Prigione di vetro

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il tempo stringe ***
Capitolo 2: *** Un muro di sentimenti ***
Capitolo 3: *** Sguardo furiosi e penetranti ***
Capitolo 4: *** Dispiacevoli imprevisti ***
Capitolo 5: *** Circondati dalla morte ***



Capitolo 1
*** Il tempo stringe ***


Mentre Peter rimaneva nella casa di sua zia May a risistemare gli ultimi appunti dell’università, il giovane ragazzo aveva ricevuto l’invito da Harry Osborne di partecipare all’inaugurazione del nuovo grattacielo di New York posto in mezzo alla grande mela.
Era un evento più unico che raro per lui e aveva la possibilità di invitare una persona alquanto speciale.
ma chi poteva mai essere?
< Peter, posso entrare? > domandò sua zia May bussando ripetutamente alla porta.
< Certo. Vieni pure, Zia Mary. >
< Che cosa stai facendo? > domandò la donna.
< Sto sistemando le mie cose. >
< Perché? Vuoi tornare in quell’appartamento squallido che chiami casa? >
< Zia May, so che non ti piace dove sono andato ad abitare, ma è molto più vicino all’università di quanto pensi. >
< Lo credo, ma il quartiere dove ti sei trasferito è il più pericoloso della città. Potresti imbatterti in malviventi in qualsiasi istante e lasciarci le penne. >
< Andrà tutto bene, zia May. Davvero. >
< Non pensare che se sono troppo vecchia i miei consigli non servano più a nulla > brontolò la donna.
< Ma infatti non ho mai pensato niente di simile. >
< D’accordo… Cambiando argomento, domani ci sarà la grande inaugurazione del nuovo grattacielo. Io lo seguirò in diretta tv mentre tu avrai la possibilità di entrare dentro come un vip di Hollywood. Hai preparato il tuo vestito da sera? >
< Sì. Il mio smoking è nell’armadio. >
< Perfetto. E ci andrai con Harry Osborne? Oppure inviterai la tua Mary Jane? >
< Zia, io e Mary Jane siamo soltanto amici > rispose Peter con tono indifferente.
< Mi stai forse dicendo che non l’hai invitata? >
< Non so se Mary Jane sarà libera quella sera… Ciò nonostante ci andrò solo con Harry. Contenta? >
Ma la donna non riusciva a credere alle parole di suo nipote, capendo subito che stava nascondendo qualcosa.
< Peter, chi vuoi invitare? >
< Zia, ti prego. Basta farmi il terzo grado. >
< Ti sei fidanzato e non mi hai voluto dire niente? >
< Zia, non ho tempo di pensare a queste cose. Ho la vita da universitario da portare avanti. Tra qualche anno mi laureerò e non ho tempo da perdere. >
< Non ci credo che penserai solo allo studio. >
< Invece sarà così, zia. >
nel mentre Peter era nel bel mezzo di un’ennesima discussione con sua zia Mary, qualcuno suonò il campanello dell’abitazione.
< Aspetti qualcuno, Peter? >
< Io no. >
“Meno male. L’arrivo di qualcuno ha fatto in modo di stare lontano da mia zia. Spero che sia Gwen.”
Ma quando Peter aprì la porta, vide con grande sorpresa che si trattava di Harry.
< Ciao, Harry. Che sorpresa. >
< Ciao, Peter. Volevo sapere come stavi visto che non ti ho più visto all’università da molti giorni ormai. >
< Oh… Sto molto bene, grazie. Mi sto preparando per la serata di domani. >
< A proposito della serata di domani, hai già deciso quale ragazza inviterai? >
< No… perché? Dobbiamo per forze portare una ragazza insieme? >
< Sarebbe un bel colpo visto che anche tu, oltre a me, faremo parte della grande società newyorkese. E i paparazzi bazzicano sulle presunte storie d’amore dei nuovi ereditieri della grande male. Hai capito cosa intendo, vero? >
< Ma i paparazzi non sanno nemmeno che io esista. >
< Davvero? >
Porgendogli il New York Times di oggi, Peter Parker poté leggere il suo nome sul giornale.
< Ma che significa ciò? >
< Hai visto? Sulla seconda pagina del giornale ci sono i nomi di tutti coloro che parteciperanno all’inaugurazione di domani. E c’è anche il tuo, Peter… Presto tutti i paparazzi della città faranno delle ricerche su di te facendoti diventare un personaggi pubblico. Non sei contento? >
< Preferirei rimanere nell’anonimato > rispose il ragazzo con tono indifferente.
< Sei sempre il solito. Non ti piace sapere che per un paio d’ore sarai una celebrità come un divo di Hollywood? >
< E’ quello che gli ho detto io > s’intromise Zia May.
< Buonasera, signora. Mi scusi la mia maleducazione per non averla salutata prima. >
< Nessun problema… Stavate parlando di domani, vero? >
< Esatto. Stavo cercando di far capire a suo nipote che invitare una ragazza ad una festa come quella di domani sarà molto vantaggioso per lui. Lo sai quante ragazze farebbero a pugni per riuscire a strappare un invito da te? >
< Per ora non ho ricevuto nessun invito da uno di loro. >
< Perché devi farlo tu, stupido. >
< E chi invito, scusa? >
< Non Mary Jane. Lei l’ho già invitata io. >
< Che cosa? >
Sentendo quelle parole, Peter divenne pallido in viso.
< Spero che tu non la prenda male. So che voi due siete amici e di conseguenza io ne ho approfittato. >
< Come? Oh sì, certo. Nessun problema. >
< Stai bene, Peter? Ti vedo molto pallido in volto. >
< No, non ho niente… Oggi ho avuto una giornata molto difficile e avrei bisogno di riposarmi un po’. >
< Vuoi che ti prepari qualcosa? > domandò sua Zia.
< No, sto bene Zia May… Harry, scusa la mia maleducazione, ma devo ancora sistemare un sacco di roba prima di trasferirmi definitivamente nell’appartamento che ho trovato vicino alla nostra università. >
< Certo, fai pure. Ci vediamo domani sera dinanzi al nuovo grattacielo alle otto in punto? Ti ricordi che una limousine ti passerà a prendere di qui, vero? >
< Certo. Non potrei mai scordarmelo > rispose Peter ritrovando il sorriso.
< Molto bene. Hai ancora ventiquattrore prima di trovare un’accompagnatrice, capito? Ci vediamo domani > disse infine Harry andandosene più felice che mai.
< Peter? Peter? >
< Che cosa c’è adesso, Zia May? >
< Non vorrei darti troppo fastidio, ma è un vero peccato che Mary Jane sia accompagnato da quel bellimbusto di Harry Osborne. Dovevi farlo prima tu! >
< Troppo tardi, zia. Adesso torno in camera mia, ok? Mangerò qualcosa più tardi. >
< Peter, chiama Mary Jane. Giusto per dirgli di cambiare idea. >
< Non posso farlo, Zia. Non ad Harry… E poi te l’ho detto: io e Mary Jane siamo solo amici. >
< Quando la smetterai di mentire a te stesso? Certe volte non ti capisco proprio… Se hai deciso di continuare a soffrire per amore fai pure, ma tutto questo non può che farti del male. >
< Ci penserò su. >
< Lo spero bene… Si cena tra un’ora, se vuoi. Ti ho fatto uno dei tuoi piatti preferiti e preferirei che tu o mangiassi caldo insieme a me. >
< D’accordo. Vedrò di fare in fretta. A dopo > disse infine Peter senza togliersi dalla testa l’immagine di Mary Jane insieme ad Harry.
“Adesso è venuto il momento di fare il grande passo.”

