Il mio cuore è solo tuo

di sissy05
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una giostra di emozioni ***
Capitolo 2: *** Tra sogno e realtà ***
Capitolo 3: *** La confusione nel cuore ***
Capitolo 4: *** La magia di un sogno ***



Capitolo 1
*** Una giostra di emozioni ***


Nuvoloni bianchi sempre più compatti riempivano il cielo mentre dei fiocchi di neve danzavano cullati dal vento, nel giro di qualche minuto quella danza armoniosa si trasformò in una vera e propria tormenta che faceva vibrare i vetri e riempiva la stanza di ululati. Mi avvicinai alla finestra ad osservare quello spettacolo della natura e senza accorgermene mi addormentai.

Quando riaprii gli occhi la prima cosa che vidi fu la neve, aveva cessato di cadere, e ora regnava una calma quasi surreale su tutta la città. Mi alzai, mi infilai un paio di scarponi e corsi sul balcone facendo attenzione a non far cadere la neve all'interno della stanza. La vista era bellissima e in giro non c'era anima viva, il cielo si era aperto mostrando in tutta la sua bellezza la candida luna che illuminava il paesaggio.

« È bellissimo! Non pensi anche tu Marinette? »

« Sì TIkki hai proprio ragione, che ne dici se andiamo a dare uno sguardo alla città da un punto più suggestivo? »

« Intendi la tour eiffel? »

« Sì. Chissà che spettacolo sarà Parigi vista da lassù.»

« Va bene, a patto che dopo beviamo una cioccolata calda fumante con tanti biscotti. »

« Mi sembra un'idea perfetta » sorrisi e accarezzai la testa del piccolo esserino che svolazzava al mio fianco.

« TIkki trasformami! »

Un bagliore rosso illuminò la neve e un istante dopo al posto di Marinette apparve Ladybug.

Lasciai il balcone con un salto e iniziai a volteggiare tra i palazzi beandomi della vista che si godeva dai tetti, dopo qualche salto iniziai ad intravedere la torre. La sua silhouette illuminata a festa si stagliava nel cielo scuro mentre la luna piena si nascondeva tra i nuvoloni bianchi che si muovevano veloci.

Mi fermai su un tetto per godermi la vista, quando una melodia attirò la mia attenzione, mi guardai intorno senza riuscire a trovarne la provenienza, incuriosita con un salto atterrai sulla neve fresca iniziando a camminare nella sua direzione, trovai una grande siepe carica di neve a sbarrarmi la strada, la melodia dolce quasi cantilenante proveniva da lì dietro. 

La città era deserta a causa del tempo imprevedibile e come se non bastasse era anche molto tardi, da dove poteva provenire mai quella musica?

Una volta individuato un passaggio mi incamminai, a ogni passo la melodia era sempre più forte, l'unica cosa che ostacolava il mio cammino era un ramo che mi copriva la visuale, lo spostai con attenzione facendo cadere la neve che vi era sopra e poi sollevai lo sguardo rimanendo incantata.

Davanti ai miei occhi si trovava un carosello tutto illuminato, il mio sguardo si concentrò su due cavalli al galoppo uno di fianco all'altro fermi a mezz'aria, altri due poco più avanti trainavano un'elegantissima carrozza ed erano immobili congelati nelle loro posizioni. Mentre la osservavo, la melodia cessò improvvisamente, risvegliandomi dai miei pensieri. Nei paraggi non c'era nessuno e la neve intorno era intatta, mi fermai ad un passo dalla giostra osservandola meglio, elaborati intarsi dorati adornavano la struttura centrale e le luci la facevano risplendere, notai sulla mia destra un altalena finta pendere dalla struttura. Come tutto il resto era decorata minuziosamente con rampicanti e fiori dorati. Sorrisi e non resistetti alla tentazione di sedermici sopra sentendomi un po' infantile, ma fiduciosa del fatto che nessuno mi avrebbe vista. Come un lampo, un ricordo riaffiorò nella mia mente, ero già stata lì,  chiusi gli occhi per rendere il ricordo più vivido, sorridendo mentre le immagini di una bambina che giocava allegra si facevano chiare.

