Ritorno a Los Angels parte II di AlbAM (/viewuser.php?uid=1110488)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Padre e figlio ***
Capitolo 2: *** Una nuova indagine ***
Capitolo 3: *** Non so come si fa! ***
Capitolo 4: *** Qualcuno ci spia ***
Capitolo 5: *** Colui che porta la luce ***
Capitolo 6: *** Un nemico in squadra ***
Capitolo 7: *** Una terribile scoperta ***
Capitolo 8: *** Non è finita qui Lucifer! ***
Capitolo 9: *** E se fosse l'esatto contrario? ***
Capitolo 10: *** L'Inferno esiste Michele, ma... ***
Capitolo 11: *** Rispondi al tuo nome, figlio! ***
Capitolo 12: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 13: *** Il perdono di Dio e degli uomini ***
Capitolo 1 *** Padre e figlio ***
Premessa
Inizialmente
non avevo pensato a Ritorno a Los Angeles come ad una storia divisa
in più parti, ma mentre scrivevo mi sono accorta che non avrei
potuto sviluppare alcune idee e spunti se non realizzando almeno una
parte
II.
Ho
pensato molto a come sviluppare il racconto perché non volevo
correre il rischio di rovinare il lavoro fatto nella prima parte.
Ci
ho messo quindi un bel po' prima di decidermi a pubblicare il primo
episodio di “Ritorno a Los Angeles, parte II”, ma
finalmente mi sembra di aver raggiunto un risultato presentabile!.
Questo
primo capitolo è dedicato a Lucifer e Dromos, non poteva
essere altrimenti visto che nel finale della prima parte il nostro
Diavolo scopriva di essere qualcosa di più del Re degli Inferi
per “il demonietto arrogante e ribelle”.
Prestissimo
però incontreremo di nuovo tutti i nostri personaggi perché,
come da prassi, qualcuno commetterà un omicidio e la nostra
squadra dovrà lavorare più che mai unita per arrivare
alla verità.
L'intento
è di pubblicare un capitolo ogni settimana, compatibilmente
con gli impegni di vita e lavoro.
Come
sempre un sincero grazie a chi leggerà questa nuova avventura
e a chi vorrà lasciare commenti e suggerimenti.
Buona
lettura
AlbAM
Capitolo
1
Padre
e figlio
Lucifer
e Amenadiel erano affacciati al balcone dell'attico di Lucifer e
parlavano a bassa voce per non disturbare Chloe che dormiva nella
stanza da letto.
“Allora
Luci, non credi sia venuto il momento di spiegarmi perché tu e
Dromos siete ancora qui?”
Lucifer
rigirò tra le dita il bicchiere di whisky senza parlare.
“Credo
che Dromos non c'entri nulla con l'arrivo di Lonzarot...” disse
poi.
“Fratello…
capisco che il dubbio che sia tuo figlio ti porti a volerlo difendere
ma...”
“Non
c'entra nulla Amenadiel, te lo assicuro non è per questo. E
comunque non ho molti dubbi a riguardo…”
“Qualche
ora fa negavi perfino che ti somigliasse!” commentò
ironico Amenadiel.
“Hai
ragione, il fatto è che…. dentro di me credo di averlo
sempre saputo o quantomeno sospettato, solo che nessuno mi aveva
messo di fronte alla realtà come hai fatto tu”
“Lei
non ti ha detto mai detto nulla?”
“Ha
detto che era l'ultimo dei figli del Demone
del deserto e
io non sono stato a rifletterci su più di tanto. Avrei dovuto
capirlo da solo man mano che cresceva... era evidente che il
piccoletto fosse molto diverso da tutti gli altri e non solo
fisicamente. Ha sempre provato molta più empatia per i
dannati, era l'unico demone a non tormentare le fiere ed era anche
l'unico a mettere in discussione un ordine se non gli sembrava
corretto. E poi fin da piccolo mi ha sempre dimostrato una grande
ammirazione e attaccamento, mi sono sempre nascosto dietro alla
spiegazione che probabilmente rappresentavo una sorta di figura
paterna in quanto Signore dell'Inferno. Sono stato più egoista
di nostro padre, almeno lui in qualche modo c'è sempre stato!”
commentò Lucifer con aria triste.
“Pensi
che Dromos lo abbia sempre saputo?”
“Non
lo so Amenadiel… ma anche ammettendo che Lilith non gli abbia
detto nulla immagino lo abbia capito da solo. È sempre stato
molto intelligente”
“Forse
dovresti parlargli”
Lucifer
non replicò e i due fratelli rimasero in silenzio per un po'.
“Se
non è stato tuo figlio a portare Lonzarot, neanche
involontariamente, allora come pensi che sia arrivata?”
“Temo
che qualcuno dei nostri fratelli possa averla portata qui con uno
scopo ben preciso: eliminare Chloe e Charlie”
“Sei
impazzito. Come ti viene in mente una follia del genere?”
“Ricordi
quel ronzio che sentivamo tutti tranne te?”
“E
allora?”
“Non
era un ronzio, era una Litania. Per l'esattezza la Litania per
controllare e soggiogare i demoni”
“Ok,
ma per quale motivo dovrebbe essere stato uno dei nostri fratelli a
utilizzarla? Queste cose ormai si trovano tranquillamente su internet
e potrebbe averla utilizzata un qualunque gruppo di imbecilli
satanisti con la fissa di ottenere chissà quali poteri. In
fondo bastava registrarla e mettere degli altoparlanti nella grotta!”
“Hai
visto degli altoparlanti in giro? E poi se fossero stati degli umani
a recitarla credi che sarebbero riusciti ad indebolirmi in quel modo?
Ho provato un dolore lancinante al cuore e per alcuni istanti non
sono riuscito a reggermi in piedi”
“Ok,
ma continuo a non capire per quale motivo qualcuno dei nostri
fratelli dovrebbe cercare di uccidere mio figlio e per quanto
riguarda Chloe, nostro padre l'ha creata per te e ucciderla
significherebbe ribellarsi apertamente a lui. E tu sai bene quali
conseguenze derivano dal ribellarsi a nostro padre, nessuno dei
nostri fratelli avrebbe il coraggio di sfidarlo!”
“Fratello
pensaci, tuo figlio è il frutto dell'unione di una creatura
angelica con un'umana e Chloe proprio perché creata per me
potrebbe darmi un figlio... E che cosa è successo millenni fa
quando alcuni di noi si unirono alle donne umane e generano i
Nephilim?”
Amenadiel
impallidì “Ma non è la stessa cosa, a quei tempi
i nostri fratelli non si preoccuparono di abbandonare i loro poteri
mentre io ho generato un figlio praticamente da umano!”
“Temo
che per qualche nostro fratello particolarmente estremista la cosa
non faccia alcuna differenza. Amenadiel tu sei comunque un Angelo e
non solo hai deciso di abbandonare la Città d'Argento ma
addirittura di crescere tuo figlio tra i mortali. Agli occhi di
alcuni nostri fratelli la tua può sembrare una ribellione
addirittura più pericolosa della mia perché io sono
stato combattuto e sconfitto ma tu, senza clamore e senza alcuna
punizione da parte di nostro Padre hai creato un pericoloso
precedente”
“Non
l'avevo mai considerata in questo modo, ma se tu dovessi avere
ragione credo che l'unico modo per evitare scontri sia parlare con i
fratelli coinvolti e fargli capire che non hanno niente da temere.
Sono certo che come ha capito Remiel capiranno anche gli altri”
“Lasciami
dire che ho qualche dubbio, ma forse tentare il dialogo non è
sbagliato. In ogni modo io e Dromos non torneremo all'inferno finché
non sarò certo che Charlie e Chloe siano al sicuro”
“E
anche Ella, visto l'interesse di Dromos nei suoi confronti!”
Lucifer
fissò il fratello “Già, a questo punto anche
Ella!”
#
Ella
e Dromos erano fermi sotto casa di Ella.
Erano
appena scesi dalla Corvette che Lucifer aveva prestato a un
esterrefatto Dromos lanciandogli le chiavi con una strizzata d'occhio
e il commento “Non vorremo far tornare in scooter una Signora!”
Dromos si era emozionato come un diciottenne a cui il padre presta
per la prima volta la macchina.
“Elyas
ti va di salire?” propose Ella “vorrei farti leggere un
articolo che ho trovato su Internet, riguarda le litanie..!”.
“O..ok,
certo!” rispose Dromos che non era molto sicuro di voler salire
solo per analizzare litanie. In ogni modo seguì Ella che prima
di chiudere il portone vide i soliti ragazzini ridere. Due di loro
cominciarono a ritirare banconote dagli altri e mandarono un bacio a
Ella che scosse il capo sorridendo, almeno in due avevano scommesso
su di lei.
“Ecco
leggi qua” disse Ella mostrando una pagina Internet a Dromos
“parla di una Litania in grado di controllare la volontà
delle creature infernali, potrebbero averla usata per controllare la
lince!”
Dromos
lesse l'articolo.
“Però
a che scopo usare una bestia incontrollabile, perché non
scegliere il Leone o il Lupo che sono molto più docili?”
commentò sovra pensiero.
“Parli
quasi come se conoscessi davvero quelle bestie, non pensavo che fossi
così preparato sulla Divina commedia!”
“Oh
si, la conosco bene. Diciamo che per molto tempo ci ho praticamente
vissuto dentro!” scherzò lui.
Ella
sorrise e aggiunse “Magari hanno peccato di presunzione
pensavano di poterla controllare e invece...”
“Oppure
avevano poco tempo per decidere e hanno tirato su la prima che hanno
trovato o magari entrambe le cose. Forse fretta e presunzione hanno
fatto si che scegliessero la bestia meno controllabile!”
“Rimane
però il problema del perché l'hanno portata qui. Non si
può mica conquistare il mondo con una sola lince, per quanto
infernale. E se fosse stata la prova generale di un rito finalizzato
a invocare e controllare Satana?” domandò Ella
spaventata.
Dromos
la guardò divertito “Ella pensi sul serio che il Signore
dell'Inferno possa essere controllato da quattro umani sfigati che
fanno un rito da imbecilli?”
“Elyas,
la lince sono riusciti a portarla, forse stanno giocando con qualcosa
più grande di loro!” rispose lei.
“Questo
in effetti è molto più probabile e con certe cose non
si scherza, potrebbero causare di nuovo la morte di persone
innocenti!” ammise Dromos.
“Il
problema è che la Lince ormai è stata catturata e il
caso chiuso, non saranno svolte ulteriori indagini, tanto meno su
sette sataniche misteriose e mai menzionate nel rapporto di Chloe!”
commentò Ella fissando lo schermo del computer.
Dromos
si incantò a guardarla, la trovava molto bella così
concentrata e pensierosa “Sei
molto bella, sai?”
Ella
si voltò e lo guardò arrossendo, lui la attirò a
sé e le diede un bacio dolce e appassionato mentre con la mano
scendeva lungo il vestito per arrivare ad accarezzarle la pelle
morbida della gamba.
Sentendola
irrigidirsi si fermò “Scusa… sto andando troppo
in fretta?”
“È
che…mi piaci moltissimo ma ho un po' di paura perché...
non è che le mie precedenti storie siano state particolarmente
fortunate"
"Ti
capisco sai, le mie sono state infernali!" ridacchiò
Dromos.
"Addirittura!"
sorrise lei.
"Fidati…!"
rispose lui baciandola
ancora e prendendola in braccio.
"E
se andassimo in camera da letto e provassimo a vedere che succede?"
le sussurrò in un orecchio.
"Va
bene" cedette Ella stringendosi al suo petto.
#
“Amenadiel!”
chiamò Lucifer mentre il fratello si dirigeva verso
l'ascensore.
“Si?”
“Posso
farti una domanda un po'... intima?”
“Basta
che non si tratti di una delle tue solite domande ironiche ed
irritanti!” rispose l'angelo sulla difensiva.
“Voglio
solo sapere se ti è mai capitato che quando Linda... si
insomma quando lei raggiunge...”
“Ciao
Lucifer!” lo interruppe Amenadiel voltandogli le spalle
irritato.
“No
aspetta, sul serio... ti è mai capitato che cominciasse ad
emettere luce e che la trasmettesse anche a te?”
“Mi
stai dicendo che voi due vi illuminate quando raggiungete l'orgasmo?”
domandò serio Amenadiel.
“Ecco..
si!” rispose un po' imbarazzato Lucifer.
“È
davvero tu non hai idea del perché succeda?” domandò
Amenadiel ridacchiando.
“Hai
problemi di udito, fratello? Non ho chiesto perché succede ti
ho chiesto se capita anche a voi” replicò Lucifer
irritato.
“Non
ho problemi di udito Lucifer e la risposta è no, a noi
purtroppo non è mai capitato. E per quanto riguarda il fatto
che non hai idea del perché vi succeda...”
“Non
ho detto questo..!”
“...forse
dovresti rispolverare un po' di sanscrito o magari provare a leggerti
il Kubjikamata
Tantra1!”
concluse
mentre
le porte dell'ascensore si chiudevano sul suo sorriso ironico.
Lucifer
rimase per un po' sul balcone sorseggiando un drink assorto nei suoi
pensieri. Poi tornò dentro e accennò al pianoforte le
prime strofe di Father and Son di Cat Steven.
It's
not time to make a change,
Just
relax, take it easy
You're
still young, that's your fault,
There's
so much you have to know
Find
a girl, settle down,
If
you want you can marry
Look
at me, I am old, but I'm happy
Era
davvero vecchio e felice? Beh, da quando finalmente lui e Chloe erano
riusciti ad accettare i sentimenti che provavano l'uno per l'altra
era felice, questo si. Vecchio anche…. da un certo punto di
vista.
Ma
era abbastanza maturo per fare il padre?
Ci
aveva messo quattro anni solo per iniziare a capire come amare una
donna, quanto ci avrebbe messo a imparare a gestire i sentimenti per
un figlio già adulto che a volte gli sembrava più
maturo di lui?
Lucifer
sorrise pensando a come quel piccoletto arrogante lo aveva sgridato
perché non trovava il coraggio di affrontare le sue paure e
tornare da Chloe una volta per tutte.
Sospirò,
poi si illuminò "Linda!" afferrò il cellulare
e compose il numero dell'amica psicologa.
Dopo
una decina di squilli sentì la voce assonnata di Linda
"Lucifer, ma che succede sono le quattro del mattino!"
"Si,
beh appunto cerca di svegliarti Linda, ho bisogno di un consiglio!"
"Lucifer
qualunque problema abbia sono certa che potrai aspettare fino a
domani mattina"
"Cosa?
No, Linda è un'emergenza…"
In
sottofondo si sentì il pianto di Charlie seguito dalla voce di
Amenadiel assonnata "Chi è, Lucifer? Giuro che stavolta
lo ammazzo!"
"Linda…"
implorò Lucifer mentre il pianto di Charlie diventava sempre
più stridulo e Amenadiel imprecava infuriato contro il
fratello.
"Abbi
pazienza Lucifer adesso l'emergenza l'abbiamo qui, ci sentiamo
domani!" tagliò corto Linda chiudendo la comunicazione.
"Che
egoisti!" si lamentò Lucifer fissando contrariato il
telefono.
Sospirò,
poggiò il telefono sul pianoforte e raggiunse Chloe in camera
da letto.
Rimase
un attimo a osservarla dormire “Come sei bella quando dormi
detective!” pensò spogliandosi e sdraiandosi accanto a
lei avvolgendola in un dolce abbraccio.
Chloe
emise un mugolio, si voltò e lo abbracciò anche lei.
“Detective,
dormi?” domandò lui piano.
Chloe
aprì leggermente gli occhi “Mpfff... Marc.... si è
svegliato... molto arrabbiato... con tutti noi!” bofonchiò
riaddormentandosi abbracciata al suo petto.
“Ancora
incubi!” pensò Lucifer “No fratello temo che non
basterà parlare, purtroppo sappiamo bene quale tra i nostri
fratelli può evocare sogni negli umani più sensibili e
se ho ragione temo che uno scontro aperto sarà inevitabile!”
#
Ella
dormiva serena accanto a Dromos, avevano fatto l'amore ed era stato
molto bello per entrambi.
Lei
si era completamente abbandonata tra le braccia del demone e Dromos,
che per tutta la vita si era sentito incredibilmente solo, non
riusciva a credere che finalmente qualcuno gli dimostrasse di amarlo
e così tanto.
"Mi
piaci davvero Miss Coronér…" pensò
stringendola "sei così morbida, delicata e hai un animo
così gentile…Ahii!"
Qualcuno
lo aveva afferrato per i capelli e buttato giù dal letto.
"Mettiti
le mutande e vieni immediatamente nell'altra stanza!" sussurrò
Azrael con un tono che non ammetteva repliche lanciandogli i boxer in
faccia. Dromos si infilò i boxer e raggiunse l'angelo di
corsa.
"Zia
Ray Ray che cavolo ci fai qui?” domandò chiudendo la
porta della camera da letto.
“Si
da il caso che Ella sia mia amica...!”
“E
allora... adesso ti diverti a stalkerare gli umani, non ti basta più
farli morire?"
"Non
è esattamente quello che faccio...“ si giustificò
Azrael imbarazzata “E comunque che cosa stai combinando con
Ella?" domandò Azrael fissandolo negli occhi severa.
"Uh…
io niente.. cioè stavo.. stavamo... insomma è ovvio
no?" replicò imbarazzato Dromos.
"Cosa
stavate facendo mi è abbastanza chiaro! Intendo cos'hai in
mente! Dromos anche se sei mio nipote e ti voglio bene, non intendo
permetterti di sfidare le leggi di mio Padre!"
"Prescindendo
dal fatto che tu come Angelo della Morte non dovresti essere amica di
un'umana e quindi sei la prima a sfidare le leggi di tuo Padre…Si
dà il caso che LUI, che sarebbe poi mio Nonno, abbia creato
una donna tutta per mio padre. Il che non è un comportamento
esattamente coerente a dirla tutta!" commentò Dromos
incrociando le braccia con aria di sfida.
"Quindi
stai dicendo che stai usando Ella per sfidare tuo Nonno in quanto sei
arrabbiato perché ha creato Chloe per tuo padre?" lo
accusò severa Azrael.
"Cosa?
No, che c'entra Chloe?" replicò scandalizzato Dromos.
"L'hai
appena tirata in ballo tu!"
"Volevo
solo dire… insomma è solo che… perché
papà dovrebbe avere il diritto di amare una donna e essere
amato e io no? Ella è intelligente, dolce, buffa ed è
così morbida e sexy e io adoro stringerla tra le braccia e
baciarla e toccarla dappertutto e...!"
"Ok,
ho capito il concetto!" lo interruppe l'angelo arrossendo
imbarazzata.
"Dromos,
io capisco quello che provi ma ti rendi conto che sei un demone
infernale? Non puoi comportarti come se questo non avesse alcuna
importanza! Cosa pensi che succederà quando Ella lo scoprirà?
O pensi di poterle mentire per sempre?"
"Io…
non lo so.. non ci ho pensato!"
"Ne
sei sicuro?"
"Ok,
ci ho pensato e ho concluso che visto che Chloe ha accettato entrambi
gli aspetti di papà per quale motivo non dovrebbe farlo anche
Ella?"
"Perché
lei non è stata creata per te!"
Dromos
ammutolì.
Era
vero, Chloe era un regalo unico e miracoloso per suo padre il Re
degli Inferi.
E
lui chi era in fondo, il frutto di una scappatella senza importanza
tra sua madre e Lucifer che neanche lo aveva mai saputo visto che sua
madre aveva mentito ad entrambi sulle sue vere origini.
E
oltretutto quando Dromos, ancora bambino, le aveva detto chiaro tondo
che aveva capito chi fosse il suo vero padre Lilith gli aveva
proibito di farne parola con Lucifer viste le gravissime conseguenze
che la cosa avrebbe comportato.
Dromos
non aveva mai saputo quali fossero queste gravissime conseguenze ma
aveva sempre avuto il dubbio che sarebbero state più gravi per
lei che per lui, in ogni modo sua madre glielo aveva fatto giurare e
lui aveva tenuto fede al giuramento.
Azrael
aveva saputo la verità quando si erano incontrati la prima
volta che Dromos, ancora ragazzino, aveva osato sfidare le leggi di
Lucifer e approfittato delle sue ali per curiosare nel mondo degli
uomini. Era stato così che aveva conosciuto una ragazzina
umana molto simpatica che non aveva avuto paura di lui, la sua prima
e unica vera amica. Ella a volte le ricordava quella bambina e forse
era anche per questo che le era piaciuta fin dal primo istante in cui
l'aveva incontrata alla Centrale di Polizia.
Purtroppo
la ragazzina era molto malata e ben presto Azrael era venuta a
prenderla.
Vedendolo
piangere disperato accanto al giaciglio della bambina e avendo
intuito la sua vera natura gli aveva ordinato di aspettare il suo
ritorno, voleva infatti capire chi fosse quello strano ragazzino
demone capace di provare dei sentimenti così umani.
Dromos
si era confidato con lei facendole promettere di tenere il segreto e
da allora ogni tanto si erano incontrati nel Limbo per chiacchierare.
"Shakanshaa
non
ha avuto paura di me zia Ray Ray, eppure le avevo fatto vedere le mie
ali e l'avevo fatta volare con me…!" disse rattristandosi
al ricordo della sua amica umana.
"Shakanshaa
era
una ragazzina di 12 anni, a quell'età aiuta l'innocenza
Dromos! In ogni modo, anche ammettendo che Ella accetti la tua parte
demoniaca continua ad esserci il problema che ti è vietato
unirti con un'umana e le conseguenze potrebbero essere gravi sia per
te che per lei!"
"Adesso
sembri mia madre!” replicò lui sbuffando.
"Dromos,
ascoltami bene, se tu ami davvero Ella io potrei anche passarci
sopra… Ma cerca di capire che qualcuno potrebbe disapprovare e
decidere di intervenire"
"Perché
ho l'impressione che non ti stia riferendo al Nonno?" domandò
Dromos.
Azrael
non rispose, si limitò ad aprire le ali e lanciargli uno
sguardo severo.
Stava
per alzarsi in volo quando Dromos le domandò "E se invece
il Nonno avesse previsto tutto, se l'avesse mandata a Los Angeles per
me?"
"L'ho
mandata io a Los Angeles, per lei e per tuo padre"
"Ne
sei davvero così certa zia?” Azrael
lo guardò con un'ombra di dubbio in volto prima di alzarsi in
volo.
Dromos
la osservò allontanarsi poi rientrò in camera e trovò
Ella seduta sul letto che lo fissava stupita con gli occhi umidi di
lacrime.
“Che
succede?” le chiese.
“Pensavo
che te ne fossi andato!”
“Perché
mai avrei dovuto fare una cosa del genere?” domandò
Dromos stupito.
“Non
so, in genere mi succede così!”
“Perché
finora hai incontrato degli emeriti imbecilli!” sorrise lui
accarezzandole il viso “ma io non sono un idiota e adesso che
ti ho preso non ti lascio scappare così facilmente, ma petite
coronér”
sussurrò liberandosi dai boxer e attirandola a se.
Nota1:
Kubjikamata Tantra: il
più antico testo in sanscrito che spiega il sistema dei
chackra
|
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Capitolo 2 *** Una nuova indagine ***
Capitolo II
Una nuova indagine
Dan osservava rattristato il corpo abbandonato in una pozza di fango
e crivellato di pallottole di Jaime "The beauty" Donovan.
Non che fosse un modello di virtù, ma non era neanche un uomo
così malvagio da meritarsi una fine come quella ed era stato
anche il più affidabile dei suoi informatori.
"Hai dei sospetti?" gli domandò Chloe.
"Solo mezza città…" rispose sconfortato Dan.
"Forse dovresti sforzarti di restringere un po' il campo Dan,
non è che così tu sia molto d'aiuto!"
Commentò Lucifer accendendosi una sigaretta, Dan stava per
replicare irritato quando vide la Corvette nera di Lucifer
parcheggiare.
Subito dopo scesero Ella ed Elyas, che indossava di nuovo una
camicia di flanella, jeans e scarpe da tennis.
Ella salutò tutti con un'aria a metà tra il felice e
l'imbarazzato e si diresse verso il corpo per iniziare le sue
analisi.
"Vedo che sei ritornato al tuo stile da universitario
fuoricorso" commentò Lucifer osservando Dromos con aria
di rimprovero "Dove hai trovato quei vestiti?"
"Me li ha dati Ella, suo fratello li aveva lasciati a casa sua"
"Scusa adesso Ella ti presta i vestiti del fratello?"
domandò Dan "e poi com'è che eri a casa sua così
presto?"
"Non che siano fatti tuoi, comunque ho dormito da lei"
rispose senza girarci intorno Dromos fissandolo dritto negli occhi.
Lucifer ridacchiò soddisfatto, Chloe si imbarazzò a
morte e Dan stava per replicare quando Ella, che non si era accorta
di nulla, si avvicinò tutta eccitata "Ragazzi, qui
qualcosa non torna!"
"Che intendi Ella?" domandò Chloe felice di cambiare
argomento.
"Ok, voi cosa pensereste se trovaste un corpo crivellato di
pallottole? Che sia così che l'assassino ha voluto ucciderlo,
giusto?"
"Ella puoi venire al dunque senza tanti indovinelli!"
rispose Dan nervosamente.
"Oh, scusa Dan dimenticavo che eravate amici"
"Non eravamo amici, era uno dei miei informatori"
"Ok, insomma il punto è che non c'è abbastanza
sangue intorno al corpo, cioè una mitragliata come quella che
ha ricevuto avrebbe dovuto provocare una gran fuoriuscita di sangue e
invece nada, solo poche gocce!"
"Vuoi dire che non è stato ucciso qui?" domandò
Chloe.
"No, voglio dire che non è stata la scarica di pallottole
a ucciderlo!"
"Come sarebbe a dire" sei sicura?" domandò Dan?
"Certo venite a vedere! "
Il gruppetto si mosse per seguire Ella.
"Come potete vedere apparentemente la causa della morte è
ovvia ma in realtà la vittima era già morta,
probabilmente per un arresto cardiaco, devo analizzare il corpo per
esserne certa"
"Ella stai dicendo che quest'uomo è morto di morto
naturale e qualcuno ha voluto far credere che fosse stato
assassinato?" domandò Chloe perplessa.
"Così pare"
"Si, ma perché? Che senso può avere?"
"Per distogliere la nostra attenzione da qualche oscura trama
celestiale, magari cercando di far credere una cosa per tenerci
impegnati mentre il vero obiettivo è tutt'altro?"
"Lucifer, non cominciare con le tue fesserie, cerca di rimanere
serio una volta tanto.." Tagliò corto Dan.
"Io sono serissimo, Dectective stronzo…"
"Non cominciamo per favore…" intervenne Chloe
Lucifer stava per replicare, poi notando lo sguardo severo di Chloe
lasciò perdere.
"Tu che ne pensi Detective?" domandò.
"Penso che in parte tu possa aver ragione.."
"Chloe!" commentò Dan alzando gli occhi al cielo
mentre Lucifer lo guardava con uno sguardo di sfida incrociando le
braccia soddisfatto.
"Intendo dire che forse qualcuno vuole sfruttare la morte di
Jaime per qualche scopo personale, magari addossandola a qualcuno!"
"Uno dei miei fratelli angelici…"
"Ricominci con questa storia?"
"Certe volte sei proprio ottuso, Dan"
"Basta!" intervenne Chloe.
"Fanno spesso questi siparietti comici?" domandò
divertito Dromos a Ella.
"Ogni volta! " rispose lei annuendo allegramente.
#
“Lucifer, che cos'è questa storia dei tuoi fratelli
angelici che starebbero cercando di tenerci impegnati?” domandò
Chloe, erano in macchina e si stavano dirigendo verso l'abitazione di
Jaime per cercare qualche indizio.
Lucifer non rispose subito, era indeciso se fosse il caso di parlare
a Chloe dei suoi sospetti, infine decise che era giusto che Chloe
sapesse la verità.
“È per via dei tuoi incubi e dell'arrivo di
Lonzarot...”
“Credevo che Lonzarot fosse arrivata a causa di Dromos!”
lo interruppe Chloe.
“Si inizialmente lo credevo anche io, ma il fatto che Lonzarot
avesse deciso di colpire a casa tua e subito dopo a casa di Linda mi
ha fatto pensare parecchio e anche la questione della litania nelle
grotte, credo credo qualcuno la stesse controllando!”
“Lucifer, pensi che qualche tuo fratello volesse colpire me e
Linda usando Lonzarot?”
“Penso che volessero colpire te e Charlie!”
“Charlie? Ma è solo un bambino!”
“Lo so, ma non un bambino come tutti gli altri, esattamente
come tu non sei una donna come tutte le altre!”
“Cosa vuoi dire?”
Lucifer si rese conto di aver parlato troppo.
“Cioè, capisco cosa intendi, Charlie è per metà
figlio di una creatura angelica... ma io sono umana perché
avrebbero dovuto colpire me?” Lucifer sospirò, non era
ancora pronto ad affrontare con Chloe l'argomento “creata
per me” così decise di raccontare la verità
senza fare cenno alla questione.
“Perché in quel momento non sapevano che io avrei deciso
di tornare all'inferno per proteggervi tutti e temevano che rimanendo
con te avrei potuto darti un figlio, il che avrebbe significato avere
due creature non umane in giro per il mondo e per loro questo è
contrario ad ogni legge, capisci?”
“Lucifer, questo significa che potrebbero provarci ancora?”
“Si, Chloe ma non so in che modo!”
“Ok, ma che c'entra la morte di Jaime e il tentavo di fare
credere che sia stato un omicidio?”
“Non lo so, Detective, so solo che un attacco cardiaco può
essere causato da motivi naturali ma anche da uno dai miei fratelli..
e poi ho pensato molto ai tuoi incubi..!”
“Già, stanotte ho sognato Marc!”
“Si, me lo hai detto mentre eri mezzo addormentata. Vedi
Michele, che tra i miei fratelli è quello che mi ha sempre
portato più rancore per la mia ribellione, ha la capacità
di entrare nella mente delle persone e forse ha cercato di
influenzarti in qualche modo. Probabilmente la piccola Trixie essendo
tua figlia è stata involontariamente coinvolta anche lei...!”
“Quindi quei sogni in cui ti vedevo mostruoso potevano essere
indotti da tuo fratello che non sapendo che eri già tornato
all'inferno cercava di allontanarmi da te?”
“Può darsi, o più probabilmente erano solo dei
tentativi di scandagliare la tua mente sia per cercare di capire dove
mi nascondevo sia per riuscire a guidare Lonzarot verso di te. Ma
fortunatamente quella bestia non è così facilmente
controllabile e ci ha messo un po' di tempo prima di arrivare a te e
a Charlie!”
“In sostanza i tuoi fratelli nel tentativo di separarci hanno
finito per riunirci nuovamente?”
“A quanto pare!”
“Quindi ora potrebbero essere più furiosi che mai?”
“Proprio così!”
“Non è un bel quadro!”
“Per niente!”
“In ogni modo le tue sono solo ipotesi e per ora non abbiamo
nulla che le provi” considerò Chloe mentre rallentava
per parcheggiare di fronte a casa dell'informatore.
“Io direi di concentrarci su delle ipotesi più
realistiche e portare avanti questa indagine come un normale caso,
ok?”
“Ma Detective...!”
“Non ho detto che escludo la tua ipotesi, dico solo che
concentrandoci su questo caso, se hai ragione, troveremo le prove che
ci servono per supportare la tua tesi” concluse Chloe scendendo
dalla macchina.
#
Dan e Dromos stavano in silenzio da dieci minuti. Erano insieme nella
macchina di Dan e si stavano dirigendo verso il quartiere dove il
detective sperava di trovare uno dei suoi informatori che potesse
dargli qualche dritta sulla morte di Jaime The Beauty.
Alla fine Dromos stufo di quel silenzio esclamò “Senti
Dan, perché non ti levi il rospo e basta?”
Dan gli rivolse uno sguardo irritato “Quale rospo?”
“Oh avanti piantala, guarda che lo so benissimo che ce l'hai
con me per stanotte, perché anche tu sei stato a letto con
Ella!”
“Te lo ha detto lei?” chiese Dan arrabbiato.
“No, me lo hai appena detto tu” disse Dromos con un
irritante sorrisetto soddisfatto “e comunque non ci voleva
molto a capirlo!”
Dan si diede silenziosamente del cretino per essere stato così
ingenuo.
“Ok, sono stato a letto con Ella e sono anche suo amico!”
“Eh già, una scopata in amicizia e via...!”
“Guarda che è stata Ella che non ha voluto mandare
avanti la cosa per via del fatto che sono l'ex marito di Chloe!”
“E a te si è spezzato il cuore immagino, per questo ogni
sera ti scopi una diversa!”
“Ok, non mi si è spezzato il cuore ma questo non
significa che io non tenga a lei, ci conosciamo da tre anni e siamo
amici, mentre tu sei spuntato praticamente dal nulla e nel giro di
neanche una settimana ci vai a letto e usi i vestiti del fratello!
Non mi piace, non so che vuoi da lei e non voglio che soffra. Per
quanto riguarda il fatto che mi scopo ogni sera una diversa, a parte
che vorrei che fossero davvero così tante, è solo che
non riesco ancora a legarmi con nessuna. Tutto qui!”
“Per via del divorzio da Chloe?” domandò Dromos.
Dan lo guardò un po' stupito, poi capendo che Dromos era
sincero rispose “Per via della morte della mia ragazza,
Charlotte, è stata assassinata un anno fa e io non ne sono
ancora uscito, ok?”
“Mi... mi dispiace Dan, non ne sapevo nulla. Scusa!”
“Non fa niente” rispose Dan poi aggiunse “sai tu
somigli talmente tanto a Lucifer che potresti essere suo fratello
minore però certe volte sei molto più... maturo di lui,
Lucifer è un superficiale, immaturo ed arrogante e non capisco
cosa ci trovi in lui Chloe!”
“Lucifer è capace di sentimenti molto più
profondi di quello che credi Dan e anche se ti chiama Detective
stronzo, cosa che spesso sei oltretutto...” Dan gli rivolse uno
sguardo obliquo “...non significa che non sia affezionato a te
e non ti consideri un amico. È solo che fa fatica a gestire i
sentimenti perché nessuno gli ha mai insegnato come fare.
Inoltre lui ha vissuto in modo molto diverso da voi tutti e quindi ha
un modo di vedere le cose estremamente al di sopra delle parti e a
volte la sua estrema oggettività di giudizio può
risultare irritante, ma questo è uno degli aspetti di Lucifer
che Chloe ritiene fondamentali per la soluzione delle indagini e per
finire non mente mai, il che è estremamente rassicurante per
una donna!”
“Perché non te lo sposi?” ribatté
sarcastico Dan.
“Non posso certo sposare mio...” Dromos si interruppe
“...fratello maggiore!” buttò lì tanto per
concludere la frase.
“Stai scherzando Elyas, tu sei davvero il fratello di Lucifer?
Ma scusa non sei il fratello di Maze che stava con Lucifer? Quindi
sei anche fratello di Amenadiel... ma che famiglia incasinata siete?”
“Cosa, no... cioè si... è un po' incasinata in
effetti...In ogni modo io sono fratello di Maze per parte di madre e
di Lucifer per parte di padre.... Loro non sono fratello e sorella
capisci?”
“E Amenadiel?”
“Lui è il fratello adottivo di Lucifer”
“Gesù che caos, mi sembra di parlare con Jon Snow! Mi
spieghi in tutto ciò da dove accidenti salta fuori il tuo
accento francese?”
“Ecco beh... i miei genitori si sono separati prima che io
nascessi e...!”
“E tu sei finito a vivere in Francia con uno dei due?”
Dromos tirò un sospiro di sollievo, Dan si era cercato da solo
la spiegazione “Esattamente!”
“Capisco! Certo che con tutto questo casino c'è da
stupirsi che voialtri non siate ancora più strani di quello
che siete!” concluse Dan.
Dromos pur essendo felice che il discorso si fosse chiuso, pensò
con timore a come avrebbe potuto reagire Lucifer sapendo che si era
inventato la storia del fratello minore. Si chiese se non sarebbe
stato meglio pregare Dan di tenere la cosa per se, ma forse la
soluzione migliore era non dare più di tanto importanza alla
conversazione e sperare che l'argomento non saltasse più
fuori.
"In ogni modo io ci tengo davvero a Ella" concluse Dromos
riprendendo il discorso interrotto poco prima.
"Sei
innamorato di lei?"
"Si,
sono innamorato di Ella!"
Dan
rimase in silenzio per qualche istante poi concluse "Allora è
ok per me, mangiarane".
"Grazie
per la concessione…Detective stronzo"
I
due si scambiarono uno sguardo in silenzio e poi sorrisero divertiti!
Dan pensò tra sé e sé che era davvero strano che
stesse nascendo una sincera amicizia proprio col fratello minore di
Lucifer. Eppure a quanto pare quel giovane francese era una delle
poche persone con cui si sentiva a suo agio, era un ragazzo schietto
e sincero che non dava mai l'impressione di sentirsi superiore a
nessuno. Dan si rilassava in sua presenza al contrario di quando
c'era Lucifer che aveva il potere di irritarlo ogni volta che apriva
bocca!
Che poi, pensandoci bene, doveva ammettere che da quando lo aveva
tirato fuori dalla Cava stava ricominciando ad apprezzare certi
aspetti di Lucifer.
In fondo nessuno lo aveva obbligato a precipitarsi a salvarlo e non
aveva neanche mai fatto pesare di averlo fatto.
Forse Elyas aveva ragione Lucifer era stronzo ma anche affezionato, a
suo modo.
#
"Aspetta Chloe" esclamò Lucifer trattenendo la
detective per un braccio. Erano sulla porta dell'abitazione di Jaime
“The Beauty”e Lucifer aveva percepito qualcosa, una sorta
di vibrazione nell'aria.
"Che succede?" domandò lei tirando fuori la pistola.
"Non lo so... forse niente, fa attenzione però"
rispose Lucifer aprendo la porta sbarrata.
Chloe sorrise, aveva imparato ad apprezzare l'utilità di
alcune peculiarità del diavolo tipo il non dover essere
costretta a sfondare le porte a calci.
"Sta indietro Lucifer non sei invulnerabile in questo momento"
raccomandò lei entrando circospetta.
La casa si presentava estremamente spoglia. C'erano pochi mobili, la
stanza da letto era arredata solo da un letto ad una piazza e mezzo,
un comodino e un armadio per i vestiti. La cucina era arredata da un
tavolo, due sedie, un frigorifero e un armadietto per le stoviglie.
