da Roma prima di due giori. Abbiamo tutto il tempo per parlare."dice emozionata Caterina. Lei a differenza del marito stravede per Lorenzo... lo ammira tanto.

"Vi ringrazio, madonna Sforza Riario. Non voglio infastidirvi. So che vostro marito è occupato, perciò ho preferito incontrare voi."spiega educato venendo accompagnato da Caterina all'interno della fortezza.

"Non potreste mai infastidirmi. Siete amico della mia famiglia da anni. Mio padre, vi amava e rispettava. Lo stesso farò io."aggiunge affascinata Caterina mostrandogli la stanza degli ospiti.

"Non dovete farlo per obbligo. Cosa vi dice la vosra intelligenza?"

"Che siete l'Ago Della Politica Italiana. E sono onorata di ospitarvi in casa mia."dice incantata prima di lasciarlo per sistemanre delle cose.

Lorenzo cambiati i vestiti cerca Caterina per tutto il castello, la trva nella cappella. Prega con lei senza neppure sapere perché, visto che ha smesso di credere in Dio.

"Che bello questo bambino. Come si chiama? È vostro figlio?"domanda incuriosito Lorenzo accarezzandogli la testa. Il bambino lo fissa sorpreso.

"Sì. È mio figlio Ottaviano. Diventerà un bravissimo soldato. Ne sono certa."risponde tenera Caterina dandogli in braccio Ottaviano. È ato a Forlì l'1 settembre del 1479.

Quando fniscono di pregare Caterina da il figlio alla domestica ed esce a passeggiare con Lorenzo nel parco. L'aria primaverile li rende ottimisti: sentono che possono avere qualsiasi csa desiderino! È una sensazione strana... e bella.

"Vorrei fare un'alleanza con voi. La Romagna è piccola e circondata da Stati potenti. Posso proteggervi dandovi i miei soldati."

"Ed in cambio volete la libertà di passare dalle nostre città. Giusto?"

"Hanno ragione Machiavelli e Sisto a dire che avete una mente brillante. Ma... sì. L'idea era questa... siete sprecata se vostro marito non vi usa."

"Mio marito... non usa la mia mente perché sono una donna... dunque inferiore... a lui. È così che funziona il mondo, purtroppo."

"Io, no. Sono diverso da lui. È per questo che sono venuto a parlare cn voi."

"Vi ammiro e se dipendesse da me farei un'alleanza con voi. Il Signore Della Romagna, però è io marito. Non io. Sono solo la Bastarda Di Sforza."

"Siete la donna più coraggiosa ed intelligente che conosca. Non permettete a nessuno di darvi della Bastarda Di Sforza."risponde irritato e lei lo guarda rassegnata. È proprio un sognatore... che non sa in che mondo vive.

"Ho provato a dargli dei consigli e lui mi ha picchiato dicendo che una mogle non può occuparsi di politica. Sono una Sforza. Comandare è in me."spiega amareggiata Caterina mostrandogli i segni sul corpo. Lorenzo li fissa compassionevole, ma dentro gli viene la stessa uria omicida di quando è morto Giuliano. Girolamo non solo ha partecipato alla Congiura Dei Pazzi; addirittura si permette di picchiare sua moglie! E per queto Lorenzo deve fare qualcosa! Come può maltrattare la figlia del suo amico, pensando che non reagisca?! E le donne essendo bellissime sono delle creature divine. Solo una bestia avrebbe il coraggio di picchiarle invece che venerarle. Per Lorenzo Girolamo vale meno degli animali. Si sene in dovere di difendere Caterina dal marito violento.

Lorenzo crede di potere salvare il mondo, ma ha ragione sua moglie. Lui è solo un uomo fatto di cane. Può vnire ucciso come chiunque altro, l'unica cosa che non riusciranno mai ad uccidere sono il suo ome e le azioni. Lorenzo Il Magnifico sarà ricordato per sempre, perché non è il titolo nobiliare a dire chi sei; ma come aiuti le persone senza secondi fini. Lorenzo ha paura di venire dimenticato quando sarà morto, per questo vuole continuamente inventare l'arte. Ha paura di aver vissuto una vita inutile od incompleta!

È solo il tempo che darà tutte le rispote a Lorenzo... deve aspettare con pazienza, non sa quanto... forse settimane. Mesi od anni... le lancette dell'orologio biologico scorrono anche per Lorenzo. E in attimo si ritroverà vecchio.

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Capitolo 30
*** 30 ***


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30.LA QUAL CHIEDENDO...

E' il 3 dicembre 1480... Papa Sisto terrificato dalla nuovqa alleanza tra Ferrara, Napoli e Fireze offre la pace eliminando dalla scomunica Lorenzo. È sato il suo coraggio ad impedire che l'Italia ricadesse nelle guerre tra le sue stesse città e gli Stati vicini. La Francia era quella più pericolosa.

Mentre in tutta l'Italia si vive in pace, Sisto aiutato dalla Serenissima Venezia dichiara guerra a Ferrara. La Guerra Di Ferrara (Guerra Del Sale) dura due anni: dal 1482al 1484. Napoli on potendo inviare soldati lascia gli Este a combattere da soil. Mentre viene firmata la pace Papa Sisto muore e pochi giorni dopo viene fatta l'elezione al Conclave. È morto il 12 agosto. I Cardinali che dovrebbero venire eletti sono Giuliano Della Rovere e Rodrigo Borgia. Il 26 agosto c'è l'elezione, perciò i Medici si recano a Roma. Lorenzo vuole controllare la vincita, sia Giuliano che Rodrigo odiano i Medici.

Clarice mentre suo marito la coccola si spazzola i capelli triste. Sono quella donna che sorride sempre ma dentro soffre. Di solitudine e desideri brucianti... mentre le tue mani cercano un contatto con il mio corpo mi sento in colpa... non sono più io. Ti desidero e me ne vergogno. Riflette irritaa continuando a spazzolarsi i capelli.

Lucrezia è morta il 28 marzo 1482, da quel giorno Lorenzo ricomincia a vestirsi di nero... Clarice senza la suocera ad aiutarla con i conti della banca si sente incapace. Ha il destino della Repubblica Fiorentina su di lei... con la penna, se sbaglia può mandare in bancarotta o crisi intere famiglie. Per non dire tutta Firenze!

Lorenzo deluso smette di baciarla. E la guarda preoccupato... si sta facendo paranoie sul motivo della sua fredezza. Clarice infila la collana.

"Moglie, cosa avete? Perché mi trattate con indifferenza e freddezza?"

"Non ho niente... sono solo stanca. Dobbiamo andare al Vaticano da mio zio... frza."risponde scontrosa alzandosi dallo sgabello e lui sospira triste.

"Claice... fermati un attimo. Ti prgo. Guardami... voglio aiuarti... parlami."dice dolce suo marito fermandole la testa tra le mani per costringerla a guardarlo. Ha paura i crollare e dirgli della banca... non deve farlo, eppure si sente tanto stupida. Lei alza gli occhi esitante... suo marito riesce a leggergli dentro. E questo non va bene.

"Non sai quanto mi vergogno... di quello che sto per ire... la banca è quasi in bancarotta. Devi chiedere i soldi al nuovo Papa... scusa."

