La sua Anna

di _Freiheit_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ritrovo ***
Capitolo 2: *** Baci e sorrisi ***



Capitolo 1
*** Ritrovo ***


E finalmente eccola lì. Lì, con quei suoi capelli infuocati e scarmigliati dal vento. Lì, sorridente con quella sua espressione che solo lei era capace di assumere. Lì, a fissarlo così tanto intensamente da fargli perdere quel poco fiato che gli era rimasto in corpo. 

La sua Anna.

Vederla dopo una così lunga e logorante separazione fu come ricevere nuova aria nei polmoni, nuova speranza per alleviare il dolore e l’angoscia delle sue fredde giornate a Toronto. L’unica al mondo a farlo sentire vivo e completamente appagato. E come poteva meritare tutto quel benessere? Come poteva essersi guadagnato - dopo quelli che erano sembrati secoli – quel sorriso così dolce e innamorato che ora lei gli stava rivolgendo? Non era forse ingiusto? 

In un attimo ripercorse con la mente ogni occasione mancata che aveva sprecato con lei, ogni parola non detta che invece avrebbe dovuto urlarle, sussurrarle, ogni tocco mancato… e tutto questo solo per paura. Paura che lei non lo amasse, che lo disprezzasse, quando invece nutriva anche lei i medesimi timori che avevano attanagliato lui.
Eppure eccola lì, a corrergli incontro, reggendosi maldestramente la gonna ingombrante con una mano e il cappellino con l’altra: fu come assistere alla discesa dal paradiso di un angelo, un magnifico, dolce e tenero angelo dai capelli rossi. 

La sua Anna.

Cosa poteva fare allora, se non correre a sua volta? Le gambe si mossero molto prima che il suo cervello avesse elaborato cosa stava succedendo, ignorando completamente la stanchezza che aveva giù accumulato con la corsa di poco prima. Ma a lui non interessava, nulla aveva più importanza da quando, voltato l’angolo, l’aveva vista. 

Lei, con quel bellissimo vestito azzurro tutto pizzo e merletti – che sapeva adorare. 

Lei, con quel viso puro e candido che avrebbe fatto sciogliere tutti i ghiacciai della Terra. 

Lei, che in quei lunghi mesi di distanza era riuscita a diventare ancora più bella dell’ultima volta che l’aveva vista.

Avvolgerla tra le sue braccia fu come avvolgere l’essenza stessa della gioia, la sua unica ragione di vita, l’unica cosa che davvero contasse e per la quale avrebbe smosso mari e monti. Inspirò profondamente il profumo dei suoi capelli e la strinse ancora più a sé, tanta era la paura che lei potesse lasciarlo ancora una volta, che potesse sparire. 
Ogni giorno durante la loro separazione lui l’aveva sognata, l’aveva persino vista - come una bellissima visione ad occhi aperti che solo i cuori davvero innamorati possono fare - e come aveva desiderato e bramato che lei fosse davvero lì, che lui potesse davvero toccarla e stringerla a sé proprio come stava finalmente facendo. Come aveva sognato che anche lei sentisse e provasse le stesse sensazioni che provava lui, gli stessi sentimenti che ormai lo tormentavano da una vita intera.

La sua Anna.

Ed ora eccola lì, in lacrime e avvinghiata a lui come se fosse stato l’unico appiglio che avesse al mondo per continuare a sopravvivere, e infondo lui voleva esserlo, sarebbe diventato qualsiasi cosa per lei, tutto, pur di renderla felice. 
Allentò appena la stretta, giusto lo spazio per potersi perdere ancora nei suoi occhi azzurri come il cielo e poter così anche rimirare quelle dolci lentiggini che lui non era mai riuscito a disprezzare, come invece avevano sempre fatto tutti gli altri, lei compresa. Le posò un casto bacio sulla guancia, umida dopo che delle calde lacrime avevano iniziato a scorrerle sul viso.

