Ladri di cuori

di SusyToma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Ultimo capitolo ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Ladri-di-cuori


Il Natale era la festa che Camille Morgan adorava di più. Non esisteva niente di più bello che scegliere abiti meravigliosi e fare nuove conoscenze, danze e chiacchiere in un clima di gioia e di festa.
Ecco perché aveva accettato con entusiasmo l'invito della sua vecchia amica Becky  - che ormai si chiama Mrs Recher - per partecipare alla festa da ballo che i Knight avrebbero dato al Crown.
Non aveva ancora avuto occasione di entrarvi, ma ne aveva sentite meraviglie e di certo, quando guardò l'immenso salone che si stava lentamente riempiendo ne capiva perfettamente il motivo.
La padrona di casa, Rosalind Knight, sembrava raggiante nel presentare la nipote Miss Linette. Secondo quanto le aveva detto Becky, era in suo onore che era stata organizzata quella festa e non appena fossero state presentate, l'avrebbe sicuramente ringraziata. Miss Linette non poteva, ma era solo per merito suo che Camille era riuscita a scappare dall'eccesso di ansie materne.
Era davvero una fortuna che sua madre nutrisse per Mrs Recher un'assoluta fiducia, altrimenti sarebbe stato complicato partecipare al ballo senza uno chaperon, invece Becky era stata molto persuasiva e per fortuna suo marito Frank si era dichiarato pronto a non lasciarla mai sola.
Adesso Mr. Recher era molto impegnato in una conversazione d'affari e non badava affatto a lei, ma questo a sua madre Megan non l'avrebbe mai detto. Si stava godendo la felicità di un briciolo di libertà, ammirando l'allegria che permeava in ogni angolo della casa. Non importava quanto sarebbe durato, per adesso era libera e voleva assaporare ogni momento.
Sapeva che sua madre le voleva bene e si rendeva conto che essere l'unica figlia in età da marito potesse causare molte preoccupazioni a un genitore ansioso come era lei, però Charlotte sperava che queste inquietudini sarebbero sparite presto soprattutto se il suo Mr. F. fosse finalmente apparso davanti ai suoi occhi.
Pensare a lui le provocava una gioia totale e spontanea e anche una stretta alla bocca dello stomaco. Infilò una mano in tasca per controllare se l'ultima lettera che aveva ricevuto fosse ancora al suo posto: aveva deciso di portarne una con sé perché il segreto desiderio di incontrarlo era stato uno dei principali motivi per cui aveva accettato l'invito di Mrs. Recher. Non conosceva il volto di lui, non sapeva se fosse alto o basso o prestante,  ma era al corrente di ogni sfaccettatura del suo carattere, perché aveva imparato a conoscerlo nelle numerose lettere che si erano scambiati fino a quel momento.
Era iniziato tutto per caso. Aveva cominciato a scrivere all'autore di un articolo interessante su un giornale che leggeva sempre suo padre: non pensava di ricevere una risposta e invece alla prima missiva, ne erano susseguite molte e quello che era nato come un semplice apprezzamento per il lavoro del giornalista, si era presto trasformata in una corrispondenza assidua che Camille amava immensamente.
Aveva imparato a conoscere l'uomo che si celava dietro quelle parole, era sicurissima che lui fosse sincero perché le arrivava direttamente al cuore. Camille si era affezionata a lui e aspettava con ansia ogni lettera, perché Mr. F. stava diventando davvero importante per lei.
Era riuscita a tenere quel corteggiatore segreto nascosto a chiunque: nessuno mai avrebbe approvato che una signorina per bene  scrivesse lettere, seppur innocenti,  a un uomo che non aveva mai conosciuto e sua madre avrebbe dato  in escandescenze. L'unica a cui aveva osato confidare ogni dettaglio era Becky: lei sola poteva capire l'importanza di un rapporto segreto, dal momento che con il suo attuale marito aveva vissuto la medesima situazione e Camille era eternamente grata di averla come amica.
«Lo stai cercando, vero?» le chiese Becky in quel momento, interrompendo i suoi lunghi monologhi interiori. Camille non rispose, ma arrossì impercettibilmente e quello aiutò l'amica a capire come stessero le cose.
«Ripetimi esattamente cosa ha detto quando lo hai informato che saresti venuta qui».
Camille non aveva bisogno di prendere la lettera che aveva in tasca per ricordare ogni parola, l'aveva imparata a memoria a furia di leggerla, era diventata per lei una sorta di promessa romantica.
«Verrò subito da te, appena ti vedrò».
Becky fece vagare lo sguardo tra i numerosi ospiti della casa. Chi in silenzio, chi chiacchierando, ciascuno si godeva la festa che Mrs. Recher aveva organizzato egregiamente. Eppure nessuno stava guardando verso di loro, né mostrando un segno d'interesse.
«Forse ha avuto qualche impedimento e non è potuto arrivare» ipotizzò Becky tornando a guardarla. «La sua lettera di scuse ti arriverà quando torneremo a casa»
«Lui verrà» decretò invece Camille con la massima sicurezza. «Non mi ha mai deluso e non lo farà nemmeno oggi»
«Ammiro la tua fiducia amica mia, se sei così convinta, ti aiuterò a cercarlo» decise con un sorriso accondiscendente Becky. «Posso chiedere a Frank di fare qualche domanda in giro, non preoccuparti nessuno sospetterà del tuo interesse».
«Lo faresti davvero?»
«Certo. E poi possiamo chiedere alla cara zia Betty, lei sicuramente conosce tutti e su tutti è informatissima».

