La farfalla senza ali

di Aliasor
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ritorno ***
Capitolo 2: *** Il principe e la nobile ***
Capitolo 3: *** Filastrocca ***
Capitolo 4: *** Nebbia ***
Capitolo 5: *** Robert Prince ***
Capitolo 6: *** Il discorso ***
Capitolo 7: *** Il giorno dopo ***
Capitolo 8: *** Yinglong e Fu ***
Capitolo 9: *** Speciale parte prima: Festicciola ***
Capitolo 10: *** Speciale parte seconda: Farfalla Blu ***
Capitolo 11: *** Speciale parte terza: Interruzione ***
Capitolo 12: *** Notiziario ***
Capitolo 13: *** Leaves from the Vine ***
Capitolo 14: *** Database: Megalovania ***
Capitolo 15: *** Intermezzo ***
Capitolo 16: *** Intermezzo II ***
Capitolo 17: *** Atto I: La terza strada ***
Capitolo 18: *** Atto II: Una storia ***
Capitolo 19: *** Atto III:Impiccarsi o Vivere ***
Capitolo 20: *** Atto IV: Ridi Pagliaccio/Parte 1 ***
Capitolo 21: *** Intermezzo III ***
Capitolo 22: *** Atto V: Eseldorf ***
Capitolo 23: *** Avviso ***



Capitolo 1
*** Il ritorno ***


Cominciava sentirsi vecchio, non si capacitava come riuscissero Marinette e Adrien a fare una doppia vita, lui non riusciva quasi a reggere il ritmo.
Iniziava comprendere come mai il maestro Fu si ritrovasse con tutti quei problemi di salute, se aveva fatto quella vita per anni. Almeno il rischio Akuma era a zero, lui oramai lavorava con loro mentre Gabriel si era dato al lavoro a tempo pieno del nonno, era incredibile come un così pessimo padre fosse un nonnino amorevole.
E Nathalie se la cavava bene nel ruolo della nonna acquista. Sì, finalmente si era pulito quegli occhiali e aveva comprato una bara vera. Ci aveva messo solo… otto anni? Meglio tardi che mai.
Per quanto riguardava lui si era ormai abituato a fare il lavoro di sindaco da un pezzo e a fare papà. Certo, ogni tanto aveva scambiato, in passato, i lati del pannolino, ma quando dai un compito del genere a un cieco può capitare.
Gli posarono alcuni fogli davanti all’improvviso, odiava quando entravano in ufficio senza bussare.
<< Firmali.>>
<< Va bene, assessore Bourgeois.>> Toccò i fogli realizzano che erano completamente lisci, nemmeno un dosso. << … Ti rendi conto che se non sono in braille non posso leggere cosa c’è scritto?>>
<< Che c’è?! Non ti fidi?>>
<< Vista l’amministrazione nepotistica di tuo padre… no.>>
La donna rimase a guardarlo storto, lui non poteva vederlo, ma lo percepiva.
Sospirò rassegnato. << Ricordami, Chloè, perché ti ho sposata?>>
<< Me lo chiedo anche io alle volte.>> Rispose. << Adrien si era fidanzato con Marinette, tu mi hai vista triste e, sapendo cosa provavo, mi hai consolata, siamo usciti un paio di anni e ci siamo ritrovati così. Punto.>>
Beh, non che ai due dispiacesse il loro matrimonio. Avevano persino messo su famiglia, anche se tra il padre di lei e lo zio di lui finì quasi in rissa per il nome del nipotino. Peccato che fosse una signorina.
Tanta fatica inutile.
Endrick posò la testa sullo schienale della poltrona aggiustandosi gli occhiali neri sopra i capelli bianchi.
Doveva dire qualcosa di gentile, di buono, ma non era mai stato molto bravo con le donne.
Era una fortuna la presenza di un certa farfallina nella sua spilla, era molto più saggio e vecchio di lui. E con gli anni aveva tirato fuori il carattere che con Gabriel non aveva mai mostrato.
Gli suggerì telepaticamente qualcosa, un piccolo power up che era rimasto anche dopo la scomparsa di Chimaira.
<< Che ne diresti se stasera… non lo so… lasciassimo Arlette dai nonni o dagli zii e uscissimo fuori a cena? Potrei chiamare prenotare un tavolo.>> Chiese imbarazzato.
<< Oh.>> Si sorprese. << Ogni tanto hai una buona idea.>>
Uscì dalla stanza lasciando il sindaco e il Kwami da soli in silenzio.
Nooro apparve in un lampo violetto sulla sua spalla con l’aria di chi la sapeva lunga.
<< Dio, se la amo.>>
<< Endrick, eri biondo vero?>>
<< Sì, perché?>>
<< Entrambi biondi, tu hai gli occhiali, sposati, portatori di Kwami… comincio ad avere paura, sappilo.>>
Doveva essere una battuta? Era davvero pessima.
Per amor suo aveva smesso di urlare contro le vetrat… okay, cominciava ad avere paura pure lui.

Si era fatta sera, chiuse la tenda del suo ufficio e aggiustò la cravatta togliendosi la polvere. Avrebbe passato una bella serata in compagnia, Nooro aveva anche mangiato alcuni biscotti come accordo per dargli suggerimenti nei momenti peggiori.
Pollen faceva lo stesso gratis.
<< Endrick Axelle.>>
Si girò di scatto, aveva già sentito quella voce, ma non riusciva a ricollegarla. Eppure gli dava una brutta sensazione, come di passato che torna… buon Dio!
<< Non credevo saresti diventato addirittura sindaco, quanto tempo. Amico mio.>>
L’uomo arretrò, era davanti alla porta, non poteva avanzare e fuggire. Aveva solo un’altra strada da percorrere, aveva visto Chat Noir farlo abbastanza spesso per sfuggire da discussioni imbarazzanti. Come quella di smettere di nascondere le brioche cucinate dal suo suocero sotto il letto, la loro camera da letto odorava di croissant.
Persino loro figlio odorava di pane appena sfornato.
Si buttò dalla finestra rompendo in mille pezzi il vetro, trasformandosi in Le Papillon avrebbe attutito ogni danno.
L’intruso si avvicinò al bordo con calma, non si aspettava una reazione del genere. Avrebbe dovuto cambiare i suoi piani… beh, forse già che c’era poteva fare visita a quella persona.







Bene, ecco il primo capitolo del sequel, scusate la brevità ma oggi mi limito ad introdurre. Sorpresi di come sia finito il nostro Endrick? Chi è quella persona? Gabriel cosa insegnerà al nipotino? Chi vivrà vedrà.

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Capitolo 2
*** Il principe e la nobile ***


Atterrò in uno dei cespugli, aumentare il verde pubblico era stata una delle migliori opere pubbliche che avesse fatto durante i suoi mandati.
In ogni caso la caduta gli fece un po’ male alla testa, ma sarebbe andata peggio se non si fosse presentato al ristorante da sua moglie. Una volta si era trasformata e lo aveva steso, forse per una farfalla la cosa migliore non era sposarsi con un’ape.
Ma funzionava piuttosto bene. Buoni stipendi, una bella casa, una figlia la liceo, una vita romantica appagante, qualche bisticcio che manteneva vivo il rapporto, lui amava il suo carattere forte e lei non ebbe mai nessun problema col suo handicap fisico da dopo le superiori. Il suo unico cruccio era il non poter abbinare da solo  vestiti, era sorprendente come Chloé riuscisse a rendere decenti i vestiti scelti da un cieco.
E non avrebbe permesso a nessuno di rovinargli la vita e strappargli qualcuno di amato.
Non di nuovo.
Entrò nel locale appoggiandosi al bastone, aveva i capelli bianchi in disordine e la cravatta allentata. La sua espressione era definibile come quella di un completo idiota.
<< Ahahah scusa il ritardo. Visite inaspettate all’ultimo.>>
La donna lo guardò, lo stava aspettando all’entrata. Se aveva un pregio era la sua puntualità, non arrivava mai in ritardo ad un appuntamento.
<< Hai la cravatta in disordine.>> Gliela aggiustò in un’istante, i capelli non gli stavano tanto male in quel modo un po’ sbarazzino. << Sei comunque più elegante di Kim alla sua laurea, ricordi?>>
<< Io e Adrien porteremo nel cuore i suoi vestiti a dopo festa per soli uomini, solo la descrizione mi sconvolse la mente. Così tremendi che abbiamo ricoverato Nathaniel per un attacco di cuore.>>
Si misero a ridere a quel commento.
Un tempo non avrebbero fatto nulla di simile, si sarebbero insultati per ore senza sosta.
<< Ah, Arlette alla fine cosa ha deciso di fare?>>
<< Sta da Mael.>>
<< … I suoi genitori sono in casa, vero?>>
<< Marinette e Adrien ci aspettano dentr… fermo lì.>> Lo prese per il colletto della camicia impedendogli di correre a commettere un omicidio.
Ormai avevano diciassette anni, quasi diciotto, potevano restare in casa da soli. Erano responsabili, maturi.
<< Sono adolescenti! Una massa di ormoni e testosterone! Dobbiamo castrare il ragazzo il prima possibile! Se ha preso da Adrien potrebbe mettere incinta qualcuno semplicemente dicendo “camembert”! Aumenta di generazione in generazione!>>
Tentativo di protesta inutile, in comune comandava lui, in casa lei.

Il ragazzo dai capelli biondi lanciò le carte mostrando il poker che aveva ottenuto con espressione di superiorità. Non doveva sfidarlo a questo gioco.
<< Hai perso, dillo.>>
<< Il formaggio fa schifo, viva la dieta!>> Commentò Plagg buttando i due di picche e trattenendosi dall'autodenigrarsi per quella frase che rinnegava ogni cosa in cui credeva.
Nessun momento della sua vita lo fece soffrire così, nemmeno quando rischiò di perdere la maratona di stagionatura del formaggio su CheeseTV.
Il dolore lo attorniava.
<< Fai meno scene, Plagg.>> Fece notare la ragazza bionda lì accanto. << Hai perso, a Mael prima è toccato mangiare pizza, acciughe e broccoli. Si è limitato a vomitare l’anima.>>
In tutta quella storia di poker, adolescenti e pizze disgustose, Tikki e Pollen erano quelle più tranquille. Nooro, appostato fuori dalla finestra, si chiedeva se valesse a pena o meno entrare unendosi a quella Babilonia.
Ma se entrava qualcuno con una morale a gestirli tutto andava a fuoco, persino Tikki in quelle situazioni passava da grillo parlante e volpe. Sappiamo tutti chi era il gatto.
Doveva fare da guida, da simbolo, da eroe.
E si ritrovò a scolarsi una bibita energizzante dalla lattina in un sorso. Credetemi, nessuno vuole vedere un Kwami sotto effetto di decisamente troppi zuccheri.
Ecco, ora Arlette come avrebbe spiegato la padre che il suo migliore amico era praticamente strafatto?
La piccola apina le volò attorno. << Non si preoccupi, principessa, Nooro assomiglia solo a Duusu. Nulla di terribile.>> Commentò come se nulla fosse.
Ormai la vita dei due era un passaggio aperto per i Kwami, ognuno viveva con almeno due di loro e conoscevano persino Wang Fu.
All’inizio era un po’ contrario a rivelare ai bambini dell’esistenza dei Kwami, ma si arrese quando vide due paia di occhioni adorabili che lo fissavano.
Nessuno può dire di no a due neonati carini. Nessuno.
Ora, potremmo discutere per mezz’ora di come la cosa più intelligente sarebbe stata inviare Nooro dall’anziano maestro per spiegargli la comparsa di una figura misteriosa, ma al momento si trovava fuori città per un’emergenza personale.
<< Allora, Arly, come continuiamo la serata?>>
La ragazza sorrise sorniona. << Un’idea l’avrei, Mael. Pollen, trasformami!>>
<< Ottima idea! Plagg, trasformami!>>
Tikki fissò con sguardo di rimprovero la loro trasformazione, non potevano uscire. Avevano ricevuto ordini dai loro genitori di stare a casa tranquilli. Purtroppo erano una contro due, Nooro era sdraiato sul tavolo che delirava di pinguini volanti che vomitavano arcobaleni e metafisica.

Spostò con forza le casse di ferro col bastone e aiutandosi con la coda. Il suo piano iniziale era andava a farsi benedire, un semplice dialogo era inutile.
I portatori di Miraculous lo avrebbero attaccato se non avesse trovato un modo per incontrarli. E ne esisteva uno in effetti.
Prese una delle farfalle che svolazzavano lì attorno e con un tocco la trasformò il suo bianco in un accesso viola-bluastro.
<< Vola mia piccola Tenshi, e oscura il suo cuore!>>

La donna si guardò un po’ in giro confusa, sembrava la sua città eppure c’era qualcosa che non tornava. Non ricordava quel verde in più e nemmeno quel parco per gli animali… forse non era tanto male quel posticino.
<< Allora, sai dove ci troviamo?>>
<< Parigi, stesso anno e stesso posto di pochi minuti fa, signorina.>> Rispose la creaturina sedendosi sulla sua spalla.
<< Allora andiamo alla ricerca di qualche risposta extra. Nooro! Che le ali della farfalla si aprano!>>







Siamo al secondo capitolo introduttivo della storia e facciamo la consocenza dei figli di Marinette e Adrien, Mael Agreste Dupang-Cheng(Sì, triplo cognome), e di Chloé e Endrick, Arlette "Arly" Bourgeois(sì, ha preso il cognome materno. Sappiamo che Endrick e sua sorella avevano problemi coi loro genitori biologici, quindi è normale che non sia stato molto propenso ad usare il suo cognome).
Il titolo è un gioco di parole: Mael è un nome da angelo(-El suffisso di solito usato per i nomi di angelici: Gabriel, Iruel, Leliel), ma il nome proprio maschile francese significa anche "Cavaliere". Arlette invece tra le varie possibili origini ha "Nobile".
Sono apparsi quelli che sembrano essere tre Nooro con i loro rispettivi possessori.
In ultimo... ho visto Reflekdoll in inglese. Ora voglio adottare Duusu! Si è meritata un posto nel mio cuore!

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Capitolo 3
*** Filastrocca ***


Tikki non poté far nulla se non assistere impotente alla trasformazione dei due ragazzi in “eroi”, definizione non abbastanza calzante. Erano più due giovincelli pronti a causare guai come non mai.
Non avevano nemmeno cercato un nome, non possiamo chiamarli semplicemente Queen Bee II e Chat Noir II, no?
Il biondino non si era mai abituato a quelle orecchie da gatto, si chiedeva a cosa servissero visto che quelle vere restavano. Anche la coda-cintura serviva a qualcosa. E poi non era un po’ troppo attillato?
La ragazza invece non si faceva troppi film mentali, aveva sempre pensato che il nero e il giallo le stessero bene, l’unica pecca era l'acconciatura a sedere d’ape. La trovava ridicola, ma non aveva il tempo di rifarsi la messa in piega.
<< Allora, qualcosa in programma, Arly? Serata sulla torre? Ci limitiamo a impedir qualche rapina?>>
<< Potreste tornare a casa invece di venire qui. I vostri genitori lo sanno che siete usciti?>> Qualcuno li rimise in riga.
Viperion si avvicinò, nonostante gli anni l’abito non era cambiato più di tanto, a differenza della sua altezza che ormai si attesta su un metro e novanta abbondante. Si era aggiunta una leggera protezione, ma aveva sperato che prima o poi la su maschera diventasse simile a quella elle molte fanart che vedeva in rete su di lui.
<< Ehilà, zio Luka.>> Rispose la ragazza grattandosi la nuca. << Anche tu in giro? Parigi è davvero piccola ultimamente, eh? Eheheh.>> Rise imbarazzata e cercando di dissimulare la preoccupazione di ricevere una predica.
L’eroe si superò posandosi sul bordo del cornicione e indicando col dito avanti a loro. Era un po’ indeciso su da farsi, se riportarli a casa e nascondere la storia ai loro genitori per evitargli le loro lamentele o portarseli dietro durante quella ronda.
Ci riflette per pochi secondi, una mano gli faceva comodo quella sera. E poi lui era lo zio Luka, lo zio figo.
Se ve lo state domandando, probabilmente no, era ormai l’equivalente, decisamente più intelligente e meno problematico, di Jagged Stone. Sia nella vita privata che professionale.
Ci sono fangirl che ucciderebbero per averlo, in qualsiasi forma.
<< Mi serve una mano per controllare la città, Princess Bee, Petit Chat, siete assunti.>> Disse con una punta d’orgoglio per i nomi appena trovati.
Non erano il massimo, Queen-Princess, Chaton-Petit Chat. Ma non lo avrebbero detto, non volevano ferire il suo orgoglio.

