Thanatophobia | Newtmas

di likeanoldphotograph
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I (Thomas) ***
Capitolo 3: *** III(Thomas) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***















Avevo circa quindici anni quando persi il mio primo amore. Si chiamava Gally, e lo amavo alla follia. Morì di cancro al cervello e gli ultimi giorni non mi riconosceva nemmeno. Non potete immaginare cosa si prova a vedere la persona che più ami al mondo consumarsi lentamente. L’ultimo giorno mi disse che non voleva più vedermi, così io usroprio allora che andò in arresto.
Ed è da lì che mi venì la paura di perdere qualcuno che amo a causa della morte, nota anche come thanatophobia 

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Capitolo 2
*** I (Thomas) ***




Questa storia ha inizio il mio primo giorno delle superiori. Come amici ero messo abbastanza bene: Avevo Teresa, Minho e Frypan. Solo che loro hanno sempre paura che io faccia la stupidaggine che ho fatto dopo che morì Gally.
Mi incamminai per andare a scuola con mille pensieri in testa. Come apparirò? Verrò etichettato come sfigato? Mi prenderanno in giro?
Con tutti questi pensieri in testa, in men che non si dica, arrivai. A scuola. Teresa mi aspettava, vestita di nero e con la sigaretta in bocca.
“Come hai dormito?” Mi chiese
“Solito, sempre lo stesso incubo” risposi io guardandomi le scarpe, mi sentivo imbarazzato anche se la conoscevo da anni.
Parlammo un po’, del più e del meno e la campanella suonò.
Entrammo e io, dopo che la seconda campanella suonò mi ero perso. Notai che c’erano tre ragazzi contro uno, che lo stavano sbattendo sugli armadietti.
Mi avvicinai ed urali “che fate?” 
Sentii dire “non è finita qua” ma non ne fui sicuro.
Aiutai il ragazzo a ricomporsi e mi presentai
“Sono Thomas, e tu sei?”
“Newt” esitò un attimo “Senti, grazie per quello che hai fatto, ma davvero, non mi serve l’aiuto di nessuno” Si ricompose e se ne andò.
Un prof mio chiese cosa ci facessi a quell’ora fuori dalla classe e io risposi che mi ero perso, mi accompagnò quindi nella mia aula
 
 
 
Finite le lezioni, non riuscivo a smettere di pensare a Newt. Davvero. Forse ho un debole per i ragazzi incasinati come me. 
Lo cercai su Instagram ma non lo trovai. Frustrato lanciai il telefono sul letto.
Poi mi venne un’idea.
Chiamai Teresa e le chiesi se sapesse qualcosa di un certo Newt. Lei mi rispose che l’aveva visto nei corridoi ma che non aveva il suo numero. A quel punto ascoltai welcome to my life dei Simple Plan e arrivò l’ora di cena.
Poi feci i compiti, per distrarmi. Feci le pulizie, per distrarmi. Misi apposto l’armadio, per distrarmi. E sfinito andai a letto
 
 
Il giorno dopo non vedevo l’ora di incontrare Newt, magari avevo sbagliato approccio.
Lo intravidi tra la folla e gli feci cenno. Lui si avvicinò
“Thomas, giusto? Non sono stato abbastanza chiaro? Essere mio amico ti poterebbe solo problemi”
“Io di problemi ne ho già tanti. Facciamo i ragazzi incasinati assieme, ti va?” gli proposi
Lui esitò, come ieri. Poi disse “Va bene. Ma sappi solo che io non ho amici”
Scoprì che avevamo la prima ora assieme e condividemmo il banco, ma senza spiccar parola.
 
 
 
Fuori da scuola, lasciai il mio numero a Newt. Nella speranza che mi chiamasse.
Lo fece.
“Parlo con Thomas?” chiese lui
“E con chi dovresti parlare, con la CIA?” risposi scherzoso io
“Senti, ho un po’ di pensieri in testa e non mi andava di starmene da solo in silenzio, ti va se parliamo un po’?” Non esitai un attimo
“Sì, perché dici di essere incasinato? Se posso chiedere”
“Perché ho avuto un’infanzia orribile e il mio ex compagno, come posso dire? Avevamo una relazione violenta” esito un attimo e io gli dissi
“Il passato e passato, dobbiamo lasciarlo alle spalle, anche io ho vissuto cose bruttissime e neanche io riesco a lasciamele indietro” e gli raccontai la mia storia.
Alla fine, eravamo entrambi in silenzio e io lo ruppi
“Chi erano i ragazzi che ti stavano picchiando l’altro giorno?”
“Il mio ex e i suoi amici”
“Mi spiace”
“Non ti preoccupare. Tanto lo so che finirà che anche tu mi odierai”
“E perché dovrei?”
“Perché alle medie ero un bullo, Tommy, ho fatto del male e tanto. Ed ora ne sto pagando le conseguenze”
“Ogni uno sbaglia e deve pagare per i suoi errori ma cosa puoi aver fatto di così tanto male?”
“Preferirei non parlarne”
Poi cambiammo argomento. Scoprii che anche a Newt piaceva il Rock e leggere i libri e ci piacevano circa gli stessi autori.
Ci salutammo dandoci la buonanotte. Poi feci una cosa che mi stupì, gli dissi “Ti voglio bene anche se ti conosco da un paio di giorni”
“Anche io Tommy”
Mi addormentai e per la prima volta non ebbi incubi