« Ti facevo più il tipo da carrozza, My Lady »

Sgranai gli occhi e mi voltai in direzione della voce calda alle mie spalle, trovandomi il volto di Chat Noir ad un palmo dal mio, imbarazzata scattai in piedi con troppa irruenza non prestando attenzione alla neve fresca finendo così per mettere male un piede. C'ero abituata ormai, riuscivo a inciampare ovunque. Mi preparai all'impatto ma inaspettatamente quello con cui mi scontrati non fu il suolo ma un petto caldo, due braccia forti stringevano la mia vita e per qualche strana ragione le mie gambe erano incastrate tra altre due che mantenevano stabili entrambi.

Il suo petto vibrò e una risata cristallina si aprì nel cuore della notte.

« Se desideravi tanto un mio abbraccio bastava chiedere. »

Sollevai un sopracciglio e tentai di allontanarmi da lui riuscendo solo a distanziarmi di poco dal suo petto.

« Mi hai spaventato stupido gattaccio, ora lasciami andare »

« E se io non volessi? »

« Chat lasciami. Ora! »

« Potresti scivolare di nuovo »

« Non accadrà, perciò lasciami. »

Lui rise divertito prima di schiacciarmi di nuovo contro il suo petto.

« Non voglio. Solo quando ti stringo tra le mie braccia mi sento completo, solo quando sei con me il mondo acquista colore… » si allontanò di poco portando una mano sulla mia guancia « solo quando mi specchio nei tuoi occhi mi sento vivo. »

Arrossii fino all'inverosimile. Perché doveva farmi quell'effetto, perché doveva trovare sempre le parole giuste. 

Dannato gattaccio!

Sobbalzammo entrambi quando all'improvviso la musica che mi aveva attirata fin lì ripartì improvvisamente. Alzammo lo sguardo verso l'altoparlante da cui si diffondeva e notammo solo in quel momento un ramoscello di vischio appeso proprio sopra le nostre teste.

« Deve essere destino My Lady »

Sorrise dolcemente avvicinandosi al mio volto.

« La tour Eiffel alle nostre spalle, Parigi innevata e una musica dolce a spezzare il silenzio della notte. »

Si fermò ad un soffio dalle mie labbra.

« Riesci a capirlo? Quello che l'universo ci sta dicendo? »

Il suo sguardo intenso e carico d'amore mi fece sorridere dolcemente.

« Non ho bisogno che sia l'universo a dirmelo. Sono in grado di capirlo da sola. »

Mi sporsi verso di lui sfiorandogli le labbra in un bacio delicato che lui prontamente trasformò in uno più intenso e appassionato, incuranti della neve che aveva ricominciato a cadere su Parigi.

 

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Capitolo 2
*** Tra sogno e realtà ***


La neve continuava a cadere mentre le mie labbra sfioravano le sue in un bacio intenso e pieno d'amore. 

Da quanto tempo avevo aspettato quel bacio da parte della mia Lady, senza costrizioni,o il potere di un akuma di mezzo, solo sentimenti, quelli che io provo per lei e lei prova per me, solo i nostri cuori in sintonia.

Improvvisamente un suono troppo famigliare si fece sempre più urgente, e prima di realizzare di cosa si trattasse, una luce rossa e una verde ci avvolsero, inducendo entrambi a chiudere gli occhi. Fu in quella frazione di secondo che capii che quando li avrei riaperti mi sarei trovato di fronte la mia Lady ma senza maschera.

Il cuore accellerò e bloccai il mio respiro, con lentezza quasi esasperante riaprii gli occhi e in un'istante il mio cuore si fermò.