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Capitolo 2
*** Un muro di sentimenti ***


Dopo aver divorato la sua cena, Peter Parker decise di farsi forza per fare il grande passo.
< Perché mangi così veloce? Ti fa male, Peter. >
< Lo so Zia May, ma ho ancora da mare molte cose. >
< Se non ti conoscessi penserei che tu stia traslocando una casa intera e non un paio di bagagli e scatoloni. >
< Sì, è vero. Voglio portarmi via un sacco di roba. >
< Ovvero tutto… Peter, anche se sono vecchia non devi prendermi in giro. So che non tornerai mai più in questa casa da me. >
Vedendo la tristezza dipinta negli occhi si sua zia, Peter decise di tirarla sua di morale.
< Tornerò a trovarti ogni volta che potrò, Zia May. È una promessa. >
< Davvero? Non è che quando sarò troppo vecchia mi rinchiuderai in un ospizio o qualcosa del genere? Mi fanno apura quei posti. Preferisco morire in casa mia al calduccio o in tua compagnia, Peter. >
< Tu non morirai se non tra molti anni, Zia May. E rimarrai qua dentro fino alla fine dei tuoi giorni. >
< Ti ringrazio, Peter. Significa molto per me > rispose la donna ritrovando il sorriso < Mi aiuti a sparecchiare? >
< Con piacere. >
Dopo riaver sistemato la tavola e avere anche pulito i piatti, Peter si ritirò nella sua stanza.
< Vai pure. Tanto anch’io tra poco me ne andrò a letto. >
< Va bene. Buonanotte, Zia May. >
< Buonanotte, Peter. >
Guardando l’orologio, Peter notò che erano le undici passate.
“Accidenti! Dovevo chiamare Gwen! Spero di non disturbarla a quest’ora.”
Prendendo il suo cellulare, compose immediatamente il suo numero.
Il cuore del giovane ragazzo batteva all’impazzata come se fosse stato ad un primo appuntamento.
“Perché ci mette così tanto per rispondere? Spero che non stia dormendo o facendo qualcosa d’importante.”
Ma al quarto squillo, la giovane ragazza bionda rispose.
< Pronto? >
< Ciao, Gwen. Sono Peter Parker. Il giovane ragazzo che vedi ogni volta quando esce dall’università. >
< Ciao, Peter! Sono contenta di sentirti. >
“Lo stesso vale per me.”
< Scusami per l’ora, ma avrei da farti un invito molto speciale. >
< Che tipo di invito? > domandò la ragazza curiosa.
< Si tratta dell’inaugurazione dello Skywalker di New York che si terrà domani sera alle otto. E visto che io ho un biglietto speciale non solo per me, ho pensato di invitare te a questo incontro molto importante. Spero che tu non sia impegnata in altre faccende. >
Sentendo come la ragazza stava sghignazzando dalla felicità, Peter non ci badò molto attendendo la sua risposta.
< Gwen? Ci sei? >
< Oh, scusami Peter… Il tuo invito non me lo sarei mai aspettato, sai? Ci vengo molto volentieri > rispose la ragazza al settimo cielo.
< Stupendo. Ti passerò a prendere con la limousine domani sera per le sette e mezzo, d’accordo? >
< Non vedo l’ora, Peter Parker. >
In quell’istante Peter avrebbe voluto chiedergli anche della sua vita sentimentale, ma sapeva bene di non poter affrettare i tempi per paura di rovinare tutto.
< Perfetto. Allora ci vediamo domani sera? >
< Non vedo l’ora… Grazie ancora per tutto, Peter Prker. >
< Grazie a te > disse infine Peter riagganciando la chiamata felice come non lo era mai stato.
“Sembra di stare in un sogno… Io e Gwen andremo ad una inaugurazione esclusiva. Non vedo l’ora.”
Sembrava anche che in quel momento avesse dimenticato la sua amica d’infanzia nonché il suo amore proibito Mary Jane, ma pensando che l’avrebbe incontrata ieri sera insieme ad Harry Osborne, gli ribolliva il sangue nelle vene.
“Cn lei ho sbagliato tutto. Spero che di non sbagliare anche con Gwen. È una ragazza solare e speciale e sarebbe un grande colpo essere il suo fidanzato.”
le sue abilità di dongiovanni non sarebbero state sprecate, dimenticando in un momento che non si trovava a New York, ma in un paradiso felice dove ogni suo desiderio sarebbe stato realizzato.
 
