Anime Multiverse

di Michele Magno
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Era una notte fredda a Central city ***
Capitolo 2: *** Cosa sta succedendo? ***



Capitolo 1
*** Era una notte fredda a Central city ***


Era una notte fredda a Central city; le sue strade erano sempre in perenne penombra e sdrucciolevoli, tanto che un passante, non troppo accorto, sarebbe potuto scivolare facilmente per terra e farsi un bel pezzo di strada col didietro. Il cielo però era sereno, neanche una nuvola. Il tempo era scandito dal rintoccare degli orologi in lontananza, erano le tre del mattino; un’ora un po’ strana per un’armatura e un giovane alchimista per girovagare per le strade deserte. 
“Al, non pensi che stasera sia una sera troppo tranquilla?”
“Non so fratellone, perché dici questo? Ti dispiace che non ci sia qualche alchimista che attenti alla vita degli alti generali e funzionari dello stato?”
“Non dico questo… Dico solo che non si sente davvero un’anima… tranne te…”
Tra i due scese un silenzio turbato, pieno di parole inespresse e di voglia di dimenticare.

Nel frattempo, nelle calde e semibuie stanze del Quartier generale stava uno zelante colonnello a lavorare, cercando di capire cosa stesse succedendo nella città e cosa avesse portato alla morte del suo amico… Aveva ordinato alla sua assistente di andare a casa, non dopo aver insistito un bel po’ e averle assicurato che non avrebbe fatto le ore piccole. C’era un silenzio quasi irreale sul piano, il telefono non squillava, non c’erano appuntati che facevano confusione con quei loro stivali portando qua e la scartoffie da un ufficio all’altro. Non c’era il maggiore Armstrong che passava ogni minuto denudandosi alla minima contrazione dei suoi possenti muscoli. Era la pace più assoluta, era quasi uno spreco passarla a lavorare, e piano piano si insinuò nel colonnello il desiderio di fare una piccola pausa e sgranchirsi le gambe camminando un po’ per le strade della città. Ormai non aveva più la concentrazione per lavorare, e desiderava davvero tanto staccare un po’ e riordinare le idee con una bella passeggiata, dopo tutto quello che era accaduto nelle ultime settimane. Prese il suo cappotto dall’appendiabiti accanto alla porta, chiuse a chiave la porta del suo ufficio, e cominciò ad avviarsi verso le scale. Sentiva solo i suoi pensieri e il ritmare delle sue suole sul pavimento di marmo. Appena aprì la porta del piano terra, un vento gelido gli diede uno schiaffo, e tanto forte fu lo sbalzo termico tra l’interno dell’edificio e l'esterno che ebbe un sussulto.

Stava ritornando a casa dopo aver fatto la spesa, e portava con se una pesante busta di carta con dentro delle scatolette per il suo “coinquilino”, Black Hayate. Si sentiva quasi nuda e indifesa senza la sua, pesante e ingombrante, ma protettiva, uniforme blu. Il cielo era terso, le strade erano praticamente deserte, si vedevano qua e la qualche animale notturno in cerca di avanzi nei bidoni della spazzatura; si sentiva solo il rumore dei passi della tenente e il latrare del suo buffo accompagnatore. Aveva però una strana sensazione, come se dovesse succedere qualcosa da un momento all’altro… 

“Uff, senti che vento… prima non c’era… Al, ci conviene ritornare a casa, mi prenderò soltanto un raffreddore a stare qui fuori…”
“Se bevessi più latte saresti più forte, fratellon-”
“Zitto, Al!! Mamma mia, tu e Winry vi siete messi d’accordo…”
Mentre i due parlavano un fascio di luce illumino per un instante il cielo, come un lampo, ma molto più luminoso… Come se il sole fosse rispuntato all’improvviso…
“Fratellone…”
“Sì, Al, ho visto… non poteva essere un’esplosione, non c’è stato il boato…”