«Oh Anna, perché piangi?» le domandò così, ponendo subito rimedio a quella dispettosa goccia che aveva osato sfuggire al controllo della sua proprietaria. 

Lei lo fissò intensamente, sempre senza dire una sola parola – assurdo dato che la Anna che conosceva non avrebbe mai e poi mai perso così tanto tempo senza esprimere ciò che stava provando, che fosse gioia o tristezza. Com’era crudele la sua Anna. Perché tacergli così ancora dopo tutta la lontananza che erano stati costretti a patire? Perché non rivelargli invece tutto ciò che stava pensando?

«Sono lacrime di gioia, Gilbert. Sono così felice di rivederti che mi sento mancare il respiro e sento così tante farfalle nello stomaco che mi sembra quasi che facciano male! Sono così felice che vorrei urlarlo al mondo intero e non avere cura delle buone maniere e di ciò che potrebbero pensare le persone intorno a noi.

Eppure, adesso che ti ho finalmente rivisto, il mio cuore mi ha tradito e impedisce alle mie parole di uscire dalla mia bocca e frena il mio corpo dal fare tutto quello che vorrebbe fare» rispose lei tutta d’un fiato, guardandolo a sua volta con gli stessi occhi sognanti che lui sapeva avere sul suo stesso viso. 

La sua Anna.

Quelle parole furono la goccia che fece traboccare il vaso e il contegno decoroso da perfetto gentiluomo di Gilbert andò a farsi benedire e, infischiandosene degli sguardi curiosi e delle parole di sconcerto che i passanti stavano loro rivolgendo, strinse nuovamente a sé la sua Anna e calò finalmente sulle sue dolci e morbide labbra che tanto aveva sognato di assaggiare ancora. La realtà superò persino le sue più fervide fantasie, ricordandogli finalmente qual era il vero sapore della sua bocca e quanto quel contatto riusciva a scuoterlo nel profondo, facendo crescere in lui ancora di più l’amore che provava per lei. E dopo un assaggio non poté trattenersi dall’averla ancora e ancora, fino a che le voci della gente intorno a loro diventarono così insistenti da farli tornare alla realtà e dovettero interrompersi.

«Anna» le sussurrò a fior di labbra cingendole il viso con entrambe le mani.

Avevano entrambi il fiato corto, un po’ per la corsa e un po’ per la troppa emozione, ma mai si sarebbero sognati di interrompere quel momento solo per prendere una sana boccata d’aria, quella avrebbe aspettato. Nessuno dei due accennò a distogliere lo sguardo l’uno dall’altra, essendo loro ormai l’unica cosa che contasse in quel momento e che avrebbe continuato nel tempo. 

«Mi sei mancata così tanto…» sussurrò Gilbert a un soffio dalle sue labbra.

La sua Anna.

In risposta la ragazza gli carezzò delicatamente il viso, ora ricoperto da una timidissima barba, provocando nel giovane una nuova ondata di felicità. Il suo cuore era ormai diventato un vero e proprio tamburo, ma anziché dettare un ritmo lento e regolare, quello sembrava divertirsi a fargli perdere colpi di tanto in tanto, mozzandogli il fiato e facendogli tremare le mani e la voce. Oh, quanto potere aveva su di lei quella creatura! Quanto forti erano i suoi sentimenti per lei! Probabilmente non sarebbe bastata una vita intera per descriverli appieno, per decantarli insieme a lei al chiaro di luna. 

E alla fine si scostarono, l’etichetta aveva vinto sulle emozioni, ma un solo sguardo bastò per intendersi che non sarebbe finita lì, che presto avrebbero avuto tutto il tempo a loro disposizione per recuperare quello che era andato perduto. 













Note dell'autrice:
Ebbene si, non sono riuscita a trattenermi e ne ho fatta un'altra! La serie mi ha presa moltissimo e non riesco a smettere di pensarci *-* 
Passando alla storia, premetto che sarà una mini-long, molto mini ahahaha e sarà completamente incentrata proprio sulla loro storia d'amore "mancata". 
Spero tanto che vi sia piaciuto questo brevissimo primo capitolo! 
A presto! 