Nel complesso dava l'idea di essere l'appartamento di una persona
solitaria ed economicamente non molto ben messa, ma neppure in
povertà.
Tra la piccola cucina e la camera da letto c'era una piccola sala che
fungeva da disimpegno e salottino, ammobiliata da una libreria
sorprendentemente piena di libri e una poltroncina con a fianco un
comodino. Chloe notò che sul comodino c'era un piatto in
terracotta che conteneva diverse chiavi, uno dei portachiavi colpì
l'attenzione della detective.
"Hai notato qualcosa Chloe?"
"Questo!" rispose Chloe mostrandogli un portachiavi a forma
di "teschio messicano"
"Indubbiamente è piuttosto brutto e denota un notevole
cattivo gusto del proprietario" commentò Lucifer
osservando il portachiavi.
"Dan ne ha comprato due set da sei l'ultima volta che è
tornato a trovare i suoi parenti messicani, li ha presi come souvenir
da regalare agli amici"
"Beh, al di la che non mi sorprende un simile cattivo gusto da
parte sua, che ci sarebbe di strano? Era il suo informatore, glielo
avrà regalato!"
"Appunto Lucifer, un Detective cerca di tenere segreto il suo
rapporto con un informatore, regalare qualcosa che possa in qualche
modo testimoniare un legame tra loro non è un comportamento
professionale perché mette a rischio l'incolumità
dell'informatore"
Lucifer ci pensò su "Questo però mi sembra strano
da parte di Dan e d'altra parte si tratta di un portachiavi che puoi
trovare anche su Amazon, non è neanche detto che sia stato lui
a regalarglielo, magari lo ha comprato uguale perché ha lo
stesso cattivo gusto di Dan!"
"No Lucifer, vedi sul retro c'è stampata una “D”,
Daniel la fa stampare come parte del souvenir"
"Potrebbe averglielo preso di nascosto, in fondo era un
borseggiatore e a volte Dan non è molto sveglio"
"Già" rispose Chloe pensierosa.
Fecero un giro della casa, ma apparentemente non c'era nient'altro
che potesse dare qualche indizio utile sul perché qualcuno
avesse voluto inscenare il falso assassinio dell'informatore.
"Torniamo alla centrale, voglio sapere se Ella ha trovato
qualcosa di utile" Concluse Chloe.
"Aspetta" la fermò Lucifer che aveva notato che il
cassetto del comodino del salotto era più profondo di quello
che gli era sembrato quando l'aveva aperto poco prima. Lo aprì
di nuovo e cominciò a trafficare per togliere il fondo. Dopo
poco riuscì a disincastrare il ripiano che fungeva da falso
fondo.
"Guarda Chloe" disse Lucifer tirando fuori una serie di
carte e di foto una delle quali lo colpì in modo particolare,
ritraeva un uomo anziano molto somigliante all'informatore.
"Sembra quasi il padre…" commentò Chloe.
"Già..."
"Queste sono delle lettere ritornate al mittente. A quanto pare
cercava di contattare il padre..."
"Già…"
"Che ti succede Lucifer?"
"Niente, solo… Quello stronzo avrebbe potuto rispondergli
non credi?" rispose lui con gli occhi leggermente umidi”
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Capitolo 3 *** Non so come si fa! ***
Capitolo 3
Non so come come si fa!
"Ecco, siamo arrivati!" disse Dan indicando un bar
dall'aspetto equivoco all'esterno del quale due uomini grossi e poco
rassicuranti chiacchieravano e fumavano, uno dei due era
completamente tatuato fino al collo, l'altro aveva una cicatrice che
dalla fronte arriva all’occhio sinistro.
Al passaggio di Dan e Dromos i due uomini si scambiarono uno sguardo.
L'interno del locale era buio, fumoso e nel complesso abbastanza
sporco. Un ubriaco dormiva con la testa e un braccio poggiati su un
tavolo, al passaggio di Dromos si mosse leggermente ed emise un
gemito.
Dan si avvicinò al banco e chiamò il barman che aveva
un aspetto ancora meno rassicurante dei suoi clienti.
"Hai visto Rusty?" domandò Dan.
"No, e se non vuoi da bere smamma bello. Non ho tempo da
perdere"
"Digli che l'ha cercato Dan"
"Non sono la sua baby sitter né la tua segretaria,
arrangiati" rispose sgarbato il barman.
"Che vuoi da Rusty, sbirro?" domandò uno dei ceffi
che poco prima chiacchieravano fuori dal locale.
"Hey, non voglio sbirri nel mio locale!"
"Temi di perdere la tua clientela d'élite?" domandò
Dromos sarcastico.
"Che? Ma che lingua parli sbirro?" intervenne perplesso
l'uomo tatuato.
“Non sono uno sbirro, comunque piacere mi chiamo Elyas e tu
come ti chiami? Fammi indovinare...Tatuaggidimmerda?”
“Non ce ne frega niente di come ti chiami sbirro!”
rispose l'amico di Tatuaggidimmerda “e stai attendo a come
parli se vuoi tenerti i denti in bocca!”
“E tu invece come ti chiami? “ domandò Dromos
“Scarface dei poveri? E comunque ho detto che non sono uno
sbirro, capite l'inglese?” rispose Dromos.
“No, lui non è uno sbirro lui è il demonio, è
sceso sulla terra per portarci tutti all'inferno!” gridò
l'ubriaco improvvisamente.
Tutti si voltarono verso Dromos.
“A parte che al limite sono salito e non sceso... poi
francamente je me fiche de vous tous” commentò
Dromos.
“Lo sentite” continuò l'ubriaco “parla la
lingua del demonio”
“Veramente sarebbe francese!” intervenne Dan divertito.
“Tu capisci la lingua del demonio, sbirro?” domandò
Tatuaggidimmerda perplesso e, a dire il vero, non particolarmente
preoccupato dalla presenza del demonio nel bar.
“Santo Cielo, non è la lingua del demonio è
francese, ha detto che se ne frega di voi tutti!”
“Ah, lo stronzetto qui se ne frega di noi, eh? Vediamo se il
demonio ha abbastanza palle!” disse Scarface indossando un
tirapugni per mano e avvicinandosi a Dromos con aria minacciosa.
“Attento a quello che fai!” intervenne Dan portandosi
davanti a Dromos per proteggerlo.
“Non preoccuparti per me, Dan. So difendermi!” intervenne
Dromos spingendolo da parte con gentilezza.
Scarface si buttò su Dromos che si limitò a scansarsi
leggermente, afferrare il polso dell'uomo e farlo volare contro la
parete del bar davanti allo sguardo allibito di tutti i presenti.
L'uomo crollò a terra confuso e incredulo portandosi con sé
i pochi e brutti quadri appesi al muro.
“Il demonio ha la forza di cento uomini, non potete sfidarlo!”
“Ancora con questa storia del demonio, hai rotto le scatole
soûlard1!»
esclamò
contrariato Dromos dirigendosi verso l'ubriaco.
«Calmati Elyas!» cercò di
fermarlo Dan, ma non riuscì nel suo intento perché fu
aggredito da Tatuaggidimmerda.
“Stammi lontano de..!” l'ubriaco non riuscì a
finire la frase perché Dromos gli assestò un cazzotto
in faccia che lo fece riaddormentare di colpo.
“Oh, finalmente un po' di silenzio!” commentò il
demone soddisfatto, poi si girò verso Dan e notò che
era in difficoltà in quanto a Tatuaggidimmerda si era unito
anche Scarface che dopo essere stato sbattuto contro il muro aveva
pensato bene di lasciar perdere Dromos e aggredire qualcuno già
impegnato a difendersi.
“Questo non è molto sportivo da parte vostra!”
dichiarò Dromos indignato.
“Stà lontano stronzo!” Tatuaggidimmerda tirò
fuori un pugnale così grosso da far sembrare quello di Rambo
un coltello per la frutta.
“Uff" sbuffò Dromos ”voialtri avete sempre
problemi con le dimensioni” commentò osservando
divertito il pugnale.
“Elyas attento, non fare l'eroe!” urlò Dan
distraendosi e ricevendo così in piena faccia un pugno da
Scarface.
Tatuaggidimmerda si lanciò contro Dromos che senza scomporsi
gli afferrò il polso stritolandoglielo con una sola mano.
“Aaargh!” si lamentò l'uomo lasciando andare il
pugnale e finendo in ginocchio davanti al demone che ne approfittò
per tirargli un calcio nelle parti basse.
Tatuaggidimmerda stramazzò a terra lamentandosi, Dromos ne
approfittò per andare in aiuto a Dan ma constatò con
sollievo che quest'ultimo si era appena liberato dal suo aggressore.
“Tutto bene?” domandò.
“Abbastanza!” rispose Dan pulendosi il sangue dalla
faccia con una mano, poi rivolgendosi al barman domandò
“Allora, hai intenzione di dirci dove possiamo trovare Rusty o
dobbiamo insegnare l'educazione anche a te?”
Il barman li guardò indeciso, poi concluse che non erano fatti
suoi e rispose “Era qua una mezz'ora fa, ha bevuto e poi ha
detto che sarebbe tornato a casa sua”
“E dove abita?”
“Sulla River Street, a due isolati da qua. Di più non so
dirvi, arrangiatevi!”
#
Chloe fermò la macchina nel parcheggio sotterraneo della
Centrale.
Lucifer era rimasto tutto il tempo silenzioso a guardare fuori dal
finestrino e lei cominciava ad essere preoccupata. Non era mai
capitato che stesse in silenzio così a lungo.
"Lucifer, che succede?"
Lucifer emise un sospiro "Penso che dovremo cercare il padre di
quell'uomo, avvertirlo che il figlio è morto"
"Lucifer, siamo nel pieno di un'indagine..."
"E allora?"
"Per favore, cerca di capire, ora è più importante
dedicare le nostre energie a scoprire chi ha cercato di far credere
che fosse un omicidio”
"Te l'ho già detto chi è stato, uno dei miei
fratelli! E penso che non abbia scelto a caso la vittima, voleva
mandarmi un messaggio!"
"Lucifer ti prego, ti ho detto che prima di seguire questa pista
dobbiamo cercare di…"
"Perché Chloe, perché non mi credi mai?"
domandò sconvolto Lucifer.
"Lucifer non ho detto che non ti credo, ma anche se uno dei tuoi
fratelli stesse cercando di sviarci facendoci credere che Jaime sia
stato assassinato, che c'entra il problema tra Jaime e suo padre?"
Lucifer era troppo sconvolto per continuare la conversazione, scese
dalla macchina sbattendo la porta e si diresse verso l'uscita del
parcheggio.
"Perché è lo stesso che ho io, Chloe, e loro
evidentemente lo sanno!" urlò entrando nell'ascensore e
chiudendosi dietro le porte.
Chloe lo guardò andar via sconvolta e confusa.
"Lucifer, non capisco tu sai chi è tuo padre e tuo padre
sa che sei suo figlio" disse ormai a se stessa.
#
Ella canticchiava di buon umore immersa dentro il suo microscopio
"Guarda un po' che abbiamo qui!" commentò allegra.
"Ella!" la chiamò Chloe entrando nel laboratorio
"Hai trovato qualcosa di interessante?"
"Piume!"
"Cosa?" domandò Chloe perplessa.
"Guarda qua!" disse Ella invitando Chloe a guardare nel
microscopio con un cenno della testa.
Chloe incuriosita si avvicinò alle lenti del microscopio, ai
suoi occhi apparve uno spettacolo di colori fluorescenti. Chloe non
capiva, sembravano delle foglie molto strette e lunghe. "Non
capisco, come fai a dire che sono frammenti di piume? Sembrano più
foglioline microscopiche”
"No sono piume, quelle che vedi sono le tipiche barbule
delle piume"
“Ma dove le hai trovate?"
"Si tratta di alcuni frammenti che erano rimasti sotto le unghie
della vittima…"
"Cosa?" esclamò Chloe sconvolta.
"Ho pensato che potrebbero essere piume di cuscino, sai non sono
più tante le aziende che realizzano cuscini in piuma d'oca e
ancora meno in piume d'anatra e neanche gli alberghi che li
utilizzano, questo forse ci potrebbe aiutare a capire dove è
morto Jaime, a casa sua aveva dei cuscini di gommapiuma o di piume?"
"Gomma piuma direi" rispose pensosa Chloe "Ella, tu
puoi stabilire con esattezza se si tratta di piume d'oca, anatra o...
altre piume giusto?"
"Certo"
"Ok, ti prego appena hai i risultati delle analisi chiamami, a
qualunque ora"
"Certo… Chloe, va tutto bene? Mi sembri un po' agitata
e... a proposito dov'è Lucifer?" Domandò Ella
rendendosi di colpo conto che Lucifer non era con Chloe.
"Che è successo? Non avrete litigato?"
"Ecco, non proprio, però abbiamo avuto... una
discussione…"
"Niente di serio spero, mi sembrate così felici da quando
è tornato!"
"Già!" Rispose la detective sorridendo un po'
preoccupata. Poi cambiò argomento "Ella, volevo
chiederti… Non che voglia farmi gli affari tuoi…"
Ella guardò Chloe con un mezzo sorriso d'intesa e arrossendo
leggermente.
"Si, dimmi Chloe!"
"Ecco..." Chloe si strinse le mani imbarazzata "forse
non è il caso... Io non vorrei essere invadente"
"È stato molto bello!" la interruppe Ella con un
sorriso felice.
"Oh" Chloe tirò un sospiro di sollievo "lui è
stato… insomma… non ti ha costretta a fare cose che tu
non…"
"Chloe, sono una donna adulta!" rise Ella "e poi Elyas
è molto dolce e premuroso" aggiunse arrossendo.
"Oh, mi fa piacere, sai ero un po'... preoccupata, non lo
conosciamo bene!”
“Tranquilla è tutto a posto” concluse Ella con un
sorriso radioso che rassicurò completamente Chloe.
In quel momento squillò il cellulare di Chloe.
“Che succede?” domandò Ella.
“E' Dan, c'è stato un altro omicidio, andiamo!”
rispose la detective uscendo dal laboratorio in tutta fretta.
#
"Lucifer" esclamò Linda sulla porta dello studio "ma
non avevi detto che non avevi più bisogno della terapia?"
"Si tratta di un'emergenza e sinceramente trovo che sia molto
immaturo da parte tua rifiutarti di ascoltarmi solo perché ti
ho liquidato come terapeuta!"
"Lucifer io non mi rifiuto affatto, tanto sarebbe inutile"
commentò Linda alzando gli occhi al cielo “avanti,
entra!”
Lucifer si sistemò sul divano e guardò Linda incerto
“Linda... tu... voglio dire, immagino che Amenadiel ti abbia
parlato di ... del legame...”
“Del fatto che pensi che Dromos sia tuo figlio?”
“Linda non è che lo penso, è che lui è
mio figlio!”
“Lucifer come fai ad esserne così sicuro?”
“Linda... l'hai guardato bene da quando gli abbiamo dovuto
tagliare i capelli e la barba? Insomma è praticamente me con
venti centimetri in meno! Non riesco nemmeno a capire come gli altri
non se ne siano accorti!”
“Magari non ti somiglia così tanto!”
Lucifer le lanciò uno sguardo eloquente.
“Ok, è vero, è la prima cosa che ho notato quando
l'ho visto alla festa, anche se nel viso ha qualcosa di
mediorientale!”
“Si, perché ovviamente somiglia anche a Lilith e lei è
effettivamente mediorientale, infatti Dromos è più
scuro di me... Comunque il punto non è questo, il punto è…
il punto è...”
“Che non sai come gestire la cosa” concluse Linda.
“Ecco, appunto!” ammise Lucifer “e quindi tu devi
spiegarmi cosa devo fare... non ho idea di come affrontare la
questione”
“Lucifer, io non posso dirti cosa devi fare!”
“Linda, per la miseria sei la persona più intelligente
che conosco, dopo di me ovviamente... e dopo Chloe...”
“Sei sicuro che non ci sia ancora qualcun altro più
intelligente di me?” commentò ironica Linda.
“Cosa? No, no direi di no... anche se Dromos è piuttosto
intelligente in effetti!” Linda alzò gli occhi al cielo
per la centesima volta.
“Insomma che devo fare?”
“Prima di tutto non credi che dovresti parlare con lui?”
“No, io... non sono pronto ad affrontare il discorso con lui. E
se mi dice che sa benissimo che sono suo padre e che mi odia perché
non ci sono mai stato per lui?”
“Lucifer, non credo che ti odi, al contrario credo che abbia
dei sentimenti molto forti per te!”
“Che ne sai?”
“Beh, una sera abbiamo parlato un po' e lui ha ammesso di
essere legato a te e poi mi ha detto che forse dipendeva dal fatto
che era “diverso” dagli altri demoni. Allora non ho
capito cosa intendesse e non ho avuto il tempo di chiederglielo
perché Lonzarot ha sfondato la finestra...”
“Lui ti ha detto che era diverso dagli altri demoni?”
“Si, Lucifer, probabilmente si riferiva proprio a te!”
“Allora lo sa! Linda ti prego, io ho avuto un padre pessimo e
non ho alcuna esperienza di figli!”
“Lucifer io posso solo aiutarti a gestire le tue emozioni a
riguardo, non posso dirti come fare o come non fare il padre!”
“Linda, è ovvio che non devi dirmi come non si fa
il padre! Sarebbe totalmente inutile, non credi?”
“Lucifer forse non mi hai capito...!”
Lucifer la guardò come se improvvisamente avesse colto
qualcosa di importante “Ma certo! Invece è esattamente
quello che devo fare!”
“Fare cosa?”
“Trovare il padre di Jaime!”
“Cosa? Ma di chi parli?”
“Il padre della vittima dell'ultimo caso di cui ci stiamo
occupando io e Chloe!”
“Lucifer cosa c'entra il padre della vittima del caso di cui vi
state occupando?”
“Quell'uomo non sapeva di avere un figlio, esattamente come me.
E quando il figlio lo ha trovato non ha voluto incontrarlo. Non ha
voluto fare il padre! Capisci, se lo trovo capirò come non
comportarmi e farò l'esatto contrario!”
“Lucifer, non funziona così...!”
Ma Lucifer ormai non l'ascoltava più “Grazie! Sei sempre
la migliore!” si alzò dal divano e uscì
entusiasta dallo studio di Linda.
“Non c'è di che, Lucifer!” rispose Linda
sospirando frustrata.
#
"Aspetta Dan" esclamò Dromos con una tensione nella
voce che colpì il detective.
Erano davanti alla porta dell'abitazione di Rusty, avevano bussato
più volte senza ricevere risposta cosi Dan, pistola in pugno,
si stava apprestando a sfondare la porta con un calcio ma si era
fermato perché non era abituato a sentire Elyas nervoso.
“Che succede Elyas?"
"Non so, ho percepito una strana tensione nell'aria e ho anche
avuto l'impressione che qualcuno ci stesse osservando e non in modo
amichevole"
"Elyas se c'è qualcuno là dentro dobbiamo entrare
e..."
"No, ormai non c'è più nessuno e temo che sia
successo qualcosa di brutto…"
Dan lo osservò perplesso poi diede un calcio alla porta ed
entrò con la pistola spianata seguito da Dromos.
"Merda" esclamò Dan scorgendo il corpo di Rusty per
terra.
Si precipitò a controllare se fosse ancora vivo ma la gola
dell'uomo mostrava un profondo taglio e per terra c'era una piccola
pozza di sangue.
"Avevi ragione Elyas" mormorò Dan "è il
secondo dei miei informatori che viene assassinato, sarà anche
un caso ma la cosa comincia a preoccuparmi"
"Voi due che ci fate qui?"
La voce di Maze fece voltare entrambi.
"Maze?" esclamò Dan "potremo fare noi la stessa
domanda a te!"
"Io sto lavorando ovviamente. E lui da quando fa coppia con te?"
rispose Maze indicando il fratello con aria disgustata "farai
meglio a stare attento, è un piccolo bugiardo"
"Piantala Maze, non ho voglia di litigare" rispose Dromos
senza scomporsi più di tanto.
Maze si avvicinò con aria di sfida al fratello "Io invece
si" disse fermandosi a pochi centimetri dal viso di Elyas e
puntandogli un pugnale alla gola.
"Sai, mi sembra davvero un'idea intelligente puntarmi un pugnale
alla gola proprio sulla scena di un delitto in cui la vittima è
stata sgozzata come un agnello" commentò serafico Dromos
"non ti rende sospetta neanche un pò!"
"Cosa?" domandò Maze rivolta a Dan “Che
significa che è stato sgozzato?"
"Perché non ce lo spieghi tu sorella? Sei tu quella a cui
piacciono tanto i pugnali!"
"Non dire cretinate, sai benissimo che non sono stata io"
rispose Maze furiosa spingendo il fratello contro il muro.
"Ora basta!" intervenne Dan “i vostri problemi
familiari risolveteli da un'altra parte, questa è la scena di
un delitto e facendo questo casino rischiate solo di inquinare le
prove! Io chiamo Chloe e voi cercate di comportarvi come due fratelli
normali, se ci riuscite!"
Dromos e Maze si scambiarono uno sguardo poco convinto ma smisero di
litigare.
"In ogni modo io non ho più nulla da fare qui, ero venuta
per avere notizie della mia taglia, ma a quanto pare dovrò
arrangiarmi diversamente" si lamentò Maze sbuffando, poi
si avviò verso la porta.
"Dove diavolo vai, Maze? Non puoi abbandonare la scena del
delitto!"
"Piantala Dan, ho da fare… Ho una taglia che aspetta di
essere catturata e non ho tempo da perdere!" rispose Maze senza
neanche voltarsi.
Dromos la inseguì fuori "Aspetta Maze… Ho bisogno
di parlarti"
Maze indossò il casco lanciandogli uno sguardo disgustato,
saltò sulla moto e cercò le chiavi dell'accensione
nella tasca della giacca di pelle.
"Cerchi queste?" domandò suo fratello facendo
saltellare le chiavi sul palmo della mano con un sorriso di scherno
“sai quando ti innervosisci tendi ad essere piuttosto
distratta" ridacchiò.
Maze lo guardò con odio poi scese dalla moto con aria
minacciosa
"È meglio che me le ridia immediatamente, stronzetto"
"Maze, stai calma, ho davvero bisogno di parlarti!"
Qualcosa nel tono del fratello convinse Maze "Hai trenta
secondi!"
Dromos emise un sospiro di sollievo, per una volta la sorella
maggiore era disposta ad ascoltarlo anziché aggredirlo.
"Temo che uno o più fratelli di Lucifer stiano osservando
le nostre mosse Maze"
"Cosa te lo fa pensare? "
"Poco fa, prima di entrare nella casa di quel poveretto, ho
percepito la presenza di un angelo e non era la prima volta. Li ho
sentiti anche un attimo prima che Lonzarot sfondasse la finestra
della casa di Linda, poi è successo tutto quel casino e non ci
ho più pensato, tu non hai percepito nulla?"
"No, io non riesco a percepire la loro presenza!"
"Com'è possibile, Maze?"
"Magari è perché io non sono imparentata con loro
da parte di papino!" rispose sarcastica Maze facendo
impallidire Dromos.
Nota
1: soûlard “ubriacone”
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Capitolo 4 *** Qualcuno ci spia ***
Capitolo 4
Qualcuno ci spia
"Non dire fesserie sorella…!"
"Fesserie, eh?" rispose Maze
“credi che sia un'idiota come tutti gli altri fratellino? Solo
dei fessi come i nostri fratelli e un egocentrico come Lucifer
potevano non accorgersi della somiglianza!"
"Maze…"
"Non preoccuparti puoi tenerti il
tuo segreto. Non so perché te lo sia tenuto per te tutto
questo tempo, ma comunque non me ne frega niente. Quanto alla
presenza dei fratelli di Lucifer, parlane con lui!” concluse
porgendogli la mano e facendogli un gesto come per dire: dammi
le chiavi.
“Maze, hai sentito cosa ti ho
detto? Ho percepito la loro presenza a casa di Linda, poco prima che
Lonzarot sfondasse la vetrata!”
“E allora?”
“Dieu Sacrè, ma sei
stupida o è solo che non mi ascolti per principio?” urlò
spazientito Dromos.
“Scusa cosa vorresti dire, che
qualche fratello di Lucifer ha cercato di uccidere il piccolo Charlie
usando Lonzarot. Sei impazzito per caso?”
“Maze svegliati, prima Lonzarot
va a casa di Chloe, ma lì fortunatamente non succede nulla
grazie alla presenza di Lucifer. Poi va a casa di Linda e cerca di
aggredire Charlie mentre io percepisco che c'è qualcuno di
loro che osserva quello che sta succedendo. Ora sento di nuovo la
loro presenza a casa di un morto ammazzato dove guarda caso siamo
arrivati io e Dan!”
Maze lo fissò qualche istante,
poi commentò con aria preoccupata “Per una volta sono
d'accordo con te, comincia ad essere una serie di coincidenze un po'
strana”
"E c'è anche un'altra
cosa, Azrael è venuta a trovarmi mentre ero da Ella..."
“Oh, quindi effettivamente tu e
Ella.... non pensavo che la nostra dottoressa avesse un tale cattivo
gusto in fatto di uomini!” commentò ironica Maze.
“Sai Maze è curioso come
di tutto quello che dico tu ascolti solo quello che ti interessa per
potermi ferire...“ commentò Dromos “AZRAEL... È
... VENUTA... A... TROVARMI!” aggiunse scandendo lentamente le
parole come se avesse a che fare con una persona con problemi di
comprensione.
“Azrael... l'angelo della
morte... in che rapporti siete tu e lei?” domandò Maze
fingendo di non essersi accorta dell'ironia del fratello.
“Sa di essere mia zia e ogni
tanto ci troviamo e parliamo, a parte questo mi ha accennato al fatto
che... insomma che qualcuno dei suoi fratelli potrebbe non essere
molto d'accordo su quello che sta succedendo qua!”
“E lo viene a dire a te anziché
a suo fratello?”
“Era venuta a dirmi che era
preoccupata per il mio rapporto con Ella e poi.. beh mi ha fatto
capire che c'era anche qualcos'altro che la preoccupava”
Maze rimase pensierosa per qualche
secondo. Qualche isolato più in là si sentì
l'ululato di una sirena della polizia avvicinarsi “Devo andare
stronzetto, o mi chiederanno di seguirli in Centrale e mi faranno
perdere tempo con un sacco domande inutili, dammi le chiavi!”
“Maze, e quello che ti ho
detto?”
“Devi parlarne con Lucifer!”
“Si, ma mi aiuterai a proteggere
gli umani?” rispose Dromos porgendo le chiavi della moto alla
sorella.
“Oh, il piccolo traditore che
era disposto a rapire un bimbo per avere un nuovo Signore
dell'Inferno ora è preoccupato per gli umani?”
“E dai, Maze... mi vergogno già
abbastanza per quella storia, non c'è bisogno che me la ritiri
fuori...!”
Maze lesse la vergogna e l'imbarazzo
nello sguardo del fratello e per una volta le sfuggì un sorriso
comprensivo.
“E' ovvio che ti aiuterò
Dromos, anche io li amo tutti e da molto prima di te. Non permetterò
a nessuno di fare del male al piccolo Charlie, né a nessun
altro di loro. Ma tu devi parlare con Lucifer, io e te da soli
possiamo fare poco contro quei fanatici”
Prese le chiavi dalla mano di Dromos e
gli diede un buffetto su una guancia aggiungendo “Cerca di
stare attento stronzetto” poi rendendosi conto di essersi
lasciata andare ad una dimostrazione di affetto per il fratello si
girò imbarazzata e scappò via facendo rombare la moto e
lasciando Dromos con un sorriso stupito in mezzo alla strada.
#
Chloe entrò nell'appartamento
di Rusty e notò subito la presenza di Dromos.
"Mia Signora" sussurrò
lui, che nel frattempo le si era avvicinato "avrei bisogno di
parlarti. Da soli"
"Ora?" Dromos annuì.
"Va bene, ma non qui, usciamo"
rispose Chloe facendogli cenno di seguirla.
"Allora" domandò
Chloe, notando che Dromos si stava guardando intorno perplesso.
"Non c'è" spiegò
la detective intuendo che Dromos stava cercando Lucifer "stamattina
ha avuto uno dei suoi attacchi di stranezza e se ne andato senza
spiegazioni" aggiunse tristemente.
"Non preoccuparti Mia Signora,
tornerà presto"
"Non sono affatto preoccupata"
mentì lei, ma Dromos la fissò in un modo che la fece
sentire un libro aperto.
"Preferirei che non lo facessi
sai?"
"Cosa? " domandò lui
stupito.
"Leggermi dentro in questo modo,
è... imbarazzante"
Dromos arrossì "Io…
Ti chiedo scusa Mia Signora non lo faccio apposta, credo sia una mia
caratteristica peculiare di demone"
"Beh, cerca di controllarla
quando parli con me, ok? E poi per favore, c'è proprio bisogno
di rivolgermi quell'appellativo in ogni frase?"
Dromos la fissò avvilito "Io
non…. tu sei la compagna del Mio Signore. Non posso rivolgermi
a te in altro modo a meno che tu non me lo conceda espressamente"
mormorò lui abbassando lo sguardo.
Chloe si rese conto di averlo umiliato
e si pentì di essere stata così sgarbata, in fondo non
era colpa di Dromos se Lucifer si comportava da imbecille e il demone
aveva solo cercato di rassicurarla.
Gli prese dolcemente il mento con una
mano alzandogli il viso.
"Scusa, non volevo offenderti.
Cerca di capire è tutto nuovo per me, in ogni modo puoi
chiamarmi Chloe, ok?"
"Ok" rispose lui con
un'espressione così rincuorata che Chloe provò il
desiderio di abbracciarlo stretto, non capiva perché, ma quel
ragazzo in certi momenti aveva il potere di stimolare il suo istinto
materno.
"Di che cosa volevi parlarmi?"
"Credo che anche questo sia un
finto omicidio, per lo meno in senso umano"
"Cosa vuoi dire?"
"Ho sentito la presenza di un
angelo e non si trattava di Amenadiel"
"Quando? "
"Quando siamo arrivati io e Dan"
c'era qualcuno in casa e non era umano"
"Dromos, pensi seriamente anche
tu che c'entrino i fratelli di Lucifer?"
"Non dico che siano loro a
uccidere, ma sicuramente ci stanno osservando e ho la sensazione che
siano sempre intorno e che Lonzarot fosse sotto il loro controllo…"
"Chloe, Elyas" Chiamò
Ella interrompendo Dromos.
Chloe notò che il viso di Elyas
si era illuminato nel sentire la voce di Ella.
"Beh, non ci crederete ma è
successo di nuovo!"
"Successo cosa?" domandò
Chloe.
"Non è stato ucciso con
una coltellata" affermò Dan che li aveva raggiunti anche
lui.
"Cosa?"
"È proprio così
Chloe. Hanno di nuovo simulato un omicidio"
Chloe incrociò preoccupata lo
sguardo di Dromos.
#
"Maze, si può sapere che
ti prende?" disse Linda osservando perplessa Maze che si
aggirava rabbuiata per la casa armata di due pugnali.
Ogni tanto si appostava dietro ad una
porta e la apriva di scatto oppure si inchinava davanti ad una
poltrona o un letto e scrutava concentrata il pavimento.
"Maze!" Chiamò ancora
Linda "Potresti smetterla? Mi stai mettendo ansia, credevo che
fosse finita la tua fase di iperprotezione ossessiva!"
Maze continuò senza degnarla di
risposta finché non ebbe controllato tutta la casa.
"Ho finito" annunciò
buttandosi sul divano con uno sguardo soddisfatto "È
tutto a posto!"
Linda sospirò sollevata "Era
ora, si può sapere che ti ha preso?"
"È per via di una cosa che
mi ha detto lo stronzetto"
"Chi?"
"Dai, quello stupido demonietto
da quattro soldi"
"Uh, vuoi dire tuo fratello?"
Maze le rivolse uno sguardo infastidito "Voglio dire lo
stronzetto!"
"Ok, ma che ti ha detto per
renderti così ansiosa?"
"Dice che sente in giro i
fratelli di Lucifer, ha idea che ci stiano intorno e che ci stiano
spiando!"
"I fratelli di Lucifer. Vuoi
dire... Angeli?"
"Dromos è convinto che
potrebbero fare del male a Charlie e Chloe"
"Cosa?"
"Lui pensa che la bestia
fosse controllata da loro e anche se mi dispiace ammetterlo, temo che
abbia ragione"
"Maze, perché mai degli
angeli vorrebbero fare del male al figlio di un loro fratello! Mi
sembra una teoria assurda! E Chloe, lei è stata creata da Dio
per Lucifer!"
"Linda, è proibito avere
figli dagli umani dai tempi dei Nephilim. Amenadiel e Lucifer stanno
contravvenendo a una regola che tutti noi rispettiamo da millenni”
“Lucifer non ha avuto alcun
figlio da Chloe ed è già molto che siano finalmente
riusciti a fare sesso!” intervenne Linda.
Maze ridacchiò “Si è
vero, ma è proprio perché Chloe è una sorta di
miracolo che da questi rapporti potrebbe nascere un figlio! Cerca di
capire, alcuni Angeli sono, come dire, fondamentalisti. Per loro è
inconcepibile permettere che si violino le regole e oltretutto non
hanno mai perdonato Lucifer per la sua ribellione. Immagina quanto
possano essere felici che il loro Padre gli abbia creato una donna da
amare. Proprio a lui, il figlio ribelle! E Amenadiel, lui addirittura
il figlio lo ha già avuto"
"Santo cielo!" esclamò
Linda prendendosi il viso tra le mani "Come possiamo difenderci
da degli esseri sovrumani infuriati con noi?"
"Beh, per questo non
preoccuparti, ci sono io e c'è anche Amenadiel"
"Tu puoi combatterli? Credevo che
Lucifer ve lo avesse vietato!"
"Chi te lo ha detto?"
"Dromos"
"Ah, ovvio. Comunque è
vero solo per alcuni, tra cui Amenadiel e Azrael, ma per Michele e il
suo gruppetto di spocchiosi soldatini la regola non vale e sono
convinta che siano proprio loro a spiarci!" concluse Maze
rigirando uno dei pugnali tra le le dita.
#
"Sono preoccupato, Chloe"
disse Dan mentre attaccava alla solita lavagna la foto di Rusty
accanto a quella di Jaime the Beauty.
"È il secondo dei miei
informatori che muore di una apparente
morte naturale che viene trasformata in omicidio. Non capisco che
logica ci sia in tutto ciò"
Chloe stava per replicare quando notò
che Dromos si stava guardando intorno teso e con gli occhi rossi.
"Elyas, tutto ok?" domandò
facendo un gesto vago intorno al viso sperando di essere compresa dal
demone.
Fortunatamente Dromos intuì e
riprese il controllo.
"Scusa mi ero distratto"
rispose facendo anche lui un vago gesto con la mano che poteva
ricordare il movimento di un'ala.
Dan li guardo perplesso "Si può
sapere che avete voi due? Gesticolate come due italiani!"
"Magari hanno creato un loro
codice segreto, come quando ai tempi della scuola non volevamo farci
capire dai professori!"
La voce di Marc fece girare tutti di
scatto.
"Marc, sei tornato! Ma come mai
non sono stata avvertita?"
"Mi sembra strano, magari ti sei
dimenticata, detective!" Rispose Marc secco.
Chloe ne rimase stupita, era la prima
volta che il detective Rhodenbarr le rispondeva in quel modo.
"Vacci piano ragazzino stai
parlando con un tuo superiore" intervenne Dan.
Marc lo fissò sostenendo il suo
sguardo, poi si accomodò su una sedia e indicando Dromos
commentò "Vedo che avete già trovato il mio
sostituto, vi sono proprio mancato eh?"
Chloe e Dan si scambiarono uno sguardo
imbarazzati "Non è qui per sostituirti Marc, ci sta dando
una mano…”
Marc interruppe Chloe "Quindi di
fatto mi sta sostituendo, o meglio, tu mi stai facendo sostituire da
un civile sbucato fuori dal nulla. Mi pare un po' fuori da quelle
regole che dici di apprezzare tanto, non credi... Boss?"
Chloe rimase spiazzata, il Marc che
conosceva era un idiota, ma completamente diverso dall'astioso
detective che si trovava di fronte.
"Allora, posso essere aggiornato
sul caso o il mangiarane qui si offende se rientro in squadra?"
Dromos si irrigidì ma evitò
di commentare, la situazione era già abbastanza tesa.
"Certo, ora ti riassumiamo le
informazioni raccolte finora"
"Io vado Chloe, sono di troppo
qui" intervenne Dromos saltando giù dalla sedia e
avviandosi verso le scale.
"Elyas... " lo chiamò
Chloe preoccupata, Dromos non si voltò ma la detective sentì
la sua voce rispondere "Tranquilla è tutto ok, ma stai
attenta a Marc, non mi convince"
Chloe rimase esterrefatta, Dromos le
aveva appena risposto telepaticamente come se nulla fosse!
"Chloe, stai bene?" domandò
Dan preoccupato.
"Cosa..? Si... sto bene,
scusate!" rispose lei "Marc, ora ti faccio un breve
riassunto"
"Alla buon'ora" rispose Marc
con un tono che la irritò immediatamente. Almeno in questo
quell'idiota non era cambiato pensò tra se e se la detective.
#
Lucifer fermò la Corvette
guardandosi intorno perplesso. Aveva guidato fino all'indirizzo
indicato nella busta rispedita al mittente, scervellandosi su cosa
chiedere esattamente al padre di Rusty ed ora che era arrivato a
destinazione la situazione non gli tornava per niente, si aspettava
di trovare una classica deprimente casetta a schiera abitata da un
irritante vecchio scontroso, invece si era ritrovato davanti al
cancello di una mega villa in stile hollywoodiano.
Un alano arlecchino dall'aspetto più
curioso che aggressivo lo osservava dall'altra parte del cancello
scodinzolando e sbavando copiosamente.
Lucifer scese dalla corvette e si
avvicinò al citofono, esitò un attimo prima di suonare,
poi premette il campanello "Avanti" rispose una voce di
donna "arrivate fino in fondo al vialetto e non preoccupatevi di
Bella, è buonissima"
Lucifer fece un passo all'interno del
giardino e come il cane si avvicinò per annusarlo lo fissò
con gli occhi rilucenti di rosso "Tu, insensato incrocio tra un
equino e un dalmata, prova a far arrivare sul mio completo italiano
una sola goccia di quella disgustosa schiuma viscida e appiccicosa e
capirai il significato di pene
infernali"
L'alano si arrestò spaventato,
fece un rapido dietrofront e scappò via con un guaito.
