Heather

di Tide
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritorno a Sleepy Hollow ***
Capitolo 2: *** Nei boschi ***
Capitolo 3: *** Heather ***
Capitolo 4: *** All'albero dei morti ***
Capitolo 5: *** Verso New York ***



Capitolo 1
*** Ritorno a Sleepy Hollow ***



Si tratta di un lavoro di parecchio tempo fa, ma che non ho mai pubblicato perchè può risultare un po'troppo fantasioso e in genere un po'ingenuo. Ho deciso di provare lo stesso: non siate troppo severi, per favore.


RITORNO A SLEEPY HOLLOW
 
I coniugi Crane e il giovane Masbath, ora loro figlio adottivo, potevano ritenere di averne avuto abbastanza per tutta la vita di Sleepy Hollow. Ma per gran parte la loro condizione agiata era dovuta all’eredità di Katrina Van Tassel, ora signora Crane, e gran parte delle proprietà dei Van Tassel erano a Sleepy Hollow. Era perciò fatale che prima o poi, nonostante i loro sforzi, gli affari li avrebbero ricondotti nella piccola cittadina.
Il caso si diede dopo sei anni che i Crane s’erano stabiliti a New York, quando un campo rimase incolto e una coppia, i signori Harrison, lo chiese in affitto. La cosa sarebbe stata ufficiale solo innanzi al nuovo notaio di Sleepy Hollow e per un motivo o per l’altro non si trovò di meglio che recarsi là.
Per fortuna dei signori Crane era primavera e la poca nebbia, l’aria profumata e i campi fioriti davano quasi a Sleepy Hollow l’aria di una cittadina qualunque. E dopotutto forse ormai era davvero il paese tranquillo che appariva. I Crane, loro malgrado, non seppero se sentirsi sollevati o un poco dispiaciuti all’idea.
 
I signori Harrison, da parte loro, s’erano già trasferiti a Sleepy Hollow e attendevano solo le firme dei proprietari per poter mettersi all’opera. L’affare fu rapido e Ichabod e Katrina, insieme a Masbath, avrebbero voluto ripartire il prima possibile, ma i signori Harrison insistettero per offrire loro un tè nella loro umile dimora.
“Posto strano Sleepy Hollow” disse il signor Harrison mentre faceva accomodare gli ospiti e la moglie metteva a scaldare l’acqua “Ho sentito che vi considerano un eroe, signor Crane.”
“Già.” Rispose Ichabod, in evidente imbarazzo.
“Strana storia …”
“Già.”
“Posso chiedervi …”
“No!”
Il signor Harrison parve sorpreso.
“Intendo dire …” cercò di riparare Crane “ Intendo che è stato un caso complesso e sarebbe inutile dilungarsi.”
“Come preferite …”
“Ma è vero” intervenne allegra e curiosa la signora Harrison, portando un vassoio di biscotti “Che c’era un fantasma?”
Seguì un istante di silenzio interdetto
“Dipende.” Disse infine Katrina, guadagnandosi lo sguardo perplesso di tutti i presenti.
“Voglio dire che mio marito ha dimostrato che il responsabile era una persona in carne ed ossa, ma restano incertezze sull’esecuzione dei delitti.” Si spiegò “La gente è convinta che a eseguire fosse il fantasma di un mercenario tedesco.”
La signora Harrison parve un poco delusa, mentre il marito sorrise, vagamente teso.
“Sì. La gente non è cambiata molto, allora.”osservò
Ichabod Crane si mosse nervosamente sulla sedia e diede uno sguardo preoccupato alla moglie.
“Cosa intende, signor Harrison?”
Gli rispose la signora, che ora tornava dalla cucina con le tazze da tè e le stava posando sul tavolino
“Qui dicono che si vede un uomo a cavallo nei giorni di tempesta. Alcuni dicono che c’è anche una donna con lui. O forse un altro uomo, non so … Vado a prendere il tè.”
Katrina e Masbath guardavano Harrison con un’espressione tra il perplesso e l’ansioso, Ichabod pareva prossimo allo svenimento tanto era pallido.
“D-davvero?” chiese il signor Crane, con un tono molto meno sicuro di quanto avrebbe voluto.
“Eccome!” fece Harrison “E non è finita: dicono che nei boschi ad ovest viva una sorta di strega o maga …”
“No.” Lo interruppe Crane “Quella donna è morta. E userei con più parsimonia la parola magia.”
“No, non quella, un’altra .. Aspettate …” e il signor Harrison chiamò la moglie, che subito si presentò con la teiera
“Tesoro” riprese il marito “cosa dicono di quella donna …?”
“Oh, sì” disse lei con entusiasmo “ Pare sia arrivata a Sleepy Hollow qualche anno fa, voi eravate già partiti. Anzi, subito dopo la vostra partenza, credo …”
“E si è stabilita nei boschi ad ovest.” Completò il signor Harrison “La si vede di rado in città. Dev’essere europea .. Danes .. No,no. Tesoro…”
La signora Harrison venne in soccorso appena ebbe finito di versare il tè agli ospiti
“è tedesca, di sicuro. Con quel nome ...”
“Certo, certo!” esclamò il marito “ecco, tedesca. Theresa Hummel, si chiama così … State bene, signor Crane? Bevete un po’ di tè …”