Mentre stava camminando, girando un angolo, una potente folata di vento colpì il colonnello, per la seconda volta ebbe un sussulto…
“Mh, che serata fredda… Mannaggia a me e alle mie idee geniali… la tenente si era tanto raccomandata…”
All’improvviso un forte lampo di luce illuminò il cielo. Istintivamente il colonnello mise li dita come se volesse schioccarle, ma si fermò, non c’era nessun nemico o alchimista… non poteva essere un’esplosione, lui le conosceva bene…

Il boato di luce fece sussultare la donna, gli scivolò la busta a terra e prese istintivamente la pistola di ordinanza che portava sempre con se; era senza uniforme, ma non del tutto senza sicurezza. Black Hayate abbaiava al nulla. La strada piano piano risuonò delle voci delle persone che erano state svegliate dal lampo di luce. In breve tempo qualche finestra fu aperta e le facce incuriosite di uomini, donne, bambini, vecchi, scrutavano l’orizzonte, cercando di capire cosa stesse succedendo. 

“Al, andiamo a vedere, il bagliore non era lontano da qui!”
“Sì fratellone!”

“Proprio la sera in cui non c’è nessuno al Quartier generale doveva succedere una cosa del genere… dovrebbe essere non troppo lontano da qui l’origine del lampo”

“Black Hayate, zitto! Calmo! Calmati ti ho detto” disse la donna, prendendolo in braccio e dirigendosi verso il luogo del lampo.

Piano piano, nonostante tutto, la città ricominciò a piombare silenziosamente nel sonno da cui era stata violentemente svegliata. 

“Edward, Alphonse! Che ci fate qui?” tuonò con il suo solito tono imperioso il colonnello. 
“Ha visto anche lei il lampo di prima? È opera di un alchimista?” rispose Ed, confortato di vedere un volto amico.
“Colonnello, fratelli Elrich, che ci fate qui? Avete visto anche voi il lampo? Ci sono civili?”
“Buonasera Tenente, anche lei qua? No, non ne ho visti arrivando qua” disse sbrigativo il colonnello “Chi o cosa ha creato questo lampo?”
“Tenente, potrebbe essere stato un alchimista?” chiese Al.
“Non conosco un alchimista capace di una cosa simile, da solo per giunta…”
I quattro erano giunti davanti a una piazza, al centro della quale c’era un edificio che sembrava da tempo abbandonato.
“Questo non è il laboratorio numero 3?” Disse il colonnello, incrociando lo sguardo del tenente.
“Sì, è lui… Ma non dovrebbe essere in smantellamento?”
“Io e il tenente entriamo, voi rimanete qua fuori, potrebbe essere pericoloso.”
“Ma colonn-”
“Niente ma”, disse con tono di comando ad Ed, “rimanete dove siete, sono un vostro superiore.”
Velocemente il colonnello stirò con il palmo della mano il suo guanto con il disegno alchemico e fece qualche scintilla, per vedere se l’umidità della notte poteva influire sulla sua alchimia. Il tenente tolse la sicura dalla sua pistola e consegnò ad Alphonse Black Hayate.
Guardandosi negli occhi i due entrarono, con i sensi al massimo, forgiati da anni di combattimento ad Ishbar, e sparirono nel buio del capannone. 