Lucifer sorrise soddisfatto e seguendo
le indicazioni della donna arrivò in fondo al vialetto.
Una donna sulla sessantina lo
aspettava sulla porta di casa.
“Prego, entri le mostro la
strada” disse la donna “non mi sembra vestito in modo
adatto al lavoro, ha portato il cambio?” aggiunse la donna
guardandolo perplessa.
“Cambio?” domandò
Lucifer perplesso.
La donna si arrestò tesa “Non
è qui per mio marito?”
“Si, sono qui per suo marito!”
“Oh, quindi come mai non indossa
la divisa e non vedo neanche una borsa per il cambio!”
“Scusi, ma lei chi pensa che
sia?”
“Non è il nuovo
infermiere?”
“Non direi proprio, sono della
polizia di Los Angeles”
La donna lo guardò stranita
“Non capisco!”
“Cerco suo marito a proposito di
suo figlio!”
La donna gli lanciò uno sguardo
nervoso “Noi non abbiamo nessun figlio” rispose secca.
“Beh, forse lei e suo marito non
avete figli, ma suo marito si o meglio aveva, visto che il figlio è
morto due giorni fa!”
“Ah!” commentò la
donna visibilmente sollevata “E mio marito cosa c'entra,
comunque?”
“Riguarda suo marito, se non le
dispiace!” rispose freddamente Lucifer, irritato
dall'atteggiamento della donna.
“Mi segua!” lo invitò
lei altrettanto freddamente.
Attraversarono un ampio ed elegante
salone, percorsero un breve corridoio e infine arrivarono davanti ad
una porta chiusa.
“È tutto suo!”
disse la donna aprendo la porta.
Agli occhi di Lucifer si presentò
il triste spettacolo di un uomo anziano sdraiato su un letto
d'ospedale. L'uomo era attaccato ad una flebo e respirava attraverso
due tubicini infilati nelle narici.
“Non ha più molto da
vivere” spiegò la donna con un tono distaccato “è
in questo stato da giorni ormai e secondo i medici non si riprenderà
più! Ora può dire a me o andare!”
Lucifer sospirò, poi domandò
alla donna “Perché non ha voluto conoscere il figlio?”
“Questo dovrebbe domandarlo a
lui”
“Mi pare che questo non sia
possibile al momento, non crede?” replicò lucifer
irritato.
“Beh, allora penso che possa
andarsene, non crede?” rispose sarcastica la donna.
Lucifer si avviò verso
l'uscita, stava per aprire la porta quando un pensiero improvviso lo
trattenne “Mi scusi ancora un attimo!”
“Cosa c'è ancora!”
domandò irritata la donna.
“E' stata lei a rimandare le
lettere al mittente!” la accusò Lucifer.
“Non so di che sta parlando per
favore vada via!”
Ma Lucifer la fissò
intensamente negli occhi “Mi dica, lei cosa vuole davvero?”
La donna lo guardò un po'
confusa, poi rispose “Io non voglio dividere nulla, a causa
della malattia di mio marito ho sacrificato la mia vita rinunciando
praticamente a tutto e ora posso avere finalmente indietro tutto!”
“E per questo motivo ha impedito
ad un figlio di conoscere suo padre?”
“Io e Edward abbiamo provato di
tutto per avere un figlio, senza successo e poi dopo anni di
matrimonio mio marito si è ammalato e dopo aver rinunciato a
tutto, spunta fuori dal nulla questo bandito
e dice di essere suo figlio. Io... non potevo permettere che la
nostra vita fosse sconvolta da un rifiuto della società”
“Lei è soltanto una
disgustosa egoista” la interruppe Lucifer furioso “ma un
giorno ci rivedremo e avremo modo di parlare di tutto questo, è
una promessa!” concluse sbattendo la porta.
Percorse quasi di corsa il vialetto
che portava al cancello senza neanche accorgersi del povero
infermiere che chiamava aiuto schiacciato a terra dall'alano che lo
leccava e sbavava tutto allegro e scodinzolante.
Raggiunse la Corvette e partì
con uno stridio di pneumatici.
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Capitolo 5 *** Colui che porta la luce ***
Capitolo 5
Colui che porta la luce
Sul tetto della Centrale Amenadiel osservava cupo l'orizzonte.
"Remiel!" chiamò "Lo so che ci sei sorella,
forza fatti vedere".
Remiel comparve alle sue spalle con un fruscio d'ali "Sono qui
fratello, perché mi chiami?"
"Remiel, che succede?"
"Non so di che parli fratello"
"Si che lo sai sorella, credevo che ci fossimo chiariti rispetto
a Charlie! Cosa è cambiato da quando io e te ci siamo
parlati?"
"Non ti capisco Amenadiel, che cosa vuoi dire?" rispose
Remiel evitando lo sguardo del fratello maggiore.
"Non riesci a guardarmi in faccia quando menti, sorella. Bene
allora parlerò chiaramente. Per caso Michele è
impazzito? Come ha potuto anche solo pensare di usare una bestia
infernale per uccidere mio figlio?"
"Come osi accusare Michele di una cosa del genere, proprio tu
che hai accolto sotto il tuo tetto due luridi demoni infernali?"
"Uno di quei luridi demoni infernali si è quasi fatto
ammazzare per difendere mio figlio dalla bestia mandata da mio
fratello!" rispose furioso Amenadiel.
"Ora difendi Dromos? Un essere inferiore che nostro fratello
Lucifer ha osato portare qui nel mondo degli umani? Una creatura
immonda che osa fornicare con un'umana sotto i vostri occhi senza che
facciate nulla per impedirlo?"
"E tu che ne sai?"
"Io l'ho visto…" Remiel si interruppe rendendosi
conto di aver detto troppo.
"Quindi ci state spiando!"
Remiel non replicò.
"Rispondi sorella ci state spiando, non è così?"
Remiel voltò lo sguardo ostinandosi nel suo silenzio.
Amenadiel si avvicinò minaccioso alla sorella "Ora
ascoltami bene, non so quanto tu sia coinvolta in questa storia ma ti
avverto, stai lontana da mio figlio e da Chloe o te ne pentirai e
lascia in pace Dromos, non sta facendo niente di male"
Remiel lo guardò scandalizzata "Tu che eri il migliore,
un esempio per tutti noi, non solo hai sfidato le regole di nostro
padre mettendo al mondo un figlio mezzo umano, ma ora difendi
quell'essere inferiore! Come puoi fidarti di Dromos, non hai pensato
che potrebbe essere stato proprio lui a usare la bestia per cercare
di uccidere tuo figlio e far ricadere la colpa sui tuoi fratelli? Ha
rapito Charlie, voleva farne il nuovo Re dell'inferno e tu lo
difendi, che cosa ti è successo fratello?"
"È questo che Michele ti ha detto di dirmi? Dromos ha
fatto quello che ha fatto non posso negarlo, ma è proprio per
questo che è l'ultimo di cui potrei sospettare: lui voleva un
nuovo Re, mio figlio gli serviva vivo!"
“Io non posso credere che tu stia difendendo quell'immonda
creatura e accusando noi! "
“Quell'immonda creatura ha dimostrato di avere più cuore
di voi Remiel, te lo ripeto sta lontana da noi e informa Michele che
se lasciate perdere questa assurda crociata sono ancora disposto a
perdonarvi, ma se provate ad avvicinarvi di nuovo a mio figlio o a
chiunque altro di coloro a cui tengo, compreso Dromos, ve ne
pentirete amaramente!"
“Tu stai rischiando di scatenare l'inferno su questa terra
Amenadiel" lo minacciò Remiel.
"No Remiel, VOI state rischiando di scatenarlo ma questa volta
non sarò con voi, pensaci bene quando dovrai decidere da che
parte stare"
"Ho già deciso Amenadiel e non sarà al tuo
fianco!" rispose l'angelo spalancando le ali e abbandonando il
tetto della Centrale.
"Amenadiel" chiamò Dromos.
Amenadiel si voltò "Da quanto sei qui?"
"Abbastanza da sentire che mi stavi difendendo" sorrise
Dromos.
"Non illuderti, l'ho fatto solo per irritarla"
"Si certo..." ridacchiò il demone "la cosa si
sta facendo grave, vero?" domandò tornando serio.
"Si, è così. Sono preoccupato, temo che finiremo
per combatterci di nuovo tra fratelli"
"Non è colpa tua, i tuoi fratelli sono impazziti. Se tuo
Padre non è contrario al fatto che tu abbia un figlio e
Lucifer una compagna, non vedo perché loro debbano
intromettersi"
"Sono contrari anche al tuo rapporto con Ella, stai attento sono
pericolosi e tu non sei abbastanza forte per sopravvivere ad un loro
attacco!"
"Davvero ti stai preoccupando per l'immonda creatura che hai
osato accogliere sotto il tuo tetto?" domandò Dromos
imitando Remiel.
"Già, a quanto pare mi sono affezionato al cretino che ha
rapito mio figlio!" rispose Amenadiel accennando un sorriso e
stringendo la nuca di Dromos con un gesto brusco ma affettuoso.
"Stai attento ragazzino, guardati le spalle e se sei nei guai
non esitare a chiedere aiuto, siamo d'accordo?"
"Siamo d'accordo Amenadiel, grazie!"
"Parlerò anche con Lucifer, dobbiamo affrontare tutti
insieme questa situazione" concluse Amenadiel con tono grave.
“Amenadiel, penso che dovremo controllare il detective Marc
Rodenbarr, ha qualcosa di strano!”
“Cosa intendi?”
“Prima dell'incidente nella grotta era solo un innocuo idiota
presuntuoso, ora è diventato aggressivo e non sembra per
niente idiota!”
Amenadiel si grattò il mento pensieroso "Ok, hai fatto
bene a dirmelo" fece per andarsene, ma si fermò "Sai
dove sia Lucifer? È tutto il giorno che lo cerco ma ha il
telefono spento"
"No mi spiace, sembra che oggi abbia avuto uno dei suoi attacchi
di stranezza, mi ha chiuso anche il contatto mentale. Ma tornerà
presto, lui non può stare lontano a lungo dalla Detective"
rispose Dromos con un sorriso complice.
Amenadiel non poté far a meno di pensare che quel sorriso
allegro era senza alcun dubbio lo stesso di Lucifer.
#
Chloe aprì la porta di casa sovra pensiero.
Lucifer non si era sentito per tutto il pomeriggio, aveva provato
anche a mandargli un messaggio ma niente, non era nemmeno apparsa la
seconda spunta. L'ultima volta che si era comportato in quel modo era
ricomparso con una moglie al fianco.
Sospirò poggiando la borsa sul tavolo della cucina, non c'era
neanche Trixie a farle compagnia pensò tristemente, era la
serata di Dan.
Salì le scale che portavano alla sua camera da letto aprì
la porta e… "Lucifer!" esclamò facendo
sobbalzare Lucifer che si era addormentato nel letto.
"Detective" si lamentò lui assonnato "che
bisogno hai di urlare tanto?"
"Lucifer, si può sapere dov'eri finito? Ti ho cercato per
tutto il pomeriggio, perché non hai risposto ai miei
messaggi?"
"Messaggi?" Lucifer la guardò stupito poi prese il
telefono ed emise un verso di disappunto "Scusami detective, non
mi ero reso conto che il telefono si era scaricato, in effetti non
capivo perché non mi aggiornavi sugli sviluppi del caso!"
"Non hai risposto alla mia domanda" disse Chloe cercando di
nascondere che era molto più sollevata per averlo trovato
addormentato nel suo letto, che irritata per la sua sparizione.
"Possiamo parlarne dopo?" domandò lui alzandosi dal
letto.
Chloe arrossì di piacere nel vederlo tutto nudo dirigersi
verso di lei con quello sguardo malizioso a cui non riusciva a
resistere.
Ma era arrabbiata e non voleva dargliela vinta così in fretta.
"Cosa intendi per dopo? Dopo cosa?" rispose freddamente
divincolandosi dall'abbraccio di Lucifer.
"Uh.. dopo… dopo… insomma siamo soli, io e te in
camera da letto"
"E allora?"
"Beh.. Mi sembra ovvio, no? " rispose lui alzando le
sopracciglia con aria ammiccante.
"A me invece non sembra ovvio per niente! Sono stanca, irritata
e ho bisogno di farmi una doccia e poi di mangiare qualcosa di
decente, se non ti dispiace!" concluse lei togliendosi la giacca
e dirigendosi verso la sala da bagno.
Lucifer sorrise e fece per seguirla "E non osare seguirmi nella
doccia!" tuonò Chloe gelando all'istante le intenzioni
del diavolo.
Chloe uscì dalla doccia con indosso solo l'accappatoio, un
delizioso profumo saliva dalla cucina.
Annusando l'aria con aria affamata scese le scale e si diresse in
cucina.
Lucifer, con indosso solo un paio di boxer, canticchiava intento a
cuocere delle uova strapazzate.
"Bentornata detective hai fatto una bella doccia?" le
domandò accogliendola con un sorriso allegro.
"Bellissima!" rispose lei restituendogli il sorriso "Che
profumo!" aggiunse sedendosi.
Lucifer le versò le uova nel piatto, poi sedette di fronte a
lei osservandola con uno sguardo indagatore.
Chloe sorrise poi mangiò con gusto le uova.
"Erano buonissime!" commentò soddisfatta.
Lucifer si illuminò, poi come se non aspettasse altro si alzò
e girò lentamente intorno al tavolo senza distogliere lo
sguardo dagli occhi di Chloe.
"Lucifer, dobbiamo parlare..."
Lui le afferrò delicatamente i fianchi, la fece alzare in
piedi e le slacciò la cintura dell'accappatoio.
"Lucifer sul serio..."
Lui infilò le mani sotto l'accappatoio, lo aprì
facendolo scivolare per terra e cominciò a mordicchiarle i
seni.
"Lucifer…” sussurrò mentre lui si faceva
scivolare i boxer lungo le gambe.
"E va bene" ansimò Chloe lasciandolo fare e
cominciando a muoversi con lui "ma dopo parliamo di dove sei
stato…"
#
"Capisce, non sono nemmeno le cinque del mattino e insomma,
quella luce accecante ci ha svegliato più volte stanotte e
alla fine abbiamo anche creduto ci fosse un incendio e mio marito tra
mezz'ora si deve alzare e praticamente non ha dormito e …"
Chloe cercò di interrompere il fiume di parole della
agitatissima vicina in vestaglia e pantofole.
"Le chiedo ancora scusa Signora Woddenhead, come le ho detto
purtroppo abbiamo avuto un guasto all'impianto elettrico, ma le
assicuro che al massimo domani mattina sarà tutto risolto e
non accadrà più…"
"Si perché lei deve capire che questo è sempre
stato un quartiere tranquillo e mi dispiacerebbe davvero trovarmi
costretta a richiedere una riunione di vicinato per discutere se sia
il caso che lei continui a vivere a casa di sua madre…"
"Signora Woddenhead" intervenne Lucifer con voce suadente e
un sorriso affascinante che fece arrossire la vicina di Chloe fino
alla radice dei capelli "le assicuro che anche a noi
dispiacerebbe moltissimo trovarci costretti ad andarcene e perdere
dei vicini così affascinanti come quelli che si incontrano in
questo delizioso quartiere, le do la mia parola che questo
disdicevole inconveniente al nostro impianto elettrico non si
ripeterà mai più!”
“Oh beh, certo che se questo bel signore così elegante
me lo promette, io credo proprio di potermi fidare!” commentò
la signora lanciando uno sguardo voglioso a Lucifer che indossava
solo una vestaglia di raso nero dai bordi rossi sapientemente
slacciata fino all'ombelico.
“Glielo prometto davvero davvero, Signora Woddenhead”
rispose Lucifer con un sorriso complice.
“Oh, allora temo che mi dovrò proprio fidare!”
concluse la vicina tutta emozionata.
“Lo temo anche io!” aggiunse Lucifer sbattendo le lunghe
ciglia nere.
“Beh, allora buona giornata e scusi ancora per il disturbo!”
intervenne Chloe chiudendo praticamente la porta in faccia alla
Signora Woddenhead che continuava a fissare incantata Lucifer e non
accennava ad andarsene.
“Buona giornata a voi!” sospirò la vicina dietro
la porta chiusa.
Chloe guardò l'orologio “Tra meno di un'ora devo
alzarmi, è inutile tornare a letto!” sospirò
sdraiandosi sul divano e nascondendosi sotto un plaid blu scuro.
Lucifer la raggiunse e si sdraiò accanto a lei abbracciandola.
“Questa cosa ci sta sfuggendo di mano, Lucifer!”
“Cosa?”
“Questa cosa della luce, è imbarazzante!”
“Davvero? Io invece trovo che sia stato piuttosto divertente
affrontare la tua affascinante vicina di casa!” ridacchiò
Lucifer.
“Dai sul serio, io credo che dovremo cercare di... contenerci!”
“Non credo sia possibile, Chloe. Voglio dire hai mai riflettuto
sul significato del mio nome?”
“Cosa intendi dire?
“Detective mi sorprendi, credevo avessi studiato meglio quando
eri a Roma!” Chloè gli lanciò uno sguardo di
avvertimento, già una volta gli aveva detto che non voleva
riparlare di quel periodo.
“Ok, non arrabbiarti! Il mio nome viene dal latino e tradotto
letteralmente significa Colui che porta la luce! Ti dice
niente?”
“Il tuo nome ha un significato bellissimo, però sono io
a illuminarmi per prima e a trasmettere la luce a te, quindi non
capisco come possa spiegare quello che ci succede!”
“Io invece credo che lo spieghi eccome, Detective...!”
rispose lui tirando su le sopracciglia e sorridendo con espressione
ammiccante.
“Dai Lucifer, sii serio!” sorrise Chloe accarezzandogli
delicatamente una guancia.
“Va bene ora sono serio Chloe” rispose lui prendendole la
mano e posandovi un bacio leggero “conosci la teoria dei
chackra dell'energia?”
“Uh... più o meno, sono i centri dell'energia del nostro
corpo mi pare!”
“Esatto! vedi io credo che tu abbia, la rara capacità di
aprire tutti i chakra dell'energia raggiungendo una sorta di
estasi che si esprime nel rilascio di quella luce che non è
altro che l'energia sprigionata dai chackra aperti. Nel momento in
cui succede, essendo i nostri corpi uniti, tu porti anche me allo
stesso livello di estasi ed ecco perché mi illumino anche io.
Credo anche che questa tua capacità si esprima solo quando
finalmente ti lasci completamente andare, cosa che non capita mai
nella tua vita tranne quando fai l'amore con me! In questo senso io
per te sono portatore di luce"
Chloe rimase pensierosa per qualche istante poi replicò “Sai,
credo che possa essere vero. Vedi in quei momenti è come se io
mi sentissi allo stesso tempo completamente libera e me stessa ma
anche completamente parte di te. Non so come altro spiegartelo!”
“Non devi spiegarlo, è la stessa cosa che provo anche
io, finalmente mi sento completo. Non mi era mai successo prima!”
Restarono abbracciati in silenzio per un po', poi Chloe domandò
"Dove sei stato tutto ieri?"
Lucifer rimase in silenzio per qualche istante poi decise che non
poteva mentire a Chloe.
"Non arrabbiarti… Sono stato a cercare il padre di
quell'uomo"
"Lucifer, perché per te era così importante da
lasciarmi sola nel bel mezzo di un'indagine… Non capisco!"
"Per via di Dromos"
"Dromos? Scusa ma che c'entra?"
"Chloe…" Lucifer si interruppe per prendere coraggio
"Dromos è mio figlio"
Chloe lo guardò esterrefatta.
“Stai scherzando?”
“No, per niente!”
"Scusa, ma perché non me lo hai detto, non capisco,
perché mentirmi su di lui?"
"Chloe non ti ho mentito, non lo sapevo neanche io fino a due
giorni fa! Me lo ha fatto notare Amenadiel"
"Cosa?"
"Senti lo so che può sembrare assurdo, ma la verità
è che ha sempre coperto il viso con tutta quella barba e quei
capelli ricci, e finché non glieli abbiamo tagliati non avevo
mai osservato più di tanto i suoi lineamenti. E poi sua madre
non mi ha mai detto niente e tanto meno lui!"
"Lilith? Tu e lei..."
"Si, solo una volta e millenni fa!" borbottò
Lucifer.
"Lucifer, evidentemente non sai che basta anche una sola volta…"
ridacchiò Chloe.
"Detective…" esclamò lui in tono lamentoso
"non c'è nulla da ridere!"
"E tu in che modo pensavi che parlare con un uomo che ha
rifiutato di accettare il figlio ti avrebbe aiutato con Dromos?"
"Ecco, pensavo che mi avrebbe potuto aiutare a capire cosa non
fare, come non essere un cattivo padre. In ogni modo è stato
del tutto inutile, quell'uomo è in coma e non mi ha potuto
dire nulla" concluse sconsolato Lucifer.
"Lucifer… Non credo davvero che conoscere un cattivo
padre ti avrebbe aiutato ad essere un bravo padre…"
"Ma non so cosa fare, da dove cominciare…"
"Nessuno sa come fare il genitore finché non si ritrova
ad esserlo, è una cosa che si impara giorno per giorno e con
tutta la buona volontà non si può evitare di commettere
qualche errore!"
"Ma tu che faresti al mio posto?"
"Beh…. Io non so che cosa passi per la mente di un demone
infernale, ma se fossi al tuo posto forse proverei a parlargli"
"Ragioni proprio come Amenadiel e Linda!” si lamentò
Lucifer “E cosa potrei dirgli... Salve, mi sono reso conto di
essere tuo padre dopo solo ventimila anni dalla tua nascita. Domenica
giocano i Rams, andiamo a vederli?"
"Ventimila anni?"
"Si, Dromos in effetti è molto giovane, potevo anche
capirlo che non poteva essere figlio del Demone del deserto"
"Giovane?"
"Beh, capisci che ventimila anni per una creatura immortale sono
nulla!”
“Mi stai dicendo che è una specie di adolescente?”
“No, no... è del tutto adulto ma è giovane,
immagino che sia per questo che si trova bene con Ella!”
Chloe restò silenziosa per un po' e Lucifer si preoccupò.
“Detective… Ti secca che abbia un figlio? Dimmi la
verità"
"Io, beh no, è solo che è strano, insomma non me
lo aspettavo. Però no... davvero no. Forse perché
Dromos mi piace, ha un bel carattere, è molto dolce con Ella e
a volte mi sembra che si aspetti quasi…"
"Cosa?"
"Beh, che lo tratti in modo materno. O quanto meno mi porta ad
essere materna con lui"
"Sul serio? Beh immagino che gli sia mancata una figura materna
positiva e dolce come te. Non credo che abbia mai ricevuto da Lilith
una carezza in vita sua. Ricordo come rimaneva stranito quando da
piccolo gli accarezzavo i riccioli"
"Tu gli accarezzavi i riccioli? Credevo non sopportassi i
bambini" commentò Chloe stupita.
"Beh, era un piccolo demone non un piccolo umano sbavante e
moccioloso ed era così carino e così solo. Era l'unico
bambino in tutto l'inferno e non aveva nessuno che si curasse
di lui, così controllavo che non gli accadesse nulla e ogni
tanto cercavo di dargli un po' di quell'affetto che la madre si
guardava bene dal dargli"
"Insomma ti preoccupavi per lui, lo controllavi e cercavi di
compensare la mancanza di affetto da parte della madre. Lucifer, ti
rendi conto che in pratica ti comportarvi da padre?"
Lucifer guardò Chloe interdetto "Io… non ci avevo
mai pensato!"
DRIIIIN, il cellulare di Chloe cominciò a squillare.
“Uffa!” sbuffò Lucifer “ma non si può
mai avere un po' di pace!”
“Mi dispiace” si scusò Chloe alzandosi per
recuperare il cellulare che continuava a squillare senza pietà.
“Si, ok arriviamo!”
“Era Dan, sembrava molto teso!”
#
L'alba di un nuovo giorno si alzava timidamente all'orizzonte mentre
le luci delle auto della polizia illuminavano ad intermittenza la
strada transennata e invasa da poliziotti.
Chloe individuò Dan e si diresse subito verso di lui seguita
da Lucifer.
“Sappiamo chi è?” domandò la detective.
“E Gavin Island!” rispose Dan passandosi una mano sul
viso.
“Fammi indovinare, sembra una morte violenta ma in realtà
è morto di infarto o qualcosa di simile?”
“In realtà questa volta non è morto, anche se è
in coma e temo che se non ce la farà Ella troverà
ancora qualcosa del genere!”
“Già e siamo a tre Dan! Complimenti stai perdendo tutti
i tuoi informatori!” commentò divertito Marc.
"Ho detto che non è ancora morto, risparmiati queste
battute imbecilli e fuori luogo!" rispose nervosamente Dan.
"Beh, praticamente è morto, non ci crede nessuno che
possa svegliarsi!" ridacchio Marc.
“Vedo che non sei cambiato Marc, se continui con questo tono te
ne torni a casa subito!” lo redarguì Chloe.
“Chi farebbe meglio a tornare a casa è il tuo ex marito
Chloe, prima che lo arresti per due omicidi e un tentato omicidio!”
sibilò Marc.
“Ma che stai dicendo, sei impazzito?”
“Per niente, guarda qua cosa ho trovato in una tasca della
vittima!” esclamò il poliziotto mostrando a Chloe un
portachiavi messicano a forma di teschio.
Chloe cercò di rimanere distaccata “E allora?”
domandò “Che cosa dovrebbe significare”
“Oh, non mi dirai che non sai chi è che regala souvenirs
messicani ogni volta che torna da Cholandia1”
“Cosa stai insinuando Marc?” intervenne Dan.
“Io non insinuo niente dico solo che è abbastanza
curioso che l'unico collegamento tra queste tre vittime sia proprio
tu: tre dei tuoi informatori, tre portachiavi come quelli che regali
tu, devo aggiungere altro?”
“La presenza dei portachiavi cosa dovrebbe provare?”
intervenne Lucifer “a parte che Dan non sa scegliere i
souvenir?”
“Oh, guarda il dandy annoiato ha deciso di aiutare il suo ex
rivale in amore, che tenerezza!”
“Bloody hell, questo imbecille lo preferivo quando era solo
stupido, adesso che è diventato anche razzista ed arrogante
non lo reggo proprio, avrei dovuto lasciarlo nella caverna!”
esclamò Lucifer irritato rivolgendosi a Chloe.
“Sono d'accordo con Lucifer, non solo la presenza dei
portachiavi non è rilevante ma oltretutto quale sarebbe il
movente di Dan e perché dovrebbe essere così idiota da
lasciare tracce del suo passaggio se fosse il colpevole?”
“Beh, se non ricordo male il nostro detective non è
esattamente immacolato, vedi il caso Palmetto, quindi potrebbe avere
altri scheletri negli armadi che non ha voglia di far saltare fuori!”
“Ma cosa stai farneticando, ti ha dato di volta il cervello?”
lo apostrofò furioso Dan.
“Ora basta, Marc. Ti rendi conto che stai accusando Dan di
omicidio e me di occultamento di prove? Continua di questo passo e
farò presente agli affari interni il tuo comportamento
aggressivo e offensivo!”
“Gli affari interni li ho già informati io, detective!”
“Cosa?” domandò furiosa Chloe.
“Già, eccoli che arrivano, sono curioso di vedere come
ve la caverete!” rise con un sorriso crudele Marc indicando due
grossi agenti in completo blu scuro.
“Siete i detective Decker e Espinoza?” domandò uno
dei due.
“Si” rispose Chloe “che volete?”
“Abbiamo bisogno di parlarvi, siete pregati di seguirci in
Centrale, ora!”
“Ma che succede, siete impazziti?” domandò Lucifer
sconvolto.
“Lei non si intrometta!” intervenne l'altro agente
poggiandogli una mano sul petto per spingerlo indietro. Lucifer fissò
la mano con rabbia ma prima che potesse commettere errori intervenne
Chloe stringendogli leggermente un braccio .
“Stai calmo Lucifer, sono certa che risolveremo questo equivoco
senza problemi!”
“Va bene, ma non resterò a guardare mentre questo scarto
di poliziotto cerca di rovinarvi la vita!”
Lucifer con gli occhi umidi di lacrime rabbiose osservò
impotente Chloe e Dan che entravano nella macchina dei due detective
degli Affari interni sotto lo sguardo soddisfatto di Marc.
In quel momento decise che avrebbe cancellato molto presto
quell'insopportabile sorriso dal volto dell'agente.
“Dromos” chiamò teso “dove sei, raggiungimi
immediatamente!”
Nota 1: cholo in spagnolo significa “meticcio” ma
in America può essere usato anche per riferirsi ai messicani
in modo offensivo, da cui il termine Cholandia che mi sono
inventata per indicare il Messico e sottolineare il razzismo di Marc.
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Capitolo 6 *** Un nemico in squadra ***
Capitolo 6
Un nemico in squadra
La radiosveglia di Ella si accese e Bob Seger cominciò a
cantare:
We've
Got Tonight
I know
it's late, I know you're weary
I know
your plans don't include me
Still
here we are, both of us lonely
Longing
for shelter from all that we see1
Ella abbassò il volume per non svegliare Elyas, voleva
lasciarlo dormire un altro po' ma la vista del suo ragazzo
addormentato al suo fianco, complice anche il sottofondo romantico di
Bob Seger, le fece venire un'idea piuttosto maliziosa.
Si adagiò sul petto di Dromos e cominciò a baciarlo
scendendo sempre più giù fino a concentrarsi su un
punto piuttosto specifico che, come aveva notato Lucifer poco tempo
prima, non sembrava affatto disprezzare.
Dromos si svegliò con un'incredibile sensazione di benessere
che si trasformò in una incontenibile eccitazione quando si
rese conto che Ella stava facendo qualcosa che lui non aveva mai
permesso di fare a nessuna delle sue sorelle delle cui zanne,
onestamente, non si era mai fidato.
"Ella..." ansimò eccitato allungando una mano per
accarezzarla e passando dall'eccitazione allo sgomento nel rendersi
conto che stava per poggiare sulla nuca di Ella un artiglio rosso.
Si voltò verso lo specchio e vide che anche gli occhi erano
completamente rossi.
Preso dal panico nel constatare che Ella gli stava facendo perdere
completamente il controllo, la costrinse gentilmente a lasciarlo
andare e la rovesciò sulla schiena riprendendo il controllo
della situazione e soprattutto del proprio corpo.
I gemiti di Ella lo rassicurarono, non solo non si era offesa ma al
contrario mostrava di gradire il repentino cambiamento di posizione.
"Dromos dove sei, raggiungimi immediatamente" la voce di
Lucifer rimbombò dentro la testa del demone.
"A...desso…? " domandò Dromos ansimando.
"No, non ancora…non ancora…" rispose Ella
credendo che si stesse rivolgendo a lei
"DROMOS HO BISOGNO DI TE, SUBITO!" ordinò Lucifer.
"Per favore... " pregò Dromos.
"Un attimo ancora amore" ansimò Ella.
A quel punto si creò un po' di confusione nella testa del
povero demone con Ella che lo pregava di aspettare e Lucifer che gli
ordinava di sbrigarsi.
"A... arrivo, tra un po'!" concluse Dromos interrompendo il
contatto mentale con Lucifer.
"Oh si, amore… tra un po'... " gemette Ella soddisfatta.
Dall'altra parte della città un Lucifer piuttosto irritato
stava constatando con un certo stupore che cominciavano ad essere un
po' troppe le persone che gli chiudevano in faccia le conversazioni.
E quel che era peggio senza fornire spiegazioni accettabili!
#
Lucifer, poggiato sul fianco dell'utilitaria di Chloe fumava
nervosamente una sigaretta mentre attendeva con ansia l'arrivo di
Dromos e Ella.
Finalmente vide arrivare uno scooter.
“Alla buon'ora, sono tre quarti d'ora che
ti aspetto!” esclamò arrabbiato appena il figlio si
tolse il casco.
“Ti chiedo scusa Lucifer, anche se in
scooter si fa più in fretta Ella abita praticamente dall'altra
parte della città!”
“Si può sapere che stavi facendo e
perché hai osato interrompere la nostra conversazione?”
lo incalzò Lucifer.
“Poi ti spiego!” rispose Dromos
leggermente imbarazzato indicando Ella con un cenno del capo nella
speranza che Lucifer si rendesse conto che non era il caso di parlare
apertamente delle loro conversazioni telepatiche.
“Me lo spieghi ora!” rispose
Lucifer infuriato senza capire nulla.
“Avete parlato... quando? Scusa Elyas ma
perché tu hai il cellulare?” domandò Ella un po'
confusa.
Lucifer si rese conto di aver fatto una gaffe,
prese nota della necessità di regalare un telefonino a Dromos
e cambiò argomento ignorando totalmente la domanda di Ella.
“Ella sei già informata di quanto
è accaduto?”
“Si, mi ha chiamato Chloe, sono impazziti
Lucifer!”
“Temo che prima di tutto sia impazzito
Marc, è stato lui ad accusare Dan e Chloe!”
“Quel
salopard!
Non mi è piaciuto dal primo momento che l'ho incontrato!”
commentò Dromos.
“In ogni modo, adesso dobbiamo attivarci
per aiutare Chloe e il detective stronzo. Non ho intenzione di
lasciarli nei guai e ho bisogno del vostro aiuto immediatamente!
Dromos tu segui Marc!”
“Chi è Dromos?” domandò
Ella stupita.
Lucifer rimase un attimo impietrito poi si
riprese “Non è nessuno, è un'esclamazione
britannica, mi stavo rivolgendo a Elyas!” Dromos sospirò
e Lucifer gli scoccò un'occhiataccia.
“Elyas devi stargli attaccato e voglio che recuperi qualcosa
che gli appartiene.. capelli, saliva, unghie qualunque cosa possa
permettere a Ella di analizzare il suo DNA. Ella tu analizza tutto
l'analizzabile, cerca qualsiasi traccia che possa anche solo
vagamente permetterci di collegare quel bastardo agli omicidi.
“Lucifer, pensi davvero che Marc c'entri qualcosa in questa
storia?” domandò Ella preoccupata.
“Ne sono sicuro, né io né Chloe avevamo parlato
dei portachiavi di Dan, solo se è stato nelle case delle
vittime poteva saperlo e perché ci sarebbe andato se non per
poter trovare il modo di accusare Dan?"
"Quali portachiavi?" domandò Dromos.
"Elyas, non fare domande idiote, quelli che erano nelle case
delle vittime" rispose Lucifer nervosamente.
"Non c'era nessun portachiavi a casa di Rusty"
"Cosa?"
"Te lo assicuro Lucifer, ero lì con Dan e non c'era
nessun portachiavi. Te lo può confermare anche Maze. Rusty
aveva le chiavi di casa attaccate ad un semplice anello di acciaio"
"Razza di bastardo… allora li ha veramente messi lui!"
esclamò Lucifer furioso.
“Pensi che possa averli messi Marc per far ricadere i sospetti
su Dan?” intervenne Ella.
“Esatto! Non so cosa lo spinga ma ne sono certo e insieme lo
scopriremo! Muoviamoci!”
“Lucifer, aspetta, abbiamo un altro problema!” intervenne
ancora Ella.
“Un altro?”
“Lucifer, se Dan e Chloe sono in stato di arresto, chi si
occuperà di Trixie?”
“Chi è Trixie?” domandò Dromos.
#
Chloe osservava il collega degli Affari interni cercando di non far
trapelare il suo stato d'animo, era certa che Lucifer e gli altri
l'avrebbero aiutata ad uscire da quella situazione e che tutto si
sarebbe chiarito, ma era preoccupata e nervosa per Dan che aveva già
avuto problemi in passato e soprattutto non si era ancora ripreso
completamente dalla morte di Charlotte, gli mancava solo un'indagine
interna con l'accusa di omicidio.
Continuava anche a darsi della stupida per non aver dato il giusto
peso all'avvertimento di Dromos “Stai attenta a Marc...”,
avrebbe dovuto fidarsi di più delle sue sensazioni da “demone
infernale” e forse avrebbe dovuto anche dar retta ai sogni in
cui Marc gli appariva sempre furioso, non ci aveva pensato più
di tanto prima ma evidentemente avevano davvero un significato.
Ora però era troppo tardi per recriminare e tutto quello che
poteva fare era mantenere la calma e contare sulla sua squadra.
“Bene detective, parliamo dei portachiavi e del perché
aveva omesso di farne cenno nei suoi rapporti!” esordì
l'agente fissandola dritto negli occhi.
Chloe sostenne lo sguardo “Perché non vedo un nesso con
gli omicidi, quali informazioni ci forniscono oltre a quelle che già
sappiamo tutti e cioè che Dan li conosceva in quanto erano
tutti suoi informatori?”
“Ah, certo questo lo sappiamo tutti è vero, ma come mai
Dan ha regalato i suoi portachiavi proprio a questi specifici
informatori?”
“Non saprei, forse perché non è colpevole e
quindi non temeva che sarebbero stati usati per costruire delle prove
false a suo carico?” rispose con tono tagliente Chloe.
Il detective accusò il colpo ma continuò “Non
crede di essere un po'.. prevenuta? In fondo si tratta del suo ex
marito, è naturale che sia portata a proteggerlo!”
Chloe lo gelò con lo sguardo “Non ho mai permesso alla
mia vita privata di interferire con il mio lavoro e certamente non
proteggerei mai un pluriomicida. Nemmeno se fosse mio marito. La
verità è che accusare un uomo di omicidio senza che ci
sia né un movente, né delle prove credibili è
scorretto e poco professionale!"
"La miglior difesa è l'attacco, non é vero
Detective? Bene vedremo chi vincerà, ma per ora è lei
che deve dimostrare di non essere stata poco professionale!"
aggiunse con uno sguardo glaciale.
Chloe sostenne lo sguardo, ma il suo cervello era già da
un'altra parte. Continuava a domandarsi da dove fosse saltato fuori
il secondo portachiavi di cui parlavano, perché di una cosa
era sicura, a casa di Rusty era la prima cosa che aveva cercato e non
ne aveva trovato traccia da nessuna parte. Le uniche chiavi che aveva
visto erano quelle di casa ed erano tenute insieme da un anello di
acciaio.
#
"Trixie è la figlia della detective e di Dan, è
una bambina molto simpatica e svegli!" spiegò Ella.
Dromos la guardò a bocca aperta per lo stupore, non riusciva a
immaginare che Chloe e Dan potessero condividere una figlia,
nonostante sapesse che erano stati sposati per lui la detective era
esclusivamente la compagna di Lucifer.