 
La mattina dopo, Peter Parker si svegliò di gran mattino per caricare le sue cose nella sua modestissima auto.
“Ecco. Questo è l’ultimo scatolone. Spero di non aver svegliato mia Zia May. Sono appena le sette del mattino.”
Ma prima di partire con la sua auto, sua Zia si affacciò sull’uscio di casa chiedendogli spiegazioni.
< Peter, che cosa stai facendo? >
< Buongiorno, Zia. Porto la mia orba nel mio nuovo appartamento. Ci vediamo tra poco così faremo colazione insieme, ok? >
< Sei sicuro di riuscire a tornare in tempo? Ormai io sono già sveglio. >
< Certo. Tra meno di un’ora sono qui. Ciao. >
Una volta raggiunto il suo appartamento dinanzi al nuovo grattacielo ormai completato, il suo cuore batteva sempre di più dall’emozione.
“Ci siamo quasi. Questa sera io e Gwen passeremo una serata indimenticabile in uno dei grattacieli più belli di New York.”
Ma appena Peter si ridestò dai suoi pensieri, l’incontro casuale di Mary Jane lo fece diventare parzialmente serio.
< Ciao, Mary Jane > si limitò a dire il ragazzo.
< Ciao… Passavo di qui per vedere in quale appartamento ti eri trasferito. >
< Non è molto accogliente, ma almeno è vicino all’università. Partire da casa di mia Zia per arrivare fin qui era un vero strazio, mentre ora sarò molto più vicino… E poi soprattutto sarò un po’ più indipendente come vorrei. >
< Capisco… Comunque è stata tua Zia May a dirmi del tu trasloco, sai? Altrimenti tu non mi avresti detto niente. >
< Scusa. Me ne ero completamente dimenticato. >
< E non solo questo… Ultimamente hai la testa tra le nuvole, Peter. Mi dici a cosa stai pensando? >
< A niente di particolare. Sono solo impegnato con gli studi > mentì il ragazzo.
< Certo… Volevo anche dirti che Harry mi ha invitato all’inaugurazione esclusiva del grattacielo. Ci saranno le più alte cariche americane. Un momento molto speciale per me. Magari mi potrei far notare da alcuni agenti di teatro che saranno lì questa sera stessa. >
< Te lo auguro di tutto cuore. >
< Tu che cosa farai questa sera? >
< Credo che mi prenderò una pizza e guarderò un po’ di tv. Non posso cucinare in mezzo al casino. >
< Certo… Allora ti auguro una buona serata. >
< Anche a te, Mary Jane. >
In quel momento Peter avrebbe voluto confessare i suoi veri sentimenti che provava per lei, ma l’astio e il tono di voce che aveva nei suoi confronti gli fece cambiare idea repentinamente.
“Immagino che Mary Jane pensi che io l’abbia trascurata abbastanza… Mi odierà a tal punto che quando mi incontrerà questa sera mi ucciderà all’istante. Ma voglio ritardare la mia morte avendo gli nascosto l’invito fatto a Gwen. Non l’avrebbe accettato e mi avrebbe sicuramente fatto una scenata per strada.”
< Ah, Peter? >
< Dimmi, Mary Jane. >
< Tu che cosa pensi di Harry? >
< Come scusa? >
< Insomma, secondo te potrebbe essere il ragazzo adatto a me? >
< Secondo me sì. È un uomo ricco e molto intelligente. Secondo me fareste una bella coppia. >
< Voglio sottolineare che non mi interessano i suoi soldi, ma tutte le attenzioni che lui ha con me > replicò la donna con tono tagliente < Le attenzioni che tu non mi hai mai rivolto. >
< Ma io veramente… >
< Peter, credi che io sia una sciocca? Mi hai sempre guardata con gli occhi pieni d’amore fin da quando andavamo a scuola insieme. Perché non mi hai mai confessato i tuoi reali sentimenti? Ti vergognavi forse di me? >
< Assolutamente no! Che cosa ti viene in mente? >
< Allora dimmi il perché! Ho bisogno di saperlo. >
Ma Peter non sapeva che cosa dire in quel frangente, cercando in tutti i modi di fare il vago senza dare una risposta soddisfacente alla povera ragazza.
< Mi son concentrato troppo sugli studi… Volevo diventare uno studente brillante e finalmente dopo tanti anni ci sono riuscito. Non sono un ragazzo sfigato o nerd come si può pensare… Anch’io ho una vita oltre a questa monotonia. >
< E la tua vita diversa sarebbe traslocare e mangiare pizza guardando la tv in solitaria? Oppure c’è una persona nella tua vita? >
< Ancora no, Mary Jane. Non ora, almeno… >
< Ti auguro di trovarla al più presto, Peter. Sei un ragazzo eccezionale. Peccato che tu non lo pensi di me > disse infine Mary Jane distogliendo lo sguardo da Peter prima di farsi vedere con le lacrime che gli sgorgavano dal viso.
“Non avrei mai immaginato che potesse soffrire così tanto… Ho rovinato tutto come al solito.”
Non avendo nessuna possibilità di poterla riconquistare, Peter si concentrò sulla sistemazione delle sue cose all’interno del suo appartamento dimenticandosi anche della colazione promessa a sua Zia May.
 
< Zia May? Sono tornato > fece il ragazzo entrando di strafogo nell’abitazione della donna.
< Meno male dovevamo fare colazione insieme > fece la donna anziana guardando l’orologio.
< Le sei di sera… Scusami Zia, ma me ne sono completamente dimenticato. >
< L’ho notato… Hai avuto da fare quest’oggi? >
< Sì. Ho finito di sistemare le mie cose e adesso ho bisogno di fare una doccia. >
< C’è forse qualcos’altro? >
< No, Zia May… Perché me lo domandi? >
< Perché oggi dopo pranzo è venuta Mary Jane e mi ha detto che vi siete incontrati. >
< Davvero? >
< Sei un vero stupido se continui a far soffrire quella ragazza, sai? Lei ti vuole bene davvero, mentre tu alla fine l’hai spinta tra le braccia del tuo amico Harry. >
< Ma io non ho fatto niente! >
< Certo, come no… Si vede che tu non capisci niente di donne… Ma la cosa che mi ha fatto più rizzare i capelli è che gli hai mentito. Ovviamente io non ho detto niente della tua serata di gala allo Skywalker. Ma vorrei vedere la tua faccia e la sua quando vi incontrerete questa sera. >
< Ci saranno centinaia e centinaia di persone. Non ci incontreremo mai. >
< Non ci andrai con Harry? >
< No. Lui ci andrò proprio con Mary Jane, mentre io… >
Ma improvvisamente, Peter si bloccò di colpo.
< Tu con chi ci vai? >
< Con un’amica dell’università, ok? >
< Ah bene… Vedo che hai già rimpiazzato la tua amata. >
< Che cosa dovrei fare? Continuare a soffrire come un ossesso? Adesso basta. Anch’io ho bisogno della mia vita. Con o senza di lei. >
< Avevi un futuro rose e fiori e l’hai gettato al vento… Spero che tu te lo possa perdonare, altrimenti i tuoi sensi di colpa avranno il sopravvento. >
< Non ti preoccupare, Zia. Ormai ci sono abituato > disse infine Peter prima di correre in bagno a prepararsi per la serata più importante della sua vita.
“Peter, tu non vuoi vedere un problema che c’è… Ma con il passare del tempo andrà sempre peggio.”

