Autocensura

Il mio corpo rifugge ogni ambiente, 

una frenesia bollente

sembra rendere le superfici intoccabili,

nella bocca parole velenose

cosparse di risentimento

si ammassano abbattendo

ogni muro.

Cerco di chiudere gli occhi,

stringo fra le dita il tessuto freddo del lenzuolo,

immergo il viso nel cuscino e

respiro con rabbia.

Spingo a forza l'amaro fra le labbra,

nelle profonditā delle mie membra,

le lascio a marcire,

ignorando il fetore della putrefazione.

La fiamma volteggia,

seguendo un ritmo

scandito dai solfeggi

del respiro frenetico.

Come i vetri ricoperti di vapore

nascondono alla vista,

il cuor mio si allontana

dal pensiero di te,

perso nelle vie di una cittā

rimasta immutata negli anni.

Il naso arrossato,

le labbra di mora,

si trascinano per le piazze,

varcano le porte di negozi abbaglianti,

si perdono,

lasciando cadere sull'acciottolato

i ricordi di noi.

Il mio cuore nasconde

agli occhi,

la ricaduta nella realtā,

vivendo in un passato

di immagini senza vita.