Ritorno a Los Angels parte II

di AlbAM
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Padre e figlio ***
Capitolo 2: *** Una nuova indagine ***
Capitolo 3: *** Non so come si fa! ***
Capitolo 4: *** Qualcuno ci spia ***
Capitolo 5: *** Colui che porta la luce ***
Capitolo 6: *** Un nemico in squadra ***
Capitolo 7: *** Una terribile scoperta ***
Capitolo 8: *** Non è finita qui Lucifer! ***
Capitolo 9: *** E se fosse l'esatto contrario? ***
Capitolo 10: *** L'Inferno esiste Michele, ma... ***
Capitolo 11: *** Rispondi al tuo nome, figlio! ***
Capitolo 12: *** Faccia a faccia ***
Capitolo 13: *** Il perdono di Dio e degli uomini ***



Capitolo 1
*** Padre e figlio ***


Premessa

Inizialmente non avevo pensato a Ritorno a Los Angeles come ad una storia divisa in più parti, ma mentre scrivevo mi sono accorta che non avrei potuto sviluppare alcune idee e spunti se non realizzando almeno una parte II.

Ho pensato molto a come sviluppare il racconto perché non volevo correre il rischio di rovinare il lavoro fatto nella prima parte.

Ci ho messo quindi un bel po' prima di decidermi a pubblicare il primo episodio di “Ritorno a Los Angeles, parte II”, ma finalmente mi sembra di aver raggiunto un risultato presentabile!.

Questo primo capitolo è dedicato a Lucifer e Dromos, non poteva essere altrimenti visto che nel finale della prima parte il nostro Diavolo scopriva di essere qualcosa di più del Re degli Inferi per “il demonietto arrogante e ribelle”.

Prestissimo però incontreremo di nuovo tutti i nostri personaggi perché, come da prassi, qualcuno commetterà un omicidio e la nostra squadra dovrà lavorare più che mai unita per arrivare alla verità.

L'intento è di pubblicare un capitolo ogni settimana, compatibilmente con gli impegni di vita e lavoro.

Come sempre un sincero grazie a chi leggerà questa nuova avventura e a chi vorrà lasciare commenti e suggerimenti.


Buona lettura

AlbAM


Capitolo 1

Padre e figlio


Lucifer e Amenadiel erano affacciati al balcone dell'attico di Lucifer e parlavano a bassa voce per non disturbare Chloe che dormiva nella stanza da letto.

Allora Luci, non credi sia venuto il momento di spiegarmi perché tu e Dromos siete ancora qui?”

Lucifer rigirò tra le dita il bicchiere di whisky senza parlare.

Credo che Dromos non c'entri nulla con l'arrivo di Lonzarot...” disse poi.

Fratello… capisco che il dubbio che sia tuo figlio ti porti a volerlo difendere ma...”

Non c'entra nulla Amenadiel, te lo assicuro non è per questo. E comunque non ho molti dubbi a riguardo…”

Qualche ora fa negavi perfino che ti somigliasse!” commentò ironico Amenadiel.

Hai ragione, il fatto è che…. dentro di me credo di averlo sempre saputo o quantomeno sospettato, solo che nessuno mi aveva messo di fronte alla realtà come hai fatto tu”

Lei non ti ha detto mai detto nulla?”

Ha detto che era l'ultimo dei figli del Demone del deserto e io non sono stato a rifletterci su più di tanto. Avrei dovuto capirlo da solo man mano che cresceva... era evidente che il piccoletto fosse molto diverso da tutti gli altri e non solo fisicamente. Ha sempre provato molta più empatia per i dannati, era l'unico demone a non tormentare le fiere ed era anche l'unico a mettere in discussione un ordine se non gli sembrava corretto. E poi fin da piccolo mi ha sempre dimostrato una grande ammirazione e attaccamento, mi sono sempre nascosto dietro alla spiegazione che probabilmente rappresentavo una sorta di figura paterna in quanto Signore dell'Inferno. Sono stato più egoista di nostro padre, almeno lui in qualche modo c'è sempre stato!” commentò Lucifer con aria triste.

Pensi che Dromos lo abbia sempre saputo?”

Non lo so Amenadiel… ma anche ammettendo che Lilith non gli abbia detto nulla immagino lo abbia capito da solo. È sempre stato molto intelligente”

Forse dovresti parlargli”

Lucifer non replicò e i due fratelli rimasero in silenzio per un po'.

Se non è stato tuo figlio a portare Lonzarot, neanche involontariamente, allora come pensi che sia arrivata?”

Temo che qualcuno dei nostri fratelli possa averla portata qui con uno scopo ben preciso: eliminare Chloe e Charlie”

Sei impazzito. Come ti viene in mente una follia del genere?”

Ricordi quel ronzio che sentivamo tutti tranne te?”

E allora?”

Non era un ronzio, era una Litania. Per l'esattezza la Litania per controllare e soggiogare i demoni”

Ok, ma per quale motivo dovrebbe essere stato uno dei nostri fratelli a utilizzarla? Queste cose ormai si trovano tranquillamente su internet e potrebbe averla utilizzata un qualunque gruppo di imbecilli satanisti con la fissa di ottenere chissà quali poteri. In fondo bastava registrarla e mettere degli altoparlanti nella grotta!”

Hai visto degli altoparlanti in giro? E poi se fossero stati degli umani a recitarla credi che sarebbero riusciti ad indebolirmi in quel modo? Ho provato un dolore lancinante al cuore e per alcuni istanti non sono riuscito a reggermi in piedi”

Ok, ma continuo a non capire per quale motivo qualcuno dei nostri fratelli dovrebbe cercare di uccidere mio figlio e per quanto riguarda Chloe, nostro padre l'ha creata per te e ucciderla significherebbe ribellarsi apertamente a lui. E tu sai bene quali conseguenze derivano dal ribellarsi a nostro padre, nessuno dei nostri fratelli avrebbe il coraggio di sfidarlo!”

Fratello pensaci, tuo figlio è il frutto dell'unione di una creatura angelica con un'umana e Chloe proprio perché creata per me potrebbe darmi un figlio... E che cosa è successo millenni fa quando alcuni di noi si unirono alle donne umane e generano i Nephilim?”

Amenadiel impallidì “Ma non è la stessa cosa, a quei tempi i nostri fratelli non si preoccuparono di abbandonare i loro poteri mentre io ho generato un figlio praticamente da umano!”

Temo che per qualche nostro fratello particolarmente estremista la cosa non faccia alcuna differenza. Amenadiel tu sei comunque un Angelo e non solo hai deciso di abbandonare la Città d'Argento ma addirittura di crescere tuo figlio tra i mortali. Agli occhi di alcuni nostri fratelli la tua può sembrare una ribellione addirittura più pericolosa della mia perché io sono stato combattuto e sconfitto ma tu, senza clamore e senza alcuna punizione da parte di nostro Padre hai creato un pericoloso precedente”

Non l'avevo mai considerata in questo modo, ma se tu dovessi avere ragione credo che l'unico modo per evitare scontri sia parlare con i fratelli coinvolti e fargli capire che non hanno niente da temere. Sono certo che come ha capito Remiel capiranno anche gli altri”

Lasciami dire che ho qualche dubbio, ma forse tentare il dialogo non è sbagliato. In ogni modo io e Dromos non torneremo all'inferno finché non sarò certo che Charlie e Chloe siano al sicuro”

E anche Ella, visto l'interesse di Dromos nei suoi confronti!”

Lucifer fissò il fratello “Già, a questo punto anche Ella!”

#

Ella e Dromos erano fermi sotto casa di Ella.

Erano appena scesi dalla Corvette che Lucifer aveva prestato a un esterrefatto Dromos lanciandogli le chiavi con una strizzata d'occhio e il commento “Non vorremo far tornare in scooter una Signora!” Dromos si era emozionato come un diciottenne a cui il padre presta per la prima volta la macchina.

Elyas ti va di salire?” propose Ella “vorrei farti leggere un articolo che ho trovato su Internet, riguarda le litanie..!”.

O..ok, certo!” rispose Dromos che non era molto sicuro di voler salire solo per analizzare litanie. In ogni modo seguì Ella che prima di chiudere il portone vide i soliti ragazzini ridere. Due di loro cominciarono a ritirare banconote dagli altri e mandarono un bacio a Ella che scosse il capo sorridendo, almeno in due avevano scommesso su di lei.


Ecco leggi qua” disse Ella mostrando una pagina Internet a Dromos “parla di una Litania in grado di controllare la volontà delle creature infernali, potrebbero averla usata per controllare la lince!”

Dromos lesse l'articolo.

Però a che scopo usare una bestia incontrollabile, perché non scegliere il Leone o il Lupo che sono molto più docili?” commentò sovra pensiero.

Parli quasi come se conoscessi davvero quelle bestie, non pensavo che fossi così preparato sulla Divina commedia!”

Oh si, la conosco bene. Diciamo che per molto tempo ci ho praticamente vissuto dentro!” scherzò lui.

Ella sorrise e aggiunse “Magari hanno peccato di presunzione pensavano di poterla controllare e invece...”

Oppure avevano poco tempo per decidere e hanno tirato su la prima che hanno trovato o magari entrambe le cose. Forse fretta e presunzione hanno fatto si che scegliessero la bestia meno controllabile!”

Rimane però il problema del perché l'hanno portata qui. Non si può mica conquistare il mondo con una sola lince, per quanto infernale. E se fosse stata la prova generale di un rito finalizzato a invocare e controllare Satana?” domandò Ella spaventata.

Dromos la guardò divertito “Ella pensi sul serio che il Signore dell'Inferno possa essere controllato da quattro umani sfigati che fanno un rito da imbecilli?”

Elyas, la lince sono riusciti a portarla, forse stanno giocando con qualcosa più grande di loro!” rispose lei.

Questo in effetti è molto più probabile e con certe cose non si scherza, potrebbero causare di nuovo la morte di persone innocenti!” ammise Dromos.

Il problema è che la Lince ormai è stata catturata e il caso chiuso, non saranno svolte ulteriori indagini, tanto meno su sette sataniche misteriose e mai menzionate nel rapporto di Chloe!” commentò Ella fissando lo schermo del computer.

Dromos si incantò a guardarla, la trovava molto bella così concentrata e pensierosa “Sei molto bella, sai?”

Ella si voltò e lo guardò arrossendo, lui la attirò a sé e le diede un bacio dolce e appassionato mentre con la mano scendeva lungo il vestito per arrivare ad accarezzarle la pelle morbida della gamba.

Sentendola irrigidirsi si fermò “Scusa… sto andando troppo in fretta?”

È che…mi piaci moltissimo ma ho un po' di paura perché... non è che le mie precedenti storie siano state particolarmente fortunate"

"Ti capisco sai, le mie sono state infernali!" ridacchiò Dromos.

"Addirittura!" sorrise lei.

"Fidati…!" rispose lui baciandola ancora e prendendola in braccio.

"E se andassimo in camera da letto e provassimo a vedere che succede?" le sussurrò in un orecchio.

"Va bene" cedette Ella stringendosi al suo petto.

#

Amenadiel!” chiamò Lucifer mentre il fratello si dirigeva verso l'ascensore.

Si?”

Posso farti una domanda un po'... intima?”

Basta che non si tratti di una delle tue solite domande ironiche ed irritanti!” rispose l'angelo sulla difensiva.

Voglio solo sapere se ti è mai capitato che quando Linda... si insomma quando lei raggiunge...”

Ciao Lucifer!” lo interruppe Amenadiel voltandogli le spalle irritato.

No aspetta, sul serio... ti è mai capitato che cominciasse ad emettere luce e che la trasmettesse anche a te?”

Mi stai dicendo che voi due vi illuminate quando raggiungete l'orgasmo?” domandò serio Amenadiel.

Ecco.. si!” rispose un po' imbarazzato Lucifer.

È davvero tu non hai idea del perché succeda?” domandò Amenadiel ridacchiando.

Hai problemi di udito, fratello? Non ho chiesto perché succede ti ho chiesto se capita anche a voi” replicò Lucifer irritato.

Non ho problemi di udito Lucifer e la risposta è no, a noi purtroppo non è mai capitato. E per quanto riguarda il fatto che non hai idea del perché vi succeda...”

Non ho detto questo..!”

...forse dovresti rispolverare un po' di sanscrito o magari provare a leggerti il Kubjikamata Tantra1!” concluse mentre le porte dell'ascensore si chiudevano sul suo sorriso ironico.

Lucifer rimase per un po' sul balcone sorseggiando un drink assorto nei suoi pensieri. Poi tornò dentro e accennò al pianoforte le prime strofe di Father and Son di Cat Steven.


It's not time to make a change,

Just relax, take it easy

You're still young, that's your fault,

There's so much you have to know

Find a girl, settle down,

If you want you can marry

Look at me, I am old, but I'm happy


Era davvero vecchio e felice? Beh, da quando finalmente lui e Chloe erano riusciti ad accettare i sentimenti che provavano l'uno per l'altra era felice, questo si. Vecchio anche…. da un certo punto di vista.

Ma era abbastanza maturo per fare il padre?

Ci aveva messo quattro anni solo per iniziare a capire come amare una donna, quanto ci avrebbe messo a imparare a gestire i sentimenti per un figlio già adulto che a volte gli sembrava più maturo di lui?

Lucifer sorrise pensando a come quel piccoletto arrogante lo aveva sgridato perché non trovava il coraggio di affrontare le sue paure e tornare da Chloe una volta per tutte.

Sospirò, poi si illuminò "Linda!" afferrò il cellulare e compose il numero dell'amica psicologa.

Dopo una decina di squilli sentì la voce assonnata di Linda "Lucifer, ma che succede sono le quattro del mattino!"

"Si, beh appunto cerca di svegliarti Linda, ho bisogno di un consiglio!"

"Lucifer qualunque problema abbia sono certa che potrai aspettare fino a domani mattina"

"Cosa? No, Linda è un'emergenza…"

In sottofondo si sentì il pianto di Charlie seguito dalla voce di Amenadiel assonnata "Chi è, Lucifer? Giuro che stavolta lo ammazzo!"

"Linda…" implorò Lucifer mentre il pianto di Charlie diventava sempre più stridulo e Amenadiel imprecava infuriato contro il fratello.

"Abbi pazienza Lucifer adesso l'emergenza l'abbiamo qui, ci sentiamo domani!" tagliò corto Linda chiudendo la comunicazione.

"Che egoisti!" si lamentò Lucifer fissando contrariato il telefono.

Sospirò, poggiò il telefono sul pianoforte e raggiunse Chloe in camera da letto.

Rimase un attimo a osservarla dormire “Come sei bella quando dormi detective!” pensò spogliandosi e sdraiandosi accanto a lei avvolgendola in un dolce abbraccio.

Chloe emise un mugolio, si voltò e lo abbracciò anche lei.

Detective, dormi?” domandò lui piano.

Chloe aprì leggermente gli occhi “Mpfff... Marc.... si è svegliato... molto arrabbiato... con tutti noi!” bofonchiò riaddormentandosi abbracciata al suo petto.

Ancora incubi!” pensò Lucifer “No fratello temo che non basterà parlare, purtroppo sappiamo bene quale tra i nostri fratelli può evocare sogni negli umani più sensibili e se ho ragione temo che uno scontro aperto sarà inevitabile!”

#

Ella dormiva serena accanto a Dromos, avevano fatto l'amore ed era stato molto bello per entrambi.

Lei si era completamente abbandonata tra le braccia del demone e Dromos, che per tutta la vita si era sentito incredibilmente solo, non riusciva a credere che finalmente qualcuno gli dimostrasse di amarlo e così tanto.

"Mi piaci davvero Miss Coronér…" pensò stringendola "sei così morbida, delicata e hai un animo così gentile…Ahii!"

Qualcuno lo aveva afferrato per i capelli e buttato giù dal letto.

"Mettiti le mutande e vieni immediatamente nell'altra stanza!" sussurrò Azrael con un tono che non ammetteva repliche lanciandogli i boxer in faccia. Dromos si infilò i boxer e raggiunse l'angelo di corsa.

"Zia Ray Ray che cavolo ci fai qui?” domandò chiudendo la porta della camera da letto.

Si da il caso che Ella sia mia amica...!”

E allora... adesso ti diverti a stalkerare gli umani, non ti basta più farli morire?"

"Non è esattamente quello che faccio...“ si giustificò Azrael imbarazzata “E comunque che cosa stai combinando con Ella?" domandò Azrael fissandolo negli occhi severa.

"Uh… io niente.. cioè stavo.. stavamo... insomma è ovvio no?" replicò imbarazzato Dromos.

"Cosa stavate facendo mi è abbastanza chiaro! Intendo cos'hai in mente! Dromos anche se sei mio nipote e ti voglio bene, non intendo permetterti di sfidare le leggi di mio Padre!"

"Prescindendo dal fatto che tu come Angelo della Morte non dovresti essere amica di un'umana e quindi sei la prima a sfidare le leggi di tuo Padre…Si dà il caso che LUI, che sarebbe poi mio Nonno, abbia creato una donna tutta per mio padre. Il che non è un comportamento esattamente coerente a dirla tutta!" commentò Dromos incrociando le braccia con aria di sfida.

"Quindi stai dicendo che stai usando Ella per sfidare tuo Nonno in quanto sei arrabbiato perché ha creato Chloe per tuo padre?" lo accusò severa Azrael.

"Cosa? No, che c'entra Chloe?" replicò scandalizzato Dromos.

"L'hai appena tirata in ballo tu!"

"Volevo solo dire… insomma è solo che… perché papà dovrebbe avere il diritto di amare una donna e essere amato e io no? Ella è intelligente, dolce, buffa ed è così morbida e sexy e io adoro stringerla tra le braccia e baciarla e toccarla dappertutto e...!"

"Ok, ho capito il concetto!" lo interruppe l'angelo arrossendo imbarazzata.

"Dromos, io capisco quello che provi ma ti rendi conto che sei un demone infernale? Non puoi comportarti come se questo non avesse alcuna importanza! Cosa pensi che succederà quando Ella lo scoprirà? O pensi di poterle mentire per sempre?"

"Io… non lo so.. non ci ho pensato!"

"Ne sei sicuro?"

"Ok, ci ho pensato e ho concluso che visto che Chloe ha accettato entrambi gli aspetti di papà per quale motivo non dovrebbe farlo anche Ella?"

"Perché lei non è stata creata per te!"

Dromos ammutolì.

Era vero, Chloe era un regalo unico e miracoloso per suo padre il Re degli Inferi.

E lui chi era in fondo, il frutto di una scappatella senza importanza tra sua madre e Lucifer che neanche lo aveva mai saputo visto che sua madre aveva mentito ad entrambi sulle sue vere origini.

E oltretutto quando Dromos, ancora bambino, le aveva detto chiaro tondo che aveva capito chi fosse il suo vero padre Lilith gli aveva proibito di farne parola con Lucifer viste le gravissime conseguenze che la cosa avrebbe comportato.

Dromos non aveva mai saputo quali fossero queste gravissime conseguenze ma aveva sempre avuto il dubbio che sarebbero state più gravi per lei che per lui, in ogni modo sua madre glielo aveva fatto giurare e lui aveva tenuto fede al giuramento.

Azrael aveva saputo la verità quando si erano incontrati la prima volta che Dromos, ancora ragazzino, aveva osato sfidare le leggi di Lucifer e approfittato delle sue ali per curiosare nel mondo degli uomini. Era stato così che aveva conosciuto una ragazzina umana molto simpatica che non aveva avuto paura di lui, la sua prima e unica vera amica. Ella a volte le ricordava quella bambina e forse era anche per questo che le era piaciuta fin dal primo istante in cui l'aveva incontrata alla Centrale di Polizia.

Purtroppo la ragazzina era molto malata e ben presto Azrael era venuta a prenderla.

Vedendolo piangere disperato accanto al giaciglio della bambina e avendo intuito la sua vera natura gli aveva ordinato di aspettare il suo ritorno, voleva infatti capire chi fosse quello strano ragazzino demone capace di provare dei sentimenti così umani.

Dromos si era confidato con lei facendole promettere di tenere il segreto e da allora ogni tanto si erano incontrati nel Limbo per chiacchierare.

"Shakanshaa non ha avuto paura di me zia Ray Ray, eppure le avevo fatto vedere le mie ali e l'avevo fatta volare con me…!" disse rattristandosi al ricordo della sua amica umana.

"Shakanshaa era una ragazzina di 12 anni, a quell'età aiuta l'innocenza Dromos! In ogni modo, anche ammettendo che Ella accetti la tua parte demoniaca continua ad esserci il problema che ti è vietato unirti con un'umana e le conseguenze potrebbero essere gravi sia per te che per lei!"

"Adesso sembri mia madre!” replicò lui sbuffando.

"Dromos, ascoltami bene, se tu ami davvero Ella io potrei anche passarci sopra… Ma cerca di capire che qualcuno potrebbe disapprovare e decidere di intervenire"

"Perché ho l'impressione che non ti stia riferendo al Nonno?" domandò Dromos.

Azrael non rispose, si limitò ad aprire le ali e lanciargli uno sguardo severo.

Stava per alzarsi in volo quando Dromos le domandò "E se invece il Nonno avesse previsto tutto, se l'avesse mandata a Los Angeles per me?"

"L'ho mandata io a Los Angeles, per lei e per tuo padre"

"Ne sei davvero così certa zia?” Azrael lo guardò con un'ombra di dubbio in volto prima di alzarsi in volo.

Dromos la osservò allontanarsi poi rientrò in camera e trovò Ella seduta sul letto che lo fissava stupita con gli occhi umidi di lacrime.

Che succede?” le chiese.

Pensavo che te ne fossi andato!”

Perché mai avrei dovuto fare una cosa del genere?” domandò Dromos stupito.

Non so, in genere mi succede così!”

Perché finora hai incontrato degli emeriti imbecilli!” sorrise lui accarezzandole il viso “ma io non sono un idiota e adesso che ti ho preso non ti lascio scappare così facilmente, ma petite coronér” sussurrò liberandosi dai boxer e attirandola a se.



Nota1: Kubjikamata Tantra: il più antico testo in sanscrito che spiega il sistema dei chackra





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Capitolo 2
*** Una nuova indagine ***


Capitolo II

Una nuova indagine


Dan osservava rattristato il corpo abbandonato in una pozza di fango e crivellato di pallottole di Jaime "The beauty" Donovan.

Non che fosse un modello di virtù, ma non era neanche un uomo così malvagio da meritarsi una fine come quella ed era stato anche il più affidabile dei suoi informatori.

"Hai dei sospetti?" gli domandò Chloe.

"Solo mezza città…" rispose sconfortato Dan.

"Forse dovresti sforzarti di restringere un po' il campo Dan, non è che così tu sia molto d'aiuto!"

Commentò Lucifer accendendosi una sigaretta, Dan stava per replicare irritato quando vide la Corvette nera di Lucifer parcheggiare.

Subito dopo scesero Ella ed Elyas, che indossava di nuovo una camicia di flanella, jeans e scarpe da tennis.

Ella salutò tutti con un'aria a metà tra il felice e l'imbarazzato e si diresse verso il corpo per iniziare le sue analisi.

"Vedo che sei ritornato al tuo stile da universitario fuoricorso" commentò Lucifer osservando Dromos con aria di rimprovero "Dove hai trovato quei vestiti?"

"Me li ha dati Ella, suo fratello li aveva lasciati a casa sua"

"Scusa adesso Ella ti presta i vestiti del fratello?" domandò Dan "e poi com'è che eri a casa sua così presto?"

"Non che siano fatti tuoi, comunque ho dormito da lei" rispose senza girarci intorno Dromos fissandolo dritto negli occhi.

Lucifer ridacchiò soddisfatto, Chloe si imbarazzò a morte e Dan stava per replicare quando Ella, che non si era accorta di nulla, si avvicinò tutta eccitata "Ragazzi, qui qualcosa non torna!"

"Che intendi Ella?" domandò Chloe felice di cambiare argomento.

"Ok, voi cosa pensereste se trovaste un corpo crivellato di pallottole? Che sia così che l'assassino ha voluto ucciderlo, giusto?"

"Ella puoi venire al dunque senza tanti indovinelli!" rispose Dan nervosamente.

"Oh, scusa Dan dimenticavo che eravate amici"

"Non eravamo amici, era uno dei miei informatori"

"Ok, insomma il punto è che non c'è abbastanza sangue intorno al corpo, cioè una mitragliata come quella che ha ricevuto avrebbe dovuto provocare una gran fuoriuscita di sangue e invece nada, solo poche gocce!"

"Vuoi dire che non è stato ucciso qui?" domandò Chloe.

"No, voglio dire che non è stata la scarica di pallottole a ucciderlo!"

"Come sarebbe a dire" sei sicura?" domandò Dan?

"Certo venite a vedere! "

Il gruppetto si mosse per seguire Ella.

"Come potete vedere apparentemente la causa della morte è ovvia ma in realtà la vittima era già morta, probabilmente per un arresto cardiaco, devo analizzare il corpo per esserne certa"

"Ella stai dicendo che quest'uomo è morto di morto naturale e qualcuno ha voluto far credere che fosse stato assassinato?" domandò Chloe perplessa.

"Così pare"

"Si, ma perché? Che senso può avere?"

"Per distogliere la nostra attenzione da qualche oscura trama celestiale, magari cercando di far credere una cosa per tenerci impegnati mentre il vero obiettivo è tutt'altro?"

"Lucifer, non cominciare con le tue fesserie, cerca di rimanere serio una volta tanto.." Tagliò corto Dan.

"Io sono serissimo, Dectective stronzo…"

"Non cominciamo per favore…" intervenne Chloe

Lucifer stava per replicare, poi notando lo sguardo severo di Chloe lasciò perdere.

"Tu che ne pensi Detective?" domandò.

"Penso che in parte tu possa aver ragione.."

"Chloe!" commentò Dan alzando gli occhi al cielo mentre Lucifer lo guardava con uno sguardo di sfida incrociando le braccia soddisfatto.

"Intendo dire che forse qualcuno vuole sfruttare la morte di Jaime per qualche scopo personale, magari addossandola a qualcuno!"

"Uno dei miei fratelli angelici…"

"Ricominci con questa storia?"

"Certe volte sei proprio ottuso, Dan"

"Basta!" intervenne Chloe.

"Fanno spesso questi siparietti comici?" domandò divertito Dromos a Ella.

"Ogni volta! " rispose lei annuendo allegramente.

#

“Lucifer, che cos'è questa storia dei tuoi fratelli angelici che starebbero cercando di tenerci impegnati?” domandò Chloe, erano in macchina e si stavano dirigendo verso l'abitazione di Jaime per cercare qualche indizio.

Lucifer non rispose subito, era indeciso se fosse il caso di parlare a Chloe dei suoi sospetti, infine decise che era giusto che Chloe sapesse la verità.

“È per via dei tuoi incubi e dell'arrivo di Lonzarot...”

“Credevo che Lonzarot fosse arrivata a causa di Dromos!” lo interruppe Chloe.

“Si inizialmente lo credevo anche io, ma il fatto che Lonzarot avesse deciso di colpire a casa tua e subito dopo a casa di Linda mi ha fatto pensare parecchio e anche la questione della litania nelle grotte, credo credo qualcuno la stesse controllando!”

“Lucifer, pensi che qualche tuo fratello volesse colpire me e Linda usando Lonzarot?”

“Penso che volessero colpire te e Charlie!”

“Charlie? Ma è solo un bambino!”

“Lo so, ma non un bambino come tutti gli altri, esattamente come tu non sei una donna come tutte le altre!”

“Cosa vuoi dire?”

Lucifer si rese conto di aver parlato troppo.

“Cioè, capisco cosa intendi, Charlie è per metà figlio di una creatura angelica... ma io sono umana perché avrebbero dovuto colpire me?” Lucifer sospirò, non era ancora pronto ad affrontare con Chloe l'argomento “creata per me” così decise di raccontare la verità senza fare cenno alla questione.

“Perché in quel momento non sapevano che io avrei deciso di tornare all'inferno per proteggervi tutti e temevano che rimanendo con te avrei potuto darti un figlio, il che avrebbe significato avere due creature non umane in giro per il mondo e per loro questo è contrario ad ogni legge, capisci?”

“Lucifer, questo significa che potrebbero provarci ancora?”

“Si, Chloe ma non so in che modo!”

“Ok, ma che c'entra la morte di Jaime e il tentavo di fare credere che sia stato un omicidio?”

“Non lo so, Detective, so solo che un attacco cardiaco può essere causato da motivi naturali ma anche da uno dai miei fratelli.. e poi ho pensato molto ai tuoi incubi..!”

“Già, stanotte ho sognato Marc!”

“Si, me lo hai detto mentre eri mezzo addormentata. Vedi Michele, che tra i miei fratelli è quello che mi ha sempre portato più rancore per la mia ribellione, ha la capacità di entrare nella mente delle persone e forse ha cercato di influenzarti in qualche modo. Probabilmente la piccola Trixie essendo tua figlia è stata involontariamente coinvolta anche lei...!”

“Quindi quei sogni in cui ti vedevo mostruoso potevano essere indotti da tuo fratello che non sapendo che eri già tornato all'inferno cercava di allontanarmi da te?”

“Può darsi, o più probabilmente erano solo dei tentativi di scandagliare la tua mente sia per cercare di capire dove mi nascondevo sia per riuscire a guidare Lonzarot verso di te. Ma fortunatamente quella bestia non è così facilmente controllabile e ci ha messo un po' di tempo prima di arrivare a te e a Charlie!”

“In sostanza i tuoi fratelli nel tentativo di separarci hanno finito per riunirci nuovamente?”

“A quanto pare!”

“Quindi ora potrebbero essere più furiosi che mai?”

“Proprio così!”

“Non è un bel quadro!”

“Per niente!”

“In ogni modo le tue sono solo ipotesi e per ora non abbiamo nulla che le provi” considerò Chloe mentre rallentava per parcheggiare di fronte a casa dell'informatore.

“Io direi di concentrarci su delle ipotesi più realistiche e portare avanti questa indagine come un normale caso, ok?”

“Ma Detective...!”

“Non ho detto che escludo la tua ipotesi, dico solo che concentrandoci su questo caso, se hai ragione, troveremo le prove che ci servono per supportare la tua tesi” concluse Chloe scendendo dalla macchina.


#

Dan e Dromos stavano in silenzio da dieci minuti. Erano insieme nella macchina di Dan e si stavano dirigendo verso il quartiere dove il detective sperava di trovare uno dei suoi informatori che potesse dargli qualche dritta sulla morte di Jaime The Beauty.

Alla fine Dromos stufo di quel silenzio esclamò “Senti Dan, perché non ti levi il rospo e basta?”

Dan gli rivolse uno sguardo irritato “Quale rospo?”

“Oh avanti piantala, guarda che lo so benissimo che ce l'hai con me per stanotte, perché anche tu sei stato a letto con Ella!”

“Te lo ha detto lei?” chiese Dan arrabbiato.

“No, me lo hai appena detto tu” disse Dromos con un irritante sorrisetto soddisfatto “e comunque non ci voleva molto a capirlo!”

Dan si diede silenziosamente del cretino per essere stato così ingenuo.

“Ok, sono stato a letto con Ella e sono anche suo amico!”

“Eh già, una scopata in amicizia e via...!”

“Guarda che è stata Ella che non ha voluto mandare avanti la cosa per via del fatto che sono l'ex marito di Chloe!”

“E a te si è spezzato il cuore immagino, per questo ogni sera ti scopi una diversa!”

“Ok, non mi si è spezzato il cuore ma questo non significa che io non tenga a lei, ci conosciamo da tre anni e siamo amici, mentre tu sei spuntato praticamente dal nulla e nel giro di neanche una settimana ci vai a letto e usi i vestiti del fratello! Non mi piace, non so che vuoi da lei e non voglio che soffra. Per quanto riguarda il fatto che mi scopo ogni sera una diversa, a parte che vorrei che fossero davvero così tante, è solo che non riesco ancora a legarmi con nessuna. Tutto qui!”

“Per via del divorzio da Chloe?” domandò Dromos.

Dan lo guardò un po' stupito, poi capendo che Dromos era sincero rispose “Per via della morte della mia ragazza, Charlotte, è stata assassinata un anno fa e io non ne sono ancora uscito, ok?”

“Mi... mi dispiace Dan, non ne sapevo nulla. Scusa!”

“Non fa niente” rispose Dan poi aggiunse “sai tu somigli talmente tanto a Lucifer che potresti essere suo fratello minore però certe volte sei molto più... maturo di lui, Lucifer è un superficiale, immaturo ed arrogante e non capisco cosa ci trovi in lui Chloe!”

“Lucifer è capace di sentimenti molto più profondi di quello che credi Dan e anche se ti chiama Detective stronzo, cosa che spesso sei oltretutto...” Dan gli rivolse uno sguardo obliquo “...non significa che non sia affezionato a te e non ti consideri un amico. È solo che fa fatica a gestire i sentimenti perché nessuno gli ha mai insegnato come fare. Inoltre lui ha vissuto in modo molto diverso da voi tutti e quindi ha un modo di vedere le cose estremamente al di sopra delle parti e a volte la sua estrema oggettività di giudizio può risultare irritante, ma questo è uno degli aspetti di Lucifer che Chloe ritiene fondamentali per la soluzione delle indagini e per finire non mente mai, il che è estremamente rassicurante per una donna!”

“Perché non te lo sposi?” ribatté sarcastico Dan.

“Non posso certo sposare mio...” Dromos si interruppe “...fratello maggiore!” buttò lì tanto per concludere la frase.

“Stai scherzando Elyas, tu sei davvero il fratello di Lucifer? Ma scusa non sei il fratello di Maze che stava con Lucifer? Quindi sei anche fratello di Amenadiel... ma che famiglia incasinata siete?”

“Cosa, no... cioè si... è un po' incasinata in effetti...In ogni modo io sono fratello di Maze per parte di madre e di Lucifer per parte di padre.... Loro non sono fratello e sorella capisci?”

“E Amenadiel?”

“Lui è il fratello adottivo di Lucifer”

“Gesù che caos, mi sembra di parlare con Jon Snow! Mi spieghi in tutto ciò da dove accidenti salta fuori il tuo accento francese?”

“Ecco beh... i miei genitori si sono separati prima che io nascessi e...!”

“E tu sei finito a vivere in Francia con uno dei due?”

Dromos tirò un sospiro di sollievo, Dan si era cercato da solo la spiegazione “Esattamente!”

“Capisco! Certo che con tutto questo casino c'è da stupirsi che voialtri non siate ancora più strani di quello che siete!” concluse Dan.

Dromos pur essendo felice che il discorso si fosse chiuso, pensò con timore a come avrebbe potuto reagire Lucifer sapendo che si era inventato la storia del fratello minore. Si chiese se non sarebbe stato meglio pregare Dan di tenere la cosa per se, ma forse la soluzione migliore era non dare più di tanto importanza alla conversazione e sperare che l'argomento non saltasse più fuori.

"In ogni modo io ci tengo davvero a Ella" concluse Dromos riprendendo il discorso interrotto poco prima.

"Sei innamorato di lei?"

"Si, sono innamorato di Ella!"

Dan rimase in silenzio per qualche istante poi concluse "Allora è ok per me, mangiarane".

"Grazie per la concessione…Detective stronzo"

I due si scambiarono uno sguardo in silenzio e poi sorrisero divertiti!

Dan pensò tra sé e sé che era davvero strano che stesse nascendo una sincera amicizia proprio col fratello minore di Lucifer. Eppure a quanto pare quel giovane francese era una delle poche persone con cui si sentiva a suo agio, era un ragazzo schietto e sincero che non dava mai l'impressione di sentirsi superiore a nessuno. Dan si rilassava in sua presenza al contrario di quando c'era Lucifer che aveva il potere di irritarlo ogni volta che apriva bocca!

Che poi, pensandoci bene, doveva ammettere che da quando lo aveva tirato fuori dalla Cava stava ricominciando ad apprezzare certi aspetti di Lucifer.

In fondo nessuno lo aveva obbligato a precipitarsi a salvarlo e non aveva neanche mai fatto pesare di averlo fatto.

Forse Elyas aveva ragione Lucifer era stronzo ma anche affezionato, a suo modo.


#


"Aspetta Chloe" esclamò Lucifer trattenendo la detective per un braccio. Erano sulla porta dell'abitazione di Jaime “The Beauty”e Lucifer aveva percepito qualcosa, una sorta di vibrazione nell'aria.

"Che succede?" domandò lei tirando fuori la pistola.

"Non lo so... forse niente, fa attenzione però" rispose Lucifer aprendo la porta sbarrata.

Chloe sorrise, aveva imparato ad apprezzare l'utilità di alcune peculiarità del diavolo tipo il non dover essere costretta a sfondare le porte a calci.

"Sta indietro Lucifer non sei invulnerabile in questo momento" raccomandò lei entrando circospetta.

La casa si presentava estremamente spoglia. C'erano pochi mobili, la stanza da letto era arredata solo da un letto ad una piazza e mezzo, un comodino e un armadio per i vestiti. La cucina era arredata da un tavolo, due sedie, un frigorifero e un armadietto per le stoviglie.

Nel complesso dava l'idea di essere l'appartamento di una persona solitaria ed economicamente non molto ben messa, ma neppure in povertà.