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Capitolo 3
*** Sguardo furiosi e penetranti ***


Peter attendeva con impazienza l’arrivo della limousine che sarebbe venuto a prenderlo.
Erano le sette e un quarto di sera e il tempo non accennava a passare.
“Dove diavolo è finito il mio autista? Rischio seriamente di fare tardi.”
Peter non si era mai sentito così nervoso prima d’ora, nemmeno quando doveva dire a Mary Jane di uscire con lui.
“Spero che stasera andrà tutto bene anche se c’è una buona possibilità che non sia così…”
Infatti il giovane Spider – man aveva il timore d’incorrere in Harry e di conseguenza in Mary Jane.
Egli si immaginava lo sguardo rabbioso e fugace del suo giovane amore proibito.
“Come potrò affrontarla se questa sera me la ritrovo davanti? Non posso scappare come un codardo. Non fa parte di me.”
Problemi che Peter avrebbe voluto dimenticare, ma che in un piccolo spazio nel suo cervello trovavano posto.
< Peter? > fece sua Zia riscuotendolo dai suoi pensieri. < E’ arrivata la limousine. >
< Davvero? >
< Sì. Ti sta aspettando davanti casa. Non farlo aspettare. >
Con il cuore colmo di gioia, Peter prese il suo soprabito che aveva lo sgradevole odore di vecchio e s’incamminò giù di sotto.
< Peter! Aspetta! >
< Che cosa succede, Zia May? >
< Non mi aiuti nemmeno? Non credevo che fossi diventata invisibile. >
< Oh, zia. Scusami tanto > rispose Peter ubbidendo alla sua richiesta < Ci vediamo stasera sul tardi, ok? Non aspettarmi alzato. >
< Quindi ti devo lasciare la porta aperta? Credevo che tu andassi nel tuo appartamento. >
< Hai ragione, non ci ho pensato… Allora farò così. A questo punto ci vediamo domani. >
< A domani > disse infine la donna prima di vedere suo nipote montare in auto.
“Peter ha completamente la testa fra le nuvole? Che sia davvero innamorato?”
 
 
Subito dopo essere salito in macchina, l’autista di Harry Osborne si recò dritto la casa di Gwen Stacy sotto l’ordine di Peter Parker.
< Siamo quasi arrivati > fece il ragazzo < Non manca molto. >
< E’ la casa qui dinanzi? >
< Esatto. >
Appena la macchina si fermò dinanzi la villa della giovane bionda, Peter scese dall’auto per suonare il campanello.
Il suo nervosismo era talmente elevate che gli tremava qualsiasi cosa.
“Perché Gwen non mi risponde? Che non sia ancora pronta?”
Attendendo che qualcuno gli potesse aprire, alla fine Peter dovette imbattersi con i genitori della ragazza.
< Buonasera, Signora Stacy > si presentò il ragazzo < Sono Peter Parker. Sto aspettando sua figlia. >
< Buonasera. So chi è lei > replicò la donna con tono compiaciuto ma non freddo < Stacy mi ha parlato molto sul suo conto. >
< Davvero? Spero che non l’abbia annoiata. >
< No, al contrario. Mi ha detto che è un ottimo studente e che tra poco conseguirà una laurea molto prestigiosa. >
< Sì, esatto. Mi mancano pochi esami e… >
< Tesoro, perché non fai accomodare il ragazzo in salotto nel mentre Gwen si sta preparando? >
< Oh, certo. Mi scusi la maleducazione, Signor Parker. >
< Sì figuri. Nessun problema > rispose il ragazzo prima che i genitori della ragazza facessero gli onori di casa.
< Le possiamo offrire qualcosa? > domandò l’uomo.
< No, grazie. Sono apposto così. >
< Vado a vedere se Gwen ha bisogno di aiuto > replicò la Signora Stacy < Ci sta mettendo un po’ troppo per i miei gusti. >
< Sicuramente non vuole fare brutta figura con il suo fidanzato > replicò il Signor Stacy mettendo in imbarazzo il povero Peter Parker.
< Ma noi non siamo ancora fidanzati > fece il ragazzo < Non ancora ufficialmente. >
< Quindi cosa siete? Amanti, forse? >
< Ci stiamo conoscendo un po’. E questa sera è un ottimo momento per riuscire a farlo. >
< Capisco… Ci saranno le più grandi cariche della città, vero? Io avevo un invito come il suo, ma poi ho rifiutato di andarci. Troppa confusione. Preferisco rimanere in poltrona dopo l’ennesima giornata stressante che ho avuto. >
< Di cosa si occupa se posso chiedere, Signor Stacy? >
Ma prima che l’uomo potesse rispondere, una graziosa Gwen Stacy fu accompagnata dalla madre al piano di sotto mentre Peter rimase estasiato da tale bellezza.
Il suo vestito rosa chiaro abbinato alle scarpe di Chanel la rendevano una ragazza bellissima e senza eguali.
< Gwen… sono senza parole… > fece Peter con tono flebile.
< Mi dispiace averti fatto aspettare, ma non riuscivo a sistemarmi il trucco. Meno male che mia madre ha deciso di venire in mio soccorso. >
< Potevo aiutarti prima se ne avevi bisogno > replicò la donna.
< Lo so. Ma credevo di riuscirci da sola, invece… >
< Comunque sei la ragazza più bella che io abbia mai conosciuto > mormorò Peter evitando di farsi sentire dai suoi genitori.
< Grazie mille. Davvero… Adesso andiamo? >
< Sì. L’autista ci sta aspettando. >
< Molto bene… Ci vediamo più tardi > disse infine Gwen prima di salutare i suoi genitori.
< Grazie per la bella chiacchierata e per l’accoglienza, Signori Stacy. Spero che avremo altre possibilità in futuro. >
< Dipende come si comporterà con mia figlia > rispose l’uomo con tono tagliente.
< Papà! >
< Stavo scherzando, tesoro. Divertiti. >
< Certo, come no > mormorò la ragazza prima di richiudere la porta dietro di sé.
< Mi dispiace, Peter. Non volevo che mio padre fosse così maleducato. >
< Ma quale maleducato… In fondo l’ho trovato divertente. Sei molto fortunata ad avere dei genitori come loro che si preoccupano per te. >
< Forse anche troppo… Ma adesso non ci voglio pensare. Voglio che questa serata diventi indimenticabile. >
< E lo sarà, Gwen. >
 
