Rose Weasley e le tracce del passato

di MagiaOscura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La nuova generazione ***
Capitolo 2: *** La cerimonia dello Smistamento ***
Capitolo 3: *** Sospetti fondati o meno? ***
Capitolo 4: *** L'inizio di un nuovo periodo oscuro ***
Capitolo 5: *** Vecchi incubi ***
Capitolo 6: *** Inaspettati alleati ***



Capitolo 1
*** La nuova generazione ***


“SVEGLIA! FACCIAMO TARDI!!!”
La giornata a casa Granger - Weasley cominciò con le urla quasi animalesche di Hermione Granger, in preda all’ansia per l’imminente viaggio a Diagon Alley. La sua primogenita Rose Granger Weasley avrebbe cominciato a frequentare Hogwarts nell’arco di una settimana e nonostante il tempo ancora a disposizione, la donna ci teneva che la figlia avesse tutto l’occorrente per la scuola in anticipo.
“Hermione, a volte mi chiedo perché ti ho sposata” disse suo marito Ron scendendo semi-addormentato. I due coniugi, pur dormendo nello stesso letto, si svegliavano in orari completamente differenti. Se Hermione si svegliava verso le 6 del mattino, Ron, approfittando dell’orario su misura che gli preparava suo fratello George ai Tiri Vispi Weasley si alzava in tarda mattina, verso le 11. Il negozio fondato da George e Fred Weasley era il luogo nel quale Ron lavorava con suo fratello maggiore. Quest’ultimo provò ad intraprendere la carriera di Auror, ma trovò troppo impegnativo quel mestiere e preferì quindi farsi assumere da suo fratello George, anche per fargli compagnia in seguito alla dipartita di Fred.
“Perché ti serve una donna che ti dia delle regole, Ronald” rispose Hermione acidamente al marito, che sbadigliando afferrò la fetta biscottata e la masticò con gli occhi socchiusi. Qualche minuto dopo arrivò anche Rose già preparata per andare a Diagon Alley, mentre Hugo indossava il pigiama, esattamente come il padre.
“Mamma, mentre tu e papà fate spesa, posso andare al Ghirigoro a curiosare tra i libri?” chiese Rose alla madre.
“Bene, ecco un’altra che passerà sette anni in biblioteca” disse Ron sarcastico.
“Certo, cara” disse Hermione scoccando uno sguardo di rimprovero al marito.
“Ti vuoi sbrigare che dobbiamo anche passare a prendere i tuoi genitori???” sbraitò Hermione contro il marito, che scattò per lo spavento insieme al figlio minore.
“Hermione, ma ti plachi? Possiamo smaterializzarci” 
“I nostri figli sono minorenni, è illegale”
“Bhe, cara – disse Ron, assumendo la posa delle occasioni nelle quali credeva di dire un qualcosa di geniale – le leggi esistono per essere violate” 
“Io non sono una fuorilegge come te e George, Ronald” 
La famiglia Granger Weasley non era la classica famiglia in cui c’era una madre che viveva a casa mentre il padre lavorava, ma era il contrario. Ron Weasley, dopo qualche tentativo per diventare Auror si arrese, preferendo il ruolo del casalingo vista anche la sua passione per la cucina, mentre Hermione era la candidata ideale a diventare il nuovo ministro della magia, viste le sue incredibili capacità di memorizzare in poco tempo giganteschi tomi di legge magica.
Avevano due figli: Rose e Hugo. La prima era la principessa di casa ed una vera bomba ad orologeria, intelligente come la madre e col carattere preso in tutto e per tutto dalle donne Weasley, mentre Hugo sembrava la copia di suo padre alla sua età. Per la ragazza era l’ultima estate trascorsa a casa dato che a settembre avrebbe iniziato a frequentare Hogwarts, e come la figlia di Hermione Granger che si rispetti, già aveva memorizzato la maggior parte dei libri appartenuti alla madre che erano in condizioni perfette, mentre i libri di seconda mano di Ron erano ormai persi da anni.
La mezz’ora seguente passò piuttosto nervosamente a casa Granger - Weasley soprattutto per colpa di Ron, che rallentò il ritmo per innervosire ancora di più la coniuge. Dopo un’altra mezz’ora, nella quale Hermione aspettò il marito e Hugo all’uscita dalla casa insieme alla figlia, la famiglia riuscì finalmente a partire. Hermione rafforzò con un tocco di bacchetta le cinture di sicurezza che trattenevano i figli.
“Non è che sono un pericolo della strada” disse Ron scontroso.
“Non ne sarei così sicura, Ron. L’ultima volta hai investito un’anziana e ho dovuto mobilitare una squadra di obliviatori, oltre a ricoverarla con urgenza al San Mungo”
Le parole di Hermione furono, purtroppo per la famiglia, profetiche. Ron non si fermò a nessun segnale di STOP, non rispettò nessuna precedenza e, come se non bastasse, tra le sfuriate della moglie, cominciò una gara di velocità con un altro automobilista sconsiderato tanto quanto lui.
“ARRESTO MOMENTUM” urlò Hermione all’improvviso. Ron guardò sorpreso la moglie e poi pian piano si voltò a guardare avanti: davanti alla sua auto c’era una signora anziana che attraversava la strada e si trovava proprio davanti al veicolo di Ron. Quest’ultimo non vide la signora, perché impegnato a mostrare gesti osceni all’automobilista che era riuscito a superarlo.
“Scusa, cara – disse Ron guardando la moglie spettinata e sudata per lo spavento come Rose,mentre Hugo chiedeva un bis – guiderò con prudenza”
“Lo spero…lo spero” disse Hermione col fiatone.
L’uomo in effetti si sforzò di guidare con prudenza, si sforzò però, perché aveva cominciato a suonare il clacson a qualsiasi veicolo che si fermasse per dare precedenza o al semaforo. Dopo circa due ore di viaggio, con il gran sollievo di Hermione, la famiglia arrivò sana e salva, entrando a Diagon Alley attraverso il Paiolo Magico. Ron invece chiedeva orgoglioso al figlio Hugo se gli fosse piaciuto il viaggio.  
“Ehi!” chiamarono la famiglia delle voci.
Erano Molly e Arthur Weasley che si avvicinarono alla famiglia.
“Nonni! Siete venuti!” esclamò felice Rose, correndo verso i nonni.
“Non potevamo mica non accompagnarti in questo giorno così importante per te, Rosie” disse bonariamente il signor Weasley.
“Hermione cara, sembri sconvolta” disse la signora Weasley, notando il volto afflitto della nuora.
“Niente di particolare, signora Weasley. Ronald e la macchina”
“Oh, Ron – esclamò rassegnata la signora Weasley, notando il figlio parlare divertito a Hugo degli ottimi sorpassi riusciti – farai morire di crepacuore tua moglie”
“Salve, genitori! Mamma, è Hermione che non sa divertirsi!!!” 
“DIVERTIRMI???  Sarà meglio che io taccia e sarà meglio dividerci”
“Arthur, perché non vai con Rose? Ron, invece viene con noi” disse la signora Weasley, scatenando le proteste del figlio.
“Ma perché Rose può andare dove vuole e io no???”
“Perché tua figlia è molto più matura di te, Ronald” disse severamente Rose.
Quest’ultima si allontanò insieme al nonno inorgoglita dal complimento ricevuto, mentre la signora Weasley si avvicinò a Hermione per parlarle in modo che non fosse ascoltata da Ron.
“Ho voluto dividere Arthur e Ron, perché Teddy mi ha detto che sfortunatamente oggi ci sono i Malfoy a fare compere. E non immagini cosa potrebbe accadere se Arthur e Ron incontrassero Lucius Malfoy insieme a suo figlio. Ci sarebbe il rischio che pure Rose venga coinvolta”
“Grazie, signora Weasley, ogni giorno me ne fa una diversa Ron. Vorrei godermi questo giorno in santa pace” 
Nonostante la guerra fosse finita da ormai 19 anni, le tensioni tra gli uomini, soprattutto Arthur e Ron Weasley e Lucius e Draco Malfoy, erano piuttosto alte e ogni possibile incontro tra i quattro uomini rischiava di finire in duello oppure rissa. In particolare Lucius Malfoy non perse la verve, mentre Draco Malfoy parlava il minimo necessario, preferendo restare in silenzio. Come ulteriore preoccupazione per Hermione e la signora Weasley, si aggiunse il fatto che Rose fosse piuttosto abile nel dare pugni a chiunque la provocasse. James, il primogenito di Harry e cugino della ragazza, ne fece le spese una volta, rimediando il naso rotto dopo una discussione piuttosto accesa. Rose era la classica Weasley: capelli rossi e qualche lentiggine, anche se non così tante come nella sua famiglia, occhi verdi ereditati dalla nonna materna, ma il carattere autoritario lo aveva preso dalla madre. Come Hermione, anche lei odiava il disordine ed era estremamente precisa su ogni cosa.
Il gruppo insieme a Hugo, Ron, Hermione e la signora Weasley si recò al negozio di scope per comprare alla ragazza un manico. Rose era una grandissima fan di quidditch e da cinque anni a quella parte a Hogwarts si poteva entrare nella selezione di Quidditch delle rispettive Case già dal primo anno, dimostrando di saper manovrare la scopa. Rose imparò a volare e a giocare a Quidditch già verso i sette anni grazie a Ron e allo zio Harry. Come quest’ultimo, amava il ruolo di cercatore ed era potenzialmente fenomenale.
Rose e il signor Weasley invece andarono al Ghirigoro a comprare i libri necessari per la scuola e qualcosa per leggere. L’anziano tuttavia perse il sorriso bonario, quando vide un uomo vestito con abiti molto costosi, capelli lunghi bianchi e con un bastone da passeggio. Il signor Weasley strinse nervosamente la mano di Rose per evitare attacchi d’ira e entrò salutando la commessa. Ma,purtroppo per Arthur Weasley, lui e la nipote furono quasi immediatamente visti dall’uomo, che si avvicinò ai due insieme a una donna sulla quarantina con un caschetto.
“Arthur Weasley e parentela” disse l’uomo con un tono che a Rose sembrò molto sgradevole.
“Lucius … dove ha lasciato la sua famiglia invece? In genere non provoca mai qualcuno da solo”
“Oh – esclamò l’uomo, preso alla sprovvista dalla frase del signor Weasley – e questa ragazzina così carina chi è?”
“Stia lontano da mia nipote, Lucius” esclamò irato il signor Weasley mettendosi davanti a Rose per impedire qualsiasi contatto tra il signor Malfoy e la nipote.
“Nipote? Peccato. Un’altra ragazzina poco pulita che comincia Hogwarts” disse amareggiato Lucius Malfoy, tentando in ogni modo di scatenare la reazione del signor Weasley, che si morse a sangue il labbro per non aggredire l’uomo
“Io mi lavo quando mi sveglio e prima di dormire, signore” disse Rose nervosa all’uomo che le sorrise in modo malevolo insieme alla donna con i capelli a caschetto.
“Mi parli della sua fedina penale invece, Lucius. E’ abbastanza pulita?” 
 “Stia attento a stare in mezzo a così tante persone, Arthur. Lei è abituato a perdere figli e non vorrei che cominciasse a perdere n…”
Il signor Weasley era pronto ad aggredire il signor Malfoy ma fu anticipato da Rose che con un balzò colpì Lucius Malfoy in pieno volto sul naso, con tutta la forza. L’uomo cadde all’indietro tra lo sguardo costernato dei clienti presente, mentre Arthur Weasley guardava incredulo la nipote, non sapendo se rimproverarla oppure complimentarsi per il suo gesto.
Qualche minuto dopo arrivò una donna col caschetto, coi capelli che le scendevano sulle spalle, seguita da una ragazzina dai capelli biondo platino e punte blu della stessa età di Rose.
“Oh cielo! - esclamò la donna, chinandosi sul corpo di Lucius Malfoy per controllare che fosse vivo – tutto apposto. Vivo, possiamo andare Delphi”
“Mi disp…” provò a balbettare Rose, ma la donna e la ragazzina si stavano già allontanando, lasciando Lucius Malfoy riprendere lentamente i sensi.
 “Rosie, sarà meglio tornare tra poco” disse il signor Weasley, uscendo insieme alla nipote, porgendo le sue scuse alla commessa scandalizzata.
“Maledetti sanguemarcio, traditori del sangue! Ve la faccio pagare, fosse l’ultima cosa che faccio!” blaterava Lucius Malfoy.
 “E’ successo qualcosa, Arthur. Dove sono i libri?” chiese sospettosa la signora Weasley, quando fu raggiunta dalla nipote e dal marito.
“Allora, Molly, da dove cominciamo…” rispose il signor Weasley, cercando di alleggerire la pillola da far ingerire a Molly tanto quanto a Hermione, ma il tentativo fu vano. Entrambe le donne si infuriarono come non mai, mentre Ron prese le difese della figlia. 
“Mamma, Hermione! Dovreste essere orgogliose di Rosie! Ha picchiato Lucius Malfoy che ha il quintuplo dei suoi anni!”
“Ronald, ma è mai possibile che ogni volta cerchi di sabotare qualsiasi mio tentativo di dare un’educazione ai nostri figli?” disse Hermione scandalizzata al marito.
“Ah sì? E quando hai preso a schiaffi Draco? Ne parliamo?”
“Davvero?” dissero in coro Hugo e Rose, non conoscendo quel lato della madre.
“Sarà meglio che andiamo” disse stizzita Hermione, tornando al negozio di manici di scope, volendo permettere a Rose di scegliere il manico che le piaceva di più, nonostante quanto successo. La signora Weasley invece diede uno scappellotto a Ron, quando il figlio promise a Rose e Hugo di raccontare quando Hermione diede uno schiaffo a Draco.
“Harry, Ginny!” esclamò la signora Weasley contenta, quando vide apparire la figlia e il genero. La donna abbracciò molto forte il ragazzo, generando il disappunto di Ron.
“Ma guardala…vuole più bene a Harry che al proprio figlio”
Hermione diede uno scappellotto al marito che neanche reagì, abituato a riceverli a turno dalla moglie e dalla madre. Rose invece salutò calorosamente Albus, che senza dubbio era il suo cugino preferito. La ragazzina coinvolgeva il parente in molte sue idee che Ron considerava strampalate, come il C.R.E.P.A fondato da Hermione, leggere il libro di Storia della Magia e tante altre cose che a Ron, potevano sembrare da ricovero al San Mungo. Il ragazzo notò un livido sulla mano destra della cugina che, non appena Albus le chiese come si fosse procupata quel segno, scoppiò a ridere.
“Tua cugina, caro Al, ha dato un pugno in faccia a Lucius Malfoy”
“Davvero, Ron?” chiese meravigliato Harry, guardando sorridente la nipote.
“C’è poco da ridere, Ron. Hai allevato un maschiaccio” rispose stizzita la signora Weasley, girando tra le varie scope in esposizione.
“Ne dovrò parlare con Teddy, chissà che risate ci faremo questa sera a cena”
“Harry, dovresti dare il buon esempio, invece di incoraggiare la violenza” lo rimproverò severa Ginny, mentre Hermione si mise la mano nel viso.
“Suvvia, Ginny, è Lucius Malfoy. Non seccare”
Mentre Ginny, Harry, Ron e Hermione discutevano su quanto accaduto, i signori Weasley seguirono Rose e Albus. Videro inoltre che nel negozio si erano già intrufolati James Sirius Potter e Lily Luna Potter, rispettivamente il primogenito e l’ultimogenita di Harry e Ginny.
“Ehi – esclamò il signor Weasley, facendo finta di essere offeso coi due – non si salutano i nonni?”
“Dopo, tanto vi vediamo tutti i giorni. Al negozio di scope invece ci capitiamo raramente” rispose infastidito James, guardando ammirato insieme alla sorellina i tantissimi manici di scopa presenti.
“Nonna, guarda! Una Firebolt 2.0!!!” esclamò eccitata Rose, guardando il manico di scopa più bello e anche più costoso che c’era. Era realizzato di un legno molto pregiato, cosparso di lacca indelebile. Anche James si avvicinò alla cugina e ai nonni.
“Ma, Jamie! Hai già la Nimbus 3000! Quando dovevo crescere sette figli non ci potevamo neanche permettere dei vestiti nuovi!” esclamò la signora Weasley costernata, guardando l’avidità con cui James guardava il manico di scopa.
“Nonna, posso avere questa?”  chiese Rose timidamente alla signora Weasley, consapevole del prezzo alto del manico di scopa. L’anziana donna, pur capendo che la scopa costasse molto, accontentò la nipote che cominciò a saltare intorno alla nonna, contenta del regalo ottenuto, mentre James tenne il broncio per tutta la camminata di ritorno al Ghirigoro, dove incontrarono i Potter, i genitori e Albus. A sorpresa trovarono anche Teddy che aveva raggiunto il gruppo insieme a Victoire. Quest’ultima era la figlia di Bill e Fleur Weasley e tecnicamente era fidanzata con Teddy. La loro relazione era ostacolata tuttavia dal padre di lei, non perché avesse qualche riserva sul ragazzo, ma perché continuava a considerare Victoire la sua bambina, nonostante avesse quasi diciassette anni, frequentasse l’ultimo anno di Hogwarts e fosse Caposcuola. La coppia era molto amata dai signori Weasley e aiutavano i ragazzi a restare da soli, in segreto da Bill, pur pretendendo la dovuta distanza e senza andare oltre il bacio sulla guancia. Victoire tra i figli dei signori Weasley era senza dubbio quella più bella: bionda, fisico slanciato, aveva lentiggini ma molte di meno rispetto alla media dei Weasley e la natura Veela la aiutava ad essere ancora più bella. 
“Ecco la nostra futura campionessa di Quidditch” esclamò Teddy con un gran sorriso, guardando Rose che portava fiera il suo manico di scopa nuovo. Il ragazzo essendo un metamorfomagus aveva la capacità di cambiare aspetto come voleva e quella volta aveva i capelli biondi, mentre il ciuffo era di colore blu acceso.
“Preferisco che diventi un Prefetto e poi un Caposcuola, Teddy” rispose Hermione guardando seria Teddy.
“Non saluti il tuo padrino?” chiese Harry, fingendo di essere offeso. Teddy diede un abbraccio all’uomo e Ginny e spettinò ancora di più i capelli di James.
“Adesso scusate, dobbiamo scappare” rispose velocemente Teddy, generando il malcontento soprattutto di Ron.
“Devi andare dalla tua adorabile famiglia, suppongo?” chiese l’uomo.
“Bhe…si…Ron. Insomma, vorrei salutarli già che ci sono”
“Porta i saluti a Lucius Malfoy da parte di Rose” disse Ron ridendo di gusto, non facendo caso agli sguardi di rimprovero della signora Weasley e di Hermione.
“Perché?”
“Capirai e soprattutto sentirai”
Ginny, la signora Weasley e Hermione erano ancora adirate coi rispettivi mariti, e se il signor Weasley si sforzava di non essere divertito, Ron e Harry sghignazzavano, cercando di non farsi notare dai figli.
“Lucius Malfoy è proprio un uomo dalle mille risorse. Si è fatto picchiare da mio padre, è stato umiliato da Voldemort e persino da mia figlia…come si dice: è proprio duro e puro”
Harry era proprio divertito dai racconti di Ron, e la giornata non poteva essere migliore. Ma poi sull’uomo piombò l’angoscia che non avrebbe più rivisto i figli e i nipoti fino alle vacanze di natale.

