Ladri di cuori di SusyToma (/viewuser.php?uid=575864)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Ultimo capitolo ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Il Natale era la festa che Camille Morgan adorava di
più. Non esisteva niente di più bello che scegliere abiti meravigliosi e fare
nuove conoscenze, danze e chiacchiere in un clima di gioia e di festa.
Ecco perché aveva accettato con entusiasmo l'invito
della sua vecchia amica Becky - che
ormai si chiama Mrs Recher - per partecipare alla festa da ballo che i Knight avrebbero
dato al Crown.
Non aveva ancora avuto occasione di entrarvi, ma ne
aveva sentite meraviglie e di certo, quando guardò l'immenso salone che si
stava lentamente riempiendo ne capiva perfettamente il motivo.
La padrona di casa, Rosalind Knight, sembrava
raggiante nel presentare la nipote Miss Linette. Secondo quanto le aveva detto Becky,
era in suo onore che era stata organizzata quella festa e non appena fossero
state presentate, l'avrebbe sicuramente ringraziata. Miss Linette non poteva,
ma era solo per merito suo che Camille era riuscita a scappare dall'eccesso di
ansie materne.
Era davvero una fortuna che sua madre nutrisse per
Mrs Recher un'assoluta fiducia, altrimenti sarebbe stato complicato partecipare
al ballo senza uno chaperon, invece Becky era stata molto persuasiva e per
fortuna suo marito Frank si era dichiarato pronto a non lasciarla mai sola.
Adesso Mr. Recher era molto impegnato in una
conversazione d'affari e non badava affatto a lei, ma questo a sua madre Megan non
l'avrebbe mai detto. Si stava godendo la felicità di un briciolo di libertà,
ammirando l'allegria che permeava in ogni angolo della casa. Non importava
quanto sarebbe durato, per adesso era libera e voleva assaporare ogni momento.
Sapeva che sua madre le voleva bene e si rendeva
conto che essere l'unica figlia in età da marito potesse causare molte
preoccupazioni a un genitore ansioso come era lei, però Charlotte sperava che
queste inquietudini sarebbero sparite presto soprattutto se il suo Mr. F. fosse
finalmente apparso davanti ai suoi occhi.
Pensare a lui le provocava una gioia totale e
spontanea e anche una stretta alla bocca dello stomaco. Infilò una mano in
tasca per controllare se l'ultima lettera che aveva ricevuto fosse ancora al
suo posto: aveva deciso di portarne una con sé perché il segreto desiderio di
incontrarlo era stato uno dei principali motivi per cui aveva accettato l'invito
di Mrs. Recher. Non conosceva il volto di lui, non sapeva se fosse alto o basso
o prestante, ma era al corrente di ogni
sfaccettatura del suo carattere, perché aveva imparato a conoscerlo nelle
numerose lettere che si erano scambiati fino a quel momento.
Era iniziato tutto per caso. Aveva cominciato a
scrivere all'autore di un articolo interessante su un giornale che leggeva
sempre suo padre: non pensava di ricevere una risposta e invece alla prima
missiva, ne erano susseguite molte e quello che era nato come un semplice
apprezzamento per il lavoro del giornalista, si era presto trasformata in una
corrispondenza assidua che Camille amava immensamente.
Aveva imparato a conoscere l'uomo che si celava
dietro quelle parole, era sicurissima che lui fosse sincero perché le arrivava
direttamente al cuore. Camille si era affezionata a lui e aspettava con ansia
ogni lettera, perché Mr. F. stava diventando davvero importante per lei.
Era riuscita a tenere quel corteggiatore segreto
nascosto a chiunque: nessuno mai avrebbe approvato che una signorina per bene scrivesse lettere, seppur innocenti, a un uomo che non aveva mai conosciuto e sua
madre avrebbe dato in escandescenze.