Endrick non riusciva a smettere di battere ripetutamente il piede sotto il tavolo per il nervosismo, era quello che si diceva un padre protettivo.
Chloé lo aveva già minacciato ripetutamente di colpirlo col suo stesso bastone da passeggio fino a tramortirlo. I due amici ridacchiavano, ormai si erano abituati a quelle scenette, ancora meno a vederli sposati.
Adrien, sopratutto, aveva creduto che sarebbe rimasto single a vita dopo la “morte” di Shelly. Avevano parlato molto dopo quella volta, una cosa tra “uomini” per così dire. I suoi sentimenti verso l’homunculus erano misti. Non sapeva se definire il suo “affetto” amore o meno, non avevano una conoscenza tale da poterlo chiamare così, ma non erano nemmeno perfetti sconosciuti.
Da parte sua il cieco era sorpreso che anche in veste civile il biondo fosse passato da “best friend” a “girlfriend”, diamine c’era voluto il padre/ex nemesi per capirlo.
<< Dovresti fidarti più dei nostri figli.>> Commentò Marinette cercando di alleggerire il clima teso.
<< Mi fido di loro, sono i loro ormoni da adolescenti a preoccuparmi! Arlette potrebbe balzare addosso a Mael come niente!>>
<< Non ti preoccupavi prima che lui potesse metterla incinta dicendo “camembert”?>>
<< Sì, ma lei è più sfrontata. Ha preso dalla madre.>>
<< Oh certo.>> Aggiunse la donna con un sorrisino. << Hai ragione. Mr Farfalla.>>
Gli altri avevano un’espressione alla “colpito e affondato”, come se gli avesse sparato con un fucile da precisione dritto in testa.
Quella cena organizzata all’ultimo minuto era stata un’idea geniale.

<< Questa uscita dell’ultimo minuto è stata un’idea geniale!>> Petit saltò con l’aiuto del bastone come fosse alle olimpiadi da un palazzo all’altro, quello si che era divertente!
Princess al pensava allo stesso modo e imitavano piuttosto bene i movimenti del più esperto “zio Viperion”, chissà perché i genitori si lamentavano spesso per le fatiche del lavoro.
Sembrava più che facile!
<< Questa Parigi è ancora meglio della mia! Yu-huuu!>>
Una voce di donna davanti a loro li prese di sorpresa, non si aspettavano di vedere qualcun altro lì sui tetti.
Alzarono lo sguardo e rimase sorpresi dell'agilità che possedeva, era tipica dei portatori di un Kwami.
Per non parlare dell’abbigliamento, era una versione femminile e sbarazzina di quella di… Le Papillon? Come poteva avere il Kwami della Farfalla?
Nooro era a casa ancora sotto gli effetti della bibita.
Atterrò alla luce di un lampione e poterono osservarla meglio, pantaloncini più corti di quelli portati da loro padre, arrivavano sino a sopra il ginocchio. Una camicia viola con sopra una giacca aperta del medesimo colore e una cravatta, sembrava quasi quegli abiti da direttore d’orchestra riadattati nei film.
Il viso era coperto da una maschera integrale che lasciava liberi solo la bocca, gli occhi neri e i capelli di ugual colore.
Si appoggiava al bastone ornamentale come se avesse appena finito un qualche spettacolo.
<< Oh santo cielo! Non vedevo le strade così pulite da un bel pezzo! Non sarà male stare qui fino a quando non torneremo a casa.>>
Nascosti dietro una casa i tre eroi si scambiarono sguardi chiedendosi chi fosse quella donna così stranamente allegra. Non sembrava ostile, ma era sospetta.
<< Ha il Miraculous di Nooro, cosa facciamo?>>
<< Voi restate indietro, ci penserò io. Proverò un dialogo, non ha l’aria di essere pericolosa.>>
I due si trovarono infastiditi dall’essere lasciati in così in disparte, non erano dei bambini alla loro prima missione. Poteva fidarsi un po’ di più di loro due.
Peccato sapesse bene che le loro fughe comportavano solo passeggiate supereroistiche e non missioni vere e proprie.
Furono troppo distratti per poter sentire il suono inchiestante di quella canzoncina per bambini distorta dal suo tono di voce e dalle parole oscure.
<< Gatto e Pavone/ La Coccinella e l’Ape son nella regnatela,/ Quando, oh quando arriverà il pranzo? Nell’alba del crepuscolo insanguinato/ La Farfalla e il Mostro della Licia muoiono/ Chi è davanti nella bara?>>

Tolse l’elmo per un momento, non riusciva quasi più a sopportare la trasformazione, ma non poteva abbandonarla o non avrebbe potuto vedere con gli occhi della Tenshi. Stava cercando qualcuno col cuore pieno di un sentimento oscuro per trasformarlo, era una scelta crudele, ma importante.
Si toccò il volto, poteva sentire le cicatrici sulla faccia che deturpavano quasi del tutto metà della sua faccia, gli anni non erano stati clementi con la sua persona.
Lo avevano inacidito.
<< L’incontro con Papillon è stato infruttuoso. Devo entrare al più presto in contatto con Ladybug e Chat Noir di questa linea temporale o lui potrebbe fare la sua mossa. È sempre alla ricerca di carne fresca.>>








E finalmente si inizia a fare qualcosa. Appare zio Luka, prima che qualcuno lo chieda il termine "zio" è un vezzeggiativo affettuoso che usano. Inizialmente volevo mettere Juleka al posto di Chloé visto che Endrick non fa caso all'aspetto delle persone(diamine, è cieco), ma la ship Juleka x Rose scorreva troppo potente, quindi ho messo questa comparsa dello zio figo.
Che ne sò magari più in avanti Arlette sarà contesa tra Mael e il figlio di Viperion, ci penserò se mettere una love story.
Intanto appare un nuovo nemico con una canzoncina per bambini ispirata al gioco giapponese "Kagome Kagome".

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Capitolo 4
*** Nebbia ***


Arretrò spaventato alla visione di quell’animale, ne aveva sentite di storie sulle versioni malvagie delle Tenshi e le Akuma.
A Parigi era comune stare molto lontani da qualsiasi cosa ricordasse anche solo vagamente il periodo dei Papillon malvagi, ormai le farfalle positive le distinguevano per il loro nuovo colore grigio.
Le lanciò addosso i bozzetti accartocciati dei suoi lavori e cercò di fare pensieri felici. Se lo ripeteva continuamente in testa: pensieri felici, pensieri felici.
La creaturina si infilò nella matita come ad ignorarlo, non sembrava avere voglia di ascoltarla.
Il violaceo simbolo della farfalla apparve sul suo volto.
<< Salve, Herartist, io sono Papillon. La rabbia di un autore di fumetti di supereroi andrebbe incamerata in qualcosa di costruttivo, non credi? Ti darò i poteri di imparare dall’esperienza diretta. In cambio voglio che tu aiuti gli attuali portatori di Miraculous.>>
Era un po’ sorpreso per la richiesta, si trattava di aiutare qualcuno. Un po’ diverso da quello che gli avevano raccontato i suoi genitori da piccolo.

Endrick si era ritrovato, non sapeva come, insieme ad Adrien in bagno. Negli stereotipi di solito non era una cosa che facevano le ragazze?
La loro scusa qual era?
Il bianco sospirò, aveva voglia di fumarsi una sigaretta per calmarsi. Aveva preso l’abitudine per calmarsi quando era troppo nervoso, Chloé cercava di farlo smettere, ma non ci riusciva, era solo sceso a due al giorno.
<< Allora, come va con Arlette?>>
<< Ha preso il carattere di sua madre, ma è più gentile di lei quando era giovane. Con Mael, invece?>>
<< Non so da chi abbia preso.>> Alzò le braccia. << Ribelle, fa battute e mangia costantemente croissant.>>
<< … Decisamente da te. Nascondevi paste persino a casa mia, chissà poi come facevi! Sii onesto, quando hai scoperto che Marinette e Ladybug erano la stessa persona ti è partita l’associazione eroina+panetteria=A-m-o-r-e.>>
Si misero a ridere, poi Endrick cambiò improvvisamente espressione, come se qualcosa lo tormentasse. Non sapeva se dirgli dell’incontro che aveva avuto poco prima, voleva mantenerlo segreto e indagare da solo, ma forse chiedere aiuto era la cosa migliore.
Si fece forza e raccontò tutto per filo e per segno.
<< Quindi chi credi possa essere?>>
<< Non lo so proprio, ma la voce era decisamente familiare. Sembrava distorta, non come quando usiamo i Miraculous, ma più come se avesse la gola rovinata.>> Fece una serie di versi simili a quelli di Darth Vader, una pessima imitazione se mi permettete un giudizio critico. Ma faceva capire cosa intendeva.
Fecero però un accordo, sino al momento in cui avrebbero scoperto la verità non avrebbero detto nulla alle mogli. Chi avesse tradito il patto, avrebbe dovuto pagare a Plagg tutto il cibo che desiderava per quindici minuti, equivaleva a circa trentadue chili di formaggio stagionato.

I due nuovi eroi in prova non capivano dove erano finiti, era accaduto come se la loro vista si fosse annebbiata per un piccolo momento, ma una cosa era certa, quella non era la loro Parigi.
Tropo nebbiosa, troppo vecchia, sembrava la Londra che si vedeva nei fumetti steampunk in cui poi appariva all’improvviso Jack lo Squartatore pronto ad ammazzare qualche prostituta.
Fortunatamente, nonostante le tutine aderenti dei due, non appartenevano a quella categoria.
La ragazza si appese ad bordo di una finestra per spiarne l’interno, stranamente tutte le luci erano accese, ma nessuno era presente.
Diamine se era inquietante.
<< Non mi piace questo posto.>> Commentò Mael grattandosi il braccio nervoso. << Quei bambini mi inquietano!>> Indicò quelli che avevano l’aria di ragazzini correre tra le nebbie.
<< Non potevi dirmelo subito?>>
<< Perdonami, PURRR-cipessa, ma cercavo di far smettere alle mie gambe di tremare.>>
<< Signore e signori, l’uomo vero.>>
<< Non approvo questi stereotipi e poi al momento sono mezzo gatto. Potrei essere sconfitto da un puntatore laser o da una tisana all’erba gatta.>>
I due rimasero a litigare sino a quando Plagg, straordinariamente il più saggio tra loro, gli urlò in un orecchio di seguire i bambini.
Seguire gli ordini di un gatto, la vita di molti esseri umani.
Si misero alla ricerca, ma sembravano essere spariti. Poi la ragazza ebbe una rivelazione, non ci aveva fatto caso, ma aveva sentito una filastrocca.
<< Vero…>> Aggiunse Mael, anche lui aveva sentito qualcosa di simile. << Magari dirne una ci farà uscire, Purrr-incipessa.>>
Si schiarì la voce e iniziò a declamare l’unica poesia che conosceva. Chiedi ai deboli di spirito di astenersi dalla lettura di questo obbrobrio amato solo alla “Bolla d’Oro”, locale di dubbio gusto e onestà, gestito a Dawson da una certa Stella del Polo. Si diceva avesse due occhi di ghiaccio, il solo ghiaccio vivo mai esistito.
<< Questa è la storia di Guenda, la serva/ Sposata con Jim da una caterva/ Lui era un cowboy rozzo e puzzolente/ E la torturava col suo alito pestilente/ Guenda stufata pel peggio/ Ed estratto il coltello...>>
La bionda lo colpì in testa prima che potesse continuare col suo stesso bastone.
Quella poesia era da impiccagione. Decisamente punibile con l’impiccagione a Langry, Texas.
Mael adorava quella poesia, insegnatagli dal gorilla che faceva da guardia del corpo al padre. Sì, il gorilla parlava, e parlava sette lingue diverse, semplicemente era molto silenzioso.
Non ve lo aspettavate, eh?
<< Il fratellone e la sorellona dovrebbero andarsene subito.>> Alle loro spalle apparve uno di quei bambini, ma non riuscivano a vederne il volto. << Se non vi sbrigate, il mostro arriverà presto.>>
<< Quale mostro?>> Arlette si piegò sulle ginocchia avvicinandosi al bambino con fare gentile. Avrà anche il caratteraccio della madre, ma aveva la protettività del padre.
<< Quello dentro la nostra testa.>> Indicò il cielo, le sue parole erano strane, ma sensate. << Il mostro è arrivato. Scappate.>>
Alzarono lo sguardo seguendo il dito, Mael si fece portatore del pensiero di entrambi.
<< Porca troia, siamo nella merda più completa.>>

Luka si strofinò più volte gli occhi cercando di mettere tutto a fuoco, quello che vedeva non era vero. Non poteva.
L’aveva vista lui stesso morire oltre dieci anni, aveva aiutato Chat Noir e Le Papillon a portarlo al cimitero.
<< Shelly, come è possibile?>>







Ed è arrivato anche il nuovo capitolo.
Qui ci sono alcune citazioni alla Disney. Se nel capitolo precedente si riscriveva "Kagome Kagome", la poesia recitata da Mael è tratta in modo integrale da "Il miliardario di Colle Fosco" e recitata da un giovane Paperone. Mentre la recitava le giuria cadde a terra svenuta, impedendo al lettore di scoprire il finale, ma facilmente immaginabile.
La "Bolla d'Oro" è il locale di Doretta Doremì, grande amore del miliardario. << I suoi occhi erano di ghiaccio. L'unico ghiaccio vivo che io abbia mai visto.>>
Quello delle impiccagioni invece viene da "La prigioniera del Fosso dell'Agonia Bianca" dove compare un giudice fissato con l'impiccare per leggi inestitenti di Langry in Texas.
La citazione del bambino è tratta da "Soul Eater"

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Capitolo 5
*** Robert Prince ***


Credevano di essersi abituati, di essere pronti al futuro, alle battaglie.
Avevano rubato spesso i Miraculous dei genitori per andare in giro di nascosto quando erano fuori. I Kwami collaboravano, anche se non era facile convincere Tikki a tacere. Pollen e Plagg invece erano più propensi a tale azioni.
Sapevano della storia delle Akuma, dei supercattivi, persino di Chimaira, ma questo… questo… questo no.
Le sue lunghe zampe sottili, simili a una qualche specie di legno d’albero parassitato da un fungo, si estendevano lungo da palazzo a palazzo. Il corpo era una massa immonda biancastra e ribollente, sembrava che un momento all’altro si sarebbero staccati dei pezzi.
Sulla cima una testa, più simile a una palla di lardo e vesciche su cui compariva una lunga linea divisoria e deforme. Essa si rivelò essere la bocca dentata dal quale uscì un fastidioso rumore.
<< Lui è qui. Lui è qui.>> La bambina si mise a ripeterlo in coro insieme agli altri. Sembrava un film dell’orrore.
La creatura ci mise un po’, ma lo comprese. Non potevano sentirlo da lì sopra.
Spalancò le fauci iniziando a vomitare altra massa orrenda, essa sua volta ne vomitò altra più piccola fino ad avvicinarsi a loro. Dall’ultima carne ne uscì una figura simile ad un busto umano.
Aveva capelli violacei, un abito aderente bianco e una maschera simile al cranio di un qualche volatile. Non sapevano dire se fosse umano o solo un’incarnazione.
<< Che cari, piccoli umani. Il gatto e l’ape, sembrate così… saporiti. Anche i miei capretti… pardon, bambini, potrebbero trovarvi saporiti.>>
Mael indietreggiò tenendosi dietro l’amica.
<< Capri, deforme, legno… tu sei Shub-Niggurath, il nero capro dell’innumerevole prole?>>
<< Oh sì, in effetti ci chiamate anche così. Ma io preferisco Robert Prince.>> Porse una mano. << Piacere, pranzetti.>>
Non la strinsero, era umidiccia e probabilmente lo avrebbe mangiato all’istante. Mai fidarsi di uno che vi chiama “pranzetti”.
<< Petit Chat! Non puoi Catalismarlo?>>
<< Sarebbe omicidio, Purrr-ci...>>
<< Dacci un taglio, con questa battuta. Era vecchia ai tempi dei nostri genitori.>>
Un teatrino un po’ fuori momento, si erano forse scordati che una specie di incubo cosmico voleva averli per cena. Non so se avete presente Simba e Nala insieme alle Iene? Ecco, stava per farsi un pranzo da re. Per mangiarsi un felino di pasta. Okay, basta citazioni ai gatti.
Il ragazzo aveva letto qualcosina di Lovecraft e chiunque avesse un nome strano era un grosso cattivo cosmico. Dovevano fare un respiro profondo, doveva esserci una logica di fondo in tutto quello.
Non poteva mica esistere un Dio Esterno o un Grande Antico.
C’era qualcosa dietro.
Ma preferiva pensarci lontano e possibilmente a decine di chilometri di distanza.

