Hiding in plain sight

di falcediluna_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Today ***
Capitolo 2: *** Crimson limbo ***



Capitolo 1
*** Today ***


Today

 
Oggi è giallo ocra e nero carbone.
Si sente decisa e frizzante, come se tutto fosse al proprio posto anche se sa che in realtà non è esattamente così. Ci sono momenti in cui non resta che scegliere di affrontare di petto qualsiasi cosa debba succedere in una giornata che sembra uguale a tutte le altre, ma se non altro mettendoci un pizzico di entusiasmo recuperato dal fondo di chissà quale canzone vecchia di decenni.
Oggi le sembra di poter ridere un po' più a lungo e un po' più forte, le sembra che quelle due mani che ultimamente popolano i suoi pensieri la stringano un po' più spesso e le sembra che i sensi di colpa che prova verso il suo ragazzo siano un po' più lontani.


Oggi è giallo paglia e nero asfalto.
Un vento impietoso le fa venire mal di testa e le spettina i capelli. Corre più in fretta per arrivare prima, così avrà il tempo di darsi una sistemata prima di rivedere... no, non lo fa perché sa che lo rivedrà. Lo fa perché le piace essere in ordine, no? Anche se non si faceva mai problemi del genere, prima.
Il suo ragazzo probabilmente la prenderebbe in giro per la sua frivolezza, ma ora non è qui. Non può vederla mentre si chiude nel bagno del secondo piano, tira fuori il mascara che ha nascosto nella manica sinistra dell'enorme felpa color paglia e si trucca in fretta, sporcandosi le palpebre ed imprecando sottovoce prima di pulirsi alla bell'e meglio con un dito umido di saliva.
Oggi c'è una punta di inadeguatezza che la pizzica, da qualche parte dentro di lei, ma va ancora bene ignorarla e passare oltre. Va ancora bene.
 

Oggi è giallo limone e nero lucido.
È difficile per lei stargli accanto ed ignorare la sensazione che il proprio stomaco sia finito in un frullatore. È difficile lavorare gomito a gomito con lui, ogni giorno, e non cedere alle sue giocose richieste di attenzioni.
Finché non è un bacio va tutto bene, giusto? Qualche abbraccio e qualche carezza non si possono rimproverare a nessuno. La fanno stare bene, le rendono la routine meno soffocante e le giornate meno grigie. Ma la verità è che ha il disperato bisogno di aggrapparsi a qualsiasi patetica scusa per giustificare un comportamento che lei per prima non si perdona.
Per oggi metterà da parte anche questo, anche l'ennesimo sguardo, anche l'ennesimo abbraccio, anche l'ennesima carezza.
Anche l'ennesimo senso di colpa.
 

Oggi è giallo crema e nero sbiadito.
Sentirsi soli in mezzo alla gente è più che possibile, se accanto a noi manca quella persona che ci fa stare bene.
Una giornata diventa un enorme vuoto da riempire, ma il tempo è una medicina che ci viene distribuita col contagocce.
Una goccia al secondo.
Oggi lei ha più spazio nella propria mente per affrontare la propria ipocrisia, per fare la cosa giusta. Eppure non lo farà, perché è troppo comodo tenersi stretti entrambi i pesi che ha sul cuore e pagare pegno scavando a mani nude nel disgusto verso sé stessa.
Non va bene, non va affatto bene, ma non può (o non vuole) farci niente.
 

Oggi è solo nero.
Forse non vale più la pena di uscire di casa, di alzarsi dal letto, e nemmeno di togliersi di dosso quella montagna di coperte. Forse non vale più la pena di aprire gli occhi e guardare in faccia quel mondo che ormai per lei non ha più nessun colore.
Dopotutto lo sapeva che tenere il piede in due scarpe non avrebbe potuto portarla a nulla di buono, che le avrebbe fatto perdere tutto in un colpo solo. Se lo aspettava, da un certo punto di vista, ma era più facile tapparsi le orecchie ed ignorare la vocina nella sua testa che le urlava la propria disapprovazione ogni volta che faceva un passo nella direzione sbagliata.
Oggi è costretta a fare i conti con tutto quello che per mesi ha tentato di chiudere fuori, con l’inevitabile che ora la sta divorando viva. Oggi è costretta ad ignorare il rimpianto che le graffia la gola, che tira un po’ da una parte e un po’ dall’altra, ma che alla fine la fa restare bloccata nel mezzo. Da sola.
Forse però oggi è il giorno in cui va meglio, in qualche modo.
 
  
  
  
E domani?






Spazio autrice
Ciao a tutti (per chiunque sia rimasto a leggere i miei deliri senza senso hahah) <3
Questo è un brano molto randomico che ho scritto di getto stamattina, frutto di un periodo di notevole instabilità mentale (poveri neuroni miei) e di una fissazione ossessiva per il giallo ed il nero. Sul serio, ultimamente qualsiasi cosa io compri è sempre gialla e nera .__.
Anyways, non preoccupatevi se leggendo il testo non capite una ceppa. È lo stesso anche per me lol (in realtà il fatto che sia parecchio "grezzo" e non molto chiaro è voluto, mi piace pensare che lasci la sensazione di quei sogni un po' inquietanti dove tutto è sfocato e si riesce a distinguere solo un dettaglio alla volta).
Se avete cinque minuti, fatemi sapere che ne pensate. Ne sarei felice.

Un abbraccio,
falcediluna_

 

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Capitolo 2
*** Crimson limbo ***


Crimson limbo

 

Ciao, o meglio buonasera, buonanotte.