I due fratelli intanto, scalpitanti e infreddoliti, gironzolavano attorno a un lampione. I due militari erano entrati nell’edificio da almeno cinque, interminabili, minuti. Di loro nessuna nuova. Non s’era sentito uno sparo, un urlo, un bagliore rosso delle fiamme del colonnello. Nulla. I minuti passavano interminabili. Arrivati al decimo minuto Ed non ce la fece più, “Al, io vado, voglio vedere che sta succedendo”
“Ma fratellone, il colonnello ci ha detto…”
“Lo so, ma se fosse pericoloso avremmo sentito qualche sparo, no? Tu bada al cane della Tenente!”
“No, vengo anche io”, disse, infilando Black Hayate all’interno della sua armatura, in un punto rivestito in pelle per farlo stare più comodo. “Al massimo ci prendiamo una sgridata dal colonnello”.
Entrarono dentro il capannone. I due militari avevano spianato i cespugli e i rovi che intanto erano cresciuti, nel caso in cui fosse stata necessaria una fuga repentina. Per i due fratelli, così, non fu difficile seguire le loro orme. Li trovarono dentro un grande stanzone con un soffitto altissimo. Quello che si trovarono davanti aveva dell’incredibile. Al centro dell’enorme stanza c’era un globo luminoso evanescente che, come un vortice, risucchiava l’aria che gli stava nelle immediate vicinanze. I due militari erano ancora lì, fermi, ad osservare il globo, ad una distanza di sicurezza. Si vedeva che anche loro erano sorpresi, nonostante i tanti anni nell’esercito. Chi mai avrebbe potuto fare una cosa del genere? Che alchimia era? Non si vedevano schemi alchemici, che l’alchimista che aveva creato il globo e, forse, il bagliore, fosse entrato in contatto con la Verità?
All’improvviso la pancia di Al brontolò, e Hayate uscì fuori dalla gamba della corazza correndo verso la padrona. I due si girarono verso i fratelli, avevano uno sguardo di rabbia, misto a rimprovero, ma la situazione era troppo surreale per poter comportarsi in modo normale. Il colonnello fece cenno ai due di avvicinarsi, ormai erano lì, che senso aveva cacciarli via?
“Che ne pensate?” disse fissando il globo, “non può essere un’opera di un alchimista qualunque…”
“Neanche noi abbiamo visto una cosa del genere” disse Edward, quasi ipnotizzato dal globo.
“Chiamiamo rinforzi?” disse la tenente, ma il colonnello liquidò la sua domanda con un cenno della mano. Voleva capire cosa aveva davanti, non voleva svegliare mezzo battaglione per un globo luminoso, a quanto pare innocuo, per giunta.

A un certo punto qualcosa però cambiò. L’aria nella stanza cominciò a diventare sempre più fredda. I muri piano piano cominciarono a gelare e a creparsi per lo sbalzo termico. I quattro furono presi alla sprovvista e cercarono un modo per ritornare indietro, ma un pezzo di soffitto cedette e crollò proprio di fronte all’uscita. Non era possibile spostarlo in tempi brevi. Il colonnello cercò di utilizzare la sua alchimia, ma il fuoco non attecchiva, si trovava nella situazione di fare veloci, grandi, ma inutili fiammate. 
A un certo punto il globo parve espandersi e occupare sempre più spazio. E cominciò a parlare, ma non parlando normalmente, ma indirizzando le parole direttamente ai cervelli dei quattro malcapitati. Era una voce lontana, ma chiara, come quando si parla da un capo all’altro di un corridoio. 
“Edward e Alphonse Elrich, Riza Hawkeye, Roy Mustang, non opponete resistenza. È inutile sfuggirmi.”
Il colonnello cominciò a sparare fiammate in direzione del globo, ma esse venivano risucchiate dal globo e per un momento fu venato di linee rosse, come se per un istante le fiamme diventassero un tutt’uno col globo.
“Colonnello, non è questo il luogo e il momento per sfoggiare le sue fiammelle” e espandendosi sempre di più cominciò a risucchiare più velocemente e con più forza ciò che gli stava nelle immediate vicinanze. Per poco l’elmetto di Alphonse non fu risucchiato. Allora il globo con un bagliore accecò i quattro e in un secondo li inglobò come una goccia di ambra ingloba un insetto su un tronco. Dei quattro, alla fine, non rimase più nulla; solo le ombre nel pavimento.