Luka voleva delle risposte, chi era davvero quella ragazza? Cosa ci faceva lì? Come faceva da avere Nooroo?
Era impossibile che fosse lì, Nooroo non si sarebbe unito a nessun che non fosse Endrick. Ormai i due aveva un rapporto di amicizia vera e propria, uguale a quella di Tikki con Marinette o del suo con Sass.
Era pronto a far partire un interrogatorio che avrebbe fatto accapponare la pelle anche a un membro della FBI.
<< Luka! Come va? Credevo fossi in vacanza! Già tornato in patria? Nostalgia di casa? O è finita di nuovo in rissa con qualche cantante neomeolodico?>>
Okay, questa tizia si prendeva un sacco di libertà e si comportava come lo conoscesse sin troppo bene.
Era abbastanza confuso e nemmeno Sass, contattato telepaticamente, aveva qualche idea dell’accaduto.
Shelly si avvicinò al suo viso.
<< Sembri strano, hai la febbre? Sei ubriaco?>>
Arretrò.
<< Aspetta, chi sei tu? E come fai a sapere che sono Luka?>>
La ragazza rimase confusa. << Mi pare ovvio, no? Combattiamo insieme da quando sono arrivata qui anni fa. Ladybug, Chat Noir, Viperion, Lady Butterfly e tutti gli altri. Ormai conosciamo le nostre vere identità a vicenda, persino il vecchio Fu ci ha dato il permesso.>>
Okay, quella storia cominciava a farsi davvero molto strana.
<< Okay, facciamo finita. Chi sei? Come fai ad avere Nooroo? Lo hai rapito?!>>
<< Chi sono? Luka, sono io, Shelly e Nooroo è il mio Kwami da anni!>>
<< No, non è possibile. Shelly se ne andata anni fa, dopo la sconfitta di Chiamaira, e Nooroo è sempre appartenuto a Endrick. Non esiste nessun Lady Butterfly, esiste solo Le Papillon!>>
Quella ragazza era davvero Shelly? Non stava mentendo? No, no, non era possibile.
Se Endrick l’avesse vista avrebbe potuto avere un crollo psicologico e incrinare il suo rapporto con Chloé? No, ormai erano una coppia consolidata.
Tirò fuori dalla tasca, nascosta chissà dove in quel bel costumino, un cellulare e iniziò a comporre un numero.
<< Adrien, sono Luka. Scusa il disturbo, ma dovreste venire subito con i vostri Miraculous. c’è qualcosa che dovete vedere e… chiama anche Johan e Pouff, dovrebbero essere di ronda qui in giro.>>

Era piuttosto tranquillo, sdraiato su un tetto di Notre Dame a fissare vuoto sotto di lui. Le piume del suo costume violaceo simile a quello di Papillon, ma con rifletti verdi, la maschera che gli copriva gli occhi azzurri risaltava di rosso. Era un arcobaleno di colori.
Si grattò un po’ i capelli tinti di viola, gli piaceva il panorama.
<< Din dong! Ding dong! Johantatatata!! Johantatatata! Dobbiamo andare! Forza! Hop! Hop! C’è la ronda! Lukatata si lamenterà se continui così! Guarda che lo dico a Tikkitatata!>>
<< Andiamo, Pouff.>> Rispose con uno sbadiglio. << Ci sono gli altri, no? Possiamo prendercela comoda. Sei sempre così esagitato.>>
<< Sono il Kwami della Determinazione, Johantatatata! Dovresti essere più determinato! Forza e coraggio! Tira fuori il potere!>>
Johan si girò di lato, una mossa falsa e sarebbe caduto di sotto, ma non sembrava importargli.
<< Basta, Pouff. E poi, sta arrivando qualcuno. Non te ne sei accordo? Un bell’Akumizzato dritto a noi, non sarà interessante?>>
<< Il solito sensibile, Johantatatata!>>
<< Basta Johan. Aggiungere tanti “ta” è solo una faticaccia.>>






Appaiono Pouff e il suo portatore! Pouff è stato accennato nel finale "Megalo Strike Back" ed esiste anche nel mondo di "SAVE the World".
Qualche dato su di lui, il suo Miraculous ha la forma di una collana a piuma, rappresenta la Determinazione ed è nato quando l'essere umano ha deciso di sopravvivere ad ogni costo. In ordine di vecchia è il terzo ad essere nato dopo Tikki e Plagg, ma non ha voluto legarsi ad un Miraculous prima dello scontro finale con Chimaira. Ha scelto lui stesso Johan come suo portatore e aggiunge "ta" ai nomi delle persone. Più sono, più li adora. Il suo aspetto è quello dello Zhenniao.
Nel prossimo capitolo incontreranno Herartist e scenderanno in campo(?)

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Capitolo 6
*** Il discorso ***


Robert allungò la testa verso i due con un sorrisino di divertimento. Avrebbe potuto ucciderli e mangiarli immediatamente, ma, si sa, ai bambini piace giocare col cibo.
Anche a quelli più cresciuteli.
Li aveva messi all’angolo, poteva farli scappare di nuovo magari.
Mael si mise eroicamente davanti all’amica, doveva aver sviluppato un qualche istinto masochistico a parer mio. Ma a be vedere come il padre faceva da scudo tre volte su quattro alla madre questo spiegava molte cose.
<< Prendi me!>>
<< Sì, ecco, prendi lui!>> Esclamò la ragazza indicandolo. Alla sguardo confuso dell’amico non poté fare meno di fare un’aggiunta. << Beh? È stata una tua idea!>>
<< Non prendermi alla lettera. Era per fare scena.>>
<< Vi rendete conto che posso mangiarvi entrambi e basta? I giovani.>>
Spalancò la bocca e, dalla gola, uscì l’ennesima massa di grasso e vesciche. Non è facile mangiare due persone con una bocca così piccola, era meglio crearne una più grande.
Era tentato di dirsi da solo qualcosa come “Nonnina, che bocca grande che hai”.
Tirò fuori la lingua colante di un mare di saliva semitrasparente ed appiccicosa e…
ZACK.
La lingua cadde e terra alzando un polverone e frammenti di pietra tra la nebbia. Qualcosa l’aveva tagliata di netto, un taglio così perfetto che nemmeno il sangue riusciva a cadere. Sempre che di sangue ne possedesse quell’orrore.
Lì davanti, con l’aria di chi voleva solo farsi un pisolino, l'ennesimo del giorno, era in piedi Johan armato di una lama almeno tre volte più grande di lui. Da come la portava sembrava che, però, fosse leggera come una piuma.
<< Ehi, ragazzi… cosa è questo… coso?>>
<< Poi ti spieghiamo, ora dacci una mano!>>
<< Se ci tenete.>> Si girò verso di lui e gli lanciò qualcosa in bocca. << Boom.>>
L'esplosione che ne conseguì fece esplodere la massa che avevano davanti in mille pezzi di grasso e lardo. Gli aveva lanciato in bocca una piccola bomba, veniva da chiedersi da dove uscisse. Non aveva una minima tasca in quel costumino da uccello.
Mael lo guardò. << Come ci hai trovato, Phantast?>>
Phantast, bel nome da eroe. Una parola tedesca che stava per “Sognatore”, un nome che gli calzava a pennello.
Lo guardò di rimando con le palpebre mezze calate. << Quel tipo là sopra.>> Puntò il dito verso l’alto.
Con l’aria di chi non sapeva cosa ci facesse lì sopra, aggrappato a uno squarcio, c’era un ragazzo vestito da supereroe stile Silver Age, con tanto di maschera alla Batman. Herartist era stato convinto dalla voce nella sua testa ad aiutarli col suo potere: materializzare varchi di teletrasporto e un briciolo di superforza. Che eroe era senza superforza… Batman, ma lui ha i soldi.
<< Tesoruccio mio, chiudi la bocca. Stai sbavando.>>
<< Chiudi il becco, gattino. Il panorama non è niente male.>>
Sì, avete capito tutti da chi è attratta Arlette senza tanti mezzi termini. Decisamente lo nascondeva poco.
Fece un gesto di ciao con la mano.
<< Salite a… >> Si girò verso Prince. << … coso ci penso io.>>
Non se lo fecero ripetere due volte, si aggrapparono al bastone del biondo che, nemmeno fosse Sun Wukong, lo fece allungare verso la crepa e la salvezza.
Il violaceo alleato si grattò la nuca, aveva sonno, voleva tornare a dormire, avrebbe passato tutta la vita a dormire. Che bello dormire, riposare.
Ma doveva lavorare. Lavorare per vivere. Che rottura lavorare. Ma se lavorava poi dormiva meglio.
<< Voglio tornare a casa, coso. Stai a cuccia, grazie.>> Fece calare sul corpo una serie di ghigliottine senza che fossero attaccate a nessun filo o montatura di legno, erano solo apparse dal nulla.
La forza fu abbastanza da tranciarlo in più fette e tenerlo a bada per qualche minuto.
Ora lo scopo primo era fuggir anche lui come gli altri. Come fare?
Serviva una scala, una scala mobile verso il cielo possibilmente… puff. Ecco la scala mobile verso il cielo comparsa dal nulla.
Petit non poteva crederci. << Non lo capirò mai come fa. Perfino la fata Smemorina resterebbe traumatizzata.>>

Mentre il novello assistente Akumizzato si impegnava per cancellare, con una colossale gomma sull’altro lato di una ancor più grande matita, il varco da lui creato gli altri erano intenti a parlare. Si aspettava un po’ di più nel lavoro di supereroe, ma era ancora in rodaggio.
Non che il suo lavoro sarebbe durato oltre quella notte, ma magari avrebbe avuto un compito tipo Alpha 5 dei Power Rangers. O tipo Robin , magari senza gli imbarazzanti pantaloncini attira pervertiti dei primi anni.
Johan rimase un po’ dondolante, come se stesse per cadere per un momento all’altro.
<< Gatto, tu...>> Si buttò addosso ai suoi pettorali palpandoli come se stesse sprimacciando un cuscino. << Sei morbido. Scusa, ma dormo addosso a te dieci minuti.>>
Inutile dire l’imbarazzo del povero ragazzo usato come giaciglio.
<< Sei il primo uomo che vedo che preferisce i pettorali di un ragazzo al seno di una bella ragazza!>>
<< Ma i dossi sarebbero scomodi, lui è rialzato solo in una zona. È molto più comodo.>>
E il desiderio di pisolare batte quello degli ormoni dieci a zero. Ammirate tutti la determinazione di quell’uomo.
Contemporaneamente si ritrasformò nella sua forma normale, aveva usato sin troppo il suo potere: Dreameater.
Johan alias Phantast, era in grado di materializzare i propri sogni in oggetti immateriali entro un limite id tempo di dieci minuti. Potrà sembrarvi poco, ma non dovete solo pensare che un potere alla sua età dura solitamente cinque minuti, ma il suo uso è multiplo e dura sino allo scadere del tempo. Era definibile come O.P.
Era questo il motivo per cui Pouff l’aveva scelto, era pieno di sogni e determinazione.
Era l’essere umano più determinato mai nato.
Forse gli altri sarebbero stati determinati a scappare al più presto.
Endrick comparve alle spalle della figlia toccandole la spalla con il bastone facendola raggelare sul momento. Poteva percepire la sua rabbia e persino toccarla.
<< Papino, cosa stai… cioè… salve, signor sindaco!>> Cercò di cambiare voce con una ridicolmente maschile.
<< Io e te facciamo i conti dopo, ragazzina. A te, Mael, ci penseranno i tuoi genitori. Ritrasformatevi immediatamente e tornate a casa. Pollen, Pouff e Plagg restano qui, noi adulti abbiamo un impegno importante e loro ci devono aiutare.>>

L’impegno importante era qualcosa a cui i giovani non avrebbero dovuto assistere. Gli eroi si erano riuniti per fare una discussione importante: chi era quella tizia.
Viperion si era già ritrasformato in un sudato Luka, spiegare la situazione era abbastanza difficile di suo e il fatto di essere così in tanti non era facile. Se non fosse stato largo di suo si sarebbe tirato il colletto della camicia.
Anche “Shelly” si era ritrasformata nella sua forma normale e per i due Nooroo vedersi non era facilmente comprensibile. Era come trovarsi davanti a uno specchio.
<< Due Noorootatata?! Due Noorootatata! Ho due fratelli gemelli! Due Noorootatata!>> Pouff li stritolò in un abbraccio in contemporanea. << Giorno gioioso! Davvero tatatatatata!>>
Magari fossero tutti come Pouff, semplici e spensierati. Peccato che non lo fossero il resto dei presenti.
<< Okay.>> Iniziò Marinette. << Shelly? Non era diventata… cioé, sapete.>> Tento di evitare di dirlo per non ferire Endrick.
<< No, dillo. Di pietra, son passati oltre dieci anni, lo reggo. E poi sono sposato con Chloé ora.>>
Shelly spalancò la bocca. << Chloé sposata?! Questa mi mancava! Pensavo sarebbe morta zitella. O al massimo con Sabrina tipo Burns e Smithers.>>
La ragazza ebbe un palese tic all’occhio, come se fosse avvolta da una furia omicida.
<< Ehm… okay.>> Adrien si mise in mezzo. << Facciamo quattro chiacchiere con calma. È ovvio che lei sia Shelly, ma c’è qualcosa di strano. O Chimaira si è liberato o qui c’è qualcosa di strano.>>
Fecero bene o male la lista di differenze tra le loro memorie: Endrick non esisteva e la sua vita fu vissuta da Shelly, Rebecca non era paralitica ma viveva lo stesso con gli zii, gli avvenimenti legati a Chimaira non sono mai avvenuti e lui non esisteva, Pouff non si era mai legato a un Miraculous, Chloé non era sposata, Adrien e Marinette erano solo fidanzati e non sposati, la madre di Adrien era viva e vegeta quindi Gabriel non si era mai risposato e non aveva mai avuto l’identità segreta di Papillon.
La domanda era: come è possibile che esistesse Shelly e che fosse nel suo mondo.
Johan resta rimasto sdraiato in un angolino nel vano tentativo di prendere sonno, come portatore ufficial egli era stato dato il permesso di restare ad osservare.
<< Posso spiegarlo io… almeno quella del viaggio. Da diversi anni si ipotizza che tramite l’uso di buchi neri si possano costruire dei worm hole che permetterebbe di ridurre il tempo di viaggio da due punti separati, ma altri ipotizzano che potrebbe permettere di viaggiare tra le possibili realtà. Se ipotizziamo che in un modo o nell’altro sia finita inconsapevolmente in uno di questi buchi allora non è impossibile. L'esistenza di miss.Shelly è spiegabile con un qualcosa che ha alterato in modo radicale lo scorrere degli eventi, forse sovrascrivendolo… ho sonno, ho usato troppo il cervello.>>
Il potere dei Miraculous della coccinella e del gatto nero insieme. Forse in qualche modo qualcuno aveva riscritto il passato… la vita di Endrick per Shelly e quella di Chimaira per Emilie Agreste.>>
Semplice. Un mondo dove i due Papillon avevano fatto un accordo riscrivendo il mondo stesso.
Quindi… quella era davvero Shelly. Veniva quasi da ridere.

La farfalla tornò la lui, gli sarebbe stata utile in futuro.
<< Quindi cosa facciamo? Hai idee? Sì che le ho. Dopotutto conosco bene il Kwami del Ragno. Ragno? Credevo fosse una capra. Spiacente, ma è un ragno. Conosco mio fratello. Tragico. Già.>>
Parlava da solo, ma era palese che ci fossero come due persone diverse.
Spostò la coda con forza.
<< Ho solo una domanda. I nostri nomi non sono più adatti. Quale useremo per combattere Efarr? Ne ho uno perfetto, dimmi se ti piace: Yinglong, come il più potente dei draghi e uno dei miei portatori. Suona bene, noi saremo Yinglong!>>







Sono riuscito a scrivere il nuovo capitolo, scusate se non è la livello degli altri, ma ultimamente sono stato poco bene.
A questo proposito ho preso una decisione: non risponderò più ai messaggi. Risponderò solo alle recensioni, ma dopo di quello non risponderò a nessuno, ignorerò quindi i messaggi di risposta alle mie risposte alle recensioni e altri messaggi privati, quindi se avete domande o volete inviarmi link scrivetemelo/allegate nella recensione.
Non è cattiveria o maleducazione, ma non ho letteralmente il tempo di farlo. Fare ff è un hobby divertente e non mi spiace fare quattro chiacchiere, ma io spendo il mio poco tempo libero a fare ricerche per lavoro o lavorando sui miei cosplay. Se continuo a rispondere non avrò più tempo libero, mi spiace.
Detto questo i diverto a far apparire Johan, è in bilico tra il genio e l'idiota.

