An Help from Hell

di Etace
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima volta ***
Capitolo 2: *** At the Beginning ***



Capitolo 1
*** La prima volta ***


 

La prima volta che Aziraphale vide Crawley nel giardino dell’Eden, provò una paura lancinante.

Si era immaginato che il demone prescelto dagli inferi fosse, come minimo, pericoloso e aggressivo, brutale, oscuro, ripugnante e altri terribili aggettivi, tuttavia la creatura squamosa che emerse dalle profondità della terra non gli diede questa impressione. Strisciava sopra agli alberi, mangiava le sue bacche, chiacchierava amabilmente con Eva (ecco, forse un po’ troppo amabilmente) e se ne stava immobile al sole.

Non sembrava pericoloso, ma non per questo l’angelo aveva mai abbassato la guardia, dopotutto il serpente era un demone, un demone vero! Aziraphale non ne aveva mai visti prima, aveva solo sentito parlare di loro tramite le bocche degli altri angeli, e ogni volta ne era rimasto terrorizzato. Gli abitanti dell’inferno erano descritti come degli esseri ripugnanti, crudeli e perversi, che odiavano gli angeli più di qualsiasi altra cosa. Circolavano tante voci sulla bestialità dei demoni, in Paradiso. C’era perfino un corso di auto difesa, a cui Aziraphale non aveva ovviamente partecipato. Dopotutto lui brandiva una spada fiammeggiante, luminosa di fuoco divino. Non era del tutto disarmato.

O almeno, non lo era fino a ieri.

La prima notte senza spada passata nel Giardino dell’Eden fu abbastanza complicata, tuttavia Aziraphale dovette ammettere che quel demone a forma di serpente pareva molto tranquillo, strisciava e si faceva per lo più gli affari suoi. Solo una volta l’angelo aveva avuto la netta sensazione che il rettile volesse rivolgergli la parola, ma alla fine Crawley, era così che si chiamava, per qualche ragione aveva desistito.

Quei giorni passati nell’Eden convinsero Aziraphale che quel serpente non era una minaccia. Non si dileguava neanche più quando lo vedeva, anzi, era arrivato a rivolgergli dei sommari “Buongiorno” e “Buonasera”, a cui il serpente rispondeva guardandolo fissamente. Sembrava sorpreso, per quanto fosse difficile distinguere le espressioni di un serpente.

Però il punto di svolta accade più tardi, il giorno della prima pioggia. Aziraphale era salito sul bordo del cancello per godersi lo spettacolo e, sorpresa, Crawley lo aveva seguito. Ma non l’aveva semplicemente seguito, perché si era presentato in forma umana.

Gran colpo basso, a dire il vero. Crawley era alto, era bello e aveva dei capelli di un rosso scuro ma acceso, un punto di colore impossibile da trovare in natura. E meno male che doveva essere ripugnante.

-È stato un fiasco totale- esordì, parlandogli come se si conoscessero.

Aziraphale fu quasi tentato di voltarsi per vedere se il serpente stesse parlando davvero con lui. 

-Come hai detto, scusa?- gli rispose quindi, educatamente.

-Ho detto che è stato un fiasco totale- ribadì il demone, alzando gli occhi gialli su di lui.

Aziraphale forzò un sorriso, intimorito e imbarazzato.

Ma un angelo può parlare con un demone?

 

 

 

La prima volta che Aziraphale capì che Crawley non aveva proprio niente di cattivo fu durante il diluvio universale. Demone di nome ma non di fatto, Crawley aveva nascosto nella stiva dell’arca un gruppetto di bambini, che stavano nascosti a tre a tre nelle celle degli animali da fattoria.

Aziraphale non era riuscito ad arrabbiarsi con lui, anzi, ebbe quasi l’impulso di abbracciarlo, impulso che ovviamente frenò e inghiottì nel suo corpo.

Ci mancava solo che si mettesse ad abbracciare un demone…

Ma un angelo può fraternizzare con un demone?

 

      

 

La prima volta che Aziraphale si rese conto che Crawley, oltre a non essere cattivo, era anche gentile, fu durante il regno degli antichi egizi, più precisamente nel corso della XVIII dinastia. L’angelo non vedeva Crawley da circa duecento anni, perciò rimase molto sorpreso quando sentì la sua voce invadere il suo campo uditivo, in modo del tutto inaspettato. Il demone era seduto poco lontano da lui, ma a differenza sua, non stava mangiando.

-Come ti sbarazzi del cibo dopo che l’hai ingurgitato?- gli domandò, guardando la mistura poco sfiziosa di canapa e orzo che l'angelo stava mangiando.

Aziraphale si sentì arrossire, ma non si voltò nemmeno. Guai, se qualcuno li scoprisse fraternizzare!

-Perdonami, Crawley, ma è davvero poco opportuno parlarne durante i pasti- gli rispose, prendendo un altro boccone.

Il demone gli fece un sorriso stupito -Ah, in quel modo?-

-Non… Ci sono vari modi- lo corresse subito, imbarazzato -Non solo quello-

-Io sceglierei quello- decretò Crawley, assorto. Aziraphale allontanò la sua scodella.