"È una creatura curiosamente intelligente nonostante sia
una piccola umana. Non credo che potremo mentirle! In ogni modo la
lasceremo a Linda e Amenadiel. Problema risolto!"
"Lucifer hanno un bambino piccolo, non possono occuparsi anche
di Trixie!"
"Uffa Miss Lopez" sbuffò Lucifer "non
aggiungere altri problemi a quelli che già abbiamo!"
"Lucifer non possiamo ignorare questo problema"
"Miss Lopez..."
"Non vorrei contraddirti Lucifer” intervenne Dromos “ma
i figli sono importanti!”
Lucifer gli rivolse uno sguardo così intenso che Dromos
cominciò a balbettare "Vo...Vo… voglio dire pe…
per una donna, pe... penso che per lei sia importante sapere che può
contare su di te!"
"Elyas ha ragione" intervenne Ella, un buon compagno si
prende cura dei figli della sua donna come se fossero i suoi!"
"Va bene, va bene ho recepito il messaggio, quindi primo
problema da risolvere: accompagnare Trixie a scuola, Ella tu sai dove
abita Dan? "
#
La ragazzina biondina, carina e sui 15 anni squadrò con
sospetto il gruppetto di sconosciuti a cui aveva appena appena aperto
la porta, un vecchio sulla quarantina incredibilmente bello e
affascinante per la sua età, una donna dal viso simpatico
anche lei non più tanto giovane probabilmente tra i 28 e i 30
anni e un tizio piuttosto cool che sembrava la versione più
bassa e più giovane del vecchio.
"Siete sicuri che vi mandi il Signor Espinoza? Mi ha inviato un
messaggio per accompagnare Trixie a scuola, ma non mi ha parlato di
voi!"
"LUCIFER!" Esclamò Trixie correndo ad abbracciarlo
"Mi porti tu a scuola oggi! " esclamò entusiasta.
"Li conosci?" domandò la ragazzina.
"Si” rispose Trixie abbracciata alla vita di Lucifer "è
il fidanzato della mamma!" rispose la bambina con entusiasmo ma
imbarazzando terribilmente il Re degli inferi "lei è Ella
lavora con la mamma e lui…" Trixie si interruppe
perplessa "non ti conosco, ma devi essere il fratellino di
Lucifer, sei uguale a lui ma più basso!" concluse la
bambina sorridendo felice. Lucifer rimase impietrito, Ella osservò
Lucifer e Dromos come se li vedesse per la prima volta, il demone fu
l'unico a reagire con prontezza "Si, in effetti sono il
fratellastro di Lucifer, che occhio che hai bambina dovresti fare la
detective come la tua mamma!" rispose strizzando l'occhio a
Trixie.
La baby sitter di Trixie commentò con tono annoiato "Vabbe',
siete uguali a parte che tu sei basso e lui è alto"
"Hey" si lamentò Dromos "non sono così
basso! Sono alto 1,74"
"Capirai che grattacielo" ribatté la ragazzina
ridacchiando.
"Ok, adesso che abbiamo appurato l'ovvio e cioè che lui è
basso e io sono alto, vogliamo concludere un accordo miss baby
sitter? Noi portiamo Trixie a scuola e tu te ne torni in una di
queste orribili casette a schiera, scegli quella che vuoi tanto sono
tutte disgustosamente uguali!"
"Ma il signor Espinoza mi dà 15 dollari quando accompagno
Trixie a scuola!" replicò la ragazzina contrariata.
"15 dollari? questa non è una ricompensa questa è
estorsione!" commentò Lucifer sdegnato.
La ragazzina incrociò le braccia con aria di sfida.
"E va bene, ringrazia che abbiamo fretta e ora levati di torno
piccola Corleone!"
"Mi chiamo Thunberg, non Corleone! E guarda che l'ho visto anche
io Il padrino!"
"Allora saprai che questa è un offerta che non puoi
rifiutare!" replicò Lucifer porgendole 10 dollari e
facendo brillare per un istante gli occhi di rosso, la ragazzina
impallidì, prese i soldi dalla mano di Lucifer e scappò
via veloce come un fulmine.
"Comunque papà non le da mai più di 5 dollari!"
commentò Trixie lanciando uno sguardo severo a Lucifer.
#
"Quindi tu sei il fratellino di Lucifer? Che bello! Anche io
avrei voluto un fratellino, ma la mamma e il papà si sono
lasciati" Trixie era seduta sul sedile posteriore insieme a
Dromos ed era molto incuriosita "chissà magari lo farà
con Lucifer!" concluse Trixie.
Lucifer tossì come se qualcosa gli fosse appena andato di
traverso poi rendendosi conto che stava per passare con il rosso
frenò di colpo, una macchina da dietro strombazzò
vigorosamente.
Ella, seduta dalla parte del passeggero era silenziosa e pensierosa.
L'unico che sembrava a suo agio era Dromos che rispondeva tranquillo
a Trixie con delle mezze verità.
"Perché non hai lo stesso buffo accento inglese di
Lucifer?"
"Perché non sono nato in Inghilterra!"
"Oh! E dove sei nato?"
"Dove viveva mia madre"
"Tua mamma è anche la mamma di Lucifer?"
"No, piccola!"
"Allora somigliate a vostro padre?"
"Immagino di si!"
"Immagini?"
"Mia madre non mi ha mai presentato mio padre, sono cresciuto
con Lucifer, più o meno"
"Si sono lasciati prima che tu nascessi. Anche alla mia migliore
amica è successo così, lei vive con la mamma ed è
sempre un po' triste perché non conosce il papà! A te
manca il tuo papà?”
"Un po', soprattutto da piccolo ma Lucifer mi è stato
vicino" Lucifer osservò Dromos dallo specchietto
retrovisore.
"Che bello! Lucifer fa tanto il distaccato ma poi vuole bene
davvero alle persone. Anche a me sai, non è come certi stupidi
che facevano i carini per far colpo sulla mamma, mi trattavano come
se fossi idiota! Lucifer invece non ti tratta mai da idiota a meno
che tu non sia idiota davvero!" rise allegra Trixie.
"Siamo arrivati a scuola Trixie" disse Lucifer fermando la
macchina.
"Di già! Peccato, mi piace tanto parlare con il tuo
fratellino. Ciao a tutti!" salutò allegra Trixie
scendendo dalla macchina e correndo incontro alle due amiche del
cuore.
Lucifer ripartì nel silenzio generale.
Di colpo parlarono tutti insieme
"Voi siete fratelli!"
"Scusami Ella… "
"Perche hai detto a Trixie…"
Si fece il silenzio di nuovo.
Dromos fu il primo a parlare "Scusami Ella, non so che dire, non
ho avuto una madre particolarmente amorevole, io e Lucifer non
parliamo volentieri della nostra famiglia e poi ecco pensavo che lo
sapessi" mentì.
"No, non lo sapevo. Ma ok, capisco, anche io ho una famiglia
difficile” rispose Ella irritata.
Restarono di nuovo in silenzio fino all'arrivo in Centrale, Ella
scese e si rivolse a Lucifer "Stai tranquillo verificherò
tutto il verificabile"
Dromos scese anche lui e si avvicinò titubante a Ella.
"Ci vediamo stasera?" chiese timidamente.
"Magari ci sentiamo più tardi" rispose.
“Ella...”
“No, adesso no, parliamone dopo” replicò lei
avviandosi verso la Centrale.
Dromos rientrò in macchina avvilito, si sedette al lato del
passeggero con gli occhi bassi e rimase in attesa della sfuriata di
Lucifer.
Che non arrivò.
Al contrario con calma Lucifer gli domandò "Perché
hai detto di essere mio fratello?"
"Io… ho pensato che fosse più semplice confermare
questa idea piuttosto che spiegare che io sono un demone e tu il
Signore dell'inferno e forse un po' ci somigliamo per questo motivo.
Perdonami, non volevo mancarti di rispetto"
"Non mi hai mancato di rispetto, non preoccuparti. E poi Tutto
sommato hai ragione, se loro ci trovano così somiglianti tanto
vale dare una spiegazione credibile che non gli sollevi troppi dubbi"
Dromos guardò il suo signore stupito, non si aspettava che gli
desse ragione.
Improvvisamente si ricordò che non gli aveva ancora parlato
dei suoi sospetti circa il fatto di essere spiati da degli angeli
ostili.
"Mio Signore, non irritarti se ti dico questo ma sono certo che
i tuoi fratelli ci stiano spiando e non abbiano intenzioni benevole.
Sono anche certo che stessero controllando Lonzarot"
"Dromos come fai ad accorgerti che ci stanno spiando?"
domandò Lucifer guardando il figlio dritto negli occhi.
Dromos ammutolì spiazzato dalla domanda improvvisa di Lucifer,
poi ricordandosi dell'incontro tra Amenadiel e Remiel tirò un
sospiro di sollievo e rispose "Ho sentito tuo fratello Amenadiel
parlare con vostra sorella Remiel, lei ha praticamente ammesso di
spiarci e ha dato a me la colpa di quanto è successo con
Lonzarot"
Lucifer si fece un po' pensieroso poi commentò "E noi
sappiamo che tu non c'entri per cui sono stati davvero loro, non
posso crederci, cercare di uccidere il loro nipote, sono impazziti"
"Temo che possano avere a che fare anche con queste morti mio
signore, per una creatura ultraterrena può essere facile
provocare un infarto ad un essere umano, non credi? Il punto è
ma perché lo stanno facendo, a che scopo?"
"Non lo so con certezza, ma potrebbe anche darsi che stiano
cercando di colpire Dan in quanto legato a Chloe. Forse vogliono
farle terra bruciata intorno per renderla più vulnerabile e
colpire anche me più facilmente"
“Ma perché non possono lasciarti in pace? Non gli basta
che ti abbiano mandato a governare l'inferno per millenni?”
“E a te cosa importa? Non eri tu il primo che voleva riportarmi
all'inferno?” domandò Lucifer sospirando.
“Si, ma... era perché mi mancavi, non perché
volevo punirti. E poi non avevo idea che fossi così felice
qui, con Chloe e tutti gli altri. Ti chiedo ancora scusa per come mi
sono comportato!” rispose Dromos un po' imbarazzato.
Lucifer lo osservò malinconicamente “Lascia stare ormai
è passato e poi anche io devo scusarmi con te, me ne sono
andato via senza una spiegazione, mi sono portato dietro Maze e non
ti ho neppure salutato. Sono stato abbastanza egoista in fondo!”
Rimasero in silenzio finché Dromos domandò “Credi
che mi lascerà?”
“Chi?” domandò Lucifer distratto.
“Ella, era così arrabbiata, credi che mi lascerà?”
domandò di nuovo Dromos preoccupato.
"Ma no, non preoccuparti per Miss Lopez è evidente che
tiene a te, non ti lascerà per così poco!”
Dromos emise un lungo sospiro e aggiunse "Io vorrei tanto dirle
la verità ma ho paura della sua reazione, non voglio perderla,
la amo così tanto!"
Lucifer guardo il figlio stupito, era la prima volta che Dromos si
apriva con lui su qualcosa di cosi personale "Aspetta ancora un
po', ora è troppo presto e soprattutto non credo che sia il
caso che tu lo faccia quando sei solo con lei, lo faremo insieme e
con l'aiuto di Chloe, ok?"
Il viso del demone si illuminò "Grazie, io..."
"Lascia stare, a che servono i fratelli maggiori altrimenti?"
allungò una mano e gli accarezzò la testa come faceva
ogni tanto quando Dromos era ancora ragazzino.
Dromos lo guardò stupito poi rise allegro "Già, a
che servono altrimenti?"
Lucifer pensò che era davvero una bella sensazione vedere il
figlio sorridere rassicurato.
"Fare il genitore è una cosa che si impara giorno per
giorno" le parole di Chloe gli tornarono alla mente.
"E comunque piantala di chiamarmi Mio Signore!" concluse
sorridendo.
Nota 1: We've
Got Tonight - Bob Seger
Nota 2: Quel salopard:
che bastardo!
|
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Capitolo 7 *** Una terribile scoperta ***
Capitolo 7
Una
terribile scoperta
Ella, gli occhi incollati alle lenti del microscopio continuava a
fissare quelle strane piume che aveva mostrato a Chloe sforzandosi di
capire a quale tipo di maldito pennuto potessero appartenere.
Le aveva comparate con tutto il comparabile, pure con fibre
sintetiche. Aveva esaurito tutti i possibili database.
Niente.
Non aveva trovato nulla che corrispondesse a quello che stava
osservando, una danza di colori rilucenti e cangianti che a
intervalli regolari si univano in un unico fascio di luce argentata.
Ella era allo stesso tempo affascinata e angosciata. Come poteva
aiutare Chloe e Dan se non riusciva neppure a identificare delle
semplici piume, pensò furiosa con sé stessa.
Poi il suo pensiero ritornò su Elyas, come aveva potuto non
notare la sua somiglianza con Lucifer?
Che razza di medico legale era se non era neppure capace di
riconoscere due fratelli?
Una bambina di 11 anni aveva intuito in un nanosecondo quello che lei
non aveva capito in 10 giorni in cui aveva avuto Elyas e Lucifer
davanti agli occhi praticamente tutti i giorni. Certo Elyas era più
basso, più giovane e più scuro di carnagione rispetto a
Lucifer, aveva qualcosa di mediorientale nei tratti del viso ed era
molto più sciolto e a suo agio nell'esprimere i sentimenti, ma
indubbiamente a guardarlo con un minimo di attenzione era veramente
il ritratto di Lucifer!
Le lenti del microscopio si appannarono, Ella si accorse che due
lacrime si erano fatte strada lungo le guance.
Si staccò un attimo dal microscopio per asciugarsi il viso, in
quel momento Marc entrò con aria baldanzosa ed arrogante nel
laboratorio "Non troverai niente di utile, come sempre d'altra
parte, mi chiedo cosa ti tengano a fare qua dentro a parte rispettare
la quota delle minoranza etniche!"
Ella lo fissò per un attimo allibita, poi la rabbia prese il
sopravvento "Sono sempre più utile di un ignorante che
confonde i tatuaggi tribali con le rune celtiche!" rispose con
un sorriso di scherno.
Marc si concentrò un attimo ma non trovando una risposta
all'altezza cambiò argomento "Cosa guardi?" domandò
avvicinandosi al microscopio per curiosare attraverso le lenti.
Non fece in tempo a vedere niente perché Ella tirò via
i vetrini con i resti di piuma prima che i suoi occhi si posassero
sulle lenti.
"Cosa credi di fare Mexico, rimetti immediatamente a posto quei
vetrini se non vuoi finire davanti agli Affari interni a spiegare che
il tuo permesso di soggiorno non è ancora scaduto!"
"Sono americana, razza di idiota, non ho bisogno di permessi di
nessun tipo a differenza di te che per entrare qua dentro ed
esaminare le prove hai bisogno del mio permesso!
Che non hai avuto! Perciò levati di torno prima che ti denunci
io agli Affari interni per aver rischiato di inquinare delle prove
entrando qui e poggiando le tue mani sporche e senza guanti
dappertutto!" replicò Ella infuriata.
"Stai calma Mexico, chi credi di essere per parlarmi così?"
"La responsabile di questo laboratorio! Tu invece sei solo un
agente di primo grado, quindi non fare tanta scena perché non
dai ordini proprio a nessuno qui dentro, tanto meno ad una
responsabile!"
Marc la guardò furioso e replicò con voce tagliente
come una lama "Sarò anche solo un agente di primo grado,
ma almeno io non vado a letto con un mostro, come te o come la nostra
integerrima detective"
"Ma cosa stai dicendo, come ti permetti?"
"Apri gli occhi Mexico, tu e la detective andate a letto con due
mostri, guardalo bene negli occhi il tuo ragazzo quando ti scopa e
poi vedremo chi aveva ragione!"
Detto ciò si voltò e con un sorriso crudele e
soddisfatto si allontanò lasciando Ella pallida in viso.
"Esta completamente loco!1" pensò
guardandosi le mani ancora tremanti per la tensione.
#
Marc uscì dalla Centrale, si guardò intorno con aria
sospettosa fissò lo sguardo sulla macchina di Chloe e si
avvicinò con un sorriso di scherno.
"Guarda, guarda. Il dandy e il mangiarane hanno unito le forze
per aiutare la principessa indifesa e il suo ex marito" commentò
con l'intento di provocare Lucifer "lasciate stare, siete troppo
stupidi e inaffidabili, finirete per peggiorare la situazione e
aiutarmi a tenere in galera la puttanella e il suo ex pappone"
concluse appoggiandosi al finestrino dal lato di Lucifer che
infuriato aprì lo sportello di colpo spingendolo lontano dalla
macchina.
Lucifer lo raggiunse, lo afferrò per il bavero della giacca e
lo sbatté sul cofano dell'utilitaria, i suoi occhi erano
completamente rossi.
Dromos si precipitò fuori dalla macchina per evitare che il
padre combinasse qualcosa di irreparabile.
"Lucifer, fermati ti prego" lo pregò preoccupato
"così rischi solo di peggiorare la situazione!"
"Ascolta il tuo servo, Lucifer!" sibilò l'agente.
Lucifer ebbe l'impressione di cogliere un bagliore argentato nelle
pupille di Marc.
Rimase sconcertato e lo lasciò andare di colpo "Vattene
bastardo e ringrazia Elyas se non ti ho ammazzato"
Marc ridacchio soddisfatto, si mise a posto camicia e cravatta e
voltando le spalle a Lucifer se andò senza guardarsi indietro.
"Stai bene?" domandò Dromos preoccupato.
"No, non tanto, c'è qualcosa che non va in quel ragazzo,
temo che sia controllato da uno dei miei fratelli, credo lo stesso
Michele. Seguilo, ma per favore stai attento e non correre rischi
inutili, non voglio ritrovarti di nuovo nelle condizioni in cui ti
aveva ridotto Lonzarot!" disse Lucifer stringendo una spalla al
figlio.
Dromos si stupì di quel gesto, per quanto sapesse che Lucifer
gli era in qualche modo affezionato non era abituato a vederlo così
preoccupato per lui, né aveva mai sospettato che potesse aver
sofferto nel vederlo martoriato dalle ferite che gli aveva inferto la
lince infernale.
"Non stare in pena per me, sono abituato a badare a me stesso da
quando ero bambino!" commentò baldanzoso.
Lucifer lo afferrò per i riccioli neri e tirandogli indietro
la testa replicò "Non sono affatto preoccupato, piccolo
arrogantello, è solo che l'ultima volta le mie lenzuola Louis
Vuitton erano talmente macchiate di sangue che le ho dovute buttare,
chiaro?"
"Chiaro!" rispose Dromos massaggiandosi imbronciato la
testa.
"Ora vai, o rischierai di perderlo di vista e stai attento!"
Dromos sorrise tra sé e sé, nonostante quello che aveva
detto un attimo prima, era sicuro che non fosse affatto il sangue
sulle lenzuola griffate a preoccupare Lucifer.
#
"Lucifer" esclamò Amenadiel uscendo dall'ascensore
ed entrando nell'attico del fratello "è da ieri che ti
cerco! Dov'eri finito?"
"Ciao, Amenadiel" lo salutò Maze "anche tu
qui?"
"Vi ho chiamato perché ho bisogno del vostro aiuto, sono
sicuro che Michele sta cercando nuovamente di colpire Chloe, questa
volta in modo più subdolo!"
"Volevo parlarti anche io della stessa cosa" lo interruppe
Amenadiel "ieri mattina ho incontrato Remiel"
"Remiel?"
"Già e mi ha fatto capire chiaramente che Michele e i
suoi accoliti sono totalmente contrari a quello che sta accadendo qui
e che potrebbero addirittura scatenare una guerra!"
"State dicendo che lo stronzetto aveva ragione?" domandò
Maze.
"Chi?" domandarono in coro Lucifer e Amenadiel.
"Dromos, anche lui era preoccupato per lo stesso motivo, a
quanto pare ultimamente sente la presenza di angeli incazzati un po'
dappertutto!"
"Quando te lo ha detto?" domandò Lucifer.
"Ieri mattina, quando ci siamo incontrati a casa
dell'informatore di Dan"
"Perché non sei venuta subito a dirmelo?"
"Per lo stesso motivo per cui non è venuto nessun altro,
perché ieri eri irraggiungibile, idiota!"
"Già" intervenne Amenadiel “si può
sapere che avevi da fare di così importante per sparire in
quel modo?"
"Io… avevo i miei motivi!" Rispose Lucifer un po'
imbarazzato "Comunque ora sono qua, possiamo concentrarci
sull'argomento dell'incontro o no?"
"Dov'è Dromos?" domandò preoccupato
Amenadiel.
"Sta seguendo il detective Rodenbarr, temo che sia controllato
da Michele e voglio scoprire se è vero"
"Lucifer, è pericoloso per Dromos, ti rendi conto che se
i nostri fratelli lo scoprono potrebbero attaccarlo e ucciderlo? Quel
ragazzo non è abbastanza forte per tenere testa a un branco di
angeli aggressivi!"
"È un demone infernale, non possono attaccarlo se non
attacca per primo è una legge di nostro Padre e Dromos è
in gamba, non sarà così stupido da mettersi in
condizioni tali da giustificare una loro aggressione!"
“È vero Amenadiel, lo stronzetto è sempre stato
il più sveglio dei maschietti, non che ci voglia molto sono un
branco di idioti, però se i vostri fratelli sono andati fuori
di testa potrebbero aggredirlo fregandosene delle leggi di vostro
Padre!"
"Già, pensa a quando ho creduto che volesse rapire di
nuovo Charlie, per poco non lo ammazzavo!"
"Credevi che stesse aggredendo Charlie. E poi non lo avresti
ucciso davvero, non sei così crudele Amenadiel"
"Fatto sta che sei dovuto intervenire tu per evitare il peggio!"
commentò Maze.
Lucifer le rivolse uno sguardo preoccupato "In ogni modo se si
trova nei guai può contattarmi telepaticamente e io e
Amenadiel possiamo raggiungerlo in pochi secondi ovunque si trovi"
commentò "e se qualcuno dovesse provare a fargli del male
se la vedrà con me!" concluse con gli occhi rossi come la
brace di un falò estivo.
"Ci tieni parecchio a quello stronzetto vero? Mi sono sempre
chiesta come mai, hai una piccola cotta per lui? E la detective? Ti
ha già stancato?" domandò Maze giocherellando con
un pugnale con un sorrisetto provocatorio.
Lucifer si irrigidì e Amenadiel intervenne per calmare le
acque "Maze, non mi sembra davvero il momento di litigare.
Dobbiamo essere uniti se vogliamo uscire tutti vivi da questa
situazione"
"Non voglio affatto litigare, commentavo solo l'evidente
preferenza che il nostro Re degli Inferi dimostra per il suo piccolo
diavoletto del cuore"
"Dai piantala Maze, sembri quasi gelosa di Dromos!" replicò
ancora Amenadiel.
"Lo è, fratello, lo è sempre stata. Non è
vero Maze? Non hai mai sopportato che fossi affezionato al piccoletto
volevi essere la sola ad avere le mie attenzioni in tutto l'Inferno,
tu e gli altri lo avete sempre odiato! Gli avete reso la vita
impossibile fino a che non è cresciuto abbastanza da imparare
a difendersi!" Lucifer furioso e tremante di rabbia si avvicinò
a Maze che si rese conto di aver esagerato.
" Ti sbagli Lucifer, l'ho sempre protetto" rispose calma.
"Insultandolo e aggredendolo ogni volta che lo vedevi?"
"Anche quello era un modo di proteggerlo, non volevo che gli
altri capissero che in realtà gli volevo bene e aggredirlo per
prima significava salvargli la vita, perché io non gli avrei
mai fatto realmente del male.
Razza di imbecille, tu non te ne sei mai reso conto perché sei
troppo egocentrico ed egoista per badare a quello che fanno gli
altri! Sei talmente egoista che non hai mai neanche capito che era
tuo figlio malgrado sia sempre stato il tuo ritratto fin da bambino.
Ho protetto lui e il suo stupido segreto perché voglio bene a
tutti e due"
Maze spinse indietro Lucifer furiosa e aggiunse "Idiota, quello
stupido stronzetto è il mio fratellino preferito e ora lo hai
messo in pericolo perché come sempre prima pensi a te stesso!
Ti avverto se succede qualcosa a Dromos non te lo perdonerò
mai!"
Maze terminò il suo discorso fissando Lucifer con gli occhi
colmi di lacrime.
"Tu lo hai sempre saputo!" sospirò Lucifer "Sono
proprio un pessimo padre" aggiunse scuotendo la testa
amareggiato.
Prese una bottiglia di whisky e bevendo un lungo sorso si diresse
verso il balcone della terrazza.
Amendiel lo raggiunse "Lucifer, ora non c'è tempo per
autocommiserarsi, dobbiamo organizzarci ed essere pronti a rispondere
ad un eventuale attacco di Michele”
Lucifer si irrigidi fissando il vuoto con occhi vitrei "Luci,
che succede?" domandò Amenadiel posandogli una mano sulla
spalla per richiamare la sua attenzione.
"Dobbiamo andare" rispose Lucifer tornando in sé
"Dromos mi sta chiamando, sta succedendo qualcosa di terribile e
ha bisogno del nostro aiuto!"
#
Dromos seguiva Marc già da qualche ora. Il poliziotto era
tornato a casa, aveva frugato in un cassetto tirando fuori qualcosa
che Dromos, che lo spiava da una finestra del soggiorno, non era
riuscito a vedere. Marc aveva messo in tasca l'oggetto misterioso, si
era sdraiato sul divano con aria stremata e si era assopito.
Ma il suo sonno non era tranquillo, il suo corpo era scosso da
sussulti e ogni tanto si lamentava nel sonno.
Improvvisamente si svegliò lanciando un urlo spaventoso,
sembrava più l'ululato di una bestia ferita che il grido di un
uomo. Dromos che pure era una creatura infernale ne fu profondamente
scosso. Cosa poteva tormentare Marc fino a quel punto, si domandò
angosciato.
Marc si riaddormentò per un altro quarto d'ora poi si svegliò,
si guardò intorno con sospetto, quasi che avesse sentito la
presenza di Dromos e si alzò con una strana espressione in
viso.
Sembrava perso in una sorta di trance, Dromos si spostò
leggermente per vedere meglio e il cuore gli si fermò per un
secondo.
Lo sguardo dell'agente riflesso sullo specchio del soggiorno era
impressionante, i suoi occhi emettevano dei bagliori argentati che
non avevano nulla di umano "Che accidenti può essere
successo nella caverna a quel ragazzo, non è più lui"
si domandò il demone preoccupato.
Marc si voltò improvvisamente verso la finestra, Dromos fece
giusto in tempo ad abbassarsi evitando di essere visto dall'agente.
Rimase immobile e tremante finché non lo sentì aprire e
poi richiudere la porta di casa.
"E adesso dove va? È già mezzanotte che dovrà
fare di così importante da uscire nel cuore della notte?"
si chiese il demone preparandosi a seguirlo.
L'agente camminò per quasi due ore apparentemente senza una
meta. Dromos non capiva né dove stesse andando, né
tanto meno come facesse a tenere quel passo. Tra la camminata
precedente e quella attuale a meno di non essere un maratoneta
allenato, sarebbe dovuto essere stremato e invece il giovane
poliziotto continuava a camminare come se fosse spinto da una forza
superiore.
"Non ci possono essere dubbi" rifletté il Demone "è
controllato sicuramente da Michele. Ma così finirà per
ucciderlo, il corpo di un umano non può essere sottoposto ad
un simile sforzo senza risentirne e quel ragazzo non mangia e non
beve da ore, che razza di bastardo insensibile è Michele. E
poi accusano mio padre di essere crudele, lui non farebbe mai del
male ad una creatura innocente, neanche ad un idiota come Marc, anzi
tanto meno ad un povero idiota innocuo come Marc" considerò
furente Dromos.
Marc finalmente sembrava aver raggiunto la sua meta. Si era fermato
davanti ad un bar e guardava attraverso la vetrata in cerca di
qualcosa o qualcuno. Individuò l'oggetto della sua ricerca ed
entrò dentro spedito. Dromos lo seguì stando attento a
non farsi notare.
Si guardò un po' intorno finché non trovò Marc,
aveva attaccato discorso con un tipo di colore dall'aspetto piuttosto
anonimo.
Dopo un po' Marc disse qualcosa all'orecchio del tipo anonimo e poi
entrambi si diressero verso l'uscita del bar.
Marc si guardò di nuovo intorno come se volesse accertarsi di
non essere seguito.
Dromos si domandò se in qualche modo non sentisse la sua
presenza ma chissà, forse aveva solo la coscienza sporca.
I due si inoltrarono per dei vicoli bui e solitari fino a che non
raggiunsero un caseggiato semi diroccato e abbandonato. Dopo aver
aperto una porta mezzo sfondata entrarono nell'edificio.
Dromos attese un attimo, poi quando ebbe l'impressione di poter
entrare senza essere individuato li seguì.
Improvvisamente sentì il tipo anonimo urlare con voce
terrorizzata “Aaahh, nooo lasciami!”
Dromos si mise a correre verso le urla e quando raggiunse i due
rimase per un attimo paralizzato dalla sorpresa.
Marc teneva il tipo schiacciato contro il muro, dagli occhi gli
usciva una luce argentata che stava bruciando il viso del poveretto.
Marc iniziò ad urlare con una voce orribilmente stridula
“Confessa, confessa, sono stati Dan e la detective a
convincerti a mentire!”
“Noooo, lo giuro loro non c'entrano è stato The Doctor a
pagarmi, lo giuro ti prego basta!”
L'uomo continuava a urlare disperato mentre il suo viso fumava e si
riempiva di piaghe.
“Bugiardo, sei un bugiardo come tutti gli umani!” gli
urlò Marc furioso aumentando l'intensità della luce.
Dromos era paralizzato dall'orrore, pur essendo un demone infernale
aveva sempre fatto fatica ad accettare che i dannati fossero
torturati in eterno e tantomeno poteva accettare che un poveretto
fosse torturato per essere forzato a dire una menzogna.
Ad un certo punto decise che ne aveva avuto abbastanza, assunse il
suo aspetto demoniaco e si buttò contro Marc con tutto il suo
peso, facendolo stramazzare per terra.
“Lascialo stare. Questo poveraccio non ha fatto niente di male,
che razza di creatura celestiale sei per torturare in questo modo un
povero innocente?” urlò furioso.
“Lurido servo, allora eri proprio tu a starmi intorno tutto il
giorno. Avevo l'impressione di essere seguito ma questo puzzolente e
disgustoso corpo mortale non mi permette di sentire come
vorrei, è ora di liberarmene!” rispose Marc con una voce
orribilmente distorta guardando Dromos come se volesse ucciderlo.
Davanti agli occhi del demone il corpo del povero Marc cominciò
a contorcersi vomitando sangue ed emettendo un orribile suono di ossa
spezzate.
Il povero ragazzo emise delle urla di dolore strazianti a cui Dromos
non riuscì a resistere, afferrò Marc per le spalle e
scuotendolo urlò “Basta, ti prego, basta! Lo stai
uccidendo in modo orribile, non lo capisci bastardo di un angelo?”
“E a te che importa lurida creatura infernale?” rispose
Marc guardando Dromos con un orribile e insanguinato sorriso di
scherno “Tra poco mi divertirò anche con te piccolo
servo infernale!” aggiunse colpendo Dromos in pieno viso con un
manrovescio così potente da farlo volare contro il muro.
Dromos non fece in tempo ad alzarsi che Marc lo raggiunse, gli
assestò un calcio nello stomaco facendolo gemere di dolore poi
urlò ridendo “Sta a guardare servo!” si alzò
per tutta la sua statura e ricominciò ad urlare di dolore, al
suono delle ossa spezzate si aggiunse l'orribile suono della carne
della schiena di Marc che si apriva, fiotti di sangue uscirono dalle
ferite dalle quali, davanti allo sguardo allucinato di Dromos,
emersero due ali che un tempo dovevano essere state bellissime e
rilucenti d'argento ma che ora apparivano grigie e grondanti di
sangue e brandelli di carne umana.
“Tu... sei... pazzo...!” balbettò Dromos “hai
osato prendere possesso del corpo di un umano vivo e ora lo stai
uccidendo per poterlo lasciare! Tu hai offeso tuo Padre come il mio
Signore non ha mai osato fare! Vergognati Michele non sei degno di
essere un angelo”
“Tu sai chi sono, servo?” commentò stupito Marc il
cui volto ormai appariva terreo come quello di un morto “beh,
non ti servirà a molto saperlo, tanto stai per morire!”
concluse avvicinandosi minaccioso a Dromos che arretrò fino a
sentire il muro contro la schiena.
Marc allungò una mano per stringere e spezzare il collo del
demone ma prima che potesse afferrarlo un calcio lo spinse lontano,
si alzò leggermente frastornato trovandosi davanti Lucifer e
Amenedial che lo guardavano con aria di disprezzo “Prenditela
con chi si può difendere Michele, se ne hai il coraggio!”
lo sfidò Lucifer fissandolo con le pupille ardenti come due
tizzoni di carbone accesi.
Nota 1: è completamente pazzo
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Capitolo 8 *** Non è finita qui Lucifer! ***
Capitolo 8
Non è finita qui, Lucifer!
Michele sostenne lo sguardo di Lucifer "Sei arrivato a salvare
il tuo cagnolino, Lucifer?" domandò con aria di sfida “e
tu Amenadiel, non ti vergogni di esserti unito a questa feccia?"
Amenadiel osservò malinconicamente il fratello imprigionato
nel corpo martoriato del povero Marc e rispose "Fratello che ti
è successo come puoi essere arrivato a questo punto? Non ti
rendi conto di quanto siano orribili le conseguenze del tuo odio?"
"Parla l'angelo caduto per colpa di Lucifer, quello che si è
umiliato al punto di accettare di vivere come uno sporco umano
rinunciando a tutti i suoi privilegi soprannaturali tranne due misere
ali grigie e oramai prive di luce?" replicò Michele
ridendo istericamente.
"Sono sempre meglio delle tue, sporche di sangue innocente"
rispose Lucifer colpendolo in faccia. Michele barcollò, ma si
riprese subito "Schifoso vigliacco, approfitti del fatto che
questo inutile corpo umano mi impedisce di reagire come potrei!"
"Sei stato tu a imprigionarti lì dentro, imbecille, e ora
non sai come uscirne!" rispose furioso Lucifer colpendolo ancora
con furia cieca.
"Bravo, aiutami a distruggere questo corpo così che io
possa finalmente liberarmene!" ringhiò Michele.
Amenadiel cercò di fermare il fratello "Controlla la tua
rabbia Lucifer, quel pazzo ha ragione così finirai per
uccidere Marc"
"No Amenadiel, non posso più uccidere Marc, questo
bastardo lo ha già ucciso ma è troppo stupido per
accorgersene. Non è così Azrael?" urlò
Lucifer furioso.
Non ci fu altra risposta che un fruscio d'ali leggero.
Azrael se n'era andata altrettanto silenziosamente di come era
arrivata, per Marc non c'era più niente da fare.
“Ahahaha, sono libero finalmente!" gioì Michele
approfittando della distrazione di Lucifer e spingendolo via.
"Prova a fermarmi, ora!" lo sfidò.
Michele si radrizzò chiuse gli occhi e si concentrò,
dalle ferite del corpo martoriato di Marc cominciarono a fuoriuscire
raggi di luce argentata che bruciavano qualunque cosa sbarrasse loro
la strada.
Michele allargò le braccia aprendo le mani con i palmi rivolti
verso l'alto, la luce argentata aumentò d'intensità
circondando tutto il corpo di Marc che cominciò a bruciare.
"Lucifer porta Dromos fuori di qui!" gridò Amenadiel
spalancando le ali e prendendo tra le braccia l'uomo di colore
svenuto per le ferite. Riuscì appena in tempo a uscire in
strada che un boato spaventoso fece tremare i palazzi intorno, si
voltò il tanto per vedere che l'intero caseggiato abbandonato
stava crollando.
Una gigantesca nuvola di fumo grigio e cenere si riversò sulle
strade del quartiere inondandolo come l'immensa onda distruttrice di
un maremoto.
Amenadiel, che aveva trovato riparo dentro un negozio abbandonato,
osservò impotente l'onda grigia ricoprire di cenere tutto ciò
che incontrava.
Quando tutto fu finito si precipitò sulle macerie del crollo.
"Lucifer… Dromos…" chiamò senza
ottenere risposta.
"Padre ti prego non farmi questo!" pregò Amenadiel
cadendo in ginocchio "Ti prego… Padre!" ripeté
ancora.
Una mano si posò sulla sua spalla "Che hai da pregare
nostro Padre?" domandò una voce familiare, Amenadiel si
voltò, Lucifer e Dromos lo stavano guardando perplessi e
completamente ricoperti di polvere grigia.
"Allora?" domandò ancora Lucifer.
Amenadiel non disse niente, si alzò in piedi e sorridendo
strinse il fratello e il nipote in un abbraccio stretto e
liberatorio.
#
Era passata una notte intera dal crollo, i vigili del fuoco erano
stati impegnati a spegnere le ultime braci sotto le ceneri mentre la
notizia della terribile esplosione era apparsa su tutti i giornali e
tutti i notiziari. Si sospettava che le cause fossero dolose e che ci
fossero dietro delle bande in guerra per il possesso del quartiere
Nel frattempo il terzo informatore di Dan, Gavin Island, era uscito
dal coma ma era ancora molto debole e comunque non ricordava nulla di
quanto gli era accaduto.
Chloe e Dan erano stati scagionati. Il procuratore aveva stabilito
che in definitiva Jaime The Beauty e Rusty erano morti per cause
naturali, che i portachiavi non erano rilevanti e che comunque non
valeva la pena di perdere altro tempo e soldi pubblici per due
rifiuti della società in meno.
Chloe si era irrigidita di fronte a quel commento e stava per
replicare, ma Dan le aveva dato un pizzico su un fianco e lei aveva
capito che almeno per il momento non era il caso di fare polemiche.
Il corpo di Marc o meglio quel poco che ne restava era stato
ritrovato. Ella aveva dovuto fare l'esame del DNA per accertare la
sua identità.
Vicino al corpo di Marc aveva trovato quel che restava di un
portachiavi messicano deformato dal calore, ne aveva parlato con
Chloe e Dan che avevano deciso che ormai era inutile sporcare la
memoria di Marc e così Ella lo aveva fatto sparire.
I genitori del ragazzo erano venuti a prendere il suo corpo.
Ella e Chloe avevano avuto il triste compito di spiegare loro che il
figlio era caduto durante lo svolgimento del suo lavoro, evitando con
cura qualsiasi riferimento alla parte in cui era impazzito.