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Capitolo 7
*** Il giorno dopo ***


Endrick era furioso, sbatteva in continuazione la punta del bastone sul pavimento adirato, quello che aveva fatto era stato disubbidire a un preciso ordine suo e di sua madre.
Non si rendeva conto della gravità delle sue azioni?!
<< Mio re, la principessa...>>
<< Tu stanne fuori, Pollen. Con te ne parlerò dopo, la scusa di considerarci una “famiglia reale” non ti dà il diritto di appoggiare a prescindere tutte le idiozie che mia figlia decide di fare!>>
La piccola ape si nascose dietro Nooroo, era in preda a un dopo sbornia e per il cieco questo bastava come punizione. Nella sua testa era come se urlassero mille e più Duusuu e tutte dicevano qualcosa di diverso.
Arlette si era fatta piccola piccola sul divano, solitamente era sua madre il “poliziotto cattivo” ma quando il padre si arrabbiava era un uragano.
Non si fermava sino a quando non aveva capito la lezione.
<< Ti rendi conto di cosa sarebbe potuto succedere se non fosse arrivato Johan?! Usare i Miraculous non è un gioco, tu e Mael dovreste capirlo!>>
<< Ma lo zio Luka...>>
<< Luka un corno! Siamo noi i tuoi genitori e devi ascoltare noi, non lui. Ringrazia il cielo che il maestro Fu non sia in città, lui sì che si sarebbe arrabbiato! In confronto io ti sembrerei un micetto!>>
<< Ma pap...>>
<< Va in camera tua sino a nuovo ordine. Uscirai solo per andare a scuola, in biblioteca, dal medico in caso di emergenza o con uno di noi due nel caso.>>
Quando voleva sapeva essere severo, non era restrittivo come Gabriel Agreste con la progenie, ma sapeva il fatto suo. Almeno quando non urlava contro una pianta per errore, cosa capitata giusto due o tre volte.
Stavolta persino Chloé gli dava ragione da vendere, e non scordiamoci che lei era quella che palesò davanti a tutti il suo essere Queen Bee. Cosa che creò problemi quando annunciarono il loro matrimonio pubblicamente, ma questa è una storia da special.
La stessa fine fece Mael, chiuso nella sua stanza. Era stata Marinette ad occuparsene, il padre non era il massimo nelle punizioni.

Johan si preparò il divano posando un cuscino e una coperta con i coniglietti, era stato costretto a cedere alla sua ospite il suo letto. Il suo amato letto. Il suo adorato letto.
<< Perché hai un dakimakura con sopra stampato un letto?>>
<< Io amo il mio letto…>>
<< Okay, sei strano, ma non ti giudico. Hai birra?>>
<< Quella… robaccia non … entra in casa mia. Niente alcolici. Niente sigarette.>>
Il giovane non permetteva a cose del genere di entrare in casa sua o di avvicinarsi a lui. Brutti ricordi.
Si lasciò cadere sul mobile come peso morto. A prima vista non gli avresti dato un centesimo, ma la sua stanza era piena di roba degna di un novello Leonardo da Vinci.
Sculture in corso, progetti e calcoli matematici, animaletti impagliati e quello che aveva l’aria di un dipinto in corso d’opera. Chi diamine era quel Johan realmente? Non sembrava tanto diverso da un pigrone qualunque.
Pouff invece svolazzava per la stanza con l’aria di chi non aveva intenzione di chiudere occhio. Di certo non poteva essere lui a produrre quella roba. Non sembrava il tipo di persona in grado di mantenere la concentrazione per più di dieci minuti di fila. O due.
Stava urlando di come fosse felice di avere due Nooroo invece di uno solo, non aveva mai immaginato dell’esistenza di un multiverso.
<< Posso farti una domanda? Come mai non sei stato sorpreso a differenza degli altri?>>
<< Mhhh… non sapevo chi eri e comunque è mio pensiero non sorprendermi di nulla. L’universo è… yawn… pieno di misteri. Così come può esistere un altro mondo, può esistere una famiglia che non ama i propri figli.>>
Iniziò a dormire comodo all’improvviso, come a non voler terminare la loro conversazione o come se non gli interessasse.
Con qualche anno in meno, magari, ci sarebbe uscita volentieri insieme. Chissà se la sua controparte era simile a lei?
Però… “Endrick” era il nome a cui spesso accennava Nooroo. Era lo stesso che aveva incontrato, il marito di Chloé? O era un caso? No, non era possibile. Aveva anche lui un Nooroo, era certo che fossero la stessa persona di due linee temporali differenti.

Il giorno successivo Endrick era chiuso nel suo studio nel municipio, si stringeva la fronte tra le due dita metalliche della protesi. Era stressato da fare schifo.
Se non avesse già avuto i capelli bianchi, essi si sarebbero sbiancati.
Anche il suo Kwami aveva deciso di stare in silenzio nonostante il mal di testa che lo attanagliava fosse passato. A differenza di Gabriel non si sarebbe arrabbiato con lui, ma aveva bisogno di tranquillità e pace.
Marinette era la leader, ma era lui che si occupava di tutte le faccende logistiche. Era il suo numero due in pratica, non aveva voluto delegare nulla ad Adrien, era già abbastanza occupato di suo. Suo padre gli aveva alleggerito il carico, ma gli impegni restavano. Insieme alle occhiatacce che Agreste Sr scagliava contro Nino.
Gli avevano rovinato persino la seratina romanica con Chloé.
Prima quel tipo nel suo ufficio, poi l’arrivo di Shelly dell’altra linea temporale, un tizio che sembrava un ragno-capra e il dover mettere in punizione sua figlia.
Forse aveva esagerato con lei, alla sua età aveva fatto di peggio, lavorato per il peggio. Lei e Mael volevano rendersi utili.
Prese il telefono fisso e fece una chiamata con il sorriso sulle labbra.
<< Arlette, sono papà. Senti forse ieri ho esag...>> si bloccò. << Cosa sono questi rumori? Non sono i rumori da scuola. Arlette, dove sei?>>
<< Crssshhh non ti sen… papà… la lin… a scuol… sono! Crsshhhh!>>
<< Arlette, dove sei?! Con me non funzionano questi trucchi!>> Gli riattaccò in faccia. << ARLETTE! NON CI PROVARE!>> Urlò infuriato. << IN QUESTO SEI UGUALE A TUA MADRE!>>
Nooroo uscì fuori dalla spilla, sembrava avere lo sguardo di capiva i suoi sentimenti.
<< Vado a cercarla?>>
<< Grazie, Nooroo. Io vado a prendermi un’aspirina.>>



Finalmente il nuovo capitolo è online. Nooroo in post sbornia, Endrick fa il padre severo e scopriamo qualcosa su Johan mentre altro è lasciato intendere.
Scusate il ritardo, ma tra racconti per il mio blog,studio e i cosplay per Lucca Comics si fatica. Picola curiosità a tema: il prossimo anno porterò Mayura a Lucca Comics. Esatto, farò il mio primo crossplay. Essendo anche Metatton Ex ho qualche rudimento di make up.
Per l'occasione ho comprato una macchina da cucire portatile a soli 6 euro, davanti agli sguardi sconvolti di alcuni vecchietti che mi vedevano passare con macchina e tinte per tessuti.

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Capitolo 8
*** Yinglong e Fu ***


<< E mio padre mi ha chiuso in stanza. A te come è andata?>>
Mael si grattò la chioma. << Mia madre mi ha urlato contro per due ore, poi mi ha tolto ogni connessione ad internet e costretto a fare da manichino vivente per le sue creazioni. Senza contare che non potrò entrare in contatto con i croissant per due settimane.>>
I due si erano incontrati a scuola, uno dei pochi posti dove avevano il permesso di recarsi in modo autonomo e deciso deliberatamente di non entrarci.
Ignoravano ogni regola del comune buon senso.
Andavano in giro disarmati quando dietro l’angolo poteva comparire improvvisamente un ragno deforme e alieno. Sembra un B movie.

Fu si stava godendo finalmente una meritata vacanza, era all’oscuro che stesse succedendo qualcosa di terribile a Parigi. Aveva risparmiato per mesi per potersi permettere un bel soggiorno in una crociera con il suo Kwami, non che questi pagasse.
Aveva persino potuto evitare i baffi finti, non che servissero a molto. Quale idiota ci sarebbe cascato?
Ondeggiava a ritmo con la nave per il corridoio, aveva forse bevuto qualche goccio di troppo, ma era giovane. Solo centoottanta anni.
Aprì la porta della cabina, accese la luce e se lo trovò davanti, seduto sul suo letto.
<< Sono molti anni che non ci vediamo, Maestro Fu. Come sta? Noi bene.>>
Arretrò sbattendo contro la porta, il suo ospite imprevisto la aveva chiusa con la coda che tornava strisciando da lui.
<< Cosa… no, come sei arrivato qui?>>
Era un po’ diverso, ma non ci mise molto a riconoscerlo. L’armatura era molto più aderente, ma la posizione delle giunture gli dava maggiore possibilità di movimento rispetto a prima, la testa di capra si era aperta dividendosi in due metà esatte posizionate dietro le scapole. La coda era rimasta la stessa, ma ora si attorcigliava attorno alla vita come fosse una cintura a fora di oroboro.
La maschera di leone lasciva libera la bocca, ma non gli occhi, eppure la sua voce era comunque distorta in modo quasi metallico. Poteva notare ustione su parte della labbra.
<< Come puoi esseri qui, Chimaira?!>>
<< Io non sono Chimaira. Noi siamo Yinglong.>>
<< Noi?>>
Yinglong rimase in silenzio, come se stesse pensando a qualcosa di importante.
<< Meer, ritrasformami.>>
Abbandonò la sua forma trasformata per tornare al suo vero aspetto, l’anziano rimase confuso a sentire il vero nome di Chimaira dopo tutti quegli anni.
Credeva lo avesse abbandonato per un nome di battaglia più serio.
Ciò che però non fece credere ai suoi occhi l’anziano guardiano era la persona che era dietro la maschera. Il volto era ricoperto di ferite cicatrizzate e ustioni, ma era ancora vagamente riconoscibile. Era uno scherzo di cattivo gusto?
<< Cosa… oggi è un giorno davvero strano.>>
<< Già, ma ora noi dobbiamo fare una conversazione, maestro Fu. Dobbiamo rimettere in ordine i ricordi modificati dal Kwami del Ragno, possiamo dire che ci racconteremo delle storie.>>
La discussione durò a lungo, ma, come previsto, c’erano troppe informazioni che non concordavano. Alcune erano anche dello loro stesso ultimo scontro.
Oltre al finale completamente diverso, anche alcuni avvenimenti non tornavano, come se fossero stati riscritti.
Chimaira e il suo compagno parlavano dell’odio del primo per il padre di Fu, ma l’anziano maestro sottolineava come il padre non avesse mai avuto a che fare con i guardiani e che i loro discorsi durante la prigionia si basavano su un offesa che si erano dati a vicenda.
Questo quindi era certo, qualcuno aveva manomesso i loro ricordi e aveva continuato a farlo per farli combattere l’uno contro l’altro.
Forse aveva fatto davvero bene a spedire quel giovane akumizzato sul posto, senza contare che aveva ancora la farfalla trasformata nel suo covo per ogni occasione. Comunque anche la possibilità che fosse il Kwami del Ragno il colpevole era solamente un’ipotesi, sarebbe potuto essere la pedina di qualcuno a sua volta.
La cosa si faceva troppo complicata.
La faccenda poteva riassumersi in poche frasi: Il colpevole aveva prima alterato completamente i ricordi di Chimaira, ogni volta che lui e Fu discutevano modificava i loro ricordi della conversazione e così via. Ma per quale motivo?
Semplice desiderio di caos e dolore? No, probabilmente voleva paura.
Il Kwami del Ragno si nutriva di paura, il mangiare carne era solo un mezzo per assimilarne di più in una volta.
Sarebbe bastato mostrarsi per farla semplice, senza bisogno di sotterfugi assurdi.
Voleva solo aumentarla? Oppure aveva qualcosa di più grande dietro? Forse non voleva solo mangiare i portatori dell’ape e del gatto, infondo che senso avrebbe avuto nutrirsi di paura di due eroi che sapevano controllare le loro emozioni? Non poteva immaginare che i loro figli portassero i loro Miraculous.
Sarebbe potuto essere semplicemente un caso… o avrebbe potuto instillare in loro l’idea.
Così come ne avrebbe potute instillare altre, basta fare un’aggiunta o una sostituzione leggera per cambiare tutto.
Forse lui voleva…
<< Porca puttana!>> Si ritrasformò in Yinglong, aveva l’aria di chi aveva realizzato qualcosa di tremendo. << Quando ci metteremo a raggiungere il tempio?! Volando normalmente circa dieci ore, potrei volare a velocità maggiorata, ma potrei romperti un paio d’ossa. Quanto ci impiegheremmo in quel caso? Solo cinque. Allora facciamolo!>>
Fu non comprese quell’ultima parte, ma capì che doveva tornare indietro il prima possibile.

Johan li trovò entrambi davanti sé, cosa ci facevano davanti alla sua università? Mah, no gli importava. Aveva sonno, chissà se Mael gli avrebbe permesso di addormentarsi nuovamente sui suoi pettorali.
Probabilmente no.
Il giovane strabuzzò gli occhi verdi e lo chiese con un filo di voce balbettante.
<< Davvero Johan studia alla Sorbona? Il nostro Johan? Il pigro Johan? Johan che una volta si è addormentato in mezzo alla strada mentre parlava? Johan che abbiamo trovato dividere una coperta-quotidiano con un barbone ubriaco? Quello Johan?>>
<< Bello e pure intelligente. Guarda e impara.>> Aggiunse la ragazza con un sorriso, quasi come a volerlo deridere amichevolmente.
<< Ma sta zitta, hai voti peggiori dei miei a scuola.>>
Johan nel mentre si era addormentato in piedi, non aveva voglia di ascoltare i loro litigi.  Tra moglie e marito, non mettere il dito.
Si chiedeva se fossero mai stati o meno una coppia, ne avevano l’aria.
<< Zio Luka che fine ha fatto? Johan?… Johan!>>
Mael lo svegliò con un urlo.
<< E… cosa c’è?>>
<< Zio Luka che fine ha fatto?>>
<< … Lo hanno messo in castigo. Risvoltini ai pantaloni per quattro giorni e niente chitarra.>>
Sì, avevano messo in punizione un uomo adulto e famoso. Endrick era stranamente autorevole quando voleva punire qualcuno, potere da sindaco?
Nooroo nel frattempo, calatosi nel ruolo di un novello 007, li stava osservando dall’alto di un albero. Aveva il desiderio di ribattezzarsi col nome in codice di 00Farfalla, con licenza di libertà.
Si chiedeva che fine avesse fatto Duusuu, era un po’ che lo la vedeva, avrebbe adorato una missione del genere. L’ultima volta che l’aveva vista urlava qualcosa entusiasta, poi… puff. Scomparsa.
Conoscendola si era imbucata da qualche parte.
Ora basta, iniziava la sua missione.
“00Farfalla in: Missione Castigo”.
Dio, come voleva un paio di occhiali da sole e un completo su misura.



E anche questo capitolo è pronto, ancora non siamo entrati nel vivo dell'azione, ma ci si avvicina. Il prossimo capitolo se tutto va bene sarà a tema Nooroo.
Le contraddizioni della precedente opera sono spiegate col potere del nemico, come sfuggire ai propri errori in modo semplice canonizzandoli.
Abbiamo scoperto che Endrick sa farsi rispettare e Nooroo è un perfetto agente segreto.