-Come mai sei in Egitto? Non eri nel Nord Europa?-

-Nah, là mi sento inutile. Gli uomini da quelle parti commettono delle atrocità tutti i giorni, e che atrocità! Sono dei barbari- gli rese noto il demone -E poi emanano un fetore insopportabile. Gli egiziani sono più puliti e più civili-

Aziraphale convenne con lui.

-Comunque, ho una novità- continuò Crawley, abbassando il tono di voce -Pare che il faraone voglia cambiare religione entro la fine del mese-

Aziraphale a quella notizia aveva sussultato. Si era voltato, lo aveva guardato e ne era rimasto a dir poco sconvolto. Crawley era vestito da sacerdotessa e questa non era neanche la cosa più sorprendente. Il faraone che cambia religione? Che fosse la volta buona che il suo Dipartimento…?

-Adesso venerano soprattutto Aton- aggiunse il demone, indicandogli il disco solare -Amon-Ra è passato di moda-

No, a quanto pare no.

-Aton- ripeté Aziraphale, sprezzante -E io che avevo appena fatto tinteggiare i miei alloggi con i geroglifici di Amon-

-Hm, lasciali così- gli sussurrò il demone, alzando le spalle -Appena Akhenaton morirà, tornerà in voga Amon-Ra-

-Speriamo, con quello che mi sono costati gli stuccatori- borbottò l’angelo, poi lo guardò di sbieco -Grazie per avermelo detto. È stato molto...- l'angelo si interruppe e Crawley lo minacciò con lo sguardo -Molto...- gentile da parte tua -Molto poco crudele da parte tua- gli disse a stento, per poi cambiare subito discorso -Ma sei una sacerdotessa?-

-Una specie…- borbottò.

Aziraphale distolse lo sguardo, senza fare domande. Non volle sapere che genere di sacerdozio poteva celebrare il demone Crawley, era meglio non approfondire.

-Tu invece come stai?- lo sorprese Crawley, di nuovo -È da un po’ che non ci si vede-

-Non male, grazie- gli rispose, educatamente -Ammetto che qui in Africa fatico a trovare la mia dimensione, ma suppongo che fra qualche secolo… In un altro continente…- si schiarì la voce con fare imbarazzato -Sai, stavo pensando che sarebbe interessante iniziare a collezionare i testi degli scribi. Fra qualche millennio potrebbero avere un valore inestimabile-

Crawley ci pensò su, alzò le spalle e si sfilò dall’elegante saio bianco una pergamena arrotolata e fatta col papiro.

-Questo è un messaggio d’amore che mi è stato recapitato dai messi imperiali- gli porse la pregiatissima pergamena -Pezzo raro, dipinto a mano e tutto il resto. Se lo vuoi, è tuo-

-Grazie, ma… I messi imperiali?- ripeté Aziraphale, guardandolo negli occhi con stupore.

-Il faraone ha una cotta per me, mi crede la dea Bastet. Ma io non ti ho detto niente, eh- gli sussurrò all’orecchio, appoggiandogli una mano sulla spalla -Ora devo tornare nel grande palazzo reale. Non mi ha fatto troppo schifo averti rivisto, angelo-

-Neanche a me- gli rispose Aziraphale, sorridendo. La spalla che gli aveva toccato il demone quasi gli bruciava.

Il faraone aveva una cotta per Crawley? Pensò Aziraphale, guardando la pergamena decorata con oro e lapislazzuli. 

Ma si può avere una cotta per Crawley?

 

 

      

 

La prima volta che Aziraphale vide Crowley in versione femminile, per poco non ebbe una sincope. Era la donna più bella che avesse mai visto in vita sua. Non che facesse molto caso alle donne, però Crowley gli era parso semplicemente… Splendida. I suoi connotati erano diventati squisitamente femminili, gli occhi gialli e grandi avevano delle lunghe ciglia nere, la pelle del viso era liscia come alabastro e i capelli folti erano lunghi e vermigli come le labbra. L’angelo era rimasto a bocca aperta, ma ovviamente non aveva accennato niente, né un complimento, né un sorriso. Soltanto…

-Corpo nuovo?-

-Mi serve per un lavoretto- gli aveva risposto il demone con tono assente.

-Oh, certo- annuì Aziraphale -Chi è il malcapitato?-

-La malcapitata vorrai dire- lo corresse Crowley, facendogli un sorriso aguzzo.

Aziraphale arrossì come un pomodoro. Non sapeva neanche lui perché, ma arrossì.

-Queste seguaci di Saffo...- farfugliò, sentendosi un perfetto idiota. Quanto si sentiva imbranato in quelle cose. 

-Saffo!- esclamò Crowley nostalgicamente, mentre si truccava -Che cara amica, mi manca così tanto-

-L’hai conosciuta?-

Crowley gli sorrise dal riflesso -A chi credi che abbia dedicato Ode a Venere? A Venere?- lo punzecchiò, con tanto di occhiolino simpatico.

Aziraphale si strinse nelle spalle, con le mani appoggiate sulle ginocchia. Avrebbe preferito non saperlo. Oh, no, si corresse, avrebbe mille volte preferito non saperlo. Insomma lui era un angelo, non era tenuto a conoscere la vita di perversioni che conduceva un demone sexy e assurdamente scopabile come Crowley.