_Freiheit_

 

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Capitolo 2
*** Baci e sorrisi ***


-Baci e sorrisi-



Ancora non riusciva a crederci. Si era data un’infinità di pizzicotti per dimostrare a se stessa che quello non era uno dei suoi soliti sogni ad occhi aperti e alla fine fu il suo avambraccio a pagarne le conseguenze: un grosso livido ora marchiava la sua pelle diafana, violaceo e brutto alla vista, ma per lei aveva tutt’altro significato. Sapeva di reale, di amore e di gioia. Gilbert era lì, era tornato da Toronto unicamente per lei, per lei e per nessun’altra. Da quando si erano ricongiunti nessuno dei due aveva smesso per un solo istante di scrutare l’altro, temendo che tutto sarebbe potuto svanire da un momento all’altro. Anna, in più, colpevolizzava la sua fervida immaginazione, accusandola che le facesse vedere cose che magari non erano vere, facendole provare emozioni che per lei sarebbe stato meglio non provare affatto. Ma poi, nel tumulto dei suoi pensieri aggrovigliati e sconnessi interveniva il suo cavaliere, il suo principe dall’armatura scintillante. Bastava un suo sguardo, un suo gesto, e il cuore della giovane ricominciava a pompare furiosamente il sangue nelle vene, facendola arrossire violentemente.

Gilbert, dal canto suo, adorava provocarle quelle reazioni. Amava vederla reagire a un suo semplice ed innocente tocco, dimostrandogli ogni volta quanto i sentimenti di lei fossero reali e profondi tanto quanto lo erano i suoi. E il suo cuore perdeva sempre un battito, i suoi respiri si facevano sempre più corti e frequenti – come se avesse appena terminato una corsa, perché di fatto era quello che davvero aveva fatto. Non era forse stata una lunga gara quella che entrambi avevano percorso durante tutti quegli anni? Tutti gli sguardi sfiorati, tutte le parole appena accennate, o anche solo pensate, tutte le volte che si erano toccati per sbaglio…

Tornò con la memoria al loro primissimo incontro, quando l’aveva salvata da quel prepotente di Billy, e subito rivide la sua Anna: ancora tredicenne, magra e con le trecce a fermarle i capelli, lo sguardo spaventato, ma con gli occhi di una combattente. Se n’era innamorato subito, anche se aveva impiegato anni ad accorgersene, sapeva che il suo cuore si era legato a lei da quell’istante e da allora non lo aveva più abbandonato.

«Anna» la chiamò.

Si erano spostati dalla strada, ora stavano passeggiando nelle periferie della città, mano nella mano, diretti verso luoghi più silenziosi e più adatti ad accogliere il loro primo incontro.

Lei si fermò, puntando i suoi gradi occhi in quelli di lui, mostrandogli ancora una volta quando belli e preziosi potessero essere, illuminati dalla pallida luce del sole canadese. I suoi ricordi di essi non potevano minimamente essere paragonati alla realtà dei fatti, alla bellezza devastante di quella creatura angelica che gli stava accanto, alla delicatezza dei suoi tratti – ora sempre più femminili – che sembravano quasi supplicarlo di essere toccati e studiati da lui. Non riuscendo a trattenersi oltre, Gilbert calò ancora una volta sulle labbra di lei, suggellandole con un casto e profondo bacio.

Anna si sentì di nuovo le farfalle invaderle lo stomaco, il cuore batterle all’impazzata e il fiato farsi sempre più rapido e sconnesso. Sarebbe stato così ad ogni bacio? Oppure col tempo sarebbe finalmente riuscita a controllare il suo corpo e i suoi sentimenti?