Fortunatamente anche la testimonianza dell'uomo aggredito da Marc non
era stata considerata credibile, l'uomo infatti aveva continuato a
ripetere che un poliziotto biondo lo aveva convinto a seguirlo per
parlare dello spacciatore del quartiere noto come The Doctor, ma una
volta entrati nel caseggiato abbandonato l'agente si era trasformato
in un diavolo gigantesco che aveva cominciato ad emettere dagli occhi
una luce infuocata con la quale aveva cercato di bruciarlo vivo e
che, Dio sia ringraziato, un altro diavolo più piccolo e rosso
era intervenuto salvandogli la vita. Il racconto era stato liquidato
come frutto dello shock dovuto all'esplosione e al conseguente crollo
del caseggiato nonché, molto probabilmente, ad una massiccia
dose di fentanyl.
#
Il signor Rodenbarr, un uomo alto e magro dai capelli biondi,
raccolse gli effetti personali di Marc che avevano resistito alle
fiamme, rigirò tra le delicate dita da commercialista il
distintivo da Detective del giovane agente e commentò "Era
un ragazzo sveglio e onesto, sarebbe sicuramente diventato il capo
qui!"
La madre di Marc, una bella donna anche lei bionda e dagli occhi
azzurri, ora rossi e gonfi di pianto, guardò Chloe e Ella
imbarazzata. Chloe poggiò una mano sul braccio dell'uomo e
disse gentilmente "Ha ragione Sig. Rodenbarr, Marc era davvero
un bravo ragazzo e sarebbe sicuramente andata così"
l'uomo non disse nulla e cominciò a piangere silenziosamente,
la signora Rodenbarr sorrise riconoscente a Chloe, poi si rivolse al
marito stringendogli una mano tra le sue "È ora di andare
tesoro, dobbiamo riportare Marc a casa" disse piano. Il marito
annuì e insieme si avviarono verso l'uscita.
Chloe si sedette alla sua scrivania sospirando abbattuta, non era mai
facile parlare con i parenti delle vittime ed era tanto più
straziante quando si trattava di comunicare ai genitori la morte di
un figlio. Per non parlare del fatto che Marc era anche un collega.
Lucifer stava anche peggio di lei perché non riusciva a non
sentirsi terribilmente in colpa per non aver capito subito cosa stava
accadendo a Marc e per essere intervenuto quando ormai era troppo
tardi per aiutarlo.
Chloe era andata al Lux per comunicargli che sia lei che Dan erano
stati completamente scagionati da ogni accusa. Lo aveva trovato
affacciato alla terrazza che beveva il suo whisky preferito.
Lucifer l'aveva guardata senza dire nulla, l'aveva abbracciata e
portata a letto. Ma quella volta non era comparsa alcuna luce
intorno a loro e Chloe aveva percepito più che altro il
profondo dolore del suo compagno.
Ella si avvicinò a Chloe e la abbracciò sospirando.
"Ella" chiamò Dromos.
Ella si voltò e sorrise ad Elyas, non lo aveva più
visto dal pomeriggio del giorno prima, quando lo aveva lasciato
arrabbiata perché non le aveva detto di essere il fratello
minore di Lucifer.
Per un terribile attimo aveva creduto di averlo perso per sempre nel
crollo, fortunatamente Lucifer l'aveva chiamata per avvertirla che
era tutto a posto e che Elyas era al Lux con lui, era solo un po'
scosso da quanto era successo e aveva bisogno di riposo, ma l'avrebbe
raggiunta presto. Poi Ella era stata risucchiata nel vortice del
lavoro conseguente al crollo e alla ricerca del corpo di Marc e di
altre eventuali vittime, aveva lavorato quasi tutta la notte e si era
dovuta alzare presto per tornare in Centrale e accogliere i genitori
di Marc.
Non era più arrabbiata con Elyas, al contrario sentiva un gran
desiderio di abbandonarsi tra le sue braccia e non pensare più
a nulla, così si alzò e si strinse al suo petto. In
quel momento si rese conto di quanto amava quello stupido francese
riccioluto.
Dan si avvicinò a Elyas "Hey fratello come stai?"
gli domandò con aria triste.
"Bene, io… volevo dirvi che mi dispiace molto per Marc,
non sono riuscito a…"
"Non è colpa tua amico" lo interruppe Dan "il
destino di ognuno di ognuno di noi è già scritto fin
dalla nascita e nessuno può sapere perché uno si salva
e l'altro pur essendo lì a fianco no" Dan abbracciò
Dromos e concluse "sono felice che tu sia riuscito a uscire
fuori di lì in tempo!"
Il demone allungò una mano e tenendo ancora stretta Ella gli
restituì commosso l'abbraccio.
Restarono abbracciati tutti e tre per qualche istante davanti allo
sguardo intenerito di Chloe.
Dromos si sorprese a pensare che Lucifer aveva ragione a non voler
tornare all'Inferno.
Vivendo laggiù il giovane demone aveva sempre visto solo il
lato peggiore degli umani e si era convinto che fossero per lo più
delle creature crudeli, egoiste e incapaci di amare.
Per 10 lunghi anni non era riuscito a spiegarsi perché
Lucifer li amasse così tanto da non voler più tornare a
governare l'Inferno. Ma ora finalmente aveva capito, lì sulla
terra Lucifer aveva trovato una famiglia vera, rassicurante e
protettiva e adesso quella famiglia aveva accolto anche lui, ed era
una bellissima sensazione.
#
Maze uscì dall'ascensore e si diresse verso Lucifer che seduto
al pianoforte suonava un pezzo di Nik Drake fumando un mozzicone di
sigaretta.
Rimase lì senza parlare con aria leggermente imbarazzata,
Lucifer si fermò e la osservò silenzioso.
"Io…" cominciò lei, poi si interruppe senza
sapere come andare avanti.
"Coraggio non è difficile Maze, immagino che Linda ti
abbia spiegato come fare!" la esortò Lucifer
malinconicamente.
"Beh… scusa!" riuscì a dire lei.
Lucifer fece un mezzo sorriso e poi ricominciò a suonare.
"È tutta qui la tua reazione?" domandò lei
irritata "non hai nient'altro da dirmi?"
"Maze, che vuoi che ti dica? Mi hai offeso, ti sei pentita e ora
mi hai chiesto scusa, possiamo chiuderla qui, non credi?"
Maze ci pensò un attimo e concluse "Sono d'accordo,
chiudiamola qui!"
Lucifer suonò un'altra strofa del brano di Drake poi si fermò
e domandò "Perché non mi hai mai detto che avevi
capito che Dromos era mio figlio?"
"Credevo che avessimo chiuso l'argomento"
"Abbiamo chiuso l'argomento delle tue scuse, non questo!"
rispose Lucifer sbattendo le dite sui tasti del pianoforte e
rivolgendole uno sguardo irritato.
Maze sostenne lo sguardo e rispose "Perché per qualche
motivo che non conosco, lui non ha mai voluto che tu lo sapessi e io
ho rispettato il suo segreto. Piuttosto perché tu non gli hai
ancora detto che lo sai?"
"Non ho ancora trovato il momento giusto!" borbottò
Lucifer.
"Beh, non metterci altri ventimila anni a deciderti!"
rispose ironica Maze.
Lucifer le scoccò un'occhiataccia, si alzò dal
pianoforte e andò a versare due bicchiere di scotch.
"Lucifer, con Michele non è ancora finita vero?"
domandò Maze cambiando argomento.
"No, si è alzato in volo urlando che ci saremo pentiti
tutti di aver sfidato le leggi di nostro Padre" rispose Lucifer
offrendo un bicchiere a Maze.
"Da che pulpito… proprio lui che ha posseduto un umano
vivo, non so se ci sia qualcosa di più proibito di questo!"
considerò Maze disgustata bevendo un sorso di scotch.
"Già! La famosa trave nell'occhio…!" commentò
Lucifer.
"Che cosa faremo ora Lucifer?" domandò Maze
"Ci prepareremo a combattere una dura battaglia contro i miei
fratelli Maze e questa volta non ho intenzione di perdere!"
rispose Lucifer deciso.
#
Dromos se ne stava tranquillamente affacciato al parapetto del tetto
della Centrale a fumarsi una sigaretta quando sentì un fruscio
d'ali alle sue spalle e immediatamente dopo la punta di una lancia
premergli contro la schiena.
"Non potete uccidermi, non vi è permesso se non vi
attacco" disse sentendo gocce di sudore freddo imperlargli la
fronte.
"Girati con le mani sulla testa e inginocchiati, creatura
immonda" ordinò la voce fredda e tagliente di Remiel.
Dromos buttò il mozzicone di sigaretta e eseguì senza
discutere, non aveva intenzione di fornire all'angelo una scusa per
attaccarlo.
Di fronte a lui c'erano Remiel e due angeli biondi e alti. Uno dei
due sembrava il gemello biondo di Lucifer, a parte per il colore dei
capelli e degli occhi, era praticamente uguale al fratello.
Dromos lo conosceva si chiamava Camael e qualche volta era sceso
all'Inferno a parlare con Lucifer, l'altro si chiamava Sariel o
qualcosa di simile, era sceso una volta con Michele che era venuto
solo per litigare con Lucifer, gli era sembrato abbastanza stupido e
succube di Michele.
"Che cosa volete?" domandò calmo Dromos.
"Le domande le facciamo noi, feccia!" rispose Sariel.
"Allora fatele, non è che ho tutto il giorno a
disposizione per voi…" sbuffò Dromos.
Remiel gli spinse la lancia contro la gola il tanto necessario per
fargli male senza tuttavia ferirlo.
"Attento a come parli o stasera la tua meretrice umana non avrà
nessuno con cui divertirsi"
Gli occhi di Dromos diventarono rossi "Non permetterti di
offenderla, aargh"
Remiel aveva premuto ancora e questa volta aveva aperto una piccola
ferita sul collo di Dromos.
"Stai calma Remiel, il demone ha ragione quando dice che non
possiamo ucciderlo" intervenne Camael "dov'è il tuo
re, servo, ho bisogno di parlargli ma non riesco a mettermi in
contatto con lui" domandò poi rivolgendosi a Dromos.
"Fuori città, dove non lo so"
"Non mentire servo, ti ho fatto una domanda rispondi come si
deve"
"Io non mento mai, Camael. Lui è il mio Signore, fa
quello che gli pare e non è tenuto ad informare un servo circa
i suoi spostamenti e poi è tuo fratello, sai come è
fatto meglio di me" rispose Dromos guardando l'angelo dritto
negli occhi.
Camael lo fissò freddamente, Dromos ebbe l'impressione che
stesse cercando di entrare nella sua mente "Entra pure Camael"
lo invitò con un sogghigno "così mi risparmierai
di essere torturato dai tuoi scagnozzi"
"Starei attento ad invitare un nemico con tale leggerezza,
servo, potrei scoprire segreti che finora hai tenuto ben nascosti"
Dromos impallidì leggermente ma continuò a sostenere lo
sguardo tagliente di Camael che dopo qualche istante concluse
"Andiamo, stiamo perdendo tempo"
"Come puoi fidarti di questa creatura…"
"Immonda…" la interruppe Dromos concludendo la frase
al suo posto "hai davvero poca fantasia Remiel. Non hai mai
sentito parlare di Cyrano de Bergerac, immagino"
Remiel lanciò uno sguardo sospettoso a Dromos senza capire la
battuta, mentre Camael non riuscì a trattenere un sorriso
divertito.
"Sono ancora in grado di capire se qualcuno mente o no, Remiel,
andiamo!" ordinò.
In quel momento Ella e Dan che avevano deciso di concedersi una pausa
e raggiungere Elyas, comparvero sul tetto della centrale, Dan aveva
in mano un pacchetto di sigarette che gli cadde per terra nel vedere
l'amico inginocchiato con le mani intrecciate sulla nuca davanti a
tre sconosciuti che lo minacciavano con una lancia.
"Che succede qui?" domandò allungando una mano verso
la fondina.
"Vattene Dan, porta via Ella!" urlò Dromos.
"Non me ne vado affatto" rispose Dan estraendo la pistola e
puntandola contro Remiel "Abbassa immediatamente quell'arma, non
costringermi a sparare"
Remiel per tutta risposta lanciò l'arma contro Dan, mancandolo
di poco e ferendo di striscio Ella.
"Stupido angelo, sei impazzita" urlò Dromos
saltandole addosso e facendola stramazzare per terra.
Remiel che non si aspettava una simile reazione non riuscì ad
evitare che Dromos la tenesse schiacciata a terra impedendole di
muoversi, Camael si lanciò contro Dromos per staccarlo da
Remiel e Sariel aggredì Dan e Ella.
Sferrò un pugno in faccia a Dan facendolo cadere a terra e
afferrò Ella stringendole un braccio intorno al collo.
"Lascia immediatamente Remiel o le spezzo il collo" urlò
minaccioso.
Dromos nel vedere Ella minacciata di morte perse completamente il
controllo, senza rendersene conto assunse l'aspetto demoniaco, si
liberò con una gomitata di Camael, rubò il pugnale a
Remiel e lo lanciò contro Sariel centrandogli in pieno una
coscia, Sariel lasciò la presa con un grido e Dromos ne
approfittò per raggiungere Ella che lo guardava sgomenta.
"Vattene sei in pericolo" urlò Dromos con una voce
profonda e irriconoscibile che la terrorizzò ancora di più.
"Mio Dio, che cosa sei Elyas?" urlò spaventata
"Non c'è tempo per spiegartelo ora, vattene via"
rispose Dromos spingendola contro la porta del vano scale.
"Non toccarmi!" urlò lei "Daaan!"
"Ci penso io a Dan, vattene" le gridò ancora Dromos
chiudendole la porta in faccia.
Cercò di raggiungere Dan, ma fu trafitto alla schiena dalla
lancia di Remiel.
"Muori demone!" urlò trionfante l'angelo rigirando
la punta della lancia nella ferita di Dromos e spingendolo a terra.
Dan nonostante lo shock provato nel vedere l'aspetto demoniaco di
Elyas si era reso conto che in qualunque cosa si fosse trasformato
l'amico, stava cercando di proteggerlo. Perciò afferrò
la pistola legata alla caviglia e sparò contro Remiel
centrandola in pieno petto. L'angelo si infuriò e cercò
di lanciarsi contro Dan, ma Dromos le saltò sulla schiena
facendola cadere.
Sariel riuscì ad afferrare un'ala di Dromos e la torse così
forte che si sentì lo schiocco dell'ala che usciva fuori dalla
scapola. L'angelo continuò a torcere l'ala lussata di Dromos
facendolo urlare di dolore.
Remiel si lanciò contro Dan minacciandolo con un pugnale. A
quel punto intervenne Camael che con uno schiaffo allontanò
Remiel da Dan e con una spinta Sariel da Dromos.
Per evitare che il demone ormai fuori di sé per la rabbia e il
dolore combinasse qualcosa di irreparabile, lo schiacciò per
terra premendogli un ginocchio in mezzo alle scapole.
"ORA BASTA, FERMATEVI TUTTI!" ordinò con un tono
talmente imperioso che nessuno osò contraddirlo.
"Tu, umano… vattene immediatamente, raggiungi la tua
amica"
"Camael, il servo ci ha ci ha attaccato devi punirlo…"
provò a protestare Remiel.
"Ho detto basta! Non sarebbe successo, se non vi foste permessi
di attaccare gli umani" urlò infuriato Camael "andatevene
anche voi, ORA! " tuonò infine.
Sariel e Remiel non osarono disobbedire e sparirono all'istante, Dan
sempre più scioccato domandò "Ma chi siete voi?"
"Davvero non l'hai ancora capito, umano? Ora vattene, ti ho
detto!"
"Cosa vuoi fargli? " domandò Dan indicando Dromos
preoccupato "ha solo cercato di difenderci dai tuoi amici"
"Sta tranquillo, non ho intenzione di fargli del male se non fa
niente di stupido. Non mi accanisco su un ferito, neanche quando si
tratta di un demone e ora vattene!"
"Per favore Dan… raggiungi Ella, sarà
terrorizzata!" lo pregò Dromos "Camael non mente,
non sono in pericolo con lui"
Dan si avviò verso le scale, esitò un attimo, diede
un'ultima occhiata preoccupata a Dromos e poi se andò
chiudendosi dietro la porta.
“Avanti alzati! " disse Camael ritirando il ginocchio
dalla schiena di Dromos.
Dromos si alzò in piedi ma il dolore che gli procuravano le
ferite era troppo forte, Camael lo prese al volo prima che cadesse
per terra.
"Stupido demone, tieni così tanto a quei due umani da
farti quasi ammazzare per loro! Non pensavo che un demone potesse
provare sentimenti simili!" commentò stupito.
"Beh, allora siamo pari, io non pensavo che gli angeli potessero
essere così crudeli da cercare di far sbranare un bimbo da una
fiera o da minacciare di spezzare il collo ad una ragazza indifesa"
rispose Dromos.
"Cosa dici servo, sei stato tu a portare la bestia in questo
mondo, quello che stava per succedere a casa di Amenadiel è
solo colpa tua!"
"E questo che ti hanno raccontato i tuoi fratelli Camael? Beh, è
una menzogna e comunque mi chiamo Dromos"
Camael rimase in silenzio per un po'.
"Lucifer è davvero fuori città?" domandò
calmo.
"No, è al LUX" rispose Dromos e aggiunse con un
sogghigno "non eri quello in grado di capire se gli stanno
mentendo?"
"E tu invece non eri quello che non mentiva mai?" domandò
a sua volta Camael.
"Io sono solo una lurida creatura immonda, no?" rispose
Dromos con un sorriso triste che colpì Camael.
"Sei uno strano demone Dromos" commentò l'angelo
"adesso sta fermo, ti rimetto l'ala al suo posto e poi mi
porterai da Lucifer" concluse con un tono che non ammetteva
repliche.
Dromos annuì e si preparò a sopportare il dolore dovuto
all'operazione che stava per compiere Camael.
"Conto fino a tre…" disse l'angelo "uno, due…"
STLAACCK.
"Aaargh… avevi detto fino a tre!" si lamentò
Dromos cadendo in ginocchio per il dolore.
Camael ridacchiò "Beh, anche io ogni tanto posso mentire,
non credi?"
Dromos lo guardò stupito, quindi Camael aveva il senso
dell'umorismo.
"Ce la fai a volare conciato cosi?" domandò l'angelo
indicando la ferita alla schiena di Dromos.
"Non credo!"
"Mmh... Va bene ti porto io, cerca di stare fermo o ti mollo
all'istante dovunque ci troviamo, chiaro?" disse Camael tenendo
stretto Dromos e alzandosi in volo.
"Chiaro!" rispose il demone, ridacchiando un po'
imbarazzato per la curiosa situazione e rendendosi conto con un certo
stupore che stare tra le braccia di Camael era confortante quasi come
lo era stato stare tra quelle di Lucifer quando era bambino.
#
Dan aveva cercato Ella dappertutto tranne nel piccolo archivio
accanto al suo laboratorio.
Bussò delicatamente ed entrò chiamando piano "Ella…
sono io Dan"
"Sono qui…" rispose Ella con la voce rotta dal
pianto.
Era seduta a terra in un angolo dell'archivio, con le braccia
stingeva le gambe raccolte contro il petto e la fronte era poggiata
sulle ginocchia.
Dan la raggiunse e notò la maglietta strappata sul braccio
"Sei ferita?" domandò preoccupato.
"Non è niente!" rispose lei singhiozzando "Dan,
lo hai visto? Si è trasformato in… in quella cosa
mostruosa… Marc aveva ragione!"
"Marc?"
"Si, lui mi aveva detto che… che stavo andando a letto
con un mostro, io ho creduto che fosse pazzo e invece…"
Ella non riuscì a finire la frase i singhiozzi presero il
sopravvento.
"Ella, ascolta, anche io sono sconvolto… insomma, Elyas
è… voglio dire... io lo consideravo un vero amico e
vederlo trasformarsi in… in qualunque cosa fosse..."
"Él es un demonio Dan, claramente es un demonio!"
lo interruppe Ella "andavo a letto con un demonio!"
aggiunse piangendo disperata.
Dan le prese il viso tra le mani "Ascolta Ella, io non so se
Elyas sia davvero un demonio o no… "
"Aveva gli occhi rossi, artigli al posto delle mani ed era rosso
Dan, cos'altro dovrebbe essere e io…io ho lasciato che lui…!"
Ella ricominciò a singhiozzare.
"Sta a sentire Ella, forse hai ragione e forse Elyas è
davvero un demone, ma sta di fatto che poco fa ha salvato la vita a
entrambi, quindi non può essere così male non credi e
poi… Ok sei andata a letto con lui, ma dimmi una cosa ti ha
mai fatto del male?"
Ella lo guardò con gli occhi gonfi e rossi "No... lui è
sempre stato gentile con me!" ammise Ella.
"E allora, che senso ha disperarsi in questo modo? Insomma anche
io mi sono spaventato nel vederlo in quella forma, ma alla fine era
sempre lui e ha rischiato la vita per salvare noi"
"Dan ha ragione Ella" la voce di Chloe fece voltare
entrambi "Elyas è un demone, ma non è nè
crudele, né malvagio"
"Tu lo sapevi, Chloe?"
"Si, Ella"
Ella la guardò sconvolta "Anche Lucifer, non è
così Chloe?"
"Che c'entra ora Lucifer?" intervenne Dan confuso.
"Dan, non capisci? Lucifer ha sempre detto di essere il diavolo,
Chloe sapeva che era vero e sapeva anche che stavo uscendo con un
demonio, ma non ci ha detto nulla!"
"Cosa? Ma è vero Chloe? Tu conoscevi la vera natura di
Elyas?"
"Si, me ne sono accorta dal primo momento che l'ho visto, Ella
mi dispiace io… non sapevo come dirtelo e tu eri così
felice insieme a lui!"
"Chloe come hai potuto… come hai potuto lasciare che
accadesse, non riesci proprio a capire? Io sono cattolica, credo in
Dio e l'ho sempre rispettato, anche quando pensavo di aver perso la
fede, ma ora… ora andando a letto con un demonio ho tradito la
sua fiducia. Chloe io non potrò mai più osare
rivolgermi Dio, mai più! Questa volta l'ho perso davvero e per
sempre!"
Ella si prese il viso tra le mani e pianse disperata, Chloe provò
ad avvicinarsi per consolarla ma Ella la spinse indietro, si alzò
in piedi e scappò via in lacrime.
Chloe si sedette a terra sospirando, si sentiva terribilmente stanca.
"Chloe, ma davvero Lucifer è il diavolo, Elyas un demone
e tu lo hai sempre saputo?" domandò Dan incredulo
sedendosi accanto a lei.
"Non proprio da sempre, so di Lucifer solo da un anno e mezzo"
"Solo da un anno e mezzo? Santo cielo, Chloe!" commentò
Dan passandosi una mano sul viso.
"Chloe… non dirmi che anche Maze e Amenadiel…!"
Chloe annuì "Maze e un demone e Amenadiel un angelo!"
"Dios mio" commentò Dan scuotendo il capo e
facendosi il segno della croce.
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Capitolo 9 *** E se fosse l'esatto contrario? ***
Capitolo 9
E se fosse l'esatto contrario?
Camael atterrò sulla terrazza del LUX "Siamo arrivati,
dov'è Lucifer?"
"Suppongo dentro…" rispose Dromos ancora dolorante.
Camael notò che il demone era pallido e si reggeva in piedi a
fatica così gli passò un braccio intorno ai fianchi e
lo aiutò a camminare.
Dromos apprezzò la premura e pensò che Camael si
mostrava freddo e altezzoso ma evidentemente si trattava solo di una
posa visto che la sua vera natura a quanto pare era gentile.
Entrarono nel salone e si ritrovarono davanti a Lucifer, Amenadiel,
Maze e Linda che li guardarono stupiti.
Lucifer notò immediatamente che Dromos non stava bene e si
avvicinò minaccioso al fratello "Che cosa gli hai fatto
Camael?"
"Camael mi ha difeso, se non fosse stato per lui ora non sarei
qui!" intervenne Dromos.
"Continuo a pensare che tu sia uno strano demone Dromos, ora mi
difendi?" commentò stupito Camael.
"Ho detto solo la verità" rispose Dromos.
Maze si avvicinò al fratello con aria imbronciata "Maze,
sul serio, non ho molta voglia di litigare!" si lamentò
il demone.
Camael spiegò un'ala per proteggere Dromos.
"Leva quell'ala Camael e tu stai zitto idiota e fammi
controllare la ferita!" replicò lei.
L'angelo incrociò lo sguardo di Lucifer che annuì,
ritirò l'ala e si rivolse a Maze "Aiutalo Mazikeen,
fatica a reggersi in piedi!"
"L'avevo notato!" rispose lei sgarbata, prese il fratello
per un braccio e lo accompagnò fino al divano, lo fece sedere
e lo aiutò a togliersi camicia e maglietta per controllare la
ferita.
"Che cosa vuoi Camael?" domandò Lucifer.
"Possiamo parlare noi tre in privato?" rispose l'angelo
facendo un cenno verso Amenadiel.
"Puoi parlare senza problemi di fronte a Dromos e Maze"
replicò Lucifer.
"Abbiamo anche un'umana qui!" fece notare Camael indicando
Linda "non credo sia il caso di coinvolgerla! "
"Tanto più coinvolta di così" commentò
Linda indicando Charlie che dormiva sereno nel suo passeggino "ti
presento tuo nipote Charlie, spero che non proverai di nuovo a
rapirlo, ucciderlo o qualsiasi altra cosa non gli sia ancora
capitata!"
"Io non ho fatto alcuna di queste cose umana!"
"Ricominciamo con la storia che Lonzarot sarebbe stata
controllata da Dromos?" intervenne Amenadiel "Se sei venuto
per convincerci a credere nelle vostre menzogne te ne puoi anche
andare Camael!"
"Stai calmo Amenadiel, ho solo detto che non c'entro nulla con
quello che è successo, non sto a accusando nessuno!"
rispose l'angelo senza scomporsi.
"Allora cosa vuoi?" domandò Lucifer porgendogli un
drink.
#
Ella si fermò titubante di fronte al portone della chiesa, non
era certa di essere ancora la benvenuta, prese un profondo respiro e
trovò il coraggio entrare.
Padre Ramirez, un sacerdote alto e robusto sulla sessantina, dalla
barba bianca e l'aspetto rassicurante stava accompagnando verso
l'uscita un ragazzino dall'aria timida che doveva essersi appena
confessato e suo padre, un uomo elegante dall'aspetto severo, come la
vide le sorrise e le fece cenno di attendere un attimo.
Ella si sedette su una panca con gli occhi bassi, non aveva il
coraggio di guardare il crocifisso.
Dopo poco sentì padre Ramirez avvicinarsi e sedersi al suo
fianco "Certi genitori si preoccupano più di un brutto
voto che di insegnare ai figli l'amore per il prossimo!" sospirò
il sacerdote, poi notando il viso pallido e gli occhi gonfi e rossi
di Ella le domandò preoccupato "Che ti succede Ella, non
ti ho visto così sconvolta neppure il giorno che mi hai
comunicato di aver perso la fede in Nostro Signore!"
"Questa volta è molto peggio padre io… ho commesso
un terribile peccato!" Ella fu presa dalla vergogna e ricominciò
a piangere.
"Ella, abbi pazienza ma faccio fatica immaginarmi che tu possa
commettere un peccato anche solo leggermente grave, figuriamoci se
posso credere che ne abbia commesso uno addirittura terribile!"
rispose il sacerdote sorridendo.
Ella raccolse tutte le sue forze, sospirò e rivelò il
terribile peccato "Padre, io mi sono innamorata di un demonio e
sono andata a letto con lui… più di una volta!"
"Ella, innamorarsi di un poco di buono è certamente un
errore che può provocare gravi conseguenze nella tua vita, ma
non è un peccato! Trova la forza di lasciarlo e vedrai che
tutto andrà a posto" cercò di rassicurarla padre
Ramirez.
“Piuttosto perché non prendi in considerazione quel
simpatico giovane riccioluto che sembrava così interessato a
te?".
"No padre, lei non capisce, è proprio di lui che sto
parlando e non è una metafora, Elyas è veramente un
demonio… con tanto di artigli e di occhi rossi!" vedendo
lo sguardo perplesso del sacerdote Ella esclamò "Padre
glielo giuro si è trasformato davanti a me e a Dan Espinoza,
il mio collega della Omicidi! "
"Mi stai dicendo che quel ragazzo educato e un po' timido che mi
hai presentato qualche giorno fa in realtà è un
demonio? Ella sei sicura di non aver ospitato di nuovo tuo fratello
di recente? L'ultima volta se non ricordo male aveva messo della
cannabis nella tua torta di compleanno e…"
"Non ho ospitato mio fratello e non sono sotto l'effetto di
stupefacenti. Sono del tutto in me padre e le giuro sulla testa di
mia madre e dei miei fratelli che ho visto Elyas trasformarsi davanti
i miei occhi!"
Padre Ramirez osservò con attenzione le pupille di Ella
constatando che non avevano nulla di strano. Rifletté un po'
ricordando le sue esperienze come missionario, effettivamente nei 25
anni in cui aveva svolto la sua attività nei posti più
lontani e dimenticati da Dio, si beh.. per così dire.. si
scusò il sacerdote dando un'occhiata di sfuggita al
Crocifisso, aveva avuto delle esperienze così strane e
miracolose che ormai non si stupiva più di nulla e d'altra
parte Ella aveva sempre dimostrato di avere una sensibilità
molto particolare e decisamente più sviluppata di tutti gli
altri parrocchiani.
"Ve bene Ella ti credo, però non capisco, per quale
motivo Elyas ha deciso improvvisamente di mostrarti la sua vera
natura?" domandò serio.
"Io e Dan ci siamo trovati in pericolo e lui si è
trasformato per… proteggerci!" rispose Ella abbassando
lo sguardo verso il pavimento.
"Quindi questo… demone era preoccupato per te e per il
tuo collega e si è trasformato perché così vi
poteva difendere meglio?" domandò il sacerdote perplesso.
"Esatto" rispose Ella rendendosi conto dell'assurdità
della sua storia e continuando a fissare il pavimento imbarazzata.
"Beh, non mi sembra un demone così cattivo allora, non
credi?" considerò Padre Ramirez grattandosi la barba
sotto il mento come faceva quando era molto concentrato su un
problema.
"Padre, lo so che sembro pazza, ma le assicuro che è
vero… Elyas è un demonio e io ho offeso Nostro Signore
avendo dei rapporti con lui!"
"È questo che pensi Ella, di aver offeso Nostro Signore?"
"Si, e anche di averlo deluso perché mi ha messo alla
prova dopo che avevo perso la fede e io invece di dimostrarmi
all'altezza del suo perdono, mi sono innamorata di un demonio"
Ella ricominciò a piangere.
"Ragazza mia, non pensi che il tuo sia un atteggiamento un po'
egocentrico?" la sgridò il sacerdote incrociando le
braccia sul petto e fissandola con severità.
"Co… cosa?" Ella lo guardò confusa.
"Ella, ogni volta che le persone si trovano in difficoltà
credono che il Signore voglia metterle alla prova!" si infervorò
Padre Ramirez "Ma quello che non viene mai in mente a nessuno è
che forse in certi momenti non siamo noi il centro della sua
attenzione, al contrario noi siamo coloro di cui si fida e a cui sta
affidando l'importante compito di aiutarlo a realizzare il suo piano
per qualcun altro!"
"Ma Elyas è un demonio padre!"
"Appunto Ella! Ascoltami bene, quel ragazzo, quel… demone
ti guardava come se tu fossi la cosa più bella che gli fosse
mai capitata…"
"Si, ma…!"
"Lasciami finire per favore! Quando me lo hai presentato ho
percepito in lui un indubbio imbarazzo, che ora mi spiego tra
l'altro, ma non malvagità e neanche la minima falsità
nei sentimenti che prova per te per cui… insomma… non
ti è passato per la testa anche solo per un attimo che
potrebbe essere l'esatto contrario di ciò che pensi?"
"Non... non capisco padre!" balbettò Ella confusa.
"Quello che voglio dire Ella è che forse Dio non vuole
mettere alla prova te, forse vuole salvare lui grazie a te!"
Ella fissò Padre Ramirez con gli occhi sgranati, no... non
aveva pensato neanche per un attimo a quella possibilità.
#
"Sono venuto qui per chiederti aiuto, Lucifer" disse Camael
impassibile.
"Oh, il mio orgoglioso fratello ammette di aver bisogno del mio
aiuto, la situazione è così grave?"
Lucifer sorseggiava il suo drink seduto sul divano accanto a Dromos
che dormiva profondamente, Maze gli aveva curato e fasciato la ferita
e il demone spossato era crollato di colpo. Lucifer preoccupato si
era avvicinato a controllare che stesse bene e si era seduto accanto
a lui poggiandogli un braccio sulle spalle con un atteggiamento
protettivo che non era sfuggito a Camael.
"Sai meglio di me che la situazione è grave fratello,
sono preoccupato per Michele è andato completamente fuori
controllo e quel che è peggio ha coinvolto altri fratelli nel
suo delirio"
"Quando ho avuto problemi io non mi pare che tu fossi
altrettanto preoccupato, né che abbia cercato di proteggermi
come stai facendo ora con il nostro isterico fratello!" replicò
tagliente Lucifer.
"Quando ti sei comportato come un bambino viziato ed immaturo ho
sbagliato a non cercare di aiutarti, ora non voglio commettere lo
stesso errore" ammise Camael la cui stoccata a Lucifer non era
passata inosservata, Amenadiel e Maze ridacchiarono e Linda fece
finta di controllare il ciuccio di Charlie che si era svegliato e
sembrava molto interessato alla conversazione tra gli adulti.
"Quindi cosa vorresti che facessi Camael?" domandò
Lucifer irritato "Hai appena detto che Michele è fuori
controllo non mi pare ci siano molte alternative a parte affrontarlo
apertamente e riportarlo alla ragione con le buone o più
probabilmente con le cattive!"
"L'ultima cosa che voglio è una scontro aperto tra voi
due, ti sei dimenticato di cosa è accaduto quando ti sei
scontrato con Uriel?"
"No, non me ne sono dimenticato, non credo che potrò mai
dimenticarlo!" sospirò Lucifer.
"In sostanza cosa proponi Michele?" intervenne Amenadiel.
"Propongo che tutto ritorni come prima: Lucifer, Maze e Dromos
tornano immediatamente all'inferno, Amenadiel tu torni con me alla
Città d'argento e gli umani continuano la loro vita
esattamente come prima di incontrarvi!"
"E Charlie?" domandò Linda preoccupata.
"Charlie sceglierà quando avrà l'età giusta
per farlo, ora ha bisogno della madre!" rispose Camael, Linda
sospirò di sollievo.
"Non sono affatto d'accordo!" risposero in coro Lucifer,
Amenadiel e Maze svegliando Dromos che si guardò intorno un
po' frastornato.
"Non siete d'accordo su cosa?" domandò
massaggiandosi la spalla ancora dolorante.
"Secondo Camael la soluzione per evitare uno scontro con Michele
è che abbassiamo la testa di fronte alla sua arroganza e che
noi tre ce ne torniamo zitti e buoni all'Inferno rinunciando a tutto
ciò che ci siamo conquistati in questo mondo!" rispose
rabbiosa Maze.
"Per quanto mi riguarda sono d'accordo, non ha più molto
senso che io continui a stare qui!" commentò avvilito
Dromos.
"Ma cosa dici? E allora Ella? Come la prenderà se la
lasci senza neanche una spiegazione, credevo che tenessi a lei!"
intervenne Lucifer contrariato.
"Ella sarà solo felice che io sia uscito dalla sua vita,
mi sono dovuto trasformare davanti a lei e Dan per difenderli e
quello che ha visto non le è piaciuto neanche un po', era
terrorizzata e disgustata!" rispose affranto Dromos.
"Dromos, anche Chloe inizialmente…"
"No, lascia stare Lucifer, sai bene che non è la stessa
cosa. Ella non potrà mai accettare la mia parte peggiore e
tutto sommato ha ragione, come hai detto quando ci siamo ribellati
noi demoni non apparteniamo a questo mondo, è giusto che io
torni a casa!" concluse amareggiato Dromos alzandosi dal divano
e dirigendosi verso la terrazza.
"Dromos, aspetta!" lo fermò Lucifer afferrandolo per
un braccio nel timore che se ne stesse davvero andando via.
"Ti prego Lucifer, ho bisogno di stare un po' da solo!"
"OK, capisco, ma ti proibisco di andartene senza il mio
permesso, hai capito demone?" ordinò Lucifer usando il
tono di voce del Signore degli Inferi per obbligarlo ad obbedirgli.
"Come desideri, Mio Signore!" rispose il demone
polemicamente.
Lucifer lasciò andare il braccio di Dromos che uscì in
terrazza.
"Quel ragazzo mi piace sempre di più" commentò
Camael "osa pure sfidarti, sai mi ricorda molto qualcuno quando
era più giovane… più maturo però!"
ridacchiò.
"Che cosa vorresti dire Camael?"
"Che tuo figlio è più maturo di te, Lucifer!"
sorrise Camael divertito nel vedere lo stupore sul volto del
fratello.
"Tornando all'argomento principale" intervenne Amenediel
"sei così sicuro che questo sia il volere di nostro
Padre, Camael? Perché non provi a pensare al senso di tutto
quello che è accaduto fin'ora?"
"Cosa intendi fratello?"
"Intendo che per quanto mi riguarda ho imparato ad apprezzare e
amare gli umani, mentre prima li guardavo con superiorità e
disprezzo, Maze ha scoperto di poter provare dei sentimenti genuini e
positivi e anche Dromos in questo mondo ha scoperto l'amore e
l'amicizia. E riguardo Lucifer, tu continui a parlare di quanto era
immaturo, ma non ti sei reso minimamente conto di quanto sia
cambiato e decisamente in meglio! È diventato capace di amare
in modo profondo, di prendersi cura delle persone che ama, ha smesso
di incolpare nostro Padre per ogni cosa che non va come vorrebbe lui
e soprattutto per i suoi errori! Credi che tutto questo sia accaduto
contro il volere di nostro Padre, Camael?"
" Io… " cominciò a dire Camael, ma Amenadiel
lo incalzò "Credi davvero che nostro Padre possa
approvare il comportamento di Michele, dettato soltanto dall'odio per
Lucifer e dall'invidia per il fatto che nostro Padre ha voluto
offrirgli attraverso Chloe la possibilità di perdonarlo e
soprattutto perdonarsi? Non credi che per nostro fratello sia
finalmente arrivato il momento di essere felice o pensi come Michele
che debba essere punito per l'eternità per aver commesso un
unico errore?"
