Must be held accountable

di Meramadia94
(/viewuser.php?uid=166895)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il rapimento ***
Capitolo 2: *** Le ricerche ***
Capitolo 3: *** Tentativi ***
Capitolo 4: *** La scelta di Sonny ***
Capitolo 5: *** Speranza ***
Capitolo 6: *** Un tentativo disperato ***
Capitolo 7: *** Implosione ***
Capitolo 8: *** Confronto ***
Capitolo 9: *** Matchball ***



Capitolo 1
*** Il rapimento ***


Dopo l'udienza Sonny era furioso. Con il mondo, con il giudice, con Getz, con il suo capo... e con sè stesso. Aveva guardato il detective Bucci negli occhi, gli aveva promesso che avrebbe sepolto lo stupratore di sua figlia in una cella con le sue stesse mani e che non gli avrebbe più fatto vedere la luce del giorno e che avrebbe continuato a scontare la sua pena anche da morto... e poi il giudice se ne usciva con '' Se una minorenne può decidere di avere un aborto senza il consenso dei genitori per quale motivo non può essere ritenuta sessualmente responsabile?''. 
- Quindi... possiamo mettere in galera e segnare a vita un adolescente che tocca un super-alcolico prima dei ventuno anni, possiamo arrestare uno che è in possesso di un fucile prima dei diciotto, ma se una quindicenne fa sesso con un uomo che potrebbe essere suo padre non può essere considerato stupro, se lui si dice convinto che ne avesse di più...- 
Barba gli versò da bere per aiutarlo a calmarsi. Da quando aveva lasciato il lavoro come procuratore, lui e Carisi si erano visti regolarmente, ogni settimana per bere qualcosa assieme, rievocare i vecchi tempi, quando Carisi aveva bisogno di un consiglio per un caso... la sera prima del suo primo processo erano stati in piedi a provare le arringhe, i contro interrogatori, le possibili domande della difesa... quando Barba se lo era visto comparire sulla porta aveva già preparato una bottiglia di Dom Perignom per festeggiare... invece aveva dovuto ascoltare, con rammarico, che un uomo accusato di molteplici casi di stupro, rapimento e tratta delle bianche, non era stato condannato ( nonostante il lavoro impeccabile svolto dal suo pupillo) perchè secondo il giudice la ragazza in questione era abbastanza grande per acconsentire ad un rapporto e l'imputato non poteva sapere che fosse minorenne. 
Comprendeva e condivideva la sua rabbia.
Quel giudice, così facendo, aveva spianato la strada a tutti gli efebofili che d'ora in avanti l'avrebbero fatta franca se avessero fatto sesso con una minorenne ma si fossero detti convinti che ne avesse già diciassette. 
- Bevi questo e calmati.- fece Barba - Credimi, capisco e condivido la tua rabbia, ma se ti fai saltare una vena non aiuterai nessuno.- 
- Mi fa rabbia la mia impotenza.- fece Sonny mandando giù il bicchiere tutto in un fiato - non posso credere che se ne sia andato libero come l'aria.- e che il suo avvocato della difesa, per sfottere ulteriormente, gli avesse proposto di unirsi ai festeggiamenti per la loro vittoria. Non sapeva come aveva fatto a non azzannare entrambi alla giugulare.
- Puoi sempre andare in appello.- 
- Come? Non posso processare un imputato due volte per lo stesso reato.- 
- A meno che tu non trovi un altro reato o qualcuna che è finita nella sua rete e che non è esattamente entusiasta di stare con lui.- fece Barba - e fidati, questo non è il suo primo reato. Dì agli investigatori della procura di annullare i loro piani per il fine settimana e mettili al lavoro.- 
In quel momento, il cellulare dell'italo-americano squillò. Pregò con tutte le sue forze che non fosse la Hadid. Non aveva proprio voglia di parlare con lei, tanto più che in quei pochi mesi che lavorava in tribunale una cosa l'aveva capita del suo nuovo capo. Non erano sulla stessa lunghezza d'onda. A lui interessava il vero colpevole, a lei solo una condanna. 
Sospirò di sollievo nel vedere che era Fin. 
- Forse c'è già qualcosa con cui partire...- disse speranzoso. Una volta che ebbe risposto al telefono, desiderò con tutte le sue forze non averlo mai fatto. I successivi cinque secondi furono i peggiori della sua vita. Le quattro parole spese da Fin in quella telefonata, le più odiate e temute. Quelle che per non sentire mai avrebbe fatto un patto con il Diavolo.
Barba, vedendo il pallore mortale sulla faccia del suo protetto, si preoccupò e gli si avvicinò per essere certo che non avesse una sincope davanti a lui. 
- Che è successo...?- 
- Qualcuno ha preso Amanda...-
...
...
...
Era andata proprio così. Alcune ore dopo l'udienza, Amanda si era recata nello studio della dottoressa Hanover per la loro seduta settimanale... e pochi attimi dopo era entrato Bucci, brandendo una pistola gridando che rivoleva indietro la sua famiglia e Getz in prigione. Amanda aveva provato a calmarlo come poteva, ma il detective Bucci era completamente impazzito. 
L'ultima cosa che la dottoressa Hanover ricordava era un dolore lancinante alla nuca. Poi il buio più nero. 
Si era svegliata in ospedale, circondata dal sergente Tutuola e dal capitano Benson. 
- Dottoressa....?- fece Olivia - dottoressa, riesce a sentirmi?- 
- Cos'è successo, dove mi trovo....?- fece la donna ancora in stato confusionale.
- In ospedale.- fece Fin - Ha una ferita alla testa, ma i medici dicono che non è grave.... la tratterranno qualche giorno per accertamenti e per evitare complicazioni...- 
- Ascolti, mi rendo conto che le sto chiedendo molto...- fece Olivia cercando di non farle capire quanto fosse spaventata - ma dovrebbe dirci che cosa è successo...- 
La psicologa prese un respiro profondo per calmarsi prima di dire - Io e il detective Rollins avevamo appena iniziato la seduta del venerdì... dopo pochi minuti, quell'uomo ha fatto irruzione nel mio studio... era armato. 
La detective Rollins ha cercato di opporsi ma era disarmata... lui continuava a gridare '' Lo voglio in prigione, rivoglio le mie figlie...''...- 
Olivia e Fin si guardarono.
Non c'era bisogno di un identikit. Sapevano chi cercare. Un padre sconvolto che chiedeva giustizia.
- Le ha puntato contro la pistola... poi mi ha colpito... non ricordo altro... il detective Rollins... lei come...- 
- Non lo sappiamo.- fece Fin - Dopo che l'ha messa K.O l'ha rapita.- 
- Oh mio Dio...-
- Ascolti, ricorda se gli ha sentito nominare un posto, anche fuori città, una casa in cui si sente al sicuro, un vecchio magazzino...-
- No.- fece la dottoressa - Parlava solo delle sue figlie e che lo voleva in prigione...- vedendo che la donna stava per crollare, Olivia le mise una mano sulla spalla per  tranquillizzarla.
- Va bene... si riposi adesso. Vuole che avvisi qualcuno?- 
La psicologa fece cenno di no con la  testa per poi addormentarsi sotto l'effetto dei calmanti che le venivano somministrati tramite flebo. 
...
...
...
Carisi arrivò in ospedale pochi attimi più tardi solo per incrociare Fin ed Olivia che non poterono che confermare il contenuto di quella telefonata maledetta. 
- Allora??- chiese Sonny. 
- E' stato Frank Bucci.- fece Olivia - Dopo l'udienza ha denunciato la scomparsa delle figlie. Erano sullo yatch di Getz per festeggiare la vittoria.- 
- Perchè non me lo avete detto subito?- fece Sonny - Potevo argomentare il rapimento di minore.- 
- Perchè non c'è rapimento se il minore '' scomparso'' ha il permesso di uno dei genitori.- fece Fin - le ragazze erano sullo Yatch di Getz, ma erano in compagnia della loro madre che ha detto che sarebbe stata con loro per tutto il tempo e che avevano il suo permesso.- inutile dire che la signora, malgrado fossero a malapena le sei del pomeriggio, era già ubriaca fradicia. E dato che era una festa, alla quale tutti avevano in mano un bicchiere di champagne, non potevano dimostrare che fosse già brilla quando aveva permesso alle sue figlie di prendere parte ad una festa sullo yatch di uno stupratore.
- Per Bucci deve essere stato troppo da sopportare...- fece Olivia. 
- Ma perchè avrebbe rapito Amanda?- fece Sonny che continuava a pregare di essere ancora nel suo letto a dormire, di sentire la sveglia da un momento all'altro e di scoprire che tutta quella storia era solo un brutto incubo - perchè non se l'è presa con me, con il giudice, con la Hadid... perchè lei? Amanda era completamente dalla sua parte.-
- Perchè Amanda gli aveva promesso che sarebbe finita bene.- fece Olivia - magari cerca solo qualcuno su cui scaricare tutta la colpa e che sia alla sua portata....- 
- Oh mio Dio...-fece Sonny tappandosi la bocca per non mettersi ad urlare e non dare al personale medico qualche ottima ragione per spedirlo subito nel reparto pschiatrico del Bellvue - vi... vi procuro i mandati per la casa di Bucci, il suo telefono,i conti correnti e per qualunque altra cosa mi venga in mente.- 
Liv annuì - Fin, mobilita la polizia di tutto lo stato e dirama un bollettino alle altre giuridisdizioni. Disponi posti di blocco.- 
Fin annuì.
- Dì a Kat di fare un'indagine patrimoniale su Bucci. Se ha una casa per le vacanze da qualche parte o un'immobile ereditato da qualche parente, non è così assurdo pensare che si nasconda lì.- 
- D'accordo.- fece Fin preparandosi ad obbedire. 
Sonny tornò sui suoi passi per andare in procura e fare ciò che si era promesso di fare, tenendo gli occhi bassi per non far vedere a nessuno che erano rossi e gonfi di lacrime, per poi scontrarsi con Barba.
- Carisi.- fece l'ex procuratore con voce preoccupata - Allora...?- 
- Mi scusi.... devo andare...- fece Sonny. In quel momento gli occhi di Rafaèl si incontrarono con quelli basiti e sorpresi di Olivia, che prima ancora che riuscisse a rendersene conto stava già andando ad abbracciare l'amico. 
Il cubano ricambiò immediatamente.
- Rafaèl... quanto tempo...-
- Troppo Liv. Troppo.- fece Barba - che brutti momenti per incontrarci... com'è la situazione?- 
- Ho allertato tutti i distretti della città.- fece Liv - Fin sta disponendo dei posti di blocco, abbiamo allertato la stradale, stiamo controllando i suoi conti, le sue proprietà...-
- Posso fare qualcosa?- fece l'avvocato.
- Stai vicino a Carisi...- fece Olivia - Il suo capo non è una persona raccomandabile, ed ora ha bisogno di sostegno... di tutto il sostegno possibile.- 
Barba annuì.
...
...
...
Liv ancora non lo sapeva ma mai aveva detto cosa più vera.
La poliziotta sospettava da tempo che il nuovo superiore di Carisi fosse una persona ambiziosa, interessata solo alla sua carriera e ad avere una condanna in tempi brevi che all'ideale che si supponeva seguisse data la sua occupazione...
Ma se avesse assistito alla discussione tra lei e Sonny ne avrebbe avuta la certezza definitiva
- Non ho capito, cosa mi stai chiedendo esattamente?- fece Vanessa Hadid compilando alcuni documenti.
- Frank Bucci non è diventato un rapitore dall'oggi al domani o perchè a furia di stare a contatto con la feccia dell'umanità era inevitabile che diventasse come loro.- fece Carisi - ha agito così perchè NOI gli avevamo promesso che chi abusato delle sue figlie avrebbe finito i giorni a Rikers, e due ore dopo quel porco era a festeggiare con i suoi amici. 
Facciamo appello e dimostramogli che non tutto è perduto.- 
La Hadid sbuffò - Ne abbiamo già parlato. Non ci sono gli elementi. Se i tuoi amici trovano qualcosa riguardo un'altra imputazione, ne riparleremo.-
- Allora, almeno, impieghiamo le risorse della procura per cercarlo.- fece Sonny al limite dell'esasperazione. 
- Anche questo è impossibile.- fece la Hadid  - gli investigatori della procura sono sotto organico, e ci sono troppi casi importanti per...- 
Sonny la bloccò, non troppo certo di aver capito bene - Cosa vorrebbe insinuare con questo? Che una madre di famiglia rapita da un uomo che non ha niente da perdere e capace di tutto non è un caso abbastanza importante?-
- Non ho detto questo.- 
- Sì invece.- fece Sonny - Lo ha detto lei. Mi ha assunto perchè ho dei legami con l'Unità Speciale, per poter seguire al meglio i casi, mi ha detto di tenermi stretta la loro amicizia... e adesso, perchè siamo noi a dover dare loro tutto l'aiuto necessario, dovrei starmene tranquillo ad aspettare? Mi spiace, non ci sto.- 
- Carisi.- fece Vanessa - Ti ricordo che sei ancora in prova.- 
- Quindi cosa succede se varco quella porta per andare a cercare la mia collega?- fece Sonny - Mi licenzia? Prego.- 
Sì, era consapevole di essersi appena suicidato professionalmente, che non avrebbe più potuto lavorare come procuratore, che presto si sarebbe sparsa la voce... ma la verità era che non ne poteva più.  Non ne poteva più di lavorare sotto gli ordini di una donna che fingeva di essere la più accanita combattente della cultura dello stupro, che si erigeva a paladina delle vittime e che si riempiva la bocca di parole come ' non importa chi tu sia, se sei uno stupratore il tuo tempo è scaduto', ma a telecamere spente non esitava persino a trattenere il primo malcapitato innocente pur di fare un favore a qualcuno che conosceva e a chinare la testa quando arrivano ordini superiori ingiusti... e soprattutto non ne poteva più di farsi vedere come il nemico dai suoi amici o come uno che teneva più al suo nuovo lavoro che a quello che era giusto.
Suo padre gli aveva consigliato di trovarsi un lavoro che gli piacesse e che gli mettesse il pane in tavola per tutta la vita. 
All'inizio, come qualunque quindicenne, non sapeva cosa gli sarebbe piaciuto fare... ma dopo aver passato due mesi in ospedale, con il volto pieno di garze e cicatrici, perchè un bullo aveva pensato di massacrarlo di botte nell'indifferenza quasi generale, lo aveva capito. Anzi, forse era stato allora che aveva realizzato di averlo sempre saputo.
Poi aveva deciso di dare l'esame da avvocato. Una specie di assicurazione per il futuro. 
'' Si può sapere dove la trovi tutta questa energia per studiare?''- gli aveva chiesto una volta un suo collega di Staten Island.
'' Perchè quando un giorno sarò troppo vecchio per correre dietro ai criminali, non ho voglia di passare le giornate davanti alla televisione e ricordare i bei tempi. Farò l'avvocato.''- aveva risposto. 
Aveva sempre saputo cosa voleva. E quando l'ex capo di Stone gli aveva proposto di prendere il suo posto, aveva pensato che fosse il momento giusto per iniziare a pensare al suo futuro in maniera seria, e che fosse una palla troppo importante per non prenderla al volo... 
Poi avevano rapito Amanda.
La donna con cui aveva spesso discusso, su diversi argomenti, ma che a poco a poco, prima che se ne rendesse conto era diventata l'unica donna che sarebbe mai riuscito ad amare.
E se per salvarle la vita doveva rinunciare ad un lavoro che aveva sempre desiderato fare, lo avrebbe fatto.
Nessun prezzo era troppo alto per lei.
'' Resisti. Io ti troverò. Ovunque tu sia.''



Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Le ricerche ***


Dall'irruzione e dal rapimento di Amanda era passata circa mezz'ora. Ed era passata circa mezz'ora prima che la bionda potesse riprendere i sensi. All'inizio riuscì a mettere a fuoco le ombre, che poi iniziarono ad assumere delle forme sempre più nitide e il senso di dove si trovava. Era in movimento, su una macchina. A velocità folle.
La testa le doleva terribilmente. Istintivamente, cercò di toccarsi la ferita, ma non riuscì nemmeno a muovere le mani.
Attorno ai polsi sentiva qualcosa di freddo. Poi realizzò. Era ammanettata al poggiatesta del sedile del passeggero. 
Si girò, per quello che poteva, verso il lato del guidatore.
Bucci aveva gli occhi fissi sulla strada.
- Frank...- fece Amanda con la voce ancora impastata.
- Amanda...- fece Frank - Mi dispiace. Giuro che non volevo arrivare a questo.- 
- E infatti non devi.- fece Amanda - ascoltami, per favore... non credo che qualcuno si sia accorto della mia assenza, riportami indietro a adesso. Dirò che sono stata io a seguirti. Che ero d'accordo.- 
- ZITTA!!!- urlò Bucci esasperato - ORMAI E' TROPPO TARDI!-
- No, non è così... ascolta, lo so che sei arrabbiato, e ne hai tutto il diritto, ma non è questo il modo di risolvere i problemi.- 
- Giusto o no è l'unico che conosco.- fece Bucci - Non saremmo a questo punto se quella maledetta macchina infernale che chiamata giustizia avesse fatto il suo lavoro!- fece Bucci con gli occhi che tremavano. 
- Ti prego, lasciami andare.- fece Amanda supplicando - Ho due bambine piccole che hanno bisogno di me.- 
- Lo so. E' per questo che sei qui.- fece Bucci - L'America adora le donne incinte a rischio, e soprattutto non vuole avere sulla coscienza la madre di due bambine piccole.