"Come fai a saperlo? Perché non me l'hai etto? Rispondimi... ti prego..."

"E' stata tua madre a dirmelo. Non potevo dirtelo perché le avevo promesso che avrei mantenuto il segreto. Perdonami. Ti supplico. Scusa."

"Capisco... io ti ho dato tutto me stesso e tu?! Cosa fai? Mi inganni! Perché... l'hai fatto?!"

"Non potevo metterti contro tua madre. Aveva già perso un figlio e perdere anche te l'avrebbe uccisa."

"Non dovevo arrabbiarmi. Scusa. Ancora una volta hai fatto qualcosa per aiutarmi."aggiunge sconsolato sedendosi sul divano e lei fa lo stesso. Lorenzo timido le prende la mano, gliela stringe. Restano in quella posizione per alcuni minuti, dopodiché Lorenzo si alza e tenendole la mano raggiungono il cortile dove li aspettano i cavalli.p

"Zio, prima stavo passeggiando per Roma ed hovisto dei soldati con la bandiera di un serpente e i i leoni. Chi può essere?"chiede confuso Giulio aiutado lo zio a montare sul cavallo, si vogliono moto bene.

Lorenzo mentre monta sul cavallo cade all'indietro, Clarice e Giulio lo aiutano ad alzarsi.

"Sto bene... sono solo scivolato. Non preoccupatevi... andiamo dal Cardinale Orsini."dice tranquillo e loro lo fissano ansiosi. Mentre sta parlando arriva Caterina con il suo esercito. Cardinali e Vescovi sono meravigliati.

"FINCHE' NON ELEGGERETE IL NUOVO PAPA VI TERRO' IN OSTAGGIO! FORZA! CARDINALI, VOTATE!"ordina impaziente Caterina agli uomini che la fissano sbalordita.

"Madonna Sforza, non è il momento. Volete tenerci in ostaggio, per quanto tempo?"

"Mio marito, sta arrivando con altri soldati! Siete miei prigionieri!"esclama irritata trottando vicino a Latino, nel frattempo Lorenzo tiene la mano della moglie. Clarice osserva preoccupata lo zio.

"Vostr marito... nnon è più Governatore e Comandante Dell'Esercito Papale, adesso che Papa Sisto..."

"Cardinale Orsini, questo lo so... siete comunque prigionieri all'interno del Vaticano. Per essere precisa dentro Castel Sant'Angelo... votate."

"Tornate nel vostro Stato, madonna. Vi paghiamo 8.000 ducati e dimentichiamo questa storia."aggiunge stanco Rodrigo avvicinandosi al cavallo.

"Cqardinale Borgia, non si può risolvere qualsiasi cosa corrompendo."replica freddo Raffaele e Rodrigo lo guarda infastidito.

"Non cercate di corrompere le guardie. Eseguono i miei ordini."avverte rude Caterina prima di andarsene segita dai soldati.

Dopo la morte di Papa Sisto tutte le persone che sono state derubate rubano ainobili creando disordini per Roma. Nelle strade c soo tanti soldati; più che una città ricorda un accampamento militare.

I Medici preferiscono tornare a Palazzo Orsini con Giovanni Battista.

"Siamo prigionieri di una donna. Vi rendete conto, Medici? Riario non sa controllare sua moglie."commenta irritato Giovnni Battista offrendo il vino ai Medici.

"Madonna Sforza Riario, è staa addestrata e ha studiato per comandare."dice calma Clarice aiutando il marito a sedersi sulla sdia. Gli fa male la caviglia.

"Ce la faccio. Puoi anche lasciarmi, adesso."aggiunge infastidito Lorenzo.

"Voglio diventare prete. Sento che è questo lo scopo della mia vita."annuncia emozionato Giulio confondendoli. Lo guardano sorpresi.

"Sei sicuro, cugino? Perché non me l'hai detto?"domanda dispiaciuto Giovanni.

"Nipote, ho dimenticato il mantello nella carrozza. Miaccompagni a prenderlo?"dice stanco Lorenzo e Giulio lo accompagna fuori, intanto Giovanni assaggia una focaccia con sopra del lardo. Giovanni Battista prende il calice.

"Quel rgazzo che vuole diventare prete è il Bastardo Di Giuliano De' Medici?"

"GIULIO, NON E' UN BASTARDO! COME VI PERMETTETE, ZIO?! MIO PADRE, LO AMA PIU' DELLA SUA STESSA VITA!"urla furioso Giovanni e lo zio fissa con sufficienza il nipote.

"Giovanni. Non parlare in questo modo a tuo zio. Chiedigli scusa. Forza."sgrida scandalizzata Clarice e il figlio la sfida ignorandola. Giovanni come suo padre si affeziona molto al cugino.

Dopocena i Medici tornano a casa.

Clarice aiuta il marito a svestirsi e lui la bacia commosso. Non riesce ad immaginare una vita in cui sua moglie sia da un'altra parte.

Clarice è sempre stata una persona calma. Troppo bigotta per le menti innovative dei Fiorentini e aveva l'impressione di non essere abbastanza per Lorenzo De' Medici. M aspettando è riuscita ad entrare nel su gelido cuore, il marito vien bucato dalle spine di Clarice e ne è orgoglioso. Perché scopre i fiori della Rosa Spinosa.

Clarice pensava di non essere all'altezza, invece sbagliava... Lorenzo tiene molto in considerazione il parere della moglie, quasi più dei suoi stessi consiglieri.

Clarice insieme al marito passano i giorni seguenti a corrompere il clero per votare Giovanni Battista Cybo. È perfetto perché non ha capactà politiche.

A sorpresa di tutti viene eletto Giovanni Battista Cybo. È chiamato Papa Inocenzo VIII. Verrà incoronato il 12 settembre.

Papa Innocenzo a causa dell'incapacità di Sisto nel gestire i soldi eredita non solo il potere, ma anche un grande debito: 250.000 ducati. È stata questa cosa a fargli cambiare l'organizzazione della Curia.

Papa Innocenzo ammira la diplomazia di Lorenzo infatti per proteggere l'Italia dagli invasori fa un'alleanza con Napoli e Firenze.

Lorenzo approfitta della sua amicizia per fargli nominare Giovanni Cardinale, in cambio dovrà far sposare Maddalena con Franceschetto Cybo (figlio biologico di Innocenzo). L'aveva avuto prima che diventasse prete.

Lorenzo ha venduto sua figlia e Clarice non sa niente dell'accordo con Innocenzo.

I Medici salutano Giovanni e Giulio. Tornano in Toscana, appena arrivano vengono travolti dai problemi. Girolamo Savonarola ha iniziato ad accusare sia i Medici che Papa Innocenzo di corruzione ed immorarilità l'arte Umanistica e lo sfarzo esagerato... gli edifici religiosi dovrebbero essere senza ricchezze, perché Cristo era povero.

La carrozza si ferma davanti al Convento Di San Marco costretta dalla folla. Le prsone ascoltano i deliri di Girolamo ipnotizzate. C'è anche Gemma.

Le cose che dice Girolamo sono in parte vere, la Chiesa è corrotta e lo stesso Firenze. Cioè i Medici. Vuole che i ricchi aiutino la popolazione!