Quando si staccarono rimasero a lungo in silenzio, perdendosi uno negli occhi dell’altra, incapaci entrambi di dare parola a ciò che stavano provando in quel momento, ma consapevoli di non essere più soli. Lentamente ripresero a camminare e parlarono a lungo. Gilbert le raccontò della sua esperienza a Toronto, di quanto all’inizio fosse stata dura mettersi in pari con il programma, ma di come ora fosse in pari con i suoi compagni di corso. Le raccontò di quanto fosse bella la città e le promise di fargliela vedere un giorno. Anna, invece, narrò con la sua consueta passione tutti gli avvenimenti che c’erano stati in quell’anno di separazione e che non era mai riuscita a dirgli per lettera. Gli raccontò di Diana, che ora aveva uno spasimante che viveva in città e che passava ogni venerdì pomeriggio per prendere un tè insieme a lei. Parlò di Cole e della sua vita da artista che stava mano a mano prendendo forma. Di Green Gables e di come procedevano le cose alla fattoria. Parlarono così a lungo che intorno a loro calò la sera e così furono costretti a tornare verso la città, costretti di nuovo dall’etichetta a non mostrare troppo il loro affetto reciproco.

Gilbert l’accompagnò fino al suo alloggio, impuntandosi che non l’avrebbe lasciata neanche per un attimo finché avesse potuto. Una volta giunti sotto il porticato le parole si fermarono e di nuovo arrivò il momento di salutarsi, ma questa volta sarebbe stata una separazione decisamente più corta.

«Tornerò domani, promesso» le sussurrò il ragazzo, accarezzandole lievemente il viso con la punta delle dita. Nonostante le loro reciproche dichiarazioni e tutto quello che si erano detti e promessi, lui temeva ancora che lei potesse sparire da un momento all’altro, che lo respingesse per una parola sbagliata o un gesto troppo azzardato. Perciò non si sbilanciò oltre e poco dopo ritirò la mano, sperando e pregando che sarebbe stata lei poi a fare un nuovo passo, a così fu.

Anna sussultò appena al tocco gentile e lieve di lui, beandosi di quella piccola attenzione che sapeva essere riservata unicamente a lei, ma quando poi Gilbert ritirò la mano tutte le sue sicurezze vennero meno e non poté fare a meno di chiedergli con lo sguardo cosa fosse successo. Alzò nuovamente gli occhi nella sua direzione e per poco non perse un battito: Gilbert la stava guardando con la forza di un uragano, pregandola mutamente di fare lei qualcosa, di dargli un segno che anche lei provava disperazione alla sola idea di separarsi ancora da lui, e così si lasciò andare. Con estrema lentezza eliminò la piccola distanza che si era creata tra loro e si posizionò ad appena un soffio dal suo viso, incatenandolo con la sola forza dei suoi sentimenti, poi, ancora più lentamente, catturò le sue labbra, imprimendo in quel gesto tutto l’amore che provava per lui. Anna fece scorrere nella mente tutti i più bei ricordi che aveva di Gilbert, tutte le volte che si erano parlati, o anche solo guardati, le lettere che si erano scritti, il Natale che avevano passato insieme, il loro primo ballo…

«Ti ricordi il ballo alla scuola?» chiese di getto, staccandosi improvvisamente da lui.

Gilbert fu bruscamente costretto a tornare alla realtà attuale, lasciandosi alle spalle le bellissime sensazioni che gli aveva suscitato il bacio di Anna.

«Certo che lo ricordo, come potrebbe essere altrimenti?» rispose lui sogghignando e accarezzandole gentilmente il viso.

Anna arrossì nuovamente, ma si impose di mantenere il controllo e di procedere a parlare.

«Vorrei farlo ancora».








Note dell'autrice:
Rieccomi col secondo capitolo. So che è molto corto, ma di fatto ho sempre detto che questa sarebbe stata una MINI-long, per questo abbiate pietà di me ç_ç Sono troppo innamorata di loro due e non posso trattenermi.
Lasciatemi un commento e fatemi sapere i vostri pareri <3

 

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