L'unica a cui aveva osato confidare ogni dettaglio era Becky: lei sola poteva
capire l'importanza di un rapporto segreto, dal momento che con il suo attuale
marito aveva vissuto la medesima situazione e Camille era eternamente grata di
averla come amica.
«Lo stai cercando, vero?» le chiese Becky in quel
momento, interrompendo i suoi lunghi monologhi interiori. Camille non rispose,
ma arrossì impercettibilmente e quello aiutò l'amica a capire come stessero le
cose.
«Ripetimi esattamente
cosa ha detto quando lo hai informato che saresti venuta qui».
Camille non aveva bisogno di prendere la lettera che
aveva in tasca per ricordare ogni parola, l'aveva imparata a memoria a furia di
leggerla, era diventata per lei una sorta di promessa romantica.
«Verrò subito da te, appena ti vedrò».
Becky fece vagare lo sguardo tra i numerosi ospiti
della casa. Chi in silenzio, chi chiacchierando, ciascuno si godeva la festa
che Mrs. Recher aveva organizzato egregiamente. Eppure nessuno stava guardando
verso di loro, né mostrando un segno d'interesse.
«Forse ha avuto qualche impedimento e non è potuto
arrivare» ipotizzò Becky tornando a guardarla. «La sua lettera di scuse ti
arriverà quando torneremo a casa»
«Lui verrà» decretò invece Camille con la massima
sicurezza. «Non mi ha mai deluso e non lo farà nemmeno oggi»
«Ammiro la tua fiducia amica mia, se sei così
convinta, ti aiuterò a cercarlo» decise con un sorriso accondiscendente Becky.
«Posso chiedere a Frank di fare qualche domanda in giro, non preoccuparti
nessuno sospetterà del tuo interesse».
«Lo faresti davvero?»
«Certo. E poi possiamo chiedere alla cara zia Betty,
lei sicuramente conosce tutti e su tutti è informatissima».
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Francis Cox stava lentamente sorseggiando il
bicchiere di liquore che gli avevano offerto. Era il primo della serata, ma
dubitava che sarebbe stato l'ultimo, soprattutto se doveva servirgli a trovare
il coraggio di farsi avanti.
Il suo sguardo non lasciava un attimo la persona su
cui s'era posato dal momento che aveva
varcato la soglia. Era bellissima. Molto più di quello che pensava, anche se
aveva sempre creduto che dietro quelle parole preziose si nascondesse un angelo meraviglioso, una gioia per gli
occhi e per il cuore.
Da tempo scriveva lettere a una perfetta
sconosciuta, ma lui era avvantaggiato. Conosceva il nome e cognome della sua
corrispondente, mentre lui non firmava mai col suo nome per esteso neanche negli articoli che pubblicava e quindi
individuarla a quella festa, era stato semplice.
Ogni fibra del suo corpo gli urlava di correre da
lei, presentarsi e rivelarle finalmente la sua vera identità, ma la paura di
non essere all'altezza frenava tutto l'entusiasmo.
Francis si riteneva di aspetto passabile, svolgeva
un lavoro rispettabile anche se non era di nobili natali né di grandi sostanze.
Ma se per lei tutto questo non fosse stato
abbastanza? Ormai era inutile negarlo: i suoi sentimenti verso Camille Morgan
erano forti e dichiararsi sarebbe stata la mossa più giusta da fare. Quella
ragazza l'aveva stregato ancor prima di vederla, le sue parole avevano scaldato
il suo cuore solitario: eppure, ora che ce l'aveva davanti era restio ad
avvicinarsi. Non era mai stato bravo in questo genere di cose, si sentiva molto
più a suo agio nel suo studio con la carta bianca davanti e i pensieri che
fluttuavano attraverso l'inchiostro.
Quando Camille gli aveva scritto del ballo di Natale
a cui avrebbe partecipato, Francis aveva fatto di tutto per poter essere
presente.
