Le nostre anime di notte

di _Naki_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Premessa: ciao a tutti! mi è venuta questa idea simpatica e volevo provare a renderla qualcosa di concreto. Non so se riuscirò ad arrivare alla fine, perchè non ho mai fatto un adattamento di questo tipo e non sono sicura di come gestirò la situazione con l'avanzare dei capitoli. Comunque , farò del mio meglio .
La storia è tratta dal romanzo " Our Souls at Night" di K. Haruf che ho letto in lingua originale ed ho trovato davvero stupendo, leggetelo se vi va, è molto breve! Tendezialmente resterò molto fedele al libro, salvo i casi di scene non adattabili ( speriamo di non fare un disastro! ). Pensavo di seguire capitolo per capitolo il libro e riprendere nella struttura i fatti salienti, per poi arricchirli e modificarli a mio piacimento. 
Ora faccio ancora due precisazioni: nel libro la storia non è ambientata a New York; ed i personaggi sono piuttostosto anziani, mentre i Klaine di questa storia avranno all'incirca quarant'anni. Inoltre, alcune caratteristiche e aspetti dei due protagonisti saranno un po' diversi, in parte per mia scelta personale, in parte perchè riducendo l'età dei personaggi di una ventina d'anni, certi passaggi non era proprio adattabili.

 
 
Detto questo, buon divertimento! 
Aggiornerò una volta a settimana :) 
Naki 


 



1.
 

Sing me to sleep

I don't want to wake up

On my own anymore

( Asleep, The Smiths.  https://www.youtube.com/watch?v=5mF4pKSi2SU )



 
 