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Capitolo 9
*** Speciale parte prima: Festicciola ***


Facciamo un passo indietro di circa vent’anni, una pausa dagli eventi attuali, qualcosa di molto più calmo, un periodo senza inutili battaglie tra super.
Un periodo dove la massima fatica per i Kwami era impedire di fare indigestione di dolci e formaggio.
Chi si era laureato da poco, chi lavorava, chi era riuscito a prendersi un appartamento lontano da casa del padre stilista iperprotettivo e chi continuava con la carriera da eroe.
Il nostro cieco preferito era in uno stato di stress continuo, era da giorni che sembrava irraggiungibile, che fosse andato alla festa era stato un miracolo divino.
Lo avevano portato di forza chiedendo al Gorilla di abbattere la porta, era in vacanza, ma non si dice di no ad Adrien. Ormai ci era affezionato come a un nipote. Ed era stato corrotto con alcuni pupazzetti della collezione privata di Max.
<< Odio le feste di classe.>> Sbuffò Endrick mentre si teneva la bastone da passeggio. << Sabrina mi detesta da morire.>>
<< Tu le hai soffiato Chloé, non dimenticarlo.>>
<< Non le ho soffiato Chloé, Ninò. Loro sono amiche, io sono il fidanzato. Siamo due rami differenti.>> Replicò.
Era vero, da quando aveva proposto alla ragazza di diventare la sua fidanzata, l’altra lo aveva fulminato con lo sguardo e cercato di convincere l’amica a rifiutarlo.
Cosa che non fece, non ne aveva motivo.
Ad Adrien era andata decisamente meglio, Alya era contentissima per Marinette. Ci mancava poco che stappasse uno spumante. Dopo tutti quei piani assurdi con nomi floreali era più che comprensibile.
Lui era stato più diretto, due o tre appuntamenti e la domanda, i suoi massimi alleati nel campo romantico erano: Adrien “Friendzone” Agreste, Gabriel “Riportoinvitamiamogliemorta” Agreste, un vecchio di cento e qualcosa anni e Nooroo. Questi era decisamente il più affidabile. I suoi zii, la figura paterna più realistica che aveva, non ne sapevano molto in fatto di ragazze.
Ad aspettare loro sarebbe morto solo come un cane.
Entrarono nel locale con Ninò che gli faceva da guida tra i tavoli evitandogli di finire faccia a terra come un salame. Ogni tanto se ne usciva fuori con assurdi commenti come che tra i clienti ci fosse un uomo di oltre due metri dai capelli argentati insieme a un uomo altrettanto alto dagli occhi rossi.
Lo stava prendendo in giro?
Mah, aveva sempre avuto uno strano senso dell’umorismo.
<< Alla buon’ora, temevamo vi foste persi.>>
<< Colpa mia!>> Disse il cieco. << Ho insistito per guidare e siamo finiti nella Senna. Ci ha ripescato la madre di Juleka.>>
<< Dopo il cieco in cosa ti saresti dovuto reincarnare?>>
<< Un effeminato.>>
Ci una risata generale. Sabrina e Chloé dovevano essere ancora assenti a giudicare dal numero e dalla tonalità delle voci.
Bello avere i “superpoteri” anche senza Kwami.
Se ve lo state chiedendo, questa storia si svolge a un tempo in cui solo Adrien, Marinette e Endrick conosceva le proprie rispettive vere identità. Ancora la squadra non era stata ufficializzata del tutto.
Non ce ne era bisogno impellente, infondo le cose andavano piuttosto bene.
Si sedettero al lungo tavolo.

Allo stesso tempo, sopra una delle travi di legno che sorreggevano il soffitto, nascosti agli occhi, Nooroo, Tikky e Plagg stavano facendo la loro privata festicciola.
<< Allora, Sugarcube, come ti vanno le cose?>>
<< Bene, calzino puzzolente, grazie.>>
<< Volete che vi lasci da soli? Mi sembra di essere il terzo incomodo. Forse meglio se me ne vado nella spilla, non sono di compagnia, sono triste, inutile...>> Nooroo cominciò ad autocommiserarsi sino a quando il gatto non gli infilò a forza un biscotto.
<< Meno depressione, più emozione, Violetto.>>
<< Ho solo voglio di buttarmi in un angolino a piantare funghi, sono triste e patetico. Ho fatto tanto male...>>
La coccinella attese qualche secondo e annusò uno dei biscotti, sembrava aver peggiorato le cose. Non ci volle molto a capire: biscotti al liquore. Quale mostro preparava biscotti al liquore? E perché Plagg li aveva con sé? E, sopratutto, davvero Nooroo reggeva l’alcool così male?
<< Ho sempre avuto una cotta per Duusuu!>>
<< Le cose si fanno interessanti, Sugarcube.>>

Endrick si accese una sigaretta, facendo attenzione a non fare fastidio a nessuno.
Al suo fianco Kim gli passò un braccio attorno al collo, era così grosso che se avesse stretto troppo si sarebbe rotto al primo tentativo. Grazie a cielo era un bonaccione.
<< Come vanno le cose tra te e Chloé?>>
<< Ho trovato un altro pacco con dentro una mia bambolina pugnalata dentro la posta, comincio ad avere paura. Detto questo le chiederò di sposarla stasera.>>
Tutto si fermò, nessuno disse nulla, rimasero solo a bocca aperta.
<< Beh? Che c’è? Perché altrimenti credevate se fossi così impegnato ultimamente? Lavoravo per l’anello.>>
Ora, in quello sconcerto generale, immaginate Rose che salta dal suo posto iniziando a urlare davanti all’intero locale per la gioia da fangirl.
Aveva immaginato il matrimonio di ogni membro della classe in ogni combinazione umanamente possibile, una roba che la peggior autrice di fanfiction avrebbe tremato la suo cospetto di timore e riverenza.
Tremate, la regina del rosa è qui!
Gli altri la ignorarono, c’erano abbastanza abituati. Aveva avuto la stessa reazione alla notizia del fidanzamento, avevano come un vaccino.
Ora c’è da chiedersi cosa avrebbe risposto lei? E la sua odiosa socia?

<< E poi si metteva a cantare! “È giunto il momento! Del mio insediamento!” e mi costringeva a cantare con lui “E noi che faremo?”! Ci rendiamo conto?! E poi che faceva a fare i monologhi fichi? Era sempre da solo! Gabriel di merda, bastardo, coglione. Ci ho goduto a vederlo pestato!>>
Gli altri due rimasero ad ascoltarlo.
<< Non aveva la sbornia triste, Sugarcube?>>
<< Sttt.>> Lo zittì. << Voglio vedere che va a finire la storia del karaoke.>>





Come da richiesta lo special sul matrimonio. Dovrebbe durare tre capitoli, quattro al massimo, ma poiché è importante per la storia ho pensato fosse meglio fermarsi ora.
Ho messo un paio di citazioni: frase sul cieco e l'effemminato viene da una canzone che recita << Nella mia terza, ho suonato il piano, ma non avevo gli occhi per guardare le note. Nella mia quinta vita aiutavo le ragazze-ovviamente non era tutto.>> altre volte tradotto come << Nella mia quarta vita ero un pianista cieco. Nella mia quinta vita ero un effeminato.>>
La frase sui due al tavolo sono un riferimento al mio romanzo, uscito in libreria lo scorso anno, e si tratta de l'Uomo dai Capelli d'Argento(leader del Gran Galà degli Eroi) e l'antagonista l'Uomo Nero(leader in seconda della Famiglia).
Ma quanto è bello Nooroo sbronzo?

Ps Se tutto va bene stasera sarà online il primo capitolo della mia ff a tema My Hero Accademia! Avrà toni spesso abbastanza maturi seppur non quanto quella dei Pokémon. Sì, ho pubblicato una ff PoKèmon dai temi cupi.
 

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Capitolo 10
*** Speciale parte seconda: Farfalla Blu ***


L’elegante macchina si fermò fermata davanti al locale, erano abbastanza per un “ritardo elegante”.
Gli altri erano già dentro la un bel pezzo, conoscendo il loro modo di fare si erano limitati a bere qualcosa senza ordinare.
<< Sei sicura di quello che vuoi fare? Puoi avere di meglio! Molto di meglio!>>
<< Metti in dubbio una mia scelta?>>
<< Sì… cioè, no! Ma il matrimonio? Vuoi proporre a quello il matrimonio?>>
Chloé sbuffò piena di fastidio, quando l'avrebbe smesso di fare così? Cominciava ad infastidirla sul serio.
Non c’era motivo per non farlo, era un buon partito, la situazione economica di entrambi era ottima, ecc. la cecità non era chissà quale problema, se la cavava piuttosto bene anche da solo.
L’unica erano le lamentele di Sabrina, Endrick aveva tenuto per sé il problemino della posta minatoria.
<< Senti, avrò anche la libertà di decidere una cosa del genere, no? Siamo adulti e vaccinati.>>
<< Ma hai speranze con Adrien, magari cambierà idea!>>
<< Con i se e con i ma la storia non si fa. Ormai lui sta bene con Marinette Dupan-Cheng, è inutile lamentarsi.>>

Scostò i capelli castani con l'espressione di chi agognava qualcosa di assai spassoso. Almeno per gli standard malati che aveva.
Con i guanti violacei strinse brutalmente una farfallina, sembrava sull’orlo di schiacciarla senza pietà. Sapeva che andare un po’ indietro era una buona idea.
<< … Che stai facendo? Trasforma la farfalla, Nooroo, o vuoi che accada qualcosa di anche peggiore? Anche se ciò che ho fatto al nostro sindaco preferito è imbattibile.>>
L'animaletto si ricoprì di nero, ma non lo lasciò andare. Lo tenne stretto nella mano sinistra.
<< Attendi, mia piccola Akuma, e oscurerai davvero un cuore.>>

La porta del locale si aprì lasciando entrare le due ritardatarie, nessuno ebbe nulla da dire se non un saluto. Saluto che Kim urlò disturbando tutti gli altri avventori, è tanto buono e tanto scemo.
Si sedettero nei posti lasciati liberi per l’occasione.
<< Sei in ritardo, Chloé. Con il tempo che hai impiegato per arrivare avremmo potuto cenare tre volte.>>
<< Se ti piacciono i ristoranti economici non è colpa mia.>>
Qualcuno si stava chiedendo se fossero davvero fidanzati, sembravano piuttosto che stessero per azzannarsi alla gola da un momento all’altro.
Forse lui era un po’ masochista? Dopotutto era restato un pezzo con Lila.
<< Ti si sono crepati gli occhiali.>> Commentò guardando la crepa vistosa sulla lente sinistra degli occhiali da sole di lui.
<< Ah, non ci avevo fatto caso.>>
<< Ma io sì, è una mancanza di stile tremenda.>> Si tolse dai capelli il paio che indossava sempre mettendoli all’altro. << Sono da donna, ma lancerai una nuova moda.>>
Oh è quella che si definisce una tsundere, questo spiega molte cose.
E durante quella scenetta romantica il povero Nathaniel poteva sentire il digrignare dei denti di Sabrina, il poveretto si era allontanato facendo saltellare la sedia verso quella di Marc. Quella tizia aveva un che di spaventoso ed ossessivo.
Endrick mise una mano nella tasca della giacca nera, avrebbe preferito una viola ma gli sembrava di giocare con la sorte, e tirò fuori una scatolina.
Okay, okay, okay. Poteva farcela.
Aveva fatto cose più difficili, come essere un supercattivo e indossare una maschera di dubbio gusto artistico.
<< Senti, Chloé, se non niente di meglio da fare, ti andrebbe di sposarmi?>> Chiese rosso.
Wow, che schifo di dichiarazione.
<< Potrei avere di meglio lo sai?>> tentò di dissimulare l’imbarazzo che l’aveva colta. La aveva battuto sul tempo.
<< Se tu volessi accontentarti di me ne sarei grato.>>

Endrick rimase fermo in un angolino di casa Agreste con una coperta con i gattini sulle spalle. La ragazza aveva rimandato la risposta alla prossima volta.
<< Stia tranquillo, come diceva lo scrittore Robert Louis Stevenson “il matrimonio è un campo di battaglia, non un letto di rose”.>>
<< Grazie, signor Gorilla.>> Rispose il giovane mentre la guardia del corpo dell’amico gli portava una tisana calmante.
Adrien, deciso ad ospitarlo per la serata, stava cercando un buon film che non lo deprimesse ancora di più: “Sette spose per sette fratelli”, “Il Matrimonio”, “Congratulazioni”, “Come resuscitare tua moglie morta”… l’ultimo era del padre. Probabilmente. Non aveva un film decente per l’occasione? Andava bene anche qualcosa come “bee Movie”… no, forse meglio evitare anche le api.

Sabrina era chiusa infuriata in camera sua. Come poteva Chloé scegliere uno come Endrick? Era di buona famiglia, ma era probabilmente un figlio bastardo, non le aveva mai nemmeno presentato i suoi genitori e non poteva nemmeno vedere. Era difettoso.
Poteva avere di meglio, perché arrendersi? Perché rinunciare a persone superiori?
Non se ne accorse nemmeno, quella piccola farfalla, più simile a una falena, che entrò nella casa colpendo gli occhiali da vista.
<< Buonasera, Neikea, io sono Hyacinthum Gloria. Ho sentito tutto. Così tragico, vero? Potrai vendicarti su chi vuole rovinare la vita alla tua amica, in cambio io ti chiedo solo… beh, un piccolo, minuscolo favore. Le teste di Endrick, Ladybug e Chat Noir.>>
<< Affare fatto.>>
Quella farfalla era perfetta, normalmente avrebbe rifiutato, ma caricarla di talmente tanta energia negativa distruggeva e corrompeva chiunque.
Era quello il potere del portatore del Kwami della Farfalla. Farsi degli alleati? Sciocchezze. Nooroo serve ad avere ciò che si brama con la forza!
A qualsiasi costo.
Quei tre eroi di bassa lega non avrebbero rovinato più i suoi piani. Mai più.
Aveva fatto un accordo con Robert Prince. La sua vendetta in cambio dei cadaveri dei portatori di Kwami con tanto di Miraculous.
Sarebbe stato un magnifico, disgustoso, banchetto.





Lo so, gli ultimi capitoli sono brevi, ma ho poche idee.
Bene, appare un nuovo villain alleato di Robert. Se ve lo chiedete è colei che ha creato Timejagger nel cartone, qui akumizza Sabrina. Piccola nota: qui il rapporto Sabrina e Chloé è ispirato o due mie ex compagne di corso universitario, un rapporto tremendo.
Il nome della villain può essere tradotto come Farfalla Blu dal latino, magari è pure sbagliato. Io sò tradurre un po' solo dal latino e non al latino.
Altre note... pensavo di fare un crossover futuro tra i personaggio del mio libro e della saga di cui fa parte con questa saga di ff, che ne pensate? Dovrei tenere fuori quelli più OP(Tempo, Argento, l'Uomo Nero, Morte, Tabris, ecc.), ma sarebbe carino.

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Capitolo 11
*** Speciale parte terza: Interruzione ***


Si era spostato dall’angolino della stanza al divano, senza però abbandonare la coperta che lo avvolgeva come uno burrito.
Se solo avesse saputo che lei voleva solo tenerlo sulle spine non avrebbe pensato di buttarsi dalla finestra. Non si sarebbe fatto male, erano al pianterreno, ma il pavimento era freddo.
Nooroo invece non riusciva più a connettere il cervello con la bocca, troppi dolcetti alcolici, non li avrebbe più mangiati.
Dannato il pasticciere.
E i pinguini, per qualche motivo le sue invettive alcoliche si rivolgevano verso di loro.
<< Dai, vedrai che dirà di sì.>>
<< Non ci vedo.>>
<< Okay, analogia sbagliata. Analogia sbagliata.>> Rispose il biondo distogliendo lo sguardo. Il Gorilla era stato molto più d’aiuto di lui.
Wow se era messo male, e dire che un tempo non andavano così d’accordo. Anche se era abbastanza sorprendente che Chloé avesse trovato qualcuno che la volesse sposare.
Che Endrick fosse un masochista? Avrebbe spiegato anche il suo uscire con Lila. Beh, si trattava comunque di un passo in avanti.
<< Ehi, perché non usciamo di nuovo? Chiamo Luka, Nino e gli altri e ci divertiamo!>>
<< Catalismami ora e basta.>>
Adrien cominciava a volersi buttare giù anche lui.
Dalla finestra rotta della sua stanza. Aspetta, quella finestra era intera cinque minuti fa. E non c’era stato nessun “crash”, quel suono si sarebbe dovuto sentire.
Il depresso fu sollevato di peso da una figura invisibile e che non faceva il minimo rumore, fantastico un’Akumizzat… Akumizzata?
Okay qui si stava perdendo il senso delle cose, da dove era puntata un Akuma che potesse trasformarla? l’unica era che Nooroo da ubriaco non potesse controllare i suoi poteri e li rilasciasse a casaccio. Anche Plagg senza un tramite causava solo guai.
<< Oh, fantastico. Sto per essere ucciso, sii veloce e indolore per favore.>>
<< Tranquillo, così Chloé non accetterà la tua proposta come voleva.>>
<< Accettare? Voleva sposarmi?>> Si liberò dalla coperta ritornando in piedi pieno di vita. << Adrien! Lei voleva sposarmi!>>
Fu preso per il braccio e trascinato via, giusto, non potevano trasformarsi davanti a lei. Sapete, la storia dell'identità segreta e tutto il resto, no?
C’era anche il piccolo problemino che Endrick non poteva trasformarsi con il suo Kwami completamente sbronzo, riusciva a mala pena a biascicare qualcosa di comprensibile!
Solo quando furono abbastanza lontani il biondo poté trasformarsi e contattare la sua “Milady”.