Non preoccuparti, se il tuo amico procuratore farà quello che deve fare le rivedrai presto.- 
Amanda si sentì svenire.
Quindi era solo per questo che era lì. Perchè nella sua ottica era l'ostaggio perfetto. Un tipo di persona che nessuno voleva avere sulla conscienza. Perchè nessuno voleva prendersi l'onere di guardare un bambino piccolo negli occhi per dirgli '' Tesoro, la tua mamma è volata in cielo, mi ha detto di dirti che ti vuole tanto tanto bene e che sarà sempre con te''. Il ragionamento filava... ma la realtà nuda e cruda era ben diversa.
Per il resto del mondo, si, era crudele ed ingiusto che una madre venisse strappata troppo presto ai figli, ma di solito l'unica cosa che sapevano fare era rammaricarsene leggendo il giornale, parlarne un paio di minuti condannando il mondo troppo ingiusto e crudele, dire '' Se ci fossi stato io ora quella poveretta sarebbe ancora viva''.... e poi passava a commentare con un bel sorriso il risultato della partita. 
Era questo lei. Una notizia tra le tante. Che presto sarebbe stata dimenticata, fino al prossimo fatto di cronaca nera, e così via, a ciclo continuo. 
Aveva una sola speranza per uscire viva da lì. 
Pregare che ci fosse qualcuno al Dipartimento di Polizia a cui importasse qualcosa del fatto che lei vivesse o meno.
E che possibilmente si ricordasse di lei prima che si lasciasse divorare dalle crisi di panico. Quella situazione in cui non aveva nemmeno il controllo di potersi muovere come voleva le stava riportando alla mente dei ricordi terribili.
...
...
...
In quella mezz'ora, il 16 piano del Dipartimento di Polizia di New York sembrava essere diventato un campo di battaglia. 
Sulla lavagna della sala centrale vi era la foto di Frank Bucci sotto la scritta '' Suspect'' e quella di Amanda sotto la scritta '' Victim''. E forse quella era la cosa più dolorosa per tutti, anche per la detective Tamin, che era arrivata praticamente l'altro ieri. Vedere uno di loro sotto quella scritta. 
- Statemi bene a sentire tutti quanti.- fece il capitano Benson con il tono di chi non era disposta a tollerare di doversi ripetere o perdere tempo prezioso per insegnare il mestiere al pivello di turno - Meno di un'ora fa, la detective Amanda Rollins è stata rapita. Il sospettato è il detective Frank Bucci.-
Poi fu Fin a prendere la parola - Parliamo di un detective con ottime valutazioni e riconoscimenti. Cinque anni all'anti-rapina e tre anni sotto copertura. Di recente ha sporto denuncia per il rapimento e per lo stupro delle figlie. Il giudice ha dichiarato che il colpevole, Steve Getz non può essere ritenuto responsabile e che non sussiste alcun reato.- 
- In poche parole.- fece Barba - Non è uno psicopatico in fuga e non trova piacere nell'uccidere e torturare, ma è un uomo che si sente tradito dal sistema. Crede di non avere più nulla da perdere e soprattutto non ha paura di finire in prigione. Non dovete commettere l'errore di sottovalutarlo. Potrebbe essere l'ultimo della vostra vita.- 
Poco dopo, l'intero reparto era al lavoro per ritrovare la loro collega. 
Pochi minuti dopo, arrivò anche Carisi e sembrava molto agitato. 
- Carisi, allora?- fece Fin - Hai i mandati?- 
Sonny annuì - Conti bancari, casa, elenco delle proprietà e cellulare. Vi consiglio di metterli sotto controllo alla svelta, prima che si accorgano che non ho più il potere e i mezzi per procurarvi queste informazioni.- 
- Non mi dire.- fece Barba - La Hadid ti ha tolto dal caso?- 
- Non ancora.- fece Sonny - Ma lo farà, e quasi certamente mi farà cacciare.- 
I presenti lo guardarono senza capire - Carisi... che cosa è successo?-
Sonny alzò gli occhi al cielo, guardandosi attorno, come se cercasse aiuto - Le ho chiesto di mettervi a disposizione i suoi investigatori. E lei mi ha detto che avevano troppi casi importanti da seguire... non ci ho visto più. Ho sbattuto la porta e me ne sono andato.- 
Mentre tra i presenti aleggiava lo sdegno ed il disgusto per quella donna che pareva non preoccuparsi del fatto che in quel momento vi era una vita umana da salvare, nonostante fosse una di quelle che si faceva sempre in quattro per assicurarsi che il suo prezioso ufficio potesse seguire al meglio i casi che le venivano affidati, senza sorprese, e con tutte le informazioni possibili per vincere la causa di turno, il detective Tamin guardò Carisi con occhi del tutto nuovo. 
Da che era in polizia, aveva sempre visto gli avvocati, e soprattutto i procuratori come dei bastardi egoisti, che tendevano a starsene comodamente seduti nel loro ufficio a firmare pezzi di carta, criticare, e dire '' mi serve questo e quello'', e a seconda dei casi nemmeno una firma su un mandato mettevano se ritenevano che non fosse un caso abbastanza importante o che non fosse una battaglia da cui potevano ricavare qualcosa. All'inizio pensava che il vice procuratore distrettuale Dominick Carisi non fosse diverso da tutti gli altri e come tutti gli altri pur di far carriera non esitasse a passare sulle vittime di cui doveva tutelare gli interessi come un bulldozer.
Adesso si doveva ricredere. Non aveva mai conosciuto un Pubblico Ministero disposto a ribellarsi persino al suo capo, sacrificando una brillante carriera, pur di salvare una poliziotta che collaborava attivamente con il suo ufficio. 
- Se volete il mio consiglio- fece Sonny - Mettete sotto controllo tutto prima che la Hadid sparga la voce. Una volta ottenuti i dati la procura non potrà farvi più niente.- 
- E a te che succederà?- fece Fin che non sapeva se dire all'ex collega quanto fosse stato cretino ad intraprendere una strada che lo avrebbe portato dritto alla disoccupazione o a fare la guardia ad un ipermercato per il resto dei suoi giorni o abbracciarlo così forte da minacciare di farlo morire per asfissia.
- Non lo so. Prima pensiamo ad Amanda, poi ci penserò.- fece Sonny - ad ogni modo, se ve lo chiedono, voi non ne sapevate niente.- fece Sonny. 
Liv lo abbracciò e in quel momento sentì che il cuore del suo ex sottoposto batteva così forte da minacciare di esplodergli nel petto. A farlo battere era la rabbia, ma soprattutto la paura. Ogni fibra del suo essere era scossa da quel sentimento, nonostante facesse del suo meglio per tenerla sotto controllo.
- Al massimo...- fece Liv - ti riprendiamo con noi. Fin, Kat... mettete sotto controllo quel tizio.- 
- Agli ordini.- fecero i due in coro. 
- Liv, se posso...- fece Sonny - Io vorrei andare a prendere Jesse e Billie e portarle da mia madre... almeno finchè non la ritroviamo.- 
 - Sì.- fece Olivia - è un'ottima idea.
- Pensavo che Amanda avesse una sorella...- 
Sonny la guardò scettico - Sì... ma se scopre che le ho portate da lei, sono un uomo morto che cammina.- fece Sonny avviandosi verso l'ascensore.
- Barba, dimmi la verità.- fece Liv  una volta che il vice procuratore se ne fu andato- Carisi rischia davvero di perdere il lavoro?- 
Barba rispose - A seconda delle circostanze, potrebbe anche subire un processo e una condanna. In teoria.- 
- E in pratica?- fece Liv non troppo contenta che fosse Carisi a pagare il conto dell'inadeguatezza del suo capo. 
- Non gli accadrebbe niente.- fece Barba - anche la Hadid ha un diretto superiore, e non credo che gli farebbe molto piacere sapere che il capo dell'ufficio che assiste l'Unità Speciale ha deliberatamente ignorato il rapimento di un ufficiale di polizia.- 
Liv sospirò sollevata. Per lo meno, la Hadid non si sarebbe presa vendette nei confronti di Carisi, più per convenienza che per correttezza, ma al momento non era la loro principale preoccupazione.
La loro preoccupazione era una loro collega. Un'ottima persona, una poliziotta integerrima ed una grande amica, ma soprattutto una madre. Non doveva essere lei a pagare per colpa di un giudice troppo bigotto e di un procuratore capo troppo pigro e senza voglia di lottare.
...
...
...
Dopo un tempo che sembrò un'eternità Bucci finalmente fermò l'auto.
E in Amanda rinacque la speranza che le sue parole avessero avuto l'effetto desiderato. Che accostasse, la liberasse e le dicesse '' Va bene. Mi fido di te.''. Avrebbe mantenuto la sua promessa di dire ad Olivia, al capo della della polizia, a Carisi che tuta quella storia era stata solo un malinteso, che lo aveva seguito di sua volontà e che avrebbe riabbracciato le sue bambine in non più di qualche ora... Jesse sicuramente si stava domandando dov'era... e Billie non riusciva ad addormentarsi se non sentiva la voce della mamma cantarle '' Ninna nanna di pace''....
Purtroppo le sue speranze erano destinate ad essere deluse. 
Bucci accostò. Scese ed aprì. Sfilò il poggiatesta  del sedile a cui l'aveva ammanettata e la fece scendere, solo per puntarle la pistola.
- Sta giù.- le disse.
La paura fece di Amanda sua prigioniera. 
- Ti prego.- fece Amanda - Pensa molto attentamente a quello che fai. Uccidere un poliziotto ti metterà nei guai sia con la polizia che con l'FBI. Torniamo indietro, ti giuro che troveremo una soluzione...- 
- Tranquilla, non ho intenzione di ammazzarti.- fece Bucci - ma devo fermarmi per fare una telefonata ai tuoi amici e per prendere alcune cose... si, lo so cosa stai pensando. Fammi parlare con loro, li convincerò io, sono venuta con te di mia volontà... e nel frattempo lancerai loro un messaggio in codice, magari tirando in mezzo le tue figlie.- 
- Non userei mai le mie bambine come mezzo per chiedere aiuto.- fece Amanda sempre più impaurita - e poi non potrei nemmeno se lo volessi, non so nemmeno dove siamo.- 
- Balle.- fece Bucci. Sapeva che la poliziotta non sapeva dove si trovavano di preciso, ma aveva notato che dal momento in cui aveva ripreso i sensi non aveva fatto altro che guardare fuori dal finestrino. E non per ammirare il panorama. Cercava di capire dalle indicazioni stradali, dai cartelli, dove potevano essere diretti, nella speranza che capitasse l'occasione di farlo sapere ai colleghi - Non posso fidarmi di te.- nel dir così, l'afferrò con malagrazia, strappandole dei gemiti di dolore. Le tolse le manette solo per ammanettarle i polsi davanti al petto, le sfilò i lacci delle scarpe, e dopo averla infilata a forza nel baule della macchina, li usò per legarle le caviglie e il tocco finale fu serrarle la bocca con la sua cintura. 
- Tranquilla.- fece Bucci - Ci metterò poco. E non rischi di soffocare.- nel dir così chiuse il portellone della macchina.
Immersa nel buio e in quello spazio angusto, Amanda iniziò a canticcchiare la ninna nanna che cantava alle sue bambine per farle addormentare. Un modo come un altro per sentirsi più vicina a loro e non cedere alla disperazione e per non ammettere con sè stessa che per la prima volta in vita sua, aveva veramente paura.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Tentativi ***


Come previsto, la mattina seguente al rapimento, all'Unità Speciale arrivò una telefonata di Bucci da un apparecchio usa e getta, che mise bene in chiaro le condizioni per il rilascio della poliziotta della Georgia.
'' Riavrete la vostra collega quando quel maiale verrà rinchiuso in una cella buia per il resto dei suoi giorni''- ed anche se di solito i poliziotti erano molto restii a scendere a patti con i delinquenti, non potevano che convenire con lui. Nessuno di loro aveva digerito la sconfitta ed avevano giurato che avrebbero trovato il modo di inchiodare quel delinquente alla sua colpa... ma non avrebbero mai pensato ne tanto meno voluto che lo sprint decisivo fosse il rapimento di una loro collega ed amica.
- Avvocato Barba, lei sta cercando di dirmi come fare il mio lavoro?- fece il giudice Ellery. L'ex procuratore, dalla sua posizione, non poteva fare molto. Tutto quello che poteva fare era cercare di convincere il giudice a rivedere la propria decisione, in modo da poter risolvere la faccenda nel minor tempo possibile.
- No, le sto solo chiedendo di rivedere una sentenza che ha privilegiato un pericoloso molestatore di minori.- fece Barba.
- Senta.- sospirò il giudice versandosi da bere - Il signor Getz ha dichiarato che non sapeva che Ivy Bucci fosse minorenne. Tanto più che la ragazza era in possesso di un documento falso. Non c'era modo per Getz di sapere che la ragazza stesse mentendo.- 
- Non importa, parliamo di una quindicenne.- fece Barba - è corruzione di minore e stupro. La legge non lascia spazio ad interpretazioni ed ignoranza.- 
- A quindici anni si è abbastanza grandi per distinguere il bene dal male, non vedo perchè non si dovrebbe essere in grado di acconsentire consapevolmente ad un rapporto sessuale.- fece il giudice.
- Il signor Getz era consapevole della sua età.- fece Barba - Io so che Ivy ha detto al talent scout che l'ha adescata che non poteva perdere la scuola, quando le ha proposto un servizio fotografico.- 
- Ha qualche prova che il talent scout lo abbia fatto presente al suo capo?- fece il giudice.
Barba fu costretto ad ammettere - No. Non posso dimostrare che...- 
- Allora il discorso è chiuso.- fece il giudice - Inoltre. Se è davvero così convinto che si tratti di stupro... vuole spiegarmi il perchè la presunta vittima, dopo nemmeno due ore dal rilascio del suo '' stupratore'' era con lui, assieme alla madre e alla sorella, a brindare alla sua liberazione?- 
- Si fidi, le storie che gli stupratori raccontano alle loro vittime per convincerle a non sporgere denuncia farebbero gara ai romanzi di Stephen King.- fece Barba vicino all'esasperazione - e comunque, Frank Bucci ritiene che sia stato commesso un reato contro le sue figlie, e per rappresaglia ha rapito un agente di polizia. Ha in ostaggio la madre di una bambina di quattro anni e di una che è appena stata battezzata.- 
- Mi spiace per la sua situazione, mi creda.- fece il giudice - ma non posso fare niente. Se lo ricordi avvocato. Lo stato non scende a patti con i criminali.- 
Barba sospirò. Ormai lo aveva capito. Lì non avrebbe cavato un ragno dal buco.  Decise di andarsene, per non buttare altro tempo che avrebbe potuto impiegare nell'aiutare i suoi amici a salvare Amanda, ma non prima di aver fatto una promessa. 
- Si ricordi che Frank Bucci, prima di incontrare Getz, era un poliziotto che ha dato tutto per il suo paese.- fece Barba - e se per colpa della sua ottusità il detective Rollins dovesse morire, io il modo di portarla alla sbarra lo trovo.- e prima ancora che quel giudice potesse controbattere, l'ex procuratore era uscito, sbattendo la porta.
...
...
...
- Allora?- fece Olivia sperando che l'amico le desse qualche bella notizia, ma dalla faccia dell'avvocato Barba qualcosa le diceva di non sperarci troppo. 
Il cubano, infatti, dissentì. 
- Inutile. Più facile far passare un cammello dalla cruna di un ago.- 
- Quindi rimane dell'idea che Steve Getz è una vittima?- fece Olivia con rabbia. Quel bastardo l'aveva studiata davvero bene con la storiella del '' Non avevo modo di sapere che fossero minorenni''. Sembrava di essere tornati indietro, a cinque anni prima, quando Barba era riuscito ad ottenere una condanna per lo stupratore di una studentessa della Hudson che per pagare la retta del college aveva deciso di lavorare nel porno... e il giudice aveva ribaltato le carte in tavola tirando fuori la storia '' Non c'è modo di stabilire che il suo no fosse sincerto''. E Carisi aveva dovuto subire il medesimo destino... solo che a questo giro il conto da pagare non sarebbe stato un po' d'orgoglio ferito. 
Barba annuì. 
- A questo punto l'unica possibilità di mettere dentro quel bastardoo e soddisfare le richieste di Bucci è trovare qualcosa, qualunque cosa nel suo passato o nel suo attuale presente per cui possa essere arrestato e processato. Non so... possesso di droga, evasione fiscale, omissione di soccorso, qualunque cosa.- 
- E pensi che  a quel punto Ellery cambierà idea?- 
- Non lo so.- fece Barba - Ma se dimostriamo che Steve Getz non si fa problemi a delinquere, allora viene sollevato il ragionevole dubbio che può fare qualunque cosa.- 
- Insomma... se sei capace di rubare l'uva, allora sei capace di rubare anche le galline?- fece Olivia.
- Precisamente.- fece Barba.
- Ok, metto al lavoro tutta la squadra e informo il vice capo Christian Garland che la polizia deve passare la vita Getz al setaccio.- 
...
...
...
Nel frattempo, Carisi che ormai non era più un poliziotto e nemmeno era  più certo di essere un avvocato o un vice procuratore, si recò alla residenza di Steve Getz accompagnato dalla detective Tamin, deciso come non mai ad inchiodarlo. Anche a costo di trascinarlo, urlante e scalciante fino alla centrale. 