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Capitolo 2
*** La cerimonia dello Smistamento ***


Quel che rimaneva delle vacanze estive, i Weasley le passarono insieme ai Potter alternandosi tra Villa Conchiglia, Grimmauld Place e la Tana. James fu fastidioso come non mai, instillando in Albus la convinzione di diventare uno stregone oscuro se sarebbe finito tra i Serpeverde. Grimmauld Place, grazie alle sue dimensioni, spesso fungeva da arena per gli scontri tra James e Rose, con quest’ultima che rincorreva il cugino per i tanti piani dai quali era composta l’abitazione, causa della lite più recente era il fatto che James liberò il gufo di Rose in giro per la casa e l’animale aveva riempito di cacca l’abitazione.
“James, Rose! Volete piantarla? Sedetevi e cenate che è la nostra ultima cena prima di Hogwarts!” strillò Hermione, esasperata dagli insulti e dalle botte tra i due cugini.
“Hermione, e lasciali divertirsi! Sono giovani” disse Ron tuffandosi sulla sedia, affamato come al solito
“Ronald, come al solito quando si tratta di essere a favore del caos sei in prima fila, come sempre”
“Presa!” esclamò Harry, afferrando Rose e facendola volare in cielo come se fosse un aereo, facendola ridere divertita e poi la portò a sedere al suo posto.
“Grazie Harry” disse Hermione, grata all’amico per essere riuscito a calmare i ragazzi.
A Grimmauld Place, escludendo i bisticci tra Rose e James, si respirava un’atmosfera di allegria. C’erano anche Teddy e Victoire divisi però da Bill, che si era seduto tra i due ragazzi con il grande disappunto di Fleur, che apprezzava moltissimo Teddy. Anche la signora Weasley rimproverava il figlio per l’eccessiva gelosia. I due si sono portati anche i figli più piccoli, Louis e Dominique rispettivamente di 6 e 4 anni, nati molto tempo dopo Victoire. Mancavano all’appello Charlie Weasley, impegnato con i draghi, Percy e la sua famiglia impegnati a rappresentare il ministero nel mondo e George, Angelina e i loro figli che hanno dovuto disdire l’appuntamento a causa di impegni dell’uomo. La signora Weasley sospettava che fosse successo qualcosa ai Tiri Vispi Weasley.
Verso le undici la famiglia terminò la cena e tutti si divisero nelle varie stanze dell’abitazione: James ospitò nella sua stanza che una volta appartenne a Sirius e Hugo, che su ordine di Bill avrebbe dovuto dormire in una stanza piuttosto lontana da Victoire. Nella stanza di Albus che una volta era di Regulus Black avrebbero dormito Rose e Teddy mentre in quella di Lily Victoire, Louis e Dominique. Gli adulti invece si sarebbero ristretti nella stanza coniugale di Ginny e Harry, allargate tutte quante su ordine del secondo da Kreacher.
“Rose” disse Albus a bassa voce, per non svegliare Teddy che russava rumorosamente alla cugina. Lei dormiva nel letto vicino al suo, diviso da un comodino.
“Cosa vuoi – disse la ragazzina sbadigliando – domani ci dobbiamo svegliare presto, dormi”
“Scusa – mormorò Albus, parlando a voce ancora più bassa – dimmi cosa potrebbe accadere se finisco a Serpeverde”
“Ancora??? Al…ma se finisci tra i Serpeverde non cambierà nulla, resti sempre tu”
“James mi d…”
“James è un idiota. Ascolta – disse la ragazzina appoggiandosi sul gomito, guardando il cugino negli occhi – se finirai tra i Grifondoro sarei contenta perché sono quasi certa di finire lì, ma se finirai tra i Serpeverde sarei contenta lo stesso. Quella Casa deve ripulirsi la reputazione dopo quanto fatto in passato, e solo un mago pulito come te potrà farlo. Dormi ora, ho sonno e lo sai che sono intrattabile se non riposo abbastanza. Ti voglio bene”
“Anche io”
Rose si addormentò di nuovo, chiudendosi il viso con la coperta mentre Teddy non sentì nulla della conversazione tra i due cugini, appisolato come era. Albus invece si girò, da un fianco all’altro, immaginando il giorno dello Smistamento. Nella sua mente si alternarono vari scenari, Smistamento a Grifondoro con Victoire che in qualità di Caposcuola lo accoglieva nella Casa e lo scenario peggiore, quasi drammatico dello Smistamento a Serpeverde e aveva paura soltanto ad immaginare la reazione di tutti quanti.  Si immaginò lo sguardo deluso di Harry e Ginny, dei nonni, le prese in giro al limite del drammatico di James e lo sguardo di compassione di Teddy. Avrebbe voluto parlare con la signora Tonks, che era l’unica tra coloro che conosceva che furono smistate a Serpeverde.
Il giorno successivo Albus fu svegliato dal triplo baccano organizzato da Ginny, Hermione e dalla signora Weasley, ansiose come non mai. La sveglià suonò alle otto e come al solito le tre donne erano in preda all’ansia. I piani prevedevano di svegliarsi all’alba ma Ron pensò bene di ritardare la sveglia di qualche ora, scatenando l’ira della moglie che odiava quando i suoi piani non andavano come voleva.
“SIAMO IN TREMENDO RITARDO!!!” strillò Hermione, buttando il pettine per terra in preda all’ansia. Solo Ron riusciva a mangiare con tutta la calma possibile. Persino Harry si fece contagiare dalla paranoia delle donne. Finalmente, quando erano le dieci, tutti erano pronti, o quasi.
“Ronald, vuoi accompagnare tua figlia in pantofole?” chiese Hermione, esasperata dal totale menefreghismo del coniuge.
“Oh! Bhe, non è una cattiva idea” esclamò l’uomo grattandosi la testa imbarazzato.
“VAI A METTERTI LE SCARPE!!!” strillò la signora Weasley, facendo sobbalzare tutti i presenti dalla paura. Verso le dieci e mezzo, il limite massimo per non perdere il treno, i Potter, i Weasley e Teddy poterono andare. Ron, confuso per il troppo vino bevuto la sera prima, non riusciva ad allacciarsi le scarpe e per questo la comitiva perse un’altra mezz’ora
A King’s Cross le famiglie giunsero alle undici meno dieci, grazie a Hermione che dopo aver capito che non sarebbero mai giunti in tempo in auto, chiuse un occhio sulla smaterializzazione dei minori, ma promise a Ron di costringerlo a dormire sul divano per un mese intero come punizione.
Albus e Rose, che era la prima volta che si trovavano a King’s Cross in qualità di studenti, furono disorientati da tutto questo casino causato da tanti altri bambini che avrebbero cominciato Hogwarts. James salì immediatamente sull’Espresso senza salutare i familiari, Teddy invece si precipitò verso un uomo che salutava insieme alla moglie loro figlio, che si avviava anche lui a salire sul treno. Rose riconobbe con imbarazzo che era Draco Malfoy, visto che lo vide al Ghirigoro dopo aver rotto il naso a suo padre Lucius.
“Bene bene – esclamò Ron avvicinandosi insieme a Hermione e Hugo a Rose – quello dovrebbe essere Scorpius, insieme a suo padre. Non dargli troppa confidenza e superalo in tutti gli esami” disse l’uomo alla figlia, che gli rivolse uno sguardo meravigliato.