Capelli corvini raccolti in due codini, un paio di labbra rosate dischiuse per la sorpresa, due bellissimi occhi azzurri e limpidi che mi guardavano sconvolti, indossava un pigiama pesante sulle tonalità del rosa e ai piedi due scarponi per la neve, mi trovai a sorridere internamente per quell'accostamento così insolito.

« Marinette »

Fu un sussurro, ma lei trasalì come se lo avessi urlato. In quell'istante sentii qualcosa nascere nel mio petto, era una sensazione calda e travolgente, qualcosa che non avevo mai provato prima, così forte da rallentare il battito del mio cuore, qualcosa che nemmeno Ladybug era riuscita a farmi provare.

« A-Adrien » 

Balbettò il mio nome in maniera scomposta, ma fin troppo adorabile e io non potei fare altro che sorriderle dolcemente. Mossi un passo per raggiungerla e alzai una mano per poggiarla sul suo volto, ma in quel momento il mondo attorno a noi iniziò a sfumare velocemente, una strana inquietudine mi avvolse e il terrore che qualcosa di male potesse accaderle mi portò ad urlare il suo nome e a muovermi velocemente per afferrarla, lei mi guardò impaurita e tese la mano verso di me, le nostre dita si sfiorarono e in un' istante tutto si fece buio.

Aprii gli occhi urlando e mi trovai steso nel mio letto con il fiatone e il cuore a mille.  

« Cosa cavolo ti prende umano, sono le tre di notte lo sai? Cos'hai da urlare tanto? »

Un piccolo esserino nero dai luminosi occhi verdi svolazzava ad un palmo dal mio naso.

Mi guardai attorno confuso, ero nella mia stanza, nel mio enorme letto, e la camera era avvolta dall'oscurità, dov'era Marinette? E io com'ero arrivato lì?

« Dov'è Marinette? »

Scansai con la mano il mio kwami e mi misi a sedere sul letto più confuso di prima.

« Marinette? Perché Marinette dovrebbe essere qui? »

Lo guardai aggrottando le sopracciglia, rimarcando l'ovvio.

« Perché eravamo insieme fino a un momento fa! »

« Ti senti bene Adrien? »

Lo fissai intensamente e poi guardai verso la finestra ripensando a quello che era successo solo qualche minuto prima. 

« Io sono uscito per fare un giro della città ma poi ho visto Ladybug dirigersi verso la torre Eiffel e l'ho seguita ».

Ripensai a tutto quello che era successo da quando l'avevo trovata lì seduta su quella giostra ad occhi chiusi mentre sorrideva felice, al momento in cui le nostre labbra si erano incontrate.

« Adrien inizio seriamente a preoccuparmi. Hai forse battuto la testa prima di andare a letto? Tu non ti sei mai mosso da questa stanza. »

Sgranai gli occhi e spostai velocemente le coperte facendo scivolare i piedi sul pavimento.

« Non può essere, io ho incontrato Ladybug » 

Roteò gli occhi e si posizionò sul cuscino affianco al mio, guardandomi annoiato.

« Immagino che sia stato un sogno orribilmente smielato in cui lei si dichiarava a te, vi sposate e…. Il resto lo conosci già. Sempre lo stesso sogno. non ti stanchi mai? »

« È diverso Plagg! non era il solito sogno. »

« Davvero? Cosa c'era di diverso? Non c'era il criceto? »

« No Plagg, tu non capisci. Era così reale, ho ancora la sensazione di calore sulle mie labbra »

« Abbi pietà non voglio sapere altro, però ti dó un consiglio, anche io sogno quasi tutte le notti un mondo fatto solo di Camembert. E quello si che è un bel sogno, ma non significa che sia reale, fattene una ragione e tornatene a dormire. »

« Ti dico che non è così. Sento che questo era….ecco…diverso. Marinette era lì. »

« Whao! questa si che è una novità, non era solo un'amica ? Prima Ladybug, poi Marinette sono quasi curioso. Chi delle due hai baciato? »

« Plagg! Marinette era ladybug! »

In quel momento notai Plagg congelarsi sul posto, prima di iniziare a ridere forzatamente.