La ragazza con la tuta a pois scese stringendo in mano qualcosa, si trattava di quella che veniva spesso definita la “soluzione nucleare”.
<< Quindi Sabrina è stata akumizzata, probabilmente da un Nooroo ubriaco, e ora ti vuole aggredire?>>
<< Ho ricevuto abbastanza chiamate minatorie per riconoscere la sua voce anche camuffata.>>
<< Sì, ha qualche problema di dipendenza. Tra poco dovrebbe anche arrivare Chloé>> Fece u verso di fastidio. << Mi è toccata chiamarla, era adatta.>>
Detto fatto, la ragazza nel suo completo da ape scese da un tetto tra di loro.
<< Fammi capire, preferisce te a me?>>
<< Nell’aggredire sì.>>
Non era proprio il momento di litigare su chi Sabrina preferiva attaccare in quel momento o simili, erano in pericolo. Un nemico invisibile poteva attaccarli da un momento all’altro.
Senza contare che avrebbero dovuto proteggere Endrick senza poteri. Avrebbero.
Ladybug per fortuna era quella sveglia del gruppo e aveva ideato un piano semplice, ma efficace.
<< Endrick Axelle, ti affido il Miraculous del Pavone, a fine missione me lo restituirai.>>
In un bagliore blu si palesò Duusuu in preda a un eccesso di zuccheri e alla sua solita personalità fin troppo attiva per uno abituato agli standard di Nooroo.
<< Salve, persona che non ho mai visto prima! Wooow! Sei bianco! Mi piace il bianco! Ma anche il nero! E il viola! E il giallo! E il marroncino!>>
Era iniziata bene, da oscar, ma ora era partita per la tangente.
<< Dusuu, potresti trasformarmi?>>
<< Parolina magica?>>
<< Per favore?>>
<< No! L’altra!>>
<< … Che le piume si innalzino, Duusuu.>>
Tecnicamente era decisamente più di una, ma vi sfido a discutere con Duusuu e il suo adorabile faccino. Vi sfido!
Endrick si ritrovò negli stessi panni di Mayura, stivali col tacco compresi. Faceva una strana impressione avere anche la pelle blu, la sentiva più fredda al tatto del normale.
Negli ultimi anni si era sempre trasformato in Le papillon, quindi faceva seriamente strano diventare un eroe diverso.
Aprì il ventaglio di scatto, tutte le informazioni sui poteri del Kwami venivano direttamente scaricare nel cervello come fosse un computer.
A quel punto… shudhfjjakkd… niubibbdb fhd…
L'immagine si fermò come se una vecchia cinepresa si fosse rotta e avesse iniziato a bruciare la pizza che usava.

Endrick si tolse gli occhiali da sole. Si era fermato tutto sul più bello.
Si lasciò andare sulla poltrona del suo studio privato come se non riuscisse più a fare nulla.
Allora era proprio vero quel modo di dire, quando giunge un certo momento allora tutta la vita ti passa davanti come un film.
Divertente come potesse percepire tutto, ma non vederlo realmente.
<< Allora, cosa vuoi dire?>> Domandò la voce femminile accanto a lui.
Il sindaco alzò il viso verso l’alto.
<< Credevo che le sigarette mi avrebbero ucciso prima. Avrei dovuto aumentare la dose per non darti soddisfazione.>>







 



Sì, lo sò, ho interrotto lo speciale all'improvviso, ma c'è un suo perché e si riprenderà più avanti. Oggi doppio capitolo.
 

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Capitolo 12
*** Notiziario ***


Consumati, consumati, corta candela! | La vita è un'ombra che cammina, un povero attore | che si agita e pavoneggia la sua ora sul palco | e poi non se ne sa più niente. È un racconto | narrato da un idiota, pieno di suoni e furore, | significante niente.
[William Shakespeare]
 
 
Il notiziario iniziò all'improvviso, interrompendo il programma di varietà che, ormai da anni, stavano trasmettendo a quell'ora. Nessuno dei concorrenti o dei presentatori era stato avvisato, era stato tutto questione di una frazione di secondo, ma nessuno alla scoperta della notizia osò anche solo pensare di lamentarsi.
Buona parte di Parigi rimase col fiato sospeso, non si aspettava quella notizia, chi lo lesse sul giornale il giorno dopo non si sentì meglio pur sapendolo già.
Non si crede mai che certe cose possano accadere nella tua città, a magari qualcuno che saluti quando lo vedi per strada, ad un amico o un parente. La vita non da avvisi in questi casi, non sempre. Ogni tanto arriva e basta.
La giornalista Nadja Chamack era davanti al municipio, non indossava il solito abito, ma uno nero, e non esordì con la solita frase allegra che aveva inventato in giovane età e che tutti conoscevano a menadito.
Non era l’occasione.
L’intero edificio era transennato dalle barriere poste dalla polizia investigativa che andava avanti e indietro con fare affannato, persino i curiosi mantenevano un rispettoso silenzio. Era un clima cupo, freddo, completamente diversa dal cielo limpido che avevano sulla testa.
<< Oggi, all’età di quarantadue anni, nel suo ufficio, è stato trovato deceduto il sindaco di Parigi Endrick Axelle Bourgeois. La causa secondo la polizia sono stati quattro colpi di pistola sparatigli al petto, si indaga sulla pista della rapina finita male. I funerali si terranno domani nella chiesa di Saint-Germain-l’Auxerrois, ne danno triste annuncio la moglie Chloé Bourgeois, la figlia Arlette Bourgeois, la sorella, gli zii e gli amici tutti.>>

 
La morte può essere l'espiazione delle colpe, ma non può mai ripararle. 
[Napoleone Bonaparte]






 
Ho voluto ripubblicare il capitolo online con alcune modifiche, era importante e ho voluto migliorarlo anche di poco.
Che dire? Endrick è morto. nulla di più, nulla di meno.

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Capitolo 13
*** Leaves from the Vine ***


Falling so slow
Like fragile, tiny shells
Drifting in the foam
Little soldier boy
Come marching home
Brave soldier boy
Comes marching home
[Leaves from the Vine]


 

Era stato tutto un fulmine a ciel sereno, la morte di Endrick era giunta all’improvviso. Ripetuti colpi di pistola per una rapina, chi poteva volerlo morto?
Tutta la cittadinanza lo adorava.
Chi conosceva il suo segreto da eroe credeva che uno come loro sarebbe morto in qualche impresa eroica, lo pensano sempre tutti, ma alla fine sono tutti sempre umani.
Senza poteri sono semplici esseri umani come tanti, di carne e sangue.
<< Stai bene, Arlette?>> Mael stava sudando mentre parlava. L’amica alla notizia era sbiancata e poi svenuta, non riprese i sensi prima di una mezz’ora buona.
Come biasimarla? Aveva appena saputo che suo padre era stato ucciso e l’ultima cosa che avevano fatto era stato litigare.
<< Sì, sto… sto bene.>> Rispose mentre Johan le porgeva un bicchiere d’acqua.
Tra i presenti era quello più tranquillo, non mostrava il minimo sprazzo emotivo. Quasi fosse un manichino.
La sua faccia sembrava quasi essere paralizzata, si era limitato a smettere di sbadigliare, cogliendo l’aria.
<< Meglio se ti prepari, vi riporto a casa. È la cosa migliore da fare.>>
<< Johan, potresti anche essere un po’ più ospitale vista la situazione. Arlette non è in grado di muoversi.>>
<< Che vada a casa è la cosa migliore, avete dormito qui e i funerali sono oggi. Tua madre al telefono stava male, chissà come sta la sua. Sarà distrutta. Dovete prepararvi. Se vuoi ho degli abiti da funerale maschili, sempre se lei si accontenta.>>
Il biondo lo prese dal colletto alzandolo di peso, nonostante fosse magro, Mael era stranamente forte anche senza trasformarsi.
Aveva gli occhi arrossati, un misto di lacrime e rabbia. Come poteva essere una persona così insensibile? Arlette aveva anche una cotta per lui, era troppo intelligente per non averlo capito.
Allora perché faceva così?!
Perché?!
<< Questo è ciò che riesci a dire? Non provi altro che sonnolenza?!>>
<< Esatto. Non provo nulla. Non provo mai nulla.>>
<< Cosa?>>
Rimase confuso per qualche istante nel realizzare cosa intendesse con le sue parole. Era serio? Se sì, quali erano le causa? Inaffettività? Sociopatia? Danni cerebrali? Aveva qualche trauma psicologico?
<< Io non provo nessuna emozione, nessun sentimento. Non so il motivo, sarà colpa di mia madre o di mio padre. La prima era… non era affettuosa, questo lo capisco anche io. Beveva spesso, anche troppo. Il secondo non l'ho mai visto. Ricordo solo la cintura degli ospiti della mamma e un certo dolore fisico. O forse ci sono nato, non ricordo, ma non provo nulla. Capisco le emozioni degli altri.>> Si voltò verso la ragazza. << Dolore, lutto, tristezza, rimorso, sofferenza. Le capisco tutte. Il cervello di dice di provare empatia, tristezza, cordoglio, gentilezza e protettività. Ma non secerne le sostanze. Provo solo un senso di vuoto e… desiderio? Il desiderio è un’emozione? O è un qualcosa tipico dell’evoluzione umana? Potrei anche ucciderti qui, adesso, e non provare nulla, ma il mio cervello di direbbe di costituirmi alla polizia. Distinguo il bene dal male.>>
Lo lasciò andare, a modo suo Johan stava cercando di essere gentile.
Aveva avuto molti problemi sin da piccolo. Sua madre era un’alcolizzata e lui un incidente capitato per caso con il suo amante dell’epoca. Se non era stato abortito era solo perché non aveva trovato un medico abortista prima della scoperta del feto, quando venne a saperlo era già a troppo sviluppato.
Non aveva nemmeno avuto quel briciolo di “amore familiare”, non era mai nemmeno stato adottato quando finì in istituto per le botte che riceveva.
L’unica cosa che aveva fatto per abbandonare il passato era stato cambiare nome.
<< Preparatevi. Vi porto a casa, Arlette, riprenditi. Tu che un padre lo hai avuto devi salutarlo.>>

Il rito funebre fu breve, Endrick aveva lasciato specifiche direttive sulla sua morte. Nessuna lunga e ampollosa commemorazione sulla sua vita, a chi interessava dopotutto?
Aveva chiesto non fiori, ma opere di bene. Preferibilmente a chi non poteva permettersi un pasto caldo.
Si era aspettato che Chloé se la sarebbe presa in modo terribile se fosse morto per primo. Lei voleva sempre essere la prima in tutto.
Ogni tanto se ne usciva con questa battutina scherzosa.
Nooroo porse una busta alla famiglia, gli era stato chiesto di tenerla nel caso gli fosse successo qualcosa. Lo aveva previsto.


“Ehilà, se state leggendo questa lettera sono morto.
Spero non mi abbiano sparato in faccia, ci tengo alla mia bella faccia.
È bella… credo? Chloé mi diceva spesso che ero carino.
Lei lo è. Ne sono certo.
E lo è anche Arlette, ha preso tutto da lei.
Va bene, ora devo essere serio. Credo valesse la pena smorzare un po’ i toni.
I miei averi sono tutti a mia moglie, non che avessi molto. Non so nemmeno perché mi ha sposato,
non avevo molto da darle.
Non ero particolarmente intelligente o forte, ho anche dei trascorsi criminali piuttosto importanti.
Avete presente, no? Ho rischiato di farvi molto male.
E… sapete tutta la storia. Non è bella.
Ora vi spiego il perché di questa lettera affidata al caro Nooroo.
Scusami per questo ingrato compito, sei il mio migliore amico.
Ho dei sospetti sul colpevole del mio decesso più o meno inaspettato, inutile dire che è la persona che più mi odia a questo mondo: mia suocera!
No, dai, scherzo. Lei adora la mia cucina.
I miei sospetti arrivano principalmente su Lilla Rossi.
Non sono prevenuto, ho scritto varie lettere e questa era nel caso qualcuno avesse cercato il mio Miraculous.
Avevo il presentimento che mi sarebbe successo qualcosa, non posso dirvi come, ma lo sapevo.
Non vi chiedo di vendicarmi, la vendetta non fa per me.
Voglio solo che facciate attenzione… Dio, non voglio proprio morire.
Avrei voluto vedervi almeno una volta.
Vi amo.
Endrick Axelle-Bourgeois”

Johan rimase fuori con Mael, non volevano disturbare nessuno.
<< Johan, scusa per prima… io...>>
<< Hai aiutato...>> Sbadigliò. << … la ragazza che ti piace. Niente di più.>>
<< Non mi piace!>> Rispose rosso come un peperone.
<< Imbarazzo. Empatia esagerata. Affetto. Infanzia condivisa. Amore. Non c’è nulla di male… ma se vuoi fare una cosa intelligente e giusta, stalle vicino. Non ci vuole il mio cervello per capire che ha bisogno di te adesso.>>






Il capitolo non è granché, lo so, ma lo sto pubblicando con l'influenza. Dopo una settimana e passa d'assenza dovevo aggiornare.
Abbiamo nuove informazioni su Johan e sul suo passato.
Piccola curiosità, la poesia iniziale è tratta da Avatar e la canta Iroh durante l'anniversario della morte in guerra di suo figlio Lu Ten nella seconda stagione.

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Capitolo 14
*** Database: Megalovania ***


Linea Temporale Beta. Definizione: “Megalovania”.
Data: Circa 18 anni prima di oggi.

 

<< Non dovresti affaticarti così, piuttosto devo cambiarti la flebo. Passami il braccio.>>
Porse il braccio pieno di ustioni, dopo due anni era messo ancora male. Non poteva essere ricoverato in ospedale, avrebbe suscitato troppe domande il modo in cui solo lui si era salvato da quella bomba in miniatura scatenata da Chimaira.
Era già un miracolo se non era morto per qualche infezione.
<< Scusa se ti creo tutti questi problemi, Luka.>>
<< Lascia stare, se tu muori perdiamo la possibilità di mettere in pratica il nostro piano. Sei, come dire, il punto focale, no? Anche se odio dovermi affidare a quello!>>
Il suo commento pieno di astio era diretto a Chimaira, da quando aveva abbandonato il suo ospite era rimasto chiuso nel suo Miraculous senza uscire per un solo istante.
Non sapevano dire se stesse riflettendo sui suoi errori o cercasse di raccoglie le energie ormai finite usando il suo potere.
Erano rimasti sorpresi quando, nel bel mezzo della battaglia, si era fermato cominciando a delirare sui suoi ricordi confusi, quasi come se spostando il tappetto avesse trovato un vaso rotto e avesse tentato di rimetterlo insieme.
Luka era sorpreso della tranquillità del suo compagno di guerra, era straordinariamente tranquillo. Eppure, come lui, aveva perso tutto, senza contare come si era ridotto il suo corpo. Le ustioni erano su ameno il 70%, degli occhi non erano più presenti e i buchi si erano cicatrizzati, i capelli erano solo in chiazze limitate.
Come poteva essere così calmo? Era in un letto da due anni! Due anni!
E non aveva smesso di sorridere.
 


Data: 15 anni prima di oggi.


Si mise a leggere il libro ad alta voce, aveva ripreso il coraggio di farsi vedere fuori dal suo anello. Il sano dei due ragazzi però non gli rivolgeva che sguardi di disprezzo ed odio.
A quanto pare Chimaiara era l’unico Kwami in grado di leggere il grande libro che i guardiani conservavano.
Endrick lo sapeva, sapeva che esisteva una pagina che gli avrebbe permesso di mettere in pratica il loro piano.
Sì, ci sarebbero riusciti!
Lo avrebbero realizzato.
Ma restava un problema, il Kwami del Ragno e il suo contraente. Dovevano ucciderli prima che potessero creare nuovamente problemi.
In che modo però?