“Ron, insomma! Non vorrai già metterli contro da ora? Già ha fatto a botte con Lucius Malfoy!”
Ron si grattò nervosamente la testa, ma decise di dare ragione alla moglie, senza ammetterlo. Rose salì alla svelta sul treno mentre poco più dietro stava arrivando Albus, che si chinò facendo finta di allacciarsi le scarpe. Ginny, dopo aver osservato il figlio decise di lasciarlo da solo con Harry, che si avvicinò con discrezione al ragazzino.
“Che hai?” chiese Harry, notando il figlio inginocchiato, capendo che avesse qualche problema.
“Papà, e se finisco a Serpeverde?”
Harry guardò intenerito il figlio, per poi chinarsi anche lui e guardarlo negli occhi, identici a quelli di Lily.
“Albus Severus Potter, porti il nome di due tra i più grandi maghi che io abbia mai conosciuto che furono presidi di Hogwarts. Uno di loro fu smistato a Serpeverde ed è l’uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto”
“Ma se per caso vengo smistato? Insomma…ci sono andati tanti maghi osc…”
“E allora la Casa dei Serpeverde avrà guadagnato un brillante giovane mago che potrà soltanto fargli bene. E adesso andiamo? O di questo passo l’Espresso partirà e rischi di non venire smistato in nessuna Casa” sorrise l’uomo al figlio, che si alzò timidamente, avvicinandosi agli zii.
“Attento ai Serpeverde…non ti fidare di loro”
“RON!!!” strillò Ginny, sapendo di quanto Albus fosse terrorizzato dallo Smistamento. L’uomo, abituato agli strilli della sorella, della madre e della moglie neanche fece caso, e diede un buffetto a Albus, che si affrettò a salire sull’Espresso.
Rose finalmente vide Albus salire sul treno, ma quest’ultimo non sembrava per nulla rilassato.
“Guarda che James è un idiota, non dargli retta. Andiamo a cercare qualche posto libero” disse la ragazzina al cugino che accettò, dato che non aveva nessuna intenzione di passare il viaggio in piedi insieme alle sue paranoie.
“Qua c’è James e non voglio, andiamo avanti”
Dopo aver camminato per circa cinque minuti ed essersi affacciati ai vari scompartimenti, Rose busso a uno che sembrava avere posti, ma notò imbarazzata che c’erano Delphi e un ragazzo biondo, somigliante in tutto e per tutto a Draco e Lucius Malfoy: Scorpius Malfoy.
“Po…posso?” chiese imbarazzata la ragazza, attirando l’attenzione dei due presenti.
“Io ti conosco…sei quella che ha rotto il naso a mio nonno” disse Scorpius con tono asciutto rivolto a Rose, che cercò di trattenere il sorriso.
“Bhe…mi stava…mi stava provocando, ha offe…”
“Tranquilla, hai realizzato il sogno di mezzo magico. Anche io lo vorrei fare…ma è mio non…”
“Ehi!” protestò Delphi.
“Che vuoi? Adesso non ci sono i miei che vogliono che io simuli rispetto…e tua zia ne dice di tutti i colori di lui. Comunque piacere…Malfoy, Scorpius Malfoy e lei Delphi Fawley. E voi?”
“Io sono Rose Weasley e lui Albus Potter”
Delphi fece posto a Albus mentre si accomodò vicino a Scorpius, ingolosita anche dai dolci che aveva acquistato il ragazzino: tutti gusti più uno, cioccolate e caramelle varie.
La ragazza mangiò di gusto le caramelle, mentre Scorpius la guardava perplesso, e ciò non passò inosservato a Rose, mentre Delphi guardava muta Albus, mettendolo terribilmente a disagio.
“Ho qualcosa che non va, o ti ha dato fastidio che ho mangiato le tue caramelle senza il tuo permesso?” chiese Rose.
“Bhe…cioè…sai chi siamo, ma non sembri avere pregiudizi”
“E quali pregiudizi vuoi che io abbia?” chiese la ragazza a Scorpius, non capendo a cosa si rivolgesse il ragazzo.
“Mio padre e mio nonno sono ex mangiamorte o almeno credo…bhe Delphi non c’entra nulla, ma io…”
“Tu lo sei?” lo interruppe decisa Rose
“Io…ma no, ho undici anni e poi non mi piacciono quelle cose. La zia Andromeda dice che è roba che porta soltanto dolore e guai”
“Perfetto, discorso chiuso. Il resto non conta.”
Rose si trovò molto a suo agio con i due ragazzini nonostante gli avvertimenti di Ron. Scoprì anche che Delphi era la figlia di Daphne Greengrass e di Anton Fawley, morti in circostanze mai chiarite ma non di morte violenta e cresciuta insieme a Pansy Parkinson su desiderio della madre, migliore amica della donna.
“Siamo molto legate e io la chiamo zia anche se non lo è di sangue, e quindi io e Scorpius siamo cugini ma stiamo sempre insieme”
“Credo che siamo vicini, ma non vorrei sbagliarmi” disse Albus, interrompendo la chiacchierata.
“Accidenti…è vero! Ci dobbiamo cambiare, svelti!” disse Rose rivolta con tono autoritario ai tre.
“Ma se c’è ancora lo smistamento!” protestò Scorpius, sicuramente poco interessato ad apparire bene di fronte ai professori, al contrario di Rose.
Rose si infilò in pochi minuti la divisa scolastica mentre Scorpius la guardava perplesso. Qualche minuto prima di scendere apparì una splendida ragazza che il gruppo conosceva bene.
“Victoire!” esclamò Delphi, abbracciando la ragazza.
Victoire Weasley era il nuovo Caposcuola di Hogwarts e fidanzata di Teddy Lupin, che spesso frequentava la casa di Andromeda Tonks, zia di Draco Malfoy. Mentre quest’ultimo faceva capire chiaramente il suo disprezzo per lei a causa della sua discendenza, piaceva a Pansy Parkinson per la sua educazione e il suo modo di porsi. Anche la donna era molto legata alla mentalità dei purosangue, ma in modo meno integralista rispetto a Draco. Delphi e Scorpius invece, allevati alla tolleranza, stravedevano per lei.
“Ehi! Muovetevi, siamo quasi arrivati! Non  volete per caso arrivare in ritardo il primo giorno di scuola?”
“Bhe…a dire il vero non mi dispiacerebbe” disse Scorpius abbattuto.
“Ancora per quella storia? Senti…non ti preoccupare, già ne abbiamo parlato.
“Quale?” chiese Rose
“Lo scoprirai” rispose Delphi, lasciando Rose incuriosita.
Albus invece continuava ad avere la paranoia di finire smistato nei Serpeverde, e quasi non disse nulla né durante il viaggio, né durante l’attraversamento del Lago Nero in barca. Solo Rose parlava senza fermarsi, mentre Delphi sembrava più timida che impaurita da qualcosa. Al loro arrivo furono accompagnati da Victoire a Hogwarts, dove la ragazza li salutò. Rose, Albus, Delphi e Scorpius non fecero in tempo a rilassarsi, quando davanti di loro comparvero tre insegnanti: la professoressa McGranitt, dall’espressione severa e i due vice presidi, Neville Paciock e Horace Lumacorno che sembravano molto meno duri e autoritari della preside.
“Bene – esclamò severa la professoressa McGranitt. Se il professor Paciock ha finito con il salutare conoscenti e non, è mio onere ma anche onore introdurvi nella Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts. Come molti voi sapranno, mi chiamo Minerva McGranitt, preside di questa scuola. Loro due sono Horace Lumacorno, capo della Casa di Serpeverde e Neville Paciock, capo della Casa dei Grifondoro ed inoltre entrambi vicepresidi. Le Case sono quattro, oltre alle due elencate c’è la Casa di Corvonero e Tassorosso. Lo Smistamento in una di questa, determinerà in modo irriversibile il vostro destino in questa scuola che per i prossimi anni, salvo espulsioni, sarà la vostra Casa. Se meriterete sarete premiate, se non meriterete, sarete puniti. Adesso vi chiedo di seguire me e i miei colleghi, in fila indiana” disse l’anziana donna, procedendo verso la Sala Grande con un passo piuttosto svelto per la sua età avanzata.
“Tranquilli, Albus e Rose, sembra cattiva ma in realtà è soltanto fissata con le regole”
“Professor Paciock – esclamò la preside spazientita, avendo sentito le parole dell’insegnante – è compito suo assicurarsi che le regole siano rispettate scrupolosamente dalla prima all’ultima, non screditare la mia autorità con i nuovi arrivati”
Neville, anzi il professor Paciock, non parlò fino all’arrivo alla Sala Grande, per evitare ulteriori discussioni. Il professor Lumacorno invece scherzava con la professoressa McGranitt, che non sembrava gradire le battute del collega. Tutti i ragazzi rimasero estasiati dalla maestosità della scuola, sembrava che non avessero mai visto qualcosa di così grande. La professoressa McGranitt fece ai ragazzini il cenno di fermarsi e poi si accomodò al tavolo degli insegnanti, assieme a Lumacorno e Neville. Al centro della Sala c’era uno sgabello con a fianco un tavolo sul quale era posizionato il Cappello Parlante, appartenuto a Godric Grifondoro e che aveva il compito di smistare tutti gli studenti. Victoire, dal tavolo dei Grifondoro salutò Albus, Rose e anche Scorpius e la ragazza dai capelli blu-argento quando lo vide, abbastanza lontano dai suoi cugini.
“Bene, adesso chiamerò in ordine alfabetico tutti voi che dovrete uno alla volta sedersi su questo sgabello, io vi metterò il Cappello Parlante in testa  che vi smisterà…Adams Chase” disse la preside, dopo essersi alzata e avvicinata vicino al Cappello.
Il ragazzo chiamato dalla preside fu smistato tra i Corvonero, così come Trevor Anderson e Mark Barnes. Jeremy Butler, Gregory Chase e Priscilla Collins a Tassorosso.
“Fawley Delphini”
La ragazza dai capelli argentati e blu che era amica di Scorpius, avanzò timidamente verso il Cappello Parlante, guardandosi intorno, visibilmente a disagio. Dopo qualche minuto di borbottio del Cappello Parlante, fu smistata tra i Serpeverde, venendo accolta da un boato di applausi.
“Vincent Goyle”