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Commenti al testo

Ciao a tutti! Questa è la mia prima FF che scrivo, sia su questa piattaforma, che in assoluto. L'idea di base è un po' rubacchiata dagli ultimi film degli Avengers, lo so, però appena ho avuto l'idea di base di questa FF ho voluto subito provare a svilupparla, per vedere cosa veniva fuori. Di solito noi siamo abituati a considerare ogni anime e/o manga come un universo a se stante, che non ha assolutamente contatti con altri presonaggi. Per esempio, ci sorprenderebbe non poco se in Dragon Ball, all'improvviso, esca fuori Saitama o All Might a risolvere la situazione a suon di mazzate (nel caso di Saitama a suon di mazzata al singolare ahahaha), dando manforte a Goku, Vegeta e gli altri. Come ho scritto anche nell'introduzione alla FF è più una prova che una FF vera e propria; voglio vedere cosa succede facendomi guidare dai personaggi. Per ora non me la sento di dare una cadenza fissa degli episodi, perchè devo capire un po' il format e come sviluppare i primi punti della storia in sè. Sarebbe interessante fare un sondaggio volta per volta per far inserire nuovi anime/manga, così da non far ristagnare la storia e farmi e farvi conoscere opere che manco immaginavate potessero esistere.
Spero che il testo vi sia piaciuto, ci sarano sicuramente errori qua e là, soprattutto sui nomi (sorry Black Hayate, sicuramente l'avrò scritto in ventitrè modi diversi hahahaha), spero che sarete clementi ahhahaha
Un abbraccione e arrivederci arrileggerci!

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Capitolo 2
*** Cosa sta succedendo? ***