Era il 13 Maggio, un giorno che Blaine Anderson e Kurt Hummel avrebbero ricordato per sempre. Erano vicini di casa da molti anni, ma escludendo i convenevoli d’occasione, non si erano mai rivolti realmente la parola. Per anni avevano vissuto l’un accanto all’altro sapendo dell’esistenza reciproca, ma ignorandosi. Per anni, a pochi metri di distanza senza mai realmente incontrarsi, si erano osservati senza mai spendere tempo a esaminarsi per davvero.
Poi arrivò quel giorno speciale, il giorno in cui Blaine Anderson fece una chiamata a Kurt Hummel. Era una tranquilla serata di Maggio con una lieve brezza né troppo fredda né troppo calda, solo piacevole. Il sole aveva già attraversato l’orizzonte di New York costellato dai grattaceli  e il quartiere era immerso in quella lieve penombra che  precede l’oscurità della notte.
Dalla zona in cui vivevano si vedevano in lontananza i grandi palazzi scurirsi al tramonto come inchiostro nero su tela infuocata, per poi illuminarsi delle prime luci artificiali con il buio. Abitavano uno accanto all’altro in St. James Street, nella zona dell’Upper West Side più vicina a Central Park. I loro appartamenti, pur situandosi in due condomini adiacenti, erano materialmente attaccati: un solo muro li separava, rispettivamente quello della cucina e della camera da letto.
Era stata una giornata afosa, ma al giungere della sera la temperatura si era lievemente abbassata. La lieve brezza primaverile accarezzava la pelle del braccio stretta nella leggera camicia a quadri, provocandogli una leggera pelle d’oca. Si passò distrattamente una mano su di esso per darsi un po’ di calore. Camminò lungo il breve pezzo di strada che separava i due edifici e salì le scale fino al piano dove si trovava l’appartamento di Kurt.
Quando Kurt venne alla porta rimase stupito di vederlo. Lo riconobbe subito, era Blaine Anderson, quel ragazzo sempre gentile e dal sorriso dolce che viveva nel condominio “ Orchidea” affianco al suo. Quel ragazzo che qualche anno prima era finito sulla bocca di tutti per la morte improvvisa del suo compagno, proprio qualche mese dopo il tragico incidente che aveva coinvolto il loro bambino più piccolo.
Blaine Anderson era proprio lì, davanti alla sua porta, e lo fissava con un sorriso timido e lievemente imbarazzato sul volto sciupato, ma comunque bello. Gli occhi non avevano più quella scintilla di purezza che aveva catturato Kurt le poche volte che li aveva incontrati; erano più duri, maturi, quasi sofferenti.
“ Posso entrare? Devo parlarti di una cosa “ disse, proprio come si stesse rivolgendo ad un suo amico abituale, non ad uno sconosciuto di cui a malapena conosceva il nome e l’aspetto. Kurt si riprese dallo stupore iniziale e, non sapendo che altro fare ed incuriosito dal suo strano comportamento, si fece da parte e lo lasciò entrare.
Blaine Anderson non disse più niente, semplicemente percorse il piccolo salotto di Kurt e si sedette sul divano in pelle a due posti al centro della stanza, proprio davanti al pianoforte da muro.
“ Posso offrirti qualcosa da bere?” tentò di fare gli onori di casa, un po’ in imbarazzo. Era da tempo che non riceveva visite. Tutti gli amici che aveva se n’erano andati insieme ad Adam, il suo compagno dai tempi del college e poi marito, che quindici anni prima era morto in un incidente stradale, lasciandolo da solo ad occuparsi della loro bambina di appena quattro anni. Era stato un duro colpo, perché fra loro due Adam era quello che dava la forza ad entrambi per affrontare la vita. Ed erano stati anni duri perché si era trovato impreparato a tutta una serie di difficoltà, come la crescita di Amy, le incombenze quotidiane e il dover imparare a farsi forza da solo per andare avanti. Era arrivato ad odiare Adam per averlo abbandonato.
No, grazie. Tanto non rimarrò qui a lungo, di certo non abbastanza per bere qualcosa “ disse Blaine in tono educato, sempre quel timido e composto sorriso tirato in volto. Poi si guardò intorno “ La tua casa è davvero carina, Kurt ”
“ Non devi dirlo per forza. Adam era quello che rendeva la casa “ carina”. Io sto solo tentando di imitarlo, ma non mi riesce bene allo stesso modo” gli uscì di getto, con noncuranza. Si portò subito una mano alla bocca, stupito. Non era da lui nominare così Adam, come se avesse superato e accettato il lutto e  fosse nella posizione di poter nominare suo marito morto senza conseguenze. D’altronde, non era nemmeno da lui avere visite e parlare con qualcuno di cose che non riguardassero formalità o convenevoli. La verità era che era impreparato a quella situazione perché non rientrava nei suoi schemi; quello strano comportamento del suo vicino di casa non rientrava nelle sue abitudini.
Portò lo sguardo su Blaine, che era rimasto per tutti il tempo in silenzio a fissarlo, come se stesse analizzando la sua reazione dall’esterno in un modo così penetrante che Kurt ebbe quasi paura che potesse entrargli direttamente nel cervello con quegli occhi così grandi e dal colore indefinito.