“Aziraphale!” si auto rimproverò subito, arrossendo da solo “Non pensare a queste volgarità!”

-Eccomi qui, Antoinette è pronta- esclamò intanto demone, mirandosi soddisfatto allo specchio. Aziraphale lo guardò alzarsi in piedi. Gambe chilometriche e sottili, fianchi arrotondati, vita stretta, capelli lunghissimi…

“Oh, buon cielo. Devo andare a confessarmi”  pensò, guardandolo avidamente mentre ancheggiava come una pin-up.

-Vado, angelo. Augurami buona fortuna-

-Buona fortuna, caro- gli rispose di getto, ancora un po’ stordito. Ma poi si rese conto che no, non doveva sperare che il lavoro di Crowley riuscisse, era pur sempre il suo nemico!

-Voglio dire, no! Buona sfortuna, Crowley-

Crowley ridacchiò, scrollandosi i capelli con un cenno rapido e aggraziato.

E dire che Aziraphale aveva sempre creduto di essere interessato solo agli uomini…

Ma un angelo può prendersi una cotta per un demone?

 

       

 

La prima volta che Aziraphale ammise con se stesso di amare anche carnalmente Crowley, tuttavia, non accadde quella volta. In realtà successe molto dopo, in un momento in cui il demone aveva le sue ben note sembianze maschili.

Erano a uno dei loro numerosi incontri clandestini, nel quel di Londra. Il locale era molto giovanile e certo non rientrava nei gusti di Aziraphale.

Accadde che, quella stessa sera, un gruppo scalmanato di ragazze stava festeggiando l’addio al nubilato di una di loro. Costoro si avvicinarono impulsivamente al tavolo dei due ineffabili e si rivolsero, ovviamente, a Crowley.

-Scusa, la mia amica domani si sposa- gli disse una ragazza un po’ brilla, indicando una donna molto imbarazzata con un cerchietto osceno sulla testa -Non è che puoi darle un bacio di solidarietà?-

-Che cosa!?- intervenne Aziraphale, piccato -Non se ne parla nemmeno! Crowley, non accettare!-

Ma il demone si era già alzato in piedi, con tanto di sorrisetto diabolico. Afferrò la futura sposa per i fianchi e, con un casquet molto scenografico, la baciò in bocca, proprio davanti agli occhi stupefatti dell’angelo.

Le ragazze applaudirono e accompagnarono quel bacio approfondito con fischi e risolini, anche perché la futura sposa non sembrava molto intenzionata a staccarsi da Crowley. Anzi, gli afferrò i capelli rossi e si spinse avidamente contro di lui, continuando a baciarlo con passione, tanto che a un certo punto furono le sue amiche a intervenire per trascinarla via…

-No, lasciatemi!- si dimenava costei, disperata, con le braccia protese verso il demone -Lo amo! Ti amo!-

-Condoglianze, signorina, e che la vita coniugale ti sia lieve- la salutò Crowley, tornandosi a sedere di fronte all’impallidito, imbambolato, impalato angelo.

-Dicevamo?- chiese ad Aziraphale, con un sorriso che avrebbe mandato in calore anche una mummia.

Ma un angelo può desiderare un demone?

 

  

 

La prima volta che Aziraphale aveva baciato Crowley era stato a Natale, in casa di Anathema Device e Newton Pulsifer.

Per farlo, l’angelo aveva tramato un piano diabolico da circa otto mesi. Tutto doveva sembrare puramente casuale, frutto dell’inelluttabile -Ineffabile- caso. Ormai Aziraphale aveva accettato i suoi sentimenti e aveva deciso che un bacio, uno solo, dopo 6000 anni se lo meritava. Crowley aveva baciato tantissimi umani, poteva darne uno anche a lui senza che sarebbe finito il mondo. E poi un bacio non aveva mai fatto cadere nessuno, no?

Comunque, per far quadrare il tutto, l’angelo 007 aveva telefonato ad Anathema già in agosto, parlandole di quanto fosse importante rispettare le tradizioni natalizie, ivi compresa quella del bacio sotto il vischio. Il mese successivo, le aveva telefonato nuovamente, e poi di nuovo quindici giorni dopo. Il tema era sempre lo stesso: il Natale. Ed era metà ottobre. Anathema, che era spiccatamente intelligente, all’ottava telefonata domandò: “Aziraphale, vuoi per caso passare il Natale da noi?”.

Ovviamente l’angelo si finse stupito da tale inaspettata proposta e le rispose subito di sì, aggiungendo però che non voleva disturbare, perché il galateo era pur sempre molto importante. Talmente importante che omise di dirle che veniva anche Crowley.

Ma tanto Anathema lo aveva immaginato e infatti aveva apparecchiato anche per il demone. Non per niente, li aveva soprannominati Ineffable husbands per una ragione.

Il piano di Aziraphale, dunque, si stava realizzando perfettamente.

E si realizzò, in modo solo in apparenza casuale, perché in realtà era tutto studiato fino all’ultimo centesimo di secondo.