Goyle era un ragazzo dalla corporatura massiccia, che lo faceva sembrare più grande degli undici anni che aveva e un’espressione sul viso poco rassicurante, piuttosto sgradevole. Senza neanche essere dovuto poggiato sulla testa del ragazzo, Goyle fu smistato nella casa dei Serpeverde, venendo accolto da un boato e salutato da un ragazzo del settimo anno, che sembrava conoscerlo bene.
Finalmente venne il turno di Rose, dato che aveva come primo cognome Granger. Fu adesso che la ragazzina fu investita dall’ansia. Anche se era sicura di finire tra i Grifondoro, nella sua mente si delinearono  vari scenari più o meno apocalittici, come lo smistamento a Serpeverde con possibile decesso di Ron per crepacuore o meno tragici come finire a Corvonero o Tassorosso, che avrebbe provocato a Ron soltanto un poco di delusione nel complesso superabile.
“Bene bene – esordì il Cappello Parlante ad alta voce, quando Rose si sedette sullo sgabello piuttosto lentamente – è passato un bel po’ da quando smistai i tuoi genitori, e un po’ meno da quando smistai quella bestia scatenata di tuo cugino. Escludo categoricamente Serpeverde…”
Rose, nell’ascoltare le parole del Cappello Parlante, tirò un sospiro di sollievo: il decesso prematuro di Ron era stato evitato.
“…però hai qualità che potrebbero piacere sia a Grifondoro, sia a Tassorosso, sia a Corvonero. Tutti i membri della tua famiglia sono stati dei Grifondoro, per ora. E alla fine anche tu…GRIFONDORO”
Dal tavolo dei Grifondoro esplose un boato di applausi e grida e Rose corse alla svelta verso il tavolo della sua nuova Casa, sedendosi vicino a Victoire.
“Complimenti, Rose. Ma non aspettarti un trattamento di favore da parte mia” disse James con tono di sfida, al quale la ragazza non rispose, decidendo di concentrarsi sullo Smistamento. Jake Harrison fu smistato a Corvonero, Priscilla Hill a Tassorosso e poi fu il momento di Scorpius Malfoy, che si avvicinò lentamente ma con sicurezza allo sgabello e la professoressa McGranitt indossò sopra il capo del ragazzo il Cappello Parlante.
“Mmh…un nuovo Malfoy, ma un bel po’ diverso da coloro che ti precedettero. Non sei come tuo padre e tuo nonno, sui quali non ho avuto mai dubbi su dove spedirli, ma con te ne ho parecchi. Hai molte più qualità e anche molto più buon senso rispetto a loro. Ma non è detto che tutti quelli positivi non possano essere dei buoni Serpeverde….ho deciso: SERPEVERDE”
Dal tavolo di quest’ultimi  partirono molti applausi, ma questo non sembrò toccare particolarmente il ragazzo, che si accomodò senza troppo entusiasmo vicino a Delphi.
Kiley Mitchell e Alexis  Marshall finirono a Grifondoro e la più impacciata e impaurita sembrò quest’ultima, che inciampò nel suo mantello un po’ troppo lungo per lei. La ragazzina aveva dei capelli ricci e castani ed era piuttosto rotonda di aspetto fisico, ma non del tutto grassa. Si accomodò vicino a Rose, che vedendola a disagio si presentò e provò a fare amicizia con la ragazzina. Quest’ultima riverlò di aver perso i suoi nonni nati-babbani durante l’ultima guerra magica e di essere cresciuta in orfanotrofio, nel quale veniva spesso presa in giro oltre al suo aspetto anche per le stranezze che capitavano ogni volta che era nelle vicinanze, che alla fine si rivelarono essere casi di magia casuale.
Dopo alcuni altri ragazzi che sfuggirono a Rose, venne il turno di Albus.
“Albus Severus Potter” ripetè la professoressa McGrannitt impaziente, notando il ragazzino guardare nel vuoto. Albus, dopo qualche secondo si fece coraggio, rincuorato dai gesti di incoraggiamento di Rose, alla quale era molto affezionato, e di Victoire.
Tutta i presenti nella Sala Grande tacquero, incuriositi su quale Casa avrebbe ospitato il secondogenito di Harry Potter. Albus si incamminò, a passo funereo verso il Capperllo Parlante, sedendosi con uno sbuffo d’ansia. Avrebbe preferito senza dubbio essere un magonò in questo momento, per non provare l’ansia e la preoccupazione che aveva.
“Potter, di nuovo e per l’ennesima volta un Potter. Fino ad ora siete stati leali alla Casa di Grifondoro, poi tu sei anche un Weasley a metà, quindi tecnicamente non ci sarebbe alcun dubbio riguardo a dove smistarti. Però…c’è quel qualcosa che non mi convince, non sembri essere un Grifondoro fino al midollo come tuo padre, tuo fratello e tuo nonno, e non so se è una cosa completamente negativa visto quanto combinato da loro in passato…”
Albus tradì un sorriso, ripensando ai racconti di Harry riguardo alle punizioni del nonno insieme al suo gruppo di amici. Ricordò di quando suo padre raccontò di come il nonno fece di tutto per conquistare la nonna, perdendo tutto il suo orgoglio e di come fece a botte con Vernon Dursley.
“…ti diverti, ragazzo? Bhe, meglio divertito che preoccupato. Comunque ho deciso…SERPEVERDE!!!”
La Sala Grande tacque, sbigottita dalla sentenza del Cappello Parlante. Albus, non sapendo se piombare in preda alla disperazione o se accettare serenamente lo smistamento, si diresse verso il tavolo dei Serpeverde, senza guardare Rose e Victoire che rimasero sotto shock. Il ragazzo si sedette vicino a Delphi Fawley, che gli sorrise. A Albus non sfuggirono l’aspetto particolare della ragazza, oltre ai suoi capelli blu e argento. Aveva degli occhi azzurri, quasi bianchi e il ragazzo si chiedette se Delphi fosse umana. Vicino a lei egli notò Scorpius, che guardava assonnato nel vuoto e non gli prestò la minima attenzione.
“Vedrai che ti troverai bene…io sono Delphini ma chiamami Delphi” disse la ragazza sorridendo
“Albus…libera di chiamarmi anche Al, per me è indifferente” rispose il ragazzo più per educazione che per effettiva voglia di comunicare.
“Va bene, Al. Quello vicino a me è Scorpius, Scorpius Malfoy, ehi – esclamò Delphi stizzita, dando a Scorpius una gomitata nelle costole. Sembrava che stesse dormendo ma poi tornò immediatamente sveglio, anche se sembrava completamente disorientato – vuoi aspettare almeno la fine della cena per dormire? Scusalo, ha problemi col sonno, dorme quasi sempre e in qualsiasi posto” disse Delphi, cambiando immediatamente tono con Albus, diventando molto più amichevole. Albus e Scorpius però non ebbero occasione di presentarsi, dato che quest’ultimo si addormentò di nuovo.
Lo Smistamento durò altri dieci minuti, dopo i quali la professoressa McGranitt congedò tutti gli studenti, augurandogli una serena notte e avvertendo i ragazzi del quinto e del settimo anno su quanto fossero importanti i G.U.F.O e i M.A.G.O. Rose e Victoire provarono ad avvicinarsi a Albus mentre la Caposcuola anche a Scorpius, ma quest’ultimo era troppo inebetito per il sonno mentre Albus seguì Delphi, non sapendo dove si trovasse il dormitorio dei Serpeverde. La nuova amica invece sembrava conoscere qualsiasi dettaglio dei Serpeverde.
“Tranquilla, Rosie. Vedrai che starà bene mentre noi gli parleremo domani”
“Lo spero” esclamò Rose, preoccupata per Albus.
Quando tutti ormai erano addormentati, Rose rimase seduta sul letto fissando il vuoto e ripensando alle parole dei genitori e poi a Albus, che era finito nei Serpeverde come temeva.
“Ehi…non dormi? Domani la giornata inizia presto” disse Victoire, esausta dai suoi doveri di Caposcuola.
“Si certo, pensavo”
“A cosa? Albus starà bene, e per quanto riguarda te…ti troverai alla grande qui. Conosci già tutto il programma del primo anno” disse Victoire alla cugina, che le rispose con un sorriso.
“Senti, Victoire. Posso chiederti di Scorpius Malfoy e Delphi Fawley? Vedi, il papà non parla bene della loro famiglia…vorrei un tuo parere”
Victoire rimase qualche secondo in silenzio, colta dalla sorpresa per la domanda della cugina, ma poi effettivamente si ricordò delle raccomandazioni scherzose  ma non tanto di Ron, che la invitava a tenersi a distanza da Scorpius, ma anche da Delphi, che secondo lui era come lui, in quanto sua cugina.
“Rose, lo zio Ron e la famiglia di Scorpius si trovavano su schieramenti totalmente opposti durante la guerra magica, e non hanno superato le diffidenze e antipatie reciproche. Sia il signor Malfoy ma soprattutto lo zio Ron sono rimasti fissi sulle loro posizioni, e ciò influenza il loro parere.”
“Ma…per quanto riguarda Delphi e Scorpius, come sono? Non sembrano come li descrive il papà.”
“Sono simpatici e io ho modo di frequentarli…sai, Teddy è un parente dei Malfoy e anche io ho avuto modo di conoscerli. Non sono mai stata a Villa Malfoy, ma alla casa di Delphi si, e sono sempre stata trattata benissimo”
Rose rimase dubbiosa: non metteva in dubbio le parole di Ron, ma anche di Victoire si fidava e basandosi anche sulle parole di Hermione, capiva sempre di più che il padre non era semplicemente riuscito a superare i traumi della guerra.
“Ascolta – disse Victoire, prendendo le mani di Rose – lo zio Ron come i miei genitori e quelli di Scorpius sono cresciuti in un’era diversa in cui omicidi erano all’ordine del giorno. Tu per fortuna in un’epoca diversa. Fai amicizia e conosci persone senza farti condizionare da nessuno, e giudicale in base alle tue esperienze, come faccio io. E ora dormi, avrai tempo per conoscere Delphi, Scorpius e tutta Hogwarts. Buonanotte” disse Victoire andando nel suo letto, senza dare il tempo a Rose di rispondere.
Rose si sdraiò e si coprì con le coperte, guardando al soffitto, per poi chiudere lentamente gli occhi e si addormentò quasi subito, dato che infondo era stanca e non aveva dormito per nulla la notte precedente.