Tra la piccola cucina e la camera da letto c'era una piccola sala che fungeva da disimpegno e salottino, ammobiliata da una libreria sorprendentemente piena di libri e una poltroncina con a fianco un comodino. Chloe notò che sul comodino c'era un piatto in terracotta che conteneva diverse chiavi, uno dei portachiavi colpì l'attenzione della detective.

"Hai notato qualcosa Chloe?"

"Questo!" rispose Chloe mostrandogli un portachiavi a forma di "teschio messicano"

"Indubbiamente è piuttosto brutto e denota un notevole cattivo gusto del proprietario" commentò Lucifer osservando il portachiavi.

"Dan ne ha comprato due set da sei l'ultima volta che è tornato a trovare i suoi parenti messicani, li ha presi come souvenir da regalare agli amici"

"Beh, al di la che non mi sorprende un simile cattivo gusto da parte sua, che ci sarebbe di strano? Era il suo informatore, glielo avrà regalato!"

"Appunto Lucifer, un Detective cerca di tenere segreto il suo rapporto con un informatore, regalare qualcosa che possa in qualche modo testimoniare un legame tra loro non è un comportamento professionale perché mette a rischio l'incolumità dell'informatore"

Lucifer ci pensò su "Questo però mi sembra strano da parte di Dan e d'altra parte si tratta di un portachiavi che puoi trovare anche su Amazon, non è neanche detto che sia stato lui a regalarglielo, magari lo ha comprato uguale perché ha lo stesso cattivo gusto di Dan!"

"No Lucifer, vedi sul retro c'è stampata una “D”, Daniel la fa stampare come parte del souvenir"

"Potrebbe averglielo preso di nascosto, in fondo era un borseggiatore e a volte Dan non è molto sveglio"

"Già" rispose Chloe pensierosa.

Fecero un giro della casa, ma apparentemente non c'era nient'altro che potesse dare qualche indizio utile sul perché qualcuno avesse voluto inscenare il falso assassinio dell'informatore.

"Torniamo alla centrale, voglio sapere se Ella ha trovato qualcosa di utile" Concluse Chloe.

"Aspetta" la fermò Lucifer che aveva notato che il cassetto del comodino del salotto era più profondo di quello che gli era sembrato quando l'aveva aperto poco prima. Lo aprì di nuovo e cominciò a trafficare per togliere il fondo. Dopo poco riuscì a disincastrare il ripiano che fungeva da falso fondo.

"Guarda Chloe" disse Lucifer tirando fuori una serie di carte e di foto una delle quali lo colpì in modo particolare, ritraeva un uomo anziano molto somigliante all'informatore.

"Sembra quasi il padre…" commentò Chloe.

"Già..."

"Queste sono delle lettere ritornate al mittente. A quanto pare cercava di contattare il padre..."

"Già…"

"Che ti succede Lucifer?"

"Niente, solo… Quello stronzo avrebbe potuto rispondergli non credi?" rispose lui con gli occhi leggermente umidi”







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Capitolo 3
*** Non so come si fa! ***


Capitolo 3

Non so come come si fa!


"Ecco, siamo arrivati!" disse Dan indicando un bar dall'aspetto equivoco all'esterno del quale due uomini grossi e poco rassicuranti chiacchieravano e fumavano, uno dei due era completamente tatuato fino al collo, l'altro aveva una cicatrice che dalla fronte arriva all’occhio sinistro.

Al passaggio di Dan e Dromos i due uomini si scambiarono uno sguardo.

L'interno del locale era buio, fumoso e nel complesso abbastanza sporco. Un ubriaco dormiva con la testa e un braccio poggiati su un tavolo, al passaggio di Dromos si mosse leggermente ed emise un gemito.

Dan si avvicinò al banco e chiamò il barman che aveva un aspetto ancora meno rassicurante dei suoi clienti.

"Hai visto Rusty?" domandò Dan.

"No, e se non vuoi da bere smamma bello. Non ho tempo da perdere"

"Digli che l'ha cercato Dan"

"Non sono la sua baby sitter né la tua segretaria, arrangiati" rispose sgarbato il barman.

"Che vuoi da Rusty, sbirro?" domandò uno dei ceffi che poco prima chiacchieravano fuori dal locale.

"Hey, non voglio sbirri nel mio locale!"

"Temi di perdere la tua clientela d'élite?" domandò Dromos sarcastico.

"Che? Ma che lingua parli sbirro?" intervenne perplesso l'uomo tatuato.

“Non sono uno sbirro, comunque piacere mi chiamo Elyas e tu come ti chiami? Fammi indovinare...Tatuaggidimmerda?”

“Non ce ne frega niente di come ti chiami sbirro!” rispose l'amico di Tatuaggidimmerda “e stai attendo a come parli se vuoi tenerti i denti in bocca!”

“E tu invece come ti chiami? “ domandò Dromos “Scarface dei poveri? E comunque ho detto che non sono uno sbirro, capite l'inglese?” rispose Dromos.

“No, lui non è uno sbirro lui è il demonio, è sceso sulla terra per portarci tutti all'inferno!” gridò l'ubriaco improvvisamente.

Tutti si voltarono verso Dromos.

“A parte che al limite sono salito e non sceso... poi francamente je me fiche de vous tous” commentò Dromos.

“Lo sentite” continuò l'ubriaco “parla la lingua del demonio”

“Veramente sarebbe francese!” intervenne Dan divertito.

“Tu capisci la lingua del demonio, sbirro?” domandò Tatuaggidimmerda perplesso e, a dire il vero, non particolarmente preoccupato dalla presenza del demonio nel bar.

“Santo Cielo, non è la lingua del demonio è francese, ha detto che se ne frega di voi tutti!”

“Ah, lo stronzetto qui se ne frega di noi, eh? Vediamo se il demonio ha abbastanza palle!” disse Scarface indossando un tirapugni per mano e avvicinandosi a Dromos con aria minacciosa.

“Attento a quello che fai!” intervenne Dan portandosi davanti a Dromos per proteggerlo.

“Non preoccuparti per me, Dan. So difendermi!” intervenne Dromos spingendolo da parte con gentilezza.

Scarface si buttò su Dromos che si limitò a scansarsi leggermente, afferrare il polso dell'uomo e farlo volare contro la parete del bar davanti allo sguardo allibito di tutti i presenti. L'uomo crollò a terra confuso e incredulo portandosi con sé i pochi e brutti quadri appesi al muro.

“Il demonio ha la forza di cento uomini, non potete sfidarlo!”

“Ancora con questa storia del demonio, hai rotto le scatole soûlard1 esclamò contrariato Dromos dirigendosi verso l'ubriaco.

«Calmati Elyas!» cercò di fermarlo Dan, ma non riuscì nel suo intento perché fu aggredito da Tatuaggidimmerda.

“Stammi lontano de..!” l'ubriaco non riuscì a finire la frase perché Dromos gli assestò un cazzotto in faccia che lo fece riaddormentare di colpo.

“Oh, finalmente un po' di silenzio!” commentò il demone soddisfatto, poi si girò verso Dan e notò che era in difficoltà in quanto a Tatuaggidimmerda si era unito anche Scarface che dopo essere stato sbattuto contro il muro aveva pensato bene di lasciar perdere Dromos e aggredire qualcuno già impegnato a difendersi.

“Questo non è molto sportivo da parte vostra!” dichiarò Dromos indignato.

“Stà lontano stronzo!” Tatuaggidimmerda tirò fuori un pugnale così grosso da far sembrare quello di Rambo un coltello per la frutta.

“Uff" sbuffò Dromos ”voialtri avete sempre problemi con le dimensioni” commentò osservando divertito il pugnale.

“Elyas attento, non fare l'eroe!” urlò Dan distraendosi e ricevendo così in piena faccia un pugno da Scarface.

Tatuaggidimmerda si lanciò contro Dromos che senza scomporsi gli afferrò il polso stritolandoglielo con una sola mano.

“Aaargh!” si lamentò l'uomo lasciando andare il pugnale e finendo in ginocchio davanti al demone che ne approfittò per tirargli un calcio nelle parti basse.

Tatuaggidimmerda stramazzò a terra lamentandosi, Dromos ne approfittò per andare in aiuto a Dan ma constatò con sollievo che quest'ultimo si era appena liberato dal suo aggressore.

“Tutto bene?” domandò.

“Abbastanza!” rispose Dan pulendosi il sangue dalla faccia con una mano, poi rivolgendosi al barman domandò “Allora, hai intenzione di dirci dove possiamo trovare Rusty o dobbiamo insegnare l'educazione anche a te?”

Il barman li guardò indeciso, poi concluse che non erano fatti suoi e rispose “Era qua una mezz'ora fa, ha bevuto e poi ha detto che sarebbe tornato a casa sua”

“E dove abita?”

“Sulla River Street, a due isolati da qua. Di più non so dirvi, arrangiatevi!”


#


Chloe fermò la macchina nel parcheggio sotterraneo della Centrale.

Lucifer era rimasto tutto il tempo silenzioso a guardare fuori dal finestrino e lei cominciava ad essere preoccupata. Non era mai capitato che stesse in silenzio così a lungo.

"Lucifer, che succede?"

Lucifer emise un sospiro "Penso che dovremo cercare il padre di quell'uomo, avvertirlo che il figlio è morto"

"Lucifer, siamo nel pieno di un'indagine..."

"E allora?"

"Per favore, cerca di capire, ora è più importante dedicare le nostre energie a scoprire chi ha cercato di far credere che fosse un omicidio”

"Te l'ho già detto chi è stato, uno dei miei fratelli! E penso che non abbia scelto a caso la vittima, voleva mandarmi un messaggio!"

"Lucifer ti prego, ti ho detto che prima di seguire questa pista dobbiamo cercare di…"

"Perché Chloe, perché non mi credi mai?" domandò sconvolto Lucifer.

"Lucifer non ho detto che non ti credo, ma anche se uno dei tuoi fratelli stesse cercando di sviarci facendoci credere che Jaime sia stato assassinato, che c'entra il problema tra Jaime e suo padre?"

Lucifer era troppo sconvolto per continuare la conversazione, scese dalla macchina sbattendo la porta e si diresse verso l'uscita del parcheggio.

"Perché è lo stesso che ho io, Chloe, e loro evidentemente lo sanno!" urlò entrando nell'ascensore e chiudendosi dietro le porte.

Chloe lo guardò andar via sconvolta e confusa.

"Lucifer, non capisco tu sai chi è tuo padre e tuo padre sa che sei suo figlio" disse ormai a se stessa.


#


Ella canticchiava di buon umore immersa dentro il suo microscopio "Guarda un po' che abbiamo qui!" commentò allegra.

"Ella!" la chiamò Chloe entrando nel laboratorio "Hai trovato qualcosa di interessante?"

"Piume!"

"Cosa?" domandò Chloe perplessa.

"Guarda qua!" disse Ella invitando Chloe a guardare nel microscopio con un cenno della testa.

Chloe incuriosita si avvicinò alle lenti del microscopio, ai suoi occhi apparve uno spettacolo di colori fluorescenti. Chloe non capiva, sembravano delle foglie molto strette e lunghe. "Non capisco, come fai a dire che sono frammenti di piume? Sembrano più foglioline microscopiche”

"No sono piume, quelle che vedi sono le tipiche barbule delle piume"

“Ma dove le hai trovate?"

"Si tratta di alcuni frammenti che erano rimasti sotto le unghie della vittima…"

"Cosa?" esclamò Chloe sconvolta.

"Ho pensato che potrebbero essere piume di cuscino, sai non sono più tante le aziende che realizzano cuscini in piuma d'oca e ancora meno in piume d'anatra e neanche gli alberghi che li utilizzano, questo forse ci potrebbe aiutare a capire dove è morto Jaime, a casa sua aveva dei cuscini di gommapiuma o di piume?"

"Gomma piuma direi" rispose pensosa Chloe "Ella, tu puoi stabilire con esattezza se si tratta di piume d'oca, anatra o... altre piume giusto?"

"Certo"

"Ok, ti prego appena hai i risultati delle analisi chiamami, a qualunque ora"

"Certo… Chloe, va tutto bene? Mi sembri un po' agitata e... a proposito dov'è Lucifer?" Domandò Ella rendendosi di colpo conto che Lucifer non era con Chloe.

"Che è successo? Non avrete litigato?"

"Ecco, non proprio, però abbiamo avuto... una discussione…"

"Niente di serio spero, mi sembrate così felici da quando è tornato!"

"Già!" Rispose la detective sorridendo un po' preoccupata. Poi cambiò argomento "Ella, volevo chiederti… Non che voglia farmi gli affari tuoi…"

Ella guardò Chloe con un mezzo sorriso d'intesa e arrossendo leggermente.

"Si, dimmi Chloe!"

"Ecco..." Chloe si strinse le mani imbarazzata "forse non è il caso... Io non vorrei essere invadente"

"È stato molto bello!" la interruppe Ella con un sorriso felice.

"Oh" Chloe tirò un sospiro di sollievo "lui è stato… insomma… non ti ha costretta a fare cose che tu non…"

"Chloe, sono una donna adulta!" rise Ella "e poi Elyas è molto dolce e premuroso" aggiunse arrossendo.

"Oh, mi fa piacere, sai ero un po'... preoccupata, non lo conosciamo bene!”

“Tranquilla è tutto a posto” concluse Ella con un sorriso radioso che rassicurò completamente Chloe.

In quel momento squillò il cellulare di Chloe.

“Che succede?” domandò Ella.

“E' Dan, c'è stato un altro omicidio, andiamo!” rispose la detective uscendo dal laboratorio in tutta fretta.


#


"Lucifer" esclamò Linda sulla porta dello studio "ma non avevi detto che non avevi più bisogno della terapia?"

"Si tratta di un'emergenza e sinceramente trovo che sia molto immaturo da parte tua rifiutarti di ascoltarmi solo perché ti ho liquidato come terapeuta!"

"Lucifer io non mi rifiuto affatto, tanto sarebbe inutile" commentò Linda alzando gli occhi al cielo “avanti, entra!”

Lucifer si sistemò sul divano e guardò Linda incerto “Linda... tu... voglio dire, immagino che Amenadiel ti abbia parlato di ... del legame...”

“Del fatto che pensi che Dromos sia tuo figlio?”

“Linda non è che lo penso, è che lui è mio figlio!”

“Lucifer come fai ad esserne così sicuro?”

“Linda... l'hai guardato bene da quando gli abbiamo dovuto tagliare i capelli e la barba? Insomma è praticamente me con venti centimetri in meno! Non riesco nemmeno a capire come gli altri non se ne siano accorti!”

“Magari non ti somiglia così tanto!”

Lucifer le lanciò uno sguardo eloquente.

“Ok, è vero, è la prima cosa che ho notato quando l'ho visto alla festa, anche se nel viso ha qualcosa di mediorientale!”

“Si, perché ovviamente somiglia anche a Lilith e lei è effettivamente mediorientale, infatti Dromos è più scuro di me... Comunque il punto non è questo, il punto è… il punto è...”

“Che non sai come gestire la cosa” concluse Linda.

“Ecco, appunto!” ammise Lucifer “e quindi tu devi spiegarmi cosa devo fare... non ho idea di come affrontare la questione”

“Lucifer, io non posso dirti cosa devi fare!”

“Linda, per la miseria sei la persona più intelligente che conosco, dopo di me ovviamente... e dopo Chloe...”

“Sei sicuro che non ci sia ancora qualcun altro più intelligente di me?” commentò ironica Linda.

“Cosa? No, no direi di no... anche se Dromos è piuttosto intelligente in effetti!” Linda alzò gli occhi al cielo per la centesima volta.

“Insomma che devo fare?”

“Prima di tutto non credi che dovresti parlare con lui?”

“No, io... non sono pronto ad affrontare il discorso con lui. E se mi dice che sa benissimo che sono suo padre e che mi odia perché non ci sono mai stato per lui?”

“Lucifer, non credo che ti odi, al contrario credo che abbia dei sentimenti molto forti per te!”

“Che ne sai?”

“Beh, una sera abbiamo parlato un po' e lui ha ammesso di essere legato a te e poi mi ha detto che forse dipendeva dal fatto che era “diverso” dagli altri demoni. Allora non ho capito cosa intendesse e non ho avuto il tempo di chiederglielo perché Lonzarot ha sfondato la finestra...”

“Lui ti ha detto che era diverso dagli altri demoni?”

“Si, Lucifer, probabilmente si riferiva proprio a te!”

“Allora lo sa! Linda ti prego, io ho avuto un padre pessimo e non ho alcuna esperienza di figli!”

“Lucifer io posso solo aiutarti a gestire le tue emozioni a riguardo, non posso dirti come fare o come non fare il padre!”

“Linda, è ovvio che non devi dirmi come non si fa il padre! Sarebbe totalmente inutile, non credi?”

“Lucifer forse non mi hai capito...!”

Lucifer la guardò come se improvvisamente avesse colto qualcosa di importante “Ma certo! Invece è esattamente quello che devo fare!”

“Fare cosa?”

“Trovare il padre di Jaime!”

“Cosa? Ma di chi parli?”

“Il padre della vittima dell'ultimo caso di cui ci stiamo occupando io e Chloe!”

“Lucifer cosa c'entra il padre della vittima del caso di cui vi state occupando?”

“Quell'uomo non sapeva di avere un figlio, esattamente come me. E quando il figlio lo ha trovato non ha voluto incontrarlo. Non ha voluto fare il padre! Capisci, se lo trovo capirò come non comportarmi e farò l'esatto contrario!”

“Lucifer, non funziona così...!”

Ma Lucifer ormai non l'ascoltava più “Grazie! Sei sempre la migliore!” si alzò dal divano e uscì entusiasta dallo studio di Linda.

“Non c'è di che, Lucifer!” rispose Linda sospirando frustrata.


#


"Aspetta Dan" esclamò Dromos con una tensione nella voce che colpì il detective.

Erano davanti alla porta dell'abitazione di Rusty, avevano bussato più volte senza ricevere risposta cosi Dan, pistola in pugno, si stava apprestando a sfondare la porta con un calcio ma si era fermato perché non era abituato a sentire Elyas nervoso.

“Che succede Elyas?"

"Non so, ho percepito una strana tensione nell'aria e ho anche avuto l'impressione che qualcuno ci stesse osservando e non in modo amichevole"

"Elyas se c'è qualcuno là dentro dobbiamo entrare e..."

"No, ormai non c'è più nessuno e temo che sia successo qualcosa di brutto…"

Dan lo osservò perplesso poi diede un calcio alla porta ed entrò con la pistola spianata seguito da Dromos.

"Merda" esclamò Dan scorgendo il corpo di Rusty per terra.

Si precipitò a controllare se fosse ancora vivo ma la gola dell'uomo mostrava un profondo taglio e per terra c'era una piccola pozza di sangue.

"Avevi ragione Elyas" mormorò Dan "è il secondo dei miei informatori che viene assassinato, sarà anche un caso ma la cosa comincia a preoccuparmi"

"Voi due che ci fate qui?"

La voce di Maze fece voltare entrambi.

"Maze?" esclamò Dan "potremo fare noi la stessa domanda a te!"

"Io sto lavorando ovviamente. E lui da quando fa coppia con te?" rispose Maze indicando il fratello con aria disgustata "farai meglio a stare attento, è un piccolo bugiardo"

"Piantala Maze, non ho voglia di litigare" rispose Dromos senza scomporsi più di tanto.

Maze si avvicinò con aria di sfida al fratello "Io invece si" disse fermandosi a pochi centimetri dal viso di Elyas e puntandogli un pugnale alla gola.

"Sai, mi sembra davvero un'idea intelligente puntarmi un pugnale alla gola proprio sulla scena di un delitto in cui la vittima è stata sgozzata come un agnello" commentò serafico Dromos "non ti rende sospetta neanche un pò!"

"Cosa?" domandò Maze rivolta a Dan “Che significa che è stato sgozzato?"

"Perché non ce lo spieghi tu sorella? Sei tu quella a cui piacciono tanto i pugnali!"

"Non dire cretinate, sai benissimo che non sono stata io" rispose Maze furiosa spingendo il fratello contro il muro.

"Ora basta!" intervenne Dan “i vostri problemi familiari risolveteli da un'altra parte, questa è la scena di un delitto e facendo questo casino rischiate solo di inquinare le prove! Io chiamo Chloe e voi cercate di comportarvi come due fratelli normali, se ci riuscite!"

Dromos e Maze si scambiarono uno sguardo poco convinto ma smisero di litigare.

"In ogni modo io non ho più nulla da fare qui, ero venuta per avere notizie della mia taglia, ma a quanto pare dovrò arrangiarmi diversamente" si lamentò Maze sbuffando, poi si avviò verso la porta.

"Dove diavolo vai, Maze? Non puoi abbandonare la scena del delitto!"

"Piantala Dan, ho da fare… Ho una taglia che aspetta di essere catturata e non ho tempo da perdere!" rispose Maze senza neanche voltarsi.

Dromos la inseguì fuori "Aspetta Maze… Ho bisogno di parlarti"

Maze indossò il casco lanciandogli uno sguardo disgustato, saltò sulla moto e cercò le chiavi dell'accensione nella tasca della giacca di pelle.

"Cerchi queste?" domandò suo fratello facendo saltellare le chiavi sul palmo della mano con un sorriso di scherno “sai quando ti innervosisci tendi ad essere piuttosto distratta" ridacchiò.

Maze lo guardò con odio poi scese dalla moto con aria minacciosa

"È meglio che me le ridia immediatamente, stronzetto"

"Maze, stai calma, ho davvero bisogno di parlarti!"

Qualcosa nel tono del fratello convinse Maze "Hai trenta secondi!"

Dromos emise un sospiro di sollievo, per una volta la sorella maggiore era disposta ad ascoltarlo anziché aggredirlo.

"Temo che uno o più fratelli di Lucifer stiano osservando le nostre mosse Maze"

"Cosa te lo fa pensare? "

"Poco fa, prima di entrare nella casa di quel poveretto, ho percepito la presenza di un angelo e non era la prima volta. Li ho sentiti anche un attimo prima che Lonzarot sfondasse la finestra della casa di Linda, poi è successo tutto quel casino e non ci ho più pensato, tu non hai percepito nulla?"

"No, io non riesco a percepire la loro presenza!"

"Com'è possibile, Maze?"

"Magari è perché io non sono imparentata con loro da parte di papino!" rispose sarcastica Maze facendo impallidire Dromos.


Nota 1: soûlard “ubriacone”

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Capitolo 4
*** Qualcuno ci spia ***


Capitolo 4

Qualcuno ci spia

"Non dire fesserie sorella…!"

"Fesserie, eh?" rispose Maze “credi che sia un'idiota come tutti gli altri fratellino? Solo dei fessi come i nostri fratelli e un egocentrico come Lucifer potevano non accorgersi della somiglianza!"

"Maze…"

"Non preoccuparti puoi tenerti il tuo segreto. Non so perché te lo sia tenuto per te tutto questo tempo, ma comunque non me ne frega niente. Quanto alla presenza dei fratelli di Lucifer, parlane con lui!” concluse porgendogli la mano e facendogli un gesto come per dire: dammi le chiavi.

Maze, hai sentito cosa ti ho detto? Ho percepito la loro presenza a casa di Linda, poco prima che Lonzarot sfondasse la vetrata!”

E allora?”

Dieu Sacrè, ma sei stupida o è solo che non mi ascolti per principio?” urlò spazientito Dromos.

Scusa cosa vorresti dire, che qualche fratello di Lucifer ha cercato di uccidere il piccolo Charlie usando Lonzarot. Sei impazzito per caso?”

Maze svegliati, prima Lonzarot va a casa di Chloe, ma lì fortunatamente non succede nulla grazie alla presenza di Lucifer. Poi va a casa di Linda e cerca di aggredire Charlie mentre io percepisco che c'è qualcuno di loro che osserva quello che sta succedendo. Ora sento di nuovo la loro presenza a casa di un morto ammazzato dove guarda caso siamo arrivati io e Dan!”

Maze lo fissò qualche istante, poi commentò con aria preoccupata “Per una volta sono d'accordo con te, comincia ad essere una serie di coincidenze un po' strana”

"E c'è anche un'altra cosa, Azrael è venuta a trovarmi mentre ero da Ella..."

Oh, quindi effettivamente tu e Ella.... non pensavo che la nostra dottoressa avesse un tale cattivo gusto in fatto di uomini!” commentò ironica Maze.

Sai Maze è curioso come di tutto quello che dico tu ascolti solo quello che ti interessa per potermi ferire...“ commentò Dromos “AZRAEL... È ... VENUTA... A... TROVARMI!” aggiunse scandendo lentamente le parole come se avesse a che fare con una persona con problemi di comprensione.

Azrael... l'angelo della morte... in che rapporti siete tu e lei?” domandò Maze fingendo di non essersi accorta dell'ironia del fratello.

Sa di essere mia zia e ogni tanto ci troviamo e parliamo, a parte questo mi ha accennato al fatto che... insomma che qualcuno dei suoi fratelli potrebbe non essere molto d'accordo su quello che sta succedendo qua!”

E lo viene a dire a te anziché a suo fratello?”

Era venuta a dirmi che era preoccupata per il mio rapporto con Ella e poi.. beh mi ha fatto capire che c'era anche qualcos'altro che la preoccupava”

Maze rimase pensierosa per qualche secondo. Qualche isolato più in là si sentì l'ululato di una sirena della polizia avvicinarsi “Devo andare stronzetto, o mi chiederanno di seguirli in Centrale e mi faranno perdere tempo con un sacco domande inutili, dammi le chiavi!”

Maze, e quello che ti ho detto?”

Devi parlarne con Lucifer!”

Si, ma mi aiuterai a proteggere gli umani?” rispose Dromos porgendo le chiavi della moto alla sorella.

Oh, il piccolo traditore che era disposto a rapire un bimbo per avere un nuovo Signore dell'Inferno ora è preoccupato per gli umani?”

E dai, Maze... mi vergogno già abbastanza per quella storia, non c'è bisogno che me la ritiri fuori...!”

Maze lesse la vergogna e l'imbarazzo nello sguardo del fratello e per una volta le sfuggì un sorriso comprensivo.

E' ovvio che ti aiuterò Dromos, anche io li amo tutti e da molto prima di te. Non permetterò a nessuno di fare del male al piccolo Charlie, né a nessun altro di loro. Ma tu devi parlare con Lucifer, io e te da soli possiamo fare poco contro quei fanatici”

Prese le chiavi dalla mano di Dromos e gli diede un buffetto su una guancia aggiungendo “Cerca di stare attento stronzetto” poi rendendosi conto di essersi lasciata andare ad una dimostrazione di affetto per il fratello si girò imbarazzata e scappò via facendo rombare la moto e lasciando Dromos con un sorriso stupito in mezzo alla strada.

#


Chloe entrò nell'appartamento di Rusty e notò subito la presenza di Dromos.

"Mia Signora" sussurrò lui, che nel frattempo le si era avvicinato "avrei bisogno di parlarti. Da soli"

"Ora?" Dromos annuì.

"Va bene, ma non qui, usciamo" rispose Chloe facendogli cenno di seguirla.

"Allora" domandò Chloe, notando che Dromos si stava guardando intorno perplesso.

"Non c'è" spiegò la detective intuendo che Dromos stava cercando Lucifer "stamattina ha avuto uno dei suoi attacchi di stranezza e se ne andato senza spiegazioni" aggiunse tristemente.

"Non preoccuparti Mia Signora, tornerà presto"

"Non sono affatto preoccupata" mentì lei, ma Dromos la fissò in un modo che la fece sentire un libro aperto.

"Preferirei che non lo facessi sai?"

"Cosa? " domandò lui stupito.

"Leggermi dentro in questo modo, è... imbarazzante"

Dromos arrossì "Io… Ti chiedo scusa Mia Signora non lo faccio apposta, credo sia una mia caratteristica peculiare di demone"

"Beh, cerca di controllarla quando parli con me, ok? E poi per favore, c'è proprio bisogno di rivolgermi quell'appellativo in ogni frase?"

Dromos la fissò avvilito "Io non…. tu sei la compagna del Mio Signore. Non posso rivolgermi a te in altro modo a meno che tu non me lo conceda espressamente" mormorò lui abbassando lo sguardo.

Chloe si rese conto di averlo umiliato e si pentì di essere stata così sgarbata, in fondo non era colpa di Dromos se Lucifer si comportava da imbecille e il demone aveva solo cercato di rassicurarla.

Gli prese dolcemente il mento con una mano alzandogli il viso.

"Scusa, non volevo offenderti. Cerca di capire è tutto nuovo per me, in ogni modo puoi chiamarmi Chloe, ok?"

"Ok" rispose lui con un'espressione così rincuorata che Chloe provò il desiderio di abbracciarlo stretto, non capiva perché, ma quel ragazzo in certi momenti aveva il potere di stimolare il suo istinto materno.

"Di che cosa volevi parlarmi?"

"Credo che anche questo sia un finto omicidio, per lo meno in senso umano"

"Cosa vuoi dire?"

"Ho sentito la presenza di un angelo e non si trattava di Amenadiel"

"Quando? "

"Quando siamo arrivati io e Dan" c'era qualcuno in casa e non era umano"

"Dromos, pensi seriamente anche tu che c'entrino i fratelli di Lucifer?"

"Non dico che siano loro a uccidere, ma sicuramente ci stanno osservando e ho la sensazione che siano sempre intorno e che Lonzarot fosse sotto il loro controllo…"

"Chloe, Elyas" Chiamò Ella interrompendo Dromos.

Chloe notò che il viso di Elyas si era illuminato nel sentire la voce di Ella.

"Beh, non ci crederete ma è successo di nuovo!"

"Successo cosa?" domandò Chloe.

"Non è stato ucciso con una coltellata" affermò Dan che li aveva raggiunti anche lui.

"Cosa?"

"È proprio così Chloe. Hanno di nuovo simulato un omicidio"

Chloe incrociò preoccupata lo sguardo di Dromos.

#

"Maze, si può sapere che ti prende?" disse Linda osservando perplessa Maze che si aggirava rabbuiata per la casa armata di due pugnali.

Ogni tanto si appostava dietro ad una porta e la apriva di scatto oppure si inchinava davanti ad una poltrona o un letto e scrutava concentrata il pavimento.

"Maze!" Chiamò ancora Linda "Potresti smetterla? Mi stai mettendo ansia, credevo che fosse finita la tua fase di iperprotezione ossessiva!"

Maze continuò senza degnarla di risposta finché non ebbe controllato tutta la casa.

"Ho finito" annunciò buttandosi sul divano con uno sguardo soddisfatto "È tutto a posto!"

Linda sospirò sollevata "Era ora, si può sapere che ti ha preso?"

"È per via di una cosa che mi ha detto lo stronzetto"

"Chi?"

"Dai, quello stupido demonietto da quattro soldi"

"Uh, vuoi dire tuo fratello?" Maze le rivolse uno sguardo infastidito "Voglio dire lo stronzetto!"

"Ok, ma che ti ha detto per renderti così ansiosa?"

"Dice che sente in giro i fratelli di Lucifer, ha idea che ci stiano intorno e che ci stiano spiando!"

"I fratelli di Lucifer. Vuoi dire... Angeli?"

"Dromos è convinto che potrebbero fare del male a Charlie e Chloe"

"Cosa?"

"Lui pensa che la bestia fosse controllata da loro e anche se mi dispiace ammetterlo, temo che abbia ragione"

"Maze, perché mai degli angeli vorrebbero fare del male al figlio di un loro fratello! Mi sembra una teoria assurda! E Chloe, lei è stata creata da Dio per Lucifer!"

"Linda, è proibito avere figli dagli umani dai tempi dei Nephilim. Amenadiel e Lucifer stanno contravvenendo a una regola che tutti noi rispettiamo da millenni”

Lucifer non ha avuto alcun figlio da Chloe ed è già molto che siano finalmente riusciti a fare sesso!” intervenne Linda.

Maze ridacchiò “Si è vero, ma è proprio perché Chloe è una sorta di miracolo che da questi rapporti potrebbe nascere un figlio! Cerca di capire, alcuni Angeli sono, come dire, fondamentalisti. Per loro è inconcepibile permettere che si violino le regole e oltretutto non hanno mai perdonato Lucifer per la sua ribellione. Immagina quanto possano essere felici che il loro Padre gli abbia creato una donna da amare. Proprio a lui, il figlio ribelle! E Amenadiel, lui addirittura il figlio lo ha già avuto"

"Santo cielo!" esclamò Linda prendendosi il viso tra le mani "Come possiamo difenderci da degli esseri sovrumani infuriati con noi?"

"Beh, per questo non preoccuparti, ci sono io e c'è anche Amenadiel"

"Tu puoi combatterli? Credevo che Lucifer ve lo avesse vietato!"

"Chi te lo ha detto?"

"Dromos"

"Ah, ovvio. Comunque è vero solo per alcuni, tra cui Amenadiel e Azrael, ma per Michele e il suo gruppetto di spocchiosi soldatini la regola non vale e sono convinta che siano proprio loro a spiarci!" concluse Maze rigirando uno dei pugnali tra le le dita.

#

"Sono preoccupato, Chloe" disse Dan mentre attaccava alla solita lavagna la foto di Rusty accanto a quella di Jaime the Beauty.

"È il secondo dei miei informatori che muore di una apparente morte naturale che viene trasformata in omicidio. Non capisco che logica ci sia in tutto ciò"

Chloe stava per replicare quando notò che Dromos si stava guardando intorno teso e con gli occhi rossi.

"Elyas, tutto ok?" domandò facendo un gesto vago intorno al viso sperando di essere compresa dal demone.

Fortunatamente Dromos intuì e riprese il controllo.

"Scusa mi ero distratto" rispose facendo anche lui un vago gesto con la mano che poteva ricordare il movimento di un'ala.

Dan li guardo perplesso "Si può sapere che avete voi due? Gesticolate come due italiani!"

"Magari hanno creato un loro codice segreto, come quando ai tempi della scuola non volevamo farci capire dai professori!"

La voce di Marc fece girare tutti di scatto.

"Marc, sei tornato! Ma come mai non sono stata avvertita?"

"Mi sembra strano, magari ti sei dimenticata, detective!" Rispose Marc secco.

Chloe ne rimase stupita, era la prima volta che il detective Rhodenbarr le rispondeva in quel modo.

"Vacci piano ragazzino stai parlando con un tuo superiore" intervenne Dan.

Marc lo fissò sostenendo il suo sguardo, poi si accomodò su una sedia e indicando Dromos commentò "Vedo che avete già trovato il mio sostituto, vi sono proprio mancato eh?"

Chloe e Dan si scambiarono uno sguardo imbarazzati "Non è qui per sostituirti Marc, ci sta dando una mano…”

Marc interruppe Chloe "Quindi di fatto mi sta sostituendo, o meglio, tu mi stai facendo sostituire da un civile sbucato fuori dal nulla. Mi pare un po' fuori da quelle regole che dici di apprezzare tanto, non credi... Boss?"

Chloe rimase spiazzata, il Marc che conosceva era un idiota, ma completamente diverso dall'astioso detective che si trovava di fronte.

"Allora, posso essere aggiornato sul caso o il mangiarane qui si offende se rientro in squadra?"

Dromos si irrigidì ma evitò di commentare, la situazione era già abbastanza tesa.

"Certo, ora ti riassumiamo le informazioni raccolte finora"

"Io vado Chloe, sono di troppo qui" intervenne Dromos saltando giù dalla sedia e avviandosi verso le scale.

"Elyas... " lo chiamò Chloe preoccupata, Dromos non si voltò ma la detective sentì la sua voce rispondere "Tranquilla è tutto ok, ma stai attenta a Marc, non mi convince"

Chloe rimase esterrefatta, Dromos le aveva appena risposto telepaticamente come se nulla fosse!

"Chloe, stai bene?" domandò Dan preoccupato.

"Cosa..? Si... sto bene, scusate!" rispose lei "Marc, ora ti faccio un breve riassunto"

"Alla buon'ora" rispose Marc con un tono che la irritò immediatamente. Almeno in questo quell'idiota non era cambiato pensò tra se e se la detective.

#

Lucifer fermò la Corvette guardandosi intorno perplesso. Aveva guidato fino all'indirizzo indicato nella busta rispedita al mittente, scervellandosi su cosa chiedere esattamente al padre di Rusty ed ora che era arrivato a destinazione la situazione non gli tornava per niente, si aspettava di trovare una classica deprimente casetta a schiera abitata da un irritante vecchio scontroso, invece si era ritrovato davanti al cancello di una mega villa in stile hollywoodiano.

Un alano arlecchino dall'aspetto più curioso che aggressivo lo osservava dall'altra parte del cancello scodinzolando e sbavando copiosamente.

Lucifer scese dalla corvette e si avvicinò al citofono, esitò un attimo prima di suonare, poi premette il campanello "Avanti" rispose una voce di donna "arrivate fino in fondo al vialetto e non preoccupatevi di Bella, è buonissima"

Lucifer fece un passo all'interno del giardino e come il cane si avvicinò per annusarlo lo fissò con gli occhi rilucenti di rosso "Tu, insensato incrocio tra un equino e un dalmata, prova a far arrivare sul mio completo italiano una sola goccia di quella disgustosa schiuma viscida e appiccicosa e capirai il significato di pene infernali"

L'alano si arrestò spaventato, fece un rapido dietrofront e scappò via con un guaito.

Lucifer sorrise soddisfatto e seguendo le indicazioni della donna arrivò in fondo al vialetto.

Una donna sulla sessantina lo aspettava sulla porta di casa.