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Capitolo 2
*** Nei boschi ***


NEI BOSCHI
 
“Ichabod, non è necessario …”
“No, Katrina, voglio vederci chiaro in questa faccenda, non devo farmi suggestionare.”
“Ma così date credito a una suggestione.” Protestò Masbath, mente lui e la signora Crane cercavano di mantenere il passo dell’uomo.
Ormai si stavano allontanando dalle case e si stavano inoltrando nei campi, verso il bosco.
Ichabod si voltò un istante “Voglio escludere del tutto l’eventualità.” Sentenziò prima di riprendere il cammino.
 
Ricordava bene la strada fino al rifugio della strega. Ricordava bene ogni particolare dell’allucinante esperienza a Sleepy Hollow. Eppure vedere il bosco in primavera lo disorientava: gli alberi che ricordava scheletrici e neri avevano messo foglie verdi e il suolo fioriva di ciclamini. Anche la dimora della strega era partecipe di una metamorfosi che non riusciva comunque a estirpare del tutto un cupo senso di mistero, almeno ai loro occhi.
Ichabod prese Katrina per mano prima di bussare alla porticina.
Aprì una donna ormai anziana, poveramente vestita. Aveva la pelle pallida e tra i capelli grigi molti conservavano ancora il loro originale colore rosso. Li guardò con un’espressione un poco allarmata negli occhi azzurri come il cielo nella bella stagione.
“Siete voi Theresa Hummel?”
“Sì ...”
L’accento non lasciava dubbi che fosse straniera.
“Sono Ichabod Crane, questa …”
La donna dapprima sussultò, poi diede un sorriso mite e gioioso, portandosi una mano al petto.
“Ci conoscete?” chiese perplesso Ichabod
“Sì. Vi prego … Entrate.”
I tre la seguirono incerti nello spazio angusto del piccolo rifugio. Era molto diverso da come Ichabod lo ricordava: ora era molto più ordinato e aveva un aspetto molto più accogliente, al centro c’era un tavolo e alcune sedie. Theresa li fece accomodare da un lato del tavolo.
“Se non vi dispiace, potrei sapere com’è che ci conoscete?”domandò Crane, mentre l’anziana si sedeva di fronte a loro.
“Si parla molto di voi.” Disse Theresa Hummel “Di quello che avete fatto qui …”
“ E … questo la interessa?”
L’anziana abbassò lo sguardo “Forse prima  devo raccontare io ...”disse piano
Ichabod, Katrina e Masbath la incoraggiarono con uno sguardo attento. Lei comunque non alzò gli occhi.
“Avevo un fratello. Lui venne qui come mercenario più di vent’anni fa. L’ho aspettato, ma non è tornato. Sono venuta per sapere di lui. L’ho trovato qui. E sono rimasta qui, vicino a lui.”
Calò un silenzio teso.
“Lui era …” Tentò di dire Ichabod. Theresa non ebbe bisogno di altre parole ed annuì.
“Lo chiamavano il Cavaliere dell’Assia.” Disse calma “Lui non aveva un nome. Lui era diverso da qualsiasi nome.” Sollevò lo sguardo “Potete capire questo?”
Fu Masbath a rispondere “Credo di sì, signora Hummel” disse. La donna sorrise
“Mai sposata” lo corresse mostrando la mano sinistra con l’anulare libero.
I signori Crane intanto fissavano Theresa Hummel, immobili, persino incapaci di esprimere sorpresa. Ichabod era pallido e teso, Katrina pareva estremamente intenta a cercare di capire s’altro Sleepy Hollow potesse volere da loro.
“No-non … Non vi somigliate …” balbettò Ichabod, tanto per interrompere quello stato al limite dell’allucinazione.
Theresa sorrise mite “Non ci legava il sangue. Eravamo soli. Eravamo bambini. Io non ho avuto paura di lui e lui si è fidato di me.”
Seguì nuovamente il silenzio.
“Io credo che ci servirà qualche minuto, signorina Hummel.” Disse Masbath
Theresa annuì “Ora sapete perché mi interessa la vostra storia.” Disse piano la donna “Vi lascio soli.” Si alzò con calma, si diresse alla porta e uscì lasciandola socchiusa.
Nella povera dimora per diversi minuti non volò una mosca.
Ichabod si alzò per poter fare alcuni passi e schiarirsi le idee, benché le gambe fossero un poco malferme. Katrina si nascose il volto tra le mani e fu sul punto di piangere, ma il marito le fu subito accanto.
“Anche questa, Ichabod!” esclamò lei“Cos’altro?”
Lui le accarezzò i capelli e strinse il capo della donna al petto “Non preoccuparti, amore. Dopo tutto è solo …”
“Sua sorella.” Completò Masbath, che tra tutti e tre sembrava il più presente a sé stesso.
“Fin qui è tutto razionale.” Fece notare
Ichabod corrugò la fronte perplesso.   
“Chiunque può avere una sorella.”spiegò Masbath “E Theresa Hummel non sembra una persona minacciosa.”
“Se non fosse che è venuta da sola, dalla Germania agli Stati Uniti per lui.” Sospirò Crane
“Ed è questo a non renderla degna di fiducia? Ogni sorella dovrebbe amare ad ogni modo un fratello.”
“Tu sei troppo buono, giovane Masbath.”
“L’ultima volta che avete ragionato a questo modo stavate per accusare Katrina di omicidio.” Ricordò Masbath.
Il silenzio tornò.
“Racconteremo la nostra storia.” Disse infine Icahbod “Poi torneremo subito a New York.”