 
Durante tutto il tragitto che li avrebbe portati dinanzi al nuovo palazzo di New York, Peter non aveva mai smesso di toglierle gli occhi di dosso e di farle un sacco di complimenti.
“Cerca di calmarti Peter Parker, altrimenti i tuoi ormoni rischieranno di scoppiare.”
< Credo che siamo quasi arrivati > fece la ragazza interrompendo i pensieri sconci di Peter.
I due giovani ragazzi non avevano mai visto tale architettura così avanzata in quella città.
Anche se erano abituati a grattacieli altissimi, quest’ultimo costruito superava di gran lunga tutti gli altri.
< E’ davvero stupendo! > esclamò euforica la ragazza < E cosa ancora più importante noi saremo là dentro! >
< Eh, sì. Anch’io non sto più nella pelle. >
Mentre la sua euforia faceva spazio ai suoi occhi penetranti, Gwen non poté far altro che ringraziare Peter Baciandolo sulla guancia.
< Oh, scusami. Ti ho lasciato un po’ di rossetto sulla guancia. >
< Non ti preoccupare > rispose Peter diventando rosso come un peperone.
< Non sei eccitato quanto me? >
< Oh, certo! >
“Sono molto più eccitato di quello che puoi credere, Gwen. Appena noi due torneremo a casa, non so se potrò fermarmi ad un semplice bacio sulla guancia…”
Facendosi largo con i suoi pensieri erotici, alla fine Peter dovette concentrarsi sulla serata.
Nel mentre fu aiutato a scendere di macchina dall’autista di Harry, Gwen e il giovane Spider – Man furono subito immortalati da una decina di paparazzi che si stavano facendo largo per scattare la foto perfetta che l’indomani sarebbe stata in copertina.
< Non mi sono mai sentita così famosa prima d’ora, sai Peter? >
< Nemmeno io. >
Una volta giunti all’entrata del palazzo, furono subito accompagnati dai membri della festa all’ultimo piano del palazzo.
< Peter! Hai visto che panorama?! >
< Sì, Gwen… Anche se per me l’unico panorama sei tu. >
< Sei davvero carino a dirmi questo > disse infine Gwen stringendo la mano di Peter prima di entrare definitivamente nell’alta società.

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Capitolo 4
*** Dispiacevoli imprevisti ***


Mentre Peter e Gwen si stavano muovendo nel salone del nuovo palazzo di New York, la ragazza non stava più nella pelle di conoscere cariche importanti della città che l’avrebbero resa una persona famosa come loro.
< Gwen, secondo me non sarebbe giusto disturbarli proprio stasera > fece Peter.
< Perché no? magari potrebbero farmi diventare un assessore o potrebbero farmi lavorare in comune. Sarebbe il mio più grande sogno, sai? >
< Ma devi avere delle richieste specifiche > continuò ad insistere Peter.
< E se l’unica richiesta specifica fosse la mia bellezza? >
< Vediamo. >
Ma da lì a poco Gwen non si sarebbe mai immaginata d’imbattersi in Mary Jane.
< Peter… >
Girando lo sguardo, Peter fissò la donna con sguardo impaurito.
< Mary Jane… che sorpresa… >
< Non credevo che tu fossi invitato in questa festa esclusiva > fece la donna con tono calmo e risoluto < Credevo che saresti rimasto nel tuo appartamento. Non avevi in programma una pizza dinanzi alla tv. >
< Questo è impossibile > s’intromise Harry < Sono stato io a dargli il lasciapassare per questa sera. Peter non stava più nella pelle. Era felice come un bambino quando ha un nuovo gioco. >
< Davvero? Non l’avrei mai detto… >
< Mary Jane, posso spiegarti… >
< Ti prego. Non mi sembra il momento adatto. Puoi tenermi un attimo il mio drink? Devo andare in bagno > mormorò la donna dandogli la sua bevuta.
< Certo, nessun problema. >
Non capendo che cosa stava succedendo, Harry fissò Peter con sguardo curioso.
< Niente d’importante > si limitò a dire Peter < Anche se sono consapevole di avere fatto un casino. >
< Hai forse mentito a Mary Jane? >
< Avrei voluto invitarla io alla festa, ma dirgli che ci andavo con un’altra sarebbe stato troppo imbarazzante per me. >
< Quindi hai preferito mentirgli, giusto? >
< Non volevo. Ma non avevo nessun’altra possibilità. >
< Dire una bugia anche se piccola è sempre sbagliato… Soprattutto quando c’è un legame speciale tra voi due. Adesso però non vorrei pensare che cosa potrebbe farti. >
< Non vorrà mai più vedere la mia faccia. Ecco cosa. >
< Magari gli passerà, Peter. >
< Ma se ciò non fosse? >
< Non so cosa dirti… Scusami se non sono troppo d’aiuto. Anch’io le donne le capisco molto poco. >
< Non ti preoccupare. Vedrò di risolvere il tutto il prima possibile… Dov’è che andava? >
< In bagno. >
< Ti spiace se la raggiungo per parlarci in provato? >
< Certo. Nessun problema… Tanto devo recarmi un attimo da mio padre. Mi spa aspettando. >
Raggiungendo il bagno delle donne che si trovava in fondo alla sala, Peter vide dalla porta che Mary jane stava visibilmente piangendo.
“Mary Jane, non volevo farti sentire così…”
Attendendo la sua uscita, Peter si mise in disparte a ripensare ai bei momenti avuti con lei.
< Peter, che cosa ci fai qui? >domandò la donna con tono lieve.
< Mary Jane… Ti stavo aspettando. >
< Perché hai voluto mentirmi? Lo sai che non mi piacciono le bugie. >
< Lo so. Ho dovuto farlo perché io… >
Ma il giovane ragazzo s’interruppe di colpo per paura di dire qualcosa di sbagliato.
< Hai forse portato una donna e non riesci a dirmelo? >
< Come fai a saperlo? >
< Ormai ti conosco quasi come le mie tasche, Peter Parker… Ma non te ne faccio una colpa. Tu devi fare la tua vita mentre io devo fare la mia. Tutto qui… Sono stata una vera sciocca a piangere come una bambina. Credevo che tra me e te potesse nascere qualcosa di speciale, ma purtroppo mi sbagliavo in pieno. >
< No, non è vero Mary Jane… >
< Ah no? allora perché ti ho visto entrare con Gwen Stacy? Ti piacciono le donne bionde che vogliono stare al centro dell’attenzione? >
< Gwen è una bella ragazza, ma tu sei superiore a tutte quelle che ho conosciuto. >
< Ti prego Peter, usa un’altra scusa più efficace. >
< Se solo potessi dimostrare il mio amore che ho per te… >
< Troppo tardi, non credi? Ti ho atteso per molti lunghi anni. Ma tu preferivi rimanere a studiare e a non pensare ad altro. Senza dimenticare tutte le volte che siamo usciti insieme e scomparivi misteriosamente. >
“Se solo tu sapessi, Mary Jane…”
< Vi disturbo, forse? Domandò Harry interrompendoli.
< Certo che no > rispose frettolosamente Mary Jane.
< Mio padre vorrebbe conoscerti. Saresti la prima ragazza che gli presento. >
< Davvero? Allora non voglio farlo attendere troppo > rispose Mary Jane con tono malizioso prima di baciare Harry dinanzi a Peter.
“Perché lo sta facendo? Vuole forse vendicarsi di me?”
< Peter, non ti dispiace se… >
< No, certo. Andate pure. >
< A più tardi, Peter. >
Una volta rimasto da solo, Peter si crogiolava nella sua solitudine pensando ad un amore perso per sempre.
“Sono convinto che Harry la renderà felice come non ha mai fatto prima d’ora… Ma perché dico questo? È perché la meriterei più io? Accidenti! Non so più cosa pensare.”
< Eccoti, Peter! Ti ho cercato dappertutto! > esclamò Gwen riportandolo alla realtà < Ho appena parlato con un importantissimo assessore e indovina la novità: Lui sta cercando una bella e valida segretaria e mi ha messo nel suo registro di appuntamenti! Non sto più nella pelle! Devo solo attendere un paio di giorni e il gioco è fatto. Gli ho dato il mio numero… Mi chiamerà lui personalmente. >
< Bene. Sono contento > rispose Peter senza essere minimamente entusiasta.
< Non sei contento per me? >
< Certo che lo sono… E’ che questa festa è stata una cattiva idea venirci. >