Prego, entri le mostro la strada” disse la donna “non mi sembra vestito in modo adatto al lavoro, ha portato il cambio?” aggiunse la donna guardandolo perplessa.

Cambio?” domandò Lucifer perplesso.

La donna si arrestò tesa “Non è qui per mio marito?”

Si, sono qui per suo marito!”

Oh, quindi come mai non indossa la divisa e non vedo neanche una borsa per il cambio!”

Scusi, ma lei chi pensa che sia?”

Non è il nuovo infermiere?”

Non direi proprio, sono della polizia di Los Angeles”

La donna lo guardò stranita “Non capisco!”

Cerco suo marito a proposito di suo figlio!”

La donna gli lanciò uno sguardo nervoso “Noi non abbiamo nessun figlio” rispose secca.

Beh, forse lei e suo marito non avete figli, ma suo marito si o meglio aveva, visto che il figlio è morto due giorni fa!”

Ah!” commentò la donna visibilmente sollevata “E mio marito cosa c'entra, comunque?”

Riguarda suo marito, se non le dispiace!” rispose freddamente Lucifer, irritato dall'atteggiamento della donna.

Mi segua!” lo invitò lei altrettanto freddamente.

Attraversarono un ampio ed elegante salone, percorsero un breve corridoio e infine arrivarono davanti ad una porta chiusa.

È tutto suo!” disse la donna aprendo la porta.

Agli occhi di Lucifer si presentò il triste spettacolo di un uomo anziano sdraiato su un letto d'ospedale. L'uomo era attaccato ad una flebo e respirava attraverso due tubicini infilati nelle narici.

Non ha più molto da vivere” spiegò la donna con un tono distaccato “è in questo stato da giorni ormai e secondo i medici non si riprenderà più! Ora può dire a me o andare!”

Lucifer sospirò, poi domandò alla donna “Perché non ha voluto conoscere il figlio?”

Questo dovrebbe domandarlo a lui”

Mi pare che questo non sia possibile al momento, non crede?” replicò lucifer irritato.

Beh, allora penso che possa andarsene, non crede?” rispose sarcastica la donna.

Lucifer si avviò verso l'uscita, stava per aprire la porta quando un pensiero improvviso lo trattenne “Mi scusi ancora un attimo!”

Cosa c'è ancora!” domandò irritata la donna.

E' stata lei a rimandare le lettere al mittente!” la accusò Lucifer.

Non so di che sta parlando per favore vada via!”

Ma Lucifer la fissò intensamente negli occhi “Mi dica, lei cosa vuole davvero?”

La donna lo guardò un po' confusa, poi rispose “Io non voglio dividere nulla, a causa della malattia di mio marito ho sacrificato la mia vita rinunciando praticamente a tutto e ora posso avere finalmente indietro tutto!”

E per questo motivo ha impedito ad un figlio di conoscere suo padre?”

Io e Edward abbiamo provato di tutto per avere un figlio, senza successo e poi dopo anni di matrimonio mio marito si è ammalato e dopo aver rinunciato a tutto, spunta fuori dal nulla questo bandito e dice di essere suo figlio. Io... non potevo permettere che la nostra vita fosse sconvolta da un rifiuto della società”

Lei è soltanto una disgustosa egoista” la interruppe Lucifer furioso “ma un giorno ci rivedremo e avremo modo di parlare di tutto questo, è una promessa!” concluse sbattendo la porta.

Percorse quasi di corsa il vialetto che portava al cancello senza neanche accorgersi del povero infermiere che chiamava aiuto schiacciato a terra dall'alano che lo leccava e sbavava tutto allegro e scodinzolante.

Raggiunse la Corvette e partì con uno stridio di pneumatici.



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Capitolo 5
*** Colui che porta la luce ***


Capitolo 5

Colui che porta la luce

Sul tetto della Centrale Amenadiel osservava cupo l'orizzonte.

"Remiel!" chiamò "Lo so che ci sei sorella, forza fatti vedere".

Remiel comparve alle sue spalle con un fruscio d'ali "Sono qui fratello, perché mi chiami?"

"Remiel, che succede?"

"Non so di che parli fratello"

"Si che lo sai sorella, credevo che ci fossimo chiariti rispetto a Charlie! Cosa è cambiato da quando io e te ci siamo parlati?"

"Non ti capisco Amenadiel, che cosa vuoi dire?" rispose Remiel evitando lo sguardo del fratello maggiore.

"Non riesci a guardarmi in faccia quando menti, sorella. Bene allora parlerò chiaramente. Per caso Michele è impazzito? Come ha potuto anche solo pensare di usare una bestia infernale per uccidere mio figlio?"

"Come osi accusare Michele di una cosa del genere, proprio tu che hai accolto sotto il tuo tetto due luridi demoni infernali?"

"Uno di quei luridi demoni infernali si è quasi fatto ammazzare per difendere mio figlio dalla bestia mandata da mio fratello!" rispose furioso Amenadiel.

"Ora difendi Dromos? Un essere inferiore che nostro fratello Lucifer ha osato portare qui nel mondo degli umani? Una creatura immonda che osa fornicare con un'umana sotto i vostri occhi senza che facciate nulla per impedirlo?"

"E tu che ne sai?"

"Io l'ho visto…" Remiel si interruppe rendendosi conto di aver detto troppo.

"Quindi ci state spiando!"

Remiel non replicò.

"Rispondi sorella ci state spiando, non è così?"

Remiel voltò lo sguardo ostinandosi nel suo silenzio.

Amenadiel si avvicinò minaccioso alla sorella "Ora ascoltami bene, non so quanto tu sia coinvolta in questa storia ma ti avverto, stai lontana da mio figlio e da Chloe o te ne pentirai e lascia in pace Dromos, non sta facendo niente di male"

Remiel lo guardò scandalizzata "Tu che eri il migliore, un esempio per tutti noi, non solo hai sfidato le regole di nostro padre mettendo al mondo un figlio mezzo umano, ma ora difendi quell'essere inferiore! Come puoi fidarti di Dromos, non hai pensato che potrebbe essere stato proprio lui a usare la bestia per cercare di uccidere tuo figlio e far ricadere la colpa sui tuoi fratelli? Ha rapito Charlie, voleva farne il nuovo Re dell'inferno e tu lo difendi, che cosa ti è successo fratello?"

"È questo che Michele ti ha detto di dirmi? Dromos ha fatto quello che ha fatto non posso negarlo, ma è proprio per questo che è l'ultimo di cui potrei sospettare: lui voleva un nuovo Re, mio figlio gli serviva vivo!"

“Io non posso credere che tu stia difendendo quell'immonda creatura e accusando noi! "

“Quell'immonda creatura ha dimostrato di avere più cuore di voi Remiel, te lo ripeto sta lontana da noi e informa Michele che se lasciate perdere questa assurda crociata sono ancora disposto a perdonarvi, ma se provate ad avvicinarvi di nuovo a mio figlio o a chiunque altro di coloro a cui tengo, compreso Dromos, ve ne pentirete amaramente!"

“Tu stai rischiando di scatenare l'inferno su questa terra Amenadiel" lo minacciò Remiel.

"No Remiel, VOI state rischiando di scatenarlo ma questa volta non sarò con voi, pensaci bene quando dovrai decidere da che parte stare"

"Ho già deciso Amenadiel e non sarà al tuo fianco!" rispose l'angelo spalancando le ali e abbandonando il tetto della Centrale.

"Amenadiel" chiamò Dromos.

Amenadiel si voltò "Da quanto sei qui?"

"Abbastanza da sentire che mi stavi difendendo" sorrise Dromos.

"Non illuderti, l'ho fatto solo per irritarla"

"Si certo..." ridacchiò il demone "la cosa si sta facendo grave, vero?" domandò tornando serio.

"Si, è così. Sono preoccupato, temo che finiremo per combatterci di nuovo tra fratelli"

"Non è colpa tua, i tuoi fratelli sono impazziti. Se tuo Padre non è contrario al fatto che tu abbia un figlio e Lucifer una compagna, non vedo perché loro debbano intromettersi"

"Sono contrari anche al tuo rapporto con Ella, stai attento sono pericolosi e tu non sei abbastanza forte per sopravvivere ad un loro attacco!"

"Davvero ti stai preoccupando per l'immonda creatura che hai osato accogliere sotto il tuo tetto?" domandò Dromos imitando Remiel.

"Già, a quanto pare mi sono affezionato al cretino che ha rapito mio figlio!" rispose Amenadiel accennando un sorriso e stringendo la nuca di Dromos con un gesto brusco ma affettuoso.

"Stai attento ragazzino, guardati le spalle e se sei nei guai non esitare a chiedere aiuto, siamo d'accordo?"

"Siamo d'accordo Amenadiel, grazie!"

"Parlerò anche con Lucifer, dobbiamo affrontare tutti insieme questa situazione" concluse Amenadiel con tono grave.

“Amenadiel, penso che dovremo controllare il detective Marc Rodenbarr, ha qualcosa di strano!”

“Cosa intendi?”

“Prima dell'incidente nella grotta era solo un innocuo idiota presuntuoso, ora è diventato aggressivo e non sembra per niente idiota!”

Amenadiel si grattò il mento pensieroso "Ok, hai fatto bene a dirmelo" fece per andarsene, ma si fermò "Sai dove sia Lucifer? È tutto il giorno che lo cerco ma ha il telefono spento"

"No mi spiace, sembra che oggi abbia avuto uno dei suoi attacchi di stranezza, mi ha chiuso anche il contatto mentale. Ma tornerà presto, lui non può stare lontano a lungo dalla Detective" rispose Dromos con un sorriso complice.

Amenadiel non poté far a meno di pensare che quel sorriso allegro era senza alcun dubbio lo stesso di Lucifer.

#

Chloe aprì la porta di casa sovra pensiero.

Lucifer non si era sentito per tutto il pomeriggio, aveva provato anche a mandargli un messaggio ma niente, non era nemmeno apparsa la seconda spunta. L'ultima volta che si era comportato in quel modo era ricomparso con una moglie al fianco.

Sospirò poggiando la borsa sul tavolo della cucina, non c'era neanche Trixie a farle compagnia pensò tristemente, era la serata di Dan.

Salì le scale che portavano alla sua camera da letto aprì la porta e… "Lucifer!" esclamò facendo sobbalzare Lucifer che si era addormentato nel letto.

"Detective" si lamentò lui assonnato "che bisogno hai di urlare tanto?"

"Lucifer, si può sapere dov'eri finito? Ti ho cercato per tutto il pomeriggio, perché non hai risposto ai miei messaggi?"

"Messaggi?" Lucifer la guardò stupito poi prese il telefono ed emise un verso di disappunto "Scusami detective, non mi ero reso conto che il telefono si era scaricato, in effetti non capivo perché non mi aggiornavi sugli sviluppi del caso!"

"Non hai risposto alla mia domanda" disse Chloe cercando di nascondere che era molto più sollevata per averlo trovato addormentato nel suo letto, che irritata per la sua sparizione.

"Possiamo parlarne dopo?" domandò lui alzandosi dal letto.

Chloe arrossì di piacere nel vederlo tutto nudo dirigersi verso di lei con quello sguardo malizioso a cui non riusciva a resistere.

Ma era arrabbiata e non voleva dargliela vinta così in fretta.

"Cosa intendi per dopo? Dopo cosa?" rispose freddamente divincolandosi dall'abbraccio di Lucifer.

"Uh.. dopo… dopo… insomma siamo soli, io e te in camera da letto"

"E allora?"

"Beh.. Mi sembra ovvio, no? " rispose lui alzando le sopracciglia con aria ammiccante.

"A me invece non sembra ovvio per niente! Sono stanca, irritata e ho bisogno di farmi una doccia e poi di mangiare qualcosa di decente, se non ti dispiace!" concluse lei togliendosi la giacca e dirigendosi verso la sala da bagno.

Lucifer sorrise e fece per seguirla "E non osare seguirmi nella doccia!" tuonò Chloe gelando all'istante le intenzioni del diavolo.


Chloe uscì dalla doccia con indosso solo l'accappatoio, un delizioso profumo saliva dalla cucina.

Annusando l'aria con aria affamata scese le scale e si diresse in cucina.

Lucifer, con indosso solo un paio di boxer, canticchiava intento a cuocere delle uova strapazzate.

"Bentornata detective hai fatto una bella doccia?" le domandò accogliendola con un sorriso allegro.

"Bellissima!" rispose lei restituendogli il sorriso "Che profumo!" aggiunse sedendosi.

Lucifer le versò le uova nel piatto, poi sedette di fronte a lei osservandola con uno sguardo indagatore.

Chloe sorrise poi mangiò con gusto le uova.

"Erano buonissime!" commentò soddisfatta.

Lucifer si illuminò, poi come se non aspettasse altro si alzò e girò lentamente intorno al tavolo senza distogliere lo sguardo dagli occhi di Chloe.

"Lucifer, dobbiamo parlare..."

Lui le afferrò delicatamente i fianchi, la fece alzare in piedi e le slacciò la cintura dell'accappatoio.

"Lucifer sul serio..."

Lui infilò le mani sotto l'accappatoio, lo aprì facendolo scivolare per terra e cominciò a mordicchiarle i seni.

"Lucifer…” sussurrò mentre lui si faceva scivolare i boxer lungo le gambe.

"E va bene" ansimò Chloe lasciandolo fare e cominciando a muoversi con lui "ma dopo parliamo di dove sei stato…"

#

"Capisce, non sono nemmeno le cinque del mattino e insomma, quella luce accecante ci ha svegliato più volte stanotte e alla fine abbiamo anche creduto ci fosse un incendio e mio marito tra mezz'ora si deve alzare e praticamente non ha dormito e …"

Chloe cercò di interrompere il fiume di parole della agitatissima vicina in vestaglia e pantofole.

"Le chiedo ancora scusa Signora Woddenhead, come le ho detto purtroppo abbiamo avuto un guasto all'impianto elettrico, ma le assicuro che al massimo domani mattina sarà tutto risolto e non accadrà più…"

"Si perché lei deve capire che questo è sempre stato un quartiere tranquillo e mi dispiacerebbe davvero trovarmi costretta a richiedere una riunione di vicinato per discutere se sia il caso che lei continui a vivere a casa di sua madre…"

"Signora Woddenhead" intervenne Lucifer con voce suadente e un sorriso affascinante che fece arrossire la vicina di Chloe fino alla radice dei capelli "le assicuro che anche a noi dispiacerebbe moltissimo trovarci costretti ad andarcene e perdere dei vicini così affascinanti come quelli che si incontrano in questo delizioso quartiere, le do la mia parola che questo disdicevole inconveniente al nostro impianto elettrico non si ripeterà mai più!”

“Oh beh, certo che se questo bel signore così elegante me lo promette, io credo proprio di potermi fidare!” commentò la signora lanciando uno sguardo voglioso a Lucifer che indossava solo una vestaglia di raso nero dai bordi rossi sapientemente slacciata fino all'ombelico.

“Glielo prometto davvero davvero, Signora Woddenhead” rispose Lucifer con un sorriso complice.

“Oh, allora temo che mi dovrò proprio fidare!” concluse la vicina tutta emozionata.

“Lo temo anche io!” aggiunse Lucifer sbattendo le lunghe ciglia nere.

“Beh, allora buona giornata e scusi ancora per il disturbo!” intervenne Chloe chiudendo praticamente la porta in faccia alla Signora Woddenhead che continuava a fissare incantata Lucifer e non accennava ad andarsene.

“Buona giornata a voi!” sospirò la vicina dietro la porta chiusa.

Chloe guardò l'orologio “Tra meno di un'ora devo alzarmi, è inutile tornare a letto!” sospirò sdraiandosi sul divano e nascondendosi sotto un plaid blu scuro.

Lucifer la raggiunse e si sdraiò accanto a lei abbracciandola.

“Questa cosa ci sta sfuggendo di mano, Lucifer!”

“Cosa?”

“Questa cosa della luce, è imbarazzante!”

“Davvero? Io invece trovo che sia stato piuttosto divertente affrontare la tua affascinante vicina di casa!” ridacchiò Lucifer.

“Dai sul serio, io credo che dovremo cercare di... contenerci!”

“Non credo sia possibile, Chloe. Voglio dire hai mai riflettuto sul significato del mio nome?”

“Cosa intendi dire?

“Detective mi sorprendi, credevo avessi studiato meglio quando eri a Roma!” Chloè gli lanciò uno sguardo di avvertimento, già una volta gli aveva detto che non voleva riparlare di quel periodo.

“Ok, non arrabbiarti! Il mio nome viene dal latino e tradotto letteralmente significa Colui che porta la luce! Ti dice niente?”

“Il tuo nome ha un significato bellissimo, però sono io a illuminarmi per prima e a trasmettere la luce a te, quindi non capisco come possa spiegare quello che ci succede!”

“Io invece credo che lo spieghi eccome, Detective...!” rispose lui tirando su le sopracciglia e sorridendo con espressione ammiccante.

“Dai Lucifer, sii serio!” sorrise Chloe accarezzandogli delicatamente una guancia.

“Va bene ora sono serio Chloe” rispose lui prendendole la mano e posandovi un bacio leggero “conosci la teoria dei chackra dell'energia?”

“Uh... più o meno, sono i centri dell'energia del nostro corpo mi pare!”

“Esatto! vedi io credo che tu abbia, la rara capacità di aprire tutti i chakra dell'energia raggiungendo una sorta di estasi che si esprime nel rilascio di quella luce che non è altro che l'energia sprigionata dai chackra aperti. Nel momento in cui succede, essendo i nostri corpi uniti, tu porti anche me allo stesso livello di estasi ed ecco perché mi illumino anche io. Credo anche che questa tua capacità si esprima solo quando finalmente ti lasci completamente andare, cosa che non capita mai nella tua vita tranne quando fai l'amore con me! In questo senso io per te sono portatore di luce"

Chloe rimase pensierosa per qualche istante poi replicò “Sai, credo che possa essere vero. Vedi in quei momenti è come se io mi sentissi allo stesso tempo completamente libera e me stessa ma anche completamente parte di te. Non so come altro spiegartelo!”

“Non devi spiegarlo, è la stessa cosa che provo anche io, finalmente mi sento completo. Non mi era mai successo prima!”

Restarono abbracciati in silenzio per un po', poi Chloe domandò "Dove sei stato tutto ieri?"

Lucifer rimase in silenzio per qualche istante poi decise che non poteva mentire a Chloe.

"Non arrabbiarti… Sono stato a cercare il padre di quell'uomo"

"Lucifer, perché per te era così importante da lasciarmi sola nel bel mezzo di un'indagine… Non capisco!"

"Per via di Dromos"

"Dromos? Scusa ma che c'entra?"

"Chloe…" Lucifer si interruppe per prendere coraggio "Dromos è mio figlio"

Chloe lo guardò esterrefatta.

“Stai scherzando?”

“No, per niente!”

"Scusa, ma perché non me lo hai detto, non capisco, perché mentirmi su di lui?"

"Chloe non ti ho mentito, non lo sapevo neanche io fino a due giorni fa! Me lo ha fatto notare Amenadiel"

"Cosa?"

"Senti lo so che può sembrare assurdo, ma la verità è che ha sempre coperto il viso con tutta quella barba e quei capelli ricci, e finché non glieli abbiamo tagliati non avevo mai osservato più di tanto i suoi lineamenti. E poi sua madre non mi ha mai detto niente e tanto meno lui!"

"Lilith? Tu e lei..."

"Si, solo una volta e millenni fa!" borbottò Lucifer.

"Lucifer, evidentemente non sai che basta anche una sola volta…" ridacchiò Chloe.

"Detective…" esclamò lui in tono lamentoso "non c'è nulla da ridere!"

"E tu in che modo pensavi che parlare con un uomo che ha rifiutato di accettare il figlio ti avrebbe aiutato con Dromos?"

"Ecco, pensavo che mi avrebbe potuto aiutare a capire cosa non fare, come non essere un cattivo padre. In ogni modo è stato del tutto inutile, quell'uomo è in coma e non mi ha potuto dire nulla" concluse sconsolato Lucifer.

"Lucifer… Non credo davvero che conoscere un cattivo padre ti avrebbe aiutato ad essere un bravo padre…"

"Ma non so cosa fare, da dove cominciare…"

"Nessuno sa come fare il genitore finché non si ritrova ad esserlo, è una cosa che si impara giorno per giorno e con tutta la buona volontà non si può evitare di commettere qualche errore!"

"Ma tu che faresti al mio posto?"

"Beh…. Io non so che cosa passi per la mente di un demone infernale, ma se fossi al tuo posto forse proverei a parlargli"

"Ragioni proprio come Amenadiel e Linda!” si lamentò Lucifer “E cosa potrei dirgli... Salve, mi sono reso conto di essere tuo padre dopo solo ventimila anni dalla tua nascita. Domenica giocano i Rams, andiamo a vederli?"

"Ventimila anni?"

"Si, Dromos in effetti è molto giovane, potevo anche capirlo che non poteva essere figlio del Demone del deserto"

"Giovane?"

"Beh, capisci che ventimila anni per una creatura immortale sono nulla!”

“Mi stai dicendo che è una specie di adolescente?”

“No, no... è del tutto adulto ma è giovane, immagino che sia per questo che si trova bene con Ella!”

Chloe restò silenziosa per un po' e Lucifer si preoccupò.

“Detective… Ti secca che abbia un figlio? Dimmi la verità"

"Io, beh no, è solo che è strano, insomma non me lo aspettavo. Però no... davvero no. Forse perché Dromos mi piace, ha un bel carattere, è molto dolce con Ella e a volte mi sembra che si aspetti quasi…"

"Cosa?"

"Beh, che lo tratti in modo materno. O quanto meno mi porta ad essere materna con lui"

"Sul serio? Beh immagino che gli sia mancata una figura materna positiva e dolce come te. Non credo che abbia mai ricevuto da Lilith una carezza in vita sua. Ricordo come rimaneva stranito quando da piccolo gli accarezzavo i riccioli"

"Tu gli accarezzavi i riccioli? Credevo non sopportassi i bambini" commentò Chloe stupita.

"Beh, era un piccolo demone non un piccolo umano sbavante e moccioloso ed era così carino e così solo. Era l'unico bambino in tutto l'inferno e non aveva nessuno che si curasse di lui, così controllavo che non gli accadesse nulla e ogni tanto cercavo di dargli un po' di quell'affetto che la madre si guardava bene dal dargli"

"Insomma ti preoccupavi per lui, lo controllavi e cercavi di compensare la mancanza di affetto da parte della madre. Lucifer, ti rendi conto che in pratica ti comportarvi da padre?"

Lucifer guardò Chloe interdetto "Io… non ci avevo mai pensato!"

DRIIIIN, il cellulare di Chloe cominciò a squillare.

“Uffa!” sbuffò Lucifer “ma non si può mai avere un po' di pace!”

“Mi dispiace” si scusò Chloe alzandosi per recuperare il cellulare che continuava a squillare senza pietà.

“Si, ok arriviamo!”

“Era Dan, sembrava molto teso!”

#

L'alba di un nuovo giorno si alzava timidamente all'orizzonte mentre le luci delle auto della polizia illuminavano ad intermittenza la strada transennata e invasa da poliziotti.

Chloe individuò Dan e si diresse subito verso di lui seguita da Lucifer.

“Sappiamo chi è?” domandò la detective.

“E Gavin Island!” rispose Dan passandosi una mano sul viso.

“Fammi indovinare, sembra una morte violenta ma in realtà è morto di infarto o qualcosa di simile?”

“In realtà questa volta non è morto, anche se è in coma e temo che se non ce la farà Ella troverà ancora qualcosa del genere!”

“Già e siamo a tre Dan! Complimenti stai perdendo tutti i tuoi informatori!” commentò divertito Marc.

"Ho detto che non è ancora morto, risparmiati queste battute imbecilli e fuori luogo!" rispose nervosamente Dan.

"Beh, praticamente è morto, non ci crede nessuno che possa svegliarsi!" ridacchio Marc.

“Vedo che non sei cambiato Marc, se continui con questo tono te ne torni a casa subito!” lo redarguì Chloe.

“Chi farebbe meglio a tornare a casa è il tuo ex marito Chloe, prima che lo arresti per due omicidi e un tentato omicidio!” sibilò Marc.

“Ma che stai dicendo, sei impazzito?”

“Per niente, guarda qua cosa ho trovato in una tasca della vittima!” esclamò il poliziotto mostrando a Chloe un portachiavi messicano a forma di teschio.

Chloe cercò di rimanere distaccata “E allora?” domandò “Che cosa dovrebbe significare”

“Oh, non mi dirai che non sai chi è che regala souvenirs messicani ogni volta che torna da Cholandia1

“Cosa stai insinuando Marc?” intervenne Dan.

“Io non insinuo niente dico solo che è abbastanza curioso che l'unico collegamento tra queste tre vittime sia proprio tu: tre dei tuoi informatori, tre portachiavi come quelli che regali tu, devo aggiungere altro?”

“La presenza dei portachiavi cosa dovrebbe provare?” intervenne Lucifer “a parte che Dan non sa scegliere i souvenir?”

“Oh, guarda il dandy annoiato ha deciso di aiutare il suo ex rivale in amore, che tenerezza!”

“Bloody hell, questo imbecille lo preferivo quando era solo stupido, adesso che è diventato anche razzista ed arrogante non lo reggo proprio, avrei dovuto lasciarlo nella caverna!” esclamò Lucifer irritato rivolgendosi a Chloe.

“Sono d'accordo con Lucifer, non solo la presenza dei portachiavi non è rilevante ma oltretutto quale sarebbe il movente di Dan e perché dovrebbe essere così idiota da lasciare tracce del suo passaggio se fosse il colpevole?”

“Beh, se non ricordo male il nostro detective non è esattamente immacolato, vedi il caso Palmetto, quindi potrebbe avere altri scheletri negli armadi che non ha voglia di far saltare fuori!”

“Ma cosa stai farneticando, ti ha dato di volta il cervello?” lo apostrofò furioso Dan.

“Ora basta, Marc. Ti rendi conto che stai accusando Dan di omicidio e me di occultamento di prove? Continua di questo passo e farò presente agli affari interni il tuo comportamento aggressivo e offensivo!”

“Gli affari interni li ho già informati io, detective!”

“Cosa?” domandò furiosa Chloe.

“Già, eccoli che arrivano, sono curioso di vedere come ve la caverete!” rise con un sorriso crudele Marc indicando due grossi agenti in completo blu scuro.

“Siete i detective Decker e Espinoza?” domandò uno dei due.

“Si” rispose Chloe “che volete?”

“Abbiamo bisogno di parlarvi, siete pregati di seguirci in Centrale, ora!”

“Ma che succede, siete impazziti?” domandò Lucifer sconvolto.

“Lei non si intrometta!” intervenne l'altro agente poggiandogli una mano sul petto per spingerlo indietro. Lucifer fissò la mano con rabbia ma prima che potesse commettere errori intervenne Chloe stringendogli leggermente un braccio .

“Stai calmo Lucifer, sono certa che risolveremo questo equivoco senza problemi!”

“Va bene, ma non resterò a guardare mentre questo scarto di poliziotto cerca di rovinarvi la vita!”

Lucifer con gli occhi umidi di lacrime rabbiose osservò impotente Chloe e Dan che entravano nella macchina dei due detective degli Affari interni sotto lo sguardo soddisfatto di Marc.

In quel momento decise che avrebbe cancellato molto presto quell'insopportabile sorriso dal volto dell'agente.

“Dromos” chiamò teso “dove sei, raggiungimi immediatamente!”


Nota 1: cholo in spagnolo significa “meticcio” ma in America può essere usato anche per riferirsi ai messicani in modo offensivo, da cui il termine Cholandia che mi sono inventata per indicare il Messico e sottolineare il razzismo di Marc.





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Capitolo 6
*** Un nemico in squadra ***


Capitolo 6

Un nemico in squadra



La radiosveglia di Ella si accese e Bob Seger cominciò a cantare:

We've Got Tonight

I know it's late, I know you're weary

I know your plans don't include me

Still here we are, both of us lonely

Longing for shelter from all that we see1


Ella abbassò il volume per non svegliare Elyas, voleva lasciarlo dormire un altro po' ma la vista del suo ragazzo addormentato al suo fianco, complice anche il sottofondo romantico di Bob Seger, le fece venire un'idea piuttosto maliziosa.

Si adagiò sul petto di Dromos e cominciò a baciarlo scendendo sempre più giù fino a concentrarsi su un punto piuttosto specifico che, come aveva notato Lucifer poco tempo prima, non sembrava affatto disprezzare.

Dromos si svegliò con un'incredibile sensazione di benessere che si trasformò in una incontenibile eccitazione quando si rese conto che Ella stava facendo qualcosa che lui non aveva mai permesso di fare a nessuna delle sue sorelle delle cui zanne, onestamente, non si era mai fidato.

"Ella..." ansimò eccitato allungando una mano per accarezzarla e passando dall'eccitazione allo sgomento nel rendersi conto che stava per poggiare sulla nuca di Ella un artiglio rosso.

Si voltò verso lo specchio e vide che anche gli occhi erano completamente rossi.

Preso dal panico nel constatare che Ella gli stava facendo perdere completamente il controllo, la costrinse gentilmente a lasciarlo andare e la rovesciò sulla schiena riprendendo il controllo della situazione e soprattutto del proprio corpo.

I gemiti di Ella lo rassicurarono, non solo non si era offesa ma al contrario mostrava di gradire il repentino cambiamento di posizione.

"Dromos dove sei, raggiungimi immediatamente" la voce di Lucifer rimbombò dentro la testa del demone.

"A...desso…? " domandò Dromos ansimando.

"No, non ancora…non ancora…" rispose Ella credendo che si stesse rivolgendo a lei

"DROMOS HO BISOGNO DI TE, SUBITO!" ordinò Lucifer.

"Per favore... " pregò Dromos.

"Un attimo ancora amore" ansimò Ella.

A quel punto si creò un po' di confusione nella testa del povero demone con Ella che lo pregava di aspettare e Lucifer che gli ordinava di sbrigarsi.

"A... arrivo, tra un po'!" concluse Dromos interrompendo il contatto mentale con Lucifer.

"Oh si, amore… tra un po'... " gemette Ella soddisfatta.


Dall'altra parte della città un Lucifer piuttosto irritato stava constatando con un certo stupore che cominciavano ad essere un po' troppe le persone che gli chiudevano in faccia le conversazioni.

E quel che era peggio senza fornire spiegazioni accettabili!

#

Lucifer, poggiato sul fianco dell'utilitaria di Chloe fumava nervosamente una sigaretta mentre attendeva con ansia l'arrivo di Dromos e Ella.

Finalmente vide arrivare uno scooter.

“Alla buon'ora, sono tre quarti d'ora che ti aspetto!” esclamò arrabbiato appena il figlio si tolse il casco.

“Ti chiedo scusa Lucifer, anche se in scooter si fa più in fretta Ella abita praticamente dall'altra parte della città!”

“Si può sapere che stavi facendo e perché hai osato interrompere la nostra conversazione?” lo incalzò Lucifer.

“Poi ti spiego!” rispose Dromos leggermente imbarazzato indicando Ella con un cenno del capo nella speranza che Lucifer si rendesse conto che non era il caso di parlare apertamente delle loro conversazioni telepatiche.

“Me lo spieghi ora!” rispose Lucifer infuriato senza capire nulla.

“Avete parlato... quando? Scusa Elyas ma perché tu hai il cellulare?” domandò Ella un po' confusa.

Lucifer si rese conto di aver fatto una gaffe, prese nota della necessità di regalare un telefonino a Dromos e cambiò argomento ignorando totalmente la domanda di Ella.

“Ella sei già informata di quanto è accaduto?”

“Si, mi ha chiamato Chloe, sono impazziti Lucifer!”

“Temo che prima di tutto sia impazzito Marc, è stato lui ad accusare Dan e Chloe!”

Quel salopard! Non mi è piaciuto dal primo momento che l'ho incontrato!” commentò Dromos.

“In ogni modo, adesso dobbiamo attivarci per aiutare Chloe e il detective stronzo. Non ho intenzione di lasciarli nei guai e ho bisogno del vostro aiuto immediatamente! Dromos tu segui Marc!”

“Chi è Dromos?” domandò Ella stupita.

Lucifer rimase un attimo impietrito poi si riprese “Non è nessuno, è un'esclamazione britannica, mi stavo rivolgendo a Elyas!” Dromos sospirò e Lucifer gli scoccò un'occhiataccia.

“Elyas devi stargli attaccato e voglio che recuperi qualcosa che gli appartiene.. capelli, saliva, unghie qualunque cosa possa permettere a Ella di analizzare il suo DNA. Ella tu analizza tutto l'analizzabile, cerca qualsiasi traccia che possa anche solo vagamente permetterci di collegare quel bastardo agli omicidi.

“Lucifer, pensi davvero che Marc c'entri qualcosa in questa storia?” domandò Ella preoccupata.

“Ne sono sicuro, né io né Chloe avevamo parlato dei portachiavi di Dan, solo se è stato nelle case delle vittime poteva saperlo e perché ci sarebbe andato se non per poter trovare il modo di accusare Dan?"

"Quali portachiavi?" domandò Dromos.

"Elyas, non fare domande idiote, quelli che erano nelle case delle vittime" rispose Lucifer nervosamente.

"Non c'era nessun portachiavi a casa di Rusty"

"Cosa?"

"Te lo assicuro Lucifer, ero lì con Dan e non c'era nessun portachiavi. Te lo può confermare anche Maze. Rusty aveva le chiavi di casa attaccate ad un semplice anello di acciaio"

"Razza di bastardo… allora li ha veramente messi lui!" esclamò Lucifer furioso.

“Pensi che possa averli messi Marc per far ricadere i sospetti su Dan?” intervenne Ella.

“Esatto! Non so cosa lo spinga ma ne sono certo e insieme lo scopriremo! Muoviamoci!”

“Lucifer, aspetta, abbiamo un altro problema!” intervenne ancora Ella.

“Un altro?”

“Lucifer, se Dan e Chloe sono in stato di arresto, chi si occuperà di Trixie?”

“Chi è Trixie?” domandò Dromos.

#


Chloe osservava il collega degli Affari interni cercando di non far trapelare il suo stato d'animo, era certa che Lucifer e gli altri l'avrebbero aiutata ad uscire da quella situazione e che tutto si sarebbe chiarito, ma era preoccupata e nervosa per Dan che aveva già avuto problemi in passato e soprattutto non si era ancora ripreso completamente dalla morte di Charlotte, gli mancava solo un'indagine interna con l'accusa di omicidio.

Continuava anche a darsi della stupida per non aver dato il giusto peso all'avvertimento di Dromos “Stai attenta a Marc...”, avrebbe dovuto fidarsi di più delle sue sensazioni da “demone infernale” e forse avrebbe dovuto anche dar retta ai sogni in cui Marc gli appariva sempre furioso, non ci aveva pensato più di tanto prima ma evidentemente avevano davvero un significato.

Ora però era troppo tardi per recriminare e tutto quello che poteva fare era mantenere la calma e contare sulla sua squadra.

“Bene detective, parliamo dei portachiavi e del perché aveva omesso di farne cenno nei suoi rapporti!” esordì l'agente fissandola dritto negli occhi.

Chloe sostenne lo sguardo “Perché non vedo un nesso con gli omicidi, quali informazioni ci forniscono oltre a quelle che già sappiamo tutti e cioè che Dan li conosceva in quanto erano tutti suoi informatori?”

“Ah, certo questo lo sappiamo tutti è vero, ma come mai Dan ha regalato i suoi portachiavi proprio a questi specifici informatori?”

“Non saprei, forse perché non è colpevole e quindi non temeva che sarebbero stati usati per costruire delle prove false a suo carico?” rispose con tono tagliente Chloe.

Il detective accusò il colpo ma continuò “Non crede di essere un po'.. prevenuta? In fondo si tratta del suo ex marito, è naturale che sia portata a proteggerlo!”

Chloe lo gelò con lo sguardo “Non ho mai permesso alla mia vita privata di interferire con il mio lavoro e certamente non proteggerei mai un pluriomicida. Nemmeno se fosse mio marito. La verità è che accusare un uomo di omicidio senza che ci sia né un movente, né delle prove credibili è scorretto e poco professionale!"

"La miglior difesa è l'attacco, non é vero Detective? Bene vedremo chi vincerà, ma per ora è lei che deve dimostrare di non essere stata poco professionale!" aggiunse con uno sguardo glaciale.

Chloe sostenne lo sguardo, ma il suo cervello era già da un'altra parte. Continuava a domandarsi da dove fosse saltato fuori il secondo portachiavi di cui parlavano, perché di una cosa era sicura, a casa di Rusty era la prima cosa che aveva cercato e non ne aveva trovato traccia da nessuna parte. Le uniche chiavi che aveva visto erano quelle di casa ed erano tenute insieme da un anello di acciaio.

#

"Trixie è la figlia della detective e di Dan, è una bambina molto simpatica e svegli!" spiegò Ella.

Dromos la guardò a bocca aperta per lo stupore, non riusciva a immaginare che Chloe e Dan potessero condividere una figlia, nonostante sapesse che erano stati sposati per lui la detective era esclusivamente la compagna di Lucifer.

"È una creatura curiosamente intelligente nonostante sia una piccola umana. Non credo che potremo mentirle! In ogni modo la lasceremo a Linda e Amenadiel. Problema risolto!"