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Capitolo 3
*** Sospetti fondati o meno? ***


Le lezioni erano già cominciate, e Rose si trovava a suo agio con tutti i professori. Solo il professor Lumacorno non la convinceva del tutto, a causa delle sue marcate simpatie verso gli studenti che provenivano da famiglie agiate o che in qualche modo fossero legate a lui.
Aveva stretto amicizie con tutti i Grifondoro del suo anno, ed era parecchio simpatica anche agli studenti più grandi. Per quanto riguarda Albus, col cugino si salutava calorosamente ogni volta che si vedevano, e anche se erano rivali di Dormitorio, lo aiutava anche coi compiti. E proprio in uno di quei giorni il ragazzino le chiese una mano.
“Senti, io vedo Delphi parecchio strana ultimamente. Anche Scorpius, ma lui è strano di suo. Non è che ti andrebbe di darmi una mano?”
“Aspetta…mi stai dicendo di spiare una tua compagna solo perché ti sembra strana?” chiese perplessa Rose a Albus, che quasi si offese per la reazione della cugina.
“Non spiare…diciamo scoprire cosa stiano facendo. Ultimamente si sono isolati dal gruppo insieme a un’altra lunatica. Cioè, non dico che siano all’improvviso diventati come Goyle e gli altri…ma sono strani. Dai, sei brava a impicciarti negli affari altrui” la supplicò Albus, ottenendo il risultato non desiderato.
“Veditela da solo se per te sono soltanto un’impicciona. Ciao” rispose Rose innervosita, dirigendosi verso il dormitorio dei Grifondoro.
Era ancora offesa per le parole di Albus, quando vide Delphi e Scorpius insieme a una ragazzina dei Serpeverde del primo anno, dall’aria piuttosto malaticcia e pallida e, pur pensando al farsi i fatti suoi, ,ma ebbe lo stesso quel moto di curiosità che raramente si placava se prima non scopriva ciò che desiderava, e allora li seguì.
“Ho…paura…non voglio…mi farà troppo male…restate insieme a me” diceva la ragazzina che Rose non conosceva con tono di supplica.
“Questa l’ha preparata mio padre, l’ha modificata un pochino in modo che non sia così amara…sarà dolce” rispose Scorpius alla ragazzina, mostrandole una fiala che sicuramente conteneva una pozione.
Rose sapeva che il padre di Scorpius, Draco Malfoy, fosse un potente quanto abile mago, esperto in pozioni così come in sortilegi oscuri, e quindi si preoccupò per la misteriosa ragazzina, pur avendo cercato fino a quel momento di evitare pregiudizi sui Malfoy, anche su richiesta di Victoire qualche giorno prima.
La ragazza seguiva il trio in completo silenzio, per evitare di venire scoperta, ma a primo impatto non le diedero nessuna preoccupazione. Voleva soltanto capire a quale pozione si riferisse Scorpius. I ragazzi arrivarono al parco del castello, da soli. Erano le cinque di pomeriggio, e tra un’ora tutti gli studenti sarebbero dovuti rientrare.
“Rose! Che cosa fai? Dovresti stare al dormitorio!”
Era Neville Paciock, professore di Erbologia e amico di famiglia dei Potter e dei Weasley. Rose pensò di maledirlo, e lo avrebbe fatto se non fosse un professore e il capo dei Grifondoro. La chiamò a voce abbastanza alta da mettere in allarme anche Scorpius, Delphi e la misteriosa ragazzina.
“Ni…niente…Nev…Professore. Stavo prendendo aria fresca, si. Torno al dormitorio” disse con voce poco covincente, andandosene a passo veloce.
“E voi? Cominciate a andare nei vostri dormitori, altrimenti avvertirò il professor Lumacorno” disse Neville, rivolto al trio Serpeverde.
“Dunque prendeva aria fresca quella vipera, giusto?” disse Delphi, leggermente alterata.
“Delphi, non ti arrabbiare. Non mi piace vederti arrabbiata” disse la ragazzina malaticcia a Delphi.
“No, Antaresis. Sospetta qualcosa, e sai cosa succederà…lo zio Draco e Pansy ne parlano spesso. Eppure mi era pure simpatica quella lì sul treno”
Scorpius nel frattempo guardava pensieroso proprio dove qualche minuto prima c’erano Rose e Neville.
“Mio padre dice sempre che Paciock è un sempliciotto, mentre la madre di quella lì diventerà ministro un giorno, Ne è convinto”
“Ministro o no è meglio toglierle il vizio di intromettersi negli affari che non la riguardano. Ci seguirà di nuovo, e poi…”
“Delphi…no…” provò a parlare Antaresis, ma fu zittita da Delphi che la strinse al petto, accarezzandole delicatamente la testa.
“E’ necessario. Non ti preoccupare, solo per spaventarla”
Rose stava tornando al dormitorio leggermente turbata da quanto aveva visto, ma si imbattè in Albus. Quest’ultimo le andò incontro, ma la ragazza era ancora offesa per le parole del cugino.
“Allora, scoperto qualcosa?” chiese frettolosamente Albus
“Che ne sai dove sono stata, Albus?” rispose stizzita Rose
“Ma dai…ti conosco bene. Sei stata lì, cosa hai scoperto?”
“Arrivederci. Parlami quando imparerai un tono più gentile o se scoprirò qualcosa per la quale potresti rimanere in qualche modo danneggiato”
Rose se ne andò a passo svelto verso il dormitorio, lasciando Albus perplesso alle sue spalle. Il cugino le diceva più e più volte che fosse incredibilmente permalosa, ma lei non si reputava tale. Ha sempre risposto a tali accuse dicendo che voleva soltanto essere trattata con rispetto. La ragazza decise che avrebbe provato a uscire di nascosto dal dormitorio, a costo di rimetterci qualche punto.
Giunsero le dieci di sera e la ragazza provò a rovistare nel dormitorio maschile di James, che dormiva come un ghiro, senza aver ovviamente studiato, così come i suoi compagni.
“Ma dove lo mette il mantello dell’invisibilità questo?” borbottò tra sé Rose.
Ci fu un rumore e Rose sussultò, ma dopo un breve momento di panico notò che era James che russava come se fosse un anziano di settant’anni. Alla fine la ragazza non trovò il mantello dell’invisibilità, e dopo qualche secondo di indecisione, decise di spiare Delphi, Scorpius e Antaresis se erano in giro per il castello come sospettava.
“Signorina, dove vai a quest’ora?” disse ad alta voce la Signora Grassa, spaventando per l’ennesima volta Rose, non abituata ad infrangere le regole, al contrario di James.
“Ma vai al diavolo…spero di non incontrare Victoire…non me la sento di mentirle” pensò Rose, senza rispondere alla Signora Grassa.
Il castello era completamente buio e deserto, tranne i fantasmi che scorrazzavano in giro e qualche studente affetto da sonnambulismo. Scendendo fino alla Sala Grande, notò Scorpius che girava intorno all’ingresso della scuola, guardando sospettosamente. Per un secondo la ragazza pensò che l’avesse vista e si nascose in un angolo buio, ma era un falso allarme. Il ragazzo uscì di nascosto fuori dal castello, guadagnandosi una punizione dalla McGrannit se lo avesse scoperto. Rose lo seguì, temendo che Albus avesse ragione a sospettare. La cosa che la mandava su di giri era che lui stesse dormendo, mentre lei stava rischiando una strillettera da Hermione oltre a una punizione dalla preside McGranitt.
Camminò ancora per poco, arrivando al parco della scuola, armata di bacchetta anche se era poco pratica di duelli.
“Expelliarmus!” urlò una voce femminile.
La sua bacchetta volò piuttosto lontano e Rose barcollò fino a cadere sul sedere. Alle sue spalle spuntò Scorpius che le puntava contro la sua bacchetta, guardandola impassibile.
“Sei…stato tu? Che cosa avete in mente?” chiese Rose a Scorpius, che continuò a fissarla impassibile.
“Non ho la voce da ragazza”
E in effetti aveva ragione, perché Rose vide davanti a sé Delphi Fawley puntarle la bacchetta, mentre la misteriosa ragazzina era riparata alle sue spalle.
“Sono stata io, sono brava è? E dire che mi sei stata simpatica all’inizio” disse Delphi, parecchio alterata per la vista di Rose.
“Per anni ho tentato di capire mio padre e il perché ce l’avesse con la tua famiglia. Ora lo capisco, e ha ragione nel dire che siete degli impiccioni desiderosi di fare la figura degli eroi” disse Scorpius con tono sarcastico.
“Lo dirò alla professoressa McGrannit…scopriremo cosa state architettando” disse Rose, provando a farsi coraggio.
“Vi prego…dai…dite la veri…” provò a dire Antaresis, che non sembrava avere una bella cera.
“Silenzio! – sbottò Scorpius – non sai cosa rischieresti?”
“Non parlarle con questo tono, tu! Locomotor Mortis!”
Rose, mentre i due litigavano provò a scappare, ma fu presa dall’incantesimo di Delphi e si sentì le gambe come se fossero legate da una corda invisibile e cadde di viso, sbattendo il naso.
“Ti sei fatta male è? Hai il sangue al naso” disse ironico Scorpius.
In effetti aveva ragione, perché aveva sbattuto col viso e le colava il sangue dal naso, e non sapeva cosa fare. E’ vero che era una Grifondoro figlia di eroi di guerra, ma non riusciva a non avere paura, soprattutto senza bacchetta. Non è che le sarebbe servita, ma almeno conosceva i primi incantesimi di disarmo.
“Everte Statim!” urlò Delphi contro Rose, scagliandola con violenza contro i muri di pietra del parco. La ragazza cadde a peso morto anche per le gambe immobilizzate dal precedente incantesimo. Rose cominciò a lacrimare sia per il dolore che per la paura, e soprattutto quest’ultima la faceva vergognare di essere una Grifondoro.
“Delphi...ti prego!” disse Antaresis con tono supplichevole, senza ottenere l’effetto sperato. La più furiosa del gruppo era sicuramente Delphi, mentre Scorpius sembrava quasi dispiaciuto di tutto quello che stesse succedendo, non sembrando intenzionato a prendersela con Rose.
“EHI!!!” urlò una voce furibonda che Rose riconobbe. Era Victoire, che per fortuna della ragazza le corse vicino, facendole da scudo, pur non puntando la bacchetta contro i due.
“Togliti, Victoire! E’ una faccenda tra me e questa qui!” rispose furiosa Delphi, non preoccupandosi del ruolo di Caposcuola di Victoire.
“In tre contro uno!? – sbottò furiosa Victoire – adesso ve ne andrete via. Non mi costringete a sfoderare la bacchetta perché non voglio dare un dispiacere a tua madre, Scorpius. Ma lei è la mia cuginetta” disse Victoire, estraendo la bacchetta per far capire di essere seria. Con grande sollievo di Rose, le parole di Victoire ebbero l’effetto sperato, e i tre si allontanarono, con Antaresis che era la più lenta del trio.
“Ma che gli è saltato in testa a quelli!? Io li conosco tramite Teddy…per carità, non è che Draco e Lucius Malfoy siano le persone più simpatiche del mondo, ma Astoria mi ha sempre trattata bene. E tu che ci facevi?! Guarda come sei ridotta. Finite Incantatem” disse Victoire puntando sulle gambe di Rose, che tornarono ad essere libere di muoversi.
“Sos…pettavo…che voles…sero fare…qualcosa…sc…” provò a giustificarsi Rose, asciugandosi le lacrime.
“Scusa un corno! Dovevi avvertire me o la McGrannit se avevi sospetti…o ancora meglio farti gli affari tuoi e non ascoltare lo zio Ron. Accidenti…sarà meglio che ti porti in infermeria. Spero che la McGrannit non li cacci…accidenti a loro”
“L…i…co…no….sci?”
“Ma certo…Scorpius di più…fin da piccolo…e io che speravo che faceste amicizia alla faccia dello zio Ron e di Draco e Lucius Malfoy…diamine. Dai…non piangere” disse Victoire, vedendo Rose seduta che si asciugava le lacrime, tanto triste quanto dolorante.
“Dai, ti aiuto ad alzarti e andiamo dalla McGrannit. Mi dispiace per quelli…ma dovrò riferire tutto quanto, dai, andiamo” disse Victoire, prendendo delicatamente Rose per il braccio, leggermente gonfio al polso.
                                                                               ­­­________________
 
“SPIEGATEVI! TENDERE UN AGGUATO A UNA STUDENTESSA! E IN TRE!” urlò furiosamente la McGranitt. Si, faceva decisamente paura a Rose, che sedeva di fronte alla preside. Sapeva di aver infranto il regolamento anche lei e la McGrannit era la professoressa più inflessibile di chiunque al mondo, persino più di Hermione sulle regole.
“Antaresis non c’entra nulla…l’ho costretta io a seguirmi, preside” provò a giustificarsi Delphi, aumentando ancora di più l’ira della preside.
“AH SI!? QUINDI LA CAPOSCUOLA HA IMMAGINATO TUTTO? E PER GRAZIA, IL MOTIVO DI CIO’”?
“No... – parlò Scorpius, ma era terrorizzato dall’ira della preside – era…con noi…ma….cioè…lei ci ha seguiti per fermarci. Noi…volevamo divertirci”
La McGrannit respirò faticosamente per contenere la sua rabbia, ma non credeva a una parola detta da Scorpius. Aveva punito moltissimi studenti nel corso della sua carriera e aveva imparato a distinguere le bugie dalla verità, e questo era sicuramente un caso di bugia, e fu solo questo che la fece decidere di non espellere Scorpius e Delphi.
“Cinquanta punti in meno a testa per i Serpeverde per il comportamento deprecabile del signorino Malfoy e della signorina Fawley, quindici punti in meno perché la signorina Burke era fuori dal proprio letto oltre l’orario consentito e – continuò la McGrannit a parlare con tono autoritario, guardando questa volta Rose – quindici punti in meno per la signorina Weasley per aver commesso la stessa infrazione della signorina Burke. Fuori da questo ufficio ora. Signorina Weasley, si assicuri che questi quattro vadano nei propri dormitori” disse la McGrannit a Victoire, che annuì.
Quando i ragazzi uscirono dal suo ufficio, la McGrannit si accomodò stanca sulla sua poltrona ed era ancora arrabbiata.
“E’ stato saggio da parte tua a non espellerli, Minerva” disse la voce del quadro di Albus Silente appeso proprio sopra di lei.
“L’istinto mi suggeriva di espellerli, ma la signorina Burke non mi sembra capace di fare del male a qualcuno. Guardala, è proprio malaticcia”
“La signorina Burke è un lupo mannaro” disse il quadro di Piton, che a quanto pare non dormiva.
“E chi te lo dice che lo sia, Severus?” chiese Silente a Piton, curioso del suo ragionamento.
“Ho avuto a che fare con lupi mannari per gran parte della mia vita terrena e adesso ultraterrena. So distinguerli”
“Un lupo mannaro? Ma smettila, Severus – disse la McGrannit stizzita a Piton – ma dopo i colpi bassi ricevuti dai vostri complotti non mi aspetto più nulla”
“Oh, Minerva ! – esclamò Silente ,annoiato – ancora per la storia di vent’anni fa? Credevo di averti spiegato la verità”
“Si, per quella storia. E mi riferisco anche a te Severus, potevo aiutarti. Potresti anzi, potreste essere vivi, così come potrebbe essere vivo Regulus Black. Siete stati miei studenti, e mi sento responsabile della vostra morte” esclamò la McGrannit, guardando con il suo volto dritto negli occhi il quadro di Piton, che la fissava impassibile.
“Dove ci troviamo ora è il posto migliore, Minerva. Abbiamo fatto una scelta, così come la fece Albus, che si è rivelata vincente. Piuttosto rifletti sulla mia idea. Cosa farai se sarà così?”
“Ma nulla! Le assicurerò soltanto il diritto allo studio ma senza mettere in pericolo gli altri studenti. E sicuramente non in una topaia come la Stamberga Strillante. Ma io mi dico…se anche così fosse bhe…i Malfoy che si prendono cura di un lupo mannaro…dai…” disse la McGrannit, continuando a riflettere ad alta voce, sperando in un consiglio di Albus Silente.
“Ho avuto modo di osservare il signorino Malfoy, e ti assicuro che è un ragazzo riservato. Ancora mi ricordo quanto fosse terrorizzato Draco alla Torre di Astronomia, così come ho scoperto dell’importante contributo dato da Narcissa Malfoy alla nostra causa. E’ stato educato secondo un modello educativo differente, e per sua fortuna Lucius Malfoy ha avuto poco o nessun ruolo nella sua crescita”
“Controlli studenti, Albus? Ti piace proprio curiosare?” disse Piton, annoiato
“Bhe, non nascondo, mi piace vedere giovani che si innamorano, discutere. Mi piace guardare sbocciare nuovi fiori sbocciare. Scorpius Malfoy non ha alcuna traccia del male che ha circondato e rovinato la vita alle sorelle Black e a Draco. Personalmente non mi stupirei se avessero accolto una povera lupa mannara destinata a una vita solitaria”
“Forse hai ragione Albus…non ho avuto modo di comunicare con Draco Malfoy, sua moglie o Narcissa Malfoy. Ma tu conosci meglio di tutto l’animo umano…ma Lucius Malfoy è rimasto lo stesso se non ancora peggio. Nel frattempo dovrò avvisarli di quanto accaduto, così come i Weasley. Spero di non far scoppiare una nuova faida familiare…sapete, Weasley è una testa calda”
“Resta sempre un bruto ignorante che si è costruito la fortuna scegliendo opportunatamente moglie e amico”
“Severus…Ron Weasley forse è il più genuino e leale che io abbia mai avuto tra i miei studenti…”
“Adesso basta…fatemi concentrare, che vorrei andare a dormire un paio di anni. Sono vicina ai novant’anni” troncò di netto il discorso la McGrannit