< Niente, lascia perdere. >
< Peter > mormorò la ragazza prendendolo per il braccio prima che lui si potesse allontanare < Se posso fare qualcosa per te, dillo. Non saprei davvero come sdebitarmi tranne che darti un bacio. >
Vedendo che Mary Jane li stava guardando, Peter colse l’occasione accettando la sua richiesta e baciando Gwen dinanzi a tutti,
< Adesso va un po’ meglio? >
< Credo di sì. Anche se sono molto frastornato. >
< E’ normale. Devi ancora entrare nel vivo della festa… Che ne dici se andiamo al buffet? Ho visto un sacco di cose buone da mangiare e sto cominciando ad avere appetito. >
< Ti raggiungo subito > rispose Peter passando dinanzi ad una Mary Jane visibilmente rabbiosa.
 
 
Mentre Peter E Gwen stavano parlando come due perfetti innamorati, Mary Jane si staccò dal gruppo di Harry per raggiungere proprio i due ragazzi.
< Stai cercando di farmi ingelosire, Peter Parker? >
< Come, scusa? >
< Ammettilo! Io ti piaccio. Perché non lo confessi anche alla qui presente signorina di cui ignoro il suo nome? >
< MI chiamo Gwen Stacy, Mary Jane. Peter mi ha parlato molto di te > replicò la ragazza bionda con tono indifferente.
< Ah sì? E che cosa ti avrebbe detto? >
< Mary Jane, smettila. Sei ubriaca. >
< Mi ha detto solo parole belle per te… Che sei una grande amica e che vi conoscete da tanto tempo. >
< Un’amica ti ha detto? Sono solo un’amica per lui?! >
Vedendo quale brutto spettacolo stava dando Mary Jane, Peter cercò di trovare tra la folla Harry.
“Perché quando lo cerco non lo trovo mai?”
Consapevole che se la sarebbe sbrigato da solo, alla fine Peter trascinò Mary Jane in disparte per cercare di farla ragionare.
< E’ inutile parlarci > gli rispose Gwen < La tua amica è completamente ubriaca. >
< Io non sono una sua amica! > sbraitò Mary Jane < Io sono la sua amante. >
< Sta delirando, Gwen. Dobbiamo aiutarla. >
< E come? >
< Non lo so! Ci dev’essere un modo. >
< E Harry Osborne? È scomparso? >
< L’ultima volta che l’ho visto era in compagnia di suo padre ma adesso sembra scomparso nel nulla. >
< Ancora non riesco a capire perchè padre e figlio abbiano tutti quei problemi… Il povero Harry viene completamente sorclassato da suo padre, ricevendo insulti per come sta mandando avanti l’azienda di famiglia. >
< Davvero? Hai sentito che litigavano? >
< Mi è parso di sentire che i toni erano molti alti… E comunque posso capire Harry. Lui vorrà un po’ svagarsi e pensare a tutt’altro… Tipo a me. >
< Sì, certo. >
< Peter, che sta dicendo? >
< Secondo me l’alcool in circolo la sta facendo confessare di problemi che io era all’oscuro di tutto. >
< Scusate un attimo. Devo andare in bagno. >
< Peter, credo che sta per vomitare. >
< Lo penso anch’io. Mi aspetti qui? >
< Devi proprio andare con lei? >
< Gwen, non posso lasciarla qui da sola. Sarebbe da senza cuore. >
< Lo so, però… >
< Mica sarai gelosa. >
< Non ho detto questo! >
< Farò in fretta. Te lo prometto. >
Vedendoli scomparire insieme nel bagno, Gwen non si sentiva per niente tranquilla anche se la sua rivale in amore era completamente ubriaca.
Attendendo che la povera Mary Jane potesse buttare fuori tutto il suo alcool, un rumore improvviso attirò l’attenzione di Peter.
Uscendo fuori dal bagno delle donne, vide che il salone della festa stava prendendo fuoco.
“Ma che diavolo sta succedendo?”
Allarmato, cerco di aiutare alcune persone rimaste vittima delle fiamme che si stavano propagando.
“Chi può aver fatto una cosa del genere?”
Fissando in maniera allarmata l’incendio, Peter intravide un personaggio completamente rivestito da un’armatura di smeraldo.
“No, non posso crederci… Non lui…”
< Buonasera a tutti i presenti… Vi sono forse mancato? >

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Capitolo 5
*** Circondati dalla morte ***