Non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di Amanda che lo fissava con occhi spaventati che lo supplicavano di salvarla nel minor tempo possibile e la vocina di Jesse che chiedeva -'' Dov'è mamma? Aveva promesso di leggermi una favola prima di dormire''- lui ovviamente non  le aveva detto la verità.
Aveva minimizzato dicendo che la mamma era dovuta partire improvvisamente per un viaggio di lavoro, ma che sarebbe tornata molto presto, e che nel frattempo lei, Billie e Frannie sarebbero state in una bellissima casa con un bel giardino dove avrebbero potuto giocare e scorrazzare come meglio credevano e come volevano. 
Le aveva portate a Staten Island, affidandole ai suoi genitori, raccontando loro che cosa era accaduto.
'' Tranquillo caro, alle bambine ci pensiamo noi''- gli avevano detto i suoi prima di abbracciarlo. Poi era stato in piedi per tutto il resto della notte a riesaminare tutti gli atti del processo per capire dove avesse sbagliato, se c'era un riferimento a qualcosa che  potesse dargli i presupposti per ricorrere in appello, una contraddizione di Getz che potesse sollevare un polverone... aveva letto e riletto quei documenti un'infinità di volte, ma non aveva trovato niente di niente. 
Aveva i segni della stanchezza in volto, eppure andava avanti come se niente fosse. 
- Lasci almeno che le offra un caffè.- fece Kat - o crollerà.- 
- Ne ho già presi troppi, ma grazie del pensiero.- 
- Come preferisce.- fece Kat - Qual'è il piano?- 
''Afferrarlo per il collo e sbatterlo contro il muro così forte da fargli perdere ogni tipo di memoria''- avrebbe voluto rispondere - Onestamente? Non lo so ancora.- 
- E allora che ci facciamo qui?- fece Kat abbastanza sbigottita che un procuratore decidesse di andare un delinquente appena prosciolto senza avere la più pallida idea di cosa dire o fare quando invece avrebbero potuto impiegare quel tempo per cercare la loro collega.
- Intanto vado a fare due chiacchiere con questo... galantuomo.- fece Sonny - e ti posso assicurare che un modo per farlo arrestare lo trovo.- 
- Io invece cosa faccio?- fece Kat facendogli capire di essere assai poco disposta a farsi mettere in panchina o fare da semplice supporto. 
- Cerca Ivy e Milly. Qualcosa mi dice che sono ancora in questa casa.- fece Sonny - trovale e dì loro in che razza di guaio s'è cacciato il loro padre. Forse capiranno quanto profondamente le ami e torneranno a casa.
E così iniziamo ad esaudire una parte delle richieste di Frank.- c'era una cosa che aveva imparato in polizia. Quando si aveva a che fare con un sequestratore che si barricava con un ostaggio, erano inutili le minacce e le promesse di grossi guai senza una resa immediata. In quei casi, l'unica cosa da fare era far credere al criminale di poter decidere il finale di quella storia, farlo sentire in vantaggio e soddisfare le sue richieste.
Che per altro, in quel caso, non erano nemmeno irragionevoli.
- Farò in modo di farlo sapere a Frank e lo convincerò a liberare Amanda.- fece Sonny - ti sta bene il piano?- 
- Certo.- fece Kat.
Poco dopo, i due furono nella casa di Getz dove sembrava esserci una grande festa... due terzi delle persone invitate erano ragazze minorenni. 
Ad accoglierli arrivò l'assistente di Getz.
- Procuratore.- fece la donna - prego, si accomodi. Al signor Getz non dispiacerà.- 
- Non sono qui per festeggiare.- fece Sonny - il suo capo è stato messo sotto processo per stupro ai danni di una minorenne e ha la casa piena di ragazze sotto i diciotto anni.- 
- E con questo?- fece la donna - posso mostrarle tutte le delibere dei genitori che le autorizzano a stare qui, e niente alcolici a chi è senza braccialetto. E' tutto in regola.- 
- Questo lo vedremo.- fece Kat guardandosi attorno nella speranza di vedere Ivy, Milly o quanto meno Donna Bucci e di beccarla abbastanza sobria da farle capire quale terribile errore lei e le sue figlie stessero commettendo.
- Tanto per dirne una... dov'è quel galantuomo del padrone di casa?- fece Sonny - non mi pare molto educato dare una festa e poi alzare i tacchi ed andarsene.- 
- Il signore è nel suo ufficio, sta discutendo di una nuova campagna pubblicitaria. Appena avrà finito raggiungerà il resto degli ospiti... ehy, ma dove state andando?- fece la donna vedendo che i due stavano salendo le scale per dirigersi a passo spedito verso lo '' studio'' di Steve Getz. 
Una volta entrati lo videro mentre scattava fotografie ad una ragazzina dai capelli rossi tagliati a caschetto, praticamente nuda.
- Che diavolo sta succedendo qui?- fece Sonny livido di rabbia. 
- Inanzi tutto, buongiorno.- fece Getz per niente scomposto - Sto facendo un provino per una campagna pubblicitaria. E prima che si faccia esplodere qualche vena, la informo che è consenziente.- disse mentre la ragazza sul divanetto annuiva. 
- Certo. E magari è anche minorenne, come le altre.- fece Kat. 
- Ho diciassette anni.- fece la ragazza risentita. 
- Che guarda caso è l'età del consenso in questa città.- fece Getz - ho una liberatoria firmata da sua madre che l'autorizza a stare qui, ergo, non avete diritto di interrompermi. Ma vi prego, restate e godetevi la festa.- 
Sonny gli andò così vicino che per un attimo Kat sperò che volesse sputargli in faccia. 
- Tu non immagini neanche quello che hai causato con il tuo comportamento.- gli ringhiò contro il procuratore italo-americano - per colpa tua Frank Bucci è impazzito, ha rapito una nostra collega e adesso ci sono due bambine che non sanno che fine ha fatto la madre.-
- Ah si...- fece Getz fingendo di cadere dal pero - L'ho letto sul giornale, ma vede procuratore... non gli ho puntato una pistola alla testa intimandogli di fare quello che ha fatto.- 
- No, ma ha stuprato sua figlia.- fece Kat - e poi gliele ha rapite entrambe, insieme a sua moglie. Tanto per curiosità, quale fantasiosa balla ha inventato per convincerle che lei è quello buono vittima di un sistema giudiziario troppo bigotto?- 
- Sono tre donne molto intelligenti.- fece Steve - e sanno cosa conta davvero nella vita.- 
- Le do un consiglio. Preghi.- fece Sonny - Preghi che la nostra collega  torni viva e senza un graffio. Perchè se così non fosse, io le giuro, non ci sarà un solo buco in questo mondo in cui lei potrà nascondersi senza che io la trovi.- 
Steve Getz ridacchiò. 
- Senta, se si da tanto da fare perchè vuole scoparsi la sua poliziotta bionda...- fece Steve  con fare a sfottò - non c'è bisogno che la faccia tanto lunga. Guardati attorno e scegli. Offro io.- 
Fu un attimo. 
Sonny Carisi non aveva mai creduto che fosse possibile cambiare d'umore da un secondo all'altro, a meno che non si fosse bipolari o in condizioni particolari, l'aveva sempre considerata una balla da avvocato troppo pigro per preparare una difesa convincente per spiegare ad una corte e dodici perfetti estranei che il suo cliente aveva trasformato la moglie o la fidanzata in un punta coltelli senza convincerli allo stesso tempo a sbatterlo in cella e buttare la chiave in un pozzo nero.
Doveva ricredersi. Quelle parole avevano avuto su di lui lo stesso effetto di una doccia gelata, ma allo stesso tempo si sentì come divorare dal fuoco della rabbia. Voleva ucciderlo. Iniziare a picchiarlo e a colpire così forte tanto da cambiargli i connotati e fargli sentire sulla sua pelle ogni singolo attimo del dolore che le sue vittime e quelli che stavano loro intorno provavano.
- Detective Tamin, ha sentito anche lei?- fece Carisi guardandola e supplicandola con lo sguardo di reggergli il gioco - Questo come minimo è un tentativo di corruzione e sfruttamento della prostituzione. Lo arresti.-
Getz sgranò gli occhi - Andiamo, le va di scherzare avvocato?- fece mentre Kat gli metteva le manette sotto lo sguardo confuso della ragazzina e della sua segretaria.
- Affatto.- fece per poi rivolgersi all'assistente - dica a tutti che la festa è finita. E se vuole un consiglio, chiami un avvocato.- 
...
...
...
- Non ci posso credere!- fece l'avvocato Abrams - Cos'è, la sconfitta brucia e cercate una scusa, per altro patetica, per trattenere il mio cliente?- 
- Il suo cliente non solo si è di nuovo avvicinato a delle minorenni nonostante il giudice gli avesse esplicitamente ordinato di non farlo.- fece Fin trattenendo a stendo il bisogno di massacrare di botte entrambi - ma ha persino proposito ad un vice procuratore di servirsi a piacimento.- 
- Mi pare evidente, che fosse solo una battuta.- fece Getz - ho fatto dell'humor nero, non è mica un crimine.- 
- No certo, fare del sarcasmo non è perseguibile per legge, ma conoscendola io dubito fortemente che fosse un semplice scherzo.- fece Sonny. 
- Ma non ha modo di provare il contrario.- fece l'avvocato con un largo sorriso - per cui, se non avete dei veri motivi per cui tratternerlo, il signor Getz viene con me.-
Steve Getz era libero. Di nuovo. 
L'unica cosa che Carisi era riuscito a fargli capire era che da quel momento lo avrebbe tenuto sotto controllo e che alla prima cazzata, fosse stata anche un banale parcheggio in sosta vietata, avrebbe trovato tempo e modo di trascinarlo in tribunale. 
Ma intanto poteva andarsene, tronfio e soddisfatto, mentre Carisi si sentiva morire e bruciare dalla rabbiosa impotenza in cui era costretto. 
- Sonny...- fece Olivia.
- Non chiedermi se sto bene.- fece Sonny recuperando la sua valigetta e la giacca per poi andare verso l'ascensore. 
Liv si rivolse a Barba - Forse è meglio...- 
- Che gli parli, giusto.-

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La scelta di Sonny ***


'' Chissè se si starà preoccupando per me?''- pensava Amanda rannicchiata per terra. Avevano guidato per tutta la notte, e alle prime luci dell'alba, Bucci l'aveva fatta uscire dal bagagliaio dell'Utilitaria nera in cui l'aveva caricata a forza dopo averla rapita, continuando a puntarle contro la pistola. 
La prima cosa che aveva visto davanti a sè era una casa in stile coloniale in legno bianco.
Le aveva ordinato di entrare, ed appena varcata la porta, sentì un sapore di miele andato a male invaderle la bocca mentre a poco a poco il mondo attorno a lei svaniva.
Quando riprese i sensi scoprì di essere chiusa in una specie di seminterrato. Nella stanza in cui era stata rinchiusa vi era solo un letto ed uno specchio, forse un po' troppo grande per una stanza così piccola.
C'era anche un tavolino sopra il quale vi era un vassoio con del cibo e dell'acqua. Appena sveglia e quando l'effetto del cloroformio aveva iniziato a scemare si era guardata attorno alla ricerca di una via d'uscita, tastando il muro mattone dopo mattone alla ricerca di una parete semovente o di qualunque altra cosa che poteva far pensare ad una leva di un passaggio segreto... ma l'unica cosa che aveva trovato era un montavivande del quale probabilmente Bucci si era servito per farle arrivare un po' di cibo. Per il resto non vi erano ne porte ne finestre. 
Dopo un po', appurato che non vi era modo di fuggire, si accoccolò sul materasso. Ed il suo pensiero era corso a Carisi. Al nuovo vice procuratore, che fino allo scorso Maggio era il suo collega, il suo partner, il suo vicino di scrivania e che l'Agosto successivo era diventato quello a cui praticamente dovevano rendere di conto. 
'' Chissà se si starà preoccupando per me.... mi starà cercando o la mia assenza gli sarà completamente indifferente?''- pensava tremando avvolta nella coperta. Voleva a tutti i costi credere che nonostante adesso fosse sprovvisto di pistola e distintivo fosse ancora il collega che aveva conosciuto, l'uomo gentile, simpatico, intelligente, premuroso che aveva più volte descritto alla dottoressa Hanover, che malgrado avesse affrontato un turno massacrante aveva ancora l'energia per aiutarla ad occuparsi di Jesse e Billie... che aveva voglia di passare la serata con lei a guardare un reality ammazzacellulecerebrali sorseggiando un bicchiere di vino... che si prendeva cura di lei, di loro, come solo il più dolce degli amanti e il più premuroso dei padri poteva fare.
Il tutto senza chiedere niente, senza aspettarsi niente. 
In quell'intercapedine fredda ed isolata, una sola cosa chiedeva, oltre a poter riabbracciare quanto prima le sue creature.
Lui che la stringeva tra le braccia. 
'' Perchè dovrebbe disturbarsi tanto?''- fece una vocina dentro di lei -'' Lo hai trattato da schifo, solo perchè ha colto un'occasione che meritava e per la quale si è preparato per anni.''
E Sonny quell'occasione la meritava davvero. Solo che lei non era ancora pronta a lasciarlo andare, a pensare di andare al lavoro ogni giorno senza vedere quel sorriso così luminoso che da solo sostituiva tutto l'impianto elettrico.
'' Ti prego aiutarmi....''- pensò stringendo con forza il cucino.
...
...
...
- Riempi.- fece Sonny al barista.
Appena uscito dalla centrale era andato da Forlini, con l'intenzione di bere fino a perdere i sensi.
Non aveva fatto i conti con il suo Grillo Parlante però. 
- Non dovresti bere così tanto.- fece Barba - per lo meno non a stomaco vuoto.- 
- Non ho fame.- fece Sonny mandando giù un altro bicchiere. Ormai era al quinto.
- Beh, fattela venire.- fece sedendosi accanto a lui per poi dire al barista - il piatto del giorno per favore. Per due.- 
- Subito.- fece l'uomo. 
- Carisi... tu non puoi ridurti in questo stato.- fece Barba - devi essere lucido.- 
- Non ce la faccio.- fece Sonny rigirandosi tra le mani il bicchiere vuoto - come posso fare quello di cui c'è bisogno, se in questo momento l'unica cosa che provo è odio?- 
Odiava la Hadid per aver smesso di lottare per il loro caso.
Odiava l'avvocato di Getz, che dopo il rilascio di quel bastardo era andato da lui per sfottere.
Odiava Getz solo per il fatto che esisteva... e sì, anche se non avrebbe dovuto, odiava anche Bucci. Comprendeva la sua rabbia, il suo dolore, e poteva capire come ci si sentiva nel servire per anni lo stato, a rischiare ogni giorno la vita per poi ricevere una bella porta in faccia appena si chiedeva aiuto... ma non riusciva a perdonargli di essersela presa con una persona che stava lottando con lui e per lui. Una persona che lo voleva aiutare.
E odiava anche sè stesso, perchè non riusciva a fare il suo lavoro.
- Ho fallito.- fece Sonny - non sono nemmeno riuscito a vincere un caso facile facile.- 
- Non è stata colpa tua.- fece Barba - La verità è che le leggi sono poche, ma le intepretazioni molte, e non è facile applicarle senza che qualcuno si faccia avanti dicendo che qualcuno è stato favorito a discapito di un altro.
Hai giocato con le carte che avevi.- 
- Lo racconti a Bucci.- fece Sonny - forse... forse mi sono sopravvalutato. Non sono tagliato per questo lavoro.- 
Barba lo guardò male - Spero che sia l'alcool che parla.- fece l'ex procuratore - Ti ricordi cosa ti ho ho detto, il giorno che hai avuto il lavoro da procuratore?-
Sonny sorrise annuendo. Altrochè se se lo ricordava. '' Tu vali cento avvocati, ma cento avvocati non valgono te'.
- Bene. Sappi che non è una di quelle frasi di circostanza che si dicono a tutti.- fece Barba - o almeno,  io non lo dico a tutti. E se l'ho detto, vuol dire che lo penso. 
Per cui, tu adesso, ti rimetti in piedi e troviamo un modo per incastrare quel figlio di puttana.-
Sonny annuì debolmente.
In quel momento il suo telefono squillò.
- Carisi.- fece l'italo americano, per poi sbiancare.
...
...
...
- Hanno trovato la macchina con cui Bucci si è dato alla fuga dopo aver rapito Amanda.- fece Olivia - all'interno c'era una bottiglia di whisky vuota, un flacone di pillole e presenza di sangue e capelli.- 
Sonny si sentì mancare, come quasi tutti all'interno della stanza - Quanto... quanto sangue?- 
Fu Kat a rispondere - Non più di quello che ci può essere a ferirsi con un coltello mentre si taglia una bistecca.- 
- E' stata trovata poco dopo il confine con il Canada.- fece Fin - e c'era un messaggio sul sedile posteriore.- 
- Vediamo se indovino.- fece Barba - Amanda in cambio della condanna di Getz.- 
Olivia annuì. 
- Ci stiamo lavorando.- fece Sonny - ho incaricato un investigatore della procura di investigare su Getz, sul suo passato, di scoprire se qualcuna l'aveva già denunciato, ma non è una cosa così facile. Mi serve tempo.- 
- Beh, non c'è n'è.- fece Kat - Forse è il caso che chiami il procuratore di Montreal e tu chieda massima collaborazione.- 
- Certo.- fece Barba sarcastico - Bucci sa già di avere addosso tutta la polizia di New York, ci manca solo di fargli capire che pure la polizia canadese lo braccia. Signorina, lei è nuova all'Unità Speciale, e quindi forse non sa che in questi casi la priorità è data all'integrità fisica dell'ostaggio.-
- Barba ha ragione.- fece Fin - è vero che ha rapito Rollins per avere attenzione sul caso che coinvolge la sua famiglia, ma potrebbe agire per rabbia sentendosi in trappola. Senza contare che potrebbe essere in stato alterato.- 
Sonny si allontanò da quel dibattito. 