"Lucifer hanno un bambino piccolo, non possono occuparsi anche di Trixie!"

"Uffa Miss Lopez" sbuffò Lucifer "non aggiungere altri problemi a quelli che già abbiamo!"

"Lucifer non possiamo ignorare questo problema"

"Miss Lopez..."

"Non vorrei contraddirti Lucifer” intervenne Dromos “ma i figli sono importanti!”

Lucifer gli rivolse uno sguardo così intenso che Dromos cominciò a balbettare "Vo...Vo… voglio dire pe… per una donna, pe... penso che per lei sia importante sapere che può contare su di te!"

"Elyas ha ragione" intervenne Ella, un buon compagno si prende cura dei figli della sua donna come se fossero i suoi!"

"Va bene, va bene ho recepito il messaggio, quindi primo problema da risolvere: accompagnare Trixie a scuola, Ella tu sai dove abita Dan? "

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La ragazzina biondina, carina e sui 15 anni squadrò con sospetto il gruppetto di sconosciuti a cui aveva appena appena aperto la porta, un vecchio sulla quarantina incredibilmente bello e affascinante per la sua età, una donna dal viso simpatico anche lei non più tanto giovane probabilmente tra i 28 e i 30 anni e un tizio piuttosto cool che sembrava la versione più bassa e più giovane del vecchio.

"Siete sicuri che vi mandi il Signor Espinoza? Mi ha inviato un messaggio per accompagnare Trixie a scuola, ma non mi ha parlato di voi!"

"LUCIFER!" Esclamò Trixie correndo ad abbracciarlo "Mi porti tu a scuola oggi! " esclamò entusiasta.

"Li conosci?" domandò la ragazzina.

"Si” rispose Trixie abbracciata alla vita di Lucifer "è il fidanzato della mamma!" rispose la bambina con entusiasmo ma imbarazzando terribilmente il Re degli inferi "lei è Ella lavora con la mamma e lui…" Trixie si interruppe perplessa "non ti conosco, ma devi essere il fratellino di Lucifer, sei uguale a lui ma più basso!" concluse la bambina sorridendo felice. Lucifer rimase impietrito, Ella osservò Lucifer e Dromos come se li vedesse per la prima volta, il demone fu l'unico a reagire con prontezza "Si, in effetti sono il fratellastro di Lucifer, che occhio che hai bambina dovresti fare la detective come la tua mamma!" rispose strizzando l'occhio a Trixie.

La baby sitter di Trixie commentò con tono annoiato "Vabbe', siete uguali a parte che tu sei basso e lui è alto"

"Hey" si lamentò Dromos "non sono così basso! Sono alto 1,74"

"Capirai che grattacielo" ribatté la ragazzina ridacchiando.

"Ok, adesso che abbiamo appurato l'ovvio e cioè che lui è basso e io sono alto, vogliamo concludere un accordo miss baby sitter? Noi portiamo Trixie a scuola e tu te ne torni in una di queste orribili casette a schiera, scegli quella che vuoi tanto sono tutte disgustosamente uguali!"

"Ma il signor Espinoza mi dà 15 dollari quando accompagno Trixie a scuola!" replicò la ragazzina contrariata.

"15 dollari? questa non è una ricompensa questa è estorsione!" commentò Lucifer sdegnato.

La ragazzina incrociò le braccia con aria di sfida.

"E va bene, ringrazia che abbiamo fretta e ora levati di torno piccola Corleone!"

"Mi chiamo Thunberg, non Corleone! E guarda che l'ho visto anche io Il padrino!"

"Allora saprai che questa è un offerta che non puoi rifiutare!" replicò Lucifer porgendole 10 dollari e facendo brillare per un istante gli occhi di rosso, la ragazzina impallidì, prese i soldi dalla mano di Lucifer e scappò via veloce come un fulmine.

"Comunque papà non le da mai più di 5 dollari!" commentò Trixie lanciando uno sguardo severo a Lucifer.

#

"Quindi tu sei il fratellino di Lucifer? Che bello! Anche io avrei voluto un fratellino, ma la mamma e il papà si sono lasciati" Trixie era seduta sul sedile posteriore insieme a Dromos ed era molto incuriosita "chissà magari lo farà con Lucifer!" concluse Trixie.

Lucifer tossì come se qualcosa gli fosse appena andato di traverso poi rendendosi conto che stava per passare con il rosso frenò di colpo, una macchina da dietro strombazzò vigorosamente.

Ella, seduta dalla parte del passeggero era silenziosa e pensierosa.

L'unico che sembrava a suo agio era Dromos che rispondeva tranquillo a Trixie con delle mezze verità.

"Perché non hai lo stesso buffo accento inglese di Lucifer?"

"Perché non sono nato in Inghilterra!"

"Oh! E dove sei nato?"

"Dove viveva mia madre"

"Tua mamma è anche la mamma di Lucifer?"

"No, piccola!"

"Allora somigliate a vostro padre?"

"Immagino di si!"

"Immagini?"

"Mia madre non mi ha mai presentato mio padre, sono cresciuto con Lucifer, più o meno"

"Si sono lasciati prima che tu nascessi. Anche alla mia migliore amica è successo così, lei vive con la mamma ed è sempre un po' triste perché non conosce il papà! A te manca il tuo papà?”

"Un po', soprattutto da piccolo ma Lucifer mi è stato vicino" Lucifer osservò Dromos dallo specchietto retrovisore.

"Che bello! Lucifer fa tanto il distaccato ma poi vuole bene davvero alle persone. Anche a me sai, non è come certi stupidi che facevano i carini per far colpo sulla mamma, mi trattavano come se fossi idiota! Lucifer invece non ti tratta mai da idiota a meno che tu non sia idiota davvero!" rise allegra Trixie.

"Siamo arrivati a scuola Trixie" disse Lucifer fermando la macchina.

"Di già! Peccato, mi piace tanto parlare con il tuo fratellino. Ciao a tutti!" salutò allegra Trixie scendendo dalla macchina e correndo incontro alle due amiche del cuore.

Lucifer ripartì nel silenzio generale.

Di colpo parlarono tutti insieme

"Voi siete fratelli!"

"Scusami Ella… "

"Perche hai detto a Trixie…"

Si fece il silenzio di nuovo.

Dromos fu il primo a parlare "Scusami Ella, non so che dire, non ho avuto una madre particolarmente amorevole, io e Lucifer non parliamo volentieri della nostra famiglia e poi ecco pensavo che lo sapessi" mentì.

"No, non lo sapevo. Ma ok, capisco, anche io ho una famiglia difficile” rispose Ella irritata.

Restarono di nuovo in silenzio fino all'arrivo in Centrale, Ella scese e si rivolse a Lucifer "Stai tranquillo verificherò tutto il verificabile"

Dromos scese anche lui e si avvicinò titubante a Ella.

"Ci vediamo stasera?" chiese timidamente.

"Magari ci sentiamo più tardi" rispose.

“Ella...”

“No, adesso no, parliamone dopo” replicò lei avviandosi verso la Centrale.

Dromos rientrò in macchina avvilito, si sedette al lato del passeggero con gli occhi bassi e rimase in attesa della sfuriata di Lucifer.

Che non arrivò.

Al contrario con calma Lucifer gli domandò "Perché hai detto di essere mio fratello?"

"Io… ho pensato che fosse più semplice confermare questa idea piuttosto che spiegare che io sono un demone e tu il Signore dell'inferno e forse un po' ci somigliamo per questo motivo. Perdonami, non volevo mancarti di rispetto"

"Non mi hai mancato di rispetto, non preoccuparti. E poi Tutto sommato hai ragione, se loro ci trovano così somiglianti tanto vale dare una spiegazione credibile che non gli sollevi troppi dubbi"

Dromos guardò il suo signore stupito, non si aspettava che gli desse ragione.

Improvvisamente si ricordò che non gli aveva ancora parlato dei suoi sospetti circa il fatto di essere spiati da degli angeli ostili.

"Mio Signore, non irritarti se ti dico questo ma sono certo che i tuoi fratelli ci stiano spiando e non abbiano intenzioni benevole. Sono anche certo che stessero controllando Lonzarot"

"Dromos come fai ad accorgerti che ci stanno spiando?" domandò Lucifer guardando il figlio dritto negli occhi.

Dromos ammutolì spiazzato dalla domanda improvvisa di Lucifer, poi ricordandosi dell'incontro tra Amenadiel e Remiel tirò un sospiro di sollievo e rispose "Ho sentito tuo fratello Amenadiel parlare con vostra sorella Remiel, lei ha praticamente ammesso di spiarci e ha dato a me la colpa di quanto è successo con Lonzarot"

Lucifer si fece un po' pensieroso poi commentò "E noi sappiamo che tu non c'entri per cui sono stati davvero loro, non posso crederci, cercare di uccidere il loro nipote, sono impazziti"

"Temo che possano avere a che fare anche con queste morti mio signore, per una creatura ultraterrena può essere facile provocare un infarto ad un essere umano, non credi? Il punto è ma perché lo stanno facendo, a che scopo?"

"Non lo so con certezza, ma potrebbe anche darsi che stiano cercando di colpire Dan in quanto legato a Chloe. Forse vogliono farle terra bruciata intorno per renderla più vulnerabile e colpire anche me più facilmente"

“Ma perché non possono lasciarti in pace? Non gli basta che ti abbiano mandato a governare l'inferno per millenni?”

“E a te cosa importa? Non eri tu il primo che voleva riportarmi all'inferno?” domandò Lucifer sospirando.

“Si, ma... era perché mi mancavi, non perché volevo punirti. E poi non avevo idea che fossi così felice qui, con Chloe e tutti gli altri. Ti chiedo ancora scusa per come mi sono comportato!” rispose Dromos un po' imbarazzato.

Lucifer lo osservò malinconicamente “Lascia stare ormai è passato e poi anche io devo scusarmi con te, me ne sono andato via senza una spiegazione, mi sono portato dietro Maze e non ti ho neppure salutato. Sono stato abbastanza egoista in fondo!”

Rimasero in silenzio finché Dromos domandò “Credi che mi lascerà?”

“Chi?” domandò Lucifer distratto.

“Ella, era così arrabbiata, credi che mi lascerà?” domandò di nuovo Dromos preoccupato.

"Ma no, non preoccuparti per Miss Lopez è evidente che tiene a te, non ti lascerà per così poco!”

Dromos emise un lungo sospiro e aggiunse "Io vorrei tanto dirle la verità ma ho paura della sua reazione, non voglio perderla, la amo così tanto!"

Lucifer guardo il figlio stupito, era la prima volta che Dromos si apriva con lui su qualcosa di cosi personale "Aspetta ancora un po', ora è troppo presto e soprattutto non credo che sia il caso che tu lo faccia quando sei solo con lei, lo faremo insieme e con l'aiuto di Chloe, ok?"

Il viso del demone si illuminò "Grazie, io..."

"Lascia stare, a che servono i fratelli maggiori altrimenti?" allungò una mano e gli accarezzò la testa come faceva ogni tanto quando Dromos era ancora ragazzino.

Dromos lo guardò stupito poi rise allegro "Già, a che servono altrimenti?"

Lucifer pensò che era davvero una bella sensazione vedere il figlio sorridere rassicurato.

"Fare il genitore è una cosa che si impara giorno per giorno" le parole di Chloe gli tornarono alla mente.

"E comunque piantala di chiamarmi Mio Signore!" concluse sorridendo.


Nota 1: We've Got Tonight - Bob Seger

Nota 2: Quel salopard: che bastardo!

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Capitolo 7
*** Una terribile scoperta ***


Capitolo 7


Una terribile scoperta


Ella, gli occhi incollati alle lenti del microscopio continuava a fissare quelle strane piume che aveva mostrato a Chloe sforzandosi di capire a quale tipo di maldito pennuto potessero appartenere.

Le aveva comparate con tutto il comparabile, pure con fibre sintetiche. Aveva esaurito tutti i possibili database.

Niente.

Non aveva trovato nulla che corrispondesse a quello che stava osservando, una danza di colori rilucenti e cangianti che a intervalli regolari si univano in un unico fascio di luce argentata.

Ella era allo stesso tempo affascinata e angosciata. Come poteva aiutare Chloe e Dan se non riusciva neppure a identificare delle semplici piume, pensò furiosa con sé stessa.

Poi il suo pensiero ritornò su Elyas, come aveva potuto non notare la sua somiglianza con Lucifer?

Che razza di medico legale era se non era neppure capace di riconoscere due fratelli?

Una bambina di 11 anni aveva intuito in un nanosecondo quello che lei non aveva capito in 10 giorni in cui aveva avuto Elyas e Lucifer davanti agli occhi praticamente tutti i giorni. Certo Elyas era più basso, più giovane e più scuro di carnagione rispetto a Lucifer, aveva qualcosa di mediorientale nei tratti del viso ed era molto più sciolto e a suo agio nell'esprimere i sentimenti, ma indubbiamente a guardarlo con un minimo di attenzione era veramente il ritratto di Lucifer!

Le lenti del microscopio si appannarono, Ella si accorse che due lacrime si erano fatte strada lungo le guance.

Si staccò un attimo dal microscopio per asciugarsi il viso, in quel momento Marc entrò con aria baldanzosa ed arrogante nel laboratorio "Non troverai niente di utile, come sempre d'altra parte, mi chiedo cosa ti tengano a fare qua dentro a parte rispettare la quota delle minoranza etniche!"

Ella lo fissò per un attimo allibita, poi la rabbia prese il sopravvento "Sono sempre più utile di un ignorante che confonde i tatuaggi tribali con le rune celtiche!" rispose con un sorriso di scherno.

Marc si concentrò un attimo ma non trovando una risposta all'altezza cambiò argomento "Cosa guardi?" domandò avvicinandosi al microscopio per curiosare attraverso le lenti.

Non fece in tempo a vedere niente perché Ella tirò via i vetrini con i resti di piuma prima che i suoi occhi si posassero sulle lenti.

"Cosa credi di fare Mexico, rimetti immediatamente a posto quei vetrini se non vuoi finire davanti agli Affari interni a spiegare che il tuo permesso di soggiorno non è ancora scaduto!"

"Sono americana, razza di idiota, non ho bisogno di permessi di nessun tipo a differenza di te che per entrare qua dentro ed esaminare le prove hai bisogno del mio permesso!

Che non hai avuto! Perciò levati di torno prima che ti denunci io agli Affari interni per aver rischiato di inquinare delle prove entrando qui e poggiando le tue mani sporche e senza guanti dappertutto!" replicò Ella infuriata.

"Stai calma Mexico, chi credi di essere per parlarmi così?"

"La responsabile di questo laboratorio! Tu invece sei solo un agente di primo grado, quindi non fare tanta scena perché non dai ordini proprio a nessuno qui dentro, tanto meno ad una responsabile!"

Marc la guardò furioso e replicò con voce tagliente come una lama "Sarò anche solo un agente di primo grado, ma almeno io non vado a letto con un mostro, come te o come la nostra integerrima detective"

"Ma cosa stai dicendo, come ti permetti?"

"Apri gli occhi Mexico, tu e la detective andate a letto con due mostri, guardalo bene negli occhi il tuo ragazzo quando ti scopa e poi vedremo chi aveva ragione!"

Detto ciò si voltò e con un sorriso crudele e soddisfatto si allontanò lasciando Ella pallida in viso.

"Esta completamente loco!1" pensò guardandosi le mani ancora tremanti per la tensione.


#


Marc uscì dalla Centrale, si guardò intorno con aria sospettosa fissò lo sguardo sulla macchina di Chloe e si avvicinò con un sorriso di scherno.

"Guarda, guarda. Il dandy e il mangiarane hanno unito le forze per aiutare la principessa indifesa e il suo ex marito" commentò con l'intento di provocare Lucifer "lasciate stare, siete troppo stupidi e inaffidabili, finirete per peggiorare la situazione e aiutarmi a tenere in galera la puttanella e il suo ex pappone" concluse appoggiandosi al finestrino dal lato di Lucifer che infuriato aprì lo sportello di colpo spingendolo lontano dalla macchina.

Lucifer lo raggiunse, lo afferrò per il bavero della giacca e lo sbatté sul cofano dell'utilitaria, i suoi occhi erano completamente rossi.

Dromos si precipitò fuori dalla macchina per evitare che il padre combinasse qualcosa di irreparabile.

"Lucifer, fermati ti prego" lo pregò preoccupato "così rischi solo di peggiorare la situazione!"

"Ascolta il tuo servo, Lucifer!" sibilò l'agente.

Lucifer ebbe l'impressione di cogliere un bagliore argentato nelle pupille di Marc.

Rimase sconcertato e lo lasciò andare di colpo "Vattene bastardo e ringrazia Elyas se non ti ho ammazzato"

Marc ridacchio soddisfatto, si mise a posto camicia e cravatta e voltando le spalle a Lucifer se andò senza guardarsi indietro.

"Stai bene?" domandò Dromos preoccupato.

"No, non tanto, c'è qualcosa che non va in quel ragazzo, temo che sia controllato da uno dei miei fratelli, credo lo stesso Michele. Seguilo, ma per favore stai attento e non correre rischi inutili, non voglio ritrovarti di nuovo nelle condizioni in cui ti aveva ridotto Lonzarot!" disse Lucifer stringendo una spalla al figlio.

Dromos si stupì di quel gesto, per quanto sapesse che Lucifer gli era in qualche modo affezionato non era abituato a vederlo così preoccupato per lui, né aveva mai sospettato che potesse aver sofferto nel vederlo martoriato dalle ferite che gli aveva inferto la lince infernale.

"Non stare in pena per me, sono abituato a badare a me stesso da quando ero bambino!" commentò baldanzoso.

Lucifer lo afferrò per i riccioli neri e tirandogli indietro la testa replicò "Non sono affatto preoccupato, piccolo arrogantello, è solo che l'ultima volta le mie lenzuola Louis Vuitton erano talmente macchiate di sangue che le ho dovute buttare, chiaro?"

"Chiaro!" rispose Dromos massaggiandosi imbronciato la testa.

"Ora vai, o rischierai di perderlo di vista e stai attento!"

Dromos sorrise tra sé e sé, nonostante quello che aveva detto un attimo prima, era sicuro che non fosse affatto il sangue sulle lenzuola griffate a preoccupare Lucifer.


#


"Lucifer" esclamò Amenadiel uscendo dall'ascensore ed entrando nell'attico del fratello "è da ieri che ti cerco! Dov'eri finito?"

"Ciao, Amenadiel" lo salutò Maze "anche tu qui?"

"Vi ho chiamato perché ho bisogno del vostro aiuto, sono sicuro che Michele sta cercando nuovamente di colpire Chloe, questa volta in modo più subdolo!"

"Volevo parlarti anche io della stessa cosa" lo interruppe Amenadiel "ieri mattina ho incontrato Remiel"

"Remiel?"

"Già e mi ha fatto capire chiaramente che Michele e i suoi accoliti sono totalmente contrari a quello che sta accadendo qui e che potrebbero addirittura scatenare una guerra!"

"State dicendo che lo stronzetto aveva ragione?" domandò Maze.

"Chi?" domandarono in coro Lucifer e Amenadiel.

"Dromos, anche lui era preoccupato per lo stesso motivo, a quanto pare ultimamente sente la presenza di angeli incazzati un po' dappertutto!"

"Quando te lo ha detto?" domandò Lucifer.

"Ieri mattina, quando ci siamo incontrati a casa dell'informatore di Dan"

"Perché non sei venuta subito a dirmelo?"

"Per lo stesso motivo per cui non è venuto nessun altro, perché ieri eri irraggiungibile, idiota!"

"Già" intervenne Amenadiel “si può sapere che avevi da fare di così importante per sparire in quel modo?"

"Io… avevo i miei motivi!" Rispose Lucifer un po' imbarazzato "Comunque ora sono qua, possiamo concentrarci sull'argomento dell'incontro o no?"

"Dov'è Dromos?" domandò preoccupato Amenadiel.

"Sta seguendo il detective Rodenbarr, temo che sia controllato da Michele e voglio scoprire se è vero"

"Lucifer, è pericoloso per Dromos, ti rendi conto che se i nostri fratelli lo scoprono potrebbero attaccarlo e ucciderlo? Quel ragazzo non è abbastanza forte per tenere testa a un branco di angeli aggressivi!"

"È un demone infernale, non possono attaccarlo se non attacca per primo è una legge di nostro Padre e Dromos è in gamba, non sarà così stupido da mettersi in condizioni tali da giustificare una loro aggressione!"

“È vero Amenadiel, lo stronzetto è sempre stato il più sveglio dei maschietti, non che ci voglia molto sono un branco di idioti, però se i vostri fratelli sono andati fuori di testa potrebbero aggredirlo fregandosene delle leggi di vostro Padre!"

"Già, pensa a quando ho creduto che volesse rapire di nuovo Charlie, per poco non lo ammazzavo!"

"Credevi che stesse aggredendo Charlie. E poi non lo avresti ucciso davvero, non sei così crudele Amenadiel"

"Fatto sta che sei dovuto intervenire tu per evitare il peggio!" commentò Maze.

Lucifer le rivolse uno sguardo preoccupato "In ogni modo se si trova nei guai può contattarmi telepaticamente e io e Amenadiel possiamo raggiungerlo in pochi secondi ovunque si trovi" commentò "e se qualcuno dovesse provare a fargli del male se la vedrà con me!" concluse con gli occhi rossi come la brace di un falò estivo.

"Ci tieni parecchio a quello stronzetto vero? Mi sono sempre chiesta come mai, hai una piccola cotta per lui? E la detective? Ti ha già stancato?" domandò Maze giocherellando con un pugnale con un sorrisetto provocatorio.

Lucifer si irrigidì e Amenadiel intervenne per calmare le acque "Maze, non mi sembra davvero il momento di litigare. Dobbiamo essere uniti se vogliamo uscire tutti vivi da questa situazione"

"Non voglio affatto litigare, commentavo solo l'evidente preferenza che il nostro Re degli Inferi dimostra per il suo piccolo diavoletto del cuore"

"Dai piantala Maze, sembri quasi gelosa di Dromos!" replicò ancora Amenadiel.

"Lo è, fratello, lo è sempre stata. Non è vero Maze? Non hai mai sopportato che fossi affezionato al piccoletto volevi essere la sola ad avere le mie attenzioni in tutto l'Inferno, tu e gli altri lo avete sempre odiato! Gli avete reso la vita impossibile fino a che non è cresciuto abbastanza da imparare a difendersi!" Lucifer furioso e tremante di rabbia si avvicinò a Maze che si rese conto di aver esagerato.

" Ti sbagli Lucifer, l'ho sempre protetto" rispose calma.

"Insultandolo e aggredendolo ogni volta che lo vedevi?"

"Anche quello era un modo di proteggerlo, non volevo che gli altri capissero che in realtà gli volevo bene e aggredirlo per prima significava salvargli la vita, perché io non gli avrei mai fatto realmente del male.

Razza di imbecille, tu non te ne sei mai reso conto perché sei troppo egocentrico ed egoista per badare a quello che fanno gli altri! Sei talmente egoista che non hai mai neanche capito che era tuo figlio malgrado sia sempre stato il tuo ritratto fin da bambino.

Ho protetto lui e il suo stupido segreto perché voglio bene a tutti e due"

Maze spinse indietro Lucifer furiosa e aggiunse "Idiota, quello stupido stronzetto è il mio fratellino preferito e ora lo hai messo in pericolo perché come sempre prima pensi a te stesso! Ti avverto se succede qualcosa a Dromos non te lo perdonerò mai!"

Maze terminò il suo discorso fissando Lucifer con gli occhi colmi di lacrime.

"Tu lo hai sempre saputo!" sospirò Lucifer "Sono proprio un pessimo padre" aggiunse scuotendo la testa amareggiato.

Prese una bottiglia di whisky e bevendo un lungo sorso si diresse verso il balcone della terrazza.

Amendiel lo raggiunse "Lucifer, ora non c'è tempo per autocommiserarsi, dobbiamo organizzarci ed essere pronti a rispondere ad un eventuale attacco di Michele”

Lucifer si irrigidi fissando il vuoto con occhi vitrei "Luci, che succede?" domandò Amenadiel posandogli una mano sulla spalla per richiamare la sua attenzione.

"Dobbiamo andare" rispose Lucifer tornando in sé "Dromos mi sta chiamando, sta succedendo qualcosa di terribile e ha bisogno del nostro aiuto!"


#


Dromos seguiva Marc già da qualche ora. Il poliziotto era tornato a casa, aveva frugato in un cassetto tirando fuori qualcosa che Dromos, che lo spiava da una finestra del soggiorno, non era riuscito a vedere. Marc aveva messo in tasca l'oggetto misterioso, si era sdraiato sul divano con aria stremata e si era assopito.

Ma il suo sonno non era tranquillo, il suo corpo era scosso da sussulti e ogni tanto si lamentava nel sonno.

Improvvisamente si svegliò lanciando un urlo spaventoso, sembrava più l'ululato di una bestia ferita che il grido di un uomo. Dromos che pure era una creatura infernale ne fu profondamente scosso. Cosa poteva tormentare Marc fino a quel punto, si domandò angosciato.

Marc si riaddormentò per un altro quarto d'ora poi si svegliò, si guardò intorno con sospetto, quasi che avesse sentito la presenza di Dromos e si alzò con una strana espressione in viso.

Sembrava perso in una sorta di trance, Dromos si spostò leggermente per vedere meglio e il cuore gli si fermò per un secondo.

Lo sguardo dell'agente riflesso sullo specchio del soggiorno era impressionante, i suoi occhi emettevano dei bagliori argentati che non avevano nulla di umano "Che accidenti può essere successo nella caverna a quel ragazzo, non è più lui" si domandò il demone preoccupato.

Marc si voltò improvvisamente verso la finestra, Dromos fece giusto in tempo ad abbassarsi evitando di essere visto dall'agente. Rimase immobile e tremante finché non lo sentì aprire e poi richiudere la porta di casa.

"E adesso dove va? È già mezzanotte che dovrà fare di così importante da uscire nel cuore della notte?" si chiese il demone preparandosi a seguirlo.

L'agente camminò per quasi due ore apparentemente senza una meta. Dromos non capiva né dove stesse andando, né tanto meno come facesse a tenere quel passo. Tra la camminata precedente e quella attuale a meno di non essere un maratoneta allenato, sarebbe dovuto essere stremato e invece il giovane poliziotto continuava a camminare come se fosse spinto da una forza superiore.

"Non ci possono essere dubbi" rifletté il Demone "è controllato sicuramente da Michele. Ma così finirà per ucciderlo, il corpo di un umano non può essere sottoposto ad un simile sforzo senza risentirne e quel ragazzo non mangia e non beve da ore, che razza di bastardo insensibile è Michele. E poi accusano mio padre di essere crudele, lui non farebbe mai del male ad una creatura innocente, neanche ad un idiota come Marc, anzi tanto meno ad un povero idiota innocuo come Marc" considerò furente Dromos.

Marc finalmente sembrava aver raggiunto la sua meta. Si era fermato davanti ad un bar e guardava attraverso la vetrata in cerca di qualcosa o qualcuno. Individuò l'oggetto della sua ricerca ed entrò dentro spedito. Dromos lo seguì stando attento a non farsi notare.

Si guardò un po' intorno finché non trovò Marc, aveva attaccato discorso con un tipo di colore dall'aspetto piuttosto anonimo.

Dopo un po' Marc disse qualcosa all'orecchio del tipo anonimo e poi entrambi si diressero verso l'uscita del bar.

Marc si guardò di nuovo intorno come se volesse accertarsi di non essere seguito.

Dromos si domandò se in qualche modo non sentisse la sua presenza ma chissà, forse aveva solo la coscienza sporca.

I due si inoltrarono per dei vicoli bui e solitari fino a che non raggiunsero un caseggiato semi diroccato e abbandonato. Dopo aver aperto una porta mezzo sfondata entrarono nell'edificio.

Dromos attese un attimo, poi quando ebbe l'impressione di poter entrare senza essere individuato li seguì.

Improvvisamente sentì il tipo anonimo urlare con voce terrorizzata “Aaahh, nooo lasciami!”

Dromos si mise a correre verso le urla e quando raggiunse i due rimase per un attimo paralizzato dalla sorpresa.

Marc teneva il tipo schiacciato contro il muro, dagli occhi gli usciva una luce argentata che stava bruciando il viso del poveretto.

Marc iniziò ad urlare con una voce orribilmente stridula “Confessa, confessa, sono stati Dan e la detective a convincerti a mentire!”

“Noooo, lo giuro loro non c'entrano è stato The Doctor a pagarmi, lo giuro ti prego basta!”

L'uomo continuava a urlare disperato mentre il suo viso fumava e si riempiva di piaghe.

“Bugiardo, sei un bugiardo come tutti gli umani!” gli urlò Marc furioso aumentando l'intensità della luce.

Dromos era paralizzato dall'orrore, pur essendo un demone infernale aveva sempre fatto fatica ad accettare che i dannati fossero torturati in eterno e tantomeno poteva accettare che un poveretto fosse torturato per essere forzato a dire una menzogna.

Ad un certo punto decise che ne aveva avuto abbastanza, assunse il suo aspetto demoniaco e si buttò contro Marc con tutto il suo peso, facendolo stramazzare per terra.

“Lascialo stare. Questo poveraccio non ha fatto niente di male, che razza di creatura celestiale sei per torturare in questo modo un povero innocente?” urlò furioso.

“Lurido servo, allora eri proprio tu a starmi intorno tutto il giorno. Avevo l'impressione di essere seguito ma questo puzzolente e disgustoso corpo mortale non mi permette di sentire come vorrei, è ora di liberarmene!” rispose Marc con una voce orribilmente distorta guardando Dromos come se volesse ucciderlo.

Davanti agli occhi del demone il corpo del povero Marc cominciò a contorcersi vomitando sangue ed emettendo un orribile suono di ossa spezzate.

Il povero ragazzo emise delle urla di dolore strazianti a cui Dromos non riuscì a resistere, afferrò Marc per le spalle e scuotendolo urlò “Basta, ti prego, basta! Lo stai uccidendo in modo orribile, non lo capisci bastardo di un angelo?”

“E a te che importa lurida creatura infernale?” rispose Marc guardando Dromos con un orribile e insanguinato sorriso di scherno “Tra poco mi divertirò anche con te piccolo servo infernale!” aggiunse colpendo Dromos in pieno viso con un manrovescio così potente da farlo volare contro il muro.

Dromos non fece in tempo ad alzarsi che Marc lo raggiunse, gli assestò un calcio nello stomaco facendolo gemere di dolore poi urlò ridendo “Sta a guardare servo!” si alzò per tutta la sua statura e ricominciò ad urlare di dolore, al suono delle ossa spezzate si aggiunse l'orribile suono della carne della schiena di Marc che si apriva, fiotti di sangue uscirono dalle ferite dalle quali, davanti allo sguardo allucinato di Dromos, emersero due ali che un tempo dovevano essere state bellissime e rilucenti d'argento ma che ora apparivano grigie e grondanti di sangue e brandelli di carne umana.

“Tu... sei... pazzo...!” balbettò Dromos “hai osato prendere possesso del corpo di un umano vivo e ora lo stai uccidendo per poterlo lasciare! Tu hai offeso tuo Padre come il mio Signore non ha mai osato fare! Vergognati Michele non sei degno di essere un angelo”

“Tu sai chi sono, servo?” commentò stupito Marc il cui volto ormai appariva terreo come quello di un morto “beh, non ti servirà a molto saperlo, tanto stai per morire!” concluse avvicinandosi minaccioso a Dromos che arretrò fino a sentire il muro contro la schiena.

Marc allungò una mano per stringere e spezzare il collo del demone ma prima che potesse afferrarlo un calcio lo spinse lontano, si alzò leggermente frastornato trovandosi davanti Lucifer e Amenedial che lo guardavano con aria di disprezzo “Prenditela con chi si può difendere Michele, se ne hai il coraggio!” lo sfidò Lucifer fissandolo con le pupille ardenti come due tizzoni di carbone accesi.



Nota 1: è completamente pazzo

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Capitolo 8
*** Non è finita qui Lucifer! ***


Capitolo 8

Non è finita qui, Lucifer!


Michele sostenne lo sguardo di Lucifer "Sei arrivato a salvare il tuo cagnolino, Lucifer?" domandò con aria di sfida “e tu Amenadiel, non ti vergogni di esserti unito a questa feccia?"

Amenadiel osservò malinconicamente il fratello imprigionato nel corpo martoriato del povero Marc e rispose "Fratello che ti è successo come puoi essere arrivato a questo punto? Non ti rendi conto di quanto siano orribili le conseguenze del tuo odio?"

"Parla l'angelo caduto per colpa di Lucifer, quello che si è umiliato al punto di accettare di vivere come uno sporco umano rinunciando a tutti i suoi privilegi soprannaturali tranne due misere ali grigie e oramai prive di luce?" replicò Michele ridendo istericamente.

"Sono sempre meglio delle tue, sporche di sangue innocente" rispose Lucifer colpendolo in faccia. Michele barcollò, ma si riprese subito "Schifoso vigliacco, approfitti del fatto che questo inutile corpo umano mi impedisce di reagire come potrei!"

"Sei stato tu a imprigionarti lì dentro, imbecille, e ora non sai come uscirne!" rispose furioso Lucifer colpendolo ancora con furia cieca.

"Bravo, aiutami a distruggere questo corpo così che io possa finalmente liberarmene!" ringhiò Michele.

Amenadiel cercò di fermare il fratello "Controlla la tua rabbia Lucifer, quel pazzo ha ragione così finirai per uccidere Marc"

"No Amenadiel, non posso più uccidere Marc, questo bastardo lo ha già ucciso ma è troppo stupido per accorgersene. Non è così Azrael?" urlò Lucifer furioso.

Non ci fu altra risposta che un fruscio d'ali leggero.

Azrael se n'era andata altrettanto silenziosamente di come era arrivata, per Marc non c'era più niente da fare.

“Ahahaha, sono libero finalmente!" gioì Michele approfittando della distrazione di Lucifer e spingendolo via.

"Prova a fermarmi, ora!" lo sfidò.

Michele si radrizzò chiuse gli occhi e si concentrò, dalle ferite del corpo martoriato di Marc cominciarono a fuoriuscire raggi di luce argentata che bruciavano qualunque cosa sbarrasse loro la strada.

Michele allargò le braccia aprendo le mani con i palmi rivolti verso l'alto, la luce argentata aumentò d'intensità circondando tutto il corpo di Marc che cominciò a bruciare.

"Lucifer porta Dromos fuori di qui!" gridò Amenadiel spalancando le ali e prendendo tra le braccia l'uomo di colore svenuto per le ferite. Riuscì appena in tempo a uscire in strada che un boato spaventoso fece tremare i palazzi intorno, si voltò il tanto per vedere che l'intero caseggiato abbandonato stava crollando.

Una gigantesca nuvola di fumo grigio e cenere si riversò sulle strade del quartiere inondandolo come l'immensa onda distruttrice di un maremoto.

Amenadiel, che aveva trovato riparo dentro un negozio abbandonato, osservò impotente l'onda grigia ricoprire di cenere tutto ciò che incontrava.

Quando tutto fu finito si precipitò sulle macerie del crollo.

"Lucifer… Dromos…" chiamò senza ottenere risposta.

"Padre ti prego non farmi questo!" pregò Amenadiel cadendo in ginocchio "Ti prego… Padre!" ripeté ancora.

Una mano si posò sulla sua spalla "Che hai da pregare nostro Padre?" domandò una voce familiare, Amenadiel si voltò, Lucifer e Dromos lo stavano guardando perplessi e completamente ricoperti di polvere grigia.

"Allora?" domandò ancora Lucifer.

Amenadiel non disse niente, si alzò in piedi e sorridendo strinse il fratello e il nipote in un abbraccio stretto e liberatorio.


#


Era passata una notte intera dal crollo, i vigili del fuoco erano stati impegnati a spegnere le ultime braci sotto le ceneri mentre la notizia della terribile esplosione era apparsa su tutti i giornali e tutti i notiziari. Si sospettava che le cause fossero dolose e che ci fossero dietro delle bande in guerra per il possesso del quartiere

Nel frattempo il terzo informatore di Dan, Gavin Island, era uscito dal coma ma era ancora molto debole e comunque non ricordava nulla di quanto gli era accaduto.

Chloe e Dan erano stati scagionati. Il procuratore aveva stabilito che in definitiva Jaime The Beauty e Rusty erano morti per cause naturali, che i portachiavi non erano rilevanti e che comunque non valeva la pena di perdere altro tempo e soldi pubblici per due rifiuti della società in meno.

Chloe si era irrigidita di fronte a quel commento e stava per replicare, ma Dan le aveva dato un pizzico su un fianco e lei aveva capito che almeno per il momento non era il caso di fare polemiche.

Il corpo di Marc o meglio quel poco che ne restava era stato ritrovato. Ella aveva dovuto fare l'esame del DNA per accertare la sua identità.

Vicino al corpo di Marc aveva trovato quel che restava di un portachiavi messicano deformato dal calore, ne aveva parlato con Chloe e Dan che avevano deciso che ormai era inutile sporcare la memoria di Marc e così Ella lo aveva fatto sparire.

I genitori del ragazzo erano venuti a prendere il suo corpo.

Ella e Chloe avevano avuto il triste compito di spiegare loro che il figlio era caduto durante lo svolgimento del suo lavoro, evitando con cura qualsiasi riferimento alla parte in cui era impazzito.