Sono le ventitré e cinquantanove dell'undici febbraio duemilaventi, lo scrivo per esteso ché così ci impiego più tempo. Anzi, ora sono appena scoccate le zero-zero-zero-zero del dodici febbraio duemilaventi.

Scrivo per tenere le mani impegnate. Il più impegnate possibile, per più tempo possibile, senza lasciare spazio a nessun altro pensiero se non quale sia il prossimo tasto da premere. Ho letto che aiuta, trovare un comportamento sostitutivo per chiudere fuori dalla testa quella voce assordante che ti urla nelle orecchie di assecondarla.
 

 

Riporta il tuo culo davanti allo specchio!!, strilla a pieni polmoni. Non hai ancora finito il tuo lavoro.
 

 

E allora tu che fai, posi lo spazzolino che avevi appena preso in mano e torni a pochi centimetri dalla superficie lucida, già appannata dal tuo respiro. L'unico occhio in grado di vedere da questa angolazione si mette ad esplorare la guancia di fronte a sé, e sa bene cosa cercare.
 
 

Trovato.
 
 

Ehi, quell'affare ha tutta l'aria di essere un mezzo brufolo che forse sarà fuori del tutto solo tra una settimana. Non è il genere di cosa con cui vogliamo crearci dei problemi, giusto?
 

Giusto.
 
 
 
 
 
 

 

[E invece no.]


 

E raspa, e schiaccia, e strizza, e sfrega, e liscia, e strappa, e gratta, e ancora.

E ancora.

E ancora.

E ancora.

Ancora, ancora, ancora.

Ancora.

Di più, sempre di più. Dai, ce n'è altro, non badare al sangue, quello spurga, ma tira fuori tutto il resto di quella merda! Non badare al sangue, cazzo! Non badare a quel cazzo di sangue! NON BADARE A QUEL CAZZO DI SANGUE, AL SANGUE, A QUEL SANGUE, CAZZO!! CONTINUA A STRIZZARE, A RASPARE, A GRATTARE!! CONTINUA, CAZZO!! CONTINUA A STRAPPARE, A SCHIACCIARE, ANCORA, CAZZO!! CONTINUA ANCORA!! CAZZO, CONTINUA!! CONTINUA!! CONTINUAAAA!!!!!!
 
 
 

Cristo santo.

 
 

Stacco di colpo le mani dalla mia faccia, mi gira la testa, faccio un passo indietro e mi appoggio al lavandino.

Inspiro, espiro.

Inspiro, espiro.

Inspiro. Un po' di più. Trattengo.

Espiro piano, tremolante.

Riapro piano le palpebre – mica mi ero accorta di averle chiuse; così forte, poi! – e alzo lo sguardo verso lo specchio dove una chiazza rossa come il male campeggia cinica su una guancia tanto pallida da sembrare verde. Un cimitero giallo-verdognolo sotto l'impietosa luce al neon dello specchio, che fa emergere altre numerose lapidi rosse ormai già crostificate ed in via di guarigione.
 

Fanculo.

 
 

Me lo riprometto ogni volta, che non ci cascherò più. Che non tornerò a massacrarmi la pelle ogni volta che passerò davanti ad uno stramaledetto specchio. Che prima o poi riuscirò a vedermi con la faccia pulita, senza piaghe né croste rosse ad infestarmela.

Una volta ho resistito per ben undici giorni, ma al primo momento di stress la scimmia è tornata sulla mia spalla. Peggio dell'eroina, cazzo.

 

Ora sono le mezzanotte e trentuno. Si può dire così, se voglio definire l'ora precisa? Altrimenti dovrei dire mezzanotte e mezza, mentre io volevo la soluzione che mi portasse via più tempo. E un po' anche perché "le zero e trentuno" non suona per niente giusto.

Ho già passato trentuno minuti lontana dallo specchio, grazie a questo trucco. Sono sempre qua in bagno, ma almeno non sto guardando lo specchio.
 
 
 
 

Lo specchio...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Anzi, a ben pensarci, fammi dare un'occhiata. Sono sicura che, dopo aver disinfettato bene, il casino sembrerà molto più insignificante. Bisogna pur essere sicuri... ah, come non detto. Mi sono aperta un bel buco in piena faccia, eh? Sarà meglio lasciar perdere e andare a letto – aspetta, credo che ci sia ancora qualco






Spazio autrice
Heeey, eccomi tornata con un altro disagio fresco fresco ^^
Ci tengo a specificare che tutto quello che avete letto è la più accurata descrizione possibile di un disturbo ossessivo-compulsivo di cui soffro da diversi anni ormai, ovvero la dermatillomania. Alcuni pensano che si tratti semplicemente di una banale fissa estetica, giusto per tirare via un brufolino che ha deciso di saltare fuori nel punto sbagliato, ma in realtà è una sorta di sfogo disperato per far fronte a situazioni di stress; ti accanisci su qualcosa di piccolo e circoscritto, e tutto il resto del mondo viene chiuso fuori mentre sei in questa sorta di limbo. Mi è capitato più volte di ritornare presente a me stessa dopo anche un paio d'ore, e ritrovarmi piena di crateri rossi in giro per tutta la faccia, le spalle ed il petto :') quindi ecco, non è una cosa simpatica.
Il finale è rimasto ovviamente aperto, ad indicare una [prevedibile] ricaduta nel limbo.
Sperando di non avervi sconvolti troppo (lol) vi chiedo di dirmi cosa ne pensate, se ne avete voglia. A me farà sempre piacere ^^

Un abbraccio,
falcediluna_

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