Ci stai riuscendo bene. Non vengo qui da anni, ma le cose non sono affatto cambiate ” disse poi, accompagnando le parole con un gesto della mano. Alla fine sorrise. Era un sorriso comprensivo, che significava “ sta tranquillo, so cosa stai pensando e non hai bisogno di dirmi nulla”.
Blaine poi guardò fuori dalla finestra della cucina, quella che dava sull’orizzonte della città che la notte stava lentamente inghiottendo nella sua oscurità.  
Kurt si soffermò ad osservarlo per davvero, per la prima volta quella sera da quando era piombato in casa sua. Notò che anche su di lui il peso degli anni aveva iniziato a farsi sentire. Era ancora in piena forma fisica come un ventenne; ma stava iniziando a formarsi qualche ruga in più intorno agli occhi e nel complesso esibiva un’espressione più matura.
“ Probabilmente ti starai chiedendo che cosa ci faccia qui” disse poi, distogliendolo dalla sua contemplazione.
“ Beh, non credo proprio che tu sia venuto fin qui per dirmi che il mio appartamento è carino “ rispose Kurt, recuperando un po’ della sua sottile ironia. Era un buon segno, significava che stava iniziando a reagire positivamente alla situazione piuttosto che rimanerne travolto passivamente.
Blaine lo fissò di nuovo in modo penetrante, facendolo vacillare nella sua sicurezza appena riacquisita  “ No infatti, volevo chiederti una cosa” disse poi, calmo.
“ Chiedermi?”
“ Si esatto. Si tratta di … una sorta di proposta” aggiunse.
Kurt lo fissò, confuso “ Okay …” non aveva mai amato le faccende misteriose, o qualunque cosa suonasse ambigua.
Non sto per farti una proposta di matrimonio “ ironizzò lui, forse nel tentativo di far distendere l’espressione corrucciata che si stava formando sul viso del castano. Fu una mossa vincente.
Non l’avevo neanche pensato “ rispose infatti Kurt, accennando un sorriso. Il primo di quella sera.
“ In ogni caso, è una questione che riguarda in parte lo stare assieme. Ma … non so se ce la faccio ora. Forse, è meglio andarci piano” rise debolmente, sembrava quasi imbarazzato “ Ciò che ho appena detto assomiglia molto ad un comportamento di coppia, vero?”
 “ Che cosa?” chiese Kurt, faticando a seguire il filo del suo confuso discorso.  Blaine gesticolava e farfugliava alternando ad un tono di voce tendenzialmente basso acuti  improvvisi che rendevano difficile stargli al passo. 
Andarci piano” specificò Blaine, disinvolto.
“ Si … Potrebbe sembrare”
Si, vero. Dunque  … ho cambiato di nuovo idea, te lo dirò ora. Meglio togliere il dente subito ” dichiarò il moro, sistemandosi meglio sulla sedia, come se ciò che stava per esplicitare necessitasse di un minimo di formalità. Kurt notò che ora i suoi occhi brillavano leggermente di un qualcosa che non riusciva bene a decifrare.
Sto ascoltando” lo incoraggiò , sempre più curioso ed un po’ divertito da quello strano comportamento.
Mi chiedevo se volessi considerare di venire qualche volta a casa mia a dormire …  la notte, intendo
Kurt spalancò gli occhi e la bocca di colpo, non proprio sicuro di aver capito bene ciò che Blaine gli aveva appena chiesto; a quel punto nemmeno così sicuro di non star vivendo un sogno tremendamente realistico. Questa seconda ipotesi avrebbe spiegato molte cose, rottura degli schemi prestabiliti in primis.
Cosa??! Sei pazzo?” esclamò dando voce alle uniche due parole che  gli rimbombavano nel cervello. Si pentì subito dopo della sua irruenza. 
Lo so, suona strano. Ma … voglio dire … siamo entrambi soli … siamo simili … e siamo stati per nostro conto per un sacco di tempo, troppo forse. Per anni. Io … mi sento solo. E credo che anche per te sia la stessa cosa, lo vedo nei tuoi occhi. Mi chiedevo se la notte volessi venire e dormire accanto a me. E … parlare
Kurt lo squadrò da cima a fondo, ancora sconvolto. Si sentiva curioso ora, ma  decise di rimanere estremamente cauto. Era un proposta strana, non c’erano dubbi al riguardo; e non se la sentiva di esprimere un parere a mente calda, senza aver soppesato le varie variabili. Lui e Blaine Anderson erano due perfetti sconosciuti, non erano neanche definibili conoscenti. Adam e Sebastian, i rispettivi compagni, quando erano vivi erano soliti scambiarsi quattro chiacchiere di tanto in tanto, non certo loro. E da quando entrambi erano scomparsi le interazioni reciproche si erano ridotte all’osso. Si chiese se quella strana proposta non fosse altro che un tentativo di Blaine per avvertirlo che si sentiva solo e che voleva una “data” compagnia, più personale di quella che traspariva esplicitamente dalle sue parole. Nell’eventualità, non sapeva davvero come avrebbe reagito, nella sua vita ne aveva combinate parecchie ad Adam, ma lo aveva comunque amato molto, e forse lo amava ancora. Nonostante fosse ancora giovane e avvenente e nelle condizioni più che giuste per trovarsi un nuovo compagno non era sicuro di poter sopportare l’idea di mettere da parte i suoi ricordi con Adam, nonostante l’idea apparisse in parte allettante.
Non stai dicendo più niente. Ti ho lasciato senza parole?” Chiese poi Blaine dopo minuti di silenzio.