“Che dolore alle ossa… Mi sembra di essere caduto dal terzo piano di un palazzo…” disse dolorante il Colonnello.
Si scrocchiò un po’ le ossa e si rese conto che intorno a lui non c’era più Central city; era finito nella zona desertica tra Amestris e il grande stato di Xing? Si stagliava di fronte a lui una landa desertica desolata… a perdita d’occhio vedeva solo deserto e sabbia. Era forse l’inferno? Era morto? Non ricordava niente… Aveva i ricordi confusi… L’unica cosa che si ricordava era il freddo della sera precedente… poi di essere entrato in un laboratorio abbandonato… una forte luce e poi nulla…
Si girò e dietro di lui c’erano i suoi tre, sventurati, compagni.
“Tenente, si svegli!” disse strattonandola e dandole degli schiaffetti sul viso, rinvenne quasi subito e fu sorpresa di ritrovarsi il colonnello così vicino.
“C-Colonnello, che è successo? Dove siamo?... Ah, la testa… che dolore… Questa non è Amestris…”
“Non lo so, si riesce a vedere solo una landa desolata tutt’intorno…”
Nel frattempo avevano ripreso conoscenza Alphonse e Edward.
“Fratellone, guarda quanta sabbia! C’è sabbia ovunque!”
“Ho visto Al… dove potremmo essere? Colonnello conosce questo posto? Tenente?”
“Forse siamo sul deserto al confine con Amestris..." disse il Colonnello guardandosi intorno "se ci mettiamo subito in marcia dovremmo farcela… ma prima di tutto, dobbiamo capire come sopravvivere! Siamo in una terra di nessuno, ci sono delle bande di beduini, dobbiamo tenere gli occhi aperti... Tenente, ha con se la pistola?”
“Si, ma ho con me solo i colpi del caricatore… Non pensavo di finire in un deserto…”
“Fratelli Elric, voi come state? State all’erta, non sappiamo da dove possa venire il pericolo in un contesto così aperto… per ora penso sia una buona idea cercare di capire dove andare… Mi ricordo che all’addestramento ci insegnarono che la nostra ombra indica il nord… grosso modo nella direzione opposta ci dovrebbe essere il confine con Amestris… Se siamo fortunati riusciremo a incontrare una pattuglia di confine…”
Mentre il Colonnello stava parlando, da dietro una duna, si sentirono chiaramente due voci parlare, una profonda e calma, l’altra più giovane. Il Colonnello smise di parlare e con un cenno della mano fece prendere a Riza la pistola, mentre lui stirava il suo guanto alchemico.
Le voci erano concitate, e il colonnello riusciva anche a comprenderle… Che fossero anche loro di Amestris? Che ci facevano altre due persone, oltretutto di Amestris, nel deserto? Forse volevano accertarsi della loro morte! Senza rifletterci corse verso la duna e schioccò le dita creando un cerchio di fuoco attorno ai due stranieri. Fu  sorpreso di vedere un ragazzo e un uomo muscolosissimo, tutti e due con calzamaglie coloratissime!
“Midoriya, attento!”
“All Might! Ci stanno attaccando!”
“Quell’uomo ha la piena padronanza del suo Quirk! È riuscito a creare attorno a noi un cerchio di fiamme e riesce a mantenerlo senza sforzarsi! Stai attento Midoriya… È strano però che indossi un’uniforme… che sia di qualche organizzazione paramilitare?”
Il tenente nel frattempo puntò la pistola contro i due intimandogli di alzare le mani.
“Venite da Amestris o da Xing? Perché siete qui?” urlò il colonnello, pronto a schioccare di nuovo le dita.
All Might guardò Midoriya con uno sguardo incredulo e rispose “Non conosciamo nessuna di queste città! Veniamo da Tokyo… anche se ora come ora non capiamo dove siamo…”
A questo punto fu il Colonnello a guardare con aria interrogativa il Tenente; nessuno dei due conosceva e non aveva mai sentito parlare di questa Tokyo…
“Tokyo è a Xing? Siete di Xing?” chiese il militare, sempre pronto a schioccare le dita.
“Non sappiamo dove sia quasta Xing che voi dite… È una città, un villaggio?”
“È una nazione, come Amestris! Queste due nazioni confinano ed hanno come loro confine una zona desertica!" disse snervato Mustang, pensando che facessero gli gnorri.
"Non siamo nel deserto del Sahara? Non mi ricordavo confinasse con questi due paesi…” disse, guardando sempre con più stupore il suo allievo… “Siamo stati teletrasportati qui da una sorta di Quirk… ci ricordiamo soltanto un globo bianco e luminoso che ci ha inglobati…”
Sentendo queste parole Mustang abbassò il braccio, lo stesso fece Riza riponendo l'arma. Intanto i fratelli Elric stavano superando la duna, “Per “Quirk” intendete una forma d’alchimia?” disse Riza, desiderosa di capirci qualcosa
Sentendo parlare di alchimia i due eroi scoppiarono a ridere, provocando il risentimento del Colonnello che cominciò a fare scintille con le mani come un accendino.
“No, i Quirk sono delle mutazioni genetiche che hanno portato il genere umano ad avere dei poteri” disse All Might, “Alcuni utili, altri meno. Si stima che circa l’80% della popolazione mondiale ne abbia uno… Anche il tuo è un quirk, un quirk di tipo fuoco, no?” indicando il militare. Guardando Midoriya “Che sia una caratteristica genetica anche il caratteraccio dei portatori dei quirk di fuoco? Mi ricorda troppo Endeavor questo qui…”
“Quindi mi state dicendo che voi non avete bisogno degli schemi alchemici per avere questi poteri?” disse sbalordita Riza
“È impossibile che la Verità permetta tutto ciò…” disse fra se e se il Colonnello… "Non è stata rispettata la regola dello scambio equivalente... c’è qualcosa che non quadra…"