Amenadiel concluse il suo discorso nel silenzio generale, Lucifer lo
guardò ammirato e riconoscente, Camael imbarazzato.
"Beh, che dire… mi hai davvero lasciato senza parole
fratello! Io… ammetto che non avevo visto la situazione da
questo punto di vista!" mormorò.
"Quindi, sei ancora dell'idea che ce ne dobbiamo davvero tornare
noi, a casa?" intervenne Maze.
Camael si fece silenzioso. Si avvicinò alla vetrata che dava
sull'ampia terrazza dell'attico, il suo sguardo si soffermò su
Dromos che se ne stava là fuori a osservare il tramonto con
aria triste.
"Forse potremo provare a parlare con gli altri fratelli
coinvolti, se riusciamo a fargli ascoltare il punto di vista di
Amenadiel potrebbero comprendere le vostre ragioni e magari aiutarci
a far ritornare in sé Michele evitando così di
scontrarci gli uni contro gli altri" disse infine voltandosi
verso Lucifer.
"In quel caso tu da che parte staresti, Camael?" domandò
Lucifer, poggiato al suo pianoforte con le braccia conserte guardava
il fratello con un'espressione sfiduciata.
Camael per una volta non riuscì a sostenere lo sguardo del
fratello "Non chiedermelo Lucifer, non voglio pensarci per ora!"
"Lo immaginavo" sospirò Lucifer dirigendosi verso la
terrazza senza aggiungere altro.
#
Lucifer raggiunse Dromos che se ne stava seduto sul parapetto con le
gambe che sporgevano nel vuoto e l'aria triste e pensosa.
"Hey demonietto, si può sapere che ti ha preso, non sei
stufo di stare qui da solo?" domandò poggiandosi alla
ringhiera a fianco al figlio.
"Lei non mi amerà più, te l'ho detto, mi ha visto
e quello che ha visto l'ha terrorizzata"
"Dromos è abbastanza normale che un umano rimanga
sconvolto la prima volta che ti vede trasformato, ma tu non sei solo
in quel modo, anzi quella è solo una piccola parte di te, tu
sei molto più… più…"
Dromos lo guardò con un sorriso triste "Non sai neanche
tu come consolarmi, papà"
Improvvisamente calò un silenzio strano tra i due, Lucifer si
rese conto che il figlio lo stava guardando pallido e tremante.
"Dromos..." il demone sempre più pallido aprì
le ali e cercò di prendere il volo ma era lento per via delle
ferite e Lucifer riuscì ad afferrarlo per i capelli e tirarlo
dietro la ringhiera.
Dromos si inginocchiò davanti a lui tremando "Perdonami,
Mio Signore, non volevo mancarti di rispetto"
"Dromos che accidenti…" Lucifer allungò una
mano verso Dromos che si fece ancora più piccolo "Ti
prego scusami, non mi permetterò mai più"
Lucifer afferrò il figlio per le spalle e lo tirò su,
gli afferrò i capelli e lo costrinse a guardarlo negli occhi,
non riusciva a capire perché fosse così terrorizzato e
la cosa lo stava irritando notevolmente con la conseguenza che
Dromos era sempre più convinto di aver combinato un
irreparabile disastro e che il padre furioso per la scoperta avrebbe
incenerito lui e la madre.
"Si può sapere che ti succede, perché sei così
spaventato, per che cosa mi stai chiedendo scusa, piccolo idiota?"
domandò furioso.
"Per averti ma… mancato di rispetto... Mi… Mio
Signore, non mi permetterò mai più"
"Ma che accidente dici, quando mi avresti mancato di rispetto?"
domandò ancora Lucifer scuotendo infuriato Dromos "Piantala
di tremare e rispondi!"
"U... un attimo fa… io... io non oserò mai più
chiamarti in quel modo. Per favore risparmia mia madre, lei non lo ho
mai detto a nessuno, te lo giuro!" rispose Dromos con le lacrime
agli occhi.
Lucifer finalmente capì "Pensi che io sia infuriato
perché mi hai chiamato papà?"
Dromos annuì "Perdonami…"
"Stupido demonietto" lo interruppe Lucifer "lo so che
sei mio figlio, l'ho capito la sera della festa di apertura del LUX"
"Da... davvero?" domandò Dromos confuso.
"Davvero" rispose Lucifer abbracciando il figlio, Dromos
stupito accettò l'abbraccio del padre godendosi quel momento
così inaspettato.
"Ti voglio bene figlio e mi dispiace così tanto essere
stato un pessimo padre orribilmente assente. Ti giuro che mi farò
perdonare!" disse dopo poco Lucifer liberando il figlio
dall'abbraccio.
"Tu, non sei stato affatto un pessimo padre. A modo tuo ci sei
sempre stato, sei sempre stato il mio riferimento, il mio sostegno"
"Stai parlando sul serio?"
"Certo, sei stato tu a insegnarmi a cavarmela in un mondo che
non è certo fatto per un bambino, sei stato tu a darmi
l'affetto che non ha saputo darmi mia madre e a insegnarmi come
diventare un adulto decente, per questo quando te ne sei andato ho
combinato quel casino, mi mancavi da morire papà, ma non
sapevo come dirtelo!"
Lucifer guardò il figlio incredulo poi lo strinse di nuovo
ancora un po', infine lo lasciò andare e gli domandò
"Dromos, perché avevi tanta paura che io lo scoprissi?"
"Il fatto è che quando da bambino ho detto a mia madre
che avevo capito chi eri, lei si è spaventata tantissimo, mi
ha detto che sarebbe successo qualcosa di terribile se tu lo avessi
saputo e mi ha fatto promettere di mantenere il segreto…
perché pensi che avesse tanta paura?"
Lucifer strinse leggermente gli occhi come se stesse facendo uno
sforzo di memoria poi rispose “Ricordo che tua madre aveva
accettato di vivere all'Inferno e di non mettere più al mondo
demoni in cambio della vita di tutti i suoi figli, immagino temesse
di essere punita con la morte di tutti voi per aver trasgredito al
suo giuramento.
Vedi, già una volta era stata punita in questo modo e capisci
che per una madre non c'è niente di più terribile che
vedere uccisi i propri figli. Mi disse che tu eri l'ultimo figlio del
Demone del Deserto e che si era accorta di aspettarti quando ormai si
era già impegnata a non generare altri demoni, tu eri appena
nato e ti teneva stretto al suo petto implorandomi disperata di
lasciarti vivere, sebbene a me non fosse passato neppure per
l'anticamera del cervello di farti del male, anche perché eri
un piccolo demone molto carino"
"Beh, almeno per una volta in vita sua si è comportata da
madre!" considerò sarcastico Dromos.
"Figlio, davvero vuoi tornare all'Inferno senza prima provare a
parlare con Ella, spiegarti con lei!" domandò Lucifer
cambiando argomento.
"Papà, tu non hai visto come mi guardava era inorridita,
mi ha urlato di non toccarla era disgustata e aveva ragione, insomma
io sono orribile in quella forma!"
"Dromos, anche Chloe era inorridita inizialmente eppure guarda
come siamo felici adesso, se Chloe mi ha accettato perché Ella
non dovrebbe fare lo stesso con te?"
"Perché Chloe è un miracolo, il tuo miracolo"
"E allora? Ella non potrebbe essere il tuo? Vuoi davvero
rinunciare senza neanche aver provato?"
La voce di Camael che chiamava Dromos interruppe la loro discussione.
#
Per la seconda volta nella stessa giornata Ella si ritrovò a
cercare il coraggio di varcare un portone, questa volta si trattava
dell'entrata del LUX.
Dopo la chiacchierata con padre Ramirez aveva girovagato senza una
meta sul suo scooter fino a che non si era ritrovata davanti al
locale di Lucifer quasi senza rendersene conto. Rabbrividì
pensando che il suo migliore amico era davvero il Signore
dell'Inferno, Lucifer non aveva mai mentito sulla sua vera identità,
ma lei non gli aveva mai creduto fino al momento in cui aveva visto
Dromos trasformarsi. In quel momento aveva realizzato che se Dromos
era un demone allora il fratello maggiore era davvero il diavolo.
Raccolse nuovamente tutto il coraggio che poteva, varcò la
soglia del LUX ed entrò spedita nell'ascensore che portava
direttamente all'attico di Lucifer.
Strinse il crocifisso che aveva al collo, chiuse gli occhi e
schiacciò il tasto "private", l'ascensore partì
e dopo un tempo che a Ella sembrò interminabile finalmente si
fermò.
Le porte si aprirono sul salone di Lucifer, Ella entrò
fingendo una decisione che era lontana dall'avere.
"Ciao, Ella!" la voce stupita e familiare di Linda
l'accolse sorprendendola.
Ella si guardò intorno intimorita e si rese conto che oltre a
Linda c'erano anche Maze che la salutò allegramente con la
mano, Amenadiel che aveva uno sguardo serio e preoccupato e uno dei
due esseri biondi e alti da cui Elyas aveva cercato di difendere lei
e Dan.
Quest'ultimo vedendola le si avvicinò come se volesse
parlarle. Ella si spaventò e arretrò verso le porte
dell'ascensore ormai chiuse.
Camael rendendosi conto che stava spaventando Ella si fermò
"Non intendo farti del male umana, al contrario voglio scusarmi
per il pessimo comportamento dei miei fratelli, non avevano alcun
diritto di aggredire te e l'altro umano!"
"Tu cosa… sei?" domandò Ella chiedendosi se
era solo una sua impressione o se davvero quell'essere era la copia
bionda e con gli occhi azzurri di Lucifer.
"Sono un angelo e come Amenadiel sono anche uno dei fratelli di
Lucifer. Mi chiamo Camael, tu ti chiami Ella se non sbaglio"
Ella annuì incredula, Amenadiel era un angelo e lei e Dan
erano stati aggrediti dai suoi fratelli?
"La persona con cui immagino tu sia venuta a parlare è
fuori in terrazza con Lucifer, vieni ti accompagno!" propose
gentilmente Camael porgendole una mano.
Ella osservò un po' impaurita la mano tesa dell'angelo, decise
di provare a stringerla ed ebbe immediatamente la sensazione di
potersi di fidare "O… Ok, puoi accompagnarmi da Elyas"
"Elyas… È con questo nome che lo conosci?"
domandò gentilmente Camael.
"Si!" rispose Ella "Non.. non si chiama così?"
"Non proprio" rispose l'angelo sorridendo rassicurante "ma
non è poi così importante, non credi?"
"Non saprei!" rispose Ella sentendo che le si stavano
formando delle grosse lacrime agli angoli degli occhi.
Camael portò Ella sulla terrazza dove Lucifer stava parlando
con Elyas che sembrava molto avvilito e sofferente, il suo petto nudo
era fasciato da una benda bianca.
"Dromos, c'è una persona per te" chiamò
Camael, Elyas e Lucifer si voltarono insieme.
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Capitolo 10 *** L'Inferno esiste Michele, ma... ***
Capitolo
10
L’inferno
esiste Michele, ma ...
Chloe e
Dan erano appena entrati nel parcheggio della Centrale quando un uomo
alto e biondo e una donna dall'aria severa si pararono davanti a loro
con aria minacciosa. Entrambi erano molto belli e indossavano delle
armature rilucenti.
"Santo
cielo ancora voi, che altro volete?" domandò Dan
esasperato estraendo la pistola e sparando contro Remiel, davanti ad
una esterrefatta Chloe.
"Non
hai ancora capito che le vostre armi non servono a nulla contro di
noi, sciocco umano?" esclamò Remiel afferrando Dan per il
collo e sollevandolo da terra.
Chloe si
lanciò contro l'angelo per difendere il suo ex marito, ma
Sariel fu più veloce, l'afferrò con entrambe le braccia
e la tenne bloccata stringendola contro il suo corpo.
"Lascialo!"
urlò Chloe rivolta a Remiel, cercando inutilmente di
divincolarsi dalla presa di Sariel che le impediva di muoversi senza
fare alcuno sforzo.
"Mia
sorella lascerà quello stupido umano solo se tu accetterai di
venire con noi senza fare storie!"
"Non
vado da nessuna parte, lasciateci immediatamente!"
Rispose
Chloe furiosa.
"Vuoi
davvero avere sulla coscienza il tuo amico, se sarò costretta
a stringere ancora le conseguenze saranno solo colpa tua!" la
minacciò Remiel continuando a tenere Dan sollevato da terra.
"Verrò
con voi solo se mi direte dove intendete portarmi!" rispose
Chloe con fermezza, Dan cercò inutilmente di liberarsi dalla
presa "No… Chloe!" riuscì a biascicare.
"Michele
vuole incontrarti umana, è tempo che voi due vi conosciate!"
rispose Sariel.
#
"Ella!"
esclamò Dromos incredulo "cosa fai qui?"
"Io…
volevo parlarti!" rispose lei pallida.
Lucifer e
Camael si scambiarono uno sguardo d'intesa "Beh, allora noi
torniamo dentro!" si limitò a dire Lucifer rientrando in
casa insieme al fratello.
Dromos e
Ella restarono in silenzio per qualche istante.
"Così
il tuo vero nome è Dromos, non… non è un brutto
nome!"
"Mi
dispiace averti mentito, ma Dromos non mi sembrava un nome da umano"
Ella lo
guardò triste "E tu non sei… umano!"
"Ella…"
disse lui facendo qualche passo verso di lei, che allungò una
mano per fermarlo e e assicurarsi che rimanesse un po' di distanza
tra loro.
"Voglio
solo sapere perché, Dromos, perché proprio io?"
Dromos la
fissò con un mezzo sorriso malinconico "Perché mi
ricordavi una piccola umana che avevo conosciuto da ragazzino, lei si
chiamava Shakanshaa ed è stata la mia prima e unica amica, è
morta che era ancora una bambina. Quando ti ho visto la prima volta
mi sei piaciuta subito, non capivo bene cosa mi attraesse tanto
finché non mi sono sono reso conto che guardarti era quasi
comeguardare lei se fosse… se fosse potuta crescere e
diventare una donna adulta. E poi quando ti ho conosciuto davvero, ho
scoperto che sei anche incredibilmente dolce e intelligente e che
stare con te mi rende una persona migliore!"
Ella
ripensò alle parole di padre Ramirez "Forse Dio vuole salvare
lui, grazie a te!" si avvicinò a Dromos e gli accarezzò
il viso "Davvero pensi che io ti aiuti ad essere migliore?"
Dromos
annuì "Mi dispiace da morire averti nascosto la verità,
ma come facevo a spiegarti questo?" disse aprendo le ali e
trasformandosi davanti ad Ella che fece inconsapevolmente un piccolo
balzo indietro "Vedi? Ti terrorizzo. E come potrebbe essere
diversamente, sono orribile!"
Ella si
fece forza, allungò una mano e la posò sul petto di
Dromos per sentirgli il cuore. Al suo tocco i battiti del demone
accelerano, Ella se ne accorse e si commosse. "Non importa cosa
sei, Dromos, importa come sei e tu sei gentile e buono, anche se sei
un demone!" disse stringendolo tra le braccia.
Dromos
era incredulo, Ella aveva trovato la forza di abbracciarlo nonostante
il suo aspetto, la strinse forte e sussurrò "C'è
ancora una cosa che devi sapere…"
Lei alzò
lo sguardo preoccupata "Lucifer non è mio fratello…
è mio padre!"
Ella
spalancò gli occhi esterrefatta "Tuo padre?"
"Già!"
"Beh,
questo spiega alcune cose" ridacchiò Ella "pero
es bueno perché… Lucifer è il diavolo, ma un
tempo era l'angelo Samael e forse lo è ancora, quindi essendo
suo figlio tu sei un demone ma sicuramente sei anche un po' un
angelo, non credi?"
Dromos
rimase così colpito da quella considerazione che riacquistò
senza accorgersene il suo aspetto umano.
"Oh,
Ella! Tu es vraiment incroyable et moi je t'aime tellement!1"
mormorò baciandola. Ella non aveva capito bene le parole di
Dromos, ma il significato nonostante tutto le era abbastanza chiaro
"También te amo estúpido demonio2"
sussurrò contraccambiando il bacio.
"Beh,
quando avrete finito con tutti questi sbacciucchiamenti possiamo
parlare di Chloe e di dove l'hanno portata Remiel e Sariel?" la
domanda di Azrael interruppe bruscamente il bacio.
"Zia
Ray Ray!" esclamò Dromos.
"Ray
Ray che ci fai qui e… come sarebbe a dire zia?" domandò
esterrefatta Ella rivolgendosi a Dromos.
"Possiamo
rimandare a dopo le spiegazioni?" domandò Azrael "Devo
parlare immediatamente con Lucifer, Chloe è in pericolo,
dobbiamo intervenire prima che sia troppo tardi!"
#
"Lucifer,
sei consapevole che scoprire che hai generato un figlio con Lilith
farà infuriare ancora di più Michele?" domandò
Camael mentre rientrava nel salone con il fratello.
"Michele
dovrebbe scopare di più e giudicare meno gli altri"
commentò sarcastico Lucifer "non ho fatto nulla di male e
poi ho capito solo pochi giorni fa che Dromos è mio figlio!"
"Ma
se è il tuo ritratto" commentò stupito Camael.
"Benvenuto
nella schiera di quelli che l'hanno sempre saputo e non si sono
degnati di dirmelo!" commentò irritato Lucifer.
"Veramente
l'ho capito solo poco fa, quando vi ho visto insieme. In effetti
quando portava i capelli e la barba molto più lunghi e folti
la somiglianza non si notava così tanto!"
"Appunto!"
"Ho
anche notato quanto sei protettivo nei suoi confronti, sinceramente è
stata una sorpresa positiva, un tempo non eri capace di provare
interesse se non verso te stesso. Amenadiel ha ragione, sei davvero
cresciuto Lucifer" sorrise l'angelo stringendo affettuosamente
una spalla del fratello.
In quel
momento l'ascensore si aprì e Dan agitato e furioso entrò
nel salone, come vide Camael si diresse verso di lui esclamando "Tu,
non mi importa quello che sei, ti giuro che se i tuoi scagnozzi fanno
del male a Chloe ti ammazzo, angelo o non angelo!"
"Cosa
dici umano, non capisco" ribatté Camael calmo.
"Non
mentire bastardo, hai mandato la donna e il biondo a rapire Chloe per
ricattare Lucifer!" così dicendo si scagliò
furioso contro Camael, Amenadiel lo afferrò al volo "Calmati
Dan, spiegati meglio!" disse tenendolo fermo con entrambe le
braccia.
"Cosa
c'è da spiegare, questo sporco traditore è venuto qua a
distrarci per permettere a Michele di mandare i suoi gendarmi a
rapire Chloe!" ringhiò furibondo Lucifer afferrando
Camael per il bavero del cappotto e sbattendolo contro il bancone del
suo bar privato.
"È
falso, io non ho fatto niente del genere, fratello!" replicò
Camael.
"Finiscila
con le menzogne Camael e comincia a parlare o giuro che ti pentirai
di aver aiutato Michele a portare avanti il suo piano delirante!"
lo minacciò Lucifer.
"Tu
non ti chiami Michele?" domandò dubbioso Dan.
"No,
mi chiamo Camael, come hai sentito!" rispose l'angelo
allontanando Lucifer con una spinta.
"Ti
dispiace raccontare esattamente cos'è successo umano, non mi
va di essere accusato a caso!" aggiunse mettendosi a posto il
lungo cappotto scuro sgualcito dalla presa rabbiosa di Lucifer.
#
Chloe
sostenne senza paura lo sguardo argentato di Michele, pensò
anche che l'angelo sarebbe stato davvero bellissimo se il suo sguardo
non fosse stato quasi folle e le sue ali non avessero avuto lo stesso
colore opaco tipico dell'argento sporco.
Si
trovavano sulla terrazza del Griffith Observatory, un tramonto
meraviglioso rendeva ancora più bella la vista di Los Angeles.
I
fratelli di Michele, meno di una decina compresi Remiel e Sariel,
osservavano la donna e l'angelo dall'alto delle cupole
dell'osservatorio.
Le ali
degli angeli emettevano bagliori di colori diversi a seconda delle
sfumature delle loro piume mosse delicatamente dalla leggera brezza
serale.
Chloe
pensò che nonostante tutto era uno spettacolo bellissimo e che
in un certo senso poteva considerarsi fortunata di esserne testimone.
Un sorriso le distese il viso per un attimo mentre si chiedeva come
avrebbe reagito Ella sapendo che i resti di piume conservati tra le
due lenti del suo amato microscopio appartenevano ad un angelo.
"Mi
trovi divertente donna?" le chiese secco Michele "non sarà
per molto, ti avverto!" aggiunse minaccioso.
Chloe non
si scompose "Così tu sei Michele" rispose
perfettamente calma "finalmente posso guardare in faccia chi per
mesi ha tormentato di incubi me e mia figlia! Cosa vuoi ancora, non
ti è bastato rischiare di uccidere Trixie e Charlie e
assassinare quel povero ragazzo innocente, di quali altri crimini
intendi macchiarti portandomi qui contro la mia volontà?"
"Come
ti permetti di parlarmi in questo modo replicò tagliente
Michele "tu che non saresti neanche dovuta nascere se mio Padre
non avesse deciso di premiare mio fratello per il suo ennesimo
tradimento?"
Chloe lo
guardò senza capire.
"Oh,
quindi non lo sai, povera innocente creatura!" esclamò
sarcastico Michele.
"Che
cosa dovrei sapere?" domandò freddamente la detective.
Michele
si avvicinò a Chloe sovrastandola con la sua statura e con un
sorriso crudele le rispose "Tutto quello che ti riguarda è
una menzogna donna! I tuoi genitori non potevano avere figli, tu
esisti unicamente per volontà di mio Padre che ha ordinato a
mio fratello Amenadiel di benedire tuo padre e tua madre con la tua
nascita! Non sei altro che una misera pedina del piano ideato da mio
Padre per perdonare quel traditore di mio fratello, il suo piccolo
adorato figlio ribelle. Tu non hai mai avuto altro destino che
incontrare mio fratello e innamorarti di lui, povera creatura priva
di libero arbitrio, non c'è niente di reale nella tua vita,
niente!"
"Sono
soltanto le menzogne di un fratello pieno di odio e invidia!"
rispose Chloe fingendo una sicurezza che in realtà cominciava
a perdere, le parole di Michele le avevano riportato alla mente una
frase pronunciata da Lucifer qualche anno prima "Tutto questo è
reale, non è vero?" ora capiva il vero significato di
quella domanda che allora aveva riferito ai sentimenti provati da
entrambi.
"Perché
non lo domandi ad Amenadiel o allo stesso Lucifer?" le domandò
Michele.
Chloe
pallida e con le labbra tremanti parlò quasi a sé
stessa "Lucifer lo ha sempre saputo"
"Tu
che cosa credi?" le rispose l'angelo "Ma ovviamente non te
lo ha detto, era molto più semplice e comodo approfittare
della situazione, usarti per ricevere da nostro Padre il perdono che
da solo non avrebbe mai saputo come ottenere!"
Chloe
cercò di sostenere lo sguardo di Michele, fu un errore perché
l'angelo lesse l'incertezza nei suoi occhi e la incalzò
schernendola rabbioso "Dimmi Chloe, credevi davvero di poterlo
aiutare a cambiare? Ti sei davvero illusa che il diavolo potesse
diventare migliore grazie a te? Rassegnati, tu non conti nulla,
Lucifer rimane sempre e soltanto un misero traditore, egoista e
viziato e tu non sei altro che uno strumento nelle mani di altri"
Chloe si
voltò per non far vedere a Michele le lacrime che stavano
cominciando a rigarle il volto. Si avvicinò al parapetto della
terrazza e si fermò a osservare il vuoto sotto di lei.
Era
davvero questo il senso della sua vita, davvero fino a quel momento
tutto ciò che aveva deciso, tutto ciò che aveva
conquistato non era dipeso in nessun momento dalla sua volontà?
Davvero non era nient'altro che una marionetta nelle mani di Dio,
senza volontà propria né libero arbitrio?
Michele
si avvicinò a Chloe, le circondò le spalle con un
braccio, accostò le labbra al suo orecchio e con voce suadente
sussurrò "Sai, forse questa sarebbe la sola e unica
decisione vera che hai preso in 35 anni: mettere fine alla tua finta
vita. Coraggio, sorprendi mio Padre dimostrandogli che almeno per una
volta puoi decidere come un essere umano reale e dotato di libero
arbitrio, che per una volta in vita tua ti rifiuti di essere soltanto
la pallida imitazione di un essere umano, un misero involucro vuoto
ad uso esclusivo dei suoi scopi superiori"
Michele
concluse il discorso lasciando Chloe e voltandosi verso i suoi
fratelli che annuirono in segno di approvazione.
Chloe
posò le mani sulla balaustra, ormai non riusciva più a
fermare le lacrime, chiuse gli occhi e si sporse lentamente sul
vuoto.
"Coraggio,
detective" la incitò Michele sorridendo compiaciuto,
ormai sentiva di essere ad un passo dal suo obiettivo.
Ma quella
parola "detective", quella semplice parola di nove lettere
fu il suo errore più grande.
Perché
in quella parola era racchiuso tutto ciò che Chloe aveva
profondamente amato durante tutta la sua vita: suo padre morto perché
svolgeva con onestà e dedizione il suo lavoro di poliziotto,
il suo ex marito che aveva conosciuto perché era entrata in
polizia, sua figlia Trixie che era nata dal loro amore, le sue amiche
Ella e Linda conosciute anche loro grazie al suo lavoro, lo stesso
Lucifer che aveva incontrato grazie a un caso di omicidio. No pensò
Chloe, non era vero che lei era una marionetta nelle mani di Dio,
tutto ciò che aveva ottenuto nella vita era stato il frutto
della sua scelta più importante, lasciare il cinema per
diventare una detective.
No, lei
non era affatto una marionetta, perché non era solo e
unicamente la compagna di Lucifer, lo strumento del suo perdono, lei
era prima di ogni altra cosa ciò che aveva scelto di essere.
Una detective della Omicidi. Tutto il resto era stato determinato da
questa scelta. Lucifer lo aveva capito perché la amava,
Michele no, perché non era capace di amare.
Chloe
smise di piangere aprì gli occhi e sorrise, notò una
luce bianca brillare in lontananza e il suo sguardo si fece duro e
deciso.
"Allora,
che aspetti Chloe, coraggio non prolungare oltre la tua sofferenza!"
la esortò Michele spazientito.
Chloe si
voltò, il suo sguardo duro prese di sorpresa Michele facendolo
arretrare di un passo.
"Credi
davvero di potermi manipolare con i tuoi discorsi Michele?"
domandò.
"Che
ti succede umana, hai un ridicolo rigurgito di orgoglio? Sappi che
non servirà a cambiare il tuo destino"
"Il
fatto è che io non ho paura di affrontare il mio destino
perché a differenza di ciò che affermi, la mia vita è
stata decisa da me e il mio destino sarà frutto delle mie
scelte. E se così non fosse tutto il piano di tuo Padre per
Lucifer sarebbe miseramente fallito!"
"Che
stupidaggini vai blaterando umana?"
"Non
sono affatto stupidaggini. Vedi è molto semplice, se tutta la
mia vita non fosse che una falsità, se io non fossi
nient'altro che un mero strumento nelle mani di Dio, anche il
percorso che sta conducendo Lucifer verso il perdono non sarebbe
nient'altro che una elaborata menzogna organizzata da Dio stesso. Ma
se così fosse allora spiegami, Michele, per quale motivo tuo
Padre dovrebbe ingannare se stesso fingendo che Lucifer meriti di
essere perdonato? La verità è che Dio ha fornito la
scintilla iniziale facendomi nascere, ma il suo piano ha senso
soltanto se le mie scelte e quelle di Lucifer sono reali, se il
nostro amore è reale, se la mia vita è reale!"
Michele
le rise in faccia, si voltò verso gli altri angeli e li esortò
a ridere con lui, Sariel fu il primo.
Chloe si
unì alla risata "Che hai da ridere, sciocca donna?"
"Rido
perché cominci a perdere la tua sicurezza Michele, o non
avresti bisogno del sostegno dei tuoi fratelli!"
"Per
quale motivo dovrei essere meno sicuro?" domandò Michele
leggermente pallido.
"Perché
ti sei reso conto che sono molto più forte di quello che
credevi, che ho capito il tuo gioco e non ti permetterò di
usarmi per far impazzire di dolore e di sensi di colpa Lucifer. Io
non mi butterò da quel parapetto Michele, se vuoi che io muoia
dovrai avere il coraggio di uccidermi tu stesso"
Michele
si avvicinò a Chloe furente "Attenta donna potrei
decidere di accontentarti"
"Fa
pure, non ho mai avuto paura di morire"
"Non
hai paura neanche di finire all'Inferno con il tuo amato Lucifer?"
domandò sarcastico Michele afferrandole il collo e stringendo
leggermente nel tentativo di spaventarla.
"Io
non ho paura dell'Inferno" disse tranquillamente Chloe
sentendosi completamente serena e in pace con sé stessa.
Michele
la fissò sbigottito, il corpo di Chloe era circondato da una
luce bianca che brillava leggera, sconvolto la lasciò andare e
balbetto "Ma… ma come è possibile che tu…!"
Chloe,
che non si era minimamente accorta della luce che circondava il suo
corpo, sorrise dolcemente e aggiunse "Vedi, una volta credevo
che l'Inferno non esistesse per questo non avevo paura della morte.
Poi ho incontrato Lucifer e grazie a lui ho scoperto che in realtà
sono gli uomini stessi a creare la loro personale prigione infernale
con i loro comportamenti più tremendi e crudeli, una prigione
dalla quale non riusciranno mai ad uscire a meno di arrivare alla
piena consapevolezza del male compiuto.
E così
ho capito che mi sbagliavo, l'Inferno esiste, Michele, ma solo per
chi ne ha paura, proprio come te!" concluse Chloe con uno
sguardo talmente luminoso e sereno che Michele arretrò come se
gli avessero sferrato uno schiaffo in piena faccia.
#
"L'uomo
e la donna che avevano già aggredito me e Ella sulla terrazza
della Centrale, ci aspettavano nel parcheggio, la donna ha minacciato
di uccidermi se Chloe avesse rifiutato di seguirli e l'uomo ha detto
che era arrivato il momento che lei e un certo Michele si
incontrassero, credevo che parlassero di te, Camael!"
Dan
concluso il breve racconto si sedette sul divano e rivolse a Lucifer
uno sguardo sgomento "Tutto questo non sarebbe successo se il il
diavolo non avesse deciso di interessarsi a Chloe! Lucifer è
colpa tua se lei è in pericolo!"
Lucifer
guardò Dan con aria contrita "Per una volta hai ragione
Dan" posò il bicchiere sul bancone del suo bar privato
"ma continuare a stare qui a parlare di quanto sia colpa mia
tutta questa situazione non ci aiuterà a trovarla, stiamo
perdendo tempo prezioso! Vado a cercarla!" concluse aprendo le
candide ali di fronte a Dan che lo guardò a bocca aperta "Eh
già, anche il diavolo ha le ali, Daniel!" commentò
sarcastico.
"Aspetta
Lucifer" intervenne Amenadiel "non ha senso cercarla a
caso, rischiamo di perdere altro tempo inutilmente, dobbiamo
organizzarci, assegnare ad ognuno di noi una zona della Città
e setacciarla fino a che non la troveremo!"
"L'hanno
portata al Griffith Observatory!" disse Dromos facendo girare
tutti verso di lui, era rientrato nel salone insieme a Ella e Azrael.
"Zia
Ray Ray li ha seguiti ed è tornata per avvisarci!" spiegò
indicando l'angelo.
"Andiamo
Amenadial!" ordinò Lucifer e poi rivolgendosi ad Azrael
“poi mi spieghi questa storia di zia Ray Ray!”
l'angelo si guardò intorno con aria imbarazzata facendo finta
di essere interessata al salone che peraltro conosceva già,
visto che qualche tempo prima aveva deciso di passare a trovare il
fratello che per millenni aveva evitato di incontrare.
"Hey,
aspetta non crederete davvero di andare solo voi due?"
intervenne Maze.
"Maze,
tu raggiungici in moto” rispose Lucifer “Dromos tu invece
resterai qua con Linda, Dan e Ella, sei ferito non voglio che corra
rischi inutili!"
"Cosa?
Scusa papà ma non ho alcuna intenzione di stare qui a non fare
niente mentre voi rischiate la vita!"
"Papà?"
domandò confuso Dan poi aggiunse "Vale anche per me,
verrò con Maze, penserò a mettere in salvo Chloe mentre
voi tre vi occupate di Michele e dei suoi scagnozzi!"
"E
vale anche per me, Chloe è la mia migliore amica, aiuterò
Dan a portarla in salvo!" intervenne Ella.
"Io
e Charlie verremo con voi e vi aspetteremo con il motore acceso in
modo da essere pronti a portarvi via di là appena comparirete
con Chloe!" affermò Linda lanciando ad Amenadiel uno
sguardo talmente deciso che l'angelo non osò replicare.
"Vengo
anche io, non sono per niente d'accordo con quello che sta facendo
Michele!" concluse Azrael aprendo le sue ali.
Lucifer
si guardò intorno commosso, fece un cenno di assenso e si
rivolse a Camael "Manchi solo tu! Devi decidere fratello, sei
con noi o contro di noi?"
Camael si
guardò intorno osservando quello strano e incredibilmente
affiatato gruppetto di umani, angeli e demoni talmente uniti da
formare una famiglia vera e propria.
Chiuse
gli occhi, emise un profondo sospiro, riaprì gli occhi e
infine incrociando lo sguardo di Lucifer spalancò le ali e
rispose "Con voi, fratello, con voi!"
Gli
angeli uscirono sulla terrazza e si alzarono in volo tutti insieme.
Dan e
Ella li osservarono allontanarsi senza riuscire a distogliere lo
sguardo dalle loro ali che si stagliavano luminose nel crepuscolo.
“Allora
vogliamo darci una mossa?” intervenne Maze riportandoli alla
realtà.
Nota 1:
Sei davvero incredibile e io ti amo così tanto
Nota
2: ti
amo anche io stupido demone
|
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Capitolo 11 *** Rispondi al tuo nome, figlio! ***
Capitolo 12
Rispondi al tuo nome, figlio!
Dromos raccolse la sua spada mentre si avviava verso l'uscita della
sala, prima di volar via fece un cenno a Dan per indicargli di
bloccare l'entrata, il detective raccolse la spada di Maze e la
incastrò tra le maniglie delle porta, Dromos si concentrò
e la spada si piegò intorno alle maniglie bloccandola del
tutto. Dan osservò sconcertato Dromos che gli sorrise
facendogli il segno del pollice in su e strizzandogli l'occhio.
"Attento, amico!" gli disse Dan sorridendo a sua volta
dietro lo spesso cristallo della porta, Dromos lesse le parole sulle
labbra dell'amico "Tranquillo, non voglio mica avere il mio
quarto d'ora di gloria angelica e poi farmi ammazzare come un
idiota!"
La risposta di Dromos risuonò distintamente nella testa di
Dan.
"Gran figlio di… ma allora puoi farlo con chi ti pare!"
pensò il poliziotto sorpreso mentre guardava l'amico dirigersi
verso la battaglia.
#
Lucifer vide Dromos uscire dalla sala del Pendolo di Foucault e per
un attimo credette di avere un'allucinazione, il figlio non aveva più
l'aspetto di un demone e le sue ali erano coperte di bianche piume
dai bagliori dorati.
Anche Michele era rimasto paralizzato dallo stupore.
"Ma che significa?" domandò a Lucifer.
"Immagino significhi che mio figlio non è né un
mostro né una creatura immonda, idiota!" rispose il
diavolo sferrandogli un pugno in faccia e facendolo finire tra le
braccia di Sariel che era rimasto immobile ad osservare Dromos con
un'espressione ebete in viso.
Lucifer raggiunse Amenadiel al quale si era già avvicinato il
figlio.
"Hey, zio… Ti prego rispondi!" domandò Dromos
posando una mano su una spalla dello zio e scuotendolo leggermente.
Ma Amenadiel non diede segno di aver sentito, né accennò
alcuna reazione, intorno a lui si stava allargando una pozza di
sangue che fuoriusciva lentamente dalla ferita alla schiena.
"Come sta?" chiese Lucifer preoccupatissimo.
"Male, non mi risponde e perde molto sangue!"
"Dobbiamo portarlo via di qua… Attento!"
Sariel si era precipitato contro Dromos con la spada sguainata, il
figlio di Lucifer allertato dal padre parò il fendente di
Sariel senza molto sforzo "Non è più così
facile battermi ora, eh?" rise Dromos attaccandolo con un
fendente dopo l'altro fino a quando riuscì a penetrare le sue
difese e puntargli la spada contro il cuore "Butta la tua arma
Sariel e arrenditi!"
"Altrimenti?" rispose orgogliosamente Sariel.
Dromos gli mollò un calcio facendolo piegare in due dal dolore
"Altrimenti peggio per le tue palle angeliche!" rispose
colpendolo in testa con l'elsa della spada e facendogli perdere i
sensi.
Dromos si voltò, la battaglia si era fermata e gli angeli
erano tutti intorno ad Amenadiel che non dava più segni di
vita.
"Oh, no… no! " pensò avvicinandosi a Lucifer
che aveva preso tra le braccia il fratello e cercava di tamponare la
ferita alla schiena con la giacca del suo completo Armani.
#
Linda era in macchina seduta al volante che cercava inutilmente di
capire cosa stesse succedendo sulla terrazza dell'Osservatorio. La
visuale era troppo limitata e Linda era riuscita solo ad intuire che
doveva essere iniziato uno scontro tra le due fazioni.
Improvvisamente Charlie sgranò gli occhi e aprì la
bocca perdendo il ciuccio che rotolò sul tappetino della
macchina ricoprendosi di polvere e bricioline.
"Che succede piccolo?" domandò Linda recuperando il
ciuccio di riserva e porgendolo a Charlie.
Ma il bambino rifiutò il ciuccio infastidito, poi cominciò
a contorcersi sul seggiolino come se volesse liberarsi dalla cintura
di sicurezza.
"Charlie, ti prego non è il momento di fare capricci!"
Linda cercò di calmare il bambino riprovando a mettergli il
ciuccio, ma il piccolo lo sputò via e urlò "Papaaaaaa…
maleeee!"
"Tesoro che cosa ti fa male?" chiese Linda allarmatissima,
era la prima volta che Charlie pronunciava parole di senso compiuto
ed erano parole di dolore.