« È impossibile no? »

Afferrò la coperta e la tiró fin sotto al collo senza guardarmi.

« Adrien, era solo un sogno, niente di più, è molto tardi, perché non torni a dormire e basta? »

Sbadigliò e mi diede le spalle.

Il suo comportamento era decisamente insolito, normalmente mi avrebbe costretto a dargli una porzione extra di quell'orribile formaggio puzzolente, come risarcimento per aver disturbato il suo sonno, mentre ora si era fatto sfuggire questa grande opportunità e non si era nemmeno lamentato più del dovuto, che volesse sviare il discorso?

Lo guardai per qualche istante pensieroso, poi spostai le coperte e mi riposizionai nel letto.

Forse Plagg aveva ragione, era solo un sogno niente di più. Chiusi gli occhi e poggiai la testa sul cuscino.

Ma allora perché avevo sognato Marinette dietro la maschera di Ladybug? Cosa c'entrava lei? 

Avevano lo stesso colore di capelli. Ma questo non significa niente.

Il loro fisico è minuto e aggraziato. Una cosa comune tra le ragazze.

La sfumatura dei loro occhi è davvero simile. Può capitare no?

Il loro sorriso è….identico.

Aprii gli occhi di colpo. Marinette poteva mai essere lei?

Poteva la mia Lady essere sempre stata al mio fianco?

E perché l'idea che possa essere Marinette mi rende così felice?

Sentivo il cuore battere all'impazzata, e solo in quel momento ricordai la sensazione che avevo provato nel mio sogno quando avevo visto lei.

Era mai possibile che avessi sempre provato qualcosa per Marinette?

 

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Capitolo 3
*** La confusione nel cuore ***


Osservai il cielo minaccioso sperando che non ricominciasse a nevicare come la notte precedente.

« Marinette, dove stiamo andando? »

Abbassai lo sguardo sulla mia borsetta, trovando la mia piccola kwami a fissarmi curiosa. 

« Non ho ancora finito i regali di natale, e domani è la vigilia. Per questo oggi andiamo alle Galeries Lafayette, sono sicura che lì riuscirò a trovarli tutti. Anche se sono certa che oggi sarà affollatissimo. È un posto bellissimo soprattutto nel periodo di Natale. »

Continuai a camminare per qualche metro e dopo aver svoltato l'angolo vidi un grande edificio adornato da eleganti luminarie disposte su tutte le facciate dell'immenso palazzo.

« Guarda Tikki! Siamo arrivate. »

Una quantità spaventosa di persone si affollava all'ingresso in un via vai frenetico, mi incamminai in direzione della calca e dopo qualche minuto riuscii finalmente ad entrare. Seguendo il flusso che imponeva la folla arrivai in un grande ambiente circolare molto affollato, dove le insegne luminose dei più importanti brand si ergevano al disopra della folla.

« Marinette ma è fantastico! »

Guardai Tikki che nascosta sbirciava sorpresa guardando verso l'alto, sollevai il volto e sorrisi.

Ogni anno quel luogo diventava magico, la grande cupola spettacolare era finemente decorata a tema natalizio, un grande albero di Natale si ergeva al centro, e delle catenelle di luci scendevano a pioggia tutto intorno, le grandi balconate dei vari livelli erano illuminate e anch'esse decorate minuziosamente.

« Marinette guarda c'è un corridoio in vetro sospeso lì su. »

Guardai dove mi stava indicando scorgendo la passerella in vetro sospesa.

« Quella è una delle attrazioni di questo centro commerciale, se vuoi dopo andiamo a dare un'occhiata, si trova al terzo piano vicino ad un negozio in cui devo assolutamente entrare. »

Tikki mi sorrise felice e annuì.