Fortunatamente anche la testimonianza dell'uomo aggredito da Marc non era stata considerata credibile, l'uomo infatti aveva continuato a ripetere che un poliziotto biondo lo aveva convinto a seguirlo per parlare dello spacciatore del quartiere noto come The Doctor, ma una volta entrati nel caseggiato abbandonato l'agente si era trasformato in un diavolo gigantesco che aveva cominciato ad emettere dagli occhi una luce infuocata con la quale aveva cercato di bruciarlo vivo e che, Dio sia ringraziato, un altro diavolo più piccolo e rosso era intervenuto salvandogli la vita. Il racconto era stato liquidato come frutto dello shock dovuto all'esplosione e al conseguente crollo del caseggiato nonché, molto probabilmente, ad una massiccia dose di fentanyl.


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Il signor Rodenbarr, un uomo alto e magro dai capelli biondi, raccolse gli effetti personali di Marc che avevano resistito alle fiamme, rigirò tra le delicate dita da commercialista il distintivo da Detective del giovane agente e commentò "Era un ragazzo sveglio e onesto, sarebbe sicuramente diventato il capo qui!"

La madre di Marc, una bella donna anche lei bionda e dagli occhi azzurri, ora rossi e gonfi di pianto, guardò Chloe e Ella imbarazzata. Chloe poggiò una mano sul braccio dell'uomo e disse gentilmente "Ha ragione Sig. Rodenbarr, Marc era davvero un bravo ragazzo e sarebbe sicuramente andata così" l'uomo non disse nulla e cominciò a piangere silenziosamente, la signora Rodenbarr sorrise riconoscente a Chloe, poi si rivolse al marito stringendogli una mano tra le sue "È ora di andare tesoro, dobbiamo riportare Marc a casa" disse piano. Il marito annuì e insieme si avviarono verso l'uscita.

Chloe si sedette alla sua scrivania sospirando abbattuta, non era mai facile parlare con i parenti delle vittime ed era tanto più straziante quando si trattava di comunicare ai genitori la morte di un figlio. Per non parlare del fatto che Marc era anche un collega.

Lucifer stava anche peggio di lei perché non riusciva a non sentirsi terribilmente in colpa per non aver capito subito cosa stava accadendo a Marc e per essere intervenuto quando ormai era troppo tardi per aiutarlo.

Chloe era andata al Lux per comunicargli che sia lei che Dan erano stati completamente scagionati da ogni accusa. Lo aveva trovato affacciato alla terrazza che beveva il suo whisky preferito.

Lucifer l'aveva guardata senza dire nulla, l'aveva abbracciata e portata a letto. Ma quella volta non era comparsa alcuna luce intorno a loro e Chloe aveva percepito più che altro il profondo dolore del suo compagno.


Ella si avvicinò a Chloe e la abbracciò sospirando.

"Ella" chiamò Dromos.

Ella si voltò e sorrise ad Elyas, non lo aveva più visto dal pomeriggio del giorno prima, quando lo aveva lasciato arrabbiata perché non le aveva detto di essere il fratello minore di Lucifer.

Per un terribile attimo aveva creduto di averlo perso per sempre nel crollo, fortunatamente Lucifer l'aveva chiamata per avvertirla che era tutto a posto e che Elyas era al Lux con lui, era solo un po' scosso da quanto era successo e aveva bisogno di riposo, ma l'avrebbe raggiunta presto. Poi Ella era stata risucchiata nel vortice del lavoro conseguente al crollo e alla ricerca del corpo di Marc e di altre eventuali vittime, aveva lavorato quasi tutta la notte e si era dovuta alzare presto per tornare in Centrale e accogliere i genitori di Marc.

Non era più arrabbiata con Elyas, al contrario sentiva un gran desiderio di abbandonarsi tra le sue braccia e non pensare più a nulla, così si alzò e si strinse al suo petto. In quel momento si rese conto di quanto amava quello stupido francese riccioluto.

Dan si avvicinò a Elyas "Hey fratello come stai?" gli domandò con aria triste.

"Bene, io… volevo dirvi che mi dispiace molto per Marc, non sono riuscito a…"

"Non è colpa tua amico" lo interruppe Dan "il destino di ognuno di ognuno di noi è già scritto fin dalla nascita e nessuno può sapere perché uno si salva e l'altro pur essendo lì a fianco no" Dan abbracciò Dromos e concluse "sono felice che tu sia riuscito a uscire fuori di lì in tempo!"

Il demone allungò una mano e tenendo ancora stretta Ella gli restituì commosso l'abbraccio.

Restarono abbracciati tutti e tre per qualche istante davanti allo sguardo intenerito di Chloe.

Dromos si sorprese a pensare che Lucifer aveva ragione a non voler tornare all'Inferno.

Vivendo laggiù il giovane demone aveva sempre visto solo il lato peggiore degli umani e si era convinto che fossero per lo più delle creature crudeli, egoiste e incapaci di amare.

Per 10 lunghi anni non era riuscito a spiegarsi perché Lucifer li amasse così tanto da non voler più tornare a governare l'Inferno. Ma ora finalmente aveva capito, lì sulla terra Lucifer aveva trovato una famiglia vera, rassicurante e protettiva e adesso quella famiglia aveva accolto anche lui, ed era una bellissima sensazione.


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Maze uscì dall'ascensore e si diresse verso Lucifer che seduto al pianoforte suonava un pezzo di Nik Drake fumando un mozzicone di sigaretta.

Rimase lì senza parlare con aria leggermente imbarazzata, Lucifer si fermò e la osservò silenzioso.

"Io…" cominciò lei, poi si interruppe senza sapere come andare avanti.

"Coraggio non è difficile Maze, immagino che Linda ti abbia spiegato come fare!" la esortò Lucifer malinconicamente.

"Beh… scusa!" riuscì a dire lei.

Lucifer fece un mezzo sorriso e poi ricominciò a suonare.

"È tutta qui la tua reazione?" domandò lei irritata "non hai nient'altro da dirmi?"

"Maze, che vuoi che ti dica? Mi hai offeso, ti sei pentita e ora mi hai chiesto scusa, possiamo chiuderla qui, non credi?"

Maze ci pensò un attimo e concluse "Sono d'accordo, chiudiamola qui!"

Lucifer suonò un'altra strofa del brano di Drake poi si fermò e domandò "Perché non mi hai mai detto che avevi capito che Dromos era mio figlio?"

"Credevo che avessimo chiuso l'argomento"

"Abbiamo chiuso l'argomento delle tue scuse, non questo!" rispose Lucifer sbattendo le dite sui tasti del pianoforte e rivolgendole uno sguardo irritato.

Maze sostenne lo sguardo e rispose "Perché per qualche motivo che non conosco, lui non ha mai voluto che tu lo sapessi e io ho rispettato il suo segreto. Piuttosto perché tu non gli hai ancora detto che lo sai?"

"Non ho ancora trovato il momento giusto!" borbottò Lucifer.

"Beh, non metterci altri ventimila anni a deciderti!" rispose ironica Maze.

Lucifer le scoccò un'occhiataccia, si alzò dal pianoforte e andò a versare due bicchiere di scotch.

"Lucifer, con Michele non è ancora finita vero?" domandò Maze cambiando argomento.

"No, si è alzato in volo urlando che ci saremo pentiti tutti di aver sfidato le leggi di nostro Padre" rispose Lucifer offrendo un bicchiere a Maze.

"Da che pulpito… proprio lui che ha posseduto un umano vivo, non so se ci sia qualcosa di più proibito di questo!" considerò Maze disgustata bevendo un sorso di scotch.

"Già! La famosa trave nell'occhio…!" commentò Lucifer.

"Che cosa faremo ora Lucifer?" domandò Maze

"Ci prepareremo a combattere una dura battaglia contro i miei fratelli Maze e questa volta non ho intenzione di perdere!" rispose Lucifer deciso.


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Dromos se ne stava tranquillamente affacciato al parapetto del tetto della Centrale a fumarsi una sigaretta quando sentì un fruscio d'ali alle sue spalle e immediatamente dopo la punta di una lancia premergli contro la schiena.

"Non potete uccidermi, non vi è permesso se non vi attacco" disse sentendo gocce di sudore freddo imperlargli la fronte.

"Girati con le mani sulla testa e inginocchiati, creatura immonda" ordinò la voce fredda e tagliente di Remiel.

Dromos buttò il mozzicone di sigaretta e eseguì senza discutere, non aveva intenzione di fornire all'angelo una scusa per attaccarlo.

Di fronte a lui c'erano Remiel e due angeli biondi e alti. Uno dei due sembrava il gemello biondo di Lucifer, a parte per il colore dei capelli e degli occhi, era praticamente uguale al fratello.

Dromos lo conosceva si chiamava Camael e qualche volta era sceso all'Inferno a parlare con Lucifer, l'altro si chiamava Sariel o qualcosa di simile, era sceso una volta con Michele che era venuto solo per litigare con Lucifer, gli era sembrato abbastanza stupido e succube di Michele.

"Che cosa volete?" domandò calmo Dromos.

"Le domande le facciamo noi, feccia!" rispose Sariel.

"Allora fatele, non è che ho tutto il giorno a disposizione per voi…" sbuffò Dromos.

Remiel gli spinse la lancia contro la gola il tanto necessario per fargli male senza tuttavia ferirlo.

"Attento a come parli o stasera la tua meretrice umana non avrà nessuno con cui divertirsi"

Gli occhi di Dromos diventarono rossi "Non permetterti di offenderla, aargh"

Remiel aveva premuto ancora e questa volta aveva aperto una piccola ferita sul collo di Dromos.

"Stai calma Remiel, il demone ha ragione quando dice che non possiamo ucciderlo" intervenne Camael "dov'è il tuo re, servo, ho bisogno di parlargli ma non riesco a mettermi in contatto con lui" domandò poi rivolgendosi a Dromos.

"Fuori città, dove non lo so"

"Non mentire servo, ti ho fatto una domanda rispondi come si deve"

"Io non mento mai, Camael. Lui è il mio Signore, fa quello che gli pare e non è tenuto ad informare un servo circa i suoi spostamenti e poi è tuo fratello, sai come è fatto meglio di me" rispose Dromos guardando l'angelo dritto negli occhi.

Camael lo fissò freddamente, Dromos ebbe l'impressione che stesse cercando di entrare nella sua mente "Entra pure Camael" lo invitò con un sogghigno "così mi risparmierai di essere torturato dai tuoi scagnozzi"

"Starei attento ad invitare un nemico con tale leggerezza, servo, potrei scoprire segreti che finora hai tenuto ben nascosti"

Dromos impallidì leggermente ma continuò a sostenere lo sguardo tagliente di Camael che dopo qualche istante concluse "Andiamo, stiamo perdendo tempo"

"Come puoi fidarti di questa creatura…"

"Immonda…" la interruppe Dromos concludendo la frase al suo posto "hai davvero poca fantasia Remiel. Non hai mai sentito parlare di Cyrano de Bergerac, immagino"

Remiel lanciò uno sguardo sospettoso a Dromos senza capire la battuta, mentre Camael non riuscì a trattenere un sorriso divertito.

"Sono ancora in grado di capire se qualcuno mente o no, Remiel, andiamo!" ordinò.

In quel momento Ella e Dan che avevano deciso di concedersi una pausa e raggiungere Elyas, comparvero sul tetto della centrale, Dan aveva in mano un pacchetto di sigarette che gli cadde per terra nel vedere l'amico inginocchiato con le mani intrecciate sulla nuca davanti a tre sconosciuti che lo minacciavano con una lancia.

"Che succede qui?" domandò allungando una mano verso la fondina.

"Vattene Dan, porta via Ella!" urlò Dromos.

"Non me ne vado affatto" rispose Dan estraendo la pistola e puntandola contro Remiel "Abbassa immediatamente quell'arma, non costringermi a sparare"

Remiel per tutta risposta lanciò l'arma contro Dan, mancandolo di poco e ferendo di striscio Ella.

"Stupido angelo, sei impazzita" urlò Dromos saltandole addosso e facendola stramazzare per terra.

Remiel che non si aspettava una simile reazione non riuscì ad evitare che Dromos la tenesse schiacciata a terra impedendole di muoversi, Camael si lanciò contro Dromos per staccarlo da Remiel e Sariel aggredì Dan e Ella.

Sferrò un pugno in faccia a Dan facendolo cadere a terra e afferrò Ella stringendole un braccio intorno al collo.

"Lascia immediatamente Remiel o le spezzo il collo" urlò minaccioso.

Dromos nel vedere Ella minacciata di morte perse completamente il controllo, senza rendersene conto assunse l'aspetto demoniaco, si liberò con una gomitata di Camael, rubò il pugnale a Remiel e lo lanciò contro Sariel centrandogli in pieno una coscia, Sariel lasciò la presa con un grido e Dromos ne approfittò per raggiungere Ella che lo guardava sgomenta.

"Vattene sei in pericolo" urlò Dromos con una voce profonda e irriconoscibile che la terrorizzò ancora di più.

"Mio Dio, che cosa sei Elyas?" urlò spaventata

"Non c'è tempo per spiegartelo ora, vattene via" rispose Dromos spingendola contro la porta del vano scale.

"Non toccarmi!" urlò lei "Daaan!"

"Ci penso io a Dan, vattene" le gridò ancora Dromos chiudendole la porta in faccia.

Cercò di raggiungere Dan, ma fu trafitto alla schiena dalla lancia di Remiel.

"Muori demone!" urlò trionfante l'angelo rigirando la punta della lancia nella ferita di Dromos e spingendolo a terra.

Dan nonostante lo shock provato nel vedere l'aspetto demoniaco di Elyas si era reso conto che in qualunque cosa si fosse trasformato l'amico, stava cercando di proteggerlo. Perciò afferrò la pistola legata alla caviglia e sparò contro Remiel centrandola in pieno petto. L'angelo si infuriò e cercò di lanciarsi contro Dan, ma Dromos le saltò sulla schiena facendola cadere.

Sariel riuscì ad afferrare un'ala di Dromos e la torse così forte che si sentì lo schiocco dell'ala che usciva fuori dalla scapola. L'angelo continuò a torcere l'ala lussata di Dromos facendolo urlare di dolore.

Remiel si lanciò contro Dan minacciandolo con un pugnale. A quel punto intervenne Camael che con uno schiaffo allontanò Remiel da Dan e con una spinta Sariel da Dromos.

Per evitare che il demone ormai fuori di sé per la rabbia e il dolore combinasse qualcosa di irreparabile, lo schiacciò per terra premendogli un ginocchio in mezzo alle scapole.

"ORA BASTA, FERMATEVI TUTTI!" ordinò con un tono talmente imperioso che nessuno osò contraddirlo.

"Tu, umano… vattene immediatamente, raggiungi la tua amica"

"Camael, il servo ci ha ci ha attaccato devi punirlo…" provò a protestare Remiel.

"Ho detto basta! Non sarebbe successo, se non vi foste permessi di attaccare gli umani" urlò infuriato Camael "andatevene anche voi, ORA! " tuonò infine.

Sariel e Remiel non osarono disobbedire e sparirono all'istante, Dan sempre più scioccato domandò "Ma chi siete voi?"

"Davvero non l'hai ancora capito, umano? Ora vattene, ti ho detto!"

"Cosa vuoi fargli? " domandò Dan indicando Dromos preoccupato "ha solo cercato di difenderci dai tuoi amici"

"Sta tranquillo, non ho intenzione di fargli del male se non fa niente di stupido. Non mi accanisco su un ferito, neanche quando si tratta di un demone e ora vattene!"

"Per favore Dan… raggiungi Ella, sarà terrorizzata!" lo pregò Dromos "Camael non mente, non sono in pericolo con lui"

Dan si avviò verso le scale, esitò un attimo, diede un'ultima occhiata preoccupata a Dromos e poi se andò chiudendosi dietro la porta.

“Avanti alzati! " disse Camael ritirando il ginocchio dalla schiena di Dromos.

Dromos si alzò in piedi ma il dolore che gli procuravano le ferite era troppo forte, Camael lo prese al volo prima che cadesse per terra.

"Stupido demone, tieni così tanto a quei due umani da farti quasi ammazzare per loro! Non pensavo che un demone potesse provare sentimenti simili!" commentò stupito.

"Beh, allora siamo pari, io non pensavo che gli angeli potessero essere così crudeli da cercare di far sbranare un bimbo da una fiera o da minacciare di spezzare il collo ad una ragazza indifesa" rispose Dromos.

"Cosa dici servo, sei stato tu a portare la bestia in questo mondo, quello che stava per succedere a casa di Amenadiel è solo colpa tua!"

"E questo che ti hanno raccontato i tuoi fratelli Camael? Beh, è una menzogna e comunque mi chiamo Dromos"

Camael rimase in silenzio per un po'.

"Lucifer è davvero fuori città?" domandò calmo.

"No, è al LUX" rispose Dromos e aggiunse con un sogghigno "non eri quello in grado di capire se gli stanno mentendo?"

"E tu invece non eri quello che non mentiva mai?" domandò a sua volta Camael.

"Io sono solo una lurida creatura immonda, no?" rispose Dromos con un sorriso triste che colpì Camael.

"Sei uno strano demone Dromos" commentò l'angelo "adesso sta fermo, ti rimetto l'ala al suo posto e poi mi porterai da Lucifer" concluse con un tono che non ammetteva repliche.

Dromos annuì e si preparò a sopportare il dolore dovuto all'operazione che stava per compiere Camael.

"Conto fino a tre…" disse l'angelo "uno, due…" STLAACCK.

"Aaargh… avevi detto fino a tre!" si lamentò Dromos cadendo in ginocchio per il dolore.

Camael ridacchiò "Beh, anche io ogni tanto posso mentire, non credi?"

Dromos lo guardò stupito, quindi Camael aveva il senso dell'umorismo.

"Ce la fai a volare conciato cosi?" domandò l'angelo indicando la ferita alla schiena di Dromos.

"Non credo!"

"Mmh... Va bene ti porto io, cerca di stare fermo o ti mollo all'istante dovunque ci troviamo, chiaro?" disse Camael tenendo stretto Dromos e alzandosi in volo.

"Chiaro!" rispose il demone, ridacchiando un po' imbarazzato per la curiosa situazione e rendendosi conto con un certo stupore che stare tra le braccia di Camael era confortante quasi come lo era stato stare tra quelle di Lucifer quando era bambino.


#


Dan aveva cercato Ella dappertutto tranne nel piccolo archivio accanto al suo laboratorio.

Bussò delicatamente ed entrò chiamando piano "Ella… sono io Dan"

"Sono qui…" rispose Ella con la voce rotta dal pianto.

Era seduta a terra in un angolo dell'archivio, con le braccia stingeva le gambe raccolte contro il petto e la fronte era poggiata sulle ginocchia.

Dan la raggiunse e notò la maglietta strappata sul braccio "Sei ferita?" domandò preoccupato.

"Non è niente!" rispose lei singhiozzando "Dan, lo hai visto? Si è trasformato in… in quella cosa mostruosa… Marc aveva ragione!"

"Marc?"

"Si, lui mi aveva detto che… che stavo andando a letto con un mostro, io ho creduto che fosse pazzo e invece…" Ella non riuscì a finire la frase i singhiozzi presero il sopravvento.

"Ella, ascolta, anche io sono sconvolto… insomma, Elyas è… voglio dire... io lo consideravo un vero amico e vederlo trasformarsi in… in qualunque cosa fosse..."

"Él es un demonio Dan, claramente es un demonio!" lo interruppe Ella "andavo a letto con un demonio!" aggiunse piangendo disperata.

Dan le prese il viso tra le mani "Ascolta Ella, io non so se Elyas sia davvero un demonio o no… "

"Aveva gli occhi rossi, artigli al posto delle mani ed era rosso Dan, cos'altro dovrebbe essere e io…io ho lasciato che lui…!" Ella ricominciò a singhiozzare.

"Sta a sentire Ella, forse hai ragione e forse Elyas è davvero un demone, ma sta di fatto che poco fa ha salvato la vita a entrambi, quindi non può essere così male non credi e poi… Ok sei andata a letto con lui, ma dimmi una cosa ti ha mai fatto del male?"

Ella lo guardò con gli occhi gonfi e rossi "No... lui è sempre stato gentile con me!" ammise Ella.

"E allora, che senso ha disperarsi in questo modo? Insomma anche io mi sono spaventato nel vederlo in quella forma, ma alla fine era sempre lui e ha rischiato la vita per salvare noi"

"Dan ha ragione Ella" la voce di Chloe fece voltare entrambi "Elyas è un demone, ma non è nè crudele, né malvagio"

"Tu lo sapevi, Chloe?"

"Si, Ella"

Ella la guardò sconvolta "Anche Lucifer, non è così Chloe?"

"Che c'entra ora Lucifer?" intervenne Dan confuso.

"Dan, non capisci? Lucifer ha sempre detto di essere il diavolo, Chloe sapeva che era vero e sapeva anche che stavo uscendo con un demonio, ma non ci ha detto nulla!"

"Cosa? Ma è vero Chloe? Tu conoscevi la vera natura di Elyas?"

"Si, me ne sono accorta dal primo momento che l'ho visto, Ella mi dispiace io… non sapevo come dirtelo e tu eri così felice insieme a lui!"

"Chloe come hai potuto… come hai potuto lasciare che accadesse, non riesci proprio a capire? Io sono cattolica, credo in Dio e l'ho sempre rispettato, anche quando pensavo di aver perso la fede, ma ora… ora andando a letto con un demonio ho tradito la sua fiducia. Chloe io non potrò mai più osare rivolgermi Dio, mai più! Questa volta l'ho perso davvero e per sempre!"

Ella si prese il viso tra le mani e pianse disperata, Chloe provò ad avvicinarsi per consolarla ma Ella la spinse indietro, si alzò in piedi e scappò via in lacrime.

Chloe si sedette a terra sospirando, si sentiva terribilmente stanca.

"Chloe, ma davvero Lucifer è il diavolo, Elyas un demone e tu lo hai sempre saputo?" domandò Dan incredulo sedendosi accanto a lei.

"Non proprio da sempre, so di Lucifer solo da un anno e mezzo"

"Solo da un anno e mezzo? Santo cielo, Chloe!" commentò Dan passandosi una mano sul viso.

"Chloe… non dirmi che anche Maze e Amenadiel…!"

Chloe annuì "Maze e un demone e Amenadiel un angelo!"

"Dios mio" commentò Dan scuotendo il capo e facendosi il segno della croce.


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Capitolo 9
*** E se fosse l'esatto contrario? ***


Capitolo 9

E se fosse l'esatto contrario?


Camael atterrò sulla terrazza del LUX "Siamo arrivati, dov'è Lucifer?"

"Suppongo dentro…" rispose Dromos ancora dolorante.

Camael notò che il demone era pallido e si reggeva in piedi a fatica così gli passò un braccio intorno ai fianchi e lo aiutò a camminare.

Dromos apprezzò la premura e pensò che Camael si mostrava freddo e altezzoso ma evidentemente si trattava solo di una posa visto che la sua vera natura a quanto pare era gentile.

Entrarono nel salone e si ritrovarono davanti a Lucifer, Amenadiel, Maze e Linda che li guardarono stupiti.

Lucifer notò immediatamente che Dromos non stava bene e si avvicinò minaccioso al fratello "Che cosa gli hai fatto Camael?"

"Camael mi ha difeso, se non fosse stato per lui ora non sarei qui!" intervenne Dromos.

"Continuo a pensare che tu sia uno strano demone Dromos, ora mi difendi?" commentò stupito Camael.

"Ho detto solo la verità" rispose Dromos.

Maze si avvicinò al fratello con aria imbronciata "Maze, sul serio, non ho molta voglia di litigare!" si lamentò il demone.

Camael spiegò un'ala per proteggere Dromos.

"Leva quell'ala Camael e tu stai zitto idiota e fammi controllare la ferita!" replicò lei.

L'angelo incrociò lo sguardo di Lucifer che annuì, ritirò l'ala e si rivolse a Maze "Aiutalo Mazikeen, fatica a reggersi in piedi!"

"L'avevo notato!" rispose lei sgarbata, prese il fratello per un braccio e lo accompagnò fino al divano, lo fece sedere e lo aiutò a togliersi camicia e maglietta per controllare la ferita.

"Che cosa vuoi Camael?" domandò Lucifer.

"Possiamo parlare noi tre in privato?" rispose l'angelo facendo un cenno verso Amenadiel.

"Puoi parlare senza problemi di fronte a Dromos e Maze" replicò Lucifer.

"Abbiamo anche un'umana qui!" fece notare Camael indicando Linda "non credo sia il caso di coinvolgerla! "

"Tanto più coinvolta di così" commentò Linda indicando Charlie che dormiva sereno nel suo passeggino "ti presento tuo nipote Charlie, spero che non proverai di nuovo a rapirlo, ucciderlo o qualsiasi altra cosa non gli sia ancora capitata!"

"Io non ho fatto alcuna di queste cose umana!"

"Ricominciamo con la storia che Lonzarot sarebbe stata controllata da Dromos?" intervenne Amenadiel "Se sei venuto per convincerci a credere nelle vostre menzogne te ne puoi anche andare Camael!"

"Stai calmo Amenadiel, ho solo detto che non c'entro nulla con quello che è successo, non sto a accusando nessuno!" rispose l'angelo senza scomporsi.

"Allora cosa vuoi?" domandò Lucifer porgendogli un drink.


#


Ella si fermò titubante di fronte al portone della chiesa, non era certa di essere ancora la benvenuta, prese un profondo respiro e trovò il coraggio entrare.

Padre Ramirez, un sacerdote alto e robusto sulla sessantina, dalla barba bianca e l'aspetto rassicurante stava accompagnando verso l'uscita un ragazzino dall'aria timida che doveva essersi appena confessato e suo padre, un uomo elegante dall'aspetto severo, come la vide le sorrise e le fece cenno di attendere un attimo.

Ella si sedette su una panca con gli occhi bassi, non aveva il coraggio di guardare il crocifisso.

Dopo poco sentì padre Ramirez avvicinarsi e sedersi al suo fianco "Certi genitori si preoccupano più di un brutto voto che di insegnare ai figli l'amore per il prossimo!" sospirò il sacerdote, poi notando il viso pallido e gli occhi gonfi e rossi di Ella le domandò preoccupato "Che ti succede Ella, non ti ho visto così sconvolta neppure il giorno che mi hai comunicato di aver perso la fede in Nostro Signore!"

"Questa volta è molto peggio padre io… ho commesso un terribile peccato!" Ella fu presa dalla vergogna e ricominciò a piangere.

"Ella, abbi pazienza ma faccio fatica immaginarmi che tu possa commettere un peccato anche solo leggermente grave, figuriamoci se posso credere che ne abbia commesso uno addirittura terribile!" rispose il sacerdote sorridendo.

Ella raccolse tutte le sue forze, sospirò e rivelò il terribile peccato "Padre, io mi sono innamorata di un demonio e sono andata a letto con lui… più di una volta!"

"Ella, innamorarsi di un poco di buono è certamente un errore che può provocare gravi conseguenze nella tua vita, ma non è un peccato! Trova la forza di lasciarlo e vedrai che tutto andrà a posto" cercò di rassicurarla padre Ramirez.

“Piuttosto perché non prendi in considerazione quel simpatico giovane riccioluto che sembrava così interessato a te?".

"No padre, lei non capisce, è proprio di lui che sto parlando e non è una metafora, Elyas è veramente un demonio… con tanto di artigli e di occhi rossi!" vedendo lo sguardo perplesso del sacerdote Ella esclamò "Padre glielo giuro si è trasformato davanti a me e a Dan Espinoza, il mio collega della Omicidi! "

"Mi stai dicendo che quel ragazzo educato e un po' timido che mi hai presentato qualche giorno fa in realtà è un demonio? Ella sei sicura di non aver ospitato di nuovo tuo fratello di recente? L'ultima volta se non ricordo male aveva messo della cannabis nella tua torta di compleanno e…"

"Non ho ospitato mio fratello e non sono sotto l'effetto di stupefacenti. Sono del tutto in me padre e le giuro sulla testa di mia madre e dei miei fratelli che ho visto Elyas trasformarsi davanti i miei occhi!"

Padre Ramirez osservò con attenzione le pupille di Ella constatando che non avevano nulla di strano. Rifletté un po' ricordando le sue esperienze come missionario, effettivamente nei 25 anni in cui aveva svolto la sua attività nei posti più lontani e dimenticati da Dio, si beh.. per così dire.. si scusò il sacerdote dando un'occhiata di sfuggita al Crocifisso, aveva avuto delle esperienze così strane e miracolose che ormai non si stupiva più di nulla e d'altra parte Ella aveva sempre dimostrato di avere una sensibilità molto particolare e decisamente più sviluppata di tutti gli altri parrocchiani.

"Ve bene Ella ti credo, però non capisco, per quale motivo Elyas ha deciso improvvisamente di mostrarti la sua vera natura?" domandò serio.

"Io e Dan ci siamo trovati in pericolo e lui si è trasformato per… proteggerci!" rispose Ella abbassando lo sguardo verso il pavimento.

"Quindi questo… demone era preoccupato per te e per il tuo collega e si è trasformato perché così vi poteva difendere meglio?" domandò il sacerdote perplesso.

"Esatto" rispose Ella rendendosi conto dell'assurdità della sua storia e continuando a fissare il pavimento imbarazzata.

"Beh, non mi sembra un demone così cattivo allora, non credi?" considerò Padre Ramirez grattandosi la barba sotto il mento come faceva quando era molto concentrato su un problema.

"Padre, lo so che sembro pazza, ma le assicuro che è vero… Elyas è un demonio e io ho offeso Nostro Signore avendo dei rapporti con lui!"

"È questo che pensi Ella, di aver offeso Nostro Signore?"

"Si, e anche di averlo deluso perché mi ha messo alla prova dopo che avevo perso la fede e io invece di dimostrarmi all'altezza del suo perdono, mi sono innamorata di un demonio" Ella ricominciò a piangere.

"Ragazza mia, non pensi che il tuo sia un atteggiamento un po' egocentrico?" la sgridò il sacerdote incrociando le braccia sul petto e fissandola con severità.

"Co… cosa?" Ella lo guardò confusa.

"Ella, ogni volta che le persone si trovano in difficoltà credono che il Signore voglia metterle alla prova!" si infervorò Padre Ramirez "Ma quello che non viene mai in mente a nessuno è che forse in certi momenti non siamo noi il centro della sua attenzione, al contrario noi siamo coloro di cui si fida e a cui sta affidando l'importante compito di aiutarlo a realizzare il suo piano per qualcun altro!"

"Ma Elyas è un demonio padre!"

"Appunto Ella! Ascoltami bene, quel ragazzo, quel… demone ti guardava come se tu fossi la cosa più bella che gli fosse mai capitata…"

"Si, ma…!"

"Lasciami finire per favore! Quando me lo hai presentato ho percepito in lui un indubbio imbarazzo, che ora mi spiego tra l'altro, ma non malvagità e neanche la minima falsità nei sentimenti che prova per te per cui… insomma… non ti è passato per la testa anche solo per un attimo che potrebbe essere l'esatto contrario di ciò che pensi?"

"Non... non capisco padre!" balbettò Ella confusa.

"Quello che voglio dire Ella è che forse Dio non vuole mettere alla prova te, forse vuole salvare lui grazie a te!"

Ella fissò Padre Ramirez con gli occhi sgranati, no... non aveva pensato neanche per un attimo a quella possibilità.


#


"Sono venuto qui per chiederti aiuto, Lucifer" disse Camael impassibile.

"Oh, il mio orgoglioso fratello ammette di aver bisogno del mio aiuto, la situazione è così grave?"

Lucifer sorseggiava il suo drink seduto sul divano accanto a Dromos che dormiva profondamente, Maze gli aveva curato e fasciato la ferita e il demone spossato era crollato di colpo. Lucifer preoccupato si era avvicinato a controllare che stesse bene e si era seduto accanto a lui poggiandogli un braccio sulle spalle con un atteggiamento protettivo che non era sfuggito a Camael.

"Sai meglio di me che la situazione è grave fratello, sono preoccupato per Michele è andato completamente fuori controllo e quel che è peggio ha coinvolto altri fratelli nel suo delirio"

"Quando ho avuto problemi io non mi pare che tu fossi altrettanto preoccupato, né che abbia cercato di proteggermi come stai facendo ora con il nostro isterico fratello!" replicò tagliente Lucifer.

"Quando ti sei comportato come un bambino viziato ed immaturo ho sbagliato a non cercare di aiutarti, ora non voglio commettere lo stesso errore" ammise Camael la cui stoccata a Lucifer non era passata inosservata, Amenadiel e Maze ridacchiarono e Linda fece finta di controllare il ciuccio di Charlie che si era svegliato e sembrava molto interessato alla conversazione tra gli adulti.

"Quindi cosa vorresti che facessi Camael?" domandò Lucifer irritato "Hai appena detto che Michele è fuori controllo non mi pare ci siano molte alternative a parte affrontarlo apertamente e riportarlo alla ragione con le buone o più probabilmente con le cattive!"

"L'ultima cosa che voglio è una scontro aperto tra voi due, ti sei dimenticato di cosa è accaduto quando ti sei scontrato con Uriel?"

"No, non me ne sono dimenticato, non credo che potrò mai dimenticarlo!" sospirò Lucifer.

"In sostanza cosa proponi Michele?" intervenne Amenadiel.

"Propongo che tutto ritorni come prima: Lucifer, Maze e Dromos tornano immediatamente all'inferno, Amenadiel tu torni con me alla Città d'argento e gli umani continuano la loro vita esattamente come prima di incontrarvi!"

"E Charlie?" domandò Linda preoccupata.

"Charlie sceglierà quando avrà l'età giusta per farlo, ora ha bisogno della madre!" rispose Camael, Linda sospirò di sollievo.

"Non sono affatto d'accordo!" risposero in coro Lucifer, Amenadiel e Maze svegliando Dromos che si guardò intorno un po' frastornato.

"Non siete d'accordo su cosa?" domandò massaggiandosi la spalla ancora dolorante.

"Secondo Camael la soluzione per evitare uno scontro con Michele è che abbassiamo la testa di fronte alla sua arroganza e che noi tre ce ne torniamo zitti e buoni all'Inferno rinunciando a tutto ciò che ci siamo conquistati in questo mondo!" rispose rabbiosa Maze.

"Per quanto mi riguarda sono d'accordo, non ha più molto senso che io continui a stare qui!" commentò avvilito Dromos.

"Ma cosa dici? E allora Ella? Come la prenderà se la lasci senza neanche una spiegazione, credevo che tenessi a lei!" intervenne Lucifer contrariato.

"Ella sarà solo felice che io sia uscito dalla sua vita, mi sono dovuto trasformare davanti a lei e Dan per difenderli e quello che ha visto non le è piaciuto neanche un po', era terrorizzata e disgustata!" rispose affranto Dromos.

"Dromos, anche Chloe inizialmente…"

"No, lascia stare Lucifer, sai bene che non è la stessa cosa. Ella non potrà mai accettare la mia parte peggiore e tutto sommato ha ragione, come hai detto quando ci siamo ribellati noi demoni non apparteniamo a questo mondo, è giusto che io torni a casa!" concluse amareggiato Dromos alzandosi dal divano e dirigendosi verso la terrazza.

"Dromos, aspetta!" lo fermò Lucifer afferrandolo per un braccio nel timore che se ne stesse davvero andando via.

"Ti prego Lucifer, ho bisogno di stare un po' da solo!"

"OK, capisco, ma ti proibisco di andartene senza il mio permesso, hai capito demone?" ordinò Lucifer usando il tono di voce del Signore degli Inferi per obbligarlo ad obbedirgli.

"Come desideri, Mio Signore!" rispose il demone polemicamente.

Lucifer lasciò andare il braccio di Dromos che uscì in terrazza.

"Quel ragazzo mi piace sempre di più" commentò Camael "osa pure sfidarti, sai mi ricorda molto qualcuno quando era più giovane… più maturo però!" ridacchiò.

"Che cosa vorresti dire Camael?"

"Che tuo figlio è più maturo di te, Lucifer!" sorrise Camael divertito nel vedere lo stupore sul volto del fratello.

"Tornando all'argomento principale" intervenne Amenediel "sei così sicuro che questo sia il volere di nostro Padre, Camael? Perché non provi a pensare al senso di tutto quello che è accaduto fin'ora?"

"Cosa intendi fratello?"

"Intendo che per quanto mi riguarda ho imparato ad apprezzare e amare gli umani, mentre prima li guardavo con superiorità e disprezzo, Maze ha scoperto di poter provare dei sentimenti genuini e positivi e anche Dromos in questo mondo ha scoperto l'amore e l'amicizia. E riguardo Lucifer, tu continui a parlare di quanto era immaturo, ma non ti sei reso minimamente conto di quanto sia cambiato e decisamente in meglio! È diventato capace di amare in modo profondo, di prendersi cura delle persone che ama, ha smesso di incolpare nostro Padre per ogni cosa che non va come vorrebbe lui e soprattutto per i suoi errori! Credi che tutto questo sia accaduto contro il volere di nostro Padre, Camael?"