Non ne poteva più di quell'attesa, di non sapere se Amanda stava bene o meno, e della sua impossibilità nel fare qualcosa per aiutarla. 
Doveva prendere in mano la situazione. Doveva andare a cercarla di persona. E l'avrebbe fatto. A costo di mettere sottosopra tutto il Canada pezzo dopo pezzo, l'avrebbe ritrovata.
Borbottò qualche scusa mentre si allontanava.
Fissò un biglietto in turistica per il primo volo per Montreal mentre andava a casa a prendere passaporto e spazzolino da denti.


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Speranza ***


Erano passate altre due ore quando all'Unità Speciale arrivò Vanessa Hadid.
Nessuno parve particolarmente felice di vederla ma non ci badò.
Andò dritta nell'ufficio del capitano, prendendo posto sulla poltrona di fronte alla scrivania.
- Prego, si accomodi, le faccio portare un caffè?- fece Benson sarcastica.
- Il suo ex detective non risponde alle mie chiamate da una vita.- fece la Hadid. 
- Beh, non può certo biasimarlo.- fece Olivia chiedendosi cosa le stesse impedendo di graffiare quella donna fino a raggiungere le terminazioni nervose - Le ha chiesto aiuto, le ha chiesto di darci supporto e lei gli ha sbattuto la porta in faccia, dicendogli che aveva troppi casi importanti per le mani per perdere tempo con un poliziotto impazzito.- 
- Sono addolorata per quello che è successo alla sua detective, mi creda.- fece la Hadid - ma dobbiamo lanciare un messaggio.
Lo stato non scende a patti con i criminali.- 
- Ha voglia di prenderci in giro????- la aggredì Fin, morendo dalla voglia di picchiarla. Non aveva mai alzato le mani su una donna, ma sentiva che per lei avrebbe fatto volentieri un'eccezione - A Steve Getz l'accordo è stato concesso. E' per questo che Amanda è in questa situazione.- 
- Gli è stato concesso un accordo, vero, ma non l'ho certo proposto io.- fece la Hadid - E il giudice ha usato un ragionamento molto convincente. Che però non copre i crimini del passato. Ho chiesto a tutti gli investigatori della procura di passare la sua vita al microscopio, se salta fuori qualcosa lo incastriamo. Ora per favore, quando sentite il vice procuratore Carisi gli dica di richiamarmi.- 
- Quindi non lo licenzia?- fece Kat. 
- No.- fece la Hadid - ma solo perchè ha dimostrato di avere fegato e voglia di combattere.-
Olivia fece per dire qualcosa, quando vide Barba uscire dall'ascensore con aria molto preoccupata.
- Olivia.- fece l'ex procuratore. 
- Barba.... avvocato, le presento il nuovo procuratore dell'Unità Vittime Speciali, Vanessa Hadid, il nuovo capo di Carisi.- 
I due avvocati si strinsero la mano.
- Rafaèl Barba?- fece la Hadid - Carisi parla in continuazione di lei. Dice che quello che ha imparato con lei non lo avrebbe imparato in anni di studio.-
- Ah...- fece Barba sorpreso. Non immaginava che Carisi lo stimasse fino a quel punto. Di solito quando qualche professore aveva la malsana idea di spedirgli qualche studente prossimo alla laurea per fargli fare un po' d'esperienza sul campo, i casi erano due: o si rifiutava tassativamente di fare il baby sitter o quello chiamava il suo tutor universitario urlando '' MAI PIU'! IO QUELLO NON VOGLIO VEDERLO MAI PIU'!'' - piacere... Carisi è qui?- 
- No. E' andato via da un paio d'ore.- fece Kat - anche se non ho capito bene perchè.- 
- C'è... c'è qualche problema?- fece Olivia pregando in una risposta negativa. 
- Sono andato dalla madre di Carisi per sapere se le bambine stavano bene.- fece Barba - Dice che Carisi è andato a trovarle due ore fa e che è andato via dopo dieci minuti, non è a casa, non è in procura e non risponde nemmeno al cellulare.- 
- Non è da lui....- fece Fin. Dubitava fortemente che si fosse reso irrintracciabile con uno dei loro scomparso, e forse in pericolo di vita. E poi parlavano di Carisi, un essere che sembrava biologicamente programmato per arrivare sempre in orario, per attirare tutti i marmocchi del circondario e per rispondere al telefono prima ancora che questi squillasse.
Olivia lo chiamò immediatamente, pregando in tutte le lngue che conosceva che non avesse fatto qualche sciocchezza o che peggio, non fosse capitato qualcosa anche a lui.
'' Daidaidai, rispondi...''
'' Pronto?''
- Carisi, dove sei?- fece Liv sollevata di sentire la sua voce ma non per questo meno preoccupata.
'' Da mia madre con le bambine, perchè?''
- Non dire bugie.- fece Olivia alterandosi - Barba c'è appena andato, tua madre non ti sente da quasi due ore. Che hai in mente?- 
'' Trovare Amanda.''- fece Sonny uscendo dall'aereoporto -'' e lo sai meglio di me che non ci riuscirei da dietro una scrivania.  Dì a mia madre di stare tranquilla. Andrà tutto bene.''
- Aspetta, non riattaccare...clik.- fece Olivia - Carisi!- 
- Che succede...?- fece la Hadid con un'espressione preoccupata in volto.
...
...
...
Non ci volle molto a spiegare l'accaduto. 
- Fatemi capire...- fece Kat - Si è messo in testa di affrontare Bucci da solo e di trovare uno che non vuole essere trovato in uno stato che conta 37,59 milioni  di abitanti? Chi crede di essere, Liam Neeson?- 
'' Caso mai, Ashley Judd''- avrebbe voluto dire Fin, ma se lo tenne per sè. Forse Carisi aveva capito prima di loro quello che dovevano fare e si era messo in azione. Anche se si domandava cosa e quanto sperava di poter fare in uno stato in cui non aveva alcuna giuridisdizione, soprattutto visto che ormai si riteneva un semplice cittadino. 
- Era un ottimo poliziotto, intelligente e capace.- fece Barba - Se  davvero pensa di potercela fare, allora è quello che accadrà.-
Olivia annuì. In fondo lo avevano visto spesso elaborare teorie che alla fine trovavano spesso riscontro, ma di solito aveva un indizio, un frammento di verità a disposizione da cui partire. Non sarebbe stato facile per lui trovare una persona che sapeva come nascondersi senza avere nemmeno un indizio da cui partire. 
- Allora. Bucci non si è diretto spedito in Canada per puro caso.- fece Barba - Infatti, il Canada è tra i paesi in cui vi è l'estradizione.
E la foto di Bucci è su tutti i giornali del paese, se per caso viene arrestato viene estradato nell'immediato.-
- Quindi perchè si è diretto proprio lì?- fece Kat - Poteva approfittare del fatto che nessuno sapeva ancora niente che era ricercato per un paese senza estradizione.- 
- Appunto.- fece Barba - Il che vuol dire che in Canada c'è un posto che sa per sicuro, magari ha degli amici lì...-
- Vado a parlare con Donna Bucci e le sue figlie.- fece Olivia - Fin, tu rimani di guardia al forte. Kat esamina tutta la vita di Getz e riferiscimi pure se scopri che rubava le merendine all'asilo.-
- Vengo con te.- fece Barba.
...
...
...
Non sarebbe stato facile muoversi da solo, in un luogo in cui non aveva alcun potere e senza coinvolgere le autorità locali. 
Era comunque la scelta migliore. Se Bucci si agitava lo sapeva il cielo cosa sarebbe stato in grado di combinare. Meglio non dargli la sensazione di essere braccato. E forse, Amanda l'avrebbe scampata. 
Poco distante dal punto in cui avevano abbandonato l'auto c'era un motel. 
Fu la sua prima tappa.
- Buongiorno.- fece la ragazza alla reception, una ragazzina sui vent'anni dagli occhi verdi e con delle adorabili lentiggini - Vuole una camera o preferisce mangiare qualcosa?-
- Niente di tutto questo grazie.- fece Sonny mostrando la foto che aveva scattato ad Amanda sulle giostre assieme a Jesse poco dopo la nascita della bambina - Ha visto questa donna?-
La ragazza fissò la foto per qualche secondo prima di dire - Sì... ha pernottato qui la notte scorsa.- 
- Era sola?- fece Sonny - o con lei c'era un uomo? Dovrebbe avere circa cinquant'anni, mulatto, capelli ricci e disordinati...- 
- Si confermo.- fece la ragazza - L'uomo aveva prenotato una camera due ore prima. Ha detto che erano una coppia in viaggio per andare a trovare degli amici ma che per un ritardo sulla tabella di marcia avrebbero dovuto dormire in auto. Hanno pernottato in una doppia.-
- Le hanno detto dove erano diretti?- 
La ragazza fece cenno di no - Lei sembrava più loquace, ma ogni volta che era sul punto di parlare lui la guardava male... deve essere uno di quelli che prima ti picchia e poi ti porta i fiori.- 
- Hanno pagato con carta o contanti?- 
- Contanti.- fece la ragazza - sa, il mio principale non si fida dei pagamenti online o delle carte di credito, e quell'uomo ha detto che per lui era perfetto.- 
- Capisco...- fece Sonny. Li aveva mancati per poco - a che ora sono ripartiti?-
- Poco prima che facesse giorno.- fece la ragazza - Certo che erano sfortunati... quando stavano per uscire lui ha detto che gli avevano rubato la macchina, ma la cosa strana è che invece della polizia per denunciare il furto mi ha chiesto di chiamare il servizio noleggio auto più economico che conoscevo.- 
Sonny s'illuminò - Mi dia l'indirizzo per favore.- 
- Ma a lei che importa? Che sono tutte queste domande?- 
- Quei due non erano una coppia in viaggio, ma un rapitore che tiene una madre single in ostaggio.- fece Sonny - Dominick Carisi, assistente procuratore della contea di New York.- 
La poverina sbiancò mentre scriveva l'indirizzo - Oddio... un delinquente. Qui... poteva ammazzarci tutti... povera donna.... avrei dovuto... chiamo la polizia?- 
- Nono. Non tocchi questo telefono.- fece Sonny - Possiamo fare meglio se non sa che lo stiamo cercando.- fece lasciandole un cartoncino - Il mio biglietto da visita. Se le viene in mente qualcosa, qualunque cosa, mi chiami immediatamente.- fece uscendo dall'hotel e risalendo sul taxi che lo aveva aspettato per tutto il tempo.
...
...
...
Che Amanda ricordasse non aveva mai avuto così fame in vita sua. Sì, a volte era capitato che quella matta di sua madre sparisse per due interi giorni, che suo padre andasse dritto all'ippodromo o al poker e che quindi dovesse essere lei a mettere insieme un pasto decente per lei e sua sorella... o quanto meno a chiamare un ristorante che facesse la consegna a domicilio. Fino a quel giorno non si era mai preoccupata davvero di non avere a disposizione qualcosa da trasformare in qualcosa di commestibile, perchè sapeva che non le mancavano ne modi ne mezzi per mangiare. 
Lì era tutto diverso. 
Era chiusa in uno scantinato e le uniche vivande che aveva le erano state portate dal suo rapitore. Il suo cervello le diceva che era meglio non mangiarle.  O per lo meno, il suo istinto di sopravvivenza diceva così. 
Meglio non rischiare.
Come se non bastasse si sentiva morire di freddo. Freddo, fame... la ricetta perfetta per essere troppo debole per poter reagire in caso ve ne fosse bisogno.
Non riteneva che Bucci avrebbe potuto farle del male ora che poteva dirsi al sicuro e con lei senza poter chiedere aiuto all'esterno, ma non era la prima volta che pensava di poter garantire per qualcuno ed essere tradita proprio da lui.
Poteva sempre provare a farlo ragionare... ma non sapeva se l'avrebbe ascoltata.
Nemmeno lei si sarebbe ascoltata al suo posto. 
...
...
...
- Niente.- fece Kat mettendo giù il telefono - questo bastardo, qualunque cosa lui abbia fatto in passato o l'ha nascosto per bene o ha pagato fior di quattrini per far tacere le sue vittime.- 
- Benvenuta all'Unità.- fece Fin versandosi la quarta tazza di caffè - è questo il brutto dei crimini sessuali. Il carnefice trova sempre una scappatoia.- fece per poi fissare con aria malinconica la scrivania di Amanda, vuota. 
- Ti manca, vero?- fece Kat. 
- E' la mia partner.- fece Fin - è una persona che fin dal momento in cui ti dicono '' Lavorerete assieme'', sai che ti affiderebbe la sua vita ad occhi chiusi. Oltre a questo posso dirti che è un'ottima persona, una splendida amica e una madre eccezionale, che non meritava assolutamente che la vita fosse così dura con lei.
Non biasimo Bucci. Anzi, ha tutto il diritto di essere incazzato, ma se fosse qui lo picchierei senza pietà. Spero solo che Carisi gliele suoni.- 
- A proposito... il nostro vice procuratore...- fece Kat - sembrava piuttosto provato da questa storia...- insomma, non aveva conosciuto molti procuratori che erano pronti a buttare la loro carriera nel cesso per difendere un poliziotto o che era pronto a scendere in prima linea, quando invece avrebbe potuto starsene comodo e tranquillo a comandare tutti seduto in poltrona. Ma immaginava dipendesse dal fatto che prima fosse un poliziotto e che avesse passato diverso tempo con tutti loro.
Solo che le sembrava che avesse un'occhio di riguardo per Rollins. Ricordava ancora il suo secondo caso, dove quei due si erano messi a discutere su un arresto come una coppia sposata.
- Beh...- fece Fin - Carisi e Rollins, per certi versi sono le ultime due persone al mondo che dovrebbero conoscersi o avere un qualunque tipo di rapporto. Lei è quasi rassegnata, lui invece, nonostante tutto riesce sempre a tenere acceso un lume di speranza anche se ormai sembra aver toccato il fondo.
So che a volte sembra un moralista del...- fece per poi zittirsi - e un gran rompiscatole, e a volte lo è per davvero, ma ciò non toglie che sia una persona  moralmente integra e che si fa in quattro per quella che crede una giusta causa.- e un altro punto a suo merito era che Carisi era l'unica persona con cui Amanda riusciva a sorridere ed essere felice e con il quale sembrava sperare di avere un futuro felice. 
Se c'era una persona in grado d'aiutarla era proprio lui.
E se lo augurava. Con tutto il cuore.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Un tentativo disperato ***


Sonny si diresse subito all'agenzia che Bucci aveva chiamato per noleggiare una macchina dopo aver abbandonato quella di cui ormai  la polizia sapeva tutto. 
La sua speranza non era tanto che quelli che lavoravano per il servizio potessero dirgli dove Bucci poteva essersi diretto, dubitava che glielo avesse detto o se gli aveva riferito qualcosa di certo aveva mentito, ma era a conoscenza che di solito le agenzie che mettevano a disposizione dei mezzi di trasporto di solito installavano nelle macchine un servizio di GPS da attivare in caso di smarrimento o furto. 
Sarebbe bastato attivarlo per scoprire la direzione che avevano preso.
L'impiegato, un uomo basso sulla quarantina, capelli grigi e robusti non parve essere troppo contento di dargli informazioni riguardo ad un uomo che rispondeva alla descrizione di Frank Bucci.
- Se è un amico di quel bastardo, la avverto.- fece l'uomo - la denuncio per complicità in furto.- 
- No, stia tranquillo.... Dominick Carisi, della procura di New York.- fece Sonny quasi alzando le mani - Può spiegarsi meglio?- 
- Beh non c'è molto da dire.- fece l'uomo - Quel tizio chiama il servizio, chiede la macchina migliore e poi puf, sparisce come una nuvola di fumo. Non ha ancora restituito la macchina.- 
- Che genere di macchina?- 
- Una toyota nera. Non è una macchina di lusso, ma le assicuro che il suo lavoro lo fa.- fece l'uomo - ha pagato, glielo concedo, ma se mi consente non posso permettermi di perdere così le macchine.- 
- Mi scusi, ma che ne è del sistema di rintracciamento GPS?- fece Sonny puntando tutto sul satellitare. Se riuscivano ad attivarlo doveva essere facile rintracciare l'auto e i suoi occupanti.
- Benvenuto nel mio mondo.- fece l'uomo - sa da quanto tempo dico al capo che sarebbe opportuno metterlo? Ma lui dice di no, che non gli va di buttare soldi per sapere cosa fanno i clienti...e questi sono i risultati.
Dieci ad uno che quando verrà a sapere che l'auto è sparita, troverà il modo di prendersela con me.- 
- Mi dispiace...- fece Sonny allontandandosi mesto in volto. 
Gli dispiaceva davvero.
Non tanto per la macchina. Di quella non gliene fregava niente. Ok, forse un po' gli dispiaceva per lo sventurato che si sarebbe preso una lavata di capo senza un motivo, ma che non avesse modo di ritrovare Amanda, quello si che gli faceva male. Da morire. Come se qualcuno gli stesse puntellando il cuore con un punteruolo senza che però i colpi fossero mortali. 
Non riusciva ad aiutarla.
