Storia di un matrimonio

di Cara93
(/viewuser.php?uid=905809)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ally ***
Capitolo 2: *** Ben ***
Capitolo 3: *** Didi ***



Capitolo 1
*** Ally ***


La tentazione di scaraventare fuori dalla finestra tutti i suoi vestiti, sfasciare la sua collezione di dischi, bucare i preservativi che aveva trovato frugando nei cassetti e nelle tasche dei cappotti, prendere tutti i suoi regali e farli a pezzi, insieme ai suoi libri, soprattutto i suoi preferiti, era molto forte. Ed infine, a coronamento della sua liberazione, sfilare la fede dall'anulare e fargliela ingoiare. Al posto di tutto questo, però, Ally ha deciso di non cedere all'istinto e di aspettare. Avrebbe affrontato Ben con maturità e, discutendo serenamente, si sarebbero accordati per un divorzio facile e veloce.
 
Tuttavia, ogni sua aspettativa è stata tradita: non appena Ben apre la porta, la rabbia la assale e la travolge e Ally non può non aggredirlo.
"Dove sei stato?" è la domanda che si è fatta, da quando i primi timidi sospetti si sono tramutati in fatti, dopo aver scoperto una macchia di rossetto, un rossetto troppo intenso e troppo rosso rispetto a quelli che lei era solita portare.
"Ma amore, lo sai. Ti avevo detto che in questo periodo sono impegnatissimo, tra riunioni di dipartimento, ricevimento e conferenze". È vero. Gliel'ha detto e ribadito più volte, come se lui stesso non fosse del tutto convinto della verità delle sue affermazioni.
"Sono passata all'ufficio e mi hanno detto che non c'eri, anzi, che solo stamattina c'erano delle lezioni che dovevi fare. Adesso, io sono un po' stupida, ma la segretaria me l'ha spiegato bene e con pazienza: vuol dire che tu, lì ci sei entrato solo per un paio d'ore". Non era del tutto vero. Non era andata fino all'università, il tempio sacro di suo marito, che aveva ancora il potere di intimidirla, si era limitata a telefonare. Però non era necessario che Ben lo sapesse.
 
Cala il silenzio. Lo guarda annaspare, in cerca di una spiegazione. È la prima volta che lo vede così, senza la risposta pronta, senza la spocchia della superiorità intellettuale a proteggerlo. Si sente improvvisamente potente. Sorride. Forse, non serve a nulla distruggere le sue cose, forse basta quella sensazione a placarla.
 
Il cane emette un verso lamentoso, ma nessuno dei due gli si avvicina. Ally si limita a lanciargli un'occhiata colpevole. Presa dalla foga, si è dimenticata di dargli da mangiare.
 
Si prende un momento per guardare suo marito, soppesandolo come farebbe dal macellaio: è tarchiato e con un filo di pancetta. I capelli gli si stanno diradando dalla fronte ed è poco curato, sembra quasi un barbone. Non ha nulla di attraente. Come ha potuto, allora, trovare un'altra? Chi se lo sarebbe preso, senza averlo conosciuto com'era prima, più giovane e prestante? Non lo sa e non le interessa. Ciò che vuole è che quella sensazione di potere non passi mai.
 
Si sfiora la pancia, sorridendo maligna.
"So che hai un'amante" alza la mano per bloccare le sue proteste, disgustata dal sollievo che gli legge negli occhi. L'ha fatto apposta. Voleva che lo scoprisse. "Prima di prendere una decisione, devi sapere una cosa: sono incinta" 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ben ***


Apre la porta come al solito, desiderando di essere da tutt'altra parte. Ma è casa sua, vive lì e non può evitarlo. Per ora.
 
Avanza scavalcando Didi, l'enorme animale, almeno per i suoi standard, che Ally aveva preteso le regalasse anni prima. Non ha mai potuto soffrire quella bestia e ha la sensazione che il sentimento sia reciproco.
 
"Dove sei stato?" la domanda lo coglie alla sprovvista, completamente imprepato. Uno dei pregi, e allo stesso tempo il più grave difetto, di Ally è l'assoluta indifferenza alla sua vita al di fuori delle mura domestiche.
 