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Capitolo 3
*** Heather ***


HEATHER
 
Masbath si affacciò all’esterno e riaccompagnò nel rifugio Theresa Hummel. Lei si sedette e si mise in ascolto con un espressione più che attenta. Non le sarebbe sfuggita una parola.
Ichabod Crane spiegò come fosse giunto a Sleepy Hollow, la situazione che aveva trovato, descrisse i ragionamenti che avevano guidato le sue indagini e quali fossero state le ultime conclusioni. Quando arrivò a raccontare come fossero riusciti a salvare Katrina, strinse sotto il tavolo la mano della moglie. Quando disse come avessero restituito al Cavaliere la testa e come lui avesse portato con sé Lady Van Tassel, gli occhi di Theresa brillavano di lacrime.
“E questo è quanto, signorina Hummel.” Concluse ormai a mezza voce il signor Crane.
L’anziana donna sorrise loro con gratitudine, allungò le mani a stringere quella di Ichabod Crane.
“Grazie, signor Crane, signora Crane …” mormorò, ma nel suo sguardo c’era qualcosa di strano, come se fosse molto spiacente, e la sua stretta non pareva solo per ringraziare, ma anche per trattenere.
“Ma devo chiedervi ancora un favore.” Proseguì Theresa. I coniugi Crane si guardarono allarmati.
“C’è un’altra persona che deve sentire questa storia.” aggiunse “L’ho mandata a far legna. Ormai sarà di ritorno.”
“Chi altro?” mormorò Katrina in un sibilo, con una voce che non pareva più la sua. Theresa la guardò e sembrò sul punto di parlare, ma in quel momento la porta si aprì e gli ospiti si girarono di scatto. Sulla soglia stava una bambina che non poteva avere più di cinque anni.
Aveva due occhi di ghiaccio, la pelle pallida, i capelli nerissimi e scarmigliati le scendevano sulle spalle. Come vide gli estranei lasciò cadere a terra il mucchio di legnetti che aveva in braccio e serrò entrambe le mani sull’impugnatura della piccola ascia che aveva con sé, con un’espressione tutt’altro che amichevole.
Tutti e tre i Crane non ebbero un mancamento soltanto perché si rifiutarono con ogni fibra della loro mente di credere di aver già visto quegli stessi occhi.
Theresa sorrise alla bambina
“Sono amici, Heather.” Le disse.
La piccola Heather strinse le labbra con diffidenza e subito corse dall’anziana donna, senza mollare l’ascia. Allora Katrina notò il particolare che la fece crollare definitivamente: avrebbe potuto giurare che fossero le stesse labbra della sua defunta matrigna.
Masbath prese al volo la signora Crane, mentre Theresa Hummel si affrettò a recuperare da uno scaffale dei sali per evitare che anche Ichabod perdesse i sensi. Heather osservava la scena senza muovere un dito, con un’aria quasi divertita.
Masbath si prodigò per far rinvenire Katrina e per mettere il signor Crane nelle condizioni di sostenere nuovamente un complesso racconto. Theresa disse qualcosa in tedesco alla bambina, si allontanò un istante, prese un pettine e cominciò a riordinare il groviglio dei capelli scuri di Heather. Passò così qualche minuto: Heather assunse un aspetto più ordinato, Ichabod riuscì a rientrare in sé e aiutò Masbath e Theresa Hummel a sistemare Katrina, sveglia, ma molto pallida e debole, su un giaciglio a ridosso della parete.
L’anziana donna mise a sedere la piccola Heather.
“Signor Crane …” chiamò timidamente.  Ichabod lasciò la moglie alle cure di Masbath, ma Katrina fece scostare il ragazzo
“Voglio ascoltare.” Disse.
Il signor Crane si sedette e ripeté la storia quasi automaticamente, come fossero i chiarissimi e ardenti occhi della bambina a costringerlo. Non li vide chiudersi una sola volta.
“E questo è quanto.” Concluse Ichabod per la seconda volta in quella giornata, con la voce ridotta a un filo.
Heather alzò lo sguardo a Theresa e questa le sorrise incoraggiante. Allora la bambina scese dalla sedia e si avvicinò a Crane, gli fece cenno di abbassarsi. Ichabod obbedì con cautela.
“Danke.” Gli disse Heather all’orecchio, per poi tornare subito da Theresa.
Ichabod diede uno sguardo a Katrina, che s’era messa a sedere e attendeva con ansia, poi tornò a guardare Heather e di nuovo Theresa. Si schiarì la voce “La bambina … chi-chi sono i genitori?”i!”
Theresa esitò, poi disse qualcosa in tedesco a Heather che andò a rannicchiarsi in un angolo della piccola dimora, raccogliendo da terra e stringendo al petto una bambola priva della testa. Crane notò il particolare e deglutì a vuoto, teso.
La Hummel lo guardava con un’espressione calma e vagamente dispiaciuta.
“So cosa pensate, signor Crane.” Disse la donna. Diede uno sguardo a Katrina e s’avvicinò al letto perché anche lei sentisse.
“Non so come è possibile. Mio fratello viene ancora quando c’è tempesta. Un giorno è venuto e aveva in braccio la piccola … Ha detto che si chiamava Heather e …” s’interruppe: non era necessario proseguire.
Katrina rise debolmente, come stesse soffocando, con un tono esasperato che tolse a Ichabod ogni altra preoccupazione. La donna s’era alzata appoggiandosi a Masbath. Scosse il capo con un espressione allucinata e d’improvviso corse alla porta e uscì d’impeto. Il marito la rincorse dopo meno di un secondo, a sua volta seguito da Masbath.
Theresa ed Heather rimasero un secondo immobili, guardando il ragazzo uscire dalla porta, poi la bambina corse fuori, abbandonando la bambola.
“Heather!”