Liberò il piccolo dalla cintura di sicurezza per controllare
cosa gli stesse provocando quella reazione.
Ma Charlie non voleva saperne di stare in braccio e continuava a
piangere e dimenarsi per sgusciare dalle braccia di Linda.
"Ma cosa ti succede, amore mio che cosa ti fa male?"
Il bambino indicò la terrazza e urlò ancora "Papà,
male!"
Linda finalmente capì "Santo cielo, Amenadiel!"
prese il bambino in braccio e scese dalla macchina, Charlie riprese a
contorcersi chiamando il padre disperato.
"Charlie, ti prego calmati, stiamo andando da papà"
cercò di tranquillizzarlo Linda, stringendolo a sé e
avviandosi di corsa verso l'entrata dell'osservatorio.
Il bambino sembrò calmarsi, ma durò poco perché
improvvisamente strinse i piccoli pugni e cominciò a tremare
e diventare rosso in viso come se stesse facendo un terribile sforzo.
"Charlie che cosa ti prende, adesso?" domandò Linda
angosciata, poi si rese conto che qualcosa stava crescendo sulla
schiena del bambino "Mioddio" urlò prima
terrorizzata e poi sconcertata nel rendersi conto che due piccole
ali grigie si erano fatte strada attraverso il tessuto della
magliettina.
Charlie sorrise felice poi cominciò a sbattere le sue alette
finché non riuscì a liberarsi dalla presa di Linda che
cercava inutilmente di tenerlo stretto, il bambino emise un gridolino
di gioia e poi volò verso la terrazza ripetendo "Papapapapa".
"Charlieeee" urlò Linda disperata mentre saliva a
perdifiato i gradini della scala di sicurezza dell'Osservatorio.
#
"Sei contento ora?" urlò furioso Lucifer
rivolgendosi a Michele "Grazie alle tua stupidità
Amenadiel sta morendo per mano di nostro fratello Rafael che ne
proverà il rimorso per tutta l'eternità!"
Rafael, inginocchiato accanto ad Amenadiel piangeva silenziosamente,
non era sua intenzione ferirlo così gravemente ma la rabbia
provata poco prima a causa del battibecco con Aniel si era riversata
sul fratello maggiore.
Avrebbe dato la sua vita per tornare indietro e cancellare quello che
aveva fatto, ma sapeva che non era possibile e che Lucifer aveva
ragione, se suo fratello fosse morto il rimorso lo avrebbe
perseguitato per il resto della sua esistenza eterna.
Michele in piede accanto a Camael osservava la scena con finto
distacco, in realtà dentro di sé era preoccupato per le
condizioni di Amenadiel per il quale aveva sempre provato grande
affetto e ammirazione.
In quel momento il piccolo Charlie si affacciò sul parapetto
della terrazza chiamando “Papapapapapa” e scatenando lo
stupore generale.
“Hey piccoletto, da quando hai le ali?” domandò
Dromos andandogli incontro e cercando di prenderlo tra le braccia, ma
il bimbo fu più veloce ed evitando di farsi acchiappare si
lanciò verso il padre.
Michele, infuriato nel vedere quello che considerava un abominio al
pari di Dromos, lo intercettò colpendolo con una manata come
se fosse una mosca fastidiosa facendolo rotolare sul pavimento.
Il piccolo una volta smesso di rotolare si mise a sedere con aria
spaventata e poi cominciò a piangere disperato.
Lucifer di fronte all'ennesimo atto di cattiveria gratuita di Michele
uscì completamente di senno per la rabbia “Ora basta,
sono stanco delle tue bravate imbecille!” urlò
aggredendolo con la spada sguainata dopo aver lasciato Amenadiel tra
le braccia di Camael.
Michele non riuscì a resistere all'attacco furioso di Lucifer
e ben presto perse la spada.
Lucifer puntò la sua lama contro la gola del fratello che
malgrado la paura sostenne il suo sguardo inferocito “Fallo
Lucifer, metti fine a questa storia dimostrando chi sei realmente!”
“Vuoi vedere chi sono realmente?” domandò rabbioso
Lucifer “Eccoti accontentato!” aggiunse buttando la spada
e trasformandosi nel Re degli Inferi davanti agli occhi di un
esterrefatto Michele che essendo sempre stato convinto che Lucifer si
vergognasse di apparire in quella forma davanti ai suoi fratelli, non
si aspettava una mossa simile.
“Difenditi dal Re degli inferi, vigliacco!” concluse
Lucifer sferrandogli un potente calcio nello stomaco, Michele si
piegò per il dolore, il diavolo lo afferrò per le
spalle e gli diede una ginocchiata in faccia, rompendogli il naso e
facendolo urlare di dolore.
Ma Lucifer reso ancora più rabbioso dalla sua forma demoniaca
non ebbe alcuna pietà e continuò a colpirlo fino a
quando l'angelo non crollò a terra rannicchiandosi su se
stesso per cercare di difendersi dalla violenza del fratello.
“Adesso non ti senti più così forte e invincibile
eh? Imbecille!” lo apostrofò il diavolo chinandosi su di
lui e ricominciando a colpirlo senza pietà.
Ma qualcuno lo afferrò e lo tirò indietro, Lucifer
furioso sgomitò per liberarsi colpendo in faccia Camael che
lasciò la presa e tenendosi il naso sanguinante gli gridò
in faccia “Ora basta maledizione! O non sarai soddisfatto
finché non ci avrai ammazzato tutti?”
Lucifer si fermò ansimando “Mi dispiace Camael, non
avevo intenzione di colpirti!” si scusò.
“Anche Rafael non aveva intenzione di ferire così
gravemente Amenadiel eppure lo ha quasi ucciso, dobbiamo ringraziare
il piccolo Charlie che è riuscito a richiamarlo tra noi!”
“Amenadiel sta meglio?”
“Un po' meglio, abbandona questo aspetto e apri le tue ali
bianche, ho bisogno di una delle tue penne per chiudere la ferita di
nostro fratello!”
Lucifer lo guardò stupito ma cambiò aspetto, aprì
le candide ali e si strappò una penna porgendola a Camael
“Maze non è l'unica a conoscere il potere rigenerante
delle ali di Samael!” sorrise Camael prendendo la penna di
Lucifer e dirigendosi verso Amenadiel, che si era svegliato ed era
ancora sdraiato con la schiena poggiata al petto di Rafael che lo
abbracciava per sostenerlo e piangeva lacrime di felicità.
Lucifer notò con sollievo che il fratello pur essendo molto
pallido si era ripreso abbastanza da riuscire a tenere in braccio e
accarezzare il piccolo Charlie che aveva nascosto il viso tra il
collo e la spalla del padre.
#
Linda raggiunse gli altri e chiese ansimando ormai quasi senza fiato
“Come va la battaglia? Che è successo ad Amenadiel,
avete visto Charlie?”
Chloe che aveva appena finito di curare la ferita di Maze con quello
che aveva trovato in una cassetta di primo soccorso le si avvicinò
con aria rassicurante “La battaglia è stata interrotta
perché Amenadiel è stato ferito, ma non preoccuparti
sembra che stia meglio, Charlie è con lui ecco... non
spaventarti ma sembra che abbia... “
“Un paio di piccole ali!” Linda finì la frase per
lei “Credo abbia sentito quando il padre è stato ferito
ed ha desiderato così tanto raggiungerlo da farsele sbucare e
volare via! Come vanno le cose tra Lucifer e Michele?”
“Insomma” intervenne Ella, si sono scontrati molto
duramente, ora sembra ci sia un po' di calma!”
“Ok, allora voglio andare la fuori a vedere come stanno
Amenadiel e Charlie!” disse decisa Linda.
“Temo che non sarà così facile, Dromos ha
sigillato la porta per proteggerci dai fratelli di suo padre!”
rispose Dan indicando la spada piegata intorno alle maniglie della
porta della sala.
“Come ha potuto fare una cosa del genere e uscire fuori?”
domandò perplessa la dottoressa.
“In effetti era già fuori, credo lo abbia fatto grazie a
qualche tipo di potere mentale che ha scoperto di possedere quando si
è trasformato in un angelo” rispose Dan.
“Dromos è diventato un angelo?” domandò
Linda sempre più stupita.
“Si, Chloe lo ha aiutato a portare fuori quel suo lato
nascosto, è diventato ancora più bello!” aggiunse
Ella sorridendo orgogliosa.
“Beh, mi separo da voi per mezz'ora e succede di tutto!”
commentò Linda.
“Hey, venite a vedere, credo che Lucifer stia provando a
rappacificarsi con Michele!” chiamò Dan.
“Spero che stia attento, non mi fido di quell'angelo infido e
traditore!” commentò Maze raggiungendo Dan di fronte
alla grande vetrata che separava il demone e gli umani dagli angeli.
#
Lucifer si era calmato grazie all'intervento di Camael, la sua rabbia
aveva ceduto il posto alla pietà nel vedere il viso tumefatto
di Michele.
"Perdonami Michele, ho esagerato non avrei dovuto perdere il
controllo in quel modo" si scusò tendendo una mano al
fratello per aiutarlo a rialzarsi.
Michele fissò per un istante la mano del fratello, poi allungò
la sua per stringerla, Lucifer si chinò leggermente sul
fratello per aiutarlo a rialzarsi accennando un sorriso che si
tramutò in una smorfia di dolore quando Michele con un sorriso
beffardo gli affondò nello stomaco uno dei pugnali che teneva
nascosti negli stivali argentati.
"Credi che bastino un paio di parole di scusa e un sorriso
contrito per cancellare i tuoi tradimenti, Lucifer?" ringhiò
Michele rigirando il pugnale nella ferita con cattiveria.
Lucifer riuscì a spingere indietro il fratello, portò
le mani al ventre e osservò stupito il sangue sgorgare dalla
ferita.
"Che cosa hai fatto Michele?" urlò Azrael disperata
lanciandosi contro il fratello e spingendolo lontano da Lucifer.
Dromos, che era ancora inginocchiato accanto ad Amenadiel, si voltò
e rendendosi conto di quello che era successo si precipitò dal
padre.
Dietro la vetrata di cristallo Chloe e gli altri assistettero
impotenti al gesto crudele di Michele.
"Oh mio Dio... no!" urlò la detective nel vedere il
pugnale dell'angelo affondare nello stomaco di Lucifer.
Come se l'avesse sentita Lucifer si voltò verso di lei e cercò
di alzarsi ma crollò in ginocchio ansimando di dolore, Dromos
atterrò accanto a lui "Papà, sono qui!"
"Questa volta sei tu che devi aiutarmi piccoletto!" rispose
Lucifer passando un braccio intorno alle spalle del figlio "Portami
da lei!"
"Papà, ti prego no, sei ferito e lei ti rende mortale!"
lo supplicò il figlio.
"Il pugnale di Michele mi rende mortale quanto Chloe figlio, ti
prego, obbedisci!" rispose Lucifer rivolgendo al figlio uno
sguardo talmente sofferente che Dromos non osò replicare e
aiutò il padre a trascinarsi fino alla porta di cristallo che
lo separava da Chloe, dall'altra parte lei lo chiamava disperata con
le mani schiacciate contro il cristallo e il volto rigato di lacrime.
Lucifer poggiò una mano insanguinata sul vetro come per
toccarle una mano.
Si voltò un attimo verso il figlio “Sono molto
orgoglioso di te Dromos, porti quelle ali con un'eleganza degna di
tuo padre!” scherzò sorridendo.
“Ti voglio bene papà!” sussurrò Dromos
abbracciandolo in lacrime.
“Lo so, anche io ti ho sempre voluto bene piccoletto, vorrei
tanto essere stato capace di dimostrartelo come avresti meritato”
rispose commosso Lucifer accarezzando i riccioli di Dromos “Ora
ti prego, lascia che la saluti!”
Dromos annuì e si staccò dal padre per permettergli di
dedicare i suoi ultimi istanti a Chloe.
"Lucifer, ti prego, non arrenderti" lo supplicò lei
disperata attraverso il vetro "non posso vivere senza di te!"
Lui la guardò negli occhi con un sorriso triste "Ti amo,
detective!" mormorò poggiando la fronte sul cristallo.
Chloe poggiò a sua volta la fronte contro il vetro e le parve
di sentire il calore di Lucifer "Non mi lasciare" lo pregò
piangendo.
Ma Lucifer chiuse gli occhi e scivolò a terra lasciando una
striscia insanguinata lungo il cristallo che li separava.
#
Era tutto buio intorno a lui, non capiva dove si trovava, non capiva
neppure se era in piedi o sdraiato.
"Dove mi trovo" pensò Lucifer perplesso "sono
morto?"
"Tu che ne dici?" domandò una voce antica e profonda
con un fondo di ironia che non sfuggì a Lucifer.
"Chi sei? Come fai conoscere il mio nome?"
"Non riconosci la voce di chi ti ha generato, Lucifer?"
"Papà?" domandò Lucifer esterrefatto.
"Già!"
"Beh, non è che ti sia sprecato a parlarmi così
tanto da quando mi hai generato! Ma sei davvero tu o sto sognando?"
rispose.
"Sempre polemico, eh? Non riesci proprio a resistere!"
"Intanto non hai risposto alle mie domande!" continuò
Lucifer con lo stesso tono polemico e stendendo le braccia nel
tentativo di toccare qualcosa che potesse dargli almeno un indizio di
dove poteva trovarsi.
"Sei morto Lucifer, Michele ti ha ucciso!" rispose la voce
allegramente.
"Seriamente? Quel pomposo imbecille mi ha ucciso e questo posto
buio, perdonami l'ossimoro, è la morte per noi creature
immortali?"
"Non sono sicuro che sia esattamente un ossimoro" ribatté
la voce allegra facendosi pensierosa.
Lucifer cominciò a sentire un certo malessere e anche un po'
di paura.
"Ti diverti? Beato te perché io non mi sto affatto
divertendo, è questo che mi attende? Un'eternità di
buio e solitudine?" domandò con un fondo di disperazione
nella voce.
"Questo è ciò che attende Lucifer, è così
che ti chiami?"
"Che vuoi dire?"
"Non mi sembra una domanda difficile anche Chloe e Dromos lo
hanno capito. A proposito ti stanno chiamando, non li senti?"
Lucifer si concentrò, cercò di calmarsi e di ascoltare
se in quel silenzio assordante riusciva a percepire un suono, una
voce familiare, ma non sentì nulla.
"Smettila di prendermi in giro, non sento nessuna voce, perché
ti diverti a tormentarmi rispondi è questo il mio Inferno? E
così, Padre?" chiese sempre più disperato.
"A quanto pare è ciò che pensa Lucifer!”
"Basta con questi giochetti, per favore aiutami!" implorò
Lucifer.
"Ti ho già aiutato, rispondi al tuo nome, figlio!"
disse la voce pacatamente.
“Ma rispondi a chi, Padre?” domandò Lucifer
disperato “Io non sento nessuno chiamarmi!”
Questa volta non ci fu alcuna risposta.
"Papà?" chiamò Lucifer, ma la voce continuò
a non rispondere "Papà, ti prego… non lasciarmi
qua da solo!"
Lucifer fece qualche passo, o meglio mosse le gambe nel vuoto con le
braccia tese, niente non riuscì a trovare nulla intorno a sé.
"Non è possibile, devo calmarmi, ragiona Lucifer qual è
la tua più grande paura, come ti puniresti se andassi
all'Inferno?"
Mosse ancora qualche passo agitando le braccia, nulla, intorno a lui
non c'era nient'altro che uno spaventoso e silenzioso buio.
Lucifer cadde in ginocchio o più esattamente si rannicchiò
su se stesso visto che in quel nulla terrificante non c'era un
pavimento su cui cadere.
Cominciò a tremare e sudare freddo "Padre ti prego, so di
aver sbagliato in tanti modi… Chloe mi ha aiutato a capire i
miei errori e anche Dromos, Amenadiel, Linda. Tutti mi hanno aiutato,
ti prego non lasciarmi qui, in questa orribile solitudine" ma
non ci fu risposta, suo Padre se n'era andato o quantomeno aveva
deciso di aver parlato abbastanza.
Era solo, orribilmente solo in mezzo al nulla eterno.
Lucifer cominciò a piangere, prima silenziosamente poi con
singhiozzi sempre più forti e disperati che nessuno poteva
sentire.
"Così hai vinto Michele, hai avuto la tua vendetta, mi
hai mandato all'Inferno come desideravi. Lucifer il Signore
dell'Inferno è prigioniero di se stesso!" pensò
quando finalmente si fu calmato.
In quel momento si accorse di percepire qualcosa sotto di sé,
un pavimento! Era inginocchiato su un pavimento! Si alzò in
piedi e mosse qualche passo in avanti, che cosa aveva detto suo
Padre?
Lucifer si concentrò e ricordò le parole esatte “Sei
morto Lucifer, Michele ti ha ucciso”
Le mani di Lucifer si scontrarono contro una parete fredda.
Lucifer cominciò a capire, ricordò anche le parole di
Michele “Non sei più degno nemmeno di portare il tuo
nome”, Lucifer si rese conto che le sue mani stavano
toccando una superficie di metallo, qualcosa che sembrava terminare
su dei cardini, una porta!
Lucifer sudato fradicio per la tensione fece scorrere le mani sulla
porta finché non trovò la serratura.
Provò ad aprire ma niente, non capiva come fosse fatta. Si
concentrò ancora “Rispondi al tuo nome, figlio”.
Lucifer si rese conto che quello era stato l'unico momento in cui suo
Padre si era rivolto a lui chiamandolo figlio.
Dalle fessure della porta iniziarono a filtrare dei leggeri raggi di
luce.
Lucifer cominciò a percepire dei suoni lontani, accostò
l'orecchio alla porta e finalmente riuscì a sentire le voci di
Chloe e Dromos.
Lo stavano chiamando con il suo nome, il suo vero nome… e il
suo vero nome era SAMAEL!
Samael spinse la porta che al suo tocco si spalancò
completamente. Una luce celestiale lo investì accecandolo, ma
solo per un attimo.
Riaprì gli occhi "Vi sento” rispose sorridendo “E
sto arrivando!"
|
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Capitolo 12 *** Faccia a faccia ***
Capitolo
11
Faccia
a faccia
Il
sole tramontava colorando il cielo di bagliori viola e rosso sangue
quando Lucifer e i suoi fratelli raggiunsero il Griffith Observatory.
"Amenadiel,
ferma il tempo!" ordinò Lucifer arrestandosi, le sue
bianche ali si muovevano il tanto da lasciarlo galleggiare leggero in
aria senza però avanzare.
"Fratello,
lo sai che non ho più questo potere!"
"Non
è così, è ancora dentro di te, trovalo!"
rispose Lucifer deciso.
Amenadiel
giunse le mani, chiuse gli occhi e si concentrò, il suo
respiro si fece sempre più profondo, il battito del suo cuore
rallentò lentamente fino a fermarsi per un istante.
Amenadiel
riaprì gli occhi e si guardò intorno, il sole si era
fermato sulla linea dell'orizzonte, il leggero vento serale si era
calmato e uno stormo di gabbiani era immobile sopra le teste dei
quattro presidenti scolpiti sul Monte Rushmore
.
"Ce
l'hai fatta fratello!" commentò Lucifer soddisfatto
mentre osservava Michele sporgersi dal parapetto del Griffith
Observatory e lanciargli uno sguardo colmo di odio.
#
Sariel
si avvicinò a Michele "Sono arrivati Michele, Camael è
con loro!"
"Lo
vedo anche io!" rispose sgarbatamente l'angelo "Quello
sporco traditore, ero sicuro che sarebbe passato dall'altra parte!"
#
Linda
guidava il SUV a tutta velocità verso il Griffith Observatory,
seguendo Maze che davanti a loro sfrecciava nel traffico come se
stesse gareggiando per il primo posto ad un gran premio del MotoGP.
Charlie
era al suo fianco, Ella e Dromos erano abbracciati sul sedile
posteriore, Dan seduto al fianco di Ella ogni tanto dava delle
occhiate incuriosite a Dromos.
Alla
fine non resistendo più gli domandò "Insomma il
tuo vero nome è Dromos, sei il figlio di Lucifer e vivevi
all'inferno? Ma com'è, voglio dire è davvero come lo
descrive Dante, con fiere, gironi e tutto quanto?"
Dromos
gli sorrise "Finalmente ce l'hai fatta! La risposta è sì
a tutte le domande, mi dispiace avervi mentito, ma non era così
semplice da spiegare! Per quanto riguarda l'Inferno, alcune cose
descritte da Dante, tipo le fiere, l'Acheronte e lo Stige ci sono
davvero, i gironi invece non esistono.
C'è
una zona che ricorda un po' i dintorni di Los Angeles e un po' il
Grand Canyon, dove viviamo tutti noi demoni e poi c'è
un'immensa pianura buia che sembra il Regno di Mordor, ricoperta di
cenere e dalle prigioni dove i dannati scontano la loro pena eterna.
Al centro di questa pianura, poggiato su un altissimo pilastro c'è
il trono di granito dal quale mio padre vigila su tutto l'Inferno"
Dan
cerco di immaginarsi Lucifer sul trono, si grattò la nuca e
domandò ancora "Quindi, quella lince enorme era scappata
dall'inferno?"
"Proprio
così!"
"Ma
quanti anni hai? Insomma io non ti darei più di ventotto o
ventinove anni!" domandò ancora Dan.
Linda
e Charlie osservarono Dromos dallo specchietto retrovisore, Ella si
scostò solo il tanto per osservarlo incuriosita "È
vero! Anche io me lo stavo chiedendo!"
Dromos
ci pensò un attimo "Circa ventimila dei vostri"
"Circa?"
domandò Ella stupita.
"Più
o meno, non è che all'Inferno abbiamo l'ufficio anagrafe!"
ridacchiò Dromos.
"Ora
che ci penso, non ti ho ancora ringraziato per averci protetto da
quei pazzi scatenati, ti fa molto male la ferita?" aggiunse Dan.
"Non
mi fa quasi più male, Maze mi ha curato e poi noi demoni
guariamo molto in fretta"
"Hai
ragione infatti non hai più nemmeno un segno delle ferite che
ti aveva inferto la lince, come ho fatto a non pensarci quando…!"
esclamò Ella interrompendosi imbarazzata e arrossendo fino
alla radice dei capelli.
Dromos
rise del suo imbarazzo e le diede un bacio affettuoso sulla guancia
"Non sono mio padre, ma come demone qualche piccolo potere ce
l'ho anche io!"
"Potere,
oh… capisco! " ridacchiò Dan.
Questa
volta fu Dromos ad arrossire "Non… non in quel senso"
spiegò imbarazzato "... nel senso che se voglio posso
distrarre la vostra attenzione da piccoli particolari che non dovete
notare, posso anche capire se state mentendo o dicendo la verità!"
"Tu
mi puoi leggere nel pensiero?" domandò Ella un po'
sconvolta.
"No,
non leggo nel pensiero, come posso spiegarvi. È una specie di…
di…"
"Empatia
incredibilmente sviluppata?" intervenne Linda.
"Si,
ecco esatto! Grazie Linda!"
"E
pensare che inizialmente ero convinta che non sapessi interpretare le
emozioni umane, come Lucifer o Amenadiel!" sorrise Linda "Siamo
arrivati al Griffith Observatory, ecco Maze!" aggiunse
fermandosi e indicando il demone che li aspettava con un sacco di
pelle in spalla e l'aria tesa.
Davanti
all'entrata c'era una fila di turisti che attendevano impassibili il
loro turno per entrare, Dan si avvicinò mostrando il
distintivo "Oggi l'Osservatorio rimane chiuso per motivi di
sicurezza, mi dispiace ma dovete andare, potete tornare domani"
nessuno dei presenti diede segno di averlo visto né sentito
"Hey, ho detto che l'Osservatorio è chiuso e dovete
andare!" ripeté irritato.
"Guarda
che non ti sente nessuno, Amenadiel ha fermato il tempo!" rise
Maze divertita.
"Amenadiel
ha fatto cosa?"
"Ha
fermato il tempo" spiegò Dromos "è il suo
potere di angelo!"
"Ma
cosa… e allora perché noi non siamo bloccati come
questa gente?" domandò Dan sconcertato.
"Perché
se lo avesse fermato anche per noi non saremmo di grande aiuto non
credi?" gli rispose Maze guardandolo come se fosse idiota.
"Muoviamoci,
papà ha bisogno di noi, dobbiamo portare Chloe via da quella
terrazza! Dice che è meglio che passiate dalle scale di
emergenza dell'ala est" li esortò Dromos.
"Cosa…
Ma quando te lo ha detto?" domandò Dan sempre più
sorpreso.
"Un
attimo fa, noi possiamo comunicare telepaticamente" spiegò
Dromos.
"Santo
cielo! Se mi raccontassi quello che sta succedendo, mi darei io
stesso del bugiardo!" commentò Dan.
"Ora
mi spiego quelle misteriose telefonate senza cellulare tra voi due!"
rise Ella.
"Maze
dammi le armi, sono più veloce di voi" disse Dromos
spalancando le ali, Maze tolse tre spade dal sacco e lo richiuse
porgendolo al demone "Vedi di non farti ammazzare fratellino!"
sorrise abbracciandolo.
"Maze,
ma… ma allora mi vuoi almeno un po' di bene!" esclamò
stupito il demone restituendole l'abbraccio.
"Sei
proprio ottuso come tuo padre, stronzetto!" replicò lei
dandogli uno schiaffetto affettuoso e scuotendo la testa.
#
"Scendiamo!"
ordinò Lucifer.
"Fratello,
per favore fammi provare a parlare con lui" pregò Camael.
Lucifer
gli rivolse uno sguardo sfiduciato "Non servirà, lo sento
e so che lo senti anche tu!"
"Ti
prego, fammi provare comunque"
Lucifer
annuì e lasciò che Camael scendesse davanti a lui.
Atterrarono
uno dopo l'altro davanti a Michele che li aspettava con Chloe al suo
fianco e il suo piccolo esercito schierato dietro di lui e pronto a
difenderlo.
Lucifer
incrociò preoccupato lo sguardo di Chloe, lei lesse la domanda
negli occhi di lui stai
bene? e
annuì lievemente per rassicurarlo si
sto bene.
Il loro dialogo silenzioso non sfuggì ad Amenadiel che strinse
leggermente il braccio di Lucifer per fargli sentire il suo conforto.
Michele
prese la parola per primo scagliandosi contro Camael "Finalmente
ti sei rivelato per quello che sei, uno sporco traditore" lo
accusò rosso in volto per la rabbia.
"Comincio
a stancarmi di essere definito in questo modo, non ho mai detto di
essere dalla tua parte né da quella di Lucifer, tutto quello
che desidero è che questa situazione non degeneri in una
inutile battaglia tra di noi!" rispose severo Camael.
"Questa
situazione è il frutto delle azioni di nostro fratello, che
continua a sfidare le leggi di nostro Padre e tutti noi che le
rispettiamo cercando faticosamente di mantenere l'equilibrio tra il
mondo degli stupidi umani e il nostro mentre lui passa il tempo a
fornicare con qualunque cosa respiri sulla terra, fregandosene
altamente del compito che nostro Padre gli ha assegnato e rischiando
ogni giorno di distruggere tutto ciò per cui lavoriamo!"
rispose furioso Michele.
"Se
una mia scopata potesse davvero mettere in crisi i piani divini di
nostro Padre temo che dovresti cominciare seriamente a mettere in
discussione la sua infallibilità, non credi?" rispose
sbuffando Lucifer.
"Come
ti permetti di pronunciare una simile blasfemia? Non sopporto questa
tua mancanza di rispetto per tutto e tutti, sei una creatura indegna
e lussuriosa, Lucifer, talmente indegna da aver perso il diritto di
chiamarti con il tuo vero nome!"
"Il
mio nome è ancora Samael" replicò Lucifer tremando
di rabbia.
Michele
sorrise con cattiveria, era riuscito a ferire suo fratello.
"Michele,
per quanto possa essere d'accordo con te sul fatto che Lucifer debba
tornare a governare l'Inferno non posso accettare i tuoi metodi! Ti
prego rinuncia a questa follia e torna a casa, sei ancora in tempo
per farti perdonare da nostro Padre!" intervenne Azrael.
Michele
la guardò sconvolto "Stai parlando sul serio Azrael?
Adesso sarei io a dover chiedere il perdono di nostro Padre?"
Azrael
annuì severamente.
"E
se mi rifiuto?"
"Allora
ci costringerai a combattere, fratello!" rispose Camael duro.
"Oh,
quindi ammetti che in caso di scontro combatterai contro di me! E
dire che ti ho salvato la vita durante la Grande guerra prendendomi
nel ventre la lama che proprio Lucifer aveva destinato a te!"
"È
stato solo un incidente!" intervenne irritato Lucifer "Non
avevo alcuna intenzione di ferire realmente Camael, se tu non ti
fossi messo in mezzo inutilmente non si sarebbe fatto male nessuno,
esattamente come in questa occasione!"
"Non
mentire vigliacco, ti fa comodo ricordartela così! Ma io ho
sofferto a lungo perché quella maledetta ferita ha continuato
a riaprirsi per millenni!"
"Mi
dispiace Michele, sono sincero, non avrei mai voluto farti del male,
sai bene quanto ero legato a te, Camael e Azrael"
"Gia,
anche lei è con te oggi, i miei fratelli più amati,
quelli con cui ho condiviso la mia giovinezza mi hanno tradito, tutti
e tre!" esclamò furioso Michele mentre lacrime di rabbia
e dolore gli rigavano il volto.
"Allora
è questo il motivo?" intervenne Chloe attirando su di sé
se gli sguardi di tutti.
"Il
motivo di cosa?" domandò stizzito Michele.
"Il
motivo per cui hai organizzato tutto questo, non lo capisci Michele?
Non sai che odio e amore sono due facce della stessa medaglia?"
"Sta
zitta donna, non permetterti di credere di capire cosa provo!"
l'apostrofò l'angelo furioso.
"Facciamola
breve" intervenne Lucifer "lascia andare Chloe e tornatene
alla Città d'Argento, hai già combinato fin troppi
danni quaggiù!"
"Io
rimarrò qui finché tu e i tuoi cani non ve ne sarete
tornati all'Inferno, la donna resterà con me fino ad allora!"
rispose Michele allungando un braccio per afferrare Chloe, ma un
battito d'ali lo precedette e la sua mano cercò invano la
detective.
"Troppo
tardi!" rise Dromos atterrando davanti a Lucifer "Eccola
sana e salva!" disse poggiando a terra il sacco con le armi e
lasciando andare Chloe che si lanciò tra le braccia di Lucifer
"Detective!" mormorò lui accogliendola e baciandola.
"Piccolo
cane bastardo" urlò Michele lanciando il suo pugnale
angelico contro Dromos.
Lucifer
spinse via il figlio.
"Papà!"
urlò Dromos vedendo il pugnale destinato a lui trafiggere il
fianco del padre.
Michele
divenne livido in viso "Tu… tu hai osato procreare un
mostro con Lilith, nonostante il divieto di nostro Padre? È
mai possibile che la tua arroganza non conosca limiti né
rispetto per niente e per nessuno? Che tu sia maledetto ignobile
traditore, non avrò pace finché non ti vedrò
strisciare sanguinante a terra implorando pietà per i tuoi
peccati!" urlò Michele sguainando la spada.
Dietro
di lui Sariel e gli altri fecero lo stesso.
"Lucifer,
sanguini!" esclamò Chloe spaventata nel vedere la
camicia di Lucifer bagnata di sangue "Sta tranquilla, non è
nulla Detective!" la rassicurò lui estraendo il pugnale
dal fianco, poi rivolgendosi a Dromos ordinò "Portala via
figlio, è tempo di combattere!"
#
Maze,
Dan e Ella raggiunsero la sala del Pendolo di Foucault. Si
arrestarono e si guardarono intorno indecisi sentendo un rumore di
spade.
"Maze!"
chiamò Dromos entrando nella sala, con una mano stringeva la
mano di Chloe e con l'altra cercava di tenere a bada due angeli
dall'aspetto truce che continuavano ad attaccarlo.
Maze
si lanciò contro di loro "Non è leale, siete due
contro uno!" commentò iniziando a combattere al fianco di
Dromos.
Dan
la seguì "Chloe, va via, segui Ella ti porterà
fuori di qui Linda vi aspetta!"
Non
aveva finito di parlare che un altro angelo, una guerriera
biondissima, molto alta e dagli occhi di un azzurro talmente chiaro
da sembrare bianchi si precipitò nella sala dirigendosi verso
Chloe.
Dan
si frappose tra l'angelo e Chloe ma non poté nulla contro la
forza della creatura celeste che atterrò davanti a lui e con
un solo colpo di spada gli fece volare via l'arma "Levati di
torno umano, non puoi fare niente contro di me e non voglio rischiare
di ferirti!" lo ammonì freddamente l'angelo puntandogli
la spada alla gola e costringendolo ad indietreggiare.
"Che
cosa vuoi da Chloe?" domandò Dan proteggendo la detective
con il suo corpo.
"Voglio
che chieda a Lucifer di arrendersi e di tornare all'Inferno"
"Lucifer
era già tornato all'Inferno, non lo avete ancora capito? Siete
stati voi a riportarlo sulla terra, è dovuto tornare per
proteggerci da Lonzarot!" esclamò Chloe.
"Non
mentire, umana!" rispose freddamente l'angelo.
"Chloe
non sta mentendo, guerriera di luce. Te lo giuro, Lucifer è
davvero tornato per aiutarci a catturare la lince!" intervenne
Ella.
L'angelo
si voltò e la guardò intensamente nei grandi occhi neri
resi ancora più grandi dalla paura, ma Ella era sincera e
riuscì a sostenere lo sguardo azzurro della guerriera che si
fece prima dubbioso e poi sorpreso.
"Aniel,
non perdere tempo e prendi la puttana di Lucifer!" gridò
uno dei fratelli che stavano combattendo contro Dromos e Maze.
"Modera
i termini!" ringhiò Maze colpendolo con un calcio in
piena faccia e facendolo barcollare.
L'altro
angelo si infuriò e attaccò Dromos con dei fendenti
così forti che il demone fu costretto ad indietreggiare
cercando di parare i colpi come meglio poteva.
Ma
l'angelo era troppo forte rispetto al demone e l'ultimo colpo fece
volare lontano la spada di Dromos.
Ella
corse verso di loro "No Ella, è pericoloso!" cercò
di fermarla Dromos.
L'angelo
alzò la spada per infliggergli il colpo finale ma Ella si
buttò su di lui per proteggerlo "Ti prego fermati!"
implorò abbracciata a Dromos che cercava inutilmente di
allontanarla da se.
"Se
lo ami tanto muori con lui!" sentenziò l'angelo calando
la sua spada.
Ma
il fendente mortale si arrestò contro la spada di Aniel.
"Ma
cosa fai, sei impazzita?"
"Non
ci è permesso uccidere gli umani" rispose freddamente
Aniel.
"Questa
donna è innamorata di uno sporco demone sorella!"
"Questo
non ti dà comunque il diritto di ucciderla, Ysrafael, tanto
più che la piccola umana ha un cuore puro e delicato"
"Ma
cosa dici, in questo modo stai tradendo la fiducia di Michele!"
"In
questo modo sto rispettando le leggi di nostro Padre, ci penso io
qui, tu torna da Michele" rispose lei duramente, Ysrafael provò
a sostenere lo sguardo della sorella senza riuscirci "Fa come
vuoi” bofonchiò voltandole le spalle e uscendo dalla
sala.
Aniel
lo osservò volare via, poi puntò la spada contro il
petto di Dromos e lo spinse contro il muretto che circondava il
Pendolo di Foucault.
"No…!"
supplicò Ella.
"Se
vuoi aiutarlo allontanati e lasciami parlare con lui, ti do la mia
parola che non lo ucciderò"
Ella
lasciò Dromos a malincuore e raggiunse Chloe e Dan gettandosi
tra le loro braccia per cercare conforto mentre Maze continuava
imperterrita a combattere contro il suo rivale.
Aniel
osservò Dromos "Somigli molto a tuo padre e come lui
lasci che le emozioni prevalgano sulla ragione senza pensare alle
conseguenze delle tue azioni. Cosa farà la piccola umana
quando si accorgerà di quello che hai combinato?"
"Non
capisco, cosa vuoi dire?"
"Tu
cosa pensi che voglia dire?" rispose lei poggiandosi una mano
sul ventre.
Dromos
la guardò incredulo "Ma non è possibile, insomma
noi demoni non possiamo…"
"Tu
sei il figlio di Lucifer, non hai pensato che questo poteva renderti
un po' diverso
da tutti gli altri?"
"No,
io non…"
"Se
non ti uccido è perché sento che provi un sentimento
profondo e sincero per lei e poi la piccola umana ti ama così
tanto che il suo spirito gioioso morirebbe con te. Ma tu puoi essere
meglio di così nipote e lo sai”
Aniel
abbassò la spada “Guardati dentro Dromos e porta fuori
ciò che finora non hai avuto il coraggio di cercare, solo così
sarai veramente degno del suo amore!" Aniel terminò con
un tono così severo che Dromos abbassò gli occhi
imbarazzato.
"Perché
state facendo questo a Lucifer?"
La
voce di Chloe fece voltare Aniel che incrociò gli occhi verdi
della detective.
L'angelo
non rispose subito, continuava a fissare gli occhi di Chloe come se
ne fosse stata rapita.
"Per
favore rispondi!"
Aniel
si riscosse "Lucifer, come suo figlio, deve imparare a capire
che le sue azioni hanno delle conseguenze!"
"Lo
aveva già capito, te l'ho detto era tornato a governare
l'Inferno!"
"Non
mi riferisco solo a questo, mi riferisco a tutto il resto, suo
figlio, il figlio di Amenadiel e non solo..." Aniel lancio
un'occhiata a Dromos e continuò "mio Padre ha creato un
equilibrio tra i nostri mondi che a causa di Lucifer sta rischiando
di sgretolarsi"
"E
non pensi che sia proprio tuo padre a volere tutto questo? Tutto è
destinato a mutare ed evolversi Aniel, anche un ordine eterno!"
Aniel
osservò ancora i grandi occhi verdi di Chloe e sorrise "Sembri
fragile come tutti gli umani, ma dentro hai una forza incredibile,
forse è per questo che sei riuscita a far innamorare mio
fratello e a far vacillare la sicurezza di Michele!"
Un
urlo di dolore interruppe il loro confronto, Maze in ginocchio
davanti al suo avversario si teneva una spalla.
"Arrenditi,
Mazikeen sei stata battuta" disse il suo avversario puntandole
contro la spada.