" Io… " cominciò a dire Camael, ma Amenadiel lo incalzò "Credi davvero che nostro Padre possa approvare il comportamento di Michele, dettato soltanto dall'odio per Lucifer e dall'invidia per il fatto che nostro Padre ha voluto offrirgli attraverso Chloe la possibilità di perdonarlo e soprattutto perdonarsi? Non credi che per nostro fratello sia finalmente arrivato il momento di essere felice o pensi come Michele che debba essere punito per l'eternità per aver commesso un unico errore?"

Amenadiel concluse il suo discorso nel silenzio generale, Lucifer lo guardò ammirato e riconoscente, Camael imbarazzato.

"Beh, che dire… mi hai davvero lasciato senza parole fratello! Io… ammetto che non avevo visto la situazione da questo punto di vista!" mormorò.

"Quindi, sei ancora dell'idea che ce ne dobbiamo davvero tornare noi, a casa?" intervenne Maze.

Camael si fece silenzioso. Si avvicinò alla vetrata che dava sull'ampia terrazza dell'attico, il suo sguardo si soffermò su Dromos che se ne stava là fuori a osservare il tramonto con aria triste.

"Forse potremo provare a parlare con gli altri fratelli coinvolti, se riusciamo a fargli ascoltare il punto di vista di Amenadiel potrebbero comprendere le vostre ragioni e magari aiutarci a far ritornare in sé Michele evitando così di scontrarci gli uni contro gli altri" disse infine voltandosi verso Lucifer.

"In quel caso tu da che parte staresti, Camael?" domandò Lucifer, poggiato al suo pianoforte con le braccia conserte guardava il fratello con un'espressione sfiduciata.

Camael per una volta non riuscì a sostenere lo sguardo del fratello "Non chiedermelo Lucifer, non voglio pensarci per ora!"

"Lo immaginavo" sospirò Lucifer dirigendosi verso la terrazza senza aggiungere altro.


#


Lucifer raggiunse Dromos che se ne stava seduto sul parapetto con le gambe che sporgevano nel vuoto e l'aria triste e pensosa.

"Hey demonietto, si può sapere che ti ha preso, non sei stufo di stare qui da solo?" domandò poggiandosi alla ringhiera a fianco al figlio.

"Lei non mi amerà più, te l'ho detto, mi ha visto e quello che ha visto l'ha terrorizzata"

"Dromos è abbastanza normale che un umano rimanga sconvolto la prima volta che ti vede trasformato, ma tu non sei solo in quel modo, anzi quella è solo una piccola parte di te, tu sei molto più… più…"

Dromos lo guardò con un sorriso triste "Non sai neanche tu come consolarmi, papà"

Improvvisamente calò un silenzio strano tra i due, Lucifer si rese conto che il figlio lo stava guardando pallido e tremante.

"Dromos..." il demone sempre più pallido aprì le ali e cercò di prendere il volo ma era lento per via delle ferite e Lucifer riuscì ad afferrarlo per i capelli e tirarlo dietro la ringhiera.

Dromos si inginocchiò davanti a lui tremando "Perdonami, Mio Signore, non volevo mancarti di rispetto"

"Dromos che accidenti…" Lucifer allungò una mano verso Dromos che si fece ancora più piccolo "Ti prego scusami, non mi permetterò mai più"

Lucifer afferrò il figlio per le spalle e lo tirò su, gli afferrò i capelli e lo costrinse a guardarlo negli occhi, non riusciva a capire perché fosse così terrorizzato e la cosa lo stava irritando notevolmente con la conseguenza che Dromos era sempre più convinto di aver combinato un irreparabile disastro e che il padre furioso per la scoperta avrebbe incenerito lui e la madre.

"Si può sapere che ti succede, perché sei così spaventato, per che cosa mi stai chiedendo scusa, piccolo idiota?" domandò furioso.

"Per averti ma… mancato di rispetto... Mi… Mio Signore, non mi permetterò mai più"

"Ma che accidente dici, quando mi avresti mancato di rispetto?" domandò ancora Lucifer scuotendo infuriato Dromos "Piantala di tremare e rispondi!"

"U... un attimo fa… io... io non oserò mai più chiamarti in quel modo. Per favore risparmia mia madre, lei non lo ho mai detto a nessuno, te lo giuro!" rispose Dromos con le lacrime agli occhi.

Lucifer finalmente capì "Pensi che io sia infuriato perché mi hai chiamato papà?"

Dromos annuì "Perdonami…"

"Stupido demonietto" lo interruppe Lucifer "lo so che sei mio figlio, l'ho capito la sera della festa di apertura del LUX"

"Da... davvero?" domandò Dromos confuso.

"Davvero" rispose Lucifer abbracciando il figlio, Dromos stupito accettò l'abbraccio del padre godendosi quel momento così inaspettato.

"Ti voglio bene figlio e mi dispiace così tanto essere stato un pessimo padre orribilmente assente. Ti giuro che mi farò perdonare!" disse dopo poco Lucifer liberando il figlio dall'abbraccio.

"Tu, non sei stato affatto un pessimo padre. A modo tuo ci sei sempre stato, sei sempre stato il mio riferimento, il mio sostegno"

"Stai parlando sul serio?"

"Certo, sei stato tu a insegnarmi a cavarmela in un mondo che non è certo fatto per un bambino, sei stato tu a darmi l'affetto che non ha saputo darmi mia madre e a insegnarmi come diventare un adulto decente, per questo quando te ne sei andato ho combinato quel casino, mi mancavi da morire papà, ma non sapevo come dirtelo!"

Lucifer guardò il figlio incredulo poi lo strinse di nuovo ancora un po', infine lo lasciò andare e gli domandò "Dromos, perché avevi tanta paura che io lo scoprissi?"

"Il fatto è che quando da bambino ho detto a mia madre che avevo capito chi eri, lei si è spaventata tantissimo, mi ha detto che sarebbe successo qualcosa di terribile se tu lo avessi saputo e mi ha fatto promettere di mantenere il segreto… perché pensi che avesse tanta paura?"

Lucifer strinse leggermente gli occhi come se stesse facendo uno sforzo di memoria poi rispose “Ricordo che tua madre aveva accettato di vivere all'Inferno e di non mettere più al mondo demoni in cambio della vita di tutti i suoi figli, immagino temesse di essere punita con la morte di tutti voi per aver trasgredito al suo giuramento.

Vedi, già una volta era stata punita in questo modo e capisci che per una madre non c'è niente di più terribile che vedere uccisi i propri figli. Mi disse che tu eri l'ultimo figlio del Demone del Deserto e che si era accorta di aspettarti quando ormai si era già impegnata a non generare altri demoni, tu eri appena nato e ti teneva stretto al suo petto implorandomi disperata di lasciarti vivere, sebbene a me non fosse passato neppure per l'anticamera del cervello di farti del male, anche perché eri un piccolo demone molto carino"

"Beh, almeno per una volta in vita sua si è comportata da madre!" considerò sarcastico Dromos.

"Figlio, davvero vuoi tornare all'Inferno senza prima provare a parlare con Ella, spiegarti con lei!" domandò Lucifer cambiando argomento.

"Papà, tu non hai visto come mi guardava era inorridita, mi ha urlato di non toccarla era disgustata e aveva ragione, insomma io sono orribile in quella forma!"

"Dromos, anche Chloe era inorridita inizialmente eppure guarda come siamo felici adesso, se Chloe mi ha accettato perché Ella non dovrebbe fare lo stesso con te?"

"Perché Chloe è un miracolo, il tuo miracolo"

"E allora? Ella non potrebbe essere il tuo? Vuoi davvero rinunciare senza neanche aver provato?"

La voce di Camael che chiamava Dromos interruppe la loro discussione.


#


Per la seconda volta nella stessa giornata Ella si ritrovò a cercare il coraggio di varcare un portone, questa volta si trattava dell'entrata del LUX.

Dopo la chiacchierata con padre Ramirez aveva girovagato senza una meta sul suo scooter fino a che non si era ritrovata davanti al locale di Lucifer quasi senza rendersene conto. Rabbrividì pensando che il suo migliore amico era davvero il Signore dell'Inferno, Lucifer non aveva mai mentito sulla sua vera identità, ma lei non gli aveva mai creduto fino al momento in cui aveva visto Dromos trasformarsi. In quel momento aveva realizzato che se Dromos era un demone allora il fratello maggiore era davvero il diavolo.

Raccolse nuovamente tutto il coraggio che poteva, varcò la soglia del LUX ed entrò spedita nell'ascensore che portava direttamente all'attico di Lucifer.

Strinse il crocifisso che aveva al collo, chiuse gli occhi e schiacciò il tasto "private", l'ascensore partì e dopo un tempo che a Ella sembrò interminabile finalmente si fermò.

Le porte si aprirono sul salone di Lucifer, Ella entrò fingendo una decisione che era lontana dall'avere.

"Ciao, Ella!" la voce stupita e familiare di Linda l'accolse sorprendendola.

Ella si guardò intorno intimorita e si rese conto che oltre a Linda c'erano anche Maze che la salutò allegramente con la mano, Amenadiel che aveva uno sguardo serio e preoccupato e uno dei due esseri biondi e alti da cui Elyas aveva cercato di difendere lei e Dan.

Quest'ultimo vedendola le si avvicinò come se volesse parlarle. Ella si spaventò e arretrò verso le porte dell'ascensore ormai chiuse.

Camael rendendosi conto che stava spaventando Ella si fermò "Non intendo farti del male umana, al contrario voglio scusarmi per il pessimo comportamento dei miei fratelli, non avevano alcun diritto di aggredire te e l'altro umano!"

"Tu cosa… sei?" domandò Ella chiedendosi se era solo una sua impressione o se davvero quell'essere era la copia bionda e con gli occhi azzurri di Lucifer.

"Sono un angelo e come Amenadiel sono anche uno dei fratelli di Lucifer. Mi chiamo Camael, tu ti chiami Ella se non sbaglio" Ella annuì incredula, Amenadiel era un angelo e lei e Dan erano stati aggrediti dai suoi fratelli?

"La persona con cui immagino tu sia venuta a parlare è fuori in terrazza con Lucifer, vieni ti accompagno!" propose gentilmente Camael porgendole una mano.

Ella osservò un po' impaurita la mano tesa dell'angelo, decise di provare a stringerla ed ebbe immediatamente la sensazione di potersi di fidare "O… Ok, puoi accompagnarmi da Elyas"

"Elyas… È con questo nome che lo conosci?" domandò gentilmente Camael.

"Si!" rispose Ella "Non.. non si chiama così?"

"Non proprio" rispose l'angelo sorridendo rassicurante "ma non è poi così importante, non credi?"

"Non saprei!" rispose Ella sentendo che le si stavano formando delle grosse lacrime agli angoli degli occhi.

Camael portò Ella sulla terrazza dove Lucifer stava parlando con Elyas che sembrava molto avvilito e sofferente, il suo petto nudo era fasciato da una benda bianca.

"Dromos, c'è una persona per te" chiamò Camael, Elyas e Lucifer si voltarono insieme.



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Capitolo 10
*** L'Inferno esiste Michele, ma... ***


Capitolo 10


L’inferno esiste Michele, ma ...



Chloe e Dan erano appena entrati nel parcheggio della Centrale quando un uomo alto e biondo e una donna dall'aria severa si pararono davanti a loro con aria minacciosa. Entrambi erano molto belli e indossavano delle armature rilucenti.

"Santo cielo ancora voi, che altro volete?" domandò Dan esasperato estraendo la pistola e sparando contro Remiel, davanti ad una esterrefatta Chloe.

"Non hai ancora capito che le vostre armi non servono a nulla contro di noi, sciocco umano?" esclamò Remiel afferrando Dan per il collo e sollevandolo da terra.

Chloe si lanciò contro l'angelo per difendere il suo ex marito, ma Sariel fu più veloce, l'afferrò con entrambe le braccia e la tenne bloccata stringendola contro il suo corpo.

"Lascialo!" urlò Chloe rivolta a Remiel, cercando inutilmente di divincolarsi dalla presa di Sariel che le impediva di muoversi senza fare alcuno sforzo.

"Mia sorella lascerà quello stupido umano solo se tu accetterai di venire con noi senza fare storie!"

"Non vado da nessuna parte, lasciateci immediatamente!"

Rispose Chloe furiosa.

"Vuoi davvero avere sulla coscienza il tuo amico, se sarò costretta a stringere ancora le conseguenze saranno solo colpa tua!" la minacciò Remiel continuando a tenere Dan sollevato da terra.

"Verrò con voi solo se mi direte dove intendete portarmi!" rispose Chloe con fermezza, Dan cercò inutilmente di liberarsi dalla presa "No… Chloe!" riuscì a biascicare.

"Michele vuole incontrarti umana, è tempo che voi due vi conosciate!" rispose Sariel.



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"Ella!" esclamò Dromos incredulo "cosa fai qui?"

"Io… volevo parlarti!" rispose lei pallida.

Lucifer e Camael si scambiarono uno sguardo d'intesa "Beh, allora noi torniamo dentro!" si limitò a dire Lucifer rientrando in casa insieme al fratello.

Dromos e Ella restarono in silenzio per qualche istante.

"Così il tuo vero nome è Dromos, non… non è un brutto nome!"

"Mi dispiace averti mentito, ma Dromos non mi sembrava un nome da umano"

Ella lo guardò triste "E tu non sei… umano!"

"Ella…" disse lui facendo qualche passo verso di lei, che allungò una mano per fermarlo e e assicurarsi che rimanesse un po' di distanza tra loro.

"Voglio solo sapere perché, Dromos, perché proprio io?"

Dromos la fissò con un mezzo sorriso malinconico "Perché mi ricordavi una piccola umana che avevo conosciuto da ragazzino, lei si chiamava Shakanshaa ed è stata la mia prima e unica amica, è morta che era ancora una bambina. Quando ti ho visto la prima volta mi sei piaciuta subito, non capivo bene cosa mi attraesse tanto finché non mi sono sono reso conto che guardarti era quasi comeguardare lei se fosse… se fosse potuta crescere e diventare una donna adulta. E poi quando ti ho conosciuto davvero, ho scoperto che sei anche incredibilmente dolce e intelligente e che stare con te mi rende una persona migliore!"

Ella ripensò alle parole di padre Ramirez "Forse Dio vuole salvare lui, grazie a te!" si avvicinò a Dromos e gli accarezzò il viso "Davvero pensi che io ti aiuti ad essere migliore?"

Dromos annuì "Mi dispiace da morire averti nascosto la verità, ma come facevo a spiegarti questo?" disse aprendo le ali e trasformandosi davanti ad Ella che fece inconsapevolmente un piccolo balzo indietro "Vedi? Ti terrorizzo. E come potrebbe essere diversamente, sono orribile!"

Ella si fece forza, allungò una mano e la posò sul petto di Dromos per sentirgli il cuore. Al suo tocco i battiti del demone accelerano, Ella se ne accorse e si commosse. "Non importa cosa sei, Dromos, importa come sei e tu sei gentile e buono, anche se sei un demone!" disse stringendolo tra le braccia.

Dromos era incredulo, Ella aveva trovato la forza di abbracciarlo nonostante il suo aspetto, la strinse forte e sussurrò "C'è ancora una cosa che devi sapere…"

Lei alzò lo sguardo preoccupata "Lucifer non è mio fratello… è mio padre!"

Ella spalancò gli occhi esterrefatta "Tuo padre?"

"Già!"

"Beh, questo spiega alcune cose" ridacchiò Ella "pero es bueno perché… Lucifer è il diavolo, ma un tempo era l'angelo Samael e forse lo è ancora, quindi essendo suo figlio tu sei un demone ma sicuramente sei anche un po' un angelo, non credi?"

Dromos rimase così colpito da quella considerazione che riacquistò senza accorgersene il suo aspetto umano.

"Oh, Ella! Tu es vraiment incroyable et moi je t'aime tellement!1" mormorò baciandola. Ella non aveva capito bene le parole di Dromos, ma il significato nonostante tutto le era abbastanza chiaro "También te amo estúpido demonio2" sussurrò contraccambiando il bacio.

"Beh, quando avrete finito con tutti questi sbacciucchiamenti possiamo parlare di Chloe e di dove l'hanno portata Remiel e Sariel?" la domanda di Azrael interruppe bruscamente il bacio.

"Zia Ray Ray!" esclamò Dromos.

"Ray Ray che ci fai qui e… come sarebbe a dire zia?" domandò esterrefatta Ella rivolgendosi a Dromos.

"Possiamo rimandare a dopo le spiegazioni?" domandò Azrael "Devo parlare immediatamente con Lucifer, Chloe è in pericolo, dobbiamo intervenire prima che sia troppo tardi!"


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"Lucifer, sei consapevole che scoprire che hai generato un figlio con Lilith farà infuriare ancora di più Michele?" domandò Camael mentre rientrava nel salone con il fratello.

"Michele dovrebbe scopare di più e giudicare meno gli altri" commentò sarcastico Lucifer "non ho fatto nulla di male e poi ho capito solo pochi giorni fa che Dromos è mio figlio!"

"Ma se è il tuo ritratto" commentò stupito Camael.

"Benvenuto nella schiera di quelli che l'hanno sempre saputo e non si sono degnati di dirmelo!" commentò irritato Lucifer.

"Veramente l'ho capito solo poco fa, quando vi ho visto insieme. In effetti quando portava i capelli e la barba molto più lunghi e folti la somiglianza non si notava così tanto!"

"Appunto!"

"Ho anche notato quanto sei protettivo nei suoi confronti, sinceramente è stata una sorpresa positiva, un tempo non eri capace di provare interesse se non verso te stesso. Amenadiel ha ragione, sei davvero cresciuto Lucifer" sorrise l'angelo stringendo affettuosamente una spalla del fratello.

In quel momento l'ascensore si aprì e Dan agitato e furioso entrò nel salone, come vide Camael si diresse verso di lui esclamando "Tu, non mi importa quello che sei, ti giuro che se i tuoi scagnozzi fanno del male a Chloe ti ammazzo, angelo o non angelo!"

"Cosa dici umano, non capisco" ribatté Camael calmo.

"Non mentire bastardo, hai mandato la donna e il biondo a rapire Chloe per ricattare Lucifer!" così dicendo si scagliò furioso contro Camael, Amenadiel lo afferrò al volo "Calmati Dan, spiegati meglio!" disse tenendolo fermo con entrambe le braccia.

"Cosa c'è da spiegare, questo sporco traditore è venuto qua a distrarci per permettere a Michele di mandare i suoi gendarmi a rapire Chloe!" ringhiò furibondo Lucifer afferrando Camael per il bavero del cappotto e sbattendolo contro il bancone del suo bar privato.

"È falso, io non ho fatto niente del genere, fratello!" replicò Camael.

"Finiscila con le menzogne Camael e comincia a parlare o giuro che ti pentirai di aver aiutato Michele a portare avanti il suo piano delirante!" lo minacciò Lucifer.

"Tu non ti chiami Michele?" domandò dubbioso Dan.

"No, mi chiamo Camael, come hai sentito!" rispose l'angelo allontanando Lucifer con una spinta.

"Ti dispiace raccontare esattamente cos'è successo umano, non mi va di essere accusato a caso!" aggiunse mettendosi a posto il lungo cappotto scuro sgualcito dalla presa rabbiosa di Lucifer.


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Chloe sostenne senza paura lo sguardo argentato di Michele, pensò anche che l'angelo sarebbe stato davvero bellissimo se il suo sguardo non fosse stato quasi folle e le sue ali non avessero avuto lo stesso colore opaco tipico dell'argento sporco.

Si trovavano sulla terrazza del Griffith Observatory, un tramonto meraviglioso rendeva ancora più bella la vista di Los Angeles.

I fratelli di Michele, meno di una decina compresi Remiel e Sariel, osservavano la donna e l'angelo dall'alto delle cupole dell'osservatorio.

Le ali degli angeli emettevano bagliori di colori diversi a seconda delle sfumature delle loro piume mosse delicatamente dalla leggera brezza serale.

Chloe pensò che nonostante tutto era uno spettacolo bellissimo e che in un certo senso poteva considerarsi fortunata di esserne testimone. Un sorriso le distese il viso per un attimo mentre si chiedeva come avrebbe reagito Ella sapendo che i resti di piume conservati tra le due lenti del suo amato microscopio appartenevano ad un angelo.

"Mi trovi divertente donna?" le chiese secco Michele "non sarà per molto, ti avverto!" aggiunse minaccioso.

Chloe non si scompose "Così tu sei Michele" rispose perfettamente calma "finalmente posso guardare in faccia chi per mesi ha tormentato di incubi me e mia figlia! Cosa vuoi ancora, non ti è bastato rischiare di uccidere Trixie e Charlie e assassinare quel povero ragazzo innocente, di quali altri crimini intendi macchiarti portandomi qui contro la mia volontà?"

"Come ti permetti di parlarmi in questo modo replicò tagliente Michele "tu che non saresti neanche dovuta nascere se mio Padre non avesse deciso di premiare mio fratello per il suo ennesimo tradimento?"

Chloe lo guardò senza capire.

"Oh, quindi non lo sai, povera innocente creatura!" esclamò sarcastico Michele.

"Che cosa dovrei sapere?" domandò freddamente la detective.

Michele si avvicinò a Chloe sovrastandola con la sua statura e con un sorriso crudele le rispose "Tutto quello che ti riguarda è una menzogna donna! I tuoi genitori non potevano avere figli, tu esisti unicamente per volontà di mio Padre che ha ordinato a mio fratello Amenadiel di benedire tuo padre e tua madre con la tua nascita! Non sei altro che una misera pedina del piano ideato da mio Padre per perdonare quel traditore di mio fratello, il suo piccolo adorato figlio ribelle. Tu non hai mai avuto altro destino che incontrare mio fratello e innamorarti di lui, povera creatura priva di libero arbitrio, non c'è niente di reale nella tua vita, niente!"

"Sono soltanto le menzogne di un fratello pieno di odio e invidia!" rispose Chloe fingendo una sicurezza che in realtà cominciava a perdere, le parole di Michele le avevano riportato alla mente una frase pronunciata da Lucifer qualche anno prima "Tutto questo è reale, non è vero?" ora capiva il vero significato di quella domanda che allora aveva riferito ai sentimenti provati da entrambi.

"Perché non lo domandi ad Amenadiel o allo stesso Lucifer?" le domandò Michele.

Chloe pallida e con le labbra tremanti parlò quasi a sé stessa "Lucifer lo ha sempre saputo"

"Tu che cosa credi?" le rispose l'angelo "Ma ovviamente non te lo ha detto, era molto più semplice e comodo approfittare della situazione, usarti per ricevere da nostro Padre il perdono che da solo non avrebbe mai saputo come ottenere!"

Chloe cercò di sostenere lo sguardo di Michele, fu un errore perché l'angelo lesse l'incertezza nei suoi occhi e la incalzò schernendola rabbioso "Dimmi Chloe, credevi davvero di poterlo aiutare a cambiare? Ti sei davvero illusa che il diavolo potesse diventare migliore grazie a te? Rassegnati, tu non conti nulla, Lucifer rimane sempre e soltanto un misero traditore, egoista e viziato e tu non sei altro che uno strumento nelle mani di altri"

Chloe si voltò per non far vedere a Michele le lacrime che stavano cominciando a rigarle il volto. Si avvicinò al parapetto della terrazza e si fermò a osservare il vuoto sotto di lei.

Era davvero questo il senso della sua vita, davvero fino a quel momento tutto ciò che aveva deciso, tutto ciò che aveva conquistato non era dipeso in nessun momento dalla sua volontà? Davvero non era nient'altro che una marionetta nelle mani di Dio, senza volontà propria né libero arbitrio?

Michele si avvicinò a Chloe, le circondò le spalle con un braccio, accostò le labbra al suo orecchio e con voce suadente sussurrò "Sai, forse questa sarebbe la sola e unica decisione vera che hai preso in 35 anni: mettere fine alla tua finta vita. Coraggio, sorprendi mio Padre dimostrandogli che almeno per una volta puoi decidere come un essere umano reale e dotato di libero arbitrio, che per una volta in vita tua ti rifiuti di essere soltanto la pallida imitazione di un essere umano, un misero involucro vuoto ad uso esclusivo dei suoi scopi superiori"

Michele concluse il discorso lasciando Chloe e voltandosi verso i suoi fratelli che annuirono in segno di approvazione.

Chloe posò le mani sulla balaustra, ormai non riusciva più a fermare le lacrime, chiuse gli occhi e si sporse lentamente sul vuoto.

"Coraggio, detective" la incitò Michele sorridendo compiaciuto, ormai sentiva di essere ad un passo dal suo obiettivo.

Ma quella parola "detective", quella semplice parola di nove lettere fu il suo errore più grande.

Perché in quella parola era racchiuso tutto ciò che Chloe aveva profondamente amato durante tutta la sua vita: suo padre morto perché svolgeva con onestà e dedizione il suo lavoro di poliziotto, il suo ex marito che aveva conosciuto perché era entrata in polizia, sua figlia Trixie che era nata dal loro amore, le sue amiche Ella e Linda conosciute anche loro grazie al suo lavoro, lo stesso Lucifer che aveva incontrato grazie a un caso di omicidio. No pensò Chloe, non era vero che lei era una marionetta nelle mani di Dio, tutto ciò che aveva ottenuto nella vita era stato il frutto della sua scelta più importante, lasciare il cinema per diventare una detective.

No, lei non era affatto una marionetta, perché non era solo e unicamente la compagna di Lucifer, lo strumento del suo perdono, lei era prima di ogni altra cosa ciò che aveva scelto di essere. Una detective della Omicidi. Tutto il resto era stato determinato da questa scelta. Lucifer lo aveva capito perché la amava, Michele no, perché non era capace di amare.

Chloe smise di piangere aprì gli occhi e sorrise, notò una luce bianca brillare in lontananza e il suo sguardo si fece duro e deciso.

"Allora, che aspetti Chloe, coraggio non prolungare oltre la tua sofferenza!" la esortò Michele spazientito.

Chloe si voltò, il suo sguardo duro prese di sorpresa Michele facendolo arretrare di un passo.

"Credi davvero di potermi manipolare con i tuoi discorsi Michele?" domandò.

"Che ti succede umana, hai un ridicolo rigurgito di orgoglio? Sappi che non servirà a cambiare il tuo destino"

"Il fatto è che io non ho paura di affrontare il mio destino perché a differenza di ciò che affermi, la mia vita è stata decisa da me e il mio destino sarà frutto delle mie scelte. E se così non fosse tutto il piano di tuo Padre per Lucifer sarebbe miseramente fallito!"

"Che stupidaggini vai blaterando umana?"

"Non sono affatto stupidaggini. Vedi è molto semplice, se tutta la mia vita non fosse che una falsità, se io non fossi nient'altro che un mero strumento nelle mani di Dio, anche il percorso che sta conducendo Lucifer verso il perdono non sarebbe nient'altro che una elaborata menzogna organizzata da Dio stesso. Ma se così fosse allora spiegami, Michele, per quale motivo tuo Padre dovrebbe ingannare se stesso fingendo che Lucifer meriti di essere perdonato? La verità è che Dio ha fornito la scintilla iniziale facendomi nascere, ma il suo piano ha senso soltanto se le mie scelte e quelle di Lucifer sono reali, se il nostro amore è reale, se la mia vita è reale!"

Michele le rise in faccia, si voltò verso gli altri angeli e li esortò a ridere con lui, Sariel fu il primo.

Chloe si unì alla risata "Che hai da ridere, sciocca donna?"

"Rido perché cominci a perdere la tua sicurezza Michele, o non avresti bisogno del sostegno dei tuoi fratelli!"

"Per quale motivo dovrei essere meno sicuro?" domandò Michele leggermente pallido.

"Perché ti sei reso conto che sono molto più forte di quello che credevi, che ho capito il tuo gioco e non ti permetterò di usarmi per far impazzire di dolore e di sensi di colpa Lucifer. Io non mi butterò da quel parapetto Michele, se vuoi che io muoia dovrai avere il coraggio di uccidermi tu stesso"

Michele si avvicinò a Chloe furente "Attenta donna potrei decidere di accontentarti"

"Fa pure, non ho mai avuto paura di morire"

"Non hai paura neanche di finire all'Inferno con il tuo amato Lucifer?" domandò sarcastico Michele afferrandole il collo e stringendo leggermente nel tentativo di spaventarla.

"Io non ho paura dell'Inferno" disse tranquillamente Chloe sentendosi completamente serena e in pace con sé stessa.

Michele la fissò sbigottito, il corpo di Chloe era circondato da una luce bianca che brillava leggera, sconvolto la lasciò andare e balbetto "Ma… ma come è possibile che tu…!"

Chloe, che non si era minimamente accorta della luce che circondava il suo corpo, sorrise dolcemente e aggiunse "Vedi, una volta credevo che l'Inferno non esistesse per questo non avevo paura della morte. Poi ho incontrato Lucifer e grazie a lui ho scoperto che in realtà sono gli uomini stessi a creare la loro personale prigione infernale con i loro comportamenti più tremendi e crudeli, una prigione dalla quale non riusciranno mai ad uscire a meno di arrivare alla piena consapevolezza del male compiuto.

E così ho capito che mi sbagliavo, l'Inferno esiste, Michele, ma solo per chi ne ha paura, proprio come te!" concluse Chloe con uno sguardo talmente luminoso e sereno che Michele arretrò come se gli avessero sferrato uno schiaffo in piena faccia.


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"L'uomo e la donna che avevano già aggredito me e Ella sulla terrazza della Centrale, ci aspettavano nel parcheggio, la donna ha minacciato di uccidermi se Chloe avesse rifiutato di seguirli e l'uomo ha detto che era arrivato il momento che lei e un certo Michele si incontrassero, credevo che parlassero di te, Camael!"

Dan concluso il breve racconto si sedette sul divano e rivolse a Lucifer uno sguardo sgomento "Tutto questo non sarebbe successo se il il diavolo non avesse deciso di interessarsi a Chloe! Lucifer è colpa tua se lei è in pericolo!"

Lucifer guardò Dan con aria contrita "Per una volta hai ragione Dan" posò il bicchiere sul bancone del suo bar privato "ma continuare a stare qui a parlare di quanto sia colpa mia tutta questa situazione non ci aiuterà a trovarla, stiamo perdendo tempo prezioso! Vado a cercarla!" concluse aprendo le candide ali di fronte a Dan che lo guardò a bocca aperta "Eh già, anche il diavolo ha le ali, Daniel!" commentò sarcastico.

"Aspetta Lucifer" intervenne Amenadiel "non ha senso cercarla a caso, rischiamo di perdere altro tempo inutilmente, dobbiamo organizzarci, assegnare ad ognuno di noi una zona della Città e setacciarla fino a che non la troveremo!"

"L'hanno portata al Griffith Observatory!" disse Dromos facendo girare tutti verso di lui, era rientrato nel salone insieme a Ella e Azrael.

"Zia Ray Ray li ha seguiti ed è tornata per avvisarci!" spiegò indicando l'angelo.

"Andiamo Amenadial!" ordinò Lucifer e poi rivolgendosi ad Azrael “poi mi spieghi questa storia di zia Ray Ray!” l'angelo si guardò intorno con aria imbarazzata facendo finta di essere interessata al salone che peraltro conosceva già, visto che qualche tempo prima aveva deciso di passare a trovare il fratello che per millenni aveva evitato di incontrare.

"Hey, aspetta non crederete davvero di andare solo voi due?" intervenne Maze.

"Maze, tu raggiungici in moto” rispose Lucifer “Dromos tu invece resterai qua con Linda, Dan e Ella, sei ferito non voglio che corra rischi inutili!"

"Cosa? Scusa papà ma non ho alcuna intenzione di stare qui a non fare niente mentre voi rischiate la vita!"

"Papà?" domandò confuso Dan poi aggiunse "Vale anche per me, verrò con Maze, penserò a mettere in salvo Chloe mentre voi tre vi occupate di Michele e dei suoi scagnozzi!"

"E vale anche per me, Chloe è la mia migliore amica, aiuterò Dan a portarla in salvo!" intervenne Ella.

"Io e Charlie verremo con voi e vi aspetteremo con il motore acceso in modo da essere pronti a portarvi via di là appena comparirete con Chloe!" affermò Linda lanciando ad Amenadiel uno sguardo talmente deciso che l'angelo non osò replicare.

"Vengo anche io, non sono per niente d'accordo con quello che sta facendo Michele!" concluse Azrael aprendo le sue ali.

Lucifer si guardò intorno commosso, fece un cenno di assenso e si rivolse a Camael "Manchi solo tu! Devi decidere fratello, sei con noi o contro di noi?"

Camael si guardò intorno osservando quello strano e incredibilmente affiatato gruppetto di umani, angeli e demoni talmente uniti da formare una famiglia vera e propria.

Chiuse gli occhi, emise un profondo sospiro, riaprì gli occhi e infine incrociando lo sguardo di Lucifer spalancò le ali e rispose "Con voi, fratello, con voi!"

Gli angeli uscirono sulla terrazza e si alzarono in volo tutti insieme.

Dan e Ella li osservarono allontanarsi senza riuscire a distogliere lo sguardo dalle loro ali che si stagliavano luminose nel crepuscolo.

“Allora vogliamo darci una mossa?” intervenne Maze riportandoli alla realtà.



Nota 1: Sei davvero incredibile e io ti amo così tanto

Nota 2: ti amo anche io stupido demone












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Capitolo 11
*** Rispondi al tuo nome, figlio! ***


Capitolo 12

Rispondi al tuo nome, figlio!



Dromos raccolse la sua spada mentre si avviava verso l'uscita della sala, prima di volar via fece un cenno a Dan per indicargli di bloccare l'entrata, il detective raccolse la spada di Maze e la incastrò tra le maniglie delle porta, Dromos si concentrò e la spada si piegò intorno alle maniglie bloccandola del tutto. Dan osservò sconcertato Dromos che gli sorrise facendogli il segno del pollice in su e strizzandogli l'occhio.

"Attento, amico!" gli disse Dan sorridendo a sua volta dietro lo spesso cristallo della porta, Dromos lesse le parole sulle labbra dell'amico "Tranquillo, non voglio mica avere il mio quarto d'ora di gloria angelica e poi farmi ammazzare come un idiota!"

La risposta di Dromos risuonò distintamente nella testa di Dan.

"Gran figlio di… ma allora puoi farlo con chi ti pare!" pensò il poliziotto sorpreso mentre guardava l'amico dirigersi verso la battaglia.


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Lucifer vide Dromos uscire dalla sala del Pendolo di Foucault e per un attimo credette di avere un'allucinazione, il figlio non aveva più l'aspetto di un demone e le sue ali erano coperte di bianche piume dai bagliori dorati.

Anche Michele era rimasto paralizzato dallo stupore.

"Ma che significa?" domandò a Lucifer.

"Immagino significhi che mio figlio non è né un mostro né una creatura immonda, idiota!" rispose il diavolo sferrandogli un pugno in faccia e facendolo finire tra le braccia di Sariel che era rimasto immobile ad osservare Dromos con un'espressione ebete in viso.

Lucifer raggiunse Amenadiel al quale si era già avvicinato il figlio.

"Hey, zio… Ti prego rispondi!" domandò Dromos posando una mano su una spalla dello zio e scuotendolo leggermente.

Ma Amenadiel non diede segno di aver sentito, né accennò alcuna reazione, intorno a lui si stava allargando una pozza di sangue che fuoriusciva lentamente dalla ferita alla schiena.

"Come sta?" chiese Lucifer preoccupatissimo.

"Male, non mi risponde e perde molto sangue!"

"Dobbiamo portarlo via di qua… Attento!"

Sariel si era precipitato contro Dromos con la spada sguainata, il figlio di Lucifer allertato dal padre parò il fendente di Sariel senza molto sforzo "Non è più così facile battermi ora, eh?" rise Dromos attaccandolo con un fendente dopo l'altro fino a quando riuscì a penetrare le sue difese e puntargli la spada contro il cuore "Butta la tua arma Sariel e arrenditi!"

"Altrimenti?" rispose orgogliosamente Sariel.

Dromos gli mollò un calcio facendolo piegare in due dal dolore "Altrimenti peggio per le tue palle angeliche!" rispose colpendolo in testa con l'elsa della spada e facendogli perdere i sensi.

Dromos si voltò, la battaglia si era fermata e gli angeli erano tutti intorno ad Amenadiel che non dava più segni di vita.

"Oh, no… no! " pensò avvicinandosi a Lucifer che aveva preso tra le braccia il fratello e cercava di tamponare la ferita alla schiena con la giacca del suo completo Armani.


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Linda era in macchina seduta al volante che cercava inutilmente di capire cosa stesse succedendo sulla terrazza dell'Osservatorio. La visuale era troppo limitata e Linda era riuscita solo ad intuire che doveva essere iniziato uno scontro tra le due fazioni.

Improvvisamente Charlie sgranò gli occhi e aprì la bocca perdendo il ciuccio che rotolò sul tappetino della macchina ricoprendosi di polvere e bricioline.

"Che succede piccolo?" domandò Linda recuperando il ciuccio di riserva e porgendolo a Charlie.

Ma il bambino rifiutò il ciuccio infastidito, poi cominciò a contorcersi sul seggiolino come se volesse liberarsi dalla cintura di sicurezza.

"Charlie, ti prego non è il momento di fare capricci!" Linda cercò di calmare il bambino riprovando a mettergli il ciuccio, ma il piccolo lo sputò via e urlò "Papaaaaaa… maleeee!"