 

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Capitolo 4
*** All'albero dei morti ***


ALL’ALBERO DEI MORTI
 
“Katrina!”
Ichabod continuava a chiamarla, ma lei sembrava non sentire e correva, correva, senza nemmeno sapere in che direzione. Il marito riuscì a raggiungerla soltanto perché l’ampia gonna le era d’impaccio.
Ichabod la afferrò per le braccia
“Katrina …”
“è così, eh?” esclamò lei concitata “Quella bambina, Ichabod!”
“Lo so.”
“Una figlia, Ichabod! Loro! E noi no! Dopo sei anni che siamo sposati! Ed esiste una loro figlia! Loro che sono morti, sono all’Inferno e nemmeno li legava l’amore! ”
Nein!”
La voce di Heather suonò più simile a un ringhio. La bambina era alle loro spalle e li fissava con i pugnetti chiusi e il viso teso
“Non dite nulla di loro!” aggiunse tra i denti.
Qualcosa nello sguardo di Heather allarmò terribilmente i signori Crane: era come se guardasse lontanissimo, quasi in un altro mondo.
“Io lo so! So perché non avete figli!” gridò la bambina “è perché io non dovrei esistere! e c’è un posto in meno!”
Heather arretrò e d’improvviso si voltò e prese a correre, gridando come una forsennata.
Katrina e Ichabod si guardarono.
“Heather!”
 