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***



Francis Cox stava lentamente sorseggiando il bicchiere di liquore che gli avevano offerto. Era il primo della serata, ma dubitava che sarebbe stato l'ultimo, soprattutto se doveva servirgli a trovare il coraggio di farsi avanti.
Il suo sguardo non lasciava un attimo la persona su cui s'era posato  dal momento che aveva varcato la soglia. Era bellissima. Molto più di quello che pensava, anche se aveva sempre creduto che dietro quelle parole preziose si nascondesse  un angelo meraviglioso, una gioia per gli occhi e per il cuore.
Da tempo scriveva lettere a una perfetta sconosciuta, ma lui era avvantaggiato. Conosceva il nome e cognome della sua corrispondente, mentre lui non firmava mai col suo nome per esteso neanche  negli articoli che pubblicava e quindi individuarla a quella festa, era stato semplice.
Ogni fibra del suo corpo gli urlava di correre da lei, presentarsi e rivelarle finalmente la sua vera identità, ma la paura di non essere all'altezza frenava tutto l'entusiasmo.
Francis si riteneva di aspetto passabile, svolgeva un lavoro rispettabile anche se non era di nobili natali né di grandi sostanze. Ma se per lei  tutto questo non fosse stato abbastanza? Ormai era inutile negarlo: i suoi sentimenti verso Camille Morgan erano forti e dichiararsi sarebbe stata la mossa più giusta da fare. Quella ragazza l'aveva stregato ancor prima di vederla, le sue parole avevano scaldato il suo cuore solitario: eppure, ora che ce l'aveva davanti era restio ad avvicinarsi. Non era mai stato bravo in questo genere di cose, si sentiva molto più a suo agio nel suo studio con la carta bianca davanti e i pensieri che fluttuavano attraverso l'inchiostro.
Quando Camille gli aveva scritto del ballo di Natale a cui avrebbe partecipato, Francis aveva fatto di tutto per poter essere presente.
Conosceva John Recher da diversi anni: era un ottimo avvocato e un uomo onesto, il che, per un giornalista con la tendenza a dire sempre la verità, lo rendeva una conoscenza assai raccomandabile. Erano diventati buoni conoscenti, se non amici e da questa posizione era stato facile sollecitare la compassione di Mrs. John Recher, alludendo alla propria solitudine, nel lieto periodo delle feste. L'adorabile Mrs Recher non aveva neppure immaginato che potessero esservi secondi fini in quelle allusioni e aveva subito esteso l'invito a festeggiare il Natale a casa della sorella, in campagna e in lieta compagnia.
Però adesso che era lì, non si stava godendo la festa, bensì si struggeva d'amore per qualcuno che evidentemente lo stava cercando. Il cuore gli batteva più forte vedendo Camille che si guardava intorno discretamente, nonostante conversasse con le altre gentildonne accanto alla sua amica Mrs. Knight. Sognava forse troppo nel pensare che cercasse proprio lui? D'altronde, Francis le aveva chiaramente detto che sarebbe stato presente alla festa: certo si sarebbe sentita offesa se lui non si fosse presentato, magari avrebbe pensato che fosse un uomo che non manteneva la parola data o peggio ancora un bugiardo.
Ipocrita Francis non lo era mai stato, anche nei suoi articoli era ligio alla verità e quindi l'avrebbe per certo affrontata. Ingoiò il resto del liquore che aveva nel bicchiere in un sol sorso e, prima che quel po' di coraggio lo abbandonasse definitivamente, decise di andare da lei. Sapeva benissimo che non poteva presentarsi da solo, quindi vagò con lo sguardo nella sala per cercare qualcuno che lo aiutasse in quel compito. Il pensiero di raggiungere finalmente quella che ormai lui considerava, la sua Camille lo riempiva di speranza.
Forse niente era perduto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