"Tesoro che cosa ti fa male?" chiese Linda allarmatissima, era la prima volta che Charlie pronunciava parole di senso compiuto ed erano parole di dolore.

Liberò il piccolo dalla cintura di sicurezza per controllare cosa gli stesse provocando quella reazione.

Ma Charlie non voleva saperne di stare in braccio e continuava a piangere e dimenarsi per sgusciare dalle braccia di Linda.

"Ma cosa ti succede, amore mio che cosa ti fa male?"

Il bambino indicò la terrazza e urlò ancora "Papà, male!"

Linda finalmente capì "Santo cielo, Amenadiel!" prese il bambino in braccio e scese dalla macchina, Charlie riprese a contorcersi chiamando il padre disperato.

"Charlie, ti prego calmati, stiamo andando da papà" cercò di tranquillizzarlo Linda, stringendolo a sé e avviandosi di corsa verso l'entrata dell'osservatorio.

Il bambino sembrò calmarsi, ma durò poco perché improvvisamente strinse i piccoli pugni e cominciò a tremare e diventare rosso in viso come se stesse facendo un terribile sforzo.

"Charlie che cosa ti prende, adesso?" domandò Linda angosciata, poi si rese conto che qualcosa stava crescendo sulla schiena del bambino "Mioddio" urlò prima terrorizzata e poi sconcertata nel rendersi conto che due piccole ali grigie si erano fatte strada attraverso il tessuto della magliettina.

Charlie sorrise felice poi cominciò a sbattere le sue alette finché non riuscì a liberarsi dalla presa di Linda che cercava inutilmente di tenerlo stretto, il bambino emise un gridolino di gioia e poi volò verso la terrazza ripetendo "Papapapapa".

"Charlieeee" urlò Linda disperata mentre saliva a perdifiato i gradini della scala di sicurezza dell'Osservatorio.


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"Sei contento ora?" urlò furioso Lucifer rivolgendosi a Michele "Grazie alle tua stupidità Amenadiel sta morendo per mano di nostro fratello Rafael che ne proverà il rimorso per tutta l'eternità!"

Rafael, inginocchiato accanto ad Amenadiel piangeva silenziosamente, non era sua intenzione ferirlo così gravemente ma la rabbia provata poco prima a causa del battibecco con Aniel si era riversata sul fratello maggiore.

Avrebbe dato la sua vita per tornare indietro e cancellare quello che aveva fatto, ma sapeva che non era possibile e che Lucifer aveva ragione, se suo fratello fosse morto il rimorso lo avrebbe perseguitato per il resto della sua esistenza eterna.

Michele in piede accanto a Camael osservava la scena con finto distacco, in realtà dentro di sé era preoccupato per le condizioni di Amenadiel per il quale aveva sempre provato grande affetto e ammirazione.

In quel momento il piccolo Charlie si affacciò sul parapetto della terrazza chiamando “Papapapapapa” e scatenando lo stupore generale.

“Hey piccoletto, da quando hai le ali?” domandò Dromos andandogli incontro e cercando di prenderlo tra le braccia, ma il bimbo fu più veloce ed evitando di farsi acchiappare si lanciò verso il padre.

Michele, infuriato nel vedere quello che considerava un abominio al pari di Dromos, lo intercettò colpendolo con una manata come se fosse una mosca fastidiosa facendolo rotolare sul pavimento.

Il piccolo una volta smesso di rotolare si mise a sedere con aria spaventata e poi cominciò a piangere disperato.

Lucifer di fronte all'ennesimo atto di cattiveria gratuita di Michele uscì completamente di senno per la rabbia “Ora basta, sono stanco delle tue bravate imbecille!” urlò aggredendolo con la spada sguainata dopo aver lasciato Amenadiel tra le braccia di Camael.

Michele non riuscì a resistere all'attacco furioso di Lucifer e ben presto perse la spada.

Lucifer puntò la sua lama contro la gola del fratello che malgrado la paura sostenne il suo sguardo inferocito “Fallo Lucifer, metti fine a questa storia dimostrando chi sei realmente!”

“Vuoi vedere chi sono realmente?” domandò rabbioso Lucifer “Eccoti accontentato!” aggiunse buttando la spada e trasformandosi nel Re degli Inferi davanti agli occhi di un esterrefatto Michele che essendo sempre stato convinto che Lucifer si vergognasse di apparire in quella forma davanti ai suoi fratelli, non si aspettava una mossa simile.

“Difenditi dal Re degli inferi, vigliacco!” concluse Lucifer sferrandogli un potente calcio nello stomaco, Michele si piegò per il dolore, il diavolo lo afferrò per le spalle e gli diede una ginocchiata in faccia, rompendogli il naso e facendolo urlare di dolore.

Ma Lucifer reso ancora più rabbioso dalla sua forma demoniaca non ebbe alcuna pietà e continuò a colpirlo fino a quando l'angelo non crollò a terra rannicchiandosi su se stesso per cercare di difendersi dalla violenza del fratello.

“Adesso non ti senti più così forte e invincibile eh? Imbecille!” lo apostrofò il diavolo chinandosi su di lui e ricominciando a colpirlo senza pietà.

Ma qualcuno lo afferrò e lo tirò indietro, Lucifer furioso sgomitò per liberarsi colpendo in faccia Camael che lasciò la presa e tenendosi il naso sanguinante gli gridò in faccia “Ora basta maledizione! O non sarai soddisfatto finché non ci avrai ammazzato tutti?”

Lucifer si fermò ansimando “Mi dispiace Camael, non avevo intenzione di colpirti!” si scusò.

“Anche Rafael non aveva intenzione di ferire così gravemente Amenadiel eppure lo ha quasi ucciso, dobbiamo ringraziare il piccolo Charlie che è riuscito a richiamarlo tra noi!”

“Amenadiel sta meglio?”

“Un po' meglio, abbandona questo aspetto e apri le tue ali bianche, ho bisogno di una delle tue penne per chiudere la ferita di nostro fratello!”

Lucifer lo guardò stupito ma cambiò aspetto, aprì le candide ali e si strappò una penna porgendola a Camael “Maze non è l'unica a conoscere il potere rigenerante delle ali di Samael!” sorrise Camael prendendo la penna di Lucifer e dirigendosi verso Amenadiel, che si era svegliato ed era ancora sdraiato con la schiena poggiata al petto di Rafael che lo abbracciava per sostenerlo e piangeva lacrime di felicità.

Lucifer notò con sollievo che il fratello pur essendo molto pallido si era ripreso abbastanza da riuscire a tenere in braccio e accarezzare il piccolo Charlie che aveva nascosto il viso tra il collo e la spalla del padre.


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Linda raggiunse gli altri e chiese ansimando ormai quasi senza fiato “Come va la battaglia? Che è successo ad Amenadiel, avete visto Charlie?”

Chloe che aveva appena finito di curare la ferita di Maze con quello che aveva trovato in una cassetta di primo soccorso le si avvicinò con aria rassicurante “La battaglia è stata interrotta perché Amenadiel è stato ferito, ma non preoccuparti sembra che stia meglio, Charlie è con lui ecco... non spaventarti ma sembra che abbia... “

“Un paio di piccole ali!” Linda finì la frase per lei “Credo abbia sentito quando il padre è stato ferito ed ha desiderato così tanto raggiungerlo da farsele sbucare e volare via! Come vanno le cose tra Lucifer e Michele?”

“Insomma” intervenne Ella, si sono scontrati molto duramente, ora sembra ci sia un po' di calma!”

“Ok, allora voglio andare la fuori a vedere come stanno Amenadiel e Charlie!” disse decisa Linda.

“Temo che non sarà così facile, Dromos ha sigillato la porta per proteggerci dai fratelli di suo padre!” rispose Dan indicando la spada piegata intorno alle maniglie della porta della sala.

“Come ha potuto fare una cosa del genere e uscire fuori?” domandò perplessa la dottoressa.

“In effetti era già fuori, credo lo abbia fatto grazie a qualche tipo di potere mentale che ha scoperto di possedere quando si è trasformato in un angelo” rispose Dan.

“Dromos è diventato un angelo?” domandò Linda sempre più stupita.

“Si, Chloe lo ha aiutato a portare fuori quel suo lato nascosto, è diventato ancora più bello!” aggiunse Ella sorridendo orgogliosa.

“Beh, mi separo da voi per mezz'ora e succede di tutto!” commentò Linda.

“Hey, venite a vedere, credo che Lucifer stia provando a rappacificarsi con Michele!” chiamò Dan.

“Spero che stia attento, non mi fido di quell'angelo infido e traditore!” commentò Maze raggiungendo Dan di fronte alla grande vetrata che separava il demone e gli umani dagli angeli.


#


Lucifer si era calmato grazie all'intervento di Camael, la sua rabbia aveva ceduto il posto alla pietà nel vedere il viso tumefatto di Michele.

"Perdonami Michele, ho esagerato non avrei dovuto perdere il controllo in quel modo" si scusò tendendo una mano al fratello per aiutarlo a rialzarsi.

Michele fissò per un istante la mano del fratello, poi allungò la sua per stringerla, Lucifer si chinò leggermente sul fratello per aiutarlo a rialzarsi accennando un sorriso che si tramutò in una smorfia di dolore quando Michele con un sorriso beffardo gli affondò nello stomaco uno dei pugnali che teneva nascosti negli stivali argentati.

"Credi che bastino un paio di parole di scusa e un sorriso contrito per cancellare i tuoi tradimenti, Lucifer?" ringhiò Michele rigirando il pugnale nella ferita con cattiveria.

Lucifer riuscì a spingere indietro il fratello, portò le mani al ventre e osservò stupito il sangue sgorgare dalla ferita.

"Che cosa hai fatto Michele?" urlò Azrael disperata lanciandosi contro il fratello e spingendolo lontano da Lucifer.

Dromos, che era ancora inginocchiato accanto ad Amenadiel, si voltò e rendendosi conto di quello che era successo si precipitò dal padre.


Dietro la vetrata di cristallo Chloe e gli altri assistettero impotenti al gesto crudele di Michele.

"Oh mio Dio... no!" urlò la detective nel vedere il pugnale dell'angelo affondare nello stomaco di Lucifer.

Come se l'avesse sentita Lucifer si voltò verso di lei e cercò di alzarsi ma crollò in ginocchio ansimando di dolore, Dromos atterrò accanto a lui "Papà, sono qui!"

"Questa volta sei tu che devi aiutarmi piccoletto!" rispose Lucifer passando un braccio intorno alle spalle del figlio "Portami da lei!"

"Papà, ti prego no, sei ferito e lei ti rende mortale!" lo supplicò il figlio.

"Il pugnale di Michele mi rende mortale quanto Chloe figlio, ti prego, obbedisci!" rispose Lucifer rivolgendo al figlio uno sguardo talmente sofferente che Dromos non osò replicare e aiutò il padre a trascinarsi fino alla porta di cristallo che lo separava da Chloe, dall'altra parte lei lo chiamava disperata con le mani schiacciate contro il cristallo e il volto rigato di lacrime.

Lucifer poggiò una mano insanguinata sul vetro come per toccarle una mano.

Si voltò un attimo verso il figlio “Sono molto orgoglioso di te Dromos, porti quelle ali con un'eleganza degna di tuo padre!” scherzò sorridendo.

“Ti voglio bene papà!” sussurrò Dromos abbracciandolo in lacrime.

“Lo so, anche io ti ho sempre voluto bene piccoletto, vorrei tanto essere stato capace di dimostrartelo come avresti meritato” rispose commosso Lucifer accarezzando i riccioli di Dromos “Ora ti prego, lascia che la saluti!”

Dromos annuì e si staccò dal padre per permettergli di dedicare i suoi ultimi istanti a Chloe.

"Lucifer, ti prego, non arrenderti" lo supplicò lei disperata attraverso il vetro "non posso vivere senza di te!"

Lui la guardò negli occhi con un sorriso triste "Ti amo, detective!" mormorò poggiando la fronte sul cristallo.

Chloe poggiò a sua volta la fronte contro il vetro e le parve di sentire il calore di Lucifer "Non mi lasciare" lo pregò piangendo.

Ma Lucifer chiuse gli occhi e scivolò a terra lasciando una striscia insanguinata lungo il cristallo che li separava.


#


Era tutto buio intorno a lui, non capiva dove si trovava, non capiva neppure se era in piedi o sdraiato.

"Dove mi trovo" pensò Lucifer perplesso "sono morto?"

"Tu che ne dici?" domandò una voce antica e profonda con un fondo di ironia che non sfuggì a Lucifer.

"Chi sei? Come fai conoscere il mio nome?"

"Non riconosci la voce di chi ti ha generato, Lucifer?"

"Papà?" domandò Lucifer esterrefatto.

"Già!"

"Beh, non è che ti sia sprecato a parlarmi così tanto da quando mi hai generato! Ma sei davvero tu o sto sognando?" rispose.

"Sempre polemico, eh? Non riesci proprio a resistere!"

"Intanto non hai risposto alle mie domande!" continuò Lucifer con lo stesso tono polemico e stendendo le braccia nel tentativo di toccare qualcosa che potesse dargli almeno un indizio di dove poteva trovarsi.

"Sei morto Lucifer, Michele ti ha ucciso!" rispose la voce allegramente.

"Seriamente? Quel pomposo imbecille mi ha ucciso e questo posto buio, perdonami l'ossimoro, è la morte per noi creature immortali?"

"Non sono sicuro che sia esattamente un ossimoro" ribatté la voce allegra facendosi pensierosa.

Lucifer cominciò a sentire un certo malessere e anche un po' di paura.

"Ti diverti? Beato te perché io non mi sto affatto divertendo, è questo che mi attende? Un'eternità di buio e solitudine?" domandò con un fondo di disperazione nella voce.

"Questo è ciò che attende Lucifer, è così che ti chiami?"

"Che vuoi dire?"

"Non mi sembra una domanda difficile anche Chloe e Dromos lo hanno capito. A proposito ti stanno chiamando, non li senti?"

Lucifer si concentrò, cercò di calmarsi e di ascoltare se in quel silenzio assordante riusciva a percepire un suono, una voce familiare, ma non sentì nulla.

"Smettila di prendermi in giro, non sento nessuna voce, perché ti diverti a tormentarmi rispondi è questo il mio Inferno? E così, Padre?" chiese sempre più disperato.

"A quanto pare è ciò che pensa Lucifer!”

"Basta con questi giochetti, per favore aiutami!" implorò Lucifer.

"Ti ho già aiutato, rispondi al tuo nome, figlio!" disse la voce pacatamente.

“Ma rispondi a chi, Padre?” domandò Lucifer disperato “Io non sento nessuno chiamarmi!”

Questa volta non ci fu alcuna risposta.

"Papà?" chiamò Lucifer, ma la voce continuò a non rispondere "Papà, ti prego… non lasciarmi qua da solo!"

Lucifer fece qualche passo, o meglio mosse le gambe nel vuoto con le braccia tese, niente non riuscì a trovare nulla intorno a sé.

"Non è possibile, devo calmarmi, ragiona Lucifer qual è la tua più grande paura, come ti puniresti se andassi all'Inferno?"

Mosse ancora qualche passo agitando le braccia, nulla, intorno a lui non c'era nient'altro che uno spaventoso e silenzioso buio.

Lucifer cadde in ginocchio o più esattamente si rannicchiò su se stesso visto che in quel nulla terrificante non c'era un pavimento su cui cadere.

Cominciò a tremare e sudare freddo "Padre ti prego, so di aver sbagliato in tanti modi… Chloe mi ha aiutato a capire i miei errori e anche Dromos, Amenadiel, Linda. Tutti mi hanno aiutato, ti prego non lasciarmi qui, in questa orribile solitudine" ma non ci fu risposta, suo Padre se n'era andato o quantomeno aveva deciso di aver parlato abbastanza.

Era solo, orribilmente solo in mezzo al nulla eterno.

Lucifer cominciò a piangere, prima silenziosamente poi con singhiozzi sempre più forti e disperati che nessuno poteva sentire.

"Così hai vinto Michele, hai avuto la tua vendetta, mi hai mandato all'Inferno come desideravi. Lucifer il Signore dell'Inferno è prigioniero di se stesso!" pensò quando finalmente si fu calmato.

In quel momento si accorse di percepire qualcosa sotto di sé, un pavimento! Era inginocchiato su un pavimento! Si alzò in piedi e mosse qualche passo in avanti, che cosa aveva detto suo Padre?

Lucifer si concentrò e ricordò le parole esatte “Sei morto Lucifer, Michele ti ha ucciso”

Le mani di Lucifer si scontrarono contro una parete fredda.

Lucifer cominciò a capire, ricordò anche le parole di Michele “Non sei più degno nemmeno di portare il tuo nome”, Lucifer si rese conto che le sue mani stavano toccando una superficie di metallo, qualcosa che sembrava terminare su dei cardini, una porta!

Lucifer sudato fradicio per la tensione fece scorrere le mani sulla porta finché non trovò la serratura.

Provò ad aprire ma niente, non capiva come fosse fatta. Si concentrò ancora “Rispondi al tuo nome, figlio”.

Lucifer si rese conto che quello era stato l'unico momento in cui suo Padre si era rivolto a lui chiamandolo figlio.

Dalle fessure della porta iniziarono a filtrare dei leggeri raggi di luce.

Lucifer cominciò a percepire dei suoni lontani, accostò l'orecchio alla porta e finalmente riuscì a sentire le voci di Chloe e Dromos.

Lo stavano chiamando con il suo nome, il suo vero nome… e il suo vero nome era SAMAEL!

Samael spinse la porta che al suo tocco si spalancò completamente. Una luce celestiale lo investì accecandolo, ma solo per un attimo.

Riaprì gli occhi "Vi sento” rispose sorridendo “E sto arrivando!"







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Capitolo 12
*** Faccia a faccia ***


Capitolo 11

Faccia a faccia


Il sole tramontava colorando il cielo di bagliori viola e rosso sangue quando Lucifer e i suoi fratelli raggiunsero il Griffith Observatory.

"Amenadiel, ferma il tempo!" ordinò Lucifer arrestandosi, le sue bianche ali si muovevano il tanto da lasciarlo galleggiare leggero in aria senza però avanzare.

"Fratello, lo sai che non ho più questo potere!"

"Non è così, è ancora dentro di te, trovalo!" rispose Lucifer deciso.

Amenadiel giunse le mani, chiuse gli occhi e si concentrò, il suo respiro si fece sempre più profondo, il battito del suo cuore rallentò lentamente fino a fermarsi per un istante.

Amenadiel riaprì gli occhi e si guardò intorno, il sole si era fermato sulla linea dell'orizzonte, il leggero vento serale si era calmato e uno stormo di gabbiani era immobile sopra le teste dei quattro presidenti scolpiti sul Monte Rushmore .

"Ce l'hai fatta fratello!" commentò Lucifer soddisfatto mentre osservava Michele sporgersi dal parapetto del Griffith Observatory e lanciargli uno sguardo colmo di odio.


#


Sariel si avvicinò a Michele "Sono arrivati Michele, Camael è con loro!"

"Lo vedo anche io!" rispose sgarbatamente l'angelo "Quello sporco traditore, ero sicuro che sarebbe passato dall'altra parte!"


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Linda guidava il SUV a tutta velocità verso il Griffith Observatory, seguendo Maze che davanti a loro sfrecciava nel traffico come se stesse gareggiando per il primo posto ad un gran premio del MotoGP.

Charlie era al suo fianco, Ella e Dromos erano abbracciati sul sedile posteriore, Dan seduto al fianco di Ella ogni tanto dava delle occhiate incuriosite a Dromos.

Alla fine non resistendo più gli domandò "Insomma il tuo vero nome è Dromos, sei il figlio di Lucifer e vivevi all'inferno? Ma com'è, voglio dire è davvero come lo descrive Dante, con fiere, gironi e tutto quanto?"

Dromos gli sorrise "Finalmente ce l'hai fatta! La risposta è sì a tutte le domande, mi dispiace avervi mentito, ma non era così semplice da spiegare! Per quanto riguarda l'Inferno, alcune cose descritte da Dante, tipo le fiere, l'Acheronte e lo Stige ci sono davvero, i gironi invece non esistono.

C'è una zona che ricorda un po' i dintorni di Los Angeles e un po' il Grand Canyon, dove viviamo tutti noi demoni e poi c'è un'immensa pianura buia che sembra il Regno di Mordor, ricoperta di cenere e dalle prigioni dove i dannati scontano la loro pena eterna. Al centro di questa pianura, poggiato su un altissimo pilastro c'è il trono di granito dal quale mio padre vigila su tutto l'Inferno"

Dan cerco di immaginarsi Lucifer sul trono, si grattò la nuca e domandò ancora "Quindi, quella lince enorme era scappata dall'inferno?"

"Proprio così!"

"Ma quanti anni hai? Insomma io non ti darei più di ventotto o ventinove anni!" domandò ancora Dan.

Linda e Charlie osservarono Dromos dallo specchietto retrovisore, Ella si scostò solo il tanto per osservarlo incuriosita "È vero! Anche io me lo stavo chiedendo!"

Dromos ci pensò un attimo "Circa ventimila dei vostri"

"Circa?" domandò Ella stupita.

"Più o meno, non è che all'Inferno abbiamo l'ufficio anagrafe!" ridacchiò Dromos.

"Ora che ci penso, non ti ho ancora ringraziato per averci protetto da quei pazzi scatenati, ti fa molto male la ferita?" aggiunse Dan.

"Non mi fa quasi più male, Maze mi ha curato e poi noi demoni guariamo molto in fretta"

"Hai ragione infatti non hai più nemmeno un segno delle ferite che ti aveva inferto la lince, come ho fatto a non pensarci quando…!" esclamò Ella interrompendosi imbarazzata e arrossendo fino alla radice dei capelli.

Dromos rise del suo imbarazzo e le diede un bacio affettuoso sulla guancia "Non sono mio padre, ma come demone qualche piccolo potere ce l'ho anche io!"

"Potere, oh… capisco! " ridacchiò Dan.

Questa volta fu Dromos ad arrossire "Non… non in quel senso" spiegò imbarazzato "... nel senso che se voglio posso distrarre la vostra attenzione da piccoli particolari che non dovete notare, posso anche capire se state mentendo o dicendo la verità!"

"Tu mi puoi leggere nel pensiero?" domandò Ella un po' sconvolta.

"No, non leggo nel pensiero, come posso spiegarvi. È una specie di… di…"

"Empatia incredibilmente sviluppata?" intervenne Linda.

"Si, ecco esatto! Grazie Linda!"

"E pensare che inizialmente ero convinta che non sapessi interpretare le emozioni umane, come Lucifer o Amenadiel!" sorrise Linda "Siamo arrivati al Griffith Observatory, ecco Maze!" aggiunse fermandosi e indicando il demone che li aspettava con un sacco di pelle in spalla e l'aria tesa.

Davanti all'entrata c'era una fila di turisti che attendevano impassibili il loro turno per entrare, Dan si avvicinò mostrando il distintivo "Oggi l'Osservatorio rimane chiuso per motivi di sicurezza, mi dispiace ma dovete andare, potete tornare domani" nessuno dei presenti diede segno di averlo visto né sentito "Hey, ho detto che l'Osservatorio è chiuso e dovete andare!" ripeté irritato.

"Guarda che non ti sente nessuno, Amenadiel ha fermato il tempo!" rise Maze divertita.

"Amenadiel ha fatto cosa?"

"Ha fermato il tempo" spiegò Dromos "è il suo potere di angelo!"

"Ma cosa… e allora perché noi non siamo bloccati come questa gente?" domandò Dan sconcertato.

"Perché se lo avesse fermato anche per noi non saremmo di grande aiuto non credi?" gli rispose Maze guardandolo come se fosse idiota.

"Muoviamoci, papà ha bisogno di noi, dobbiamo portare Chloe via da quella terrazza! Dice che è meglio che passiate dalle scale di emergenza dell'ala est" li esortò Dromos.

"Cosa… Ma quando te lo ha detto?" domandò Dan sempre più sorpreso.

"Un attimo fa, noi possiamo comunicare telepaticamente" spiegò Dromos.

"Santo cielo! Se mi raccontassi quello che sta succedendo, mi darei io stesso del bugiardo!" commentò Dan.

"Ora mi spiego quelle misteriose telefonate senza cellulare tra voi due!" rise Ella.

"Maze dammi le armi, sono più veloce di voi" disse Dromos spalancando le ali, Maze tolse tre spade dal sacco e lo richiuse porgendolo al demone "Vedi di non farti ammazzare fratellino!" sorrise abbracciandolo.

"Maze, ma… ma allora mi vuoi almeno un po' di bene!" esclamò stupito il demone restituendole l'abbraccio.

"Sei proprio ottuso come tuo padre, stronzetto!" replicò lei dandogli uno schiaffetto affettuoso e scuotendo la testa.


#


"Scendiamo!" ordinò Lucifer.

"Fratello, per favore fammi provare a parlare con lui" pregò Camael.

Lucifer gli rivolse uno sguardo sfiduciato "Non servirà, lo sento e so che lo senti anche tu!"

"Ti prego, fammi provare comunque"

Lucifer annuì e lasciò che Camael scendesse davanti a lui.

Atterrarono uno dopo l'altro davanti a Michele che li aspettava con Chloe al suo fianco e il suo piccolo esercito schierato dietro di lui e pronto a difenderlo.

Lucifer incrociò preoccupato lo sguardo di Chloe, lei lesse la domanda negli occhi di lui stai bene? e annuì lievemente per rassicurarlo si sto bene. Il loro dialogo silenzioso non sfuggì ad Amenadiel che strinse leggermente il braccio di Lucifer per fargli sentire il suo conforto.

Michele prese la parola per primo scagliandosi contro Camael "Finalmente ti sei rivelato per quello che sei, uno sporco traditore" lo accusò rosso in volto per la rabbia.

"Comincio a stancarmi di essere definito in questo modo, non ho mai detto di essere dalla tua parte né da quella di Lucifer, tutto quello che desidero è che questa situazione non degeneri in una inutile battaglia tra di noi!" rispose severo Camael.

"Questa situazione è il frutto delle azioni di nostro fratello, che continua a sfidare le leggi di nostro Padre e tutti noi che le rispettiamo cercando faticosamente di mantenere l'equilibrio tra il mondo degli stupidi umani e il nostro mentre lui passa il tempo a fornicare con qualunque cosa respiri sulla terra, fregandosene altamente del compito che nostro Padre gli ha assegnato e rischiando ogni giorno di distruggere tutto ciò per cui lavoriamo!" rispose furioso Michele.

"Se una mia scopata potesse davvero mettere in crisi i piani divini di nostro Padre temo che dovresti cominciare seriamente a mettere in discussione la sua infallibilità, non credi?" rispose sbuffando Lucifer.

"Come ti permetti di pronunciare una simile blasfemia? Non sopporto questa tua mancanza di rispetto per tutto e tutti, sei una creatura indegna e lussuriosa, Lucifer, talmente indegna da aver perso il diritto di chiamarti con il tuo vero nome!"

"Il mio nome è ancora Samael" replicò Lucifer tremando di rabbia.

Michele sorrise con cattiveria, era riuscito a ferire suo fratello.

"Michele, per quanto possa essere d'accordo con te sul fatto che Lucifer debba tornare a governare l'Inferno non posso accettare i tuoi metodi! Ti prego rinuncia a questa follia e torna a casa, sei ancora in tempo per farti perdonare da nostro Padre!" intervenne Azrael.

Michele la guardò sconvolto "Stai parlando sul serio Azrael? Adesso sarei io a dover chiedere il perdono di nostro Padre?"

Azrael annuì severamente.

"E se mi rifiuto?"

"Allora ci costringerai a combattere, fratello!" rispose Camael duro.

"Oh, quindi ammetti che in caso di scontro combatterai contro di me! E dire che ti ho salvato la vita durante la Grande guerra prendendomi nel ventre la lama che proprio Lucifer aveva destinato a te!"

"È stato solo un incidente!" intervenne irritato Lucifer "Non avevo alcuna intenzione di ferire realmente Camael, se tu non ti fossi messo in mezzo inutilmente non si sarebbe fatto male nessuno, esattamente come in questa occasione!"

"Non mentire vigliacco, ti fa comodo ricordartela così! Ma io ho sofferto a lungo perché quella maledetta ferita ha continuato a riaprirsi per millenni!"

"Mi dispiace Michele, sono sincero, non avrei mai voluto farti del male, sai bene quanto ero legato a te, Camael e Azrael"

"Gia, anche lei è con te oggi, i miei fratelli più amati, quelli con cui ho condiviso la mia giovinezza mi hanno tradito, tutti e tre!" esclamò furioso Michele mentre lacrime di rabbia e dolore gli rigavano il volto.

"Allora è questo il motivo?" intervenne Chloe attirando su di sé se gli sguardi di tutti.

"Il motivo di cosa?" domandò stizzito Michele.

"Il motivo per cui hai organizzato tutto questo, non lo capisci Michele? Non sai che odio e amore sono due facce della stessa medaglia?"

"Sta zitta donna, non permetterti di credere di capire cosa provo!" l'apostrofò l'angelo furioso.

"Facciamola breve" intervenne Lucifer "lascia andare Chloe e tornatene alla Città d'Argento, hai già combinato fin troppi danni quaggiù!"

"Io rimarrò qui finché tu e i tuoi cani non ve ne sarete tornati all'Inferno, la donna resterà con me fino ad allora!" rispose Michele allungando un braccio per afferrare Chloe, ma un battito d'ali lo precedette e la sua mano cercò invano la detective.

"Troppo tardi!" rise Dromos atterrando davanti a Lucifer "Eccola sana e salva!" disse poggiando a terra il sacco con le armi e lasciando andare Chloe che si lanciò tra le braccia di Lucifer "Detective!" mormorò lui accogliendola e baciandola.

"Piccolo cane bastardo" urlò Michele lanciando il suo pugnale angelico contro Dromos.

Lucifer spinse via il figlio.

"Papà!" urlò Dromos vedendo il pugnale destinato a lui trafiggere il fianco del padre.

Michele divenne livido in viso "Tu… tu hai osato procreare un mostro con Lilith, nonostante il divieto di nostro Padre? È mai possibile che la tua arroganza non conosca limiti né rispetto per niente e per nessuno? Che tu sia maledetto ignobile traditore, non avrò pace finché non ti vedrò strisciare sanguinante a terra implorando pietà per i tuoi peccati!" urlò Michele sguainando la spada.

Dietro di lui Sariel e gli altri fecero lo stesso.

"Lucifer, sanguini!" esclamò Chloe spaventata nel vedere la camicia di Lucifer bagnata di sangue "Sta tranquilla, non è nulla Detective!" la rassicurò lui estraendo il pugnale dal fianco, poi rivolgendosi a Dromos ordinò "Portala via figlio, è tempo di combattere!"


#


Maze, Dan e Ella raggiunsero la sala del Pendolo di Foucault. Si arrestarono e si guardarono intorno indecisi sentendo un rumore di spade.

"Maze!" chiamò Dromos entrando nella sala, con una mano stringeva la mano di Chloe e con l'altra cercava di tenere a bada due angeli dall'aspetto truce che continuavano ad attaccarlo.

Maze si lanciò contro di loro "Non è leale, siete due contro uno!" commentò iniziando a combattere al fianco di Dromos.

Dan la seguì "Chloe, va via, segui Ella ti porterà fuori di qui Linda vi aspetta!"

Non aveva finito di parlare che un altro angelo, una guerriera biondissima, molto alta e dagli occhi di un azzurro talmente chiaro da sembrare bianchi si precipitò nella sala dirigendosi verso Chloe.

Dan si frappose tra l'angelo e Chloe ma non poté nulla contro la forza della creatura celeste che atterrò davanti a lui e con un solo colpo di spada gli fece volare via l'arma "Levati di torno umano, non puoi fare niente contro di me e non voglio rischiare di ferirti!" lo ammonì freddamente l'angelo puntandogli la spada alla gola e costringendolo ad indietreggiare.

"Che cosa vuoi da Chloe?" domandò Dan proteggendo la detective con il suo corpo.

"Voglio che chieda a Lucifer di arrendersi e di tornare all'Inferno"

"Lucifer era già tornato all'Inferno, non lo avete ancora capito? Siete stati voi a riportarlo sulla terra, è dovuto tornare per proteggerci da Lonzarot!" esclamò Chloe.

"Non mentire, umana!" rispose freddamente l'angelo.

"Chloe non sta mentendo, guerriera di luce. Te lo giuro, Lucifer è davvero tornato per aiutarci a catturare la lince!" intervenne Ella.

L'angelo si voltò e la guardò intensamente nei grandi occhi neri resi ancora più grandi dalla paura, ma Ella era sincera e riuscì a sostenere lo sguardo azzurro della guerriera che si fece prima dubbioso e poi sorpreso.

"Aniel, non perdere tempo e prendi la puttana di Lucifer!" gridò uno dei fratelli che stavano combattendo contro Dromos e Maze.

"Modera i termini!" ringhiò Maze colpendolo con un calcio in piena faccia e facendolo barcollare.

L'altro angelo si infuriò e attaccò Dromos con dei fendenti così forti che il demone fu costretto ad indietreggiare cercando di parare i colpi come meglio poteva.

Ma l'angelo era troppo forte rispetto al demone e l'ultimo colpo fece volare lontano la spada di Dromos.

Ella corse verso di loro "No Ella, è pericoloso!" cercò di fermarla Dromos.

L'angelo alzò la spada per infliggergli il colpo finale ma Ella si buttò su di lui per proteggerlo "Ti prego fermati!" implorò abbracciata a Dromos che cercava inutilmente di allontanarla da se.

"Se lo ami tanto muori con lui!" sentenziò l'angelo calando la sua spada.

Ma il fendente mortale si arrestò contro la spada di Aniel.

"Ma cosa fai, sei impazzita?"

"Non ci è permesso uccidere gli umani" rispose freddamente Aniel.

"Questa donna è innamorata di uno sporco demone sorella!"

"Questo non ti dà comunque il diritto di ucciderla, Ysrafael, tanto più che la piccola umana ha un cuore puro e delicato"

"Ma cosa dici, in questo modo stai tradendo la fiducia di Michele!"

"In questo modo sto rispettando le leggi di nostro Padre, ci penso io qui, tu torna da Michele" rispose lei duramente, Ysrafael provò a sostenere lo sguardo della sorella senza riuscirci "Fa come vuoi” bofonchiò voltandole le spalle e uscendo dalla sala.

Aniel lo osservò volare via, poi puntò la spada contro il petto di Dromos e lo spinse contro il muretto che circondava il Pendolo di Foucault.

"No…!" supplicò Ella.

"Se vuoi aiutarlo allontanati e lasciami parlare con lui, ti do la mia parola che non lo ucciderò"

Ella lasciò Dromos a malincuore e raggiunse Chloe e Dan gettandosi tra le loro braccia per cercare conforto mentre Maze continuava imperterrita a combattere contro il suo rivale.


Aniel osservò Dromos "Somigli molto a tuo padre e come lui lasci che le emozioni prevalgano sulla ragione senza pensare alle conseguenze delle tue azioni. Cosa farà la piccola umana quando si accorgerà di quello che hai combinato?"

"Non capisco, cosa vuoi dire?"

"Tu cosa pensi che voglia dire?" rispose lei poggiandosi una mano sul ventre.

Dromos la guardò incredulo "Ma non è possibile, insomma noi demoni non possiamo…"

"Tu sei il figlio di Lucifer, non hai pensato che questo poteva renderti un po' diverso da tutti gli altri?"

"No, io non…"

"Se non ti uccido è perché sento che provi un sentimento profondo e sincero per lei e poi la piccola umana ti ama così tanto che il suo spirito gioioso morirebbe con te. Ma tu puoi essere meglio di così nipote e lo sai”

Aniel abbassò la spada “Guardati dentro Dromos e porta fuori ciò che finora non hai avuto il coraggio di cercare, solo così sarai veramente degno del suo amore!" Aniel terminò con un tono così severo che Dromos abbassò gli occhi imbarazzato.

"Perché state facendo questo a Lucifer?"

La voce di Chloe fece voltare Aniel che incrociò gli occhi verdi della detective.

L'angelo non rispose subito, continuava a fissare gli occhi di Chloe come se ne fosse stata rapita.

"Per favore rispondi!"

Aniel si riscosse "Lucifer, come suo figlio, deve imparare a capire che le sue azioni hanno delle conseguenze!"

"Lo aveva già capito, te l'ho detto era tornato a governare l'Inferno!"

"Non mi riferisco solo a questo, mi riferisco a tutto il resto, suo figlio, il figlio di Amenadiel e non solo..." Aniel lancio un'occhiata a Dromos e continuò "mio Padre ha creato un equilibrio tra i nostri mondi che a causa di Lucifer sta rischiando di sgretolarsi"

"E non pensi che sia proprio tuo padre a volere tutto questo? Tutto è destinato a mutare ed evolversi Aniel, anche un ordine eterno!"

Aniel osservò ancora i grandi occhi verdi di Chloe e sorrise "Sembri fragile come tutti gli umani, ma dentro hai una forza incredibile, forse è per questo che sei riuscita a far innamorare mio fratello e a far vacillare la sicurezza di Michele!"


Un urlo di dolore interruppe il loro confronto, Maze in ginocchio davanti al suo avversario si teneva una spalla.

"Arrenditi, Mazikeen sei stata battuta" disse il suo avversario puntandole contro la spada.

Maze guardò l'angelo con odio, ma lasciò cadere la sua arma.