Girolamo condanna l'arte e l'esagerato potere politico di Lorenzo. Firenze sta diventando una tirannia. Non c'è più la Repubblica. Lo è solo legalmente.

A Firenze c'è una grande spaccatura: metà sono con Lorenzo ed altr danno ragione al prete. Le stesse Gemma e Clarice hanno dei dubbi, vedono cosa sta facendo Lorenzo alla loro città... ma non sanno come comportarsi.

La situazione tra Lorenzo e Girolamo peggiora quando ritrovano il corpo di Fabio in Piazza Della Signoria con tagli profondi sulla gola. Gliel'hanno squarciata.

Tutti sapendo che Fabio era nemico di Lorenzo lo accusano del suo delitto, Girolamo prova a dire che è innocente. Ma non viene ascoltato.

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Capitolo 31
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31.FRA QUESTI MIEI SOSPIRI E PIANTI NUTRIRÒ LA MIA VITA.

Firenze è sempre più simile allaCittà Eterna: corruzione, povertà e lusso dei nobili la stanno distrugendo. Sono passati anni edal delitto dib Fabio, ma Firenze si è già dimenticata di lui... non hampo per cercare il colpevole.

Nel 1487 Lorenzo conquista Sarzana e la Fortezza Di Sarzanello, conquistate dai Genovesi. Firenze dopoché i Liguri tentarono di riconquistarle vincono la guerra contro Genova corrompendo l'esercito. Anche i rapporti con le altre Repubbliche Toscane migliorano. Lucca essendo minacciata dalla fortezza di Sarzana, fa un'alleanza con Firenze. Anche Siena chiede aiuto ai Medici. Entambe hanno paura di venire invase da Sarzana.

Gemma guarda Lorenzo innamorata. Indossa mantello rosso, pantaloni e giacca verde azzura. La mia vita... e il mio cuore sono suoi. Per lui... sarò lì a stringerti le mani ogni volta che vorrai... è una promessa. Asciugherò quelle lacrime con amore. Ti farò ridere, quando sarai triste e solo. Perché la mia vita appartiene al Signore Di Firenze. Pensa osservando Lorenzo che sfoglia il quaderno.

La luce della candela di pura cera illumina scarsamente lo studio in cui era stata posta, rischiarando ben poco di quella fiammella tremolante; smbra sempre che stia per spegnarsi. Forse sarebbe stato meglio accenderne di più, quando sono soi Lorenzo preferisce restare nella penombra... come se avesse paura dell'ammirazione verso Gemma.

Lorenzo sa che è meglio stare semi immersi nel buio, galleggiarvi dentro fino a quando le loro mani non si sarebbero toccate per la prima volta. Gemma sistema i fogli nell cartelletta, intanto Lorenczo si alza incerto per andare da lei.

“Era mia madre a leggermi questi libri. Il mio preferito è La Repubblica. Nella vita non mi sono serviti. Solo belle parole, inutili.”dice triste sfogliando un libro vicino a lei, lo chiude e fissa Gemma.

“Non erano inutili se vi rendevano contento. E poi quando li leggerete penserete a vostra madre.”risponde rincuorandolo, ha unosguardo ambiguo... tra l'innamorato e il depresso. Lorenzo immobile esita; dopo qualcque minuto decide di prenderle la mano. Ma subito cambia idea.

“Scusate. Non so cosa mi sia venuto in mente. Sono sposato con Clarice.”

“Ho giurato eterna fedeltà al Signore Di Firenze. A lui vanno la mia vita, i miei pensieri. E il mio cuore.”

“Perché l'avete fatto? Non sono l'uomo che credete. Verrò dimenticato.”

“Voi dite? Qanti uomini vengono trattati da Re e non lo sono? Siete stato chiamato nelle Corti Europee.”

“Avete ragione. È solo... che... pensavo di poter aggiustare tutto. Anche un cuore spezzato...”risponde sciocco e lei lo abbraccia. È la prima volta che si toccano. Lorenzo rabbrivisce al contatto della sua pelle fredda, cerca di baciarla vicino alla gola; ma lei si sposta trbata.

“Devo andare. Questa cosa è sbagliata. Avrete sempre il mio cuore.”aggiunge soave prima di uscire. Lui fissa la porta che si sta chiudendo.

Gemma giunta a casa si sveste e nuda sul letto fissa il soffitto. Sente l'aria spostarle i capelli.

“Lorenzo?dove sei? Perché mi torturi in questo modo? Vorrei tanto che fossi qua.”domanda speranzosa guardando la porta, vorrebbe che Lorenzo entrasse e si mettesse disteso accanto a lei. Spota il braccio sull'altra parte del letto, non sa perché lo fa. Gurda le tende frusciare.

Ricordo di Gemma

Sono impaziente di conoscere mio marito! Chissà chi può essere... forse Fabio Peruzzi. Tra poco lo scoprirò, anche perché starà arrivando con la fmiglia.

Mio padre mi guarda affascinato.

“Figlia, sei bellissima. Sono sicuro che piacerai anche a tuo marito.”

“Padre, potete dirmi chi è?! Per favore! Non resisto più! Devo aspettare ancora?!”

“Solo finché non arriva. È una srpresa. Stai calma. Smettila di agitarti.”roisponde accigliato accompagnandomi davanti al portone. Lo fisso irritata, intanto la carrozza si ferma e scendono i Medici.

“Oh mio Dio! Dovrò sposare Lorenzo De' Medici! Non ci credo! È un sogno!”

“Zitta. Non mettere inutilmente in mezzo Dio. Trattieni l'euforia.”dice infastidito co un mezzo ringhio, non lo ascolto nemmeno. Dopo i convenevoli osservo Lorenzo e lui mi sorride educato.

“Madonna Pitti, sono contento di conoscervi. Mio fratello, continuava a dire che eravate bella. E aveva ragione.”dice tranquillo incantandomi.

“Virngrazio. Siete gentile.”rispondo imbarazzata cercando di contenere l'entusiasmo.

Passano i giorni e non sono mai stata tanto contenta, ovviamente la felicità viene rovinata; quando Piero ci comunica che suo figlio sposerà Clarice Orsini. Certo. Cosa potevo aspettarmi? Lei è una nobile e ha tutti parenti nella Chiesa.

“MEDICI! HA DISONORATO NON SOLO IL NOSTRO COGNOME MA ANCHE TE! NESSUNO TI VORRA' PIU'!”

“Non ite questo, padre. Certo che mi vorranno. State tranquillo. È pieno di ragazzi.”rispondo tenera ma lui sembra impazzito. Strilla girando per lo studio, infatti infastidit vado nel salone a ricamare.

“HANNO SCELTO CLARICE ORSINI PER IL LORO FIGLIO PERFETTO! BANCHIERI IDIOTI!”grida furioso dallo studio spingendo le poltrone.

I giorni passano diventando settimane e mio padre è sempre più insofferente.

Una sera sono in Piazza Della Signoria quando sento i Priori parlare dell'attentato ai Medici.

“Secondo me è stato Pitti. Ricordate che ci aveva già proato con Cosimo.”

“Soderini! Attento a come parlate! Non potete accusarlo senza prove!”