Era nello stesso paese in cui si era rifugiato Bucci, forse a due passi da lei, e non riusciva ad esserle di alcun aiuto.
- Te lo giuro Amanda...- fece Sonny - ti troverò...ovunque tu sia... e a costo di prendere il tuo posto, giuro che ti riporto a casa...- 
....
....
....
- Ok.... coraggio.- pensò Amanda - Puoi farcela.- 
Ormai aveva deciso. Non poteva rimanere ancora. Doveva andarsene da quel posto. Doveva rivedere le sue piccole. Jesse si stava sicuramente chiedendo dov'era... e Billie probabilmente stava piangendo... quando era piccola e i suoi genitori non c'erano non era raro che si domandasse se non avessero abbandonato sia lei che Kim. Aveva giurato nel momento in cui aveva capito di aspettare Jesse che mai, le sue bambine avrebbero pensato che non le amasse o che avesse cose più importanti di loro a cui pensare. 
Il suo piano era semplice. L'unica via d'uscita che portava verso il piano superiore era il montavivande con cui le portava da mangiare. 
Doveva solo salirvi. In fondo non era un montavivande antico e lei non era certo pesante... insomma, non così pesante da dover temere che venisse tutto giù. 
Sapeva che con tutta probabilità Bucci la stava aspettando, ma ormai aveva deciso. 
Era riuscita a trovare un pezzo di ferro da usare per stordirlo nel caso ce ne fosse stato bisogno. 
Salì sul montavivande e si accoccolò, tenendosi pronta.
Quando lo sentì in movimento, i suoi muscoli si tesero fino allo spasimo, e senza che se ne rendesse conto il suo cervello inziò il conto alla rovescia. 
Dieci.
Nove.
Otto.
Sette.
Sei.
Cinque.
Quattro.
Tre...
Due...
- CHE DIAVOLO...?- fece la voce sconvolta e sorpresa di Bucci nel vederla.
Non perse tempo. Lo colpì con il tubo con tutta la forza che aveva in corpo. Bucci cadde a terra, e lei scese dal portavivande. Gli poggiò due dita sul collo, per accertarsi di non averlo ucciso.
- Mi dispiace Frank... mi dispiace tanto...- fece Amanda barcollando verso la porta d'ingresso. Si guardò attorno alla ricerca di un telefono cellulare, qualcosa per chiamare aiuto, ma non trovò niente... pazienza, pensò, ne troverò uno appena uscita. 
Avrebbe chiamato Sonny... e lui sarebbe andato a prenderla,  l'avrebbe aiutata... sì, ne era certa. 
Uscì. Fuori era buio.  Iniziò a correre come se avesse il diavolo alle calcagna, nonostante si sentisse debole e stanca. Doveva solo correre fino a quando non trovava un telefono pubblico... ricordava di avere ancora in tasca degli spiccioli che si portava sempre dietro per il caffè, e mettersi in contatto con le autorità locali e chiedere aiuto...
'' Ancora uno sforzo... ancora uno...''- AH!-
Sentì una stretta afferrarle una caviglia.
Il minuto dopo Bucci era sopra di lei, con un rivolo di sangue che scendeva dalla testa fino alla guancia sinistra. Gli occhi erano gli stessi di una bestia e le puntava una pistola sotto il mento.
- Non avresti dovuto farlo.- 
- Non farlo... ti prego...- supplicò la bionda pensando che ormai per lei fosse finita.
'' E' finita. Qui è dove muoio.''- quando si era arruolata l'aveva sempre saputo che per un poliziotto era altamente probabile essere ucciso nel compimento del proprio dovere, ma mai avrebbe immaginato di essere uccisa da un collega.
Che stava cercando di aiutare. Oltre tutto. 
...
...
...
Barba ed Olivia si erano recati da Donna Bucci e dalle sue figlie. L'ex moglie del poliziotto li accolse con un mesto sorriso chiedendo - Stavolta mio marito cos'ha combinato?- 
E quando fu spiegato sia a lei che ad Ivy e Milly cosa fosse accaduto, le tre donne si fecero terree in volto. 
- No, io non ci credo.- fece Donna - Mio marito... può essere di carattere difficile, questo si, ma non è un criminale.- 
- E' vero.- fece Milly.
- Papà non sarebbe capace di fare del male ad una mosca.- si associò Ivy - Lui ha sempre evitato la violenza, non prende a schiaffi nemmeno i criminali.- 
- Comprendo la vostra sorpresa.- fece Barba - ma quello che voi dovete comprendere è che per vostro padre, sapere Getz vivo e libero è stato un colpo tremendo... e a questo punto mi sorge la domanda... eravate contro Getz. Perchè vi abbiamo trovate sul suo yatch a festeggiare la sua liberazione?- 
Le due sorelle non osarono rispondere, con lo sguardo pieno di vergogna per sè stesse, per aver spinto il loro padre a diventare un criminale, lui che aveva sempre cercato di insegnar loro i valori dell'onestà e della giustizia. 
- Ci ha chiamato dopo l'udienza.- fece Milly - stavo già per mandarlo all'inferno, quando mi ha detto che il... provino... che avevo fatto aveva colpito un suo amico produttore cinematografico che stava facendo dei casting per una serie  tv e che me lo avrebbe presentato ad una festa.
Ha giurato che non era sua intenzione farmi del male, e che per dimostrarlo potevo portare anche i miei genitori alla festa... per dimostrarmi la sua buona fede.- 
- E lì hai iniziato a pensare che forse eravate stati troppo frettolosi nel giudicarlo.- fece Barba. Da lì poteva immaginare la scena. Milly che riferiva l'accaduto a suo padre, Frank che si arrabbiava e le diceva chiaramente che non sarebbe andato alla festa di liberazione dello stupratore delle sue figlie, che non dovevano farsi incantare da lui, Milly che iniziava a dirgli roba tipo '' Tu pensi sempre che siano tutti criminali'', in fondo da un'adolescente si aspettava questo e anche di peggio o forse Milly stava facendo veramente fatica a realizzare di essere una vittima di violenza carnale, un violento litigio che finiva con '' Tanto non sei l'unico che può darci il permesso''... e da lì il crollo psicologico del detective Bucci.
- Sì. Abbiamo discusso... il resto lo sapete.- fece Milly. 
- Tesoro...- fece Liv - Steve Getz è uno stupratore. E come tutti quelli della sua razza cerca sempre di convincere il mondo e la sua vittima che quello che è accaduto non era niente, che è una vittima del bigottismo... ma ha fatto una cosa moralmente disgustosa e penalmente perseguibile.
Vostro padre vi ama più della sua stessa vita. E ve lo ha appena dimostrato.- 
- Signora Bucci.- fece Barba - per quello che ne sappiamo, suo marito si è diretto in Canada. C'è un posto in cui si sente al sicuro?- 
La donna inspirò - Se ve lo dico lo arresterete. Ha commesso un unico errore, vi prego abbiate pietà.- 
- Vorremo.- fece Barba - Ma suo marito ha rapito un funzionario di polizia. Lasciar perdere sarebbe come dire che a seconda del movente una persona può essere assolta o condannata. E questo non possiamo proprio farlo.- 
- Ma finirà in prigione.- fece Ivy. 
- Il signor Barba ha già preso contatto con un ottimo avvocato che lo difenderà pro bono.- fece Olivia - qualche anno di galera se lo farà in ogni caso.- 
- Ed è l'opzione migliore che Frank può scegliere.- fece Barba - Le scelte al momento sono che collaboriate con noi e ci aiutate a trovarlo, o chiedere all'FBI di estendere il mandato di cattura anche in Canada e Frank diventerà la preda di una caccia all'uomo, e queste storie non hanno mai un lieto fine.- 
A quel punto Donna si convinse.
-  Frank ha ereditato una casa dai suoi genitori, a Winnipeg.- fece Donna - ci andavamo ogni estate, in vacanza, e ogni tanto ci porta le ragazze.- 
- Perfetto.- fece Barba - Mi dia l'indirizzo, per favore.- 
Donna esitò. 
- Non accadrà nulla a suo marito, glielo prometto.- fece Barba - Sul posto c'è una persona che ha mille motivi per desiderare che suo marito non muoia.. non avviserà l'FBI e nemmeno la polizia. Finirà bene. Se collaborate.- 
...
...
...
- Le posso portare qualcosa?- fece il cameriere. Sonny aveva vagato per ore per Montreal, senza sapere cosa fare o dove andare, per poi trovare da sedere in una tavola calda. 
- Ancora?- fece Sonny - è la quinta volta che me lo domanda. No. Non voglio niente.- 
Il cameriere sospirò - Signore, se dipendesse da me, a questo tavolo ci potrebbe prendere la residenza, ma il principale mi sta con il fiato sul collo.-
Sonny sospirò - Ok. Una birra e una tourtiere.- 
Il cameriere prese l'ordinazione e tornò dentro. 
Fu allora che il suo telefono squillò.
Era Barba.
- Pronto?- 
'' Carisi.''- fece la voce dell'avvocato dall'altra parte della cornetta -'' Il tuo capo non ricorda di averti autorizzato delle ferie.''
- Mi prendo io la responsabilità.- fece Sonny. Ora come ora che la Hadid fosse furiosa con lui e lo minacciasse di licenziarlo, era il suo ultimo problema - per favore, mi dica che non ha chiamato solo per questo.-
'' No infatti.''- fece Barba -'' Dobbiamo ancora lavorare su Getz, ma l'ex moglie di Bucci ci ha fornito un indirizzo di Winnipeg, i genitori di Bucci avevano una casa lì.''
Gli occhi di Sonny si riaccesero, come illuminati da una nuova speranza, come un regalo inaspettato che non sapeva davvero cosa aveva fatto per meritare - Mi mandi l'indirizzo con un messaggio, il tempo di trovare una macchina e mi ci dirigo immediatamente.- 
'' Carisi, aspetta.''- fece Barba -'' La signora Bucci ha collaborato, ma ad un patto. Che non finisca nel sangue.'' 
- Giuro che al massimo gli rompo solo qualche osso.- fece Sonny. 
'' Ascolta. Ho un'idea per farvi uscire vivi tutti e tre. Segui le mie istruzioni alla lettera.''
Sonny annuì.
- La ascolto.- 
...
...
...
Amanda tremava da capo a piedi.
Dopo che Bucci l'aveva ripresa, l'aveva afferrata per i capelli e riportata in casa. Le aveva dato un pugno allo stomaco, e poi aveva estratto la pistola. Le aveva sparato cinque colpi, di striscio, alle gambe, ai fianchi e alle spalle. Poi l'aveva ammanettata alla colonna portante.
- Mi dispiace.- fece Frank - non era mia intenzione farti del male, ma tu mi hai costretto.- 
- Frank, ti prego, ascolta.- fece Amanda - tu... tu non vuoi farmi del male. Sei un brav uomo lo so.- ok pessima frase da dire ad uno che aveva minacciato lei ed una psicologa per poi rapirla e picchiarla, ma il succo era che Bucci non era cattivo. Non era William Lewis o Gregory Yates che rapivano, stupravano e talvolta uccidevano le loro vittime per divertimento. Era un padre disperato, un poliziotto tradito dallo stesso sistema che aveva servito per anni e che ora agiva guidato dalla forza della disperazione - sei un bravo poliziotto ed un buon padre... ti chiedo di pensare alle tue figlie...- 
- Cosa credi che stia facendo?- fece Frank con un'espressione di pura disperazione in volto - pensi che lo faccia perchè mi diverta? E' per loro che lo sto facendo... sono stato un poliziotto per metà della mia vita. Amo il mio lavoro, ho sempre dato tutto me stesso... è per questo che ho perso mia moglie.
Diceva di non poter vivere accanto ad un uomo che amava di più correre dietro ai delinquenti che stare con sua moglie e le sue figlie... ci siamo separati, le mie figlie mi hanno accusato di non aver lottato per tenermi mia moglie... stavolta non le deluderò. 
Non m'importa di finire in galera, di essere abbattuto dai miei colleghi... l'importante è che quel porco paghi per quello che ha fatto.-
Amanda si raggomitolò come poteva. 
Non aveva speranze di convincerlo a fare marcia indietro.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Implosione ***


Le ricerche sul passato di Getz non avevano prodotto niente. 
Qualunque cosa avesse fatto in passato l'aveva nascosta bene. Nessuna ragazza si era fatta avanti per denunciarlo. 
Adesso Kat riusciva a capire come dovevano sentirsi certe attrici o aspiranti attrici mentre i ruoli e le occasioni calavano e la frustrazione saliva. 
Iniziavano tutti a non poterne più di quella situazione di stallo.
- Eppure ci deve essere un punto che possiamo smuovere.- fece Kat picchiettando nervosamente le dita sulla scrivania. 
Fin sospirò.
In quel momento erano due le cose che avrebbe voluto. Uno, che Carisi fosse già tornato assieme ad Amanda.
Due, che non fosse il loro nuovo ADA ma un poliziotto. Per certi versi, aveva sempre pensato che Carisi avesse i tratti di Sherlock Holmes, quando si fissava su dettagli che di solito nessuno di loro si preoccupava di notare o quando seguiva piste e teorie che parevano del tutto campate per aria, per poi scoprire che era uno che aveva capito tutto prima di loro. 
Se fosse stato lì, era sicuro, avrebbe trovato la soluzione in un attimo. Avrebbe tratto un'idea geniale da un commento buttato lì, e fatto senza aver nemmeno pensato.
Avrebbero dovuto cavarsela senza di lui. In fondo, Carisi non era certo andato in giro per il paese a fare il turista. 
- Come andiamo?- fece Barba.
- Purtroppo signore, brancoliamo nel buio.- fece Kat - Ci sono... ci sono novità sul detective Rollins?- 
Barba sorrise, certo che quella notizia avrebbe rinfrancato gli animi.
- Donna Bucci ha collaborato.- fece Barba - Getz ha chiamato le ragazze subito dopo l'udienza, e ha detto a Milly che il provino era andato così bene che un produttore stava pensando di offrirle una parte in un progetto molto importante e come gesto di buona volontà le ha detto che poteva portare i genitori alla festa.- 
- Questa è subordinazione di testimone.- fece Kat - dobbiamo riferirlo al giudice.- 
Fin fece cenno di no con il capo - Inutile. Per il giudice il caso è chiuso, e quindi tutto quello che fa Getz una volta fuori non è un articolo di interesse.- 
- E pure se trovassimo un giudice disposto a darci retta e a riaprire il caso...- fece Barba - dipingerebbe Milly come una sgualdrina che ha fatto sesso con Getz con la promessa di un ruolo importante, e questo non gioverebbe alla sua famiglia.
Comunque, la sua ex moglie ci ha fornito un indirizzo. L'ho già fatto sapere a Carisi. Ora dobbiamo solo sperare nella sua diplomazia.- 
Fin parve rasserenarsi - Con le parole ci sa fare.- 
- Pure io ne ho qualcuna, non molto carina.- fece Kat - Mi domando come possa Granya Marcil prendere tutto quello che il suo fidanzato fa come una cosa normale. Se io scoprissi che il mio ragazzo prova ad adescare delle ragazze più giovani, lo seppellirei vivo.- 
Fin a quel punto parve avere un'idea. 
- Giusto... domandiamoci perchè lei NON lo fa e anzi, lo aiuta a caccia.- fece Fin - abbiamo arrestato pochissime molestatrici donne, e con un uomo alle spalle, ma che di solito non si rendono conto di essere delle vittime a loro volta.- 
- Pensate che Getz abbia molestato anche Granya?- fece Kat. 
- Non ti svegli una mattina e decidi di molestare o di abusare la prima adolescente che ti capita a tiro.- fece Barba - e per quello che so, non è impossibile che una vittima realizzi dei sentimenti positivi per il proprio carnefice.- 
- Tipo sindrome di Stoccolma?- fece Kat. 
- Ho visto vittime di stupro difendere il proprio stupratore ed allacciarvi una relazione consensuale quando ero a Brooklyn.- fece Barba - è un modo come un altro di illudersi di avere un po' di controllo.-
- Ok, cambiamo tattica allora.- fece Fin - Se non troviamo nulla nel passato di Getz che indichi che abbia abusato di qualche ragazza, proviamo con Granya.- 
...
...
...
- Grazie di essere venuta signorina Marcil.- fece l'avvocato Barba.
La donna sorrise con un'espressione strafottente - Avevo forse un'altra scelta?- 
- No, infatti.- fece Fin.
- Si può sapere qualche diavolo di problema avete?- fece la donna - Lo ha detto anche il giudice. Steve non ha fatto niente di male, è stato una vittima  delle circostanze.-
- Purtroppo la legge sa essere molto contradditoria quando vuole.- fece Barba - ma non siamo qui per parlare di Getz.- 
Granya parve calmarsi - In tal caso, sono tutta orecchie.-
- Parliamo di lei.- fece Fin - Vede Granya, è piuttosto insolito il suo comportamento. Il suo fidanzato rimorchia e fa sesso con delle ragazze a malapena maggiorenni o che hanno smesso ieri di giocare con le Barbie e lei non dice nulla, anzi gli da una mano.-
- Se mia moglie facesse una cosa del genere, non glielo perdonerei mai.- fece Barba - lei perchè è così accondiscendente?- 
Granya fece le spallucce. 
- Ho una mentalità molto aperta.- fece la ragazza - se voi siete bigotti e moralisti non è un mio problema.- 
- Granya, il suo... fidanzato... è un efebofilo. Significa che è sessualmente attratto da ragazze tra i quattordici e i diciotto anni.- 
- So cosa significa.- fece Granya alterandosi - Non sono una di quelle puttane ignoranti che fermate il venerdì sera mentre fanno un pompino ad uno che ha detto alla moglie che deve fare gli straordinari in ufficio per estinguere il mutuo, io ho studiato, ho frequentato il college.- 
I due alzarono quasi le mani.