Lo sguardo terrificante di Goblin riuscì a spaventare tutti i presenti una volta che i loro occhi incrociarono i suoi.
< Allora? Pensavate che sarei rimasto fuori da tutto questo? Ebbene vi sbagliavate. Questo grattacielo di New York ha bisogno di un po’ di brio. Lasciate che ci pensi io. >
Pigiando un bottone che si trovava sotto la sua armatura, una moltitudine di esplosioni seguirono in tutto il palazzo scatenando il caos generale.
< Peter! Che cosa sta succedendo?! > gridò Mary Jane in sua compagnia.
< Stai tranquilla e mettiti al riparo, d’accordo? >
< Perché? Tu che cosa fari? >
Ma il giovane ragazzo scomparve in mezzo alla folla per poi nascondersi dietro ad un pilastro che era sempre in piedi.
< Dove ve ne andate tutti? Rimanete. Lo spettacolo è appena cominciato. >
Un gruppo di persone cercarono di fuggire attraverso le scale della torre, la l’edificio era disseminato di bombe ovunque pronte ad esplodere.
< Avete visto? Non potete andare lontano. Siete imprigionati contro il vostro volere. >
Non riuscendo a capacitarsi di rimanere intrappolati, le centinaia di persone invitate all’inaugurazione si dispersero in un angolo della sala stando il più possibile alla larga da Goblin.
< Vediamo un po’ che cosa posso fare… Non posso far saltare l’intero palazzo. Non con me dentro… E se mi divertissi con alcune ragazze? >
Girando lo sguardo, Goblin intravide la povera Gwen piangere rannicchiata lontano da tutti.
< Tesoro, perché stai piangendo? Ti faccio questo effetto, forse? >
< Io… ho paura di morire… >
< E’ una paura che accomuna tutti voi esseri umani > spiegò Goblin < Ma io non sono umano come pensate. Io sono un supereroe come voi in attesa di andare alla ribalda. E la festa di stasera è il momento adatto per farlo. >
< Ci ucciderai tutti? >
< No. almeno che non me ne darete l’occasione. >
< Non ci riusciresti lo stesso perché sarò io che ti fermerò. >
< Chia ha parlato? Non dirmi che è il mio amico Spider – man di quartiere. >
< Sì. Sono proprio io. >
La voce dell’uomo ragno si riversò in tutta la sala come se fosse il saòvatore venuto dal cielo.
< Come hai fatto a raggiungere l’ultimo piano di questo palazzo? Vuol dire che la tua vera identità è molto più comune di quello che posso credere… Fai parte degli invitati, vero? >
< Certo che no. io intervengo sempre nei momenti opportuni. >
< Come no… Credi che io sia uno sciocco? Vedi di non prendermi in giro Spider – man se non vuoi fare una brutta fine. >
< Qui l’unico che farà una brutta fine sei tu, Goblin. >
< Davvero? E se ci fosse questa povera ragazza bionda in pericolo? Che cosa faresti? >
Vedendo la povera Gwen ostaggio del malvagio Goblin, Spider – man doveva stare molto attento a come si muoveva e a come si pronunciava.
< Allora? Non lo fai più il gradasso? >
< Lascia andare la signorina. È una questione che riguarda me e te. >
< Non ci pensare nemmeno. Voglio movimentare la festa ed è quello che farò… E la qui presente biondina sarà un ottimo mezzo per farlo. >
< Che cosa vuoi fargli? >
< Adesso vedrai. >
Prendendo la povera ragazza per la gola, Goblin la condusse con il suo aliante in cima all’edificio minacciando Spider – Man che l’avrebbe buttata di sotto.
< No! non farlo! >
< Perché? Siamo in diretta tv. Ci vuole un po’ di brivido e di adrenalina. >
Nel mentre gli elicotteri dei paparazzi volavano nei dintorni del grattacielo che stava prendendo fuoco, Goblin non perse tempo di attaccare anche loro distruggendoli in pochi secondi.
< No!!! >
< Hai visto i fuochi d’artificio, Spider – man? Li ho distrutti come se fossero stati degli insetti fastidiosi. >
< Non avresti dovuto. >
< La prossima volta sarà questa biondina… Peccato che il suo cavaliere non sia qui per difenderla. Avrei fatto fuori anche lui. >
“Sono molto più vicino di quello che pensi.”
< Se Peter Parker fosse qui, ti leverebbe quel sorriso malefico che hai di dosso. >
< Ahahah voglio proprio vedere… E comunque non dovresti minacciarmi nelle tue condizioni. Sei sempre in cima ad un precipizio. >
< La mia vita non vale niente senza di lui. >
“Gwen, è bello sentirti dire quelle parole… Ma sarebbe meglio che tu tacessi.”
< L’unica cosa che so di Peter Parker è che un ottimo studente di scienze… Non avrebbe nessuna possibilità contro di me. >
< Adesso basta parlare! Finiamola qui! >
Mentre Spider – Man cercava di attaccarlo con le sue ragnatele, il giovane supereroe doveva capire che se voleva mettere la tappeto Goblin doveva prima salvare Gwen e poi distruggere il suo aliante.
< Non osare muoverti o la ragazza fa una brutta fine! >
< Non oseresti… >
Preso da un moto di rabbia, alla fine Goblin la lasciò andare cadere nel vuoto mentre Spider – Man riuscì a salvarla per il rotto della cuffia.
< Tu… mi hai salvato… >
< E’ un mio dovere, signorina. >
< Posso sapere chi c’è dietro la maschera? >
< Meglio di no. Non sarei un bello spettacolo > rispose Spider – man sorridente smorzando gli animi tesi.
< Io invece sono sicura il contrario. >
< Questa volta ti è andata bene con la biondina, Spider – Man > gli gridò Goblin < Ma la seconda ragazza non riuscirà ad essere salvata. >
“Che cosa?”
< Meglio che me ne vada. Ho un cattivone da sistemare. >
< Ma ci rivedremo? >
< Magari sì… Ma spero in altri frangenti. >
Ritornando in cima all’edificio mentre i vigili del fuoco erano impegnati a spegnere le fiamme, Spider – Man fu condotto al penultimo piano del palazzo proprio da Goblin.
< Vuoi sfidarmi apertamente da solo? Fai pure. Ma la piccola Mary Jane che cosa potrebbe pensare di te? >
Vedendo che aveva in ostaggio il suo amore proibito, il sangue di Peter Parker si raggelò all’istante.
< Credevi che non ti avrei riconosciuto, Peter Parker? >
Sentendo pronunciare quel nome, Peter divenne pallido in viso.
“Ma com’è possibile…”
< Adesso è l’ora di giocare a viso scoperto, non trovi? >
< Va bene. Se è questo quello che vuoi… >
Una volta che i duellanti si tolsero le rispettive maschere, Peter non si immaginò mai di trovarsi dinanzi a Norman Osborn.
< Sei sorpreso, Peter Parker? >
< Io dovrei uccidere il padre del mio migliore amico? >
< Sì, mio caro… A meno che non sia io ad uccidere te. >
< Perché tutto questo astio? Perché ha deciso di trasformarsi in quello che non è? >
< E’ qui che ti sbagli, Peter. Io sono questo… E preferisco essere forte e pieno di energia piuttosto che un uomo inutile e rinnegato a tutti coloro che ha salvato dall’anonimato… Ho faondato la mia azienda in campo di armi e di progetti scientifici al fine di rendere questo paese uno dei più all’avanguardia del mondo… Ma poi cos’è successo? Mi hanno voltato le spalle e hanno minacciato di far fallire la mia azienda. Io non potevo permettere un simile affronto e mio figlio non ha fatto niente per aiutarmi. Fu così che ho deciso di trasformarmi in Goblin e farmi giustizia contro i miei nemici… Peccato che tu hai deciso di andarmi contro, Peter Parker. Ma hai ancora una possibilità. Che cosa decidi? >
< Credi davvero che io possa sposare la tua causa? Se è così sei più pazzo di quello che penso, Norman. >
< Molto bene… Vorrà dire che vedrai la tua amata Mary Jane morire impunemente sotto i tuoi occhi. >
Mentre Goblin era pronto per sferrare l’attacco mortale alla povera Mary Jane, Spider – Man gli fece da scudo ricevendo il colpo al suo posto.
< No. Peter… >
Cadendo a terra sanguinante, il povero Spider – Man chiuse gli occhi maledicendo tutti i brutti momenti avuti proprio con il suo primo amore Mary Jane.
< Peter… Non doveva finire così! Maledetto! >
< E’ quello che si è meritato. Adesso sarai tu a fare la sua stessa identica fine… Per voi due è finita. >
Ma prima che Goblin potesse dare il colpo di grazia a Mary Jane, quest’ultima lo scaraventò fuori dal suo aliante.
< Vuoi buttarmi di sotto dall’edificio? Non credo che tu ce la faresti. >
< Fermo! > minacciò la donna mentre stava tenendo in mano una bomba < Stai indietro o la faccio esplodere. >
< Vuoi farci saltare in aria tutti e due? Bene, accomodati. >
< Tu non hai paura di morirre? >
< Mia cara, prima o poi tocca a tutti… E se tu vuoi farmi fuori, fallo pure. Ma sortirai la stessa mia identica fine. >
< Non m’importa! Farò di tutto per vendicare Peter. >
Con le lacrime che gli sgorgavano dal viso, Mary Jane era più furiosa e disperata che mai.
< Avanti, che cosa aspetti? Fallo! Così potrai ricongiungerti con il tuo amato Peter Parker. >
< Non lo nominare! >
< Peter Parker ha avuto quello che si merita. E se fosse ancora vivo, lo ucciderei ancora con le mie stesse mani. >
< Stai zitto! >
Nel mentre un urlo sconosciuto squarciò il cielo, il povero Goblin fu attacco alla spalle e scaraventato sul precipizio del palazzo con l’eventualità di cadere.
< Non te l’aspettavi, vero? >
< Tu! Dovresti essere morto, Peter Parker! >
< La buona sorte ha deciso di essere dalla mia parte… Oltre che ha questa armatura che ho costruito con le mie mani. >
< Non è possibile… >
< Mi dispiace Goblin, ma ti è andata male… Hai fatto soffrire fin troppe persone. Ed ora è giunto il momento che tutti sappiano la tua vera identità. >
< Non se io mi tolgo di mezzo da solo… >
< Che cosa? >
< Stavolta hai vinto tu, Spider – Man. Ma la prossima volta non sarai così fortunato. È una promessa > disse infine Goblin buttandosi dal palazzo e morendo sul colpo appena toccò il terreno.
“No. Non doveva finire in questo modo…”
Tirando un sospiro di sollievo, Peter si precipitò verso Mary Jane cercando di consolare il suo dolore e la sua paura.
< Non piangere, Mary Jane. Ormai è tutto finito. >
< Lo sai? Credevo che non ti avrei mai più rivisto. >
< E invece sono più duro che mai. >
Nel mentre si ritrovarono da soli al penultimo piano del grattacielo, Peter non poté perdere l’occasione di confessare tutto il suo amore per lei baciandola con passione.
< Aspettavo questo bacio da molto tempo, sai? >
< Meglio tardi che mai. >
< E adesso che cosa dirai a Gwen? >
< Non deve dirmi niente. Ormai so già tutto > rispose la ragazza seguita da alcuni vigili del fuoco che erano giunti fino in cima al palazzo.
< Gwen, spero che non ti dispiaccia che io… >
< No, Peter… Ma come ti dovrei chiamare adesso, scusa? >
< Ecco, a proposito di questo, vorrei che tu mantenessi il segreto. È fondamentale che la mia identità non venga rivelata. Lo capisci, vero? >
< Certo, non ti preoccupare > rispose Gwen smorzando un sorriso < Sono contento che tu e Mary Jane abbiate trovato la felicità. Davvero. >
< Ti ringrazio. >
< Adesso è meglio che me ne vada. Imiei genitori vorranno sapere che cos’è successo… Ci vediamo presto, ragazzi > disse infine Gwen prima di ricongiungersi con i sopravvissuti.
< Peter, possiamo davvero fidarci di lei? >
< Purtoppo non abbiamo alternative… Gwen è una brava ragazza. On credo che mi tradirà. >
< Spero che tu abbia ragione. >
 