Maze
guardò l'angelo con odio, ma lasciò cadere la sua
arma.
Il
silenzio calò dentro la grande sala del Pendolo di Foucault,
lo scontro dentro la sala era finito ma fuori la battaglia era appena
cominciata.
Dalle
ampie vetrate di cristallo angeli e umani potevano assistere al duro
combattimento che si stava svolgendo all'esterno.
Lucifer
combatteva contro Michele e Sariel "Sta evitando di ferirli!"
pensò Chloe accorgendosi che i suoi fendenti avrebbero potuto
essere molto più violenti.
Camael
cercava di difendersi da due angeli infuriati e Azrael lottava contro
Remiel che la incalzava con colpi di lancia rabbiosi.
Amenadiel
combatteva contro un angelo bruno in evidente difficoltà
davanti alla sua forza ed esperienza di guerriero.
“Il
mio posto è la fuori Aniel, tu fa come ti pare, ma ricorda che
la donna di Lucifer può essere la chiave della nostra vittoria
così come della nostra sconfitta!” disse l'angelo che
aveva battuto Maze aprendo le ali e abbandonando la sala.
Dan
si rivolse ad Aniel “Che cosa voleva dire?”
Aniel
rispose fissandolo con il suo sguardo quasi bianco “Questo non
sta a me spiegartelo umano, chiedilo a Chloe. Per quanto mi riguarda
ho visto abbastanza, devo tornare alla Citta d'Argento”
concluse alzandosi in volo e rivolgendo un ultimo sguardo a Dromos
che annuì lievemente.
All'esterno
l'angelo che pochi minuti prima aveva abbandonato la sala approfittò della
distrazione di Amenadiel e lo aggredì colpendolo alle spalle.
L'angelo ferito precipitò a terra senza un lamento.
Lucifer
vide la scena e il suo sguardo divenne rosso di rabbia “Dromos!”
chiamò silenziosamente.
“Sto
arrivando papà” rispose Dromos, si avvicinò a
Chloe e prendendo la sua forma demoniaca la implorò "Devi
aiutarmi Chloe, non sono abbastanza forte in questa forma"
"Non
capisco Dromos,come posso aiutarti, sono solo umana!"
"Io
sono il figlio di Lucifer, ma anche di Samael! Ma da solo non so
trovare la strada giusta, ti prego Chloe aiutami, Lucifer ti ha
insegnato come liberare la tua energia, usala per aiutarmi!"
Chloe
capì, poggiò la sua fronte contro quella di Dromos e
si concentrò, ripensò ai momenti passati con Lucifer al
suo corpo contro il suo, alle sue carezze, ai suoi baci sulla sua
pelle e lentamente il suo corpo ricominciò a brillare di una
luce prima timida poi sempre più intensa.
"Si,
così Chloe, brava" esclamò Dromos.
Di
fronte agli occhi sgranati dei suoi amici, Chloe si trasformò
in una fonte di luce celestiale che circondò anche il demone.
Chloe
si staccò il tanto da guardarlo negli occhi e ordinargli "Ora
tocca a te, trova la strada per liberare il tuo corpo!"
Dromos
annuì e chiuse gli occhi, un istante dopo le sue rosse ali
cominciarono a mutare. Piume candide le ricoprirono scorrendo sulla
pelle liscia come onde del mare, i suoi occhi da rossi tornarono
neri, gli artigli sparirono "Ce l'ho fatta" mormorò
Dromos abbracciando la Detective e alzandosi in piedi, le sue ali
bianche emanavano bagliori dorati.
Chloe
annuì sfinita, lo sforzo fatto le aveva consumato
completamente ogni energia, ma vedere Dromos nella sua forma angelica
la riempì di gioia.
"Sei
bellissimo" mormorò.
"Sono
anche molto più forte, grazie… Madre!"
rispose Dromos quindi si avvicinò ad Ella che lo guardava
orgogliosa e senza parole "Ti amo" le disse stringendola a
sé e baciandola, poi alzò una mano per scambiare il
cinque con Dan e subito dopo si avvicinò a Maze “Ora non
ti sarà più tanto facile battermi sorella, sono
diventato grande!” scherzò, Maze nonostante il dolore
dovuto alla ferita gli mollò un ceffone “Vedi di non
darti troppe arie, sei sempre uno stronzetto!” Dromos rise e la
abbracciò.
“Sono
pronto!” esclamò infine aprendo le ali e dirigendosi
verso la battaglia.
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Capitolo 13 *** Il perdono di Dio e degli uomini ***
Capitolo 13
Il perdono di Dio e degli uomini
"Papà" chiamò disperato Dromos prendendo il
padre tra le braccia.
Chloe dall'altra parte della vetrata piangeva anche lei.
Dromos trovò la forza per concentrarsi il tanto da rimuovere
la spada che bloccava le porte della sala del Pendolo di Foucault,
uscirono tutti tranne Ella che si avvicinò a Chloe
abbracciandola.
"Chloe, vieni, forse non è come sembra… Forse è
solo ferito!" cercò di confortarla.
Chloe la guardò pallida in viso e fece per alzarsi, ma non
aveva più forze, le ginocchia si piegarono e sarebbe caduta a
terra se Ella non l'avesse sorretta.
Uscirono abbracciate e raggiunsero Dromos che distrutto dal dolore
stringeva Lucifer a sé.
"Lucifer!" chiamò Chloe con un filo di voce
accasciandosi sul corpo esanime del Signore dell'Inferno
singhiozzando disperata.
Dromos la lasciò piangere per un po' poi allungò una
mano e le accarezzò i capelli, posò delicatamente
Lucifer sul pavimento e strinse a sé Chloe che restituì
l'abbraccio.
Ella, Maze, Dan e Linda, che ora teneva in braccio Charlie, si erano
stretti intorno a Chloe e piangevano in silenzio.
Anche Amenadiel piangeva "Riuscivi a farmi incazzare come pochi
fratellino, ma ora darei la mia vita per vedere ancora
quell'irritante sorrisetto ironico e sentire una delle tue stupide
battute sarcastiche!"
Michele osservava la scena con aria indecifrabile, Sariel gli si
avvicinò zoppicante "Abbiamo vinto?" domandò.
Michele si voltò e lo guardò come se non lo vedesse.
"Abbiamo vinto o no?" insistette l'angelo.
"Sta zitto, imbecille!" gli rispose Michele irritato
voltandogli le spalle e allontanandosi.
Sariel lo fissò senza capire.
Dromos osservò Michele poggiarsi al parapetto della terrazza e
osservare cupo e silenzioso il panorama di fronte a lui.
"Voglio parlargli!" disse deciso sciogliendosi
dall'abbraccio di Chloe e alzandosi in piedi.
"No, ti prego…!" lo fermò Ella.
"Io voglio capire, voglio che mi spieghi perché lo ha
fatto" rispose Dromos con tono pacato ma fermo dirigendosi verso
Michele.
Sariel si mise tra lui e Michele.
"Spostati" gli intimò Dromos.
Sariel non si mosse.
"Lascialo passare" gli ordinò Michele, Sariel eseguì
indispettito.
"Che vuoi?" domandò Michele a Dromos.
Dromos osservò silenziosamente l'angelo che lo sovrastava con
la sua mole, notò che il suo volto esprimeva dolore malgrado
le ferite causategli dai pugni rabbiosi di Lucifer fossero già
quasi guarite.
"Ti ho chiesto che vuoi" ripeté nervosamente
Michele.
"Non hai l'aria di uno che ha appena ottenuto la vendetta tanto
attesa" osservò Dromos fissandolo negli occhi.
"È quello che credi!" commentò l'angelo
cercando di sorridere sarcastico.
"È quello che vedo e che sento!" rispose il piccolo
angelo.
"Levati di torno!" rispose Michele teso, si era reso conto
che il nipote aveva davvero la capacità di cogliere le sue
vere emozioni.
"Ti dà fastidio che ti legga così bene…
zio?" Dromos calcò volutamente l'accento sull'ultima
parola continuando a mantenere lo sguardo fisso negli occhi di
Michele.
"Non permetterti di rivolgerti a me in quel modo" gli
rispose l'angelo minacciandolo con la sua spada "e levati di
torno, non te lo ripeterò un terza volta!"
"Voglio sapere perché lo hai fatto, perché hai
ucciso mio padre, il vero motivo"
"Il vero motivo lo hai già detto tu, volevo la mia
vendetta e adesso vattene!"
"Quella è una scusa, dimmi perché hai ucciso mio
padre, perché odiavi tanto tuo fratello da arrivare ad
ucciderlo!" domandò ancora Dromos.
Michele osservò il nipote per qualche istante "Sei tale e
quale Samael!" commentò inaspettatamente con gli occhi
lucidi per la commozione, rinfoderò la spada e continuò
"Tuo padre non era più mio fratello, non lo capisci? Non
sopportavo più quello che era diventato, tu non sai com'era,
non lo hai conosciuto prima che si trasformasse in Lucifer! Lui era
il più bello, il più intelligente, il più vicino
a nostro Padre di tutti noi e poi si è perso, capisci?"
"Io capisco che hai ucciso mio padre perché non eri
abbastanza maturo da accettarlo così come era, con i suoi
pregi e i suoi difetti, tu volevi un eroe in cui credere e quando lui
è caduto ti sei sentito deluso e tradito. Invece di stargli
vicino come avresti dovuto lo hai abbandonato al suo destino
infernale, sei stato tu il primo a tradirlo anzi siete stati tutti
voi!" concluse Dromos rivolgendosi furioso anche agli altri
angeli che abbassarono lo sguardo imbarazzati.
"No, non è così, nipote. Io… Io non volevo
uccidere mio fratello, io volevo uccidere Lucifer, come tu hai ucciso
il demone che era in te a causa sua"
Dromos lo fissò disgustato "Continui a parlare come se
Lucifer e tuo fratello fossero due persone diverse! Non capisci che
non è così? Uccidendo Lucifer hai ucciso tuo fratello
Samael. Quanto a me, posso anche essere riuscito a portare fuori la
mia anima angelica ma sono e sarò sempre anche un demone!"
"Lo credi davvero?" lo sfidò Michele.
Dromos rispose con la stessa aria di sfida, aprì le ali, si
concentrò e… non successe niente.
"Ma cosa…?” Si domandò Dromos provando
ancora. Niente non riusciva più a cambiare aspetto, rivolse
uno sguardo incredulo a Michele che crollando in ginocchio gli
rispose in lacrime "Hai capito ora cosa desideravo davvero?"
Dromos lo osservò piangere, intorno a loro si era fatto il
silenzio, nessuno parlava, alcuni piangevano silenziosamente. Dromos
osservò la detective che accarezzava il volto di Lucifer
mormorando il suo nome e improvvisamente fu colto da un'inaspettata
rivelazione.
Si avvicinò a Michele e gli posò una mano su una spalla
"Credo di aver capito, forse non hai del tutto torto!" gli
disse pacato, Michele lo guardò stupito.
Dromos si accostò a Chloe e le disse gentilmente "Non
pronunciare più quel nome Chloe, non serve a nulla, Lucifer è
morto e non tornerà"
Chloe gli rivolse uno sguardo distrutto dal dolore.
"Dromos, non credo che la aiuti parlandole in questo modo!"
intervenne Dan un po' irritato per la poca delicatezza dimostrata da
Dromos.
Ma questi continuò prendendo il viso di Chloe tra le mani
"Ascolta Chloe, Michele ha ucciso Lucifer ma forse Samael è
vivo e ha bisogno del nostro aiuto, capisci cosa voglio dire?"
"No… Non ti capisco, come potrebbe essere, che cosa vuoi
dire Dromos?" domandò confusa Chloe.
"Voglio dire che forse Samael è imprigionato nel corpo e
nella mente di Lucifer, come il Dromos che vedi ora era imprigionato
nel demone che ero!"
Il viso di Chloe si illuminò di speranza "Vuoi dire che
forse ha soltanto bisogno di aiuto per riuscire a tornare?"
"Esatto Chloe, ma per aiutarlo dobbiamo chiamarlo con il suo
vero nome!"
Chloe abbracciò l'angelo e gli sussurrò "Aiutami a
riportarlo a casa!"
#
Samael seguì le voci di Chloe e Dromos che lo chiamavano, volò
veloce fino a quando iniziò a scorgere due ombre scure, la cui
forma dapprima indistinta si fece sempre più definita fino a
poter distinguere chiaramente Chloe e Dromos inginocchiati e
abbracciati.
"Eccomi!" esclamò aprendo gli occhi e mettendosi
seduto.
Chloe lo abbracciò nascondendo il viso contro il suo petto.
Samael la strinse a sé e per un attimo l'angoscia provata
nella prigione infernale gli strinse di nuovo il cuore.
"Mi avete riportato a casa, Chloe, tu e Dromos mi avete
salvato!" mormorò allungando un braccio per far capire al
figlio che voleva abbracciare anche lui.
Dromos non se lo fece dire due volte e si lanciò tra le
braccia di suo padre e di Chloe.
Samael si guardò intorno e notando gli sguardi sbalorditi
degli amici domandò perplesso "Che succede, che avete da
guardarmi in quel modo?"
"Guardati riflesso nelle vetrate!" rispose Dromos con gli
occhi che brillavano di gioia.
Samael si alzò in piedi e ammutolì di fronte
all'immagine che gli rimandò il cristallo.
Un angelo bellissimo dai capelli ricci e corvini dai riflessi blu
scuro lo guardava con due occhi neri che emettevano bagliori dorati
ad ogni battito delle palpebre.
Le sue ali erano talmente candide da emanare piccoli lampi di luce
bianca ad ogni minimo movimento, il suo corpo era contornato da
un'aura di luce che si muoveva leggera insieme a lui.
"Oh no… di nuovo quegli assurdi riccioli impossibili da
pettinare!" si lamentò.
"Beh… È tutto quello che hai da commentare?"
gli domandò ridacchiando Amenadiel.
"Non hai idea di quanto sia difficile domarli!" rispose
Samael passandosi una mano tra i capelli.
"Comincio a pensare che quello vanitoso fosse Samael"
commentò Chloe sorridendo.
Tutti i fratelli e gli amici si strinsero intorno a Samael, tutti
meno Michele che se ne stava ancora inginocchiato in disparte, con lo
sguardo rivolto al pavimento.
Samael lo notò, si sciolse dagli abbracci e si avvicinò
al fratello porgendogli una mano.
Chloe notò che Samael era molto più sciolto e pacato
nei movimenti rispetto a Lucifer, il suo portamento esprimeva una
sicurezza e una forza interiore che il "diavolo" non aveva
mai mostrato di possedere.
Michele alzò lo sguardo e domandò tristemente "Riesci
ancora a fidarti dopo quello che ti ho fatto, fratello?"
Samael annuì, Michele allungò la sua mano per
stringere quella del fratello e alzarsi in piedi "Ho fatto molte
cose di cui non vado fiero per riportarti tra di noi, Samael. Non mi
sono mai vergognato tanto come quando ti ho visto chiudere gli occhi
e scivolare lasciando il tuo sangue su quel vetro, o meglio, solo quando ho
ucciso quel povero ragazzo innocente ho provato altrettanto disgusto per me
stesso!" disse Michele con aria addolorata.
"Lo so e mi dispiace… Mi dispiace per tutto, per la
ferita che ti ha causato tanto dolore, per averti deluso tanto tempo
fa e perché tra tutti i fratelli nostro Padre ha scelto te per
aiutare Chloe e Dromos nel difficile compito di mostrarmi la via per
perdonare me stesso fino in fondo" rispose Samael
abbracciandolo.
Michele restituì l'abbraccio "Bentornato, fratello mio"
mormorò felice e in quel momento l'argento delle sue ali tornò
a brillare così forte da diventare quasi accecante.
"Samael, davvero era tutto un piano di nostro Padre?"
domandò stupito Amenadiel.
"È così, Amenadiel" rispose Aniel comparendo
alle sue spalle "solo Michele, il più onesto e retto tra
noi, colui che più di tutti aveva sofferto nel veder cadere
Samael poteva aiutare Lucifer, ma solo perdendo se stesso e
commettendo errori tanto gravi da permettergli, infine, di
comprendere Lucifer e vergognarsi del proprio odio"
"E tu lo hai sempre saputo e te lo sei tenuto per te, stangona?"
intervenne Maze.
Aniel la guardò divertita "No, non lo sapevo neanche io,
nostro Padre non ci racconta le sue intenzioni, si limita a lasciare
che arriviamo da soli alle conclusioni"
"Già… comodo, così!" commentò
il demone.
"Beh, sono i pro e i contro del libero arbitrio, Maze"
intervenne Camael porgendole un braccio per aiutarla a sostenersi
"preferiresti non avere la possibilità di scegliere?"
"No, tutto sommato preferisco che si tenga i suoi scopi divini
per sé, almeno così non ci mancano le sorprese!"
considerò Maze, accettando l'aiuto di Camael e rivolgendogli
un sorriso così sensuale da farlo arrossire.
"Ok, Samael è tornato, tutti ci siamo perdonati ed è
tutto bellissimo" intervenne Dan "Ma adesso che cosa
succederà?"
Ci fu un attimo di silenzio, seguito da un sospiro di Samael.
"Ora ogni cosa tornerà al suo posto Dan, io tornerò
a governare l'Inferno e voi tornerete a vivere la vostra vita di
umani, com'è giusto che sia!"
Chloe abbassò lo sguardo in silenzio.
"E Dromos?" domandò Ella timorosa della risposta.
"Dromos può scegliere se tornare all'Inferno o
raggiungere la Città d'Argento, la sua trasformazione glielo
permette" rispose Aniel.
"Non mi interessa raggiungere la Città d'Argento, se non
posso vivere con la donna che amo e con mio figlio allora il mio
posto può essere solo al fianco di mio padre"
"Che significa tuo figlio?" chiese Samael rivolgendo
uno sguardo severo a Dromos che arrossì e abbassò lo
sguardo.
"Come... come lo sai?" domandò Ella stupita.
"Se n'è accorta Aniel" rispose Dromos avvicinandosi
a Ella e abbracciandola "Mi dispiace tanto, io non credevo di
poter avere figli. I miei fratelli non possono procreare, non sapevo
di essere… diverso"
"A me non dispiace per niente, Dromos, ma non voglio che tu
torni all'Inferno" rispose Ella piangendo e stringendosi
all'angelo come per impedirgli di andar via.
"Dromos potrà tornare ogni anno la settimana di Natale
per stare con la sua famiglia" concesse Samael "di più
non posso fare!"
"E tu, Samael?" domandò Chloe "quando potrai
tornare dalla tua famiglia?"
Samael si avvicino a Chloe e le prese il viso tra
le mani "Sai già la risposta, detective, al nostro amore
non è più concesso esprimersi in questo mondo. Ma un
giorno potrai scegliere se raggiungermi o no. Anche Ella potrà
scegliere, è il dono di mio Padre per aver amato me e Dromos
nonostante sapeste ciò che eravamo!"
Chloe annuì, il suo volto era rigato di lacrime, dentro di sé
aveva sempre saputo che un giorno Lucifer, o meglio Samael, sarebbe
dovuto tornare ai suoi doveri di Re degli Inferi e nonostante sapesse
già quale sarebbe stata la sua scelta futura, in quel momento
non poteva evitare di sentire un profondo dolore al pensiero di
lasciar andare per la seconda volta Samael perché sapeva bene
che non avrebbe potuto amare nessun altro e che nonostante l'amore
dei suoi amici e di sua figlia Trixie, si sarebbe sentita sola per il
resto della sua vita.
"Ma che accidente di dono sarebbe scegliere di vivere
all'Inferno, Samael!" commentò rabbiosamente Dan "A
me sembra una punizione, non un dono!"
"No amico, ti sbagli è un dono perché a nessun
altro umano è concesso scegliere consapevolmente tra Inferno e
Paradiso" spiegò Dromos.
"Quindi… io non potrò scegliere?" domandò
Dan scosso.
"In ogni modo non ti è dato saperlo ora, mi dispiace Dan"
rispose Samael.
"Beh, forse è meglio così" concluse Dan
amaramente.
"Beh, a questo punto mi sa che me ne torno a casa anche io, in
fondo il mio posto e là, con voi due idioti!"
"Ma noi… noi siamo diventati una famiglia"
intervenne Linda "non capisco perché proprio ora dobbiamo
separarci, Dromos e Samael voi siete gli zii di Charlie!"
"Quando si diventa adulti bisogna avere il coraggio di prendersi
le proprie responsabilità e fare delle scelte, sei stata tu la
prima ad insegnarmelo Linda" rispose Samael "E a volte
prendersi le proprie responsabilità significa avere il
coraggio di staccarsi dalla famiglia e seguire la propria strada, ma
questo non significa smettere di volersi bene. Noi ci ameremo sempre
e…" Samael si interruppe commosso, sospirò e
concluse "È ora di andare Dromos".
"Samael" mormorò Chloe stringendosi contro il suo
petto senza riuscire a trattenere le lacrime.
"A presto, detective!" rispose il Signore degli Inferi
baciandola dolcemente.
Dromos abbracciò a sua volta Ella "Ci vediamo a Natale,
au revoir ma petit coroner!"
"Arrivederci estùpido angelo!" rispose piangendo
Ella.
Dromos, Samael e tutti gli angeli aprirono le ali, anche Camael che
sorreggeva ancora Maze "Hey, vedi di mollarmi il braccio, non ho
intenzione di ritrovarmi nella Città d'Argento con voi
fighetti!" lo apostrofò lei.
"Uh, beh… veramente pensavo di accompagnarti, mi sembri
ancora provata dalla ferita e…" rispose lui imbarazzato.
"Ah... beh. Allora fai come vuoi!" lo interruppe Maze
cercando di fare l'indifferente nonostante si sentisse lusingata
dalla premura dell'angelo.
"Dromos aspetta!" chiamò Ella "Se è
maschio voglio chiamarlo Elyas, ma se è femmina?"
"È troppo strano Shakanshaa?" rispose un po'
preoccupato Dromos.
Ella ci pensò un attimo "In fondo non è più
strano di Ziggy Marley o Dweezil Zappa!"
Dromos sorrise, l'abbracciò e la baciò un'ultima volta
prima di volare via.
Gli umani rimasero soli a contemplare gli angeli che volavano via,
solo Amenadiel era rimasto con loro e stringeva a sé Linda e
il piccolo Charlie che aveva nascosto le sue alette grigie.
Improvvisamene cominciarono a sentire un gran brusio venire dalla
Sala del pendolo di Foucault, poco a poco famiglie festanti si
riversarono sulla terrazza schiamazzando e commentando allegramente
il panorama del sole che tramontava.
“Wow che bello!”
“Allora stasera si possono vedere i crateri lunari a occhio
nudo!”
“Mammaaaaa!”
“Tommy ho detto che non devi sporgerti!!!”
Chloe si guardò intorno tristemente, la vita degli umani aveva
ripreso a scorrere normalmente, ma la sua vita e quella dei suoi
amici non sarebbe stata mai più la stessa.
“Andiamo a casa ragazzi, domani ci aspetta una nuova giornata
in Centrale!” commentò avviandosi verso l'uscita.
#
Padre Ramirez rientrò nel suo appartamento sospirando, era
stata una serata faticosa e deprimente.
Non c'era niente da fare, i suoi attuali parrocchiani erano tra i più
negati musicalmente che avesse mai avuto, l'unica che gli dava
soddisfazione era Ella.
Lei si che aveva una voce stupenda, ma purtroppo era ormai al termine
di una gravidanza gemellare un po' difficoltosa per cui il medico le
aveva proibito di fare qualsiasi tipo di sforzo compreso cantare alle
prove del coro, figuriamoci se avrebbe potuto partecipare alla messa
cantata di Natale prevista di lì a due giorni.
Padre Ramirez non aveva mai avuto il coraggio di farle domande sul
padre dei gemelli, ma la sera prima sentendosi osservato mentre
attraversava la chiesa si era voltato e beh... era sicuro di aver
visto il ragazzo riccioluto di Ella sorridergli dal parapetto della
navata sinistra, dalla schiena gli spuntavano un bel paio di ali
candide dai riflessi dorati.
Il ragazzo gli aveva fatto l'occhiolino e padre Ramirez si era
stropicciato gli occhi incredulo, era stato solo per un istante ma
quando li aveva riaperti il ragazzo non c'era più.
Il sacerdote sorrise e scosse la testa, poi prese il suo basso,
accese il tablet, mise le cuffie e iniziò a suonare "Don't
stop me now" dei Queen.
Suonò per più di un'ora, poi decise di prepararsi la
cena.
Rimettendo a posto il basso come sempre rivolse lo sguardo al
portafoto sul comò. Una istantanea polaroid, in bianco e nero,
ritraeva due adolescenti vestiti in stile anni settanta con i capelli
lunghi fino alle spalle. Uno dei due ragazzi mostrava orgoglioso il
suo basso appena comprato con i risparmi faticosamente conservati per
due anni, l'altro, un ragazzo nero che era anche stato il suo
migliore amico di sempre, era seduto al pianoforte. Erano in procinto
di registrare un pezzo.
Padre Ramirez sorrise al ricordo dei tempi in cui lui e Frank erano
convinti che sarebbero diventati due rockstar! Come era stata diversa
la loro vita da quello che avevano sognato da ragazzini, anche se
Frank si era avvicinato più di lui all'obiettivo
adolescenziale.
In ogni modo padre Ramirez non si era mai pentito della sua scelta,
al contrario era convinto di aver avuto una vita molto più
ricca e interessante di quella che aveva sognato da ragazzino.
Allungò una mano per prendere il portafoto e spolverarlo,
quando sentì un gran male al braccio sinistro e una potente
fitta al cuore.
"Hey Rez… dai svegliati" padre Ramirez emise un
gemito "Eh dai, svegliati!"
Il sacerdote emise un sospiro, aprì gli occhi e si ritrovò
davanti un prete sorridente e barbuto dall'aria piuttosto
familiare.
Si alzò frastornato e incredulo "Frank? Ma… Ma non
è possibile, tu sei morto da anni! Ti hanno sparato nella tua
chiesa!"
Padre Frank ridacchiò "Uh, uh… non ti dice niente
la cosa?"
Padre Ramirez si voltò e vide se stesso steso per terra, tra
le mani teneva ancora stretto il portafoto.
" Beh, immagino di essere morto… era un infarto?"
domandò grattandosi il mento.
"Temo proprio di sì! " rispose padre Frank.
"E hanno mandato te a prendermi?"
Padre Frank sorrise allegro "In realtà doveva venire a
prenderti l'angelo Aniel, ma Freddie Mercury ha detto che non aveva
alcuna intenzione di rischiare di farsi fregare da David Bowie il
miglior bassista rock disponibile a Los Angeles e ha insistito perché
mandassero me!"
#
Trixie contemplava in silenzio le tombe di Chloe e Ella, erano
sepolte accanto a suo padre Dan, morto prima di raggiungere i
cinquant'anni a causa di un infarto inaspettato.
Il funerale era finito da poco e parenti e amici si stavano dirigendo
verso le macchine.
Una mano si posò sulla sua spalla, si girò e vide il
volto rassicurante di un uomo sulla trentina non molto alto e dai
capelli neri e ricci, era Elyas uno dei due gemelli di Ella.
"Continuo a pensare che questo incidente non sia casuale Elyas,
mamma guidava benissimo e anche se pioveva tanto non capisco come
possa essere andata fuori strada in quel modo, senza neanche
frenare…"
“Non lo so Trixie, forse era solo arrivato il loro momento come
capita a tanti!”
“Ma non trovi strano che fossero in macchina insieme proprio la
sera dell'incidente?”
"Beh, erano come due sorelle ed erano spesso insieme. Comunque è
meglio così, se proprio mia madre doveva andarsene preferisco
che se ne sia andata con la sua migliore amica" rispose lui.
Un giovane nero molto alto e muscoloso si avvicinò e si
rivolse a Trixie “Papà e mamma ti aspettano in macchina
con Noah e le bambine”
“Ok, grazie Charlie” rispose Trixie.
“Elyas io vengo con te se vuoi!” propose Charlie.
“Si, volentieri” rispose il ragazzo mentre Trixie
raggiungeva il marito e le figlie.
“Tua sorella dov'è?” domandò Charlie
guardandosi intorno perplesso.
"Indovina..." rispose Elyas con gli occhi che brillavano di
un leggero bagliore dorato.
“Vuoi dire che...?”
“Ovvio... qualcuno doveva pur accompagnarle, non credi?”
rispose Elyas con lo stesso sorriso allegro e malizioso di suo padre
e di suo nonno.
#
Dromos entrò come un fulmine nella camera da letto di Samael,
si lanciò sul letto e cominciò a scuotere il padre
"Arrivano oggi, arrivano oggi!" urlò agitatissimo.
"Sei sicuro?" domandò Samael svegliandosi e
passandosi una mano tra i capelli un po' frastornato.
"Si, sono sicurissimo, al duecento per cento, me lo ha detto
Elyas" rispose Dromos che non riusciva a stare fermo per
l'agitazione.
In quel momento uno spettinato e mezzo addormentato Camael entrò
domandando perplesso "Hey, si può sapere che cos'è
questo casino, io e Maze stiamo cercando di dormire!"
"Secondo il piccoletto Ella e Chloe stanno arrivando!"
rispose Samael vestendosi velocemente.
"Sei sicuro?" domandò Camael.
"Al duecento per cento!" rispose Dromos emozionatissimo.
"Andiamo sul mio trono, da lì le vedremo arrivare di
sicuro" propose Samael cercando di non mostrare la sua
agitazione.
"Maze, vieni stanno arrivando Ella e Chloe" chiamò
Camael aprendo le ali.
#
"Siamo arrivate!" dichiarò Shakanshaa davanti al
gigantesco portone infernale "Ora sta a voi, potete ancora
cambiare idea!"
Chloe sorrise alla figlia di Ella, ancora una volta non poté
fare a meno di pensare che la ragazza dai lunghi capelli ricci e
scuri era praticamente il ritratto di suo padre.
"Ho aspettato questo momento per più trent'anni, non ho
davvero intenzione di tirarmi indietro proprio adesso e penso neanche
Ella!"
"Esatto!" annuì vigorosamente l'amica "Qui è
dove vive tuo padre Shaky e perciò è dove voglio vivere
anche io!"
La ragazza sorrise e notò stupita che sua madre e Chloe erano
tornate ad avere l'aspetto che avevano ai tempi in cui si erano
dovute separare da Dromos e Samael.
Non poté fare a meno di pensare che nonostante fossero state
senza ombra di dubbio due belle donne anziane, ora che erano
nuovamente giovani come nelle vecchie foto conservate nel computer
di Trixie, erano davvero bellissime.
"Spero di avere anche io la fortuna di incontrare un uomo con
cui condividere un amore profondo come il vostro!" sospirò
"Ok, allora io vado!"
"Non vuoi entrare a salutare tuo padre e tuo nonno?"
domandò Ella stupita.
"Oggi non posso mamma, il mio compito era di accompagnarvi fin
qua, ma il sentiero infernale per raggiungere papà e Samael
dovete percorrerlo da sole. Sta tranquilla tornerò presto a
salutarvi con Elyas, sai bene che noi possiamo varcare il confine tra
i due mondi ogni volta che ci va!"
Ella sorrise commossa e abbracciò la figlia.
Anche Chloe abbracciò Shakanshaa "Stai vicino a Trixie,
ora che me ne sono andata anche io non ha più i genitori e
anche se ormai è una donna adulta e sposata so che sarà
dura per lei"
"Non preoccuparti zia Chloe, Trixie è praticamente una
sorella maggiore per me ed Elyas, non la lasceremo sola"
Un rombo sordo annunciò che il portone infernale si stava
aprendo "È ora, andate" annunciò Shakanshaa.
Chloe prese la mano di Ella, le due amiche si scambiarono uno sguardo
d'incoraggiamento e si inoltrarono lungo il sentiero infernale scuro
e colmo di cenere, Shakanshaa le osservò procedere sicure
finché l'enorme portone di pietra si richiuse.
"Missione compiuta, fratellino!" comunicò ad Elyas
sorridendo commossa.
#
"Allora… Vedi qualcosa? " domandò Dromos a
Samael. Era arrampicato sul trono infernale insieme a Maze e Camael
ed era agitatissimo.
"No, e stai calmo! Non eri tu quello che aveva imparato a
gestire le emozioni in modo maturo?"
"Si ma sono agitato e se… se invece, se non…."
Samael alzò gli occhi al cielo "Non eri tu quello sicuro
al 200 per cento?"
"Si io... lo ero, però…"
“Sei agitato!” concluse Camael ridacchiando.
“Esatto!” ammise Dromos.
"Eccole" esclamò Samael emozionatissimo
"Cosa, dove… dove sono, papà non le vedo!"
"Laggiù, sono quasi arrivate alla fine del sentiero che
porta al ponte sullo Stige. Andiamo piccoletto, non vorremo far
aspettare due signore!" Samael spalancò le ali e afferrò
il figlio per la collottola trascinandolo con sé.
“Portami giù Camael, voglio salutarle anche io!”
ordinò Maze sorridendo allegra al suo compagno.
“Santo cielo, eccoli!” urlò Ella indicando Samael
e Dromos che volevano verso di loro.
Non fecero in tempo a poggiare i piedi sul terreno che Chloe ed Ella
erano già tra le loro braccia.
“Finalmente, amore mio, ormai Trixie è adulta e sposata
e io non riuscivo più a vivere lontano da te!” mormorò
Chloe schiacciando il viso contro il petto di Samael.
“Neanche io, Chloe!” rispose Samael baciandole i capelli
e accarezzandola commosso.
“Ben arrivate ragazze!” commentò Maze saltando giù
dalle braccia di Camael che era appena atterrato.
“Camael? E tu che fai qui?” domandò stupita Chloe.
L'angelo arrossi imbarazzato “Ecco io... ogni tanto vengo a
trovare Maze... noi...!”
“Stiamo insieme!” concluse Maze con un sorriso luminoso
in volto.
“Wow, sono felice per voi, siete una coppia fantastica!”
esclamò Ella elargendo prima a Maze e poi a Camael i suoi
famosi abbracci.
“Ma che succede? Cosa brilla laggiù” domandò
incuriosita Chloe indicando delle luci che si accendevano una dopo
l'altra nella pianura infernale.
“Oh, quelle sono le anime dei dannati che finalmente hanno
compreso la gravità dei loro errori e ottenuto il perdono di
Dio e degli uomini!”
“Ma non avevi detto che nessuno usciva mai dalle celle?”
“Si, è vero lo avevo detto. Ma questo accadeva prima che
grazie a tutti voi io riuscissi a perdonare me stesso!”
“Vuoi dire che tutto quello che abbiamo passato ha permesso
alle anime infernali di avere la possibilità di ottenere il
perdono?” domandò Chloe commossa.
“Proprio così amore mio, se anche il Diavolo può
capire i suoi errori, perdonare se stesso ed essere perdonato, allora
tutti hanno una possibilità, anche i dannati!” sorrise
Samael.
Anche Ella osservò commossa le luci e ripensò alle
parole di padre Ramirez, erano passati tanti anni ma non le aveva mai
dimenticate: a volte Dio ci sta chiedendo di aiutarlo a realizzare
il suo piano per qualcun altro.
Rivolse uno sguardo innamorato a
Dromos e lo strinse ancora di più tra le braccia “Ella!”
mormorò lui mentre ancora una volta i battiti del suo cuore
acceleravano.
Le luci si librarono lentamente verso il cielo come tante lanterne
di carta. Tutte tranne una che rimase indietro. La luce sembrò
indugiare, poi scese verso il gruppo di amici.
Quando fu abbastanza vicina Chloe ed Ella riconobbero Dan.
“Dan, come sei finito qui?” chiese Chloe sconvolta.
“Io... avevo qualcosa di irrisolto da scontare, Chloe. Sai bene
che non sono stato sempre limpido durante la mia vita. Ma poco fa ho
compreso fino in fondo i miei errori e ho deciso che ero stanco di
punirmi. Voglio andare avanti, è tempo che raggiunga
Charlotte, mi aspetta da troppo tempo ormai. Addio amici, vi auguro
di essere felici” rispose sorridendo Dan alzandosi in volo.
“Addio, Dan!” lo salutarono commosse Chloe ed Ella.
“Beh, direi che possiamo affermare ufficialmente che Dan non è
più il Detective stronzo” commentò
allegramente Samael.
“Samael!” lo
richiamarono in coro gli amici sorridendo.
_____________________________________________________________________
Prima o poi ogni storia deve finire e anche questa mio malgrado è
arrivata alla fine.
Ammetto che mi dispiace davvero tanto, mi ero affezionata ai
personaggi e anche se so che presto arriverà la quinta
stagione di Lucifer... mi mancherà Dromos!
Spero che questo finale non abbia deluso chi si è appassionato
alla mia storia, sinceramente mi sembrava che non ci potesse essere
conclusione migliore che scoprire che tutto il percorso di redenzione
di Lucifer era finalizzato ad offrire una possibilità di
redenzione anche ai dannati perché forse anche tra loro c'è
qualcuno che come Dan nel fondo dell'animo ha mantenuto qualcosa di
buono e puro che può portarlo alla salvezza, basta solo che
abbiano la possibilità di diventarne consapevoli.
Piccola curiosità: avete notato come si chiama il marito di
Trixie?
Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito, chi ha lasciato e chi
lascerà un commento .
Infine una notizia, spero buona, per chi ha amato Dromos: questa
esperienza mi ha fatto tornare la voglia di concludere una storia che
ho iniziato diversi anni fa, molto prima che trasmettessero la serie
Lucifer.
Il titolo è “Un diavolo a Roma”, il protagonista
principale è un demone che cerca di riconquistare il suo
amore perduto e che... somiglia parecchio a Dromos ;)
Ho cominciato a pubblicarla
nella sezione “Soprannaturale” per cui, se vi va, seguite le avventure di Azaele, Alba e Michele.
Grazie ancora a tutti e a presto. Spero.
AlbAM
ATTENZIONE SPOILER DELLE STAGIONI FINALI!!!!
Nota aggiuntiva dopo la fine della serie originale:
è stato davvero strano scoprire che avevo intuito alcuni temi della quinta e sesta stagione un anno prima che fossero mandate in onda: la paternità di Lucifer, lo scontro con Michele, Il futuro di Dan, l'addio tra Lucifer e Chloe e la scelta finale di lei e, infine, il percorso di Lucifer finalizzato a permettere anche ai dannati, solo quelli ancora in grado di farlo, di redimersi... per quanto ovviamente trattati in modo molto molto diverso, è stata una vera soddisfazione!
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