La fiducia di Camille intanto stava cominciando a scemare. E se Becky avesse avuto ragione e Mr F. fosse stato trattenuto da un contrattempo? Anche se le avesse scritto per avvisarla, la lettera non sarebbe arrivata in tempo e Camille non osava pensare a cosa sarebbe successo se la missiva fosse stata recapitata nelle mani di sua madre.
La musica improvvisamente superò il volume delle chiacchiere e per un attimo Camille ne restò spaesata. Come al solito, si era persa nei suoi pensieri al punto da dimenticarsi dove fosse e persino chi fossero coloro che le erano stati presentati, ma che ora le parevano solo sconosciuti che le roteavano intorno muovendosi nella calca. Non le succedeva spesso, di solito era attenta alle nuove conoscenza, ma questa volta i suoi pensieri erano volti in tutt'altra direzione e perciò si sentì confusa e presa in contropiede quando un uomo s'inchinò verso di lei. Doveva essere uno di quei gentiluomini che le avevano presentato poco prima, ma, appunto, era stata distratta e ora non restava che fare buon viso a cattivo gioco.
«Mi concedete questo ballo Miss Morgan?»
Le altre persone attorno a lei la guardavano in attesa. Avrebbe fatto una pessima figura se avesse rifiutato quel gentile invito, a maggior ragione per il fatto che non ricordava minimamente come si chiamasse il suo cavaliere. Avrebbe voluto tenere tutti i balli liberi per il suo Mr. F. ma sarebbe stata un'infrazione troppo grande all'etichetta e comunque non sarebbe mai arrivato in tempo per quel ballo, che stava per cominciare.
«Con piacere».
Becky le rivolse un sorriso d'incoraggiamento e Camille offrì la sua mano a quella del giovane, che la condusse all'estremità delle due lunghe file di dame e cavalieri affrontati. Era una contraddanza con molti scambi e forse  non c'era nemmeno bisogno di fare molta conversazione.
«Sono solo un modesto ballerino» disse il suo accompagnatore spezzando sul nascere la sua errata conclusione. «Ma sono davvero felice che lei abbiate accettato il mio invito».
Camille rivolse un sorriso cortese all'uomo, che soltanto adesso guardò con più attenzione. Poco più alto di lei, aveva un viso mediamente affascinante, uno di quelli che passa inosservato, se non lo si osservava attentamente. La sua voce gentile e delicata contrastava con la tensione dei movimenti, anche se si sforzava di apparire rilassato. A quanto pare nemmeno lui era lì di sua volontà, forse si era sentito in dovere di invitarla per qualcosa che era stato detto in precedenza e si pentì ancora una volta di non essere stata più attenta qualche minuto prima.
«Nemmeno io sono bravissima» gli rispose con un lieve sorriso. «E per ripagare la vostra sincerità, vi confesso con evidente franchezza che i miei successivi balli sono già stati impegnati da un'altra persona».
Camille lo notò irrigidirsi ancora di più, forse non era solo il ballo che lo rendeva inquieto, magari c'era qualcos' altro.
«Siete... impegnata Miss Morgan? No, perdonate la mia invadenza non avrei dovuto chiederlo, vi faccio però le mie congratulazioni. Chiunque sia il fortunato, per riservargli tutte le danze, deve essere un impegno di natura definitiva»
«Vi ringrazio» rispose Camille non riuscendo a capire perché l'espressione del suo cavaliere si fosse improvvisamente rattristata. «Mi auguro che anche voi possiate incontrare una persona che vi rubi cuore e anima».
«In realtà credevo di averla incontrata, ma adesso ho timore di dichiarare apertamente ciò che provo».
Quelle parole pronunciate con ardore, resero diventare immediatamente simpatico a Camille il suo cavaliere. Cominciò a guardarlo con occhi diversi, perché una persona innamorata non poteva essere più affine a lei in quel preciso momento.
«E perché mai dovreste avere timore? Ogni signorina amarebbe sentire dichiarazioni d'amore sincere e dettate dal cuore. Cosa vi frena? E perché state ballando con me in questo momento, se dovete dichiararvi a un'altra?»
Lui non rispose subito e Camille si pentì d'essere stata così esplicita. Non stava facendo una bella figura, soprattutto considerando il fatto che non si conoscevano affatto. Aprì la bocca, pronta a scusarsi del suo pessimo atteggiamento, ma il suo accompagnatore fu più veloce.
«L'autostima che nutro verso me stesso è scesa moltissimo da quando l'ho vista, perché lei è davvero superiore a ogni mia aspettativa. Ne ho avuto dimostrazione quando mi ha visto, ma non mi ha veramente guardato. Evidentemente si aspettava di meglio e, senza saperlo, mi ha confermato che non sono affatto la persona che lei vorrebbe.
Avevo stupidamente pensato che avrebbe capito subito, una volta che le fossi stato di fronte, la mia identità, perché mi conosce intimamente e profondamente. E invece sono restato deluso, anche se una parte di me l'aveva già previsto. Ballare con lei era l'unico modo che avessi per poter passare del tempo insieme. Non voglio sprecare ulteriormente il vostro tempo Miss Morgan, perciò vi chiedo scusa e vi auguro miglior fortuna».
Un leggero inchino, con la testa bassa come se non riuscisse neppure a sopportare la sua vista e il suo accompagnatore stava già facendo un passo indietro per allontanarsi da lei.