 
Una volta raggiunto il pianoterra, Gwen vide il povero Harry piangere il corpo di suo padre spiaccicato per terra.
< Mi dispiace per suo padre, Harry > gli fece un poliziotto < Se posso fare qualcosa per lei… >
< Lasci stare > rispose il ragazzo  Ho bisogno di rimanere da solo. >
< Ok. Come vuole lei. >
Una volta che ilpoliziotto si allontanò, fu il momento giusto per Gwen per vendicarsi di Peter Parker e di Spider – Man.
< Harry, io so chi ha ucciso tuo padre… Non lo immagineresti mai. >
< E’ stato Spider – Man > mormorò Harry digrignando i denti < Come ha potuto quel maledetto? Mi ha portato via la figura più importante della mia vita. >
< Sì, è stato Spider – Man… Ma sai chi c’è sotto la maschera di Spider – Man? >
< Mi vorresti dire che tu lo sai? >
< Si tratta di Peter Parker. >
Sentendo quel nome, Harry assunse un’espressione mista a sorpresa e rabbia, però cercando di contenere le sue emozioni.
< E quella Mary Jane… Mi ha portato via il mio unico amore. E adesso ne dovranno pagare le conseguenze. Tu che cosa ne dici, Harry? >
< Dico che è una splendida idea… E’ il momento di agire nel nome della vendetta. >

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