“Avete ragione, Pazzi. Infatti cercherò le vostre prove. Meglio non dre niente a Medici.”aggiunge spazientito Soderini e Pazzi resta immobile. Per tutta la camminata non credo alle parole dei Priori, ma voglio apere se è vero... dovrei essere io arrabbiata o sentirmi tradita non gli altri.

Vado da mio padre nella sua camera.

“Avete pagato dei sicari per far uccidere Piero De' Medici? L'hnno detto Soderini e Pazzi.”

“Soderini... è alleato dei Medici. Come puoi credere alle sue parole? Dimmi... ingenua ragazza.”

“D'accordo, padre. Di Soderini avete ragione. E Jacopo Pazzi? Lui odia i Medici.”

“Sì. Sono... stato io. Ma tanto Piero è vivo, perché Lorenzo ha ucciso gli aggressori...”risponde insensibile con uno sguardo infuriato.

“Non posso più restare. Devo andarmene da Firenze. Addio, padre.”dico sconvolta uscendo dalla stanza. Piango. Non me ne importa niente.

Vado a cercare un sicario e lo pago per uccidere mio padre, poi parto. Mi trasferisco lontano. La scelta migliore è Ferrara... divento una Monaca Domenicana e conosco Padre Savonarola. Adoro quello che dice.

Gemma all'alba si alza e va al Convento Di San Marco, Girolamo è stato nominato Priore del convento.

Girolamo è davanti al portone con intorno tutta la folla ad ascoltarlo ipnotizzata.

“VOGLIO FAR COSTRUIRE DELLE NUOVE CHIESE! OGNUNO SARA' LIBERO DI ENTRARCI! E LA RICCHEZZA DELLE ALTRE ESISTENTI VERRA' DATO AI POVERI!”

“Siamo alla follia. Derubare la Casa Di Nostro Signore... cosa vuole fare, ancora?”

“Avete ragione, Ardinghelli. Meglio andarsene a Palazzo Vecchio. Ci vediamo dopo.”dice irritato Fabiano urtando le persone che lo guardano contrariate.

“Aiutate gli altri dando quello che potete. E sfidate le leggi ingiuste. Nostro Signore ci chiede questo.”

“Avete ragione, Padre. Ma dimenticate una cosa: chi sfida Lorenzo De' Medici finisce arrestato o morto. Vi sete scordato che ha ucciso Fabio Peruzzi?”dice scontroso Raffaele e Girolamo lo fissa paziente.

“MIO PADRE E' INNOCENTE! NON C'ENTRA CON L'OMICIDIO DI PERUZZI, SODERINI!”replica furioso Piero estraendo la spada. Tutti restano sorpresi dalla sua reazione improvvisa, è sempre stato sottomesso a tutti.

“Mettila via. Non voglio vedere violenza durante le mie messe. Obbedisci, ragazzo.”ordina freddo Girolamo avvicinandosi a Piero e Raffaele.

“Non preoccupatevi, Padre Savonarola. Lo accompagno a casa. Continuate.”aggiunge comprensiva Gemma, mentre Piero rinfodera l'arma.

Gemma dopo aver portato il ragazzo a casa sente Piero litigare con suo padre.

“NON POSSO FARTI ESSERE SIGNORE DI FIRENZE SE INVECE DI RISOLVERE I PROBLEMI PARLANDO USI LA VIOLENZA! SIAMO UNA REPUBBLICA! TUTTI HANNO DIRITTO AD UN'IDEA DIVERSA!”

“SCUSATEMI, PADRE! IO NON SONO CONTESSINA O GIULIO! SO CHE AVETE AMATO PIU' LORO DI ME! AVETE UCCISO I RESPONSABILI DELLA CONGIURA DEI PAZZI!”

“NON VOGLIO CHE RIPETI I MIEI STESSI ERRORI! DA QUANDO HO DETTO DI IMPICCARLI DENTRO MI SI E' ROTTO QUALCOSA! VIVO CON IL RIMORSO!”spiega esasperato Lorenzo. Dallo studio esce Piero seguito dalla madre. Gemma osserva con pietà l'uomo a cui ha giurato feeltà, Lorenzo cade di nuovo e lei lo aiuta ad alzarsi. È agitata.

“Voi... non state bene, vero? È la stessa malattia di vostro padre... giusto?”

“Sì. E sta peggiorando velocemente. Per questo spesso non ci sono alle riunioni.”

“Vado da Da Vinci a chiedergli aiuto. Ha studiato anatomia, saprà cosa fare.”dice decisa aiutandolo a sedersi. Gemma mentre sta andando da Leonardo viene uccisa dal figlo del Signore Di Frenze! È staa sua totale lealtà verso Lorenzo a farla uccidere... Piero aveva invidia di Gemma, Contessina e Giulio.

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Capitolo 32
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32.IO ARDO!

E' il tempo a deciere... non le persone. L'uomo può solo accettarlo... Loenzo giunto alla tomba di Gemma ci trova Lucrezia. È sorpreso di vederla, perché non sapeva che fossero amiche. Pregano.

"Mi dispiace, Lorenzo. Seb ti serve qualcosa uoi fare come quando eravamo ragazzi."

"Non ho bisogno di niente. Come al solito... sono solo e disperato. Tranquilla..."dice sconsolato fissando àla tomba, con sorpresa lei gli prende una mano.

"Per una volta fatti aiutare da me. Ti conosco meglio di chiunque altro."

"Non mi serve il tuo aiuto, Lcrezia. Cercherò l'omicida e lo farò impiccare."aggiunge crudele lasciandole la mano. Lorenzo va a casa e trova dei fogli strappati. Legge: Gli uomini sono portati a compiere le azioni giuste, per cui agiscono giustamente e vogliono le cose giuste; nel medesimo modo stanno le cose. Per quanto riguarda l'ingiustizia, disposizione per la quale gli uomini agiscono ingiustamente e vogliono le cose ingiuste. L'arte, infatti, non ha per oggetti le cose che sono o vengono all'essere per necessità, né le cose che sono o vengono all'essere per natura, giacché queste hanno in sé il loro principio. Poiché produzione ed azione sono cose diverse, è necessario che l'arte riguardi la produzione e non l'azione.

Lorenzo pensa che c'entri Leonardo, dunque va a trovarlo nella sua bottega.

"Buon pomeriggio, messer Medici. Come posso aiutarvi? Venite."dice sorpreso Leonardo vedendo Lorenzo. Stava facendo l'autopsia ad un uomo.

"Sapete chi può aver ucciso la mia aiutante? È venuta da voi l'altro ieri."

"Mi dispiace di non potervi aiutare. Ho solo visto il corpo già massacrato."

"Grazie lo stesso, vale."risponde impotente prima di andare al Giardino Di San Marco (Orto Di San Marc).

Lorenzo si avvicina ad un ragazzo che scalpella la faccia di un minotauro.

"Non ho ancora finito. Vi piace? Dovrebbe assomigliare alla faccia di un minotauro."

"Comi ti chiami, ragazzo? È tutto perfetto, tranne i denti. Falli più mostruosi."

"Michelangelo Buonarroti. Vi ringrazio, messere. Ho pensato la stessa cosa."dice commosso Michelangelo scalpellando il dente, lo rende più concav e Lorenzo annuisce soddisfatto. L'Orto Di San Marco per lui è il Paradiso.