Il silenzio calò dentro la grande sala del Pendolo di Foucault, lo scontro dentro la sala era finito ma fuori la battaglia era appena cominciata.

Dalle ampie vetrate di cristallo angeli e umani potevano assistere al duro combattimento che si stava svolgendo all'esterno.

Lucifer combatteva contro Michele e Sariel "Sta evitando di ferirli!" pensò Chloe accorgendosi che i suoi fendenti avrebbero potuto essere molto più violenti.

Camael cercava di difendersi da due angeli infuriati e Azrael lottava contro Remiel che la incalzava con colpi di lancia rabbiosi.

Amenadiel combatteva contro un angelo bruno in evidente difficoltà davanti alla sua forza ed esperienza di guerriero.


Il mio posto è la fuori Aniel, tu fa come ti pare, ma ricorda che la donna di Lucifer può essere la chiave della nostra vittoria così come della nostra sconfitta!” disse l'angelo che aveva battuto Maze aprendo le ali e abbandonando la sala.


Dan si rivolse ad Aniel “Che cosa voleva dire?”

Aniel rispose fissandolo con il suo sguardo quasi bianco “Questo non sta a me spiegartelo umano, chiedilo a Chloe. Per quanto mi riguarda ho visto abbastanza, devo tornare alla Citta d'Argento” concluse alzandosi in volo e rivolgendo un ultimo sguardo a Dromos che annuì lievemente.

All'esterno l'angelo che pochi minuti prima aveva abbandonato la sala approfittò della distrazione di Amenadiel e lo aggredì colpendolo alle spalle. L'angelo ferito precipitò a terra senza un lamento.

Lucifer vide la scena e il suo sguardo divenne rosso di rabbia “Dromos!” chiamò silenziosamente.



Sto arrivando papà” rispose Dromos, si avvicinò a Chloe e prendendo la sua forma demoniaca la implorò "Devi aiutarmi Chloe, non sono abbastanza forte in questa forma"

"Non capisco Dromos,come posso aiutarti, sono solo umana!"

"Io sono il figlio di Lucifer, ma anche di Samael! Ma da solo non so trovare la strada giusta, ti prego Chloe aiutami, Lucifer ti ha insegnato come liberare la tua energia, usala per aiutarmi!"

Chloe capì, poggiò la sua fronte contro quella di Dromos e si concentrò, ripensò ai momenti passati con Lucifer al suo corpo contro il suo, alle sue carezze, ai suoi baci sulla sua pelle e lentamente il suo corpo ricominciò a brillare di una luce prima timida poi sempre più intensa.

"Si, così Chloe, brava" esclamò Dromos.

Di fronte agli occhi sgranati dei suoi amici, Chloe si trasformò in una fonte di luce celestiale che circondò anche il demone.

Chloe si staccò il tanto da guardarlo negli occhi e ordinargli "Ora tocca a te, trova la strada per liberare il tuo corpo!"

Dromos annuì e chiuse gli occhi, un istante dopo le sue rosse ali cominciarono a mutare. Piume candide le ricoprirono scorrendo sulla pelle liscia come onde del mare, i suoi occhi da rossi tornarono neri, gli artigli sparirono "Ce l'ho fatta" mormorò Dromos abbracciando la Detective e alzandosi in piedi, le sue ali bianche emanavano bagliori dorati.

Chloe annuì sfinita, lo sforzo fatto le aveva consumato completamente ogni energia, ma vedere Dromos nella sua forma angelica la riempì di gioia.

"Sei bellissimo" mormorò.

"Sono anche molto più forte, grazie… Madre!" rispose Dromos quindi si avvicinò ad Ella che lo guardava orgogliosa e senza parole "Ti amo" le disse stringendola a sé e baciandola, poi alzò una mano per scambiare il cinque con Dan e subito dopo si avvicinò a Maze “Ora non ti sarà più tanto facile battermi sorella, sono diventato grande!” scherzò, Maze nonostante il dolore dovuto alla ferita gli mollò un ceffone “Vedi di non darti troppe arie, sei sempre uno stronzetto!” Dromos rise e la abbracciò.

Sono pronto!” esclamò infine aprendo le ali e dirigendosi verso la battaglia.






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Capitolo 13
*** Il perdono di Dio e degli uomini ***


Capitolo 13

Il perdono di Dio e degli uomini


"Papà" chiamò disperato Dromos prendendo il padre tra le braccia.

Chloe dall'altra parte della vetrata piangeva anche lei.

Dromos trovò la forza per concentrarsi il tanto da rimuovere la spada che bloccava le porte della sala del Pendolo di Foucault, uscirono tutti tranne Ella che si avvicinò a Chloe abbracciandola.

"Chloe, vieni, forse non è come sembra… Forse è solo ferito!" cercò di confortarla.

Chloe la guardò pallida in viso e fece per alzarsi, ma non aveva più forze, le ginocchia si piegarono e sarebbe caduta a terra se Ella non l'avesse sorretta.

Uscirono abbracciate e raggiunsero Dromos che distrutto dal dolore stringeva Lucifer a sé.

"Lucifer!" chiamò Chloe con un filo di voce accasciandosi sul corpo esanime del Signore dell'Inferno singhiozzando disperata.

Dromos la lasciò piangere per un po' poi allungò una mano e le accarezzò i capelli, posò delicatamente Lucifer sul pavimento e strinse a sé Chloe che restituì l'abbraccio.

Ella, Maze, Dan e Linda, che ora teneva in braccio Charlie, si erano stretti intorno a Chloe e piangevano in silenzio.

Anche Amenadiel piangeva "Riuscivi a farmi incazzare come pochi fratellino, ma ora darei la mia vita per vedere ancora quell'irritante sorrisetto ironico e sentire una delle tue stupide battute sarcastiche!"

Michele osservava la scena con aria indecifrabile, Sariel gli si avvicinò zoppicante "Abbiamo vinto?" domandò.

Michele si voltò e lo guardò come se non lo vedesse.

"Abbiamo vinto o no?" insistette l'angelo.

"Sta zitto, imbecille!" gli rispose Michele irritato voltandogli le spalle e allontanandosi.

Sariel lo fissò senza capire.

Dromos osservò Michele poggiarsi al parapetto della terrazza e osservare cupo e silenzioso il panorama di fronte a lui.

"Voglio parlargli!" disse deciso sciogliendosi dall'abbraccio di Chloe e alzandosi in piedi.

"No, ti prego…!" lo fermò Ella.

"Io voglio capire, voglio che mi spieghi perché lo ha fatto" rispose Dromos con tono pacato ma fermo dirigendosi verso Michele.

Sariel si mise tra lui e Michele.

"Spostati" gli intimò Dromos.

Sariel non si mosse.

"Lascialo passare" gli ordinò Michele, Sariel eseguì indispettito.

"Che vuoi?" domandò Michele a Dromos.

Dromos osservò silenziosamente l'angelo che lo sovrastava con la sua mole, notò che il suo volto esprimeva dolore malgrado le ferite causategli dai pugni rabbiosi di Lucifer fossero già quasi guarite.

"Ti ho chiesto che vuoi" ripeté nervosamente Michele.

"Non hai l'aria di uno che ha appena ottenuto la vendetta tanto attesa" osservò Dromos fissandolo negli occhi.

"È quello che credi!" commentò l'angelo cercando di sorridere sarcastico.

"È quello che vedo e che sento!" rispose il piccolo angelo.

"Levati di torno!" rispose Michele teso, si era reso conto che il nipote aveva davvero la capacità di cogliere le sue vere emozioni.

"Ti dà fastidio che ti legga così bene… zio?" Dromos calcò volutamente l'accento sull'ultima parola continuando a mantenere lo sguardo fisso negli occhi di Michele.

"Non permetterti di rivolgerti a me in quel modo" gli rispose l'angelo minacciandolo con la sua spada "e levati di torno, non te lo ripeterò un terza volta!"

"Voglio sapere perché lo hai fatto, perché hai ucciso mio padre, il vero motivo"

"Il vero motivo lo hai già detto tu, volevo la mia vendetta e adesso vattene!"

"Quella è una scusa, dimmi perché hai ucciso mio padre, perché odiavi tanto tuo fratello da arrivare ad ucciderlo!" domandò ancora Dromos.

Michele osservò il nipote per qualche istante "Sei tale e quale Samael!" commentò inaspettatamente con gli occhi lucidi per la commozione, rinfoderò la spada e continuò "Tuo padre non era più mio fratello, non lo capisci? Non sopportavo più quello che era diventato, tu non sai com'era, non lo hai conosciuto prima che si trasformasse in Lucifer! Lui era il più bello, il più intelligente, il più vicino a nostro Padre di tutti noi e poi si è perso, capisci?"

"Io capisco che hai ucciso mio padre perché non eri abbastanza maturo da accettarlo così come era, con i suoi pregi e i suoi difetti, tu volevi un eroe in cui credere e quando lui è caduto ti sei sentito deluso e tradito. Invece di stargli vicino come avresti dovuto lo hai abbandonato al suo destino infernale, sei stato tu il primo a tradirlo anzi siete stati tutti voi!" concluse Dromos rivolgendosi furioso anche agli altri angeli che abbassarono lo sguardo imbarazzati.

"No, non è così, nipote. Io… Io non volevo uccidere mio fratello, io volevo uccidere Lucifer, come tu hai ucciso il demone che era in te a causa sua"

Dromos lo fissò disgustato "Continui a parlare come se Lucifer e tuo fratello fossero due persone diverse! Non capisci che non è così? Uccidendo Lucifer hai ucciso tuo fratello Samael. Quanto a me, posso anche essere riuscito a portare fuori la mia anima angelica ma sono e sarò sempre anche un demone!"

"Lo credi davvero?" lo sfidò Michele.

Dromos rispose con la stessa aria di sfida, aprì le ali, si concentrò e… non successe niente.

"Ma cosa…?” Si domandò Dromos provando ancora. Niente non riusciva più a cambiare aspetto, rivolse uno sguardo incredulo a Michele che crollando in ginocchio gli rispose in lacrime "Hai capito ora cosa desideravo davvero?"

Dromos lo osservò piangere, intorno a loro si era fatto il silenzio, nessuno parlava, alcuni piangevano silenziosamente. Dromos osservò la detective che accarezzava il volto di Lucifer mormorando il suo nome e improvvisamente fu colto da un'inaspettata rivelazione.

Si avvicinò a Michele e gli posò una mano su una spalla "Credo di aver capito, forse non hai del tutto torto!" gli disse pacato, Michele lo guardò stupito.

Dromos si accostò a Chloe e le disse gentilmente "Non pronunciare più quel nome Chloe, non serve a nulla, Lucifer è morto e non tornerà"

Chloe gli rivolse uno sguardo distrutto dal dolore.

"Dromos, non credo che la aiuti parlandole in questo modo!" intervenne Dan un po' irritato per la poca delicatezza dimostrata da Dromos.

Ma questi continuò prendendo il viso di Chloe tra le mani "Ascolta Chloe, Michele ha ucciso Lucifer ma forse Samael è vivo e ha bisogno del nostro aiuto, capisci cosa voglio dire?"

"No… Non ti capisco, come potrebbe essere, che cosa vuoi dire Dromos?" domandò confusa Chloe.

"Voglio dire che forse Samael è imprigionato nel corpo e nella mente di Lucifer, come il Dromos che vedi ora era imprigionato nel demone che ero!"

Il viso di Chloe si illuminò di speranza "Vuoi dire che forse ha soltanto bisogno di aiuto per riuscire a tornare?"

"Esatto Chloe, ma per aiutarlo dobbiamo chiamarlo con il suo vero nome!"

Chloe abbracciò l'angelo e gli sussurrò "Aiutami a riportarlo a casa!"


#


Samael seguì le voci di Chloe e Dromos che lo chiamavano, volò veloce fino a quando iniziò a scorgere due ombre scure, la cui forma dapprima indistinta si fece sempre più definita fino a poter distinguere chiaramente Chloe e Dromos inginocchiati e abbracciati.

"Eccomi!" esclamò aprendo gli occhi e mettendosi seduto.

Chloe lo abbracciò nascondendo il viso contro il suo petto.

Samael la strinse a sé e per un attimo l'angoscia provata nella prigione infernale gli strinse di nuovo il cuore.

"Mi avete riportato a casa, Chloe, tu e Dromos mi avete salvato!" mormorò allungando un braccio per far capire al figlio che voleva abbracciare anche lui.

Dromos non se lo fece dire due volte e si lanciò tra le braccia di suo padre e di Chloe.

Samael si guardò intorno e notando gli sguardi sbalorditi degli amici domandò perplesso "Che succede, che avete da guardarmi in quel modo?"

"Guardati riflesso nelle vetrate!" rispose Dromos con gli occhi che brillavano di gioia.

Samael si alzò in piedi e ammutolì di fronte all'immagine che gli rimandò il cristallo.

Un angelo bellissimo dai capelli ricci e corvini dai riflessi blu scuro lo guardava con due occhi neri che emettevano bagliori dorati ad ogni battito delle palpebre.

Le sue ali erano talmente candide da emanare piccoli lampi di luce bianca ad ogni minimo movimento, il suo corpo era contornato da un'aura di luce che si muoveva leggera insieme a lui.

"Oh no… di nuovo quegli assurdi riccioli impossibili da pettinare!" si lamentò.

"Beh… È tutto quello che hai da commentare?" gli domandò ridacchiando Amenadiel.

"Non hai idea di quanto sia difficile domarli!" rispose Samael passandosi una mano tra i capelli.

"Comincio a pensare che quello vanitoso fosse Samael" commentò Chloe sorridendo.

Tutti i fratelli e gli amici si strinsero intorno a Samael, tutti meno Michele che se ne stava ancora inginocchiato in disparte, con lo sguardo rivolto al pavimento.

Samael lo notò, si sciolse dagli abbracci e si avvicinò al fratello porgendogli una mano.

Chloe notò che Samael era molto più sciolto e pacato nei movimenti rispetto a Lucifer, il suo portamento esprimeva una sicurezza e una forza interiore che il "diavolo" non aveva mai mostrato di possedere.

Michele alzò lo sguardo e domandò tristemente "Riesci ancora a fidarti dopo quello che ti ho fatto, fratello?"

Samael annuì, Michele allungò la sua mano per stringere quella del fratello e alzarsi in piedi "Ho fatto molte cose di cui non vado fiero per riportarti tra di noi, Samael. Non mi sono mai vergognato tanto come quando ti ho visto chiudere gli occhi e scivolare lasciando il tuo sangue su quel vetro, o meglio, solo quando ho ucciso quel povero ragazzo innocente ho provato altrettanto disgusto per me stesso!" disse Michele con aria addolorata.

"Lo so e mi dispiace… Mi dispiace per tutto, per la ferita che ti ha causato tanto dolore, per averti deluso tanto tempo fa e perché tra tutti i fratelli nostro Padre ha scelto te per aiutare Chloe e Dromos nel difficile compito di mostrarmi la via per perdonare me stesso fino in fondo" rispose Samael abbracciandolo.

Michele restituì l'abbraccio "Bentornato, fratello mio" mormorò felice e in quel momento l'argento delle sue ali tornò a brillare così forte da diventare quasi accecante.

"Samael, davvero era tutto un piano di nostro Padre?" domandò stupito Amenadiel.

"È così, Amenadiel" rispose Aniel comparendo alle sue spalle "solo Michele, il più onesto e retto tra noi, colui che più di tutti aveva sofferto nel veder cadere Samael poteva aiutare Lucifer, ma solo perdendo se stesso e commettendo errori tanto gravi da permettergli, infine, di comprendere Lucifer e vergognarsi del proprio odio"

"E tu lo hai sempre saputo e te lo sei tenuto per te, stangona?" intervenne Maze.

Aniel la guardò divertita "No, non lo sapevo neanche io, nostro Padre non ci racconta le sue intenzioni, si limita a lasciare che arriviamo da soli alle conclusioni"

"Già… comodo, così!" commentò il demone.

"Beh, sono i pro e i contro del libero arbitrio, Maze" intervenne Camael porgendole un braccio per aiutarla a sostenersi "preferiresti non avere la possibilità di scegliere?"

"No, tutto sommato preferisco che si tenga i suoi scopi divini per sé, almeno così non ci mancano le sorprese!" considerò Maze, accettando l'aiuto di Camael e rivolgendogli un sorriso così sensuale da farlo arrossire.

"Ok, Samael è tornato, tutti ci siamo perdonati ed è tutto bellissimo" intervenne Dan "Ma adesso che cosa succederà?"

Ci fu un attimo di silenzio, seguito da un sospiro di Samael.

"Ora ogni cosa tornerà al suo posto Dan, io tornerò a governare l'Inferno e voi tornerete a vivere la vostra vita di umani, com'è giusto che sia!"

Chloe abbassò lo sguardo in silenzio.

"E Dromos?" domandò Ella timorosa della risposta.

"Dromos può scegliere se tornare all'Inferno o raggiungere la Città d'Argento, la sua trasformazione glielo permette" rispose Aniel.

"Non mi interessa raggiungere la Città d'Argento, se non posso vivere con la donna che amo e con mio figlio allora il mio posto può essere solo al fianco di mio padre"

"Che significa tuo figlio?" chiese Samael rivolgendo uno sguardo severo a Dromos che arrossì e abbassò lo sguardo.

"Come... come lo sai?" domandò Ella stupita.

"Se n'è accorta Aniel" rispose Dromos avvicinandosi a Ella e abbracciandola "Mi dispiace tanto, io non credevo di poter avere figli. I miei fratelli non possono procreare, non sapevo di essere… diverso"

"A me non dispiace per niente, Dromos, ma non voglio che tu torni all'Inferno" rispose Ella piangendo e stringendosi all'angelo come per impedirgli di andar via.

"Dromos potrà tornare ogni anno la settimana di Natale per stare con la sua famiglia" concesse Samael "di più non posso fare!"

"E tu, Samael?" domandò Chloe "quando potrai tornare dalla tua famiglia?" Samael si avvicino a Chloe e le prese il viso tra le mani "Sai già la risposta, detective, al nostro amore non è più concesso esprimersi in questo mondo. Ma un giorno potrai scegliere se raggiungermi o no. Anche Ella potrà scegliere, è il dono di mio Padre per aver amato me e Dromos nonostante sapeste ciò che eravamo!"

Chloe annuì, il suo volto era rigato di lacrime, dentro di sé aveva sempre saputo che un giorno Lucifer, o meglio Samael, sarebbe dovuto tornare ai suoi doveri di Re degli Inferi e nonostante sapesse già quale sarebbe stata la sua scelta futura, in quel momento non poteva evitare di sentire un profondo dolore al pensiero di lasciar andare per la seconda volta Samael perché sapeva bene che non avrebbe potuto amare nessun altro e che nonostante l'amore dei suoi amici e di sua figlia Trixie, si sarebbe sentita sola per il resto della sua vita.

"Ma che accidente di dono sarebbe scegliere di vivere all'Inferno, Samael!" commentò rabbiosamente Dan "A me sembra una punizione, non un dono!"

"No amico, ti sbagli è un dono perché a nessun altro umano è concesso scegliere consapevolmente tra Inferno e Paradiso" spiegò Dromos.

"Quindi… io non potrò scegliere?" domandò Dan scosso.

"In ogni modo non ti è dato saperlo ora, mi dispiace Dan" rispose Samael.

"Beh, forse è meglio così" concluse Dan amaramente.

"Beh, a questo punto mi sa che me ne torno a casa anche io, in fondo il mio posto e là, con voi due idioti!"

"Ma noi… noi siamo diventati una famiglia" intervenne Linda "non capisco perché proprio ora dobbiamo separarci, Dromos e Samael voi siete gli zii di Charlie!"

"Quando si diventa adulti bisogna avere il coraggio di prendersi le proprie responsabilità e fare delle scelte, sei stata tu la prima ad insegnarmelo Linda" rispose Samael "E a volte prendersi le proprie responsabilità significa avere il coraggio di staccarsi dalla famiglia e seguire la propria strada, ma questo non significa smettere di volersi bene. Noi ci ameremo sempre e…" Samael si interruppe commosso, sospirò e concluse "È ora di andare Dromos".

"Samael" mormorò Chloe stringendosi contro il suo petto senza riuscire a trattenere le lacrime.

"A presto, detective!" rispose il Signore degli Inferi baciandola dolcemente.

Dromos abbracciò a sua volta Ella "Ci vediamo a Natale, au revoir ma petit coroner!"

"Arrivederci estùpido angelo!" rispose piangendo Ella.

Dromos, Samael e tutti gli angeli aprirono le ali, anche Camael che sorreggeva ancora Maze "Hey, vedi di mollarmi il braccio, non ho intenzione di ritrovarmi nella Città d'Argento con voi fighetti!" lo apostrofò lei.

"Uh, beh… veramente pensavo di accompagnarti, mi sembri ancora provata dalla ferita e…" rispose lui imbarazzato.

"Ah... beh. Allora fai come vuoi!" lo interruppe Maze cercando di fare l'indifferente nonostante si sentisse lusingata dalla premura dell'angelo.

"Dromos aspetta!" chiamò Ella "Se è maschio voglio chiamarlo Elyas, ma se è femmina?"

"È troppo strano Shakanshaa?" rispose un po' preoccupato Dromos.

Ella ci pensò un attimo "In fondo non è più strano di Ziggy Marley o Dweezil Zappa!"

Dromos sorrise, l'abbracciò e la baciò un'ultima volta prima di volare via.


Gli umani rimasero soli a contemplare gli angeli che volavano via, solo Amenadiel era rimasto con loro e stringeva a sé Linda e il piccolo Charlie che aveva nascosto le sue alette grigie.

Improvvisamene cominciarono a sentire un gran brusio venire dalla Sala del pendolo di Foucault, poco a poco famiglie festanti si riversarono sulla terrazza schiamazzando e commentando allegramente il panorama del sole che tramontava.

“Wow che bello!”

“Allora stasera si possono vedere i crateri lunari a occhio nudo!”

“Mammaaaaa!”

“Tommy ho detto che non devi sporgerti!!!”

Chloe si guardò intorno tristemente, la vita degli umani aveva ripreso a scorrere normalmente, ma la sua vita e quella dei suoi amici non sarebbe stata mai più la stessa.

“Andiamo a casa ragazzi, domani ci aspetta una nuova giornata in Centrale!” commentò avviandosi verso l'uscita.

#


Padre Ramirez rientrò nel suo appartamento sospirando, era stata una serata faticosa e deprimente.

Non c'era niente da fare, i suoi attuali parrocchiani erano tra i più negati musicalmente che avesse mai avuto, l'unica che gli dava soddisfazione era Ella.

Lei si che aveva una voce stupenda, ma purtroppo era ormai al termine di una gravidanza gemellare un po' difficoltosa per cui il medico le aveva proibito di fare qualsiasi tipo di sforzo compreso cantare alle prove del coro, figuriamoci se avrebbe potuto partecipare alla messa cantata di Natale prevista di lì a due giorni.

Padre Ramirez non aveva mai avuto il coraggio di farle domande sul padre dei gemelli, ma la sera prima sentendosi osservato mentre attraversava la chiesa si era voltato e beh... era sicuro di aver visto il ragazzo riccioluto di Ella sorridergli dal parapetto della navata sinistra, dalla schiena gli spuntavano un bel paio di ali candide dai riflessi dorati.

Il ragazzo gli aveva fatto l'occhiolino e padre Ramirez si era stropicciato gli occhi incredulo, era stato solo per un istante ma quando li aveva riaperti il ragazzo non c'era più.

Il sacerdote sorrise e scosse la testa, poi prese il suo basso, accese il tablet, mise le cuffie e iniziò a suonare "Don't stop me now" dei Queen.

Suonò per più di un'ora, poi decise di prepararsi la cena.

Rimettendo a posto il basso come sempre rivolse lo sguardo al portafoto sul comò. Una istantanea polaroid, in bianco e nero, ritraeva due adolescenti vestiti in stile anni settanta con i capelli lunghi fino alle spalle. Uno dei due ragazzi mostrava orgoglioso il suo basso appena comprato con i risparmi faticosamente conservati per due anni, l'altro, un ragazzo nero che era anche stato il suo migliore amico di sempre, era seduto al pianoforte. Erano in procinto di registrare un pezzo.

Padre Ramirez sorrise al ricordo dei tempi in cui lui e Frank erano convinti che sarebbero diventati due rockstar! Come era stata diversa la loro vita da quello che avevano sognato da ragazzini, anche se Frank si era avvicinato più di lui all'obiettivo adolescenziale.

In ogni modo padre Ramirez non si era mai pentito della sua scelta, al contrario era convinto di aver avuto una vita molto più ricca e interessante di quella che aveva sognato da ragazzino.

Allungò una mano per prendere il portafoto e spolverarlo, quando sentì un gran male al braccio sinistro e una potente fitta al cuore.


"Hey Rez… dai svegliati" padre Ramirez emise un gemito "Eh dai, svegliati!"

Il sacerdote emise un sospiro, aprì gli occhi e si ritrovò davanti un prete sorridente e barbuto dall'aria piuttosto familiare.

Si alzò frastornato e incredulo "Frank? Ma… Ma non è possibile, tu sei morto da anni! Ti hanno sparato nella tua chiesa!"

Padre Frank ridacchiò "Uh, uh… non ti dice niente la cosa?"

Padre Ramirez si voltò e vide se stesso steso per terra, tra le mani teneva ancora stretto il portafoto.

" Beh, immagino di essere morto… era un infarto?" domandò grattandosi il mento.

"Temo proprio di sì! " rispose padre Frank.

"E hanno mandato te a prendermi?"

Padre Frank sorrise allegro "In realtà doveva venire a prenderti l'angelo Aniel, ma Freddie Mercury ha detto che non aveva alcuna intenzione di rischiare di farsi fregare da David Bowie il miglior bassista rock disponibile a Los Angeles e ha insistito perché mandassero me!"


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Trixie contemplava in silenzio le tombe di Chloe e Ella, erano sepolte accanto a suo padre Dan, morto prima di raggiungere i cinquant'anni a causa di un infarto inaspettato.

Il funerale era finito da poco e parenti e amici si stavano dirigendo verso le macchine.

Una mano si posò sulla sua spalla, si girò e vide il volto rassicurante di un uomo sulla trentina non molto alto e dai capelli neri e ricci, era Elyas uno dei due gemelli di Ella.

"Continuo a pensare che questo incidente non sia casuale Elyas, mamma guidava benissimo e anche se pioveva tanto non capisco come possa essere andata fuori strada in quel modo, senza neanche frenare…"

“Non lo so Trixie, forse era solo arrivato il loro momento come capita a tanti!”

“Ma non trovi strano che fossero in macchina insieme proprio la sera dell'incidente?”

"Beh, erano come due sorelle ed erano spesso insieme. Comunque è meglio così, se proprio mia madre doveva andarsene preferisco che se ne sia andata con la sua migliore amica" rispose lui.

Un giovane nero molto alto e muscoloso si avvicinò e si rivolse a Trixie “Papà e mamma ti aspettano in macchina con Noah e le bambine”

“Ok, grazie Charlie” rispose Trixie.

“Elyas io vengo con te se vuoi!” propose Charlie.

“Si, volentieri” rispose il ragazzo mentre Trixie raggiungeva il marito e le figlie.

“Tua sorella dov'è?” domandò Charlie guardandosi intorno perplesso.

"Indovina..." rispose Elyas con gli occhi che brillavano di un leggero bagliore dorato.

“Vuoi dire che...?”

“Ovvio... qualcuno doveva pur accompagnarle, non credi?” rispose Elyas con lo stesso sorriso allegro e malizioso di suo padre e di suo nonno.


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Dromos entrò come un fulmine nella camera da letto di Samael, si lanciò sul letto e cominciò a scuotere il padre "Arrivano oggi, arrivano oggi!" urlò agitatissimo.

"Sei sicuro?" domandò Samael svegliandosi e passandosi una mano tra i capelli un po' frastornato.

"Si, sono sicurissimo, al duecento per cento, me lo ha detto Elyas" rispose Dromos che non riusciva a stare fermo per l'agitazione.

In quel momento uno spettinato e mezzo addormentato Camael entrò domandando perplesso "Hey, si può sapere che cos'è questo casino, io e Maze stiamo cercando di dormire!"

"Secondo il piccoletto Ella e Chloe stanno arrivando!" rispose Samael vestendosi velocemente.

"Sei sicuro?" domandò Camael.

"Al duecento per cento!" rispose Dromos emozionatissimo.

"Andiamo sul mio trono, da lì le vedremo arrivare di sicuro" propose Samael cercando di non mostrare la sua agitazione.

"Maze, vieni stanno arrivando Ella e Chloe" chiamò Camael aprendo le ali.


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"Siamo arrivate!" dichiarò Shakanshaa davanti al gigantesco portone infernale "Ora sta a voi, potete ancora cambiare idea!"

Chloe sorrise alla figlia di Ella, ancora una volta non poté fare a meno di pensare che la ragazza dai lunghi capelli ricci e scuri era praticamente il ritratto di suo padre.

"Ho aspettato questo momento per più trent'anni, non ho davvero intenzione di tirarmi indietro proprio adesso e penso neanche Ella!"

"Esatto!" annuì vigorosamente l'amica "Qui è dove vive tuo padre Shaky e perciò è dove voglio vivere anche io!"

La ragazza sorrise e notò stupita che sua madre e Chloe erano tornate ad avere l'aspetto che avevano ai tempi in cui si erano dovute separare da Dromos e Samael.

Non poté fare a meno di pensare che nonostante fossero state senza ombra di dubbio due belle donne anziane, ora che erano nuovamente giovani come nelle vecchie foto conservate nel computer di Trixie, erano davvero bellissime.

"Spero di avere anche io la fortuna di incontrare un uomo con cui condividere un amore profondo come il vostro!" sospirò "Ok, allora io vado!"

"Non vuoi entrare a salutare tuo padre e tuo nonno?" domandò Ella stupita.

"Oggi non posso mamma, il mio compito era di accompagnarvi fin qua, ma il sentiero infernale per raggiungere papà e Samael dovete percorrerlo da sole. Sta tranquilla tornerò presto a salutarvi con Elyas, sai bene che noi possiamo varcare il confine tra i due mondi ogni volta che ci va!"

Ella sorrise commossa e abbracciò la figlia.

Anche Chloe abbracciò Shakanshaa "Stai vicino a Trixie, ora che me ne sono andata anche io non ha più i genitori e anche se ormai è una donna adulta e sposata so che sarà dura per lei"

"Non preoccuparti zia Chloe, Trixie è praticamente una sorella maggiore per me ed Elyas, non la lasceremo sola"

Un rombo sordo annunciò che il portone infernale si stava aprendo "È ora, andate" annunciò Shakanshaa.

Chloe prese la mano di Ella, le due amiche si scambiarono uno sguardo d'incoraggiamento e si inoltrarono lungo il sentiero infernale scuro e colmo di cenere, Shakanshaa le osservò procedere sicure finché l'enorme portone di pietra si richiuse.

"Missione compiuta, fratellino!" comunicò ad Elyas sorridendo commossa.


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"Allora… Vedi qualcosa? " domandò Dromos a Samael. Era arrampicato sul trono infernale insieme a Maze e Camael ed era agitatissimo.

"No, e stai calmo! Non eri tu quello che aveva imparato a gestire le emozioni in modo maturo?"

"Si ma sono agitato e se… se invece, se non…."

Samael alzò gli occhi al cielo "Non eri tu quello sicuro al 200 per cento?"

"Si io... lo ero, però…"

“Sei agitato!” concluse Camael ridacchiando.

“Esatto!” ammise Dromos.

"Eccole" esclamò Samael emozionatissimo

"Cosa, dove… dove sono, papà non le vedo!"

"Laggiù, sono quasi arrivate alla fine del sentiero che porta al ponte sullo Stige. Andiamo piccoletto, non vorremo far aspettare due signore!" Samael spalancò le ali e afferrò il figlio per la collottola trascinandolo con sé.

“Portami giù Camael, voglio salutarle anche io!” ordinò Maze sorridendo allegra al suo compagno.


“Santo cielo, eccoli!” urlò Ella indicando Samael e Dromos che volevano verso di loro.

Non fecero in tempo a poggiare i piedi sul terreno che Chloe ed Ella erano già tra le loro braccia.

“Finalmente, amore mio, ormai Trixie è adulta e sposata e io non riuscivo più a vivere lontano da te!” mormorò Chloe schiacciando il viso contro il petto di Samael.

“Neanche io, Chloe!” rispose Samael baciandole i capelli e accarezzandola commosso.

“Ben arrivate ragazze!” commentò Maze saltando giù dalle braccia di Camael che era appena atterrato.

“Camael? E tu che fai qui?” domandò stupita Chloe.

L'angelo arrossi imbarazzato “Ecco io... ogni tanto vengo a trovare Maze... noi...!”

“Stiamo insieme!” concluse Maze con un sorriso luminoso in volto.

“Wow, sono felice per voi, siete una coppia fantastica!” esclamò Ella elargendo prima a Maze e poi a Camael i suoi famosi abbracci.

“Ma che succede? Cosa brilla laggiù” domandò incuriosita Chloe indicando delle luci che si accendevano una dopo l'altra nella pianura infernale.

“Oh, quelle sono le anime dei dannati che finalmente hanno compreso la gravità dei loro errori e ottenuto il perdono di Dio e degli uomini!”

“Ma non avevi detto che nessuno usciva mai dalle celle?”

“Si, è vero lo avevo detto. Ma questo accadeva prima che grazie a tutti voi io riuscissi a perdonare me stesso!”

“Vuoi dire che tutto quello che abbiamo passato ha permesso alle anime infernali di avere la possibilità di ottenere il perdono?” domandò Chloe commossa.

“Proprio così amore mio, se anche il Diavolo può capire i suoi errori, perdonare se stesso ed essere perdonato, allora tutti hanno una possibilità, anche i dannati!” sorrise Samael.

Anche Ella osservò commossa le luci e ripensò alle parole di padre Ramirez, erano passati tanti anni ma non le aveva mai dimenticate: a volte Dio ci sta chiedendo di aiutarlo a realizzare il suo piano per qualcun altro.

Rivolse uno sguardo innamorato a Dromos e lo strinse ancora di più tra le braccia “Ella!” mormorò lui mentre ancora una volta i battiti del suo cuore acceleravano.


Le luci si librarono lentamente verso il cielo come tante lanterne di carta. Tutte tranne una che rimase indietro. La luce sembrò indugiare, poi scese verso il gruppo di amici.

Quando fu abbastanza vicina Chloe ed Ella riconobbero Dan.

“Dan, come sei finito qui?” chiese Chloe sconvolta.

“Io... avevo qualcosa di irrisolto da scontare, Chloe. Sai bene che non sono stato sempre limpido durante la mia vita. Ma poco fa ho compreso fino in fondo i miei errori e ho deciso che ero stanco di punirmi. Voglio andare avanti, è tempo che raggiunga Charlotte, mi aspetta da troppo tempo ormai. Addio amici, vi auguro di essere felici” rispose sorridendo Dan alzandosi in volo.

“Addio, Dan!” lo salutarono commosse Chloe ed Ella.

“Beh, direi che possiamo affermare ufficialmente che Dan non è più il Detective stronzo” commentò allegramente Samael.

Samael!” lo richiamarono in coro gli amici sorridendo.


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Prima o poi ogni storia deve finire e anche questa mio malgrado è arrivata alla fine.

Ammetto che mi dispiace davvero tanto, mi ero affezionata ai personaggi e anche se so che presto arriverà la quinta stagione di Lucifer... mi mancherà Dromos!

Spero che questo finale non abbia deluso chi si è appassionato alla mia storia, sinceramente mi sembrava che non ci potesse essere conclusione migliore che scoprire che tutto il percorso di redenzione di Lucifer era finalizzato ad offrire una possibilità di redenzione anche ai dannati perché forse anche tra loro c'è qualcuno che come Dan nel fondo dell'animo ha mantenuto qualcosa di buono e puro che può portarlo alla salvezza, basta solo che abbiano la possibilità di diventarne consapevoli.

Piccola curiosità: avete notato come si chiama il marito di Trixie?


Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito, chi ha lasciato e chi lascerà un commento .


Infine una notizia, spero buona, per chi ha amato Dromos: questa esperienza mi ha fatto tornare la voglia di concludere una storia che ho iniziato diversi anni fa, molto prima che trasmettessero la serie Lucifer.

Il titolo è “Un diavolo a Roma”, il protagonista principale è un demone che cerca di riconquistare il suo amore perduto e che... somiglia parecchio a Dromos ;)

Ho cominciato a pubblicarla nella sezione “Soprannaturale” per cui, se vi va, seguite le avventure di Azaele, Alba e Michele.

Grazie ancora a tutti e a presto. Spero.


AlbAM

ATTENZIONE SPOILER DELLE STAGIONI FINALI!!!!

Nota aggiuntiva dopo la fine della serie originale: è stato davvero strano scoprire che avevo intuito alcuni temi della quinta e sesta stagione un anno prima che fossero mandate in onda: la paternità di Lucifer, lo scontro con Michele, Il futuro di Dan, l'addio tra Lucifer e Chloe e la scelta finale di lei e, infine, il percorso di Lucifer finalizzato a permettere anche ai dannati, solo quelli ancora in grado di farlo, di redimersi... per quanto ovviamente trattati in modo molto molto diverso, è stata una vera soddisfazione!

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