Kurt alzò lo sguardo ceruleo sul moro e aprì la bocca per parlare; ci vollero ancora una paio di secondi prima che effettivamente le sue corde vocali decidessero di funzionare.  “ Credo di sì” mormorò.
Non sto parlando di sesso. Nel caso te lo stessi chiedendo” aggiunse con espressione decisa in volto che non lasciava spazio a repliche di sorta. Ciò sollevò in parte Kurt, ed in parte lo deluse. Non c’erano più dubbi al riguardo e l’idea di non sapere in realtà quali fossero le sue intenzioni rendeva la situazione in sé più entusiasmante. Ed erano anni che qualcosa di eccitante non entrava nella sua vita.
Si. Me lo stavo chiedendo, in effetti
Nono,  niente sesso “ ripeté Blaine, scuotendo risolutamente la testa “ Non intendevo questo. Io credo che, dopo quello che è successo, sai … Non mi sono più sentito attratto sessualmente da nessuno. Io parlavo solo di superare la notte. E stare insieme a letto, per tenerci compagnia. Sai … la notte è il momento peggiore. Tu non credi?”
“ Si, lo penso anche io”
Stupido. Kurt si sentiva un vero idiota ad aver fatto pensieri simili sul sesso quando per Blaine sembrava essere un  argomento intoccabile. E si sentì anche leggermente infastidito, in quel modo particolare che ti coglie quando credi che la persona davanti a te sia migliore di te stesso. Blaine aveva detto di aver perso l’impulso sessuale perché doveva considerare la sua relazione con Sebastian davvero unica e speciale, così speciale da privarsi di quel piacere per sempre dopo la sua dipartita. Per Kurt non era così, lui lo sentiva eccome l’impulso sessuale, e non era certo la prima volta che faceva un pensiero del genere su qualcuno. Lui non era stato e sicuramente non era un compagno sincero e fedele come doveva essere Blaine. E questo, faceva male ammetterlo, lo faceva sentire inferiore.
“ Io finisco sempre per prendere i sonniferi per andare a dormire e poi leggere fino a tardi. Quando mi sveglio mi sento sempre intontito. Non è così bello, soprattutto se capita ogni giorno … né per me, né per chiunque altro “ aveva continuato Blaine, non rendendosi conto del tormento interiore del castano.
“ L’ho fatto anche io, per un periodo” confessò. Ed era vero, i primi tempi, quando Amy era ancora molto piccola , non potevano permettersi di non dormire la notte e non avere le forze per affrontare la giornata. Quando poi era cresciuta, la sua routine si era decisamente tranquillizzata ed anche il suo sonno si era leggermente regolarizzato.
I loro sguardi si incontrarono di nuovo e restarono a fissarsi in silenzio. Lo sguardo di Kurt era serio, impassibile; quello di Blaine lucido e profondo, come se fosse così pieno di emozioni ormai troppo difficili da trattenere .
“ Io credo che potrei dormire di nuovo se ci fosse qualcun altro a letto con me. Qualcuno di … piacevole. E non sarebbe nemmeno così male … parlare nella notte, nell’oscurità” disse poi. Aspettò una risposta da parte di Kurt e lo fece senza distogliere lo sguardo penetrante dal suo viso. Aveva fatto la sua confessione e, anche se non voleva realmente darlo a  vedere forse nemmeno a se stesso,  pretendeva una risposta.  Dal canto suo,  Kurt si sentiva tremendamente sottoanalisi.
“ Io non so davvero che dirti” mormorò Kurt, passandosi una mano nel ciuffo “ Quando vorresti iniziare questa cosa? “
Gli occhi di Blaine a quella domanda si illuminarono. Kurt lo vide sistemarsi meglio sulla sedia, di nuovo sull’attenti. “ In qualunque momento tu voglia. Se …  “ aggiunse, soffermandosi bene sul se “ vuoi tentare … anche questa settimana. Tipo … domani
 “ Lasciami il tempo per pensarci “ rispose Kurt.
“ D’accordo” disse Blaine, tranquillamente “ Ma voglio che tu mi chiami il giorno che vorrai venire, se succederà. Così so che dovrò aspettarti” agli occhi di Kurt sembrava davvero convinto su questa cosa, il ché lo fece quasi dubitare che se lui non avesse accettato sarebbe andato a proporlo a qualcun altro.
“ Va bene. Lo farò “ lo assicurò.
“ Allora … attenderò tuo notizie” disse il moro, alzandosi dal divano e dirigendosi verso l’uscita.
E se russassi??” gli chiese Kurt quando fu esattamente al suo fianco, quasi spalla contro spalla. Blaine era più basso di lui di una mezza spanna e per guardarlo Kurt doveva abbassare leggermente il capo. Blaine rimase immobile alcuni istanti come a soppesare la questione; poi alzò lo sguardo su di lui con gli occhi luccicanti ed un sorrisetto provocatorio dipinto in volto.
Imparerai a stare zitto” dichiarò poi, facendolo ridere forte.
Tutto sommato, era stato un buon inizio.
Poi, Blaine salutò Kurt, uscì e camminò fino a casa, nell’edificio di fianco. Kurt andò in camera da letto e ascoltò i rumori che l’uomo produsse non appena aprì la porta di casa e rientrò in cucina. Stava fischiettando una canzone che non riconosceva, ma che al moro sembrava piacere molto. Lasciò che la sua immagine gli balenasse nuovamente alla mente; il riflesso di quel ragazzo di trentacinque, quarant’anni … non lo sapeva bene, con i riccioli sbarazzini e due grandi occhi dal colore indefinito incastonati in viso.
Accidenti, Kurt”  si disse, sottovoce “ In che disastro ti stai per infilare? ” 