Crowley sarebbe andato in salotto dopo il cenone che aveva sì e no sbocconcellato. Si sarebbe fermato di fronte alla pianta di Anathema con un cipiglio ostile, avrebbe ravvivato il fuoco stregato nel camino, minacciato la pianta con lo spuntone arroventato e poi…

-Come mai non sei a tavola?-

-Chi, io?- squittì Aziraphale, appoggiato al muro in una posizione rigida e palesemente innaturale -Avevo voglia di sgranchirmi le gambe…-

Crowley mormorò un “hm” e si avvicinò a lui, del tutto ignaro di ciò che stava per accadere.

-Cos’è quello?- domandò poi, abbassandosi gli occhiali per guardare meglio una sorta di mazzetto d’origano che pendeva dal soffitto -Da quando gli umani appendono il basilico sul…-

Ma Aziraphale non lo lasciò finire e appoggiò le sue labbra vergini e tumide su quelle di Crowley. Velocemente, dolcemente. Ah, fu una sensazione umana grandiosa. Un mix di trionfo (finalmente era suo) e di gioia (finalmente era suo!!) che non aveva mai provato prima.

Quando si staccò, talmente rosso da sembrare un fuoco fatuo, trovò Crowely esterrefatto.

-Buon Natale, mio caro ragazzo- esclamò subito, innamorato perso.

Crowley sgranò gli occhi e gli puntò il dito contro -Ma...? Mi hai… Baciato?-

-Porta fortuna- si giustificò subito l’angelo, sentendosi arroventare dall’imbarazzo -Vedi? C’è il vischio-

Ma Crowley non alzò nemmeno lo sguardo -Mi hai baciato in bocca?-

-È solo per rispettare una tradizione-

-E perché mi hai baciato proprio in bocca?-

Aziraphale deglutì -Beh, perché funziona così, no?- domandò, teso -È obbligatorio-

Obbligatorio? Crowley era interdetto.

-Quindi, se al mio posto fosse passato Hastur, lo avresti baciato in bocca?-

Aziraphale si sentì arrossire, aprì e chiuse la bocca in cerca di una scusa, ma alla fine sospirò. Gli angeli non dicono le bugie, e quel senso di gioia totalizzante era come svanito nel nulla, veloce come era arrivato.

-No, Hastur mi ripugna. Tu invece… Tu non mi ripugni affatto, anzi- gli rispose, sincero.

Crowley rimase piacevolmente colpito. Arrossì, alzò le spalle e si mise le mani in tasca, spostando il peso da una gamba all’altra.

-Grazie- borbottò, con gli occhi fissi a terra.

-Prego- sussurrò Aziraphale, abbassando lo sguardo.

-Angelo?-

-Sì?-

-Comunque è questo il vischio- gli disse Crowley, indicandogli la vera piantina natalizia che pendeva tra loro. Aziraphale la guardò con occhi incantati e poi spostò lo sguardo sulla mano di Crowley, che si era appena poggiata sul proprio fianco. Il demone gli sorrise e si era talmente avvicinato che l’angelo poteva contargli tutte le efelidi che gli decoravano il viso…

-Ragazzi, c’è il dolce, che state facendo?- domandò Anathema, ma appena li vide, si morse subito la lingua e si nascose dietro a una colonna, esultando come se non ci fosse un domani. Le due entità erano impegnate.

Finalmente.

 

  

 

La prima volta che Aziraphale era andato a letto con Crowley, aveva creduto di morire, letteralmente. Il cuore del suo corpo in dotazione per poco non si era fermato dall’emozione violenta e dalla paura, altrettanto violenta, di subire una punizione rapportata all’estasi di quei momenti. Si era immaginato di vedere Gabriel, Michael, Uriel, Amenadiel e tutti gli angeli più influenti del Paradiso in cerchio di fronte al letto, con le braccia conserte e l’espressione indignata.

Si era immaginato un’undicesima piaga di Egitto abbattersi esclusivamente contro di lui, con furia divina.

Si era immaginato Lucifer, con tanto di forcone rosso, comparire in una nube nera, prenderlo per un orecchio e trascinarlo all’inferno.

Si era immaginato tante cose, ma non quella che accadde realmente, ossia Crowley che lo guardava con uno sguardo intenso e acceso dall’amore.

-Stai andando benissimo, Azi- lo sentì ansimare. Le sue mani affusolate si muovevano veloci, avanti e indietro, e circondavano sapientemente le erezioni di entrambi. Crowley le accarezzava tutte e due come se fossero una sola, tenendole unite. Il povero Aziraphale non riusciva a stare fermo, non riusciva a trattenere i gemiti e i fianchi, era troppo, troppo il rumore, troppo il piacere, l’odore, la visione meravigliosa del corpo di Crowley, l’idea che ora quel rubacuori era proprio suo, suo! No, non ce la faceva.

Ma ce la fece.

Venne copiosamente contro di lui, prima di lui, in quel modo violento, totalizzante e improvviso che aveva solo vagamente sentito dire… Quella cosa di nome orgasmo di cui Crowley era premio Nobel, Medaglia d’oro, dottore di specchiata professionalità e incontrastato campione nel Guinnes World Record.