Lorenzo dolora nte siede sulla panca e Contessina arriva con Clarie. Corre gioiosa ad abbracciare il padre, lui le sorride poi la bacia.

"Non correre, Contessina. Stai attenta. Siediti lentamente vicino a tuo padre."

"Scusatemi, padre. Volevo farvi vedere la collana che mi ha regalato mia madre."

"E' bellissimo. Ce l'ha da quando siamo sposati. Sai? Tienila bene. E non perderla."

"Si.curamente, padre! Non temete! La terrò con molta cura! Nessuno si avvicenerà!"esclama euforica prima di baciarlo e correre da Lucrezia.

"Sei la mia Rosa Spinosa. Non riesco ad immaginare una vita senza le tue spine che mi fanno sanguinare dita e cuore. Grazie di tutto, amore."

"Grazie. Ma non faccio niente di straordinario. Sono solo tua moglie."risponde emozionata e sorpresa dalla sua improvvisa tenerezza sistemandogli i ciuffi dietro alle orecchie. Lui ride felce e per quei pochi secondi ritrova la spensieratezza di quando era con suo fratello. Prima di essere Signore Di Firenze, al potere e delle decisioni che hanno portato alla Congiura Dei Pazzi. Anche Clarice ride, ma Lorenzo avendo una fitta alla gamba si risiede.

"Lorenzo... stai bene? Ti fa male la gamba? Non farmi preoccupare..."

"Sto bene. Non preoccuparti. È già passata. Però deo andare alle terme."risponde dolorante alzandosi, viene raggiunto da un messaggero. Appena gli da la busta l'uomo corre via. Entrmbi sono curiosi, perché non hanno mai visto quel sigillo.

"Cosa succede? Chi è stato a mandarla?dimmi. Sono cuuriosa."dice ansiosa aspettando che il marito apra la busta per leggere. Cerca di ricordare quel sigillo, ma niente.

"E' daki fratelli Orsi di Imola. Vogliono parlarmi. Arriverranno domani. La lettera finisce in questo modo."spiega perplesso mostrandole il fogglio.

"Allora... dovrò organizzare un banchetto per accoglierli... farò are la pasta pasticciata e dei capponi arrosto..."dice pensierosa prima di andarsene.

Lorenzo va d Michelangelo e il ragazzo si ferma.

"Voglio che da oggi pranzi con la mia famiglia. Capito? Non puoi rifiutarti. Vieni."

"Va bene. Se ne siete sicuro... vengo subito. Andiamo... vi ringrazio."

"Non devi ringraziarmi. Diventerai un bravissimo artista. Ne sono sicuro."

"Forse vi disturbo. Non sarei dovuo venire. Me ne torno al Giardino."dice timido Michelangelo sentendosi fuori posto insieme ai Medici. Anche solo per i vestiti che indossa, loro sono eleganti.

"Non èc'è niente di cui vergognarsi. Vieni. Siedii vicino a Piero."dice tenera Clarce mentre Loenzo siede viino a Giuliano; Michelangelo sebbene non sia del tutto convinto fa come gli ha detto Claice.

"Padre, dopo Lurezia dovrò sposarmi pure io?"domanda allegra Maddalena tagliando la carne, intanto Michelangelo essendo incapace di usare il coltello fa schizzare del sugo sul estito della ragazza.

"Sono mortificato, madonna. Non volevo sporcare il vostro vestito."dice imbarazzato a Lucrzia tentando di pulila con il tovgliolo.

"Non fa niente... vado a cambiarmi. Torno immediatamente... scusate."aggiunge irritata lab ragazza, intanto i servi puliscono il paviento. Lucrezia se ne va seguita dalle domestiche. Da quel giorno Michelangelo mangierà sempre con loro.

Lorenzo finito il pranzo si mette a leggere.

Diario di Lorenzo

4 marzo 1474

Non avrei mai pensato di dirlo ma oggi la riunione al Palazzo Della Signoria è stata sfiancante! I Pazzi continuano ad odiarci... non capisco perché. E ha peggiorare la situazione Ppa Sisto ci invia un messaggio in cui ci informa di volere Città Di Castello. Non osso dargliela. Sarebbe pericoloso perché significa che potrebbe dichiarci guerra quando vuole. Ha già Imola. E perdere Città Di Castello vuol dire meno ricchezze Umbre per Firenze.

Ho mandato mio fratello in Umbria. Hanno deciso di farci la guerra... vogliono stare sotto Roma.

Siedo sulla poltrona vicino al camino a guardare la neve. Entra Orsini.

"State bene? Mi sembrate perso. Posso aiutarvi in qualche modo? Parlatemi."

"Sto bene. Stavo solo pensando alla guerra con Città Di Castello... non so come impedirla. Sono sconfortato..."dico stanco fissando la cupola della chiesa.

"Non so niente d politica, ma posso consigliarti questo: segui il tuo cuore. Lui sa qual è la cosa giusta. Sempre."risponde dolce accarezzandomi i capelli. Ed è quello che faccio. Impedisco la guerra rinunciando alla città dandola ai Vitelli.

Lorenzo smette di leggere perché non vuole ricordare quella decisione cosa gli ha fatto perdere... rinunciare alla città Umbra daà inizio all'organizzazione della Congiura Dei Pazzi e al delitto di Giuliano.

Il giorno seguente mentre Clarice finisce di organizzare le ultime cose, Lorenzo viene vestito dal domestico. Indossa mantello rosso, pantaloni grigi e camicia bianca.

Lorenzo appena il servo finisce di infilargli gli stivali raggiunge la famiglia davanti al portone. Si mette dietro a Maddalena.

La carrozza si ferma davanti a loro e scedono i fratelli Orsi. Sono quasi identici.

Tutti si inchinano.

"Benvenuti a Palazzo Medici."dice educato Lorenzo mentre incuriositi lo guardano.

"Grazie per averci accolti a Firenze, messer Medici. Sono Ludovico e questo è mio fratello Checco."

"Venite a parlare con me. Seguitemi."ordina gentile Lorenzo portandoli nel suo studio, aspetta di sentire la loro richiesta. Si siedono.

"I Riario ci stanno dissanguando per questo Imola vuole ribellarsi. Ma non abbiamo abbastanza soldi con cui pagare dei mercenari."

"Capisco, messer Ludovico. Volete che vi faccia un prestito. E io cosa c'entro con Imola?"

"Girolamo Riario... ha ucciso vostro fratello. E noi faremo lo stesso con lui... vi chiediamo solo 1.000 ducati."

"Va bene. Ma dovrete commettere l'omicidio la sera del 14. vi pagherò 5.000 ducati."

"Vi ringrazio. Ho capito. Non dobbiamo ucciderlo prima del 14."risponde dubbioso Checco. Non capisce perché abbia scelto proprio quel giorno ma visto che Lorenzo pagherà evita di chiedere.

Lorenzo durante il banchetto è circondato da: Sandro, Michelangelo, Angelo e Leonardo.

Il giorno dopo l'omicidio di Girolamo; Lorenzo riceve la lettera in cui gli dicono che è morto. Giuiano viene finalmente vendicato dal fratello. Lorenzo credeva che vedere Girolamo morto l'avrebbe fatto sentire meglio, invece sbagliava.