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Capitolo 4
*** L'inizio di un nuovo periodo oscuro ***


“Ciao, Rosie!” esclamò Hugo, contento di rivedere anche lui la sorella maggiore.
“Signorina, bentornata” disse Ron, stringendo anche lui la figlia.
La famiglia andò verso i Potter, che stavano accogliendo anche loro Albus, James e Victoire. Harry aveva un volto stanco e con enormi occhiaie.
“Zio, come va col lavoro?” gli chiese Victoire
“Oh…male. Cartacce su cartacce e ad Azkaban tira un’aria strana…troppo silenzioso, nessuna rivolta…non so” disse Harry perplesso.
“Vuoi che vada a fare un’ispezione?”
No, Victoire…hai solo superato il corso d’ammissione, non è che adesso puoi andare a fare ispezioni ecc…” intervenne Hermione, sorridente.
“Ma mi farebbe bene un pochino di apprendistato mi farebbe be…”
“No, Vic…tua zia ha ragione. Ne hai di strada da fare prima di fare controlli a nome mio. Adesso basta, stiamo un pochino insieme. Io vado a prendere dei gelati per tutti” disse Harry ai familiari, allontanandosi da loro.
Quando si allontanò dalla famiglia e poco prima di entrare nel negozio di gelati, notò che gli venivano incontrò con grande sorpresa Pansy Parkinson.
“Ciao” le disse freddamente lui.
Harry non provava grande simpatia per lei: ricordava come durante la battaglia di Hogwarts voleva consegnarlo a Voldemort, ma non era scorbutico come Ron. E poi forse poteva sapere qualcosa riguardo alla strana calma ad Azkaban, visto che insieme a Draco si dedicava alla magia oscura.
“Ehm…Potter” disse lei, guardandolo con disprezzo.
“Ricordo il mio cognome, grazie della preoccupazione”
“Noti per caso qualche strano movimento nel mondo magico?”
Questa domanda lo colse alla sprovvista: lei che gli chiedeva se avesse notato strani movimenti. Era lui che glielo voleva chiedere a dire il vero.
“Mmh…no. Per caso tu e Draco combinate guai?”
“Non di più di quello che già sai, Potter. Non noi almeno…”
“Non voi!? Cosa vuoi dire?” disse Harry, non riuscendo più a nascondere la sua preoccupazione.
“Volevo solo sapere una cosa e me l’hai detta. Senti…stai anzi, state attenti…rischiate di rimetterci le penne e tieni un occhio aperto”
“Ehi…aspetta! Cosa vuoi dire? A chi dobbiamo stare attenti!?” disse Harry, alzando il tono di voce.
Ma Pansy si era ormai allontanata, non sapendo neanche lei perché lo avesse fatto. Camminò a passo svelto per seminare Harry, per poi raggiungere Astoria, Draco e i ragazzi.
“Come mai hai il fiatone? Hai deciso di metterti in forma?” disse Draco, con il suo solito e pungente senso ironico.
“Taci…ho visto Potter”
“Ah si? Hai deciso di diventare la sua amante?”
“Draco, zitto – disse Astoria con tono freddo al marito – e cosa gli hai detto?”
“Gli ho detto di fare attenzione e mi ha fatto capire di non sapere nulla dell’evasione dei Mangiamorte”
Astoria fu sorpresa da quanto detto dall’amica: sapeva che infondo non era cattiva ma allo stesso tempo era a conoscenza del fatto che odiasse il trio, soprattutto Hermione Granger.
“Ma come sei diventata sensibile…a cosa è dovuta questa tua scelta?”
“I ragazzini non c’entrano nulla, alcuni di loro sono poco più che neonati…degli adulti me ne importa ben poco. Andiamo Delphi e Antaresis…ciao Scorpius”
“Ciao Pansy…ci vediamo allo stadio” rispose il ragazzino ossigenato.
Quando la donna e le due ragazzine furono abbastanza lontane, Delphi decise di parlare con la sua tutrice.
“Pansy, sei arrabbiata?”
“Si, non puoi capire quanto mi faccia innervosire Draco a volte…e poi…non me la sono sentita di fare come lui. Sono solo dei ragazzini”
“Se devo essere sincera…non li trovo male. Almeno Albus non è male, nonostante non abbiamo parlato più dopo quella volta” disse Antaresis, facendo sorridere Pansy e Delphi.
“Oh…la nostra Antaresis si è innamorata” disse Pansy scherzosamente
“Ma non è vero!” protestò Antareris, diventando rossa come un peperone.
“Scherziamo dai!” rispose Delphi, scompigliando i capelli dell’amica.
“Comunque dobbiamo essere sicuri che non c’entri quel vecchio caprone in tutto questo” continuò a parlare Pansy, piuttosto preoccupata.
“A chi ti rivolgi?”
“A Lucius Malfoy, Delphi. Mi fido solo di Narcissa Malfoy, ma quel vecchio caprone resta un egoista della peggior specie. Non mi sorprenderei se c’entrasse lui…”
“Ma è la sua famiglia!”
“Tu non conosci quella persona, Antaresis. Venderebbe chiunque se potesse ottenere un guadagno. Ma se c’entra qualcosa in tutto ciò, vedrai come si ritroverà senza arti. Non permetterò a nessuno di mettervi in pericolo, a costo della mia stessa vita”

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Capitolo 5
*** Vecchi incubi ***


Rose si era svegliata di primo mattino, anche se a dire il vero non aveva chiuso per nulla occhio, ansiosa come era per la partita allo stadio: sarebbe stata la sua prima partita dal vivo. Insieme a lei sarebbero venuti gli zii, Victoire, Ron, Hugo e anche Hermione, che pur non amando il quidditch; la 
prendeva come un modo per passare tempo con la sua famiglia. 
 
“Ron, non vorrai per caso andare in pantofole allo stadio, spero!?” esclamò Hermione, notando il marito vestito con vestiti del colore dei Cannoni di Chudley e ai piedi un paio di ciabatte.
 
“Ehm...dove sta il problema? Andiamo allo stadio, mica a una serata di gala..”
 
“Muoviti a cambiarti!” esclamò Hermione, alzando tono di voce mentre i ragazzi sorridevano nell’assistere alla scena.
 
I ragazzi invece erano già vestiti e avevano deciso di non fare colazione per non perdere tempo, dato che su decisione di Hermione sarebbero andato a piedi, visto che era illegale smaterializzarsi per i maghi minorenni e la donna non era sicuramente intenzionata ad infrangere la legge, nonostante le insistenze di Ron. Quando quest’ultimo arrivò, la donna chiuse a chiave la porta di casa e si incamminarono. Rose e Hugo erano emozionatissimi e non sentivano la fatica. 
Ron invece già dopo qualche metro aveva incominciato ad accusare i primi segni di fatica: non era decisamente abituato a camminare. 
Dopo circa due kilometri di camminata, durante la quale anche Rose e Hugo avevano iniziato ad accusare qualche sintomo di stanchezza, mentre Ron era quasi agonizzate.
 
“Al mio tre toccate tutti la passaporta...Ronald, muoviti! Dovresti dare il buon esempio! Uno...due...tre!” 
 
Tutti i membri della famiglia Weasley fecero come ordinato da Hermione, e dopo qualche secondo si ritrovarono all’ingresso dello stadio, gremito. 
 
“Wow! Quanta gente!” esclamò Rose, notando una folla all’ingresso e dentro lo stadio!”
 
“Dov’è Harry? Ho una fame!” disse Ron, asciugandosi la fronte dal sudore.
 
“Eccolo Harry...Ron, non cambierai mai” 
 
Harry era con Ginny, Albus, James e Lily in fila per un bicchiere di burrobirra e non aveva visto i Weasley.
 
“Papà, ma Teddy e Victoire quando arriveranno? Voglio farmi un pochino di affari loro” disse James, guardando intorno a se. 
 
“Se continuerai ad essere così pettengolo mai, è impossibile gestire una relazione con te, Jamie” esclamò Ginny seccata, che più volte aveva ammonito il figlio sul lasciare in pace i due ragazzi.
 
James stava per rispondere alla madre quando fu interrotto dall’arrivo di Ron e Hermione che andarono incontro agli amici. 
 
“Ron, sembra che tu abbia fatto una maratona, sei distrutto. Ti offro una burrobirra” disse Harry, abbracciando l’amico.
 
“A chi lo dici, Harry. Hermione è sempre fissata con le leggi e le reg...”
 
“E ci puoi contare che rimarrò così. Ragazzi, non ascoltatelo. Andiamo a cercare i posti piuttosto..” disse Ginny, tirando per le braccia i figli, che furono seguiti da Rose e Hugo, che tutto avevano intenzione tranne che assistere alla discussione di persone di mezz’età.
 
“Passano i tempi ma siamo rimasati uguali. Hermione, contninui a discutere con Ron su tutto e tu, Ron, sempre a lamentarti di tutto. Manca Voldemort...”
 
“Già...solo lui manca e per fortuna, visto che non vorrei vedere i nostri figli rischiare la loro vita per combatterlo - disse Hermione, provando ad accennare un sorriso - oh, guardate, Victoire!”
 
“Temo che si è persa Teddy, oppure li ha momentaneamente separati Lui” disse Ron, salutando la nipote, figlia di Fleur e Bill Weasley.
 
“Chi, Bill? Sbaglio o non sarebbe potuto venire con Fleur?” chiese Hermione.
 
“Hermione, Lui...capiscimi” disse Ron, facendo l’occhiolino alla moglie che comprese il riferimento del marito.
 
“Victoire! Dove hai lasciato le tue cose?” le chiese Harry dopo averla aiutata a fare la salita.
 
“Zii, ciao! Le ha Teddy che probabilmente ha preso i posti. Dobbiamo andare!” 
 
Senza perdere tempo, i quattro entrarono nello stadio, facendosi spazio con spinte tra la folla: su concessione di Kingsley, Ministro della Magia in carica, avevano un posto riservato nella tribuna d’onore, dove c’era una visuale della partita migliore. 
Dopo circa cinque minuti di spinte e imprecazioni, soprattutto da parte di Ron, il quartetto arrivò vicino al posto di Kingsley.
Sempre in tribuna d’onore videro la presenza di Astoria Greengrass, moglie di Draco Malfoy, con vicini Antaresis e Delphi.
 
“Vado a salutarli, zii. Tra poco torno” disse Victoire, dirigendosi verso i Malfoy.
 
“Oh certo, vai Victoire - disse Ron, e quando la ragazza si allontanò abbastanza da non sentire lo zio - ehi, ma cosa hanno i Malfoy per poter stare in tribuna d’onore?”
 
“Qualche donazione di qua, qualche donazione di la ed è diventato un rispettabile e generoso cittadino. Come suo padre, Ron”
 
“Ma dovremo stare nelle loro vicinanze per caso?”
 
“Si Ron. Quindi comportiamoci civilmente...e mi riferisco soprattutto a te, Ronald. Non ho intenzione di finire in prima pagina perchè mio marito e il mio migliore amico danno spettacolo”
 
“Come al solito sempre noi siamo quelli cattivi...”
 
Ma mentre Ron e Hermione continuavano a discutere, a Harry tornarono in mente le parole di avvertimento di Pansy Parkinson su una presunta minaccia. Chissà se era un suo scherzo di cattivo gusto per rovinargli l’umore oppure chissa se la minaccia sarebbe arrivata proprio questa sera. Preferì accomadarsi al suo posto vicino a Kingsley. Ma mentre l’uomo cercava di concentrarsi sulla partita, davanti a lui passò una donna dai lineamenti asiatici che accompagnava un uomo anziano sulla sedia a rotelle.
 
“...certo signor Diggory”
 
A Harry tornarono in mente molti pensieri dopo aver sentito quel cognome: la morte di Cedric, il ritorno di Voldemort, Cho depressa ecc...
 
Ginny posò la sua mano sulla gamba di Harry. La donna sapeva come il marito non avesse superato del tutto il periodo della sua infanzia e adolescenza.
 