Conosceva John Recher da diversi anni: era un ottimo
avvocato e un uomo onesto, il che, per un giornalista con la tendenza a dire
sempre la verità, lo rendeva una conoscenza assai raccomandabile. Erano
diventati buoni conoscenti, se non amici e da questa posizione era stato facile
sollecitare la compassione di Mrs. John Recher, alludendo alla propria
solitudine, nel lieto periodo delle feste. L'adorabile Mrs Recher non aveva
neppure immaginato che potessero esservi secondi fini in quelle allusioni e
aveva subito esteso l'invito a festeggiare il Natale a casa della sorella, in
campagna e in lieta compagnia.
Però adesso che era lì, non si stava godendo la
festa, bensì si struggeva d'amore per qualcuno che evidentemente lo stava
cercando. Il cuore gli batteva più forte vedendo Camille che si guardava
intorno discretamente, nonostante conversasse con le altre gentildonne accanto
alla sua amica Mrs. Knight. Sognava forse troppo nel pensare che cercasse
proprio lui? D'altronde, Francis le aveva chiaramente detto che sarebbe stato
presente alla festa: certo si sarebbe sentita offesa se lui non si fosse
presentato, magari avrebbe pensato che fosse un uomo che non manteneva la
parola data o peggio ancora un bugiardo.
Ipocrita Francis non lo era mai stato, anche nei
suoi articoli era ligio alla verità e quindi l'avrebbe per certo affrontata.
Ingoiò il resto del liquore che aveva nel bicchiere in un sol sorso e, prima
che quel po' di coraggio lo abbandonasse definitivamente, decise di andare da
lei. Sapeva benissimo che non poteva presentarsi da solo, quindi vagò con lo
sguardo nella sala per cercare qualcuno che lo aiutasse in quel compito. Il
pensiero di raggiungere finalmente quella che ormai lui considerava, la sua Camille lo riempiva di speranza.
Forse niente era perduto.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
La fiducia di Camille intanto stava cominciando a
scemare. E se Becky avesse avuto ragione e Mr F. fosse stato trattenuto da un
contrattempo? Anche se le avesse scritto per avvisarla, la lettera non sarebbe
arrivata in tempo e Camille non osava pensare a cosa sarebbe successo se la
missiva fosse stata recapitata nelle mani di sua madre.
La musica improvvisamente superò il volume delle
chiacchiere e per un attimo Camille ne restò spaesata. Come al solito, si era
persa nei suoi pensieri al punto da dimenticarsi dove fosse e persino chi
fossero coloro che le erano stati presentati, ma che ora le parevano solo
sconosciuti che le roteavano intorno muovendosi nella calca. Non le succedeva
spesso, di solito era attenta alle nuove conoscenza, ma questa volta i suoi
pensieri erano volti in tutt'altra direzione e perciò si sentì confusa e presa
in contropiede quando un uomo s'inchinò verso di lei. Doveva essere uno di quei
gentiluomini che le avevano presentato poco prima, ma, appunto, era stata
distratta e ora non restava che fare buon viso a cattivo gioco.
«Mi concedete questo ballo Miss Morgan?»
Le altre persone attorno a lei la guardavano in
attesa. Avrebbe fatto una pessima figura se avesse rifiutato quel gentile
invito, a maggior ragione per il fatto che non ricordava minimamente come si
chiamasse il suo cavaliere. Avrebbe voluto tenere tutti i balli liberi per il
suo Mr. F. ma sarebbe stata un'infrazione troppo grande all'etichetta e
comunque non sarebbe mai arrivato in tempo per quel ballo, che stava per
cominciare.
«Con piacere».
Becky le rivolse un sorriso d'incoraggiamento e
Camille offrì la sua mano a quella del giovane, che la condusse all'estremità
delle due lunghe file di dame e cavalieri affrontati. Era una contraddanza con
molti scambi e forse non c'era nemmeno
bisogno di fare molta conversazione.
«Sono solo un modesto ballerino» disse il suo
accompagnatore spezzando sul nascere la sua errata conclusione. «Ma sono
davvero felice che lei abbiate accettato il mio invito».