L'anima di Lorenzo si è frammentata ancora un po' rendendolo più depresso. Vivono due opposti che lottano: la compassione combatte contro l'odio per sé stesso. Perché spesso le vere guerre sono nelle persone. Non usano armi ma sentimenti distruttivi... ed è questo che st vivendo Loreno dalla morte del fratello. Sopravvive. E si ritrova quasi vecchio... ha sprecato quasi tutta la sua vita sognando di uccidere Girolamo! Nel frattempo dimentica che deve vivere.

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Capitolo 33
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33.NON SO QUAL CRUDEL FATO...

I problemi per Lorenzo e Clarice continuano. Ma il loro amore resiste a tutto... come ha sempre fatto. Una settimana dopo la Congiura Dei Fratlli Orsi muore Bianca... poiché Lorenzo è alle terme a curare la gotta non partecipa al funerale della sorella. Ci va solo sua moglie.

Clarice aiuta il marito a vesirsi, lo accarezza solo come lei sa fare. In modo tnero e calmo; come se quel suo gesto potesse cambiare la realtà dandogli quella pace che tanto desidera... ma non riesce ad avere.

"Permettimi di cambiare il nostro mondo. Voglio curare le nostre ferite. Siamo cuori bruciati ed anneriti non solo dall'amore, ma anche dalla rabbia."

"Come ti dissi la prima volta che ci vedemmo... sei bravo con le parole, Lorenzo."

"Se lo vorrai, io cambierò il mondo per te. Mi sei sempre rimasta vicino."dice sorpreso alla moglie e lei gli fa il solletico. Entrambi ridono.

Dalla finestra entra aria calda. È meta luglio.

"Devo andare al Convento Di San Marco. Ci vediamo dopo... divertiti al Palazzo Della Signoria. Trno stasera..."

"Appena avrò risolto i problemi con Savonarola partiremo per Venezia. L'aria marina ti farà bene. Resteremo finché la tosse non sarà passata."aggiune dolce nascondendo l'ansia. Ha paura che possa morire lasciandolo solo completamente e non superebbe la sua morte.

Clarice prima di uscire gli sorride. Giunta nel Convento Di San Marco vede Girolamo che aiuta unasuora.

"Sorella, posso aiutarvi? Se sì ditemi come."chiede cortese Clarice alla donna che sta piegando una coperta. Lei la fissa confusa.

"Madonna Orsini Medici, vi presento SorellaGiacometti. Viene da Roma."

"Vale, Sorella. Cosa vi porta a Firenze? Se posso chiedere. Siete in pellegrinaggio?"domanda curiosa Clarice, mentre Girolamo si allontana.

"E' statovostro marito a scrivermi. Mi ha chiesto di venire per tenervi compagnia. Sono Laura."

"Oh... scusa. Non ti ho riconosciuta... sei molto cambiata."risponde emozionata Clarice portandola fuoridal convento. Passeggiano chiacchieriando.

"Siete pallida. State bene?"domanda preoccupata Laura mentre passeggiano tra le bancarelle del mercato. I venditori le fissano interessati.

"E' qualche mese che continuo ad avere questa tosse fastidiosa. Ma a parte questo bene."

"Non pensavo che voleste sposarvi. In questi anni eravate sempre nei miei pensieri. Avrei voluto scrivervi ma credevo di irritare vostro marito."

"Lorenzo, dopochéimpariamo a conoscerci mi ama più della sua stessa vita. È stato difficile all'inizio. I Fiorentini sono mlto innovativi."

"Messer Medici, vi ama moltissimo. Mentre leggevo la sua lettera è questo il sentimento che ho sentito. Farebbe di ttutto per voi."aggiunge allegra Laura sedendosi all'ombra di un edificio. Fa molto caldo, ma Clarice è sudata per la febbre. Devono tornare a Palazzo Medici.

Clarice passa quasi tutte le sue ore della giornata dentro la vasca.

"Devo tornare a casa. Sono tutta bagnata. E il sudore mi da fastidio."

"Certo. Non c'è problema. Figurati. Aniamo."risponde ansiosa Laura seguendo l'amica dentro Palazzo Medici. Osserva affascinata gli affreschi e le statue.

"Non dire niente che è meglio. Mio marito come tutti gli Umanisti ama la bellezza."siega sarresa scuotendo la testa, mentre entrano nella stanza di Clarice.

"Ho preparato la tinozza con l'acqua. Se volete vi aiuto a svestirvi."dice apprensiva la domestica attizzando il fuoco nel camino. Anche se fa caldissimo sono questi gli ordini di Lorenzo. Ha para che la tosse peggiori.

"Sì. Certamente. Grazie. Mi è tornata la febbre."risponde stanca mentre Laura le lascia.

"Tra poco vi passa. Pensate a rilassarvi. Al resto penso io."ordina affettuosa la domestica prima di aiutarla ad entrare nella tinozza ed ancdarsene.

Clarice chiude gli occhi e si rilassa nell'acqua fredda. O almeno prova.

"Vorrei poterti aiutare. Non so come fare, però. Odio questa sensazione di impotenza."dice avvilito Lorezo inginocchiandosi vicino allamoglie, raccoglie la spugna e gliela passa sul braccio. Non l'aveva sentito entrare.

"Nostro Signore, ti arà la risposta. Ne sono sicura. Spesso lo fa in modi insoliti."

"Non posso più rimandare. Devo dirtelo... ho combinato il matrimonio di Lucrezia con Jacopo Salviati. Invece Maddalena sposerà Francschetto Cybo..."

"CHE COSA?! HAI VENDUTO LE NOSTRE FIGLIE PER IL POTERE E L'OSSESSIONE CHE DOPO LA TUA MORTE VERRAI DIMENTICATO?! I SALVIATI HANNO UCCISO GIULIANO!"

"Lo so. Hai ragione, ma è l'unica soluzione. Tante banche Medicee sono state chiuse."

"E Maddalena? Hai venduto pure Contessina? Qual è la tua scusa per loro?"

"Sì. Contessina... sposerà Piero Ridolfi. Maddalena ho dovuto, Papa Innocenzo non voleva nominare Giovanni Cardinale... faccio sempre tutto per la famiglia. Credimi..."

"Vattene, Lorenzo... lasciami sola. Ti prego... ho bisgno di pensare."

"Faccio sempre tutto per la famiglia. Prima di qualsiasi cosa c'è lei. Sul balcone della tua casa ho giurato davanti a Dio che avresti..."

"Sì, senza vendere le tue figlie... la famiglia è una scusa che dici non solo agli altri, ma soprattutto a te stesso per giustificare le gtue azioni..."replica fredda al marito uscendo dalla vasca. Quelle parole lo feriscono profondamente, l'aveva sempre vista arrabbiata. Ora invece... è delusa. Disgustata. Fino a qualche minuto prima lei credeva in Lorenzo. Ora non più. Si sente svuotata.

Clarice mentre si veste continua ad osservare suo marito con disprezzo, poi lui le prende la mano ed escono insieme dalla casa. Devono mostrarsi uniti alla folla: Girolamo tenta di far apparire i Medici deboli.