Occorse molto tempo ad Aziraphale per riprendersi e per credere che aveva davvero pensato a quelle cose.

-Come va?- sentì chiedergli la sua voce -Stai bene?-

Aziraphale aprì gli occhi e lo mise a fuoco. Crowley era sopra di lui, ma era talmente leggero che quasi non se n’era accorto.

-Sto anche troppo bene- gli rispose, accarezzandogli gli zigomi sporgenti -Non te l’ho mai detto, ma è da una vita che sono perdutamente, follemente…-

-Lo vorrai rifare?- lo interruppe molto bruscamente Crowley, troncandogli la dichiarazione d’amore sulle labbra.

-Lo rifarei anche adesso, se solo riuscissi a muovere la gambe- gli rispose, facendolo sorridere.

-E pensa che questo è niente- gli ammiccò Crowley, baciandolo sulle labbra -A questo proposito, non abbiamo ancora parlato di una cosa molto importante-

Aziraphale lo guardò spossato, insofferente. Non voleva parlare di cose molto importanti proprio adesso, anche perchè già immaginava quale sarebbe stato il tenore del discorso: le conseguenze della nottata appena trascorsa. Ci sarebbero state delle tremende conseguenze, Aziraphale già lo sapeva, ma non per questo voleva rovinare un momento felice e speciale come quello.

-Tesoro, possiamo parlarne più tardi?-

-Meglio parlarne adesso- insistette il demone.

-Crowley, no. Ora siamo io e te, e io non rimpiangerò mai niente di ciò che ho fatto, perché ti…-

-Abbiamo entrambi un corpo maschile- lo interruppe brutalmente un’altra volta -Uno dei due dovrà stare sotto. Oppure, in alternativa, posso diventare Antoinette, o Ashtoreth, visto che avevi una cotta per lei-

-Io non avevo...- replicò Aziraphale, ma poi sorrise, divertito -Quello che preferisci tu, mio unico e vero amo…-

Crowley lo zittì con un bacio.

 

 

La prima volta che Crowley si era sentito dire ti amo, aveva quasi temuto di diventare sordo. O di morire.

Aziraphale ci aveva provato di continuo, in tutti i modi. E visto che era anche un pochettino bastardello, pur di dirglielo era arrivato anche a giocare sporco. Era una lotta e non solo tra le lenzuola.

Esclusi i nomignoli, che presto erano degradati dal più banale “caro” all’impronunciabile “amore mio”, Crowley non poteva tollerare le gentilezze. E Aziraphale era un angelo, era fatto della stessa materia della gentilezza, dire certe smancerie faceva parte del suo essere. Odiarle faceva parte dell’essere di Crowley.

Ma Crowley non le odiava più, questo era il problema.

Stava diventando quella parola che inizia con G e finisce con ENTILE.

-Sei il mio demone gentile-

-Smettila, Azi- piagnucolava Crowley, coprendosi il viso con le mani. Ma l'angelo era in brodo di giuggiole.

-Sei il mio dolce, adorato, meraviglioso demone buono e gentile-

Crowley si rannicchiò su se stesso, con le mani sopra alla testa. Era sdraiato sul letto insieme a lui ma era girato sul fianco opposto proprio per dargli le spalle.

-Mio tempio, mia stella, mio inestimabile tesoro- gli sussurrava piano Aziraphale, abbracciandolo stretto -Mio meraviglioso, unico, adorato amore-

-Basssta!- gli sibilava contro, irrimediabilmente riscaldato dalle sue parole -Ti prego-

-Ti amo infinitamente-

-Anche io- ammise, e le sue ali da nere diventarono grigie. 

Può un demone dire “ti amo” a un angelo?

 

 

 


 

 

Note
Ciao, sono tornata con una nuova storia su questi due patati. Li adoro troppo e mi mettono di buon umore come poche altre cose. Sarà che hanno un lieto fine (ALMENO loro), che sono simpaticissimi e dolcissimi <3
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, nel prossimo e ultimo cap. gli ineffabili affronteranno le conseguenze dei loro sentimenti, e ci sarà il nostro mitico, adorato Lucifer ...
A presto!





 

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Capitolo 2
*** At the Beginning ***


 
 

 

At the beginning…

 

 

La prima volta che Lucifer aveva saputo che Crawley, il proprio demone inviato nel Giardino dell’Eden, era stato beccato mentre chiacchierava con l’angelo della fazione opposta, aveva fatto finta di niente.

Eva dopotutto era stata tentata, aveva colto la mela e l’aveva porta ad Adamo: il serpente, in fin dei conti, aveva portato a termine il suo incarico.

La seconda volta che Lucifer era stato informato che Crawley, il demone summenzionato, era stato sorpreso mentre passeggiava con l’angelo della fazione opposta, si era sentito un po’ irritato, ma aveva chiuso un occhio. Crawley, dopotutto, gli stava simpatico.

La terza, la quarta, la quinta e la sesta volta che Lucifer aveva saputo che quegli incontri clandestini si ripetevano, decise che era venuto il momento di convocare Crawley. Anche perché i suoi sottoposti iniziavano a spazientirsi e lui certo non doveva perdere di credibilità, era il capo, era il diavolo e avrebbe dovuto reagire in modo consono alle infernali aspettative.