Mentre i sei cercavano di capirci qualcosa si sentì la terra sotto i loro piedi tremare e un rumore assordante, come quello di un pianto di un bambino, squarciare l’aria. Dal terreno uscì fuori un essere tutto blu, a prima vista sembrava un armadillo, ma molto più grande! D’istinto il colonnello schioccò le dita verso l’essere uscito dal sottosuolo, ma non fece altro che fermarlo per un istante. Era troppo grande per potergli sparare e sperare in qualche effetto e Riza rimase pietrificata, impotente, senza poter fare niente…
“Fratellone!” disse Al, poggiando i palmi sulla sabbia e creando un piccolo cannone “Aiutami! Dobbiamo fare qualcosa! È velocissimo!”
“Eccomi Al!” poggiò anche lui i palmi a terra e creò anche lui un piccolo cannone con cui cominciarono a bombardare il mostro, ma le loro armi non sortivano effetto. Per quanto sembrasse un essere organico, sembrava un carro armato, la sua corazza sembrava fatta di metallo più che di osso!
“All Might! Che facciamo?”
“Non lo so Midoryia… sembra non avere punti scoperti… l’unico modo per fermarlo sembra sia la forza bruta… dovremmo dargli un pugno abbastanza forte da riuscire a stordirlo… Te la senti di provare?”
Il giovane allievo fece cenno affermativo con la testa. Allora si mise in posizione, preparando ogni singola cellula del suo corpo a dare il massimo.
I due allora si misero in posizione, e corsero, serrando i pugni, verso l’essere urlando all’unisono “TEEEEEEEEEEEXAS SMAH!” sferrando un pugno così forte da far capovolgere l’essere e immobilizzanrlo, quasi come fosse una grande tartaruga.
“C-Colonnello ha visto? Non può essere alchimia…” disse Riza, visibilmente sorpresa.
“No, non può essere…”
“Chi sono questi due uomini? È impossibile che non conoscano Xing e Amestris… ma è impossibile… da dove vengono? Parlano di Quirk… sembrano di un altro pianeta…”
“Fratellone! C’è altra nebbia laggiù! Sarà un altro di quei mostri?”
“Non lo so Al… Dove siamo finiti? Ad Amestris non ci sono mostri del genere… Non penso neanche a Xing…”
“All Might… anf anf… ne arrivano altri!”
Neanche il tempo di finire di parlare che un enorme essere umanoide piombò dal cielo con una lancia, squarciando la pancia dell’essere, perforando una grossa perla blu venata da chiazze gialle. L’enorme essere sembrava una bambola, era tutto bianco con delle zone rosse. Aveva un viso umanoide.
“Al…”
“Fratellone, n-non ho m-mai visto nulla del genere…”
“Come hanno fatto a unire un’anima a un’armatura così grande!”
“Non lo so!” disse Al urlando atterrito.
“All Might, che sia un Quirk che trasformi la persona in un robot? Ma come fa a ingrandirsi così tanto? Che sia l’unione dei quirk di Mount Lady e di rafforzamento? Però Mount Lady rimane umana, sembra un gigante, questo sembra un Gundamm!”
“Midoriya, non so che dirti, non ho mai visto una cosa del genere” disse All Might, cominciando a fumare dai suoi muscoli; stava per lasciare la sua Muscular form.
L’essere umanoide chinò il capo verso il basso e, con sorpresa di tutti, non solo aveva una voce femminile, ma parlava anche giapponese “Darling! Guarda! Ci sono dei Bambini!”
“SONO DEGLI ADULTI! SONO FUORI DA UNA PLANTATION!” urlò invece un secondo robot, bianco e rosa, con enormi artigli dorati, atterrato accanto al primo robot.
“Zorome, non possono essere degli adulti, non sono vestiti come loro…” disse, sempre dallo stesso robot, una voce femminile
“Allora cosa sono, forza, dimmelo tu?”
“Ma che ne so Zorome, ma almeno non dico stupidaggini come fai sempre tu!”
“Cosa? Io dico stupidaggini? Hiro! Hai sentito! Io dico stupidaggini!”
“Zorome, Miku, non litigate!” disse un terzo robot, questa volta blu e bianco, con voce femminile “Chi siete?” disse la stessa voce rivolgendosi ai sei umani.
“Sono il colonnello Roy Mustang, della città di Amestris!” disse il colonnello, urtato per essere stato etichettato come “bambino” da dei bambini dentro scatole di metallo.
“Io sono l’eroe All Might… coff coff… abito a Tokio!” disse l’eroe numero uno mentre scompariva in una nuvola di fumo, sotto gli occhi increduli di quasi tutti.
“Si è rinsecchito!” disse, sempre più sconvolta dagli eventi, Riza, non sapendo più cosa stesse succedendo.
Piano piano sempre più esseri giganti si riunirono attorno ai sei, fino a che non ci furono, intorno alla carcassa dell’essere morto, cinque enormi robot, da cui scesero dieci ragazzi, della stessa età di Midoriya e dei fratelli Elric.
“Fratellone, non c’erano delle anime dentro… c’erano dei ragazzi come noi…”
“Con quale tecnica alchemica fanno muovere questi bestioni?”
“Tecnica alchemica? Si muovono grazia alla Magma energy” disse Mitsuru, con tono saccente e distaccato “dove siete stati in questi ultimi… secoli?”
“Magma energy” disse Midoriya, “quindi si può ricavare energia dal magma che sta nel sottosuolo?!? Come fate a estrarlo dal centro della terra? Avete sviluppato una lega particolare per resistere a temperature estreme? Che lega è? Fino a che profondità siete arrivati? Sicuramente le vostre città saranno super tecnlogiche!” non la finiva più di fare domande e ogni domanda che faceva gli si allargavano ancora di più le pupille.
“Penso sia arrivato il momento di ritornare al Mistilteinn… Ho già avvertito sia Hachi che Nana… Come siete riusciti ad arrivare qui? Poi questi vestiti? Che cos’è Amestris? Una Plantation?”