Camille rivolse un sorriso cortese all'uomo, che soltanto
adesso guardò con più attenzione. Poco più alto di lei, aveva un viso
mediamente affascinante, uno di quelli che passa inosservato, se non lo si
osservava attentamente. La sua voce gentile e delicata contrastava con la
tensione dei movimenti, anche se si sforzava di apparire rilassato. A quanto
pare nemmeno lui era lì di sua volontà, forse si era sentito in dovere di
invitarla per qualcosa che era stato detto in precedenza e si pentì ancora una
volta di non essere stata più attenta qualche minuto prima.
«Nemmeno io sono bravissima» gli rispose con un
lieve sorriso. «E per ripagare la vostra sincerità, vi confesso con evidente
franchezza che i miei successivi balli sono già stati impegnati da un'altra
persona».
Camille lo notò irrigidirsi ancora di più, forse non
era solo il ballo che lo rendeva inquieto, magari c'era qualcos' altro.
«Siete... impegnata Miss Morgan? No, perdonate la
mia invadenza non avrei dovuto chiederlo, vi faccio però le mie
congratulazioni. Chiunque sia il fortunato, per riservargli tutte le danze,
deve essere un impegno di natura definitiva»
«Vi ringrazio» rispose Camille non riuscendo a
capire perché l'espressione del suo cavaliere si fosse improvvisamente
rattristata. «Mi auguro che anche voi possiate incontrare una persona che vi
rubi cuore e anima».
«In realtà credevo di averla incontrata, ma adesso
ho timore di dichiarare apertamente ciò che provo».
Quelle parole pronunciate con ardore, resero
diventare immediatamente simpatico a Camille il suo cavaliere. Cominciò a
guardarlo con occhi diversi, perché una persona innamorata non poteva essere
più affine a lei in quel preciso momento.
«E perché mai dovreste avere timore? Ogni signorina
amarebbe sentire dichiarazioni d'amore sincere e dettate dal cuore. Cosa vi
frena? E perché state ballando con me in questo momento, se dovete dichiararvi
a un'altra?»
Lui non rispose subito e Camille si pentì d'essere
stata così esplicita. Non stava facendo una bella figura, soprattutto
considerando il fatto che non si conoscevano affatto. Aprì la bocca, pronta a
scusarsi del suo pessimo atteggiamento, ma il suo accompagnatore fu più veloce.
«L'autostima che nutro verso me stesso è scesa
moltissimo da quando l'ho vista, perché lei è davvero superiore a ogni mia
aspettativa. Ne ho avuto dimostrazione quando mi ha visto, ma non mi ha
veramente guardato. Evidentemente si aspettava di meglio e, senza saperlo, mi
ha confermato che non sono affatto la persona che lei vorrebbe.
Avevo stupidamente pensato che avrebbe capito subito,
una volta che le fossi stato di fronte, la mia identità, perché mi conosce
intimamente e profondamente. E invece sono restato deluso, anche se una parte
di me l'aveva già previsto. Ballare con lei era l'unico modo che avessi per
poter passare del tempo insieme. Non voglio sprecare ulteriormente il vostro
tempo Miss Morgan, perciò vi chiedo scusa e vi auguro miglior fortuna».
Un leggero inchino, con la testa bassa come se non
riuscisse neppure a sopportare la sua vista e il suo accompagnatore stava già facendo
un passo indietro per allontanarsi da lei.
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Capitolo 4 *** Ultimo capitolo ***
«Un momento» disse proprio quando la musica tornò a
invadere il silenzio della casa. «Qual è il vostro nome, Signore?»
Il cuore le batteva forte e non perché avesse posto
una domanda sciocca alla fine di un ballo, ma perché temeva e sperava con
segreto entusiasmo che tutto questo fosse l'opera del destino.