« Bene. Ora è il momento di iniziare a pensare ai regali. non credi? »

Mi guardai intorno individuando il primo negozio che mi interessava, dando così inizio ad un pomeriggio di shopping intensivo. Passai le tre ore successive girando tra i negozi e acquistando tutti i regali che mi servivano. 

« Mari? Abbiamo finito con i regali? »

« Si Tikki sono riuscita a trovare tutto. »

« Ora torniamo a casa? »

« No, voglio farti vedere una cosa. Sai la cupola, la passerella sospesa e le luminarie non sono le uniche attrazioni di questo centro commerciale, sul tetto c'è una bellissima pista di pattinaggio con Parigi che gli fa da sfondo, e una terrazza con un bar, e da lì la vista è spettacolare. Ti va di prenderci una pausa e rilassarci un po'? »

« Sarebbe fantastico. »

Mi incamminai verso le scale, che salii fino ad arrivare sulla terrazza che ospitava il bar. Guardai i tavolini disposti ordinatamente individuandone uno vuoto che velocemente occupai, aspettai che il cameriere prendesse la mia ordinazione e dopo che la mia cioccolata calda e un piattino di deliziosi biscotti fu portato al mio tavolo mi rilassai.

Sollevai lo sguardo ammirando la Tour Eiffel che si vedeva in lontananza e sorrisi, non era tardi ma il cielo era già completamente scuro anche se ricoperto da grandi nuvoloni. 

In quell'istante il ricordo del sogno vissuto la notte prima si fece vivido nella mia mente e mi portò a sospirare pesantemente.

« Cosa succede Marinette? C'è qualcosa che non va? »

« Non è niente Tikki. È solo che stavo ripensando a quel sogno. »

« Quello che hai fatto la notte scorsa? »

« Si Tikki, proprio quello. E che non capisco, era così reale. Ho creduto veramente di essere uscita e di aver incontrato Chat Noir. »

Portai una mano sulle labbra accarezzandole.  « Quando mi sono svegliata avevo ancora quella sensazione di calore sulle labbra. » Allontanai la mano e sospirai sconsolata.

« Capisci Tikki non ha senso. Niente di quel sogno ha senso. Ho baciato Chat Noir e poi lui si è trasformato in Adrien, posso capire se nel mio sogno avessi baciato Adrien e poi questo si fosse trasformato in Chat Noir, ma non è stato così. Io ho baciato Chat Noir perché era Chat Noir e non perché era Adrien. Sai qual'è la parte peggiore? Sono stata io a volerlo. E ora ho una marea di dubbi in testa. »

« Marinette calmati e spiegami tutto, magari posso aiutarti a fare un po' di chiarezza »

« Tikki i problemi sono essenzialmente due, il primo è che io ho desiderato baciare Chat Noir, perché credo di aver provato qualcosa per lui, il secondo è che da quando mi sono svegliata sono sempre più convinta che possa esistere la possibilità che lui e Adrien siano la stessa persona. »

« È questo che ti manda in confusione? »

La guardai esasperata e risposi.

« Ti riferisci al fatto che io possa essermi innamorata di Chat Noir o al fatto che loro due possano essere la stessa persona? Perché questi due fattori non mi mandano in confusione, mi fanno letteralmente impazzire. Mi sento così stupida. Non sono mai riuscita ad ammettere i miei sentimenti per Chat Noir, e Inoltre se loro due sono davvero la stessa persona io non sono riuscita a capirlo, e questo fa di me una persona superficiale. »

« Marinette non dire questo. Hai appena detto di provare qualcosa per Chat Noir ma di amare ancora Adrien, quindi se loro fossero la stessa persona non significherebbe forse che hai accettato completamente e incondizionatamente tutto di lui? Questo potrebbe mai fare di te una persona superficiale? »

« Non so Tikki »

« Pensi veramente che loro due possano essere la stessa persona? »

« All'inizio no, ma più il tempo passa e più questa idea diventa reale. Tikki, non so spiegarlo e come una sensazione, quel sogno era molto strano, era quasi come se anche lui fosse veramente lì »

Guardai l'orizzonte concentrando lo sguardo sul simbolo di Parigi.