- Nessuno dei due voleva insinuare questo.- fece Barba - Ma lei quanti anni ha? Ventinque? Ventisei? Non per offenderla, ma per uno con la perversione sessuale del suo fidanzato lei è pronta per l'ospizio già da un pezzo.-
- Steve mi ama.- fece Granya incrociando le braccia - ok, ogni tanto si porta a letto qualche ragazza che gli fa credere di essere un'adulta consenziente, e con questo? Ogni relazione si basa su un compromesso, e questo è il nostro.- 
- E lei ci crede pure?- fece Fin - a nessuna donna fa piacere vedere il proprio uomo tra le braccia di un'altra. Le dirò cosa penso io. Che lei sappia benissimo che ormai ha i giorni contati con lui, e pensa che se lo accontenterà con la sua droga preferita, lui capirà che lei lo ama profondamente e la terrà con sè anche quando sarà vecchia e piena di rughe.- 
- La smetta.- fece Granya - Steve mi ama, lei non ha la minima idea del legame che esiste tra noi.-
Barba non se ne curò e continuò - Beh, si fidi, non succederà.
Gli stupratori sono sociopatici per definizione. Non provano empatia e non si curano dei sentimenti e dei bisogni di nessuno, all'infuori dei loro. Lei potrebbe anche regalargli quaranta vergini minorenni ma alla fine la butterà via come un vestito vecchio.- 
- BASTA!!!!- urlò Granya alzandosi in piedi, rossa in viso e con gli occhi lucidi - STEVE NON LO FAREBBE MAI! AVREBBE POTUTO LASCIARMI DA ANNI, MA NON L'HA FATTO, E QUESTO SIGNIFICA CHE MI AMA ALLA FOLLIA!!!-
- No.- fece Fin - Getz l'ha tenuta con sè, questo è vero, ma non per amore o per semplice affetto. La tiene con sè per strategia. 
Molte ragazze non si sentirebbero tranquille a stare da sole con un uomo che le impasticca e le ubriaca prima di farci sesso... ma se vedono una donna che fino all'altro ieri era come loro che sorride loro e le tranquillizza, pensano che non ci sia da preoccuparsi.
Lei per Getz è solo uno strumento.
Ne meno ne più.
E quando sarà troppo vecchia per quel ruolo, la sostituirà più in fretta di come io mi cambio le camice.- 
- Non sapete quello che dite.- fece Granya alzandosi per poi dirigersi verso la finestra, per non mostrare loro gli occhi lucidi - Steve è buono con me. E' stata l'unica persona a trattarmi con un po' di affetto e di calore umano, che si è sempre preso cura di me. 
Mio padre non sopportava nemmeno di avermi accanto a tavola, e mia madre aveva troppa paura di prenderle per dargli contro... al primo pretesto mi ha buttato  fuori di casa, e mia madre non solo non ha mosso un dito, ma non è nemmeno venuta a cercarmi per sapere se ero ancora viva. Steve mi ha salvato da una fine orrenda.-
- Quanti anni aveva quando è successo?- fece Barba domandandosi se non fosse troppo tardi  per portare i genitori di Granya sul banco degli imputati con l'accusa di aver messo a repentaglio l'integrità fisica di una ragazzina. 
- Sedici.- fece Granya.
- Ed ecco arrivare Steve Getz.- fece Barba - Granya. Lui non l'ha salvata. Ha solo approfittato della situazione per sfogare i suoi desideri e anche se aveva superato, mi perdoni il termine, la data di scadenza l'ha tenuta con sè perchè sapeva che poteva essergli utile.- 
- Non voglio più ascoltare.- fece Granya visibilmente alterata, recuperando la giacca e la borsa - conosco i miei diritti, e visto che non sono in arresto posso andarmene. E se vi azzardate ad importunare di nuovo me o Steve, vi denuncerò.- fece la donna andandosene.
...
...
...
Il procuratore Hadid aveva assistito all'interrogatorio da dietro il vetro, e quando l'ex procuratore di Manatthan ed il sergente Tutuola uscirono non potè esimersi dal commentare - Non è andata come speravate vero?- 
Barba la squadrò prima di dire - Questo lo dice lei.
Lo scopo di questo colloquio non era estorcerle una confessione o qualche particolare contraddittorio, ma farle venire un ragionevole dubbio sul presunto grande amore che Getz nutra lei.- 
E da come aveva reagito, dovevano dire che la loro tattica si era rivelata vincente. Granya aveva continuato a negare con veemenza di essere uno strumento prima e una vittima poi di Steve Getz, ma più che con la convinzione di qualcuno che sapeva per certo di avere ragione, con la forza della disperazione. La disperazione di chi stava realizzando poco per volta che l'amore in cui aveva creduto e a cui si era disperatamente attaccata e di chi vedeva il proprio mondo andare lentamente a pezzi.
Tra l'altro erano riusciti a scoprire che Getz aveva avuto rapporti con lei, prima che raggiungesse l'età del consenso, anche se visto il giudice quello era un dettaglio che non sarebbero riusciti a proporre per buono. 
- D'ora in poi si farà serie domande su Getz e sui '' sentimenti'' che prova per lei.- fece Fin - e sospetto che il momento del crollo non sia lontano.- 
- Le metto un investigatore alle calcagna per tenerla d'occhio.- fece la Hadid prendendo il cellulare per poi allontanarsi.
- E noi nel frattempo che facciamo?- fece Kat - Rimaniamo buoni ad aspettare che una complice di stupro si faccia venire dei complessi e i sensi di colpa?- 
- No.- fece Barba - Ho un'idea per non far finire Bucci in un tripudio di pallottole. Mi servirà la vostra collaborazione.- 
...
...
...
Sonny era arrivato a Winnipeg e si era diretto senza sforzo all'abitazione di Bucci. Era una casa con il legno bianco, quasi una villetta in stile coloniale, con un ampio giardino anche se poco curato. 
Le luci erano spente. 
Non si fece ingannare. In fondo, qualcuno sul lato opposto della strada avrebbe potuto insospettirsi nel vedere le luci accese in una casa che sapevano per certo non essere abitata se non in determinati periodi.
Aveva passato circa mezz'ora in quel quartiere, girando avanti ed indietro, passando da un marciapiede all'altro per studiare i movimenti di chi era all'interno di quella casa. Il tutto con una coppola sulla  testa e gli auricolari del cellulare nelle orecchie, per far credere a chiunque lo osservasse che stesse semplicemente vagando senza una meta precisa mentre ascoltava un po' di musica, un modo come un altro per sfogare un po' di stress. Ed in un certo senso era anche per quello che lo stava facendo.
Era stato molto attento a non farsi notare, e nel frattempo teneva d'occhio la casa. Appena si fece notte si avvicinò piano, guardandosi attorno e dove metteva i piedi, ad una finestra praticamente allo stello livello degli scalini da cui si accedeva alla porta principale.
Donna Bucci aveva detto a Barba che quella finestra era di un piccolo ripostiglio da cui si entrava direttamente in casa, e che si chiudeva male, ma che non si erano mai preoccupati della cosa, perchè non era così larga o agevole da poter essere usata da un malintezionato. 
'' Tu però sei slanciato e atletico.''- gli aveva detto Barba -'' quindi non dovresti avere difficoltà.''
Cosa che infatti era avvenuta. Non aveva fatto fatica ad entrare da lì, ed era stato bene attento a non fare il minimo rumore.
'' Una volta dentro, perquisisci la casa con cura e guardati bene attorno. Rimani in vita.''
'' Ci proverò.''- gli aveva risposto. 
Quando fu in casa notò che la maggior parte dei mobili era ricoperta di lenzuola bianche. 
Mentre eseguiva la perquisizione, si avvicinò alla scala che portava al piano superiore.
Si tolse le scarpe per evitare di fare troppo rumore e salì. 
Da sotto la terza porta sul lato destro del piccolo corridoio filtrava un po' di luce.
Vi si avvicinò con cautela, quasi strisciando sul muro e quando arrivò alla porta, leggermente socchiusa, la aprì lentamente.
Fu allora che la vide.
Amanda era lì.
I capelli biondi come l'oro, di solito ben pettinati, raccolti in uno chignon o lasciati liberi e morbidi sulle spalle erano arruffati, il volto era visibilmente stanco e provato e sembrava contratto in una maschera di paura ed ansia.
Era ammanettata al calorifero, le caviglie immboilizzate dalle fascette per elettricista ed aveva del nastro adesivo sulla bocca.
Forse era pazzo, stralunato o entrambe le cose... eppure per lui era bellissima anche in quello stato. 
Le si avvicinò piano e le diede dei buffetti sulla guancia.
- Amanda?- fece a bassa voce - Amanda... Amanda, sono io...- 
La bionda aprì gli occhi ed iniziò a dimenarsi e gridare come poteva, ma le urla erano attutite dal bavaglio che aveva alla bocca.
- Calma non aver paura... sono qui per te.-
Amanda non parve calmarsi.
Ed il perchè lo scoprì subito.
- Se fossi in te pure io avrei paura.- fece la voce di Bucci alle sue spalle.
Sonny la riconobbe immediatamente. La voce del padre disperato che si era rivolto a loro per chiedere giustizia, il poliziotto che aveva dato il sangue per il suo paese e che da quel paese era stato tradito ed umiliato e che aveva causato loro tanto dolore.
Si voltò, e subito sentì un dolore lancinante pervaderlo.
La faccia di Bucci che gli puntava il teaser, i mugolii disperati di Amanda furono l'ultima cosa che sentì mentre era sul pavimento polveroso.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Confronto ***


Dopo averlo colpito con il teaser, Bucci fece stendere Sonny sulla schiena per perquisirlo. Non gli trovò armi addosso, solo il cellulare e il passaporto.
Il tutto sotto gli occhi increduli e terrorizzati di Amanda.
'' Ma che diavolo sei venuto a fare...?''- pensava la bionda. Quando vide Frank prendere la pistola, fu colta dalla terribile paura che potesse fargli del male.
Agì in un attimo di disperato coraggio, approfittando di avere le gambe libere per scalciare contro quelle di Bucci, facendolo cadere. 
- Minacciare un uomo armato, mentre sei legata non mi pare un'idea geniale.- fece Bucci rialzandosi.
- Non gli fare male, per favore.- fece Amanda supplicando - lui è dalla tua parte, vuole aiutarti...-
Nel frattempo, Sonny si stava riprendendo dalla scossa.
- Non... non ti volevo fare niente Frank...- fece Sonny riprendendosi poco a poco dalla scarica elettrica che gli aveva attraversato tutto il corpo. 
- Certo raccontalo a qualcun altro.- fece Bucci per poi puntare la pistola contro Amanda, con lo sguardo di chi era pronto a fare le peggiori follie - Lo hai avvertito tu, vero?-
Amanda si spaventò - No! Ti giuro, no!-
- Frank...- fece Sonny tirandosi su a fatica per poi pararsi davanti ad Amanda, come se avesse voluto farle da scudo umano - Andiamo... andiamo fuori a discuterne... lei non c'entra... abbiamo trovato l'auto con cui hai lasciato New York sul confine... è bastato controllare i registri immobiliari.- 
- Sta fermo.- fece Frank puntandogli contro l'arma - se fai una mossa, ti sparo.- 
- Frank.- fece Sonny cercando di rimanere calmo - Hai tutti i diritti di essere incazzato, ma non è così che si risolvono i problemi.- 
- Oh, e dove potremmo risolverli i problemi secondo te?- fece Bucci sfottendolo - Davanti ad un giudice? L'abbiamo già girata quella parte.- 
- Per quello che vale, non avevo idea che sarebbe finita in quel modo.- fece Sonny - ma se mi dai fiducia e un po' di tempo, io ti giuro, sarò io stesso a consegnarlo al correzionale...- 
Bucci rise.
- Ma perchè a voi avvocati serve sempre qualcosa?- fece Bucci - Certo, per voi è facile. Trovate la pappa pronta e dopo dovete solo mettere in fila qualche parola. Se vi danno ragione, bene, sennò che importa, c'è sempre un altro caso e magari quello andrà bene.... ma quelli che portate in aula non sono scartoffie, sono le vite di persone vere!- 
- Lo so.- fece Sonny con accondiscendenza - e lo so perchè fino a due giorni fa, ero ancora un detective. E so cosa vuol dire rischiare la vita, smuovere mari e monti per un caso e poi in tribunale vedere che quello che hai fatto non è servito a niente.
E anch'io ho dovuto confrontarmi che due persone che hanno fatto il peggiore degli sfregi a due persone a cui tengo moltissimo... hanno pagato tutti e due, e stanno pagando ancora, ma solo perchè ho avuto fiducia nel Pubblico Ministero che ha seguito il caso...
Fallo anche tu.
Fallo per tua moglie, per Ivy e Milly... non puoi aiutarle dalla galera.-
Bucci iniziò a camminare per la stanza nervosamente, sempre tenendo stretta la pistola, indeciso se mettersi a ridere o piangere. 
- Le mie figlie... mia moglie.... persino loro hanno preferito schierarsi con uno stupratore piuttosto che con me...- 
- Sono certa che c'è una spiegazione plausibile.- fece Amanda - Frank. Lavoro all'Unità Speciale da quasi dieci anni, e ti assicuro che uno stupratore sa come convincere una vittima di non averle fatto del male per convincerla a ritirare la denuncia.- 
- Ascoltala.- fece Sonny avvicinandosi piano - non so cosa sia successo, ma possiamo risolvere.-
In quel momento il cellulare del vice procuratore squillò.
Bucci dapprima fu sopreso, poi fissò l'italo americano con rabbia.
Amanda, che per un attimo si era illusa di poter riabbracciare le figlie, ricominciò a tremare come una foglia. Bucci era ancora in stato alterato, aveva assunto pastiglie e alcolici per rilassarsi un po' ad intervalli regolari, e al momento non era in grado di realizzare che non erano loro il nemico.
- Stavi cercando di fregarmi?!?!?- fece Bucci - Mi hai fatto quel bel discorso solo per tenermi buono e permettere ai tuoi amici di localizzarmi?- fece puntandogli contro la pistola.
Sonny però non pareva preoccupato e rivolse lo sguardo al display del telefono.
Bucci lo guardò... ed impallidì.
Conosceva a menadito quel numero.
- Perchè ti sta chiamando mia moglie?- chiese Frank sorpreso. 
- Perchè non glielo domandi di persona?- fece Sonny - scommetto che ha una gran voglia di parlare con te.-
Bucci prese il cellulare continuando a puntargli l'arma contro.
Non stava ricevendo una telefonata.
Ma una chiamata su Skype.
La aprì....
'' Frank!''- fece Donna con il volto deformato dall'angoscia e con la voce rotta dal pianto -'' Frank, Dio Mio, cos'hai fatto...?''
- Donna...- fece il poliziotto. Poco dopo sullo schermo apparvero anche le ragazze, visibilmente agitate e sconvolte. Dai loro occhi, Bucci deduceva che avevano pianto per ore - Milly... Ivy...-
'' Papà...''- fecero le due in cordo quasi. Poi fu Milly a parlare -'' Papà... papà mi dispiace tanto, scusami...  è tutta colpa mia, se non avessi dato retta a Granya tutto questo non sarebbe mai successo...''
- No, tesoro, no...- fece Bucci con i lucciconi agli occhi - tu non c'entri niente... è colpa di quel porco, non tua...- 
'' Sì ma... ma adesso rischi di perdere il lavoro, di andare in prigione...'' 
- Shhhh... amore mio, ascolta... non c'è niente al mondo che non sacrificherei per te e per tua sorella, capito? Voi siete i miei angioletti, siete la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita...-
Poi fu Ivy a parlare.
'' Papà, ti prego scusaci.''- fece la ragazzina -'' Ci manchi tanto.'' 
Lo schermo si rispostò su Donna.
'' Frank.
Lo so che non ti sono stata vicina quando avevi bisogno di sapere di non essere solo... ma ci sono adesso. Torna a casa, e affronteremo insieme tutto quello che verrà. Stavolta non ti lascerò da solo... per favore, torna da me e dalle bambine.''
Amanda guardò Sonny, che le sorrise complice.
Era quello il piano che Barba gli aveva suggerito di mettere in atto.
'' Le possibilità che ti scopra una volta introdotto in casa sono tante.''- fece Barba -'' non dimenticare che è un poliziotto esperto, e conosce il modo di agire di un sequestratore. E in una situazione simile avrà i sensi all'erta.'' 
'' Quindi che dovrei fare?''
'' Fargli credere di essere più furbo di te. Entra dalla via che abbiamo concordato, tenendo conto che a meno che tu non sia un ninja, un po' di rumore lo farai, volente o nolente. Lo farai di sicuro visto che quella finestra cigola.''
'' Ok. Poi?''
'' Muoviti per la casa sapendo che ti sta guardando, e fagli credere che non vuoi farti sentire. Continua a cercare mantenendo questa condotta, cercando di non farti uccidere.''
'' E quando saremo faccia a faccia?''
'' Tieni il cellulare acceso. Spediscimi un messaggio quando l'avrai davanti. Anzi, meglio ancora. Prepara il messaggio PRIMA di entrare in casa e con una mossa rapida invialo.''
'' E se mi uccide prima?''