Data: 15 anni prima di oggi.
Seconda annotazione.

 

Secondo il libro esiste un metodo per uccidere senza problemi un portatore di Kwami diventando nel contempo immune ai suoi poteri.
Forgiare un’arma usando un Miraculous.
Vista la rottura dei Miraculous principali, fatta eccezione per quelli di Sass e Nooroo, avevano materia prima a volontà. Potevano forgiare un’arma senza troppi problemi, potevano usare i poteri di Chimaira per proteggersi durante l’operazione e per produrre il calore che serviva.



Data: 12 anni prima di oggi.


L’arma era finalmente pronta.
Un coltello.
Sarebbe dovuto bastargli per uccidere i loro nemici, dovevano solo scegliere chi dei due avrebbe avuto quel compito e chi avrebbe invece avuto il ruolo di realizzare la parte più importante del piano.



Data: 2 mesi da oggi.


I preparativi erano pronti. Si sarebbero divisi come progettato e avrebbero salvato il mondo.
Ed ogni costo.
Le loro trasformazioni, grazie ai segreti del libro, erano molto più potenti di prima.



Linea Temporale Alfa: Denominazione: “SAVE The World”.
Data: 1 mese da oggi.


Non ci credeva in quello che il suo amico aveva fatto. Lo aveva spinto nel varco, questo lo aveva ferito fisicamente andando a causargli ustioni e ferite, si sarebbe cicatrizzate in fretta grazie a quello stesso calore.
Lo aveva calcolato da prima, gli aveva lanciato persino la borsa già pronto con tutto l’occorrente per sopravvivere.
Lui era rimasto senza niente.
Un solo uomo contro un mostro.



Data: 1 giorno da oggi.


Uscì dalla doccia mentre Nooroo, Sass e Chimaira lo aspettavano fuori nel salottino intenti ad osservare il telegiornale.
Non si aspettava di vedere la notizia di quell’omicidio al telegiornale. Quel mondo stava cadendo come il loro.
<< Quindi qui Robert Prince non lavora da solo, eh? Fermerò colpevoli, è il minimo che possiamo fare per lui.>>
I tre Kwami annuirono.
<< Noi siamo pronti, Luka.>>






Boom. Credevate che Yinlong fosse Megalovania!Endrick, eh? Invece è Megalovania!Luka(o se preferite M!Luka per brevità).
E nulla. Colpo di scena figo.

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Capitolo 15
*** Intermezzo ***


Sospirò pesantemente, era palesemente scocciato da tutto ciò, odiava quando qualcuno intralciava i suoi piani.
Aveva deciso che Endrick Axelle sarebbe dovuto morire per due motivi: il primo era ottenere il Kwami della Farfalla, gli sarebbe stato molto utile per la creazione di alleati. Il secondo era di nutrirsi della sua paura della morte.
Beh, c’era anche il fatto che lui era il braccio sinistro di Ladybug, quello che lavorava con l'intelletto cinico in contrasto con la loro generosità pura. Se vuoi abbattere il generale, colpisci il suo cavallo.
Invece no!
Non solo era morto tranquillo e sorridendo, ma aveva persino nascosto il suo Miraculous! Come se lo avesse sempre saputo!
Come se lo avesse intuito.
Avrebbe dovuto alterare anche i suoi ricordi come aveva fatto con Chimaira. Era stato uno sciocco! Uno sciocco!
Robert fece un altro profondo sospiro per calmarsi, non ci teneva a farsi ricoprire di carne putrefatta all’improvviso. Il suo Miraculous si attivava con le emozioni, una troppo immediata avrebbe solo creato problemi.
Tagliò la bistecca con il coltello e, alzando lo sguardo, si rivolse ai suoi ospiti.
<< Madame, milord, passiamo alla fase due.>> Masticò ed ingoiò la carne. << Presto divorerò tutti i portatori. Ho proprio fame…>>
Posò le posate accanto il piatto ancora mezzo pieno.
Niente. Continuava ad averlo.
Quel grosso, fastidioso, tremendo… senso di fame.


 

Dopo una settimana di assenza, rieccomi con un intermezzo. Scusate, ma è dicembre, sto lavorando alla visual novel e blocco dello scrittore. Faccio quel che posso.

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Capitolo 16
*** Intermezzo II ***


L'altro uomo si alzò si alzò da tavola lasciando Prince e la donna a discutere. Gli provocava un senso di vomito e disgustoso anche il solo stare a sentire il loro odore.
Quando si era proposto di dargli una mano sapeva che avrebbe provato quella sensazione per molto tempo, ma i loro piani coincidevano.
Loro potevano aiutarlo con il suo obiettivo e lui poteva aiutarli con il loro.
Sarebbe stato un lavoro semplice e pulito, non esistono supereroi come Superman o Sentry, ma solo tizi che portano una maschera. E distruggere la persona dietro la maschera era cosa facile una volta scoperta l'identità.
Aprì il cancello del cimitero e, trovata la tomba dove ormai si era trasferito a vivere, a riparo da occhi indiscreti, si sdraio canticchiando alla statua tombale una ninna nanna.
<< Buonanotte e sogni d'oro. Domani sarà una grande giornata, Prenderemo i Kwami e tutto andrà al suo posto.>>

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Capitolo 17
*** Atto I: La terza strada ***


Mael si mise in mezzo arrabbiato, odiava fare la voce della ragione del duo.
<< Posa i Miraculous e andrà tutto bene.>> Affermò serio. << Cosa vorresti fare? Andare a morire? Non abbiamo speranze contro uno come Prince, se ha ucciso tuo padre non avrà problemi con noi. L’ultima volta ci siamo salvati solo grazie a Johan!>>
<< Quindi vuoi che resti qui ferma e buona senza vendicarmi?>>
<< Esattamente!>>
Non voleva usare quelle parole, non suonavano per niente bene nonostante l’intento nobile.
Aveva visto abbastanza film per capire che la vendetta non era mai una cosa buona. Tutto andava sempre a puttane.
l’ossessione per qualcosa portava solo a distruggersi. Suo nonno ne era un ottimo esempio.
Nel tentativo di riportare in vita sua moglie aveva fatto del male a così tante persone innocenti, comprensibile ma sbagliato.
Terribilmente sbagliato.
Rimasero in silenzio senza dirsi nulla.
Quella camera era sempre stata così grande?
Quando sei da solo con qualcuno con cui hai litigato l’atmosfera si fa sempre pesante, un po’ come un macigno in discesa.
Comincia a rotolare, rotolare, rotolare, sino a schiacciarti sotto il suo peso.
Il ragazzo deglutì.
<< E se vi dicessi che esiste una terza strada?>> Johan si presentò alla finestra, era trasformato nella sua versione eroica. << Il problema con voi due è che pensate sempre col cuore e mai con la testa.>>
Scese dalla finestra facendo attenzione a non cadere per terra, avrebbe rovinato la sua entrata in scena eroica.
Gli altri si fissarono, ovviamente, confusi. Per Mael era un po’ dura mantenere la recita di Johan, non aveva rivelato ad Arlette il suo “disturbo”, non ci teneva a spezzarle il cuore.
<< Vendicarsi è uno sforzo di energie inutile e non potete usare i Kwami per esprimere un desiderio per via della legge di equilibrio. E ora, terzo punto: come è possibile che una persona come il signor Endrick sia stato ucciso da dei semplici proiettili? E come ha fatto il killer ad entrare? E perché è così certo della colpevolezza di Lila Rossi? Non potrebbe essere che tuo padre avesse calcolato tutto sin dall’inizio?>>
<< Quindi secondo te...>>
<< Tuo padre sapeva che il suo assassinio sarebbe avvenuto e ha fatto in modo che avvenisse. La domanda restante è una: il perché.>>




 

​Lo so, gli ultimi capitoli sono brevi, ma sono oberato di lavoro. Oltre ai racconti e alla visual novel, ho anche iniziato un nuovo fumetto su Facebook e instagram intitolato "Dreamlands". Se volete darci un'occhiata vi lascio i link.
Instagram: https://www.instagram.com/aliasorscrittore/
​Facebook: https://www.facebook.com/AliasorScrittore/

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Capitolo 18
*** Atto II: Una storia ***


Quando la madre di Johan rimase incinta di lui fu una sorpresa. Negativa.
<< L’unico motivo per il quale non ho abortito è che era troppo tardi!>>
La madre lo diceva spesso. E Johan non rispondeva. Non ne aveva bisogno.
Era sempre assonato. Non riusciva nemmeno a stare in piedi.
Non era questione di mancanza di cibo, riusciva a procurarsi il cibo da qualche vicino gentile. C’era un vecchietto che aveva anche tentato di chiamare i servizi sociali, ma non servì a nulla.
La madre era brava dire le bugie.
Lo era sempre stata. E anche lui era bravo a dire le bugie.
Era bravo a mentire alle persone. Doveva essere ereditario.
<< Sto bene. Ti voglio bene. Ho fame. È divertente. Sono triste. Sono arrabbiato. Siamo amici.>>
Non sentiva nulla. Solo vuoto.
Il massimo se sentiva era sonno.
Si dice che una persona più è intelligente e più ha un cervello che consuma zuccheri.
Qualsiasi rompicapo che finisse, in un modo o nell’altro, nelle sue mani finiva per essere completato in pochi minuti.
Alcune ricerche hanno ipotizzato che Leonardo da Vinci possedesse un quoziente intellettivo di 205 punti. Lui raggiungeva un punteggio di 204 in condizioni normali. Un genio tra i geni.
Sua madre non lo aveva capito, normale, non era mai a casa e quando lo era lo ignorava o era ubriaca.
Ne aveva ricevute botte.
Non aveva nemmeno reazioni, forse i nervi si erano adattati alla situazione.
L’istinto di autoconservazione della specie aveva spinto ad un evoluzione istantanea?
Il padre invece non lo aveva mai incontrato, sua madre non ne parlava mai.
L’amante di una notte? Un “cliente”? Un povero fesso?
La madre se ne lamentava durante le sue sbronze, sapeva solo che lo odiava ed era biondo come lui.
Forse centrava con la sua tinta.
Poi la madre scomparve nel nulla.
Senza farsi più vedere.
Aveva dodici anni. Nemmeno andava a scuola.
Nessuno di accorse di nulla. Si trasferivano troppo spesso.
La porta era chiusa da troppi giorni.
Aveva fame.
Non ci vedeva più bene.
Ah, quello lo sentiva.
Era la paura della morte.
<< Chiamate un’ambulanza! Qui c’è un bambino!>>
Riaprì gli occhi a fatica, dove si trovava? Aveva una flebo al braccio?
Si sentiva meglio? sì.
<< Ehilà, stai bene?>>
<< Mi chiamo Endrick Axelle. Sono il sindaco, non mi conosci?>>
<< No. Mai visto. Non conosco molti.>>
<< Già, lo immaginavo. Non sei nemmeno all’anagrafe. Come ti chiami?>>
<< Johan.>>
Endrick accavallò le gambe come a riflettere su qualcosa. Aveva fatto ricerche prima di entrare in quella casa, vista la madre non era una sorpresa tutto ciò che era accaduto.
Aveva raccolto prove ed informazioni.
Inspirò.
<< Ti andrebbe se ti facessi accogliere da un paio di amiche? Vorrebbe davvero un figlio, ma la lista è lunga e sono in attesa da anni. Andresti di cognome Couffaine, suona bene, no?>>
<< … E vorrebbero uno come me?>>
<< Ne sono certo. Rose è un po’ strana, ma è gentile con tutti e Juleka… lei è silenziosa, ma ha sempre una buona parola.>> Disse imbarazzato.
<< Posso pensarci, signore?>>
<< Certo, Johan.>> Si avviò verso la porta. << Per ogni cosa chiamami pure.>>

Johan attese nella sua stanza Endrick con l’espressione di chi aveva fatto una scelta.
E al cieco piacque.
Gli strofinò la mano bionica sui capelli biondi ridendo di gusto.
<< Col tempo riuscirai a ridere anche tu. Te lo dice un esperto.>>
Non ebbe ragione.
Non ci riuscì, non riuscì ad affezionarsi alle sue madri, ma imparò a capire quali emozioni mostrare.
Quali simulare, quali fingere, quali calcolare.
Era un bravo bugiardo.
Ed era intelligente.
Non ci mise troppo tempo a capire chi era suo padre biologico, fece delle ricerche.
E non disse nulla. Aveva una famiglia.
Era nato senza il consenso, sua madre aveva rubato in qualche modo il suo sperma per ottenerlo.
Era un figlio senza amore.
Allora perché diceva che era stato un incidente?
Forse era stato qualcun altro ad inseminarla a sua insaputa? Forse durante un rapporto che lei credeva protetta o mentre era priva di sensi?
Era figlio indesiderato di uno stupro? O semplicemente la madre si era pentita? Era confuso.
Non trovava un senso logico su cosa gli era sempre stato detto.
Quello non lo aveva ancora scoperto.

<< Siete pronti, voi due?>> Domandò sedendosi sul bordo della finestra.
Gli altri si guardarono per un secondo per poi annuire.
<< Bene, portiamo giustizia.>> Gli lanciò due Miraculous. << Pouff conosce molti segreti.>>







Capitolo allegro, eh? In puro stile natalizio, a questo proposito: auguri di buon natale ed incoronazione di Carlo Magno.
Sappiamo molte cose dei genitori di Johan. Anche che si contraddicono.
Quelli certi sono: la madre era una bugiarda esperta, alcolizzata e violenta. Suo padre era biondo, ha famiglia, conosceva sua madre(probabilmente) e non sapeva di avere un figlio.
Fate due più due. Sono certo capirete chi siano.
Ora torno a lavorare su un mio nuovo progetto di lavoro. Sì, è pubblicità.

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Capitolo 19
*** Atto III:Impiccarsi o Vivere ***


I ragazzo guardarono i Miraculous nelle loro mani, dove li aveva presi?
Johan alzò la maglietta aderente, inutile dirvi che Mael coprì gli occhi dell’amica con suo sommo fastidio. Ci teneva a vedere il ragazzo senza maglietta, era magro ma aveva un bel fisico.
<< Questo è il mio diario.>> Disse mostrando un quaderno che teneva nascosto.
Era di un colore leggermente imbarazzante, rosa con i cuoricini, unicorni ed arcobaleni, un sacco di smile e simili. Sì, era un regalo di Rose, gli aveva regalato un blocco di settecento quaderni anni prima e non li aveva ancora finiti.
<< Questo è una regalo di una delle mie mamme.>>
<< Mamme?>>
<< Ne ho due, chiedi a Luka delle spiegazioni. Mio zio te ne saprà dire di più.>>
<< Zio?>>
<< Legalmente sì. Ora passiamo alle cose importanti.>>
Il quaderno era datato diversi anni prima, era la scrittura, per quanto elegante, di un bambino. Esprimeva i suoi pensieri, le sue paure e le sue giornate.
Molti erano conditi di disegni di Johan con le sue madri e le giornate che passarono insieme.
A pie di pagina però erano presenti delle note, sembravano osservazioni scientifiche su un qualcosa. all’inizio venivano chiamate “stranezze”, ma poi il termine venne sostituito con “errore d’esistenza”.
Faceva notare come un qualcosa non coincidesse col testo precedentemente riportato.
Un cambiamento in un affermazione, in un evento, in un nome o di un’abitudine.
<< Anche gli altri quaderni sono così. Pieni di “errori”, ma ad certo punto smetto di inserirli per poi ricominciare e poi di nuovo. Come se me ne fossi dimenticato.>>
I due si scambiarono uno sguardo, cosa intendeva? Avevano sentito che Robert Prince era in grado di alterare parzialmente i ricordi, ma nulla di così drastico.
Ma come si vuol dire: un goccia fa straripare la diga.
Basta un cambiamento per mutare tutto.
<< Non lo capite? Probabilmente… Robert Prince probabilmente sta manipolando i nostri ricordi sin da quando siamo nati. E, forse vi raggelerà sentirlo, ma la nostra stessa nascita potrebbe essere stata opera sua.>>
E così fu. I due raggelarono a sentire quelle parole.
Come poteva dire una cosa del genere? Che loro erano frutto delle manipolazioni di Prince? Come poteva pensarlo minimamente?
Era una pazzia.
Una follia.
<< Una possibilità esistente.>> Disse Arlette sedendosi sul letto con aria spaventata e preoccupata. << Mio padre e mia madre… loro non si sopportavano. Pare si odiassero durante gli anni della scuola, allora perché l’ha consolata quel giorno? Perché iniziarono ad uscire insieme? E se un loro ricordo fosse stato manipolato? E se fossero stati portati a sposarsi?>> Iniziò ad avere problemi a respirare.
Iperventilazione.
Era possibile quello che ha detto Johan? Sì… a pensarci bene c’erano cose che non coincidevano nei suoi ricordi.
Ma perché lo avrebbe fatto?
Per quale motivo avrebbe fatto in modo che nascessero?
<< Se fosse vero allora come fai a ricordare questa idea, Johan?>> Mael non voleva credere a quella teoria. La sua vita non era stata scelta per gli scopi di un pazzo vestito da ragno.
Il violaceo attese qualche secondo, poi si spogliò realmente restando a petto nudo. I due ragazzi trattenerono a stento il conato di vomito alla visione.
Tra diverse cicatrici e bruciature erano presenti delle parole. Parole incise nella carne.
<< La memoria può essere alterata, ma non il mio corpo. Ho preso un coltello e ho inciso ogni mia osservazione sul caso in questione, segnalato ogni singolo dato o errore. Sono un libro vivente adesso.>> Dettò ciò si rivestì con calma.
Ancora non riuscivano a crederci, nonostante lui fosse arrivato a tal punto.
Digrignò i denti e lo chiese.
<< Allora che senso ha la nostra vita, Johan? Se così fosse, che senso avrebbe vivere?>>
<< La vita non ha mai avuto nessun senso.>> rispose. << La vita è semplicemente vita, apri gli occhi, guardi il soffitto e cerchi un motivo per non impiccarti. Non cercare cose come un senso o uno scopo superiore, è fatica inutile.>>
Fu lapidario, ma cosa si poteva aspettare da qualcuno che non aveva emozioni?
Tutti erano attori teatrali, i personaggi di un teatrino.
Altro che Shub-Niggurath, erano davanti ad Azathoth il Dio Cieco e Idiota in persona.
Merda, merda,merda,merda,merda!
MERDA!
Johan indicò i Miraculous che avevano in mano, se ne erano scordati in tutto quel caos.
<< Ora scegliete voi. Impiccatevi con una corda al soffitto o riprendetevi quel motivo per andare avanti. Io scelgo il secondo. Anche se ho rinunciato al loro cognome… se mi impiccassi le mie mamme ne soffrirebbero. E butterei via la mia seconda chance.>>
<< E come dovremmo fare?>>
<< Cercando il Copione della tragedia. Scopriremo la verità.>>