- - - - - -
Eccoci alla fine del primo capitolo. Due precisazioni: Kurt e Blaine sono entrambi vedovi, Kurt era sposato con Adam e Blaine con Sebastian, ed entrambi hanno dei figli dal destino ignoto ( per ora ). Detto ciò ... cosa ne pensate??? fatemi sapere presto! Sono curiosa! avete una settimana di tempo ;) 

Naki

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Capitolo 2
*** 2. ***


2.



Love is deep as the road is long
It moves my feet to carry on
Meets my heart when you are gone

                                                                                                                             (  Nobody knows, The Lumineers. https://www.youtube.com/watch?v=6q5Zn_ZkehM)





 

 
 “ Penso che verrò stasera, se la proposta è ancora valida”
“ Si, lo è” rispose Blaine “ Ne sono felice”
 
Kurt aveva fatto fatica ad addormentarsi e quella mattina si era svegliato prima del solito. La sua routine giornaliera consisteva nell’alzarsi, fare colazione con frutta e yogurt e poi andare a correre a Central Park; lo faceva per mantenersi in forma e scaricare la tensione.  Ma quel giorno non riuscì a fare nulla di tutto ciò; saltò la coazione perché si sentiva lo stomaco tremendamente chiuso e invece di andare a Central Park aveva chiamato Blaine Anderson per informarlo che aveva accettato la sua offerta. Il resto della giornata passò nel più completo e grigio anonimato, con nessun evento degno di nota.
Per cena mangiò uno spuntino leggero, solo un sandwich e un bicchiere di succo, non voleva sentirsi pieno e con lo stomaco appesantito nel letto di Blaine per aver mangiato troppo, dato che già ci avrebbe pensato l’agitazione a farlo sentire pesante. Dopo, si buttò sotto una lunga doccia calda e si lavò con attenzione maniacale. Quando ebbe finito, si vestì e uscì di casa. Scese le scale del condominio e percorse i dieci passi che lo separavano dall’edificio in cui viveva Blaine.  Si portò con sé una borsa con dentro il suo pigiama azzurro e l’occorrente per lavarsi la mattina dopo. Era buio fuori ed il rumore dei suoi passi rimbombava rumorosamente. Decise di usare la scaletta esterna  per non attirare occhi indiscreti e, quando si trovò esattamente davanti all’appartamento di Blaine, lo vide in cucina di spalle. Armeggiava nel lavandino e batteva un piede a ritmo, probabilmente stava fischiettando qualcosa.
Bussò alla finestra e aspettò un poco, il tempo che permise a Blaine di accorgersi della sua presenza ed attraversare la cucina ed il salotto. La luce del soggiorno si accese e Blaine avanzò per aprirgli la porta.
Perché sei passato dalla scaletta esterna?” gli chiese. Era diverso dal giorno precedente. Quando si era presentato alla sua porta per la prima volta era vestito di tutto punto con camicia e papillon, come era solito fare; ordinato. In quel momento invece indossava semplicemente un maglione nero troppo grande e dei pantaloni della tuta, i capelli scuri tutti scompigliati e grandi occhiali da vista in metallo sul naso. Sembrava un’altra persona, un uomo che Kurt poteva quasi sostenere di vedere per la prima volta.
Pensavo che sarebbe stato meglio non farmi vedere dai vicini” confessò, quando si riprese dallo stupore.
Blaine alzò le spalle, serio “ Non mi interessa di loro. Lo scopriranno comunque. Ed in ogni caso, qualcuno ti vedrà salire da qui fuori prima o poi. Usa la scala principale la prossima volta. Ho passato tutta la vita a preoccuparmi di ciò che pensano le persone e ora mi sono ripromesso di non farlo più. Non voglio più vivere così. Se passi da qui, sembra quasi che dobbiamo fare qualcosa di sbagliato o deplorevole, di cui dobbiamo vergognarci. Ma non è così ” disse d’un fiato.
Oh … capisco quello che intendi “ rispose Kurt “ Ma va bene. Verrò dall’entrata principale la prossima volta, se ce ne sarà una” la verità era che si era comportato in quel modo perché pensava che Blaine avrebbe preferito. D'altronde erano due uomini vedovi, ma giovani; sapevano bene entrambi che la gente non aspettava altro che avessero voltato pagina per poter parlare, come avevano già fatto in passato per altre questioni. A lui non importava davvero usare la scala principale piuttosto che secondaria, non aveva mai dato peso a queste cose, né con le chiacchiere né con le azioni.
“ Credi non ci sarà?” chiese il ricciolo, fissandolo intensamente con i suoi occhi appena esotici dal colore indefinito.
“ Non lo so, forse sì forse no. Hai detto che non faremo sesso … ma per il resto, non ho idea di come questa situazione si evolverà”rispose Kurt, sincero.