Salve. Ecco la mia prima Newtmas seria. Ci terresi se commentaste, visto che a questa storia tengo molto e ci ho messo molto impegno. se la storia vi è piaciutal la proseguitrò

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Capitolo 3
*** III(Thomas) ***





 

Nice to meet you, where you been?
I could show you incredible things
Magic, madness, heaven sin



La mattina seguente scrissi a Newt

-Vuoi che andiamo a scuola assieme? Ti presento una mia amica- gli proposi

-No, Tommy. Mi ci accompagna mio padre a scuola- fu la sua risposta prima di andare offline.

 

Arrivato a scuola, come tutte i giorni che Gesù ha fatto, seguii le lezioni di malavoglia. Morivo, ancora, dalla voglia di vedere Newt.

 

Finite le prime due ore lo cercai nei corridoi e lo trovai a parlare col tipo che mi aveva rotto il naso. Cambiai direzione ma non riucii a non sbirciare. Sembrava felice con lui, rideva e scherzava.

 

 

 

Finita la scuola, tornai a casa con Teresa e le raccontai del comportamento di Newt.

-Magari ha la sindrome di Stoccolma- disse lei

-Tu dici?-

-Può essere Tom. Tu che ne sai?-

Poi io cambiai argomento e senza accorgemene arrivammo a casa.

 

Mia madre, stranamente, non era in casa così mi diressi in camera mia.

 

 

Dopo essermi buttato sul letto così forte che mi fece male il fondoschiena mi ascoltai un po’ di musica. Misi “24 Floors” e mi ricordai di come quella canzone mi ricordava Gally.

Per smettere di pensare a lui scrissi a Newt

-Che fai?-

-Nulla, tu?-

-Penso al mio ex. Sai è una storia un po’ lunga- E gliela raccontai in un messaggio molto lungo

-Mi spiace Tommy. Ma ti posso dire che non è detto che tutti i tuoi amori debbano finire così-

-Sì, lo so-

Poi esitai un attimo ma mi feci coraggio e gli scrissi

-Ma perché oggi eri così sereno con quel tipo?-

-Intendi Alby? Lui è il mio ragazzo-

-Ma, Newt, lui ha abusato di te-

-Sì lo so, ma il punto è che questo fa parte del suo carattere e per dirla tutta, io penso di meritarmelo, capisci? Non so se hai mai visto Supernatural, ma io mi sento un po’ come Dean. Faccio il duro e tutto ma so di non poter essere salvato-

-Perché dici di non poter essere salvato?-

-Tommy, ancora non ti conosco abbastanza per confidarti questo, scusa.

-Va bene-

A quel punto gli parlai un po di Gally e lui parlò un po’ a me di Alby.

Non volevo ammetterlo ma Newt stava iniziando a piacermi e la cosa mi spaventava.

 

La mattina dopo era sabato, quindi niente scuola.

Così mi alzai alle 11 e passai tutto il giorno in camera mia a fare i compiti.

Poi mi chiamò Teresa dicendomi che sarebbe passata per “farmi una sorpresa”

 

Arrivato, mi misi in macchina con lei (Sì, lei aveva una macchina) e ci dirigiemmo vero la zona ovest della città. La zona di alta borghesia.

 

Ci fermammo davanti ad una casa davvero bella. E lei andò a citofonare. Scese Newt che salì in macchina, dietro di me.

 

-Allora ragazzi, siete pronti ad un sabato indimenticabile?-

 

 

Non mi resi conto che quella giornata avrebbe cambiato il resto della mia vita. C’è un proverbio giapponese che, in poche parole, dice che gli incontri casuali ti potrebbero cambiare la vita. In questo caso l’avrei cambiato con “Gli avvenimenti casuali ti possono cambiare la vita”

 

Quella sarebbe stata la mia ultima sera che passai sulle mie gambe.

 

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