« Tikki possono mai essere, anche se così diversi, la stessa persona? Quante possibilità ci sono che il ragazzo che ho sempre amato possa essere quello per cui mi sono appena accorta di provare qualcosa? »

« Non so, ma vorrei che rispondessi ad una domanda. Se scoprissi che Adrien fosse veramente Chat Noir, questo cambierebbe qualcosa nel tuo cuore? Smetteresti forse di amarlo? »

« No Tikki. Questo sarebbe impossibile. Al contrario penso che lo amerei più di prima. »

Tikki mi guardò dolcemente e poi sorrise.

« Non pensi che sia questa l'unica cosa veramente importante? »

 

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Capitolo 4
*** La magia di un sogno ***


Mi misi sotto le coperte e poggiai la testa sul cuscino, mi trovai a fissare il soffitto ripensando alle parole che Tikki mi aveva detto solo poche ore prima, realizzai in quel momento che il mio cuore conosceva la risposta molto prima che la mia mente riuscisse a realizzarla, ignoravo ciò che provavo per il mio partner perchè pensavo di tradire l’amore che provavo per Adrien ma intanto avevo imparato ad amare Chat Noir e Adrien allo stesso modo perchè nel mio cuore sapevo che erano la stessa persona. Tutti i miei dubbi si erano dissolti in un istante, l’idea che loro non fossero la stessa persona era del tutto inconcepibile, un senso di calma e quiete mi avvolse e dopo qualche istante mi addormentai.

All'improvviso sentii una musica lontana che attirò la mia attenzione, riaprii gli occhi riconoscendo immediatamente il luogo dove mi trovavo, feci un passo in avanti e accarezzai uno dei cavalli di quella giostra tanto familiare. Una mano si poggiò dolcemente sulla mia spalla e un respiro caldo mi sfiorò un orecchio.

« Buona sera M’lady, ti stavo aspettando. »

il mio cuore prese a battere all’impazzata.

« Cosa ti faceva pensare che sarei venuta gattaccio? »

lo sentii sorridere e avvicinare le sue labbra al mio orecchio per sussurrare qualcosa.

« Una sensazione. »

Presi un respiro profondo e mi voltai. Adrien era lì ad un passo da me, mi guardava dolcemente e sorrideva felice. Non era solo un sogno lui era lì, era reale. Quello che stavamo vivendo era qualcosa di inspiegabilmente reale. Gli sorrisi a mia volta imbarazzata e lo vidi allungare una mano per stringere la mia, ma come la prima volta tutto intorno a noi inizió a sfumare velocemente e prima di poterlo realizzare mi ritrovai di nuovo nel mio letto. Scansai velocemente le coperte e mi infilai dei vestiti pesanti e un cappotto, svegliai Tikki e mi trasformai con un’unico pensiero in mente, raggiungere il luogo che avevo sognato, saltai tra i tetti ripercorrendo la strada che avevo fatto nel mio sogno arrivando proprio lì davanti a quella giostra protagonista dei miei sogni. Mi trasformai nuovamente avanzando in sua direzione e mi fermai proprio vicino alla bellissima altalena su cui mi ero seduta la notte prima, improvvisamente udii un rumore di passi che si avvicinavano veloci che mi distolsero da essa. Sollevai lo sguardo incontrando quello di Adrien che mi guardava cercando di riprendere fiato. 

Indossava un cappotto pesante e una sciarpa azzurra fin troppo familiare.

I suoi occhi si illuminarono di gioia e sul suo volto si aprì il più bel sorriso che avessi mai visto, si avvicinò piano, prese la mia mano e con eleganza poggiò le sue labbra sul dorso accennando un inchino.