Masbath aveva tentato di seguire Ichabod, ma l’uomo gli aveva intimato di restare dov’era. E Masbath avrebbe obbedito, se non gli fosse schizzata davanti Heather e Theresa Hummel non fosse uscita chiamando la bambina. L’anziana donna aveva subito rinunciato a rincorrerla.
“Sapete cosa sta succedendo, signorina Hummel?” aveva chiesto candidamente Masbath.
Theresa gli aveva sorriso.
“Non di preciso, ragazzo. Ma so dove finirà. L’unica è attenderli tutti all’albero.”
“L’albero dei morti?”
Lei aveva annuito “Ricordi dov’è, giovane Masbath?”
La bambina li seminò quasi subito e ben presto Katrina e Ichabod si trovarono a seguire le sue grida.
“Ichabod …” fece d’un tratto Katrina, ansimando “Di qui non si va a …”
S’interruppe subito e la loro corsa s’arrestò di colpo: di fronte a loro si stagliava imponente l’albero dei morti. Era come lo ricordavano, nero e spoglio, ma tutto intorno alle radici erano cresciuti rovi e cespugli di rose bianche screziate di rosso, come spruzzate di sangue.   
“Cosa…?” mormorò Katrina. Il pensiero fu stroncato dalla voce agitata di Masbath
“è entrata nell’albero!” esclamò il ragazzo, volgendo lo sguardo prima ai signori Crane, poi a Theresa, che era con lui. “La bambina …”
L’anziana Hummel era l’unica persona presente che fosse tranquilla
“Non dovete preoccuparvi.” Disse avvicinandosi un po’ all’albero.
“Ma quella è … è la porta degli Inferi, signorina Hummel!” protestò Ichabod. La donna si voltò verso lui e Katrina col suo sorriso mite
“Ormai avete capito la natura di Heather. Lei è in bilico tra due mondi.”
“Sì, ma quello è l’altro mondo!”
“Non per lei. È solo corsa da suo padre.”
“Cosa intendete?”fece Katrina
“Non vi è mai capitato, signora Crane?” disse la Hummel “Da bambina, quando qualcosa vi sconvolgeva, non cercavate subito le braccia dei vostri genitori?”
Tutti tacquero con un persistente senso di perplessità
“E cosa succederà adesso, signorina Hummel?” domandò infine Masbath.
“Aspettiamo.”sospirò la donna
“E lei, Heather … tornerà?” chiese il signor Crane
Theresa sorrise “è stato suo padre a portarla a me. Non sarà lui a toglierla a questo mondo.”
“E non … Non l’accompagnerà, vero?” fece Ichabod con imbarazzo “suo padre, intendo …”
Theresa questa volta sembrò sul punto di ridere
“Mio fratello e la signora vengono solo con la tempesta.” Rispose sedendosi a terra
Gli altri rimasero alcuni istanti fermi al loro posto
“Dunque si aspetta …”ripetè Crane
“Si aspetta.” Confermò Theresa.
 