“ Non hai fiducia?” chiese Blaine di nuovo, sorprendendolo per quanto potesse diventare diretto con le parole.
Kurt sospiro, in difficoltà “ In te ? sì. Non ho fede in me. Vedo come sei deciso nel fare questa cosa; ma non sono sicuro che io potrò comportarmi al tuo stesso modo” chiarì, gesticolando; gesticolava sempre quando si sentiva alle strette.
“ Che cosa intendi?”insistette il moro, incrociando le braccia.
Parlo di coraggio” rispose Kurt “ Forza di mettermi in gioco”
Blaine lo fissò in silenzio per alcuni istanti restando nella stessa posizione. L’espressione impassibile e la fronte leggermente aggrottata “ Ho capito. Ma, in ogni caso, ora sei qui” disse poi, accennando un sorriso.
Sì, è vero. Sono qui”ricambiò Kurt.
Quindi, faresti meglio ad entrare. Fa freddo qui fuori la notte, soffia molta aria. Quindi è meglio non rimanerci, anche se rimane qualcosa di cui non dobbiamo vergognarci” scherzò Blaine, recuperando il suo solito senso dell’umorismo, mentre si scostava di lato per permettere al castano di entrare.
Kurt non rispose e lo seguì attraverso il soggiorno nella cucina. L’appartamento era molto bello, elegante, moderno e curato al punto giusto. Estremamente diverso dallo stile che Kurt aveva nel suo.
“ Beviamo un drink?“ propose il proprietario di casa, invitando Kurt a sedersi con un gesto e dirigendosi poi verso il frigo.
“ Mi sembra proprio una buona idea”
“ Ti piace il vino?”chiese, il viso sprofondato nel frigo, la voce leggermente soffocata.
“ Abbastanza, dai”
“Preferiresti birra?”chiese di nuovo, sta volta voltandosi verso di lui.
“ In realtà, sì “ confessò Kurt, battendo due dita sul tavolo come tic nervoso.
“ Allora mi procurerò della birra, per la prossima volta. Se ci sarà una prossima volta, ovviamente” commentò, un sorrisetto di sfida sul volto. Kurt non riusciva a capire se lo stesso prendendo in giro o meno con quelle allusioni a metà fra l’ironico ed il serio.
“ Preferisci vino bianco o rosso?”continuò Blaine, finita la parentesi scherzosa.
“ Bianco, grazie”
Blaine tirò fuori una bottiglia dal frigo e riempì per metà entrambi i bicchieri; poi, si sedette anche lui al tavolo della cucina e finalmente poterono bere “ Che cosa c’è in quel borsone?” chiese poi Blaine, indicando la borsa che Kurt si era portato dietro.
“ Il mio pigiama”
“ Wow. Significa che ti senti proprio pronto a tentare questa cosa”
Eccolo di nuovo che lo prendeva in giro. Kurt tentò di sorridere, anche se il suo atteggiamento stava iniziando a renderlo nervoso “  Mettiamola così” si limitò a rispondere per liquidare la questione.
Bevvero il vino.
“Vuoi qualcos’altro?” domandò poi Blaine.
“ No, non credo. Potremmo fare un giro della casa?” azzardò.
Vuoi che ti mostri le stanze e l’arredamento così puoi sgattaiolare via nella notte, se fosse necessario?”
“ Diavolo, no, non stavo proprio pensando a questo. Voglio solo conoscere meglio il posto in cui mi trovo “rispose di getto. Questa volta non c’era stato segno di tono giocoso nelle parole del moro; anzi, sembrava quasi una risposta difensiva. Si dispiacque, perché non voleva che Blaine pensasse una cosa del genere, che potesse sentirsi rifiutato o bistrattato. Era contento di trovarsi lì, e voleva semplicemente vedere com’era il suo appartamento, fine.
Blaine alla fine si alzò e Kurt lo seguì nel soggiorno e poi nel corridoio che dava sulle camere da letto. Ce n’era una al fondo del corridoio;ed un’altra ancora sulla sinistra. Era la sua.
Lì è dove dormo sempre” spiegò  “Elia e Joel avevano la stanza qui sulla destra e quella laggiù la usavamo come stanza degli hobby e ufficio. Il bagno è proprio qui, di fianco alla mia stanza. Ce n’è un altro vicino al soggiorno, più piccolo”.
Il letto era gigantesco, con una piccola lucina appena sopra che lo illuminava a tratti.
“ Cosa ne pensi?”  chiese Blaine.
“ E’ un appartamento molto più grande di quello che pensavo. Molte più stanze”
“ Beh … era una buona casa per Seb e me. Ci abbiamo vissuto insieme per quasi vent’anni”
Mi sono trasferito qui di fianco solo due anni dopo. La parete di questa stanza è comunicante con la mia cucina. Vi sentivo spesso. Soprattutto i vostri bambini giocare … ”
“ E’ passato davvero tanto tempo … “ E Blaine si voltò per dirigersi nella sua camera da letto. A Kurt parve intravedere un velo di malinconia nei suoi occhi, e qualcos’altro che non riuscì a identificare bene. Decise di non chiedere nulla, d’altronde avrebbero avuto tutta la notte per parlare.