“Dopo valle a parlare, dopo la partita. Ti farà bene. Chissà, magari avranno bisogno di un aiuto”
 
“Oh, Ginny” disse Harry guardandola colmo di gratitudine.
 
“Ma come siamo romantici!” disse una voce piuttosto sgradevole che era conosciuta a Ginny e Harry. I ragazzi invece erano distratti dalla partita nello scommettere i vincitori. 
Ginny si girò bruscamente, guardando con disprezzo la donna che era in compagnia con Draco Malfoy.
 
“Fatevi gli affari vostri voi due...siamo venuti per passare del tempo con i nostri figli, di certo non per discutere con voi”
 
“E avete visto una vecchia conosc...”
 
“Vieni, Draco. Sta per iniziare la partita!” disse Astoria Greengrass poco più lontana da Harry, Ginny e gli altri.
I due evitarono di rispondere e si allontanarono, con somma gioia di Harry e Ginny. 
Finalmente arrivarono Hermione e Ron, con il secondo che aveva in bocca un enorme panino con bacon e salsa.
 
“Aveva fame. Scusate, scusa Kingsley” disse Hermioine, secendosi vicino al Ministro della Magia, che tuttavia guardava divertito.
 
Il capo del mondo magico, quando vide tutta la tribuna d’onore seduta, si alzò in piedi, pronto per tenere il suo discorso per inaugurare la partita.
 
“Signori e signore, benvenuti. E’ per me un piacere e un onore inaugurare questa partita di quidditch tra Inghilterra e Francia”
 
“POTTER! POTTER!” urlava il pubblico festante.
 
Ron si alzò in piedi per ricevere i saluti del pubblico, facendo sentire Hermione ancora più in imbarazzo e un pochino anche Harry, che tutto voleva tranne che stare al centro dell’attenzione.
 
“Papà, non farci vergognare, ti supplico. Ci sono i miei compagni di classe” disse Rose a bassa voce, per nulla a suo agio nell’assistere all’autocelebrazione del genitore.
 
“...grazie Signor Weasley, grazie. Come detto, per me è un onore inaugurare questa partita...” 
 
Ma Harry era decisamente poco intenzionato ad assistere alla partita e decise di alzarsi per fare un giro, magari verso Cho e il signor Diggory e, dopo aver ottenuto l’approvazione di Ginny con un semplice sguardo, si alzò e scese dagli spalti, dando il cinque a chiunque volesse salutarlo, fino ad arrivare all’uscita dallo stadio, dove trovò il signor Diggory sulla sedia a rotelle insieme a Cho.
 
“Ehi...ci...ao” disse Harry, facendo un cenno con una mano.
 
“Ci conosciamo?” disse Cho, che evidentemente non lo aveva riconosciuto anche a causa del passare degli anni. 
 
Harry sorrise, divertito per il fatto di non essere riconosciuto per una volta e sollevò i capelli, mostrandole la cicatrice, che anche se si vedeva male, ma era abbastanza riconoscibile.
 
“Harry! Oh...Harry, scusami! Non ci siamo visti per tutti questi anni, come stai? Scusa, il signor Diggory si è addormentato, se vuoi potremo parlare un poco. Non posso allontanarmi da lui”
 
Harry si avvicinò alla donna e al signor Diggony, visibilmente invecchiato rispetto a quando lo aveva visto l’ultima volta alla finale del torneo Tremaghi.
 
“Cho...vi ho riconosciuti per caso, ma ti ho vista con lui. Come stai? Anche se immagino la risposta”
 
“Vivo, continuo a vivere. Aiuto il signor Diggory. Sai...è rimasto solo. Sua moglie è morta qualche anno fa e non me la sono sentita di lasciarlo solo. Tu? Vedo che con Ginny va tutto bene” 
 
“Oh si, alla grande. Abbiamo tre figli: due di loro vanno già a Hogwarts e Lily ancora no. Sono tre piccole pesti ma sono la mia vita. E tu? Hai messo su famiglia?”
 
Cho sorrise nel sentire questa domanda, ma era più un sorriso di amarezza che altro e impiegò qualche minuto per rispondere a Harry.
 
“Bhe...evidentemente non è stato destino che mettessi su famiglia. Ho preferito prendermi cura del signor Diggory. Ho avuto qualche sporadica, come posso dire, relazione. Ma niente di importante. Forse giusto così. Sono venuta perchè mi mancava il quidditch e poi il signor Diggory crede che Cedric sia ancora vivo. Con l’età ha problemi di memoria. Lo invidio un poco anche se è brutto dirlo”
 
Harry avrebbe voluto dire qualcosa per confortarla, ma non riusciva a trovare le parole adatte. E’ sempre stato una frana nel consolare le persone, figuriamoci qualcuno depresso come Cho. Quindi preferì invitare la donna insieme ad Amos a vedere la partita insieme a loro.
 
“Ma tua moglie non sarà gelosa? Sai...ha un caratterino” disse Cho, leggermente a disagio per la proposta di Harry.
 
“Se devo dire la verità, è stata lei a dirmi di parlare con te. Ha notato che ci fosse qualcosa che non andava”
 
“Ho proprio un aspetto così brutto allora...bhe, grazie in tal caso”
 
“Lascia, lo porto io” disse Harry, prendendo la sedia a rotelle del signor Diggory, addormentato profondamente. 
Il gruppo camminò in silenzio verso la tribuna d’onore, dove Kingsley, notando che Harry fosse in compagnia, fece comparire altri posti.
“Chi è, papà?” chiese Lily, vedendo avvicinarsi Cho e il signor Diggory. 
 
“Un’amica mia e di papà, abbiamo frequentato insieme Hogwarts e anche combattuto dalla stessa parte.” disse Ginny, risparmiando a Harry il bisogno di inventarsi una scusa per placare la curiosità di Lily.
 
Hermione e Ron fecero un cenno di saluto, e nel caso della prima era evidentente che quanto accaduto durante il quinto anno del trio era acqua più che passata. Teddy, poco più lontano dai Weasley era seduto vicino a Scorpius Malfoy e fece un cenno a Harry. Quest’ultimo notò Draco che guardava in loro direzione allungando il collo come riusciva a zia Petunia.
Con l’età, Draco Malfoy aveva abbandonato il poco simpatico vizio della magia oscura almeno a livello pratico. In compenso aveva sviluppato un grande interesse riguardo ai fatti della giornata nel mondo magico. Era diventato un vero e proprio pettegolo. A dire la verità anche Harry era sinceramente interessato sul rapporto di parentela tra Delphi, Antaresis e i Malfoy. Ma preferiva tenere questo interesse per se stesso. 
 
“...bene, e adesso passo la parola a Monsieur de Polignac, rappresentante del Ministero della Magia francese. A lei la parola” disse Kingsley, terminando il suo lungo discorso.
 
“Merci beacoup, monsieur Kingsley. E’ con grande piacere che sono tornato in Inghilterra dopo molti anni per assistere a questa partita che spero consolidi i rapporti tra i nostri due paesi. Ma non voglio dilungarmi ulteriormente. Che i giochi abbiano ini...”
 
Ma poco prima che il signor de Polignac terminasse la frase, dallo spogliatoio delle squadre si sentì una violenta esplosione, seguita da una nuvola di fumo.. 
La folla cominciò ad urlare in preda al panico, non capendo cosa stesse succedendo. Anche Harry, Hermione, Ron e Ginny si spaventarono e si misero davanti ai figli, scavalcando i posti.
 
“Cosa è stato? Uno scherzo poco simpatico? Non esce nessuno” disse Kingley a Monsieur de Polignac, che sapeva meno di lui. Harry cercò con lo sguardo Teddy, che era già in piedi e seguiva le istruzioni di Draco Malfoy e Pansy Parkinson, che sembravano davvero spaventati. E se fosse questa la minaccia a cui si riferiva quel giorno ?
 
“...qualunque cosa succeda, non tornare indietro. Vai nel posto più vicino insieme a Scorpius, Astoria Delphi e Antaresis per smaterializzarti e fallo a casa di Delphi, questo è l’incantesimo per farla apparire. Ti è chiaro?” diceva Draco a Teddy e ad Harry ricordò il momento in cui era quasi alle lacrime al sesto anno.
 
“Che cosa!? E voi cosa avete intenzione di fare? Sbaglio o sei tu a dirmi di non fare l’eroe e ora volete immolarvi!? No di certo” protestò il ragazzo che tuttavia venne afferrato per il colletto da Draco.
 
“Stammi bene a sentire, qui non è il momento di parlare di immolazioni ma...”
 
Ma prima che finisse di parlare, dallo spogliatoio della squadra francese uscirono degli uomini incappucciati e mascherati.
 
“I MANGIAMORTE!!!” urlò la folla terrorizzata.
 
Ed effettivamente erano loro, mascherati e con lunghi mantelli neri che scagliavano maledizioni verso chiunque. Harry,Ginny,  Ron e Hermione afferrarono immediatamente i ragazzi, cercando di allontanarli il prima possibile dallo stadio. James protestava energicamente, urlando di essere pronto a sfidare a duello i mangiamorte.
 
“Lasciatemi, lasciatemi!!!” urlava il ragazzo, ma fu strattonato per il braccio da Ginny.
 
“Vuoi piantarla!? Non è un gioco, James!!!” 
 
Anche il resto dello stadio andava svuotandosi in modo disordinato, e chi non finiva ucciso dalle maledizioni dei mangiamorte, si ammassava allo stadio.
A Harry sembrò essere tornato indietro di vent’anni, e di nuovo aveva come priorità salvare le persone a lui più care: pensava che erano morti in troppi per colpa sua e non sarebbe potuto vivere con altri morti sulla coscienza.

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Capitolo 6
*** Inaspettati alleati ***


Tutto lo stadio era a ferro e fuoco e molte persone chiamavano ad alta voce i propri figli, ma non mancavano sicuramente che purtroppo avevano perso la vita.
Rose aveva perso di vista i genitori tra un’esplosione e un’altra ed era rimasta sola insieme a Hugo, tenendolo per la mano.
 
“Rose, mi fa male la caviglia” si lamentò Hugo, zoppicando vistosamente.
 
La ragazzina si voltò verso il fratello, gli sollevò il pantalone e notò che l’aveva arrossata, ma si sforzava di non piangere.
 
“Ti porto sulle spalle, non puoi muoverti, dai...” disse Rose, chinandosi per aiutare il fratello a salirle sulle spalle.
 
Grazie, Rosie. Non peso?” disse Hugo alla sorella, che è sempre stata molto protettiva verso di lui.
 
“Ma no, figurati. Ho alzato cose ben più pesanti di un sorcio come te” disse Rose al fratellino. Quest’ultimo pesava invece, dopotutto lei era una ragazza senza troppi muscoli, ma decise di resistere fino a quando non avrebbe incontrato i genitori o qualcuno di fiducia.
 
Rose camminò per qualche metro, cercando di nascondere la fatica fino a quando non incontrò Teddy in preda al panico che guardava a destra e sinistra.
 
“Teddy!!!” urlò Rose per attirare la sua attenzione.
 
Il ragazzo si voltò con uno scatto verso di loro, correndo verso di loro.
 
“Rose, Hugo! Come state? Avete visto Victoire? Io l’ultima volta che l’ho vista era con i vostri genitori”
 
“Non sappiamo dove sono. Hugo si è fatto male a una gamba, non può muoversi. Cerchiamola insieme” disse Rose a Teddy, che accettò. La ragazza si ostinò di portare il fratello sulle spalle, rifiutando l’aiuto di Teddy e quindi la comitiva si impegnò a cercare le persone care. Il trio cercò con fatica di trovare qualcuno tra le macerie e il fumo, per quanto riuscissero.
 
“Teddy, chi sono? Li riconosci?” chiese Rose al ragazzo, che cambiò immediatamente espressione.
 
“Mangiamorte, quelli veri, Rosie. La squadra francese di Quidditch sterminata negli spogliatoi, molte persone del pubblico...una tragedia...scusatemi Rose e Hugo. Preferisco essere sincero. Siete abbastanza grandi dal capirlo” disse Teddy, preferendo evitare troppi giri di parole.
 
Qualche metro in lontanza Rose e Teddy riconobbero Scorpius e Antaresis e si diressero verso di loro a passo svelto.
 
“Scorpius, sto male...vattene, lasciami qui. Vi farò solo del male” disse Antaresis, con tono di supplica, quasi in lacrime.
 
“E allora io lo subirò con pazienza...Teddy! Finalmente...e hai loro dietro” disse Scorpius, notando Rose e Hugo dietro Teddy.
 
“Scusa il disturbo allora” disse la ragazzina con tono infastidito.
 