In breve furono tutti seduti a terra, in attesa che qualcosa di imprevedibile succedesse.
“Posso farvi una domanda, signorina Hummel?”chiese Masbath dopo diversi minuti di assoluto silenzio.
“Puoi chiamarmi Theresa, Masbath. E puoi chiedermi tutto.”
Voi siete stata gentile con noi, Theresa … E allora mi chiedo …”
“Perché mio fratello fosse diverso?”
Così diverso …”precisò Masbath
Theresa abbassò lo sguardo con un sorriso quieto e pieno di nostalgia.
“Lui non vedeva il mondo come lo vedono gli altri, Masbath. E questa è una cosa meravigliosa, ma anche terribile. Sapevo di cosa era capace.”
“Non avete cercato di fermarlo?”
“Non c’era alternativa, temo.”
“Questo è fatalismo” intervenne Ichabod, vagamente irritato “Ed è addotto come alibi troppo spesso a mio parere. Si decide noi cosa diventare, signorina Hummel.”
“Richiede molta forza, signor Crane. Forse più di quanta ne avesse un ragazzino tormentato da sé stesso. Potete capire?”
Crane esitò “Io temo...”
“Io credo di sì, Theresa.” Disse Masbath.
Katrina nemmeno stava ascoltando, seduta di fianco al marito si appoggiava alla sua spalla e taceva. Lui tornò a stringerla a sé, preoccupato. Non aveva il cuore di dirle che anche quella storia sarebbe finita.
“Viene dall’Inferno, Ichabod?” gli domandò lei sottovoce, senza staccare gli occhi dall’albero.
“Non lo so, Katrina …”
“Non ci lascerà in pace, vero? È qui per tormentarci?”
“Oh, tesoro, no. È capitato spesso che da genitori cattivi nascessero figli buoni …”
“E da genitori morti, sepolti e agli Inferi?”
“Non dite così, signora Crane …” disse Theresa, un poco addolorata. La donna s’era avvicinata silenziosamente e si sedette piano vicino a loro
“Non sappiamo se quello è l’Inferno.” Aggiunse calma.
“Ma suo fratello e la mia matrigna” replicò Katrina “Sono senz’altro dannati.”
“Sì, lo erano anche in vita. Ma non sappiamo se vuol dire che sono all’Inferno.”
“La mia matrigna disse apertamente d’aver offerto l’anima a Satana perché resuscitasse il Cavaliere d’Assia.”
“La vostra matrigna ha dato la sua anima. Nemmeno lei poteva sapere se si trattasse di Satana.”
“è quello che ha detto.”
“è quello che credeva.”
Katrina si volse a Ichabod, come se attendesse da lui un verdetto.
“Come ragionamento” si sforzò di dire l’uomo “è logico.”
“Logico?” esclamò la moglie
“Mi dispiace, amore, ma è così: l’unico dato certo è che il Cavaliere ha portato Lady Van Tassel con sé. Si può supporre sia l’Inferno, ma non si può provare. E non si può provare nemmeno a chi abbia offerto l’anima la tua matrigna.”
“Provare?” esclamò ancora Katrina, esasperata “Parliamo di fantasmi!”
“Appunto, Katrina” intervenne Masbath “Nulla di tutto questo si può provare.”
Seguì un lungo silenzio
“Il lato positivo” Disse infine Ichabod “è che non si può nemmeno provare che Eather sarà una persona cattiva.”
“Per lei c’è speranza, vero Theresa?” domandò Masbath
La donna parve un poco in imbarazzo “Non se sarà sola.” Rispose. Di nuovo calò il silenzio. Katrina e Ichabod si scambiarono un’occhiata preoccupata
“Co-cosa intendete, signorina Hummel?” chiese Crane infine
Theresa  si passò una mano tra i lunghi capelli ingrigiti, prese una ciocca tra le dita, e la osservò malinconica
“Il tempo pesa sulle mie spalle.” Mormorò “Presto non le resteranno che fantasmi. Lei assomiglia sempre più a suo padre: potrebbe non avere la forza di sopportarlo da sola.”
“Ci sta chiedendo …?” fece incredula Katrina
“Vi prego … Sleepy Hollow non vi lascerà ad ogni modo …”
Masbath tentò inutilmente di attirare l’attenzione degli altri “Scusate, l’albero … si muove …”
“Dopo, Masbath …” lo interruppe Crane troppo preso dalla discussione  per intendere
“Non può essere!” esclamò Katrina scattando in piedi “Non potete chiederci questo!”
 “No, no: si muove adesso” continuò il ragazzo. Nessuno gli stava prestando attenzione
“è folle!” disse  ancora Katrina “semplicemente folle!”
Was?
Quell’unica parola, pronunciata chiara e forte, fece voltare tutti di scatto. Ormai le radici e il tronco dell’albero dei morti si stavano chiudendo dietro alla figura della piccola Heather.
“Cosa è folle?” scandì la bambina, con un espressione serissima.
“Nulla Heather.” Rispose Theresa rassicurante “Io e i signori Crane discutevamo, tutto qui.”
La bambina strinse le labbra con diffidenza, ma subito abbassò lo sguardo e pose attenzione a passare tra i rovi e le rose. In realtà si limitò a scegliere il percorso che sembrava meno insidioso, senza curarsi affatto di mettere in salvo l’abito dalle spine.
“Mi padre è stato contento che siate venuti.” Disse, fermandosi a cogliere una rosa. Non vi mise molta grazia: semplicemente afferrò il gambo e lo spezzò, lasciando che le spine affondassero nei palmi.
“Attenta!” esclamò Katrina d’istinto.
La bambina alzò lo sguardo.