« Buona sera m'lady. »

« Buona sera gattino. »

Provai a ritrarre la mano imbarazzata ma lui me lo impedì.

« Non questa volta Marinette. Questa volta non lascerò andare la tua mano. »

Con uno strattone mi avvicinó di più a lui e avvolse il suo braccio intorno alla mia vita.

« Sei sempre stata tu! Per tutto questo tempo sei stata così vicina. Come ho fatto a non capirlo. »

« Non sei deluso? Io non sono la persona che ti aspetteresti di trovare dietro la maschera. »

« Cosa stai dicendo? Tu sei perfetta. Sei coraggiosa, leale, una leader nata, metti il bene degli altri al primo posto, sia come Ladybug che come Marinette. Non potrei desiderare persona migliore, quando ho realizzato che quello che abbiamo fatto la notte scorsa non era solo un sogno e che tu eri veramente Ladybug, non ho avuto più dubbi.  »

Mi poggiò una mano sulla guancia e sorrise.

« Sono io a doverti chiedere se puoi accettare questo stupido gatto. Ho paura che tu possa odiarmi, quando siamo a scuola sei sempre così agitata in mia presenza, dimmi ti prego che ho qualche speranza, perché io sono incondizionatamente innamorato di te. »

Arrossì fino all'inverosimile, non riuscendo a riordinare la mia mente. Adrien si stava dichiarando a me, poteva trattarsi di un sogno?

« Ma andiamo! Stai scherzando umano. Sei davvero così stupido. »

« Plagg! Non dovresti intrometterti devono chiarirsi da soli. »

« Hanno bisogno di una spinta, se lasciamo fare  a loro staremo qui fino a domani mattina. È più che chiaro che lei è innamorata di lui, e anche da molto tempo. »

« Plagg! Scusate non badate a noi. »

Tikki afferró la coda del piccolo gattino nero e lo trascinò via. 

Sentii il mio cuore impazzire, non volevo di certo che lo scoprisse così. Un brivido di paura misto ad ansia mi percorse il corpo e mi portó a tremare leggermente, mentre cercavo ancora le parole giuste da usare, una morbida sciarpa azzurra fu avvolta delicatamente attorno al mio collo, la riconobbi subito, era quella che gli avevo regalato, ma che per qualche ragione era passata come regalo da parte del padre, e io non avevo avuto mai il coraggio di dire la verità.

« Se quello che dice Plagg è vero allora si spiegano molte cose, a iniziare da questa. »

Mi guardò dolcemente e indico la sciarpa.

« Qualche giorno fa mi sono accorto di una cosa, mi è venuto in mente di quella volta che hai detto che firmi tutte le tue creazioni. »

Prese un lembo della sciarpa e me lo mostró, anche se era molto piccolo un ricamo dorato si intravedeva chiaramente.

« Questo non è un regalo da parte di mio padre, ma da parte tua. Perché non me lo hai detto? »

« Il giorno dopo quando sei venuto a scuola eri così felice che tuo padre ti avesse fatto un regalo che ho pensato non fosse importante dirtelo, dopotutto quando fai un regalo vuoi che chi lo riceva sia felice non importa come. »

Abbassai lo sguardo e affondai il volto nella sciarpa.

« Sei fantastica Marinette, e non immagini quando questo sia importante per me. »

Sollevai il volto, Adrien mi guardava con una sguardo così dolce e felice, portò le mani sulle mie guance e poggiò la fronte sulla mia.

« Ti amo Marinette, non immagini nemmeno quanto, scusa se sono stato così lento. »

Sentii i miei occhi inumidirsi e il cuore impazzire.

« Anche io ti amo Adrien. Il mio cuore è solo tuo. »

I suoi occhi brillavano felici e un istante dopo le sue labbra si poggiarono sulle mie mentre i nostri cuori battevano in sincronia.

 

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