“E piantala di prenderla sempre sul personale. Vi ho visti e l’ho notato. E neanche siete messi tanto bene” disse Scorpius, notando Hugo sulle spalle della sorella e quest’ultima stanca morta dalla fatica.
“Perchè non l’aiuti a portare Hugo - disse Teddy, cercando di fargli fare anche amicizia in qualche modo e sperando che Rose fosse troppo stanca per mostrarsi orgogliosa - in due si va più veloci”
 
“Ehm...” provò a parlare Rose per rifiutare l’aiuto di Scorpius, ma fu interrotta da quest’ultimo.
 
“Per me va bene se loro vogliono, ma Antaresis si sente male. Portala tu” disse Scorpius.
 
Rose annuì in silenzio e si avvicinò alla ragazzina, notandola sudata e visibilmente malata.
 
“Gra...zie” disse Antaresis, cercando di rialzarsi.
 
Il gruppo, senza dire troppe parole, si muoveva alla cieca senza una destinazione, alla ricerca di una figura adulta.
 
“Dobbiamo trovare la mamma e il papà” disse Rose, guardando in ogni direzione.
 
“Guarda che non compariranno se guarderai alla cieca” disse Scorpius, sarcastico.
 
“Ah ah ah...divertente. Muoviamoci”
 
In giro si vedevano lampi e tuoni di maledizioni, luci verdi, grida disperate e impaurite. Rose, Hugo, Scorpius e Antaresis erano spaventatissimi, ma non potevano fermarsi: chissà chi avrebbero trovato. Per loro fortuna, riconobbero la sagoma di una donna che trasportava su una sedia a rotelle un anziano: era Cho Chang, la conoscente di Harry, Ron e Hermione.
 
“Signora Chang...si...gnora...” gridava Rose, correndo verso di lei, seguita da Scorpius e Hugo.
 
La donna si voltò verso il gruppo di ragazzi ed era visibilmente preoccupata anche lei.
 
“Non dovreste stare da soli...non sapete cosa sta succedendo. Seguitemi, siete in pericolo. Dove sono i vostri genitori?”
 
“Non sappiamo...nemmeno lui sa dove sono i suoi genitori. Ci aiuti, la prego”
 
Cho guardò il signor Diggory, che guardava spaventato in giro, non capendo cosa stesse succedendo, ma accettò di aiutare i ragazzi: non li avrebbe mai potuti lasciare da soli
 
“Ced...Cedric...figliolo. Do...ve sei?” disse il signor Diggory che sembrava in stato confusionale.
 
“Cedric tornerà tra poco...andiamo, coraggio! Siamo in pericolo”
 
Rose si domandò chi fosse questo Cedric: il suo essere curiosa era uno dei motivi per il quale veniva rimproverata da Hermione. Ma giunse alla conclusione che l’anziano stesse delirando e poi aveva fretta di mettersi al sicuro visto che era tremendamente spaventata.
 
“De..lphi...dove sta?”
 
“Già è vero...dove sono? Dobbiamo trovarli. Dove li hai visti?” chiese Rose a Scorpius, che sembrava tuttavia tranquillissimo. Alla ragazza in questo momento importava poco del loro passato turbolento: poteva essere morta.
 
“Se la caverà” disse Scorpius.
 
“Se la caverà??? Ascolta, qui volano maledizioni su maledizioni, come caspita fai ad essere così tranquillo???” sbottò Rose contro il ragazzo, che non si scompose per nulla.
 
“Si, esatto. La conosco bene, e anche tu...se ricordi bene”
 
“Rose provò a ribattere ma fu interrotta da Cho, che fece cenno ai ragazzi di seguirla, dato che aveva trovato un posto dove c’era una cospiqua presenza di auror. Ma prima che Cho riuscisse ad afferrare la carrozzina del signor Diggory, fu schiantata al suolo da un potente schiantesimo e dall’ombra comparv un trio di mangiamorte.
 
“Bene bene, ottimo lavoro, Greyback. Avrai come premio i ragazzini. So che ti piacciono molto”
 
“Oh si, moltissimo, Travers. Vedo che mi conosci bene - rispose Greyback al mangiamorte brizzolato chiamato Travers - e una del trio già la conosco” disse il lupo mannaro, leccandosi le labbra con fare disgustoso.
 
“Non la toccare, o dovrai passare sul mio corpo” disse Scorpius estraendo la bacchetta, anche se era visibilmente spaventato.
 
“E il biondino deve essere il rampollo di Casa Malfoy, come è caduta in basso quella famiglia. Bleah...” disse il terzo mangiamorte chiamato Rowle.
 
Rose si scagliò contro Travers, non avendo la bacchetta con sè ma fu spinta violentemente a terra dal mangiamorte.
 
“ROSE!!!” urlò Hugo, guardando la sorella che giaceva a terra, ma ancora in sè.
 
“Oh guardate, anche un quarto marmocchio. Oggi farò un pasto sostanzioso...da chi cominciamo, Travers? Dal vecchio?” chiese Greyback al compagno, che guardò il signor Diggory sprezzante per poi dirigersi verso Cho.
 
“No, cominciamo da lei...è da tempo che io e Rowle non usiamo la Maledizione Cruciatus su qualcuno”
 
Cho provò a rialzarsi in piedi, ma al massimo riuscì a guardare negli occhi Travers, Rowle e Greyback.
 
“Avada Kedavra”
 
Prima che Rowle riuscisse a cominciare di torturare Cho, fu colpito alla schiena da un lampo di luce verde e cadde a terra, morto.
 
“Ma che...Rowle! Svelati! Codard...”
 
“Avada Kedavra”
 
Anche Travers cadde al suolo morto, con il solo Greyback che adesso era davvero spaventato, mentre Rose, Cho, Scorpius e Antareris guardavano pietrificati dalla paura.
Dall’oscurità emerse un trio mascherato: un uomo abbastanza alto, una donna e una ragazzina dell’età di Rose.
L’uomo, guardando Scorpius e Antaresis, si mise un dito alla bocca, facendo capire di dover tacere.
 
“Chi sie...te? Cosa ci fate? Siete mangiamorte? Identificatevi altrimenti vi sbranerò lasciando solo le ossa. Sapete...amo molto la carne giova...” ma prima che il lupo mannaro riuscisse a terminare la frase, fu colpito alla bocca col manico di un bastone a forma di testa di serpente. Greyback cadde a terra urlando e sputando i denti frauntumati e prima che riuscisse a rialzarsi, la donna mascherata gli schiacciò il cranio con il tacco del suo stivale.
 
“Un’altra parola e ti trafiggo il cranio, sudicia bestia.” disse la donna, con la voce modificata da qualche incantesimo per renderla irriconoscibile.
 
“Petrificus Totalus” esclamò l’uomo mascherato, immobilizzando Greyback, per poi sollevarlo in aria con il Levicorpus
 
“Li...li...so...no mo...rti?” balbettò Rose, guardando Travers e Rowle immobili.
 
L’uomo mascherato annuì, ma non sembrava intenzionato a farle male, così come la donna e la ragazzina mascherate, che li fissavano. Cho, nonostante tutto si frappose tra loro, non sapendo cosa aspettarsi. Solo Scorpius sembrava tranquillo e Antaresis, che non stava per nulla bene. Il signor Diggory invece era in uno stato di assenza e non capiva dove si trovava.
 
Il trio mascherato, dopo aver fissato senza parlare Rose, Cho, Scorpius e Antaresis in silenzio, si smaterializzò, portando con sè Greyback.
 
“Su, coraggio. L’abbiamo scampata bella grossa ma ora dobbiamo allontanarci. Veloci” disse Cho, spronando i ragazzi ad essere più veloci.
 
“Rose, Scorpius, Hugo! Ma cosa ci fate quì?”
 
I ragazzi riconobbero in quella voce Teddy Lupin ed era con Victoire, armato di bacchetta. Cho istintivamente puntò contro di loro la bacchetta, ma fu calmata immediatamente da Rose.
 
“Non si preoccupi, sono dei nostri. Lei è nostra cugina”
 
“Non abbiamo tempo per presentarci. Datevi la mano e poi qualcuno la dia a me: ci smaterializziamo” disse Teddy.
 
“Teddy - disse Rose, con il tono di voce leggermente intimorito - è illegale. Ci sono minorenni qui”
 
“Chi se ne importa se è illegale. Qui rischiate di venire uccisi. Tranquilla, mi assumerò ogni colpa con tua madre. Veloci!”
 
Cho, anche se dubbiosa, prese per una mano il signor Diggory e così fecero tutti. Preferivano decisamente salvarsi.
 
“Al mio tre: uno, due, tre” e il gruppo sparì.
 
 
 
 
I ragazzi, Cho e il signor Diggory erano al sicuro, ma stesso discorso non si poteva dire di Harry, Ron, Hermione e Ginny. Vagavano tra le macerie dello stadio alla ricerca dei ragazzi, inutilmente.
 
“Harry, Ron...e se...” provò a parlare Hermione, che fu zittita da Ron che le mise la mano sulla bocca.
 
“No, non dirlo nemmeno per sogno. Vedrai che li troveremo, sani e salvi”
“Si, ma nemmeno girare a vuoto ci aiuterà. Accidenti a quei mangiamorte, proprio non ci vogliono lasciare in pace...”
 
“Eh no, fino a quando respireranno i sangue marcio come te, non avremo pace”
 
Era un trio di uomini trasandati, con capelli e barba bianchi e con lo sguardo colmo di disprezzo; Dolohov, Mulciber e Avery.
 
“Stesso discorso vale per noi: Expelliarmus!” urlò Harry, estraendo la bacchetta e puntandola contro Avery, mancandolo.
 
“Avada Kedavra!” urlò Mulciber, mancando per poco Ginny, che fu spinta a terra da Ron, il quale fu trascinato da una corda che fu evocata dalla bacchetta di Mulciber.
 
“RON! NO, LASCIALO!” urlò Hermione, maledicendosi per non aver portato con sè la bacchetta e non poteva fare a meno di sentirsi in colpa.
 
“Bene bene, i cattivi sono in vantaggio - disse Dolohov, ridendo di gusto - allora Potter, avrai il coraggio di attaccarmi adesso?”
 
A Harry batteva il cuore in modo esagerato e pensava che a momenti gli sarebbe scoppiato.
 
“Ha...rry, schian-tali! N...on pensare a...me” disse Ron, con quel poco di fiato che gli rimaneva.
 
“Commovente il tuo spirito di sacrificio, Weasley. Ma Potter non farà nulla, e poi solo lui è armato di bacchetta, mentre le vostre dolci metà no. Quindi...il tuo sacrificio sarebbe va...”
 
Ma Mulciber non riuscì a finire la frase che fu schiantato alle spalle, con Ron che fu liberato dalla stretta corda.
 
“Ora siamo in quattro armati, e poi non saranno mai soli”
 
“Teddy, Victoire! Ma che ci fate qui? Vi ho ordinato di andarvene...”
 
“Certo, zio Harry. E se ti avessi ascoltato oggi sareste morti. Non sono una bambina e voglio fare l’auror” sbottò Victoire contro Harry.
 
Quest’ultimo è sempre stato fin troppo protettivo verso Victoire, che fin da piccola voleva seguire le sue orme e sostituirlo alla guida del Dipartimento degli Auror. Persino Bill e Fleur erano più favorevoli di lui. A volte si sentiva persino in colpa di voler scoraggiare i suoi sogni.
 
“Se avete finito queste discussioni familiari...Crucio!” urlò Avery, puntando la bacchetta contro Victoire, che schivò in modo efficace la maledizione del mangiamorte.
 
“Stupeficium!!” urlò Teddy, colpendo in pieno petto Avery, che cadde svenuto.
 
Dolohov fulminò con uno sguardo colmo d’odio Teddy, Victoire , Ron, Harry, Hermione e Ginny e decise di scappare, senza preoccuparsi minimamente dei propri compagni svenuti.
 
“Petrificus Totalum” disse Victoire, pietrificando Dolohov che cadde come un tronco di legno.
 
I ragazzi, con l’aiuto di Harry e Ron, neutralizzarono e immobilizzarono i mangiamorte per consegnarli agli Auror, che sicuramente erano vicini.
“Ascolta, Teddy! Rose, Al...”
 
“Tranquilla, zia Hermione - disse Victoire, avvicinandosi alla donna - sono al sicuro. Adesso vi porto da loro. Ci siamo smaterializ...”
 
“Ma è illegale!” sbottò Hermione, con tono di voce contrariato
 
“Hermione, e chi se ne importa! Ti ha appena detto che i nostri figli sono sani e salvi e tu pensi alla legge?” ribattè Ron, che mai condivideva il vigore di Hermione nel rispettare le leggi.
 
Teddy prese la mano di Victoire e tese la sua a Harry e quest’ultimo chiese agli altri di tenersi per la mano.
 
“Stiamo per andare - disse la ragazza, pronta a smaterializzarsi - tre, due u...”
 
“Ma dove!?” chiese Ron, anche se era tardi ormai.
 
“Uno!!”
 
 

 

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