Così lo chiamò, ma ciò che doveva essere un rigido rimprovero, si trasformò in qualcos’altro.

In qualcosa che Lucifer non aveva programmato.

 

La prima volta che Crawley aveva chiesto al suo capo di restare sulla Terra, infatti, era accaduta proprio quello stesso giorno.

Il demone tentatore si era inchinato al suo cospetto, aveva spiegato le ali nere come il carbone e gli aveva fatto un sorrisone smagliante.

-Oh, potente cavaliere della morte, re dell’oscurità, principe dei demoni, dei ladri, dei drogati e delle…-

-Perché chiacchieri con quell’angelo biondo e panciuto, Crawley?- lo aveva interrotto Lucifer, seduto scomposto sul suo trono -Lo sai che è rigorosamente vietato, che io non posso tollerarlo, che dovrò prendere dei provvedimenti e bla bla bla?-

Il demone si paralizzò sul posto e sgranò gli occhi.

-Ma io… Noi non abbiamo mai chiacchierato- mentì spudoratamente, teso -Io l’ho solo minacciato, vostra magnifica crudeltà-

Il re degli inferi alzò gli occhi al cielo, giocando pigramente con una lingua di fuoco tra le dita. Aveva un’aria così annoiata, così stufa. Nemmeno la recente creazione della Via Lattea era riuscita a portare un po’ di freschezza nel suo ardente regno.

-Crawley, non sarò onnipotente, ma non sono del tutto cretino come gli altri- gli rispose, abbassando lo sguardo su di lui -Per favore, non rendermi le cose difficili, dimmi la verità e basta-

-La verità?- mormorò il demone, indeciso.

Lucifer annuì lentamente.

-La verità- ripetè Crawley, schiarendosi la voce -La verità è che...- esitò agitato, qui si giocava la partita -La verità, capo, è che io vorrei tanto, ma davvero tanto, poter restare sulla Terra per qualche altro anno-

-Cosa!?- esclamò Lucifer, incredulo -Come sarebbe vuoi restare sulla Terra!?-

Crawley fece sfoggio dei suoi migliori puppy eyes -Ti prego, capo, dammi una possibilità! Ti prometto che tenterò questi nuovi esseri senzienti in maniera ineccepibile, sarò un demone provetto!-

-Possiamo tentarli anche da qui- gli rispose lui, sempre più spazientito -Non c’è bisogno di andare in mezzo a loro-

-Sì, ma… Questi umani, come sono fatti? Cosa amano fare? Quali sono i loro punti deboli?- elencò il demone, come un avvocato in Tribunale -Se riuscissimo a conoscerli, dopo tentarli diventerebbe molto più facile-

-Ti elenco già io quali sono i loro punti deboli, Crawley. Questi inutili esseri amano il potere, il sesso e il lusso- gli rispose Lucifer con tono ovvio -E più una cosa è proibita e facile da ottenere, più a loro piace-

Crawley abbassò lo sguardo e imprecò mentalmente. Sapeva che non sarebbe stato facile, e d’altronde se il detto dice “ne sai una più del diavolo”  c’è un motivo.

-Capo, c’è però un’altra cosa che non sai- aggiunse Crawley, cercando di mostrarsi persuasivo -Una cosa che ti farà sicuramente cambiare idea. Un uccellino nell'Eden mi ha detto che i Piani Alti hanno segretamente deciso di spedire Aziraphale sulla Terra per indottrinare gli umani ai loro principi. Vogliono aggiudicarsi quanti più umani possibili, giocando sporco a danno nostro! Hai capito? Ci vogliono fregare!-

Lucifer si raddrizzò subito sul suo trono, colto di sorpresa -L’angelo resterà sulla Terra?-

 

 


 

-Il demone serpente resterà sulla Terra!?- domandò nello stesso momento la voce severa di Amenadiel, il Trono più autorevole delle milizie celesti.

-Sì, eminenza- rispose Aziraphale con tono tragico -Fonti certe mi dicono che quel malvivente è stato spedito sulla Terra per tentare da vicino quelle povere creature-

-I soliti imbroglioni. Luci questa volta mi sente- borbottò l’angelo nero, innervosito -Grazie per la preziosa informazione, principato Aziraphale, te ne sarà reso merito-

-Ecco, a questo proposito…-

-Lionel?- esclamò Amenadiel a voce alta, verso un giovane angelo con un'armatura, alto due metri e molto muscoloso -Scenderai tu sul pianeta Terra a proteggere gli umani?-

-Sì, mio signore- gli rispose questi seriamente, inginocchiandosi con tanto di mano sul petto -Sono pronto a immolarmi per il bene delle nuove creature. Il demone serpente non oserà nemmeno fare un passo, finché ci sarò io-

Da inginocchiata, quell’imponente creatura risultava poco più bassa di Aziraphale. Ma il nostro soffice eroe non si fece intimidire. Si schiarì la voce e fece un passo avanti.