'' Non lo farà. Ha rapito Rollins per rappresaglia contro una sentenza ingiusta, e questo non può che aiutarlo, ma la situazione si capovolgerà in fretta se si ritrova con il cadavere di un vice procuratore per le mani.''
'' E dopo che succedere?''
'' Fallo parlare. Non dirmi che non sai cosa dirgli perchè non ci credo.''- aveva sorriso leggermente -'' Il tempo di arrivare dalle Bucci e dirgli di chiamare Frank. Ora come ora sono le uniche persone che ascolterebbe senza pensare che lo vogliono fregare. Nel frattempo vi localizzeremo ed avviseremo sia le autorità locali che un'ambulanza.''
E doveva ammetterlo aveva funzionato alla grande. Dopo la chiamata della sua famiglia, che lo supplicava di fermarsi, di desistere e tornare, Bucci si era buttato in ginocchio, piangendo come un bambino ed implorando disperatamente il perdono. 
Sonny non disse una parola. Non sapeva cosa dire. Fino a pochi attimi prima, alternava un sentimento di comprensione a quello di una rabbia bruciante per quello che aveva messo a rischio la vita dell'unica donna che avesse mai amato davvero. Ora vedeva solo un uomo disperato che aveva lottato contro il mondo per un ideale che si era fatto troppo grande fino al punto di schiacciarlo.
Aveva continuato a piangere anche quando la polizia canadese lo aveva arrestato. 
- Che mi succede adesso?- 
Sonny sospirò - Verrai portato al distretto più vicino. Io chiamerò il mio capo in modo che prenda contatto con il procuratore locale, ed avvieremo le pratiche per l'estradizione. Accadrà abbastanza in fretta, visto che sei un testimone in un procedimento penale ancora in corso.-
- Mi dispiace tanto.- fece Bucci - Non volevo fare del male a nessuno.-
Sonny non lo ascoltò. 
Riteneva di aver ascoltato abbastanza persone in quei tre giorni, di aver udito molte voci, tranne quella che voleva sentire e gli mancava.
Si diresse verso l'ambulanza.
Amanda era seduta dentro la vettura, con una coperta per lo shock sulle spalle. Le avevano messo      sulle ferite e le avevano dato una bevanda calda. 
- Scusi... come sta?- fece Sonny al paramedico.
L'uomo sorrise - Non ha fratture ne ossa rotte per fortuna. Solo qualche graffio, non c'è nemmeno bisogno di portarla in ospedale, ha solo bisogno di qualche medicazione.- 
Sonny riprese a respirare come se lo avessero appena tirato fuori da una vasca piena d'acqua dove era costretto a stare in apnea.
'' Dio ti ringrazio...''- le si avvicinò sorridendo. 
- Jesse... Billie... loro come...- chiese Amanda con la voce che tremava. 
Sonny le strinse la mano per calmarla - Sono al sicuro dai miei genitori.-
- Ti prego portami a casa... devo vederle... per favore...- 
- Certo... domani.- fece Sonny - Saliremo sul primo aereo e torniamo a New York. Almeno diamo a mia madre qualche ora in più per viziarle un po'.- disse Sonny sorridendo.
Amanda si ritrovò a sorridere a sua volta.
Quel sorriso...lo sapeva il cielo quanto le era mancato.
...
...
...
La notizia della liberazione di Amanda si propagò in fretta. Persino Fin e Barba si fecero scappare qualche lacrima di felicità, anche se nessuno dei due lo avrebbe mai ammesso.
Ora che il pericolo era passato, Olivia decise di tornare a casa colta dall'impellente ed irrefrenabile bisogno di riabbracciare suo figlio.
Fu Barba a prendersi l'incarico di avvertire il procuratore Hadid della svolta in quella storia in modo che potesse coordinarsi il prima possibile con il procuratore di Winnipeg per procedere con l'estradizione. 
La donna commentò. 
- E' stata la mossa più irresponsabile, stupida ed incauta che abbia mai visto fare ad un vice procuratore o ad un poliziotto.- 
Barba la guardò malissimo.
Carisi gli aveva detto dei contrasti che aveva con il suo nuovo capo, per il fatto che Vanessa Hadid mostrasse un atteggiamento combattivo nei confronti della cultura dello stupro a telecamere accese per minimizzare e sminuire quando era sicura che nessuno la stesse guardando, della scarsa considerazione che aveva per le vittime e di come fosse interessata ad ottenere quanti più casi vinti possibili più che a tutelare gli interessi delle vere vittime. 
All'inizio aveva pensato che stesse esagerando, ma dopo averla conosciuta non poteva che concordare con lui.
E ritenne che fosse il caso di farle un bel discorsetto.
- Ha saputo che una persona a cui teneva era nei guai e ha agito di conseguenza.- fece Barba. 
- Non è più un poliziotto.- 
- Che cosa significa?- fece Barba - che dovrebbe fregarsene se qualcuno ha bisogno di aiuto? Lei è nuova, quindi le do un consiglio spassionato se vuole lavorare all'Unità Speciale. Non perda di vista il vero motivo per cui abbiamo deciso di fare questo lavoro.- 
- Cosa vorrebbe insinuare?- 
- Che la giustizia non è un business.- fece Barba - è un'ideale da difendere. Non un modo per guidare un'auto più bella o avere una casa più grande. Se la pensa in questo modo, tanto vale che si occupi di colletti bianchi.- 
- Non le permetto di parlarmi in questo modo.- fece la Hadid. 
- E lei non dovrebbe permettersi di pensare che vincere sia più importante che garantire alla vittima che potrà ricominciare da capo.- fece Barba - Ho collaborato con quest'unità per quasi sei anni, e una cosa l'ho imparata: vincere non conta se calpesti un'ideale.-
Ricordava ancora come era prima di conoscere Olivia e il resto della quadra. Ambizioso, sfrontato, l'unica cosa che voleva era dimostrare al mondo che nessuno poteva pensare di far fare la figura del fesso a Rafaèl Barba e poi vivere abbastanza a lungo per potersene vantare e non esitava a mettere in soggezione persino quelli che collaboravano con lui. Di solito quando qualcuno lo chiamava '' stronzo'' invece di offendersi se la tirava.
Poi era cambiato tutto. Aveva scoperto un lato di sè che non sospettava nemmeno di avere: un lato dolce, che amava prendersi cura di persone che considerava parte della famiglia e che pur di fare la cosa giusta era pronto anche all'estremo sacrificio.
Quando aveva conosciuto Carisi, e lui gli aveva dato ad intendere che lo stimava al punto di prenderlo come esempio, aveva quasi sentito la mano di Dio. Non avrebbe mai pensato di riuscire a farsi voler bene da qualcuno che non fossero sua madre e sua nonna, figurarsi essere considerato un modello da un giovane poliziotto con aspirazioni legali. All'inizio non sopportava di averlo attorno, con quella faccia da schiaffi che sprizzava gioia di vivere da ogni poro e quel suo dargli suggerimenti su come svolgere il suo lavoro... ma a poco a poco aveva iniziato a volergli bene, e riconoscergli una certa intelligenza, fino a nutrire per lui un sentimento di stima. 
Detto questo, se ne andò, lasciato una basita Hadid ai suoi pensieri. 
Mentre scendeva le scale che lo avrebbero condotto all'atrio del Palazzo di Giustizia, vide una giovane donna, di circa vent'anni, carnagione olivastra, occhi color dell'ambra e capelli castano chiari, abbigliata con un paio di jeans chiari, un maglione bianco ed un giubbetto rosso vermiglio. Pareva guardarsi attorno, come se stesse cercando qualcuno.
- Posso aiutarla?- fece l'ex procuratore.
- Non lo so, lo spero.- fece la donna - Ho saputo dai giornali che Steve Getz è stato rilasciato dopo un' accusa di stupro statuario... sa dirmi dove posso trovare il procuratore che segue il caso?- 
- Al momento è fuori città per lavoro.- fece Barba - ma può dire a me. Lo assisto io.- 
La donna esitò un attimo prima di dire - Mi chiamo Stacey Collins. Steve Getz mi ha stuprata.- 
Barba sgranò gli occhi.
...
...
...
Dopo aver preso in consegna Bucci e raccolto la testimonianza del procuratore e della detective di New York, i poliziotti canadesi furono così gentili da indicare ai due un piccolo albergo in cui poter passare la notte. 
- Il primo volo per New York parte domattina alle dieci.- fece Sonny mentre ordinava qualcosa con il servizio in camera - abbiamo tutto il tempo per dormire un po'.- 
Amanda scosse leggermente il capo, per fargli capire che lo aveva sentito. Per il resto si era raggomitolata sul letto da una piazza e mezzo della sua parte di camera comunicante. Ancora non poteva credere di essere di nuovo libera, e che a breve avrebbe potuto riabbracciare le sue adorate bambine... e quello a cui riusciva a credere ancora meno era che Carisi, il suo ex collega, quello a cui nel bel mezzo di un caso complicato aveva dato del traditore, quel collega di cui senza nemmeno rendersene conto si era innamorata, fosse saltato sul primo aereo ed avesse affrontato un uomo armato e pericoloso solo per salvare lei.
Con questi pensieri consumò lentamente quello che Sonny aveva ordinato per lei, nonostante avesse talmente fame da pensare di poter mangiare anche le posate.
Per tutto il tempo i due rimasero in silenzio, nonostante sentissero di avere una vagonata di cose da dirsi l'una con l'altro.
Lui non aveva idea di cosa dire ad una persona che era stata tenuta in ostaggio per giorni da un pazzo, e lei non sapeva cosa dirgli per ringraziarlo adeguatamente. 
- Si è fatto tardi...- fece Sonny - dovremmo dormire un po' prima del volo...- e nel dir così si avviò verso la porta della camera comunicante.
Non ci arrivò mai.
Amanda gli afferrò il braccio con entrambe le mani.
- Rimani qui per favore.- lo supplicò con una voce che quasi toglieva il cuore - dormi con me per favore... ho... ho bisogno di stare tra le tue braccia.-
Sonny fu sorpreso da questa richiesta, ma allo stesso tempo si sentì riempire il cuore di una gioia che non credeva fosse possibile provare. 
- Va bene.- fece Sonny accocolandosi con lei nel letto, tenendola stretta a sè - sta tranquilla, non vado da nessuna parte.- 
Per buona parte della notte, il vice procuratore non fece altro che cullarla e carezzarle i capelli, proprio come sua madre era solita fare con lui quando era piccolo, finchè non fu sicuro che i ricordi e le ombre di quei giorni d'inferno, non avessero deciso di lasciarla in pace almeno per qualche ora, pronto a scattare se per caso fosse stata preda di incubi.
Dal canto suo era felice.
Il suo cuore era di nuovo dove doveva essere.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Matchball ***


- Mi dispiace averti fatta venire...- fece Barba accogliendo il capitano Benson con un bricco di caffè - So che avresti preferito passare del tempo con Noah...- 
- Ti dirò.- fece Olivia - al momento non c'è nulla che mi dia pace, se non avere la certezza di poter vedere quel figlio di puttana dietro le sbarre. Meglio se di un carcere di massima sicurezza.-
- Concordo con lei.- fece il vice Capo Christian Garland - Ho le informazioni che mi aveva richiesto.- fece l'uomo di colore mostrandole un dossier - Stacey Collins. Scomparsa a Marzo di cinque anni fa, aveva quindici anni.-
La ragazza era considerata, all'epoca della sua scomparsa, una giovane promessa del nuoto, tanto da attirare l'attenzione di un selezionatore per la squadra olimpica. Una mattina era uscita per andare a scuola, ma non ci arrivò mai.
I suoi genitori, sapendo che subito dopo la scuola, sarebbe andata dritta agli allenamenti non si preoccupò fino a sera, ma non vedendola rincasare e non riuscendo a mettersi in contatto con lei, diedero l'allarme.
La polizia la cercò, per poi abbandonare le ricerche due giorni più tardi, in quanto vennero trovate le sue scarpe e la borsa da piscina nei pressi dell'East River.
I giornali e i poliziotti conclusero che probabilmente non riuscisse a gestire bene lo stress di dover essere la punta di diamante della sua squadra di nuoto ed un ottima studentessa senza riuscire ad essere una ragazzina, e che quindi avesse deciso di togliersi la vita.
- Il corpo non venne mai ritrovato.- fece Garland - e c'era un dettaglio a cui non riuscivo a smettere di pensare.- 
- Sarebbe?- fece Kat.
- Le scarpe.- fece il vice capo - Aveva percorso quasi cinque miglia per arrivare in un posto sporco, pieno di macchie d'olio e petrolio... ma le suole erano pulite. Anzi, oserei dire quasi uscite dal negozio.-
- Quindi erano state piazzate lì apposta.- fece Fin.
Garland annuì.
E cinque anni dopo la scomparsa, se ne usciva fuori dal nulla, come se fosse apparsa con una nuvola di fumo dichiarando che Steve Getz l'aveva violentata. 
...
...
...
- Me lo ricordo bene.- fece Stacey sorseggiando un tè caldo, in sala colloqui, davanti al capitano Benson e all'avvocato Barba - erano i primi giorni di Aprile, stava per cominciare il campionato.- 
- Puoi dirci com'è andata?- fece Olivia con tono materno.
Stacey annuì.
- Stavo andato a scuola a piedi. La sera prima mi ero allenata fino a tardi, e la mattina dopo non ho sentito la sveglia e ho perso il bus. Mia madre era uscita presto per lavoro, e così anche mio padre, e anche se ero molto stanca ho deciso di andare a piedi.- 
Ero appena uscita dal mio quartiere quando una macchina di grossa cilindrata mi si è avvicinata.- 
- Steve Getz.- fece Barba. Stacey annuì. 
- Ha detto che sembravo stanca e mi ha offerto un passaggio.- fece la ragazza - Lo so. Non avrei dovuto. Ma aveva un'aria così perbene...-
- Tesoro, non è colpa tua.- fece Olivia - L'ingenuità è tipica di chi ha un buon cuore. Ma chi la sfrutta, rimarrà sempre un infame.- 
Barba le fece segno di continuare. 
- Appena sono salita ha bloccato le portiere.- fece Stacey tremando, nel rivivere quel momento terribile - Ho cercato di urlare, ma lui mi ha stordita con un fazzoletto imbevuto di cloroformio.- 
Ora furono l'avvocato e la poliziotta a tremare.
Dalla voglia di massacrare di botte quel bastardo e di dire a sè stessi che ogni urlo di dolore era un gemito di piacere e che quindi si sentivano autorizzati a continuare. 
- Quando mi sono svegliata ero in una camera da letto... i miei vestiti, la cartella, e la borsa da piscina erano spariti. Avevo addosso solo la biancheria intima.
Getz veniva a trovarmi almeno due, a volte tre volte al giorno... ed ogni volta era per fare sesso. Io non volevo ma...- qui dovette fermarsi per asciugarsi le lacrime. 
Barba le porse un fazzoletto. 
- Grazie.- fece Stacey per poi riprendere - Con me ha fatto di tutto... sesso orale, anale, normale, a volte mi ha anche fatto praticare il bondage... e se rifiutavo mi picchiava e mi teneva per almeno tre giorni senza mangiare... allora sì, gli dicevo che avrei fatto tutto quello che voleva...- 
- Tesoro.- fece Olivia con gli occhi lucidi - Non ha importanza. E' comunque stupro. Negare cibo, acqua  o minacciare di qualunque cosa una persona per ottenere un consenso ad un rapporto sessuale è stupro.- 
- Veniva sempre in orari in cui poteva a dire a sua moglie che era in ufficio...- fece Stacey - Un giorno gli dissi che che la sua signora non l'avrebbe presa bene... e lui mi rispose che quella vecchia puttana aveva fatto il suo tempo, e che quindi ora toccava a me soddisfarlo.-
E la vecchia puttana non poteva che essere Granya Marcil, quasi ventunenne. 
- Come sei riuscita a fuggire? E perchè non hai avvisato la polizia?- chiese Barba.
- Una sera era arrivato ubriaco, e dopo avermi stuprata un'altra volta, si è addormentato.- fece Stacey - ho aperto la porta e sono scappata in strada... ero vicina ad una stazione di servizio. Ho visto un camion che faceva il pieno e ci sono saltata sopra... non sapevo dove fosse diretto, ma sapevo che mi avrebbe portata lontano da quell'inferno. E mi bastava.-
- Dove sei finita?- chiese Olivia.
- In Montana.- fece Stacey - ho trovato un lavoro da cameriera lì, in cambio di vitto ed alloggio, e ho cambiato colore dei capelli e mi facevo chiamare Wendy. Mi mancava casa mia, i miei genitori, ma avevo troppa paura che quel bastardo mi trovasse e mi uccidesse.- 
Poi aveva visto quel porco in tv, dove si diceva che era stato rilasciato dopo un'accusa di stupro, sulla base di un'interpretazione della legge... ed aveva deciso che se voleva ricominciare a vivere, senza temere di trovarselo davanti da un momento all'altro.. era giusto affrontarlo. Una volta per tutte.
- Se vi serve una testimonianza, contate su di me.- fece Stacey - Lo voglio in galera.- 
..
..
..
- Accidenti.- fece Kat che aveva assistito al colloqui da dietro il vetro - se si fosse fatta avanti prima, magari...- 
- Forse non è tutto perduto.- fece Fin guardando Garland.
L'uomo annuì - Non può essere processato due volte per lo stesso reato, anche se le accuse vengono da due persone diverse, però può essere portato in giudizio per altri reati.