“Non fanno male se non hai paura delle spine.” Rispose. “Voi non avete avuto paura.” Aggiunse quando fu più vicina. Si avvicinò ulteriormente, fissando gli occhi di ghiaccio su Ichabod Crane. Gli allungò la rosa.
“è … per me?” disse impacciato Ichabod. Heather non rispose.
“ehm … grazie …”aggiunse l’uomo allungando la mano, cercando di ignorare il fatto che il gambo del fiore fosse coperto del sangue della bambina.
Lo sguardo di Heather guizzò sulle mani del signor Crane e con un gesto rapidissimo e una presa fin troppo forte per la sua età gli prese il polso.
“Cos’è ?” chiese osservando il palmo dell’uomo e premendo sulle cicatrici con la punta dell’indice.
“Heather, non credo …”
La bambina non lo lasciò finire, gli mise la rosa in mano e subito si pulì i palmi nel vestito.
“guarda …” disse mostrando le mani aperte. Erano costellate di piccole ferite
“neanche io ho paura delle spine.” Spiegò orgogliosa.
Ichabod tentò di sorridere, ma Heather non gli fece caso e spostò lo sguardo su Katrina, con estrema attenzione. La donna per qualche istante la guardò in volto, poi lanciò un’occhiata interrogativa al marito. La bambina continuava a squadrala in silenzio con un’espressione intenta. Il signor Crane allargò un poco le braccia con uno sguardo significativo.
“Forse mi sbagliavo.” Disse d’improvviso la bambina.
“Su cosa?” chiese Ichabod appena capì che Heather non si sarebbe spiegata di sua sponte
“Mia madre dice che ho diritto al mio posto.”
“Cosa intendi, Heather?” fece Katrina perplessa
“Intendo che non rubo il posto a nessuno e voi non dovete pensarlo. No, tra poco non lo penserete.” Rispose la piccola con un tono quasi risentito. Fece per voltarsi, ma subito si trattenne
“Katrina!” esclamò facendo sobbalzare la donna
“Cosa?”
“Noi due siamo sorellastre.” concluse seria seria, prima di correre tra le braccia di Theresa. L’anziana donna la strinse a sé e teneramente le accarezzò i capelli che erano tornati ad essere scarmigliati come un roveto. La bambina le chiese qualcosa, sempre in tedesco, e si volse a guardare il giovane Masbath. Theresa rivolse al ragazzo un espressione che chiaramente suggeriva di avere pazienza, poi sorrise alla bambina. Heather non aspettò un secondo e corse da Masbath, gli prese la mano e la strinse con sicurezza e attenzione.
“Mi fai una promessa, Masbath?”
Il ragazzo rimase sorpreso e per qualche secondo non riuscì che a osservare gli occhi ardenti della bambina, finchè non vi lesse un misto tra una minaccia e una supplica.
“Va bene …” le disse
 Lei gli fece segno di abbassarsi e gli mormorò qualcosa all’orecchio.    
Masbath sgranò gli occhi e rimase interdetto
“Io non so se …”
“Hai promesso!” lo rimbeccò Heather strattonandogli il braccio
“Ahia!”
“Scusa.”
“Non è niente …”
Lei lo strattonò di nuovo e rise “Giochi con me?”
I signori Crane non sembrarono molto per la quale, ma Masbath non stava prestando loro attenzione.
“Se la smetti di strattonarmi …” protestò
La bambina gli mollò subito la mano e lo guardò in attesa
“Va bene. A cosa giochiamo?”
“Andiamo al cimitero e aspettiamo che faccia buio, così vediamo i fuochi folletti e ci scaviamo sotto.”
Theresa guardò Ichabod e Katrina con la solita espressione spiacente.
“Ehm … Veramente” intervenne Crane “C’è una carrozza che ci aspetta per New York” si avvicinò a Masbath “Andiamocene, giovane Masbath”gli mormorò il più discretamente possibile.
Heather afferrò di nuovo la mano del ragazzo con tenacia, strinse contrariata le labbra e nei suoi occhi balenò qualcosa che assomigliava pericolosamente all’ira.
“Hanno ragione, Heather” le disse quieta Theresa ponendole una mano sulla spalla “Non devono partire col buio.”
La bambina alzò lo sguardo alla zia e mormorò qualche parola in tedesco, con un tono e un’espressione quasi preoccupati. La donna non rispose, solo sorrise rassicurante. Heather allora allentò la presa e lasciò andare la mano di Masbath, poi si rifugiò tra le braccia di Theresa, sempre fissando il ragazzo negli occhi.
“Dunque” disse infine Ichabod “è il momento di dirsi addio.”
“Non credo, signor Crane.” Disse Theresa Hummel col suo sorriso sereno, poi abbassò lo sguardo alla bambina
“Saluta i signori Crane, Heather.”
“Auf  wiedersehen.”
“In inglese, tesoro.”
“Arrivederci.”
I signori Crane risposero con un cenno del capo e un tentativo di sorriso.
“Ciao, Heather. Arrivederci, signorina Hummel.” Disse invece Masbath
“Riuscite a tornare a Sleepy Hollow da qui?” chiese premurosa Theresa
“Sì.” Si affrettò a rispondere Ichabod “Vi ringrazio. Ora è davvero tempo di andare …” concluse.
Heather e Theresa Hummel rimasero immobili, l’Albero dei Morti alle loro spalle,  guardando allontanarsi i tre ospiti.
“Hai promesso, Masbath!”
Gridò la bambina, quando furono quasi scomparsi tra gli alberi.
Il ragazzo fece per voltarsi, ma Crane glielo impedì “Andiamocene, giovane Masbath e di corsa, ragazzo mio.”