Ad attendere i bambini e i loro strani ospiti c’erano sia Hachi che Nana, insieme a dei soldati armati.
Appena entrarono Deku fu il primo a parlare, con un tono sorpreso, “Magma energy? Ma questa è una normalissima casa di città… non vedo nulla di strano…”
“È vero, assomiglia un sacco alla nostra casa che avevamo Resembool… ci sono degli esseri strani, ma l’architettura è sempre la stessa Fratellone” disse sollevato Alphonse.
Schiarendosi la voce Nana attirò l’attenzione di tutti “Piacere, io sono la tutrice e la soprintendente dei bambini che vi hanno salvati, mi chiamo Nana; lui è il mio collega, Hachi” lui fece un cenno di saluto con la testa. “Ci sorprende non poco vedere degli adulti fuori da una Plantation" continuò Nana "soprattutto con questi strani vestiti addosso… Di che Plantation siete?”
“Piacere, Colonnello Mustang” disse sbrigativo “Non siamo di nessuna «Plantation»… Noi quattro proveniamo da Central City, capitale di Amestris. Sono un Alchimista di Stato, esigo parlare con il vostro superiore. Voglio concludere questa faccenda il prima possibile e ritornare in città.”
“Sono All Might, eroe numero uno del Giappone. Vorrei anche io parlare con il vostro superiore, anche io e questo ragazzo vogliamo ritornare al più presto a Tokyo…”
“Temo sia impossibile” disse Hachi, avvicinandosi e studiando i suoi due interlocutori “ora siete sotto la nostra tutela e protezione. Stavate per essere attaccati e uccisi da uno Stridiosauro. Per il momento vi daremo una sistemazione qui al Mistilteinn. Poi cercheremo di risalire alla vostra Plantation.”
“Mi sembra di non essermi spiegato allora, io non conosco nessuna Plantation! O ci fa parlare con un suo superiore, o dovrò parlargli con la forza!”
“Colonnello, si calmi” disse conciliante Riza “non siamo nella posizione di poter esigere nulla…”
“Ma il Colonnello ha ragione” disse Edward, facendo un passo avanti e affiancandosi al Colonnello “siamo in un contesto straniero, a dir poco ostile, con esseri blu che spuntano dal terreno che ci vogliono uccidere. Io esigo almeno capire dove siamo e che sta succedendo! Sembra di non essere neanche sulla Terra…”
“Siamo sulla Terra, siamo nel XXI secolo…” disse in modo annoiato e con tono ovvio Hachi.
COME?!” Urlarono tutti e sei in coro “Come XXI secolo!”
“È impossibile” disse ridendo il Colonnello “siamo un secolo nel futuro… Se il vostro è uno scherzo… siete tutti pazzi!”
“N-Non siamo un secolo nel futuro… siamo nel nostro stesso secolo…” disse spiazzato All Might, ritornando con la mente al deserto di prima… “Come è possibile che tutta la nostra civiltà sia... sia scomparsa nel nulla…”
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Commento al testo
Buongiorno a tutti!
Questo è il secondo capitolo del mio Crossover, sto cominciando a inserire un po' più di personaggi, e la trama nel suo complesso sta cominciando a definirsi nella mia testa! Spero che vi piaccia!
Fatemi sapere la vostra con un commento!
Un abbraccione e arrivederci arileggerci!

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