-Se… Se posso permettermi, vostra grazia- balbettò verso Amenadiel, impacciato -Credo che sarebbe ingiusto sacrificare Lionel per un errore che di fatto ho commesso io. Insomma, è stata colpa mia se Crawl… Ehm, se il demone serpente è riuscito a tentare Eva. Purtroppo mi ero distratto un attimo per colpa di un paio di ciliegie, ma è bastato davvero un secondo perché quel furfante avesse la meglio. Per cui è giusto che sia io ad abbandonare il Paradiso, non Lionel- esclamò Aziraphale, con tono melodrammatico -Io devo rinunciare a questa… Immensa, sfolgorante gloria, non Lionel-

Amenadiel alzò un sopracciglio -Tu, Aziraphale?-




 




 

-Tu, Crawley?- esclamò Lucifer, sempre più sospettoso -E dimmi, perché tra tutti i demoni che ho, devo mandare proprio te?-

-Perché sono stato bravo, no? Ho tentato Eva, le ho fatto cogliere la mela e gliel’ho fatta dare a quel rimbambito di Adamo- continuò Crawley, sempre più speranzoso e insistente -Ho fatto tutto ciò che mi hai chiesto!-

-Hm…-

-E poi, detto tra noi, Eva è proprio un bel bocconcino- gli ammiccò, puntando sulla simpatia -Non è stato troppo gravoso tentarla-

Ma Lucifer, che non era nato proprio ieri, non resse il suo gioco e scosse la testa. -E scommetto che anche quell'Aziraphale è un bel bocconcino, non è vero?- gli disse infatti, guardandolo arrossire.

-Tss! Nah- sibilò, bugiardo come pochi -Preferisco mille volte gli umani. E poi l’hai visto, boss, non è nemmeno tutto 'sto granché… È basso e cicciotto. Mica mi piace uno così-

Lucifer lo guardò attentamente. Inutile dire che non credeva a una sola parola di quello che diceva, ed era talmente sicuro che Crawley stesse mentendo, che non si preoccupò nemmeno di usare i suoi poteri per accertarsene. Ma a conti fatti, cosa che gliene importava se il proprio demone si faceva quel tizio angelico? Quello al limite poteva essere un problema per i Piani Alti, non certo per lui.

-Va bene, permesso accordato- sentenziò quindi -Puoi restare sulla Terra fino a nuovo ordine-

-Davvero!?- cinguettò, sgranando gli occhioni gialli.

-Sì, ma non esultare, Crawley! Non vai in vacanza, è chiaro?-

Crawley faticò molto ad annuire e a restare serio. Come poteva trattenere l’esultanza nelle proprie squame? Insomma, poteva restare sulla novella Terra! Quel meraviglio posto soleggiato pieno di umani con cui divertirsi, animali con cui giocare, montagne per sciare, i Caraibi, le Hawaii e le piante. Tante piante.

E tanto Aziraphale. Aziraphale era uno a posto, gli stava simpatico. Era un “non angelo”, uno di quegli angeli custodi il cui umano dura da Natale a Santo Stefano. E poi a Crawley erano sempre piaciuti i tipi bassi e cicciotti.

-Non ti deluderò capo!- esclamò, felice come un bambino -Vedrai, ti porterò all’inferno tutti gli umani più belli e interessanti, a cominciare dai sovrani, dagli eroi e dai vip!-

Lucifer non si scompose, voleva solo liberarsi di quel piccolo scocciatore il prima possibile.



 




 

-La tua richiesta mi perplime, Aziraphale- esclamò Amenadiel, severo -In effetti sarebbe una giusta punizione per ciò che hai commesso-

Aziraphale annuì, fingendosi mortificato.

-Sottoporrò la tua richiesta ai miei superiori- decise quindi Amenadiel,  spiegando le sue grandi e potenti ali nere.

Aziraphale sgranò gli occhi -NO!- gli sfuggì -Cioè, voglio dire… No, meglio di no, non vorrei scomodare nessuno di troppo importante per una sciocchezza del genere…-

-Non è una sciocchezza, e io non sono legittimato a prendere una decisione simile da solo- lo interruppe Amenadiel, spiccio -A breve sarò di ritorno con una risposta-

Aziraphale si sentì mancare il Paradiso sotto i piedi. Era spacciato. La verità era che voleva andare sulla Terra per ragioni tutt’altro che encomiabili.

Sulla Terra aveva mangiato per la prima volta, aveva riso, chiacchierato, dormito, poltrito, preso il sole, fatto il bagno e incontrato quello strano quanto affascinante demone dai capelli rossi. Praticamente era stato in villeggiatura. E poi quel demone era sicuramente l’essere più affascinante e simpatico che avesse mai incontrato in vita sua.

Sarebbe stato bello poterlo rivedere, anche solo da lontano.

 

 


 



Crowley fece un sorrisone e si inchinò -Grazie ancora per il permesso, capo. Chissà, magari tra un paio d’anni sarò di ritorno-

-Chissà- ripeté Lucifer, con tono ironico -Crawley, prima che tu vada, c’è un’altra cosa che dobbiamo chiarire-

Il demone si irrigidì subito -Quale?-

-Io non sono un babbeo, lo sai vero?- lo interrogò Lucifer, con uno dei suoi sorrisi minacciosi.

Crawley annuì vigorosamente, intimorito.