 

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Capitolo 3
*** 3. ***


 3.


I may not be wise
and I won't save the day
but look in my eyes
and know I'll always stay
and I won't run away
                                                                            
( Run Away, Ben Platt https://www.youtube.com/watch?v=MV27NJwIA2c
 
 
“ Credo che userò il bagno”  Disse Blaine.
Mentre era fuori dalla stanza, Kurt ne approfittò per guardarsi intorno nella stanza e osservare le fotografie disseminate ordinatamente  lungo le pareti. Si trattava di vecchie foto, la maggior parte raffiguranti Blaine insieme a  Sebastian in vari momenti importati della loro vita insieme. Ce n’era una del giorno del diploma, in cui i due giovanissimi in tunica rossa sorridevano allegri alla fotocamera. Un’altra li ritraeva al matrimonio, rivelando lineamenti più maturi ed espressioni tremendamente emozionate, ma meno innocenti. Tutte le altre raffiguravano altri momenti importanti che i due coniugi avevano vissuto nel corso degli anni insieme, tutte accomunate da un grande senso di gioia e spensieratezza. S’immaginò Blaine osservarle da solo la sera, prima di mettersi a letto, con sguardo malinconico e nostalgico. Provò un moto di tristezza, perché dovevano essere stati tutti momenti davvero speciali che meritavano di essere ricordati mille e mille volte nel corso degli anni con nostalgica dolcezza, fino alla vecchiaia; non di restare relegate sulla parete di un appartamento troppo silenzioso per un uomo di nemmeno mezz’età.  Una in particolare, davvero bella per la genuina felicità che trasmetteva, attirò l’attenzione di Kurt. Raffigurava i due coniugi ed il loro bambino, probabilmente era stata scattata a qualche festa. Sebastian stringeva il fianco di Blaine e quest’ultimo teneva in braccio un adorabile bambino dai riccioli castani e lo sguardo furbetto. Gli occhi di Blaine luccicavano di gioia.
Kurt aveva avuto l’occasione di incontrare Sebastian solo un paio di volte in tutti quegl’anni. Lo conosceva come un uomo posato, piacevolmente calmo; era stato un avvocato civile ed  aveva servito quasi l’intero quartiere, era molto conosciuto in zona.  Sapeva di lui per le voci che giravano in zona, ma non lo conosceva bene personalmente. Ed  ora, ne era felice. Era completamente diverso da Blaine; alto, chiaro di capelli, fisicamente prestante e con un sorriso lucente e affascinante. Era anche completamente diverso da se stesso, decisamente più affascinante. Scosse la testa, dandosi dello stupido. Era un pensiero superficiale e inopportuno, dato che stava per violare, seppur senza nessun secondo fine, il letto di una persona che era defunta prematuramente.
 “ Credo che userò il bagno anche io”  disse quando Blaine tornò. Entrò dentro, usò il bagno e si lavò le mani scrupolosamente. Spruzzò un po’ del dentifricio di Blaine sullo spazzolino, dato che aveva dimenticato il suo, e si lavò i denti. Poi si tolse le scarpe ed i vestiti e si infilò il pigiama. Piegò ordinatamente i vestiti sopra le sue scarpe e le lasciò nell’angolo di fianco alla porta. Poi, tornò nella camera da letto. Blaine aveva indossato a sua volta un carinissimo pigiama verde scuro ed era già nel letto, parzialmente illuminato dalla lampada del comodino al suo fianco.  La finestra era aperta e da essa filtrava una brezza leggera e piacevole che scuoteva leggermente i suoi riccioli scuri, disegnando arabeschi sulla sua fronte.
Kurt rimase in piedi di fronte al letto, indeciso su come comportarsi. Non voleva forzare Blaine, l’idea era stata sua, ma voleva lasciargli la possibilità di tirarsi indietro un’ ultima volta.  Blaine, però,  scostò il lenzuolo e la coperta con un calmo gesto. I suoi occhi ambrati lo scrutavano calmi, intimidendolo appena.
“ Non vieni?” chiese, poi.
“ Ci sto riflettendo su” rispose, titubante, lasciandosi scappare una risata nervosa.
Entrò nel letto rimanendo rigorosamente dal suo lato e si coprì. Si sistemò a pancia in su, gli occhi rivolti al soffitto improvvisamente interessante; di fianco a lui, Blaine, fece esattamente la stessa cosa. Non disse nulla, non sapeva cosa dire. Per un po’, nessuno dei due parlò. Kurt poteva sentire il respiro calmo di Blaine e intravedeva con la coda dell’occhio il suo petto alzarsi ed abbassarsi lievemente. Il modo in cui la luce dei lampioni di strada s’infrangeva sul suo profilo scultoreo disegnando un morbido chiaroscuro lo rendeva affascinante e tenebroso.