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Capitolo 4
*** Ultimo capitolo ***



«Un momento» disse proprio quando la musica tornò a invadere il silenzio della casa. «Qual è il vostro nome, Signore?»
Il cuore le batteva forte e non perché avesse posto una domanda sciocca alla fine di un ballo, ma perché temeva e sperava con segreto entusiasmo che tutto questo fosse l'opera del destino.
«Mr Francis Cox, al vostro servizio Miss Morgan» rispose lui sempre a testa bassa. «Buona serata Signorina».
Se ne stava andando un'altra volta e Camille aveva il disperato urgente bisogno di sapere se si stava sbagliando oppure no, quindi non poteva lasciarlo andare. Gli posò una mano sul suo braccio e lo vide trasalire.
«Posso chiedervi la gentilezza di accompagnarmi a prendere qualcosa da bere Mr Cox? »
«Certamente, sarà un privilegio» acconsentì lui dopo un attimo. Il tavolo dove erano assortite numerose prelibatezze per il palato era a pochi passi da loro e Camille aveva pochissimo tempo per confermare che la sua  tesi fosse giusta.
«Ho completamente ignorato il fatto che la persona che sto aspettando di incontrare stasera potesse chiedere a chiunque chi fossi conoscendo il mio nome per intero e invece ho passato il mio tempo nella vana ricerca di un volto sconosciuto senza riuscire a trovarlo. Non so cosa mi aspettassi, ma era con lui che sono impegnata per tutte le danze, soltanto con lui... Mr F.».
Francis trasalì per la seconda volta nel giro di pochi minuti il che non era da lui. Aveva sempre condotto una vita era monotona e tranquilla fino a quando Camille non aveva invaso quello spazio vitale con la sua dolcezza, attraverso quelle lettere. Venire a conoscenza di un impegno verso qualcun altro che non fosse lui aveva compromesso la poca sicurezza che aveva acquistato nel chiederle di ballare, dopo che lei l'aveva del tutto ignorato al momento delle presentazioni ufficiali. Ora però, non solo Camille l'aveva riconosciuto, ma quel meraviglioso e dolce sorriso era tutto per lui e Francis non sapeva cosa dire.
«È soltanto lui, Mr F., che mi ha rubato cuore e anima» aggiunse Camille arrossendo dietro il ventaglio. Erano parole fin troppo esplicite, ma a questo punto voleva essere sicura che il suo interlocutore avesse inteso perfettamente i suoi sentimenti, che non fraintendesse di nuovo le sue parole.
«Voi avete rubato il mio Miss Morgan, completamente, già dalla vostra prima lettera» mormorò Francis con rinnovato calore. «E adesso che so di aver impegnato tutti i vostri balli, non mi staccherò da voi per l'intera serata».
Avrebbe dovuto affrontare un oceano di maldicenze dopo una serata del genere, ma scopri che non le importava affatto.
«La trovo una scelta perfetta, perché due ladri di cuori non possono fare altro che stare insieme» sorrise raggiante Camille. Mr Cox le prese una mano e ne baciò il palmo mentre il cuore di Camille cantava e ballava per la felicità.
«Sono davvero felice di avervi finalmente incontrata Miss Morgan, questo Natale sarà il più bello della mia vita»
«Anche della mia Mr F, posso continuare ancora a chiamarvi così, vero?»
Il sorriso di Francis fu spontaneo, felice e finalmente libero da ogni insicurezza o tristezza.
«Potete chiamarvi come volete, mia dolce Camille, ma voi in cambio dovete promettermi che non smetterete mai di scrivermi anche quando chiederò ufficialmente ai vostri genitori il permesso di sposarvi. Il che dovrà avvenire prestissimo con lo scandalo che daremo danzando insieme tutta la sera».
«Non smetterò nemmeno quando saremo sposati da anni e anni» rispose Camille con gli occhi lucidi di gioia. Non era il Natale più bello della vita dell'uno o dell'altra, era il più bello e il primo della  loro vita insieme.

Nota dell'autrice

Questa è stata la mia prima esperienza con il regency, una storia breve che ho adorato scrivere.
Spero che sia piaciuta anche a voi, vi aspetto nei commenti perchè il parere di un lettore è sempre importante.
Alla prossima
Susy

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