Clarice vorrebbe lasciargli la mano, infatti cerca di tenergliela il meno possibile. Le persone applaudono enytusiaste. Girolamo deve impegnarsi molto di più se vuole rovinare i Medici, perché prima del nome deve distruggere l'uomo. E anche in questo modo forse non riuscirà a far dimenticare Lorenzo Il Magnifico alla popolazione! Nonostante tutto lo amano ancora. E continueranno ad amarlo anche dopoché sarà morto. Lorenzo viene soprannominato Magnifico non pe qualche titolo nobiliare, lo fanno pwerché il coraggio, l'etica e la diplomazia salvano tante voltel'Italia dalla guerra.

Clarice torna a casa e subito si mette nel letto per dormire. La febbre unita alla delusioe l'hanno sfinita.

La mattina seguente Clarice va nella cappella a trovare Giuliano e Luisa.

"Non riesco ad immaginare quanto avete sofferto nnel perdere vostra figlia."

"Madonna Donati Ardinghelli... almeno qua posso evtarvi? Ho dovuto condivdere mio marito con voi per anni. E aspettae paziente fingendo di non sapere..."

"Lui amava un'idea. Non me. Mi dispiace. Immagino che non sia facile vivere con questa responsabilità. Essere la moglie del Magnifico."aggiunge dubbiosa prendendole la nmano. Lei irritata respinge Lucrezia. Ed è vero, per tanto tempo Clarice ha finto di non sapere che si amassero. Era solo sesso si ripeteva... aveva bisogno di crederci.

Clarice inizia a tossire sangue; contro le sue deboli proteste viene riportata nel palzzo aiutata da Lucrezia e Guido. I figli la raggiungono spaventati.

"Madre? Cosa vi sta succedendo? È perché ho dimenticato di mettere la vostra collana?"domanda impaurita Contessina avvicinandosi al letto.

"Uscite. Forza. Vostra madre, deve riposare. Subito. C'è troppa gente."

"Ho chiamato nostro padre dalla finestra. Era nel cortile con Buonarroti e Botticelli."dice ansioso Giuliano prima che Lucrezia e Guido spingano i suoi figli fuori.

Lucrezia resta con Clarice ino all'arrivo di Lorenzo poi li lascia.

Lorenzo siede sulla loro poltrona vicino a lei e le accarezza la guancia. Piange.

"Non puoi abbandonarmi, Clarice. Ti prego... sei la mia spalla. Ho bisogno di te... conosci i miei desideri più oscuri. Come faccio se muori?"

"Dio... mi vuole. La mia vita è finita... dovevo renderti un uomo migliore. Ci ho provato con tutta me stessa... e ci sono riuscita. Non sei più arrogante..."

"Non ancora. Sbagliavo a credere di amare Lucrezia. Sei sempre stata te ad avere il mio cuore. Mentre ero disperato per Giuliano hai deciso che dovevi starmi vicino."

"Ho provato ad essere una brava moglie, ma sono umana. E come tutti sbaglio... ti amo. Non dimenticarlo mai... per favore... promettimelo."

"Te lo prometto. Ti ricorderò nelle mie preghiere. Farò in modo che anche nei prossimi secoli tu non venga scordata. Clarice Orsini Medici la Rosa Spinosa."

"So che mi hai amato anche te... a modo tuo. Di quell'amore struggente che è descritto nei tuoi libri... nell'arte. E nella filosofia..."

"Amore. Ti prego di perdonarmi, quando non ho voluto ascoltare i tuoi consigli..."dice tenero baciandola, lei è morta proprio come Giuliano. Tra le sue braccia protettive muore un altro pezz della sua anima.

Clarice è morta il 30 luglio di tubercolosi. Dopoché sua moglie, Lucezia, Luisa, Bianca, Ippolita Maria e Giuliano muoiono Lorenzo cambia per sempre.p

Clarice è morta lasciando le sue spine nel cuore sanguinarnte del marito.

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Capitolo 34
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34.SE FALSA OPINÏON MIO BEN MI VIETA

Sono passati anni dalla morte di Clarice, sebbene Lorenzo abbia tolto il divietio delle feste messo doo l'omicidio del fratello continuza a sentire la mancanza di Clarice... vive concentrandisi sull'amre per il potere.

Clarice è morta nell'indifferenza dei Fiorentini, l'hanno sempre vista da straniera. Dopo il funerale Lucrezia parte per raggiungere Jacopo a Roma.

Lorenzo avvilito appollaiato sul bordo di una sedia si riira nelle mani la collana della moglie. È successo tanto in fretta che nemmeno l'aveva capito... sta seduto senza piangere. Fissa le fiamme nel camino e aspetta che torni da lui... come ha sempre fatto. Sentire quella sua mano calda sul viso, poi stringerla nell'abbraccio protettivo che tanto amava... ascoltare i battiti del suo cuore. La voce tranquilla e pacifica riusciva sempre a calmarlo.

Aspetta che la porta del suo studio si spalanchi e Clarice entri per coccolarlo, nel modo gentile di cui ricorda ogni azione insieme all'emozione.

Qul tenero sorriso di cui si è innamorato tanto tempo fa; aspetta che avvicini il viso al suo facendosi entrare alcuni ciuffi negli occhi. I loro respiri si fondono, le mani vengano strette intrecciandosi. E che quei corpidiventino uno solo, come sanno fare solo loro.

Ma la porta resta chiusa; le lacrime scendono sulle guance... lei non può: sorridere, stringere, amre, consolare e parlare. È morta. La sua dolce moglie vive in quella collana fatta di cristallo, fagile come il cuore dell'uomo che non accetta questa terribile mancanza. Le spine sono enrate dentro ogni strato del suo corpo ferendolo ripetutamante... pelle, carne, tendini, muscoli, vene, arterie e cuore. Per qualche strana ragione, spero ancora che tu venga a salvarmi dalla mia ambizione. Da me stesso... dall'oscurità che in qualche modo amavi. Sei sempre rimasta anche quando non dovevi. Mi manchi, amore. Ho imparato ad amare le tue spine, perché i petali erano autentici. Non passa un minuto senza che senta la tua mancanza. Pensa disperato infilandosi la collana.

Lorenzo giunto nel cimitero siede sulla panca e viene raggiunto da Girolamo.

“Vi prego... basta. Non ho mai voluto corrompere le persone usando l'arte. Finiamola con questa guerra inutile... vogliamo la stessa cosa.”

“Non temere, perché io sono con te; non smarrirti, perché io sono il tuo Dio. Ti rendo forte e anche ti vengo in aiuto e ti sostengo con la destra vittoriosa.”dice sicuro Girolamo fissando lo sguaerdo tormentato di Lorenzo.

“E' Isaia. Vogliamo il bene di Firenze, perciò smettetela con questa cosa.”

“Io salvo anime. Voi, invece... le dannate. La vostra preziosa arte diventerà cenere...”

“Mi state minacciando, Padre Savonarola? Non dimenticheranno Botticelli, Leonardo e Buonarroti. Vivranno per sempre nella loro arte.”risponde gelido alzandosi, intanto Girolamo continua ad osservarlo con sufficienza.

Lorenzo va al Palazzo Della Signoria che c'è la riunione del Consiglio Dei Diciasette.

“Savonarola, diventa smpre più pericoloso ogni giorno che passa. Dovete fermarlo.”