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Capitolo 5
*** Verso New York ***


VERSO NEW YORK
 
Si sentirono gli occhi delle Hummel nella schiena finché non si furono lasciati il bosco alle spalle e per tutto il tragitto fino alla cittadina camminarono senza aprire bocca, con l’impressione di venire da un sogno.
Quando furono ormai vicino alle case, al limitare dei campi, si arrestarono un momento, come per recuperare contatto con la realtà. Si guardarono l’un l’altro, poi finalmente Ichabod si rese conto d’avere ancora in mano la rosa che Heather gli aveva dato col gambo coperto di sangue. Con un brivido la consegnò a Masbath e prese a pulirsi le mani come meglio poteva con il fazzoletto che aveva in tasca; il ragazzo allora prese il proprio e lo passò sul gambo del fiore stando attento alle spine eccezionalmente appuntite.
Ichabod volse lo sguardo a Katrina. La donna pareva assente e questo allarmò il marito
“Katrina … Stai bene, amore?”
Lei annuì “Solo pensavo. Ichabod cosa avrà voluto dire?”
L’uomo la guardò confuso
“Quando ha detto che non avremmo più pensato che fosse per colpa sua se non abbiamo figli …” si spiegò Katrina
“Non lo so.” Sospirò Ichabod “Nulla di tutto questo ha senso. Tanto per cambiare.”
“L’ultima volta alla fine lo ha avuto.” Fece notare Masbath
Crane gli sorrise e prese per mano la moglie
“Siamo pronti?” domandò infine.
 
Il vetturino protestò animatamente quando li vide arrivare, pretendendo una somma aggiuntiva per l’attesa imprevista.
“Certo, certo.” Gli rispose stancamente il signor Crane, mentre aiutava Katrina a salire sulla carrozza. Lei fece per salire l’ultimo gradino, ma d’improvviso s’arrestò.
“Ichabod, non mi sento bene …” mormorò ed ebbe un mancamento. Il marito la resse e subito la fece sedere sulla scaletta
“Masbath, va a chiamare il medico …”
“No, caro …” protestò Katrina “è solo tensione, tra un minuto mi sarò ripresa.”
“Forse sarebbe meglio chiamarlo comunque.” Suggerì il ragazzo “Di solito è il signor Crane che sviene.”
“Grazie, Masbath. Sei sicura Katrina?”
“Tu cosa ne pensi?”
“Non voglio correre rischi …”
La donna scosse la testa e si alzò in piedi “Vedete? Sto già bene. Voglio andarmene, Ichabod.”
Ichabod le sorrise comprensivo “A New York vedremo un medico.” Concluse.
Salirono tutti al loro posto, i signori Crane l’uno vicino all’altra, Masbath di fronte.
“Possiamo andare?” gridò il vetturino
“Andate, andate!” rispose Ichabod sporgendosi dal finestrino
Katrina lo interruppe “Un momento, Ichabod …”
“Anzi, no: aspettate.”
La donna aprì di colpo la portiera, si sporse e diede un conato di vomito.
“Ora possiamo andare.” Sospirò rientrando e abbandonandosi sul sedile.
 
Il viaggio proseguì in un’atmosfera irreale. Per diversi chilometri nessuno disse nulla e nessuno si mosse.
Masbath osservava assorto i petali della rosa, la rigirava per vederla da ogni lato.
“Ho promesso che saremmo tornati.” Ammise d’improvviso
“Cosa?” fece Ichabod, preso alla sprovvista
Masbath alzò lo sguardo mortificato “Ho promesso a Heather che torneremo a Sleepy Hollow.”
“è fuori discussione!”
“L’ho promesso …”
“Avresti dovuto chiedercelo prima!”
“Non volevo contrariarla …”
“Beh, hai contrariato me. Sei troppo buono, giovane Masbath. Katrina, digli … Katrina?”
La signora Crane non stava ascoltando, guardava avanti a sé con le mani posate sul grembo e un sorriso lieto che appena le sfiorava il volto. Si volse al marito con l’espressione di chi si sveglia da un bel sogno in una bella mattina.
“Katrina, tutto bene?” le chiese Ichabod perplesso
“Sì.” Rispose lei “Stavi dicendo?”
“Masbath ha promesso alla piccola Heather che torneremo da lei.”
“Oh …”
Oh?! In che senso Oh?”
“Un giorno, magari tra qualche mese …” disse distrattamente Katrina, guardando fuori dal finestrino
Tra qualche mese ?!” esclamò Ichabod basito
La moglie gli sorrise disarmante “ è Aprile, giusto?”
“Sì …”
“Allora magari in Febbraio.”





Angolo della scrittrice: 
Forse è poco chiaro, ma Katrina ha capito di aspettare un bambino: da Aprile a Febbraio passano nove mesi, più un po'di tempo per non far viaggiare un bambino troppo piccolo.
 

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