A cosa stai pensando?” chiese Blaine ad un certo punto, senza voltarsi  “ Sei stranamente calmo
Kurt aprì la bocca per parlare, poi la richiuse con un sospiro, indeciso su cosa dire “ A quanto è strano tutto questo. A com’è nuovo essere qui. A come mi sento insicuro di cosa sento, e un po’ nervoso. Non lo so bene a cosa sto pensando, a tutto e niente probabilmente. Un ammasso di cose”
Vide il più piccolo annuire, come se comprendesse le sue parole confuse e stesse cercando una risposta adeguata
“ Anche se è tutto nuovo, è piacevole … non credi?”domandò poi. Kurt giurò che lo disse sorridendo.
“ Si, lo credo”
“ Cosa fai prima di dormire?” chiese poi Blaine, sta volta voltandosi verso di lui. Kurt non poté fare a meno di pensare che Blaine fosse davvero un bell’uomo, dai lineamenti delicati ma decisi.
“ Beh … guardo il notiziario delle dieci e poi vengo a letto, e leggo finché non mi addormento. Ma, non so se questa notte sarò in grado di dormire. Mi sento troppo agitato” confessò.
Spengo la luce, allora … così magari non ti sentirai più troppo a disagio e riuscirai a rilassarti  “ disse allora il moro, allungandosi verso il comodino “ Ma possiamo ancora parlare” aggiunse poi subito dopo, come per chiarire che la luce spenta non implicava che dovessero costringersi ad addormentarsi. Lui stesso non era stanco, anzi; si sentiva emozionato di avere qualcuno nel suo appartamento dopo tanto tempo. Era da quando era morto Sebastian che non ci entrava più nessuno, perché Blaine non aveva molti amici intimi. Era Sebastian quello che portava gli amici a casa, il venerdì sera; Blaine si limitava ad essere un marito cordiale. Avere Kurt in casa, nel suo letto, era … strano. Ma bello. Teneva lontano il panico della solitudine, lo manteneva calmo e rilassato.
Si sollevò per spegnere la lampadina, e Kurt ne approfittò per osservare la pelle liscia del suo collo nudo e parte della sua clavicola ossuta che si era scoperta nel gesto,  i riccioli quasi brillavano sotto la lieve luce.
Poi, fu buio e i contorni della stanza diventarono meno definiti, smussati dall’oscurità smaniosa. E tutto fu più semplice. Soprattutto aprirsi l’un l’altro.  Parlarono di problemi esistenziali, fecero un po’ di conoscenza, si raccontarono i pettegolezzi del quartiere. Poi, si sentirono rilassati e quieti. Tornò il silenzio.
Dopo un po’, Kurt disse “ Sei ancora sveglio?”
“ Si”
“ Mi hai chiesto cosa pensavo prima, ricordi? Pensavo ad una cosa, effettivamente: sono felice di non conoscere Sebastian molto bene “
“ Perché??”
“ Non mi sarei sentito così bene, se fosse stato diverso”
Vide Blaine aggrottare le sopracciglia “ Ma … io conoscevo bene Adam”
“Magari per te è diverso. Per me è meglio così”
Un’ora dopo, Blaine stava dormendo e respirava rilassato. Kurt, invece, era ancora sveglio. Lo guardava. Poteva vedere i contorni del suo viso nella lieve penombra. Non potevano toccarsi, non gli era permesso, e Kurt resistette alla voglia di passare una mano in cui riccioli soffici e su quel viso angelico. Si addormentò osservandolo, studiandolo attentamente come aveva mancato di fare in tutti quegli anni di vicinato. Lo riscoprì completamente.
Alle tre della mattina Kurt si alzò e andò in bagno. Quando tornò e chiuse la finestra; l’aria era diventata gelida. Si addormentò di nuovo osservando Blaine dormire.
All’alba tornò in bagno e, questa volta, si lavò e si vestì. Guardò di nuovo Blaine nel letto. Era sveglio ora.
“ Ci vediamo, Blaine” gli disse con un sorriso timido dipinto in volto.
“ Davvero’”
“ Credo proprio di sì”
Uscì e camminò fino a casa. Quando fu dentro, si preparò il caffè e mangiò un toast con delle uova; poi andò a lavorare. Blaine rimase nel letto ad ascoltare i rumori che produceva Kurt dall’altro lato della parete, fino a che non sentì più niente, e si convinse ad alzarsi per iniziare la giornata.
 






 

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