“E' quello che voglio fare, Soderini. Lo farò esilare da Firenze.”risponde calmo Lorenzo aprendo la cartelletta con i documenti.

Lorenzo tornato a casa va nel suo studio e legge la lettera che stava per mandare ad Innocenzo. Quelle parole lo distruggono ogni volta. Legge: Troppo spesso sono costretto a dare solicitudine, e molestia a Vostra Beatitudine per i casi, che tutto giorno ne prepara la fortuna, e la divina disposizione, a la quale, come non è possibile resistere, così sarìa conveniente, che ciascuno li acquiescessi, e pazientemente sopportassi quello, che dà la sua bonità così dolce, come amata. Ma la morte della Clarice mia carissima, e dolcissima consorte nuovamente successa me è stata, ed è di tanto danno, pregiudicio, e dolore per infinite cagioni, che ha vinto la mia pazienzia, ed obdurazione nelli affanni, e persecuzioni della fortuna, la quale non pensavo, che mi potessi portare cosa, che mi facesse molto risentire. E questo, per essere privato di tanto dolce consuetudine, e compagnìa, certamente ha passati i termini, e mi ha fatto, e fa risentire tanto cordialmente, che non truovo luogo. Pure, come non resto pregare nostro Signor Dio, che mi dia pace, così ho ferma speranza nella sua bontà infinita, che porrà fine al dolore, e non manco a tante spesse visitazioni, quali in simili amarezze me ha fatte da qualche tempo in qua. E quanto io posso umilmente, di cuore supplico a Vostra Beatitudine, che si degni di fargliene simili preci, le quali so quanto siano per farmi giovamento. Ed a quella, ed a’ suoi santi piedi umilmente mi raccomando.

Lorenzo finito di leggere osserva la fiammella della candela tremolare, intanto entra Guido che tiene un coltello vicino alla gola di Contessina.

“Fatemi incendiare questo posto o sgozzerò vostra figlia. Savonarola, ha ragione. Siete Satana. Lui parla attraverso la vostra arte basfema.”ordina crudele Guido e la bambina fissa suo padre terrificata.

“Lascia, mia figlia. È questo che insegna, Savonarola? Ad uccidere un bambino?”

“Prendi la candela e lanciala sui libri. Non provare a scappare o ti uccido.”ordina impassibile Guido e Contessina esegue, il fuoco arriva immediatamente fino al soffitto. In pochi minuti l'incendio brucia qualsiasi cosa.

Guido spinge Contessina verso il camino ed estrae l'arma per uccidere Lorenzo. Inizia la lotta. Le spade toccandosi stridono metallicamente, Guido lo ferisce sulla gamba e lui gli lancia l coltello nel petto.

Contessina osserva il fuoco immobile, non sa come fare per scappare dalle fiamme e dal combattimento tra gli uomini. L'incendio la sta intrappolando.

“Padre! Aiutatemi! Il fuoco è intorno a me! Venite! Vi supplico! Fate qualcosa!”

“Prima devo uccidere lui! Ti ha minacciata e per questo deve morire!”

“State attento, Medici... se non vi sbrigate spingerò vostra figlia giù dalla finestr...”dice indifferente Guido tirando Contessina verso la finestra aperta, Lorenzo con lo stesso sguardo folle della Congiura Dei Pazzi va da Guido ignorando il fuoco che lo brucia. Le fiamme carbonizzano la lana dela collana facendola cadere sul pavimento. Il smbolo della Rosa Spinosa si frantuma in tanti pezzi.

“Mai minacciare i Medici. E adesso io ti uccido.”dice rabbioso Lorenzo prima di infilargli la spada nel cuore. Presa Contessina scappa dallo studio. Poi visto che sua figlia è salva sviene davanti a loro.

Lorenzo si risveglia a lla Villa Medicea di Careggi. Contessina lo bacia sulla guancia.

Lorenzo si tocca i punti dove è stato bruciato dalle fiamme felice che sua figlia sia ancora viva. Non ha potuto salvare Giuliano ma Contessina sì.

Entra Girolamo, perciò figli e amici li lasciano soli a parlare. Si guardano rabbiosi.

“E' stato Dio a punirvi facendo scoppiare l'incendio nella vostra casa.”

“No, Padre. È stata la mia guardia. Le vostre parole fanatiche mi hanno fatto questo...”risponde infastidito mostrandogli le cicatrici su collo e petto. Girolamo gli prende la mano, poi si siede accanto a lui.

“Pentitevi di tutto ciò che avete fatto durante la vostra vita. Omicidio. Vendetta. Potere. Lussuria. Sono questi i peccati da perdonare.”

“Avete ragione. Ma non chiederò perdono per l'arte. Perché la bellezza onora Dio.”

“Non contanteci. I vostri artisti saranno cenere proprio come voi. Verrete dimenticati.”sussurra impassibile Girolamo pria di andarsene.

Entra Angelo e lo abbraccia felice.

“Sono stato felice di educare i tuoi figli. E anche che fossimo amici.”

“Lo so... grazie di tutto quello che hai fatto per me... lo apprezzo molto...”risponde sorridendo ad Angelo e l'amico lo lascia con Sandro.

“Il nome dei Medici vivrà per sempre nele mie opere. Nessuno vi dimenticherà.”

“Grazie, Sandro. È la mia più grande paura. Per merito tuo non capiterà.”dice emozionato abbracciando l'amico e lui gli sorride poi arriva Contessina.

“Grazie di avermi salvata, padre. Come farò senza le vostre parole gentii?”

“Vivrò sempre dentro i tuoi ricordi. E nella nostra città. Ovunque ti girerai mi vedrai.”risponde tenero accarezzandole la guancia e lei annuisce incerta. Per ultimo entra suo nipote. È vestito come Giovanni: da Cardinale.

“Sono divenato Cardinale. Grazie di avermi nno solo accolto nella vostra famiglia, ma anche amato.”

“Sono orgoglioso di te. E lo è pure tuo padre. Sì. Ti ho amato tanto.”dice commosso abbracciando il nipote. Quella è l'ultima volta che le braccia protettive di Lorenzo lo stringono. Giulio si sente bene.

Lorenzo saluta tutte le persone a cui vuole bene e muore felice. Sa che Giulio è contento, era questo l'importante.

Lorenzo a differenza di Clarice verrà ricordato dai Fiorentini come Lorenzo Il Magnifico. L'uomo che ha dedicato la sua vita a Firenze.

Girolamo Savonarola, vede dentroil cuore di Lorenzo... per questo lo odiava.

Dopo la morte della moglie Lorenzo si lascia lentamente morire mangiato dal rimorso e dalla disperazione... Clarice gli mancava anche se aveva i figli.

L'oscurità che Lorenzo vedeva nei nemici, in realtà era dentro di lui. Muore con questa consapevolezza. Triste e solo. In realtà è morgto circondato dall'amore delle persoe che lo amavano.

Lorenzo muore l'8 aprile 1492 per quella ferita andata in cancrena. Non è stta la gotta ad ucciderlo. Il corpo viene portato nella Basilica Di San Lorenzo senza nessun corteo.

Piero diventa Signore Di Firenze, Contessina si sposa e Giovanni dienta Papa Leone X. Legittima Giulio dandogli il cognome Medici.

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