-Appunto. Quindi ti chiedo di avere almeno la decenza di non farti vedere mentre sei con quell’idiota a fare io so cosa, d’accordo?-

Crawley rimase a bocca aperta. Non ci voleva un genio per capire che l’idiota in questione fosse Aziraphale.

-Sì, capo-

-Bene. Buon viaggio, Crawley-

 

 

 




-Principato Aziraphale?-

L’angelo nominato si voltò, con un’espressione colpevole e preoccupata stampata in volto. Amenadiel era già di ritorno, ma il suo contegno come sempre era duro e severo. Indecifrabile. 

Se Amenadiel aveva parlato con chi temeva, avrebbe visto la Terra col binocolo.

-Ho presentato la tua richiesta a chi di dovere e mi è stato comunicato che sì, puoi scendere sulla Terra-

Aziraphale sgranò gli occhi, stupefatto -Sul serio? Oh, buon Cielo- esclamò, con sorrisone stupito -Davvero posso restare?-

-Sembri sorpreso- constatò Amenadiel.

-Io? No, ehm… Certo che no-

-Tuttavia mi è stato raccomandato di dirti essere discreto. Suppongo in riferimento ai tuoi futuri rapporti con gli umani. Non devi rivelare loro di essere un angelo, per nessun motivo-

Aziraphale deglutì, aveva iniziato a sudare. Annuì vigorosamente, ancora scioccato da quella risposta affermativa.

-Sì, assolutamente. Non lo dirò, sarò una tomba d'angelo- scherzò, con un sorriso a senso unico che non venne ricambiato. Eppure, qualcosa dentro di lui gli diceva che non erano gli umani, coloro con cui doveva essere discreto.

 

 

 



Lucifer non badava più di tanto a quello che faceva o non faceva Crawley, anche perchè di cose da fare (e di gente da punire) ne aveva a bizzeffe, e con gli anni la mole di anime corrotte non andava certo a diminuire. Aveva pertanto scaricato quel compito su Belzebub, uno dei suoi pezzi grossi, e di Crawley se n’era più o meno lavato le mani. Certo ogni tanto si erano incontrati, Crawley -che nel frattempo era diventato Crowley- ogni cinquecento anni gli faceva un resoconto generale su quanto era accaduto sulla Terra e lo aggiornava delle novità più succulenti, come ad esempio le nuove droghe, i nuovi giochini sessuali, i nuovi peccati di gola e così via.

Ma l’argomento Aziraphale non veniva mai sollevato.

Ovviamente.

Solo Belzebub ogni tanto mostrava qualche perplessità…

 

-Capo? Credo che il demone Crawley e l’angelo Aziraphale abbiano stretto un accordo segreto di non intromissione reciproca-

-Nah-

 

-Capo? Credo che il demone Crawley e l’angelo Aziraphale stiano fraternizzando di nascosto-

-Oh, figurati, Belz-

 

 

-Capo? Credo che il demone Crowley e l’angelo Aziraphale vivano nella stessa città da quattrocento anni-

-E la città non è ancora esplosa?-

 

 

-Capo? Credo che il demone Crowley abbia appena salvato l’angelo Aziraphale dalla ghigliottina-

-Si vede che voleva tagliargli la testa personalmente-

 

 

-Capo? Credo che il demone Crowley e l’angelo Aziraphale siano appena stati a cena fuori-

-E chi dei due ha mangiato l’altro?-

 

 

-Capo? Credo che il demone Crowley e l’angelo Aziraphale si siano appena bacia…-

-Lalalalalalala! Non mi interessa! Da oggi sono in vacanza!-

Belzebub sgranò gli occhi -In vacanza? Ma mio signore…-

-Me ne vado a Los Angeles, mia sordida amica- le rispose lui, mentre si preparava per il viaggio -Il fallimento dell’Apocalisse mi ha esaurito, basta con questi casini, basta con questo schifo, basta con le punizioni, basta con tutto. Lascio a te i comandi di questo tugurio-

-Ma… Capo…-

-Vengo con te- ruggì il demone Mazekeen, comparendo dai fuochi di zolfo e lava dell’inferno come un brutto incubo, tutta spolta di sangue.

-No, tu non vieni- replicò Lucifer, ma l’occhiata truce che gli lanciò costei fu sufficientemente a fargli cambiare idea -Va bene, Maze! Non c’è mica bisogno di arrabbiarsi…-

La donna lo prese per mano e sorrise non appena lui spiegò le sue enormi, potenti ali.

Finalmente, sarebbe andata in vacanza anche lei.








 




Note
Ciao a tutti, amici!
Alla fine ho deciso  di dividere questo capitolo a metà, per cui la minilong non sarà doppia ma tripla ;)
Sarebbe diventato un capitolo davvero troppo lungo, altrimenti...
Sappiate che nella prossima puntata torneranno gli Ineffabili dei tempi recenti (innamorati e fidanzati), ci sarà ancora Lucifer e, news per chi segue le mie storie, comparirà Chloe.
Spero che questo capitolo vi sia comunque piaciuto. È un po' una scemata, ma tanto ormai siete abituate, no? ;)
A presto e grazie,
E.



 

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