 

Primo capitolo del nuovo anno. Come è iniziato? Chi mi segue su instagram sà che sono stato ordinato reverendo della Chiesa Pastafariana, sono il primo cristiano e contemporaneamente pastafariano della città. Non vedo l'ora di ricevere il documento ufficiale cartaceo, devo procurarmi una cornice per appenderlo e uno scolapasta.
Si entra nella spiegazioni delle contradizioni, non erano messe a casaccio. Ho fatto questascelta di incidere il corpo di Johan in omaggio ad Angra Mainyu di Fate al quale incisero sulla pelle decine di bestemmie e maledizioni per usarlo come capro espiatorio per i crimini del paese. L'ho sbloccato in Grand Order col drop gratuito giornaliero nonostante lo 0,02% di possibilità dopo nemmeno un mese di gioco, debole(come lui stesso ammette) ma lo adoro.

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Capitolo 20
*** Atto IV: Ridi Pagliaccio/Parte 1 ***


<< Qual è il tuo piano?>> Mael saltò su un tetto, non credeva che il Kwami del topo potesse essere così utile.
Si sarebbe fatto chiamare “Capitan Squittio”! Sì, aveva pessimo gusto per i nomi e nessuno lo avrebbe chiamato in quel modo. Troppo idiota.
<< Troviamo uno degli alleati di Prince, lo rapiamo e lo torturiamo.>>
<< ...>> Mael rimase confuso. << Okay, non discuto con il tipo che si è inciso la carne con un coltello, ma… come lo troviamo?>>
Johan si girò. << Ho fatto quello che questa città non ha mai fatto negli ultimi 40 anni. Un onesta indagine di polizia. Se avessero avuto l’idea di cercare le mappe catastali, avrebbero trovato subito il nascondiglio segreto di tuo nonno. Era registrato come “giardino sotterraneo”, questo sarebbe successo se la polizia parigina non si fosse fissata con multe e impedire di dar da mangiare ai piccioni.>>
Era una battuta quella? Più o meno.
Aveva davvero fatto una semplice indagine indagando su chiunque fosse giunto a Parigi recentemente. Aveva analizzato ogni turista che non fosse ancora ripartito ed aveva inviato Pouff, Duusuu e il Nooroo parallelo a spiarli. Ci aveva messo un po’ di tempo, ma aveva scoperto qualcosa di interessante.
Solo una persona risultava dalle sue indagini.
E aveva scoperto anche qualcos’altro di cui non voleva parlare. Dirlo o meno non gli avrebbe causato problemi emotivi, ma li avrebbe causati ai suoi due alleati.
Certe cose rimettono in discussione il tuo mondo e già erano messi male.
<< Johan, ci stai nascondendo qualcosa?>>
Arlette, da dietro il velo del pavone, lo chiamò. Era dannatamente intuitiva.
<< Non ho nulla da nascondere Arlette.>> Sbadigliò.
Non aveva assunto abbastanza zucchero, vista la sua intelligenza il cervello bruciava il triplo degli zuccheri rispetto a una persona normale. Se non ne assumeva abbastanza tendeva ad assopirsi.
Avrebbero fatto una sosta a casa sua per recuperare qualche dolce dal frigo. Funzionava più o meno come un Kwami.
La ragazza si fermò.
<< Non mi muoverò da qui sino a quando non mi dirai tutto, Johan!>>
Il giovane si fermò. Se ci teneva tanto allora glielo avrebbe detto.
<< Ne sei certa? Questo potrebbe distruggerti. Rovinarti. O persino distruggere quel motivo “per alzarti al mattino e non impiccarti” se ne andrebbe via. Onestamente ho sentito qualcosa persino io a scoprirlo. Ho trovato quell’errore nella mia storia. E nella tua.>>
Non comprese. Quale errore comune intendeva?
<< L’amnesia infantile. Io ricordo tutto da quando sono nato, assolutamente tutto. E anche troppo bene. Tu hai lo stesso problema, vero?>>
<< Sì, non è un mistero. Ma non vedo cosa ci sia di strano, anche Yukio Mishima in “Confessioni di una maschera” racconta la medesima cosa, no?>>
<< Sì, ma non ricordava tutto. Anche chi ha una memoria fotografica non supera questo stato. Io e te invece ricordiamo tutto, dalla nostra prima poppata al primo vagito. Ho fatto un paio di ricerche alla facoltà di biologia e di antropologia, pare sia un mezzo evoluto d’emergenza ereditato da un genitore. Nel nostro caso nostro padre: Endrick Axelle.>>
I due rimasero fermi ad ascoltare le parole di Johan, cosa significava? Suo padre era Endrick? No, dai, era impossibile.
La ragazza rise, fare certi scherzi era di cattivo gusto.
Uno scherzo crudele. Infame. Sbagliato.
Gli urlò contro.
Gli vomitò tutto addosso.
<< Hai finito? Sì, sono il tuo fratellastro, ma se te lo chiedi la risposta è no. Tuo padre non ha tradito Chloé, sono il risultato di un’inseminazione artificiale, tuo padre non ne sapeva nulla.>>
Dio, le cose potevano solo peggiorare se gli avesse detto anche l’altro segreto.
Quello più brutto e schifoso. Quello che avrebbe distrutto completamente Arlette.
Forse aveva un rigurgito di umanità, forse per questo non voleva dirglielo.
Era qualcosa che anche lui aveva remore a dirlo. Il suo cervello sapeva cosa significasse una notizia del genere.
Decisero di fermarsi qualche minuto prima di ripartire, lei doveva metabolizzare la notizia.
Johan chiamò a sé Mael, doveva dire qualcosa al ragazzone.
<< Cosa significa che quella era solo metà della verità, Johan?!>> Mael chiese sottovoce. E perché lo stava dicendo proprio a lui? << C’è altro di peggiore?>>
Johan si grattò il braccio.
<< Sì. Cosa succederebbe se ti dicessi che...>> Prese fiato. << Sua madre non è Chloé Bourgeois, ma Lila Rossi?>>





Okay, colpetto di scena. Contenti?
Rileggendo le due storia o pensato che potevo fare di meglio, okay che l'ho creato per svago, ma... probabilmente farò un remake in futuro.

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Capitolo 21
*** Intermezzo III ***


L'uomo uscì dalla tomba che usava come base temporanea sporco di fango.
Era stanco, non si sentiva quasi più le mani per la fatica di aver scavato ogni notte dopo le riunioni con Robert Prince e quella donna, ma ne era valsa la pena.
Si pulì con un fazzolletto il sangue che gli usciva dalle ferite, ma, finalmente, era riuscito nel suo intendo.
<< I will prevail for the darkness and pain. I will fight to control her soul. Time after time. Time will not change what i used to be burning heart in fear.>> Iniziò a canticchiare una canzone per ridarsi forza. << I
 will prevail for the light of this reign I will fight for her precious soul. Time after time. Time will not change all what i used to be burning heart for my goddess tears.>>
Si stiracchiò un momento e si appoggiò al grosso ramo che usava come bastone quando era stanco.
Era ora di entrare in scena.
Era pronto a raggiungere a raggiungere i portatori di Miraculous.




Nuovo, breve, capitolo. Scusate, ma sono impegnato tra racconti, webcomic, esami universitari, ecc. comunque sono riuscito a far fare una comparsata a "Milord". 
La canzone che canta è della band metal "Trick or Treat" e si intitola "Gemini: Another Dimension" e non è stata messa a caso.

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Capitolo 22
*** Atto V: Eseldorf ***


Mael si grattò la testa coperta da quella maschera integrale che lo faceva sentire un cosplayer di un OC di Topolino.
<< Sono ufficialmente confuso, non mi sentivo così da quando ho cercato di capire la trama di tutti i Fate.>>
<< Arrenditi, nessuno capisce il Nasuverse.>> Rispose freddo. << Ti spiegherò tutto più avanti, ora dobbiamo andare avanti e sbrigarci prima che Prince ci alteri nuovamente i ricordi.>>
Un fischio iniziò a vibrare nell’aria. Non so se avete presente, quando un missile nei film sta venendo lanciato? Un rumore fastidioso.
Uno di quelli che attiva ogni tuo senso, che ti fa partire un brivido dalla punta dei capelli sino alle unghie dei piedi.
Uno di quelli che ti fa semplicemente dire: sono morto.
Il botto fu minore del previsto, si limitò ad alzare un brutto polverone alzando alcuni detriti dal tetto, nulla di grave. Si era palesemente contenuto per non creare danni.
Tutti e tre tossirono, quel polverone era intossicante.
<< Siete tutti già morti.>>
La voce li chiamò da dietro facendoli sobbalzare sul posto.
Ma l’intruso non si mosse, non alzò un singolo dito su di loro, si limitò a fare un pesante, infastidito, sospiro.
Era come se la cosa lo avesse deluso, come se si aspettasse di più da loro tre.
Strinse due dita attorno alle tempie, non si aspettava sarebbe stato così semplice.
<< Ah, mia cara, che razza di idea hai avuto?>> Si chiese da solo. << Nel tempo in cui mi sono fermato a riflettere avreste potuto attacarm...>>
La testa volò in aria, decapitata con un colpo secco. Non una goccia di sangue, il colpo era stato preciso.
Solo le urla di Mael e Arlette richiamarono Johan facendo sparire la lama a forma di piume che aveva materializzato con la sua immaginazione.
Il lato positivo di avere un sociopatico geniale è la sua prontezza, il problema era… che è un sociopatico.
<< … Bene, quello che mi aspettavo da Johan.>>
La testa continuò a parlare mentre il corpo si mosse verso di lei. La prese con tranquillità e la riattaccò.
Scosse il capo a destra e sinistra, ma sembrava che tutto fosse al suo posto. Non male, non male.
Forse erano più utili del previsto.
Ci avevano visto giusto quando avevano preparato il piano.
<< Credo sia il momento delle presentazioni. Io sono un alleato di Robert Prince, mi chiamano Milord ma il mio vero nome è Elem. In questa timeline ho avuto una vita relativamente breve. Dovrei essere morto a circa 6 giorni di vita, non ero abbastanza utile al Padre.>> Si perse per un attimo nei suoi discorsi. << Devo fare una correzione, sono un falso alleato di Robert Prince.>>
Continuarono a fissarlo.
<< Non fate quella faccia, pensateci. Avrei potuto uccidervi all’istante, ma non l’ho fatto.>>
<< Sappiamo il perché, il ragno vuole nutrirsi della nostra paura. Per questo ci ha fatto nascere.>>
Rise.
Rise di gusto come pochi nella storia.
Sarcastica, divertita, denigratoria, arrogante, superba, di compatimento. Mille sfumature in una volta sola.
<< Vi ritenete troppo di valore, voi umani. Tanti anni per mangiare e basta? Per tre persone? Per avere la VERA paura basta poco. Una guerra, un epidemia, una carestia, la morte. Lavorare per anni solo per tre persone si ha una perdita dal lato lavoro-consumo. Non nego che Robert sia alla ricerca della Paura Definitiva, ma voi siete solo un passatempo, un gioco. L’eternità può essere noiosa.>>
<< Un momento!>> Arlette lo fermò alzando una mano, aveva ancora i postumi del vomito di poco prima. << Mi stai dicendo che tutta questa storia, da Chimaira alla morte di mio padre, dai ricordi alterati all’infanzia abusiva di Johan erano solo un gioco per lui?>>
<< Ti sorprende forse? Anche voi vi divertite con i formicai in miniatura che tenete sulla mensola. Addirittura alcuni pensano che noi viventi non siamo altro che le scimmie di mare di Dio. Voi siete solo l’ennesimo risultato del gioco di un bambino annoiato.>> Fu lapidario. << La cosa strana è che nessuno di voi si è fatto due domande su Shelly e come sia arrivata qui, avete abbandonato e rimandato tutto. Credo che la cosa andrà per le lunghe… questa Timeline Alpha è davvero piena di stupidi.>>
Si sedette a terra, scostò i capelli blu dal volto e iniziò la sua spiegazione.
Le domande che porse erano poche ma precise: come è arrivata Shelly? Perché? Per qualche motivo Prince vuole la Paura Definitiva?
<< Iniziamo subito il mio racconto, ma prima tre spoiler importanti e un anteprima. Spoiler uno: Shelly l’ho portata io qui. Spoiler due: per cambiare la timeline e rimettere tutto a posto. Spoiler tre: centra l’amigdala, il complesso nucleare che si trova nella parte dorsomediale del lobo temporale, per i più ignoranti: gestisce le emozioni e in particolar modo la paura. E anteprima e colpo di scena di tutta la storia… piacere, vengo dalla Timeline Alpha II, noi la chiamiamo True Pacist Timeline. E sono qui per salvarvi a tutto il culo e cancellare questa realtà negativa e alterata insieme a tutto ciò che ne consegue. Per dirla in poche parole: sono qui per salvarvi tramite la cancellazione della vostra dimensione. Dove sono i miei applausi?>>

<< Quini ti fidi davvero di Milord?>>
<< Figuriamoci, non mi fido nemmeno di te, mia cara.>> Robert Prince cominciò a ruotare la carte del suo solitario. << Ma ho un piano nel caso mi tradisse. Come ne ho un piano nel caso del tuo.>> Girò la testa all’indietro come se fosse un giocattolo. << Quindi meglio se ti fai passare dalla testa quell’ideina che stava per balenarti in testa. Chiaro?>>





Dopo un mese sono tornato a pubblicare qualcosa, l'esame mi è stato annullato causa il virus. l'altro superato 2 promossi e 39 bocciati quindi potete capire la mia giustificata assenza.
Ecco rivelato Milord chi è, sorpresi?
Il titolo si rifà al romanzo incompiuto di Twain "Lo straniero misterioso" intitolato anche "Le avventure del giovane Satana" che parla del nipote del demonio e conosciuta per appunto come versione di "Eseldorf".
 

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Capitolo 23
*** Avviso ***


Per vari motivi la ff va in pausa, ma per consolarvi nel frattempo potrete leggere "La Falena Senza occhi" che si svolge in uno degli universi paralleli e che pubblicherò immediatamente.

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