Avrebbe dovuto capire che erano troppo diversi, per stare insieme. Lo aveva stregato la sua bellezza, era stato intrigato dalla prospettiva di sfoggiare quella donna bellissima al suo fianco, lui, un mite ricercatore e neppure particolarmente attraente.
 
"Dove pensi che sia stato? Avevo del lavoro da fare". Non vuole essere brusco, ma a volte è inevitabile con Ally. Da qualche tempo ha il sospetto che sua moglie soffra di qualche tara, che non le permetta di comprendere anche i fatti più semplici e abbia perciò bisogno delle spiegazioni più banali. Era diventato un sollievo starle lontano.
 
"Non ci stavi, al posto della segretaria". Ben si costringe a non correggerla: certo che non era in segreteria, non lavorava lì un luminare del suo livello. "Anzi" continua Ally "mi ha detto che ci stavi solo la mattina". Ben maledice la donna di mezz'età (sicuramente si tratta di una zitella pettegola di mezz'età, che non ha altro dalla vita a parte il lavoro) che ha dato quell'informazione alla moglie. Ma, forse, in fondo non è un male. Forse, se Ally sa di Rita, lasciarla diventerà più semplice.
 
Infatti, riesce a stento a trattenere un sorriso quando si sente accusare. Finalmente sarà libero. Libero di baciare Rita, passeggiare con lei, parlare con lei che, anche se è meno bella di Ally, è infinitamente più intelligente. Con Rita poteva parlare di tutto, sicura che lo capisse. Con Rita poteva snocciolare ipotesi e teorie che lei avrebbe approvato o smontato con facilità. Con Rita tutto sembrava e sembra (non può prendere in considerazione la possibilità di perderla) facile e naturale, come respirare. L'unica cosa che avrebbe rimpianto, di Ally, è la sensazione di forza e virilità che gli suscitano nel petto gli sguardi d'invidia degli altri uomini.
 
Non si è mai soffermato a capire perché stessero insieme. Come si fossero innamorati, soprattutto. Ciò che lo preme, da quando aveva conosciuto Rita, è stare insieme a lei.
 
"Sono incinta"
 
Tutti i suoi sogni si sono infranti grazie a due sole semplici parole. Il pensiero di spingerla forte, in modo che l'angolo della tavola le colpisca con violenza il ventre o che cada sulla pancia è molto forte. Ha quasi la tentazione di chiederle se è davvero lui, il padre, d'altronde, una donna così bella e costantemente sola poteva avere un'amante. 
 
L'espressione di Ally gli fa cambiare idea. Non l'avrebbe mai lasciato libero, mai. Neanche da morta.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Didi ***


Ha passato parte della giornata ad inseguire la sua padrona, il muso soffice e umido che impattava regolarmente contro la sua schiena o il suo fianco. 
 
Ti sta ignorando. Lo fa sempre quando lui la scontenta.
 
È preoccupato, ma si impegna a rassicurarla. Non vuole che la sua padrona sia triste. Chiaramente, il suo impegno non serve a niente, lo scaccia malamente quando si rende conto della sua presenza.
 
Si sdraia, rassegnato. Non può essere d'aiuto alla sua padrona e, probabilmente, non riceverà da mangiare tanto presto. È fiducioso, però. Non l'hanno mai dimenticato, prima.
 
Anche lui lo ignora o almeno ci prova. Sente di infastidirlo, anche se non sa cosa ha fatto per essergli antipatico. Come ha fatto con la padrona, lo segue e picchietta contro le sue gambe, sempre senza risultato.
 
Li osserva, sedendosi. C'è della tensione tra loro. Si parlano, il tono di voce arrabbiato e allo stesso tempo stranamente calmo.
 
Ha fame e deve uscire. Non ha ancora fatto la sua passeggiata. Aspetta che lei e lui abbiano finito di parlare, prende tra le fauci il guinzaglio, lo porta ai piedi della padrona e aspetta.
 
Si accorge che sta piangendo. Con un mugolio, appoggia il muso contro il suo petto, sperando di consolarla.
 
Lui, a pochi metri di distanza, sospira e si siede accanto a lei. Sembra svuotato. Nonostante la veda piangere, non cerca di consolarla. 
 
È quello che gli fa più paura.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3881345