«Mr Francis Cox, al vostro servizio Miss Morgan»
rispose lui sempre a testa bassa. «Buona serata Signorina».
Se ne stava andando un'altra volta e Camille aveva
il disperato urgente bisogno di sapere se si stava sbagliando oppure no, quindi
non poteva lasciarlo andare. Gli posò una mano sul suo braccio e lo vide
trasalire.
«Posso chiedervi la gentilezza di accompagnarmi a
prendere qualcosa da bere Mr Cox? »
«Certamente, sarà un privilegio» acconsentì lui dopo
un attimo. Il tavolo dove erano assortite numerose prelibatezze per il palato
era a pochi passi da loro e Camille aveva pochissimo tempo per confermare che
la sua tesi fosse giusta.
«Ho completamente ignorato il fatto che la persona
che sto aspettando di incontrare stasera potesse chiedere a chiunque chi fossi
conoscendo il mio nome per intero e invece ho passato il mio tempo nella vana
ricerca di un volto sconosciuto senza riuscire a trovarlo. Non so cosa mi
aspettassi, ma era con lui che sono impegnata per tutte le danze, soltanto con
lui... Mr F.».
Francis trasalì per la seconda volta nel giro di
pochi minuti il che non era da lui. Aveva sempre condotto una vita era monotona
e tranquilla fino a quando Camille non aveva invaso quello spazio vitale con la
sua dolcezza, attraverso quelle lettere. Venire a conoscenza di un impegno
verso qualcun altro che non fosse lui aveva compromesso la poca sicurezza che
aveva acquistato nel chiederle di ballare, dopo che lei l'aveva del tutto
ignorato al momento delle presentazioni ufficiali. Ora però, non solo Camille
l'aveva riconosciuto, ma quel meraviglioso e dolce sorriso era tutto per lui e
Francis non sapeva cosa dire.
«È soltanto lui, Mr F., che mi ha rubato cuore e
anima» aggiunse Camille arrossendo dietro il ventaglio. Erano parole fin troppo
esplicite, ma a questo punto voleva essere sicura che il suo interlocutore
avesse inteso perfettamente i suoi sentimenti, che non fraintendesse di nuovo
le sue parole.
«Voi avete rubato il mio Miss Morgan, completamente, già dalla vostra prima
lettera» mormorò Francis con rinnovato calore. «E adesso che so di aver
impegnato tutti i vostri balli, non mi staccherò da voi per l'intera serata».
Avrebbe dovuto affrontare un oceano di maldicenze
dopo una serata del genere, ma scopri che non le importava affatto.
«La trovo una scelta perfetta, perché due ladri di
cuori non possono fare altro che stare insieme» sorrise raggiante Camille. Mr
Cox le prese una mano e ne baciò il palmo mentre il cuore di Camille cantava e
ballava per la felicità.
«Sono davvero felice di avervi finalmente incontrata
Miss Morgan, questo Natale sarà il più bello della mia vita»
«Anche della mia Mr F, posso continuare ancora a
chiamarvi così, vero?»
Il sorriso di Francis fu spontaneo, felice e finalmente
libero da ogni insicurezza o tristezza.
«Potete chiamarvi come volete, mia dolce Camille, ma
voi in cambio dovete promettermi che non smetterete mai di scrivermi anche
quando chiederò ufficialmente ai vostri genitori il permesso di sposarvi. Il
che dovrà avvenire prestissimo con lo scandalo che daremo danzando insieme
tutta la sera».
«Non smetterò nemmeno quando saremo sposati da anni
e anni» rispose Camille con gli occhi lucidi di gioia. Non era il Natale più
bello della vita dell'uno o dell'altra, era il più bello e il primo della loro vita insieme.
Nota dell'autrice
Questa è stata la mia prima esperienza con il regency, una storia breve che ho adorato scrivere.
Spero che sia piaciuta anche a voi, vi aspetto nei commenti perchè il parere di un lettore è sempre importante.
Alla prossima
Susy |
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