E il rapimento e la schiavitù sessuale mi sembrano reati piuttosto gravi.-
- Chiamo la Hadid.- fece Fin - vediamo di chiudere il conto.- 
...
...
...
Alle sette del mattino, Sonny era di ritorno nella loro camera d'albergo con due caffè e due pezzi di crostata al cioccolato. Quella situazione gli ricordava quella di due anni e mezzo prima, quando lui e Amanda erano nel West Virginia per recuperare una sospettata. Avevano bevuto entrambi, e quando l'aveva riaccompagnata in camera si erano quasi baciati, e forse sarebbe successo qualcosa in più... non era successo niente, per lo meno non con lui. Sulla strada del ritorno era triste e deluso, ma in quel momento si sentiva felice come una pasqua.
Non era successo nulla di eclatante, avevano solo dormito, ma in fondo dove diavolo stava scritto che per dimostrare il proprio affetto ad una persona, era necessario fare sesso?
L'amore si dimostrava con i fatti, giorno per giorno. Si dimostrava dando supporto, dimostrando di essere pronti a sacrificare il proprio interesse per il bene dell'altro, senza aspettarsi premi o ricompense, se non il sorriso della persona per cui si sarebbe fatto uccidere.
Quando tornò Amanda era sveglia.
- Già in piedi?- fece Sonny.
- Potrei dire lo stesso di te.- 
- Volevo prendere qualcosa da mangiare.- fece Sonny - poggiando il tutto sul tavolino. Il medico ha detto che stai bene, ma che devi rimetterti in forze.... come... come hai riposato?- 
Amanda scrollò le spalle - Bene. A proposito, io... io non ti ho ancora ringraziato per essere venuto ad aiutarmi... non eri obbligato... non più...- 
- Non dirlo nemmeno.- fece Sonny - Ascolta. E' vero, non lavoriamo più assieme, non posso proteggerti sul campo, ma non significa che io debba lavarmi le mani di te. Sei sempre la mia collega... e sei sempre l'amica più cara che ho.- 
Amanda si guardò attorno, come se cercasse aiuto - E' proprio questo il punto. Sonny, io non voglio più esserti amica.- e vedendo lo sguardo ferito e deluso del vice procuratore si affrettò a chiarire - Io vorrei essere qualcosa di più per te. Non ce la faccio più ad averti sotto gli occhi, dirti che ti voglio bene, che è giusto così e intanto vorrei dirti che sei la persona migliore che mi poteva capitare e che non posso stare senza di te.
Il mio problema non sei tu che hai lasciato. Sono io che ti ho lasciato andare senza dirti quanto conti per me.- 
Sonny la abbracciò per calmarla. Stettero così per qualche secondo, poi quasi per caso le labbra di lei sfiorarono quelle di lui, e le loro bocche si unirono in un bacio appassionato, in cui vennero sfogati quattro anni di amore non corrisposto. 
Staccarsi fu quasi un dolore fisico.
- E se non dovesse funzionare?- fece Amanda - e se dovessi sbagliare tutto?- 
- Ehy. Al massimo SBAGLIEREMO.- fece Sonny - al massimo avremo qualche incomprensione, qualche battibecco, ma ci pagano per trovare il bandolo della matassa.
La soluzione la troveremo. Sempre.-
Amanda sorrise.
Per la prima volta in vita sua, era sicura di aver raggiunto la perfezione. 
...
...
...
La poliziotta e il vice procuratore, una volta scesi all'aereporto si diressero subito nel quartiere di Arden Heights, di Staten Island. Nel giardino della casa di famiglia di Sonny, coltivato a festuca, vi era proprio il signor Carisi che stava giocando a nascondino con la piccola Jesse.
Amanda non aspettò nemmeno che Sonny fermasse l'auto per scendere.
- MAMMA!!!!- trillò Jesse felice correndole incontro.
- JESSE! JESSE! JESSE!- fece Amanda correndole incontro per poi abbracciarla una volta a tiro. 
- MAMMA! MAMMINA MIA!!!!- fece la bambina mentre la madre quasi la soffocava di baci. 
- Oh tesoro mio quanto mi sei mancata... sei stata brava con la signora Carisi?- 
Jesse annuì.
- Sono state degli angeli.- fece Dominick Carisi Sr avvicinandosi a lei - era una vita che in questa casa non c'erano risate di bambini.- disse per poi andare a riabbracciare il suo '' ometto'' - Hai quasi fatto prendere un colpo a tua madre sai?- 
- Mi dispiace.- 
Poco dopo anche la signora Carisi con la piccola Billie uscirono, ed anche la più piccola delle ragazze Rollins fu '' costretta a subire'' un attacco di spupazzamento da parte della madre. 
Sonny si diresse verso sua madre, per abbracciarla, ricevendo in cambio uno schiaffetto ed un bonario rimprovero - Disgraziato, mi hai fatto morire di paura.- 
- Lo so mamma... scusami.- 
- E' passato ormai. Tutto passato.- fece la signora Carisi - adesso venite dentro. Ho preparato una bella  teglia di lasagne.- 
Sonny guardò il suo cellulare. 
- Voi mangiate pure. Io vi raggiungerò.- 
- Devi proprio andare, zio Sonny?- fece Jesse con una vocina a cui era impossibile dire di no. 
Sonny le carezzò la testa - Sì tesoro. Devo assicurarmi che un uomo cattivo vada in prigione. Dopo sarò tutto tuo e di tua sorella, te lo prometto.- 
Mentre si allontanava, Amanda gli lanciò uno sguardo che diceva -'' Fagli il culo''
'' Contaci''
...
...
...
Sonny fu accolto a braccia aperte da tutti i suoi colleghi, incluso il detective Tamin.
Persino Barba e Fin lo abbracciarono come a minacciare di soffocarlo. 
- Come sta Amanda?- fece Fin guardandosi attorno cercandola - non vedo l'ora di riabbracciarla.- 
- E' da mia madre, con le bambine....- fece Sonny - Cos'abbiamo?- 
- Ti aggiorno brevemente.- fece Barba porgendogli un dossier - Ti passo la palla. Ora tocca a te fare il punto.- 
Sonny sorrise come per dire -'' Lo farò.''
...
...
...
Liv e Garland stavano interrogando Granya Marcil, puntando più alal sua collaborazione che ad altro.
- Conosci questa ragazza?- fece Liv mettendole davanti la foto di Stacey Collins.
Granya la guardò prima di dire - Mai vista prima. Posso andarmene?-
Garland fece cenno di no - Si chiama Stacey Collins. E sostiene che il tuo fidanzato, cinque anni fa, l'ha rapita, tenuta prigioniera e stuprata in tutti i modi possibili, minacciando di farla morire di fame se non lo avesse accontentato.- 
- Steve non ha bisogno di fare questo se vuole una ragazza.- fece Granya - Lo state perseguitando solo perchè non siete riusciti a metterlo in prigione, perchè ha un modo di vivere troppo anticonformista per gente bigotta come voi.- 
- Ne riparleremo.- fece Liv - al momento però, vorremo parlare del fatto che abbiamo trovato il posto in cui veniva tenuta prigioniera Stacey. E sa a chi è intestato lo stabile?
A lei.- 
Per la prima volta, Granya sgranò gli occhi per la sorpresa.
- Non... non è possibile.- fece Granya pallida come un cencio - Sono co-proprietaria di alcune proprietà con Steve, ma non ho una proprietà solo mia... lo saprei...-
- E immagino che sia  sempre stato Steve a farle firmare i documenti relativi all'acquisto.- fece Garland. Granya annuì - e quindi è facile scoprire l'arcano. Lei si è fidata di Steve, e lui ne ha approfittato. Voleva violentare delle ragazze e gli serviva un buon nascondiglio... e ha acquistato quello stabile... per suo conto.- 
- No...-
- Così se Stacey o qualcun'altra fosse riuscita a sfuggirgli e a chiamare la polizia, dall'indagine patrimoniale sarebbe risultato che il posto in cui venivano rinchiuse e violentate era a nome suo, e lei sarebbe stata incriminata per rapimento e traffico sessuale.- fece Liv. 
- Come fanno gli usurai.- fece Garland - invece di depositare i soldi delle ruberie sul loro conto, li immettono in un conto che hanno intestato ad un amico o un parente, che ha concesso loro la sua firma perchè pensavano che agisse per il loro interesse.- 
- No. Steve non mi farebbe ma una cosa simile.- fece Granya sforzandosi di crederci per poi scoppiare in lacrime - Non è possibile... io lo amo, come può decidere di mandarmi in galera al posto suo?- 
- So che lo ama.- fece Liv - E so come ci si sente a non essere amati dalla propria famiglia, al punto di buttarsi tra le braccia di chiunque pur di avere la sensazione di essere importante per qualcuno e so anche che si fanno sciocchezze anche in nome dell'amore... ma ora è il momento di svegliarsi.
Granya, Steve ha smesso di amarti quando hai avuto diciotto anni ed un giorno. Ti ha tenuta con sè perchè sapeva che era più facile adescare delle ragazze da molestare, se avesse avuto una donna giovane e bella e dall'aria rassicurante.- 
- Non mi è mai andata giù questa cosa...- fece Granya - Ma continuavo a dirmi che andava tutto bene, e che se gli avessi dimostrato appoggio e sostegno avrebbe capito che lo amavo davvero e che avrebbe smesso...- 
- Non succederà mai.- fece Liv - Getz è uno stupratore sociopatico e l'unica persona di cui si preoccupa è se stesso. Non gliene frega niente di lei. Tanto è che quando Stacey lo supplicava di lasciarla in pace, di pensare a sua moglie lui le ha risposto che la vecchia puttana aveva fatto il suo tempo.- 
Granya iniziò a singhiozzare senza controllo e quando finalmente riuscì a calmarsi chiese - Che volete da me?-
- Testimoni.- fece Garland - Dica al Gran Jury cosa le ha fatto fare Getz, di come ha sfruttato la sua debolezza di adolescente sola e disperata senza famiglia, e di come l'ha usata. Saranno clementi con lei. 
Si farà solo una decina d'anni invece di trenta.-
Granya annuì.
Liv e Garland sorrisero. Anche quella era fatta.
Ora toccava a Carisi.
...
...
...
Abrams e Getz erano molto seccati per quell'attesa, e non poterono esimersi dal lamentarsi quando ''finalmente'' il vice procuratore Carisi e l'ufficiale Kat li degnarono della loro presenza. 
- Vi stiamo aspettando da più di tre ore.- fece Abrams - So che voi non avete di meglio da fare che perseguitare il mio cliente, ma siamo entrambi molto occupati.- 
- Per il suo cliente risolviamo immediatamente.- fece Sonny - D'ora in poi si farà una lunga vacanza...dai venticinque anni all'ergastolo.- 
- Cos'è, uno scherzo?- fece Abrams - Il giudice è stato chiaro. Il mio cliente osserverà quattro anni di libertà vigilata, senza avvicinarsi a donne di età al di sotto dell'età del consenso a meno che non siano in presenza dei genitori.- 
- Già, ma vede quell'accordo non copre dei crimini contro l'umanità.- fece Sonny.
- Ma lei è matto, o forse ubriaco?- fece Getz.
- No, ma ci sono due nuove accuse.- fece Kat - e una delle due è di una ragazza che sostiene di essere stata stuprata più volte da lei. E di aver fatto sesso con lei, in ogni modo, e più volte solo perchè lei la teneva prigioniera in questo stabile...- fece la poliziotta mostrandogli la foto di una palazzina di tre piani con il tetto verde - il tutto dopo averla rapita con la scusa di offrirle un passaggio.- 
- Non avete modo di dimostrarlo però.- fece Getz - ed anche se così fosse, il giudice ha detto che non è logico considerare una minorenne abbastanza conscia da decidere di abortire, ma non abbastanza per acconsentire ad un rapporto sessuale.- e subito impallidì.
Sonny si finse sorpreso per poi guardare Kat - Minorenne?- fece con la voce da innocentino - Scusa, ne abbiamo parlato noi che la nuova vittima è minorenne?-
Kat assecondò la recita - No avvocato. Il termine ragazza si riferisce ad una donna che può avere quindici, venti, venticinque anni... ma non abbiamo detto l'età, quindi il signor Getz come fa a saperlo?- 
'' Maledizione...''- pensò Getz iniziando a sudare freddo, non poteva credere di essersi tradito da solo in un modo così banale - Beh... sarà stata la situazione a suggerirmi che...-
- Lei sapeva.- fece Kat - Sapeva che le figlie di Bucci erano minorenni.- 
- E' stata colpa di Granya!- fece Steve - è stata lei a farmi credere che fossero adulte e consenzienti, io non c'entro.-
- Ma chi vuole prendere in giro?- fece Sonny - Lei ha stuprato ripetutamente una quindicenne minacciandola di farla morire di fame, tenendola rinchiusa in uno stabile. E sa come lo sappiamo? Perchè abbiamo accennato a questa vicenda e lei ha detto minorenne. Significa che lei sapeva.- 
- Anche se così fosse...- fece Abrams - Non avete modo di dimostrarlo, e il giudice non accosentirebbe mai a portare un fatto non comprovato che non è stato denunciato o portato in tribunale.- 
- Ha ragione, ma tanto sa a cosa mi appello?- fece Sonny - Alla testimonianza della signorina Marcil. Contro Steve Getz.-
Steve saltò a sedere, rosso come un tacchino - GRANYA?!?!? CHE COSA LE AVETE FATTO?-
- Lei che cosa le ha fatto!- fece Sonny puntandogli contro l'indice - Ho saputo di come vi siete conosciuti. Lei ha approfittato di una ragazzina fragile e bisognosa di affetto e l'ha trasformata in una spietata aguzzina.-
- Ditemi dov'è, devo parlarle.- fece Steve - Lei sa che la amo... non direbbe mai una mala parola contro di me, di sicuro le avete fatto qualcosa...- 
- Ah, la ama?- fece Sonny sarcastico - Quindi è per questo che si è portato a letto altre ragazze mentre stava con lei, e le ha intestato uno stabile in cui ha tenuto prigioniera e stuprato una ragazzina per quasi due anni, con la quale l'ha definita '' una vecchia puttana che ha fatto il suo tempo'', perchè l'ama? Bel modo di dimostrarlo.-
- Granya Marcil al momento è davanti al Gran Jury.- fece Kat - e sta raccontando a ventitre giurati di come procacciava minorenni per lei e di come le stordiva con droghe ed alcolici.- 
- Ed è vero che la legge sul consenso nel nostro paese può essere contraddittoria...- fece Sonny - ma sul fatto che una persona drogata ed ubriaca sia legalmente incapace di acconsentire è inequivocabile. Verrai accusato di molteplici imputazioni di stupro di primo grado. Starai ancora scontando la pena quando verrai interrato.-
Getz diede un pugno al muro fuori di sè - Che sgualdrina... sarebbe morta di fame e dissenteria se non fosse stato per me, e guarda come mi ripaga...-
- Steve adesso basta.- fece Abrams agitandosi. Se era entrato in centrale tronfio come un tacchino pensando di poter respingere anche quella ridicola accusa... ora iniziava non solo a nutrire dei dubbi, ma anche un forte senso di umiliazione per essere messo all'angolo da uno che gli sembrava uno scolaretto fresco di studi - vedrai che ora... io e il signor Carisi troveremo un accordo...- 
- Se lo scordi.- fece Carisi - Il suo cliente va in galera. E per sempre.- 
Poco dopo, due agenti chiusero Getz in una cella di sicurezza, mentre lui perdeva tutta quella sicurezza arrogante con cui aveva affrontato quella faccenda, conscio che ormai per lui la vita era finita.
L'interrogatorio di Getz e il suo arresto erano stati supervisionati da Barba, che stando bene attento a non mostrare la lacrimuccia d'orgoglio che brillava nei suoi occhi color smeraldo mormorò - Bravo il mio ragazzo.-
QUALCHE TEMPO DOPO
Quella faccenda, iniziata come un incubo, non avrebbe potuto concludersi meglio.
Steve Getz, riconosciuto colpevole di tutte le accuse, venne condannato ad una pena detentiva di 2360 anni. Tutto quello che possedeva fu pignorato e messo all'asta giudiziaria in modo che i proventi fossero usati per risarcire, seppur in minima parte le sue vittime.
Anche Granya Marcil finì in prigione, ma in virtù della sua deposizione ottenne solo dodici anni di carcere. 
Come promesso da Barba, Frank Bucci quando venne chiamato a rispondere di aggressione a mano armata e di rapimento di pubblico ufficiale, venne rappresentato pro bono dall'avvocato Rita Calhoun, la quale si accordò con il procuratore che seguiva il caso per sette anni di carcere e tre di libertà vigilata, e terapia obbligatoria per il controllo della rabbia.
Malgrado tutto Frank non era triste. Aveva ottenuto la giustizia che aveva chiesto, e aveva il supporto incondizionato di sua moglie e delle sue figlie.
E non c'era nulla di meglio di una festa per festeggiare.
Pure se era quella di nozze del padre di Amanda.
Era anche un ottima occasione per presentare al genitore il suo fidanzato, e quello che ormai considerava a tutti gli effetti il padre delle sue figlie.
- Allora...- fece Amanda prendendolo a braccetto prima di percorrere la navata della chiesa per prendere posto - sei sicuro di volerti imparentare con la mia famiglia?- 
Sonny sorrise - Prendo te, le bambine, Frannie, e tutto quello che mi porterà prendere te.- 
La bionda gli schioccò un bacio, mentre percorrevano la navata, e non potè non pensare a come sarebbe stato quando l'avrebbero percorsa davvero. Insieme.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3873195